Lavori Pubblici 23

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lavori pubblici

n. 23 novembre - dicembre 2006

quota neve s.r.l. via Panizza 12 - 20144 Milano Sped. in abb. postale - 45% art.2 comma 20b legge 662/96 - Milano




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Assaloni ed Ecofar insieme per l'autostrada BS-VR-VI-PD Accurato esempio di ristrutturazione urbana a Fossano Gh. Marchelli Nissan Cabstar Concept Hybrid Unimog anche per le spiagge Ga. Marchelli Econic anche a passo corto Le trasmissioni Allison richiedono meno cambi olio con TranSynd Sempre più 12 volt Gh. Marchelli Caron ad Eima 2006 Ga. Marchelli Viatec 2007: 24 -26 gennaio 2007 Un NiDondolo dove c’è un bambino Road Show Mercedes-Benz Actros on Tour 2006 Dritti all'obiettivo Massima polivalenza dei monoasse idrostatici Rapid grazie a 94 accessori F. P. Vandoni 2 alluvioni con la squadra Gerotto C. Lazzarin Orsi all'Eima 2006 Gh. Marchelli RopeCon e le cave, con recupero energetico Strade antighiaccio da CO-BIT Gh. Marchelli Nasce il nuovo comando Giletta EcosWave con selettori E. Tranchero CO-BIT propone la fotocatalisi per tutte le strade Gh. Marchelli Moviter indipendente con la Ecomix 40 Bertoli Gh. Marchelli Aebi presenta l'intera gamma rinnovata alla fiera svizzera Agrama 2006 F. P. Vandoni Hymach all'Eima presenta Rhino Una Mecalac multifunzioni in Lussemburgo Val d'Orba attenta all'ecologia anche per le riparazioni stradali Nuovo Alè Euro 4 Gh. Marchelli 27 nuove lame autostradali Morselli e Maccaferri Ga. Marchelli Qualità König anche sul Passo Spluga Spandisale Tecnomeccanica nel parco macchine della Provincia di Alessandria Gamma Berti Professional per trinciare in sicurezza praticamente ovunque F. P. Vandoni Manitou lancia gli MT 14, i telescopici idrostatici da 14 metri Anche il Comune di Cagliari avvia la lotta contro i graffiti F. P. Vandoni Dotto Trains in Fiera a Bologna Ga. Marchelli Valutazione dell'energia di dissipazione della barriera paramassi CTR 20/04/A in occasione di un reale evento di caduta massi G. Cavallet Nuovi trattori compatti JCB F 80/2000 Gamberini spandisale a tutta spinta Barbiflex presenta Hoasi Ambiente Ancora 20 Scamdrake 1700 alla Protezione Civile sarda Osma all'Eima annuncia novità per il 2007 Giochisport e Nike per i campi sportivi di Muggiò Ga. Marchelli Trimmer, sistemi per il trattamento delle superfici F. P. Vandoni Eco Service presente a Ecomondo F. P. Vandoni Un nuovo comando ed una nuova metodologia di lavoro proposte da Ferri all'Eima Gh. Marchelli 4 Technique: accessori tecnici e allestimenti speciali F. P. Vandoni

Lavori Pubblici viene inviata in tutta Italia a: - Uffici Tecnici di tutti i Comuni, Province, Regioni e Comunità Montane - Società di gestione strade e autostrade - Aziende municipalizzate, di multiservizi e raccolta rifiuti - Aziende di trasporto urbano - Ditte appaltatrici di lavori pubblici - Parchi nazionali e regionali - Protezione Civile - Consorzi di bonifica - Aeroporti, Porti - Enti, Aziende e Comunità di grande dimensione (fiere, golf, parchi divertimento…) - Ditte produttrici e commerciali italiane ed estere nei settori di intervento della rivista - Personalità di settore italiane ed estere 4

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In copertina:

Assaloni Commerciale S.r.l. Via Panigale, 32/D 40042 Lizzano in Belvedere (BO) Tel. +39 0534 51353 Fax +39 0534 51583 www.assaloni.com e-mail: info@assaloni.com

Direttore responsabile: dott. Giorgio Marchelli Direttore esecutivo: dott. ing. Gherardo Marchelli Redazione: dott. Giorgia Marchelli dott. arch. Viviana Patscheider Francesco Piero Vandoni Segreteria di redazione: Domenica Stefani Editore: quota neve s.r.l. Direzione, amministrazione, pubblicità: Via Panizza 12 - 20144 Milano Tel. +39 02 4983120 Fax +39 02 4985157 E-mail: lavoripubblici@quotaneve.it Stampa: Grafiche Pinelli S.r.l. Via R. Farneti 8 - 20129 Milano Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 577 in data 14-10-2002 Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano Abbonamenti annui: Italia euro 30,00 Estero euro 40,00 i versamenti possono essere effettuati a mezzo assegno o c/c postale n. 26647206 intestato a: quota neve s.r.l.: via Panizza 12 20144 Milano Una copia euro 5,00

I nominativi inseriti nell'invio sono tutelati dalla Legge 675/96 sulla Protezione dei Dati Personali Lavori Pubblici n. 23 novembre - dicembre 2006





VIABILITA' INVERNALE

Assaloni ed Ecofar insieme per l’autostrada BS-VR-VI-PD La Società Autostrade Brescia Verona Vicenza Padova, che gestisce un tratto autostradale fra i più impegnativi, soprattutto per il traffico molto intenso, a fronte degli ultimi inverni particolarmente rigidi nonché nell’intento di garantire all’utenza un servizio sempre più affidabile, ha deciso di rinnovare completamente il parco macchine spargisale, arricchendolo con la dotazione di macchine innaffiatrici di cloruri. E' in questo quadro che si colloca la sottoscrizione di un contratto di locazione con la formula del Global Service della durata di 6 anni con la Global Car, società partecipata con azionariato di maggioranza dalla medesima Società Autostradale e che ha per oggetto la dotazione di 34 spargitori Epoke Sirius e di 6 innaffiatrici di cloruri Assaloni. E' importante rilevare come per questa operazione, conclusa la scorsa estate, ha avuto un ruolo rilevante la collaborazione fra due società operanti nel settore sul mercato nazionale, vale a dire Assaloni ed Ecofar, importatore in Italia di Epoke. Le due azien-

de, benché concorrenti, hanno trovato il modo di lavorare assieme per ottenere questo importante risultato. Grazie a questo spirito collaborativo è stato possibile fornire le macchine in tempi tali da permetterne l’utilizzo nella prossima stagione invernale, poiché, se da un lato la Società Autostrade BS-VR-VI-PD ha fatto affidamento su Assaloni (in particolare per le problematiche inerenti al servizio post vendita), da sempre fornitore della medesima delle lame sgombraneve, dall’altro Assaloni non era in grado di fornire spargitori in configurazione simile a quella richiesta dal cliente, vale a dire con sistema di azionamento dello spargitore tramite ruota in appoggio a terra. Inoltre, la necessità di avere un sistema di emergenza in caso di rottura o cattivo funzionamento della ruota ha permesso lo sviluppo da parte del costruttore danese di una macchina che ha la possibilità di essere alimentata dalla ruota in condizioni standard o, in alternativa, da motore termico indipendente qualora un guasto o le condizione del traffico, reso ad esempio molto lento dalla nevicata, rendessero inutilizzabile l’alimentazione dalla ruota. Il risultato ottenuto è stato particolarmente apprezzato dai responsabili della Società Autostrade BS-VR-VIPD nonché dagli utilizzatori finali in 1. 3. Innaffiatrice Assaloni 2. 4. Spargitore Epoke

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occasione del corso di formazione svoltosi presso i centri di manutenzione di Vicenza Est e di Sommacampagna lo scorso 25 novembre, durante il quale è stata illustrata anche la macchina innaffiatrice di cloruri Assaloni, della capacità di 10.000 litri, fornita in 6 unità, una per ogni centro di manutenzione. L'utilizzo dell'innaffiatrice è previsto nel momento in cui la nevicata è di intensità tale da rendere vana l’azione preventiva degli spargitori: la soluzione di cloruro può attaccare la coltre bianca e compatta che si è nel frattempo formata soprattutto a causa del passaggio dei veicoli pesanti nella corsia lenta. La prossima stagione invernale permetterà di misurare l’efficienza della nuova flotta, ferma restando l’importanza che ancora una volta dimostra avere lo sviluppo dei prodotti da parte dei costruttori di concerto con gli utilizzatori finali.

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ARREDO URBANO

Accurato esempio di ristrutturazione urbana a Fossano GHERARDO MARCHELLI

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Il Comune di Fossano, grazie alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Fossano, ha ristrutturato la passeggiata di via Mellano che dal 1954 offre un piacevole percorso panoramico sulla Valle di Stura. La Fondazione, proprietaria di maggioranza della Cassa di Risparmio, ha lo scopo di gestire gli utili derivati dalle sue azioni per opere di pubblica utilità ed ha indetto un concorso per la ristrutturazione di quest'area, al fine di restituire alla popolazione la maggiore zona pedonale del comune. Il concorso è stato vinto dall’ing. Ermanno Menarello e dall’arch. Mauro Capraro, che oltre ad aver soddisfatto con il progetto le richieste, le hanno applicate seguendo la direzione lavori. Per poter eseguire al meglio i differenti interventi hanno affidato i lavori a diverse ditte, ognuna estremamente specializzata nel proprio settore, che inoltre garantiscono il servizio di manutenzione per i tre anni successivi. Una scelta vantaggiosa nel risultato finale, che però richiede un’estrema attenzione nella direzione lavori ed una flessibilità da parte della committenza per andare incontro alle problematiche che pone un cantiere così gestito. Per le opere civili l’appalto è stato affidato alla ditta Negro, per i giochi alla Tecno Legno Fantoni, De Zulian per il verde e Karim per le panchine. Il risultato dei lavori è estremamente ben finito ed equilibrato grazie ad un’attenzione al dettaglio: ad esempio sono stati eseguiti cancelli tutti uguali e ben studiati per l’ingresso delle case a valle, ed all’insieme, che vede la creazione di campi ben definiti con tutti i particolari posti in corrispondenza dei limiti degli stessi. La scelta dei materiali e dei loro colori è stata molto curata sia dal punto di vista funzionale, sia per una colorazione a basso impatto, sia per dare una valenza storica alla

ristrutturazione. La balaustra ed i lampioni sono stati mantenuti con l’aspetto originario. I cordoli, la fontana, i cestini con portacenere, alcune pan-

1. Passeggiata di via Mellano a Fossano 2. Parte di via Mellano ancora da ristrutturare Lavori Pubblici n. 23 novembre - dicembre 2006

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chine ed i paletti con targhe per l’indicazione di monumenti sono stati eseguiti dalla ditta Negro con materiale di recupero della zona, come i vecchi piedritti del mercato del bestiame. Interessante risulta la fontana, che vede una raccolta dell’acqua particolarmente ben studiata, con una vaschetta centrale per consentire ai cani di bere, circondata da molti fori di scarico che rendono difficile una loro otturazione contemporanea. Il verde, in fase di crescita, vede la creazione anche qui di campi ben 4 definiti con cordoli in materiale di 3 recupero e legno. Lo strato di coper- gnomone centrale per indicare l’ora prese di corrente sono state discretamente collocate in vari punti del viale tura del terreno è in lapillo naturale con la propria ombra. che rispetto alla classica scorza pre- Oltre ai giochi i progettisti, in accordo per predisporre la zona ad ospitare senta il vantaggio di non galleggiare, con i desideri della Fondazione, hanno differenti tipologie di eventi. riducendo la possibilità di essere tra- pensato alle persone disabili creando Particolare attenzione è stata posta una passerella con corrimano per per- alla pavimentazione che doveva scinato quando piove sul viale. L’arredo urbano di quest'area è parti- mettere di eseguire esercizi di riabilita- essere semplice da gestire, resistencolarmente curato, ad esempio con zione all’aria aperta, primo punto di un te e duratura. Non è stata fatta in panchina in legno curva all’ingresso, percorso diversificato che potrebbe materiale lapideo anche per un’attene studiato per offrire una zona fruibile essere sviluppato in futuro. anche in modo interattivo da tutti. Per Alcune colonnine dell’Urbaco con 3. 4. Recupero dei piedritti del mercato del bestiame i bambini sono stati scelti giochi parti5. Particolare della pavimentazione colari, come lo scivolo a barre con Natural Paviment salita a pioli, trave di equilibrio con 6. Passerella per riabilitazione e molle, i fiori chiacchieroni, il dondolo gioco di comunicazione a a cesta, i tappeti elastici e le sbarre distanza affiancate da pareti per arrampicarsi; 7. Salterelli naturalmente tutti circondati da pavi8. Scivolo a tubi e trave di mentazione antishock a norma. La equilibrio con molle meridiana permette alle persone di 9. Meridiana interagire, diventando loro stesse lo 5

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zione verso le carrozzelle che riscontrano scomode vibrazioni e difficile scorrimento. La scelta, dopo un’attenta ricerca, è ricaduta sull’innovativa asfaltatura Natural Paviment che abbina gli indiscussi vantaggi di una pavimentazione bituminosa classica ad una colorazione ed un aspetto naturale. Natural Paviment è proposta da AZ Tech in collaborazione con T.D.S., che già da alcuni anni hanno studiato questa tecnologia riscontrando inte10. Cancello che sottolinea una cura per il dettaglio in questa ristrutturazione 11. Ingresso di via Mellano

resse con sempre più applicazioni sia in opere pubbliche che private. Questa è infatti un conglomerato bituminoso con una curva appositamente studiata che, successivamente ad una lavorazione superficiale, permette la vista della colorazione naturale dell’inerte, qui accuratamente scelto dalla direzione lavori di un color porfido ed un serpentino, che donano i due colori rosso e verde. Un mix design sia per la curva che per il colore degli inerti, che consente di avere una strada con un aspetto estremamente gradevole evitando il brutto colpo d’occhio di un bitume classico nero, pur sfruttando l’economia e la praticità del bitume. Il risulta-

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to è sicuramente una comodità di gestione vista la flessibilità di questo tipo di pavimentazione che risulta meno sofferente in termini di dilatazioni termiche e resistenza ai carichi. La campitura della pavimentazione è stata realizzata con fasce in calcestruzzo con ghiaietto del Mincio bocciardato, che risulta anch’esso di una colorazione ed aspetto naturale. La campitura permette, oltre ad un equilibrio di aspetto dell’opera finita, una semplificazione ulteriore per eventuali interventi successivi. Infatti nell’eventualità di interventi sulla pavimentazione si rende possibile la sostituzione di un solo campo alla volta evitando antiestetici rappezzi con costi di intervento ridotti.

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AUTOTELAI

Nissan Cabstar Concept Hybrid La tecnologia ibrida ha già dato prova del suo valore nel mercato delle autovetture. Ora è tempo di applicare lo stesso know-how ai veicoli commerciali, dove i vantaggi attesi sembrano essere addirittura maggiori. Ed è il Cabstar Concept Hybrid ad indicare la strada da seguire. "Tutti i gestori di flotte hanno bisogno di un autocarro che consegni la merce... ma che lo faccia anche nel modo più efficiente possibile. Il che significa minori consumi, emissioni ridotte e costi di esercizio più contenuti: la risposta potrebbe essere un veicolo ibrido come Cabstar Concept." Andy Palmer, Corporate Vice President, Nissan Motor Company, Divisione LCV In sintesi: - concept ibrido ad alimentazione diesel/elettrica - potenziali risparmi fino al 30% sul consumo di carburante - funzione stop/start automatica - costi di esercizio ridotti e maggiore durata dei componenti - sistema ibrido fornito da ZF. Tra i nuovi modelli Cabstar in esposizione presso lo stand Nissan al Salone dei veicoli commerciali IAA di Hannover in settembre ce n’era uno che non solo rispecchia il presente, ma anticipa anche il futuro. Con la promessa di una sensibile riduzione dei consumi, ma anche delle emissioni e dei costi di gestione, il punto di maggior forza di questo speciale prototipo Cabstar è il sistema di propulsione ibrido sviluppato in collaborazione con ZF, che alla tradizionale unità diesel da 3 litri affianca un potente motore elettrico. Sebbene sia ancora in fase iniziale di sviluppo, da cui la definizione di "concept", il Cabstar ibrido potrebbe entrare in produzione entro la fine del decennio, se nei prossimi due anni si riusciranno a conseguire alcuni ardui obiettivi tecnici. Nissan ha deciso di presentare il veicolo con grande anticipo perché i potenziali vantaggi ambientali di questa proposta sono di 12

evidente importanza. La richiesta fatta da Nissan a ZF è stata quella di sviluppare un veicolo ibrido all’avanguardia, senza penalizzare performance, comfort e capacità. La priorità è stata data ai bassi costi di esercizio e alla fattibilità economica complessiva del progetto. La soluzione proposta da ZF è un sistema di propulsione ibrido parallelo con un potente motore elettrico (eMotor) che va ad integrare il convenzionale motore diesel di Cabstar. L’idea si basa su un autocarro alimentato dal diesel common rail Nissan da 3 litri e 110 kW (150 CV). L’integrazione completa del sistema nel veicolo esistente ha comportato una serie di significative modifiche al motopropulsore, anche se conservando il maggior numero possibile di componenti di serie si riescono a mantenere i costi del sistema di trasmissione ibrido ZF sotto controllo. Tra il motore diesel convenzionale e il cambio manuale automatizzato viene installato un eMotor da 40 kW. La frizione ibrida viene utilizzata tra il motore e l’eMotor in aggiunta alla fri-

zione esistente tra l’eMotor e la trasmissione. Il cambio manuale automatizzato è stato scelto tanto per l’efficienza quanto per la facilità d’uso. ZF considera il motore elettrico adottato come un propulsore relativamente modesto, ma comunque abbastanza potente per alimentare Cabstar per brevi distanze in città senza dover ricorrere al diesel. Alcuni degli autocarri ibridi in commercio, prevalentemente in Giappone, muniti di motori elettrici meno potenti (di solito attorno ai 25 kW) fanno più affidamento sul tradizionale motore diesel per fornire maggiore forza motrice in città. L’eMotor da 40 kW del Cabstar ibrido, invece, ha abbastanza potenza per fornire brevi tratti di percorrenza senza emissioni in città. Un nuovo e sofisticato software con un’apposita unità di controllo ibrido (HCU) controlla il funzionamento del motore elettrico e degli altri elementi del sistema, come la funzione stop/ start del motore diesel, la rigenerazione dell’energia di frenata e le modalità di guida completamente elettriche. La funzione stop/start, che dovrebbe da

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sola ridurre il consumo di carburante di quasi il 10%, arresta automaticamente il motore diesel quando il veicolo è fermo e lo riavvia nel giro di millisecondi quando necessario. Altre misure per risparmiare carburante ed inquinare meno includono la capacità di procedere tenendo sia il motore a combustione sia l’eMotor spenti, mentre i freni convertono l’energia cinetica del veicolo in movimento in energia elettrica, che viene immagazzinata nella batteria per poi essere riutilizzata per le accelerazioni successive. Essendo un sistema ibrido parallelo, il motore diesel e quello elettrico possono essere utilizzati congiuntamente, aggiungendo coppia

extra all’erogazione della potenza a beneficio delle partenze e, soprattutto, della sicurezza nei sorpassi. Tra le altre modifiche apportate alla propulsione e agli altri sistemi di Cabstar c’è l’adozione del controllo elettrico sia per l’impianto frenante che per il servosterzo. Come spiega Ulrich Diller, a capo della Divisione trasmissione furgoni/pick-up di ZF "Il concetto di ibrido parallelo è l’ideale per i veicoli commerciali che effettuano soste frequenti. Il sistema stop/start ed il recupero dell’energia di frenata contribuiscono al risparmio di carburante." "Ma soprattutto, in città, dove la qualità dell’aria è di primaria importanza,

l’uso della propulsione elettrica permanente riduce in misura drastica le potenziali emissioni del veicolo, oltre che le spese per il carburante. Il tutto, con un motore elettrico potente che garantisce l’integrità delle prestazioni del veicolo." Dominique Correze, Vice President, Light Commercial Vehicles, Nissan Europe, afferma: "L’approccio ibrido è una soluzione vantaggiosa sia per l’operatore del veicolo sia per l’ambiente. Emissioni zero in città sono un bene per tutti, mentre la riduzione dei consumi e dell’usura dei componenti aiuta ad ammortizzare gli inevitabili costi extra associati alla tecnologia ibrida in un arco di tempo accettabile."


