Week Settimanale digitale • Anno 2 • Numero 60 • 2/11/2018
Supplemento settimanale a l’Automobile.
INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE
PAOLO BORGOGNONE ■ La sostenibilità ambientale è al centro della 22esima edizione di Ecomondo, fiera internazionale della circular e green economy di Rimini. Gli incontri previsti tratteranno i problemi che riguardano quotidianamente la nostra vita. I cambiamenti climatici, risultato di un inquinamento senza controllo, che scatenano fenomeni estremi a cui assistiamo in questi giorni con piogge tropicali, violentissime mareggiate e altri eventi disastrosi. Il ritardo cronico nella diffusione della raccolta differenziata dei
rifiuti con enormi spese per la collettività e inaccettabili sprechi. I rischi per la salute che coinvolgono anche i più giovani, esposti a effetti ancora difficilmente calcolabili. Eppure l’ambiente rimane troppo spesso relegato nelle retrovie dell’agenda politica internazionale. La salvaguardia del pianeta dal consumo indiscriminato delle (poche) risorse e dallo sfruttamento per scopi di lucro non è solo una esigenza in difesa della salute, ma un’opportunità per guardare al futuro e aprire nuovi spazi per far crescere il nostro Paese. È un impegno che abbiamo fatto nostro non solo a parole. Anche per questo a Rimini ci saremo.
PAESE
Ecomondo a Rimini. CARLO DE ROSSI
■ Dal 6 al 9 novembre prende il via la 22esima edizione di Ecomondo, il Salone internazionale dedicato all’economia circolare e alla sostenibilità ambientale in programma alla fiera di Rimini. Da non perdere anche il 12esimo appuntamento con Key Energy, la fiera di riferimento delle energie rinnovabili nell’area mediterranea. Tantissimi appuntamenti, oltre 200 in agenda che saranno coordinati dai comitati scientifici presieduti dal professor Fabio Fava dell’Università di Bologna e Rappresentante Italiano per la Bioeconomia presso la commissione Europea (Ecomondo) e lo scienziato e ricercatore nel campo di fonti rinnovabili Gianni Silvestrini (Key Energy).
settore automotive, bike&car sharing mobility e guida autonoma), dell’esposizione statica e dinamica di auto elettriche, bifuel, ibride, senza dimenticare il trasporto pubblico locale e l’importanza della connettività e dell’intermodalità. Le prime due giornate vedranno al centro dell’attenzione gli Stati Generali della Green Economy, promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy e in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e con il supporto tecnico della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Durante l’apertura dei lavori martedì 6 novembre, alla presenza del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, la presentazione della Relazione sullo stato della green economy 2018.
Gli appuntamenti Si parte con il convegno su “Climate Business Opportunities – Ifc role and strategy in supporting climate friendly projects in Africa” e il forum sino-italiano “Green Industry Development” presieduto da Francesco La Camera, direttore generale Sviluppo Sostenibile del ministero dell’Ambiente, e dall’Energy Saving and Comprehensive Utilization Department del ministero dell’Industria e dell’Informazione Tecnologica in Cina. A seguire il focus internazionale sulla bioeconomia e tutte le novità che riguardano bioraffinerie e bio metano. Anche la Commissione Europea avrà un proprio stand e aprirà con un summit sul fosforo (European Nutrient Event, per la prima volta in Italia dopo Basilea e Berlino), sulla strategia europea in merito alla plastica, sulla gestione e valorizzazione della risorsa idrica e sul tema della bonifica dei suoli, della riqualificazione di siti e aree portuali. Altri temi in agenda: prevenzione e gestione del rischio idrogeologico, trattamento e purificazione dell’aria indoor e outdoor, monitoraggio di emissioni ed effluenti gassosi. Parallelamente si svolgerà anche l’evento Key Energym – di cui l’Automobile è media partner – che ospiterà la nuova edizione di Città Sostenibile nel corso del quale verranno affrontati i temi delle smart cities (con approfondimenti dedicati al
Orari e prezzi Gli stand saranno aperti tutti i giorni della fiera dalle 9 alle 18. Il prezzo del biglietto intero acquistato in fiera è di 15 euro nella giornata di martedì 6 novembre e di 25 nelle giornate di mercoledì 7, giovedì 8, venerdì 9. È possibile acquistare un abbonamento valido per due giorni di manifestazione al costo di 28 euro. Online invece le cifre sono ridotte: 8 euro per martedì 6 e 12 euro per i giorni seguenti. Come arrivare Il quartiere fieristico si trova in via emilia 155 a Rimini ed è collegato alla rete autostradale A14, la Bologna-Bari-Taranto. L’uscita da prendere in auto è Rimini Sud e Rimini Nord e il centro congressi dista circa 7 chilometri da entrambe. Una fitta rete ferroviaria collega Rimini alle principali destinazioni nazionali e internazionali (stazione ferroviaria di Rimini – Rimini Fiera: bus numero 9). La fiera è servita anche da una stazione ferroviaria dedicata sull’asse Milano-Bari: durante le manifestazioni, 15 treni, in direzione nord e sud, porteranno il pubblico ai padiglioni. Chi invece sceglierà l’aereo potrà usufruire del servizio shuttle in collegamento tra l’aeroporto di Bologna Guglielmo Marconi con 10 corse giornaliere andata e ritorno, coincidenti con gli orari di partenza e arrivo dei voli più importanti. 2 Novembre 2018 ·
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Ecomondo è “Città Sostenibile”. REDAZIONE
■ Rimini accoglie la nuova edizione di Città Sostenibile, evento in programma da martedì 6 a venerdì 9 novembre, al padiglione Key Energy della fiera della città romagnola in contemporanea a Ecomondo e organizzato da Ieg (Italian Exhibition Group). Tra i vari temi che verranno affrontati, le soluzioni eco-compatibili da adottare per le smart cities (con approfondimenti dedicati al settore automotive, bike&car sharing mobility e guida autonoma), l’esposizione statica e dinamica di auto elettriche, bifuel, ibride, senza dimenticare il trasporto pubblico locale e l’importanza della connettività e dell’intermodalità. Programma Appuntamento con la giornata inaugurale martedì 6 novembre dalle ore 14:30 nella Sala Key Wind (Padiglione D7) in cui verrà affrontato il tema del “Trasporto Pubblico in evoluzione”, a cura del Comitato Tecnico Scientifico di Key Energy, Kyoto Club e Comune di Rimini. Il convegno affronterà le politiche di mobilità del trasporto pubblico in diverse regioni italiane, inclusa la multimodalità delle Ferrovie dello Stato e la mobilità a due ruote, con importanti contributi a cura di Domenico Proia, Direttore Asstra; Luigi Contestabile, Direzione stazioni, RFI-FS; Raffaele Donini, Assessore ai Trasporti Regione Emilia Romagna; Domenico Caminiti, Amat Palermo spa; Gloria Zavatta, Amministratrice Agenzia per la Mobilità, l’Ambiente e il Territorio di Milano; Paolo Camellini, Responsabile commerciale settore Autobus Italia, Rampini Autobus; Davide Lazzari, Responsabile Relazioni Istituzionali di Mobike Italia. Il confronto coinvolgerà anche l’Agenzia Confederale Trasporti e Servizi Agens e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con l’intervento di Alessandro Carettoni. Il presidente di sessio4
