l'Automobile n. 104

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Supplemento settimanale a l’Automobile.

INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

Settimanale digitale • Anno 3 • Numero 104 • 1/11/2019

FCA e PSA, matrimonio sia. ANGELO BERCHICCI ■ L’accordo c’è. Rimane da firmare il memorandum d’intesa, ma il matrimonio tra Fca e Psa si farà. Un rapporto alla pari dai numeri importanti: quarto costruttore al mondo, 8,7 milioni di veicoli l’anno e ricavi di oltre 170 miliardi di euro. Le sinergie sono stimate in 3,7 miliardi. La ratio della fusione è tutta qua: sfruttare le economie di scala, spalmare gli investimenti su una gamma più ampia e condividere i costi dell’elettrificazione. La nuova realtà avrà un primato in Europa nei segmenti più profittevoli, come suv, crossover e veicoli commerciali, semplicemente già sommando i risultati attuali. Il mercato nord americano sarà portato in dote da Fca. Oltre a poter

contare su un leader come Carlos Tavares, uno dei pochi manager del settore in grado di consolidare il business e portare il gruppo a competere alla pari con Volkswagen, Toyota e l’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. Ci sono però alcuni punti critici. Anzitutto la Cina: nel primo mercato automobilistico al mondo, Fca e Psa giocano un ruolo di secondo piano con non più di 250mila unità complessive. Non sarà facile soprattutto in un periodo nel quale le vendite rallentano. C’è poi l’occupazione. È stato garantito che l’operazione non porterà alla chiusura di stabilimenti. Eppure, qualche dubbio rimane. Psa e Fca avrebbero in Europa oltre 40 siti produttivi. Forse troppi per chi, come Tavares, ha un’autentica fissazione per il taglio dei costi.


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