PULIZIA SPIAGGE

Unimog anche per le spiagge GIORGIA MARCHELLI

Unimog sempre più polivalente! Abituati a vedere il famosissimo portattrezzi, mezzo speciale della Mercedes-Benz, nei più diversi utilizzi in situazioni impervie, solitamente montane, boschive o fluviali, oltre che nelle normali funzioni par lavori comunali di ogni genere, tanto invernali quanto estive, non sarebbe mancato altro di vederlo in mare. Invece, da qualche tempo, un U400 della gamma UGN sta girando per le più famose spiagge d’Europa allestito

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con una nuovissima attrezzatura finalmente anche in veste di puliscispiaggia, il Beachcleaner. La particolare soluzione da adattare al mezzo è stata ideata e realizzata dalla tedesca Land & Bau Kommunalgerate GmbH, con particolare inventiva per soluzioni diverse da applicare ai veicoli Unimog. Per il Friuli Venezia Giulia, la concessionaria Germacar S.p.A. di Cavalicco di Tavagnacco (UD), ha riunito il 15 novembre sulle rive di Lignano Sab-

biadoro i rappresentanti comunali e privati della quasi totalità delle spiagge dell’alto Adriatico, da Jesolo a Trieste, per mostrare loro la nuova importante funzionalità del portattrezzi, in presenza, oltre che dei maggiori responsabili italiani Unimog, anche di quelli provenienti dalla Germania per i rapporti con l'Italia. Il Beachcleaner, che, come tutti gli allestimenti Unimog è scarrabile in pochi minuti, è ideato per rimuovere le alghe dalla spiaggia o dall’acqua fino a 40 cm. L’attrezzatura viene montata sulla piastra portattrezzi anteriore dell’Unimog: così ideata ribalta il concetto di pulizia delle spiagge attuato finora, che di solito avviene trainando l’attrezzo con un trattore, quindi raccogliendo la sporcizia che viene in seguito ammucchiata e raccolta con mezzi appropriati. In questo caso invece l’attrezzo è autocaricante: un trasportatore trasversale a nastro serve al trasferimento del materiale alla zona di carico, cioè alghe e sporcizia raccolte finiscono direttamente nel grande cassone dell’Unimog (in questo caso di 12 m3), il quale, potendo circolare normalmente su strada, può andare a svuotare il residuo nei luoghi deputati allo smaltimento. Oltre a fornire l’incommensurabile

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vantaggio di possedere un mezzo attrezzato anziché più macchine diverse utili allo stesso lavoro (trattore, rastrellone, caricatore e camion per il trasporto del materiale), altro grande vantaggio dell’attrezzatura frontale è che le alghe vengono raccolte prima di essere pestate dalle ruote del mezzo e affossate nella sabbia, quindi più facilmente e velocemente passabili nel vaglio. L’unico inconveniente sarebbe quello della traccia lasciata dagli pneumatici sulla spiaggia: il problema non sussisterà in quanto l’Unimog sarà dotato di un rastrello posteriore per spianare la sabbia pulita (non ancora pronto per questa versione del Beachcleaner, ancora prototipo passibile di migliorie). La macchina è completamente idraulica e funziona con l’impianto idraulico dell’Unimog, quindi senza prese di forza meccaniche, alberi di trasmissione... La larghezza dell’attrezzo è di 2,20 m, e l’altezza è regolata da rulli, il cui azionamento è effettuato tramite l’impianto idraulico del portattrezzi. Il deflettore, situato sulla parte anteriore, è regolabile idraulicamente. I sistemi di filtraggio del materiale prima del carico, studiati per raccogliere soltanto la sporcizia e non la sabbia, avviene tramite griglie di vaglio che vanno da 8 mm a 2 cm a seconda delle necessità dell’utilizzatore, conformemente al tipo di rena da trattare e a come si vuole 16

rendere la spiaggia finita. Tutti i materiali sono in acciaio galvanizzato o zincato ed alluminio per rendere la struttura resistente alla corrosione dell’acqua di mare, consoni all’Unimog, che, solito lavorare nell’ambiente salino molto alto della viabilità invernale, e con possibilità di guado fino a 1 m, è stato realizzato totalmente in materiali che non arrugginiranno mai, dalla fibra composita di carbonio della cabina ergonomica con visibilità eccezionale, aria condizionata e filtro antipolline per l’estate, ai trattamenti del telaio e del cassone, sino alle sponde in alluminio. La vera polivalenza dell’Unimog risiede nel fatto che sia un portattrezzi completamente personalizzabile: viene costruito e poi consegnato al cliente con le dotazioni concordate, a scelta fra migliaia, che gli sono davvero necessarie all’uso che ne deve fare. Nel caso del Beachcleaner, un accessorio molto importante è il TireControl, sistema che, tramite un pulsante ed un display per i bar in cabina, permette all’autista di determinare la pressione degli pneumatici, cioè gonfiarli e sgonfiarli in pochi secondi, per viaggiare in strada o per allargare la superficie di contatto sulla sabbia, lavorando meglio e lasciando una traccia meno profonda. Sono posizionabili telecamere per migliorare il campo visivo.

Come l’Unimog, anche il Beachcleaner è personalizzabile: tutta l’attrezzatura, marchiata CE, è concordabile col cliente, tanto per dimensioni quanto per materiali e possibili migliori soluzioni suggerite. Soprattutto, essendo ancora un prototipo, è ancora in fase di creazione con continui miglioramenti, in particolare grazie ai suggerimenti degli esperti di sabbia che hanno assistito alle dimostrazioni sulle coste di Francia, Grecia, Spagna, Turchia, Germania... I responsabili dei comuni marini presenti all’evento di Lignano ne hanno in particolare apprezzato la velocità di lavoro, decisamente competitiva rispetto agli altri mezzi comunemente utilizzati per la pulizia delle spiagge, e per l’ottima maneggevolezza. Comprendendo il valore di un unico portattrezzi da utilizzare 365 giorni l’anno per i più svariati lavori di cui le pubbliche amministrazioni necessitano, per esempio utilizzandolo con bracci falcianti, impianti lavastrade ad alta pressione, spazzoloni anteriori per raccogliere gli aghi di pino, cisterne anche solo per innaffiare fiori e giardini, ed attrezzature per la neve (nonostante sia rara sulle coste, ma sempre problematica), probabilmente permetteranno di vedere qualche Unimog in più nelle località di mare, che, vivendo di turismo, hanno bisogno di mantenere anche le spiagge con la massima cura.

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IGIENE URBANA

Econic anche a passo corto Mercedes-Benz al fine di offrire una gamma che sia la più ampia possibile, in grado di adeguarsi con elasticità alle esigenze di un mercato molto competitivo, introduce sul mercato il nuovo modello di Econic con passo 3.450 mm. Il veicolo è disponibile in tre nuovi modelli con diverse motorizzazioni tutte diesel Euro 4, equipaggiato di serie con cambio automatico: - modello 1824 LL, configurazione 4 X 2, passo 3.450, diametro di volta 14.8, motore 175 kW / 238 CV - modello 1829 LL, configurazione 4 X 2, passo 3.450, diametro di volta 14.8, motore 210 kW / 286 CV - modello 1833 LL, configurazione 4 X 2, passo 3.450, diametro di volta 14.8, motore 240 kW / 326 CV Questa versione a passo corto comporta diversi vantaggi: - larghezza ai parafanghi 2.489 mm - lunghezza totale < 7 m in funzione dell’allestimento - peso massimo ammesso asse posteriore 12.000 kg - possibilità di soddisfare la richiesta di veicoli più compatti e ancora più manovrabili, grazie al diametro di volta di 14,8 m.

Econic ribadisce così la capacità di assicurare un’efficiente operatività in condizioni di traffico intenso o nelle

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strade strette dei centri storici, contribuendo a migliorare la generale efficienza nei sistemi di raccolta rifiuti.

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TECNICA

Le trasmissioni Allison richiedono meno cambi olio con TranSynd

Grazie a TranSynd la trasmissione di Allison aumenta del 100% gli intervalli per la sostituzione dell’olio, con il vantaggio di un risparmio economico, minori tempi di fermo macchina e maggior rispetto per l’ambiente. A seguito di severi test Allison Transmission ha concluso che l’olio sintetico di TranSynd dura fino a 48 mesi, 300.000 miglia o 6.000 ore prima di dover essere sostituito. Un intervallo dieci volte maggiore rispetto alle 25.000 miglia consigliate per gli oli minerali convenzionali. Le prove hanno infatti confermato che TranSynd mantiene le proprie caratteristiche per intervalli operativi in miglia ancora più lunghi rispetto a quelli sopra citati.

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Per le trasmissioni della serie 3000 e 4000, in rapporto al numero di serie e della sua applicazione, questo intervallo aumenta a 300.000 miglia da 150.000 miglia. Per le serie 1000 e 2000, molto utilizzate in applicazione come autobus urbani, gli intervalli aumentano del 50% arrivando a 150.000 miglia. Il risparmio economico è evidentemente significativo. Un veicolo per il ritiro dei rifiuti, citato come "severo" nel libretto di manutenzione Allison, può ora risparmiare più di 200 euro all’anno grazie a TranSynd. Quindi per una flotta di 20 veicoli il risparmio annuale totale ammonterebbe a più di 4.000 euro. Senza considerare i costi, sempre maggiori, per lo stoccaggio ed eliminazione degli oli esausti. La riduzione del 50% della produzione d’oli esausti naturalmente, oltre ad una riduzione di costi correlati, permette un minor impatto ambientale salvaguardando la natura. L’olio è un elemento critico sia per le

prestazioni sia per la longevità di ogni trasmissione automatica. L’olio è l’elemento responsabile della trasmissione di potenza dal motore all’azionamento finale, protegge e raffredda i componenti chiave, mantenendo l’attrito fra i dischi costante. Gli olii per trasmissione convenzionali sono a base di petrolio: questi si ossidano rapidamente e di riflesso diminuiscono la loro efficacia. Col tempo, ciò causa una riduzione marcata della viscosità, con la conseguente riduzione della capacità di fornire una lubrificazione sufficiente. Le caratteristiche dell’olio sintetico TranSynd mantengono una lubrificazione ottimale e costante impedendo l’erosione eccessiva delle componenti del cambio. Questo naturalmente porta ad una riduzione notevole dei fermi macchina con una minor necessità di manutenzione che si evidenzia maggiormente in rapporto all’anzianità della trasmissione.

Nuovi intervalli per il cambio olio con TranSynd Cambio Allison 1000/2000 000/4000*

miglia 150.000 300.000

Normale ore 4.000 6.000

mesi 48 48

miglia 75.000 150.000

Severo ore 3.000 6.000

mesi 48 48

N.B.: Il primo evento che avviene tra miglia, ore o mesi * Per i numeri di serie che cominciano con 6510670912 e 6610205144 ** Normale indica i veicoli con meno di un arresto per miglio per le trasmissioni senza retarder *** Severo indica i veicoli con più di un arresto per miglio, p.es. autobus urbani, veicoli per la raccolta dei rifiuti e tutte la trasmissioni dotate di retarder

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ATTREZZATURE

Sempre più 12 volt GHERARDO MARCHELLI La Option di Codroipo (UD) incrementa la sua offerta di attrezzature a 12 Volt per agevolare l’allestimento di veicoli di piccole dimensioni, permettendo a privati ed amministrazioni pubbliche di utilizzare mezzi leggeri in differenti lavori. Oltre alla oramai nota linea di spargitori elettrici Polaro e SnowEx ora vuole offrire sul mercato italiano la gru con verricello elettrico della tedesca Arpo. Questa particolare gru leggera (62 kg di peso), ruotante a 360° sul suo asse, consente una agevole applicazione su qualunque veicolo, in modo da attrezzarlo, in maniera estremamente agevole, di una pratica gru di dimensioni compatte, che ha uno

sbraccio da 1.200 mm ad un’altezza dal pianale a cui è applicata di 1.200 mm, e di 800 mm ad un’altezza di 1.920 mm sempre dal pianale. Il verricello, naturalmente elettrico a 12 oppure a 24 volt, è in grado di sollevare fino a 500 kg, prendendo corrente grazie ad un semplice collegamento con la batteria del mezzo. Option amplia così la sua gamma di attrezzature ad azionamento elettrico a 12 volt, offrendo non solo la possibilità di utilizzare dei mezzi economici in applicazioni risolte tipicamente con macchine più importanti, ma anche quella di intervenire in situazioni con spazi estremamente contenuti, dove solo dei veicoli leggeri possono arrivare.

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Altra caratteristica delle attrezzature a movimentazione elettrica che Option sottolinea è quella di una estrema semplicità ed economicità nella manutenzione, visto che risulta praticamente nulla.

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PORTATTREZZI

Caron ad Eima 2006 GIORGIA MARCHELLI Come gli anni scorsi, anche durante quest’autunno 2006, Caron ha partecipato in grandi forze all’Eima di Bologna, esposizione internazionale di macchine per l’agricoltura e il giardinaggio, presentando molte macchine della propria esemplare offerta. La società Caron si colloca tra i maggiori costruttori di Transporter e Motoagricole, di cui può offrire un’ampia gamma sul mercato con potenze da 26 a 100 CV, portate da 1.500 a 6.000 kg, nelle varie versioni ad uno o due posti, a ruote sterzanti o articolati, con una vasta molteplicità di marce e velocità da 1 km/h fino a 40 km/h. Principalmente apprezzati nelle zone alpine, i transporter presentano numerosi vantaggi rispetto al trattore tradizionale, come compattezza, maneggevolezza e migliori trazione e stabilità anche sui terreni più ripidi, grazie alla perfetta distribuzione dei pesi sugli assi. Con l’evolvere delle richieste del settore industriale, agricolo e municipale, Caron ha saputo adattare i propri prodotti alle più diverse esigenze, dando origine a veicoli multifunzionali che trovano impiego anche nel servizio stradale e cantieristico, nella manutenzione forestale e nel servizio antincendio. Tutti i veicoli nascono da una filosofia che, da più di quarant’anni, oltre a porre la massima cura nell’allesti-

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mento finale, parte da una progettazione specifica dei cambi e degli assali, interamente prodotti in proprio, al fine di ottenere elevate prestazioni ed affidabilità: non a caso Caron è stato tra i primi costruttori ad ottenere l’Omologazione Europea. In particolare, per il mercato austriaco e svizzero, la ditta Caron ha sviluppato e produce una versione dei Transporter Serie 800 e 900 che prevede un passo maggiorato, telaio con attacchi universali, presa di forza indipendente in posizione centrale, distributore idraulico con 5 innesti e valvola regolatrice di flusso dietro la cabina, e freno di stazionamento a molla. Una soluzione ideale per gli attrezzi che il cliente finale di questi paesi è solito applicare alla macchina, presentata all’Eima nella versione del 998, il transporter più potente della casa di Pianezze (VI). Novità rilevante di quest’anno riguarda l’aggiornamento dei motori a 3 e 4 cilindri montati sulle serie AR, ST e 800, con potenze da 38 a 50 CV, per i quali la ditta Caron ha già provveduto all’aggiornamento secondo la Direttiva CE 2004/26 Fase 3A, obbligatoria dal 2007. A dimostrazione della molteplicità di soluzioni che Caron propone, sono stati esposti all’Eima vari esemplari di ognuna delle 4 serie in cui si suddivi-

de la produzione dell’azienda: motoagricole AR e ST, che si differenziano fra loro per lo snodo centrale nell’AR e per le ruote sterzanti nell’ST, e transporter 800 e 900. Dei 22 modelli della serie AR e ST, a scelta nelle versioni con arco di protezione o con semicabina omologata con parabrezza apribile, sono stati messi in mostra alla fiera di Bologna dai più picccoli AR 140 e AR 340, ai maggiori ST 630, ST 660 e AR 690. Particolarmente interessante l’allestimento dell’ST 660 con una piccola gru forestale Sicmaforst realizzata ad hoc per Caron da Sicma di Tremea S.r.l. di Lentiai (BL), rivenditore autorizzato della società di Pianezze, allestitore e produttore di tecnologie per la foresta. Si tratta di un caricatore forestale idraulico ripieghevole in sagoma modello SF 235 ZL - light, dotato di dispositivo a cremagliera con scatola di rotazione di 360° e ritorno, stabilizzatori idraulici indipendenti industriali, distributore a 8 leve con comandi ripetuti per l’utilizzo bilaterale a terra, avambraccio telescopico, circuito idraulico indipendente con pompa e serbatoio dell’olio ideale per trattorini, transporter, motoagricole e rimorchi. La gru ha estensibilità massima di 3,50 m; la pinza tronchi SF 100 ha un’apertura di 1.000 mm; il rotore Baltrotors illimitato ha portata 1 t; la capacità di alzata a braccio teso è di 350 kg, mentre la capacità di alzata al 1° braccio è di 750 kg, per un peso della gru a terra di 390 kg ed un ingombro massimo con gli appoggi chiusi di 1,5 m. In rappresentanza dei 9 modelli di transporter erano esposti un Caron 860, un 998 ed il 998 versione Austria senza cassone né allestimenti, per lasciar libero il cliente finale di adattarlo alle proprie esigenze ed attrezzature preesistenti con misure diverse in Austria e Svizzera.

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FIERE

Viatec 2007: 24 - 26 gennaio 2007 Viatec, la fiera internazionale specializzata per la costruzione e manutenzione di infrastrutture stradali in zone alpine, ritorna già con il 2007 nella sede di Innsbruck e fornirà dal 24 al 26 gennaio un quadro rappresentativo delle tecnologie attuali utilizzate nella costruzione e manutenzione di strade, ponti, viadotti, gallerie e nella progettazione stradale in zone di montagna. Questo vale - appena un mese prima della chiusura ufficiale delle adesioni - sia per la fiera specializzata, sia per il congresso scientifico internazionale, che vede la partecipazione di esperti di alto rango dall’economia, dalla scienza e dall’amministrazione pubblica. Grazie alla collaborazione tra Fiera Bolzano e Fiera Innsbruck, i due capoluoghi di regione si scambieranno in futuro l’organizzazione di Viatec, evento nato nell’autunno del 2004 e riproposto con successo a febbraio 2006 (circa 2.400 visitatori, 105 espositori). Già con Viatec 2007, che avrà luogo ad Innsbruck con il patrocinio della società austriaca che raggruppa i produttori di asfalti Gestrata, la manifestazione vuole posizionarsi come fiera leader per la costruzione e manutenzione stradale in zone alpine o con particolari condizioni climatiche. Gli organizzatori si aspettano a fine gennaio 2007 la presenza di oltre 80 espositori e circa 2.500 visitatori dall’intera zona alpina e dalle regioni montane europee. Fiera Innsbruck sta registrando attualmente un grande interesse da parte di aziende del mercato austriaco. Anche produttori e società di servizi dalla Germania e dalla Svizzera stanno arricchendo il numero di nuovi espositori a Viatec, ampliando così l’offerta con la presenza di grandi multinazionali e imprese attive nelle Alpi Orientali austriache e italiane. Fulcro della manifestazione saranno la costruzione e gli interventi di mantenimento di strade e infrastrutture stradali, quali ponti, tunnel, viadotti. Verranno inoltre presentati, oltre a macchine, attrezzature e materiali da costruzione, anche specifici metodi costruttivi e servizi di ingegneria e progettazione di infrastrutture. Il programma espositivo sarà completato dai settori sicurezza del traffico e sul lavoro, manutenzione stradale nonché registrazione e controllo del traffico. Sul lato visitatori Fiera Innsbruck si aspetta una grande affluenza di pubblico: oltre a rappresentanti di piccole e medie imprese saranno invitati soprattutto funzionari e responsabili della costruzione e gestione strade di comuni e province, tenendo conto dei processi di assegnazione e realizzazione lavori nell’industria edile alpina. Il contenuto scientifico della manifestazione è incentrato come negli anni precedenti sul congresso internazionale Viatec 2007, che avrà luogo direttamente nel complesso fieristico. Temi dominanti della manifestazione specializzata, organizzata in cooperazione con le autorità tirolesi competenti in materia di edilizia per le strade provinciali e l’amministrazione austriaca per le strade di grande comunicazione Lavori Pubblici n. 23 novembre - dicembre 2006

Asfinag, saranno i grandi progetti infrastrutturali in zone alpine. Le stesse tematiche rivestiranno un ruolo di primo piano nel convegno abbinato al congresso Viatec 2007, che si terrà il 25 e 26 gennaio 2007 con il titolo "Consolidamento e interventi di riparazione sulle costruzioni in calcestruzzo", organizzato dalla Leopold Franzens Universität di Innsbruck, Facoltà di Ingegneria Civile. Sotto la direzione del Prof. Dr. Ing. Jürgen Feix, rinomati relatori esporranno il loro punto di vista in merito a concreti progetti come l’autostrada della valle dell’Inn e del Brennero, il tunnel di base del Brennero e il tracciato della valle dell’Inn inferiore. Novità del programma è una mostra dedicata a rilevanti progetti di infrastrutture in Tirolo, con la trattazione di temi quali la sicurezza in galleria e le protezioni antivalanghe. Verranno presentati per esempio la più lunga galleria contro le valanghe aperta recentemente nella valle di Defereggen in Tirolo Orientale, il collegamento WörglKirchbichl con numerosi tracciati in galleria e un allacciamento diretto all’autostrada della valle dell’Inn, ed infine il tunnel Roppen 2 (strada dell’Arlberg), dove sono stati appena iniziati i lavori di costruzione.

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PARCHI GIOCO

Un NiDondolo dove c’è un bambino

Il reparto di Neuropsichiatria Infantile AUSL di Piacenza ha ricevuto il 15 novembre 2006, grazie alla Campagna Nazionale G.A.S.B.I. “Un NiDondolo dove c’è un bambino”, ed al generoso contributo di Ina Assitalia Agenzia Generale di Piacenza, il Nidondolo, il primo gioco Design for All, ovvero un gioco adatto a tutti i bambini e soprattutto a quelli diversamente abili. Il NiDondolo è una grande ciotola, il nido, che al minimo spostamento della persona posta al suo interno inizia un movimento rotatorio o basculante. I bimbi possono entrarvi a carponi, giocarvi da coricati, seduti o in piedi secondo le abilità e senza pericolo, in quanto, sia all’interno che all’esterno, il gioco è rivestito di materiale antiurto; inoltre la particolare forma fa sì che chi è seduto al suo interno non si senta scalzato fuori anche quando gira velocissimo. NiDondolo nasce da uno studio promosso dall’Associazione G.A.S.B.I. (Genitori Associati Spina Bifida Italia) con il contributo della Regione Emilia

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Romagna ed affidato all’arch. Mitzi Bollani, esperta in Accessibilità, Salute e Sicurezza per Tutti = Design for All, con l’obiettivo di valutare il livello di accessibilità e fruibilità da parte di bambini con limitazione motoria delle attrezzature ludiche a disposizione negli asili e nei campi gioco. Dallo studio è emerso che i giochi esistenti non consentono l’uso in autonomia e pari grado di sicurezza per coloro che hanno difficoltà motoria. Dalle interviste effettuate è emerso che i bambini con disabilità desiderano socializzare e divertirsi senza la costante presenza/aiuto di un adulto. Obiettivo della progettazione è stato quindi quello di creare un gioco nuovo che sviluppi la creatività e la sintonia con gli altri e che dia l’emozione della velocità. Prodotto da Modo S.r.l. è certificato dall’Istituto Italiano Sicurezza dei Giocattoli. Misura 190 cm di diametro e necessita di un’area gioco di almeno 3,50 m. Ora è disponibile anche nella versione

ridotta NiDondolino da 80 cm di diametro per il gioco da parte di bambini sotto i tre anni e per scopi di fisioterapia. Interamente realizzato in acciaio e rivestito in materiale antiurto, appoggia su cuscinetti a sfera da cui deriva una manovrabilità assolutamente semplice e senza sforzo. Può essere posto sia al chiuso che all’aperto senza alcun problema. La molteplicità di movimento e di effetti che si possono ottenere è tale che può creare interesse anche in coloro che hanno limitazioni sensoriali o pluri-disabilità. La robustezza del NiDondolo ne consente l’uso anche da parte di adulti: questo per rispondere a richieste giunte da genitori con figli anagraficamente adulti ma intimamente bambini, o che desiderano condividere il divertimento con il loro bimbo. E’ un gioco nuovo, emozionante e all’occorrenza veloce, che sviluppa la creatività, la sensibilità propriocettiva, la capacità di lavorare in sintonia con gli altri e di sviluppare seguentemente relazioni sociali ed amicali.