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ne sarà Fabio Orecchini dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi. Il giorno seguente, mercoledì 7 novembre, dalle 09:30 nella Sala Agorà di Città Sostenibile (Padiglione D7) è in programma “Il futuro della guida autonoma” a cura del Comitato Tecnico Scientifico di Key Energy ospiterà player internazionali (tra cui Timothy Papandreu, City Innovation Foundation, Nyc e Angelika Sodian, di Nio – Europe) e italiani in un confronto su prodotti, servizi e spazi urbani. Il tema dei progetti e sperimentazioni legati alla guida autonoma in Italia verrà affrontato da Mario Nobile, Direttore Generale Ministero infrastrutture; Gloria Zavatta, Amministratrice Agenzia per la Mobilità, l’Ambiente e il Territorio di Milano; Ludovica Ferrari, Assessore alla Smart City del Comune di Modena; Alberto DeGaetano, Responsabile Attività Legislative, Ania e Alessandro Marchetti Tricamo, Direttore de l’Automobile, Media Partner del progetto mobilità di Città Sostenibile. Il presidente di sessione sarà Carlo Iacovini, Partner Clickutility On Earth. Nel pomeriggio, alle 14:30, nella Sala Gardenia Hall Est avrà luogo la seconda edizione di“Ecomondo4Fleet”, appuntamento indirizzato alle aziende che impiegano flotte all’interno della propria organizzazione. Giovedì 8 novembre, dalle 9:30 nella Sala Key Wind (Padiglione D7) si discuterà di “Biocombustibili per il trasporto stradale e aereo è Redii. Quali prospettive nel periodo 2020-2030” a cura del Consorzio di ricerca Re-cord/ Art Fuels Forum, Kyoto Club, Cib, Free, Eta Florence affronterà il tema in un dibattito con Presidenti di Sessione Alessandro Carettoni, del Ministero dell’Ambiente e David Chiaramonti dell’Università di Firenze. Dalle 14 invece è fissato il convegno “Mobilità elettrica: pronti a partire” a cura del Comitato Tecnico Scientifico di Key Energy nella Sala Agorà di Città Sostenibile (Pad. D7) per discutere di prospettive globali in tema di mobilità elettrica e di politiche urbane virtuose, ospitando una tavola rotonda di confronto tra diversi attori (Luisa Di Vita, Nissan, Stefano Sordelli, Volkswagen, Lucio Tropea, Enel X; Paolo Martini, BeCharge; Antonio De Bellis, Abb; Filippo Carzaniga, Fimer; Andrea Poggio, Legambiente; Mauro Vergari, Adiconsum) moderata da Mauro Tedeschini, di Vaielettrico, Media Partner del progetto mobilità di Città Sostenibile. Presidente di Sessione sarà Dino Marcozzi, Segretario Generale Motus-E. “Nuove visioni di economia circolare” Gian Marco Revel, coordinatore di Città Sostenibile e docente dell’Università Politecnica delle Marche, ha così commentato questo appuntamento: “L’evoluzione delle città verso un approccio basato su servizi efficienti al cittadino è a oggi spesso limitato dal fatto che mancano risorse, esperti e strategie sistematiche. Le tecnologie sono disponibili, ma il loro livello di adozione e integrazione è ancora basso, così come le collaborazioni pubblico-privato, finalizzate a incrementare l’avvio di nuovi progetti. La ricerca dell’Osservatorio IoT rileva che in Italia, sulla totalità dei progetti, solo nel 12% dei casi c’è collaborazione pubblico-privata. In questo contesto, Città Sostenibile, con i suoi eventi e gli stand, mira a far incontrare le aziende. Rappresenta un’opportunità unica nel campo fieristico, in quanto mette a sistema tutti i settori di interesse della Pubblica Amministrazione, dalla mobilità alla rigenerazione urbana, dall’energia all’innovazione digitale e la salute. Gli eventi vedono esperti, rappresentanti istituzionali e attori industriali confrontarsi su questi temi, prendendo le nuove visioni di economia circolare come driver per l’innovazione urbana”.
BUSINESS
Elettriche, il punto. EDOARDO NASTRI
delli entro il 2020 in Cina. Inoltre, intende lanciare altri 10 modelli 100% elettrici tra il 2021 e il 2023. Ford Il costruttore americano da 6,4 milioni di vetture all’anno non ha al momento nessun veicolo elettrico in gamma. La prima vettura a batteria di Ford sarà un suv e vedrà la luce nel 2020. Il grande piano per elettriche ed elettrificate verrà presentato nella primavera del 2019. Nissan Nissan ha dichiarato che nei prossimi quattro anni una vettura su due sarà completamente elettrica. L’Alleanza – Renault Nissan e Mitsubishi – prevede di lanciare 12 nuovi veicoli elettrici entro il 2022, stimando una riduzione del 30% del costo delle batterie entro il 2022. Honda Il costruttore giapponese, da 5 milioni di veicoli all’anno, dovrebbe, nei primi mesi del 2019, prendere le prenotazioni per la Urban EV per iniziare la produzione verso la fine del 2019 e commercializzarla a partire dal 2020. Fiat Chrysler Finora l’unica elettrica pura di Fca è stata la 500e, commercializzata solamente in California. Sono stati stanziati 9 miliardi di euro per 30 vetture elettrificate entro il 2022, ma non si sa ancora quali e quante di queste saranno 100% elettriche.
■ I costruttori automobilistici di tutto il mondo stanno investendo tempo e denaro nella produzione e commercializzazione di vetture elettriche o ibride. Toyota è leader dell’ibrido di cui ha avuto il merito della divulgazione, Nissan è leader nell’auto a batterie grazie alla Leaf, l’auto elettrica più venduta al mondo, la piccola Tesla ha inventato la berlina elettrica di lusso e in qualche modo una tendenza ora copiata dai concorrenti soprattutto tedeschi. Toyota La previsione del gruppo giapponese che vende oggi più di 10,2 milioni di veicoli all’anno, è quella di proporre 1 milione di veicoli elettrici entro il 2030. Nei prossimi dodici anni il gruppo punta a vendere 5,5 milioni di veicoli elettrificati. Gruppo Volkswagen Il colosso tedesco da 10,1 milioni di auto all’anno ha pianificato l’uscita di 50 nuovi modelli a batteria entro il 2025. Il gruppo sta costruendo ad Anting, nel distretto di Jiading (Shanghai), una fabbrica in cui si realizzeranno le vetture sulla piattaforma MEB, quella dei veicoli elettrici di prossima generazione. Hyundai/Kia Al terzo posto per vendite c’è il gruppo Kia/Hyundai con 7,3 milioni di veicoli. L’approccio attuale del costruttore coreano è quello di offrire di uno stesso modello tre versioni differenti: ibrida, plug-in ed elettrica. Secondo quanto dichiarato dai costruttori verranno lanciati 5 nuovi modelli elettrici puri entro il 2025. General Motors Gli americani di Detroit vendono nel mondo 7,8 milioni di vetture e hanno un’esperienza ventennale nel settore dell’auto elettrica. Gm ha un piano di produzione di 10 mo-
Renault Il costruttore francese è stato a lungo leader nel settore dell’elettrico. La Renault Zoe è stata l’auto a batteria più venduta in Europa nel 2016 e nel 2017. Per ora è la seconda del 2018, dietro solo alla Nissan Leaf. I modelli già annunciati nel piano Drive The Future sono 8 e dovrebbero arrivare entro il 2022. Gruppo Psa Peugeot, Citroën, DS e Opel, quattro marchi per 3,2 milioni di veicoli lanceranno 7 elettriche entro il 2021. La gamma EV verrà completata entro il 2025.
