lavori pubblici
n. 18 gennaio - febbraio 2006
quota neve s.r.l. via Panizza 12 - 20144 Milano Sped. in abb. postale - 45% art.2 comma 20b legge 662/96 - Milano
lavori pubblici 8 9 12 16 18 22 27 28 30 32 34 36 38 39 40 41 42 43 44 46 47 48 49 50 52 54 55 58 60 62 65 66 67 70
Milano: prosegue con successo la pulizia dei graffiti F. P. Vandoni Il problema delle valanghe: alcune considerazioni E. Bassetti Econic: sicuro, economico, ecologico Transporter Caron Pneumatici Fuori Uso: il riciclaggio si fa strada Nuovo Mitsubishi Canter I veicoli ecologici scelgono SEP Signflash per passaggi pedonali sicuri Newtech: tecnologie a freddo per interventi in condizioni climatiche avverse La Provincia di Siena potenzia il proprio parco macchine F. P. Vandoni Ecopark, pavimentazioni antischock Salvadori Ga. Marchelli Orsi Zig-Zag per il taglio attorno ai tronchi e non solo Gh. Marchelli Uno Skate Park per il Comune di Cantù Gh. Marchelli Epoke Capella XII Congresso Internazionale AIPCR della Viabilità Invernale a Torino e Sestriere Mercedes-Benz Unimog protagonista alla Dakar 2006 Tagliaerba Hymach anche su terne Gaia al SEP 2006 Garnero per le manifestazioni sportive Torino 2006 Daily Gold Metal Tecnopavimentazioni: ulteriori servizi per i clienti Spazzatrice aeroportuale Schmidt AS 900 per Torino Instamak Italia cambia nome in Insta service Ferri SKI: raiber destro e sinistro in un unico attrezzo Gh. Marchelli La nuova gamma Bruni per il taglio di erba lungo le banchine stradali Osio riconferma la tecnologia Natural Paviment per estetica e sicurezza M. Della Puppa Dalla Svezia il portattrezzi anfibio Truxor Modulo antincendio Molinari su Unimog U 5000 Giochisport a Gorgonzola Ga. Marchelli Nuovo spargisale Morselli e Maccaferri Inox SPR-9000 Groundhog JCB F. P. Vandoni Giletta rivoluziona il suo settore verniciatura Impatto ambientale dei sali anticongelanti corrosivi D. M. Murray Il Grande Raccordo Anulare si colora di verde
Lavori Pubblici viene inviata in tutta Italia a: - Uffici Tecnici di tutti i Comuni, le Province, le Regioni e le Comunità Montane - Società di gestione strade e autostrade - Aziende municipalizzate, di multiservizi e raccolta rifiuti - Aziende di trasporto urbano - Ditte appaltatrici di lavori pubblici - Parchi nazionali e regionali - Protezione Civile - Consorzi di bonifica - Aeroporti, Porti - Enti, Aziende e Comunità di grande dimensione (fiere, golf, parchi divertimento…) - Ditte produttrici e commerciali italiane ed estere nei settori di intervento della rivista - Personalità di settore italiane ed estere 4
n. 18 gennaio - febbraio 2006
In copertina: DaimlerChrysler Italia S.p.A. Settore Unimog - Econic Via G. V. Bona, 110 00156 Roma Tel. +39 06 41442043 Fax +39 06 41442819 www.unimog.it
Direttore responsabile: dott. Giorgio Marchelli Direttore esecutivo: dott. ing. Gherardo Marchelli Redazione: dott. Giorgia Marchelli dott. arch. Viviana Patscheider Francesco Piero Vandoni Segreteria di redazione: Domenica Stefani Editore: quota neve s.r.l. Direzione, amministrazione, pubblicità: Via Panizza 12 - 20144 Milano Tel. +39 02 4983120 Fax +39 02 4985157 E-mail: lavoripubblici@quotaneve.it Stampa: Ottavio Capriolo Via Arc. Calabiana 6 - 20139 Milano Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 577 in data 14-10-2002 Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano Abbonamenti annui: Italia euro 30,00 Estero euro 40,00 i versamenti possono essere effettuati a mezzo assegno o c/c postale n. 26647206 intestato a: quota neve s.r.l.: - via Panizza 12 - 20144 Milano Una copia euro 5,00
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
IGIENE URBANA
Milano: prosegue con successo la pulizia dei graffiti FRANCESCO VANDONI
2
1
Continua, per il quinto anno consecutivo, il servizio offerto da Amsa, municipalizzata del Comune di Milano, per la rimozione di graffiti e la pulizia di facciate (Lavori Pubblici n. 10 settembre - ottobre 2004). Nel corso dell’anno 2005 sono stati puliti oltre 30.000 m 2 di facciate di stabili di proprietà privata, ai quali devono essere sommati i trattamenti effettuati su immobili di proprietà comunale. Questa pulizia ha reso, purtroppo, ancora più evidente la bruttezza delle facciate degli edifici non ancora puliti rispetto al gradevole aspetto di quelli ripuliti e protetti. Per questo motivo numerosi e accorati appelli sono costantemente rivolti dagli amministratori della città ai proprietari degli edifici perché, considerato anche il contenuto costo proposto, si rivolgano all’Amsa per l’esecuzione del servizio. Particolarmente apprezzata è, inoltre, risultata l’offerta di un contratto di manutenzione che garantisce il mantenimento del grado di pulizia per cinque anni, in modo da scoraggiare i vandali dal porre in essere nuovi tentativi di imbrattamento. Il servizio è stato giudicato favorevolmente anche per la delicatezza dell’intervento che rispetta la naturale composizione della pietra, non utilizza materiali pericolosi né tossici e non crea fastidiose distonie 8
cromatiche. Apposite apparecchiature, fornite dalla Dekos di Arosio (CO), spruzzano a bassa pressione una soluzione di bicarbonato di sodio Solvay che rimuove ogni traccia di sporco e vernice senza sensibile abrasione del supporto. Il geometra Mauro Chiesa, tecnico della Dekos, ci ha fatto visitare alcuni significativi interventi effettuati dai tecnici Amsa su edifici di particolare pregio storico e artistico. Ha anche sottolineato come la fattiva collaborazione tra Amsa, Sopraintendenza e Comune abbia consentito, sotto la guida di un esperto restauratore monumentale, di riportare all’originario grado di pulizia le colonne e i capitelli del colonnato di Piazza del Duomo. Abbiamo inoltre potuto vedere in azione una squadra dell’Amsa addetta alla cancellazione delle scritte. Con grande rapidità, da un furgone è stata scaricata l’attrezzatura necessaria per delimitare la zona interessata dall’intervento e, collegata l’apparecchiatura a un motocompressore Atlas Copco da 4.500 m3/h, in pochi minuti la squadra è stata in grado di iniziare le operazioni di pulizia. Il getto di bicarbonato in pochi secondi ha rimosso la scritta vandalica senza abradere il rivestimen- 3
to e senza lasciare sgradevoli aloni. A questo punto i tecnici hanno applicato un prodotto protettivo che permette di cancellare eventuali nuove scritte con semplice acqua calda. Il geometra Chiesa ha infine precisato che dopo la scelta di Amsa cinque anni fa, il sistema viene oggi utilizzato in altre città italiane ed europee, anche di piccole dimensioni. Significativi interventi sono stati eseguiti a Roma (Palazzo Madama), dalla Provincia di Ancona, dal Comune di Caserta, a Macerata... 1. 2. Capitelli del colonnato di Piazza del Duomo a Milano, prima e dopo l’intervento Dekos 3. Fase di pulizia di un pilastro sempre in Piazza del Duomo a Milano
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
VALANGHE
Il problema delle valanghe: alcune considerazioni ERNESTO BASSETTI Uno dei principali rischi naturali che interessano l’arco alpino durante l’inverno è quello delle valanghe. Eventi nivometerologici estremi ed in particolare le valanghe catastrofiche che hanno colpito negli ultimi anni alcuni paesi dell’arco alpino pongono seri motivi di riflessione. Le valanghe più grosse possono interessare i fondovalle e possono causare seri disastri sulle vie di comunicazione, nelle aree antropizzate tra cui paesi e comprensori sciistici, mietendo vittime, procurando feriti e soprattutto ingenti danni economici e di immagine. Dobbiamo inoltre considerare che il territorio alpino costituisce la zona montana più densamente popolata del mondo: infatti, oltre alla popolazione residente, più di 120 milioni di persone all’anno frequentano le località turistiche con un turnover molto spinto e concentrato prevalentemente nella stagione invernale, costituendo un patrimonio economico molto importante e quindi da tutelare. Per proteggere dalle valanghe queste zone densamente popolate, negli ultimi decenni si sono sviluppati numerosi sistemi di difesa preventiva basati sulla previsione del pericolo, sull’ap-
plicazione di misure di sicurezza e sulla realizzazione di opere di difesa. In questi ultimi anni è poi iniziato un veloce cambiamento di pensiero dovuto ai miglioramenti della tecnica e ad alcuni mutamenti legislativi molto importanti e innovativi che hanno permesso il rapido sviluppo di nuove soluzioni nel campo della prevenzione e della protezione. Ci riferiamo in particolare allo svilup-
Gazex ad Arabba (BL)
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
po anche in Italia dei sistemi di distacco programmato di valanghe come valide alternative alle classiche opere fisse, attive (ad esempio reti e barriere fermaneve) e passive (gallerie, dighe di contenimento...). Infatti l’impiego sempre più frequente di questi sistemi all’interno dei comprensori sciistici permette di trarre qualche considerazione al fine di valutare l’opportunità di allargare queste metodologie anche ad altri settori, come quello dei trasporti e delle vie di comunicazione, come avviene da parecchio tempo in molti paesi al mondo. Una spinta importante a favore di questo tipo di soluzioni dovrebbe essere inoltre data dalla sempre più difficile ricerca di fondi per realizzare le opere fisse che sono per loro natura molto più costose e impattanti dal punto di vista ambientale: in anni di sempre maggiori ristrettezze economiche, la possibilità di studiare valide alternative - magari anche solo temporanee - dovrebbe essere presa in più seria considerazione dai responsabili e dai decisori locali al fine di garantire una sempre maggior sicurezza per la popolazione.
9
Ma in che cosa consiste il distacco programmato di valanghe e quali sono in realtà le ragioni che farebbero propendere per questa soluzione, da sempre considerata in Italia come troppo sportiva? Il distacco programmato di valanghe consiste in un intervento volontario (generalmente un’esplosione) capace di creare al momento voluto elevati sovraccarichi temporanei sul manto nevoso, sufficienti a provocare il distacco di piccole masse nevose con anticipo sul fenomeno spontaneo, evitando così che le valanghe assumano dimensioni tali da provocare danni alle cose o alle persone che si intende proteggere. Il distacco programmato permette quindi di scegliere, all’interno dell’episodio nevoso, il momento ideale per l’intervento, predisponendo tempestivamente lo sgombero di tutte le superfici potenzialmente a rischio. Di norma si devono prendere identiche misure di sicurezza ogni volta che si presuma la possibilità di un distacco spontaneo, ma invece di interdire una zona a tempo indeterminato, con un intervento di distacco programmato, l’interdizione si limita al periodo intercorrente tra l’accertamento della situazione di pericolo e l’intervento con esito positivo, cioè con il verificarsi del fenomeno valanghivo provocato e quindi controllato. A ciò si aggiunga che, una volta verificatosi il distacco provocato artificialmente, si ha la certezza che non sussistono più condizioni di pericolo latente sino al ripetersi di un nuovo episodio nevoso (o all’accumularsi di altre masse nevose instabili durante un episodio nevoso prolungato o per effetto di deposito eolico). Ma come è possibile ottenere il distacco programmato di valanghe ?
tezione non solo di impianti di risalita e piste di sci, ma anche di villaggi, strade, ferrovie e persino miniere; nel mondo sono stati realizzati oltre 1.400 impianti in 15 paesi diversi. L’impianto consiste in un deposito posto in zona protetta che ospita gli strumenti di dosaggio dei gas (propano e ossigeno) che miscelati innescano l’esplosione, e da uno o più esploditori (fino a 10) situati a monte di zone valanghive e collegati al deposito con tubature in polietilene normalmente interrate. Esistono due versioni di esploditori, scelte in base al tipo di terreno: se è roccioso e compatto, si utilizzerà la versione standard; nel caso in cui il terreno sia friabile o la roccia non compatta, verrà installato quello inerziale. Un’ulteriore alternativa disponibile è il Gazex Autonomo collegato ad un mini-deposito posto appena sopra l’esploditore. Il metodo di comando radio del sistema permette inoltre di controllare e comandare l’impianto a distanza nella massima situazione di sicurezza per l’operatore, che può così intervenire con qualsiasi condizione meteo e a qualunque ora. Il personal computer da' inoltre indicazioni circa i circuiti di sicurezza e fornisce alla base i dati meteorologici rilevati in quota al deposito. L’impianto è fornito di un sismografo, posizionato sotto il pavimento del deposito, capace di registrare i segnali di avvenuto distacco fino a 4.000 metri di distanza, indicando sul personal computer il risultato dei tiri e di conseguenza la messa in sicurezza del pendio. Oltre ai vantaggi tipici del concetto di distacco programmato di valanghe, il sistema Gazex offre in aggiunta molti
vantaggi di importanza considerevole: - nessuna difficoltà - neanche legislativa - per lo stoccaggio delle bombole di gas, salvo il rispetto delle misure di sicurezza previste per questi tipi di deposito; i gas possono essere conservati per periodi di tempo indefiniti, senza sprechi per necessità di distruzione di esplosivi invecchiati in deposito - nessuna manipolazione di sostanze esplodenti che possono essere anche pericolose specie in ambienti freddi e umidi, quasi sempre in montagna di inverno - nessun rischio per colpo inesploso perché, in caso di mancata esplosione, i gas si disperdono nell’atmosfera, mentre nel caso degli esplosivi tradizionali occorre recuperare e riarmare una carica innescata o distruggerla - attivazione a distanza, da posizione sicura, del sistema, che può essere composto anche da più esploditori e depositi attivabili tutti dalla stessa centrale di controllo - nessun inquinamento ambientale per residui carboniosi della combustione, tipici dell’esplosivo tradizionale. Altre due importanti caratteristiche del sistema Gazex sono l’economicità (da 6 a 17 euro per tiro) e la sostenibilità ambientale: infatti l’esplosione non produce né fumo, né gas ma solamente anidride carbonica e vapore acqueo, integrandosi perfettamente nella natura, tanto da essere stato scelto come sistema di protezione dalle valanghe all’interno di numerosi parchi nel mondo. Per pura conoscenza possiamo citare alcune fra le principali installazioni realizzate a protezione di importanti
Il sistema Gazex Uno dei sistemi più utilizzati nel mondo è il Gazex, nato nel lontano 1988, prodotto dalla società francese TAS (Gruppo Montagne & Neige Dévéloppement) e importato in Italia da Obiettivo Neve. Il principio del Gazex è molto semplice: ottenere, tramite una miscela di gas, una detonazione di potenza tale da creare un’onda di choc al di sopra del manto nevoso nel punto in cui si prevede possa staccarsi una valanga. La soluzione Gazex è stata scelta da oltre 500 clienti nel mondo a proGazex Autonomo all'Alpe d'Huez 10
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
da al momento voluto, cioè poco sopra il manto nevoso. Una volta esploso il primo pallone, il sistema, comandato via radio dall’elicottero, riposiziona tramite rotazione il pallone successivo pronto per un’altra esplosione. Il peso del cilindro è di circa 650 kg, incluse le bombole dei gas, il diametro di 1,2 metri e l’altezza di 2,60 metri. Questo sistema si pone sul mercato come strumento complementare al Gazex. Presenta l’inconveniente di essere vincolato all’impiego dell’elicottero che spesso risulta tardivo in quanto disponibile solo in condizioni di bel tempo e quindi al termine della nevicata, rischiando il distacco di valanghe troppo grandi e pericolose dall’effetto spesso sconosciuto. Per contro permette di effettuare dei test e di intervenire in zone non ancora protette.
1
2
vie di comunicazione: in Francia il Tunnel del Monte Bianco, le strade nazionali di Bonneval, Les Arcs, Vallorcine, Champagne en Vanoise, Flaine, Isola 2000, Menuires, Bourg en Oisans, il Tunnel di Biella; in Spagna il Tunnel di Sonport; In Canada Kootenay Pass e Duffey Lake Pass; in USA Teton Pass, Echo Summit Pass; in Austria la strada di Loser e in Svizzera quella di Lusin. In Italia anche alcuni villaggi sono protetti dal sistema Gazex: Limone Piemonte e Rhêmes Notre Dame in Valle d’Aosta.
mini-cilindri può ruotare in modo da portare il primo pallone da gonfiare all’interno di una gabbia conica che lo protegge dal vento durante la fase di gonfiaggio e che permette che esplo-
Per concludere, possiamo dire che oggi la tecnica finalmente ci consegna alcune soluzioni che presentano indubbi vantaggi: non sono di certo la panacea a tutte le problematiche ma in qualche circostanza possono rivelarsi interessanti ed economicamente molto vantaggiose.
L’Avalanche Blast Rimanendo nell’ambito del distacco programmato di valanghe, una novità assoluta è rappresentata dal nuovo sistema elitrasportato Avalanche Blast, anch’esso prodotto da TAS: si tratta di una struttura cilindrica appesa ad un cavo di 25 metri trasportato da un elicottero e contenente, nella parte rivolta verso la neve, 11 minicilindri con all’interno altrettanti palloni in latex opportunamente piegati e pronti a essere gonfiati da una miscela di gas di ossigeno e idrogeno. La struttura meccanica che contiene i 1. Gonfiaggio del pallone dell'Avalanche Blast 2. Elicottero nella zona d'intervento con il pallone già gonfio Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
11
IGIENE URBANA
Econic: sicuro, economico, ecologico
1
2
mico per emissioni e consumi in tutte le motorizzazioni diesel Euro 4 e, in particolare, nella versione alimentata a gas metano, anche molto silenziosa. Il motore NGT rappresenta, inoltre, una importante arma contro le sfide quotidiane del caro petrolio e della salvaguardia dell’ambiente: l’utilizzo
Ogni italiano produce in un anno circa 462 kg di rifiuti, per un totale nazionale di 26.000.000 di tonnellate. Questo il campo di azione delle aziende dedicate alle così dette "public utilities", che in Italia sono circa 1.000. Econic è l’unico veicolo appositamente studiato per la realizzazione di mezzi specifici per la raccolta dei rifiuti: offre le soluzioni più adatte ad ogni esigenza. Sicuro sempre, grazie alla tecnologia Mercedes-Benz; ecologico ed econo-
dei combustibili fossili infatti è al momento l’unica valida alternativa percorribile all’elevato costo del petrolio, anche in considerazione del fatto che il picco di produzione massima mondiale dell’oro nero, cioè il livello oltre il quale risultano antieconomici ulteriori interventi e la produ-
3
NUOVI MODELLI DIESEL EURO 4 1824 4
1. Flotta di Econic 2. Econic a tre assi, con guida a destra e compattatore a caricamento posteriore 3. Interno della cabina a tre posti operatore oltre l'autista 4. Maniglione per agevolare l'ingresso 12
2 assi
1829 1833 2629
3 assi 2633
175 kw (238 cv) 210 kw (286 cv) 240 kw (326 cv) 210 kw (286 cv) 240 kw (326 cv)
GAS METANO
1828
205 kw (279 cv)
2628
205 kw (279 cv)
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
1
2
1. Ampi vani portaoggetti 2. Tenda parasole, in unico pezzo, avvolgibile elettronicamente 3. Serbatoi in acciaio per alimentazione a gas naturale 4. Rivestimenti antiscivolo per sicurezza operatore 5. Nuovo volante da 450 mm 6. Indicatore AdBlue per motori Euro 4 7. Autotelaio a 2 assi 8. Econic a 3 assi con allestimento e compattatore a carico laterale Mazzocchia
3
rama dei veicoli speciali per le sue caratteristiche uniche che lo rendono davvero straordinario. Recentemente sono state realizzate delle modifiche per ottimizzare al meglio il confort e la sicurezza degli operatori. La cabina, omologata per 4 posti totali, viene fornita a richiesta con 3 sedili passeggero con poggiatesta integrato. Nei veicoli a motore Euro 4 sul cru- 4 scotto è stato inserito un nuovo indi- Il pavimento, come pure il gradino di catore colorato del livello di carburan- ingresso, sono dotati di un nuovo te AdBlue nel serbatoio. rivestimento antiscivolo e tutti gli Sempre internamente, un nuovo interni sono realizzati in materiali facivolante da 450 mm, 4 pratici conteni- li da pulire. tori e il parasole avvolgibile elettrica- Infine, un nuovo maniglione d’appogmente in un unico pezzo aiutano il gio rende la salita e la discesa ancoguidatore durante i viaggi. ra più agevoli.
zione conseguentemente cala in maniera irreversibile, viene stimato dagli esperti più ottimisti nel 2030. Il motore a gas naturale Econic, rispetto ai moderni diesel, emette fino all’80% in meno di idrocarburi e ossidi d’azoto, fino al 50% in meno di monossido di carbonio e non rilascia particolato e biossido di zolfo: con queste caratteristiche risponde perfettamente non solo ai dettami Euro 4, ma anche agli standard più esigenti d’emissione Eev (Enhanced Enviromentalfriendly Vehicles). Il gas naturale, inoltre, brucia più dolcemente rispetto ad un normale combustibile liquido e rende il propulsore molto più silenzioso, assicurando al tempo stesso una considerevole durata. Econic è tradizionalmente leader nei mercati internazionali particolarmente attenti alle questioni ambientali e alle problematiche legate alla sicurezza come Inghilterra, Germania e Svezia; negli ultimi anni, però, la sua penetrazione nei mercati di Francia, Spagna e Italia si sta facendo decisamente sentire. Sicuramente Econic spicca nel pano5
6
8
7 14
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
PORTATTREZZI
Transporter Caron La società Caron di Pianezze (VI) può contare su oltre 40 anni di esperienza maturata nel settore dei veicoli da trasporto fuoristrada. Fondata all’inizio degli anni '60, dispone attualmente di una struttura produttiva di oltre 13.000 m2, di cui 6.000 coperti, adibiti ad officina di produzione, uffici commerciali e tecnici, magazzino ricambi, deposito ed esposizione. Nata con lo scopo di produrre speciali pianali di carico per falciatrici e motocoltivatori, già a partire dalla fine degli anni '60 l’azienda si focalizza sulla produzione dei transporter, che, insieme alle moto-agricole, fanno di Caron uno dei maggiori costruttori del settore, in grado di offrire la più vasta gamma di tali prodotti presente sul mercato. Grazie ad una particolare attenzione all’innovazione del prodotto e alla collaborazione con ditte italiane ed estere, Caron è oggi in grado di applicare
16
un’adeguata tecnologia anche per la produzione di veicoli speciali e di soddisfare le più sofisticate richieste del mercato. Attraverso una sviluppata rete di rivenditori ed importatori, i prodotti Caron vengono distribuiti in tutta Italia ed in Europa, in particolare nelle regioni transalpine e nella penisola Iberica. Negli ultimi anni la società ha visto un particolare incremento anche nelle vendite a livello extra europeo, come dimostrano le recenti forniture in Israele, Turchia... I clienti possono scegliere tra un’ampia gamma di veicoli con potenze da 26 a 100 CV e portate da 2.000 a 6.000 kg. I mezzi variano in base alle esigenze, dalla versione ad uno o due posti a quella a ruote sterzanti o articolate. Come accennato in precedenza, particolare attenzione è prestata alla produzione dei transporter, nati dalla semplice idea di trasportare il carico anziché trainarlo. Principalmente apprezzati
nelle zone alpine, i vantaggi rispetto al trattore tradizionale vanno dalla compattezza e maneggevolezza alla migliore trazione e stabilità anche sui terreni più ripidi, grazie alla perfetta distribuzione dei pesi sugli assi. Con l’evolvere delle richieste da parte del settore industriale, agricolo e quello municipale, Caron ha saputo adattare i propri prodotti alle più diverse esigenze, dando origine a veicoli multifunzionali che trovano impiego anche nel servizio stradale e cantieristico, nella manutenzione forestale e nel servizio antincendio. L’ampia gamma di marce, con velocità da 1 fino a 40 km/h, fanno del transporter il veicolo ideale per lavori fuoristrada in qualsiasi condizione di terreno e, grazie allo snodo centrale nel telaio, l’aderenza delle 4 ruote è costante. Tutti i transporter vengono forniti con cassone ribaltabile trilaterale e, in base ai modelli, sono disponibili anche distributori idraulici e prese di forza centrali e posteriori. Il telaio con attacchi universali a 4 punti permette inoltre il montaggio di diverse attrezzature con peso fino a 6 tonnellate, assicurando la versatilità del mezzo ed un alto rendimento durante tutto l’arco dell’anno. Tutti i veicoli Caron nascono da una filosofia che, oltre a porre la massima
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
cura nell’allestimento finale, parte da una progettazione specifica dei cambi e degli assali, al fine di ottenere elevate prestazioni ed affidabilità. Proprio per tali motivi, Caron è stato tra i primi costruttori ad ottenere l’Omologazione Europea, ed ora dispone della più ampia gamma in offerta sul mercato di veicoli omologati come trattrici agricole o come macchine operatrici (per cui conducibili con patente B) con capacità di carico. Le serie AR e ST, rispettivamente la versione articolata e quella a ruote sterzanti, sono state progettate ponendo particolare attenzione alla sicurezza e alla qualità del lavoro, come dimostrano l’arco di protezione anteriore intercambiabile con la semicabina omologata, il sedile comfort, i motori insonorizzati... Le dimensioni compatte (larghezze da 124 a 160 cm), la frenatura integrale a doppio circuito, le 4 ruote motrici con disinnesto
della trazione anteriore e il bloccaggio del differenziale posteriore permettono all’operatore di lavorare nella massima sicurezza anche nelle condizioni più critiche. Il tutto unito ad un’ampia gamma di velocità data dai cambi a 18 o 24 marce sincronizzati, che permettono di raggiungere una velocità massima di 40 km/h. In base ai modelli, vengono forniti motori a 2, 3 o 4 cilindri con potenza da 25 a 62 CV, mentre i pesi complessivi omologati sono di 3.500 e di 4.400 kg. La serie 800 si contraddistingue per l’elevato confort, dato dalla cabina a due posti insonorizzata e montata su ammortizzatori idraulici e silentblocs. Grazie alla possibilità di avere prese di forza centrali (con frizione idraulica indipendente) e posteriori, e distributori idraulici con innesti davanti e dietro la cabina, questo transporter viene ampiamente utilizzato in diversi campi, dall’agricolo all’edile, a quello comuna-
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
le. La serie 800 è disponibile anche con omologazione macchina operatrice con peso complessivo di 4.500 kg. Un ruolo fondamentale nella produzione Caron viene giocato dalla serie 900, protagonista nel mercato dei grandi transporter, grazie alle elevate potenzialità e ad un peso complessivo omologato di 8.040 kg e peso trainabile non frenato di 2.000 kg. L’elevata potenza del motore viene abbinata ad una frenatura integrale con sistema miniservo, trazione integrale con disinnesto elettroidraulico della trazione integrale e cambio sincronizzato con un totale di 36 velocità (riduttore ed Hi-Low). La cabina, completamente insonorizzata e montata su sospensioni, garantisce il massimo comfort e l’annullamento del rollio sulle pendenze. Ottima versatilità è data dalle prese di forza indipendenti a due velocità e dalle diverse versioni di larghezza e passi.
