Lavori Pubblici 21

Page 1

lavori pubblici

VEICOLI INDUSTRIALI

n. 21 luglio - agosto 2006

quota neve s.r.l. via Panizza 12 - 20144 Milano Sped. in abb. postale - 45% art.2 comma 20b legge 662/96 - Milano




lavori pubblici

n. 21 luglio - agosto 2006

In copertina:

SCAM s.r.l. 6 8 12 14 15 16 18 21 22 24 27 28 29 30 32 34 35 36 38 39 40 42 44 46 48 50 52 54 56 59 60

Un trenino Dotto per il lago di Misurina Ga. Marchelli Trasporto merci sfuse sorvolando i problemi, senza rumore e polvere Ecogest per 30 isole ecologiche interrate a Foggia Ga. Marchelli Caron 800 Restyling strutturale per gli spargitori Giletta serie KA Gh. Marchelli Compattatore Merlo su Econic Mercedes-Benz Sghedoni ed i suoi "Ferri" del mestiere Gh. Marchelli Black Top per riparazioni durature anche d’estate Gh. Marchelli Pezzolato per le biomasse Hymach J-Fox Gh. Marchelli Fuxor ora anche in sacchi da 10 kg Gh. Marchelli Dolomiti in bellezza e sicurezza M. Muraro Nessun rischio per chi gioca sui campi da calcio in erba sintetica Un carro ponte da 40 tonnellate per 915 x 80 m AMIAT sceglie Fassi per il servizio di manutenzione dei cassonetti F. P. Vandoni Airbus e Allison Assaloni presenta Star, una nuova spazzolatrice a rullo Novità John Deere Ga. Marchelli Escavatori JCB duramente impegnati ad Acapulco Orsi Zig Zag: un successo in continua evoluzione Gh. Marchelli Bonetti F100x apprezzato dai comuni in provincia di Biella Gh. Marchelli Ambiente snow-cutter per i passi turchi Manutenzione del territorio: opportunità per le pubbliche amministrazioni e le imprese agricole G. Politi Snoline collabora al Progetto Pilota per la Sicurezza Stradale della Provincia di Perugia F. P. Vandoni Osma prosegue lo sviluppo della trasmissione idraulica sulle proprie attrezzature F. P. Vandoni Dimostrazione Unimog sul campo prove aziendale di Wörth Centro di Formazione e Ricerca Macchine Merlo Gh. Marchelli Antonio Carraro a Flormart 2006 Innovativa strada ecologica per il Giro d’Italia al Plan de Corones Ga. Marchelli Evoluzione della specie Energreen Man Trucknology Generation al lago Le Bandie di Spresiano

Lavori Pubblici viene inviata in tutta Italia a: - Uffici Tecnici di tutti i Comuni, Province, Regioni e Comunità Montane - Società di gestione strade e autostrade - Aziende municipalizzate, di multiservizi e raccolta rifiuti - Aziende di trasporto urbano - Ditte appaltatrici di lavori pubblici - Parchi nazionali e regionali - Protezione Civile - Consorzi di bonifica - Aeroporti, Porti - Enti, Aziende e Comunità di grande dimensione (fiere, golf, parchi divertimento…) - Ditte produttrici e commerciali italiane ed estere nei settori di intervento della rivista - Personalità di settore italiane ed estere 4

Via Campagna, 80 21026 Induno Olona (VA) Tel. +39 033 2202861 Fax +39 033 2202252 E-mail: info@scamtrucks.it www.scamtrucks.it

Direttore responsabile: dott. Giorgio Marchelli Direttore esecutivo: dott. ing. Gherardo Marchelli Redazione: dott. Giorgia Marchelli dott. arch. Viviana Patscheider Francesco Piero Vandoni Segreteria di redazione: Domenica Stefani Editore: quota neve s.r.l. Direzione, amministrazione, pubblicità: Via Panizza 12 - 20144 Milano Tel. +39 02 4983120 Fax +39 02 4985157 E-mail: lavoripubblici@quotaneve.it Stampa: Grafiche Pinelli S.r.l. Via R. Farneti 8 - 20129 Milano Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 577 in data 14-10-2002 Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano Abbonamenti annui: Italia euro 30,00 Estero euro 40,00 i versamenti possono essere effettuati a mezzo assegno o c/c postale n. 26647206 intestato a: quota neve s.r.l.: - via Panizza 12 - 20144 Milano Una copia euro 5,00 I nominativi inseriti nell'invio sono tutelati dalla Legge 675/96 sulla Protezione dei dati Personali Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006



TRASPORTI

Un trenino Dotto per il lago di Misurina GIORGIA MARCHELLI

Anche il lago di Misurina, nel cuore delle Dolomiti, all’ombra delle Tre Cime di Lavaredo, ha finalmente un trenino che permette ai turisti di farne il giro potendo comodamente ammirare le bellezze naturali della zona. Quello di Misurina, a 1.800 m di quota, è il lago più frequentato di tutte le Alpi, meta di visitatori di tutte le età provenienti da ogni parte del mondo tanto in inverno quanto, soprattutto, d’estate. Dagli splendori dell’inizio del secolo, le attrazioni dell’area circostante si sono man mano ridotte, ed in questi ultimi anni gli operatori turistici locali si stanno attivando per offrire servizi adeguati e al passo con i tempi. Come molti visitatori di parchi e località di vacanza in tutto il mondo, i cugini Perin di Auronzo di Cadore (BL) si sono accorti dell’esistenza di trenini creati apposta per il trasporto e il divertimento dei turisti, e velocemente hanno preso l’iniziativa per proporre qualcosa di nuovo a Misurina: hanno acquistato da Dotto Trains un treno per portare intorno al lago, nei boschi sotto le imponenti montagne chiunque abbia poca voglia o possibilità di camminare, e i curiosi di vedere le cose da un nuovo punto di vista, contenti di imparare di 6

più sulle caratteristiche del posto. Il coloratissimo trenino, con tonalità appropriate alla montagna, ulteriormente adornato con gerani, è entrato in servizio il 20 maggio, e da subito ha riscontrato grande successo, soprattutto fra bambini, anziani e portatori di handicap. Per non far attendere i visitatori, sempre numerosi, effettua partenze continue per compiere il giro alto del lago in circa un quarto d’ora, su strada sterrata con andatura piana e rilassante. Il treno scelto è un Muson River 2x4 Diesel della Dotto Trains S.r.l. di Castelfranco Veneto (TV). La locomotiva ha un motore Iveco Aifo 8140, turbodiesel da 2.800 cc, con 103 HP a 3.600 giri al minuto, per una coppia massima di 240 Nm a 1.900 giri al minuto, che raggiunge una velocità autolimitata di 25 km/h. Le dimensioni sono: lunghezza 3.950 mm, larghezza 1.580 mm e altezza 2.240 mm. Il telaio ha una struttura portante in profilato di acciaio con sospensioni a balestra parabolica. Lo sterzo è munito di idroguida. I freni sono idraulici con doppio circuito (assale anteriore - posteriore) a tamburo sulle 4 ruote, oltre al freno di stazionamento. Il circuito pneumatico per la frenatura delle carrozze ha un

convertitore idraulico pneumatico per il comando freni alle carrozze. La carrozzeria è in vetroresina rinforzata con colori incorporati a gelcoat. La cabina è dotata di 2 sedili imbottiti, molleggiati e regolabili. La carrozza, modello A98, ha una capienza di 28 adulti o 35 bambini, ed è lunga 5.410 mm, larga 1.840 mm e alta 2.250 mm. Il telaio è in profilato d’acciaio rinforzato zincato, con sospensioni pneumatiche autolivellanti e sistema di sterzatura sulle 4 ruote che consente alla carrozza di seguire esattamente il percorso della motrice. I freni sono idraulici a disco sulle 4 ruote; quelli di emergenza e di stazionamento sono omologati secondo le normative italiane. Il pavimento è in lamiera mandorlata di alluminio; i sedili e gli schienali sono imbottiti di gommapiuma; i pannelli sono in vetroresina rinforzata ed i colori incorporati a gelcoat. Teli apribili in PVC riparano dall’aria e dalla pioggia, permettendo di viaggiare con qualsiasi condizione atmosferica. Un secondo vagone potrebbe essere aggiunto in futuro per una portata maggiore. Grande fortuna di Perin Trenini S.n.c. è stata quella di trovare un conducente appassionato al proprio lavoro e alla natura delle Dolomiti, che durante il tour, grazie all’impianto sonoro con amplificatore altoparlante e microfono, con un sottofondo di allegra musica locale (folk, polka, valzer, fisarmonica), spiega ai turisti flora, fauna e montagne della zona. Per il divertimento dei bambini suona la campana e racconta la leggenda di Misurina. Partendo dal bosco incantato, si attraversa un canneto popolato da germani reali, paperi stanziali anche durante l’inverno, per passare accanto ad una baita con galline razzolanti nel prato; con un po’ di fortuna si possono vedere animali selvatici (scoiattoli, volpi, caprioli...). Fra la fitta vegetazione di piante ad alto fusto di diverse varietà, conifere secolari di oltre 200 anni, fra cui il profumatissimo pino cembro, abeti rossi e larici tipici dei boschi intorno ai 1.800 m di altitudine, e di fiori di montagna colorati (aquilege, ginestrine, geranei selvatici, rose canine, rododendri, salvia selvatica...) si gusta la vista del lago dall’alto in mezzo alle fronde. Dopo aver attraversato un ruscello si arriva a una chiesetta del 1900 costruita per volontà della regina Margherita, spesso ospite dell’albergo dove ora ha sede l’istituto Pio X per la cura delle malattie respiratorie e allergiche Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


dei bambini di tutta Italia. Intorno ai prati con le mucche al pascolo si ergono montagne affascinanti: Cadini di Misurina, Popena, Cristallo, 3 Cime di Lavaredo, 3 Scarperi, Croda dei Rondoi, Monte Piana (teatro di guerra del '15 - '18), e Sorapiss. Alla fine del giro i bambini sono così felici che non vorrebbero più scendere, e gli adulti interessati e soddisfatti ricordano di aver visto altri mezzi come questo in molte altre parti del mondo. Da oltre 40 anni Dotto Trains S.r.l. produce mezzi di trasporto su pneumatici e binari adatti a diversi contesti di lavoro e svago, confermando sempre una totale affidabilità tecnologica, accompagnata da design esclusivo e straordinario comfort. Il primo treno Dotto nacque nel 1962 per passione e fu subito un successo. La preziosa esperienza artigianale si trasformò negli anni in un’attività leader nel settore e di respiro internazionale. L’azienda di Castelfranco Veneto (TV) ha come obiettivo produrre, a tutt’oggi con cura artigianale, treni per parchi gioco e località turistiche, puntando sul continuo aggiornamento della ricerca tecnologica, su una progettazione accurata, sull’importanza dei dettagli e sul miglioramento continuo. Ogni treno nasce dallo scrupoloso lavoro di studio e analisi dello staff di progettazione, impegnato in modo permanente nell’arricchire il proprio patrimonio di idee e soluzioni. Il dialogo continuo con il cliente e prestigiose collaborazioni internazionali sono gli ingredienti della creatività e della funzionalità delle proposte Dotto. La scelta dei colori, delle dimensioni, del tipo di motorizzazioni (diesel, benzina, ecodiesel, gas, elettrica), la cilindrata, il modello di motrice, la composizione delle carrozze e le personalizzazioni sono aspetti che ogni volta vengono valutati e decisi insieme al cliente. L’esperienza artigianale delle origini garantisce che anche oggi ogni treno Dotto sia un pezzo unico. Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

I treni possono infatti inoltre essere completati da personalizzazioni come portasci, luci, bandiere, aria condizionata, impianto riscaldamento, pannelli pubblicitari, dispositivo di controllo con telecamere a circuito chiuso, chiusure centralizzate, chiusure in PVC o vetro parapioggia e per riparo dall’aria, griglie di protezione dei vetri, campana, microfono senza fili, impianto sonoro con amplificatore altoparlante esterno e microfono, luci rotanti... Ogni fase della produzione Dotto è sottoposta a rigorosi test di controllo per assicurare elevati standard di qualità e sicurezza, in sintonia con le severe normative vigenti in Europa e nel mondo. Le motorizzazioni diesel, benzina, gas ed elettrica sono

costruite nel pieno rispetto delle leggi sulla tutela ambientale e si distinguono per la loro particolare silenziosità. Il collaudo, per i mezzi destinati alle aree pubbliche, viene eseguito secondo le direttive dei ministeri competenti, mentre per quanto riguarda le aree private ci si attiene ad un rigido protocollo interno. L’affidabilità tecnologica e la qualità dei prodotti Dotto sono testate e approvate dal rigoroso ente tedesco Tüv. L’assistenza tecnica è garantita dai manuali e dalle schede tecniche che forniscono tutte le istruzioni operative necessarie all’utilizzatore, oltre che dall’ottimo servizio clienti per indicazioni precise ed utili per il loro uso e per una corretta manutenzione.

7


TRASPORTI

Trasporto merci sfuse sorvolando i problemi, senza rumori e polvere

1

2

Doppelmayr, il maggiore costruttore mondiale di impianti a fune, realizza oltre il 50% degli impianti mondiali ed è l’unico costruttore ad affrontare tutte le tipologie esistenti nel settore: da qualche anno ha presentato una soluzione innovativa per risolvere i problemi del trasporto di materiali sfusi. L’azienda austriaca già presente con diverse soluzioni nel trasporto materiali, risolte sia con funivie a va e vieni che con impianti a moto continuo (teleferiche), sia con tecnologia monofune che bifune, si è avvalsa anche del sistema funitel per trasporti interni ad uno stabilimento Volkswagen. E' anche presente nel settore dei magazzini automatici con il Railcon, sistema che consente di trasportare pesi fino a 1500 kg alla velocità di 50 metri al minuto su distanze fino a 1000 metri con una portata oraria di 500 pallets/ora. Nonostante quest’ampia tipologia di scelte e forse anche per l’esperienza maturata in tante soluzioni ha sentito la necessità di proporre un sistema ancora diverso: il RopeCon. Gli elementi costitutivi principali sono le funi (rope) ed il nastro trasportatore (conveyer), come ricordato nel nome della soluzione e del brevetto. 1. 2. 3. Linea del sistema RopeCon 4. Argano 8

La fune sostiene il nastro e permette così di sorvolare i problemi (strade, ferrovie, fiumi, vallate trasversali, inclinazioni accentuate, infrastrutture esistenti...) che vi possono essere lungo il percorso, tramite lunghe campate che consentono di arrivare ai 3.000 m di lunghezza. La possibilità del sorvolo è la caratteristica principale per quest’impianto che può prevedere lunghezze fino a 20 km, con una capacità di trasporto fino a 4.000 t/h, dislivello fino a 1.000 m ed inclinazione di 35°, ma non è l’unico elemento positivo del sistema. Una coppia di funi sostiene lateralmente il ramo di andata del nastro ed un’altra coppia di funi sostiene il ramo di ritorno dello stesso nastro. Ogni 6 metri degli assali sostengono il nastro: sono inseriti nella parte inferiore del nastro e trasversalmente rispetto al suo moto. Alle due estremità

3

degli assali si hanno due ruote che scorrono sulle due funi portanti laterali le quali fungono da veri e propri binari. Apposite traverse fissate alle funi mantengono la corretta spaziatura delle funi e, in alcuni casi, sostengono la copertura del nastro (nel caso di trasporto di materiali che si possono deteriorare se bagnati, come ad esempio carta o trucioli). Il nastro, che ha una larghezza prevista da 300 a 1.200 mm, è continuo e piano, con elementi laterali verticali in gomma ondulata, alti 30 cm, che impediscono la caduta del materiale trasportato. E' realizzato in una maglia portante di materiale plastico o di acciaio, in base alle necessità (materiale e peso) di portata richieste. Come nei normali nastri di trasporto il ramo di andata e quello di ritorno sono sovrapposti, ed invece di una puleggia, motrice o di rinvio, si hanno

4 Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006



1. Sostegno del RopeCon 2. Rotazione di 180° del nastro Altri sistemi Doppelmayr per il trasporto materiali: 3. Unidirezionale in monofune 4. Unidirezionale in bifune 5. Funitel 6. Va e vieni 7. Magazzini automatici 8. Railcon

6 10

ricerca ed un intervento in linea. Quest’aspetto della manutenzione rappresenta uno dei risparmi considerevoli del sistema RopeCon rispetto alle soluzioni tradizionali. Il materiale rimane stabile e non saltella o vibra al passaggio dei tanti rulli dei nastri convenzionali: ciò determina una minor usura del nastro. Il RopeCon è particolarmente poco rumoroso, specie rispetto ai sistemi convenzionali. L’utilizzo di componenti standard testati su altri tipi di impianti garantisce un’affidabilità elevata ed un costo contenuto. Il sistema a fune permette una minor necessità di stazioni intermedie che devono essere dotate di energia. Il funzionamento avviene totalmente in automatico, senza necessità di personale addetto al controllo del carico e dello scarico, con possibilità di operare 24 ore su 24 e quindi per alte portate totali. La necessità di spazio è contenuta. La velocità può arrivare a 6 m/sec ed eventualmente oltre. L’impianto può essere smontato a fine lavori per essere trasferito altrove.

per il RopeCon. Le funi portanti sono ancorate fisse all’interno della stazione di carico e motrice; dopo la zona di deposito vengono invece, se necessario, tensionate idraulicamente. L’elemento più complesso del RopeCon è rappresentato dalla stazione di carico del materiale che è anche quella motrice. In questa stazione è normalmente presente un frantumatore che limiti la grossezza del materiale sotto ai 30 cm. Nell’eventualità che il trasporto sia in discesa l’argano motore diviene un generatore di corrente per gli utilizzi aziendali o per essere riversata in rete. La traslazione di tipo ferroviario, in cui le funi portanti operano come binari, determina attriti molto bassi. Gli elementi in movimento (due rulli ogni sei metri) sono circa un quarto rispetto ai nastri convenzionali e quindi richiedono minore necessità di manutenzione; in più questi elementi si presentano ogni pochi minuti alla stazione di carico dove gli eventuali difetti possono essere facilmente individuati e riparati, senza dovere andare a fare una

tamburi motori e di rinvio. Nel RopeCon il ramo di trasporto, tra il luogo di carico e quello di deposito del materiale, viaggia superiormente, quello di ritorno inferiormente. Dato che, dopo il deposito per gravità, del materiale potrebbe rimanere aderente al nastro di trasporto e cadere durante il tragitto di ritorno al luogo di carico, il ramo di ritorno ad entrambe le stazioni viene ruotato di 180°: le ruote degli assali dalle due funi portanti passano dalle funi a dei tubi metallici che impongono agli assali, e quindi al nastro collegato, l’effettuazione di una spirale che porta al rovesciamento del nastro che così compie il tragitto di ritorno con la parte di trasporto rivolta nuovamente verso l’alto e quindi senza lasciar cadere alcunché. La presenza di spalle verticali in gomma ondulata è in funzione di questa spirale che comprime le sponde laterali del nastro, le quali poi tornano in posizione verticale. Gli eventuali sostegni hanno fusti cilindrici già usati negli impianti a fune Doppelmayr, mentre la testata del sostegno è una costruzione specifica

3

2

1

4

5

7

8 Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006



IGIENE URBANA

Ecogest per 30 isole ecologiche interrate a Foggia GIORGIA MARCHELLI E' stata inaugurata sabato 6 maggio 2006 in piazza Padre Pio la prima delle trenta isole ecologiche Gemini 3 realizzate a Foggia da Ecogest S.r.l di Recanati (MC), grazie al piano d’intervento messo in atto dall’Amministrazione Comunale. Carta, plastica e vetro saranno d’ora in poi fonte di ricchezza per i foggiani: contribuiranno infatti a diminuire la bolletta della Tarsu, oltre a fornire importanti vantaggi al territorio cittadino e agli abitanti stessi, quali abbassamento dei costi, incentivazione alla raccolta differenziata, minor impatto ambientale e garanzia di igiene e pulizia. Le isole ecologiche sono aree dove è possibile buttare tutti i prodotti della raccolta differenziata, sotto terra ma fruibili dall’esterno. Ogni isola ecologica è dotata di un torrino di conferimento, la bocca che consente di depositare i rifiuti differenziati, la quale si abilita nel momento in cui il cittadino passa sul lettore la propria tessera magnetica distribuita dal comune alle famiglie. Tramite tre pul-

12

santi colorati si seleziona il materiale da conferire: bianco per carta e cartone, verde per vetro, giallo per plastica. I rifiuti di fatto vengono accolti dai corrispondenti contenitori posti nel sottosuolo delle isole ecologiche, che scorrono posizionandosi automaticamente sotto il torrino stesso, separati da una speciale guarnizione di chiusura che impedisce l’ingresso dell’acqua dall’esterno ed è studiata per contenere efficacemente cattivi odori e frequentazione di insetti e animali nocivi. Sul display è visualizzato il peso dei rifiuti conferiti, dati che vengono inviati alla AMICA, Azienda Municipale Igiene e Conservazione Abitato, per l’elaborazione della Tarsu, e dunque per risparmiare sulla bolletta. La tassa sui rifiuti insomma non sarà più calcolata in base all’immondizia prodotta, ma anche in base alla percentuale di materiale riciclabile recuperato, in modo da premiare i cittadini che più di altri eviteranno di gettare carta, vetro e plastica nei normali cassonetti con il resto dei mate-

riali da eliminare. Complessivamente verranno gestiti 276 metri cubi di rifiuti. Ciclicamente le isole ecologiche saranno svuotate dai mezzi dell’Amica: progettate per il caricamento laterale, la società ambientale di Foggia potrà sfruttare i veicoli già in uso per la gestione dei tradizionali contenitori dei rifiuti. Sono quindi diminuiti i cassonetti lungo le strade e i marciapiedi, e, sulle aree dove sono state realizzate queste isole, sono in atto interventi di arredo urbano: panchine, punti di illuminazione, dissuasori sulle carreggiate, porta biciclette, paline informautenza..., sempre fornite da Ecogest come da richiesta dell’appalto. Dopo l’avviamento della prima isola ecologica stanno man mano entrando in funzione anche tutte le altre. Per favorirne l’utilizzo ai cittadini, pienamente soddisfatti dell’iniziativa, è possibile conoscerne la posizione attraverso una mappa realizzata dall’amministrazione, che, insieme all’Amica ha avviato una campagna di informazione. Anche Foggia quindi, come già molti

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


altri comuni italiani, si è resa conto delle ottime soluzioni proposte da Ecogest con i sistemi interrati per la raccolta rifiuti: l’azienda marchigiana, fra le prime a brevettare, nel 1998, le proprie soluzioni a scomparsa in differenti tipologie per l’RSU e la differenziata, sta riscuotendo notevole successo grazie all’alta tecnologia, alla continua tensione all’innovazione, all’affidabilità, alla semplicità d’uso, alla facilità d’installazione e alla ricerca di materiali abbinati alle macchine per integrarle sempre meglio con l’ambiente circostante. Le isole ecologiche interrate garantiscono grande capacità di contenimento favorendo l’opportunità e lo spazio per migliorare il decoro urbano delle città, e la possibilità di ridurre le frequenze di raccolta dei rifiuti, con vantaggi in termini di gestione (minori costi, traffico, inquinamento e disagi), preservando l’igiene e la sicurezza. Più tecnicamente Gemini 3 è costituito da una struttura esterna autoportante sagomata a T, che occupa poco spazio sulla superficie stradale, e da tre contenitori interni, di cui 2 da 3.200 l (3,2 m3) ed 1 da 2.800 l (2,8 m3), uno per ogni tipologia di materiale da smaltire, i quali vengono posizionati alternativamente sotto l’unica bocca di carico centrale da un sistema oleodinamico. Gli impianti sono stati installati semplicemente: fatto lo scavo, non hanno avuto bisogno di alcuna opera muraria o struttura in cemento armato, in quanto i contenitori esterni fungono da casseforme autoportanti. I sistemi sono brevettati, conformi alla marcatura CE, integrati e compatibili con le attuali attrezzature di caricamento laterale presenti sugli automezzi adibiti alla raccolta dei rifiuti. I dispositivi elettronici consentono di effettuare lo scarico dei rifiuti in una sola operazione: al segnale di raccoglitore pieno si attua lo svuotamento con un sistema a telecomando azionabile dalla cabina di guida dei compattatori, risparmiando così per tempi e costi del servizio. L’utilizzo da parte dei cittadini è semplice e intuitivo: con la propria tessera magnetica per l’identificazione e la memorizzazione dei dati, l’utente, grazie all’apposita pulsantiera, apre automaticamente il torrino di conferimento depositando i rifiuti che cadono su di una botola posta all’interno, sotto la bocca di carico. Dopo breve tempo il coperchio del torrino si richiude automaticamente, e solo allora i rifiuti vengono pesati tramite Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

una cella di carico ad alta precisione per poi cadere nel contenitore interno: un sistema di chiusura di questo genere garantisce qualsiasi tipo di azione accidentale, in quanto l’accesso diretto al contenitore interno è impedito. Il dispositivo di apertura automatica, con la pulsantiera posta ad un’altezza adeguata, rende gli impianti di facile utilizzo anche ai portatori di handicap e ai bambini. Le intere strutture interrate, installate in aree pedonabili, sono chiuse superiormente da piattaforme di copertura irrigidite in lamiera di acciaio antisdrucciolo, al cui centro sono poste le

bocche di carico realizzate in laminato di alluminio pressopiegato, con chiusura a tenuta, che comunicano con i contenitori sottostanti. Gli impianti sono lavabili e disinfettabili, permettendo così di migliorare in maniera sensibile le problematiche igieniche legate al conferimento delle spazzature, come la fuoriuscita di cattivi odori, e contemporaneamente fornendo un maggior decoro urbano dell’intero servizio di raccolta rifiuti. Contestualmente alla vendita dei dispositivi, Ecogest fornisce un Global Service per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei contenitori.

