Settimanale digitale • Anno 2 • Numero 67 • 21/12/2018
Supplemento settimanale a l’Automobile.
INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE
Cosa c’è sotto l’albero. PAOLO BORGOGNONE ■ Il 2018 ci saluta. È stato un anno intenso per il settore automotive. Un anno che lascia questioni irrisolte. L’Italia è alle prese con la manovra economica che coinvolge anche il mondo delle auto: ecobonus, ecomalus, incentivi, rottamazione, parole che rimbalzano dalla politica alla cronaca, creando confusione nell’opinione pubblica, con un’efficacia ambientale da dimostrare. Tanto più che l’Europa ha trovato una soluzione che pare lontana anni luce da quanto in discussione qui: nel 2030 le emissioni di
CO2 dovranno essere di 60 grammi per chilometro. Con buona pace delle polemiche italiane. Il nostro Paese si interroga – o almeno speriamo lo faccia – anche sul futuro delle infrastrutture stradali, guardando alla ricostruzione del ponte di Genova. Vedremo. Un aiuto alla sicurezza potrebbe arrivare dalla guida autonoma, anche se il 2019 è un orizzonte ancora troppo vicino. Il clima è di incertezza ma l’auto è ancora un oggetto da desiderare, da trovare infiocchettato sotto (meglio vicino) l’albero. Resta lei, in tutte le forme, la regina della mobilità. E con lei vi auguriamo buone Feste.
L’AUTOMOBILE WEEK TORNA VENERDÌ 11 GENNAIO
SMART MOBILITY
Ecobonus ed ecotassa, le scelte del governo. EDOARDO NASTRI
■ Ecoincentivi ed ecotassa sono quasi realtà. Il provvedimento è contenuto nella manovra, in attesa di approvazione entro la fine del 2018. Lo schema generale è il seguente: lo Stato attiva degli ecoincentivi per comprare una nuova vettura, modulati su quanto l’auto inquina. Il bonus è progressivo e viene applicato al momento dell’acquisto. I costruttori dovranno rimborsare lo sconto ai concessionari per poi scalarlo come credito d’imposta. La disposizione sarà attiva dal 1 marzo 2019 fino a tutto il 2021. Per finanziare il bonus il governo ha pensato di mettere una tassa sull’acquisto di nuove vetture con emissioni superiori ai 160 grammi di CO2 al chilometro. L’ennesima tassa sull’automobile va a colpire le vetture di fascia alta con motori potenti e quindi più inquinanti che rappresentano meno del 10% dei veicoli attualmente a listino in Italia. Molte di queste pagano già il superbollo. Con questa operazione il governo conta di recuperare 55 milioni di euro per il prossimo anno e 65 per il 2020. Il rischio è quello di una contrazione del mercato che provocherebbe un calo del gettito Iva e Ipt derivante dalle immatricolazioni del nuovo. L’ecobonus Gli incentivi all’acquisto sono divisi in fasce d’emissione e il contributo cambia a seconda che si rottami un’auto – diesel o benzina Euro 0,1,2,3,4 – oppure no. Inoltre il costo del veicolo non deve superare i 45mila euro Iva esclusa (54.900 Iva
compresa). Rottamando la propria vecchia auto è possibile ottenere il massimo sconto per ogni fascia: 6mila euro per vetture con emissioni di CO2 da 0 a 20 gr/km, 3mila euro da 21 a 70 gr/km, 1.500 euro da 71 a 90 gr/km. Senza rottamazione l’incentivo copre le prime due fasce e l’importo diminuisce: 4mila euro per la prima fascia e 1.500 euro per la seconda. Curioso notare come dal bonus siano escluse le mild hybrid e inclusa alcune vetture diesel (se si rottama la vecchia auto). L’ecotassa Nell’emendamento è prevista una tassa per le vetture più inquinanti, divisa a seconda delle emissioni di Co2 in quattro fasce. Da 161 a 175 grammi di C02 per chilometro il balzello sarà di 1.100 euro, da 176 a 200 gr/km di 1.600 euro, da 201 a 250 gr/km di 2mila euro e da 250 gr/km in poi di 2.500 euro. La tassa si pagherà al momento dell’acquisto della vettura oppure alla stipula del contratto di leasing. I milioni dedicati all’operazione sono 200 così suddivisi: 60 per il primo anno, 70 e 70 per i successivi. Inoltre ci sono 5 milioni per l’installazione di colonnine di ricarica per utenti privati e altri 10 per ll’acquisto di motorini elettrici, che si traducono in 3mila euro di incentivi. Un contributo, fino al 30%, è previsto per chi rottama una moto di cilindrata inferiore o superiore ai 50 cc per comprare un veicolo non inquinante della stessa categoria. 21 Dicembre 2018 ·
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SMART MOBILITY
PAESE
Europa: -37,5% di C02 entro l’anno 2030.
2019, sarà l’anno delle infrastrutture?
EDOARDO NASTRI
VALERIO ANTONINI
■ -37,5% di CO2 entro il 2030. I rappresentanti dei governi dell’Unione europea hanno finalmente raggiunto un accordo fissando un nuovo obiettivo per la riduzione delle emissioni inquinanti dei veicoli in Europa. La media delle emissioni della gamma dovrà quindi essere di 60 grammi di CO2 al chilometro rispetto ai 95 già fissati per il 2021.
■ Il 2019 sarà l anno della rinascita del ponte di Genova, almeno nelle dichiarazioni del governo. È l’impegno preso da subito da tutte le autorità coinvolte, esecutivo, sindaco della città, presidente della regione Liguria che si è concretato con l assegnazione alla cordata Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr dell incarico di realizzare il progetto basato sui disegni dell’architetto genovese Renzo Piano. I lavori preliminari per la demolizione sono già cominciati, l’inaugurazione dell’opera sarebbe prevista per la fine del prossimo anno o al massimo l’inizio del 2020.
