Lavori Pubblici 22

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lavori pubblici

n. 22 settembre - ottobre 2006

quota neve s.r.l. via Panizza 12 - 20144 Milano Sped. in abb. postale - 45% art.2 comma 20b legge 662/96 - Milano




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lavori pubblici

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Giletta UniQa: lo standard disegnato sulle esigenze di qualunque operatore Gh. Marchelli Giochi Pozza per tutti i gusti RopeCon ed i detriti da scavo di gallerie Ad Andalo un Caron 998 Ga. Marchelli Nuovo Nissan Cabstar ASIA Napoli utilizza attrezzature Eco Service F. P. Vandoni Roseto degli Abruzzi sceglie Ecogest Ga. Marchelli Cippatori e biotrituratori Pezzolato per le potature autunnali Le mamme di Gorizia vogliono Ecopark di Salvadori Ga. Marchelli 26 nuovi Assaloni Artik per la Protezione Civile della Provincia di Roma Gh. Marchelli Technofase per il controllo idrico di Cermes Taglio e raccolta o anche sola aspirazione da Hymach Gh. Marchelli Nuovi Terratrac Aebi TT220 e TT240 lanciati alla fiera di Wels Agraria F. P. Vandoni Schmidt Jet Sweeper TJS 630 I Lav Milan F. P. Vandoni Anche i pedoni scivolano Gh. Marchelli Novità Orsi all'Eima 2006 Gh. Marchelli Seppi serie Midipierre la macchina che… batte ogni strada Econic sempre più una scelta di qualità Antonio Carraro ad Eima 2006 Salvare vite umane non è un gioco da ragazzi Mecalac Ahlmann presenta a Saie 2006 712MC e AS 50 Ga. Marchelli Gaia di Iman Pack non sarà a Ecomondo 2006 Gamberini, vasta gamma di spargisale per la viabilità invernale F. P. Vandoni Riciclaggio pneumatici: il Consorzio Argo presenta il rapporto di settore 2005 La tecnologia avanzata ibrida parallela bimodale di GM Allison è pronta per l'Europa Legno per le barriere acustiche Spargisale Inox SPR-6000 Morselli e Maccaferri Ga. Marchelli Gamma Berti Professional, rinnovo durevole F. P. Vandoni Tecnomeccanica, spandisale da 1,6 a 2,5 m di larghezza F. P. Vandoni Flexi Toolvest e Power Fleece Snickers Workwear per ogni lavoro JCB per la neve

Lavori Pubblici viene inviata in tutta Italia a: - Uffici Tecnici di tutti i Comuni, Province, Regioni e Comunità Montane - Società di gestione strade e autostrade - Aziende municipalizzate, di multiservizi e raccolta rifiuti - Aziende di trasporto urbano - Ditte appaltatrici di lavori pubblici - Parchi nazionali e regionali - Protezione Civile - Consorzi di bonifica - Aeroporti, Porti - Enti, Aziende e Comunità di grande dimensione (fiere, golf, parchi divertimento…) - Ditte produttrici e commerciali italiane ed estere nei settori di intervento della rivista - Personalità di settore italiane ed estere 4

Giletta S.p.A. Via De Gasperi, 1 12036 Revello (CN) Tel. +39 0175 258800 Fax +39 0175 258825 www.giletta.com e-mail: com@giletta.com

Direttore responsabile: dott. Giorgio Marchelli Direttore esecutivo: dott. ing. Gherardo Marchelli Redazione: dott. Giorgia Marchelli dott. arch. Viviana Patscheider Francesco Piero Vandoni Segreteria di redazione: Domenica Stefani Editore: quota neve s.r.l. Direzione, amministrazione, pubblicità: Via Panizza 12 - 20144 Milano Tel. +39 02 4983120 Fax +39 02 4985157 E-mail: lavoripubblici@quotaneve.it Stampa: Grafiche Pinelli S.r.l. Via R. Farneti 8 - 20129 Milano Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 577 in data 14-10-2002 Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano Abbonamenti annui: Italia euro 30,00 Estero euro 40,00 i versamenti possono essere effettuati a mezzo assegno o c/c postale n. 26647206 intestato a: quota neve s.r.l.: via Panizza 12 20144 Milano Una copia euro 5,00 I nominativi inseriti nell'invio sono tutelati dalla Legge 675/96 sulla Protezione dei Dati Personali

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VIABILITA' INVERNALE

Giletta UniQa: lo standard disegnato sulle esigenze di qualunque operatore GHERARDO MARCHELLI

Dopo la presentazione dei nuovi spargitori UniQa, a marzo di quest’anno, in occasione del congresso mondiale AIPCR 2006 di Torino - Sestriere (Lavori Pubblici n.19 marzo - aprile 2006), Giletta S.p.A., produttore leader nel settore della viabilità invernale, affronta il nuovo inverno con un prodotto innovativo, destinato a rivoluzionare il livello tecnologico degli spargisale ed a definire nuovi standard di qualità e di performance nell’ambito degli equipaggiamenti invernali. Il progetto UniQa, nato nel 2005 con l’obiettivo di standardizzare la produzione per garantire un servizio sempre maggiore al cliente finale, propone l’idea innovativa di creare un’unica serie di tramoggia standard e poterla fornire con 3 diversi tipi di alimentazione, 6 sistemi di azionamento, 7 diverse capacità variabili da 4 a 9 m3, 2.200-3.000 l di soluzione, oltre 70 accessori opzionali diversi ed una vasta gamma di colori disponibili.

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L’obiettivo raggiunto da Giletta è quello di poter offrire uno spargitore standardizzato che si possa adattare a qualunque esigenza degli operatori. Il nome UniQa significa infatti che le infinite combinazioni ottenibili rendono ogni macchina prodotta "Unica" e fatta su misura per il cliente, mentre la possibilità di ricondurre in fase costruttiva il tutto ad una "Unica" serie permette una "Qualità" decisamente superiore, dovuta alla completa industrializzazione del prodotto ed al montaggio in serie, oltre a consentire una flessibilità a livello produttivo che garantisce consegne in tempi più brevi come richiesto da un mercato a fortissima stagionalità. Le alimentazioni possibili sono tre: coclea con spire in acciaio a passo variabile, nastro in gomma con rullo frantumatore a palette e tappeto metallico con rullo frantumatore a palette. Queste consentono ad UniQa di operare al meglio con ogni mate-

riale a disposizione: sono realizzate in un inserto che ne contiene gli elementi specifici e che viene inserito all’interno della tramoggia stessa solo nella fase di montaggio finale. Questa scelta permette di mantenere tutti gli altri elementi uguali per l’intera gamma, consentendo ad utilizzatori con un parco macchine elevato di poterlo standardizzare anche in presenza di un parco macchine con differenti tipologie di alimentazione, riducendo i costi finanziari durante il ciclo di vita dello spargitore, sia per quanto riguarda la formazione del personale, sia per quanto riguarda la gestione dei ricambi. Lo spargimento di UniQa è affidato all’innovativo gruppo a diffusore centrale "zero pressione" progettato per ottenere i massimi risultati, sia per l’impiego dei materiali solidi, che per l’utilizzo combinato di materiali solidi e liquidi. Nel nuovo disco di spargimento Giletta, la caduta del liquido, grazie all’uscita a pressione zero, non va a variare la direzione di spargimento in qualunque dosaggio o velocità del veicolo. Il nuovo diffusore centrale infatti è stato progettato appositamente per la miscelazione ottimale del liquido con il solido in ogni settore del disco e per distribuire in modo omogeneo il materiale sparso sulla pavimentazione stradale, in ogni condizione di asimmetria e non risentendo delle turbolenze causate dal veicolo. Particolare attenzione è stata inoltre

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posta al design della macchina, che presenta un profilo dello spargitore atto a ridurre le turbolenze create dal veicolo, che influenzerebbero negativamente la distribuzione del materiale sparso nel tempo che intercorre tra la fuoriuscita dal disco spargitore al momento in cui si deposita sulla pavimentazione stradale. In questo modo i parametri preimpostati dal nuovo comando EcosWave, con trasmissioni dati senza fili via Bluetooth, vengono rispettati nella realtà con la massima precisione possibile, per garantire una sicurezza sulle strade sempre maggiore, preservando l’ambiente circostante. Il comando a microprocessore di ultima generazione EcosWave è caratterizzato dalla massima flessibilità nella programmazione e gestione degli spargitori e innaffiatrici. Il comando è predisposto per essere dotato di: Navicon 990, che invia al sistema Routinform, attraverso un sistema radio o GSM/GPRS, la posizione geografica rilevata da un ricevitore GPS e le informazioni operative del veicolo, con la possibilità di visualizzazione su palmare; display per Route Replay, per la visualizzazione del percorso effettuato, dotato di: Joypad, 2 porte USB, slot MMC, autoparlante, slot FC wi-fi; sistema IRT + Climtronic, per la regolazione automatica della dosatura in funzione della temperatura esterna o della stazione meteo-mobile completa. I sei azionamenti disponibili accontentano qualunque scelta: azionamento oleodinamico all’impianto del veicolo con caratteristiche minime pari a 35 l/min e massime pari a 80 l/min e 180 bar; azionamento con

motore diesel bicilindrico con avviamento elettrico, potenza 19 HP con raffreddamento ad aria oppure, in alternativa, potenza 20 / 26 HP con raffreddamento a liquido, con rumorosità di 75 dbA; azionamento da ruota a terra con possibilità di spargimento in entrambi i sensi di marcia, anche su fondo ghiacciato; la perfetta aderenza della ruota è garantita da un cilindro pneumatico che permette alla ruota di esercitare una pressione costante sul suolo; azionamento con Truck Wheel System TWS direttamente alla ruota del camion, con possibilità di spargimento in entrambi i sensi di marcia, anche su fondo ghiacciato. Tutti gli spargitori Giletta possono essere offerti con un’ampia gamma di sistemi di scarramento e sono progettati espressamente per ridurre al minimo i tempi di carico e scarico, adatti ad ogni tipologia di esigenza e/o di veicolo. Particolare attenzione viene posta alla sicurezza e all’ottimale distribuzione dei carichi sul veicolo. I principali sistemi di scarramento disponibili sono: sistema di deposito con piedi telescopici zincati a manovella; piedi anteriori sopraelevati per un agevole carico su automezzi dotati di sponde laterali; sistema di scarramento automatico per cassoni ribaltabili, con rulli di appoggio anteriori e piedi anteriori a scomparsa nel telaio dello spargitore; sistema di scarramento "multilift" completo di slitta, di vasca di protezione per pianale veicolo e rulli posteriori regolabili in altezza; sistema di scarramento automatico a macchina piena per cassoni ribaltabili, con rulli di appoggio anteriori e piedi anteriori a scomparsa nel

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telaio dello spargitore; scarramento a bracci paralleli a catene completo di rulli posteriori regolabili in altezza; sistema con telaio per "Roll-Bridge"; sistema di deposito tramite piedi idraulici a comando manuale; telaio speciale con ganci per il sollevamento dello spargitore pieno tramite gru. Giletta ha inoltre posto grande attenzione alla sicurezza che si combina con una estrema praticità d’uso nello spargitore stesso: spigoli arrotondati, gruppo di spargimento con un semplice e confortevole sistema di ribaltamento dotato di grande maniglia, cofanatura posteriore in materiale plastico divisa in tre sezioni (centrale per un facile accesso e controllo al vano valvole, laterali per accesso alla piattaforma di verifica della tramoggia ed alla pompa dell’umidificatore), motore ausiliario collocato in un vano insonorizzato nella parte anteriore della macchina per evitare l’aspirazione del sale sparso. UniQa si delinea come risultato della ricerca di qualità che secondo Giletta si esprime attraverso il continuo sviluppo tecnologico delle proprie attrezzature, per garantire sempre più costi di manutenzione ridotti ed una lunga durata nel tempo. Il successo internazionale della Giletta S.p.A. si basa inoltre sulla vasta rete di distributori che le consente di offrire consulenza specializzata, qualificata e vicina al cliente. L’assistenza inizia già nella fase di progettazione delle attrezzature dove, tenendo conto delle richieste dei clienti, si rendono possibili soluzioni personalizzate, e che si esprime al massimo proprio nel concetto di UniQa.

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PARCHI GIOCO

Giochi Pozza per tutti i gusti La Ditta Pozza nasce alle pendici delle Piccole Dolomiti, a Recoaro Terme, in provincia di Vicenza, zona a vocazione turistica grazie alle amene vallate ed alle risorgive che su di esse sgorgano e ne hanno decretato la fama come località termale. Già due secoli or sono il fondatore dell’azienda, Ermenegildo Pozza, classe 1834, sfruttava un salto d’acqua sul torrente che attraversa il paese per generare la forza necessaria al funzionamento della segheria di famiglia. Oggi, 2006, la carpenteria per le lavorazioni speciali dei giochi prodotti da Pozza s.n.c., viene ancora alimentata con lo stesso salto d’acqua. Tradizione, innovazione, formazione e fantasia sono i fondamenti sui quali poggia, oggi come secoli addietro, la filosofia alla base dell’azienda, in pieno accordo con la scuola di alto artigianato italiana, e veneta in particolare. Il rispetto della tradizione permette a Pozza di guardare ad ogni nuovo materiale o tecnologia con l’occhio ricettivo ma disincantato del vecchio artigiano, mentre la preparazione tecnica e il know-how acquisito in tutti questi anni mantengono l’azienda all’avanguardia nell’applicazione delle nuove tecnologie alle esigenze in continuo mutamento dei clienti. Il legno è il materiale della tradizione.

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Le nuove tecnologie che vengono applicate ad esso, come il trattamento in autoclave secondo le norme RAL, che lo impregna in profondità rendendolo resistente a muffe e funghi per diversi anni, permettono di utilizzarlo con sicurezza e garanzia di lunga durata, con ridotta frequenza dei servizi manutentivi periodici. Nuovi materiali, come il polietilene che viene utilizzato nei pannelli delle attività ludiche e per gli scivoli, sono diventati parte integrante delle proposte di Pozza, avendo dimostrato la loro superiorità rispetto ad altre pur valide alternative. Come ogni buon artigiano, che è prima di tutto padre di famiglia anch’egli, tutte le modifiche o integrazioni applicate all’attività della ditta seguono le esigenze di sicurezza, come richiesto dalle rigide normative esistenti a livello europeo, alle quali vien fatto riferimento grazie ai tecnici diplomati dal TÜV quali esperti delle normative UNI EN 1176. La formazione non si limita alle persone: anche l’azienda medesima tiene il passo con la crescita del mercato, e ad oggi può vantare la certificazione ISO 9001, ISO 14001, e recentemente, a confermare la scelta di rispetto dell’ambiente che tutela la nostra esistenza e quella dei nostri

figli, ha conseguito le PEFC-FSC, relative all’uso di legname proveniente da foreste coltivate in modalità ecosostenibile. Un altro ambito al quale Pozza ha applicato la propria esperienza è quello dell’arredo urbano, dove riusce a soddisfare le esigenze di comuni, enti e privati, grazie all’ampio ventaglio di proposte in grado di coprire la maggior parte delle richieste che pervengono quotidianamente. La fantasia, altro elemento proprio della tradizione artigiana italiana, invidiato in tutto il mondo, si ritrova ed apprezza nelle attività di gioco create dallo staff tecnico, ma anche nei giochi scenografici, che aggiungono la piacevolezza delle forme alla sfida e al piacere del gioco, e soprattutto le scenografie create espressamente per soluzioni particolari, quali quelle che hanno permesso a Pozza di diventare fornitori ufficiali di parchi divertimento a tema come Gardaland o Natura Viva. Il piacere del gioco è legato alla sollecitazione dei sensi: maggiore è il coinvolgimento del giocatore, maggiore il piacere che ne discende. I giochi scenografici stimolano la fantasia e la capacità di astrazione propria dei più piccoli, mentre i più grandi possono esercitare anche la socialità e le interrelazioni grazie allo sviluppo del gioco di ruolo. Aspetto non secondario è il maggior grado di integrazione ed arricchimento del panorama circostante, la cui valorizzazione ha reso queste scenografie particolarmente apprezzate in ambiti istituzionali quali la riqualificazione di aree ad alta densità di popolazione da parte di comuni e province, così come parchi pubblici e grandi aree private. I giochi singoli sono il biglietto da visita di Pozza. E' su questo articolo che si scatena la fantasia dei progettisti, che devono saper integrare le proprie

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conoscenze in campo di sicurezza, rispetto delle normative e dell’inserimento nell’ambiente, il tutto conservando il più alto rapporto qualità/pezzo possibile, dato che questi giochi sono destinati al completamento di parchi completi, ma anche ad arricchire e rinnovare combinazioni preesistenti, così come a rispondere alle richieste di una crescente utenza privata. Grande attenzione viene posta alla longevità della attività, in modo che la stessa non diventi obsoleta in breve tempo: ciò viene ottenuto attraverso la stimolazione di diversi aspetti del carattere del bambino, in modo da seguirne l’evoluzione della personalità per un arco di tempo più lungo possibile. Uno degli aspetti più importanti nel gioco dei bimbi, specialmente nella fascia d’età scolare, è la fisicità e la sfida, sia verso se stessi che in relazione agli altri, con una valenza anche di socializzazione. Attraverso il rischio insito nel gioco, questi elementi si fortificano e rendono i piccoli maggiormente attratti dalle attività proposte. Anche nelle palestre, le

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strutture di arrampicata da attaccare ai combinati, la capacità del progettista deve essere quella di mediare il rischio e dissimularlo in modo che sia controllato e ridotto a livelli accettabili. Allo scopo esistono tutta una serie di normative, alle quali il personale tecnico fa riferimento continuamente, permettendo di proporre complete attività certificate secondo le norme europee di settore. Se pensiamo ai giochi per bambini, la nostra mente corre all’altalena. Un genitore, un nonno o un tutore interagisce, gioca insieme al bimbo, offrendo la sua forza per il divertimento del piccino, ricevendone in cambio gioia ed allegria. L’altalena è una delle poche attività che può essere utilizzata a partire dall’età più verde, per arrivare alla soglia della pubertà. Un articolo così comune diventa pertanto una sfida per il progettista, il quale deve essere in grado di proporre un articolo sicuro, divertente e ad un prezzo sostenibile per tutti. Fin dagli anni '50 Pozza, tra i primi in Italia, ha proposto il suo cavallino a molla. Oggi in un parco giochi, per

quanto piccolo, non può mancare questa attività, caratterizzata dalla alta rotazione d’utilizzo da parte dei bambini, e basso tasso d’obsolescenza: i bimbi giocano volentieri e per brevi periodi, esercitando il senso d’equilibrio insieme alla propria fisicità. Questo tipo di attività inoltre è una delle poche che permette il gioco senza la necessità di un intervento esterno, altro aspetto di particolare gratificazione per i piccoli utilizzatori. I combinati della serie School sono realizzati pensando al mondo delle scuole e dei più piccoli. Le altezze delle pedane sono tali da non richiedere la posa di pavimentazioni antitrauma, permettendo così di contenere il costo finale della realizzazione, come richiesto dai budget sempre più ridotti delle istituzioni scolastiche. Nello stesso tempo l’utilizzo di materiali piacevoli al tatto ed alla vista, come il legno e il polietilene, attraggono i bimbi e aumentano il piacere di gioco. Fantasy è la serie nella quale la capacità progettuale Pozza si esprime maggiormente, dovendo coprire le esigenze di diverse fasce d’età degli utilizzatori. Questa linea gioco è studiata per soddisfare tutti gli aspetti relativi allo sviluppo motorio, al senso di competizione e alla socializzazione dei bambini. Ciascuno troverà all’interno dell’ampio ventaglio di proposte standard la risposta alle proprie esigenze, siano esse di spazio, budget, grado di difficoltà o semplicemente di preferenze della committenza. Riprendendo il concetto dei giochi scenografici, la serie di composizioni a tema navale sviluppano il piacere del gioco, proponendo una serie di attività diverse, in grado di stimolare le capacità motorie come quelle di equilibrio, fino ad arrivare a quelle di interrelazione e socialità, legate assieme dal filo conduttore dato da un gioco di ruolo a

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forte attrattiva per i bambini, come quello navale, in grado di coinvolgere utilizzatori anche di età diverse sulla stessa attività. La serie Colors è destinata ad un’utenza più esigente: presenta una maggior cura del dettaglio, con pannelli in più colori, tetti a falde in legno e mille altri particolari che qualificano questi combinati come adatti ad integrarsi in aree dove l’estetica gioca un fattore importante nel risultato globale. La cura maniacale del dettaglio, propria della tradizione artigiana Pozza, viene qui sviluppata al suo massimo, mantenendo inalterate la funzionalità e la sicurezza dell’attività stessa. Essendo impegnati da più di mezzo secolo nella realizzazione di giochi, Pozza ha osservato nel tempo quanto il problema dei bimbi portatori di handicap si sia reso sempre più evidente, fino al punto di spingere la ditta ad attivare un rapporto di cooperazione con la massima espressione di azienda dedita alla soluzione di questo problema, la britannica Sutcliffe Play. Insieme a questa Pozza ha sviluppato negli anni il concetto di inclusività, che porta i bimbi diversamente abili a poter giocare insieme ai normodotati, sulle stesse strutture ludiche con diverse attività, senza segregazione. I com-

binati e i giochi singoli della serie Aurora rispettano le esigenze dei bimbi con mobilità degli arti inferiori ridotta, ma non si limitano a questo: le abilità possono essere ridotte in un’infinità di varianti, e questi giochi cercano di rispondere alla maggior parte di esse. Un aspetto in crescente interesse da parte di amministrazioni e privati è quello di giochi a ridotta manutenzione: in risposta l’azienda di Recoaro ha inserito a catalogo degli articoli realizzati in alluminio. Oltre agli esempi di produzione interna, Pozza è distributore esclusivista sul territorio nazionale di Sutcliffe Play, azienda britannica specializzata anche nei giochi in metallo. Quando viene richiesta una tipologia di gioco più adatta ad aree rurali, o ad inserimento in contesti naturali incontaminati, con la necessità di dare un’impronta meno industrializza-

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ta al prodotto finale, Pozza propone la serie Primitiv. Realizzata in tronchi grezzi di legno scortecciato e lisciato a mano, può essere considerata una variante delle strutture standard serie Fantasy o Colors, e come tale può essere richiesta come versione speciale di quasi tutti i combinati appartenenti alle suddette. Altra destinazione particolare relativamente a combinati di gioco è quella riguardante le soluzioni su acqua, sia essa a bordo di piscine, o inserita in esse, tanto in acqua dolce che salata. I trattamenti che gli articoli ricevono per queste destinazioni particolari li rendono idonei all’uso specifico, mentre l’utilizzo di particolari nati per questo scopo, come gli scivoli Acquagioca in polietilene, aumentano il grado di apprezzamento nel gioco quotidiano. L’esperienza ultracinquantennale maturata nella lavorazione del legno e nella progettazione e sviluppo di strutture originali, ha permesso a Pozza di accettare la sfida offerta da realtà quali Parco Natura Viva o Gardaland, fornendo loro scenografie realizzate ad hoc, di forte impatto visivo e realizzativo, e di grande soddisfazione, per la possibilità di dimostrare la capacità dell’ufficio tecnico e delle maestranze dell’azienda.

