INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE
Settimanale digitale • Anno 3 • Numero 85 • 17/5/2019
Supplemento settimanale a l’Automobile.
Motor Valley Fest. PAOLO ODINZOV ■ È la nostra eccellenza. È quanto tutto il mondo ci invidia. È quello che si festeggia in queste ore al Motor Valley Fest e nelle pagine del nostro settimanale. Lo avrete capito, parliamo di Emilia Romagna, il territorio italiano e mondiale dove si concentrano il maggior numero di marchi dedicati alla produzione di auto e moto. Una festa con baricentro a Modena, dove con l’occasione arriva per la prima volta anche la Mille Miglia, per intraprendere un “viaggio” lungo la via Emilia e scoprire, attraverso lo splendido patrimonio di stabilimenti e mu-
sei, storie e passioni che hanno reso grandi i marchi come Dallara, Ducati, Ferrari, Lamborghini, Maserati, e Pagani. Rigorosamente in ordine alfabetico perché davanti a una eccellenza si è tutti uguali. Una realtà invidiata da tutti pronta oggi a vincere l’ennesima sfida: la corsa alle emissioni zero o comunque ridotte al minimo. Per questo al Motor Valley Fest si parla anche di quanto e come costruttori e istituzioni cercano di dare un nuovo volto più sostenibile alla mobilità. Senza dimenticare la guida autonoma utile per ridurre il traffico, aumentare la sicurezza: opportunità imperdibile anche in una Motor Valley dalla lunga tradizione.
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AUTO E MOTO
Il festival delle passioni. PAOLO ODINZOV
■ Dal 16 al 19 maggio 2019 è in programma la prima edizione del Motor Valley Fest: evento diffuso a ingresso libero nella città di Modena e dintorni organizzato per promuovere la “terra dei motori”. Ovvero l’Emilia Romagna: l’area geografica nel nostro Paese, ma anche nel mondo, dove si concentrano la maggior parte di marchi e aziende dedite alla produzione di auto, moto e componentistica, tra i quali Lamborghini, Ferrari, Pagani, Dallara, Maserati e Ducati. Per un totale di 16.500 imprese e oltre 66mila addetti, che valgono il 10% dell’intera filiera nazionale e un export del valore di quasi 5 miliardi di euro. Lungo la via Emilia Utilizzando il format di un vero e proprio festival, Motor Valley Fest unisce storia, tradizioni, passioni, ingegno e capacità imprenditoriali che fanno del made in Italy motoristico una eccellenza senza eguali. Usando come cornice il paesaggio lungo la via Emilia, dove risiedono 188 team sportivi, 15 musei specializzati (tra cui il Museo Enzo Ferrari di Modena, il Museo Ferrari di Maranello e il Museo Automobili Lamborghini), un circuito di 16 collezioni private e 4 autodromi. Nonché 11 tracciati disegnati per le gare di karting. Realtà uniche che oggi generano un movimento turistico del valore di 301 milioni di euro. Motor Valley Fest è pensato per attrarre ed emozionare il pubblico di ogni età con eventi e appuntamenti, tra i quali raduni ed esposizioni di auto nuove e da collezione, e il passaggio della Mille Miglia che per la prima volta transita a Modena. Ai visitatori viene data l’opportunità di scendere in pista nell’Autodromo di Modena durante i Motor1Days, il 18 e 19 maggio, evento organizzato dal sito Motor1.it, dove si possono anche ammirare dal vivo le supercar più belle e cimentarsi in sfide ai simulatori virtuali. Fra i protagonisti ci sono i principali brand del motorsport che portano le loro novità.
Sguardo al futuro Sono diverse le tematiche di Motor Valley Fest, spiegano gli organizzatori, precisando che “non si tratta di una semplice mostra dedicata ad auto e moto” o di un sostituto del Motor Show di Bologna che ha chiuso i battenti. Certo, adrenalina ed emozioni sono al centro della manifestazione, fortemente voluta da Motor Valley Development, Regione Emilia Romagna, Comune di Modena, BolognaFiere e ModenaFiere e ACI Modena. Ma l’evento ha una portata ben più ampia, con focus su innovazione e nuova mobilità. “Il futuro dell’automotive”, in programma giovedì 16 maggio alle ore 10.00 presso il Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena, fa da apripista alla manifestazione. Tra i relatori e partecipanti sono attesi il sindaco della città emiliana Gian Carlo Muzzarelli e diverse personalità del mondo dell’automobile per confrontarsi su elettrificazione, guida autonoma e le sfide della mobilità sostenibile, intelligente e condivisa. Ma anche sull’impatto della Brexit sull’industria dell’auto e la necessità di collaborazione in Europa fra le Case automobilistiche. Spazio tech L’area Innovation & Talents consente poi di scoprire al Motor Valley Fest quali opportunità offre la “terra dei motori” ai giovani, generando una sorta di anello di congiunzione fra aziende, talenti, università e start up per creare sinergie e nuove idee per le professioni del domani che il comparto auto, chiave dell’economia e dello sviluppo tecnologico, potrà generare. Proprio all’interno di Innovation & Talents si tiene il seminario del progetto Masa (Modena Automotive Smart Area) che ospita anche i responsabili di Roborace per l’anteprima mondiale presso l’autodromo di Marzaglia della stagione inaugurale “Alpha”. Ovvero il campionato internazionale dedicato alle auto a guida autonoma. Per il programma della manifestazione visita il sito www.motorvalley.it. 17 Maggio 2019 ·
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LIFESTYLE
I tesori lungo la via Emilia. EDOARDO NASTRI
Le collezioni private Tra le collezioni private più interessanti c’è il Museo Auto e Moto d’Epoca Umberto Panini. La famiglia che ha inventato le mitiche figurine conserva parte del patrimonio storico di Maserati, insieme a trattori d’epoca, motociclette e altri veicoli di grande interesse storico. Tra le esposizioni più complete al mondo c’è la collezione Righini che raccoglie più di 350 pezzi tra le più belle e preziose vetture di tutti i tempi. Negli edifici adiacenti al castello di Panzano a Castelfranco Emilia, è conservato anche l’unico esemplare esistente della prima auto di Enzo Ferrari, la Auto Avio Costruzioni 815, costruita anteriormente alla fondazione della casa del cavallino rampante. Dicono che Mario Righini, l’ormai anziano proprietario della collezione che guida personalmente i tour di visitatori, abbia ricevuto per questa vettura numerose telefonate da Maranello con offerte stellari, ma che abbia sempre rifiutato. Il primo a volerla ricomprare fu proprio Enzo Ferrari che però dovette cedere: “Commendatore gliela presto quando vuole, ma non la vendo a nessuno”.