Compromesso a metà L’accordo di Bruxelles è un compromesso che sembra accontentare tutti. Il Parlamento aveva proposto una riduzione del 40%, mentre il Consiglio del 35%. “Questo è un segnale importante nella lotta ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento globale”, ha fatto sapere Elisabeth Koestinger il Ministro dell’ambiente austriaco in una dichiarazione dopo un incontro sul tema durato nove ore e mezza. Il raggiungimento dell’accordo non è stato semplice e ci sono voluti tre tentativi prima dell’approvazione. C’è ancora da fare Se le intenzioni sono buone gli obiettivi sembrano ancora lontani. Secondo quanto emerso dal Cop24, l’incontro annuale sui cambiamenti climatici, se le politiche ambientali dovessero rimanere quelle odierne la temperatura del pianeta aumenterebbe di 3 gradi entro la fine del secolo con effetti devastanti. Per ciò che riguarda la mobilità, per contenere il surriscaldamento globale a +1,5 gradi entro il 2100 le emissioni di CO2 andrebbero ridotte del 45% entro il 2030. 4
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Un gap da recuperare Il nuovo ponte, che costerà oltre 202 milioni di euro al netto dell Iva - è solo una delle tante grandi opere infrastrutturali necessarie per il Paese e che in parte sono rimaste ancora incompiute. Secondo l Ance - l Associazione nazionale dei costruttori edili - ce ne sarebbero altre 30 in attesa di conclusione e il loro blocco costerebbe almeno 25 miliardi di euro. L Associazione delle aziende edili denuncia anche il calo degli investimenti che nel nostro Paese sarebbe stato del 50% nel corso dell ultimo decennio, con un gap infrastrutturale pari a 84 miliardi di euro. I nomi delle opere più importanti per le quali si spera di trovare una soluzione definitiva nel corso del prossimo anno sono noti a tutti. Intanto la Tav, l’alta velocità ferroviaria per le merci e i passeggeri che dovrà collegare tra Torino e Lione, il terzo valico, il collegamento su rotaia tra Genova e Novi Ligure e soprattutto la Gronda, la nuova autostrada da costruire
a nord del capoluogo ligure e che avrà il compito di collegare la zona del porto - cruciale per l economia non solo della città ma di tutto il nord dell Italia -con le grandi arterie del trasporto su gomma, la A26 e la A10. Un tragitto complessivo di 72 chilometri, di cui 54 in galleria, con 13 nuovi viadotti. La strade secondarie La necessità di portare avanti le grandi opere appena citate non deve far dimenticare, tuttavia, l’importanza della rete viaria secondaria, (oltre 183mila chilometri complessivi di strade in Italia), asse portante della mobilità nel nostro Paese. Alla 73esima Conferenza del Traffico e della Circolazione che l’ACI ha organizzato poche settimane fa - non a caso proprio a Genova - si è parlato esattamente di questo importante argomento. Una ricerca della Fondazione Filippo Caracciolo – il centro studi dell’Automobile Club – ha evidenziato come in questo settore i mancati investimenti nell ultimo decennio abbiano raggiunto la ragguardevole somma di 5,6 miliardi di euro l’anno. Cifra che, se finalmente utilizzata, potrebbe procurare una crescita occupazionale stimata intorno ai 130mila nuovi posti di lavoro, e anche a una crescita pari a 1 punto percentuale del Pil.
AUTO E MOTO
2019, l’auto che verrà. PAOLO ODINZOV
Le elettriche Andando per categoria, ecco tutte (o quasi) le principali auto che arriveranno durante l’anno. Cominciando dai modelli a zero emissioni debutteranno Audi e-tron Sportback, Mercedes EQC, Mini elettrica, Kia Soul elettrica, Tesla Model 3 e Volkswagen ID. Inoltre Polestar, il nuovo marchio separato da Volvo su ordine del gruppo proprietario Geely, dedicato a modelli sportivi ed elettrificati, lancerà la Polestar 2. Le ibride Il segmento delle ibride, considerando tutte le variabili mild, full e plug-in, crescerà con Ford Mondeo SW e Transit, Honda CR-V Hybrid, la Peugeot 3008 Hybrid4, le nuove Toyota Rav4 Hybrid e Corolla (ex Auris) berlina e station wagon, la Polestar 1 e la Lexus UX, primo suv compatto del marchio di lusso del gruppo Toyota. Compatte e medie Esordi importanti anche nel segmento B, il primo in Italia, dove sono previste la quinta generazione della Renault Clio, le nuove Peugeot 208 e Opel Corsa, queste due nate sotto lo stesso tetto del gruppo Psa. Mentre tra i modelli del segmento C e D arriveranno l’ottava generazione della immortale Volkswagen Golf, la nuova Seat Leon, la Škoda Scala, la nuova Mazda3 e, salendo di tono, la nuova Bmw Serie 3. Le sportive Tra le sportive verranno battezzate l’ennesima generazione della Porsche 911, proposta per la prima volta anche ibrida. La Toyota Supra, che ritorna dopo 16 anni di assenza per rispolverare i fasti corsaioli di un tempo. Oltre alla terza generazione della Bmw Z4. Ruote alte Guardando a crossover e suv, l’esercito di vetture a ruote alte proseguirà l’invasione nel mercato con Volkswagen TCross, Cupra Ateca, Mercedes GLB, Seat Tarraco, la nuova Range Rover Evoque, Bmw X7, Audi Q8 e – alla fine dell’anno – la nuova Land Rover Defender. Quest’ultima è l’erede di un modello rimasto uguale a se stesso per 70 anni, uno dei pochi fuoristrada “duri e puri” in commercio, una leggenda. Ne vedremo delle belle.
BUSINESS
■ Il 2019 sarà un anno ricco di novità, compresi modelli elettrici, ibridi e ibridi plug-in che vedranno un vero e proprio exploit. A fare la parte del leone saranno però sempre loro, crossover e suv, il 40% delle vendite in Italia, che spaziano ormai per dimensioni un po’ in tutti i segmenti del mercato. Quasi tutti i marchi hanno pronte new entry, manca all’appello il gruppo Fiat Chrysler che ha programmato per il 2020 la commercializzazione di auto totalmente nuove.
Mercato: cosa ci aspetta per il 2019. SAMUELE MARIA TREMIGLIOZZI ■ Il 2018 sta per terminare. E il pensiero già è al prossimo anno, alle sue sfide, ma soprattutto ai tanti interrogativi. 21 Dicembre 2018 ·
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INNOVAZIONE
L’auto robot di Waymo corre veloce. VALERIO ANTONINI Per il mercato automobilistico, le previsioni parlano di un 2019 stabile, con risultati non lontani da quelli raggiunti quest’anno. Il bisogno di una mobilità più sostenibile non dovrebbe cambiare di molto le carte in tavola: il provvedimento “bonus/malus” contenuto nella manovra economica potrebbe influenzare – secondo alcune stime – le scelte di solo il 5% dei consumatori, ovvero la decisione di acquistare un’auto nuova con emissioni di CO2 superiore 160g/km. Cosa lasciamo Il mercato italiano chiude l’anno con una contrazione stimata del 3% rispetto ai dodici mesi precedenti. Una flessione che mancava dal 2013, quando venivano immatricolate – in confronto a oggi – oltre 700mila vetture in meno. Eppure l’Europa cresce – poco – così come i principali mercati del Vecchio continente, ad eccezione del Regno Unito che chiuderà con il segno meno. L'arrivo del nuovo ciclo di omologazione Wltp - introdotto nel settembre scorso – ha, però, contribuito al calo delle consegne. Questione di numeri Nel mercato di casa, Fiat Chrysler ha consegnato mezzo milione di vetture, circa 30mila in meno di quanto ottenuto lo scorso