lavori pubblici
n. 17 novembre - dicembre 2005
quota neve s.r.l. via Panizza 12 - 20144 Milano Sped. in abb. postale - 45% art.2 comma 20b legge 662/96 - Milano
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In Sardegna 17 Unimog U4000 con moduli antincendio Assaloni e Giletta F. P. Vandoni Il Santo Padre riceve un Mercedes-Benz Econic antincendio Assaloni con Unimog alla conquista dell'America Gh. Marchelli A Torino e Sestriere il XII Congresso AIPCR della viabilità invernale Catene da neve König per Mezzi Speciali Bucher BU 4x4 antincendio per la Provincia di Massa Gh. Marchelli Gamma spargisale Epoke Bicincittà, bike sharing per la mobilità sostenibile Spazzatrice Aebi MFH 5000 per le strade dell'area biellese De-Icer Giletta riduce i tempi di intervento a Orio al Serio Gh. Marchelli Spargitore autocaricante a disco Giletta Viabilità per le Olimpiadi Invernali Hymach apprezzata all'Eima La Provincia di Roma si attrezza con spargitori elettrici SnowEx Dimostrazione BokiMobil a Egna Ga. Marchelli Conto alla rovescia per Viatec 2006 8 Bucher CityCat all'Asia di Napoli Gh. Marchelli Il Comune di Bolzano utilizza il Black Top Gh. Marchelli Tesi presenta l'impianto mobile per la miscelazione di conglomerati a freddo Ecomix 40 di Bertoli H. Nava Strada rinforzata con rete Glasgrid Tecno Pavimentazioni per segnaletica permanente ad alta visibilità Gh. Marchelli All'Eima tante novità presentate in anteprima da Orsi Group Gh. Marchelli 2 nuovi Energreen all'Eima 14 Scamdrake 1700 per la Protezione Civile della Sardegna Mecalac rafforza l'offerta di escavatori polivalenti Dulevo 5000 Compatto Levogum, sistema Dekos per la pulizia delle pavimentazioni F. P. Vandoni Osma presenta all'Eima una trinciatrice laterale innovativa per uso professionale F. P. Vandoni JCB Fastrac 8250 Effetto Venturi per la nuova testata Ferri Gh. Marchelli Raccolta pneumatica dei rifiuti Super Terne JCB per l'Esercito Americano Asfalt Day, Co-Bit inaugura il suo nuovo impianto con una giornata dedicata all'asfalto F. P. Vandoni Campi da calcio in erba sintetica
Lavori Pubblici viene inviata in tutta Italia a: - Uffici Tecnici di tutti i Comuni, le Province, le Regioni e le Comunità Montane - Società di gestione strade e autostrade - Aziende municipalizzate, di multiservizi e raccolta rifiuti - Aziende di trasporto urbano - Ditte appaltatrici di lavori pubblici - Parchi nazionali e regionali - Protezione Civile - Consorzi di bonifica - Aeroporti, Porti - Enti, Aziende e Comunità di grande dimensione (fiere, golf, parchi divertimento…) - Ditte produttrici e commerciali italiane ed estere nei settori di intervento della rivista - Personalità di settore italiane ed estere 4
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ANTINCENDIO
In Sardegna 17 Unimog U4000 con moduli antincendio Assaloni e Giletta FRANCESCO VANDONI 1. Parte dei 17 Unimog U4000 forniti all'Ente Foreste 2. Modulo antincendio Assaloni 3. Modulo antincendio Giletta
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In ottobre si è svolta un'importante consegna in Sardegna: 17 Unimog U4000 forniti all'Ente Foreste della Sardegna dal concessionario DaimlerChrysler di Ancona Mariotti S.r.l. L'Ente Foreste, tra le varie attività che svolge, è chiamato a gestire anche il servizio antincendio, in collaborazione con il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Sardegna. Le principali tipologie di azione utilizzate per la lotta contro gli incendi boschivi sono: l'avvistamento, con 237 postazioni di vedetta, più quelle itineranti attivate quando necessario; la prevenzione, che comprende la selvicoltura attiva, il mantenimento e/o la creazione di strutture di contenimento,e l'informazione, la sensibilizzazione, l'educazione allo sviluppo sostenibile; la lotta attiva, per la quale la tempestività di intervento è sicuramente un aspetto primordiale; ed infine il recupero delle aree percorse dagli incendi. La società Mariotti è una delle concessionarie più grandi d'Italia, con
sedi ad Ancona nord, Ancona centro, Fano, Pesaro, S. Benedetto del Tronto e Jesi. Offre tutta la gamma di veicoli Mercedes, da quelli industriali, speciali, alle autovetture, fino alla Smart, tranne gli autobus. Il sig. Andrea Honorati, della Mariotti, ha effettuato vari sopralluoghi per capire quale mezzo fosse il più adatto ai terreni ed ha optato per l'Unimog U4000 con 218 CV. La commessa comprendeva un lotto di 11 veicoli con modulo antincendio fisso ed un altro lotto di 5 mezzi, che successivamente sono diventati 6 con modulo antincendio scarrabile. I veicoli sono tutti uguali: gli Unimog U4000 sono allestiti con moduli antincendio fissi Assaloni modello ABC e con moduli antincendio scarrabili Giletta modello AS 3029PF. L'Unimog U4000, grazie al suo gruppo di marce ridotte, con 8 marce avanti e 8 indietro, che consente una velocità tra 1 e 15 km/h e permette partenze da fermo con veicolo a
pieno carico senza slittamento della frizione e scossoni; al cambio Telligent; agli assi a portale che conferiscono un'altezza libera dal suolo estremamente elevata con un baricentro del veicolo basso e permettono di superare ostacoli fino a 50 cm di altezza; alle sospensioni con molle elicoidali e tubi di spinta che mantengono in permanenza le quattro ruote in contatto con il suolo; ai freni a disco con servoassistenza pneumatica e ABS a 4 canali disinseribile; al bloccaggio dei differenziali, con comando pneumatico disinseribile in marcia; alla possibilità di regolare la pressione degli pneumatici dalla cabina con il tirecontrol; agli angoli di attacco (46°), di uscita (51°), di rampa (38°), ed alla capacità di guado di 1,2 m, risulta essere un mezzo molto sicuro ed efficace nel fuoristrada più impegnativo, consentendo di attaccare l'incendio alla base in qualunque condizione di terreno, rapidamente, ed in totale sicurezza per gli operatori già impegnati in condizioni di rischio. Gli undici moduli fissi per antincendio boschivo, Assaloni modello ABC, hanno una cisterna acqua di capacità di 3.500 litri e sono montati su controtelaio fissato alle 4 cerniere sferiche
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dei veicoli. La cisterna è in acciaio inox AISI 316 L con spessore di 3 mm, munita di: un passo d'uomo con diametro superiore a 500 mm e coperchio a chiusura rapida; un raccordo UNI 70 con riduzione UNI 45 F girevole per il caricamento da idrante e per lo svuotamento; una ghiotta di adescamento per una totale aspirazione dell'acqua; una tubazione di alimentazione e ritorno dalle pompe con rubinetti di esclusione; un tubo di sfiato e troppo pieno ø 3"; un indicatore di livello a galleggiante colorato; paratie frangiflutti; anodi di massa. Il gruppo pompa è del tipo centrifugo a media ed alta pressione con azionamento combinato e posside le seguenti caratteristiche: corpo e giranti in lega leggere anti corrosione; albero in acciaio inossidabile; tenuta d'albero di tipo meccanico; presa d'aspirazione dalla cisterna con valvola di intercetto e filtro; presa d'aspirazione dall'esterno con raccordo UNI 100 M, filtro, tappo cieco e catenella; tre mandate ai naspi complete di valvole a sfera d'intercetto; una mandata per riempimento botte con valvola d'intercetto; due mandate posteriore da UNI 70 / UNI 45; sistema di adescamento automatico incorporato del tipo ad anello liquido. La pompa di pescaggio è autonoma ad azionamento idraulico - tipo DOA WP25. Il modulo Assaloni è dotato di sistemi di filtraggio dei corpi solidi, a monte. Inoltre per ragioni di sicurezza, tutte le uscite in alta pressione sono dotate di valvole di sicurezza. Il pannello di comando e di controllo è situato posteriormente, così come i tre naspi, calettati su di un unico rullo avvolgitubo con possibilità di blocco e sblocco individuale. Lo svolgimento è manuale, il riavvolgimento è elettroidraulico o manuale. Due naspi hanno una lunghezza di 60 m, il terzo di 100 m: tutti i tubi sono del tipo ad alta pressione con spalmatura esterna in PVC ignifugo certificato UNI EN 9488 ed ognuno è dotato di pistola nebulizzatrice ad alta pressione con attacco rapido. Nel cassonetto porta materiali, situato posteriormente, in alluminio mandorlato trovano spazio le manichette, spezzoni da 20 m completi di raccordi (10 UNI 45, 3 UNI 70 e 5 UNI 25); le lance per i naspi, del tipo ad alta pressione, con impugnatura a mitra, 1. Parte posteriore del modulo Assaloni ABC 2. Modulo Giletta AS 3029PF scarrato 8
getto pieno e nebulizzato ad attacco rapido; le lance per le manichette del tipo a getto variabile pieno e nebulizzato, con valvole d'intercetto. Per quanto riguarda i sei moduli antincendio scarrabili Giletta AS 3029PF, la capacità del serbatoio dell'acqua è di 3.000 litri. Il serbatoio, è interamente realizzato con lamiere in acciaio inossidabile AISI 316L dello spessore di 3 mm; tutte le saldature sono realizzate con lo stesso materiale, la forma ribassata permette di mantenere un basso centro di gravità. Il serbatoio è provvisto di un passo d'uomo in acciaio inox con diametro di 500 mm ed è realizzato con nervature per rinforzare le pareti esterne e di un insieme di setti antisciacquìo interni in grado di limitare e contenere nei limiti di sicurezza la traslazione del liquido; i passaggi praticati nei setti garantiscono un'alimentazione adeguata alla pompa anche in presenza di una quantità minima di acqua nel serbatoio. Il serbatoio è inoltre dotato: di un sistema di troppo pieno, che consente oltre allo sfiato dell'aria anche lo scarico dell'eccedenza a terra, dietro l'asse posteriore del veicolo; di un attacco UNI70 e valvola a sfera completa di calotta cieca con riduttore a UNI45, per il caricamento direttamente da idranti o da altri veicoli; di un indicatore di livello visivo a vasi comunicanti con galleggiante di colore rosso, valvole di intercettazione e dei vari attacchi per il funzionamento delle pompe raccordati con giunti flessibili. All'esterno del serbatoio in posizione protetta e comoda per la sua sostituzione è avvitato un anodo, mentre nella parte superiore sono presenti due golfari per il sollevamento del solo serbatoio vuoto in caso di manutenzione. La pompa di mandata ad alta pressione è del tipo a pistoni ceramici con erogazione massima di 220 l/min ed una pressione massima di 60 bar per uso continuativo. Sulla mandata della pompa è montata una valvola regolatrice di pressione, capace di rinviare l'acqua eccedente al serbatoio (se la richiesta fosse inferiore alla mandata della pompa) senza creare contro pressioni pericolose e
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dannose all'impianto. La pressione viene regolata mediante una manopola situata sulla console di comando vicino al manometro di controllo. Questa valvola è provvista di una leva per l'esclusione rapida della pressione in caso di emergenza, che ne permette anche il ripristino senza causare danni alla trasmissione (colpo d'ariete). La pompa alta pressione è azionata dalla presa di forza meccanica del veicolo, ed ha il comando per l'inserimento dalla cabina di guida che ne permette l'utilizzo anche con il veicolo in movimento. Questo sistema di azionamento garantisce un ottima funzionalità, anche per utilizzi prolungati nel tempo senza interruzioni in presenza di alte temperature. L'impianto oleodinamico sul veicolo viene utilizzato solamente per la pompa di carico ed il sistema di riavvolgimento dei naspi. Il gruppo naspi è situato posteriormente sul veicolo in apposito vano, con apertura posteriore. Il gruppo di erogazione è posizionato posteriormente ed è costituito da 3 naspi realizzati in acciaio, dotati di riavvolgimento idraulico. Il sistema di aggancio al motorino oleodinamico non consente ai naspi lo svolgimento incontrollato. Il sistema adottato permette lo svolgimento dei naspi in maniera rapida escludendo il collegamento con l'organo di riavvolgimento, è possibile allo stesso tempo svolgere rapidamente un naspo e riavvolgerne un secondo. Un naspo contiene 100 m di tubo 3/4", mentre gli altri due contengono 60 m di tubo da 1/2", entrambi sono raccordati con innesti rapidi alle due estremità, in modo da poter essere montati in serie con altri tubi. Tutti i tubi sono per alte pressioni con spalmatura esterna in PVC ignifugo certificato a norme UNI EN 9488. Il modulo antincendio viene scarrato dal cassone del veicolo, dove è fissato tramite 4 agganci rapidi in acciaio, grazie a 4 piedi telescopici a comando manuale, posizionati in modo da ridurre l'oscillazione senza la presenza del veicolo; lo scarramento può essere effettuato da una personsola e richiede circa 20 minuti.
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ANTINCENDIO
Il Santo Padre riceve un Mercedes-Benz Econic antincendio DaimlerChrysler dona al Vaticano un Mercedes-Benz Econic allestito con un avanzato sistema antincendio. Il precedente veicolo utilizzato dal Corpo dei Vigili del Fuoco dello Stato del Vaticano, verrà esposto al nuovo Museo Mercedes-Benz di Stoccarda che sarà inaugurato nel maggio del prossimo anno.
Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto il 16 novembre un MercedesBenz Econic allestito con un innovativo sistema antincendio. La consegna, presso il Governatorato della Città del Vaticano, è stata effettuata da Wolfgang D. Schrempp, Presidente ed Amministratore Delegato di DaimlerChrysler Italia. Il veicolo, unico al mondo ed allestito con avanzati strumenti di intervento, sarà utilizzato dal Corpo dei Vigili del
Fuoco della Città del Vaticano nelle attività antincendio, di prevenzione e salvaguardia del patrimonio del Vaticano. Mercedes-Benz Econic rappresenta la soluzione ideale per le particolarità del contesto urbanistico
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dello Stato Vaticano dove il veicolo si troverà ad operare. La dotazione del mezzo comprende anche un braccio telescopico ed una speciale pompa ad alta pressione. L’Econic si distingue in particolare per il suo concetto di cabina con pianale completamente piatto che agevola il passaggio dal sedile di guida al posto del passeggero, nonché per la sua altezza complessiva ridotta. Il veicolo precedentemente utilizzato dal Corpo dei Vigili del Fuoco dello Stato del Vaticano, un’autoscala Mercedes-Benz LK 1113 del 1963, sarà esposto al nuovo Museo Mercedes-Benz di Stoccarda che verrà inaugurato il 18 maggio del 2006. "Oggi si compie un ulteriore passo della nostra tradizione al servizio della Santa Sede", dichiara Wolfgang D. Schrempp, "E’ un piacere e soprattutto un onore per noi della DaimlerChrysler poter contribuire alla salvaguardia di luoghi e di capolavori dell’arte unici al mondo".
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VIABILITA'
Assaloni con Unimog alla conquista dell’America GHERARDO MARCHELLI
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Assaloni, presente con le sue attrezzature al lancio dell’Unimog U500 in Nord America, effettuato per la prima volta nel gennaio del 2003 a Charlotte, North Carolina, ha riscontrato un notevole interesse da parte degli operatori presenti, aprendosi così un mercato che in prospettiva può avere un'importanza strategica come quello degli Stati Uniti. A cominciare da questo evento il progetto prevedeva la distribuzione tramite la rete di Concessionari Frightliner, uno dei più importanti costruttori americani di camion, che fa parte del gruppo DaimlerChrysler. Nel mese di luglio dello stesso anno è stato effettuato il primo corso di for-
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mazione dei venditori a Salt Lake City, al quale erano presenti la dott.ssa Rosa Assaloni ed il sig. Federico Fioresi della Assaloni, unitamente a Schmidt-Mulag nonchè ad alcuni costruttori nordamericani in qualità di partner Unimog per quanto concerne le attrezzature. In quella sede Assaloni ha avuto l'opportunità di conoscere il suo attuale distributore, la MOG Implements di Charleston, nella persona di Gardiner Willis, già partner Unimog in quanto costruttori di grader da montare sugli stessi. Da questo incontro è nata una proficua collaborazione che ha portato Assaloni nell'arco di due anni a consegnare attrezzature in diversi
stati americani (dalla Pennsylvania alla California, dal Maryland al Maine, dal North Dakota al Massachusset, dal Texas al North Carolina) per un giro di affari che per il 2005 si attesterà intorno ai 500.000 $. Tale risultato è stato possibile grazie a due anni di dimostrazioni organizzate dalla Unimog USA (con sede a Portland, Oregon), alle quali Assaloni ha sempre presenziato suscitando gli apprezzamenti che hanno permesso oggi di annoverare numerosi clienti americani. Clienti importanti, come la città di Baltimora (Maryland), la città di York (Pennsylvania) ed i Parchi Federali degli Stati Uniti. Quest'ultimo è un cliente potenzialmente importantissimo poichè è l'ente che gestisce i Parchi Nazionali sull'intero territorio degli Stati Uniti. Negli Stati Uniti in questi due anni sono state consegnate fresaneve, lame sgombraneve, vomeri, spargitori, pale caricatrici, ruspette livellatrici, spazzoloni; inoltre vi sono trattative concrete per il prossimo futuro per falciaerba, antincendio e spazzatrici aspiranti, a dimostrazione dell’apprezzamento da parte degli operatori statunitensi per la qualità dell’intera gamma dei prodotti proposti da Assaloni. 1. Squadra Assaloni in occasione del recente corso di istruzione alla rete Unimog USA a Lancaster, Pennsylvania 2. 3. Assaloni e Unimog al Glacier National Park
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VIABILITA' INVERNALE
A Torino e Sestriere il XII Congresso AIPCR della Viabilità Invernale
Negli ultimi giorni di marzo del 2006 si svolgerà a Torino e Sestriere il XII Congresso Internazionale della Viabilità Invernale, che costituisce una delle manifestazioni di maggiore rilievo dell’AIPCR, Associazione Mondiale della Strada. Questa ormai storica Associazione, nata, e sin qui vissuta, senza scopo di lucro, quasi 100 anni fa (il centenario sarà festeggiato nel 2007) ad iniziativa dello stato francese, associa al momento ben 108 governi dei rispettivi stati. Si occupa essenzialmente di ingegneria e politica stradale, nonché gestione delle reti viarie, con lo scopo di favorire il progresso in questo campo promuovendo lo sviluppo delle infrastrutture e affrontando le tematiche legate alla sicurezza stradale. Rappresenta un punto focale di interscambio delle tecnologie stradali nel mondo. La missione dell’AIPCR è di mettersi al servizio sia dei Governi associati, sia di altri paesi interessati, essendo un forum internazionale di informazioni. Nell’ambito dell’attività associativa emergono i congressi che ogni 4 anni l’Associazione regolarmente organizza, vale a dire il Congresso Mondiale della Strada ed il Congresso Internazionale della Viabilità Invernale. A questo proposito, nell’ottobre 2001, fu accolta la candidatura italiana ad ospitare, proprio a Torino e Sestriere dal 27 al 30 marzo 2006, il XII Congresso Internazionale AIPCR della Viabilità Invernale, che avrà per tema Garanzia di mobilità in inverno per l’utente della strada. In questo contesto, il Ministro Lunardi ha preso l’iniziativa di indire, per la prima volta, una Sessione Plenaria dei Ministri, invitando i suoi colleghi di vari Paesi. Cinquemila metri quadrati di esposizione; circa 1.500 congressisti di 60 nazioni: sono i numeri del Congresso, che vedrà la sua parte espositiva ed illustrativa dei temi Lavori Pubblici n. 17 novembre - dicembre 2005
scelti, a Torino presso il Centro Internazionale del Lingotto, mentre la parte dimostrativa dei macchinari in movimento avrà il suo più idoneo scenario a Sestriere. Tra i principali argomenti che verranno discussi: i molteplici aspetti della sicurezza e della mobilità in inverno affrontati in sinergia tra loro; i sistemi di gestione della viabilità invernale; le innovative tecnologie per la rimozione di neve e ghiaccio. La viabilità invernale rappresenta indubbiamente un tema di preoccupazione importante per numerosi paesi del mondo, ed il Congresso offrirà un’opportunità unica per fare il punto della situazione e scambiare le conoscenze in un contesto allargato ed interdisciplinare, allo scopo di far fronte alle sfide del futuro. Ivi saranno presenti i più importanti esperti internazionali del settore, ciascuno portatore di approfondite conoscenze e significative esperienze.
