l'Automobile Week 50

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Settimanale digitale • Anno 2 • Numero 50 • 20/7/2018

Supplemento settimanale a l’Automobile.

INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

L’estate dell’auto. PAOLO BORGOGNONE ■ È arrivata l’estate. Ma per chi lavora nell’automotive è già tempo di pensare oltre. Un viaggio verso il domani che abbiamo provato a fare anche noi. A partire dai prossimi mesi quelli che porteranno in concessionaria una lunga lista di novità. Perché alla fine il segreto per far correre il mercato è sempre lo stesso: lanciare a ripetizione nuovi modelli sperando di incontrare il gusto del pubblico. Fa niente poi se quasi sempre si chiameranno suv o crossover, l’importante ècreare e vendere

tendenze. E l’industria automobilistica continua a farlo molto bene. Magari mettendo da parte la vecchia idea di Salone dell’auto come testimoniano le difficoltà della rassegna autunnale di Parigi. Modelli e non solo. Innovazione prima di tutto con l’arrivo, normative permettendo, anche da noi delle auto a idrogeno. A proposito di leggi: l’autunno sarà importante in termini di sicurezza, per i bambini in auto e per le nostre città. Intanto però – almeno noi – godiamoci questa stagione, ricordando le parole dello scrittore Victor Hugo: “L’estate che fugge è un amico che parte”.

L’AUTOMOBILE WEEK TORNA VENERDÌ 31 AGOSTO


AUTO E MOTO

Estate, l’automobile non va in ferie. PAOLO ODINZOV

■ Estate, periodo di ferie me non per il mondo dell’auto che non va in vacanza. Anzi, si prepara ad accogliere le numerose novità in arrivo nei prossimi mesi. Alcune delle quali destinate ad incrementare la scelta di modelli nei segmenti più gettonati del mercato, altre proposte sotto forma di restyling o di rinnovate edizioni per riaffermare o aumentare il successo di vetture già apprezzate del pubblico. Ford Focus ancora protagonista Tra le vetture più attese c’è sicuramente la nuova Ford Focus: erede di un modello che è un vero caposaldo nel segmento C delle berline compatte con 16 milioni di unità vendute nel mondo, reinventata dalla Casa di Dearborn impiegando una inedita piattaforma destinata a fare da base anche ad altri modelli del costruttore. Tra le tante la nuova 2

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Focus vanta un abitacolo più spazioso rispetto alla precedente, oltre a una gamma di motorizzazioni che comprenderà una unità mild hybrid prevista entro la metà del prossimo anno. Peugeot 508 & Co Pronta a farsi largo nella categoria delle berline medio grandi, dominata dai modelli tedeschi di Audi, Bmw e Mercedes, è invece la seconda generazione della Peugeot 508 che, dopo la versione tre volumi vista al Motor Show di Ginevra, verrà presentata al Salone di Parigi nella edizione station wagon. Per sfidare le concorrenti, tra le quali le nuove Mazda 6 e Volvo V60 prossime anch’esse ad arrivare, la francese punta su un design da quasi coupé e su tecnologie d’avanguardia. Tra quest’ultime l’evoluzione del Peugeot I-Cockpit con cui


la Casa del Leone ha rivoluzionato già da tempo su molti dei suoi modelli il posto di guida creando una inedita interfaccia uomo macchina. Pioggia di suv Attesa dal pubblico è la nuova Honda CR-V che mira a farsi largo nel segmento dei suv rinnovando la sfida alle rivali di sempre, tra cui la Toyota Rav 4, proponendo per la prima volta nella gamma una motorizzazione ibrida nascosta dietro una carrozzeria resa più intrigante da forme maggiormente dinamiche e filanti. Sul fronte suv è attesa poi anche l’ultima Hyundai Santa Fe che fa tesoro della strada aperta dalle precedenti tre generazioni, vendute solo in Europa in oltre in oltre 390mila clienti dei quali 43mila nel nostro Paese, per continuare il suo cammino vincente contando tra le novità del modello su un inedito propulsore 2.2 litri diesel da 200 cavalli e su due motorizzazioni “verdi” brida e ibrida plug-in. Una Wrangler hi-tech Per gli amanti delle vetture in grado di sconfinare all’occorrenza dalle vie asfaltate sarà poi disponibile la nuova Jeep Wrangler: regina assoluta dell’off-road che ha come antenata la Willys MB impiegata dalle forze armate americane nella Seconda guerra mondiale e adesso oltre a essere ancora più tecnologica, aggrappata non solo sulla terra ma anche alla rete grazie al sistema Uconnect, propone

due inedite motorizzazioni: un turbo diesel da 2,2 litri e un turbo benzina da 2 litri. La Rolls tra fango e sassi Rimanendo in tema di sport utility, anche se nel caso la definizione potrebbe sembrare riduttiva, ai piani alti, molto alti, del mercato è in arrivo la Rolls-Royce Cullinan. Un “bestione” da 2.660 chilogrammi e svariate centinaia di migliaia di euro che segna l’esordio della nobile Casa inglese di proprietà della Bmw nell’ambita categoria, sfidando tutto e tutti con lussi e ricercatezze mai viste. Basti pensare che il salotto di bordo è personalizzabile addirittura nella tonalità dei fili della tappezzeria e comprensivo di un frigo per lo champagne e due vani ghiacciati con altrettanti flute da utilizzare per eventuali brindisi a bordo. Cabrio, coupé e supercar Novità, infine anche tra le vetture cabriolet, con diversi modelli al debutto tra i quali la Bmw Z4 che si spoglia del tetto rigido e ripropone la capote in tela. Mentre tra le coupé torna la Bmw Serie 8 e tra le svariate sportive sarà protagonista la nuova edizione della Toyota Supra: sviluppata sulla stesso pianale della Z4 e che si fa rivedere dopo essere uscita di scena 2002. Se non dovesse ancora bastare, infine, diverse supercar sono già sulla rampa di lancio: vedi Ferrari 488 Pista, Mercedes Amg GT4 e, per citarne un’altra, l’Aston Martin Valkyrie. A voi la scelta e buone vacanze. 20 Luglio 2018 ·

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BUSINESS

Salone di Parigi, crisi “Mondial”? SAMUELE MARIA TREMIGLIOZZI

Chi dice no Gli organizzatori del Salone di Parigi hanno recentemente pubblicato l’elenco degli assenti dall’edizione del 2018, concretizzando le paure di chi non vede più un futuro per i saloni dell’auto. Tra i rinunciatari, il gruppo Fca con tutti i marchi più rilevanti (Fiat, Alfa Romeo, Jeep, Abarth, Lancia) fatta eccezione per le sue proposte di lusso Ferrari e Maserati. A mancare all’appello anche Bentley, Mazda, Mitsubishi, Nissan, Opel, Subaru, Volkswagen e Volvo. Le ragioni di chi non va Punto di riferimento per gli appassionati e addetti ai lavori, i saloni internazionali hanno da sempre rappresentato un valido strumento per il lancio di nuovi prodotti, che a oggi, però, soffre la concorrenza con i nuovi canali di comunicazione. Le case produttrici hanno ormai la possibilità di divulgare i loro prodotti attraverso le moderne piattaforme, generalmente online, più efficaci in termini di coinvolgimento del consumatore finale. A questo si sommano gli elevati costi per la partecipazioni alle esposizioni, che generano un ritorno, negli ultimi anni, decrescente. I cambiamenti che sta vivendo l’industria automobilistica hanno, inoltre, spostato gli occhi del mondo verso le esposizioni dedicate alle nuove tecnologie, su tutti il Ces di Las Vegas e il Mobile World Congress di Barcellona che in questi anni stanno crescendo esponenzialmente.