13


PORTATTREZZI

Caron 800

Tecnologia, sicurezza, qualità: sono queste le basi per cui la ditta Caron si distingue da oltre 40 anni nel settore della produzione di macchine agricole e operatrici. Un percorso lungo cominciato negli anni '60, sinonimo di elevato livello di conoscenza coltivata e maturata nel tempo. Il mondo dei transporter è infatti una sezione molto particolare, dove l’esperienza e la specializzazione sono essenziali per mantenere alto il nome e rimanere sempre al passo con lo sviluppo e le nuove esigenze. Caron diventa così uno dei maggiori produttori del settore in grado di offrire sul mercato un’ampia gamma di modelli sterzanti e articolati che vanno dai 26 fino ai 100 cavalli, con portate utili dalle 2 alle 6 tonnellate, omologati a livello europeo. La particolare attenzione prestata dalla casa di Pianezze (VI) verso i transporter, con la produzione specifica di assali e cambi, rende queste macchine fra le migliori in assoluto per prestazioni, affidabilità e versatilità. Caratteristiche della serie 800 sono le misure compatte, associate ad una vasta scelta di motori a 2, 3 e 4 cilindri turbo dai 26 ai 62 cavalli, che permettono a questa gamma di lavorare con la massima efficienza e sicurezza in tutte le condizioni di spazio e terreno.

14

Inoltre la possibilità di trasformare la macchina in pochi minuti, variando le applicazioni ed adattandola a qualsiasi genere di lavoro, la rende utilizzabile per tutto l’arco dell’anno con un alto rendimento orario. Le prese di forza centrale e posteriore a due velocità e la disponibilità di distributori idraulici anteriori e sul retro concedono l’impiego di attrezzature quali autocaricante, fresa, atomizzatore, equipaggiamenti per il servizio stradale, cantieristico, manutenzione forestale e le operazioni antincendio. E' fruibile su richiesta anche un sollevatore a tre punti posteriore. Nati con lo scopo di trasportare il carico, anziché trainarlo, i transporter Caron esigono di essere il massimo per quanto riguarda la maneggevolezza e la robustezza, l’equilibrio e la capacità.

La tecnica e la qualità dei materiali con cui vengono costruiti questi veicoli ne soddisfano perfettamente le richieste, assicurando un peso complessivo a pieno carico di 4.500 kg (rimorchiabile fino a 6.000 kg) ben distribuito in modo da garantire una migliore trazione e stabilità. Le quattro ruote motrici con la possibilità del disinnesto della trazione anteriore o il bloccaggio del differenziale posteriore dispongono di un impianto frenante idraulico integrale a doppio circuito con masse flottanti. Dotati di uno chassis ad assali rigidi con snodo centrale incorporato, le macchine Caron garantiscono la costante aderenza al suolo. Fornite di cambio sincronizzato a 24 rapporti consentono di sfruttare sempre la piena potenza del motore a tutte le velocità, fino ad una punta di 40 km/h consentita dalla legge. Disponibili in versione operatrice o agricola, i Caron 800 sono tutti dotati di cabina a due posti insonorizzata e montata su sospensioni idrauliche e silentblocs, che offrono il massimo del confort e della sicurezza. Se la serie 800 non dovesse bastare, il ruolo dell’ammiraglia è giocato dalla 900, protagonista nel mercato dei grandi transporter, ancora più potente e con un peso complessivo omologato di 8.040 kg.

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


VIABILITA' INVERNALE

Restyling strutturale per gli spargitori Giletta serie KA GHERARDO MARCHELLI La tramoggia della serie di spargitori Giletta KA è stata ridisegnata, con la sostanziale modifica nella larghezza per il sistema di convogliamento del materiale, che può essere a nastro oppure a catena. Il convogliatore aumenta la sua larghezza passando dai precedenti 220 mm agli attuali 300 mm. Questa sostanziale modifica porta a cambiare tutta la geometria della tramoggia con pareti più verticali, in modo da impedire la possibilità della formazione del ponte, situazione che è avvenuta nella precedente versione in situazioni di lavoro con materiali da spargere di qualità non buona. Il restyling ha visto anche il ribaltamento dell’angolo della nervatura presente sulle sponde, cosa che, pur sembrando minima, offrirà un minor contrasto allo scorrimento del sale, riducendo ulteriormente la possibilità di formazione del ponte. La tramoggia è interamente saldata in continuo, sia per garantire la non fuoriuscita del sale onde non rovinare il cassone del veicolo che la trasporta, sia per offrire una robustezza maggiore all’intera struttura. Questo perché è una macchina che viene montata su veicoli leggeri e quindi deve essere il meno pesante possibile per permetterle la massima capacità di trasporto. Le KA sono interamente in acciaio inox con uno spessore delle lamiere

2

rimorchio, con timone regolabile in altezza, adatta a trattrici e veicoli fuoristrada con massa rimorchiabile minima di 1.800 kg. Il modello di punta è la KA 1000 da 0,9 a 1,5 m3, questo per i veicoli da 3,5 tonnellate, che soddisfa le esigenze di molti operatori, oltre al KA 3000 che, adatto a veicoli da 10 tonnellate, è l’ideale per Unimog U300 e U400 ed accontenta la grande flotta ereditata dall’ANAS di Iveco 75 4x4. Lo spargitore serie KA può essere accessoriato esattamente come gli spargitori più grandi di Giletta, come pure l’impianto di umidificazione, con capacità della soluzione di 530 o 800 litri, ed il comando Ecoswave con tutti gli optional possibili, come il Rout replay, il Climtronic e la gestione satellitare. Può partire da un comando base on-off per arrivare al top con tutta la gestione e memorizzazione dei percorsi, con regolazione dello spargimento in funzione delle condizioni climatiche e della temperatura del manto stradale con trasmissione dei dati in tempo reale.

di 2 mm, con verniciatura a polvere; grazie proprio alla saldatura in continuo offre una resistenza meccanica superiore che consente agli operatori di scarrarla anche a pieno carico senza problemi. Proprio per lo scarico e carico continuativo anche la KA può essere fornita con sistema di carramento che sfrutta il ribaltabile del mezzo con rulli e gambe anteriori a rientro automatico. Oltre alle versioni che prendono il moto dall’impianto idraulico del mezzo sono disponibili le versioni con motore ausiliario, con differenti tipologie di motorizzazione, a benzina e diesel, con motori Lombardini, Honda e Kubota. Questa scelta di molteplici marchi di motori è guidata dalla richiesta dei vari paesi in cui Giletta è diffuso, come ad esempio il Giappone, dove la motorizzazione Honda è sicuramente più apprezzata in quanto più diffusa. La capacità delle KA parte da 0,9 m3 e arriva fino a 4 m3 per soddisfare le esigenze di veicoli di ogni dimensione, inoltre è presente una versione più stretta per accontentare le esigenze dei mezzi tipo Ladog e viene anche fornita in versione montata su 1. Interno della nuova tramoggia del Giletta KA, in questo caso con trasmissione a catena 2. Giletta KA in produzione 3. Giletta KA in versione trainata

1

3 Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

15


IGIENE URBANA

Compattatore Merlo su Econic Mercedes-Benz Recentemente, un Mercedes-Benz Econic 1833 è stato allestito dalla ditta Tecnoindustrie Merlo di Bernezzo (CN). Questo veicolo con passo 3.900 mm è caratterizzato da eccezionale maneggevolezza, comfort e sicurezza per gli operatori. Econic è dotato di serie di sospensioni pneumatiche anteriori e posteriori, freni a disco su tutte le ruote e grande visibilità grazie al parabrezza panoramico. Il veicolo è dotato di cambio automatico Allison a 6 marce con retarder, aria condizionata, prese di forza, ed offre posto in cabina a 3 operatori più autista. Tra i pregi del veicolo si ricorda la comodità di salita e discesa degli operatori in cabina attraverso solo 2 gradini da terra. Molto compatto e con motore da 326 CV e 1.300 Nm di coppia offre ottime prestazioni su ogni tipo di percorso. Le caratteristiche tecniche specifiche del compattatore a caricamento posteriore, serie Zenit 14, montato su questo Econic: - capacità del cassone di contenimento rifiuti 14 metri cubi (esclusa la bocca di carico); - volume utile della bocca di carico 1,7 metri cubi; - sistema di compattazione a "monopala articolata"; - rapporto di compattazione da 2:1 a 6:1; - livelli di compattazione impostabili, in funzione della tipologia del rifiuto, direttamente dall’operatore dalla consolle in cabina di guida; - logica di gestione tramite microprocessore dedicato MERLin; - impianto TV a circuito chiuso con monitor a colori ad alta definizione posizionato in cabina di guida e telecamera ubicata in zona posteriore; - alzavoltacassonetti composto da aggancio a pettine (per bidoni carrellati aventi volumetria da 120 240 - 360 litri), aggancio a bracci DIN 1.100 litri ed aggancio a bracci DIN 1.700 litri; - pedane posteriori per il trasporto degli addetti al servizio. 16

Generalmente, le peculiarità tecniche realizzate standard per tutta la gamma Zenit sono: - cassone di contenimento rifiuti costituito da un unico corpo in lamiera di acciaio ad alta resistenza; per aumentare la rigidezza è realizzato con struttura a "guscio"; - le pareti laterali, della portella posteriore, sono realizzate da un’unica lamiera, in acciaio ad alto carico di snervamento, tramite pressopiegatura; - larghezza (luce interna effettiva) della bocca di carico 2,2 metri ; - logica di gestione tramite microprocessore dedicato MERLin.Il sistema di controllo permette tramite il display a LCD, in aggiunta all’impo-

stazione/regolazione di tutti i parametri dell’attrezzatura, di evidenziare/ impostare le seguenti funzioni: visualizzazione delle operazioni di manutenzione preventiva programmata da effettuarsi; conteggio del tempo di lavoro effettivamente svolto dall’attrezzatura; conteggio del numero dei cicli svolto dal gruppo di compattazione; conteggio del numero dei cicli di scarico del cassone di contenimento; conteggio del numero dei cicli dell’alzavoltacassonetti; livelli di compattazione impostati (in funzione della contropressione); contaore per la registrazione del periodo di lavoro;

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


- le boccole delle articolazioni sono realizzate con materiali sintetici autolubrificanti a basso coefficiente di attrito e facilmente sostituibili. L’attrezzatura nel suo complesso non necessita dell’impianto di ingrassaggio e/o dell’impianto di lubrificazione centralizzata; - utilizzo di distributore idraulico a comando proporzionale per il ramo dell’impianto idraulico che sovrintende all’azionamento della portella, della movimentazione dell’alzavoltacassonetti e della paratia di espulsione; - utilizzo di due trasduttori di pressione per il rilevamento delle pressioni nei due rami dell’impianto idraulico;

- gli steli dei quattro cilindri che movimentano la "monopala articolata" sono disposti con gli steli rivolti verso l’alto, permettendo di mantenere gli steli dei cilindri fuori dalla traiettoria dei rifiuti; - dispositivo alzavoltacontenitori, ubicato posteriormente in posizione centrale, comandato da un distributore proporzionale (il rilevamento della

posizione dell’alzavoltacassonetti avviene per mezzo di un encoder); - dispositivo alzavoltacassonetti con funzione shaker: l’ampiezza e la durata degli scuotimenti è impostabile dalla consolle in cabina di guida secondo le esigenze degli addetti, per mezzo della quale è possibile realizzare a fine corsa scuotimenti controllati del cassonetto.


VERDE

Sghedoni ed i suoi "Ferri" del mestiere GHERARDO MARCHELLI

1

Sghedoni S.n.c. di Albereto (MO), azienda specializzata in lavorazioni agromeccaniche, ha già da tempo allargato i suoi interventi nel settore della manutenzione del verde sia pubblico che privato, con appalti diretti o in appoggio ad altri appaltatori, soprattutto nell’area nord del comune di Modena, nella pulizia dei cigli stradali, dei molti canali oltre che nel primo sfalcio di parchi. Per questi lavori Sghedoni ha un parco mezzi attrezzato completamente con macchine Ferri, di cui apprez-

3

za la produttività e l’affidabilità. Per il lavoro di pulizia dei canali ha scelto il modello dedicato appositamente: il ventrale BSV Dominator da 10 metri di sbraccio in versione Power. Con questo braccio Sghedoni gestisce fossi di ogni dimensione, potendone eseguire una pulizia accurata anche sul fondo, quando sono in 2 secca, cosa estremamente importante in un territorio come quello intorno i perni temprati. Questa trincia ha una a Modena, molto pianeggiante che in larghezza di lavoro utile di 1.800 mm caso di forte precipitazione è a con la possibilità di lavorare 10 cm all’esterno della ruota della trattrice rischio allagamento. Il BSV è stato acquistato nella sua con inclinazione da -60° a +90°. massima conformazione di equipag- Per i cigli stradali in presenza di giamento, con impianto motori e guard rail, vista la loro proliferaziopompe a pistoni Sauer Danfoss, ne, Sghedoni da questa stagione si comando a joystick a bassa pressio- è attrezzato ed utilizza con estrema ne proporzionale e controllo flottante soddisfazione lo scavallatore Ferri della testata sul distributore idraulico. SKI dx. Questa scelta di tecnologia è stata Questo modello si distingue per la fatta nell’ottica delle massime presta- sua particolare struttura con perno zioni e del comfort, che ne aumenta- centrale su cui ruota l’intero apparato no il rendimento di lavoro con i con- falciante. SKI è caratterizzato dalla possibilità seguenti ritorni economici. Il Ferri BSV lavora applicato ad un di rotazione di 150° del montante esterno, dispositivo brevettato, che trattore New Holland TM 135. Per lo sfalcio dei cigli dei canali e rende molto più facile il superamento delle strade senza guard rail un Fiat 800 è allestito con una trinciatice a 1. 3. Ferri TKV 65 Kontrol su trattore New Holland 100 sbalzo laterale Ferri ZL in versione professionale, che vede una doppia 2. Comando a joystick Ferri carcassa, rinforzi nei punti del telaio 4. Ferri BSV Dominator applicato ad un New Holland TM 135 soggetti ad un maggiore sforzo e tutti

4 18

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


degli ostacoli presenti sulle banchine, aumentando considerevolmente la produzione quando si lavora in presenza di parecchi pali della segnaletica, illuminazione e piante; inoltre, mentre si supera l’ostacolo è possibile continuare a tagliare l’erba con la lama interna. I guard rail installati di recente creano grandi problemi per posizionare l’attrezzatura in fase di lavoro e rimetterla in fase di trasferimento: con questo dispositivo di apertura dell’arco esterno tali problemi sono risolti, migliorando la qualità e la produttività. La visibilità dal trattore sull’attrezzo e sulla strada risulta ottimale. L’altezza di taglio è regolabile sollevando o inclinando l’arco tramite comandi idraulici ed uno spostamento laterale idraulico di 55 cm consente all’operatore di posizionarsi alla distanza adeguata dai differenti guard rail sui quali deve andare ad operare. Il raiber viene applicato ad un nuovo McCormick MX 115 sovradimensionato per questa attrezzatura, che può lavorare anche con trattrici da 80 CV. Scelta dettata dalla facilità di carramento di SKI che consente di utilizzare il trattore per altri lavori. Nella progettazione del raiber SKI sono stati ridotti gli ingombri in altezza ed in chiusura per il trasporto; inoltre è stato adottato un distributore idraulico per i martinetti di movimentazione. Il distributore ha in dotazione una sicurezza idraulica posta in corrispondenza di ogni bobina per eseguire le manovre di emergenza qualora ci fosse un guasto. Il comando in cabina è una scatola di comando elettrico a doppio joystick. La console di comando consente di effettuare i controlli: presenza di un selettore per gestire il radiatore mediante bulbo (in automatico) oppure manualmente; spegnimento del motore esterno se l’arco non è in posizione di lavoro, a salvaguardia della sicurezza; spegnimento del motore interno se il portale non è in posizione di lavoro quando si sta eseguendo, ad esempio, una chiusura dello stesso, a salvaguardia della sicurezza; pulsante di esclusione/attivazione chiusura automatica dei piatti; controllo durante la fase di chiusura: mediante un microinterruttore si controlla se l’arcone viene correttamente posizionato prima di eseguire la completa chiusura della macchina, al fine di evitare inconvenienti di errata chiusura con conseguente possibilità di rovinare alcune parti della macchina. A differenza di altri raiber SKI può gestire l’apertura/chiusura dei piatti, sia in automatico (mediante 2 microinterruttori si attua l’attivazione della chiusura dei piatti quando incontrano un ostacolo), che manuale (per evitare un ostacolo che si pone tra i due piatti senza la necessità di dover aprire l’arcone). La larghezza del portale è di 940 mm ed il peso della macchina è di 980 kg - 1.150 kg. La capacità del serbatoio è di circa 150 l con circa 165 l di olio idraulico. La larghezza di taglio utile è di 1.200 mm. Sono montabili tre diverse misure di piatti portacoltello con diametro da 800, 700 e 600 mm, con due diverse possibili configurazioni di coltelli a slot e a lama unica. La rotazione delle lame è di 2.850 giri/min con presa di forza a 1.000 giri (antiorario) anche se è possibile concordare altre predisposizioni. I motori lavorano alla pressione di 200 bar ed i martinetti a 220 bar, con un moltiplicatore elicoidale ad alta trasmissione di coppia per una potenza assorbita da ciascun motore di circa 30 CV. Sempre per i cigli stradali Sghedoni opera con un New Holland 100 con un braccio ventrale Ferri TKV 65 Kontrol Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

19


5

6

sempre in versione Power. Questo braccio ventrale studiato da Ferri appositamente per la gestione dei cigli stradali con uno sbraccio da 6,5 m ed una geometria che, oltre a vedere il posizionamento nella parte alta del braccio ed un attacco al trattore alto, permette ai bracci di richiudersi completamente. Tali caratteristiche consentono di lavorare in presenza di guard rail, utilizzando tutto lo sbraccio, avere un minor ingombro per superare ostacoli verticali a bordo strada, lavorare con la testata a filo ruota ed in verticale praticamente sopra al trattore. Questi vantaggi sono estremamente favorevoli proprio per poter lavorare in profondità anche con il minor ingombro possibile della carreggiata, fattore estremamente importante nel lavoro in strade

7

strette. Anche la TKV è stata acquistata nella versione massima di allestimento con impianto motori e pompe a pistoni Sauer Danfoss, comando a joystick a bassa pressione proporzionale e controllo flottante della testata sul distributore idraulico. Il comando proporzionale permette di risparmiare tempo nei movimenti del braccio, potendo accelerarli aumentando la pressione sulla leva di comando; inoltre sono gestibili tre movimenti in contemporanea per un’ulteriore velocità di movimento. Il flottante semplifica il lavoro consentendo di posizionare la testata senza doverla più gestire: l’autista può così controllare i soli movimenti del braccio. Sghedoni si è inoltre fornito di testata

rotofosso e di due testate trinciarami di differenti dimensioni per lo sfalcio delle siepi e le potature, applicabili in maniera estremamente rapida ai bracci. La TKV, grazie alla possibilità di un lavoro verticale senza ingombri, permette proprio di lavorare con la trinciarami senza ingombri e quindi di potare gli alberi a lato delle piste ciclabili, sempre più presenti, che hanno uno spazio estremamente esiguo, praticamente della larghezza del trattore. 5. Ferri BSV Dominator 6. Ferri ZL su Fiat 800 7. 8. 9. 10. Superamento ostacolo dello scavallatore Ferri SKI dx applicato ad un trattore McCormick MX 115

8

10

9 20

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


MANUTENZIONE STRADE

Black Top per riparazioni durature anche d’estate GHERARDO MARCHELLI Il Comune di Sora ha scelto di operare con il Black Top, offerto in Italia da Insta service, per la riparazione dei manti stradali nei casi di emergenza. La scelta è stata effettuata in un primo tempo per le particolari caratteristiche di maneggevolezza nello stoccaggio del materiale, per poi accorgersi anche delle sue doti di durata. Il costo del Black Top, anche se superiore rispetto ad altri materiali a freddo, per il Comune di Sora già si giustificava per la sua praticità di utilizzo, grazie ad i suoi fustini che permettono un netto risparmio nello spreco del materiale. Infatti questo si utilizza interamente, al contrario dell’asfalto a freddo in sacchi, precedentemente utilizzati, che presentavano l'inconveniente di non poter sfruttare l'eccedenza, oltre ad offrire già in partenza un 30% di materiale parzialmente secco, quindi non utilizzabile. La praticità del Black Top, sottolineata dal tecnico che lo ha applicato, è la possibilità di stoccarne un certo quantitativo ed averlo sempre a disposizione, con l’unica accortezza di ribaltare il fusto pochi minuti prima dell’intervento. Il materiale risulta interamente stendibile e l’eventuale parte in eccesso può essere tenuta all’interno del fustino per successive riparazioni nell’arco di qualche ora, senza sporcare il furgoncino. Avendolo per ora applicato solo in primavera ed estate, non hanno ancora potuto testare le doti invernali del Black Top, che permettono interventi in condizioni climatiche estreme a tutte le temperature ed in presenza anche di acqua e neve. La prima riparazione, eseguita in aprile, ha messo subito alla prova il nuovo materiale, vedendolo alle prese con una vera e propria voragine di 30 cm di profondità e 40 cm di diametro in un incrocio particolarmente trafficato, in presenza di asfalto umido. Dopo aver eseguito una ricarica, la voragine è stata completata con circa 5 cm di spessore di Black Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

Top, con un risultato estremamente efficace, che anche dopo qualche mese non presenta alcun distacco.