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ATTREZZATURE
Catene da neve König per Mezzi Speciali König è sinonimo, da oltre 35 anni, di catene da neve in tutto il mondo. Inizialmente il core business aziendale era costituito principalmente da catene da neve per auto, oggi invece sta assumendo sempre più importanza anche il segmento delle catene da neve ad uso professionale: - per il trasporto leggero - per il trasporto pesante - per agricoltura - per applicazioni speciali (spazzaneve, ruspe...) Il programma di sviluppo in questo ambito si è concretizzato anche attraverso l’acquisto di nuove tecnologie di processo: oggi infatti König è dotata di due forni Ipsen che consentono di realizzare, nel settore del trasporto pesante, prodotti di elevata qualità attraverso complesse fasi di trasformazione (cementazione) di materie prime pregiate (acciai legati). Grazie a tutti gli investimenti fatti in questi ultimi anni, König può vantare una gamma completa e specifica per ciascuna delle applicazioni professionali. In questo segmento, inoltre, König ha saputo trasferire la propria distintiva innovazione di prodotto e la propria elevata qualità; caratteristiche particolarmente apprezzate da chi utilizza le catene da neve come strumento di lavoro quotidiano ed in con-
dizioni climatiche che possono essere considerate estreme. E' il caso della nuovissima linea Impact in due modelli destinata proprio alle situazioni più estreme, che si trovano ad affrontare i mezzi speciali e a cui è destinata questa linea di catene, tutte interamente zincate e dotate di un particolare dispositivo antisganciamento. I modelli Impact e Impact Plus, grazie alle speciali barrette in acciaio saldate sopra le maglie della catena stessa, riescono a garantire notevoli prestazioni in quanto adatte a resistere a forti sollecitazioni in condizioni ambientali fortemente impegnative. Queste speciali barre, proprio in tali modelli, sono da considerare antiusura; ecco alcune informazioni che è utile conoscere per il corretto uso di questa tipologia di catene da neve: - quando le barre di rinforzo presentano un'usura di circa il 50%, si consiglia di
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cambiare il lato di utilizzo della catena (ad esempio, se la catena era montata sul lato destro del veicolo, montarla sul lato sinistro). Questa operazione permette di consumare le barre in modo uniforme; - solo quando le barre di rinforzo sono completamente consumate (e se non lo sono completamente, si raccomanda di smerigliarle) e le maglie della catena sono usurate per più del 40% è possibile rivoltare la catena; - anche il secondo lato della catena può essere utilizzato fino ad un massimo del 40% di usura della maglia stessa. Come ogni anno al fine di testare sul campo l’efficacia delle nuove linee di prodotto, nel maggio 2004 König ha partecipato all’apertura del passo alpino dello Stelvio, tra Lombardia e Sud Tirolo, con mezzi speciali che montavano proprio le catene Impact. Un'esperienza davvero emozionante! Questa occasione è stata una vera e propria prova di resistenza, ed ha permesso ai tecnici König di capire a fondo le sollecitazioni e gli sforzi cui sono sottoposte le catene da neve utilizzate da tutti coloro che quotidianamente si occupano di manutenzione e di pulizia delle nostre strade. Un altro test importante superato a pieni voti! 1. Particolare della catena Impact Plus 2. 3. Mezzi dotati di catene König Impact Plus impegnati sulla strada del Passo dello Stelvio
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ANTINCENDIO
Bucher BU 4x4 antincendio per la Provincia di Massa GHERARDO MARCHELLI In occasione della consegna alla Provincia di Massa di un nuovo autocarro allestito antincendio, si è svolta una manifestazione particolare. Contestualmente alla riunione per presentare gli andamenti annuali della situazione antincendi boschivi a tutti gli operatori delle associazioni, dei Comuni e delle Comunità Montane che collaborano, è stato presentato, con possibilità di prova, il nuovo autocarro con allestimento per l’antincendio. Il progetto è nato grazie ad un finanziamento della Regione Toscana finalizzato alla ricerca di soluzioni per la lotta agli incendi boschivi e per dare agli enti preposti sia mezzi con prestazioni adeguate, sia soluzioni, di costo idoneo, innovative rispetto a quelle già sperimentate. L’autocarro allestito dalla B.B.B. S.r.l. di Sarzana è un Bucher BU 200 4x4 da 65 quintali con una portata utile di 3.950 kg. La caratteristica principale di questo mezzo antincendio consiste nelle ridotte dimensioni (larghezza 1,70 m, lunghezza 4 m ed interasse da 3,1 m) che gli conferiscono una capacità di penetrazione, sia in ambito forestale che urbano, che altri mezzi con le medesime caratteristiche non riescono ad avere. Il BU è dotato di un motore Iveco diesel common rail turbo intercooler da 2.800 cc con 125 CV, trasmissione 4x4 permanente con terzo differenziale centrale longitudinale e possibilità di
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blocco di tutti e tre i differenziali. La trasmissione è basata su un cambio manuale ZF a 6 rapporti più retromarcia con la possibilità di duplicarne i rapporti e predisposto per presa di forza meccanica sul lato esterno sinistro del carter. Il circuito frenante, di servizio e soccorso, è pneumoidraulico a due circuiti indipendenti, con freni a disco ventilati anteriori, posteriori e pinze flottanti. E’ composto da due sezioni indipendenti, una per l’attivazione degli elementi frenanti dell’asse anteriore, l’altra per l’attivazione degli elementi frenanti dell’asse posteriore. Una terza sezione, asservita dalle due sezioni del distributore, è prevista come optional per la frenatura del veicolo rimorchiato. C’è inoltre l’ABS a 3 canali con controllo elettronico dell’aderenza, disinseribile, a giudizio dell’operatore, in condizioni di guida in fuoristrada. Il medesimo viene riattivato automaticamente in caso di spegnimento del motore o tramite comando, sempre dall’operatore. Il freno di stazionamento è meccanico, attuato tramite distributore a mano posizionato a fine corsa, agente sulle ruote posteriori tramite scarico dell’aria dalla sezione a molla dei cilindri pneumatici e dalla sezione di comando del servodistributore provocando il bloccaggio delle ruote. Il telaio è costituito da robusti longheroni in acciaio ad alta resistenza con
sezione a C, collegati mediante traverse e fazzoletti di rinforzo sempre in profilo aperto. Tutto l’insieme è collegato da bulloni in classe speciale con dadi antisvitamento e possiede un'elevata flessibilità torsionale nonché rigidità longitudinale. La sospensione è costituita da molle a balestra, integrate da due ammortizzatori idraulici telescopici a doppio effetto; le balestre sono paraboliche a semplice flessibilità progressiva davanti e a doppia flessibilità progressiva dietro. Una barra stabilizzatrice posteriore permette di mantenere il parallelismo tra l’asse delle ruote ed il telaio, annullando l’eventuale squilibrio di carico sulle ruote montate sullo stesso asse. Il sistema di sterzata è con idroguida, facilmente manovrabile e precisa. La cabina è da 3 posti, di tipo avanzata con ampie vetrature per una visibilità ottimale; il ribaltamento mediante barre di torsione agevola l’accesso al motore; l’alloggiamento è a sospensione su tre punti, silent block anteriori a molle e ammortizzatori posteriori. Tutte queste caratteristiche concorrono a fare del BU un veicolo estremamente performante in fuoristrada, che ben si adatta ai difficili percorsi toscani onde intervenire con un mezzo antincendio alla base degli incendi boschivi. L’allestimento, studiato ed eseguito dalla B.B.B., è composto da una cisterna in acciaio inox AISI 304 con una capacità di circa 2.100 l. L’interno della cisterna è diviso in sette serbatoi per ridurre al minimo gli spostamenti di baricentro dovuti allo spostamento dell’acqua trasportata. La cisterna può essere caricata sia da colonnine che da specchi d'acqua liberi con due prese d’acqua, una da 70 ed una da 45 con attacchi UNI. Il 1. Il nuovo BU 200 in prova a pieno carico 2. BU 100 del Comune di Ortonovo
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gruppo motopompa ha un motore Honda da 20 CV con una pompa a membrana della Novera Derby ed un gruppo di distribuzione con tre attacchi per un’aspersione di 105 litri a 50 bar. Due tamburi portano 100 m di naspo, che possono essere innestati uno sull’altro, scelti della stessa tipologia degli altri mezzi in dotazione in modo da essere intercambiabili da un mezzo all’altro e possano essere anche innestati in serie. Per il rifornimento da fonte o da specchio libero è alloggiata, in una sede apposita, una pompa con motore da 4 CV con portata da 600 l/min per un tempo di riempimento della cisterna inferiore ai 5 minuti, con la possibilità di pompare contemporaneamente all'aspersione con i tubi ad alta pressione. L’occasione ha visto anche un'esposizione di altri quattro veicoli Bucher Schörlig BU, a sottolineare la sua capacità di rendersi utile in tante differenti tipologie di lavoro. La possibilità del BU di montare differenti conformazioni d’impianto idraulico alloggiato su falso telaio, fino ad una versione a due circuiti azionato attraverso presa di forza collegata elettroidraulicamente, dipendente dal riduttore con lubrificazione forzata, consente infatti al mezzo una moltitudine
di allestimenti variegata, senza dover utilizzare motori ausiliari per la movimentazione delle attrezzature intercambiabili sullo stesso mezzo. Gli autocarri erano: un antincendio, sempre allestito dalla B.B.B., del Comune di Ortonovo su BU 100 4x4, 35 quintali, patente B, con capacità da 1.000 litri; un BU 150 4x4, 50 quintali, allestito neve da Giletta, con lama anteriore da 2,20 m e spargitore con capacità di 1,8 m 3; un BU 200 4x4, 65 quintali, con gru retrocabina HMF a due sfili che a 3,1 m porta 995 kg, a 4,40 m 735 kg e 565 kg a 5,70 m, utilizzando l’idraulica del BU per la sua movimentazione; infine un BU 200 4x4 con spazzolone anteriore, non tanto a suggerire un utilizzo nella pulizia delle strade, comunque possibile, ma a suggerire un suo impiego
con questa attrezzatura in caso di nevicata, per la rimozione della neve fresca soprattutto su porfidi e pavimentazioni lapidee che tipicamente si rovinano negli interventi con lama sgombraneve. La manifestazione si è conclusa con la prova pratica dei mezzi su una strada bianca particolarmente impegnativa, con pendenze superiori al 20%, situazione in cui andrà ad operare il nuovo mezzo antincendio. Gli operatori toscani hanno potuto guidare due veicoli Bucher, uno senza allestimenti ed il nuovo mezzo antincendio a pieno carico, apprezzando le eccezionali doti fuoristradistiche, l’agilità, la possibilità di penetrazione e la sicurezza con cui potranno operare in tutte le situazioni tipiche del loro lavoro.
1. BU 200 con spazzolone 2. BU 150 allestito da Giletta 3. BU 200 con gru retrocabina HMF
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VIABILITA' INVERNALE
Gamma spargisale Epoke
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Ecofar S.r.l. di Poirino, importatore per il territorio italiano degli spargitori Epoke, forte delle oltre 100.000 attrezzature per la viabilità invernale nel mondo, offre una gamma completa di spargitori per soluzione, sale, sabbia, con o senza sistema di preumidificazione, trainati o portati. I principali modelli portati si possono individuare nella serie Igloo, Salt 1 e 3 Sirius. Igloo è uno spargitore a nastro con capacità compresa tra 0,8 m3 - 2,0 m 3 installabile su veicoli di portata ridotta; alimentato dal sistema idraulico del veicolo o da un motore ausiliario indipendente, può essere realizzato sia in acciaio inossidabile sia in acciaio semplice. Salt 1, con capacità superiore, 1,3 m3 - 7 m3, si contraddistingue come l’unico Epoke con sistema a coclea di movimentazione del materiale all’interno della tramoggia fino al gruppo di spargimento. La serie Sirius, con capacità di tra1. Epoke Sirius 2. Epoke Salt 3. Epoke Igloo 4. Epoke TMK 10 16
moggia da 3 a 9 m3 permette di raggiungere prestazioni ottimali, utilizzando sia il "materiale secco" sia la soluzione di preumidificazione. Un’ulteriore evoluzione della serie è rappresentata dal Sirius Combi che per flessibilità ed autonomia è capace di spandere sei differenti tipi di materiale: sale, sabbia, ghiaia, salamoia, soluzione liquida, soluzione liquida e
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materiale secco. Tutti gli spargisale portati si caratterizzano per un impianto di umidificazione, costituito da due serbatoi laterali di capacità variabile collegati fra loro, che permettono di ridurre automaticamente del 30% (quantità fissa o variabile) e consumo del materiale solido Tutte le attrezzature sono facilmente scarrabili grazie a due sistemi di scarramento maggiormente utilizzati: quattro gambe di stazionamento, due anteriori posizionate ai lati di una struttura fissa e due posteriori, si rendono utili per le operazioni di scaricamento dal pianale dell’autocarro anche a pieno carico; si può disporre inoltre di un rullo in nylon, in connessione a due gambe anteriori reclinabili e due posteriori fisse; questo sistema è particolarmente utilizzato quando le sponde del pianale lo permettono, poiché garantisce così all’operatore una maggiore facilità di scarramento dell’attrezzatura. E' possibile inoltre disporre in cabina di 2 uno dei due sistemi di controllo remoto: EpoBasic ed il più evoluto Epo-
Master; il primo permette la regolazione di tutti i parametri, quali quantità, larghezza e simmetria di spargimento, mentre il secondo permette anche di acquisire e scaricare sul computer tutti i parametri registrati durante l’attività lavorativa dell'attrezzatura. Tra i modelli più significativi degli spargisale trainati si possono ricordare: la serie PM - PSL, SKE ed il modello TMK 10. Gli spanditori PM - PSL, con capacità compresa tra i 200 l - 400 l - 600 l, hanno tutti un design semplice e robusto e si prestano all’utilizzo su marciapiedi, piste ciclabili, vie pedonali, spazi aperti e strade. Il fissaggio ai tre punti del trattore in combinazione con il
ridotto peso consente di ottenere una facile manovrabilità dell'attrezzatura. La serie SKE si caratterizza per le sue tre misure di serbatoio, 0,8 m3 1,25 m3 - 1,65 m3, e per la possibilità di essere trainati da altri veicoli, quali trattori, fuoristrada e piccoli autocarri. Il modello TMK 10 risponde alle numerose richieste di distribuzione della sostanza da spargere, accurata ed omogenea ed alla diminuzione del consumo di sale sulla superficie stradale. Tutti gli spargitori portati funzionano in rapporto alla velocità di movimento, assicurando così che la corretta quantità per metro quadrato rimanga costante, anche se la velocità è mutata.
1. Epoke PSL 2. Epoke SKE 3. Epoke PM
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TRASPORTI URBANI
Bicincittà, bike sharing per la mobilità sostenibile In occasione dell’ultima edizione di Ecomondo a Rimini, tenutasi dal 26 al 29 ottobre 2005, è stato presentato al pubblico il sistema Bicincittà, soluzione molto interessante di bike sharing, progettato e realizzato dalla società Comunicare S.r.l. di Rivalta Torinese e già installato nelle città di Parma e Cuneo. L’obiettivo del progetto è quello di offrire alle Pubbliche Amministrazioni una soluzione per la mobilità ciclabile: consiste nella distribuzione di biciclette pubbliche agli utenti in assoluta autonomia. In sostanza, una serie di singoli cicloposteggi automatici distribuiti nel territorio consentono al cittadino di prelevare una bicicletta mediante una carta elettronica, distribuita da un front-office. La carta, alla quale vengono abbinate le generalità dell’utilizzatore, viene lasciata in possesso all’utente a tempo indeterminato, consentendo in tal modo un uso delle biciclette in modo assai snello ed agevole. Interessante la possibilità di prelevare i cicli in qualunque postazione ed analogamente di poterli lasciare in qualunque cicloposteggio libero, senza dover necessariamente 1. Posteggio a Cuneo 2. Posteggio a Parma 3. Azioni di presa e consegna
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ritornare al punto di presa. Il sistema è monitorabile in tempo reale grazie alla tecnologia di trasmissione dati GPRS, grazie alla quale in ogni momento l’amministratore è in grado di sapere quante biciclette sono in circolazione, oppure rilevare anomalie nel sistema piuttosto che controllare eventuali mancati depositi. I dati così rilevati consentono una precisa analisi statistica del sistema, segnalando flussi preferenziali di spostamento, abitudini degli utenti, età e professione degli utilizzatori...,
al fine di poter consentire al mobility manager di pianificare correttamente la mobilità urbana. Bicincittà rappresenta dunque una nuova opportunità per stimolare l’utilizzo della bicicletta. Il cittadino trova la sua bici già sul posto, a ridosso delle zone a traffico limitato oppure pedonali, e con un semplice gesto può ritrovare il piacere di una passeggiata in bicicletta, contribuendo alla diminuzione del traffico urbano e, ancor più importante, aiutando a rendere più salubre la nostra aria.
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IGIENE URBANA
Spazzatrice Aebi MFH 5000 per le strade dell'area biellese FRANCESCO VANDONI
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La SEAB S.p.A., Società Ecologica Area Biellese, si occupa della raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani nella Provincia di Biella. Con circa 150 dipendenti ed un parco mezzi di oltre 130 unità, nel 2005 la Seab ha operato in 64 comuni del bacino biellese: in 58 ha gestito l'intero ciclo dei rifiuti ed in altri 6 si è occupata delle raccolte differenziate stradali. Inoltre nei Comuni di Biella, Candelo, Cossato e Vigliano Biellese, la Seab ha gestito direttamente il sistema tariffario di riscossione. Le attività istituzionali svolte dalla società comprendono: la conduzione, realizzazione ed adeguamento delle stazioni di conferimento; la gestione del numero verde; la valorizzazione del materiale differenziato raccolto; l'acquisto e la distribuzione di contenitori e attrezzature per la raccolta differenziata. Oltre a questi compiti, la Seab si occupa del con-
trollo e del mantenimento in sicurezza della discarica consortile di Masserano, chiusa a fine aprile 2003, con controlli periodici. Tra le numerose attrezzature che compongono la flotta Seab vi è una spazzatrice Aebi MFH 5000, che dopo due anni di servizio rappresenta sempre una carta vincente per l'igiene urbana, soprattutto nelle numerose vie del centro di Biella rivestite di cubetti di porfido. Infatti una delle caratteristiche che ha portato la Seab alla scelta di questa macchina è proprio la sua efficacia di pulizia nel rispetto di pavimentazioni delicate, ovvero senza asportare cubetti. Il gruppo Aebi, grazie all'acquisizione, qualche anno fa, della ditta MFH (Maschinen Fabrik Hochdorf) dispone, oltre dei suoi numerosi ed apprezzati veicoli da trasporto e da lavoro, porta-attrezzi adatti a pendio, monoassi multifunzionali, anche di
due modelli di spazzatrici: le Aebi MFH 5000 e MFH 2500. Come tutte le macchine della gamma Aebi, si distinguono per la loro versatilità, manovrabilità, potenza e qualità. Inoltre un'attenzione particolare è stata accordata all'aspetto ambientale. La caratteristica maggiore, sotto questo punto di vista, è rappresentata dal sistema aspirante Koanda che permette una notevole diminuzione delle polveri emesse dalla macchina, con particolare attenzione alle polveri sottili, note come PM 10. Il sistema aspirante-soffiante brevettato Koanda sfrutta l'aria aspirata rimettendola in circolo. L'aria soffiata dalla ventola viene convogliata da un tubo con un terminale tale da creare una lama d'aria che, colpendo il suolo, scrosta la sporcizia e la spinge in un secondo tubo, quello di aspirazione, di diametro superiore, dotato di un sistema di umidificazione che fa sì che le polveri precipitino nel cassonetto prima che l'aria sia messa in 1. La spazzatrice Aebi MFH 5000 della Seab al lavoro in piazza del Duomo a Biella 2. Aspirazione di un mucchio di foglie secche grazie al tubo aspirante della Aebi MFH 5000 3. Schema di funzionamento del sistema soffiante-aspirante brevetto Koanda
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circolo nuovamente. Circa l'80% dell'aria aspirata resta nel sistema chiuso. Ciò permette di mantenere basso il regime del motore implicando minor consumo ed emissione di rumore. I restanti 20% passano attraverso il filtro in materiale espanso microporoso, di dimensioni ridotte, smontabile in brevissimo tempo per poter essere lavato con la lancia in dotazione alla macchina. Il motore è un Iveco di 2,5 cc di cilindrata, diesel common rail Euro 3. La sigla 5000 corrisponde alla capienza totale del cassone, interamente in acciaio inossidabile, 1.000 l d'acqua e 4.000 l per il materiale aspirato. La velocità di lavoro massima è di 15 km/h, mentre quella di trasferimento è limitata a 40 km/h in Italia, anche se la macchina può raggiungere i 62 km/h. Lo sterzo sulle quattro ruote, inseribile in fase di lavoro, permette una grande manovrabilità. Il gruppo spazzola frontale è orientabile e regolabile in altezza, inoltre può traslare da sinistra a destra, con inversione automatica del senso di rotazione, in modo da spazzare sempre verso la bocca aspirante. Anche il gruppo spazzola laterale può essere regolato in altezza e orientato rispetto all'orizzontale, inoltre può oltrepassare di 55 cm la sagoma del veicolo, per la pulizia ottimale delle nicchie. La spazzola centrale è fissa, regolabile in altezza, e può lavorare anche se non è in orizzontale. Il gruppo soffiante-aspirante poggia su rotelle: questa configurazione conferisce molte possibilità di lavoro, come quella di operare a cavallo di un marciapiede, con due ruote su e due giù, posizionando il gruppo aspirante a filo del marciapiede. Tutte e tre le spazzole sono munite di un sistema di fissaggio rapido. La tenuta è assicurata da quattro bulloni ma basta allentarne uno e poi ruotare la spazzola affinché si stacchi. Per cambiare l'attrezzo del gruppo idraulico anteriore basta una sola persona e in pochi minuti si possono utilizzare la spazzola pesante per sradicare le erbacce o la barra di lavaggio (varie dimensioni di barra sono adattabili sulla Aebi MFH 5000). Il gruppo idraulico frontale mantiene le sue possibilità di movimento indipendentemente dall'attrezzo montato, quindi anche la barra di lavaggio è orientabile e regolabile in altezza. Un gancio situato all'estremità di un braccio di sostegno permette di assicurare il gruppo idraulico anteriore durante gli spostamenti, per evitare danni causati dalle vibrazioni e dalle eventuali scosse. A completamento della versatilità della Aebi MFH 5000 vi sono altri due utensili manuali, la lancia per l'acqua e il tubo aspirante flessibile. La lancia si collega con attacco rapido sul lato destro del veicolo e serve a pulire ad alta pressione contenitori, facciate, cartelli ed anche la macchina stessa, i suoi gruppi spazzola, l'interno del cassonetto dopo lo svuotamento, il filtro dell'aria e persino il gruppo ventola; grazie ad un ulteriore attacco per il tubo della lancia sul lato interno dello sportello posteriore, si possono pulire le pale del sistema aspirante-soffiante. Il tubo flessibile aspirante manuale è pronto all'uso in pochi minuti, in quanto bisogna prima otturare l'entrata del sistema aspirante meccanico. Serve per raccogliere il fogliame fitto o per la pulizia dei pozzetti di raccolta. Lo svuotamento della macchina avviene con l'apertura dello sportello posteriore ed il ribaltamento del cassonetto; entrambe le operazioni possono essere comandate dalla cabina mentre per la chiusura l'operatore deve, per motivi di sicurezza, scendere e usare i comandi posti sul lato destro del cassonetto stesso.
AEROPORTI
De-Icer Giletta riduce i tempi di intervento a Orio al Serio GHERARDO MARCHELLI
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La Sacbo, società di gestione dell’aeroporto di Orio al Serio (BG), si è recentemente fornita di una nuova attrezzatura De-Icer (antighiaccio), fornita da Giletta e montata su un veicolo tre assi Mercedes Atego 2531. Il nuovo De-Icer Giletta va a sostituire una motopompa trainata Bertani che consentiva il trattamento su circa 15 m di ampiezza. Quest'attrezzatura verrà ora impiegata nelle zone più ristrette del sedime aeroportuale, come i piazzali nord e secondari, quelli di Vigili del Fuoco, e dell’aviazione generale, nonché le aree circo1. Giletta CL 12060 ABU all’aeroporto di Orio al Serio 2. Schema operativo CL 12060 ABU 3. De-Icer Giletta in posizione chiusa per il tarasferimento e lo spandimento in vie di passaggio, rullaggio e piazzali 4. Spazzaneve trainato P21 Bucher Schörling 2
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stanti gli aeromobili in sosta. La nuova innaffiatrice è la Giletta CL 12060 ABU con capacità di 12.000 litri in quattro serbatoi indipendenti. Il sistema di spandimento ha 82 ugelli azionati da valvole pneumatiche e lavora ad una pressione costante di 5 bar. Gli ugelli, posizionati nella parte posteriore del veicolo e sulle due braccia ripiegabili, possono lavorare in maniera indipendente per una larghezza di spandimento a braccia aperte di 24 m e a braccia chiuse fino a 3,5 m. La possibilità di operare a braccia chiuse consente alla Sacbo di utilizzare il De-Icer anche nelle altre zone dell’aeroporto: vie di passaggio, rullaggio e piazzali.
I parametri di spandimento per quanto riguarda il dosaggio possono variare da 5 g/m2 fino a 40 g/m2, controllati elettronicamente rispetto alla velocità del veicolo; naturalmente sul pannello di controllo si possono controllare e visualizzare tutti i parametri. Grazie alla larghezza di lavoro di 24 metri e alla velocità operativa di 60 km/h (può arrivare anche a 70 km/h) la Sacbo può ora intervenire sulla pista di Orio al Serio (lunga 3.024 m per una larghezza di 45 m) in 3 minuti riducendo il tempo d’intervento che precedentemente era di 8 - 10 minuti. Inoltre l’elevata capacità offerta dal De-Icer Giletta limita notevolmente la frequenza dei rabbocchi, agevolando notevolmente le operazioni. Per la rimozione meccanica della neve, già da due stagioni la Sacbo ha rafforzato la sua dotazione con due spazzaneve trainati P21 della Bucher Schörling che sono andati ad affiancare due P17. Come liquido antighiaccio la Sacbo utilizza il Sabo, che, oltre ad offrire tutte le garanzie anticorrosive necessarie ad un aeroporto, ha la caratteristica non indifferente di essere biodegradabile.
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VIABILITA' INVERNALE
Spargitore autocaricante a disco Giletta Giletta ha presentato in anteprima all'Eima lo spargitore autocaricante modello AM 1512. La caratteristica principale di questo nuovo mezzo offerto da Giletta è di essere dotato di disco di spargimento, cosa che lo differenzia dai normali spargitori di questa tipologia, che tipicamente operano per caduta con una larghezza di lavoro di 2 m. Grazie al disco l’AM 1512 permette
invece un'ampiezza di intervento regolabile da 1 a 7 m, con un ingombro della benna di 1,5 m, consentendo di intervenire su un'area estremamente ampia con i trattori. Montabile sul terzo punto dei trattori ha una struttura robusta in acciaio granigliato e verniciato con fondo e smalto a polvere, che gli consente di resistere alle ovvie sollecitazioni durante le fasi di autocaricamento tipo benna. Naturalmente il disco di spandimento è posizionato in punto protetto in modo da non venir danneggiato durante il ribaltamento per il carico.
La capacità è di 1,2 m3, l’azionamento avviene dall’impianto idraulico ed è guidato dai comandi del trattore. La regolazione della larghezza di spandimento è manuale a bordo macchina, mentre dalla cabina si può azionare o disattivare l'azione di spargimento. All’interno della benna il materiale viene convogliato al disco centrale grazie ad una coclea asimmetrica.
1. Spargitore autocaricante Giletta 2. Particolare del disco di spargimento 2
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VIABILITA' INVERNALE
Viabilità per le Olimpiadi Invernali La complessa attività che vede coinvolta tutta la Regione Piemonte ed in particolare la Provincia di Torino, per le prossime Olimpiadi invernali ha raggiunto ritmi frenetici. Ovviamente si rende necessario garantire la viabilità, in quanto il raggiungimento delle varie sedi delle gare determinerà il successo della manifestazione. Per questo la Provincia di Torino ha
aumentato a 27 unità gli Unimog del proprio parco, che sotto l'attenta guida dell’Ing. Mauro Fegatelli, coadiuvato dal suo collaboratore Fulvio Boggio, libereranno dalla neve e dal ghiaccio le arterie piemontesi. L'Autocentauro di Torino ha consegnato in novembre 2 Unimog U500 allestiti con attrezzi Assaloni e Giletta alla presenza del Presidente della
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Provincia Antonio Saitta, dell’Assessore alla Viabilità Giovanni Ossola, dell’Ing. Sandra Beltramo, responsabile del Servizio Gestione Viabilità. Era presente per DaimlerChrysler Italia il Responsabile del Settore Guido Corradi. L'U500 è il modello più potente della gamma UGN, dotato di cambio con 24 marce avanti e 22 retromarce, presa di forza integrale indipendente dall’avanzamento del veicolo. La Provincia di Torino è cliente della Mercedes-Benz dal 1960. L'affidabilità dell'Unimog è proverbiale, tant'è che il modello Unimog 411 con 36 CV è tuttora funzionante, anche se non viene più impiegato, ma molto probabilmente verrà utilizzato nel futuro museo che la Provincia ha intenzione di creare.
