l'Automobile Week n. 116

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Settimanale digitale • Anno 4 • Numero 116 • 7/2/2020

Supplemento settimanale a l’Automobile.

INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

Musk, fattore Y. CARLO CIMINI ■ Tesla non si ferma più. Dopo aver superato i 100 miliardi di capitalizzazione, la Casa californiana vola in Borsa a New York, sfiorando nei giorni scorsi il valore record di 1.000 dollari per azione. Fa niente se nelle ore successive il titolo ha ripiegato verso quota 750. Dettagli. Il successo di Elon Musk resta immutato. Nonostante qualche ritardo nella produzione infatti le consegne per il 2020 dovrebbero superare le 500mila unità, rispetto alle 367mila del 2019. In futuro a far correre ancora

Tesla è anche l’ampliamento della gamma, con la Model Y le cui prime consegne negli Usa sono state anticipate a marzo. Non un modello qualunque visto che giocherà la sua partita nel segmento più di successo del mercato: i suv compatti. La crossover sarà costruita anche in Europa nella Gigafactory 4, il grande stabilimento in fase di costruzione in Germania. Una scelta che sembra fatta apposta per mettere pressione ai tedeschi – Volkswagen su tutti – che stanno provando a recuperare terreno sull’auto elettrica. Ma oggi, in Borsa e fuori, è l’ora di Musk. Il resto del mondo sembra ancora guardare..


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AUTO E MOTO

Tesla Model Y, quello che sappiamo. EDOARDO NASTRI

■ La Tesla Model Y è in arrivo. Durante la presentazione dei risultati finanziari del marchio relativi all’ultimo trimestre del 2019, il ceo Elon Musk ha fatto entrare sul palco un esemplare della nuova crossover elettrica, presentandola per la prima volta al mondo. Nelle forme ricorda la sua sorella maggiore Model X, ma con un design più aggraziato e proporzioni compatte. Il frontale riprende nello stile quello della Model 3, la berlina modello d’ingresso di Tesla. “La Model Y avrà sette posti disponibili come optional”, ha dichiarato Musk. Se l’immagine mostrata rappresenta la versione definitiva dell’auto, la vettura non avrà le portiere posteriori con apertura ad ali di gabbiano, spettacolari ma causa di non pochi guai sulla X. Versioni e prezzi Musk ha inoltre svelato allestimenti, motorizzazioni e prezzi della Model Y. Il ceo di Tesla ha dichiarato che le consegne inizieranno a marzo, anche se il video mostrato durante l’evento di presentazione indicava per la maggior parte delle versioni l’arrivo su strada nell’autunno di quest’anno. “Stiamo già producendo la vettura a pieno regime”, ha dichiarato il numero uno del marchio americano. In futuro la crossover

sarà costruita anche in Europa nella Gigafactory 4, il grande stabilimento in fase di realizzazione in Germania. La Model Y sarà venduta in quattro versioni. La “Standard Range” avrà un prezzo di 39mila dollari per un’autonomia di 370 chilometri. La “Long Range” costerà 47mila dollari per una percorrenza di circa 480 chilometri, mentre la “Dual Motor” avrà la trazione integrale con un’autonomia di 450 chilometri (51mila dollari). Infine la “Performance” sarà venduta a 60mila dollari e potrà percorrere circa 450 chilometri con un solo pieno di energia, assicurando però prestazioni da sportiva: 0-100 in 3,5 secondi, per una velocità massima di 240 chilometri orari. 2019 anno d’oro Il 2019 è stato un anno d’oro per Tesla. Nei dodici mesi il costruttore americano di auto elettriche ha consegnato il 50% di vetture in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in particolare grazie al successo della Model 3. L’obiettivo per il 2020 è quello di consegnare mezzo milione di unità, grazie anche all’arrivo della Model Y. Secondo gli analisti di New Street Research, l’azienda venderà dai 2 a 3 milioni di veicoli all’anno dopo il 2025. 7 Febbraio 2020 ·

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BUSINESS

Boom a Wall Street. VALERIO ANTONINI

lando vincente. Nel 2018, il fondatore di Tesla aveva deciso (in accordo con il consiglio di amministrazione) di rinunciare completamente al suo stipendio per i prossimi 10 anni, a patto di avere diritto a dei premi di produzione legati anche ai risultati finanziari. All’epoca il costo delle azioni era di 593 dollari l’una, aumentando il loro valore Musk si arricchisce. Il primo traguardo era fissato a 100 miliardi di capitalizzazione (già superati), soglia da mantenere per almeno sei mesi. L’obiettivo finale è raggiungere i 650 miliardi. In qual caso Musk ne otterrebbe il 12%, vale a dire 78 miliardi. E intanto già guadagna molto di più di un “semplice” amministratore delegato. Secondo il portale Markets Insider, Musk incassa mediamente 4mila volte di più dei colleghi di altre multinazionali. La rivista Forbes lo ha inserito nella classifica dei 50 uomini più ricchi del mondo con un patrimonio stimato di 22 miliardi di dollari, a questo punto destinato a crescere ancora. * Successivamente le preoccupazioni dovute all’epidemia di coronavirus e ai possibili effetti sui tempi di consegna soprattutto in Cina hanno invertito la tendenza: nella giornata di martedi 5 il titolo di Tesla ha subito una perdita di circa il 10% del valore complessivo.

BUSINESS ■ Dopo aver superato i 100 miliardi di capitalizzazione, Tesla non si ferma più. La quotazione sul mercato borsistico del costruttore di elettriche continua a crescere toccando il valore record superiore di gran lunga ai 900 dollari per azione, dato di chiusura di ieri. Nel 2020 è l’azienda che ha guadagnato di più a Wall Street: +56% sull’indice Nasdaq-100. * Un vero boom di investitori, dovuto (in parte) alle previsioni più che positive degli esperti di settore. L’analista di Argus Research Bill Selesky ha assegnato il rating “buy” (indica che il prezzo di un asset aumenterà nel prossimo futuro) alle azioni di Tesla, stimando che possano crescere ancora. Mentre prevede che nel 2021 gli utili potrebbero addirittura raddoppiare. “Posizione dominante” “Le aspettative sono tra le più alte di tutta Wall Street” – riferisce Selesky in una nota – “La nostra visione positiva presuppone una crescita dei ricavi generati dalle vendite della nuova Model 3, che rappresenta oltre l’80% della produzione dell’ultimo quadrimestre del 2019”. Selesky si aspetta che “Tesla tragga un notevole vantaggio dalla sua posizione dominante nel segmento dei veicoli elettrici e continuerà a migliorare le sue prestazioni economiche. Nonostante qualche ritardo nella produzione, mentre i margini lordi aumentano, si stanno abbassando i costi di ricerca e sviluppo”. I risultati positivi in Borsa sono spinti anche dal tweet di Musk, che ha rassicurato investitori e analisti: “Le consegne per il 2020 dovrebbero superare comodamente le 500mila unità, rispetto alle 367mila del 2019”. Gli esperti di settore danno quasi per scontato che l’azienda riesca a generare le risorse necessarie per far fronte agli impegni presi, soprattutto sui tempi di consegna delle auto. Musk ricco senza stipendio In questo scenario, la scommessa di Elon Musk si sta rive4

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Promesse mantenute: ora si vola. ANGELO BERCHICCI

■ Tesla vola in borsa dopo aver chiuso in positivo il suo secondo trimestre consecutivo, facendo segnare un incremento nei profitti e annunciando che la capacità produttiva nel 2020 supererà le 500mila vetture, la quantità più alta mai raggiunta. Sarebbe un +36% rispetto al +50% del 2019 (367.500 unità, il doppio del 2018), un anno definito dal ceo Elon Musk un “punto di svolta”.