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TRASPORTI

RopeCon ed i detriti da scavo di gallerie RopeCon è un nastro di trasporto di materiali sfusi. E' un brevetto Doppelmayr che utilizza tecniche tipiche del settore funiviario e che è stato già presentato da Lavori Pubblici (n. 21 luglio - agosto 2006). RopeCon può essere utilmente impegnato in svariati campi di applicazione: con questo intervento si vuole evidenziare la sua applicazione nel settore dello scavo di gallerie. Si ricordano le principali caratteristiche di RopeCon. Gli elementi costitutivi principali sono le funi (rope) ed il nastro trasportatore (conveyer), come ricordato nel nome della soluzione e del brevetto. La fune sostiene il nastro e permette di sorvolare i problemi (strade, ferrovie, fiumi, vallate trasversali, inclinazioni accentuate, infrastrutture esistenti...) presenti lungo il percorso, tramite lunghe campate che possono arrivare a 3.000 m di lunghezza. La

possibilità del sorvolo è la caratteristica principale per quest’impianto che può prevedere lunghezze fino a 20 km, con una capacità di trasporto fino a 4.000 t/h, dislivello fino a 1.000 m ed inclinazione di 35°, ma non è l’unico elemento positivo del sistema. Una coppia di funi sostiene lateralmente il ramo di andata del nastro ed un’altra coppia di funi sostiene il ramo di ritorno dello stesso nastro. Ogni 6 metri degli assali sostengono il nastro: sono inseriti nella parte inferiore del nastro e trasversalmente rispetto al suo moto. Alle due estremità degli assali si hanno due ruote che scorrono sulle due funi portanti laterali le quali fungono da veri e propri binari. Apposite traverse fissate alle funi mantengono la corretta spaziatura

delle funi e, in alcuni casi, sostengono la copertura del nastro (nel caso di trasporto di materiali che si possono deteriorare se bagnati, come ad esempio carta o trucioli). Il nastro, che ha una larghezza prevista da 300 a 1.200 mm, è continuo e piano, con elementi laterali verticali in gomma ondulata, alti 30 cm, che impediscono la caduta del materiale trasportato. E’ realizzato in una maglia portante di materiale plastico o di acciaio, in base alle necessità (materiale e peso) di portata richieste. Come nei normali nastri di trasporto il ramo di andata e quello di ritorno sono sovrapposti, ed invece di una puleggia, motrice o di rinvio, si hanno tamburi motori e di rinvio. Nel RopeCon il ramo di trasporto, tra il luogo di carico e quello di deposito del materiale, viaggia superiormente, quello di ritorno inferiormente. Dato che, dopo il deposito per gravità, del materiale potrebbe rimanere aderente al nastro di trasporto e cadere durante il tragitto di ritorno al luogo di carico, il ramo di ritorno ad entrambe le stazioni viene ruotato di 180°: le ruote degli assali dalle due funi portanti passano dalle funi a dei tubi metallici che impongono agli assali, e quindi al nastro collegato, l’effettuazione di una spirale che porta al rove-

1. Linea del RopeCon, sullo sfondo la zona di deposito 2. Linea del RopeCon verso le gallerie: si notano la strada, la ferrovia ed il fiume 3. Lo scarico per gravità del materiale 1

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sciamento del nastro che così compie il tragitto di ritorno con la parte di trasporto rivolta nuovamente verso l’alto e quindi senza lasciar cadere alcunché. La presenza di spalle verticali in gomma ondulata è in funzione di questa spirale che comprime le sponde laterali del nastro, le quali poi tornano in posizione verticale. 1 L’impianto di Strengen Lo scavo di due gallerie parallele per l’autostrada della valle dell’Inn, di circa sei chilometri di lunghezza sul versante est dell’Arlberg (dal bivio per la Paznautal verso l’alto) poneva problemi particolari L’uscita di monte della galleria avviene sul lato nord della valle, a pochi metri dal passaggio della strada dell’Arlberg; la zona di deposito del materiale scavato è stata individuata in un prato a bassa inclinazione sul versante opposto: tra questi due punti oltre alla strada passano anche la ferrovia ed il fiume Rossana, affluente dell’Inn. 1,1 milioni di tonnellate di materiale scavato deve quindi essere spostato intersecando questi tre elementi ed anche una linea ad alta tensione: un rompicapo per i sistemi tradizionali di trasporto a nastro, una soluzione invece congeniale alle lunghe campate caratteristiche degli impianti a fune portante. Circa a metà dei 250 m di percorso è stato realizzato un sostegno di 20 m di altezza (17 t); come fusto viene utilizzato quello cilindrico usato nei funitel Doppelmayr, mentre la testata è una costruzione specifica per il RopeCon. Le funi portanti sono ancorate fisse all’interno della stazione di carico e motrice; mentre dopo la zona di deposito è stata realizzata una struttura in cemento armato che, tenendo sollevate le funi, determina che il tamburo di rinvio e scarico, sostenuto dalle funi portanti, si venga a trovare ad un’altezza di 30 m rispetto al suolo. Quindi il cono di deposito può arrivare a quasi trenta metri di altezza. Le funi dalla cima della struttura in cemento vengo-

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no deviate verso la base, dove sono ancorate in modo fisso. Una pala gommata di grandi dimensioni preleva il materiale caduto dal RopeCon e lo distribuisce fino a formare un nuovo profilo di terreno, che nel punto di deposito arriverà fino a 30 m di altezza rispetto alla precedente quota. L’elemento più complesso del RopeCon è rappresentato dalla stazione di carico del materiale che è anche quella motrice. Il materiale esce dalle due gallerie con i mezzi di trasporto tipici della costruzione dei tunnel, che hanno una portata di 20 m3. Questi mezzi trasportano il materiale di scavo in cima ad un terrapieno, costruito a poca distanza dal portale delle gallerie ed in aderenza alla stazione di carico. Il materiale scaricato su un limitato piazzale-tampone viene man mano avviato ad una tramoggia, che lo fa cadere nel frantumatore sottostante per avere la massima dimensione di trasporto di 20 cm. Dal frantumatore il materiale cade su un tappeto vibrante che carica il nastro. Doppelmayr è intervenuta per il RopeCon non solo per la parte funiviaria (funi portanti, sostegni, rulli e bilancieri), ma ha anche curato tutto l’engineering del progetto. Ha realizzato direttamente la parte elettrica ed elettronica di azionamento e controllo di tutti gli elementi che intervengono (argano, frantumatore...); ha operato direttamente il montaggio dell’impianto e seguito anche le pratiche con gli enti pubblici per le relative licenze. L’argano è stato fornito dalla ditta Doubrava (dipartimento impianti industriali), la cinghia di trasporto è stata fornita dalla Continental-Hannover. 1. Il nastro entra nella stazione motrice con la struttura azzurra che ruota il nastro per averlo rivolto verso l'alto anche nel ramo di ritorno 2. La stazione di rinvio e la struttura per l'ancoraggio delle funi 3. Retro della stazione motrice con la tramoggia che alimenta il frantumatore 4. Argano

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La traslazione di tipo ferroviario, in cui le funi portanti operano come binari, determina attriti particolarmente bassi e nel caso in questione (spostamento di 1,1 milioni di tonnellate per 250 m) è stato calcolato un risparmio di 240.000 kW. Gli elementi in movimento (due rulli ogni sei metri) sono circa un quarto rispetto ai nastri convenzionali e quindi richiedono minore necessità di manutenzione, in più questi elementi si presentano ogni pochi minuti alla stazione di carico, dove gli eventuali difetti possono essere facilmente individuati e riparati, senza dovere andare a fare una ricerca ed un intervento in linea. Il materiale rimane stabile e non saltella o vibra al passaggio dei tanti rulli dei nastri convenzionali, ciò determina una minor usura del nastro. Il RopeCon è particolarmente poco rumoroso, specie rispetto ai sistemi convenzionali. L’utilizzo di componenti standard testate su altri tipi di impianti garantisce un’affidabilità elevata e un costo contenuto. Il sistema a fune permette una minor necessità di stazioni intermedie che devono essere dotate di energia. Il funzionamento avviene totalmente in automatico, senza necessità di personale addetto al controllo del carico e dello scarico; con possibilità di operare 24 ore su 24 e quindi per alte portate totali. La necessità di spazio è contenuta. Il costo è risultato compatibile per un impianto che è stato demolito e spostato altrove a fine lavori (tre anni) e si parla di un rapporto costo/capacità di trasporto particolarmente contenuto.

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PORTATTREZZI

Ad Andalo un Caron 998 GIORGIA MARCHELLI

Per la maggior parte dei lavori del cantiere comunale, dal 2004 Andalo utilizza con grande soddisfazione un Caron 998, che all’interno del parco macchine del comune ha sostituito un mezzo analogo di marchio concorrente non ben rispondente alle esigenze di operatività previste da tecnici e operatori del luogo. Il Comune di Andalo (TN), famosa località turistica montana a 1.050 m.s.l., con un territorio di circa 980 ha, sul quale risiedono circa 1.000 abitanti, ma che durante i periodi di vacanza ospita fino a 15.000 persone, aveva bisogno di un mezzo potente, con doti fuoristradistiche e guidabile con patente B per il servizio neve, gli interventi nel bosco, la manutenzione del verde e soprattutto di trasporto alla scomoda discarica del materiale derivante dai numerosi lavori comunali di manutenzione generale, quali scavi, opere per i sottoservizi... Il transporter macchina operatrice della serie 900 dell’azienda

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di Pianezze (VI) lavora quindi a pieno ritmo tutto l’anno nei vari ambiti del paese. E' stato fornito direttamente da Caron con un verricello della finlandese Farmi Forest con tiraggio da 50 q azionato idraulicamente dal mezzo stesso, fondamentale alle multiple operazioni boschive. Sempre idraulicamente funzionano le altre attrezzature di cui il portattrezzi è stato dotato. Per la viabilità invernale, il cui utilizzo è relativamente limitato al primo intervento subito dopo le nevicate (molto abbondanti negli ultimi anni, con una media di 3 m), aiutato successivamente da altre macchine di una ditta esterna, è allestito frontalmente con una lama spartineve Morselli e Maccaferri MMYL4, per una lunghezza coltello 2,40 m e altezza 0,75 m, con piastra e contropiastra di aggancio rapido tipo DIN 76060B, dispositivo antiurto e gancio di ritenuta a taratura variabile. Per la salatura, posteriormente, su un

cassone specifico in acciaio inox che si preserva nel tempo contro i danni della corrosione, con pianale a sponde basse, è carrato uno spargisale Giletta KA 1000 da 600 cm3, quindi con una portata elevata per l’inghiaiatura. L’allestimento neve rimane stabile per tutto l’inverno, durante il quale sono montate gomme da neve e 4 catene. Nel resto dell’anno il Caron assolve abbondantemente alla vera e propria funzione di transporter: con una portata utile di 60 q, carica materiali di ogni genere, in particolare detriti da scavo, sul cassone principale fornito col mezzo, ribaltabile trilateralmente, assistito da un treno di gomme più larghe per garantire portanza maggiore. La scelta del Caron 998 da parte del Comune di Andalo è stata motivata, oltre che dalle ovvie ragioni di potenza, portata e multifunzionalità, anche dalla comodità della cabina spaziosa che permette una perfetta visibilità e dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.

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AUTOTELAI

Nuovo Nissan Cabstar Con grande successo è stato presentato presso lo stand Nissan al Salone dei veicoli commerciali IAA di Hannover, dal 19 al 28 settembre, il nuovo Cabstar. Il suo predecessore è stato molto amato dai proprietari, operatori e conducenti di flotte commerciali. Ora, grazie ad una serie di sostanziali miglioramenti, l’ultimo modello Nissan Cabstar saprà guadagnare un’imbattibile reputazione per l’affidabilità, i bassi costi di esercizio, la manovrabilità e la facilità di utilizzo. "Nello sviluppare il nuovo Cabstar, Nissan ha ascoltato con attenzione le esigenze dei proprietari e degli operatori di autocarri. Intelligente, efficiente ed economico, il nuovo modello risponde esattamente ai requisiti delle piccole imprese che lavorano molto" dichiara Dominique Correze, Vice President, Light Commercial Vehicles, Nissan Europe. In sintesi: - nuovi motori con più potenza e minori emissioni allo scarico - abitacolo più grande con un maggior numero di soluzioni portaoggetti - ancora uno dei veicoli più compatti della categoria - stessa lunghezza del pianale di carico - capacità di carico utile ai vertici del segmento - maggiore manovrabilità - tre varianti di passo - disponibile nelle versioni Single Tilt Cab e Double Cab - sterzo a pignone e cremagliera per una migliore maneggevolezza - più sicurezza con ABS, EBD e airbag opzionali - vasta gamma di opzioni, tra cui apertura a telecomando e Easy Hill Start - costruito in Spagna. Con un abitacolo più spazioso e comodo, pur mantenendo dimensioni compatte, propulsori più puliti ma anche più potenti, maggiore sicurez20

za e un nuovo aspetto elegante, il nuovo Nissan Cabstar punta a superare l’invidiabile reputazione del suo predecessore. Il Cabstar originale, lanciato nel 1998, si è ritagliato una solida posizione nel mercato grazie alla sintesi di bassi costi di esercizio, facilità di utilizzo ed eccellente capacità di carico. Il suo successore promette tutto questo... e altro ancora. Progettato e sviluppato in Giappone e in Europa, il nuovo Cabstar è veramente un prodotto globale. Tutti i modelli con guida a sinistra e a destra destinati ai mercati europei saranno costruiti nello stabilimento Nissan di Avila, vicino a Madrid, in Spagna. Il nuovo Cabstar sarà in vendita a partire da ottobre 2006. Mentre la maggior parte degli autocarri con massa complessiva tra 2,8 e 3,5 tonnellate venduti in quest’area del mercato europeo sono derivati da furgoni a cabina semi-avanzata con il motore installato davanti alla cabina, il nuovo Cabstar rimarrà fedele alla configurazione "cabin-over-engine" del modello originale. Il design fornisce una soluzione più professionale alle esigenze degli operatori di autocarri assicurando maggiore compattezza, l’ideale per chi lavora in città, senza penalizzare in alcun modo lo

spazio di carico. Nel caso di Cabstar, questo ha anche permesso di sviluppare una versione con massa complessiva di 4,5 tonnellate, rendendolo competitivo anche nel mercato degli autocarri di medie dimensioni. Il nuovo Cabstar è il primo veicolo Nissan a disporre di una piattaforma del tutto inedita basata su un telaio a longheroni. La nuova piattaforma, dalla straordinaria flessibilità e adattabilità, sarà adottata a livello mondiale per tutti gli autocarri Nissan di futura generazione. Le caratteristiche principali riguardano la configurazione "cabin-over-engine", che garantisce il migliore equilibrio tra capacità di carico e manovrabilità. "Per massimizzare l’efficienza, ridurremo le nostre esclusive piattaforme per LCV dalle attuali undici a due: una per autocarri leggeri e una per furgoni chiusi" afferma Andy Palmer, Corporate Vice President di Nissan Motor Company, Divisione LCV. "Nello sviluppare questa nuova piattaforma, abbiamo tenuto a mente i nostri clienti, realizzandola in modo tale da supportare veicoli caratterizzati da massime prestazioni nella capacità di carico, nella manovrabilità e nei costi di gestione". La cabina sovrapposta al motore per-

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mette alla nuova piattaforma di sfruttare al massimo gli spazi, consentendo di ridurre il più possibile la lunghezza totale del veicolo senza per questo compromettere la capacità di carico. La struttura diritta del telaio è studiata per facilitare le conversioni della carrozzeria e anche per contenere i costi di riparazione. Inoltre, la nuova piattaforma è stata progettata per assicurare un’elevata resistenza agli urti. Oltre a essere un veicolo da carico più robusto e, per estensione, più capace rispetto a un autocarro furgone, il nuovo Cabstar dispone di un telaio a longheroni che meglio si presta ai carrozzieri specializzati come base per la conversione. La gamma dei nuovi modelli Cabstar è più ampia che mai, per offrire agli operatori una vastissima scelta di veicoli e soddisfare così ogni esigenza. Ci sono tre motorizzazioni, tre varianti di passo, due tipi di cabina e cinque valori di massa complessiva. Un diesel common rail da 2,5 litri è disponibile nella versione da 110 e 130 CV (81 e 95 kW) e c’è anche un diesel common rail da 3 litri che produce 150 CV (110 kW). Con le varianti di passo da 2.500 mm, 2.900 mm e 3.400 mm, la gamma copre le masse complessive di 2,8, 3,2, 3,5 e 4,5 tonnellate. E nonostante le maggiori dimensioni della cabina, tutte le versioni Cabstar continuano a fornire valori di carico utile al vertice della categoria. Ad esempio, il Cabstar con ruote gemellate da 3,5 tonnellate e 150 CV e con cambio a 5 marce ha una portata di 1.820 kg. La modifica esterna più evidente nel nuovo Cabstar è la cabina, che presenta un design del tutto nuovo ed è disponibile nelle versioni Single Tilt Cab (cabina singola ribaltabile) e fixed Double Cab (cabina doppia fissa). Con un sostanziale miglioramento delle dimensioni interne rispetto al modello Cabstar uscente, la nuova cabina è 80 mm più alta e 100 mm più lunga. Alcuni millimetri sono stati recuperati grazie al riposizionamento della presa d’aria del motore, precedentemente collocata in verticale sul lato esterno della cabina posteriore. Tuttavia, integrando meglio il paraurti anteriore nella carrozzeria dell’autocarro, la lunghezza totale di Cabstar si è ridotta di 41 mm, a tutto vantaggio della manovrabilità in città. Facendo un confronto, e considerando un vano di carico di pari dimensioni in entrambi i veicoli, grazie alla cabina sovrapposta al motore il 22

nuovo Cabstar risulta complessivamente più corto di oltre 750 mm rispetto a un modello concorrente semi-avanzato: una riduzione di oltre il 14%, che consente una maggior manovrabilità del veicolo senza comprometterne la capacità di carico. E nonostante l’incremento di larghezza, il Cabstar rimane vantaggiosamente più stretto rispetto ai rivali (in un caso addirittura di quasi 150 mm), riuscendo così a circolare più agevolmente anche nelle strette strade cittadine. Visivamente accattivante, il volto del nuovo Cabstar è dominato da gruppi ottici posizionati verticalmente in un profilo pentagonale, che fanno da cornice a una griglia del radiatore a tutta larghezza. I grandi fari e gli indicatori di direzione provvedono a rendere Cabstar facilmente visibile nelle manovre. Disponibili su richiesta, i fendinebbia sono elegantemente integrati nel paraurti anteriore. Una linea decisa e più fluida e un frontale quasi verticale conferiscono al nuovo Cabstar un aspetto più grintoso, creando una forte somiglianza con il "fratello maggiore" Atleon. Entrambe le portiere ora si estendono fino al paraurti, coprendo così la pedana laterale anziché lasciarla esposta a terra e polvere. Il parabrezza più grande e i finestrini laterali più profondi garantiscono una migliore visuale della strada. Il design è stato ottimizzato per soddisfare i desideri dei proprietari e degli operatori che vogliono guidare un veicolo accattivante e originale, ma con un abitacolo pur sempre comodo e spazioso. Fedele alla filosofia di Nissan, il design di Cabstar è armonioso, attuale, pulito, moderno e senza fronzoli, qualità proprie di tutti i veicoli Nissan. In particolare, i progettisti hanno voluto rendere il "volto" di Cabstar il più pulito possibile, risultato ottenuto grazie al desi-

gn d’effetto dei fari verticali e degli indicatori e all’aspetto armonioso e lineare della griglia. A proposito di griglia, quella di Cabstar è una versione evoluta: è ancora inconfondibilmente Nissan e si fonde alla perfezione con il design delle luci, ma pone in lieve risalto il logo Nissan. I vantaggi di un abitacolo più ampio sono facilmente visibili. Oltre a un maggiore spazio per testa, gambe e ginocchia, frutto delle dimensioni superiori, l’ampia finestratura e i montanti più diritti contribuiscono al senso di maggiore spaziosità. Nonostante la larghezza esteriore sia aumentata di 70 mm, ovvero di un modesto 4%, quella interiore è cresciuta di 150 mm, ossia di un bel 10% in più. Questo è stato possibile ottimizzando l’ergonomia dell’abitacolo e ridisegnando attentamente alcuni elementi, quali le sezioni delle portiere, i braccioli e le maniglie, con l’obiettivo di creare più spazio. Traendo ispirazione dagli ultimi modelli della gamma di autovetture Nissan, gli interni del nuovo Cabstar sono molto più "automobilistici", alla vista e nella percezione generale, rispetto ai normali autocarri. Inoltre presentano soluzioni portaoggetti intelligenti realizzate per facilitare al massimo la vita di chi guida. La plancia è stata divisa in tre aree distinte: posto di guida, consolle IT e vani portaoggetti. I quadranti ridisegnati e un computer di bordo multifunzione tengono il conducente informato sulle prestazioni del veicolo. Tra le funzioni del computer di bordo ci sono le segnalazioni degli interventi di manutenzione, i valori relativi al consumo medio e istantaneo, le indicazioni sui passaggi alle marce superiori, nonché velocità media, orologio, sveglia, livello dell’olio e autonomia. Sopra il quadro strumenti, in posizione facil-

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mente accessibile al guidatore, si trova una tasca formato A4 dove riporre fogli di carta, documenti e cartine, che finalmente non dovranno più essere appoggiati sopra il cruscotto, dove causano riflessi indesiderati sul parabrezza... quando non scivolano sul pavimento. Di fronte al sedile centrale, l’area IT al centro del cruscotto prevede vani portaoggetti, i comandi per il sistema di riscaldamento e ventilazione, il gruppo di comando secondario e slot formato DIN per l’autoradio con lettore CD e il tachigrafo digitale. Inoltre, un vano refrigerato alla base della plancia centrale consente di tenere in fresco due bottiglie d’acqua da mezzo litro. A garantire maggiore comfort e praticità a guidatore e passeggeri ci sono quattro bocchette direzionali per il sistema di riscaldamento e ventilazione, che, a seconda della versione, integra anche il climatizzatore. Nei modelli a cabina doppia è previsto anche il sistema di riscaldamento posteriore. Le due bocchette esterne alle due estremità del cruscotto presentano una novità: portabevande intelligente con funzione di riscaldamento/refrigerazione, ossia riscaldati o refrigerati dall’aria proveniente dal sistema di riscaldamento e ventilazione. Accanto all’alloggiamento per l’autoradio con lettore CD si trova uno spazio predisposto all’installazione di un tachigrafo digitale, a tutto vantaggio della sicurezza del guidatore e di una maggiore attenzione ai costi di esercizio. Dotato della tecnologia Smart Card e di una stampante, il tachigrafo registra in memoria e stampa i dati relativi all’uso del veicolo, a beneficio del conducente e del gestore del parco mezzi. I nuovi pedali di frizione e freno, ora disposti a un’altezza diversa, migliorano la posizione di guida, mentre i nuovi tessuti che ricoprono i sedili e i nuovi rivestimenti di portiere e pavimento rendono il nuovo Cabstar decisamente più elegante. Il precedente Cabstar si è guadagnato una solida reputazione per la facilità di guida, e con il suo successore la praticità e il comfort raggiungono livelli

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ancora più alti. Oltre ai sedili, anche il piantone dello sterzo del nuovo Cabstar è regolabile, sia in altezza che in profondità. Altrettanto sofisticata è la gamma dei supporti elettronici di guida, installati di serie o disponibili nell’ambito degli allestimenti superiori. Sempre traendo ispirazione dalle autovetture Nissan, tra le novità del nuovo Cabstar c’è anche il sistema di apertura porte telecomandato. Un’altra opzione avanzata è il sistema di assistenza per le partenze in salita Easy Hill Start. Controllato elettronicamente, l’EHS tiene frenato il veicolo quando si trova fermo su una strada in salita senza che il guidatore debba usare il freno a mano o tenere premuto il pedale del freno. Il sistema frenante del dispositivo si disinserisce soltanto quando avverte che il pedale della frizione è stato rilasciato e la coppia del motore è sufficiente a far avanzare il veicolo. Oltre a migliorare il comfort di guida, l’EHS aiuta a conservare la frizione e la trasmissione durante gli sforzi quotidiani richiesti a un autocarro che lavora molto. I nuovi motori, tutti conformi alla legislazione Euro 4 sulle emissioni, forniscono maggiore potenza, prestazioni più flessibili, consumi ridotti, intervalli di manutenzione più lunghi e un funzionamento più pulito. Sono tutti motori common rail che utilizzano il ricircolo dei gas di scarico (EGR) con raffreddamento e il catalizzatore ossidante per motori diesel (DOC) in conformità alle ultime normative. L’EGR riduce le emissioni di ossidi di azoto rimettendo in circolo una parte dei gas di scarico nella camera di combustione, dove si mischiano all’aria fresca aspirata che abbassa la temperatura di combustione e, di conseguenza, i livelli degli ossidi di azoto. La tecnologia common rail stessa contribuisce a ridurre le emissioni e il fumo nero migliorando al tempo stesso l’efficienza dei consumi e abbassando i livelli di rumorosità. Nonostante abbia regalato 500 cc di cilindrata all’unità che alimentava il precedente modello, il motore turbodiesel common rail da 2,5 litri del nuovo Cabstar, battezzato YD25, produce 110 CV (81 kW), offrendo un incremento di 5 CV sui 105 CV del motore uscente BD30. Una versione più potente della stessa unità YD25 è dotata di intercooler per spingere la potenza fino a 130 CV (95 kW), anche in questo caso un migliora24

mento di 5 CV sul motore equivalente dell’uscente Cabstar. Il motore diesel YD, a 4 cilindri con doppio albero a camme in testa, è a iniezione diretta common rail di seconda generazione. Nonostante i valori della coppia dei due motori restino identici alle vecchie unità (rispettivamente 250 Nm e 270 Nm), entrambi i motori godono di curve di coppia molto più piatte raggiungendo il valore di punta lungo un più ampio arco di giri. Le prestazioni risultano quindi più flessibili, ma non a scapito dei consumi. Entrambi i nuovi motori garantiscono infatti una riduzione dei consumi nell’ordine del 5%. Un’altra buona notizia per gli operatori è che gli intervalli di manutenzione sono stati estesi da 10.000 km a ben 30.000 km. Il motore più potente offerto dal precedente Cabstar sviluppava 125 CV, ma il nuovo modello saprà attirare

ancora di più operatori e guidatori con una terza motorizzazione da 150 CV (110 kW). Il quattro cilindri ZD30 da 3 litri con doppio albero a camme in testa presenta, come gli altri due motori diesel, l’iniezione diretta common rail di seconda generazione e dispone di intercooler e turbocompressore a geometria variabile. Questa combinazione consente di incrementare la coppia massima a 350 Nm, che, anche in questo caso, risulta ampiamente disponibile tra i 1.600 e 3.000 giri/min grazie alla curva di erogazione piatta. La potenza del motore e la massa complessiva sono le chiavi per identificare i vari modelli all’interno della gamma. Ad esempio, un Cabstar 28.11 ha una massa complessiva di 2,8 tonnellate ed è alimentato dal motore da 110 CV, mentre un 45.13 è il modello da 4,5 tonnellate con il motore da 130 CV. Mentre per la guida a sinistra saranno disponibili tutti gli abbinamenti di massa complessiva e motore, i mercati con guida a destra vedranno al lancio soltanto l’offerta dei modelli da 3,4 e 3,5 tonnellate, anche se con tutte e tre le motorizzazioni disponibili. La trasmissione di serie è manuale a cinque marce ma è prevista anche un’opzione manuale a sei marce. Il cambio a sei rapporti ha una speciale prima marcia corta progettata appositamente per gli operatori che fanno molte soste, ad esempio chi lavora nella nettezza urbana e nel servizio pubblico, ma anche per i veicoli che operano nelle zone di montagna. E' anche finalizzato al settore dell’edilizia, dove gli autocarri hanno spesso bisogno di lavorare con marce basse e su un terreno non sempre stabile. E' inoltre possibile scegliere un differenziale a slittamento limitato. Oltre al risparmio di carburante e agli intervalli di manutenzione più lunghi, concorre ai costi di esercizio ridotti anche il sistema di ribaltamento della cabina singola, che fornisce un accesso facile e rapido al motore e alle apparecchiature ausiliarie per la manutenzione ordinaria. In opzione, la funzione di ribaltamento della cabina è a chiave per una maggiore sicurezza, ed una spia sul cruscotto avvisa il guidatore nel caso in cui la cabina non sia stata chiusa completamente dopo i controlli al motore. Il nuovo Cabstar è protetto da una garanzia di tre anni o 100.000 km, oltre che da una garanzia di sei anni sulla verniciatura e contro la corrosio-

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ne. Un altro vantaggio derivante dai bassi costi di esercizio e dalla generosa copertura delle garanzie è il valore residuo del nuovo Cabstar, che sarà con tutta probabilità superiore a quello del suo predecessore. L’impiego di uno sterzo a pignone e cremagliera è uno dei cambiamenti più rilevanti nel telaio di nuova generazione di Cabstar e garantisce più precisione al volante e migliore manovrabilità. A dispetto della cabina più ampia, il nuovo Cabstar ha un diametro di sterzata più stretto rispetto al vecchio modello, con un miglioramento del raggio di sterzata alle ruote anche del 5,4%. Anche le prestazioni di frenata sono migliorate, con i freni a disco anteriori e posteriori di serie su tutti i modelli e la disponibilità su richiesta di ABS e ripartitore elettronico della forza frenante (EBD). Altri miglioramenti del nuovo Cabstar sul fronte della sicurezza includono, in opzione, gli airbag lato guida e passeggero lato porta, i fari fendinebbia anteriori e i retronebbia doppi a elevata intensità. La struttura della cabina è stata irrobustita mediante barre di rinforzo integrate nelle portiere per offrire maggiore protezione agli occupanti in caso di impatto laterale. Il paraurti anteriore è ad assorbimento di energia per una migliore protezione e minori costi di riparazione in caso di incidenti, mentre le cinture di sicurezza ora dispongono di pretensionatori. La finestratura più ampia si traduce in migliore visibilità generale, mentre la visibilità posteriore è migliorata grazie agli specchietti retrovisori più grandi, disponibili su richiesta anche con regolazione a distanza. Sterzo e impianto frenante a parte, il telaio a trazione posteriore sarà già noto agli attuali proprietari e operatori di un Cabstar: sospensione anteriore multi-link e robusto assale posteriore con molle a balestra paraboliche collegati da un resistente telaio a longheroni, e barre anti-rollio montate su entrambe le estremità. Per assicurare la capacità di carico supplementare alla versione da 4,5 tonnellate, la sospensione posteriore è rinforzata da un ulteriore braccio di controllo e da un robusto paracolpi in poliuretano al posto dei gommini usati sugli altri modelli. Le ruote posteriori gemellate sono di serie su tutti i modelli da 3,5 e 4,5 tonnellate. Le ruote posteriori singole sono di serie su tutte le versioni da 2,8 e 3,2 tonnellate (oltre che sui modelli da 3,4 tonnellate nei mercati con guida a destra). Tutte e tre le varianti di passo sono disponibili con ciascuna combinazione di motore e massa complessiva, ad eccezione della versione da 2,8 tonnellate e 110 CV, che non prevede il passo lungo di 3.400 mm. L’opzione cabina doppia non è invece disponibile con il passo più corto. La scelta dei cassoni installati in fabbrica comprende tre pianali di carico piatti realizzati in alluminio o acciaio e dotati di pannelli divisori standard o lunghi. La maggior parte dei Cabstar, tuttavia, monterà cassoni sviluppati da convertitori e carrozzieri specializzati. Per assicurare il contatto più stretto possibile con le società di conversione, Nissan sta predisponendo un apposito sito web per consentire un più intenso scambio di informazioni tra la fabbrica e gli specialisti. Infine, la gamma dei colori è stata arricchita di due novità: "new Silver", una tonalità leggermente metallizzata, e blu metallizzato, che vanno ad aggiungersi al bianco e al rosso pastello. Il nuovo Nissan Cabstar è più che mai pronto a lavorare. Lavori Pubblici n. 22 settembre - ottobre 2006

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IGIENE URBANA

ASIA Napoli utilizza attrezzature Eco Service FRANCESCO VANDONI

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ASIA, Azienda Servizi Igiene Ambientale di Napoli, è nata operativamente nel mese di giugno del 2000, il suo capitale sociale è integralmente di proprietà del Comune di Napoli. Con più di 2.000 dipendenti e 485 automezzi, Asia effettua gran parte dei servizi di igiene ambientale a Napoli, raccogliendo annualmente circa 600 milioni di kg di rifiuti servendo una popolazione di 1.350.000 persone. I servizi erogati sono i seguenti: spazzamento delle strade e delle piazze di Napoli, svuotamento e gestione di circa 7.000 cestini gettacarte, lavaggio delle strade, pulizia esterna dei mercati rionali su strada, rimozione deiezioni canine, diserbamento. Nel dicembre 2003 Asia Napoli S.p.A.

