Settimanale digitale • Anno 3 • Numero 90 • 21/6/2019
Supplemento settimanale a l’Automobile.
INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE
L’auto ai tempi del 5G. PAOLO BORGOGNONE ■ Un piccolo passo dal sapore del futuro. Cinquanta metri e poco più. Ma l’inizio di un viaggio che ci porterà lontano. È quello percorso, durante l’inaugurazione del Salone dell’Auto del Parco Valentino a Torino, da una Citroën Mehari guidata dall’intelligenza artificiale, connesso con il mondo esterno dalla nuova rete mobile 5G. Si è trattato del debutto italiano “su strada” della tecnologia di connessione ultraveloce che promette di rivoluzionarci la vita, semplificarci il lavoro
ed è indispensabile per il dialogo tra auto robot, infrastruttura e altri veicoli. Una prima volta che consente di fare un giro d’orizzonte per capire lo stato dell’arte e comprendere cosa possa accadere nel settore automotive con la progressiva diffusione dello standard 5G: chi lo propone, come il discusso gigante cinese Huawei, chi conta di applicarlo al più presto come Volkswagen, chi – è il caso di Tesla – sembra scommettere di più su altre forme di connessione, come il wifi. Cinquanta metri sono solo un piccolo passo per una vettura, ma un grande balzo in avanti per l’industria.
AUTO E MOTO
Parco Valentino, il Salone è 5G. EDOARDO NASTRI
■ TORINO – Una Citroën E-Mehari elettrica e autonoma ha inaugurato la quinta edizione di Parco Valentino, il Salone dell’auto di Torino. La vettura ha percorso poco più di 50 metri all’interno del cortile del Castello trasportando le autorità al taglio del nastro. Il “miracolo” dell’auto che guida da sola è possibile grazie a un insieme di fattori e tecnologie diverse: la vettura è cosparsa di sensori e telecamere che trasmettono i dati a un software d’intelligenza artificiale. Il 5G è la tecnologia che rivoluzionerà l’industria della mobilità, sulla quale costruttori e produttori del tech stanno investendo miliardi. Per far viaggiare gli algoritmi a una velocità sufficiente e rendere l’auto sicura e in grado di scambiare informazioni con la città in tempo utile è necessario che ci sia la tecnologia di connessione 5G. Per rendersi conto del cambiamento di velocità di trasmissione dati derivato da questa innovazione basta fare un confronto con quella 4G Lte che utilizziamo tutti i giorni sui nostri smartphone e che oggi è la più rapida disponibile. La banda di picco che una singola cella Lte può trasferire è pari a 1 Gi2
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gabit per secondo. Con il 5G la capacità della rete viene notevolmente ampliata dal momento che ogni cella può sostenere almeno 20 Gigabit per secondo in downstream. Primato Huawei La diffusione della rete 5G è uno degli strumenti fondamentali a disposizione delle case automobilistiche e aziende dell’indotto per lo sviluppo della guida autonoma e Huawei è stata la prima azienda hi-tech a presentare – all’ultimo Salone di Shanghai – il modulo di connessione sviluppato appositamente per il settore automotive. Il sistema si basa su Balong 5.000, un chip in grado di far comunicare i veicoli tra loro e con le infrastrutture. All’atto pratico questa tecnologia di connessione renderà possibile estrarre dalla tasca il proprio smartphone, chiamare una vettura autonoma e farsi trasportare a destinazione. E mentre si è accomodati sul sedile del passeggero (l’unico possibile perché non esiste alcun guidatore), l’auto robot comunica con tutta l’infrastruttura cittadina ed è così in grado di rispettare semafori, legge-
re cartelli stradali, vedere ostacoli e altri veicoli. Il tutto in maniera completamente autonoma. Il 5G permette inoltre di realizzare il cosiddetto Internet of Things, ovvero il controllo totale attraverso i nostri smartphone su tutto quanto ci circonda. Progetto europeo La Citroen E-Mehari autonoma che ha inaugurato il Salone del Valentino è stata realizzata nell’ambito del progetto VeGA di Regione Piemonte e Unione Europea e sviluppata in circa tre anni dall’azienda torinese Bylogix, che si occupa di servizi per il settore automotive, ferroviario e studia sistemi per la mobilità ibrida ed elettrica. Torino è stata la prima città italiana ad installare un’antenna per la recezione e la diffusione della connessione 5G nel 2017, e a maggio di quest’anno sono iniziati i test delle vetture autonome in strada pubblica autorizzati dalla Motorizzazione Civile. L’auto utilizzata è stata una Lincoln Mkz completamente ricoperta di sensori e telecamere.
Cosa è il 5G 5G indica la quinta generazione della tecnologia di comunicazione mobile che collegherà ad alta velocità ogni dispositivo. Auto comprese. Lo standard è fondamentale per le vetture robot e consente uno scambio di informazioni continuo e in tempo reale con le infrastrutture, la strada e gli altri veicoli. Oltre a supportare una enorme potenza di calcolo. Il 5G permette di contare sempre su una grande banda (la quantità di dati che si possono trasferire in una sola connessione in un determinato lasso di tempo), con una bassa latenza, la velocità di risposta del sistema a un determinato segnale. Che il nuovo standard sia una rivoluzione in arrivo nella vita di tutti noi – in auto, a casa, sul lavoro, nel tempo libero - lo testimonia il fatto che su questo progetto si lavori e investa moltissimo, a livello tecnico e normativo: non a caso le comunicazioni ultra veloci sono anche terreno di scontro politico tra le super potenze mondiali.
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INNOVAZIONE
Il 5G Huawei serve all’auto robot.
infotainment e assistenza alla guida, mentre a ottobre del 2018 ha annunciato l’avvio di una collaborazione con Audi con l’obiettivo di sviluppare congiuntamente la tecnologia driverless di Livello 4, cioè quasi completamente automatizzata, testata sulla Q7 e progettata specificamente per gli ambienti urbani. Proprio la presenza a bordo di auto della piattaforma IoT OceanConnect CVMP (Connected Vehicle Modular Platform) sviluppata da Huawei ha creato i primi allarmi. Già la scorsa estate, Trump – con il Defense Authorization Act – ha proibito alle amministrazioni governative degli stati americani di acquistare software dedicati alle telecomunicazioni sia da Huawei che da Zte, un’altra azienda cinese.