SMART MOBILITY
■ Percorrendo la via Emilia, la storica strada che attraversa l’Emilia Romagna, è facile imbattersi in musei che conservano vetture rarissime uniche al mondo, su cui sono state costruite storia e reputazione di alcuni dei più famosi marchi automobilistici a livello globale. A Modena c’è il Museo Enzo Ferrari, che è stato inaugurato nel 2012 a opera della “Fondazione casa di Enzo Ferrari” nata nel 2003 per volontà di comune e provincia di Modena, ACI e Ferrari. Il grande padiglione giallo che ospita le vetture in esposizione è stato disegnato da Jan Kaplicky, mentre gli interni da Andrea Morgante. Il progetto è un’opera monumentale costata circa 18 milioni di euro. Proprio al museo del Cavallino è stata inaugurata l’esposizione “Capolavori senza tempo”, che raccoglie tutte le Ferrari più eleganti di sempre. La sensazione è quella di un viaggio nella storia del marchio di vetture sportive più famoso al mondo, partendo dal dopoguerra fino ai giorni nostri. Aprono la mostra la 166 Inter del 1948 e la 750 Monza del 1954, fino alla Monza SP1 del 2018, una reinterpretazione innovativa delle barchette degli anni ’50 e capostipite di “Icona”, un nuovo concetto di Ferrari in serie limitata. Il Mudetec di Lamborghini A 20 chilometri di distanza, a Sant’Agata Bolognese, c’è il museo Lamborghini. Situato all’interno della fabbrica dove vengono prodotti tutti i modelli del marchio, il Mudetec (Museo delle Tecnologie), racconta attraverso i modelli i momenti salienti della storia di Lamborghini. Fino al 31 ottobre è possibile visitare la mostra temporanea “Future Shapers Since 63”, un’esposizione in cui sono raccontate le innovazioni che hanno influenzato il corso del design e della tecnica automobilistica. Prenotando è anche possibile fare un tour guidato all’interno dello stabilimento e osservare le linee di produzione. 4
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A Modena va in scena la mobilità hi-tech. PAOLO ODINZOV
■ A Modena un’intera giornata del Motor Valley Fest, il 17 maggio, è dedicata al Masa. Ovvero alla “Modena Automotive Smart Area” all’interno della quale è possibile assistere a dimostrazioni e incontri per sperimentare in prima persona e conoscere da vicino i sistemi più evoluti di guida autonoma. Oltre alle tecnologie per una mobilità intelligente,
contando su delle infrastrutture digitali appositamente attrezzate con l’ausilio di reti di connettività. L’evento prevede un seminario volto ad approfondire le diverse questioni relative alla guida autonoma con un focus incentrato anche sulle tematiche di natura etica e legale. Studiare le interazioni tra veicoli e ambiente Il programma Masa nasce dalla collaborazione fra Comune di Modena, Università di Modena e Reggio Emilia e Maserati. Con la partecipazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il supporto della Regione Emilia Romagna. Le attività di ricerca e test riguardano principalmente le diverse interazioni tra veicoli, tra questi e gli ostacoli in movimento e gli agglomerati urbani.
stallati i sistemi di guida autonoma dell’azienda americana. Dalla fine dello scorso anno ne sono state aggiunte 62mila alla flotta robotizzata, soprattutto quella in circolazione a Phoenix nell’ambito del progetto Waymo One. Un modo per non investire direttamente sulla guida autonoma, fornendo i mezzi su cui verranno installati i software sviluppati da aziende terze.
Un laboratorio a cielo aperto Obiettivo di Masa è quello di essere il primo laboratorio cittadino nazionale di sperimentazione, ricerca, controllo, standardizzazione e certificazione per collaborare all’innovazione urbana. Al fine di promuovere la rivoluzione digitale applicata alla mobilità guardando anche alla sicurezza, alla salute e alla privacy degli utenti della strada. Nonché al risparmio energetico e al miglioramento della qualità ambientale. INNOVAZIONE INNOVAZIONE
Bmw e Maserati: tecnologia condivisa.
Le Dallara nascono al computer. LUCA GAIETTA
GIOVANNI BARBERO ■ Maserati sarà il primo marchio del gruppo Fiat Chrysler a utilizzare la tecnologia di assistenza alla guida in autostrada realizzata in collaborazione con Bmw. Ad annunciarlo è stato John Elkann, il presidente di Fca, all’assemblea generale dell’Amma (Aziende meccaniche meccatroniche associate) che si è svolta al Museo dell’automobile di Torino. La dichiarazione fa seguito all’accordo che Fca ha sottoscritto con Bmw, Intel e Mobileye nel 2017, volto allo sviluppo di una piattaforma di guida autonoma all’avanguardia e destinata a un’attuazione globale. L’architettura sarà utilizzabile per la guida automatizzata dal livello 3 fino al livello 4/5 e potrà essere impiegata da diversi costruttori. Fca e Waymo Su questa tecnologia, oltre alla partnership con Bmw, Intel e Mobileye, Fca ha una alleanza più commerciale con Waymo, con una flotta di Chrysler Pacifica su cui sono in-
■ Chi pensa di approfittare del Motor Vally Fest (16/19 maggio) per fare una visita alla Dallara non si aspetti di trovare nelle “officine” di Varano de’ Melegari meccanici in tutta con chiavi inglesi in mano. Quella che a oggi può essere considerata a tutti gli effetti una delle aziende numero uno al mondo per la progettazione di automobili da corsa è infatti anche uno dei siti inge17 Maggio 2019 ·
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gneristici più avanzati nel nostro Paese. Al punto che proprio pochi giorni fa Dallara ha siglato una partnership tecnologica con Lenovo, leader nelle infrastrutture computerizzate, per aumentare ulteriormente le potenzialità di progettazione sfruttando l’High-Performance Computing (HPC). Modelli in 3D “Oggi per realizzare un modello è essenziale avere dei sistemi digitalizzati avanzati” spiega il fondatore Giampaolo Dallara. Circa 650 dipendenti lavorano nell’azienda per costruire monoposto impegnate in diverse competizioni tra cui i campionati Formula 3, IndyCar, Indy Lights e Formula E. Per farlo utilizzano la modellazione 3D, l’analisi strutturale, la fluidodinamica computazionale (CFD), l’analisi a elementi finiti (FEA) e simulatori di guida. Oltre a un centro di ricerca e una galleria del vento. Ridurre tempi ed energia Dallara è ricorsa a Lenovo per implementare le metodiche di progettazione con una maggiore potenza di calcolo. Sono stati messi a punto dai tecnici della multinazionale cinese hardware e software specifici che permettono ad esempio al costruttore emiliano di svolgere modelli CFD in sole due ore e mezza, contro le cinque necessarie in precedenza. Oppure effettuare simulazioni in contemporanea con modelli in tre dimensioni consentendo ai diversi team di svolgere assieme il proprio lavoro con un notevole risparmio di tempo ma anche di energia elettrica.
le moto di produzione che hanno caratterizzato le diverse epoche. In un altro, attraverso i 15 modelli Ducati in pedana, si racconta l’evoluzione culturale del nostro Paese dal 1946 ad oggi. Un’area vede come protagoniste del progetto espositivo forme e design, mentre le moto da corsa sono le interpreti principali di un’altra sala, esemplari leggendari che sono associati, oltre che ai trofei conquistati, alle tute dei piloti vincitori nei differenti campionati mondiali. Non mancano i “racconti” degli aneddoti, la descrizione dei personaggi. Digital Museum Attraverso la guida digitale, una web App consente di partecipare ad un’esperienza particolarmente realistica, nella quale il visitatore può accedere ai contenuti extra scegliendo fra due modalità: la “visita guidata” e i “percorsi narrativi”. L’ospite può anche richiedere una visita guidata in fabbrica o al laboratorio di Fisica in Moto. Il Museo Ducati, nell’attuale orario estivo, è aperto dalle 9,00 alle 18,00, mercoledì escluso.