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VERDE
Hymach apprezzata all’Eima
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In occasione dell’Eima di Bologna Hymach S.r.l. ha avuto nel suo stand una grande affluenza di visitatori, che hanno mostrato interesse per le macchine per la manutenzione del verde da essa costruite e che hanno domandato informazioni tecniche e commerciali esternando l’apprezzamento per la qualità dei prodotti esposti. In particolare Hymach ha messo in evidenza una buona rappresentazione della propria produzione, coprendo tutte le categorie di utilizzo delle macchine tagliaerba per bordi stradali, argini e ampi spazi verdi in genere. Diverse macchine tagliaerba a braccio di tipo portato, tra cui le ultime nate Master e Libra, sono caratterizzate dall’avere l'attacco cerniera di rotazione spostato verso il centro per ottenere sicuro equilibrio anche quando il braccio è movimentato nella sua massima estensione, che nella Master è di 7 metri, mentre per
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Libra è di 9. Al centro dello stand spiccava la macchina tagliaerba a braccio serie Extreme XL dall’estensione di ben 15 metri, dotata di intelaiatura appositamente costruita per essere accoppiata al centro di trattori, completa di testata trinciatrice con struttura ad arco e taglio utile 120 centimetri, ruotino di appoggio supplementare con rientro in sagoma quando non utilizzato (sistema brevettato da Hymach), pompe a pistoni e comandi elettroidraulici a mezzo di joystick monoleva. Fiore all’occhiello dell’anno in corso la Boomerang, di cui abbiamo ampiamente parlato nel numero scorso. Qui ricordiamo la caratteristica essenziale di avere tutti i movimenti completamente automatici (sistema brevettato Hymach) e la sua semplicità d’uso. E' un’attrezzatura estremamente affidabile e veloce per lo sfalcio in banchina in
presenza di ostacoli. Degna di nota è la testata, novità 2005 che riporta il concetto del decespugliatore a filo all’uso professionale: essa può essere installata su qualsiasi braccio articolato pensato per lavori di sfalcio erba e costruita secondo il brevetto Hymach ben si presta a tagliare l’erba fin a ridosso di muretti o altri ostacoli. Il successo riscontrato durante questa edizione della fiera è un’ulteriore conferma per questa ditta, che da sempre ha puntato a costruire macchine altamente professionali e specializzate per le diverse tipologie di manutenzione del verde e che riesce a trovare per le necessità operative più disparate la giusta soluzione tecnica. 1. Hymach Extreme XL 2. Hymach Master 3. Hymach Boomerang 4. Testata a filo Hymach
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VIABILITA' INVERNALE
La Provincia di Roma si attrezza con spargitori elettrici SnowEx
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La Provincia di Roma ha acquisito quattro spargitori elettrici SnowEx 6000 in modo da dotare gli autocarri Iveco Daily, già di loro proprietà, con un'attrezzatura antigelo di agevole carramento/scarramento. Con l'acquisto di questi quattro SnowEx la provincia riesce ad ottimizzare parte degli interventi nella gestione della neve e del ghiaccio permettendo ai suoi uomini di intervenire direttamente, soprattutto in situazioni di emergenza, riducendo l’intervento di appaltatori esterni. La gamma di spargitori elettrici SnowEx, importata in Italia dalla Option di Codroipo (UD), ha come principali caratteristiche l’azionamento elettrico ed i serbatoi in polietilene, che la rende idonea ad essere montata su fuoristrada pick-up, furgoni ed autocarri con cassone. Queste attrezzature sono di facile gestione, agevoli da applicare e soprattutto leggere, permettendo di utilizzare, con capacità adeguata, anche
mezzi con portate estremamente ridotte, come Porter Piaggio, Gasolone... Estremamente maneggevoli, mantengono inalterate nel tempo le loro caratteristiche; l’azionamento elettrico dalla batteria del mezzo riduce al minimo gli interventi di manutenzione, con conseguenti economie sia di gestione che di acquisto. Realizzati in robusto acciaio resistente alla corrosione, i tre modelli SnowEx sono offerti con tramogge in polietilene da 380, 800 e 1.200 litri, con rispettivi pesi a vuoto di 150, 161 e 211 kg. Le dimensioni sono contenute: larghezza 1.232 mm e larghezza del fondo 1.118 mm per tutti e tre i modelli; lunghezza 1.232 mm e lunghezza del fondo 1.270 mm per il 380 l ed il 800 l, mentre di 2.388 mm e 1.956 mm per il 1.200 l; altezza di 670 mm per il 380 l e 914 mm per il 600 l e il 1200 l. Lo SnowEx scelto dalla Provincia di Roma è il 6000 da 800 l di capacità,
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che come tutti i tre modelli offre una larghezza di spargimento da 1,5 a 12 m, ed è comandato dalla cabina da una consolle di facile utilizzo, che offre innumerevoli posizioni di spaglio sia di quantità che di larghezza. Dotato di doppia motorizzazione è in grado di spargere oltre al sale ed alla sabbia anche mix di prodotti. Option sta riscontrando un notevole successo con le sue soluzioni di spargitori elettrici di piccola e media capacità che permettono di attrezzare con spargisale veicoli di tutte le dimensioni, senza dover necessitare di particolari modifiche, adatti ad intervenire anche in situazioni dove un mezzo di dimensioni elevate risulterebbe impacciato. La sola zona di Roma vede altri 6 SnowEx in dotazione a comuni ed enti di protezione civile. 1. 2. Uno dei quattro SnowEx 6000 in dotazione alla Provincia di Roma
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PORTATTREZZI
Dimostrazione BokiMobil a Egna GIORGIA MARCHELLI
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Durante una delle primissime nevicate di quest’inverno, si è svolta nel piazzale antistante la sede della R.S.I. ad Egna (BZ), una piccola dimostrazione dei BokiMobil, portattrezzi di dimensioni ridotte e con vocazione altamente polivalente, per cui ideali per la maggior parte dei lavori comunali, che la società altoatesina importa dalla Germania da circa un anno, e che stanno già riscuotendo notevole successo presso enti locali italiani. Alla presenza di una trentina di addetti comunali, fra sindaci, tecnici ed operatori, soprattutto di paesi del Trentino Alto Adige, seriamente interessati a questi mezzi, i BokiMobil in esibizione e prova erano soltanto due, ma ottimamente esemplificativi dell’intera produzione della casa
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madre Kiefer GmbH, in questo caso per il loro utilizzo invernale e di transporter. Il 1251 era attrezzato con una lama a geometria variabile e con uno spargitore a sponda in dipendenza tachimetrica, mentre il 1151 era senza allestimenti, col proprio cassone ribaltabile trilaterale. Le differenze peculiari fra i due modelli sono le dimensioni e la trasmissione, meccanica per il 1151 da 170 cm di larghezza con cabina a 3 posti, e idrostatica per il 1251, largo 140 cm per 2 posti a sedere. Proprio questi fattori rendono i portattrezzi in questione assolutamente idonei al lavoro in ambito comunale, in quanto sono stretti (da 1.200 a 1.700 mm), ma con pianali di carico più lunghi della norma (da 1.770 a 2.000 mm, con passi da 1.900 a 2.600 mm, e
lunghezze da 3.570 a 4.270 mm), e con la possibilità di scelta della trasmissione ritenuta più idonea per le operazioni da svolgere. Per cui più versione transporter il 1151 meccanico, con 5 marce + 5 ridotte, trazione integrale 4x4 con bloccaggio centrale dei differenziali, e vero e proprio portattrezzi il 1251, sempre 4x4, con avanzamento tramite cambio idrostatico, cioè con trasmissione diretta senza dispersione di potenza sui differenziali: i vantaggi dell’idrostatico fanno sì che l’impianto idraulico trasmetta direttamente la forza alle attrezzature, oltre agli stadi di lavoro programmabili dall’operatore in base alla prescrizione degli allestimenti (per esempio stadio 1 per lavorare con la lama, 2 con spazzolone, 3 per fresa). Fondamentali le caratteristiche comuni a entrambi i BokiMobil: a seconda del tipo di trasmissione, i veicoli, comunque da 55 q di P.T.T., possono essere immatricolati come stradali, per cui guidabili con patente C, oppure come macchine operatrici, per cui conducibili con patente B, grandissimo vantaggio che permette di sottrarsi a revisioni annuali, a tasse di possesso, e a non necessitare di opera1. BokiMobil 1251 (retro) e 1151 (fronte) 2. BokiMobil 1251 all’opera 3. BokiMobil 1151
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tori con patente specializzata, consentendo al mezzo idrostatico di spostarsi a 40 km/h, anziché ai 100 km/h raggiunti dal meccanico, velocità più che sufficiente per spostarsi in brevi distanze comunali ad operare. Tutte e due le macchine sono predisposte con impianti idraulici ad hoc, con 2 circuiti separati per portare accessori anteriormente, tramite il sollevatore a 3 punti, e posteriormente, che dispongono di 2 pompe da 200 bar, che permettono il lavoro di qualsiasi genere di attrezzatura velocemente intercambiabile, oltre al cassone ribaltabile trilaterale con cilindro telescopico semplice e sponde da 400 mm per un'altezza di carico di circa 930 mm (a seconda della gommatura), ed al gancio di traino. I motori, Iveco da 86, 106 o 125 CV, sono disposti trasversalmente fra cabina ribaltabile e cassone raggiungendo la centratura, per cui un baricentro ottimale per i veicoli, nonché una bassa rumorosità e facile ispezionabilità; posizionati superiormente, con notevole altezza da terra, senza essere incassati nel telaio, permettono ai mezzi di essere quasi anfibi, guadan-
do fino ad 1 m d’acqua. Notevole l’inclinazione di sterzata di 40 gradi, che, permettendo diversi tipi di sterzata - anteriore, posteriore, quattro ruote sterzanti, sterzata "passo canino" - controllabili tramite un sensore ottico di posizione delle ruote, rende questo tipo di mezzi particolarmente maneggevoli e adatti all'utilizzo in luoghi angusti, grazie anche alle quattro ruote permanenti con differenziale centrale bloccabile e all'asse posteriore con bloccaggio differenziale. Altro grande pregio è la frenatura eccezionale, non solo con EPS, ma montando anche il sistema Westing House, controllata su tutte le ruote. Il telaio ha una struttura in acciaio, ricavata con materiali base primari, cioè acciai speciali tirati a freddo, senza praticamente saldature ne’ imbullonature, quindi un’unica struttura molto resistente, affidabile e nello stesso tempo fortemente elastico, che permette alla macchina movimenti flessibili. L’artigianalità e l'esperienza con cui sono costruiti i BokiMobil si denota aprendo il ribaltabile trilaterale e la cabina altrettanto ribaltabile, e osservando proprio la struttura del telaio
sotto il quale passano le tubazioni idrauliche, impianto particolarmente curato, con tubature rigide in acciaio fuorchè nelle zone di curvatura. Anche la cabina mette in mostra la lavorazione manuale: spessa, ampia e ben rifinita, offre a 2 o 3 operatori un'ottima visibilità sui quattro lati, con buona insonorizzazione e confort conformi alla legge 626, fino ai sedili inclinabili molleggiati ad aria a seconda del peso del conducente. Tutte queste caratteristiche fanno dei BokiMobil macchine complete, piccole ma nello stesso tempo molto potenti e totalmente affidabili, utilizzabili in qualsiasi modo, specialmente per i lavori comunali, dove è fondamentale il veloce cambio degli attrezzi, una buona superficie di carico, la semplicità nel passare dappertutto, e la possibilità di qualsiasi applicazione, da spargisale a tramoggia sul pianale, oppure a sponda, a lame sgombraneve e turbofrese anteriori, come pure le più svariate soluzioni per il verde, impianti di lavaggio a pressione... 4. BokiMobil 1251 aperta 5. BokiMobil 1251
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Road Service International Zona Artigianale - Nord, 21 I - 39044 EGNA (BZ) Tel. - Fax 0471 813 225 E-mail: rsi@roservice.it
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FIERE E CONGRESSI
Conto alla rovescia per Viatec 2006 A due mesi dal via, la seconda edizione della Fiera specializzata per la costruzione e manutenzione di infrastrutture stradali in zone alpine è praticamente delineata: Viatec si svolgerà dall’8 al 10 febbraio 2006, e sarà luogo d’incontro per coloro che operano nel settore della costruzione e della manutenzione d’opere viarie, gallerie e ponti in alta quota e in zone climaticamente difficili. Il numero delle adesioni delle aziende che esporranno nel quartiere fieristico bolzanino è lusinghiero; nel programma del congresso organizzato nell’ambito di Viatec figurano anche nel 2006 relazioni di numerosi esperti che giungeranno a Il programma degli interventi al Congresso prevede: MODULO 1 COSTRUZIONE DI TUNNEL 8.2.2006 10:00 - 12:00 Chairman: Prof. Bernhard Schrefler Metodi di scavo: ieri, oggi, domani. Prof. Paolo Mazzalai - Università di Padova (I) Scavi meccanizzati. Prof. Gerhard Girmscheid - Swiss Federal Institute of Technology Zurigo (CH) Logistica di cantiere. Dr. Peter Teuscher - BLS Alptransit, Lötschbergtunnel (CH) Metodi di scavo nel BBT. Dr. Robert Galler - Coordinatore della progettazione PGBBT (A) MODULO 2 SICUREZZA IN TUNNEL 8.2.2006 14:00 - 16:00 Chairman: Dr. Robert Galler Sicurezza in galleria - Direttive europee. Prof. Konrad Bergmeister - Università di Vienna (A) Sicurezza in caso di incendio. Prof. Alfred Haack - STUVA Research Association for Underground Transportation Facilities Ltd. (D) Simulazioni di incendio in galleria. Prof. Bernhard Schrefler - Università di Padova (I) Le linee pilota provinciali per la progettazione delle gallerie in Alto Adige. Ing. Valentino Pagani - Provincia Autonoma di Bolzano (I) MODULO 3 PROGRAMMAZIONE DELLE MANUTENZIONI 9.2.2006 10:00 - 12:00 Chairman: Arch. Josef March Programmazione degli interventi manutentivi. 28
Bolzano da Italia, Austria, Germania, Francia e Svizzera. L’accordo di collaborazione con la Fiera di Innsbruck non potrà che rafforzare l’immagine di Viatec, per tre giorni significativo punto di riferimento per tutti coloro che operano nei Paesi dell’arco alpino. In futuro Viatec si terrà infatti un anno nel capoluogo altoatesino e l’altro al di là del Brennero. E’ la prima volta che due società fieristiche attuano un piano transfrontaliero di cooperazione. Grazie ad un accordo siglato tra Fiera Bolzano S.p.A. e la Fiera di Innsbruck, Viatec ed il congresso internazionale ospitato nel suo ambito si terranno nel Ing. Raffaele De Col - Provincia Autonoma di Trento (I) Sorveglianza e manutenzione programmata dei ponti. Ing. Alberto Lenisa - Provincia Autonoma di Bolzano (I) Manutenzione ordinaria e straordinaria delle gallerie stradali in gestione alla Provincia Autonoma di Bolzano. Ing. Alessandro Lunelli - Provincia Autonoma di Bolzano (I) Monitoring di strutture civili. Ing. Ulrich Santa - Autostrada del Brennero SpA (I) MODULO 4 RICICLAGGIO E NUOVE TECNOLOGIE 9.2.2006 14:00 - 16:00 Chairman: Ing. Raffaele De Col L’archivio delle opere protettive e l’analisi del pericolo di caduta massi sulle strade della Provincia Autonoma di Bolzano. Ing. Matteo Mottironi - Provincia Autonoma di Bolzano (I) Tecniche e materiali di riciclo per la bonifica delle fondazioni stradali: progetti pilota della Provincia Autonoma di Bolzano. Prof. Maurizio Bocci - Università di Ancona (I) Nuova tecnologia per la produzione di conglomerati a bassa temperatura. Ing. Lito Achimastos - Shell Bitumen (F) MODULO 5 MANUTENZIONE E SERVIZIO IN COMUNI E PROVINCE 10.2.2006 10:00 - 12:00 Le nuove direttive provinciali per la progettazione delle strade. Ing. Valentino Pagani - Provincia Autonoma di Bolzano (I) Il bilancio ecologico della manutenzione invernale nelle città di Norimberga e Monaco di Baviera. Ing. Norbert Koch - ASN città di Norimberga (D) Viabilità e manutenzione invernale in un comune austriaco di medie dimensioni: Wörgl/Tirolo - Austria. Ing. Dietmar Günther - Ufficio edilizia del comune di Wörgl (A) I molteplici ruoli del servizio di manutenzione strade: autorità a tutela delle strade, servizio all’utente, datore di lavoro. Dr. Paolo Montagner - Provincia Autonoma di Bolzano (I) Lavori Pubblici n. 17 novembre - dicembre 2005
2006 a Bolzano mentre dal 2007, e successivamente sempre negli anni dispari, anche oltre il Brennero. La fiera specializzata unirà dunque idealmente tre realtà economiche particolarmente significative: le province di Bolzano, Trento e il Land Tirol. Grazie anche alla felice posizione geografica lungo l’asse del Brennero, le due città capoluogo saranno senza ombra di dubbio al centro dell’attenzione internazionale. In virtù dell’accordo di collaborazione firmato dalle due società fieristiche, anche il patrocinio della manifestazione e l’organizzazione del congresso saranno internazionali: dal 24 al 26 gennaio 2007, quando la manifestazione si svolgerà a Innsbruck, faranno parte del comitato organizzatore per la prima volta rappresentanti del Land Tirol, della Österreichische Alpenstrassen AG (la società per azioni delle strade alpine austriache) e dell’Università di Innsbruck, oltre a rappresentanti di vari enti italiani e di organizzazioni di settore tra cui la Società germanica asfalti (DAV) e la società austriaca che raggruppa i costruttori di asfalti, Gestrata. Nel 2006, come nel 2004, anno di esordio di Viatec, a Bolzano esporranno una settantina di aziende che operano in vari settori di riferimento della fiera specializzata: tecnologie e materiali per la costruzione e la manutenzione di strade, gallerie e ponti in particolari condizioni geologiche e climatiche, macchine per il servizio di manutenzione stradale sia estiva sia invernale, sistemi di sicurezza, dispositivi di segnalazione del traffico, servizi di ingegneria. Per quel che riguarda il congresso internazionale che avrà luogo nei tre giorni di svolgimento di Viatec, i lavori verranno suddivisi in cinque moduli. L’evento è organizzato in collaborazione con il prof. ing. Konrad Bergmeister, Direttore dell’Istituto per l’Ingegneria delle Costruzioni all’Università di Vienna nonché Direttore Tecnico della Società Autostrada del Brennero, e con il dott. Paolo Montagner, Direttore della Ripartizione Strade della Provincia Autonoma di Bolzano. L’8 febbraio nel centro congressi di Fiera Bolzano Four Points Sheraton, esperti provenienti da Italia, Austria, Germania e Svizzera illustreranno temi inerenti la costruzione e la sicurezza in tunnel; il 9 febbraio si parlerà di programmazione delle manutenzioni nonché di riciclaggio e di nuove tecnolo-
gie, mentre l’ultimo giorno di congresso (il 10 febbraio) verrà interamente dedicato all’esposizioni di temi inerenti la manutenzione e il servizio in comuni e province. Le relazioni svolte nel
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corso di quest’ultima giornata di lavori sono state pensate principalmente per coloro che operano nel settore della viabilità e per i responsabili dei servizi strade locali e regionali.
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IGIENE URBANA
8 Bucher CityCat 5000 all'Asia di Napoli GHERARDO MARCHELLI Nella gara per la fornitura e "full service" indetta dalla Asia S.p.A. di Napoli, Bucher si è vista aggiudicataria della fornitura di otto spazzatrici aspiranti modello CityCat 5000. L’aggiudicazione è il frutto dell’indubbio valore tecnico delle macchine che è valso, molto più che quello economico, a determinare la preferenza dell’Asia Napoli per il prodotto Bucher. La gara è stata strutturata in modo piuttosto articolato prevedendo, infatti, oltre alla fornitura di spazzatrici, un servizio di assistenza continua (full service di 365 giorni/anno) per una durata di cinque anni, finalizzato a mantenere e garantire lo stato di perfetta efficienza dei mezzi forniti. In relazione a tale servizio è stato notevolmente apprezzato dall'Ente il progetto riguardante il Centro di Assistenza. L'Ente, infatti, dimostratosi giustamente esigente nel definire i requisiti che tale Centro avrebbe dovuto pos-
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sedere, ha richiesto la sussistenza di caratteristiche di qualità, specializzazione ed esperienza, disponibilità di strumenti, macchinari ed automezzi, impiego di personale altamente qualificato e costantemente aggiornato, rispondenza alle norme UNI ISO 9001 2000. E tali caratteristiche sono appieno soddisfatte dalla configurazione ed attività proprie della Società ORAM S.r.l. di Pozzuoli (NA), concessionario Bucher che, con la sua consueta e preziosa collaborazione, si è resa disponibile come centro tecnico di assistenza di cui la Bucher Shörling Italia S.p.A. si avvarrà per tutte le operazioni di full service previste nel c.s.a. Le otto spazzatrici consegnate a Napoli sono l’ultimo modello della CityCat 5000 presentata a Ecomondo nel 2004 ed in commercio da quest’anno. Quest’ultima versione è stata ampiamente rinnovata nella meccanica rispetto alla precedente (Lavori Pubblici
n.11 novembre – dicembre 2004). Le principali migliorie hanno visto: una nuova motorizzazione che consente una potenza maggiore (+40%) ad un minor numero di giri, un minor consumo (circa –25%) ed un minor impatto ambientale; bocca di aspirazione ottimizzata per una maggior potenza di aspirazione; maggior potenza dell’impianto di climatizzazione in cabina; cassa rifiuti con una migliore accessibilità del tubo di scarico acqua dalla cassa; impianto idraulico migliorato nel raffreddamento dell’olio e con una maggior potenza soprattutto per la terza spazzola (spazzola diserbo); impianto frenante potenziato; serbatoio gasolio più capiente; spazzola anteriore irrobustita; sospensioni ora a balestre più ammortizzatori che rendono questa spazzatrice più morbida. Test della CityCat 5000 presso l’Asia a Napoli
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MANUTENZIONE STRADE
Il Comune di Bolzano utilizza Black Top GHERARDO MARCHELLI
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Il tecnico del Comune di Bolzano apprezza le caratteristiche del Black Top di Instamak, sottolineando l’importanza di poter intervenire in tutte le condizioni atmosferiche per un manufatto duraturo. Molte riparazioni eseguite in condizioni ambientali ed in posizioni estreme sono ancora intatte dal primo intervento dopo più di due anni, come, non a caso, per la foto utilizzata nella pubblicità degli stessi produttori. Sono stati effettuati intervenuti dopo nevicate con temperature di –9°C, chiudendo lesioni nei manti stradali. Il comune di Bolzano ha così riconfermato le forniture, anche e soprattutto per la terza stagione invernale.
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Il tecnico del comune ha sottolineato che il costo del Black Top si giustifica proprio per la facilità di impiego e soprattutto per la durata delle riparazioni. Vengono ridotte notevolmente le uscite del personale, che non deve più insistere più volte sulla stessa riparazione. Naturalmente, per ottimizzare il costo, nella riparazione di grosse buche viene immesso un materiale meno pregiato per riempire la profondità della buca ed usato il Black Top nella finitura come ultimo strato, creando un tappo a garanzia della durata dell’intervento. Black Top ha evidenziato di non sgranare, sia nel tempo che nei primissimi momenti successivi alla sua applicazione, permettendo il passaggio delle macchine immediatamente dopo la sua posa, con un risultato di schiacciamento da parte delle ruote dei veicoli, e di non subire l’effetto ventosa da parte delle ruote degli stessi, tipico su altri materiali.