17
RICICLAGGIO
Pneumatici Fuori Uso: il riciclaggio si fa strada Sono sempre di più le industrie che scoprono le materie prime derivanti dal riciclaggio degli Pneumatici Fuori Uso e che, per la loro qualità e convenienza, le utilizzano in applicazioni innovative Il Consorzio Argo è un’associazione di sostenere e vincere la sfida più nazionale e volontaria fondata nel 1996 grande: l’azzeramento degli pneumache raggruppa le principali aziende ita- tici fuori uso smaltiti in discarica. liane operanti nel settore del recupero Gli operatori della filiera sono ben degli pneumatici fuori uso. L’obiettivo distribuiti sul territorio nazionale e principale dell’associazione è la promo- comprendono centri di raccolta e tratzione del recupero e del riutilizzo dei tamento, cementifici, impianti di proPFU come strumento sostenibile e duzione di energia elettrica. competitivo, ed in quanto principale Le aziende associate effettuano il mezzo per sottrarli alla discarica. trattamento degli pneumatici fuori uso Ogni anno, infatti, sono circa 25 milioni ricavandone: combustibile per cegli pneumatici fuori uso che necessita- menterie (TDF), materie prime seconno di essere smaltiti; per renderci darie (granulati e polverino di gomconto dell’entità del problema, tale ma) e manufatti in gomma. quantità in peso rappresenta circa 350 Per quanto riguarda la produzione di mila tonnellate ed occupa un volume di manufatti in gomma, il Consorzio circa 2,7 milioni di metri cubi, l’equiva- Argo raggruppa aziende che produlente di un grattacielo di 250 metri. cono una vastissima gamma di Attualmente il Consorzio Argo racco- oggetti ricavati dall’utilizzo degli glie l’adesione di 19 aziende italiane pneumatici usati. Questi manufatti impegnate in diversi modi nell’intento vengono utilizzati in molti aspetti
della vita quotidiana contribuendo in modo concreto ed efficace a ridurre l’accumulo in discarica dei PFU e sensibilizzando l’opinione pubblica ad acquisti ecologicamente sostenibili ed eticamente corretti. L’attività del Consorzio si esplica principalmente nell’elaborazione e diffusione agli associati ed a tutti coloro che si avvicinino alla crescente realtà del settore del recupero, i dati, le informazioni, gli aggiornamenti di carattere tecnico, normativo ed operativo, necessari a che tutti gli operatori della filiera siano messi in grado di svolgere le proprie attività nel rispetto delle leggi vigenti e con metodologie tecniche che si avvalgano delle innovazioni più appropriate. L’associazione si pone per i suoi membri come un saldo punto di riferimento, favorendo l’attività di cooperazione tra le varie aziende del settore nei suoi diversi livelli di operatività in Il Ciclo del Pneumatico
18
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
Cordoli stradali
modo da ottimizzare i flussi di PFU verso le piattaforme di trattamento più vicine, al fine di incentivare e favorire il loro riutilizzo. Questo capillare lavoro di promozione, informazione e coordinazione di una fitta rete di relazioni, viene espresso ed è visibile attraverso la promozione di progetti e proposte mirate, quali organizzazione di conferenze ed incontri per lo scambio di esperienze tra gli operatori del settore e gli altri soggetti della filiera, che vengono sottoposti alla pubblica amministrazione per orientarne le metodologie che garantiscono a questo settore, ormai in pieno sviluppo e con un grosso potenziale autopropulsivo, un’accelerazione di fatto significativa e positiva per tutti. Per quello che concerne il panorama internazionale, il Consorzio Argo è associato ad ETRA (European Tyre Recycling Association), associazione fondata nel 1994 che, con i suoi circa 250 membri ed organizzazioni affiliate in ogni stato membro, rappresenta a livello europeo ed internazionale il settore del riciclaggio di pneumatici fuori uso, ed è riconosciuta dalla Commissione Europea e dalla Convenzione di Basilea. Come ogni anno, anche nel 2006, dal 23 al 25 marzo, ETRA organizza a
Dissuasori 20
Aree giochi
Bruxelles la propria conferenza annuale, per presentare ad interessati, aziende e personalità dei vari settori coinvolti, come pure alle Pubbliche Amministrazioni, le più significative esperienze ed un’ampia gamma di materie prime ottenute dal riciclaggio dei PFU, che può essere utilizzata in edilizia, nella costruzione di strade e nelle più svariate applicazioni sfruttabili in ambito urbano. Nello specifico il Consorzio Argo: - rappresenta presso le istituzioni pubbliche gli operatori privati e le aziende associate al Consorzio; - diffonde ai consorziati le informazioni di carattere tecnico, normativo ed operativo, affinché le aziende rappresentate siano in grado di operare nel rispetto delle leggi vigenti e con le modalità tecniche più idonee; - elabora proposte da sottoporre alla pubblica amministrazione, finalizzate alla definizione, nell’ambito della filiera, di strategie e metodologie di gestione di raccolta e di sbocco dei flussi di pneumatici nell’intento di promuovere ed incrementare la percentuale di riciclaggio con l’obiettivo di azzerare il conferimento in discarica; - partecipa annualmente alla redazione del censimento sul recupero degli pneumatici usati; - elabora e diffonde tra gli associati
dati e studi di settore; - promuove la cooperazione tra le aziende del settore, in modo da ottimizzare i flussi di pneumatici verso le piattaforme di trattamento più vicine; - promuove la cooperazione tra le aziende del settore, in modo da favorire, per prodotti qualitativamente idonei, il raggiungimento di sbocchi di mercato sostenibili; - organizza seminari di carattere tecnico e scientifico. Il Consorzio Argo è impegnato, inoltre, su vari fronti di grande attualità e importanza. • Ha seguito da vicino l’emanazione del D.M. 203/2003, che obbliga le Pubbliche Amministrazioni a far rientrare nei propri acquisti una quota di materiali e prodotti in gomma riciclata. Il GPP (Green Public Producement) è un sistema di acquisti di prodotti e servizi ambientalmente preferibili, cioè prodotti che hanno un minore o ridotto effetto sulla salute dell’uomo e sull’ambiente rispetto ad altri prodotti utilizzati per lo stesso scopo. A livello internazionale, numerose sono le iniziative di GPP dei Paesi aderenti all’OCDE (Organisation puor la cooperation et le development economique) legate, in particolare, al raggiungimento dell’obiettivo della riduzione
Passerelle per spiaggia Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
Campi da calcio
dei rifiuti. Una politica di acquisti verdi può dare un grande contributo agli obiettivi di riduzione della produzione dei rifiuti e dell’aumento della quota avviata a riciclo e/o a recupero energetico, in quanto gli acquisti che la P.A. effettua riguardano un ampio ventaglio di manufatti e beni. Gli studi effettuati hanno dimostrato inoltre che scegliere sulla base dell’analisi del ciclo di vita di prodotti a minor impatto ambientale, comporta una diminuzione dei costi di elettricità, di emissioni, di produzione dei rifiuti... Con il Decreto 8 maggio 2003 n. 203 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ha individuato regole e definizioni affinché le Regioni adottino disposizioni, destinata agli enti pubblici e alle società a prevalente carattere pubblico, anche di gestione dei servizi, che garantiscano che manufatti e beni realizzati con materiale riciclato coprano almeno il 30% del fabbisogno annuale. Gli enti locali, trasferendo la loro capacità d’acquisto su prodotti a impatto ambientale ridotto ed includendo i criteri ambientali nelle procedure d’acquisto, hanno quindi la possibilità concreta di orientare il mercato così da ridurre gli impatti sull’ambiente delle proprie attività. • Ha contribuito alla redazione della Circolare Ministeriale 19 Luglio 2005, in cui sono individuati i materiali riciclati e i prodotti derivati da materiale riciclato. A tale proposito, Argo si sta ora attivando per la predisposizione di una procedura per l’iscrizione in un apposito Repertorio del riciclaggio di manufatti e beni ottenuti con materiale riciclato da parte delle aziende della filiera del riciclaggio pneumatici e gomma. • Si impegna attivamente ad uno dei temi più discussi del momento: l’utilizzo del granulato di gomma riciclata per l’intaso dell’erba sintetica nei campi da calcio. L’entrata in vigore del sintetico è pre-
Erba sintetica
vista in via ufficiale per la prossima stagione calcistica (2005/2006). La novità in questione è vista di buon occhio dalla presidenza della Uefa, soprattutto per quello che riguarda le possibilità di gioco in condizioni precarie e la notevole riduzione dei costi di manutenzione dei campi da giuoco così concepiti. La pianificazione delle leggi ambientali ha privilegiato, in questi ultimi anni, il recupero dei materiali. Secondo il Consorzio Argo, nel campo del recupero degli pneumatici fuori uso, l’esperienza dei campi in erba sintetica di ultima generazione rappresenta una sfida per la sostenibilità ambientale. Quella dell’erba sintetica potrebbe realmente rappresentare la svolta epocale per il mondo del calcio e soprattutto per il rispetto dell’ambiente. Esistono in Italia 10.000 campi
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
sintetici per società dilettantistiche e ormai anche nell’ambito del professionismo la strada è segnata da questa scelta. In più, se si pensa al risparmio energetico che si potrebbe avere utilizzando la gomma già esistente e ricavata dagli pneumatici fuori uso (che ogni anno nel nostro paese sono circa 300mila tonnellate) al posto di produrre ex novo della gomma per intasamento, visto e considerato che dal 2006 sarà proibito conferire in discarica pneumatici sia interi che triturati, non si può non guardare con interesse all’avvento dell’erba sintetica nello sport mondiale. • Partecipa attivamente ai lavori di predisposizione degli Standard Europei relativi ai materiali ottenuti dal trattamento degli pneumatici fuori uso, ed al loro utilizzo in svariati campi di applicazione.
21
AUTOTELAI
Nuovo Mitsubishi Canter
Nella primavera del 2005, in occasione del Samoter di Verona per quanto riguarda l’Italia, è stato lanciato sul mercato europeo il nuovo Canter, un modello completamente rivisto della serie di autocarri leggeri che dal 1963 sta portando avanti una storia di successo. Giunto ora alla settima generazione, il Canter è costruito da oltre 25 anni in Europa, e nei suoi più di 40 anni ha visto la produzione di 3,2 milioni di mezzi, molti dei quali ancora oggi in uso, a cui ogni anno se ne aggiungono più di 120.000. Fu chiamato "Canter" per la sua particolare robustezza ed i suoi movimenti rapidi e scattanti come quelli di un cavallo: Canter è infatti una particolare andatura del cavallo. Mantenendo la propria peculiarità della tradizione legata alla continua innovazione, il Canter oggi è caratterizzato da notevoli miglioramenti in termini di affidabilità, funzionalità, efficienza, versatilità, sicurezza e comfort. In altre parole: tutto quello che il lavoro richiede! Oggi come oggi, il business è un argo-
22
mento molto serio. Solo chi è perfettamente attrezzato per il lavoro ha buone possibilità di successo. Quando bisogna raggiungere il massimo dell’efficienza, il nuovo Canter rappresenta la scelta ideale, potendosi adattare a tutte le esigenze e fornendo tutto ciò di cui c’è bisogno per raggiungere gli obiettivi prefissati. I veicoli Mitsubishi Trucks sono diffusi in tutto il mondo: per qualsiasi lavoro o applicazione, esiste il veicolo adatto. La gamma dei prodotti Canter è composta da autotelai cabinati con una M.T.T. da 3.5 t a 7.5 t, con sette lunghezze di passo, da 2.500 a 4.470 mm, quattro tipologie di cabine e due motori potenti ed economici. Per qualsiasi versione, il concetto di cabina avanzata ottimizza il volume di carico e mantiene le dimensioni del veicolo compatte. Pronunciando il nome Canter si pensa subito ad un mezzo adatto ai lavori più gravosi. Per raggiungere questi risultati i veicoli sono stati guidati su rocce e nel fango, su strade ghiacciate in Scandinavia, attraverso i deserti in Africa e su stra-
de sconnesse in Asia. Tutto questo per poter offrire quello di cui c’è bisogno: robustezza e sicurezza. Un autocarro a suo agio nel muoversi con un pesante carico sulle peggiori strade del mondo, ma che possiede, allo stesso tempo, tutti i requisti indispensabili per il lavoro. Un mezzo con una struttura robusta e con componenti resistenti. Quindi con il miglior rapporto tra prezzo ed efficienza. Per migliorare sensibilmente la sicurezza del veicolo a cabina avanzata, il mezzo è stato approfonditamente studiato nei dettagli come parte del programma di ricerca sui crash test Mitsubishi. Grazie a questi studi, supportati da simulazioni al computer e ripetuti test, si sono potuti raggiungere notevoli miglioramenti. E i risultati sono ottimi: Realized Impact Safety Evolution (RISE). Un telaio del pianale di spessore maggiorato e un autotelaio rinforzato combinati con struttura delle porte ad incrocio parallelo: questo sistema di sicurezza passiva provvede al mantenimento di uno spazio di sopravviven-
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
za per gli occupanti in caso di collisione. Una protezione ulteriore è fornita dagli airbag per guidatore e passeggeri, e da cinture di sicurezza a 3 punti. Insieme al familiare sistema ABS con quattro freni a disco, per il nuovo Canter si ha la possibilità di aggiungere come optional il Power ABS (che include il Brake Assistant). Grazie a questo sistema si riduce considerevolmente lo spazio di frenata, anche a pieno carico. E’ supportato nel suo lavoro da un freno idraulico e da un freno motore di serie su tutti i modelli. La sicurezza attiva, tra dotazione standard e optionals, si avvale anche delle ruote gemellate posteriori che, abbinate ad un nuovo sistema di sospensioni, rendono il veicolo più stabile. Inoltre il Canter può contare su potenti fari fendinebbia, su un impianto di sbrinamento/antiappannamento ottimizzato, specchi retrovisori riscaldati e fari ad ampio raggio con impianto lavafari per un’eccellente visibilità su tutti i lati grazie al grande parabrezza ed ai cristalli laterali allungati verso il basso. E tanto altro per migliorare la sicurezza. Chiunque voglia ottenere molto da ogni km percorso ha bisogno di un team forte e sicuro, ma parco nei consumi. Ad esempio, due motori con una buona potenza, ma con consumi ridotti; un cambio efficiente con un’ampia varietà di rapporti al ponte. Questo permette di lavorare in condizioni estreme, ma mantenedo sempre bassi i costi operativi. Un altro vantaggio: tutti i principali punti di manutenzione sono facilmente rag-
24
giungibili direttamente dalla cabina. Il motore dei modelli da 3.5 t e da 5.5 t è un 2.977 di cilindrata, turbo diesel ad iniezione diretta con 125 CV (92 kW). Un motore potente, con una coppia massima di 294 Nm raggiunta facilmente a 1.800 giri/min. Questo rende la guida in città meno stressante, offrendo tutta la potenza che si desidera senza dover usare troppo il cambio, anche con la tentazione di farlo per godere la sua precisione ed il joystick integrato nella plancia centrale. Per i modelli da 6.0 t a 7.5 t il motore è di 3.907 di cilindrata turbo diesel ad iniezione diretta con 143 CV (105 kW). La coppia massima è di 412 Nm raggiunta a 1.600 giri/min. Tutti i motori sono Euro 3. Tutti i principali punti di manutenzione possono essere raggiunti direttamente dall’interno della cabina. In questo modo è possibile controllare facilmente i livelli dei liquidi, mentre il livello dell’olio motore può essere monitorato premendo un pulsante. Così vengono ridotti sia i costi che i tempi di manutenzione. Anche la sostituzione di alcune componenti può essere effettuato rapidamente grazie alla cabina ribaltabile che facilita l’accesso al motore. C’è una cosa che non cambierà mai del Canter: il suo ottimo rapporto qualità - prezzo, anche quando si trasportano carichi molto pesanti. Questo perché chiunque per professione è costretto a trasportare merci ha bisogno di un compagno di lavoro forte ed agile. Il nuovo Canter offre la possibilità di scegliere tra due tipologie di cabina senza rinunciare al comfort, per percorrere lunghe distanze senza fatica. La facilità d’uso è accentuata dalla presenza all’interno della cabina di punti di accesso che consentono di effettuare velocemente le operazioni di manutenzione. Nella cabina Standard le dimensioni esterne sono state ridotte al minimo, mentre quelle interne sono state ottimizzate per assicurare maggior comfort a guidatore e passeggeri. La
cabina Comfort riesce a combinare i concetti di agilità e spaziosità interna come solo un veicolo a cabina avanzata può offrire: senza il tunnel motore e senza il passaruota all’interno della cabina, con tanto spazio per 3 persone e con buona facilità di entrata ed uscita dal veicolo. Per aumentare il numero dei vantaggi offerti dal Canter c’è la versione a cabina doppia. Nella parte posteriore c’è posto fino a quattro persone. Entrare in cabina è facile grazie all’ampio angolo di apertura delle portiere. Il nuovo Canter cabina doppia è disponibile in due versioni, la versione standard e quella comfort, e per ogni classe di peso da 3.5 t a 7.5 t M.T.T. Il maggior comfort del nuovo Canter è determinato da numerosi particolari. La prima cosa che si nota è la facilità di entrata in cabina con il gradino basso e con l’angolo di apertura delle portiere molto ampio (78 gradi). L’assenza del passaruota interno e del tunnel motore aumenta sia la facilità di salita sul veicolo che gli spostamenti interni alla cabina. Il gradino anti-scivolo permette di raggiungere il sedile ergonomico Isringhausen senza problemi, all’interno di una cabina in grado di offrire tutto lo spazio di cui c’è bisogno grazie alle numerose possibilità di regolazione del sedile in base alla statura. Il volante, regolabile in altezza e inclinazione, ed il bracciolo permettono di trovare velocemente una posizione di guida ideale. Anche gli strumenti che controllano il riscaldamento, l’aria condizionata e le altre funzioni ausiliarie sono facilmente raggiungibili dal
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
conducente, rendendo la guida del Canter un gioco da ragazzi. Il cambio integrato nella plancia centrale, unico della sua categoria, rende l’uso della leva molto piacevole. Questo cambio ha la caratteristica di essere molto preciso e permette di inserire la giusta marcia velocemente e senza sforzo. La leva integrata nella plancia facilita gli spostamenti all’interno della cabina e consente di avere più spazio per i due passeggeri. Questo permette che sul Canter cabina doppia si possano accomodare fino a 7 persone. Una guida potente e silenziosa è in grado di offrire fino a 143 CV (105 kW) di potenza. Gli sforzi Mitsubishi si sono rivolti a migliorare l’insonorizzazione della cabina e ad offrire un design più aerodinamico e moderno. Le sospensioni con molle a balestra, insieme al sedile regolabile a sospensione meccanica modulabile, permettono di diminuire lo stress del lavoro quotidiano. Un potente sistema di ventilazione e di riscaldamento e, come optional, un ottimo impianto di aria condizionata assicurano sempre una piacevole temperatura all’interno della cabina. Per la cabina doppia è disponibile anche una bocchetta ausiliaria. Tanti sono gli accorgimenti per una maggior protezione dallo sporco. Maniglie delle portiere, gradini, foderine dei sedili, pianale: tutto sul nuovo Canter è adatto per il duro lavoro. Tutti i punti di manutenzione (livello dell’olio, liquido lavavetri, olio per freni) sono all’interno della cabina e facilmente controllabili. In più, gli spruzzatori lavacristallo sono integrati nelle spazzole tergicristallo per proteggerli dallo sporco e dal ghiaccio. E con l’impianto lavafari si ha tutta la luce necessaria per trovare la strada. Nella portiera, sul cruscotto, tra i sedili, sotto l’aletta parasole sono stati posizionati più vani portaoggetti con tanto spazio. Sul modello con cabina ci sono anche due spaziosi scomparti sotto la panca posteriore. L’eccellente visibilità su tutti i lati è
26
data dal grande parabrezza, cristalli laterali allungati verso il basso e grandi specchi retrovisori esterni con funzione di rotazione per l’impiego con allestimenti larghi, e da fari alogeni. Per una facilità d’uso, gli schienali anteriori singoli sono abbattibili, e la strumentazione è perfettamente leggibile. Offrendo più spazio per nuove idee grazie al concetto di cabina avanzata che garantisce una lunghezza carrozzabile maggiore o dimensioni del veicolo più compatte, il Canter vanta un diametro di volta tale da rendere il veicolo estremamente maneggevole. Altri punti di forza del nuovo Canter sono numerosi. Per i modelli da 7.5 t, è il leader della sua categoria per capacità di carico. Con una capacità di traino di 3.500 kg, è uno dei leader nella categoria da 3.5 t. La sua capacità di carico estremamente alta ed il telaio resistente alla torsione assicurano un buon livello di sicurezza a pieno carico. La lunghezza totale di un veicolo con passo 3.350 mm ed una lunghezza carrozzabile di 4.735 mm è di soli 6.440 mm. In sintesi, questo significa maggior manovrabilità senza dover sacrificare la lunghezza carrozzabile. Grazie a tutte queste caratteristiche, è evidente che il Canter si offre come la migliore base su cui costruire i più svariati tipi di allestimento, in tutti i settori di lavoro, con usi illimitati, dalle soluzioni per gli enti pubblici, a quelle per la distribuzione e il trasporto, dall’edilizia e cantieristica, fino al gardening, con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Chiunque effettui attività di trasporto, sia per aziende private che per enti pubblici e municipalizzate, oggi deve considerare ogni piccolo dettaglio economico: per qualsiasi acquisto, i costi del ciclo di vita devono essere minimi, mentre devono essere massimizzate le performance dei veicoli ogni giorno dell’anno. Svolgendo questi calcoli si notano innanzitutto i bassi costi d’acquisto e di operatività del Canter, e di seguito le performance e le capacità di carico del veicolo. Per rispondere a tutti i requisiti Mitsubishi ha pensato ad un telaio robusto adatto ad ogni tipo di allesti-
mento. Una piattaforma, un cassone ribaltabile, cassone con gru, una furgonatura, un cassone fisso, un compattatore di rifiuti, una spazzatrice o un carro soccorso: non esistono allestimenti che il Canter non può supportare. Per svolgere il lavoro al meglio il Canter offre la possibilità, grazie alle sue dimensioni esterne compatte, di districarsi agilmente nel traffico, parcheggiare, caricare e scaricare facilmente anche nelle strade più strette. Grazie all’ottimo diametro di volta è possibile muoversi anche quando lo spazio è limitato: è proprio in città che si deve avere tutto sotto controllo, tanto per i lavori comunali, quanto per quelli di cantiere, come per la distribuzione a corto raggio. Ma non solo in città. Attraverso melma, fango e sporco, sempre sotto pressione, fra lunghi tubi, reti metalliche, sacchi di cemento, legno, rocce e terra, c’è sempre tanto da trasportare in un cantiere. Con il Canter, progettato per l’uso su superfici difficili, con la possibilità di sfruttare al massimo la capacità di carico, si beneficia di una bassa altezza del telaio da terra, un’elevata capacità di carico sugli assi ed una buona trazione, grazie alle ruote gemellate posteriori, oltre ad un telaio stabile e resistente alle torsioni senza problemi con carichi pesanti. Per cui: maggiore capacità di carico = meno viaggi, telaio più robusto = minor usura, ampia aria di carico = lunghezza totale del veicolo minore e quindi maggior manovrabilità del veicolo nei percorsi stretti del cantiere, motori più sicuri con consumi limitati e costi operativi più bassi. Ad esempio, anche l’accesso diretto dalla cabina a molti punti di manutenzione permette di risparmiare molto tempo e fatica, come grazie a lunghi intervalli di manutenzione (22.500 km) ed alla cabina facilmente ribaltabile che rende più agevole ogni tipo di operazione. E affinchè si possa continuare a lavorare a lungo con il nuovo Canter, il 57% dei materiali del veicolo sono resistenti alla corrosione.