LIFESTYLE
Museo Ducati, due ruote da collezione. Modena, città a trenta all’ora. PAESE
ANTONIO VITILLO
■ A Bologna c’è un luogo fra i più visitati della città che trasuda storia e leggenda. Un luogo che raccoglie i 90 anni di storia della Ducati, esposti all’interno di un Museo negli stabilimenti di Borgo Panigale. Quello del marchio a due ruote è uno fra i quattro musei bolognesi più popolari: sono stati oltre 650mila i visitatoridal 1998, anno della sua fondazione. Abbiamo approfittato degli appuntamenti della Motor Valley Fest – im programma in tutta la zona emiliano romagnola dal 16 al 19 maggio – per scoprire i segreti dell’esposizione della “rossa” a due ruote. Percorsi diversi Basata sui valori fondanti la Ducati, cioè la ricerca della perfezione, dello stile e delle prestazioni, la Mostra Ducati è organizzata in differenti percorsi espositivi. Uno riguarda 6
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MARINA FANARA ■ “Una mobilità moderna e sostenibile è una questione di qualità della vita, dell’ambiente e dello spazio urbano. Bisogna convincere le persone che rinunciare all’auto, soprattutto per spostarsi su brevi tragitti, può tradursi in valore aggiunto che ricade su se stessi, sull’intera comunità e sulle generazioni future”. Alessandra Filippi, assessore alla Mobilità di Modena, riassume così la filosofia che ispira il nuovo Pums (Piano urbano di mobilità sostenibile) adottato dalla Giunta a fine marzo scorso.
Piano sosta intermodale “Costruiremo nuove tratte in modo da dirottare i principali flussi veicolari sugli anelli esterni alla città per ridurre drasticamente il traffico automobilistico di attraversamento e sul corto e cortissimo raggio”, spiega Filippi, “realizzeremo nuovi parcheggi scambiatori e gratuiti per incentivare cittadini e pendolari a proseguire verso il centro con gli altri modi di trasporto”. Che significano anche car e bike sharing. L’auto condivisa a Modena al momento è targato Share’nGo mentre la bici a noleggio è un servizio a postazione fissa offerto gratuitamente dal Comune che sta sperimentando insieme ad una start up un nuovo modello a flusso libero dedicato soprattutto a turisti e pendolari. Troppe auto su brevi tragitti Cinque i pilastri sui quali poggia il Piano: zone 30 e più spostamenti in bici e a piedi, riorganizzazione del trasporto pubblico locale, profonda revisione della rete viaria, riordino della sosta e programmi di educazione e formazione continua nelle scuole e nelle aziende. “Modena in generale adotta la bici, favorita anche da un territorio pianeggiante”, ci spiega l’assessore, “ma puntiamo anche su altre strategie, per esempio i mezzi pubblici. L’importante è aggredire quel 45% di nostri cittadini che usa prevalentemente l’auto di proprietà per tragitti che non superano i due chilometri e mezzo. Questa quota di spostamenti va dirottata su modalità alternative”. Bici nella rete Per favorire gli spostamenti in bici è previsto innanzitutto il completamento delle cosiddette dorsali ciclabili: in tutto 76 chilometri di piste distribuiti su tutta la città. Ogni dorsale non dovrà superare i 7 chilometri. Al momento sono disponibili un totale di 55 chilometri, ne mancano 22 per completare l’opera. A queste infrastrutture va aggiunta la rete secondaria di distribuzione rispetto alle dorsali: tra interventi di riconnessione e completamento dei tragitti esistenti verranno realizzati 69 chilometri di nuovi percorsi. Città 30 Quanto alle aree di moderazione del traffico, “l’obiettivo è fare di Modena una città 30’ e non partiamo da zero”, sostiene Alessandra Filippi, “abbiamo già 107 chilometri di strade dove non si può procedere a più di 30 chilometri orari, entro il 2022 ne sono stati programmati altri 30, procederemo a step progressivi fino a completare la rete”. Alle zone 30, si affiancano le zone quiete: verranno realizzate entro un raggio di 300 metri intorno alle scuole e permetteranno a bambini e ragazzi di percorrere a piedi e in bici almeno l’ultimo miglio da e per le lezioni al riparo dal traffico. Non perdiamo il bus “Altro capitolo per noi importantissimo è rilanciare i mezzi pubblici, cominciando da un’offerta di qualità”, sottolinea l’assessore, “è prevista una riorganizzazione totale di flotta e servizi con nuovi mezzi a basso impatto e nuove linee preferenziali, capillari e veloci”. Dai bus alle strade: il sistema viario, si legge nelle linee d’indirizzo del Pums, sarà profondamente revisionato per dare più spazio a pedoni e ciclisti e aumentare la sicurezza.
STORICHE
Mille Miglia 2019, museo in movimento. EDOARDO NASTRI
■ Dal 15 al 18 maggio 430 pezzi di storia dell’automobilismo attraversano l’Italia per oltre 1.800 chilometri, da Brescia a Roma e ritorno. La Mille Miglia sfida il tempo per dare continuità a un evento entrato ormai a far parte del patrimonio storico e culturale italiano, che dal 1927 raduna spettatori e appassionati. Intorno all’evento Mille Miglia c’è naturalmente anche del business. Il valore commerciale delle auto che partecipano alla gara è altissimo, parliamo per alcuni esemplari di decine di milioni di euro. Per essere ammessi alla competizione, che oggi è una gara di regolarità ma che dal 1927 al 1957 è stata una sfida di velocità, bisogna possedere una vettura che abbia partecipato all’originale Mille Miglia di velocità oppure che sia di “rilevante interesse storico”. Quest’anno la commissione selezionatrice 17 Maggio 2019 ·
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ha scelto 430 vetture a fronte di 725 richieste di iscrizione. La quota per partecipare è di 9.760 euro. Alfa Romeo, la più rappresentata Le storiche che partecipano all’edizione 2019 provengono da 40 nazioni e appartengono a 75 marchi automobilistici. Le case automobilistiche stesse aprono i loro musei e fanno partecipare le proprie vetture. Alfa Romeo, che oltre ad essere il brand che detiene il record di vittorie della Mille Miglia è anche partner dell’evento, è l’azienda più rappresentata contando su 44 auto in gara. Il Museo di Arese della casa del biscione ha messo a disposizione la 6C 1500 Super Sport, guidata da Giovanni Moceri, detentore del titolo di Campione Italiano Grandi Eventi ACI Sport e di altre competizioni italiane di regolarità storica, la 1900 Sport Spider disegnata da Bertone nel 1954 e la 1900 Super Sprint del 1956. Aste per sognare Possedere una vettura eleggibile per la Mille Miglia non è cosa semplice. Oltre al costo, generalmente fuori portata per i più, le auto adatte per la “Corsa più bella del mondo”, così come la chiamava Enzo Ferrari, sono molto rare da trovare sul mercato. A tal proposito la casa d’aste Finarte-Minerva organizza qualche giorno prima dell’evento una vendita di vetture all’incanto: nell’edizione di quest’anno 42 modelli su 39 proposti erano eleggibili per la Mille Miglia. Due, secondo noi, i modelli più eleganti, entrambi disegnati da Pininfarina: la Maserati A6 1500 Gran Turismo del 1949 (600-750mila euro) e la Cisitalia 202 B Berlinetta del 1950 (450-600mila euro). La più costosa all’incanto, con un valore stimato tra gli 1,8 e i 2 milioni di euro, è la Fiat 8V del 1953 ordinata nuova a Torino nel 1953 da Emanuele Filiberto Nasi, cugino di Gianni Agnelli. La più economica? Una Renault 4Cv del 1948 con valore stimato che va da 12.500 a 15mila euro.
