Lavori Pubblici 19

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lavori pubblici

n. 19 marzo - aprile 2006

quota neve s.r.l. via Panizza 12 - 20144 Milano Sped. in abb. postale - 45% art.2 comma 20b legge 662/96 - Milano




lavori pubblici 8 10 11 12 14 18 20 22 24 26 28 30 33 34 36 37 38 41 42 44 46 47 50 55 56 58 61 63 64 65 66 69 70

Natural Paviment per il ripristino di un’area storica e naturale di Casale Monferrato Gh. Marchelli Giochisport anche per Savona Ga. Marchelli Mercedes-Benz Atego, Axor ed Actros BlueTec 4 e 5 Benevento spazza con Bucher Gh. Marchelli XII Congresso AIPCR della Viabilità Invernale Gh. Marchelli Viatec 2006, il successo continua Novità Mecalac in anteprima a Intermat 2006 Caron AR e ST Il compattatore monopala scarrabile Ecoservice: un maggior volume di carico a parità di lunghezza F. P. Vandoni Gryphon novità Hymach UniQa Giletta: il primo spargisale con tre diversi tipi di alimentazione Orsi River Compact per intervenire con trattori di piccole e medie dimensioni Gh. Marchelli Tre Unimog polivalenti con attrezzature Giletta per la Provincia di Enna Mezzi JCB anche per interventi in spazi ristretti F. P. Vandoni La Toscana dei 4x4... Gh. Marchelli Energreen sbarca in Sardegna L'escavatore a risucchio Lotta ai graffiti: Milano incrementa gli interventi di pulizia F. P. Vandoni 27 isole ecologiche a scomparsa Ecogest per l’Amia di Palermo Ga. Marchelli Osma presenta il braccio decespugliatore DHIS 1000 Super F. P. Vandoni Tre corsie per il Grande Raccordo Anulare Dimostrazioni invernali Aebi F. P. Vandoni Evoluzione tecnica e normativa delle prove di impatto su barriere paramassi G. Cavallet Biocarburanti dalla campagna Novità tecniche Assaloni presentate all’AIPCR 2006 Gh. Marchelli A Cortina d’Ampezzo manifestazioni invernali R.S.I. Ga. Marchelli Per un ottimale tappeto erboso dei campi da calcio F. Pero Unimog e Assaloni con catene Rud in dimostrazione al Terminillo Gh. Marchelli Schmidt e Bomag: tecnologia tedesca al servizio dell’impresa stradale Schmidt presenta Traxos Garnero in dimostrazione a Sestriere F. P. Vandoni Antonio Carraro presenta la Serie Tigrone Sebach, prodotto e servizio

Lavori Pubblici viene inviata in tutta Italia a: - Uffici Tecnici di tutti i Comuni, le Province, le Regioni e le Comunità Montane - Società di gestione strade e autostrade - Aziende municipalizzate, di multiservizi e raccolta rifiuti - Aziende di trasporto urbano - Ditte appaltatrici di lavori pubblici - Parchi nazionali e regionali - Protezione Civile - Consorzi di bonifica - Aeroporti, Porti - Enti, Aziende e Comunità di grande dimensione (fiere, golf, parchi divertimento…) - Ditte produttrici e commerciali italiane ed estere nei settori di intervento della rivista - Personalità di settore italiane ed estere 4

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In copertina:

JCB S.p.A. Via Enrico Fermi, 16 20090 Assago (MI) Tel. +39 02 48866401 Fax +39 02 4880378 www.jcb.it

Direttore responsabile: dott. Giorgio Marchelli Direttore esecutivo: dott. ing. Gherardo Marchelli Redazione: dott. Giorgia Marchelli dott. arch. Viviana Patscheider Francesco Piero Vandoni Segreteria di redazione: Domenica Stefani Editore: quota neve s.r.l. Direzione, amministrazione, pubblicità: Via Panizza 12 - 20144 Milano Tel. +39 02 4983120 Fax +39 02 4985157 E-mail: lavoripubblici@quotaneve.it Stampa: Ottavio Capriolo Via Arc. Calabiana 6 - 20139 Milano Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 577 in data 14-10-2002 Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano Abbonamenti annui: Italia euro 30,00 Estero euro 40,00 i versamenti possono essere effettuati a mezzo assegno o c/c postale n. 26647206 intestato a: quota neve s.r.l.: - via Panizza 12 - 20144 Milano Una copia euro 5,00 Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006





ARREDO STRADALE

Natural Paviment per il ripristino di un’area storica e naturale di Casale Monferrato GHERARDO MARCHELLI

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Il Comune di Casale Monferrato, grazie al lavoro dell’Assessore alla Tutela dell’Ambiente Riccardo Revello e dell’architetto Marco Carlino, ha recentemente ripristinato una zona che negli scorsi anni era degradata, riportandola ad area con un interesse paesaggistico e finalmente adatta ad essere frequentata dalle famiglie e non solo. Quest’area era la passeggiata lungo fiume dei cittadini Casalesi negli anni '30, '40 e '50, con i murazzi dei primi del '900 di sicuro interesse storico. Il comune ha voluto esaltarne le caratteristiche mediante un intervento di

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recupero e di valorizzazione del contesto, garantendo il suo collegamento alla città, mediante attraversamenti rialzati, che favoriscono il passaggio della circonvallazione che lo costeggia caratterizzata da notevole traffico. Il comune, nel tratto interessato dall’intervento, ha voluto cercare una soluzione di selciato che rispecchiasse il più possibile una pavimentazione naturale, pensando in prima ipotesi all’utilizzo della terra stabilizzata, che però non dava la garanzia richiesta sulla durata. A seguito di una attenta ricerca di un materiale ade-

guato ed economicamente vantaggioso nel tempo si è optato per una soluzione di asfaltatura con la tecnologia Natural Paviment che garantisce tutti i vantaggi di un tappeto bituminoso con una colorazione ed un’estetica più naturale. Infatti il tipo di pavimentazione adottato consiste in una stesa di bitume e inerti scelti appositamente, seguiti da trattamenti superficiali, che consentono di portare alla luce i colori degli inerti con il risultato ottico di una pavimentazione dal colore naturale. Il Natural Paviment, proposto al Comune da Homar Nava della AZ Tech, risulta quindi un intervento visivamente ed economicamente interessante, sia in fase di posa sia in fase di gestione: infatti, essendo un manto bituminoso, permette la resistenza e durata dell’asfalto tradizionale e le eventuali riparazioni o interventi secondari risultano fattibili. La scelta degli inerti, in questo intervento, è stata fatta verso un coasso porfido rosa con pezzature da 3,6 e 4,8 mm, che consente di riproporre il colore ros1. Viale Lungo Po Gramsci come si presenta ora 2. Viale Lungo Po Gramsci come si presentava 3. Particolare della pavimentazione Natural Paviment

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siccio chiaro della strade in terra. Una pavimentazione di questo genere permette di operare nell’area con mezzi anche pesanti, come i cestelli aerei per la potatura delle piante, senza il rischio di danneggiarne la superficie. Inoltre la stessa ben si sposerà con la colorazione delle conseguenti piste ciclabili, che la intersecheranno, che l’amministrazione comunale ha intenzione di realizzare in futuro. Il recupero dell’area ha visto un restauro della balaustra sul lato del fiume affiancata da un marciapiede in materiale lapideo e porfido, e del ripristino delle scalinate di collegamento alla strada superiore oltreché la realizzazione di un collegamento tra il viale ed il Castello in corso di recupero. Naturalmente per rendere piacevole quest’area di affaccio al fiume, oltre ad un’attenta illuminazione nel rispetto dell’inquinamento luminoso, sono

state posizionate alcune panchine ed organizzate due aree gioco per bambini di diverse età con pavimentazione antishock, oltre a due giochi basati su esperimenti di fisica, uno per l’ascolto di suoni lontani, in questo caso per ascoltare il rumore delle foglie, ed uno per potersi parlare attraverso tubi interrati e scoprire chi emette la voce. La collaborazione con i tecnici del Parco del Po ha permesso la scelta

delle essenze inserite nel viale Lungo Po, principalmente autoctone e divise in tre aree distinte, finalizzate a ricreare i tre boschi della zona del Monferrato: quello di pianura, quello della collina e quello del fiume. Viene così individuato un percorso didattico che consentirà anche alle scuole di tenere lezioni sul luogo e far conoscere ai bambini la vegetazione della zona.

4. Area gioco per i bambini più piccoli 5. Area gioco per i bambini più grandi 6. Gioco "Parlare nel tubo" della Modo 7. Marciapiede in materiale lapideo e gioco "Orecchie in quota" della Modo Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006

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PARCHI GIOCO

Giochisport anche per Savona GIORGIA MARCHELLI

A Savona, ATA S.p.A. è una società di servizi per il comune che si occupa della gestione dei rifiuti ed anche della manutenzione degli spazi verdi. Nell’ambito del progetto di recupero urbanistico per la Città di Savona denominato Urban, nato alla fine degli anni '90 ed evolutosi in Urban 2 dal 2003, su iniziativa nazionale con finanziamenti CE allo stato rigirati ai vari comuni italiani, riguardante il ripristino di aree verdi urbane tanto pedonali che di spazi da gioco, l’Azienda di Tutela Ambientale savonese ha dato vita anche a vari nuovi parchi gioco per bambini. Per una provincia che col tempo non ha avuto

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una grande evoluzione, l’occasione di poter sistemare i propri parchi cittadini è stata molto importante nell’ottica di un miglioramento globale della qualità della vita del comune. Fra i vari siti rimessi a nuovo con alberi, panchine e illuminazione c’è il Parco di via delle Trincee, un’ampia area verde lungofiume ludico-ricreativa di sfogo per la zona nord, molto abitata, di Savona, con un lunghissimo spazio pedonale suddiviso in diverse isole verdi fra loro collegate da vialetti. Al suo interno si trovano un campo da pallacanestro, uno skate park, un campo sportivo, una palestra e due parchi gioco. Proprio

per la creazione di uno di questi, nell’estate del 2005 è stato studiato un progetto di nuova concezione. Il carattere innovativo delle attrezzature proposte da Giochisport Group Progress di Muggiò (MI) e la natura dei materiali impiegati, gran parte provenienti dal ciclo di recupero dell’alluminio e del polietilene, insieme alla qualità comprovata dei manufatti ed alla cura dei particolari in ogni dettaglio hanno spinto la società di servizi a promuoverne l’acquisto per il comune. Il bando di gara è stato vinto sicuramente per la totale conformità dei giochi e delle superfici antitrauma sottostanti alle norme UNI EN 1176-7 sulla sicurezza nei parchi gioco per bambini, tanto per la ecocompatibilità, in rispondenza al D.M. 203/2003, il quale stabilisce che enti pubblici utilizzino per i propri beni almeno il 30% di manufatti in materiale riciclato. La presentazione preliminare ha suscitato sorpresa ed aspettative presso i residenti in zona sorpresi di scoprire attrezzature tanto diverse dai giochi tradizionalmente installati in città. Il progetto, pur essendo stato ridimensionato per esigenze di carattere economico, ha mantenuto il suo valore ludico contraddistinto da una struttura composta per metà da una arrampicata in corda alta circa 4 m ed una struttura da gioco in polietilene dotata di uno scivolo a pista tripla. Il ponte di collegamento di grandi dimensioni, sempre in corda, quindi oscillante, è al tempo stesso elemento per arrampicarsi, dondolarsi e attraversamento. A completamento dell’area è stata installata la pavimentazione colorata antishock Playtop in granuli di gomma provenienti dal riciclo di pneumatici fuori uso, gettata a freddo, conforme alle normative di sicurezza vigenti, fondamentale per l’attenuazione dell’impatto in caso di caduta dei bambini.

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AUTOTELAI

Mercedes-Benz Atego, Axor ed Actros BlueTec 4 e 5

Il 2006 è un anno particolarmente importante per il mondo dei veicoli industriali: vedrà l’entrata in vigore della direttiva europea CE 2001/27B1 e l’obbligo di immatricolare, dal 1 ottobre 2006, esclusivamente veicoli in regola con le norme antinquinamento Euro 4. Più di un anno fa, con largo anticipo rispetto agli obblighi di legge, Mercedes-Benz ha presentato l’innovativa tecnologia BlueTec sulle gamme Trattori Stradali Actros e successivamente Axor, rispondenti alla normativa Euro 4 e soprattutto già Euro 5. Oggi Mercedes-Benz presenta l’intera gamma veicoli industriali Carri Axor ed Actros 4x2 e 6x2 BlueTec 4 e 5, Atego e le gamme Cantiere BlueTec 4. BlueTec combina l’adozione dell’SCR con l’ottimizzazione della combustione, presentando importanti vantaggi rispetto ad altri sistemi di trattamento dei gas di scarico in termini di riduzione dei consumi, incremento di rendimento e prestazioni, aumento del piacere di guida. Le versioni 6 cilindri Euro 4 e 5 sono oggi disponibili anche con un nuovo livello di potenza pari a 480 CV. Inoltre, l’ottimizzazione della combustione ha permesso di incrementare coppia e potenza, fino a 20 CV, su Actros V8. Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006

I trucks Mercedes-Benz rappresentano circa i due terzi degli autocarri Euro 4/Euro 5 attualmente in circola-

zione in Europa ed il 98% circa dei veicoli ordinati sono già compatibili con la futura normativa Euro 5.

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IGIENE URBANA

Benevento spazza con Bucher GHERARDO MARCHELLI

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L'azienda speciale di igiene ambientale Asia di Benevento ha rinnovato ampiamente il suo parco mezzi, con l'acquisizione di molteplici attrezzature nei suoi settori d'impiego. Queste forniture sottolineano la volontà di Asia di ammodernare i servizi ambientali svolti sul territorio di Benevento. Per il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti, Asia ha acquistato dalla Oram e dalla Coseco svariati compattatori di media e grande portata, i primi Mazzocchia Poket da 10 e 15 m 3 su telaio Renault Midlum 120 e 160 ed i secondi della Coseco da 23 m3 su telaio Renault Premium. Tutti questi mezzi sono stati inoltre dotati di un sistema di pesatura e di localizzazione satellitare, per introdurre un controllo ed avere un monitoraggio della raccolta e delle zone, in procinto di coadiuvare il tutto attrezzando l'azienda di una stazione interna dove poter controllare tutto il funzionamento dei mezzi e monitorare così l'andamento della raccolta dif-

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ferenziata. La fornitura prevede inoltre cassonetti con chip di riconoscimento Icoplastic forniti dalla Scau. Per la raccolta degli ingombranti ed il posizionamento dei cassonetti sono stati acquistati dei veicoli con ribaltabile bilaterale e pedana di carico posteriore, oltre ad un Iveco Stralis tre assi con rimorchio da utilizzare per il trasporto dei rifiuti dall'impianto di selezione agli impianti di smaltimento. Dieci nuovi Porter sono stati acquistati per lo spazzamento e la raccolta nel centro storico di Benevento e dieci Ape 50 in versione igiene ambientale sono andate a sostituire i portabidoni manuali. Per quanto riguarda lo spazzamento, Asia ha voluto ampliare il servizio in modo considerevole. Prima infatti l'azienda era dotata solamente di spazzatrici meccaniche: oggi ha voluto dotarsi di spazzatrici aspiranti, inoltre la fornitura ha visto tre differenti tipologie di macchine per poter offrire il servizio sull'intera area di Benevento. La fornitura, aggiudicatasi da Oram,

rivenditore Bucher della zona, prevedeva quattro spazzatrici: due da 1 m3, una da 2 m3 ed una da 4 m3; che poi è stata ampliata con un'ulteriore spazzatrice da 2 m3. Per il servizio su aree ampie l'Asia ha voluto la Bucher CityCat 5000 nella versione autocarro, che consente di spostarsi ad 80 km/h: questa caratteristica infatti permette agli operatori di sfruttarla comodamente in tutta l'area di Benevento riducendo notevolmente i tempi di trasferta. Risulta infatti importane la possibilità di poter utilizzare la tangenziale che permette di raggiungere comodamente ed in tempi ridotti tutte le zone della città. Le due spazzatrici da 2 m3 CityCat 2020, grazie al loro sterzo snodabile, hanno una eccezionale manovrabilità, cosa che le rende particolarmente adatte alle vie di Benevento che possono presentare aree ristrette. La maneggevolezza delle CityCat 2020 permette operazioni agevoli anche in zone con una forte presenza di auto in sosta. Per le stradine estremamente strette del centro storico Asia ha scelto le CitySpider da 1 m3 che, con la loro larghezza al di sotto del metro, riescono ad andare ad operare in situazioni che pensavano impossibili, pur mantenendo un comfort in cabina eccezionale. Le CitySpider inoltre hanno l'omologazione per operare sui marciapiedi, cosa che consente all'Asia di meccanizzarne lo spazzamento anche nelle aree pedonali. Di sicuro effetto per la scelta delle spazzatrici, oltre all'agilità ed al forte rendimento della capacità di aspirazione, sono state le doti di stabilità e di arrampicabilità dei mezzi, che risultano fondamentali per operare nei vicoli con pendenze e contropendenze trasversali notevoli di Benevento. 1. 2. CitySpider 3. CityCat 2020 4. CityCat 5000

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VIABILITA' INVERNALE

XII Congresso AIPCR della Viabilità Invernale GHERARDO MARCHELLI

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Si è svolto negli ultimi giorni di marzo a Torino e Sestriere il XII Congresso AIPCR della Viabilità Invernale. Il quadriennale appuntamento itinerante organizzato dalla oramai storica Associazione Mondiale della Strada, che nel 2006 ha compiuto il suo novantanovesimo anno, ha visto una partecipazione internazionale di aziende con 94 presenze da circa 20 nazioni e 1.000 congressisti provenienti dai vari paesi del mondo. La parte espositiva ha interessato 5.000 m 2 del Lingotto di Torino sia coperti che all’aria aperta, affianco all’auditorium dove si è tenuta la prima Sessione Plenaria dei Ministri, voluta dal Ministro Lunardi, per confrontare le esperienze in ambito di viabilità invernale coi colleghi degli altri paesi. Dal Lingotto sono inoltre partite sei visite a sei siti di particolare interesse: sito di manutenzione invernale di Ceva (autostrada Torino – Savona)

con l’interessante impianto modulare di stoccaggio e carico del Sale Agristrade; tunnel del Fréjus dove si sono potuti ammirare il posto di controllo centralizzato, il portale termografico ed il centro di soccorso; tunnel del traforo del Gran San Bernardo per gli impianti per la sicurezza ed il sistema di controllo; Centro di Ricerche Fiat S.C.p.A. (CRF); cantiere di costruzione della metropolitana di Torino; Anas infonebbia, progetto che riguarda l’allestimento di un tratto sperimentale di segnaletica per nebbia in una tratta del raccordo autostradale Torino – Caselle. Nelle sale conferenze del Lingotto sul tema principale della garanzia di mobilità in inverno per l’utente della strada, si sono svolte le sei tematiche congressuali: strategie, livelli di servizio e norme; prestazione e finanziamenti; sicurezza e mobilità in inverno, aspetti sociali; ambiente; sistemi di gestione della viabilità

invernale; tecnologie per la rimozione del ghiaccio. La parte più spettacolare della manifestazione, tipica dei congressi della viabilità invernale AIPCR, sono le prove in campo dei mezzi neve. Queste dimostrazioni si sono svolte a Sestriere, dove le aziende hanno potuto mettere alla prova le attrezzature su un terreno particolarmente pesante, visto che si trattava di un piazzale in terra battuta con neve riportata, quindi estremamente compattata e sporca sia di sassi che di altro. Alle dimostrazioni hanno partecipato le principali aziende presenti con le loro attrezzature sul mercato italiano ed un rivenditore, che hanno potuto anche spiegare il funzionamento e la particolarità dei mezzi portati in dimostrazione, davanti ad un folto ed interessato pubblico. 1. Esposizione esterna al Lingotto 2. Mezzi in prova a Sestriere

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La scelta di tutte le aziende è stata quella di portare in dimostrazione, visto il terreno su cui si andava ad operare, attrezzature per alto innevamento, dove si sono dimostrate estremamente performanti le catene Rud Super Greifteg e Profil Greifteg offerte dalla ditta Dadò Ricambi di Laives (BZ) che le importa in esclusi3. Rolba 3000 Bucher - Giletta 4. Unimog U500 con spargitore e vomere Giletta 5. Iveco con spargitore di cloruri, lama anteriore e laterale Giletta 6. Unimog U400 con fresa frontale e spargitore Assaloni 7. New Holland W170 con fresaneve con motore ausiliario Assaloni 8. New Holland W170 con vomere Assaloni

va in Italia. Giletta ha aperto la manifestazione lavorando con una Turbofresa Rolba 3000 prodotta dal gruppo Bucher, azienda loro partner, per la rimozione di grandi quantità di neve e lavori continuativi di molte ore, seguita da un Unimog U500 con vomere a geometria variabile e spargitore per sale solido e soluzione, concludendo con un Iveco attrezzato con spargitore per soluzione, lama anteriore e laterale con volventi in polietilene. Il secondo ad entrare in campo è stata l’azienda Prato, che ha dimostrato svariate attrezzature rivendute da loro in Italia, come Fendt e Kubota. Assaloni ha dimostrato la validità delle sue attrezzature proponendo un Unimog U400 con fresa frontale ad

un camino e spargitore, una pala gommata New Holland W170 con fresaneve frontale con motore ausiliario per lo spostamento di grandi quantità di neve, una seconda pala gommata New Holland W130, che ha permesso di aprire varchi considerevoli con un vomere a geometria variabile, ed infine un Iveco attrezzato con lama G100 ad unico settore per alto innevamento e spargitore sia per soluzione che per sale solido. DaimlerChrysler, vista la presenza dei suoi Unimog nelle dimostrazioni dei suoi partner di sistema, ha scelto di portare in dimostrazione un solo Unimog U500 con spargitore e fresa frontale Schmidt. Fresia ha operato con la sua F90ST a quattro ruote motrici e sterzanti con fresa frontale a due camini ideale per

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l’apertura passi ed un Fresia F120C, il loro modello polivalente a trazione integrale con un vomere universale idraulico modello TP. Tre Emme della Merlo Group ha presentato due delle sue trattrici portattrezzi polivalenti con quattro ruote motrici e sterzanti per tre tipi di sterzatura, gamma che presenta modelli da 130 CV fino ad arrivare a 350 CV, qui attrezzate una con fresa frontale Zaugg e la seconda con vomere Garnero che ha operato con braccio idraulico per lo sfalcio, montato a

sottolineare la sua polivalenza. Garnero ha iniziato con due vomeri: il VU300 ed il VU280 applicati a due pale gommate New Holland W170 e W130; sempre con New Holland, però un telescopico L135, ha dimostrato il funzionamento dello spargitore autocaricante SAO 2500; per poi concludere la dimostrazione con due lame: la SL30 per alto innevamento su autocarro Astra; la seconda, novitĂ presentata in quest’occasione, era una lama personalizzata con dimensioni

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estremamente elevate. Ha chiuso le dimostrazioni Pelazza, mettendo in campo quattro delle sue attrezzature. 9. Iveco con lama e spargitore Assaloni 10. Unimog U500 con fresa e spargitore Schmidt 11. Fresia con fresa frontale 12. Fresia con vomeere 13. Tre Emme con fresa Zaugg 14. Tre Emme con vomere Garnero e braccio decespugliatore