anno. Ben più della metà delle sue consegne sono a marchio Fiat: 320mila nuove targhe attese per la fine del 2018, contro le 400mila complessive del 2017, -19%. La Casa torinese sta attraversando un periodo complicato: la sua quota di mercato è ora al 17%, dopo aver perso 3 punti percentuali in dodici mesi. Flessione, riduzione dei modelli, nessuna novità da commercializzare per il 2019. Gli altri marchi in portafoglio seguono il trend generale: Alfa Romeo perde il 3%, Lancia – ridotta alla sola Ypsilon – il 23%, Maserati chiuderà a -5%. Jeep è l'unico marchio in grande forma: entro la fine dell'anno potrebbe superare quota 80mila unità, circa il 70% in più rispetto alle 49mila consegne del 2017. Gli stranieri Il calo ha colpito anche Renault, con una variazione negativa prevista del 3%. Un simile destino per Ford. In flessione le premium tedesche: Daimler chiuderà il 2018 con il segno meno, una flessione prevista intorno al 7%. Valore analogo per i rivali di Bmw. Audi è l'unico marchio Volkswagen ha perdere terreno: saranno circa 5mila le unità in meno. Bene Volkswagen: il gruppo di Wolfsburg chiuderà con una crescita intorno al 6%. Toyota è cresciuta nel 2018 poco più del 3%, il gruppo Psa di oltre il 30% grazie soprattutto all'apporto di Opel. 6
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■ Waymo, divisione di Google per la guida autonoma che sperimenta da quasi un decennio, ha nettamente distanziato la concorrenza. La società ha superato i 5 milioni di chilometri di test su strade pubbliche (oltre 7 milioni di miglia in modalità driverless in totale). L’azienda ha lanciato in questo mese di dicembre a Phoenix “Waymo One”, primo servizio al mondo di robotaxi, destinato per ora ad alcune centinaia di consumatori precedentemente selezionati, che hanno anche il compito di valutarne i difetti attraverso un questionario. Prezzi ancora da definire Waymo ha preferito non diffondere particolari circa il prezzo di un viaggio, così come non ha voluto dichiarare quante delle 600 unità che costituiscono la sua flotta della città dell’Arizona saranno impiegate nel progetto che è comunque considerato ancora a livello sperimentale. Stando a indiscrezioni il costo di una corsa – da prenotare via app 24 ore prima dell’utilizzo – non si dovrebbe distanziare troppo da quello già richiesto da altri servizi di noleggio con conducente come Uber e Lyft. Uber ci riprova, Lyft avanza Entrambi i colossi americani del ride hailing – anch’essi impegnati attivamente nello sviluppo di sistemi autonomi – faticano a tenere il passo di Waymo. Solo a fine dicembre il dipartimento dei trasporti della Pennsylvania ha approvato la richiesta di Uber di riprendere i test su strade pubbliche nell’area di Pittsburgh. Le sperimentazioni erano state interrotte a causa di un incidente mortale che ha coinvolto una delle auto robot dell’azienda californiana. Lyft – che opera in oltre 300 città degli Stati Uniti – ha recen-
temente acquistato per 72 milioni di dollari la start up londinese Blue Vision, specializzata nella realtà aumentata da applicare soprattutto alle mappe per la geo-localizzazione. Novità dagli Usa General Motors – attraverso lo spin off Cruise – vuole avere una sua flotta di robotaxi entro il 2019. Per questo ha chiesto l’ok per mettere in strada la Cruise AV, automobile senza volante e pedali con guida autonoma di livello 5 e prodotta già nel corso dell’anno che sta per iniziare. Parlando di driverless non si può non menzionare Tesla che ha da poco rilasciato la versione 2.5 di Autopilot, la sua piattaforma di assistenza alla guida che comprende ora 7 telecamere, un radar frontale più potente e 12 sensori ad ultrasuoni. Il 2019 dovrebbe arrivare la versione 3.0, ancora più tecnologicamente avanzata. Il resto del mondo Volkswagen si è data 5 anni (grazie a un generoso investimento) per raggiungere Waymo, sfruttando anche la collaborazione con Ford. Il marchio di Detroit nel 2018 ha acquisito Argo AI, specializzata nell’intelligenza artificiale. Renault, invece, ha mostrato la concept car Symbioz, veicolo senza conducente, elettrico e connesso. Nissan sta testando una vettura completamente autonoma a Palo Alto, California. Toyota ha creato un settore specifico dedicato allo sviluppo delle auto robot in partnership con Uber. Honda, dal canto suo, si è spinta oltre e presenterà al Ces Las Vegas (8/12 gennaio) un veicolo da lavoro a guida automatizzata, sviluppato sulla piattaforma Atv.
AUTO E MOTO
Range Rover e Porsche, che regalo.
■ Secondo una ricerca della finanziaria inglese JBR Capital, attiva nel mercato delle automobili di prestigio, Range Rover e Porsche sono i marchi più desiderati dagli acquirenti di auto di lusso durante il periodo festivo nel Regno Unito, seguiti da Mercedes-Benz, Audi e Ferrari. “Nel mese di dicembre, spiega Darren Selig presidente esecutivo di JBR – c’è un aumento del 40 per cento delle richieste di finanziamento rispetto a qualsiasi altro periodo dell’anno perché molti veicoli sono acquistati come regalo”. Come una scatola di cioccolatini Range Rover e Porsche 991 nelle diverse versioni sono le vetture per i quali vengono stipulati la maggior parte dei contratti nel mercato premium. Molte di queste vengono personalizzate su misura con un conseguente aumento del listino. Non sono inoltre rare le spese accessorie che diversi acquirenti pagano per far si che le auto vengano consegnate in modo originale ed esclusivo. Basti pensare che c’è chi ha pagato migliaia di sterline per far recapitare direttamente la vettura nel giardino di casa del destinatario con un elicottero, impacchettata e chiusa con un fiocco come si trattasse di una enorme scatola di cioccolatini. A Natale succede anche questo.
LIFESTYLE
Una McLaren Senna fatta di Lego.
PAOLO ODINZOV
LUCA GAIETTA ■ Per avere la vera McLaren Senna, prodotta in soli 500 esemplari, occorrono ormai oltre 2,5 milioni di euro secondo le quotazioni raggiunte del modello. Chi vorrà potrà comunque regalare o comprare in occasione delle feste l’esclusiva supercar di Woking dedicata al celebre pilota brasiliano tre volte Campione di Formula Uno, spendendo appena 15 euro. 21 Dicembre 2018 ·
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Cerchi intercambibili e finiture sulla carrozzeria Lego ha infatti realizzato modellino in scala della vettura che gli appassionati potranno divertirsi a comporre assemblando 219 mattoncini. Lunga 15 centimetri, alta 4 e larga 5, la McLaren Senna di Lego è dotata di abitacolo per minifigure, parabrezza rimovibile e cerchi intercambiabili. Una volta costruita la vettura può essere rifinita sulla carrozzeria con adesivi con il logo del modello e del costruttore. La confezione prevede anche una piccola galleria a vento, dotata di ventola funzionante, per simulare la messa a punto della aerodinamica. Una scuderia di modellini La McLaren Senna è l’ultima di una lunga serie di vetture proposte dal celebre produttore di giocattoli danese. In passato Lego ha proposto anche un modellino della Bugatti Chiron, oltre ad altre repliche in mattoncini di automobili super sportive come Porsche 911 RSR, Ferrari 488 GT3 Scuderia Corse e Ford Mustang Fastback.