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AUTOTELAI

Road Show Mercedes-Benz Actros on Tour 2006

Il Road Show “Actros on Tour 2006”: 8 tappe lungo le autostrade italiane Esclusive prove su strada di veicoli equipaggiati con il nuovo cambio automatizzato Powershift a 12 marce Sicurezza e rispetto dell’ambiente: i valori Mercedes-Benz protagonisti nelle principali aree di servizio dal 20 novembre al 15 dicembre 2006. Alla base del successo di MercedesBenz Actros c’è la capacità di interpretare e soddisfare pienamente le esigenze dei clienti. Per questo motivo nasce “Actros on Tour 2006”, un ulteriore punto di incontro tra Actros e gli appassionati autisti del marchio con la Stella, che hanno l’opportunità di vivere “on the road” le elevate caratteristiche dinamiche, di sicurezza e comfort che il veicolo è in grado di offrire. Il Road Show, che ha avuto inizio il 20 novembre, si articola in otto tappe di due giornate ciascuna, coinvolgendo le più importanti aree di servizio della rete autostradale italiana. Nelle aree di servizio scelte da Actros on Tour viene allestito un villaggio di circa 500 m 2 , nel quale sono accolti con grande semplicità e professionalità gli autotrasportatori

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ai quali viene offerto un importante momento di relax e di informazione sulle tematiche della sicurezza e del rispetto dell’ambiente. Nell’ambito del villaggio viene presentato il nuovo cambio automatizzato Powershift 12 marce ed è possibile provarne di persona le eccellenti caratteristiche che lo rendono unico, al volante di tre veicoli, trattori con semirimorchio, a disposizione per le prove in autostrada. L’area dedicata alla sicurezza descrive i principali sistemi disponibili sui veicoli industriali Mercedes-Benz e consente ai visitatori di informarsi in merito alle numerose attività e corsi per autisti portati avanti dalla Casa con la Stella. Infatti, sicurezza a 360 gradi significa anche investire sull’uomo attraverso specifici corsi di guida sicura, teorici e pratici, tutelando la condizione psico-fisica degli autisti. A questo proposito nell’area benessere del villaggio è presente un Mercedes-Benz Sprinter, appositamente allestito, dove è possibile effettuare una visita oculistica completa eseguita da personale specializzato. All’interno dell’esclusivo Show Truck, dedicato al rispetto dell’ambiente, è

possibile approfondire l’innovativa tecnologia BlueTec, la soluzione DaimlerChrysler già oggi in grado di soddisfare le normative antinquinamento Euro 4, in vigore dal primo ottobre 2006, ed Euro 5, obbligatoria in Europa dall’ottobre 2009. Inoltre, BlueTec consente di usufruire di alcuni vantaggi economici in termini di riduzione dei consumi di gasolio (2 6% in meno rispetto ad un veicolo Euro 3) e tariffe autostradali agevolate in alcuni Paesi Europei. Actros on Tour si completa con un’area dove sono esposti un MercedesBenz Actros BlueTec, con cabina Megaspace, ed un esemplare dell’esclusiva serie limitata “Edizione Azzurri”, nata per festeggiare la vittoria della nazionale italiana agli ultimi campionati del Mondo di calcio. Le tappe di Actros on Tour 2006: 20/21-11 La Macchia est (FR) 23/24-11 Conero est (AN) 27/28-11 Fratta nord (VE) 30-11 1-12 Montealto nord (BS) 4/5-12 Villarboit sud (VC) 6/7-12 Arda est (PC) 11/12-12 Cantagallo ovest (BO) 14/15-12 Giove ovest (VT)

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PORTATTREZZI

Dritti all’obiettivo Innumerevoli e sempre diverse. Non esiste definizione più sintetica e precisa per indicare le esigenze di chi opera nella manutenzione stradale e ferroviaria, un settore che ha prospettive di crescita interessanti ma che trova tuttavia parecchi ostacoli alla sua espansione, non ultimi quelli legati ad una limitata disponibilità di macchine specializzate. Quando nel 2001 la società Tre Emme presentò il suo primo trattore forestale da 180 cavalli, più di un addetto ai lavori pensò al classico salto nel vuoto. Oggi, invece, la realtà rende merito alle scelte coraggiose di allora e proprio l’export si è dimostrato uno sbocco commerciale vincente per la produzione della società del Gruppo Merlo: non solo ha accresciuto i volumi produttivi ma ha anche allargato l’offerta a livello di prodotto, inserendo nuovi e più potenti modelli nella gamma ed aumentando gli equipaggiamenti specializzati.

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Si propone infatti sul mercato con macchine innovative, agili e potenti, studiate ad hoc per lavorare nei boschi e per curare la manutenzione stradale e ferroviaria. Tutte attività che per poter essere invece affrontate con un trattore agricolo tradizionale impongono una profonda e costosa trasformazione di quest’ultimo. Una delle più recenti realizzazioni vede le macchine al lavoro con spartineve e fresaneve per liberare le strade dalle masse nevose più imponenti. Già all’opera in Francia, Svizzera e Canada, hanno dimostrato tutta la loro forza e versatilità nelle operazioni di sgombero pesante, tanto da meritarsi gli elogi di utilizzatori professionisti abituati a macchine molto meno "tecnologiche". Anche per questi importanti progetti due sono stati i fattori chiave: la sicurezza e il comfort, temi che Tre Emme ha sviluppato a 360 gradi ed in termini di

ampio respiro. Tre le famiglie di prodotto Tre Emme: la serie B, portattrezzi multifunzione con potenze fino a 280 cavalli, la serie SC, trattori specializzati nella movimentazione di tronchi, e la serie VR, macchine polivalenti per la manutenzione stradale. In tutti i modelli i gruppi di lavoro sono anteriori, sotto gli occhi dell’operatore; la trazione è integrale permanente con trasmissione idrostatica e la sterzatura è sulle quattro ruote. La cabina è corazzata secondo le più severe norme di sicurezza. A queste macchine il compito di rispondere a quanti necessitano di prestazioni superiori o pretendono il controllo pieno e completo dell’attrezzo. Un layout costruttivo inusuale e scelte ergonomiche esclusive assicurano una efficienza operativa ed un comfort di lavoro di alto livello. Comune a tutta la gamma, la sicurezza è garantita dal sovradimensionamento di tutti i sistemi di protezione e dalla qualità dei materiali. Innumerevoli gli attrezzi, dalle tradizionali trince ai cavaceppi. Dalle cippatrici per la triturazione del legno ai bracci meccanici per la pulizia dei fossi o il taglio delle siepi. D’inverno poi lame e frese da neve a volontà, per trasformare quella che normalmente è una macchina da foresta in un mezzo fruibile tutto l’anno, forte di una redditività totale.

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VIABILITA'

Massima polivalenza dei monoasse idrostatici Rapid grazie a 94 accessori FRANCESCO VANDONI

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alla base di un successo ormai consolidato: Rapid ha sistematicamente completato e rinnovato la propria gamma rimanendo fedele a questi due capisaldi. La gamma odierna offre una serie di macchine fuori dal comune per la manutenzione professionale delle superfici e degli spazi verdi. Inoltre la vastissima disponibilità di accessori permette ai monoassi Rapid di essere utilizzati in molte occasioni su tutto l’arco dell’anno. L’azienda Rapid Technic AG adotta e applica continuamente i più moderni strumenti di progettazione, di realizzazione e di controllo a tutta la propria

L’azienda svizzera Rapid Technic AG ha presentato di recente all’Eima in prima mondiale la nuova macchina Mondo. Si tratta di un monoasse idrostatico interamente rinnovato rispetto ai precedenti modelli Mondo Standard e Mondo Plus. Nello stand Rapid erano esposti anche gli altri modelli di monoassi: Swiss, Universo, e Euro. Tecno, il modello maggiore, era assente a Bologna. Più di ottant'anni fa dalle officine Rapid di Dietikon, nei pressi di Zurigo, usciva la prima falciatrice monoasse al mondo. Qualità molto spinta e concezione ingegnosa sono

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produzione al fine di poter non solo vantare ma anche garantire una qualità Swiss Made ad ogni suo prodotto. Il nuovo monoasse a trasmissione idrostatica è dotato di un motore Robin EX27 raffreddato ad aria, monocilindrico a quattro tempi che eroga una potenza di 9 CV. La velocità varia, in marcia avanti da 0 a 6,5 km/h e in retromarcia da 0 a 4 km/h, e si regola ruotando la maniglia destra del manubrio. Tale regolazione è continua, non richiede di frenare né di innestare una marcia. Il manubrio è girevole su 230°, regolabile senza l’ausilio di attrezzi in sei posizioni anche durante la marcia; l’altezza del manubrio può altresì assumere varie posizioni, conferendo grande comfort e sicurezza. Inoltre il sistema Wendematic fa sì che indipendentemente dalla posizione del manubrio i comandi avanti e indietro sulla manopola rimangano invariati, il che fornisce una guida intuitiva all’operatore. Un dispositivo di messa in folle permette di spingere o tirare a piacere il Mondo. Ancora a vantaggio del comfort e della sicurezza il monoasse Mondo è dotato di un blocco del differenziale comandato da una leva che può essere azionata con un dito, e dispone di un robusto freno di stazionamento. L’innesto della presa di forza anteriore funziona elettromagneticamente e può essere inserito e disinserito con un semplice pulsante. In caso di necessità si può frenare l’attrezzatura complementare. Nel caso inverso, cioè in caso di bloccaggio dell’attrezzatura, Mondo effettua immediatamente il disinnesto. Oltre questi sistemi di sicurezza auto1. Lo stand Rapid all’Eima 2006 2. Mondo con spazzatrice 3. Modello Gravely Rapid M 4. Swiss con le varie ruote Rapid

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matici Mondo dispone anche di una leva per l’arresto di sicurezza, combinato con il freno. Lo stand Rapid all’Eima presentava in tutto otto monoassi, ponendo l’accento chiaramente sul nuovo modello Mondo, con ben 5 versioni, una delle quali per sottolineare il recente accordo con l’americana Gravely, il modello Gravely Rapid M allestito con una lama sgombraneve. Al centro dello spazio espositivo era posto un altro Mondo attrezzato con un tosaerba a falcetta Rapid. La larghezza di lavoro di tale attrezzatura è di 105 cm, le sue due lame robuste e silenziose permettono la cura di manti erbosi, parchi, campi sportivi in maniera rapida e comoda. L’altezza di tosatura ed il coperchio del tosaerba sono a regolazione continua. Sui restanti 3 Mondo esposti erano montate altre attrezzature: una doppia barra falciante comunale, senza codoli, disponibile con larghezze utili da 122 a 142 cm; una spazzatrice stradale con larghezze di 70, 90 o 100 cm ed infine una fresa per terreno da 65 cm. La gamma di monoassi idrostatici Rapid si suddivide in due tipologie, TLine, come Mondo e Universo con manubrio girevole e F-Line, che comprende gli altri tre modelli della Rapid Technic: Swiss, Euro e Tecno. Un Universo attrezzato con un erpice rotativo era esposto in stand. Essendo un T-Line il suo manubrio è girevole e regolabile in altezza, con inoltre un sistema di attenuazione delle vibrazioni. Il motore Briggs & Stratton Vanguard eroga 13 CV; la trazione è idrostatica in continuo, la regolazione della velocità avviene ruotando la manopola destra del manubrio; la velocità varia da 0 a 8 km/h in avanti e da 0 a 4 km/h in retromarcia. Il modello Universo è

dotato di sistema attivo di guida che si basa su due motori indipendenti, uno per ogni ruota, comandati da leve sul manubrio e dotati di valvole idrauliche IDC (Iten Drive Control) a funzione progressiva. L’aggancio delle attrezzature è rapido e non necessita di attrezzi. Una leva, posta al centro del manubrio, permette di regolare la velocità della presa di forza anteriore, 700, 1.000 giri/min e anche di mettere in folle. Una particolarità importante di tutti i monoassi Rapid consiste nel poter montare vari tipi di ruote, a pneumatici o metalliche (a griglia o con spuntoni) e anche di poter combinare queste diverse ruote per ottenere la massima aderenza su ogni tipo di terreno. Un altro modello esposto era Swiss, appunto allestito con ruote metalliche a spuntoni ed una barra di taglio. Swiss è il più piccolo monoasse a trasmissione idrostatica con sistema attivo di guida che l’operatore controlla inclinando la manopola destra del manubrio verso destra o sinistra. Fa parte degli F-Line: il manubrio è fisso, pur essendo regolabile in altezza e munito di dispositivo antivibrazioni. Il motore è un Robin EX27 che eroga una potenza di 9 CV. Sempre della F-Line, l’ultimo modello presente in fiera era il monoasse Euro, diponibile con varie motorizzazioni da 11 a 20 CV. Il modello Tecno invece non era presente in fiera: si tratta di un monoasse di grande larghezza con un efficacissimo sistema di compensazione elettro-idraulica. Questo sistema, gestito da un computer, mantiene il motore, i dispositivi di controllo e la trasmissione sempre in posizione orizzontale. Il centro di gravità della macchina si adatta così al meglio alla pendenza di qualsiasi terreno.

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ATTREZZATURE SPECIALI

2 alluvioni con la squadra Gerotto CHIARA LAZZARIN Quando si parla di escavatori a risucchio si pensa alle loro mille potenzialità. Ma se si vedono queste macchine all’opera in situazioni di disastro ambientale, si rimane inevitabilmente impressionati dalla loro forza e utilità. Di seguito il racconto di due alluvioni, una in Svizzera e una ad Ancona, in cui la ditta Gerotto Federico S.r.l. è stata chiamata in prima linea. L’intervento degli escavatori a risucchio a stretto contatto con la Protezione Civile ha garantito risultati insostenibili in altro modo. Svizzera, 21 agosto 2005 La pioggia incessante sul versante nordalpino provoca un insieme di pesanti inondazioni e scoscendimenti franosi di fango e detriti. I fiumi Reuss e Aare straripano. Sei persone muoiono tra le acque; sotto le colate di fango numerosi feriti, alcuni gravi. Ne fanno le spese soprattutto l’Oberland bernese, la Svizzera centrale, i Grigioni e il Canton Argovia. I danni materiali della grave catastrofe atmosferica vengono stimati attorno a

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2,5 miliardi di franchi. Scatta l’allarme generale. La mobilitazione è a livello europeo. Risponde all’appello anche la ditta padovana Gerotto Federico S.r.l.. Parte istantaneamente il team di Gerotto con destinazione Altdorf: 2 macchine e 4 operatori fissi in città a presidiare i lavori e a garantire l’intervento costante dei mezzi. "La squadra di lavoro era europea racconta Alessandro Gerotto, team leader dell’operazione - una vera squadra operativa al 100%. A noi è stata affidata la scuola militare di Altdorf. Ci occupavamo di rimozione detriti da stanze e cunicoli. Le nostre macchine, 32/8 Super Suction, hanno lavorato ininterrottamente per 3 mesi. Ci davamo i turni in modo da garantire il massimo della presenza e dell’efficacia nel lavoro. Il team non ha conosciuto sosta. Si lavorava giorno e notte". Alla fine dei lavori sono state mobilitate 10.000 tonnellate di rifiuti. Un lavoro estenuante che ha garantito ai cittadini di Altdorf il ritorno alla vita normale. Italia, 16 settembre 2006

Una bomba d’acqua si abbatte sulla zona sud di Ancona coinvolgendo i Comuni di Osimo, Castelfidardo, Camerano, Offagna. I danni vengono stimati per oltre 200 milioni di euro. Le Marche, purtroppo, si trovano a dover fare i conti anche con questa nuova emergenza dopo il terremoto del ‘97 e la frana di Ancona. Nel dramma dell’alluvione, la pioggia è incessante. Non lascia tregua. Le fognature otturate non permettono all’acqua di fluire. "Noi lavoriamo spesso con situazioni di calamità - racconta Paolo Belardinelli, responsabile reparto manutenzione e attività con la Protezione Civile di AnconAmbiente - le situazioni di disastro in un certo senso sono per noi condizioni di lavoro normali. Ma l’alluvione di Ancona è stata davvero difficile da affrontare". AnconAmbiente è l’impresa di servizi di pubblica utilità che coordina le attività di emergenza e le numerose risorse umane accorse ad operare: aziende fornitrici, comuni vicini, volontari da ogni dove e ovviamente la Protezione Civile. 35 gli operatori tecnici che con i propri mezzi speciali vengono chiamati all’ordine. Per la prima volta ad Ancona anche Federico Gerotto. "È stata una piacevole sorpresa quella di Gerotto - continua Belardinelli ci siamo trovati subito in sintonia. Un ottimo lavoro". Il racconto di Alessandro Gerotto, presente anche lui ad Ancona: "Abbiamo mobilitato 2 macchine per Immagini dalla Svizzera

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l’alluvione di Ancona. Le più potenti sul mercato. Una capacità di 35.000 m3/h di aria con una pressione massima fino a 0.4 bar. Vista l’emergenza abbiamo dovuto garantire turni massacranti... ci hanno affidato la zona industriale dove l’acqua era arrivata fino a 3 metri di altezza.

Qualcosa di devastante... Ma ce l’abbiamo fatta. Le macchine hanno retto perfettamente i ritmi di lavoro: 12 ore consecutive di aspirazione per un mese intero". Nel tetto massimo dell’emergenza il gruppo eterogeneo e numeroso si trova compatto e coordinato. "Siamo riusciti a riattivare i collettori ostruiti e a garantire la pulizia dei condotti fognari e dei pozzetti stradali giusto in tempo. - ricorda ancora Paolo Belardinelli - Quando è arrivata la seconda ondata di pioggia, insostenibile, le fognature erano già in grado di riassorbire l’acqua. Immagini da Ancona

Siamo riusciti ad evitare il peggio!" Ecco cosa significa una squadra di macchine e uomini assieme, forte e compatta: una potenza che solo unita alla forza di volontà e alla professionalità rende capace di affrontare situazioni al limite delle possibilità.


VERDE

Orsi all’Eima 2006 GHERARDO MARCHELLI

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Grande riscontro di interesse ha avuto Orsi all’Eima per le sue novità. In questa sede infatti si sono potute ammirare in anteprima mondiale le nuove macchine. Al visitatore attento si evidenziava subito il nuovo design del basamento dei bracci decespugliatori professionali serie River (500, 651 e 770 telescopic). Questo basamento completamente riprogettato si caratterizza per il suo ingombro verticale estrema-

mente contenuto, che, oltre ad offrire l’indiscusso vantaggio di non ostruire in alcun modo la visibilità sul retro del trattore, consente alla torretta di ruotare di 110° gradi anziché i 90° delle versioni precedenti. Nella progettazione è stata posta una particolare attenzione alla sicurezza ed alla comodità per le operazioni di carramento/scarramento della macchina, infatti non ci sono più i classici tre piedini sfilabili ma sono stati inte-

grati quattro piedini che, incernierati al basamento, trovano con semplicità il loro giusto posizionamento a terra e vanno a richiudersi sulla macchina stessa in fase di lavoro a macchina agganciata. Questa linea di bracci professionali è particolarmente adatta ad operare in strade strette e scavalcare, con il primo braccio rialzato, paracarri e guard rail; bracci che presentano ora una linea sempre più filante totalmente incarenata. Naturalmente estremo interesse ha raccolto la versione sempre più aggiornata dell’ASC, il dispositivo di autolivellamento elettronico computerizzato, che permette alla testata trinciante di adattarsi continuamente al terreno, comandando anche il movimento del braccio principale, alzando in automatico la macchina anche in caso di urto. L’ASC agisce sui quattro cilindri, quelli che muovono il braccio principale, il secondo braccio, l’inclinazione della testata trinciante ed il martinetto che riporta la macchina in posizione di lavoro quando questa rientra in caso di urto. La macchina viene automaticamente sempre riportata in posizione di lavoro ed i martinetti vengono comandati 1. 2. Nuovo basamento per l’Orsi River 3. Trincia forestale Orsi W-Forest

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da questo sistema che permette di sfiorare il terreno. L’operatore può scegliere, su un manometro posto al centro del pannello dei comandi, quale pressione esercitare sulla testata trinciante in modo da poter scegliere se vuole sfiorare il terreno oppure essere un po’ più incisivo. La grande innovazione è quella di non avere nessun contatto col terreno per il suo funzionamento, in modo da evitare usura o rottura degli stessi, ma di avere solo dei particolari encoder posizionati sui due bracci principali che rilevano la pressione dei martinetti ed inviano i dati ad un computer che li elabora per comandarne i movimenti. Nel campo delle trince forestali si è distinta la W-Forest con il rotore con martelli a scomparsa ruotanti. La particolarità di questa nuovissima trincia forestale è quella di avere il rotore costruito in un pezzo unico, quindi senza punti deboli dovuti alle tipiche saldature, caratteristica estremamente importante per una macchina che deve operare in condizioni estreme che richiedono la massima resistenza possibile. Le sedi delle mazze sono scavate all’interno del rotore monoblocco e sono libere di ruotare senza così urtare lo stesso evitandone il danneggiamento. Naturalmente tutti i particolari di questa macchina sono studiati e curati proprio al fine della sua resistenza come il cuscinetto a doppio giro di rulli del rotore, e la presenza di un ingrassatore per ogni cerniera del portellone del cofano apribile. La W-Forest è indicata per il lavoro in presenza di legna fino a 15 - 20 cm di diametro, con la facoltà di abbattere anche piante robuste e di poter essere applicata sia al sollevatore anteriore dei trattori, oppure di essere sia trainate che spinte. Orsi ha anche rivisitato tecnicamente la gamma delle trin-

ce laterali per la pulizia di banchine stradali, bordi e sponde di fossati Farmer, con una nuova gamma con l'innovativogruppo anti-shock oleopneumatico, un vero dispositivo antiurto: novità a livello mondiale, che presenta un martinetto idraulico con un accumulatore ad azoto che interviene in caso di urto evitando rotture sulla macchina. Nella linea del garden professionale Zig Zag continua la sua evoluzione con una linea sempre più accattivante, qui montata su di un Gianni Ferrari, che ha colpito subito l’interesse dei molti visitatori. Zig Zag è una macchina estremamente innovativa e versatile, presentata lo scorso anno proprio all’Eima, che permette come lavoro primario di falciare intorno a tronchi e pali, oltre a poter pulire cordoli e falciare in piano. Anche negli altri settori di intervento Orsi ha presentato novità, come la macchina da raccolta del vigneto che, oltre a presentare un pick-up di raccolta, è completa del raccoglitore a scarico alto.

