l'Automobile Week n. 97

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Settimanale digitale • Anno 3 • Numero 97 • 13/9/2019

Supplemento settimanale a l’Automobile.

INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

La scossa tedesca. EDOARDO NASTRI ■ Francoforte dà la scossa all’Europa. Al Salone tedesco comandano i costruttori locali – veri protagonisti dell’evento – che presentano la maggior parte delle novità, accomunate da un unico denominatore: l’elettrificazione. Un fattore imprescindibile per l’evoluzione della gamma di ogni marchio, soprattutto con l’entrata in vigore dal prossimo anno nel Vecchio continente di normative sulle emissioni di CO2 sempre più stringenti. Il manifesto è la Volkswagen ID. 3, che presenta anche il nuovo logo del marchio per voltare

definitivamente pagina dopo il dieselgate (come ci spiega in queste pagine il capo del design Klaus Bischoff). L’industria automobilistica sembra dunque pronta ma non basta: serve più impegno da parte delle istituzioni attraverso investimenti in infrastrutture e aiuti per l’acquisto di auto a batteria. La Cancelliera Angela Merkel sembra d’accordo: “Sosterremo le aziende con nuove politiche d’incentivazione”, dice dal Salone. Non potrebbe fare diversamente: i dati negativi dell’economia tedesca pesano sui mercati. Se si ferma l’industria dell’auto in Germania si ferma il paese. E l’Europa.


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· 17 Maggio 2019


AUTO E MOTO

Salone di Francoforte, dentro e fuori. ALESSANDRO MARCHETTI TRICAMO

■ FRANCOFORTE – Dentro e fuori, un mondo diverso. In queste ore all’interno della Fiera di Francoforte va in scena il Salone dell’auto, evento dimezzato da assenze e ridimensionamenti ma appuntamento importante per avere indicazioni sul futuro del settore. La direzione intrapresa dall’industria è unica e condivisa: elettrificazione. Il manifesto si può considerare la nuova Volkswagen elettrica ID.3 modello che nelle promesse (e speranze) del gruppo tedesco dovrà garantire numeri milionari, alla pari del vecchio Beetle o della intramontabile Golf. La ID.3 è solo uno dei modelli a batteria che qui a Francoforte hanno invaso Hall e non solo. Mal contati sono circa venti. Non c’è interesse È sufficiente uscire dalle porte girevoli della fiera perché l’immagine del mondo ovattato vista all’interno, cambi rapidamente. Un sondaggio – con tutte le avvertenze del caso sulla rappresentatività – disegna ben altra realtà: i tedeschi non amano l’auto elettrica. E non la comprano. Secondo i numeri di un’indagine dell’azienda energeti-

ca Eon, ripresa da Bloomberg, appena il 16% di chi vive in Germania acquisterebbe una vettura a sole batterie. E i risultati si vedono dalle immatricolazioni: ogni mese si vendono circa 5mila elettriche e il “vecchio” diesel vale ancora il 30% del mercato. I numeri che pesano Numeri che di certo non faranno felice Volkswagen che ha deciso di investire fino al 2023 qualcosa come 30 miliardi di euro sull’elettrificazione della sua gamma. Le colonnine da queste parti sono 17.400: tante ma decisamente poche in un Paese dove circolano qualcosa come 47 milioni di auto. I prezzi poi non aiutano: la stessa ID.3 definita come “accessibile” ha un prezzo di partenza che si avvicina a 30mila euro. A questo punto non resta che aspettare di vedere se l’aumento dell’offerta possa in qualche modo stimolare interesse e domanda verso i veicoli a batteria, in Germania e altrove. Con una nota positiva: l’Italia è il mercato più promettente con un 36% dei clienti che acquisterebbe oggi un’auto elettrica. Un buon inizio. 13 Settembre 2019 ·

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AUTO E MOTO

Porsche Taycan, la prima elettrica. FRANCESCO PATERNÒ

■ BERLINO – La Taycan è la prima auto elettrica di Porsche dopo più di 70 anni di storia, dalla prima 356. Berlina quattro porte di quasi cinque metri (4,96) di lunghezza, Taycan è stata presentata a ridosso di un campo di pannelli solari che ornano la pista di un vecchio aeroporto a poca distanza dai confini con la Polonia. Zero emissioni ed energia rinnovabile, tanto per raddoppiare il nuovo messaggio del marchio: siamo anche noi per la sostenibilità e per il futuro. 6 miliardi sull’elettrificazione “Con oggi inizia una nuova era”, ha detto il presidente Oliver Blume, “investiremo 6 miliardi di euro sull’elettrico entro il 2022 e contiamo di vendere entro il 2025 una Porsche elettrificata su due”. Già ordinabile con consegne dall’inizio del 2020, la Taycan è stata presentata in due versioni, Turbo e Turbo S (dai 157 ai 191.000 euro), denominazioni non da novità elettrica ma riprese dalla gamma Porsche con motori tradizionali. Entro la fine del 2020 si aggiungerà la Taycan Cross Turismo, una grande wagon. Nel mirino, la Tesla Model S. La Taycan Turbo S è in grado di sviluppare grazie a due motori elettrici – uno sull’asse anteriore e uno sul posteriore – fino a 560 kW (761 cavalli) di potenza di picco in abbinamento alla funzione Launch Control, mentre la Taycan Turbo ne eroga fino a 500 kW (680 cavalli). La Taycan Turbo S accelera da 0 a 100 chilometri all’ora in 2,8 secondi, 3,2 per la Taycan Turbo. La versione Turbo S ha un’autonomia fino a 412 chilome4

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tri, la Turbo fino a 450 chilometri (omologazione WLTP). La velocità massima dichiarata per i due modelli è di 260 orari, la trazione è integrale. Sistema di alimentazione a 800 Volt Altra novità assoluta, la Taycan è la prima vettura di produzione dotata di un sistema di alimentazione a 800 Volt, invece di quello a 400 Volt normalmente utilizzato per le automobili elettriche. Il sistema permette di ricaricare le batterie più rapidamente: secondo Porsche, in poco più di cinque minuti è possibile ottenere energia per percorrere 100 chilometri, attraverso però la corrente continua erogata da una rete di ricarica ad alta potenza. Il tempo necessario per raggiungere un livello di carica dal 5 all’80 per cento è, “in condizioni ideali”, pari a 22,5 minuti e la potenza di ricarica massima (picco) è di 270 kW. La capacità complessiva della batteria agli ioni di litio è di 93,4 kWh. Nel garage di casa, la Taycan si può ricaricare utilizzando fino a 11 kW di corrente alternata. Due i vani bagagli disponibili: uno anteriore con capacità di 81 litri e uno posteriore da 366 litri. All’interno lo schermo centrale da 10,9 pollici dell’infotainment e un altro opzionale per il passeggero sono disposti in modo da formare un’unica fascia in vetro scuro. Il sistema di accensione resta a sinistra del volante come da intoccabile tradizione Porsche e niente più pulsanti sulla plancia, solo comandi touch, soluzione di grande effetto. “Le persone associano il nostro marchio ai loro sogni”, ha detto Blume. L’ultimo, ma solo in ordine di apparizione, è servito.

BUSINESS

Il Salone visto dalla stampa tedesca. ANGELO BERCHICCI


■ A Francoforte volge al termine la seconda e ultima giornata dedicata alla stampa. La kermesse aprirà ora al pubblico, fino al 22 settembre. Nel frattempo, i giornali tedeschi dedicano ampio spazio alla manifestazione, incentrata per la prima volta in modo deciso e netto sull’elettrificazione. Il dibattito con gli attivisti Il quotidiano Die Süddeutsche Zeitung dedica spazio al dibattito tra il ceo Volkswagen Herbert Diess e Nina Velo, portavoce del gruppo di attivisti Sand in the Gears (’sabbia tra gli ingranaggi’), che hanno annunciato di voler impedire l’ingresso al salone. “Il manager ha impiegato un po’ di tempo ad entrare in partita. Sguardo basso, ha annuito con fare comprensivo quando la Velo ha accusato i costruttori di greenwashing e avidità. Solo quando l’attivista si è chiesta se l’elettrificazione non fosse uno strumento di Volkswagen per gettare fumo negli occhi, Diess ha risposto: Sbagli, abbiamo compreso i segni dei tempi”. Attenzione anche ai fornitori Die Welt approfitta per fare il punto sulla situazione in cui versa l’intera filiera dell’auto, sottolineando che gli stand dei fornitori, spesso messi in ombra da quelli delle case, sono altrettanto utili per capire la direzione del mercato. “Il ceo di Continental Elmar Degenhart non ha escluso la possibilità di esuberi nel personale come ultima spiaggia. Anche dalla ZF Friedrichshafen si dicono pessimisti sul futuro. Secondo il ceo dell’azienda, Wolf-Henning Scheider, le difficoltà non sono dovute solo ai conflitti commerciali, ma anche agli stravolgimenti in corso nel settore, come l’elettrificazione e la digitalizzazione”. I dubbi delle Case Il quotidiano Handelsblatt si focalizza sulle critiche che le Case muovono al format e all’organizzazione del salone, caratterizzato quest’anno da importanti assenze e da un generale ridimensionamento delle cifre investite dai costruttori. “La manifestazione vive un periodo di grande sconvolgimento. Ci sono critiche crescenti da parte dei costruttori nei confronti di modalità e sede dell’evento. Non più al passo con i tempi, troppo costoso e poco flessibile, queste alcune delle accuse. Secondo il responsabile finanziario di Bmw, Nicolas Peter, in futuro il prodotto avrà sempre meno importanza e sarà la tecnologia ad attirare l’attenzione”.