Tutte le riparazioni fino ad ora eseguite non hanno ceduto evitando ai tecnici successivi costosi interventi.

21


VERDE

Pezzolato per le biomasse Con due stabilimenti produttivi che sorgono su un’area complessiva di 45.000 m2 di cui 25.000 m2 coperti, 150 dipendenti ed una rete commerciale che copre tutto il territorio italiano e parecchi paesi europei nonchè extraeuropei, Pezzolato S.p.A. è sicuramente tra i leader europei nella costruzione delle macchine per la prima lavorazione del legno. Tra i principali prodotti della Pezzolato ci sono le macchine segatronchi, le macchine per la preparazione della legna da ardere e quelle per la produzione del cippato, per la triturazione del legno e per la preparazione del compost. Negli ultimi anni, a causa della crisi petrolifera che attraversa l’Europa, ma anche grazie ad una maggiore sensibilizzazione della popolazione riguardo ai problemi ecologici ed alle fonti di energia rinnovabili, la possibilità di utilizzare il legno come combustibile è diventato un argomento molto dibattu-

to ed anche molto interessante dal punto di vista economico. La possibilità di utilizzare il legno al posto del petrolio consente non solo di smaltire intelligentemente e proficuamente i rifiuti legnosi come le potature, i rifili delle segherie, i pallet e gli imballaggi usati, ma anche di pulire e mantenere idoneamente i nostri boschi . I moderni sistemi di produzione di energia elettrica e calore funzionano con il "cippato", cioè con pezzi di legno opportunamente triturato e calibrato che vengono immessi nella caldaia e bruciati; questi sistemi funzionano bene se il cippato che alimenta la caldaia è di ottima qualità e sopratutto uniforme. Per questo utilizzo Pezzolato offre una vasta gamma di macchine cippatrici, da quelle per la triturazione di rami, arbusti e piccoli tronchi residui della potatura a quelle in grado di cippare tronchi con diametro fino a 80

cm e con produttività orarie di cippato anche fino a 180 m3/h. La serie H è la serie leggera adeguata alla triturazione di rami e tronchi fino a 30 cm come i residui della potatura delle aiuole a bordo strada o nei parchi pubblici; i cippatori di questa serie sono dotati di un disco rotante con 2, 3 o 4 coltelli a seconda del modello. All’uscita del materiale inoltre è stata inserita una serie di microcoltelli per garantire la buona calibratura del materiale. La serie H può essere azionata dalla presa di forza del trattore o dell’Unimog, da un motore indipendente o da un motore elettrico per le installazioni fisse, e può oltretutto essere montata su rimorchio agricolo o stradale, su cingoli oppure direttamente sul sollevamento a 3 punti del trattore. Particolarmente importante è la possibilità dei cippatori Pezzolato di aprire completamente il rullo di alimentazione tramite un comando idraulico permettendo così di inserire tronchi di grosse dimensioni anche con l’estremità piatta, senza richiedere cioè la spuntatura preventiva. La serie PTH è dedicata ad un uso professionale per chi ha necessità di cippare tronchi di diametri elevati con alte produttività. Il sistema di taglio è a tamburo rotante con 2 coltelli e griglia in uscita per avere una maggiore uniformità del materiale cippato, il materiale viene convogliato al tamburo grazie ad una tramoggia dotata di catena di alimentazione. Come la serie H, anche la serie PTH può avere diversi azionamenti, presa di forza del trattore o motore ausiliario, e può essere montata su rimorchi o fissata al cassone del camion. Tra gli altri accessori disponibili ci sono il dispositivo "no stress" che blocca temporaneamente l’alimentazione del materiale in funzione del numero di giri 1. Sminuzzatrice a martelli S7000 al lavoro presso un’isola ecologica 2. Cippatore a tamburo PTH1000 3. Sminuzzatrice a martelli S9000

1

2

3 22

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


del motore, il caricatore con pinza per alla produzione di compost per materaccogliere il materiale e il radiocoman- riale derivante dalla raccolta differendo per permettere di gestire le princi- ziata del verde urbano dalle isole pali funzioni del cippatore anche quan- ecologiche. Sono macchine dedicate do l’operatore è sul mezzo di carico. sia ai comuni con esigenze di smaltiSi è sottolineato come nella produzione di cippato sia di fondamentale importanza la calibratura uniforme del materiale in modo da garantire il regolare funzionamento delle coclee che alimentano le caldaie le quali, in caso contrario, potrebbero bloccarsi. Per le macchine comunali e la gestione dei rifiuti Pezzolato propone inoltre altre due serie di prodotti: la sminuzzatrice a martelli serie S e il trituratore serie PZ. Si tratta di macchine principalmente dedicate alla riduzione dei volumi legnosi da smaltire e 4

5

mento di piccola entità, sia ai grossi centri di raccolta che devono gestire grandi quantitativi di materiale. Pezzolato sarà presente, con prove dimostrative, alla manifestazione Bosco e Territorio che si terrà ad Usseaux (TO) dal 7 al 10 settembre e alla prossima fiera Eima di Bologna dal 15 al 19 novembre, dove presenterà tutta la gamma di cippatori e biotrituratori, insieme alla sua ormai nota gamma di macchine automatiche e semi automatiche per la produzione di legna da ardere e alle macchine segatronchi orizzontali. 4. Cippatrice a disco H880 al lavoro 5. Cippatore a tamburo PTH900 6. Sminuzzatrice S1300

6

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

23


VERDE

Hymach J-Fox GHERARDO MARCHELLI

1

L’azienda Hymach S.r.l. di Stienta in provincia di Rovigo, nota costruttrice da anni di macchine per la manutenzione del verde, ha reso noto che il semovente allestito per lo sfalcio erba, J-Fox, in scarpate profonde, dopo diversi test, è pronto al via nella sua versione definitiva.

Il semovente nasce dalla collaborazione con la ditta Barigelli & Ceccarelli, affermata produttrice di macchine semoventi, e la stessa Hymach, la quale ha contribuito individuando quegli accorgimenti specifici che la grande esperienza nel campo dei tagliaerba ha suggerito per ottene-

re un mezzo effettivamente idoneo ad essere adibito a questo tipo di lavoro e perchè il risultato fosse una macchina robusta ed affidabile ed allo stesso tempo semplice da usare anche con i bracci più lunghi. Il mezzo, con i suoi 154 kW di potenza (209 CV), 6 cilindri in linea, trasmissione idrostatica 4 ruote motrici, 3 tipi di sterzata (classico sulle due ruote davanti ovvero su quelle dietro se in guida retroversa, su tutte e quattro le ruote e a granchio), impianto elettrico 12 volt e un peso massimo allestito con attrezzature di 9.500 kg, consolida le promesse che già il prototipo aveva preannunciato. Tra le diverse applicazioni per cui JFox nasce, la più specifica è sicuramente quella per lavoro di sfalcio erba in scarpate di canali di bonifica, che, come spesso accade, sono particolarmente profonde e caratterizzate da una vegetazione mista a volte molto impegnativa. Con il braccio Extreme si arriva a una profondità di 12,50 m, ma allo stesso tempo, grazie alla tripla articolazione ed a un terminale telescopico a ben 3 stadi, la macchina si presenta chiusa, decisamente compatta e poco ingombrante, tanto da rientrare in sagoma con il mezzo stesso per una agevole circolazione su strada. L’attacco del braccio centrale al mezzo è dotato di una rotazione tale da permettere allo stesso di essere operativo in tutte le angolazioni intermedie dalla posizione laterale a quella posteriore, in modo da lasciare all’operatore la più ampia scelta di posizionamento dell’attrezzatura secondo le necessità del momento. Il semovente è inoltre dotato di 1. Hymach J-Fox si esprime al massimo nelle scarpate profonde con vegetazione mista erbacea e arbustiva 2. Hymach J-Fox in posizione chiusa

2 24

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


postazione di guida reversibile con comando idraulico all’interno di cabina tutta vetro, insonorizzata e con aria condizionata, che permette l’utilizzo della macchina in senso di marcia e in senso contrario senza limitazioni di visibilità e con la massima praticità d’uso. La testata trinciatrice per potersi allineare alle diverse posizioni che il braccio può assumere, e per poter

essere utilizzata anche in guida retroversa, è dotata di ralla che le consente di eseguire una rotazione completa sul piano orizzontale. Particolare di notevole rilevanza tecnica è la possibilità che ha la cabina di traslare longitudinalmente per portare l’operatore nella posizione migliore, per poter tenere sottocontrollo l’attrezzatura senza perdere di vista la strada su cui circola, riducendo così la necessità di dover ruotare la testa dalla strada alla testata utensile e viceversa: questo in totale sicurezza di guida. Il sistema di articolazioni e gli sfili permettono di movimentare il brac-

cio nelle posizioni di lavoro estreme e quindi poter affrontare anche le situazioni più disagevoli (alberature, scarpate profonde, terrapieni, banchine), nonché di effettuare il lavoro dal basso verso l’alto con mezzo fermo così da falciare anche nei

3. Grazie alla rotazione del braccio ed allo spostamento in avanti o indietro della cabina è possibile avere sempre sotto costante controllo sia l’attrezzo falciante che il fronte strada riducendo lo stress dell’operatore che con i sistemi tradizionali deve comunque girare la testa dal lato strada all’attrezzo o viceversa 4. Particolare della traslazione della cabina di guida con riferimento alla posizione del braccio tutto esteso 4

3 Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

25


5

punti più scomodi o utilizzare una cesta tagliaerbe. Il braccio è costruito in acciaio ad alta resistenza ed elasticità, idoneo ad ottenere l’effetto canna da pesca; i perni e le boccole, in quanto particolari di fulcro del braccio e quindi sottoposti a continue sollecitazioni, sono cementati e rettificati come lo sono da sempre in tutti gli altri prodotti Hymach. La testata trinciatrice ha chassis ad arco, conformazione che aiuta lo scarico del materiale trinciato, carter anteriore apribile e larghezza utile di taglio di 120 cm, ma è possibile installare testate da 100 o 150 cm. ll rotore di serie, a doppio senso di rotazione, ha coltelli disposti ad elica per ottenere un taglio costantemente uniforme, ma è intercambiabile con qualsiasi altro rotore Hymach per i più svariati tipi di vegetazione; il sistema di taglio può essere scelto tra diverse soluzioni secondo il tipo di vegetazione da falciare; il rullo di appoggio è regolabile per ottenere l’altezza di taglio ideale. L’impianto di funzionamento dell’attrezzatura è integrato nell’impianto proprio del mezzo ed è costituito da pompe a pistoni e distributore elettroidraulico proporzionale a sezioni compensate con comandi a mezzo di 26

5. Il lavoro vicino a bordo strada: - grazie all’ampia rotazione del braccio la testata può essere posizionata a filo ruota per poter falciare fin dal ciglio stradale senza ingombrare la carreggiata oppure può essere posizionata dietro alle ruote posteriori per falciare tenendo le ruote lato strada sul ciglio stesso se la consistenza del terreno lo permette: la reversibilità del senso di marcia viene particolarmente utile in queste posizioni - sfalcio vicino alla ruota con braccio diritto: posizione classica di lavoro sui bordi stradali - sfalcio vicino alla ruota con primo braccio inclinato: posizione particolarmente indicata in caso di sfalcio in presenza di alberature o cavi aerei 6. La macchina in alcune posizioni di lavoro: - a filo ruota sul bordo strada in posizione di guida retroversa - sul primo tratto della scarpata - con il braccio esteso 6 7. Semplicità nello sfalcio avanti e Sono previste a tale scopo, oltre a indietro (ovviamente nei cantieri quella laterale, altre tre posizioni di dove è permesso): l'operatore attacco ove installare attrezzature per stoppa la funzione falciante, la manutenzione del verde come pure sposta in avanti la cabina, avvia per quella delle strade estiva o inverla rotazione (idraulica) della nale: su sollevatore (o piastra portatpostazione di guida, ruota la trezzi) anteriore o posteriore con colletestata utensile e la posiziona gamento alla rispettiva PTO, o ancora per la passata successiva di sulla piattaforma dietro cabina. sfalcio J-Fox è l’ideale con le macchine per il verde ma con il valore aggiunto di manipolatore monoleva che, come gli essere un vero e proprio semovente altri comandi del semovente, tutti multiuso. ergonomici per la migliore presa e per una corretta postura, è in posizione tale da essere agevolmente usato dall’operatore. Sono già previsti altri allestimenti, in particolare l’accoppiamento di scavallatori per lo sfalcio combinato in banchina e in scarpata anche in presenza di guard rail, paracarri, segnaletica... ma anche un braccio da installare sulla piattaforma portattrezzi posteriore per lavoro a destra e a sinistra del mezzo stesso. J-Fox è comunque un mezzo altamente versatile: può essere infatti allestito con diverse attrezzature per lavori in combinata o alternative fra loro; la caratteristica essenziale è che in qualsiasi caso l’attrezzatura specifica può essere facilmente staccata per dedicare J-Fox ad un diverso utilizzo. 7 Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


FONDENTI

Fuxor ora anche in sacchi da 10 kg GHERARDO MARCHELLI MVG S.r.l. di Faenza, che opera da molti anni nel campo della commercializzazione di fondenti invernali per disgelo stradale, ha deciso di introdurre sul mercato il sacco da 10 kg del suo Fuxor Standard per permettere a chiunque di avere a disposizione la quantità di sale per interventi puntuali. La scelta si delinea naturalmente ottimale per la diffusione del prodotto tramite punti vendita (hobbistica, materiali edili, consorzi agrari) con l’obiettivo di raggiungere anche gli utenti privati che potranno avere a disposizione un giusto quantitativo di sale per sciogliere il ghiaccio davanti a casa, in una confezione che ne consente uno stoccaggio duraturo. Agli operatori della viabilità invernale il nuovo formato potrà consentire una distribuzione mirata in punti critici per l’utilizzo al bisogno, senza dover per forza utilizzare i sacchi più grandi, evitando uno spreco e semplificando il trasporto del materiale. Il prodotto scelto, per ora, per questo nuovo formato di distribuzione è il Fuxor Standard, cloruro di sodio alto titolo anidro selezionato con fluidificante. MVG naturalmente propone ai profes-

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

sionisti della viabilità invernale una gamma completa di fondenti con altre tre linee di prodotto che vanno ad accontentare tutte le esigenze: Fuxor (cloruro di sodio umidificato con antiammassante), Fuxor p 80 (cloruro di calcio), Fuxor Extra 30, cloruro di calcio in soluzione (26% e 35%) e cloruro di sodio in soluzione (26%). Il Fuxor Extra 30 è il prodotto più innovativo della linea Fuxor: è una formulazione speciale di sei componenti tra cui i principali sono cloruro di calcio 77 / 80% e cloruro di sodio ad alto titolo anidro; il tutto viene sottoposto ad un particolare procedimento di fluidificazione. Nato dall’esperienza maturata con alcuni enti, e dalla ricerca sviluppata nel tempo, la direzione commerciale della MVG sta raccogliendo estremo interesse nelle ultime stagioni invernali da parte degli operatori specializzati. L’estrema igroscopicità favorisce l’assorbimento spontaneo dell’umidità dell’atmosfera anche ad umidità relative molto basse (45 - 50%), permettendo la dissoluzione del ghiaccio soprattutto con temperature fredde e secche, il che rende possibile il tratta-

mento preventivo anche con umidità relativa non elevata su strade asciutte con traffico e vento. L’elevata deliquescenza (solubilità) anche a basse temperature provoca un abbassamento della tensione di vapore al di sopra della soluzione fondente. Inoltre è importante, nel processo di fusione di ghiaccio o di strati compatti di neve, l’esotermicità del processo di fusione. Ossia: il contatto con acqua provoca sviluppo di calore, accelerando quindi la velocità di fusione fin dai primi momenti del trattamento, creando un notevole vantaggio agli operatori. Il Fuxor Extra 30 ha anche una prolungata azione di fusione nel tempo e, sfruttando la durezza dei suoi cristalli, permette una buona azione meccanica. La particolare formulazione del Fuxor Extra 30 permette di sfruttare le caratteristiche dei vari componenti per ottenere un prodotto che si prefigge di essere economicamente vantaggioso, efficace e rispettoso per l’ambiente. Questo prodotto ha come unico limite logistico l’impossibilità di essere stoccato alla rinfusa in piazzale, poiché si attiverebbe mediante l’assorbimento dell’umidità esterna; per questa ragione il prodotto è fornito per silos, big bags sacconi, oppure in sacchi da 25 kg. Il sacco ha un trattamento anti UV ed è di materiale plastico più spesso del normale, per evitare lacerazioni e permettere una durata lunga nel tempo per chi fa scorte. Su ogni sacco sono riportate le istruzioni per la manipolazione del prodotto dal punto di vista della sicurezza sul lavoro, comunicando le informazioni agli operatori (anche se non sono prodotti tossici).

27


STRADE E SICUREZZA

Dolomiti in bellezza e sicurezza MARCO MURARO Se capita di percorrere la Strada Statale 51 di Alemagna, nella cornice delle Dolomiti, in terra di Cadore, per il turista come per l’abitante della zona, ai margini della strada, per una lunghezza di oltre 5 km, appare una novità. La strada non offre mai grosse sorprese: le sue infrastrutture si ripetono, per vincoli di sicurezza e quasi sempre non attente all’impatto estetico. Eppure, sullo sfondo delle Tofane, ai margini della strada, sembra impercettibile la presenza di un guard rail. Anas Belluno, compartimento di Venezia, con grande lungimiranza, attenta alla sicurezza, quanto all’ambiente, ha voluto arricchire uno dei più spettacolari e panoramici tratti stradali di un elemento infrastrutturale nuovo: la barriera di sicurezza stradale in legno-acciaio. Scelta coraggiosa e innovativa, premiata da un risultato eccellente per l’integrazione ambientale del prodotto. La S.S. 51, per tipologia di traffico, ha richiesto l’utilizzo di una barriera tipo H2 bordo laterale, adatta al contenimento del traffico pesante. La barriera installata nel tratto del Cadore è il modello Leonessa bordo laterale, prodotto dalla SCT S.r.l. di Brescia. L’Anas di Belluno ha quindi dato una continuità ai lavori di sostituzione dei vecchi guard rail metallici non più a norma, con barriere stradali di sicurezza a basso impatto ambientale misto acciaio-legno, più moderne e più consone all’ambiente montano e turistico, cominciati nel 2001, volendo nuovamente affidarsi alla ditta che

28

nel 2003 aveva fornito circa 20 km di apprezzatissime barriere modello Brixia, sempre in legno-acciaio con corrente di base classe H1, per la zona di Cortina d’Ampezzo fino al passo Cimabanche (Lavori Pubblici n. 3 luglio - agosto 2003). L’azienda lombarda produce e installa una barriera classe H2 rivestita da legno di pino massello, accuratamente trattato in autoclave. Grazie a tale lavorazione, il legno è garantito 15 anni dai fenomeni di putrescenza e degrado causato da insetti e parassiti. Il disegno tondo del tronco permette il facile inserimento nel contesto boschivo di una strada di montagna, consentendo la perfetta integrazione dell’infrastruttura nel paesaggio. L’acciaio utilizzato è del tipo Corten, senza lavorazioni di zincatura. L’acciaio assume rapidamente il colore del legno, a seguito dell’azione dell’acqua, senza ulteriore corrosione, con garantita durata nel tempo. Gli elementi che la compongono sono i medesimi di un’analoga barriera in acciaio zincato della stessa classe. Il rivestimento in legno viene applicato sia sulla lamina orizzontale con tre semipali che la rivestono completamente, sia sul montante. Nel corso della posa la ditta Pagone S.r.l. di Bari, aggiudicataria dei lavori che hanno interessato nel mese di agosto 2005 la S.S. 51, piacevolmente soddisfatta di installare qualcosa di esteticamente bello, senza offendere con la presenza del ferro zincato il paesaggio che la natura riserva alla

zona, ha ricevuto consensi e manifestazioni di apprezzamento per la qualità estetica e strutturale del materiale. I comuni del Cadore attraversati dalla Statale di Alemagna, nei tratti d’installazione della barriera in legnoacciaio, hanno ripetutamente chiesto informazioni ed espresso volontà di considerare tale prodotto anche per altre strade della zona. Il titolare, Francesco Pagone, ha riferito di manifestazioni di apprezzamento anche da parte della D.L. Anas, in relazione alla qualità e all’ottimo inserimento estetico della barriera SCT nel contesto paesaggistico. Il successo della barriera in legno è dovuto alla cresciuta sensibilità degli operatori del settore ad una nuova attenzione ai valori d’integrazione, essendo una risposta intelligente e lungimirante alle esigenze ambientali, oltre ad un ottimo stimolo per lo sviluppo turistico, quindi un investimento non solo sulla strada, ma per la strada. Ciò significa, eticamente: rispetto dei valori ambientali; esteticamente: bellezza del prodotto senza impatti sul paesaggio; etnicamente: inserimento del prodotto nel patrimonio storico e culturale, con attenzione all’equilibrio di ecosistema. L’impressione che suscita la visione di tale opera è la considerazione che finalmente tutti gli operatori hanno lavorato, fin dal progetto, per un’integrazione attenta alle esigenze ambientali, ai valori intrinseci dell’opera, rispettando i primari canoni di sicurezza.