BUSINESS
Gm, appello a Trump sull’elettrica. GIOVANNI BARBERO ■ General Motors ha chiesto al governo americano l’estensione a tutto il territorio Usa del programma Zero Emissions Vehicle (Zev) per incentivare i cittadini all’acquisto di vetture elettriche. Al momento attuale infatti, il program2 Novembre 2018 ·
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I bambini prime vittime dello smog. MARINA FANARA ma è attivo solo in 10 Stati, tra cui la California. L’obiettivo della proposta di Gm è garantire che i produttori di automobili possano continuare a sviluppare e commercializzare veicoli elettrici per ridurre l’inquinamento, con regole certe che valgano in tutta la nazione. “Crediamo in un approccio politico che promuova meglio l’innovazione e avvii una discussione nazionale assolutamente necessaria sullo sviluppo e l’impiego di veicoli elettrici in Usa”, ha affermato Mark Reuss, vicepresidente esecutivo di General Motors. Come funziona Il programma Zev rappresenta una delle politiche ambientali per la mobilità più lungimiranti, in grado di trainare un mercato in espansione come quello delle auto elettriche. Funziona attraverso l’assegnazione di crediti a ciascun costruttore in base alle vetture 100% a batteria presenti in gamma. Il numero esatto di veicoli elettrici da vendere è collegato al totale delle immatricolazioni di ciascun fabbricante all’interno dello Stato di riferimento. 375 milioni di tonnellate di CO2 in meno Attualmente, l’offerta di auto elettriche negli Stati Uniti è di oltre 30 modelli. Secondo General Motors il piano, qualora fosse esteso, diventando Nzev (dove N sta per National) potrebbe far vendere ai costruttori più di sette milioni di veicoli elettrici entro il 2030. Questo provocherebbe una riduzione di 375 milioni di tonnellate di Co2 tra il 2021 e il 2030. In particolare il colosso statunitense promette di offrire, a livello globale, 20 vetture completamente elettriche entro il 2023. Attualmente commercializza soltanto la Bolt. L’amministrazione Trump tuttavia sembra andare in direzione opposta, propendendo per l’eliminazione dei benefit che le case automobilistiche ricevono dal governo federale per la costruzione dei veicoli elettrici. Il piano di Washington prevede anzi l’eliminazione progressiva dell’offerta attiva oggi in dieci Stati. Incentivi sì, incentivi no In questo momento chi acquista un’auto a batteria negli Usa, arriva ad avere fino a 7.500 dollari d’incentivo che dal 1° gennaio 2019 diventeranno 3.750 per poi calare di un altro 50% da luglio: l’abbattimento si verifica se il costruttore avrà venduto più di 200 mila veicoli elettrici. La questione è dibattuta in questi giorni in Parlamento: ci sono idee contrastanti in merito. C’è chi ha proposto di cancellare del tutto e da subito gli incentivi – dedicando invece gli investimenti alla ristrutturazione delle infrastrutture autostradali – e chi invece chiede che si abolisca il tetto dei 200mila veicoli per continuare a sostenere il mercato delle auto a basse emissioni. 6
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■ Il mondo intero è nella morsa dell’inquinamento e a farne le spese sono soprattutto i bambini: sotto i 15 anni di età, il 98% rischia gravi problemi alla salute e allo sviluppo per colpa delle emissioni nocive. A lanciare l’allarme è uno studio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che, per la prima volta, ha approfondito l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla popolazione più giovane. Emergenza per i più piccoli La ricerca è stata presentata alla vigilia della Conferenza mondiale di Ginevra dedicata, appunto, all’inquinamento dell’aria e la salute dei bambini, che si è aperta oggi, 30 ottobre. Il dato che è emerso dall’indagine è drammatico: solo nel 2016, in tutto il mondo, ben 600 mila morti sotto ai 15 anni sono riconducibili a gravi infezioni respiratorie causate dalla pessima qualità dell’aria. Italia maglia nera in Europa In questo quadro l’Italia è tra le nazioni più esposte. Consideriamo per esempio le polveri sottili: secondo l’Oms il tutto il mondo 93 bambini su 100 sono sistematicamente esposti a livelli troppo elevati di queste particelle, nel nostro paese il valore sale al 98%. E, rimanendo in casa nostra, il rischio smog è concentrato prevalentemente nelle regioni del nord, le più critiche di tutta Europa: proprio nel settentrione d’Italia risiede il 95% di tutti i cittadini europei che, secondo l’Oms, abitano in zone dove vengono sistematicamente superati i livelli di guardia di tutti i principali inquinanti atmosferici (Pm10, NO2-biossido di azoto e O2-ozono). Non a caso, l’Italia ha il record di morti riconducibili all’inquinamento da biossido di azoto (20.500 vittime l’anno) e
ozono (3.200), mentre è al secondo posto, dopo la Germania, per mortalità dovuta alle polveri sottili (60.600 deceduti). Germania e Francia restano seconde per NO2 e ozono. Gravidanza a rischio I più piccoli rischiano ancora prima di nascere, perché secondo gli esperti dell’Oms, le donne in attesa che respirano aria inquinata hanno molte più probabilità sia di partorire prematuramente sia di avere bimbi sotto peso. Non solo: “lo smog”, si legge nel rapporto, “interferisce sullo sviluppo del sistema nervoso infantile e sulle capacità cognitive e può scatenare l’asma e l’insorgenza di tumori in età precocissima, oltre a predisporre il piccolo a malattie cardiovascolari in età adulta”. Perché i bambini rischiano di più? “È molto semplice”, sottolinea Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale Oms, “i piccoli respirano più velocemente degli adulti e quindi inalano più inquinanti. Inoltre, per la loro statura, vivono più vicini al terreno ed è proprio in basso che tendono a concentrarsi gli agenti nocivi. Insomma, nei bambini il cervello e l’organismo sono ancora in fase di sviluppo, avrebbero bisogno di aria pulita, così invece rischiamo di avvelenarli compromettendo la loro crescita”. Smog fuori e dentro casa Chi è il responsabile di tanto inquinamento? Secondo il rapporto, le fonti sono da ricercare non solo nell’ambiente esterno (per esempio i trasporti) ma anche all’interno delle abitazioni (riscaldamento e cucina). “Da tempo stiamo sostenendo il varo di politiche in grado di proteggere la salute”, spiega Maria Neira, direttore del Dipartimento salute pubblica, fattori sociali e ambientali dell’Oms, “come una rapida transizione dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili e all’adozione di tecnologie pulite. In più, chiediamo azioni concrete per incentivare l’uso di mezzi di trasporto non inquinanti e l’efficientamento energetico delle case”. “Siamo in prima linea”, conclude l’esponente dell’Organizzazione, “stiamo preparando delle proposte concrete per la produzione di energie a basso impatto, tecnologie industriali meno inquinanti e più sicure e per migliorare la gestione dei rifiuti in ambito urbano”.
INNOVAZIONE
start up, di proprietà del colosso British Petroleum, specializzata in colonnine di ricarica mobili. Il progetto prevede di installarne quante più possibile presso le stazioni di servizio Bp in Europa, così da facilitare la transizione verso la mobilità elettrica. Stop all’angoscia da ricarica Gli investimenti in start up vengono fatti dal costruttore svedese di proprietà cinese, per mezzo del fondo “Volvo Cars Tech Fund”. “Con l’elettrificazione ci sarà l’esigenza non solo di coprire il territorio d’infrastrutture adeguate, ma bisognerà anche aiutare i consumatori a superare l’angoscia da ricarica. FreeWire vuole risolvere questo problema”, ha dichiarato a Reuters Zaki Fasihuddin, amministratore delegato del fondo. La casa svedese è solita investire in start up: a giugno aveva annunciato una partnership con la Luminar, società con sedi in Florida e nella Silicon Valley specializzata in sensori lidar per la guida autonoma. La possibilità di ricaricare velocemente è un fattore fondamentale per il successo dei veicoli a batteria. Per questo, alcuni dei più importanti nomi dell’industria automobilistica si sono già alleati, anche per colmare il divario con l’americana Tesla: Bmw, Daimler, Ford e Volkswagen hanno siglato un accordo congiunto per installare 400 stazioni di ricarica rapida entro in 2020 nel Vecchio continente.