AUTO E MOTO
Mercedes EQC, stella elettrica. CARLO CIMINI ■ OSLO – “L’alba di una nuova era”. Mercedes presenta così EQC, la prima auto elettrica della Casa di Stoccarda con il marchio EQ (Electric Intelligence), la strategia a zero emissioni di Daimler. È un suv, ha un’autonomia superiore ai 440 chilometri e una batteria da 80 chilowattora alloggiata nel pianale, tra l’asse anteriore e quello posteriore. In Italia, il lancio è previsto per novembre, prezzo a partire da 76.839 euro. C’è anche la Edition 1886 dedicata all’anno di nascita della prima auto di Karl Benz, proposta a 87.221 euro. 8
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Tedesca al 100% Non è un caso che Mercedes-Benz abbia scelto la Norvegia per provare la nuova EQC, il paese con una percentuale di auto elettriche circolante superiore al 30% e che dal 2025 punta a bandire la commercializzazione di automobili con motori tradizionali. EQC è prodotta nella fabbrica di Brema mentre gli accumulatori provengono da Kamenz, in Sassonia, sede della Deutsche Accumotive, consociata Daimler. Il suv ha linee morbide e un design pulito che si nota anche dal taglio lineare dei fari a led. All’interno è presente il sistema multimediale MBUX – dotato del comando vocale “Hey Mercedes” – che permette di monitorare numerose funzioni come lo stato e il flusso della carica, e assiste il guidatore suggerendo dove e quando fermarsi in base alle condizioni del traffico e in presenza di colonnine di ricarica libere. EQC può essere caricata con una potenza massima fino a 110 chilowatt: in circa 40 minuti la batteria si rigenera dell’80%. Ulteriore strumento a disposizione del guidatore è “Mercedes me Charge”: il servizio offre un accesso a 300mila stazioni pubbliche di ricarica di oltre 300 gestori in Europa senza la necessità di sottoscrivere un contratto. Una di queste è Ionity – joint venture fondata nel 2017 da Bmw, Daimler, Ford e il gruppo Volkswagen con Audi e Porsche – che entro il 2020 metterà a disposizione circa 400 postazioni a carica rapida lungo le principali arterie europee. In Italia ne è presente al momento una in Valdichiana, la seconda aprirà in provincia di Parma. Come va La EQC è confortevole, ha trazione integrale e un raggio di sterzata molto contenuto, utile per manovrare un suv lungo 4,76 metri, alto 1,62 e largo 1,88. I due motori elettrici generano 408 cavalli di potenza che permette di raggiungere i 100 chilometri orari in 5,1 secondi, sebbene l’auto pesi ben 2 tonnellate e mezzo. Il consumo energetico varia secondo lo stile di guida, l’elettronica fornisce cinque programmi: Confort, Eco, Max Range, Sport e Individual. Anche il livello di recupero di energia ha cinque settaggi, utilizzando i paddle (levette con segno + e -) dietro al volante: D Auto (recupero che si adatta alla situazione), D + (fase di rilascio), D (recupero minimo), D - (medio), D - - (massimo). Nella seconda parte del test drive abbiamo provato l’ultima generazione dei sistemi di assistenza alla guida Mercedes-Benz di secondo livello, di cui l’EQC è dotata, sulle piste dell’Honefoss airfield, un aeroporto a pochi chilometri dalla capitale norvegese, dove sono state riprodotte situazioni da traffico sia autostradale che urbano.
Gamma elettrificata Presente e futuro, Mercedes ha le idee chiare: da qui al 2022 la gamma sarà interamente elettrificata. Con proiezioni al 2030 quando, secondo il costruttore, le vendite saranno rappresentate solo da elettriche o ibride plug-in, fino ad arrivare alla linea guida “Ambition2039”, dettata dal nuovo ceo Ola Källenius, con l’obiettivo interamente “carbon neutral”. La strategia CASE (“Connected”, “Autonomous”, “Shared & Services” e “Electric Drive”), il futuro della mobilità secondo Mercedes, è appena cominciata.
BUSINESS
Come cambia il gruppo Volkswagen. GIOVANNI BARBERO
15 elettriche entro il 2022 Diess ha confermato che dopo la ID.3, la prima Volkswagen elettrica sulla piattaforma Meb già preordinabile con 1.000 euro e sulle strade da metà 2020, arriveranno in rapida successione nuovi modelli a zero emissioni sviluppati da Audi, Škoda e Seat: “Stiamo progettando un totale di 15 modelli che sfrutteranno l’architettura Meb e che vedranno la luce entro il 2022”. Le possibili applicazioni spaziano dalle auto compatte e grandi berline fino ai camper a propulsione elettrica. “Possibili anche veicoli emozionali e divertenti che saranno realizzati in piccola serie”. Viene in mente a tal proposito la ID. Buggy, presentata all’ultimo Salone di Ginevra e che reinterpreta le celebri “spiaggine” californiane degli anni ’60. Futuro condiviso Il ceo ha inoltre ricordato che più vetture si faranno sulla piattaforma Meb, più diventeranno economiche. “Per questa ragione abbiamo consentito l’utilizzo dell’architettura anche ad aziende terze”. Non solo: “In futuro intendiamo condividere anche la componentistica dei nostri motori a zero emissioni”. Porsche alla carica All’interno del gruppo è in corso inoltre la rivoluzione del marchio Porsche. “A settembre presenteremo in anteprima mondiale la Taycan, la prima Porsche a zero emissioni della storia. L’interesse dei clienti è enorme: abbiamo avuto più di 20mila registrazioni di potenziali acquirenti”. La migrazione verso propulsori ibridi o elettrici della casa di Zuffenhausen è graduale: dopo l’abbandono del diesel annunciato e realizzato nel 2018 ogni modello Porsche sarà elettrificato entro il 2025. Un cambiamento che sembra avere già successo in Europa dove il 63% delle Panamera vendute è ibrido.
AUTO E MOTO
■ Le parole del numero uno di Volkswagen Group Herbert Diess, dette a Berlino all’Annual General Meeting, annunciano cambiamenti per il futuro che interessano tutti i marchi del gruppo e modelli fondamentali come, ad esempio, la Passat. “Il marchio Škoda assumerà più importanza all’interno del gruppo e sarà responsabile dello sviluppo e della produzione della famiglia Passat”. Dunque la prossima generazione della berlina e wagon tedesca verrà sviluppata sulla base della Octavia. Il ceo ha annunciato anche altre importanti novità, come la data della commercializzazione del camioncino elettrico ID. Buzz, presentato come concept car al Salone di Detroit 2017: “Il Buzz, la nuova versione completamente elettrica dell’iconico van del marchio Volkswagen, uscirà dalla catena di montaggio a partire dal 2022”. Il veicolo verrà prodotto nello stabilimento di Hannover che diventerà il centro di competenza per i veicoli commerciali a propulsione elettrica del gruppo tedesco e per lo sviluppo dei robotaxi della startup Moia.