Crescita continua La notizia è che Musk ha mantenuto per la prima volta alcune sue promesse. Nel trimestre appena chiuso, il quarto del 2019, sono migliorati anche il margine di guadagno per ciascun veicolo venduto (3.205 dollari, +19% rispetto al precedente trimestre). Va comunque detto che i margini di profitto rimangono ben più bassi di quelli degli altri costruttori premium e che la Casa deve fare fronte ad un debito molto alto (13,42 miliardi di dollari a fine 2019). Dopo la pubblicazione dei risultati, Tesla ha avuto un’ulteriore crescita in Borsa, dove con oltre 100 miliardi di dollari era già la Casa automobilistica con la maggior capitalizzazione di mercato di sempre. Il valore del titolo, quasi raddoppiato in un anno, ha avuto un balzo del 12%, superando per la prima volta i 600 dollari (all’ultima chiusura di Wall Street aveva una quotazione di 641 dollari). La corsa cinese Elon Musk si è detto fiducioso di poter fare ancora meglio nei prossimi anni, quando entrerà a regime la produzione di Model 3 e Model S nello stabilimento di Shanghai, inaugurato un mese fa. Per quest’anno l’obiettivo è arrivare a produrre 150mila vetture nella struttura, che dovrebbero raggiungere le 250mila entro il 2021. E a proposito delle ripercussioni sulle attività produttive causate in Cina dal coronavirus, il capo dell’ufficio finanziario di Tesla, Zachary Kirkhorn, ha affermato che l’impatto previsto dovrebbe limitarsi a circa una settimana di ritardo nella consegna delle Model 3 prodotte a Shanghai. Prima del previsto Tesla ha anche fatto sapere di aver avviato nell’impianto di Fremont la produzione della Model Y, la crossover compatta le cui consegne dovrebbero iniziare tra marzo e aprile, prima del previsto (secondo il piano industriale le prime Model Y avrebbero visto la luce verso fine anno). In futuro la Model Y sarà prodotta – assieme alla Model 3 – anche nella Gigafactory 4, il grande stabilimento che la Casa sta costruendo in Germania, che raggiunta la piena capacità operativa sfornerà 500mila vetture ogni anno. Infine, per aprile Musk annunciato un “Battery day”, in cui spiegare agli analisti un suo piano per le batterie, cuore del business elettrico.

BUSINESS

Tesla: Barra non ci sta. EMILIANO MARZIALI ■ I record di Tesla hanno suscitato l’ira di Mary Barra, numero uno dell’americana General Motors. Il fatto che l’azienda californiana valga ora più di tre volte la storica Casa di Detroit non è andato giù. La Barra, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, di fronte

ad una platea di analisti, non le ha mandate a dire, provando a convincere gli operatori di Borsa ad invertire la tendenza, dando più fiducia alla “vecchia” GM. Il ceo ha ricordato come la sua azienda da tempo sia impegnata nell’elettrificazione, come sulla sicurezza stradale e la guida autonoma. Gli investimenti a batteria Mary Barra ha ricordato gli investimenti di 2,2 miliardi di dollari nello stabilimento di Detroit-Hamtramck proprio per produrre truck e suv elettrici, compreso il prossimo Hummer a batteria che uscirà dallo stabilimento del Michigan nell’autunno 2021 e andrà a sfidare il Cybertruck dell’odiato Musk. A dicembre Gm ha anche annunciato una joint venture con i coreani di LG Chem per una nuova fabbrica di batterie in Ohio a Lordstown. La capacità sarà di oltre 30 gigawatt e creerà, per la gioia del presidente Donald Trump, circa 1.100 posti di lavoro. Così come lo scorso anno era stato deciso un investimento di 300 milioni di dollari a Orion in Michigan per la produzione di un nuovo veicolo elettrico Chevrolet. Basterà a convincere gli analisti?

BUSINESS

Musk: è l’ora della Giga Texas? LINDA CAPECCI ■ I conti volano ma Elon Musk non vuole fermarsi. Mentre a Wall Street le quotazioni di Tesla spiccavano il volo, guadagnando il 20% in un solo giorno, il fondatore della azienda californiana ha lanciato un’altra idea: costruire una nuova giga factory sul territorio americano, questa volta in Texas. Per farlo ha creato un sondaggio tra i suoi follower su twitter con un post con la semplice scritta “Giga Texas?” e la possibilità di optare per una delle due risposte. “Diavolo sì” oppure “Non se ne parla”. 7 Febbraio 2020 ·

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Dopo poche ore le reazioni erano arrivate a quota 102mila con l’80% favorevole alla nascita dell’impianto, che sarebbe il terzo negli Usa, dopo quello di Fremont in California e la giga factory del Nevada e andrebbe ad aggiungersi anche a quello già da qualche settimana operativo a Shanghai. Tesla ha anche annunciato pochi giorni fa di aver acquistato il terreno – nel Land tedesco del Brandeburgo a sud di Berlino – dove intende iniziare al più presto la costruzione della prima fabbrica sul territorio europeo. Servono batterie Durante una conference call con gli investitori la scorsa settimana Elon Musk ha ribadito la necessità di costruire più batterie, soprattutto per supportare la costruzione di modelli che potrebbero avere volumi di richiesta molto alti, come il Cybertruck. Nella stessa occasione il manager ha confermato gli accordi con due società che realizzano accumulatori per auto elettriche, la cinese Catl e la coreana Lg Chem per rifornire soprattutto l’impianto di Shanghai e ha annunciato per il prossimo aprile il primo “Battery Day”, una giornata dedicata proprio ai produttori di batterie.

temente rallentata a causa della epidemia di coronavirus, che sta costringendo l’intero apparato produttivo del paese asiatico a chiudere i battenti coinvolgendo anche il nuovo impianto di Tesla. Fornitura per la Cina Secondo Reuters, l’azienda americana ha comunque precisato che la partnership con i due fornitori di accumulatori dell’estremo oriente sarebbe destinata solo a una parte della sua produzione. Il costruttore di Palo Alto ha già un importante vincolo per la fornitura di batterie con la giapponese Panasonic e ha acquistato a maggio 2019 la Maxwell Technologies, una mossa che lo stesso Elon Musk ha definito “cruciale” per rispondere allo straordinario successo e alla valanga di prenotazioni del pick up Cybertruck. Ecco il “Battery Day” A conferma della grande importanza rivestita da un approvvigionamento sicuro e continuo di batterie, arriva anche la notizia che Tesla starebbe pensando di organizzare – probabilmente in aprile – il “Battery Day”, una giornata dedicata proprio alle relazioni con le varie aziende mondiali fornitrici di accumulatori.