PAESE
Volvo punta alla rete di ricarica.
Eni più Ionity, colonnine super fast.
EDOARDO NASTRI
FRANCESCA NADIN
■ Un punto di ricarica rapida per veicoli elettrici in ogni stazione di servizio. Per raggiungere quest’obiettivo, Volvo ha deciso di acquistare una quota di FreeWire, una nuova
■ Saranno 30 le nuove stazioni super veloci che saranno installate nel 2019 in Italia per ricaricare un veicolo elettrico in meno di 20 minuti. L’iniziativa è frutto di un 2 Novembre 2018 ·
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150 veicoli elettrici. La formula è quella del “free floating”, che non prevede parcheggi predefiniti di prelievo, ne di consegna. Attraverso l’app si può localizzare lo scooter più vicino, sbloccarlo con un semplice tocco sullo smartphone, utilizzarlo e lasciarlo a destinazione raggiunta, purché questa si trovi all’interno della vasta area metropolitana coperta dal servizio.
accordo tra Eni e Ionity, joint venture tra Bmw, Daimler, Ford e gruppo Volkswagen. La carica dei costruttori Le nuove infrastrutture fanno parte del mega piano lanciato da Ionity per realizzare in tutta Europa, entro il 2020, 400 postazioni ad alta potenza per il rifornimento dei veicoli a batteria, anche e soprattutto quelli di nuova generazione. Ogni stazione è dotata di 6 colonnine, comprese quelle frutto dell’accordo con Eni, con potenza fino a 350 chilowatt.
Mezzi italiani Gli scooter elettrici GoVolt – dipinti di un colore verde brillante che li rende facilmente riconoscibili – sono costruiti dalla Me Scooter, azienda 100% italiana. Hanno robuste ruote a sezione larga, sospensioni tarate per assorbire le sconnessioni del pavé e dei binari del tram. I freni sono a disco. Lo schienalino del passeggero è stato aggiunto su esplicita richiesta della GoVolt. Nel bauletto ci sono due caschi di diversa misura. Gli scooter dichiarano un’autonomia di 100 chilometri. Venti centesimi al minuto Alla manutenzione e alle ricariche, penseranno gli addetti GoVolt che, per intervenire sugli scooter sparsi in città, utilizzeranno veicoli a basso impatto ambientale, e-bike, scooter o furgoni elettrici. Il servizio di noleggio GoVolt costa 0,20 euro al minuto.
Enel X già in pista L’intesa segue quella già operativa dalla scorsa primavera tra Ionity ed Enel X, la divisione del gruppo Enel per lo sviluppo di servizi digitali e innovativi, che prevede, sempre nel 2019, l’installazione di 20 stazioni di ricarica ultra fast sulla rete viaria italiana. La prima di queste strutture “verrà inaugurata già entro la fine di quest’anno, in Toscana, vicino a un’autostrada, al momento di più non posso dire”, ha dichiarato Francesco Venturini, amministratore delegato Enel X, a margine della presentazione dell’accordo con Audi per l’offerta di servizi di ricarica dedicata a chi acquisterà e-tron, il nuovo suv completamente elettrico della Casa tedesca.
INNOVAZIONE
AUTO E MOTO
GoVolt, Milano Volkswagen in scooter T-Cross, sharing. piccola grande. ANTONIO VITILLO
PAOLO ODINZOV
■ GoVolt debutta a Milano. La “start up”, frutto dell’unione fra l’app GoVolt e Ald Automotive, azienda specializzata nel noleggio a lungo termine, offre un nuovo servizio di scooter sharing. La flotta comprende più di
■ AMSTERDAM – Una Volkswagen Polo dopata? Prima di scoprirne forme e contenuti con la presentazione ufficiale, molti pensavano che la T-Cross sarebbe stata una sorta di versione extra large, più alta e grande, della
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Tre motori da 95 a 115 cavalli Al debutto in Italia, previsto ad aprile con un listino d’attacco sotto i 18mila euro, la Volkswagen T-Cross proporrà un ventaglio di motorizzazioni comprensivo di due unità benzina tre cilindri 1.0 TSI da 95 e 115 cavalli e un diesel 1.6 TDI da 95 cavalli. Tutte dotate di cambio manuale, a 5 o 6 marce a seconda del tipo, oppure accoppiabili a un automatico DSG a doppia frizione e 7 rapporti con funzione di veleggiamento che disaccoppia la trasmissione dal motore in particolare condizioni di marcia abbattendo consumi ed emissioni.
AUTO E MOTO compatta di Wolfsburg. Questo per la stretta parentela tra le due vetture, sviluppate usando lo stesso pianale modulare Mqb A0 a trazione anteriore della Casa tedesca che poi fa anche da base alla Seat Arona. Bene, non è affatto così. Perché la T-Cross non solo è un’auto decisamente a parte rispetto alla Polo, ma è anche il modello con il quale la Volkswagen chiude il cerchio nella sua gamma crossover. L’auto che mancava al costruttore per completare l’offensiva in un segmento di mercato che nei primi 9 mesi dell’anno ha contato solo in Italia, stando ai dati Unrae, più di 425mila vendite, destinata a essere commercializzata oltre che in Europa in Cina e Sud America.
Audi R8, ancora più potente. LUCA GAIETTA
Destinata ai giovani e al pubblico femminile La T-Cross è lunga 4,11 metri, alta 1,56 metri e larga 1,76 metri e va a sfidare rivali come la Peugeot 2008 e la Renault Captur e la Citroën C3 Aircross. Per farlo punta anzitutto su un design della carrozzeria che riprende alcuni tratti della sorella maggiore T-Roc e dai suv Tiguan e Touareg. Sfoggia nella linea caratteri distintivi, come la grande mascherina cromata nel frontale e l’inedita cornice che unisce i gruppi ottici nella parte posteriore. Oltre a proporre sgargianti tinte esterne e soluzioni d’effetto tipo i cerchi con inserti colorati per conquistare il pubblico più giovane e modaiolo. A bordo tanto spazio Ben proporzionata e filante nella silhouette, nonostante si tratti di un’auto votata a spazio, comfort e versatilità la Volkswagen T-Cross offre un abitacolo tagliato per ospitare comodamente 5 persone. Caratteristico all’interno è il divano scorrevole di 15 centimetri che permette di espandere il volume di carico del bagagliaio da 380 a 455 litri senza dover reclinare gli schienali, mantenendo i posti dietro in uso. La tedesca può poi essere equipaggiata con il sedile passeggero anteriore completamente reclinabile, optional, per consentire di caricare a bordo oggetti lunghi e ingombranti. Dotazioni da grande Degne di nota sulla Volkswagen T-Cross sono poi le diverse tecnologie di stampo hi-tech che la vettura eredita dai modelli di classe superiore, presenti già sulla versione entry level: ad esempio la strumentazione digitale Active Info Display con schermo da 6,5 pollici. Cui si uniscono numerosi sistemi di assistenza alla guida tra i quali il mantenimento di corsia Lane Assist, non disponibile al momento sulla Polo, il rilevatore di stanchezza del conducente e il monitoraggio della distanza Front Assist con riconoscimento pedoni e frenata di emergenza city.