■ FRANCOFORTE – Ola Kallenius è dallo scorso maggio il numero uno di Daimler. Ha ereditato dal suo predecessore Dieter Zetsche una strategia ben definita verso l’elettrificazione: più di 10 modelli esclusivamente a batteria entro il 2022. La presentazione del concept della futura ammiraglia elettrica EQS da 700 chilometri di autonomia (prevista in produzione per fine 2021) ne è la dimostrazione. Un processo di sostenibilità ambientale che riguarderà anche i fornitori che dovranno adeguarsi a regole ferree per arrivare alla completa neutralità in termini di CO2. “Capire il futuro reale” Parlando al Salone dell’auto, Kallenius comunque apre a uno scenario non privo di difficoltà: “Non è escluso che il gruppo possa mancare i limiti imposti dall’Unione europea per il 2021”. Limiti che per Mercedes sarebbero di circa 105 grammi di CO2 per chilometro contro gli attuali 135. Non sarà facile. “Anche se abbiamo i giusti modelli elettrici in gamma non sappiamo cosa sceglieranno davvero i clienti”, sottolinea Kallenius. Il mercato sceglie – in particolare se la politica non accompagna il cambiamento – e l’industria si adegua. “Il prossimo anno e il 2021 saranno fondamentali per capire il futuro reale del settore”, conclude Kallenius. Anche se le multe previste per il superamento dei limiti di CO2 in Europa, per Mercedes (e molti altri) sembrano davvero dietro l’angolo.

BUSINESS BUSINESS

Mercedes: pragmatico Kallenius. ALESSANDRO MARCHETTI TRICAMO

Tavares: “Piano Ue sull’elettrico”. EDOARDO NASTRI ■ FRANCOFORTE – L’Acea (Associazione europea dei costruttori di automobili) chiede un piano urgente alle 13 Settembre 2019 ·

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AUTO E MOTO

Volkswagen: Diess e l’ambiente. ALESSANDRO MARCHETTI TRICAMO istituzioni dell’Unione per agevolare il passaggio alla mobilità a zero o basse emissioni nel Vecchio continente. “Se si vogliono raggiungere gli obiettivi di CO2 per i prossimi anni stabiliti dall’Ue – 95 grammi di CO2 per chilometro nel 2020-21 e 59,4 nel 2030 (-37,5%) – le vendite di veicoli a batterie dovranno crescere rapidamente. Così come le infrastrutture”, dice dal Salone di Francoforte Carlos Tavares, presidente di Acea e ceo del gruppo Psa. “Vogliamo spostarci il più rapidamente possibile verso la mobilità a emissioni zero. Ma questa transizione è una responsabilità condivisa che richiede un approccio da parte di tutti, costruttori e istituzioni”, puntualizza Tavares. Il rapporto di Acea sullo stato di avanzamento delle infrastrutture di rifornimento di energia mostra che nel 2018 c’erano meno di 145mila punti di ricarica. Nel 2030 ne saranno necessari almeno 2,8 milioni per alimentare un mercato di vetture che saranno – qualora i costruttori dovessero rispettare i limiti imposti dall’Ue – in buona parte ibride plug-in o elettriche. Non bastano le infrastrutture “Non bastano però le infrastrutture, servono anche incentivi statali all’acquisto di vetture di questo tipo che siano sostenibili e coerenti in tutti i paesi dell’Unione Europea. Serve un piano comune”, prosegue Tavares. Il rapporto evidenzia il grande squilibrio del posizionamento delle infrastrutture di ricarica sul territorio dell’Ue, dato che in quattro paesi (Olanda, Germania, Francia e Regno Unito) si trovano più del 75% di tutte le colonnine del Vecchio continente. Un altro problema riguarda l’accessibilità di questi modelli. Le auto elettriche sono ancora troppo costose e le ibride plug-in hanno un prezzo medio superiore di circa 3.500/4mila euro rispetto alle corrispondenti versioni benzina o diesel. E infatti si vendono di più nei paesi più ricchi: “Tutti gli Stati membri dell’Unione con una quota di mercato auto elettriche inferiore all’1% hanno un pil pro capite che non supera i 29mila euro”. Alcuni segmenti rischiano l’estinzione Secondo Tavares è a rischio la mobilità di massa: “Dobbiamo salvaguardare il diritto alla mobilità delle persone indipendentemente da dove vivono e dalla loro condizione economica”. Se i costi di vetture a zero o basse emissioni non diminuiranno i segmenti A e B (i più venduti) rischieranno l’estinzione: i bassi prezzi di vendita non riusciranno a compensare gli investimenti necessari per l’elettrificazione di tali modelli. 6

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■ FRANCOFORTE – Arriva stranamente per ultimo Herbert Diess, numero uno del gruppo Volkswagen, sul palco della tradizionale serata che anticipa di qualche ora l’apertura del Salone di Francoforte. Difficile pensare ad una scaletta simile solo qualche anno fa, quando al vertice c’era il temutissimo Martin Winterkorn. Oggi però va così e l’episodio la dice lunga sui cambiamenti in atto a Wolfsburg. Così come parlano chiaro le stesse parole di Diess, sempre più nei panni dell’ambientalista intransigente: “La Volkswagen ID.3 che presentiamo oggi è la prima auto neutrale in termini di CO2: non emette nulla quando viaggia e neppure nel suo processo costruttivo perché l’energia utilizzata per costruirla è al 100% rinnovabile”, continua Diess. Adesso tocca a voi Tanto sforzo per nulla, se i governi non sostengono il cambiamento. A cominciare “dallo stop alle centrali a carbone: solo ricaricando un’auto elettrica con energia pulita, le emissioni sono pari a zero”. Diess non si ferma qui e chiede una maggiore efficienza del sistema energetico: “Spesso se la domanda è bassa, l’energia ricavata nelle giornate molto assolate è persa perché non ci sono sistemi di accumulo per stoccarla”. C’è poi bisogno di incentivi: “Le elettriche più accessibili – da meno di 20mila euro – dovrebbero potersi ricaricare gratuitamente e le tasse legarsi alle emissioni di CO2, in modo che risulti conveniente per il cittadino acquistare un’auto elettrica”, continua Diess. In difesa degli investimenti Parole da leader dei Grünen (i Verdi tedeschi) che servono a tutelare le ingenti risorse destinate da Volkswagen


all’elettrificazione: 30 miliardi di euro entro il 2023. Che tradotto sono “quasi 70 nuove elettriche entro il 2028, per un totale di 22 milioni di veicoli a batteria”. Nessuna industria automobilistica può vantare in questa direzione una strategia simile. Un cambiamento di passo a Wolfsburg sottolineato anche dal nuovo marchio: più leggero ed essenziale, traccia una linea ben definita tra passato e futuro di Volkswagen.

tarli a migliorare sarà molto importante per noi”. Nel maggio scorso, John Elkann, presidente di Fiat Chrysler, aveva confermato di aver presentato una proposta di fusione a Renault. Nel giro di pochi giorni, la trattativa tuttavia era saltata: Elkann si alzò dal tavolo dopo che, secondo la ricostruzione fatta da Fca, il governo francese (primo azionista di Renault) aveva posto improvvisamente condizioni giudicate inaccettabili.

L’elettrica per tutti. O quasi Si inizia a fare sul serio con la ID.3: “Già abbiamo 30mila prenotazioni”, sottolinea Diess. La berlina avvierà la sua produzione nello stabilimento di Zwickau in novembre. Tre i livelli di autonomia: 330, 420 o 550 chilometri, in funzione della capacità della batteria scelta. Il prezzo di partenza è sotto i 30mila euro. “La ID.3 consentirà all’elettrica di uscire dalla nicchia e di diventare un’auto per tutti”, conclude Diess. A patto che ognuno faccia la sua parte.

