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ANNO IV

MARZO 2004

Il giornale dello specialista del raccolto

BREGANZE, IN TUTTA ITALIA LA FESTA IL GRAN TOUR DEI 130 ANNI DELLE “ROSSE”

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IN FRANCIA UN NUOVO DIRETTORE

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SERVIZIO LA RIVOLUZIONE RICAMBI A FIANCO DELLA PRIMA DEI “LAVERDISTI” MOTOFALCIATRICE

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Gruppo Industriale ARGO


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Il punto

di Aldo I. Dian

La competizione ci rafforza Interessanti prospettive per la produzione e l’occupazione

Eccoci al secondo trimestre del 2004. Il susseguirsi degli appuntamenti di fine 2003 e di inizio 2004 ci sta portando rapidamente ad affrontare l'imminente campagna agraria facendoci dimenticare le vicende trascorse. Una stagione, quella del 2003, che verrà ricordata come la peggiore degli ultimi 5 anni. Alluvioni e gelate tra autunno ed inverno del 2002, per poi finire con una estate torrida e scarna di frutti in tutti i campi. La logica conseguenza di tutto ciò non può che essere il pessimismo generalizzato e comunque anch’esso improduttivo. Noi alla Laverda abbiamo un modo diverso di considerare i fatti. Con questo non vogliamo essere irrazionali bensì realisti e, con realismo, affermiamo che la nostra forza sta nel prevenire piuttosto che curare. Con questo spirito abbiamo superato un anno difficile contenendo i volumi produttivi a livelli corrispondenti alla recessione dei mercati, investendo sullo sviluppo di nuovi prodotti e di nuove tecnologie dirette ad una produttività più flessibile e snella. Per questo abbiamo chiuso anche il terzo esercizio di Laverda in modo positivo, tenuto conto dei grossi investimenti fatti a tutti i livelli. I più significativi hanno riguardato il prodotto, cominciando dalle mietitrebbie con l’introduzione della nuova gamma “M” con ben 6 modelli che partendo dall’ammiraglia M 306 stanno raccogliendo larghi consensi dal mercato, per finire con le rotopresse a camera fissa della serie FB, rinnovate nello styling

e nei contenuti tecnici per rispondere in modo ottimale alla raccolta dei foraggi e delle paglie nelle diverse condizioni. In questo scenario di innovazione non poteva mancare il prodotto simbolo di Breganze: le mietitrebbie autolivellanti. Laverda è l’unico costruttore mondiale di autolivellanti che realizza ben 2 modelli, la 184 AL a 4 scuotipaglia e la 255 AL 4WD a 5 scuotipaglia con l’esclusiva “trazione integrale permanente”. Non da meno gli investimenti sul piano industriale: rinnovate ben 3 linee produttive dedicate una alle mietitrebbie, una alle piattaforme di taglio ed accessori ed una a rotopresse e big balers. Il rinnovamento delle linee permette oggi l’impiego di tecnologie all’avanguardia, atte a garantire una miglior qualità ed una lunga durata

delle macchine. Il risultato del lavoro sin qui svolto, ma anche di questi investimenti, fatti in una stagione estremamente difficile, è già visibile nell’incremento delle richieste. La risposta dei mercati nei primi tre mesi del 2004 è stata superiore alle aspettative e ci ha permesso di creare nuova occupazione. Al quarto anno di attività dal rilancio dell’azienda di Breganze da parte del Gruppo industriale Argo, i numeri danno ragione delle scelte del management: - tre bilanci chiusi in utile, con investimenti consistenti sul prodotto e sugli impianti produttivi; - incremento della produzione del 40% (previsto per il 2004); - incremento dell’occupazione del 45% in 4 anni dal 2000; - rinnovo del 100% dei modelli di mietitrebbie e rotopresse; - raggiungimento della prima posizione delle vendite in Italia e crescita progressiva su tutti i mercati esteri ove Laverda è presente. I risultati sin qui ottenuti confermano e premiano una scelta di fondo importante; Laverda persegue gli obiettivi con molta attenzione all’evoluzione del mercato agricolo, conscia che il saper fare impresa è “contribuire alla riuscita dell’attività dei propri clienti e partner”. Abbiamo ancora molto da fare e quindi, guardando avanti, ci prepariamo per nuove sfide e per rispondere al meglio alle attese di chi ha posto e porrà fiducia in questo storico marchio italiano delle macchine agricole.

Aldo I. Dian direttore generale

Il giornale dello specialista del raccolto Anno IV, n. 1, marzo 2004 Periodico trimestrale Registrazione Tribunale di Vicenza n. 1017 del 5 marzo 2002

direzione editoriale Aldo I. Dian Angelo Benedetti coordinamento redazionale Simonetta Lambrocco consulenza tecnica Pietro Dal Santo progetto grafico Andrea Rosset Piergiorgio Laverda direttore responsabile Claudio Strati hanno collaborato: Rémy Hugueny responsabile tecnico Laverda France

Sergio Leoni marketing ricambi

Massimiliano Martinelli area manager

Anna Nesterova marketing

Lennj Zolin amministrazione vendite ricambi

Piergiorgio Laverda fotografie Archivio Laverda spa Archivio Storico “Pietro Laverda” © by Laverda spa 36042 Breganze (VI) Italy via F. Laverda, 15/17 tel. +39.0445.385311 fax +39.0445.873355 www.laverdaworld.com webmaster@laverdaworld.com Stampa Tipografia Campisi V.le dell’Industria 13 - 36057 Arcugnano (VI) Proprietà letteraria riservata. È permessa la riproduzione di articoli e immagini solo citando la fonte.

Ai destinatari della rivista INFORMATIVA A NORMA DELL’ART. 13 D. LGS. 30.6.2003, n° 196 I vostri dati identificativi sono stati acquisiti da Laverda S.p.A. presso i diretti interessati o comunque presso elenchi e registri pubblici quindi documenti conoscibili da chiunque per svolgere in futuro la nostra attività di marketing. Verranno trattati da Laverda S.p.A. in forma cartacea e/o informatica o telematica e verranno utilizzati esclusivamente presso la nostra società o soggetti nostri ausiliari che collaborano alla postalizzazione in relazione alle nostre esigenze, anche future, di acquisizione di nuovi clienti mediante invio di proposte commerciali. Laverda S.p.A. garantisce la massima riservatezza nel trattare i dati e la possibilità di richiedere gratuitamente la cancellazione (o la rettifica) dei vostri dati contenuti nel nostro archivio. E' a voi pertanto garantita la facoltà di esercitare tutti i diritti dell'art. 7 del d.lgs.vo n. 196/2003 ed in particolare di opporvi in tutto o in parte al trattamento.


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L’Italia

a colloquio con Vincenzo Zaghi

Un grande tour nella penisola conferma la leadership

Vincenzo Zaghi direttore commerciale

Zaghi, lo staff tecnico e marketing, i dealer italiani impegnati in meeting in ogni provincia Ritorna il grande tour in giro per la Penisola, per radicare tra gli specialisti del raccolto italiani la conoscenza e l’informazione riguardanti le potenzialità delle macchine Laverda. Com’è sua consuetudine, Laverda non solo fa un continuo lavoro di promozione e informazione attraverso le visite organizzate al suo stabilimento, ricevendo migliaia di ospiti italiani e stranieri ogni anno, ma periodicamente va a trovare di persona gli operatori del settore, sempre interessati a conoscere le novità tecnologiche dell’azienda di Breganze e a toccare con mano le macchine rosse. Questa volta a coordinare il lungo e stimolante viaggio nelle diverse province italiane, assistito da tutta la rete Laverda, è stato Vincenzo Zaghi, direttore commerciale per l’Italia di Laverda, il quale ci spiega alcuni particolari dell’iniziativa. Dott. Zaghi, come nasce l’idea del tour? “L’idea di percorrere in lungo e in largo l’Italia è un’iniziativa che Laverda periodicamente mette in atto, convinta della necessità di dare sempre più visibilità al suo marchio e difendere il valore del brand. La visibilità del marchio Laverda va incrementata, tra gli operatori del settore, con convinzione, con la giusta determinazione, dando continuità alle azioni intraprese e svolte in questo ultimo anno di lavoro”. Tutta le rete Laverda in Italia è stata interessata? “Certamente e non poteva che essere così. E coinvolgere tutti i nostri dealer italiani in questa iniziativa si è rivelato subito vincente. Ognuno di loro, i loro collaboratori, le loro strutture, si sono messi a disposizione per coinvolgere i terzisti “opinion leader”, le grosse aziende agricole, gli allevatori più attenti, a partecipare ai nostri meeting provinciali. Lo schema già collaudato da Laverda è stato, in questa annata, ulteriormente sviluppato: ha coinvolto migliaia di imprenditori, che hanno potuto “vivere” in prima persona le argomentazioni tecniche e commerciali trasferite loro da Laverda”. Insieme a voi hanno viaggiato anche le mietitrebbie e le altre macchine da raccolta Laverda? “L’impatto con l’efficienza dei nostri prodotti è sempre positivo e

