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ANNO IV
LUGLIO - AGOSTO 2004
Il giornale dello specialista del raccolto
IN 4 ANNI UNA CRESCITA ININTERROTTA
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FIENAGIONE PRODOTTI FELLA IN TUTTA ITALIA
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AUTOLIVELLANTI IN VETRINA A CORDOBA
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MUSEO LAVERDA AMARCORD MACCHINE LA DOLCE VITA DI 130 ANNI IN ROULOTTE
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Gruppo Industriale ARGO
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Il punto
di Aldo I. Dian
I nostri primi quattro anni La crescita di Laverda in piena controtendenza rispetto ai trend dei mercati
Nel 2001 sui principali mercati dell’Europa Occidentale, cioè Germania, Francia, Inghilterra, Italia, Spagna, si vendevano circa 6900 mietitrebbie. Oggi, a distanza di quattro anni, se ne vendono 6400 circa. Una contrazione, nonostante sembri che l’economia mondiale cresca con vigore (+ 4,5% quest’anno dice il “last Basilea report”) quando invece quelle europea e italiana stanno soffrendo. La scarsa produttività rispetto agli Usa sembra l’elemento penalizzante per l’Europa ed in particolare per l’Italia, dove anche gli scarsi investimenti e quindi il minor tasso di avanzamento tecnologico non consentono di essere più produttivi. Anche la troppa rigidità strutturale delle aziende e la maggiore disponibilità di tempo libero sarebbero alla base di questa gara persa, in fatto di produttività, con i nostri amici americani. In questo contesto, però, va sottolineata la controtendenza di Laverda. Che in questi quattro anni è ritornata sul mercato ed è riuscita a crescere in una fase di mercato non favorevole, nel quale operano solo concorrenti di grosso calibro. E non a caso, la produttività in Laverda è costantemente migliorata ed è oggi uno dei fattori importanti di misurazione della performance aziendale. Laverda, lo ricordo, è stata acquisita dal gruppo Argo il primo giugno 2000 e nel luglio di quest’anno conclude la sua quarta campagna vendite. Sono stati quattro anni di crescita in un mercato in contrazione. Quattro anni che ci hanno visti impegnati su diversi fronti. Il fronte del rinnovamento industriale, quindi investimenti tesi al miglioramento della produttività, della qualità del lavoro e del prodotto. Il fronte del rilancio dell’immagine aziendale sul territorio, attività indispensabile che ci ha permesso di sostenere la crescita occupazionale e industriale ristabilendo la fiducia delle famiglie della popolazione
locale verso Laverda, come nel passato. Con le nuove assunzioni, l’età media dei nostri dipendenti si è notevolmente abbassata negli ultimi due anni. Il fronte del rilancio di un storico marchio italiano (purtroppo offuscato nel corso degli anni ‘90) che nel 2003 ha compiuto 130 anni. Il fronte della ricostruzione di una rete distributiva persa o riconvertita durante il corso degli anni dalla precedente gestione. Infine, il fronte del rinnovamento dei prodotti, forse la corsa più eccitante tra tutte, corsa che - è vero non finisce mai, ma per Laverda ha significato recuperare e superare anni di immobilità. È stato eccitante partecipare alla nascita delle nuove idee e più ancora vederle realizzate, apprezzate e confermate dal mercato e dal campo. Conferme che si leggono oggi nei numeri. Il rinnovamento continua con la nuova serie REV che dopo due anni di attesa uscirà sul mercato in autunno e che sarà presentata al prossimo Salone Eima di Bologna. REV è una gamma di mietitrebbie dalle linee essenziali. Si rivolge alla fascia degli utenti orientati ad un investimento razionale piuttosto che emozionale e alla ricerca di un prodotto robusto, sicuro, performante, con bassi costi di consumo, manutenzione e gestione. REV
come sintesi di Redditività, Efficienza, Versatilità. L’analisi commerciale ci ha rivelato, per questo segmento, un mercato di circa 3500 macchine in Europa Occidentale e circa 3000 in Europa Centro Orientale. Con la gamma REV prosegue quel progetto di rafforzamento, con Laverda, della “piattaforma delle macchine da raccolta” che era del gruppo Argo, in particolare del nostro presidente Valerio Morra. Progetto nel quale rientra anche la recente acquisizione, da parte di Laverda, della tedesca Fella Werke GmbH, specialista nel settore della fienagione, produttrice oggi di circa 8500 macchine con un giro d’affari di 43 milioni di euro l’anno. Ancora un’acquisizione da parte del gruppo Argo perché l’agricoltura e la zootecnia sono le ragioni dei nostri investimenti e del nostro lavoro. Ragioni in cui crediamo e vediamo futuro poiché sono alla base del benessere e dello sviluppo dei popoli. Lo facciamo con entusiasmo confortati dai risultati, con l’obiettivo di poter offrire sempre qualcosa di meglio per cui essere scelti tra gli altri. In questo incerto inizio d’estate auguro a tutti i nostri lettori una stagione di “buon raccolto”.
Aldo I. Dian direttore generale
Il giornale dello specialista del raccolto Anno IV, n. 2, luglio-agosto 2004 Periodico trimestrale Registrazione Tribunale di Vicenza n. 1017 del 5 marzo 2002
direzione editoriale Aldo I. Dian Angelo Benedetti coordinamento redazionale Simonetta Lambrocco consulenza tecnica Pietro Dal Santo progetto grafico Andrea Rosset Piergiorgio Laverda direttore responsabile Claudio Strati hanno collaborato: Enrico Bucci export area manager
Rémy Hugueny responsabile tecnico Laverda France
Piergiorgio Laverda Massimiliano Martinelli area manager Italia
Vincenzo Zaghi direttore commerciale Italia
fotografie Archivio Laverda spa Archivio Storico “Pietro Laverda” © by Laverda spa 36042 Breganze (VI) Italy via F. Laverda, 15/17 tel. +39.0445.385311 fax +39.0445.873355 www.laverdaworld.com webmaster@laverdaworld.com Stampa Tipografia Campisi V.le dell’Industria 13 - 36057 Arcugnano (VI) Proprietà letteraria riservata. È permessa la riproduzione di articoli e immagini solo citando la fonte.