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Quest’ultima caratteristica ha portato i tecnici a testarlo, con successo, anche per riparazioni di spelature, con profondità anche di un centimetro, situazioni in cui ora è impiegato abitualmente. Un'altra peculiarità, sottolineata dal tecnico del comune, riguarda l’ottima adesione anche con materiali differenti, permettendo riparazioni permanenti attorno a tombini, rotaie ed in presenza di materiale lapideo. Anche nella riparazione di strade di solo porfido, il Comune di Bolzano interviene con Black Top per la riparazione durante la stagione invernale, rimandando alla bella stagione il ripristino completo, asportando Black Top che viene trovato integro come al momento della posa. Non ultimo risulta estremamente comodo il confezionamento del Black Top in secchi da 25 kg richiudibili, che permette agli operatori di trasportarlo agevolmente ed usarne la quantità richiesta in ogni intervento, riporlo in maniera pulita, per riutilizzarlo in successive riparazioni. 1. Black Top per la riparazione anche in presenza di neve 2. Riparazione che regge da più di due anni nel Comune di Bolzano 3. 4. Lesione riparata con Black Top in provincia di Bolzano 31
STRADE
Tesi presenta Ecomix 40 di Bertoli: impianto mobile per la miscelazione di conglomerati a freddo
Sabato 26 novembre 2005 presso il nuovo polo tecnico-commerciale della Tesi Srl - Blend Industry si è tenuta una prova dimostrativa del nuovo impianto Ecomix 40, costruito dalla Bertoli di Pomarance (PI). Tesi, distributore del marchio Bertoli, ha potuto inoltre mostrare a molti clienti la nuova struttura tecnico-commerciale che verrà in seguito presentata ufficialmente con una dimostrazione porte aperte. L'impianto mobile Ecomix 40, data la sua concezione costruttiva, consente di trasportare tutti gli elementi necessari per il confezionamento del calcestruzzo: inerte, cemento, acqua, additivi chimici, emulsione rigeneratrice, separati in idonei contenitori, ed estrarre durante lo scarico gli elementi in modo proporzionale, in maniera continua, secon-
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do i parametri scelti dall'utilizzatore attraverso un computer di bordo. Ecomix 40 può integrarsi in una centrale di betonaggio standard; può essere impiegata nei getti di completamento, nella microdistribuzione negli scarichi lenti, negli scarichi dove si richiede il frazionamento per diversità del tipo di calcestruzzo. L’impianto permette di produrre misti cementati e malte; è particolarmente idoneo nella distribuzione di inerti in sezione obbligata, nei getti ad alta resistenza, nei getti distanti dal punto di carico, nei getti in zone dove l’inquinamento acustico e dei gas non è tollerato. Grazie al trasporto separato dei vari elementi e alla possibilità di variare, nel momento dello scarico, la miscela di calcestruzzo, utilizzando Ecomix
40 è possibile impastare calcestruzzi "magri" o "grassi" di cemento (da 0 a 500 kg/m3) con frazionamenti intermedi di 5 kg. È altrettanto possibile impastare calcestruzzi poveri o ricchi di acqua (da 0 a 300 litri/m 3 ). Le variazioni sono rapide, precise, riscontrate da segnalatori visivi su quadro PLC e possono essere eseguite con l’impianto in funzione senza fermare la produzione. Per il caricamento dell’Ecomix 40 può essere utilizzato il comune impianto di betonaggio, oppure è sufficiente un mezzo di carico per l'inerte (pala gommata, terna, escavatore) ed un silos con coclea senza pesa per l'immissione del cemento nell'apposito serbatoio. Il rifornimento dell’acqua può essere effettuato tramite un serbatoio con pompa o a caduta libera per il rifornimento veloce. Il rifornimento di additivi o emulsioni può essere effettuato con pompe. Ecomix 40 consente una maggiore resistenza al calcestruzzo (circa il 30% a parità di dosaggio) dovuta alla produzione di Fresh Concrete (calcestruzzo fresco). Presenta inoltre il grande vantaggio di produrre il calcestruzzo nel momento stesso dello scarico evitandone il deterioramento a seguito del trasporto tra centrale di Impianto mobile per la miscelazione di conglomerati a freddo Bertoli nelle sue differenti configurazioni
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betonaggio e cantiere, nonché all’influenza dei fattori climatici. L’innovativa concezione di questa macchina consente importanti risparmi economici nell’uso del cemento e degli additivi. Non avendo necessità dell’impianto di betonaggio per il carico, Ecomix 40 consente alle aziende ed imprese di avere il servizio di fornitura del calcestruzzo ed asfalto a freddo senza grossi investimenti, e di autogestire il proprio fabbisogno in zone dove vincoli ambientali o mancanza di spazi impediscono l’installazione di un impianto di betonaggio. Ecomix 40 riduce del 50% l’usura degli pneumatici di una comune autobetoniera. Il carico stabile e il baricentro molto basso consentono il superamento di pendenze molto ripide senza perdite di materiale, e la massima stabilità del veicolo nelle curve e nei percorsi fuoristrada. L’impianto offre diversi vantaggi, riducendo a zero i costi del carburante occorrente ad una autobetoniera e funzionando con solo 37 CV, che preleva da un motore ausiliario, solo nel momento dell’impasto. Anche l’operazione di lavaggio delle parti sporche dai residui di calcestruzzo ed emulsioni
bituminose viene effettuata in maniera automatica dalla macchina, con l’utilizzo al massimo di soli 50 litri di acqua. Sono disponibili diverse versioni dell’impianto. In versione scarrabile, Ecomix 40 può essere trasportata con un camion che di solito viene utilizzato per il trasporto di cassoni (es. rifiuti); in questa versione inoltre può diventare un impianto fisso in cantiere in quanto, grazie all’allestimento con batterie, alternatore e serbatoio carburante, resta completamente indipendente dal camion. Tale allestimento consente pertanto di far funzionare l’impianto anche a terra, su rimorchio, semirimorchio, carro ferroviario, chiatta... In versione fissa a terra, Ecomix 40 può funzionare con motore diesel o con centralina elettroidraulica. In occasione della prova l’impianto Ecomix 40 in versione scarrabile veniva consegnato alla ditta Movit di Cerchiano (VT). Data la presenza di varie tipologie di impresa (imprese edili e stradali) l’obiettivo principale era quello di mostrare la versatilità dell'impianto. In breve tempo è stato infatti possibile produrre, con cambiamenti velocissi-
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mi: boiacca cementizia per micropali; calcestruzzi con dosaggi di cemento e rapporto acqua/cemento diversi fra loro; cemento (1,5%) e emulsione modificata rigeneratrice (6%), ottenuti con inerte vergine in curva, fornito in questo caso dalla ditta Interchimica di Suisio; calcestruzzo ai vari dosaggi. La macchina, attrezzata di impianto per trattamenti con emulsione rigeneratrice del fresato, impianto per aggiunta di additivi chimici e radiocomando, ha dato ottimi risultati dal punto di vista qualitativo e quantitativo, nonostante le avverse condizioni climatiche. La manifestazione ha permesso ai clienti e agli agenti presenti di valutare le grandi prestazioni della Ecomix 40 e di apprezzare la nuova struttura tecnologica della Tesi – Blend Industry, composta da ben 500 m2 di uffici tecnico-commerciali e da 1500 m2 di officina attrezzata per riparazioni, revisioni e personalizzazioni dell’impianto considerato. 1. Ecomix 40 al lavoro 2. Ecomix 40 alla dimostrazione organizzata dalla Tesi - Blend Industry
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MANUTENZIONE STRADE
Strada rinforzata con rete Glasgrid HOMAR NAVA
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La Comunità Montana Lario Intelvese che, in accordo con i 26 comuni tra Cernobbio, Tremezzo e la Valle d'Intelvi, gestisce nella manutenzione una notevole rete viaria con le problematiche tipiche delle strade di montagna, ha voluto sperimentare la soluzione canadese Glasgrid proposta in Italia dalla Contech di Campi di Bisenzio (FI). La sperimentazione ha visto la scelta di tratti di strada particolarmente impegnativi, con forte pendenza a doppio senso di marcia con a lato prati, scarpate anche con muri di sostegno vecchi, che presentavano in molte parti le classiche formazioni della schiena d’asino con conseguente cedimento dei cigli e del sottofondo. Le strade interessate sono quelle che dalla località Alpe Grande portano ad Orimento e dalla località Bolla alla
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Capanna Bruno, dove si è intervenuto su circa 1,5 km di strada per un totale di circa 5.000 m2 di pavimentazione. Mancando i fondi per un intervento di rifacimento radicale e srutturale si è voluto intervenire con una risagoma, posa della rete di rinforzo ed un tappeto di 4 cm. L’anno precedente la Comunità Montana aveva eseguito interventi su alcuni tratti delle suddette strade con ricariche di conglomerato bituminoso a caldo e successivo tappetino d’usura, ma con risultati di nuove fessurazioni molto accentuate dopo una sola stagione invernale. La scelta per il nuovo intervento vede l’aggiunta della posa della rete Glasgrid, che permette di creare un sandwich di pavimentazioni estremamente più resistente. Glasgrid è una rete in fibra di vetro, quindi basato su un prodotto naturale
(silice), non inquinante e facilmente riciclabile, che presenta il non indifferente vantaggio di poter essere rimosso con le tecniche di fresatura attuali senza creare nessun problema di sorta sia nel lavoro che nel suo smaltimento. L’impresa Bordogna S.n.c. di San Fedele Intelvi, rinomata in zona per l'attrezzatura e l’esperienza possedute nel campo stradale, ha eseguito i lavori di rifacimento della pavimentazione con le seguenti attrezzature e modalità. Si è iniziato a pulire accura1. 2. Tratti di strada su cui sono stati eseguiti gli interventi di ripristino 3. Posa della rete Glasgrid con l’ausilio di pala compatta 4. Ricarica per successiva stesura della rete
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tamente la superficie da trattare, successivamente si è spruzzata a caldo dell'emulsione bituminosa del tipo a polimeri modificata per poi stendere del conglomerato bituminoso a caldo tipo tappeto, allo scopo di risagomare tutte le depressioni esistenti per rendere la carreggiata più planare possibile, poi con l’ausilio di una minipala Case 75XT si è provveduto allo stendimento delle bobine di rete prestando attenzione ad effettuare una certa tensione per evitare il verificarsi di pieghe. Per il suo ancoraggio alla superficie esistente si è usato un rullo combinato Bomag BWAC3 senza l’uso dell’acqua per permettere l’incollaggio. Si è poi proceduto alla ricopertura con dello strato di conglomerato a caldo di tipo tappeto avente spessore non inferiore a 4 cm compressi. Tale lavorazione è stata effettuata con una vibrofinitrice Marini MF571 a sei ruote motrici; la compattazione è stata effettuata con un rullo Ingersoll-Rand DD75 ed un rullo combinato Bomag BW120AC3 per la chiusura finale. La rete ha dimostrato in test e numerose altre applicazioni la sua validità nel ridurre notevolmente l’affioramento e la propagazione delle crepe grazie alla sua estrema rigidezza che le permette di assorbire il livello di resistenza alla trazione sia per sollecitazioni ai carichi che per dilatazioni termiche, aumentando notevolmente così la prospettiva di vita dell’asfalto. Rispetto a soluzioni più famigliari con l'utilizzo di geogriglie in polipropilene o poliestere, l’utilizzo della fibra di vetro presenta una rigidità maggiore che consente di assorbire gli sforzi a livelli di deformazione molto più bassi. Test svolti hanno mostrato che le georeti in fibra di vetro migliorano la longevità delle superfici d’asfalto, con una prospettiva di durata di circa 7 8 volte maggiore rispetto a superfici senza rinforzo. Tali considerazioni hanno portato la
Comunità Montana Lario Intelvese a testare questo tipo di soluzione in una situazione estrema come la strada sopracitata. L’impresa Borgogna ha eseguito il lavoro apprezzando particolarmente la peculiare caratteristica della Glasgrid di essere bitumata ed attrezzata con un adesivo a pressione che elimina la necessità di uno strato di fissaggio e, con questo, la necessità di macchinari aggiuntivi, manodopera, tempo ed organizzazione che comporta applicare uno strato di fissaggio. L'adesivo è posto da un solo lato della rete permettendo il passaggio di pneumatici, quindi l’apertura al traffico lento, senza il pericolo di rimozione del rinforzo da una superficie. L’impresa Borgogna ha proceduto
quindi ad una scarifica del manto precedente, una ricarica, subito sopra ha posato la rete stendendo semplicemente le bobine, dovendo solo prestare attenzione a dare una certa tensione alla rete per evitare il verificarsi di pieghe, schiacciandola con un rullo gommato senz’acqua per permetterne l’incollaggio, per infine coprire con un tappeto bituminoso di 4 cm. Glasgrid è una griglia di 12,5 x 12,5 mm, prodotta in tre differenti tipologie con resistenze da 50 x 50 kN/m, 100 x 100 kN/m, 200 x 100 kN/m, ed un allungamento massimo a rottura del 4%. Viene fornita in rotoli di larghezza di 1,50 m. Le giunture delle parti di rete devono essere di 75 – 150 mm trasversalmente e di 20 – 50 mm longitudinalmente.
1. 2. Rullatura della rete Lavori Pubblici n. 17 novembre - dicembre 2005
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SEGNALETICA
Tecno Pavimentazioni per segnaletica permanente ad alta visibilità GHERARDO MARCHELLI
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Sempre più enti di gestione strade stanno riscontrando una convenienza, sia in termini di durata che in termini di sicurezza, ad adottare segnaletica orizzontale di qualità. In quest'ottica Tecno Pavimentazioni, con sede a Jesi (AN), propone le soluzioni della società svizzera Basler Lacke, specializzata nella produzione di materiali bicomponenti per la segnaletica stradale. Tecno Pavimentazioni sta riscontrando ora un notevole interesse per i prodotti offerti anche nel campo del tracciamento delle linee di demarcazione delle carreggiate stradali. In questo campo gli elementi sono il Bascoplast Grip ed il Bascolin 1/1 Spray. Entrambi sono materiali plastici a freddo bicomponenti su base di resine acriliche reattive, senza solventi,
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per la realizzazione di un manto superficiale ad alta elasticità, resistente alle intemperie e all'attrito, esente da cloro, sostanze cromate e cromato al piombo. La differenza tra le due soluzioni risiede nel metodo di posa; il Bascoplast, soluzione di punta, grazie alla sua stesura strutturata con la caratteristica finitura gocciata ottimizza ed esalta tutte le caratteristiche di questi prodotti. Il Bascolin permette la stesa di un film uniforme con un utilizzo inferiore di materia prima, che consente di ottenere una soluzione meno costosa per la stesura di segnaletica ad elevata rifrangenza per un’ottima visibilità sia di giorno sia di notte, anche con tempo avverso, mantenendo comunque elevate proprietà di elasticità, adesività, resistenza all’attrito, alle intem-
perie ed al sale. Inoltre è importante sottolineare che il Bascolin permette di rinfrescare la segnaletica creata con il Bascoplast senza doverne ricreare la struttura, intervento di ripristino che naturalmente si rende necessario dopo un lasso di tempo estremamente lungo grazie alla notevole durata di questi materiali. Questi prodotti si sono fatti particolarmente apprezzare nella stesa di segnaletica orizzontale colorata, ed ora, proprio per le loro caratteristiche di rifrangenza e durata, stanno 1. Bascoplast Grip a San Fermo della Battaglia 2. Bascolin Spray a Grado 3. Posa del Bascolin Spray a Grado 4. Posa del Bascolin Spray
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riscontrando un estremo interesse anche nella stesura delle linee di demarcazione delle carreggiate. Dalle schede di collaudo per la classe stradale P7 con tipo di segnalazione Typ II entrambe le tecnologie hanno raggiunto le classi: antisdrucciolo S1 per il Bascoplast, S2 per il Bascolin; visibilità notturna asciutto R5 per il Bascoplast, R4 per il Bascolin; visibilità notturna bagnato RW3 per entrambi; visibilità giorno Q4 per entrambi; transitabiltà T3 per entrambi. Nei collaudi di quantità di passaggio delle ruote entrambi i materiali hanno dimostrato un mantenimento delle caratteristiche estremamente elevato dopo 4 milioni di passaggi, con una resistenza all’usura che si mantiene del 100%; antisdrucciolo (unità – SRT) che per il Bascoplast da 52 passa a 41 e per il Bascolin da 69 passa a 46; visibilità notturna (mcd/m2lx) asciutto da 346 passa a 437 e bagnato 2% da 248 a 269 per il Bascoplast mentre per il Bascolin asciutto da 229 a 262 e bagnato 2% da 119 a 174; il fattore di brillantezza (mcd/m2lx) da 253 a 246 per il Bascoplast e da 266 a 257 per il Bascolin. Tra le ultime applicazioni di questi materiali spiccano il Comune di Grado che ha scelto il Bascolin 1/1 Spray per la segnaletica della rotatoria del ponte girevole, punto di
ingresso a Grado (con la collaborazione della ditta Segnaletica Giuliana di Villese) ed il Comune di San Fermo della Battaglia (con la collaborazione della ditta Comput Grafica di Valmorea) che ha utilizzato il Bascoplast Grip, dopo averlo provato in via sperimentale, avendone così apprezzato la durata, su alcune vie del centro, decidendo di utilizzarlo in prevalenza sulle strade ad alta percorrenza e quelle meno illuminate per la sua ottima rifrangenza soprattutto notturna ed in tempo avverso. La macchina per la posa di Bascolin a spruzzo è una airless con miscelazione interna; permette di eseguire diversi tipi di segnaletica: Tipo 1, Tipo 2, mantenimento, riverniciatura del sistema strutturato, il tutto senza problemi di rapporti di catalisi semplificando l’esecuzione. La macchina è completa di perlinatore per post spruzzatura. Con speciali miscele di perline si è in grado di ottenere eccellenti risultati di rifrangenza e antiskid. La macchina è specifica per la realizzazione di segnaletica orizzontale di ottima qualità, frecce direzionali, barre d’arresto, linee di demarcazione... La macchina per la posa di Bascoplast Grip è specifica per la realizzazione di segnaletica orizzontale longitudinale con sistema struttu-
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rato. Al Comune di San Fermo della Battaglia è stata utilizzata una CMC 60 C-ST specifica per colato plastico a freddo a 2 componenti. La macchina è prodotta in due versioni: 60 C-ST S, per la sola applicazione in modalità gocciolato (nota anche come "struttura"); 60 C-ST SB, sia per gocciolato che per bande sonore (dette anche "barrette"). È dotata di tre serbatoi a caduta: per il prodotto plastico (70 l), le perline (26 l) ed il catalizzatore (10 l). L’assenza di serbatoi sotto pressione permette il rifornimento in movimento ed evita l’arresto della macchina con la conseguente catalisi del prodotto. Il catalizzatore, la cui quantità è regolata da un dosatore, viene mescolato con il prodotto plastico in un contenitore ("scarpa"). Aprendo la lama orizzontale della scarpa il prodotto cola su un rullo in rotazione a velocità costante, creando l’effetto gocciolato. Nella versione SB è possibile montare una scarpa predisposta per l’apertura della lama verticale, che lavora a contatto con il terreno e consente l’esecuzione di: striscia con barrette, solo striscia, solo barrette. 1. Posa del Bascoplast con CMC 60 C-ST 2. Particolare del Bascoplast Grip
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VERDE
All’Eima tante novità presentate in anteprima da Orsi Group GHERARDO MARCHELLI Orsi Group è da 23 anni fra i leader dei produttori di attrezzature per la manutenzione del verde, grazie ai contenuti innovativi delle sue macchine. Anche all’Eima Orsi Group non si è smentito, presentando in anteprima tre nuove macchine caratterizzate da interessanti peculiarità tecniche e prestazionali, più una rivisitazione del sistema di controllo A.S.C. Nel 1996 Orsi ha brevettato un sistema automatico sui bracci decespugliatori che controlla automaticamente, tramite sensori su slitte e rullo d'appoggio, la posizione della testata trinciante al lavoro. Il sistema è statoprodotto fino al 2001, poi, sulle nuove testate trincianti entrate in produzione, per la necessità di trovare una soluzione radicale alla sensibilità dei componenti all'umidità, ne è stata
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sospesa la produzione. All'Eima 2005 è stata presentata la versione rivista ed aggiornata del sistema A.S.C. che non utilizza più sensori sull'apparato trinciante ma controlla tutte le funzioni di apertura, posizione, inclinazione e pressione a terra, tramite un nuovo sistema elettronico di controllo sull'impianto idraulico del decespugliatore. L’unica controindicazione ora dell’A.S.C. è la ovvia impossibilità di applicazione su comandi a cavi teleflessibili. Con l’A.S.C. la macchina ha un controllo completamente autonomo della testata e dei bracci, per cui si autoregola per quanto riguarda l’inclinazione, la pressione e la profondità, permettendole di seguire automaticamente il terreno. La macchina sicuramente più innova-
tiva presentata da Orsi è la Zig Zag, una falciatrice a dischi equipaggiata con una speciale articolazione dei bracci portanti che le consente di arrivare a falciare l'erba anche nei punti in cui finora la rifinitura andava eseguita a mano, come, per esempio, a ridosso degli alberi o sotto i cespugli, finalmente automatizzando questo tipo di lavori. Zig Zag può essere montata sia frontalmente sia posteriormente. Uno sfilo guida i dischi a ridosso dei diversi ostacoli e Zig Zag ne esegue automaticamente lo sfalcio. Zig Zag si inserisce nella gamma delle più tradizionali falciatrici a disco denominate Club. Possono essere portate sia anteriormente sia posteriormente Orsi Zig Zag
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da trattori con potenze comprese tra i 15 e i 40 cavalli, e si propongono con larghezze operative comprese tra 120 e 180 centimetri. Zig Zag ha un'altezza di lavoro regolabile tra 20 e 100 centimetri, grazie ai rotori ad asse verticale adottati per queste falciatrici. Un’altra macchina presentata in anteprima all’Eima è la trinciatrice W Max, che Orsi ha messo a punto per la trinciatura delle potature di ulivi, agrumi, viti e frutteti in genere. Quest'attrezzatura, predisposta per attacco sia
anteriore che posteriore, è stata realizzata appositamente per resistere a lavori gravosi, quindi presenta una struttura portante robusta sulla quale operano due pick up, azionati idraulicamente, che provvedono all'introduzione del materiale da trinciare verso il rotore a mazze, azionato invece tramite la presa di forza del trattore. Una volta trinciato il materiale, questo viene convogliato al vaglio di scarico che provvede a liberare solo il materiale finemente trinciato, rimandando quello ancora grossolano al rotore per un'ulteriore lavorazione. Nel campo della gestione del verde con piccole trattrici (fino a 30 CV), Orsi ha presentato la nuova Green, una trinciaerba leggera per prati, giardini, parchi e campi sportivi. Questa va ad affiancare le già apprezzate Golf, presentando l’importante ed utile novità dello scarico alto. Green è stata progettata unitamente al posi1. Schema di lavoro della Orsi Zig Zag 2. Orsi Green in fase di scarico 3. Comando con A.S.C. 4. Orsi Green al lavoro 5. Orsi W Max
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zionamento del cestello di raccolta che, essendo posto al di sopra dell'attacco a tre punti del trattore, mantiene estremamente contenuti gli sbalzi, ottimizzando notevolmente la stabilità dei piccoli trattori che va ad equipaggiare. I coltelli a spatola consentono un taglio estremamente regolare senza righe o striature. Lo scarico alto naturalmente consente a Green di rovesciare il materiale di risulta della lavorazione direttamente sul cassone di un autocarro, facilitando il lavoro agli operatori in quantro elimina i tempi morti di lavoro connessi alla necessità di raccogliere il prodotto rimasto a terra dopo il passaggio della macchina.
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pletamente idrostatica con pompe indipendenti a circuito chiuso e quattro ruote sterzanti; macchina operatrice che in fase di trasferimento raggiunge i 40 km/h. ILF C 1200 è la versione cingolata della ILF S 1500 e, meglio della sorella gommata, riesce a lavorare su terreni collinari, laddove sono una costante i saliscendi e i fondi viscidi e cedevoli. Rispetto alla gommata, ILF C 1200 non vanta solo una migliore presa sul terreno, indotta dalle lame dei cingoli che mordono letteralmente il fondo, ma garantiscono anche un elevato galleggiamento (600 x 3.800), basti pensare a tale proposito che le pressioni specifiche possono essere inferiori a quelle normalmente esercitate da una scarpa, e una maggior stabilità, quest’ultima indotta dal posizionamento ribassato del baricentro. Anch’essa monta un propulsore turbo common rail John Deere da 115 CV ed un braccio di 9 metri. Raggiunge un peso di soli 9.000 kg e la particolarità che lo contraddistingue dai soliti escavatori è che ha impianti con pompe indipendenti a circuito chiuso che ne consentono oltre all’uso di scavo e taglio con benna falciante, un taglio con trincia in movimento senza perdita di potenza in fase di avanzamento, con velocità pari a 7 km/h.