La manifestazione svoltasi in provincia di Catania


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4 porta valore aggiunto a qualsiasi spiegazione. Come sempre era una scelta per noi obbligata, quella di avere le macchine a disposizione per la giusta visione dei clienti utilizzatori finali. Ciò, ancora una volta, conferma che il nostro cliente desidera, in primis, poter valutare ogni specifica costruttiva e l’alto valore intrinseco delle macchine Laverda, siano esse mietitrebbie, big balers o rotopresse. Inoltre i responsabili di prodotto di Laverda, così come i tecnici del marketing operativo, tutti coinvolti al massimo, hanno saputo sostenere con grande professionalità argomentazioni di elevato spessore tecnico, portando in risalto i plus delle macchine Laverda, costruite espressamente per le esigenze del territorio italiano e degli utilizzatori finali”. Ovviamente avrete trovato anche molta curiosità sulle nuove linee della politica comunitaria per l’agricoltura. “Infatti. Non si sono trascurati gli aspetti relativi alla nuova politica comunitaria a livello di Unione Europea allargata. I nostri interlocutori hanno manifestato grande interesse per gli aspetti più salienti di Agenda 2000. E molto apprezzati sono stati i collegamenti economici - con esempi molto pragmatici - tra gli aspetti monetari della nuova politica comunitaria ed i risvolti in fatto di meccanizzazione agraria. Soprattutto i terzisti hanno potuto apprezzare quale impulso Laverda oggi stia dando al mercato italiano; impulso rivolto a capire e a chiarire che tipo di investimento i nostri potenziali clienti devono oggi sostenere per assicurare e dare continuità alle loro attività imprenditoriali”. Come si sono svolti i meeting? “Con il supporto anche di immagini chiare, di filmati professionali, che hanno reso più eloquenti e chiarificatori i nostri interventi, valorizzando ancor più i discorsi a supporto delle immagini. L’idea che ha guidato l’impostazione del “tour Italia” di quest’anno viene dalla convinzione che i meeting più efficaci, con maggior coinvolgimento di potenziali clienti, devono tenersi presso gli showroom dei nostri dealer esclusivi,

oltre che presso la nostra sede. Il cliente può toccare con mano tutta la completa flotta Laverda, vivendo i tanti punti di forza delle nostre macchine. La partecipazione così elevata certamente evidenzia che, in questi anni di rilancio del suo marchio, tutta la struttura marketing di Laverda ha saputo operare in modo molto efficace: il brand Laverda oggi ha raggiunto - come negli anni ’80 la massima visibilità. L’apprezzamento del lavoro svolto in termini di affidabilità costruttiva, di post-vendita, è riconosciuto dovunque ci si trovi a livello di regioni italiane”. Dott. Zaghi, che risultati vi aspettate dal vostro tour? “Il valore aggiunto che portano simili iniziative si è già evidenziato con risultati concreti di vendita. La velocità di risposta è stata immediata, il ritorno oggettivamente positivo. Possiamo perciò dedurre che il brand Laverda è riconosciuto dai clienti utilizzatori finali come leader indiscusso a livello nazionale. Il passa parola di chi ha partecipato ai nostri meeting è stato molto efficace ed incisivo. Questo “effetto moltiplicatore” sta dando a Laverda una posizione dominante nel mercato italiano”. Sopra, folla di operatori all’incontro di Avellino. Al centro, una suggestiva immagine delle mietitrebbie innevate a Siena. Sotto, autolivellanti in mostra a Monteoliveto.


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Gli eventi

I 130 anni di Laverda festeggiati in famiglia Emozione e spirito di gruppo nella speciale festa per il compleanno aziendale Dopo la stupenda festa di Palazzo Bassi organizzata per tutti i partner commerciali di Laverda, alla direzione aziendale sembrava molto importante condividere anche con tutti coloro che con la loro opera quotidiana nello stabilimento di Breganze contribuiscono al successo di Laverda in Italia e nel mondo, un momento di incontro festoso per celebrare il 130° anniversario di presenza del marchio sul mercato. Ed era giusto che a questa festa partecipassero anche le famiglie. Il salone della mensa è stato così trasformato in una prestigiosa sala ristorante, approntata per un gala dinner: tavoli rotondi, stupenda mise en place, addobbi e fiori. C’era un grande entusiasmo e si respirava la voglia di stare insieme a “fare festa” con allegria. Ha aperto la serata il direttore marketing Angelo Benedetti, raccontando i 130 anni di prodotti e di storia Laverda, accompagnando l'intervento con immagini d'epoca e di attualità e corredandolo dei dati sull'andamento dei mercati. La parola è passata poi al direttore generale Aldo I. Dian, che ha voluto ringraziare tutti per l'impegno e la dedizione costanti delle maestranze. I ringraziamenti sono andati anche alle famiglie, che hanno saputo e sanno appoggiare ciascuno di noi nei momenti di maggior lavoro e quindi di maggior impegno fuori casa. Particolarmente significativo, poi, il momento della premiazione dei 30 colleghi che hanno compiuto nel 2003 il 30° anno di attività in Laverda. Ognuno di loro è stato chiamato singolarmente da Mario Pretto, responsabile risorse umane, a ricevere dalle mani del direttore generale uno stupendo orologio d'oro con un'incisione commemorativa sulla cassa e un attestato, a memoria dell'evento. Il tutto accompagnato da scrosci di applausi e dalle immancabili foto di rito. Trenta di noi hanno festeggiato il trentesimo anno di attività in Laverda, massima espressione di fedeltà e attaccamento ad un'azienda che rimane nel cuore

di chi ne ha fatto e ne fa parte. Un considerevole bagaglio di professionalità e di esperienza che senza dubbio hanno contribuito alla qualità dei nostri prodotti e al successo riconquistato negli ultimi tre anni, dal momento del rilancio del marchio Laverda grazie all’acquisizione da parte del Gruppo Industriale Argo. Il fatto di sentirsi motivati e determinati verso un comune obiettivo è un requisito essenziale per raggiungere i risultati prefissi. Iniziative quali la festa del 19 dicembre in Laverda fanno sentire ognuno di noi parte di un tutto che funziona proprio grazie all’impegno e all’azione di ciascuno. Dato che non tutti avevano avuto modo di vedere il recente filmato realizzato proprio per celebrare il 130° anniversario, la festa del 19 dicembre ci ha dato l’occasione per assistere, tutti insieme, alla proiezione. É stato d’impatto, soprattutto nel momento in cui vengono riprese dall’alto più di 20 mietitrebbie Laverda che avanzano trebbiando: una vera e propria parata di rosse Laverda. Finalmente, poi, l’avvio della cena: il nostro insostituibile Paolo, con il suo staff al completo, ci ha ancora una volta deliziati con

manicaretti di ogni tipo. E per una festa come si deve non poteva mancare la musica dal vivo, con gli amici della Picchio Band, i Supergroove, che con il loro sound ci hanno trascinati nelle danze fino a notte fonda. Simonetta Lambrocco Un momento della premiazione dei dipendenti. Sotto, la sala del ristorante aziendale gremita di ospiti.