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L’Italia
di Vincenzo Zaghi
Con Fella si allarga la flotta per la fienagione Distribuzione capillare in tutto lo Stivale, abbinata alle “rosse” rotopresse e big baler Da quando Fella è entrata a pieno titolo nel Gruppo Industriale Argo attraverso l’acquisizione da parte di Laverda, l’impegno commerciale in Italia è divenuto prioritario. Partendo dal presupposto che Laverda è per il mercato interno un marchio storico e prestigioso tanto quanto lo è Fella in Germania, è naturale pensare alla distribuzione delle stupende macchine da fienagione di costruzione tedesca in termini specialistici e capillari anche in Italia. Finora ciò avveniva per lo più al nord vista la vicinanza con la Baviera, dove, a Feucht, ha sede Fella. Infatti circa l’85 % del fatturato Italia, tramite 40 distributori, veniva assorbito tra Piemonte, Triveneto, Emilia e Lombardia, mentre il restante 15% in aree attigue alle regioni settentrionali. Oggi, grazie alle sinergie di gruppo e alla preponderante posizione di Laverda nella vendita di mietitrebbie al Centro e Sud Italia, si può contare sulla copertura totale del territorio, con una spinta commerciale determinante per la diffusione dei prodotti Fella. Motivati dall’alta professionalità dei nuovi colleghi tedeschi e certi della bontà dei prodotti, gli uomini Laverda sono già partiti alla conquista di nuovi clienti per la prossima campagna della fienagione. Oltre agli specialisti che già si occupavano di fienagione con le rotopresse a camera fissa e variabile, nonché con le big baler prodotte a Breganze, oggi Laverda e Fella possono contare sulla professionalità di nuovi collaboratori e distributori che opereranno nelle aree finora non coperte, o poco coperte, dalla precedente organizzazione. La gamma prodotti di Fella è ampia, variegata e, soprattutto, risponde in modo perfetto alle esigenze “europee” della buona pratica della fienagione. Nulla è lasciato al caso ed ogni macchina nasce e si sviluppa dall’esperienza in campo maturata dai progettisti Fella che, accogliendo le richieste dei clienti utilizzatori, sanno trasformare le idee in fatti concreti. Ecco allora le falciatrici a tamburi, una quindicina di modelli, e a dischi con una quarantina di modelli. Per entrambe le categorie, possibilità di scelta: portate posteriori o anteriori, trainate e semiportate con ruota d’appoggio laterale. Con e senza condizionatori a rulli o a flagelli per larghezze di taglio che vanno da 1,60 metri fino a 3 metri, per le macchine a tamburi, fino a 11 metri per le falciatrici a dischi combinate. Per qualsiasi tipo di terreno è disponibile la macchina ideale per uno sfalcio da professionisti con il massimo rispetto della cotica erbosa, in modo da garantire la ricrescita sicura di foraggio di qualità. Sempre per ottenere la massima qualità, dopo lo sfalcio, bisogna arieggiare e rivoltare il foraggio in modo delicato. Con i turbo-spandi-voltafieno Fella il tutto è assicurato da una gamma di una ventina di modelli con larghezza di lavoro tra 4 metri fino a 13 metri, portati e trainati per le
Vincenzo Zaghi direttore commerciale Italia
diverse esigenze dei terreni e dei prodotti. È interessante osservare come queste macchine si dispiegano in campo e come si raccolgono, in dimensioni estremamente contenute, per i trasferimenti stradali. La genialità dei progettisti Fella è ammirevole. La pulizia dei foraggi è un altro elemento basilare per la salute e la produttività del bestiame. Formare un’andana pulita e ben squadrata per la successiva pressatura o raccolta è compito soprattutto degli andanatori, comunemente detti ranghinatori. L’adeguamento alle irregolarità dei terreni tramite assale doppio “duo” e carrelli tastatori a 4 ruote è perfetto. Come pure la regolazione esterna delle camme permette ai denti di “spazzolare” il terreno senza danneggiarne la cotica erbosa. Anche in questo segmento di prodotto la gamma è ampia (ben 21 modelli) e comprende macchine portate, semiportate e trainate, semplici e composte a più giranti con larghezze di lavoro da 3 fino a 14 metri. Il tutto, in breve, concorre a creare i presupposti per la successiva raccolta di foraggio in balle di ottima qualità. Laverda offre oggi ai propri clienti anche l’opportunità di abbinare ad una eccellente gamma di prodotti per la fienagione quale è Fella, le rotopresse a camera fissa della serie FB 212 e 215, o le rotopresse a camera variabile della serie VB 218 e 218 CS ed infine le presse per balle giganti serie LB 170 - LB 270 T e 270 TCS ed LB 285 T e 285 TCS. Il raccolto così ben trattato dallo sfalcio alla raccolta e alla pressatura costituirà un ottimo foraggio che darà valore aggiunto al bestiame sia da latte che da carne. La professionalità che distingue due specialisti quali Fella e Laverda tornerà a vantaggio dell’utilizzatore finale in termini di un pronto servizio assistenza e di un servizio ricambi disponibile ed efficiente. Fattori decisivi per il successo di ogni campagna di raccolta. Vincenzo Zaghi Lo stabilimento Fella di Feucht, in Baviera.
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Un marchio bavarese con un secolo di storia Dallo scorso aprile Fella è entrata nel Gruppo Argo, acquisita da Laverda Fella Werke GmbH, azienda bavarese storica di Feucht, è entrata nella grande famiglia di Argo nell’aprile scorso, grazie all’acquisizione del 100% del suo pacchetto azionario da parte di Laverda. Così, ha annunciato da Francoforte - dove si era appena ufficializzata l’acquisizione - il presidente del Gruppo Argo, Valerio Morra, è stato raggiunto l’obiettivo di rafforzare la posizione del Gruppo nel settore della meccanica agricola, acquisendo uno dei più prestigiosi marchi tedeschi nel settore delle macchine per la fienagione. Il marchio Fella si è quindi aggiunto alla “scuderia” del Gruppo Argo, a cui fanno capo note aziende trattoristiche europeee come Landini (Italia), Mc Cormick (U.K e Francia), Valpadana (Italia), oltre a Laverda spa, storica azienda di Breganze specialista nella costruzione di mietitrebbie e macchine da raccolta.
Amministratore delegato di Fella-Werke è stato nominato Aldo I. Dian, direttore generale di Laverda, il quale ha confermato il management dell’impresa tedesca. “Fella continuerà ad operare con autonomia - ha spiegato Dian - beneficiando, per un suo ulteriore sviluppo, delle sinergie con la potente interfaccia distributiva del gruppo Argo”. Fella-Werke Gmbh si trova a Feucht, a pochi chilometri da Norimberga. Lo stabilimento, che si sviluppa su un’area di circa 45.000 mq, di cui 16.000 coperti, oggi impiega 150 dipendenti con un giro d’affari di circa 43.000.000 €. La società, fondata nel 1918, è una delle più antiche e storiche fabbriche della Germania nel settore della meccanica agricola. L’azienda tedesca è da sempre orientata alle macchine da raccolta ed in particolare a
Reinhard Brunner e Erhard Klamer, rispettivamente direttore generale e direttore vendite Germania Fella
quelle per la fienagione. Oggi con la sua vasta gamma di falciatrici, falciacondizionatrici, spargivoltafieno, ranghinatori, è considerata uno dei maggiori leader del settore.
