l'Automobile Week n. 101

Page 1

INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

Settimanale digitale • Anno 3 • Numero 101 • 11/10/2019

Supplemento settimanale a l’Automobile.

Il designer cambia Casa. EDOARDO NASTRI ■ Entrando in un centro stile di qualsiasi costruttore, tutto è diverso rispetto a un po’ di anni fa. Tavole digitali e computer hanno preso il posto di fogli e disegni sulle scrivanie. Sculture e oggetti di design hanno sostituito matite e colori. Perfino le persone sono cambiate: molti dei nuovi assunti sono esperti di realtà aumentata, di informatica, di software per videogiochi, figure necessarie per disegnare l’interfaccia digitale delle nuove auto iperconesse. Insomma, poca argilla, niente scalpelli, molti algoritmi.

Nel frattempo i responsabili del design salgono nei consigli direttivi, mettono la cravatta, sembrano più manager che creativi come li abbiamo sempre immaginati. E come i boss del marketing o gli ingegneri, cambiano più spesso azienda: solo negli ultimi quattro mesi ben cinque designer hanno traslocato altrove. È un lavoro che comunque piace molto ai giovani. Nelle scuole di design, oggi viene insegnato loro a disegnare non più soltanto una macchina ma la nuova mobilità. In ogni caso, ci vuole passione per dare forma a un’auto. Non delle Rolls-Royce, a quanto pare. Possibile? Scoprite perché in questo settimanale.



AUTO E MOTO

Quanto è mobile il designer. EDOARDO NASTRI

■ Come tutti i lavori creativi, anche quello del designer di automobili è soggetto spesso a cambiamenti per trovare nuovi stimoli e idee. Raramente come in questo periodo però abbiamo assistito a una simile quantità di traslochi: in soli quattro mesi ben cinque responsabili del design di marchi importanti hanno cambiato Casa. Qualcuno alla dichiarata ricerca di nuovi stimoli, qualcun altro per “motivi personali” che possono comprendere sia scelte private che allontanamenti indesiderati. Ma quanto pesano su queste decisioni i nuovi modelli di business e di produzione di un’industria in profonda trasformazione che rischiano di limitare la possibilità di creare? Tra i casi più eclatanti c’è quello di Ian Callum – colui che ha deciso lo stile delle Jaguar degli ultimi vent’ anni – che ha fondato una società di stile e ingegneria indipendente che porta il suo nome: “È tempo di nuove avventure”, ha scritto lo stilista scozzese dando l’annuncio sul suo profilo Instagram. I soci di Callum sono tutti collegati al mondo dell’auto, insomma si è messo in proprio. I marchi coreani sembrano avere una particolare capacità attrattiva, se Karim Habib – un libanese poliglotta, ex Bmw, ha lasciato il marchio Infiniti del gruppo Nissan per andare a dirigere il centro stile di Kia a Namyang, in Corea. Una scelta simile e più sorprendente l’ha fatto Filippo Perini, che dall’Italdesign del gruppo Volkswagen a Moncalieri se ne è andato al marchio di lusso Genesis del gruppo Hyundai, ufficialmente “in cerca di nuovi stimoli”. Budget ristretti e piattaforme standard Ha stupito la mossa di Jozef Kaban, che ha deciso di lasciare la direzione del design di Rolls-Royce per “perseguire altri interessi” dopo solo sette mesi di lavoro. C’è un problema alla

Rolls? In un anno e mezzo è il terzo stilista a scendere dalla nobile auto inglese. Sorprende anche la scelta di Carlo Bonzanigo: un inizio in Pininfarina, un lungo percorso creativo in Citroën, un ritorno da capo del design in Pininfarina e ora via, formalmente “per motivi personali”. Difficile sapere veramente che cosa porti molti stilisti in questa fase a cambiare Casa. Certamente fare i conti con budget sempre più ridotti e piattaforme sempre più standardizzate non aiuta a sviluppare la creatività. Ma a sentirli, non per tutti sarebbe la verità: altri sostengono che sia il momento migliore per fare il designer, in piena epoca della rivoluzione totale della mobilità grazie all’elettrificazione oggi e alla guida autonoma domani. Gli aziendalisti C’è poi chi va controcorrente. Tra i più longevi nella stessa società c’è Laurens van den Acker, responsabile del design di Renault dal 2009 e anzi appena premiato con una poltrona nel comitato esecutivo del gruppo: “Le nuove sfide per ottenere materiali sostenibili e il cambiamento della concezione del volume di un veicolo nell’era dell’elettrico e dell’autonomo sono elementi cruciali per il futuro”, dice, quasi a rassicurare gli altri e se stesso che da lì non si muoverà, nonostante sia già passato un decennio in cui ha rivoluzionato lo stile del marchio. Sarà l’aria di Parigi, ma anche Gilles Vidal, capo del design di Peugeot dal 2010, non sembra essere intenzionato a cambiare. Lo stilista francese ha sempre lavorato nel gruppo Psa, occupandosi di Citroën prima del suo attuale ruolo. Il designer ha completamente trasformato lo stile del costruttore, anche lui rivoluzionando il marchio e “inventando” una storia di successo per i suv senza che il brand ne avesse una tradizione. Avanti il prossimo? 11 Ottobre 2019 ·

Week

3


AUTO E MOTO

Lo stile controverso di Bmw. PAOLO ODINZOV

un modello apprezzato. Ma come azienda devi continuare a muoverti perché nel momento in cui inizi a rimanere fermo diventi debole in un mercato sempre più competitivo”. Un nuovo corso con la Concept 4 Riguardo alla Concept 4, destinata a inaugurare un nuovo corso nello stile Bmw, van Hooydonk ha infine spiegato che “è una coupé sportivae per definizione deve avere un design molto espressivoma allo stesso tempo non complesso. Tutte le nostre auto avranno meno, ma significativi, elementi sulla carrozzeria”.

AUTO E MOTO

Nessuno vuole più disegnare le Rolls-Royce. GIOVANNI BARBERO ■ Nell’ultimo ventennio il design Bmwha più volte suscitato tra il fan del marchio controversi pareri. Basti pensare alle dispute riguardo gli azzardi fatti negli anni ’90 sulle auto del costruttore dall’allora direttore del centro stile diMonaco Chris Bangle. Su alcuni forum on line ci fu addirittura chi ipotizzò in modo fantascientifico che l’americano, ex creatore di effetti speciali a Hollywood, fosse un cyborgmandato dalla Mercedesper distruggere la Casa bavarese. Mentre alla fine le vendite dettero ragione al nuovo corso di Bangle fatto di spigoli vivi e giochi di pieni e vuoti sulle carrozzerie. Accompagnato da modelli di successo come le “sue” Serie 3, Serie 5, Serie 1, Z3 e tante altre. Le forme di Adrian van Hooydonk Dopo Bangle, adesso tocca ad Adrian van Hooydonkad essere messo in discussione. L’ultima Serie 7, disegnata dall’olandese che dal 2009decide le forme dei modelli Bmw, ha subito all’esordio diverse critiche dal pubblico tradizionalista, pur se poi è stata comunque premiata nel mercato. E anche la Concept 4, presentata allo scorso Salone di Francoforte, sta generando opinioni differenti. Un marchio “connesso” con i fan La cosa non preoccupa comunque più di tanto van Hooydonk che, anzi, in una intervista al magazine britannico Autocarha perfino considerato positivamente. “Non sono uno psicologo – ha detto – ma so che Bmw è un marchio che non ha solo clienti ma fan che conoscono bene il nostro percorso di designe hanno opinioni forti. Significa che siamo davvero connessi con queste persone a livello emotivo. La cosa più difficile è apportare modifiche mentre hai successoe possono esserci discussioni quando cambi 4

Week

· 11 Ottobre 2019

■ Rolls-Royce cambia in poco più di un anno tre responsabili del design. Jozef Kaban, l’ultimo a ricoprire la carica, ha presentato le sue dimissioni con effetto immediato, lasciando il marchio e il gruppo Bmw, di cui il brand di lusso inglese fa parte dal 1998. “Anche se Jozef è stato nella nostra azienda per un periodo molto breve, lo ringraziamo per il suo contributo durante. Gli auguriamo il meglio per il futuro”, ha commentato Torsten Müller-Ötvös, ceo di Rolls-Royce. Kaban ha ricoperto la carica di capo del design soltanto per sei mesi e pertanto sarà difficile vedere i risultati della sua “matita” sui modelli del costruttore di lusso inglese. Il suo predecessore è stato Giles Taylor, che ha lasciato la Rolls-Royce nel giugno 2018 ed è partito per la Cina per dirigere il design di Hongqi, costruttore del brand Faw. Un ruolo importante nella Repubblica popolare, se si pensa che le Hongqi rappresentano il volto automobilistico della Cina in giro per il mondo: sono le vetture ufficiali delle alte cariche dello Stato.