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


IMPIANTI SPORTIVI

Nessun rischio per chi gioca sui campi da calcio in erba sintetica I primi risultati divulgati a maggio dalla Commissione del Ministero della Salute non giustificano i messaggi di certa dannosità per la salute degli individui apparsi sui media nazionali. La FIFA ritorna sull’argomento con una lettera aperta che chiarisce definitivamente la sicurezza dei granuli da intaso ottenuti dal riciclaggio degli pneumatici. E' stato quindi superato l’allarme creatosi all’inizio del mese di maggio a seguito della diffusione incontrollata tramite i media nazionali di alcuni risultati parziali ottenuti da una Commissione di Inchiesta istituita dal Ministero della Salute sui campi da calcio in erba artificiale. La commissione aveva infatti effettuato una prima indagine conoscitiva, a seguito della quale avrebbe dovuto, se del caso, stabilire delle procedure e metodologie di analisi, per verificare l’eventuale tossicità di tutti i materiali utilizzati nella costruzione di campi in erba artificiale. La Commissione non è andata al di là del primo risultato orientativo, utile solo alla definizione di un programma di attività più esteso. A seguito comunque dell’allarme creatosi presso l’opinione pubblica, ed in particolare gli sportivi e gli altri utilizzatori dei campi, la FIFA ha ritenuto opportuno intervenire con una lettera aperta, nella quale si chiarisce che non vi è alcun rischio per la salute umana né per l’ambiente. La FIFA, a supporto delle sue dichiarazioni, cita una lista di 27 referenze di ricerche e studi condotte in tutto il mondo da qualificati Enti di Studio e di Ricerca. Rimane da chiedersi a quale scopo la Commissione sia stata istituita, visto la già ampia letteratura in materia, e perché la Commissione non abbia concluso i suoi lavori, prendendo anche in considerazione le rilevanti conoscenze già disponibili in ambito scientifico. non convalidano la possibilità che ci possa essere rischio di Zurigo, 12 luglio 2006 effetti cancerogeni derivanti dall’esposizione ai granuli SBR. Lettera aperta riguardo al rischio potenziale Per ulteriori informazioni consultare la lista delle analisi del cancro dall’utilizzo dei granuli da intasamento effettuate qui di seguito riportata. del tappeto erboso artificiale Prof. Dr. Jiri Dvorak - FIFA Come sapete, sia FIFA che UEFA hanno investito notevoli risorse negli ultimi anni nello sviluppo dell’erba artificiale e per avvicinare le persone al gioco del calcio ad ogni livello ed in un ambiente sicuro. Entrambe le organizzazioni sono state informate sui recenti studi che hanno ipotizzato un potenziale rischio cancerogeno dall’utilizzo dei granuli di gomma nell’intaso dei campi in erba artificiale. FIFA e UEFA hanno studiato questa relazione ed hanno analizzato il rischio in questione. In particolare, abbiamo rivisto i risultati dei numerosi studi prodotti sul caso ed elenchiamo qui sotto i risultati finali di quest’analisi: * Gli studi fin qui analizzati, hanno concluso che i PAHs (idrocarburi aromatici polinucleari) non possono essere rilasciati o al massimo vengono liberati in maniera trascurabile dall’abrasione degli pneumatici. (Università di Dortmund - Istituto per la ricerca Ambientale, 1997). Studi Epidemiologici intrapresi dall’Istituto degli effetti sulla salute, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e da altri ricercatori/Istituti non implicano che l’usura del pneumatico in particelle nell’aria possano influire negativamente sulla salute umana (malattie respiratorie e cardiovascolari). * Il risultato dell’abrasione del pneumatico produce particelle molto più sottili del granulo utilizzato come intaso per l’erba artificiale. Le ricerche dimostrano che più le particelle sono sottili, rispetto al granulo da intaso, e maggiore è il rischio che lascino fuoriuscire sostanze chimiche. * Le ricerche effettuate sui granuli usati per l’intaso del manto in erba sintetica hanno dimostrato che rispetto ai granuli più sottili quelli usati per i campi da calcio hanno un potenziale di emissione molto basso. Il Ministero per l’Ambiente danese ha concluso che il rischio per la salute dei bambini che giocano su superfici costituite da granulo SBR e pneumatici riciclati è insignificante. Tutte le analisi disponibili nel panorama medico-scientifico Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

30


1

TRASPORTI

Un carro ponte da 40 tonnellate per 915 x 80 m Il 1° luglio Michael Lantschner con giustificato orgoglio ha presentato l’ultima realizzazione Seik: lo Skytruck. Si tratta di un carro ponte per 40 tonnellate che permette l’operatività su un’area di 915 x 80 metri, per realizzare un ponte ferroviario in India, sul fiume Chenab (un affluente dell’Indo lungo circa 1.100 km tra Pakistan ed India); ponte che risulterà il maggiore del mondo, almeno per quanto riguarda le realizzazioni in ambito ferroviario, sia per altezza (356 m dal livello dell’acqua) che per luce dell’arco (485 m); la lunghezza totale del ponte, che prosegue oltre all’arco principale, arriva a 1.315 m. La realizzazione è in acciaio (se ne prevede l’utilizzo di 25.000 t) e quindi cementata per aumentarne la rigidità. A complicare il progetto sono i venti locali che sono stati previsti fino a 256 km/h; inoltre la costruzione è nella zona sismica cinque (la più alta dell’India): i calcoli hanno considerato sismi fino a 8,5 gradi della scala Richter. Le temperature dell’aria raggiungono 50°C, il che ha portato ad un sovradimensionamento dei raffreddamenti dei motori. Per una costruzione record la Seik ha predisposto una realizzazione che sembra non avere mai avuto pari al mondo: sulle otto funi portanti (ø 54 1. Skytruck alla sua presentazione 2. Estremità con diesel e serbatoi 3. Estremità con argano a tamburo e passerella di collegamento da uno Skytruck all'altro 2 30

mm), lunghe quasi un chilometro, si sposteranno 120 tonnellate. Il ponte si trova in Kashmir e rientra nella costruzione di una nuova linea delle ferrovie del Nord dell’India, che intendono espandere la rete ulteriormente a Nord fino nei pressi del confine con il Pakistan. Per la logistica di una realizzazione straordinaria si sono cercate in tutto il mondo le soluzioni idonee. La scelta si è orientata sulla proposta della Seik che riguardava un carro ponte a funi come già realizzato a Pragelato per la costruzione dei trampolini olimpici (quota neve n. 122 novembre dicembre 2003) dove il carro ponte era chiamato a servire una zona di circa 450 x 50 metri con un dislivello di 250 m ed una capacità in sollevamento e traslazione di 8,5 tonnellate. La maggior caratteristica del cantiere indiano riguardava la larghezza della zona da servire: circa 80 m per arrivare a considerare le basi degli archi ed i loro dintorni per la messa in sicurezza (disgaggi); una larghezza preclusa ai normali blondin. A questa richiesta Seik ha risposto proponendo due

Skytruck: due carri ponte, da 40 m di larghezza e 20 tonnellate di sollevamento ognuno, che affiancati possono lavorare in tandem (con adeguati sensori per garantire il parallelismo di tutto l’impianto) tramite una sottostante traversa (36 m di lunghezza e 4 tonnellate di peso) che permette di sollevare e traslare carichi fino a 40 tonnellate. Dato che i due carri ponte gemelli pesano circa 40 t ognuno, sulle funi si arriverà ad un peso totale possibile di circa 120 tonnellate. La logistica particolare del sito, che non è servito da linee elettriche e telefoniche, con strade di accesso che limitano i pesi e gli ingombri possibili, ha ulteriormente caratterizzato la soluzione Seik. Su entrambe le travi, che possono lavorare disgiuntamente (in questo caso la traversa di unione viene parcheggiata appesa ai piloni terminali) od in tandem, è stato inserito il generatore di energia (diesel Mercedes da 420 kW, con gruppo idraulico Rexroth e serbatoi da 600 litri sia per gasolio che per olio idraulico). La soluzione evita la necessità dei cavi elettrici a trascinamento (un’idea Seik) di grossa dimensione per il collegamento tra terra e macchina, che per servire una lunghezza di quasi un chilometro avrebbero avuto un peso maggiore. Motore, generatore e serbatoi sono stati posti ad una estremità della struttura tralicciata, dall’altra l’argano principale (5 t in tiro diretto, arriva fino a 9 t, e 20 t con tiro in quarta; velocità fino a 9 m/sec), una soluzione che riesce a bilanciare bene la struttura che grava sulle funi. Ogni carro ponte è sostenuto e si sposta su quattro funi portanti (ø 54

3 Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


5

4

4. Skytruck in versione singola 5. Skytruck in versione a tandem con traversa di unione per sollevare 40 tonnellate 6. Il futuro Chenab Bridge mm chiuse), due per lato con intervia di 700 mm e che sostengono anche 6 la fune traente o di spostamento raggiungendo l’India. La consegna in (Warrington Seale, 186 fili, ø 30 mm); opera dei carri ponte è prevista per il la fune di sollevamento è di ø 22 mm marzo 2007, mentre la consegna del antigiro. Il costruttore delle funi sarà ponte alle ferrovie indiane è prevista scelto dal cliente, anche perché in per il gennaio 2009. India vi sono fortissimi dazi che spin- La durata di vita del ponte è calcolata gono a comprare all’estero solo gli su 120 anni: lo Skytruck rimarrà al elementi di altissima tecnologia non cliente per la manutenzione del ponte presenti in India. I sostegni, alti oltre in quanto si è calcolato che, senza 100 m e fino a 125 m, sono 4 con un’adeguata manutenzione ordinaria testa a Y su ognuna delle due spon- e straordinaria, già dopo 20 anni de, e saranno realizzati in India su potrebbero insorgere dei problemi per il ponte. I problemi di fatica maggiore progettazione italiana. Il carro ponte è stato montato nei locali derivano dalle raffiche di vento e della EGMA di Caldaro (BZ), un’azien- dalle scosse di terremoto, non dal da agricola (raccolta e immagazzinag- passaggio dei convogli ferroviari. Il gio mele) per disporre di un capanno- tutto è stato testato su un modellino ne di dimensioni sufficienti alle dimen- in scala. Per quanto riguarda lo sioni dello Skytruck ed in questi locali è Skytruck, dotato di anemometro, se stato presentato. Verrà quindi smonta- ne prevede un’operatività fino a 75 to ed inserito in 10 container corti (in km/h di vento prima di accostarlo ai funzione delle difficoltà di accesso al sostegni terminali per far scendere il cantiere) e spedito via nave, come già personale. La stabilità e l’operatività avvenuto per l’esemplare gemello che con vento è stata una delle caratterial momento della presentazione stava stiche che maggiormente hanno con-

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

vinto il cliente nella scelta. La gestione e la manovra dello Skytruck sarà affidata a personale indiano preventivamente istruito dalla Seik, con gruista seduto in cabina, agganciata sotto lo Skytruck per avere libera la visuale sul cantiere (esiste la possibilità di passare via radio i comandi a terra per controllare meglio le fasi di scarico). La Seik interverrà direttamente per le manutenzioni straordinarie. La progettazione è iniziata circa un anno prima della presentazione dello Skytruck; per quanto riguarda la progettazione funiviaria è intervenuto lo studio "Ingegneria della Montagna" di San Martino di Castrozza. La soluzione di carro ponte a funi proposta per il ponte indiano e per i trampolini di Pragelato può essere facilmente replicata (si tratta di una costruzione fortemente modulare) adattandola alle specifiche di altre situazioni.

32


ATTREZZATURE

AMIAT sceglie Fassi per il servizio di manutenzione dei cassonetti FRANCESCO VANDONI

1

L’Azienda Multiservizi Igiene Ambientale Torino S.p.A. svolge sul territorio del Comune di Torino il servizio di igiene del suolo, raccolta rifiuti differenziati e non differenziati, viabilità invernale e dei mercati rionali. Questa società presta particolare attenzione, nello svolgere le proprie funzioni, sia all’aspetto ecologico che alla sicurezza e comodità degli addetti, adottando veicoli elettrici, usando gasolio ecologico e scegliendo mezzi all’avanguardia. Recentemente l’Amiat si è dotata di quattro mezzi dedicati al recupero di cassonetti, per operazioni di sostituzio-

2

ne, riparazione o per la dislocazione di contenitori in zone dove il sistema di raccolta dei rifiuti viene cambiato. Questi mezzi, dei Volvo FL 250, allestiti dalla società Nord Diesel, sono muniti di gru Fassi modello F80AC.23, con un cassone interamente apribile e una sponda caricatrice posteriore. Il lavoro si svolge con un autista e un operatore. L’Amiat dispone di quattro depositi, due centrali e due più esterni, uno a sud e l’altro a nord della città che è quello principale. Iquattro mezzi sono stati attribuiti ai rispettivi depositi e svolgono il lavoro nella porzione di città di competenza di ciascuno.

Si tratta di caricare e scaricare dal pianale dell’autocarro cassonetti metallici da 1.100, 2.400, e 3.200 litri, principalmente da 2.400; quelli da 1.100 litri, se non hanno problemi alle rotelle, vengono caricati con l’ausilio della sponda caricatrice. Oltre a queste specifiche mansioni il mezzo può essere utilizzato per caricare e trasportare materiale vario come sale per la viabilità invernale, o per il recupero di piccoli veicoli Amiat in caso di guasto. La particolare geometria della gru F80AC.23 è stata determinante nella scelta dell’Amiat: permette infatti di caricare un cassone su tutta la lunghezza del pianale, evitando così sprechi di spazio sul mezzo, ottimizzando il numero dei ritorni al deposito. La società Fassi Gru Idrauliche, con sede principale ad Albino in provincia di Bergamo, è leader in Italia nella costruzione di gru, al terzo posto per produzione e fatturato in ambito internazionale. Si tratta di un’azienda integralmente italiana che continua ad investire in Italia: ad esempio lo scorso anno sono stati realizzati nuovi 1. Uno dei quattro mezzi Volvo dell'AMIAT con gru Fassi F80AC.23 2. 3. 5. 6. Fasi di carico di un cassonetto 4. Gru Fassi F80AC.23 ripiegata

3 32

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


capannoni in provincia di Bergamo, che quest’anno verranno attivati in quanto aree produttive. Attualmente i dipendenti sono circa 460, contro i 350 del 2002. Negli ultimi 4 o 5 anni Fassi ha vissuto un trend positivo che ha visto l’aumento, oltre che del personale, del numero di gru consegnate, da 5.000 nel 2002 a 6.800 nel 2005, e del fatturato che per il 2005 è stato di 130 milioni di euro. Sono così premiati i grandi sforzi di innovazione che Fassi compie continuamente per migliorare i propri prodotti; dall’elettronica ai componenti idraulici, passando per le materie prime e l’ottimizzazione dei processi produttivi. La gru Fassi F80A, progettata in conformità alla Normativa Europea EN 12999, offre, nella versione C, con un più corto braccio secondario, una maggiore altezza di sollevamento sottogancio e la possibilità di sollevare in verticale, vicino alla colonna della gru, carichi ingombranti. La gru Fassi F80AC.23 ha le seguenti caratteristiche: capacità di sollevamento di 7,7 tonnellate; sbraccio 4 massimo di 7,5 m; estensione idrauli- Il distributore idraulico proporzionale garantisce massima risposta ai comanca di 4,4 m; peso di 1.075 kg. Provvista dell’innovativo sistema HO di dell’operatore, straordinaria fluidità, (Hydraulic Overload control) che per- rapidità d’azione e completa affidabilità mette, in modo completamente auto- in ogni condizione d’impiego. matico, di controllare le condizioni di Particolare cura è stata posta nella carico della gru e di gestire il momen- protezione delle tubazioni flessibili, to di sollevamento in relazione alle posizionate all’interno della colonna condizioni di stabilità dell’unità in modo da prevenirne lo sfregamencamion/gru, presenta basamento e to ed assicurarne la funzionalità nel parte inferiore della colonna in fusio- tempo. Le tubazioni supplementari ne di ghisa per un’ideale distribuzio- per l’utilizzo di accessori idraulici ne delle sollecitazioni e una resisten- sono protette da un esclusivo sisteza superiore. L’assenza di saldature ma Fassi Salvaflex realizzato con conferisce alla gru eccezionali carat- canaline in metallo. teristiche di durata alla fatica. La rota- La gru monta l’originale sistema zione della gru è a cremagliera, con MPES (Multi-Power Extension pattini in ghisa autocentranti: garanti- System), costituito da una serie di scono un corretto e costante accop- martinetti indipendenti di uguale piamento tra il pignone e la crema- potenza, collegati tra loro in parallelo ed azionati da un unico comando. gliera, evitandone l’usura dei denti.

5

Esso assicura una eccezionale velocità di uscita e rientro dei bracci telescopici. Gli speciali pattini di guida dei bracci sfilabili, a montaggio forzato, eliminano il gioco dovuto alle tolleranze negli scatolati. Il serbatoio è in materiale plastico particolarmente resistente ai colpi e all’azione corrosiva degli elementi esterni. I veicoli sono degli autocarri Volvo FL 250, da 150 quintali di ptt, in versione a cabina corta con cambio manuale, sospensioni meccaniche sia anteriori che posteriori. Il motore eroga 250 CV, è a ciclo diesel a iniezione diretta con pompa d’iniezione rotativa a controllo elettronico, dispone di 6 cilindri in linea, è sovralimentato con turbocompressore e intercooler aria-aria ed è raffreddato ad acqua e ventola viscostatica.

6 Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

33


AEROPORTI

Airbus e Allison

I Vigili del Fuoco dell'aeroporto Airbus di Amburgo hanno recentemente acquistato una piattaforma telescopica montata su un veicolo dotato di una trasmissione automatica Allison. Naturalmente lo scopo è aumentare la sicurezza, l’efficienza e ridurre i costi. Sono le dimensioni stesse dell’Airbus A 380 che hanno reso necessari nuovi sistemi di pronto intervento: infatti con la sua altezza di 24,1 metri, la possibilità di trasportare 555 passeggeri e gli oltre 300.000 litri di combustibile dei serbatoi non si poteva certo ritenere di gestirne la sicurezza in modo convenzionale. E' interessante notare come la piattaforma della Bronto Skylift, che dispone di un cestello con braccio telescopico per un'estensione di 54 metri, viene utilizzata sia nella produzione dell’aereo, soprattutto per le

34

verniciature e alcuni assemblaggi finali, sia, naturalmente, per il mantenimento di un elevato standard di sicurezza nell’impianto di Amburgo. Il veicolo su cui è montata la piattaforma telescopica è un MercedesBenz Econic a quattro assi con un telaio realizzato appositamente. La gestione della sterzatura è elettronica per la massima precisione possibile, naturalmente lo doveva essere anche la marcia del veicolo: è stato così scelto un cambio automatico Allison a sei rapporti della serie 3000 abbinato ad un propulsore da 240 kW. Bernhard Gerdes, responsabile dei Vigili del Fuoco presso l’impianto di Amburgo, ha affermato che i suoi uomini non vogliono più guidare veicoli con cambio meccanico; infatti quelli con cambio automatico, oltre ad una maggiore precisione nelle

manovre, consentono di concentrarsi completamente sullo spostamento del mezzo e, soprattutto, sul traffico aereo della zona aeroportuale. Bernhard Gerdes ha spiegato come esistano anche vantaggi economici nel ciclo di vita del veicolo vista la limitatissima manutenzione richiesta da un cambio automatico Allison. Il Mercedes-Benz Econic speciale, sempre secondo Bernhard Gerdes, non resterà un veicolo unico nonostante le sue caratteristiche sicuramente uniche: 11,9 metri, 32 tonnellate, 240 kW ed una capacità del cestello di 540 kg, ovvero cinque vigili del fuoco con equipaggiamento completo. La Brigata dei Vigili del Fuoco dello stabilimento Airbus di Amburgo ha in preventivo di acquistare altri Econic sempre equipaggiati con trasmissione automatica Allison.

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


VIABILITA'

Assaloni presenta Star, una nuova spazzolatrice a rullo

Si tratta di una spazzolatrice costituita da un rullo frontale comandabile o meccanicamente tramite presa di forza e trasmissione cardanica, oppure idraulicamente tramite l’impianto oleodinamico dell’autocarro. Star è dotata di sollevamento ed orientamento idraulico, piastra di attacco rapido alla motrice e ruote di appoggio pivottanti. Essenziale nel modello base, è però predisposta per ricevere un ricco corredo di accessori. Ideale nella pulizia primaverile delle strade trattate in inverno con sabbia e graniglia, trova il suo giusto utilizzo anche nella pulizia di piazzali, cantieri edili, strade particolarmente polverose, cantieri stradali, scoline. Viene utilizzata anche per lo sgombero delle strade urbane leggermente innevate. Star è composto dai seguenti organi principali: - Rullo spazzante: una serie di dischi alternati di acciaio e polipropilene del diametro di 600 mm montati su un unico albero sorretto alle estremità da supporti oscillanti. - Carter rullo: in lamiera piegata, saldata al telaio dell’attrezzo completamente stuccato per evitare ristagni d’acqua e conseguente ruggine, è dotato sulla parte anteriore di una grembiulina paraspruzzi in gomma. - Colonna centrale di rotazione: la sua costituzione permette all’attrezLavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

zo, oltre alla rotazione dx e sx, tramite pistone idraulico a doppio effetto, anche un movimento di oscillazione laterale (beccheggio) onde consentire l’adeguamento della spazzolatrice alle diverse inclinazioni del profilo stradale. Una coppia di molle, montate in opposizione, riporta automaticamente il rullo in posizione orizzontale. La trasmissione del moto può essere meccanica o oleodinamica. La prima viene realizzata prendendo il moto dalla presa di forza dell’autocarro tramite albero cardanico, riduttore meccanico e rinvio a catena. Quest’ultimo è dotato di tendicatena a molla per il recupero automatico degli allungamenti e trasmette il moto direttamente al rullo scopa. La trasmissione oleodinamica è realizzata tramite un motore oleodinamico, alimentato dall’impianto idraulico della motrice, e montato su un riduttore meccanico che aziona il rullo scopa. Il sistema di sollevamento può essere articolato a parallelogramma, comandato da un martinetto a doppio effetto che, oltre a sollevare l’attrezzo, facilita la manovra di aggancio della spazzolatrice alla motrice nel caso in cui questa sia dotata di attacco tipo DIN 76060. Una valvola di frenata consente poi una graduale discesa dell’attrezzo. Potendo sfruttare il solleva-

tore della trattrice, non sono necessari né il sistema a parallelogramma né il pistone di sollevamento a doppio effetto. Potendo sfruttare il sollevatore delle forche del muletto, non sono necessari né il sistema a parallelogramma né il pistone di sollevamento a doppio effetto. Potendo sfruttare il sollevatore dei bracci della terna, non è necessario il pistone di sollevamento a doppio effetto. Star è dotata di ruote di appoggio pivottanti, regolabili in altezza che consentono il giusto livellamento dell’attrezzo sul piano stradale. Star può essere provvista dei seguenti accessori: - Contenitore raccogli-pietrisco dotato di ribaltamento oleodinamico completo di valvola di sicurezza contro eventuali manovre errate. L’inclinazione del contenitore rispetto al profilo stradale è regolabile tramite due registri a vite. E' predisposto per accogliere la spazzola laterale pulisci-scoline. capacità: 300 l. - Spazzola laterale: per la pulizia delle scoline ai lati delle strade, applicabile solo alle spazzolatrici già dotate di contenitore raccoglipietrisco, è costituita da una spazzola a tazza con filamenti in acciaio, azionabile sia meccanicamente che idraulicamente. - Impianto umidificazione: con una barra portaugelli, una pompa elettrica a 12 o 24 volt e un serbatoio di alimentazione, della capacità di 200 l completo di filtro in linea; rubinetto di chiusura tubazioni e traliccio di sostegno fissato direttamente sul telaio dell’attrezzatura. A richiesta sono disponibili serbatoi della capacità di 1.000, 1.500, 2.000 l, da posizionare sul cassone dell’autocarro. Consente un efficace abbattimento delle polveri. - Traslazione idraulica: tramite un pistone idraulico a doppio effetto, permette lo spostamento di 500 mm sia sul lato sx che sul lato dx dell’intero carter portarullo. E' disponibile solo nelle versioni con trasmissione del moto oleodinamica. Dati tecnici Star 240 Larghezza spazzolone Larghezza rullo Larghezza di pulizia

mm 2.650 mm 2.400 mm1.230/sx mm 850/dx

Ingombro minimo per passaggi stretti

mm1.475/sx mm1.100/dx Angolo di rotazione max ° 30 Angolo di oscillazione laterale ° 8 35