CARLO CIMINI BUSINESS
Auto connesse cresce il mercato. LUCA GAIETTA ■ Lo sviluppo della guida autonoma non può prescindere da una connettività sempre più veloce: il 5G. Il colosso cinese Huawei è in pole position a livello mondiale, ma ora la sua corsa potrebbe essere frenata dalla decisione del presidente americano Donald Trump di bandire le sue tecnologie dagli Stati Uniti, ufficialmente per motivi di sicurezza nazionale. Un ordine cui Google e altre società tech si sono subito allineate, sospendendo il contratto di fornitura con l’azienda di Shenzhen. Trump ha poi improvvisamente concesso alla società cinese “una licenza temporanea di 90 giorni”, ma è chiaro che la partita è politica e avrà risvolti imprevedibili. Riflessi sull’automotive La diffusione della rete 5G è uno degli strumenti fondamentali a disposizione di Case e sviluppatori. Durante lo scorso Salone di Shanghai, Huawei è stata la prima azienda hi-tech a presentare un modulo 5G sviluppato appositamente per l’automotive, confermando il proprio ruolo di leader nel settore. Il sistema è basato sul chip Balong 5000 superfast pensato per l’auto: un hardware in grado di far dialogare veicoli e infrastrutture a una velocità superiore 30 volte la rete 4G. Attraverso questa connessione, i nostri smartphone serviranno anche per il cosiddetto Internet of Things, ovvero il controllo totale su tutto quanto ci circonda, dal funzionamento energetico della casa alla gestione di una vettura driverless. Il rapporto con gli europei L’embargo americano rischia di rallentare in particolare la corsa di quelle case automobilistiche partner dei cinesi di Shenzen nella guida autonoma. In Europa, Huawei ha già lavorato con il gruppo Psa per la tecnologia per i sistemi 4
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■ Il mercato delle auto connesse conterà a livello globale un fatturato di 274,7 miliardi di euro nel 2025, per un incremento di 183,9 miliardi (+202%) rispetto ai 90,8 miliardi stimati nel 2019. A dirlo è l’Osservatorio Autopromotec (struttura di ricerca di Autopromotec) che ha elaborato una ricerca di settore partendo da un rapporto di Orbis Research. Dialogo digitale con le infrastrutture Secondo lo studio, la crescita del mercato mondiale delle auto connesse sarà dovuta principalmente agli investimenti nel campo dei servizi telematici a bordo dei veicoli per opera della case automobilistiche, fornitori e nuovo operatori del settore della tecnologia visto il previsto aumento sulle strade negli anni a venire di vetture dotate di radar, telecamere, sensori di diagnostica e altri stru-
menti sofisticati che sfrutteranno internet e i dispositivi mobili per comunicare con il mondo esterno e rivelare perfino il loro stato di “salute”. In pratica le auto potranno segnale in tempo reale alle officine meccaniche eventuali malfunzionamenti per prevenire danni gravi alla meccanica pianificando eventuali interventi di manutenzione.
che nel 2020 avranno automazione totale (Livello 5) e forniranno un servizio di robotaxi. Nessuna menzione per la tecnologia di connettività necessaria per lo scambio dei dati sulle mappe, le strade e le condizioni ambientali. Che il patron di Tesla sia per il sistema wifi, alternativa sulla quale altri costruttori stanno puntando a discapito del 5G?
La tecnologia 5G Tutto questo sfruttando per farlo la tecnologia 5G destinata a rivoluzionare inevitabilmente anche il mondo della mobilità, assicurando non solo una velocità maggiore nel trasferimento dei dati. Ma anche la possibilità di gestire molti più dispositivi connessi contemporaneamente senza disturbare i sistemi digitali che già oggi consentono alle auto di correre nella rete prima ancora che sulle strade.
Tesla come Uber (ma senza autista) Musk ha spiegato che con l’automazione di Livello 5 (quella in cui l’automobile è completamente guidata dai sistemi software) chi possiede una Tesla potrà mettere il suo veicolo a disposizione di altri per un servizio taxicon cui guadagnerà fino a 30mila dollari l’anno. Il servizio si prenoterà tramite una app sullo smartphone e Tesla tratterrà una percentuale del 2535% sul prezzo (0,18 dollari al miglio). Insomma, l’azienda di Musk diventerà una specie di Uberche fornisce passaggi in macchina sulle Tesla, solo che qui non c’è nessun autista.
INNOVAZIONE
Tesla il futuro tra 5G e wifi. PATRIZIA LICATA
■ Quando si tratta del visionario ed eccentrico patron della Tesla Elon Musk tutto fa notizia: le sue esternazioni ma anche quello che non dice. E all’Autonomy Day, l’evento riservato a analisti e media organizzato a Palo Alto dall’imprenditore americano, la parola non detta è stata “5G”. Lo standard mobile di nuova generazione, già attivo in alcune grandi città del mondo, Stati Uniti compresi, è considerato una tecnologia chiave per l’auto a guida autonomaperché garantisce comunicazioni velocissime, bassissima latenza e alta affidabilità del segnale. Ma all’Autonomy Day, Musk si è concentrato sull’annuncio di1 milione di veicoli Tesla
Con chi parla l’auto autonoma Per qualche osservatore di mercato l’assenza di ogni riferimento al 5G per la connettività delle auto-robot è sconcertante. Non tutti, però, concordano. “Musk è un minimalista”,dice per esempio Roger Lanctot di Strategy Analytics: la sua azienda vende automobili, le telecomunicazioni non lo riguardano. Del resto, alcuni esperti di connettività e le stesse case automobilistiche cominciano a dubitare che l’auto autonoma parlerà necessariamente col 5G. Gruppi come Daimler, PSA e Ford sono convinti dell’efficacia del nuovo standard, ma per aziende come Volkswagen, Renault e Toyota è meglio usare il wifi. La Commissione e il Parlamento europeo sembrano favorire quest’ultimo sistema: mettendo a confronto la tecnologia ITS-G5, che usa le reti wifi, e lo standard C-V2X, che sfrutta le reti cellulari 5G, Bruxelles ha concluso che la prima è più focalizzata sulla comunicazione tra veicoli e quindi più efficiente nelle comunicazioni tempestive, per esempio per permettere al veicolo di schivare un oggettoin strada o mandare chiamate di emergenza in caso di incidente. Un annuncio “alla Musk”? Consapevole della diatriba in corso e soprattutto del fatto che il 5G è diventato un nodo di scontro politico tra Stati Uniti e Cina, Musk ha probabilmente deciso di mettere da parte la connettività e di concentrarsi sul prodotto fornito da Tesla: le auto-robot e un potente microchip(anzi, il più potente al mondo, secondo lui) che Tesla produrrà da sola per alimentare veicoli capaci di raccogliere e elaborare dati in tempo reale. Aspettando il 2020 Per il resto toccherà aspettare il 2020: molti analistidubitano che Musk possa davvero sfornare in un anno 1 milione di Tesla con automazione di Livello 5senza ancora aver ottenuto l’autorizzazione del regolatore dei trasporti o chiarito i termini del servizio robotaxi dal punto di vista delle responsabilità penali e del prezzo. Musk però ha garantito: “Non sono sempre puntuale nel fare le cose, ma le faccio”. 21 Giugno 2019 ·
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INNOVAZIONE
Corea, l’automobile autonoma è 5G. FRANCESCO GIANNINI
chilometri di una trafficata autostrada intorno alla capitale sud coreana, superando anche un casello a pagamento e attraversando un tunnel, di solito un ostacolo difficile per le driverless. Il dispositivo connesso ha informato l’auto in tempo reale di un incidente lungo il tragitto e le ha consigliato di cambiare rotta per arrivare a destinazione nel tempo prestabilito (25 minuti). Decide in un secondo La bassa latenza della rete 5G, infatti, consente una riduzione al millesimo di secondo dei processi decisionali dell’intelligenza artificiale. L’autonoma A1 di LG U+ è in grado di riconoscere il limite di velocità di 80 chilometri orari e adattarsi di conseguenza, mantenendo anche la distanza di sicurezza dai mezzi che la precedono. Un display posizionato davanti al passeggero mostra in tempo reale ciò che l’auto sta vedendo attraverso i suoi sensori.