Quei no di Nissan A complicare la trattativa anche i no di Nissan, alleato globale dei francesi, che da tempo rivendicava un ruolo specifico maggiore all’interno dell’Alliance nata nel 1999 e che un eventuale ingresso di Fca avrebbe ulteriormente allontanato. Le dimissioni del ceo di Nissan Hiroto Saikawa, alla vigilia del Salone di Francoforte, avevano fatto pensare a una possibile riapertura dei giochi. Ma che Bolloré ha chiuso in modo che in francese si dice “tranchant”.

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AUTO E MOTO

Bolloré: Bmw: il volto “Con Fca non italiano. parliamo più”. EDOARDO NASTRI

REDAZIONE

■ Parlando a Francoforte alla presentazione della nuova Captur, il numero uno di Renault Thierry Bolloré chiude apparentemente in maniera definitiva alla possibilità di una ripresa dei colloqui con Fiat Chrysler: “Non ci parliamo più, è il passato, la proposta è stata sul tavolo ma ora non c’è più”. E ancora: “Abbiamo un grande rimpianto e sono certo che anche loro hanno un rimpianto”, ha aggiunto. “La priorità è Nissan” Bolloré ha poi specificato che “la priorità per Renault è la ripresa di Nissan. Tutto quello che possiamo fare per aiu-

■ FRANCOFORTE – Al Salone di Francoforte Bmw cambia faccia. Con la Concept 4, che anticipa le linee della futura coupé Serie 4, il costruttore bavarese inaugura ufficialmente un nuovo corso stilistico che prevede, tra le altre cose, la griglia frontale sviluppata su un piano verticale. Un ritorno al passato, in particolare alle Bmw degli anni ’70, con un riferimento esplicito alla Garmisch, disegnata da Marcello Gandini nel periodo trascorso alla carrozzeria torinese Bertone. Non è un caso che all’ultima edizione di Villa d’Este – tra i più importanti concorsi d’eleganza per auto d’epoca al mondo – Adrian van Hooydonk, responsabile del design del gruppo Bmw, abbia deciso di far rinascere la Garmisch, ricostruendola fedelmente in ogni dettaglio proprio con l’aiuto di Gandini. “Questa vettura è una vera fonte d’ispirazione per me e per 13 Settembre 2019 ·

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tutto il team di design che ho l’onore di dirigere”, aveva dichiarato Hooydonk durante la presentazione a Cernobbio. E i riferimenti sui nuovi modelli del marchio sono arrivati subito. Design ed elettrificazione La nuova griglia richiama alcune altre mitiche Bmw del passato come la 328 o la 3.0 CSi. Al momento non sono stati comunicati altri dettagli tecnici della vettura che per ora è solo un modello di stile senza gli interni. La nuova Serie 4 potrebbe arrivare nel 2021 ed essere equipaggiata con propulsori elettrificati. Proprio al Salone tedesco Oliver Zipse, nuovo ceo del gruppo, ha dichiarato l’obiettivo di avere su strada entro il 2021 più di un milione di auto a batterie. Il numero uno di Bmw ha inoltre anticipato i tempi sui piani di elettrificazione che ora prevedono 25 modelli con la spina entro il 2023. E tra questi potrebbe esserci proprio la nuova Serie 4.

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da – nel corso dell’ultimo anno. Nel complesso l’automotive ha contribuito all’emissione di 4,8 gigatonnellate di anidride carbonica nel 2018, durante il quale sono state vendute 86 milioni di auto nuove. Le cinque Case maggiormente sul banco degli imputati sono Volkswagen (582 milioni di tonnellate), Renault Nissan (577 milioni), Toyota (562), General Motors (530), e Hyundai-Kia (401). Fiat Chrysler risulta, invece, la peggiore per quanto riguarda le emissioni medie per veicolo. Questo a causa del fatto che negli Usa – uno dei 5 mercati presi in esame insieme a Europa, Cina, Giappone e Corea del Sud – la maggior parte dei modelli venduti sono suv e pick up. Le proposte Greenpeace – che ha in programma un’altra più grande manifestazione proprio davanti alla Fiera di Francoforte per il 14 settembre – afferma nella sua ricerca che le Case automobilistiche starebbero fallendo nella transizione energetica e reclama ulteriori investimenti nel settore, oltre a una maggiore trasparenza, in particolare per quanto riguarda i livelli di inquinamento prodotti dalle auto nuove.

Greenpeace protesta a Francoforte. Volkswagen e-up! piccola elettrica. AUTO E MOTO

EDOARDO NASTRI

CARLO CIMINI

■ FRANCOFORTE – C’è anche Greenpeace al Salone dell’auto di Francoforte 2019. Gli attivisti dell’organizzazione ambientalista hanno inscenato una protesta proprio davanti alla sede della fiera denunciando come le Case siano tra le maggiori responsabili della crescita dei gas serra nell’atmosfera. Secondo il report “Scontro con il clima: come l’industria automobilistica guida la crisi climatica” – appena presentato - il 9% delle emissioni di CO2 sarebbe da ricondurre ai 12 principali costruttori mondiali. 4,8 gigatonellate di CO2 La ricerca prende in esame l’impronta di carbonio – le emissioni del ciclo di vita delle auto vendute da ogni azien8

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■ Per il Salone di Francoforte (12-22 settembre), Volkswagen lancia il guanto di sfida alla concorrenza. La nuova e-up! – citycar elettrica a quattro posti – diminuisce il prezzo ma aumenta di autonomia, diventando – in attesa di sapere se anche i listini delle nuove smart saranno al ribasso – l’auto a batteria più economica sul mercato. Si parte da 21.975 euro ma, considerando i 6mila euro di incentivi con rottamazione di un vecchio veicolo inquinante, si può acquistare a soli 15.975 euro.


Pulita e connessa L’offerta del costruttore di Wolfsburg è interessante se si considera l’innovativa tecnologia che ha in dotazione la piccola elettrica. Nuove batterie – garanzia per 8 anni o 160mila chilometri di percorrenza – con una capacità energetica notevolmente aumentata rispetto al modello precedente, +100 chilometri, portando l’autonomia fino a 260 chilometri. Nel dettaglio, la capacità degli accumulatori della e-up! passa da 18,7 a 32,3 chilowattora. Anche i tempi di ricarica sono diminuiti: occorrono solo 60 minuti per caricare fino all’80% a corrente continua a 40 chilowatt e il processo di rigenerazione può essere programmato tramite app. Il motore elettrico della nuova e-up! eroga una potenza di 61 chilowatt (82 cavalli) e fornisce, come per tutti i veicoli a batteria, una coppia immediata. Accelerazione da 0 a 100 chilometri orari in 11,9 secondi e velocità massima limitata elettronicamente a 130 chilometri all’ora.

AUTO E MOTO

Mercedes al mercato del futuro. EDOARDO NASTRI

del consiglio direttivo. “Abbiamo voluto dare vita a questo nuovo approccio iniziando dagli spazi espositivi all’interno del Salone”, continua Britta Seeger. Lo stand Mercedes è infatti un percorso tematico che fa provare al visitatore diverse sensazioni, “tutte fondamentali per il nostro gruppo” e che passa per la sostenibilità ambientale, l’elettrificazione e arriva al gaming e alla realtà aumentata dov’è possibile guidare le vetture in maniera virtuale su qualsiasi percorso. “Anche così ci avviciniamo alle generazioni del futuro”. Il lusso secondo Wagener Le auto ovviamente non possono mancare. Al centro della scena c’è la EQS, concept car elettrica che, come ci spiega Gorden Wagener, responsabile del design di Daimler, “indaga il concetto di lusso per portarlo in una dimensione futuristica”. Gli fa eco Ola Kallenius, nuovo ceo del gruppo tedesco: “Lusso per noi significa sostenibilità ambientale. La riduzione all’essenziale sarà la vera sfida per il futuro”. Mercedes Benz vuole offrire entro il 2039 una flotta interamente “carbon free” partendo dalle fabbriche e passando dall’imprescindibile elettrificazione. Qualsiasi batteria montata sui modelli deriverà da un processo produttivo che non rilasci anidride carbonica.