AUTO E MOTO
Volkswagen e la Buggy natalizia.
dente Herbert Diess, del quale farebbero parte anche il furgone Buzz e una versione a batterie dell’erede del Maggiolino, e potrebbe essere già in fase di sviluppo e costruzione presso il centro di ricerca e sviluppo Volkswagen di Braunschweig in Germania. Prodotta impiegando come base la piattaforma MEB (architettura elettrica modulare), la nuova “spiaggina” Volkswagen dovrebbe adottare una propulsione a zero emissioni tarata nella trasmissione per consentire alla vettura di affrontare senza problemi non solo terreni sabbiosi ma anche il traffico urbano. Per adesso, comunque, non vi sono conferme ufficiali sul modello ne tantomeno informazioni tecniche.
AUTO E MOTO
Mazda 3, regalo di Natale. MONICA SECONDINO
PAOLO ODINZOV
■ Volkswagen potrebbe produrre una “spiaggina” elettrica ispirata alla buggy realizzata nel 1971 dal surfista e costruttore meccanico britannico Bruce Meyers, impiegando come base un Maggiolino. Ad avvalorare le voci sul modello – da tempo in circolazione – è l’immagine velata della singolare vettura, guidata da Babbo Natale, riprodotta sulla cartolina di auguri della Casa di Wolfsburg. Modelli retrò a zero emissioni La vettura, secondo la rivista inglese Autocar, sarebbe compresa nel trittico di modelli ID retrò immaginato dal presi8
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■ Dopo 6 milioni di pezzi venduti, Mazda 3 – berlina cinque porte di segmento C – si rinnova ed è proprio con questo modello che la Casa di Hiroshima battezza il nuovo motore Skyactiv-X. Arriverà dopo l’estate e c’è grande attesa perché nessuno fino ad ora era ancora riuscito a far battere un cuore con due anime: benzina e diesel, con la miscela aria/benzina che si accende quando viene compressa dal pistone. Grazie alla tecnologia innovativa SPCCI (Spark plug controlled compression ignition) saranno garantiti circa il 30% di coppia in più coppia rispetto al benzina mild hybrid e consumi inferiori a quelli del diesel. Skyactive-X avrà circa 180 cavalli, anche se non ci sono ancora conferme ufficiali. Un’auto senza spigoli All’interno, la quarta generazione della Mazda 3 è all’altezza dei modelli dei concorrenti premium: materiali di grande qualità con plastiche morbide, la ricerca di un’este-
tica minimalista e piccoli cambiamenti alla ricerca di un comfort di guida sempre maggiore, che mette al centro il guidatore, il tutto grazie alla nuova piattaforma SkyactivVehicle Architecture. Luca Zollino, capo designer del Centro stile Mazda europeo di Oberursel, spiega come per quest’auto, che è figlia della 323 e nipote della Familia (berlina degli anni ’60) sia stato fatto un lungo lavoro alla ricerca della bellezza. L’auto è lunga 4,46 metri, con il montante posteriore del tetto che ricorda una coupé, i finestrini laterali piccoli e i gruppi ottici ridotti all’essenziale. Grande attenzione anche alla sicurezza. Sulla Mazda 3 ci sarà l’Head Up display, il G-vectoring control Plus, la frenata d’emergenza, il Cruising & Traffic Support e il Driver Monitoring System, che capisce quando il guidatore è stanco e lo avvisa pre-allertando l’impianto frenante. Ancora diesel “Il diesel logora chi non lo sa fare”, ha detto Roberto Pietrantonio in occasione della presentazione italiana della quarta generazione della Mazda 3. Diesel che verrà sviluppato, prodotto e venduto anche dopo il 2020, quando arriveranno anche i primi modelli elettrici di Mazda. Per la Mazda 3 sono già aperte le prevendite per il turbodiesel 1.8 l da 116 cavalli nei quattro allestimenti disponibili per l’Italia: Evolve, Executive, Exceed, Exclusive. Il primo parte da 25.400 euro e avrà cambio manuale a sei marce. In arrivo anche il benzina Skyactiv-G da 2.0 l con il modulo M Hybrid che costerà 2.200 euro in meno rispetto al diesel e sarà un ibrido con una batteria al litio da 24 volt, dotato della disattivazione di due dei quattro cilindri. Per i primi clienti che faranno l’ordine c’è anche un regalo di Natale: il Celebration Pack, che include due anni di garanzia in più (che così arriva a 5 anni) e 5 tagliandi, per un valore di circa 2mila euro.
AUTO E MOTO
Naias 2018, e dalla Prototype 10 protagonista allo scorso Concorso di Eleganza di Pebble Beach. Obiettivo 2021 Frutto di una strategia che entro il 2021 porterà la Infiniti a elettrificare l’intera gamma prodotto, la vettura è stata per adesso mostrata con una foto ufficiale dove si intravedono frontale e parte della fiancata lasciando intendere che si tratterà di un modello dal piglio sportivo. A caratterizzarla nello stile e renderla subito riconoscibile è la grande mascherina sviluppata verso il basso e i sottili gruppi ottici. Sinergie di gruppo Riguardo alle dotazioni meccaniche non sono state per adesso diffuse informazioni. Molto probabilmente, per sinergie all’interno dell’alleanza Renault Nissan Mitsubishi, la crossover con la spina della Infiniti beneficerà di molte tecnologie uguali o derivate da quelle impiegate sulla Nissan Leaf e la Renault Zoe.
AUTO E MOTO
Infiniti e il crossover elettrico.
Volkswagen I.D. Neo, ecco come va.
PAOLO ODINZOV
THOMAS GEIGER
■ Infiniti presenterà in anteprima al Salone di Detroit (13/28 gennaio) il prototipo di una crossover elettrica e emissioni zero. L’inedita vettura, che celebra anche i primi 30 anni di storia del marchio giapponese di proprietà della Nissan, è stata realizzata impiegando una piattaforma d’ultima generazione per le auto a batteria. Presenta inoltre un nuovo family feeling destinato nel prossimo futuro a distinguere le auto “verdi” del costruttore già anticipato dalla Q Inspiration concept, svelata al
■ CITTÀ DEL CAPO – Volkswagen è in ritardo. Mentre Kia e Hyundai – e persino la connazionale Opel – vendono già auto elettriche, il leader del mercato rincorre. Ora però tutto è nella mani di una persona. Perché, intelligenza artificiale o meno, è sempre l’uomo a disegnare il futuro: Frank Bekemeier, uno dei veterani di Wolfsburg, dirige lo sviluppo della I.D. Neo, la prima vettura pensata, progettata e sviluppata per diventare un’elettrica di massa. Una sorta di Maggiolino a batterie per tutti. L’architettura 21 Dicembre 2018 ·
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sfrutta un elemento a led sotto al parabrezza per visualizzare navigazione, chiamate telefoniche o mostrare il livello di carica della batteria.
dalla quale Bekemeier è partito è la Meb dalla quale nasceranno 27 modelli elettrici entro il 2022. L’architettura è modulare e scalabile: permette di ospitare due motori anteriori da 80 chilowatt e posteriori fino a 150 chilowatt con batterie al litio che possono arrivare anche a 100 chilowattora. Nello specifico, l’autonomia della I.D. Neo, misurata sul nuovo ciclo di omologazione Wltp, varia tra 330 e 550 chilometri. Onda lunga La I.D. Neo come punto di partenza per un’onda lunga a batteria. È (anche) per questo che Bekemeier si è spostato qui in Sudafrica per i primi test su strada. “Impossibile sbagliare”, gli hanno detto da Wolfsburg. Lavoro difficile visto che “la Meb è completamente nuova e condivide con la Mqb, già introdotta su diversi modelli del gruppo, solo pochi elementi, alcune cerniere, le maniglie delle porte e la batteria da 12 volt”, ci dice Bekemeier. “Tutto il resto è da testare sul campo”.
