Supplemento settimanale a l’Automobile.
INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE
Settimanale digitale • Anno 3 • Numero 91 • 28/6/2019
Vita da start up.
EDOARDO NASTRI ■ La rivoluzione digitale rende possibile ciò che finora non lo era. Una moltiplicazione di idee pronte a diventare aziende con facilità, più difficile in successo. Ma vale la pena sognare, soprattutto se si parla di mobilità. Elettrificazione e guida autonoma hanno aperto il mondo automotive anche a giovani start up, cinesi e californiane in particolare. Senza dimenticare le israeliane, simbolo dell’innovazione mondiale: Waze è la piattaforma di navigazione tra le più diffuse al mondo.
Il caso di studio nel campo dell’auto è Tesla. L’azienda di Elon Musk si prepara al record di consegne nel secondo trimestre: 100mila vetture. Poche per molti, tante a vedere la data di nascita: 2003. L’elenco delle start up della mobilità non vede protagonista l’Italia. L’eccezione è Vislab, spin-off dell’università di Parma specializzato sulla guida autonoma e acquistato dagli americani di Amberella. Ci vorrebbe un cambio di passo. Quello che si cercherà di stimolare in queste ore a Torino alle Officine Grandi Riparazioni con “Startup Week”, la più grande riunione di giovani aziende del globo.
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INNOVAZIONE
I migliori innovatori del mondo a Torino. EDOARDO NASTRI
■ A Torino si parla di futuro. La Turin Startup Week di Techstars, l’evento dedicato alle migliori start up del mondo, si svolge nel capoluogo piemontese alle Officine Grandi Riparazioni dal 25 al 28 giugno con appuntamenti dedicati alle nuove attività imprenditoriali di tutti i settori: mobilità compresa. Secondo i dati del Ministero dello Sviluppo economico, alla fine del primo trimestre del 2019, nel nostro Paese le start up iscritte alla sezione speciale del registro delle imprese erano più di 10mila, in aumento del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2018. Gli organizzatori si attendono la partecipazione di migliaia di persone (di cui la maggior parte ha meno di 35 anni), che assisteranno a più di 100 incontri con ceo, fondatori e manager di alcune delle più importanti giovani aziende globali. La Startup Week è già stata organizzata in più di 60 città nel mondo tra cui Los Angeles, Sydney, Taipei, Bangkok, Città del Messico e Dublino. Mobilità al centro Tra gli appuntamenti di maggior interesse per chi cerca qualche risposta sulla mobilità del futuro c’è l’appuntamento con “Future Mobility: la tavola rotonda dedicata alla nascita di nuovi modelli di business collaborativi tra start up, industrie, investitori e regolatori”. Alla discussione partecipano tra gli altri, Paolo Pininfarina, presidente di Pininfarina Spa, Giorgio Marsiaj, presidente di Sabelt e dell’Amma
(Aziende Meccaniche Meccatroniche Associate) e Ludovico Campa e Sergio Pininfarina, i giovani fondatori della start up Tuc.Tecnology. Molti i temi trattati: dal ruolo del design e dei carrozzieri nella mobilità del futuro, alla sicurezza delle auto robot, fino al rapporto tra le grandi realtà industriali tradizionali con le piccole società emergenti che in Italia crescono sempre di più. Appuntamento con il futuro Il convegno “Le sfide della guida autonoma, l’impatto sul territorio e sui modelli di business. Dal progetto Smart Road al futuro è un evento dedicato a tutte le possibili forme del muoversi di domani. Tra i relatori, Gabriele Gresta, co-fondatore di Hyperloop Global, la start up che ha inventato il treno che sfreccia sospeso alla velocità di 1.223 chilometri orari sfruttando la levitazione magnetica passiva. A Paola Pisano, assessore all’innovazione del Comune del capoluogo piemontese, tocca illustrare i piani per far diventare Torino la città europea di riferimento per la mobilità connessa. I progetti rientrano all’interno del Torino City Lab, una piattaforma urbana pensata per creare condizioni semplificate per imprese che vogliono condurre attività di test di guida autonoma o start up di mobilità in condizioni reali. Un “laboratorio d’innovazione” aperto e diffuso su tutta l’area della città. 28 Giugno 2019 ·
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BUSINESS
Tesla e le altre. Start up crescono. GIOVANNI BARBERO
■ “Siamo sulla buona strada per stabilire il record di vendite, ma la vetta è raggiungibile solo se ci focalizziamo tutti sull’obiettivo”, le parole di Elon Musk, numero uno di Tesla, scritte in un’email inviata in questi giorni ai dipendenti, puntano a riunire il team in un momento importante per la storia dell’azienda: la ex start up americana di auto elettriche – ora industria vera e propria – vuole consegnare per la prima volta circa 100mila vetture nel secondo trimestreche sta per concludersi. Nonostante gli analisti l’abbiano data per morta numerose volte e il titolo abbia perso il 36,8% in Borsa nei primi sei mesi del 2019, Tesla oggi da lavoro a 45mila persone e vale all’indice telematico circa 40 miliardi di dollari. Passare da start up a colosso industriale non è un passo di poco conto: secondo i dati del Global Entrepreneurship Monitor – l’istituto che studia i fenomeni imprenditoriali a livello mondiale – l’80% delle nuove società emergenti è infatti destinato a chiudere nei primi due anni di vita. I robot di Mountain View Il successo di idee nuove non è garantito nemmeno quando al centro c’è la questione mobilità. In molti ci hanno provato, solo qualcuno ci è riuscito. Il denominatore comune è l’incertezza del futuro. Waymo ne è un esempio: la società americana dedicata allo sviluppo di software per la guida autonomaha iniziato la sua attività nel 2009 come azienda dipendente da Google. L’idea sembrava folle: sviluppare un programma da poter installare su qualsiasi vettura per renderla completamente autonoma. In un capannone segreto del quartier generale secreto di Google a Mountain View, 15 ingegneri guidati da Sergey Brin, creano i primi algoritmi che cambieranno il futuro della mobilità. 4
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Primi test su strada I primi risultati concreti del progetto Waymo si vedono nel 2010: alcuni Stati americani esprimono preoccupazione, mancano infatti normative adeguate per far viaggiare, anche in via sperimentale, auto senza conducente sulle strade pubbliche. Pioniere negli Usa è il Nevada che nel 2011 approva una legge ad hoc. Dopo circa un anno una Toyota Prius modificata con la tecnologia driverless di Google può circolare nei dintorni di Las Vegas. Oggi Waymo è una società indipendente da Google e ha partnership per la realizzazione di auto-robot con molti gruppi automobilistici, tra cui Fca, Renault-Nissan e Jaguar Land Rover. Rimane da chiedersi se in futuro i costruttori di vetture riusciranno a mantenere una propria indipendenzaoppure se, nel lungo periodo, verranno inglobati da altri operatori, diventando semplicemente fornitori di box di lamiera “farciti” di software per poter essere venduti. Uber tra burocrazia e futuro Sul ring della mobilità di domani ci sono moltissimi giovani avversari. Uber è uno di questi e ha avuto un percorso più travagliato di quello di Waymo: è nato come una vera start up, senza poter quindi contare sui grandi fondi economici di un colosso come Google. L’idea alla base del progetto era quella di fornire un servizio di trasporto automobilistico privato gestibile dallo smartphone. Il 2009 è l’anno della fondazione della società a fronte di un capitale iniziale di 250mila dollari, ma già nel 2010 gli annalisti stimavano il valore di Uber in circa 4 milioni di dollari. Oggi la società è quotata in borsa per una capitalizzazione di circa 73 miliardi di dollari, opera in 77 nazioni e più di 616 città in tutto il mondo. In Italia Uber c’è dal 2013, ma in seguito a diverse controversie legali – legate al problema della concorrenza sleale tra il servizio e i taxi con obbligo di licenza – è attualmente disponibile in alcune città solo nella versione più costosa “UberBlack”.