Gamma modelli satura? Perché ci sono state tante defezioni in così poco tempo? Difficile rispondere, ma a giudicare dal portfolio prodotti la gamma del costruttore inglese sembra al momento completa. Dopo l’arrivo della nuova Phantom nel 2017 e del suv Cullinan nel 2018 il brand potrebbe essere saturo di modelli. L’unico da rinnovare è la Ghost, la meno costosa delle Rolls con un prezzo di circa 300mila euro, il cui restyling è stato annunciato per il 2020. Rolls-Royce ha fatto sapere che il sostituto di Kaban sarà comunicato “a tempo debito”. L’ultima concept car del marchio è stata la 103Ex, elettrica e a guida autonoma lanciata nel 2016. Prima era in Volkswagen Kaban ha concluso i suoi studi con un Master of Art in Car Design presso il Royal College of Art di Londra e a soli 20 anni è entrato a far parte nel design team del gruppo Volkswagen. Nel 1998 è stato premiato come responsabile di progetto per la Bugatti Veyron, di cui ha realizzato gli esterni. Kaban è stato poi responsabile del design degli esterni di Audi e Skoda e successivamente ed è entrato in Bmw prima di assumere la carica di capo dello stile di Rolls-Royce. Il 2018 è stato l’anno del record di vendite per il marchio inglese con 4.107 unità immatricolate nei mercati globali, il più alto numero dalla fondazione del brand avvenuta 115 anni fa. Per il 2019 le previsioni sono di un’ulteriore crescita.

STORICHE

Abarth, 70 anni di storia con la 695. VALERIO ANTONINI ■ In occasione del suo 70esimo compleanno – festeggiato presso il Mind (Milano Innovation District) – Abarth lancia un’edizione speciale della biposto 695, prodotta in edizione limitata in sole 1.949 unità, numero che rimanda proprio all’anno di fondazione del marchio dello scorpione. Alettone da super sportiva La vettura è caratterizzata da un alettone ad assetto variabile – progettato nella galleria del vento di Fiat Chrysler a Orbassano (Torino) – che aumenta il carico aerodinamico di 42 chilogrammi per una maggiore stabilità a velocità elevate. Un esempio pratico: affrontando la “Grande Curva” del circuito di Vallelunga, le correzioni sullo sterzo si riducono di quasi il 40% – assicurano dalla Casa. L’inclinazione dello spoiler in coda è regolabile manualmente per permettere di settare il comportamento dell’auto in funzione del tracciato.

Tributo alla 500 dei record La carrozzeria della 695 “70° Anniversario” è cromata di Verde Monza 1958, tributo al colore della 500 Abarth da competizione che fece segnare sei record internazionali quell’anno. Inoltre presenta diversi dettagli in grigio Campovolo: paraurti anteriore, le minigonne laterali e le calotte degli specchietti. Dello stesso colore anche gli adesivi dello scorpione sul cofano e gli scacchi sul tetto. L’auto monta di serie cerchi in lega SuperSport da 17 pollici con pinze dei freni Brembo rosse in alluminio a quattro pistoni. Sedili tricolore Gli interni sono impreziositi da inediti sedili tricolore realizzati per questa serie a tiratura limitata. La piccola sportiva è alimentata dal motore più potente della gamma Abarth: un benzina turbo da 1,4 litri e 140 cavalli che consente di superare i 200 chilometri orari e accelerare da 0 a 100 in 6,7 secondi. Il sistema di infotainment della vettura, proiettato su un schermo ad alta definizione in plancia, è compatibile con AndroidAuto ed Apple CarPlay. I prezzi partono da 34.600 euro.

AUTO E MOTO

Aston Martin raddoppia con Zagato. MARIO LONGO ■ È stata svelata al pubblico la seconda Aston Martin che comporrà l’esclusivo pacchetto DBZ Centenary Collection, con cui la casa di Gaydon intende celebrare i cento anni della carrozzeria Zagato. Si tratta della DBS GT Zagato, che sarà prodotta in 19 esemplari venduti esclusivamente in abbinamento alla DB4 GT Zagato Continuation, la riproduzione moderna dell’omonima gran turismo degli anni ’60 presentata lo scorso giugno. 11 Ottobre 2019 ·

Week

5


anche da Paul Spires, presidente della “Aston Martin Works”, il reparto della Casa che si dedica alla realizzazione delle serie speciali: “Il pacchetto DBZ Centenary Collection è un’unica grande celebrazione della storia d’amore ormai ultra sessantennale tra la nostra azienda e un’icona dello stile italiano come la maison Zagato”.

AUTO E MOTO

Un ponte tra passato e presente Le due vetture, non vendibili singolarmente, saranno offerte a un prezzo complessivo di 7,5 milioni di euro, e saranno quindi le Aston Martin più costose di sempre. La DBS GT Zagato ha fatto bella mostra di sé per la prima volta durante il concorso di eleganza “Audrain’s Newport Concours & Motor Week”, in Rhode Island. L’auto, anch’essa frutto della collaborazione tra Aston e l’atelier milanese, vuole porsi come una reinterpretazione in chiave contemporanea della DB4 GT Zagato, in modo da rappresentare un ponte tra passato e presente. Iniezione di potenza La base di partenza di queste 19 specialissime vetture è la DBS Superleggera. I tecnici di Gaydon hanno però dotato la DBS GT Zagato di una specifica versione del V12 5.2 biturbo, che ora eroga 770 cavalli di potenza massima. Esternamente sono molti gli elementi stilistici che distinguono la Zagato dalle altre Aston, come la presa d’aria sul cofano che richiama la DB4, gli sfoghi laterali carenati e il posteriore dove spicca il lunotto privo di cornice e i fari circolari tipici delle vetture di Gaydon in tiratura limitata. Richiami inconfondibili Il tetto presenta la classica doppia gobba delle sportive Zagato del passato. La grande calandra anteriore è composta da elementi mobili di forma romboidale, un motivo che si ritrova anche all’interno dell’abitacolo, ad esempio nell’ornamento della consolle centrale e nelle cornici dei tasti del clima, elementi realizzati tramite la stampa 3D e che possono essere personalizzati dal cliente nelle finiture e nel materiale (carbonio, alluminio oppure oro, ma quest’ultimo solo per la versione “Centenary Specification”). Loghi in oro Gli interni sono realizzati in pellami specifici e si fregiano della Z di Zagato ricamata sui poggiatesta. Infine, i loghi esterni della carrozzeria milanese e di Aston Martin sono realizzati in oro diciotto carati. L’auto sarà disponibile anche in edizione “Centenary Specification”, ovvero una versione analoga a quella della presentazione, che esibisce una specifica colorazione Supernova Red con finiture dorate e in fibra di carbonio, e cerchi in lega bicolore gold e matt black. Una storica collaborazione “L’eleganza, la classe e la purezza delle Aston Martin si sono sempre sposate magnificamente con il nostro linguaggio stilistico razionalista”, ha commentato Andrea Zagato, ceo dell’omonimo atelier. Grande soddisfazione è stata espressa 6

Week

· 11 Ottobre 2019

Chevrolet Corvette in crisi di identità. ANGELO BERCHICCI

■ La rivoluzionaria Corvette C8 Stingray perde il tetto e continua a dividere. Presentata ufficialmente al Kennedy Space Center di Merritt Island (Florida), la “vette” Convertibile 2020 non dispone più di una copertura in tela come le sue antenate ma è dotata di una capote rigida pieghevole. A sorpresa, è stata svelata anche la versione da gara della sportiva americana. Taglio netto col passato La C8, l’ultima incarnazione della “fidanzata d’America”, ha segnato un taglio netto con il passato per via del motore montato in posizione posteriore-centrale, e non più anteriormente come da tradizione. Ora la versione convertibile assesta un altro duro colpo ai puristi, per via del suo hard top che, una volta ripiegato, scompare totalmente all’interno del corpo vettura. La copertura è richiudibile elettricamente in 16 secondi anche con l’auto in movimento (fino a 50 orari), una soluzione simile a quella di molte sportive europee, come la Mercedes Slk e la Ferrari California.


Meccanica invariata Non vi sono novità per quanto riguarda la meccanica: confermato il motore V8 6.2 aspirato da 495 cavalli e 637 newtonmetri di coppia, assistito da un cambio automatico doppia frizione a otto marce. La Cabriolet arriverà sul mercato statunitense nei primi mesi del 2020 e costerà 7.500 dollari in più della Coupé, quindi avrà un prezzo di partenza di circa 67.500 dollari. Nuova arma da gara Oltre alla scoperta, gli uomini Chevrolet hanno tolto i veli anche alla loro nuova arma da gara, la C8.R GTE, che debutterà a gennaio 2020 alla 24 Ore di Daytona nella categoria GTLM. Non sono stati ancora rivelati i dettagli tecnici della vettura, ma Jim Campbell, vertice del dipartimento Performance Vehicles and Motorsports di General Motors, ha sottolineato che “La C8.R è molto più di una versione modificata della Stingray 2020. È il culmine di molti anni di lavoro, di prove e di sviluppo tra i reparti di Design, Meccanica, Ingegneria e il team Corvette Racing”.