PORTATTREZZI
2 nuovi Energreen all'Eima La manutenzione del verde pubblico è diventata negli ultimi anni un'attività ed un'esigenza sempre più professionale e come tale va avvicinata con mezzi ed attrezzature idonee ad operare anche in ambienti difficili, quali cigli stradali, rive di fossi, svincoli stradali, argini di canali... Situazioni spesso limitate da spazi o da terreni difficili. Per questo l’azienda dell’elefantino verde ha investito in ricerca e sviluppo, proponendo sempre prodotti tecnologicamente all’avanguardia, un’esigenza ben nota a Energreen che, non a caso, ha recentemente allargato la sua gamma di prodotti presentando in occasione dell’Eima 2005 le sue ultime novità chiamate rispettivamente ILF S 1000 e ILF C 1200. ILF S 1000 è il modello più piccolo della gamma, infatti le misure sono molto contenute, con soli 1.980 mm
di larghezza per 4.000 mm di lunghezza ed un'altezza di 2.850. A differenza della ILF S 1500 questa non ha la cabina girevole perché il braccio è posizionato anteriormente con una lunghezza di 6 metri, si muove su una ralla che ne consente il lavoro sia a destra che a sinistra e si sposta sul mascherone da destra a sinistra e viceversa tramite catene e martinetti. Tale movimento consente un rientro veloce dell’utensile di fronte ad ostacoli quali alberi, cartelli stradali... La rotazione della trincia a 180° permette di lavorare anche sul lato sinistro. Il braccio può essere staccato dalla macchina consentendo l’uso di altri accessori quali un sollevatore con presa di forza per un raiber, mascherone DIN per attacco lama da neve, gancio di traino omologato per posizionare posteriormente uno spargisale, attacco per pala frontale e quant’altro. ILF S 1000 è pertanto una multiuso, nata per le molte esigenze dei comuni, delle comunità montane e per muoversi in città in presenza di spazi limitati. Come la sorella maggiore, monta un propulsore John Deere turbo common rail da 115 CV, macchina com1. 2. Energreen ILF S 1000 3. 4. Energreen ILF C 1200
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PORTATTREZZI
14 Scamdrake 1700 per la Protezione Civile della Sardegna · prestazioni meccaniche del veicolo eccezionali; · velocità del veicolo superiore a 100 km/h; · capacità del serbatoio dell’acqua pari a 1.700 l; · baricentri particolarmente bassi, solo 1.100 mm; · pompa A.P. con portata di 180 l/min a 60 bar; · gittata manichette superiore ai 30 m; · rifornimento serbatoio d’acqua in meno di 2 minuti; · profondità di pescaggio per rifornimento fino a 35 m; · ampio raggio d’azione delle tubazioni da 120 m; · operatività sia da fermo che in movimento; · qualità ed ergonomia dei componenti impiegati. Gli Scam SMT 55 permettono di accomodarsi in una cabina spaziosa e luminosa dove sono applicati i più evoluti concetti di ergonomia automobilistica. La cabina, di tipo arretrato, ha 3 comodi posti a sedere, e la grande vetratura consente all’operatore un’ottima visibilità. La plancia ad esempio è tutta improntata all’ergonomia e alla funzionalità. I mezzi sono dotati di trazione integrale permanente con tre differenziali autobloccanti. Le balestre ad alta flessibilità assicurano un’elevata torsione tra l’assale anteriore e quello
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Il giorno 5 dicembre 2005 la Scam S.r.l. di Gavirate (VA) ha consegnato alla Regione Autonoma della Sardegna - Servizio di Protezione Civile 14 autobotti fuoristrada Scam SMT 55 4x4 attrezzate con allestimento antincendio Drake 1700 ABC della ditta Amatori S.r.l. di Nuoro, rinominati Scamdrake 1700, per interventi boschivi e di Protezione Civile, ed 1 furgonato Scam SMT 35 4x4 attrezzato per comunicazioni radio. La consegna si è svolta a Cagliari alla presenza dei funzionari regionali del Servizio di Protezione Civile, Dott. Antonino Liori, e dei suoi collaboratori. I veicoli sono destinati alle varie associazioni di volontariato dislocate sull’intero territorio dell’isola. I nuovi Scam, allestiti dalla società sarda Amatori, da anni altamente specializzata in questo settore, sono certamente tra i migliori prodotti impiegati nella lotta agli incendi boschivi. Veloci, potenti e maneggevoli allo stesso tempo, risultano parti-
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colarmente adatti in tutte le situazioni dove si richieda l’impiego di veicoli antincendio di dimensioni contenute. Questi mezzi sono quanto di più avanzato offra il nostro mercato, con autocarri di nuova generazione dotati di standard elevati di qualità, prestazioni e sicurezza, ed allestimenti che soddisfano tutte le esigenze in fatto di antincendio boschivo e di Protezione Civile. Progettati per il fuoristrada più impegnativo, sono dotati di trazione integrale permanente per garantire prestazioni e qualità di lavoro superiori a qualsiasi altra soluzione. Le caratteristiche peculiari di questi prodotti possono essere così riepilogate:
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1. 2. Scamdrake 1700 3. Consolle Scamdrake 1700 4. Lampeggiatori strobo su basi ribaltabili
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Dati tecnici principali Altezza minima da terra 300 mm Diametro di volta 11 m Angolo di rampa anteriore (attacco) 42° Angolo di rampa posteriore (uscita) 38° Angolo di scarpata 144° Angolo di ribaltamento laterale > 30° Velocità massima a pieno carico 100 km/h Velocità minima a pieno carico 2,3 km/h Pendenza superabile (a pieno carico) 100 % = 45° 5
posteriore con grande aderenza al terreno, stabilità e sicurezza. I vantaggi derivanti dalla meccanica di trazione Scam si traducono quindi in una maggior velocità di trasferimento a pieno carico su percorsi difficili grazie alla trazione integrale permanente sulle quattro ruote motrici, alla mezza marcia ed ai 24 + 4 rapporti a disposizione. 6 · Motore Turbo diesel intercooler Iveco, Euro 3, 2.800 cc, 125 cavalli forza che fornisce oltre 40 HP di · Cambio 6 rapporti + retromarcia potenza, ed è operativa sia con vei· Pneumatici 255/100 R 16 per per- colo fermo che in movimento. Grazie corsi fuoristrada al particolare impianto oleodinamico · Lampeggiatori strobo e sirena bito- di cui dispone, si possono azionare nale omologati, montati su basi più utilizzi simultaneamente. ribaltanti in caso d’urto I serbatoi dell’acqua, con capacità di · Dispositivo amplivoce per dare 1.700 litri, sono realizzati in acciaio comunicazioni di emergenza inox e fissati al telaio del veicolo · Faro di lavoro dotato di radiocomando attraverso adeguate sospensioni ela· Scarico dei gas al di sopra della stiche. Sono stati studiati con una cabina geometria che a pieno carico permet· Adeguata illuminazione notturna te un baricentro molto basso per dell’allestimento antincendio. Gli allestimenti Drake 1700 ABC sono frutto di una ricerca progettuale per offrire, uniti agli Scam, da cui il nome di Scamdrake 1700, prestazioni esaltanti nel comportamento dei veicoli sia su strada che in fuoristrada. Il baricentro dei mezzi allestiti è un altro dei punti forti di queste attrezzature: permette di superare pendenze incredibili, oltre 30° lateralmente, e di avere un comportamento in movimento anche a velocità sostenute assolutamente sicuro in ogni situazione. I veicoli dispongono di una presa di 7
migliorare ulteriormente la stabilità dei mezzi nel fuoristrada più esasperato, la fotografia 6 mostra uno dei tanti test effettuati per verificarne le condizioni d’uso limite. La pompa A.P. è di tipo a pistoni in ceramica, rinforzati, ad altissima resistenza all’usura. Ha una portata d’acqua di circa 180 l/min a 60 bar di pressione. E’ operativa anche in condizioni di veicolo in movimento ed alimenta due naspi: il destro, dotato di una tubazione sezione 3/4" e lunghezza 75 m con relativa lancia A.P., viene impiegato per sopprimere velocemente le fiamme; il sinistro è invece dotato di una tubazione sezione 1/2" e lunghezza 120 m con relativa lancia A.P., e viene utilizzato per le operazioni di bonifica. I rulli avvolgitubo, realizzati in fusione di duralluminio ad altissima resistenza, sono dotati di sistema di recupero automatico che consente di poter variare sia il numero di giri che la forza impiegata per il recupero. Accade spesso che i naspi non siano sufficienti, sia per distanza operativa che per quantità d’acqua erogata, ad affrontare con sicurezza l’incendio, per cui è necessario affrontare il fuoco con 5. Scamdrake 1700 6. Test di verifica di uso limite per uno Scam SMT 55 4x4 7. Alta aspirazione e profondità di pescaggio 8. Allestimento antincendio in azione
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l’impiego di manichette UNI 25. Queste vengono impiegate per sopprimere velocemente le fiamme, e con una gittata massima di 25 m, hanno un’operatività di circa 10 minuti. L’elevata distanza di sicurezza dal fronte del fuoco ottenuta con getti così potenti è a tutto vantaggio dell’operatore che interviene con più sicurezza sia per la propria incolumità che per la riuscita dell’operazione di spegnimento. Il rifornimento è assicurato dalla pompa di rifornimento rapido, che realizza l’operazione in meno di due minuti, potendo inoltre effettuare il carico da oltre 35 metri di profondità contro i 7 degli attuali sistemi tradizionali. La pompa di riempimento rapido offre dei vantaggi sia in termini di profondità di pescaggio raggiunta (42 m), che di portata d’acqua erogata (1.600 l/min), risparmiando per ogni operazione di carico ben 7 minuti che potrebbero essere determinanti per intervenire sul contenimento del fuoco. Gli allestimenti sono infine dotati di vani porta attrezzature dotati di serrandine in alluminio anodizzato. Lo Scam SMT 35 4x4 furgonato attrezzato come unità mobile polivalente per radio-comunicazioni ha un allestimento costituito da una carrozzeria totalmente autonoma. Essa è
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costituita da una scocca realizzata in programmabile, tipo Motorola serie lega leggera di alluminio, isolata con GM 340 ed accessori a completamenpoliuretano. È completa di 3 serrandi- to; 20 m di cavo coassiale a bassa ne in alluminio dotate di sistema di attenuazione tipo RT5020 intestato riavvolgimento automatico a molla e di con 2 connettori coassiali UG21; palo maniglia di chiusura con chiave, telescopico in alluminio anodizzato ad disposte una posteriormente, una nel innalzamento pneumatico posizionato lato sinistro ed una nel lato destro nella parte posteriore sinistra del della struttura. vano, estensibile fino ad un’altezza di Le dimensioni massime della struttu- 5 m da terra, completo di 1 antenna ra rientrano all’interno del filo cabina vhf omnidirezionale in fibra di vetro 3 sia in larghezza che in altezza. Sulla dB frequenza operativa, 158/174 parte posteriore è presente una sca- mhz; compressore 12 volt per l’innalletta di tipo retrattile che permette zamento completo di presso stato e l’accesso al tetto calpestabile realiz- regolatore di pressione, con quadro zato con pannelli di alluminio man- comandi con leva a tre posizioni dorlato antiscivolo. (innalzamento, arresto, chiusura È dotata di gruppo elettrogeno 220 colonna) con molla di sicurezza. volt 2.000 W alimentato a benzina Il vano operativo è predisposto con verde, silenziato, per l’azionamento cassetti e pannelli divisori per la sisteed il controllo del quadro generale mazione di materiali e attrezzature posizionato all’interno della struttura. operative e logistiche da campo. L’impianto elettrico è costituito da un quadro generale di comando nel 9. 10. Scam SMT 35 4x4 furgonato attrezzato come unità mobile quale sono ubicati gli interruttori, i polivalente per radio-comunicazioni salvavita ed i dispositivi di controllo sia del circuito 12 volt relativo all’illuminazione, che del circuito 220 volt relativo al gruppo elettrogeno completo di presa esterna stagna 2P + T a norma, tipo CEE, per alimentazione dalla rete 220 volt. L’illuminazione interna primaria è realizzata con plafoniere fluorescenti ad alta resa alimentate a 220 volt, mentre sono presenti le plafoniere alimentate a 12 volt come illuminazione secondaria. L’impianto ponte radio mobile nelle sue componenti principali, è composto da: 2 ricetrasmittenti, con 6 canali programmabili vhf 5/25 watt di potenza, frequenza di lavoro 150/174 mhz, passo di canalizzazione 12,5 - 25 khz 10
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MOVIMENTO TERRA
Mecalac rafforza l’offerta di escavatori polivalenti
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Nel 2003 Mecalac lancia, a complemento della sua gamma di escavatori articolati da 7, 9 e 13 tonnellate, la serie 700, un nuovo concept di escavatori polivalenti con telaio rigido, gommati o cingolati. Le 714 MW e MC, 13 tonnellate, equipaggiate con la cinematica delle Mecalac articolate, doppi martinetti asimmetrici con o senza deporté, sono i primi modelli di questa nuova gamma. Nel 2004 l’offerta delle gommate e cingolate si arricchisce di una versione con equipaggiamento escavatore standard senza deporté. Nel 2005 Mecalac presenta in anteprima al Samoter di Verona due equipaggiamenti escavatore con braccio monoblocco per la serie 700, escavatori polivalenti gommati e cingolati, che, grazie ai suoi diversi equipaggiamenti, apporta agli utilizzatori europei la soluzione più vicina alle loro abitudini di lavoro e di guida. Sempre ineguagliabile per la sua polivalenza, la compattezza e la produttività che hanno fatto di Mecalac lo specialista dei cantieri urbani e dei lavori di servizio, l’offerta 714 si iscrive nella strategia di anticipazione e d’innovazione dell’impresa decisamente orientata verso i suoi clienti. L’azienda risponde così alla domanda ampia e diversificata degli utilizzatori di escavatori, offrendo loro un prodotto standard gommato e cingolato, oltre alla possibilità di accedere immediatamente ad una maggiore 44
polivalenza optando per l’equipaggiamento Mecalac. La casa costruttrice di macchine gommate per lavori pubblici, ed allo stesso tempo escavatrici, caricatrici, elevatori e portattrezzi a rotazione totale, specializzate nel settore dei lavori urbani, sviluppa un nuovo concetto di escavatori polivalenti nelle categorie 7, 9 e 13 tonnellate. Sulla base di un escavatore idraulico standard, con telaio rigido e cabina a sinistra, le nuove macchine Mecalac beneficiano della polivalenza e della compattezza proprie della gamma tradizionale, a cui si aggiunge l’alleanza del confort di guida e della produttività. La nuova gamma è oggetto di tecnologie innovative brevettate come, per esempio, il richiamo e l’accoppiamento dei martinetti, una cinematica unica della portiera ed una scaletta retrattile. L’operatore ha inoltre la possibilità di adattare la guida della macchina alla propria esperienza. I nuovi escavatori polivalenti Mecalac, gommati e cingolati, apportano agli utilizzatori europei una soluzione sempre più vicina alle loro abitudini di lavoro e di guida, ineguagliabile per versatilità, compattezza e produttività, che hanno fatto del marchio francese lo specialista dei cantieri urbani e dei lavori di servizio. A vocazione urbana, le 714 sono segnatamente destinate ai cantieri di canalizzazione, bonifica e lavori stra-
dali. L’alleanza della compattezza, della polivalenza, del confort, della facilità di guida e delle prestazioni, sia come escavatore sia come caricatrice, risponde efficacemente alle attese dell’imprenditore e del suo personale. Frutto di una riflessione effettuata con gli utilizzatori, gli escavatori polivalenti Mecalac 714 gommati o cingolati associano un telaio rigido, 4 ruote direttrici per la 714 MW (optional), cingoli in acciaio (larghezza dei pattini 500, 600 e 750 mm) o in gomma (optional, larghezza 500 mm) per la 714 MC, cabina a sinistra, stabilizzatori e lama di livellamento secondo le versioni, al concetto originale e unico di Mecalac: equipaggiamento in 3 parti con deporté e attacco rapido (integrante l’eliminazione del gioco di serie). Il 714 è l’escavatore più potente della sua categoria: il motore Deutz, con potenza di 87 kW a 2.100 giri/min, è montato sulla torretta che effettua la sua rotazione totale con un ingombro di rotazione di 3,62 m. Equipaggiamento, cabina e logica di guida costituiscono oggetto di innovazioni e di nuovi brevetti Mecalac. Per l’equipaggiamento di questa nuova gamma, Mecalac con la propria forza d’innovazione ha brevettato un nuovo sistema di richiamo del braccio composto da due martinetti 1. Mecalac 714 MC 2. Mecalac 714 MW
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asimmetrici che permettono di ottenere un angolo di inclinazione del braccio di 140° contro i 110° - 115° di un escavatore tradizionale. Oltre ad essere garantita una visibilità laterale superiore allo standard, i martinetti non sono esposti, contrariamente ad un sistema classico di doppi martinetti posti davanti al braccio. In questo modo anche i flessibili sono preservati. In termini di prestazioni, tale tecnologia innovativa sviluppa delle capacità di sollevamento superiori alla norma anche quando l’equipaggiamento è totalmente chiuso o disteso. Essa garantisce inoltre una superiore profondità di scavo ed una maggiore altezza di scarico. Nel 2005, in occasione del Samoter, Mecalac ha rafforzato la propria offerta di escavatori polivalenti, 714 gommato e cingolato, con una versione equipaggiamento Mecalac senza deporté, una versione equipaggiamento escavatore classico con pistone posizionatore ed una versione braccio monoblocco. Longevità e facilità di manutenzione sono ampiamente tenute in considerazione. Per esempio: i martinetti del braccio sono interamente protetti per una totale sicurezza; la protezione dei flessibili costituisce oggetto di un brevetto Mecalac, e il numero di punti di ingrassaggio è stato ulteriormente ridotto. Munite dell’attacco rapido Mecalac, le 714 consentono il cambio d’attrezzo in qualche secondo senza lasciare la cabina, la quale è la più spaziosa del mercato, da 2 metri di lunghezza, che la casa costruttrice si è presa cura di equipaggiare con un confort di alto livello. Per prima cosa l’accesso della 714 MW: la scaletta, ampiamente visibile per la salita o la discesa in tutta sicurezza, rientra in funzione lavoro in modo da conservare l’in-
gombro minimo della macchina; quando il bracciolo è sollevato, la scaletta ritrova la sua posizione iniziale, al fine di facilitare e di rendere più sicuro l’accesso ripetuto nel lavoro urbano. La portiera ha costituito oggetto di un nuovo brevetto Mecalac. La sua cinematica innovativa permette un’apertura senza sforzo, evita di doversi sporgere fuori dalla cabina grazie ad una chiusura automatica e consente l’apertura anche in prossimità di un muro. E' l’alleanza della facilità di utilizzo con la compattezza di una portiera scorrevole e l’affidabilità e la robustezza di una portiera a battente. Il parabrezza scompare completamente, la parte bassa si ritrae nella parte alta che sparisce a sua volta. L’operatore accede a tutti i comandi spostando soltanto l’avambraccio, ed ha tutti i vani portaoggetti a portata di mano: vano per il telefono portatile, pinza portadocumenti, vano refrigerato per bottiglie, bocchette d’aerazione, vuota tasche, vano per frigo portatile o effetti personali... Per la logica di guida, la macchina si adatta all’uomo: l’abitacolo beneficia di un design volto a consentire un approccio semplificato alla tecnologia da parte dell’operatore. Così le interfacce sono trattate con il fine di favorire la manipolazione intuitiva dei comandi. L’operatore adatta la macchina alle proprie esperienza, abitudini ed esigenze conservando, qualunque sia la sua scelta di guida, le massime prestazioni della 714: l’accoppiamento dei martinetti, brevetto Mecalac, permette di maneggiare l’equipaggiamento senza l’uso dei pedali; i comandi possono essere quelli di un escavatore classicoo o anche essere quelli del concetto Mecalac con pilotaggio indipendente dei martinetti.
Per quanto riguarda il nuovissimo equipaggiamento monoblocco, in questo caso della 714 MC versione cingolata, Mecalac apre una nuova porta in direzione di utilizzatori abituati ad un equipaggiamento più semplice, permettendo loro di usufruire della facilità d’uso di un braccio monoblocco coniugata ai fondamentali punti forti, che sono la compattezza e la mobilità. Questi vantaggi concorrenziali, uniti a un’offerta di cingoli in acciaio o in gomma, particolarmente apprezzata in città, alla luce libera da terra più considerevole sul mercato con i suoi 527 mm (477 mm con lama), che permette di spostarsi o di ripassare sopra la trincea senza urtare le casseforme, allo sforzo di trazione che consente di affrontare una pendenza del 23% ad alta velocità ed una pendenza del 115% a bassa velocità, alla concezione del telaio ad X che garantisce rigidità e stabilità, pensato per eliminare al meglio gli eventuali residui di materiali, semplificando così l’ingrato compito della pulizia, sono la risposta ideale ai vincoli ed alle particolarità di numerose applicazioni, segnatamente nel settore degli scavi e delle canalizzazioni. Esistono d’altronde peculiari abitudini di lavoro in Paesi come l’Italia e la Gran Bretagna e, a tale proposito, Mecalac ambisce ad uno sviluppo su questi mercati particolarmente importanti. Così come le macchine di tonnellaggi superiori, le 714 integrano il BUS CAN, interfaccia elettronica di pilotaggio. Per la loro semplicità d’utilizzo, le 714 con l’equipaggiamento con braccio monoblocco sono destinate ad occupare un posto significativo anche nel parco macchine dei noleggiatori senza operatore. Mecalac 714 MC
Caratteristiche tecniche delle 714 con equipaggiamento polivalente Motore Potenza Telaio Velocità su strada Sforzo di trazione Profondità max di lavoro Portata max al suolo Forza di penetrazione Forza di strappo Raggio di rotazione della torretta Raggio di rotazione dell’equipaggiamento * Optional
714 MW DEUTZ BF 4M 2012C 87 kW a 2.100 giri/min Rigido, 2 o 4 ruote direttrici*, con stabilizzatori e lama (varie combinazioni possibili) 35 km/h 8,3 t / br. monobl. 4.560 mm / br. monobl. 8.120 mm / br. monobl. 5.500 daN / br. monobl. 8.400 daN / br. monobl.
5,5 km/h 9,5 t / br. monobl. 4.780 mm / br. monobl. 8.160 mm / br. monobl. 5.500 daN / br. monobl. 8.400 daN / br. monobl.
1.600 mm
1.600 mm
1.750 mm
1.750 mm
Lavori Pubblici n. 17 novembre - dicembre 2005
714 MC DEUTZ BF 4M 2012C 87 kW a 2.100 giri/min Cingoli con lama anteriore
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IGIENE URBANA
Dulevo 5000 Compatto Dulevo 5000 Compatto, una macchina su telaio dedicato di produzione Dulevo, è progettata e costruita per offrire un'elevata capacità di carico. Un'attrezzatura specifica per la raccolta, la compattazione ed il trasporto dei rifiuti solidi urbani, guidabile con patente B. Dulevo 5000 Compatto in particolare consente: - il carico e la compressione dei rifiuti; - il ribaltamento e lo svuotamento dei cassonetti e/o bidoni; - lo svuotamento rapido del cassone con possibilità di travaso in grandi autocompattatori. Gli ingombri limitati del mezzo ed il sistema a quattro ruote sterzanti, con diametro di sterzatura di soli 4,4 metri rendono questa macchina unica nella sua categoria per la grande manovrabilità, che le consente di essere utilizzata anche nei centri storici. Il sistema di compattazione è con monopala articolata, mentre il cassone ha una capacità di 10 m3 cui corrispondono circa 4.100 kg di portata utile. La forma particolare del cassone, con coda rialzata, permette di scaricare anche in altri compattatori di maggiore capacità con bocca di carico larga non meno di 2.000 mm e soglia di immissione non più alta di 1.500 mm ed è in grado di ricevere da mezzi che scaricano ad un'altezza minima di 1.300 mm e aventi larghezza massima 1.650 mm, senza ricorrere ad ulteriori meccanismi di sollevamento meccanici o oleodinamici. La variazione in altezza è realizzata tramite l’ausilio di sospensioni idrauliche regolabili. Le sospensioni anteriori sono a balestre paraboliche mentre quelle posteriori sono idrauliche ad assetto variabile. Gli assi sono 2 con quello motore anteriore. Lo sterzo è del tipo servoassistito. Un particolare sistema di sterzata sincronizzata sulle quattro ruote permette 46
al compattatore una maggiore manovrabilità. Il sistema consiste in due cilindri passanti di sterzatura uno sull'asse anteriore e uno sull’asse posteriore collegati in parallelo. L'alimentazione avviene tramite idroguida con valvola di regolazione incorporata. Gli pneumatici anteriori e posteriori sono 285/70 R19.5. La macchina è dotata di un impianto di trasmissione idrostatica sul differenziale anteriore a circuito chiuso
con pompa e motore a regolazione automatica e velocità variabile da 0 a 40 km/h. L'inserimento della marcia avanti e della retromarcia avviene attraverso apposito selettore di comando posto sulla colonna dello sterzo in cabina. Entrambe le direzioni di selettore inserito vengono segnalate da spie sul quadro comandi. Inserendo la retromarcia, contemporaneamente alla luce di retromarcia viene attivato un avvisatore acustico atto a garantire la massima
Lavori Pubblici n. 17 novembre - dicembre 2005
Caratteristiche generali Capacità netta del cassone (m3) 10 Portata utile (kg) 4.100 Lunghezza del veicolo (mm) 7.250 Larghezza del veicolo (mm) 2.200 Altezza del veicolo (mm) 3.250 Passo (mm) 3.230 Peso a vuoto (kg) 7.950 Peso totale a terra (kg) 12.300 Velocità massima (km/h) 40 Sterzatura ø (m) <9 (rif.CUNA) Motore Posizione trasversale Fabbrica IVECO AIFO Tipo F4AE0484C Funzionamento Diesel, ad accensione spontanea, sovralimentato Tempi 4 Cilindri 4 Alesaggio e corsa 102x120 Cilindrata totale 3.920 cm3 Potenza massima (ECE) 110 kW a 2.700 giri/min Coppia massima (ECE) 490 Nm a 1.200 giri/min Combustibile gasolio Raffreddamento a liquido sicurezza alle persone circostanti. L'impianto elettrico si basa su due batterie in serie da 12V ed un alternatore 24V. I ponti differenziali sono dotati di freni di servizio a disco in bagno d’olio, calettati sui semiassi delle ruote; il comando a pedale ècon trasmissione idraulica a due circuiti indipendenti. Il freno soccorso e di stazionamento è di tipo a tamburo agente sulla trasmissione in entrata al ponte anteriore. I dispositivi di illuminazione e segnalazione visiva sono come previsti dal codice della strada. Il serbatoio di carburante ha una capacità totale di 140 litri. La cabina, omologata per due o tre posti, pressurizzata e dotata di chiusura ermetica, presenta ampie superfici vetrate sia nella parte frontale che sulle portiere laterali, consentendo all’operatore un’ampia visibilità. Il quadro comandi è dotato di tutti i dispositivi per la marcia, indicatori di livello dei liquidi e di tutte le spie di
indicazione. L’impianto di climatizzazione è a due velocità, con filtro ad alta capacità che consente l’immissione di aria pulita nella cabina stressa. L’impianto di riscaldamento prevede la ventilazione forzata a due velocità. La cabina è insonorizzata con materiali fonoassorbenti e i livelli di rumorosità interni sono fra i migliori della sua categoria. La dotazione prevede due specchi laterali di ampie dimensioni. Il quadro comandi è posto sulla colonna di guida ed è dotato dei seguenti dispositivi: selettore comando marcia avanti-indietro del veicolo, leva comando fari omologati, indicatori di direzione e avvisatore acustico, indicatore livello carburante, indicatore temperatura liquido raffreddamento motore endotermico. In più è dotato delle seguenti spie di indicazione: livello olio idraulico al minimo; freno di stazionamento; superata massima
Lavori Pubblici n. 17 novembre - dicembre 2005
temperatura liquido di raffreddamento motore endotermico; insufficiente carica della batteria; indicatori di direzione; luci di posizione; fari abbaglianti; carburante in riserva; filtro olio idraulico intasato; marcia avanti; marcia indietro. Il cruscotto centrale alloggia i seguenti gruppi di comando: chiave del commutatore di avviamento della macchina; contagiri del motore endotermico; conta ore motore endotermico; tergicristalli a due velocità; lavavetri parabrezza; interruttore lampeggiante anteriore e posteriore; interruttore warning; interruttore fendinebbia posteriore. Il posto di guida è di tipo automobilistico a volante sulla parte destra della cabina. Il compattatore idraulico. Il cassone è realizzato in acciaio ad alta resistenza, con capacità di 10 m3 e portata massima a saturazione del p.t.t. del veicolo attrezzato, rinforzato
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esternamente da montanti orizzontali e verticali (Fe42), uniti con saldature continue, e sagomato inferiormente in modo da ancorarsi robustamente al telaio del veicolo con staffe e bulloni, secondo le norme prescritte dalle case costruttrici dei veicoli. All’interno del cassone è sistemata la paratia di espulsione azionata da cilindro idraulico pluristadio per lo scarico dei rifiuti. Il cassone permette lo scarico dei gas di fermentazione, attraverso il gioco esistente tra il profilo della paratia di espulsione e la sagoma del cassone stesso. Nella parte posteriore è alloggiato il gruppo di compattazione, confinante con il vano di carico di tipo "universale", con altezza tale da consentire l’agevole carico di rifiuti ingombranti e voluminosi, nonché per la raccolta a sacchi; completato da dispositivi automatici per il sollevamento e lo svuotamento nella bocca di carico di bidoni e cassonetti di raccolta di tipo standardizzato. Il dispositivo di compattazione è realizzato con due piastre di compattazione, incernierate fra loro, una di alimentazione e l'altra di compressione, costruite in acciaio speciale ad altissima resistenza all’abrasione, sistemate nella tramoggia e comandate da cilindri idraulici; il dispositivo di comando è completamente automatico, con possibilità di comando manuale a volontà dell’operatore, il tutto regolato da P.L.C. (Program Logic Control). Il dispositivo di compattazione produce un rapporto di compressione che, in relazione alla natura dei rifiuti, è pari a 1/5 o superiore del volume iniziale con una capacità di smaltimento di 4 m3/1'. Il ciclo di compattazione viene completato in 22 secondi. L’ubicazione dei cilindri che comandano la pala è fuori dalla traiettoria dei rifiuti, quelli che comandano il carrello sono ubicati nella parte esterna, protetti ai fini della sicurezza da un pannello. Il sistema di compattazione consente di operare con le seguenti modalità: ciclo automatico continuo; ciclo automatico singolo; ciclo sincronizzato al funzionamento del voltacontenitori; ciclo manuale a fasi indipendenti. Le fasi sono: 1) apertura della monopala; 2) discesa del carrello; 3) chiusura della monopala e carico dei rifiuti; 4) risalita del carrello. I comandi delle varie operazioni sono controllati 48
elettronicamente e vanno comandati da apposita pulsantiera posta sul lato destro posteriore del compattatore. Dispositivo per lo svuotamento del cassone. I rifiuti contenuti e compressi nel cassone sono espulsi all’esterno, tramite una paratia di espulsione, azionata da un cilindro pluristadio idraulico, tale da consentire lo svuotamento rapido del cassone. La paratia di espulsione ècostituita da lamiere di acciaio resistente all’usura e alla corrosione opportunamente dimensionate e sagomate a scivolo dall’alto verso il basso. E' rinforzata posteriormente e lateralmente con lamiere scatolate e puntoni profilati; inferiormente da una traversa su cui viene fulcrato il cilindro di spinta. La paratia scorre su due binari a C sistemati internamente ai lati del pianale, tramite un numero idoneo di pattini fissati alla paratia stessa. I pattini sono del tipo autolubrificante. Dispositivi voltacassonetti - AVC. L’immissione dei rifiuti è possibile sia manualmente che meccanicamente per mezzo di attrezzatura oleodinamica alza-volta cassonetti e/o bidoni. Il dispositivo AVC è idoneo al sollevamento e svuotamento di: bidoni da 120 - 240 - 360 litri, con possibilità di carico doppio (attacco a pettine); cassonetti da 660 - 1.100 litri con dispositivo di presa attacco a pettine; cassonetti da 660 1.100 - 1.300 litri con dispositivo di presa con perno maschio o femmina (con bracci richiudibili e molla di ritegno). L’impianto oleodinamico e di comando è composto da un serbatoio per l’olio idraulico con filtri, da una presa di forza che aziona le pompe oleodina-
miche, da tubazioni rigide e flessibili, da deviatori e distributori, da valvole di sicurezza e di controllo tali da garantire al sistema un perfetto funzionamento ed il rispetto dei limiti di carico. Il quadro comandi è posto nella parte posteriore destra del veicolo. In esso sono contenuti tutti i comandi necessari al funzionamento del compattatore. I comandi possono essere, in relazione al tipo di veicolo, elettroidraulici o elettropneuidraulici. Sono previsti appositi comandi di allarme ed emergenza e le parti elettriche rispettano le norme CEI classe IP 65. I dispositivi di manovra, attuati con i più moderni criteri ergonometrici, rendono le operazioni semplici e sicure. La robustezza dei sistemi consente inoltre di programmare la manutenzione dopo lunghi periodi d’impiego. La grande velocità nelle operazioni di carico-compattazione-scarico ed il notevole volume di costipazione rifiuti ottenuto per ciclo, contribuiscono in maniera determinante all’abbattimento dei costi di esercizio. Nonostante la fonte principale del rumore sia costituita dal funzionamento dell’autocabinato, sono stati assunti degli accorgimenti specifici per contenere il livello di rumore in fase di funzionamento: cilindri carrello e cilindri pala (del gruppo di compattazione) muniti di freno interno così da produrre rallentamenti nelle fasi di fine corsa; funzionalità del dispositivo AVC con smorzamento del moto nella fase di partenza ed arrivo, sia nella condizione di elevazione che di ritorno del cassonetto a terra; ottimizzazione del numero di giri motore solo durante la fase operativa; altrimenti viene posto il regime minimo. Tutta l’attrezzatura è conforme alla Direttiva Macchine CE.