VERDE

Novità John Deere GIORGIA MARCHELLI Al Parco Giardino Sicurtà di Valeggio sul Mincio (VR), una meraviglia verde unica al mondo, John Deere Italiana ha organizzato il 6 luglio una grandiosa presentazione delle novità per la prossima stagione della linea aree verdi, esponendo e mettendo in prova un impressionante numero di macchine. Fra le caratteristiche comuni più importanti sottolineate durante l’evento spiccano la volontà di rispettare e soddisfare le esigenze degli utilizzatori, fornendo loro i mezzi più adeguati, le rinnovate potenze dei motori, ed il comfort, comprensivo della semplicità di utilizzo aiutato dalla moderna elettronica. Particolarmente rinnovata è la serie X300 di trattorini da giardino. L’esclusivo propulsore iTorque John Deere da 17 CV, bicilindro a V, raffreddato ad aria (che combina una serie di caratteristiche del motore, tra cui la capacità di trazione sotto carico, l’efficacia di raffreddamento e la durata) prodotto da Kawasaki, è dotato di straordinarie doti di potenza e prestazioni, è facile da avviare e funziona in modo estremamente regolare. Il sistema di taglio Edge Xtra con piatti da 97 e 107 cm, specificamente studiato per ottimizzare le prestazioni, può essere convertito con facilità dallo scarico laterale, al mulching, con il piatto Mulching The Edge ed alla raccolta. Il nuovo piatto ha un disegno disassato rispetto alla versione precedente mantenendone comunque le caratteristiche qualitative di funziona-

36

mento, e cioè la controrotazione delle 2 lame per fare un mulching di qualità, grazie anche al divisorio centrale: l’erba, calpestata dalle ruote anteriori, riesce ad essere sollevata e tagliata perfettamente, e la sua fuoriuscita avviene in modo incrociato, con una conseguente distribuzione uniforme del residuo dello sfalcio. Lo stesso piatto, con la semplice eliminazione dei deflettori, può diventare anche a scarico posteriore. Inoltre la cinghia non è più dentata, favorendo una gestione della macchina più economica, ed una sua sostituzione veloce. La trasmissione idrostatica TwinTouch è dotata di un comodo comando a due pedali, che consente di regolare la velocità e il senso di marcia senza il minimo sforzo. Il robusto telaio interamente saldato conferisce la robustezza necessaria per l’utilizzo di una vasta gamma di attrezzature. Nel modello a 4 ruote sterzanti, lo sterzo, che consente un diametro di sterzata di ben 35,5 cm, è comodo da usare e minimizza lo sforzo dell’operatore. Sotto forma di prototipo è stata presentata la X300R, macchina a scarico posteriore di grande successo fra i trattorini in Italia: è un rifacimento dell’LTR, ed ha un nuovo raccoglitore in tela più capiente con sistema di sgancio semplice e rapido, che verrà fornito insieme alla macchina. La serie X700, da quest’anno nella gamma del domestico anziché in quella dei professionista, quindi delle

municipalità, dei manutentori e dei campi sportivi, si distingue per dimensioni, prezzo, facilità di utilizzo e di trasporto. La stagione passata ha visto un grande successo della vastissima gamma Gator, in 3 tipologie: serie C, il piccolino, per privati, piccoli giardini, campeggi, vivai...; serie T (TX, TS, Turf ed Elettrico), ideale per campi da golf, parcheggi, cimiteri, raccolta rifiuti, cantieri, porti, stadi e parchi; serie HPX, la più importante anche per lavori pesanti in aziende agricole, campi, terreni accidentati, superfici rocciose, pendii, esercito, protezione civile e servizio antincendio (qui in dimostrazione un HPX allestito da Idrica Meccanica Bergamini per il Servizio Forestale di Verona). Il mezzo veramente rinnovato della serie Gator è il TH Diesel 6x4, adeguato al look di tutte le nuove macchine, con caratteristiche di maggior spazio e maneggevolezza. Viaggiando con pneumatici a bassa pressione provoca un compattamento del terreno veramente limitato; il baricentro molto basso lo rende particolarmente stabile e idoneo a terreni accidentati. Il motore è stato sostituito con un 20 CV diesel, adeguato alle normative per l’inquinamento e la rumorosità; rispetto alla versione precedente è stato potenziato l’impianto frenante e aumentata velocità, fino a 32 - 33 km/h. Tutti i Gator hanno la possibilità di essere dotati di un’infinità di attrezzature e accessori che John Deere continua a incrementare per completare le macchine nelle varie situazioni ed esigenze: cabina nuova, verricello, lama frontale, lama frontale a V... Inoltre molti modelli possiedono già l’omologazione stradale come macchina operatrice, oltre che quella agricola. Per quanto riguarda i trattori compatti e le macchine da taglio professionali, le novità riguardano i trattori della serie 20 3000/4000 con la cabina ComfortGard. In particolare l’ultimo trattore compatto 4720, da 57 CV con

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


cambio idrostatico, fornito con il nuovo modello di cabina, che si potrà montare anche su altri modelli. La nuova cabina ComfortGard, completamente progettata e costruita da John Deere nello stabilimento americano di Waterloo, rispecchia gli stessi standard di qualità e la tradizione di eccellenza delle cabine montate sui trattori agricoli più grandi. La vista è panoramica: l’abbinamento tra il telaio di protezione dal ribaltamento a 4 montanti, il sedile posizionato più in alto e le porte curve assicurano un’ottima visuale in qualsiasi direzione. Grazie ad un livello di rumorosità di soli 81 dB(A) e 79 dB(A) rispettivamente sui trattori dotati di telaio medio e grande (in conformità alla direttiva 77/31 I/CEE), il comfort in cabina è assicurato. Il sedile a sospensione pneumatica, dotato di cuscino estremamente comodo, assicura un assetto di guida ottimale, indipendentemente dalle asperità del terreno. I condensatori e ventilatori molto ampi assicurano un’azione di raffreddamento rapida ed efficiente, mentre l’impianto di riscaldamento assicura il massimo comfort dell’operatore anche nelle giornate più fredde. Tutto è a portata di mano: la console, situata sul lato destro, è estremamente accessibile e comoda da usare. Sempre sul lato destro il dispositivo CruiseControl di tipo automobilistico è facile da regolare e usare. I fari di lavoro integrati, posti alla sommità della cabina, caratterizzati da un’estetica affusolata e moderna, sono protetti da eventuali interferenze con rami ed alberi. Per la facilità di caricamento, la barra è stata sollevata in modo da garantire un’ottima visibilità sul carica-

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

tore fino al punto di sollevamento massimo e ridurre quindi eventuali perdite di materiale dalla benna. Altra grandissima novità per i trattori compatti della serie 20 è il Performance Tracking System di cui sono dotati il 3020 e il 4020: un modernissimo sistema elettronico che gestisce le funzionalità della macchina, nello straordinario abbinamento costituito da un cruscotto digitale integrato, un sistema di gestione elettronica della potenza e della velocità, ed una serie di trasmissioni a comando elettronico in grado di interagire tra loro per massimizzare la potenza, agevolare l’operatore e divorare letteralmente il lavoro. Il sistema di sorveglianza delle prestazioni (Performance Tracking System), disposto in modo chiaro e ben illuminato, segnala con la massima tempestività tutti i principali dati relativi alle prestazioni. Il sistema, oltre all’aspetto decisamente elegante, è integrato nel trattore in modo digitale. I display integrati nei componenti forniscono i dati aggiornati ogni millisecondo e funzionano grazie ad un complesso programma operativo per lavorare sempre in condizioni di massima efficienza. Il display digitale indica la velocità in km/h o miglia/h ed è particolarmente utile in attività quali l’irrorazione; visualizza la modalità di funzionamento del trattore; consente di regolare la risposta della trasmissione (MotionMatch); segnala gli interventi di manutenzione con i relativi codici di diagnosi; indica l’inserimento o il disinserimento della trazione 4WD; ha spie di intasamento del filtro dell’aria e di livello del combustibile; ed è specificamente studiato per consentire la massima visibilità sia

di giorno che di notte. La potenza elettronica ed il sistema di gestione della velocità della serie 20 rivoluzionano il concetto stesso di trattore compatto. I loro miglioramenti in termini di sensibilità si sono tradotti in incrementi decisivi di prestazioni, in quasi tutte le applicazioni, con le fondamentali funzioni d’avanguardia. Loadmatch consente al motore di erogare la potenza massima anche nelle attività più impegnative, come quelle di carico o di taglio. Sotto carico, il motore evita lo stallo (come spesso succede, invece, con altre trasmissioni di tipo meccanico o idrostatico) e il trattore continua tranquillamente ad operare. Speedmatch permette di preimpostare la velocità massima premendo a fondo il pedale. Una funzione ideale in presenza di terreni accidentati e spazi angusti o quando è necessario utilizzare la velocità superridotta nelle attività di precisione (ad esempio, l’aerazione). Il dispositivo Cruise Control fa mantenere costante la velocità del trattore anche sui terreni sconnessi e di adeguarla alle attività da svolgere utilizzando le funzioni di accelerazione, decelerazione e ripristino. A differenza delle automobili, sui trattori questo dispositivo consente di mantenere costante la velocità sia in discesa che in salita. Motionmatch è un interruttore che attiva una modalità operativa più aggressiva, con arresti e partenze repentini (ideale per i movimenti di avvicinamento e arretramento con il caricatore). Un’apposita funzione lenta consente, inoltre, di proteggere il tappeto erboso nelle attività di taglio.

37


MOVIMENTO TERRA

Escavatori JCB duramente impegnati ad Acapulco Gli escavatori cingolati ed i dumper articolati JCB sono al centro di un progetto che prevede la movimentazione di oltre tre milioni di tonnellate di terra e rocce nei pressi di Acapulco, in Messico, nell’ambito dei lavori di preparazione per la realizzazione di un’importante autostrada. Due escavatori JS330LC e quattro modelli ADT 722 sono impegnati nella costruzione di un tratto di 20 km di strada a 4 corsie, 300 km a sud di Mexico City verso la famosa località di Acapulco. Queste macchine vengono utilizzate da Tres Construyendo, un’importante azienda del settore impegnata nel progetto. La più vicina città di un certo rilievo è Chilpancingo, la capitale dello stato di Guerrero dove si svolge il lavoro, a circa 1.300 m di quota. Con un notevole quantitativo di materiale da scavare e trasportare, i modelli JS330 e 722 lavorano in coppia per completare il lavoro. Ciascun escavatore JS330 scava 3.300 tonnellate al giorno che vengono caricate sui dumper articolati per essere trasportate al sito principale. I dumper 722 effettuano brevi corse di circa 300 m su ripidi tratti in discesa per scaricare il materiale in un’area dedicata, con una capacità di 150.000 m2, dove verrà compattato per poi essere usato come materiale di riempimento per le successive fasi della costruzione della strada. Lo stadio iniziale del progetto prevede l’impiego di questi sei modelli, ma con l’aumento delle esigenze di carico previsto, a partire dal diciottesimo mese del progetto, verranno affiancati da altri due 722 e da due pale gommate JCB 456.

38

In un clima tropicale al quale si aggiungono le difficili condizioni del terreno, la durata e le prestazioni fuori strada della flotta JCB si stanno dimostrando fondamentali. Tuttavia, quello che stupisce ancora maggiormente sono i ridotti consumi di carburante e lo straordinario servizio di assistenza tecnica. Jorge Castro, capoprogetto di Tres Construyendo ha dichiarato: "Lavoro nel settore delle costruzioni stradali da oltre 25 anni, ma questa è la mia prima esperienza con le macchine JCB. Sono stato fortemente impressionato dalla produttività e

dai bassi consumi di tutte le macchine impiegate. Il nostro concessionario JCB, Auriga, ha anche messo a nostra disposizione in cantiere due tecnici che ci forniscono i ricambi e l’assistenza non appena ne abbiamo bisogno." Tres Construyendo, con sede a Queretaro, è una delle maggiori aziende della regione messicana di Bajio. Fu fondata da Gerardo Urbiola senior, che guida ora la società insieme ai suoi due figli, Gerardo junior e Mauricio. A seconda delle dimensioni dei progetti, il personale impiegato può variare da 300 a 500 persone.

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


VERDE

Orsi Zig Zag: un successo in continua evoluzione GHERARDO MARCHELLI

L'innovativo Zig Zag prodotto da Orsi continua la sua evoluzione, rispondendo sempre più alle esigenze dei molti clienti che ne sono rimasti affascinati. Infatti, dopo il successo ottenuto con molti ordini per questa attrezzatura, oramai Orsi accetta esclusivamente prenotazioni, che potrà andare a soddisfare solo la prossima primavera. Si sottolinea la recente rifinitura eseguita ai dischi di taglio della Zig Zag. Per ottimizzare il taglio i tecnici Orsi hanno accoppiato alle già efficienti lame il filo che permette di rifinire il lavoro più che a regola d'arte. Oltre al filo hanno inserito una lama, che consente di regolarne la lunghezza per

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

operare al meglio nelle differenti situazioni. Andando a lavorare col filo intorno ai tronchi degli alberi è infatti importante che il filo di taglio non fuoriesca dai dischi per non rovinare la corteccia della pianta, mentre quando l'operazione di taglio è eseguita intorno a pali, segnaletica stradale, o nella pulizia delle erbe infeste dei cordoli e dei marciapiedi, oppure anche nel taglio in piano, questo fattore non conta e si può permettere al filo di fuoriuscire leggermente per avere un margine di taglio ancora più fine. Il grande successo di Zig Zag che sottolinea l'utilità di questa particolarissima attrezzatura andando evidentemente ad automatizzare un lavoro par-

ticolarmente sentito dai manutentori del verde, ha portato Orsi a studiare una nuova versione di Zig Zag per il suo utilizzo con la trattrice Gianni Ferrari; inoltre lo staff tecnico sta lavorando sulle versioni adatte ai modelli di trattrici per il garden professionale delle più prestigiose marche, come John Deere, Kubota, Etesia…, per non limitare la sua applicazione ai soli trattorini standard con attacco a tre punti anteriore o posteriore. Il primo Zig Zag è stato ormai da tempo consegnato alla Città Verde, cooperativa sociale che offre il servizio di manutenzione del verde sia pubblico che privato nelle province di Bologna e di Ferrara, in molti casi con una gestione chiavi in mano che comprende la manutenzione anche degli arredi. La scelta di Zig Zag ha permesso alla cooperativa di ottimizzare molti interventi che prima dovevano essere eseguiti manualmente con conseguente risparmio di tempo e naturalmente economico.

39


VIABILITA' INVERNALE

Bonetti F100X apprezzato dai comuni in provincia di Biella GHERARDO MARCHELLI

L’Officina Schiapparelli, rivenditore Bonetti per le province di Biella e Vercelli, da anni riscuote apprezzamenti da parte dei comuni della zona per la validità della soluzione offerta dai veicoli proposti. Già da tempo infatti proprio Schiapparelli ha fornito sia a privati che ad amministrazioni comunali prodotti Bonetti, con estrema soddisfazione, conquistandosi fama di affidabilità oltre ad avere un'ottima reputazione nel post-vendita. Proprio l'ultima versione del 4x4 "made in Italy", l'F100X sta conquistando sempre più comuni, offrendo uno strumento di lavoro versatile ed efficiente in tutto l'arco dell'anno con un rapporto qualità/prezzo adeguato. Tra i comuni in provincia di Biella che

40

ultimamente si sono forniti di un Bonetti F100X si evidenziano Sordevolo, Salussola e Massazza. La scelta di questi comuni, dopo un'attenta analisi nel mercato, aveva l'obbiettivo di acquistare un veicolo 4x4 polivalente, idoneo a soddisfare le esigenze del proprio territorio. I tre mezzi sono tutti degli F100X, in versione standard, con un p.t.t da 3.500 kg e più precisamente nella versione "Neve", equipaggiato con il motore Iveco da 106 CV, che, grazie alla coppia di 250 Nm/1.800 giri, offre ottime prestazioni per il servizio al quale è destinato. Il cambio con 5 marce+rm è accoppiato al riduttore in un unico blocco, che distribuisce la coppia al 50% per entrambi gli assi. Il sistema di innesto

e disinnesto del 4x4 può avvenire a qualsiasi velocità. L'impianto idraulico è equipaggiato di serie con una pompa idraulica centralizzata, che consente al veicolo di lavorare con le attrezzature indipendentemente dalla velocità. Il joystick di comando lama neve facilita l'operatore durante il suo utilizzo. Tutti e tre i comuni sottolineano l'importanza sia delle dimensioni contenute, 1.650 mm di larghezza, che permette agli operatori di passare nelle strade estremamente strette presenti nel loro territorio, sia l'ottima trazione, che abbinata ad una traccia contenuta ha permesso di operare proprio in presenza delle abbondanti nevicate senza l'ausilio di catene anche in presenza di forti pendenze. Per i lavori di carico e trasporto di materiale, sul cassone a ribaltamento trilaterale, si evidenzia il sistema di freno a mano ad olio che garantisce una sicurezza di bloccaggio del veicolo anche in situazioni estreme. I primi due comuni si sono già attrezzati ed hanno già operato con spargitore e lama Molinari. La lama scelta è la Molinari SL1 che, con i suoi 2.200 mm di larghezza ed uno sbalzo limitato, esalta le caratteristiche di compattezza del veicolo permettendone il passaggio operativo in strettoie estremamente ridotte. Lo spargitore è per entrambi il Molinari SRS1800 a sponda con un Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


sistema estremamente rapido di aggancio che richiede pochi minuti per il suo montaggio/smontaggio e, grazie alla possibilità di poter sganciare e riagganciare tutto il paraurti posteriore con luci e targa, evita l'obbligo della ripetizione della targa. Per il convogliamento del sale i due comuni operano in maniera contrapposta: il primo utilizza il ribaltamento del cassone, mentre il secondo carica sullo stesso sacchi di sale per poi

caricare manualmente il sale nella tramoggia secondo necessità. Interessante per il Comune di Salussola la collaborazione nell'acquisto e nell'utilizzo di questo mezzo della Protezione Civile, che ha consentito un'ottimizzazione sia nei costi che nell'uso del mezzo. I due settori operano in stretta collaborazione per gli interventi in caso di neve, in modo da poter offrire e garantire un servizio 24 h su 24; avendo inoltre a disposi-

zione un mezzo adatto al fuoristrada in caso di eventi alluvionali, incendi e soccorsi in generale. Si garantisce così il soccorso alle persone che abitano in cascine isolate con strade bianche altrimenti difficilmente raggiungibili in determinate situazioni. Il Comune di Massazza ha in previsione di munirsi al più presto dell'attrezzatura neve, per cui il suo Bonetti F100X è già predisposto per l'utilizzo anche in questo servizio.


VIABILITA' INVERNALE

Ambiente Snow-cutter per i passi turchi GHERARDO MARCHELLI

All'inizio del 2005 Ram ha acquisito tutte le attività industriali, commerciali ed il marchio della Foredil macchine, permettendo di rafforzare la storica casa produttrice italiana che già nel 1966 aveva costruito il primo modello all'inizio della sua storia, segnando passi importanti. 1972 progettata e realizzata la prima terna articolata; 1982 equipaggiata la gamma di macchine con la trasmissione idrostatica; 1983 introduzione della cabina ribaltabile per permettere una facile manutenzione del motore; 1986 equipaggiate le macchine con una evoluzione tecnologica della trasmissione idrostatica, portando le velocità da due a quattro; 1990 sistema di bloccaggio dell'oscillazione dei due telai (dbs) permettendo alla macchina di disporre quando necessario di un telaio rigido; 2000 progettata, realizzata e commercializzata la prima terna con braccio anteriore telescopico.

42

Oggi Ram Italia si estende su una superficie di 13.000 m2, 8.000 dei quali coperti. Dai moderni stabilimenti escono ogni anno circa 300 macchine costruite da un team di 40 tecnici qualificati e specializzati. La filosofia aziendale è di riuscire a creare la macchina più adatta alle esigenze specifiche del cliente. L'esperienza trentennale nel campo dell'edilizia e gli strumenti di cui si sono dotati, consentono di ottimizzare al massimo la gestione della produzione garantendo alla clientela prodotti affidabili e tecnologicamente avanzati in tempi ridotti. Ram Italia, reinvestendo il profit aziendale in macchinari, impianti e risorse umane, riesce, partendo da lastre di acciaio, a plasmare una gamma completa di 5 modelli di terne articolate (da 70 a 110 CV) e 2 di pale gommate (da 70 e 110 CV). Il know-how Ram Italia unito al continuo impegno in ricerca e sviluppo hanno consentito di creare in soli due anni dei prodotti innovativi ed esclusivi, che portano il nome di terna articolata telescopica e pala gommata telescopica. La presenza di Ram Italia presso regioni, comuni, province ed enti governativi con oltre 800 macchinari, sono il risultato dell'attenzione per l'ecologia e la strategia del Problem Solving. La macchina portattrezzi Ambiente, più

volte premiata come miglior prodotto da importanti tender in Italia e all'estero, propone Ram Italia sui mercati europei ed oltre mare con la veste di produttore abile ed attento ai cambiamenti del mercato. Proprio a dimostrazione di questa filosofia si evidenzia la fornitura per il Ministero della Difesa Turco di 10 nuovissime Ambiente Snow-cutter che verranno utilizzate esclusivamente per l'apertura di passi montani. In questo caso specifico, con una trattativa iniziata alla fine dello scorso anno e concretizzata nei primi mesi di quest'anno, hanno avuto la bella opportunità di fornire 10 macchine sgombraneve con motore ausiliario. Per l'occasione hanno messo a frutto tutta l'esperienza accumulata in precedenza e l'hanno resa industriale e configurata alla necessità di questo ente. Partendo dal portattrezzi comunale Ambiente, nasce questa macchina con soluzioni tecnologicamente studiate in virtù di costruire una serie e di poterla estendere a forniture successive. Per questa applicazione hanno costruito un modulo motore ausiliario con motore da 155 kW Deutz dotato di trasmissione idrostatica a circuito chiuso Linde che aziona una fresa Schmidt a doppio stadio da 2.450 mm di larghezza,1.500 mm di altezza operativa e 1.050 mm di diametro tamburo fresante (doppio stadio espressamente richiesto dal cliente). Sempre per soddisfare le esigenze specifiche del cliente hanno installato un motore da 103 kW turbo intercooler sul trattore, sempre Deutz, in sostituzione del classico da 75 kW montato sull'Ambiente. Per rendere il loro portattrezzi assolutamente più compatibile e più adeguato all'applicazione della fresa sia in tema di visibilità che di spaziosità del posto di guida, hanno completamente riprogettato la cabina vista la non necessità della bidirezionalità, poiché adibita a svolgere un servizio specifico e non una molteplicità di Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


lavori tipici dell'Ambiente ed andando a lavorare solo in guida retroversa. Quindi hanno reso il posto di guida unidirezionale per un comfort assoluto e soprattutto visibilità ottimale, quest'ultima caratteristica storicamente motivo di apprezzamento delle loro soluzioni. Pur non avendo necessità di scarrare l'attrezzatura hanno lasciato identico il telaio, con la possibilità di scarrare sia il modulo che la fresa, sottolineando la validità e soprattutto l'affidabilità del sistema. Ambiente, nato nei primi anni '90 per soddisfare le esigenze di un portattrezzi multifunzionale per l'ente pubblico, vanta numerosissime applicazioni ed attrezzature proposte direttamente dalla Ram Italia, come: pala caricatrice, retroescavatore spazzatrice stradale aspirante portata, piattaforma aerea telescopica, decespugliatori, lame sgombraneve, vomeri,

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

spargisale portati e a sponda, turbofrese, canaljet, grader, moduli antincendio, pulispiaggia. Le caratteristiche principali dell'Ambiente in versione standard vedono: telaio articolato e snodato al centro, semitelaio anteriore, blocco elettroidraulico dello snodo, sterzatura tramite idroguida, 4 ruote motrici con pneumatici 14.5/20, assali differenziali rigidi con riduttori finali epicicloidali, freni a disco in bagno d'olio incorporati negli assali, doppio impianto frenante, freno di parcheggio e d'emergenza comandato a mano, impianto idraulico per servizi e idroguida, motore diesel Deutz a 4 cilindri, raffreddato ad acqua, radiatore acqua e scambiatore calore olio, trasmissione idrostatica con pompa a portata variabile e motore a cilindrata variabile, riduttore meccanico a due rapporti al quale è flangiato il motore idraulico, dispositivo elettronico per consentire il

cambio a macchina ferma, quattro gamme di velocità avanti e indietro, marcia di lavoro lenta e veloce, marcia di trasferimento lenta e veloce, velocità massima 40 km/h, tutte le marce a comando elettrico, dispositivo con scheda elettronica per avanzamenti extralenti, cabina omologata ROPS/FOPS ribaltabile in avanti idraulicamente per ispezione vano motore, riscaldamento con elettroriscaldatore a tre velocità, guida bidirezionale con doppia plancia di guida e doppia idroguida, doppio impianto acceleratore e freni, doppio tergicristallo, impianto elettrico a 12 volt, impianto di illuminazione per lavoro e per circolazione stradale, luce gialla rotante sul tetto cabina ed omologazione italiana per circolazione stradale. L’adattabilità e la versatilità di Ambiente garantiscono una molteplicità di soluzioni e quindi un sicuro investimento per il cliente finale.