Ottima impressione Nel primo test drive lungo le strade verso il Capo di Buona Speranza, il prototipo va più che bene. Tra i ciclisti che percorrono di domenica la Garden Route, si viaggia con facilità e in modo rilassato. Bisogna abituarsi ad usare il meno possibile il pedale del freno tradizionale: appena si lascia quello dell’acceleratore la compatta tedesca rallenta e recupera l’energia da inviare alle batterie. La frenata è comunque efficace e sicura. Come positiva è la manovrabilità: per inversioni rapide e veloci la vettura si gira in un fazzoletto. Come e meglio di una piccola up!. Come accade per tutti i prototipi, l’infotainment non è ancora definitivo e qualche rumore di troppo arriva dal rotolamento degli pneumatici così come in alcune situazioni la fluidità di marcia è compromessa. C’è tempo però perché Bekemeier possa facilmente rimediare a tutto: la I.D. Neo arriverà all’inizio del 2020 a un prezzo che, promettono i tedeschi, sarà inferiore a 30mila euro.
AUTO E MOTO
Aston Martin, arriva l’ibrido.
Divertimentioo assicurato Nuova sì, ma per una clientela consolidata: “Vogliamo rivolgerci alle persone che oggi comprano una Golf”, ha affermato Frank Welsch, appena nominato capo della ricerca e sviluppo dell’intero gruppo Volkswagen. Niente spettacolo o dati in grado di colpire nella fantasia, ma tanta concretezza: il divertimento alla guida è assicurato dagli oltre 300 newton metri erogati dai motori elettrici, anche se poi alle velocità elevate si perde qualcosa in ripresa ed elasticità. Welsch ammette che alcuni dettagli della Neo saranno ovviamente rivisti, in particolare le sensazioni della vettura tra i 160 e i 180 chilometri orari. Tuttavia, se si vuole una vera sportiva bisognerà puntare piuttosto sulle Audi e-tron o Porsche Taycan. O aspettare fino a quando Welch e Bekemeier svilupperanno una versione GTI della I.D. Neo.
LUCA GAIETTA
Grande come una Golf L’auto nel frattempo è lunga quanto una Golf, 4,25 metri, ma ha un passo più lungo di circa 10 centimetri e offre di conseguenza più spazio al posteriore. Il cockpit è futuristico con un piccolo display dietro al volante e un touchscreen gigante accanto ad esso. C’è anche il display head-up di nuova generazione con la grafica in realtà aumentata e con le diverse schermate che si aprono e si chiudono solo avvicinandosi al sensore integrato. I tedeschi lavorano però anche a un’altra interfaccia uomo-macchina che, oltre a un controllo vocale nello stile del sistema Ux di Mercedes,
■ Aston Martin sta sviluppando un propulsore sei cilindri in linea destinato a sostituire il V8 biturbo di origine Mercedes-AMG che oggi equipaggia la DB11 e la Vantage. Si tratterebbe, secondo la rivista inglese Autocar, di un motore dotato di tecnologia ibrida. In grado di soddisfare le future normative sulle emissioni sempre più restrittive, garantendo consumi ridotti al minimo. Il nuovo powertrain potrebbe essere derivato dal V12 attuale da 5,2 litri. Oltre ad impiegare le tecnologie sviluppate attraverso il programma Rapide E, applicate a un sistema full hybrid o ibrido plug in.
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Anche per la DBX Cosa certa è comunque che Aston Martin ancora per diversi anni impiegherà le tradizionali unità termiche a benzina, compreso il V8 AMG. Queste andranno a equipaggiare in attesa dell’ibrido anche la DBX: modello con cui il costruttore debutterà a breve nel segmento dei crossover, già avviato agli ultimi test su strada di messa a punto prima di entrare in produzione.
AUTO E MOTO
Audi 2021, suv compatto elettrico.
INNOVAZIONE
Formula E, formula elettrizzante. UMBERTO ZAPELLONI
PAOLO ODINZOV
■ Secondo la rivista inglese Autocar, Audi presenterà entro i primi mesi del prossimo anno il prototipo di un suv compatto elettrico realizzato sulla piattaforma Meb che farà da base a 27 veicoli elettrici del Gruppo Volkswagen. Il nuovo modello a emissioni zero dovrebbe debuttare nelle concessionarie nel 2021 e si andrà a posizionare per dimensioni tra Q2 e Q3, diventando molto probabilmente il veicolo a batteria più economico e venduto dell’Audi grazie alle economie di scala permesse dalla architettura Meb. Una gamma completa di EV Il costruttore di Ingolstadt vedrà cosi allargare la sua gamma di veicoli elettrici dove è attesa anche la E-tron GT, destinata a proiettare Audi nel segmento delle berline sportive elettriche e a vedersela con modelli elitari come la Aston Martin Rapide E. Proprio dalla e-tron GT il nuovo suv compatto dovrebbe ereditare alcune delle caratteristiche progettuali, oltre ad avere in comune alcune componenti con sorella maggiore e-tron appena arrivata sulle strade. Il design sarà caratterizzato dal frontale con la griglia invertita e le vistose prese d’aria.
■ Il 15 dicembre è scattata in Arabia Saudita la quinta stagione della Formula E. Con un solo obiettivo: crescere, crescere e ancora crescere. Sono passati pochi anni da quando la formula elettrica era un appunto scritto su un tovagliolo di carta da Alejandro Agag, inventore e promotore della serie. All’inizio la guardavano con sospetto: dal 13 settembre del 2014, 45 e-Prix già disputati in 19 città di 17 nazioni, 10 vincitori di gare, 4 campioni, sono numeri che indicano un fenomeno in crescita. Al campionato sono iscritti ora ben 8 costruttori: Audi, Bmw, Ds, Mahindra, Nio, Nissan (ha preso il posto di Renault), Jaguar e Venturi, mentre hanno già annunciato l’ingresso Mercedes e Porsche. La stagione numero cinque può essere quella della svolta definitiva e non soltanto perché le monoposto progettate dalla Dallara sembrano Batmobili uscite da un videogame spaziale. Quest’anno per la prima volta potranno concludere una gara senza doversi fermare ai box per ricaricare le batterie, operazione che veniva effettuata cambiando tutta la monoposto. Un passo avanti fondamentale per aumentare la credibilità di tutto il processo di elettrificazione. Prestazioni più elevate I 250 chilowatt di energia (335 cavalli) potranno spingere le monoposto a superare i 280 chilometri orari e passare da 0-100 n 2,8 secondi. Il tutto con una sola ricarica. Un miglioramento del 25% delle prestazioni con vetture che pesano, nonostante un intervento massiccio e non solo aerodinamico, più o meno come quelle della scorsa generazione. Jaguar Racing, ad esempio, ha dichiarato di aver lavorato su 800 nuovi componenti, che diventano 1.000 considerando il lavoro delle ultime due stagioni. 21 Dicembre 2018 ·
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45 minuti di adrenalina Nuove squadre, nuovi circuiti, nuove vetture ma anche nuove modalità di gara. Gli e-Prix non saranno più a numero di giri ma a tempo: ogni gara durerà 45 minuti, più un giro per raggiungere la bandiera a scacchi. In più i piloti, come in un videogame, avranno a disposizione una zona in cui ricaricare la batteria per avere una “botta” di extra power in più (oltre al fanboost che arriverà dal voto dei tifosi): 25 chilowatt supplementari con cui andare all’attacco. Esattamente come giocando a Supermario Kart o simili. Il numero dei boost varierà da gara a gara e tutti lo potranno vedere perché l’Halo avrà una colorazione diversa. Al resto ci pensano i piloti, compresi quelli di fama che finora avevano un po’ snobbato la corsa elettrica. Il più famoso è Felipe Massa: dopo una vita in Formula 1 e in Ferrari, quest’anno si metterà in gioco correndo con la Venturi. La Formula E fa di tutto per conquistare nuovi appassionati. Non resta quindi che darsi appuntamento a Roma il 13 aprile 2019 per il secondo e-Prix italiano.