4. 5. Orsi Zig Zag 6. Orsi W-Forest

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TRASPORTI

RopeCon e le cave, con recupero energetico RopeCon è un nastro di trasporto per materiali sfusi: si tratta di un brevetto Doppelmayr che utilizza tecniche tipiche del settore funiviario e che è stato già presentato da Lavori Pubblici (n. 21 luglio - agosto 2006). RopeCon può essere utilmente impegnato in innumerevoli situazioni. Con questo intervento si vuole presentare la sua applicazione nel settore delle cave; in particolare con un caso di trasporto in discesa, che ha permesso un interessante recupero di energia, la quale viene impiegata all’interno della cava stessa con possibilità eventuale di cessione all’esterno. Si ricordano le principali caratteristiche di RopeCon. Gli elementi costitutivi principali sono le funi (rope) ed il nastro trasportatore (conveyer), come ricordato nel nome della soluzione e del brevetto. La fune sostiene il nastro e permette così di sorvolare i problemi (strade, ferrovie, fiumi, vallate trasversali, inclinazioni accentuate, infrastrutture esistenti...) lungo il percorso, tramite lunghe campate che possono arrivare a 3.000 m di lunghezza. La possibilità del sorvolo è la caratteristica principale per quest’impianto, che può prevedere lunghezze fino a 20 km, con una capacità di trasporto fino a 10.000 t/h, dislivello fino a 1.000 m ed inclinazione di 45° con nastro normale e 90° con nastro a tazze, ma non è l’unico elemento positivo del sistema. Una coppia di funi sostiene lateralmente il ramo di andata del nastro ed un’altra coppia di funi sostiene il ramo di ritorno dello stesso nastro. Ogni 6 metri degli assali sostengono il nastro: sono inseriti nella parte inferiore del nastro e trasversalmente rispetto al suo moto. Alle due estremità gli assali hanno due ruote che scorrono sulle due funi portanti laterali, le quali fungono da veri e propri binari.

Apposite traverse fissate alle funi mantengono la corretta spaziatura delle funi e, in alcuni casi, sostengono la copertura del nastro (nel caso di trasporto di materiali che si possono deteriorare se bagnati, come ad esempio carta o trucioli oltre a trattenere la diffusione della polvere).

Il nastro, che ha una larghezza prevista da 300 a 1.200 mm, è continuo e piano, con elementi laterali verticali in gomma ondulata, alti fino a 30 cm, che impediscono la caduta del materiale trasportato. E' realizzato in una maglia portante di materiale plastico o di acciaio, in base alle necessità

La linea del sistema RopeCon vista da angolazioni diverse 34

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(materiale e peso) di portata richieste. Come nei normali nastri di trasporto il ramo di andata e quello di ritorno sono sovrapposti ed invece di una puleggia, motrice o di rinvio, si hanno tamburi motori e di rinvio. Nel RopeCon il ramo di trasporto, tra il luogo di carico e quello di deposito del materiale, viaggia superiormente, quello di ritorno inferiormente. Dato che, dopo il deposito per gravità, del materiale potrebbe rimanere aderente al nastro di trasporto e cadere durante il tragitto di ritorno al luogo di carico, il ramo di ritorno ad entrambe le stazioni viene ruotato di 180°: le ruote degli assali dalle due funi portanti passano dalle funi a dei tubi metallici che impongono agli assali, e quindi al nastro collegato, l’effettuazione di una spirale che porta al rovesciamento del nastro, il quale compie così il tragitto di ritorno con la parte di trasporto rivolta nuovamente verso l’alto, quindi senza lasciar cadere alcunché. La presenza di spalle verticali in gomma ondulata è in funzione di questa spirale che comprime le sponde laterali del nastro, le quali poi tornano in posizione verticale, oltre che per girare attorno ai tamburi d'estremità. L’impianto di Zöchling L’ambito è quello di una cava di ghiaia situata nel comune austriaco

di Hainfeld, una cinquantina di chilometri a sud-ovest di Vienna. L’estrazione della ghiaia avviene ad una quota superiore, quasi un centinaio di metri, rispetto al livello di trattamento successivo del materiale. Situazione che finora ha richiesto il trasporto verso il basso tramite dumper, una soluzione costosa in termini di mezzi e consumi, con forte inquinamento acustico e per la polvere sollevata, il tutto non scevro da pericoli data la ripidità e la provvisorietà della strada da cava. L’adozione del sistema RopeCon ha portato all’adozione di un’organizzazione in cui la stazione di carico e motrice è posizionata a monte, in prossimità della zona di escavazione, in un punto ottimale per lo sviluppo della campata che così può essere unica, ossia senza sostegni intermedi. L’accentramento del materiale alla stazione di carico avviene tramite un nastro tradizionale che opera praticamente in piano. Questo nastro parte, ed è alimentato, da una prima stazione di trattamento, sminuzzamento (fino a 100 mm) e tramoggia di cadenzamento dell’invio del materiale alla stazione di carico. Alla stazione di trattamento in quota viene convogliato il materiale estratto tramite sistemi convenzionali. La linea RopeCon in campata unica nella cava di Zöchling ha una lunghezza di 245 m, con un dislivello negativo di 78 m, una pendenza media del 32% e la portata oraria può raggiungere 300 tonnellate o 200 m 3; il nastro impiegato ha una larghezza di 650 mm con spalle verticali di 100 mm e

può muoversi alla velocità di 2,32 m/sec; la campata è sostenuta da 6 funi ø 42 mm. Il carico sul nastro è protetto dalla pioggia tramite una tettoia superiore al ramo alto. Dato che il trasporto avviene in discesa la stazione motrice diventa un generatore di energia elettrica, arrivando a 75 kW. Gli elementi in movimento (due rulli ogni sei metri) sono circa un quarto rispetto ai nastri convenzionali e quindi richiedono minore necessità di manutenzione; in più questi elementi si presentano ogni pochi minuti alla stazione di carico dove gli eventuali difetti possono essere facilmente individuati e riparati, senza effettuare una ricerca ed un intervento in linea. Il materiale rimane stabile e non saltella o vibra come al passaggio dei tanti rulli dei nastri convenzionali, ciò determina una minor usura del nastro. Il funzionamento avviene totalmente in automatico, senza necessità di personale addetto al controllo del carico e dello scarico; con possibilità di operare 24 ore su 24 e quindi per alte portate totali. La stazione a valle, di rinvio e tensione, è posta in cima ad un grosso cilindro in cemento che dall’alto viene rifornito per caduta dal nastro e dal basso smista il materiale per le successive lavorazioni. La Comunità Europea ha concesso un finanziamento del 10% sull'investimento, in funzione della diminuzione di traffico di camion e delle conseguente diminuzione dell'inquinamento.

1. 2. Le due stazioni terminali 3. Il nastro con tettoia di copertura 4. Schema della linea 4

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VIABILITA' INVERNALE

Strade antighiaccio da CO-BIT GHERARDO MARCHELLI La CO-BIT Conglomerati Bituminosi S.p.A. ha realizzato per il comune di Lonate Pozzolo, dove risiede, una tratta sperimentale di strada con un tappeto di usura innovativo antighiaccio. Questa tecnologia, denominata NoIce, si delinea come soluzione permanente contro la formazione di ghiaccio sulla carreggiata. No-Ice è un conglomerato che al suo interno contiene del Telco-Ice, un filler dall’aspetto grigio studiato appositamente per la sua funzione antigelo, che non consente l’aderenza tra ghiaccio e superficie stradale. Questo

particolare additivo (“additivo antiaderente”) diventa parte integrante del conglomerato bituminoso (asfalto) assolvendo alla sua funzione (materiale “ghiaccio-fondente”) in qualunque momento. Si tratta di un filler, composto da cloruri e siliconati, che, aggiunto in produzione del conglomerato e completamente disperso nella massa, ne garantisce la sua efficacia sempre. Oltre all’evidente vantaggio dell’azione fondente, il filler conferisce anche un effetto antiaderente, fornendo alla pavimentazione proprietà idrofughe.

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L’azione antigeliva di questa pavimentazione ha un’efficacia completa sino a -5°C con sensibile e drastica diminuzione sino a -15°C. Naturalmente la pavimentazione NoIce, permettendo di evitare i problemi generati dall’eccesso di utilizzo di sale, offre un potere anticorrosivo. Essendo integrato nel bitume, la durata nel tempo è costante ed il suo effetto è sempre attivo. La prima stesa di prova è stata eseguita dalla CO.GE.TI. S.r.l.: ora si attendono le prime gelate per il riscontro pratico di questa innovativa soluzione.

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VIABILITA' INVERNALE

Nasce il nuovo comando Giletta EcosWave con selettori EMANUELE TRANCHERO Già da diversi anni il comando EcosWave montato sugli spargitori Giletta viene riconosciuto come uno dei migliori controller presenti sul mercato. Grazie ai continui suggerimenti della clientela e alla volontà di proseguire sulla strada dell’innovazione, Giletta ha sviluppato una versione modificata di questo comando che va ad affiancarsi all’unità già presente. La principale peculiarità di questa nuova unità è quella di poter lavorare grazie ad una serie di selettori che, in modo intuitivo e semplice, permettono la gestione rapida e precisa di tutti i parametri di spargimento. Funzione elementi comando (in senso antiorario): 1 Potenziometro asimmetria/variazione programmi: • Se premuto e ruotato varia l’asimmetria, cioè la direzione di spargimento. • Se solamente ruotato varia tutti i parametri (dosatura, larghezza, asimmetria e umidificatore) secondo programmi prestabiliti. Per modificare i parametri di un programma basta solamente selezionare il programma desiderato sul display principale e poi variare i parametri voluti. 2 Potenziometro larghezza: • Se ruotato varia la larghezza di spargimento. 3 Potenziometro multifunzione:

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Inizialmente è su OFF (Stop, macchina ferma). • Se premuto avvia il motore ausiliario; se premuto nuovamente lo spegne. • Se ruotato varia lo stato della macchina da OFF a MAN (Start con velocità manuale simulata), AUTO (Start con dipendenza dall’impulso tachimetrico del veicolo) o SCARICO RAPIDO (a veicolo fermo usato per scaricare lo spargisale dal materiale residuo). 4 Potenziometro percentuale umidificatore: Se ruotato attiva l’impianto umidificatore e varia la percentuale di soluzione sparsa. 5 Potenziometro dosatura: • Se ruotato varia la dosatura sparsa. • Se premuto attiva la sovradosatura Booster (250% di materiale in più sparso). 6 Pulsante luci: • premere una volta per accendere le luci dello spargitore, una seconda volta per spegnerle (tasto color giallo). 7 Pulsante cambio materiale: • premendo il tasto si passa dal

materiale A (es.: cloruro di sodio) al materiale B (es.: sabbia) e così via fino a tornare al materiale A (tasto blu). Naturalmente anche questo comando può essere utilizzato sia con cavo di collegamento tra comando e dispositivo di potenza, che nella versione wireless, utilizzando la tecnologia embedded Bluetooth, per eliminare i citati cavi di comando. Questa nuova configurazione è stata studiata per ovviare alle problematiche che creano appunto i cavi, i quali, da uno studio effettuato da Giletta, sono la causa più frequente dei fermo macchina. L’assenza di cablaggio fisico tra comando e dispositivo di potenza inoltre agevola le operazioni di messa in esercizio e stop dello spargisale. Nella versione con cavo di collegamento tra comando e dispositivo di potenza, l’allestimento complessivo può essere dotato di apposita presa retrocabina per agevolare comunque le operazioni di collegamento. Mediante l’apposito e agevole potenziometro dei programmi l’EcosWave consente inoltre una rapida navigazione tra i menù e le programmazioni di spargimento; l’accesso alle impostazioni dei parametri è regolamentato da appositi livelli di autenticazione. Il comando permette all’utente di memorizzare appositi programmi di lavoro facilmente richiamabili per adattare il tipo di spargimento alla morfologia

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della strada. Si possono variare e controllare tutti i principali parametri di spargimento (dosatura, larghezza, asimmetria, umidificazione...) ed ogni singolo parametro è associato ad un tasto funzione personalizzato. Grazie a display e tastiera retroilluminati l’EcosWave consente un facile utilizzo dello spargisale anche durante gli interventi notturni o caratterizzati da scarsa visibilità. Il display, grazie anche alle apposite finestre di pop-up (zoom istantaneo del parametro), permette una facile variazione dei parametri di spargimento ed individuazione degli allarmi tecnici a bordo macchina. Il comando gestisce l’utilizzo e la taratura di 6 tipi diversi di materiali e la loro relativa percentuale di umidificazione; per ogni materiale inoltre è configurabile con 9 diversi programmi di spargimento, che possono essere variati dall’operatore durante le operazioni invernali per semplice pressione del tasto PROG. Le tarature relative all’umidificazione del sale possono essere differenziate a seconda del modello di spargisale in: umidificazione ON/OFF fissa al 30%; umidificazione variabile tra il 10% ed il 30% con passi programmabili; umidificazione variabile tra 0 - 100% (spargitori SL). Il menù di configurazione permette l’abilitazione all’utilizzo e la taratura di ogni singola valvola, sensore ed attuatore. Gli intervalli di dosature per materiale solido ammesso variano tra: 5 - 40 g/m2 con passo di 1 g/m 2 per sale; 20 - 350 g/m2 con passo di 10 g/m2 per graniglia. La larghezza di spargimento è variabile tra 2 e 12 m con passo di 1 m (estendibile a 24 m per modelli aeroportuali). Le caratteristiche principali vedono: microcontroller Motorola 16 bit, ram di 12 K, power range 10 - 30 V, operating range da -20°C a 45°C, clock interno, tastiera retroilluminata, grafica LCD display (128x81) e visualizzazione allarmi. Le connessioni previste sul comando sono: alimentazione e tachimetrica; CAN-BUS/Bluetooth tra comando e dispositivo di potenza; seriale per antenna GPS o elaboratore di bordo; pulsante remoto di variazione programmi di spargimento. Il comando EcosWave permette la storicizzazione nella memoria interna dei totalizzatori relativi agli interventi effettuati, inoltre i parametri inerenti al trattamento possono essere anche inviati al Navicon, per permetterne la georeferenzazione immediata e per la relativa trasmissione. Lavori Pubblici n. 23 novembre - dicembre 2006

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STRADE

CO-BIT propone la fotocatalisi per tutte le strade GHERARDO MARCHELLI

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Presso il Comune di Lonate Pozzolo la società CO-BIT Conglomerati Bituminosi S.p.A., con sede in Lonate Pozzolo (VA), in attività dal novembre del 1974, ha avviato una prova significativa per l’abbattimento dei famigerati NOx con un innovativo trattamento a posteriori di un manto stradale. Questa prova, appena avviata, risulta particolarmente interessante, vista la presenza di una centralina dell’ARPA posta proprio nei pressi dell’incrocio e della parte di strada trattata. Questo porterà ad un futuro confronto dei valori di NOx nell’aria su un lasso di tempo significativo che consentirà di paragonare dei valori medi in periodi di tempo abbastanza lunghi dando un

valore reale ai risultati. Il trattamento proposto dalla CO-BIT risulta di particolare interesse per la sua metodologia di applicazione, che consente di lavorare a posteriori qualunque tipologia di strada bituminosa rendendola fotocatalitica. Infatti il prodotto Katalica FPKAT 45, prodotto dalla B.C.S. Ecorivestimenti S.p.A. di Barzana (BG), viene applicato sul manto stradale esistente mediante spruzzatura con barra ad ugelli, essendo un impregnante neutro realizzato con resine microfini di ultima generazione. Queste hanno un altissimo potere penetrante nel supporto ricevente. Nonostante l’applicazione sia superficiale a spruzzo, in realtà il prodotto ha

la proprietà di compenetrare tanto da garantirne una durata all’usura. Proprio per verificarne la capacità di resistenza del trattamento all’usura sono state fatte prove di carotaggio su applicazioni precedentemente svolte: dopo sei mesi di traffico i carotaggi hanno dato gli stessi risultati; per sottoporre i campioni a prove ancora più severe gli stessi campioni sono stati sottoposti ad una limatura di tre millimetri ed i risultati di abbattimento sono rimasti costanti. L’FPKAT 45 fa parte della linea di prodotti Katalica studiati dalla B.C.S. Photocatalytic Innovative Products, che propone un’ampia gamma di componenti per l’edilizia con proprietà fotocatalitiche, come pitture, intonaci, velature e stucchi. Il processo fotocatalitico riproduce ciò che avviene in natura durante la fotosintesi clorofilliana. I catalizzatori contenuti nei prodotti sviluppano questa attività ossidativa in presenza di qualsiasi fonte luminosa ed aria in brevissimo tempo, trasformando gli inquinanti organici e inorganici in sostanze innocue con i vantaggi di purificazione dell’aria, azione antibatterica, decomposizione di micro-organismi, effetto deodorante e rendendo le 1. Zona di test a Lonate Pozzolo 2. Centralina ARPA 3. Stesa su pavimentazione nuova

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superfici autopulenti. Non partecipando alle reazioni chimiche di ossidazione, i fotocatalizzatori sono inesauribili. I campi d’impiego sono i più disparati: all’interno della casa non avremo più le pareti annerite per i caloriferi o sporchi di grasso di cottura dai fornelli; un’aria più salutare dove si pratica sport, con superfici pulite e asettiche, senza il timore di spore e funghi; respirare meglio negli spazi comuni, nelle scuole o nei parchi giochi, dove aumenta la circolazione di germi e microbi; riduzione di germi, microbi e batteri negli ospedali e in altri spazi a stretto controllo batterico; all’esterno, nelle città, dove le sostanze inquinanti raggiungono livelli insostenibili; facciate, parcheggi, metropolitane, gallerie... B.C.S ha oramai un’esperienza plu-

riennale in questo campo con applicazioni in interni ed esterni, con facciate anche di 24.000 m2 di nove palazzi a Bresso, e la prima applicazione su superficie interna, eseguita ormai da 8 anni, che hanno mantenuto le aspettative dei prodotti utilizzati risultando ad oggi ancora pulite senza il tipico annerimento dovuto allo smog. Naturalmente l’applicazione sui manti stradali ha lo scopo unico, ma estremamente importante, di abbassamento degli inquinanti contenuti nell’aria (NOx, anidride solforosa, monossido di carbonio, PM10...) consentendo una loro trasformazione in nitriti e nitrati che altro non sono che sali non nocivi alla salute che vengono dilavati dalle piogge. Questo impregnante ha anche delle caratteristiche di idrorepellenza che

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esaltano le qualità drenanti di un asfalto già drenante non influendo sulle proprietà della pavimentazione. L’estremo interesse di questo prodotto è la possibilità di essere applicato sia su pavimentazione nuova che vecchia. A Lonate Pozzolo la CO-BIT ha voluto testare entrambe le condizioni. L’applicazione, eseguita dalla S.C.A. di Parma, è avvenuta sia su pavimentazione vecchia che su manto stradale posato quattro giorni prima dalla CO.GE.TI. S.r.l. 4. Applicazione su pavimentazione vecchia 5. Pavimentazione appena trattata 6. Palazzi con facciate trattate antismog a Bresso 7. Pavimentazione praticamente asciutta dopo il trattamento

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COSTRUZIONI

Moviter indipendente con la Ecomix 40 Bertoli GHERARDO MARCHELLI

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La Moviter di Asti dal 1987 esegue lavori edili, civili, con particolare successo in opere pubbliche come scuole, strade e costruzione di reti fognarie, oltre che interventi di viabilità invernale con lame e spargisale ed estiva con bracci decespugliatori principalmente per l’A.N.A.S.. Recentemente si è attrezzata con un nuovo impianto Ecomix 40, costruito da Bertoli di Pomarance (PI). La scelta di munirsi di un impianto di questo tipo è nata dalla volontà della Moviter di avere un’attrezzatura in grado di renderli totalmente indipendenti nella produzione e trasporto del calcestruzzo, riscontrando fin dai primi impegni il vantaggio economico sia in termini di sprechi di materiale, potendone produrre il quantitativo adeguato per ogni singolo lavoro, sia di acquisto dei singoli materiali rispetto

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ad un prodotto pronto. In uno dei primi lavori importanti svolti dopo l’acquisizione della Ecomix 40, per la costruzione del nuovo centro commerciale di Asti, questa ha dimostrato subito la sua utilità con un suo continuo impiego di tre carichi giornalieri (9 m3 ognuno) oltre ad un suo utilizzo anche per getti prefabbricati in sede. L’impianto mobile Ecomix 40 è studiato per il trasporto di tutti gli elementi necessari per il confezionamento del calcestruzzo, misto cementato e conglomerato bituminoso fresato: inerte, fresato, cemento, acqua, additivi chimici, emulsione rigeneratrice, separati in idonei contenitori, e per estrarre durante lo scarico gli elementi in modo proporzionale, in maniera continua, secondo i parametri scelti attraverso un computer di bordo. Ecomix 40 è quindi una attrezzatura

versatile che si rende particolarmente utile nei getti di completamento, nella microdistribuzione negli scarichi lenti, negli scarichi dove si richiede il frazionamento per diversità del tipo di calcestruzzo. L’impianto permette di produrre misti cementati e malte; è particolarmente idoneo nella distribuzione di inerti in sezione obbligata, nei getti ad alta resistenza, nei getti distanti dal punto di carico, nei getti in zone dove l’inquinamento acustico e dei gas non è tollerato. 1. Moviter con Ecomix 40 sul piazzale del centro commerciale 2. Ecomix 40 in fase di produzione di calcestruzzo in sito 3. Ecomix 40 per il riciclaggio a freddo con emulsione bituminosa 4. Traccia con conglomerato bituminoso riciclato