INNOVAZIONE
■ La divisione U+ del colosso coreano dell’elettronica LG ha sviluppato un sistema in grado di guidare le auto robot attraverso la rete 5G, la più attuale piattaforma di connettività per l’accesso ultra-veloce a internet. L’obiettivo è controllare le autonome da remoto attraverso il web, senza la necessità che sia un software interno a svolgere il difficile compito. Le informazioni di geo-localizzazione trasmesse dalla rete vengono captate in tempo reale e riconosciute immediatamente dai sistemi di auto-guida delle vetture. Già in strada In Corea, nei giorni scorsi sono iniziati i primi test su strade pubbliche di una vettura che sfrutta la connessione dati per procedere senza conducente. Il mezzo autonomo di livello 4 chiamato A1 è realizzato da LG U+ in collaborazione con il reparto di ricerca e sviluppo tecnologico della Hanyang University di Seul. Sempre grazie al 5G il viaggio è stato trasmesso in diretta su degli schermi piazzati dentro la città universitaria dove erano stati radunati i reporter. Altre importanti società di telecomunicazioni coreane – come SK Telecom e Kt – stanno lavorando a sistemi simili ma i loro esperimenti sono per ora realizzati soltanto su strade chiuse. Fuori dal tunnel Il primo concept – realizzato con una Hyundai Sonata – è stato in grado di percorrere senza problemi circa 8 6
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La super connessione per l’Asia. VALERIO ANTONINI
■ Si è da poco concluso il Consumer Electronics Show di Shanghai2019, la principale fiera tecnologica di tutta l’Asia, che ha raccolto oltre 550 aziende internazionali, di cui almeno un’ottantina del settore automotive. I temi centrali: intelligenza artificiale che governa le auto robot, sistemi di assistenza alla guida di ultima generazione, gestione dei dati in cloud e soprattutto connettività, con particolare riferimento al 5G. La nuova tecnologia di connessione alla rete 5G è al centro dell’innovazione in diversi settori, dalle città intelligenti – le “smart cities”
– alla digitalizzazione dei sistemi di pagamento online, passando per lo sviluppo di veicoli a guida autonoma. In Cina, che resta ancora il più grande mercato auto del mondo, gli aggiornamenti delle infrastrutture proseguono senza sosta, in previsione di un’ampia diffusione di vetture connesse con il 5G. Le prestazioni superiori del sistema consentono di “scambiare” una maggiore quantità di dati, muovendo i file più velocemente, tra veicolo e il mondo degli oggetti che lo circonda. La chiave non serve più Alcune Case automobilistiche – comeFord, Tesla, Jaguar e Volvo – hanno sviluppato sistemi Keyless Entry (salire a bordo senza chiave) che, attraverso semplici app, danno la possibilità agli utenti di aprire le portiere anche con uno smartwatch. La start up di Pechino Mobvoi (abbreviazione di “Mobile Voice”), che produce dispositivi hi-tech indossabili al polso chiamati Ticwatch simili a quelli di Apple, è finanziata da colossi come il gruppo Volkswagen e Waymo (Google). A Shanghai ha parlato Yin Lin, vicepresidente vendite e marketing dell’azienda che ipotizza un futuro senza chiavi per tutti: “Per entrare in casa basterà un sistema di riconoscimento facciale o delle impronte digitali. Per la spesa si potrà passare il cellulare alla cassiera senza aprire il portafogli. Non saranno più necessari contanti e carte di credito; figuriamoci la chiave per aprire l’auto, che verrà sostituita da un semplice tap su un touchscreen. Stiamo lavorando per equipaggiare i nuovi modelli Volkswagen con un sistema di riconoscimento vocale che permetta di sbloccare le portiere pronunciando una parola segreta”, conclude Lin. Infotainment per i passeggeri Tra le aziende innovatrici di provenienza europea, la start up tedesca Holoraide – che fino al gennaio scorso collaborava con Audi – ha ideatoun visore di realtà virtuale da montare sui sedili posteriori, con contenuti scaricabili attraverso una app per smartphone. “Le attenzioni dei costruttori sono per lo più rivolte ai guidatori, ai quali sono dedicate gran parte delle tecnologie. Noi invece vogliamo trasformare il tempo passato in viaggio da chi non è al volante in un’esperienza divertente o rilassante”, ha dichiarato il ceo Nils Wollny. Il punto di forza è la sincronizzazione: l’azione sullo schermo si adatta ai movimenti della vettura, riducendo il rischio di nausea. A casa tutto ok? Nel frattempo il colosso dell’e-commerce asiatico Alibaba ha avviato una partnership con Audi, Renault e Honda per equipaggiare le loro auto con il suo dispositivo di assistenza personale Tmall Genie, che permette agli utenti di controllare gli elettrodomestici intelligenti da remoto direttamente sul display di bordo. La comunità web di Nio Il costruttore di auto elettriche Nio punta sulla creazione di un’ampia “community-web” di utenti affezionati. Prima ancora di aver messo in vendita una sola vettura, il marchio ha già guadagnato milioni di dollari in merchandising, segnale di quanto nella sede centrale di Changshu siano attenti alle nuove forme di pubblicità telematica. Nio ha lanciato vari servizi di mobilità a zero emissioni, tra cui una piattaforma di noleggio per van a batteria. Al Ces Asia
2019, la start up – che vanta finanziatori importanti come i giganti di internet Tencent e Baidu – ha anche presentato il suo nuovo software intelligente per auto robot.
INNOVAZIONE
Volkswagen, un software fatto in casa. PAOLO ODINZOV
■ Volkswagen punta a realizzare un sistema operativo di gestione in proprio per equipaggiare tutti i veicoli del gruppo. Per farlo ha messo insieme 5mila esperti digitali in una specifica divisone “Car Software” destinata alla creazione dello specifico “vw.os”, che sarà proposto già il prossimo anno sulla elettrica ID.3 e dal 2025 su tutti i veicoli in produzione. Il più grande cloud automobilistico Herbert Diess, numero uno della Volkswagen, ha annunciato recentemente una massiccia espansione digitale del gruppo e il costruttore a inizio anno ha avviato la creazione del più grande cloud automobilistico con il partner strategico Microsoft, anche in vista dei sistemi di connessione basati sullo standard 5G. Dal 10% al 60% Attualmente Volkswagen utilizza sui suoi veicoli un software sviluppato internamente solo per il 10% delle tecnologie. La nuova iniziativa punta a raggiungere almeno il 60%. “Siamo professionisti della piattaforma per l’hardware e stiamo trasferendo questa competenza allo sviluppo del software”, ha detto Christian Senger, responsabile dei servizi digitali. “Svilupperemo software con funzioni base uniformi per tutti i marchi del gruppo, che ci consentiranno di ridurne drasticamente la complessità”. 21 Giugno 2019 ·
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Mappa ufficiale / Official Map
AUTO E MOTO
Il cielo sopra le supercar.
741 cavalli, propongono la sola trazione integrale. Scelta, questa, fatta anche dalla Bmw per dare la giusta spinta alla i8 Roadster che a differenza delle rivali citate vanta una motorizzazione ibrida plug-in da 374 cavalli totali con una unità elettrica sulle ruote anteriori e un propulsore termico a 3 cilindri su quelle posteriori. Sistema grazie al quale può toccare i 250 orari e, volendo, marciare 55 chilometri in solo elettrico a zero emissioni lasciandosi dietro il solo fruscio dell’aria. Per provare l’ebrezza occorrono 165.400 euro.