BUSINESS

Tutte le elettriche di Bmw. PAOLO ODINZOV

■ FRANCOFORTE – Mercedes porta la sua idea di futuro a Francoforte. Un domani mostrato attraverso nuovi prodotti e uno spazio espositivo che anticipa come saranno i concessionari del marchio, attraverso un nuovo modello di vendita completamente permeato dalla tecnologia. Le vendite secondo Seeger “Meno auto esposte e più esperienza per l’utente. I nostri clienti si recheranno nei concessionari per vivere il nostro marchio attraverso attività, eventi e spazi espositivi completamente differenti rispetto a oggi”, ci racconta Britta Seeger, capo delle vendite del marchio premium tedesco e membro

■ FRANCOFORTE – “Entro la fine del 2021 miriamo ad avere un totale di un milione di elettrificate”, dice Oliver Zipse, presidente del consiglio di amministrazione Bmw, al suo esordio pubblico da capo del gruppo dal 16 agosto. Zipse prevede che l’elettromobilità si svilupperà nei vari paesi del mondo in modo diverso a seconda delle differenze poli13 Settembre 2019 ·

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tiche, del grado di sviluppo nelle infrastrutture e degli stili di guida della clientela. Nel 2030 oltre il 50% delle immatricolazioni nel segmento premium in Cina apparterranno a veicoli a batteria a zero emissioni. Ed entro la stessa data conteranno in Europa e negli Stati Uniti circa il 25% delle vendite lusso. Idrogeno nel 2022 “Per affrontare le sfide della mobilità che verrà e dei cambiamenti climatici, il Gruppo Bmw proporrà un’offerta di modelli con propulsioni da motori termici convenzionali a elevata efficienza fino ai sistemi ibridi plug-in, elettrici puri e quelli a celle combustibili a idrogeno”. Secondo Bmw, proprio l’idrogeno potrebbe essere una soluzione valida per le auto destinate a coprire lunghe distanze. Il costruttore stima un forte aumento della domanda della tecnologia nella seconda metà del prossimo decennio ed è intenzionato a lanciare una flotta test di veicoli fuel cell nel 2022. 25 modelli nel 2023 Nel frattempo Bmw ha anticipato gli obiettivi dei suoi piani di elettrificazione. I 25 modelli a batteria precedentemente annunciati per il 2025 saranno disponibili già nel 2023 e più della metà di questi sarà completamente elettrica. Grazie a delle architetture flessibili nella produzione l’azienda sarà inoltre in grado di rispondere rapidamente alla domanda dei diversi mercati. “Vogliamo ridurre significativamente le emissioni”, ha detto Zipse. “Ci stiamo concentrando su quali trasmissioni, tecnologie e servizi vorranno i nostri clienti in futuro e su come possiamo ottenere il miglior risultato per proteggere l’ambiente. Una cosa è chiara: siamo impegnati nell’accordo di Parigi sul clima. L’elettromobilità darà un contributo chiave per abbattere le emissioni ma anche la clientela svolgerà un ruolo fondamentale poiché le nuove tecnologie possono avere un impatto reale solo se vengono richieste e utilizzate”. La sostenibilità di un’auto comincia per Bmw dai processi per la sua produzione. Esempio è la iX3, prevista sulle strade 2020 con un sistema di e-drive di quinta generazione, costruita senza impiegare terre rare nelle batterie e con l’elettricità proveniente principalmente da fonti energetiche rinnovabili.

INNOVAZIONE

Concept suv di Audi. ANGELO BERCHICCI ■ Con la concept elettrica AI:TRAIL uattro, Audi declina l’intelligenza artificiale in chiave off-road. Il prototipo, presentato in anteprima al Salone di Francoforte coniuga performance fuoristradistiche con la guida autonoma di ultimo livello. In off-road sotto la supervisione dell’uomo I sistemi della AI:TRAIL quattro permettono al veicolo di 10

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muoversi senza assistenza da parte del conducente. Tuttavia, il ricorso al Livello 4 è limitato a determinate aree, ad esempio autostrade o zone urbane con infrastrutture idonee. In off-road, ma solo in strade sterrate e a velocità ridotta, è possibile usufruire della guida autonoma di Livello 3, che permette al guidatore di riprendere il controllo in pochi istanti. In ogni caso, i sistemi di assistenza alla guida non abbandonano il conducente di AI:TRAIL quattro nemmeno quando il veicolo viene condotto dall’uomo, come nei percorsi più impegnativi. Numerosi sensori, telecamere, radar e laser scongiurano le collisioni mediante interventi mirati su sterzo e freni. Autonomia a prova di deserto La casa di Ingolstadt ha sviluppato la sua concept per l’utilizzo in aree prive di infrastrutture di ricarica. Di conseguenza, grande importanza è stata data all’autonomia, che può raggiungere un massimo di 500 chilometri su strada, mentre su percorsi impervi la batteria consente comunque di percorrere oltre 250 chilometri. La trazione quattro c’è ma non si vede La trazione integrale della AI:TRAIL quattro è garantita dalla presenza di un motore elettrico per ciascuna ruota. Grazie a questo schema la vettura può fare a meno di alberi di trasmissione fisici e blocchi dei differenziali meccanici. Complessivamente, il prototipo può contare su di una potenza massima di 435 cavalli e una impressionante coppia di 1.000 Nm. Numeri pensati per favorire le performance in fuoristrada, più che per ottenere grandi prestazioni velocistiche. La velocità massima è infatti autolimitata a 130 km/h. Gonfiaggio adattivo degli pneumatici Appositi sensori ottici, in sinergia con il controllo elettronico della stabilità, rilevano le condizioni del fondo stradale e regolano automaticamente la pressione delle coperture. Su di un fondo sabbioso, ad esempio, gli pneumatici vengono sgonfiati per favorire la trazione. Tra le altre chicche dal sapore futurista, spicca la presenza di cinque piccoli droni, denominati Audi Light Pathfinder, che sostituiscono i convenzionali fari abbaglianti e anabbaglianti. Corredati di punti luce a LED Matrix, sono in grado di atterrare sul portapacchi o direttamente sul tetto del veicolo per illuminare il percorso da più angolazioni.


AUTO E MOTO

L’auto cinese a Francoforte. VALERIO ANTONINI

■ Nei mesi scorsi si parlava di una folta presenza dei grandi gruppi cinesi al Salone di Francoforte, pronti a invadere il mercato svelando nuove auto anche per l’Europa. Non è avvenuto nulla di tutto ciò. Anzi. La partecipazione dei marchi più importanti è stata meno rilevante del previsto. Quasi tutti – compresi i due più grandi Geely e Baic – hanno disertato il Motor Show tedesco, lasciando spazio a emergenti come Byton e Aiways. I (pochi) costruttori presenti hanno lanciato esclusivamente modelli elettrici e soprattutto suv, in linea con le tendenze del mercato cinese dove le auto a batteria dominano: 486 marchi dedicati e oltre un milione e mezzo di unità vendute entro la fine dell’anno (secondo le stime della China Association of Automobile Manufacturers) che rappresentano oltre il 60% delle quote globali di veicoli a zero emissioni. Nel frattempo, ad agosto e per il secondo mese consecutivo c’è stato un calo delle vendite anche per le elettrificate, -15,8%. Arriva Byton Byton ha svelato il suv completamente elettrico M-Byte, anticipato da un concept al Ces di Las Vegas nel 2018, che arriverà sul mercato cinese entro la fine del prossimo anno e su quello europeo nel 2021. L’auto a ruote alte, lunga 4.87 metri, è realizzata in due versioni: quella d’ingresso, a trazione posteriore con batterie da 200 chilowatt, garantisce circa 350 chilometri di autonomia. L’altra, con quattro ruote motrici e doppio motore da 300 chilowatt, fa oltre 400 chilometri con una ricarica completa in meno di 40 minuti con le colonnine di ultima generazione. Le potenze vanno da 268 a 402 cavalli, la velocità massima è limitata a circa 200 orari. Tecnologia al top Gli interni hi-tech confermano le anticipazioni già viste sul prototipo. Un grande display touch screen da 48 pollici sostituisce la plancia mentre la parte centrale del volante è ri-