Simonetta Lambrocco responsabile pubbliche relazioni


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I mercati a cura di Simonetta Lambrocco

I tecnici di Laverda France in visita a Breganze Dopo la visita all’Eima di Bologna, proficuo scambio di esperienze nella casa madre Il 18 ed il 19 novembre scorsi i principali responsabili d’officina francesi sono stati accolti in Italia per la riunione tecnica annuale. È stata una “due giorni” molto intensa. Il primo giorno, i trenta partecipanti hanno potuto apprezzare le ultime novità del marchio: le mietitrebbie M 304 LS 4WD, 184 AL e la rotopressa FB 215L, esposte allo stand Laverda all’Eima di Bologna. Il giorno successivo, lo stabilimento di Breganze ha accolto la riunione tecnica annuale che riuniva i diversi protagonisti del servizio assistenza tecnica Laverda (quindi responsabili d’officina e personale tecnico francese e italiano). L’incontro, che ho organizzato insieme a Pietro Dal Santo, responsabile del centro assistenza post-vendita di Breganze, e ai miei collaboratori, ha permesso lo scambio di informazioni e di esperienze e, inoltre, l’adozione di nuove soluzioni tecniche per garantire la qualità e l’affidabilità delle macchine Laverda. Gli argomenti affrontati sono stati molti ed interessanti. Si è analizzato il tema dell’attrezzatura di diagnostica, si è parlato della documentazione tecnica indispensabile per procedere ad interventi rapidi ed efficaci; importantissimo il tema della continuità della garanzia e dell’organizzazione delle revisioni invernali, molto interessante l’approfondimento dell’organizzazione di ”un’attività essenziale” del servizio post vendita. Ai responsabili d’offici-

na francesi sono stati proposti, complessivamente, durante l’inverno 2003/2004, non meno di 7 corsi di formazione tecnica specifici per i diversi prodotti Laverda. Corsi che sono stati modulati secondo i livelli di conoscenza e le esperienze di ogni operatore. La partecipazione ha visto impegnate tutte le concessionarie francesi. Nel pomeriggio gli ospiti hanno visitato lo stabilimento. È stato così possibile valutare il carattere eccezionale delle tecniche di costruzione e montaggio generate dal nuovo procedimento di assemblaggio recentemente introdotto a Breganze, e apprezzare il rigore dei numerosi controlli effettuati durante tutto il processo di produttivo. Il gruppo ha inoltre incontrato i principali interlocutori del reparto ricambi Laverda ed ha potuto constatare personalmente l’importante stock di pezzi ed i mezzi messi a disposizione per assicurare l’invio dei ricambi urgenti durante la stagione e garantire il servizio ai clienti. Nel corso delle due giornate trascorse a stretto contatto con l’organizzazione Laverda, tutti i presenti hanno dimostrato la loro volontà di assicurare un servizio di qualità. La vicinanza e l’esperienza dei concessionari, insieme al “savoir faire” di Laverda, sono gli ingredienti di una collaborazione fruttuosa con un importante comune obiettivo: la soddisfazione dei clienti. Rémy Hugueny

A Saint Dizier arriva il nuovo direttore commerciale Nel quartier generale francese da gennaio l’incarico a Michel Branlard Dal mese di gennaio 2004, Michel Branlard è il nuovo direttore commerciale di Laverda France nel quartier generale di Saint Dizier. In Francia le prospettive di crescita della diffusione delle macchine Laverda e i progetti di sviluppo sono notevoli, come ha annunciato il presidente di Laverda France Aldo I. Dian: una conferma, se ce ne fosse bisogno, degli importanti investimenti del Gruppo Argo nel settore della raccolta. “In Francia l’ottima posizione storica delle mietitrebbie di Breganze ed i primi risultati registrati dai nostri concessionari dimostrano che, sostenuta da una rete di concessionari specializzati, motivati ed esclusivi, Laverda potrà ritrovare il suo posto tra i più grandi nel mondo degli specialisti della raccolta” spiega il neodirettore commerciale Branlard. Da stimolo funziona l’esempio dei risultati ottenuti in Italia in soli tre anni dall’acquisto dello stabilimento di Breganze, e del marchio Laverda, da parte del Gruppo Industriale Argo. Per questo, nella convinzione dell’efficacia della strategia messa a punto, anche la struttura della squadra di vendita di Laverda France si è rafforzata. “Quello che vogliamo continua Branlard - è dimostrare sempre più che siamo vicini al cliente e particolarmente attenti alle sue esigenze”. Già allievo del Liceo di Saint Hilaire di Harcouët nella Manica, una laurea in ingegneria meccanica e ingegnere del CESI, Michel Branlard ha al suo attivo un percorso professionale orientato al 100% alla meccanizzazione. Dopo 7 anni in Mercedes Benz Francia come responsabile regionale grandi colture MB Trac, nel 1988 Branlard è entrato nel gruppo Deutz Fahr dove successivamente è diventato direttore regionale. La sua carriera in Deutz lo ha visto, in seguito, direttore marketing e infine direttore commerciale per le macchine da raccolta. Prima di approdare a Laverda era direttore delle vendite di macchine da raccolta Agco per il marchio Massey Fergusson. Ben conosciuto dai contoterzisti e dalle grosse aziende agricole francesi, uomo molto esperto e appassionato di tematiche agricole, Branlard conosce in modo molto approfondito lo specifico mercato delle mietitrebbie. Con la sua squadra è già al lavoro per incrementare la penetrazione di Laverda in questo segmento strategico di mercato. Ai clienti il messaggio di Branlard è molto esplicito: “Non esitate a far presente le vostre osservazioni e le vostre aspettative: intendiamo sviluppare con voi un rapporto fruttuoso e di massima collaborazione”. Anna Nesterova

L’ing. Michel Branlard in visita a Breganze con il direttore generale Aldo I. Dian


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7 A Cordoba la grande festa con la gamma delle “rosse” Open day Laverda, in Spagna, lo scorso 21 marzo. Con la collaborazione della filiale iberica, con sede centrale a Barcellona, a Cordoba il concessionario Repuestos Agricolas Andaluces sl ha organizzato una “Gran Fiesta” Laverda, finalizzata soprattutto alla scoperta e alla presentazione delle nuove macchine, le mietitrebbie autolivellanti 255 AL 4WD e 184 AL, le M 304 Levelling System 4WD, oltre all’ammiraglia M 306, e poi le big baler LB 12.70 T e le rotopresse della serie FB, tutte macchine ideali per le esigenze del mercato spagnolo. La festa nella città andalusa, della quale parleremo diffusamente nel prossimo numero della rivista, ha visto la partecipazione di numerosissimi operatori del settore, per i quali era stata organizzata anche una coinvolgente estrazione a premi.

Huntraco, in Ungheria un partner di qualità Il nuovo importatore di Laverda, a capitale britannico, ha filiali in tutto il Paese Da più di dieci anni Huntraco Trading and Servicing Company è leader nel mercato ungherese per la commercializzazione delle macchine da costruzione. La società, a capitale britannico, ha iniziato la sua attività a Budaörs nel 1991 con un gruppo di trenta persone, come distributore unico delle macchine Caterpillar. Durante questo periodo lo sviluppo di Huntraco è stato consistente e continuo. Il giro d'affari annuo si avvicina ai 10 miliardi di fiorini ungheresi (circa 40 milioni di euro), i dipendenti superano le 150 unità. Huntraco ha filiali in tutto il Paese. Oltre alla sede centrale di Budaörs, ci sono cinque filiali nelle città principali presso cui i partner di Huntraco possono rivolgersi. Con la sua lunga esperienza e la spiccata flessibilità a servizio del cliente, Huntraco ha tutte le carte in regola per essere il riferimento ideale di Laverda in Ungheria, ispirandosi alle medesime "parole d'ordine" dell'azienda di Breganze. Molta parte delle sue strategie passa infatti, come per Laverda, per una cultura del servizio. “A questo riguardo - ci racconta Karoly Kovacs, direttore vendite del dipartimento agricolo - non c'è dubbio che la nostra azienda meriti a pieno titolo di essere definita come un “complesso di servizi”. Come fa Huntraco a mantenersi in prima linea nonostante un andamento del mercato non sempre favorevole? “Sin dalla fondazione - risponde Kovacs - Huntraco ha sempre venduto prodotti di altissima qualità. Le macchine che noi commercializziamo devono avere tra le loro caratteristiche distintive produttività, durata e affidabilità. Considerando con la giusta attenzione queste caratteristiche, Huntraco ha implementato la sua linea di prodotti introducendo, oltre a Caterpillar, anche altri marchi quali Ingersoll-Rand, Genie, Honda, Laverda, McCormick, Amazone, Selwood, Ausa ecc. Tutti marchi prestigiosi e prodotti che hanno quegli stessi requisiti di produttività, durata e affidabilità che avevamo già sperimentato con Caterpillar”. Su che cosa punta in modo particolare Huntraco per soddisfare le esigenze della clientela? “La formazione continua è uno dei nostri punti di forza: specialisti supporto prodotto Caterpillar e tecnici del servizio post-vendita prendono parte a corsi di formazione sia in loco che all'estero”. Come si posiziona Huntraco in termini di qualità percepita presso la clientela ungherese? “L'elevato standard qualitativo dei servizi che siamo in grado di offrire risponde Kovacs - è ampiamente riconosciuto dalla clientela. Le nostre filiali e le nostre officine dispongono dei migliori strumenti, delle più moderne attrezzature e delle tecnologie più avanzate. La nostra sede centrale ha capacità di ulteriore espansione”. Oltre all'eccellenza delle macchine distribuite e alle capacità dei vostri specialisti, quali altri fattori contribuiscono alla popolarità di

