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L’Intervista

L’Intervista

Il nitrito delle nuvole

di Giacomo Bottinelli con le illustrazioni di oscar simone FriGo

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ARocca Sganghera, fortunatamente non c’era un ippodromo e neppure un maneggio. C’era solo un povero cavallo che viveva solitario in un recinto vicino al paese. A tenerlo lì era un certo Curio Bavazzi, che lo usava per trainare ogni giovedì un carretto fino al mercato dove vendeva verdure. Il cavallo era magro, il fieno che mangiava non era di ottima qualità, quindi le sue condizioni andavano peggiorando. Ma il Bavazzi non voleva saperne di lasciarlo riposare e di comprarsi un furgoncino elettrico; anzi, insisteva a dire che con il cavallo la gente era più incuriosita e le melanzane si vendevano a prezzo maggiorato. La notte, mentre le stelle estive si specchiavano nell’abbeveratoio, il cavallo, che si chiamava Luigino, parlava con il cinghiale Armando. Armando lo raggiungeva dal bosco, si avvicinava alla staccionata e stava ore a chiacchierare con lui, solo per farlo sentire un po’ meno solo. I giorni passavano e il caldo dell’estate faceva sudare Luigino, che si riparava sotto una tettoia di lamiera che il Bavazzi aveva costruito senza troppo impegno.

Luigino, a un certo punto, cominciò a respirare male. Gli sembrava che i polmoni prendessero fuoco e ogni passo era per lui uno sforzo. Mentre trainava il carretto fino al mercato, il giovedì, sentiva un rantolo greve nel petto. Armando chiamò Betulla e Brunella, la fata e la strega che abitavano quei boschi. Chi legge le storie di Rocca Sganghera saprà che avevano l’aspetto di ragazze graziose, che erano tutte e due molto buone e che aiutavano in ogni modo possibile gli animali. Brunella e Betulla provarono magie e pozioni, ma nulla riuscì a far migliorare il respiro del povero Luigino. «Temo che ci sia poco da fare per lui» disse sconsolata Betulla, una sera, ad Armando. Sentendo Luigino rantolare anche il Bavazzi, alla fine, si decise a chiamare il veterinario. Non che lo facesse per amore, ma solo perché temeva di non avere più il suo cavallo per trainare il carretto e di doversi davvero comprare un furgoncino elettrico. Il veterinario visitò accuratamente Luigino e alla fine scosse la testa. Betulla, Brunella e Armando osservavano la scena dal bosco e quando videro il medico risalire in auto e andarsene si sentirono più tristi che mai.

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