BUSINESS LIFESTYLE

Tesla cerca altre batterie Una canzone per Elon. a oriente. PAOLO BORGOGNONE ELISA MALOMO ■ Tesla ha firmato un accordo con i coreani di Lg Chem e i cinesi di Catl (Contemporary Amperex Technology) per il rifornimento di batterie da impiegare nella produzione delle proprie auto elettriche. Anche in mancanza di commenti ufficiali da parte dei protagonisti, si ritiene che l’intesa servirà innanzitutto a rifornire la Giga Shanghai, la nuova fabbrica di elettriche che ha iniziato da circa un mese la produzione in Cina. Una produzione che peraltro è in questi giorni for6

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■ Il messaggio è chiaro: “Don’t Doubt Your Vibe” che tradotto in italiano suona più o meno “credi in te stesso”. A dirlo, anzi a cantarlo, è Elon Musk. Si avete capito bene. Il fondatore e presidente di Tesla, l’uomo che promette di realizzare auto elettriche alla portata di tutte le tasche, che ha mandato nello spazio una sua vettura, progetta tunnel sotto le città per battere il traffico e razzi per portarci su Marte, come se fosse dietro l’angolo, adesso canta. Sue anche le parole e la musica.


Come sempre quando c’è di mezzo Musk è l’elettronica a farla da padrona. Il brano è realizzato interamente al computer, attraverso la campionatura dei suoni e un filtro della voce che la rende quasi come se provenisse da un altro mondo. Forse un anticipo di quello che potremmo sentire sul pianeta rosso. Piattaforma condivisa La canzone – della durata di 4 minuti e un secondo – è stata postata dallo stesso Elon su SoundCloud, una piattaforma condivisa – fondata a Berlino nel 2008 – dedicata a chiunque voglia creare musica e farla conoscere. Attraverso un abbonamento – che può essere gratuito o a pagamento, a seconda dello spazio che si vuole avere a disposizione – gli artisti possono caricare i propri brani e condividerli anche sui social network. Proprio quello che ha fatto Musk postando “Don’t Doubt Your Vibe” su Twitter: per l’occasione ha anche cambiato nome al proprio profilo trasformandolo in E.D.M., acronimo di Electronic Dance Music, il genere musicale diffuso soprattutto nelle discoteche a cui appartiene la sua creazione. La nuova trovata del manager – forse ispirata dalla vicinanza della compagna, la 32enne cantante canadese Grimes, al secolo Claire Elise Boucher – ha subito destato l’attenzione dei suoi follower. Eterogenei i commenti. C’è chi paragona Musk “a un moderno Leonardo da Vinci”, chi si chiede “ma c’è qualcosa che quest’uomo non sappia fare?”. Alcuni azzardano consigli sulle prossime canzoni da realizzare e qualcuno si limita a commentare: “Spazzatura”. Adesso proviamo a sognare: Elon Musk ospite del prossimo festival di Sanremo. Un bel modo per festeggiare i 70 anni della manifestazione canora più amata dagli italiani, no?

AUTO E MOTO,

Le cinque elettriche più veloci del 2020.

VALERIO ANTONINI ■ La sfida elettrica è anche in pista. Se è vero che l’auto a batteria nasce per la città è anche vero che l’elettrificazione ha alzato l’asticella per le prestazioni. Magari superiori a quelle dei veicoli tradizionali. Obiettivo, ad esempio, superare nel giro veloce la Porsche Taycan al Nürburgring (7 minuti e 42 secondi), oppure raggiungere nuovi record di accelerazione oggi nelle mani (o meglio, nei pistoni) di Bugatti e Koenigsegg, mostri da uno 0 a 100 in 2 secondi e una manciata di centesimi. Ecco 5 modelli – in arrivo entro la fine del 2020 e classificati in ordine di potenza – che promettono prestazioni da record e prezzi da capogiro. 1) Lotus Evija Con il nome in codice “Type 130” si tratta del primo veicolo elettrico (prodotto in 130 esemplari) del marchio britannico (di proprietà cinese Geely). L’Evija – svelata a novembre del 2019 al Salone di Guangzhou – è alimentata da un pacco batterie da 70 chilowattora con quattro motori elettrici da 368 chilowatt l’uno, che generano una potenza complessiva di 1.973 cavalli. La super car monta cerchi in magnesio da 20 pollici per le ruote anteriori e 21 pollici per quelle posteriori, con pneumatici Pirelli Trofeo R e dischi in carbonio e ceramica. Lotus afferma che nei primi test effettuati l’auto ha raggiunto i 320 chilometri orari di velocità accelerando da 0 a 100 in circa tre secondi e da 0 a 300 in meno di 9. Prezzo da sceicchi: quasi 2 milioni di euro. 2) Aspark Owl Presentata al Dubai Motor Show, la versione definitiva di questo bolide giapponese (basato su una monoscocca in fibra di carbonio) equipaggia quattro elettromotori sincroni a magneti permanenti con batterie da 800 Volt (e 64 chilowattora) in grado di erogare un totale di 1.985 cavalli. Scatta da 0 a 100 in meno di 2 secondi e raggiunge i 400 orari (superando i 150 l’alettone posteriore si alza automaticamente). Monta freni con dischi carboceramici e pinze a 10 pistoncini. L’auto è connessa alla rete e compatibile con gli smartphone attraverso due grandi display in plancia. Altri schermi laterali proiettano le immagini delle telecamere perimetrali. La super car è dotata dei più avanzati sistemi elettronici come i controlli di trazione e stabilità. La Aspark Owl verrà prodotta in Italia, presso la Manifattura Automobili Torino, in soli 50 esemplari. Per averla bisogna prima anticipare una quota di 50mila euro e aggiungerne altri 2,9 milioni al momento della consegna (primavera 2020). 7 Febbraio 2020 ·

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3) Rimac C_Two Svelata al Salone di Ginevra 2018, la C_Two (Concept Two) è il secondo modello del marchio croato Rimac dopo la Concept One. Disegnata dall’ex ingegnere di General Motors Adriano Mudri, la super car pesa meno di due tonnellate e presenta quattro propulsori a batteria da 1.914 cavalli totali (1.408 chilowatt) montati sulle ruote. Gli elettromotori sono raffreddati a liquido e abbinati quattro trasmissioni, mono-marcia sull’anteriore e a due rapporti sul posteriore. La C-Two dovrebbe raggiungere una velocità massima di 415 chilometri orari e raggiungere i 100 partendo da ferma in meno di 2 secondi. La vettura supporta sistemi di guida robot di quarto livello – al momento ancora non consentiti dalla legge – con un grado di automazione quasi totale garantito da 8 telecamere, 6 radar, 12 sensori ultrasuoni e un lidar. Disponibile in 50 unità (già prenotate, dicono da Rimac), l’elettrica costa circa 600mila euro. 4) Pininfarina Battista Chiamata anche con il nome in codice PF0, l’onomastica Battista è dedicata al fondatore della Carrozzeria Pininfarina: Battista Farina. L’estetica dell’auto si ispira al concept futuristico Sintesi del 2008 e alle Ferrari disegnate dall’azienda torinese. La super car monta quattro motori elettrici collegati indipendentemente alle ruote motrici con una potenza complessiva di 1.926 cavalli. Potrebbe diventare l’auto omologata per uso stradale più potente mai progettata e costruita in Italia. La Battista condivide il 4050% delle componenti tecniche con la Rimac C_Two. Per mantenere temperature interne nella norma, l’auto è stata equipaggiata con un sistema di raffreddamento a liquido dotato di cinque radiatori. La capacità energetica delle batterie, fornite dalla Rimac è di 120 chilowattora. L’alloggiamento che le contiene è a forma di T in modo da adattarsi al tunnel centrale e ai sedili garantendo un’adeguata distribuzione del peso. Secondo i dati rilasciati dalla Casa, la Battista sarebbe in grado di superare i 250 chilometri orari, scattando da 0 a 100 chilometri orari in circa 2 secondi e da 0 a 300 in meno di 12 secondi. L’auto è basata su una monoscocca in fibra di carbonio, materiale che compone anche alcuni pannelli della carrozzeria per contenere il peso del mezzo. Monta cerchi da 21 pollici con pneumatici Pirelli Zero Corsa. L’impianto frenante – realizzato dalla Brembo – prevede dischi dei freni carbo-ceramici con pinze a 6 pistoncini. Il prezzo potrebbe superare i 2 milioni di euro. 5) Tesla Roadster Secondo Elon Musk, la seconda generazione della Tesla Roadster (coupé 4 posti) è stata progettata per diventare l’elettrica più veloce di sempre: sarebbe in grado di accelerare da 0 a 100 chilometri orari in 1,9 secondi generando una coppia massima da record: 10mila newton metri. Promesse dichiarate nel 2017 – quando fu mostrata a sorpresa nel corso di un evento privato Tesla – oggi difficili da mantenere vista l’accesa concorrenza. Disegnata da Franz von Holzhausen, precedentemente in Mazda e Volkswagen, la Roadster ha tre motori elettrici che consentono la trazione integrale, uno montato sull’anteriore, due nella parte posteriore. Stando ai dati comunicati in sede di presentazione tre anni fa, la batteria dovrebbe avere una capacità di 200 chi8