Huntraco? “Certamente un terzo fattore esiste: è la flessibilità di Huntraco, unita alla reattività verso le esigenze del mercato - spiega Kovacs -. Ogni volta che il mercato ha richiesto qualcosa di nuovo, abbiamo sempre reagito guardando verso nuove direzioni e ampliando l'attività. Per questo motivo nel 1994 abbiamo introdotto Cfs, un nuovo servizio che fornisce supporto finanziario ai clienti. Nel 2001, poi, abbiamo aperto un magazzino per il noleggio e l'affitto di macchine e attrezzature commercializzate da Huntraco. Sempre in linea con la domanda del mercato, per un anno, abbiamo anche offerto attrezzature per la protezione ambientale. Anche il dipartimento macchine usate, lanciato nel 1998, ha enormemente contribuito al raggiungimento della nostra posizione di leader di mercato”. S. L.

Karoly Kovacs e sotto la sede di Huntraco a Budaörs


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I prodotti

a cura di Massimiliano Martinelli

Moderna tecnologia per la fienagione, pratica antica I segreti da conoscere per ottenere un raccolto di qualità, minimizzando le perdite La fienagione è una pratica antica che coinvolge molte risorse: energia solare, terra, lavoro, seme, fertilizzanti. Dal loro perfetto sfruttamento deriva la qualità finale del raccolto. Gli stessi sistemi di stivaggio condizionano pesantemente la qualità e la quantità del prodotto finale ed è perciò di capitale importanza investire in attrezzature moderne e all’avanguardia, appositamente concepite con l’obiettivo di assicurare il corretto ritorno sugli investimenti che questa tecnica richiede. Diamo uno sguardo ai passaggi più importanti che man mano si avvicendano durante questo processo e alle caratteristiche tecniche delle attrezzature che compongono la gamma fienagione Laverda, concepita per rispondere alle esigenze della moderna zootecnia italiana. Scopo finale è condurre il professionista verso scelte mirate e consapevoli. Tutto il processo di fienagione è condizionato da forti perdite di sostanza secca e di qualità. Queste perdite impoveriscono il foraggio da quando questo è in campo sino alla mangiatoia, passando per i sistemi di raccolta e di conservazione. E’ di fondamentale importanza quindi che l’operatore agisca attraverso le migliori conoscenze tecniche e le migliori strumentazioni atte a ridurre i rischi di perdita di sostanza secca e di qualità. Due sono i punti essenziali a cui deve puntare la fienagione: • Qualità del foraggio come migliore risposta ai fabbisogni degli animali • Riduzione delle perdite di raccolta Primo obiettivo: qualità del foraggio come migliore risposta ai fabbisogni degli animali Numerose sono le risorse e le voci di spesa che intervengono nel normale processo di fienagione. Se attribuiamo un valore economico alle singole voci che condizionano la qualità e la quantità del prodotto finito, come ad

esempio la perdita di sostanza secca durante la raccolta, in fase di stivaggio e durante la somministrazione agli animali, la somma di queste voci incide fortemente sul prezzo finale del fieno stesso. Ridurre le perdite durante l’intero processo di fienagione, dalla raccolta alla conservazione, è importantissimo e altrettanto importante sono lo stadio di maturazione e il tipo di foraggio. La tabella 1 mostra il valore nutritivo di diversi tipi di foraggio sfalciati a differenti stadi di maturazione e raccolti secondo le pratiche più corrette. Come la pianta cresce ed invecchia la concentrazione di fibra aumenta, di contro il contenuto proteico e la digeribilità peggiorano. Il fieno per la somministrazione ad animali con elevati fabbisogni, come per esempio i bovini ad inizio lattazione, dev’essere raccolto nei primi stadi di crescita, quando la qualità è generalmente elevata anche se la resa agronomica è inferiore. Ritardare il periodo di raccolta verso stadi più avanzati di crescita tende a massimizzare la resa, ma anche a peggiorare la qualità. In questo caso è conveniente somministrare il foraggio ad animali con inferiori fabbisogni energetici come ad esempio vacche in asciutta oppure a fine lattazione (tabella 2). Un fieno di graminacea sfalciato per esempio ad inizio spigatura risponde sufficientemente ai fabbisogni delle bovine da latte. In seguito, la povertà proteica dello stesso costringerà l’allevatore a ricorrere ad un maggior impiego di concentrati proteici.

utilizzate sono le seconde, in quanto offrono una capacità di lavoro senza pari. Laverda per questa fase della fienagione offre una gamma completa di falciatrici da 4 a 7 dischi, munite di due coltelli per disco e una larghezza di lavoro che varia da 1,65 mt a 2,80 mt. Le caratteristiche principali di queste falciatrici sono un robusto telaio a profilo quadro con attacchi di 1a e 2a categoria e la possibilità di adeguamento alla carreggiata del trattore. L’albero cardanico è a ruota libera, mentre una catena di arresto e aggancio garantisce una perfetta sicurezza durante il trasporto. L’altezza di taglio è regolabile mediante il terzo punto del trattore e attraverso un sistema a doppie molle di compensazione regolabile si ottiene un perfetto adattamento dell’apparato di taglio ad ogni tipo di suolo. Punto di forza è la barra di taglio con ingranaggi in bagno d’olio, con dischi e pignone di facile smontaggio e munita di cuscinetti a doppia sfera per alte velocità.

Secondo obiettivo: riduzione delle perdite di raccolta

* RFV = indice di qualità nutritiva del foraggio ( 70 paglia - 150 erba medica)

Sfalcio Il foraggio è comunemente sfalciato con falciatrici a lama oscillante o rotative. Il tipo di foraggio graminacea o leguminosa e la resa dello stesso determinano la scelta di un tipo piuttosto che un altro. In genere ormai le falciatrici più

Stadio di maturazione alla raccolta in base a massima qualità / massima resa agronomica

Massimiliano Martinelli area manager

Per quanto riguarda le corrette tecniche agronomiche, ecco alcu-

Tabella 1 Valore nutritivo di tipi di foraggio SPECIE

STADIO VEGETATIVO

PROTEINE GREZZE

RFV *

Erba medica

Bottone Fiorale Inizio Fioritura 50 % Fioritura Fioritura Piena

21,50% 18,40% 15,90% 13,50%

> 150 125 - 149 103 - 124 75 - 102

Loiessa

Botticella Inizio Spigatura Maturazione Lattea Maturazione Piena

15,00% 10,50% 8,00% 6,00%

> 125 100-124 76-99 <75

Tabella 2

Sfalcio

Stadio per Max Qualità

Stadio per Max Resa Agronomica

Erba medica

Primo taglio - bottone fiorale Altri tagli - inizio fioritura

50 % fioritura

Loiessa

Inizio Spigatura

Fioritura

Cereali

Spigatura

Maturazione Lattea


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9 ni suggerimenti da mettere in pratica: 1. Sfalciare durante le prime ore della giornata per ridurre la respirazione e, possibilmente, in assenza di rugiada; 2. Lavorare con lame affilate per evitare sfilacciature dei germogli e quindi ritardi nel ricaccio; 3. Rispettare una altezza di taglio di 4-6 cm. Perdite di respirazione Le cellule dei tessuti vegetali, immediatamente dopo lo sfalcio, iniziano un pesante processo di respirazione che termina non appena l’umidità del foraggio stesso scende al di sotto di valori del 35-40%. Una veloce perdita di umidità limiterà le perdite di sostanza secca dovute alla respirazione a carico del foraggio tra il 2–6%. Inversamente, una lenta perdita di umidità può provocare anche una perdita superiore al 15% di sostanza secca. Sfalciare il foraggio quando le condizioni ambientali sono ideali, soprattutto quando ci sono bassi livelli di umidità dell’aria, riduce considerevolmente i rischi di perdite di respirazione. Condizionamento Questa pratica, specialmente nelle leguminose, accelera il processo di