Lavori Pubblici n. 17 novembre - dicembre 2005
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Levogum, sistema Dekos per la pulizia delle pavimentazioni FRANCESCO VANDONI
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La società Dekos di Milano nel corso degli anni '90 ha sviluppato e brevettato un sistema per la rimozione dei graffiti e per la pulizia delle superfici che evita l'abrasione delle parti trattate. Il sistema Dekos è basato sull'utilizzo di aria, acqua e sali minerali di opportuna granulometria e composizione chimica (bicarbonato di sodio e/o carbonati di calcio e magnesio). Dopo numerose applicazioni del sistema di rimozione dei graffiti, in collaborazione con l'Amsa di Milano, ma anche in altre città di tutta Italia, Dekos ha sviluppato un sistema specifico per la rimozione delle gomme da masticare e la pulizia delle superfici orizzontali: il sistema Levogum (Lavori Pubblici n. 14 maggio - giugno 2005). La continua ricerca di nuove soluzioni e di miglioramento ha portato Dekos a presentare l'ultimo prototipo di apparecchiatura Levogum a Milano, mercoledì 23 novembre scorso, in Piazza Duca d'Aosta, dove si è svolta una dimostra-
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zione pratica della nuova macchina. Al test erano presenti funzionari dell'Amsa e tecnici del settore della conservazione dei beni monumentali. Il sistema Levogum, proposto da Dekos, è particolarmente indicato per interventi di limitata dimensione in quanto non richiede il supporto di grandi attrezzature e di cantieristica fissa. Questa tecnologia permette una perfetta pulizia senza produrre sensibile abrasione delle matrici e senza lasciare antiestetiche alonature. Il sistema non utilizza materiali pericolosi e si basa sull'uso di acqua in temperatura e bicarbonato o carbonati. Il sistema sviluppa un'azione sinergica di effetti fisici e chimici con una tecnica applicativa consentita dal macchinario Dekos. La rimozione viene effettuata per mezzo dell'apparecchiatura Levogum che eietta a bassa pressione, con getto discontinuo cadenzato, una miscela di acqua, inerti e detergenti ad una temperatura compresa tra i 50 e i 90 gradi. Nel caso di rimozione di chewing gum la corretta temperatura del fluido rammollisce la massa che, portata a giusta consistenza, viene rimossa dall'azione meccanica del getto a bassa pressione, il detergente infine consente la perfetta pulizia delle macchie penetrate nel supporto; inoltre il sistema aspirante, in opzione, permette di recuperare la massa asportata. La pulizia di scritte vandaliche da superfici verticali in materiale litoide avviene secondo le medesime modalità utilizzate con apparecchiature Sobijet 224 e 250 (Lavori Pubblici n. 10 settembre - ottobre 2004), ma con produttività molto più limitata. L'installazione del sistema consiste prima di tutto nel delimitare l'area di intervento in maniera che vi siano i servizi necessari (energia elettrica, acqua, materiali di consumo), la delimitazione 1. Dimostrazione del 23 novembre 2. Cantiere in Piazza del Duomo a Milano
Lavori Pubblici n. 17 novembre - dicembre 2005
va fatta inoltre secondo le norme vigenti per i cantieri, compreso il posizionamento della cartellonistica richiesta (divieto di sosta, pavimento bagnato, permessi occupazione suolo, istruzioni ai pedoni...) e predisponendo protezioni per evitare schizzi accidentali al di fuori dell'area. Finita la fase di rimozione, sulla pavimentazione pulita ed asciutta viene steso il prodotto protettivo. La protezione della pavimentazione avviene mediante impregnazione della matrice con una nuova linea di derivati funzionali fluorurati, Floor, specifici per il trattamento protettivo di superfici lapidee calpestabili, come marmo, granito, piastrelle, laterizio... Questa nuova generazione di prodotti è frutto di una ricerca mirata che ha portato all'ottenimento di molecole fluorurate recanti "opportuni e specifici" gruppi funzionali in grado di legarsi, selettivamente, alle diverse superfici, conferendo a loro, in modo duraturo, proprietà di idro - oleorepellenza e antimacchia. Diversamente dai prodotti protettivi già sul mercato, acrilici e siliconici, questi formulati non sono filmanti, e perciò non alterano l'aspetto estetico delle superfici trattate, ma anzi evidenziano i colori naturali delle matrici lapidee, e non vengono intaccati dall'usura del calpestio. I prodotti Floor penetrano nelle porosità della superficie e si legano al substrato interagendo molecola per molecola: in tal modo vengono rivestite le porosità superficiali del materiale lapideo senza modificarne l'aspetto, né alterarne la traspirabilità. Il ciclo ottimale prevede una protezione originale con trattamento impregnante "di fondo" con formulato concentrato, una rimozione degli eventuali residui non assorbiti, un trattamento "leggero" di mantenimento-riattivazione periodico, a date predeterminate, che può essere fatto anche dai normali mezzi di lavaggio stradale, additivando l'acqua di alimentazione degli spruzzatori con il prodotto appositamente diluito. 49
VERDE
Osma presenta all'Eima una trinciatrice laterale innovativa per uso professionale FRANCESCO VANDONI
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per banchine stradali e i raiber per lo sfalcio in banchina sotto i guard rail e attorno agli ostacoli (Lavori Pubblici n. 16 settembre - ottobre 2005). Numerosi accessori ed utensili, quali varie tipologie di coltelli e mazze per le testate, barre falcianti per siepi, frese componibili per fondali acquatici, completano ulteriormente la gamma Osma. Oltre ad utilizzare moderne tecniche, sia di progettazione che di produzione, quali sistemi informatici di modellazione tridimensionale e macchinari CNC, le Officine Mecca-
A Scannabue Palazzo Pignano, in provincia di Cremona, hanno sede le Officine Meccaniche Osma, che da oltre un quarto di secolo progettano e producono attrezzature per la manutenzione e la bonifica di aree verdi. L'assortimento dei prodotti Osma è molto vasto: bracci decespugliatori sia agricoli che professionali retroportati e ventrali, motobarche equipaggiate di apparecchiature falcianti o fresanti, trinciatrici idrauliche per escavatori, macchine movimento terra o per trattori, passando dalle testate falciaerba
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niche Osma sono alla continua ricerca di nuove soluzioni con una particolare attenzione all'evoluzione del mercato ed alle esigenze della clientela. Questa politica aziendale ha portato alla realizzazione di una nuova trinciatrice laterale che presenta l'importante innovazione di permettere lo sfalcio oltre il filo della sagoma del trattore. La testata infatti, in posizione di massima apertura dell'attrezzo, arriva tra i 120 e i 130 cm oltre il filo ruota del trattore. Ciò è reso possibile dalla trasmissione interamente idraulica, e dunque assenza di cardano, soluzione unica nel suo genere. Sono tre i modelli proposti nella serie di trinciatrici laterali DHLI, con tre misure di testata trinciante: 160, 190 e 220 cm con pesi rispettiva1. Lo stand Osma all'Eima: a destra la nuova trinciatrice a trasmissione idraulica DHLI 220, a sinistra un braccio della serie DHPS 700 2. Pulifoss 650, il primo braccio ventrale Osma, del 1979 3. Trinciatrice DHLI 220 sugli argini di un canale nei pressi degli stabilimenti Osma
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mente di 520, 650 e 720 kg. L'intera serie DHLI è munita di pompe e motori a pistoni ad alto rendimento, di distributore a doppio effetto per l'innesto ed il disinnesto del rotore, così come di invertitore del senso di rotazione del rotore. La possibilità di tagliare anche in senso orario, ovvero dall'alto verso il basso, permette di lavorare su vegetazione un po' più grossa, come arbusti, sarmenti e legna con diametro fino a 8 - 10 cm. La trasmissione idraulica riduce le perdite di potenza e ovvia ai problemi tipici legati ai giunti cardanici, vibrazioni, rottura delle crociere... che implicano spesso un aumento di 1 costi e perdite di tempo. La trasmis- blemi 1.500 ore di lavoro all'anno. sione è assicurata da cinghie trape- Il modello DHLI 160 necessita di un zoidali dentellate, 3, 4 o 5 a secondo trattore con potenza compresa tra i del modello. Tutta la serie è dotata 70 e gli 80 CV, il DHLI 190 di uno con di un dispositivo tendi cinghie auto- potenza da 80 a 90 CV ed il DHLI matico per evitare di doverle rimette- 220 di un trattore con potenza di 90 re in tensione man mano che si con- 100 CV. Sempre a seconda del sumano. Ogni modello è inoltre modello, i coltelli a Y per erbe e arbudotato di un sistema antiurto per evi- sti possono essere 48, 64 o 80 per la tare gravi danni in caso di impatto. DHLI 220. Le mazze pesanti per lo La struttura, interamente in acciaio sfalcio di vegetazione più grossa ad alto limite di snervamento è robu- vanno da 12 sul modello DHLI 160, sta: tutta la serie DHLI è stata con- 16 e 20 sul modello più grande. cepita per poter svolgere senza pro- Dopo il Samoter, dove Osma espo-
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neva la sua gamma di trinciatrici per escavatori (Lavori Pubblici n. 13 marzo - aprile 2005) all'Eima è stata presentata in anteprima la nuova trinciatrice DHLI 220. Questo nuovo attrezzo delle Officine Meccaniche Osma ha suscitato un favorevole interesse nei visitatori. 1. 2. 3. Varie posizioni di taglio che può assumere la nuova trinciatrice laterale a trasmissione idraulica DHLI 220 delle Officine Meccaniche Osma
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lato guida molleggiato e dotato di comando a joystick montato sul bracciolo. Quest’ultimo controlla la direzione di marcia e aumenta / diminuisce il rapporto di trasmissione. Quattro pulsanti sul joystick possono essere programmati dall’operatore tramite l’adiacente touch screen per le operazioni dei circuiti ausiliari, compreso il funzionamento di distributori, PdF e cambio. In questo modo tutti i comandi possono essere controllati con il semplice tocco di un pulsante o dello schermo.
PORTATTREZZI
JCB Fastrac 8250
JCB Landpower ha presentato uno dei trattori più produttivi della sua classe: il nuovo Fastrac 8250. La macchina, il prodotto tecnologicamente più avanzato dell’intera gamma JCB, è stata realizzata per rispondere alle crescenti esigenze di maggiore produttività degli agricoltori. Il Fastrac 8250 presenta: - una coppia straordinaria grazie ad un motore da 248 CV - tecnologia touch screen di facile impiego - cambio a variazione continua (CVT) - i più grandi pneumatici mai montati su un Fastrac, per una maggiore capacità di carico - sospensioni totali per livelli di comfort, produttività e sicurezza di funzionamento alle alte velocità di massimo livello nel settore. Il direttore generale di JCB Landpower, Ian Sayers, ha dichiarato "Gli agricoltori si trovano oggi a dover affrontare sfide senza precedenti. I bassi prezzi all’ingrosso, l’aumento dei costi di esercizio e la riforma CAP nell’Unione Europea fanno degli elevati livelli di produttività dei trattori un fattore essenziale ai fini della redditività." In risposta a questo, e in seguito ad un ampio programma di valutazione 52
dei clienti, JCB si appresta ad introdurre sul mercato il nuovo trattore Fastrac 8250, con una potenza di 248 CV e una coppia di 1.179 Nm, abbinate a nuove caratteristiche sostanziali e distintive, progettate per offrire la massima produttività. È un trattore che risponde in pieno alle più recenti esigenze di produttività del settore agricolo. È semplicemente uno dei trattori più produttivi della sua categoria. Il motore Il nuovo 8250 monta un motore turbo QSC Cummins da 8,3 litri con intercooler aria-aria conforme alle ultime prescrizioni della normativa Tier 3. Il motore da 8,3 litri eroga una potenza di 248 CV DIN per una coppia massima di 1.179 Nm tra i 1.200 e i 1.400 giri/min. Il motore utilizza un impianto di iniezione common rail a gestione elettronica che consente il funzionamento abbinato di cambio e motore mediante la tecnologia sviluppata da JCB. Controllo touch screen Due sedili, di dimensioni normali, sono previsti nella cabina che è stata decisamente migliorata, con il sedile
Cambio a variazione continua L’elemento saliente, tra tutta una serie di nuove caratteristiche produttive, è il cambio. L’8250 presenta un cambio CVT a due gamme, che consente di variare la velocità tra 0 e 45 km/h e 0 e 65 km/h. L’operatore controlla le operazioni base del cambio, la marcia avanti / retromarcia e l’aumento / diminuzione della velocità per mezzo di un joystick. Un touch screen a colori sulla console destra consente la selezione delle diverse modalità di trasmissione: - Drive: il pedale dell’acceleratore varia in modo completamente automatico la velocità di marcia avanti tra 0 e 45 km/h o 0 e 65 km/h. - Manual: dopo aver impostato il regime motore desiderato con l’acceleratore a mano, il joystick viene spostato verso sinistra o destra per variare la velocità in marcia avanti o in retromarcia. - Powershift: simula il funzionamento di un cambio Powershift convenzionale. - Flexi: dopo aver impostato il regime motore desiderato con l’acceleratore a mano, l’operatore modifica la velocità della marcia avanti con il pedale dell’acceleratore. Pneumatici Sono disponibili nuovi pneumatici appositamente realizzati per il Fastrac 8250: posteriori: 710/70R38 o 650/65R38; anteriori: 540/65R38 o 540/65R34. Sicurezza e comfort di guida Come tutti i Fastrac, il nuovo 8250 offre un sistema frenante a doppia pinza che può essere ulteriormente migliorato con l’ABS opzionale, in grado di offrire prestazioni di arresto uniche e ineguagliate. Insieme alla sua sospensione totale brevettata che assicura il massimo comfort di guida, il nuovo 8250 egua-
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glia le serie esistenti 2000 e 3000, quali trattori più sicuri nella guida sui campi a velocità superiori a 32 km/h. Concetto - sospensione sinonimo di trazione Il concetto della gamma Fastrac è entrato rapidamente a far parte delle moderne tecniche di coltivazione. Con un design a sospensione integrale, anteriore e posteriore, il Fastrac si comporta in modo straordinario sui campi agricoli. Il sistema di sospensione esercita una forza costante sul terreno attraverso i pneumatici, ottimizzando la trazione e limitando la compattazione. Ne consegue che il Fastrac acquista trazione grazie alla sua sospensione e richiede una zavorra inferiore rispetto ad un trattore di tipo tradizionale. Con la sospensione progressiva, le barre stabilizzatrici e il sistema frenante ABS, il Fastrac affronta con sicurezza le diverse superfici offrendo il comfort tipico di una berlina di lusso. Le capacità di sollevamento dell’ 8250, nettamente superiori rispetto a quelle dei precedenti modelli, fanno sì che le dimensioni dei pneumatici siano leggermente diverse, senza però compromettere il concetto Fastrac di distribuzione 50/50 del peso e un effettivo sistema di trazione integrale. Telaio e sospensioni Il telaio dell’ 8250 ricalca molte delle caratteristiche ed elementi di progettazione del telaio dell’esistente serie 3000, pur essendo stato opportunamente potenziato per far fronte alle prestazioni supplementari. La sospensione anteriore progressiva a molle elicoidali e ammortizzatori e la sospensione posteriore autolivellante idropneumatica funzionano allo stesso modo del sistema montato sulle esistenti serie Fastrac 2000 e 3000, ma con alcuni componenti opportunamente modificati per offrire gli stes-
si vantaggi a livello di comfort e trazione dei trattori più piccoli. Opzioni PdF Il modello 8250 offre la possibilità delle due velocità della presa di forza posteriore, a 540/1.000 giri/min o 750/1.000 giri/min. La variazione della velocità avviene mediante l’azionamento di un pulsante. Un albero a 6 e 21 scanalature è fornito di serie, mentre su richiesta è disponibile un albero a 20 scanalature. Se ordinato completo di attacco a 3 punti anteriore, il nuovo modello può anche essere dotato della PdF anteriore opzionale da 1.000 giri/min, disponibile con albero a 20 o 21 scanalature. Controllo mediante touch screen La principale funzione del touch screen è consentire all’operatore di interagire con il cambio. Sono disponibili le seguenti funzioni: - selezione del modo di trasmissione (D, M, P/S e Flexi) - regolazione del rapporto marcia avanti / retromarcia - impostazione del rapporto di trasmissione massimo in modalità Flexi. Le seguenti funzioni possono inoltre essere programmate e controllate mediante il touch screen: - esclusione PdF, doppia trazione, bloccaggio differenziale e del dispositivo di controllo area lavorata-distanza - configurazione, lingua, luminosità ed altri parametri del touch screen. - informazioni diagnostiche Funzioni ausiliari controllate dal jostick, comprendenti: - sollevamento / abbassamento attacco anteriore a 3 punti - sollevamento / abbassamento attacco posteriore a 3 punti - inserimento / disinserimento PdF - selezione trazione semplice, trazione doppia e bloccaggio differenziale - pressione distributori A e B, neutro e funzione flottante.