LUCA GAIETTA AUTO E MOTO
Porsche, il futuro è elettrico. PAOLO ODINZOV ■ Appena 3,6 secondi per toccare i cento e una velocità massima di 306 chilometri orari: le prestazioni dell’ultima Porsche 911 Cabrio, la 992 come la chiamano gli esperti riferendosi alla serie, spaventano quasi. Rendono però bene l’idea riguardo ai numeri che bisogna avere per rientrare nell’esclusivo club delle supercar a cielo aperto. Vetture capaci di regalare una guida con il vento tra i capelli simile a quella di un’auto da pista, riservate ad un pubblico d’élite che non bada a spese per averle. Caratteristiche che fanno la differenza I modelli della categoria disponibili al momento non sono tanti ma neppure pochi. Quanti bastano a permettere una scelta che può andare del tipo di tetto, in tela o metallo, fino alla impostazione meccanica che può spaziare da una architettura dura e pura, con due ruote motrici, alla trazione integrale. Per non parlare delle motorizzazioni dove si stanno facendo sempre più largo i sistemi ibridi. Il tetto in alluminio della Ferrari Portofino Così, ad esempio, la Porsche 911 Cabrio anche nella sua ottava generazione propone l’immancabile capote in tela che in soli 12 secondi sparisce al tocco di un tasto. La Ferrari Portofino al prezzo di 196mila euro offre invece un tetto retrattile in alluminio in grado di ripiegarsi in 14 secondi. Lasciando così entrare nell’abitacolo il rombo del suo V8 da 600 cavalli pronto a spingerla a 320 orari bruciando i cento in 3,5 secondi. 4 ruote motrici e zero emissioni Caso raro tra le supercar cabrio, la Porsche 911 permette la scelta tra una versione a trazione posteriore “pura”, come quella adottata dalla Ferrari sulla Portofino, e un modello a 4 ruote motrici. Mentre alla Lamborghini sulla loro Aventador Roadster, bolide aperto da 384mila euro e 10
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■ Il futuro dell’auto è elettrico: a sostenerlo senza mezzi termini è Klaus Zellmer, ceo di Porsche Car North America, in un editoriale pubblicato sul quotidiano Usa Today. Secondo il manager tedesco, Tesla ha sdoganato definitivamente le auto a batteria nel mercato premium e portato l’industria automobilistica a un punto di svolta. “Con la Model 3 l’azienda di Elon Musk ha superato negli Stati Uniti ogni altra berlina della categoria dimostrando che i consumatori sono pronti ad abbracciare i veicoli elettrici”, scrive. Il disaccordo tra gli analisti Zellmer sottolinea però che vi è ancora un disaccordo tra gli analisti del settore nel prevedere l’impatto a breve e lungo termine delle auto elettriche. I ricercatori del Fondo Monetario Internazionale ritengono ad esempio che queste possano dominare il settore in soli 15 anni, mentre Deloitte sostiene che i consumatori mostrino ancora scarso interesse e le case automobilistiche rischino di trovarsi con 14 milioni veicoli a batteria invenduti nel prossimo decennio.
L’espansione dei punti di ricarica Da parte di Zellmer ci sono invece chiari indicatori che i consumatori, soprattutto quelli americani, stiano per adottare i veicoli elettrici come mezzi principali per i loro spostamenti quotidiani. E se Tesla ha dimostrato che già esiste una domanda significativa, a contribuire alla loro diffusione saranno anche le politiche governative del Paese orientate a favorire una rapida espansione delle infrastrutture di ricarica. Grazie ad accordi stretti con diverse società del settore, tra cui ChargePoint, EVgo e Electrify America, finanziata dal gruppo Volkswagen. La svolta di Taycan e Macan Porsche dal canto suo ha registrato negli Stati Uniti e non solo una forte domanda per la sua prima auto di produzione completamente elettrica, la Taycan, prevista sul mercato entro fine dell’anno. “Abbiamo riscontrato un enorme interesse verso la vettura nonostante il modello di serie debba ancora essere svelato e questa la dice lunga”, scrive Zellmer ribadendo che la Porsche è così ottimista riguardo ai veicoli elettrici da aver perfino deciso di trasformare entro i prossimi anni la sua auto più venduta, la Macan, in un modello esclusivamente a batterie. Questo senza però diventare un marchio a zero emissioni, visto che almeno per il prossimo decennio la Casa tedesca continuerà a proporre diversi modelli spinti da motori a combustione interna e sistemi ibridi di vario genere.
AUTO E MOTO
Subaru Forester, il boxer diventa ibrido. VALERIO ANTONINI ■ VIENNA – In linea con il suo programma di stop alla commercializzazione dei diesel entro il 2020, Subaru aggiorna il suv 4x4 Forester, ora disponibile con l’inedito sistema ibrido e-boxer. Una soluzione a metà strada fra un mild hybrid e un ibrido tradizionale, dato che permette di andare in elettrico per meno di due chilometri (in mild non si va mai a zero emissioni). L’abbiamo provato in Austria presso un centro specializzato nei test di vetture a ruote alte. Il nuovo impianto accoppia al motore boxer 2.0 litri benzina – caratterizzato dalla posizione contrapposta dei quattro cilindri – due batterie, una da 10 chilowatt, l’altra
da 0,7. Chi è al volante non può decidere manualmente di passare in modalità elettrica. Il sistema è abbinato al cambio Lineartronic automatico cvt (a variazione continua con 7 rapporti) e genera complessivamente poco più di 150 cavalli. Meno consumi I propulsori boxer di Subaru sono caratterizzati da un forte equilibrio strutturale che assicura affidabilità e poca necessità di manutenzione. Per garantirne la massima efficienza hanno però bisogno di pescare parecchio carburante dal serbatoio. Grazie al nuovo sistema ibrido il breve processo di recupero dell’energia – che avviene in fase di frenata sotto i 40 chilometri orari e si completa in meno di 5 minuti – consente di abbattere i consumi di circa il 10% rispetto al normale propulsore boxer endotermico. Le caratteristiche La batteria più piccola è sotto il portellone, al posto della ruota di scorta, dove non viene limitata la capacità di carico di 483 litri (1.573 con i sedili posteriori reclinati) del vano bagagli. Forester condivide il pianale SGP (Subaru Global Platform) con il crossover XV (anch’esso abbinato al nuovo sistema e-boxer) e la sportiva Impreza. Dal punto di vista estetico, le novità riguardano principalmente il frontale, con la griglia centrale più visibile. Posteriormente sono cambiati il paraurti e la posizione dei gruppi ottici, che ora si allungano in orizzontale. Off-road senza paura Al volante del Forester, più pesante di 110 chili rispetto alla versione precedente, abbiamo potuto verificare la tenuta di strada, bloccando le ruote su asfalto bagnato. L’auto si è ben comportata anche in fase di controsterzo, superando agilmente i tratti scivolosi. In off-road, attivando la X-Mode unita alla trazione integrale, il fuoristrada adatta elettronicamente l’andatura in base al tipo di percorso, senza bisogno di marce ridotte. In discesa frena da sola, mentre in salita dà un impulso ai giri del motore per superare dossi e rocce. Il sistema è in grado di auto-bilanciare il veicolo anche quando una delle ruote è disallineata. Ci è capitato di trovarci con uno dei pneumatici sollevato di quasi mezzo metro da terra. Niente paura, il dispositivo riporta automaticamente in asse il suv. Sveglia al volante Forester è equipaggiato con sistemi di assistenza alla guida di ultima generazione. Nel corso del test, grazie alla fre21 Giugno 2019 ·
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nata automatica d’emergenza, l’auto si è esattamente fermata prima di un ostacolo fisso improvviso. Stessa cosa è avvenuta durante la manovra di parcheggio: il dispositivo blocca le ruote in caso il guidatore non si accorga che sta tamponando un’altra vettura in fase di manovra. Utili anche i sensori Eyesight che rilevano il livello di attenzione di chi è al volante, monitorandone lo sguardo e intervenendo acusticamente in caso di distrazione o colpi di sonno. Il prezzo di Forester non è stato ancora comunicato ufficialmente, ma dovrebbe partire da circa 36mila euro. In vendita entro fine anno.