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lowattora e un’autonomia di mille chilometri. Nel giugno 2018, Musk ha rivelato un potenziale equipaggiamento per la Roadster chiamato “pacchetto opzionale SpaceX” che aggiungerebbe una decina di propulsori a gas – utilizzati anche nei Falcon 9 e Falcon Heavy della sua azienda aerospaziale – per migliorare dinamismo e maneggevolezza dell’auto. Il prezzo dovrebbe partire dai 200mila euro. Piuttosto economica rispetto alle rivali sopracitate. A patto però di arrivare veramente entro la fine dell’anno.

BUSINESS

Elettrificate: 2030 l’anno del sorpasso. MARINA FANARA

■ Sono stime correte al rialzo quelle dell’ultimo report di Boston consulting group (Bcg): nel 2030 le vendite mondiali di auto elettrificate supereranno quelle dei modelli a sola combustione interna raggiungendo quota 51%. Il report, dal titolo “Who will drive electric cars to the tip-


ping point?”, indica anche che benzina e diesel scenderanno rispettivamente al 44% e 4% nel 2030, anno considerato di svolta nel settore della mobilità sostenibile. Solo per parlare di Europa, per esempio, da questa data entrerà in vigore la normativa ancora più stringente sulle emissioni che impone ai costruttori di rimanere entro la soglia media di 59 grammi per chilometro di CO2 sull’intera gamma. Spinta da taglio CO2 e incentivi Oltre a regole più severe, secondo Bcg, la spinta alla diffusione delle auto elettrificate (in particolare per le elettriche pure e le ibride plug-in) arriverà anche dagli incentivi statali, dal progressivo calo dei costi delle batterie e dall’interesse crescente da parte dei consumatori per i veicoli “puliti”. I costruttori si preparano: i primi 29 marchi – secondo lo studio – prevedono di investire oltre 300 miliardi nella produzione di veicoli elettrificati e di lanciare sul mercato, a partire dal 2025, oltre 400 nuovi esemplari.

INNOVAZIONE

In giro per il mondo a batteria. LINDA CAPECCI

Una visione d’insieme Nel complesso, i giornalisti hanno constatato che i veicoli elettrici sono ottimi per svolgere le attività e le commissioni di tutti i giorni in città. I problemi sono subentrati nel momento in cui hanno testato le vetture su tragitti più lunghi, al di fuori delle aree urbane. Quasi tutti hanno dovuto pianificare meticolosamente i viaggi su strada a seconda della disposizione delle colonnine di ricarica, e in alcuni casi, sono stati in ansia a causa della diminuzione dell’energia prima di raggiungere la stazione di rifornimento più vicina. I protagonisti Nora Naughton, Michigan, Chevrolet Bolt Valerie Bauerlein, North Carolina, Jaguar I-Space Katherine Blunt, Texas, Nissan Leaf Sean Mclain, Japan, Nissan Leaf Lee Hawkins, Virginia, Tesla Model 3 William Boston, Germany, Mercedes EQC James Areddy, China, Buick Velite 6 Erich Schwartzel, California, Hyundai Kona Gli inconvenienti Valerie Bauerlein in North Carolina ha affrontato un momento difficile a bordo della Jaguar I-Space che stava testando: ha impiegato 8 ore per portare a termine un tragitto di 214 chilometri proprio perché aveva difficoltà a trovare dei punti di ricarica. Nora Naughton che ha svolto la prova in Michigan su una Chevrolet Bolt, ha impiegato 30 ore per percorrere 430 chilometri: le infrastrutture di ricarica dello stato americano sembrano essere ancora insufficienti, inoltre il freddo ha rallentato il processo di rifornimento della batteria che ha sottratto alla reporter ben 19 ore del suo tempo. In Germania, l’inviato William Boston è stato costretto a tornare a piedi a casa per una ricarica notturna alla sua Mercedes EQC. Tesla e Cina le più positive Il giornalista di New York Lee Hawkin ha avuto invece un’esperienza positiva a bordo della Tesla Model 3, grazie alla solida rete di ricarica di cui gode la Casa di Elon Musk. Ottimo il riscontro dell’inviato in Cina James Areddy, che ha incontrato moltissime colonnine a bordo della sua Buick Velite 6, di produzione locale. “L’infrastruttura di rifornimento del paese asiatico è gestita e finanziata dal governo di Pechino che sta spingendo verso la progressiva elettrificazione delle case automobilistiche”. Qui gli acquirenti sono incentivati al passaggio ai veicoli a emissioni zero, proprio per questo il 50 per cento di tutte le “e-cars” del mondo sono commercializzate in Cina. Forse questa è la strada giusta.

■ Il Wall Street Journal ha realizzato un’inchiesta per provare a capire se il mondo sia davvero pronto ad accogliere una mobilità 100% elettrica. L’esperimento ha coinvolto diversi giornalisti del quotidiano di New York che hanno effettuato i test di guida in otto stati: in Nord America si sono divisi tra Michigan, North Carolina, Texas, Virginia e California poi in Germania, Cina e Giappone. I reporter hanno trascorso tre settimane spostandosi su diversi veicoli a emissioni zero. La sfida elettrica è stata pubblicata sul canale Youtube della testata: il video è un interessante spunto di riflessione sulla motorizzazione pulita, sui suoi svantaggi e i suoi limiti, purtroppo.