■ In occasione del Salone di Hong Kong che si dovrebbe tenere – situazione politica locale permettendo – a luglio 2020, è stato lanciato “Design the Future”, un concorso riservato agli studenti di design che chiede loro di immaginare l’automobile del futuro rivista attraverso la propria creatività e competenza. I giovani sono chiamati a progettare anche nuovi sistemi multimediali che siano innovativi e utilizzabili nelle metropoli di domani (il progetto fissa la data al 2050). “Il concorso è uno dei pilastri del nostro nuovo Salone. Promuoviamo iniziative sul design perché vogliamo incoraggiare lo scambio di idee tra giovani generazioni sulla mobilità del futuro. Tutti i progetti verranno presentati a luglio all’evento, quando sarà anche annunciato il vincitore”, spiegano gli organizzatori di società International Motor Show Management Limited, nuova società subentrata a un’altra che aveva avviato il progetto. Il primo classificato del concorso “Design The Future” si aggiudica uno stage di tre mesi nello studio di Zagato a Milano, il carrozziere italiano che ha appena compiuto cent’anni. Il presidente di giuria, che comprende esperti di design, è il ceo della società Andrea Zagato.

Livrea inedita La C8 destinata alle gare veste un’inedita livrea argentata che, hanno spiegato i tecnici Chevrolet, vuole richiamare alcuni concept del passato, come la Aerovette del 1973 e la Corvette Stingray Racer del 1959. A Daytona saranno due le Corvette C8.R schierate. Una di esse, si sono affrettati a puntualizzare dal Kennedy Space Center, sarà tuttavia nella classica colorazione da gara “velocity yellow”. I fan si sono dovuti abituare già a troppi cambiamenti, avrà pensato qualcuno.

Prima edizione rinviata La prima edizione del Salone di Hong Kong si sarebbe dovuta svolgere dal 14 al 19 dicembre 2019, in un’area della fiera di 45mila metri quadrati vicino l’aeroporto. Tuttavia è stato rinviato a luglio 2020 “in considerazione delle attuali condizioni sociali locali”, dove sono ancora forti le tensioni fra il governo locale, il governo di Pechino e i manifestanti che chiedono con forza il rispetto dell'autonomia della città a statuto speciale.

AUTO E MOTO

A Hong Kong si disegna il futuro. EDOARDO NASTRI

AUTO E MOTO

Aston Martin Vanquish, ci pensa Callum. PAOLO ODINZOV ■ Abbandonata da poco la direzione del centro stile di Jaguar, per la quale è rimasto consulente, Ian Callum non ha alcuna intenzione di rimanere con la matita in mano. Autore nella sua lunga carriera non solo di modelli che hanno scritto le ultime pagine di storia della Casa inglese tra i quali la F-Type, ma anche di altri marchi, il designer britannico ha svelato nei giorni scorsi una reinterpretazione della Aston Martin Vanquish da lui stesso disegnata nel 2001. La Vanquish 25 Si tratta della Vanquish 25, realizzata insieme al team sviz11 Ottobre 2019 ·

Week

7


lizzare tre sedie “eSport”, dedicate ai gamers e alle loro lunghe sessioni di gioco davanti a Pc e Tv. Queste “postazioni” saranno ispirate a tre delle più rappresentative auto del marchio, come dichiarato dal brand in occasione del Video games day.

zero R-reforged e che ha subito ricevuto il via libera dalla direzione di Aston Martin. “Raramente un designer ha la possibilità di riscrivere la storia di una propria auto”, ha detto Callum, sottolineando come l’evoluzione nel tempo di materiali e tecnologie possa permettere nello sviluppo di un’auto cose fino a ieri impensabili. Carbonio e minigonne Rispetto alla versione originale la Vanquish 25, prodotta in edizione limitata con un listino intorno alle 550mila sterline, cambia infatti parecchio. A cominciare dal frontale, caratterizzato dalla mascherina più ampia e la prese d’aria in carbonio al posto dei fendinebbia. Fino alla parte posteriore: “incattivita” nell’aspetto con nuovo diffusore, i terminali di scarico bronzo e lo spoiler più profilato che aumenta la deportanza della vettura accentuata anche della minigonne pronunciate sulle fiancate.

Diversi modelli La prima si chiama “GT-R Nismo”, la più vivace, che richiama la Nissan GT-R: sottile guscio in fibra di carbonio, seduta ispirata alle auto da corsa, pelle e sistema audio integrato. Poi c’è “Armada”, il ritratto del suv della Casa, rivestita in pelle, ha un comodo supporto lombare e controllo del clima: la parola d’ordine in questo caso è “comfort”. La poltroncina “Leaf” invece imita il design dell’elettrica; è un modello eco-friendly e presenta una porta Usb per ricaricare i dispositivi esterni. La più apprezzata Nissan non ha ancora pubblicato piani effettivi riguardo allo sviluppo e alla messa in commercio delle sedie in questione ma ha già condiviso sul suo account Twitter le immagini dei primi concept, per sottoporli a sondaggio e capire quale sarebbe il più apprezzato dagli utenti. Il pubblico ha risposto positivamente soprattutto nei confronti del primo modello, quello ispirato alla GT-R. Staremo a vedere se la Casa nipponica dopo aver sondato il terreno si lancerà in questo divertente progetto.

Un salotto blu L’abitacolo della Vanquish 25 presenta invece rivestimenti in pelle blu ed ha una plancia ridisegnata con un cruscotto in fibra di carbonio e sistema d’infotainment d’ultima generazione. Mentre sotto al vestito la sportiva di Gaydon propone di serie diversi plus meccanici, ad esempio i freni carboceramici, grazie ai quali è possibile sfruttare al meglio le prestazioni del suo V12 da 5.9 litri che ora eroga quasi 600 cavalli.

AUTO E MOTO

AUTO E MOTO

Nissan, design Volkswagen, per gioco. l’ottava Golf cambia stile. LINDA CAPECCI

■ Nissan ha annunciato di aver ideato alcune sedie gaming che sembrano proprio essere uscite dall’abitacolo di un’auto. La casa giapponese ha infatti aderito a una partnership con Faze Clan e Optic Gaming – due dei più grandi gruppi nel campo dei videogiochi – per progettare e rea8

Week

· 11 Ottobre 2019

LUCA GAIETTA ■ Volkswagen ha diffuso alcuni teaser che rivelano lo stile esterno e interno definitivo della nuova Golf


primo suv coupé compatto (ha una lunghezza di 4,50 metri) con linee e dotazioni sportive. Negli spazi del Teatro Armani, è andata in scena anche l’anteprima mondiale della versione high performance della vettura ovvero l’RS Q3 Sportback, che sarà sul mercato a partire dal 2020.

prossima a essere presentata il 24 ottobre nel quartier generale del costruttore a Wolfsburg (Germania). I disegni confermano che la ottava generazione della best seller tedesca, proposta nelle versioni a 3 e 5 porte, non stravolge nel design esterno il classico family feelingdel modello. I led disegnano il frontale La carrozzeriadella vettura, estremamente pulita nelle forme, è segnata da inedite soluzioni stilistiche: come la parte frontaledove una sottile linea luminosaunisce i gruppi ottici. Oppure le fiancatescolpite in modo estremamente fluidoe dinamico. Un abitacolo hi tech Nell’abitacolodella nuova Golf i cambiamenti rispetto alla precedente sono invece più evidenti. Spariscono molti controlli fisici, sostituiti probabilmente da comandi e funzioni nel touchscreendel sistema d’infotainment. Quest’ultimo montato centralmente sotto un’unica palpebra che integra anche la strumentazione digitale davanti al guidatore. In continuità con lo stile esterno, poi, una striscia di ledscorre lungo le prese d’aria sulla plancia a sottolineare l’anima hi tech del modello.

AUTO E MOTO

Audi Q3 Sportback, il nuovo suv coupé.