Questo permettendo alla vettura di usufruire per la ricarica anche di colonnine ultra veloci da 125 kilowatt, facendo in soli 30 minuti un pieno di elettroni sufficiente a garantire 260 chilometri di marcia. Una wallbox da 11 kilowatt Secondo le previsioni del costruttore, circa il 50% di clienti ricaricherà la vettura a casa, il 20% lo farà presso il posto di lavoro e il 25% da postazioni installate in spazi pubblici. Mentre solo il 5%, utilizzerà le stazioni di ricarica in autostrada. Intenzione della Volkswagen è infatti di fornire con la vettura una wallbox da 11 kilowatt che consentirà di velocizzare le operazioni di ricarica domestica, rispetto alla procedura con il classico cavo collegato alla rete da 230 volt.
AUTO E MOTO
Volkswagen, la ID.3 si fa in tre.
Porsche, 718 da puristi.
LUCA GAIETTA
PAOLO ODINZOV
■ Una gamma in grado di soddisfare tutte le necessità. Sarà questo uno dei punti di forza della Volkswagen ID.3: prima elettrica della Casa tedesca, già disponibile in prevendita, destinata ad arrivare nelle concessionarie il prossimo anno dopo la presentazione al Salone di Francoforte (12/22 settembre).
■ La Porsche 718 allarga gli orizzonti nel mercato con le versioni 718 Boxster Spyder e 718 Cayman GT4, in vendita rispettivamente a 79.176 euro e 81.576 euro. Entrambe le vetture sono equipaggiate, per la felicità dei puristi del marchio, con un motore a benzina 4.0 boxer a sei cilindri aspirato da 420 cavalli, abbinato a un cambio manuale a sei marce.
Autonomia da record La tedesca prevede un allestimento entry level, con un prezzo d’attacco di circa 30mila euro, una versione intermedia e un modello top: distinte tra loro per la diversa capacità del pacco batterie agli ioni di litio in grado di fornire rispettivamente un’autonomia di marcia di 330, 420 o 550 chilometri nel ciclo Wltp. Volkswagen assicura che anche dopo 8 anni di utilizzo o 160 mila chilometri percorsi, gli accumulatori agli ioni di litio della ID.3 avranno una capacità residua pari al 70%.
Assetto ribassato Dispongono inoltre di dotazioni da racing, come il telaio con un assetto ribassato di 30 millimetri e sospensioni Pasm (Porsche Active Suspension Management). E di diversi sistemi di assistenza tra i quali il Psm (Porsche Stability Management) e il Ptv (Porsche Torque Vectoring) che prevede il bloccaggio meccanico del differenziale posteriore.
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AUTO E MOTO
Prestazioni da pista Le tedesche offrono prestazioni da pista, accelerano da 0 a
100 in soli 4,4 secondi, mentre la velocità massima è di 301 chilometri orari per la 718 Boxster Spyder e 304 per la 718 Cayman GT4. L’impianto frenante ha pinze monoblocco in alluminio, che lasciano intravedere dai cerchi in lega vestiti da pneumatici Uhp.
AUTO E MOTO
Cina, elettriche molto poco Bmw Concept affidabili. R18, la cruiser futura. AUTO E MOTO
LUCA GAIETTA
ANTONIO VITILLO
■ Bmw Motorrad ha presentato una nuova due ruote, la Concept R18. Si tratta di una moto dalla linea essenziale, un modello che illustra come il marchio tedesco potrebbe interpretare le cruiser di prossima generazione. La Concept R18 e le future proposte dello stesso filone saranno probabilmentre equipaggiate col nuovo motore bicilindrico di 1.800 centimetri cubici, che nell’estetica si rifà a quelli prodotti dalla casa bavarese sul finire degli anni ’60. Raffreddato ad aria/olio, è il più potente mai costruito in configurazione boxer. Richiami al passato Il propulsore è alimentato da un doppio carburatore Solex. Il blocco motore e la trasmissione sono in alluminio, l’albero che collega alla ruota posteriore è a vista e cromato, mentre i coperchi di cinghia e valvole vengono lucidati a mano. L’aspetto della sella monoposto e quello dei fari si rifà allo stile anni ’50. La prima ha la molla a sbalzo, mentre le luci a Led riprendono la classica forma a U. Il telaio a culla e il serbatoio a goccia creano un’elegante linea laterale che va dallo sterzo al mozzo della ruota posteriore. Le ruote a raggi – di diametro 21 pollici l’anteriore, 18 posteriore – sono in armonia con le importanti dimensioni del motore.
■ L’auto elettrica Made in China soffre di numerosi problemi. Il governo della Repubblica Popolare è già corso ai ripari con la decisione di tagliare ogni forma di sostegno a quei costruttori locali di auto elettriche che non rispettano adeguati standard qualitativi. A seguito di diversi incidenti – amplificati dai social network – alcuni quotidiani cinesi parlano di uno scandalo destinato ad allargarsi a macchia d’olio. La notizia è già uscita dai confini del Paese, tanto da essere stata riportata anche in un articolo da Adam Minter, editorialista di Bloomberg Opinion. La colpa è degli incentivi Uno dei motivi principali motivi del calo di qualità nella produzione cinese di veicoli elettrici sarebbe dovuto agli incentivi stanziati dal governo a sostegno dello sviluppo della mobilità elettrica che hanno favorito la diffusione nel mercato di produttori poco affidabili. Gli incentivi infatti sono diretti non solo a chi l’auto elettrica la deve comprare ma anche di chi la deve produrre e che può contare ora su una elevata domanda, anche a causa dei dazi imposti sulle importazioni di auto a motore endotermico e per i limiti alla circolazione di macchine a gasolio e a benzina in città come Pechino e Shanghai. Bassa qualità delle batterie Questo ha portato alla nascita di numerose startup spesso non in grado di produrre veicoli rispettando gli standard di sicurezza necessari. Soprattutto per quanto riguarda i 21 Giugno 2019 ·
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circuiti di alimentazione e le batterie, che sembrano essere la fonte principale dei problemi. Primi tra tutti incendi per autocombustione e crolli della carica a discapito dell’autonomia, con conseguenze anche per quanto riguarda l’impatto ambientale. Oltre 135mila richiami Lo scorso anno le aziende nazionali cinesi hanno consegnato più di 1,26 milioni di automobili a batteria, aumentando rispetto al 2017 proprio grazie agli incentivi le consegne del 62%. Oltre 135mila vetture sono state richiamate.
AUTO E MOTO
Loire (Mitsubishi): “A tutto suv”. FRANCESCO GIANNINI
Le alleanze sono fondamentali Riguardo a una grande alleanza fra Fiat Chrysler e Renault più eventualmente Nissan e Mitsubishi, Loire ci dice cose interessanti: “Ho lavorato per due anni in Fiat a Torino dove sono cresciuto molto dal punto di vista professionale. Poi sono passato alle dipendenze di Nissan, cui sono stato legato per quasi un decennio. Lì ho potuto constatare gli effetti positivi dell’alleanza che ci consente di risparmiare denaro scambiando motori, piattaforme e tecnologie varie, a seconda delle rispettive esigenze. Il nostro sistema ibrido plug-in dell’Outlander è riconosciuto come uno dei più affidabili sul mercato: non è da escludere che presto lo realizzeremo per conto anche dei nostri partner. Allo stesso tempo, grazie anche all’esperienza di Nissan, abbiamo in mente di lanciare presto una nuova city car compatta 100% elettrica, visto che la i-MiEV ha già compiuto 10 anni e va sostituita”. Numeri in crescita Mitsubishi è uno dei costruttori più in crescita nella prima metà del 2019, con volumi di vendita in aumento dell’8,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il costruttore giapponese ha consegnato oltre 1 milione e 200 mila veicoli nel 2018, numeri in miglioramento grazie anche ai proficui risultati (+19%) sul mercato europeo (165mila unità vendute).