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ha ottenuto la certificazione del proprio sistema di gestione per la qualità dall’organismo di certificazione ICIM, in conformità alla norma internazionale ISO 9001:2000. L’audit da parte di ICIM viene ripetuto ogni anno. La percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti raccolti è del 10,9%: nel 2005 sono state raccolte oltre 54.000 tonnellate di rifiuti differenziati, i proventi derivanti da queste materie riciclabili sono stati di 1,4 milioni di Euro, che sono stati interamente reinvestiti nello sviluppo e nella gestione della raccolta differenziata. Da parecchio tempo Asia fa ricorso a svariati prodotti di produzione Eco Service per svolgere i propri servizi.

Eco Service s.a.s, azienda certificata ISO 9001, opera da più di quindici anni nel settore della produzione di sistemi e tecnologie concepiti per la risoluzione pratica della raccolta, dello stoccaggio e dello smaltimento, come anche della riduzione volume1. Iveco Stralis Active Day con impianto scarrabile Eco Service e gru Nord Engineering 2. Deposito Asia Napoli con alcuni degli automezzi allestiti da Eco Service 3. Compattatore scarrabile Eco Service in dotazione all’Asia di Napoli 4. Sistema di scarramento allestito su un Iveco Stralis

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trica dei rifiuti. La gamma dei prodotti Eco Service comprende cassoni, compattatori, isole ecologiche, cisterne e rimorchi scarrabili, e anche attrezzature per la raccolta dei rifiuti quali gru e polipi, sia per cassoni che per veicoli, infine effettua allestimenti di veicoli industriali. Asia Napoli dispone di 8 automezzi Renault con impianto scarrabile, 15 automezzi Renault con impianto scarrabile e caricatore retrocabina, 20 compattatori scarrabili di varie misure e con diverse attrezzature, un centinaio di cassoni scarrabili con e senza copertura, 4 automezzi Iveco Stralis 260/41 con impianto scarrabile ed

attrezzatura per il rimorchio, tutti forniti o allestiti dall’azienda Eco Service. Recentemente Asia si è dotata di dieci Iveco Stralis Active Day, allestiti con impianti scarrabili Eco Service modello ESI K 30/7 e gru retrocabina Nord Engineering modello Easy-J2S per lo svuotamento con un solo operatore delle campane di raccolta differenziata. I veicoli, Euro 3, con motore diesel a iniezione diretta, turbina e intercooler, con potenza di 352 CV, hanno cabine corte da 2+1 posti, il cambio ha 16 marce avanti e 2 retromarce. L’impianto scarrabile ESI K 30/7 ha una capacità di sollevamento

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di 30 tonnellate ed è adatto per il trasporto, il carico, lo scarico ed il ribaltamento dei contenitori. L’attrezzatura è realizzata in acciaio ad alto limite di snervamento Domex 690. Questo sistema di raccolta, monoperatore, permette di velocizzare notevolmente i cicli di raccolta. Eco Service fornisce attrezzature conformi alle normative della Comunità Europea, si occupa dei collaudi presso la Motorizzazione. Una particolare attenzione viene accordata ai vari aspetti della sicurezza per tutti i prodotti Eco Service, concepiti per essere performanti, duraturi ma specialmente sicuri.

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IGIENE URBANA

Roseto degli Abruzzi sceglie Ecogest GIORGIA MARCHELLI

Come ultimamente stanno facendo molti comuni d’Italia, in particolare a vocazione turistica sulle coste dei nostri mari, anche Roseto degli Abruzzi (TE) ha scelto il sistema di isole ecologiche a scomparsa Ecogest per interrare i propri rifiuti ed eliminare numerosi cassonetti per le spazzature, specialmente sul lungomare. La gestione dello smaltimento dei rifiuti di Roseto e di altri 5 comuni limitrofi della provincia di Teramo (Giulianova, Mosciano Sant’Angelo, Bellante, Morro d’Oro e Notaresco) è affidata al C.I.R.S.U. Consorzio Intercomunale Rifiuti Solidi Urbani. E' stata proprio questa società per azioni a capitale pubblico finalizzata alla risoluzione delle problematiche ambientali, in particolare di quelle relative ai rifiuti solidi urbani e assimilati, con un bacino di utenza pari a circa 75.000 abitanti, che arrivano intorno a 150.000 nei mesi estivi, a decidere un rinnovamento fondamentale nell’organizzazione dell' RSU della cittadina abruzzese.

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I motivi principali della determinazione del C.I.R.S.U. di attrezzare Roseto degli Abruzzi con isole ecologiche interrate sono inanzitutto di natura estetica, per eliminare una serie di disordinati cassonetti dal lungomare, e contemporaneamente di tipo igienico, per non aver più i problemi olfattivi legati alla tipica maleodoranza delle spazzature lasciate all’aperto. Fra i vari sistemi di raccolta rifiuti a scomparsa, il consorzio ha privilegiato quelli della Ecogest S.r.l.: fra i pochissimi impianti brevettati e conformi alla marcatura CE in commercio, che prevedono un solo torrino di conferimento esterno per più contenitori dedicati alla differenziata posti sottoterra, vantaggio fondamen-

tale per gli acquirenti. Delle diverse offerte dell’azienda di Recanati (MC), Gemini 2 e Gemini 3 sono risultate le più idonee alla società di gestione rifiuti abruzzese: per un’unica bocca di carico raggruppano infatti nel sottosuolo, in maniera non visibile, rispettivamente due e tre contenitori di grandi dimensioni, ognuno dedicato ad un singolo materiale della raccolta separata. Entrambe le tipologie di impianti sono costituite da una struttura esterna autoportante sagomata e da contenitori interni i quali, per mezzo di un sistema oleodinamico, vengono posizionati alternativamente sotto l’unico torrino di conferimento centrale. Gemini 2 affianca 2 contenitori interni

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da 4.000 l (4 m3), mentre Gemini 3 riunisce 3 cassoni, di cui 2 da 3.200 l (3,2 m3) ed 1 da 2.800 l (2,8 m3). I due diversi sistemi sono stati installati in coppia, cosicché con due soli torrini affiancati si possono interrare in un’unica zona urbana cinque tipologie di materiali della raccolta differenziata: indifferenziato, organico, carta, vetro e plastica. La prima coppia di impianti è stata messa in opera ed in funzione sul lungomare di Roseto nella primavera del 2005. Visto l’ottimo risultato del sistema, esattamente rispondente alle aspettative del C.I.R.S.U., ben approvato dai cittadini stimolati ad incrementare la differenziazione delle spazzature in una condizione di ordine senza cattivi odori, durante quest’inizio di autunno il consorzio ha continuato a rinnovare i propri punti di raccolta, installando altre tre coppie di isole ecologiche a scomparsa Ecogest, delle quali due sempre sul lungomare ed una nella piazza del Comune in fase di completa ristrutturazione. I tempi di realizzazione sono stati come al solito brevi per la semplicità dell’installazione: dopo lo scavo non necessitano di opere murarie o strutture in cemento armato, dato che i contenitori esterni fungono di per se stessi da casseforme autoportanti. Un totale quindi di 4 aree con 8 impianti, che hanno permesso di eliminare 20 ineleganti cassonetti di vecchia generazione. La sostituzione dei contenitori non ha posto problemi per quanto riguarda il metodo di svuotamento dei nuovi sistemi: il C.I.R.S.U. continua a poter utilizzare i tradizionali monoperatori a caricamento laterale con sistema di aggancio a campana già in suo possesso ed in uso per i cassonetti classici, con frequenze molto minori, dunque con risparmio di carburante, di ore degli operatori, riduzione di rumorosità e conseguenti minor inquinamento nonchè spese inferiori a tutto vantaggio dei cittadini e del sistema di gestione in generale. Al segnale di raccoglitore pieno, le manovre di carico dei rifiuti sul mezzo dedicato non comportano alcuna fatica agli addetti ai lavori: senza scendere dal camion, il sistema a telecomando azionabile dalla cabina di guida fa sì che l’operazione si svolga in modo molto veloce e sicuro senza intralcio al traffico. Lavaggio e disinfezione degli impianti vengono effettuati in modo facile e frequente. I cittadini non hanno problemi a usare le nuove isole ecologiche: tramite

intuitivi pulsanti scelgono la tipologia di rifiuto da eliminare; il torrino di conferimento si apre automaticamente per permettere di inserire i rifiuti che cadono su di una botola posta all’interno, sotto la bocca di carico; velocemente il coperchio si richiude da solo, ed i rifiuti si riversano nel contenitore interno. Ogni azione accidentale è impossibile, dato che l’accesso diretto al contenitore interno è impedito. La pulsantiera, posta ad una comoda altezza, consente di utilizzare facilmente gli impianti anche a bambini e portatori di handicap. Gemini 2 e 3, posizionati in zone

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pedonabili, sono chiusi superiormente da piattaforme di copertura irrigidite in asfalto, coerente alla pavimentazione circostante, al cui centro sono poste le bocche di carico realizzate in acciaio trattato per un effetto martellato, con chiusura a tenuta. La validità della scelta effettuata dal C.I.R.S.U. per Roseto degli Abruzzi fa auspicare ai tecnici del consorzio che le intenzioni di rinnovamento della gestione dei rifiuti continuino prossimamente, tanto per completare la sostituzione dei cassonetti nello stesso comune, quanto per adeguare gli altri 5 paesi consorziati.

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VERDE

Cippatori e biotrituratori Pezzolato per le potature autunnali

L’arrivo dell’autunno rende necessaria la potatura degli alberi e la sistemazione delle aree verdi in tutti i comuni. Per lo smaltimento dei resti delle potature di piccole e grandi dimensioni, Pezzolato propone una gamma completa di macchine per la riduzione dei volumi. Prima di tutto è importante capire quale deve essere il prodotto finale che si vuole ottenere con il processo di smaltimento: con la triturazione si ottiene un prodotto che può essere lasciato sul posto come pacciamatura, oppure produrre cippato che sarà destinato ad essere bruciato in apposite caldaie per

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la produzione di calore e/o energia elettrica, oppure ancora ottenere un materiale sfibrato, che, una volta decomposto, può essere utilizzato come fertilizzante organico (compost). I trituratori della serie PZ possono smaltire ramaglia, rami e tronchi fino a 25 cm di diametro. Il procedimento di taglio avviene tramite un disco rotante sul quale sono applicati 2, 3 o 4 coltelli a seconda del modello di trituratore. Il materiale viene inserito manualmente dall’operatore nella capiente bocca di ingresso (sui modelli più grandi è possibile l’alimentazione meccanica), due rulli

ad azionamento idraulico portano il materiale al disco di taglio. Un dispositivo elettronico permette di regolare in automatico l’alimentazione in funzione della potenza a disposizione; il materiale triturato viene espulso per mezzo del disco ventilatore attraverso un camino di scarico dotato di un deflettore che permette di direzionare il getto verso un contenitore (cassone di un camion, rimorchio...). I cippatori della serie H utilizzano la stessa tecnologia costruttiva della serie PZ ma sono dotati di un sistema aggiuntivo di calibratura che consente di produrre materiale uniforme: il cippato può quindi essere utilizzato direttamente come combustibile in apposite caldaie. Questi possono lavorare tronchi con diametri fino a 30 cm. Le macchine delle serie PZ e H sono particolarmente adatte ad essere utilizzate nei comuni perché molto versatili e di dimensioni contenute. L’azionamento può avvenire o dalla presa di forza del trattore o da un motore autonomo. Per il trasporto possono essere attaccate al terzo punto del trattore, alla piastra portattrezzi frontale dell’Unimog o essere montate su un rimorchio di derivazione agricola o stradale. Una vasta gamma di accessori permette di agevolare molti lavori, tra i

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quali segnaliamo la ralla girevole a 360° per consentire il carico del materiale da qualsiasi lato, la verniciatura antirumore molto utile a chi svolge queste operazioni in centri abitati, la bocca di alimentazione dotata di nastro a catena per facilitare l’inserimento di materiale corto, la cingolatura per chi deve operare in zone impervie. Oltre queste attrezzature "comunali"

Pezzolato produce cippatori e sminuzzatori professionali con capacità produttive che arrivano fino a 200 m3/h destinate a grossi centri di compostaggio o a professionisti del settore. Pezzolato sarà presente alla fiera Ecomondo di Rimini dall'8 all'11 novembre ed alla fiera Eima che si terrà a Bologna dal 15 al 19 novembre, dove, in aggiunta alla tradizionale area espositiva, effettuerà alcune

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prove dimostrative nell’ambito della rassegna sulle tecnologie bioenergetiche e sui biocombustibili. In tale occasione presenterà una importante novità: un cippatore/raffinatore compatto della serie H per la produzione del mini-cippato, un cippato di calibratura molto fine ed omogenea in grado di sostituire il pellet come combustibile anche nelle caldaie ad uso domestico.

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PARCHI GIOCO

Le mamme di Gorizia vogliono Ecopark di Salvadori GIORGIA MARCHELLI

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Uno dei parchi gioco più frequentati dai bambini di Gorizia ha ultimamente destato l’apprensione dei genitori del comune friulano, preoccupati per la non sufficiente sicurezza della pavimentazione antitrauma sottostante il grande castello, attrazione principale per i loro figli all’interno dei giardini pubblici del centralissimo corso Verdi. Una lettera indirizzata al Comune dalle mamme attente al gioco dei loro piccoli ed agli spazi ad essi dedicati ha sensibilizzato in modo notevole i responsabili delle aree ludiche della città, che si sono immediatamente attivati per risolvere la situazione. Sotto il castello sul quale i bambini giocano, corrono, saltano e si arrampicano ad altezze per loro elevate, esisteva una pavimentazione antishock a prevenzione delle cadute,

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ma ormai in degrado e inadeguata alla sua caratteristica di salvaguardia dei traumi alla testa causati dalla caduta su superficie dura. Le mattonelle morbide erano state posizionate non particolarmente bene, e senza un cordolo che le tenesse unite fra loro: col tempo si sono allargate ed in parte staccate, rendendo evidente la loro mancanza di efficacia. Inoltre erano di soli 40 mm di spessore, comunque non proporzionate alle elevazioni dei giochi presenti sul castello, e tanto meno a norma. La gara d’appalto indetta per l’adeguamento alla sicurezza del parco giochi è stata vinta da Preco System S.r.l., società a vocazione ambientale di Gemona del Friuli (UD), che si è occupata di rimuovere la vecchia pavimentazione, proporne una nuova, adegua-

ta alle normative in corso e certificata, ed installarla con rigorosi criteri autoimposti e supervisionati dal comune stesso, attento ad ogni dettaglio in quanto seriamente destato alle proprie responsabilità e volonteroso di realizzare opere ben fatte. La pavimentazione antischock scelta dall’azienda friulana è Ecopark di Salvadori S.r.l., un prodotto di qualità testato, omologato e conforme alle direttive imposte dalla normativa UNI EN 1177 "Rivestimenti di superfici di aree da gioco ad assorbimento di impatto - Requisiti di sicurezza e metodi di prova". Ottenuto da granuli di gomma selezionata, riciclata da pneumatici, Ecopark, è l’ideale per parchi gioco, piscine, strutture ricreative e di svago, come campi da golf, giardini privati...: grazie alle sue spe-

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cifiche, è indicata anche per l’utilizzo in tutti i luoghi ove siano richieste caratteristiche antiscivolo, drenanti, igieniche, oltre ad un’efficace protezione in caso di caduta (spogliatoi, bagni, saune, strutture per anziani, asili, ospedali, alberghi, palestre...). Obiettivo principale dell’azienda di Toldo di Trambileno (TN) è da sempre la sicurezza, che, nel creare le mattonelle antitrauma utili all’ammortizzazione dell’impatto in caso di caduta, di vari colori e dimensioni, ha riposto particolare serietà nel calcolarne gli spessori seguendo i valori del Criterio delle Lesioni alla Testa (HIC - Head Injury Criterion), modello per prevedere la probabilità di lesioni dovute alle cadute, che prende in considerazione l’energia cinetica della testa al momento dell’impatto con la superficie dell’area da gioco. Dopo aver eliminato la vecchia pavimentazione e spianato i circa 230 m2 di terreno intorno al preesistente castello da gioco in legno con ponti, scivoli, corde, passerelle, quadri e

pertiche della TLF S.r.l. di Corsalone (AR), Preco System, in collaborazione con gli addetti al cantiere stradale del Comune di Gorizia, ha facilmente e velocemente posizionato le piastre Ecopark da 80 mm di spessore, bloccandole intorno per maggior sicurezza con un cordolo appositamente creato in plastica riciclata post consumo, cioè proveniente dalla raccolta differenziata (bottiglie, flaconi...). Sebbene la pavimentazione antishock prodotta da Salvadori sia omologata e garantita 3 anni, il Comune di Gorizia ha deciso di verificare la validità delle scelte effettuate tramite una prova sul luogo dopo la posa in opera. Da alcuni anni la stessa azienda, alla ricerca dei metodi di prova più affidabili per verificare esattamen-

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te le rispondenze delle superfici delle aree da gioco, si è munita di Triax 2000, un’attrezzatura specifica per la misurazione del coefficiente HIC riguardante l’altezza critica di caduta conforme alla norma UNI EN 1177. I test effettuati in un giorno di pioggia sono risultati abbondantemente entro i parametri. Visti gli ottimi risultati del lavoro svolto e la soddisfazione dei genitori goriziani, non è difficile pensare che il comune vorrà applicare le stesse soluzioni alle altre aree da gioco, a partire forse da quelle all’interno dello stesso parco. 1. 4. Parchi gioco di Gorizia 2. Test su Ecopark con Triax 2000 3. 5. Sfera e PC Triax 2000

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VIABILITA' INVERNALE

26 nuovi Assaloni Artik per la Protezione Civile della Provincia di Roma GHERARDO MARCHELLI

Il settore Protezione Civile dell’Amministrazione Provinciale di Roma negli ultimi tre anni si è attrezzata con 130 pick-up Mazda con moduli antincendio Bai da distribuire sul territorio per consentire un pattugliamento capillare per la lotta agli incendi, con la possibilità di attaccare i focolai sul nascere. I mzzi sono stati dati in uso ai comuni ed alle associazioni di volontariato che operano sul territorio. L’amministrazione provinciale ha adesso iniziato, con una prima fornitura, ad attrezzare parte di questa flotta con spargisale in modo da consentire agli operatori di intervenire anche in inverno, periodo in cui il servizio antincendio ha un lavoro estremamente ridotto, per gli interventi di salatura delle strade. Il primo lotto di attrezzature ha visto la consegna di 26 spargitori Assaloni Artik che con tutta probabilità ne vedrà affiancati altri 3 a breve, oltre a possibili ampliamenti successivi. Questa scelta dà la possibilità a molti comuni della zona di gestire direttamente, o tramite le associazioni di volontariato, la salatura delle strade con un mezzo agile ed adeguato al territorio su cui devono 34

andare ad operare. Gli spargitori scelti sono il nuovo modello Artik 50 di Assaloni, nato dalla serie Spes rivolta a mezzi con capacità di portata limitate, con capienze da 0,5 a 2 m3. Assaloni ha progettato e messo in produzione due modelli di Artik, uno da 0,5 m3 ed uno da 0,75 m3 di capacità di materiale, con un nuovo telaio che ne permette il carico anche sui pick-up che presentano dimensioni di cassone contenute e con l’ingombrante presenza dei passaruota. Gli Artik sono attrezzature dalla capacità contenuta che consentono di svolgere un lavoro professionale con mezzi dalla portata limitata guidabili con patente B. La loro costruzione è totalmente in acciaio inox AISI304L, che ne garantisce l’inattacabilità alla corrosione. Il sistema di convogliamento del sale è a coclea a passo variato, sistema che presenta due vantaggi estremamente importanti per applicazioni di questo tipo. Il primo è quello di poter operare tranquillamente con qualunque tipo di materiale: graniglia, sale, sale anche sporco o stoccato male. Il secondo vantaggio è quello di essere un sistema con tramoggia completamente

stagna, evitando fuoriuscite del sale dal basso preservando al massimo il cassone del mezzo che lo trasporta. L’azionamento voluto dalla provincia è naturalmente con motore ausiliario, qui con motore a benzina Honda; è possibile anche una versione con azionamento idraulico dall’impianto del veicolo. I comandi sono elettrici dalla cabina e consentono la regolazione della quantità al m 2 da spargere (5 - 40 g/m2 per il sale e 5 - 350 g/m2 per la graniglia), la larghezza di spargimento (da 2 a 8 m) con simmetria regolabile manualmente, l’avviamento/ spengimento del motore, dello spargimento, delle luci di lavoro e del rotofaro. La volontà principale della provincia è stata quella di dare un’attrezzatura professionale, che allo stesso tempo fosse concettualmente semplice e con una manutenzione minima, dovendo consentire un lavoro efficace ad operatori che in molti casi non sono particolarmente esperti o addirittura non hanno mai eseguito precedentemente operazioni con attrezzature di questo tipo. Assaloni con la Protezione Civile sia della Provincia di Roma che della Regione Lazio, negli ultimi tre anni ha potuto dimostrare la sua professionalità con allestimenti tanto in ambito di moduli antincendio quanto di bracci decespugliatori, e di attrezzature per la viabilità invernale su veicoli Unimog e Scam parzialmente o completamente allestiti Assaloni.

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ACQUEDOTTI

Technofase per il controllo idrico di Cermes

L’acqua è un bene prezioso e quindi non deve essere sprecata. Anche nei territori alpini dove sostanzialmente c’è abbondanza idrica è opportuno razionalizzare la sua distribuzione. Di conseguenza le amministrazioni altoatesine, in un’ottica lungimirante, considerano fondamentale avere nel proprio territorio un maggiore controllo nella gestione delle risorse idriche. A seguito del successo ottenuto dall’impianto di controllo per acquedotti, realizzato da Technofase di Bolzano, azienda locale leader nel settore dei sistemi elettronici di controllo remoto, installato nell’acquedotto del Comune di Lana, nota località dell’Alto Adige vicino a Merano (Lavori Pubblici n. 20 maggio - giugno 2006), anche i comuni limitrofi hanno deciso di affidarsi a tale collaudato sistema. Fra questi, nell’acquedotto del Comune di Cermes, è stato installato il sistema Water Control System. Nella prima fase di realizzazione dell’impianto vengono controllati un pozzo di prelievo acqua, una valvola di ripartizione flusso e due serbatoi di accumulo. L’approvvigionamento idri-

co principale avviene tramite una condotta dorsale che proviene dalla Val Venosta: da questa, a seguito di accordi infracomunali, viene assegnata una quantità massima, pari al 25%, prelevabile dall’acquedotto di Cermes; il resto viene fornito all’acquedotto di Lana. L’unità di controllo installata si occupa di questa ripartizione in modo continuo, muovendo opportunamente una valvola in modo da assicurare le dovute proporzioni d’acqua ai due comuni. Nel caso il prelievo consistente di acqua potabile facesse scendere il livello del serbatoio principale al di

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sotto di un primo livello di attenzione, viene attivata una pompa in un pozzo al fine di ripristinare il livello. Nel caso in cui il livello andasse al di sotto di un secondo livello più basso, viene inoltrato automaticamente un SMS contenente il messaggio di allarme all’operatore in servizio in quel momento. L’intera supervisione è gestita e governata dall’ormai noto sistema Waterwork 2006, basato su Personal Computer e gestito interamente via radio: a conti fatti soluzione economicamente vantaggiosa e sicura rispetto ad altre basate su apparecchi GSM/GPRS.