PAESE
Torino colonnine sotto casa.
re le aziende che possano installare nuove colonnine. Le società che hanno avanzato proposte sono tre: Iren, Enel e Be Charge. Raddoppiare i punti di ricarica L’obiettivo sarebbe quello di aumentare notevolmente il numero di colonnine, favorendo anche così l’acquisto e l’utilizzo di vetture elettriche. “Raddoppiamo il numero di punti di ricarica, una cosa molto significativa. Lavoriamo alle infrastrutture per la città per incentivare una mobilità più sostenibile e siamo orgogliosi di essere i primi a mettere insieme un sistema con più colonnine, impianti su richiesta e posti dedicati”, ha commentato il sindaco Chiara Appendino.
SPORT
Ferrari festeggia i 50 anni di Michael. REDAZIONE
EDOARDO NASTRI
■ Il Comune di Torino lancia un’iniziativa riservata a chi vorrebbe acquistare una vettura a batteria, ma non sa ancora dove ricaricarla. Sarà infatti possibile installare una colonnina di ricarica per veicoli elettrici sotto casa o davanti al proprio negozio o ufficio, ottenendo in abbinamento anche un parcheggio gratuito. Torino è il primo comune in Italia ad aver creato posteggi marcati da strisce verdi riservati a possessori di veicoli a zero emissioni. Affinché il progetto sia concretamente fruibile, il comune ha presentato un bando per individua12
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■ Il 3 gennaio 2019 Ferrari inaugura una mostra speciale dedicata a Michael Schumacher. Si chiamerà “Michael 50” e andrà in scena al Museo di Maranello. L’apertura avverrà in concomitanza del 50esimo compleanno della leggenda della Formula 1. Hall of fame Una celebrazione nel segno del pilota del Cavallino più vincente di sempre. Undici stagioni, dal 1996 al 2006. Schumacher ha vinto cinque titoli Piloti consecutivi, dal 2000 al 2004, contribuendo a far trionfare la Ferrari in sei campionati Costruttori. La mostra ripercorre il con-
tributo del campione tedesco allo sviluppo delle vetture negli anni di Maranello, sia come pilota che come consulente. “Michael 50” è in collaborazione con la Fondazione Keep Fighting. Prezzi del biglietto: 16 euro per gli adulti, 6 per gli under19 e 14 euro per over65 e studenti. Le condizioni di salute di Michael Schumacher sarebbero migliorate. Secondo il tabloid britannico Daily Mail, il tedesco non sarebbe più costretto a restare a letto e dovrebbe essere cosciente. Se così fosse davvero, sarebbe il regalo più bello.
PAESE
sanzione di 84 euro). Per l’uso del cellulare alla guida: con l’aumento, la multa costerà circa 3,5 euro in più, 165 euro circa contro i 161 di oggi. Inoltre, chi non fa la revisione, sarà punito con una sanzione di 173 euro invece di 169. E, ancora, per eccesso di velocità si pagheranno 42 euro anziché 41 (entro i 10 chilometri sopra il limite), 173 euro invece di 169 (se il superamento è compreso tra 10 e 40 chilometri orari), 544 euro al posto degli attuali 532 (da 40 a 60 chilometri oltre il consentito) e 847 dagli 829 euro di ora se l’eccesso di velocità è dai 60 chilometri in su.
PAESE
Da Capodanno Tre società aumentano per il ponte le multe. di Genova. FRANCESCA NADIN
REDAZIONE
■ Multe più salate a partire dal prossimo anno. Dal 1° gennaio 2019, infatti, scatta l’aumento biennale delle contravvenzioni per chi non rispetta il Codice della strada. In sintesi, gli importi delle sanzioni vengono adeguati alla variazione dei prezzi al consumo (il caro vita per intenderci) che, stando alla rilevazione Istat, negli ultimi due anni è del +2,2%.
■ La cordata Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr ricostruirà il ponte sul torrente Polcevera, a Genova, crollato il 14 agosto. L’incidente è costato la vita a 43 persone. Autostrade, che aveva in gestione il Morandi, è stata esclusa. Il progetto che ha ottenuto il via libera del commissario per la ricostruzione – il sindaco Marco Bucci – è quello dell’architetto Renzo Piano che sarà il supervisore tecnico. Battuti gli altri 21 concorrenti che avevano presentato le loro proposte, in particolare quella dell’azienda friulana Cimolai che si era avvalsa della collaborazione dell’archistar spagnolo Santiago Calatrava.