AUTO E MOTO
ZF, airbag esterni salva vita. PAOLO ODINZOV ■ LISBONA – A margine della presentazione in Portogallo dell’ultimo restyling del crossover ASX – ora disponibile solo con motore benzina da 150 cavalli – abbiamo incontrato Bernard Loire, presidente di Mitsubishi Motors Europe. Il marchio è controllato da Nissan e fa parte dell’Alliance con Renault. Il manager francese ci ha parlato delle prospettive del marchio: “Crediamo all’elettrificazione e punteremo sempre di più sui suv”, ci dice: già oggi due Mitsubishi su tre in circolazione nel mondo sono a ruote alte, il 50% dispongono di trazione integrale. “Dopo la crisi del 2010 è stata fatta una profonda riorganizzazione interna con l’apertura nel 2019 di una nuova sede in Olanda e di un reparto dedicato alla mobilità a batteria. Il nostro obiettivo è di raddoppiare entro il 2022 le vendite in Europa. Il nostro primo fuoristrada, il Pajero è del 1982: abbiamo dunque una lunga esperienza in fatto di suv e presto lanceremo anche un nuovo pick-up di media grandezza”. 14
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· 21 Giugno 2019
■ Degli airbag esterni per limitare le conseguenze di un impatto. L’idea è venuta alla azienda tedesca ZF che ha realizzato, per adesso sotto forma di prototipo, il sistema di sicurezza “Pre-Crash External Side Airbag System”. Questo è dotato di
cuscini gonfiabili, della capacità 280 e 400 litri d’aria (circa otto volte quella degli airbag interni), che fuoriescono dei lati della vettura nella zona sottostante le portiere. 150 millisecondi per decidere Grazie a uno speciale algoritmo di controllo che elabora le informazioni provenienti da diversi radar e telecamere sistemati sulla carrozzeria, il sistema “Pre-Crash External Side Airbag System” può rilavare un impatto imminente durante la marcia e decidere entro 150 millisecondi se attivando gli airbag è possibile limitare i danni derivanti da esso. Assorbono il 30% di energia in un impatto Alla ZF stimano che gli airbag esterni possano assorbire circa il 30% dell’energia di penetrazione del veicolo in collisione. Aiutando così a ridurre di circa il 40% i rischi di lesioni per gli occupanti generate dagli impatti laterali che solo in Germania causano ogni anno un terzo delle morti negli incidenti.
BUSINESS
Europa: mercato fermo a maggio.
complesso i tedeschi hanno immatricolato 358.115 automobili (erano state 364.876 un anno fa) e rimangono al top come quota di mercato con il 24,8% (era 25,3%). Anche questo mese il marchio Volkswagen è il meno performante (-8,6%) mentre Skoda (+4,1%) e soprattutto Seat (+14,5%) restano in terreno positivo. Invariate le altre posizioni sul podio. Secondo gruppo è Psa che registra una crescita del 4,1% con 236.888 autovetture immatricolate e una quota di mercato che tocca il 16,4% (era 15,8% un anno fa). Da sottolineare la buona prova di Citroën che guardagna il 13,5% e vende 61.323 pezzi. Terzo posto per Renault, nonostante un calo complessivo del 4% (157.983 auto immatricolate) che fa scendere la quota di mercato da 11,4% a 10,9%. All’interno del gruppo male il marchio Renault (-10%), bene Dacia (+7,8%). Fca mese nero Il gruppo Fca conosce una flessione dell’8,3%, arretrando nella quota di mercato che scende da 7,7% a 7%. Nel complesso le nuove immatricolazioni sono state a maggio 101.244 (un anno fa erano 110.457). Fiat cala (-4%), così come Alfa Romeo (-49,3%) e Jeep (-13%). Tra gli altri gruppi da segnalare i segni positivi per Bmw (+8% con 91.991 auto) e Toyota che ha venduto 73.189 vetture (+12,1%). In particolare per i giapponesi si distingue il marchio Lexus che registra una crescita del +26% con 5.090 mezzi venduti. Cresce anche Volvo (+15,7% e 29.949 auto). I mercati In altalena i principali mercati europei. Segno positivo per la Germania (+9,1%) dove sono state immatricolate a maggio 332.962 vetture. Bene anche la Francia dove le vendite hanno toccato quota 193.948 (+1,2%). In Italia le auto commercializzate sono state 197.307. Un anno fa erano state 199.692. Il saldo è quindi negativo, -1,2%. Peggio è andata nel Regno Unito (-4,6) con 183.724 unità e soprattutto in Spagna (-7,3%) 125.625 autovetture.
REDAZIONE LIFESTYLE
Tutte le Panda a Pandino. LINDA CAPECCI
■ Il mercato auto nell’Unione europea più Paesi Efta (Islanda, Norvegia, Svizzera) è praticamente immobile, +0,04% rispetto allo stesso mese del 2018. Nel complesso sono state immatricolate 1.443.708 vetture contro le 1.443.127 dell’anno passato. Appena 508 in più. Volkswagen ancora al top Tra i gruppi continua il predominio di Volkswagen nonostante un leggero calo, -1,9%, rispetto al maggio 2018. Nel
■ Il 22 ed il 23 giugno 2019 il Castello Visconteo di Pandino, in provincia di Cremona, ospita “Panda a Pandino”, il più grande raduno al mondo delle piccole Fiat: due giorni di festa dedicati alla citycar italiana per eccellenza, i soldi ricavati saranno devoluti in beneficienza. Giunto alla sua terza edizione, l’evento lombardo ha toccato nel 2018 il record di iscrizioni con 365 auto provenienti da tutta Europa. L’anno scorso il marchio torinese ha presentato proprio in occasione del raduno la Panda Waze, una serie speciale. Nel corso della manifestazione – oltre al tradizionale tour per le strade di Pandino delle auto 21 Giugno 2019 ·
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non è mai scesa sotto le 40mila unità. Commercializzata in oltre 30 paesi, l’utilitaria è stata scelta da circa 7 milioni e mezzo di italiani e ancora oggi è sistematicamente in testa alle classifiche nazionali di vendita.