Sarà anche mild hybrid Suv, coupé, berlina; per Audi cuv (coupé utility vehicle). Rispetto alla sorella Q3 “normale”, la Sportback ha un assetto ribassato di tre centimetri e una linea più snella grazie anche ai montanti posteriori inclinati che fanno confluire il tetto direttamente nello spoiler. Lo stile tuttavia non riduce la capacità di carico del bagagliaio che resta di 530 litri (1.400 litri con gli schienali abbassati). Un suv coupé originale, con tratti ereditati dalla più grande Q8. Assistenza alla guida Alla guida della versione dotata di un 2.0 turbo diesel da 150 cavalli con trazione anteriore abbinato al cambio automatico a 7 rapporti a doppia frizione, ci spostiamo dal centro di Milano verso la campagna pavese. Presenti i sistemi di assistenza alla guida per la sicurezza come l’Adaptive Cruise Assist e il mantenimento di corsia. Successivamente sarà disponibile una versione con sistema mild-hybrid a 48 volt accoppiato a un motore 1.5 turbo benzina da 150 cavalli. Iper connessa Sulla plancia della Audi Q3 Sportback spariscono gli strumenti analogici e tutte le informazioni sono digitalizzate. Il sistema di navigazione MMI plus è dotato di autoapprendimento in grado di riconoscere le preferenze del guidatore sulla base dei tragitti effettuati. Al centro della plancia c’è uno schermo touchscreen da 10,1 pollici, attraverso il quale si utilizza il sistema Audi Connect, Car-to-X dotato anche di Amazon Alexa. I numeri della RS Di Q3 Sportback RS, mostrata a Milano in anteprima mondiale, sono stati comunicati per ora solo pochi numeri: motore 5 cilindri 2.5 benzina in grado di erogare 400 cavalli e far scattare il suv da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi. La Q3 Sportback è in vendita con un prezzo di lancio di 41,400 euro per il 2.0 35 Tdi 150 cavalli quattro, per salire fino ai 47.750 euro del 2.0 45 Tfsi 230 cavalli quattro s tronic.

ELISA MALOMO ■ MILANO – Audi sceglie il distretto del design e della moda di Milano per il lancio della Q3 Sportback, il 11 Ottobre 2019 ·

Week

9


AUTO E MOTO

AUTO E MOTO

La Polestar 2 sbarca in Europa.

Lexus Rx, il lusso è ibrido.

GIOVANNI BARBERO

EDOARDO NASTRI

■ Dal giugno del prossimo anno verranno consegnati i primi esemplari della Polestar 2, la berlina elettrica del marchio svedese di proprietà di Volvo. “La produzione inizierà a gennaio e la vettura ha già destato molto interesse”, ha commentato Thomas Ingenlath, amministratore delegato di Polestar ed ex responsabile del design Volvo. L’auto è già prenotabile sul sito del costruttore lasciando un deposito rimborsabile di 1.000 euro.

■ IBIZA – È arrivato il momento del restyling di metà carriera per la Lexus Rx, il suv più grande del marchio premium di Toyota che compie trent’anni. La vettura è il modello Lexus più venduto al mondo con più di 3 milioni di esemplari commercializzati tra la prima edizione del 1997 e la quarta attuale. La Lexus Rx non è, se si guardano le immatricolazioni, il modello di riferimento del marchio giapponese sul mercato italiano. “Ritengo comunque che sia rappresentativa del nostro brand perché concentra lusso, grazie materiali di qualità, e tecnologia, merito della propulsione ibrida. Prevediamo in Italia di venderne circa 500 unità nel 2020”, ci racconta Fabio Capano, amministratore delegato di Lexus Italia. “Stiamo vivendo un momento di forte espansione soprattutto grazie al suv Ux, compatto ed elettrificato: nei primi 9 mesi dell’anno abbiamo venduto 4.299 vetture, il 47% in più del 2018”.

Prezzo di lancio L’edizione di lancio, full optional, sarà acquistabile con prezzi che partono da 46.780 in Norvegia, 58.800 in Germania e quasi 60mila in Olanda. Al momento il prezzo per il mercato italiano non è ancora stato comunicato, anche perché da noi l’auto sarà commercializzata più avanti. La Polestar 2 ha un motore elettrico alimentato da batterie da 78 chilowattora, in grado di sviluppare 408 cavalli con una coppia di 660 newtonmetri per 500 chilometri di autonomia dichiarata, misurata nel ciclo d’omologazione Wltp. Concessionari in arrivo Al momento il marchio non ha concessionari in Europa, ma entro la fine del 2019 verrà aperto il primo punto vendita la cui ubicazione non è ancora stata comunicata. Il piano annunciato prevede l’inaugurazione di 50 spazi a livello globale entro la fine del 2020. I progettisti del marchio intanto lavorano a un terzo modello, la Polestar 3, che verrà proposta anch’essa a trazione solamente elettrica. Il primo modello del brand, la Polestar 1, era mossa invece da un propulsore ibrido plug in 2.0 a benzina da 600 cavalli. 10

Week

· 11 Ottobre 2019

Migliorata nella dinamica Il cambiamento più sostanziale della Rx è avvenuto sotto pelle. “Solitamente in un restyling non si interviene su ammortizzatori e fattori come la rigidità della scocca. Noi invece, per migliorare la dinamica di guida della vettura, abbiamo deciso di montare sulle sospensioni il Friction Control Device, un sistema che massimizza lo smorzamento delle alte frequenze, limitando le oscillazioni causate dalle micro-asperità che sono le più frequenti in città”, ci dice Naohisa Hatta, uno degli ingegneri responsabili di progetto. Oltre a questo sistema c’è anche l’Active Cornering Assist che interviene per limitare il sottosterzo nelle fasi di accelerazione in uscita da una curva. “Abbiamo poi modifica-


to anche la rigidità della scocca, rinforzando alcuni punti chiave con nuove saldature e barre stabilizzatrici più rigide”, conclude Hatta. Nella guida infatti la Rx450h ibrida, risulta migliorata grazie a una dinamica più precisa anche nei tratti non troppo adatti alla sua mole importante – che supera le 2,2 tonnellate – come i tornanti di Ibiza dove l’abbiamo provata. Il motore è un 3.5 V6 a benzina a trazione integrale, affiancato da un sistema ibrido tradizionale per una potenza combinata di 313 cavalli e cambio automatico a variazione continua. Non stravolta nel design Il restyling ha rinnovato la Lexus Rx senza stravolgere gli aspetti principali di un design caratterizzato da spigoli e linee spezzate che certamente si fa notare. Il paraurti anteriore e quello posteriore sono stati ridisegnati, così come la caratteristica griglia a clessidra che ora è integrata meglio nel frontale e che divide i due proiettori a Led, leggermente più sottili rispetto alla versione precedente. Gli interni sono rimasti molto simili nella disposizione, ma sono stati aggiornati dal punto di vista tecnologico grazie all’introduzione del nuovo display touchscreen e all’integrazione di Android Auto ed Apple Car Play. Lo schermo è da 12,3 pollici ed è posizionato orizzontalmente al centro della plancia: da qui è possibile gestire tutte le principali funzioni del sistema infotainment. Completo il pacchetto di sistemi d’assistenza alla guida. La rinnovata Rx arriva sul mercato italiano solo in versione ibrida nella seconda metà di ottobre con tre allestimenti Executive, F-Sport e Luxury. Prezzi ancora in fase di definizione, ma, assicurano i manager Lexus, non saranno troppo lontani da quelli attuali (circa 70-75mila euro).

INNOVAZIONE

Elettrificare, c’è un prezzo per Gm. ANGELO BERCHICCI ■ Nella grande partita dell’elettrificazione ci sono vincitori e vinti. Lo sa bene General Motors, che recentemente ha annunciato un investimento di 300 milioni di dollari nello stabilimento di Orion Township (vicino Detroit) per la produzione di una Chevrolet elettrica, proprio mentre potrebbe chiudere un altro suo impianto ad Hamtramck, a sole 35 miglia dal primo. Esuberi e assunzioni Sono 1.500 i lavoratori che rischiano di perdere il lavoro a causa della dismissione dello stabilimento soprannominato “Poletown” (città dei polacchi), perché costruito dove