empita da una sorta di tablet che riporta le informazioni più importanti. Tutti i dispositivi rispondono anche ai comandi vocali e gestuali del guidatore. Gli spazi per i passeggeri sono personalizzabili spostando e ruotando i sedili posteriori. Il suv dovrebbe competere sul mercato europeo con Jaguar I-Pace e Audi e-tron. Prezzo a partire da circa 45mila euro, sorprendentemente basso per il tipo di veicolo. Aiways da record Il costruttore Aiways è pronto a sbarcare in Europa con il suv di medie dimensioni U5, per il quale è stato dichiarato oltre un miliardo di euro di investimenti. Lungo 4.68 metri, largo 1.86 e alto 1.7, U5 è basato sulla piattaforma modulare Mas (Modular Adaptable Structure) in acciaio e alluminio. L’elettromotore che alimenta la vettura monta una batteria da 63 chilowattora ricaricabile in circa 30 minuti con le colonnine super fast. L’autonomia dichiarata da Aiways è di oltre 500 chilometri, che sale fino a 600 con l’aggiunta di un altro accumulatore opzionale (a pagamento). Il suv – già presentato come concept al Salone di Ginevra – dovrebbe debuttare sul mercato europeo nel mese di aprile 2020. Per il lancio di Francoforte, due esemplari di U5 hanno raggiunto la Germania, dalla sede di Shanghai, percorrendo 15.022 chilometri attraverso 10 Paesi. Si tratta del viaggio più lungo mai compiuto da una vettura elettrica. Il prezzo dell’auto dovrebbe aggirarsi intorno ai 40mila euro. Doppio suv da Wey Presente a Francoforte anche il brand premium Wey – di proprietà del gruppo Great Wall – che ha presentato i concept suv iper tecnologici Wey X e Wey S, pronti ad arrivare sul mercato europeo nel 2021. Caratterizzati da un design futuristico – definito “Pioneer Tension Aesthetics” – entrambi i prototipi raggiungono il quarto livello di guida robot (gestione autonoma di accelerazione, frenata, direzione e controllo del traffico). Il suv di grandi dimensioni Wey X dovrebbe garantire un’autonomia di oltre 500 chilometri, mentre il più compatto Wey S circa 400. Il primo monta un grande maxi schermo al posto della plancia, l’altro ha due display più piccoli. Anche la griglia anteriore e la parte bassa del portellone posteriore sono sostituiti da monitor in alta definizione per interagire con l’esterno. La forma del volante sembra quella della cloche di un aereo. I prezzi dovrebbero avvicinarsi ai 70mila euro. Hongqi: limousine e supercar Hongqi, costruttore da sempre specializzato nella produzione di limousine istituzionali e di rappresentanza, ora di proprietà del gruppo Faw, ha portato a Francoforte un grande suv elettrico – l’E115 – disegnato da Giles Taylor, ex capo-designer di Rolls-Royce. L’auto di lusso a ruote alte ricorda l’Aurus Senat di Vladimir Putin vista a Ginevra. Dovrebbe assicurare oltre 600 chilometri di autonomia, tecnologie di bordo e di sicurezza all’avanguardia. Hongqi ha svelato a Francoforte anche la sportiva S9, prima hypercar ibrida del marchio cinese. La vettura abbina una unità a batteria al potente motore benzina 8 cilindri da 4 litri, generando complessivamente oltre mille cavalli. Il costruttore non ha rivelato se la produzione della vettura ad alte prestazioni sarà destinata anche all’Europa. Il prezzo? Da capogiro, almeno 2 milioni di euro. 13 Settembre 2019 ·

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BUSINESS

Merkel e il “prezzo” della CO2. ANGELO BERCHICCI

■ Angela Merkel vorrebbe alimentare la domanda di auto elettriche in Germania “ponendo un prezzo” alle emissioni di anidride carbonica. È quanto affermato durante il suo intervento al Salone di Francoforte dalla cancelliera, che ha anche dichiarato di voler aiutare l’industria dell’auto tedesca ad affrontare lo “sforzo titanico” rappresentato dal passaggio alle alimentazioni alternative. Incentivare gli investimenti “Vogliamo indirizzare il comportamento dei consumatori in una determinata direzione – ha detto Angela Merkel – Porre un prezzo alle emissioni di CO è il giusto modo per assicurarsi che tutte le innovazioni seguano la strada della riduzione di diossido di carbonio. 12

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Se agiamo in maniera continuativa e risoluta, nel lungo periodo si creerà un incentivo ad investire nel campo della mobilità alternativa”. Possibili sussidi per le elettrificate Le parole della Merkel – che non è entrata nei dettagli né ha parlato di iniziative specifiche – fanno pensare a provvedimenti futuri che potrebbero stabilire sussidi pubblici per le auto elettrificate, e contemporaneamente andare a tassare le emissioni di anidride carbonica. Un modo per diminuire il prezzo dei veicoli ecologici in relazione a quelli più inquinanti e spostare le preferenze dei consumatori, analogamente a quanto si è riproposto il governo italiano con il sistema di bonus/malus previsto dall’ecobonus 2019.


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Tavascan, Ford il “Manifesto” alla carica. di Cupra. ANGELO BERCHICCI

STEFANO ANTONETTI

■ FRANCOFORTE – Al Salone di Francoforte Cupra lancia il concept Tavascan che prefigura, dopo la Tarraco, il secondo modello del nuovo brand di Seat. Per introdurlo, il ceo Luca de Meo utilizza nel suo speech in inglese la parola “Manifesto”, aggiungendo che “la Tavascan è la più spettacolare vettura mai presentata dal nostro marchio”. La versione definitiva della vettura (il nome da un piccolo paese sui Pirenei) è destinato ad arrivare con “linee che potrebbero replicare quasi fedelmente quelle del concept esposto qui a Francoforte”, ci anticipa Alejandro Mesonero-Romanos, a capo del design di Seat. La Tavascan in breve Il “Manifesto” di Luca de Meo è sviluppato sulla piattaforma MEB (la stessa della Volkswagen ID.3 lanciata solo a qualche metro di distanza) e può contare su due motori elettrici, per una potenza complessiva equivalente a 306 cavalli. La batteria è costituita da celle al litio e ha una capacità di 77 chilowattora, con un’autonomia di 450 chilometri. Accelerazione da 0 a 100 in 6,5 secondi. Vendite in aumento In attesa della Tavascan, Cupra corre: le vendite che crescono del 70,6% nei primi 8 mesi dell’anno per un totale di 17.100 unità, superando già i numeri dell’intero 2018 (14.400 auto). Giusto allora affiancare al marchio, un pilota come testimonial d’eccezione: Matthias Ekström. Lo svedese diventa guiderà la Cupra e-Racer nelle competizioni del motorsport elettrico e collaborerà con il centro ricerca spagnolo nello sviluppo dei futuri modelli a batteria di Seat. E la corsa continua. 14

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■ Quella di Ford al Salone di Francoforte 2019 è un’offensiva elettrificata in piena regola. Sono ben cinque i modelli della casa presentati in una nuova veste ibrida. La Kuga, già declinata in versione mild e full hybrid, riceve ora il sistema plug-in, adottato anche su Explorer e Tourneo Custom. Nessuna possibilità di ricarica via cavo per la nuova Puma (diventata un crossover) e Mondeo Wagon, che abbracciano rispettivamente la tecnologia mild e full hybrid. Infine, l’annuncio di un suv ad alte prestazioni completamente elettrico, ispirato alla Mustang, che debutterà nel 2020. La vettura, di cui sono stati diffusi solo alcuni teaser, dovrebbe garantire un’autonomia di 600 chilometri ed essere compatibile coni sistemi di ricarica superveloce. 17 veicoli a batteria Il costruttore ha dichiarato l’intenzione di lanciare sul mercato europeo entro il 2024 ben 17 veicoli elettrificati, di cui otto già nel 2019. Secondo i piani della casa americana, le sue vendite di auto con powertrain elettrico o ibrido supereranno quelle dei modelli ad alimentazione tradizionale entro la fine del 2022, data alla quale Ford si aspetta di aver venduto un milione di auto elettrificate. Giù il rating Per la casa dell’ovale blu il Salone di Francoforte si è aperto tuttavia con una cattiva notizia. L’agenzia di rating Moody’s ha rivisto al ribasso la sua valutazione (da Baa3 a Ba1), declassandone i titoli a “junk” ( spazzatura’). Una bocciatura dovuta alla scarsa fiducia di Moody’s nei confronti del piano di rinascita voluto dal nuovo presidente di Ford, James Hackett. Occhi sul piano di rilancio Entrato in carica nel 2017 con il compito di ristrutturare la società, Hackett ha varato un taglio dei costi di 25 miliar-


di di dollari, e impresso un’accelerazione al programma di elettrificazione. Un piano che, secondo Moody’s, non sarebbe realizzabile a causa della debolezza degli utili e del debito rimasto troppo elevato.

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Volkswagen, pronto anche l’ID crossover.

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I prezzi della Honda e. ANGELO BERCHICCI

LUCA GAIETTA

■ I prezzi di Honda e, l’attesa citycar elettrica della casa giapponese, partiranno da 35.500 euro per la versione base (136 cavalli). Per l’allestimento Advance, che includerà ulteriori dotazioni e un motore da 154 cavalli, saranno necessari 38.500 euro.

■ FRANCOFORTE – Al Salone di Francoforte occhi puntati sulla elettrica ID.3, simbolo della rivoluzione in atto in Volkswagen. I tedeschi hanno voluto però lanciare sotto traccia lo step successivo della loro strategia elettrica. La presenza – rigorosamente in versione “camouflage” – aleggia nello spazio della Halle 3 dedicata al marchio (rinnovato) tedesco. È il prossimo modello che sarà lanciato all’interno della famiglia ID. Forme da ID. Crozz, dimensioni da Tiguan Le forme sono quelle di un suv compatto e sembrano riprendere fedelmente quelle del concept ID. Crozz mostrato al Salone di Shanghai nel 2017. Le dimensioni ricordano quelle del tradizionale Tiguan. L’avvio della produzione è previsto a primavera del prossimo anno per arrivare sul mercato a fine 2020. A differenza della berlina ID.3, il suv sarà destinato principalmente a Cina e Stati Uniti e verrà lanciato solo in un secondo momento in Europa. La piattaforma rimane invece identica: la MEB dal quale uscirà una moltiplicazione quasi infinita di modelli. Anche di altre Case come dimostra l’accordo con Ford per il quale, l’industria americana svilupperà una propria elettrica sulla base della MEB. Il range di autonomia prevedibile è lo stesso della ID.3: 330, 420 o 550 chilometri. Nessuna indicazione sul nome: due le ipotesi, ID.4 o ID. 3X.