Il problema dei costi Scegliere un veicolo a batteria equivale a un compromesso e gli otto giornalisti l’hanno presto constatato. Acquistare un’auto elettrica è un’opzione dispendiosa – basta leggere i listini – e ancora riservata a pochi, anche se a lungo termine promette di abbattere i costi. Elettrico vuol dire zero emissioni, guida silenziosa, ma soprattutto guardare avanti. Siamo pronti ad abbracciare questo futuro? Dall’esperimento del Wall Street Journal risulta ci sia ancora molta strada da fare. 7 Febbraio 2020 ·

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BUSINESS

L’auto elettrica nel paniere ISTAT. LINDA CAPECCI

■ L’elettrificazione dell’auto (e non solo) entra nel paniere ISTAT. Una sorta di certificazione delle nuove abitudini di spesa degli italiani verso soluzioni più sostenibili. L’auto elettrica dunque al pari degli altri beni di prima necessità del nostro Paese. Nel paniere entrano anche le vetture ibride e il nuovo fenomeno dei monopattini elettrici. Vite a batterie Nel nostro Paese cominciano a prendere piede stili di vita più “green” e nuove abitudini al volante. Anche se i numeri di vendita delle auto elettriche restano comunque ridotti: nonostante una crescita del 110,8% nel 2019 in Italia si sono immatricolate solo 10.566 veicoli a sola batteria pari allo 0,5% del totale. A gennaio 2020 le elettriche vendute sono state 1.943 con una crescita del 587,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Vecchie glorie e new entry Il paniere si arricchisce anche della categoria del food-delivery a opera dei ciclo-fattorini, e in cima alle classifiche nelle consegne di pasti a domicilio è il sushi take away. Vantaggio10

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so e comodo il servizio offerto, carenti purtroppo le politiche lavorative di un settore che spesso accende le polemiche. A ogni modo, nella migliore tradizione italiana, è proprio l’area che comprende prodotti alimentari e le bevande analcoliche che continua ad avere il peso maggiore (16,21%), seguita da trasporti (14,96%), servizi ricettivi e di ristorazione (11,95%) e abitazione, acqua, elettricità e combustibili (9,95%). Per quanto riguarda la ponderazione del paniere ISTAT è da notare l’aumento del peso della divisione di spesa trasporti e il calo di quella abitazione, acqua, elettricità e combustibili. Nessuno esce ma molte sono le new entry, tra apparecchi acustici – per via dell’innalzamento dell’età media – smalto semipermanente, servizi di “barber shop” e cure estetiche per gli uomini. L’inflazione sale Da segnalare poi l’aumento dell’inflazione che a gennaio è salita allo 0,6% rispetto allo 0,5% di dicembre. L’ISTAT sottolinea una leggera accelerazione; a incidere è soprattutto il rincaro dei carburanti. L’inflazione di fondo si porta allo 0,8% e su base mensile i prezzi aumentano(+0,2%).


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AUTO E MOTO

Honda ricomincia da e. FRANCESCO PATERNÒ

■ VALENCIA – La Honda e, berlina cinque porte quattro posti di 3,90 metri di lunghezza, sorprende. Oltre ad andare a zero emissioni, ha un design rétro accattivante e molta tecnologia a disposizione per una citycar, sia nella sicurezza che nell’infotainment; un punto debole è lo spazio a bordo, non come ci si aspetterebbe in relazione agli ingombri e all’architettura elettrica.

ciso di accelerare il piano di elettrificazione: in Europa lo sarà tutta la gamma entro il 2022 (elettriche, ibride full e plug-in), mentre a livello globale entro il 2030 i due terzi delle vendite saranno a batteria. E pensare che anni fa Honda aveva abbandonato con il suo ibrido proprio il Vecchio continente, sul quale sta tornando in forze con il suv C-RV e, da maggio, con la nuova Jazz.

Pensata per l’Europa La Honda e è stata pensata innanzitutto per l’Europa, dove sarà in vendita da maggio, prima che in Giappone. È una risposta alle nostre normative sulle emissioni di CO2, oggi le più avanzate, che richiedono a tutti i costruttori di elettrificare la loro gamma per non incorrere nelle multe salate previste dal 2021. Per questo motivo Honda ha de-

Autonomia, potenza e prezzi Abbiamo guidato la versione più potente di Honda e, la Advance da 113 chilowatt (154 cavalli), la prima a essere sul mercato con prezzi a partire da 38.500 euro; la e da 100 chilowatt (136 cavalli) arriverà all’inizio del 2021 a 35.500 euro. L’auto ha una autonomia dichiarata di 222 chilometri, non molti rispetto alla concorrenza, ma è una

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scelta in base alle loro ricerche di mercato che indicano un utilizzo medio giornaliero di 40 chilometri in Europa. Il pacco batterie, sistemato sul fondo del pianale con peso distribuito equamente su due assali, ha infatti una capacità di 35,5 chilowattora, più piccolo rispetto a quella delle concorrenti, quanto meno pesante e meno costoso. L’auto nasce su una nuova piattaforma modulare destinata anche ad altri modelli. Su strada Sull’asfalto liscio delle strade urbane ed extraurbane di Valencia e dintorni, la Honda e – con cerchi da 17 pollici – si fa guidare con piacere, grazie a una potenza più che sufficiente per spostare con disinvoltura un peso di 1.500 chili, a uno sterzo diretto e a sospensioni indipendenti. In città vale la pena guidarla con la modalità del singolo pedale dell’acceleratore: quello del freno non serve, imparando a dosare il rilascio fino all’arresto. La trazione posteriore permette un raggio di sterzata molto ridotto, più che utile in ambito urbano, dove si può fare affidamento anche su un sistema di parcheggio automatico che funziona bene. Il tutto dietro riduce però anche lo spazio nel bagagliaio, la cui capacità dichiarata è di soli 171 litri. Anche l’abitacolo è nel complesso poco spazioso, nonostante l’assenza del motore termico e dei sistemi collegati.

Cinque schermi sulla plancia Eccelle la componente tecnologica. Sulla plancia ci sono cinque schermi: uno da 8,8 pollici come cruscotto, due da 12,3 touch a seguire (e scambiabili premendo un tasto) con tutte le informazioni del sistema di infotainment (assistente vocale basato su intelligenza artificiale compreso, sviluppato in proprio da Honda), più due monitor da 6 pollici agli estremi che fanno da specchietti retrovisori. Quelli fisici esterni non ci sono più, sostituiti da due telecamere, una première su un’auto di segmento B. Con un’app sul telefono si controlla tutto, con la possibilità di dare anche una chiave elettronica (fino a 5) con cui aprire e far guidare l’auto a un figlio o un amico anche stando lontani da casa con la propria chiave. Cosa importante, sull’Advance tutti questi sistemi e quelli di assistenza alla guida per la sicurezza sono di serie. “La nostra visione del futuro” I tempi di ricarica dipendono dalla potenza della fonte energetica utilizzata. La presa è sul cofano anteriore, sotto uno sportello di colore nero che i giapponesi considerano un segno di distinzione. “Chi ci precede riconosce la Honda e dal suo specchietto retrovisore”, ci dice Ko Yamamoto, ingegnere di ricerca e sviluppo di Honda, “questa auto è la nostra visione del mondo, il futuro nei prossimi dieci anni”. Aspettando le altre elettrificate, con un nuovo modello elettrico previsto per il 2021. 7 Febbraio 2020 ·

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sostituisce la precedente GT Line. Le declinazioni a alte prestazioni RS e RS Trophy – con telaio e sospensioni migliorate – sono equipaggiate entrambe con il motore V8 turbo a iniezione diretta da 300 cavalli dell’Alpine A110.