INNOVAZIONE
Aquarius Engines, motore da record. LUCA GAIETTA ■ Tra le start up dedite alla produzione di componenti in ambito automotive c’è anche l’israeliana Aquarius Engines. Questa ha ideato un motore termico a benzina, ancora in fase di sviluppo, che vanta rispetto ai tradizio-
Per capire meglio Tuc, possiamo paragonarlo alla presa che serve per inserire la chiavetta usb nel computer. “Tuc. technology rappresenta un grande passo in avanti che aprirà nuove frontiere nella mobilità”, ci spiega Ludovico Campana, co-fondatore e inventore della tecnologia.
nali propulsori bassissimi costi di produzione (si parla di circa 100 dollari per unità) e consumi da record.
Come funziona Tuc è un connettore modulabile che incrementa l’intero sistema elettronico dei veicoli. Grazie allo sviluppo di un metodo di fissaggio brevettato permette di ancorare, alimentare e connettere qualsiasi elemento collegato al pianale della vettura. La gestione dei dati è affidata a un computer, il cervello del sistema, che Campana e Pininfarina hanno battezzato “Tuc Brain”. “Siamo in grado di offrire ai costruttori di veicoli e componentistica una soluzione per fronteggiare il cambiamento della mobilità”, spiega Sergio Pininfarina, amministratore e direttore commerciale della start up.
Un unico pistone Il singolare motore ha già destato l’interesse di diversi costruttori automobilistici tra i quali Peugeot. Stando alle poche informazioni tecniche diffuse per adesso dalla Aquarius Engines, sarebbe composto da meno di 20 parti e funzionerebbe con una singola azione meccanica sfruttando un unico pistone che si muove lateralmente in una struttura con massa e dimensioni ridotte al minimo.
Per la mobilità condivisa Gli interni delle vetture possono così diventare ancora più personalizzabili a seconda della funzione del modello. Il pianale del veicolo si trasforma in una piattaforma da arredare a seconda delle esigenze del cliente e della funzione svolta del mezzo. La tecnologia può essere sfruttata anche nel campo della mobilità condivisa: dallo smartphone ogni utente può controllare la configurazione degli interni del veicolo e modificarli secondo le sue necessità.
Fino a 1.600 chilometri con un pieno “Si tratta del propulsore termico in grado di garantire probabilmente la più alta efficienza che si possa ottenere con le più basse emissioni e il più elevato rapporto peso/ potenza”, ha detto Gal Fridman, co-fondatore di Aquarius Engine. “È capace di percorrere con un pieno di carburante fino a 1.600 chilometri ed è stato progettato per trovare diversi impieghi: tra i quali quello di fungere come range extender sulle auto elettriche”.
INNOVAZIONE
Tuc, l’usb della mobilità. EDOARDO NASTRI ■ Una presa inserita nel pianale delle automobili sarà in grado di rivoluzionare la mobilità del futuro. Tuc.technology è una start up italiana nata a Torino dall’idea dei giovani Ludovico Campana e Sergio Pininfarina che propone una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’auto. Su un pianale tradizionale vengono installati dei connettori digitali implementabili in fase progettuale o di restyling di un modello, dotati di un sistema di fissaggio e di alimentazione a cui è possibile collegare ogni componente della vettura. Dai sedili alla plancia, dagli schermi alla macchinetta del caffè.
INNOVAZIONE
Apple compra Drive.ai. PAOLO BORGOGNONE ■ Apple ha confermato di aver acquistato Drive.ai, una start up specializzata nella ricerca nel campo della guida autonoma. La notizia era stata anticipata dal sito The Information ed è stata ora confermata dal management di Cupertino che dovrebbe sborsare una cifra intorno ai 77 milioni di dollari. 28 Giugno 2019 ·
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All’avanguardia tecnica Drive.ai – fondata nel 2015 come spin off del laboratorio di intelligenza artificiale della Stanford University – è stata tra le prime start up a ricevere il via libera delle autorità californiane per le prove su strada dei veicoli robot. A maggio del 2018 erano iniziati i test su strada anche a Frisco, Texas e a ottobre dello stesso anno Drive.ai aveva annunciato che avrebbe lanciato un servizio di robotaxi ad Arlington, sempre nello stato del sud. Entrata in crisi, nonostante soltanto due anni fa avesse una valutazione stimata in oltre 200 milioni di dollari e avesse ricevuto finanziamenti – tra gli altri – anche da importanti operatori internazionali di ride hailing come Grab e Lyft, Drive.ai aveva recentemente comunicato alle autorità californiane la sua intenzione di licenziare 90 persone. Questa forza lavoro dovrebbe essere ora assorbita da Apple, mentre non si conosce ancora il destino degli impiegati in Texas. Rinnovate ambizioni Nella Silicon Valley è prassi comune per le grandi aziende acquisire start up in difficoltà principalmente per assumerne gli ingegneri, una mossa conosciuta nel settore come “acquihire”. Apple è in gara contro i rivali come Waymo per sviluppare la guida autonoma. Dopo un periodo nel quale sembrava aver accantonato i suo progetti, nell’ultimo anno la “mela” ha rinnovato i propri sforzi, assumendo (di nuovo) l’ex capo ingegnere di Tesla Doug Field come responsabile dell’intera operazione, con alle proprie dipendenze oltre 5mila lavoratori. Apple sta lavorando soprattutto sullo sviluppo di componenti chiave della guida autonoma, come i sensori e il software necessario all’intelligenza artificiale al volante.
