l'Automobile Week 65

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Supplemento settimanale a l’Automobile.

INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

Settimanale digitale • Anno 2 • Numero 65 • 7/12/2018

Logistica è futuro. PAOLO BORGOGNONE ■ La mobilità di domani passa (anche) per i veicoli commerciali. Il fenomeno dell’e-commerce, l’acquisto online spesso a prezzi scontati, è esploso anche in Italia. Solo per il Black Friday di novembre Poste Italiane ha infranto il muro del milione di pacchi consegnati in un solo giorno, 2,3 nel corso della settimana. L’obiettivo è arrivare a 70 milioni in un anno. Magari anche grazie all’accordo con Amazon – la società di Jeff Bezos, uomo da 160 miliardi di dollari di patrimonio –

recentemente siglato che consentirà di ricevere gli acquisti anche di sabato. Tutto ciò ha delle conseguenze: milioni di pacchi che si muovono su e giù per il paese producono un aumento di traffico e inevitabilmente di inquinamento. Non ce lo possiamo permettere. Solo a Roma ogni giorno circolano 25mila veicoli commerciali. È necessario guardare oltre. Pensiamo a mezzi elettrici e – in un futuro speriamo prossimo – più sicuri e autonomi. Così il nostro acquisto sarà conveniente. Per noi e per la qualità della vita in città.



PAESE

Traffico, merci è caos. MARINA FANARA

■ È difficile fare una stima precisa di quante siano le merci che si muovono nelle città italiane, anche perché fino agli anni 2000 la logistica urbana era considerata una questione tra privati, di natura strettamente commerciale. Fenomeno fuori controllo “Gli unici dati certi sono quelli dell'e-commerce, arrivato in Italia solo negli ultimi anni”, ci dice Massimo Marciani, presidente del Freight Leaders Club, l’associazione degli operatori della logistica e trasporto merci, “oggi, gli acquisti on line, con arrivo della merce direttamente a domicilio, generano nel paese circa 21 milioni di consegne l’anno. Per una città come Roma significa, ogni giorno, 20-25 mila veicoli commerciali che girano per il centro, con ovvie ripercussioni su traffico e congestione”. “Il fenomeno va assolutamente governato a livello istituzionale”, aggiunge Marciano, “ormai le amministrazioni locali se ne sono rese conto, sia per esigenze di tutela ambientale che per salvaguardare l'economia del territorio”. Troppi vecchi diesel A proposito di tutela ambientale, stando ai dati ACI, in Italia circolano 4.082.216 veicoli leggeri (portata fino a 3,5 tonnellate e immatricolati come autocarri). Sono quelli prevalentemente impiegati per il cosiddetto “ultimo miglio”, tipico delle città. Quasi tutti questi furgoni sono diesel (3.720.977, per la precisione) e, ben oltre la metà, sono pure tra i più vecchi e inquinanti (2.315.199 mezzi da Euro 3 in giù e di questi ben 734.971 appartengono addirittura alla categoria Euro 0). I più datati di questi diesel ormai non possono più circolare in molte città, mentre in altre più esposte all’inquinamento, pure i diesel Euro 4 rischiano di rimanere fermi durante i picchi dello smog.

L’esercito del conto proprio “Occorrono delle precisazioni”, sottolinea il presidente del Freight Leaders Club, “l’80% di questi mezzi appartiene al conto proprio (commercianti, artigiani, ecc... che trasportano direttamente i propri prodotti, senza passare per un trasportatore esterno, ndr). “Ma attenzione, il conto proprio movimenta solo il 20% delle merci, il restante 80% viene coperto dai trasportatori professionisti, in conto terzi, che posseggono solo il 20% del totale veicoli circolanti, per lo più di ultima generazione, quasi tutti Euro 5 o 6 e molti elettrici”. Torino e Milano: modelli vincenti Per rendere meno impattante e più efficiente la logistica delle merci, argomento che a pieno titolo rientra nel Piani urbani di mobilità sostenibile, molti comuni italiani hanno cominciato ad attrezzarsi. Uno di questi è Torino: dal 2015, l’Amministrazione ha deciso di concedere il transito, dalle ore 6 alle 24 (anziché negli orari 10,30-12 e 15-16,30), a tutti i mezzi almeno Euro 5 e dotati di un sistema di localizzazione. A questi veicoli è concesso anche l'utilizzo senza limiti delle aree di carico/scarico e delle preferenziali dei bus. Di recente, si è accodata anche Milano: i veicoli elettrici possono circolare in area C anche negli orari vietati al trasporto merci (dalle ore 8 alle 10). Incentivi, non divieti “Ora chiediamo ai Comuni di adottare queste buone pratiche”, conclude Marciani, “e di armonizzare le regole d’accesso in centro in modo da favorire gli operatori che investono nella mobilità sostenibile, a cominciare dall’acquisto di veicoli ecologici, ma rispettando comunque la massima neutralità tecnologica: ogni città è libera di puntare sull’elettrico, l'idrogeno o il biometano. L’importante è che le merci siano a impatto zero”. 7 Dicembre 2018 ·

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BUSINESS

INNOVAZIONE

Veicoli commerciali, il calo di novembre.

Il trasporto autonomo di domani. EDOARDO NASTRI

GIOVANNI PASSI

■ A novembre il mercato italiano dei veicoli commerciali segna una brusca flessione: 17.543 esemplari targati, ben 2.068 in meno rispetto ai risultati allo stesso mese 2017, una variazione negativa del 10,6%. In rosso anche i valori da inizio anno: per il 2018 è attesa una frenata del 3%. Sono i risultati diffusi dai nostri partner di Dataforce, società tedesca di analisi di mercato. Primi della classe Fiat, nonostante una flessione nelle vendite, è in testa per numero di veicoli commerciali immatricolati: 5.184 unità consegnate, il 13,1% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il marchio del gruppo Fca detiene dall’inizio del 2018 una quota di mercato dominante pari al 29%, valore comunque in calo se paragonato ai risultati ottenuti lo scorso anno, -1,2 punti percentuali. Argento e bronzo Il marchio Ford conquista la seconda posizione con 2.267 veicoli commerciali consegnati, -0,4%. Il costruttore di Detroit perde solo 10 unità rispetto al penultimo mese del 2017 e mantiene una presenza importante sul mercato italiano: ogni 10 unità vendute, 1 è a marchio Ford. Renault cresce e raggiunge il terzo posto: a novembre la Casa francese totalizza 1.826 nuove targhe, il 2,8% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ultimo gradino del podio anche per la quota di mercato annuale complessiva: 9,4% da gennaio 2018. 4

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■ Nel futuro milioni di veicoli robot affolleranno le nostre strade. La guida autonoma rivoluzionerà sia i trasporti delle persone sia la logistica, trasformando nel profondo il mondo delle consegne e influenzando gli investimenti delle aziende di settore. Amazon per esempio ha dovuto raddoppiare in due anni dal 2015 al 2017 – le risorse dedicate alla spedizione (circa 21 miliardi di dollari). Alcuni Costruttori hanno già pensato a diverse soluzioni. Lo schema è sempre lo stesso: una piattaforma unificata a cui “agganciare” diversi moduli per trasformare il veicolo in uno strumento polifunzionale. Mercedes Vision Urbanetic Cargo Vision Urbanetic Cargo è concept di vettura autonoma pensata per diverse applicazioni in città, tra cui la logistica. La piattaforma è unica e sulla stessa possono essere installati due moduli: quello dedicato ai passeggeri accoglie fino a dodici persone, mentre il “Cargo module” può trasportare fino a dieci pallet. Il Vision Urbanetic Cargo è dotato di intelligenza artificiale e grazie all’interconnessione tra i veicoli, è in grado di evitare il traffico, andare a ritirare il pacco direttamente a casa dell’utente per consegnarlo dove desidera. Renault Ez-Pro La nuova era della circolazione delle merci in città ha coinvolto anche il marchio francese. Laurens van den Acker, alla direzione del design Renault dal 2009, ha disegnato una famiglia di concept car dedicate a tutti i settori della mobilità del futuro, logistica compresa. I veicoli sono accomunati dal prefisso Ez. Renault Ez-Pro è un concept pensato per le consegne urbane dell’ultimo miglio.