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FIERE

Viatec 2006, il successo continua Nutrita e qualificata la partecipazione a congressi e convegni, convincenti i giudizi dei visitatori, ottimo il livello di presentazione di prodotti e servizi proposti dalle aziende partecipanti, ampia e dichiarata la soddisfazione degli espositori per la competenza dei visitatori: Viatec, 2a Fiera specializzata per la costruzione e manutenzione di infrastrutture stradali in zone alpine, ha chiuso i battenti il 10 febbraio scorso nel quartiere fieristico di Bolzano registrando, complessivamente, un lusinghiero successo. Sono giunte in fiera 2.372 persone, il 32% in più rispetto al 2004, hanno partecipato 105 aziende, il 30% in più rispetto a due anni fa, e ogni giorno 200 - 300 operatori hanno seguito con interesse i lavori durante il congresso suddiviso in cinque moduli ben distinti. Viatec si terrà nuovamente nel gennaio del prossimo anno ad Innsbruck: un accordo siglato tra Fiera Bolzano e la Fiera di Innsbruck prevede infatti che dal 2007, e successivamente sempre negli anni dispari, Viatec si svolga anche al di là del Brennero mentre negli anni pari sempre a Bolzano. Le 105 aziende partecipanti hanno esposto una vasta gamma di prodotti e servizi, da attrezzature e macchinari per la costruzione e la manutenzione stradale ai sistemi di sicurezza per i cantieri e la viabilità. Rispetto a due anni fa vi è stata una maggior esposizione di macchine edili, ma le aziende hanno privilegiato ancora la presentazione di macchinari per la costruzione di strade in alta quota, di soluzioni per realizzare gallerie, e soprattutto di accessori ed attrezzature per la manutenzione delle infrastrutture durante l’intero arco dell’anno. La maggior parte degli espositori era costituita da aziende italiane; considerevole è stata la presenza di ditte germaniche, austriache e svizzere nei settori dei servizi relativi alla tecnica ingegneristica e delle realizzazioni ad elevata specializzazione. Anche il congresso che si è tenuto 18

nei tre giorni di svolgimento di Viatec ha convinto i partecipanti, sia per i contenuti che per la forma: l’idea di suddividere i lavori in cinque moduli ben distinti si è rivelata una scelta vincente che ha consentito agli operatori di partecipare attivamente alle discussioni al termine delle relazioni svolte da noti esperti del settore. L’evento è stato organizzato in collaborazione con la Ripartizione Strade della Provincia Autonoma di Bolzano e la Società Autostrada del Brennero S.p.A. I dati raccolti nell’ambito di un’indagine statistica condotta da un istituto di ricerca indipendente su un campione di visitatori confermano che Viatec ha raggiunto risultati lusinghieri. Oltre 90% degli operatori interpellati ha giudicato positivamente l’esposizione, che ha convinto per la considerevole percentuale di prodotti innovativi esposti e per l’elevata qualità della fiera specializzata quale forum d’informazione, nonché vetrina completa e significativa del settore; il 71% ha giudicato la manifestazione "buona", il 15% "molto buona", il 14% "discreta". Il 32% degli interpellati ha dichiarato di lavorare nel comparto delle costruzioni di strade, gallerie o ponti, il 19% di svolgere mansioni inerenti la manutenzione delle infrastrutture, il 10% di occupare posizioni di responsabilità nelle pubbliche amministrazioni. Per quel che concerne la data di

svolgimento di Viatec, spostata da ottobre a febbraio, e l’annunciato rapporto di collaborazione con la Fiera di Innsbruck, la schiacciante maggioranza degli interpellati si dichiara favorevole: il 96% degli intervistati ha confermato di gradire i mesi di gennaio - febbraio, e il 91% considera Bolzano la sede ideale per ospitare una fiera specializzata dedicata alle infrastrutture montane. Gli organizzatori giudicano questo dato molto interessante soprattutto se si considera che ben il 63% degli operatori interpellati è giunto da varie regioni italiane, mentre il 33% da località altoatesine ed il 4% dall’estero. La significativa presenza nel quartiere fieristico bolzanino di operatori provenienti da varie regioni d’Italia è di buon auspicio anche per la Fiera di Innsbruck, che confida in un buon afflusso di operatori ed espositori italiani. Infatti, la città capoluogo del Tirolo ospiterà la prossima edizione di Viatec dal 24 al 27 gennaio 2007, in virtù dell’accordo di collaborazione transfrontaliero siglato da Fiera Bolzano e dalla società fieristica austriaca. Viatec ha dunque tutte le carte in regola per consolidare la propria immagine di punto di riferimento per tutti coloro che operano nelle zone dell’arco alpino. Il congresso che si svolgerà anche durante Viatec 2007 verrà organizzato in collaborazione con l’ASFINAG (l’ente austriaco per la gestione del sistema stradale ed autostradale) e il Land Tirol. L’alternanza nello svolgimento della fiera e del congresso è stata commentata positivamente dai visitatori intervistati nell’ambito dell’indagine statistica: infatti metà degli interpellati si è dichiarata a favore della cadenza biennale, metà a favore della cadenza annuale. Il 71% ha dichiarato, infine, che visiterà anche la prossima edizione di Viatec.

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MOVIMENTO TERRA

Novità Mecalac in anteprima a Intermat 2006 Mecalac, costruttore di macchine per lavori pubblici gommate e cingolate, specializzato nel settore dei lavori urbani e di servizio, presenterà in anteprima ad Intermat 2006, a Parigi dal 24 al 29 aprile, due novità che rispondono ai bisogni delle imprese del settore. Anticipare le aspettative, fare evolvere le abitudini di lavoro a favore della sicurezza, dell’ambiente e della redditività dei cantieri sono gli obiettivi che si è posto il dipartimento Ricerca & Sviluppo di Mecalac per concepire due nuove macchine. La 8 MCR è un nuovo concept di macchina cingolata, vera rivoluzione per i cantieri urbani: totalmente innovativa, questo nuovo tipo di macchina da 6 tonnellate combina le caratteristiche di un mini-escavatore e di una pala caricatrice compatta. Grazie a tale nuovo concetto, Mecalac è l’unico costruttore a proporre un prodotto polivalente che associa in una sola macchina queste due funzioni essenziali per la buona organizzazione di un cantiere. La 712 MC è un escavatore cingolato da 11 tonnellate che completa la gamma di escavatori polivalenti cingolati di Mecalac. Sulla base di un escavatore idraulico cingolato standard, con cabina a sinistra, la 712 MC è la più potente della sua classe (11 tonnellate), e rappresenta una grande novità che beneficia della polivalenza e della compattezza proprie delle Mecalac, offrendo inoltre comfort di guida e produttività. La 712 MC è oggetto di tecnologie innovative brevettate, come il richiamo del braccio e l’accoppiamento dei martinetti, ed è dotata di una cinematica unica della porta. Nella maggior parte dei cantieri urbani (canalizzazioni, posa di cavi, strade) si utilizzano due tipi di macchine compatte che assicurano due diverse funzioni. L’uno, il mini-escavatore, ha

la funzione di scavare; l’altro, la pala caricatrice, è destinato a caricare e ad assicurare la movimentazione dei materiali nel cantiere. Partendo da questo duplice bisogno, Mecalac ha messo a punto la 8 MCR, una macchina capace, grazie alle sue innovazioni tecnologiche, di svolgere le funzioni di queste due macchine senza perciò complicare il compito dell’utilizzatore. La 8 MCR sarà disponibile nella rete commerciale Mecalac a partire dal 2007. Prestazioni, polivalenza, compattezza, confort di utilizzo, sicurezza, economie sostanziali sono i punti forti di questo concetto 2 in 1 che rivoluzionerà i cantieri urbani. Modalità di guida specifiche per ogni funzione permettono di ritrovare i comandi a norma ISO di un mini-escavatore o di una pala caricatrice compatta per il massimo comfort dell’utilizzatore. La 8 MCR può essere messa nella funzione pala caricatrice semplicemente premendo il pulsante "modo caricatrice". L’utilizzatore si ritrova così al comando di una pala caricatrice compatta che coniuga efficacia nel caricamento, velocità di spostamento, semplicità d’uso e sicurezza. Il nuovo tipo di telaio con longheroni triangolari associato alla trasmissione idrostatica fa di questa macchina una vera pala caricatrice che si sposta due volte più velocemente di un escavatore classico, con una velocità che arriva fino a 11 km/h (velocità di traslazione vicina a quella di una macchina gommata con la stabilità di una macchina cingolata). Un sistema brevettato Mecalac permette di appoggiare la benna pala sulla lama e trasmette così tutti gli sforzi direttamente al telaio come una pala caricatrice, per un lavoro più efficace ed un comfort ottimale per l’ope-

8 MCR 20

ratore. Inoltre, grazie alla possibilità di mantenere la rotazione della torretta in fase di caricamento, si possono risparmiare numerosi movimenti avanti/indietro nei cicli di carico, con la garanzia al contempo di una sicurezza ottimale intorno alla macchina. Infine, la 8 MCR è dotata anche di un dispositivo che consente il ri-allineamento automatico della torretta per l’ottimizzazione dei movimenti. La 8 MCR può essere messa nella funzione escavatore semplicemente premendo il pulsante "modo escavatore". L’utilizzatore si ritrova così al comando di una macchina che si comporta come un mini-escavatore e che coniuga compattezza e polivalenza. Il raggio posteriore del contrappeso, pari a 1,25 metri, garantisce una capacità di lavoro ottimale negli spazi più ristretti (stradine...). La cinematica del suo equipaggiamento rende possibile una rotazione completa in un diametro di 2,70 metri. La concezione unica dell’equipaggiamento associata ad un’installazione ottimizzata dei componenti permette di ottenere questi valori di compattezza mai raggiunti fino ad ora. L’associazione inedita di una macchina equipaggiata con una torretta, un telaio su cingoli triangolari ed una trasmissione da pala caricatrice ne fa l’escavatore cingolato più rapido al mondo, assicurando tempi di spostamento ridotti da un capo all’altro del cantiere. Infine, grazie al brevetto Mecalac che accoppia vari martinetti durante la fase di lavoro, la 8 MCR è semplice da guidare come un miniescavatore standard. A vocazione urbana, la 712 MC, che completa la serie 714 (13 tonnellate) lanciata nel 2003, è destinata ai cantieri di posa di cavi e stradali. L’alleanza della compattezza, della

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Caratteristiche tecniche

8 MCR

Peso Motore Potenza Telaio Velocità Sforzo di trazione Profondità massima di scavo Sbraccio massimo al suolo Forza di penetrazione Forza di strappo Raggio rotazione della torretta Raggio rotazione equipaggiamento

6.200 kg 11 t Cummins 4BT3,3 DEUTZ BF 4M 2012C 57 kW/77,5 CV a 2.000 giri/min 75 kW/102 Cv a 2.200 giri/min A longheroni triangolari Ad X con lama anteriore 11 km/h 5 km/h 5.700 daN 10.788 daN 3.487 mm 4.260 mm 6.672 mm 7.620 mm 2.500 daN 4.500 daN 4.400 daN 7.900 daN 1.250 mm 1.450 mm 1.440 mm 1.830 mm

polivalenza, del comfort, della facilità di guida e delle prestazioni sia come escavatore sia come caricatore risponde efficacemente alle aspettative degli imprenditori. Bisognerà attendere la fine del 2006 perché la 712 MC sia disponibile nella rete commerciale Mecalac. Frutto di una riflessione effettuata con gli utilizzatori, l’escavatore polivalente cingolato 712 MC associa un treno di cingoli in acciaio o gomma, la cabina a sinistra e una lama di livellamento, al concetto originale e unico della cinematica Mecalac, costituita da un equipaggiamento in 3 parti con deporté e attacco rapido, integrante l’eliminazione del gioco di serie. L’equipaggiamento e la concezione della 712 MC ne fanno l’escavatore più potente della sua categoria. Il motore Deutz da 75 kW/102 CV è montato sulla torretta che effettua la sua rotazione totale in 3,28 metri,

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712 MC

corrispondente alla rotazione di un mini-escavatore da 5 tonnellate. La 712 MC di Mecalac, l’unico escavatore da 11 tonnellate così potente e rapido, presenta quindi le stesse caratteristiche di agilità e di maneggevolezza sul terreno di un miniescavatore. Queste qualità si rivelano un grande vantaggio per tutte le imprese di lavori pubblici, che possono così contare su un escavatore estremamente polivalente per tutti i tipi di lavori urbani. Il suo equipaggiamento, la sua cabina e la sua logica di guida sono oggetto di innovazioni e di nuovi brevetti Mecalac. La 712 MC è munita del sistema di richiamo del braccio (brevetto) composto da due martinetti asimmetrici che permettono di ottenere un angolo di apertura del braccio di 140° contro i 110° - 115° di un escavatore tradizionale. In termini di prestazioni, que-

sta tecnologia innovativa garantisce capacità di sollevamento superiori al normale anche quando l’equipaggiamento è completamente chiuso o aperto. Offre, inoltre, un’accresciuta profondità di scavo ed una maggiore altezza di scarico. Munita dell’attacco rapido Mecalac ad eliminazione automatica del gioco, la 712 MC permette di cambiare accessorio in pochi secondi senza lasciare la cabina. La 712 MC è dotata di una cabina lunga 2 metri, la più spaziosa del mercato, caratterizzata da un elevato livello di comfort. La porta è oggetto di un brevetto Mecalac: la sua cinematica innovativa consente un’apertura senza sforzo, evita di doversi sporgere fuori dalla cabina grazie ad una chiusura automatica e permette l’apertura anche in prossimità di un muro. Il parabrezza è completamente retrattile: la parte bassa si ripiega infatti nella parte alta, che si ribalta a sua volta. L’operatore adatta la macchina alla sua esperienza, alle sue abitudini e alle sue esigenze mantenendo comunque, qualunque tipo di guida scelga, le massime prestazioni della 712 MC: l’accoppiamento dei martinetti, brevetto Mecalac, permette di manovrare l’equipaggiamento senza l’uso di pedali; i comandi possono essere quelli di un escavatore classico; i comandi possono anche essere quelli del concept Mecalac con pilotaggio indipendente dei martinetti.

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PORTATTREZZI

Caron AR e ST

Chi dovesse trovarsi in centri storici come quelli di Nazareth o Gerusalemme, potrebbe avere il piacere di "imbattersi" in veicoli per la manutenzione stradale che rimandano al Made in Italy del Veneto. Il colore rosso inconfondibile dei veicoli Caron ha infatti da tempo oltrepassato i confini meramente europei, spingendosi anche nelle zone del Medio Oriente. Non nuova a successi di carattere internazionale, negli ultimi anni la società Caron di Pianezze (VI) si è focalizzata sul raggiungimento di elevati standard in materia di sicurezza, comfort, versatilità e robustezza, elementi fondamentali per rispondere alle diverse esigenze della clientela. Al fine di soddisfare queste caratteristiche, Caron ha sviluppato un’ampia gamma di trattrici agricole e macchine operatrici con piano di carico atte a garantire lo svolgimento del lavoro dell’operatore nella massima sicurezza e facilità nelle più diverse situazioni, grazie

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all’introduzione sul mercato di macchine maneggevoli, con un elevato carico utile ed adatte alle manovre anche negli spazi più angusti. Nate dallo stesso concetto del "transporter", le motoagricole Caron hanno mantenuto le stesse caratteristiche di robustezza ed alte prestazioni delle serie più grandi (800 e 900), ma sono state sviluppate principalmente per andare incontro alle esigenze dei clienti che necessitano di affidabilità sul lavoro in luoghi a volte inaccessibili a causa dello spazio ridotto. I veicoli Caron nascono tutti da una filosofia che parte dalla progettazione specifica di cambi ed assali, al fine di ottenere elevate prestazioni e massima affidabilità, combinando il tutto con un allestimento finale studiato per le diverse esigenze di utilizzo del mezzo. I modelli della serie AR e ST possiedono inoltre l’omologazione globale europea, il cui processo di

rilascio comprova la qualità, oltre che del prodotto finale, anche dei materiali impiegati e dell’intero processo produttivo. Il cliente può scegliere tra la versione con arco di protezione anteriore intercambiabile con la semicabina, tra i modelli articolati (AR) e a ruote sterzanti (ST), tutti dotati di sedile confort regolabile, di cruscotto completo di indicatori e spie e di una disposizione ergonomica di tutti i comandi. Di serie, inoltre, il cassone ribaltabile trilaterale con comando idraulico e sterzo idraulico. Le dimensioni compatte (larghezza minima 124 cm) permettono all’operatore di lavorare in spazi di manovra ristretti, senza dover rinunciare ad un ampio piano di carico. Anche l’ampia scelta di pneumatici, consente ai mezzi di adattarsi alle più diverse esigenze del cliente. La potenza dei motori parte da 25 ed arriva a 62 CV, con una velocità mas-

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sima di 40 km/h, tranne per la serie 100 (30 km/h). Quest’ultima, la "piccola" della gamma Caron, è dotata di un cambio a 6+3 velocità ad innesti facilitati, di trazione integrale permanente e di un sistema di frenatura idraulico agente sulle ruote posteriori. Tra gli optional, la presa di forza posteriore a 540 giri/min. La gamma prosegue poi con le serie 200 e 300, disponibili con un cambio a 18 marce (serie 200) o con un cambio sincronizzato a 24 marce (serie 300) ed un piano di carico con una portata utile fino a 2.000 kg. Con l’entrata in vigore di nuove normative europee, la società Caron ha portato a termine lo sviluppo delle serie 500 e 600, lanciando sul mercato moto agricole con potenze fino a 62 CV, un peso complessivo massimo omologato fino a 4.500 kg ed una capacità di traino fino a 5.000 kg. La versatilità delle macchine è assicurata dal cambio sincronizzato a 24 marce (16+8 velocità), dalla varietà di larghezze disponibili e dalle due opzioni di passo. Senza rinunciare al comfort di guida, grazie anche ai motori insonorizzati di ultima generazione, l’operatore può lavorare nella massima sicurezza, per mezzo di un sistema di frenatura a doppio circuito idraulico agente sulle quattro ruote con masse frenanti e grazie alle quattro ruote motrici con riduttori e disinnesto della trazione anteriore. Tra gli optional, la presa di forza posteriore a due velocità. Le serie 200, 300 e 600 sono inoltre disponibili anche con omologazione macchina operatrice semovente con un peso complessivo fino a 4.400 kg e rimorchiabile di 1.000 kg. I modelli operatrici, sempre a ruote sterzanti o con articolazione dello snodo centrale, soddisfano le esigenze di una pluralità di utenti, non solo in campo agricolo e forestale, ma anche in quello cantieristico, della manutenzione stradale, degli enti pubblici e della protezione civile.

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IGIENE URBANA

Compattatore monopala scarrabile Ecoservice: maggior volume di carico a parità di lunghezza FRANCESCO VANDONI

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Un numero sempre maggiore di uomini e aziende si impegna ogni giorno per dare concretezza alla parola "ecologia" rendendola applicabile nella pratica della realtà di tutti i giorni. L’azienda Ecoservice, certificata e qualificata ISO 9001, è presente da oltre quindici anni nel settore della produzione di sistemi e tecnologie destinati alla risoluzione concreta del problema della raccolta, dello

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stoccaggio e dello smaltimento, come anche della riduzione volumetrica dei rifiuti. Un impegno svolto quotidianamente negli stabilimenti di Minturno, in provincia di Latina, che si concretizza sul doppio versante della ricerca tecnologica e dell’aggiornamento continuo, attraverso una costante attenzione alle nuove normative. La pratica esercitata, giorno dopo giorno durante più di tre lustri, ed il sup-

porto del proprio ufficio tecnico dotato di sistemi informatici di primissima qualità e di ultima generazione, garantiscono l’allineamento ed in certi casi il superamento delle specifiche tecniche e logistiche di un mercato dalle richieste sempre più evolute. In seno all’azienda si è profondamente convinti del fatto che in questo settore la capacità di essere propositivi e flessibili diventi un fattore di distinzione assolutamente significativo: Ecoservice perciò si propone da sempre ai suoi interlocutori quale referente per la scelta delle soluzioni più appropriate con progetti particolari per ogni specifica esigenza. La gamma dei prodotti Ecoservice spazia dai cassoni, compattatori, 1. Cassone compattatore monopala scarrabile Ecoservice 2. Parte posteriore del cassone compattatore con il gancio fisso per brevi spostamenti 3. Parte anteriore del cassone con il gancio abbattibile per lo scarramento e quadro elettrico di comando e controllo

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alle cisterne ed ai rimorchi scarrabili, passando dalle attrezzature per la raccolta dei rifiuti, alle gru ed ai polipi, sia per cassoni che per mezzi, fino all’allestimento di veicoli industriali. Supportata da un’assistenza rapida e qualificata, l’azienda Ecoservice ha cercato in questi ultimi quindici anni di dedicarsi principalmente alla produzione di sistemi scarrabili ed alla compattazione dei rifiuti. L’ultimo nato della gamma Ecoservice è il compattatore monopala scarrabile con maggior volume di carico a parità di lunghezza, di facile scarico e con ottima resistenza alla pressione, concepito e realizzato nel pieno rispetto della vigente normativa sulla sicurezza. Si tratta di un’attrezzatura robusta e compatta, completamente stagna con un'ottima compressione della pala e uno scarso ritorno dei rifiuti. La robustezza è conferita dalla struttura, costruita con intelaiatura e rinforzi verticali realizzati con profilati in acciaio. Il portellone posteriore è unico ad apertura idraulica con valvole di blocco sui pistoni. Il compattatore è dotato di un gancio abbattibile per lo scarramento e di un gancio posteriore per gli spostamenti brevi, 4 oltre ai rulli di scorrimento anteriori e posteriori. L’interno del portellone posteriore è costruito in modo da permettere lo scorrimento dei rifiuti verso l’alto al fine di ottimizzare il riempimento. La forza esercitata dallo spintore è pari a 41 tonnellate e la pressione massima di esercizio è di 180 bar. L’espulsione dei rifiuti avviene tramite una pala di spinta. L’attrezzatura è dotata di un quadro elettrico che ne comanda e controlla il funzionamento, omologato secondo le vigenti norme di legge; è posizionato sul lato sinistro del cassone, vicino al portellone e si allaccia alla

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4. Cassone compattatore monopala scarrabile Ecoservice rete a 380 volt. Il ciclo completo di compattazione impiega 40 secondi a svolgersi. Il funzionamento può avvenire sia manualmente che automaticamente; il sistema automatico è provvisto di cellula fotoelettrica; i livelli di olio e di riempimento sono controllati elettricamente. Il compattatore monopala scarrabile Ecoservice viene fornito completo di certificazione a norma CE e manuale di istruzioni redatto in lingua italiana.