AUTO E MOTO ■ Il primo appuntamento per gli appassionati di auto dopo l’estate è – tradizionalmente – il salone di Parigi che si terrà anche quest’anno dal 4 al 14 ottobre 2018 nella consueta sede del Paris Expo a Porte de Versaille. anche il “Mondial de l’Automobile”, come è soprannominato l’evento parigino, a 120 anni dalla sua nascita ha perso, però, parte del suo fascino: molte case produttrici non sembrano essere più interessate a partecipare a questo tipo di manifestazione e hanno preferito non essere presenti. Le assenze si sono moltiplicate anche in altre storiche esposizioni dello stesso genere, mentre aumenta l’importanza di eventi come il Festival of Speed di Goodwood o l’appuntamento del Parco Valentino a Torino. La domanda sorge allora spontanea: è davvero crisi per i saloni dell’auto? Tutti i presenti A Parigi 2018 comunque le novità non mancheranno di certo. I padroni di casa di Citroën porteranno la versione europea del SUV C5 Aircross. Anteprima mondiale in terra di Francia anche per il crossover compatto DS 3 Crossback. Hyundai si presenterà con la i30 Fastback, mentre la cugina Kia esporrà la Proceed, versione shooting brake della Ceed. Anche Mercedes presenterà pezzi importanti, il suo primo suv elettrico, l’EQ C, oltre alla nuova generazione della Gle. Atteso anche il debutto della Classe B My 2018. Novità importanti per Bmw che presenterà la Serie 3, l’X5 e la Serie 8, oltre alla Z4. Aston Martin non sarà presente ufficialmente, tuttavia il concessionario locale esporrà la nuovissima Dbs Superleggera. Attesa, infine, per le nuove proposte di Audi, la A1 e il restyling della A6 Allroad. 4

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Come cambia la Ford Focus. FRANCESCO PATERNÒ

■ NIZZA – Mica facile chiamarsi Ford Focus e continuare a fare la Ford Focus in un segmento C sotto attacco da parte di suv di taglia uguale o più piccola. Mica facile dopo che la prima del 1998 fece girare la testa per il suo design, mentre quello di oggi piace ma non stupisce: “La prima è una leggenda”, ci dice Glen Goold, capo in-


gegnere del progetto Focus dopo oltre 16 milioni di unità vendute nel mondo, ricordando che la prima nasceva su un pianale inedito, il C1, così come l’attuale quarta generazione è costruita sulla inedita piattaforma C2 che Ford d’ora in poi utilizzerà anche per altri modelli. Chissà che questo dettaglio possa diventare un portafortuna. 4.370 giorni di stile Nico Tonello, un italiano responsabile del design della nuova Focus, racconta con qualche orgoglio che all’auto sono serviti 4.370 giorni di lavoro da parte del suo team, non un esercito se è vero che ha avuto a disposizione quattro persone per lo stile esterno e quattro per gli interni. Dove, sottolinea, la console centrale è stata ridotta ed abbassata per dare più spazio ai passeggeri anteriori. Vero, ce ne accorgiamo subito appena a bordo. I motori, ibrido solo a fine 2019 Prima di mettere in moto con un pulsante difficile da trovare, sappiate che la nuova Ford Focus arriva in Italia con tre motorizzazioni e cinque potenze: un tre cilindri mille turbo benzina da 100 e 125 cavalli, un 1500 turbodiesel da 95 e 120 cavalli, un due litri turbodiesel da 150 cavalli, con prezzi dai 20.000 ai quasi 29.000 euro. Una versione dotata di una motorizzazione mild hybrid arriverà soltanto nella seconda metà del 2019. Quattro gli allestimenti, più la crossover Active da fine dicembre che dovrebbe spingere molto, “fino al 25% delle vendite totali” secondo le previsioni del presidente e ad di Ford Italia Fabrizio Faltoni. Sempre berlina cinque porte e station wagon, con una lunghezza di 4,38 metri per la prima, di 4,67 (+11 centimetri) per la seconda. Più importante è l’aumento di passo di circa 5 centimetri, che vanno a beneficio soprattutto dei passeggeri posteriori ma non della capacità del bagagliaio, non al top della categoria. Su strada La Ford Focus con motore benzina da 125 cavalli dimostra carattere: sta bene in strada, lo sterzo elettrico ha un carico leggero più piacevole che sportivo, la frizione è appena pesante mentre le sei marce scorrono senza impuntamenti. Per 2.000 euro in più è disponibile un nuovo cambio automatico a otto rapporti, provato sulla versione turbodiesel da 120 cavalli, fluido quanto utile in città. Nel complesso, la Focus si dimostra un’auto comoda e silenziosa. La tecnologia La differenza rispetto al passato e la competizione rispetto alla concorrenza sono nelle dotazioni tecnologiche di assistenza alla guida, un passo avanti verso quella che domani o dopodomani sarà la guida autonoma. Oggi sulla Focus sono disponibili diversi sistemi raccolti nel Co-Pilot360, basato sull’uso di 2 telecamere, 3 radar e 12 sensori ad ultrasuoni. Abbiamo provato in autostrada il cruise control adattivo, che regola la velocità anche sulla distanza dell’auto che ci precede, facendolo in sicurezza. Ma sono tanti i sistemi, fra i quali pure il piacere (o il dispiacere, dipende dai punti di vista) di parcheggiare automaticamente senza toccare pedali e volante. Tecnologia diffusa, per aumentare la sicurezza. Futuro presente.

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Peugeot 508, questione di stile. PAOLO ODINZOV

■ “Una vettura progettata per sovvertire i codici tradizionali e stabilire nuovi punti di riferimento nella sua categoria” così Laurent Blanchet, direttore prodotto Peugeot, ha descritto la nuova 508: modello che rilancia la Casa francese nel settore delle auto medio-grandi (tra i 4,60 e i 5 metri di lunghezza) dominato dai costruttori tedeschi. Un settore che oggi conta in Italia il 7% delle immatricolazioni, oggi in mano a suv e crossover lasciando alle berline il 17% delle vendite, molte delle quali declinate anche in versione station wagon. Vendute in Italia 25mila unità Appartiene a quest’ultima schiera la nuova 508: la precedente generazione ha venduto dal 2011 oltre 25mila unità, orientata per contenuti e connotati a sfidare modelli come le Audi A4 e A5, la Bmw Serie 3, la Mercedes Classe C e l’Alfa Giulia. Per farlo la new entry d’oltralpe punta anzitutto sulla linea, tagliata coupé nella silhouette. Nella parte frontale si fanno notare sulla vettura particolari e soluzioni stilistiche da ammiraglia tra cui i gruppi ottici full led e alcuni tratti nelle forme ispirati alla storica Peugeot 504, del 1968 disegnata con la consulenza di Pininfarina. Per abitacolo un salotto hi-tech Anche all’interno la nuova 508, in vendita da ottobre con un listino a partire da 30.350 euro, punta a sorprendere e unisce ad una estrema cura nelle finiture contenuti hitech di primordine. Primo fra tutti la versione più evoluta dell’i-Cockpit, ovvero la singolare plancia con cui Peugeot ha cambiato il modo di guidare sulle sue auto. Un volante estremamente compatto, un touchscreen capacitivo da 10 20 Luglio 2018 ·

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pollici e un grande quadro strumenti con head-up display consentono al conducente la massima padronanza dell’auto. Provandola in anteprima sulle strade di Montecarlo, la nuova 508 ha dato prova di essere stata anche migliorata nelle prestazioni rispetto alla precedente generazione. Sotto all’elegante vestito sfrutta la piattaforma Emp2 del gruppo Psa, grazie alla quale il peso è stato ridotto di 70 chilogrammi. Super sicura e anche ibrida Il ventaglio motori prevede 5 unità, 2 benzina e 3 diesel, per una potenza da 130 a 225 cavalli ed emissioni ridotte fino a 98 grammi per chilometro di CO2. A seconda delle versioni sono poi previsti due tipi di trasmissione: manuale a 6 marce e automatica a 8 rapporti. Nel 2019 la francese verrà inoltre proposta con una propulsione ibrida plug-in da 225 cavalli, disponibile pure sulla versione station wagon che verrà presentata al prossimo Salone di Parigi. Se tutto non dovesse bastare per sfidare la rivali la nuova 508 vanta diversi sistemi di sicurezza e assistenza alla guida in grado di farne una fortezza su quattro ruote. Tra questi il Night Vision: una esclusiva nella categoria che sfrutta una telecamera a raggi infrarossi per rilevare fino a 250 metri la presenza di persone e animali sulla carreggiata di notte o in caso di visibilità ridotta.