Dal 1918 un’azienda leader a servizio dell’agricoltura Una gamma completa per la moderna fienagione Fin dalla sua fondazione, nel lontano 1918, Fella si occupa della fabbricazione di macchine agricole. Ingegnosi agricoltori, con la loro esperienza e con i loro consigli, hanno partecipato attivamente allo sviluppo tecnico di Fella, nome ideato guardando ad un vocabolo egiziano che significa “contadino”. All’inizio l’azienda si chiamava Eggenfabrik A.G. e produsse, nei suoi primi 60 anni di
vita, aratri, parti anteriori delle macchine per la lavorazione della terra, carri per il fieno, voltafieno, rastrelli trainabili da cavalli, falciatrici motorizzate manuali, presse da grano, tira-paglia, soffiatrici per foraggio, nastri trasportatori, trebbiatrici, macchine per il raccolto. Negli anni ‘80 Fella divenne per un breve periodo proprietà del gruppo Mannesmann, prima di essere acquistata dai coniugi Peter e Heidi Timmermann a seguito di un’operazione di management buy out. "In quegli anni l’azienda si trovava in una fase negativa ricorda l’ingegnere agrario Erhard Klamer, direttore vendite per la Germania -perciò Timmermann decise di specializzarsi nelle tecniche di raccolta del foraggio e dei voltafieno”. Nel 2000 il passaggio a società per azioni con la denominazione Fella Werke GmbH & Co. KG, dall’aprile 2003 entrata nell’orbita del gruppo olandese Netagco prima
dell’acquisizione, un anno dopo, da parte di Laverda. Dopo la ristrutturazione avvenuta negli anni ’80, proprio a Feucht si concentrò l’afflusso di tutti i pezzi per il montaggio delle macchine. Che oggi vengono assemblate tutte nei nuovissimi stabilimenti, sviluppati su ben 3.400 metri quadrati. Dall’inizio di quest’anno anche il reparto amministrazione e vendite opera in un nuovissimo stabilimento, dotato di strutture per l’organizzazione di convegni, conferenze e stage formativi per decine di persone. “Con questo investimento di oltre 6 milioni di euro ci siamo preparati per la crescita dei prossimi anni” spiega sorridente Klamer. “Un investimento strategico - conferma il direttore generale Reinhard Brunner - poiché Fella punta molto su formazione teorico pratica. In questo siamo in perfetta sintonia con la filosofia Laverda! L’anno scorso abbiamo organizzato ben 70 dimostrazioni in campo, mentre abbiamo fatto ben 60 corsi di formazione presso i nostri partner di vendita, durante i quali abbiamo formato oltre mille persone. Ma ora, con il trasferimento dell’amministrazione in questi moderni edifici, abbiamo anche qui a Feucht lo spazio per ospitare fino a 100 persone per volta per l’addestramento. Una svolta importante nel miglioramento del servizio si avrà anche grazie all’accorpamen-
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5 to tra il reparto ricambi e il reparto post-vendita e di servizio al cliente”. E comunque gli ingenti investimenti di Fella non si fermano qui: “Come specialisti del raccolto del foraggio possiamo avere un futuro solo riuscendo ad offrire soluzioni ai singoli problemi - spiega Brunner - Quindi continueremo a concentrarci sullo sviluppo delle tecniche con dischi e tamburi. Molti concorrenti seguono il trend mondiale delle falciatrici a dischi tralasciando la fabbricazione di quelle a tamburi: noi invece siamo sicuri che non ci sono altri produttori che dispongono di un programma di falciatrici così completo come quello che può offrire Fella, a partire dalle famose falciatrici frontali con attacco oscillante. I nostri partner nelle vendite possono offrire esattamente le macchine di cui gli agricoltori hanno bisogno”. La gamma delle falciatrici Fella comprende i modelli a tamburi e a dischi e le macchine per la lavorazione sono andanatori e voltafieno. Di nuova programmazione sono le falciatrici frontali a dischi Fella SM 310 FP e SM 310 FZ “megacut”. La falciatrice compatta ed economica con attacco oscillante sarà completata dal SecurityLock-System, per rendere possibile un’andana perfetta col foraggio in tutte le condizioni. Un'altra novità è l’andanatore TS 1500 con cui è possibile produrre una unica grande andana laterale o due andane (una centrale e una laterale). La larghezza di lavoro può variare da 3,2 a 6,5 metri. Tutte le macchine Fella sono prodotte in serie, ma sono previste varianti di alcuni componenti per “personalizzare” il prodotto. Alcuni pezzi, ad esempio, possono essere idraulici o meccanici, grandi o piccoli, leggeri o pesanti e questo per meglio adattarsi ai diversi terreni, da quelli ripidi ed erti dell’Allgäu, a quelli piatti della Germania del Nord. Il 75% del volume d’affari di Fella deriva dall’export. I maggiori paesi in cui esporta sono la Francia (al primo posto), poi l’Austria, la Svizzera, la Lettonia, l’Ungheria, la Cecoslovacchia, l’America, il Canada, il Messico e il Giappone. Ultimamente Fella ha iniziato ad operare anche sui mercati di Nuova Zelanda e Australia.
Rotopresse, Laverda si attesta tra i leader Interessanti le sue quote sul mercato italiano delle imballatrici e delle falciatrici Il successo di una azienda, in un periodo di congiuntura economica come quello che sta attraversando il vecchio continente e purtroppo ancor più pesantemente il nostro paese, afflitto da scarsa produttività e scarsi trasferimenti in tecnologia, è dato dalla dinamicità con cui questa azienda riesce ad affrontare mercati importanti come quelli di nicchia, e con cui riesce attraverso la propria ricerca applicata a rispondere, rinnovandosi nel più breve tempo possibile, alle esigenze di un mercato estremamente variegato, complesso ed esigente. Laverda in soli quattro anni ha dimostrato di possedere queste qualità. Infatti, oltre a dominare inequivocabilmente il mercato nazionale delle mietitrebbie, ha vinto la personale sfida nel mercato della fienagione imponendo una propria identità, competendo in uno spazio di tempo così breve alla pari con marchi importanti da anni consolidati nel mercato nazionale delle rotoimballatrici, alla stregua di Gallignani, Wolagri, Feraboli, Claas, Krone, New Holland. I numeri parlano chiaro: in un mercato di rotopresse complessivo sostanzialmente stabile attestato intorno alle 2.500 unità, Laverda con una gamma completa e tecnologicamente all’avanguardia e il sentito coinvolgimento dei propri concessionari, si ritaglia un’importante quota pari al dieci per cento del mercato globale. Risultato ancora più importante se consideriamo la penetrazione di Laverda nel segmento delle macchine a camera variabile, che rappresentano ormai il 30 % del mercato totale. Anche in questo caso i numeri attribuiscono a Laverda il dieci per cento del mercato. Nonostante siano macchine più costose rispetto alle tradizionali a camera fissa, le variabili sono più evolute, aderenti alle esigenze dell’allevatore moderno specialmente in quelle aree dove l’erba medica risulta essere il foraggio elettivo per l’alimentazione del bestiame e dove vi è la necessità di effettuare balle di diametro diverso e, nello stesso tempo, di sprigionare una altissima produttività. Nel nostro Paese vi è comunque ancora un mercato cospicuo di macchine per definizione piccole, le cosiddette macchine a camera fissa, adatte ad aziende di medie e piccole dimensioni collocate sia in pianura che nelle aree collinari. Anche in questo caso Laverda risponde con modelli concettualmente semplici ma affidabili e robusti. Da non sottovalutare il mercato delle falciatrici, delle falciacondizionatrici portate e trainate e dei fasciatori, che quest’anno beneficia di un andamento stagionale favorevole. In questo segmento di mercato Laverda si dimostra ugualmente piuttosto dinamica, competendo alla pari con colossi del calibro di BCS, Galfrè, Vicon, Marangon. In buona sostanza Laverda in così poco tempo dalla sua ricomparsa come protagonista nel mondo della meccanizzazione applicata all’agricoltura, ha dimostrato di essere una società fatta di uomini che mostrano il coraggio della sperimentazione continua, la perseveranza verso il raggiungimento del risultato, la capacità di prevedere gli eventi. Massimiliano Martinelli