essiccazione di 1/2 o 1/3 rispetto al foraggio non condizionato, in quanto apre e rimuove lo strato di cuticola che circonda lo stelo riducendo drasticamente le perdite per respirazione. Lo stelo largo inoltre, per esempio quello dell’erba medica, tende a rispondere al condizionamento meglio di uno stelo fine quale per esempio la loiessa. Il condizionatore a rulli della FC 7 R, falciacondizionatrice trainata Laverda, è costituito da una coppia di rulli in gomma con costolatura elicoidale ad elementi intercambiabili e con una regolazione a doppia molla per l’intensità di condizionamento per una velocità di rotazione rulli di 760 giri/min. La macchina è munita di uno speciale dispositivo che permette alla barra di taglio di seguire il profilo del terreno, sollevandosi in caso di urto contro un ostacolo. Anche le falciacondizionatrici portate F5R e F6R sono caratterizzate da un condizionatore a rulli in gomma a costolatura elicoidale con compressione modulare. Arieggiamento Per quanto riguarda le operazioni di arieggiamento, è consigliabile ranghinare con un primo passaggio dopo due ore dallo sfalcio e successivamente con un secondo passaggio meno veloce, per evita-

re lo sbriciolamento del foraggio. L’altezza degli organi lavoranti dovrà essere regolata ed il numero di passaggi dovrà essere adeguato alla maturità, evitando di ranghinare con umidità inferiori al 40%. È consigliabile inoltre formare le andane prima del completo essiccamento del foraggio, regolare l’altezza evitando contaminazione con la terra ed infine moderare velocità di avanzamento e di rotazione degli organi meccanici per limitare perdita di foglia. Perdite per dilavamento Le precipitazioni piovose dilavano le sostanze solubili presenti nel foraggio. Di conseguenza zuccheri, vitamina B, e minerali solubili sono velocemente asportati dal foraggio in quantità talvolta importanti anche superiori al 20%. È quindi consigliabile intervenire tempestivamente con attrezzature adeguate. Le perdite sono condizionate da tre fattori: umidità, temperatura, tempo meteorologico Gran parte delle perdite di sostanza secca e quindi di qualità a carico del fieno conservato sono provocate da funghi e batteri che consumano gli elementi nutritivi che lo compongono. Questi microrganismi producono calore, motore di reazioni chimiche, ed ulteriore perdita di qualità nutritive. In casi estremi il calore generato da funghi e batteri può provocare la combustione del fieno provocando la distruzione delle strutture di stivaggio e del foraggio stesso. I funghi e i batteri si riproducono velocemente se il fieno è umido e caldo, di conseguenza più tempo hanno a disposizione, più danni provocano. In generale i microrganismi che deprimono la qualità del foraggio sono dormienti a bassa umidità e temperatura per un brevissimo periodo di tempo. Imballare alla corretta umidità Il periodo di pressatura attraverso rotoimballatrici è fondamentale per massimizzare il valore del fieno. L’umidità ottimale per imballare varia da un minimo del 15% ad un massimo del 20%. Imballare con un’umidità inferiore al 15% significa per il foraggio subire pesanti perdite di raccolta. In particolare per l’erba medica, ciò significa perdere le foglie in


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10 Tabella 3 Perdite di qualità e sostanza secca (% sulla resa dello sfalcio iniziale ) a diverse umidità di stivaggio (US Dairy Forage Research Center, Madison, WI).

Umidità

Perdite sostanza secca

Digeribilità sostanza secca

Perdite proteine grezze

11 - 20% 20 - 25% 25 - 34%

4.5% 7.09 10.09

6.2% 11.08 13.05

6.0% 8.08 7.05

misura maggiore man mano che l’umidità diminuisce. Di contro, stivare il fieno a umidità superiori al 20% significa subire danni da riscaldamento, perdite di sostanza secca e proliferazione di funghi durante la conservazione. Uno studio (tabella 3) condotto su rotoballe presso US Dairy Forage Research Center, Madison, Wisconsin, dimostra come l’aumento delle perdite di sostanza secca e di qualità siano direttamente proporzionali all’aumento dell’umidità. È perciò di capitale importanza imballare alla corretta umidità, utilizzando gli strumenti più appropriati piuttosto che contare su una casuale essiccazione postuma. Per questa fase della fienagione, Laverda offe una gamma completa di rotopresse a camera fissa FB 215 L , FB 212 L , FB 212 e variabile VB 12.18 e VB 12.18 CS. Le prime, a camera fissa, si distinguono per essere costituite da un sistema di avvolgimento a catene e traversine; le seconde, dotate di camera variabile, sono costituite da un sistema di avvolgimento a cinghie. Le rotopresse a camera fissa sono adatte per aziende di medie e piccole dimensioni sia per la pianura che per la collina. Le rotopresse a camera variabile, ammirate per la loro eleganza e temute dalla concorrenza per la loro moderna tecnologia, sono studiate per permettere all’imprenditore che ricorre alla ventilazione forzata di raccogliere il foraggio immediatamente dopo l’operazione di sfalcio con contenuti di umidità decisamente elevati (50-60%). Questa opportunità permette di limitare il più possibile, se non addirittura impedire, che il foraggio sia sottoposto a pesanti perdite meccaniche, metaboliche e di immagazzinamento che normalmente si verificano durante le più comuni operazioni di fienagione. Il grado di queste perdite, infatti, dipende da molteplici fattori quali l’umidità alla raccolta, la velocità delle operazioni ma soprattutto il

tipo di attrezzatura impiegato. La VB 12.18 è una rotopressa unica nel proprio genere. Opera infatti in modo che la balla, una volta formata, abbia una regolare e ben distribuita uniformità di compressione. Questa regolare compressione permette all’imprenditore che ricorre alla ventilazione forzata di ridurre drasticamente i tempi classici di essiccazione con un non indifferente risparmio economico in termini di combustibile impiegato ed un considerevole recupero di valore nutritivo del foraggio. Punta di diamante della gamma fienagione Laverda le imballatrici giganti LB 8.70 LB 12.70 T e TCS e 12.85 T e TCS. Macchine entusiasmanti per terzisti e soprattutto per quella frangia di allevatori, sempre più numerosi, con importanti mandrie da governare e superfici da coltivare, localizzati prevalentemente nelle aree di produzione del parmigiano/reggiano e del grana padano. La necessità di questi imprenditori di focalizzarsi sulle importantissime fasi dell’allevamento come la distribuzione degli alimenti, la messa in asciutta della mandria, i frequenti parti, l’identificazione dei calori e quindi l’ingravidamento, le delicate fasi di inizio latta-

zioni ed il governo delle manze e dei vitelli fa sì che le operazioni agronomiche come la raccolta debbano essere gestite con macchine veloci, potenti, efficienti ed affidabili. In queste aree produttive, infatti, dove il fieno rappresenta il cardine dell’alimentazione delle vacche da latte, ridurre il più possibile i tempi di raccolta del foraggio significa non solo ridurre le perdite a carico del foraggio stesso migliorandone la qualità, ma anche una migliore gestione e presenza nella stalla dell’imprenditore stesso. In queste aree, mediamente, si svolgono per unità produttiva quattro/cinque operazioni di fienagione all’anno della durata di una/due settimane per volta. Queste operazioni necessitano di un elevato dispendio di tempo ed energia, dispendio che si ripercuote negativamente sul regolare andamento della stalla. Ecco quindi la necessità per molti imprenditori di prendere in giusta considerazione l’opportunità di scegliere ed utilizzare moderni strumenti come le LB nelle varie versioni, macchine sempre più aderenti alle esigenze e all’evoluzione del mercato. Massimiliano Martinelli


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I servizia cura di Angelo Benedetti