Grandland X Hybrid4, il suv Opel elettrificato. EDOARDO NASTRI ■ Prende il via l’elettrificazione della gamma Opel. Il costruttore tedesco del gruppo Psa presenta la suv Grandland X Hybrid4. Ricaricabile con motore turbo benzina 1.6 da 200 cavalli e due propulsori elettrici – di cui uno sull’asse posteriore, così da permettere la trazione integrale – per una potenza combinata di 300 cavalli. 17 Maggio 2019 ·
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Secondo quanto dichiarato dalla Casa, con un pieno di energia alle batterie da 13,2 chilowattora, è possibile percorrere 50 chilometri in modalità completamente elettrica. La vettura sarà in vendita dalle prossime settimane e le prime consegne sono previste per l’inizio del 2020. I prezzi devono ancora essere comunicati. Aspettando la Corsa La Opel Grandland X è costruita sulla stessa piattaforma della Peugeot 3008, anch’essa offerta nella variante ibrida ricaricabile e con il medesimo schema propulsivo (1.6 benzina da 300 cavalli). Il costruttore tedesco tra pochi mesi metterà in vendita la nuova Corsa, proposta anche in versione completamente elettrica, con prime consegne previste in autunno. L’obiettivo a lungo termine è quello di elettrificare tutti i modelli entro il 2024. Nello specifico sono previste le versioni a zero emissioni della prossima generazione della Mokka X, della Vivaro e della Zafira Life.
ta nel mercato europeo. “La nuova Golf si porrà ancora una volta come punto di riferimento nel segmento delle vetture compatte in termini di consumi ed emissioni di CO2, oltre che per comfort di guida e connettività”, ha dichiarato Diess. Anche mild hybrid Tra le novità tecnologiche la Golf 8 potrà contare nella gamma motorizzazioni su una propulsione mild hybrid da 48 volt che si andrà ad affiancare a delle unità benzina, diesel e un sistema ibrido plug in con 80 chilometri di autonomia in modalità elettrica. Prevista una versione a metano Prevista anche una versione a metano, in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni del gruppo Volkswagen. Secondo quanto ha dichiarato Diess, non sembra che ci sarà una Golf elettrica pura: nello stesso segmento ci penserà la Volkswagen ID.3 in produzione a fine anno a ricoprire quel ruolo.
AUTO E MOTO
AUTO E MOTO
Volkswagen, Honda prime notizie in Europa sulla nuova a batteria. Golf. LUCA GAIETTA
PAOLO ODINZOV ■ Herbert Diess, ceo del gruppo Volkswagen, durante il tradizionale Annual General Meeting a Berlino ha diffuso le prime informazioni sulla ottava generazione della Golf che sarà presentata ufficialmente ad ottobre a Wolfsburg, quartier generale della Casa tedesca. Un modello cruciale per il marchio che solo lo scorso anno ha conquistato nel mondo oltre 830mila clienti, risultando in assoluto l’auto più vendu10
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· 17 Maggio 2019
■ Honda fugge dall’Europa, abbandonando lo stabilimento inglese di Swindon nel 2021 a causa della Brexit, per spostare l’intera produzione di automobili in patria. Ma punta ancora sul mercato del Vecchio Continente con nuovi modelli elettrificati: dopo il suv medio grande CR-V full hybrid, arriverà una city car a batterie e zero emissioni. E la nuova generazione della Jazz, berlina di segmento B che verrà presentata al prossimo Salone dell’Auto di Tokyo in autunno, disporrà anch’essa di un propulsore ibrido.
La “piccola” a zero emissioni Anticipata dal concept Honda e-Prototype, presentato allo scorso Salone di Ginevra, la nuova citycar elettrica del costruttore si chiamerà Honda e. Misura circa 4 metri di lunghezza e impiega una inedita piattaforma studiata appositamente per i veicoli a batteria. Ha trazione posteriore e un propulsore elettrico progettato per consentire il miglior rapporto tra consumo energetico, autonomia e prestazioni. Caratteristiche queste che, assieme al singolare design di stampo retrò della carrozzeria, hanno già convinto oltre 22mila clienti a dimostrare interesse per la piccola nipponica su una pagina dedicata del sito ufficiale Honda. Ibride per sfidare Toyota Seguendo quanto già fatto con la Honda CR-V Hybrid, anche la nuova compatta Jazz sarà equipaggiata con la tecnologia ibrida di ultima generazione i-MMD (Intelligent Multi-Mode Drive) che prevede due unità elettriche, un motore a benzina a ciclo Atkinson ed un’innovativa trasmissione diretta che collaborano attivamente tra loro per fornire il massimo dell’efficienza e fluidità di marcia. La sfida di Honda è diretta innanzitutto alla leadership di Toyota. La Jazz ibrida sarà una rivale importante della Yaris Hybrid che solo in Italia ha venduto – nei primi 4 mesi del 2019 – 11.208 unità. La nuova generazione della compatta Toyota sarà in vendita nel 2020.
ca vettura a batterie e zero emissioni destinata ai lunghi viaggi. Si tratta della 19_19 Concept che celebra i cento anni del marchio e che può marciare senza fermarsi per 800 chilometri. Vetri e logo luminoso Vestita da una carrozzeria ispirata – sostengono a Parigi – a quella di un elicottero, con ampie superfici vetrate che ne disegnano il profilo, la Citroën 19_19 Concept è subito riconoscibile anche per il parabrezza grigio e il lunotto con una grafica micro perforata blu, ideati per garantire la massima privacy agli occupanti. Oltre che per le particolari ruote bicolore, sviluppate da Goodyear e integrate negli pneumatici al fine di ridurre al massimo rumore e vibrazioni. E le luci led anteriori e posteriori che riproducono nella geometria sdoppiata il logo del Double Chevron. Guida autonoma e assistente personale La Citroën 19_19 Concept è lunga 4,65 metri, larga 2,24 metri, alta di 1,60 metri ed ha un passo di 3,10 metri. È stata progettata puntando a evidenziare le caratteristiche che da sempre distinguono le auto del costruttore d’oltralpe. Prima fra tutte il comfort, garantito a bordo, in questo caso, dalle sospensioni progressive hydraulic cushions e da un assistente personale che interagisce con i passeggeri soprattutto quando viene lasciato ai sistemi elettronici della vettura il compito di gestire in tutto e per tutto la guida. Un salotto per abitacolo L’abitacolo della francese, cui si accede attraverso due grandi portiere con apertura ad armadio, è stato pensato come un salotto. Il passeggero anteriore siede su una poltrona lunga e reclinabile, mentre il divano posteriore in posizione rialzata e il sedile di guida hanno una connotazione sportiva e avvolgente.
AUTO E MOTO
Citroën, elettrica a lungo raggio.