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VERDE

Gryphon: novità Hymach Una delle ultime novità Hymach, che già stanno dando notevoli soddisfazioni alla casa costruttrice di Stienta, e delle quali due esemplari sono stati recentemente consegnati al Servizio Manutenzione Strade (funzionario responsabile geom. Antonio Marangon) della Provincia di Rovigo, è il modello Gryphon. Si tratta di un’attrezzatura che nasce dall’evoluzione della ormai conosciuta e molto apprezzata Boomerang (Lavori Pubblici n. 16 settembre - ottobre 2005) Una macchina in grado di falciare l’erba in ambo i lati del guard rail, quando necessario, ma non vincolata esclusivamente a questo tipo di lavoro. Gryphon si compone di due attrezzature

distinte ed indipendenti per falciare l’erba senza interruzioni, superarando i sostegni del guard rail, paletti segnalimiti, segnaletica stradale ed alberi. In simultanea con l’avanzamento del trattore: - la prima attrezzatura, atta allo sfalcio del bordo lato strada, è dotata di sistema automatico di scarto ostacoli che agisce sia sul braccetto portadisco che sul braccio traslatore, in modo tale che il gruppo falciante aggiri l’ostacolo incontrato senza mai staccarsi da esso; - la seconda attrezzatura è arretrata rispetto alla prima ed è posizionata in modo tale da falciare al di là del guard rail; anch’essa è dotata di scarto automatico dei paletti di sostegno ed è in

Dal sito ufficiale della Provincia di Rovigo:

Due nuovi falciaerba per le strade provinciali Il 20 marzo la ditta Hymach di Stienta, aggiudicataria della fornitura, ha consegnato al Servizio Manutenzione Strade due nuovi trattori, oltre a dotare un altro trattore Fiat 80/90, già in servizio, di un disco adatto allo sfalcio dell’erba sottostante i guard rail. I mezzi saranno assegnati al comparto 1 "Cantone di Castelguglielmo" e al comparto 2 "Cantone di Rovigo". Con l’incremento del parco delle macchine operatrici della Provincia, da quest’anno sarà maggiormente garantito il regolare sfalcio dell’erba lungo le strade provinciali, eliminando situazioni di pericolo lungo le stesse, provocate dalla scarsa visibilità, oltre a facilitare il compito di pulizia dei cigli erbosi al personale addetto al servizio. 26

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grado di essere ritirata in assetto di riposo quando si incontrano ostacoli alti da superare. I due allestimenti pertanto sono separati: qualsiasi movimento che interessa quello più arretrato non va ad interferire con la prima attrezzatura, che continua il proprio lavoro linearmente e senza interruzioni. Entrambe le attrezzature hanno un sistema di regolazione che permette di variare la distanza delle stesse dal mezzo portante così da limitare l’ingombro della carreggiata su cui ci si trova a transitare, cosa particolarmente utile quando si opera su corsie di emergenza anche strette ed in prossimità dei guard rail di ultima generazione. Il sistema di messa a riposo del braccio scavallatore prevede due possibilità: - ribaltare l’attrezzatura per superare ostacoli, che restano al di sotto del braccio portante, fino ad un’altezza di 3,40 m, quali ad esempio segnali stradali; - una volta ribaltata l’attrezzatura, retrarre il braccio così da superare anche alberi a chioma larga senza impigliarsi tra le fronde. Il sistema di livellamento al terreno e mantenimento costante dell’altezza di taglio completamente automatico arricchiscono questa macchina permettendo di: - mantenere il gruppo falciante effettivamente parallelo al terreno in fase di taglio dell’erba, adeguandosi automaticamente al profilo dello stesso; - garantire un ciclo di taglio particolarmente rapido ed uniforme per qualsiasi configurazione dei bordi della sede stradale oggetto di manutenzione; - assicurare elevati standard di affidabilità ed operatività in ogni condizione di funzionamento, indipendentemente dal profilo e/o dalla pendenza del terreno da trattare. L’attrezzatura arretrata ha inoltre la possibilità, una volta in posizione di riposo, di essere abbassata o alzata secondo le necessità dell’operatore. L’impianto è strutturato in modo da lasciar libera la scelta all’addetto, secondo le proprie esigenze operative, di utilizzare solo l’attrezzatura anteriore, solo l’attrezzatura posteriore o entrambe, semplicemente attivando un comando in cabina. Gryphon, come tutti gli scavallatori tagliaerba prodotti da Hymach, ben si presta ad essere allestita in combinata con attrezzatura a braccio posteriore, anche in versione Visual, così da ottenere il massimo di produttività. Come le altre macchine proposte da Hymach è costruita interamente con acciaio di prima qualità ad alta resistenza ed elasticità; l’impiantistica è costituita da componenti selezionati tra le migliori marche del settore; boccole e perni sono in acciaio trattato; i tubi dell’olio sono di tenuta superiore e protetti da spirale autoritornante antiurto e antispruzzo, come tutti gli altri componenti, scelti tra quanto di meglio è presente sul mercato. Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006

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VIABILITA' INVERNALE

UniQa Giletta: il primo spargisale con tre diversi tipi di alimentazione

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A marzo di quest’anno, in occasione del congresso mondiale AIPCR 2006 di Torino - Sestriere, Giletta S.p.A., produttore leader nel settore della viabilità invernale, ha presentato UniQa, il primo spargisale al mondo fornibile con tre diversi tipi di alimentazione intercambiabili, destinato a rivoluzionare il livello tecnologico degli spargisale e a definire nuovi standard di qualità e di performance nell’ambito degli equipaggiamenti invernali. Il progetto UniQa nasce nel 2005, con l’obiettivo di standardizzare la produzione per garantire un servizio sempre maggiore al cliente finale, ma l’idea innovativa che ne sta alla base

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è la possibilità di un’unica serie dotata di una tramoggia standard, fornibile con 3 diversi tipi di alimentazione, 6 sistemi di azionamento, 7 diverse capacità variabili da 4 a 10 m3, oltre 70 accessori opzionali diversi ed una vasta gamma di colori disponibili. Il nome UniQa significa infatti che le infinite combinazioni ottenibili rendono ogni macchina prodotta "Unica" e fatta su misura per il cliente mentre la possibilità di ricondurre in fase costruttiva il tutto ad una "Unica" serie permette una "Qualità" decisamente superiore dovuta alla completa industrializzazione del prodotto ed al montaggio in serie oltre a consentire

una flessibilità a livello produttivo che garantisce consegne in tempi più brevi come richiesto da un mercato a fortissima stagionalità. I tre diversi tipi di alimentazione: a nastro, a coclea e a catena, sono realizzati in un inserto che ne contiene gli elementi specifici e che viene inserito all’interno della tramoggia stessa solo nella fase di montaggio finale, mentre tutti gli altri elementi sono comuni all’intera gamma. La standardizzazione dei componenti permette inoltre al cliente dotato di un parco macchine con sistemi di alimentazione differenti, di diminuire i costi finanziari durante il ciclo di vita dello spargitore, sia per quanto riguarda la formazione del personale, sia per quanto riguarda la gestione dei ricambi. Durante la fase di studio particolare attenzione è stata inoltre posta al design della macchina: il risultato è un prodotto che unisce un’estetica accattivante ad un forte aumento nell’efficienza nello spargimento. Grazie ad un attento studio è stato infatti possibile realizzare un profilo dello spargitore atto a ridurre le turbolenze create dal veicolo, che influenzereb1. Sistema UniQa per tre diversi tipi di alimentazione 2. 3. Giletta UniQa esposto all’AIPCR con sistema di scarramento che consente le operazioni anche a pieno carico

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bero negativamente la distribuzione del materiale sparso nel tempo che intercorre tra la fuoriuscita dal disco spargitore al momento in cui si deposita sulla pavimentazione stradale. In questo modo i parametri preimpostati dal nuovo comando EcosWave, con trasmissioni dati senza fili via Bluetooth, vengono rispettati nella realtà con la massima precisione possibile, per garantire una sicurezza sulle strade sempre maggiore, preser-

vando l’ambiente circostante. Sicurezza che si combina con una grande praticità d’uso nello spargitore stesso: spigoli arrotondati, gruppo di spargimento con un semplice e confortevole sistema di ribaltamento dotato di grande maniglia, cofanatura posteriore in materiale plastico divisa in tre sezioni: centrale per un facile accesso e controllo al vano valvole, laterali per accesso alla piattaforma di verifica della tramoggia ed alla pompa

dell’umidificatore, motore ausiliario collocato in un vano insonorizzato nella parte anteriore della macchina per evitare l’aspirazione del sale sparso. Il comando EcosWave può essere dotato del sistema "Route Replay" che, oltre alla funzione di navigatore che guida l’autista nei percorsi prestabiliti, varia in modo completamente automatizzato tutti i parametri di spargimento grazie al sistema GPS. UniQa si presenta quindi sul mercato come un prodotto innovativo, tecnologico e fortemente all’avanguardia, in grado di soddisfare qualsiasi esigenza in termini di prestazioni e di personalizzazioni, ma soprattutto con la caratteristica che da sempre identifica Giletta S.p.A.: la capacità di realizzare e concretizzare idee e progetti grazie alla grande passione che ha permesso di diventare un punto di riferimento nel settore della viabilità invernale. 4. Giletta UniQa con motore ausiliario 5. Agevole accesso al vano valvole 6. Gruppo di spargimento

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VERDE

Orsi River Compact per intervenire con trattori di piccole e medie dimensioni GHERARDO MARCHELLI

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Nate e progettate per soddisfare le richieste del mercato statunitense, Orsi propone ora anche in Italia la versatile gamma dei bracci decespugliatori River Compact. Questa serie di bracci, già molto apprezzata da svariati utilizzatori oltre oceano, per l'estrema versatilità di applicazione su trattori di medie e piccole dimensioni, offre una possibilità di lavoro con bracci idraulici estremamente interessante per la categoria. Il concetto, nato appunto dalla

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richiesta degli utilizzatori nordamericani, è quello di poter usare delle macchine di piccola e media portata di lavoro con trattori di dimensioni più contenute rispetto alla gamma che già avevano. Per poter raggiungere lo scopo, i progettisti Orsi hanno pensato di utilizzare il telaio dei bracci decespugliatori come serbatoio dell'olio. Questa accortezza progettuale ha permesso di ridurre al massimo i pesi delle macchine, oltre a concepire una

forma costruttiva tale da consentire al braccio una collocazione più a ridosso del trattore. Questi due evidenti vantaggi consentono di avere attrezzature da poter applicare al trattore in maniera più vicina e compatta, cosa che favorisce naturalmente il peso a sbalzo del trattore e quindi riduce l'esigenza di carreggiata dello stesso, permettendo allestimenti, rispetto alla trattrice, di sicuro successo. Dopo la fiera Eima, svoltasi a Bologna nel 2005, Orsi ha reso disponibile, inserendola nel nuovo listino di tutta la sua rete mondiale di distributori, quindi anche in Italia, questa nuova gamma di macchine denominata River Compact. Per la precisione le macchine proposte sono cinque: 355, 420, 450, 495 e 600. I primi due modelli montano una pompa in alluminio gruppo 2 per una potenza massima al rotore di 40 CV a 2.800 giri/minuto, per un utilizzo agricolo non troppo gravoso, quindi adatti alla gestione del verde pubblico per erba ed arbusti. Il serbatoio dell'olio ha una capacità di 75 1. 2. 3. Orsi River Compact al lavoro

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litri. La River Compact 355 può essere montata su trattori da 1.100 kg con assale di 150 cm, con uno sbraccio di 3,45 m ed un peso di 515 kg. La testata offerta di serie su questo braccio ha una larghezza di 80 cm. La River Compact 420 può essere montata su trattori da 1.300 kg con assale di 160 cm, ha uno sbraccio di 4,25 m ed un peso di 595 kg. La testata offerta di serie su questo braccio ha una larghezza di 105 cm. Queste due macchine della Orsi si vanno a interporre nell'ampia offerta Orsi tra il loro modello più piccolo Cut 030 e le Agile 320 e 390. I modelli River Compact 450, 495 e 600, che si vanno a collocare tra le gamme delle Agile 450, River 451 e le Agile 450, 470, montano motore in ghisa ed una pompa in alluminio/ghisa gruppo 3 per una potenza massima al rotore di 50 CV a 3.100 giri/minuto, per un utilizzo più performante e più professionale: quindi adatte sempre alla gestione del verde pubblico o cigli stradali dove si vuole o si deve intervenire con trattrici di limitate dimensioni.

Il serbatoio dell'olio ha una capacità di 130 litri. La River Compact 450 può essere montata su trattori da 1.700 kg con assale di 160 cm, offrendo uno sbraccio di 4,45 m ed un peso di 675 kg. La River Compact 495 può essere montata su trattori da 2.200 kg con assale di 170 cm, con uno sbraccio di 4,90 m ed un peso di 715 kg. La River Compact 600 può essere montata su trattori da 2.300 kg con assale di 170 cm, ha uno sbraccio di 4,90 m ed un peso di 755 kg. La testata offerta di serie su questi ultimi tre modelli ha una larghezza di lavoro di 105 cm, inoltre tutti i modelli possono montare testate da 1,25 cm a seconda delle esigenze dell'utilizzatore. Di serie i comandi sono teleflessibili ma a richiesta possono essere elettrici a leve. I bracci sono dotati di sicurezza meccanica con bielletta all'attacco del sollevatore in caso di urto, e possono essere dotati di optional come la sospensione elettrica del primo braccio. La gamma River Compact si affianca all'esistente per dare qualche

possibilità in più per gli allestimenti, soddisfacendo le esigenze di dover accoppiare bracci decespugliatori a trattori non esageratamente ingombranti per lavori del verde pubblico e privato, dove non si possa passare con macchine ingombranti e pesanti; nate per il mercato americano nel giardinaggio professionale, hanno trovato un'ottima collocazione per comuni e parchi che hanno così la possibilità di utilizzare trattori di ridotte dimensioni più agili, con una riduzione dei costi sia di acquisto che di gestione, come ad esempio nei consumi di gasolio. L'interesse che hanno suscitato tra gli utilizzatori italiani è sottolineato in particolare da una consegna, avvenuta ancor prima che queste macchine entrassero nel listino Orsi, da parte di un ente pubblico di gestione parchi e giardini. 4. Orsi River Compact al lavoro 5. Orsi River Compact in posizione di trasporto 6. Particolare del gruppo radiante 7. Particolare della biella di sicurezza

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PORTATTREZZI

Tre Unimog polivalenti con attrezzature Giletta per la Provincia di Enna

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L’autodromo di Pergusa (Enna) ha accolto una bella manifestazione organizzata dalla Comer Sud di Catania in occasione della consegna di tre Unimog U400L all’Amministrazione provinciale di Enna. I veicoli erano allestiti con attrezzature per la viabilità invernale quali lame, vomeri e spargisale, per la viabilità estiva con falciaerba e spazzatrici, e per servizi vari, come cestello aereo e cisterne per il trasporto di acqua. Con questa fornitura la Provincia di Enna diventa un testimonial importante della polivalenza dell’Unimog: un unico veicolo in grado di svolgere i più impegnativi lavori di manutenzione stradale in ogni condizione atmosferica e di Protezione Civile grazie alla trazione 4x4. Un unico allestitore ha fornito gli attrezzi: la ditta Giletta di Cuneo, che vanta un’esperienza decennale nel campo

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veicoli speciali, curata per il mercato della viabilità e protezione civile. I tre Unimog U400L fanno parte della italiano da Guido Corradi, è un autogamma UGN, che tanto successo ha carro studiato appositamente per la riscosso in tutto il mondo, sono dotati raccolta dei rifiuti urbani. E’ dotato di di sistema idraulico con 2 pompe indi- cabina ribassata, cambio automatico pendenti, prese di forza integrali, e freni a disco su tutte le ruote. cambio con riduttori, cabina con aria condizionata. Alla manifestazione tenutasi il 14 marzo scorso, che ha visto la partecipazione di oltre 100 persone, tra gli altri erano presenti: il presidente della Provincia di Enna Cataldo Salerno, Angelo di Martino presidente della Comer Sud Concessionaria Mercedes-Benz per la Sicilia, Guido Corradi, responsabile Settore Unimog - Econic della DaimlerChrysler Italia e Guido 4 Giletta titolare della azienda omonima. Gli invitati, amministrazioni provinciali e 1. 2. I tre Unimog polivalenti, comunali e ATO di tutta la Sicilia hanno attrezzati Giletta, consegnati alla potuto visionare, oltre ai tre Unimog, Provincia di Enna. uno dei 4 Econic 2633 recentemente 3. La consegna si è svolta forniti all’ATO PA6 di Palermo, allestito nell'autodromo di Pergusa dalla ditta OMB, con un compattatore a 4. Mercedes Econic 2633 fornito caricamento laterale. all'ATO PA6 di Palermo L’Econic, che insieme all’Unimog 5. Parata dei mezzi costituisce la punta di diamante dei 6. Un momento della manifestazione

6 Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006

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VEICOLI SPECIALI

Mezzi JCB anche per interventi in spazi ristretti FRANCESCO VANDONI

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JCB, il colosso inglese produttore di terne, escavatori cingolati e gommati, movimentatori telescopici, pale gommate, dumpers, carrelli elevatori fuoristrada, mini e midi escavatori, minipale e trattori, fu fondato da Joseph Cyril Bamford nel 1945. Da piccola realtà locale raggiunge le dimensioni odierne grazie alla dedizione e all’impegno rivolto dall’azienda verso i propri prodotti e clienti, nonché ad importanti e costanti investimenti nell’applicazione di nuove tecnologie produttive. Ricerca e sviluppo, sperimentazione e controllo di qualità sono i

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capisaldi della produzione che hanno permesso alle macchine JCB di diventare famose nel mondo per prestazioni ed affidabilità. Grazie ad una rete di oltre 1.000 tra concessionari e distributori, in più di 150 paesi, JCB esporta più del 70% della propria produzione in tutti i continenti. La linea JCB Groundcare, dedicata alla manutenzione dei terreni, dei parchi naturali, dei campi da golf, dei centri equestri, degli agriturismi, che ha visto la recente introduzione del veicolo a sei ruote Groundhog (Lavori Pubblici n. 18 gennaio - feb-

braio 2006), riposa sui medesimi princìpi fondatori che reggono l’intera gamma JCB. Macchine robuste ed affidabili quindi, con in comune caratteristiche di alta manovrabilità, ridotte dimensioni e di economicità di impiego. Dal recente modello ZT20D, falciatrice "zero turn", al Micro escavatore (abbastanza piccolo da passare attraverso una porta), passando dal veicolo multiuso Groundhog, fino alla Mini terna, la linea Groundcare è composta da macchine specialistiche per ogni lavoro di manutenzione e per ogni terreno. Aggiungendo inoltre la serie di minipale Robot, cingolate o su gomma, i mini escavatori, i movimentatori telescopici ed i trattorini da giardinaggio JCB ai mezzi della linea Groundcare, qualsiasi intervento in spazi angusti verrà notevolmente agevolato. La falciatrice Zero Turn ZT20D, grazie alla sua manovrabilità, angolo di sterzata pari a zero, e al fatto che il taglio avviene molto efficacemente anche a piena velocità, risulta essere 1. Groundhog JCB, con motore diesel a tre cilindri che eroga una potenza di 20,9 CV, velocità compresa tra 0 e 29 km/h 2. 3. Terna JCB Mini CX al lavoro con retroescavatore e pala

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una macchina molto produttiva. La mm. Il Micro HD è destinato ai lavori ZT20D riesce a passare tra gli alberi, più gravosi, dove si richiede una cespugli, panchine, sentieri. Altro eccezionale solidità, dotabile anche vantaggio consiste nella semplicità di martello. Inoltre il Micro HD può utidegli interventi di manutenzione di lizzare tutte le attrezzature dei modelquesta macchina. L’altezza di taglio li JCB serie 801. è regolabile di 6 in 6 mm, da 38 a La terna Mini CX JCB, supera appe140 mm da terra. Il motore è diesel, na i 1.500 kg di peso operativo e può con doppi serbatoi che permettono quindi essere rimorchiata su un carl'autonomia di una giornata di taglio rello. Si tratta di un mezzo molto efficontinuo. Il sedile ed i comandi sono ciente in spazi angusti e zone dove è regolabili per offrire il massimo agio necessario rispettare al massimo la all’operatore. superficie. La trasmissione è idrostaIl Groundhog, lanciato sul mercato tica ed autofrenante. Il posto di alla fine del 2005 è un veicolo multiu- comando è dotato di un tettuccio a so a sei ruote 6x4. Il motore è un die- norme ROPS/FOPS, il sedile è regosel a tre cilindri Perkins con cilindrata labile ed inoltre gira di 180° per agedi 768 cc che eroga una potenza di volare il passaggio dalla pala anterio20,9 CV. La trasmissione è del tipo re al retroescavatore: l’operatore non CVT (Continuously Variable Trans- deve neanche alzarsi. mission) con bloccaggio del differen- La prima minipala Robot ha visto il ziale manuale e assicurata da una giorno nel 1993, con una innovazione cinghia in kevlar per una maggiore rivoluzionaria rispetto al tipico progetdurabilità. La velocità è compresa tra to di minipala (Skid Steer Loader), 0 e 29 km/h. Il sedile del guidatore è scaturita dal desiderio di rendere regolabile, dispone di vani porta questa tipologia di macchina più sicuoggetti, vi si arriva agevolmente e lo ra. Il modello Robot fu la prima minispazio per le gambe è ampio; a richiesta la struttura ROPS e le cinture di sicurezza. Sempre a richiesta si possono allestire sulla struttura ROPS fari da lavoro e segnalatori luminosi rotanti. Il Micro escavatore JCB è compatto ed allo stesso tempo potente, con il suo motore Perkins da 20 CV; inoltre un’ottima stabilità e capacità di sollevamento sono offerte dal carro allargabile da 700 mm a 1.000 mm. Sono disponibili varie attrezzature per ogni esigenza. Per i lavori più pesanti esistono due altri escavatori: Micro HD e Micro Plus. Il Micro Plus è ideale laddove la larghezza non è fondamentale ma l’altezza rappresenta una forte restrizione: grazie all’ampio sbraccio, alla elevata profondità di scavo ed al carro estensibile da 970 mm a 1.350 6 Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006

pala ad offrire la sicurezza e la comodità di una porta di accesso laterale. Nel 1999 fu introdotto un ulteriore miglioramento, cambiando e abbassando il punto di incernieramento del mono braccio, garantendo in questo modo una visibilità a 360°. Oggi la gamma di Robot cingolati comprende i modelli 180, 190 e 1110. L’attuale generazione di Robot monta un attacco rapido universale che permette di utilizzare una gamma di accessori originali JCB molto ampia ed in continua espansione. Per una migliore guidabilità e controllabilità la gamma Robot monta di serie servocomandi idraulici di ultima generazione che rendono facile e comodo il controllo del mezzo in ogni situazione. 4. Micro escavatore JCB: può passare attraverso una porta 5. Falciaerba Zero Turn JCB ZT20D 6. Serie di minipale JCB Robot, allestite con diverse attrezzature per i più svariati lavori

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AUTOTELAI

La Toscana dei 4x4... GHERARDO MARCHELLI

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Uno dei più rinomati comuni d’Italia ha scelto Bonetti. Si tratta del Comune di Montalcino, conosciuto in tutto il mondo per la qualità dei suoi vini, e, come quasi sempre accade, la qualità cerca qualità. Anche se in questi ultimi anni offrire la qualità e il prezzo in Italia è molto difficile, riteniamo che nel 4x4 "made in Italy", Bonetti sia leader; oltre ad avere un’ottima reputazione nel postvendita da oltre trent’anni. La scelta del comune è stata effettuata dopo un’attenta analisi nel mercato, con l’obbiettivo di acquistare un veicolo 4x4 polivalente, idoneo a soddisfare le esigenze del proprio territorio. Il merito di questa analisi è stata attribuita al geometra Tommaso M.,

che purtroppo non è più tra noi. Presentiamo il veicolo, che pur essendo in versione abbastanza standard, è stato equipaggiato con una serie di accessori interessanti tra cui la lama neve combinata "acciaio e vulkollan", prodotta dalla Molinari di Brescia. Si tratta del Bonetti F100X, con un p.t.t da 3.500 kg e più precisamente nella versione "neve", equipaggiato con il motore Iveco da 106 CV, che grazie alla coppia di 250 Nm/1.800 giri, offre ottime prestazioni per il servizio al quale è destinato. Il cambio con 5 marce+rm è accoppiato al riduttore in un unico blocco, che distribuisce la coppia al 50% per entrambi gli assi. Il sistema di innesto

e disinnesto del 4x4 può avvenire a qualsiasi velocità. L’impianto idraulico è equipaggiato di serie con una pompa idraulica centralizzata, che consente al veicolo di lavorare con le attrezzature indipendentemente dalla velocità. Il joystick di comando lama neve facilita l’operatore durante il suo utilizzo. Un’altra curiosità è il freno di stazionamento a comando idraulico, che permette di lavorare a pieno carico anche in condizioni estreme. Altre occasioni ci saranno per poter parlare più dettagliatamente, ma ci preme ricordare alcuni accessori e caratteristiche che lo differenziano dal mercato: - le dimensioni contenute di soli 1.650 mm di larghezza; - cabina in vetroresina e ribaltabile elettricamente; - sterzo con idroguida a geometria variabile; - trasmissione con lubrificazione integrale; - trattamenti corrosivi per la salsedine; - telaio scatolato... Proprio sul telaio è stato applicato uno sgombraneve che, a differenza delle classiche lame che si vedono in circolazione, ha una doppia funzionalità con raschiante in acciaio oppure vulkollan, per pavimentazioni di pregio come il ciottolato o il pavé, trasformandosi in pochi minuti senza ausilio di attrezzature particolari. Alla consegna del mezzo erano presenti i costruttori del veicolo, dell’attrezzatura, e tutto lo staff del comune, ma purtroppo mancava proprio lui, Tommaso. Ed è per volontà di Bonetti, di Molinari e dei suoi ex colleghi di lavoro dedicare queste ultime righe di ringraziamento, ricordandolo come una persona seria e determinata. 1. Bonetti F100X 4x4 al Comune di Montalcino 2. Lama Molinari

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VERDE

Energreen sbarca in Sardegna In collaborazione con il rivenditore Enrico Cavalli da Guspini (CA) si sono svolte dal 6 al 10 febbraio 2006 delle dimostrazioni in campo con i modelli Energreen ILFS 1500 3P da 8,5 m e ILFS 1500 da 12 m. Larga è stata la partecipazione da parte dei consorzi di bonifica dell’isola, delle province e di diversi comuni della zona e non ultimi molti operatori del verde. Le macchine si sono comportate in maniera egregia di fronte ad un canneto alto 5 m con fusti dal diametro anche di 5 cm alla base. Effettuando una prima passata a 3 m d’altezza, ruotando quindi la trincia di 180°, il ritorno veniva effettuato alla base: le canne venivano letteralmente divorate anche grazie ai 3.000 giri effettivi sviluppati da una pompa a pistoni a cilindrata variabile che opera esclusivamente per dare potenza alla trincia. Grande effetto ha fatto sul pubblico la triturazione dei fichi d’india, che venivano trasformati in un succo verde.