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
FIERE
I veicoli ecologici scelgono SEP Partecipazione istituzionale a Sep 2006 (dal 15 al 18 marzo) a Padova, e due padiglioni nel 2007 per dare agli operatori formazione e novità tecnologiche. Si è chiuso l'accordo tra il Gruppo Allestitori Veicoli Ecologici, che fanno capo prevalentemente all'Anfia, e Padova Fiere, per l'organizzazione del Salone Internazionale delle Ecotecnologie, Sep. L'accordo nasce da un'identità di strategie tra il Gruppo e la Fiera padovana che punta ad una rassegna esclusivamente rivolta agli interessi degli operatori e ad una calendarizzazione della rassegna che assicuri un adeguato rinnovamento tecnologico alla parte espositiva. L'accordo prevede il passaggio del Sep da biennale a triennale. Pertanto, dopo l'edizione 2006, la rassegna si svolgerà nuovamente nel 2007 per poi ripetersi nel 2010. Tale scelta avviene per evitare sovrapposizione sul calendario internazionale. Il Gruppo assicurerà a Padova Fiere, oltre alla presenza in fiera, una serie di supporti organizzativi tra cui la comunicazione della rassegna ai clienti, l'impostazione di momenti formativi, la consulenza nelle edizioni italiane ed estere di Sep. Padova Fiere assicurerà condizioni vantaggiose per l'occupazione degli spazi e per l'ospitalità dei clienti. Per l'edizione 2006 il Gruppo sarà presente con uno spazio istituzionale, aree business riservate alle aziende, e con uno spazio meeting nel quale saranno organizzati momenti di confronto e di formazione con la clientela. Secondo Oscar Rossi, in rappresentanza del Gruppo,"l'accordo e la nuova cadenza di Sep rappresentano un criterio intelligente di impostazione dell'attività fieristica. Le fiere servono il mercato e non viceversa. Per funzionare le fiere devono imparare e confrontarsi con gli operatori". Secondo Andrea Olivi, Ammini-
stratore Delegato di Padova Fiere: "Certo faremo altre iniziative con obiettivi ambientali anche nei due
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
anni di attesa. Ma solo un grande evento triennale ci metterà in competizione con gli altri saloni europei".
27
SEGNALETICA
Signflash per passaggi pedonali sicuri
I passaggi pedonali sicuri rappresentano un aspetto sempre più importante per i pedoni e per chi lavora sulla strada. Un passaggio pedonale sicuro deve fondamentalmente avvisare chi guida della presenza di persone in attraversamento, evitando così incidenti tra veicoli e pedoni. Un passaggio pedonale sicuro deve essere progettato in modo da minimizzare l’effetto di "abitudine" per chi guida spesso in strada. Signflash è un’impianto ideato per creare passaggi pedonali sicuri, considerando anche quello che è l’effetto d’abitudine. Il sistema è dotato di un rilevatore a microonde posto sul retro del segnale stradale; questo sensore rileva la presenza di persone in procinto di occupare il passaggio pedonale e fa così scattare il segnale. Le lampade di presegnalazione a LED, poste su una barra sopra il segnale regolamentare fig. II 303 del Codice della Strada, vengono attivate di conseguenza del sengale dato. I segnali su ambo i lati della strada sono collegati tra loro con un modulo ad infrarossi; eventualmente possono essere in abbinamento con i chiodi spartitraffico a LED Levelite incassati nella pavimentazione, collegati alla centralina con un sottilissimo cavo nella pavimentazione. Già dal 2000 Signflash è largamente utilizzato all’estero, sia singolarmente che in combinazione con i Levelite, con ottimi risultati. In Italia i primi impianti risalgono al 28
2002, diffusi principalmente in Alto Adige, e, molto apprezzati, ora in parecchie altre province. Indagini statistiche sono state effettuate in Austria dal "Kuratorium für Verkehrsicherheit", istituto indipendente austriaco per la sicurezza in generale, specializzato nella preparazione di perizie stradali per le amministrazioni pubbliche, punto di riferimento per l’Austria relativamente a sicurezza stradale, ricerca e controlli. Dopo aver rilevato il numero di incidenti tra veicoli e pedoni accaduti nel corso degli ultimi anni, ha verificato per un periodo di 24 mesi le differenze statistiche tra passaggi pedonali dotati di impianti Signflash e passaggi pedonali sprovvisti di tali apparecchiature. Il risultato dell’indagine dimostra che i passaggi pedonali dotati di impianti Signflash aumentano considerevolmente la sicurezza degli stessi; il numero di automobilisti che effettivamente si ferma dinnanzi ad un passaggio pedonale quando necessario è aumentato del 78%. Inoltre la velocità media con cui i veicoli attraversano un passaggio pedonale dotato di impianto Signflash si è ridotta del 23%, dimostrando un notevole incremento di attenzione da parte degli automobilisti. E’ stato rilevato anche che, durante tutto il periodo di osservazione, non si è riscontrata una diminuzione dell’effetto di sicurezza nel lungo termine, a dimostrazione che l’efficacia di tali impianti non risente di un effetto "abitudine" che
porta gli automobilisti ad ignorare simili impianti di sicurezza dopo un certo periodo di tempo, anche grazie al fatto che i dispositivi luminosi Signflash entrano in funzione solamente quando effettivamente necessario, ovvero in presenza di pedoni in attraversamento, e non forniscono quindi "falsi allarmi" di sicurezza agli utenti della strada. E’ inoltre risultato che la presenza di più impianti Signflash a breve distanza non causano una diminuzione del livello di attenzione dell’automobilista, ma ne abbassano ulteriormente la velocità media e la disponibilità a fermarsi per favorire l’attraversamento dei pedoni. Le soluzioni offerte da Swareflex, azienda che da sempre si contraddistingue per i propri prodotti di alta qualità ed elevata tecnologia nel settore della sicurezza stradale, includono anche apparecchiature per le guide luminose, come Swaroline, Levelite e Swaroexit ed i catarifrententi antiselvaggina. I prodotti della Swareflex vengono commercializzati in Italia tramite la Signal & Traffic Consult S.r.l., giovane e dinamica ditta con sede a Egna (BZ), fondata nel 1996 a Bolzano, e nata come azienda specializzata nella progettazione, segnaletica e rilevamenti di traffico. Dal 2005 la stessa è consulente promotore e coordinatore tecnico per l’Italia di diversi marchi prestigiosi tra cui Swareflex, leader mondiale nel settore dei chiodi spartitraffico, linee guida, passaggi pedonali a LED..., Nissen GmbH per prodotti per sicurezza da cantiere quali lampade, carrelli di protezione, basamenti..., Lueft GmbH, produttore di arredo urbano, isole spartitraffico, isole verdi, barriere fonoassorbenti verdi in gomma riciclata per il rispetto dell’ambiente, Maibach, produttrice di prodotti per la sicurezza anfibi, antiselvaggina, reti paraneve..., Quadrant per il settore della vetroresina per segnaletica da cantiere e temporanea, e Impact Recovery System per quanto concerne la segnaletica verticale a prova d’impatto. Signal & Traffic Consult inoltre offre tuttora i servizi di progettazione stradale e segnaletica, catasti, rilevamenti di traffico, piani di viabilità (PUT), sviluppo software, antiinfortunistica, e qelli relativi alla sicurezza stradale e di cantiere, disponendo di personale tecnico specializzato per la manutenzione e posa in opera di impianti semaforici, linee guide luminose e segnali luminosi.
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
MANUTENZIONE STRADE
Newtech: tecnologie a freddo per interventi anche in condizioni climatiche avverse Newtech S.n.c. è un azienda che da anni si occupa, unitamente ai partner che la affiancano, di studiare tecnologie innovative per una corretta e mirata manutenzione stradale, mediante impiego di materie prime ed attrezzature di ottima qualità, nel pieno rispetto dell'ambiente. Newtech ha totalmente sovvertito le tradizionali metodologie di manutenzione stradale, applicando un conglomerato bituminoso a freddo denominato Rephalt che, grazie alle caratteristiche chimico/fisiche dei leganti bituminosi e degli inerti, ha dimostrato che è possibile intervenire anche in presenza di temperature estremamente rigide (-5°C) ed in presenza di acqua, 1 in piena autonomia, cosa impensabi- vole riscontro e successo presso le con i tradizionali sistemi in uso. Autostrade per l'Italia e varie Il conglomerato è composto da un Amministrazioni Pubbliche, dove bitume liquido bicomponente a rea- Newtech è annoverato tra i fornitori di zione, e viene prodotto in sito da fiducia. appositi impianti mobili Mixfalt e La scelta di Newtech di proporre Micropatcher che consentono di ese- sistemi basati su tecnologie a freddo, guire interventi di asfaltatura a mano in molteplici settori d'intervento, è o con vibrofinitrice, risanamento di focalizzata proprio per consentire l'eammaloramenti, chiusura di buche ed secuzione di lavori anche e sopratutasfaltatura di scavi, in tutte le stagioni to in condizioni climatiche avverse. e condizioni climatiche. Questa scelta permette a Newtech di Il conglomerato può essere fornito offrire un enorme vantaggio sia agli preconfezionato in secchielli da 30 kg Enti Pubblici, ai quali in quelle condinella granulometria di 02 - 04 - 06 - zioni i sistemi tradizionali non permet08: tale soluzione ha incontrato note- tono di intervenire, che riescono a
2
mantenere in piena sicurezza le strade ed evitano un degrado esponenziale delle stesse con conseguente aumento dei costi futuri di manutenzione; sia per gli addetti del settore, che possono effettuare un ciclo produttivo di 12 mesi con conseguente abbattimento dei costi generali. 1. Operazione di riparazione di una buca con il conglomerato bituminoso a freddo Rephalt preconfezionato in secchi 2. Impianto mobile Mixfalt 3. Produzione del conglomerato bituminoso in sito
3 30
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
VIABILITA’ INVERNALE
La Provincia di Siena potenzia il proprio parco macchine FRANCESCO VANDONI
1
Nel corso del 2005 l’Amministrazione Provinciale di Siena ha indetto diverse gare nell’ottica di potenziare il proprio servizio di manutenzione stradale, con una particolare attenzione alla viabilità invernale, in quanto le condizioni meteorologiche degli scorsi anni hanno fatto registrare sempre più frequentemente fenomeni di neve e ghiaccio. Necessità specifiche quindi, pur sempre tenendo presente che gli oltre 1.500 km di strade di competenza provinciale necessitano sì di una manutenzione invernale, con il Monte Amiata e le numerose colline della zona, ma ugualmente di manutenzione durante le altre stagioni. Alla fine dello scorso anno si è svolta la consegna di un Unimog U500, due Eurocargo 180 E28, sei Daily 35 e cinque Fiat Panda 4x4 al servizio di
viabilità della Provincia di Siena. Questi mezzi, variamente allestiti con atrezzature invernali Assaloni e Bombelli, e gru Fassi, costituiscono un primo passo nel rinnovo del parco mezzi destinato a mantenere efficiente la viabilità provinciale. Infatti un secondo Unimog e altri cinque spandisale Bombelli sono già stati ordinati. L’Unimog U500 presente alla consegna, insieme ad un secondo che sarà dotato dei sistemi Variopilot e Variopower, entrambi brevetti DaimlerChrylser, verranno primariamente destinati alle zone di più alta quota, per poi in primavera ed estate svolgere altri compiti in tutta la Provincia, probabilmete con una spazzatrice per la raccolta delle foglie ed i lavori di fresatura. I motori Mercedes-Benz a bassa
manutenzione, iniezione diretta, tre valvole, turbocompressore a gas di scarico e intercooler si distinguono per gli ottimi valori dell’incremento di coppia, un intervallo di potenza costante particolarmente ampio ed elevate riserve di potenza. Il tutto abbinato ad un tasso di emissioni minime, consumi contenuti ed estrema silenziosità. L’aspirazione dell’aria di combustione avviene in un ambito a basso sviluppo di polveri. L’ormai famoso sistema Variopilot permette di spostare con un’unica manovra il piantone dello sterzo, inclusi quadro strumenti e pedaliera, dal lato sinistro a quello destro; con ovvi benefici sia di visibilità che di sicurezza. Il sistema idraulico Variopower permette di azionare attrezzature che richiedono una potenza fino a 62 kW (85 CV) eliminando l’utilizzo di motori ausiliari. I cambi di marcia del veicolo non interrompono il flusso dell’olio idraulico del sistema, ma è invece possibile sfruttare tutto il regime del 1. Cerimonia di consegna dei nuovi mezzi a Siena 2. Unimog U500 con lama 3GS Assaloni e spargitore AV Assaloni 3. Iveco Eurocargo 180 E28 con lama Futura F32 Assaloni e Gru Fassi modelllo F80C
3
2 32
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
motore per adeguare la velocità del veicolo al lavoro da eseguire. L’allestimento invernale per ognuno di questi Unimog 500 è composto da una lama sgombraneve modello 3GS30 e di spandisale modello AV40, entrambi prodotti da Assaloni. La lama 3GS a più settori è concepita per il medio e l’alto innevamento, dotata di regolazioni idrauliche per la rotazione destra-sinistra ed il sollevamento-abbassamento dell’attrezzatura: permette un utilizzo sia in ambito urbano che su strade o autostrade, anche con fondo irregolare e disseminate di numerosi ostacoli. Il modello 3GS30 ha 3 settori di lama, una lunghezza del coltello di raschiamento di 3 m ed un peso (senza centralina) di 960 kg. Un sistema di ammortizzazione indipendente su ciascun elemento permette il superamento degli ostacoli fino a 10 cm di altezza e l’adattamento alle irregolarità del profilo stradale. Questo aspetto risulta particolarmente importante per la Provincia di Siena dove è previsto lo sgombero neve anche su certe strade sterrate data la loro importanza viabilistica. Lo spandisale Assaloni modello AV40 specifico per Unimog è composto da una tramoggia in acciao inox 18.10, dotato di un sistema di alimentazione a coclea con secondo rullo frantumatore; la presa di moto è assicurata dall’impianto idraulico del veicolo. La larghezza di spandimento può variare da 2 a 13 metri con possibilità di regolazione asimmetrica destra e sinistra. I principali organi meccanici sono facilmente accessibili per semplificare le operazioni di manutenzione. I due Iveco Eurocargo 180 E28, presenti alla consegna, hanno motore Tractor diesel a 6 cilindri in linea con 4 valvole per cilindro, iniezione elettronica ad alta pressione common rail, sovralimentazione con turbo compressore, wastegate e intercooler aria/aria, termoavviatore, raffreddamento a liquido, e conforme alle diret-
tive Euro 3. La cabina dell’Eurocargo ha una struttura in acciaio stampato, il padiglione in materiale plastico e dispone di una botola di aerazione ad apertura manuale ed una sospensione a 4 punti con molle e ammortizzatori. Il suo ribaltamento è idraulico. Questi mezzi sono allestiti con lame sgombraneve Assaloni modello Futura F32 e gru Fassi modello F80C. La lama Assaloni F32 a 8 settori è concepita per un innevamento medio. Grazie alle sue spiccate caratteristiche di elasticità, che permettono di superare ostacoli oltre i 10 cm di altezza senza il minimo contraccolpo, questa lama può operare anche a velocità sostenuta in piena sicurezza per l’operatore e per l’attrezzo stesso. Per il modello F32/8, la lunghezza del coltello di raschiamento è di 3.200 mm ed il peso (senza centralina) di 890 kg. La gru Fassi F80 offre, nella versione C, con braccio secondario più corto, una maggiore altezza di sollevamento sottogancio e la possibilità di sollevare in verticale, vicino alla colonna della gru, carichi ingombranti. Provvista dell’innovativo sistema HO (hydraulic overload control) che permette in modo completamente automatico di controllare le condizioni di carico della gru e di gestire il momento di sollevamento in relazione alle condizioni di stabilità dell’unità camion/ gru, presenta basamento e parte inferiore della colonna in fusione di ghisa per un’ideale distribuzione delle sollecitazioni e una resistenza superiore. L’assenza di saldature conferisce alla gru eccezionali caratteristiche di durata alla fatica. La rotazione della gru è a cremagliera. Queste due gru verrano sfruttate con profitto dalle squadre operatrici sia per il caricamento dei pallet di sale che per il montaggio o la riparazione di barriere stradali, oltre a risultare uno strumento assai comodo nei più disparati lavori. La Provincia di Siena, sempre per il servizio manutenzione stradale, si è
4
dotata inoltre di 6 Iveco Daily 35, allestiti con spargitori automatici Bombelli modello Star Inox. Queste attrezzature, per ora 5 con previsione di acquisirne altre cinque, si applicano sul cassone dell’automezzo e vengono fissate mediante appositi tenditori. Lo spargitore è composto da un cassone a forma trapezoidale in acciaio inox AISI 316 intelaiato su una struttura portante in tubolare interamente in acciaio inox. Una serie di attacchi per il sollevamento a vuoto a mezzo gru si trova all’interno della tramoggia. Il motore ad avviamento e stop elettrico, con avviamento supplementare a strappo è raffreddato ad aria, serve ad azionare una pompa idraulica, l’olio in pressione del sistema fa ruotare la coclea ed il piatto di distribuzione. La coda di spandimento, interamente in acciaio inox, è estensibile in altezza ed è munita del dispositivo per lo spandimento simmetrico ed asimmetrico manuale e inclinazione. La larghezza di spandimento varia da 0 a 12 m. La scatola comandi da posizionare in cabina di guida consente una regolazione fina dei giri sia della coclea sia del piatto di spandimento. Questa precisione è data dai particolari distributori controllati elettronicamente da potenziometri. I comandi dell’attrezzo controllano l’avviamento e lo stop del motore, la regolazione della larghezza e della quantità di spargimento, il pulsante di emergenza per arresto immediato, le luci di lavoro, il lampeggiante. In dotazione allo Star Inox vi sono: una scatola porta attrezzi, la scaletta di ispezione, ferri di lavoro, un kit catene di fissaggio dello spargitore e protezioni su tutte le parti in movimento. Alla consegna erano presenti anche 5 nuove Fiat Panda 4x4 adibite a veicoli di Polizia Provinciale. 4. Iveco Daily 5. Spargitore Star Inox Bombelli
5 Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
33
PARCHI GIOCO
Ecopark, pavimentazioni antishock Salvadori GIORGIA MARCHELLI
Fra le aziende che da subito hanno recepito l’importanza e dedicato particolare attenzione alle normative europee sulla sicurezza delle attrezzature e dei rivestimenti delle superfici delle aree da gioco UNI EN 1176-7 del settembre 1997, impegnandosi fra l’altro a divulgarne l’esistenza presso le Pubbliche Amministrazioni e gli Enti responsabili dei parchi gioco in Italia, cercando di sensibilizzarli al rispetto dei propri doveri nei confronti della fondamentale incolumità dei bambini che trascorrono il loro tempo in questi spazi dando sfogo a tutte le loro energie, Salvadori S.r.l. è una delle più rappresentative. Negli ultimi anni le norme tecniche di riferimento per il settore dei parchi gioco sono state affiancate da alcuni ulteriori atti: UNI 11123:2004, progettazione dei parchi e aree da gioco all’aperto, e Decreto Legislativo n. 172 del 21 maggio 2004 "Attuazione della direttiva n. 2001/95/CE relativa alla sicurezza generale dei prodotti". Nell’attenzione dell’argomento, il Governo Italiano, con una campagna realizzata dal Ministero delle Attività Produttive,
34
Direzione Generale per l’Armonizzazione del Mercato e la Tutela dei Consumatori, in collaborazione con l’Istituto Italiano Sicurezza dei Giocattoli ed il Consorzio Produttori Giochi per Parchi di FederlegnoArredo, ha dato vita alla pubblicazione "La sicurezza dei parchi gioco Consigli pratici per l’utilizzo sicuro, la buona costruzione e l’installazione delle aree di gioco". La società di Toldo di Trambileno (TN), nata nel campo delle lavorazioni meccaniche e specializzatasi nel trattamento degli pneumatici usati, ha sfruttato la propria esperienza e macchinari per il riciclaggio delle gomme fuori uso, dalle quali ottiene granuli puri che riutilizza in manufatti di molti generi. Continuando a prestare attenzione all’evolversi delle norme per la sicurezza nei parchi gioco, ha prodotto Ecopark, pavimentazione antishock perfettamente adatta a sottostare le strutture di divertimento dei bambini, interamente realizzata in granuli di gomma riciclata, con caratteristiche drenanti e antiscivolo che la rendono idonea ad essere utilizzata in ogni luogo dove sia necessaria
un’efficace protezione in caso di caduta, come spogliatoi, asili, ospedali, palestre, saune, oltre che piscine, campi da golf e giardini privati. La volontà di creare una superficie antitrauma assolutamente sicura è stata dimostrata dai lunghi processi di omologazione e certificazione, seguiti addirittura dall’acquisto negli U.S.A. di Triax 2000, apparecchiatura specifica per la misurazione del coefficiente HIC (Head Injury Criterion) per l’altezza critica di caduta basato sul Criterio delle Lesioni alla Testa, che Salvadori usa per testare l’efficacia delle pavimentazioni in loco nel tempo dopo anni di utilizzo. Con il passare degli anni e con un’offerta sempre maggiore da parte di altre aziende nello stesso settore, Salvadori ha reso via via più variegata la propria gamma di superfici antishock, aumentando le colorazioni disponibili, inserendo disegni e proponendo macchinari, sia in vendita che a noleggio, e granuli con collanti
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
per la gettata in opera di pavimentazioni che possono così essere create in un’infinita varietà di forme e colori. Procedendo nella ricerca per il continuo miglioramento e innovazione, l’azienda sta ora studiando le possibilità per rendere Ecopark ignifugo, e certificarlo affinchè possa essere utilizzato a tutti gli effetti di sicurezza negli interni, in particolar modo per scuole ed asili, su superfici di grandi dimensioni. Una delle ultime soluzioni affinate da Salvadori è nata dalla collaborazione con Codex: prestandosi per produrre pavimentazioni per altre aziende con i propri granuli di gomma riciclata, ha soddisfatto le richieste della ditta di Dosson di Casier (TV) che ha brevettato piastre per superfici antitrauma autobloccanti e autoposanti a forma di puzzle, Polyshock, sempre per la protezione all’interno dei parchi gioco. Partendo dal concetto che non bisogna adattare il sottofondo alla piastra, ma è questa che deve adeguarsi allo spazio sottostante, è stato creato l’incastro a coda di rondine di collegamento, che, oltre a consentire un ottimo bloccaggio senza l’uso di collanti, diventa uno snodo che permette alle piastre di modificare la pendenza per seguire eventuali avvallamenti od ostacoli del sottofondo (erba, ghiaia, sabbia, cemento...), senza richiedere alcun livellamento. Il particolare profilo, per uno sviluppo di oltre 6 m per ogni piastra da 95x95 cm, garantisce un collegamento totale su tutto il profilo della piastra e consente la posa col solo uso delle dita: viene così eliminata la necessità di usare agganci, altri elementi di connessione o sottofondi particolari, ed è facilmente spostabile. Per la rifinitura delle piastre da 45 mm di spessore può essere utilizzata l’apposita bordatura dentata a spessore decrescente, e la loro rifilatura è facile con un seghetto alternativo. Polyshock è quindi creata con granuli di gomma riciclata deferrizzata e miscelata con resina isocianatica a 2 strati: lo strato sottostante è in granulo da 3 - 6 mm, mentre quello superficiale è di granulo 0,8 -1,9 mm. Lo strato superficiale più fine rende la superficie antiabrasione della pelle pur garantendo la caratteristica di antiscivolo. La piastra è totalmente drenante, e, nel caso di residui di distaccante sulla superficie, è sufficiente lavare con normale detergente per garantire un perfetto drenaggio. Il grado di protezione HIC è regolabile sovrapponendo più strati di piastre, e spessori intermedi possono essere ottenuti sovrapponendo diversi strati di piastre. Fra i tanti esempi di utilizzo tanto per interni che per esterni di Polyshock, il più interessante finora, per l’adattarsi ad ogni sottofondo velocemente, è quello della creazione di una superficie antitrauma di una scuola materna di Venezia in un chiostro antico, sulle lisce pietre che caratterizzano la città, posato in una sola mattinata. Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
35
VERDE
Orsi Zig Zag per il taglio attorno ai tronchi e non solo GHERARDO MARCHELLI La nuovissima Zig Zag, progettata e prodotta da Orsi, si evidenzia quale attrezzatura estremamente versatile ed adatta in molteplici situazioni. Dalla prima prototipazione Orsi è già intervenuto per ampliarne le già numerose possibilità di lavoro con alcuni accorgimenti ora previsti per la sua produzione in serie. Il principale cambiamento è stato quello di far ruotare il gruppo dei due dischi falcianti da 45 cm l'uno, in modo tale da poterli utilizzare per tagliare un'area parallela alla trattrice con una larghezza di 85 - 90 cm. In questo modo è 1. Orsi Zig Zag per il taglio in piano 2. 3. 4. 5. Taglio intorno al tronco completamente automatico
1
2
3
4
5 36
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
aumentata la possibilità della Zig Zag di essere utilizzata anche come rasaerba ancora più efficiente. Se poi la Zig Zag viene abbinata, per le trattrici che offrono la possibilità di un lavoro combinato, ad esempio ad un piatto falciante da 120 - 150 cm, si porta il tutto ad una larghezza di taglio utile in piano di 205 - 245 cm. La Zig Zag, lavorando sul lato del trattore, può essere sia destra che sinistra e può essere montata sia anteriormente che posteriormente alla trattrice. Per il trasporto l'ultima versione della Zig Zag ha la possibilità di chiudersi indietro di oltre 15 gradi per permettere di caricare agevolmente, senza dover staccare l'attrezzo, su di un carrello di trasporto. Zig Zag si inserisce nella gamma delle più tradizionali falciatrici a disco denominate Club. Possono essere portate da trattori con potenze comprese tra i 15 e i 40 cavalli ed ha un'altezza di lavoro regolabile tra 20 e 100 centimetri, grazie ai rotori ad asse verticale adottati per queste falciatrici. Le ruote pivottanti di appoggio consentono di non sbilanciare assolutamente la trattrice cui viene applicata, consentendone l'applicazione anche su trattorini di piccole dimensioni. Naturalmente la Zig Zag è stata studiata principalmente per il lavoro di sfalcio dell'erba attorno ai tronchi degli alberi fino ad un diametro di 35 cm (per tronchi superiori non si pone il problema visto che l'erba non cresce) con la caratteristica estrema6. Schema di lavoro della Zig Zag 7. Pulizia cordoli 8. Particolare di uno dei dischi falcianti
mente importante di non rovinare la superficie del tronco e non danneggiare assolutamente la pianta (cosa tipica dello sfalcio con frustino decespugliatore). Il movimento è tutto a gestione automatica: l'operatore avvicina mediante un pulsante ed una levetta la macchina all'albero, appena la macchina è a contatto l'operatore toglie il suo intervento e tutte le operazioni avvengono in automatico. La sensibilità sull'albero è garantita da sensori di prossimità che gestiscono una centralina elettronica che comanda tutti i movimenti fino al rientro ed alla messa a riposo della macchina. I dischi di taglio sono circondati da un anello in gomma sempre a protezione e difesa del tronco dell'albero. L'operazione attorno ad un tronco avviene in circa 10 secondi e si può così eseguire un lavoro, affidato fino ad ora ad operatori con frustino decespugliatore, con un risultato più rispettoso della pianta e più efficiente, eseguendo in una giornata il lavoro di quattro operai senza stancarsi. La particolare articolazione con uno sfilo dei bracci portanti di un metro consente alla Zig Zag di arrivare a falciare l'erba anche nei punti in cui finora la rifinitura andava eseguita a mano, come per esempio sotto i cespugli, a ridosso di alberi od ostacoli, finalmente automatizzando anche questi interventi. Naturalmente la Zig Zag si rende 6 molto utile anche per pulire i cordoli alberi con frasche larghe ed un opedalle erbe infeste, essendo una mac- ratore si deve normalmente fermare. china con due dischi di taglio disponi- Dalla sua presentazione all'Eima di bili che permette di lavorare al di fuori Bologna Zig Zag ha già riscontrato un della carreggiata del trattore, dove un notevole interesse, non solo a livello normale rasaerba a taglio frontale o nazionale: con tutta probabilità andrà posteriore non può arrivare, come ad a lavorare anche nei parchi della esempio sotto ed in prossimità di Regina d'Inghilterra.