■ L’Audi R8 si rinnova con restyling che le regala maggiori performance, grazie a un motore potenziato in linea con la normativa di omologazione Wltp, e un design ancora più dinamico e sportivo. Un V10 da 620 cavalli e 580 newtonmetri Nel modello top di gamma “performance quattro” la R8 sfrutta un V10 di 5.2 litri equipaggiato con doppio filtro antiparticolato e un nuovo gruppo valvole in titanio. Questo fornisce 620 cavalli e 580 newtonmetri di coppia che permettono alla versione coupé di raggiungere una velocità massima di 331 chilometri orari e uno scatto da zero a cento in soli 3,1 secondi. Sulla R8 “entry level” i numeri della tedesca sono di poco inferiori: 570 cavalli e 550 newtonmetri. Davanti una griglia più grande All’esterno la rinnovata Audi R8 si distingue per alcuni equipaggiamenti come la griglia anteriore single-frame 2 Novembre 2018 ·
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più grande e i paraurti ridisegnati, oltre all’estrattore posteriore maggiorato e il diverso alloggiamento per i terminali di scarico ovali con finitura a turbina. Monta inoltre cerchi da 20” ultraleggeri di serie, per ridurre le masse non sospese, ed è disponibile nell'inedito colore grigio chiaro della carrozzeria Kemoragrau.
AUTO E MOTO
Cupra Ateca, solamente per passione. EDOARDO NASTRI
Europa, di cui il 40% sarà in Germania, il nostro mercato di riferimento”. Design aggressivo La Cupra Ateca differisce in molti particolari estetici dalla versione marchiata Seat. La calandra è stata ridisegnata, ora è a nido d’ape e, al centro, ospita il logo del marchio in color rame. Sulla griglia inferiore spicca la scritta a contrasto Cupra. Altri dettagli la rendono più aggressiva: lo spoiler posteriore, i quattro terminali di scarico posizionati all’estremità del diffusore, i cerchi in lega da 19 pollici diamantati. All’interno il nero delle finiture è predominante ed esalta le cuciture a contrasto in color rame, uno dei segni distintivi del marchio. Su strada Abbiamo provato la Cupra Ateca sulle strade intorno a Barcellona, a pochi chilometri dallo stabilimento dedicato di Martorell nel quale viene costruita. Sotto il cofano c’è il 2.0 Tsi da 300 cavalli abbinato alla trazione integrale e al cambio automatico del gruppo, il Dsg a sette marce. Considerando l’architettura da suv, la Ateca vitaminizzata diverte tra le curve grazie anche a uno sterzo preciso e a un motore che spinge bene fin da subito grazie ai 400 newtonmetri di coppia disponibili a 2mila giri/minuto. Nonostante l’assetto più rigido la vettura rimane confortevole anche nell’uso cittadino e non fa sentire troppo le asperità del terreno. Futuro elettrificato Cupra guarda all’elettrico. Entro il 2020 uscirà una sportiva ibrida ricaricabile e altri due modelli che potrebbero essere su base Arona e Ibiza. “Il domani parla elettrico e noi guardiamo al futuro”, conclude sorridendo Labate. Intanto in questi giorni ha debuttato in pista la Cupra eRacer, prima auto da Turismo completamente elettrica che, a fine 2019, farà parte di un campionato riservato alle Touring elettriche. E' solo l’inizio.
■ BARCELLONA – La Cupra Ateca può sembrare un’auto irrazionale. I team di management del primo modello Cupra, il nuovo e indipendente marchio sportivo di Seat nato a febbraio scorso, lo mette nero su bianco: “Cupra è un brand di appassionati dedicato a un pubblico di appassionati”. Spazio sul mercato Antonino Labate, responsabile del neonato marchio, crede fermamente che ci possa essere uno spazio nel mercato: “Offriamo un prodotto unico e sofisticato e, al momento, non abbiamo competitors”. E infatti, prezzo e dimensioni della Cupra Ateca - 44 mila euro, 4,37 metri di lunghezza, 1,84 di larghezza e 1,61 di altezza - la proiettano in un segmento di nicchia dove al momento non ci sono rivali dirette. 7 nuovi modelli e 30mila unità Ma quanto vale questa nicchia? “Lanceremo sette nuovi modelli entro il 2021 e la nostra previsione è raggiungere le 30 mila unità totali nei prossimi quattro anni”, ci spiega Labate. Per raggiungere l’obiettivo bisogna anche creare una rete di vendita e, per adesso, Cupra si appoggerà ai concessionari Seat con un corner dedicato: “277 dealer in 10
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· 2 Novembre 2018
AUTO E MOTO
Il Ram 1500 sbarca in Europa. GIOVANNI PASSI ■ Il Ram 1500 è ora disponibile in Europa: Fiat-Chrysler ha stretto un accordo con tre distributori internazionali per importare nel Vecchio continente il pick up del marchio americano, da poco indipendente con la scissione dal brand Dodge. All’arrivo in Europa si affiancano, però, le difficoltà produttive e commerciali, specialmente nel mercato domestico.
BUSINESS
Fiat Chrysler, III trimestre positivo. SAMUELE MARIA TREMIGLIOZZI Nuovo modello, nuove regole Il model year 2019 del Ram 1500 verrà commercializzato attraverso un accordo tra Fca e tre distributori ufficiali: Klintberg & Way Group, Agt, Aec. Le società importatrici consegnano le vetture ai clienti interessati mediante una rete di concessionari e partner nazionali, che si occupano anche dell’omologazione e dell’assistenza. In Italia è stato recapitato il primo esemplare del pick up statunitense tramite Cavauto, unico dealer italiano ad avere accordi con tutti e tre i distributori internazionali. Nonostante i pick up comincino a essere venduti e apprezzati anche in Europa, nel nostro paese a complicare la vita alle auto cassonate ci pensa il codice della strada: l’omologazione da commerciale N1 ne consente esclusivamente un uso accessorio e non personale. Questo significa che le persone possono viaggiare, anche come passeggeri, ma solo ed esclusivamente nel caso in cui siano addette all’uso o alla movimentazione delle cose trasportate nel cassone. Problema che non esiste invece nel resto d’Europa. Problemi in casa Recentemente il Ram 1500 è finito sotto i riflettori negli Stati Uniti. Mike Manley, nuovo ceo del gruppo Fca, ha sottolineato l’importanza di accrescere le vendite negli Usa di questo marchio che produce profitti altissimi e di questo modello in particolare per superare le rivali Ford F-Series e Chevrolet Silverado. Obiettivo per nulla semplice: da gennaio a settembre 2018, il Ram 1500 è rimasto al terzo posto tra le vetture più vendute negli Stati Uniti con un immatricolato di 375mila unità, ben 300mila in meno rispetto all’omologo dell’ovale blue e 50mila in meno del veicolo concorrente del marchio di General Motors. Dilemma Messico Alle difficoltà commerciali si aggiunge l’incertezza sul fronte produttivo: attualmente il Ram 1500 viene assemblato nello stabilimento di Saltillo (Messico), impianto nel mirino della politica protezionistica di Donald Trump. A gennaio 2018 l’ex ceo Fca Sergio Marchionne – scomparso a luglio – aveva manifestato l’intenzione di interrompere la produzione messicana del pick up, decisione però rivista dal manager inglese suo successore. Manley sembrerebbe intenzionato a raddoppiare la produzione e affiancare all’impianto di Saltillo, quello di Warren nel Michigan, così da raggiungere i volumi necessari per provare a battere la concorrenza.