sorgeva un villaggio di immigrati provenienti dalla Polonia. I posti di lavoro saranno solo in parte compensati dalle 400 nuove assunzioni nel sito di Orion Township. Mentre una città festeggia, l’altra, a poche miglia di distanza, è costretta a fare i conti con un futuro difficile. Oltre alla contrazione dei livelli occupazionali, Hamtramck perderà anche 800 mila dollari all’anno che la Gm versa all’amministrazione pubblica in royalties per l’utilizzo del suolo e in tasse, il 4,5% del budget cittadino. Lo stabilimento è uno dei cinque indicati a rischio chiusura dal costruttore lo scorso novembre, quando Gm ha pubblicato il piano con cui intende tagliare i costi e investire in elettrificazione e guida autonoma (sono 20 le novità che il colosso di Detroit progetta di lanciare entro il 2023). Incertezza per il futuro Dal 2011 a Poletown viene assemblata la Chevrolet Volt, il primo veicolo elettrico di massa prodotto in America, che tuttavia non è mai riuscito a raggiungere l’obbiettivo delle 100mila vetture vendute all’anno, fermandosi al massimo a circa 20mila. Nel 2016 Chevrolet ha deciso di introdurre la Bolt, prodotta ad Orion Township, dotata di uno schema più semplice (la Bolt è una full electric, la Volt è un’ibrida dotata di due motori elettrici, ricaricati anche mediante un propulsore a benzina). Dato il buon riscontro della Bolt, Chevrolet ha deciso di concentrarsi su quest’ultima dismettendo gradualmente la produzione della Volt ad Hamtramck, che dovrebbe interrompersi definitivamente a gennaio 2020. Ad Orion, invece, verranno prodotti anche i primi prototipi di Chevrolet Cuise Av, vettura basata sulla piattaforma della Bolt modificata per adattarsi alla guida autonoma. Destini contrapposti Entrambi gli stabilimenti sono stati aperti nello stesso periodo (Orion nel 1983, Poletown nel 1985), ma adesso i siti sembrano destinati ad avere una sorte opposta. Mentre ad Orion i manager della Casa hanno espresso la loro soddisfazione per un impianto che diventerà “il primo a produrre sia auto tradizionali, che elettriche e persino veicoli autonomi”, su Hamtramck le reazioni sono state più caute. Dalla Gm hanno fatto sapere che nello stabilimento potrebbero arrivare dei suv o dei camion elettrici. Dipenderà dalla domanda, e comunque sarà necessario almeno un anno di stop per creare le nuove linee di produzione. Qualcuno da Hamtramck è riuscito a trovare una nuova collocazione ad Orion. Ogni giorno dovrà percorrere 35 miglia, meno di un’ora di macchina, che dalle parti di Detroit possono fare la differenza tra restare senza lavoro o meno. 11 Ottobre 2019 ·

Week

11


AUTO E MOTO

Audi investe su quattro piattaforme per l’elettrico. MARIO LONGO

■ Se finora eravamo abituati ad associare ad Audi la sigla quattro, dovremo imparare a familiarizzare anche con il nome e-tron, che identifica i modelli full electric della Casa di Ingolstadt. La dicitura sarà sempre più presente nei listini del costruttore tedesco, che ha presentato la sua strategia elettrificata per i prossimi anni. Saranno oltre 30 i modelli a batteria che debutteranno entro il 2025. Di questi, almeno 20 saranno elettriche pure. Audi intende infatti offrire modelli full electric per ogni segmento di mercato grazie all’utilizzo di 4 differenti piattaforme modulari. Per primo il suv La prima è la Mlb Evo, il classico pianale a motore longitudinale su cui negli anni sono nati numerosi modelli del gruppo Volkswagen, tra cui Audi A4, A5,Q5, A6, A7, A8, Porsche Cayenne, Volkswagen Touareg e Lamborghini Urus. Il pianale si è dimostrato adatto anche all’alimentazione elettrica, dando vita al suv e-tron, primo modello a batteria della Casa dei quattro anelli, disponibile nelle concessionarie italiane dal primo trimestre del 2019. Entro la fine dell’anno farà il suo debutto anche la e-tron Sportback, variante coupé della suv a zero emissioni. Sulla Meb anche i quattro anelli Centrale sarà il ruolo della Meb, la piattaforma su cui è stata costruita la Volkswagen ID.3, recentemente presentata al salone di Francoforte, che Audi utilizzerà 12

Week

· 11 Ottobre 2019

come base per tutti i suoi modelli compatti e di classe media. La Meb è infatti estremamente versatile e farà il suo debutto nei listini Audi con il suv Q4 e-tron, atteso per l’inizio del 2021. Secondo le anticipazioni fornite da Ingolstadt, la vettura sfrutterà al meglio tutte le peculiarità offerte dalla Meb e già viste sulla ID.3, come il grande spazio interno dato dal passo lungo. La Q4 e-Tron, fanno sapere dall’Audi, non sarà paragonabile ai suv attualmente presenti in gamma, perché offrirà la stessa abitabilità di una Q5, pur avendo le dimensioni di una Q3 (all’incirca 4,6 metri). Elettriche di alta gamma La terza piattaforma è la Ppe (Premium Platform Electric), sviluppata in collaborazione con Porsche e destinata alle vetture di alta gamma. L’impianto elettrico a 800 volt, abbinato ad un inedito sistema di gestione termica, consentirà una potenza di ricarica massima di 350 kW, in grado di ricaricare la batteria fino all’80% in 20 minuti. Al momento non si sa ancora quando debutterà con esattezza questo pianale, né quali modelli verranno costruiti su di esso. La Casa dei quattro anelli ha però sottolineato che potrà essere utilizzato per diverse tipologie di carrozzerie, come suv, crossover, berline, station-wagon e coupé 4 porte. Sia la Ppe che la Meb potranno essere utilizzate per modelli dotati di un singolo motore e trazione posteriore, o per vetture mosse da due propulsori, uno per ciascun asse, in modo da offrire una versione elettrica della trazione integrale quattro. Gran Turismo su base Porsche Infine, anche Audi adotterà la piattaforma J1, quella utilizzata da Porsche per la sua recente Taycan. Sulla base della J1 nascerà la e-tron GT, la prima gran turismo elettrica della Casa di ingolstadt. La vettura debutterà entro la fine del 2020 e riprenderà da vicino le linee dell’omonima concept presentata al Salone di Los Angeles 2018. L’auto potrà contare su due motori elettrici, uno all’anteriore e uno al posteriore, in grado di erogare complessivamente 590 cavalli e 830 newton metri di coppia, per uno 0-100 in 3,5 secondi e una velocità massima autolimitata a 240 chilometri orari. Sarà dotata dello stesso sistema a 800 Volt e 350 kW della Ppe e l’accumulatore da 90 kWh garantirà un’autonomia di 400 chilometri. Spazio anche all’ibrido Se il futuro imminente di Audi è il full electric, il presente sono le vetture ibride. Il costruttore tedesco ha infatti presentato le nuove versioni plug-in di quattro suoi modelli: Q5, Q7, A7 Sportback e A8, che vanno ad aggiungersi all’attuale gamma elettrificata di Ingolstadt. Tutte le novità sono alimentate da motori turbo-benzina (Q5 e A7 Sportback sono dotate di un 2.0 quattro cilindri in linea, mentre A8 e Q7 di un 3.0 V6), posizionati sull’asse anteriore e affiancati da unità elettriche sull’asse posteriore, che ne assicurano la trazione integrale. Grazie alla batteria di 14,1 kWk di capacità (17,3 nel caso della Q7) tutti i modelli sono in grado di percorrere all’incirca 40 chilometri in modalità zero emissioni.


AUTO E MOTO

Gli allestimenti interni di pregio e un moderno sistema di infotainment rendono la Mercedes Benz-AMG E63 S 4Matic+ adatta anche per lunghi viaggi. I prezzi partono da 130.956 euro.

Mercedes AMG E63 S 4Matic+, pura Volvo e Geely, emozione. nuova società sui motori. BUSINESS

ANTONIO VITILLO

VALERIO ANTONINI

■ MISANO – Girare su pista sotto la pioggia con una Mercedes Benz-AMG E63 S 4Matic+ è un’esperienza fuori dal comune. Il V8 biturbo – 3.982 centimetri cubici di cilindrata, 612 cavalli di potenza e 850 newtonmetri di coppia motrice – il propulsore più potente mai montato su una Mercedes Classe E – rende il tutto emozionante. La E63 S ha trazione integrale di nuova generazione, in cui la coppia viene distribuita seconda le condizioni del terreno. In pista, il sistema AMG Performance 4Matic+ affronta nel migliore dei modi i curvoni veloci, tenendo in linea l’auto nonostante le criticità del bagnato. Utile anche il “Drift Mode” – un dispositivo elettronico apprezzato dagli amanti della guida “di traverso” – che sulla S è di serie. Animo racing La AMG E63 S 4Matic+ è una berlina di lusso con anima sportiva, confermata da una impressionante accelerazione da 0 a 100 in soli 3,4 secondi e una velocità massima di 250 chilometri all’ora autolimitata elettronicamente dal sistema AMG Driver’s Package. Il cambio automatico a 9 marce è caratterizzato dal dispositivo AMG Speedshift Mct (Multi Clutch Technology): adotta perciò una frizione in bagno d’olio ed è capace di far transitare velocemente i rapporti. L’AMG Dynamic Select offre quattro diverse modalità di guida, ciascuna in grado di agire e regolare parametri come i tempi di risposta di motore e cambio, taratura e assetto delle sospensioni, azione dello sterzo, frenata e trazione integrale. È disponibile anche un programma “Race” per la pista.