BUSINESS
Cina, dove va l’auto elettrica. PATRIZIA LICATA 6
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■ L’industria cinese dell’auto elettrica rischia una brusca frenata: troppi produttori che potrebbero non trovare mai sbocco sul mercato. Favorite dai sussidi del governo di Pechino all’acquisto dei veicoli a basse emissioni, le aziende dell’auto elettrica sono spuntate in Cina come funghi: sono 330, secondo Reuters, oltre 450 per la China Association of Automobile Manufacturers. Potranno sopravvivere senza il piano di incentivi di Pechino che termina nel 2020? Le banche sembrano credere di no: nei primi sei mesi del 2019 le start up cinesi dell’auto a batteria hanno attratto appena 783 milioni di dollari dagli investitori contro i 6 miliardi raccolti nello stesso periodo del 2018 (dati di PitchBook). Il trend negativo è iniziato nella seconda metà dell’anno scorso, quando gli investitori hanno sborsato solo 1,7 miliardi di dollari. Pechino toglie i sussidi Nei piani del governo di Pechino i cosiddetti new energy vehicles (auto elettriche a batteria, ibride e ibride plug-in e auto a idrogeno) dovranno rappresentare in Cina il 20% delle vendite di auto nuove nel 2025 contro l’attuale 5%. Gli incentivi all’acquisto hanno funzionato (1 milione di auto elettriche vendute nel 2018), hanno stimolato la nascita di imprese locali e hanno ovviamente attratto anche i costruttori esteri, a cominciare da Tesla, che dovrebbe avviare nella seconda metà dell’anno la produzione dal suo nuovo stabilimento a Shanghai. Tuttavia i sussidi di Pechino stanno per terminare e gli effetti già si fanno sentire: a maggio le vendite di auto a basse emissioni sono cresciute solo dell’1,8% contro il +18,1% di aprile e il +62% dell’intero 2018. “È una fase cruciale in cui si decide della sopravvivenza di tante start up”, ha dichiarato Thomas Fang, analista di Roland Berger a Shanghai. Molte di queste aziende sono in realtà molto piccole e ferme a un prototipo e, come dice Wei Qing, managing director di Sailing Capital, “Ci sono troppi punti interrogativi, non è chiaro come si arriverà alla produzione di massa”. La stessa Sailing Capital ha incontrato 20 start up cinesi dell’auto elettrica a inizio anno per poi decidere di non investire in nessuna. La prova del mercato La corsa all’elettrico cinese dovrà dunque diventare più disciplinata. Il potenziale per i veicoli a emissioni zero è enorme, perché il tasso di penetrazione attuale è basso, “ma con spazi solo per i costruttori più competitivi, mentre i più deboli spariranno”, ha dichiarato Cui Dongshu, segretario generale della China Passen-
ger Car Association. Crescono le aziende più strutturate, come Byton, che ha il sostegno del costruttore Faw Group (un’azienda di proprietà statale) e del big delle batterie Catl, o come WM Motor, sostenuta dal colosso tecnologico Baidu (la cosiddetta Google cinese). Diverso il discorso per Nio. Considerata la più promettente start up cinese dell’elettrico, degna rivale per Tesla, ha dovuto dimezzare le previsioni sul volume di veicoli che potrà mettere in vendita. I tempi per ottenere la profittabilità si allungano e intanto la fiducia nel brand si è deteriorata dopo che tre auto elettriche Nio hanno preso fuoco. Se va così per Nio, ragionano gli investitori, figuriamoci per le start up più piccole con prototipi poco convincenti e piani industriali dai ritorni incerti.
ti strategici nell’ambito della logistica, del transito e altre applicazioni simili”. Aurora collabora già con Volkswagen, Hyundai Motor e la cinese Byton per sviluppare e testare sistemi di auto guida adatti a una gamma di applicazioni che interessano Case automobilistiche, proprietari di flotte e altri. Fiat Chrysler dal canto suo ha una partnership con Waymo, lo spin off di Alphabet, alla quale fornisce minivan ibridi Chrysler Pacifica per la flotta di robotaxi attualmente operativa in Arizona. A febbraio, Aurora ha dichiarato di aver raccolto 530 milioni di dollari in nuovi finanziamenti.
INNOVAZIONE
Argo AI: Fca e Aurora, 15 milioni nuovi partner di dollari tecnologici. sull’autonoma. BUSINESS
FRANCESCO GIANNINI
PAOLO BORGOGNONE
■ La start up Aurora – specializzata in software per vetture automome – ha annunciato che collaborerà con FCA alla realizzazione di nuove piattaforme per veicoli commerciali senza conducente. I termini finanziari dell’accordo non sono stati divulgati Quella delle consegne con mezzi driverless è una delle applicazioni più interessanti per molte Case automobilstiche della nuova tecnologia di auto guida e anche una delle più vicine a essere realizzata su larga scala.
■ Argo AI, società spin-off di Ford, specializzata negli studi sull’auto robot, investirà 15 milioni di dollari in cinque anni per creare un centro per la ricerca sui veicoli autonomi presso la Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Pennsylvania, molto conosciuta nel settore proprio per i suoi studi di robotica. Secondo quanto spiegato dalla stessa Argo AI, il nuovo Carnegie Mellon University Argo AI Center for Autonomous Vehicle Research si concentrerà sulla percezione avanzata e gli algoritmi decisionali per i veicoli driverless.
Collaborazioni internazionali Per Aurora si tratta dell’ennesima collaborazione con un costruttore internazionale. “L’accordo – è scritto in una breve nota della società con sede a Palo Alto, in California – ci consentirà di offrire una varietà di soluzioni ai clien-
Un altro passo avanti L’investimento appena annunciato segue l’introduzione di Argoverse, una serie mappe ad alta definizione e altri dati che Argo AI ha rilasciato gratuitamente ai ricerca28 Giugno 2019 ·
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tori. Argoverse è stato creato per dare agli accademici la possibilità di studiare l’impatto che le mappe ad alta definizione hanno sulla percezione da parte dell’intelligenza artificiale e sulla capacità di quest’ultima di identificare e monitorare gli oggetti sulla strada e prevedere in quale direzione si muoveranno. “Siamo entusiasti di approfondire la nostra partnership con Argo AI per plasmare il futuro delle tecnologie di guida autonoma”, ha dichiarato il presidente della Carnegie Mellon University, Farnam Jahanian. “Insieme, possiamo accelerare la ricerca nel settore dei veicoli robot”. Legame forte Le due realtà hanno già iniziato a collaborare nel 2017, quando Argo AI ha stretto una partnership con la Carnegie Mellon University e il Georgia Institute of Technology per creare un team capace di “spingersi ai limiti nella visione artificiale e nell’apprendimento automatico”. Ma c’è anche una connessione personale. Argo AI è stata fondata da un team con profonde radici nell’istituzione accademica di Pittsburgh: il co-fondatore e presidente Peter Rander ha conseguito i suoi master e dottorati di ricerca presso questa università. Lui e il ceo di Argo AI Bryan Salesky hanno lavorato insieme per molti anni al National Robotics Engineering Center, un’unità all’interno del Robotics Institute della Carnegie Mellon University.
AUTO E MOTO
Bmw Vision M Next, sportività elettrificata. EDOARDO NASTRI ■ “Sportive, elettriche e connesse”. Le parole di Harald Krüger, ceo di Bmw, durante l’evento #NextGen, descrivono come saranno le vetture sportive del costruttore bavarese in futuro. Ad anticiparne stile e contenuti è la Vision M Next, “una vettura che offre uno sguardo sul nostro futuro”, dice Adrian van Hooydonk, responsabile del design del gruppo premium tedesco. “Questa concept dimostra come tecnologia e guida a basse emissioni siano in grado di restituire un’esperienza di guida unica, pura e coinvolgente anche dal punto di vista emotivo”. La M Next adotta un sistema propulsivo di tipo ibrido plug-in, con un motore termico che muove le ruote po8
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steriori e due elettrici su ciascun asse. Le prestazioni sono da urlo: 3 secondi per lo 0-100 e 300 chilometri orari di velocità massima per 600 cavalli di potenza. Grazie alle batterie che alimentano i motori elettrici, la Casa dichiara che la M Next può percorrere in modalità elettrica fino a 100 chilometri con un solo pieno di energia. Lo stile degli interni è decisamente futuristico e sono state utilizzate tecnologie per migliorare la vita a bordo e il confort dei passeggeri. La M Next riconosce il viso del proprietario e sblocca così le portiere. Inoltre nei porta bicchieri sulla consolle centrale è stato installato un giroscopio per scongiurare perdite di liquidi durante la guida sportiva. 25 modelli a batterie entro il 2023 I piani di elettrificazione della gamma Bmw sono stati anticipati di due anni rispetto a quanto dichiarato precedentemente. L’obiettivo ora è quello di introdurre sul mercato 25 modelli a batterie entro il 2023, di cui 12 completamente elettrici. Il prossimo anno inoltre verrà aggiunta alle ibride plug-in del gruppo la modalità di guida “eDrive Zones”, una funzione che riconosce le zone urbane a zero o basse emissioni e, se c’è sufficiente autonomia della batteria, fa muovere la vettura automaticamente in elettrico. Il sistema elabora i dati in sinergia con il navigatore satellitare.