■ Fiat Chrysler ha reso noti i risultati del terzo trimestre 2018: da luglio a settembre con un +3% di immatricolazioni rispetto all’anno precedente. In rialzo l’utile netto “adjusted”, che cresce del +51%. Il gruppo ha annunciato l’intenzione di distribuire 2 miliardi di euro di dividendi straordinari in seguito alla cessione di Magneti Marelli alla holding giapponese Calsonic Kansei, decisione che dovrà essere approvata dal Consiglio d’amministrazione e dell’assemblea degli azionisti. America, bene a nord e a sud Nel terzo trimestre dell’anno, il valore complessivo delle vendite di Fiat Chrysler (incluse anche tutte le consegne effettuate dalle joint venture non consolidate del Gruppo) è cresciuto: 1.160 milioni di unità immatricolate, 37mila in più rispetto a luglio-settembre 2017 (+3%). A spingere la crescita ci pensa però il continente americano, che compensa i risultati negativi registrati nel resto del mondo. In particolare, gli Usa si confermano il paese di riferimento per Fca e chiudono il terzo quarto dell’anno con 673mila unità commercializzate, +14% se confrontate con lo stesso dato dello scorso anno. Negli Usa cresce anche la quota di mercato, pari al 12,9%. Bene anche l’America Latina con 151mila veicoli targati, una variazione positiva dell’8%. Spostandosi ad est la situazione è diversa: in Europa, Fiat Chrysler perde 8mila unità e si ferma a 273mila esemplari venduti, il 4% in meno del risultato raggiunto lo scorso anno. Sui mercati asiatici la flessione è ben più brusca: 46mila unità targate, -30% rispetto ai numeri del 2017. Utile record? Sul fronte finanziario Fca chiude il terzo trimestre con una variazione positiva dei ricavi, 28.7 miliardi di euro, +3% rispetto ai 26.414 miliardi di euro di luglio-settembre 2018. 2 Novembre 2018 ·
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L’utile netto “adjusted” (al netto delle voci di natura straordinaria), balza a 1.391 miliardi di euro, una variazione positiva del 51%. In realtà la crescita dei profitti non è dovuta solo al miglioramento delle performance operative, in quanto tale valore riflette la diminuzione degli oneri finanziari netti (scesi di 43 milioni di euro) e delle imposte sul reddito. In particolare si registra un calo di 194 milioni di euro della pressione fiscale per effetto della riduzione dell’aliquota negli Stati Uniti e dei benefici riconosciuti su posizioni definite nel trimestre.
AUTO E MOTO
Elon Musk: ecco le Tesla del futuro.
le funzioni di parcheggio autonomo. Musk ha promesso anche la nuova generazione della Roadster, la prima Tesla mai prodotta e commercializzata tra il 2008 e 2012 in 2.500 esemplari. Il nuovo modello della coupé gran turismo è stato svelato lo scorso anno e verrà introdotto sul mercato a partire del 2020.
AUTO E MOTO
Jaguar, 70 anni a tutta velocità. PAOLO ODINZOV
GIOVANNI PASSI
■ Jaguar festeggia 70 anni di auto sportive e lancia la serie speciale Checkered Flag della F-Type, disponibile nelle varianti di carrozzeria coupé e cabrio con un listino a partire da 62.335 sterline (circa 70.000 euro al cambio attuale). ■ Elon Musk annuncia tre novità targate Tesla in arrivo nel prossimo futuro: si tratta del suv Model Y, del primo pick up della casa californiana e di una nuova generazione della Roadster, la supersportiva 100% a batteria. Produzione prevista a partire dal 2020. Ruote alte e non solo Secondo le affermazioni del ceo dell’azienda di Palo Alto, due delle nuove Tesla saranno vetture ruote alte: la Model Y – progetto in cantiere già da tempo – sarà un crossover realizzato sulla piattaforma della Model 3. Ed è proprio grazie ai successi registrati dalla berlina di segmento D nel terzo trimestre del 2018 che l’azienda troverà le risorse per finanziare i nuovi progetti. La seconda novità riguarderà un pick up, architettura tanto amata dal pubblico statunitense. Il modello “cassonato” avrà trazione integrale, sospensioni in grado di adattarsi al carico che il veicolo sta trasportando. Sulla vettura verranno montati telecamere a 360 gradi e sensori per 12
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· 2 Novembre 2018
Accessori SVO Basata sulla F-Type R-Dynamic, la F-Type Chequered Flag si distingue all’esterno per l’Exterior Black Design Pack, che prevede un tetto nero a contrasto sulla coupé, ed impiega diversi accessori prodotti dal reparto Special Vehicle Operations del costruttore. Ad esempio i cerchi di lega da 20” Gloss Black con speciale finitura Diamond Turned e le pinze freni rosse. L’abitacolo della vettura è invece finito in pelle Windsor, offre sedili Performance con poggiatesta in rilievo ed è caratterizzato dalla componente centrale in alluminio spazzolato, oltre che da alcuni equipaggiamenti dedicati tra cui il volante decorato con un logo a scacchi e pelle rossa banda. La F-Type Chequered Flag sarà proposta con le unità quattro cilindri 2.0 turbo da 300 cavalli e V6 3.0 Supercharged da 340 e 380 cavalli. Tutte associate alla trasmissione automatica a otto marce Quickshift, con l’opzione della trazione integrale Intelligent Driveline Dynamics sul V6 più potente.
SMART MOBILITY
Uber e Lyft portano gli americani al voto. VALERIO ANTONINI
■ Uber e Lyft, che si contendono gran parte del mercato Usa dei taxi privati, questa volta corrono dalla stessa parte “politica”. Il 6 novembre, giorno del “mid-term” – le elezioni per il rinnovo di buona parte del parlamento che cadono a metà esatta del mandato presidenziale – le due aziende offriranno ai clienti tariffe scontate per recarsi alle urne a votare. Le opportunità Uber mette a disposizione 10 dollari di bonus per effettuare una sola corsa e ha collaborato con una azienda no profit, la “Vote Together” che si occupa proprio di sensibilizzare i cittadini verso gli obblighi elettorali: insieme le due realtà hanno distribuito 15mila coupon che permetteranno ai possessori di ottenere un sconto di 7 dollari su ogni corsa da e per i luoghi di voto. Lyft diminuirà del 50% le tariffe per tutta la giornata del 6 e garantirà spostamenti gratuiti per i meno abbienti. Obiettivo delle due start up è quello di spingere gli elettori a votare più serenamente. Posizione politica Secondo molti osservatori negli Usa la scelta di Uber e Lyft è una presa di posizione anti Trump. L’agenzia Fairvote ha
calcolato che soltanto il 35,9% degli aventi diritto al voto ha espresso la sua preferenza per le elezioni di metà mandato del 2014, facendo segnare l’affluenza più bassa dal 1942. Scelta democratica Gli americani sono chiamati a eleggere tutti e 435 i membri della House of Representatives (la nostra Camera de Deputati) e 35 nuovi senatori su 100. Inoltre sono in palio anche 39 nuovi posti da governatore. I partiti politici si avvicinano all’appuntamento con atteggiamenti differenti. Risultato in bilico I repubblicani non fanno proclami, mantengono toni bassi e spingono velatamente i loro sostenitori a non recarsi alle urne. I democratici, invece, sono sul piede di guerra contro l’amministrazione Trump e invitano sempre più persone a esprimere la propria preferenza attraverso una forte campagna elettorale a favore del voto. Negli Stati Uniti si corre alle urne nei giorni feriali e spesso i cittadini hanno poco tempo per raggiungere i seggi. L’iniziativa di Uber e Lyft aiuterà a invertire la tendenza? Lo scopriremo il prossimo 6 novembre. 2 Novembre 2018 ·