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Grazie al trasporto separato dei vari elementi e alla possibilità di variare, nel momento dello scarico, la miscela di calcestruzzo, utilizzando Ecomix 40 è possibile impastare calcestruzzi magri o grassi di cemento (da 0 a 500 kg/m3) con frazionamenti intermedi di 5 kg. È altrettanto possibile impastare calcestruzzi poveri o ricchi di acqua (da 0 a 300 litri/m 3 ). Le variazioni sono rapide, precise, riscontrate da segnalatori visivi su quadro PLC, e possono essere eseguite con l’impianto in funzione senza fermare la produzione. Il caricamento dell’Ecomix 40 risulta particolarmente agevole: può essere effettuato sia utilizzando il comune impianto di betonaggio, oppure sono sufficienti un mezzo di carico per l’inerte (pala gommata, terna, escavatore) ed un silos con coclea senza pesa per l’immissione del cemento nell’apposito serbatoio. Il rifornimento dell’acqua può avvenire tramite un serbatoio con pompa o a caduta libera per il rifornimento veloce. Additivi o emulsioni possono essere riforniti con pompe. Ecomix 40 consente una maggiore resistenza al calcestruzzo (circa il 30% a parità di dosaggio) dovuta alla produzione di Fresh Concrete (calcestruzzo fresco). Presenta inoltre il

grande vantaggio di produrre il calcestruzzo nel momento stesso dello scarico, con i conseguenti vantaggi economici in termini di spreco di materiale, oltre ad evitarne il deterioramento a seguito del trasporto tra centrale di betonaggio e cantiere, nonché all’influenza dei fattori climatici. Non avendo necessità dell’impianto di betonaggio per il carico, Ecomix 40 consente alle aziende ed imprese di avere il servizio di fornitura del calcestruzzo ed asfalto a freddo senza grossi investimenti, e di autogestire il proprio fabbisogno in zone dove vincoli ambientali o mancanza di spazi impediscono l’installazione di un impianto di betonaggio. Il carico stabile ed il baricentro molto basso consentono il superamento di pendenze assai ripide senza perdite di materiale, e la massima stabilità del veicolo nelle curve e nei percorsi fuoristrada. L’impianto offre ulteriori vantaggi, riducendo a zero i costi del carburante occorrente ad una autobetoniera e funzionando con solo 37 CV, che preleva da un motore ausiliario, solo nel momento dell’impasto. Anche l’operazione di lavaggio delle parti sporche dai residui di calcestruzzo ed emulsioni bituminose viene effettuata in maniera

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automatica dalla macchina, con l’utilizzo al massimo di soli 50 litri di acqua. Sono disponibili diverse versioni dell’impianto. In versione scarrabile, Ecomix 40 può essere trasportata con un camion che di solito viene utilizzato per il trasporto di cassoni (per esempio rifiuti); in questa versione inoltre può diventare un impianto fisso in cantiere in quanto, grazie al suo motore Lombardini da 37 CV, resta completamente indipendente dal camion. Tale allestimento consente pertanto di far funzionare l’impianto anche a terra, su rimorchio, semirimorchio, carro ferroviario, chiatta... La versatilità dell’impianto rende possibile in breve tempo produrre, con cambiamenti velocissimi: boiacca cementizia per micropali; calcestruzzi con dosaggi di cemento e rapporto acqua/cemento diversi fra loro. Allestendo Ecomix 40 con serbatoio ausiliario ed una pompa riscaldata per emulsione modificata da riciclaggio, è in grado di recuperare conglomerato bituminoso fresato al 100%. Ecomix 40 è dotata di altri accessori, che la rendono quindi efficiente nella produzione di vari tipologie di conglomerati: di conseguenza è la macchina giusta per le imprese impegnate in lavori edili e stradali.

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PORTATTREZZI

Aebi presenta l’intera gamma rinnovata alla fiera svizzera Agrama 2006 FRANCESCO VANDONI

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La fabbrica di macchinari Aebi & Co. AG di Burgdorf si presenterà in nuova veste ad Agrama di Berna, partner competente per l’agricoltura in regioni collinari e di montagna. Una ricca gamma di novità mondiali riguardante l’intero programma macchine della casa elvetica verrà esposta alla Fiera della macchina agricola dal 30 novembre al 4 dicembre a Berna. In prima mondiale viene presentato il portattrezzi per pendio Terratrac Aebi TT120. Costruito in modo compatto, basandosi sulla tecnica già affermata e comprovata della serie Terratrac, il

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nuovo portattrezzi per pendio TT120 ad azionamento meccanico completa l’offerta del segmento medio. Il motore diesel VM Detroit incorporato con turbocompressore ha una potenza di 65 CV. L’invertitore sincronizzato a 4 marce con cambio ad ingranaggi a 3 marce dispone di 12 marce avanti e 12 retromarce. Tramite pulsante si possono selezionare la trazione integrale, la trazione frontale o quella posteriore. Quali novità, dopo il lancio in occasione di Agraria (Lavori Pubblici n. 22 settembre - ottobre 2006), Aebi presenta i Terratrac TT240 e TT220.

Il nuovo Terratrac Aebi TT240 ha esattamente le stesse dimensioni del TT120, ma è dotato di trazione idrostatica, di differenziale Torsen e di un motore turbodiesel VM Detroit con 80 CV. Nel segmento medio l’offerta viene completata dal Terratrac Aebi TT220, che dispone anch’esso di una trazione idrostatica, ma di un motore turbodiesel VM Detroit meno potente con 65 CV. Il freno di stazionamento di nuova creazione ha ricevuto il premio per l’innovazione a Norimberga in occasione dell’esposizione GaLaBau 06; questo funziona in maniera automatica grazie ad una molla precompressa che si attiva ogni qualvolta la leva di guida rimane per più di 1,5 secondi sulla posizione 0, oppure quando il motore viene spento con la chiavetta di accensione. Un’altra prima mondiale è rappresentata dal Transporter Aebi TP48P. Nel nuovo e compatto Transporter Aebi TP48P il motore diesel da 3,8 l della Kubota ha una potenza di ben 8 3 C V. L’ i n v e r t i t o r e a 4 m a r c e 1. Nuovo Terratrac Aebi TT120 2. Il Terratrac Aebi TT240 presentato anche all’Eima di Bologna 3. Nuovo Transporter Aebi TP48P 4. Nuovo monoasse Combicut Aebi CC56

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dispone, con gradazioni e mezza marcia, di 16 marce avanti e 16 retromarce. Con la trasmissione ben graduata e il meccanismo a motore dalla forte coppia, questo Transporter riesce a superare senza problemi situazioni estreme e gli resta sempre una riserva rassicurante. Se, in caso di necessità, vengono montati anche gli pneumatici gemellari, l’agilità e la manovrabilità del Transporter Aebi TP48P migliorano ancora. Rimanendo nell’ambito delle prime mondiali ecco l’autocaricante Aebi LD49 Powerloader. Il suo nuovo pick-up non viene tirato, ma spinto. Il foraggio viene prelevato subito dopo le ruote dell’assale posteriore. Inoltre la sporgenza posteriore è molto corta. Ciò permette di avere un grande angolo di incidenza. I vantaggi sono dati quando si passa su prati scoscesi o durante il carico su terreno già falciato. Durante lo scarico il pick-up viene sollevato e l’organo di alimentazione scarica il foraggio dall’autocaricante porzione per porzione. Alla fine nel veicolo non resta neanche uno stelo. L’operatore chiude il portello posteriore, che si autoblocca immediatamente, tramite pulsante al cockpit e parte per il prossimo giro di carico. Concetto nuovo, tecnica intelligente, grande potenza e una notevole semplificazione del lavoro: ecco i vantaggi del nuovo autocaricante Aebi LD49. Anche il monoasse Combicut Aebi CC56 è una novità a livello mondiale; grazie alla costruzione sottile il nuovo CC56 a trazione idrostatica è adatto anche all’impiego con turbofresa in inverno. Grazie al facile montaggio delle ruote doppie, a griglia e a punteruoli, in un batter d’occhio si ha una falciatrice adatta a pendii ripidi. Grazie allo sterzo attivo, il veicolo può essere guidato facilmente. L’avanzamento è affidato ad un motore a benzina da 13 CV. Diversi attrezzi portati possono essere collegati tramite l’attacco rapido Aebi senza bisogno di utensili. Ulteriore prima mondiale: la motofalciatrice Combicut Aebi CC26; l’attacco rapido degli attrezzi trasforma la CC26 ad azionamento meccanico in un monoasse dalle molteplici utilità. Sono a disposizione diverse barre falcianti, un ranghinatore a nastro o attrezzi per il servizio invernale. La CC26 viene azionata da un motore a benzina Honda da 9 CV. Inoltre per la prima volta alla fiera Agrama di Berna Aebi presenta il potente portattrezzi per pendio ad azionamento meccanico, il Terratrac Aebi TT180, così come la piccola motofalciatrice Aebi BM8. Una panoramica quasi completa della gamma di vendita per l’agricoltura dell’azienda Aebi & Co. AG di Burgdorf nel cantone di Berna. Lavori Pubblici n. 23 novembre - dicembre 2006

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TRASPORTI

Hymach all'EIMA presenta Rhino Rhino, ultima nata in casa Hymach, è stata progettata per eseguire la prima passata di sfalcio erba e arbusti coprendo una notevole fascia di terreno. Grazie alla struttura particolarmente robusta e all’impianto decisamente potente è idonea a supportare testate importanti come la trinciatrice per erba e arbusti TRX 200, avente taglio utile effettivo di 200 cm, o la testata per deforestazione TFH 120. Le articolazioni del braccio e dell’attacco testata permettono di porre l’utensile in qualsiasi posizione seguendo l’inclinazione del terreno. La conformazione della cerniera di rotazione ed il punto di unione del braccio rendono possibile il superamento di barriere stradali quali guardrail, paracarri... Tutte le funzioni della macchina sono idrauliche e possono essere controllate da distributore tradizionale con 1 comandi a leve meccaniche oppure elettroidraulico con controllo mediante joystick monoleva. Rhino ha anche la particolarità di essere dotata del sistema di chiusura rapido a pacchetto quando riposta in posizione di riposo così da rimanere perfettamente in sagoma durante la circolazione stradale. Predisposta per attacco ai terzi punti del sollevatore posteriore del trattore, rapidamente smontabile, funziona tramite collegamento alla PTO dello stesso. Rhino è stata presentata da Hymach all’edizione di Eima International da poco conclusasi attirando positivamente l’attenzione dei visitatori che hanno dimostrato non poco interesse 1. Rhino con testata TRX 200: sfalcio erba in scarpata 2. Testata TFH per deforestazione intercambiabile con TRX 200 48

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a questa nuova soluzione per la manutenzione del verde. Tra le altre novità presentate dall’azienda di Stienta in questa importante vetrina abbiamo visto la testata trinciatrice a rotore dotata di disco falciante che esegue contemporaneamente lo sfalcio in banchina sul lato esterno di barriere stradali e la prima passata in scarpata, di cui abbiamo parlato nel n. 20 di Lavori Pubblici. Al centro dello stand espositivo spiccava il braccio top di gamma, applicato centralmente al trattore, della lunghezza di ben 15 metri che tutto esteso dava chiaramente l’idea delle profondità raggiungibili. Posto d’onore occupava il semovente Hymach J-fox attrezzato con braccio da 12 metri, di cui abbiamo trattato nel n. 21 di Lavori Pubblici, ancora più apprezzabile nella nuova versione con cabina tutto vetro che permette di sfruttare al massimo la possibilità di reversibilità di guida e di lavoro. Hymach si dimostra ancora una volta un’azienda all’avanguardia dalla fervida attività progettuale, probabilmente data dalla politica dell’azienda,

seguita fedelmente fin dall’inizio della sua attività, che è quella di prendere in esame le particolari esigenze degli

operatori del settore per realizzare valide soluzioni tecniche specificatamente ad hoc.

3. Rhino con testata TRX 200: sfalcio erba in piano

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PORTATTREZZI

Una Mecalac multifunzioni in Lussemburgo

Situato a nord di Città del Lussemburgo, il Comune di Niederanven conta circa 6.000 abitanti distribuiti su più di 40 km2. Incaricato della gestione e della manutenzione delle aree pubbliche e delle relative opere (manto stradale, marciapiedi, bonifica, reti varie...), il Servizio Manutenzione Urbana impiega 12 persone ed è attrezzato con numerose macchine da scavo e da movimentazione.

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Per assicurare lo svolgimento di molteplici lavori, il Servizio possiede una macchina Mecalac. La Mecalac 11CX acquistata nel 1992 è stata sostituita nel 2003 con una Mecalac 12MXT. Questa macchina ha numerose applicazioni nel Comune, soprattutto grazie agli accessori che il Servizio ha adattato sulla macchina. Secondo il periodo dell’anno, la Mecalac 12MXT è adibita a diversi lavori: taglio delle siepi da ottobre a marzo; carico del sale sul camion che lo distribuisce in inverno; decespugliamento delle banchine in primavera; riparazione delle canalizzazioni danneggiate; posa dell’asfalto su piccole superfici; movimentazione di pallet nel deposito; sgombero della neve dai parcheggi con la benna pala; pulizia delle strade con l’aiuto della spazzola per diserbare; pulizia di fossati; posa e rimozione delle decorazioni natalizie; potatura degli alberi con la navicella. Per il responsabile del Servizio, il sig. Godart, l’utilizzo di una macchina polivalente come la Mecalac evita l’acquisto di macchine speciali che servirebbero solo per brevi periodi durante l’anno: "In un batter d’occhio la macchina passa dal taglio di siepi

allo scavo. C’è quindi manutenzione da fare su una sola macchina, c’è un solo operatore..." Dotata di numerosi accessori, la Mecalac esprime la sua polivalenza lungo tutto l’anno e quindi assicura una redditività eccezionale. Inoltre, con una rotazione totale in 2,76 m, è la macchina più compatta della sua categoria. La macchina lavora occupando una sola corsia di circolazione mentre l’altra corsia resta disponibile, e dunque provoca meno disagi ai residenti ed offre maggiore sicurezza. Il sig. Kirchen, operatore della Mecalac, afferma: "Apprezzo lo spazio in cabina e la buona posizione di lavoro, sempre di fronte all’attrezzo utilizzato. La portata del braccio ci permette di raggiungere zone inaccessibili con altre macchine". Con una velocità di 27 km/h, la macchina arriva rapidamente al cantiere ed è autonoma con i suoi accessori. Ecco quindi una conferma della pertinenza della Mecalac in relazione ai vari e numerosi lavori che i Comuni devono compiere. Il Servizio manutenzione urbana del Comune di Niederanven prevede ulteriori applicazioni nel futuro con l’acquisto di nuovi accessori per la Mecalac.

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MANUTENZIONE STRADE

Val d’Orba attenta all’ecologia anche per le riparazioni stradali Val d’Orba S.a.s. sottolinea l’importanza di scegliere prodotti ecologici anche per lavori che tipicamente non li richiedono, per il rispetto sia per l’ambiente ma soprattutto per la salute degli operatori e dei cittadini. Proprio in quest’ottica Val d’Orba propone Asfalt-Gum per la riparazione dei manti stradali, composto con un additivo plastificante in olio di pura origine vegetale. Questo olio è un estratto di semi di girasole, biodegradabile e rinnovabile al 98%, che garantisce un’ottima plasticità, duratura nel tempo, non rilascia odori sgradevoli e fastidiosi e, non rientrando nella classe COV (composti organici volatili), non immette sostanze volatili e tossiche nell’atmosfera, preservando e garantendo l’ambiente. L’utilizzo di questo specifico olio, oltre a permettere la creazione di un prodotto ad altissima qualità, ha uno specifico fine ecologico, andando incontro al comune interesse di un ambiente più pulito e rispettoso della natura. Non emettendo composti organici volatili Asfalt-Gum permette agli operatori di non respirare sostanze nocive sia durante la lavorazione del materiale sia durante il suo trasporto anche a sacco aperto, preservandoli dagli odori fastidiosi e malsani dei solventi presenti tipicamente in prodotti di questo genere. Naturalmente la non tossicità e la biodegradabilità dell’89,9% di Asfalt-Gum è garantita dalla sua scheda di sicurezza. Asfalt-Gum è un prodotto di alta qualità e semplicissimo da utilizzare per la riparazione di somma urgenza dei manti stradali; è sufficiente un operatore dotato di una pala e di un numero di sacchi necessario per la risoluzione della lesione stradale: non è necessario né mescolarlo né riscaldarlo, basta stenderlo, anche in buche piene d’acqua, ed il successivo transito degli autoveicoli permette un’ulteriore e definitiva compattazione di AsfaltGum, senza che il prodotto fuoriesca

dalla superficie ripristinata. Grazie alle sue caratteristiche si può utilizzare con qualsiasi condizione atmosferica senza doversi preoccupare degli stati di temperatura ed umidità, consentendo agli operatori un lavoro istantaneo pure in presenza di pioggia. Asfalt-Gum viene confezionato in pratici sacchi sfusi da 30 kg, come previsto dalla legge 626/94, e garantisce al momento dell’utilizzo una perfetta plasticità e lavorabilità per il pronto intervento di riparazione delle lesioni stradali, sia nel periodo invernale che in quello estivo. I sacchi sono da stoccare al riparo da agenti atmosferici, per consentire una maggiore durata del prodotto (circa un anno) e, se si vuole intervenire in

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condizioni di temperature molto basse, conviene stoccarli in ambiente leggermente riscaldato e trasportarli non al gelo, per poter eseguire la riparazione con il materiale con una buona plasticità. Asfalt-Gum che, grazie alla sua elevata qualità, sta conquistando una fascia di mercato sempre più ampia, si distingue anche per il rispetto verso la natura e la salute degli operatori.Una scelta di un prodotto a norma sulle qualità e sull’inquinamento secondo Val d’Orba è una scelta di anticipare i tempi, proponendo un materiale comunque di alta qualità con una caratteristica in più di quella garanzia ambientale che in futuro potrebbe diventare necessaria.

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TRASPORTI URBANI

Nuovo Alè Euro 4 GHERARDO MARCHELLI

Dopo l’acquisizione di Zev Rampini si è voluta presentare ai clienti, già consolidati e non, ed alla stampa, a Passignano sul Trasimeno, in provincia di Perugia, dove vengono svolte le attività strategiche di progettazione e marketing, unitamente alle principali produzioni, presso il suo stabilimento che occupa oggi 80.000 m2 complessivi dl cui oltre 11.000 coperti. Da più di 50 annl Rampini è leader italiano nella progettazione e nella produzione di mezzi speciali e veicoli per aeroporto: movimentazione delle persone e supporto agli aerei (catering, scale, ambulift, nastri...). A questi si affiancano la progettazione e la produzione di mezzi di alto contenuto tecnologico per attivtà specifiche di particolare impegno, come telai omologati destinati a impieghi particolari, veicoli per regia mobile, per trasmissioni satellitari, attrezzature speciali per le Forze Armate (antenne, sistemi di livellamento...). Da anni, inoltre, Rampini costruisce un’ampia gamma di sofisticati mezzi cingolati per la manutenzione delle piste da sci. Rampini ha come fondamentale punto di forza la capacità di progettare, attraverso la quale ha, nel tempo, acquisito una posizione di leadership nel proprio mercato: ciò grazie ad una precisa filosofia, fondata sia sulle risorse umane che sul proprio apparato produttivo, dotato di tecnologie ai livelli più elevati del settore, gestito da personale altamente qualificato, sempre aggiornato, in grado di garantire standard di elevatissima precisione in ogni lavorazione. Il momento postvendita, per Rampini, non è meno importante della progettazione e della produzione. In particolare, la vita di ogni prodotto Rampini 52

è sempre assicurata anche dalla possibilità di realizzare, grazie alle proprie attrezzature, in tempi brevissimi, qualunque ricambio. Speciali corsi sono inoltre organizzati per gli addetti all’uso e alla manutenzione delle macchine, oltre ai manuali d’uso e manutenzione, sia cartacei che audiovisivi, che accompagnano ogni prodotto. Centri di assistenza specializzati sono presenti su tutto il territorio nazionale. Un particolare che qualifica fin dal primo momento il rapporto tra azienda e cliente è rappresentato dalla possibilità di dialogo diretto con i responsabili aziendali specifici ai più alti livelli. E' alla qualità, obiettivo perseguito con tenacia fin dalla fondazione, che si deve in gran parte il successo che ha caratterizzato la crescita dell’azienda in tutti questi anni e che la proietta felicemente nel futuro, come testimonia anche la certificazione AERQ 110, corrispondente alle "norme ISO 9001 con aggiunta del controllo della configurazione in tutta la vita del prodotto", rilasciata dal Servizio Governativo Assicurazione Qualità del Ministero della Difesa. L’incontro verteva in particolare sulla presentazione della nuova versione dell’autobus urbano tre porte a pianale completamente ribassato Alè (47 posti complessivi per una lunghezza fuori tutto di 7.720 mm) con la nuova motorizzazione a gasolio Man Euro 4. Conservando tutte le caratteristiche che hanno decretato il successo di Alè, Rampini ha subito migliorato alcuni particolari costruttivi per migliorarne le performances e renderlo più attuale, funzionale e tecnologicamente avanzato. L’attenzione di Rampini si è voluta concentrare naturalmente sui punti

deboli della versione precedente, riprogettando completamente: il ponte posteriore, l’impianto frenante, le sospensioni e l’impianto elettrico. Il ponte posteriore è stato riprogettato senza modificarne la forma per inserire nuovi componenti, come carrier, riduttori laterali e cuscinetti. Il nuovo ponte, che ha ora una struttura monolitica in ghisa sferoidale e non più in acciaio saldato, può sostituire il vecchio senza alcuna modifica assicurando resistenza e durata notevolmente superiori. Il nuovo Alè è stato dotato di freni a disco di maggior spessore rispetto ai precedenti, sia anteriori che posteriori, Wabco Perrot Pan 17, che migliorano la frenata per efficacia ed efficienza e garantiscono facilità di reperibilità dei ricambi. Le sospensioni anteriori impiegano bracci in ghisa fusa anziché in lamiera scatolata e componenti For Life della ZF Lemfoerder che aumentano notevolmente la sicurezza e durata. Il nuovo impianto elettrico è completamente digitale e sostituisce un impianto misto analogico/digitale. Le centraline elettroniche installate sono in grado dl dialogare attraverso un protocollo Can Bus con tutti i maggiori componenti del mezzo, come motore, cambio, freni, porte..., dando al conducente in tempo reale le informazioni necessarie al corretto utilizzo del veicolo. Dopo aver sottoposto a lunghi ed accurati test di collaudo tutti i nuovi componenti e tutte le modifiche apportate, Alè ha superato brillantemente ogni prova, anche la più severa. Estremo interesse è stato riscontrato presso i clienti storici di Alè per il kit di aggiornamento per gli autobus Alè già in loro possesso, che, oltre a migliorare l’affidabilità e le prestazioni del mezzo, risolve l’annoso problema del reperimento dei ricambi. Il kit di aggiornamento è infatti perfettamente intercambiabile con i componenti originali, ed acquistato integralmente va ad aggiornare con i nuovi componenti sopracitati: sospensioni anteriori, ponte posteriore e freni. I pesi, dopo la sostituzione del kit di aggiornamento, vedono una massa massima asse anteriore di 3.700 kg, una massa massima asse posteriore di 7.000 kg ed una massa massima totale di 10.700 kg. Le modifiche ed i nuovi componenti sono stati lungamente testati sia su banco che su strada. Dopo il montaggio del kit è necessario aggiornare la carta dl circolazione e naturalmente la Zev di Rampini fornisce tutta la documentazione necessaria.