AUTO E MOTO
Volkswagen Passat, otto e mezzo. ALESSANDRO MARCHETTI TRICAMO ■ FRANCOFORTE – Un nome che per intere generazioni ha significato la familiare per eccellenza. Un benchmark per le rivali in un segmento, all’epoca, anco-
ra tutto da esplorare. È la Volkswagen Passat, una storia iniziata nel 1973 con le forme tradizionali a berlina ma che in quella station Variant ha trovato, soprattutto da noi, successo e consacrazione per un totale di oltre 30 milioni di unità vendute nel mondo. Ottava rinnovata Ora arriva il rinnovamento di mezza età della ottava generazione, sia nella versione Variant che berlina: “Nonostante in Europa la familiare conti per il 70% delle vendite la tradizionale berlina resterà ancora in listino per molto tempo”, spiegano i tedeschi. Stilisticamente cambia poco o nulla. Le dimensioni restano le stesse. Le novità più grandi arrivano dalla dotazione digitale con per esempio l’introduzione del Travel Assist, una intelligenza artificiale in grado di far viaggiare l’auto in modalità parzialmente autonoma. I chip tengono la vettura tedesca in strada senza alcun intervento del guidatore ma sono pronti a richiamare l’attenzione se l’assenza delle mani sul volante si protrae per troppo tempo. La Passat può contare su un solo motore a benzina 1.5 TSI da 150 cavalli mentre più ampia è la scelta diesel: 1.6 TDI da 120 cavalli, 2.0 TDI da 150, 190 e 240 cavalli. La GTE che viaggia a zero emissioni A disposizione anche la versione ibrida ricaricabile plug-in dove il motore a benzina 1.4 TSI è abbinato ad un elettrico da 85 chilowatt posto sull’anteriore con batteria composta da 96 celle al litio (prodotte da Samsung) da 13 chilowattora è una potenza complessiva equivalente a 218 cavalli con cambio automatico DSG. Le batterie sono posizionate sul posteriore per un peso di 135 chilogrammi. L’autonomia della GTE con il solo motore elettrico a zero emissioni di 56 chilometri nel nuovo ciclo WLTP. A patto di utilizzare al massimo la funzione B del cambio automatico che aumenta la capacità di recupero dell’energia in frenata. La velocità massima in solo elettrico è di 140 chilometri all’ora. Quanto costa Disponibile anche nelle versioni Alltrack fuoristrada e sportiva RLine edition, la Passat è già ordinabile con consegne da settembre e prezzi che per la Variant partono dai 34.600 euro della 1.5 TSI con cambio manuale e allestimento Business (37.350 euro per le diesel con il 1.6 TDI DSG a 7 rapporti Business). Il prezzo di listino della GTE ibrida plug-in è di 51.950 euro, 41.900 euro con IVA esclusa.
AUTO E MOTO
Mazda MX-5, parola di giapponesi. FRANCESCO PATERNÒ
■ A Torino, in occasione del salone al Parco del Valentino, la Mazda ha presentato l’edizione del trentennale della MX-5, la spider più venduta al mondo. Oltre un milione dall’arrivo sul mercato nel 1989, di cui ben 450.000 finite ai clienti nei primi otto anni di commercializzazione. A oggi le generazioni sono quattro, più una miriade di edizioni speciali, tutte nello spirito originario del progetto: una sportiva leggera a trazione posteriore che trasmettesse piacere di guida anche soltanto a guardarla. Dall’America con orgoglio “Quanti di voi parcheggiano la propria auto e poi si girano ancora a cercarla con gli occhi?”, ci dice con orgoglio Tom Matano, settantaduenne di Nagasaki, il primo designer della MX-5, venuto per l’occasione a Torino da San Francisco dove vive e dove ogni tanto fa ancora “consulenze sul design”. Matano sostiene che la sua spider “fa ancora girare la testa” e di “essere stato fortunato a essere coinvolto nel progetto dall’inizio”: era il 1983 e lui era appena andato a dirigere il centro di design Mazda in America, dove fu concepita l’idea della spider e dove è stato il suo primo mercato per lunghi anni. Le sue tre auto italiane Matano ci racconta che, oltre di stile, ha fatto studi di ingegneria e questo lo ha aiutato molto, perché la MX-5 fu un progetto pianificato in tutto per tutto edizioni speciali comprese, un modo di lavorare profondamente giapponese. Ci fa vedere una sua foto da giovane, capelli neri folti al vento, a fianco della sua Fiat 850 spider. Possiede anche una Abarth 1300 e una rarissima De Tomaso Vallelunga, “tre auto italiane che amo molto, più una MX-5 blu del 28 Giugno 2019 ·
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1996 comprata senza sconto aziendale con interni grigio chiari, il colore dei miei capelli”. Che dice di questa spider oggi? Sorride furbamente, strizza gli occhi: “Credo che il progetto continuerà per almeno altri trent’anni”. 24 anni per MX-5 Al suo fianco c’è Nobuhiro Yamamoto, venuto a Torino dal quartier generale di Hiroshima, il papà delle terza e quarta generazione della MX-5, 46 anni passati fin qui in Mazda di cui “22 dedicati al motore rotativo e 24 alla MX5” che ripercorre il successo di un progetto ancorandolo sostanzialmente a un concetto: “È stata pensata da subito con una posizione di guida centrata sull’essere umano”. Numeri e leggende Il resto sono numeri e un po’ leggenda. Dalle vendite a mille costringendo la concorrenza a tornare a metà degli anni ’90 in un settore che storicamente era stato fin lì appannaggio dei costruttori inglesi e italiani, all’idea iniziale della piccola spider suggerita da un giornalista americano (che conosceva un po’ la lingua giapponese) al capo degli ingegneri di Mazda Kenichi Yamamoto, poi diventato nel 1984 presidente del marchio. Domani? La MX-5, al giro di boa dei 40 anni, potrebbe essere stata già elettrificata.