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PULIZIA STRADE

Taglio e raccolta o anche sola aspirazione da Hymach GHERARDO MARCHELLI

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Hymach ha costruito il primo modello di macchina tagliaerba-aspirante già a metà degli anni Ottanta, riscuotendo fin da subito un grande apprezzamento degli utilizzatori per l’alto grado di efficienza. In seguito perfezionata si trova nel catalogo dei prodotti dell’azienda, nella serie Tornado, versione per applicazione ai terzi punti del trattore, e Cyclone, dotata di telaio di accoppiamento allo chassis posteriore di autocarri. La caratteristica principale di questa macchina è quella di eseguire lo sfalcio dell’erba e simultaneamente la raccolta tramite aspirazione del materiale trinciato, fogliame ed altri detriti presenti sul suolo, caricando automaticamente il tutto dentro un cassone su rimorchio trainato, lasciando dietro

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di sé pulizia ed ordine. Oggi la funzione di questa macchina è stata ampliata per eseguire la pulizia dei bordi stradali anche in presenza di specifiche canalette di raccolta. Il progetto è stato infatti sviluppato da Hymach per permettere agli operatori di ampliare l’utilità di questa attrezzatura e risolvere un lavoro in più con la medesima macchina. La particolarità risiede nell’innovativa testata utensile, progettata e costruita espressamente per eseguire la sola aspirazione di materiale vario. In particolare, con questa testata la macchina è in grado di raccattare fogliame, anche appiccicato al terreno, bottiglie, lattine, sacchetti, involucri vari, anche misti a pietrame, sassi e fango, qualsiasi sia la conformazio-

ne del suolo, il tipo di pavimentazione o la forma della canaletta. Il materiale, man mano che la macchina avanza, viene raccolto dal terreno e, tramite il sistema di aspirazione, veicolato dentro un cassone costruito appositamente per contenere, trasportare e scaricare il materiale a destinazione. Grazie a diversi tipi di regolazione, 1. Unimog attrezzato Hymach con falciatrice aspirante con la nuova testata per la sola pulizia 2. 3. Lavoro di pulizia di una canaletta stradale 4. Macchina al lavoro di taglio con raccolta, in dimostrazione senza cassone trainato

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che vanno a variare l’altezza, la larghezza e l’inclinazione, permettono alla testata di adattarsi a qualsiasi condizione e garantire una potenza di aspirazione adeguata alle differenti tipologie di lavoro da svolgere. L'applicazione principale per cui è stata studiata la soluzione è la pulizia delle canalette, dove ha dimostrato una potenza di aspirazione efficace alla raccolta di tutto quel materiale che si sedimenta pesantemente nelle stesse. Ottimi risultati, oltre all’aspirazione dei rifiuti che incontra sul ciglio stradale, dove non si riesce ad arrivare con una classica spazzatrice stradale, si sono ottenuti nell’abbassare le banchine stradali togliendo la vegetazione caduta e compattata al suolo che difficilmente è asportabile con tecniche non manuali. La testata aspirante è perfettamente intercambiabile con quella tradizionale trinciaerba-aspirante e grazie a questo, in qualsiasi momento e con semplici operazioni, è possibile cambiare la destinazione d’uso di Tornado e di Ciclone, consentendo ai suoi utilizzatori di avere con un solo investimento due macchine in una. Lavori Pubblici n. 22 settembre - ottobre 2006

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PORTATTREZZI

Nuovi Terratrac Aebi TT220 e TT240 lanciati alla fiera di Wels Agraria FRANCESCO VANDONI

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Aebi, Fabbrica di Macchinari di Burgdorf nel cantone di Berna in Svizzera, presenta in prima mondiale due nuovi modelli di veicoli portattrezzi per pendii: il Terratrac Aebi TT220 e il Terratrac Aebi TT240. Il lancio sul mercato di queste due novità è avvenuto in occasione della fiera austriaca Agraria che si è svolta dal 30 agosto al 3 settembre scorsi a Wels. Due settimane dopo, il Terratrac TT220 è stato premiato con la medaglia per l’innovazione alla fiera Galabau di Nürnberg. La società Aebi & Co. amplia così la sua già vasta gamma di veicoli da lavoro destinati alle più diverse funzio-

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ni; dalla manutenzione dei terreni comunali, pascoli e spazi verdi pubblici, all’orticoltura e riassetto paesaggistico, passando dai servizi di costruzione e di nettezza urbana, alle stazioni di montagna e sciistiche fino ai servizi di viabilità invernale, aggiungendo moderne e interessanti prospettive al segmento delle medie dimensioni. I due nuovi Terratrac si basano, sia dal punto di vista del design che da quello tecnologico, sul collaudato modello di punta: il Terratrac Aebi TT270 (Lavori Pubblici n. 11 novembre - dicembre 2004) e si differenziano tra loro soltanto per i diversi motori. Il Terratrac TT220 è dotato di un

motore Detroit Diesel VM a 3 cilindri con turbocompressore a iniezione diretta raffreddato ad acqua che eroga una potenza di 65 CV a 2.600 giri al minuto, mentre il Terratrac TT240 ha un motore a quattro cilindri e una potenza di 81 CV, anch’esso 1. Il nuovoTerratrac Aebi TT220, presentato in prima mondiale alla fiera austriaca Agraria 2. Terratrac Aebi TT220, al lavoro con decespugliatrice 3. Terratrac Aebi TT240, al lavoro su terreno delicato 4. Terratrac Aebi TT220, al lavoro con falciatrice anteriore

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con turbocompressore e raffreddato ad acqua. Ambedue i modelli risultano molto sicuri sui pendii, offrendo un’ottima manovrabilità senza rovinare il terreno. La trazione è integrale permanentemente, con differenziale longitudinale Torsen e differenziali bloccabili (100%) sugli assi anteriore e posteriore tramite preselezione elettroidraulica. Lo sterzo è idrostatico e agisce sulle quattro ruote, funziona secondo il principio "Load Sensing". Lo sterzo frontale o quello sulle quattro ruote viene preselezionato premendo semplicemente un pulsante. La registrazione automatica e la sincronizzazione delle regolazioni della ruota grazie a sensori induttivi rendono possibile cambiare a piacere il tipo di sterzo, anche durante la marcia. I freni sono a pedale, servoidraulici a 2 circuiti agenti sulle quattro ruote, oltre al freno di avanzamento idraulico. La cabina comfort è ermetica alla polvere e offre una visibilità totale. La sua struttura funge inoltre da gabbia di sicurezza secondo le norme 79/622 EWG. Con climatizzatore a regolazione elettronica di serie, sedile comfort a regolazioni multiple e di sicurezza con cintura, permette all’operatore di svolgere il proprio lavoro comodamente e senza rischi. I comandi sono semplici ed intuitivi, 24 funzioni possono essere dirette dalla leva di controllo, la tastiera sulla destra dell’autista permette di azionare le funzioni idrauliche e quelle del climatizzatore o anche di programmare lavori quali l’accoppiamento ai tre punti anteriori o posteriori. Tutte le informazioni e le regolazioni importanti sono visualizzate sullo schermo del computer di bordo o segnalate da spie luminose. Un'ampia scelta di pneumatici permette di adattare il veicolo ai più svariati terreni, dal modello "Terra" a bassa pressione a quello con profilo per green. Il sistema idraulico, con elettrovalvole Bosch, ha una pressione di 175 bar, una portata di 36 l/min e dispone di un serbatoio di 10 litri. L’aggancio idraulico anteriore, tre punti cat. I, si sposta lateralmente ed è dotato di raccordo rapido delle barre superiore e inferiore, il tutto comandato dalla leva di controllo; la forza di sollevamento massima è di 1.400 daN a 175 bar, inoltre l’aggancio è dotato di sistema di alleggerimento autoregolante con calibratura automatica. Posteriormente invece si trova un tre punti cat. I e II, con alzo, abbassamento, posizione flottante con forza di sollevamento uguale a quella anteriore. I ganci di accoppiamento sono automatici a regolazione rapida, con altezza dal suolo variabile tra 339 e 939 millimetri. La polivalenza di questi mezzi permette un uso universale, su tutto l’arco dell’anno, sia per manutenzioni di scarpate ripide, terreni sportivi o di golf, per interventi su terreni fragili di zone protette, che per la viabilità invernale. Le ridotte dimensioni dei Terratrac TT220 e TT240 permettono di passare quasi ovunque pur essendo dei potenti veicoli portattrezzi per pendii. Il peso del Terratrac Aebi TT220 varia da 2.220 a 2.380 kg, mentre quello del Terratrac Aebi TT240 va da 2.285 a 2.445 kg. La capacità del serbatoio di carburante è per i due modelli di 85 litri. Oltre alla dotazione di serie, i Terratrac TT220 e TT240 possono essere allestiti con numerosi accessori a richiesta, dalle gomme speciali e cumulabili, a vari impianti idraulici supplementari, oppure presa di forza frontale di alta potenza con posizione neutra, limitatore di coppia e protezione, tergicristallo per il vetro posteriore, fari da lavoro anteriori e/o posteriori, lampeggiante, riscaldamento del liquido di raffreddamento del motore. Lavori Pubblici n. 22 settembre - ottobre 2006

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AEROPORTI

Schmidt Jet Sweeper TJS 630

Schmidt Jet Sweeper TJS 630 è una spazzatrice soffiante trainata che può essere fornita come semirimorchio o con timone e terza ruota. Il rullo spazzante ha una sospensione oscillante, per adattarsi al profilo della superficie da spazzare, azionato tramite 2 motori idraulici. E' di semplice montaggio e smontaggio. Le spazzole sono a 21 segmenti in polipropilene, sistema che offre una durata nel tempo con spazzamento effettivo ottimale e nevischio minimo nel sistema spazzante. Il coperchio del rullo autolivellante sul diametro delle setole con sistema direzionale del flusso neve è composto da uno spoiler frontale ed una protezione posteriore con sacca d’acqua. Per evitare intasamenti di neve nel coperchio, spoiler e protezione posteriore si regolano automaticamente sul diametro delle setole, secondo i parametri di spazzamento impostati. Spoiler frontale e protezione posteriore sono uniti da un coper-

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chio che evita l’impastamento della neve. Con lo spoiler frontale si ottiene un getto laterale piatto, con polverizzazione minima. La regolazione automatica di serie dei parametri di spazzamento prevede un sistema di regolazione potenziometrico per un controllo constante e automatico dei parametri di spazzamento, tramite rulli di scorrimento doppi livellati idraulicamente e la preselezione dei parametri di spazzamento in dipendenza delle effettive condizioni. Il sistema garantisce parametri costanti di spazzamento sino a completa usura delle spazzole. Il sistema soffiante, con poche parti mobili, è ad alto rendimento con 10,5 m3/sec di portata aria, azionata idraulicamente. Ha una distribuzione aerodinamica del flusso d’aria nei condotti ed una velocità del flusso d’aria regolabile sino a 145 m/sec. La direzione soffiante destra o sinistra è comandabile dal cruscotto centralizzato. Per quanto riguarda il vano motore e

i gruppi ausiliari, Schmidt Jet Sweeper TJS 630 ha un vano cofanato per il motore principale MBEUROMOT, un gruppo di pompe idrauliche frangiate, soffiante, distributori idraulici quadro elettrico e radiatore. La copertura è apribile a destra e sinistra per un pratico accesso a lavori d’ispezione e manutenzione. Il telaio base e i profili sono aperti senza intercapedini. Il cruscotto centralizzato con display prevede pochi elementi di comando per un’operatività semplice, fra i quali il comando normale e a impulsi sincronizzati per la lama sgombraneve, il rullo spazzante e il sistema soffiante, oltre all’indicazione di tutti i dati e parametri. La lama multisettore a molla MS ha la forma ideale per lo sgombero ad alta velocità con getto laterale piatto e lungo. Il sistema è a settori multipli con segmenti molleggiati; i segmenti laterali sono con delimitatori di puntamento. Possiede un telone passante paraspruzzi, e luci e segnali di delimitazione. I listelli di raschiamento sono in vulkolan con angolazioni differenti per uno sgombero ottimale con protezione delle superfici. Il sollevatore parallelo è ad ampio sbalzo per una distribuzione ideale delle forze in assorbimento sul telaio del veicolo, per cui non provoca nessun blocco della cinematica in oscillazione a destra o sinistra nonché nel sollevamento/abbassamento della lama. Esempio di Schmidt Jet Sweeper fornita come semirimorchio è il TJS-C 630 Man 6x4/6 con trazione idrostatica. L’equipaggiamento base consiste di:

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- gruppo propulsore per soffiante e spazzola con potenza 315 Kw (430CV); - gruppo spazzante con spazzola a 21 segmenti in polipropilene con sistema a regolazione potenziome-

trico per un controllo costante e automatico dei parametri di spazzamento tramite rulli di scorrimento doppi livellati idraulicamente con preselezione dei parametri di spazzamento in dipendenza delle effettive condizioni; - 2 soffianti ad alto rendimento; - regolazione singola, sincronizzata oppure ad impulsi; - quadro comandi; - piastra frontale DIN per lama sgombraneve completa di impianto idraulico; - asse posteriore di sterzata con ritorno automatico a velocità superiore di 30 km/h

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L’autotelaio è un Man Lkw Chassis Typ TGA 18.430 4x4 BB con potenza 316 kW (430 CV) e passo 3.900 mm, modifica a motrice 6x4/6 con trazione idrostatica. Frontalmente monta una lama sgombraneve Schmidt tipo MS 72.1. Dati tecnici Spazzola Diametro spazzola 1.150 mm Lunghezza spazzola 6.300 mm Larghezza di spazzamento a 32° 5.340 mm Soffiante Portata aria max 10,5 m3/h Velocità aria ca. 145 m/s Velocità di lavoro max 50 km/h

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IGIENE URBANA

I Lav Milan FRANCESCO VANDONI

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Io lavo Milano, in milanese, è il nome di un’iniziativa del Comune di Milano e dell’Amsa che si è svolta sabato 30 settembre scorso in nove luoghi della città, uno per ogni Zona di Milano. Il Sindaco, la Giunta, il Consiglio Comunale ed i cittadini si sono messi al lavoro con "olio di gomito e tanto cuore per ripulire Milano", come recitava lo slogan sui cartelloni di promozione dell’iniziativa. Sul piazzale della Stazione di Porta Genova, il sindaco Letizia Moratti non si è limitata a presenziare alla manifestazione ma, indossati tuta e occhiali di protezione, ha impugnato la lancia dell’apparecchiatura Dekos per la rimozione dei graffiti, così come ha fatto anche Maurizio Cadeo, assessore all’Arredo, Decoro Urbano e Verde. Numerosi assessori erano presenti negli altri luoghi coinvolti dalla manifestazione. Anche Legambiente era presente, con Andrea Poggio, responsabile per la Lombardia dell’associazione ambientalista che già da anni organizza giornate di pulizia denominate "Puliamo il Mondo". A partire dall’anno venturo le forze del Comune di Milano e quelle di Legambiente si uniranno per "dar vita ad un unico momento di festa e di coinvolgimento di tutti i milanesi". Con 232 mezzi e circa 600 addetti dell’Amsa sono state ripulite dai graffiti circa 300 facciate di edifici nei diversi quartieri della città, ovvero una superficie totale di 32.500 metri quadri. I Lav Milan è stato solo il primo passo di un’azione su scala 42

molto più ampia: infatti Comune di Milano e Amsa hanno in programma, a partire dal primo ottobre, di pulire altri 6.000 stabili, grazie al reinvestimento nell’operazione degli utili dell’Amsa (6 milioni di euro). Il sistema utilizzato per la rimozione dei graffiti si basa sull’ormai famosa tecnologia Dekos, società di Arosio (CO) che l’ha sviluppata e brevettata circa una decina di anni fa. Il sistema Dekos utilizza aria, acqua e sali minerali di opportune granulometria e composizione chimica (bicarbonato di sodio e/o carbonati di calcio e manganesio). Questi elementi sono gestiti da un’apparecchiatura caratterizzata da assenza di parti in movimento, il cui funzionamento è interamente pneumatico ed utilizza basse pressioni, garantendo quindi semplicità di funzionamento, sicurezza, affidabilità e facilità di manutenzione. La duttilità del sistema Dekos è data dalla possibilità di regolare indipendentemente ognuna delle tre sostanze impiegate, la pressione dell’aria e la quantità di sali

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minerali sulla macchina, mentre la quantità d’acqua si regola direttamente all’ugello. L’azione combinata dell’aria, dell’acqua e dei sali è sia meccanica che chimica. Meccanica per l’urto del solido e del liquido in un flusso d’aria a bassa pressione (1 - 2 bar), e chimica, perché l’acqua provvede a sciogliere parte dei sali con i quali viene a contatto, formando soluzioni che svolgono una funzione emolliente sulla vernice da rimuovere. La delicatezza del trattamento è testimoniata dall’applicabilità del sistema anche a superfici vetrate, senza alterarne la trasparenza. Il processo utilizzato garantisce inoltre sicurezza per l’operatore, per il quale non occorrono strumenti di protezione particolari, utilizzando apparecchiature e prodotti innocui sia per la salute che per l’ambiente. L’intervento non si limita alla rimozione delle scritte ed alla pulizia del supporto, ma viene concluso con un trattamento "antiscritta" che consente la rimozione di una nuova scritta con estrema facilità. Dekos produce una gamma di protettivi di nuova formulazione a base di cere e resine fluorurate. Questi prodotti variano in base alla tipologia di superficie da trattare; non alterano il colore dei materiali sui quali vengono applicati e garantiscono la traspirabilità del substrato. I trattamenti protettivi sono duraturi ma anche facilmente rimovibili in caso di necessità. 1. Il sindaco Letizia Moratti 2. L’assessore Maurizio Cadeo 3. 4. Prima e dopo l’intervento

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VIABILITA' INVERNALE

Anche i pedoni scivolano GHERARDO MARCHELLI

Il ghiaccio crea problemi anche al di fuori delle strade di percorrenza automobilistica e gli operatori comunali sono spesso chiamati a dover lavorare in aree pedonali e ciclabili non transitabilii con i classici mezzi per lo spargimento del sale. Queste particolari zone spesso sono trascurate, con frequenti incidenti a pedoni e ciclisti, oppure richiedono l’intervento manuale. Option propone già da qualche anno il semplice spargitore di ridotte dimensioni Polaro, che nei paesi nordici riscuote notevole apprezzamento proprio per la possibilità di attrezzare mezzi leggeri, rendendo possibile a

molte amministrazioni organizzare una salatura rapida ed efficace su piste ciclabili, marciapiedi ed aree pedonali. Oltre a mezzi leggeri convenzionalmente in dotazione ai comuni (Porter, Ape, Gasolone e pick-up), all’estero il Polaro ha trovato una sua semplice collocazione sulla piccola spazzatrice Hako Citymaster 300. Con poche e semplici operazioni è stato possibile sostituire il contenitore di raccolta con il Polaro, permettendo all’amministrazione di utilizzare questo mezzo durante l’inverno. L’applicazione è risultata particolarmen-

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te facilitata proprio grazie alle peculiarità dello spargitore: ridotte dimensioni e azionamento elettrico a 12 V. Le prime ne hanno consentito l'alloggiamento su una macchina che non aveva certo grandi spazi, mentre l’azionamento elettrico ha visto la sola necessità di collegare l’alimentazione alla batteria del mezzo. La combinazione di una piccola spazzatrice con uno spargisale consente di intervenire sia in zone estremamente ristrette, sia in aree pedonali, dove queste operano abitualmente per la pulizia, con uno spargitore che può variare in continuo la sua larghezza di spandimento da 0,8 a 6 m. I vantaggi di un mezzo di questa taglia sono abbastanza evidenti per automatizzare lo spargimento in aree sensibili come: ospedali, scuole, centri storici, parcheggi...

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VERDE

Novità Orsi all’Eima 2006 GHERARDO MARCHELLI

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Orsi Group, con sede a Mascarino di Castello d’Argile (BO), ha rafforzato il suo ufficio tecnico cui affianca inoltre importanti collaborazioni esterne per esser sempre innovativa nella progettazione, nella produzione e nella qualità dei prodotti. Se nel mercato mondiale dei decespugliatori idraulici e delle trinciatrici il gruppo Orsi ha raggiunto una delle posizioni di vertice è proprio perché ha scelto fin dalla nascita la strada della ricerca e dell’innovazione. L’azienda nasce con forza negli anni Ottanta tramite l’idea innovativa, a quel tempo, della trincia a sbalzo laterale che le ha permesso di sfidare

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aziende storicamente affermate, grazie ad un’attrezzatura che ampiamente permetteva all’operatore di semplificare il lavoro da svolgere. L’idea, a dimostrazione della sua validità, è stata seguita subito da praticamente tutti i produttori di trince, che oramai da anni la presentano anche nelle proprie gamme. Grazie alla costante ricerca sui prodotti e sull'attività che questi andranno a compiere, per far crescere in qualità, redditività e soddisfazione il lavoro dei clienti, Orsi oggi può vantare una gamma di attrezzature estremamente ampia ed una quota di mercato che vede l'azienda protagonista

a livello mondiale. All’Eima dello scorso anno Orsi ha presentato due importanti novità nel settore del garden professionale: Green e Zig Zag. La prima è una trinciaerba leggera con scarico alto del materiale raccolto. La seconda, estremamente innovativa, è un’attrezzatura versatile che permette come lavoro primario di falciare intorno a tronchi e pali, oltre a poter pulire cordoli e falciare in piano. Anche quest’anno all’Eima Orsi porta numerose novità. Nel campo delle trince presenta due nuovi modelli: WPKM e W-forrest. La prima si affianca alla W-max, trincia indicata per materiale legnoso con diametro fino a 10 - 12 cm, con la differenza di possedere un solo pick-up, rispetto ai due della W-max, ed il risultato di poter offrire un’attrezzatura più leggera per trinciatura di legna con diametro fino a 6 - 8 cm. L’alimentazione della WPKM è idraulica e la struttura è tutta in acciaio ad alta resistenza antiusura hardox. La W-forrest è una trincia forestale con il rotore con martelli a scomparsa ruotanti. I martelli quindi ruotano su loro stessi in modo da non picchiare 1. Orsi Zig Zag in una nuova configurazione 2. 3. Orsi Green

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nell’asse quando prendono il rinculo. La W-forrest è indicata per il lavoro in presenza di legna fino a 15 - 20 cm di diametro, con la facoltà di abbattere anche piante robuste e di poter essere applicata sia al sollevatore anteriore dei trattori oppure di essere sia trainate che spinte. Orsi ha anche rivisitato tecnicamente la gamma delle trince laterali per la pulizia di banchine stradali, bordi e sponde di fossati Farmer, con una nuova gamma che presenterà il nuovo gruppo anti-shock oleopneumatico, un vero dispositivo antiurto: novità a livello mondiale, che presenta un martinetto idraulico con un accumulatore ad azoto che interviene in caso di urto evitando rotture sulla macchina. Nei bracci decespugliatori Orsi ha rinnovato la gamma dei River 500, 651 e 770 telescopic, particolarmente 4. Orsi W-max per legna fino a 10 - 12 cm di diametro 5. Orsi River 770 che apparirà in una veste rinnovata all’Eima 2006 6. 7. Orsi River 651 che apparirà in una veste rinnovata all’Eima 2006 8. Orsi Acrobat 500 che apparirà in una veste rinnovata all’Eima 2006

adatta ad operare in strade strette e nello dei comandi, quale pressione scavalcare, con il primo braccio rial- esercitare sulla testata trinciante in zato, paracarri e guard rail; bracci modo da poter scegliere se vuole che presentano ora una linea sempre sfiorare il terreno oppure essere un più filante, totalmente incarenata a po’ più incisivo. cui sono state modificate il gruppo La grande innovazione è quella di basamento ed il telaio. non avere nessun contatto col terreAnche le Acrobat 500 presentano un no per il suo funzionamento, in basamento riprogettato con nuovi cri- modo da evitare usura o rottura teri che portano queste macchine a degli stessi, ma di avere solo dei possedere una linea sempre più particolari encoder posizionati sui aggressiva. due bracci principali che rilevano la Naturalmente non potevano mancare pressione dei martinetti ed inviano i delle ulteriori migliorie all’ASC, il dati ad un computer che li elabora dispositivo di autolivellamento elet- per comandarne i movimenti. tronico computerizzato, che permette Per il prossimo anno Orsi, dopo aver alla testata trinciante di adattarsi rafforzato l’ufficio tecnico, si allarcontinuamente al terreno, coman- gherà anche nella produzione con la dando anche il movimento del brac- copertura di altri 1.500 m2, ed ulteriori cio principale, alzando in automatico aumenti di personale produttivo già la macchina anche in caso di urto. iniziati quest’anno, sottolineando una L’ASC agisce sui quattro cilindri, continua crescita dell’azienda nata quelli che muovono il braccio princi- ventiquattro anni fa. pale, il secondo braccio, l’inclinazione della testata trinciante ed il martinetto che riporta la macchina in posizione di lavoro quando questa rientra in caso di urto. La macchina viene automaticamente sempre riportata in posizione di lavoro ed i martinetti vengono comandati da questo sistema che permette di sfiorare il terreno. L’operatore può scegliere, su un manometro posto al centro del pan- 6

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ATTREZZATURE

Seppi serie Midipierre la macchina che... batte ogni strada Esiste nel mercato italiano, da qualche anno, una nuova macchina che si propone come mezzo ideale per la riparazione, la sistemazione e la manutenzione delle strade bianche di campagna o di qualsiasi strada sterrata. Buchi, sassi sparsi, avvallamenti, fratture del terreno, sono velocemente eliminati con una sola passata della poderosa Midipierre, frantumapietre stabilizzatrice, prodotta dalla ditta Seppi di Caldaro (BZ). Concettualmente la Midipierre è composta da un grosso rotore completo di una miriade di denti sporgenti, realizzati in metallo duro e disposti con schema elicoidale. Adeguatamente comandato da una trasmissione meccanica collegata a un trattore da circa 130 CV, il rotore gira a circa 1.000 g/min e batte con tutta la sua potenza sul manto stradale frantumando qualsiasi cosa. Sassi e pietre vengono sminuzzati in minuscoli pezzettini e mescolati al terreno, il quale viene completamente rivoltato per una profondità che varia, a scelta, da 5 a 20 cm. La lama livellatrice posteriore già garantisce un profilo della strada ben in piano. Il passaggio successivo di un buon rullo compattatore ricostruisce il manto stradale perfettamente livellato ed esattamente in piano. Senza alcuna aggiunta di materiale stabilizzato, la strada è ricostruita come nuova. Senza oneri di trasporto materiali, senza l’obbligo di dover scaricare e stendere lo stabilizzato, e con tempi di esecuzione decisamente più veloci rispetto ai metodi di riparazione utilizzati in passato. Diversi sono i modelli di macchine prodotti da Seppi che si adattano alle varie esigenze di lavoro e alle differenti larghezze richieste. 46

Con larghezze di lavoro che variano da 125 a 225 cm, con trasmissione singola o doppia a secondo della potenza richiesta, la gamma delle macchine frantumapietre Seppi è ampia e ben studiata. Altre applicazioni di lavoro hanno

consentito di evidenziare ancora di più le alte qualità polivalenti di queste macchine: - rifacimento delle piste da sci. E’ noto come un buon manto erboso mantenga molto più a lungo la neve sulle piste da sci. Una passata con

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la Midipierre Seppi ed il terreno è pronto alla semina ben livellato e con le giuste pendenze; - rifacimento delle aree di parcheggio in terra battuta; - pulizia dei cantieri con la frantumazione di detriti e macerie; - bonifica dei terreni agricoli con la frantumazione e l’eliminazione di sassi e pietre; - bonifica di aree boschive. In questo caso la Midipierre equipaggiata di cavalletto abbassatore è capace di abbattere e frantumare sottobosco, alberi, piante e ceppi sporgenti dal terreno. Spiana, livella, pulisce e realizza i corridoi tagliafuoco essenziali per poter circoscrivere eventuali incendi. Parlando di qualità costruttive della Midipierre segnaliamo: - la possibilità di regolare diversi componenti della macchina idraulicamente: profondità di fresatura, apertura cofano posteriore, lama livellatrice; - capacità di regolazione della granulometria della pietra frantumata; - struttura portante del telaio realizzata con acciai speciali rinforzati e con doppio telaio intercambiabile.