Rincari del 2,2 per cento L’aumento delle contravvenzioni (stabilito dall’art. 195 del Codice) in base all’inflazione deve ancora essere ufficializzato dal decreto interministeriale Giustizia, Economia e Infrastrutture e trasporti (lo si attende in questi giorni). Nel frattempo, sulla base del dato fornito dal nostro Istituto di statistica, forniamo qualche esempio delle sanzioni più diffuse nel nostro paese. Cominciano dall’auto in sosta vietata: dal prossimo 1° gennaio si pagherà circa un euro in più (42 euro anziché 41) ma nei casi più gravi (tipo parcheggio sulle fermate dei bus o, peggio, negli stalli riservati ai disabili), bisognerà pagare come minimo 86 euro (dall’attuale
L’inaugurazione entro il 2019 La decisione è stata l’occasione anche per ribadire l’intenzione, espressa sia dallo stesso primo cittadino di Genova che dal ministro Toninelli – di fare bene e in fretta. A breve partirà la demolizione del troncone rimasto, mentre i lavori di ricostruzione dovrebbe iniziare già a marzo prossimo. Il sogno di tutti è di vedere il ponte – che costerà 202 milioni al netto dell’Iva – in piedi già per la fine del 2019. 21 Dicembre 2018 ·
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Roma, slitta lo stop dei diesel fino a euro 3? MARINA FANARA
■ Il Comune di Roma potrebbe far slittare lo stop ai diesel fino a Euro 3 nella Capitale e dintorni, previsto dal 1° gennaio 2019 nell’accordo siglato il 15 novembre scorso dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa e il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. “Siamo per la mobilità sostenibile” Lo ha detto Linda Meleo, assessore alla Città in movimento, a margine della presentazione dei minibus elettrici di Atac (la municipalizzata del trasporto pubblico romano) che torneranno a circolare in centro: “La mobilità sostenibile è uno dei punti cardine del nostro impegno”, ci ha spiegato l’assessore, “ma prima di procedere al blocco della circolazione dei veicoli più inquinanti, dobbiamo verificare l’impatto che questo provvedimento potrebbe avere sul territorio”. L’assessore, insomma, ha fatto intendere che il Campidoglio si prenderà del tempo. Lo stop riguarderebbe un’auto su 10 in circolazione a Roma e hinterland. Secondo i dati ACI, quasi 300mila vetture su un totale di 2 milioni e 700mila. Tornano i minibus a zero emissioni Il ritorno in servizio dei minibus elettrici è uno dei punti cardine del progetto di Roma Capitale per offrire ai romani alternative sostenibili all’uso dell’auto di proprietà tradizionale. Si tratta di 60 veicoli in tutto, completamente rinnovati a partire dalla batteria a litio di nuova generazione, dopo il fermo forzato nei depositi Atac che si è protratto per oltre 14
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un anno. “Questi veicoli erano abbandonati per gravi criticità nel contratto di manutenzione”, ha sottolineato il sindaco Virginia Raggi, “rimetterli in sesto era una scommessa che abbiamo vinto. Già dalla prossima estate, i romani potranno utilizzare i primi 25 bus a impatto zero, i restanti arriveranno al massimo entro il 2020. Questo dimostra che, nonostante gli enormi problemi dei trasporti di Roma, ce la possiamo fare. Certo ci vuole il suo tempo”. 100 nuove colonnine e Ecopass A proposito di mobilità a zero emissioni, l’assessore Meleo ci ha confermato che il piano elettrico di Roma sta procedendo: “Entro l’anno, saranno attivate 40 nuove colonnine elettriche ed entro gennaio 2019 se ne aggiungeranno più di 50, oltre alle 130 già operative in città”. “Le infrastrutture per la ricarica dei veicoli a batteria sono un altro importante tassello del nostro impegno per una mobilità pulita pubblica e privata. Metteremo in campo altre misure per garantire ai nostri cittadini una svolta nel modo di spostarsi in città: piste ciclabili, nuove tranvie, preferenziali per i bus, bici e auto condivise”. Infine, sull’introduzione della congestion charge, il ticket a pagamento che la Giunta intende imporre a chi vuole entrare con l’auto all’interno dell’anello ferroviario, l’assessore conferma: “Ci prendiamo un paio di anni di tempo prima di dare il via a questa misura. Anche in questo caso, occorre fare tutte le verifiche necessarie affinché sia realmente fattibile”.
LIFESTYLE
“Bumblebee”, il ritorno del Maggiolino. PAOLO BORGOGNONE
■ A Natale il Maggiolino Volkswagen torna ancora una volta al cinema. Il film, in uscita il 19 dicembre nel nostro Paese e 48 ore dopo negli Usa, si chiama “Bumblebee” ed è uno spin off della saga fantascientifica dei Transformers. La trama Nella vicenda – raccontata dal regista americano Travis Knight e che si svolge circa 20 anni prima di quella raccontata nel film d’esordio dei Transformers – il protagonista Bumblebee degli Autobot è inviato sulla terra (siamo nel 1987) dal pianeta Cybertron, dove da secoli infuria una battaglia tra la sua gente e i Decepticon. Il compito del robot è sottrarre alla fazione nemica un prezioso artefatto che può cambiare le sorti della guerra. Sconfitto e gravemente danneggiato, Bumblebee sceglie di trasformarsi in un Maggiolino Volkswagen giallo e si nasconde presso un deposito di auto usate. È qui che avviene l’incontro con Charlie Watson, un’adolescente con la passione per la meccanica. Quando Charlie scopre la 16
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verità su Bumblebee lo aiuta a rimettersi in forze e ad affrontare i suoi nemici. Le curiosità Il film è stato girato in California, tra Los Angeles, San Francisco, Valejo e Mare Island nell’estate del 2017 e ha avuto un budget complessivo di 102 milioni di dollari. Il più basso tra quelli spesi per realizzare una pellicola della saga dei Transformers. Tra i protagonisti, la giovane attrice Hailee Steinfeld e il veterano del ring del wrestling John Cena. Maggiolino star Il Maggiolino è l’auto che più di ogni altra è apparsa sul grande schermo. Tutti ricordano le comiche avventure di Herbie, il cui primo film “Un Maggiolino tutto matto” risale al 1968 e che è poi periodicamente tornato in una serie di sequel, l’ultimo dei quali nel 2005. Il vero debutto dalle classica auto tedesca, però, è del 1957
quando un esemplare compare in “Il posto delle fragole” diretto dal regista svedese Ingmar Bergman. Il Maggiolino torna anche nel classico thriller di Stanley Kubrick “Arancia meccanica” (1972), in “Ma papà ti manda sola?” di Peter Bogdanovich (1972), ne “Il dormiglione” di Woody Allen (1973) e più recentemente nel film “Dellamorte Dellamore” di Michele Soavi (1994). Abbey Road Fra le altre leggendarie apparizioni dell’auto di Wolfsburg basta ricordare le illustrazioni di Andy Warhol e anche la storia del Maggiolino bianco parcheggiato l’8 agosto del 1969 lungo la Abbey Road di Londra. L’auto fu immortalata nello scatto del fotografo McMillan che ritraeva i Beatles mentre attraversavano le strisce pedonali più famose del mondo. Uno scatto che diventò la copertina del disco “Abbey Road”, penultimo prodotto del genio dei “fab four” di Liverpool. Da quel momento l’auto di un ignaro signore londinese divenne oggetto di culto, fu oggetto di molti tentativi di furto prima di essere venduta all’asta nel 1986 per 2.530 sterline. 2019, l’anno dell’addio Il 2019 sarà l’anno del definitivo addio al Maggiolino. Volkswagen, infatti, ha annunciato che a partire da luglio del prossimo anno cesserà la produzione della Beetle, le cui due ultime versioni – assemblate nell’impianto messicano di Puebla – sono state presentate a novembre al Salone di Los Angeles.
“Le risorse – ha spiegato Hinrich Woebcken, ceo di Volkswagen Usa – si concentreranno su altri modelli, inclusi gli elettrici”. E a chi suggerito l’idea di un Maggiolino il manager ha risposto. “Mai dire mai”. Anche il ceo del gruppo Herbert Diess nel 2017 aveva ventilato l’idea, parlando di “concept emozionali”. Chissà se il Maggiolino smetterà mai di trasformarsi.
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COVER STORY SCENARI
Cantiere aperto.
FABIO ORECCHINI *
L’ambiente è tornato ad essere il fine ultimo. Oggi però nulla è definito. L’unica certezza è l’elettrificazione. In quale forma si vedrà.