AUTO E MOTO
Mercedes Gls, per un tocco in più. VALERIO ANTONINI
Particolari di Classe La Casa di Stoccarda ha poi aggiunto alcuni particolari che avvicinano la Gls alla berlina di lusso Classe S: climatizzatore automatico a cinque zone e display touchscreen montati dietro i poggiatesta anteriori. La terza fila di sedili dispone di poltrone riscaldabili e il vano bagagli raggiunge ora una capacità di carico pari a 2.400 litri. Dal punto di vista estetico, Gls sembra una versione più grande del suv coupé Gle, recentemente rinnovato, da cui eredita in particolare il frontale caratterizzato dal nuovo disegno della griglia centrale, privo di razze verticali. Nonostante dimensioni (5,21 metri di lunghezza) e peso (2.490 chili) da record, la “Classe S dei suv” risulta più agile del previsto, grazie anche alle nuove sospensioni idro-pneumatiche Airmatic: controllate dal sistema elettronico E-Active Body Control, si adattano elettronicamente al manto stradale. Il dispositivo monitora di continuo il comportamento di ogni singola ruota, incrementando la trazione anche in situazioni di bassa aderenza. I gruppi ottici sono formati da 112 led per ogni faro, illuminano fino a 650 metri di profondità. Il nuovo GLS si inserisce all’interno di un mercato – quello dei suv premium di segmento F – agguerrito dalla concorrenza di Bmw X7 e Audi Q7. Nuova alimentazione EQ Boost Il motore benzina 8 cilindri biturbo da 4 litri, con cambio automatico 9G-Tronic a nove rapporti, diventa ora EQ Boost: una piccola batteria da 48 volt supporta il propulsore endotermico e permette al sistema di erogare complessivamente 489 cavalli. Pensatoa soprattutto per i mercati di Usa e Cina, Gls arriverà anche in Europa entro la fine del 2019. Prezzi a partire da circa 75mila euro.
AUTO E MOTO
Zafira Life, la monovolume Opel si fa van. PAOLO ODINZOV
■ Mercedes aggiorna la terza generazione del suv Gls, ancora più spazioso e avanzato. Rispetto alla versione precedente, il modello tedesco è più lungo di 51 millimetri e più largo di 22, differenze che permettono ai passeggeri di averne nel complesso altri 86 di profondità, utili per stendere le gambe. 10
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■ FRANCOFORTE – Tre misure, per una lunghezza di 4,6, 4,9 e 5,3 metri, e un abitacolo che guadagna due posti in più per ospitare a bordo fino a 9 persone. Cambia così la Opel Zafira nella sua quarta generazione, già ordinabile con un listino a partire da 34.830 euro. Dopo aver venduto dal lancio nel 1999 oltre 2,7 milioni di unità, delle quali 300mila in Italia, la tedesca diventa “Life”. Abbandona i panni di monovolume, visto il forte calo della categoria in Europa (-59% delle immatricolazioni negli ultimi 6 anni), per vestire quelli di minivan e
dotata di una trazione integrale realizzata dagli specialisti di fuoristrada di Dangel. Il piano PACE! e l’elettrificazione di Opel “Con la nuova Zafira Life, Opel prosegue la realizzazione del piano strategico PACE!” dice il ceo Michael Lochscheller. “Entro la fine del 2020 lanceremo sul mercato otto nuove vetture tra modelli inediti e restyling. Abbiamo inoltre già aperto la raccolta ordini di due auto a batteria, la versione a zero emissioni dell’ultima generazione di Corsa e la Grandland X ibrida plug-in, che aprono la via alla elettrificazione del nostro marchio”.
approdare a un segmento alla ribalta nel mercato (+54% dal 2014). “La Zafira Life punta come da tradizione del modello a soddisfare le esigenze della famiglie numerose”, spiegano i progettisti. “Ma è pronta a ritagliarsi uno spazio importante anche come shuttle per il trasporto aziendale e alberghiero”. Prodotta in Francia La Zafira Life è prodotta in Francia a Valenciennes nella fabbrica Sevel Nord del gruppo Psa (Peugeot Citroën) di cui dal 2017 fa parte anche Opel. Propone un abitacolo con una capacità di carico fino a 4.500 litri, estremamente versatile e super trasformabile. Dotata di porte scorrevoli posteriori permette a seconda degli allestimenti (Enjoy, Innovation, Business e Business Innovation) perfino di ottenere nella parte dietro un piccolo salotto con tanto di tavolino centrale. Peccato solo che a bordo vi sia come equipaggiamento standard una sola presa Usb con la quale è comunque possibile interfacciare gli smartphone ai sistemi d’infotainment Multimedia e Multimedia Navi con schermo da 7 pollici. Una fortezza su 4 ruote Sotto la carrozzeria, distinta da una linea pulita e che interpreta in maniera extra large il family feeling del marchio, la Zafira Life può montare 14 sistemi di sicurezza attiva, tra i quali il cruise control adattivo basato su telecamera e radar, che ne fanno una vera fortezza su quattro ruote. Si distingue poi per le numerose dotazioni hi-tech, ad esempio l’head up display, che si uniscono a bordo a plus da categoria superiore: come il tetto panoramico in due sezioni e il lunotto del portellone apribile separatamente. Dal 2021 anche elettrica a zero emissioni La gamma motori della Zafira Life prevede al momento due unità a gasolio, un 1.5 da 102 o 120 cavalli e un 2.0 da 150 o 177 cavalli, con emissioni e consumi – stando ai dati dichiarati dal costruttore – ridotti fino a 4,7 per 100 chilometri e 127 grammi di CO2 per chilometro. Mentre dal 2021 la tedesca sarà proposta anche in una versione completamente elettrica a zero emissioni. A seconda del tipo i propulsori possono essere abbinati ad una trasmissione manuale o automatica a otto rapporti. Oltre a disporre del sistema di controllo della trazione IntelliGrip per viaggiare senza problemi anche su fondi sconnessi e a bassa aderenza. Se non dovesse ancora bastare il pubblico più esigente può contare su una versione “off road” della vettura
AUTO E MOTO
Ford Puma, compatta ibrida. LUCA GAIETTA
■ Ford ha svelato immagini e contenuti della nuova Puma, in arrivo entro fine anno. Non si tratta di una riedizione della piccola coupé datata 1997 ma, come quest’ultima, di una vettura che rompe gli schemi nella sua categoria. La nuova Puma è infatti una crossover compatta dal piglio sportivo, lunga 4,19 metri, caratterizzata da una linea decisamente originale. Nella gamma del costruttore Usa è destinata a posizionarsi sopra la EcoSport e sotto la Kuga ed è subito riconoscibile per alcuni elementi distintivi sulla carrozzeria come i fari che si allungano nella parte superiore delle fiancate. Bagagliaio da 456 litri All’interno la nuova Puma è stata pensata in modo da garantire la massima flessibilità grazie alla possibilità di variare in mille modi la posizione dei sedili ricoperti da tessuti intercambiabili e lavabili. Per soddisfare ogni esigenza di carico può contare su un bagagliaio chiuso da un portellone 28 Giugno 2019 ·
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che si apre senza l’uso delle mani ed espandibile da 456 litri. Oltre a permettere di creare a bordo un piano di carico dove possono essere sistemati oggetti lunghi fino a 112 centimetri, che nasconde un sottofondo lavabile della capacità di 80 litri. “Durante la progettazione della vettura l’obiettivo è stato quello di offrire un livello di praticità senza precedenti in un prodotto che fosse compatto ed efficiente”, ha detto Norbert Steffens, che ha diretto lo sviluppo della Puma. Equipaggiamenti hi-tech La nuova Puma verrà prodotta in Romania nello stabilimento Ford di Craiova dove per l’occasione la Casa di Dearborn ha investito 1,5 miliardi di euro. In vendita a dicembre, con un prezzo che potrebbe aggirarsi intorno ai 20mila euro, è orientata in prevalenza a conquistare il pubblico più giovane. Per questo può contare a bordo su numerosi equipaggiamenti hi-tech. Ad esempio il sistema multimediale Sync3 con uno schermo da 8” pollici, compatibile con Apple CarPlay e Android Auto, che permette la funzione hotspot wi-fi per collegare all’auto fino a un massimo di dieci dispositivi. Oppure la strumentazione completamente digitale e configurabile nell’aspetto. Motori eco e sicurezza al top La gamma motori che prevede tra diverse unità diesel e benzina anche un sistema 1.0 EcoBoost mild hybrid 48 volt con potenze da 125 e 155 cavalli. Mentre per garantire la massima sicurezza sono presenti sulla vettura numerosi sistemi attivi: tra i quali il controllo della velocità adattativo con Stop&Go, il riconoscimento automatico dei limiti di velocità e un sistema radar per mantenere la distanza di sicurezza.