La gamma Seppi Midipierre in sintesi Modello Midipierre Midipierre Midipierre Dt Midipierre Dt Midipierre Dt Midipierre Way Midipierre Way Midipierre Way

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Largh. di lavoro 125 cm 150 cm 175 cm 200 cm 225 cm 150 cm 175 cm 200 cm

Peso kg 1107 1336 1552 1613 1972 1740 1880 1960

Potenza min/max 78 - 110 CV 80 - 110 CV 80 - 146 CV 100 - 146 CV 110 - 146 CV 80 - 146 CV 100 - 146 CV 110 - 146 CV

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seggero è stata modificata e ridisegnata in termini di tecnologia e stile. Sono stati ottimizzati il sistema di chiusura, la cinematica, l’accuratezza di operazioni e le dimensioni: ne risulta, tra l’altro, che la larghezza di apertura interna della nuova porta è di circa 620 mm, cioè 100 mm in più rispetto a prima. Certamente un aspetto importante che consente a Econic di essere un prodotto estremamente orientato al mercato è la sua duttilità ed adeguatezza al rispetto dell’ambiente. I modelli due e tre assi alimentati a gas metano rappresentano la risposta alla crescente necessità del mercato di veicoli con motori "puliti" da utilizzare per la raccolta rifiuti. Questa scelta, volta al rispetto dell’ambiente, così come alla sicurezza degli operatori e al mantenimento di grande affidabilità, è stata già fatta dalla SEAB S.p.A. di Bolzano, che ha dotato di un Mercedes-Benz Econic alimentato a gas metano il suo parco mezzi. La SEAB, acronimo che sta per

AUTOTELAI

Econic sempre più una scelta di qualità operatori non è richiesto di scendere/salire frequentemente (ad esempio, veicoli allestiti a raccolta rifiuti urbani con compattatore a caricamento laterale). La porta a cardine è dotata di alza cristalli elettrico, il cui comando si trova nella consolle centrale. Al tempo stesso, anche la versione standard porta a soffietto lato pas-

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Dopo 8 anni di produzione e più di 6.000 pezzi realizzati, la nuova generazione di Mercedes-Benz Econic si presenta ancora più a misura delle esigenze dei clienti. Negli ultimi mesi il veicolo arriva sul mercato con diverse novità. La prima è sicuramente il nuovo disegno del frontale cabina e la rispondenza alla norma ECE-R 29/2, il cui assolvimento, ancora su base volontaria, prevede che in caso di impatto gli occupanti della cabina siano maggiormente protetti. Con la ECE-R29/2, il frontale superiore e la sezione centrale dei paraurti 2 sono completamente nuovi nel design e nella tecnologia. La calandra è dipinta di nero in tutti i modelli. Un supporto addizionale per la targa è montato sulla sezione centrale del paraurti per permettere l’accesso al gancio di traino senza utilizzo di attrezzi. Un’altra novità è la possibilità di dotare il lato passeggero con una porta a cardine, invece della porta a soffietto sia sulla cabina alta che bassa. Questa variante è particolarmente indicata per quei veicoli dove agli 1. Nuovo frontale Econic 2. 3. Porta a cardine 4. 5. Porta a soffietto 48

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Servizi Energia Ambiente Bolzano, costituita su iniziativa del Comune di Bolzano, oggi serve circa centomila abitanti su una superficie di 55 chilometri quadrati. Nell’espletamento del servizio di raccolta dei rifiuti urbani, i mezzi percorrono in media ogni anno 650.500 km. Nel 2005 sono stati raccolti a Bolzano 55.234.877 kg di rifiuti, dei quali 15.701.927 kg in modalità differenziata. Già dai primi mesi del 2006, Econica gas contribuisce in modo affidabile, robusto e pratico a gestire questa mole di lavoro, nel pieno rispetto dell’ambiente. Infatti, le emissioni inquinanti di Econic con NGT sono in accordo con la norma EEV (Enhanced Environmentally friendly Vehicle) e pertanto risultano migliorative persino di quanto previsto dai futuri limiti EURO 5. Nessuna emissione di particolato, il contenuto di diossido di carbonio nelle emissioni di scarico è ridotto di circa il 20% ed il contenuto degli altri inquinanti fino al 90%. Una ulteriore recentissima novità permette ai modelli Econic alimentati a gas di rispondere in modo globale alle esigenze degli allestitori. E' infatti disponibile ora la possibilità di avere sull’Econic le 4 bombole del gas da 140 l ciascuna alloggiate sul lato sinistro: con questo spostamento, il veicolo risulta particolarmente adatto ad essere allestito con compattatori a caricamento laterale per la raccolta dei rifiuti. Questo equipaggiamento è disponibile per il modello 2628 NGT NLA LL4800. Il sistema di alimentazione a gas è certificato in accordo con le severe specifiche ECE R110. Sempre per restare in tema di duttilità del veicolo, Econic offre anche la possibilità di avere alloggiamenti optional del serbatoio principale del carburante e del serbatoio AdBlue, particolarmente indicati per allestirlo con compattatori a caricamento laterale. Su richiesta, quindi, il serbatoio car-

burante da 200 l, in alluminio così come il serbatoio dell’additivo

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1. 2. Econic in azione per la SEAB di Bolzano

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AdBlue, caratteristico delle motorizzazioni Euro 4, vengono spostati sul lato sinistro. Questa variante è disponibile sull’Econic 2629 o 2633 NLA LL 4800 particolarmente idoneo a questo tipo di allestimento. Gli Econic sono stati anche equipaggiati di serie con nuovi specchietti. In particolare vi è l’aggiunta di uno specchietto grandangolare dal lato conducente. Tale modifica risponde alle richieste della direttiva EU 2003/97/EC. Come gli specchi lato passeggero, lo 3 specchietto aggiuntivo a grandango- Lo specchietto retrovisore di partenza lo, riscaldato, viene montato sopra lo montato centralmente sul parabrezza specchietto principale e sostanzial- offre al guidatore una chiara visuale mente migliora la visuale di persone di ciò che si trova immediatamente di e ostacoli lungo il veicolo. fronte al veicolo. Allo stesso tempo sono state appor- Questo specchietto addizionale tate delle modifiche agli specchietti riscaldato aumenta la sicurezza di esterni. guida perché permette al guidatore di Una curvatura differente dello spec- vedere in tempo utile persone, anichio permette una migliore visuale mali e/o ostacoli che dovessero troposteriore e specialmente del lato del varsi immediatamente davanti al veiveicolo (angolo morto). colo. Come gli specchi lato passegQuesta modifica si applica ai seguen- gero, lo specchietto aggiuntivo a ti specchietti: grandangolo, riscaldato, viene mon- specchietto principale, lato guidatore tato sopra lo specchietto principale e - specchietto principale, lato passeggero - specchio di rampa, lato passeggero (solo sulla versione con cabina alta) - specchio grandangolare, lato guidatore - specchio grandangolare, lato passeggero. Sempre a proposito di specchietti, a partire da gennaio 2007 tutti i veicoli industriali di nuova immatricolazione in Europa dovranno avere per legge uno specchietto retrovisore di partenza posto sul fronte del veicolo. Anche 4 Econic ne sarà dotato di serie.

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sostanzialmente migliora la visuale di persone e ostacoli lungo il veicolo. Le novità di Econic non finiscono qui. A richiesta è disponibile su tutti i modelli della serie Econic un nuovo dispositivo di segnalazione della retromarcia, integrato nel blocco luci posteriore. Il segnale ha un ciclo di 60 e 100 bip al minuto e si attiva ogni qualvolta viene innestata la retromarcia. Il livello del suono al primo step è di 73 dB (A). Quando la retromarcia viene inserita la seconda volta entro 4 secondi, il sistema automaticamente seleziona il secondo step di segnalazione con suono più basso, equivalente a 55 dB (A). Anche la strumentazione interna si rinnova adottando un nuovo volante e piantone dello sterzo su tutti i modelli. Il nuovo volante, nero con la stella Mercedes-Benz cromata, è molto diverso dal precedente e si distingue per l’aspetto e la maneggevolezza decisamente migliorati. Contemporaneamente anche il piantone è stato adattato al modello del nuovo sterzo. Tutte queste molteplici caratteristiche contribuiscono a rendere Econic sempre di più il veicolo ideale per l’utilizzo stop & go cittadino, sia per il servizio RSU che per la distribuzione cittadina. 1. 2. Bombole a sinistra 3. Serbatoi spostati 4. Il nuovo volante 5. I nuovi specchietti 6. 7. Lo specchietto di partenza

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TRATTORI

Antonio Carraro ad Eima 2006 Tante sono le novità che Antonio Carraro presenterà ad Eima 2006, tanto per la politica commerciale della casa madre, quanto per i mezzi sia del settore agricoltura specializzata che del groundcare. Antonio Carraro Family è una gamma di prodotti distribuiti da Antonio Carraro S.p.A., leader mondiale nella produzione di trattori per l’agricoltura specializzata e il groundcare. Una rosa di mezzi selezionati tra le migliori case produttrici mondiali secondo canoni di altissima qualità e contenuto tecnologico, valori che da sempre contraddistinguono il concept della filosofia Antonio Carraro, atta a garantire ai propri clienti il miglior prodotto con il miglior servizio. La gamma Antonio Carraro Family è venduta presso tutti i concessionari ufficiali Antonio Carraro che per competenza e professionalità possono garantire ai propri clienti assistenza nella scelta dell’acquisto, puntuale messa in servizio dei mezzi, impeccabile assistenza post vendita. L’azienda potenzia così le opportunità della propria rete commerciale adottando e mettendo in vendita prodotti diversi dai propri, ma ad essi complementari. La gamma dei transporter fuoristrada Carryall prodotti dall’americana ClubCar entra a far parte della Antonio Carraro Family, la "famiglia allargata" di prodotti distribuiti dalla

casa veneta. La prima proposta "AC Family" è costituita da una gamma di Utility Vehicle ClubCar, con propulsori diesel, benzina ed elettrici dai 10 ai 20 HP. Il modello principale della serie è rappresentato da Carryall 295 (diesel 20 HP). Dotato di IntelliTrak, il sistema automatico d’inserimento e disinserimento della trazione integrale brevettato, CA 295 dispone della seduta per il secondo passeggero, la semicabina di protezione, il cassone rimorchio ribaltabile con portata fino a 500 kg. La velocità massima è di 40,2 km/h. Il lancio ad Eima 2006 della Antonio Carraro Family rappresenta una risoluta operazione di marketing che ha lo scopo di offrire alla propria rete di vendita una fullline di mezzi per l’agricoltura specializzata e per il settore della manutenzione (ACgroundcare). Grande novità per i trattori della Serie Ergit, top di gamma dei prodotti firmati Antonio Carraro. Dotati di posto di guida reversibile e comfort operativo di prim’ordine, montano il nuovo JPM, il Joystick Proporzionale Multifunzione. Questo optional esalta le già straordinarie prestazioni di questi trattori, semplificando drasticamente le procedure con attrezzature specifiche come: fresa, pala da neve, spazzolatici, trincia-foglie, muletto. Il nuovo joystick JPM è collocato in Carryall 295

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posizione ergonomica proprio sul poggia gomito del sedile dell’operatore, il quale, come con un videogioco, potrà comandare le attrezzature sia con guida tradizionale sia in guida reversa, in tutte le direzioni, senza il minimo sforzo. Ovunque si operi nel taglio dell’erba, e nella fienagione in particolare, dagli alti pascoli di montagna, ai declivi di collina, alle pianure e alle tundre del nord Europa, ma anche nella manutenzione di cigli stradali, argini e prati in genere, TTR è il grande specialista della sua categoria. Il nuovo modello 10400 è dotato di un motore che offre una potenza massima a 2.600 g/min di ben 95 HP con coppia di 335 Nm a 1.300 g/min. Questo nuovo propulsore di alta potenza garantisce una sostanziale riduzione dei consumi di combustibile e una notevole riduzione dei costi di gestione, azzerando per lunghi periodi interventi di manutenzione e relativi costi. TTR è un modello di trattore specializzato che gode già di una grande popolarità presso gli addetti ai lavori. Ha una struttura poderosa ma compatta e monta il classico telaio integrale oscillante ACTIO, garanzia di assetto unico ed inimitabile di tutti i mezzi AC. Le dimensioni compatte, la carreggiata larga e il baricentro particolarmente basso, unito alle quattro ruote motrici isodiametriche a battistrada largo, permettono a TTR 10400 di adattarsi ad ogni terreno e di supe-

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rare qualunque asperità, in ogni condizione e durante tutto l’arco dell’anno. La guida reversibile, il joystick multifunzionale della sospensione idraulica KE e la straordinaria visibilità in cabina esaltano l’ergonomia di utilizzo di questo mezzo, che semplifica il lavoro riducendo lo stress per l’operatore. La cabina Extra Comfort, a tutto vetro, massimizza la luminosità interna, e la ventilazione forzata, ben distribuita, produce un effetto di pressurizzazione interna che isola l’operatore dalle emissioni nocive e dalla polvere prodotta in lavoro. Dotata di un impianto di aria condizionata di tipo automobilistico, è montata sulla piattaforma di guida sospesa. La rumorosità si mantiene quindi sensibilmente al di sotto dei limiti previsti dalle normative. Le grandi prestazioni ed il comfort di TTR 10400 riducono drasticamente lo stress dell’operatore portato a lavorare per molte ore senza avvertire fatica. Il nuovo TRG 10400 monta il nuovo propulsore con potenza di 95 HP, adottato da Antonio Carraro per altri modelli della Serie Ergit. Questo nuovo motore offre una sostanziale riduzione dei consumi di combustibile. Inoltre, l’ampio intervallo di sostituzione dell’olio, le punterie idrauliche, l’alta qualità dei componenti, consentono una riduzione dei costi di gestione e azzerano i costi di manutenzione per lunghi periodi. TRG 10400 è il trattore più possente della Serie Ergit Antonio Carraro, ed è stato concepito come super specializzato tra i filari o come perfetto tuttofare nei lavori di routine in azienda. La potente struttura lo rende imbattibile anche in campo aperto dove è indispensabile la massima trazione anche nei terreni più difficili. La cabina Super Comfort, dal design elegante e privo di spigoli, offre una visibilità a 360°. RGS, il sistema di guida reversibile, è sinonimo di grande versatilità d’uso del mezzo. Tra i quattro transporter della Serie 52

Tigre con spandisale e TTR 10400 Tigrone con potenze da 45 a 62 HP, spicca il nuovo modello Tigrecar 8400 cc a passo lungo dotato di cabina completamente chiusa: una assoluta novità nella categoria dei transporter. Questo mezzo, nato per svolgere lavori sia in campo sia in cantiere di movimentazione di materiale, offre all’operatore uno straordinario comfort di guida, in termini di spazio vivibile per l’operatore e stabilità. La nuova cabina chiusa offre una visibilità a 360° ed è completa di impianto di riscaldamento sovradimensionato, con predisposizione per radio. E' insonorizzata ed ha un’apertura che garantisce ampio accesso per l’operatore. Le porte sono dotate di un dispositivo di semiapertura per il riciclo d’aria anche durante il lavoro. Tigrecar 8400 cc a passo lungo è dotato di freni interni a bagno d’olio sulle quattro ruote motrici, Telaio Integrale Oscillante ACTIO sterzante, riduttori finali sulle quattro ruote. Il raggio di volta, nonostante il passo lungo, è molto contenuto. L’angolo d’attacco, pari a 27°, permette di affrontare con estrema tranquillità cambi di pendenza molto accentuati. La trasmissione, con cambio sincronizzato con otto marce avanti e otto retromarce con invertitore (optional cambio a 12+12 marce e PTO indipendente) presenta una frizione morbida del tipo AC super-soft con innesti dolci e precisi. La velocità massima di 40 km/h. Il motore, un tre cilindri turbo raffreddato ad acqua, eroga 62 HP. La capacità di carico è fino a 45 quintali in campo o in cantiere con un peso complessivo rimorchiabile di 5.000 kg sia nella versione agricola sia nella versione industriale. Tigre 3200 (25 HP, 3 cilindri raffreddato ad acqua) è il nuovo trattore a ruote isodiametriche della Serie 15 Antonio Carraro, fratello maggiore di

Tigre 3100 (23 HP), modello che si è aggiudicato nel 2005 la "palma d’oro" come trattore più venduto tra gli isodiametrici (dati immatricolazione 2005). Questo nuovo trattore, proposto ad Eima 2006 con ruote a profilo liscio, è destinato ad attività di manutenzione di parchi, giardini, campi sportivi, aree comunali. Tigre 3200 in generale, rappresenta un ampliamento della gamma Serie 15. Le novità apportate al modello 3200 riguardano innanzi tutto il comfort operativo con la dotazione di un nuovo sedile di guida più comodo e avvolgente e l’introduzione di un impianto idraulico maggiorato che conferisce una miglior manovrabilità del mezzo. Inoltre, con il nuovo arco abbattibile, il trattore si presenta ancora più compatto negli ingombri offrendo una praticità d’utilizzo eccezionale. L’impianto elettrico è stato perfezionato e dotato di presa unipolare per girofaro. La carrozzeria, di nuovo design, sobrio ed accattivante nei colori classici della casa, rosso e argento, è stata irrobustita dai nuovi paraurti frontali in ghisa, i parafanghi in lamiera e la nuova mascherina rinforzata. Country 4400, 38 HP, a tre cilindri raffreddato ad acqua, rappresenta un arricchimento della Serie 17, la gamma dei trattori compatti a ruote maggiorate destinati ad attività di manutenzione del verde, cantieristica, movimento terra. Offre un comfort operativo di primo livello grazie alla dotazione di un nuovo sedile di guida più comodo e avvolgente ed un posto guida spazioso ed ergonomico. L’impianto elettrico è dotato di presa unipolare per girofaro. La carrozzeria, di nuovo design, coordinato a tutta la gamma Antonio Carraro dei supercompatti, si presenta aggressiva ed elegante nel classico rosso e argento, con nuova mascherina frontale irrobustita. Il nuovo modello di Rondò, il green-

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worker professionale Antonio Carraro, proposto ad Eima 2006, è dotato d’accorgimenti che riguardano il miglioramento del comfort complessivo e la qualità di lavoro nel taglio dell’erba. Un treno di pneumatici a battistrada largo e a profilo liscio ottimizza il lavoro di Rondò nelle opere di superficie, riducendo al minimo il calpestio, garantito già dall’equa ripartizione della massa sulle quattro ruote uguali, caratteristica fondamentale di questo rider. Rondò, dotato di trazione integrale, trasmissione idrostatica, telaio articolato flessibile ACTIF, offre grande maneggevolezza in sterzata, aderenza sui terreni ondulati con una trazione costante su ogni superficie. Attrezzato con rasaerba, ma anche con spazzola, lama da neve e spargisale, Rondò è un mezzo multifunzionale ideale per la manutenzione del verde, la pulizia urbana, la viabilità invernale. La cabina con riscaldamento e ventilazione è dotata di un potente impianto d’illuminazione per utilizzi notturni. La velocità massima di 25 km/h garantisce risparmio di tempo sia in lavoro sia nei trasferimenti. Il grande serbatoio del gasolio (50 l) consente un’autonomia di lavoro pari a 12/15 ore. Due le motorizzazioni disponibili: 22 e 30 HP. Nella variegata scelta dei mezzi Antonio Carraro groundcare, da segnalare il trattore compatto più venduto, TTR 4400 HST, con potenza di 35 HP, a trasmissione idrostatica, reversibile. TTR 4400 HST ha tutte le carte in regola per garantire grande redditività, straordinarie performance in terreni in pendenza, grazie alla trazione integrale, l’eccezionale maneggevolezza e il comfort di guida. Allestito, secondo le stagioni, con rasaerba, lama da neve, spazzola e spandisale, è in grado di risolvere brillantemente una lunga serie di

HTX in azione invernale e con il macinapietre; la consolle del HTX

lavori di manutenzione; dalla cura del manto erboso di argini, parchi e giardini, alla pulizia delle isole pedonali e dei marciapiedi, alla viabilità stradale, allo sgombero della neve. Ad Eima 2006, TTR 4400 HST è allestito con il nuovo rasaerba Smart a scarico laterale con larghezza di 150 cm, un modello light-duty adatto a utilizzi semiprofessionali. HTX 9400 (82 HP) è il nuovo trattore idrostatico reversibile Antonio Carraro a gestione completamente elettronica. La trasmissione idrostatica di HTX offre infinite gamme di velocità nei due sensi di marcia e massima praticità operativa negli andirivieni in sequenza rapida. In più, novità assoluta, la gestione elettronica consente di ottimizzare il lavoro dell’operatore che potrà, di volta in volta, impostare sulla consolle di controllo in dotazione, i parametri entro i quali intenderà lavorare, fissando la velocità d’avanzamento, i giri motore e i giri della presa di forza. Questo sistema di gestione elettronico, in sostanza, offre la possibilità di modulare la potenza del trattore a prescindere dal carico. Tra le varie funzioni disponibili, il sistema Eco-Power consente di lavorare con il minimo regime di giri motore, regolando a piacere le rampe di velocità; il Constant Speed Drive fissa la velocità di avanzamento, mantenendo la PTO a giri costanti; il

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Check Control, rinnova il check-up di tutte le funzioni del trattore ad ogni avviamento segnalando eventuali anomalie. L’imponente impianto idraulico di HTX assicura una portata fino a 70 l/min con una capacità di serbatoio dell’olio di 40 l. Le impostazioni iniziali, selezionate dall’operatore, rimarranno costanti fino a fine lavoro e l’utilizzatore non dovrà far altro che guidare il trattore in pieno relax, concentrandosi solo sulla rotta da percorrere. La possibilità di selezionare una velocità costante, è una funzione fondamentale nelle operazioni legate alla distribuzione di materiale, quali concimazione, sabbiatura, carotatura e trattamenti in genere. La versatilità di questo grande idrostatico offre un utilizzo eclettico del mezzo nella manutenzione civile, nello sgombero della neve, nella pulizia stradale, fino alla gestione del manto erboso di grandi parchi e campi sportivi. Le attrezzature compatibili con il concept HTX, oltre a spargisabbia, seminatrice, aspirafoglie, vertidrain, sono la pala e il retro scavatore, il muletto, per la movimentazione di materiale, fino alla catenaria per lo scavo dei canali di drenaggio nella ristrutturazione di grandi parchi o nei campi da golf. A richiesta, HTX monta la cabina climatizzata StarLight d’ultima generazione completamente insonorizzata, spaziosa e confortevole con una visibilità a 360° garantita in altezza e in basso dal tettuccio apribile e dagli oblò posti in corrispondenza delle ruote. La velocità massima del mezzo, omologata a 40 km/h, assicura risparmio di tempo nel lavoro e nei trasferimenti. Molteplici e di varie tipologie i treni di pneumatici compatibili con HTX 9400 per soddisfare qualunque tipo d’impiego. Tre gli allestimenti previsti per HTX, corrispondenti a tre versioni: City, Mountains, Multi-Utility. 53


PORTATTREZZI

Salvare vite umane non è un gioco da ragazzi Esistono zone sulle quali talvolta la natura si abbatte con violenza sotto forma di abbondanti nevicate, forti tempeste, alluvioni, colate di fango o devastanti incendi boschivi provocando danni tali da richiedere lo stato d’emergenza. Le esperienze maturate di recente nell’ambito dei cambiamenti climatici in atto dimostrano che non esiste nessuna regione immune da eventi climatici eccezionali. Nel giro di poche ore maltempo estremo, nevicate intense, smottamenti, frane, esondazioni... possono rendere impraticabili le principali infrastrutture viarie anche a normali autocarri a trazione integrale, oppure rendere impossibile l’intervento con i mezzi aerei. Indubbiamente spetta ad ogni responsabile della Protezione Civile 1 preservare inalterata la propria capa- rienza, per non lasciare nulla al caso. cità d’intervento anche in situazioni d’emergenza estreme, in modo da Unimog - Un programma a trazione essere sempre in grado di prestare integrale che non ha eguali soccorso a chi è in difficoltà, interve- A tutt’oggi il nome Unimog è sinoninendo nel minor tempo possibile con mo inconfondibile di prestazioni attrezzature idonee a rendere nuova- straordinarie, grazie a caratteristiche mente praticabili le infrastrutture via- fondamentali che costituiscono l’anirie di vitale importanza anche per i ma del suo marchio: veicoli normali, ripristinare le teleco- - estremamente adatto a percorsi in fuoristrada municazioni e l’energia elettrica. L’adempimento di questa responsabi- - altamente specializzabile lità nei confronti della popolazione, - compatto ossia per la funzionalità dei gangli vitali - robusto della collettività, è un impegno che va - affidabile affrontato con professionalità ed espe- - duraturo.