AUTO E MOTO

La Honda CR-V cambia pelle. EDOARDO NASTRI

■ KITZBUHEL – A ventitré anni dalla prima edizione, la Honda CR-V si rinnova per la quinta volta, apportando aggiornamenti estetici e tecnologici. Una vettura da sempre conosciuta per le sue buone doti di spazio, per l’elevata 6

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qualità degli interni e per gli equipaggiamenti di sicurezza all’avanguardia. In termini commerciali la CR-V ha venduto in Europa nel 2017 quasi 35.500 unità, trovando il suo primo mercato in Inghilterra. Linee spigolose La CR-V è cambiata prima di tutto nello stile, che sembra seguire un filone che mette d’accordo quasi tutti i costruttori giapponesi, allineati nella ricerca di linee spezzate e spigoli netti e affilati. I passaruota sono ampi e muscolosi e il cofano anteriore ospita due profilature definite. Dietro, i fanali hanno una forma allungata, un po’ in stile Volvo. Gli interni sono razionali nello spazio e ordinati nell’impostazione, i sedili sono morbidi, ma sostengono bene gli occupanti. Al centro della plancia troviamo il display dedicato alla gestione dell’infotainment, che è intuitivo e veloce nella risposta. Davanti allo sterzo si trova il nuovo pannello strumenti digitale con uno schermo TFT-LCD centrale da sette pollici affiancato dagli indicatori analogici del liquido di raffreddamento e del carburante. Come va Abbiamo guidato la nuova CR-V in un percorso urbano ed extraurbano tra Salisburgo e Kitzbühel, patria della Coppa del Mondo di Sci. Il quattro ruote motrici 1.5 VTEC Turbo, in abbinamento al cambio automatico CVT, sviluppa una potenza di 193 cavalli che sembrano essere più di quelli che si sentono effettivamente sotto al piede destro. Il suv Honda non mente sulla sua vocazione alla comodità, prediligendo una guida spiccatamente turistica ideale per i lunghi viaggi, questo anche grazie al cambio a variazione continua che, usato a bassi regimi, sa regalare un comfort di marcia e una silenziosità notevoli. Volendo si può scegliere anche il manuale a sei marce, ma, in questo caso, la potenza del millecinque scende a 173 cavalli e il cambio meccanico non si sposa perfettamente con la natura da cruiser della CR-V. Sicurezza al primo posto Il pacchetto Honda Sensing comprende i principali equipaggiamenti di sicurezza attiva ed è di serie su tutti gli allestimenti. Solo per citarne alcuni annoveriamo il dispositivo per l’avviso di abbandono di corsia e l’Adaptive Cruise Control con una frenata estremamente equilibrata, che lavora in coppia con il sistema per il mantenimento della corsia di marcia. Motore solo benzina e poi ibrido La gamma motori comprende un solo propulsore a benzina, il 1.5 VTec Turbo a iniezione diretta, offerto con 173 cavalli nella versione con il cambio manuale, o con 193 cavalli se si opta per l’automatico. La trazione integrale è abbinata obbligatoriamente al CVT. Non verrà più proposta una motorizzazione diesel, che sarà progressivamente abbandonata dal marchio, così come ha già fatto Toyota. Da gennaio 2019 partirà il programma di elettrificazione di alcune vetture del brand giapponese, inizialmente con una versione ibrida della CR-V, che monterà il 2.0 benzina i-MMD a ciclo Atkinson e due motori elettrici, e successivamente con l’introduzione del modello di serie dell’elettrica Urban EV, presentata come concept al Salone di Tokyo 2017.


AUTO E MOTO

Mazda 6, un diesel premium.

tatto e resistente. Mentre l’anima hi-tech del modello è messa in evidenza dal contachilometri digitale offerto per la prima volta su una vettura del costruttore ed associato ad un sistema infotainment comprensivo delle interfacce AppleCarPlay e Android Auto. Sotto al vestito la nuova Mazda 6 propone un telaio incrementato nella rigidità che le consente di guadagnare punti per comfort e guidabilità contando anche sulla migliore taratura di sterzo e sospensioni. Soprattutto nei percorsi misti la giapponese si rivela più reattiva e fluida nella marcia, garantendo adesso la massima sicurezza con il pacchetto di dotazioni i-Activesense: comprensivo tra le varie tecnologie di un regolatore di velocità radar con funzione Stop & Go e del monitoraggio a 360° attorno alla vettura.

PAOLO ODINZOV AUTO E MOTO

Toyota Mirai, in Italia dal 2019. PATRIZIA LICATA ■ MAIORCA – Un super diesel. Ancora prima di farci provare in anteprima sulle strade di Maiorca la nuova Mazda 6, i progettisti hanno ribadito che tra le caratteristiche di spicco della giapponese per conquistare consensi nel “difficile” segmento D delle vetture medio grandi c’è una inedita motorizzazione a gasolio. Per la precisione un 2.2 Skyactive-D nelle varianti da 150 e 184 cavalli, proposto in alternativa a 3 unità a benzina della potenza fino a 194 cavalli, che in barba alla recente demonizzazione del diesel offre prestazioni superiori ed è già omologato secondo la normativa Euro 6 d Temp in vigore dal 2020. Bmw e Volkswagen nel mirino Va dunque controcorrente la nuova 6 che fa tesoro dell’eredità nel mercato lasciata dalle precedenti edizioni, vendute dal 2002 in Europa per oltre 940mila esemplari, e alza l’asticella nei contenuti per marcare la sua indole premium e lanciare la sfida alle rivali tedesche come, ad esempio, Bmw Serie 3 e Volkswagen Passat, considerate da sempre un punto di riferimento nella categoria. Berlina e wagon Offerta nelle versioni berlina e station wagon, con un listino a partire da 32.800 euro, la nuova Mazda 6 colpisce anche per il design esterno: rivisto e corretto in modo da rendere l’aspetto della vettura più elegante con pochi ma azzeccati interventi soprattutto nella parte frontale dove risaltano la calandra 3D e il paraurti più dinamico. Cambia poi nell’abitacolo, oltre alla plancia e i sedili ridisegnati nell’ergonomia, arrivano ad elevare il tono lussuoso del salotto di bordo inediti materiali per le finiture: tra cui l’Ultrasuede che unisce a un particolare tessuto nanotecnologie per renderlo soffice al

■ VENEZIA – Toyota Mirai arriverà presto anche in Italia: l’elettrica alimentata con fuel cell a idrogeno del costruttore giapponese sarà commercializzata entro giugno 2019 nel nostro Paese. Il lancio è reso possibile anche dalla realizzazione di una stazione di rifornimento per l’idrogeno “in una grande città del nord”. L’annuncio è stato dato a Venezia dell’amministratore delegato di Toyota Motor Italia, Mauro Caruccio: tra i fattori-chiave che permetteranno alla Mirai di fare il suo ingresso sul mercato italiano c’è il recepimento della normativa europea Dafi sui carburanti alternativi, che include l’idrogeno: nella disposizione si prevede la costruzione, entro il 2025, di una ventina di stazioni di rifornimento con pressione di erogazione a 700 bar, necessari per fare il pieno in tutta sicurezza e in un lasso di tempo simile a quello impiegato dalle vetture tradizionali, 3 minuti. 20 Luglio 2018 ·