Informatica, il sistema nervoso della vita aziendale Un punto d’appoggio in più per tutti gli operatori Laverda in azienda e nel mondo Una grande azienda è come un organismo vivente. Cervelli, muscoli, bagagli di esperienza accumulati negli anni, capacità di fare e inventare, e una rete linfatica e nervosa che dà sostegno e input positivi per assistere e migliorare le prestazioni, rendere più facile la vita, ottimizzare lo stato di benessere fisico e psicologico della “creatura”. La “rete” nervosa è quella informatica. Nel nostro caso è lo staff dei Sistemi Informativi, guidato da Stefano Paoletto, 35 anni, da sempre impegnato nel settore informatico sia per studi che per professione, in Laverda dal 2001 e dall’ottobre del 2003 responsabile del reparto nel quale operano anche sistemisti informatici e tecnici hardware. “Nel nostro reparto ci sentiamo parte dell’avventura di Laverda nel suo ritorno progressivo su tutti i mercati - dice Paoletto -, si tratta di un’esperienza stimolante sotto molti punti di vista. Per quanto mi riguarda, grazie a Laverda ho potuto fare un salto di qualità nelle mie aspettative di restare una figura molto operativa e di crescere”. Lo staff dei Sistemi Informativi sviluppa e tiene sotto controllo non solo tutta la “rete locale”, quella lungo la quale pulsa la vita dell’azienda, ma anche le connessioni con la rete del Gruppo Argo e di tutte le consociate. Un sistema molto complesso, nel quale rientra anche il nuovo portale dell’azienda di Breganze, www.laverdaworld.com, che Paoletto e i suoi collaboratori stanno completamente innovando, per renderlo strumento sempre più utile e integrato nella grande rete privata mondiale del Gruppo: sia per l’utilizzo e lo scambio di informazioni degli utenti “interni”, sia come porta aperta a potenziali clienti e fruitori “esterni” del sito, portatori di esigenze sempre nuove che Laverda deve saper recepire e soddisfare. Un’industria con 130 anni di storia alle spalle, come Laverda, è una macchina oliatissima e collaudata, con una grande capacità progettuale e produttiva sviluppata in decenni di lavoro e di contatto diretto con le esigenze degli operatori del settore in tutto il mondo. La “rete” informatica porta all’efficienza del sistema un supporto in più e una possibilità di controllo ulteriore sui processi produttivi. “Il fattore dei Sistemi Informativi è inserito in modo capillare in azienda - dice Stefano Paoletto - e riguarda indifferentemente tutti gli utenti, dalla progettazione alla produzione, dai sistemi di gestione vendite agli acquisti. Noi abbiamo il compito di operare “sopra ogni parte” dell’impresa Laverda indicando, quando occorre, la soluzione tecnica, sistemistica e informatica richiestaci. Lavoriamo in un interfaccia continuo con gli utenti Laverda di tutti gli altri gangli aziendali. Con tutte le attività inerenti, perché durante il ciclo di lavoro aziendale non si possono spegnere le macchine: ad esempio, se occorrono interventi manutentivi o innovativi nei sistemi, lo si dovrà fare di sera, o di notte”. Paoletto illustra il sistema informativo di Laverda “come una rete neuronica che coglie le esigenze di utenti e clienti, dai più vicini ai più lontani”. “Il nostro compito è anche quello di andare incontro all’operatività dell’utente, sapendo bene le esigenze di chi è operativo, rendendo più facile a tutti avvalersi della rete. Abbiamo anche avviato dei corsi per rendere più comprensibile e prestazionale, ai nostri colleghi, l’uso degli strumenti informatici a loro disposizione. Tutti sappiamo usare bene il computer, ma magari non al massimo delle sue potenzialità. Se si elevano le competenze di tutti gli utenti, si facilita il loro lavoro e anche il nostro quando ci rapportiamo con loro”. Un altro risultato raggiunto dai Sistemi Informativi riguarda la maggiore velocità assicurata alla circolazione delle informazioni all’interno dell’azienda e verso l’esterno. È sempre stata, anche storicamente, una carta vincente dell’azienda di Breganze la condivisione del know how tra tutti i suoi operatori, in una palestra costante che attraverso lo scambio reciproco delle conoscenze porta al miglioramento continuo del prodotto. Ora, grazie all’informatica, questa funzione ha raggiunto livelli di elevatissima integrazione, aiutando gli operatori Laverda nel controllo delle procedure oltre che nella velocità e nella precisione di esecuzione. “Laverda produce macchine in modo efficiente e specialistico anche grazie al suo sistema informativo, che minuto per minuto mette a disposizione gli strumenti per implementare e sviluppare l’azienda, ad ogni suo livello - dice Stefano Paoletto -, dalla direzione generale a uno qualsiasi degli operatori in azienda. Se l’amministrazione redige una fattura, il direttore generale se

la ritrova in tempo reale nei dati statistici aggiornati a sua disposizione. Se la progettazione apporta modifiche ai disegni tecnici o definisce un nuovo disegno per la produzione, questi sono subito disponibili a video (ormai si stampa poco su supporto cartaceo, con risparmi mostruosi di tempo, si vedono on line modifiche e nuovi lay-out) ai reparti produttivi e alla macchina laser che deve tagliare la lamiera nei giusti tempi per il montaggio. Se l’avanzamento della produzione prevede l’utilizzo di pezzi dal magazzino, questo si attiva per colmare il vuoto creato e riordinare il pezzo scaricato. E il controllo informativo esce anche dai cancelli aziendali: di ogni singolo pezzo, identificato da un codice, sappiamo assolutamente tutto; sappiamo da chi è stato montato, quando e su che modello, fino al cliente e alle successive manutenzioni, per cui Laverda può seguire una sua macchina, secondo il criterio della “tracciabilità del prodotto” organizzato insieme al Sistema di Qualità, per tutta la sua vita, dalla produzione al post vendita, ai ricambi. Questa tra l’altro è un’esigenza imprescindibile per noi che produciamo mietitrebbie, macchine spesso personalizzate ed equipaggiate in modo diverso a seconda delle richieste di mercati e clienti, macchine che richiedono un investimento molto forte e che sono chiamate a lavorare in modo intensivo per poche giornate all’anno, dovendo perciò essere sempre al 100% dell’efficienza e della resa”. E il sistema Laverda procede senza momenti di “cecità”. Cioè, tutto in tempo reale e on line, senza alcuna pausa di aggiornamento dei dati. Il sistema sa tutto di se stesso e si autoaggiorna di continuo, appena uno dei suoi miliardi di dati si modifica. Ciò è di evidente utilità sia per gli operatori interni, sia per quelli che invece si collegano alla grande rete dell’azienda dall’esterno. Caso più tipico, quello dei dealer, degli importatori, delle filiali o di clienti d’oltreoceano, per i ricambi. Accedono al sistema gestionale con tutti i filtri di sicurezza del caso e devono per forza avere visibilità della vera giacenza di magazzino e in tempo reale, senza margini di errore.

Lo staff dei Sistemi Informativi, degli specialisti molto integrati Il reparto Sistemi Informativi di Laverda vede all’opera degli specialisti. Il responsabile, Stefano Paoletto, nel mondo dell’informatica da sempre, è in azienda dal 2001. Prima di assumere la direzione del reparto si è occupato dei Sistemi operando come gestore di rete su ambiti inerenti soprattutto la parte sistemistica e la produzione. Con lui ha degli specialisti di settore: “Siamo un bel gruppo, affiatato - dice Stefano Paoletto - e sappiamo mettere sempre in comune le nostre conoscenze”. Nella foto, al monitor, Stefano Paoletto, responsabile sistemi informativi, con i più stretti collaboratori, da sinistra Damiano Battistello, software, Luigi Rabito, hardware, Lino Agostini, software.