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I mercati a cura di Simonetta Lambrocco
Autolivellanti rosse su misura per l’Andalusia A Cordoba grande interesse per la 255, la 184 e le levelling system Le mietitrebbie autolivellanti sono l’ideale per il paesaggio dell’Andalusia, prettamente collinare. Proprio per questo l’open day “Gran Festa Laverda”, organizzato a Cordoba da AgriArgo Iberica (rappresentata nell’occasione dall’area manager e responsabile commerciale Andrès Moradas Lopez) insieme alla concessionaria Laverda per l’Andalusia, Repuestos Agricolas Andaluces, condotta da Enrique Carmona e dal figlio Xavier, ha colto nel segno, suscitando l’interesse degli oltre trecento professionisti del settore intervenuti. L’open day infatti era tutto mirato alla presentazione delle autolivellanti, in particolare le 255 AL 4WD e 184 AL, e le levelling system M 306 LS 4WD e M 304 LS 4WD, oltre alle presse per balle giganti LB 12,70 T e LB 8,70, e alle rotopresse FB e VB. “Si è trattato di un ritorno in grande stile delle autolivellanti in Andalusia - spiega Enrico Bucci, export area manager Laverda dopo i successi, che tutti là ricordano, di quelle macchine a partire dagli anni Settanta, mentre negli
ultimi anni quelle che entravano erano solo macchine usate. L’open day è stato una giornata piena, gli operatori del settore hanno potuto vedere e toccare con mano, e accertarsi che le “rosse” Laverda si adattano perfettamente alle esigenze del mercato spagnolo. In particolare, le autolivellanti sono perfette per le dure condizioni geografiche andaluse. Le condizioni sono le stesse del Meridione d’Italia. In Andalusia coltivano soprattutto grano, orzo, un po’ d’avena”. Come buon segno per l’inizio della stagione, le macchine Laverda esposte all’open day sono tutte state acquistate. Oltre a Bucci, a Cordoba erano presenti anche il product manager Luciano Parise e un signore che la Spagna la conosce come le sue tasche, avendoci lavorato per decenni: Ancillo Bernardi, oggi in pensione ma già responsabile del service Laverda per la Spagna, sempre a disposizione dei numerosi clienti iberici del marchio di Breganze. “Ha accettato con entusiasmo la rimpatriata - spiega Bucci - venendo molto volentieri con noi. E
abbiamo avuto la conferma che gli operatori del settore lo conoscono tutti. Il ricordo che ha lasciato come uomo Laverda è evidentemente indelebile. Ci eravamo accorti di questo, in qualsiasi parte della Spagna, quando si andava ad incontrare un cliente e ci chiedevano: “E Bernardi c’è ancora?”. E a Cordoba è stato lo stesso, gli hanno fatto tutti una gran festa.” La giornata di Cordoba ha confermato che Laverda sta facendo un buon lavoro in Spagna e che le prospettive sono molto interessanti. “La tradizione di Laverda in Andalusia è forte ed oggi gli operatori sono molto aperti e attenti alle nostre proposte - conclude Enrico Bucci -. Si pensi che ci sono moltissime nostre macchine vecchie ancora in funzione su quelle campagne, anche di 30 anni fa: non a caso il nostro concessionario è un grosso ricambista. Ha sviluppato da tanti anni una grande esperienza nei ricambi e nell’assistenza proprio per seguire questo parco macchine Laverda che da decenni continuano a lavorare. In Andalusia puntiamo molto sulla 255, lì c’è la mentalità e la cultura della macchina a cinque scuotipaglia e infatti i migliori riscontri hanno riguardato questa macchina. Ma cominciamo a raccogliere interesse anche per la 184, a quattro scuotipaglia: e chi l’ha acquistata si è detto molto contento.”
Un momento della manifestazione di Cordoba.
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Stagione iniziata bene per i nuovi laverdisti francesi Oltre cento ai corsi formativi nelle concessionarie a cura di Laverda France Oltre cento nuovi utilizzatori francesi di macchine Laverda hanno potuto iniziare la stagione della raccolta con serenità. Infatti Laverda France li ha ospitati per aggiornarli e formarli in una quindicina di corsi di formazione e tirocinio, organizzati in diverse località del paese dal servizio assistenza tecnica (che estende così il suo ruolo di servizio post vendita alla formazione e alla consulenza), presso le concessionarie, durante i mesi di maggio e giugno. Da qualche anno prima dell’inizio della stagione, il servizio assistenza tecnica di Laverda France organizza delle giornate di formazione teorico/pratica destinate ai clienti che hanno acquistato prodotti Laverda. Questi incontri riuniscono gli utilizzatori, il personale post vendita della concessionaria ed un tecnico formatore di Laverda France. Alle concessionarie sono proposti 3 tipi di corsi secondo i prodotti commercializzati, cioè mietitrebbie, big baler, round baler. I corsi per le presse si svolgono in mezza giornata, i corsi per le mietitrebbie in una giornata intera. La mattinata in aula è dedicata allo studio teorico: presentazione della gamma Laverda e delle specifiche tecniche di alcuni modelli; spiegazione delle regolazioni; analisi della procedura di manutenzione; visione del manuale d’uso e di manutenzione. Viene fornito ad ogni partecipante un dossier che fa da filo conduttore alla riunione e che raccoglie le principali informazioni del manuale di uso e manutenzione. Il pranzo di mezzogiorno è l’occasione per dialogare con i clienti. Chiunque, durante il convivio e lo scambio di idee, può portare le proprie esperienze nel campo della raccolta. Il pomeriggio permette invece di “toccare” la macchina. La spiegazione dettagliata e la visualizzazione precisa di tutti i punti di manutenzione sono effet-
tuati direttamente sui prodotti; così i nuovi utilizzatori possono familiarizzare con i differenti controlli (livelli, localizzazione e periodicità dei punti di lubrificazione). La spiegazione chiara e l’utilizzo del computer di bordo sono essenziali per un buona conoscenza e la conduzione ottimale della macchina. Una buona comprensione del prodotto e delle sue peculiarità permette di adattarlo al meglio alla raccolta dei diversi prodotti, di ottenere la migliore performance e di preservare e garantire inoltre la sua longevità grazie ad una manutenzione curata. Laverda France, sulla scia della tradizione Laverda, sa bene che una presenza continuativa vicina ai clienti è il reale valore aggiunto dei prodotti acquisito nei confronti dei contoterzisti o delle aziende agricole. L’affiancamento della clientela riguarda la presenza pre-stagionale (formazione teorico-pratica con l’obiettivo di affrontare la stagione della trebbiatura con una buona conoscenza della propria macchina), la presenza durante la trebbiatura (appoggio ai concessionari per il controllo continuativo delle macchine sul campo), la presenza infine, dopo la raccolta, per lo scambio di esperienze al fine di rispondere ai bisogni degli utilizzatori dei prodotti Laverda. Oltre a ciò, una giornata di formazione permette ai clienti di informarsi accanto a specialisti del mercato, di incontrare i loro interlocutori alla concessionaria e, soprattutto, di creare una relazione tra gli utilizzatori, la concessionaria e Laverda. Anche per Laverda France la formazione è un vettore di successo per lo scambio di competenze. Le prossime scadenze del “master Laverda” sono la formazione prodotti per le forze di vendita della rete e le formazioni tecniche destinate ai tecnici delle concessionarie. L’obiettivo principale resta la soddisfazione dei clienti che danno fiducia a Laverda, alla sua rete di concessionari e ai suoi prodotti. Rémi Hugueny
Due immagini di alcuni dei gruppi che hanno partecipato ai corsi formativi nelle concessionarie francesi.