Il veicolo si compone di una navicella leader guidata da un essere umano seguita da un convoglio di mezzi autonomi. Ogni navicella, raggiunto il luogo di consegna, è in grado di operare individualmente. “Ez-Pro può rivoluzionare gli hub logistici e le città potranno evolversi per un miglior servizio ai clienti”, ha detto van den Acker.

1 italiano su 4 In Italia da gennaio 2018 il noleggio a lungo termine rappresenta il 25,8% dei veicoli commerciali targati, pari a 152.671 unità. Al primo posto resistono leasing e acquisto tradizionale: le due formule vengono scelte dal 43,9% dei consumatori.

Toyota E-Palette Anche la Toyota E-Palette si candida a essere il veicolo commerciale del futuro. Anche qui la piattaforma è unica, ciò che cambia è il modulo a seconda delle diverse esigenze. Oltre alle funzioni di trasporto di pacchi, merci e persone, l'E-Palette può diventare una vera e propria sede itinerante di un'attività commerciale. Alla realizzazione del veicolo, presentato al Ces di Las Vegas 2018, hanno contribuito diversi partners tra cui Amazon, DiDi, Mazda e Uber. Tre esempi di un futuro che sembra pronto ad arrivare.

Noleggio o leasing? Una prima fondamentale differenza risiede nella natura delle due operazioni: con il noleggio i contraenti si accordano per determinare le modalità di godimento del bene. Con il leasing, invece, le parti stipulano un vero e proprio contratto di finanziamento. In pratica, l’elemento distintivo sta in ciò che si paga: nel caso del noleggio a lungo termine si tratta di un canone “all inclusive” che comprende tutti i costi connessi all’utilizzo del veicolo – comprese assicurazione e manutenzione – e non dipende dalla durata del contratto. Nel leasing il canone si riferisce invece generalmente solo al prezzo dell’auto, come se fosse la restituzione a rate del finanziamento ricevuto.

BUSINESS

Mercato Italia, furgoni Nissan, e-Van sharing sempre più a noleggio. a Roma. INNOVAZIONE

SAMUELE MARIA TREMIGLIOZZI

VALERIO ANTONINI

■ Il noleggio a lungo termine (dai 12 ai 60 mesi) è sempre più diffuso tra i veicoli commerciali, nonostante la leggera flessione da inizio anno (-0,6%): oltre 39mila esemplari sono stati targati con questa soluzione. In positivo i risultati di novembre, +6,1%. Sono i dati diffusi dai nostri partner di Dataforce, società di analisi di mercato tedesca. Destino diverso per la formula a breve termine (da 1 giorno fino a un massimo di 6 mesi): -33,9% nell’undicesimo mese del 2018, -1,1% da inizio anno.

■ Nissan lancia a Roma l’e-Van Sharing l’innovativo servizio che consente di noleggiare un veicolo commerciale elettrico, l’e-Nv200, per effettuare consegne e trasportare merci anche nel centro della città a zero emissioni. Prenotare il van a batteria è semplice. Basta registrarsi all’apposito sito internet e scaricare l’applicazione Glide per scegliere dove ritirarlo. Nella prima fase del progetto i mezzi possono essere prelevati solamente presso le concessionarie cittadine: Mirauto, Numero Sette e Roscini Veicoli 7 Dicembre 2018 ·

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Industriali. L’iniziativa è pensata per promuovere la mobilità sostenibile nella Capitale anche nel settore dei trasporti commerciali privati, contribuendo alla riduzione dell’inquinamento acustico e dell’aria. Già da aprile di quest’anno l’eNV200 di Nissan è entrato, insieme con la 100% elettrica Leaf, a far parte della flotta comunale. L’autonomia giusta Il van e-Nv200 è lungo solo 4,56 metri, dimensioni (e peso) che lo rendono agile nel traffico e nelle manovre più strette. Nella versione bi-posto la capacità di carico è di 4,20 metri cubi. La batteria da 40 chilowatt garantisce un’autonomia di oltre 230 chilometri con un pieno di corrente, sufficienti per un uso quotidiano di consegne nel centro città.

INNOVAZIONE

Cleveron, la consegna è autonoma.

raddoppiare in due anni – dal 2015 al 2017 – le risorse dedicate alla spedizione (circa 21 miliardi di dollari). Cleveron prevede di cominciare i primi test su strada del prototipo nel 2020, iniziando dall’Estonia. Secondo uno studio della società di consulenza olandese KPMG, entro il 2040 circoleranno circa 20 milioni di robot dedicati alle consegne.

INNOVAZIONE

Ford, Walmart e Postmates: il futuro è già pronto. EDOARDO NASTRI

GIOVANNI BARBERO

■ Durante la conferenza Robotex International Generation R, Cleveron – azienda ipertecnologici con sede a Tallin, in Estonia – ha presentato al pubblico il suo primo prototipo di robot per consegne a domicilio. Il veicolo può completare tutte le fasi del processo di consegna, grazie a un braccio meccanico interno in grado di inserire il pacco in un apposito box che dovrà essere installato presso l’abitazione di ogni cliente. Il corriere robot arriverà autonomamente a casa, metterà il pacco nella cassetta e poi ripartirà. Test su strada nel 2020 Il sistema piace ai rivenditori in quanto riduce i costi di personale del settore delivery e fa risparmiare tempo anche ai consumatori che non devono rimanere a casa ad aspettare i pacchi. Amazon per esempio ha dovuto 6

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■ Ford, Walmart e Postmates hanno deciso di lavorare insieme alla progettazione di un servizio di consegne di generi alimentari che utilizzerà van e auto a guida autonoma. Walmart è la più grande catena al mondo nel canale della grande distribuzione con 11.718 negozi in 28 paesi, Postmates è una startup specializzata in consegne. Inizio a Miami Il progetto pilota partirà da Miami, città in cui, dallo scorso febbraio, circolano le prime Ford robot impegnate nei test. Un accordo di questo genere era già stato stretto da Walmart con Waymo con una sostanziale differenza: le Chrysler Pacifica del marchio di Google funzioneranno da taxi autonomi per andare a prendere le persone a casa e portarle a fare la spesa. Le Ford invece consegneranno loro stesse direttamente la merce del cliente al suo domicilio. “Siamo sicuri che lavorare con queste aziende incrementerà i nostri sforzi per lo sviluppo di veicoli autonomi per poter offrire il miglior


servizio di consegne alle persone. Insieme otterremo informazioni importanti sulle preferenze dei consumatori e impareremo il modo migliore per mettere in connessione questi con i beni di cui hanno bisogno”, ha scritto Brian Wolf, direttore del dipartimento per lo sviluppo delle auto senza conducente di Ford, sul social network Medium.

INNOVAZIONE

Uber Eats spegne la fame. VALERIO ANTONINI

Solite polemiche Uber sta però avendo diversi problemi con Eats, come succede anche col servizio di taxi privati. La piattaforma si è rifiutata di divulgare pubblicamente la commissione media che i ristoranti pagano, ma pare si aggiri intorno al 30/35% del conto. Un valore non da poco considerando che sono gli esercizi commerciali stessi a dover pagare le tasse sull’importo. Ora i fornitori pretendono di dividere le imposte in percentuale. Non solo. I fattorini – retribuiti con una quota fissa per ogni consegna, più un importo variabile in base alla distanza percorsa – hanno alzato le loro pretese. Per questo motivo hanno già scioperato a Londra dove sembra abbiano ottenuto una garanzia di pagamento minimo per consegna che varia dai 10 ai 13 euro, bonus compresi. Il futuro è dei robot Uber, stando a quanto dichiarata al Wall Street Journal, potrebbe effettuare in futuro le consegne con dei robot al posto degli esseri umani. Il colosso californiano, che sta lavorando allo sviluppo di sistemi di guida autonoma, vuole lanciare le delivery degli alimenti attraverso dei droni entro il 2021.