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Ricambi originali, sonni tranquilli per i “laverdisti” Da Breganze spedizioni velocissime verso ogni destinazione del mondo

Sergio Leoni marketing ricambi

Lennj Zolin amministrazione vendite ricambi

“I ricambi originali Laverda sono una garanzia di standard di altissimo livello nell’utilizzo delle macchine “rosse”, perché sono studiati in modo specifico dai nostri ingegneri e progettisti per rendere al meglio” dice il responsabile del Servizio Ricambi di Laverda, Giovanni Sostizzo. E infatti ai clienti, che chiedono sempre il massimo dalle proprie macchine, la risposta giusta nel corso della vita delle macchine stesse è l’uso di ricambi originali, i soli ad essere concepiti per questo risultato. “Inoltre usare ricambi originali Laverda significa avere qualità, affidabilità e risparmio: lo sanno bene gli utilizzatori che anche le più piccole variazioni costruttive possono causare danni e compromettere le prestazioni. In più, tutti i nostri ricambi sono coperti da un’ottima garanzia e sono caratterizzati da una perfetta disponibilità” aggiunge Sostizzo, riferendosi alla possibi-

lità di tutta la rete Laverda di accedere alle disponibilità di magazzino e ordinare in tempo reale i pezzi necessari. Dal 2000, quando Laverda è ripartita con il rilancio del suo marchio storico da Breganze, nella totale autonomia acquisita all'interno del Gruppo Argo, l’attenzione posta al Servizio Ricambi è stata una delle priorità strategiche aziendali, a supporto di migliaia di macchine Laverda sparse nel mondo. E infatti, riportando tutto il servizio all’interno dello stabilimento di Breganze, Laverda con ingenti investimenti ha organizzato un efficientissimo magazzino informatizzato nel quale milioni di pezzi sono pronti a scattare verso ogni destinazione in Italia e nel mondo. La potenzialità è quella di soddisfare più di 2000 codici-articolo al giorno, mentre la linea automatica d'imballaggio può confezionare fino a 800 colli giornalieri. La

fornibilità dei ricambi è assicurata per 12 anni dall’uscita di produzione del modello relativo, ben più di quanto prevede la legge, ma ai magazzini Laverda si trovano moltissimi pezzi buoni per prodotti la cui produzione è cessata anche 20 o 25 anni fa, e comunque la struttura Laverda si fa in quattro per aiutare nel miglior modo possibile i loro proprietari. Ma quali sono le caratteristiche di alcuni ricambi per macchine Laverda e del sistema di rifornimento alla clientela? Ecco alcune brevi schede. Spranghe battitore Da sempre il gruppo battitore è considerato il cuore della mietitrebbia. Le spranghe originali Laverda sono realizzate in acciaio ad alta resistenza, pesate una ad una ed accoppiate per avere una bilanciatura perfetta del battitore ed evitare così vibrazioni dannose


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13 alla trasmissione.

E in meno di 24 ore i pezzi volano fino in Francia e Spagna

Ingranaggeria Tutti gli ingranaggi, i pignoni, gli alberi, originali Laverda sono prodotti con materiali, cicli di produzione e con trattamenti termici specifici a seconda delle caratteristiche funzionali progettuali per accrescere la resistenza alle sollecitazioni e prolungare la durata del particolare stesso. Denti del battitore da riso I denti del battitore da riso sembrano un particolare di scarsa importanza. In realtà, sono molto importanti alcuni piccoli accorgimenti progettuali che consentono di ottenere risultati molto diversi. L’uniformità dello spessore nella sua particolare forma, non essendoci alcuna possibilità di regolazione laterale, diventa fondamentale per ridurre notevolmente la rottura del chicco di riso, aumentando il margine di guadagno essendo ridotto lo scarto. Il trattamento termico nella sua totalità del profilo battente riduce sensibilmente l’usura aumentando la durata nel tempo e abbassando i costi di manutenzione Cinghie Anche questi componenti sono coperti da garanzia, sebbene siano generalmente considerati materiale di usura. In realtà, si tratta di componenti molto importanti, progettati per trasmettere al meglio le sempre maggiori potenze dei motori: le cinghie originali Laverda sono ottimamente dimensionate e strutturate con inserti in

“kevlar”, per rendere al meglio anche in condizioni estreme. Massima disponibilità di ricambi I concessionari e tutta la rete commerciale e distributiva Laverda possono ordinare i ricambi attraverso modalità rapidissime on-line. Questo permette loro di entrare nel sistema gestionale di Breganze, rendendo così immediato il caricamento dell’ordine. Grazie ad una efficiente organizzazione logistica, nonché ai diversificati sistemi di trasporto, il ricambio originale Laverda potrà essere spedito direttamente al concessionario in ogni parte del mondo, e con tempi molto brevi. Sergio Leoni

Uno dei punti cardine dell’organizzazione del servizio ricambi Laverda consiste nel trovarsi sempre pronti a gestire con una certa duttilità situazioni estremamente particolari. Ad esempio quella di rispettare tempistiche di consegna a volte brevissime, cercando e trovando la soluzione più opportuna nella piena consapevolezza dell’obiettivo principale: la soddisfazione del cliente. Durante l’ultima campagna più volte ci siamo trovati a dover affrontare alcune criticità su macchine che richiedevano spedizioni di ricambi con la massima urgenza non solo in Italia ma anche in diversi paesi dell’Europa. Con il supporto e la cooperazione dei nostri validi corrieri siamo riusciti a non deludere le aspettative della nostra clientela. In Francia, nel mese di luglio, un cliente del Dipartimento 27, proprietario di una mietitrebbia Laverda, dopo meno di 24 ore dall’invio dell’ordine, per giunta nella giornata di sabato, è stato messo nelle condizioni di poter riparare la propria macchina e quindi riprendere la raccolta. La macchina necessitava di un componente importante di non facile reperibilità. Appena pervenuto l’ordine ci siamo immediatamente attivati per organizzare la consegna il sabato mattina. Nel primo pomeriggio il pacco è stato ritirato presso il nostro magazzino e consegnato all’aeroporto di Verona da dove è partito con destinazione aeroporto di Roisy C.D.G., Parigi. La mattina seguente, il materiale poteva essere prelevato dal nostro concessionario di zona e quindi recapitato al cliente. Circostanza analoga si è verificata anche in Spagna. Questa volta l’emergenza riguardava una Big Baler in garanzia. Anche in questa occasione Laverda si è prodigata per predisporre ogni cosa affinché i particolari giungessero a destino con un transit-time rapidissimo. E così è stato: il sabato mattina successivo, il nostro ispettore tecnico ritirava i pezzi dalla filiale Dhl di Madrid per riparare la macchina in questione. In un mercato come quello dei ricambi, in cui la competizione diventa sempre più dura, il valore aggiunto che noi di Laverda offriamo sta nella qualità del servizio, una delle nostre prerogative fondamentali. Lennj Zolin

In primo piano un dente di battitore da riso originale Laverda: si nota il trattamento termico antiusura sulla totalità del profilo a differenza del ricambio non originale (in secondo piano)


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L’ album 14 Un “Gioiello” nella storia della fienagione meccanizzata Progettata nel 1947 da Francesco Laverda la prima moderna motofalciatrice italiana Francesco Laverda, classe 1911, terzogenito dei nipoti maschi di Pietro Laverda, aveva confermato con una brillante carriera di studi la sua spiccata attitudine alla ricerca e alla sperimentazione. Laureatosi brillantemente nel 1935 in fisica teorica presso l’università di Padova, con una tesi sulle onde elettromagnetiche ultracorte e le loro applicazioni, oggi conosciute come onde radar, era rientrato a Breganze dedicandosi alla progettazione tecnica nell’ambito dell’azienda di famiglia. Suo è il progetto della mietilegatrice ML 5 BR, macchina maneggevole e affidabile che avrà una grande diffusione nelle campagne del centro e del sud Italia. Negli anni del secondo dopoguerra la sua genialità e il suo intento innovativo, nella tecnica e nei prodotti, lasceranno un segno profondo non solo nella storia della Laverda ma anche in quella dell’industria meccanica italiana. Lungo questo percorso va visto il progetto, da lui realizzato nel 1946 e poi portato in produzione, della prima motofalciatrice Laverda, erede di una già importante tradizione nel campo della fienagione. È una macchina profondamente innovativa che introduce in agricoltura il concetto di macchina polivalente che sarà, nei decenni successivi, sviluppato con successo da molti produttori di motofalciatrici e motocoltivatori. Presentata nel 1947 alla Fiera di Verona, prenderà poi il nome “Gioiello” ed entrerà in produzione nell’anno successivo. Ha una struttura composta da un telaio portante in lamiera che fa corpo unico con il grosso carter, contenente il cambio a due marce + retromarcia e la frizione, e il motore Condor da 7 HP posto frontalmente. Una puleggia collocata nella parte posteriore fa da presa

di forza a 500/800 giri per l’azionamento di vari attrezzi; la trasmissione finale è a catena di tipo motociclistico, il peso complessivo è di Kg. 415. La guida viene effettuata tramite due leve a pedale consentendo all’operatore di avere le mani libere per altre operazioni. La barra falciante da m. 1,37, posta alla destra del guidatore, si

solleva con una leva a mano che provvede contemporaneamente al disinnesto della lama. La produzione che può realizzare è notevole per quegli anni, pari a quella di due falciatrici trainate, arrivando così a falciare, su foraggi leggeri, un ettaro all’ora. La macchina è inoltre dotata di gancio posteriore per il traino delle comuni macchine da raccolto (rastrelli, voltafieno, ecc.)