Le prime consegne nel 2020 È quanto il costruttore ha comunicato al Salone di Francoforte, precisando che la vendita della sua prima piccola elettrica per l’Europa comincerà nel 2020. La Honda e sarà ordinabile già da settembre in alcuni mercati selezionati. I clienti di Germania, Francia, Norvegia e Regno Unito riceveranno le prime consegne a partire dalla prossima estate. Una guida vivace La piccola di casa Honda è la prima vettura totalmente elettrica introdotta in Europa dal costruttore. Grazie alla piattaforma sviluppata appositamente per l’alimentazione full-electric, alla trazione posteriore, alla distribuzione dei pesi 50:50, e all’ampio raggio di sterzata la citycar dal look retro promette una notevole agilità. La vettura è alimentata da una batteria da 35,5 kWh ed è compatibile con la ricarica rapida. Una strategia per elettrificare l’Europa Alla kermesse tedesca i vertici del costruttore hanno anche esposto la loro ’Visione Elettrica’ per sviluppare la mobilità sostenibile nel Vecchio Continente. Tra i vari punti spicca l’intenzione di commercializzare nel mercato europeo, entro il 2025, esclusivamente modelli con tecnologia elettrificata. Coerentemente con questo obiettivo la prossima Jazz, che sarà disponibile a partire dal 2020, verrà offerta solo in versione ibrida. Honda ha anche dichiarato di essere interessata ad entrare nel mercato dei sistemi per la gestione dell’energia e del13 Settembre 2019 ·

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la ricarica. Uno dei progetti più interessanti in questa direzione è il Power Manager Prototype, un sistema bidirezionale che collega i veicoli a una rete elettrica intelligente. In questo modo l’energia immagazzinata nella batteria del veicolo potrà alimentare il fabbisogno domestico o essere reimmessa nella rete energetica in periodi di forte richiesta.

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Land Rover Defender, il ritorno.

Quattro motori Defender 90 e 110 disporranno al lancio di quattro motori, tutti con cambio automatico a 8 rapporti: un quattro cilindri benzina 2 litri con 300 cavalli, un sei cilindri 3 litri con sistema mild hybrid da 400 cavalli, più due diesel quattro cilindri da 200 e 240 cavalli. Nel 2021 arriverà una versione ibrida plug-in. Il nuovo Defender 110 ha 6 posti sue due file oppure 5 più 2, il 90 ha 6 posti e 5 (senza l’anteriore centrale) come optional. La lunghezza del veicolo è cresciuta: il 110 misura 5 metri con la ruota di scorta esterna (4,76 senza), il 90 arriva a 4,58 metri (4,32 senza). Il Defender mantiene tutte le sue più importanti caratteristiche per l’off road che l’hanno reso immortale, con trazione integrale permanente, una possibilità di guado fino a 90 centimetri di profondità e di inclinazione in sicurezza fino a 45 gradi. Architettura nuova “al 95%”, dicono gli ingegneri di Gaydon, scocca naturalmente in alluminio come da tradizione, tanta elettronica con il sistema Terrain Response che aiuta il pilota in fuoristrada su ogni tipo di terreno, optional un sistema di telecamere che mostra sul display al centro della plancia dove si mettono le ruote, una sorta di “cofano trasparente”. Ampia personalizzazione Caratteristica della nuova Defender rispetto al passato è l’ampia possibilità di personalizzazione come si conviene ai tempi dei suv alla moda, con ben 170 accessori singoli e quattro allestimenti di base: Explorer, Adventure, Country e Urban, quest’ultimo dedicato alla versione 90 che meglio si adatta – per ingombri – a chi la userà prevalentemente in città. Prezzi: la 110 parte dai 57.400 ai 101.400 euro, la 90 dai 51.400 euro. Decisamente più alti della generazione precedente.

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FRANCESCO PATERNÒ ■ La Land Rover riporta finalmente sul mercato il Defender, erede del primo veicolo del marchio nato nel 1948 e messo fuori produzione all’inizio del 2016. Fuoristrada quando non esisteva la parola suv, il Defender rinasce in versione lunga, il 110 e il primo a essere venduto nella primavera del 2020, seguito in estate dalla versione a passo corto, la 90 a tre porte. Nel 2021 arriverà la 130, 5,30 metri di lunghezza soprattutto per i mercati nordamericani. “Reimmaginare un’icona” “Abbiamo dovuto reimmaginare un’icona”, dice Nick Rogers, il direttore del progetto. “Rispetta il passato ma non ne è prigioniera”, rivendica Gerry McGovern, il capo designer. Cosa non facile se è vero che i primi disegni della nuova generazione del Defender risalgono al prototipo DC 100 presentato nel 2011 al Salone di Francoforte, seguito da un altro prototipo nel 2015 che tuttavia non è stato mai mostrato. Dal punto di vista stilistico, colpisce il montante mobile sulla parte posteriore che ha la funzione di accorciare visivamente la vettura, ci spiega Massimo Fascella, capo design degli esterni, anche se sulla più corta 90 di fatto copre la visibilità esterna a chi siede dietro. 16

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Una Hyundai da corsa. VALERIO ANTONINI ■ Accanto alla nuova “piccola” i10 in anteprima mondiale e al concept 45, Hyundai presenta a Francoforte 2019 la Veloster N ETCR, prima elettrica da competizione del marchio sudcoreano. Basata sull’omonimo modello TCR con motore benzina turbo da 350 cavalli, è progettata per partecipare al primo campionato turismo per auto a batteria (ETCR International Series) previsto nel 2020. Il concept – realizzato dalla Motorsport di Hyundai – che ha sede proprio in Germania – monta un elettromotore posizionato centralmente per una migliore gestione degli spazi. La carrozzeria in acciaio leggero e compositi aiuta a contenere il peso sotto i 1.200 chili, il massimo regolamentare (pilota compreso) è di 1.285. Due esemplari La Veloster N ETCR completerà un intenso programma di test, già iniziato ad agosto, prima di essere costruita in soli


Carbonio e minigonne Rispetto alla versione originale la Vanquish 25, prodotta in edizione limitata con un listino intorno alle 550mila sterline, cambia infatti parecchio. A cominciare dal frontale, caratterizzato dalla mascherina più ampia e la prese d’aria in carbonio al posto dei fendinebbia. Fino alla parte posteriore: “incattivita” nell’aspetto con nuovo diffusore, i terminali di scarico bronzo e lo spoiler più profilato che aumenta la deportanza della vettura accentuata anche della minigonne pronunciate sulle fiancate.

due esemplari pronti a debuttare su pista il prossimo anno. L’obiettivo del costruttore di Seul è continuare la strategia di elettrificazione della gamma stradale con oltre 25 modelli a batteria entro il 2025, puntando anche sul reparto Motorsport per lo sviluppo tecnologico di motori ad alte prestazioni e zero emissioni. La scuderia Hyundai Motorsport prende parte anche al campionato del mondo di Rally (Wrc) con la sua i20 R5. Debutto mondiale a Francoforte anche per la nuova i10, city car iper connessa alla rete con i sistemi Connected Car e Bluelink e fornita di ampie dotazioni tecnologiche e di sicurezza, e del concept elettrico EV45 che rende omaggio ai veicoli heritage del marchio, a partire dalla berlina Pony disegnata da Giorgetto Giugiaro.

Un salotto blu L’abitacolo della Vanquish 25 presenta invece rivestimenti in pelle blu ed ha una plancia ridisegnata con un cruscotto in fibra di carbonio e sistema d’infotainment d’ultima generazione. Mentre sotto al vestito la sportiva di Gaydon propone di serie diversi plus meccanici, ad esempio i freni carboceramici, grazie ai quali è possibile sfruttare al meglio le prestazioni del suo V12 da 5.9 litri che ora eroga quasi 600 cavalli.

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Callum: la mia Aston Martin Mobilità Vanquish. sostenibile, istruzioni per l’uso. PAESE

PAOLO ODINZOV

■ Abbandonata da poco la direzione del centro stile di Jaguar, per la quale è rimasto consulente, Ian Callum non ha alcuna intenzione di rimanere con la matita in mano. Autore nella sua lunga carriera non solo di modelli che hanno scritto le ultime pagine di storia della Casa inglese tra i quali la F-Type, ma anche di altri marchi, il designer britannico ha svelato nei giorni scorsi una reinterpretazione della Aston Martin Vanquish da lui stesso disegnata nel 2001.