BUSINESS

Waymo ti porta a casa... GIOVANNI BARBERO ■ In attesa di debuttare in Borsa nel 2019, Uber sta facendo della consegna di alimenti una parte fondamentale del suo business. Il numero di ristoranti che aderiscono al servizio Uber Eats della piattaforma sono già raddoppiati rispetto all’inizio dell’anno: da 80 a 160 mila. Per il colosso californiano il 40% di quanti si fanno portare del cibo a casa non sarebbero clienti Uber. La rete di consegna sta aiutando a far divulgare l’applicazione soprattutto nelle periferie delle grandi città, dove ancora non c’è grande richiesta di auto in condivisione mentre il food delivery è molto utilizzato. Per esempio metà delle consegne di cibo in Francia sono state effettuate nelle sole zone suburbane di Parigi. Brand internazionali La partnership con alcune grandi catene come Starbucks e Subway ha aiutato Uber Eats a crescere molto rapidamente. McDonald’s, tra le prime multinazionali ad aver aderito al servizio, lo ha descritto come “un innovativo motore di crescita per il settore”. Il vero successo della piattaforma però restano ancora i piccoli ristoranti che soddisfano oltre il 50% delle consegne totali.

■ Debutta oggi a Phoenix, Arizona, “Waymo One”, il primo servizio al mondo di robotaxi. A renderlo disponibile per il pubblico è naturalmente la società di Alphabet che da quasi un decennio è all’avanguardia nello studio e nell’applicazione della guida senza conducente. Il debutto avviene, come ha scritto la stessa Waymo, senza troppo clamore visto che ancora non sono quantificati i volumi di richiesta da parte del pubblico. 7 Dicembre 2018 ·

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Si prenota via app Le Chrysler Pacifica in servizio – che avranno comunque ancora a bordo personale qualificato a intervenire in caso di necessità – si potranno prenotare via app 24 ore prima e si potranno utilizzare a Phoenix e in quattro dei principali sobborghi della città, Chandler, Tempe, Mesa e Gilbert. Ciascuna auto potrà portare tre adulti e un bambino. I clienti saranno informati in anticipo del prezzo da pagare, che ovviamente varia a seconda della distanza da percorrere. Waymo non ha diffuso alcun particolare circa il costo di un viaggio così come non ha voluto dichiarare quante delle 600 Pacifica che a oggi costituiscono la sua flotta saranno impegnate nell’operazione. Parola di ceo L’iniziativa è stata commentata dal ceo John Krafcik con un lungo post sulla pagina Facebook di Waymo. “Quasi 10 anni fa – si legge nel testo – il progetto di sviluppo dell’auto autonoma di Google è stato fondato per rispondere a una semplice domanda, come si può utilizzare la tecnologia delle auto autonome per rendere le strade più sicure? Da allora ci siamo impegnati per creare il miglior guidatore di sempre. Nell’aprile 2017 abbiamo invitato il pubblico a viaggiare finalmente sulle nostre auto. Abbiamo scelto gruppi differenziati e pieni di entusiasmo che dessero al nostro staff i feedback giusti”. Waymo One “Oggi facciamo un passo ulteriore con l’introduzione del primo servizio commerciale, Waymo One. Inizialmente ci rivolgiamo soprattutto a quelli che hanno già avuto la possibilità di provare il nostro sistema, ma presto allargheremo l’orizzonte con nuovi veicoli e altre città coinvolte. Il viaggio è ancora lungo ma siamo convinti che waymo One contribuirà a rendere le strade più facili e sicure per tutti”.

BUSINESS

...e pensa anche alla spesa. SERGIO BENVENUTI ■ Waymo, la società di Alphabet – controllata di Google – che sviluppa la tecnologia per auto dotate di guida autonoma, sta iniziando le prove per un nuovo servizio in collaborazione con la catena Walmart. Le vetture driverless accompagneranno i clienti a ritirare la spesa ordinata online. Il progetto – attualmente guidato dall’ingegnere Sebastian Thrun – muove i primi passi a Phoenix 8

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in Arizona, la stessa città dove si svolgono i test con le Chrysler Pacifica. Spesa autonoma Chi vorrà fare la spesa da Walmart nell’area metropolitana della città dell’Arizona potrà scegliere i prodotti alimentari e procedere al pagamento direttamente sul sito. I commessi dedicati, non appena riceveranno l’ordine, prepareranno le buste e le consegneranno al cliente sulla vettura robot di Waymo pronta a riaccompagnarlo a casa. Waymo inoltre ha inaugurato un collaborazione anche con il centro commerciale Ddr Corp, presso l’Ahwatukee Foothills Town Center che consentirà ai clienti di raggiungere il sito a bordo di veicoli a guida autonoma.

INNOVAZIONE

Nuro il robot che fa le consegne a domicilio. VALERIO ANTONINI ■ Con il boom dell’e-commerce – in Italia, per esempio, il fenomeno è in crescita del 20% rispetto allo scorso anno – stanno nascendo diverse start up, soprattutto negli Stati Uniti, che studiano e realizzano robot in grado di effettuare autonomamente consegne a domicilio di ogni genere, dagli oggetti confezionati ai prodotti freschi e di consumo immediato. Trasporti intelligenti Una di queste – nata ovviamente nella Silicon Valley – è R1, scaturita dall’idea di due ex ingegneri di Google,


Dave Ferguson and Jiajun Zhu che hanno progettato Nuro, un piccolo veicolo elettrico dal design minimalista in grado di effettuare, da solo e in modo intelligente (scegliendo il percorso più veloce e privo di ostacoli) consegne per conto di aziende private di e-commerce. La giovane azienda californiana ha già raccolto finanziamenti esterni per 96 milioni di dollari e può contare oggi su più di 100 dipendenti. Anche cibi freschi Rispetto ad altri mezzi simili, come l’e-Palette di Toyota o il veicolo co-branded tra la catena di pizzerie Domino e Ford, Nuro è più compatto, rapido e funzionale. È stato pensato, fra le altre cose, per il trasporto veloce di cibi freschi (c’è un sistema di refrigerazione interno, se necessario) oggetti o pacchi di dimensioni contenute. Inoltre Nuro è studiato per restare ermeticamente chiuso fino all’arrivo a destinazione, così da preservare il mezzo da eventuali furti o atti vandalici.

PAESE

Incentivi, polemiche per il bonus malus. MARINA FANARA

Fino a 12 consegne “Consegne di qualsiasi cosa, ovunque tu sia e quando lo desideri” è l’obiettivo dichiarato di Jiajun Zhu, co-fondatore della start up e uno dei primi ingegneri a lavorare sullo sviluppo dei veicoli autonomi in car-sharing di Waymo (controllata da Alphabet, spin-off di Google). Nuro, però, a differenze delle piattaforme per la condivisione di taxi, si occuperà esclusivamente della consegna di prodotti e non prevede il trasporto di persone. Anche per questo motivo i test necessari a garantire la sicurezza sono stati rapidi e hanno consentito uno sviluppo più veloce. Grande come una Smart Il veicolo robot – lungo poco più di 2 metri – pesa circa 680 chilogrammi (a pieno carico l’equivalente di una Smart) il peso elevato è dato soprattutto dal potente pacco batterie. La sua forma particolare è voluta e serve a garantirgli maggiore stabilità e robustezza, evitando di compromettere l’integrità dei prodotti all’interno. La capacità di 180 chilogrammi consente di effettuare fino a 12 consegne diverse in unico giro. In continua espansione Secondo i piani dei costruttori, la prossima versione di Nuro sarà progettata per soddisfare fino a 20 ordini di spesa contemporaneamente. Il futuro delle “delivery” è servito.