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La REV 225 supera il test Anatolia Dopo la leadership conquistata in Tracia, Laverda cerca altri successi Nonostante la contrazione registrata negli ultimi anni, la struttura economica della Turchia continua ad essere caratterizzata dalla presenza di un settore agricolo ancora di importanza vitale per l’economia. Per questo il mercato turco è per Laverda tra i più interessanti. La Turchia conta circa 70 milioni di abitanti in un territorio che è due volte e mezzo quello dell’Italia. Di questi, quasi il 40% si occupa di agricoltura. Grande è la necessità di meccanizzare questo settore. Il parco macchine in Turchia è in fase di rinnovamento, basti pensare che lavorano in questo paese circa 14.000 mietitrebbie, l’85% delle quali ha oltre 10 anni di vita. Inoltre, è in corso la realizzazione di un grande progetto di bonifica e irrigazione del sud-est anatolico che darà maggiore respiro al settore agricolo. La quasi totalità della clientela è contoterzista e si sposta in ogni angolo del paese. E’ per questo che le mietitrebbie superano anche sensibilmente le mille ore di lavoro all’anno. È quindi chiaro che l’efficienza, l’adattabilità alle diverse condizioni e la redditività sono qualità primarie, determinanti nella scelta della mietitrebbia. La mietitrebbia REV, nella sua semplicità, riunisce tutte queste qualità. E siamo andati a dimo-
strarlo in campo. A metà luglio la protagonista è stata la mietitrebbia REV 225, nell’area di Kershir, in Anatolia, messa al lavoro sul grano (3,5 ton/ha). La prova dimostrativa è stata organizzata da Trakmak, importatore turco di Laverda, che ha sviluppato nelle ultime stagioni una distribuzione efficiente ed ottimamente organizzata, raggiungendo una quota di mercato pari al 40%. Questo eccellente risultato è stato ottenuto prevalentemente in Tracia, al confine con la Grecia e la Bulgaria, ovvero nella parte europea della Turchia dove le Laverda si sono fatte apprezzare nella raccolta del riso, là molto diffuso, e appunto del grano. Anche più a sud, oltre lo stretto dei Dardanelli, regione di Marmara, Laverda conta numerosi estimatori. Ma non è questa la zona che abbiamo scelto per presentare la nostra nuova mietitrebbia REV. Infatti la scelta è caduta su una zona in cui operano anche molte macchine della concorrenza. E’ su scacchieri come questo che Laverda prevede di concentrare in futuro gli sforzi nel tentativo di conquistarsi una ulteriore leadership di mercato; con l’obiettivo di ripetere il risultato ottenuto in Tracia dove la mietitrebbia Laverda è leader di mercato incontrastato.
Siamo in Anatolia (parola di origine greca che significa “all’est”), luogo di passaggio dove videro la luce le più antiche civiltà del bacino del Mediterraneo, un altopiano che si innalza progressivamente verso Est, tagliato da profonde valli e da una quindicina di fiumi tra cui il Tigri (Dicle) e l’Eufrate (Firat). Vi si trovano anche numerosi laghi, alcuni dei quali, come il lago di Van, sono grandi quanto dei mari interni. A nord si estende la catena di montagne del Mar Nero, parallela al mare, che poi lascia il posto a fertili pianure.
Enrico Bucci export area manager
Clienti e operatori durante la manifestazione nella zona di Kershir.
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9 Nella zona di Kershir Franco Dal Santo, harvest specialist Laverda, prepara la REV 225 adattandola rapidamente alle condizioni di raccolta locali. Le aspettative della clientela sono rivolte soprattutto alla produttività delle macchine in termini di velocità e pulizia della granella; tuttavia, anche qui, il trattamento della paglia riveste sempre maggiore importanza, quale ulteriore fonte di reddito. Il team di Trakmak ha, come sempre, organizzato tutto nei minimi dettagli. Il risultato della dimostrazione ci fa ben sperare. I contoterzisti presenti, infatti, sono stati estremamente meticolosi, oserei dire severi, nel controllare tutti quei parametri che rendono performante una mietitrebbia. La velocità di trebbiatura (11 km/h), la pulizia della granella, le perdite sempre sotto controllo e la qualità della paglia. L’esame è stato brillantemente superato, tanto che le prime contrattazioni, davvero folcloristiche, e le prime vendite sono iniziate il giorno stesso. Arrivano i clienti che ci vengono presentati. Ho spiegato ai presen-
ti il mondo Laverda, la nostra storia e le nostre ambizioni, mentre Franco Dal Santo ha dato informazioni tecniche sulla REV. Il bilancio di questa prova dimostrativa è positivo. I presenti hanno ben compreso il messaggio che Laverda voleva esprimere. Gli operatori hanno constatato sul campo, senza tralasciare alcun dettaglio, le qualità costruttive della nuova REV, una mietitrebbia con caratteristiche di semplicità ma pensata, progettata e costruita per soddisfare utilizzatori così esigenti in termini di Redditività, Efficienza e Versatilità. Ed è stato piacevole l’incontro con gli amici turchi, il cui codice dell’ospitalità (che viene ancor prima del loro credo islamico, con una straordinaria tolleranza per le altre religioni) si è dimostrato ancora una volta proverbiale. Ci hanno offerto una calorosa accoglienza, ricordiamo con piacere il loro tè nero nei tipici bicchierini di vetro a tulipano. E a fine giornata tutti a tavola, con le migliori specialità del posto. Enrico Bucci
Breganze produrrà mietitrebbie per l’americana Agco Il Gruppo Argo ha firmato l’accordo che sarà operativo dalla campagna 2005: premiata la capacità produttiva degli impianti dello stabilimento Laverda Breganze sempre più polo produttivo internazionale delle mietitrebbie. Il Gruppo industriale Argo, del quale fa parte Laverda, ha firmato infatti un accordo a lungo termine con Agco, gruppo americano, per lo sviluppo e la produzione di mietitrebbie. Lo stabilimento Laverda di Breganze produrrà mietitrebbie Massey Ferguson e Fendt per i mercati dell’Europa, dell’Africa e del Medio Oriente a partire dalla campagna 2005. “Questo accordo è una conferma dell’apprezzamento di cui godono a livello mondiale le mietitrebbie del nostro gruppo industriale - ha dichiarato Valerio Morra, presidente di Argo -. I prodotti realizzati in tutti i nostri stabilimenti si sono affermati per la qualità e le grandi doti di affidabilità dimostrate sul campo”. Molto soddisfatto per l’accordo il direttore generale di Laverda spa, Aldo I. Dian: “Vediamo in questa operazione uno dei risultati dell’intensa attività di sviluppo industriale realizzata a Breganze dal 2000 ad oggi. Gli investimenti recentemente effettuati consentono all’apparato produttivo di soddisfare tutte le necessità del nostro partner” ha spiegato il manager. Il Gruppo industriale Argo, con i suoi stabilimenti produttivi in Italia, Francia, Inghilterra e Germania, impiega oggi circa 3.500 dipendenti. Produce più di 25.000 trattori con i marchi Landini, Mc Cormick, Valpadana, e più di 12.000 macchine dedicate alla raccolta di cereali e foraggi e alla lavorazione del terreno con i marchi Laverda, Fella, Pegoraro.