SPORT
Pikes Peak 2019, appuntamento da record. FRANCESCO GIANNINI ■ L’ultima domenica di giugno – come da tradizione – è dedicata alla Pikes Peak International Hill Climb, la spettacolare corsa in salita che si svolge ogni anno in Colorado, giunta alla 97esima edizione. Per raggiungere la vetta sulle Montagne Rocciose a 4.300 metri di altitudine, i partecipanti devono completare un lungo percorso su una strada pubblica di quasi 20 chilometri, con un dislivello complessivo di 1.439 metri, intervallato da 156 curve, la maggior parte delle quali senza parapetto. La pendenza media è del 7%. Mentre i piloti salgono, l’aria 12
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sempre più rarefatta limita la potenza dei motori a combustione del 20-30%. Le sorprese, quindi, sono sempre dietro l’angolo, nonostante il fatto che ormai tutto il percorso sia asfaltato. Fino al 2012 quasi tutta la seconda parte era sterrata. Tanti protagonisti Sono molti i protagonisti attesi lungo i tornanti della “Race to the clouds”, la corsa tra le nuovole che si disputa dal 1912. Tra questi Acura, marchio di lusso di Honda negli Usa, che ha svelato una versione ibrida del crossover Mdx preparata appositamente per la gara. L’auto eredita il motore endotermico della supercar Nsx, un V6 da 3.5 litri con cambio a doppia frizione e sette marce, a cui sono state aggiunte due unità elettriche al fine di raggiungere la massima potenza possibile: 400 cavalli. Le sospensioni attive sono state ottimizzate per la salita, un roll-bar aumenta la rigidità e protegge il pilota. Il peso complessivo della vettura è stato ridotto rimuovendo gran parte degli interni, compresi i sedili dei passeggeri. Oltre alla Mdx, Acura porta in Colorado anche una Rdx A-Spec modificata con un compressore elettrico alimentato da un piccolo sistema ibrido da 48 volt. A caccia del primato Tra i modelli equipaggiati con motori tradizionali è a caccia di record la Bentley Continental GT. L’auto è alimentata da un potente V12 biturbo da 626 cavalli e pesa quasi 2 tonnellate e mezzo. Al volante ci sarà una vecchia conoscenza della Pikes Peak, quel Rhys Millen, che – dopo aver stabilito nel 2018 il record nella categoria suv a bordo di una Bentayga – tenterà di infrangere il primato assoluto delle gran turismo fissato nel 2014 da una Porsche 911 S. Per farlo, il pilota nato in Nuova Zelanda (che vanta un cameo a Hollywood nel franchise “Fast & Furious”) dovrà completare il percorso in meno di 10 minuti, 26 secondi e 9 decimi. Nell’edizione 2018, Romain Dumas ha stabilito il record assoluto al volante della Volkswagen I.D. R, hypercar a batteria da quasi 700 cavalli. Il pilota francese ha tagliato il traguardo in poco più di 7 minuti e 57 secondi, stracciando il precedente primato di Sèbastian Loeb su Peugeot 208 T16 (8’:13”). Un tempo difficile da battere quest’anno. Al volante del prototipo tedesco di Volkswagen Motorsports, Dumas ha fissato quest’anno anche il record elettrico sul giro lungo del Nurburgring (6,05 minuti) dopo aver fatto lo stesso nel 2018, sul breve rettilineo di Goodwood al Festival of Speed (43,86 secondi).
AUTO E MOTO
INNOVAZIONE
CB750 Four, sulla cresta dell’Honda.
Bmw, 25 elettrificate entro il 2023.
ANTONIO VITILLO
REDAZIONE
■ Honda ha scelto il Wheels&Waves di Biarritz, il raduno francese che mette insieme motociclisti e surfisti da tutto il mondo, per festeggiare i 50 anni dal debutto della CB750 Four. Durante il celebre festival internazionale delle moto “customizzate”, Honda Motor Europe ha affiancato a una “Four” originale del 1969 ben dodici diverse interpretazioni della CB1000R, il modello di punta dell’attuale gamma
■ Bmw vuole accelerare sull’elettrificazione. Secondo il Frankfurter Allgemeine Zeitung il colosso bavarese avrebbe intenzione di mettere sul mercato 25 veicoli elettrificati entro il 2023. Si tratterebbe – se confermato, per ora la Casa non ha voluto commentare le indiscrezioni – di anticipare di due anni l’obiettivo, originariamente previsto per il 2025.L’affermazione sarebbe stata fatta dal ceo Harald Kruger nel corso di un incontro con esponenti del governo tedesco alla Cancelleria di Berlino. Allo stesso tempo Bmw avrebbe parlato anche di incrementare del 30% annuo il numero di veicoli a basse o zero emissioni immessi sul mercato ogni anno. Il gruppo tedesco ha in programma l’evento #Next Gen Bmw previsto dal 25 al 27 luglio a Monaco di Baviera, nel corso del quale svelerà molte delle sue future proposte a batteria.
“Neo Sports Cafe”. Molte di queste creazioni erano pressoché inedite e sono arrivate sulla costa basca dalla stessa Francia, dalla Spagna, dalla Svizzera e da Honda Italia. Dal nostro Paese, in particolare dallo stabilimento di Atessa (Chieti), sono giunte sia la CB1000R Limited Edition, solo 350 esemplari destinati al mercato europeo, sia la CB1000R Tribute, con cerchi a raggi e verniciatura color oro, chiari riferimenti alla “Four”. Leggenda a due ruote Omaggio alla capostipite che, grazie al glorioso motore quattro cilindri, mezzo secolo fa offrì un inedito e più elevato livello di prestazioni. Fu la prima moto di serie a servirsi dell’avviamento elettrico, oltre a proporre il freno a disco anteriore. Fra le CB1000R commemorative italiane, è stata esposta anche la “Pedrosa Replica”, omaggio all’ex pilota Honda realizzato in collaborazione fra Moto Macchion di Legnano (Milano) e Sc-Project. L’ottava edizione del Wheels&Waves si è tenuta alla metà di giugno. La crescente notorietà della manifestazione si deve soprattutto alla capacità di collegare la più genuina passione per le moto a quelle per il surf da onda, lo skateboard e la musica. Due eventi gemelli si tengono uno negli Stati Uniti e l’altro in Giappone.