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Il modello 3 P ha evidenzato l’utilità di poter lavorare con il doppio manipolatore, come in un escavatore, per l'utilizzo della benna falciante nel taglio della canna all’interno del corso d’acqua.

Si è inoltre potuto intervenire sulle sponde di un canale operando direttamente dall’interno del canale stesso; quest’azione ha suscitato un grande stupore da parte degli intervenuti.

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ATTREZZAURE SPECIALI

L'escavatore a risucchio

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Gerotto Federico S.r.l., rappresentante della R.S.P. GmbH, presenta l’escavatore a risucchio tipo 32/8 con braccio meccanico e traslazione idraulica radiocomandata al servizio degli enti manutentori di strade, autostrade e linee ferroviarie. Per le opere in aree urbane e suburbane garantisce alta tecnologia, assicurando tempi brevi di operazione, pulizia, minimo ingombro dell’area d’intervento e riducendo l’impatto ambientale. Il principio di funzionamento, sia nei modelli più piccoli (ESE 19/5 - 2 assi)

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sia nei sistemi più grandi, è quello del bidone aspiratutto. Una turbina radiale produce un flusso d’aria di 35.000 m3/h che, convogliata in un tubo di 250 mm, ha la potenza per aspirare materiali con qualsiasi tipo di consistenza. L’applicazione dell’escavatore a risucchio su strade ed autostrade deriva da anni di studi ed approfondimento delle problematiche di cantiere, dai quali sono scaturiti metodi di pulizia ormai consolidati. La lunga esperienza in merito ha permesso di realizzare modelli di esca-

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vatori a risucchio sempre più adatti e performanti per tali esecuzioni. Esempi di applicazione: - pulizia a secco cunette stradali - pulizia a secco cunette in gallerie - pulizia a secco pozzetti stradali e in galleria - pulizia attraversamenti stradali - aspirazione residui da idrodemolizione - interventi ordinari e straordinari di manutenzione - scavi puntuali rapidi per manutenzione reti - scavi preforo di sondaggio - aspirazione ballast. Gli interventi di manutenzione avvengono utilizzando una sola macchina, la quale raccoglie qualsiasi tipo di materiale (terra, rami, bottiglie, lattine, carte...) sedimentato sulle cunette ai margini delle sedi stradali e ferroviarie. La manutenzione degli accumuli nei cigli stradali è fondamentale per la sicurezza degli utenti della strada. Una corretta e periodica gestione degli interventi permette lo scolo delle acque meteoriche e quindi un abbassamento del rischio di allagamento della sede stradale. Contemporaneamente all’aspirazione del materiale dalle cunette vengono puliti a secco in modo totale anche pozzetti e caditoie stradali, ottimizzando il sistema di drenaggio delle acque meteoriche. L’aspirazione a secco è garantita da un potente flusso d’aria e permette di lavorare in assenza di sistemi di pulizia che utilizzano acqua ad alta pressione. Il materiale aspirato, e quindi quello da smaltire, avranno dunque una consistenza solida riducendo i costi di smaltimento a fronte di un lavoro eseguito velocemente e a regola d’arte. Durante le fasi di lavorazione l’escavatore a risucchio occupa una sola corsia stradale e la sua proboscide viene posizionata vertical1. Gruppo di escavatori a risucchio 2. 3. In azione nelle cunette 4. 5. Pozzetto pieno e vuoto Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006


mente sopra la cunetta da ripulire; necessita un operatore in prossimità della bocca d’aspirazione ed un operatore che direziona l’escavatore a risucchio. Particolarmente utile risulta l’applicazione di questi metodi in zone montane e pedemontane dove gli scoscendimenti del materiale colluviale ed i depositi di materiale sulla sede stradale sono frequenti. 1 Il materiale viene aspirato all’interno del contenitore di stoccaggio della macchina; il sistema di filtraggio dell’aria presente a valle permette di lavorare in assenza di polvere (emissione di aria pulita), situazione

1. Azione di lancia Venturi per scavi e demolizioni 2. Scavi 3. Scavi in centro città 4. Idrodemolizione

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necessaria soprattutto in luoghi chiusi come le gallerie. Lo scarico del materiale aspirato avviene in aree autorizzate e adibite allo stoccaggio dei rifiuti o su cassoni scarrabili, ottimizzando e velocizzan-

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do tali operazioni e riducendo l’impatto visivo. Oltre alla manutenzione della sede stradale particolare attenzione è stata rivolta agli attraversamenti stradali, cioè ai collettori che attraversano la sede stradale e ferroviaria trasversalmente, garantendo così lo scolo delle acque piovane. La pulizia di questi attraversamenti avviene utilizzando mini-robot collegati alla proboscide dell’escavatore a risucchio, che aspirano a secco la parte di materiale in esubero all’interno dei condotti. La tecnica non utilizza sistemi di pulizia con acqua ad alta pression:; questo consente di riattivare condotti di grande diametro (superiore a 800 mm) o vecchi manufatti in mattoni senza il rischio di interferire sulle strutture esistenti. Così facendo gli interventi di pulizia risultano meno onerosi dei metodi tradizionali, riducendo il lavoro manuale e velocizzando le operazioni di manutenzione. Particolare attenzione ed esperienza sono state alla base della realizzazione di un modello di escavatore a risucchio ESE 18/4 a turbina ad alto rendimento con la particolarità di avere una larghezza d’ingombro di 2,30 m, permettendo e facilitando le opere di manutenzione in galleria. L’attrezzatura è stata realizzata utilizzando sistemi di traslazione idraulica che velocizzano gli spostamenti durante l’aspirazione; inoltre l’allestimento è dotato di una cisterna con

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acqua ad alta pressione e compressore d’aria per la pulizia dei canali di scolo delle gallerie e dei relativi pozzetti di raccolta. Le operazioni vengono svolte utilizzando segnaletica stradale mobile o fissa autorizzata dall’ente di competenza. Con particolare successo l’escavatore a risucchio viene utilizzato da 15 anni per lo scavo per ricerca perdite e manutenzione reti interrate, in presenza di affollamento di sottoservizi, eliminando il rischio di rottura delle reti esistenti e abbattendo i tempi di scavo fino al 70%. Nella realtà quotidiana delle manutenzioni su strade, autostrade e ferrovie, si rende necessario l’utilizzo di questa tecnologia per scavi puntuali o dove l’uso dei metodi tradizionali non è possibile. Un esempio classico è l’utilizzo dell’escavatore a risucchio per gli scavi per preforo di sondaggio eseguiti in aree di servizio o prima di carotaggi a scopo geognostico per verificare la presenza di sottoservizi. Nel campo ferroviario particolare attenzione è stata posta per scavi puntuali sulla massicciata per interventi straordinari, ordinari o per la pulizia di cunette e attraversamenti. L’attrezzatura utilizzata è costituita da un escavatore a risucchio allestito per lo spostamento su rotaie. Lo sviluppo della tecnica proviene dall’esperienza del costruttore a livello europeo garantendo un allestimento

certificato e collaudato che rispetta le normative in materia di sicurezza sulle reti ferroviarie. Non ultime sono le varie attrezzature costruite per la pulizia delle rotaie destinate a treni ad alta velocità e linee di metrobus. Un'applicazione dell’escavatore a risucchio è l’aspirazione del materiale derivato da idrodemolizione. La tecnica permette l’asportazione del materiale di risulta delle operazioni di idrodemolizione in assenza di acqua minimizzando così la quantità da smaltire e garantendo uno smaltimento corretto dal punto di vista ambientale, cioè evitando che limo, cemento, acqua e inerti possano disperdersi nell’intorno. L’escavatore a risucchio permette la rimozione del materiale molto più velocemente che con i metodi tradizionali (fino a 400 m 2 di superficie idrodemolita al giorno) riducendo drasticamente il tempo necessario per il completamento del lavoro. Le più recenti innovazioni hanno permesso che in cantieri di questo tipo l’escavatore a risucchio richieda un solo operatore munito di radiocomando che controlla sia il braccio idraulico sia l’avanzamento del mezzo, permettendo quindi di lavorare senza interruzioni. 1. Attraversamenti 2. Sottoponti 3. Escavatorino 4. 5. In ferrovia

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IGIENE URBANA

Lotta ai graffiti: Milano incrementa gli interventi di pulizia FRANCESCO VANDONI

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Considerato il bilancio positivo dell’azione, iniziata più di cinque anni fa, di contrasto alle scritte vandaliche, AMSA, Azienda Milanese per i Servizi Ambientali, di concerto con il Comune di Milano, ha offerto alla cittadinanza la pulizia gratuita di 800 stabili. Le domande di adesione si sono esaurite nell’arco di poche ore e, particolare rilevante, molti degli interessati hanno richiesto, a pagamento, il trattamento di pulizia anche su parti di stabile non interessate da graffiti ma solo sporche. Il sistema utilizzato da molti anni da AMSA per la rimozione dei graffiti e la pulizia delle superfici, messo a punto dalla società Dekos, si basa

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sull’utilizzo di aria, acqua e sali minerali di opportuna composizione chimica e granulometria (bicarbonato di sodio e/o carbonato di calcio e magnesio a seconda della composizione chimica delle superfici da trattare). Questi elementi sono gestiti da un’apparecchiatura caratterizzata da assenza di parti in movimento. Il funzionamento delle macchine è totalmente pneumatico e utilizza basse pressioni, garantendo quindi, per quanto riguarda l’apparecchiatura, semplicità di funzionamento, sicurezza, affidabilità e facilità di manutenzione. La delicatezza del trattamento è testimoniata dall’applicabilità del sistema anche a superfici vetrate.

Il processo utilizzato garantisce inoltre sicurezza per l’operatore, per il quale non occorrono strumenti di protezione particolari, utilizzando apparecchiature e prodotti innocui sia per la salute che per l’ambiente. La velocità di esecuzione, circa 80 metri quadrati al giorno, consente di contenere gli immancabili disagi derivanti dalla cantierizzazione della zona; il decoro così facilmente e rapidamente ottenuto ha suscitato il plauso della cittadinanza nei confronti dei promotori. La ritrovata bellezza di molti stabili, sino ad ora deturpati da scritte o velati da una cortina nerastra di smog, oltre a suscitare il consenso ha stimolato i cittadini non solo a richiedere analoghi interventi sul proprio edificio, ma anche a intervenire a proteggere da ulteriori vandalismi gli stabili puliti. Riguardo alla protezione i tecnici AMSA hanno sottolineato che l’intervento non si limita alla rimozione delle scritte e alla pulizia del supporto. Lo stesso, una volta trattato, viene protetto con un prodotto "antiscritta" che consente, in caso di ripetizione dell’atto vandalico, la rimozione della scritta con estrema facilità, utilizzando una semplice idropulitrice a caldo. Dekos produce una gamma di protettivi di nuova formulazione a base di cere e resine fluorurate. Questi prodotti si diversificano secondo la tipologia di supporto da trattare ed il rivestimento da proteggere; non alterano il colore dei materiali sui quali vengono applicati e garantiscono la traspirabilità del substrato. I trattamenti protettivi sono duraturi nel tempo ma anche facilmente rimovibili in caso di necessità. 1. Pulizia di facciata con sistema Dekos 2. Ricarica dell’apparecchiatura Dekos Sobijet 3. Uno dei vari ugelli disponibili 41


IGIENE URBANA

27 isole ecologiche a scomparsa Ecogest per l’Amia di Palermo GIORGIA MARCHELLI

A Palermo, Amia S.p.A. svolge attività di Gestione Integrata del Ciclo dei Rifiuti Urbani e Speciali, di Monitoraggio Ambientale e di Manutenzione delle Strade. L’Amia è nata nel 1968 come azienda di Nettezza Urbana e si è trasformata nei vari anni fino a diventare una società che ha esteso le sue attività a tutti i servizi di igiene ambientale e di manutenzione delle strade. Oggi Amia S.p.A. costituisce una solida realtà d’impresa nel settore dei servizi pubblici locali, ed ha assunto un ruolo di effettiva leadership negli ambiti della gestione ambientale e della manutenzione stradale. Il suo principale cliente è il Comune di Palermo, dove sono state installate 27 isole ecologiche interrate. Per risolvere i problemi di carattere igienico ed estetico causati dai cassonetti, l’azienda ha varato un piano nel 2005 - 2006 per la sistemazione

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di venti isole ecologiche a scomparsa in dieci siti nel centro del Comune di Palermo. I nuovi dispositivi comportano una soluzione concettualmente tecnica, affidabile, funzionale e di costo contenuti, che ottimizza i tempi di raccolta e migliora la qualità del servizio reso all’utente. I primi sette contenitori furono installati nel 2003 in via sperimentale, in via Mazzini, in piazza San Francesco di Paola, in piazza Florio ed in piazza Nascè, per superare i problemi di ordine igienico ed estetico che solitamente si hanno con i tradizionali cassonetti. La sperimentazione ha dato buoni risultati in una città tristemente nota per le generiche non ottime condizioni di igiene urbana, quindi l’Amia ha deciso di continuare la sostituzione dei contenitori per i rifiuti vecchio stile con quelli interrati più funzionali, migliorando la qualità del servizio reso. Per tale motivo è stata indetta

una gara di appalto dove per qualità tecnica è risultata aggiudicataria la ditta Ecogest S.r.l. di Recanati (MC), che ha realizzato le varie installazioni nei termini previsti di 120 giorni. La società, nata nel 1987 sviluppando in particolare il settore della gestione e produzione di impianti di depurazione delle acque reflue sia civili che industriali, si è successivamente specializzata nel campo delle isole ecologiche a scomparsa, progettate e brevettate grazie alla continua ricerca ed alla voglia di proporre nuovi prodotti sul mercato. Il grande successo che Ecogest sta riscontrando in tutta Italia è dovuto ai saldi concetti di base su cui sono incentrati i prodotti, nonostante l’alta tecnologia e la continua ricerca di innovazione, e cioè: affidabilità, semplicità d’uso, facilità d’installazione ma soprattutto ricerca di materiali abbinati alle macchine per renderle sempre meno impattanti con l’am-

Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006


biente che le circonda. Con i suoi sistemi interrati a scomparsa per la raccolta dei rifiuti, Ecogest vuole offrire dei prodotti che, grazie alla loro grande capacità di contenimento, diano sia l’opportunità di migliorare il decoro urbano delle nostre città, sia la possibilità di ridurre le frequenze di raccolta dei rifiuti, preservando l’igiene e la sicurezza. Fra le 5 tipologie di prodotti a scomparsa che la società di Recanati offre, l’Amia ha scelto le isole ecologiche Venus, sistemi interrati di raccolta rifiuti, brevettati e conformi alla marcatura CE, con un unico contenitore da 4 m3, compatibili con compattatori a caricamento laterale che, occupando pochissimo spazio sulla superficie stradale ed aumentando la capacità di conferimento rispetto ai cassonetti tradizionali, consentono di ridurre sensibilmente le frequenze di raccolta. L’impianto permette di migliorare in maniera sensibile le problematiche igieniche legate al conferimento dei rifiuti, come la fuoriuscita di cattivi odori, e contemporaneamente il decoro urbano dell’intero servizio di raccolta rifiuti. Venus permette di effettuare lo scarico dei rifiuti in una sola operazione: al segnale di "raccoglitore pieno" si effettua lo svuotamento con un sistema a telecomando azionabile dalla cabina di guida del compattatore laterale, risparmiando in questo modo tempi e costi del servizio. Il sistema è costituito da una struttura esterna autoportante che viene installata senza l’utilizzo di opere murarie o in cemento armato e da un contenitore posto all’interno di questa struttura, lavabile e disinfettabile, che si solleva e si svuota per mezzo di un sistema idraulico, azionabile solo da personale autorizzato. L’intera struttura interrata è chiusa superiormente da una piattaforma irrigidita in lamiera di acciaio antisdrucciolo, al cui centro è posta la bocca di carico (torrino di conferimento), con chiusura a tenuta, che comunica con il contenitore sottostante. La piattaforma di copertura è progettata per essere installata in aree pedonabili e può essere pavimentata secondo il contesto urbano di riferimento (monocottura-gres, asfalto stradale, erba sintetica, porfido). Il verso di apertura di tale piattaforma può essere realizzato a richiesta del cliente anche parallelamente all’asse stradale. Il torrino di conferimento realizzato in laminato di alluminio pressopiegato, può essere personalizzato sia per forma che per Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006

colore del rivestimento (serigrafia di monumenti o simboli del luogo). L’utilizzo è semplice: l’utente per mezzo dell’apposita pulsantiera apre automaticamente il torrino di conferimento depositando i rifiuti che cadono su di una botola posta all’interno, sotto la bocca di carico. Dopo breve tempo il coperchio del torrino si richiude automaticamente e solo allora i rifiuti cadranno nel contenitore interno. Questo sistema di chiusura garantisce qualsiasi tipo di azione accidentale in quanto l’accesso diretto al contenitore interno è impedito. Il sistema di apertura automatica inoltre, con una pulsantiera posta

ad altezza adeguata, rende gli impianti di facile utilizzo anche ai portatori di handicap. Forse per la facilità d’uso, forse per l’abbellimento che il comune ne ha ricevuto, forse grazie ad una campagna sul rispetto ambientale realizzata dall’Amia, i cittadini palermitani hanno molto ben accolto i nuovi sistemi interrati a scomparsa per la raccolta dei rifiuti, prestando più attenzione al modo di conferimento, in un generale miglioramento del proprio decoro urbano, a dimostrazione del fatto che quando un’amministrazione fornisce un buon servizio all’utente, questo è invogliato e ben disposto a collaborare. 43


VERDE

Osma presenta il braccio decespugliatore DHIS 1000 Super FRANCESCO VANDONI

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Fieragricola, la manifestazione internazionale biennale della meccanica, dei servizi e dei prodotti per l’agricoltura e la zootecnia, tenutasi a Verona dal 9 al 12 febbraio 2006, ha accolto circa 140 mila visitatori, come nel 2004 quando tuttavia la durata fu di cinque giorni e non di quattro come quest’anno. Un successo dunque, con acquirenti arrivati da ogni continente, a dimostrazione che le novità delle grandi, medie e piccole imprese italiane, leader della meccanica agricola mondiale, hanno riscosso un notevole interesse. Gli espositori si sono detti molto soddisfatti dell’esito della manifestazione. E’ andata così anche per Osma, i

cui prodotti esposti in stand hanno suscitato grande interesse presso i visitatori, che hanno constatato di persona la professionalità delle attrezzature Osma, tanto da arrivare a coprire con gli ordinativi in portafoglio tutta la stagione estiva e quella autunnale. Vo l e n d o s u p e r a r e q u e s t o t r e n d positivo, sono già oggi in progetto nuove attrezzature per la manutenzione e la bonifica dei corsi d’acqua, studiate anche in collaborazione con clienti esteri. Ricordiamo che la società Osma di Scannabue, in provincia di Cremona progetta e produce da oltre un quarto di secolo macchine professionali per la manutenzione e la bonifica di aree

verdi (Lavori Pubblici n. 12 gennaio - febbraio 2005). In stand le attrezzature esposte erano la trinciatrice idraulica Master THI 240, la trinciatrice idraulica a spostamento laterale DHLI 220, la trinciatrice meccanica frontale DHF, la motobarca falciante MF 400, la trinciatrice laterale con trasmissione a cardano DHL 190 ed infine l’ultima novità delle Officine Meccaniche Osma: il braccio decespuglia1. Stand Osma a Fieragricola 2. 3. Nuovo braccio decespugliatore Osma DHIS 1000 Super, al lavoro e ripiegato 4. Trinciatrice idraulica Master THI 240 al lavoro

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tore DHIS 1000 Super. La trinciatrice Master THI 240 (Lavori Pubblici n. 14 maggio - giugno 2005) è interamente idraulica; la sua conformazione sfrutta al massimo la larghezza di taglio pur mantenendo il trattore in posizione di sicurezza. La notevole potenza dell’impianto idraulico a pistoni permette di eseguire lavori anche con vegetazione molto fitta, come canne o arbusti di notevole altezza. Il 240 della sigla indica la larghezza in centimetri dell’apparato trinciante, la THI è disponibile anche in versione da 160, 190 e 220 cm. La trinciatrice posteriore con taglio centrale e laterale a trasmissione idraulica modello DHLI 220 (Lavori Pubblici n. 17 novembre - dicembre 2005) è destinata ad uso professionale. L’assenza di cardano permette all’attrezzatura di uscire dalla sagoma del trattore di almeno 130 cm. La trinciatrice meccanica frontale DHF è destinata a trattori di medie e grosse dimensioni con potenze da 80 a 130 CV. La motobarca falciante MF 400 dispone di un nuovo posto di guida con quadro comandi elettronico e di un vano motore con coibentazione a nido d’ape per l’assorbimento