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I prodotti
a cura di Angelo Benedetti
Mietitrebbie Rev, l’ultima generazione delle “rosse” La nuova serie destinata agli utenti attenti all’economicità e all’efficienza REV, ovvero Redditività ed affidabilità, Efficienza, Versatilità. Con questi presupposti, già contenuti nella sigla identificativa, Laverda presenta una nuova serie di mietitrebbie destinate a tutta la clientela che, molto attenta all’aspetto economico dei propri investimenti, sceglie di acquistare un prodotto affidabile, efficiente e tanto versatile da essere polivalente. Dopo una attenta segmentazione del mercato ed una verifica approfondita delle soluzioni tecniche, c’è la certezza di poter offrire con le REV la soluzione ottimale per affrontare con serenità le sfide della moderna agricoltura, specie in mercati consolidati quali Francia, Germania, Spagna, nonché negli emergenti mercati dell’Est. L’equipaggiamento: grandi capacità di lavoro per un prodotto perfetto Scopriamo insieme da vicino le nuove mietitrebbie Laverda serie REV. Iniziamo dalla piattaforma di taglio, da dove parte il buon fun-
zionamento della mietitrebbia. Tutti i modelli della serie REV sono equipaggiati con l’affermato sistema Terra Control per l’adeguamento della piattaforma di taglio alle asperità del suolo, con possibilità di preselezione dell’altezza di taglio in due stadi diversi: da 50 a 180 mm e da 100 a 500 mm. Un dispositivo elettroidraulico assicura l’ideale pressione al suolo della piattaforma di taglio. L’aspo, con l’esclusivo sistema a doppie stelle laterali ed i robusti tubi portadenti registrabili, montati su boccole autolubrificanti, garantisce la raccolta e l’alimentazione sicura. Grazie all’elevata velocità della trasmissione rotativa e all’esclusivo sistema autopulente, la lama di taglio agisce in modo ineccepibile. La coclea con le robuste eliche e le dita retrattili su tutta la lunghezza completa l’opera, affidando in modo uniforme, rapido e continuo il prodotto al canale elevatore. L’elevatore universale, con robuste catene triple o quadruple e spranghe con profilo ad elevata resistenza, è predisposto di serie per l’applicazione del sistema GSA. L’affidabile trasmissione a catene
lubrificate, i tenditori automatici longitudinali e verticali e l’insieme costruttivo del canale sono la garanzia di un flusso continuo e uniforme del prodotto dalla piattaforma di taglio agli organi trebbianti. Il beneficio maggiore dei sistemi automatici di tensione si avverte nella lunga durata dei componenti e nei minori costi di manutenzione. Gli organi trebbianti, di dimensioni ottimali per tutti i prodotti trebbiabili, sono costituiti dal robusto battitore a 8 spranghe con profilo battente continuo per il trattamento delicato ed efficace della granella, dal controbattitore con l’esclusiva regolazione indipendente sia in entrata che in uscita e dall’innovativo modulo REV. Un buon apparato trebbiante deve adattarsi rapidamente alle mutevoli condizioni di raccolta per rispettare l’integrità dei cereali e delle paglie, garantendo lo sfruttamento massimo delle prestazioni della mietitrebbia. Ecco quindi che, a fianco degli affermati organi trebbianti classici, Laverda propone il modulo REV composto dal postbattitore (tamburo REV) e dal prolungamento del controbattito-
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11 re (segmento REV), registrabile in 3 differenti posizioni, componente ideale per la versatilità e la polivalenza d’impiego. L’incremento del 20% di superficie di separazione e l’aumento dell’angolo di avvolgimento a 120°, insieme al delicato convogliamento delle paglie agli scuotipaglia, sono fattori decisivi per l’operatività e il successo delle mietitrebbie Laverda serie REV. I lunghi e robusti scuotipaglia (4,30 m) sono realizzati con una struttura differenziata nell’area di maggiore sollecitazione e sono muniti di alti gradini di caduta (210 mm) con superficie verticale attiva per una separazione ancora più efficace. Gli alberi di comando, guidati dall’ampia superficie dei supporti lamellari stratificati e autolubrificanti, conferiscono agli scuotipaglia una corsa in altezza di ben 300 mm. Si può affermare che lo scuotimento delle paglie e dei residui di trebbiatura, lavorando con una Laverda, vince qualsiasi confronto. Un buon piano preparatore ha il compito di preselezionare la granella in qualsiasi condizione e predisporla all’azione del vento e dei crivelli. Sulle Laverda questo componente ha dimensioni generose ed è munito di alti divisori longitudinali che agevolano il lavoro in collina. Il cassone crivellante con vagli speciali ad azione contrapposta e l’efficace ventilatore garantiscono l’eccellente pulizia del prodotto, con massime prestazioni e minime registrazioni. Infatti, il profilo dei crivelli ad alte prestazioni permette di mantenere la massima apertura per il passaggio della granella e del volume ideale d’aria, mentre impedisce l’accesso delle impurità grazie alle appendici verticali delle lamelle. Motori generosi, cabine confortevoli, manutenzione facile La generosità delle mietitrebbie Laverda serie REV è presente anche nei potenti motori Iveco della serie NEF con alimentazione “common rail” ed alternatore da ben 120 ampere, ideale per equipaggiare le macchine con una ricca dote di componenti e accessori. La semplicità delle trasmissioni consente lo sfruttamento ideale della potenza installata, pertanto la 225 REV è equipaggiata con motore da 220 CV mentre i
modelli REV 255 e REV 256 con motore da 255 CV. Il rendimento di motori e impianti è strettamente correlato all’efficienza delle masse radianti, in particolare per la mietitrebbia che opera in ambiente caldo e polveroso. I progettisti Laverda hanno studiato e realizzato un gruppo radiatori generoso nelle dimensioni, accessibile e munito di filtro rotante ribaltabile con aspirazione forzata, a garanzia di minima manutenzione e massimo rendimento. Comfort, visibilità ed ergonomia sono gli elementi che distinguono la cabina “Elegance” delle REV. Un posto di guida con comandi intuitivi e tutto quello che si richiede per la conduzione razionale di una buona mietitrebbia. In un colpo d’occhio, grazie al computer di bordo Agritronic, l’operatore ha sotto controllo l’andamento della propria macchina. Tre moduli ben distinti informano, attraverso altrettanti display, circa le prestazioni, l’attività dei componenti e di raccolta (superficie trebbiata totale e per unità di tempo) e circa l’adeguamento al suolo della piattaforma di taglio comandata in modo automatico dal collaudato sistema Terra Control. Anche la visibilità sul prodotto raccolto è ottimale sia dalla cabina, grazie ad un’ampia finestra dietro il sedile di guida, sia attraverso lo sportello per il prelievo campioni sulla piattaforma di guida. Sempre in tema di visibilità, gli specchietti retrovisori a comando elettrico e con dispositivo sbrinatore rendono più sicure e confortevoli anche le manovre in retromarcia. La manutenzione delle mietitreb-
bie Laverda non è mai stata un dovere ma un’opportunità per conoscere meglio giorno per giorno la propria macchina. Quindi un piacere riservato agli operatori che, grazie agli ampi portelloni laterali, si trovano a portata di mano i componenti principali. Anche le parti più nascoste vengono rese visibili con manovre rapide e per nulla impegnative. La particolare realizzazione di parti in metallo antiusura e il loro assemblaggio mediante viti anziché saldatura permette la sostituzione periodica senza ricorrere ad interventi pesanti e costosi di manutenzione. Oltre l’80% di componenti è realizzato con lamiere zincate a caldo. Per cui nessuna meraviglia quando trovate delle Laverda con più di 30 anni ancora in piena attività. È la conferma dei vantaggi che si garantisce chi sceglie una mietitrebbia Laverda.
Il gruppo battitore con il modulo REV.
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Gli eventi
a cura di Simonetta Lambrocco
In tremila a Breganze per “fabbriche aperte” La conferma della vicinanza dell’Alto Vicentino alla realtà di Laverda
Anche quest'anno, come già nel giugno 2002, Laverda ha aderito con vivo entusiasmo all'iniziativa Fabbriche Aperte a Breganze, il 25 aprile scorso. Riteniamo infatti che dare la possibilità di conoscere la nostra realtà industriale a chiunque lo desideri, non solo agli addetti ai lavori, sia estremamente importante. Laverda, al pari di tutto il Gruppo Industriale Argo di cui fa parte, ha sempre contribuito allo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio in cui è insediata. In particolare, la popolazione dell'Alto Vicentino nutre una storica e fortissima affezione verso l'azienda e il marchio Laverda, affezione che dal momento dell'acquisizione da parte del Gruppo Industriale Argo si è ulteriormente rinvigorita. E in effetti il numero dei visitatori accorsi ci ha dato ragione: 3000 persone in poche ore hanno trascorso un po’ di tempo con noi, incuriosite dalle innovazioni apportate lo scorso anno all’interno dello stabilimento e grate per la splendida giornata di sole,
quasi estiva. Grande attrattiva ha esercitato anche il “museo” con i pezzi antichi Laverda. Il flusso di visitatori all’interno della cascina appositamente ristrutturata è stato pressoché ininterrotto per tutta la giornata. Fra l’altro all’interno avevamo predisposto uno schermo che proiettava senza soluzione di continuità tutti i filmati realizzati da Laverda negli ultimi quattro anni, ricchi di immagini storiche di repertorio. Durante tutta la giornata gli amici in visita hanno potuto rifocillarsi grazie al buffet allestito dal nostro Paolo e dal suo insostituibile staff. A conferma del successo dell’iniziativa e della voglia di “stare insieme”, ecco un elenco di quanto Paolo ha utilizzato: 3 quintali di pane, 11 mortadelle, 3 forme di Asiago, 10 salami, 5 prosciutti e 5 pancette, 40 kg di olive all’ascolana, 60 kg di verdurine grigliate, 800 sacchetti di patatine, 200 litri di aperitivo, 300 bottiglie di prosecco, acqua minerale e bibite a volontà.