■ È un bonus-malus per la mobilità sostenibile quello approvato in commissione Bilancio della Camera nell’ambito della Manovra finanziaria: fino a 6.000 euro di incentivi per chi acquista un’auto ecologica (elettrica, ibrida, metano) e, viceversa, una tassa da 150 a 3.000 euro per chi ne sceglie una inquinante. Elettrica, sconto massimo “Con l’approvazione di questo emendamento alla legge di Bilancio”, dichiara Michele Dell’Orco, sottosegretario Infrastrutture e trasporti, “per la prima volta in Italia è stato introdotto un contributo per l’acquisto di un'autovettura basato su un meccanismo di bonus-malus ecologico. È un passo importante per la mobilità sostenibile”. Il provvedimento appena approvato stabilisce che per i prossimi tre anni, a partire dal 1° gennaio 2019, chi comprerà una macchina nuova a nulle o basse emissioni avrà diritto a un beneft proporzionale alla quantità di CO2 a chilometro prodotta dal veicolo. In poche parole: meno anidride carbonica, più alto sarà lo sconto applicato sul prezzo di listino della nuova auto. In dettaglio: 6.000 euro per le auto con CO2 a chilometro da 0 a 20 grammi, 3.000 euro per la fascia da 20 a 70 e 1.500 euro tra 70 e 90 grammi. CO2 alta: tassa fino a 3.000 euro Al contrario, a partire da emissioni di anidride carbonica superiori ai 110 grammi a chilometro scatterà l’imposta in proporzione alla quantità prodotta, da un minimo di 150 7 Dicembre 2018 ·

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euro (tra 110 e 120 grammi/chilometro) ai 3.000 euro per emissioni superiori ai 250 grammi a chilometro. Tra 120 e 130 grammi a chilometro la tassa raddoppia a 300 euro, dopodiché si pagheranno 400 euro tra 130 e 140 grammi, 500 euro tra 140 e 150, 1.000 euro tra 150 e 160, 1.500 euro nell'intervallo 160-175, 2.000 euro tra 175-190, 2.500 euro tra 190 e 250 grammi. Fondi per 300 milioni l’anno Per gli incentivi verranno stanziate risorse pari a 300 milioni di euro, per ognuna delle tre annualità, che confluiranno in un Fondo ad hoc presso il ministero dello Sviluppo economico. Il contributo verrà concesso direttamente dal venditore tramite sconto sul prezzo dell’auto nuova (anche in leasing) e non è cumulabile con altri benefit concessi dallo Stato. L’incentivo ecologico (ora dovrà passare all’esame dell’Aula di Montecitorio così come l’intero impianto della Manovra) è uno dei punti contenuti nel contratto di Governo, a cui, spiega Davide Crippa, sottosegretario allo Sviluppo economico: “Seguirà nei primi mesi del 2019 il Piano strategico per la mobilità sostenibile che conterrà le misure concrete per il potenziamento e il rilancio del trasporto pubblico: una misura indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi di mobilità a basso impatto fissati dall'Italia per il 2030”. La reazione negativa dei costruttori Negativa la risposta dei costruttori. Secondo l’Anfia, l’associazione dei produttori nazionali, “il provvedimento colpisce la filiera industriale italiana” e “mette in difficoltà gli operatori e il mercato”. Secondo l’Unrae, l’associazione dei costruttori esteri, “il provvedimento andrebbe riscritto da capo. È profondamente ingiusto e non svecchierà il parco auto circolante”.

AUTO E MOTO

Mercedes Classe B, in città con stile. GIOVANNI PASSI ■ MAIORCA – Mercedes lancia la nuova Classe B. Sono trascorsi 13 anni dal debutto a Ginevra della prima generazione. Per il costruttore tedesco la monovolume compatta rimane un punto di riferimento, un successo commerciale che fino a oggi conta oltre 1,5 milioni di esemplari venduti in tutto il mondo. Il nuovo modello sarà ordinabile nei con10

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cessionari italiani a partire da dicembre 2018. Disponibili inizialmente quattro motorizzazioni – due benzina (da 136 e 163 cavalli) e due diesel (da 150 e 190 cavalli) – abbinate di serie al cambio automatico Dct doppia frizione a sette rapporti, otto per i propulsori a gasolio. Gli allestimenti in Italia saranno cinque, compresa la versione di serie. Il design Ricercato. La nuova Classe B migliora nelle forme e nelle proporzioni. La carrozzeria appare più compatta e snella, nonostante le dimensioni siano di poco cresciute rispetto alla generazione precedente. L’altezza è diminuita di 4 centimetri, a beneficio non solo dell’estetica ma anche della tecnica: le linee tese e levigate del corpo vettura hanno ridotto il coefficiente aerodinamico (cx), ora pari a 0,24. L’abitacolo è futuristico, ben organizzato e configurabile a 360 gradi: a scelta l’illuminazione interna, disponibile in diverse colorazioni (anche le bocchette dell’aria sono retroilluminate), elementi che alzano notevolmente il livello qualitativo della vettura. Ottime le finiture, di prima qualità i materiali. Piccola caduta di stile sullo specchietto retrovisore contornato da una cornice in plastica rigida, soluzione stilistica ormai abbandonata da diversi costruttori e concorrenti. Come va L’esemplare in prova monta la motorizzazione 220d, attualmente la più potente della gamma: 2 litri diesel da 190 cavalli e 400 newtonmetri di coppia, disponibili già a 1.600 giri. Il propulsore – di nuova generazione e omologato 6d temp – conferisce alla vettura un’ottima spinta fin dai bassi regimi e ben oltre le velocità stradali, una potenza forse eccessiva per un’auto concepita prevalentemente per un utilizzo cittadino: i motori intermedi “200” (sia benzina che gasolio) garantiscono prestazioni comunque brillanti e costi di gestione più contenuti. Stabilità e sicurezza La nuova Classe B è stabile e sicura: i sofisticati controlli di trazione svolgono un ottimo lavoro per ridurre il rollio anche nelle curve più impegnative. Il merito va all’assetto tendenzialmente rigido, ma in grado di assicurare un comfort di marcia elevato anche in condizioni dell’asfalto non ottimali. Ben tarate le sospensioni, capaci di assorbire ogni asperità del manto stradale, nonostante i cerchi abbondanti dell’esemplare testato. L’abitabilità a bordo è buona, anche chi siede dietro ha tanto spazio per la testa e per le gambe, complice il passo di 2,73 metri, maggiorato di 3 centimetri rispetto alla se-


conda generazione. Il bagagliaio offre una capacità dichiarata di 455 litri, estendibile fino a 1.540 litri abbattendo lo schienale posteriore nelle frazioni 40/20/40. Tecnologia da ammiraglia La Classe B eredita diverse soluzioni tecnologiche dalle sorelle maggiori e ben più costose. La vettura è configurabile al suo interno con il nuovo sistema infotelematico Mbux: l’interfaccia – completamente digitale – è azionabile tramite comandi vocali e prevede due display posti orizzontalmente sulla plancia (la grandezza varia a seconda degli allestimenti). Il sistema funziona bene ed è intuitivo, spesso, però, ci si limita alla ricerca dei pulsanti fisici, specialmente per le esigenze più semplici (e frequenti) come la gestione del climatizzatore o dello stereo. Ottima la risoluzione degli schermi, le immagini riprodotte delle telecamere sono tra le più nitide presenti sul mercato. Utile l’head up display, sistema che proietta sul parabrezza le informazioni rilevanti mentre si è alla guida (indicazioni del navigatore, segnali stradali). Guida da sola La nuova monovolume tedesca dispone di un vero e proprio arsenale di sistemi di guida autonoma. Gli Adas presenti sulla vettura (alcuni di serie, altri optional) sono completi e ben tarati. Il cruise control adattivo legge i limiti di velocità, segue il veicolo che vi precede e regola la distanza di sicurezza in base alle vostre richiese. Una volta attivato, il sistema è in grado di compiere in piena autonomia i sorpassi e cambi di corsia, semplicemente attraverso l’azionamento degli indicatori di direzione. Il lane assist (assistente di corsia) mantiene la vettura al centro della carreggiata e agisce direttamente sullo sterzo, non è però efficace nelle curve più strette o in caso di strade non delimitate da segnaletica a terra ben evidente. La vettura è dotata della frenata di emergenza e del riconoscimento di pedoni e ciclisti: in caso rilevi un impatto imminente il software arresterà completamente il veicolo. Il tutto si traduce in un’automazione di guida di livello 2.

AUTO E MOTO

Ford Edge, ai confini del mondo. ELISA MALOMO ■ ÅRE – Ai confini del mondo. Per davvero. Ford sceglie la suggestiva cornice offerta da Åre, cittadina a nord della Svezia dove nel 2019 si svolgeranno i Campionati del Mondo di sci, per presentare la rinnovata Edge, al top della propria gamma di suv e crossover.