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A idrogeno ma ibrida Frutto di un’eccellenza maturata da Toyota fin dagli Anni ’90 nella tecnologia delle celle a combustibile (oltre 5.500 brevetti), Mirai sfrutta oggi il sistema Toyota fuel cell (Tfcs) che usa sia i pacchi di celle e due serbatoi di idrogeno ad alta pressione (700 bar) di produzione Toyota, sia la batteria di tipo nichel-metallo idruro. È di fatto un’auto ibrida tutta “green”, spiega Andrea Saccone, Service excellence and innovation general manager di Toyota Italia, visto che alle celle a combustibile alimentate con l’idrogeno si unisce la batteria per la trazione elettrica. Il motore elettrico ha potenza massima di 113 chilowatt (154 cavalli) l’autonomia garantita è di 500 chilometri; l’unico prodotto di scarto è il vapore acqueo. Ancora da definire il prezzo di vendita nel nostro Paese. Test drive La Mirai è una berlina di fascia alta per chi ama il comfort e il relax alla guida: si avvia e si spegne con un pulsante e il cambio è automatico (del cambio classico resta solo una piccola leva, eliminando peso dal veicolo per bilanciare in parte la presenza dei serbatoi di idrogeno); la velocità massima è di 178 chilometri orari, con accelerazione da 0 a 10 in 9 secondi (sul pedale basta un tocco lieve). Si può scegliere se viaggiare in modalità eco, privilegiando l’economia dei consumi, o in modalità power, per un’accelerazione più consistente; il quadro strumenti, che include uno schermo a cristalli liquidi, è sistemato in posizione alta e centrale in modo da garantire visibilità immediata e costante dei dati di guida. Bolzano fa il pieno ai tedeschi I due grandi mercati della Mirai sono al momento gli Stati Uniti (circa 3.200 unità vendute dal 2015, quasi tutte in California) e il Giappone (circa 2.200 unità), ma l’elettrica fuel cell targata Toyota è commercializzata anche in diversi paesi d’Europa, tra cui la Germania, e i turisti tedeschi possono approfittare anche della stazione di rifornimento che sorge a Bolzano, un impianto sperimentale (costruito nell’ambito del progetto pubblico-privato H2 Alto Adige) che rifornisce già 5 autobus per il trasporto pubblico locale ma può servire fino a 15 autobus e 700 autovetture. La stazione di Bolzano non solo fa il pieno ad auto a emissioni zero, ma produce l’idrogeno in modo completamente pulito tramite elettrolisi dall’acqua usando energia elettrica da fonti rinnovabili. Laboratorio sul mare Il futuro dell’auto elettrica è proprio nel circolo virtuoso che vuole ridurre il ricorso alle fonti fossili. Non a caso Toyota ha portato la Mirai a Venezia nell’ambito dell’Hydrogen Experience Event, in cui ha fatto sosta nella città lagunare anche l’Energy Observer, il primo catamarano a idrogeno che ha navigato per il Mediterraneo e si prepara a salpare per un giro del mondo a zero emissioni. Toccherà 50 paesi e 101 porti E prevede di fare tappa a Tokyo per le Olimpiadi del 2020. L’equipaggio non è fatto solo di skipper e marinai, ma di ingegneri e scienziati L’Energy Observer è un laboratorio di ricerca marino sulla tecnologia dell’idrogeno. Sull’imbarcazione l’idrogeno è autoprodotto utilizzando l’acqua di mare desalinizzata e scissa con l’elettrolisi sfruttando l’energia elettrica ottenuta da pannelli solari e turbine eoliche: si ottengono così “carburante”, elettricità e calore per la barca e il suo equipaggio. 8

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La missione è realizzare la “hydrogen society”, una società a basse emissioni che soddisfa molte delle sue esigenze energetiche tramite l’idrogeno e che include tra i suoi obiettivi 40.000 auto fuel cell in circolazione in Giappone nel 2020 e 160 stazioni di rifornimento per il 2021.

SICUREZZA

Bimbi a bordo: basta distrazioni. MARINA FANARA

■ Mai più bambini dimenticati in auto. Lo ha promesso il ministro Infrastrutture e trasporti, Danilo Toninelli, che sul suo profilo Facebook ha annunciato una modifica al Codice della strada: uso obbligatorio di sensori in grado di rilevare la presenza di un bimbo a bordo quando viene spento il motore. Dimenticanze pericolose Il ministro ha ricordato i troppi episodi dovuti alla “distrazione” degli adulti che, senza rendersene conto, sono usciti dalla macchina dimenticando il piccolo legato al seggiolino, magari in un parcheggio isolato, sotto il sole: un mix micidiale di circostanze fortuite e involontarie che mettono a repentaglio la vita di molti piccolissimi passeggeri. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, negli Usa si stima che, in media, questo tipo di episodi causa il decesso di un bambino ogni 10 giorni. In Italia, l’ultima tragedia risale a maggio scorso, a Pisa: una bimba ha perso la vita dopo che il papà l’ha involontariamente lasciata in auto nel parcheggio della sua azienda. Art. 172: modifica urgente La proposta del ministro Danilo Toninelli intende dare un’accelerazione al provvedimento che prevede, ap-


punto, regole più stringenti sui sistemi di ritenuta dei bambini (si tratta di modifiche all’art. 172 del C.d.S.), ma che tuttora è fermo in Parlamento all’interno di un più ampio progetto di riforma del Codice della strada. Danilo Toninelli, invece, pensa di stralciare la parte che riguarda la tutela dei bimbi a bordo, con una norma ad hoc che potrebbe entrare in vigore già dal prossimo autunno, senza creare enormi disagi agli automobilisti sia in termini di tecnologia disponibile sul mercato sia in termini di costi. Obbligo sensori salva vita Il ministro, infatti, cita la presenza in commercio di numerosi dispositivi “anti abbandono”: dai seggiolini di ultima generazione già dotati di sensori, a kit da installare su quelli già in uso. “Basterebbe un semplice sensore integrato al seggiolino e collegato alla chiave del veicolo o allo smartphone, per evitare che un piccolo errore possa trasformarsi in tragedia”, ha detto Toninelli. Si tratta di sistemi che costerebbero intorno ai 100 euro e il cui acquisto, negli intenti del vertice del dicastero, potrebbe essere agevolato da un beneficio fiscale al 50%. Incentivo detrazione “Sono anch’io un papà che vive tempi complicati e stressanti che possono portare a distrazioni”, ha sottolineato il ministro, “una piccola modifica all’articolo 172 del Codice della strada può essere fondamentale per salvare la vita dei nostri figli, per evitare che da una banale distrazione scaturisca una tragedia che segna per sempre un padre, una madre, una famiglia”. “Porteremo presto il provvedimento in Consiglio dei ministri”, ha concluso, “e agevoleremo l’obbligo attraverso una detrazione fiscale. Al tempo stesso, il mio ministero sta per lanciare una campagna di sensibilizzazione specificatamente dedicata a questo tema”.

PAESE

In centro da settembre Le prime installazioni sono previste a settembre, a iniziare dal centro storico, dove sono già stati individuati dal Campidoglio 27 punti sparsi tra la zona Ara Pacis, Castel Sant’Angelo, Largo Argentina, Piazza Venezia, Colosseo, Trastevere, San Pietro, Circo Massimo, Flaminio. “Grazie a questi dispositivi”, sottolinea il sindaco, Virginia Raggi, “potremo disporre di dati aggiornati per mappare intere aree del centro e valutare possibili interventi di pedonalizzazione e isole ambientali”. L’obiettivo dichiarato dal primo cittadino è “avere numeri certi da cui partire per migliorare la vivibilità delle zone e garantire maggiore sicurezza a servizio dei cittadini”. Più strada alle persone “Abbiamo bisogno di una mappa precisa dei flussi di traffico veicolare e pedonale anche per progettare isole libere dal traffico e zone 30”, aggiunge assessore alla Città in movimento, Linda Meleo. “Vogliamo aumentare gli spazi per i pedoni, puntando su aree maggiormente frequentate da cittadini e turisti della Capitale”

BUSINESS

Roma: occhi su auto e pedoni.

Nissan, un milione di Juke.

FRANCESCA NADIN

PAOLO ODINZOV

■ Occhi elettronici in grado di tenere sotto controllo auto e pedoni, monitorare traffico e smog e individuare i punti della città da trasformare in isole pedonali e Zone 30. Con questo obiettivo Roma ha annunciato di dotare la città di sensori bluetooth di ultimissima generazione. Entro il prossino anno, verranno montati sui semafori e calcoleranno i tempi di percorrenza dei veicoli e di chi si sposta a piedi.