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LIFESTYLE
Joaquin Phoenix: miracolo a Hollywood. GIUSEPPE CESARO
■ Gennaio 2006. Los Angeles. Laurel Canyon, cuore delle Hollywood Hills. Una grossa auto corre lungo un viale. Sempre più forte. Improvvisamente, la persona al volante perde il controllo. L’auto sbanda. Sale su un terrapieno. Si impenna. Vola. Un uomo, su una macchina pochi metri dietro, segue tutta la scena. L’auto rotola su se stessa un paio di volte e piomba a testa in giù sulla strada. L’uomo che sopraggiunge, accosta e corre in soccorso degli occupanti dell’auto capovolta. Cinema non film “Sono stato il primo ad arrivare sul posto – dichiarerà. L’auto era rovesciata e il tetto parzialmente schiacciato. La prima cosa che ho fatto è stata cercare di capire quante persone ci fossero dentro. Ce n’era solo una, a testa in giù, sul lato del passeggero. Ma gli airbag erano esplosi e non si vedeva bene. Era chiaro che non sarebbe stato facile tirarla fuori dal finestrino. Mentre mi guardo intorno per capire cosa fare, l’uo14
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mo, non so come, riesce a tirare fuori una sigaretta, prende un accendino e cerca di accenderla. Allora gli dico: ‘Amico: rilassati’. E lui, con tutta calma: ‘Amico: sono rilassato’. ‘No, non lo sei’, insisto. Anche perché mi ero accorto che lui non si era reso conto del fatto che la benzina colava da tutte le parti. E così, riesco a strappargli di mano l’accendino, rompo il vetro posteriore e lo tiro fuori”. “Ho sentito questa voce dall’accento tedesco – racconterà l’automobilista. Qualcuno bussava al finestrino, ma l’airbag era esploso e non riuscivo a vedere bene. La voce mi diceva ‘Sta’ tranquillo’. C’era qualcosa di così calmo e bello in quella voce. Mi sentivo bene e perfettamente al sicuro e sono uscito dall’auto. Avrei voluto ringraziare quell’uomo ma, quando mi sono guardato intorno, non c’era più: sparito”. Grande regia Dramma, tensione, suspance, dialoghi surreali e un finale misterioso. Una perfetta scena da film. E, invece, è tutto
vero. Il cinema, però, c’entra molto più di quanto possiamo immaginare. Perché? Perché la voce dall’accento tedesco è quella di Werner Herzog (Monaco di Baviera, 5 settembre 1942) uno dei più importanti cineasti viventi, maestro del “Nuovo Cinema Tedesco”, dotato di uno stile unico e inconfondibile. Al suo attivo, più di 50 pellicole, tra le quali spiccano titoli come “Aguirre, furore di Dio” (1972), “Nosferatu, il principe della notte” (1979) e “Fitzcarraldo” (1982). Fratello minore Ma non è tutto. L’uomo che, subito dopo un incidente del genere, cerca di accendersi una sigaretta, è uno degli attori più intensi, carismatici e tormentati della sua generazione: Joaquin Rafael Bottom, in arte Joaquin Phoenix, nato a San Juan (Portorico) il 28 ottobre 1974: 44 anni da compiere. Fratello minore di River, uno dei principali protagonisti della scena cinematografica internazionale, tra fine anni Ottanta e primi anni Novanta, grazie a pellicole cult come “Stand by Me” (1986), “Vivere in fuga” (1988, nomination all’Oscar come miglior attore) o “Belli e dannati” (1991: Coppa Volpi per la migliore interpretazione). River morirà tra le braccia di suo fratello Joaquin a causa di un micidiale cocktail di eroina, cocaina, metanfetamine e cannabis, la notte di Halloween del 1993. Aveva 23 anni.
(“Il gladiatore”, 2001; “Quando l’amore brucia l’anima/Walk The Line” [“Riga dritto”] – 2006, ispirato alla vita del leggendario songwriter americano Johnny Cash, e “The Master”, 2013), 1 Golden Globe (su 5 nomination) per “Walk The Line”, 4 nomination allo Screen Actors Guild Award, una Coppa Volpi (2012) per la migliore interpretazione maschile in “The Master” e il Prix d’interprétation masculine al Festival di Cannes 2017 per “You Were Never Really Here”. Un viso, uno sguardo, una voce, una gestualità destinati a regalarci ancora molte pagine di grande cinema. Anche grazie al provvidenziale intervento di un premuroso signore dal rassicurante accento tedesco.
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Supplemento settimanale a l’Automobile Pubblicazione online - Reg. Tribunale di Roma n. 24/2016 del 09/03/16 Iscrizione R.O.C. n. 14674 - ISSN 2499-670X Direttore Responsabile Alessandro Marchetti Tricamo Redazione via Solferino, 32 - 00185 Roma tel. 06.45406719 • fax 06.49982874-2829 www.lautomobile.it • redazione@lautomobile.it • segreteria@lautomobile.it @lautomobile_ACI
Ancora in pista Una morte che segnerà per sempre Joaquin, rendendolo una delle anime più inquiete e problematiche ma anche uno degli interpreti di maggiore spessore del cinema contemporaneo. Trentatre film in altrettanti anni di carriera, molti dei quali lasciano il segno, anche grazie alle sue memorabili interpretazioni. Una recitazione intensa, asciutta, graffiante, che, fino a oggi, gli è valsa 3 nomination all’Oscar
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COVER STORY SCENARI
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Emissioni zero, partita politica.
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La rivoluzione dell’auto è pronta. L’elettrificazione è in arrivo, il quando però è tutta una sfida da giocare tra costruttori e Commissione Europea. In ballo ci sono ambiente e salute.
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...dal nostro mensile PUBBLICATO SUL NUMERO 12 - NOVEMBRE 2017
FABIO ORECCHINI ■ L’auto è a un bivio. Guardare al futuro, accettando la sfida della sostenibilità e delle emissioni zero, oppure difendere il glorioso passato. Da una parte gli annunci sull’elettrificazione dei veicoli, dall’altra l’Associazione dei costruttori europei di automobili (Acea) che nelle stesse ore presenta una proposta per la riduzione delle emissioni di CO2 dell’intero settore in Europa al 2030, che va in tutt’altra direzione. Il “documento di posizione” dell’Acea cerca di anticipare (e se possibile influenzare) le decisioni della Commissione Europea attese entro la fine dell’anno sugli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica delle auto in Europa per il periodo “post-2021”, visto che il limite al 2021 è fissato – seppur con differenze e adattamenti in base al mix di vendita dei diversi produttori – a 95 grammi di CO2 per chilometro come media. Calcolati facendo riferimento al ciclo di omologazione Nedc, che peraltro, com’è noto, è molto distante da una reale rappresentatività della guida su strada e sottostima significativamente consumi e conseguenti emissioni rispetto a quelle che si hanno nell’uso quotidiano.