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sonoro. L’inclinazione della barra falciante avviene tramite cremagliera su entrambi i lati. L’apparato di propulsione è stato anch’esso rinnovato e si basa su un’elica sterzante e regolabile idraulicamente in altezza, con sistema antimpigliamento con controcoltello. La serie Osma DHL conta 3 modelli, da 160, 190 e 220 cm di larghezza del corpo trinciante. Si tratta di trinciatrici posteriori portate sui tre punti del trattore; la testata può inclinarsi verso il basso di 70° e verso l’alto di 90°. La novità vera e propria nello stand Osma era il braccio decespugliatore DHIS 1000 Super. La sua caratteristica principale risiede nella conformazione del primo elemento del braccio che consente a quest’attrezzo con sbraccio di 10 m di lavorare in profondità quanto uno con sbraccio di 12,5 m. Un altro punto di forza del DHIS 1000 Super è la sua leggerezza che non supera infatti 1.800 kg, compresa la testata trinciante. La macchina è realizzata in acciaio weldox 900 di 5 mm di spessore. Il braccio sfilante è composto da due segmenti sfilabili più uno fisso, non più costruito con sezione esagonale: per ottenere una migliore scorrevolezza ed una

migliore tenuta alle sollecitazioni è stato realizzato con sezione ottagonale. L’impianto idraulico è di notevole potenza, composto da pompa e motore a pistoni per la trinciatrice con forza di taglio pari a 85 CV. Il distributore dell’impianto trinciante è da un pollice con innesto elettronico regolato da un potenziometro e da un temporizzatore, il distributore dei servizi è di tipo proporzionale a sezioni compensate con cursori calibrati con determinate quantità d’olio per ogni singolo cilindro idraulico. Tutta l’attrezzatura è comandata da un joystick monoleva a quattro funzioni proporzionali. La testata trinciante abbinata a questo braccio è il modello Osma TPC 125, realizzato anche questo interamente in acciaio weldox. Con doppio telaio; la configurazione speciale di questo attrezzo permette anche di tagliare canne o arbusti di notevole altezza (da 3 a 4 m) senza piegarle a terra prima di averle trinciate. 5. Trinciatrice idraulica a spostamento laterale DHLI 220 6. Stand Osma a Fieragricola: in primo piano la motobarca falciante MF 400

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STRADE

Tre corsie per il Grande Raccordo Anulare Il 9 febbraio 2006 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha inaugurato al traffico 14 km del Grande Raccordo Anulare di Roma ammodernati a tre corsie dall’Anas, alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Pietro Lunardi, del Presidente dell’Anas Vincenzo Pozzi, del Presidente della Regione Piero Marrazzo, del Sindaco di Roma Walter Veltroni e delle autorità locali. Il nuovo tratto oggetto dell’inaugurazione si sviluppa tra lo svincolo Aurelia fino alla località di Selva Candida in prossimità della Via Trionfale e tra la valle della Crescenza e la valle del Cremera. Sono compresi nel tratto i due nuovi svincoli dell’Ospedale Sant’Andrea e di Casal del Marmo e gli svincoli, esistenti anche nel "vecchio" GRA ed ora radicalmente ristrutturati ed ammodernati, di Boccea-Montespaccato e della Cassia Veientana. L’importo complessivo delle opere inaugurate è di circa 275 milioni di euro. Il programma finale di ammodernamento del GRA, denominato Quadrante Nord Occidentale, ha avuto ad oggetto l’intervento di allargamento lungo gli ultimi 18,5 km dell’anello che non sono ancora stati portati a tre corsie. Dopo l’inaugurazione del 9 febbraio, del Programma QNO resta da aprire al traffico soltanto una frazione del 24% in termini di lunghezza, a sua volta pari al 6% dello sviluppo complessivo dell’intero anello. Il tratto

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ancora mancante di circa 4 km compreso tra la Via Trionfale e la valle della Crescenza, nonché il lotto in corrispondenza dello svincolo Flaminia con il nuovo ponte sul Tevere, sono in avanzata fase di esecuzione e verranno aperti al transito entro il 2006. I lavori di adeguamento hanno consentito di ampliare la piattaforma stradale, portando la precedente sezione da 20 a 33,50 metri, con tre corsie da 3,75 metri per senso di marcia, corsie di emergenza da 3,50 metri e spartitraffico da 4 metri. La sezione stradale adottata prevede una velocità di progetto tra i 110 ed i 140 km/h; le scelte sugli elementi geometrici sono state improntate a soddisfare le condizioni necessarie per garantire condizioni ottimali di sicurezza e comfort di guida. Ulteriore conferma del fatto che l’Anas nella progettazione delle opere ha posto al centro la sicurezza dell’utenza, si evince dalla scelta effettuata a favore di una pavimentazione fonoassorbente di tipo drenante per aumentare l’aderenza degli pneumatici in caso di pioggia ed eliminare l’effetto acquaplaning. L’Anas ha affrontato e risolto problemi enormi derivanti dal dover agire su aree già da tempo interessate all’espansione urbana, che, in questo quadrante, sono anche di tipo qualificato (si pensi all’insediamento Rai), in particolare quelli di occupazione ed acqui-

sizione di aree compromesse ed interessate da attività commerciali di elevata caratura economica. Nonostante le notevoli difficoltà operative, i tempi della realizzazione dell’opera sono stati quelli di progetto e le scadenze contrattuali scrupolosamente rispettate. L’Anas stima che già in seguito all’apertura dei 14 km tra Via Aurelia e Via Trionfale avrà luogo una sensibile diminuzione delle code e la riduzione del 30% dei tempi di percorrenza del GRA, con notevole miglioramento della qualità della vita di chi si reca nella Capitale quotidianamente per motivi di lavoro e di chi risiede in città e con notevoli risparmi indotti. Il GRA, oltre a realizzare un raccordo tra le grandi direttrici nazionali, assolve infatti alla funzione di tangenziale esterna a Roma per il collegamento di aree periferiche, interessate non solo da crescenti esigenze di pendolarismo centro-periferia, ma anche da notevoli masse di spostamenti tra un’area periferica e l’altra, movimenti che hanno raggiunto anche i 160.000 passaggi al giorno. Particolare attenzione è stata posta dall’Anas alla risoluzione dei problemi ambientali, in quanto i lavori di ammodernamento hanno permesso, soprattutto nelle zone urbanizzate, la minimizzazione dell’impatto ambientale dell’infrastruttura. Tali benefici sono determinati soprattutto dalla ricostituzione della continuità paesaggistica ed ecologica del territorio, avvenuta grazie alle soluzioni progettuali adottate dall’Anas che, attraverso le nuove imponenti gallerie artificiali (lunghe circa 1.000 metri), hanno consentito la riqualificazione di aree e di quartieri importanti come Palmarola e Selva Candida. Grande Raccordo Anulare nel Tratto Selva Candida - Trionfale ed il risultato delle opere di idrosemina per il rinverdimento curate dalla Idrobau di Padova

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VIABILITA’ INVERNALE

Dimostrazioni invernali Aebi FRANCESCO VANDONI

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Giovedì 16 marzo scorso si è svolta al Col des Mosses, nel Cantone di Vaud in Svizzera, una delle tre dimostrazioni invernali organizzate dalla casa Aebi di Burgdorf, durante la terza settimana di marzo di quest’anno. Preceduta martedì 14 da quella di Schwägalp in Argovia e mercoledì 15 dalla dimostrazione di Gurnigel vicino a Berna, cantone nel quale si trova la sede storica della fabbrica di macchinari Aebi (Lavori Pubblici n.16 settembre - ottobre 2005). L’affluenza a queste dimostrazioni è stata in totale di circa 600 persone, numero simile alle presenze dell’anno scorso.

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Il primo mezzo presentato è il Combicut Aebi CC 66. Si tratta di un veicolo a due ruote con operatore a seguito, il motore è un BascoVanguard a 2 cilindri di 570 centimetri cubici che eroga una potenza di 18 CV, la trazione è idrostatica con pistone assiale e motore Gerotor, ogni ruota dispone di un motore con una direzione attiva. Il mezzo può girare su se stesso, con una ruota che va avanti e l’altra indietro, si può guidare con una mano sola, su ognuna delle due manopole del manubrio vi sono i comandi di direzione. Per la presentazione il CC 66 era allestito con una fresa rotativa Zaugg, ma

questo mezzo è polivalente e può montare, oltre ad una quindicina di combinazioni di pneumatici per i terreni più svariati, numerosi attrezzi come falci e tosa erba, spazzole, erpice rotante... Successivamente è entrato in azione il veicolo a tre ruote Terracut Aebi TC 1. Scatto aereo della dimostrazione Aebi a Schwägalp 2. Il monoasse Combicut Aebi CC 66 con fresa Zaugg 3. Terracut Aebi TC 07, veicolo polivalente a tre ruote 4. Modello Fumo della Multicar, con motore da 105 CV

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07, con motore Kubota a tre cilindri da 20 CV con trazione integrale (3x3) permanente e con un sistema di ripartizione del flusso d’olio per il controllo attivo della trazione (Active Traction Control). Attrezzato per la dimostrazione con una lama anteriore ed uno spandisale, questo mezzo può montare oltre 35 attrezzi portati. La velocità di lavoro è di 10 km/h e quella di trasferimento arriva fino a 20 km/h. La presa di forza meccanica è integrata nell’attacco rapido anteriore ed è compatibile con gli attrezzi per

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mezzi monoasse esistenti. La direzione idraulica sulla ruota posteriore e attiva su quelle anteriori permette di ottenere un angolo di curvatura pari a zero. La cabina riscaldata offre una visibilità totale, la porta, il parabrezza e i vetri laterali sono orientabili o possono essere facilmente smontati. Inoltre la struttura della cabina costituisce una gabbia di sicurezza a norma CEE. Il KommunalTrak KT65 è un nuovo portattrezzi universale, lanciato sul mercato a giugno dell’anno scorso

5. KommunalTrak Aebi KT 65, il portattrezzi universale, con lama e spandisale, molto maneggevole per il suo telaio snodato 6. Spazzatrice MFH 2500 allestita per il servizio di viabilità invernale 7. Transporter Aebi TP 98, allestito con lama frontale Zaugg 8. KommunalTrak Aebi KT 80, con fresa anteriore 9. 10. Terratrac TT 270, il trattore da pendio della Aebi

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(Lavori Pubblici n. 15 luglio - agosto 2005), offre maggior confort, sicurezza, potenza e rendimento rispetto ai suoi predecessori, il tutto mantenendo le dimensioni e la maneggevolezza praticamente inalterate. Il motore è un Kubota da 60 CV, turbodiesel di due litri di cilindrata; esistono due versioni per quanto riguarda la trazione. La versione standard è idrostatica continua, da 0 a 25 km/h, con trazione su 4 motori su ogni mozzo di ruota. La versione con il nuovo sistema X-M Drive permette un utilizzo a scelta sia sino a 20 km/h con maggiore potenza di trazione oppure per l’impiego ad una velocità sino a 40 km/h. La dimostrazione prosegue quindi ponendo l’accento sulla versatilità dei mezzi Aebi con una spazzatrice, allestibile in pochi minuti in mezzo sgombraneve, possibilità interessante per quei comuni ove le nevicate sono rare. Ricordiamo che il gruppo Aebi comprende anche la ditta svizzera MFH di Hochdorf, che produce spazzatrici. La spazzatrice MFH 2500 ha un motore Iveco da 120 CV, trazione anteriore con blocco del differenziale in optional; per l’uso invernale si possono usare i 2.500 litri di capienza totale del serbatoio per spargere soluzioni di sali. Il sistema aspirante fa ricorso al sistema Koanda, che, riassorbendo l’80% dell’aria aspirata, permette una emissione minima di polveri, anche sottili, durante lo spazzamento. Di seguito vengono presentati due veicoli della Multicar Spezialfahrzeuge GmbH, ditta tedesca di cui Aebi è importatore per il mercato elvetico. Il modello Tremo, da 85 CV ed il Fumo da 105 CV erano ambedue allestiti per il servizio invernale. La dimostrazione prosegue con il Transporter Aebi TP98. Il motore è un VM da 80 CV, Euro III. La trazione è posteriore con possibilità di inserire anche quella anteriore durante la marcia, bloccaggio del differenziale sia davanti che dietro. Il telaio è munito di un sistema idraulico di ammortizzazione di torsione tra gli assali posteriore ed anteriore. I freni sono a disco in bagno d’olio molto efficienti anche dopo forti sollecitazioni come la discesa di un passo. Il mezzo successivo è il KommunalTrak Aebi KT 80. Il motore è un turbo-diesel Kubota a 4 cilindri che eroga una potenza di 83 CV. La sua larghezza totale è di 1,35 m soltanto, il che ne fa un mezzo maneggevole e pratico. La cabina è di sicurezza, insonorizzata e antivibrazioni, ospita due persone, a richiesta con aria condizionata e parabrezza riscaldante. Infine per chiudere in bellezza Aebi presenta il suo fiore all’occhiello, il Terratrac TT 270 (Lavori Pubblici n. 11 novembre - dicembre 2004) nella sua ultima versione rinnovata e potenziata. Questo trattore da pendìo, con motore Detroit Diesel da 3.000 centimetri cubici e turbocompressore, eroga 95 CV. Segnaliamo le sue caratteristiche principali: costruzione bassa, baricentro ribassato; distribuzione uniforme del peso; trazione integrale con bloccaggio del differenziale preselezionabile anteriormente e posteriormente; montaggio facile degli attrezzi... La direzione idrostatica è su due o quattro ruote, a scelta dell’operatore, con possibilità di selezionare con un semplice tasto il tipo di sterzatura, anche durante la marcia. La cabina è spaziosa e completamente isolata dall’esterno, lo schermo del computer di bordo di serie mostra lo stato di funzionamento e le regolazioni più importanti. I valori critici riguardanti il funzionamento e le temperature vengono segnalati in modo ottico e acustico.


BARRIERE PARAMASSI

Evoluzione tecnica e normativa delle prove di impatto su barriere paramassi GIORGIO CAVALLET E' trascorso ormai un anno dal precedente articolo (Lavori Pubblici n. 13 marzo - aprile 2005) e si ritiene utile procedere all'illustrazione di come, in questo periodo, si sia evoluta la ricerca tecnica e scientifica riguardo le prove di crash test che si stanno tenendo presso il campo prove a caduta verticale di Agana di proprietà del Consorzio Triveneto Rocciatori di 2 Dato atto, quindi, che la ricerca teoriFonzaso (BL). ca sembra segnare il passo, diventa Si ritiene opportuno dare inoltre, naturale che l'approccio sperimentale durante l'esposizione, alcuni cenni in assuma carattere predominante o, merito ai contenuti della specifica meglio, l'unico attualmente percorribinormativa in merito alla qualificazione le. E' infatti questo, ad oggi, l'unico dei kit di protezione contro la caduta vero parametro discriminante di sceldi massi che oggi è in fase di nascita ta e verifica della qualità di una bare che, ci si augura, abbia un futuro 1 rapido sviluppo. ricordare che, ancora oggi, l'evoluzio- riera paramassi. Proprio riguardo quest'ultimo aspetto ne tecnologica non ha trovato un vali- E' per questo motivo e sulla spinta di si evidenzia che le istituzioni europee do supporto nello studio teorico sia esperienze eseguite da studiosi del ed i tecnici del settore, ognuno per per ciò che riguarda il comportamen- settore, dalle indicazioni impartite quanto di propria competenza, stan- to generale di una barriera, sia per dalla "Direttiva per l'omologazione no cercando di dettare delle norme ciò che concerne il comportamento delle reti paramassi - UFAFP - WSL 2001 (CH)" e dalle "Linee guida per tecniche e di uniformare i risultati dei dei suoi componenti. vari campi prove attualmente esisten- Le motivazioni vanno ricercate, chia- l'approvazione tecnica europea di kit ti in modo tale da consentire all'utiliz- ramente, nell'estrema complessità di protezione contro la caduta massi zatore una scelta consapevole su del fenomeno che si deve studiare e prodotti le cui prestazioni siano sotto- nella difficoltà di creare modelli mate- 1. Vista generale del campo prove poste almeno agli stessi controlli qua- matici generali da un lato e dall'altro 2. Vista laterale della disposizione della barriera paramassi litativi e quantitativi. quanto più possibile aderenti alla E' giusto, anche in questa sede ben- estrema variabilità delle condizioni 3. Vista del campo prima del lancio 4. Vista del campo dopo il lancio ché forse possa sembrare superfluo, applicative.

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ETAG - bozza 2005" che si sta cercando, purtroppo con difficoltà, di definire una prova standardizzata a livello comunitario che sia in grado di stabilire delle classi di resistenza a cui le singole barriere devono appartenere. Peraltro, l'obiettivo di catalogare una barriera paramassi come un qualsiasi altro prodotto da costruzione in riferimento alla Direttiva 7 CEE/89/106 del 21.12.1988 (Direttiva che principali del campo prove a caduProdotti da Costruzione) appare in ta verticale, di proprietà del Consorzio tutta la sua evidenza soprattutto nelle Triveneto Rocciatori, allestito in locaultime linee guida emanate (pur in lità Agana nel Comune di Fonzaso bozza) ETAG-EOTA ed. 2005 che (BL), rimandando eventualmente il letdefiniscono, senza mezzi termini, il kit tore più curioso alla lettura dell'articolo paramassi come una forma particola- comparso nella rivista Lavori Pubblici re di prodotto da costruzione e in n. 13 marzo - aprile 2005, nel quale quanto tale soggetto alle norme det- troverà tutte le proprietà geometriche tate dalla Direttiva Prodotti da e costruttive del sito. Costruzione, fino anche alla marcatu- Il campo si trova immerso in un'ampia area pianeggiante coronata, verso ra CE del prodotto. nord, da una parete rocciosa avente inclinazione pressoché ortogonale Evoluzione del campo prove rispetto all'orizzontale. Sulla parete di Agana - Fonzaso (BL) Si riportano di seguito, per comodità rocciosa, ad un'altezza di 31,50 m dal espositiva e per non tediare il lettore, piano campagna, è stato installato un solo alcune delle caratteristiche tecni- braccio in profilati d'acciaio per il solle-

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5. Particolare deformazione della barriera dopo l'impatto 6. Particolare del "sacco" dei pannelli di rete d'acciaio 7. Particolare del blocco di prova vamento del masso di prova. Il braccio è dotato di dispositivi che permettono un movimento di brandeggio tale da consentire il corretto posizionamento del masso di lancio e raggiungere con una certa precisione il punto prestabilito dei pannelli di rete da testare sottostanti. Il braccio è dotato di due stralli che hanno il compito di assorbire la reazione elastica causata dallo sgancio del blocco (rinculo). Il braccio consente il sollevamento di un blocco di prova dal peso massimo di 130 kN, fino all'altezza di 58,5 m (eventualmente estendibili fino a quota 79 m) rispetto al piano di campagna. La barriera da testare viene posizionata, in parete verticale, ad una quota di circa 12 m dal piano campagna, ed è costituita da un modulo funzionale formato da tre campate con interasse tra i montanti pari a circa 10 m. La barriera

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viene trattenuta in posizione suborizzontale (circa 10° verso monte) da controventi di monte e laterali. Il terreno in corrispondenza dell'installazione della barriera è stato conformato in modo tale da evitare ogni possibile contatto della barriera con il terreno sottostante nella condizione di massimo allungamento dovuto all'urto. Il collegamento tra il braccio e il blocco di prova avviene attraverso un bozzello in acciaio dimensionato in modo tale da garantire un'adeguata stabilità rototraslazionale ed evitare così l'instaurarsi di dannosi movimenti parassiti che potrebbero portare ad invalidare i risultati della prova. Il sistema è dotato di un sofisticato dispositivo di sgancio automatico, attivabile elettricamente a distanza, studiato in modo tale da non interagire con il movimento del masso. I tiranti e i montanti della barriera sono collegati al terreno mediante ancoraggi dalla resistenza minima ciascuno maggiore di 500 kN. Tutti gli ancoraggi della barriera al suolo sono dotati ciascuno di una propria cella di carico (carico nominale 500 kN, classe di precisione 0,10%) per il rilievo in continuo degli sforzi agenti durante la prova. Il posizionamento e la dimensione dei blocchi, la geometria e le caratteristiche del braccio di sollevamento consentono di raggiungere velocità del masso di prova fino a circa 30 m/s e si possono comodamente realizzare lanci in cui sulla barriera arrivino ad impattare energie dell'ordine dei 4.000 - 5.000 kJ. Innovazioni apportate al Campo Prove di Agana nell'ultimo anno E' del tutto evidente che l'esperienza maturata a seguito degli innumerevoli test eseguiti abbiano consentito di raffinare alcuni particolari del campo prove di Agana. Sono state perfezionate in particolare le modalità esecutive della prova, dalla preparazione del campo (montaggio e smontaggio della barriera), alla forma e dimensione del masso di prova. Inoltre sono state affinate molte delle modalità di verifica, registrazione, interpretazione dei risultati grazie anche all'evoluzione tecnica delle strumentazioni da utilizzare. Elenchiamo di seguito, pur schematicamente, alcune delle evoluzioni degne di nota: ∗ sono stati eseguiti dei sensibili miglioramenti nei collegamenti tra le celle di carico e la centrale di registrazione posta nel box ufficio 52

Vista del campo dopo l'impatto

costruito, in luogo sicuro, adiacente la zona di impatto, mediante una più razionale disposizione dei cavi che sono stati peraltro protetti, anche fisicamente, da eventuali rotture in fase di impatto; * la registrazione dei dati trasmessi dalle celle di carico, con frequenza fino a 1.000 letture al secondo, possono essere immediatamente interpretati e utilizzati per creare i grafici e le tabelle, in funzione del tempo, in modo da dare una immediata indicazione del tiro massimo applicato ad ogni ancoraggio e della capacità dissipativa dell'intero sistema. La possibilità della rapida lettura dei risultati consente, in particolare, di capire immediatamente se la prova è da considerarsi corretta oppure se qualche particolare ha la necessità di maggior approfondimento progettuale, oppure ancora consente di capire immediatamente le ragioni di eventuali fallimenti di una prova; * all'interno del campo è stata individuata una migliore postazione per la strumentazione topografica elettronica di precisione con la quale si rilevano la posizione del blocco di prova e di tutti i componenti della barriera (montanti, tiranti, pannelli in rete...) prima e dopo lo sgancio,

Barriera paramassi CTR 24/04/A in opera

in modo tale da poter descrivere, anche graficamente, la deformazione subita dal sistema; * la postazione delle telecamere ad altissima precisione per la verifica del punto di impatto, per il rilievo della massima deformazione (prima del ritorno elastico), del tempo di frenata e della velocità di impatto è stata portata alla stessa quota altimetrica della barriera, in modo tale da assicurarsi che eventuali deviazioni ottiche angolari non possano causare problemi nella interpretazione dei risultati (si precisa però che, per quanto riguarda la misurazione della velocità di impatto, parametro fondamentale nello stabilire l'energia cinetica del blocco di prova, il campo è stato dotato, già all'origine, di un misuratore di velocità a sensori laser). I dati relativi alle velocità, rilevati durante l'evento, vengono integrati e trasmessi immediatamente, via radio, ad un computer e forniscono pertanto un valore del tutto oggettivo e non soggetto ad alcuna imperfezione ottica. Tale valore viene, comunque, affiancato al corrispondente valore valutato per via teorica e a quello misurato con le telecamere; * è stata inserita una nuova stadia graduata sulla parete rocciosa in modo da rendere più leggibile la deformazione subita dalla barriera in fase di impatto; * è stata modificata la geometria del masso di prova per adeguarsi alle indicazioni impartite da "Linee guida per l'approvazione tecnica europea di kit di protezione contro la caduta massi - ETAG - bozza 2005". Il nuovo masso di prova in cemento armato (delle dimensioni in funzione delle energie da ottenere e comunque altezza massima tre volte inferiore all'altezza nominale della barriera da testare) ha la forma di un poliedro armato simmetricamente in modo da consentire la coincidenza tra il baricentro di gravità e il baricentro geometrico. La scelta di modificare le caratteristiche geometriche deriva, oltre che da una prescrizione normativa, anche dal fatto che la nuova forma è certamente più aderente a quella reale di un masso roccioso; * il campo è stato dotato dell'attrezzatura per la prova in scala reale anche dei dispositivi frenanti. In particolare, è possibile verificare sia la forza di innesco che la reale dissipazione dei freni sollecitati da Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006