■ Nissan festeggia un milione di Juke realizzate nello stabilimento inglese di Sunderland. Arrivato sulle strade nel 2008, il crossover compatto della Casa giapponese segue così le orme del fratello maggiore Qashqai, anch’esso costruito nel sito d’oltremanica dal 2006 e prodotto finora in oltre 3 milioni di esemplari. In media ogni 105 secondi un nuovo Juke esce dalla linea di produzione. 20 Luglio 2018 ·

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■ Opel anticipa annuncia lo sviluppo di un concept che segue le direttive del piano strategico Pace, presentato lo scorso novembre e destinato a tracciare linee e contenuti dei modelli che verranno. “Pace è una bussola che guiderà la Opel verso un futuro sostenibile e di successi aumentando la redditività e rafforzando i valori del marchio”, ha detto il ceo Michael Lohscheller.

23mila versioni Tra interni ed esterni personalizzabili e le varie opzioni a scelta sono oltre 23mila le differenti versioni disponibili prodotte tutte sulla stessa linea di montaggio, una ogni 105 secondi. Compresa quella più sportiva Nismo RS: spinta da un motore della potenza di 218 cavalli e che ha contribuito ad esaltare il valore del modello, venduto solo nel 2017 in più di 95mila unità. Punto di riferimento “Raggiungere un milione di unità è un traguardo formidabile per qualsiasi modello e conferma Juke come un punto di riferimento assoluto nel suo segmento” ha detto Kevin Fitzpatrick, vice presidente e responsabile produzione di Nissan Europa.

AUTO E MOTO

Opel, un concept per il futuro.

L’identita del marchio Il prototipo avrà il compito di rispecchiare i connotati non solo stilistici del brand marcandone i confini dopo l’acquisto della Opel da parte del gruppo francese Psa. Aprirà nuovi orizzonti nel design, sottolineando “un nuovo concetto di germanicità”, spiega Mark Adams, vice presidente design alla guida del team di sviluppo della vettura, capace di trasmettere una particolare attenzione verso l’ambiente e le persone. Ispirata alla GT Concept Si tratterà di una vettura ispirata nel design alla GT Concept: coerente con il passato stilistico della Casa ma allo stesso tempo portatrice di soluzioni inedite.

INNOVAZIONE

Cina sempre più autonoma. VALERIO ANTONINI

LUCA GAIETTA

■ Il governo cinese ha aperto 33 tratte stradali limitrofe all’area urbana di Pechino per testare veicoli a guida autonoma. Con una lunghezza complessiva di 105 chilometri rappresenta il percorso più lungo in Cina per lo sviluppo delle tecnologie driverless. Nelle prove coinvolti i veicoli della più grandi società cinesi tra cui Baidu (il Google cinese), la start up Nio e una controllata di Baic, colosso automotive con sede a Pechino. Secondo gli analisti di Ccid Consulting è importante mettere alla prova i veicoli autonomi su strade pubbliche. “Esperien10

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ze dirette come questa permettono di raccogliere dati qualitativamente migliori rispetto alle prove su circuiti chiusi”, ha dichiarato l’analista e consulente Zheng Fangdan. Questione di targhe I veicoli vengono targati in base al loro livello tecnologico e grado di autonomia: la classificazione va da T1 a T5. Le vetture di Baidu hanno ottenuto una patente T3: le auto sono in grado di riconoscere le condizioni stradali, rispettare autonomamente le norme sul traffico e gestire le situazioni di emergenza. Linee guida Il governo di Pechino è a lavoro per la stesura di regolamenti e linee guida per normare la circolazione delle autonome lungo tratte aperte al pubblico. La disciplina stabilisce che i costruttori possono fare domanda per provare sulle strade al massimo cinque veicoli alla volta, ma solo dopo aver superato i test di conformità in zone chiuse.

BUSINESS

Nissan Leaf, l’elettrica d’Europa.

Paese per quanto riguarda i veicoli a batteria, ha registrato circa 1.500 ordini per l’ultima generazione della Leaf, che si aggiungono alle 2.600 immatricolazioni già effettuate dal lancio a oggi. “La crescita delle auto elettriche prosegue inarrestabile” ha dichiarato Gareth Dunsmore, Direttore Veicoli Elettrici di Nissan Europa. “La nuova Laef ha rivoluzionato l’esperienza di guida con tecnologie come l’e-Pedal, capace di ridurre l’interferenza dei freni fino al 90%, mostrando a un maggior numero di clienti i vantaggi della mobilità elettrica.

AUTO E MOTO

Citroën, l’evoluzione dello stile. EDOARDO NASTRI

CARLO CIMINI

■ La Nissan Leaf diventa regina del mercato delle auto elettriche anche in Europa e la tendenza si conferma sia a livello globale che in Italia. Secondo i dati di mercato del primo semestre 2018, la piccola giapponese è la vettura a batteria più venduta nel vecchio continente, con oltre 18.000 esemplari commercializzati. Certezza a batteria Da gennaio a giugno di quest’anno anche in Italia sono stati raggiunti dati importanti. Infatti Nissan, leader nel nostro

■ PARIGI – In principio fu la C4 Cactus. Era il 2014 e con quella proposta Citroën dava il via a una rivoluzione stilistica che in quattro anni avrebbe travolto la maggior parte dei suoi modelli più longevi, come ad esempio la C3, permettendo nello stesso tempo l’introduzione di prodotti completamente nuovi, come la C3 Aircross e la C5 Aircross. Una strategia stilistica precisa, raggiunta nelle due più recenti proposte del marchio seguendo alcuni canoni prestabiliti, come la ricerca di una silhouette riconoscibile, quella di un cofano motore dalle forme piene ma, grazie in particolare alle superfici curvilinee, moderno. Novità nel design Di fondamentale importanza, poi, è il tetto flottante, che alleggerisce la presenza della vettura su strada e nella vista laterale. Il trucco c’è ed è nel colore scuro dei montanti, a segnare una divisione netta tra corpo e parte superiore. Com20 Luglio 2018 ·

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pleta il quadro un’ampia zona dedicata ai finestrini che migliora la visibilità e facilita il passaggio della luce all’interno dell’abitacolo. Piccoli accorgimenti stilistici contribuiscono quasi a mimetizzare il montante C – quello posteriore – che quasi non si nota. La casa delle idee Tutto questo non fa che accrescere la curiosità per la visita al centro stile di Velizy (pochi chilometri a sud ovest di Parigi) dove tutte queste idee e accorgimenti prendono vita. Qui, da una porticina di un corridoio si accede al reparto Clour&Trim di Citroën e DS. Materiali e colori sono fondamentali per il marchio del Double Chevron, in particolare modo se si considera la quantità di tempo che gli automobilisti passano all’interno delle loro vetture. Nello spazio dedicato agli stilisti dell’abitacolo si incontrano oggetti e materiali di qualsiasi natura che possano ispirare le matite dei designer: tessuti di ogni tipo, vestiti, soprammobili, pellami. “Prendiamo ispirazione da qualsiasi oggetto, in particolare i materiali per l’arredamento. Sono gli stessi che troviamo nelle nostre case, solo molto più resistenti alla luce solare, al calore, al freddo e allo sfregamento”, ci spiega Hélène Veilleux, manager del dipartimento. Storia di un’auto La messa in strada di un veicolo segue un processo non proprio celere. Circa cinque anni prima del lancio, si pensa quale categoria di prodotto si intenda creare, sia esso un suv, una city car, una station wagon, una cabriolet. A tre anni dalla presentazione si inizia a pensare allo stile. Superati i dodici mesi dedicati esclusivamente alla fase creativa, decine di designer progettano e disegnano ogni singolo dettaglio della vettura, dalle maniglie ai pulsanti della climatizzazione, alle cornici dei fendinebbia. L’automobile deve essere ultimata circa un anno prima del lancio e gli ultimi mesi sono dedicati a limare i piccoli (ma grandi soprattutto nel numero) dettagli.

ra lo stile minimalista con linee retrò, parafanghi alti e ruote tassellate su cerchi a raggi, faro rotondo con griglia di protezione e terminali di scarico rialzati. La strumentazione dovrebbe essere a doppio strumento circolare, protetta sul davanti da una piccola “unghia parabrezza”. Fuoristrada ok L’Atlas, fedele alle sue origini, potrebbe essere destinata ad un target di motociclisti che non amano fermarsi di fronte ad una strada bianca. Con l’intento di fare concorrenza alla Ducati Scrambler e alla Triumph Street Scrambler. Benché si ipotizzi la commercializzazione anche di una versione stradale. Per entrambe, il motore sarà bicilindrico parallelo; la “scrambler” dovrebbe averlo di potenza pari a 70 cavalli, quella destinata alle strade asfaltate di 90. Il cambio conterà sei marce. La forcella sarà di tipo a “steli rovesciati”, la sospensione posteriore in soluzione monoammortizzatore. I freni a disco Brembo saranno corredati di sistema Abs.