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Due linee di prodotti (foto 1), 4x4 con pneumatici singoli, bloccaggio dei differenziali. - Unimog U300/U400/U500 (UGN) Efficace portattrezzi da impiegare 365 giorni l’anno con un programma di allestimenti unico nel suo genere. I punti di attacco delle attrezzature ne fanno un partner flessibile e affidabile, versatile come nessun altro veicolo industriale sia su strada che in fuoristrada. - Unimog U3000/U4000/U5000 (UHN) Ineguagliabile nei percorsi in fuoristrada per gli interventi più difficili in condizioni estreme. Nella lotta

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contro gli incendi boschivi, nel servizio di protezione civile, per il trasporto di squadre, materiali e apparecchiature pesanti. Alcuni esempi della polivalenza dell’Unimog con foto prese da interventi reali. - U300 potenza 156 CV con lama e spargisale (foto 2). Il veicolo è dotato di sistema idraulico originale Mercedes. La lama può avere una larghezza tra 2,3 e 2,8 m, lo spargisale da 2 a 4 m3 secondo il modello dell’Unimog. - U400 con potenza da 238 CV con fresaneve (foto 6) azionata dalla presa di forza originale MercedesBenz. Il veicolo è dotato di cambio con riduttori con 24 marce avanti e 22 retromarce. La fresaneve è larga 6 avanti, 14 retro marce e presa di 2,5 m ed ha una capacità di sgomforza. Capacità acqua 4.000 - 5.000 bero di 3.500 m3 /h. litri, pompa media ed alta pressione. - U400. Sul cassone dell’Unimog viene posizionata in pochi minuti una cister- P e r r a g g i u n g e r e l e l o c a l i t à p i ù na da 3.000 litri dotata di 3 naspi riav- impervie. volti idraulicamente e pompa ad alta - U500L (foto 5) con motore da 286 CV, normalmente impiegato per pressione di 60 bar. Il veicolo può sgombraneve, può trasportare ovunessere impiegato in inverno per que fino a 6.000 litri d’acqua potabisgombraneve in quanto dotato di piale. Può essere dotato di pompe per stra anteriore, sistema idraulico per la distribuzione ed il prelevamento di azionare gli attrezzi, presa di forza e acqua da qualsiasi fonte. cambio con riduttori, mentre in estate diventa un formidabile veicolo per - Sala operativa mobile (foto 7). Questo allestimento, montato sull’antincendio boschivo (foto 3). l’U400L oppure U500, contiene gli - U4000 U5000 (foto 4) con potenza apparati elettronici necessari alla motore 218 CV, cambio con 16 marce

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gestione della centrale mobile. L’Unimog può raggiungere il luogo in cui si è verificata la criticità, posizionare le telecamere e trasmettere direttamente le immagini alla Sala Operativa che dovrà coordinare gli interventi ed i soccorsi. In questo caso l’U3000 con 177 CV e grandi possibilità d’intervento in fuoristrada. La lunghezza dell’ambulanza (foto 8) può essere 3,25 oppure 3,85 m. La velocità massima è di 110 Km/h. La dotazione di barelle ed apparecchiature medicali viene studiata secondo le specifiche necessità.

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MOVIMENTO TERRA

Mecalac Ahlmann presenta a Saie 2006 712MC e AS 50 GIORGIA MARCHELLI Il Gruppo Mecalac Ahlmann, specialista dei materiali per i cantieri urbani, edili e di costruzioni in generale, concepisce, produce e commercializza macchine per lavori pubblici e edili adatte alle esigenze del settore. E' il solo ad oggi in grado di proporre una gamma urbana così completa che risponde sotto tutti gli aspetti alle attese del mercato. Alleanza dell’esperienza e dell’innovazione, l’offerta Mecalac Ahlmann è stata presentata per la prima volta a livello europeo in occasione di Intermat 2006, a Parigi lo scorso aprile, a dimostrazione dell’impegno del gruppo in una sola e unica politica commerciale e di distribuzione forte per i due marchi. Per la presentazione in Italia del gruppo, Mecalac Ahlmann sarà al prossimo Saie, a Bologna dal 25 al 29 ottobre 2006, al padiglione 36 stand B82, con la sua ampia gamma di macchine multifunzioni, escavatori polivalenti e pale caricatrici, dove alcuni dei modelli più significativi, capaci di rispondere perfettamente alle esigenze dei cantieri urbani, saranno esposti presso lo stand e potranno essere testati sul campo prove esterno. Intermat e Saie sono l’occasione per

il Gruppo Mecalac Ahlmann di presentare: l’alleanza dei due marchi Mecalac e Ahlmann, specialisti dell’edilizia e dei lavori pubblici; l’unione dell’esperienza di entrambi al servizio del cliente; la complementarietà e la diversità con un’offerta esaustiva di macchine multifunzioni gommate, di escavatori polivalenti cingolati e gommati per Mecalac, di pale caricatrici gommate con un sistema compact (una pala caricatrice frontale e delle pale caricatrici articolate), un sistema con braccio girevole (sistema 180° o Swing) e un sistema telescopico (basato sul sistema del braccio girevole) per Ahlmann. Questa identità di gruppo, chiaramente individuabile presso lo stand, si ritrova anche a livello della rete di vendita: dal secondo semestre 2005, le pale caricatrici gommate Ahlmann sono ormai disponibili nella rete di concessionari Mecalac presenti in tutta la Francia. Questa nuova politica di distribuzione suggella l’appartenenza delle due gamme a un solo e unico gruppo e la volontà di conquistare nuovi mercati. In effetti, l’anno 2006 ha aperto delle buone prospettive di crescita per il gruppo Mecalac Ahlmann. Lavori sulla rete viaria, di bonifica, di cana-

lizzazione e di posa cavi (gas, elettricità), rinnovo della rete dei trasporti urbani... sono tutti cantieri in cui il gruppo con la sua offerta esaustiva di escavatori, macchine multifunzioni e pale caricatrici trova la sua collocazione ideale. Mecalac Ahlmann intende così offrire ai suoi clienti una gamma completa e pertinente adatta al settore delle applicazioni urbane. Con questa offerta diversificata e innovativa, Mecalac e Ahlmann propongono delle gamme di prodotti adatte al mercato dei principali Paesi europei. In particolare, il Saie costituirà la cornice per la presentazione ufficiale in Italia del nuovo modello Mecalac 712MC, escavatore polivalente cingolato, concepito per soddisfare specificamente le esigenze degli imprenditori italiani ed adattarsi alle peculiarità dei cantieri urbani. Questa macchina innovativa, già presentata su Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006 in occasione di Intermat, unico escavatore da 11 tonnellate con le stesse caratteristiche di maneggevolezza ed agilità di un mini-escavatore, potente, compatto e polivalente, sarà visibile presso lo stand, e potrà essere provata insieme agli operatori Mecalac subito dopo il Saie. Il Saie sarà anche l’occasione per mettere in mostra l’offerta Ahlmann, composta da 11 pale caricatrici girevoli d’impiego universale, con l’innovativo angolo di rotazione di 180°, per una maggiore redditività, ed in particolare il modello AS 50. Da oltre 50 anni Ahlmann è leader di mercato nel settore della tecnologia delle pale caricatrici girevoli, impegnandosi per soddisfare in continuazione le esigenze dei propri clienti con soluzioni innovative: poco meno di 20.000 unità vendute testimoniano

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1. Mecalac 712MC 2. Mecalac 712MC con braccio esteso 2 56

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il successo di questo sistema. Le pale caricatrici girevoli Ahlmann rappresentano la soluzione intelligente per interventi rapidi in spazi molto ristretti. Consentono di lavorare con un raggio d’azione complessivo di 180° (90° a destra e a sinistra) con qualsiasi accessorio senza dover spostare la macchina. Pertanto, le pale caricatrici girevoli coprono un’area di lavoro corrispondente a più del doppio rispetto alle pale articolate, il cui sterzo consente movimenti con un raggio d’azione max di 40° a destra e a sinistra. Questa funzionalità costituisce quindi un enorme vantaggio quando per esempio si effettuano dei lavori in aree cittadine.

3. 4. Ahlmann AS 50 Lavorando su una sola corsia, è possibile minimizzare i percorsi, sollecitare la pavimentazione e intralciare il traffico in misura minore e risparmiare carburante. Il telaio rigido monoblocco contribuisce ad assicurare stabilità, un fattore di enorme importanza per qualsiasi pala caricatrice girevole: il peso viene infatti distribuito uniformemente su tutte e quattro le ruote. La sterzatura con fuso a snodo presente su entrambi gli assi di tutte le pale caricatrici girevoli Ahlmann impedisce lo spostamento del baricentro quando si sterza, al contrario di quanto si verifica nelle pale gom-

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mate articolate. Inoltre, la stabilizzazione automatica degli assi in base al carico compensa l’inclinazione laterale in rotazione. La distribuzione del carico sulla ruota posteriore assicura una stabilità massima. L’ampia scelta di attrezzature disponibili per le più varie applicazioni (strade, posa di cavi, edilizia, aree verdi, industria, agricoltura, enti pubblici, lama da neve...) rende inoltre le pale caricatrici girevoli davvero versatili nell’impiego, oltre che come macchina impilatrice, scavatore o per interventi di sollevamento in spazi molto angusti, senza la necessità di stabilizzatori supplementari. Tutte le macchine sono equipaggiate

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benna standard (0,5 m3 con denti) di 2.410 kg, ed un peso di 4.160 kg (macchina base con attacco rapido e benna standard). Con il suo raggio di sterzata ridottissimo di 2,77 m oltre il lato posteriore all’esterno, rappresenta la pala gommata più manovrabile della sua classe di potenza. Il motore è un diesel Deutz raffreddato ad acqua e a olio, 4 tempi a 3 cilindri, con iniezione diretta, e potenza 29 kW/40 CV a 2.500 giri/min. La trasmissione è idrostatica automotive con 2 gamme di velocità che assicurano una coppia maggiore, cambio marcia anche sotto

con il meccanismo di rotazione a catena Ahlmann senza gioco e che richiede una minima manutenzione, il quale assicura una velocità e una forza di lavoro costanti ed è studiato per durare per tutta la vita utile del mezzo. Per azionarlo si utilizza un joystick con servocomando; per la funzione di rotazione è stato integrato un pedale supplementare per assicurare interventi col piede sinistro senza fatica per l’operatore. La AS 50 è la più piccola tra le pale caricatrici girevoli, con una capacità benna di 0,5 - 0,8 m3, per un carico massimo di ribaltamento con la

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carico, e leva multifunzioni (joystick) per il controllo della guida e delle funzioni idrauliche. I ponti sono con riduttori planetari con 4 ruote sterzanti per la massima flessibilità, e quello posteriore è oscillante. Il differenziale è autobloccante con bloccaggio automatico a slittamento limitato al 45% dipendente dal carico sul ponte anteriore. Lo sterzo è idrostatico agente sulle 4 ruote, commutabile in sterzo del ponte posteriore. L’impianto idraulico ha un sistema a doppio circuito con pompe a ingranaggio. Equipaggiata con un circuito idraulico supplementare, può essere utilizzata anche con attrezzature quali spazzatrice, martello idraulico e trivella. Il braccio di carico, con un potente cinematismo a P che assicura un’eccellente visibilità su tutti gli attrezzi, con sollevamento perfettamente parallelo e ammortizzatori di fine corsa sui cilindri di sollevamento, e attacco rapido idraulico per un’ampia gamma di accessori, richiede minima manutenzione: i lunghi intervalli di 1.000 ore previsti per la manutenzione del motore garantiscono costi e tempi di manutenzione ridotti. La macchina permette inoltre un facile accesso a tutti i punti di manutenzione. La cabina confortevole ROPS è montata su quattro piastre elastiche per ottimizzare il comfort dell’operatore e ridurre al minimo il rumore. E' panoramica con un’eccellente visibilità ed accesso facile e sicuro con 2 porte ad apertura 180° con blocco di sicurezza in posizione aperta per consentire la salita da entrambi i lati. Il modello AS 50 è stato sviluppato specificatamente per le aree verdi ed i lavori agricoli, per l’edilizia e le infrastrutture, e per il noleggio. 5. 6. Ahlmann AS 50 7. Accesso facile e sicuro 8. Cabina confortevole e panoramica 9. Grande disponibilità di accessori

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IGIENE URBANA

Gaia di Iman Pack non sarà a Ecomondo 2006

Iman Pack, costruttore delle isole ecologiche interrate modello Gaia, non sarà presente ad Ecomondo 2006. Da oltre trent’anni Iman Pack S.p.A. di Schio (VI) partecipa a manifestazioni fieristiche in tutto il mondo nei più svariati settori, dalla meccanica all’elettronica, al packaging, al settore chimico, tessile, plastico, farmaceutico... Tanti anni di esperienza hanno fatto capire molto sulla validità o meno delle esposizioni fieristiche. Il motivo della non partecipazione di Iman Pack ad Ecomondo 2006 nasce dal fatto che tale manifestazione, come altre in Italia ed in Europa, hanno frequenza annuale. Tale assiduità diminuisce fortemente l’importanza dell’evento con il rischio di vedere ogni anno le solite cose, rischiando di far calare l’interesse di anno in anno. L’azienda di Schio crede fortemente nell’innovazione e pensa che per conseguirla vada fatta, oltre ovviamente al principale elemento che è la ricerca, anche un’analisi di mercato ponderando adeguatamente le scelte commerciali e tecniche. D’altra parte il settore dell’ecologia non è certo da assimilare a quello della moda dove tutto cambia di stagione in stagione. La frequenza ottimale per tali eventi che mettono in mostra macchinari e tecnologia, è il triennio. Inoltre oggigiorno le fiere non rispecchiano più le reali esigenze del mercato, ma sono diventate un vero e proprio business che i vari enti fieristici e le città ospitanti utilizzano per assicurare i propri guadagni. Lo dimostrano le decine di nuove

esposizioni che ogni anno nascono un po’ in tutto il mondo. Iman Pack ritiene che oggi le fiere siano assolutamente troppe e che così si rischi di perdere efficacia e buona riuscita di ognuna di queste, sia per gli espositori che per i visitatori stessi. Il mondo dell’ecologia dovrebbe considerare, almeno nel contesto europeo, quante e quali manifestazioni fieristiche sia opportuno gestire e in quali paesi. Questo è un invito che la società vuole rivolgere a tutti gli organizzatori per trovare un punto d’accordo e studiare una rete fieristica intelligente e di sicuro successo per la clientela.

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Rivolgendosi infine ai lettori, Iman Pack desidera informare che i suoi sistemi interrati di raccolta rifiuti modello Gaia ormai installati in molti comuni d’Italia sono sempre più apprezzati da parte degli utilizzatori, con eccellenti risultati di impatto sulla cittadinanza che ne usufruisce. Grande è l’interesse manifestato da numerose amministrazioni pubbliche ed aziende di raccolta sul sistema interrato di raccolta dei rifiuti Gaia che dimostra la sua validità oltre che come alternativa ai sistemi comunemente usati, anche come elemento aggiuntivo della raccolta porta a porta e a cassonetti.

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VIABILITA'

Gamberini, vasta gamma di spargisale per la viabilità stradale FRANCESCO VANDONI

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La ditta Gamberini Costruzione Macchine Agricole S.r.l., fondata nel 1970 da Luigi Gamberini, produce spandiconcime, spandisale, piccole gru di sollevamento per i sacconi, oltre che un’ampia serie di accessori realizzati per soddisfare al meglio tutte le esigenze degli agricoltori. La gestione dell’azienda è passata da parecchi anni ai figli, che hanno proseguito e sviluppato l’attività del padre, mantenendo i criteri basilari nella realizzazione delle macchine, ovvero privilegiando la qualità rispet-

to all’economicità eccessiva dei prodotti a basso costo. La qualità per Gamberini consiste nel garantire buone prestazioni e far durare a lungo i propri prodotti, costruendoli con una meccanica semplice ma robusta. La ditta Gamberini è particolarmente attenta alle esigenze della clientela, agricoltori, contoterzisti, riparatori, commercianti, enti pubblici, come a quelle del mercato, considerando le visite, le manifestazioni, i contatti telefonici come momenti d’incontro diretti molto importanti per uno

scambio di opinioni e di consigli per trarre suggerimenti utili ad un miglioramento continuo delle proprie macchine. Per soddisfare le esigenze dei clienti la ditta Gamberini assicura un servizio per i ricambi, con consegna rapida, mantenendo la disponibilità anche nel tempo, di tutti i componenti delle macchine costruite. Attualmente la produzione è di circa 2.000 unità, con una preponderanza di prodotti destinati al settore agricolo; tuttavia la percentuale di apparecchiature spandisale sta crescendo e si attesta intorno al 40% della produzione totale. Per quanto riguarda i prodotti per l’agricoltura, la gamma propone diverse tipologie di spandiconcime: per il giardinaggio, portati, trainati e carrellati giganti. Lo stabilimento di produzione Gamberini, a Funo di Argelato in provincia di Bologna, si estende su 1.200 metri quadri di superficie coperta e verrà presto ampliato di altri 1.000 metri quadri coperti al 1. Stabilimento di produzione Gamberini a Funo di Argelato (BO) 2. Spandisale modello CL 150 3. Spandisale trainato modello CL 300

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fine di ingrandire il magazzino e poter sviluppare meglio sia la fabbricazione che la gestione degli ordini e delle consegne, rispondendo così alla crescita costante della richiesta. La maggior parte della produzione, circa il 60 - 65%, è destinata al mercato estero, soprattutto nei paesi nordici, quali Scozia, Gran Bretagna, Irlanda, Svezia, Danimarca, Finlandia, Norvegia, dove vengono spediti molti spandisale di piccole dimensioni, sia manuali che portati, richiesti per le loro doti di praticità e maneggevolezza e che spesso vengono usati per piste ciclabili, parcheggi, passaggi pedonali... La gamma di spandisale comprende vari modelli, manuali, trainati e portati; si è recentemente arricchita di modelli adatti a minipale che sono a funzionamento interamente idraulico sfruttando la presa idraulica di questi mezzi, basta agganciare l’attrezzo sulla minipala, inserire due innesti rapidi e lo spargisale è pronto all’uso.

Il modello manuale a spinta F80/2000 ha la tramoggia interamente zincata, oppure in acciaio inox, costruita in un solo pezzo, ed è munito di dosatore in acciaio inox; la larghezza di lavoro è regolabile tra 2 e al massimo 6 m. Lo spargimento è azionato dal movimento delle ruote, collegate da un differenziale ad ingranaggi lubrificati in grasso-olio. Due sono i modelli trainati, il CL 150 ed il CL 300; anche questi funzionano grazie al moto delle ruote. Il CL 300 è omologato per la circolazione su strada, dispone di un gruppo fanaleria ed il suo aggancio è possibile su mezzi quali fuoristrada, furgoni, quad..., qualsiasi veicolo dotato di gancio a sfera, grazie al timone regolabile in altezza. La tramoggia del CL 300 è conica, realizzata in un solo pezzo di acciaio zincato a caldo, oppure in acciaio inox, con dosatore in acciaio inox. I modelli portati sono disponibili con sistemi di distribuzione differenti, il modello PR 400 sparge il sale tra-

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mite un disco con limitatore di spaglio, mentre il modello PRO 400 adotta il sistema con tubo oscillante; quest’ultimo può essere sostituito con uno più lungo o più corto a seconda del raggio di spargimento che si vuole ottenere. Anche i modelli MGO, disponibili in vari volumi di tramoggia MGO 550, MGO 650 e MGO 750, hanno la distribuzione pendolare con tubo oscillante. Il funzionamento dei modelli portati avviene sia tramite l’attacco a tre punti del veicolo che con motore a scoppio ausiliario. L’azienda Gamberini risponde con flessibilità ai desideri della propria clientela, personalizzando i suoi prodotti, sia dal punto di vista dei materiali (acciaio verniciato, zincato oppure inox) che degli allestimenti. 4. Spandisale pendolare modello PRO 400 con tubo distributore oscillante 5. Spandisale Gamberini modello MGD 750 per minipale

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RICICLAGGIO

Riciclaggio pneumatici: il Consorzio Argo presenta il rapporto di settore 2005 Viene presentato a Ecomondo il documento annuale "L’Italia del Recupero". Nel convegno organizzato da Fiseunire è mostrata un’Italia piena di buone intenzioni ma che ha ancora a che fare con un quadro normativo forse più adeguato rispetto a qualche anno fa, e che ancora stenta a produrre i suoi effetti sullo sviluppo del mercato che pure spinge verso nuovi orizzonti e nuovi territori economici tutti da esplorare. Sostanzialmente, in questi ultimi anni, i dati di settore relativi alla produzione degli pneumatici fuori uso in Europa, non hanno subito una considerevole trasformazione. In Italia vengono prodotti annualmente circa 350 mila tonnellate di PFU, ed il dato complessivo dei 25 paesi membri dell’Europa raggiunge la considerevole cifra di circa 3.000.000 tonnellate di pneumatici. Nella tabella vengono riportati i dati più significativi del riciclo in Europa. Come si può notare, per quello che riguarda la gestione dei rifiuti, sia per la loro reale capacità di reinserimento nel circuito della materia prima sia del recupero in forma di fonti energetiche, in Europa la situazione ha un’evoluzione tendenzialmente regolare. Se si escludono alcuni ammirevoli esempi come Olanda, Lussemburgo, Finlandia e Danimarca, paesi che riescono ad azzerare la collocazione di pneumatici fuori uso in discarica e altri che ne convogliano una minima quantità come il Belgio, la Svezia e Germania, nel resto d’Europa la situazione non vanta risultati disciplinari esemplari. Come già detto, in Italia vengono prodotti circa 350 mila tonnellate di PFU. Nell’analisi specifica relativa al nostro paese, il 2005, pur non facendo registrare sostanziali variazioni sui numeri, rappresenta un anno di consolidamento dei trend in atto. Il 2006 si annuncia invece come anno cruciale per l’entrata in vigore della Direttiva 62

1999/31/CE, meglio nota come Direttiva Discariche, la quale vieta il conferimento in discarica degli pneumatici fuori uso. Questa particolare normativa rappresenta per la filiera del riciclaggio un’opportunità da cui bisogna trarre il meglio possibile per lo sviluppo del settore, in quanto fornisce il giusto imput normativo per l’ampliamento e lo sviluppo di un comparto che viene frenato proprio dalla complessità burocratica e dalla carenza di un appoggio giuridico chiaro e preciso. Al contrario potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo alla crescita se non si saprà usufruire delle potenzialità che la Direttiva offre su di un piatto d’argento. I risultati già raggiunti ad oggi in Italia, il 23,94% nel recupero energetico e l’8,54% nel riutilizzo della materia prima, se da un lato evidenziano un buon risultato per un paese che non vanta un sistema di filiera gestito, dall’altro sottolinea con voce critica la mole di lavoro che va ancora affrontata principalmente nell’ottica della vera sfida che gli esperti del settore individuano nella creazione di nuovi e competitivi sbocchi economicamente ed ecologicamente sostenibili. Come ogni oggetto della modernità, lo pneumatico ha una storia che lo carat-

terizza e lo rende mutabile parallelamente allo sviluppo dei tempi e della tecnica. Dal giorno della sua nascita ad oggi è lecito affermare che il concetto del prodotto è sostanzialmente rimasto invariato, mentre hanno subito una notevole variazione innovativa la sua struttura, i materiali impiegati nella sua costruzione e le tecniche di produzione al fine di realizzare un prodotto resistente e duraturo nel tempo. Con l’introduzione dello pneumatico radiale, che risale a circa 50 anni fa, le sue caratteristiche esterne acquisirono una struttura che non ha più subito cambiamenti percettibili. Tuttavia, internamente, sono state apportate modifiche di composizione che ne ottimizzano e incrementano le prestazioni per offrire un prodotto di qualità sempre più elevata e per aumentare la sua compatibilità con le esigenze ambientali. Queste variazioni hanno un’influenza notevole nel passaggio che il pneumatico subisce nel momento in cui, dismesso, diventa un rifiuto e, auspicabilmente, una materia prima. La prima grossa distinzione è tra pneumatici per auto e per camion. Mentre i primi vengono realizzati con mescole molto tecniche, prevalentemente sintetiche, i secondi utilizzano una notevole quantità di gomma naturale. Questa diversa

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caratterizzazione influenza le differenti applicazioni coi relativi sbocchi di mercato. L’evoluzione in atto, riguardante la ricerca di materie prime diverse, con maggiori componenti ecologiche o con additivi che ne riducano l’usura, pongono importanti elementi di novità nella gestione dei processi di recupero e sulla conseguente necessità di continui aggiornamenti. Per quanto concerne il recupero energetico, invece, possiamo affermare che l’evoluzione dei materiali non sembra porre particolari problemi. Per quanto riguarda le applicazioni possibili, occorre distinguere due diverse possibilità: il recupero energetico ed il recupero di materia. Nel primo caso esso può avvenire in impianti dedicati alla produzione di energia elettrica oppure nei cementifici. Nella produzione di energia elettrica lo pneumatico viene bruciato in frazione singola o in percentuale rispetto ad altri rifiuti. Nelle cementerie invece, il PFU va a sostituire una buona parte dei combustibili tradizionali. Con il recupero di materia la riciclabilità assume un’altra valenza. Tecnicamente esso avviene a seconda della pezzatura in svariate industrie ed in molteplici applicazioni che vanno dalla produzione di mescola alla realizzazione di manufatti di vario tipo come le pavimentazioni di diversa natura (parchi gioco, bordi piscine, aree sportive e piste ciclabili), manufatti per l’arredo urbano, isolanti per l’edilizia civile ed industriale, antivibranti e suole per calzature, in particolare da lavoro. Particolarmente promettente sembra essere l’utilizzo degli pneumatici fuori uso nella produzione di conglomerati asfaltici. L’utilizzo della gomma nella produzione di manti stradali, di conglomerati asfaltaci e cementiti ha dimostrato una grossa validità in termini di risultati, prestazioni e durabilità. Gli sforzi degli addetti ai lavori sono fortemente orientati in questa direzione. Il Consorzio Argo, in collaborazione con Etra (European Tyre Recycling Association), partecipa a diversi progetti allo scopo di promuovere i possibili impieghi dei materiali derivanti dal recupero degli pneumatici fuori uso. Ritiene infatti, che, senza una decisa sensibilizzazione, attraverso una costante attività di informazione ed aggiornamento, il nostro paese e tutto il mondo economico e sociale che ruota intorno alla materia pneumatico non possa fare i decisivi passi avanti che altri paesi si apprestano a compiere e a perfezionare. Ulteriori applica-

zioni sono auspicabili ma richiedono un grande impegno in termini di ricerca professionale, di sviluppo e successivamente di promozione. Una delle applicazioni più interessanti, compatibile con l’evoluzione del quadro normativo attuale (Direttiva Discariche, GPP e Circolare Ministeriale del 19 luglio 2005), è rappresentata dai Campi in Erba Sintetica con intaso di granulato derivante dal riciclaggio di pneumatici. Queste normative, dunque, laddove correttamente applicate ed utilizzate, hanno rappresentato un valido strumento per favorire l’affermazione di prodotti realizzati con materiale riciclato. Tuttavia non sono mancate polemiche in merito alla questione "Campi da calcio sintetici". In merito ai fatti si sono alzate le più autorevoli voci a difesa dell’intaso in granulo da PFU (come la FIFA, che in data 12 luglio 2006, con una lettera aperta, ha voluto ribadirne l’efficacia e la sicurezza pubblicando una serie di studi sull’argomento) e così anche il Consorzio Argo che, dopo aver sostenuto con forza ed ottenuto che la Commissione del Ministero della Salute riprendesse i lavori per chiarire fino in fondo la situazione, ha prodotto un comunicato stampa nel quale si ribadisce l’infondatezza delle illazioni della stampa e l’assoluta tranquillità nell’affermare che "...i lavori fin qui svolti non autorizzano nessuno a considerare cancerogeno l’utilizzo del granulo da recycling di pneumatici fuori uso". L’utilizzo dell’erba sintetica è in forte crescita, sia per le prestazioni dei campi ed il loro favorevole accoglimento da parte del mondo sportivo (i Campionati del Mondo 2010 si giocheranno su campi sintetici), sia per l’economicità di realizzazione e gestione. Il Consorzio Argo nasce nel 1996, costituito inizialmente da alcune aziende italiane del settore del recupero di pneumatici usati. Nel 2000 si è associato a Fise Assoambiente creando il comparto del recupero di pneumatici, e consocia le aziende più importanti del settore. L’obiettivo principale dell’associazione è la promozione del recupero e del riutilizzo di