Due motori e ricarica wireless A spingere la Citroën 19_19 Concept sono due motori elettrici, uno per asse, con una potenza totale 340 kilowatt (476 cavalli) e 800 newtonmetri di coppia. Questi le permettono di raggiungere una velocità massima di 200 chilometri orari, accelerando da 0 a 100 in 5 secondi, e sono alimentati da un pacco batterie che consente di accumulare energia per 600 chilometri di autonomia in 20 minuti anche attraverso un sistema di ricarica wireless ad induzione.
PAOLO ODINZOV ■ Dopo l’elettrica Ami One Concept, votata ad un impiego prettamente urbano, Citroën presenta una futuristi17 Maggio 2019 ·
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BUSINESS
INNOVAZIONE
Mazda, Storiche, festa per MX5 lunga vita e piano 2025. con l’elettrico. LUCA GAIETTA
PAOLO ODINZOV
■ Una vettura “speciale” per festeggiare una spider “speciale”. Mazda presenterà in anteprima italiana al Salone dell’Auto di Torino – Parco Valentino (19/23 giugno) la MX-5 30th Anniversary Edition: modello svelato allo scorso Salone di Ginevra che celebra i 30 anni della MX-5, arrivata sulle strade nel 1989 e diventata nelle sue quattro generazioni la roadster più venduta al mondo. Per l’occasione si terrà al Parco Dora di Torino il raduno MX-5 Icon’s Day Mazda dove sfilerà la giapponese, caratterizzata da particolari come l’inconfondibile colorazione della carrozzeria Racing Orange e prodotta in edizione limitata in soli 3.000 esemplari.
■ Elettrificazione? Secondo molti costruttori anche le auto del passato possono essere spinte dalla forza degli elettroni senza perdere prestazioni e carattere, continuando così ad essere protagoniste sulle strade. Lo ha dimostrato Mini, portando Al Salone di New York dello scorso anno un esemplare funzionante di prima generazione della vettura inglese, equipaggiato con una propulsione a batterie a zero emissioni. Come Jaguar, che ha invece realizzato una versione a zero emissioni della E-Type, e adesso anche Aston Martin.
I numeri finanziari Tutto succede mentre la Casa di Hiroshima ha delineato un nuovo piano aziendale a medio termine dopo aver chiuso l’anno fiscale 2018/2019 lo scorso 31 marzo registrando un crollo del profitto operativo del 43% conseguente anche a un calo di vendite a livello globale, -4%. Nel dettaglio l’utile operativo del costruttore è sceso a 83,01 miliardi di yen (748,9 milioni di dollari). L’utile netto è sceso del 43%, a 63,48 miliardi di yen (573,0 milioni di dollari) e i ricavi sono aumentati del 3% a 3,56 trilioni di yen (32,12 miliardi di dollari). Le vendite sono scese a 1,56 milioni di unità perdendo terreno soprattutto in Nord America e Cina, mentre il margine è peggiorato del 2,3%.
Le Bond car a batteria La Casa di Gaydon, reduce tra l’altro dalla presentazione della moderna Rapide a batteria, ha scelto per l’esperimento una DB6 Volante del 1969. Ha sostituito il 6 cilindri originale della celebre gran turismo spider con una unità elettrica. Paul Spiers, presidente di Aston Martin Works, ha guidato personalmente le varie fasi di trasformazione della vettura e sostiene che “L’elettrificazione fa parte del nostro futuro, ma dobbiamo assicurarci che le automobili del passato non diventino pezzi da museo inutilizzati. Questo considerando non solo le varie limitazioni alla circolazione dei modelli storici imposte dalle prossime regolamentazioni sulle emissioni ma anche il fatto che le future generazioni di automobilisti cresceranno sperimentando sempre meno il suono e l’odore delle motorizzazioni termiche”.
I nuovi obiettivi Il nuovo piano varato dall’ad Akira Marumoto punta ad aumentare il margine a un 5% entro l’anno fiscale che terminerà il 31 marzo 2025. Con vendite globali a 1,8 milioni di veicoli nello stesso periodo, obiettivo ridimensionato rispetto alle stime precedenti che prevedevano, invece, 2 milioni di unità.
Cambiare dentro, non fuori Sulla DB6 è stata montata una motorizzazione a batteria che si inserisce perfettamente nello stesso vano precedentemente occupato dal motore termico in modo da preservarne la struttura originale. Sono rimasti al loro posto anche i tradizionali terminali di scarico cromati,
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mentre dietro al tappo per il rifornimento i tecnici hanno istallato la presa per la ricarica. “Ho vietato tassativamente che su carrozzeria e chassis venisse fatto anche solo un foro in più, tutto doveva restare immutato e così è stato” ha rivelato Spiers. Un motore elettrico per più modelli Per adesso non si parla di produzione in serie ma il modulo a batterie progettato sotto la direzione di Spiers potrà essere montato senza problemi sulle DB4, DB5, DB6 e DBS equipaggiate con il 6 cilindri prodotto dal costruttore dal 1958 e il 1972. In tutto circa 3.000 automobili parcheggiate oggi nei garage di appassionati e collezionisti.
AUTO E MOTO
Dyson a zero emissioni.
bilimento e dove ha spostato il proprio quartier generale. Dopo essere stato uno dei più accesi sostenitori della Brexit, Mr Dyson ha scelto di trasferire tutti i suoi affari ben lontano dalla madrepatria. Al momento la società conta solo nel Regno unito 4.800 dipendenti a cui se ne aggiungono 1.100 a Singapore, 1.300 in Malesia, 1.000 in Cina e 800 in Thailandia.
BUSINESS
Baic vuole il 5% di Daimler. EDOARDO NASTRI
GIOVANNI BARBERO
■ Passo lungo, sbalzi decisamente corti e tre file di sedili. A giudicare dai disegni dei brevetti depositati 18 mesi fa e appena resi pubblici, l’auto elettrica di Dyson, l’azienda inglese di elettrodomestici, dovrebbe avere queste caratteristiche. Sebbene gli indizi sembrino evidenti, il fondatore della società Sir James Dyson ha dichiarato in una nota ai dipendenti che in realtà “non rivelano come sarà veramente il veicolo né forniscono informazioni specifiche su ciò che farà”. Le linee espresse nei brevetti sembrano quindi solo esplorare possibili forme e apparterrebbero a una fase di studio ancora embrionale. Pronta nel 2021 Per la sua prima auto elettrica, Dyson ha annunciato l’investimento di risorse economiche pari a 2,6 miliardi di dollari. La vettura dovrebbe vedere la luce nel 2021 ed essere costruita a Singapore dove Dyson sta realizzando uno sta-
■ Baic avrebbe intenzione di acquisire il 5% di Daimler. Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters il costruttore cinese, con cui i tedeschi hanno una joint venture – la Beijing Benz – per la produzione di vetture nella Repubblica popolare, avrebbe informato le autorità cinesi sulla volontà di spendere circa 3 miliardi di euro per assicurarsi le azioni del costruttore tedesco. L’interesse di Baic verso Daimler si era già manifestato nel 2015 per concludersi poi in un nulla di fatto. Nel 2018 invece, Li Shufu, presidente del gruppo automobilistico cinese rivale Geely, è riuscito, attraverso una società di facciata con sede a Hong Kong, ad assicurarsi una quota del 9,69% di Daimler, diventando l’investitore con il maggior numero di azioni. A fine marzo Daimler e Geely hanno annunciato una joint venture paritaria destinata allo sviluppo globale del marchio Smart. Qualora l’acquisto dovesse andare in porto, Daimler sarebbe per il 14,7% di proprietà cinese. Mercedes, il migliore tra i premium Baic non ha intenzione di rimanere indietro, soprattutto vista la collaborazione in corso con i tedeschi per sfidare il mercato cinese. Qui, secondo i dati del primo trimestre 17 Maggio 2019 ·
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2019, Mercedes-Benz è leader nel segmento premium con 174mila unità consegnate, il 3% in più dello stesso periodo dell’anno precedente. Anche in Europa, nello stesso trimestre, il costruttore è al primo posto per vendite tra i premium con 218mila vetture targate. La Glc – inoltre – è stata la suv più venduta del 2018 sul Vecchio Continente, con 97mila unità immatricolate nei dodici mesi.