INNOVAZIONE

Torna Atlas, la scrambler di Norton.

Industria auto, come cambia il lavoro.

ANTONIO VITILLO

STEFANIA SPAZIANI

■ Norton Motorcycles ha diffuso alcuni schizzi di un suo nuovo modello. Sarà una moto “scrambler”, si chiamerà Atlas e dovrebbe fare il suo debutto in novembre, al Nec Bike Show di Birmingham. La produzione potrebbe iniziare nei primi mesi del prossimo anno. Il nome è lo stesso di un modello del 1963, a cui si ispi-

■ Il progetto di Fiat Chrysler “La fabbrica si misura” si pone l’obiettivo di creare un database antropometrico dei lavoratori delle fabbriche di produzione di veicoli e di meccanica, al fine di permettere la progettazione di postazioni di lavoro più confortevoli, appunto ergonometriche secondo quanto ci impone la quarta rivoluzione

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LIFESTYLE

Goodwood Experience. MONICA SECONDINO

industriale e l’industria 4.0. Su questa base, l’Inail punta a realizzare un database ancora più ampio che sia rappresentativo della popolazione lavorativa italiana. L’obiettivo è di fornire un supporto alla progettazione di ambienti di lavoro 4.0 anche in altri settori del manifatturiero e delle piccole realtà produttive come le piccole-medie imprese. Si tratterebbe della prima banca dati disponibile con tali informazioni. I dati Il database grezzo è stato consegnato ad Inail ed ora, in collaborazione con il Politecnico di Torino e con l’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli e con chi vorrà collaborare, si sta procedendo ad elaborare i dati. Quali? Sono stati presi in considerazione 13 stabilimenti in Italia coprendo le regioni da Nord a Sud (Piemonte, Emilia, Abruzzo, Lazio, Molise, Campania e Basilicata) con un campione basato su 6.000 operai (3.000 uomini e 3.000 donne) tra i 18 e i 65 anni. Per ciascun operaio sono stati registrati 13 punti antropometrici in accordo con la direttiva ISO 7250, oltre a peso, statura, provenienza del lavoratore e dei genitori. Postazioni adattive Ma cosa ci si può fare con tutti questi dati? Il primo utilizzo è la creazione di manichini umanoidi in grado di rappresentare le fisionomie degli operai e creare delle postazioni di lavoro ergonomiche, “postazioni di lavoro adattive”. Nel futuro queste diventeranno “autoadattive”, come quelle già presenti nello stabilimento di Cassino. L’operaio si identifica con il badge che contiene i suoi dati antropometrici e la postazione si autoadatta in maniera dinamica attraverso il riconoscimento del percentile antropometrico ottenuto dall’elaborazione delle caratteristiche dell’operaio. L’analisi dei risultati La postazione, dunque, si alza o si abbassa in automatico, a differenza delle attuali postazioni che generalmente sono fisse, basate su parametri medi standard. Ma l’analisi dei dati permette anche di allocare il personale in modo efficiente in base alle sue caratteristiche antropometriche, permette una migliore gestione dei DPI (dispostivi di protezione individuale) senza sprechi, diminuisce i rischi ed aiuta ad incrementare la produttività. Posizioni corrette consentono anche di diminuire l’insorgere di malattie professionali e infortuni sul lavoro.

■ Il Duca di Richmond si affaccia dal balcone di casa indossando un impeccabile abito bianco e saluta la gente assiepata di fronte a lui che lo acclama come una rockstar. È questa l’immagine conclusiva di un’edizione di Goodwood Festival of Speed davvero speciale, quella del venticinquesimo anniversario. Proviamo a riviverla insieme. Evento democratico Il biglietto per l’intero weekend (intorno ai 180 euro) non è senz’altro economico ma l’evento è assolutamente democratico. I soldi sono davvero ben spesi, fino all’ultima sterlina. Non è necessario essere invitati da sponsor o case auto per sfruttare tutto ciò che il FoS ha da offrire. Basta avere voglia di camminare da una parte all’altra della tenuta di Goodwood, una delle più grandi d’Inghilterra con i suoi quasi 5.000 ettari. Uno tra i luoghi più visitati è il Michelin Supercar Paddock, dove si possono non solo guardare ma anche toccare con mano auto che normalmente si vedono soltanto in fotografia. Lamborghini, McLaren, Ferrari, Pagani, Bentley, Porsche, Koenigsegg, Aston Martin e tante altre. I bambini possono salire a bordo e gli adulti lustrarsi gli occhi. Qui si possono incontrare piloti come Romain Dumas che racconta del suo record a Pikes Peak con la Volkswagen I.D. R o Jochi Kleint che invece è salito su quella stessa collina nel 1987 con una Golf bimotore. E ancora Harry Tincknell che si mette a raccontare quanto si è divertito alla festa del Duca la sera prima, oppure Rhys Millen che spiega quanto gli sia piaciuto far registrare il nuovo record a bordo di un suv a Pikes Peak con la la Bentley Bentayga. C’è poi il Performance Car Parking dove fare una passeggiata in mezzo a supercar parcheggiate lì con l’unico obiettivo di essere ammirate e fotografate. E ancora tutta la zona dove sono a riposare auto vecchie e nuove che poi saliranno sulla famosa collina di 1,9 chilometri. Questa è la parte migliore se avete voglia di trovarvi di fronte piloti di ogni generazione. 20 Luglio 2018 ·

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Anche per loro questo è un evento da godere in totale serenità. La passione è vissuta senza lo stress della gara, come confermano gli stessi Tincknell e Millen, fermandosi a chiacchierare, farsi fotografare, firmare autografi. Formula vincente In un periodo in cui i saloni auto stanno perdendo appeal, sono eventi come questo che fanno registrare il tutto esaurito. La formula è vincente perché ce n’è per tutti i gusti: appassionati di motorsport – dal rally, alla Nascar, dalla Formula 1 – alle auto d’epoca, ma anche di tecnologia perché si possono fare tante esperienze al Future Lab. Senza deludere i cultori delle auto elettriche e delle autonome. Quale occasione migliore per le case auto per mettere in mostra i loro modelli di punta: Jaguar Land Rover, Honda, Tesla, Polestar, Lexus, Lotus, Mini, BMW, Ford, Alfa, Maserati, Toyota, Aston Martin, Porsche, Mercedes Benz: tutti a Goodwood ma non tutti presenti poi a Detroit o a Ginevra. Spazio alle autonome Per la prima volta quest’anno la collina di Goodwood è stata violata dalla Robocar, vettura velocissima e controllata dall’intelligenza artificiale, che però non ha potuto usare il Gps perché gli alberi lungo il percorso ne avrebbero potuto disturbare la corsa. Più complicata la salita della Ford Mustang attrezzata con tecnologia Siemens: diverse volte è dovuto intervenire il pilota per tenere l’auto dritta in strada. Fuochi d’artificio anche di giorno Goodwood è davvero il paese dei balocchi, dove tutto è organizzato in modo impeccabile, proprio come l’abito bianco del Duca, nonostante la temperatura di 34 gradi, così insolita per la zona. Le code scorrono, i prati sono puliti e si possono assaggiare i prodotti biologici della tenuta che accoglie anche la sede di Rolls Royce Motor Cars. Sembra davvero di vivere in una fiaba, con fuochi d’artificio che vengono sparati anche nelle ore diurne e le Red Arrows – la squadriglia acrobatica della Royal Air Force – che fanno più passaggi spettacolari al giorno: realizzano disegni aerei che colorano il cielo e perfino cuori trafitti da una freccia. Il rombo dei loro motori copre quello delle auto che fanno i burnout in pista. E vissero tutti felici e contenti.