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Impianto idraulico Il modello 8250 monta un cambio dotato di pompa idraulica volumetrica da 180 l/min che alimenta l’olio soltanto su richiesta, migliorando così l’efficienza e riducendo l’usura dei componenti. Questa pompa idraulica alimenta l’olio soltanto ai sollevatori anteriore e posteriore e ai distributori del circuito ausiliario, mentre altre due pompe provvedono all’alimentazione dei freni del rimorchio, e degli impianti di sospensione e sterzo. Il trattore è fornito di serie con tre distributori elettronici a doppio effetto e quattro posizioni, più la possibilità di ordinare un ulteriore distributore posteriore, due circuiti di alimentazioni ausiliari anteriori, un circuito di ritorno anteriore libero o un attacco anteriore a 3 punti elettronico. Tutti i distributori elettronici presentano funzioni completamente regolabili in base a tempo e portata. Grazie al funzionamento della pompa volumetrica, il modello 8250 è disponibile con la presa idraulica opzionale ad alta portata con rilevatore di carico. Sollevatori La macchina presenta un sistema con attacco posteriore a 3 punti completamente nuovo nella classe dei modelli per impieghi gravosi con una capacità di sollevamento di 10.000 kg, con controllo elettronico di tutte le funzioni, ed inoltre un sistema di ammortizzamento di serie del gancio di traino rimorchio. Un sollevatore anteriore di categoria 2 con capacità di sollevamento di 3.500 kg è disponibile su richiesta e incorpora un controllo elettronico identico al sollevatore posteriore ma senza pomello di regolazione del controllo di profondità. Interruttori di sollevamento, abbassamento e arresto PdF esterni sono compresi con le relative opzioni per la parte anteriore e posteriore del trattore. 53
VERDE
Effetto Venturi per la nuova testata Ferri GHERARDO MARCHELLI Ferri all’Eima di Bologna, festeggiando i 160 anni di impresa, ha presentato le nuove testate TJ125. Un progetto che è nato analizzando le esperienze fatte su tutti i mercati e seguendo le esigenze riscontrate presso l'utilizzatore. Gli obiettivi individuati erano: capacità di taglio in ogni condizione, velocità d’avanzamento elevata, robustezza, leggerezza, flessibilità d’applicazione, sicurezza. Per ottenere performances più elevate i progettisti si sono ispirati al principio Venturi: se l’obiettivo è quello di poter far uscire il materiale trinciato il più velocemente possibile dalla bocca
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di scarico della testata, occorre creare una pressione più elevata nella zona anteriore e una depressione nella parte posteriore. In questo modo la velocità di scarico aumenta espellendo il trinciato con maggiore impeto. I progettisti Ferri hanno ottenuto tale risultato profilando la voluta (la volta superiore della testata) secondo un particolare ed esclusivo disegno. I vantaggi di questa soluzione in termini di lavoro si traducono in una mag-
gior velocità d’avanzamento e maggiore capacità di taglio, anche in presenza d’erba alta. Il rotore scelto per le TJ è quello elicoidale con il sistema Overlap (elicoidale a due spirali), presentato alla precedente edizione dell’Eima: permette di avere una capacità di taglio 1. Disegno dell’interno della nuova testata con effetto Venturi 2. Particolare della nuova slitta in ghisa 3. Rotore Overlap 4. TM46 Pro J 5. 6. TM47 Pro J 7. Testata Ferri TJ125
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molto elevata, di ottimizzare l'equilibratura e può essere a 20 o 26 posizioni. Altro importante aspetto è di poter alloggiare il rullo posteriore al di sopra della linea di taglio dei coltelli (escursione di 12 cm) permettendo l’utilizzo della testata in ogni condizione; fattore questo estremamente importante per intervenire ad esempio sulle siepi, dove il rullo riesce a scomparire all’interno riuscendo a scaricare anteriormente. In fatto di soluzioni performanti è da segnalare l'adozione di nuove slitte in acciaio stampato, più resistenti all'usura da sfregamento su terreni o asfalto, sostituibili e di una forma particolare che consente di mantenere l'altezza di taglio sempre costante in ogni posizione della testata. La struttura della testata è predisposta per l'attacco superiore o posteriore; ha una conformazione a box che rende tutta la testata assolutamente solida; può avere il motore idraulico in presa diretta o con trasmissione a cinghia. Un aspetto molto importante è l'ottimizzazione della distanza tra i coltelli di taglio e le pareti interne delle fiancate, che ha consentito di ampliare ulteriormente la larghezza di taglio. Il peso delle testate è di 240 kg per la versione a 20 posizioni e di 260 kg per la versione a 26 posizioni, con una larghezza di taglio di 125 mm, diametro del rullo da 130 mm ed una velocità di rotazione da 3.000 RPM. L’azionamento può essere sia in presa diretta sia a cinghia: la seconda soluzione è studiata in modo da ridurre al minimo l’ingombro e molto profilata perchè non si agganci a qualcosa durante il lavoro. I box di protezione di entrambi gli azionamenti servono inoltre a dare a tutta la struttura una maggiore rigidità. L’aggancio delle nuove testate è previsto sia sopra che dietro; la seconda opzione è molto utilizzata dal mercato internazionale, dove è richiesta una maggior possibilità di rotazione della testata (235° anziché 190°). Intercambiabili sullo stesso rotore si possono montare: coltelli a Y per erba, arbusti, cespugli, canne, legna, Ø max 4 cm; coltelli a spatola per erba, arbusti, cespugli, canne, legna, Ø max 3 cm; martelletti a T per legna, Ø max 5 cm; coltelli snodati a spatola per erba, siepi, cespugli, Ø max 2 cm; coltelli snodati a Y per erba, cespugli, Ø max 2 cm; coltelli snodati per erba, siepi, cespugli, Ø max 2 cm. Con la nuova testata professionale TJ125 sono nati nuovi modelli, a livello di utilizzo professionale, contrassegnati con la sigla Pro J come le TM46 e 47 Pro J, TP51 e 61 Pro J, TGA46 Pro J. La particolarità della TM47 è il secondo braccio deportato all'indietro (brevetto internazionale Ferri) che, abbinato alla presa posteriore della testata, permette di avere vari vantaggi: lavorare dietro la ruota, prerogativa fino ad ora solo delle macchine dotate di rotazione (nessun'altra macchina del segmento è in grado di eseguire questa operazione); lavorare a filo ruota (in postura verticale) sia in posizione tutto basso che tutto alto, permettendo al trattore di rasentare la siepe occupando minimamente la carreggiata stradale. La progettazione delle macchine è regolamentata da direttive comunitarie, le quali sono incentrate in particolare sulla tutela della sicurezza delle macchine stesse. A conferma di questo iter di lavoro, Ferri ha voluto iniziare un percorso di validazione e certificazione delle sue macchine TP51 - 61 Pro J e della testata TJ125, effettuate presso il centro prova specializzato Enama riconosciuto a livello europeo. Una decespugliatrice TP61 Pro J in fase di certificazione Enama era esposta all’Eima presso il centro servizi nel quadriportico centrale. Lavori Pubblici n. 17 novembre - dicembre 2005
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IGIENE URBANA
Raccolta pneumatica dei rifiuti Farid Ros Roca è impegnata nell’installazione del proprio sistema di raccolta pneumatica dei rifiuti nell’area del Forum 2004 di Barcellona, mentre sono in studio altri progetti. La gestione dei rifiuti solidi urbani rappresenta una fra le principali priorità e impegni con cui i comuni sono chiamati a confrontarsi. La gestione comporta la pre-raccolta, la raccolta, il trasporto, il trattamento e lo smaltimento. Sino a qualche tempo fa, gli unici sistemi di raccolta disponibili erano quelli convenzionali: raccolta posteriore in container nella maggior parte dei comuni e raccolta laterale. Questi sistemi attualmente utilizzati nella maggioranza dei comuni presentano una serie d’inconvenienti con i quali oramai ci siamo abituati a convivere, qual,i per esempio, i rumori notturni durante le manovre di raccolta dei rifiuti, la presenza dei cassonetti in cui si raccoglie la spazzatura, fonti, seppur ben gestiti, di cattivi odori e sporcizia... Esiste un sistema in grado di evitare la maggior parte di tali inconvenienti: la raccolta pneumatica dei rifiuti, che da dieci anni a questa parte, trova applicazione in Spagna quale opzione alternativa ai sistemi di tipo convenzionale. Questo sistema è ampiamente utilizzato in Svezia e negli Stati Uniti, paesi pionieri da oltre 40 anni. Questo nuovo metodo si differenzia completamente rispetto alla raccolta di rifiuti in cassonetti a mezzo di appositi veicoli. Consiste nel trasporto dei rifiuti a partire dai luoghi in cui gli stessi sono generati, attraverso una rete di tubazioni sotterranee e mediante l’a-
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zione di correnti d’aria, sino ad un centro di raccolta. A questo punto, i rifiuti vengono depositati all’interno di container i quali sono successivamente trasportati presso i luoghi di trattamento per essere riciclati, oppure per il relativo smaltimento, senza ricorrere ad un preventivo travaso presso una stazione di trasferimento. I sistemi di raccolta pneumatica dei rifiuti offrono una serie di vantaggi. Fra questi, un cenno particolare merita il miglioramento ambientale; i veicoli destinati alla raccolta non circolano lungo le strade, evitando così emissioni di gas, inquinamento acustico e congestione o problemi di traffico connessi alle fermate dei veicoli al fine della realizzazione dell’operazione di raccolta. L’assenza di cassonetti sulle strade ne evita lo sgrade-
vole impatto visivo, i cattivi odori, così come il ricorso a veicoli speciali per la pulizia di questi ultimi. Si tratta in definitiva di un sensibile miglioramento in termini di qualità di vita dei cittadini, nonché di salvaguardia ambientale. L’ottimizzazione del sistema si ottiene quando le operazioni vengono effettuate all’interno degli immobili pubblici o presso le abitazioni. Il sistema consente che le operazioni di raccolta vengano realizzate all’esterno delle strade pubbliche, evitando tutti i problemi connessi per gli abitanti. Gli utenti del sistema in questione depositano la spazzatura nelle apposite bocche di conferimento situate all’interno degli appartamenti o negli ingressi degli edifici, sebbene accada spesso che per problemi di costi o d’impossibilità di apportare modifiche agli appartamenti, dette bocche di conferimento siano collocate anche sulle strade pubbliche, con una conseguente perdita d’efficacia del sistema. Nell’ambito della raccolta pneumatica, la collaborazione richiesta ai cittadini è minima; tuttavia in assenza di collaborazione il danno che ne deriva ricade sui cittadini stessi, ragion per cui nel nostro stesso interesse e per una miglior qualità di vita, detta collaborazione si rivela necessaria. La collaborazione si traduce nell’osservanza di alcune norme fondamentali di funzionamento. I rifiuti non devono essere depositati sfusi, bensì all’interno di borse non eccessivamente piene. Non è contemplata la raccolta di elementi voluminosi, né tanto meno di elementi le cui dimensioni superino la bocca d’ingresso del sistema; poiché questi ultimi potrebbero danneggiare le tubazioni, è necessario predisporre sistemi paralleli di raccolta dei rifiuti ingombranti. Dette norme sono soggette a modifiche in funzione del tipo e della progettazione dell’impianto, onde poter accogliere separatamente frazioni differenziate. I sistemi esistenti prevedono la raccolta differenziata a mezzo bocche di conferimento distinSchema d'impianto
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te per ciascun prodotto raccolto. Il processo di raccolta pneumatica si organizza in tre fasi distinte, perfettamente coordinate fra loro ai fini di una raccolta senza problemi: - consegna dei rifiuti presso abitazioni e stabilimenti; - trasporto pneumatico; - raccolta e trasporto finale. Il circuito verticale è concepito per consentire ai cittadini di depositare i rifiuti negli apposite bocche di conferimento delle proprie abitazioni. Tale circuito prevede alcune bocche comunicanti con condotti la cui altezza è maggiore o minore in funzione dell’altezza stessa dell’edificio, le quali, grazie all’azione della forza di gravità, conducono i rifiuti all’apposita valvola per rifiuti. Le bocche posizionate sulla strada presentano un circuito verticale limitato ad un piccolo tratto della tubazione. Tale circuito verticale è collegato alla rete di tubazioni a mezzo una valvola per rifiuti, la quale è pilotata da un sistema informatizzato di controllo. Il funzionamento e il controllo della valvola è comandato da un computer centrale. Le valvole sono di norma localizzate presso i seminterrati degli edifici, in recinti sotterranei con accesso dall’esterno o, in alternativa, sulle stesse strade pubbliche. Le valvole si aprono e scaricano in funzione del livello dei rifiuti indicato sulla stessa valvola per rifiuti. In caso di avarie della rete, problema estremamente infrequente, esiste la possibilità di azionamento a partire dal centro di raccolta, aumentando la depressione di linea o intervenendo direttamente sulle bocche di regolazione a tal fine concepite. Ai fini dell’ottenimento di condizioni di funzionamento idonee, sono di norma necessarie alcune ventole collegate in serie. La velocità dell’aria è calcolata in un’ottica di redditività del sistema: è necessario evitare ritenzioni e adeguare la progettazione della rete alle condizioni di ciascun punto di raccolta, ossia, alle dimensioni della tubazione, alla distanza dal centro, alle curve... Lungo la rete sono presenti diversi sensori di velocità dell’aria, i cui segnali sono integrati all’interno del sistema di controllo informatico. Una volta che il flusso misto di rifiuti ed aria giunge al centro di raccolta, quest’ultimo viene deviato a mezzo appositi connettori automatici di tubazioni verso i circuiti finali di ciascuna delle frazioni previste dalla progettazione specifica del sistema. In ciascu-
na di esse, i rifiuti vengono separati dall’aria all’interno di un ciclone di separazione, per essere successivamente introdotti in una compattatrice di residui che provvede ad immetterli all’interno di container tradizionali per il corrispettivo trasporto sino al punto di trattamento. Terminata la fase di compattazione e la successiva raccolta dei rifiuti all’interno dei container, entrano in gioco i componenti di carico e trasporto che sfruttano la tecnologia tradizionalmente utilizzata nella manipolazione dei rifiuti. L'aria trasportata assieme ai rifiuti viene sottoposta ad un processo di depurazione o lavaggio. Tale processo consiste di separazioni primarie all’interno di un ciclone di decantazione di particelle solide, nonché di operazioni complementari di depurazione, lavatura e inibizione di odori. A ciclo terminato, il sistema torna in posizione di risposo sino alla ricezione di un nuovo comando di raccolta, a mezzo segnali di livelli di riempimento. Sinteticamente, i sistemi di raccolta pneumatica dei rifiuti si caratterizzano per un ampio complesso di elementi suscettibile di richiedere un investimento significativo. E' pertanto consigliabile realizzarli con sufficiente anticipo; in sede di realizzazione delle abitazioni, seppur non si esclude la possibilità di attuare il sistema in luoghi già urbanizzati. In questo caso, l’investimento richiesto sarà maggiore. Oltre ai summenzionati vantaggi di questo impianto rispetto ai sistemi convenzionali, è nota la possibilità di usufruire del servizio 365 giorni all’anno, la riduzione dei costi d’esercizio e di manutenzione per tonnellata raccolta, nonché la possibilità di una raccolta differenziata dei rifiuti... Gli unici inconvenienti sono quelli connessi all’elevato investimento richiesto, nonché agli eventuali problemi di coordinamento in relazione alla realizzazione e successivo ampliamento del sistema. E' attualmente possibile affermare che
Schema di base: diversificazione delle frazioni
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l’1% dei rifiuti solidi urbani generati in Spagna, viene raccolto grazie a questi sistemi, pur prevedendo un’ipotesi di allargamento sino al 5% della popolazione. Città come Leganes, Barcellona o Siviglia superano tale soglia. Raccolta per livelli La fondamentale novità offerta da Farid Ros Roca è rappresentata dalla logistica di raccolta. Farid Ros Roca utilizza, come base, la raccolta per livelli, anziché quella per orari fissi. Il sistema funziona su base costante ed agisce su ciascuno canale di evacuazione quando riceve il segnale che i rifiuti hanno raggiunto il livello di riempimento predeterminato. Farid Ros Roca è l’unico fabbricante a basare la propria tecnologia sulla raccolta per livelli. Il sistema per livelli basa tutta la concezione del sistema tecnico sui segnali che, comportando il ricorso alla tecnologia dei variatori di frequenza, onde consentire che le portate di trasporto siano sempre a disposizione del sistema in funzione di una quantificazione precisa. In un sistema basato sull’orario, l’impianto non funziona 24 ore, né tanto meno su tutta la rete al 100% delle proprie capacità. I rifiuti depositati dal cittadino sono stoccati all’interno dei canali di evacuazione sino ad un’ora determinata in cui le ventole si mettono in funzione e il sistema, in modo automatico o sequenziale, li trasporta all’impianto di raccolta. Una volta raggiunti tutti i punti della rete e completato il ciclo di raccolta, il sistema si arresta e rimane tale sino alla successiva ora programmata per la raccolta della stessa frazione o di una frazione diversa. Nella tecnologia Ros Roca il trasporto è sempre attivo, seppur in funzione di un livello di portata del 10% nei momenti in cui non trasporta residui, realizzando un intervento continuo d’igienizzazione della rete e presentandosi immediatamente disponibile per le funzioni di raccolta. I segnali di livello provenienti da uno qualsiasi dei canali di evacuazione della rete si integrano al programma informatico, il quale attiva al 100% la portata pneumatica, effettuando le sequenze di raccolta e trasporto. In un sistema per livelli, quale quello offerto da Farid Ros Roca, i rifiuti presenti nei canali di evacuazione vengono raccolti a qualsiasi ora, purché emettano il relativo segnale di riempimento. Il servizio offerto al cittadino è totale. Il sistema, che è sempre in funzione, è in grado di arrestarsi automaticamente 57
nelle ore di apporto nullo da parte del cittadino, quali le ore notturne, riducendo ulteriormente il consumo energetico. Tecnologia Farid Ros Roca Farid Ros Roca conosce bene il trasporto pneumatico applicato allo smaltimento dei rifiuti e agli aspiratori industriali gestendo, in qualità di esperto del settore, la tecnologia di compattazione dei rifiuti nei veicoli di raccolta e in tutti gli impianti di trasferimento per compattazione. Le competenze specifiche e dettagliate nel settore della raccolta pneumatica dei rifiuti derivano da tutta una serie di accordi tecnologici finalizzati con aziende statunitensi che hanno consentito di mettere a punto la tecnologia applicata al sistema di raccolta pneumatica dei rifiuti. In pratica, un impianto tipo di raccolta pneumatica si compone di quattro parti distinte: - rete di scarico - rete di trasporto - centro di raccolta pneumatica - centro di compattazione e trasporto. Tutti questi elementi devono essere in perfetto equilibrio fra loro onde ottenere le migliori prestazioni. Il perfetto abbinamento degli elementi contribuisce a determinare la capacità del sistema, che nel nostro caso si rivela particolarmente importante. Capacità del sistema La capacità è intrinsecamente connessa alla logistica del funzionamento progettato. Il sistema per orario, raccogliendo separatamente due frazioni, si limita a soddisfare un’utenza di circa 15.000 persone. Il sistema per livelli di Farid Ros Roca, con valvole accoppiate, è in grado di soddisfare le esigenze di un’utenza di 40.000 abitanti. La capacità di un sistema dipende da: - la produzione volumetrica dei rifiuti nell’area - il numero di frazioni in cui i rifiuti vengono scomposti - la capacità volumetrica del canale di raccolta - la velocità del flusso di trasporto - la distanza media fra bocche e centro - il tempo richiesto dalle operazioni di apertura e allineamento dei circuiti - l'accoppiamento delle valvole - la gradualità dell’operazione. Un valore tipico di produzione è di 14 litri per abitante e per giorno, il che corrisponde alla produzione di 1,2 chili per abitante e per giorno. La raccolta pneumatica gestisce i volumi ed 58
è quindi questa l’unità da utilizzarsi. Nel sistema per livelli di Farid Ros Roca, la raccolta si attiva nel momento in cui riceve il segnale di riempimento di un canale di evacuazione. E' conveniente la massima capacità di rifiuti stoccati nel canale di raccolta sopra la valvola per rifiuti; detta capacità determina inoltre la profondità alla quale circolano le tubazioni nel sottosuolo e ciò può generare un costo estremamente elevato sul complesso dell'impianto. Occorre pertanto individuare un equilibrio logico. D’altra parte, il tempo impiegato dall’impianto è maggiore in presenza di bocche di capacità ridotta e può rivelarsi un fattore riduttivo, il che conduce all’esigenza di definire la capacità del canale di raccolta in funzione del comune da servire. Farid Ros Roca dispone di progetti concepiti per diverse bocche di carico, suscettibili di prevedere uno stoccaggio fra i 350 e i 550 litri di rifiuti. La velocità di trasporto dei rifiuti è di 30 metri al secondo. Un ulteriore punto d’interesse della tecnologia Farid Ros Roca è rappresentato dall'accoppiamento delle valvole. Ciascuna valvola per rifiuti è associata ad altre aventi le medesime caratteristiche: - stessa area, analogo livello di apporto cittadino - stessa frazione di rifiuti - stesso tratto di rete pneumatica. Nel momento in cui il software di Farid Ros Roca individua un segnale di livello pieno in una qualsiasi di dette valvole, provvede al trasporto di tutte le valvole accoppiate. Si potrebbe pensare che questa misura, che non garantisca il trasporto di canali di conferimento pieni, e non sia vantaggiosa, tuttavia è esattamente il contrario. Il software applicato è di ultima generazione, moderno, efficiente, completo e specializzato, poiché è in grado di
Il livello di riempimento rappresenta la base logistica del sistema
soddisfare tutte le modalità descritte, non limitandosi esclusivamente a comandare un temporizzatore o a programmare sequenze standard ad orari dati. Gestisce simultaneamente tutte le frazioni e tutte le bocche in un’ottica di totale interattività. Portata La distanza alla quale è possibile trasportare oggetti all’interno di qualsiasi sistema di trasporto pneumatico risponde alle caratteristiche tecniche di progettazione dello stesso e, nella fattispecie a: - potenza delle ventole - perdite di carico lungo il tracciato - velocità di trasporto. La tecnologia in questione si basa sul trasporto dei rifiuti ad una velocità di 30 m/s, a tal fine il sistema funziona a mezzo moduli di ventilazione da 147 kW. Tali valori sono quelli teorici in funzione della potenza delle ventole, mentre nelle applicazioni concrete, gli stessi risultano ridotti a causa delle perdite di carico. Per questo la portata del sistema è fissata, per due ventole, a 1.800 metri. In linea generale, la configurazione dei due moduli di ventilazione, a cui se ne aggiunge uno di riserva, risulta quella più idonea. Materiale degli impianti Un altro punto che differenzia Ros Roca dalla concorrenza è rappresentato dall’impiego dell’acciaio inossidabile nella rete di tubazioni, nonché in tutte le apparecchiature. Il vantaggio principale risiede nella drastica riduzione di tutti i fenomeni di corrosione presenti nelle condutture sotterranee. Farid Ros Roca ha scelto diverso tempo fa l’acciaio inossidabile, a prescindere dall’incremento dei costi comportato dall’utilizzo di questo materiale, onde offrire al mercato un miglior livello di qualità. Tale decisione si basa sulle caratteristiche tecniche degli acciai inossidabili, ma soprattutto sull’esistenza e sul corretto funzionamento in tutto il mondo di oltre 500 impianti per la raccolta ed il trasporto pneumatico di rifiuti realizzati in acciaio inossidabile, la maggior parte dei quali operanti da oltre 40 anni. Farid Ros Roca garantisce la vite utile di queste reti di trasporto. Un cenno particolare meritano gli spessori di tali tubazioni nella tecnologia Farid Ros Roca pari a 3 mm nelle linee secondarie e a 4 mm nelle reti centrali con maggior transito di rifiuti. Lo spessore degli accessori è di 5 e 6 mm.
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Numero di frazioni Nella raccolta per orario, è possibile raccogliere diverse frazioni, qualora si disponga degli elementi finali differenziati per dette frazioni. La raccolta di frazioni caratterizzate da produzioni volumetriche particolarmente diversificate è fonte di tutta una serie di perdite a livello della capacità del sistema, mentre gli eventuali apporti eccezionali di prodotto al di fuori delle soglie d’orario devono attendere gli orari previsti, con il conseguente rischio di riempimenti eccessivi e utilizzo della strada pubblica per il deposito delle borse. Farid Ros Roca, attuando la raccolta per livelli, evita il problema delle borse a terra, dal momento che in capo a pochi secondi il sistema si attiva, raccogliendo il contenuto di qualsiasi bocca, qualunque ne sia la frazione e in qualsiasi orario, una volta emesso il segnale di riempimento. Lavaggio dell'aria Decantati i rifiuti all’interno dell’apposito ciclone, l’aria, necessaria al trasporto di questi ultimi, viene nuovamente liberata nell’atmosfera, successivamente all’adeguamento della stessa. Il sistema utilizzato da Farid Ros Roca è tanto semplice quanto efficace. Quest’ultima si basa su un processo di lavaggio di gas finali, a fronte della separazione di piccole particelle a mezzo estrazione con vapore. Bocche di conferimento Farid Ros Roca si è impegnata affinché gli elementi esterni del sistema, gli unici visibili per il cittadino e i soli ad avere un impatto sull’estetica urbana, fossero progettati in modo quanto più possibile accurato. Le bocche di conferimento e i comparti messi a disposizione del cittadino ai fini dell’introduzione delle borse dei rifiuti nei sistemi pneumatici di raccolta, presentano un duplice aspetto che è opportuno considerare: - sicurezza d’uso - integrazione paesaggistica ed estetica. Le bocche utilizzate rientrano essenzialmente in tre diverse tipologie: - bocche stradali - bocche domiciliari - bocche commerciali I modelli commerciali e stradali presentano un elevato livello di sicurezza per il cittadino. Questo medesimo livello di sicurezza può essere apportato alla bocca domiciliare, sebbene sia attualmente in commercio un modello più semplice
Bocche da interno di Farid Ros Roca
nel quale gli sportelli e i meccanismi non impediscono la comunicazione cittadino - condotto. In questo semplice modello, non esiste alcun blocco, sia esso meccanico od elettrico, suscettibile d’impedire l’aspirazione quando la bocca si trova in posizione aperta, né l’apertura stessa dello sportello con il sistema in funzione. Farid Ros Roca ha prestato una cura tutta particolare al miglioramento estetico delle bocche stradali e da interno, affidandone la concezione al prestigioso designer industriale Andre Ricard. Queste ultime si caratterizzano per l’estetica, l’ergonomia, la protezione contro l’eventuale ingresso di elementi dannosi per il sistema e, soprattutto, per la sicurezza totale garantita al cittadino. Compattazione e trasporto finale Un ultimo aspetto operativo di particolare importanza è rappresentato dal processo di compattazione, introduzione in container e trasporto dei rifiuti raccolti. L’impianto di Farid Ros Roca presenta una capacità di 4,05 m3. Tale caratteristica consente una maggior "capacità di ricezione" dei rifiuti, nell’ordine dei 250 m3/ora, il che si traduce ai fini pratici in una ridotta densità delle frazioni, quali contenitori, carta... D’altra parte, la maggior capacità
Gruppo di bocche su strada per tre frazioni differenziate
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offerta dal sistema di raccolta Farid Ros Roca richiede una maggior velocità volta a equilibrare i diversi impianti di svuotamento, trasporto pneumatico, ricezione, trasporto... in maniera tale che nessuna delle fasi menzionate possa rappresentare un "collo di bottiglia" ai fini dell’efficienza globale del sistema. La forza di compattazione è anch’essa particolarmente elevata. 45 tonnellate. Tale caratteristica consente una maggior compattazione dei rifiuti ai fini del trasporto, riducendo sensibilmente il numero di viaggi giornalieri e, di conseguenza, il costo stesso del trasporto. Sintesi Il vantaggio essenziale apportato dal Sistema di raccolta pneumatica di Farid Ros Roca rappresenta la filosofia stessa della raccolta. In un sistema per livelli, quale quello offerto da Farid Ros Roca, i rifiuti presenti nei canali di evacuazione vengono raccolti a qualsiasi ora, purché emettano il relativo segnale di riempimento. Il servizio offerto al cittadino è totale. Tali prestazioni sono ottenibili grazie all’impiego di un software moderno e avanzato. Nel sistema per livelli di Farid Ros Roca le ventole presentano una velocità variabile e sono sempre in funzione seppur a diversi livelli di regime, a seconda che stiano trasportando rifiuti, che siano in modalità di attesa... Le possibilità tecnologiche delle ventole del sistema rispondono sempre alle esigenze del cittadino, contribuendo a notevoli risparmi energetici attraverso lo svuotamento di canali di evacuazione vicini a regime inferiore... Il sistema, che è sempre in funzione, è in grado di arrestarsi automaticamente nelle ore di apporto nullo da parte del cittadino, quali le ore notturne, riducendo ulteriormente il consumo energetico. Nella tecnologia Farid Ros Roca tutte le bocche di conferimento sono di tipo intelligente e interattive con il cittadino. Tutti i canali di evacuazione sono sempre disponibili per l’utilizzo da parte dell'utente. 59
MOVIMENTO TERRA
Super Terne JCB per l’Esercito Americano JCB, il gigante britannico del settore delle costruzioni, festeggia oggi il suo più grande ordine mai ricevuto, per essersi aggiudicato un contratto, per un ammontare previsto di 140 milioni di dollari, per la fornitura di una terna ad alta velocità ed aviotrasportabile per le Forze Armate Americane. Sarà la più grande, la più veloce e la più costosa terna mai prodotta. L’Esercito Americano ha "arruolato" una speciale versione della famosa terna, una macchina combinata dotata di caricatore frontale ed escavatore posteriore, mezzo leggendario introdotto da Joe Bamford, il fondatore JCB, più di cinquant’anni fa. Per realizzare il progetto JCB ha sfruttato la sua esperienza nella produzione delle terne famose in tutto il mondo e dell’innovativo trattore agricolo ad alta velocità Fastrac, l’unico trattore dotato di sospensioni integrali e freni con sistema antibloccaggio ABS. La terna, del peso di 12 tonnellate, raggiungerà una velocità massima di 92 km/h ed è progettata in modo da poter essere sollevata e trasportata da un Hercules C-130. L’Esercito Americano voleva infatti una macchina in grado di viaggiare alla velocità dei convogli militari senza dover essere trasportata su
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autocarri o rimorchi. L’accordo per la realizzazione della terna High Mobility Engineer Excavator (HMEE), destinata ad essere impiegata per i lavori in prima linea, è stato concluso dopo un progetto triennale nel corso del quale John Patterson, CEO e A.D. Gruppo JCB, ha avuto anche un incontro personale con il Presidente George W. Bush alla Casa Bianca. Il contratto record assegnato da TACOM, l’ente responsabile degli acquisti dell’Esercito Americano, ha fornito una doppia occasione per festeggiare il 60° anni-
versario della fondazione di JCB, oggi il maggior costruttore europeo di macchinari da costruzione e l’eccezionale risultato di un’azienda internazionale con un fatturato superiore al miliardo di sterline. La terna HMEE a trazione integrale, dotata di un motore diesel da 5,9 l, è in grado di sollevare carichi superiori a due tonnellate e può effettuare lavori di scavo fino ad una profondità di quasi quattro metri. Sono stati necessari tre anni per la sua progettazione, e la produzione avverrà presso JCB Inc. a Savannah, in Georgia. Le prime super terne JCB per le truppe dell’Esercito Americano saranno pronte nel 2007 e verranno prodotte a Savannah fino al 2012. John Patterson ha dichiarato: "Questo è il più grande contratto nella storia della nostra società. Aggiudicarsi un contratto per l’Esercito Americano superando la concorrenza americana e internazionale è stato un compito arduo, ma i tecnici JCB hanno fatto un lavoro straordinario riuscendo a progettare una macchina così efficiente". Ha inoltre aggiunto: "La terna HMEE rivoluzionerà radicalmente i criteri di impiego di questo tipo di macchine e ci offre grandi opportunità a livello internazionale".