di produzione Laverda e per la lavorazione del terreno (rulli, erpici, ecc.). Ma la grossa novità è l’ampia dotazione di attrezzature fornite appositamente dal costruttore: apparecchio a mietere, aratro coltivatore e assolcatore, pompa irroratrice, carro da trasporto. In più l’utilizzo della puleggia permette di far funzionare altre macchine da fattoria come sega circolare, sgranatoio per il mais, trinciapaglia ecc. La struttura della macchina evidenzia una impostazione motociclistica, denuciandone la parentela con i progetti di motocicletta che Francesco Laverda sta in quel periodo elaborando e che di li a poco si concretizzeranno in una delle pagine più belle della storia motociclistica italiana, la creazione della Moto Laverda. Questa esperienza tecnica ed industriale rappresenterà, nei suoi quarant’anni di vita, un mito per molte generazioni, prima con le motoleggere 75cc e 98cc, vincitrici di innumerevoli corse su strada, poi con le prestigiose bicilindriche 750cc che rappresentano ancora oggi un simbolo per i motociclisti italiani ed europei. Purtroppo il costo elevato della nuova motofalciatrice, all’epoca 470.000 lire a fronte di 170.000 di una falciatrice a traino animale o le 350.000 lire di una mietilegatrice, e la scarsa potenza del motore in relazione al peso considerevole del mezzo ne limitano il successo commerciale. Così, dopo pochi anni e con un centinaio di esemplari prodotti la macchina viene abbandonata. Non muore però il concetto di base che l’ha ispirata, che trova attuazione in modo più efficace nei successivi modelli di motofalciatrice Laverda, la MFC e soprattutto la MF 4L,


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15 molto simile come struttura ma assai più agile e meno costosa. Per circa venticinque anni l’azienda di Breganze sarà uno dei maggiori produttori europei di queste macchine da fienagione, per passare poi alle grandi macchine foraggere come le autofalciatrici condizionatrici AFC 110, AFC 150 e le trainate FCT 110 e 220. Alla nostra motofalciatrice Gioiello resta la soddisfazione di essere oggi uno dei modelli più ricercati dai collezionisti, attratti dalla sua rarità e dal fascino di un progetto tecnicamente pregevole e innovativo. Piergiorgio Laverda

Sopra: la motofalciatrice in azione evidenzia la caratteristica posizione di guida. A fianco: il primo prototipo della Moto Laverda 75cc, realizzato da Francesco Laverda nel 1948. Si noti l’affinità tra i due mezzi per quanto riguarda la concezione del telaio a doppia culla in lamiera scatolata. Sotto: due delle molte applicazioni previste, che sottolineano la versatilità della macchina per i vari usi aziendali.


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La storia, le storie

Cereali, protagonisti nei piatti della tradizione Il piacere della riscoperta della cucina rurale legata ai prodotti della terra La cucina è la cultura dell'uomo. Ogni piatto porta con sé una pagina di storia del Paese e del territorio in cui è nato; con contorno di leggende e aneddoti tramandati da secoli. Negli ultimi decenni la ricerca di una vita più salutare e lo sviluppo dei viaggi hanno portato a una grande riscoperta della cucina tipica. Sia nelle abitudini di tutti i giorni, sia nelle occasioni che contano, i piatti della tradizione (spesso molto poveri, realizzati con ciò che le massaie avevano più rapidamente a disposizione e con la minore spesa), un tempo snobbati, sono diventati ricercati e gettonati. A volte sono alla base di notevoli business della ristorazione innovativa e alternativa, legata a una ricerca culturale. Guardando alla ricchezza della cucina regionale italiana, ovviamente vegetali comuni e i cereali sono i protagonisti principali delle più antiche e gustose ricette. La qualità della materia prima, salvaguardata da una coltivazione naturale, da una raccolta sapiente e dalle giuste modalità di conservazione, e la perfezione della sua “trasformazione” in farina, sono alla base della riuscita di moltissimi menù tradizionali. La polenta, un vero rito per la scelta della farina giusta e per i gesti sapienti della tradizione, è una delle regine della tradizione rurale. Nel Veneto ad esempio (Venezia fu uno dei primi centri promotori della cucina, con i primi trattati culinari stampati e diffusi a partire dal ‘300) quella di mais, secondo tradizione “creata” per la prima volta nel '500 in una villa palladiana dei conti Emo, è una pietra miliare e un simbolo della cucina regionale. Con varianti, la polenta dappertutto si scopre capace di sposarsi ad altri prodotti di antica tradizione, anch’essi intimamente legati alla naturalità del prodotto vegetale (si pensi a tutti i derivati del latte, la cui qualità dipende tutta dalla bontà del fieno e delle erbe riservati agli animali). Nelle valli lombarde, ad esempio nel Bresciano o nel Bergamasco, una prelibatezza è la polenta taragna, più scura, ottenuta con grano saraceno, alla quale verso la fine della cottura viene aggiunto formaggio fresco. Quando mangiamo, spesso mettiamo sotto i

denti prodotti che si fanno così da diversi secoli. In Val d'Aosta e in Piemonte, ecco il pane di segala di interminabile durata, o i grissini sottili e asciutti, un po’ contorti. In Liguria, ecco una comunissima sfoglia di grano, che con l'aggiunta di erbette che crescono sui muriccioli dei campi si traduce nelle note trenette verdi. In Lombardia, il re è il riso, più consumato della pasta, asciutto, “giallo” (zucca o zafferano), o in minestroni. La “grassa” Emilia Romagna, famosa per prosciutti, primi molto elaborati e carni succose, non dimentica però il ruolo della piada, focaccina di acqua e farina che avvolge, caldissima, qualsiasi tipo di contenuto. Mentre l'alta Toscana ti accoglie con i semplicissimi e antichissimi testaroli, foglioni umidi di pasta grezza da arrotolare in un pezzo di carta e portarsi via sotto il braccio, per farli poi a pezzettini bollendoli in pochi secondi di acqua salata, da condire a olio e formaggio per un incredibile primo che emana profumi e storia. Eh sì, si potrebbe proseguire per pagine e pagine, passando dagli strangozzi umbri spruzzati di tartufo, agli strangolapreti trentini (pane raffermo e farina in latte per creare le paste che mandavano in visibilio i prelati del Concilio di Trento), dagli strudel altoatesini (quasi sacra la fase dell'impasto della farina, usando le due mani secondo un rituale consolidato per ottenere la giusta consistenza), alla frisedda pugliese (cibo contadino per lo spuntino di metà giornata: ciambelline di uno speciale pane casereccio biscottato, ammorbidite in acqua, strizzate e insaporite con pomodoro, origano, olio)... L'invito di questa pagina, in nome un po' della cultura, un po' della pancia, è a riscoprire i piatti della tradizione. Sia nelle abitudini casalinghe, sia nelle occasioni fuori di casa. Si mangia bene, si scopre un po' di storia antica, si capisce come vivevano i nostri avi, si fa un sano tuffo nel piacere di stare insieme e di concedersi qualcosa di veramente positivo, rubato agli stress e ai tempi precotti di gran parte della nostra vita quotidiana. Ne vale la pena. Buon appetito!

Laverda S.p.A. via F. Laverda, 15/17 - 36042 Breganze [VI] Italia t. +39.0445.385311 f. +39.0445.873355 webmaster@laverdaworld.com www.laverdaworld.com

Nel massimo rispetto per l’ambiente, questo giornale è stampato su carta riciclata al 100%


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