8
7 Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
37
IMPIANTI SPORTIVI
Uno Skate Park per il Comune di Cantù GHERARDO MARCHELLI
Il Comune di Cantù già da tempo porta avanti un colloquio ed una collaborazione coi giovani abitanti con notevoli ed interessanti risultati. Dopo la creazione da parte del comune dello spazio Tribù, una sala prove musicale, che ha visto fiorire intorno un interessante luogo d'incontro, aggregazione e scambio culturale tra giovani, diventando non solo di interesse nel campo per cui è stata creata, ma centro di molte altre iniziative giovanili, ha voluto realizzare uno Skate Park. Per il progetto è stata dedicata un'area precedentemente occupata da un campo da tennis da lungo tempo in disuso con conseguente degrado. Per riqualificare l'area hanno provveduto a ripristinare la pavimentazione sigillando tutte le fughe e rasando il sottofondo precedente, per poi applicare una resina stirlo acrilica polimerizzata, prodotta dalla S.C.A. di Parma, molto resistente e colorata, adatta a campi sportivi, piste ciclabili, marciapiedi ed arredo urbano in genere. Per le strutture è intervenuta un'azienda specializzata in Skate Park di Albissola, mentre per piccole strutture di contorno si sono dati da fare direttamente i ragazzi coinvolti nell'iniziativa. 38
Il coinvolgimento dei diretti interessati è considerato dal comune di fondamentale importanza, oltre che per un fattore economico, per responsabilizzare i giovani sia nella creazione che nella gestione degli spazi loro dedicati. Affianco al Park è stata costruita una bella casetta prefabbricata in legno che permetterà di avere un luogo dove depositare le attrezzature della società sportiva, nata appositamente, che organizzerà corsi per avvicinare i neofiti a questo sport, noleggio di materiali... Naturalmente l'organizzazione ha definito un orario di apertura delle strutture che va dalle 14,30 alle 18,30 per non arrecare disturbo alle abitazioni limitrofe. La richiesta di spazi dedicati ai giovani è un giusto obbiettivo che il Comune di Cantù si pone, e lo vuole fare coinvolgendo attivamente i diretti interessati avendo posto le basi per un dialogo schietto e sincero che li ripaga sicuramente, permettendo loro di riqualificare aree e trasformarle in un patrimonio per la comunità, ai ragazzi di avere luoghi di aggregazione per svolgere attività di loro interesse. Dedicare un'area allo skate-board è
nata proprio dall'esigenza di coloro che hanno poi collaborato col comune per realizzare il Park. Il negozio Mulas di Skate, attivo in prima persona nella costruzione e nella gestione del Park, ha inoltre sostenuto e pubblicizzato l'apertura della struttura sulle riviste dedicate, riscontrando notevole interesse, visto anche che si presenta come l'unico nella zona, dove la pratica di questo sport sta crescendo. Interesse che può portare anche a possibili sponsorizzazioni utili per pagare i costi di gestione della struttura.
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
VIABILITA' INVERNALE
Epoke Capella Capella, che sostituirà nel tempo il modello Igloo, è uno spargitore a coclea con capacità compresa tra 0,8 e 2 m3 installabile su veicoli di portata ridotta. Questo rappresenta il continuo sviluppo della casa costruttrice Epoke, orientata nella risoluzione di problemi quali la difficoltà di adattamento di un telaio allo spargisale, in unione con la commercializzazione di un’attrezzatura economica ma allo stesso tempo efficiente nei vari impieghi. Lo spargitore Capella viene assemblato con un sistema modulare che comprende i seguenti gruppi: tramoggia, sistema di trasporto del materiale a coclea, impianto di umidificazione, gruppo spargimento e sistema di scarramento. Le tre sezioni modulari predisposte permettono di allontanare o avvicinare il gruppo di spargimento dalla tramoggia, ottenendo così il miglior posizionamento del medesimo sul cassone veicolo. Le caratteristiche principali di questo principio sono: - possibilità di spostare il centro di carico della tramoggia - bassa potenza di azionamento della coclea - spargimento costante di materiale al variare della velocità L’utilizzo dello spargisale è semplificato grazie alla facile accessibilità degli organi elettrici, elettronici e parti oleodinamiche, ed al facile utilizzo del controllo remoto in cabina. Il sollevamento del gruppo di spargimento è agevolato da due ammortizzatori a gas, che permettono ad un solo operatore di alzare/abbassare, senza eccessivi sforzi, il gruppo di spargimento durante le operazioni di trasporto e durante l’attività lavorativa dell’attrezzatura. Il motore idraulico, posizionato nella parte anteriore dello spargisale, permette di avviare l’intero sistema in maniera stabile e sicura. La coclea,
anch’essa realizzata in sezioni modulari, ha la caratteristica di presentare tre differenti altezze di avvolgimento; un adattatore tachimetrico collegato in cabina al veicolo mantiene costante lo spargimento di materiale sulla superficie stradale al variare della velocità, consentendo in questo modo un di rendere stabili i valori di spargimento. Il sistema di umidificazione è costituito da due serbatoi laterali in unione ad una pompa idraulica posteriore; i serbatoi contenenti la soluzione salina, realizzati in PVC e resistenti al freddo, sono disposti nelle nicchie laterali della tramoggia e sono facilmente demontabili. La miscelazione di acqua e sale all’interno dei serbatoi, con l’ausilio di una pompa idraulica, viene convogliata al disco di spargimento dove si mescola perfettamente con il materiale secco; il volume dei medesimi è dimensionato per poter effettuare una miscelazione fissa di materiale secco in percentuale 70% e soluzione salina in percentuale del 30%. Il sistema di controllo remoto, disponibile in due versioni, EpoBasic e EpoMaster, è di facile utilizzo grazie al numero ridotto di pulsanti, resi-
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
stenti all’acqua, le manopole ed il display illuminato. Il sistema di controllo remoto EpoBasic permette la regolazione di tutti i parametri, quali quantità, larghezza e simmetria di spargimento, agendo su di una pulsantiera disposta in cabina; questo rappresenta al meglio la scelta quando funzionalità speciali non sono richieste. L’altro sistema di controllo, denominato EpoMaster, lascia acquisire e scaricare su computer tutti i parametri registrati durante il periodo lavorativo dell’attrezzatura. La centralina con le schede elettroniche è posizionata nella parte posteriore dello spargitore, in una scatola chiusa facilmente accessibile.
39
VIABILITA' INVERNALE
XII Congresso Internazionale AIPCR della Viabilità Invernale a Torino e Sestriere Nei primi mesi del 2006, Torino e Sestriere saranno non solo la sede del prestigioso evento sportivo rappresentato dalle Olimpiadi Invernali, ma anche l'appropriata, suggestiva cornice di un avvenimento, anch'esso di rilevanza mondiale, che si svolgerà dal 27 al 30 marzo e che già è stato oggetto di attenzione in queste pagine: il XII Congresso Internazionale della Viabilità Invernale, organizzato a cura del Comitato Nazionale Italiano dell'AIPCR, Associazione Mondiale della Strada. L'Associazione, nata a Parigi (dove conserva la sua sede centrale) circa 100 anni fa, con il compito di studiare le capacità di adattamento delle reti viarie alle moderne forme di trasporto, in concomitanza con la rapida evoluzione del traffico automobilistico, ha man mano sviluppato ed approfondito una complessa ed articolata missione di studio, ricerca, confronto ed interscambio di proposte innovative scientificamente fondate e realizzabili, di risultati di sperimentazione, nonché di diffusione nel mondo, degli obiettivi perseguiti e conseguiti. L'AIPCR, Associazione senza scopo di lucro, comprende diverse categorie di associati: Governi, Enti Pubblici, Enti Privati (Associazioni scientifiche e tecniche; Università; Società Autostradali), membri individuali, membri d'onore. Attualmente ne fanno parte 108 governi di Paesi membri, cui si aggiungono 34 Paesi che non partecipano a livello governativo ma
40
solo con singoli rappresentanti. Collabora con l'Unione Europea, le Nazione Unite e con numerose organizzazioni internazionali. E' membro consultivo dell'Unesco. L'Associazione persegue i propri obiettivi, oltre che attraverso i Comitati tecnici, formati da esperti di tutto il mondo, i quali studiano monograficamente l'evoluzione delle tecnologie stradali, con i problemi socioeconomici e di sicurezza dell'utenza, nonché a mezzo delle numerose pubblicazioni distribuite in tutto il mondo, soprattutto realizzando due quadriennali Congressi mondiali, destinati il primo alla strada in generale, il secondo alla viabilità invernale. Sono entrambi ospitati, a rotazione, in un Paese membro, scelto dagli organi direttivi dell'AIPCR sulla base di candidature presentate dai Paesi interessati. L'ospitalità e l'organizzazione del XII Congresso della Viabilità Invernale 2006 è stata affidata all'Italia, e non è chi non veda come il prestigioso evento rappresenti un'occasione preziosa per gli studiosi e gli operatori del settore per realizzare un confronto sulla materia di ampiezza mondiale e di contenuto qualitativo altamente sofisticato. E' sufficiente soffermarsi sui principali temi che nel congresso verranno dibattuti per comprenderne l'importanza ai fini della ricerca di soluzioni ai numerosi e gravi problemi di una viabilità in situazioni stradali e condizioni atmosferiche difficili. Costituiranno infatti fulcro dei lavori il raffronto di tecnologie per la rimozio-
ne di neve e ghiaccio, i provvedimenti per la protezione dagli ammassi di neve e la protezione in generale di un ambiente reso precario dalle condizioni climatiche, l'informazione agli utenti delle strade nelle situazioni di disagio tipiche della stagione invernale, l'ottimizzazione degli interventi di sicurezza, il conseguimento di una riduzione di costi compatibile con il miglioramento della fruizione delle strade in condizioni avverse. Va particolarmente sottolineato che nell'ambito della manifestazione si svolgerà per la prima volta una speciale Sessione Plenaria dei Ministri dei vari Paesi interessati da problemi di mobilità invernale, invitati dal Ministro Lunardi. All'invito hanno già aderito il Belgio, l'Islanda, il Perù, l'India, l'Ungheria, il Canada, il Portogallo, che hanno assicurato la partecipazione all'incontro dei rispettivi Ministri, ed altresì il Regno Unito e la Svizzera per i quali interverranno i Sottosegretari, ma è facile presumere che le presenze siano destinate ad aumentare. Merita infine attenzione la circostanza che i lavori del Congresso saranno accompagnati da programmi tecnici di cospicua rilevanza quali l'esposizione e dimostrazione di mezzi meccanici e le visite tecniche: potranno infatti essere viste in azione le più moderne attrezzature per la rimozione della neve, per la prevenzione del ghiaccio, per la manutenzione delle strade in inverno; potranno inoltre essere visitati impianti ed attrezzature in uso su strade innevate.
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
VEICOLI SPECIALI
Mercedes-Benz Unimog protagonista alla Dakar 2006 Mercedes-Benz Unimog: garanzia di affidabilità e robustezza in ogni condizione di utilizzo. L'equipaggio Vismara-Cambiaghi conquista il 6° posto assoluto nella categoria camion a bordo di un Unimog U 400 L. L'edizione appena conclusa della Dakar ha visto Mercedes-Benz Unimog ancora una volta grande protagonista, con un'esaltante prestazione dei veicoli iscritti alla competizione che hanno conquistato il 6° posto assoluto nella categoria camion con l'equipaggio Vismara-Cambiaghi, il 15° assoluto con Verzelletti-Mutti-Cabini ed il 26° con Calzi-Picchiottino.
L'eccezionalità del risultato è rappresentata dal fatto che gli Unimog arrivati a Dakar, dopo oltre 9.000 Km di corsa nelle condizioni più estreme, sono veicoli che non hanno subito alcuna trasformazione, ma solo quanto ammesso dal regolamento della corsa, come, ad esempio, il montaggio del roll-bar e l'aggiunta di potenti fari supplementari indispensa-
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
bili nella estenuante navigazione notturna durante le tappe desertiche. Inoltre, a sottolineare la difficoltà della gara, dei 70 camion partiti quest'anno da Lisbona, solo 35 hanno raggiunto la meta, mentre ben tre dei quattro equipaggi italiani, partiti a bordo di Mercedes-Benz Unimog, sono giunti a Dakar. Si confermano ancora una volta la proverbiale affidabilità e le eccellenti prestazioni di Unimog, grazie ad un assetto ottimale, alla robustezza dei veicoli ed alla entusiasmante coppia a bassi regimi del motore Mercedes-Benz.
41
VERDE
Tagliaerba Hymach anche su terne 1
Tra i diversi allestimenti disponibili nella gamma di attrezzature per la manutenzione del verde di Hymach S.r.l. troviamo soluzioni specifiche per adibire anche le terne al lavoro di sfalcio erba. Le caratteristiche di braccio e testata rimangono invariate, mentre viene costruito un particolare telaio di accoppiamento in modo da installare la macchina sui bracci portapala della terna. Nella maggior parte dei casi l’impianto 2 di questo tipo di mezzi è idoneo per do fornita nella versione da 6 m che far funzionare l’attrezzatura con il con- prevede il terminale telescopico. seguente vantaggio di eliminare il ser- Tutti i modelli installano di base la batoio dell’olio ed il gruppo pompe. testata trinciatrice TRL, la cui prima I modelli che più si adattano a que- versione fu lanciata sul mercato italiasto tipo di destinazione sono quelli no proprio da Hymach già sette anni della serie Albatross e Trusty oppor- fa, caratterizzata dall’avere lo chassis tunatamente adattati per la speciale a forma di arco, dove la distanza tra il applicazione. rotore e la cofanatura rimane costante Albatross, studiata e realizzata ad-hoc così da evitare ingorghi all’interno per il servizio di manutenzione del agevolando lo scarico del materiale verde in banchine e scarpate di strade trinciato. Il successo di questo attrezpubbliche urbane ed extraurbane, ha zo è stato tale da indurre Hymach a un sistema di articolazioni ideato da portare subito dopo lo stesso principio Hymach per sfruttare al massimo l’a- di costruzione anche al modello più pertura del braccio nelle diverse posi- pesante TR che come la prima ha trozioni di lavoro e ridurre gli ingombri a vato largo consenso dagli utilizzatori. macchina chiusa. È proposta con Diversi rotori possono essere installati braccio da 4,3 o 5,3 m. La testata trin- e tra questi quello con coltelli a dispociatrice può essere dotata di un mec- sizione elicoidale, altro fiore all’occanismo di aggiramento automatico chiello dell’azienda, che permette di degli ostacoli (pali, alberi...) che per- coprire costantemente l’intera fascia di mette lo sfalcio fino a ridosso degli taglio. Infine è possibile dotare la stessi senza interrompere il lavoro. testata del sistema di apertura (mecTrusty, sia nella versione standard canico o idraulico) del carter anteriore, che Flexor (braccio con sistema a come anche del dispositivo di rotaziopantografo) è, tra le portate profes- ne (fino a 360°) per allineamento al sionali classiche, la più idonea per braccio in diverse angolature o per peso e semplicità d’uso, anche quan- lavoro in senso contrario di marcia.
3
Come tutte le altre macchine, anche quelle costruite per le terne possono essere allestite con altre testate utensili quali barre falcianti o troncarami per la potatura di siepi o spazzolatrici per la pulizia di bordi stradali e muretti di delimitazione o contenimento.
5
1. Hymach Albatross 2. 3. Hymach Trusty 4. 5. Hymach Trusty Flexor 6. Movimenti braccio con Albatross 7. Aggiramento alberi con Albatross 6
4 42
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
7
IGIENE URBANA
Gaia al SEP 2006 La società ImanPack S.p.A. eco division sarà presente alla fiera SEP 2006 nel padiglione 8 allo stand 68 e presenterà il nuovo sistema interrato di raccolta dei rifiuti denominato Gaia. Questo sistema permette il conferimento differenziato dei rifiuti urbani in un’unica struttura che contiene ben 8 cassonetti da 800 litri ciascuno. In superficie è visibile solo un torrino in acciaio di dimensioni contenute, alto meno di un metro. Il cittadino munito di tessera o badge, personale, potrà introdurre una tipologia di rifiuto seguendo le istruzioni del display parlante, estremamente semplificate e veloci. Una volta introdotto, il rifiuto viene pesato e compattato, per ridurne il volume. I dati relativi al peso, al tipo di rifiuto conferito ed il codice utente vengono automaticamente registrati e gestiti direttamente dalla centrale operativa, installata presso l’amministrazione stessa o l’azienda di gestione dei rifiuti. Gaia è intelligente: completamente gestita da un software dedicato, garantisce funzionalità e sicurezza. Il software infatti avverte l’unità della centrale operativa a cui è collegato,
quando uno dei cassonetti è pieno, oppure in caso di avaria. Gaia è completamente riprogrammabile in tempo reale, per far fronte a situazioni impreviste. Tutte le isole inoltre, ovunque installate, sono collegate con l’unità centrale presso la sede della ImanPack S.p.A. eco division. Gaia è una soluzione alla gestione moderna della raccolta differenziata. In assoluto, essa riduce l’impatto ambientale: spariscono le file di cassonetti per dar posto ad un unico contenitore dal design sobrio. Migliorano le condizioni di pulizia e igiene. ImanPack S.p.A. eco division propone alle Amministrazioni Pubbliche, come agli Enti che si occupano della gestione dei rifiuti urbani, una soluzione
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
rispettosa dell’ambiente e vantaggiosa sotto il profilo economico. Gaia risponde alle esigenze di adeguamento alle nuove normative europee vigenti, sulla gestione e la tassazione del rifiuto, che impongono il calcolo della tariffa in base all’effettiva produzione. Gaia consente il calcolo della tariffa per ciascun utente, il quale paga il rifiuto effettivamente prodotto. La gestione telecontrollata del sistema permette inoltre una riduzione della frequenza di scarico ed un’ottimizzazione dei costi del servizio. Già in molti comuni sono attivi sistemi di raccolta differenziata, centinaia di migliaia di cittadini ogni giorno pensano prima di gettare un rifiuto, si organizzano in casa con sacchetti o contenitori dove raccogliere carta, vetro, plastica, lattine, indifferenziato, il rifiuto organico e quello speciale. La raccolta differenziata è un valore che il cittadino sta imparando a conoscere, con molto impegno e senso civico. Ma lo sforzo di amministrazioni e cittadini è ripagato? E soprattutto, come possiamo incentivare e migliorare questo valore, al fine di arrivare a diffondere questo atto di civiltà a più persone possibili? Con Gaia i vantaggi del sistema di raccolta differenziata sono alla portata di tutti.
43
VIABILITA’ INVERNALE
Garnero per le manifestazioni sportive Torino 2006
1
2
L’azienda Garnero di Borgo San Dalmazzo (CN) è presente nel settore della viabilità invernale da ottant’anni. Questa considerevole esperienza viene messa a disposizione della clientela sia tramite un’estesa gamma di attrezzature per affrontare e risolvere qualsiasi problema di innevamento, che attraverso i servizi proposti dalla società: assistenza, noleggio, collaudi. Il servizio di assistenza Garnero dispone di una vasta scorta di pezzi di ricambio sempre pronti e disponibili. Le squadre di assistenza, dotate di autoveicoli specifici, sono attrezzate per qualsiasi genere di riparazione e sono composte da personale qualificato, preparato e aggiornato dai corsi di formazione Garnero. Inoltre durante il periodo invernale le squadre di assistenza sono reperibili anche nei giorni festivi e durante le ore notturne al fine di ridurre i tempi di fermo-macchina del cliente.
3
Il servizio di noleggio Garnero, con diverse formule, permette di usufruire di prodotti perfettamente revisionati o nuovi e poi di restituirli alla fine dell’emergenza o della stagione senza dover affrontare ulteriori investimenti. Il servizio collaudi consente alla clientela che necessita di omologare l’attrezzatura sul proprio mezzo di liberarsi di lunghe pratiche: sono infatti gli uffici Garnero a seguire la procedura, effettuare le verifiche pre-collaudo e curare le varie fasi dell’omologazione. I collaudi si eseguono presso la sede Garnero con cadenza bisettimanale nel periodo invernale e mensile durante il resto dell’anno. La gamma Garnero comprende vomeri, lame sgombraneve e spargitori autocaricanti e portati. Per quanto riguarda i vomeri, Garnero punta su cinque caratteristiche principali: robustezza, sicurezza, praticità, efficienza e qualità, ed è sem-
pre alla ricerca di nuove soluzioni per migliorarle. La robustezza è assicurata da strutture in acciaio ad alto limite elastico, rinforzi nei punti di maggior sollecitazione, dall’impiego di acciai speciali per i bracci di incernieramento e perni di rotazione delle ali. La sicurezza è garantita dai sistemi antiurto quali valvola di massima pressione oppure il sistema ad accumulazione di azoto che ammortizza istantaneamente l’urto. Inoltre i tamponi ammortizzatori di fine corsa in gomma uretanica costituiscono un’ulteriore 1. Vomeri spartineve VU280 e VU300 per macchine operatrici 2. Piastra di aggancio rapido Garnero su autocarro 3. Vomero VU260 e spargitore autocaricante SA32000 per trattrice agricola 4. Spargitore portato SPX3000
4 44
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
5
garanzia contro i danni alla macchina diminuendone anche la rumorosità. Il sistema di aggancio per autocarri e trattrici è del tipo rapido e automatico, con piastra femmina ancorata al mezzo; tutte le tubazioni dell’impianto idraulico sono dotate di innesto rapido; i coltelli raschianti sono facilmente e rapidamente intercambiabili; questi fattori costituiscono la praticità delle attrezzature Garnero. L’efficienza è migliorata dal fatto che la struttura del vomere è concepita in modo da impedire l’incrostamento di neve ghiacciata negli organi di incernieramento e di movimento, e dalla possibilità di regolare l’angolo di incidenza della punta. Quest’ultima regolazione può avvenire manualmente, tramite tiranti, o idraulicamente con pistoni, e permette di adattare il lavoro al fondo stradale.