PAESE

Multe, storia infinita. NICOLA CASTIGLIONI* ■ Saremmo portati a pensare che le storie fantastiche esistano solo al cinema. Eppure, ogni tanto, la realtà coincide con la fantasia e la “Storia infinita” non è solo 14

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quella dell’omonimo romanzo di Michael Ende e del famoso film del 1984. Viale Fulvio Testi (quattro corsie nel Nord di Milano), i pali della luce 10/11 posti tra Viale Ca’ Granda e Piazzale Istria, gli autovelox sopra i suddetti pali e, scusate il gioco di parole, molte multe. Oltre 20.000 comminate tra il 12 e il 31 dicembre 2017, circa 50.000 tra gennaio e febbraio 2018 e la città spaccata in due tra coloro che ritengono che l’Amministrazione comunale abbia teso un’imboscata agli automobilisti per rimpinguare le sempre affamate casse pubbliche e chi, da buon garantista, sostiene che ad ogni violazione di regola civica debba seguire una sanzione. Limiti più chiari La Pubblica Amministrazione ha il dovere di informare l’automobilista circa le prescrizioni del Codice della Strada riguardo limiti, divieti, controlli etc.. Se la segnaletica fosse stata più chiara, probabilmente non si sarebbero registrate le migliaia di multe. Avrebbe dovuto essere più chiara perché si tratta di una porzione di strada urbana a quattro corsie che, nella mente del guidatore milanese, ricorda i tratti di Via Palmanova o la sopraelevata Monte Ceneri dove il limite di velocità è di 70 km/h. Infatti ciò che verrebbe a mancare nel conducente di Viale Fulvio Testi è la consapevolezza di non rispettare il limite di 50 km/h. Sarebbe infatti come se la conformazione della rete viaria di Milano ingannasse l’automobilista inducendogli l’errata convinzione di essere nei limiti. Avrebbe forse aiutato, quindi, una comunicazione più tempestiva ed evidente. Tutti i dubbi del caso Profili di dubbio sorgono infatti quando ci si accorge che i cartelli di limite a 50 km/h sembrano scarseggiare (vi sarebbe invece l’obbligo di rinnovarli ad ogni incrocio) e che taluni segnali verticali di attenzione non presentano la corretta colorazione (vi sono segnali in arancione, un colore che sarebbe destinato solo a Taxi e Scuolabus). Vi sono poi altre questioni relative alle valutazioni sulla pericolosità del tratto di strada (che giustifica l’utilizzo di autovelox), sulla vetustà dell’ordinanza prefettizia, sulla determina dirigenziale, su tarature e omologazioni degli apparecchi di cui non si tratterà in questa sede per non annoiare. Si vuole però solo ricordare che, gli autovelox “killer”, sono stati posti non su appositi sostegni ma su pali della luce oggetto di potenziali oscillazioni e vibrazioni. Basterebbe con ogni probabilità un soffio di vento per inficiare la corretta rilevazione della velocità.


Il ricorso è possibile Ma si parlava di “Storia infinita”; quale espressione migliore per individuare la fantastica saga dei plurimultati, persone con 20, 30 e più sanzioni ricevute. Per la maggior parte lavoratori o domiciliati in loco che hanno avuto la sfortuna di lavorare o abitare nei pressi di Fulvio Testi. Si rincuorino costoro poiché recenti sentenze (tra le altre 1835/2015, Giudice di Pace di Parma) hanno statuito che la ripetizione dell’illecito amministrativo in un tempo ristretto può essere ricondotta ad un unico comportamento (fatte dieci, se ne paga una). Meglio è andata ad un automobilista che, assistito dal Codacons, si è visto togliere avanti al Giudice di Pace di Milano 15 multe grazie ad un ricorso accolto con il Comune non costituito. Una importante battaglia vinta. Ma questa è un’altra storia, speriamo non infinita. * Codacons

LIFESTYLE

Il Museo Nicolis va di corsa. FRANCESCO PATERNÒ

Le parole di Senna “L’automobilismo fa parte di me, del mio corpo. Quattro ruote, un sedile, un volante. È questa la mia vita”, diceva Ayrton Senna. Non solo la sua ma quella di tanti altri, come raccontano il Momo di Niki Lauda del 1970 fino a quello del 1999 di Giancarlo Fisichella, passando per i volanti di campioni presenti e assenti, da Michael Schumacher a Michele Alboreto, da Gilles Villeneuve a Nigel Mansell. La mostra si chiama “Passione Volante”, ma anche Emozione sarebbe andata più che bene. Il patrimonio Bisogna andarci al museo Nicolis, nome del fondatore Luciano scomparso nel 2012 (ora se ne occupa la figlia Silvia) che nel corso della sua vita ha messo insieme un patrimonio – a disposizione di noi tutti – da far girare la testa: 7 collezioni, circa 200 auto d’epoca, 120 biciclette, 105 moto, 500 macchine fotografiche, 120 strumenti musicali, 100 macchine per scrivere, piccoli velivoli. Non a caso il nome completo di questo luogo di cultura è “Museo Nicolis dell’Auto, della Tecnica, della Meccanica”: “È la passione di mio padre per la meccanica”, sintetizza Silvia Nicolis. Storie senza tempo Andando a vedere la mostra, rimane aperta la possibilità di scoprire tanto altro. Il Nicolis è un po’ un tempio della classica: in ordine sparso e riferendoci alle solo automobili, varie Alfa Romeo a partire dal 1923, Ansaldo degli anni ’20 e ’30, un taxi cab Austin Heavy del 1937, e ancora delle Bianchi (una è del 1915), delle Bugatti, senza dimenticare le straniere Bmw, Cadillac o la Borgward Isabella TS Coupé del 1959. Se poi seguiamo la mostra “Passione Volante”, a fianco ci sono dei modelli che hanno fatto la storia dell’auto, quella senza tempo e dunque destinata a restare. Una per tutte, la Delahaye “135 M Chapron” del 1939 (nella foto), laboratorio francese di auto sia da turismo che da competizione, vetrina stilistica per i più grandi carrozzieri di Francia. Un “volante”, per dirla tutta, finito pure sul set del film “Sanguepazzo” di Marco Tullio Giordana, première al Festival del cinema di Cannes nel 2008. Tout se tient.

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Supplemento settimanale a l’Automobile Pubblicazione online - Reg. Tribunale di Roma n. 24/2016 del 09/03/16 Iscrizione R.O.C. n. 14674 - ISSN 2499-670X Direttore Responsabile Alessandro Marchetti Tricamo

■ VERONA – Bisogna proprio andarci al museo Nicolis, a Villafranca di Verona, per capire quanto la grande bellezza dell’automobile possa essere oggetto di cure e di attenzioni in Italia. Fino al 31 ottobre in queste sale è ospitata una mostra intitolata “Passione Volante”, collezione inedita di cento volanti di Formula 1 raccolti in giro per il mondo dal fotografo Daniele Amaduzzi nell’arco di più vent’anni sui campi di gara, molti dei quali autografati dai protagonisti. A fianco ci sono altre bellezze, volanti di GT del passato, enormi come andavano un tempo.

Redazione via Solferino, 32 - 00185 Roma tel. 06.45406719 • fax 06.49982874-2829 www.lautomobile.it • redazione@lautomobile.it • segreteria@lautomobile.it @lautomobile_ACI

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COVER STORY STORIA

Una Lancia senza tempo.