AUTO E MOTO
iscritte – sono previsti anche giochi per grandi e piccoli, quiz e prove di abilità. Non mancheranno intrattenimento e selezioni musicali. Il raduno promosso da alcune associazioni del territorio, dalla Consulta dei Giovani e con il patrocinio del Comune di Pandino, ha visto nella passata edizione la partecipazione di circa 5mila persone tra curiosi ed appassionati. Ad avere l’idea, un gruppo di ragazzi innamorati della Panda. C’è la possibilità di pernottare in tenda: nella corte esterna del complesso sarà infatti allestita un’area campeggio. Una storia italiana Presentata al Salone di Ginevra del 1980, la prima Panda disegnata da Giorgetto Giugiaro era pratica e dalla linea squadrata: “il corrispettivo a quattro ruote di un elettrodomestico” come dichiarò lo stesso autore. L’auto riesce da subito a catturare l’attenzione dei giovani, attratti dal simpatico design e dal prezzo di vendita relativamente contenuto (3.970mila lire per la versione “30”, poco più di 4 milioni e 700 la “45”). Nel 1983 viene presentata la prima sorprendente versione 4x4. Fanno parte di questa generazione i modelli Selecta – con cambio automatico – ma soprattutto la Panda Elettra, costosissima versione a batteria in netto anticipo sui tempi, di almeno 25 anni. La linea della Panda merita un leggero restyling del 1987, senza subire mutamenti radicali fino al 2003, quando esordisce la seconda serie. Della prima si perdono gli interni essenziali e restano soltanto i punti di forza: dimensioni contenute, spazi intelligenti, consumi ridotti. La produzione nel frattempo viene spostata a Tychy in Polonia: l’auto assume ora i connotati di una piccola monovolume. Tra le varie versioni spiccano la sportiva 100 HP, la bifuel a GPL, la Natural Power a metano e le fuoristrada (che si sdoppiano) 4x4 e Cross. Nel 2011, la produzione torna in Italia nello stabilimento di Pomigliano d’Arco dove viene inaugurata la terza serie con motore Twinair, un bicilindrico come quello della prima versione. Nel 2012, la 4x4 viene premiata come suv dell’anno: nel 2017 arriva la City Cross. A Pandino siamo certi si parlerà anche del futuro della citycar. Nel 2020 è prevista la quarta generazione di Panda, tutta nuova ed elettrificata. All’ultimo Salone di Ginevra nel marzo scorso è stato mostrato un concept, la Centoventi. Sarà davvero lei l’erede di un mito? I numeri Nel 1980, anno del debutto sul mercato, vengono venduti ben 129.246 esemplari: da allora la produzione annuale 16
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· 21 Giugno 2019
Van cinesi elettrici a Londra. LUCA GAIETTA
■ La London Electric Vehicle Company (Levc), appartenete al gruppo cinese Geely, ha presentato un nuovo veicolo elettrico commerciale leggero destinato ad essere utilizzato per le consegne in ambito urbano come estensione della gamma dei taxi londinesi Levc Tx. Fino a 600 chilometri di autonomia Il furgone ha un’autonomia elettrica di circa 128 chilometri che può essere estesa fino a di 600 con l’aiuto di un range extender. È rivolto agli utenti che percorrono circa 160 chilometri di strada al giorno e non solo per le consegne dell’ultimo miglio. L’idea di Jörg Hofmann, ceo Levc, è di sfruttarlo per creare un circuito dove le merci vengono fatte arrivare fino ai confini delle grandi città, utilizzando magari veicoli con motori termici. E poi trasportate su commissione nel territorio urbano con il nuovo mezzo elettrico ammesso nelle zone a traffico limitato come l’area Ulez (Ultra Low Emission Zone, l’area tariffata che comprende tutta la parte centrale della capitale) di Londra. “Sono lieto che Levc stia applicando le lezioni apprese dalla progettazione e dalla costruzione dei suoi taxi elettrici a questo nuovo furgone”, ha detto il sindaco di Londra Sadiq Khan. “Lo sviluppo di veicoli puliti e sostenibili è essenziale per far fronte all’emergenza della qualità dell’aria e alla crisi dei cambiamenti climatici. L’impegno della no-
stra città nei confronti delle politiche aeree pulite sta guidando la ricerca di un futuro elettrico positivo per tutti”. Le prime consegne a fine 2020 Dopo il debutto inglese, previsto entro la fine del 2020, il veicolo elettrico della Levc verrà proposto anche in altri paesi europei con l’obiettivo di fare della azienda londinese il primo fornitore nel Vecchio Continente di mezzi commerciali a zero emissioni.
Anas, “rispettano quanto previsto dal decreto Sblocca cantieri, ovvero minori tempi di affidamento delle gare e ulteriori opportunità di lavoro per le piccole e medie imprese”.
AUTO E MOTO
Assegnati i Car Design #bastabuche Award 2019. 380 milioni per le strade. PAESE
REDAZIONE
MARINA FANARA
■ La società pubblica Anas dà il via a una nuova tranche di investimenti pari a 380 milioni di euro per la manutenzione di 5mila chilometri di strade. Si tratta del programma #Bastabuche: 76 nuovi bandi di gara, già pubblicati in Gazzetta ufficiale, per interventi di pavimentazione del manto stradale e sistemazione della segnaletica orizzontale. Tempi ridotti, maggiore qualità Gli appalti, di durata quadriennale, rientrano nell’Accordo Quadro che, sottolineano all’Anas, garantisce massima celerità nell’esecuzione delle opere perché non necessitano ogni volta di una nuova gara permettendo, quindi, di risparmiare tempo e aumentare l’efficienza dei lavori. Entra in azione lo Sblocca cantieri Finora il programma #Bastabuche ha stanziato oltre un miliardo e mezzo di euro che sono stati spesi per mettere in sicurezza circa 20mila chilometri di strade in tutto il Paese. “Questi 76 nuovi bandi, del valore di 5 milioni ciascuno”, sottolinea Massino Simoncini, amministratore delegato
■ TORINO – Sono stati assegnati a Torino i Car Design Award 2019. Il prestigioso riconoscimento, organizzato dalla rivista Auto&Design, va ai progetti che si sono distinti nel settore del disegno automobilistico e quest’anno è stato vinto dai team di design responsabili dell’Alfa Romeo Tonale (categoria concept car), della Peugeot 208 (categoria vetture di produzione) e del marchio Citroën per lo stile della sua gamma prodotti. Il premio è stato assegnato durante il Salone di Torino, Parco Valentino, e ha partecipato alla conferenza anche Giorgetto Giugiaro, già vincitore di numerose edizioni passate. Il Car Design Award è stato assegnato ininterrottamente per quattordici anni fino al 1997 e, dopo una pausa di quasi 20 anni, è rinato nel 2016 fedele al suo spirito di sempre: premiare i progetti che hanno contribuito in maniera significativa all’evoluzione del design automobilistico dell’ultimo anno. La giuria è composta da giornalisti di testate da tutto il mondo. Il resto del podio Ai vincitori sono andati dei trofei appositamente disegnati e realizzati da Brembo. Per la categoria concept car al secondo posto si è posizionata la Peugeot E-Legend, al terzo la Citroën Ami One. Per la sezione dedicata alla vetture di produzione la medaglia d’argento è stata assegnata alla Mazda 3 e quella di bronzo alla hypercar elettrica Automobili Pininfarina Battista. 21 Giugno 2019 ·
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BUSINESS
Usa, no a chi vuole aggirare i dazi. PAOLO BORGOGNONE
■ Il governo degli Stati Uniti ha negato ad alcune Case automobilistiche e operatori nel settore della mobilità la possibilità di essere esentati dalle tariffe del 25% imposte da Washington su quasi 50 miliardi di dollari di prodotti provenienti dalla Cina nell’ambito della guerra commerciale in atto tra i due Paesi. Le aziende americane che importano componenti dal Paese asiatico hanno la possibilità di chiedere a uno speciale ufficio federale, l’Ustr (United States Trade Representative, che affianca l’esecutivo Usa nelle politiche in ambito economico), un salvacondotto per i propri prodotti. Ma questa autorità ha detto no a molte delle richieste, in particolare del settore automotive. No ai big Il rifiuto ha colpito Tesla, Uber e General Motors. Anche Nissan e Fca si sono viste rifiutare le rispettive proposte. L’azienda di Elon Musk, in particolare, aveva chiesto uno sgravio tariffario su componenti chiave prodotti in Cina per i suoi veicoli elettrici, come il computer e lo schermo centrale della Model 3. La proposta di Uber, invece, era di non gravare di dazi gli scooter elettrici che importa negli Usa. Gm si è vista rifiutare almeno 50 richieste per componentistica, compresi dei sistemi di controllo utilizzati per le batterie dei veicoli ibridi ed elettrici, antenne ad alta frequenza, interruttori di accensione a pulsante, cavi della batteria, parti di motori a
batteria e delsistema frenante. L’Ustr ha anche rifiutato decine di richieste di Nissan e quasi due dozzine da parte di Fca tra cui i cablaggi e una pompa del servosterzo elettrico utilizzato sulla versione 2019 del pick up Ram 1500.