La qualità parte dalla scelta dei materiali, certificati e testati, bulloneria di classe 10.9 zincata, tubazioni a ghiere pressate, pistoni zincati e collaudati, impianto elettrico completamente ermetico e di facile accesso per le manutenzioni; ogni articolazione è abbondantemente fornita di punti di ingrassaggio, la copertura viene effettuata con vernici altamente resistenti 6 e preceduta da sabbiatura. Gli spargitori autocaricanti sono di flusso che agisce sulla velocità del un’attrezzatura velocemente applica- motore idraulico. bile sul terzo punto delle trattrici agri- Garnero sarà presente alle manifestacole o sul porta attrezzi delle macchi- zioni sportive invernali di Torino 2006 ne operatrici. La loro struttura è com- fornendo attrezzature sgombraneve e posta da un telaio di sollevamento spandisale che lavoreranno nei pressi azionato da un cilindro a doppio effet- dei siti olimpici, incrementando così il to e da una tramoggia simile ad una parco macchine che già da anni opera benna, per rendere più facile le ope- in zona coprendo circa l'80% degli razioni di carico e scarico anche da appalti locali, svolti con efficienza, quaun solo operatore in perfetta autono- lità ed esperienza da imprese quali MB mia. All’interno della tramoggia sono s.a.s di Martin & C., Imprese Grimaldi, situati due alberi, uno di frantumazio- Malvicino S.n.c. dei F.lli Gouchon, ne del materiale, eventualmente Jourdan Roberto, Gaydou Renzo, compattato, e uno di spargimento, Cogedil S.p.A., G. M. di Geraci Massiazionati da un motore idraulico colle- miliano e da Enti quali il Comune di gato all’impianto oleodinamico della Sestriere e la Comunità Montana Valli trattrice. La dosatura del materiale da Chisone e Germanasca. distribuire avviene azionando una leva che regola l’apertura della tra- 5. Vomero Garnero VU280 moggia, rilasciando il materiale nella 6. Piastra di aggancio rapido quantità richiesta e da un regolatore Garnero su trattrice agricola
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
45
AUTOTELAI
Daily Gold Medal
Il 2006 si apre con una novità nell’offerta Daily per il mercato italiano. Una proposta che avviene a ridosso e durante i XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, l'evento mediatico mondiale che ha fatto nascere l’idea di legare il nome di questa serie speciale del Daily all’icona per eccellenza della vittoria olimpica: la medaglia d’oro, appunto "Gold Medal". Daily Gold Medal è un cabinato 35 C10 HPI, ovvero un veicolo da lavoro che si colloca nel segmento che maggiormente caratterizza la gamma leggera Iveco. Dal punto di vista estetico il veicolo sarà caratterizzato dal logo giallo e blu Gold Medal sul fianco sinistro. Il nuovo Daily Gold Medal è offerto con quattro soluzioni di passi (3.000, 3.450, 3.750 e 4.100 mm) e con sospensione anteriore a barre di torsione, particolarmente adatta agli impegni più gravosi. Il veicolo è equipaggiato da un motore turbodiesel a quattro cilindri in linea di 2.300 cc, 16 valvole, ad iniezione diretta con turbo-intercooler e gruppo iniezione common-rail Unijet di seconda generazione. La potenza erogata è di 70,5 kW (96 CV) a 2.900 ÷ 3.900 giri/min con una coppia massima di 240 Nm (24,5 Kgm) a 1.800 ÷ 2.800 giri/min. Un motore di ultima generazione che offre elevate prestazioni e al tempo stesso economicità di esercizio. 46
Tra le altre caratteristiche salienti, le sospensioni posteriori sono a balestre semiellittiche e l’impianto frenante è dotato di quattro freni a disco con servofreno. Come nella tradizione Daily, il telaio è portante e la trazione posteriore con ruote gemellate. Negli standard di fornitura troviamo anche la barra stabilizzatrice posteriore, il filtro combustibile riscaldato, l’idroguida, l’immobilizer, il cruise control, i vetri atermici azzurrati con alzacristalli elettrici. Ricca anche la lista degli optional: airbag per autista e passeggero, autoradio con CD, navigatore satellitare, chiusura porte centralizzata, climatizzatore automatico, fari fendinebbia, ABS, ASR, EBD, ESP, retrovisori riscaldati e comandati elettricamente, riparo coppa motore. E’ possibile inoltre optare per altre tre soluzioni di sospensioni posteriori: semiellittiche con balestra, paraboliche e semiellittiche rinforzate. Il Daily Gold Medal 35 C10 HPI si propone per un impiego improntato alla massima flessibilità grazie all’ampia offerta di passi e di personalizzazioni. Scorrendo le dotazioni del veicolo si può infatti notare come si possa avere tutto quello che è considerato indispensabile per le mission più diversificate sulla base di un motore robusto ed affidabile e delle ruote gemellate. Un piccolo camion generoso e infaticabile quindi, come è nella tradizione della gamma Daily.
Per il lancio del Daily Gold Medal 35 C10 HPI le concessionarie della rete Iveco offrono la versione cabinato con allestimento cassone ribaltabile ad un prezzo promozionale, ed il mezzo sarà disponibile in serie limitata fino ad esaurimento delle scorte.
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
SEGNALETICA
Tecnopavimentazioni: ulteriori servizi per i clienti
1
di microsfere di vetro e quantità di prodotto applicato si riescono ad ottenere particolari segnaletiche ad altissima rifrangenza, antiskid e durata, tre caratteristiche che vengono riportate su certificati di collaudo. Tecnopavimentazioni vuole inoltre segnalare che tutti i prodotti da loro proposti sono stati certificati e hanno raggiunto le qualità tecnico stradali secondo le norme DIN EN 1436.
2
Tecnopavimentazioni con sede in Jesi (AN), distributore per l'Italia dei prodotti bicomponenti per segnaletica stradale della ditta svizzera Basler Lacke, azienda leader nella produzione di tali manufatti, ha presentato ai propri clienti ed alle amministrazioni le proprie iniziative in occasione della fiera Europolis 2006 di Bologna. Proprio per andare incontro alle esigenze dei clienti e semplificare l'utilizzo dei materiali offerti da Tecnopavimentazioni per segnaletica orizzontale di alta qualità e sicurezza, l'azienda anconetana si è strutturata in modo tale da poter proporre le macchine adeguate per l'applicazione dei 3 materiali prodotti dall'azienda svizzera Basler Lake. L'offerta naturalmente non prevede solo la vendita dei macchinari specifici, ma si articola con la possibilità di noleggiare le stesse sia a caldo che a freddo, ossia si può avere la macchina con operatore oppure la sola macchina. Tecnopavimentazioni segnala la disponibilità in particolare di due modelli di traccia linee. La macchina 60 C-STB: l'attrezzatura è specifica per la posa in opera del prodotto Bascoplast Fein BA Strutturato. Adeguata alle realizzazioni di: segnaletica strutturata di demarcazione (linee laterali, linee centrali 12, 15, 25 cm); segnaletica a profilo variabile con barrette sonore (linee da 12, 15, 25 cm); solo barrette sonore base 4 - 5 cm, altezza 0,5 cm, larghezza 12, 15, 25 cm, interasse con programma automatico. La macchina AR 40 ITP-2C è specifi-
ca per la posa in opera del prodotto Bascolin 1/1 3K Spray per realizzazioni di segnaletica di alta qualità, linee di demarcazione, frecce direzionali, barre di arresto, simboli... Con particolari e specifiche miscele
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
1. Traccia linee 60 C-STB 2. BascoplastFein BA strutturato 3. Traccia linee AR 40 ITP-2C 4. Bascolin 1/1 3K Spray
4
47
AEROPORTI
Spazzatrice aeroportuale Schmidt AS 900 per Torino SAGAT, società che gestisce l’aeroporto di Torino, ha recentemente ampliato il proprio parco mezzi acquistando una spazzatrice aeroportuale Schmidt AS 900. Sotto l’aspetto temporale il momento è perfetto, in quanto per gli imminenti Giochi Olimpici Invernali l’afflusso passeggeri presso l’aerostazione subirà sicuramente una crescita esponenziale rispetto agli standard abituali. La spazzatrice aeroportuale AS 900 è stata sviluppata e concepita per la pulizia professionale di tutte le aree operative aeroportuali, cioè le piste di decollo, atterraggio e rullaggio. Inoltre è particolarmente adatta per l’aspirazione dei liquidi decongelanti degli aerei e i residui sparsi sulle superfici. Il contenitore su struttura autoportante ha un volume di 9,5 m3, con fondo e pareti in acciaio AISI 304, sollevamento e ribaltamento posteriore per lo scarico ad azionamento idraulico. Il serbatoio dell’acqua, in alluminio con paratie frangiflutti, è posizionato tra la cabina di guida e l’allestimento spazzante, ed ha una capienza di 2.000 litri. Questa posizione garantisce da un lato una perfetta distribuzione dei pesi sugli assi, dall’altro funge da insonorizzazione verso la cabina di guida. Il motore azionante è un MercedesBenz OM906L4 da 205 kW di resa, Euro 2, ed è montato su supporti ammortizzati. Il ventilatore AP con ventola in acciaio speciale antiusura è costruito in linea insonorizzante e a flusso ottimale; è azionato dal motore principale tramite motore idraulico. L’impianto spazzante e gruppo di raccolta è applicato posteriormente al veicolo, ed è composto da un carter convogliatore aspirante e da un rullo spazzante di diametro 400 mm azionato idraulicamente. La larghezza di spazzamento è 2.300 mm. Il materiale raccolto viene trasportato dal flusso d’aria attraverso i convoglitori tramite i tubi di aspirazione da 250 mm di diametro nel contenitore. In questo avviene la separazione ad effetto centrifugo. L’aria di scarico viene espulsa a 48
bassa velocità nella parte alta. Dietro ai convogliatori è posizionato il rullo spazzante con setole sintetiche, azionato idraulicamente; questo sistema garantisce una pulizia ottimale anche con alta concentrazione di sporcizia. Il numero di giri è regolabile in continuità da 0 a 360 giri/min. Montate nell’interasse del veicolo sono applicate 2 spazzole laterali (dx e sx) con diametro 1.000 mm, azionate idraulicamente, sistema alza/abbassa nonché estensione/retrazione tramite supporto pneumatico con regolazione delle pressioni d’esercizio. Le spazzole laterali possono essere utilizzate per spazzare bordi laterali e/o per allargare al massimo il quadro di spazzamento. I comandi vengono impostati dall’apposita centralina. Il gruppo viene sollevato e abbassato idraulicamente tramite parallelogramma, ed in retromarcia si solleva automaticamente. Durante lo spazzamento il gruppo scorre su 3 ruotismi e viene guidato automaticamente dalla movimentazione dell’autoveicolo. Tramite appositi ugelli viene spruzzata acqua nebulizzata nei convogliatori, di conseguenza il materiale viene inumidito e si abbatte la formazione di polvere. La quantità d’acqua può essere regolata. Anteriormente e posteriormente sono montate 2 barre
spruzzatici supplementari. L’AS 900 è dotata di cruscotto comandi centralizzato in cabina. Sul lato posteriore destro è montata una presa multipolare per l’attacco del cruscotto ausiliario per il comando ribaltamento contenitore per scarico e apertura/chiusura portellone. Tutte le funzioni ad eccezione dello scarico - ribaltamento vengono impostate tramite il cruscotto centralizzato. Le valvole elettromagnetiche per i comandi sono disposte in posizione facilmente accessibile per la manutenzione e il controllo funzionale. Caratteristiche AS 900 Contenitore spazzatura: capienza: 9,5 m3 contenitore e serbatoio acqua divisi, costruzione più semplice Serbatoio acqua: capienza 2.000 litri posizionato in piedi retrocabina con effetto insonorizzante per la cabina Gruppo azionatore: motore: Mercedes-Benz OM906L4 potenza: 205 kW Gruppo spazzatrice: sistema d’aspirazione con rullo spazzamento meccanico Comandi e regolazione: comandi disposti ergonomicamente, display con indicatori di funzione facilmente interpretabili
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
MANUTENZIONE STRADE
Instamak Italia cambia nome in Insta service Instamak Italia ha recentemente cambiato la sua ragione sociale in Insta service, ampliando l'oggetto sociale per poter garantire un sempre miglior servizio alla crescente clientela. Questa scelta infatti permetterà ad Insta service di proporsi non solo per la fornitura di bitume a freddo ma anche, ad esempio, di poter effettuare corsi per la manutenzione delle strade. Gli utilizzatori di Black top si compongono per il 95% di enti pubblici tra comuni, regioni e province; la restante parte di privati, che hanno potuto verificare le caratteristiche del prodotto. Il Black top ha riscontrato apprezzamenti per la possibilità di eseguire i lavori in qualsiasi condizione atmosferica, anche sotto abbondanti nevicate e piogge. Molti clienti hanno constatato che il materiale è "morbido" e facilmente stendibile, permettendo di intervenire in situazioni di temperature parecchio sotto 0°C. La durata e la resistenza delle riparazioni hanno convinto anche in autostrada, dove un gestore ha iniziato ad utilizzare il Black top proprio sulla sede autostradale per la sua manutenzione/riparazione con risultati efficaci e permanenti. Dopo aver portato la produzione del Black top in Italia ed occupandosene direttamente, grazie ad un adeguato impianto, Insta service, per soddisfare le esigenze dei clienti, ora propone la pratica piastra vibrante CB 436 della Batmatic. Questa piastra vibrante, leggera e maneggevole, risulta infatti facilmente trasportabile, grazie anche allo smontaggio rapido del manico, ed è
ideale per un lavoro di compattazione da eseguire in spazi ristretti (dimensioni della piastra di 360 x 450 mm). Il suo peso è di 42 kg con una forza
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
centrifuga di 4 kN ed una frequenza di 90 Hz. La motorizzazione è a benzina Subaru Ey 08 hp 2 e l'impianto acqua ha una capacità di 10 litri.
49
VERDE
Ferri SKI: raiber destro e sinistro in un unico attrezzo GHERARDO MARCHELLI 1. Ferri SKI destro mentre lavora superando agevolmente l’ostacolo 2. Ferri SKI destro e sinistro 3. Ferri SKI destro al lavoro
1
Ferri continua lo sviluppo dello scavallatore per guard rail. Dall'esperienza del modello RKI acquisita sulle strade italiane ed europee, Ferri ha riscontrato l'esigenza di una macchina più performante. Per poter esaudire le richieste degli
utilizzatori Ferri ha progettato ed ora commercializza il nuovo modello SKI, disponibile in 2 versioni: destro e destro/sinistro. Mantenendo invariate tutte le caratteristiche di base dello scavallatore tradizionale, quest'ultimo modello si
distingue per la sua particolare struttura con perno centrale su cui ruota l'intero apparato falciante. Questo movimento, effettuato manualmente dall'operatore, consente di poter trasferire l'apparato falciante da destra a sinistra e viceversa, per poi rifinire il tutto con la rotazione manuale dei dischi falcianti. L'operazione risulta estremamente agevole e rapida, dando la possibilità ad un solo trattore di andare a tagliare sotto il guard rail sia nel senso di marcia destro che sinistro, come richiesto, ad esempio, sulle rampe di entrata o di uscita delle autostrade. Come l'RKI lo SKI è caratterizzato dalla possibilità di rotazione di 150° del montante esterno, dispositivo brevettato, che rende molto più facile il superamento degli ostacoli presenti sulle banchine, aumentando considerevolmente la produzione quando si lavora in presenza di parecchi pali della segnaletica, illuminazione e piante; inoltre, mentre si supera l'ostacolo è possibile continuare a tagliare l'erba con la lama interna. I guard rail installati di recente creano
3
2 50
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
4
5
grandi problemi per posizionare l'attrezzatura in fase di lavoro e rimetterla in fase di trasferimento: con questo dispositivo di apertura dell'arco esterno tali problemi sono risolti, migliorando la qualità e la produttività. La visibilità sull'attrezzo e sulla strada dal trattore risulta ottimale. L'altezza di taglio è regolabile sollevando o inclinando l'arco tramite comandi idraulici ed uno spostamento laterale idraulico di 55 cm consente all'operatore di posizionarsi alla distanza adeguata dai differenti guard rail sui quali deve andare ad operare. Naturalmente anche lo SKI è applicabile anteriormente in maniera rapida ai trattori, con una potenza richiesta di 80 - 110 CV, in modo tale da non vincolare gli stessi a questo utilizzo soltanto; rende inoltre possibile l'installazione di un braccio falciante applicato al sollevatore posteriore, permettendo così l'allestimento contemporaneo di due attrezzature falcianti. 4. Particolare dei dischi di taglio 5. Particolare dello spostamento idraulico laterale da 55 cm 6. Ferri SKI destro e sinistro 7. Schema comando in cabina
Nella progettazione del raiber SKI sono stati ridotti gli ingombri in altezza ed in chiusura per il trasporto; inoltre è stato adottato un distributore per i martinetti di movimentazione idraulico (a differenza del RKI che è elettroidraulico). Il distributore ha in dotazione una sicurezza idraulica posta in corrispondenza di ogni bobina per eseguire le manovre di emergenza qualora ci fosse un guasto. Il comando in cabina è una scatola di comando elettrico a doppio joystick. La console di comando consente di effettuare i controlli: presenza di un selettore per gestire il radiatore mediante bulbo (in automatico) oppure manualmente; spegnimento del motore esterno se l'arco non è in posizione di lavoro, a salvaguardia della sicurezza; spegnimento del motore interno se il portale non è in posizione di lavoro quando si sta eseguendo, ad esempio, una chiusura dello stesso, a salvaguardia della sicurezza; pulsante di esclusione/attivazione chiusura automatica dei piatti; controllo durante la fase di chiusura: mediante un microinterruttore si controlla se l'arcone viene correttamente posizionato prima di eseguire la completa chiusura della
6
macchina, al fine di evitare inconvenienti di errata chiusura con conseguente possibilità di rovinare alcune parti della macchina. A differenza di altri raiber lo SKI può gestire l'apertura/chiusura dei piatti, sia in automatico (mediante 2 microinterruttori si attua l'attivazione della chiusura dei piatti quando incontrano un ostacolo), che manuale (per evitare un ostacolo che si pone tra i due piatti senza la necessità di dover aprire l'arcone). La larghezza del portale è di 940 mm ed il peso della macchina è di 980 kg / 1.150 kg. La capacità del serbatoio è di circa 150 l con circa 165 l di olio idraulico. La larghezza di taglio utile è di 1.200 mm. Sono montabili tre diverse misure di piatti portacoltello con diametro da 800, 700 e 600 mm con due diverse possibili configurazioni di coltelli a slot e a lama unica. La rotazione delle lame è di 2.850 giri/min con presa di forza a 1.000 giri (antiorario) anche se è possibile concordare altre predisposizioni. I motori lavorano alla pressione di 200 bar ed i martinetti a 220 bar, con un moltiplicatore elicoidale ad alta trasmissione di coppia per una potenza assorbita da ciascun motore di circa 30 CV.
7 Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
51
VERDE
La nuova gamma Bruni per il taglio di erba lungo le banchine stradali
1
Sorta alla fine degli anni '50 e subito volta alla progettazione e alla costruzione delle macchine agricole a trasmissione idraulica, Bruni macchine agricole, con sede ad Abbiategrasso (MI), possiede una grande esperienza nel campo delle decespugliatrici idrauliche e fornisce una vasta gamma di accessori ed attrezzi appli-
2
cabili. Per soddisfare le svariate esigenze nel settore della manutenzione stradale Bruni propone una diversificata ed articolata serie di modelli di decespugliatrici a braccio tra i quali spiccano quelli progettati per soddisfare le particolari e differenti richieste degli operatori.
La DFC 530, grazie alla particolare geometria dei tre settori, consente all'operatore di lavorare, con un braccio attaccato posteriormente al trattore, con la testata in posizione estremamente avanzata e quindi di avere un'ottima visibilità della fresa in fase di lavoro, senza dover assumere posizioni scomode, stancandosi meno per un risultato di maggiore efficienza in una condizione lavorativa piÚ sicura. Per risolvere il problema di chi deve operare in presenza di guard rail o barriere anche di altezza di 1,20 m dal terreno, Bruni ha progettato e propone il decespugliatore a braccio modello DPS 720 - UP che, grazie alla posizione elevata del primo segmento di braccio, può facilmente scavalcare e intervenire al di là di questi ostacoli. Entrambe le serie appena citate possono essere accessoriate con: pompe e motori a pistoni, comandi idraulici proporzionali a bassa pressione con joystick per movimento 1. Bruni DFC 530 2. Bruni DPS 720 - UP 3. Bruni DP 600
3 52
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
1
bracci, scambiatore di calore con elettroventola, frese con struttura in acciaio raex ad alta resistenza con carter interno a volvente per una migliore ventilazione e l'"autopilota", il sistema che Bruni propone per l'autolivellamento della fresa al terreno. Per la manutenzione lungo le banchine stradali, Bruni propone la
TB120, attrezzatura da applicare anteriormente al trattore, la cui fresa è dotata di un tastatore elettroidraulico che permette lo sfalcio dell'erba anche in presenza di paletti segnaletici e altri ostacoli. Il tastatore comanda alla testata di rientrare e di riportarsi in posizione di lavoro in maniera automatica consentendogli
2
di aggirare l'ostacolo senza l'intervento dell'operatore. All'Eima 2005 inoltre Bruni ha presentato una versione totalmente rivista del sistema Orbitol già prodotta nel '99 per lo sfalcio sotto guard rail. La nuova versione, chiamata Orbitol 5, ha mantenuto il movimento orbitale intorno ai paletti dei guard rail per permettere un taglio ottimale e, grazie al nuovo sistema di trasmissione idraulico, può essere applicata su tutti i bracci decespugliatori sia prodotti da Bruni che da altre marche. Orbitol 5 ha una particolare costruzione dei dischi tagliaerba che lascia operare l'attrezzo in modo sicuro ed efficace. L'elemento rotante è in grado di ammortizzare eventuali urti contro ostacoli fissi, evitando ripercussioni sul motore idraulico; inoltre la presenza di un disco a folle, che poggia sul terreno seguendone l'ondulazione, permette un'altezza regolare di taglio. Il disco superiore è dotato di una protezione in nylon che ne consente la rotazione intorno a qualsiasi palo dei guard rail, in modo che i coltelli possano tagliare tutta l'erba presente. 1. Bruni TB120 2. 3. Bruni Orbitol 5
3
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
53
ARREDO STRADALE
Osio riconferma la tecnologia Natural Paviment per estetica e sicurezza ARCH. MANLIO DELLA PUPPA
1
Dopo circa un anno dalla positiva esperienza della rotatoria sulla strada di ingresso Nord - Ovest al paese e naturale collegamento tra Osio Sotto e Osio Sopra (Lavori Pubblici n.9 luglio agosto 2004), il Comune di Osio ha voluto intervenire anche sull'ingresso Nord - Est sulla medesima strada. L'anno precedente il comune ha caratterizzato la rotatoria, elemento con la funzione di distribuire il traffico, evitando i semafori, in modo da avere uno scorrimento più fluido e sicuro, quale struttura che non voleva essere un mero arredo stradale, ma, che, grazie ad accorgimenti estetici, riuscisse ad amalgamare i due parchi limitrofi e ren-
3
desse piacevole l'ingresso al paese. Il nuovo intervento ha voluto caratterizzare l'incrocio innanzi tutto con lo scopo di garantire un forte rallentamento dei veicoli in ingresso evidenziandolo visivamente in modo da "rompere" l'imponente tratta viaria che attraversa il paese denominata via camionabile, al fine di creare visivamente una "nobile entrata". l'obiettivo è stato quello di dare connessione al tessuto viario che risultando di rottura divideva il paese, con una porzione dello stesso che oltremodo si posiziona a ridosso dell'autostrada. Per il rallentamento del traffico si è lavorato sulla geometria della strada con un rialzo della sede stradale di 12 cm e la creazione di una leggera curva, sottolineando visivamente il tutto con una cordolatura centrale colorata di 40 cm, attraversamenti pedonali e ciclabili colorati in autobloccanti rossi e bianchi. Per caratterizzare l'intervento, in modo da renderlo sia più piacevole alla vista, sia ancora più evidente, si sono volute creare delle campiture geometriche di tonalità differenti, raccordan1. 3. Il nuovo ingresso Nord - Est dalla camionale a Osio 2. Campiture con tecnologia Natural Paviment 4. Rotatoria d’ingresso Nord Ovest dalla camionale a Osio
do le diverse tonalità degli autobloccanti anche sulla sede stradale, che risulta in tratte ben delineate in colore chiaro e scuro antracite, dando alla totalità dell'intervento un effetto mosaico a campiture ben definite. Come nell'intervento dell'anno precedente è stata utilizzata la tecnologia proposta dalla AZ Tech di Homar Nava Natural Paviment. L'elemento innovativo, proposto dalla AZ Tech, è la possibilità di realizzare un fondo stradale con un inerte di colore e granulometria appositamente studiata e con un legante bituminoso modificato, che si presta ad offrire una sede stradale resistente oltre a dare un buon drenaggio e aderenza, qui eseguito dall'impresa Locatelli di Sotto il Monte. Seguito da un intervento superficiale, eseguito dalla T.D.S. Trattamenti di Superficie, che permette di creare delle campiture dove si evidenzia il colore dell'inerte, dando una colorazione naturale alla pavimentazione, differenziandole dalle aree non trattate permettendo di creare l'effetto visivo voluto.