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INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE
Anno 119°
Nuova serie • Anno 2 • Numero 12 • Novembre 2017 • €3,00
Troppo poco La proposta dell’Acea è di limitare l’obiettivo 2030 a una riduzione del 20% delle emissioni di CO2 rispetto a quelle che si avranno nel 2021. Un intero decennio, quindi, dai più considerato cruciale per la diffusione delle auto ad emissioni zero, per scendere dai 95 grammi al chilometro a circa 76 grammi. Un’inezia, se si considera che le raccomandazioni del Parlamento Europeo avevano suggerito alla Commissione di adottare un obiettivo al 2025 tra i 68 e i 78 grammi, per poi scendere ulteriormente e significativamente nel 2030. In sostanza l’Acea chiede di eliminare l’obiettivo al 2025 (trasformato solo in momento di verifica), sostituendolo con uno al 2030. E anche le multe che dovrebbero scattare dal 2021 per chi non sarà in linea con il
AUTO STORICA, IN SCENA UNA PASSIONE CHE PARLA ITALIANO
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L’emergenza inquinamento avvelena la nostra aria, soprattutto nelle grandi città
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Non solo CO2 Tutto questo, oltre a risultare a dir poco conservativo per lo sviluppo dell’auto del futuro, circoscrive di nuovo l’attenzione su un solo parametro, cioè le emissioni di CO2. Mentre viene totalmente ignorato il fatto che, se è vero che dobbiamo agire e velocemente per arginare i cambiamenti climatici (effetto dell’alterazione del contenuto in atmosfera di gas effetto serra, come la CO2), c’è l’emergenza inquinamento che avvelena la nostra aria, soprattutto nelle città, che rischia di restare totalmente fuori dalla discussione. L’auto a emissioni zero non smette soltanto di emettere CO2, ma finisce soprattutto di far uscire dal tubo di scarico CO, NOx, HC, polveri sottili e ultrasottili e tutti gli inquinanti dannosi per la salute umana, oltre che per l’ambiente. E non fa questo perché filtri o sistemi di trattamento post-combustione, che necessitano di una manutenzione difficile da controllare durante la vita utile del veicolo, ne trattengono solo una certa quantità. È molto importante introdurre questo elemento per capire a pieno la posizione dell’Acea. Il documento ufficiale indica infatti chiaramente nella tecnologia diesel una soluzione da tenere ancora a lungo sul mercato,
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limite di 95 grammi, per effetto della proposta Acea potrebbero saltare, ed iniziare ad avere effetto soltanto dopo la fine del prossimo decennio.
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tanto da sviluppare anche nuove generazioni di questi propulsori, per ridurre consumi ed emissioni di anidride carbonica verso il limite proposto per il 2030. Elettrificazione partita tardi La difesa del diesel è una costante dell’industria europea negli ultimi decenni, con la quale è arrivato però il momento di fare seriamente i conti. Producendo ottime auto diesel, i costruttori europei fanno profitti, garantiscono posti di lavoro e permettono agli automobilisti di guidare macchine dalle grandi prestazioni dinamiche. Difendere le auto a gasolio significa, secondo l’Acea, continuare a garantire tutto questo. Penalizzarle o ucciderle significherebbe, al contrario, inserire nel sistema un’incognita. Ma è più sano avere un’industria dell’auto forte basata sul diesel, con ciò che questo comporta di positivo per gli attuali protagonisti e per l’economia continentale, oppure tracciare finalmente una strada ben definita verso le emissioni zero allo scarico che con il diesel (come con le auto a benzina) non si possono raggiungere? L’industria europea è partita tardi nel processo di elettrificazione dei suoi modelli. La difesa del diesel e lo sviluppo di nuove generazioni di auto
a gasolio hanno significato negli scorsi due decenni l’accantonamento dell’ibrido, che al motore a combustione interna aggiunge una motorizzazione elettrica e un pacco batterie capaci di affiancare, se non sostituire – come avviene nei full hybrid in alcune situazioni – la motorizzazione tradizionale nella trazione dell’auto. Ora l’auto europea cerca di proporre l’ibrido plug-in come soluzione per abbattere consumi ed emissioni, “saltando” il passaggio per il full hybrid - che ne costituirebbe il logico gradino intermedio – perché deve bruciare le tappe per raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2 al 2020. Il sistema è dotato di un grande pacco batterie, garantisce qualche decina di chilometri di autonomia in modalità zero emissioni e la possibilità di ricarica degli accumulatori anche alla rete elettrica. È un’eccellente soluzione ma ha costi decisamente maggiori del full hybrid. Nel frattempo in Europa non è stata fatta crescere un’industria delle batterie e dei sistemi ibridi, come invece sarebbe avvenuto se si fosse introdotta la tecnologia ibrida 10 o 15 anni fa al posto delle costose tecnologie per l’abbattimento delle emissioni dei motori a gasolio. L’altra possibilità è data dall’elettrico puro. A batterie, oppure con celle a combustibile e produzione di elettricità a bordo a partire da idrogeno.
La difesa del diesel ha significato l’accantonamento dell’ibrido in Europa negli scorsi due decenni
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Una soluzione è l’elettrico puro. A batterie oppure prodotto con celle a combustibile a idrogeno
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Permette di arrivare a zero emissioni nocive allo scarico e ha la possibilità concreta di raggiungere lo zero anche oltre il semplice utilizzo dell’auto, cioè per la necessaria produzione dell’elettricità o dell’idrogeno, a patto di ottenerli con tecnologie note e funzionanti, da fonti energetiche rinnovabili che consentono di raggiungere, anche “fuori dell’auto”, emissioni e consumi di risorse pari a zero. L’auto elettrica a batterie e quella a idrogeno costano ancora molto e i costi non scenderanno finché non ci sarà un mercato – almeno potenziale, cioè garantito da norme molto chiare e certe che pongano le premesse per la diffusione delle tecnologie a zero emissioni – capace di offrire agli investimenti necessari il dovuto livello di remunerazione. La scelta di andare veramente e con forza verso le emissioni zero apre uno scenario che, oltre a migliorare certamente la salute umana e l’ambiente, stimola un’evoluzione virtuosa nel campo dell’energia, che andrà pro-
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dotta via via esclusivamente da fonti rinnovabili, delle reti e delle infrastrutture, che dovranno di pari passo permettere la realizzazione dell’intero scenario. Si prende un rischio ma si torna finalmente a guardare al futuro, all’innovazione, alla creazione di posti di lavoro proiettati su tecnologie di domani e non difesi con sempre maggiore difficoltà arroccandosi sulle soluzioni del passato. Si scommette cioè sulla crescita di un intero nuovo filone economico e industriale, capace di fare della sostenibilità il suo business quotidiano e dell’aria pulita la sua condizione di sviluppo.
* Professore Ordinario di “Macchine e Sistemi per l’Energia e l’Ambiente”, Direttore del CARe - Center for Automotive Research and evolution, Università degli Studi G. Marconi. Ideatore e responsabile scientifico di Ecomondo H2R - Mobilità e trasporto sostenibili.
H2R a Ecomondo
Un futuro basato sulla sostenibilità come forma di business e sull’aria pulita come condizione di sviluppo
Da martedì 7 a venerdì 10 novembre appuntamento a Rimini con H2R – Mobilità e Trasporto Sostenibili, punto di riferimento in Italia per la messa a punto di soluzioni di mobilità eco-compatibili, economicamente sostenibili e socialmente efficaci. Tutto si svolge nella piattaforma di Ecomondo, la prima fiera europea sulla Green&Circular Economy alla sua 21esima edizione. Un'unica Agorà ospiterà il ricco calendario di incontri a partire dalla “Conferenza Nazionale sulla Mobilità e il trasporto sostenibili” sul tema “Mobility as a sustainable service”. Mercoledì 8 novembre verranno affrontate le Politiche per Mobilità e trasporto sostenibili. Giovedì 9 novembre approfondimento di Tecnologie per Mobilità e trasporto sostenibili. E ancora martedì 7 e mercoledì 8 “Ecomondo4fleet”, inedito appuntamento in collaborazione con ComboLab, indirizzato alle aziende che impiegano flotte nella propria organizzazione, con la possibilità di provare su strada le novità ad alimentazione alternativa in test drive organizzati da H2R. Gli Stati Generali della green economy, appuntamento in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, affronteranno poi un focus sulla green economy nelle città e le prospettive internazionali per le imprese green. H2R - Mobility for sustainability 2017 si tiene in contemporanea con Ecomondo, Key Energy e Key Wind. Tutte le info su: www.cittasostenibile.net/focus/mobilita www.ecomondo.com
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