■ Volvo e Geely (gruppo cinese che detiene la proprietà del marchio svedese) realizzeranno in sinergia inediti motori tradizionali a combustione – sia benzina, che diesel – per adattarli anche a sistemi ibridi di nuova generazione. L’attività produttiva sarà avviata con l’assunzione di 3mila nuovi dipendenti per Volvo e 5mila per Geely e prevede una nuova società in joint-venture con un brand ex-novo che deve ancora essere annunciato. I diesel resistono? Il costruttore scandinavo ha già avviato il programma di elettrificazione dell’intera gamma (tranne l’uscente V40) con l’inserimento degli ibridi leggeri (mild hybrid) con generatore da 48 volt, in aggiunta ai plug-in con accumulatore ricaricabile da circa 10 chilowatt. All’inizio del 2020 vedrà la luce anche una versione 100% a zero emissioni del suv XC40. Attualmente i clienti Volvo acquistano prevalentemente auto diesel. Entro il 2025 le vetture omologate saranno solo ibride o completamente a batteria. Seconda vita ibrida “Vogliamo allungare la vita ai motori a gasolio”, dicono da Volvo. Stando ai dati dell’associazione dei costruttori Acea, nel 2018 le auto con sistema ibrido/diesel erano poche centinaia di unità, nel 2019 si sono moltiplicate. Il 11 Ottobre 2019 ·

Week

13


marchio svedese è stato uno dei primissimi a credere nella tecnologia. La sua prima ibrida plug-in risale al 2012: una V60 alimentata proprio con un diesel accoppiato a una piccola unità elettrica. Motori per tutti Dal canto suo, il gruppo Geely sfrutterà questi propulsori per fornirli ad altri marchi di sua proprietà: il malaysiano Proton, l’inglese Lotus, l’elettrico Levc (che realizza veicoli commerciali a batteria) e il giovane Lynk & Co., che nel 2018 – a un anno dalla fondazione – ha già venduto oltre 120mila esemplari in Cina, aprendo più di 200 concessionari. Marchio che prossimamente vedremo anche in Europa. Parola al presidente “Le auto ibride avranno sempre bisogno dei migliori motori a combustione interna, non possiamo smettere di produrli concentrandoci solo sulle elettriche pure”, spiega Håkan Samuelsson, presidente e amministratore delegato di Volvo. “La nuova società che stiamo creando con Geely disporrà delle risorse necessarie per sviluppare in modo efficiente questi propulsori, visto che sarà dedicata esclusivamente al loro sviluppo con uno staff specializzato”.

Prestazioni al top Rispetto alla due porte la Gran Coupé presenta una passo più lungo di 20 centimetri e un peso maggiore di 20 chili, per un totale di 1980 chili a secco. Nonostante non sia esattamente un peso piuma, la berlina della Casa di Monaco scatta da 0 a 100 in 3,3 secondi (3,2 la Performance), per una velocità massima autolimitata a 250 chilometri orari (e a 300 per la Performance). Sotto il cofano è sempre la stessa La meccanica risulta invariata rispetto alla coupé: la trazione è integrale a controllo elettronico e offre la possibilità di passare alla sola trazione posteriore nella modalità più sportiva (che esclude anche l’intervento del controllo di stabilità). Il cambio è automatico a 8 marce, gli ammortizzatori sono a controllo elettronico e il guidatore ha la possibilità di scegliere fra tre diverse modalità di guida (Road, Sport e Track), oltre a crearne due personalizzate. Per mettersi in garage la M8 Gran Coupé serviranno 155.300 euro, che salgono a 172.800 per la versione con il pacchetto Performance.

LIFESTYLE

Batterie Bmw M8, al litio, Nobel arriva per la chimica la Gran Coupé. agli inventori. AUTO E MOTO

ANGELO BERCHICCI

VALERIO ANTONINI

■ Bmw ha pubblicato le prime foto ufficiali della nuova M8 Gran Coupé. Anche la versione a 4 porte della serie 8 riceve quindi le cure del reparto Motorsport, che le porta in dote lo stesso 4.4 V8 biturbo di coupé e cabrio (e della serie 5), che eroga 600 cavalli (625 nella versione Performance) e 750 newton metri di coppia.

■ “Con il loro lavoro hanno reso possibile un mondo ricaricabile”, così la giuria del Premio Nobel ha motivato l’attestazione del prestigioso riconoscimento per la chimica nel 2019 agli inventori delle batterie agli ioni di litio (Li-Ion), oggi diffuse soprattutto nelle auto elettriche e nei telefonini: il tedesco John B. Goodenough – 97 anni e più

14

Week

· 11 Ottobre 2019


anziano vincitore del Nobel di sempre – l’inglese Stanley Whittingham, 78 anni, che fa ricerca a New York, e il giapponese Akira Yoshino, 71 anni chimico. Gli accumulatori al litio sono “leggeri, ricaricabili velocemente e potenti”, spiegano i giudici della Reale Accademia Svedese per le Scienze, “Possono immagazzinare una quantità importante di energia anche derivata da fonte rinnovabile come l’eolica e solare, aprendo la strada a una società senza fili e libera dai combustibili fossili”. Origini lontane nel tempo Era il 1912 quando il chimico statunitense Gilbert N. Lewis fabbricò le prime batterie al litio, mentre delle pile con questo materiale, che potevano essere usate solo una volta, fino all’esaurimento, furono introdotte negli anni settanta. Per gli accumulatori ricaricabili ci sono voluti altri vent’anni: a commercializzarli fu la giapponese Sony nel 1991, proprio in seguito agli studi condotti da un team diretto da John B. Goodenough. Tecnologia per l’auto Nel 2006, le batterie al litio sviluppate dalla A123Systems (di proprietà del gruppo hi-tech cinese Wanxiang) sono utilizzate per la prima volta su un’automobile da Toyota per convertire i motori endotermici tradizionali della Prius in sistemi ibridi. Il prezzo dell’intervento, però, costa più dell’auto stessa. Nel 2009, Mercedes monta sulla S 400 BlueHybrid una unità elettrica agli ioni di litio all’interno dell’impianto di climatizzazione della vettura, con il vantaggio di far funzionare l’accumulatore alla temperatura ottimale (15/35 gradi) aumentandone il rendimento. Tecnica moderna I ricercatori oggi insigniti del Nobel hanno iniziato a utilizzare il carbonio come anodo e un ossido metallico come catodo, mentre un sale di litio in solvente organico fa da elettrolita. Per evitare esplosioni, gli elementi agli ioni di litio (molto instabili) hanno incorporati circuiti elettronici protettivi per evitare inversioni di polarità, sovratensioni e surriscaldamento.

BUSINESS

I “giovani” vertici di Nissan. MARIO LONGO ■ Nissan ha annunciato i nomi dei suoi nuovi vertici, dopo un anno vissuto pericolosamente e alla vigilia di un pesante piano di ristrutturazione per conti in forte disordine.

Per il ruolo di ceo e presidente è stato selezionato Makoto Uchida, capo della divisione cinese della Casa, mentre il ruolo di direttore operativo è andato al 49enne Ashwani Gupta, attualmente con la stessa carica presso il costruttore alleato Mitsubishi. Uchida arriva dopo la clamorosa uscita di scena a fine 2018 di Carlos Ghosn accusato di illeciti finanziari e poi del suo nemico Hiroto Saikawa, a sua volta accusato di compensi illeciti. Cina e Renault le priorità Uchida, 55 anni, ha avuto la meglio sulla concorrenza grazie sia ai risultati ottenuti in Cina, che nel 2018 ha generato circa un terzo di tutte le entrate di Nissan, sia perché è stato ritenuto la figura giusta per i rapporti con Renault, capofila dell’Alliance e con cui le relazioni sono assai tese, conosciuto bene a Parigi per aver sovrinteso in passato ad acquisti e forniture per entrambi i marchi. Uchida entrerà ufficialmente in carica entro il 1 gennaio del 2020, nel frattempo Nissan continuerà ad essere retta dal presidente ad interim Yasuhiro Yamauchi, subentrato dopo le dimissioni di Saikawa. Un segnale di rottura La scelta di affidarsi ad una generazione più giovane rispetto ai precedenti vertici – in Giappone un cinquantenne è considerato davvero “giovane” – sembra essere un segnale di rottura e insieme di rilancio dopo un anno molto turbolento. Uchida e Gupta hanno per altro caratteristiche non comuni in quei ruoli: il primo ha anche una laurea in teologia, il secondo è di nazionalità indiana, una novità dalle parti di Yokohama. A loro è affidato il compito di riaffermare l’immagine della Casa giapponese e soprattutto di traghettarla fuori dalla crisi: i profitti hanno infatti raggiunto il livello più basso degli ultimi 11 anni. Per rilanciare le vendite Nissan ha intenzione di puntare sull’elettrificazione e di introdurre più di venti nuovi modelli entro il 2025, oltre a ridurre i costi e tagliare 12.500 posti di lavoro a livello globale. Presenza forte “Ci aspettiamo che Uchida rivitalizzi l’azienda, guidandola come una squadra e concentrandosi immediatamente sulla ripresa delle vendite. È estremamente importante per Nissan affermare un nuovo volto, abbiamo scelto le persone che potessero rappresentarlo nella maniera più forte”, ha commentato Yasushi Kimura, presidente del consiglio di amministrazione della compagnia. 11 Ottobre 2019 ·

Week

15


PAESE

Seggiolini “salva bebè” obbligatori. MARINA FANARA

dell’Aquila, “e così abbiamo stanziato circa 10mila euro di fondi comunali da destinare a contributi che arrivano a coprire fino al 50% dei costi dei sistemi di sicurezza”.