BUSINESS
di innovazione può diventare una delle più grandi opportunità per crescere nel futuro”. L’elettrificazione della gamma del costruttore italo americano è partita dal marchio che va meglio all’interno del Gruppo: Jeep. Secondo quanto annunciato entro la fine dell’anno arriveranno la piccola suv Renegade e la compatta Compass in versione ibrida ricaricabile.
BUSINESS
Elkann: Burger King, 500 elettrica consegne nel 2020. nel traffico. GIOVANNI BARBERO
SERGIO BENVENUTI
■ John Elkann, presidente Fca, ha annunciato all’assemblea generale dell’Amma (Aziende meccaniche meccatroniche associate) che nello stabilimento di Mirafiori a Torino sono iniziati i lavori di adeguamento delle linee per la Fiat 500 elettrica che dureranno circa 8 mesi. “L’avvio della produzione è previsto per i primi mesi del 2020”. Elkann ha confermato l’investimento di 5 miliardi di euro per le fabbriche italiane, “incentrato proprio sullo sviluppo di veicoli puramente elettrici e ibridi plug-in”. All’assemblea generale il presidente ha parlato anche delle prossime mosse del gruppo sul tema dei sistemi di assistenza alla guida: “Abbiamo una partnership in corso con Bmw e stiamo sviluppando una piattaforma centrata sui sistemi di guida assistita in autostrada, la cui prima applicazione sarà sulle Maserati”.
■ Hai fame ma il traffico è bloccato e ti impedisce di fare una pausa pranzo? Burger King ti viene incontro con una consegna in moto direttamente alla tua auto ferma in coda: la campagna sperimentale – creata dall’agenzia We Believers – si chiama “The Traffic Jam Whopper” e offre il panino di punta della catena di fast food americana (il Whooper appunto) nelle zone più altamente congestionate di Città del Messico, una delle capitali con più auto circolanti del mondo.
Cambiamento è opportunità Elkann ha confermato quanto detto dall’amministratore delegato di Fca Mike Manley poche settimane fa sulle sfide per il futuro, per superare la rivoluzione tecnologica e rassicurando investitori e lavoratori. “Siamo alle soglie di una profonda rivoluzione nel mondo dei trasporti, paragonabile solo agli albori di questo settore. Questa carica 14
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Panini in soccorso Nella prima settimana del test Burger King ha registrato un aumento del 63% degli ordini, e un numero di download dell’app di 44 volte. Le zone di consegna prescelte sono le più congestionate e cambiano “in diretta” in base alle condizioni del traffico. Le prossime città ad accogliere il programma saranno Los Angeles, San Paolo e Shanghai. La promozione della campagna è avvenuta tramite i social network e gli annunci pubblicitari digitali, sfruttando l’app di navigazione Waze che fornisce anche dati in tempo reale che permettono di stimare quanto ancora si dovrà attendere per riprendere una marcia costante. Nel frattempo si può ingurgitare anche un burger, ma fra grassi e smog la salute può solo peggiorare.
LIFESTYLE
Il cuore grande di Mercedes. PAOLO BORGOGNONE
■ Un gesto toccante, un sorriso regalato a uno sfortunato bambino alle prese con un male incurabile. Lo ha regalato il team Mercedes di Formula 1. Tutto ha inizio sui social a poche ore dal Gran Premio di Spagna. Sul profilo Instagram di Lewis Hamilton viene pubblicato un breve video registrato – dal letto di ospedale – da un piccolo fan del campione del mondo inglese: il bambino ha 5 anni, si chiama Harry, vive nel Surrey, Inghilterra meridionale e la terribile malattia che lo ha colpito (il sarcoma di Ewing) lo sta inesorabilmente portando via. Il piccolo saluta il pilota e gli augura il meglio per la gara. A fine competizione, dopo aver battuto il compagno di squadra Valtteri Bottas e Max Verstappen, Hamilton dedica la vittoria proprio al suo sfortunato fan, chiamandolo “il mio angelo” e sul suo profilo Instagram scrive: “Vorrei essere forte come te. In pista sei stato la mia guida”.
Il team anglo tedesco ha anche confermato che sosterrà economicamente la fondazione – creata recentemente dai genitori di Harry – dedicata alla ricerca contro la malattia che ha colpito il bambino e che ha raccolto fino a questo momento 15mila sterline. La storia, diffusa dai social, è stata raccontata dalla Bbc.
Sorpresa inattesa Ma non è tutto. I piloti sono ancora a Barcellona per i test ma Lewis e il team Mercedes organizzano una sorpresa per Harry che nel frattempo è tornato a casa. E gli fa trovare nel giardino proprio la vettura numero 44 del Campione del mondo insieme al premio che gli è stato consegnato sul podio di Montmelò. “Questo gesto – ha detto alla stampa mamma del piccolo – ha portato il sorriso nella nostra vita in un momento nel quale non c’è nulla per cui sorridere”.