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un'azione dinamica. I risultati così ottenuti possono essere affiancati a quelli che si ottengono, in modo evidentemente statico o "quasi" statico, in laboratorio e valutare la capacità dissipativa del freno. Modalità generale di prova In generale il kit paramassi di prova viene assemblato nella sua configurazione tipo di almeno 3 moduli funzionali, e si procede al rilievo topografico completo della posizione geometrica di tutti i componenti. Il blocco di prova, precedentemente pesato con un dinamometro, viene alzato con il braccio di sollevamento fino a raggiungere l'altezza prestabilita in relazione alle energie che si intendono raggiungere. Dopo l'attivazione del dispositivo elettrico di sgancio rapido, il blocco di prova viene lasciato cadere liberamente e impattare sulla campata centrale della barriera paramassi. Al momento dell'impatto il blocco è libero, e svincolato dal mezzo di sollevamento e non ha alcuna interazione con il terreno. L'energia cinetica Ek al momento dell'impatto può essere ricavata in via teorica con la semplice relazione Ek = 1/2 m v2 una volta

Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006

1. Disegno sezione del campo prove 2. Diagramma forza - tempo delle sollecitazione sugli ancoraggi nota la massa del blocco e misurata la sua velocità di impatto. Al termine della prova, senza rimuovere il blocco, vengono rilevati le deformazioni ed il comportamento dei vari elementi costituenti la barriera. In particolare, dopo l'urto, vengono registrati la deformazione finale (allungamento finale della rete rispetto alla configurazione iniziale), l'altezza residua (distanza minima tra le due funi portanti inferiore e superiore), l'accorciamento degli elementi frenanti. Successivamente vengono scaricati i dati dagli elaboratori, dalle riprese televisive e vengono interpretati tutti i risultati ottenuti. Come accennato in premessa le linee guida dell'EOTA (European Organisation for Techinical Approval) hanno definito due metodi standardizzati per la verifica e la valutazione delle prestazioni delle barriere paramassi: S.E.L. (Service Energy Level livello di energia di servizio) e M.E.L. (Maximum Energy Level - massimo livello di energia). Vale la seguente

relazione: MEL ≥ 3 SEL. Una prova SEL si esegue mediante due lanci del blocco contro il kit paramassi con la stessa energia cinetica. Lo scopo della prova SEL è verificare se una barriera è in grado di sostenere urti successivi e se la riduzione della sua altezza utile rientra in un valore accettabile. Una prova MEL si esegue mediante un unico lancio del blocco contro il kit paramassi. Lo scopo della prova MEL è verificare la resistenza massima di una barriera, la deformazione massima e la riduzione dell'altezza utile in condizioni estreme. Per ciascuno dei metodi vengono individuate le condizioni di accettabilità dei risultati e quindi della barriera. Per esempio, un kit paramassi supera una prova SEL qualora, oltre l'ovvia necessità di aver fermato il blocco, non abbia subito rotture e l'altezza residua sia pari o superiore al 70% dell'altezza nominale. Diversamente una prova MEL si ritiene superata qualora la barriera riesca semplicemente a fermare il blocco. La misura dell'altezza residua, poi, serve esclusivamente a determinare la categoria di un kit paramassi (categoria A se hresiduo ≥ 50% hnomina-

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le; categoria B se 30% hnominale ≤ hresiduo ≤ 50% hnominale; categoria C se hresiduo ≤ 30% hnominale). Prova su barriera CTR 20/04/A In due successive sedute (Evento n. 1 e Evento n. 2) sono state eseguite secondo le modalità che in parte abbiamo già illustrato, delle prove d'urto sulla barriera denominata CTR 20/04/A, barriera caratterizzata dall'avere i pannelli di rete di intercettazione ad anelli metallici. Per ciascun evento sono state effettuate in successione due prove. Durante l'evento n. 1, in particolare, è stato effettuato un lancio di tipo MEL. Successivamente, senza effettuare alcun intervento di riparazione, è stata effettuata una prova a metà del massimo livello di energia. Questa prova, pur non essendo codificata, denota comunque che la barriera CTR 20/04/A è dotata di una riserva di resistenza certamente notevole nonostante l'urto precedente. Durante l'evento n. 2, invece sono stati effettuati in successione due lanci di tipo SEL, caratterizzati dall'avere energia cinetica pari a γ = 0.33 MEL I risultati sono riportati nelle tabelle in alto. A seguito dei risultati ottenuti nelle prove si possono effettuare le seguenti osservazioni: * la barriera CTR 20/04/A risulta in grado di resistere all'impatto di un blocco dotato di energia superiore a 2.000 kJ senza subire rotture alle strutture portanti; * la barriera CTR 20/04/A è stata sottoposta consecutivamente ad una ulteriore prova al 50% dell'energia MEL, senza alcuna riparazione o sostituzione di singoli elementi, denotando riserve di resistenza notevoli; * i danni complessivi subiti dalla barriera sono tali da consentire il ripristino della sua funzionalità mediante la semplice sostituzione di singoli elementi; * tutte le prove hanno registrato l'arresto del blocco senza alcuna interazione con il terreno; * le altezze residue durante le prove SEL sono superiori a 70% dell'altezza nominale e l'altezza residua durante le prove MEL la collocano nella categoria A. Prova su barriera CTR 20/04/B Analogamente al precedente paragrafo anche la barriera CTR 20/04/B, 54

Prova d'urto 1 - MEL Massa del blocco m Peso del blocco P Altezza di caduta H Velocità all'impatto vf Energia cinetica Ek Tempo di frenata ts Deformazione max Dm Deformazione finale Df Altezza nomin.rete Hn Altezza residua rete Hr

6.760 66.31 33.88 25.78 2.247 0.40 4.65 4.20 4.00 2.85

kg kN m m/s kJ s m m m m

Prova d'urto 2 - ad energia 0.5 MEL Massa del blocco m 3.380 kg Peso del blocco P 33.15 kN Altezza di caduta H 34.21 m Velocità all'impatto vf 25.91 m/s Energia cinetica Ek 1.134 kJ Tempo di frenata ts 0.32 s Deformazione max Dm 5.10 m Deformazione finale Df 5.00 m Altezza nomin.rete Hn 4.00 m Altezza residua rete Hr 2.05 m

Prova d'urto 1 - SEL Massa del blocco m Peso del blocco P Altezza di caduta H Velocità all'impatto vf Energia cinetica Ek Tempo di frenata ts Deformazione max Dm Deformazione finale Df Altezza nomin.rete Hn Altezza residua rete Hr

2.285 22.41 33.09 25.48 742.0 0.26 4.20 4.00 4.00 3.10

kg kN m m/s kJ s m m m m

Prova d'urto 2 - SEL Massa del blocco m Peso del blocco P Altezza di caduta H Velocità all'impatto vf Energia cinetica Ek Tempo di frenata ts Deformazione max Dm Deformazione finale Df Altezza nomin.rete Hn Altezza residua rete Hr

2.285 22.41 33.09 25.48 742.0 0.20 4.35 4.10 4.00 3.02

kg kN m m/s kJ s m m m m

caratterizzata dall'avere i pannelli in rete di funi d'acciaio a maglia quadrata, è stata sottoposta a due prove tipo MEL. I risultati sono riportati nelle tabelle sotto. A seguito dei risultati ottenuti nelle prove si possono effettuare le seguenti osservazioni: * la barriera CTR 20/04/B risulta in grado di resistere all'impatto di un blocco dotato di energia superiore a 2.000 kJ senza subire rotture alle strutture portanti; * la barriera CTR 20/04/A è stata sottoposta consecutivamente ad un'ulteriore prova al 100% dell'energia MEL, senza alcuna riparazione o sostituzione di singoli elementi, denotando riserve di resistenza notevoli; * i danni complessivi subiti dalla barriera sono tali da consentire il ripristino della sua funzionalità mediante la semplice sostituzione di singoli elementi; * tutte le prove hanno registrato l'arresto del blocco senza alcuna interazione con il terreno; * le altezze residue durante le prove MEL la collocano nella categoria A; * pur non avendo ancora effettuato le prove SEL appare evidente che la riserva di resistenza della barriera CTR 20/04/B sia del tutto rilevante.

Tutti i risultati delle prove finora portate a termine sulle barriere di produzione del Consorzio Triveneto Rocciatori di Fonzaso (BL) hanno dimostrato le notevoli risorse e qualità di dissipazione, ma soprattutto hanno dimostrato che tali barriere sono in grado di rispettare, con buon margine, i criteri di accettabilità sia della "Direttiva per l'omologazione delle reti paramassi UFAFP - WSL 2001 (CH)" che delle "Linee guida per l'approvazione tecnica europea di kit di protezione contro la caduta massi - ETAG bozza 2005" nelle loro rispettive condizioni più severe.

Prova d'urto 1 - MEL Massa del blocco m Peso del blocco P Altezza di caduta H Velocità all'impatto vf Energia cinetica Ek Tempo di frenata ts Deformazione max Dm Deformazione finale Df Altezza nomin.rete Hn Altezza residua rete Hr

Prova d'urto 2 - MEL Massa del blocco m Peso del blocco P Altezza di caduta H Velocità all'impatto vf Energia cinetica Ek Tempo di frenata ts Deformazione max Dm Deformazione finale Df Altezza nomin.rete Hn Altezza residua rete Hr

6.855 67.25 33.46 25.62 2.250 0.32 4.30 4.05 5.00 3.65

kg kN m m/s kJ s m m m m

Conclusioni Le innovazioni, i perfezionamenti, la qualità e la estrema versatilità generale del campo prove a caduta verticale di Agana può essere considerato certamente di primo piano nello studio e qualificazione dei dispositivi per la protezione contro la caduta di massi. Pur nella sua complessità tecnica il campo prove di Agana consente ampia flessibilità che permetterà in seguito di verificare la bontà delle ipotesi progettuali non solo dei kit paramassi, ma anche dei vari dispositivi che li compongono quali gli elementi dissipatori e ancoraggi. 6.855 67.25 33.46 25.62 2.250 0.16 5.35 5.00 5.00 3.40

kg kN m m/s kJ s m m m m

Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006


CARBURANTI

Biocarburanti dalla campagna Smog: polveri dimezzate con biocarburanti dalla campagna. Dalla Coldiretti un progetto per alimentare con biocarburanti i mezzi pubblici del Veneto 8 febbraio 2006 - Cogliere le opportunità offerte dalla campagna per sviluppare fonti energetiche pulite capaci di ridurre l’inquinamento ambientale e la dipendenza dall’estero con la promozione, la produzione e l’impiego di biocarburanti come il biodiesel, che integrato al normale carburante consente di ridurre dell’80% le emissioni di idrocarburi e policiclici aromatici e del 50% quelli di particolato e polveri sottili, in coerenza con gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto. E’ questo l’obiettivo della raccolta di firme avviata dalla Coldiretti a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare per produrre un milione di tonnellate di biocarburanti dalle coltivazioni agricole nazionali. L’iniziativa che è stata presentata il 9 febbraio durante il convegno organizzato in Fieragricola a Verona dal titolo "Metti in moto l’energia pulita" trova tra i primi sostenitori l’azienda APS Holding S.p.A. di Padova, la società comunale che gestisce il servizio di trasporto pubblico urbano, e che dal novembre 2005 fa circolare nella città del Santo circa 100 autobus alimentati con biocarburante per ridurre lo smog in città e riqualificare contemporaneamente territori particolarmente sensibili dal punto di vista ambientale. Coldiretti in questo periodo sta proponendo alle aziende di servizi per la mobilità urbana di tutto il Veneto la firma di un protocollo di intesa per il reciproco impegno ad adottare iniziative sperimentali che favoriscono lo sviluppo della filiera dei biocarburanti e la creazione del mercato. L’azienda dei trasporti di Padova accoglierà per prima l’accordo con l’obiettivo di promuovere la mobilità sostenibile e limitare l’adozione di provvedimenti alternativi per il contenimento delle emissioni inquinanti. A livello europeo, continua la Coldiretti, in Germania sono ormai 1.900 le stazioni distributrici di biodisel ottenuto dalle coltivazioni agricole, mentre in Francia un proprietario di auto diesel su due viaggia utilizzando miscele con energia verde, sette raffinerie su tredici incorporano il biodiesel nel gasolio in percentuale del 5%, oltre trenta gruppi industriali utilizzano veicoli con biodisel al 30%. Una scelta fatta con decisione dalla Francia che ha annunciato di voler triplicare la propria capacità di produzione dei biocarburanti, già molto più elevata di quella italiana, con la coltivazione entro il 2007 di un milione di ettari di terreno (cento volte superiore ai circa diecimila ettari coltivati attualmente in Italia). L’Italia, conclude la Coldiretti, ha il dovere di colmare il ritardo accumulato rispetto agli altri Paesi per contribuire al raggiungimento dell’ambizioso obiettivo fissato dall’Unione Europea e per superare le difficoltà nazionali di approvvigionamento energetico. Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006

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VIABILITA' INVERNALE

Novità tecniche Assaloni presentate all’AIPCR 2006 GHERARDO MARCHELLI

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Assaloni in occasione del congresso mondiale AIPCR 2006 di Torino Sestriere ha presentato una novità assoluta, brevettata pochissimo tempo prima dell’inizio della manifestazione: la lama telescopica con la possibilità di aprirsi sul lato sinistro rispetto all’asse dell’automezzo. La proposta ad un occhio non particolarmente esperto potrebbe quasi risultare banale avendo Assaloni già proposto, con successo, qualche anno fa una lama con allargamento a sinistra. La cosa non è però semplice come potrebbe sembrare. Le motivazioni che hanno portato i progettisti a voler proporre l’allargamento disassato sul lato sinistro è nata dalle richieste di alcuni operatori, che lavorano con la lama precedentemente creata da Assaloni. Questi hanno sottolineato che potendo operare con il lato più lungo a sinistra avrebbero avuto una maggiore visibilità sullo stesso, vista la posizio-

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ne di guida a sinistra e l’inclinazione della lama in fase di lavoro. Naturalmente non si poteva semplicemente posizionare il sistema di allungamento sull’altro lato della lama, altrimenti il gradino che si forma tra i due aleroni sarebbe stato contrario al senso di scivolamento della neve creando un blocco della stessa nella direzione di uscita. Per ottenere l’allargamento disassato a sinistra Assaloni ha ribaltato il concetto del movimento facendo non più muovere la prolunga, bensì la parte lunga della lama, ottenendo inoltre la possibilità di allungare la stessa più della precedente, visti gli ingombri tecnici minori da rispettare, potendo ora allargare di un metro esatto ed avere quindi lame da 3,5 m con allungamento fino a 4,5 m oppure lame da 4 m con allargamento fino a 5 m. Il movimento di allargamento del fronte operativo è ottenuto grazie ad un martinetto idraulico che consente di

operare, tramite un comodo comando in cabina, dalla posizione retratta (simmetrica al veicolo) ad altre posizioni allungate intermedie: si hanno così con una sola lama le stesse prestazioni operative delle lame accoppiate con alerone laterale. L’obiettivo di questa nuova lama, come di quella con allargamento a destra, è quello di diminuire il numero dei veicoli impegnati per il servizio neve, dando la possibilità ad un unico mezzo di operare con una lama di dimensioni "normali" ed avere a disposizione una lama di dimensioni allargate nei tratti di strada dove è possibile o necessa1. Schema allargamento lama: sopra a destra, sotto a sinistra 2. Nuova lama Assaloni con allargamento a sinistra in posizione aperta 3. Lama telescopica Assaloni chiusa 4. Meccanismo di allargamento

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Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006


rio utilizzare larghezze maggiori. Naturalmente questo tipo di lama è adatto ed apprezzato per il lavoro su autostrade e strade ad alto scorrimento, e, come le altre serie di lame proposte in questa direzione da Assaloni, ben si sposa con le ruote di appoggio autoregolanti, che, fissate alle estremità dell’alerone della lama, permettono di diminuire il peso che agisce sul coltello di raschiamento per limitarne l’usura ed aumentarne la durata. Il sistema brevettato delle ruote di appoggio autoregolanti consente un abbassamento automatico della lama a seguito dell’usura del coltello. I comandi abbinabili sono tutti quelli proposti da Assaloni, come anche il radiocomando senza fili; inoltre con la gestione della centralina tramite scheda elettronica predisposta con uscita seriale per poter accogliere tutti i comandi autoriconoscendoli al loro attacco e naturalmente già predisposta per poter estrapolare i segnali utili ad un eventuale sistema di gestione satellitare dei mezzi. Proprio in occasione dell’AIPCR 2006 Assaloni ha invitato un interessato gruppo di visitatori ad un incontro sulle tecnologie di rilevamento, trasmissione e gestione dei dati al servizio della gestione di flotte di veicoli per la manutenzione delle strade a Villa Gualino. Qui i convenuti hanno potuto ascoltare lo stato dell’arte del sistema Janus 3, di alto ed innovativo contenuto tecnologico nel coordinamento, assistenza e controllo di flotte di veicoli al lavoro per la manutenzione delle strade, nato dalle sinergie di due aziende leader: Assaloni per le attrezzature di manutenzione stradale e Atet per le radiocomunicazioni ad uso digitale ed analogico. Janus 3 nasce dalla necessità del mercato di gestire flotte aziendali, e quindi automezzi equipaggiati, in modo centralizzato, al fine di ridurre e razionalizzare i costi sociali dovuti a incidenti, blocchi della circolazione...

che incidono sostanzialmente sull’economia del paese. Lo scopo di Janus 3 è quindi quello di consentire all’ente pubblico di grandi, medie, piccole dimensioni, nonché al privato, di pianificare la gestione delle flotte di veicoli ed attrezzature per la viabilità, in modo centralizzato, durante tutto l’arco dell’anno. Nella fattispecie Assaloni e Atet hanno intrapreso questa collaborazione per consentire a clienti quali Anas, Società Autostradali, Amministrazioni Provinciali, Amministrazioni Comunali, Comunità Montane, Aziende Municipalizzate di Igiene Ambientale, Protezione Civile e imprese private che gestiscono macchinari e flotte impegnati nella manutenzione delle strade e nella raccolta dei rifiuti, di avere un supporto logistico ed organizzativo in grado di prelevare dati per il controllo remoto di veicoli attrezzati per la manutenzione delle strade, ripagandosi con le economie di gestione realizzate durante le operazioni quotidiane. Questo sistema di gestione flotte basa il proprio funzionamento sulla conoscenza di diverse variabili connesse ai mezzi che fanno parte della flotta stessa; tale sistema consente ad esempio: la continua e dettagliata conoscenza in tempo reale della posizione geografica dei mezzi, preziosissimo ausilio nella gestione delle situazioni di emergenza; la possibilità di adattare in tempo reale il piano di intervento dei mezzi già in funzione, all’evoluzione della situazione da affrontare per sviluppare un intervento più efficace, più tempestivo, documentabile e certificabile; la possibilita di prevedere la capacità operativa dei mezzi, raccogliendo le informazioni di stato di impiego, di usura e di fabbisogno della flotta durante le normali operazioni quotidiane; tutto questo ed altro, con costi operativi in grado di ripagarsi con economie di gestione e piena efficacia nelle situazioni di emergenza. Assaloni e Atet propongono un prodotto unico che permette allo stesso tempo: il controllo dei parametri operativi anche in tempo reale, sulla propria flotta di automezzi; con la capacità di memorizzare tutti i dati raccolti

5. Differenti tipologie di comandi Assaloni 6. Centralina della lama telescopica Assaloni

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5 Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006

mantenendo un archivio storico delle informazioni su tutti gli avvenimenti accaduti in strada; sicuro ed affidabile nel sistema operativo; predisposto per l’invio di segnali di allarme o di malfunzionamento; che rammenti le attività da svolgere previste dai piani di manutenzione delle attrezzature; flessibile al punto di poter scegliere le informazioni da gestire, non limitato ai soli spandisale o alle attrezzature invernali, ma che possa essere utilizzato indifferentemente durante tutto l’anno anche con attrezzature estive; che però nello svolgimento del lavoro invernale interagisca con centraline meteo dislocate lungo le strade o su veicoli per avere informazioni sulle condizioni climatiche; che magari interagisca con gli impianti di stoccaggio del sale come quelli di Agristrade, per il riconoscimento automatico o per la prenotazione di un rifornimento; che sia soprattutto semplice da utilizzare. Importante la presentazione da parte dell’ing. Marco Rossi, responsabile sgombero neve e pulizia del TOROC, comitato organizzatore olimpico, che ha permesso di testare in maniera pratica lo Janus 3 nelle operazioni di sgombero neve durante l’evento olimpico proprio qui a Torino Sestriere nelle aree gestite direttamente da TOROC. Le zone in cui lo hanno testato sono state l’area della pista da bob, che ha all’interno una viabilità importante, e poi sui mezzi dotati del sistema sulla strada comunale Cesana - Sansicario. Hanno qui potuto apprezzare le opportunità principali di questo prodotto che, oltre ad una gestione logistica degli operatori più rapida ed efficiente, grazie alla conoscenza istantanea della posizione degli stessi, ha permesso di beneficiare della certificazione dell’intervento e di controllare i fornitori in termini di ore consuntivate. Come ad esempio in due casi: una volta all’interno del sito del bob hanno potuto rispondere in modo chiaro ad una rimostranza degli operatori televisivi che sostenevano un intervento non tempestivo sul loro parcheggio, dimostrando di averlo eseguito nei previsti 15 minuti dall’inizio della nevicata; un altro caso, nel parcheggio interscambio di Ulzio, dopo una notte di forte nevicata che ha visto una situazione non ottimale la mattina, hanno potuto dimostrare ad un fornitore che sosteneva di aver interrotto il servizio tra le 2 e le 3 per permettere agli uomini di riposarsi, che in realtà aveva interrotto dalle 23 alle 4. 57


PORTATTREZZI

A Cortina d’Ampezzo manifestazioni invernali R.S.I. GIORGIA MARCHELLI

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Anche quest’anno la R.S.I., Road Service International, di Egna (BZ) ha scelto per le proprie dimostrazioni di viabilità invernale Cortina d’Ampezzo. Viste le passate esperienze positive che la superficie dell’ex aeroporto di Fiames ha offerto alla società importatrice di svariati marchi internazionali per la manutenzione delle strade sia in periodi di freddo e neve, che durante l’estate per il verde, come pure nell’intero arco dell’anno in merito ai lavori comunali, i titolari hanno deciso di utilizzare nuovamente questo ampio spazio ben innevato il 21 febbraio 2006 per far provare i propri mezzi ai responsabili della viabilità di molti comuni alpini. L’evento è stato organizzato in collaborazione con