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VIABILITA' INVERNALE

27 nuove lame autostradali Morselli e Maccacaferri GIORGIA MARCHELLI Sono state recentemente consegnate alla società Autostrade per l’Italia S.p.A. 27 nuovissime lame autostradali MM SRA/5 Morselli e Maccaferri. La società di Piumazzo (MO) ha provveduto a rifornire direttamente le attrezzature presso i posti di manutenzione del Nord Italia che ne necessitavano, e precisamente a Ghemme, Villoresi Sud, Busto Arsizio, Como, Sesto Calende e Brughiera Ovest. Le lame, che hanno una larghezza di lavoro di 3.200 mm, con larghezza del coltello di 4.000 mm, altezza della lama di 1.200 mm e peso 1.100 kg, possiedono un coltello in acciaio speciale antiusura 55 SI 7 montato su un particolare paracolpo in vulkollan per l’assorbimento delle vibrazioni e degli urti. L’orientamento è di 37° a destra e 37° a sinistra tramite 2 cilindri idraulici a doppio sfilo con cromatura di tipo pesante e collegati con valvola antiurto. Il sistema antiurto laterale è con valvola a taratura variabile collegata ai cilindri di orientamento. Un nuovo ed esclusivo sistema meccanico per la regolazione dell’incidenza del coltello di usura rispetto al terreno lavora tramite 8 bulloni M 18 classe 10.0 per adattare la lama a qualsiasi tipo di asfalto con una escursione max di 20°. Un rialzo con curvatura speciale sollevato nella parte destra, con gomma paraspruzzi, rende le lame adatte per il lavoro ad alte velocità; inoltre i paraspruzzi laterali sono sagomati su entrambi i lati. Le lame sono dotate di piedi di appoggio idraulici, di appoggi laterali meccanici di fine corsa, e predisposte per il montaggio della ruota di appoggio contro il new jersey su ambedue i lati. Funzionano grazie a centraline elettroidrauliche da 24 V con motore elettrico di potenza 3.000 watt. I supporti delle bandierine e delle luci sono a led snodati con supporto antivibrante.


ATTREZZATURE

Qualità König anche sul Passo Spluga

Nella tarda primavera 2006 König, come catene e tecnici, ha partecipato con l’Anas all’aperura del Passo Spluga in comune di Campodolcino (SO). Un’esperienza emozionante dal punto di vista umano ed altamente formativa dal punto di vista professionale che segue un’identica partecipazione nel maggio 2004 all’apertura del Passo dello Stelvio. I risultati sono stati talmente positivi che nella primavera 2007 König ha già in programma l'apertura di un altro passo alpino. Durante lo sgombero del Passo dello Spluga hanno operato due mezzi

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Anas: - una pala O&K dotata di 2 coppie di König DR con filo tondo Ø 10 mm - una fresa Fresia anch’essa dotata di 2 coppie di König DR, delle quali una coppia di DR con filo tondo Ø 10 mm sull’asse anteriore ed una coppia di DR con filo sagomato a D 8 mm sull’asse posteriore. Tale scelta giustificata dal fatto che nella fase di fresatura della neve gran parte del peso e dello sforzo vengono scaricati sull’asse anteriore. Nel complesso i tecnici dell’Anas si sono dichiarati soddisfatti delle catene König ed in particolare del model-

lo DR, che ritengono il giusto compromesso per le applicazioni sopra citate. Hanno inoltre molto apprezzato la presenza di un tecnico con il quale confidarsi e chiedere consiglio sull’utilizzo delle catene. Chi si occupa dell’apertura dei passi sono utilizzatori professionali a conoscenza degli accorgimenti utili per allungare la vita dei prodotti, come ad esempio la possibilità di girarle per raddoppiarne la durata. Ciò fa di loro un importante test qualitativo per le catene. König conduce abitualmente sulle catene da neve per applicazioni speciali (spalaneve, frese, ruspe...) altre tipologie di test con i propri clienti, italiani e stranieri, azioni che consistono nell’equipaggiare un veicolo con mezza coppia di catene König e mezza coppia di catene della concorrenza. Il risultato è un’attenta valutazione della durata del prodotto in termini sia di ore di lavoro che di chilometri, e della tipologia di usura a cui i due modelli sono soggetti. Ciò permette di verificare l’efficacia dei trattamenti termic cui le catene sono sottoposte al fine di incrementarne la durezza. La gamma König per le catene dedicate a chi si occupa di manutenzione strade, soprattutto in zone di montagna, è sempre più completa ed adatta a coprire ogni tipo di esigenza. Si va dalla Supetractor adatta a servizi invernali standard condotti con mezzi equipaggiati con ruote artigliate, alle DR e DRS, rispettivamente a doppio e triplo rombo sul battistrada, che coprono una gamma di pneumatici vastissima, fino ad arrivare alle catene da neve utilizzate per i servizi invernali più estremi: Impact e Impact Plus, caratterizzate da barrette saldate sulla parte di battistrada e che garantiscono un grip maggiore in qualsiasi condizione.

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VIABILITA' INVERNALE

Spandisale Tecnomeccanica nel parco macchine della Provincia di Alessandria La Provincia di Alessandria tra i suoi compiti istituzionali annovera quello della gestione e manutenzione della rete viaria di propria competenza. Attualmente l’estensione di questa rete è pari a 2.145 km. La morfologia del territorio provinciale, che spazia dai rilievi montuosi dell’Appennino piemontese-ligure fino alla pianura alluvionale dei fiumi Tanaro e Po verso Nord, ha determinato i più svariati tracciati stradali. La rete stradale si sviluppa per circa il 27% in pianura, per il 60% in collina e per il restante 13% in montagna. Il traffico in movimento sull’intera rete stradale provinciale è in generale consistente, ovvero assai elevato, diventando più rado solo sulle strade di montagna. L’Ufficio Tecnico - Direzione Viabilità competente sulla rete stradale è strutturato in modo classico, con una sede centrale ad Alessandria, ed otto Reparti Stradali dai quali viene coordinata la manutenzione. Lungo le Strade Provinciali sono collocati i Magazzini Provinciali, centri di deposito per mezzi ed attrezzature sgombraneve e di manutenzione in generale, oltre che del materiale antigelo. Il dettagliato Piano Neve elaborato durante

l’estate precedente alla stagione invernale, prevede una forte ramificazione di ditte anche locali per coprire le singole strade o tratte di strade di montagna e di collina, garantendo un servizio ottimale anche per le piccole comunità collocate sul territorio. L’esperienza maturata negli ultimi anni ha evidenziato, soprattutto in occasione di forti nevicate generalizzate sul territorio, l’assoluta necessità di ricorrere ad almeno un "pattugliatore" in movimento continuo sugli assi viari strategici. Questa persona deve essere in grado di constatare la conduzione del servizio in atto, e di apportarvi correttivi essenziali, deviando, qualora utile, i mezzi in servizio su itinerari diversi da quelli previsti dal Piano Neve. Più di una volta, come nel marzo 2005, nel febbraio 2004 e 2002, la

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Provincia di Alessandria è stata chiamata a gestire situazioni di traffico in emergenza a causa di precipitazioni nevose intense e con basse temperature, per la temporanea interruzione della rete autostradale, nelle tratte di Appennino. La società Tecnomeccanica propone numerosi modelli di spargisale autocaricanti e di caricatori forestali. Tutti i componenti, sia idraulici che meccanici sono rigorosamente di produzione italiana; gli sforzi di Tecnomeccanica sono mirati a migliorare costantemente i propri prodotti dal punto di vista dell’efficacia come della sicurezza. Il sistema brevettato Tecnoplus è un esempio di queste ricerche. Tutti i modelli adottano all’interno della tramoggia una speciale gomma antiusura che garantisce una notevole durata.

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VERDE

Gamma Berti Professional per trinciare in sicurezza praticamente ovunque FRANCESCO VANDONI

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La manutenzione del verde è uno dei settori nel quale la ditta Berti Macchine Agricole concentra principalmente i suoi investimenti, per la realizzazione di macchine affidabili e versatili in grado di garantire in ogni situazione la massima resa con il minor sforzo possibile. Non sempre però è possibile occuparsi della manutenzione del verde con le semplici trinciatrici agricole, soprattutto se si tratta di aree con caratteristiche particolari nelle quali talvolta si possono riscontrare situazioni critiche o pericolose; ci si riferisce qui infatti alla bonifica di argini fluviali, scarpate di fossi, margini di linee fer-

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roviarie o zone boschive. Grazie all’esperienza acquisita negli ultimi dieci anni da molteplici collaudi, l’azienda Berti ha creato una linea completa di testate idrauliche specifiche per applicazione su escavatori di media potenza con peso operativo compreso tra 6 e 16 tonnellate. Nella gamma denominata "professional" trovano spazio i seguenti modelli: RA/SB, TFB/SB e TBM/SB; trinciatrici idrauliche destinate ad una clientela di professionisti che fanno della manutenzione delle zone più impervie il loro pane quotidiano. Le trinciatrici sono realizzate con materiali di alta qualità ed assembla-

te con minuziosa cura fin nel più piccolo particolare, assicurando all’operatore potenza, affidabilità e facile gestione unitamente a risultati eccezionali. Il modello RA/SB viene realizzato in quattro misure: 95, 115, 125 e 135 centimetri, con pesi compresi tra 370 e 420 kg; può essere abbinato ad escavatori con peso operativo da 6 a 8 tonnellate, richiede una portata d’olio compresa tra 60 e 65 l/min, con una pressione di 180 - 220 bar. Il modello RA/SB viene equipaggiato di un motore bidirezionale ad ingranaggi, da un rotore rinforzato, mazze forgiate e bonificate, contromazze, rullo livellatore regolabile in altezza. La macchina è consigliata per lo sfalcio di erba, rovi e materiali legnosi fino ad un diametro di 4 - 5 cm. La trinciatrice TFB/SB viene realizzata anch’essa in quattro misure: 100, 120, 140, e 160 cm con pesi 1. Testata trinciante Berti modello TFB/SB al lavoro 2. Testata trinciante Berti modello RA/SB 3. Testata trinciante Berti modello TBM/SB con il particolare delle mazze a scomparsa, che possono ruotare di 360° per meglio assorbire urti anche violenti 4. 5. Due vedute della trinciatrice Berti modello TBM/SB al lavoro

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compresi tra 560 e 740 kg; è adatta ad escavatori con peso operativo da 8 a13 tonnellate, richiede una portata d’olio da 70 a 95 l/min, con una pressione di 200 - 220 bar. La trinciatrice TFB/SB, come la precedente, è composta da motore idraulico bidirezionale ad ingranaggi, (come opzione può essere applicato anche un motore a pistoni), rotore rinforzato, mazze forgiate e bonificate, contromazze, rullo livellatore regolabile in altezza. In più offre la controcassa interna ed il cofano posteriore apribile; la macchina è consigliata per lo sfalcio fino ad un diametro di 6 - 7 cm. La trinciatrice semi forestale modello TBM/SB è prodotta in quattro misure: 100, 120, 140 e 160 cm con pesi operativi compresi tra 690 e 860 kg. Può essere abbinata ad escavatori con peso operativo compreso tra 10 e 16 tonnellate, richiede una portata d’olio da 85 a 115 l/min, con una pressione di 220 - 260 bar. La macchina è dotata di un motore a pistoni con impianto anticavitazione, rotore con mazze forgiate e bonificate a scomparsa (cioè sono in grado di ruotare attorno a se stesse di 360 gradi in modo da assorbire i colpi più violenti e preservare il rotore), contromazze, controcassa interna e cofano posteriore apribile; la macchina è consigliata per lo sfalcio di erba, rovi e materiali legnosi fino a un diametro di 10 - 12 cm. Tutte le trinciatrici sopra descritte vengono fornite dell’attacco disegnato su misura per il braccio, completo di spinotti, oltre ai tubi di mandata, ritorno e drenaggio. La trasmissione del moto del motore idraulico all’albero portautensili montato su cuscinetti SKF avviene mediante cinghie trapezoidali ad alto rendimento.

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PORTATTREZZI

Manitou lancia gli MT 14, i telescopici idrostatici da 14 metri

Presentati al Saie 2006, la gamma Manitou MT (Manitou Telescopico) si arricchisce di altri due modelli: MT 1435 H SLT e MT 1435 H SLT ORH. Manitou, leader mondiale della movimentazione fuoristrada, ha una storia breve ma intensa. Il primo carrello fuoristrada nacque nel 1958 da un’idea geniale di Marcel Braud: invertire la posizione di guida di un trattore agricolo e aggiungere un sollevatore idraulico. Il modello viene lanciato con il marchio Manitou: "Colui che maneggia tutto”. Diventerà anche il nome del costruttore. Facile da pronunciare ebbe successo immediato. Manitou oggi è un gruppo internazionale che impiega più di 2.200 collaboratori presenti in oltre 120 paesi, con 17 filiali (di cui 8 stabilimenti di produzione) e 500 punti vendita nel mondo. In Italia Manitou Costruzioni Industriali è presente con un moder58

no stabilimento inaugurato nel 2003 a Cavazzona di Castelfranco Emilia (MO) su una superficie di 83.000 m2, di cui 18.600 m2 coperti e 2.000 m2 riservati agli uffici. Nel 2005 Manitou ha raggiunto un fatturato consolidato di 985 milioni di euro. Oggi Manitou propone la più completa gamma del mercato, in tre principali settori d’attività: edilizia (49%), agricoltura (25%) e industria (26%). Per offrire la soluzione migliore alle esigenze degli utilizzatori in ciascuno dei tre settori, Manitou ha suddiviso i propri prodotti in sette grandi gamme: - Manitou: carrelli elevatori fuoristrada, semi-industriali e industriali - Maniscopic: sollevatori telescopici - Maniloader: caricatori compatti - Maniaccess: piattaforme aeree - Manitransit: carrelli imbarcati - Manilec: magazzinieri - Manihoe: carrelli a braccio telesco-

pico e retroescavatore. La nuova gamma Manitou MT ora è così composta: MT 932, MT 1033 H LT, MT 1235 H ST, MT 1435 H SLT e MT 1435 H SLT ORH, MT 1740 SLT, MT 1740 SLT ORH e MT 1745 H SLT ULTRA ORH, per 5 segmenti di altezza, da 9, 10, 12, 14 e 17 metri in versione con forche ed in versione con piattaforma portapersone per il 14 e 17 m. Una delle novità maggiori è nei comandi idraulici: le doppie leve a croce LPS (Load Place System) saranno ormai standard sui nuovi modelli MT 14. Che si tratti di movimentazione con forche o di operazioni con benna, l’operatore controlla con una sola mano l’insieme dei movimenti, il che permette di accrescere la produttività e la sicurezza. Una leva per la movimentazione dei pallet: sollevamento/discesa e sfilo/rientro del braccio. Una leva per le operazioni con le benne: sollevamento/discesa e scavo/scarico. Gli MT 14 conserveranno naturalmente le caratteristiche e le prestazioni di qualità che hanno contraddistinto gli MT 13. Per il comfort di lavoro, determinante è la visibilità panoramica: la posizione del motore sul lato destro, il profilo inclinato del cofano del motore ed il punto di fissaggio del braccio telescopico molto basso consentono di avere un campo di visione eccezionale. Il telaio è a struttura monolitica in acciaio ad alta resistenza, che è in grado di garantire affidabilità anche in situazioni di esercizio particolarmente gravose. Gli assali Dana Spicer sono sovradimensionati, dotati di riduttori epicicloidali ai mozzi e di freni multidisco a bagno d’olio incorporati nell’assale (la protezione del corpo frenante è quindi totale e i rischi di urti e danneggiamenti sono stati eliminati). Il braccio dell’MT 1435 H, a due sfili, è progettato per resistere a tutti gli sforzi

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laterali e longitudinali: anch’esso è in acciaio ad alto limite di snervamento, e lo scorrimento delle sezioni interne avviene su pattini autolubrificanti. Le sezioni del braccio incorporano il circuito idraulico che alimenta i meccanismi di sfilo e di attivazione delle eventuali attrezzature da montare sulla piastra. Due cilindri di compensazione lavorano affinché il carico sia sempre parallelo al terreno. Il motore è un Perkins 4 cilindri, 1104 C-44 T di 101 CV al regime di rotazione di 2.200 g/min. La disposizione del motore, prerogativa comune a tutti i sollevatori telescopici rotativi o fissi, è in posizione trasversale, rispetto all’asse longitudinale della macchina. Ciò contribuisce ad un abbassamento del baricentro della macchina (maggiore stabilità), riduzione degli ingombri e quindi del passo e maggiore facilità di intervento su tre lati del motore per la manutenzione. La trasmissione idrostatica è composta da una pompa idraulica idrostatica a portata variabile abbinata ad un motore idrostatico, anch’esso di cilindrata variabile. La trasmissione è in grado così di fornire una scelta di rapporti continui in potenza, per ottenere l’equilibrio ottimale tra velocità e forza motrice. L’utilizzo è semplice, grazie ai soli pedali per freno e acceleratore, unita all’estrema precisione e progressione dei movimenti. Il cambio prevede 4 marce avanti e 2 indietro. L’inversione di marcia si effettua tramite l’inversore elettroidraulico posto sul piantone del volante. Una leva in cabina permette fra tre la scelta del tipo di sterzata desiderato: sterzata con ruote concentriche, ster-

zata con ruote anteriori e sterzata a “granchio”. La cabina, omologata ROPS-FOPS, è dotata di una ampia superficie vetrata che permette all’operatore d’avere visibilità a 360°. Il parabrezza ed il lunotto posteriore bombati, insieme con i fianchi laterali inclinati eliminano il fenomeno delle onde sonore riflesse e stazionarie, rendendo estremamente comoda la permanenza in cabina per lunghi turni di lavoro. Sia il vetro laterale sia quello posteriore sono apribili. Inoltre è stato predisposto un posto guida confortevole, con un sedile che è possibile regolare in molteplici posizioni secondo le necessità dell’operatore. La carrozzeria interna termoformata contribuisce ad una migliore insonorizzazione del posto di guida diminuendo la fatica dell’operatore sottoposto ad impegni intensi. Per la sicurezza, l’MT 14 dispone di due stabilizzatori anteriori al fine di incrementare la stabilità del carico in

qualsiasi modalità operativa e mantenere il baricentro della macchina all’interno dei punti d’appoggio e aumentare la stabilità laterale. Il sistema antiribaltamento assicura il continuo controllo della sicurezza operativa tramite una cella di carico installata sul ponte posteriore in comunicazione costante con un indicatore di carico presente in cabina. L’operatore ha così a disposizione una scala di led luminosi (verdi, gialli e rossi) che in modo progressivo indicano l’approssimarsi al limite di carico. In caso di raggiungimento del limite di carico, il sistema interviene automaticamente a bloccare tutti i movimenti aggravanti; sono cioè consentite soltanto le manovre di recupero che non vadano ad aggravare la situazione di sicurezza della macchina. L’MT 1435 H è dotato di un dispositivo di livellamento idraulico che consente di poter livellare lateralmente il telaio di +/- 7° ed adattarsi alle condizioni della superficie di appoggio. La gamma di attrezzature disponibili per tutte le esigenze di movimentazione in cantiere e per lavori pubblici è notevole: cestelli porta-persone, argani di varie portate, ganci, gru, pale (ad esempio per carico/scarico inerti, sgombero materiali o neve) braccetti semplici, tralicciati o con argano incorporato... La versatilità Manitou è quindi assicurata.

DATI TECNICI 14 metri Descrizione

MT 1435 HSLT

MT 1435 HSLT MU ORH (con piattaforma portapersone)

Capacità nominale (kg) Altezza di sollevamento (m) Sbraccio max (m) Stabilità Trasmissione

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3.500 365 kg con 3 persone 13,60 15,40 9,80 11,05 Stabilizzatori e correttori di livello Idrostatica

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IGIENE URBANA

Anche il Comune di Cagliari avvia la lotta contro i graffiti FRANCESCO VANDONI

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L’amministrazione comunale del capoluogo sardo ha iniziato una campagna per ripulire i siti maggiormente significativi della città. Considerata l’importanza economica dei flussi turistici, che per la Sardegna rappresentano una tra le più consistenti voci di entrata, il Comune di Cagliari ha deciso una serie di interventi finalizzati alla pulizia di alcuni monumenti. Il Bastione di Saint Remy, di piazza della Costituzione, rappresentava l’esempio di quanto atti vandalici e incuria possano degradare monumenti storici. Infatti scritte oscene, graffiti, ciuffi d'erba e macchie di vario tipo ne oscuravano completamente l’estetica e i toni cromatici della pietra. Il Comune di Cagliari ha scelto per la realizzazione della pulizia un sistema innovativo che garantisce il massimo rispetto del supporto da trattare e dell’ambiente circostante. Questo sistema, brevettato dalla società Dekos di

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Arosio, utilizza bicarbonato o carbonati spruzzati a bassa pressione. Incaricata di questi lavori è una società tutta al femminile, nata grazie alla legge regionale 215, la CG di Cara Maria Gabriella che si occupa di servizi di pulizia e protezione dei monumenti e del recupero di facciate nell’edilizia urbana per dire basta ai graffiti, agli slogan, alle dichiarazioni d’amore, agli ideogrammi che sporcano muri, palazzi e piazze. Questa impresa ha scelto di utilizzare la tecnologia Dekos per la sua versatilità su differenti supporti: marmi, graniti, pietre, lapidei in genere, calcestruzzi, refrattari e cotti, legni, vetri e metalli vari. Inoltre è veloce e sicura perché non corrode, non provoca scintille, non inquina, non è tossica, né aggressiva, è completamente regolabile, svernicia, sgrassa e pulisce velocemente. Dopo i primi interventi sulla scalinata del Bastione di Saint Remy, la CG è intervenuta con altre pulizie:

il Palazzo Comunale di Cagliari, il parco dei Martiri delle Foibe, le mura perimetrali del cimitero di Bonaria... Il sistema Dekos si basa sull’utilizzo di aria, acqua e sali minerali (bicarbonato di sodio e/o carbonato di calcio e magnesio). Questi elementi sono gestiti da apparecchiature sviluppate da Dekos, il cui funzionamento è totalmente pneumatico e utilizza basse pressioni, offrendo dunque semplicità di funzionamento, affidabilità e facilità di manutenzione. Il processo utilizzato garantisce inoltre sicurezza per l’operatore, per il quale non occorrono strumenti di protezione particolari, visto che le apparecchiature ed i prodotti impiegati sono innocui sia per la salute che per l’ambiente. 1. 3. Scalinate del Bastione di Saint Remy, prima dell’intervento 2. 4. Stessi luoghi, dopo l’intervento di pulizia.