MARINA FANARA

La Vanquish 25 È la Vanquish 25, realizzata col team svizzero R-reforged e che ha subito ricevuto il via libera dalla direzione di Aston Martin. “Raramente un designer ha la possibilità di riscrivere la storia di un’auto”, ha detto Callum, sottolineando come l’evoluzione nel tempo di materiali e tecnologie possa permettere nello sviluppo di un’auto cose fino a ieri impensabili.

■ L’attenzione è rivolta ai paesi europei che si affacciano nel Mediterraneo dove i flussi turistici che si concentrano durante l’estate sulle località costiere sommati agli spostamenti dei pendolari nelle rispettive aree metropolitane li rende particolarmente esposti al traffico e, quindi, all’inquinamento. Parliamo di Francia, Spagna, Portogallo, Italia, Grecia, Cipro, Slovenia e Croazia. 13 Settembre 2019 ·

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■ Pensate al concetto di libertà su quattro ruote. Facile che venga in mente un vecchio Maggiolino cabrio o qualche altro mito d’antan. Volkswagen ha appena deciso di dare nuova vita alla sua icona convertendola in una vettura totalmente elettrica, la eBeetle. Per la trasformazione i tecnici di Wolfsburg hanno utilizzato il modello di prima generazione e la componentistica proveniente dalla e-Up!, assistiti dai loro partner della eClassic, un’azienda specializzata in questo genere di operazioni.

Med area ad alto traffico Sull’argomento è stato appena pubblicato un manuale dove sono elencati alcuni progetti e buone pratiche realizzate proprio per risolvere alcuni problemi urgenti tipici di questi territori ad alta densità turistica e urbana: ridurre le emissioni di carbonio, migliorare l’efficienza energetica e mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Il manuale si chiama “Handbook on sustainable mobility in the Med area” ed è stato realizzato nell’ambito del progetto europeo Mobilitas, cofinanziato dal programma di cooperazione transnazionale Interreg-Med 2014-2020. 7 ricette contro lo smog Il volume raccoglie i risultati di 7 progetti inerenti la mobilità sostenibile (Camp-sUmp, EnerNet-Mob, Locations, Mobilitas, Mo-Tivate, Remedio e Sumport), tutti di facile lettura e corredati da schede, grafici, disegni e immagini, ed è rivolto a un pubblico ampio, dai professionisti del settore, a politici, amministratori locali e regionali, associazioni e tutti i cittadini interessati ai temi della mobilità e ambiente. Un libro made in Italy Centrale il ruolo dell’Italia e, in particolare, di Emilia Romagna e Veneto: il manuale è stato realizzato dall’Agenzia piano strategico di Rimini, in collaborazione con il comune di Misano Adriatico e l’università Iuav di Venezia oltre all’ufficio Coordinamento delle politiche europee della Regione Emilia Romagna. La pubblicazione è gratuita, sarà disponibile a breve in italiano e in inglese, in versione cartacea e in formato e-book sul sito www.riminiventure.it e presso Maggioli Editore.

INNOVAZIONE

Il vecchio Beetle diventa a batteria. ANGELO BERCHICCI 18

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Prestazioni brillanti Il quattro cilindri boxer raffreddato ad aria ha lasciato il posto ad un powertrain composto da motore elettrico e cambio monomarcia che, assieme alla batteria da 36,8 kWh, è in grado di erogare 82 cavalli, rendendo l’eBeetle il Maggiolino prima serie più potente di sempre. Nonostante il peso sia cresciuto a 1.280 chili (cosa che ha comportato la necessità di rinforzare telaio e freni), le prestazioni possono definirsi brillanti: la Volkswagen assicura che per andare da 0-80 orari servono poco più di 8 secondi. Tutt’altra verve rispetto alle antenate a benzina. Autonomia per un weekend L’autonomia è di 200 chilometri, leggermente minore rispetto a quella della e-Up!, ma adeguata all’uso che la maggior parte degli acquirenti farà dell’e-Beetle: brevi viaggi all’insegna del relax. Inoltre, la componentistica della vettura è compatibile con la ricarica rapida e in un’ora consente di immagazzinare energia sufficiente a percorrere 150 chilometri. Il kit per elettrificare il Maggiolino sarà disponibile nei prossimi mesi ma non è stata ancora diffusa alcuna informazione sui prezzi. Un fenomeno in crescita Sono sempre più le aziende specializzate nella conversione di auto classiche in ibride ed elettriche, un fenomeno che prende il nome di “retrofit”. Tra le case che si sono cimentate nella trasformazione dei loro modelli storici ricordiamo la Jaguar con la E-Type Zero, e l’Aston Martin con la Heritage EV Concept, basata sulla DB6. L’operazione ha solleticato anche la Renault, che ha sviluppato la concept e-Plein Air partendo dalla versione spiaggina della R4, risposta francese alla Fiat 500 Jolly Icon-e realizzata da Garage Italia. Gli stessi uomini della Volkswagen hanno affermato di stare lavorando anche su versioni elettrificate del pulmino Bulli e della Porsche 356. Qualcuno a Wolfsburg deve averci preso gusto.


aci.it | infosoci@aci.it | n. verde 803.116 | APP ACISPACE 13 Settembre 2019 ·

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STORICHE

Modena Motor Gallery, emozioni d’epoca. MONICA SECONDINO

■ Il 21 e 22 settembre apre i battenti la settima edizione di Modena Motor Gallery, la manifestazione dedicata alle auto e moto d’epoca che punterà su tanti eventi con l’obiettivo di “dare emozioni”, come spiega Mauro Battaglia, patron della mostra mercato, in occasione della presentazione a Milano dell’evento. Un settore, quello delle mostre/mercato, che oggi va avanti non senza difficoltà e che cerca di rinnovarsi puntando non solo sui commercianti ma soprattutto sul pubblico, offrendo un programma ampio e coinvolgente. Diecimila i partecipanti della passata edizione, quest’anno i visitatori troveranno tanti appuntamenti in calendario: dal design agli anniversari, passando da gare di regolarità e raduni, dalle mostre agli incontri con i personaggi di questo mondo, dall’esibizione con i paracadutisti della scuola nazionale Bluesky alle auto della Polizia di Stato e alle hot rod. ACI Storico presente Si parte con “1950-1990 – 40 anni di stile italiano tra le due e le quattro ruote”: una mostra curata da Mario Simoni, grazie alla quale si potrà ripercorrere un “quarantennio magico”. Sono gli anni in cui nasce la Motor Valley italiana e verranno celebrati con l’esposizione di dieci automobili sportive e altrettante motociclette di marchi attuali come 20

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Lamborghini, Bugatti e Ducati ma anche di costruttori ormai scomparsi come Osca e Bandini. Tra le auto esposte ci sarà anche una chicca: la Minardi MG 75. È Giancarlo Minardi che racconta dell’auto che fu di suo papà Giovanni, un’auto con un 6 cilindri in linea (unica sei cilindri al mondo sotto 1000 centimetri cubici) con doppio asse a camme in testa, derivata dalla Ferrari V12 di cui ha la stessa cilindrata (125 cc). Minardi, Presidente della Commissione Velocità di ACI Sport e testimonial ACI Storico, nel corso della presentazione milanese, ha portato il saluto del Presidente di ACI Angelo Sticchi Damiani e ha spiegato: “L’Italia ha un patrimonio di vetture ineguagliabile, ACI Storico sta supportando questo tipo di mostra mercato ed è giusto che sia presente a queste manifestazioni, per dare ancora maggiore spinta al nostro capitale nazionale. Modena Motor Gallery è un evento importante, anche perché è nella Motor Valley, nel cuore del territorio che ha dato i natali ai marchi più belli in assoluto nel mondo dell’automobile”. Le mostre Ricorre inoltre quest’anno il 60° anniversario della de Tomaso Automobili e, per celebrarlo, a Modena ci sarà la mostra: “De Tomaso in galleria”. Un’esposizione di cinque pezzi unici, scelti dal figlio di Alejandro de Tomaso, l’argentino che nel