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pneumatici fuori uso come strumento sostenibile e competitivo, in quanto principale mezzo per sottrarli alla discarica. Argo lavora a stretto contatto con gli uffici e le aziende della pubblica amministrazione, locale e centrale, collaborando con enti di ricerca e sviluppo internazionali operanti nel pubblico e nel privato. Il Consorzio rappresenta presso le istituzioni pubbliche gli operatori privati e le aziende ad esso aderenti. Questi, nel rispetto delle norme di legge in materia di riciclaggio rifiuti in gomma e per mezzo di impianti idonei, anche dal punto di vista ambientale, sono preposti alla trasformazione di pneumatici usati in materia prima secondaria e/o in combustibile alternativo, contribuendo quindi alla riduzione dei quantitativi di pneumatici destinati alle discariche. L’impegno del Consorzio si focalizza sulla continua crescita di esperienze e capacità di rinnovare il settore del riciclaggio di materiali in gomma. Questa opportunità è il frutto di una costante opera di ricerca e di informazione che Argo si propone di portare avanti attraverso i vari impegni all’interno di eventi, manifestazioni e progetti che da sempre lo vedono protagonista. A tale scopo, Argo partecipa alle più significative esperienze, conferenze, seminari, ed appuntamenti in genere rilevanti per il settore. Attraverso un impegno diretto in prima persona o con una collaborazione che mette in campo le esperienze e le professionalità dell’associazione, il Consorzio elabora e propone eventi di natura tecnico-scientifica attraverso i quali è impegnato a diffondere e incrementare gli spazi informativi relativi al mondo del riciclaggio e della sostenibilità ambientale in tutti i suoi aspetti. Le aziende italiane che aderiscono all’associazione sono inserite a pieno titolo nel panorama nazionale del settore del recupero e riutilizzo della gomma: si occupano singolarmente di varie attività della filiera del riciclaggio, e svolgono attività relative a: - trattamento dei PFU e ad altri scarti in gomma finalizzati al recupero energetico ed alla produzione di materie prime; - commercio di prodotti e materie prime elastomeriche per i settori gomma-plastica; - produzione e fornitura di prodotti eco-compatibili per i settori dell’edilizia e delle strade; - produzione di articoli per l’arredo urbano con granulo di gomma. 63


TECNICA

La tecnologia avanzata ibrida parallela bimodale di GM Allison è pronta per l’Europa Allison Transmission, della General Motors Corporation, il produttore principale di trasmissioni automatiche per impieghi medi e pesanti nel mondo, sta portando la sua tecnologia ibrida in Europa. Attraverso Stati Uniti e Canada il sistema ibrido GM Allison ha già dimostrato le sue prestazioni e la sua affidabilità in un reale ambiente di lavoro, in uno degli impieghi più duri: l’autobus urbano. Più di 500 sistemi ibridi GM Allison montati su autobus stanno funzionando attraverso il nord America in diverse condizioni di lavoro, ed ora, con gli ordini dei costruttori europei, questa tecnologia avanzata presto sarà sulle strade d’Europa. Fondamenti della tecnologia ibrida I veicoli diesel convenzionali sono spinti da una singola sorgente che contiene un motore a combustione interna che converte il combustibile, in questo caso diesel, in energia utilizzabile. I veicoli ibridi elettrici hanno due sorgenti; l’aggiunta è un motore elettrico alimentato da un dispositivo di accumulo di energia, mantenuto ad un livello di energia ottimale dalla sorgente primaria, il motore termico. Questa configurazione abbassa la richiesta alla fonte di energia principale, permettendo ad entrambe le sorgenti di funzionare ad efficienza ottimale. Ci sono molte possibili configurazioni per i veicoli elettrici ibridi, ma contengono tutte gli stessi componenti chiave; un’unità di potenza (normalmente un motore diesel), un sistema di accumulo di energia (batterie) e macchine elettriche (motore e generatore). L’architettura di un veicolo ibrido elettrico usa questi componenti come parte della catena cinematica per recuperare energia in frenata ed ottimizzare il carico di potenza sul motore termico. Le due configurazioni base sono serie oppure parallelo, anche se in entrambe le configurazioni ci sono varianti dell’architettura per aumentare l’efficienza del veicolo. Nella configurazione serie il motore a combustione non è connesso direttamente alla trasmissione, ma aziona un 64

generatore che alimenta la batteria o il motore elettrico. Le ruote quindi sono spinte solamente dalla potenza fornita dal motore elettrico. La configurazione serie è sostanzialmente un veicolo elettrico che è ricaricato da un impianto a combustibile fossile (il motore) ed un generatore che è a bordo del veicolo. Nei veicoli ibridi elettrici con configurazione parallela entrambi i motori sono connessi alla trasmissione in modo che singolarmente o contemporaneamente possano dare trazione alle ruote. Poiché la configurazione ibrida parallela permette al motore di spingere le ruote anche tramite un percorso meccanico diretto, offre una migliore efficienza rispetto ad una configurazione ibrida serie ed un concetto più funzionale e flessibile. I benefici generali di una configurazione ibrida parallela tendono ad avere maggior peso di quelli propri della serie in molte applicazioni stradali, e quindi molti ibridi, compreso il sistema brevettato GM Allison, sono prodotti attualmente in configurazione parallela. GM Allison Hybrid System Il sistema ibrido GM Allison bimodale offre vantaggi tecnici superiori alle altre configurazioni ibride parallele. La reale invenzione è l’Ev DriveTM che è progettata per combinare l’energia del motore elettrico con la potenza del motore termico.

Ev Drive non ha rapporti di marcia fissi come una tipica trasmissione automatica. I rapporti di marcia, i rapporti di velocità ed i rapporti di coppia, attraverso l’Ev DriveTM sono infinitamente e continuamente variabili. Questo modulo realizza cioè una trasmissione a variazione continua elettrica (EVT). L’architettura EVT è basata sulla ripartizione (modo) della potenza proveniente da motore termico in due cammini, uno meccanico ed uno elettrico, che può essere utilizzato per consentire il controllo continuo sulla velocità operativa del motore. Ci sono 57 diverse condizioni di funzionamento che possono essere incorporate per realizzare la migliore efficienza della catena cinematica sulla più ampia gamma di velocità veicolo. Il sistema ibrido GM Allison si basa su un’architettura ibrida parallela "compound-split" bimodale che realizza due gamme di rapporti di velocità, una modalità "input split" per la gamma bassa ed una seconda, "compound-split", per la gamma alta. Questo consente al sistema ibrido GM Allison di ottimizzare l’utilizzo del motore per ottenere il massimo risparmio di combustibile sull’intera gamma di velocità del veicolo, dalla partenza alla velocità massima. Quando il guidatore di un veicolo equipaggiato con il sistema ibrido GM Allison accelera da fermo, il motore elettrico attinge potenza dalla batteria

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mettendo il veicolo in movimento. Mentre il veicolo prende velocità il motore aggiunge la potenza meccanica direttamente all’asse motrice attraverso l’Ev DriveTM. I moduli di controllo elettronico del sistema ibrido assicurano che i moduli batteria siano mantenuti ad un livello di carica ottimale. Aumentare l’efficienza I motori a combustione interna sono carenti di coppia a bassi giri, quindi all’avvio di un veicolo è normale che sia necessario un grosso motore per supportare la potenza richiesta per tale attività, più grande di quello che è necessario per mantenere la velocità di crociera. Per contro, il motore/generatore elettrico può dare la massima coppia alla partenza, fornendo una potente accelerazione durante l’avvio del veicolo. Il motore/generatore e le batterie incluse nel cammino elettrico del sistema ibrido, sono perfettamente complementari al motore a combustione ed agli ingranaggi planetari che compongono invece quello meccanico, consentendo una più versatile gestione del veicolo. In alcune applicazioni, ed in funzione del ciclo di lavoro svolto, un motore a combustione di dimensioni inferiori può ulteriormente contribuire al risparmio di carburante complessivo offerto dalla tecnologia ibrida.

Quando applicabili, i motori più piccoli, che hanno camere di combustione ridotte ed in numero inferiore ma anche parti in movimento più piccole, possono garantire una minor necessità di combustibile e contenere inutili sprechi. Un altro fatto importante nell’efficienza dell’ibrido viene dai sistemi di controllo che mantengono il motore ai massimi livelli di efficienza di coppia e temperatura. Un ulteriore contributo all’efficienza dell’ibrido è dato dal sistema di frenata rigenerativo. Quando il guidatore frena per rallentare il veicolo, l’energia cinetica, normalmente dissipata nei freni dei veicoli convenzionali sotto forma di calore, è convertita in energia dalle macchine elettriche che lavorano come un generatore per la ricarica delle batterie. Allison Transmission ha stimato che il 40% dell’energia usata per accelerare un autobus può venire dall’energia recuperata dal sistema di frenata rigenerativo. Componenti del sistema ibrido Allison Moduli di Controllo del sistema L’intero sistema è controllato dal software per la gestione generale dell’energia, che si comporta come il "cervello" del sistema ibrido di GM Allison. Due centraline elaborano le

informazioni dei componenti del sistema e gli input del guidatore, fornendo comando e controllo per un’ottimale propulsione del veicolo ed erogazione di energia. Esse forniscono anche le funzioni diagnostiche e di riprogrammazione. Il Modulo Ev DriveTM L’Ev Drive esternamente appare simile alle trasmissioni automatiche della serie Allison Torqmatic ed è dotato di tre ingranaggi planetari, due frizioni e due macchine elettriche (100 HP in continuo ciascuno) tutti alloggiati secondo una disposizione concentrica. La macchina elettrica anteriore può anche fungere da dispositivo d’avviamento. Simile nel formato e nel peso alle trasmissioni automatiche Allison serie 4000, l’Ev DriveTM si monta come una trasmissione della serie 3000 ed inoltre condivide le medesime parti meccaniche di adattamento. Ciò facilita notevolmente l’integrazione nei veicoli tradizionali attualmente sul mercato. L’Ev DriveTM è una trasmissione a variazione continua elettrica (EVT) che opera in due modalità: una "input split" ed una "compound-split". Due gruppi planetari sono disposti all’interno del motore/generatore elettrico anteriore (unità A). Un altro gruppo planetario è disposto all’interno del motore/generatore elettrico posteriore


(unità B). Ciò fornisce una semplice struttura di cuscinetti di supporto ad entrambe le estremità delle macchine elettriche. Le due frizioni nella parte posteriore della trasmissione sono inoltre concentriche: una frizione fissa all’estremità della scatola principale e l’altra frizione rotante all’interno del pacco frizioni fisso. Il sistema d’immagazzinamento di energia - Energy Storage System (ESS) L’avanzato sistema di immagazzinamento di energia a batterie di Idruri Metallici di Nickel (ESS) garantisce energia ai motori/generatori elettrici dell’Ev Drive. Il pacco batterie varia nelle dimensioni e nel disegno per soddisfare il modello di veicolo ed il suo profilo di missione. L’energia elettrica immagazzinata è generata durante il funzionamento normale di motore/generatore e dal sistema di frenata rigenerativo. In 437 kg ESS contiene sei sottopacchi di batterie NiMH: ogni sottopacco contiene 40 moduli di batterie NiMH, per un totale di 240 moduli. NiMH è una tecnologia gel. I sottopacchi sono situati sui lati del modulo ESS, con i moduli di controllo, i fusibili ed i relè al centro. Il sistema è raffreddato ad aria e mantiene una tensione nominale di 600 V. Le caratteristiche di sicurezza includono un interruttore "Interlock" ad alta tensione per proteggere da shock elettrici. Inoltre, l’alta tensione non è collegata al telaio ed ogni sottopacco è individualmente protetto per separarlo dai componenti a bassa tensione. Il Modulo Invertitore - Dual Power Inverter Module (DPIM) Il DPIM converte l’energia elettrica in corrente alternata (CA) o in corrente continua (CC), a seconda del tipo di utilizzatore. La CA viene utilizzata/prodotta dal motore elettrico e la CC utilizzata/fornita dal pacco batterie. Tutte le coperture hanno interruttori di sicurezza ad alta tensione. Il DPIM pesa 75 kg ed ha una range di potenza di alimentazione continua di 200 CV. Raffreddato ad olio, il modulo condivide il fluido di raffreddamento con il modulo Ev Drive. Selettore Il selettore del sistema ibrido di GM Allison è identico a quello utilizzato dalle trasmissioni automatiche Allison a controllo elettronico (D per marcia avanti e la R per la retromarcia). Il Sistema Ibrido GM Allison Tutti i componenti funzionano contemporaneamente per generare due gamme di velocità variabili in continuo. L’azione elettrica di motori/generatori funziona come una frizione 66

variabile per accelerare, rallentare o fermare i componenti dei gruppi planetari. L’Ev DriveTM è una trasmissione infinitamente variabile con un numero illimitato di rapporti. Benefici del sistema ibrido Fin dall’inizio lo sviluppo della tecnologia ibrida ha come scopo quello di ridurre il consumo di carburante e di ridurre le emissioni nocive, cercando però di mantenere le prestazioni ottimali del veicolo. Di seguito si riportano i benefici principali sperimentati. Nella prova con dinamometro, effettuata presso il laboratorio nazionale per l’energia rinnovabile (NREL) negli Stati Uniti, due autobus di 60 piedi (18 m circa), uno con un sistema ibrido di GM Allison ed uno con un trasmissione convenzionale, sono stati confrontati. L’esame ha provato un miglioramento del 75 per cento nell’economia di combustibile durante il ciclo di lavoro tipico degli autobus urbani di Manhattan. I miglioramenti nell’economia di combustibile nel caso di veicoli in reale servizio negli Stati Uniti, sono risultati dal 20 al 54% migliori rispetto a quelli degli autobus convenzionali. Le emissioni nocive sono inoltre più basse se paragonate ai motori diesel tradizionali. Le emissioni dell’ossido dell’azoto (NOx) sono ridotte fino al 50%, mentre quelle di particolato e di monossido di carbonio (CO) sono ridotte fino al 90%. Il sistema ibrido di Allison può aiutare inoltre a ridurre i livelli di rumorosità operativi del veicolo, cosa che contribuisce a ridurre l’inquinamento acustico, un vantaggio significativo negli ambienti urbani. Le prestazioni del veicolo inoltre migliorano con l’accelerazione fornita dalla trazione elettrica. Un autobus dotato del sistema ibrido di GM Allison può essere calibrato in modo da fornire accelerazioni superiori a quelle di un autobus di pari misura ma equipaggiato con un sistema di trazione convenzionale o a combustibile alternativo. Tuttavia, se richiesto dalla flotta di autobus, le prestazioni del veicolo possono invece essere adattate tramite la calibrazione del sistema di controllo elettronico in modo da assicurare il massimo dell’efficienza nei consumi di combustibile. I maggiori benefici La tecnologia ibrida riempie un vuoto tecnico dove altre tecnologie verdi non sono ancora sufficientemente avanzate per diventare commercialmente possibili. Il sistema ibrido GM Allison ha provato le sue prestazioni in applicazioni reali: è disponibile già

oggi e richiede solamente un minimo addestramento e virtualmente nessun nuovo accorgimento in termini di sicurezza o manutenzione. I benefici della tecnologia ibrida sono sfruttati al meglio dagli operatori di servizi di trasporto con il più alto consumo di combustibile e con cicli di lavoro "stop and go" più intensi come quello degli autobus urbani. Ridurre significativamente il consumo e le emissioni di combustibile può abbassare il costo di gestione e migliora l’ambiente. I benefici della tecnologia ibrida sono inoltre particolarmente importanti per chi lavora con veicoli in ambienti molto sensibili all’inquinamento. Un esempio è l’operatore del bus che fa la spola nel parco nazionale di Yosemite, dove sia i passeggeri che gli abitanti del parco apprezzano il miglioramento della qualità dell’aria e la riduzione del rumore. John Marinucci, presidente e CEO dell’azienda di bus degli Stati Uniti, New Flyer è soddisfatto del sistema ibrido di GM Allison: " In questi ultimi sei anni abbiamo apprezzato una riuscita partnership con Allison, che commercializza la tecnologia ibrida per l’industria degli autobus urbani. Siamo fieri dell’eccellente livello di affidabilità e del significativo risparmio di carburante che i nostri clienti ci segnalano e ci aspettiamo molte altre consegne di veicoli ibridi negli anni futuri." Robustezza ed affidabilità Le nuove tecnologie possono avere spesso difficoltà ad affermarsi per una mancanza di conoscenza della loro affidabilità in applicazioni reali. Tuttavia questa barriera è già stata superata da Allison Transmission con il suo sistema ibrido. L’avanzato sistema di immagazzinamento di energia a batterie di Idruri Metallici di Nickel ha un obiettivo di vita di sei anni e nessun requisito di condizionamento della batteria. Il sistema ibrido di GM Allison ha già dimostrato il suo valore operando su oltre 500 autobus e per oltre 47.000.000 di chilometri di servizio reale in Nord America. Allison inoltre ha effettuato prove in condizioni termiche estreme nella Valle della Morte, in California, dove ogni estate, a partire dal 2002, dimostra la sua affidabilità non avendo mai riportato guasti di nessun genere fino ad oggi. Il futuro della tecnologia - gli sviluppi in altri settori Questa tecnologia ibrida bimodale di GM Allison è stata scelta come punto di partenza per la cooperazione ibrida globale recentemente annunciata

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dal gruppo GM-DaimlerChryslerBMW, che sta sviluppando il primo sistema ibrido bimodale del mondo per autovetture. In un’alleanza senza uguali, tutti e tre i soci stanno riunendo esperienze e risorse per sviluppare efficacemente la tecnologia ibrida. Ogni azienda integrerà individualmente il sistema ibrido completo nella progettazione e nella costruzione dei veicoli in conformità ai loro standard. Un fattore chiave nell’accertare lo svi-

luppo ottimale è focalizzare una progettazione flessibile che può essere regolata ai bisogni di forma, peso e prestazioni dei differenti modelli e marchi dei veicoli. Attualmente sono in pieno sviluppo sistemi ibridi per automobili a trazione anteriore e posteriore, i camion nord americani e le applicazioni di SUV. Allison Allison è riconosciuta universalmen-

te da molti utenti e responsabili di flotte più di qualunque altro fornitore di trasmissioni automatiche per veicoli commerciali. Fondata nel 1915, oggi conta più di 1.500 rivenditori che forniscono il supporto globale ai relativi clienti. Allison lavora in molti settori che comprendono la gestione dei rifiuti, l’antincendio, l’edilizia, la distribuzione, gli autobus, i veicoli militari ed altri veicoli specializzati.


BARRIERE

Legno per le barriere acustiche

SCT di Brescia opera da anni nel settore della mitigazione acustica, specificamente nella produzione di barriere fonoassorbenti in legno. La scelta del legno è determinata dall’attenzione dell’azienda verso materiali naturali, nel massimo rispetto del contesto ambientale. I vantaggi del legno sono molteplici, dal perfetto inserimento all’interno di qualsiasi paesaggio naturale, al piacevole aspetto visivo; dalla completa riciclabilità ed atossicità dei materiali, alle alte qualità acustiche (39 Dba di isolamento acustico); dal facile montaggio, alla più varia possibilità di personalizzare diverse soluzioni estetiche. Il legno, abbinato a materiali trasparenti, permette, anche in un contesto urbanizzato, di conciliare l’antico e il moderno, il naturale e il derivato, in una soluzione estetica certamente apprezzabile. Oltre alla valenza tecnica del prodotto sono da considerare i riflessi legati sia all’integrazione dello stesso nel paesaggio (scelta dei materiali), sia le conseguenze di natura psicologica sugli utenti a seguito dell’impatto visivo del prodotto. Da un’iniziale necessità di mitigazione dell’inquinamento acustico si è passati alla definizione più complessa degli effetti che l’installazione genera non solo sul paesaggio ma 68

sugli utenti che beneficiano del prodotto. Le Quiet Areas sono aree nel contesto urbano nelle quali l’inserimento del pannello fonoassorbente si concilia con la ricerca di una migliore qualità di vita. Autorevoli università europee stanno sviluppando studi legati alla loro definizione e progettazione di queste specifiche aree. E' in quest’ottica che lo sviluppo dei nuovi pannelli opera al fine di utilizzare tecniche ecocompatibili: SCT ha, fra le sue priorità, l’attenzione verso questi studi, oltre all’evoluzione tecnologica in corso. Unica fra i produttori del settore, in rappresentanza del legno, SCT ha contribuito alla definizione e redazione delle Linee Guida UNI sulle barriere antirumore UNI 11160. Tale norma è il principale riferimento per tutti gli operatori del settore, permettendo al mercato di recepire degli standard qualitativi più elevati di quelli oggi presenti. Si sono definite per la prima volta le caratteristiche di durabilità non acustica: "la durata della vita di servizio che deve essere garantita è di 15 anni per gli elementi acustici e 30 anni per gli elementi strutturali. Per ogni tipologia di elemento acustico e strutturale di un sistema antirumore, a richiesta il produttore deve presentare un’attestazione sulla durata della

vita di servizio prevista relativamente alle caratteristiche non acustiche. L’attestazione deve anche riportare la classificazione delle condizioni ambientali utilizzate per la valutazione (con riferimento alla CEI EN 60721-3-4), la specificazione delle procedure progettuali usate (per esempio Eurocodici strutturali) e le prove sperimentali o di altro genere che hanno portato alla determinazione della vita di servizio dichiarata". Si sono definiti per la prima volta i requisiti di manutenzione: "È opportuno che la realizzazione del sistema antirumore sia tale da garantire che durante i primi 15 anni dopo il collaudo non si debbano eseguire lavori di manutenzione, escludendo i lavori dovuti a cause accidentali e gli interventi di pulizia ordinaria e di rimozione dei graffiti. L’installatore di un sistema antirumore deve fornire al committente, a lavori ultimati, un piano di manutenzione dell’opera dopo i primi 15 anni, specificando chiaramente le attività da eseguire, i materiali, le attrezzature e le professionalità da impiegare, ed i relativi oneri per ogni componente del sistema antirumore e per ogni attività manutentiva programmata. Le operazioni previste devono poter essere effettuate con mezzi semplici, senza pregiudicare il normale traffico e senza causare danni". Con riguardo al legno, le linee guida sopraccitate ben riassumono le tipologie e caratteristiche dei materiali. Si distinguono due tipologie, di seguito denominate: a) legno e magnesite; b) legno e silicio. a) Materassini in fibre agglomerate ad alta temperatura con cristalli a forte proprietà leganti, atossici e totalmente riciclabili. I componenti base sono il legno e la magnesite; l’alta temperatura permette di operare la mineralizzazione progressiva nel tempo. La magnesite usata per la produzione di materassini è la "magnesite cau-

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stica", chimicamente ossido di magnesio, che viene ottenuta per calcificazione di magnesite minerale ad alto contenuto di carbonato di magnesio. Caratteristica della magnesite caustica è di combinarsi con il solfato di magnesio in soluzione, costituendo un prodotto cristallino di forti proprietà leganti che, nel processo di produzione dei materassini, impregna, lega e mineralizza le fibre di legno. Dopo l’impregnazione delle fibre di legno con solfato e ossido di magnesio, l’impasto viene formato in pannelli ad alta temperatura. In questa fase del processo la fibra del legno si svuota di contenuti organici deperibili ed assorbe ossisolfato di magnesio che la mineralizza. I parametri legati alla natura del materiale inorganico devono essere conformi alla UNI 9714. b) Strati fonoassorbenti (abbinati o meno a supporto portante) e materassini costituiti da un impasto di fibre di legno mineralizzate al silicio unite da un legante. Il procedimento di mineralizzazione consiste in un procedimento di essicazione, shock termico e impregnazione fino a saturazione con microsilicati di fibre conglomerate di legni diversi, così da rendere le fibre resistenti all’acqua, al gelo e al fuoco. Il legante può essere costituito da resine epossidico-poliuretaniche nella percentuale minima del 10%, oppure da cemento, nel qual caso l’agglomerato diventa un calcestruzzo alleggerito in fibre mineralizzate di legno. I conglomerati di fibre di legno mineralizzate utilizzate come elemento fonoassorbente nei sistemi antirumore devono in ogni caso essere adatti a un impiego all’aperto, ossia essere in grado di resistere nel tempo all’azione della pioggia e del gelo. In partico-

lare, devono superare senza danni 50 cicli di gelo e disgelo, come richiesto dalla UNI EN 12371. Tutti gli elementi acustici in legno di pino ed altre essenze legnose con caratteristiche similari, devono essere realizzati in legno di ottima qualità, esente da radici, funghi e muffe. Non sono accettabili elementi danneggiati dagli attacchi da parte di batteri o insetti. Analogamente non sono accettabili elementi che presentino cricche, fessure profonde e nodi non collegati fermamente alla struttura. Il legno utilizzato dovrebbe provenire da foreste gestite in maniera sostenibile nel rispetto delle norme ambientali di corretta politica forestale. Per il legno lamellare le norme di riferimento sono le DIN 4074 e le DIN 1052; la classe di resistenza deve essere la classe II. Le caratteristiche degli elementi acustici in legno devono soddisfare alle norme seguenti: - la durabilità del legno utilizzato deve essere certificata con prove conformi alla UNI EN 350-1; - per il legno di pino impregnato, i fornitori devono presentare e attestare la classificazione della specie legnosa in accordo alla UNI EN 350-2; - la durabilità del legno di pino deve essere certificata con prove conformi alla norma riguardante il legno impregnato, richiamata nella UNI EN 350-1; - devono essere utilizzate per l’ìmpregnazione specie legnose con classe di impregnazione 1 o 2 in conformità alla UNI EN 350-2; - la classificazione di penetrazione e ritenzione del preservante deve essere espressa in conformità alla UNI EN 351-1; - il legno impregnato deve essere stato trattato con sali preservanti inorganici indilavabili cosiddetti "ecologici", cioè esenti da arsenico

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e cromo, in autoclave in pressione. Le caratteristiche minime della struttura del pannello, al fine di garantire una durabilità di almeno 15 anni, devono essere le seguenti: - telaio scatolare in legni di massello con sezione di 100 x 80 mm, bloccati fra loro da incastri angolari; - telaio attrezzato sui lati della lunghezza con una fresatura esterna per la sede dei regoli in legno, aventi lo scopo di congiungere ermeticamente la sovrapposizione dei pannelli; - tavolato finale di tamponamento composto da assiti trattati, di spessore minimo 20 mm, fissato sia in lunghezza che in altezza in almeno tre punti con viti in acciaio inossidabile; - tessuto antispolvero in rete di polietilene con tramatura rinforzata, resistente ai raggi UVA, da posizionare anteriormente a protezione del materassino fonoassorbente. I listelli in legno, che possono essere una variante ai modelli dei pannelli, devono essere trattati in autoclave, avere sezione minima di 50 x 25 mm, essere opportunamente lavorati e sagomati, fissati con viti in acciaio inossidabile alle estremità, in fori predisposti, lasciando la parte legnosa di 20 - 30 mm. Deve essere presente una scossalina in lamierino di acciaio verniciato a caldo a protezione dei pannelli. Tutta la parte metallica necessaria all’assemblaggio del pannello deve essere in acciaio inossidabile. Nel caso che anche gli elementi strutturali siano realizzati in legno, essi devono essere in legno massiccio, naturale o impregnato. Anche per gli elementi strutturali valgono le prescrizioni relative a durabilità, impregnabilità e procedure di impregnazione, classificazione di penetrazione e ritenzione del preservante.