AUTO E MOTO

Harley, la LiveWire non vende. PAOLO ODINZOV

■ Il ministro Infrastrutture e trasporti Paola De Micheli ha firmato il decreto attuativo della norma sull’obbligo di installare a bordo delle auto i seggiolini anti abbandono per i bambini fino a 4 anni di età. Il provvedimento quindi entrerà finalmente in vigore, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. “Si tratta del passaggio conclusivo della legge (117/2018, ndr)”, si legge in una nota del ministro De Micheli, “dopo l’approvazione del Parlamento con il voto di tutti i gruppi politici, il parere favorevole acquisito dalla Commissione Europea e il via libera dei giorni scorsi del Consiglio di Stato”. In arrivo gli incentivi alle famiglie Inoltre, sono allo studio le modalità per attuare l’agevolazione fiscale prevista per favorirne l’acquisto ed incrementare le relative risorse. In proposito, già qualche giorno fa, durante un question time alla Camera dei deputati, il ministro aveva annunciato l’intenzione di voler “incrementare le risorse e gli incentivi per l’acquisto del dispositivo, anche prolungando nel tempo le agevolazioni già inserite nell’ultima legge di Bilancio”. Si tratta di sistemi di avviso acustico e visivo che entrano in funzione nel caso l’adulto lasciasse distrattamente il bambino a bordo una volta parcheggiato il veicolo. Nel frattempo, dopo la chiusura di un bando ad hoc, l’Aquila ha pubblicato la lista dei 44 beneficiari che riceveranno un contributo fino a 100 euro per l’acquisto dei dispositivi “salva bebè”. Si tratta del primo Comune italiano a destinare risorse proprie a questo capitolo come incentivo e aiuto alle famiglie. “La Giunta comunale ha deciso di anticipare i tempi, consapevole dell’importanza strategica della norma sui seggiolini anti abbandono che prevede incentivi nazionali per l’acquisto di questi dispositivi”, sottolinea Pierluigi Biondi, sindaco 16

Week

· 11 Ottobre 2019

■ Harley-Davidson sta affrontando gli stessi problemi dei costruttori di auto con le scarse vendite della LiveWire, la sua prima moto elettrica. Negi Usa, che assorbono oltre la metà della produzione del marchio, è in vendiita da gennaio con scarsi risultati. Né sembra essere, almeno per il momento, il prodotto sperato per attirare una nuova generazione di clienti e invertire il forte calo consensi registrato negli ultimi anni che ha contribuito dal 2004 anche far scendere le azioni della società del 42%. Contro le aspettative del costruttore, la LiveWire ha raccolto per adesso poche prenotazioni provenienti soprattutto da persone di età avanzata e già in possesso dei altri modelli del costruttore. Questo, nonostante un recente sondaggio pubblicato a febbraio dal Motorcycle Industry Counci abbia rilevato che il 69% dei motociclisti americani sia attratto dalle due ruote elettriche. Un listino proibitivo Lo scarso successo della LiveWire, dicono i rivenditori Usa interpellati dai media, sarebbe colpa del prezzo del modello: 27.800 dollari, vicino a quello di una Tesla Model 3. Decisamente troppo alto considerando che oltre la metà dei giovani laureandi in America, ritenuti dalla Harley Davidson i potenziali clienti della due ruote elettrica, vive con prestiti studenteschi che comportano un rimborso medio da 200 a 300 dollari al mese. A Milwaukee dovranno rifare i conti.


SICUREZZA

Euro NCAP 2019: en plein Bmw. REDAZIONE

■ Sesta serie di test Euro NCAP 2019, il progetto internazionale di valutazione degli standard di sicurezza delle auto nuove, del quale è partner l’Automobile Club d’Italia: massimo punteggio (cinque stelle) per le Serie 1 e 3 della Bmw, una stella in meno per Peugeot 208 e Jeep Cherokee. Molto bene Serie 1 La Bmw Serie 1 ottiene ottimi risultati in tutte le prove. Di particolare valore la valutazione nell’urto laterale contro barriera e palo. Qualche piccolo problema - nello scontro frontale pieno - per quanto riguarda la protezione del torace del passeggero posteriore. Il sistema di frenata automatica di emergenza (AEB) ha funzionato sempre bene, anche se il punteggio della prova a velocità inferiori è stato leggermente penalizzato dalla non buona protezione del poggiatesta anteriore. Al top Serie 3 Regina di questa serie di test è la Bmw Serie 3 che ha conquistato 5 stelle. Punteggi al top nelle prove di urto laterale, contro barriera e palo, e in quella che valuta il sistema di frenata automatica di emergenza a velocità ridotta. Minime criticità solo riguardo la protezione del pedone nell’urto contro il parabrezza e per alcune aree del bacino. Buoni risultati per Peugeot 208 Buone le performance della Peugeot 208 che si ferma però a 4 stelle complessive. La

valutazione della protezione del collo dei passeggeri posteriori è stata penalizzata dall’assenza (in alcuni allestimenti) del terzo poggiatesta. Ottime prestazioni, invece, nella prova di urto laterale contro barriera e nella protezione dei bambini a bordo. Bene anche il sistema di frenata automatica, con criticità solo nel riconoscimento degli utenti vulnerabili più veloci come i ciclisti. Migliora la Jeep Nel complesso positiva la prova della nuova versione della Jeep Cherokee che, rispetto al modello precedente, presenta una migliore dotazione di sistemi di assistenza alla guida. Le cinque stelle sfumano a causa di piccole criticità nella protezione marginale del torace del conducente durante la prova di urto laterale contro il palo e del collo nel colpo di frusta. Stimolo per fare di più “Questa serie di test – ha dichiarato il presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani - mostra come i nuovi modelli dotati dei sistemi ADAS di ultima generazione ottengano ottime performance e garantiscano adeguata protezione a chi si trova a bordo. Questi risultati devono rappresentare uno stimolo per i costruttori ad aggiornare costantemente la gamma, soprattutto per quanto riguarda i contenuti tecnologici destinati alla sicurezza”. 11 Ottobre 2019 ·

Week

17


LIFESTYLE

Bmw: Berlino 1989, per non dimenticare. LINDA CAPECCI

■ Il 9 novembre di quest’anno ricorrono i 30 anni dalla caduta del muro di Berlino, avvenuta nel 1989. Bmw decide di celebrare l’evento che ha cambiato la storia della Germania e di tutta l’Europa con un cortometraggio: “The Small Escape”, diretto dal regista di spot commerciali Alex Feil e che ha come protagonista una Isetta, la mini car prodotta dal marchio bavarese. Mini film per una mini auto Siamo nel 1964, il mini-film racconta la storia vera del meccanico Klaus-Günter Jacobi – oggi, a 79 anni, guida presso il Museo del Muro di Berlino – e del suo amico Manfred Koster. Altra protagonista è la Bmw Isetta: la minuscola auto che ha aiutato in quell’anno nove persone a fuggire dalla Ddr. Tutto iniziò quando Manfred Koster chiese a Jacobi – la cui famiglia aveva lasciato Berlino Est nel 1958 – di aiutarlo nella fuga verso Berlino Ovest. L’idea era quella di creare un nascondiglio all’interno della piccola tre ruote, 2 metri e 30 di lunghezza per 1, 40 di larghezza, 18

Week

· 11 Ottobre 2019

perfetta per sfuggire alle guardie di frontiera. La microvettura era insospettabile, ancora oggi sembra impossibile celare anche una sola persona al suo interno. Eppure, il 23 maggio 1964, poco prima della chiusura del valico di frontiera a mezzanotte, la Bmw Isetta modificata e trasformata da Klaus-Gunter Jacobi, in modo da nascondere il suo amico, riuscì a passare, eludendo i severi controlli degli agenti della Vopos, la temibile polizia di frontiera della Germania Est. Il lieto fine Poco dopo aver passato il confine, Klaus-Gunter liberò il suo amico Manfred dal nascondiglio e lo strinse fra le braccia con immensa gioia. Dopo la fuga studiata dai due coraggiosi amici, altre 8 persone riuscirono nell’impresa nascondendosi a bordo dell’Isetta. Oggi questa piccola ma grande auto che ha fatto la storia è esposta all’interno del Museo del muro di Berlino, in Friedrichstrasse, proprio vicino alla finestra che si affaccia sul Checkpoint Charlie, dove c’era il più im-


portante posto di blocco tra il settore sovietico e quello statunitense. Week

Cura per i dettagli “La Bmw Isetta può essere vista come il simbolo dell’indipendenza e dell’autonomia che la mobilità può regalare. Libertà, indipendenza e sogni: il nostro film riconosce la grinta e il coraggio delle persone che hanno reso possibile questa fuga” ha dichiarato Jens Thiemer, responsabile del gruppo Bmw in occasione della presentazione del mini-film. La pellicola ricostruisce la realtà storica dell’epoca. Oggetti di scena, costumi, ambientazioni, che riproducono fedelmente lo stile della Germania dell’Est degli anni ’60 sono stati ricreati a Budapest, in Ungheria, sotto la guida dello scenografo Erwin Prieb. Il checkpoint – completo di strisce su bordi e pareti – è stato ricostruito alla perfezione e contribuisce a creare un senso di ansia e oppressione che cresce nel corso del cortometraggio, per sciogliersi nel lieto fine.