2
4 54
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
PORTATTREZZI
Dalla Svezia il portattrezzi anfibio Truxor
La Option di Codroipo (UD) vuole proporre in Italia soluzioni semplici ed innovative in differenti campi di lavoro. Ha ottenuto notevole interesse ed apprezzamento da parte dei clienti con la sua proposta degli spargitori ad azionamento elettrico con tramoggia in materiale plastico, sia dei pratici Polaro sia dei più capienti SnowEx. Lo scorso anno Option ha presentato in Italia uno speciale portattrezzi per una completa e rapida manutenzione dei corsi d'acqua. Questo mezzo anfibio, prodotto in Svezia, si chiama Truxor ed è un portattrezzi unico nel suo genere per svolgere lavori tra terra e acqua. Truxor si muove agilmente in aree acquatiche dove non possono circolare né persone né veicoli. La macchina galleggia quando il terreno è troppo molle ed inoltre eserci-
ta una bassa pressione al suolo, caratteristica particolarmente importante per il lavoro in riserve naturali e campi da golf. Truxor è dotato di un braccio sollevabile con un sistema di attacco istantaneo per cambiare gli strumenti con facilità. Sulla macchina la distribuzione del peso è standard, perciò Truxor è in grado di trasportare e sollevare pesi diversi sia in acqua sia in terra. In entrambe le situazioni, grazie alla cingolatura possiede buone qualità di manovra, potendo ruotare sul proprio asse. Le bande dei cingoli sono montate con polietilene resistente, cosa che permette al Truxor di muoversi e manovrare in acqua ed avere una buona presa quando la macchina risale sulla terraferma. Il numero di pale conferisce alla macchina un breve tempo di frenata con spazi di
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
arresto alla massima velocità estremamente ridotti. L'ambiente di guida sul Truxor è stato studiato per offrire il massimo comfort possibile. La macchina ha una cabina ripiegabile. Il posto di guida e le leve di comando sono regolabili. La leva montata a sinistra regola il comando e la velocità. Dal posto di guida si accede facilmente a tutti i comandi. Valvole idrauliche controllano il sollevamento, l'inclinazione, la distribuzione del peso e l'avvio/blocco dello scarico idraulico. Il pannello di controllo è dotato di misuratore di temperatura, timer e pannello di controllo per il motore. Sulla parte posteriore è montato un alloggiamento DM con regolazione idraulica per innescare posteriormente gli strumenti. Una leva, montata a destra, ne regola il sollevamento, l'incli-
55
1
2
nazione e lo scarico idraulico. Un sistema idraulico a due circuiti regola il flusso e conferisce agli attrezzi la massima prestazione; risulta molto vantaggioso se la macchina è dotata di scavatore, pompa di dragaggio oppure unità-taglio con coltello a doppia funzione. Il Truxor modello DM 4700 B è motorizzato con un Lombardini 1003 27,2 CV con raffreddamento ad acqua a doppio refrigeratore. Il comando è idrostatico, controllato con leva di coordinazione servoassistita. Il sistema idraulico è a valvola con le quattro funzioni di: sollevamento, inclinazione, distribuzione del peso e scarico idraulico. Il braccio sollevabile ha una potenza di sollevamento di 250 kg con alloggiamento DM per un rapido cambio di strumento. I pontoni sono fabbricati in alluminio e la costruzione è in acciaio zincato. Le dimensioni del Truxor DM 4700 B sono: lunghezza 4,7 m, larghezza 2,06 m, altezza 2,1 m, peso 1.300 kg; consentono un'agevole trasporto su di un semplice carrello su cui il Truxor si autocarica. Naturalmente, essendo il Truxor un portattrezzi, Option propone una variegata gamma di attrezzi per i più disparati lavori. Tre i rastrelli proposti: rastrello raccoglitore con struttura ripiegabile, per la
3
raccolta ed il trasporto della vegetazione dopo il taglio, che può essere inoltre integrato con filtri per raccogliere dall'acqua spazzatura, alghe e liquami; rastrello con spine a molla per il lavoro su costa irregolare per lo spostamento del materiale nell'acqua, che può essere montato sia sul braccio sollevabile o sull'alloggiamento posteriore in modo da poter lavorare in combinazione con il rastrello montato anteriormente; rastrello ribaltabile che permette di caricare materiale su barche o rimorchio e consente di raccogliere alghe, spazzature e liquami. Naturalmente Truxor può montare un braccio escavatore, con il risultato di avere uno scavatore galleggiante con possibilità uniche. Lo scavatore è adatto per ripulire canali in entrata e uscita dai laghi, per lavori di scavi in canali, rogge, attorno ai ponti, per sterrare cavi... L'unità scavatrice è manovrata dal posto di guida per mezzo di due leve di coordinazione posizionate su un supporto che può essere facilmente regolato. Il raggio di scavo è di 6.200 mm e la profondità di scavo di 2.300 mm; i piedini hanno un'estensione massima di 1.900 mm. Interessante la pompa di dragaggio per sedimenti con vite di alimentazione che si allenta fino in fondo per conferire alla pompa un flusso regolare di
sedimento. La pompa può anche essere dotata di un imbuto aspirante, raccomandato in situazioni di sedimenti soffici e leggeri. Sull'imboccatura aspirante della pompa è collocato un dispositivo che taglia radici e altri oggetti teneri. La pompa è regolata tramite un pannello di avvio posizionato in corrispondenza del posto di guida ed è stato sviluppato un apposito metodo per misurare la durezza dei sedimenti sui fondali, al fine di valutare quanto è opportuno dragare. La pompa, azionata da un motore Briggs&Stratton da 23 CV con accensione elettrica, ha un attacco centrifugo che la protegge quando è sovraccaricata. La sua capacità è di 10 - 40 m3/ora a seconda del materiale, dell'altezza di sollevamento e della lunghezza del tubo. Il getto in uscita è di circa 3.500 litri/min. La profondità della draga è di 1.600 mm, lunghezza 1.950 per un peso di 166 kg. Molti gli attrezzi di taglio offerti denominati Dorocutter per i differenti materiali da tagliare e tipologie di intervento. Dorocutter 3090 e 3091 sono unità taglia-canne per tagliare le alghe in 1. Truxor con Dorocutter ESM 1700 2. Truxor con rastrello raccoglitore 3. Truxor con pompa di dragaggio 4. Truxor all’opera con escavatore
4 56
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
6
5
acqua, possiedono coltelli intercambiabili con diverse ampiezze di lavoro (2, 3, 4, e 5 m). Si può scegliere tra due profondità di taglio di 1 ed 1,4 m. Queste unità possiedono inoltre una mensola elastica e sono dotate di un dispositivo a scatto per l'oscillazione. Il Dorocutter ESM 2100 ha un sistema di taglio a doppia azione Busati, ed è raccomandato per tagliare la vegetazione pesante in acque basse, in terreni paludosi e nei prati lungo le sponde; anche questa macchina possiede un dispositivo a scatto per l'oscilazione. La Dorocutter ESM 1700, sempre con sistema di coltelli a doppia azione Busati, viene montata sul lato, con braccio sollevabile e dispositivo automatico a scatto per l'oscillazione, è progettata per tagliare sulle pendenze nei canali e naturalmente può essere utilizzata in acqua. Il Dorocutter ESM 2200 è un pratico attrezzo per tagliare e raccogliere 5. Truxor per la raccolta alghe 6. Truxor si autocarica sul carrello per il suo trasporto
con un solo movimento. Anche questo sistema studiato per un utilizzo in acqua ed in terreni paludosi, è costituito da un sistema di coltelli a doppia azione Busati. Le barre di raccolta possono essere smontate per utilizzare l'attrezzo per il solo taglio. Per i lavori di scavo in materiali soffici è prevista una benna leggera con un volume da 100 litri; per il lavoro di sradicamento radici è stato studiato un coltello adeguato con una profondità di lavoro fino a 1,3 m. Le peculiari caratteristiche rendono questo portattrezzi anfibio interessante, non solo come capace strumento di lavoro per enti di bonifica ed aziende di gestione canali, ma anche per i più disparati impieghi, quali Protezione Civile, golf e enti che offrono il servizio di pulizia spiagge, oltre ovviamente a chi si occupa di lavori in terreni limacciosi e canali. Ad esempio la Protezione Civile ne ha sottolineato la praticità per il servizio in casi di alluvioni, per il trasporto e l'utilizzo di attrezzature di primo soccorso. Sempre per la Protezione Civile que-
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
sto mezzo anfibio rende molto agevole l'intervento d'assorbimento di olii inquinanti o prodotti chimici, potendo intervenire in zona acquatica anche in punti di acqua bassa. I gestori di campi da golf ne hanno colto l'importanza per il lavoro non solo nelle acque limitrofe al campo, ma anche sullo stesso, grazie ai cingoli in gomma che preservano il manto erboso. Il Truxor nelle spiagge consente un lavoro di pulizia, soprattutto a livello del bagnasciuga e dei primi metri di mare, dove non si può intervenire con barche o mezzi da spiaggia: si possono così raccogliere le alghe e sporcizie varie, prima che si spiaggino, con la benna che permette di caricarle direttamente sul camion. Ovviamente il portattrezzi anfibio trova le sue applicazioni, come unico mezzo valido, in tutte quelle situazioni acquatiche, anche di bassissimo fondale o su terreni molto cedevoli, permettendo di lavorare con attrezzature adeguate dove con altri mezzi è impossibile operare.
57
ANTINCENDIO
Modulo antincendio Molinari su Unimog U 5000
La Molinari Vincenzo conferma il suo impegno nel settore degli allestimenti antincendio, in particolar modo in quello boschivo, aggiudicandosi nuove forniture e consolidando la propria presenza anche nel settore dei veicoli speciali pesanti. Di rilievo la consegna avvenuta lo scorso mese di ottobre di un autocarro Mercedes-Benz Unimog U-5000 allestito per il Gruppo di Intervento Val Carobbio della Protezione Civile di Brescia. La meccanica del veicolo beneficia del collaudato propulsore da 6,4 litri da 217 CV a 12.500 giri/min, abbinato al cambio UG 100-8 a otto rapporti sincronizzati avanti e sei retromarce
58
(raddoppiate con il riduttore centrale) con preselezione a mezzo joystick della velocità e consenso dell'inserimento con la frizione. Particolarmente apprezzata, per l'utilizzo cui è destinato il veicolo, è la presenza del sistema EQR (Electronic Quick Reverse, inversione di marcia veloce) che permette di invertire la direzione di marcia in tempi brevissimi, grazie all'innesto sincronizzato delle marce avanti-indietro all'entrata del cambio. L'azienda bresciana, assecondando le esigenze del cliente, ha realizzato l'allestimento di tale veicolo installando un serbatoio da 5.000 litri, abbinato ad una pompa a Rosenbauer di
tipo centrifugo e con l'applicazione di quattro gavoni di notevoli capacità. Più nel dettaglio, il serbatoio è realizzato in lamiera di acciaio inox AISI 316 di 3 mm di spessore, munito di paratie frangiflutti che presentano aperture alla sommità, al centro e alla base, che assicurano il movimento dell'acqua e dell'aria; tali paratie risultano completamente asportabili per operazioni di manutenzione e pulizia. Per il riempimento del serbatoio sono disponibili tre tubazioni: una per l'utilizzo di pompa di pescaggio esterna, e due per il collegamento a fonti esterne (idrante stradale) realizzate con attacco UNI 70 mm con valvola sferica, calotta cieca e valvo-
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
la di non ritorno. La pompa utilizzata, una Rosenbauer NH20 di tipo centrifugo multistadio, permette l'erogazione anche in contemporanea in media ed alta pressione, prendendo il moto diretto dalla presa di forza meccanica sul cambio. Le prestazioni di tale pompa sono di 2.000 l/min a 10 bar in media pressione e 350 l/min a 40 bar in alta pressione. La pompa può essere alimentata anche da fonte esterna, attraverso una bocca con raccordo a vite UNI da 100 mm di diametro, posizionata posteriormente. Sempre in coda al veicolo sono disponibili due bocche di mandata per media pressione con raccordo a vite maschio UNI da 70 mm di diametro, oltre che due per l'alta pressione; una collegata direttamente al naspo fisso, l'atra raccordata per manichette Storz D all'alta pressione. Piuttosto completo risulta il pannello di comando della pompa di tipo manuale (per una maggiore semplicità di utilizzo), che comprende la spia di segnalazione dell'inserimento della presa di forza (ripetuto in cabina), contagiri, contaore della pompa, manometri alta e media pressione,
vacuometro per la misurazione della depressione nel caso di aspirazione da fonte esterna e spia che segnala l'adescamento innestato. Il naspo dispone di un avvolgitore elettrico, con trasmissione a catena e funzione manuale in caso di avaria, con tubazione da mm 25x37 da 60 metri di lunghezza, munita di lancia a getto pieno e nebulizzato modello Nepiro di Rosenbauer con l'esclusivo sistema di compensazione. I quattro gavoni, con accesso attraverso serranda in alluminio, risultano molto capienti e sono dotati di mensole regolabili in altezza; i primi due sono posizionati anteriormente tra serbatoio e cabina e sono comunicanti tra di loro, mentre quelli posteriori sono posizionati rispettivamente ai lati della pompa e risultano essere tutti quanti automaticamente illuminati, all'apertura delle serrande. Particolare attenzione è stata posta nel fissaggio di tutti i componenti sull'autotelaio, i quali sono collegati al falso telaio tramite ammortizzatori elastici in gomma-acciaio. Posteriormente al veicolo, sul lato destro, è fissata una colonna fari pneumatica che per l'innalzamento spilla aria dall'impianto del veicolo,
dotata di due proiettori da 1.000 watt ciascuno alimentati dal gruppo elettrogeno di bordo; quest'ultimo è alloggiato sul lato sinistro del veicolo protetto da una cassa elettrozincata e verniciata, il cui accesso è garantito da un portello di ampie dimensioni e dalla presenza di una slitta che permette di portare il gruppo all'esterno del contenitore. Anteriormente su lato destro, in prossimità dello snorkel, è montato un faro brandeggiabile di notevole potenza. L'impianto luci è completato dalla presenza di cinque fari di lavoro disposti sopra ognuna delle serrande, da quattro luci stroboscopiche blu gestite da centralina elettronica, da una coppia fari posti sul tetto con relativi lampeggianti blu. La consegna del veicolo, avvenuta il 29 ottobre, ha visto la presenza delle autorità locali quali il Sindaco di Brescia Paolo Corsini, con il Presidente della Provincia Alberto Cavalli, il Sig. Rolando Bennati presidente del Gruppo Val Carobbio, il Sig. Cavalla in rappresentanza della Mercedes-Benz Unimog e Antonio Molinari in rappresentanza della Molinari Vincenzo.
PARCHI GIOCO
Giochisport a Gorgonzola GIORGIA MARCHELLI
1
2
Prosegue ormai da alcuni anni un ottimo rapporto fra la Città di Gorgonzola e Giochisport Group Progress S.r.l. di Muggiò. La cittadina della provincia milanese sul Naviglio della Martesana, patria dell’ottimo formaggio, sta ultimamente rivolgendo notevole attenzione al tempo libero dei suoi 18.000 abitanti, ed in particolar modo dei bambini. Dopo l’installazione di giochi in alcune aree del paese negli anni passati, il Comune ha riproposto attrezzature di elevata qualità, aggiudicate poi a questa società specializzata in giochi per parchi, arredo urbano, percorsi vita, reti spaziali e attrezzi ginnici, per la realizzazione di altri parchi gioco sul proprio territorio, in alcuni casi ricavati dalla volontà di riqualificazione di zone prima non particolarmente dotate.
Giochisport con 30 anni di esperienza è una fra le più importanti società italiane nel settore ludico, sempre tesa al miglioramento della qualità, con particolare attenzione alle nuove tecnologie e grande dedizione ai clienti, con i quali collabora per ogni aspetto dei parchi gioco da creare, dall’individuazione delle esigenze, al progetto personalizzato, fino alla realizzazione, con assistenza costante e successiva manutenzione. I prodotti che utilizza sono tutti garantiti e conformi agli standard di sicurezza e di accessibilità, certificati secondo le norme internazionali, costruiti in materiale riciclato e successivamente riciclabile, per il divertimento stimolante e senza rischi dei bambini. La società importa ed installa in esclusiva per l’Italia le strutture da gioco
della Landscape, multinazionale americana produttrice di attrezzature qualitativamente fra le migliori a livello mondiale, che si caratterizzano per le doti di sicurezza, i materiali, la durata, l’amplissima gamma di colori, la componibilità degli elementi con sistema modulare e l’accessibilità, che consente ai bambini portatori di handicap di giocare coi loro amici. Grande attenzione di Giochisport è inoltre rivolta alle pavimentazioni ammortizzanti per parchi gioco, concepite per minimizzare i rischi di lesioni ai bambini che cadono dalle attrezzature: anticipando la norma europea UNI EN 1176-7 del settembre 1997, già da parecchi anni crea superfici antishok coloratissime e disegnate sempre diversamente con granuli di gomma provenienti dal rici-
4
3 60
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
clo di pneumatici, gettate in opera dai tecnici delle proprie squadre di installazione. La prima zona di giochi è stata creata nel 2004 all’interno del Parco Comunale di Gorgonzola, nell’area di Cascina Antonietta, ampio spazio di verde con campi sportivi ed un moderno servizio di biciclette gratuito a disposizione dei cittadini per muoversi nei dintorni. Un grande castello colorato, base di quasi tutti i parchi gioco, permette ai bambini di sfogarsi su scivoli curvi e affiancati, scalette mobili, elementi da arrampicata, ponticelli, pedali, passaggi manuali, tunnel, imbuti e pannelli di complemento costituiti da ulteriori giochi con volanti, specchi e disegni. Ancora più attraente è la rete spaziale, su base tonda, costituita di corde incrociate sulle quali arrampicarsi e spostarsi in ogni direzione. Intorno ai due elementi portanti, sulla pavimentazione antitrauma che li supporta, ci sono alcuni giochi singoli a molla per i più piccoli. Sempre all’interno del Parco Comunale di Gorgonzola, fra via Lombardia e via Piemonte, verso la fine del 2004 è stata predisposta un’altra zona per bambini, suddivisa in due parti con giochi diversi a seconda delle fasce di età. Per essere un parco cittadino ha una vegetazione fitta, e ciò ha dato l’idea di un gioco a fungo per i bambini più grandi: una sorta di piccolo castello, con tutti i suoi divertimenti, su una piattaforma ottagonale, con l’ingresso dal centro della struttura, e tubi parlanti per comunicare. I bambini di età minore hanno invece a disposizione un’attrezzatura di dimensioni inferiori più adatta a loro. La realizzazione nel 2005 di strutture da gioco presso la Scuola Materna Collodi di via Don Galimberti è forse la più interessante, in quanto finora non sono molti gli enti preposti all’educazione che si sono dotati di buone attrezzature per il gioco all’aria aperta. Nell’ambito dei lavori di riqualificazione della scuola, il progettista, arch. M. Amari, ha scelto di riconfigurare la composizione delle aree ludico-ricreative all’esterno recintando a mosaico il cortile e differenziando gli spazi comuni con tipologie di giochi diversi. Il risultato sono partizioni del cortile accessibili direttamente dall’edificio e sistemi di accesso a diga degli spazi comuni. Le attrezzature, anche in questo caso, sono state aggiudicate alla società di Muggiò: dovendo essere sottoposte ad un uso intensivo sono stati scelti materiali
altamente resistenti. Le strutture sono inoltre state appositamente disegnate dal progettista per gli spazi resi disponibili: conformandosi ad un’area stretta e lunga, sono stati creati in giallo e azzurro un tunnel a lombrico, un piccolo castello con scivoli, tunnel e pannelli con oblò, volanti e disegni, un dondolo di nuovo disegno e 3 pannelli pittura sui quali i bambini si divertono a creare i loro 5 disegni. La superficie antitrauma è antistante l’asilo di piazza Giovanni parte integrante dell’attività ludico- XXIII, ed ha visto la riconversione di ricreativa con forme multicolore a un’area pattinaggio, ormai in disuso, testimonianza del processo di trasfor- in parco giochi. Essendo a ridosso di mazione che porta uno pneumatico a un asilo, per far divertire i bambini divenire una pavimentazione in all’uscita, è stata recintata e attrezzagomma certificata. L’attività dei più ta con giochi adatti alle età fra i 3 e i piccoli è garantita da un apposito 5 anni, per cui con una struttura spazio molto ben sorvegliabile e da bassa dotata di molti pannelli con piccole attrezzature di tipo manipola- parti in movimento, contornata da tivo. La riqualificazione dello spazio parecchi giochi a molla con le forme di cortile è indispensabile in una di macchinine e animali. scuola per poter spostare con successo l’attività didattica anche all’e- 1. Parco Comunale di Gorgonzola: sterno. L’impegno di Giochisport è Cascina Antonietta stato dunque quello di realizzare 2. Gioco a fungo con tubi parlanti delle strutture gioco su misura, ed via Lombardia - Piemonte installarle contemporaneamente 3. Scuola Materna Collodi all’attività didattica in corso cercando 4. Parco Comunale Giovanni XXIII di arrecare meno disturbo possibile. 5. Pannelli pittura, dondolo e L’ultimo intervento, completato il 22 tunnel lombrico della Scuola gennaio 2006, riguarda invece l’area Collodi
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
61
VIABILITA’ INVERNALE
Nuovo spargisale Morselli e Maccaferri Inox SPR-9000 Fra l’estate e l’autunno del 2005 Morselli e Maccaferri S.r.l. ha creato un nuovo spargisale di grandi dimensioni per il lavoro autostradale, l’SPR9000 della gamma Inox, completo d’impianto di umidificazione e nuovo sistema computerizzato ECO-SAL per spargimento tachimetrico. Gli spargitori di ultima generazione dell’azienda di Piumazzo (MO) hanno subito riscosso notevole successo presso Anas, società di autostrade e numerose province italiane, fra cui Milano, Alessandria, Venezia e Terni. La gamma degli spargisale Inox SPR adotta un sistema costruttivo teso a semplificare le azioni di manutenzione ed a garantire una lunga durata dell’attrezzatura. Per evitare l’alterazione chimica del materiale creata dai processi di saldatura, il sistema di assemblaggio prevede l’imbullonamento totale di tutta la struttura portante, delle lamiere della tramoggia e del canale di espulsione sale con bulloneria anch’essa in acciaio inox. Sono inoltre realizzati in acciaio inox la coda di spargimento con il relativo piatto, gli alberi di trazione del nastro e della ventola di spargimento nonchè tutti i golfari, anelli, distanziali e supporti dei componenti idraulici ed elettromeccanici, parti integranti della macchina spargisale. Da evidenziare che le forature e le asolature vengono effettuate con raggio laser in modo da non alterare le caratteristiche originali di inossidabilità del materiale. Altro elemento di pregio e tuttora esclusivo consiste nell’avere il canale di contenimento del nastro
62
chiuso nella parte inferiore da lamiere in acciaio inox. Queste ultime evitano il depositarsi del sale sul pianale del cassone, preservandolo pertanto dalla corrosione, oltre ad evitare dispersioni. Risultano inoltre facilmente smontabili per le operazioni di lavaggio e manutenzione. I raccordi commerciali in normale acciaio delle tubazioni idrauliche che collegano i diversi componenti sono protetti dalla corrosione tramite l’applicazione di guaine in PVC temorestringenti. Per il trascinamento del materiale da spargere viene utilizzato uno speciale nastro metallico, costituito da maglie sinusoidali completamente in acciaio inox AISI 316, garantito contro l’ossidazione per 10 anni, unite da perni anch’essi in acciaio inox. L’attrezzatura è adatta per spargere sale, graniglia, sabbia e cloruro di calcio o, eventualmente, prodotti similari e miscelati tra loro. L’efficacia dello speciale nastro in acciaio inox a nido d’ape è tale da garantire una uniformità di spargimento in tutto l’arco del tempo destinato al servizio di salatura. Durante il passaggio all’interno della tramoggia, indipendentemente dallo stato di umidità del materiale, grazie alla particolare forma delle maglie, il nastro gratta e smuove il materiale garantendo uno spargimento costante nel tempo. In base alle verifiche effettuate in corso d’opera, la percorrenza di spargimento con 1 m3 di graniglia e/o sale è di 13 - 14 km (con grammatura di circa 45 g/m2 e considerando la larghezza max della strada non superio-
re a 6 m). L’efficacia del nastro è tale da sopperire all’esigenza all’interno della tramoggia di un ulteriore albero frantumatore. Quest’ultimo elemento è necessariamente presente negli spargitori di altri costruttori che utilizzano il nastro in gomma, le catenarie tipo spandi-letame o la coclea, sistemi di spargimento nei quali occorre doverosamente abbinare l’azione supplementare di uno o più alberi frantumatori: se ciò non fosse, il nastro in gomma slitterebbe e la coclea creerebbe l’effetto "ponte". Questi due casi determinano una totale inefficienza dello spargitore ripristinabile, il più delle volte, con il completo scarico manuale della tramoggia. Adottando il nastro in acciaio inox a nido d’ape, queste inefficienze non si verificano mai. In ogni caso, per allontanare qualsiasi tipo di problema e risolvere velocemente l’eventuale effetto "ponte" anche Morselli e Maccaferri ha adottato un sistema esterno alla tramoggia, costituito da uno o più vibratori a 12/24 Volt, installati su appositi supporti, azionabili da pulsantiera. Questi elementi risultano estremamente efficaci: contribuiscono in pochi secondi a smuovere il materiale particolarmente compatto e quindi aiutano il nastro nell’azione di trascinamento (particolarmente durante la fase di spunto, ovvero all’inizio dello spargimento con tramoggia piena di sale). I vantaggi dei vibratori esterni alla tramoggia, rispetto agli alberi posizionati internamente alla tramoggia, sono evidenti. Gli alberi sono mossi da
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