43


AGRICOLTURA

Manutenzione del territorio: opportunità per le pubbliche amministrazioni e le imprese agricole GIUSEPPE POLITI Presidente nazionale Cia - Confederazione italiana agricoltori In Europa, nel corso degli ultimi anni, si è molto parlato del ruolo multifunzionale dell’agricoltura. Senza voler entrare nel merito delle definizioni, che costituiscono un grosso impegno per gli economisti agrari europei, vorremmo sottolineare che la multifunzionalità non è solo il saper o poter fare qualcosa come o meglio di altri, ma, soprattutto, saper cercare e costruire un sistema di relazioni con i soggetti presenti sul territorio. Affermare la multifunzionalità dell’impresa agricola significa riconoscere il suo ruolo di protagonista dello sviluppo sostenibile, connesso all’animazione culturale e ai temi ambientali quali la difesa del suolo, delle risorse idriche, della biodiversità e del paesaggio, la produzione energetica da fonti rinnovabili e alternative (ad esempio, solare termico, solare fotovoltaico, eolico e biomasse). L’impresa agricola è, per definizione, inserita all’interno di uno specifico territorio, ma non sempre a questa naturale connotazione territoriale corrisponde un’interrelazione strutturata con tutti i soggetti presenti sul territorio. L’imprenditore è il soggetto determinante per stabilire il sistema di relazioni di cui, ormai, il fare impresa ha bisogno. L’impresa va sempre più assumendo la connotazione di un sistema complesso e aperto, in cui l’imprenditore è chiamato a organizzare e gestire questa complessità, arricchendo continuamente il sistema di relazioni interne ed esterne. Finalmente, oggi vi è un larghissimo consenso sul principio che l’attività d’impresa, in particolare quella agricola, debba essere sostenibile, cioè in grado di coniugare obiettivi economici, ambientali e sociali. Oltre a rafforzare la definizione di 44

"attività connesse", la legge di Orientamento, Dlgs 228/2001, introduce all’articolo 15 la possibilità di stipulare convenzioni tra agricoltori e pubbliche amministrazioni per lo svolgimento di attività funzionali alla cura e alla manutenzione del territorio, generando un duplice interesse: - per le singole imprese, un contratto, anche di modesta entità, può significare molto sia in termini di permanenza sul territorio che in termini di crescita all’interno del territorio stesso. - per le pubbliche amministrazioni, il discorso è più complesso, ma altrettanto interessante; la legge consente la stipula di contratti di appalto, in deroga alle norme vigenti in tema di appalti pubblici, con imprenditori singoli o associati, che, molto probabilmente, vivono nella stessa area interessata all’intervento, generando evidenti vantaggi, sia economici che di qualità del lavoro. Gli enti locali, inoltre, "devono promuovere opportune azioni, dirette ad attuare l’esternalizzazione dei servizi, al fine di realizzare economie di spesa e migliorare l’efficienza gestionale" ai sensi della Legge Finanziaria 2002 (Legge 28/12/2001, n.448). Il Dlgs 228/2001 è meglio noto come "legge di orientamento". In particolare, l’articolo 1 modifica la definizione d’imprenditore agricolo, per il quale prevede tra l’altro: "E' imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse. S’intendono comunque connesse le attività, esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione,

che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge". Per gli aspetti previdenziali, il primo dicembre 2003, con circolare n° 186, l’Inps ha individuato le imprese esercenti le attività ricomprese nei decreti legislativi 226-227-228/2001. Tale strumento mette fine a grosse problematiche d’inquadramento dell’attività agricola ai fini previdenziali, ben note a molti imprenditori. Per gli aspetti legati all’assicurazione antinfortunistica, il 15 gennaio 2004, l’Ufficio Tariffe della Direzione Centrale Rischi dell’Inail ha pubblicato le istruzioni operative relative all’applicazione dei decreti legislativi 226-227-228/2001. L’Istituto ha confermato, de facto, la circolare 138/2003 dell’INPS per l’individuazione dell’imprenditore agricolo. Entrambi gli Istituti richiamano l’attenzione sull’aspetto della prevalenza e su quello del normale impiego, due concetti condivisibili e che determinano con esattezza la figura d’imprenditore agricolo. Il regime fiscale proposto dalla legge finanziaria 2004 a favore di queste attività, riconosciute dal Codice Civile "agricole per connessione", in vigore dal 1° gennaio 2004, è un regime ad hoc che ricalca pedissequamente il regime applicato alle attività connesse di produzione di beni, che non rientraLavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


no nella tassazione su base catastale. Con circolare 44/E, del 15 novembre 2004, l’Agenzia delle Entrate Direzione Centrale Normativa e Contenzioso ha fornito un quadro esaustivo delle "Disposizioni in materia di attività agricole. Articolo 2 della legge 24 dicembre 2003, n. 350". Quest’attività è da ritenersi fondamentale per favorire l’insediamento e la permanenza dei giovani nelle aree rurali, perché si tratta di un’attività in grado di promuovere uno sviluppo locale affrancato dai regimi "vincolistici" forniti dalla politica agricola comunitaria. E' strategico quindi lo sviluppo di nuove imprese condotte da giovani nelle aree rurali poiché sono proprio le migliori candidate elettive a svolgere tale attività, che resta fondamentale per trasmettere alle future generazioni l’ambiente rurale ed il suo paesaggio. E' opportuno anche tener conto di tre elementi: - il 30 ottobre 2001, l’Anbi, Associazione nazionale bonifiche, irrigazione e miglioramenti fondiari, nel recepire le novità introdotte col Dlgs 228/2001, ha adottato sia uno schema di delibera che uno schema di contratto, ad uso dei Consorzi di Bonifica territoriali; - la legge 97/94 sulla montagna con-

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

sente già a coltivatori diretti, singoli o associati, con aziende ubicate nei comuni montani, di assumere in appalto, sia da enti pubblici che da privati, lavori relativi alla sistemazione e manutenzione del territorio montano, tra cui lavori di forestazione, di costruzione di piste forestali, di arginatura, di sistemazione idraulica; - alcune regioni italiane hanno già previsto normative specifiche, come nel caso della Regione Lombardia ("Disposizioni per il coinvolgimento delle aziende agricole nella manutenzione del territorio rurale e montano", in attuazione dell’art. 15 del D.lgs. 228/2001 (Dgr VII/15276 del 28 novembre 2003, pubblicata sul Burl n.50, 1° supplemento, del 9 dicembre 2003). - vanno ricordati gli accordi quadro Federparchi-Organizzazioni agricole e quello sottoscritto presso il Cnel. Per concludere, si menziona il D.lgs. 42/2004 sui Codici dei beni culturali e del paesaggio (Legge Urbani). Perché, allora, privilegiare l’impresa agricola? Sono almeno quattro i punti di forza. Primo, la funzione ecosistemica. Le risorse ambientali e paesaggistiche sono da sempre gestite dagli agricoltori; chi più di loro può essere interes-

sato alla loro preservazione? Secondo, la funzione etica e sociale. I servizi, intesi come attività connesse, possono integrare il reddito, consentendo alle imprese insediate sul territorio il mantenimento di categorie svantaggiate (anziani e giovani). Terzo, la convenienza economica. I costi dei servizi offerti sono sicuramente competitivi, poiché rientrano nella normale gestione aziendale agricola (tassazione, contribuzione...) Quarto ed ultimo, la semplificazione logistica. Le aziende agricole sono dislocate uniformemente su tutto il territorio nazionale, con un evidente risparmio e velocità negli interventi (rete di distribuzione capillare). Ed ecco, infine, alcuni esempi di servizi: pulitura di fossi e spalatura neve; difesa del suolo ed opere di ingegneria naturalistica; manutenzione di strade, fossi, corsi d’acqua e laghetti; manutenzione del verde pubblico, parchi, boschi, foreste e zone umide; interventi di natura ambientale a fini faunistici; tutela e conservazione delle biodiversità; attività di protezione civile e di protezione incendi; gestione delle biomasse e messa in opera di barriere fonoassorbenti; più complessa realizzazione di impianti a verde pubblici, privati, sportivi.

45


STRADE E SICUREZZA

Snoline collabora al Progetto Pilota per la Sicurezza Stradale della Provincia di Perugia FRANCESCO VANDONI 1. Passaggio di un centauro alla curva munita di attenuatore Snoline DR46 per motociclisti 2. Disegno tecnico dell’elemento intermedio dell’attenuatore d’urto DR46 3. Immagine di sintesi del comportamento di un manichino in caso di urto contro un DR46

1

La Provincia di Perugia ha sviluppato un Progetto Pilota il cui scopo è quello di conseguire, sulle strade di competenza provinciale, gli obiettivi assunti dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale (Art.32 L.17/ 07/99 n.144), ossia la riduzione del 40% del numero di morti e feriti entro l’anno 2010. Il nome di questo progetto è "Conoscere le strade per prevenire gli incidenti". La costituzione di strutture stabili necessarie alla realizza-

2 46

zione e all’aggiornamento nel tempo del Progetto Pilota, dotate di personale adeguato e di tutte le strumentazioni necessarie, è stato il primo passo. Sono così venuti alla luce il Catasto Stradale ed il Sistema Informativo sulla Sicurezza Stradale. Il primo ha il compito di individuare le coordinate della maglia stradale della rete oggetto di studio, compresi tutti gli elementi collegati (opere, segnaletica, accessi, cartellonistica pubblicitaria, attraversamenti...);

classificare tali elementi; effettuare il rilievo geometrico di dettaglio, l’analisi dei materiali, la valutazione dell’affidabilità delle opere e la realizzazione degli eventuali progetti di adeguamento. Tali attività sono svolte dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Perugia. Il sistema Informativo sulla Sicurezza Stradale si occupa di studiare l’entità e la qualità del traffico, determina i flussi veicolari sulla maglia stradale e costituisce una banca dati sul traffico con informazioni sulle classi di veicoli, le velocità e i carichi; analizza le condizioni ambientali ai fini di realizzare un sistema di previsione della formazione di ghiaccio sulla rete viaria; acquisisce dati sugli incidenti stradali, con relative statistiche e l’individuazione dei punti e tratti pericolosi; infine individua le relazioni esistenti tra i dati acquisiti e l’incidentalità, e sviluppa metodologie atte all’identificazione delle cause degli incidenti e all’individua-

3 Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


zione delle soluzioni necessarie alla loro eliminazione. La rete stradale oggetto di questo progetto si estende per circa 270 km di strade provinciali, per lo più nell’ambito territoriale prossimo al capoluogo di provincia. Ultimate le fasi di osservazione, si sta ora passando alle attuazioni sui punti neri individuati. Uno di questi è sicuramente la strada provinciale 257, detta anche Apecchiese, purtroppo spesso teatro di incidenti letali, specie per i motociclisti. Le cause individuate su questo tratto sono certe barriere paramassi, i chiavicotti sporgenti e i guard rail inadatti alle due ruote. Per quanto riguarda la pericolosità dei guard rail per i motociclisti, Snoline ha sviluppato una soluzione: l’attenuatore DR46, già un anno fa, che vede oggi, nell’ambito di questo Progetto Pilota, la sua prima applicazione. Snoline S.p.A. di Trezzo sull’Adda (MI) è attiva da oltre 50 anni nel settore della sicurezza stradale attraverso una vasta gamma di prodotti. Al presente la produzione Snoline si estende a tre categorie: la sicurezza del traffico che comprende attenuatori d’urto semplici, redirettivi, per motociclisti e per cantieri; la segnaletica complementare che include i dossi di rallentamento, i passacavi, gli indicatori di direzione in polietilene, i delimitatori di corsie per caselli autostradali o per corsie preferenziali, fino alle rotatorie in poliuretano; e infine la segnaletica orizzontale che spazia dai laminati elastoplastici rimovibili alle bande rumorose, passando per le strisce e i simboli ellittici in laminati elastoplastici. Proprio l’incessante volontà di aumentare la sicurezza sulle strade, attraverso la ricerca dei propri laboratori e dell’Ufficio Tecnico Snoline, Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

con l’ausilio di progettisti esterni, atenei, clienti, esperti ed utenti ha portato Snoline a sviluppare l’attenuatore DR46. Si tratta di un attenuatore d’urto progettato per proteggere i motociclisti dall’impatto laterale contro le barriere stradali. Il DR46 è costituito da un corpo cavo in materiale plastico con una sezione a nastro appositamente calcolata. La forma adottata e il materiale usato permettono una deformazione plastica ed una compressione d’aria tali da ridirigere e assorbire parzialmente l’urto diretto contro la struttura portante della barriera (pali a C o a I in acciaio) che costituisce la maggiore fonte di pericolo per un motociclista durante la caduta. Il dispositivo è modulare ed è di facile posa in opera, con semplici connessioni. Gli elementi, in polietilene (5 mm di spessore) di media densità stabilizzato UV per applicazioni esterne, si montano sotto i nastri delle barriere metalliche permetten-

do così l’innalzamento dei livelli di sicurezza indipendentemente dalla tipologia delle barriere, senza interferire con le prestazioni di contenimento del veicolo. La struttura dell’attenuatore DR46 permette inoltre di seguire agevolmente le curve anche di piccolo diametro. Bisogna segnalare che attualmente, per quanto riguarda questo tipo di protezione, ci si trova purtroppo in una sorta di buco normativo; il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti pone soltanto due condizioni al loro utilizzo: che i dispositivi non producano pezzi pericolosi in caso di urto e che non varino in alcun modo la rigidezza della barriera sulla quale vengono applicati. Snoline organizzerà il prossimo autunno un seminario dedicato alle problematiche legate ai dispositivi di attenuazione d’urto per motociclisti. Vedute della curva della strada Apecchiese con l’attenuatore Snoline

47


VERDE

Osma prosegue lo sviluppo della trasmissione idraulica sulle proprie attrezzature FRANCESCO VANDONI

1

La ditta Giovannetti Rinaldo di Casalguidi in Provincia di Pistoia, specializzata in lavori agricoli meccanizzati, sfalcio erba, scavi e movimento terra, che da tempo ha scelto le attrezzature Osma (Lavori Pubblici n.14 maggio - giugno 2005) per la cura e la bonifica delle aree verdi, ha allestito un trattore con trinciatrici anteriore e posteriore entrambe a trasmissione idraulica. L’azienda Osma, con sede e stabilimenti a Scannabue Palazzo Pignano, in provincia di Cremona, progetta e produce attrezzature per la manutenzione e la bonifica di aree

2

verdi. L'assortimento dei prodotti Osma è molto vasto, dai bracci decespugliatori sia agricoli che professionali retroportati e ventrali, alle motobarche equipaggiate di apparecchiature falcianti o fresanti, alle trinciatrici idrauliche per escavatori, macchine movimento terra o per trattori, passando dalle testate falciaerba per banchine stradali e i raiber per lo sfalcio in banchina sotto i guard rail e attorno agli ostacoli. Numerosi accessori ed utensili quali varie tipologie di coltelli e mazze per le testate, barre falcianti per siepi, frese componibili per fondali acqua-

tici, completano ulteriormente la gamma Osma. Il trattore in questione è un John Deere da 120 CV sul quale sono montate posteriormente una trinciatrice DHLI 220 e davanti una DHFI 220. La DHFI 220 è una trinciatrice idraulica professionale semiforestale, sia frontale che posteriore. E' applicabile a trattori da 100 fino a 160 CV. Questa attrezzatura è particolarmente indicata per lavori di bonifica, su argini, di rinvigorimento di zone dismesse da parecchio tempo. Di serie questa attrezzatura è dotata di un dispositivo di spostamento laterale di 60 cm sulla destra e dello sportello anteriore apribile idraulicamente, che risulta particolarmente utile per lavori con vegetazione di notevole altezza (4 - 5 m). La trinciatrice Osma DHLI 220 offre l’importante innovazione di permettere lo sfalcio oltre la sagoma del trattore. La testata infatti, in posizione di massima apertura, arriva tra i 120 e i 130 cm oltre il filo ruota del trattore. Ciò è reso possibile dalla trasmissione interamente idraulica. 1. Il trattore John Deere allestito con due trince Osma a trasmissione idraulica 2. 3. Trincia Osma DHFI 220

3 48

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


Il trattore allestito in questa maniera arriva quindi a sfalciare su una larghezza complessiva di 4 metri. La DHLI 220, presentata in occasione dell’ultima edizione dell’Eima di Bologna, fa parte di una serie di tre modelli, con tre misure di testata trinciante: 160, 190 e 220 cm con pesi rispettivamente di 520, 650 e 720 kg. L’intera serie DHLI è munita di pompe e motori a pistoni ad alto rendimento, di distributore a doppio effetto per l’innesto ed il disinnesto del rotore, così come di invertitore del senso di rotazione del rotore. La possibilità di tagliare anche in senso orario, ovvero dall’alto verso il basso, permette di lavorare su vegetazione un po’ più grossa, come arbusti, sarmenti e legna con diametro fino ad 8 - 10 cm. La trasmissione idraulica riduce le 4 perdite di potenza ed ovvia ai pro- modello è inoltre dotato di un sisteblemi tipici legati ai giunti cardanici, ma antiurto per evitare gravi danni vibrazioni, rottura delle crociere, ... in caso di impatto. che implicano spesso un aumento di La struttura, interamente in acciaio costi e perdite di tempo. La trasmis- ad alto limite di snervamento, è robusione è assicurata da cinghie trape- sta; tutta la serie DHLI è stata conceziodali dentellate, 3, 4 o 5 a secon- pita per poter svolgere senza probleda del modello, e tutta la serie è mi 1.500 ore di lavoro all’anno. dotata di un dispositivo tendi cinghie Il modello DHLI 160 necessita di un automatico, per evitare di dover trattore con potenza compresa tra i rimettere in tensione le cinghie man 70 e gli 80 CV, il DHLI 190 di uno mano che si consumano. Ogni con potenza da 80 a 90 CV ed il

DHLI 220 di un trattore con potenza di 90 - 100 CV. Sempre a seconda del modello, i coltelli a Y per erbe e arbusti possono essere 48, 64 o 80 per la DHLI 220; le mazze pesanti per lo sfalcio di vegetazione più grossa vanno dalle 12 sul modello DHLI 160, alle 16 o 20 sul modello più grande. 4. 5. 6. Vedute del trattore allestito con trinciatrici Osma al lavoro

6

5

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

49


PORTATTREZZI

Dimostrazione Unimog sul campo prove aziendale di Wörth

1

Lo scorso 27 giugno si è svolta presso la DaimlerChrysler AG di Wörth una giornata dedicata all’antincendio con l'obiettivo di presentare a tutti gli allestitori europei del settore le novità tecniche dei veicoli Unimog ed Econic, dare inoltre dimostrazione pratica delle caratteristiche e peculiarità di questi mezzi. DaimlerChrysler ha voluto dimostrare ancora una volta il connubio indissolubile che esiste tra il marchio Mercedes-Benz e gli allestitori più qualificati. Erano presenti all’evento circa 90 persone provenienti da Belgio, Gran Bretagna, Francia, Italia, Croazia, Lituania, Paesi Bassi, Austria, Norvegia, Polonia, Svezia, Svizzera, Serbia, Spagna, Repubblica Ceca, Turchia.

2

Per l’occasione è stato esposto anche un Unimog proveniente dal nuovo Museo dell’Unimog di Gaggenau, recentemente inaugurato. Il programma prevedeva una presentazione di entrambi i prodotti Mercedes-Benz, Unimog ed Econic, soffermandosi soprattutto sulla tecnica ed interfaccia con le diverse attrezzature. Nel corso del pomeriggio si è svolta la dimostrazione pratica dei veicoli presso il campo prove di Oetigheim. 18 veicoli allestiti dopo la dimostrazione sono stati messi a disposizione degli ospiti per prove di guida pratica. La manifestazione ha avuto un riscontro molto positivo tra gli allestitori che in questa occasione hanno tra l’altro ricevuto il materiale relativo alle novità

dei prodotti in preparazione. Dall’Italia sono giunti 2 Unimog allestiti. Un U5000 con allestimento Molinari che opera nell’antincendio boschivo col Gruppo Valcarobbio di Brescia: una macchina con motore da 218 CV con cisterna da 5.000 l di acqua, realizzata in acciaio inossidabile aisi 316, che consente anche il trasporto di acqua potabile per affrontare problemi di emergenza idrica. Due gavoni, uno anteriore ed uno posteriore, muniti di serrande autoavvolgenti, sono in grado di contenere tutte quelle attrezzature necessarie per l’espletamento delle attività di protezione civile. Il gruppo pompa, dell’austriaca Rosenbauer, è una pompa combinata in media ed alta pressione azionata dalla presa di forza meccanica dell’automezzo che le consente di lavorare per svariate ore senza decadimenti di rendimento. La pompa può erogare 2.000 litri a 8 bar oppure 380 l a 40 bar, inoltre può lavorare anche in media e alta pressione, quando si rende necessario, sia con manichette sia con naspo ad alta pressione. L’allestimento prevede un generatore di corrente a bordo, utile sia per azionare eventuali attrezzi, sia la colonna fari posizionata sulla parte posteriore per illuminare le zone di lavoro. 1. Parata degli antincendio 2. Antincendio Assaloni 3. Antincendio Molinari

3 50

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


5

4

L’Unimog ha la possibilità di rifornirsi da ruscelli o fonti a mezzo della pompa, che è in grado di aspirare fino a un dislivello di 8,5 m. La piastra portattrezzi anteriore permette l’applicazione di svariate attrezzature. Per non limitare le doti dell’UHN di fuoristrada estremo, è stata posizionata una barra paraincastro posteriore amovibile in modo da poterla portare in posizione alta nei percorsi più impegnativi senza compromettere l’eccezionale angolo di uscita di questa macchina. Il secondo veicolo, allestito da 4. Pianta del campo prove Unimog a Wörth 5. 6. 7. 8. Unimog in azione 9. Unimog in versione militare

6

Assaloni, era un U400L. L’allestimento antincendio presentato proponeva anteriormente una particolare ruspa livellatrice utile per aprirsi la strada su sentieri poco battuti. L’antincendio da 3.500 l ha una struttura completamente in acciaio aisi 316 l che consente il trasporto di acqua potabile. L’alimentazione del modulo è data dal circuito idraulico di potenza dell’Unimog VarioPower proprio nell’ottica di un’attrezzatura scarrabile, ed avere a disposizione questa potenza per altre attrezzature. La portata è di 240 l/min a 60 bar e può essere utilizzata con veicolo in movimento anche con possibilità di cambiare marcia. Naturalmente Assaloni propone anche una versio-

ne con due pompe per alta e media pressione. L’antincendio è dotato di 3 naspi che possono lavorare in contemporanea con 100 m di tubo altoresistenziali alloggiati nel vano posteriore chiuso da serranda avvolgente e dotabili di un avvolgimento con motore elettrico o idraulico. Nella parte superiore trova posto un cannoncino idrico comandabile sia manualmente che dalla cabina. Il carico dell’acqua avviene mediante manichette con la possibilità di applicare al modulo antincendio una pompa autoadescante, alimentata sempre dall’impianto idraulico del veicolo, che consente di caricarsi da qualunque torrente o specchio d’acqua.