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Spedizione Poste Italiane Spa - Postatarget Magazine. Pubblicazione Mensile. Data P.I. 30/06/2018

INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

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Anno 120°

Nuova serie • Anno 3 • Numero 20 • Luglio-Agosto 2018 • €3,00

VIAGGI

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...dal nostro mensile PUBBLICATO SUL NUMERO 20 - LUGLIO/AGOSTO 2018

MASSIMO TIBERI

Alberto Novelli.

Anni ’50, una Aurelia B24 Spider s’inerpica fin su al borgo castellare di Gargonza, nell’Aretino. Una icona del collezionismo d’eccellenza alla scoperta di luoghi unici.

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Alberto Novelli.

■ La Lancia Aurelia B24 nel film di Dino Risi “Il sorpasso”, che l’ha fatta entrare nell’immaginario collettivo, è una spider un po’ malandata. Ha qualche primavera sulle ruote ed è oggetto simbolico di certe facili illusioni dell’Italia del “boom”, protagonista di un tragico “garello” finale con una più moderna Fiat 2300 S Coupé. Nella realtà, l’Aurelia B24 è uno dei frutti della nostra migliore creatività automobilistica, nello stile e nella meccanica, una icona del marchio Lancia e oggi rarità da collezionismo d’eccellenza. La vettura in forma perfetta ritratta nelle foto che accompagnano queste pagine de l’Automobile è del 1957 e appartiene all’ultima generazione di un modello apparso nel 1954 come prototipo, presentato al pubblico l’anno successivo al Salone di Bruxelles. Nasce in una fase gloriosa e, al tempo stesso, difficilissima per la Casa torinese, all’avanguardia sul piano tecnico, vittoriosa nelle competizioni più importanti, esordiente in Formula 1, ma con i conti drammaticamente in rosso soprattutto a causa dell’impegno agonistico. È la scelta di Gianni Lancia, erede del padre Vincenzo al timone dell’azienda, che poi costringerà alla cessione del marchio di famiglia al cementiere Pesenti. Non prima, però, di aver cercato anche uno sbocco sul mercato statunitense, avido di sportive europee, soprattutto se “scoperte”.

dello staff del suo designer di punta Franco Martinengo, le dona comunque una personalità fortemente identitaria nella tradizione di eleganza che distingue il marchio. L’auto è una due posti con il classico radiatore sul frontale, parabrezza curvo panoramico, paraurti anteriori e posteriori divisi in due parti, piccole portiere prive di maniglie e, all’interno, essenzialità e cura dei dettagli con in evidenza il bel volante in legno e alluminio. Una semplice capote in tela può coprire l’abitacolo, mentre i vetri laterali sono rimuovibili, qualcosa che ricorda le rivali britanniche.

La matita di Pinin Farina La Spider B24, America come convenzionalmente viene chiamata la versione al debutto, occhieggia dunque in qualche tratto ai gusti d’Oltreoceano. Pinin Farina, che si avvale

L’Aurelia B24 è uno dei frutti della nostra migliore creatività automobilistica nello stile e nella meccanica

Raffinatezza progettuale La piattaforma di base è quella della B20, l’altrettanto affascinante granturismo della gamma Aurelia, con passo accorciato di una ventina di centimetri, per una lunghezza contenuta in 4,20 metri e con ottime doti di maneggevolezza. La meccanica deriva dalla quarta serie della sorella “coperta” ed è una ulteriore espressione del concentrato di raffinatezza progettuale che rende uniche le Lancia dell’epoca. Il motore è il primo sei cilindri a V realizzato in serie, con monoblocco in alluminio, albero a camme centrale e carburatore doppio corpo Weber: un 2.500 da 118 cavalli

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All’interno spicca la cura dei dettagli con il bel volante in legno e alluminio. La capote in tela e i vetri laterali rimovibili avvicinano al cielo

L’attrice Elisabetta Pellini nelle foto di Alberto Novelli. Location: borgo medioevale Castello di Gargonza Monte San Savino (Arezzo).

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che spinge la Spider oltre i 180 chilometri orari. Creatura dell’ingegner Francesco De Virgilio, a fianco del grande Vittorio Jano, è un punto di riferimento per equilibrio e fluidità di marcia. Altre prerogative della B24 sono il cambio a quattro marce, frizione e freni posteriori a tamburo in blocco con il differenziale al retrotreno per una ripartizione ottimale dei pesi a vantaggio della tenuta di strada. Lo schema delle sospensioni adotta il più sportivo ponte posteriore De Dion delle Aurelia di nuova generazione, al posto del sistema indipendente delle precedenti. La maturità del progetto L’evoluzione porta già nel 1956 a modifiche, nell’ottica di un maggiore rigore stilistico e di maggiore comfort: forme più definite, hard top, paraurti a lama unica, parabrezza non

più avvolgente, deflettori, porte più ampie con maniglie e vetri laterali discendenti. La denominazione prende l’accezione meno “spinta” di Convertibile e la potenza del motore scende a 110 cavalli. C’è un ulteriore sviluppo nel 1957 con la terza edizione, quella delle nostre foto, che rappresenta la maturità del progetto con interventi di dettaglio e motore da 112 cavalli. La produzione cessa nel 1958 dopo 761 esemplari esclusivi costruiti. Vetture di questo tipo sono un’offerta assolutamente elitaria: la B24 costa sui tre milioni di lire, circa la metà di una Ferrari dell’epoca, ma pur sempre una cifra alla portata di pochissimi. Il testimone passerà nel 1960 alla Flaminia Convertibile, ancora un’auto bellissima, questa volta firmata dalla Touring. Ma l'Aurelia B24 Spider resta l'auto da sognare, ieri come oggi e domani.


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Alberto Novelli.

Il Castello di Gargonza La Toscana riesce ancora a regalare scorci di meraviglia. Un contesto nel quale il Castello di Gargonza - a due passi da Monte San Savino ed a pochi chilometri da Arezzo - si inserisce di diritto. Ci siamo andati con l’attrice Elisabetta Pellini, a bordo di una Lancia Aurelia B24 Spider. Storia, natura e fascino di un ambiente che consente autentiche passeggiate nel tempo, immergendo i visitatori in atmosfere medievali uniche. Un borgo - una volta agricolo e fortificato - con tanto di torre, mura e una porta duecentesca di grande fascino. La Chiesa romanica e il suo campanile risalgono al tredicesimo secolo, mentre le abitazioni rinchiudono al loro interno una serie di vicoli dove è davvero unico passeggiare. La storia narra che il Castello fosse un tempo feudo dei Conti Ubertini, in posizione strategica tra la Val di Chiana ed il senese. Poi le dispute fra Guelfi e Ghibellini, con tanto di presenza del Guelfo bianco più noto della storia: Dante Alighieri. Il Sommo Poeta è certamente presente a Gargonza nel 1304 in occasione di un incontro tra il suo gruppo di fuoriusciti fiorentini e gli aretini. Nel corso del tempo il Castello

non cadde nemmeno in occasione dell’assedio delle truppe fiorentine del 1307, ma finì - alcuni decenni dopo, era il 1381 - nelle mani della Repubblica Senese, attraverso una vendita. Inizia qui la parte più difficile della storia di Gargonza, con l’occupazione fiorentina, la rivolta del 1433 ed il violento attacco degli stessi fiorentini, che lasciarono in piedi solo la torre merlata, ancora oggi presente. La storia più recente - dopo i Lotteringhi della Stufa, nella metà del ‘500, ed i Marchesi Corsi di fine ‘600 - è quella della famiglia Guicciardini Corsi Salviati, protagonisti di un restauro negli anni ’70 e di un’attuale gestione del castello che mantiene questa dimora come una delle sedi più belle ed affascinanti come offerta ricettiva sia a livello regionale che nazionale. Neri Guicciardini e la sua famiglia riescono ogni giorno a proporre attraverso 95 posti letto in camere, suites ed appartamenti con tutti i servizi più moderni e un ristorante di assoluto livello - l’opportunità di un soggiorno non replicabile. Dove, peraltro, i soci ACI trovano offerte dedicate, insieme a condizioni e servizi personalizzati.

(Leonardo Bartoletti)

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