ulteriori cinematismi che, nel complesso, richiedono una maggiore potenza alle fonti di energia (per esempio motori ausiliari), determinano maggiori consumi e soprattutto maggiori costi di manutenzione. I vibratori esterni non necessitano di nessuna manutenzione, inoltre, essendo appunto esterni, l’interno della tramoggia risulta completamente liscia e libera da ostacoli. La manutenzione del nastro si limitata ad un energico lavaggio a fine stagione invernale, oltre a mantenerlo ben teso agendo sull’apposito tendicatena posteriore. Gli alberi di trascinamento del nastro hanno 4 ingrassatori esterni da ingrassare una o due volte nell’arco dell’intera stagione invernale. Complessivamente, grazie agli accorgimenti costruttivi adottati, i costi di manutenzione sono estremamente bassi. All’atto del rimessaggio dell’attrezzatura, a fine stagione invernale, si richiede un semplice lavaggio, preferibilmente eseguito con lancia ad alta pressione, seguito da una spruzzata di olio protettivo. Il cambio dei filtri aria e olio del motore ausiliario avviene ogni stagione invernale, mentre quello dei filtri olio dell’impianto idraulico (aspirazione e scarico) è necessario ogni due stagioni invernali. Sulla base di 5 stagioni invernali, considerando anche 3 - 4 ore di mano d’opera, si può ipotizzare un costo medio complessivo di 140 - 150 euro/anno. In modo particolare sugli spargitori progettati per la media e grande viabilità, risulta ormai indispensabile poter ottimizzare le funzioni dello spargimento tramite una gestione computerizzata. ECO-SAL, il nuovo sistema di spargimento computerizzato, risulta uno dei più avanzati attualmente in commercio: è interfacciabile con qualsiasi tipo di programma gestionale (Txt, Excel...) e soprattutto è già predisposto per ricevere il segnale GPS. L’utente, abbonato ad una cartografia elettronica o ad un gestore telefonico, può in qualsiasi momento verificare dalla sua stazione operativa (ufficio) la situazione di lavoro dell’attrezzatura. Può scaricare i dati relativi all’utilizzo dell’attrezzatura (date ed ore di lavoro, intervalli di sosta, quantità di materiale sparso...) ed inoltre, tramite la nuova pulsantiera dotata di collegamento can-bus oppure bluetooth, può facilmente monitorare tutti i componenti elettromeccanici dell’attrezzatura, prevenendo eventuali malfunzionamenti. Per quanto riguarda la struttura, la scocca portante, le lamiere della tramoggia, la coda e il piatto rotante sono in acciaio Inox AISI 304. La coda, regolabile in altezza, é incernierata con possibilità di ribaltamento verso l’alto, ed è dotata di un duplice sistema la regolazione dello spargimento asimmetrico, eseguibile tramite comando da pulsantiera. Il piatto rotante è munito di alette opportunamente incurvate, con angolo d’inclinazione regolabile, e con la possibilità di regolazione dell’angolo di beccheggio. Il sistema di spargimento consiste nell’alimentazione del materiale da spandere (dalla tramoggia alla coda) tramite nastro a nido d’ape in acciaio inox AISI 316. Il canale di alimentazione del materiale, ovvero dove scorre il nastro, è completamente chiuso da lamierati in acciaio inox, per cui non si verifica la dispersione di sale sul cassone. Tali lamierati sono smontabili per favorire le operazioni d’ispezione, lavaggio e manutenzione: lo smontaggio avviene rapidamente tramite sistema gancio/occhiello. Nella parte terminale del canale di alimentazione, all’interno del cono di discesa del sale (coda spargimento), è presente una spazzola rotativa in PVC utile alla completa pulizia del nastro. Il sistema per lo spargimento tachimetrico ECO-SAL è un dispositivo di controllo per la regolazione della quantità e della larghezza di spargimento tramite un sistema elettronico computerizzato sincronizzato con la velocità del veicolo, Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
63
con possibilità di esclusione o azzerramento dello stesso. La possibilità di modifica dei parametri di spargimento avviene tramite manopole graduate (semplice regolazione manuale-proporzionale). La memorizzazione arriva fino a 6 dosaggi di spargimento per tre diversi tipi di materiale (sale, sabbia e graniglia). La nuova pulsantiera ECO-SAL è il dispositivo di controllo computerizzato per la regolazione di tutte le funzioni dello spargisale. Oltre alla chiave per l’accensione/spegnimento del motore ausiliario, prevede i comandi per la regolazione dello spargimento simmetrico e asimmetrico con visualizzatore, l’attivazione/interruzione dello spargimento, la regolazione della larghezza del ventaglio di spargimento, la regolazione di quantità del materiale da spargere, l’attivazione/disinserimento del sistema computerizzato (spargimento tachimetrico), l’azzeramento dei parametri di spargimento, per lo scarico rapido della tramoggia, l’attivazione, interruzione e dosaggio di umidificazione, le spie di controllo funzionamento e della mancanza sale, l’accensione/spegnimento faro di lavoro e luce lampeggiante gialla, ed il comando di emergenza. E’ dotata inoltre di una porta seriale per scarico dati su PC, ed una porta per stampante e relativi comandi. L’impianto oleodinamico è indipendente, asservito da un motore ausiliario diesel da 28 CV. Le tubazioni idrauliche sono di alta qualità, dotate di innesti rapidi unificati compatibili ed accoppiabili con altrettante prese idrauliche già presenti sull’autocarro destinato al trasporto. L’impianto idraulico è sezionato per permettere il funzionamento dell’attrezzatura anche senza l’utilizzo del motore ausiliario. Ciò si ottiene tramite il collegamento di due tubazioni (mandata e ritorno) ad altrettante fonti idrauliche eventualmente già predisposte sull’autocarro destinato al trasporto. L’impianto di umidificazione è costituito da sei serbatoi sagomanti in polietilene aventi capacità totale di 2.400 litri. Le tubazioni sono rinforzate e i raccordi sono in PVC, con l’ugello dosatore in acciaio inox. L’erogazione della soluzione salina avviene tramite comando da pulsantiera, agente in modo proporzionale, con scala i regolazione percentuale (da 10 a 30%), sul gruppo pompa elettroidraulico dell’impianto medesimo. Il sistema di ancoraggio è tramite occhielli e ganci in acciaio inox, identificati da apposite targhette, posti nella parte alta della tramoggia sui 64
quattro angoli. Tubolari in acciaio inox estensibili (a cannocchiale), presenti anteriormente e posteriormente nella parte bassa della tramoggia, unitamente a catene e tenditori, assicurano un appropriato fissaggio dell’attrezzatura al pianale del veicolo destinato al trasporto. Il dispositivo di parcheggio consiste in quattro piedi di stazionamento regolabili in altezza in tubolari d’acciaio, parte integrante della struttura portante dello spargisale: tramite l’utilizzo del cassone ribaltabile, permettono al solo conducente di effettuare le operazioni di scarramento e caricamento dell’attrezzatura sull’autocarro. Il sistema di costruzione e gli accorgimenti adottati sono tali da garantire una lunga durata dell’attrezzatura nei confronti della ben che minima ossidazione. Nel caso venga richiesta la verniciatura completa dello spargitore, prima della stessa, essendo i lamierati ed i tubolari in acciaio inox particolarmente lisci e quindi non adatti a trattenere uno strato di vernice, tutte le parti che compongono lo spargisale subiscono una lieve pallinatura (granigliatura o sabbiatura) con microsfere di derivazione vegetale o, in alternativa, di corindone del diametro di 0,7 0,8 mm. La successiva verniciatura, viene eseguita con il passaggio delle diverse parti da trattare, in un tunnel in atmosfera controllata. Il ciclo prevede: sgrassaggio alcalino a 60°C per tre minuti, risciacquo con acqua fredda (10° - 13°C), fosfatazione a 60°C con sali di ferro (fondo aggrappante) per tre minuti, risciacquo con acqua demineralizzata, asciugatura all’interno del forno a 150°C per 15 20 minuti, soffiatura manuale per eludere eventuali ristagni d’acqua, applicazione di 2 mani di vernice Poliestere Qualiot (vernice a polvere) con RAL 2011 in cabina di verniciatura e cottura finale nel forno a 180°C per 20 minuti. La progettazione degli spargitori gamma Inox, serie SPR è stata eseguita tenendo conto degli aspetti di sicurezza previsti dalla Normativa Macchine 89/392 - 98/37/CE e successive integrazioni, oltre ai normali criteri della scienza delle costruzioni. Le parti in movimento che potrebbero entrare in contatto con le mani dell’operatore sono protette da elementi meccanici (carter, distanziali...) e da sistemi elettrici che bloccano in emergenza le masse in movimento. Ad esempio, se la coda di spargimento viene sollevata, si interrompe immediatamente il funzionamento del piat-
to rotante di spargimento. Il sollevamento della coda di spargimento è asservito da due telescopici a gas che contribuiscono a rendere lo sforzo dell’operatore trascurabile. La scaletta posteriore è dotata di mancorrente e materiale antisdrucciolo su ogni singola pedata. Gli elementi che costituiscono l’impianto elettrico/elettronico ed il relativo cablaggio sono conformi alle specifiche norme IP 65. Le pulsantiera di comando risponde alla specifica normativa concernente la compatibilità elettromagnetica, ed è dotata del comando di emergenza per il blocco totale ed immediato della macchina spargisale. L’impianto idraulico è sezionato e protetto da una valvola di massima. I valori di rumorosità della macchina spargisale nelle condizioni di esercizio più gravose, ovvero in presenza del motore ausiliario, grazie all’apposita cofanatura, risultano inferiori ai limiti previsti dalla sopraccitata normativa CE. Il ciclo produttivo di Morselli & Maccaferri è conforme alle procedure di qualità aziendale previste dalla normativa ISO 9001/2000, approvato dall’Ente Certificatore TUV, pertanto tutte le attrezzature prodotte, prima di essere immesse sul mercato, sono rigorosamente soggette ai controlli e collaudi prescritti dal sopracitato sistema di qualità. Tutti i prodotti sono correlati di Dichiarazione di Conformità CE, libretto uso e manutenzione nonché di catalogo ricambi. Morselli & Maccaferri, qualora rispettato il ciclo minimo di manutenzione, offre su tutta la gamma degli spargitori Inox serie SPR, una garanzia dalla consegna di 24 mesi sui gruppi idraulici, meccanici, elettrici ed elettronici e sul motore ausiliario, 60 mesi su tutta la struttura metallica, ai fini dell’ossidazione perforante, nel caso in cui lo spargitore non sia trattato con il ciclo di verniciatura sopraccitato, e di 120 mesi su tutta la struttura metallica, ai fini dell’ossidazione perforante, nella condizione in cui lo spargitore sia verniciato. Caratteristiche operative principali: SPR-9000 capacità tramoggia a raso l 8.500 con lieve colma l 9.000 massa a vuoto con impianto di umidificazione (circa) kg 2.200 base di appoggio: lunghezza mm 4.100 larghezza mm 2.200 larghezza di spargimento m 2 - 14
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
VEICOLI SPECIALI
Groundhog JCB FRANCESCO VANDONI
La società di produzione di macchinari per l’edilizia e l’agricoltura JCB, fu fondata nel 1945 da Joseph Cyril Bamford che iniziò la sua attività in un piccolo garage di circa 16 m2. Oggi la sede centrale di JCB è tra i più avanzati impianti di produzione a livello europeo. La società, che ebbe inizio come impresa individuale, impiega più di 5.000 persone e produce più di 180 modelli in 4 continenti, con sedi nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in India e in Sud America.
JCB è un’azienda realmente internazionale che offre assistenza locale tramite una struttura di sostituzione entro 24 ore di parti di ricambio ed un servizio completo post-vendita. JCB ha introdotto un nuovo veicolo da lavoro nella sua già vasta gamma: si tratta del Groundhog, un veicolo a motore diesel a sei ruote, le cui quattro posteriori sono motrici in permanenza. Il lancio sul mercato nel Regno Unito di questa novità JCB è avvenuto il primo novembre 2005. Il
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
Groundhog apre nuovi standard nella sua categoria, offrendo alla clientela ottime performance, comfort, potenza e durabilità. La tipica robustezza costruttiva del marchio JCB permette al Groundhog di competere nel crescente mercato dei veicoli da lavoro. La concezione di questa macchina è innanzitutto rivolta ai suoi utilizzatori, con ampi spazi sia per il guidatore che per il passeggero. Il Groundhog risulta utile nella manutenzione dei terreni in genere, per i campi da golf, i parchi naturali, come veicolo per i guardiacaccia, per le autorità locali, i centri equestri, la selvicoltura, la gestione di eventi... Laddove vi sia un terreno che non deve essere danneggiato, ecco che il Groundhog permette di trasportare persone e materiali senza arrecare danni. La versatilità di questo mezzo lo sta facendo apprezzare anche in agricoltura e nei grandi cantieri edili. Il motore è un diesel a tre cilindri Perkins con cilindrata di 768 cm3 che eroga una potenza di 20,9 CV. La trasmissione è del tipo CVT (Continuously Variable Transmission) con bloccaggio del differenziale manuale ed è assicurata da una cinghia in kevlar per una maggiore durata. La velocità è compresa tra 0 e 29 km/h. Il sedile del guidatore è regolabile, dispone di vani porta oggetti, vi si arriva agevolmente e lo spazio per le gambe è ampio, a richiesta la struttura ROPS e le cinture di sicurezza. Sempre a richiesta si può allestire sulla struttura ROPS fari da lavoro e segnalatori luminosi rotanti. Il pianale di carico in acciaio, largo 1.280 mm, lungo 1.124 mm e profondo 220 mm, può accogliere fino a 500 kg di materiale ed una versione ribaltabile elettricamente è disponibile su richiesta. Due tipologie di pneumatici sono disponibili, una per preservare il terreno e l’altra per offrire una miglior presa in fuori strada estremo. 65
AZIENDE
Giletta rivoluziona il suo settore verniciatura SnowTec, hanno reso indispensabile la realizzazione di una struttura interna che si integrasse nella linea produttiva, riducendo i tempi di fabbricazione. Nell'estate 2005 è stato dunque realizzato un nuovo modernissimo impianto, che si sviluppa su 4.000 m2 di cui 1.700 coperti dotato di: impianto completamente automatizzato di granigliatura con trasportatore aereo monorotaia, concepito per la pulitura e preparazione di particolari di varie 2 tipologie con dimensioni di ingombro nere una tenuta nel tempo sensibilmassime 1.800x2.500x6.000 mm; mente maggiore rispetto ai tradizionali impianto per la verniciatura a polvere sistemi impiegati. Per assicurare l'elecomposto da: stazione di caricamen- vata qualità delle finiture viene impieto, tunnel di pretrattamento, forno di gata una graniglia metallica angolosa asciugatura, tunnel per polveri mono- di piccolo diametro. colore o a cambio colore, forno di I manufatti, una volta granigliati e polimerizzazione, stazione di scarico; ripuliti mediante soffiatura, subiscono un impianto di verniciatura a liquido un'operazione di sigillatura per evitacon due forni di essicazione per quei re che il sale possa infilarsi negli particolari che non possono essere interstizi, seguita da un pretrattamencotti a 200°C. to di fondo con resine epossidiche Oggi tutti i particolari metallici vengono caricate in polvere (con uno spessore trattati in modo che il grado di prepara- variabile dai 60 ai 100 µm). zione delle superfici in acciaio (sia in Successivamente il processo contitermini di grasso e impurità, che di nua attraverso l'asciugatura in forno scorie di laminazione e saldatura), a 170°C, cui segue la stesura dello possa rispondere al valore SA 2,5, smalto poliestere caricato in polvere secondo la norma ISO 8501:1 1998, (con uno spessore variabile da 80 a che sempre più spesso viene richiesta 120 µm) e l'essiccatura in forno a nelle gare d'appalto pubbliche o da uti- 200° C. Il trasferimento da una lizzatori privati. Grazie alla rugosità sezione all'altra dell'impianto è assidelle superfici realizzata da questo curato mediante convogliatore aereo tipo di trattamento è possibile garanti- completamente automatizzato con re maggiormente l'aggrappaggio degli avanzamento a scatti. I manufatti strati di verniciatura, in modo da otte- vengono caricati su bilancelle ancorate ad una catena responsabile del trasporto dei pezzi attraverso i diversi stadi di trattamento. La verniciatura a polvere rappresenta
1
La ricerca del continuo miglioramento del prodotto e la forte crescita dei volumi di vendita degli ultimi anni hanno portato Giletta a rivedere completamente il settore verniciatura. Già nel 1998 Giletta era passata alla verniciatura a polvere, sicuramente il miglior sistema per il rispetto dell'ambiente e del personale addetto grazie alla mancanza di solventi e per la sua superiore resistenza meccanica. Peròquesto tipo di verniciatura aveva comportato la necessità di una preparazione delle superfici metalliche migliore rispetto a quella garantita dal fosfosgrassaggio a liquido usata a quell'epoca. Giletta era così passata alla granigliatura affidata a ditta esterna che però comportava un allungamento dei tempi di produzione. Negli ultimi due anni il forte incremento del numero di spargitori prodotto, dovuto all'entrata in nuovi mercati quali Russia, Turchia, Est Europa ed alla crescita della quota di mercato nei paesi tradizionali, sommato all'introduzione dell'intera gamma di lame sgombraneve e vomeri seguita all'acquisizione della società francese
3
4 66
1. Capannone dedicato alla verniciatura Giletta 2. Impianto per la verniciatura a polvere 3. 4. Impianto di verniciatura a liquido con due forni di essicazione Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
5
la soluzione ottimale per manufatti industriali destinati ad usi gravosi e viene sempre più utilizzata grazie alla totale assenza di emissioni di solventi, al totale recupero dell'overspray, alla sua resistenza meccanica ed alla polimerizzazione immediata a differenza dei trattamenti a liquido che richiedono fino ad un mese dalla stesura per la polimerizzazione completa, con alte probabilità che la macchina venga in contatto con il sale prima che la vernice sia stabilizzata. La granigliatura a livello SA 2,5 per-
6
mette inoltre di rispettare la resistenza al distacco dal supporto metallico, misurata con prove di quadrettatura in base alla norma UNI ISO EN 2409:1996 , che deve avere livello =1 (distacco di piccole scaglie di rivestimento alle intersezioni delle incisioni, se l'area incisa interessata non è significativamente maggiore del 5%). Garantisce inoltre, con riferimento alla "Scala Europea dei Gradi di arrugginimento per pitture antiruggine", che le superfici rivestite mantengano un grado di arrugginimento pari allo standard Re 0 (assenza totale di ruggine) per 12 mesi dall'ultimazione dei lavori ed allo standard Re 1 (0,05% di superficie arrugginita) per ulteriori 4 anni. La Giletta S.p.A, leader nel settore delle attrezzature invernali, si conferma all'avanguardia e conferma l'obiettivo di perseguire la filosofia aziendale di non offrire semplicemente al cliente finale un prodotto dall'elevata estetica e dalle alte prestazioni, ma soprattutto una totale qualità del prodotto nel tempo, con costi di manutenzione sempre più contenuti. 5. Lama Giletta 6. Spargitore Giletta
VIABILITA' INVERNALE
Impatto ambientale dei sali anticongelanti corrosivi DONALD M. MURRAY (Abt. Associates Inc., Cambridge, Massachusetts) Environmental Protection Agency della Massachusetts Special Commission on Salt Contamination e molte altre istituzioni hanno corretto in parte un uso errato: ne è derivata un’applicazione più efficace del sale, senza riduzioni importanti nel livello di utilizzo. Attualmente il sale usato negli Stati Uniti per asportare neve e ghiaccio raggiunge un totale di circa 10 milioni di Mg (10 milioni di t) all’anno. Molte società autostradali applicano fino a 37 Mg/carreggiata-km in una sola stagione. Su un’autostrada a quattro carreggiate si arriva a 56 kg di sale nell’acqua di fusione per ogni metro di
strada. Si può prevedere: mano a mano che si costruiscono più autostrade l’uso del sale aumenterà, se continuiamo con i metodi attuali (e se non si trova un sistema diverso per togliere la neve e il ghiaccio). L’idea di voler viaggiare in gennaio nelle stesse condizioni del mese di giugno, più nota come politica delle strade pulite, ha condotto le direzioni delle autostrade e gli utenti alla situazione attuale. Durante l’ultimo decennio ed in particolare negli ultimi quattro - cinque anni è cresciuto il numero delle relazioni che parlano di danni alle risorse idriche, alla vegetazione,
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
agli stessi veicoli e alle sedi stradali. Le relazioni sui danni dovuti al sale sono ampie e ben documentate. Sono stati pubblicati eccellenti lavori che hanno riassunto le ricerche sull’argomento. Un esame approfondito di tutti questi studi ci porta a concludere che il problema richiede attente valutazioni, ed è necessario esaminare criticamente le attuali procedure di rimozione della neve. Le ricerche precedenti a questo studio, per quanto approfondite, non valutavano il danno in termini di analisi economica. E’ logico che non sarà possibile formulare una corretta 67
metodica di applicazione del sale, se non in casi estremi, ove non si disponga delle necessarie valutazioni economiche. Senza un’analisi di questo tipo, non sarebbe possibile giustificare economicamente eventuali alternative al sale, sia che si tratti di accettare un maggior innevamento delle strade o di trovare un materiale più costoso che possa sostituire il sale stesso. Di conseguenza, anche se queste analisi dei danni dovuti al sale stradale sono state avviate proprio al fine di quantificare i dati del problema, in alcuni casi la mancanza di elementi certi di costo non ha consentito di arrivare ad una valutazione corretta. Metodo Durante lo studio dell’EPA è stata effettuata un’indagine approfondita su tutte le ricerche relative alla rimozione della neve e del ghiaccio, all’uso del sale e ai danni che ne derivano, e si sono rintracciati oltre 450 documenti sull’argomento. Ogni documento è stato attentamente esaminato per accertarne la validità e ne sono stati accettati 300, inseriti nella bibliografia della relazione che ha riferito i risultati dello studio EPA. Nella seconda parte della ricerca sono state inviate diverse centinaia di questionari e di lettere alle università, ai dipartimenti delle opere pubbliche e ad altri enti interessati. Oltre 100 risposte sono poi state esaminate, e in molti casi vi sono stati ulteriori contatti per chiarire alcune informazioni. Vi sono stati inoltre 200 contatti personali, sia telefonici che epistolari, con ricercatori che hanno fornito altre informazioni sui danni correlati all’uso del sale. Tuttavia, come nel caso delle pubblicazioni e delle indagini mirate, i dati concreti relativi ai danni erano abbastanza pochi. Lo studio è stato ristretto essenzialmente ai dati già disponibili, sia nelle pubblicazioni, sia in archivi accessibili. La maggior parte delle ricerche sui danni potenziali dovuti ai sali anticongelanti riguardava studi di casi specifici ed i risultati sono stati interessanti, ma spesso non facilmente applicabili alle decisioni a livello di enti locali o di Stato. I sali anticongelanti sono sostanze estranee all’ambiente, che modificano in modo diretto o indiretto le caratteristiche di composti naturali o di manufatti, danneggiandone le caratteristiche d’uso. Tali modifiche si possono correlare, almeno a livello concettuale, ai costi economici che descrivono i danni in termini di denominatori comu68
ni. Questi costi (stimati o imputati) esprimono il valore della perdita di utilità della risorsa o il costo del ripristino della risorsa stessa. Il problema principale che s’incontra nell’applicare questa struttura alla reale stima dei costi è dato dalla natura dei rapporti fra danni e applicazione del sale. I danni arrecati all’ambiente derivano da processi complessi. In generale, si deve tenere conto in queste analisi di altri fattori oltre all’uso del sale, ma l’attuale conoscenza dell’interazione fra i diversi fattori è limitata. Inoltre, i processi dipendono anche da fenomeni come l’andamento delle precipitazioni e la quantità di sale utilizzato. Tutto questo porta ad una notevole incertezza nella conoscenza dei rapporti fra danni ed uso del sale, impedendo lo sviluppo di un modello microanalitico che trasformi le relazioni in espressioni funzionali e quantificabili. Di conseguenza l’analisi dei costi dell’EPA si basava su un modello generale che esprimeva il costo annuo previsto (o medio) in una particolare categoria di danni come prodotto della prevista ampiezza di danni totali (che a sua volta è il prodotto della probabilità dell’evento moltiplicato per il danno per ogni evento) ed il costo per unità di danno. Questo modello generale di costo ha fornito le basi per esaminare le ricerche pubblicate e tutte le altre informazioni raccolte durante lo studio. E’ stata dedicata notevole attenzione ad adattare le informazioni disponibili alle esigenze della raccolta dei dati. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, data l’eccessiva ampiezza dei parametri di stima applicati per la funzione di costo, la stima è avvenuta su una base ad hoc, per esempio con un’estrapolazione ponderata dei dati di costo dettagliati per uno specifico Stato o regione. L’analisi funziona al meglio per i danni alle autovetture. Viene usata un’ipotesi con molte variabili per determinare l’incidenza dei danni correlati al sale; le immatricolazioni di vetture forniscono dati attendibili sul numero di elementi a rischio, e ci si può basare sui prezzi delle autovetture per determinare il costo unitario dei danni correlati all’uso del sale. E’ interessante il fatto che questo metodo ha dato come risultato la stima di costo più elevata fra tutte le categorie esaminate. Risultati Anche i manufatti sono danneggiati in modo rilevante dal sale stradale. I veicoli, che passano sopra la soluzione salina che si trova sulla strada,