Prestante, ovunque Le strade ghiacciate e il paesaggio nordico, tanto suggestivo quanto ostile, mettono a dura prova la terza generazione dello sport utility vehicle americano che però supera a pieni voti la prova in strada. Soprattutto nell’inevitabile off-road di queste latitudini che conferma l’essenza premium del modello americano. Il sistema intelligente Ford Intelligent All Wheel Drive (Adw) abbinato ad un motore diesel bi-turbo EcoBlue 2.0 da 238 cavalli (per la versione sportiva ST Line) consente un’accelerazione da 0 a 100 in 9.6 secondi e una velocità massima di 216 chilometri orari. La trasmissione automatica a 8 rapporti con paddle al volante e una manopola al posto della cloche manuale si dimostra funzionale e contribuisce ad una guida ancora più fluida. Sicurezza assicurata Prestazioni, sulla neve e no, a parte, quello che colpisce di più a bordo della Edge è l’elevato contenuto tecnologico per garantire la sicurezza degli occupanti: il Ford Copilot360 è un sistema che monitora le varie situazioni di guida e comprende l’Adaptive Cruise Control Stop&Go (in grado di fermarsi e ripartire entro 3 secondi), il Lane Centering Assist (mantiene l’auto al centro della carreggiata), la frenata post collisione che consente all’auto di arrestarsi dopo un eventuale impatto e il riconoscimento di pedoni e animali (utilissimo qui in Svezia). Prove di guida autonoma amplificate nel silenzio ovattato del mondo innevato dalla sterzata automatizzata in caso di necessità. Piccolo lifting estetico Il restyling della terza generazione del suv full size non prevede una rivoluzione sostanziale. La griglia si rinnova, lo stesso vale per i gruppi ottici, i fari Led e i cerchi in lega da 20 pollici con rifiniture cromate. Nell’abitacolo l’atmosfera di classe superiore si respira soprattutto nelle versioni top di gamma Vignale. Qui il motivo esagonale si ritrova dalla pelle dei sedili alla console centrale. Al centro della plancia un display touch da 8 pollici mette a disposizione tutte le capacità del sistema di comunicazione e intrattenimento Sync di Ford. Che musica, maestro La punta dell’iceberg – per restare fedeli alle temperature scandinave – è l’inedito sistema B&O: grazie all’isolamento dell’auto dai rumori esterni, il silenzio all’interno della vettura cede il passo ai 12 speakers da 1.000 Watt che offrono un suono nitido per ogni tipo di riproduzione. 7 Dicembre 2018 ·

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Attivando poi l’opzione audio surround si ha l’opportunità di godere di un suono ancor più perfetto. Un concerto in bianco. La nuova Ford Edge arriverà in concessionaria a febbraio 2019 nelle tre varianti Titanium, St-Line e Vignale con prezzi a partire da 50.400 euro per la versione da 190 cavalli.

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Honda CR-V Hybrid, doppia potenza. CARLO CIMINI

■ SIVIGLIA – Tra le colline dell’Andalusia abbiamo provato la quinta generazione di Honda CR-V Hybrid. Annunciato lo scorso marzo al Salone di Ginevra 2018, il suv è il primo della gamma europea della Casa giapponese che si basa sulla piattaforma ibrida (motore endotermico abbinato all’elettrico) con tecnologia Intelligent Multi Mode Drive che unisce le due potenze anche ad alte velocità. Tre modalità di guida Honda CR-V risulta molto maneggevole e reattiva in ogni circostanza, sia in città che su strade extra urbane. Grazie alla spinta in elettrico l’auto ha una risposta immediata, lo sterzo è diretto e senza esitazioni. Il suv giapponese è capace di passare dalla modalità ibrida (Hybrid Drive) a quella elettrica pura (EV Drive), 2 chilometri di autonomia fino a 60 chilometri all’ora in maniera tale da ottimizzarne l’efficienza e quindi i consumi. Per la guida in autostrada (Engive Drive) o sportiva il pacco batteria è in grado di integrare la coppia del motore. Maggiore comfort Il design esterno dell’Honda CR-V risulta nelle proporzioni più grande e a prima vista subisce un piccolo restyling: si no12

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tano gli inserti cromati sulle fiancate e cambia l’estetica della maschera frontale e del nuovo gruppo ottico dotato di luci a led di serie. Il nuovo suv ha un passo più lungo di 3 centimetri (2,66 metri) che offre un maggiore comfort interno. Nel complesso la CR-V misura 4,60 metri di lunghezza, 1,86 di larghezza e 1,68 di altezza. Capacità di carico variabile La capacità di carico del bagagliaio parte da un minimo di 497 a un massimo di 1.694 litri. L’abitacolo non presenta la leva del cambio ma per selezionare per esempio la retromarcia o mettere in drive bisogna premere il pulsante dedicato. Spicca al centro della plancia l’unico touch screen del sistema infotainment da 7 pollici cui è possibile utilizzare il navigatore, Android Auto e Apple CarPlay. Dietro al volante si trova un secondo schermo della stessa grandezza da cui il guidatore può consultare, tra gli altri, il livello di carica della batteria e le varie strumentazioni. Disponibile anche un grafico del flusso di energia e la carica in corso degli accumulatori. Sicurezza di serie Di serie sull’intera gamma del CR-V Hybrid è disponibile Honda Sensing, il pacchetto di tecnologie di assistenza alla guida e di sicurezza attiva che, tra gli altri, comprende: sistema di frenata a riduzione di impatto che si attiva con un allarme acustico (se necessario viene applicata pressione sul freno); segnalazione cambio di corsia involontario e dell’abbandono della corsia di marcia. A seguire nel safety pack è presente il sistema eps (servosterzo elettrico) che corregge e mantiene il veicolo in carreggiata ed è a disposizione anche il controllo della velocità di crociera, il riconoscimento de segnali stradali e l’avviso della presenza dei veicoli nascosti nell’angolo cieco. Quanto costa l’ibrido Honda CR-V Hybrid è dotato di un motore a benzina da 2.0 litri con 145 cavalli di potenza e uno elettrico da 135 chilowattora (184 cavalli). Questo abbinamento è in grado di portare il suv da 0 a 100 chilometri orari in 8,8 secondi. La velocità massima è di 180 chilometri all’ora. Il CR-V sarà disponibile da febbraio 2019, sia a due che a quattro ruote motrici, con l’opzione dei 7 posti, a un prezzo a partire da 32.900 euro.

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Seat Tarraco, il suv che si fa in sette. FRANCESCO PATERNÒ ■ BARCELLONA – La Seat, marchio del gruppo Volkswagen, marcia a tutto suv nella sua rinascita, allargando la gam-


La connettività Sulla plancia della Seat Tarraco ci sono un cockpit virtuale da 10,25 pollici (di serie) e uno schermo al centro per la navigazione e altre funzioni da 8 pollici. Il sistema multimediale, oltre a disporre di una app Seat per personalizzare le esigenze informative di chi guida, può contare su Alexa, l’assistente digitale di Amazon con cui il Seat ha inaugurato una collaborazione nel gruppo Volkswagen. Un altro modo per strizzare l’occhio a una clientela più giovane, già punto di distinzione del marchio nel gruppo Volkswagen, cui il 70% dei clienti sono nuovi e di conquista, secondo il direttore generale di Seat Italia Pierantonio Vianello.

ma con il terzo veicolo a ruote alte. La Tarraco, disegnato nel quartier generale di Martorell e prodotto in Germania a Wolfsburg, arriva dopo la Ateca e la Arona, diventando un po’ l’ammiraglia del marchio spagnolo, almeno nelle dimensioni con i suoi 4,74 metri di lunghezza. Una strategia suv che paga, grazie anche a investimenti per 3,3 miliardi di euro nel quinquennio 2015-2019: per Seat è record di vendite nei primi dieci mesi dell’anno nel mondo, 449.000 unità, +13,7%. Due i punti di forza della Tarraco. La prima è la disponibilità a richiesta di avere 7 posti (optional da 815 euro), con i due della terza fila che si ripiegano quando inutilizzati, scelta produttiva che va incontro alle esigenze di famiglie numerose o con nonni al seguito. La seconda è montare di serie diversi sistemi di sicurezza attiva.