Renault, la Mégane è ricaricabile. In vendita Panda hybrid e Fiat 500. AUTO E MOTO

VALERIO ANTONINI

REDAZIONE

■ Renault aggiorna la Mégane: la berlina francese sarà disponibile dalla prossima estate anche in versione ibrida plug-in (E-Tech) e con tecnologie di bordo più avanzate, sia con carrozzeria berlina che wagon. Display più grandi A supporto del guidatore arriveranno nuovi sistemi di assistenza semi-autonomi di livello 2 (il massimo consentito dalla legge al momento), come la frenata d’emergenza a velocità elevate e il mantenimento della corsia. Inoltre, chi è al volante potrà consultare facilmente schermi più grandi: il display tuch-screen per l’infotainment da 9,3 pollici – connesso con il dispositivo multimediale Easy Link compatibile con Android Auto e Apple CarPlay – e il quadro strumenti digitale da 10,2 pollici ereditato dalla Clio e ispirato alla monovolume (trasformata in crossover) Espace. Fino a 65 chilometri in elettrico La versione ibrida ricaricabile plug-in può contare sul motore benzina 4 cilindri da 1,6 litri (che condivide con Nissan e Mercedes) coadiuvato da un motore elettrico e una batteria ricaricabile da 9,4 chilowattora (400 Volt). Il sistema ibrido plug-in – accoppiato al cambio multimodale senza frizione – eroga complessivamente l’equivalente di 160 cavalli. Stando ai dati forniti dalla Casa, consente poi di viaggiare a emissioni zero per 50 chilometri nel ciclo misto (Wltp) e 65 in quello urbano (Wltp City). Il propulsore termico è aiutato dall’unità elettrica in fase di avviamento, così da aumentarne la reattività in ripartenza, riducendo i consumi. Novità anche per le più sportive: l’allestimento RS Line 14

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■ BOLOGNA – La Fiat ha presentato oggi nel capoluogo emiliano le versioni mild hybrid dei modelli 500 e Panda, ordinabili da subito con prezzi a partire da 10.900 euro. Le ibride sono motorizzate con il nuovo motore 3 cilindri della famiglia Firefly, che eroga 70 cavalli, abbinato al sistema elettrico Bsg (Belt integrated Starter Generator), uno start generatore a 12 volt da 3,6 chilowatt. Le regine del mercato Nonostante la bassa capacità del sistema, il costruttore torinese dichiara che i consumi e le emissioni di CO2 vengono abbattuti fino al 30% a seconda del modello. Il mild hybrid, come il full e il plug-in, beneficia di agevolazioni fiscali – come la sospensione temporanea del pagamento del bollo – e di circolazione nei centri abitati riservati in base alle normative locali. Fiat Panda e 500 sono già leader nel mercato italiano ed europeo nel segmento A, quello delle city car. Al prossimo Salone di Ginevra – 5-15 marzo – verrà svelata la nuova generazione di Fiat 500 elettrica. Nel frattempo, per i clienti che sceglieranno il finanziamento Fca Bank Be-Hybrid per l’acquisto dei due modelli ibridi, gli verrà consegnato un albero in adozione per sostenere l’ambiente.


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Volkswagen: ecco com’è nata la ID.3. EDOARDO NASTRI

con motore convenzionale per Asia, Nord America ed Europa. Tuttavia, non ho mai avuto l’opportunità di svolgere un ruolo così significativo, inaugurando una nuova era e diventando parte della storia di Volkswagen”. Il passo più difficile per i progettisti della ID.3 è stato quello di differenziarla nell’aspetto da tutte le auto del gruppo, dandole identità e proporzioni da vettura elettrica. Il risultato è stato un modello con un passo decisamente lungo (le batterie si trovano nel pianale) e sbalzi corti, a vantaggio di abitabilità interna e maneggevolezza. Non sarà sola “Siamo riusciti ad avere in un modello delle dimensioni della Golf e lo spazio interno di una Passat. L’assenza del propulsore ci ha permesso di spostare in avanti la plancia di 15 centimetri e installare così il climatizzatore nel cofano. La ID.3 è il primo di una famiglia di modelli elettrici che arriveranno in futuro. Bisogna solo avere un po’ di pazienza”, conclude Bischoff. Prossima fermata il Salone di Ginevra, dove il costruttore tedesco esporrà la ID.4, secondo modello e primo suv della famiglia ID, ancora con leggere “camuffature” che saranno completamente tolte ad aprile al New York Motor Show 2020.

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La ID.3 è la prima Volkswagen completamente elettrica costruita sulla piattaforma Meb – quella dedicata alle elettriche del gruppo tedesco – e ha avuto una gestazione unica nel suo genere. “La magia della nostra professione è prendere un’idea e trasformarla in realtà, ma con la ID.3 è stato diverso dal solito”, dice Marco Pavone, capo del design degli esterni di Volkswagen. “La piattaforma Meb ci ha aiutato a realizzare un design moderno e tecnologico per la ID.3. Abbiamo discusso molto e fatto diversi incontri per confrontarci: ci è stata data la libertà di cambiare ogni singola minuscola vite, ogni parte e ogni angolo e abbiamo realizzato qualcosa di veramente originale”. Il progetto è partito nel 2016 con la ID Concept presentata al Salone di Parigi: la maggior parte delle linee è rimasta sostanzialmente invariata anche nella vettura di serie. Ritorno al futuro La ID.3 vive un ritorno al futuro. Il modello ha il compito di inaugurare una nuova stagione stilistica per il costruttore, fatta di pochi spigoli e forme più delicate che richiamino alcuni modelli storici del passato come la Beetle o il pullmino T1. “La ID.3 porta nuovi valori nel nostro stile che abbiamo riassunto in: piacevolezza, tecnologia, logica, purezza e innovazione. Questi principi guidano le matite dei 430 designer provenienti da 30 nazioni differenti che stanno disegnando le Volkswagen del futuro”, ci ha raccontato Klaus Bischoff, capo del design del marchio tedesco e dal 1 luglio dell’intero gruppo Volkswagen. Identità distinta “La ID.3 è un viaggio nel futuro”, continua Pavone. “Lavoro per Volkswagen da oltre 20 anni. Ho disegnato tanti veicoli

Kia Sorento debutta con l’ibrido. ELISA MALOMO

■ Al Salone internazionale dell’auto di Ginevra – in programma dal 5 al 15 marzo – Kia svela la quarta generazione del suv Sorento in anteprima mondiale: sarà anche la prima versione elettrificata. Il primo fuoristrada di grandi dimensioni prodotto dalla Casa di Seul debutta nella versione ibrida e conta di essere prodotto sulla nuova piattaforma modulare 7 Febbraio 2020 ·

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dedicata ai suv di medie e grandi dimensioni (Segmento D e E) del gruppo. Sulla Sorento, Kia prevede anche un aggiornamento degli interni e nuovi contenuti fra cui sistemi di assistenza alla guida di livello 2, connettività e infotainment all’avanguardia. Una vettura su cui Kia punta molto: dal lancio avvenuto nel 2002 ne sono state vendute oltre tre milioni di unità in tutto il mondo. I piani del marchio La presentazione della nuova Sorento fa parte del nuovo piano di investimenti di Kia, per una cifra equivalente a oltre 20 miliardi di euro che include tra l’altro 11 veicoli fullelectric entro il 2025, progetti Pbv (Purspose Built Vehicles) per offrire soluzioni di trasporto a basse emissioni e un programma dedicato alla guida autonoma.

La parte posteriore della vettura è completata dal design orizzontale del fanale spigoloso che si allunga fino a toccare il lunotto. La grande cura nel design è sottolineata, almeno in questa prima immagine, anche da dettagli come i cerchi in lega bicolore e il tetto nero a contrasto. Gli interni Punto di forza degli interni sembra essere il cruscotto dal pattern a linee orizzontali che enfatizza la larghezza della fascia anteriore e nasconde con eleganza le prese d’aria. Il cluster digitale e il sistema di infotainment presentano due schermi da 10,25 pollici ciascuno. Per tutto il resto bisognerà attendere ancora qualche giorno.