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VIABILITA' INVERNALE

Spargisale Inox SPR-6000 Morselli e Maccaferri GIORGIA MARCHELLI

La sempre maggior apertura commerciale verso l'Europa di Morselli e Maccaferri S.r.l. sta dando ottimi risultati, soprattutto per quanto riguarda i nuovi spargisale scarrabili della gamma Inox di grandi dimensioni per il lavoro autostradale, ed in particolare l'SPR6000, completo di impianto di umidificazione e del nuovo sistema computerizzato ECO-SAL per lo spargimento tachimetrico a controllo satellitare. Lo spargitore SPR-6000 dell'azienda di Piumazzo (MO) ha capacità della tramoggia a raso di 6.000 l, equivalenti a circa 9.000 kg di sale, per una

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massa a vuoto fra i 1.700 e i 2.000 kg senza motore ausiliario, e di 1.800 2.100 kg col motore ausiliario, per una larghezza di spargimento che va dai 2 ai 12 m. La base di appoggio ha una lunghezza pari a 4.110 mm per una larghezza di 2.150 mm. L'attrezzatura è adatta per spargere sale, graniglia, sabbia e cloruro di calcio o, eventualmente prodotti similari e miscelati tra loro. L'intera gamma degli spargisale Inox SPR adotta un sistema costruttivo teso a semplificare le azioni di manutenzione ed a garantire una lunga durata

dell'attrezzatura: grazie agli accorgimenti costruttivi adottati, i costi di manutenzione sono estremamente bassi. All'atto del rimessaggio dell'attrezzatura, a fine stagione invernale, è sufficiente un semplice lavaggio. La scocca portante, le lamiere della tramoggia, la coda e il piatto rotante sono completamente costruiti in acciaio Inox AISI 304. Le lamiere della tramoggia sono imbullonate tra loro tramite bulloneria anch'essa in acciaio inox (per facilitarne la manutenzione ed eventualmente, in caso di necessità, la sostituzione in brevissimo

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tempo di tutte le lamiere che compongono lo spargisale); la coda, regolabile in altezza, con il piatto rotante, è incernierata, con la possibilità di ribaltamento verso l'alto, asservita da telescopici a gas, durante le fasi di trasferimento. Ganci e perni presenti sulla scocca dello spargitore sono estensibili per un idoneo ancoraggio dell'attrezzatura al pianale dell'autocarro. I longheroni longitudinali sono dotati, nella parte anteriore, di grossi rulli in acciaio per lo scorrimento dell'attrezzatura sul cassone dell'autocarro durante la fase di scarramento, eseguito tramite gli speciali piedi di parcheggio automatici. I quattro piedi di parcheggio e di scarramento automatici sono in acciaio e regolabili in altezza. I due anteriori, incernierati ai longheroni portanti longitudinali, sono dotati di stabilizzatori telescopici asserviti da molle a gas, e di perni di sicurezza meccanici. I due posteriori sono obliqui e fissati con bulloni alla parte terminale dei longheroni portanti longitudinali. Con un autocarro dotato di cassone ribaltabile, il conducente, manovrando il mezzo in retromarcia ed abbassando gradatamente il cassone ribaltabile precedentemente inclinato, può effettuare il caricamento dello spargisale. Lo scarico dell'attrezzatura si esegue semplicemente invertendo la manovra. Durante lo scaricamento, i piedi anteriori, spinti dai telescopici, si azionano automaticamente all'avanzare del mezzo. Il conducente, senza alcun aiuto, può effettuare le due operazioni in piena sicurezza. I piedi obliqui posteriori, sono predisposti per agganciare una barra para-incastro con gruppi ottici supplementari. Per quanto riguarda il sistema di spargimento, l'alimentazione del materiale da spandere avviene tramite nastro (catena a nido d'ape) interamente in acciaio Inox, trascinato da 4 ingranaggi che impediscono lo slittamento del nastro, quindi un omogeneo spargimento in qualsiasi condizione di umidità o temperatura. Il funzionamento dello spargisale può utilizzare l'impianto oleodinamico dell'autocarro oppure un impianto oleodinamico indipendente, con serbatoio, pompa, asservito da un motore ausiliario Diesel di adeguata potenza, fissato alla scocca portante dello spargitore e protetto da apposita cofanatura insonorizzata. Il motore ausiliario è dotato di alternatore, sufficiente per alimentare una batteria, parte integrante dell'attrezzatura, rendendo in questo modo lo spargitore completamente autonomo da qualsiasi fonte di energia esterna. Anche la componentistica idraulica è di alta qualità: le tubazioni R2 sono dotate di ulteriori guaine protettive in PVC. Una coppia di vibratori, imbullonati su appositi supporti esterni alla tramoggia, a 12/24 Volt, comandati dalla pulsantiera, sono utili a smuovere il materiale nella fase di spunto (fase iniziale dello spargimento). Questi elementi integrano l'azione di smottamento dello speciale nastro a nido d'ape sopraccitato, in modo da annullare completamente l'eventuale "effetto ponte". SPR-6000 è dotato del sistema di spargimento computerizzato ECO-SAL con microprocessore, un dispositivo di controllo per la regolazione della quantità e della larghezza di spargimento tramite sistema elettronico sincronizzato con la velocità del veicolo (spargimento tachimetrico). E' prevista la possibilità di esclusione o azzeramento del sistema computerizzato. L'opportunità di modifica dei parametri di spargimento preimpostati avviene tramite semplici comandi ed icone "menù" visibili su monitor a cristalli liquidi. Il sistema offre la possibilità di memorizzazione fino a 10 dosaggi di spargimento per 4 diversi tipi di materiale (sale, sabbia, cloruro e graniglia), con 3 programmi già preimpostati da Morselli e Maccaferri. ECO-SAL è predisposto per l'allacciamento a GPS con trasmissione dati in sistema GPRS, EIDG o UMTS, oppure con collegamento pulsantiera-spargisale radiocomandato Buetooth, senza cavi di collegamento. Lavori Pubblici n. 22 settembre - ottobre 2006

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VERDE

Gamma Berti Professional, rinnovo durevole FRANCESCO VANDONI

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L’azienda Escavazioni Caramaschi Gianfranco S.r.l. effettua attualmente per conto del Consorzio della Bonifica Bentivoglio - Enza di Gualtieri in provincia di Reggio Emilia lavori di pulizia degli argini dei numerosi canali di pertinenza del Magistrato del Po. Con quattro escavatori da 30 tonnellate, tutti equipaggiati con attrezzature Berti, la società Caramaschi offre a consorzi di bonifica, comuni e altri i propri servizi di cura e ripristino degli argini della zona. La società Berti Macchine Agricole fu fondata nei primi anni Venti nel

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vicentino. Trasferitasi successivamente nel veronese, nel 1972 realizzò la prima trinciatrice, un attrezzo per vigneti e frutteti. Durante gli anni Ottanta Berti inizia ad affrontare il mercato internazionale e raggiunge oggi con i propri prodotti più di quaranta diverse nazioni. Attualmente l’azienda Berti Macchine Agricole di Caldiero, in provincia di Verona, impiega 42 persone tra officina ed uffici, con personale tecnico, commerciale e amministrativo. Gli stabilimenti si estendono su una superficie utile di 7.000 m 2. Oltre questo assetto aziendale, Berti Macchine

Agricole, per la tornitura dei pezzi e l’assemblaggio delle carpenterie, fa appello a cinque imprese, tra officine ed aziende artigiane, dando lavoro per indotto ad una cinquantina di persone. Berti effettua internamente la progettazione, il disegno, il prototipo, la verniciatura, il montaggio finale, il collaudo e la spedizione dei suoi prodotti. La gamma Berti comprende oltre 350 modelli e si suddivide in due linee, la gamma Agricola e la gamma Professional, una soluzione per ogni tipo di coltivazione e terreno, applicazioni per ogni tipologia di trattore, portattrezzi o escavatore. Pur essendo nata per rispondere alle esigenze del mercato agricolo, la ditta Berti propone anche la sua linea Professional appositamente concepita per gli usi industriali, con terne o escavatori di tutte le dimensioni, da 1,5 a 30 tonnellate di peso. Questa gamma è destinata alle aziende che operano sia nell’agricolo che nel civile, o a quelle municipalizzate, alle organizzazioni di noleggio e alle imprese che svolgono manutenzione stradale e ferroviaria. 1. 2. 3. Trinciatrice modello EFX/SB 140 su escavatore Case X210 durante i lavori di manutenzione degli argini del canale Risalita a Gualtieri (RE)

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4. Trinciatrice idraulica modello AF/SSL Questa separazione tuttavia non impedisce le interazioni tra i settori: le cognizioni e l’esperienza assimilate in ogni divisione vengono messe a profitto ed in comune alla ricerca di costanti perfezionamenti su tutti i fronti. Per soddisfare la propria clientela Berti accorda una particolare attenzione al processo produttivo in ogni sua fase, a partire dalla progettazione, alla scelta dei materiali e dei componenti fino al montaggio, al collaudo finale e la spedizione all’acquirente. Dunque, per assicurarsi elevati standard di qualità, processi fondamentali o delicati di produzione vengono svolti internamente, come la fabbricazione, la verifica ed il bilanciamento dei rotori tramite macchinari a CNC o la saldatura con impianti robotizzati. Segnaliamo qui di seguito alcune delle novità della casa di Caldiero. La trinciatrice idraulica modello AF/SSL, per l’accoppiamento a minipale gommate o cingolate con potenza minima di 55 CV, dotata di mazze pesanti tipo P per la decespugliazione di erba e rovi fino ad un diametro di 5 - 6 cm. Con motore idraulico ad ingranaggi, rullo di appoggio posteriore, attacco specifico per il montaggio su minipale, la trasmissione di questa attrezzatura è del tipo indiretto a cinghie e le larghezze di taglio disponibili sono cinque, da 135 a 200 cm. Un’ulteriore novità realizzata per facilitare l’accoppiamento a trattori con frizione elettroidraulica ad innesto immediato è rappresentata da un sistema di frizione ad espansione, grazie al quale la trasmissione al rotore avviene gradualmente, preservando gli organi di trasmissione principali (albero cardanico...) dai dannosi picchi di coppia trasmessi dalla PTO del trattore. La serie EFX/SB si aggiunge alla completa gamma di trinciatrici idrauliche da applicare ad escavatori con peso operativo compreso tra 1,5 e 30 tonnellate. Questa potente ed affidabile serie, composta da tre modelli, è dotata di rotori con diametro complessivo di 50 cm, con larghezze di taglio di 120, 140 e 160 cm. Il motore è idraulico a pistoni con relativo impianto anticavitazione, l’attrezzatura è munita inoltre di una serie di slitte di appoggio realizzate in materiale antiusura. I tre modelli della serie EFX/SB sono destinati a escavatori con peso operativo tra 20 e 30 tonnellate: i pesi complessivi delle trinciatrici sono di 1.130, 1.300 e 1.490 kg secondo il modello. In virtù di una consolidata collaborazione, il primo esemplare di trinciatrice EFX/SB140 è stato affidato all’azienda Escavazioni Caramaschi, la quale si dichiara estremamente soddisfatta sia per quanto riguarda il rendimento che dell’ affidabilità. Lavori Pubblici n. 22 settembre - ottobre 2006

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VIABILITA' INVERNALE

Tecnomeccanica, spandisale da 1,6 a 2,5 m di larghezza FRANCESCO VANDONI

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L a s o c i e t à Te c n o m e c c a n i c a , d i Casale di Mazzè in provincia di Torino, offre numerosi modelli di spargisale autocaricanti e di caricatori forestali. In una decina d’anni Tecnomeccanica è arrivata a proporre alla propria clientela una gamma di 12 modelli di spandisale autocaricanti e di 8 modelli di caricatori forestali. Tecnomeccanica effettua la progettazione, la saldatura, la verniciatura, il montaggio delle macchine ed il collaudo. In totale vengono prodotte 80 unità all’anno; mediamente la produzione ha subito un incremento del

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20% annuo. Questa tendenza positiva nasce verosimilmente da una politica aziendale caratterizzata dalla ricerca della qualità e dall’ascolto della propria clientela. In quest’ottica, tutti i componenti sia idraulici che meccanici delle apparecchiature Tecnomeccanica sono rigorosamente di fabbricazione italiana; e gli sforzi sono mirati a migliorare costantemente i prodotti dal punto di vista dell’efficacia come della sicurezza. Per quest’ultimo aspetto viene richiesta l’assistenza di una società di consulenza sulla qualità e la sicurezza, la Sisa di Pinerolo.

La gamma di caricatori forestali Tecnomeccanica, destinata principalmente al sollevamento e alla movimentazione di legname, è a colonna portante centrale rispetto alla macchina. Questo permette un miglior bilanciamento del caricatore sia durante le manovre di lavoro che in posizione di riposo per i trasferimenti stradali, senza sobbalzi né ribaltamenti della trattrice. Salite o discese anche molto ripide non costituiscono dunque un problema. La configurazione dei caricatori permette notevoli altezze agevolando i lavori di carico e scarico. Il modello TF 250 ha i comandi laterali da terra, gli altri modelli sono comandati da leve posizionate di fronte al sedile di comando. I modelli TF 250, TF 300, TF 350 e TF 450 si differenziano sostanzialmente in base alla lunghezza del braccio (fuori ralla centro pinza); il numero della sigla indica in centimetri questa lunghezza. Sono disponibili due varianti per 1. Stabilimento Tecnomeccanica, con tramogge, saldate e verniciate, pronte per l’assemblaggio finale 2. Caricatore forestale modello TF 250 3. Spandisale modello SP 200 B con sistema Tecnoplus aperto

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quanto riguarda la rotazione della torre: variante N con rotazione di +90° o -90° e variante C con rotazione di 360° con ritorno. Il sistema di rotazione dei modelli a variante C è composto da un riduttore epicicloidale con freno idraulico, da un motore orbitale e da una valvola pilota. Il modello TF 380 è costituito da un solo braccio con sfilo. Tutti i modelli sono muniti di appositi piedi di appoggio di ampie dimensioni che agevolano le operazioni di fissaggio e sgancio del sollevatore, oltre che fornire una notevole stabilità in fase di lavoro. Tutti i modelli sono dotati di stabilizzatori con apertura a compasso. Come accennato, l’altra tipologia di attrezzature della Tecnomeccanica è rappresentata da spandisale autocaricanti. I numerosi spandisale si distinguono in modelli base e modelli industriali: i primi hanno il gruppo di trasmissione esterno alla vasca, mentre su quelli industriali tale gruppo è interno alla vasca. Le larghezze della gamma vanno da

1,6 a 2,5 m, con modelli intermedi di 2 e 2,3 m. I modelli I - T, una variante dei modelli I (Industriali) sono predisposti per l’attacco a terne o minipale e non sono autocaricanti. Le normative europee impongono sugli spandisale la presenza di una rete di protezione che impedisca il contatto con il rullo frantumatore, in certi casi questa rete provoca disagi impedendo il fluire omogeneo del materiale. Tecnomeccanica ha brevettato il sistema Tecnoplus per ovviare a questo problema. Si tratta di una griglia di protezione conforme alle norme CE posizionata sul bordo della tramoggia che in maniera automatica si apre in posizione di carico del sale e si richiude in posizione di lavoro dello spandisale. Tutti i modelli adottano all’interno della tramoggia una speciale gomma antiusura, spessa 10 millimetri, che garantisce una notevole durata nel tempo riducendo apprezzabilmente i costi di manutenzione ordinaria. Molle di ritenuta per la distribuzione del sale sono presenti su tutta la lun-

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ghezza dell’impianto; un pistone a semplice effetto con valvola a paracadute determina l’angolazione della vasca ed i tasselli del rullo distributore sono posizionati in modo elicoidale per far sì che la distribuzione sia continua e proporzionata. Tutti i modelli sono dotati di doppia regolazione della pressione delle molle sulla gomma inferiore, su entrambi i lati. Per dosare la quantità di sale in spargimento ed impedire la rotazione in senso contrario del rullo frantumatore (sicurezza attiva) gli spandisale Tecnomeccanica dispongono di un regolatore di flusso unidirezionale. Questo sistema di regolazione ha il vantaggio di non provocare il surriscaldamento in quanto permette il ritorno dell’olio di regolazione al circuito della centralina. 4. Caricatore forestale modello TF 350 C 5. Stoccaggio dei componenti oleodinamici nello stabilimento Tecnomeccanica

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ABBIGLIAMENTO DA LAVORO

Flexi Toolvest e Power Fleece Snickers Workwear per ogni lavoro Il nuovo gilet da lavoro Snickers permette di indossare l’intera cassetta degli attrezzi. Il famoso gilet da lavoro Snickers è stato trasformato. Quest’autunno Snickers Workwear presenta il suo gilet Flexi Toolvest arricchito di interessanti novità. E' dotato di espansore incorporato che permette l’utilizzo del capo sopra una giacca invernale, di passanti in velcro per l’aggiunta di tasche supplementari e di un nuovo dorso in rete per una maggiore ventilazione. Inoltre possiede una cintura ergonomica che trasferisce il peso degli oggetti in esso contenuti scaricandolo dalle spalle alle anche. Il gruppo Snickers Workwear produce e fornisce abbigliamento da lavoro per artigiani ed addetti ai servizi, con prodotti rinomati per l’alta qualità, la funzionalità e le soluzioni innovative che offrono. L’azienda è nata nel 1975 in Svezia e da allora è cresciuta grandemente. Snickers Workwear è oggi marchio leader europeo ed è presente in 20 Paesi. Il primo gilet da lavoro Snickers fu presentato in Svezia nel 1979 e attraverso gli anni si è guadagnato il favore di molti professionisti. La funzione originaria del gilet era quella di ospitare il maggior numero di attrezzi e proteggere dal freddo. Oggi il gilet è più avanzato nelle funzioni e nel design, migliorato dal punto di vista ergonomico ed equipaggiato con un numero superiore di tasche per attrezzi ed effetti personali.

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"Il vecchio gilet ormai portava con sé un’immagine di funzionalità stanca e risaputa", dice Petra Axelsson, Product Manager Snickers Workwear. "Oggi i capi d’abbigliamento devono apparire non soltanto robusti, ma essere anche accattivanti. Abbiamo sviluppato un gilet che rappresenta un passo in avanti in termini di flessibilità e che si adatta alle esigenze di ciascuno. Inoltre è compatibile con tutta la nostra collezione di tasche supplementari". Il gilet è realizzato in canvas plus, cioè cotone d’alta qualità che viene rinforzato con poliestere, operazione che produce un tessuto molto più durevole del cotone 100%, ma con le stesse caratteristiche tattili. L’interno del gilet presenta sulla schiena una fodera a rete che permette la ventilazione e mantiene il corpo fresco. Il taglio ampio per le braccia permette di indossare e togliere il capo con estrema facilità. Vicino alla cintura vi è una lunga serie di passanti in velcro per applicare tasche supplementari. Parecchie tasche esterne grandi e piccole permettono invece di portare telefoni cellulari, penne, block notes, porta coltelli e portafogli nonché guanti da lavoro ed altri piccoli oggetti. Altra novità di Snickers Workwear è la giacca in pile Power Fleece per professionisti esigenti. Il tessuto in pile è un eccellente materiale che combina funzionalità e calore. La nuova giacca disponibile quest’autunno è realizzata nel cosiddetto Power Fleece.

L’accostamento del tessuto in pile a quello di rinforzo in poliammide ha portato alla creazione di una giacca estremamente robusta e durevole. La fodera interna in poliammide ne facilita la vestibilità. Power Fleece presenta rinforzi extra sulle spalle e sulle maniche che forniscono protezione e rendono il capo estremamente longevo. E' inoltre dotata delle due tasche MultiPockets, tasche speciali posizionate sui fianchi atte ad ospitare in sicurezza un telefono cellulare, un palmare o degli occhiali. Il tessuto in pile Power è trattato e spazzolato su entrambi i lati, per evitare la formazione di peluria. Grandi tasche laterali e interne possono contenere cartacei, block notes e piccole agende. "Abbiamo voluto mantenere le proprietà di leggerezza e isolamento termico tipiche del tessuto in pile, pur rinforzando le aree soggette a maggior usura" dice Björn Kronke, Product Manager Snickers Workwear. "Il tessuto in pile unito al poliammide è la soluzione ideale per coloro che necessitano di abbigliamento adatto ad affrontare varie situazioni metereologiche, anche le più estreme". La giacca in pile è dotata di un cordino elastico all’interno del bordo inferiore che garantisce piena libertà di movimento e allo stesso tempo impedisce al freddo di penetrare. La cerniera ricoperta nella parte terminale superiore evita lo sfregamento della stessa sul mento dell’utilizzatore. La giacca non presenta cuciture sulle spalle così da evitare resistenze nel sovrapporle altri capi d’abbigliamento, ad esempio un gilet. La fodera in poliammide ne facilita la vestibilità. Come ogni indumento in pile è facile da lavare e veloce ad asciugare.

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VIABILITA' INVERNALE

JCB per la neve GHERARDO MARCHELLI

JCB, il colosso inglese produttore di terne, escavatori, movimentatori telescopici, pale gommate, dumpers e trattori, può vantare un’esperienza acquisita a livello mondiale nei più disparati campi d’impiego delle sue macchine. Per il lavoro di rimozione della neve ha ben presente le difficili condizioni cui la macchina e l’operatore si trovano ad operare. Per questi lavori propone, in particolar modo, le sue macchine più adeguate, che abbinate alle giuste attrezzature si rendono estremamente efficaci. In prima linea JCB schiera il suo Fastrac che, nato come trattore ad alta velocità, si delinea come un polivalente portattrezzi con un ineguagliabile comfort e controllo grazie al suo speciale sistema di sospensioni integrale. L’eccezionale velocità di 65 km/h gli

consente trasferimenti rapidi e lo rende adatto anche per operazioni invernali sulle piste aeroportuali. Ora, grazie al nuovo cambio a variazione continua CVT, può operare alle velocità più basse, come ad esempio con frese, importanti per l’apertura di passi alpini. La trazione integrale, combinata con le caratteristiche precedentemente segnalate, consente al Fastrac di avere sempre un’ottimale aderenza al terreno per una potenza di spinta adeguata ai lavori con vomero o lama in tutte le situazioni. Il pianale posteriore permette inoltre l’applicazione di spargitori portati. Le terne sono naturalmente attrezzature molto versatili, ed anche in situazioni di precipitazioni nevose si rendono utili come uno strumento importan-

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te per spostare grandi quantità di neve, sia con la pala anteriore, sia con l’applicazione di lame e vomeri. La serie di terne CX JCB, con modelli di tutte le dimensioni, può accontentare tutte le esigenze, con cabine che permettono un’ottima visibilità. Le piccole Mini CX e 1CX si rendono utili per i lavori in spazi angusti, la 2CX offre performance e versatilità con una struttura compatta, mentre le 3CX e 4CX possono operare con potenza facile da gestire grazie alla visibilità ed alla precisione dei controlli. L’attacco a tre punti posteriore con presa di forza a 540 giri/min permette di montare un’ampia gamma di attrezzature utili nei lavori di viabilità invernale. La possibilità di avanzamento superiore ai 35 km/h permette di operare

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con lame, garantendo la fuoriuscita della neve dalle stesse. Le 4 ruote motrici di uguali dimensioni lasciano scaricare al suolo tutta la potenza del motore ed avere la massima capacità di spinta; le quattro ruote sterzanti (e la modalità di sterzo a granchio sul modello) garantiscono una grande manovrabilità ed un raggio di sterzo ridotto per operazioni anche in traffico congestionato od in aree ristrette. Le trasmissioni JCB, progettate espressamente per le terne, sono dotate di un convertitore di coppia da 305 mm per la massima trasmissione di potenza. L’opzione semiautomatica del cambio powershift aumenta la velocità di trasferimento su strada, mentre un pulsante di

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kickdown rende le operazioni di carico più facili e veloci. L’impianto idraulico regola la portata di olio in base alle effettive richieste operative garantendo in questo modo la massima potenza alle ruote per aumentare la forza di spinta ed allo stesso tempo ridurre i consumi di carburante. Le pale gommate, di cui JCB offre 18 modelli, sono un sicuro strumento per le operazioni invernali, non solo per caricare agevolmente gli spargisale, ma anche per lo spostamento di grandi quantità di neve, accumulandola o caricandola su camion per il suo trasporto in caso di abbondanti precipitazioni, oltre alla possibilità di montare al caricatore lame e vomeri. Non da ultimi i caricatori telescopici

JCB rappresentano uno strumento versatile in situazione di neve, sia per una gestione logistica della neve, ad esempio creando cumuli estremamente alti per ammassarne grandi quantità in spazi ristretti, ma non solo. Infatti, grazie alle doti di maneggevolezza dei movimentatori telescopici, con sterzo su tutte e quattro le ruote e movimento a granchio di serie, abbinate a doti di spinta e trazione tipiche di queste macchine, si delineano come perfetti mezzi da abbinare a lame e vomeri permettendo una loro applicazione anche in questo campo. JCB sottolinea la possibilità di utilizzo di tutte queste macchine per i lavori di viabilità invernale, per dimostrare la versatilità delle stesse, per poter offrire sia soluzioni specifiche in questo campo, sia suggerire ai clienti di rendere più redditizio l’investimento sfruttando le macchine in molteplici direzioni per un loro impiego in tutte le stagioni.

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