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Hyundai, è l’ora del pick up. PAOLO ODINZOV

Il bagagliaio Partiamo dalla praticità. I due posti supplementari sono sufficienti per due bambini, scomodi per due adulti che per altro devono essere piuttosto agili per salire dietro dopo aver spostato in avanti il divanetto posteriore diviso in due terzi/ un terzo. La capacità del bagagliaio, che ha una soglia abbastanza bassa per un suv, varia dai 230 litri viaggiando in sette persone, ai 760 in cinque, fino a 1.929 restando in due e caricando fino al tetto. I motori Nelle concessionarie da febbraio con prezzi a partire da 30.000 euro, la Seat Tarraco ha due scelte nelle motorizzazioni a benzina e due diesel, una versione ibrida plug-in è attesa entro il 2020. A benzina, un 1.5 quattro cilindri da 150 cavalli e un 2.0 da 190 con cambio automatico DSG e trazione integrale; un unico turbodiesel 2.0 sia da 150 che da 190 cavalli, su entrambi è disponibile in opzione sia il cambio DSG a 7 rapporti che la trazione integrale. Abbiamo guidato la versione con il turbodiesel da 150 cavalli: motore silenzioso, tanta coppia fin dai bassi regimi, cambio manuale a sei rapporti ben manovrabile, sterzo così così, confort di buon livello. La tecnologia Sulla Tarraco, la Seat ha scelto di proporre di serie su tutta la gamma tre dispositivi di sicurezza attiva importanti: il Front Assist con rilevamento dei ciclisti, il Lane Assist che tiene il veicolo in carreggiata in caso di distrazione e la ECall di emergenza. Il sistema di regolazione automatica della distanza, l’Acc, è di serie sull’allestimento più ricco, l’XCellence. In opzione, presenti tutti gli altri sistemi di assistenza alla guida, gli Adas, che possono fare la differenza nella guida di tutti i giorni.

■ Hyundai produrrà un pick up basato sul prototipo Santa Cruz presentato nel 2015 al NAIAS di Detroit. A rivelarlo la rivista inglese Autocar che ha avuto conferma del modello dal responsabile design di Hyundai Motor Group Luc Donckerwolke. Progettato per il mercato Usa Donckerwolke ha detto che il pick up è già in avanzata fase di sviluppo e che sullo stesso pianale verrà realizzato un modello equivalente con cassone della Kia. Data di lancio e caratteristiche della vettura sono però ancora top secret. Potrebbe trattarsi di un modello in grado di competere soprattutto sul mercato americano con rivali come Ford Ranger, Chevrolet Colorado, Toyota Tacoma, Mercedes Classe X e Nissan Navara. Oppure di un veicolo capace di fare concorrenza al Ford F 150: in assoluto il pick up più apprezzato a livello globale. 7 Dicembre 2018 ·

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Un modello Kia per l’Europa Stando alle previsioni di Autocar, il pick up Hyundai dovrebbe arrivare nelle concessionarie entro il 2020. Seguito poi dal fratello di pianale della Kia, più lussuoso nelle forme e nei contenuti, che potrebbe essere venduto anche in Europa.

INNOVAZIONE

Volvo, il mantra di Samuelsson. PATRIZIA LICATA

Un’auto come lo smartphone Il costruttore svedese porterà nei suoi veicoli il sistema operativo Android di Google, lo stesso usato sugli smartphone di Samsung, Huawei, Xiaomi: mappe e navigazione, informazioni e intrattenimento e molte altre app saranno forniti da Google direttamente sul cruscotto delle Volvo (e delle Polestar, il marchio spin off dedicato alle auto sportive ed elettriche). Una scelta coraggiosa: i costruttori si sono finora tenuti alla larga dalle partnership con i colossi tecnologici che hanno marchi talmente conosciuti da gettare ombra sui brand dell’automotive. Per Samuelsson non sarà così: “È importante per le persone ritrovare a bordo l’esperienza d’uso cui sono abituate sullo smartphone ed è difficile per chi fa auto sviluppare sistemi capaci di competere con GooWeek

Automatizzate dal 2020 Si tratta di automobili sempre più a impatto zero (Volvo si è impegnata a produrre solo modelli ibridi ed elettrici dal 2019) e automatizzate: Samuelsson ha annunciato una funzionalità Autopilot per le Volvo a partire dal 2020-2021. Questo sistema richiederà ancora l’intervento del conducente in fase di partenza e di arrivo, ma consentirà di non occuparsi della guida mentre l’auto è su strada. Le vere auto-robot, prive anche del volante, sono secondo Samuelsson più adatte al mercato dei taxi e dei trasporti pubblici: anche quelle arriveranno sul mercato nel 2020-2021, in aree circoscritte. Non si deve essere frettolosi nel lancio dei modelli driverless, ha ammonito il top manager: l’interazione uomo-macchina, che si ha nell’automazione di livello 3, “è molto complicata, anche più del previsto, e dobbiamo essere certi di garantire il massimo delle sicurezza o rischiamo di ostacolare lo sviluppo stesso dell’industria dell’auto autonoma”. Sprint sull’innovazione Sul futuro dell’industria Samuelsson ha un mantra molto preciso: il mercato globalizzato richiede economie di scala. Consolidamento tra imprese, dunque, o meglio ancora, dice il ceo, alleanze con partner esterni al mondo dell’auto: è la tecnologia oggi a fare la differenza e ad aprire opportunità ad aziende più “piccole” come Volvo. “Per questo puntiamo sull’elettrico e su alleati innovativi come Amazon e Google. I fornitori tradizionali non bastano più”. Volvo in realtà appartiene a un gruppo molto grande, la cinese Geely, ma il top manager chiarisce che il marchio è gestito come società indipendente con un proprio Cda e questo le permette di conservare una struttura snella e voloce. I colossi pieni di burocrazia “sono cose del passato”.

■ Se l’obiettivo era attirare l’attenzione, missione compiuta: al recente Auto Show di Los Angeles Volvo non ha portato nessuna auto. Il futuro dell’automobile è nei software, nell’esperienza, nelle applicazioni; cavalli e finiture in pelle non sono più così importanti, ha spiegato il ceo del costruttore svedese Hakan Samuelsson intervistato da Bloomberg Tv. “L’auto del futuro sarà definita dai servizi”. Per questo Volvo ha scelto di pubblicizzare le sue alleanze con Google e Amazon.

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gle”, ha spiegato. Volvo non intende comunque guadagnare con i dati degli utenti: “Non credo che i nostri clienti vogliano questo. I dati sono del consumatore. Noi facciamo soldi vendendo automobili”.

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PAESE

Cellulare in auto: pene più severe. MARINA FANARA ■ “Quasi 3.500 morti sulle strade sono troppi: dobbiamo correre ai ripari, al più presto”. Michele Dell’Orco, sottosegretario Infrastrutture e trasporti, ci anticipa alcuni interventi proposti dal governo per abbattere gli incidenti: giro di vite sul cellulare alla guida, interventi ad hoc per gli utenti deboli e obbligo per tutti gli enti locali di destinare il 50% dei proventi delle multe a interventi per la sicurezza.


deve prevedere regole ad hoc per favorire la circolazione dei veicoli ecologici”. Oltre alle bici, anche le moto elettriche sono in difficoltà con le norme attuali. “Per esempio, non esistono disposizioni precise sulla loro circolazione in autostrada, nel senso che non è vietato il loro ingresso ai caselli, ma neanche ammesso espressamente. In caso di incidente, potrebbero sorgere contenziosi con l’assicurazione. Quindi, dobbiamo inserire una norma che regolarizzi il transito delle due ruote a batteria”.