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Hyundai: in anteprima la nuova i20.

Nico Rosberg: una giornata a Maranello. ANGELO BERCHICCI

LINDA CAPECCI

■ Hyundai ha svelato il teaser della Nuova i20. I disegni preliminari parlano chiaro: la berlina coreana, prima interprete sul mercato europeo della nuova filosofia “Sensuous Sportiness”, avrà un carattere più sportivo e dinamico. La grintosa compatta farà il suo debutto ufficiale il prossimo 5 marzo al Salone di Ginevra. Rivoluzione estetica Le prime informazioni sono ridotte al minimo ma è sufficiente una prima occhiata per capire che il design è stato rivoluzionato: la griglia anteriore abbraccia orizzontalmente le fiancate e conferma le proporzioni di una carrozzeria bassa, larga e solida su strada. Le linee laterali molto nette danno slancio all’auto e ne sottolineano l’agilità. 16

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■ Nessuno può resistere al fascino del ’Cavallino Rampante’, nemmeno un ex-campione di Formula Uno Mercedes. Nico Rosberg, ritiratosi dal circus dopo il mondiale vinto nel 2016, è stato ospite della Ferrari nel corso di una giornata molto speciale, che il pilota ha raccontato in un video sul suo canale Youtube. Un tuffo nel mondo Ferrari Rosberg è stato accolto con tutti gli onori a Maranello, dove ha potuto visitare il Museo storico e le linee di produzione dei modelli stradali. Ma il momento clou è arrivato quando il 34enne tedesco si è messo al volante della Monza SP1, modello che la Ferrari ha presentato assieme alla SP2 nell’ottobre 2018 e che reinterpreta in chiave moderna le forme delle barchette da competizione anni’50.


Alla guida di due modelli simbolo L’esemplare, il numero 1 di 160 costruiti, è stato affidato a Nico Rosberg per alcuni giri di pista sul tracciato privato di Fiorano. Il pilota ha avuto anche la possibilità di provare la supercar, dotata di un V12 da 810 cavalli e capace di accelerare da 0 a 100 chilometri orari in 2,9 secondi, sulle strade che attraversano le colline modenesi. Prima della partenza c’è stato tempo anche per un giro a bordo della F8 Tributo, che incarna la massima espressione raggiunta da una berlinetta V8 di Maranello. Insomma, una giornata piena ma, a giudicare dalla faccia, sembra che Nico abbia gradito.

AMBIENTE

Congestione: Roma maglia nera d’Europa. MARINA FANARA

Complessivamente, nel report dell’Aea l’Italia è al terzo posto in Europa come livello di congestione: in media, ogni cittadino trascorre più di 35 ore l’anno in coda sulle strade, in lieve peggioramento dal 2015. Aea: troppi pendolari in auto La congestione comunque rimane un male comune in quasi tutte le metropoli del Vecchio continente: per questo l’agenzia sottolinea l’importanza di usare modalità di trasporto sostenibili, come camminare, andare in bici e usare bus, tram e metropolitane, soprattutto per coprire il cosiddetto ultimo miglio, ovvero la prima e ultima parte del tragitto che i pendolari spesso sono costretti a percorrere in auto per carenza di mezzi pubblici. Non a caso, secondo l’Aea, i trasporti sono l’unico settore dove nell’arco dell’ultimo ventennio, le emissioni inquinanti aumentano, anziché diminuire: +29% dal 1990 al 2018. In particolare, la concentrazione di CO2 delle nuove autovettura stanno crescendo per il secondo anno consecutivo, raggiungendo nel 2018 una quota pari a 120,4 grammi a chilometro. Triste primato Ricordiamo infine che il primato di Roma come città ad altissimo tasso di congestione non è una novità. Anche il Global Traffic Scorecard, l’indagine della società di ricerca Inrix su 220 città di tutto il mondo conferma che, nel 2018, i romani hanno trascorso in media 254 in mezzo al traffico e si piazzano al secondo posto a livello globale dietro ai cittadini di Bogotà, la capitale della Colombia, che con 272 ore hanno il primato mondiale.

PAESE

Sabato sera è strage continua. ■ Roma è una città perennemente malata di traffico: nel 2018 sono state 254 le ore perse dai cittadini imbottigliati tra le auto, il 16% in più rispetto al 2017. Un record che fa conquistare alla Capitale il primo posto nella classifica dell’Agenzia europea per l’ambiente (Aea) sulle 15 città più congestionate d’Europa.

FRANCESCA NADIN

Romani, 254 ore in coda Al secondo e al terzo posto si posizionano rispettivamente Parigi (237 ore) e Londra (227) mentre in quarta posizione troviamo Milano con 226 ore, in peggioramento di 6 punti percentuali sul 2017. Nella parte alta della classifica, ci sono altre italiane: Firenze è al settimo posto (195 ore, +3%), Napoli al decimo dove però con 186 ore il tempo perso nel traffico si è ridotto del 3% rispetto al 2017 così come migliora la situazione a Torino, in 12esima posizione, con 167 ore (-2%). 7 Febbraio 2020 ·

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■ A partire dall’inizio di quest’anno e tenendo in riferimento solo le notti del sabato, in un mese si contano già 27 morti sulle strade d’Italia, di cui 4 nell’ultimo week, a cavallo tra il l’1 e il 2 febbraio. Lo riporta l’agenzia Ansa. La maggior parte sono giovani che perdono il controllo dell’auto, e la propria vita, all’uscita dalle discoteche, dopo una serata con gli amici: colpa dell’alta velocità, della stanchezza, di un colpo di sonno dovuto spesso a un tasso alcolico eccessivo del conducente. Giovani nel mirino In questo primo fine settimana di febbraio, le cronache (tristi) riportano tre incidenti (a Piacenza, in provincia di Cremona e nei pressi di Agrigento) che hanno causato la morte di quattro ragazzi portando a 27 le vittime da inizio anno. Pedoni, strage continua È strage continua anche di pedoni: dal 1° gennaio 2020, almeno 46 persone sono state travolte mentre camminavano per la strada. L’ultimo della lista è un uomo di 64 anni investito a Ischia, nello scorso week end, dall’auto guidata da un 24enne che non si è fermato a prestare soccorso: quando si è costituito nelle ore successive agli esami tossicologici è risultato sotto effetto di stupefacenti. Una strage, quella degli utenti “vulnerabili” (oltre ai pedoni ci sono anche i ciclisti), che secondo il rapporto ETSC (European Transport Safety Council, Consiglio Europeo della Sicurezza dei Trasporti) rappresenta il 29% del totale delle vittime di incidenti stradali in Europa e il 25% in Italia: nel 2018 (ultimo dato disponibile) nelle nostre strade hanno perso la vita 612 pedoni e 219 ciclisti. Troppi per un Paese civile

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Hummer: 5 cose da sapere.