1959 fondò a Modena, in un garage adibito a officina, la sua azienda che ha realizzato modelli come la Pantera. Ci sarà anche l’auto che si dice essere stata la preferita del fondatore, per piacere di guida e prestazioni, la Deauville 1972 prima serie, con un V8 (lo stesso della Pantera) da 300 cavalli. Un’auto che nel 1972 costava 8,5 milioni di vecchie lire. Modena Motor Gallery non è solo passato e tradizione, ma anche uno sguardo all’innovazione con la mostra “Futura” che vede auto e moto protagoniste di un percorso creativo: auto a sei ruote, moto da competizione, concept di hypercar, auto da corsa, scooter estremi e molto altro. Curata dal Designer Antonio Sassi, con un passato nel team di F1 di Minardi e presso IDEA Institute, che presenterà, tra le altre, la Vision Concept GT P44 che sarò accanto ad altri prototipi di Dallara, Covini, Tazzari. Tra esibizioni e regolarità In occasione del Modena Motor Gallery 2019 si svolgerà anche il secondo raduno dedicato al 50° anniversario dell’Autobianchi A112 che ha raccolto 92 adesioni non solo dall’Italia ma anche da Germania, Austria, Francia e Svizzera. Le auto partiranno dall’Autodromo di Modena, si sposteranno poi per una visita alla Collezione Righini a Panzano, che è tra i primi 50 collezionisti al mondo e che apre il suo Castello per l’occasione, e arriveranno al Modena Motor Gallery nel primo pomeriggio. Quest’anno si festeggiano anche i 30 anni dall’inaugurazione della sede fieristica di ModenaFiere, che aprì le attività nel 1989 con la prima edizione di “The Italian Classic Car Show”. In collaborazione con il Circolo della Biella, già presente alla prima edizione, viene quindi organizzata un’esposizione di 40 auto storiche che sfileranno lungo la Via Emilia e disputeranno una prova di regolarità. Organizzatore dell’evento è il presidente del Circolo della Biella, Matteo Panini, “custode” di un’importante collezione di Maserati, che si trovano all’interno della sua azienda agricola. La strada degli artigiani Come nelle precedenti edizioni, cuore pulsante della manifestazione sarà la “Strada degli artigiani”: 500 metri che ospi-

tano 35 piccole aziende che fanno di Modena il fulcro della Motor Valley italiana, anche in un momento difficile come questo. “Molte fiere di auto e moto d’epoca sono in crisi e arrancano, vendite e aste online sono concorrenti agguerriti anche se il mercato segnala un calo delle vendite di auto orami a livelli europei”, spiega Battaglia, che ritiene che il settore debba innovarsi profondamente e va proprio in questa direzione la partnership stretta con OldCar24, un sito di vendite online di auto d’epoca. A Modena il futuro va a braccetto con la tradizione e quest’anno la manifestazione sarà ancora più ricca, con oltre 360 espositori, 900 auto e moto storiche, club, registri storici e musei. Il biglietto costerà 10 euro ma ci sono anche “pacchetti” che aggiungono la possibilità di provare una Ferrari California, visitare il Museo Enzo Ferrari di Maranello e quello di Ferruccio Lamborghini, degustando naturalmente i prodotti tipici modenesi, per un’esperienza completa che soddisfi tutti i gusti.

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Nuova serie • Anno 4 • Numero 32 • Settembre 2019 • €3,00

Spedizione Poste Italiane Spa - Postatarget Magazine. Pubblicazione Mensile. Data P.I. 31/8/2019

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...dal nostro mensile PUBBLICATO SUL NUMERO 32 - SETTEMBRE 2019

AUTO FOCUS

Forza Germania. Al Salone di Francoforte (12-22 settembre) l’industria tedesca si presenta con nuovi vertici e una produzione che rallenta. Una sfida da affrontare puntando su elettriche e guida autonoma. MARGHERITA SCURSATONE ■ Da un Salone di Francoforte all’altro, l’industria tedesca dell’auto ha cambiato tutti i suoi uomini chiave. È la prima notizia del Motorshow 2019 – si svolge dal 12 al 22 settembre – che quest’anno registra un’assenza massiccia di marchi, in particolare tutti i francesi e quelli di Fiat Chrysler. Nuovo segno di declino della forma Salone in senso tradizionale, che riguarda un po’ tutte le manifestazioni mondiali del genere. Assenze che renderanno ancora più visibile la presenza in forze dei padroni di casa. Anche se ci saranno novità non tedesche: a cominciare dalla attesa première della nuova generazione della Land Rover Defender. Cambio della guardia Nell’aprile scorso, al volante del gruppo Volkswagen al posto di Matthias Müller è arrivato Herbert Diess. In Audi, dove Rupert Stadler fino all’estate del 2018 sembrava essere immune dagli effetti del dieselgate (ma il software del V6 3.0 arrivava proprio da Ingolstadt), è finito addirittura in carcere. Gli è succeduto Bram Schot, prima come Ceo ad interim e dal primo gennaio di quest’anno. a pieno titolo. In Daimler, casa madre della Mercedes, Dieter Zetsche ha passato nei tempi previsti – maggio 2019 – il ba-

stone di comando a Olla Källenius. Infine, in Bmw l’improvviso cambio nel luglio scorso: Harald Krüger ha dovuto rinunciare a un secondo mandato come numero uno del gruppo e al suo posto è stato nominato Oliver Zipse, fin lì responsabile della produzione. I nuovi vertici si trovano davanti a una sfida inattesa: ridare energia alla locomotiva della produzione automobilistica in Germania che ha bruscamente rallentato la marcia. Se guardiamo solo alle auto, la produzione 2018 è stata di 5,1 milioni, ben 523mila unità in meno, pari a una contrazione del 9,3%. Resta comunque la leadership mondiale per produzione di vetture premium con oltre il 70%. A pesare sul rallentamento della Germania dell’auto non è stato tanto il mercato interno – l’anno scorso in flessione di un impercettibile 0,2% a 3,44 milioni di unità – né quello europeo, stabile a 15,6 milioni: a fermare la locomotiva tedesca sono state soprattutto le esportazioni fuori dall’Europa, principalmente verso Stati Uniti e Cina, dove la minaccia di dazi ha colpito pesantemente il commercio internazionale. Per riprendere a crescere, la Germania punta sulla tecnologia – non è una novità – e sull’ecologia – e questa inve-

ce lo è. L’industria tedesca si presenta al Salone di Francoforte spingendo al massimo sull’auto elettrica e sulla guida autonoma. Nei prossimi tre anni, Bmw, Mercedes e gruppo Volkswagen investiranno circa 40 miliardi di euro per queste due voci. Diess sostiene che questa trasformazione epocale del settore potrebbe costare alle imprese tedesche circa 100 miliardi di euro. 310 miliardi di investimenti L’industria tedesca segue un trend globale. La società di consulenza AlixPartners stima che entro il 2025 l’industria automobilistica mondiale investirà 225 miliardi di dollari per l’elettrificazione e altri 85 miliardi nella guida autonoma, anche insieme all’industria del tech, da Waymo (la divisione di Google che si occupa di autonomous driving), a Uber che non vede l’ora di liberarsi degli autisti, ad Apple, che continua a investire sul progetto Titan i cui dettagli non sono stati mai confermati completamente. La sfida economica è di dimensioni gigantesche, tanto che le stesse Case tedesche hanno già annunciato piani di tagli massicci dei costi per poter mantenere la redditività a livelli accettabili pur in presenza di investimenti a livelli mai visti prima. L’Audi inten-

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Nel 2018 in Germania sono stati depositati 2.988 brevetti legati all’automotive. Valgono il 27% dell’innovazione mondiale e il 51% di quella europea

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de tagliare 15 miliardi di costi entro il 2022, la Bmw vuole risparmiare 3 miliardi negli acquisti entro il 2024, il gruppo Volkswagen ridurre i costi di 3 miliardi per il 2023. Tutto questo sembra però non bastare ai nuovi capitani coraggiosi dell’auto tedesca, che sempre più si alleano per ridurre investimenti e rischi. Hanno cominciato Bmw e Mercedes, fondendo le loro attività di car

sharing – DriveNow e Car2go – nel tentativo di ridurre i costi. Poi le due arci-rivali si sono alleate anche sulla guida autonoma e stanno guardando ad altri settori, tra cui la produzione di batterie, da portare – come vuole il governo – in Germania. Volkswagen, pur primo costruttore al mondo per volumi, ha stretto un’alleanza con l’americana Ford a tutto campo, dalla guida autonoma ai veicoli


commerciali e ai pick-up, fino all’uso condiviso della propria piattaforma elettrica Meb. Aspettando i risultati Basteranno questi sforzi a far ripartire l’industria dell’auto tedesca? Ci vorranno non meno di un paio d’anni per vedere i risultati, ma è tutta l’Europa che ha bisogno che la locomoti-

va tedesca riprenda vigore, dopo che a giugno la produzione industriale è scesa delll'1,5%, del 5,2% su base annua. La Germania ospita 43 dei 229 stabilimenti di produzione di autoveicoli e di motori dell’Unione Europea e guida il settore chiave della ricerca: qui sono stati depositati 2.988 brevetti legati all’automotive nel 2018. Valgono il 27% dell’innovazione mondiale e il 51% di quella europea.

In apertura la Cancelliera Angela Merkel in visita ad una industria automobilistica. In alto gli stand del Salone dell'Auto di Francoforte durante la scorsa

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