Riforma urgente in parlamento L’obiettivo? “È quello fissato da Bruxelles: entro il 2020, 50% dei morti in meno rispetto al 2010. Non riusciremo a centrarlo. Anzi, assistiamo a una pericolosa tendenza al rialzo delle vittime. Per questo è urgente intervenire”. Le nuove misure sono contenute in un disegno di legge di modifica al Codice della strada, a firma Movimento 5 stelle e condiviso dal governo, appena depositato alla Camera per l’avvio dell’esame parlamentare: “Trattandosi di interventi su cui c’è ampia convergenza, almeno nella maggioranza, confidiamo in una rapida approvazione”, sottolinea il sottosegretario, “così come è successo con i seggiolini anti abbandono dei bambini”. Cellulare: fino a 3 mesi senza patente Cominciano dall’uso dello smartphone: “Basta chattare, mandare sms, navigare o semplicemente parlare al cellulare senza auricolari: la modifica da noi proposta all’articolo 173 del Codice della strada prevede sospensione della patente da uno a tre mesi già alla prima infrazione. E se poi si sbaglia una seconda volta nell’arco dei due anni, il periodo di sospensione raddoppia, da tre a sei mesi, così come la multa potrebbe lievitare da un minimo di circa 320 euro a un massimo di 1.292”.Ricordiamo che la norma attuale per chi non rispetta le regole sul cellulare prevede una multa che varia da 161 a 646 euro, la perdita di 5 punti dalla patente e la sospensione della licenza di guida (da uno a tre mesi) ma solo in caso di recidiva. Pugno duro, ma anche certezza della pena. “Non possiamo transigere su quella che ormai è diventata una delle principali cause d’incidente”, sostiene Dell’Orco, “il concetto è chiaro: non basta inasprire le sanzioni, servono controlli a tappeto contro l’uso irresponsabile dello smartphone. Abbiamo firmato un protocollo con Polizia e ministero dell’Interno per fare in modo che ci siano più agenti sulle strade”.

Comuni: un registro on line per le multe Passiamo al capitolo spinoso dei proventi delle multe: dove finiscono i soldi incassati dai comuni che dovrebbero essere spesi almeno per la metà per migliorare la sicurezza sulle strade? “Il problema è che molti enti locali su questo fanno orecchie da mercante, da sempre”, sottolinea Dell’Orco, “come se non bastasse, durante il governo Gentiloni nella manovrina è stata disposta una deroga per le città metropolitane per gli anni 2017 e 2018”. “Ovviamente, non intendiamo prorogare questa disposizione per gli anni a venire”, sottolinea il sottosegretario, “in più, istituiremo un registro pubblico presso il ministero dei Trasporti dove verranno riportati tutti i rendiconti, comune per comune, sull’entità e su come vengono spesi i soldi che incassano dalle contravvenzioni dei cittadini. Il Codice lo prevede, ma sappiamo che anche questa regola è stata ampiamente disattesa e non c’è stato alcun controllo. È ora di cambiare”.

AUTO E MOTO

Elettriche Italia: il test dei modelli più venduti. REDAZIONE

Al semaforo, prima i ciclisti Altro cavallo di battaglia per la riforma del Codice è una maggiore tutela dei ciclisti: “Nei paesi in cui l’uso della bici, non solo è molto diffuso, ma anche più tutelato”, spiega Dell’Orco, “sono stati realizzati spazi ad hoc ai semafori in modo che al rosso possano stazionare davanti alla linea d’arresto e così, allo scattare del verde, non rischiano di essere travolti dai veicoli a motore: imporremo anche noi questo sistema, è una questione di sicurezza e di civiltà in linea con le nuove esigenze di mobilità sostenibile”. Regole certe per le moto a batteria A proposito di mobilità sostenibile: “Il Codice della strada 7 Dicembre 2018 ·

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■ Il sito specializzato Motor1.com – filiale italiana di una rete internazionale – ha esaminato le sei auto elettriche più vendute in Italia – Smart EQ Fortwo, Tesla Model S, Nissan Leaf, Hyundai Kona, Jaguar I-Pace e Renault Zoe R110 – e ha messo a confronto autonomia e efficienza (consumo di energia) di ognuna, adottando uno stile di guida comune a una vettura con motore termico. I veicoli a batteria hanno percorso circa 150 chilometri tra Roma e Bracciano: il 45% del circuito prevedeva un tratto urbano (35 chilometri in centro e 33 in tangenziale), un altro 45% extraurbano (35 misto campagna e 33 sulle statali) e un 10% autostradale (15 chilometri). I driver hanno rispettato ovviamente i limiti di velocità e hanno usato le vetture in modalità Eco (la più utilizzata da chi possiede un’auto elettrica) che riduce al minimo l’assorbimento energetico. I risultati La classifica relativa all’autonomia ha premiato la Tesla Model S con 533 chilometri (ha il pacco batteria più grande rispetto alle concorrenti). Al secondo posto Hyundai Kona (435 chilometri) e al terzo Jaguar I-Pace (315). Seguono Renault Zoe (276), Nissan Leaf (211) e Smart EQ fortwo (124). Per quanto riguarda l’efficienza, Hyundai Kona è risultata l’auto elettrica che consuma meno energia: 13,1 chilowattora/100 chilometri, seguita da Renault Zoe R110 (13,7), Smart EQ Fortwo (15,1), Nissan Leaf (18,9), Tesla Model S (19,5), Jaguar I-Pace (23,9).

BUSINESS

Auto, discesa a novembre. SAMUELE MARIA TREMIGLIOZZI ■ Anche a novembre il mercato auto italiano registra una flessione: 146.991 unità immatricolate contro le 156.886 dello stesso periodo del 2017, una variazione negativa del 6,3%. Sono i dati diffusi dall’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri). I ritardi nelle consegne – dovuti principalmente all’introduzione delle nuove norme per l’omologazione – hanno segnato anche l’undicesimo mese dell’anno. In calo anche le vendite complessive dall’inizio dell’anno: per il 2018 è attesa una frenata del 3%.

Citroën, Peugeot e Opel in calo. Volkswagen è il gruppo che cresce di più in termini di unità immatricolate: 21.483 esemplari contro i 20.630 dello stesso periodo dell’anno precedente, una variazione positiva del 4,1%. Audi è l’unico marchio del costruttore tedesco che perde terreno (-14,6%), bene Lamborghini (+133,3%), Seat (+6,6%) e Skoda (+6,3%). In aumento anche le vendite del brand di Wolfsburg: 13.323 unità contro 11.917 del 2017. Periodo negativo per le premium tedesche: Porsche è la peggiore con una flessione del 69,8%, seguita da Bmw (-17,9%) e Mercedes-Benz (-8,4%). Crolla il diesel Continua la scalata delle vetture a benzina che rappresentano oltre il 40% del totale immatricolato di novembre 2018, una variazione positiva del 26,7% rispetto all’undicesimo mese dello scorso anno. A subire maggiormente l’inversione di rotta è il diesel: -25%. In crescita le alimentazioni alternative (fatta eccezione per il metano): ibride +17%, elettriche +200% con 308 unità in più. Tornano le citycar Bene citycar che registrano una variazione positiva del 7,5%. A novembre, le utilitarie rappresentano il 18,3% del totale targato. Male il resto, suv e crossover esclusi: le auto a guida alta sono sempre più vicini alle berline per quota di mercato (41% contro 49,4%).

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Supplemento settimanale a l’Automobile Pubblicazione online - Reg. Tribunale di Roma n. 24/2016 del 09/03/16 Iscrizione R.O.C. n. 14674 - ISSN 2499-670X Direttore Responsabile Alessandro Marchetti Tricamo Redazione via Solferino, 32 - 00185 Roma tel. 06.45406719 • fax 06.49982874-2829

Fca in testa Il gruppo Fca mantiene il primo posto, nonostante la flessione del 9,83%. A pesare sui risultati del gruppo, il calo registrato da Fiat (-15,6%) e Alfa Romeo (-54%). Con segno positivo Maserati (+3,9%), Lancia (+14%) e Jeep: il marchio Usa cresce del 34,3%, 7.066 unità contro le 5.261 dello stesso periodo dell’anno precedente. Secondo posto per Psa: la holding francese chiude l’undicesimo mese con 22.305 esemplari targati, una flessione dello 0,2% rispetto alle 22.357 unità di novembre 2018. Tra i brand, performance positiva solo per Ds (+35,8%). 16

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STORICHE

Triumph Dolomite.