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Supplemento settimanale a l’Automobile Pubblicazione online - Reg. Tribunale di Roma n. 24/2016 del 09/03/16 Iscrizione R.O.C. n. 14674 - ISSN 2499-670X Direttore Responsabile Alessandro Marchetti Tricamo Redazione via Solferino, 32 - 00185 Roma tel. 06.45406719 fax 06.49982874-2829 www.lautomobile.it redazione@lautomobile.it segreteria@lautomobile.it @lautomobile_ACI
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LIFESTYLE
Kawhi Leonard, dal car wash all’Nba. VALERIO ANTONINI
■ I Toronto Raptors hanno vinto l’Nba (il campionato professionistico Usa di basket). Per la prima volta il titolo varca il confine e finisce in Canada. Protagonista indiscusso delle Finals – la serie al meglio delle 7 partite che mette in palio l’anello d’oro, consegnato a tutti i membri della squadra vincitrice – il campione “silenzioso” Kawhi Leonard. Un ragazzo di Los Angeles che ha vissuto momenti difficili: dopo aver passato un’infanzia tosta a lavare automobili nel car wash di famiglia, oggi è sul tetto del mondo. Fuori dai palazzetti Kawhi è una persona umile e riservata. Sul parquet si trasforma in una macchina da guerra, freddo e implacabile. A differenza di gran parte dei suoi colleghi, non è attivo sui social network. Davanti alle telecamere non sorride mai. A parlare per lui sono esclusivamente le sue giocate in campo. L’autolavaggio di casa Leonard Kawhi nasce a Compton, quartiere popolare di Los Angeles, il 29 giugno del 1991. Lì suo padre gestisce un autolavaggio, a pochi passi da casa. Kawhi, durante l’infanzia corre sempre a aiutarlo. In una delle poche dichiarazioni rilasciate in merito, ricorderà quel periodo come il più bello della sua vita. Poi la tragedia.
Il 18 gennaio del 2008, Mark Leonard, papà di 5 figli viene assassinato da un rapinatore a colpi di pistola proprio mentre sta lavorando al car wash. Per Kawhi, che in quel momento si sta allenando, è un durissimo colpo. In un attimo diventa l’uomo di casa, con 4 sorelle da crescere. Il suo pensiero fisso diventa il basket: pensa solo a migliorarsi costantemente sul parquet. Da sempre arriva in palestra due ore prima dei compagni, come raccontano i suoi coach. Questione di priorità Acquistare la vettura dei propri sogni dopo la firma sul primo contratto da professionista, è quasi una tradizione per tutti gli sportivi americani. Non per Kawhi Leonard. Lui nel 2011, al suo primo anno da rookie – cioè da matricola – non cambia auto e continua a guidare un fuoristrada Chevrolet del 1997 regalo del padre. Nonostante già guadagni più di un milione di dollari. Alla fine la famiglia lo ha convinto a comprare una Porsche 911 color argento. Una super sportiva di lusso che Leonard continua a lasciare quasi sempre in garage. Anche se la Chevy, alla fine, l’ha rottamata. Oggi viene fotografato spesso al volante di una Malibu usata da meno di 30mila dollari. Non proprio l’auto adatta a un campione del mondo. 21 Giugno 2019 ·
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Getty.
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· 21 Giugno 2019
...dal nostro mensile PUBBLICATO SUL NUMERO 25 - GENNAIO 2019
COVER STORY CINA
L’algoritmo in marcia. Come Robin Li, boss del motore di ricerca Baidu, sviluppa la guida autonoma in concorrenza con gli americani. Dopo aver studiato da vicino i rivali nella Silicon Valley. PATRIZIA LICATA
■ Baidu è considerato il Google cinese, ma gran parte della notorietà internazionale il suo ceo Robin Li se l’è guadagnata nel 2017, filmandosi in diretta su internet a bordo di una Jeep Cherokee, guidata però da un algoritmo messo a punto dai suoi informatici. Anche la polizia cinese lo ha notato: l’uso di auto autonome sugli anelli stradali di Pechino era ancora vietato e Li si è ritrovato con un fascicolo aperto a suo carico. Ma nel marzo del 2018 l’imprenditore ha ottenuto dal governo le necessarie autorizzazioni per testare i veicoli autonomi su 33 strade periferiche di Pechino, per un totale di 105 chilometri. A novembre, alla Baidu World Conference, Robin Li ha presentato la prima auto cinese con automazione di Livello 4, costruita da Faw Hongqi e dotata dei propri software. Sarà in vendita in Cina dalla fine del 2019. I suoi minibus autonomi Apolong sono invece già in circolazione, in fase di test, a Pechino e a Shenzhen. Robin Li (Li Yanhong, col nome cinese), classe 1968, è nato in una famiglia di operai a Yangquan, nell’est della Cina. Si è laureato in informatica all’università di Pechino ma è poi andato a specializzarsi in America, all’università di Buffalo, nello stato di New York. Ha anche lavorato nella Silicon Valley come ingegnere di Infoseek, uno dei primi motori di ricerca internet. Negli Usa ha creato e
brevettato la tecnologia di ricerca Rankdex, che ha poi portato in Cina nel 2000 per fondare Baidu (insieme al socio Eric Xu). Oggi il suo motore di ricerca controlla il 70% del mercato dove Google ufficialmente non esiste dal 2010, a causa dei troppi “filtri” messi dalle autorità cinesi. Li ha costruito per Baidu un portafoglio di attività che ricorda quello di Google: è un motore di ricerca, ma anche specialista dell’intelligenza artificiale e unica azienda cinese entrata nel consorzio globale Partnership on AI (che conta circa 80 membri, tra cui Google, Amazon e Apple). Il modello a cui si ispira per la guida autonoma non è però Waymo, divisione di Google, bensì Android, il sistema operativo mobile che la stessa Google ha sviluppato e messo a disposizione in modalità open source. In modo analogo, Baidu ha creato nel 2017 la piattaforma Apollo, presentandola come “l’Android dell’industria della guida autonoma”. Oggi alla versione 3.0 e con quasi 100 partner a bordo (tra cui Daimler e Ford), Apollo riunisce le tecnologie sull'auto autonoma sviluppate da Baidu e le mette a disposizione di costruttori e aziende hi-tech. In cambio, è possibile che domani sulle auto automatizzate di tutto il mondo troveremo molte applicazioni ed esperienze d’uso con un cuore cinese.
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PARCO VALENTINO TORINO, 19-23 GIUGNO 2019
Lo spettacolo delle Formula 1 che sfilano per le strade del centro di Torino, seguite dai prototipi dei carrozzieri, dalle supercar e dalle hypercar e one-off più estreme. Lungo i viali del parco le novità delle case automobilistiche, le dimostrazioni di auto a guida autonoma e dei sistemi elettronici di assistenza alla guida, Focus Auto Elettriche e ibride plug-in e area test-drive. Questo è Parco Valentino, il motor show che si svolgerà dal 19 al 23 giugno a Torino, a ingresso gratuito per il pubblico e con orario prolungato fino a mezzanotte. Per visitare Parco Valentino scarica il tuo biglietto elettronico gratuito su
www.parcovalentino.com Con il biglietto elettronico gratuito avrai diritto allo sconto del 30% sul prezzo base dei biglietti Trenitalia di andata e ritorno per Torino dal 17 al 25 giugno* e a ingressi ridotti nei più importanti musei della città. *condizioni sul sito www.trenitalia.com Con il patrocinio di
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