7

8

9 Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

51


AZIENDE

Centro di Formazione e Ricerca Macchine Merlo GHERARDO MARCHELLI

2

1

Un’interessante visita al moderno Centro di Formazione e Ricerca Macchine, dedicata alla stampa italiana, ha permesso di apprezzare la struttura produttiva Merlo, gruppo che vanta numeri da capogiro. L’azienda cuneese, conosciuta in tutto il mondo per i propri macchinari telescopici verdi, utilizzati in agricoltura ed edilizia, da aziende private ed enti pubblici, è suddivisa in sette società operative: Merlo per i sollevatori telescopici e autobetoniere; Treemme per i trattori forestali multifunzione ed attrezzature per macchine operatrici; Tecno per i sistemi e le tecnologie per la raccolta rifiuti; Cingo per i trasportatori polivalenti idrostatici; Project per la ricerca, lo sviluppo e l’engineering; Rent per gli allestimenti speciali; CFRM per il centro formazione e ricerca macchine per la sicurezza.

3

Il gruppo produce: 68 modelli di sollevatori telescopici da 2,8 a 10 tonnellate di portata e da 6,4 a 25,2 metri di altezza; 3 modelli di autobetoniere da 2 a 3,5 metri cubi di resa; 6 modelli di trasportatori da 600 a 1.000 kg di portata; 5 modelli di trattori forestali da 130 a 300 HP di potenza; 27 modelli di veicoli per la raccolta dei rifiuti da 2,2 a 30 metri cubi di capacità. Il fatturato, che dal 1991 è costantemente cresciuto da 25 milioni di euro fino ai 280 milioni di euro del 2005, ha quest’anno un incremento del 31% rispetto al primo semestre del 2005. Nel 2005 le macchine prodotte sono state 4.900 con 880 dipendenti. Merlo è presente in tutto il mondo con 500 concessionari in 45 Paesi e 5 filiali in Francia, Germania, UK, Spagna e da poco anche in Australia.

In Italia la rete commerciale ha una presenza capillare con 35 officine autorizzate e 123 concessionari, di cui 54 per l’edilizia, 44 per l’agricoltura e 25 per il Cingo. Lo stabilimento di Santa Croce di Cervasca, in continua espansione, si sviluppa su 128 mila metri quadri che colpiscono all’interno per il loro alto contenuto tecnologico costantemente aggiornato, per garantire la miglior efficienza ed affidabilità ad una produzione praticamente completa dei prodotti. Quello che si evidenzia, parte integrante del successo di questa azienda, è la creatività della ricerca (86 1. 2. Stabilimento e Centro di Formazione Merlo di San Defendente 3. 4. Parcheggi possibili

4 52

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


6

5

brevetti ad alto contenuto tecnologico) e l’estrema attenzione che caratterizza ogni passaggio della produzione: dal controllo, pezzo per pezzo, di ciascun componente comprato da fornitori esterni, alle migliaia di ore di collaudo dei mezzi. Per garantire la massima sicurezza agli operatori che utilizzeranno le loro macchine, il gruppo Merlo ha creato e reso operativo il centro di formazione e ricerca macchine: un’area di 22 mila metri quadrati, proprio accanto allo stabilimento di San Defendente, dedicata alla formazione e alla sicurezza degli utenti della tecnologia Merlo. Il centro ha anche un’area dedicata ad incontri e corsi e un laboratorio. La maggior parte del nuovo centro si sviluppa all’aperto dove si provano sul campo trattori e sollevatori telescopici. Un muraglione con quattro rampe di diversa pendenza, dal 10% al 60%, cosentono agli operatori di testare situazioni al limite della stabilità. Il retro della struttura è dedicato ai test, con una pista asfaltata per le prove di accelerazione e frenata, una per i rilevamenti fonometrici ed un’a5. Stabilità anche su 3 ruote 6. Barman con telecomando 7. Autobetoniera 8. Trattore forestale Tremme 9. Trasportatori Cingo

8

rea di prova della stabilità con una di questo tipo di formazione. piattaforma che può inclinare il L’incontro è stata anche occasione mezzo fino a farlo ribaltare. Il percor- per poter ammirare l’intera produzioso di guerra presenta invece un terre- ne Merlo all’opera proprio nell’area no molto grezzo, rovinato in modo da del centro di formazione, con la presimulare condizioni sempre al limite sentazione in anteprima del nuovo che mai potranno essere trovate in sollevatore telescopico di dimensioni cantiere. compatte con una larghezza conteQuesta struttura nasce dalla convin- nuta ai 2 metri pur mantenendo una zione che non possa esistere sicu- cabina standard larga 1 metro; rezza senza una adeguata formazio- dimensioni che possono renderlo ne ed un corretto addestramento. estremamente interessante come I corsi che Merlo propone, insieme a portattrezzi multifunzionale per i lavoquelli fatti in collaborazione con ri di gestione comunale, sia in viabil’Unione Industriale, servono quindi a lità estiva che invernale. formare adeguatamente il personale, Inoltre l’intera gamma dei sollevatori soprattutto quello di ditte ed enti che telescopici ha eseguito un vero e proutilizzano le macchine Merlo, confor- prio spettacolo, arrivando a stappare memente ai dettami delle leggi e e servire una birra con un sollevatore decreti che hanno cercato di porre le telecomandato da un operatore sulla basi per una maggiore sicurezza sul terrazza del centro. Esibizione di prelavoro. Dall’inizio dell’anno sono più cisione con cui hanno presentato il di 200 le persone che hanno parteci- nuovo telecomando per le macchine pato ai corsi. Merlo, che garantisce movimenti milliIn collaborazione con l’Ispesl, l’Istituto metrici e precisi in completa sicurezsuperiore per la prevenzione e la sicu- za dell’operatore. rezza del lavoro, sono inoltre in via di attuazione altri percorsi formativi strutturati in modo da migliorare le qualità professionali dei lavoratori per la conduzione ed utilizzo in sicurezza di macchine anche diverse da quelle prodotte dal gruppo Merlo. Per ora i corsi sono rivolti principalmente ad operatori italiani. In futuro si proporranno anche ai clienti stranieri che potranno usufruire 7

9 Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

53


TRATTORI

Antonio Carraro a Flormart 2006

Molte sono le novità che Antonio Carraro S.p.A. presenterà a Padova, dal 14 al 16 settembre, in occasione del Flormart 2006. ACTIO: il concept vincente dei trat- za, influisce sull’ergonomia del tori Antonio Carraro mezzo e sul comfort operativo, con ACTIO (acronimo di Telaio Integrale sensibile riduzione dello stress per Oscillante Antonio Carraro), è un l’operatore e risultati importanti, in poderoso trave d’acciaio solidale agli ultima analisi, sull’economia del lavoassali con al proprio interno la tra- ro. Partendo dal presupposto che smissione posteriore ed anteriore, e minore è lo stress per l’operatore, con uno "snodo" che gli consente di maggiore sarà la resa di lavoro. oscillare longitudinalmente. Grazie proprio a questo tipo di telaio i Antonio Carraro: sweet life trattori Antonio Carraro montano 4 Tigre 3100 e Tigre Country 3700, ruote motrici di grandi dimensioni (iso- rispettivamente a 23 e 25 HP sono i diametriche o leggermente maggiora- trattori compatti più venduti in Italia te le posteriori) che lavorano sempre (dati d’immatricolazione 2005). In ben aderenti a terra seguendo il profilo effetti, il core business Antonio Carrae le asperità del terreno. Con ACTIO ro, dal 1960 ad oggi, si è focalizzato si determina un perfetto bilanciamento su differenti nicchie di mercato dell’adei pesi uniformemente distribuiti al gricoltura specializzata fino al groud50% su ogni assale, sia con attrezzi care, la manutenzione civile nel frontali, sia posteriori, sia dorsali, mon- senso più ampio del termine: cura del tabili anche contemporaneamente. verde pubblico e privato, viabilità ACTIO determina quindi minor usura stradale, pulizia delle aree urbane, delle ruote, minor compattamento e cantieristica, gestione dei giardini, danneggiamento del terreno, più tra- vivaismo, manutenzione delle aree zione, più sicurezza: elementi fonda- attrezzate e degli impianti sportivi. mentali per gli addetti al groundcare. Le doti che contraddistinguono i proACTIO inoltre dà compattezza al dotti Antonio Carraro sono essenzialmezzo: l’altezza del trattore, anche mente: affidabilità, comfort e sicurezza. con la cabina, rimane contenuta, pur In particolare il Telaio Integrale mantenendo ampia luce dal suolo e Oscillante Antonio Carraro ACTIO è baricentro basso, sinonimo di grande sinonimo d’equa ripartizione dei pesi, stabilità anche in pendenza. Inoltre il massima aderenza, minimo compattapasso è corto e la carreggiata è mento del suolo, comfort operativo di variabile, restringibile fino a 1.000 prim’ordine, baricentro basso, e infine, mm. Questi assetti, con il raggio fantastica versatilità che consente un strettissimo di sterzata, danno ai trat- rapido abbattimento dei costi d’ammortori Antonio Carraro un’agilità unica e tamento oltre a bassi costi di gestione. grande capacità di disimpegno in Il grande successo di queste macspazi ristretti. ACTIO, di conseguen- chine factotum hanno ispirato l’ulti54

ma campagna pubblicitaria della casa dal titolo Sweet Life, in italiano, Dolce Vita. Perché se si possiede un trattore Antonio Carraro significa che si possiede un orto, un giardino o un vigneto, luoghi dove la vita è senz’altro più dolce. JPM: anche il joystick è multifunzione Grande novità per i trattori della Serie Ergit, la gamma dei trattori compatti di lusso firmata Antonio Carraro. Dotati di posto di guida reversibile e comfort operativo di prim’ordine, sono proposti con un optional esclusivo, il nuovo JPM, Joystick Proporzionale Multifunzione. Questo dispositivo esalta le già straordinarie prestazioni dei trattori, semplificando drasticamente le procedure con attrezzature specifiche come: fresa, pala da neve, spazzolatrice, trinciafoglie, muletto. Il nuovo joystick JPM è posto in posizione ergonomica proprio sul poggiagomito del sedile dell’operatore, il quale, come con un videogioco, potrà comandare le attrezzature in entrambi i sensi di marcia, in tutte le direzioni, senza il minimo sforzo. Tigrecar Serie Tigrone: i nuovi transporter La gamma dei transporter Serie Tigrone presenta quattro modelli diversi dai 45 ai 62 HP. Mezzi dalle caratteristiche particolari, specialisti nei lavori agricoli e industriali. Tigre Car 5.400 cc, 6.500 cc, 8.400 cc, sono nati per offrire all’operatore uno straordinario comfort di guida, in termini di spazio vivibile per l’operatore e massima stabilità. In più: base d’appoggio morbida accanto al sedile di guida come poltroncina per il secondo operatore e come ampio vano portaoggetti; design filante, elegante ed essenziale; semicabina cabrio-coupé dal profilo super ribassato; freni interni a bagno d’olio sulle 4 ruote motrici; Telaio Integrale Oscillante ACTIO sterzante; riduttori finali sulle 4 ruote. I nuovi Tigrecar Serie Tigrone sono disponibili nella versione a passo lungo o corto. Il raggio di volta è molto contenuto. L’angolo d’attacco è pari a 27° per affrontare con estrema tranquillità cambi di pendenza molto accentuati. La trasmissione è con cambio sincronizzato con 8 marce avanti e 8 retromarce con invertitore (optional cambio a 12+12 marce). La frizione è morbida del tipo AC super soft con innesti dolci e precisi; la velocità masLavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


sima è di 40 km/h. 3 le motorizzazioni disponibili: 3 cilindri aspirato, 4 cilindri turbo e 3 cilindri turbo, raffreddati ad acqua. Erogano rispettivamente: 45, 53 e 62 HP. Una gamma di motori selezionata secondo rigorosi parametri di rendimento, consumo, silenziosità. Capacità di carico fino a 45 quintali in campo o in cantiere. Tigrecar ha un peso complessivo rimorchiabile di 5.000 kg sia nella versione agricola sia nella versione industriale. TRH 9400: idrostatico reversibile per la manutenzione del verde TRH, il nuovo trattore reversibile idrostatico Antonio Carraro con 85 HP di potenza, è un mezzo veramente originale ed unico che sta conseguendo ottimi consensi nel settore groundcare ed in particolare nella manutenzione e preparazione dei campi da golf e dei grandi parchi. La trasmissione idrostatica è dotata di funzione "automotive", dispositivo che consente la modulazione dei giri motore in base alla velocità d’avanzamento. Il cambio idrostatico offre infinite gamme di velocità nei due sensi di marcia e massima praticità operativa negli andirivieni in sequenza rapida. La velocità massima, omologata a 40 km/h, assicura risparmio di tempo nel lavoro e nei trasferimenti. L’avanzamento idrostatico si rivela una soluzione vincente con molte attrezzature diverse: dagli imponenti rasaerba a più elementi per il taglio del rough, al vertidrain per la carotatura del terreno, alla pala con retroescavatore, alla catenaria per lo scavo dei canali di drenaggio. Grazie al dispositivo speed-fix, TRH è un autentico specialista nelle lavorazioni che richiedano velocità d’avanzamento costante, come nel caso d’utilizzo di spandisabbia, seminatrici o vertidrain. L’operatore imposta i giri della presa di forza e, semplicemente premendo il pulsante speed-fix sul cruscotto, fissa la velocità d’avanzamento scelta. Le impostazioni rimarLavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

ranno costanti fino alla fine del lavoro e l’operatore non dovrà far altro che controllare la direzione del trattore. TRH, a richiesta, monta la cabina climatizzata StarLight spaziosa e confortevole con una visibilità a 360° garantita in altezza e in basso dal tettuccio apribile e dagli oblò posti in corrispondenza delle ruote. Rondò: MY 2006 con attrezzature Heavy Duty Rondò, il "green-worker" professionale Antonio Carraro, è proposto nella nuova versione, dotata d’accorgimenti che riguardano il miglioramento del comfort complessivo sia dal punto di vista del benessere dell’operatore, sia dal punto di vista del rendimento e dell’affidabilità. Per Antonio Carraro, infatti, la qualità dell’ambiente parte proprio dalla qualità di vita di chi, dell’ambiente, si occupa. Da chi, quindi, utilizza e guida i trattori . I modelli di Rondò in esposizione a Flormart 2006 montano allestimenti per la viabilità invernale: cabina, lama da neve e spargisale, ed attrezzature per la manutenzione del verde: una nuova famiglia di rasaerba denominata Heavy Duty, dedicata ai più esigenti professionisti del verde. Attrezzature costruite secondo i più elevati standard qualitativi per assicurare massima affidabilità, piena redditività e una resistenza senza precedenti. Due i modelli di rasaerba Heavy Duty completi di turbina e con-

tenitore di raccolta; differenti solo per le dimensioni di larghezza di taglio: 150 cm e 120 cm. Le 3 lame di taglio hanno uno speciale rinforzo superiore: si presentano quindi molto robuste e resistenti per annullare flessioni durante la falciatura, garantendo un taglio sempre uniforme e preciso in ogni condizione. Per il modello RT1500 sono previste, come optional, una serie di doppie lame di spessore 6 mm complete di tagliente superiore basculante per il taglio dell’erba alta dove il manto erboso è costituito da infestanti (parchi e giardini pubblici). Dal canto suo Rondò rimane, come tutti i trattori Antonio Carraro, un prodotto multifunzione ideato, sia per la manutenzione del manto erboso, anche per la pulizia dei selciati e la viabilità invernale. Le caratteristiche di Rondò, insieme, determinano l’unicità di questo rider: 4 ruote motrici uguali, telaio articolato flessibile ACTIF; elevata luce dal suolo. Minimo il compattamento del suolo, garantito dalla distribuzione del peso sulle 4 ruote, vantaggio fondamentale nel taglio dell’erba in sterzata e su terreni ondulati per preservare il manto erboso intatto. Il telaio articolato garantisce una sterzata molto contenuta utile a lavori di finitura intorno alle piante ed elimina l’eventualità d’effetto scalping, poiché la scia delle ruote anteriori coincide con la scia delle ruote posteriori. Il grande serbatoio del gasolio (50 l) consente un’autonomia di lavoro pari a 12/15 ore. Come optional, Rondò monta la cabina con riscaldamento e ventilazione, dotata di un potente impianto d’illuminazione per utilizzi notturni del mezzo. La trasmissione idrostatica offre due gamme di velocità: 0 - 12 km/h e 0 - 25 km/h. Da notare la velocità massima di 25 km/h, contro i 16 km/h della maggior parte dei rasaerba in commercio. Due le motorizzazioni disponibili di Rondò: 22 HP (mod. k.327) e 30 HP (mod. k.333). 55


MANUTENZIONE STRADE

Innovativa strada ecologica per il Giro d’Italia al Plan de Corones GIORGIA MARCHELLI

Per gli amanti italiani del ciclismo il Giro d’Italia rappresenta il momento clou di tutta la stagione sportiva ed è a ragione considerato uno degli eventi internazionali maggiormente seguiti. Il 24 maggio 2006 ha avuto luogo la 17° tappa dell’89° Giro d’Italia, una delle più ardue di quest’anno, con un percorso di 133 km e quasi 3.000 m di dislivello totale, che si è snodata attraverso alcuni tra i più suggestivi panorami delle montagne dell’Alto Adige, interamente nella Provincia di Bolzano: da Termeno all’arrivo in salita sullo sterrato di Plan de Corones (2.275 m) passando per Oltradige, Caldaro, Appiano, Bolzano, Bressanone, Eores, Passo delle Erbe (gran premio della montagna), Antermoia, San Martino in Badia, Longega, San Vigilio di Marebbe e Passo Furcia. Dopo anni di tentativi falliti infatti, i fratelli Willi e Albert Kastlunger di San Vigilio di Marebbe hanno ripreso l’iniziativa e, trovando gli interlocutori giusti, sono riusciti a realizzare in breve tempo un sogno coltivato da molti anni: portare la prestigiosa competizione ciclistica italiana in cima al panettone sciistico più famoso dell’Alto Adige. Il Plan de Corones è una montagna di 2.275 m, che si trova proprio sul confine geografico e geologico tra le Alpi e le Dolomiti. A sud del cocuzzolo si 56

estende la Val Badia, a nord la Val Pusteria. Le località principali che circondano Plan de Corones sono San Vigilio di Marebbe, Brunico e Valdaora ed è da questi paesi che è possibile raggiungere la cima con impianti di risalita. In inverno Plan de Corones è uno dei maggiori comprensori sciistici dell’Alto Adige, con 100 km di piste e 32 modernissimi impianti a fune. In estate la montagna si presenta come zona molto interessante per passeggiate o escursioni, premiate da un panorama mozzafiato, con 360° di montagne e vallate. In cima si trova la Concordia 2000, enorme campana della pace, voluta e realizzata da Erich Kastlunger, di oltre 18 tonnellate, installata su di un balcone panoramico circolare dal diametro di 11 m, che riproduce fedelmente in bronzo tutto il panorama montano. Avrebbe dovuto essere proprio la Concordia 2000 a salutare con i suoi rintocchi i primi corridori all’arrivo in vetta. Purtroppo il maltempo della giornata (neve, nebbia, -1°C) ha rovinato il programma: dopo aver eliminato il Passo delle Erbe, i direttori di gara hanno forzatamente fatto concludere la tappa sul Passo Furcia, con grande dispiacere e delusione di tutti. La parte più attesa della tappa, e forse anche del Giro 2006, erano proprio i 5 km di sterrato che partono da Passo Furcia (1.739 m) e portano i

corridori in cima al Plan de Corones (2.275 m). Si tratta della strada forestale di servizio, utilizzata normalmente dalle società Funivie San Vigilio e Funivie Valdaora per la manutenzione degli impianti di risalita del comprensorio sciistico ed anche dai numerosi agricoltori, che posseggono malghe in quota. In inverno, gran parte della strada è ricoperta da uno strato di 2 - 3 m di neve, visto che ci passano sopra diverse piste da sci. La stagione sciistica è terminata ufficialmente il 23 aprile: fino a quella data la strada non era visibile nel modo più assoluto. Come tutte le strade del Giro, anche questa era da risistemare: operazione non semplice in occasione della prima accoglienza dell’evento, per di più in luoghi impervi con pendenze notevoli. Il comitato organizzatore di tappa Al Plan Events ha iniziato i lavori di sgombero della neve dalla strada lunedì 24 aprile 2006. Con l’ausilio di gatti delle nevi sono stati sbancati diversi metri di neve, affinché la sede stradale potesse asciugarsi in tempo. Si è dovuta lasciar riposare la strada per circa una settimana dopo averla liberata dalla neve, onde permettere il deflusso e l’assorbimento dell’acqua di superficie. Fatto questo, si è potuto affrontare il primo lotto di lavori di manutenzione straordinaria, che ha previsto la sistemazione del sotLavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