Simonetta Lambrocco responsabile pubbliche relazioni
In alto, la visita delle autorità allo stabilimento e l’inaugurazione del Museo Laverda. Sotto, folla tra le macchine esposte nel piazzale dell’azienda.
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E nella vecchia cascina prende forma il museo delle macchine storiche Da tempo si era fatta strada l’idea di costituire una collezione delle macchine storiche prodotte dalla Ditta Pietro Laverda nel corso della sua storia centenaria. Già negli anni ’80 l’allora presidente della società Giovanni Battista Laverda aveva cominciato a lavorare al progetto. E le macchine raccolte a quel tempo, insieme ad altre acquisizioni recenti, sono state messe a disposizione dalla famiglia Laverda per la creazione di una mostra permanente curata da Piergiorgio Laverda, che ha trovato spazio nell’antica cascina compresa nel perimetro dello stabilimento di Breganze. Notevole interesse è stato rivolto a questo progetto anche dal presidente del Gruppo Industriale Argo, Valerio Morra, e dal direttore generale di Laverda, Aldo I. Dian. Alcuni mesi fa sono stati ultimati i lavori di ristrutturazione della cascina e si è dato corso ai lavori per l’organizzazione della mostra, che ha visto il battesimo ufficiale durante la giornata di “Fabbriche aperte”. La grande stalla modello, costruita negli anni ’30, ospita in ordine cronologico macchine ed attrezzi di dimensioni contenute, mentre all’esterno, sotto il tipico porticato, trovano posto gli esemplari più grandi. Una visita alla mostra permette una panoramica della produzione di Laverda a partire dagli ultimi decenni dell’800 fino agli anni ’70, con una evoluzione che coincide con lo sviluppo della meccanizzazione agricola in Italia. Ecco perché, una volta completata la disponibilità degli spazi, questa esposizione potrà rappresentare un vero e proprio museo delle macchine da fienagione e da raccolta unico nel nostro paese. La visita inizia con uno sguardo alle prime realizzazioni del “meccanico” Pietro Laverda: uno sgranatoio brevettato per granoturco risalente al 1885 e un esemplare della prima trebbiatrice manuale costruita attorno al 1890. In successione sono presenti alcune curiosità di grande interesse: l’orologio in legno costruito da Pietro Laverda nel 1858 (a soli 13 anni!) e alcuni esempi di prodotti realizzati nel corso del primo conflitto mondiale per il Regio Esercito Italiano come bossoli per granate, sci e ramponi da ghiaccio per le truppe alpine. A fianco si può osservare un cannone grandinifugo brevettato, risalente al 1899. Ecco poi tutti i tipici attrezzi da fattoria degli inizi del ’900: pressaforaggi, trinciatuberi, torchi e pigiatrici per l’uva, ven-
tilatori e sgranatoi di vari modelli. Un settore importante è dedicato alle macchine da fienagione, con le prime falciatrici a traino animale e le più moderne motofalciatrici, prodotte in grande quantità da Laverda tra il 1950 e il 1970, e presenti nelle loro varie evoluzioni. Sul fondo della sala sono esposte anche tre motociclette, una 75 cc da competizione, una bicilindrica 200 e la prestigiosa 750 SF, prodotte dalla Moto Laverda, società consociata della “casa madre” di Breganze che ha rappresentato per molti decenni un pilastro del motociclismo italiano. Lungo le pareti, alcuni pannelli con foto e documenti antichi illustrano in modo esauriente la storia dell’azienda e le sue peculiarità anche in campo organizzativo e sociale. All’esterno sono in mostra due modelli di mietilegatrici, alcuni rastrelli e ranghinatori per la fienagione e un esemplare ben conservato della mitica M 60, la prima mietitrebbia prodotta in Italia a partire dal 1956. Molti altri esemplari di macchine sono in attesa di restauro per andare ad arricchire la collezione, assieme a numerosi documenti presenti nell’Archivio Storico “Pietro Laverda” di Breganze. In occasione di Fabbriche Aperte 2004, evento nell’evento, ha avuto luogo la cerimonia di inaugurazione della mostra permanente. Sono intervenuti il direttore generale di Laverda Aldo I. Dian, il consigliere della Regione Veneto Achille Variati, il sindaco di Breganze Crivellaro e altre autorità di Breganze, nonché alcuni esponenti della famiglia Laverda. In segno di riconoscimento verso una famiglia il cui nome è indissolubilmente legato alla storia della meccanizzazione italiana e mondiale, Dian ha voluto condividere il taglio del nastro con Luisa Laverda, moglie del cavalier Pietro Laverda, nipote del fondatore. Tutte le autorità hanno sottolineato l’importanza e l’evidenza della continuità del progetto imprenditoriale e industriale dell’attuale proprietà con l’idea imprenditoriale del fondatore, ringraziando Laverda e il Gruppo Industriale Argo per la determinazione con cui perseguono questo obiettivo senza dimenticare le importanti radici della storia. La mostra permanente delle macchine storiche Laverda ne è un esempio concreto.
Due scorci dell’interno del Museo.
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L’ album 14 Quando la vacanza diventò un boom Vent’anni di produzione Laverda nel campo del caravanning Alla metà degli anni sessanta del secolo passato il gruppo industriale Laverda aveva ormai assunto dimensioni rilevanti, arrivando a contare oltre mille dipendenti suddivisi tra le due aziende produttrici di macchine agricole e di motociclette. L'esigenza, non più prorogabile, di dotarsi di una nuova fonderia per la ghisa, in sostituzione del vecchio impianto realizzato nel lontano 1938, coincise con l'interessante proposta, formulata dalle autorità provinciali trentine, di rilevare l'attività dello stabilimento ex Caproni di Trento, da tempo in gravi difficoltà. L'operazione fu portata avanti con convinzione da Francesco Laverda e anche in questa occasione, come con la nascita della Moto Laverda avvenuta quindici anni prima, la sua genialità e il suo dinamismo imprenditoriale, uniti ad una indubbia sensibilità verso i temi sociali, lasciarono una traccia importante. Lo stabilimento trentino aveva prodotto, dopo l'attività aereonautica del periodo bellico, le motociclette Capriolo e, negli ultimi anni, l'aereo da turismo veloce Falco F8L, tuttora considerato uno dei migliori velivoli mondiali della sua categoria. Così, valorizzando le capacità tecniche delle maestranze e le attrezzature per le lavorazioni di tipo aeronautico, Francesco Laverda pensò di avviare la produzione di roulotte per il campeggio. A questa scelta non era certo estranea la sua predilezione per le attività sportive e all'aria aperta; era inoltre convinto che, in un'Italia in pieno boom economico, il tempo libero iniziasse ad essere un elemento importante nella vita di ampi strati della popolazione
e quindi un mercato significativo per prodotti innovativi. Nasce così, verso la fine degli anni '60 la serie Chiocciola, prima gamma di roulotte Laverda che raccoglie subito notevoli consensi per la costruzione accurata realizzata con compensati e profilati di alluminio di derivazione aeronautica.