La prima immagine del nuovo Hummer elettrico è stata diffusa durante il Super Bowl 2020. General Motors ha realizzato una campagna pubblicitaria che vede come testimonial la star dell’Nba LeBron James. Vediamo cosa sappiamo finora della Hummer a batteria. 1) Il look Nello spot compare il frontale dell’auto, caratterizzato da forme squadrate e dall’ampia griglia cromata che si estende per tutta la larghezza del veicolo – un richiamo al precedente Hummer. Inediti invece i proiettori, non più di forma circolare ma composti da sottili strisce a Led, unite da un’ulteriore linea luminosa che percorre tutto il frontale dell’auto. 2) La potenza I dati relativi a potenza e prestazioni mettono l’Hummer elettrico su un’altra dimensione rispetto alle antenate con motore termico: si parla dell’equivalente di mille cavalli e oltre 15mila newtonmetri di coppia, che permetteranno alla vettura di accelerare da 0 a 100 chilometri orari in circa tre secondi. Per ora non si conoscono altri dettagli ma la Casa ha promesso avrà ottime prestazioni anche in fuoristrada. 3) Caccia al Cybertruck Con questa vettura General Motors sembra avere nel mirino soprattutto il Cybertruck di recente presentato da Tesla. Stando alle informazioni diffuse il primo Hummer a essere immesso sul mercato sarà dotato di carrozzeria pick up, a cui seguirà un modello con cassone chiuso. 4) Torna dopo dieci anni L’Hummer, nome che non indicherà più un costruttore a sé ma una famiglia di veicoli all’interno della gamma GMC, sarà svelato il 20 maggio, a quasi dieci anni dall’ultima vettura prodotta dal brand con motore endotermico, l’H3, nello stabilimento di Shreveport (24 maggio 2010). 5) Una nuova casa L’auto verrà prodotta nell’impianto di Hamtramck, nei pressi di Detroit, e sarà in vendita a partire dall’autunno del 2021. Gm ha destinato al progetto 3 miliardi di dollari, che saranno utilizzati per riconvertire l’impianto,

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ANGELO BERCHICCI

Supplemento settimanale a l’Automobile Pubblicazione online - Reg. Tribunale di Roma n. 24/2016 del 09/03/16 Iscrizione R.O.C. n. 14674 - ISSN 2499-670X Direttore Responsabile Alessandro Marchetti Tricamo Redazione via Solferino, 32 - 00185 Roma tel. 06.45406719 • fax 06.49982874-2829 www.lautomobile.it • redazione@lautomobile.it • segreteria@lautomobile.it @lautomobile_ACI

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LIFESTYLE

FD-One, la rossa che vola. LINDA CAPECCI

■ C’è un gruppo di designer e ingegneri italiani che immagina un futuro tutto su mezzi volanti: è lo Studio Lazzarini, un’organizzazione con sede a Roma. Il team della Capitale ha ideato il concept FD-One, un particolare elicottero sviluppato utilizzando la stessa tecnologia dei droni. L’ispirazione Il prototipo trae ispirazione dalle auto di Formula 1 degli anni ’50: è di un fiammante rosso metallizzato, segue le curve e le geometrie delle vecchie Ferrari, nello specifico sono evidenti i richiami alla 500 F2, con telaio tubolare. Il design è futuristico, ma il riferimento è esplicito, tanto che sull’aeromobile - che per il momento è ancora solo su carta - c’è anche il logo con il cavallino. Il vei-

colo è un elicottero-drone a 6 eliche, alimentato da un motore a gas V12 e 3 pacchi batteria che consentiranno tre ore di autonomia. Probabilmente FD-One non potrà raggiungere un’alta quota di volo, dato che l’abitacolo, concepito per il trasporto di due persone, non è chiuso. Viaggio nel futuro Il mezzo sarà dotato, tra l’altro, di una fotocamera frontale in grado di consentire al pilota una chiara visibilità in ogni condizione. Il progetto del veicolo - realizzato dallo studio Lazzarini - prevede una lunghezza di quasi 7 metri e mezzo e un peso di poco superiore a 900 chili. FD-One potrà raggiungere una velocità massima di 498,8 chilometri orari. Al momento lo studio romano sta cercando ulteriori finanziatori che aiutino a portare a compimento la costruzione del suo concept alato. 7 Febbraio 2020 ·

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...dal nostro mensile PUBBLICATO SUL NUMERO 25 - GENNAIO 2019

COVER STORY USA

Pensieri stupendi. PAOLO BORGOGNONE

Dall’auto elettrica a Marte passando sotto Los Angeles, per Elon Musk non ci sono limiti. Vita, miracoli e marce indietro del patron di Tesla. ■ “Ma tu pensi che io sia pazzo?”. A parlare così di sé è Elon Musk nell’incipit della sua migliore biografia firmata dal giornalista Ashlee Vance. Parole che ci stanno tutte per il 47enne fondatore della Tesla: sorprendente, visionario, sopra le righe, spiazzante con tutti al punto da mettersi nei guai anche da solo. Un paio di mesi fa è stato costretto dalla Sec, l’autorità di Borsa statunitense, a dimettersi da presidente per un tweet d’agosto a mercati aperti in cui ipotizzava l’uscita dell’azienda dalla quotazione in Borsa. Un terremoto a Wall Street e tra gli azionisti. Viene punito con la fine della presidenza e una multa da 40 milioni di dollari. A Musk una dimensione non basta. Costruire automobili soltanto elettriche è la prima sfida che Tesla porta avanti da un decennio tra mille contrarietà, superando critiche, scetticismo, difficoltà di un mercato a batteria che non decolla. Fino a quello che lui stesso ha chiamato “inferno produttivo”, riferendosi agli enormi problemi industriali e ai clamorosi ritardi nelle consegne della Model 3, la vettura di fascia media che dovrebbe cambiare le

sorti dell’azienda californiana. Ma dall’“inferno” è riuscito a scendere agli inferi sottostanti. Con un altro tweet, questa volta lanciato in un giorno in cui il traffico di Los Angeles era al solito paralizzato, ha creato la Boring Company, giocando sul doppio significato di “noioso” e “perforante”. La Boring si occupa di scavare tunnel larghi almeno 15 metri nelle viscere delle città dove far scorrere degli “skate”, piattaforme elettromagnetiche in grado di andare a 240 all’ora portando auto e passeggeri oltre il traffico. Fantasia? Pare che adesso ci abbia rinunciato, ma occhio a pensare che Musk si sia arreso così facilmente. I viaggi del futuro Pensate alla SpaceX, un’altra delle sue società, ramo spaziale, con la quale costruisce razzi e navette per i viaggi del futuro. Dopo una serie di fallimenti è riuscito a firmare accordi con la Nasa, l’ente nazionale statunitense, e coltivare – con maggiori speranze di quante gliene attribuiscono – il sogno di Marte. Dove vuole andare e anzi colonizzare per salvare l’intera uma-

nità. Come? Scaldandolo con esplosioni nucleari controllate – dato che lassù la temperatura scende a meno 140 gradi – e poi farne l’ultima dimora per lui e forse anche per noi. Pazzo? Neanche tanto per uno che vuole costruire delle montagne russe dentro la fabbrica delle Tesla a Fremont, che pensa a sottomarini di piccolissima taglia per un solo passeggero o immagina che un domani le case potranno essere costruite secondo un principio molto simile a quello del Lego. Un mattoncino dopo l’altro. Il futuro, sempre secondo Musk, è anche fatto di auto a guida autonoma, di integrazione uomo-macchina che renderà gli umani dei cyborg telepatici (ci lavora attraverso un’altra società, la Neuralink), di energia solare per tutti, di intelligenza artificiale “buona”, di banda internet in grado di raggiungere l’intera popolazione mondiale grazie alla connessione satellitare. L’uomo con un patrimonio da quasi 23 miliardi di dollari e il 24esimo più influente del mondo (secondo Forbes), non si ferma mai. Qualcuno che ha tempo da perdere potrebbe ancora domandarsi: ma sarà pazzo?

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