Supplemento settimanale a l’Automobile Pubblicazione online - Reg. Tribunale di Roma n. 24/2016 del 09/03/16 Iscrizione R.O.C. n. 14674 - ISSN 2499-670X Direttore Responsabile Alessandro Marchetti Tricamo Redazione via Solferino, 32 - 00185 Roma tel. 06.45406719 • fax 06.49982874-2829 www.lautomobile.it • redazione@lautomobile.it • segreteria@lautomobile.it @lautomobile_ACI

lautomobile.aci

l’Automobile ACI

Editore ACI Informatica SpA Sede legale e Amministrazione, via Fiume delle Perle, 24 - 00144 Roma REA 268993 C.C.I.A.A. Roma • P. Iva 00883311003 • C.F. 00405030586 Reg Imprese di Roma n°00405030586 Capitale sociale Euro 2.064.000 i.v. Società con unico socio soggetta all’attività di direzione e coordinamento dell’Automobile Club d’Italia Copyright © 2019 ACI Informatica SpA - Tutti i diritti riservati. Foto: Getty Images

11 Ottobre 2019 ·

Week

19


COVER STORY IDEE

Il design delle cose. Il grande cambiamento dell’automobile. Alle prese con nuove contaminazioni e alla rincorsa di una sostenibile leggerezza, unica via di salvezza. ROBERTO SPOSINI

20

Week

¡ 11 Ottobre 2019


...dal nostro mensile Getty.

PUBBLICATO SUL NUMERO 28 - APRILE 2019

11 Ottobre 2019 ·

Week

21


■ Contaminazione. È toccato alla narrativa, alla letteratura, al cinema post-moderno, al teatro. Alla musica moltissimo, soprattutto a partire dalla seconda metà del Novecento. Tutti ambiti che, prima o poi, hanno avvertito il bisogno di rinnovamento, di sperimentare la fusione di generi e stili diversi. Semplificando, la contaminazione è servita a dar spazio alla fantasia e alla creatività dell’uomo. L’industria dell’auto c’è arrivata tardi, timorosa di essere “infettata” o “inquinata” dalla diversità. Ma l’auto non è un alimento. E come tale non deve temere l’aggressione di microrganismi e parassiti “stilistici”. Nell’ultimo decennio ha fatto mutamenti tali nella forma e nella funzione da uscirne trasformata. E altri ne farà. Pensate solo alla guida autonoma, allo sharing, a tutte quelle trasformazioni che ancora una volta metteranno l’auto di fronte a un profondamento mutamento, stilistico e “materico”. Succede già. La fusione di elementi di diversa provenienza è già parte dell’auto contemporanea, al pari della composizione di un’opera letteraria. Un designer, nell’atto di creare un nuovo modello, oggi non è così lontano dall’artificio che gli antichi commediografi classici usavano per rielaborare in latino la commedia greca. Incrociare due forme, o due costrutti, in modo che ne sorga un terzo. Le mappe evolutive dell’automobile richiedono una visione integrata. Una contaminazione appunto. L’auto sta cambiando funzione. Per la stessa ragione, deve cambiare forma. Come? Lasciandosi influenzare, superando quella resistenza al cambiamento che ancora oggi serpeggia nell’industria dell’auto, travolta dal timore che le nuove generazioni di consumatori traccino un inedito (e imprevedibile) identikit dei nuovi mezzi di trasporto. L’interconnessione Non resta che adeguarsi. Velocemente. E contaminare, interconnettendo aspetti apparentemente slegati fra loro. L’auto e lo studio sulle abitudini; l’auto e l’invecchiamento della popolazione; l’auto e l’uso parsimonioso delle materie prime; l’auto e la sua organicità, sempre più calata nel contesto urbano. L’auto e il design delle cose. Razionalizzare i processi produttivi, semplificare i sistemi; la rincorsa verso quella sostenibile leggerezza dell’auto è l’unica via di salvezza. A questo serve la contaminazione fra auto e oggetti del quotidiano, ben diversa da quella del decennio scorso, quello dei divani ricavati dal muso di una vecchia Fiat 500, di un Volkswagen Bulli d’epoca trasformato

22

Week

· 11 Ottobre 2019


Getty.

11 Ottobre 2019 ·

Week

23


Getty.

in desk, da un pneumatico che diventa speaker di design. Quella era contaminazione “passiva”, di ritorno, un’idea di riuso ancora lontano dall’economia circolare contemporanea. Oggi, l’auto è parte essa stessa del processo di contaminazione che mette forma e funzione in un’ideale shaker creativo e ne tira fuori, almeno a parole, nuovi stimoli stilistici. L’auto è investita da un’ondata di cambiamenti, e quelli stilistici sono solo la punta dell’iceberg. Poi ci sono quelli che riguardano la natura e le prestazioni dei materiali, la loro durevolezza, riciclabilità e rinnovabilità. Dietro la forma di un’auto si nasconde un mondo affascinante e invisibile all’occhio. Un mondo che sta cambiando l’auto nella sua essenza, sempre più fatta di biopolimeri, di fibre di origine vegetale o riciclate. Di materiali derivati da scarti della filiera agroalimentare nascosti nelle car-

24

Week

· 11 Ottobre 2019

rozzerie, negli interni. Persino negli pneumatici. E poi c’è la stampa 3D, altra rivoluzione della forma. Smontare il veicolo e guardarci dentro Per capire come l’economia circolare sta cambiando l’auto bisogna entrare nelle sue trame, smontare il “sistema veicolo” e guardarci dentro. Fatelo e ci troverete un mondo inesplorato. Non fermatevi alle contaminazioni apparenti, “strumentali”: una Seat accostata a una lampada Kafka, un’Audi al sistema da parete Shift. È successo alla scorsa edizione della Milano Design Week. Succederà anche quest’anno al Salone del mobile, o al Fuori Salone, da un decennio i luoghi eletti dall’industria dell’auto per allargare l’“audience”. Bene. Anzi male. Spesso Milano è solo la


passerella d’ingannevoli contaminazioni, accostamenti improbabili, dove a tessere le affinità sono agenzie alla ricerca spasmodica di originalità, di effetto wow (o solo di ricchi budget?). Già. La contaminazione oggi piace, coinvolge, attrae come una sirena l’industria automobilistica. Che però farebbe bene a cercare altrove le sue ispirazioni. Meno strategia e più cultura verrebbe da dire; se al MoMa di New York c’è finita recentemente un’auto nata sessant’anni fa come la Fiat 500 non sarà un caso. I designer dell’auto sono la nuova provincia dell’industrial design, ormai piegato alle logiche del marketing. Prima che l’auto diventi un frigorifero senza testa né coda (e a giudicare dalle ipotesi stilistiche che circolano il rischio è più che concreto), servono contaminazioni colte. Se l’auto vuole esplorare davvero le relazioni tra design, società, tecnologia e

ambiente, non basta parcheggiare una concept qualunque accanto all’ennesima installazione, in attesa che un selfie le dia dignità. Date a un bambino un foglio di carta, dei colori e chiedetegli di disegnare un’automobile, sicuramente la farà rossa , diceva Enzo Ferrari. Ma oggi i bambini guardano Netflix sullo smartphone. Adolescenti, generazione X,Y e Z, millennial, tutti o quasi non sanno più cosa farsene dell’auto. Non resta che lasciarsi contaminare. Meglio se da citazioni autorevoli : lo spremiagrumi di Philippe Starck, la radio Cubo di Brionvega, la chitarra Fender Stratocaster, i Ray-Ban, la macchina fotografica Hasselblad 500C, la lounge chair di Charles e Ray Eames, la sedia Thonet, il cavatappi di Mendini. Meno installazioni e più coerenza. Meno marketing e più cultura. Solo così l’auto ritroverà un nuovo ruolo fra gli oggetti cult della nostra storia.

11 Ottobre 2019 ·

Week

25



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.