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un’altra società di Egna, la Signal & Traffic Consult S.r.l., azienda specializzata nella progettazione, segnaletica e rilevamenti di traffico, nonché promotrice e coordinatrice tecnica per l’Italia di diversi prestigiosi marchi del settore stradale qui esposti, suscitando notevole interesse. Era presente anche una rappresentanza della ditta Assaloni, con cui R.S.I. collabora per il nord est italiano. La grande affluenza degli ospiti è stata in qualche modo limitata dalla nevicata del giorno precedente e della mattina stessa, in quanto alcuni addetti ai lavori non hanno potuto distogliersi dallo sgombero neve nei propri comuni. Il sole che ha seguito la neve ha fatto sì che la giornata fosse l’ideale

per un’ottima dimostrazione molto completa su neve bagnata e pesante, quindi difficile da trattare e perfetta per mettere in maggior evidenza la validità dei mezzi in condizioni difficili. I portattrezzi e transporter in dimostrazione erano Holder e BokiMobil variamente allestiti, e precisamente: 1 Holder C 2.42 con spargitore Duplex Inox da 400 litri e vomere a geometria variabile, 1 Holder C 3.42 con spargitore Duplex Inox da 600 litri e lama Zaugg, 1 Holder C 3.58 con cassone 1. Portattrezzi Holder 2. Holder C 3.58 al lavoro con fresa Zaugg 3. Bokimobil 1351 4. Portattrezzi Holder e Bokimobil

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Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006


e fresa Zaugg, 1 Bokimobil 1151 con cassone e vomere a geometria variabile, 1 Bokimobil 1351 con spargitore a sponda e vomere a geometria variabile; a questi si è aggiunto l’Holder C 9.88 del Comune di Cortina con fresa Zaugg e cassone (Lavori Pubblici n. 13 marzo - aprile 2005). Per cui era presente praticamente una rappresentanza di tutta la gamma Holder della serie C, sigla che indica la specifica valenza per l’impiego comunale di questi portattrezzi, come pure per i mezzi polivalenti BokiMobil. Moltissime le prerogative dell’Holder. Innanzitutto è unico nel suo genere in quanto la macchina è snodata ed ha 3 piani di carico, cioè ha la possibilità di attaccare davanti e posteriormente le attrezzature, come anche di sfruttare il pianale in mezzo, cosa che un trattore normale non ha. La larghezza minima di 1,10 m, che diventa maggiore a seconda della gommatura, è indicativa delle dimensioni molto ridotte del veicolo. La velocità massima di queste macchine operatrici polivalenti non supera i 40 km/h. Mezzi così piccoli sono l’ideale per operare senza rappresentare alcun ostacolo nel traffico interno dei vari comuni: possono lavorare liberamente su marciapiedi, piazzali, strade strette, anche dove il traffico scorre normalmente ed in mezzo ai pedoni, al contrario di veicoli più grandi ed ingombranti che possono praticare certe operazioni solo a strada chiusa. Per esempio in caso di nevicate abbondanti, potendo lavorare con la fresa e portar via la neve, anziché accumularla a lato, si evita che la sede stradale diventi più stretta, con mucchi che poi si ghiacciano e necesLavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006

sitano nuovamente degli spargisale. L’Holder è dotato di un programma elettronico con velocità a 4 stadi, quindi con un giro motore costante nella fase di lavoro delle varie attrezzature collegate alla presa di forza, e la velocità viene regolata manualmente con il potenziometro. Per i compiti invernali, ad esempio, il quarto stadio è praticamente il programma con una fresa neve. Tutti e 2 gli assi sono bloccabili al 100% meccanicamente, in modo da fornire maggior sicurezza in situazioni difficili. La distribuzione dei pesi ottimale significa più stabilità nella salita e discesa dai marciapiedi, come in molti casi di utilizzo fuori strada. Un sitema brevettato Holder è lo stabilizzatore, che garantisce maggior efficienza sui terreni inclinati, e la portata sugli assi è particolarmente elevata: in questo caso sull’Holder C 2.42, il più piccolo della serie, da 42 CV con cabina monoposto, è montato uno spargisale a doppia tramoggia da 400 litri, oltre alla lama ed al peso dell’operatore. Anche la potenza dei sollevatori è notevole, qui da 800 kg, sia anteriore che posteriore. Il supporto anteriore funziona da portattrezzi, e, data la sua particolare costruzione, permette di avere inserita la posizione galleggiante, la quale dà contemporaneamente comodità di viaggio all’operatore. La posizione di inclinazione delle attezzature sulla macchina è utile soprattutto in fase di lavoro sui marciapiedi. La costruzione dello spargisale Kugelmann montato sull’Holder, in acciaio inox, è di tipo "basso": questo evita che l’operatore abbia la visuale ostruita posteriormente, e non debba

procedere solo grazie agli specchi. Lo spargitore lavora in dipendenza tachimetrica, ed ha un microprocessore posizionato in cabina: in caso di malfunzionamento del collegamento elettronico le funzioni possono essere date manualmente. Lo snodo centrale dei portattrezzi fa sì che la direzione del cassone sia sempre uguale a quella del trattore. A parte gli allestimenti dei mezzi in dimostrazione, gli Holder si differenziano fra loro per poche caratteristiche, riguardanti la cabina, monoposto solo sul C 2.42 e biposto sugli altri, la motorizzazione, da 42 CV idrostatici sul C 2.42 e sul C 3.42 con 4 cilindri, e da 58 CV sul 3.58 a 3 cilindri, e per il passo leggermente più lungo e la portata maggiore dal C 2.42 al C 3.42 al C 3.58. Da notare, durante il lavoro del C 3.58 con la fresa, come la neve così bagnata e pesante venisse fuori quasi a blocchi, e non sparpagliata: in questo caso, fra le moltissime attrezzature allestibili sull’Holder, è disponibile la prolunga del camino per il caricamento sui camion. Fondamentale, a garanzia dell’ottimo funzionamento dei mezzi da lavoro, la notevole esperienza Holder, con oltre 2.000 unità vendute in tutto il mondo per quanto riguarda la serie comunale. Transporter, ma anche portattrezzi i Bokimobil: con pianali di carico particolarmente lunghi e capienti, sono mezzi ideali per quei comuni che non possiedono veicoli da trasporto, ma al contempo devono svolgere anche lo sgombero neve, lavori estivi e di manutenzione durante tutto l’anno. I transporter prodotti dalla Kiefer GmbH qui in dimostrazione erano dif59


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ferenti per azionamento e dimensioni: il Bokimobil 1151 con cambio meccanico aveva larghezza 1.700 mm, mentre il Bokimobil 1351 con azionamento idrostatico era largo 1.350 mm. Quindi mezzi molto stretti, in grado di percorrere senza problemi strade dei centri comunali, con passi differenti che vanno da 1.900 fino a 2.600 mm, conformemente a come si vuole operare. La trazione è a 4 ruote motrici permanenti con il gruppo dei riduttori, ed ogni versione del mezzo può essere resa idrostatica per il lavoro come macchina operatrice guidabile con patente B. Interessante è il baricentro molto basso, con, nello stesso tempo, parecchia luce, dove è stato montato il motore posteriormente alla cabina per potervi accedere, come pure alle pompe, e alle parti elettrica, elettronica e idraulica. Le attrezzature vengono attaccate sempre ai 3 punti, in quanto molto più flessibili di una piastra rigida, avvantaggiati inoltre dalla posizione di galleggiamento e dall’inclinazione laterale, che può essere data direttamente all’attrezzo stesso, in questo caso alla lama. Importanti sono i vari tipi di sterzatura: a passo canino, a 4 ruote, oppure solo sterzo anteriore; quella inusuale del passo canino è la più utile in situazioni di difficoltà, e dà una mano nei momenti di infossamento con la fresa o con la lama per tirarsi fuori dagli angoli. Le cabine sono zincate a fuoco, come pure le parti laterali, dove il sale o il misto sale-sabbia può danneggiare il telaio, per cui non classici telai da transporter imbullonati, ma profili veramente a sè stanti prodotti ancora in modo artigianale. Oltre ai mezzi erano numerose le attrezzature che la R.S.I. propone in abbinamento ai portattrezzi sparse nell’area della manifestazione: lame e frese Zaugg, spargisale Duplex Inox e piccolissimi spargitori Lehner Polaro. Fra i tanti prodotti che la società di Egna offre, importanti sono anche i silos per lo stoccaggio del sale, in legno massiccio o in vetroresina, con la possibilità di collegarli con impianti 60

5. Materiali S.T.C. e R.S.I. 6. Prodotti S.T.C. 7. Attrezzature Assaloni 8. Furgone attrezzato S.T.C. di miscelazione per la soluzione salina: già alcuni comuni ne hanno installati da 35 e 50 m3 per accedere velocemente alle scorte senza disperdere energie né tempo, con l’approntamento degli spargisale pilotati dai silos stessi. Nello stesso spazio, Assaloni ha presentato staticamente uno spargisale a tramoggia unica, una lama sgom- 8 braneve ed un vomere a geometria di attraversare, tramite luci in lampegvariabile. gio; catadiottri antiselvaggina in La Signal & Traffic Consult, ditta che grado di ridurre di oltre il 70% gli incirappresenta su tutto il territorio nazio- denti dovuti a scontri con animali selnale le più importanti aziende stranie- vatici; chiodi spartitraffico Globere di sicurezza stradale ha esposto marker, meglio conosciuti come occhi un vasto campionario di prodotti. di gatto, unici al mondo a garantire Della Nissen, leader mondiale nella una riflettenza a lungo termine grazie produzione di prodotti per la cantieri- alle particolari sfere di vetro. stica, presentava: barriere di delimita- Della Lüft, leader mondiale per elemenzione di cantieri, conformi alle norma- ti in gomma riciclata: cordoli in gomma tive europee in materia, comode e riciclata, ideali per isole; isole in gomma veloci da installare, sicure sia per i riciclata per realizzazioni veloci e gralavoratori che per i pedoni; lampade devoli di spartitraffico, salvagente...; da cantiere di varie tipologie, dotate isole verdi per realizzare velocemente di lenti resistenti anche agli urti più rotatorie con aspetto definitivo; panchiviolenti, praticamente indistruttibili; ne in gomma riciclata ideali per parchi lampade sequenziali senza fili tipo giochi, locali all’aperto... Bakolight, ideali per cantieri in quanto Della Impact Recover System, leader facili da installare: pur non avendo mondiali di paletti ribaltabili: paletti alcun collegamento fisico, grazie ad ribaltabili con basamento fisso o un orologio interno autosincronizzan- mobile, ideali per tutte le situazioni te, garantiscono sempre un corretto dove vi sia il rischio di impatti con funzionamento in sequenza; lampeg- autovetture; tale sistema garantisce giatori per automezzi ad alta visibilità, una maggiore incolumità per gli autoanche in condizioni di nebbia; frecce mobilisti ed allo stesso tempo un di segnalazione sia per cantieri fissi, risparmio per la pubblica amministrasia per automezzi in movimento. zione sulla manutenzione, grazie alle Della Swareflex, leader mondiale minori sostituzioni necessarie. nella produzione di prodotti a led: Reti specialistiche per neve e per moduli per linee guida luminose, anfibi Maibach. essenziali in situazioni pericolose Infine presentava la ditta Quadrant, come gallerie, ponti...; moduli lumino- leader mondiale per la GMT (vetroresi usati come rafforzativi di segnaleti- sina) con applicazioni stradali per ca orizzontale in situazioni particolari segnaletica indistruttibile da cantiere. come passaggi pedonali, cuspidi, La manifestazione si è conclusa nella isole salvagente...; passaggi pedonali maniera migliore, grazie all’organizsicuri che avvisano gli automobilisti zazione culinaria della simpaticissima della presenza di pedoni in procinto signora Emma. Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006


VERDE

Per un ottimale tappeto erboso dei campi da calcio FABIO PERO La qualità del manto erboso per i campi da calcio è un problema che interessa da vicino società sportive, gestori dei campi, calciatori, allenatori e tifosi di molte squadre italiane che si vedono costrette a giocare spesso in condizioni talmente estreme da mettere a repentaglio la qualità e la sicurezza della competizione. Negli ultimi anni è cresciuta l’esigenza di elevare la qualità dei campi da gioco per diversi motivi: fra i più importanti la necessità di ridurre il rischio di infortunio per i giocatori, ma anche per l’immagine che può dare una città dotata di un bel campo da calcio. Tutto ciò comporta l’adeguamento del campo da gioco a standard più severi. Sempre più città decidono di migliorare la qualità del tappeto erboso o di passare al tappeto erboso qualora fossero ancora dotate di un terreno di gioco in terra battuta. Quando si decide di costruire un campo da calcio in erba o rigenerare un tappeto stanco e diradato, occorre considerare una grande quantità di variabili, al fine di ottenere il miglior risultato possibile in termini di longevità, fruibilità dell’opera ed economicità dell’intervento. I lavori eseguiti nella realizzazione del tappeto erboso influenzano positivamente o negativamente il buon

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andamento della crescita dell’erba. Non si possono trascurare i fattori ambientali quali la temperatura, l’umidità relativa, l’irrigazione, il vento e la luce che influenzano la crescita del manto. Il tappeto erboso per impianti sportivi dovrà svilupparsi su un substrato che possegga idonee caratteristiche di permeabilità all’aria e all’acqua (il compattamento ed i ristagni idrici sono i più comuni e dannosi inconvenienti riscontrabili) e che garantisca un habitat ottimale per le piantine: queste devono poter sviluppare un solido apparato radicale e naturalmente devono trovare le sostanze nutritive adatte. Il terreno viene preparato in base ai risultati delle analisi fisico-chimiche, effettuando le opportune correzioni (sabbia, torba, concimazioni organiche...). Generalmente si rende necessario che il tappeto sia pronto per l’inizio della stagione agonistica (fine agosto, primi di settembre): ciò impone la semina nei mesi caldi. Fatto, questo, non trascurabile se si considera che la semina meccanica è caratterizzata da una lentezza durante la fase d’insediamento; inoltre se eseguita nei periodi estivi è a rischio, e richiede grandi disponibilità idriche distribuite con frequenti e regolari

irrigazioni durante l’arco della giornata per mantenere il terreno umido, e ciò con il rischio di pesanti attacchi fungini che possono rendere vana l’operazione di semina. Altro problema: il surriscaldamento del terreno nudo appena seminato, che raggiunge temperature talvolta superiori agli 80°C comportando delle situazioni di pesante stress termico e idrico per le giovani piantine, che ne riduce l’attecchimento richiedendo continui interventi di ripristino delle fallanze. La semina meccanica eseguita in inverno comporta invece dei tempi per la germinazione e crescita delle piantine molto lunghi. Questo perché quando le temperature sono molto basse si bloccano automaticamente i processi ormonali e fisiologici della germinazione e lo sviluppo delle piante (la vegetazione viene bloccata anche per lunghi periodi). La soluzione a questi problemi può essere offerta dalla tecnica dell’idrosemina del tappeto erboso eseguita con accorgimenti particolari. L’idrosemina è infatti nata per superare le difficoltà di impianto della cotica erbosa in condizioni difficili. È un pro1. Ultime operazioni di livellamento prima della semina 2. Esecuzione dell’idrosemina

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cesso secondo il quale il seme, l’acqua, il fertilizzante, l’ormone radicante, il collante e la pacciamatura a fibra legnosa allungata (mulch) vengono mescolati e applicati direttamente sul terreno mediante apposite macchine che spruzzano a forte pressione. Così in un’unica soluzione il terreno è seminato, fertilizzato e pacciamato. La funzione più importante è espressa dalla pacciamatura a fibre legnose, che, creando una copertura superficiale di 2 - 3 mm, esercita una funzione coibente proteggendo le plantule dai colpi di caldo; inoltre ha il grosso vantaggio di mantenere una umidità costante proteggendo le piantine dalle malattie funginee. Dal momento che le fibre della pacciamatura possono trattenere fino a 10 volte il proprio peso in acqua, i semi vengono tenuti costantemente umidi, favorendo una più rapida germinazione. Inoltre le fibre del legno proteggono i semi dal sole, aiutando a conservare la temperatura ideale del terreno. Tutto questo crea un ambiente ideale per una germinazione ottimale anche in terreni non adeguatamente preparati per la semina tradizionale. Man mano che le piantine crescono, le fibre del legno si decompongono gradualmente, apportando sostanza organica al terreno e garantendo una maggior sopravvivenza per le piante. Una volta che la giovane pianta avrà superato la fase di germinazione, inizierà ad approfondire le proprie radici nel terreno ancorandosi e iniziando la fase di insediamento. Per ottenere una buona copertura del seme con l’idrosemina, la miscela va spruzzata in due fasi. La prima con l’ugello che lancia un getto orizzontale in modo da colpire il terreno ad alta pressione permettendo ai semi spruzzati di penetrare 3 - 4 cm nel terreno. La seconda fase, la più importante, è la distribuzione del miscuglio con l’ugello verticale, spruzzando dal basso

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verso l’alto (effetto pioggia): in tal modo il miscuglio giunge al terreno a bassa velocità spinto dalla forza gravitazionale formando una copertina di circa 3 mm che esercita tutte le funzioni positive precedentemente descritte, in particolar modo tutto il seme risulta coperto e pertanto ben protetto. Come si può osservare, buoni risultati sono conseguibili attraverso una buona tecnica di idrosemina. Con tutti questi elementi, tale sistema si può adattare alle richieste specifiche di qualsiasi progetto. Le dosi ottimali di mulch per fare ciò si aggirano intorno ai 300 g/m2. Fare economia su tale prodotto equivale a compromettere l’intera operazione. In tal modo la vegetazione si stabilisce più rapidamente che con qualsiasi altra semina meccanica o manuale. Se l’idrosemina è realizzata come descritto precedentemente il campo è utilizzabile per il gioco dopo 6 - 8 settimane: ciò significa che seminando a fine giugno il tappeto erboso è senz’altro utilizzabile per l’inizio del campionato. I vantaggi offerti dall’idrosemina sono pertanto: - migliore insediamento delle essenze in regioni calde e siccitose - notevole tolleranza alle elevate temperature e alla siccità (il tappeto di mulch diminuisce enormemente l’evapotraspirazione) - possibilità di poter eseguire la semina durante tutto l’anno, pertanto senza interruzioni nei periodi troppo freddi o troppo caldi - germinazione rapida ed omogenea su tutta la superficie - riduzione dei tempi per la crescita del tappeto - minori costi - veloci tempi di esecuzione - col tempo si formerà un prato fitto e robusto.

Un prato costituito da piante con crescita equilibrata, con adeguate riserve nutrizionali è in grado di difendersi dai patogeni e competere con le infestanti. La robustezza e la calpestabilità, necessarie per sopportare l’intenso sfruttamento cui sono sottoposte queste aree, diventano le esigenze prioritarie. Un manto erboso ben radicato e fitto diventa terreno di gioco più sicuro per i calciatori e permette una maggiore regolarità nei rimbalzi. Nell’esecuzione dei nuovi campi e nella ristrutturazione di quelli esistenti è indispensabile tener conto di questa nuova tecnica. L’idrosemina è originaria degli U.S.A. ma in questi ultimi tempi è in fase di veloce diffusione in tutta Europa. Da noi è ancora in ritardo, ma tutti i presupposti dimostrano che tale pratica in questi prossimi anni si diffonderà allo stesso modo anche in Italia. La relazione ha preso come modello la realizzazione del nuovo campo da calcio di Domusnovas (CA), la cui idrosemina è stata eseguita il 24 luglio 2004 (vedi foto) dalla Eco Green Service, seguendo tutte le fasi e con la tecnica descritta. Il campo perfettamente inerbito e giocabile è stato consegnato il 30 di settembre 2004. Il dosaggio utilizzato nell’idrosemina per il miscuglio di seme è stato di 65 g/m2, (70% di Festuca arundinacea e il restante 30% di Loliun perenne) oltre a 300 g/m 2 di mulch di Pino Douglas, 1 Kg di micorrizze e a 20 g/m 2 di collante naturale. Nella miscela si è anche aggiunto un fertilizzante a lenta cessione con un titolo NPK 20 - 20 - 20 in quantità pari a 15 g/m2. 3. Inerbimento del campo da calcio dopo 30 giorni dalla semina 4. Tappeto erboso dopo 70 giorni dalla semina

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VIABILITA' INVERNALE

Unimog e Assaloni con catene Rud in dimostrazione al Terminillo GHERARDO MARCHELLI

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Nel mese di marzo, in condizioni ancora estremamente invernali, Unimog ed Assaloni hanno organizzato un incontro al Terminillo; la ditta Dadò Ricambi ha messo a disposizione le catene Supergreifteg della Rud per tutti i mezzi in dimostrazione, facendone apprezzare le conosciute caratteristiche tecniche. Questa giornata ha voluto essere una riunione tra chi gestisce sul campo il servizio di viabilità invernale e chi produce i mezzi e le attrezzature atte a questo scopo. La forte presenza di partecipanti e la disponibilità di molti di portare i propri mezzi allestiti sottolineano l’interesse per questi incontri con prove pratiche. Poter testare sul campo le attrezzature, l’interesse sia da parte delle aziende che da parte degli operatori di confrontarsi e scambiarsi esperienze ed opinioni in modo tale, per i primi di produrre attrezzature sempre più confacenti all’esigenza dei clienti e per i secondi di rimanere aggiornati sulle ultime tecnologie offerte, dimostrano la validità del tipo di manifestazione. La Provincia ed il Comune di Rieti, la

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Provincia di Viterbo, la Provincia di Frosinone, la Provincia dell’Aquila ed il Comune di Arrone hanno messo a disposizione di Assaloni ed Unimog i loro mezzi, che hanno potuto operare in condizioni di buon innevamento anche grazie alla neve appena caduta nella zona. Altri mezzi di clienti Assaloni e Unimog, previsti nella manifestazione, non hanno potuto essere presenti in quanto al lavoro proprio per le abbondanti nevicate. Il sistema Unimog è ideale per il lavoro non solo in campo invernale ma durante tutto l’arco dell’anno, e, se allestito con i giusti optional per essere abbinato alla adeguata serie di attrezzature, permette un risparmio nel tempo all'amministrazione pubblica che ne sposa la filosofia. Assaloni, che collabora con Unimog da oltre 30 anni, si delinea un allestitore ideale, perchè ha l'offerta di attrezzi più completa e più vasta al mondo per questi portattrezzi, con una gamma di attrezzature suddivisa in 7 macro famiglie: sgombraneve a spinta e rotativi, spargitori portati e a sponda, falciaerba a braccio e a disco, spazzatrici e spazzoloni anche lava gemme e lava tunnel, pale ruspe battipali per guard rail, piattaforme aeree e moduli antincendio. In dimostrazione su neve hanno lavorato 6 Unimog di differenti passi, pesi e potenze, con le seguenti attrezzature Assaloni: 2 vomeri a geometria variabile, di dversa taglia e con sicurezza ad azoto per l’assorbimento degli urti radenti, adatti sia all’apertura di fronti di neve particolarmente pesanti sia al lavoro in posizione lama o all’accumulo di neve in posizione a cucchiaio; lama G100 per alto inneva-

mento che ha la possibilità di variare l’angolo di impalamento per affrontare spessi manti nevosi o lavorare in maniera aggressiva su una superficie stradale ghiacciata; una lama 3GS, ad elementi con sicurezza a molla e sistema di ancoraggi che la rendono aggressiva fino al momento dello scontro con un ostacolo imprevisto, aggiustando la cedevolezza tipica delle lame a settori; due frese frontali, una laterale per l’allargamento delle carreggiate dove non c’è la possibilità di evacuazione della neve ed una frontale con l’importante freno elettromagnetico (brevetto Assaloni) che salvaguardia la sicurezza permettendo il bloccaggio del rullo in caso di pericolo in un tempo estremamente ridotto. Come spargitori Assaloni ha dimostrato il funzionamento di due serie, AV e SPES, entrambe costruite in acciaio inox, con alimentazione a coclea ed azionati dal circuito idraulico dell’Unimog, che grazie alla possibilità di avere circuiti idraulici indipendenti possono lavorare contemporaneamente con la lama e lo spargisale. Due Unimog, sempre allestiti da Assaloni, sono stati solo esposti: uno con modulo antincendio ed uno con piattaforma aerea, che ricordiamo può lavorare senza piedi di appoggio, e lama leggera a più settori Tecna con elementi inferiori ammortizzati adatta ad un uso urbano ed extraurbano. 1. Unimog allestiti Assaloni in dimostrazione 2. Frese al lavoro 3. Vomere a geometria variabile 4. Unimog con lama G100 e spargitore Assaloni 5. Lama 3GS Assaloni