sono spruzzati da una soluzione fortemente concentrata ed i depositi di sale sulle superfici metalliche accelerano la corrosione. Gli spruzzi d’acqua salata sollevati dai veicoli ed il ruscellare delle acque di scioglimento possono agire direttamente sulle strutture stradali e su quelle adiacenti e renderle più vulnerabili alla corrosione. Le infiltrazioni saline attraverso la pavimentazione possono danneggiare la sede stradale. L’acqua di fusione che scorre e quella che si infiltra possono anche favorire un attacco della soluzione salina ai cavi e alle tubazioni sotterranee. Danni alle autostrade e alle strutture autostradali Lo studio attento di tutte le informazioni pubblicate e un’indagine condotta su tutte le autostrade nella zona maggiormente innevata degli Stati Uniti e presso circa 100 società autostradali di grandi città hanno permesso di accertare che il sale ha arrecato notevoli danni alle coperture dei ponti. Il danno di gran lunga più rilevante è stato il grave deterioramento della superstrada West Side nella città di New York. Il 15 dicembre 1973 è crollata la superstrada diretta a nord che collegava Little West 12th Street e Gansevoort Street. L’assessorato ai trasporti della città ha conferito ad alcuni ingegneri l’incarico di condurre una ricerca approfondita. L’analisi, che si è protratta dal 9 luglio al 14 novembre 1974, è stata pubblicata in quattro volumi, l’ultimo dei quali porta la data del 30 maggio 1975. Le seguenti righe sono estratte dalla relazione più recente: "Il deterioramento della superstrada West Side ha costituito un problema costante. Già a partire dalla metà degli anni cinquanta i funzionari pubblici ne avevano previsto un rapido degrado. L’uso del sale per asportare il ghiaccio, insieme al traffico pesante, ha provocato la disintegrazione di ampie sezioni della superstrada". "Il deterioramento", prosegue il documento, "è direttamente provocato dall’acqua e dai sali trasportati dall’acqua che filtrano attraverso i giunti di espansione e la copertura di calcestruzzo". Non è sorprendente che gli esperti concludano affermando che, in parte, "l’uso del sale decongelante dovrebbe essere minimizzato, e dovrebbero essere presi in considerazioni altri metodi e materiali per mantenere il traffico stradale in periodi di ghiaccio e neve". La relazione afferma pure che, nonostante sia possibile ripristinare la superstrada, il
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
costo dell’opera, valutato fra i 58 e gli 88 milioni di dollari, è quasi proibitivo. Anche se il costo delle riparazioni alla superstrada West Side non rientra nella norma di quelli che sono in generale i danni ai ponti, vi sono altri esempi di ingenti spese per riparare i danni dovuti al sale. E’ stato recentemente riferito che quattro ponti nello Stato di Washington sono diventati pericolosi per il traffico, perché il sale aveva provocato una diffusa corrosione dei ferri dell’armatura. Il costo delle riparazioni sarà di 11,7 milioni di dollari. La spesa effettiva sostenuta dalle autostrade statali per la riparazione delle coperture dei ponti è stata valutata in 40 milioni di dollari nel 1971; la spesa totale, comprendente gli interventi che avrebbero bloccato il deterioramento qualitativo, si aggira fra gli 80 e i 120 milioni di dollari. Le informazioni fornite dai singoli Stati, in particolare dalla West Virginia, costituiscono una conferma di queste cifre. Il costo per la manutenzione dei 6.000 ponti della West Virginia è stato recentemente valutato a circa 12 milioni, il che corrisponde a 2.000 dollari per ogni ponte. Ipotizzando che i ponti siano distribuiti nello Stato in modo proporzionale alla popolazione, che per il 100% dei ponti situati in aree dove esiste un grave deterioramento si rendano necessari periodici interventi di manutenzione e riparazione dei danni provocati dal sale, e che solo il 20% dei ponti nelle aree a clima moderato richiedano tale manutenzione, possiamo affermare che quasi 100.000 ponti risultano danneggiati. Se i dati stimati per la West Virginia costituiscono un campione rappresentativo di altre regioni, si arriva ad un costo annuo di 200 milioni per i ponti degli Stati Uniti. Analogamente si valuta che il costo di particolari tecniche di costruzione per prevenire il rapido deterioramento di nuovi ponti possa essere di circa 10 milioni l’anno. I costi diretti dei danni provocati dal sale alle coperture dei ponti potrebbero aggirarsi fra i 200 e i 250 milioni all’anno. Oltre ai rilevanti costi diretti si dovrebbe anche tenere conto delle riparazioni necessarie per i danni strutturali. Anche se questi danni non sono sufficientemente documentati per l’insieme degli Stati Uniti, tuttavia casi specifici come la superstrada West Side possono essere citati per indicare il potenziale impatto del problema. Le stime relative ai costi diretti comprendono soltanto le spese delle società autostradali per introdurre particolari caratteristiche nella progettazio-
ne di nuovi ponti e la riparazione delle strutture esistenti per controbilanciare gli effetti negativi dello spargimento di sale. I costi sociali dovrebbero comprendere anche i ritardi che le riparazioni causano agli automobilisti, i costi dei danni ai giunti a sfera e all’allineamento a causa della sede stradale sconnessa sui ponti, e il costo degli incidenti provocati dai guasti alla superficie dei ponti. Per alcuni di questi danni, anche se potenzialmente importanti, sarebbe difficilissimo fare una valutazione precisa. Durante un recente dibattito sul comportamento dei veicoli nei punti dove vi sono ostruzioni stradali, è stato valutato il costo del tempo perduto dai pendolari durante la riparazione dei ponti. Una stima prudente arriva a circa 250 milioni di dollari/anno. In sintesi, i costi annui complessivi dei danni alle coperture dei ponti dovuti all’uso del sale superano i 500 milioni di dollari. Corrosione degli autoveicoli Con ogni probabilità la corrosione degli autoveicoli viene osservata direttamente dagli utenti più di qualsiasi altro danno dovuto al sale. Il collegamento fra lo spargimento di sale sulle autostrade e la corrosione delle vetture è ampiamente documentato. Alcune ricerche hanno concluso che l’uso del sale raddoppia la normale velocità di corrosione. Nel suo rapporto, pur accettando queste cifre, la EPA ha suddiviso i costi in quattro categorie principali: 1. costo delle misure protettive adottate sia dai produttori che dai proprietari 2. costo delle riparazioni necessarie per mantenere la vettura funzionante allo stesso livello che avrebbe in assenza di corrosione 3. perdita di valore economico della vettura in conseguenza della corrosione provocata dal sale, ed inoltre 4. costo degli incidenti attribuibili a guasti dell’auto derivanti dalla corrosione causata dal sale. La terza categoria è quella più facilmente analizzabile, perché possiamo applicare parametri di deprezzamento per i danni provocati dal sale. E’ stato elaborato un modello a regressione per i tassi di deprezzamento, partendo da un modello economico basato sui prezzi delle auto usate e dai dati sui prezzi delle auto usate (30 in media) per tre marche di automobili in ognuna delle 44 aree metropolitane. I primi modelli elaborati comprendevano anche dati quali temperatura, umidità e livello delle piogge, vicinanza
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
all’oceano, presenza di sabbia, inquinamento dell’aria (livelli di SO3), reddito pro capite e veicoli pro capite, ma tutti questi elementi sono stati ritenuti non importanti e sono stati quindi esclusi dall’analisi. Il modello definitivo valutava i tassi di deprezzamento sulla base dell’uso del sale nello Stato e nella città, dell’innevamento e dei chilometri percorsi. Il costo del deprezzamento incrementale dovuto al sale è stato stimato valutando gli stock di vetture in diversi ambienti e moltiplicando tale cifra per il deprezzamento incrementale attribuibile all’uso del sale. Su questa base, il costo annuo per l’intera nazione causato dal deprezzamento delle vetture in seguito allo spargimento di sale sulle autostrade arrivava a 1,4 miliardi di dollari. Estrapolando dal sopracitato modello e da stime accertate dei costi per danni e manutenzione di autocarri ed autobus, si è giunti a calcolare un costo supplementare di 590 milioni di dollari. In tal modo il costo annuo per i proprietari di veicoli a motore risulta superiore a 2 miliardi di dollari. Altri danni I sali anticongelanti provocano danni anche in altre aree, fra cui i cavi sotterranei e le linee elettriche. Uno dei casi meglio documentati in questo settore è quello della Consolidated Edison, a New York. Si tratta di un’azienda elettrica che ha la più importante rete sotterranea di alimentazione di energia elettrica al mondo. Analizzando i danni subiti, l’azienda, in una relazione interna del 1974, affermava che "si può valutare che il sale sparso nelle strade di New York nell’inverno 1973 - 1974 abbia causato alla ConEd danni superiori ai 5 milioni di dollari". Non sono stati stimati i danni subiti dai consumatori per interruzioni di corrente, ma si può ritenere che le frequenti interruzioni del servizio avvenute nei mesi invernali possano essere attribuite all’uso del sale, con costi molto significativi per perdite di produzione e perdite di tempo per le singole persone. Probabilmente i costi sostenuti dalla ConEd sono decisamente superiori a quelli subiti da altre aziende elettriche municipali. Molti altri esempi di danni non sono stati altrettanto ben documentati ed analizzati, nonostante siano direttamente correlati all’uso del sale. L’analisi potrebbe costituire una base di partenza per altre grandi aziende di servizi (e per i loro utenti), al fine di documentare a fondo i danni subiti, e analizzarne la portata. 69
VERDE
Il Grande Raccordo Anulare si colora di verde Soluzioni adottate per il controllo dell’erosione sulle scarpate del Grande Raccordo Anulare di Roma quadrante Nord Ovest L’idrosemina BIO VER Biostuoia Idraulica Organica Verde (M.F.F.M.L.) come soluzione alle problematiche di erosione sulle scarpate stradali Per l’adeguamento a tre corsie per ogni senso di marcia del Grande Raccordo Anulare di Roma sono stati realizzati diversi sbancamenti con arretramento delle scarpate esistenti in corrispondenza dei tratti in trincea della strada stessa. A seguito delle operazioni di scavo, in corrispondenza della superficie delle scarpate, si sono manifestati diversi fenomeni di erosione diffusa ed incontrollata che hanno evoluto localmente anche in piccoli smottamenti di natura superficiale. Le scarpate, caratterizzate da terreni di origine vulcanica tufacea, molto diffusi in tutta l’area laziale, presupponevano in origine una certa suscettibilità all’erosione. Tali terreni sono infatti caratterizzati dall’avere dei valori elevati di coesione fittizia, che rappresenta un contributo non significativo della resistenza, in quanto tendono a perderla non appena vengono sottoposti all’azione dell’acqua. L’esposizione quindi di tali versanti agli agenti atmosferici ed al ruscellamento incontrollato delle acque meteoriche ha provocato, a causa anche dell’assenza di vegetazione, la creazione di profondi solchi erosivi
70
sviluppati un po’ ovunque su tutte le scarpate, come è bene evidenziato negli esempi fotografici. Da segnalare l’elevata inclinazione delle scarpate pari a circa 40 - 45° rispetto all’orizzontale, con un’altezza minima di 3 - 4 m e massima di circa 35 - 40 m. L’attenzione da parte delle imprese impegnate nei lavori e da parte della committenza Anas (Compartimento della Viabilità per il Lazio) è stata quindi rivolta fin da subito alla ricerca di soluzioni in grado di garantire un controllo e così abbattere tutti i fenomeni di natura erosiva e ad essi connessi; a tale proposito l’inerbimento delle scarpate è apparsa la soluzione potenzialmente più idonea al fine di ristabilire una condizione di equilibrio ambientale e stabilizzazione delle aree in questione. Il perchè della vegetazione nel controllo dell'erosione I fattori che concorrono a condizionare le dinamiche erosive possono essere molteplici, la cui combinazione determina il grado di erodibilità del terreno in quella determinata area. Tutti questi fattori sono contenuti nell’Equazione
Universale della Perdita di Suolo per Erosione Pluviale, sviluppata negli Stati Uniti e di seguito riportata, che consente di stimare l’erosione in termini di t/ha x anno di terreno e può dare un’indicazione del contributo specifico di ognuna delle variabili alle quali fa riferimento. A = R x K x LS x C x P A = Velocità annuale di erosione in t/ha x anno R = Fattore relativo alle precipitazioni (varia tra 50 - 600) K = Erodibilità del suolo (varia tra 0,05 - 0,7) L = Lunghezza del pendio (m) S = pendenza scarpate (%) L x S = varia tra 1 e 40 passando da scarpate lunghe 3 m e 16% di pendenza a scarpate lunghe 100 m e pendenze del 100% C = Indice di Copertura (varia tra 1 e 0,003 passando da assenza di vegetazione a copertura del 100%) P = Indice relativo alla Pratica di Conservazione (varia da 1 a 0,5) Dall’Equazione Universale della Perdita di Suolo per Erosione Pluviale è possibile estrapolare che per ridurre gli effetti dell’erosione
Foto 1 - 2: situazione delle scarpate prima dell'inerbimento Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
Foto 3 - 4: fasi relative al primo tentativo di rinverdimento mediante geostuoia tridimensionale associata a terreno vegetale Tabella 1 TIPOLOGIA DI INTERVENTO VALORE INDICATIVO DI C RIDUZIONE EROSIONE (%) BIOSTUOIA 0,3 70% IDROSEMINA A MULCH 0,5 50% BIO VER - BIOSTUOIA IDRAULICA VERDE 0,005 99,5%
superficiale e sviluppare così un’azione di controllo ai potenziali processi erosivi è possibile agire direttamente: - sull’energia delle scarpate, intesa come rapporto tra L ed S; - sviluppando un’attività finalizzata a migliorare la conservazione del suolo attraverso per esempio la progettazione mediante tecniche a basso impatto ambientale come l’ingegneria naturalistica (P); - ricostruendo la copertura vegetale, migliorando quindi il parametro legato alla copertura da parte della vegetazione (C). Confrontando tra loro i diversi parametri su cui è possibile agire per il controllo dell’erosione si evidenzia che i maggiori benefici si possono ottenere mediante la copertura vegetale che pesa in modo determinante sull’abbassamento della velocità annuale di erosione nel medio e lungo periodo, ovvero quando la vegetazione ha avuto modo di consolidare. Nelle operazioni di controllo dell’erosione nel breve periodo è possibile intervenire attraverso tecniche come le biostuoie o i mulch che sono in grado di sviluppare un effetto protettivo sui terreni fino al momento della crescita vegetativa. A titolo di esempio e per dare un ordine di
grandezza è possibile indicare i valori numerici evidenziati in tab. 1. Caratteristiche pedologiche dei terreni Va sottolineata la situazione pedologica iniziale dei terreni che risultava essere un fattore fortemente limitante per una completa copertura a verde dal momento che queste tipologie di terreno non consentono l’attecchimento del seme. La composizione del terreno risultava pressoché inerte, a tessitura sabbiosa, con bassissima presenza di sostanza organica, calcare e forte squilibrio tra i macro ed i microelementi presenti, dovuti sia alla tipologia del terreno che alle precipitazione piovose molto consistenti e di forte intensità che provocavano lisciviazione. La tab. 2 riassume le caratteristiche fisico-chimiche e granulometriche dei terreni in questione. La carenza di sostanza organica rappresenta in generale un fattore limitante alla crescita del manto erboso; l’unico rimedio possibile è l’eventuale apporto di apposito materiale (humus) in notevole quantità, come preparazione di un più adeguato letto di semina. Similmente le carenze nutrizionali del terreno possono essere compensate
TIPOLOGIA DI ANALISI GRANULOMETRIA
Tabella 2 UNITA’ DIMISURA %
PH CALCARE ATTIVO CALCARE TOTALE SOSTANZA ORGANICA AZOTO TOTALE (N) FOSFORO ASSIMILABILE (P) POTASSIO SCAMBIABILE (k)
NN % % % % p.p.m. p.p.m.
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
VALORI 86 SABBIA 12 LIMO 2 ARGILLA 7,8 < 0,5 <1 1,78 0,061 218 2517
con mirate ed opportune concimazioni eseguite non con i comuni fertilizzanti chimici bensì con ammendanti micronizzati (maggior assorbimento radicale), di derivazione naturale, a basso impatto ambientale, che oltre ad apportare i macroelementi di solito impiego (N, P 2O e K2O) apportano anche i microelementi scarsamente presenti in suoli di questa tipologia, come il ferro ed il boro. Soluzione inizialmente prevista La soluzione inizialmente prevista finalizzata al rinverdimento ha visto l’utilizzo di un rivestimento delle scarpate mediante una geostuoia tridimensionale successivamente intasata di terreno vegetale. Come è bene evidenziato nelle fotografie il risultato finale è stato alquanto deludente; scarpate fortemente irregolari, a causa della presenza di profondi e diffusi solchi erosivi, rendono per definizione particolarmente difficoltosa l’applicazione di un rivestimento a prescindere dalla tipologia e dai materiali con cui esso è realizzato. In tali situazioni mantenere una totale aderenza tra terreno da stabilizzare e rivestimento, e quindi creare i presupposti per un rinverdimento, risulta in generale molto difficile, anche in presenza di maestranze altamente qualificate. Ed è quello che poi è successo sulle scarpate del Grande Raccordo Anulare a Roma, dove l’impossibilità di creare contatto continuo ed omogeneo ha portato ad un totale fallimento delle soluzioni in principio adottate. Il rinverdimento mediante idrosemina BIO VER Biostuoia Idraulica Organica Verde L’idrosemina è ormai diventata una modalità di inerbimento ampiamente utilizzata sia nei lavori idraulici che in quelli stradali soprattutto quando è indispensabile rinverdire superfici molto estese ed in condizioni critiche. Tra le varie tipologie di idrosemina esi71
Foto 5 - 6: applicazione della Biostuoia idraulica e relativo particolare dello strato pacciamante una volta seccato
ste quella a Matrice di Fibre Flessibili Meccanicamente Legate (M.F.F.M.V.) definita anche Biostuoia Idraulica, che prevede l’applicazione di una matrice antierosiva (matrice di Fibre Flessibili Meccanicamente Legate) miscelata ad altri prodotti naturali a copertura e aderenza totale al terreno, da utilizzare soprattutto in condizioni particolarmente critiche, in alternativa alla biostuoia e/o geostuoia. La Biostuoia idraulica organica verde è un sistema costituito da fibre lunghe di legno, associate ad un colloide naturale; la miscela, una volta applicata assieme ad altri prodotti, forma una struttura tridimensionale a copertura ed aderenza totale al terreno. Questa tecnologia sostituisce i prodotti tradizionali quali biostuoie e/o geostuoie utilizzati nella pratica comune nella protezione di scarpate e versanti per il controllo dell’erosione e quindi rappresenta un sistema di controllo dell’erosione che permette di sommare i vantaggi delle biostuoie con la velocità e precisione della tecnica di idrosemina. In generale l’utilizzo di un prodotto applicato idraulicamente risulta migliore rispetto all’uso di una biostuoia o una geostuoia per effettuare
72
un controllo dell’erosione in quanto: • se applicata in maniera idonea va a costituire uno strato continuo di fibre senza formazione di vuoti, aderendo in maniera completa ed omogenea al terreno: questo impedisce possibili ruscellamenti dell’acqua o rigonfiamenti del terreno che invece possono avvenire con l’applicazione delle comuni biostuoie; • trattiene per capillarità grandi quantità d’acqua all’interno dei suoi micropori: aumenta la capacità di ritenzione idrica grazie alla presenza delle fibre lunghe di legno; • l’alto livello di viscosità ed un agente collante con una buona capacità di ritenzione idrica permettono di formare una matrice stabile e flessibile anche dopo la sua essiccazione; • rappresenta un sistema caratterizzato da costi di manodopera molto inferiori velocizzando le operazioni di posa; • è completamente biodegrabile, al contrario delle geostuoie che sono realizzate con fibre sintetiche. Soluzione ed applicazione L’intervento di rinverdimento ha visto l’utilizzo di una idrosemina con Biostuoia idraulica organica verde BIO VER che è il sistema a M.F.
F.M.V. applicato e commercializzato dalla ditta Idrobau caratterizzato dalla presenza, in un unico prodotto, di tre tipologie di materiali: • fibre particolari di legno naturali prodotte termomeccanicamente in misura dell’88% in peso dell’intero prodotto; lo sfibramento termomeccanico permette al prodotto di essere esente da sostanze nocive quali micro-organismi o agenti inquinanti inibitori della germinazione come il tannino. Inoltre le fibre presentano una lunghezza superiore ai 10 mm per oltre il 50% del totale, permettendo così una più efficace copertura sulle scarpate da consolidare; • collante idrocolloidale naturale; • attivatori organici e minerali atti a stimolare la germinazione in quantità di circa il 2%. Il miscuglio è stato così definito considerando la necessità di ben equilibrare diverse esigenze tra le quali: rapido attecchimento, resistenza a stress termici ed idrici, perennità dell’impianto. Le analisi pedologiche avevano inoltre evidenziato una forte povertà di sostanza organica e forte squilibrio tra macro e microelementi; era quindi indispensabile adottare misure atte a compensare tali fattori
Foto 7 - 8: le scarpate dopo l’applicazione dei primi due strati di idrosemina di sostanza organica, concime e sementi Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
Foto 9 - 10: applicazione del terzo passaggio con Soil Guard (M.F.L.) di colore verde
limitanti mediante apporto di humus e opportuna concimazione con macro e microelementi. Da un punto di vista climatico si evidenziava un’accentuata tipicità dell’area, con buone precipitazione annue, ridotte nel periodo estivo, con brevità della stagione vegetativa; l’epoca ottimale per la semina andava individuata tra la metà di febbraio e la fine di aprile. Non prima per non incorrere nelle gelate tardive; non dopo per il forte irradiamento solare, fattore inibitorio alla germinazione. Buone probabilità di successo si potevano registrare impostando una semina nel periodo autunnale tra metà settembre fino alla prima decade di dicembre. L’idrosemina è stata così realizzata mediante idroseminatrice da 2.500 3000 l nell’aprile 2004 con applicazione del miscuglio in tre passaggi con quantità e tipologie di materiali diverse. Con il primo ed il secondo passaggio di idrosemina si è cercato innanzitutto di creare un substrato idoneo alla germinazione vista la natura molto povera del terreno delle scarpate da inerbire. L’apporto di sostanza organica è stato molto abbondante ed è stato maggiorato di circa otto - dieci volte rispetto alle normali applicazioni
che vengono generalmente realizzate con l’idrosemina. La situazione al contorno obbligava un’impostazione di questo tipo che permettesse la creazione di uno strato preparatorio ricco di sostanze quali humus e concime organo minerale bilanciato in grado di dare nutrimento alle piante sia in fase di germinazione che nel lungo periodo. L’utilizzo di attivatori in grado aumentare la fertilità potenziale del suolo ed idroretentori al fine di aumentare la capacità idroretentrice delle fibre di legno, ha aiutato il raggiungimento di un microclima ideale alla germinazione e sviluppo delle piante seminate. La miscela di sementi utilizzata è stata quella tipica di un miscuglio per scarpate esposte a sud nelle quantità e tipologia di specie considerando la necessità di ben equilibrate e diverse esigenze: rapido attecchimento, riuscita delle essenze, resistenza a stress termici ed idrici, perennità dell'impianto, capacità rizomatosa di alcune essenze, giusto rapporto graminacee leguminose. Infine con il terzo ed ultimo passaggio è stata creata la copertura totale sui due precedenti interventi attraverso l’applicazione della Biostuoa
idraulica BIO VER di colore verde, che ha permesso di formare il sistema di protezione totale delle scarpate a controllo dell’erosione in attesa della crescita vegetativa. A questa miscela è stata associata anche una certa quantità di collante sintetico in grado di dare maggiore resistenza alla miscela e garantire nel lungo termine la tenuta dello strato pacciamante. Come è ampiamente dimostrato dalle sequenze fotografiche riprese in varie zone oggetto dell’intervento, questo sistema, sviluppato in tre passaggi, ha permesso di recuperare in maniera veloce e meno onerosa rispetto ai sistemi tradizionali, le scarpate del GRA di Roma permettendo a distanza di soli due mesi una crescita vegetativa pressoché totale. A riprova della riuscita dell’intervento viene pubblicata anche una fotografia che riprende la stessa area a distanza di circa un anno dell’applicazione dell’idrosemina. Da notare inoltre il consolidamento da parte della vegetazione in corrispondenza delle aree più nascoste rappresentate per esempio dalla superficie interna dei solchi erosivi come bene rappresentato nelle fotografie 13 e 14.
Foto 11 - 12: foto del rinverdimento a due mesi dall’applicazione ed a circa un anno nella medesima posizione Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006
73
Foto 13 - 14: particolare del rinverdimento nelle aree più critiche in corrispondenza dei solchi
Nell’articolo sono stati riportati i risultati ottenuti per l’inerbimento delle scarpate del Grande Raccordo Anulare a Roma mediante l’utilizzo di una idrosemina a Matrice di Fibre Flessibili Meccanicamente Legate. L’intervento così concepito ha permesso di abbattere i fenomeni dovuti all’erosione meteorica e garantire nel lungo periodo il consolidamento delle scarpate stesse con la vegeta-
zione. La presenza di profondi solchi erosivi, superfici da inerbire molto irregolari e la natura inerte e povera dei terreni, ha reso necessario l’impiego di tecniche di inerbimento diverse da quelle tradizionali rappresentate da biostuoie e geostuoie in grado di garantire il risultato in condizioni particolarmente critiche come quelle in questione. La natura inerte e particolarmente
povera dei terreni ha suggerito l’impiego di una idrosemina applicata in tre passaggi: i primi due finalizzati a costituire un letto organico per compensare le carenze nutrizionali dei terreni in posto; un terzo passaggio con applicazione della matrice di fibre meccanicamente legate per creare lo strato di protezione e copertura dei terreni e delle sementi precedentemente irrorate.
Foto 15 - 16: prima e dopo il rinverdimento a distanza di circa 10 mesi dall’applicazione
74
Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006