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...dal nostro mensile
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INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE
Anno 120°
Nuova serie • Anno 3 • Numero 23 • Novembre 2018 • €3,00
Spedizione Poste Italiane Spa - Postatarget Magazine. Pubblicazione Mensile. Data P.I. 03/11/2018
PUBBLICATO SUL NUMERO 23 - NOVEMBRE 2018
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Via i sistemi di scarico Ecco perché scomparirà il fumo da ciminiere e tubi di scappamento. Anzi, nel caso dell’auto, in molti modelli spariranno proprio i sistemi di scarico, perché la tecnologia di trazione non produrrà più emissioni gassose. Ma questo è soltanto il cambiamento più evidente, peraltro già in corso visto che le auto elettriche sono acquistabili in concessionaria. La vera rivoluzione è quella che non si vede, fatta di una sempre maggiore fusione
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· 21 Dicembre 2018
Getty.
■ Il rapporto tra auto e ambiente è un cantiere aperto. Tutto è molto confuso e i grandi cambiamenti in corso appaiono spesso slegati tra loro. Proprio come accade se si va a visitare un sito nel quale è in costruzione una grande opera, con scavi, materiali e strutture soltanto accennate che sembrano non poter condurre a un risultato finale degno dell’enorme sforzo che si sta profondendo. Alla fine però da ogni cantiere, soprattutto se ben coordinato, nasce un’opera. E anche dagli enormi lavori in corso nel mondo dell’auto scaturirà qualcosa di estremamente nuovo. Il coordinamento in questo caso pare totalmente assente, perché nessuno sembra avere il potere di dirigere le trasformazioni e tenere ferma la visione finale, il progetto al quale l’insieme lavora. Ma non è così. Il coordinamento c’è ed è fatto dall’attore fino ad oggi meno considerato, nonostante sia da sempre indubbiamente il più prezioso: è l’ambiente che comanda e non potrebbe essere altrimenti. La misura della sostenibilità ambientale, oltre che socio economica dei nostri sistemi di sviluppo, troppo nell’ombra nell’era dei combustibili fossili e del consumo sfrenato di risorse non rinnovabili, sta riprendendo il posto che le spetta e – com’è stato per necessità in tutte le ere precedenti – torna ad essere il parametro di riferimento. Con ritardo, ma ce ne siamo accorti. Noi siamo parte dell’ecosistema. Distruggerlo, significa distruggere noi stessi.
tra l’automobile e ciò che le sta attorno. L’intero sistema della mobilità è destinato a diventare un tutt’uno: auto private, auto condivise, trasporti pubblici locali e treni, si uniranno alle infrastrutture – stradali, ferroviarie, navali – e alla rete energetica. Tutto ciò che, secondo molti, avrebbe dovuto affossare l’auto, finirà invece per farne il suo fulcro. Perché la situazione che si vive alla guida o a bordo di un veicolo è ideale per la pianificazione del percorso di uno spostamento, come per la diffusione di servizi di prenotazione di ogni tipo e per un ulteriore balzo in avanti dell’e-commerce. In sintesi, per qualsiasi tipo di proposta che cerchi un potenziale cliente connesso e profilato, le cui preferenze, abitudini, capacità di spesa siano delineabili in
maniera sufficientemente affidabile. Non è il Grande Fratello, che ci spia e ci controlla in ogni momento. Questo non lo vogliamo e riusciremo a impedirlo. Ma è il mondo dei servizi personalizzati e dell’evoluzione degli spazi comuni di qualità, fruibili da un numero crescente di persone. Il primo concetto è legato strettamente alla connettività, quindi soprattutto alle tecnologie delle telecomunicazioni. Il secondo è invece correlato alla qualità ambientale, quindi con l’azzeramento delle emissioni in campo energetico e, in particolare, nei sistemi di mobilità e nell’automobile. Se si capisce lo scenario generale, appare più chiaro ciò che sta accadendo all’auto. La trazione elettrica ancora non decolla sul mercato ma
Tutto ciò che, secondo molti, avrebbe dovuto affossare l'auto, finirà per farne il suo fulcro
anche i marchi europei – dopo aver resistito a lungo in difesa della sola motorizzazione a combustione interna, soprattutto grazie ai bassi consumi e alle ridotte emissioni di CO2 certificabili per i modelli diesel in sede di omologazione – stanno svoltando con decisione in questa direzione. L’auto ibrida con tecnologia “full hybrid” è quasi monopolio del binomio Toyota – Lexus. I soli modelli Honda, Hyundai e Kia offrono oggi un’alternativa. Tedeschi e francesi dovranno ben presto spingere maggiormente sulla diffusione di proposte con doppia motorizzazione. Al momento sembra vogliano puntare soltanto su sistemi ibridi plug-in, con batterie ricaricabili dall’esterno e un’autonomia di qualche decina di chilometri in modalità esclusi-
vamente elettrica. Il costo, però, rimane alto per una diffusione ampia e – se non scenderà a breve – potrebbe condurre a un ritorno all’ibrido “non ricaricabile” in gamma. Anche per chi oggi cerca di evitarlo con il ricorso alla tecnologia dei 48 Volt che permette con bassi costi un aiuto elettrico, seppur minimo, alla trazione (mild hybrid). Obiettivo zero emissioni Il cammino verso le zero emissioni per una fetta significativa del mercato è appena iniziato e non è affatto semplice. Per le batterie non c’è un salto tecnologico in vista, anche se i costi si ridurranno e sarà quindi possibile mettere maggiore capacità energetica – che si traduce in più
autonomia di marcia per ogni ricarica – anche in modelli compatti. L’infrastruttura è da adeguare, non soltanto realizzando un maggior numero di colonnine pubbliche ma permettendo agevolmente sempre a più persone di avere un punto di ricarica di potenza adeguata presso il proprio garage o il proprio condominio. La rete di ricarica super veloce è tutta da realizzare. Se possibile rapidamente, visto che Jaguar, Audi, Mercedes e presto anche Porsche, stanno predisponendo i loro modelli elettrici per ricariche con sistemi da 100, 150 e addirittura 350 chilowatt. Proprio come ha già fatto Tesla coi suoi 120 chilowatt. Oggi la rete elettrica, soprattutto in Italia, non è pronta. Ma dovrà evolvere. Come dovranno essere garantite le fonti rinnovabili per arrivare veramente e senza alcun dubbio alle zero emissioni. Dalla fonte alla strada. Poi c’è l’idrogeno, oggi proposto apparentemente soltanto dalla Toyota e dalla Hyundai ma in realtà mai scomparso dallo sviluppo Audi e Mercedes. E nemmeno da quello Bmw, che vanta nel settore un accordo con la Toyota. Mentre la Honda e la General Motors continuano a lavorarci insieme. Nel mondo futuro che tutti vogliamo, probabilmente il nuovo combustibile avrà un ruolo. Dalla competizione diesel-benzina, si passerà forse a quella batterie-idrogeno. Con un punto fermo, però: niente inquinanti dallo scarico. * Professore Ordinario di “Macchine e Sistemi per l’Energia e l’Ambiente”, Direttore del CARe - Center for Automotive Research and evolution, Università degli Studi G. Marconi.
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