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IGIENE URBANA

Schmidt e Bomag: tecnologia tedesca al servizio dell’impresa stradale Le imprese stradali da oggi potranno beneficiare del recente accordo commerciale in Italia tra due colossi della costruzione di attrezzature dedicate alla manutenzione stradale. Tale accordo trova la ragione di esistere nella crescente necessità delle imprese stradali di poter disporre di attrezzature e di servizi "integrati" che minimizzando i costi di esercizio siano in grado di aumentare la competitività delle aziende di tale segmento, nel loro mercato finale, in particolare: - attrezzature ad elevato contenuto tecnologico di comprovata affidabilità tali da rendere minimi i fermi macchina; - costi di esercizio massimamente comprimibili: ciò si estrinseca in ridotte frequenze di manutenzione ordinaria e straordinaria e ridotti consumi di carburante; - rete di assistenza capillare in grado di servire in tempo reale il cliente in ogni luogo del territorio italiano. L’accordo inoltre prevede un’offerta integrata di attrezzature che siano in grado di servire a 360 gradi il ciclo produttivo dell'impresa stradale nella sua fase di fresatura, spazzamento e finitura. In tal modo il cliente può

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ottimizzare il proprio investimento rivolgendosi ad un unico interlocutore e disporre di "servizi integrati" finanziari, tecnici e di "full maintenance service". L’Amministratore Delegato Bomag Italia Bruno Rizzetto e il Direttore Commerciale Schmidt Luca Firotto sono convinti che "l’accordo sarà in grado di rafforzare la posizione competitiva di entrambe le aziende da sempre orientate all’avanguardia tecnologica e all’innovazione, ormai leader mondiali nei rispettivi settori di riferimento". Schmidt, con la sua filiale Italiana Schmidt Compact System S.p.A. avente sede in Fiume Veneto (PN), metterà a disposizione di Bomag la propria gamma di spazzatrici su telaio con diversa capacità da 5 a 7 m 3 specificamente progettate per lavori intensi quali quelli delle imprese stradali. L’offerta si caratterizzarà in particolare per una spazzatrice Schmidt in più modelli SK 600 - 700 da 6 - 7 m3 altamente innovativa. La spazzatrice infatti è priva di motore ausiliario e l’energia necessaria all’azionamento dei vari organi di spazzamento quali turbina, rotazione

spazzole e movimentazione cassone viene prelevata mediante apposita presa di forza di tipo Multipower dal motore dell’autotelaio, evitando inoltre l’utilizzo della trasmissione idrostatica in fase di lavoro. Tale sistema è unico nel mercato e porta i seguenti vantaggi: - minori costi dovuti al ridotto consumo di carburante (circa 6 - 8 l/h); - minori costi di manutenzione e riduzione massima dei rischi di fermo macchina (in quanto senza motore ausiliario e trasmissione idrostatica); - minori emissioni acustiche (circa 2 - 4 dBA a seconda dei regimi di lavoro); - minori fermi macchina; - minori emissioni inquinanti - standard Euro 4 al momento non disponibili su motore ausiliario - aumento velocità di spazzamento e quindi maggiore efficacia ed efficienza di lavoro a mezzo di una spazzola addizionale a rullo posta dietro ciascuna bocca di aspirazione, per un risparmio del 100% sulla vita utile della macchina. In tale modo la macchina, anche solo per risparmi di esercizio, è in grado di autoripagare l’investimento.

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VIABILITA' INVERNALE

Schmidt presenta Traxos Schmidt Italia ha presentato Traxos, uno spargitore professionale applicato sul sollevatore a 3 punti per spargere sale e ghiaia. Quest’attrezzatura puó venir montata di serie su trattori provvisti di sollevatore posteriore a 3 punti categoria II / III. E’ dotato di un piede di appoggio supplementare in modo da garantire all'operatore il semplice montaggio e smontaggio col sollevatore. Per la fase di carico il contenitore viene ribaltato idraulicamente spingendolo

come una benna caricatrice nel materiale di spargimento e riportando infine il contenitore nella posizione originale. Grazie alla forma a V del contenitore, il materiale scivola sopra la coclea di convogliamento. Le coclee, a spirale aperta sinistra e destra, convogliano il materiale ad esatta dosatura al piattello di aspersione. Traxos è comandato da un motore idraulico posizionato proprio sul piattello di aspersione, che viene azionato

Dati tecnici Contenitore Larghezza Altezza Peso Peso compl./ ghiaia Peso compl./ sale Baricentro da punto di attacco Larghezza di spargimento Quantitá di spargimento/sale Quantitá di spargimento/ghiaia

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direttamente dall’idraulica del trattore. Di serie è previsto un comando manuale semplice. Con il comando CX (opzionale) è possibile dalla cabina regolare esattamente la quantità, larghezza e simmetria di spargimento. Il sistema di aspersione si basa su un piattello in acciaio inossidabile che viene azionato idraulicamente, con regolazione continua della velocità di rotazione per un’esatta dosatura del materiale di spargimento.

m3 mm mm kg kg kg mm m gr/m2 gr/m2

XTS 12 XTS 15 XTS 18 1,2 1,5 1,8 2.100 2.100 2.400 1.470 1.620 1.620 600 650 700 2.520 3.050 3.580 2.040 2.450 2.860 620 2-8 5 - 40 40 - 320

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VIABILITA’ INVERNALE

Garnero in dimostrazione a Sestriere FRANCESCO VANDONI

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La società Garnero di Borgo San Dalmazzo (CN) ha contribuito con le sue attrezzature al servizio di viabilità invernale durante tutte le recenti manifestazioni di sport invernali a Torino 2006. Oltre a proporre una vasta gamma di vomeri, lame sgombraneve e spargitori portati ed autocaricanti, Garnero offre servizi di assistenza, noleggio e collaudo. Quale coronamento dell'attività svolta durante i giochi invernali di Torino 2006, Garnero ha partecipato al XII Congresso AIPCR Internazionale della Viabilità Invernale (articolo su questo numero di Lavori Pubblici), sia con uno stand al Lingotto che con

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attrezzature in dimostrazione a Sestriere. Proprio quelle stesse macchine utilizzate con esito positivo nei pressi dei siti olimpici. La dimostrazione si è svolta il 29 marzo scorso, in condizioni abbastanza difficili, con fondo in terra battuta e neve riportata dunque compatta e sporca di sassi e altri materiali. La prima attrezzatura Garnero a scendere in campo è stato il vomero spartineve VU 300, unico nel suo genere per le dimensioni: altezza 1,8 m, larghezza di sgombero 3,3 m e peso di 1.500 kg. Al seguito di questo, per pulire meglio e rifinire il primo passaggio è entrato in azione il modello più piccolo di

vomero, il VU 280. Questi modelli erano montati, tramite piastra oscillante che permette un aggancio rapido e semplice, su due macchine operatrici New Holland, W170 e W130. Entrambi i vomeri sono orientabili, con possibilità di lavorare a cucchiaio, come lama e come vomere. I modelli della serie VU sono interamente costruiti in acciaio ad alto limite elastico, con boccole ingrassabili, lamoni raschianti in acciaio antiusura 1. Vomero VU 300 2. Vomero VU 280 3. Spargitore autocaricante SAO 2500 4. Lama SL 30

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temperati ed intercambiabili, tubi idraulici ad alta pressione con innesti rapidi e slittone centrale registrabile dall’alto per strade sterrate. La dimostrazione è proseguita quindi con lo spargitore autocaricante Garnero modello SAO 2500, con una capacità di 1,3 m3 di materiale ed un peso a vuoto di 740 kg. L’attrezzatura è composta da un telaio di sollevamento e da una tramoggia simile ad una benna. All’interno della tramoggia sono situati due alberi, uno di frantumazione del materiale ed uno di spargimento, azionati da un motore idraulico collegato all’impianto 5 oleodinamico della trattrice. Il mezzo successivo ad entrare in logramma con cilindro di alzata e azione è stato un autocarro Astra blocco discesa. La piastra di aggancon lama sgombraneve orientabile cio rapido brevettata è a tre cunei Garnero SL 30 di proprietà della per rendere più agevole le operazioditta MB s.a.s. di Martin & C. La ni di aggancio/sgancio ed è dotata di struttura di questa lama è in acciaio dispositivo per l’oscillazione orizzonspeciale di alta qualità ed è compo- tale ed il bloccaggio in posizione solsta da un unico settore con longhe- levata. La struttura di questa lama è rone tubolare centrale in acciaio. La concepita per escludere ogni azione SL 30 è dotata di dispositivo antiurto negativa della neve indurita tra gli automatico di ribaltamento con siste- elementi in moto durante il lavoro e ma brevettato ad elastomeri in permette un funzionamento sicuro e gomma speciale resistente alle duraturo anche a velocità elevate. basse temperature, tamponi di fine L’ultima attrezzatura della dimostraziocorsa in materiale sintetico e valvola ne Garnero ha evidenziato la volontà antiurto tarabile. Il telaio è a paralle- di sviluppare nuove soluzioni basando-

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si sulla propria esperienza e rimanendo all’ascolto della clientela. Si tratta infatti di una lama personalizzata di grandi dimensioni, applicata su un autocarro Volvo della ditta Malvicino S.n.c. dei Fratelli Gouchon. Il coltello raschiante misura 3,9 m e l’altezza è di 1,7 m. La struttura monolitica è in acciaio ad alto limite elastico e permette di attutire meglio gli urti, sopportando colpi anche di elevata entità senza subire deformazioni. 5. La lama Garnero personalizzata di grandi dimensioni

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TRATTORI

Antonio Carraro presenta la Serie Tigrone

Un trattore ha in sé qualcosa di mitico e primitivo allo stesso tempo. La sua immagine ci riporta alla terra e all’agricoltura: forse la prima attività intrapresa dall’uomo. Un frutteto in Spagna, un campo da golf negli USA, un parco di una grande città tedesca, una foresta norvegese o un filare d’uva in Nuova Zelanda oggi possono essere accomunate da un trattore Antonio Carraro poiché, dall’agricoltura specializzata, gli ambiti d’impiego di questi mezzi multifunzionali si sono moltiplicati. Dalle origini ad oggi la Antonio Carraro ha saputo conquistare una miriade di nicchie di mercato che insieme formano un grande mercato globale. Continuando ad operare nella ricerca e nell’innovazione, con una gamma di prodotti in continua evoluzione, l’azienda è pronta ad affrontare le sfide del futuro con uno spirito maturo e positivo seguendo, come sempre, una strada con una direzione diversa ed unica. L’azienda Antonio Carraro S.p.A., situata a Campodarsego, in provincia di Padova, nel cuore del nord-est italiano, fu fondata nel 1910 da Giovanni Carraro, giovane fabbro fantasioso e geniale, e dal 1960 è condotta dal figlio Antonio, attuale Presidente della società. Divenuta dagli anni '70 leader mondiale dei trattori speciali per l’agri68

coltura specializzata ed il settore civile, oggi in Italia è il primo marchio dei trattori compatti a 4 ruote motrici dai 20 ai 100 HP. La filosofia costruttiva dei prodotti Antonio Carraro, basata sulla continua innovazione tecnologica è orientata al conseguimento di soluzioni tecniche che offrano prestazioni e comfort operativo ai massimi livelli. L’elevato valore tecnologico e la competitività internazionale del marchio Antonio Carraro rispondono a programmi di sviluppo tendenti a confermarne il ruolo di azienda leader sana e fortemente innovativa. Positivo il bilancio 2005 della Antonio Carraro S.p.A., marchio numero 1 dei trattori compatti made in Italy, con risultati che confermano il budget presupposto. Per quanto riguarda i prodotti nuovi, è straordinario il successo della Serie Tigrone, la nuova gamma di trattori dai 40 ai 70 HP dedicati all’agricoltura specializzata del bacino del Mediterraneo. Dal lancio del 2 giugno 2005, che ha coinvolto la rockstar Al Bano Carrisi quale testimonial nel Tigrone Day, l’evento che ha riunito la forza vendita Antonio Carraro negli stabilimenti di Campodarsego, ad oggi, la Serie Tigrone si è rivelata un asso nella manica andando ad incrementare

quote di mercato non in sostituzione di altri modelli ma in aggiunta. Nel 2006, continuando ad operare secondo il kai-zen, la filosofia costruttiva del miglioramento continuo, saranno introdotti nuovi modelli atti a completare le serie in produzione. In generale, tutti i trattori sono arricchiti e aggiornati di plus tecnici atti a garantirne un maggiore comfort per l’operatore, sia dal punto di vista fisico, sia da quello dell’affidabilità a lungo termine. In particolare, saranno introdotti i nuovi motori a basse emissioni di ultima generazione prodotti da Caterpillar-Perkins. Inoltre, frutto della ricerca Antonio Carraro sul "low maintenance", ogni trattore subirà degli aggiornamenti utili ad amplificarne affidabilità e sicurezza. Per quanto riguarda la linea di mezzi per la manutenzione civile, il mercato alternativo della Antonio Carraro, dopo l’inaugurazione negli ultimi mesi del 2005 del reparto "Groundcare", completamente dedicato allo studio di ricerca e sviluppo di prodotti per la manutenzione civile, verrà lanciata sul mercato una serie di nuovi apparati falcianti per soddisfare le esigenze specifiche degli operatori di settore. Un target di professionisti molto variegato che raggruppa tecnici del verde, green keepers dei campi sportivi, Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006


manutentori di strade e centri urbani. La Serie Tigrone viene da lontano, decenni d’esperienza. Mette in campo macchine del tipo tractor-tractor, per il lavoro in campagna nel più genuino senso del termine: solide, potenti e grandi lavoratrici. Ma anche tractorextra, nel senso proprio di mezzi straordinari del terzo millennio che non hanno mai avuto eguali per qualità e potenzialità di impiego. Il knowhow tecnologico della Serie Tigrone deriva dalla Serie Ergit e dall’intramontabile Serie 21, due gamme di trattori che hanno decretato il successo dei mezzi Antonio Carraro nel mondo. La Serie Tigrone è la prima gamma di trattori nati con il metodo kai-zen, la tecnica e la filosofia costruttiva di Toyota del miglioramento continuo, introdotta nell’industria di Campodarsego dalla Porsche Consulting. In pratica si utilizza il meglio della tecnologia Antonio Carraro, combinata ad una scelta di materiali e componentistica che prende in considerazione solo la massima qualità. I tratti estetici della Serie Tigrone sono quelli eleganti e distintivi di tutti i trattori Antonio Carraro, riconoscibili per l’inconfondibile design elegante e per l’assetto aggressivo. Una carrozzeria moderna e grintosa, curata in tutti i dettagli: dalla calandra, ai parafanghi, alle luci, al cruscotto, al volante, fino al sedile. Anche la componentistica meccanica interna alla carrozzeria è frutto di un accurato studio di design-in sviluppato in base agli ingombri e al profilo superribassato, tutto "a filo", di ogni mezzo della Serie Tigrone. Una linea funzionale al passaggio tra le piante delle colture e alle esigenze operative in fase di trattamenti, manutenzioni, raccolti. L’assetto particolarmente basso è utile nelle colture specializzate e sui terreni impervi di collina o montagna. Le doti di questi trattori, infatti, sono esaltanti soprattutto in situazioni limiLavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006

te, dove baricentro basso e dimensioni ridotte del mezzo fanno la differenza, riducendo drasticamente le procedure di lavoro e agevolando il disimpegno tra i filari o in accessi ristretti. L’impatto visivo d’insieme di questi mezzi è alleggerito dalla griglia frontale e dalle retine laterali della carrozzeria, che tuttavia non hanno solo una funzione estetica, ma vanno a proteggere il motore garantendo uno scambio termico ideale in qualsiasi condizione climatica, anche con temperature molto elevate. L’apertura totale verticale del cofano consente facile accesso al motore per la manutenzione ordinaria. La Serie Tigrone quindi, affascina subito, al primo colpo d’occhio: è aggressiva, slanciata, felina come poche altre. E seduce ancora di più quando si è al volante. L’ergonomia e il comfort sono globali: tengono conto dei gesti di chi guida, dei luoghi dove si andrà ad operare e persino del fatto che le nuove generazioni sono, mediamente, dieci centimetri più alte di statura. Grande lo spazio vivibile per l’operatore e l’ergonomia di tutte le strumentazioni di bordo. Tutto sembra concorrere ad evitare ogni tipo di stress, di fatica o qualsiasi senso di costrizione per l’operatore. La consolle centrale, elegante ed essenziale, è dotata di cruscotto con led on-off. Il volante, dal nuovo design raffinato di tipo automobilistico, trasmette all’operatore la sensazione di affidabilità e praticità di utilizzo. Il posto guida, con il nuovo sedile in similpelle grigia, comodo e avvolgente, è collocato su di una piattaforma con dispositivi antivibrazione tipo silent-block, per isolare l’operatore da vibrazioni e scuotimenti. La seduta bassa amplifica la sensazione di sportività e maneggevolezza di questi trattori dotati di una sterzata morbida e particolarmente penetrante, sia per i modelli a telaio rigido che

per gli articolati. I propulsori della Serie Tigrone sono omologati secondo le norme "stage 2" sulle emissioni, sono silenziosi ed estremamente affidabili. L’iniezione diretta garantisce bassi consumi di gasolio e lubrificante. Inoltre, con i nuovi motori in dotazione CaterpillarPerkins, è garantito sia il comfort statico sia quello acustico: il rombo corposo è paragonabile, per discrezione, a quello di un’autovettura di grossa cilindrata. I freni sono interni a bagno d’olio sugli assali per garantire una frenata decisa e modulare in ogni occasione. La grande luce dal suolo, nonostante il baricentro basso, permette di lavorare con attrezzature che richiedano l’uso dello sforzo controllato come estirpatori, coltivatori, ripuntatori e aratri. La presa di forza indipendente, con frizione multidisco in bagno d’olio, conferisce massima versatilità di utilizzo con qualsiasi attrezzatura. L’innesto è graduale per rendere semplice ed agevole il lavoro, migliorando la resa della potenza. La PTO, sincronizzata con tutte le velocità d’avanzamento, è particolarmente idonea all’uso del rimorchio motrice in condizioni di terreno impervio. Il sollevatore idraulico con attacco a 3 punti Cat. 1 ha una capacità sollevamento di 1.900 kg. Il cambio è a 24 marce: 12 AV e 12 RM sincronizzate con inversore. Il target dei clienti della Serie Tigrone comprende operatori esperti e competenti, capaci di lavorare anche per molte ore alla guida del proprio trattore. Operatori agricoli tipici del bacino del Mediterraneo, vocati all’agricoltura specializzata caratterizzata da coltivazioni a filare in collina o in montagna, ma anche di professionisti di serre e vivai, costretti ogni giorno ad operare in spazi angusti e passaggi obbligati. Sono undici i modelli della Serie Tigrone, di cui sette trattori e quattro transporter. 69


IGIENE

Sebach, prodotto e servizio Un prodotto con forti componenti innovative nonché un servizio puntuale e capillare sul tutto il territorio italiano: sono questi i punti di forza dell’azienda fiorentina Sebach. Come può un bagno chimico essere un prodotto innovativo? Andrea Barbetti, responsabile Ufficio Comunicazione e Grandi Clienti della Sebach, ritiene che sia innovativo in quanto il bagno chimico Sebach applica il sistema brevettato Top San, che garantisce agli utilizzatori il massimo dell’igiene e della sicurezza anche dopo molti usi. Il bagno chimico Top San viene noleggiato nelle due versioni, standard e Top San HN, che garantisce libertà di accesso e di utilizzo dei bagni chimici ai disabili: gli spazi infatti sono progettati per consentire un comodo accesso a persone su sedia a rotelle. La formula vincente di Sebach risiede nel noleggio e nel servizio. Il noleggio, perché offre al cliente la possibilità di avere il bagno chimico senza l’onere dell’acquistare un prodotto destinato a soddisfare solo un bisogno temporaneo. La locazione solleva il cliente anche dall’onere di mantenere sempre il bagno chimico in perfette condizioni e non comporta inutili ingombri nel magazzino. Purtroppo in Italia la pratica del noleggio non è ancora diffusa come nel resto d’Europa. Questo, che potrebbe essere un limite, trasmette ancor più forza per far sì che la formula di affitto diventi una pratica diffusa anche da noi. Il servizio è il valore aggiunto che Sebach offre alle migliaia di clienti in tutta Italia. Un servizio all inclusive che comprende la consegna e il posizionamento nel luogo deciso dall'acqirente, interventi di pulizia periodici, di reintegro dei materiali di consumo ed il ritiro a fine locazione. Inoltre sempre compreso nel prezzo del noleggio l’eventuale sostituzione di parti danneggiate e la copertura assicurativa R.C.T. A garanzia della qualità del servizio

Sebach l’attestazione ISO 9001. I clienti provengono da tutto il mondo dell’edilizia ed oltre. Ad oggi il maggior numero di richieste proviene dal settore delle costruzioni, perché il prodotto, oltre ad ottemperare ad un obbligo legislativo (Dl 626/94 e Dl 494/96), ha sensibilizzato con il passare degli anni tutte le imprese che lavorano in cantiere, visto anche l’apprezzamento delle Asl per il prodotto. Ma oltre all’edilizia si sta sviluppando una vasta gamma di altri settori interessati al servizio Sebach. Crescono infatti le richieste per il noleggio dei bagni chimici per eventi speciali come concerti, feste, raduni, gare sportive, sagre e manifestazioni di ogni genere. Ad esempio i bagni chimici Sebach sono presenti da anni lungo il percorso del Giro d’Italia e al Gran Premio di Monza, tanto per citarne alcuni. Esistono anche in molte località marine, nei mercati, nei parcheggi e ovunque vi sia una massiccia presenza di persone. Qui igiene, puntualità e precisione nell’evasione degli ordini costituiscono i punti focali dell'offerta. Una mole di lavoro notevole, che viene evasa professionalmente nonostante gli ordini provengano da tutto il territorio nazionale, grazie ad una rete di concessionari dislocati mediamente in ogni provincia italiana, selezionati e monitorati con grande attenzione dalla sede Sebach. La loro professionalità e la loro esperienza risultano molto importanti. Quello

dei concessionari è un network in continua crescita anche per venire incontro alle tante richieste che provengono da tutto il territorio italiano. Per il 2006 sono attese grandi novità. Partirà dopo due anni di test il servizio noleggio del Border, complementare con il prodotto storico, che quindi si può integrare perfettamente con l’attuale offerta Sebach. Il nuovo prodotto è un’innovativa transenna in plastica, noleggiabile in cantiere e per qualsiasi tipologia di evento, studiata per la delimitazione degli spazi. Essendo realizzata in plastica garantisce più leggerezza per il trasporto e la movimentazione, un elevato grado di resistenza ed economicità rispetto alle vecchie transenne in ferro. Ancora si punta sulla formula del noleggio, che per Sebach rappresenta un valore aggiunto verso il cliente. Il tutto coadiuvato dalla rete di concessionari dislocati sul territorio pronti a far fronte alle richieste di tutte le regioni d’Italia. Il noleggio, l’alta qualità del servizio ed una serie di prodotti unici sono il punto di partenza per accrescere il parco clienti e per soddisfare gli acquirenti consolidati.

Sebach al carnevale di Venezia 70

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