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TRASPORTI

Dotto Trains in Fiera a Bologna GIORGIA MARCHELLI

Già da un paio di anni, anche la Fiera di Bologna si è dotata di comodi mezzi per permettere ai numerosissimi visitatori degli enormi spazi espositivi di visitarla in relax: fra i padiglioni separati che la compongono circolano tre treni della Dotto Trains S.r.l. di Castelfranco Veneto (TV). Tre locomotive seguite da due vagoni l’una percorrono in continuazione i tragitti prescelti da BF Servizi S.r.l., società del Gruppo Bologna Fiere, specializzata nella erogazione di servizi per manifestazioni, e nella gestione di eventi in tutti quei contesti, anche extra fieristici, in cui sia necessaria la presenza di un supporto organizzativo, affidabile e creativo. Per garantire un servizio maggiore ai visitatori, provati dalla stanchezza di camminare fra le migliaia di stand, per offrir loro una veloce panoramica delle esposizioni, oltre che spesso provvedere al loro trasporto da e per i parcheggi, come molte altre comunità di grandi dimensioni, BF Servizi ha deciso di acquistare questi mezzi capaci di trasportare comodamente e gratuitamente molte persone in contemporanea su percorsi prestabiliti con fermate frequenti. Le tre locomotive sono il modello V87 Diesel di Dotto Trains con dimensioni: lunghezza 3.400 mm, larghezza 1.600 mm ed altezza 2.250 mm. Hanno un motore VM Diesel Euro 3, per una cilindrata di 2.776 cc, 80 HP a 2.600 giri al minuto, coppia max 230 Nm (23,4 kgm) a 1.900 giri al minuto, a 4 tempi, sovralimentato, con iniezione indiretta tramite pompa a rotazione meccanica, e punterie idrauliche. Il telaio ha una struttura portante in

profilato d’acciaio con sospensioni anteriori a balestra parabolica e posteriori pneumatiche, con perni, boccole e fusi a snodo in acciaio, cuscinetti maggiorati e raggio di curvatura ridotto. I freni sono idraulici con doppio circuito (assale anteriore - posteriore) a tamburo sulle 4 ruote, oltre al freno di stazionamento. Il circuito pneumatico per la frenatura delle carrozze ha un convertitore idraulico pneumatico per il

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comando freni alle carrozze. La carrozzeria è in vetroresina rinforzata con colori incorporati a gelcoat. Le locomotive sono dotate di 2 sedili imbottiti, molleggiati e regolabili. Le carrozze, modello A98, hanno una capienza di 28 adulti o 35 bambini l’una: sono lunghe 5.410 mm, larghe 1.840 mm e alte 2.250 mm. Il telaio è in profilato d’acciaio rinforzato zincato,con sospensioni pneumatiche autolivellanti e sistema di sterzatura sulle 4 ruote che consente alla carrozza di seguire esattamente il percorso della motrice. I freni sono idraulici a disco sulle 4 ruote; quelli di emergenza e di stazionamento sono omologati secondo le normative italiane. Il pavimento è in lamiera mandorlata di alluminio; i sedili e gli schienali sono imbottiti di gommapiuma; i pannelli sono in vetroresina rinforzata ed i colori incorporati a gelcoat. Teli apribili in PVC riparano dall’aria e dalla pioggia, permettendo di viaggiare con qualsiasi condizione atmosferica. Sopra le carrozze, come sulla locomotiva, sono montati pannelli pubblicitari in serie, dove poter esporre ben in evidenza qualsiasi promozione aziendale o fieristica. Treni quindi che rappresentano un valore aggiunto ai servizi che fanno parte del contesto fieristico.

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BARRIERE PARAMASSI

Valutazione dell'energia di dissipazione della barriera paramassi CTR 20/04/A in occasione di un reale evento di caduta massi GIORGIO CAVALLET Premessa Ad oggi l’approccio sperimentale sembra essere l’unico strumento significativamente percorribile per la verifica della qualità e delle prestazioni di una barriera paramassi. In tal senso si sono sviluppate alcune direttive ed indicazioni tecniche internazionali ("Direttiva per l’omologazione delle reti paramassi - UFAFP - WSL 2001 (CH)" e le "Linee guida per l’approvazione tecnica europea di kit di protezione contro la caduta massi - ETAG - bozza 2005") che, per quanto possibile, cercano di fornire ai tecnici del settore degli strumenti in grado di definire qualitativamente i prodotti oggi a disposizione. Le direttive e le indicazioni tecniche di qualificazione prestazionale richiedono, generalmente, di provvedere all’esecuzione di prove in crash test in scala reale che siano in grado di ripetere, in modo quanto più possibile aderente alla realtà, il comportamento di un vero impatto di un masso sulla barriera. E' evidente, quindi, che un vero impatto su una barriera paramassi effettivamente posizionata in sito rappresenti il più significativo e realistico test in merito alla sua efficienza e alle sue caratteristiche prestazionali. E' per questo motivo che eventi di caduta massi di particolare importanza vengono studiati con molta attenzione dai tecnici delle case produttrici di barriere e da studiosi del settore. Ogni minimo particolare derivante da eventi non previsti e irripetibili, infatti, può diventare importante per comprendere il reale comportamento di questo tipo di prodotto che, giova ricordarlo, ad oggi, per molti aspetti non è stato ancora compreso interamente. L'evento Un esempio molto significativo di impatto reale di un masso su una

barriera paramassi si è verificato, nel mese di giugno 2006 in provincia di Terni. Qualche tempo prima il Servizio Viabilità dell'Amministrazione Provinciale di Terni aveva commissionato al raggruppamento temporaneo d'imprese (A.T.I.) Fiorello Fioretti e Forti Costruzioni S.a.s. di Forti Luciano & C. di Terni, la posa della barriera CTR 20/04/A avente energia di dissipazione nominale di 2.000 kJ, concepita e prodotta dal Consorzio Triveneto Rocciatori di Fonzaso (BL). I lavori si erano svolti secondo le indicazioni progettuali e sotto la direzione tecnica dei lavori dell'ing. Marcello Boccio, dell’Ufficio Viabilità Provincia di Terni, nel corso della realizzazione dei "lavori di somma urgenza a causa della frana al km 12+700 della ex S.S. 205 Amerina". Qualche mese dopo l'installazione, giusto per collaudare l'opera, è stato registrato il distacco di un masso dalla pendice rocciosa ed il suo conseguente impatto sulla barriera CTR 20/04/A posta a protezione della strada. Il blocco roccioso, dal volume di circa 4 m3, dopo aver percorso un dislivello di circa 70 m ha impattato sulla barriera. La barriera, tuttavia, non ha subito danni sostanziali alle strutture. E' stata rilevata comunque la rottura di un paio

di particolari costruttivi: il tenditore di valle e il tubo di fissaggio della fune portante di valle. I dispositivi di dissipazione hanno lavorato correttamente e nessuno di essi ha raggiunto la fine corsa né sono state rilevate rotture alle funi sulle quali sono stati applicati. I dispositivi frenanti sono stati successivamente ritarati e riportati alle condizioni originarie. Localizzazione geografica, geologica e geomorfologica L'area in cui si è verificato l'evento è ubicata ad Amelia, comune situato nella parte occidentale della Provincia di Terni. Il sito in questione si colloca lungo il versante Sud-Est del Monte Cimine ad una quota più elevata rispetto alla ex S.S. 205 Amerina. La parte di pendice interessata dall'evento si sviluppa lungo una quota altimetrica compresa tra i 290 e i 380 m s.l.m. Si precisa che le caratteristiche geologiche e geomorfologiche sono state desunte dalla Relazione geologica, geomorfologica e geomeccanica allegata al progetto relativo ai "lavori di somma urgenza a causa della frana al km 12+700 della ex S.S. 205 Amerina". L'assetto morfologico dell'intera area è caratterizzato da valli strette ed incise, con versanti molto acclivi. La raffigura-


zione illustrata è imputabile, per gran parte, alle caratteristiche del substrato geologico affiorante di calcare massiccio. Sulla base del versante è possibile rilevare la presenza di detrito e altro materiale di alterazione, contenente blocchi rocciosi di dimensioni variabili. La loro presenza è giustificata da evidenti crolli delle formazioni litoidi presenti a monte. La parte della parete in cui si è verificato il distacco oggetto della presente trattazione presenta un assetto morfologico omogeneo, mantenendo la stessa orientazione e assetto verticale, pendenza omogenea, è priva di discontinuità rilevanti e risulta pressoché priva di vegetazione (almeno per quanto riguarda la parte in corrispondenza alla traiettoria seguita dal masso in caduta). A seguito dell'evento è stato eseguito un fedele rilievo topografico della parete, con particolare attenzione alla traiettoria seguita dal masso. La traiettoria risulta ben visibile dalle tracce lasciate dal blocco stesso in caduta. E' stato possibile quindi definire il profilo (vedi grafico a fianco).

erano e sono piuttosto diffuse, particolarmente larghe e profonde sia in senso verticale che orizzontale e risultano riempite di materiale spingente terroso e detritico. Alcune parti dell'agglomerato sono ancora aggettanti. La conformazione delle fratture faceva quindi rilevare che ci fosse un elevato rischio di caduta e comunque tale da far ritenere opportuno il posizionamento di barriere paramassi a protezione della strada sottostante Il peso del masso crollato è di 9.500 kg (l'elemento è stato effettivamente pesato dopo il crollo) ed il suo volume può essere assunto pari a circa 3.5 ÷ 4.0 m3. Il dislivello tra la quota di distacco del blocco e la quota di posizionamento della barriera è stato verificato essere pari a circa 70 m. Il masso roccioso L'elemento lapideo distaccatosi dalla pendice faceva parte di un agglomerato molto più ampio (volume 329 m3) formato da un insieme di diedri di forma allungata, isolati da fratture subparallele con pendenza di 65° nella parte medio bassa e rotture a trazione con pendenza 80°. Le fratture quindi,

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Metodo di verifica Dall'osservazione fondamentale delle conseguenze dell'impatto del masso sulla CTR 20/04/A è possibile affermare che la barriera paramassi "ha lavorato correttamente", nel senso che ha raggiunto l'obiettivo per il quale era stata posizionata e cioè di arrestare il

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masso, deformandosi senza comunque subire danni sostanziali alle strutture. La domanda che ci si pone ora è la seguente: ma quanto "ha lavorato" la CTR 20/04/A? In considerazione di tale quesito è necessario eseguire una verifica del tipo "back analisys", o in altre parole, proseguendo a ritroso, risalire, pur approssimativamente, al più probabile valore di energia cinetica posseduto dal masso al momento dell'impatto e confrontare tale valore con l'energia nominale della barriera stessa. Tale approccio ha il pregio di riuscire a determinare, con le limitazioni che diremo successivamente, da un lato la capacità effettiva di dissipazione di una barriera paramassi sottoposta ad urto e dall'altro verificare la correttezza dell'impostazione progettuale che ha stabilito il posizionamento in un preciso punto del pendio di una barriera dotata di una ben determinata classe di dissipazione. Per estensione, la caduta del masso può essere vista come una sorta di prova di carico per verificare sia la resistenza dei materiali che la correttezza delle ipotesi progettuali. Limitazioni e codice di calcolo utilizzato Il moto di caduta di un blocco lungo una scarpata dipende da numerosi fattori non facili da esprimere compiutamente in via numerica. Infatti la traiettoria dei blocchi dipende da vari parametri quali la geometria della scarpata, la forma del blocco, la sua velocità iniziale al distacco, ed inoltre dall'entità dell'energia dissipata per effetto degli urti durante la caduta. Il moto di caduta, peraltro, è una combinazione, non facilmente identificabile, di moti di scivolamento, rotolamento e strisciamento. L'energia dissipata per effetto degli urti è in genere diversa al variare delle caratteristiche del moto e dipen64

de dalle caratteristiche meccaniche del blocco e dai materiali presenti lungo la scarpata (roccia, terreno, vegetazione) che si oppongono al moto dei blocchi. Inoltre la geometria del pendio e la natura dei materiali formanti la scarpata subiscono modifiche, anche sensibili (alterazione della roccia, accumulo di detriti, sviluppo della vegetazione...) anche a piccolissima distanza. Infine, diviene praticamente impossibile modellare il moto di caduta dei blocchi nei casi in cui questi si frantumino per effetto degli urti, né è possibile individuare le zone del pendio in cui si verifica la frantumazione. Per l'analisi delle traiettorie di caduta è necessario, quindi, fare riferimento a modelli molto semplificati: la progettazione e la verifica geotecnica negli interventi di protezione deve essere perciò sviluppata su base statisticaprobabilistica, fondata su un'ampia sperimentazione numerica, che consenta di indagare sui diversi aspetti del fenomeno e riconoscere i fattori principali che influenzano il moto di caduta nella particolare situazione in esame. Metodo di calcolo CRSP Il modello CRSP (Colorado Rockfall Simulation Program), messo a punto da Pfeiffer e Bowen, modella il moto di caduta, nel piano bidimensionale verticale del movimento, di massi aventi forma per lo più sferoidale. Il movimento dei blocchi viene descritto dal modello CRSP mediante l'applicazione dell'equazione del moto parabolico di un corpo in caduta libera ed il principio di conservazione dell'energia totale. Il fenomeno dell'impatto e le combinazioni dei movimenti di caduta libera, di rimbalzo, di rotolamento e di scivolamento vengono schematizzati utilizzando i parametri quali la "rugosità" del pendio e la dimensione dei blocchi, e si considera che i moti possano variare a seconda di tali parametri. In

particolare, con il modello CRSP si ipotizza che l'angolo formato tra la direzione del blocco ed il profilo del pendio vari in modo statistico e probabilistico entro un range di valori preventivamente fissati. I risultati che derivano da tale approccio numerico consistono nella determinazione delle velocità e delle altezze di rimbalzo, rispetto alla superficie del pendio, durante il percorso di caduta di un masso. L'affidabilità del modello è verificabile dal doveroso confronto tra i risultati numerici e quelli ottenuti da prove in sito, meglio ancora se il confronto avviene con eventi realmente accaduti. La descrizione del moto di caduta libera inizia dal punto nel quale ha inizio il distacco, nota la velocità iniziale. Il blocco è soggetto al movimento di caduta libera fino a quando non impatta con la superficie del pendio. Dall'intersezione angolare tra la traiettoria e la superficie del pendio vengono ricavate le coordinate del punto di collisione. Il vettore della velocità di preimpatto V, forma un angolo con il pendio. A ciascun urto viene fatta variare in modo casuale l'inclinazione del pendio mantenendola comunque in un campo di valori in funzione della rugosità del pendio e dalla dimensione del masso. La velocità che si ottiene a seguito dell'impatto, viene determinata attraverso l'equazione di conservazione dell'energia totale. Le varie relazioni matematiche che governano il moto sono piuttosto complesse e devono, in generale, essere risolte per via numerica. Tra le varie grandezze fisiche di cui occorre tenere conto nell'elaborazione dei dati compaiono i coefficienti Rn = Coefficiente di restituzione normale ed Rt = Coefficiente di restituzione tangenziale che, attraverso espressioni empiriche che vengono utilizzate per valutare l'energia cinetica dissipata nelle collisioni tra blocco

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e pendio a causa dell'attrito e dell'urto. L'attrito infatti riguarda principalmente la dissipazione dell'energia prodotta dalla velocità tangenziale, mentre l'urto quella prodotta dalla velocità normale al pendio. Si evidenzia, infine, che il modello CRSP ipotizza che i blocchi, dopo l'urto, abbandonino il contatto con il pendio ruotando, indipendentemente dalla velocità angolare precedente. Risultati delle calcolazioni Alla luce di quanto esposto finora ed utilizzando un software di calcolo dedicato per la risoluzione dei parametri del moto del blocco roccioso nei termini e nei limiti esposti in precedenza, assumendo come parametri del terreno quelli indicati nella relazione geologica indicata nei paragrafi sopra, simulando 1.000 lanci di prova (valore che fa ritenere i risultati statisticamente attendibili), è stato possibile determinare i seguenti grafici. Il grafico 1 rappresenta l'altezza massima raggiunta dalle traiettorie del blocco roccioso in movimento in funzione dell'ascissa del profilo del terreno d'impatto per ciascun lancio effettuato. Detto parametro diventa conveniente per il corretto dimensionamento dell'altezza utile di intercettazione della barriera. Nel caso specifico, l'altezza massima della traiettoria del masso, in corrispondenza della posizione della barriera x = 35.0 m, vale Hp = 3.80 m. Tale valore è inferiore all'altezza nominale H = 5.00 m della CTR20/04/A effettivamente posizionata sul pendio. Il grafico 2 rappresenta invece l'energia cinetica posseduta dal masso in corrispondenza dell'ascissa del profilo del terreno. Statisticamente, il grafico 2 può essere rappresentato anche attraverso l'istogramma seguente, dal quale si riesce a distinguere che, da un punto di vista squisitamente probabilistico, la possibilità che l'energia cinetica del masso in caduta raggiunga il range 2.550 3.400 kJ è del 63%, mentre che la stessa energia raggiunga il range 3.400 - 4.251 kJ raggiunga il valore, non trascurabile, del 36%. Per completare l'analisi, dai calcoli e dalle prove effettuate è stato possibile determinare, sempre statisticamente, che la velocità massima d'impatto del masso sulla barriera è pari a 27 m/s.

del tutto evidente che i risultati dei calcoli illustrati nei paragrafi precedenti hanno valore "statistico-probabilistico" e non hanno la pretesa di fornire l'assoluta certezza dei dati. Essi, tuttavia, essendo conseguenti a parametri, grandezza fisiche e geometriche ben precise e caratteristiche del sito che si sta indagando, definiscono il comportamento verosimile del caso in esame in quanto tarato proprio su di esso. E' possibile comunque evidenziare l'ottima qualità prestazionale della barriera paramassi CTR 20/04/A dal momento che: - ha resistito positivamente ad un impatto di energia ben superiore ai 2.000 kJ, che risulta essere la sua energia nominale di dissipazione; - i danni rilevati sulla barriera non sono

stati sostanziali e non hanno interessato alcuna sua parte strutturale; - le riparazioni hanno interessato parti marginali del dispositivo. E' il caso di evidenziare infine anche la correttezza delle scelte progettuali in quanto: - l'altezza delle traiettorie è risultata, statisticamente, sempre inferiore dell'altezza nominale della barriera (3.8 m < 5 m) - nella posizione dove ha impattato il masso erano stati posizionati 2 filari consecutivi della barriera CTR 20/04/A, per cui l'energia massima nominale assorbibile in quella zona era di circa 4.000 kJ, valore che risulta dello stesso ordine di grandezza delle calcolazioni statistiche effettuate.