MASSIMO TIBERI ■ Oggi un motore a quattro valvole per cilindro rappresenta la normalità, offrendo una prerogativa tecnica ormai assolutamente scontata. Ancora all’inizio degli anni Settanta, però, questa scelta era riservata praticamente soltanto ad una ristretta élite di auto di stampo agonistico, fino all’arrivo sul mercato della Triumph Dolomite Sprint, espressione di un marchio, appartenente alla galassia British Leyland, non indifferente a soluzioni anticonformiste. Nell’aspetto, la prima sedici valvole di gran serie, che debutta nel 1973, è tutt’altro che al di fuori degli schemi tradizionali: una berlina tre volumi quattro porte e poco più di quattro metri di lunghezza, derivata dalla 1300 del 1966, che deve allo stilista italiano Giovanni Michelotti la sua classica eleganza. All’esterno, connotati sportivi sono il tetto e i montanti posteriori rivestiti in vinile nero, i cerchi in lega con pneumatici larghi, il doppio tubo di scarico e lo spoiler sotto il paraurti anteriore, oltre a tinte piuttosto vivaci per la carrozzeria. All’interno, gli allestimenti sono quelli tipici, da “salotto buono”, delle inglesi di fascia superiore, con plancia e portiere rifinite in legno, sedili rivestiti in velluto e tappeti in moquette, volante regolabile con corona in pelle. Neppure comfort e funzionalità sono trascurati: lo spazio per i passeggeri è più che sufficiente e anche il vano bagagli ha una buona capienza. Ma è naturalmente il nuovo quattro cilindri due litri, progettato da Charles Spencer King, già fra i padri della Range Rover, a valorizzare in modo esclusivo la Sprint nei confronti della più convenzionale Dolomite 1.850. Grazie alla distribu-

zione plurivalvole il raffinato motore Triumph, monoalbero e con due carburatori, vanta la notevole potenza di 129 cavalli, un ottimo biglietto da visita per misurarsi con avversarie contemporanee dal forte temperamento come l’Alfa Romeo Alfetta o la Bmw 2002. Nella norma le altre caratteristiche meccaniche di base, dallo schema a trazione posteriore al retrotreno ad assale rigido, dallo sterzo a cremagliera ai freni a disco solo anteriori, mentre il cambio a quattro rapporti può, a richiesta, montare un overdrive su terza e quarta marcia (optional anche un automatico). Veloce e potente Con una velocità di punta superiore ai 190 chilometri orari e un’accelerazione da 0 a 100 in circa 8 secondi, la Sprint si colloca ai vertici della categoria in fatto di prestazioni, a prezzi per giunta competitivi (in Italia 2.950.000 lire con overdrive, in confronto ai tre abbondanti dell’Alfetta e della Bmw). Non mancano neppure discreti risultati sui campi di gara, ma il 16 valvole nell’uso corrente non è un campione di affidabilità e la guida della vettura, sopattutto sul bagnato e lo sconnesso, è abbastanza impegnativa. Pochi gli interventi nel corso della vita produttiva, limitati ad un minimo restyling e a qualche miglioramento nelle dotazioni di accessori per sottolineare la posizione al vertice della gamma Dolomite che intanto, a partire dal 1976, si è arricchita di modelli con motori 1.300 e 1.500. La carriera di questa berlina sportiva britannica termina nel 1980, a quota 23mila esemplari costruiti: non proprio un successo a fronte di un importante primato che comunque intenditori, e collezionisti, non hanno dimenticato. 7 Dicembre 2018 ·

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Spedizione Poste Italiane Spa - Postatarget Magazine. Pubblicazione Mensile. Data P.I. 01/09/2018

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Anno 120°

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Il tempio della Formula 1

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...dal nostro mensile PUBBLICATO SUL NUMERO 21 - SETTEMBRE 2018

STORICHE CITROËN

Una danza a 2CV. ALESSANDRO MARCHETTI TRICAMO

In viaggio per le colline toscane con l’icona francese. Settanta anni a ottobre, un fascino che attraversa tante generazioni e un piacere di guida inimitabile.

■ SINALUNGA - Tentazione irresistibile. Mettersi al volante di un mito. Perché la Citroën 2CV è molto più di un’auto. È stile di vita. È piacere per gli occhi e il cuore. Per questo ha attraversato generazioni così differenti – dagli hippie agli yuppie – restando praticamente immutata nell’idea di Pierre-Jules Boulanger, chiamato nel 1935 dai fratelli Michelin a salvare una Citroën destinata al fallimento. È con lui che nasce quella vettura destinata “ai contadini con il cappello per muoversi nelle campagne”, come appuntava Boulanger sulla sua inseparabile Moleskine nera, trasformata poi in una delle definizioni più riuscite di automobile.

Le date sono note: 6 ottobre 1948 la presentazione a sorpresa al Salone di Parigi, 27 luglio 1990 ultimo esemplare prodotto nella fabbrica portoghese di Mangualde. Giorni così lontani, collegati tra loro da un filo colorato di grigio: grigia la prima mostrata alla rassegna francese, in due toni di grigio l’ultima, una versione Charleston. In mezzo oltre 5 milioni di unità prodotte (derivate comprese) e un viaggio a due cilindri, quelli contrapposti e raffreddati ad aria del motore iniziale, il 375 centimetri cubici da 12 cavalli e di quello finale, il 602 centimetri cubici da 35 cavalli. Una storia raccontata da una lunga serie 109

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di versioni speciali come la Sahara del 1960, destinata alla sabbia del Nord Africa: doppio motore, uno avanti e uno dietro, per realizzare una trazione integrale. Attuale oggi, avanzata per l’epoca. Un’anima anche dal forte carattere italiano: il design inimitabile è di Flaminio Bertoni, i motori di Walter Becchia. Il modello sopravvive anche alla Dyane che, almeno nelle intenzioni iniziali, doveva sostituirlo ma, nonostante un buon successo commerciale, non superò mai la 2CV nel cuore degli appassionati (ed ebbe vita più breve). “Ricciolo di burro” A pochi giorni dai festeggiamenti per il 70esimo compleanno, salire a bordo di una 2CV è dunque un atto dovuto, un inchino all’ingegnosità e alla voglia di sperimentare. Tanto più se “il ricciolo di burro”, com’è stata definita, viaggia in lungo e largo tra le splendide colline toscane che si alternano tra Montepulciano, Pienza e San Gimignano. Chiave a sinistra, cambio a quattro marce con la prima che esce ruotando a sinistra verso il guidatore e quarta che sembra “affondare” direttamente nel motore come un coltello nel foie gras. Il comando dell’aria a destra per tenerla su di giri, nel caso la carburazione dei due cilindri si sentisse improvvisamente fiacca. Un volante così sottile

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· 7 Dicembre 2018

da sembrare uno smartphone di ultima generazione ma allo stesso tempo grande come quello di un big truck americano. La capote rigorosamente aperta verso il cielo azzurro della campagna toscana che rende inimitabili, alla pari di una 2CV, i vini prodotti dalle vigne locali. Il finestrino rimasto immutato negli anni: allora diviso a metà per mettere fuori il braccio e indicare il cambio di direzione, oggi per rendere fresco un viaggio in una calda giornata estiva. “Lumaca di latta” Qualche centinaio di metri per prendere confidenza e il fascino di un tempo subito ti conquista: un’auto che sembra danzare come una ballerina classica sugli avvallamenti stradali trasformati in nuvole leggere. Nelle curve più strette la 2CV s’inclina come un catamarano in bolina ma resta incollata alla strada, quasi a non voler perdere il contatto con la realtà. La sensazione di libertà avvolge la mente, il divanetto anteriore unito fa sognare amori di una vita o solo appena nati. Non ci sono playlist e neppure vecchie autoradio, basta il battito rallentato a far danzare i pensieri. Fa niente se è difficile andare oltre i 70 km/h: la “lumaca di latta” è uno stile di vita. Più lento e consapevole. Più vicino al cuore.


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