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STRADE
Asphalt Day, Co-Bit inaugura il suo nuovo impianto con una giornata dedicata all'asfalto FRANCESCO VANDONI
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Sabato 8 ottobre scorso, la società Co-Bit Conglomerati Bituminosi ha organizzato Asphalt Day, una giornata dedicata al mondo dell'asfalto. Co-Bit in occasione dell'inaugurazione della nuova sede e del nuovo impianto di produzione, oltre che celebrare ha voluto aggiornare gli invitati su tutti gli aspetti del settore delle costruzioni stradali. Circa cinquecento persone nell'arco della giornata sono affluite all'Asphalt Day. Il programma della manifestazione prevedeva per la mattinata una serie di interventi sui vari aspetti dell'a-
sfalto, dalla sua storia a considerazioni economico-finanziarie sulla sua diffusione nel mondo, alla presentazione del nuovo impianto di produzione; in secondo luogo il taglio del nastro da parte dell'ing. Ugo Fossati, presidente della Co-Bit. Il Sig. Giuseppe Carraro, direttore della Conglomerati Bituminosi S.p.A., prima di presentare gli ospiti e gli oratori coordinando i loro interventi, ha brevemente esposto i trent'anni di attività della società. La Co-Bit nasce nel novembre del 1974, per volontà di un gruppo di
imprenditori (imprese stradali e produttori di inerti) con il preciso scopo di creare un centro di produzione di conglomerato bituminoso atto a soddisfare le più ampie richieste sia dei fondatori che della possibile clientela. La scelta strategica del suo posizionamento, centrale rispetto alle attività cantieristiche dei lavori stradali delle varie imprese, vicino alle cave da cui rifornirsi di aggregati, in un'area geografica (Malpensa, al centro del triangolo Varese, Milano, Novara) ancora oggi in forte sviluppo, si è dimostrata vincente negli anni, divenendo un punto di riferimento per la produzione di conglomerato bituminoso in Italia. La nuova sede è stata costruita in un ambito particolare e speciale: si trova all'interno di una cava e nel mezzo del Parco del Ticino, su di una superficie di oltre un milione e mezzo di m2. Impianti di cava, di produzione di calcestruzzo, di conglomerato bituminoso e di prefabbricazione potranno finalmente convivere e dimostrare che industrie sino ad oggi considerate insalubri o a rischio possono tranquillamente esercitare la propria attività nel rispetto dei più severi e rigorosi parametri lavorativi in un ambito la cui peculiarità è la valorizzazione ambientale. Un ambizioso progetto che sarà completato in cinque anni, imperniato a portare benefici riguardanti la salute pubblica, l'ambiente di lavoro, nel rispetto di tutte le normative di sicurezza, ambientali e di inquinamento come polveri, rumori, fumi e acque. Altri punti di forza che potranno avere influssi benevoli verso le popolazioni limitrofe saranno la naturale diminuzione dei trasporti con autoarticolati di materie prime, che avverrà unicamen1. L'impianto Ammann Universal S 360 all'interno della "Valle", nuova sede della Co-Bit 2. L'ing. Ugo Fossati al momento del taglio del nastro
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te all'interno del complesso produttivo stesso, e il rimodellamento di un'area degradata incastonata nel verde. Ogni dettaglio della "Valle", dalle scelte costruttive ai colori, è mirato al raggiungimento dello scopo di creare il minor impatto ambientale possibile. L'ing. Ugo Fossati, il Sig. Schneider, presidente del Gruppo Ammann, ed il sindaco di Lonate Pozzolo, dott. Gelosa, hanno in seguito preso a turno la parola. Il primo in qualità di padrone di casa, ringraziando e salutando i convenuti ha esposto un raffronto tra il primo impianto della propria carriera che con dieci operai produceva 6 tonnellate in un'ora e quello attuale, che è in grado di produrre la stessa quantità, con due operai, in un solo minuto. Il Gruppo Ammann, con sede a Lagenthal, è orgoglioso di avere fornito il suo primo impianto in Italia, alle porte di Milano, dopo simili installazioni nelle periferie di Amsterdam, Londra, Parigi, Zurigo... Il presidente Schneider, forte del valido aiuto della SIM, società italiana del gruppo, si augura che dopo aver rotto il ghiaccio a Lonate Pozzolo, altri impianti Ammann vedano il giorno sul territorio italiano. Ad iniziare la parte più didattica degli interventi prende la parola l'ing. Ravaioli, direttore del SITEB, sulla storia dell'asfalto.
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Le origini dell'asfalto sono millenarie: le prime applicazioni del bitume naturale risalgono circa al 3000 a.C., come testimonia il sigillo recante il nome del re di Lagash. La prima strada asfaltata, nei pressi di Babilonia, risale al 2500 a.C. ed è chiamata la strada degli Dei. Seguono citazioni nella Bibbia, nella Genesi quando il Signore consiglia a Noè di spalmare l'Arca di bitume. La scoperta dell'America porterà anche a quella delle isole Trinidad e del Peach Lake, il lago di asfalto più grande del mondo. Tra '700 e '800 una serie di grandi invenzioni quali la macchina a vapore, le locomotive, il telegrafo mutano e velocizzano il corso della storia. Parigi è la prima città europea a rivestire di asfalto i propri marciapiedi. MacAdam insieme a Treséguet per Ford inventano la tecnica delle massicciate stradali che vanno benissimo finché queste vengono percorse da carri trainati da cavalli. Nel 1890 Daimler e Benz inventano il quadriciclo con motore a scoppio. L'evoluzione dell'automobile renderà le strade causa di serissimi problemi: fango d'inverno e polvere d'estate. Da qui la necessità di cambiare sistema di costruzione delle strade. Si afferma l'utilizzo di asfalto con bitume ottenuto da distillazione del petrolio, molto più economico di quello naturale. Dalle prime applicazioni, dove si
spruzzava emulsione e bitume sulle strade MacAdam, alle vere e proprie emulsioni bituminose a caldo preparate da appositi macchinari, passando dalla prima autostrada al mondo del 1924, la Milano - Laghi: l'evoluzione non si arresta nemmeno oggi cercando sempre nuove tecnologie per migliorare sia la sicurezza che per salvaguardare l'ambiente. L'ing. Jenny, vice presidente del gruppo Ammann, ha in seguito esposto dati e numeri sulla situazione e l'andamento dell'asfalto nel mondo. Il 70% delle strade della terra è asfaltato. Si evidenziano due principali reti stradali sul pianeta; una in America e l'altra in Europa, ognuna composta da circa sei milioni di km (Italia 500.000 km). India e Cina non sono da sottovalutare perché lì sono le potenzialità di crescita maggiore. Ammann nel 1998 ha realizzato il suo primo impianto in Cina e nel 2001 il primo impianto con riciclaggio. 1. Erogazione del conglomerato bituminoso 2. 3. Caricamento e stesa con finitrice gommata Vögele modello Super 1603-1 di Wirtgen Group, con capacità di stesa fino a 600 t/h 4. Compressione con rullo tandem vibrante Ammann modello AV852 con peso operativo di 8,5 t
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L'asfalto usato per il circuito automobilistico di Shangai è stato prodotto da impianti Ammann. Una filiale Ammann in Cina è stata fondata nel 2005. L'ing. Jenny conclude con tre ragioni ottimistiche per i costruttori di strade: la manutenzione stradale garantisce occupazione per il futuro; in Europa lo sviluppo si indirizzerà sempre più verso le tecniche di riciclaggio; le strade del mondo non sono ancora tutte costruite e, per realizzare queste ultime, bisogna far ricorso alle nuove tecniche che offrono più rispetto per l'ambiente e più sicurezza per gli utenti. Il Sig. Turrini, direttore commerciale della SIM S.p.A., ha illustrato le caratteristiche principali dell'impianto di produzione Ammann modello Universal S 360. Non si tratta soltanto di un impianto con capacità di produzione impressionante (360 tonnellate all'ora): tutto l'insieme porta in sé alti valori tecnologici che mirano a risparmi energetici, salvaguardia dell'ambiente e versatilità di produzione. L'efficacia del cilindro essicatore, alimentato a metano e dotato di filtri a maniche che rispettano le più severe normative europee; la flessibilità del vaglio che permette di avere una capacità di 500 tonnellate divise in 14 scompartimenti e di mantenerle in "Hot Stock" per diversi giorni; l'importanza del mescolatore, con le sue 6
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tonnellate di capacità, sono tutti fattori che permettono all'impianto Universal S 360 di far fronte a qualsiasi picco di richiesta. L'impianto può anche produrre con materiale riciclato, a freddo, ed è predisposto per il riciclato a caldo, previa installazione di un secondo tamburo. Le cisterne sono riscaldate elettricamente: questo rappresenta una novità per l'Italia e permette di usare una fonte di energia più pulita rispetto ai combustibili fossili, con benefici per l'ambiente (niente camino per la caldaia) e risparmi sui costi (assenza di rifornimenti in combustibile). Tutto l'impianto viene gestito da una postazione di computer con sistema software AS2000plus, che oltre a regolare la produzione, elabora tutta una serie di statistiche tenendo in memoria i vari dati relativi ad ogni fase di produzione, temperature, formule delle miscele, quantità dei componenti... Riassumendo le possibilità produttive, quest'impianto è in grado di riciclare a freddo, di produrre asfalti schiumati, a basse temperature, asfalti modificati, invernali, colorati ed è predisposto per il riciclo a caldo, Il dott. Maurer, responsabile del dipartimento bitumi della Shell, ha di seguito presentato il WAM Foam, tecnologia basata sull'impiego di due bitumi di differente viscosità che apre nuove frontiere al mondo del conglo-
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merato bituminoso sia in termini qualitativi che di risparmio energetico e non ultimo di impatto ambientale, sicurezza e salute. Dopo il taglio del nastro ed un ottimo pranzo, nel pomeriggio sono iniziate le attività più pratiche, con una dimostrazione di erogazione di prodotto dall'impianto, e la sua stesa e compressione con rullo. Si sono potute vedere in azione le principali macchine operatrici del settore delle costruzioni stradali quali le finitrici e riciclatrici Wirtgen, le pale e gli escavatori Caterpillar, i rulli Ammann, gli automezzi Iveco, l'insaccatrice CMR, la frantumatrice Elma. Inoltre i visitatori hanno potuto conoscere prodotti specifici come gli asfalti stampati e colorati della Street Print, i nuovi additivi Degussa Goldschmidt Italia o ancora l'argilla espansa Laterlite. 1. Rullo compattatore Caterpillar modello CS 583 E 2. Serie di macchine Ammann, in primo piano il rullo compressore ASC 90, con larghezza di lavoro di 1.680 mm 3. Dumper CAT 730 4. Applicazione della tecnologia Street Print per stampa e colorazione dell'asfalto 5. Piastra vibrante Ammann AVP 1240, con larghezza di lavoro di 40 cm
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IMPIANTI SPORTIVI
Campi da calcio in erba sintetica
"In alcuni paesi è già utilizzata, ma dopo il via libera della Uefa è molto probabile che prenderà il sopravvento sul terreno naturale. Le motivazioni sono semplici e vanno dalla ridotta necessità di cure che il materiale sintetico richiede, all'inesistente usura a causa del maltempo e, non per ultima, il notevole risparmio economico. Il primo terreno artificiale della storia fu realizzato a metà degli anni '60 a Houston, Texas, ma
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venne usato soltanto per il baseball". Iniziava così l'articolo della Gazzetta dello Sport del 12 novembre 2004, nel quale si dava notizia della definitiva approvazione da parte della Uefa all'utilizzo dei campi sintetici dopo una sperimentazione durata circa due anni. In quest'arco di tempo si è tentato di capire, attraverso l'utilizzo di test che riguardano il rimbalzo ed il controllo della palla
in tutte le situazioni di gioco, lo scorrimento sul manto sintetico ed ogni effetto relativo agli shock articolari, le reali possibilità di quello che già adesso viene considerato il "futuro dei campi da gioco". L'entrata in vigore del sintetico è stata prevista in via ufficiale per la stagione calcistica 2005/2006. La novità in questione è vista di buon occhio dalla presidenza della Uefa, soprattutto per quello che riguarda le possibilità di gioco in condizioni precarie, come spesso avviene nei campi del nord Europa, dove la stagione calcistica necessariamente deve fermarsi da dicembre a febbraio, o anche per quelli di latitudine più bassa col problema inverso, cioè dove la scarsità di piogge impedisce la crescita dell'erba e quindi preclude o limita le possibilità di creare impianti sportivi adatti. Le impossibili condizioni dei campi da gioco, soprattutto nel periodo invernale, necessitavano quindi di un'innovazione che pare possibile soltanto attraverso interventi tecnologici. I materiali utilizzati per produrre l'erba dei campi di calcio è il polietilene. I filamenti "erbosi" prodotti possono essere di due tipi: il fibrillato, che con l'utilizzo si sfilaccia e si assottiglia diventando sempre più simile all'erba vera, ed il monofilo di ultima generazione, prodotto da circa un anno, che presenta caratteristiche dell'erba naturale sin da subito. L'altezza di questi filamenti varia da 57 a 65 mm; il terreno viene successivamente riempito fino a circa 18 mm di sabbia e granulato in gomma. L'aspetto dei costi da sostenere per la realizzazione rende la cosa ancora più interessante perché, se è vero che la spesa di impianto è doppia rispetto ad un campo naturale,
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l'abbattimento dei costi di manutenzione e la durata dei materiali rendono notevolmente vantaggioso l'impianto di questi campi di terza generazione, il cui costo è comunque inferiore rispetto ai campi artificiali fatti con intasamento diverso da SBR. Un campo in erba sintetica di alto livello costa infatti intorno ai 70 euro al metro quadrato (circa 540.000 euro per il campo finito a fronte di un costo di circa la metà per l'impianto di un campo di erba naturale). Ma la Lega Nazionale Dilettanti ha dubbi sul granulato SBR: il 25 gennaio 2005 si è tenuto a Roma il Convegno promosso dalla L.N.D. sul nuovo regolamento dei campi di ultima generazione e sulle specifiche tecniche da applicare in relazione ai materiali utilizzati per la loro realizzazione. Da quanto si è evinto, c'è una tendenza a privilegiare materiali vergini (quali EPDM, elastomeri termoplastici), a discapito di quelli ottenuti attraverso il riciclaggio per presunte non conformità di certi parametri che andrebbero meglio indagati. A questo si aggiunga ancora la grande variabilità di interpretazione della normativa sui rifiuti. Data la potenzialità tecnico-economica insita nel granulo derivante dal riciclaggio di pneumatici (tipo SBR), ed i positivi effetti ecologici ambientali derivanti da un suo utilizzo sempre più esteso, il Consorzio Argo è stato impegnato nei mesi successivi a chiarire dubbi e perplessità relativi all'impiego di questo materiale nella realizzazione dei manti di ultima generazione. L'associazione nazionale che promuove il recupero ed il riutilizzo degli pneumatici fuori uso (PFU) come strumento sostenibile e competitivo, e in quanto principale mezzo par la loro sottrazione alla discarica, ha partecipato a tale evento rappresentato dal Presidente del Consorzio Argo Dott. Ettore Musacchi e da alcuni consorziati
interessati al tema (Settentrionale Trasporti, Ing. Siragna; O.R.P., Ing. Bucher; Serveco, Ing. Marangi). Nel corso del convegno, i ricercatori hanno illustrato gli studi sulle diverse componenti di un campo artificiale: manto, sottofondo, intaso e fibra. Studi utilizzati dalla L.N.D. per formulare il nuovo regolamento, il quale avrebbe dovuto essere pubblicato il 15 gennaio 2005. Tuttavia forti lamentele da parte degli operatori del settore, unitamente alla richiesta di rivedere il testo del regolamento, attraverso un confronto tra tutti gli attori coinvolti, ha indotto la L.N.D., a sospendere la pubblicazione del documento ed a richiedere ufficialmente pareri ed integrazioni. L'uscita, a quanto pare, dovrebbe avvenire a questo punto a primavera 2006, salvo eventuali novità. Nel corso della Conferenza Etra (European Tyre Recycling Association), tenutasi a Bruxelles dal 2 al 5 marzo 2005, un forte accento è stato posto sull'applicazione dei granulati di gomma quali intasamento dei campi in erba artificiale. Gli organi tecnici della Fifa e della Uefa hanno inserito il prodotto da recupero di pneumatici fuori uso nei loro manuali e nelle norme tecniche. Il dibattito si è incentrato sulla compatibilità ambientale di questa applicazione e sulla qualificazione del granulato di gomma. Diversi interventi hanno sottolineato la conformità del prodotto alla norma DIN V 18035 tabella 7, sollecitando le aziende produttrici a mettere in piedi i necessari sistemi di controllo qualità efficaci. Dalla discussione è scaturita la necessità di affrontare nei mesi successivi ulteriori approfondimenti per rafforzare la caratterizzazione del granulato di gomma, al fine di evitare attacchi mirati all'estromissione dal mercato. Singolare è comunque il fatto che in nessun paese dell'unione si sia verificata una situazione come quella
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creata dalla Lega Nazionale Dilettanti in Italia. Per quello che concerne la standardizzazione della dimensione del granulato richiesto per l'applicazione dell'intasamento dei campi in erba sintetica, si va verso dimensioni del granulato più grandi, da 1 a 2,5 mm, piuttosto che l'attuale, che prevede dimensioni da 0,5 a 2 mm. Dimensioni maggiori sembrano infatti favorire il drenaggio del manto sintetico. Il potenziale di questo mercato in Italia, nel termine medio di 2 - 5 anni, è di circa 1.000 campi da calcio a 11, con un fabbisogno di 100.000 tonnellate di granulato di gomma per intasamento. La L.N.D., che aveva espresso a suo tempo perplessità in merito alla compatibilità dei nuovi prodotti da intaso con le caratteristiche della fibra utilizzata per i manti in erba artificiale, ha temporaneamente sospeso il suo giudizio, rimandando come abbiamo detto, l'elaborazione del regolamento unico inizialmente all'1 settembre 2005, e poi ancora alla primavera 2006, in questo momento ancora in fase di composizione, al fine di soddisfare tutte le esigenze ed evitare che venga a crearsi sul mercato una situazione di confusione ed in certezza. Anche nel campo dei professionisti le cose si muovono in questa direzione. Si percepisce sì una certa frenesia nella sperimentazione, ma gli organi centrali del Calcio si muovono attivamente per consentire lo sviluppo sui campi in erba sintetica di gare ufficiali. Anche l'Europa ormai percorre la via del futuro, spalancata dallo stesso presidente della Fifa che sta impiantando campi in erba artificiale in gran parte dell'Africa e dell'Asia: la strada è segnata, i dubbi si diradano e il futuro sembra ormai vicino. L'intasamento è, senza dubbio, l'aspetto più importante e delicato del
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discorso relativo ai campi da calcio in erba sintetica. E' per questo cha la scelta del granulo da utilizzare a tale scopo non può essere lasciata al caso ma va eseguita con professionalità e oculatezza. Esistono degli standard e dei test specifici che danno le massime garanzie nel'utilizzo del granulato in gomma per i campi sintetici, in quanto si parla di prodotti che vengono a contatto con l'epidermide e che in più devono garantire la massima stabilità con il minor rischio di traumi articolari. Anche l'aspetto estetico, sicuramente meno importante di quello sanitario, ma non senza rilevanza, viene preso in considerazione perfezionando i sistemi che rendono estremamente difficile agli occhi riconoscere un campo artificiale da uno in erba naturale. Nel frattempo la L.N.D. ed il Settore Giovanile e Scolastico della Figc ricevono il giusto riconoscimento dal presidente della Figc Franco Carraro per essere stati i pionieri per quanto riguarda l'utilizzo dell'erba artificiale in Italia. L'erba sintetica è quindi una scelta eticamente auspicabile, in quanto la pianificazione delle leggi ambientali ha privilegiato in questi ultimi anni il recupero dei materiali: anche nel campo del recupero degli pneumatici fuori uso, l'esperienza dei campi in erba sintetica di ultima generazione, rappresenta una sfida per la sostenibilità ambientale. Quella dell'erba sintetica potrebbe realmente rappresentare la svolta epocale per il mondo del calcio e soprattutto per il rispetto dell'ambiente. Esistono in Italia 10.000
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campi sintetici per società dilettantistiche, e ormai anche nell'ambito del professionismo la strada è segnata da questa scelta. Si pensi al risparmio energetico che si potrebbe ottenere utilizzando la gomma già esistente e ricavata dagli pneumatici fuori uso (che ogni anno nel nostro paese sono circa 300.000 tonnellate) al posto di produrre ex novo della gomma per intasamento, visto e considerato che dal 2006 sarà proibito conferire in discarica pneumatici sia interi che triturati. Un dibattito per nulla convenzionale si è sviluppato a Torino durante i tre giorni di Convegno, tenutosi dal 15 al 17 settembre 2005: ha fatto emergere con tutta la franchezza del caso i diversi punti di vista dei principali attori interessati all'utilizzo del granulo di gomma da pneumatici fuori uso quale materiale da intaso nella realizzazione di campi in erba artificiale. In primo luogo il Comune di Torino, che ha presentato il proprio programma di investimenti relativi a 24 campi in erba artificiale, in parte già realizzato: tutti i campi in questione utilizzano granulati di SBR da recycling, una realtà ormai incontrovertibile anche nel nostro Paese, punto di riferimento ineludibile anche per le scelte di altri enti locali. In secondo luogo, per la prima volta, amministratori pubblici ed imprese si sono confrontati con gli effetti dei regolamenti d'attuazione del D.M. 203/2002, destinato ad introdurre finalmente il "green public procurement", in virtù del quale la Pubblica Amministrazione sceglierà prodotti
derivati da attività di recycling per almeno il 30% dei suoi acquisti abituali per contribuire positivamente al riequilibrio ambientale del nostro sistema di sviluppo, altro ottimo motivo per scegliere il granulo di gomma da recycling quale materiale da intaso. Il dibattito si è infine rivelato produttivo in quanto ha consentito il confronto tra opinioni diverse circa le criticità ancora evidenti nella realizzazione di un campo in erba artificiale, chiarendo altresì ogni dubbio circa "favole metropolitane", ad esempio la tossicità per l'uomo dello zinco presente nel granulo da pneumatico, messe in circolo da qualcuno con deplorevoli intenti commerciali. Peraltro, come ha sottolineato in conclusione il Dott. Armeni della L.N.D., considerata l'ipotesi di omologare 250 campi all'anno a fronte del dato potenziale di 15.000 campi sull'intero territorio nazionale, sussistono tutte le condizioni perché la collaborazione tra i diversi produttori interessati (del manto, dei sottofondi e del granulo da intaso), gli enti locali e la stessa L.N.D., possa portare alle soluzioni più idonee dei problemi connessi allo sviluppo ed alla qualificazione del settore. Interesse alla collaborazione pienamente ricambiato dagli associati in Argo, come è stato possibile verificare nella recentissima assemblea, che ha raccolto positivamente l'invito proveniente dal Convegno di Torino nella prospettiva che il granulo di gomma da recycling trovi legittimazione quale materiale da intaso anche nel nostro Paese.
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