La Germania si mobilita Solo pochi giorni fa le regioni dove hanno la loro sede i grandi costruttori tedeschi (la Baviera per Bmw e Audi, la Bassa Sassonia per Volkswagen e il Baden-Wuttember per Daimler e Porsche) avevano comunicato l’intenzione di lavorare insieme – coinvolgendo anche le Case – per creare i presupposti per un effettivo sviluppo della mobilità elettrica, con tagli alle tasse, una migliore rete di colonnine e la possibilità anche di realizzare paarcheggi gratuiti ad hoc. Giù le emissioni La Germania ha come obiettivo di abbassare entro il 2030 del 40% le sue emissioni rispetto al 1990. Un traguardo ambizioso ma ancora molto lontano. Sul banco degli imputati è stato messo in particolare il ministro dei trasporti Andreas Scheuer reo di non aver fatto abbastanza per facilitare la transizione verso la mobilità elettrica 28 Giugno 2019 ·
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BUSINESS
Germania, 10 milioni di elettriche nel 2030. PAOLO BORGOGNONE
ni tradizionali. I costruttori si sono comunque trovati d’accordo nel chiedere che il governo affianchi lo sforzo dell’industria dell’auto – che in Germania dà lavoro a oltre 800mila persone e vede investimenti delle Case per 40 miliardi di euro l’anno – con un programma di incentivi e ribassi delle tasse per l’acquisto di vetture a basse emissioni, oltre che attraverso il finanziamento dello sviluppo di un’infrastruttura di ricarica al passo con le vendite. Critiche verdi “L’incontro di Berlino non ha prodotto nulla di concreto nè un risultato visibile”. La critica è arrivata da Winfried Kretschmann – presidente del land del Baden Wuttemberg e membro del partito dei Verdi – che ha invece ricordato come il Paese sia ben lontano dal centrare l’obiettivo di ridurre – nel 2030 – del 40% le emissioni rispetto al 1990. “Serve una politica decisa – ha ribadito Kretschmann – basta parole e promesse”.
SMART MOBILITY
■ La Germania vuole avere 10 milioni di auto elettriche in strada entro il 2030. Ma per farlo servirà uno sforzo comune per realizzare una rete di punti di ricarica capillare che raggiunga tutti gli angoli del Paese. A questo proposito servirà un colossale investimento infrastrutturale, uno sforzo economico che non è stato ancora quantificato. È questo il risultato uscito dal tavolo sulla mobilità che si è tenuto a Berlino tra rappresentanti del governo e delle principali Case costruttrici tedesche. All’incontro – come ha riportato il quotidiano economico di Dusseldorf Handesblatt – hanno partecipato la cancelliera Angela Merkel, il ministro dell’economia Peter Altmaier e i suoi colleghi dei trasporti, Andreas Scheuer, delle finanze Olaf Scholz e dell’ambiente Svenja Schulze. Al tavolo alla Cancelleria di Berlino si sono seduti anche Harald Krueger, ceo di Bmw e Herbert Diess di Volkswagen, oltre ai principali sindacati dei metalmeccanici tedeschi. Non solo batterie L’incontro non è stato privo di momenti di tensione. Secondo la ricostruzione fatta dal quotidiano tedesco se Volkswagen ha scommesso tutto sulla mobilità a batteria, i suoi concorrenti principali, Bmw e Daimler hanno sottolineato invece l’importanza di non concentrarsi esclusivamente su un futuro elettrico e hanno chiesto che nel piano d’azione che dovrà essere definito probabilmente in un prossimo incontro in autunno vengano considerate anche forme di sostegno alle motorizzazio14
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Alpine Pearls E-Tour, sfida a impatto zero. LINDA CAPECCI
■ Parte, dal 4 al 10 luglio, il primo Alpine E-Tour, una sfida tra auto elettriche lungo le vette delle Alpi al di qua e al di là dei nostri confini, nell’evento più sostenibile dell’anno. La competizione è patrocinata – tra gli altri – dalla Commissione Europea, dal ministero dell’Ambiente e dei Trasporti di Italia e Svizzera e dall’Ente Ricerca Sistema Energetico Italiano (RSE).
Non si corre Non si tratta di una sfida di velocità, ma di un evento a impatto zero, che vuole farsi promotore di un turismo “green” e della sua fusione con la E-mobility. Le protagoniste saranno 7 auto senza emissioni, con altrettanti equipaggi formati da esperti di mobilità elettrica, energie rinnovabili, turismo sostenibile e amministratori in campo ambientale. I team – tra cui Tesla Destination Tour, Alpine Green Experience, Power Cruise Control – si muoveranno su auto a batteria Nissan, Tesla, Renault, Bmw e Jaguar. Il percorso Punto di partenza la valdostana Cogne e arrivo a Bled, nel Parco Nazionale Triglav, in Slovenia, entrambe inserite nel 2018 tra le 100 mete più sostenibili al mondo. Le auto percorreranno un tragitto di 1.600 chilometri con un dislivello positivo di ben 16mila metri. Attraverso sei Paesi Usando solo elettroni verranno attraversati 6 paesi delle Alpi. Tra le tappe: Les Diablerets, Interlaken, Arosa, in Svizzera, Malles, Moso, Racines in Alto Adige, Moena in Trentino e Weissensee in Austria. Il percorso passa anche per Liechtenstein e Slovenia. A documentare il tour sarà una Social Troupe a bordo dello studio mobile Tesla Model X. Le perle alpine attraversate dalla carovana verranno valorizzate quindi anche dalle storie condivise in tempo reale sulle piattaforme social e su Spotify.
SMART MOBILITY
Rimini, un’estate a tutto sharing.
servizio in zona mare dove ci sono infrastrutture adatte per la circolazione dei monopattini a batteria”, spiega Roberta Frisoni, assessore alla Mobilità, “stiamo anche preparando una gara per individuare le aziende a cui affidare il noleggio di questa tipologia di mezzi. Vorremmo iniziare con un migliaio di esemplari per soddisfare le esigenze di residenti e turisti”. 900 nuove bici condivise In programma anche un nuovo sistema di bike sharing. Già l’anno scorso era stato avviato un servizio di bici condivisa limitato ai mesi estivi. Quest’anno il Comune pensa di replicare l’esperienza con circa 900 biciclette da utilizzare per spostamenti brevi e integrati ad altre modalità di trasporto pubblico. Stando ai piani, il bike sharing sarà attivo in tutta la città, con più bici a disposizione nelle zone a maggiore richiesta di questo tipologia di servizio: lungomare, Torre Pedrera a Miramare e centro storico. Debuttano gli scooter a batteria Infine, Rimini si prepara al debutto dello scooter sharing a batteria, un lancio che segue l’imminente installazione di 50 colonnine elettriche da parte di Be Charge. Anche in questo caso, il Comune sta predisponendo un bando ad hoc per affidare la gestione del servizio partendo con una cinquantina di motorini già da questa estate.