Da quel momento questa produzione, che si affianca alla nuova grande fonderia e alle linee di montaggio di ranghinatori e voltafieno, consente il rilancio dell'unità produttiva trentina che arriva a contare oltre trecento addetti. Negli anni successivi nascono nuove serie di roulotte tra cui è da segnalare soprattutto la
serie Blu, vera rivoluzione costruttiva e di design per l'ambiente tradizionalista delle caravan, dominato dai costruttori tedeschi e francesi. Ideata dallo studio Nizzoli di Milano (lo stesso che aveva “vestito” la mietitrebbia M 120) con la sua forma squadrata, la sua eccezionale abitabilità e i suoi interni dal disegno moderno e prettamente "made in Italy, diviene presto uno status symbol per i campeggiatori italiani più evoluti. Ad essa seguiranno, nel 1977, la serie Ascot, caratterizzata da forme più tondeggianti, colori originali e finture di alto livello, e successivamente le serie Brio. Ma alla fine degli anni '70, con intuizione felice, anche se forse troppo anticipatrice, nascono anche i camper e gli autocaravan Laverda, secondo una moda proveniente d'oltralpe ma non ancora affermatasi in Italia. All'inizio degli anni '80 la Laverda Spa Trento è in grado di offrire al mercato del tempo libero una vera e propria full line di prodotti che spazia dalle caravan ai camper, dai carrelli tenda alle attrezzature per ogni esigenza del campeggiatore. La parabola produttiva di questa azienda, breve quanto intensa, si chiude alla fine di quel decennio con lo smembramento del gruppo Laverda e la cessione dei vari rami di attività. Resta comunque ancora viva negli appassionati del settore la memoria di un prodotto di grande originalità e qualità che ha contribuito in modo significativo all'affermazione di un nuovo stile di fare vacanza in Italia. Piergiorgio Laverda
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Sopra: la roulotte Laverda “La chiocciola” progettata da Francesco Laverda e prodotta sul finire degli anni ‘60 in varie misure e in numerosi esemplari. A lato il primo logo dell’azienda.
A fianco: il grande autocaravan Ander realizzato nel 1981 su pianale Fiat Daily e caratterizzato dall’innovativo oblò frontale con i sedili posteriori per i passeggeri collocati in posizione panoramica al piano superiore.
Sotto: la rivoluzionaria serie Blu, caratteristica per la forma a parallelepipedo e la grande finestra frontale in policarbonato. Sul retro poteva essere dotata di una parete a soffietto ripiegabile che ne aumentava ulteriormente la già eccezionale abitabilità.
Nella pagina precedente un’indovinata pagina publicitaria ideata per presentare la nuova serie Ascot nel 1979.
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La storia, le storie
Trecento anni di lavorazione della paglia A Marostica due musei: in quello di Crosara rivive l’arte contadina Oltre trecento anni di produzione, di manualità, di creatività artigiano-contadina. È affascinante la tradizione della paglia, per secoli utilizzata per creare cesti, contenitori, copricapi, altri oggetti d’uso quotidiano. A Marostica, cittadina veneta famosa nel mondo per l’evento storico-folcloristico della partita a scacchi con personaggi viventi, la paglia ha una lunga tradizione e da alcuni anni due musei ne raccontano la storia (informazioni all’Ufficio Cultura del Comune: 0424 479120, e-mail cultura.marostica@libero.it). Nella frazione collinare di Crosara è stato infatti realizzato l’”Ecomuseo della paglia nella tradizione contadina”, ospitato nei locali dell’ex scuola elementare, mentre al castello inferiore si può visitare la “Esposizione del cappello di paglia di Marostica”. Due esposizioni complementari, anche se diverse: l’ecomuseo di Crosara infatti è incentrato su uso e trasformazione della paglia nel mondo contadino, l’esposizione allestita al castello invece riguarda più la produzione industriale di cappelli e borse tra Ottocento e Novecento, quando operavano sul territorio almeno trenta industrie del settore. La tradizione più profonda della paglia e la riscoperta delle sue più antiche origini, rivivono a Crosara, dove l’associazione “Terra e vita”, presieduta da Luigi Chiminello, ha realizzato l’ecomuseo, oggi di proprietà del Comune ma in gestione alla stessa associazione. La curatrice (nonché tra i soci fondatori dell’associazione) dell’ecomuseo, Emilia Bertacco, ha sviluppato lunghi studi e ricerche, condotta dalla passione e dall’amore per una attività che ha anche conosciuto di persona, poiché ricorda ancor oggi come la nonna lavorasse con abilità la paglia, attività che era prerogativa soprattutto delle donne per lunghe ore della giornata. Ma c’è di più, un legame forse ancora più profondo: Emilia Bertacco infatti vive nell’antica casa di famiglia, sulle colline vicine a Crosara, un edificio vecchio di trecento anni che, con tutta probabilità, fu testimone dello svilupparsi dell’arte della paglia fin quasi dagli inizi di questa attività a Marostica. “In effetti è circa dal 1650 che, secondo i documenti – spiega Emilia Bertacco -, si trovano tracce dell’inizio di questa attività e, curiosamente, non solo nel territorio di Marostica; nella stessa data vi sono riscontri di una vitalità della lavorazione a Firenze coi cappelli, ad Ischia con le pagliette e in altre aree europee. Anche se il primo utilizzo della paglia risale sicuramente alla preistoria, quando l’uomo da nomade si fa stanziale e ha bisogno di recipienti per contenere i prodotti”. Nell’ecomuseo di Crosara, struttura viva che con-
tinua a rinnovarsi con nuovi progetti, acquisizioni, laboratori per le scuole, vi sono pezzi storici preziosi. Tutti autentici, che si cerca di preservare al meglio in apposite teche perché, purtroppo, l’azione della luce e della polvere, nel tempo, degrada la paglia. Ma è importante soprattutto l’aiuto alla comprensione di una lavorazione che si fece sempre più specializzata. “Con i “fastughi” più sottili, di un millimetro, selezionati con pazienza per diametro attraverso vagli di latta a forellini - spiega la ricercatrice -, veniva realizzata la tipica “maglina di Marostica”, una trecciolina di tre millimetri che diventava la materia prima per i prodotti più raffinati. Era diversa da quella tipica di Firenze, anche se simile; la maglina veniva venduta così, oppure già cucita con ago e filo per la creazione di cappelli. Nelle case contadine arrivavano quindi i mercanti che acquistavano la merce per rivenderla ai grossisti di Marostica”. La fortuna della paglia di Marostica derivava anche dal tipo di frumento da pane, il triticum vulgare, qui storicamente coltivato, chiamato in dialetto “vernisso” oppure, in montagna, “marsolo” perché seminato a marzo anziché a novembre quando i terreni erano già gelati. “La resa dipendeva dall’altitudine, dal clima, dal fertilizzante. Questo grano fu esportato in Brasile a fine ‘800 dagli emigranti marosticensi, ma i cappelli realizzati là erano molto diversi, perché la situazione ambientale non dava gli stessi risultati alla paglia e la materia prima si presentava più scadente”.
Due immagini del Museo di Crosara scattate da Mario Bozzetto.
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