tofondo stradale e dei drenaggi. Il primo chilometro a partire dal Passo Furcia, che presenta una pendenza media dell’11,6%, è stato munito di uno strato speciale, costituito da materiale franoso frantumato a piccole lastre frastagliate che ben si incastrano fra loro, proveniente dalle vicine frane della Valle dei Tamersc, legato con una bassissima percentuale (3%) di cemento, e da un prodotto ecologico della nanotecnologia, Nanoterradrain, della ditta Resotec di San Candido (BZ), un legante per l’elasticità del composto. Si tratta di una miscela ecologica, studiata e messa a punto dai geologi della Provincia Autonoma di Bolzano, su iniziativa di Danny Kastlunger, direttore tecnico del comitato organizzatore. La pavimentazione ha una costituzione ruvida in superficie, che riproduce ottimamente un buono sterrato compatto. Il grande vantaggio di questo strato è l’alta tenuta alle sollecitazioni di carico ed un’impressionante capacità drenante, il che dovrebbe garantire la percorribilità della tratta anche dopo abbondanti piogge o nevicate. Fondamentale è stata la posa del sottofondo, uno strato di 40 cm di materiale di granulometria maggiore, ormai indistruttibile, sul quale sono stati posizionati i 10 cm di spessore dello strato finale. Lo stesso rivestimento è stato applicato anche agli ultimi 2 chilometri, estremamente importanti, vista la grande pendenza del tratto, che inizia presso il rifugio Geiselsberg con un tornantone di 180°, che si immette subito nello strappo più tosto, che arriva anche al 26% di pendenza. Gli ultimi 1,15 km hanno comunque una pendenza media del 13,3%. Anche qui ne va della pedalabilità del percorso pure in condizioni meteo avverse. I 3 km centrali invece sono stati realizzati col solo materiale franoso frantumato, senza necessità di cemento né additivo. Il nuovo materiale ecologico è stato miscelato da un’enorme macchina della Wirtgen, unica in Italia, e successivamente applicato con una finitrice da asfalto cingolata, poi pressato con rulli piccoli. In tutto, fra sottofondo e strato finale, sono stati utilizzati 6.000 m3 di materiale, il cui trasporto ha provocato i costi maggiori (completamente affrontati dal Consorzio Esercenti Trasporti a Fune Skirama Kronplatz), con un lavoro estenuante, in tempi ristrettissimi e condizioni metereologiLavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

che avverse, durato 23 giorni e 10 notti, affrontato come una scommessa dai validissimi tecnici, operai e organizzatori del Plan de Corones. A fine posa ha dovuto riposare per almeno 5 giorni, prima di poter essere percorso. Il tracciato è stato chiuso al pubblico fino alla data della tappa. Non è stato pertanto possibile visionare o addirittura provare lo sterrato del Plan de Corones prima del Giro, fatta eccezione per i corridori professionisti iscritti alla corsa a tappe per la ricognizione. Il grande dispiacere di non veder arrivare il Giro d’Italia in cima al Plan de Corones è stato aumentato dal constatare in quel giorno le perfette condizioni della nuova strada, assolutamente spianata e sulla quale la neve non aveva attaccato, che avrebbe reso la tappa memorabile. Memorabili sono anche i 13 tornanti che caratterizzano lo sterrato del Plan de Corones, dedicati ai grandi campioni del passato che hanno vinto il Giro d’Italia e non sono più in vita, onde onorare gli eroi di questa corsa a tappe e permettere un orientamento personalizzato durante la corsa. Partendo dal basso verso l’alto con i numeri a scalare, le dediche sono per: Gaetano (Tano) Belloni, Costante Girardengo, Giovanni Brunero, Alfredo Binda, Learco Guerra, Giovanni Valetti, Gino Bartali, Hugo Koblet, Fausto Coppi, Gastone Nencini, Charly Gaul, Jacques Anquetil e Marco Pantani. I tornanti sono stati resi indentificabili mediante pannelli grafici recanti l’effi-

ge del corridore, le denominazioni ufficiali della gara, il numero del tornante e gli sponsor ufficiali. Visti i grandi sforzi fatti per il 2006 e la delusione per il mancato arrivo di tappa, il comitato organizzatore Al Plan Events ripeterà l’iniziativa nel 2008, sicuramente con fatica minore grazie all’esperienza passata e alle solide basi ormai poste: lo sterrato finale necessiterà solo dell’aggiunta di qualche centimetro di materiale da pressare sullo strato superiore della strada. Riportiamo di seguito il progetto per la manutenzione straordinaria della strada forestale Furcia - Plan de Corones nei Comuni di Marebbe e Valdaora (Provincia Autonoma di Bolzano) commissionato dal Consorzio Esercenti Trasporti a Fune Skirama Plan De Corones. Premessa Il presente progetto prevede un intervento di manutenzione straordinaria della strada sterrata Passo Furcia Plan de Corones in occasione dell’arrivo della tappa del Giro d’Italia del 2006. I lavori rappresentano un progetto pilota in cui si prevede l’utilizzo di nuovi materiali ecologici per la realizzazione del manto d’usura. Strato che è stato studiato e proposto dalla Provincia Autonoma di Bolzano, Ufficio 11.6 geologia e prove materiali. Situazione attuale Il tracciato stradale parte dal Passo Furcia (1.738,70 m s.l.m.) e, sviluppandosi per una lunghezza di 5.290 m, porta in cima al Plan de Corones (2.273 m s.l.m.). La strada presenta

57


una larghezza media di 4 m con pendenze longitudinali massime che arrivano sino al 24 - 27%. La sede stradale giace nel primo km all’interno di un’area adibita a pista da sci. Nel tratto intermedio, dal km 1,00 al km 2,70, attraversa un’area boschiva, per proseguire nel restante tratto attraverso aree sciistiche ad oltre 2.000 m d’altitudine. Il tracciato giace nei primi 2,50 km all’interno del territorio del Comune di Marebbe per passare poi nel Comune di Valdaora con l’arrivo in vetta di nuovo all’interno del territorio comunale di Marebbe. La strada è utilizzata prevalentemente come via di collegamento e trasporto merci per l’effettuazione, manutenzione e approvvigionamento degli impianti di risalita e delle stazioni a monte del Plan de Corones e come strada forestale per trasporto bestiame e legname. Tale utilizzo implica pertanto un trasporto con mezzi pesanti come camion, bilichi e betoniere, fatto che incide notevolmente sulla tenuta e longevità del corpo stradale. Viene evidenziato inoltre il fatto che gran parte dei tornanti presenta pendenze notevoli (20%) con raggi di curvatura ristretti, nell’ordine dei 12 m, che inducono, al passaggio di mezzi pesanti e con più assi, sollecitazioni notevoli sul corpo stradale con un degrado pronunciato e veloce. A dispetto di ciò lo stato di conservazione del corpo stradale può essere definito come buono per ciò che concerne i primi due terzi di tracciato (escludendo i primi 200 m), meno buono nell’ultimo terzo. Tale fatto è da imputare in gran parte alla forte presenza di sorgenti con infiltrazioni d’acqua nel corpo stradale e la contemporanea mancanza di drenaggi adeguati lungo l’ultimo terzo del tratto stradale km 4,00 - km 5,29. In tale tratto troviamo inoltre le pendenze maggiori del tracciato con pendenze massime oltre il 24%. Interventi previsti Si fa presente che l’intervento previsto è di manutenzione straordinaria e non di un realizzo ex-novo del tracciato. Gli interventi sono pertanto mirati con il fine di migliorare il comportamento 58

meccanico-fisico del corpo stradale, conferendogli una migliore resistenza e longevità, il tutto nel massimo rispetto dell’ambiente circostante. Gli interventi non potranno pertanto risolvere in modo definitivo i problemi più gravi di tenuta del corpo stradale, come per esempio nei tornanti o nei tratti che presentano pendenze importanti nell’ordine del 20 - 24%, soluzioni che richiederanno interventi troppo invasivi nell’ambiente. Verranno però presi provvedimenti con il fine di limitare tali eventi in tratti ben definiti, in modo da salvaguardare il restante tracciato. In questa prospettive si è cercata una soluzione nella ricerca del materiale per lo strato d’usura compatibile con l’ambiente circostante, drenante, il meno invasiva possibile, che però dia le garanzie necessarie per l’arrivo di tappa del Giro d’Italia subito, e per il transito con altri mezzi di servizio al Plan de Corones in futuro. Il primo intervento sarà quello di ripristinare, ove già esiste, o di realizzare un’adeguata regolazione idrica dell’intero tracciato stradale tramite: - realizzazione di canali di scolo per le acque piovane e sorgenti lungo la sede stradale: tali canali, che si svilupperanno parallelamente al corpo stradale, impediranno l’infiltrazione d’acqua nel corpo stradale, oltre a deviare l’acqua di scolo superficiale al di fuori del manto stradale ed evitandone pertanto il dilavamento; - realizzazione nello strato di base, limitatamente ai tratti che presentano pendenze più importanti, dei setti trasversali di drenaggio con profondità 50 cm; - ripristino ove presenti e realizzati in aggiunta ove si renderà necessario dei canali di scolo acque superficiali

piovane in modo da deviarne il flusso al di fuori della sede stradale. Una volta realizzata la regolazione idrica si passerà alla definizione del corpo stradale con la realizzazione dello strato di base con materiale da cava di prestito. Lo strato avrà uno spessore medio di 10 cm con una pendenza trasversale pari a 2%. Infine si passerà alla realizzazione del manto d’usura con la posa di una pavimentazione ecologica permeabile con legante idraulico (cemento pezzellanico). Lo studio di tale pavimentazione come le proposte delle miscele e le regolazioni delle acque superficiali sono state redatte in collaborazione con la Provincia Autonoma di Bolzano, Ufficio 11.6 geologia e prove materiali. La pavimentazione prescelta si pone in alternativa ad uno strato d’usura classica in asfalto, in quanto priva di bitume o altri agenti inquinanti. Il degrado della pavimentazione porta infatti alla formazione di inerte naturale senza sostanze nocive. Per limitare ulteriormente l’impatto che tale struttura porta nell’ambiente, si prevede di renderla permeabile in modo da permettere la percolazione dell’acqua piovana nel terreno e nella falda sottostante. Lo strato d’usura verrà realizzato da una miscela di limo, sabbia e ghiaino 0/16 mm con l’aggiunta di legante idraulico pari al 2 - 5% del peso, mentre il ghiaino, utilizzato come grano di sostegno, non supererà il 30%. Il ghiaino dovrà essere ricavato dalla macina di rocce lapidee, o da elementi naturali con spigoli vivi. Tali caratteristiche superficiali conferiscono alla miscela una migliore resistenza a taglio. Oltre a ciò si prevede l’impiego di un additivo su tecnologia nano, denominato Nanoterradrain, della ditta Resotec di San Candido (BZ), che conferisce al tappeto d’usura uguali caratteristiche di resistenza sia a compressione che a trazione. Tali miglioramenti ottimizzeranno il comportamento del manto d’usura conferendogli caratteristiche ottimali di flessibilità e resistenza ai carichi dinamici. 1. La miscelatrice Wirtgen 2. 3. Stesa con la neve sui bordi 4. Campione del rivestimento Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


VERDE

Evoluzione della specie Energreen La teoria di Darwin si può benissimo applicare anche ai prodotti sul mercato. Anche questo, in effetti, si comporta nel medesimo modo, selezionando i migliori e condannando all’estinzione o alla semplice sopravvivenza tutti gli altri. Per essere sempre all’avanguardia è necessario investire in ricerca e sviluppo, proponendo prodotti sempre tecnologicamente avanzati, un’esigenza ben nota ad Energreen, che non a caso presenta il modello ILF S 1000 con nuove varianti rispetto a quanto precedentemente presentato in occasione dell’Eima 2005. La macchina è omologata operatrice con velocità 40 km/h indirizzata al settore professionale della manutenzione del verde pubblico. La ILF S 1000 nasce con misure ridotte rispetto al modello più grande: la larghezza è contenuta entro 1980 mm, ed il braccio a 6 m; è allestita con motore John Deere 115 CV e con il solito concetto delle pompe indipendenti in circuito chiuso e cilindrata variabile Sauer Danfoss, che ne determinano le prestazioni massime

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

per ogni funzione. ILF S 1000 è da considerarsi un multiutensile, in quanto dà la possibilità di sostituire la parte anteriore, quindi può portare il braccio, può portare una presa di forza con sollevatore, può montare una pala, una lama da neve su apposito mascherone DIN, o ancora un piccolo escavatore e quant’altro fosse necessario alle esigenze del cliente, in quanto il tutto viene applicato sulla macchina base in maniera rapida. L’attrezzo anteriore dà la massima visibilità in lavoro, e, muovendosi su una ralla con spostamenti laterali dx e sx, consente di intervenire su ambo i lati stradali, ovviamente sul lato sx è necessario eseguire l’ulteriore rotazione di 180° della testa trinciante, particolarità utilizzata su tutti i mezzi Energreen.

E' stato ulteriormente applicato un disco laterale sul lato dx, che consente di operare sotto il guard rail in contemporaneità con l’uso del braccio, il tutto comandato dallo stesso manipolatore. Il disco, tramite una molla ed un sistema di molleggio meccanici, consente l’entrata e l’uscita dal guard rail in modo automatico.

59


AUTOTELAI

Man Trucknology Generation al lago Le Bandie di Spresiano

Man Veicoli Industriali S.p.A. ha organizzato il 29 e 30 giugno di quest’anno un incontro con dimostrazione e prova in cava dei propri mezzi. Il luogo scelto per l’evento è stato il Centro Lago Le Bandie a Spresiano, angolo di paradiso alle porte di Treviso destinato a chi ama lo sport, la vita sana ed il benessere, nato da un recupero ambientale durato 30 anni, originariamente una cava di estrazione per materiali inerti, ancora oggi in funzione, di cui può andare fiera la Mosole S.p.A., dei fratelli Remo e Sergio Mosole, che con grande lungimiranza hanno saputo immaginare con molto anticipo esigenze, tendenze e stili di vita del nuovo millennio: 90 ettari incentrati sul lago dalle acque color smeraldo, intorno al quale si sviluppa un percorso di 6 km immerso nel verde, con un moderno centro natatorio ed il centro benessere tailandese ThaiSi - Royal Thai Spa. Il dott. Pesci, responsabile MKTG Comunicazione e Pubbliche Relazioni, ha introdotto i discorsi relativi agli ultimi successi della Casa del Leone, alle novità di prodotto e di offerta, ed alle strategie future, tenuti dal dott. Aldo Longana, Amministratore Delegato e Direttore Generale Man Veicoli Industriali, dal dr. Franz Weinberger, MKTG Manager Sud Europa, dall’ing. Klaus Kress, Engine & Components, dall’ing. Marco Marozzi, Coordinatore Prodotto, e dal dott. Massimo Sturaro, Credit & Operations Manager. Il Gruppo Man Nutzfahrzeuge con 60

sede a Monaco di Baviera è uno dei maggiori offerenti di veicoli industriali e soluzioni globali per il trasporto, producendo autocarri da 6 a 50 tonnellate di massa complessiva, veicoli eccezionali fino a 300 tonnellate di massa complessiva della combinazione, autobus di linea, regionali e turistici, oltre che motori diesel, a metano e a combustione interna ad idrogeno. Nell’esercizio 2005 l’azienda con 33.400 dipendenti, oltre 68.200 autocarri e oltre 6.000 autobus ed autotelai dei marchi Man e Neoplan venduti, ha raggiunto un fatturato pari a 7,4 miliardi di euro. Rispetto all’esercizio precedente il risultato operativo è aumentato di 147 milioni di euro al valore record di 469 milioni di euro. La quota di mercato Man in Europa nel settore degli autocarri oltre le 6 tonnellate è pari al 15,6%. Le innovazioni ed il progresso non sono un evento casuale ed isolato ma il risultato di lavoro sistematico, di anni di esperienza e di competenza tecnica. Non è quindi un caso se oggi Man dispone del più moderno programma di motori per autobus ed autocarri sul mercato. Man accompagna il progresso nel settore della tecnologia della motorizzazione da oltre 100 anni: una tradizione iniziata con Rudolf Diesel, il quale tra il 1893 ed il 1897, insieme a Man, portò la sua geniale invenzione, il motore termico ad accensione spontanea, alla matu-

rità per una produzione di serie. Negli anni che seguirono la creatività e l’esperienza dei tecnici Man hanno determinato molte svolte nella storia dello sviluppo del motore Diesel. Nell’arco dei soli ultimi 6 anni Man ha introdotto una famiglia di autocarri completamente nuova: la Trucknology Generation, orientata conseguentemente alle esigenze dei clienti, spinta da motori potenti ed ecologici, dotata della più moderna tecnologia di sicurezza ed equipaggiata con sistemi d’avanguardia per elevato comfort al massimo livello di qualità. Il primo esponente della Trucknology Generation è stato il TGA che con il suo esordio nel 2000 ha ridefinito gli standard della categoria degli autocarri pesanti venendo poi addirittura premiato con l’ambito riconoscimento internazionale "Truck of the Year 2001". Nella primavera del 2005 Man ha presentato il fratello minore del TGA, il TGL. Con questo veicolo, proposto in molteplici varianti, le doti Trucknology, ovvero dinamismo, redditività ed affidabilità, effettuano il proprio ingresso nella categoria di peso da 7,5 a 12 tonnellate di p.t.t.. Il TGL ha convinto sia i clienti sia la stampa di settore: lo scorso autunno all’European Road Transport Show di Amsterdam è stato infatti eletto "Truck of the Year 2006". Sul palcoscenico della stessa edizione della manifestazione olandese è stato anche festeggiato il debutto mondiale Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006


del TGM, rappresentante degli autocarri medi da 13 a 26 tonnellate. Alla 61 a rassegna dello IAA Veicoli Industriali di Hannover Man presenterà il suo programma motori Common Rail ampliato con la gamma D26 CR e caratterizzato da unità esuberanti e parsimoniose con basso peso per unità di potenza. La competenza Man nella tecnologia di trasmissione garantisce che la potenza dei propulsori venga trasferita sulla strada contenendo al minimo le perdite. I cambi con presa diretta (DD) riducono il consumo di carburante nel traffico di linea grazie alle minime perdite meccaniche per attrito. Il Man HydroDrive, l’innovativo sistema di trazione anteriore inseribile, che lo scorso maggio ha ottenuto l'"Innovation Silver Award", offre maggiore trazione ai veicoli stradali per affrontare difficili situazioni di marcia. Nuove varianti e dotazioni, che verranno presentate al pubblico al Salone di Hannover, allargano il ventaglio di utilizzi dei TGL e TGM della Trucknology Generation. La cabina doppia, ad esempio, fa del TGL e del TGM veri e propri teamplayer, mentre la versione 4x4 del TGM garantisce maggior mobilità e sicurezza su percorsi fuoristrada e a condizioni non ottimali di trazione e di fondo stradale. Con tre varianti di massa totale il TGM si eleva a multitalento per l’impiego settoriale. La competenza Man nei sistemi di

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006

trasmissione offre l’ideale catena cinematica con relativa configurazione degli assali per tutte le destinazioni di utilizzo dei veicoli. Ciò significa perfetta trazione nel fuoristrada (impieghi cantieristici), su strade in cattivo stato e su fondi sdrucciolevoli. La redditività svolge un ruolo di primaria importanza nel trasporto di linea. La competenza Man tiene conto dell’aspetto economico nell’impostazione della catena cinematica consentendo di minimizzare i consumi. La destinazione di utilizzo gioca un ruolo decisivo per la realizzazione della miglior impostazione possibile degli organi di trasmissione. Le più comuni formule assi sono: - su strada e per il trasporto a lungo raggio: 4x2 e 6x2 (in combinazione anche con terzi assi centrali e terzi assi trainati sterzanti) - per cava-cantiere ed in fuoristrada come pure in caso di richiesta di notevole forza di trazione: 4x4, 6x4 e 8x4 - per estreme prestazioni off road: 6x6, 8x6 e 8x8. Un nuovo simbolo appare sul selettore per il cambio automatizzato Man TipMatic che equipaggia il TGA: Dx indica la funzione fuoristrada, ritagliata appositamente sul profilo di marcia tipico dell’impiego cantieristico. Per i TGA 4x4, 6x4, 6x6, 8x4, 8x6 e 8x8 con motorizzazione D20 Common Rail, Man introduce una versione del cambio TipMatic che consente la marcia nella confortevole modalità auto-

matica anche su percorsi fuoristrada. L’innovativa trazione idraulica anteriore Man HydroDrive (Lavori Pubblici n. 15 luglio - agosto 2005): nei veicoli della gamma TGA le ruote dell’assale anteriore sono dotate di motori idrostatici che, qualora se ne presenti la necessità, offrono ulteriore trazione. Si tratta di un sistema unico al mondo che, a differenza della classica trazione integrale meccanica, è ideale per autocarri destinati all’impiego prevalente su strada. La sua gamma di applicazioni spazia dai trattori stradali agli autotelai ed ai ribaltabili fino a 18 tonnellate di massa complessiva per i diversi modelli di TGA. Questo concetto di trazione, unico nel settore dei veicoli industriali, ha trovato grandi consensi presso gli operatori del settore. Il Man PriTarder, una combinazione del potente freno motore a regolazione elettronica Exhaust Valve Brake (EVBec) e del retarder ad acqua, è un efficiente ed economico sistema frenante. A differenza dei retarder tradizionali il PriTarder funziona con l’acqua del circuito di raffreddamento del motore e proprio per questa ragione si trova sulla parte frontale del motore. La potenza del freno motore viene raddoppiata in seguito all’impiego del retarder ad acqua. Esente da manutenzione si traduce in un ulteriore elemento di sicurezza grazie alla massima potenza frenante di 600 kW disponibile quasi costantemente nella fascia di velocità da 10 a 90 km/h.

61


Questo sistema consente inoltre maggiori andature medie e raddoppia la vita operativa delle guarnizioni d’attrito dei freni. La tecnologia antinquinamento Man ha trovato una sagace soluzione Euro 4 con vantaggi per carico utile, spazio e redditività. Il ricircolo esterno e raffreddato dei gas di scarico (Egr) adottato da Man consente di ridurre la percentuale di ossidi di azoto (NOx) ai bassi valori richiesti dall’Euro 4 (3,5 g/kWh) già all’interno del motore. Per il rispetto dei valori del particolato (0,02 g/kWh) si ricorre all’impiego supplementare del Man PM-KAT, vale a dire di una trappola per il particolato montata nel silenzia-

62

tore inox. Il PM-KAT non si ostruisce, è esente da manutenzione e non necessita di alcun additivo. Con il sistema comprensivo di iniezione Common Rail, di Egr e del PM-KAT, Man offre un convincente concetto tecnico ed economico che sarà disponibile a tempo debito per ottemperare anche alla norma Euro 5 già prima della sua entrata in vigore ad ottobre del 2009. Per l’adempimento della norma Euro 5 Man offre invece la cosiddetta tecnologia SCR (Selective Catalytic Reduction) al nome commerciale Man AdBlue esclusivamente per gli autocarri da lunga distanza della gamma TGA. Con questa tecnologia l’emissio-

ne di particolato viene tenuta a livelli estremamente bassi, al di sotto del valore limite di 0,02 g/kWh valido anche per l’Euro 4, con misure realizzate all’interno del motore. La riduzione delle emissione di ossidi di azoto avviene tramite l’iniezione di una miscela di acqua demineralizzata ed urea al 32,5% (denominata AdBlue) nell’impianto di scarico direttamente a monte del miscelatore AdBlue dove la miscela evapora. La scissione dell’urea nel miscelatore libera l’ammoniaca necessaria per le seguenti reazioni chimiche. Nel catalizzatore SCR l’ammonica reagisce con gli ossidi di azoto dei gas di scarico generando acqua ed azoto non nocivo.

Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.