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Supplemento settimanale a l’Automobile
MARINA FANARA ■ Monopattini e scooter elettrici a noleggio e un nuovo servizio di bike sharing. Il Comune di Rimini ha deciso: quest’estate offrirà a turisti e cittadini sistemi innovativi e a impatto zero per muoversi in Riviera. Micromobilità: test sul lungomare Il primo progetto approvato dalla Giunta è l’avvio di un servizio sperimentale di monopattini elettrici che si potranno affittare nel rispetto delle regole fissate dal decreto sulla micromobilità elettrica emanato lo scorso 4 giugno dal ministro Infrastrutture e trasporti, Danilo Toninelli. “Stiamo pensando, in particolare, di testare il
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l’Automobile ACI
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LIFESTYLE
Fast & Furious a cartoni. VALERIO ANTONINI
■ In attesa dello spin-off “Hobbs e Shaw” – al cinema dal 16 luglio 2019 – con Dwayne Johnson (The Rock) e Jason Statham, la saga di Fast & Furious si arricchisce di un nuovo capitolo. Il colosso dell’animazione Dreamworks, infatti, lancia su Netflix una nuova serie intitolata “Fast & Furious: Spy Racers” che debutterà entro la fine dell’anno anche in Italia. È già online un breve trailer. Sulle orme di Dom La prima stagione è un prequel (l’azione si svolge prima di quella delle pellicole cinematografiche) e narra le vicende di Tony Toretto, cugino del protagonista di gran parte dei film, Dominic Toretto (interpretato sul grande schermo da Vin Diesel). Il giovane, seguendo le orme di “Dom”, viene reclutato da un’agenzia governativa per infiltrarsi all’interno di una pericolosa organizzazione criminale che sta progettando di dominare il mondo. Tim Hedrick e Bret Haaland sono i produttori esecutivi della serie, coadiuvati proprio da Mark Vincent Sinclair III, conosciuto da tutti col suo nome d’arte: Vin Diesel. 500 milioni di danni La scelta di trasformare la saga un cartone animato consentirà alla Casa cinematografica di risparmiare parec-
chio denaro. Infatti, il sito web cbr.com, avvalendosi delle stime della compagnia assicurativa Insure the gap, ha evidenziato che i danni dovuti a incidenti automobilistici sui set di Fast & Furious ammontano a oltre 500 milioni di dollari. Incassi da record e spese folli “The Fast of the Furious”, l’ottavo episodio della serie, ha incassato oltre un miliardo di dollari nel mondo, entrando nella top ten americana delle pellicole che hanno guadagnato di più al box office nel primo weekend d’uscita nelle sale. In una delle scene principali del film, ambientata in un vasto magazzino, sono stati riuniti decine di veicoli per un valore complessivo di circa 20 milioni di dollari, tra cui anche una Ferrari e due Lamborghini. Tra i modelli più particolari spicca un prototipo di Nissan, dedicato al compianto Paul Walker, da quasi 2 milioni di dollari di valutazione. L’attore californiano, scomparso prima di iniziare a girare quella che doveva essere la sua ultima partecipazione alla saga, era un collezionista di modelli del marchio giapponese. Possedeva anche una Skyline GT-R34 blu e argento del 1999 che mise a disposizione per le riprese del secondo capitolo 2 Fast & 2 Furious del 2003. 28 Giugno 2019 ·
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AUTO NIO
A scuola di lingue. La start up cinese fa sul serio e lancia un suv a batterie per sfidare sul mercato locale le rivali tedesche. Con l’aiuto di Nomi. THOMAS GEIGER ■ TIANJIN – Nio è il nome della start up fondata cinque anni fa come alternativa cinese a Tesla. E oggi, nonostante le tante parole spese sui media, sembra anche una promessa difficile da mantenere: un “cielo blu” (Nio in cinese) che il co-fondatore Lihong Qin dice presto sarà ovunque, con l’obiettivo a breve di oltre 500mila auto elettriche l’anno.
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A differenza di Faraday Future o Byton, le altre start up cinesi nate all’inseguimento di Tesla, Nio sembra comunque un passo avanti e ha lasciato che alle tante parole e proclami seguissero anche i primi fatti concreti: poco più di un anno fa, circa 16mila ES8 sono uscite dalla fabbrica di Hefei. E oggi tocca alla ES6, secondo modello di produzione di massa con cui Nio si prepara a sfidare i suv elettrici Audi e-tron e Mercedes EQC, in viaggio verso la Cina alla con-
...dal nostro mensile PUBBLICATO SUL NUMERO 30 - GIUGNO 2019
quista del mercato più importante e più grande del mondo per le auto a batteria. Per immaginare la ES6, pensate alle dimensioni di una Bmw X5 con 4,85 metri di lunghezza e un passo di 2,90 metri che lascia tanto spazio a bordo. Due sono i motori elettrici: insieme riescono ad erogare una potenza di 400 chilowatt e una coppia, immediata e senza attese, di 725 newtonmetri. Tanta roba che consente alle 2,3 tonnellate del suv cinese di passare da 0 a 100 in 4,7 secondi. Potendoselo permettere, per limiti di velocità e inevitabili ricadute in termini di autonomia, si può spingere la ES6 fino a 200 km/h. Il pacco batteria è da ricchi come piace in certi quartieri di Shanghai: 84 chilowattora di capacità sufficienti, in teoria, a viaggiare per oltre 500 chilometri. E nel caso si volesse risparmiare si può scegliere la batteria da 70 chilowattora per un’autonomia di 430 chilometri. A proposito di prezzo: in maniera indicativa i manager cinesi parlano dell’equivalente di circa 48mila euro, 7mila in meno con la batteria più piccola. In alternativa alla tradizionale ricarica, in Nio hanno pensato di offrire due soluzioni: un van con un generatore di energia pronto a raggiungere l’auto ovunque essa sia (missione impossibile in un Paese come la Cina …) o delle stazioni dove le batterie non vengono rifornite ma sostituite con altre cariche in soli tre minuti (almeno così garantiscono i tecnici cinesi). Un po’ come previsto nel
progetto fallito di Bertera Place. Ricordate? Le prestazioni della ES6 sono al livello delle rivali europee, con sospensioni pneumatiche standard, freni Brembo e una dinamica di guida che risente poco del peso elevato, lasciando un comportamento maneggevole anche nelle curve strette percorse in modo più “coraggioso”. L’interno è tipicamente cinese. Non per la selezione e qualità dei materiali, vicini dagli standard europei o per l'equipaggiamento che prevede, ad esempio, fari a Led, Head-up e funzione massaggio sul sedile, quanto per la soluzione scelta per il comfort del passeggero lato guida: una sorta di seduta da volo in prima classe che include un poggiagambe elettrico, un sostegno per i piedi sotto il vano portaoggetti e persino un enorme spazio per tacchi alti e borsa. Le donne cinesi ne andranno pazze. Per non parlare dell’assistente digitale: lasciati in Occidente i vari Siri, Alexa e l’“Hey Mercedes” della EQC, sulla ES6 si può contare su un amico elettronico di nome Nomi, che non solo parla, ascolta e prova a soddisfare tutti i desideri, ma cerca anche il contatto visivo, gira la sua piccola testa e mostra i suoi sentimenti. Peccato che Nomi parli solo cinese. Almeno fino ad ora. Ma dovrebbe imparare presto perché in cinque anni, ci dice Lihong Qin, Nio vorrebbe competere alla pari con le tedesche anche all’estero. A patto però di mandare Nomi a scuola di lingue.
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