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LIFESTYLE
Le auto al Giro d’Italia. EDOARDO NASTRI
■ È in corso la 102esima edizione del Giro d’Italia. 21 tappe tra l’11 maggio e il 2 giugno. 3.566 chilometri complessivi, con partenza e conclusione con due frazioni a cronometro, la prima a Bologna e l’ultima a Verona. In mezzo un Paese che si appassiona alle biciclette, grandi nomi che si contendono la “maglia rosa” e tanti gregari: sudore, passione, fatica e qualche trionfo. Ma questa celebrazione delle due ruote non potrebbe esistere se non ci fossero loro, le automobili. “Ammiraglie” le chiamava il più grande giornalista sportivo italiano di sempre, Giovanni Luigi “Gianni” Brera di San Zenone al Po, provincia di Pavia. Quest’anno poi il rapporto tra biciclette e vetture a motore non potrebbe essere più stretto: l’Automobile Club d’Italia ha voluto essere al Giro come partner istituzionale e lanciare la campagna #Rispettiamoci: semplici regole che vogliono ricordare a tutti che la strada – da occupare sempre responsabilmente – è la stessa e che ciclisti e automobilisti hanno entrambi diritti e doveri. Per il bene di tutti. L’ammiraglia sul ponte di comando Ma cosa è un’ammiraglia? Come funziona? Da l’Automobile di maggio in edicola: “L’ammiraglia è la centralina della squadra, da qui partono i comandi preziosi al corridore”, diceva Brera. Sulle grandi vetture che seguono la gara viaggiano direttori sportivi, tecnici, meccanici e spesso anche giornalisti. All’interno oggi ci sono dei piccoli televisori da cui è possibile guardare nel dettaglio tutta la competizione
e i corridori sono collegati via radio al team di supporto. Una volta, invece, l’unica via di comunicazione era la voce: l’autista trovava uno spazio, accelerava e raggiungeva il diretto interessato”. Nelle storie che si susseguono lungo le strade d’Italia c’è anche molta dello sviluppo della motorizzazione del nostro Paese. Dalla Fiat 1100 Tv “rivista e corretta” della squadra Gazzola, alla Bianchi S9 che seguiva – a volte anche a fatica – l’Airone, il campionissimo di Castellania Fausto Coppi (che quest’anno avrebbe compiuto 100 anni e il Giro lo ricorderà), alle Alfa Romeo 1900 di cui scopriamo qualche dettaglio: “I tecnici di Arese, dopo aver eliminato il tetto, decisero di montare due grandi rollbar per proteggere gli occupanti in caso di ribaltamento. Sulla Giulia invece erano stati installati due grandi maniglioni esterni sopra al parabrezza che permettevano ai direttori di sporgersi al massimo per parlare all’orecchio dei campioni”. Un nuovo Giro Oggi, a 102 anni dalla prima pedalata quel 13 maggio 1909 quando il via venne dato alle 2 e 53 del mattino dal Rondò di Loreto a Milano, le “ammiraglie” del Giro sono ben diverse e in strada vediamo delle modernissime Toyota Rav4 e Corolla. Ibride perchè il mondo è cambiato. Ma “la passione per la bicicletta”, come canta in un suo storico pezzo Francesco De Gregori, quella è rimasta la stessa. Per leggere tutta la storia trovate in edicola e in digitale il nuovo numero de l’Automobile tutto dedicato alle bici. E alle auto, naturalmente. 17 Maggio 2019 ·
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PAESE MODENA
Figurine di lusso. Le Maserati al Museo Umberto Panini sono un patrimonio storico. “Ogni collezionista di auto dovrebbe averne almeno una in garage”, ci racconta il figlio Matteo. Per sognare e vivere emozioni esclusive.
Stirling Moss a Monza nel 1958 guida la sua Maserati 420M, oggi uno dei pezzi di pregio esposti nel Museo Umberto Panini.
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...dal nostro mensile PUBBLICATO SUL NUMERO 29 - MAGGIO 2019
VALERIO ANTONINI ■ Dalle figurine alle Maserati più rare. È la famiglia Panini, la stessa che ha inventato l’album dei calciatori, a preservare il patrimonio storico del marchio di Modena, fondato a Bologna oltre un secolo fa. Questa storia inizia nel 1996, quando Alejandro De Tomaso, proprietario di Maserati, decide di mandare all’asta tutti i 19 modelli della sua collezione. La notizia mette subito in allerta appassionati del settore e istituzioni. L’allora ministro dei beni
culturali Walter Veltroni – preoccupato che il parco auto di Maserati potesse finire in mani estere – lanciò l’allarme: “Rischiamo di perdere un pezzo importante della nostra tradizione motoristica”. L’imprenditore Umberto Panini coglie subito l’occasione. Si inserisce nelle trattative tra il gruppo Fiat e la famiglia De Tomaso, che vuole disfarsi il più velocemente possibile delle macchine, e riesce a comprarle tutte insieme,
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creando una collezione unica al mondo. Alcuni pezzi sono diventati leggenda, come la Maserati 6C 34 a sei cilindri prodotta in soli sei esemplari di Tazio Nuvolari – pilota che nel lontano 1933 lasciò la scuderia Ferrari per mettersi in proprio, vincendo i Gran Premi di Modena e Napoli – la 420M Eldorado con cui Sir Stirling Moss corse la 500 miglia di Monza (1958) e la 250F guidata dalla leggenda Juan Manuel Fangio. Tra gli altri gioielli della collezione Umberto Panini spiccano una A6G 54 – velocissima per l’epoca (1954/1957) con i suoi 210 chilome-
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tri orari – una 3.500 GT del 1957 e la Mistral del 1963. Da non perdere la concept Tipo 61 Birdcage, la Bora disegnata da Giugiaro, la biposto A6 GCS 53 berlinetta di Pininfarina o la 300S s/n 3053 del 1955 costata oltre 5 milioni di euro. Oggi è possibile ammirare tutto questo in una esposizione creata all’interno dell’azienda Hombre – alle porte di Modena – che produce Parmigiano Reggiano di alta qualità. A far compagnia alle Maserati ci sono prestigiosi modelli di altri marchi, anche stranieri, come la celebre Mercedes 300 SL “Ali di Gabbiano” o la Cadillac Li-
mousine 355 del 1931. Completano la collezione una serie di motociclette rare e trattori d’epoca. Insuperabili e inseparabili “Già alla fine degli anni ’60, mio padre aveva iniziato a raccogliere le sue auto preferite presso la piccola ditta di famiglia che produceva formaggi locali – ci racconta Matteo Panini, il figlio del fondatore e attuale proprietario dell’azienda – qui oltre mezzo secolo fa stava già nascendo quello che oggi è il museo. A quei tempi era abbastanza facile riempire il garage con ‘voitures
Due immagini dell’interno del museo. A sinistra una Maserati A6 GCS del 1953. Qui sotto in primo piano una Maserati Tipo 6CM 1500 del 1937.
anciennes’, come dicono i francesi. Le auto d’epoca non avevano il glamour attuale, erano spesso considerate rottami di cui disfarsi. Solo dopo il mercato ha aperto le porte a investitori interessati. Per mio padre non si trattava solo di affari, voleva che le Maserati rimanessero da noi. Dovette fare uno sforzo miliardario per convincere De Tomaso, che non si decideva. Con le stesse cifre avrebbe potuto tranquillamente ampliare e rimodernare la nostra azienda agraria. Ma per lui, quelle auto dovevano assolutamente restare a Modena, rappresentavano una rivincita personale. Da giovane
aveva lavorato come dipendente in Maserati, senza però riuscire a fare carriera nel settore. Forse è anche per questo che in vecchiaia mi raccomandava di non separare mai la sua collezione. E così sarà”. Le auto d’epoca del Museo Umberto Panini sono arrivate oggi a valori importanti: “Alcuni modelli hanno quintuplicato la loro valutazione – ci racconta ancora il figlio Matteo – siamo orgogliosi di questo, ma per noi cambia poco visto che vogliamo mantenere il nostro scopo filantropico. Ho ricevuto diverse offerte da ogni parte del mondo.
Tutte rifiutate”. Tra tante auto da sogno ce ne è una preferita? “No, né l’aveva mio padre. Che amava tutte le auto da corsa: la velocità in pista rappresentava la massima espressione dell’evoluzione tecnologica dei motori. E poi Maserati è la Casa di Modena. Ferrari è di Maranello. Due paesi vicini, uniti dalla stessa passione per i motori, che parlano due lingue differenti. Noi siamo modenesi. Papà voleva tutelare il patrimonio storico della città a tutti i costi. Ogni collezionista di auto che si rispetti dovrebbe avere almeno una Maserati in garage”.
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