Conclusioni Visto quanto finora è stato detto, è Lavori Pubblici n. 23 novembre - dicembre 2006

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VERDE

Nuovi trattori compatti JCB

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JCB Groundcare lancia cinque nuovi trattorini destinati a diventare i modelli di riferimento della sua gamma specializzata per l’industria della manutenzione del verde. Questi nuovi robusti trattorini, con una potenza da 23 a 54 cavalli, sono ideali per l’uso da parte di aziende che si occupano della paesaggistica e della manutenzione del verde in campi da golf, parchi, campi sportivi e parchi divertimenti, piccole aziende agricole e circoli equestri. Queste macchine alimentano numerosi accessori che consentono agli operatori di effettuare svariati lavori di manutenzione del verde in aggiunta alla loro funzione principale di tosaerba. Queste comprendono: operazioni di scavo di fossati, caricamento, taglio di siepi, svettamento, arieggiatura, battitura con correggiato, semina ed erpicatura. I trattorini JCB sono disponibili attraverso la capillare rete di rivenditori

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specializzati di JCB Groundcare in Inghilterra, Germania, Spagna, Italia, Francia e Benelux. I clienti possono anche avvalersi di un’assistenza mondiale al prodotto senza eguali, 24 ore su 24, sette giorni alla settimana. Le principali caratteristiche del modello sono: potenti motori diesel con coppia eccellente; ridotto diametro di sterzata per garantire un’ottima manovrabilità in ambienti ristretti; i modelli da 31 e 35 CV sono a quattro cilindri invece dei tre che normalmente caratterizzano le macchine della concorrenza; trazione semplice/integrale selezionabile per garantire sempre una trazione eccellente; compatibilità con un’ampia gamma di accessori; vasta scelta di pneumatici opzionali per tappeti erbosi, agricoli e industriali per una maggiore versatilità; serbatoio carburante estremamente capiente per un utilizzo ininterrotto della macchina per l’intera giornata senza rifornimenti di carburante; regolatore auto-

matico della velocità (Cruise control); esclusione automatica della presa di forza all’azionamento del sollevatore sui trattorini a partire da 31 CV. I nuovi modelli di trattorini, tutti caratterizzati da uno stile slanciato e moderno, comprendono il JCB 323 HST, il JCB 327 HST, il JCB 331 HST e il JCB 335 HST, le cui potenze nell’ordine sono di 23, 27, 31 e 35 CV. I trattorini vengono normalmente usati come tosaerba, con la possibilità di scegliere tra apparati di taglio ventrale o posteriore. I modelli 323 e 327 sono destinati agli utenti domestici con proprietà più estese e alle piccole aziende agricole, mentre i modelli 331 e 335 offrono prestazioni in grado di far fronte ad applicazioni di manutenzione del verde e di taglio 1. Linea Groundcare JCB 2. Jo Bamford sul nuovo JCB 327 HST 3. JCB 335 HST allestito neve

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erba professionali. Inoltre è previsto un modello da 54 CV, il trattorino JCB 354 Turbo, dotato di serie di cabina con aria condizionata. Con livelli prestazionali in grado di competere con le macchine più grandi della concorrenza, il trattorino JCB 354 Turbo è in grado di trainare tosaerba di larghezza fino a 6 m, il che lo rende ideale per una vasta serie di applicazioni di taglio erba professionali su ampia scala. Il segreto delle straordinarie prestazioni dei trattorini è il loro motore a coppia elevata. I modelli 323 e 327 sono alimentati da motori diesel aspirati Mitsubishi a tre cilindri da 23 e 27 CV. A differenza della maggior parte dei modelli della concorrenza, i trattorini JCB da 31 e 35 CV sono equipaggiati di motori a 4 cilindri che garantiscono minori consumi, maggiore durata, coppie più elevate e minori rumorosità e vibrazioni. I modelli 331 e 335 sono alimentati da motori diesel aspirati Mitsubishi a quattro cilindri da 31 e 35 CV, mentre il modello 354 monta un potente 4. JCB 323 HST con tosaerba ventrale RM1500M 5. JCB 327 HST con caricatore frontale LD2060 e tosaerba posteriore RM 6. JCB 335 HST con tosaerba posteriore e ventrale 7. JCB 354 con braccio falciante

motore turbodiesel Perkins a quattro cilindri da 54 CV per una potenza ineguagliata. I quattro modelli più piccoli presentano una trasmissione idrostatica senza frizione che consente una ripresa più regolare e spostamenti in avanti e all’indietro senza dover cambiare marcia. I modelli 323 e 327 prevedono una doppia gamma di velocità alta e bassa, mentre i modelli 331 e 335 dispongono di gamme di velocità bassa, media e alta che offrono un rapporto ottimale in base alle condizioni del terreno. Il modello più grande, 354, utilizza un cambio meccanico 24x24. Tutte e cinque le macchine prevedono la trazione integrale selezionabile per una maggiore trazione. Oltre alle loro impressionanti prestazioni come tosaerba, i trattorini JCB dimostrano di essere delle macchine estremamente versatili adattandosi a numerose altre applicazioni. Tenendo conto di tutto questo, JCB ha progettato macchine estremamente robuste, realizzate per operare nelle condizioni più difficili, con capacità di sollevamento estremamente elevate, e la robustezza e la qualità costruttiva necessarie per alimentare agevolmente pesanti accessori quali retroescavatori e caricatori frontali. Tutti i modelli sono forniti di serie di impianto idraulico ventrale e posteriore. I quattro modelli più piccoli sono muniti anche di presa di forza poste-

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riore e ventrale indipendente, e di regolatore automatico della velocità. Per sostenere il lancio dei nuovi modelli, JCB ha messo a punto una gamma di accessori tosaerba, caricatori frontali e retroescavatori per impieghi gravosi. Tuttavia, con l’attacco a tre punti di categoria standard 1 (modelli 323, 327, 331 e 335) e di categoria 2 (modello 354) montato sulle macchine, il mercato offre una gamma illimitata di altri accessori assolutamente compatibili. Come per tutti i modelli JCB, la sicurezza dell’operatore e delle altre persone in cantiere sono state tenute in massima considerazione. A tal fine JCB ha integrato una serie di dotazioni di sicurezza di altissimo livello nell’allestimento standard della gamma di trattorini. Il modello 354 è dotato di serie di cabina con aria condizionata. I modelli più piccoli presentano di serie la struttura ROPS pieghevole e la cintura di sicurezza, mentre la versione con cabina è disponibile su richiesta. Tutte le cabine assicurano un’eccellente visibilità a 360° e sono dotate di pannelli insonorizzanti. Per dar vita ad un ambiente operativo più confortevole, i modelli sono muniti di sedili molleggiati e di volante regolabili. Il pavimento piatto dell’area di guida assicura un facile accesso e un’eccezionale visibilità dell’apparato di taglio. Un ulteriore vantaggio per la sicurez-

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za sui modelli 331, 335 e 354 è offerto dall’esclusione automatica della presa di forza all’azionamento del sollevatore, un’innovativa funzione che esclude automaticamente la trasmissione ad accessori posteriori potenzialmente pericolosi, durante il suo sollevamento per l’effettuazione di svolte o durante il transito. Questa funzione offre anche benefici reali in termini di produttività, poiché l’operatore non deve abbandonare la posizione di guida per disinserire manualmente la presa di forza, e la trasmissione all’accessorio viene ripristinata automaticamente quando questo viene abbassato. A sostegno dei rivoluzionari trattori compatti di JCB Groundcare è stata sviluppata una gamma di accessori tosaerba, caricatori frontali e retroescavatori per impieghi gravosi al fine di aumentare ulteriormente la versatilità di queste nuove macchine. Sono ora disponibili sette nuovi accessori per trattori compatti. I retroescavatori compatti BH1916 e BH2724 conferiscono maggiore ver8. JCB 331 HST con tosaerba con raccolta 9. JCB 354 HST 10. JCB 335 HST 11. JCB 331 con caricatore frontale LD2490 e retroescavatore BH2724

satilità e produttività ai trattori compatti JCB 323, 327, 331 e 335, offrendo prestazioni di scavo con una stabile piattaforma. Realizzati per applicazioni gravose, questi accessori presentano una configurazione di tipo fisso centrale con stabilizzatori di dimensioni normali per garantire eccellenti prestazioni di scavo anche in pendenza. Il retroescavatore raggiunge una profondità di scavo massima di 1.940 mm (BH1916) e 2.710 mm (BH2724) e forze di scavo alla benna di 1.305 kg e 1.655 kg. Una gamma di benne conferisce maggiore flessibilità. L’installazione e la rimozione del retroescavatore, che è dotato di un punto di fissaggio sulla parte inferiore del telaio del trattore, richiedono meno di cinque minuti. La gamma di caricatori frontali compatti è stata realizzata per offrire efficaci soluzioni di sollevamento e movimentazione ai trattori compatti JCB. Disponibile nella versione di serie o in quella opzionale a 3 steli con sistema di montaggio ad attacco rapido, il caricature frontale è di facile impiego e può essere agevolmente installato o rimosso in meno di due minuti. La facilità di funzionamento è garantita da un unico comando a joystick e i caricatori frontali offrono anche eccellenti prestazioni di sollevamento. L’altezza di sollevamento massima è

di 2.238 mm (LD2060) e 3.050 mm (LD2490), mentre la capacità di sollevamento in corrispondenza dell’articolazione della pala (all’altezza massima) è rispettivamente di 400 kg e 612 kg. L'LD2490 monta di serie una benna 4 in 1. I tosaerba posteriori consentono ai trattori compatti JCB 331, 335, 354 di fornire prestazioni di taglio di alta qualità per applicazioni di taglio sia di precisione che grossolane. Montati per mezzo di telaio con attacco a tre punti di categoria 1, questi accessori offrono una configurazione di taglio a tripla lama, altezza a regolazione variabile e un rullo anti-scalping. Le larghezze di lavoro sono di 1.500 mm (RM1500R) e 1.800 mm (RM1800R) e per entrambe le versioni sono previste altezze di taglio da 0 a 76 mm. Ambedue presentano inoltre un sistema di taglio a scarico posteriore con velocità lame di 82 m/s, che consente loro di far fronte anche alle applicazioni di taglio più impegnative. Il tosaerba ventrale RM1500M 60” è progettato per l’impiego sui trattori compatti JCB 323, 327, 331 e 335. Questo accessorio si avvale anche di un sistema di taglio a tripla lama e di altezze di taglio variabili da 25 a 87,5 mm. Le ruote orientabili consentono di seguire in modo eccellente le contornature dei giardini garantendo un taglio uniforme.

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VIABILITA' INVERNALE

F 80/2000 Gamberini spandisale a tutta spinta

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Nella linea degli spargisale Gamberini il modello F 80/2000 è attualmente molto apprezzato, in particolar modo dagli operatori professionali del settore della viabilità invernale. Le caratteristiche di funzionalità e maneggevolezza dello spandisale F 80/2000 permettono agli operatori una facile distribuzione del sale anche in luoghi poco accessibili con altri mezzi, come marciapiedi, vialetti, ponticelli, piste ciclabili o pedonali, rampe di accesso, parcheggi, piccoli piazzali. Infatti gli spandisale Gamberini F 80/2000 sono sempre pronti all’uso generalmente necessario con condizioni meteorologiche avverse; sono altresì affidabili nella distribuzio-

ne del sale che evita pericolose formazioni di ghiaccio sulle superfici calpestabili. Gli accorgimenti tecnici adottati nella realizzazione degli spargisale Gamberini, sia per il modello F 80/2000 zincato che per quello F 80/2006 tutto inox, rendono queste attrezzature robuste e resistenti nel tempo malgrado il contatto con il sale che, come noto, aggredisce fortemente le superfici metalliche corrodendole irreparabilmente. La Cooperativa CTSZ con sede a Zola Predosa (BO), annovera tra le sue attività anche la distribuzione del sale su strade, marciapiedi e giardini, per conto di diverse amministrazioni comunali della zona, operando sia in

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loco che in altre località della provincia bolognese. Secondo il responsabile per la neve della Coop. CTSZ, Claudio Rabbi, gli spandisale manuali sono sempre più utilizzati, in quanto permettono di effettuare il lavoro in poco tempo e senza l’ausilio di terze attrezzature. CTSZ si è recentemente dotata di altri due Gamberini F 80/2000 portando a 7 il proprio parco macchine di spargisale a conferma della loro qualità, funzionalità ed efficienza, oltre ai 3 spargitori per minipala di maggiori portate e dimensioni. 1. Spandisale manuali della CTSZ 2. Giorgio Gamberini e Claudio Rabbi durante la consegna

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VERDE

Barbiflex presenta Hoasi® Barbiflex ha presentato in anteprima a Flormart 2006 una novità assoluta in fatto di pacciamatura. Si chiama Hoasi® e si propone come una valida alternativa al metodo tradizionale. Rapido da posare, calpestabile e inattaccabile da parte degli animali e di altri agenti esterni, Hoasi® non prevede il riporto di materiali di copertura, eliminando il problema della periodica reintegrazione dei medesimi, facilitando e velocizzando al contempo le operazioni di pulizia, per le quali risulta sufficiente il soffiatore o la semplice ramazza. Coniugando funzionalità e resa estetica, simula infatti in modo molto realistico l’aspetto della pacciamatura in corteccia di conifera. Hoasi® difende le piante dagli sbalzi termici e copre e protegge i tubi d’irrigazione, che vengono comodamente sistemati al di sotto. Questo comporta inoltre un risparmio dal punto di vista idrico, dal momento che le proprietà capillari di Hoasi ® aiutano il mantenimento di un’umidità costante, con un effetto benefico duraturo per le piante. Efficace persino su terreni in pendenza, il sistema trova ulteriore ambito d’impiego nelle difesa delle scarpate dall’erosione superficiale e dal dilavamento meteorico. Barbiflex inizia nel 1978 la produzione di accessori per il letto e l’arredamento. Nel 1992 amplia l’offerta entrando nel mercato dei nontessuti ad uso industriale. L’espansione richiede nuovi capannoni ed impianti sempre più sofisticati. Tutto questo ha fatto assurgere Barbiflex alla dignità di realtà industriale in modo fluido e naturale. Nel 2005 la divisione Ricerca & Sviluppo realizza alcuni nuovi prodotti ed acquisisce un brevetto che dà vita alla linea Hoasi®, dedicata al giardinaggio sia pubblico che privato e si orienta principalmente alla pacciamatura. Hoasi® sostituisce tutto il pac70

chetto pacciamante tradizionale, garantendo ottimi risultati sia estetici che funzionali, un netto risparmio immediato e vantaggi economici nel lungo periodo. Alcune amministrazioni pubbliche hanno già inserito Hoasi® nei loro progetti. L’esigenza della pacciamatura sia nel pubblico che nel privato è nata per rispondere a bisogni squisitamente funzionali: evitare la crescita di infestanti. I metodi tradizionali assolvevano questa funzione in modo più che accettabile. L’evoluzione della società, l’aumento della comune sensibilità al bello, la crescita del numero delle aiuole e dei giardini, come di altri ambiti "verdi" (un esempio per tutti costituito dalle rotatorie stradali) hanno portato alla ricerca di soluzioni pacciamanti decorose. La pacciamatura tradizionale si è quindi arricchita di materiali di riporto superficiale delle più varie nature, dal sassolino al Leka, dal lapillo alla corteccia e così via. Hoasi®, per la prima volta, propone una soluzione integrata che unisce la valenza tecnico funzionale al risultato estetico. L’attuale tendenza nel campo della pacciamatura non colturale, relativa cioè ai giardini, aiuole, rotatorie, è di impiegare un pacchetto formato da vari strati. Dopo la preparazione del terreno di coltura viene steso un telo pacciamante costituito da un tessuto di bandelle di polipropilene. Al di sopra di questo telo, chiamato ”antialga” o ”agritela”, viene posto uno strato di materiale, di volta in volta lapillo, sassolino, corteccia di conifera o altre tipologie di inerte. I possibili problemi derivano dalla struttura del telo tessuto, che presenta scarse capacità drenanti. Inoltre, l’intersezione trama ordito costituisce un facile varco alle infestanti. Sovente, infine, lo strato superficiale, per esempio di corteccia, è di spessore insufficiente per ragioni

economiche. Ne risulta l’inefficacia del sistema. Hoasi® garantisce la totale valenza funzionale unita ad un risultato estetico duraturo ed assicura un sensibile vantaggio economico. La pacciamatura tradizionale richiede una matutenzione costante e difficoltosa, unita alla impossibilità di una pulizia credibile. Hoasi ® non richiede manutezione, è di rapidissima e semplice pulizia e lascia spazio al vero lavoro dei giardinieri: piantumare ed arricchire il giardino di essenze e fiori. Hoasi® assicura parecchi vantaggi: il controllo delle infestanti persino alla base degli alberi dove è difficile arrivare col tosaerba; il miglioramento della tessitura del suolo; l’inattaccabilità da parte degli animali (cani, gatti, uccelli...); la posa dei tubi d’irrigazione al di sotto di Hoasi® che ne garantisce la protezione elimina l’impatto estetico, richiede un minor consumo idrico e mantiene costante l’umidità, grazie alle proprietà capillari intrinseche, instaurando un ottimo microclima; l’assenza di manutenzione e la semplicità e rapidità di pulizia; la diminuzione di infestanti nelle aiuole ne favorisce il controllo anche nelle aree vicinali adibite a prato; l’incremento della disinfezione dai parassiti del terreno attraverso l’azione di ”solarizzazione” e la prevenzione dell’infestazione da parte del ragnetto rosso ed altri acari; la protezione dell’apparato radicale dagli sbalzi termici permette una migliore radicazione e quindi un maggior benessere delle piante; particolarmente importante l’applicazione in scarpata e generalmente in pendenza ove la pacciamatura tradizionale è praticamente impossibile; in questa condizione di utilizzo Hoasi® difende, inoltre, il terreno dalla erosione superficiale e dall’insidioso dilavamento meteorico che provoca il pericoloso fenomeno di

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PORTATTREZZI

Ambiente

Con l’acquisizione di Foredil macchine da parte di RAM, avvenuta all’inizio del 2005, e la costituzione della nuova società RAM Italia si sono create delle interessanti sinergie che si evidenziano ampiamente nella proposta del portattrezzi Ambiente. RAM produce infatti svariate attrezzature che si sono già sposate bene con Ambiente in molteplici situazioni, ampliando così l’offerta delle attrezzature prodotte autonomamente da Foredil macchine. Naturalmente il portrattrezzi Ambiente si presta ad una varietà assai elevata di lavori ed è stato allestito negli anni da un numero estremamente elevato di preparatori con attrezzature di numerose case produttrici. Ambiente, nato nei primi anni '90 per soddisfare le esigenze di un portattrezzi multifunzionale per l’ente pubblico, vanta numerosissime applicazioni ed attrezzature proposte direttamente da Ram Italia, come: pala caricatrice, retroescavatore, spazzatrice

stradale aspirante portata, piattaforma aerea telescopica, decespugliatori, lame sgombraneve, vomeri, spargisale portati e a sponda, turbofrese, canaljet, grader, moduli antincendio, pulispiaggia. Le caratteristiche principali di Ambiente in versione standard vedono: telaio articolato e snodato al centro, semitelaio anteriore, blocco elettroidraulico dello snodo, sterzatura tramite idro-guida, 4 ruote motrici con pneumatici 14.5/20, assali differenziali rigidi con riduttori finali epicicloidali, freni a disco in bagno d’olio incorporati negli assali, doppio impianto frenante, freno di parcheggio e d’emergenza comandato a mano, impianto idraulico per servizi e idroguida, motore diesel Deutz a 4 cilindri, raffreddato ad acqua, radiatore acqua e scambiatore calore olio, trasmissione idrostatica con pompa a portata variabile e motore a cilindrata variabile, riduttore meccanico a due rapporti al quale è flangiato il motore idraulico, dispositivo elettronico per consentire il cambio a macchina ferma, quattro gamme di velocità avanti e indietro, marcia di lavoro lenta e veloce, marcia di trasferimento lenta e veloce, velocità massima 40 km/h, tutte le marce a comando elettrico, dispositivo con scheda elet-

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tronica per avanzamenti extra-lenti, cabina omologata ROPS/FOPS ribaltabile in avanti idraulicamente per ispezione vano motore, riscaldamento con elettroriscaldatore a tre velocità, guida bidirezionale con doppia plancia di guida e doppia idroguida, doppio impianto acceleratore e freni, doppio tergicristallo, impianto elettrico a 12 volt, impianto di illuminazione per lavoro e per circolazione stradale, luce gialla rotante sul tetto cabina ed omologazione italiana per circolazione stradale. L’adattabilità e la versatilità di Ambiente garantiscono una molteplicità di soluzioni e quindi un sicuro investimento per il cliente finale. RAM Italia propone direttamente le seguenti attrezzature senza tralasciare la possibilità di allestimenti diversi con prodotti di differenti marchi. La pala caricatrice da montare sul castello anteriore del trattore, composta da: castello di supporto bracci, bracci di sollevamento con biella di richiamo, piastra d’attacco rapido per la sostituzione rapida attrezzi, distributore oleodinamico valvolato a tre elementi, cilindri oleodinamici di sollevamento e cilindro di brandeggio, tuboflex per alta pressione con attacchi rapidi idraulici, benna caricatrice frontale con denti, larghezza 2.050 mm, capacità di 1.000 l, norme CECE. Il retroescavatore da montare con semitelaio posteriore del trattore, composto da: telaio slitta di supporto con stabilizzatori idraulici indipendenti, sistema di attacco rapido al trattore, braccio escavatore profondità massima di scavo 4.000 mm, distributore oleodinamico a 6 elementi valvolato, cilindri oleodinamici, tubiflex alta pressione, benna rovescia standard di larghezza 500 mm.

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La spazzatrice stradale aspirante portata da montare sul telaio anteriore scarrabile del trattore con le seguenti caratteristiche: la raccolta dei rifiuti viene effettuata tramite due spazzole appaiate a funzionamento idraulico montate posteriormente, che convogliano i rifiuti verso una bocca di aspirazione posta tra le due spazzole; una terza spazzola ad estensione idraulica laterale è posta anteriormente al trattore allo scopo di inviare i rifiuti dall’esterno verso il centro della macchina dove saranno aspirati dalla bocca di aspirazione; sulle tre spazzole e sulla bocca di aspirazione sono montati degli ugelli nebulizzatori che, tramite un’elettropompa, irrorano acqua per l’abbattimento delle polveri. Il contenitore dei rifiuti ha una capacità di 2,5 m3 ed il cassone serbatoio d’acqua ha una capacità di 1.200 l. Il cassone dei rifiuti è ribaltabile idraulicamente, per lo scarico degli stessi, tramite un portellone posteriore apribile. Su tale portellone posteriore è predisposto l’attacco per una proboscide di aspirazione con braccio di sostegno rotante e autobilanciato per la pulizia di caditoie, chiusini ed in particolare per l’aspirazione delle foglie.

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La piattaforma aerea telescopica da montare con semplici operazioni senza l’ausilio di mezzi di sollevamento sul telaio anteriore scarrabile del trattore, è composta da: piattaforma costituita da un telaio di base comprendente 2 stabilizzatori a posizionamento idraulico, una torretta girevole portabraccio che consente una rotazione di 355° non continui rispetto al telaio di base, un braccio telescopico composto da tre elementi incernierato alla torretta con estensione a due sfilamenti; all’elemento terminale del braccio è incernierato il supporto navicella in vetroresina con sistema di livellamento realizzato tramite due cilindretti idraulici. L’altezza massima del piano di calpestio è di 9 m, lo sbraccio massimo a filo navicella è di 6 m. La portata è di 120 kg ed il suo peso di 1.500 kg circa. Il canaljet permette il lavaggio idrodinamico dei condotti fognari, il lavaggio ad alta pressione ed il trasporto acqua. Una cisterna di forma troncopiramidale costruita in acciaio inox fiorettato ha la capacità circa 1.000 l. Il Canaljet è dotato di: boccaporto di riempimento, spie di livello, attacco di riempimento UNI 45, 3 rubinetti da 3/4” per distribuzione acqua, tappo di scarico. La pompa a tre pistoni tuffanti ceramizzati viene azionata da motore oleodinamico alimentato da impianto del portattrezzi ed eroga circa 90 l/min fino alla pressione di 180 bar. Canaljet è equipaggiata con valvola di regolazione continua della pressione con dispositivo di ricircolo veloce a pressione costante e manometro, avvolgitore manuale con circa 80 m di tubo da 1/2”, lancia a mitra

per lavaggi ad alta pressione, serie di tre testine speciali per il lavaggio idrodinamico di vari tipi di condotte, impianto oleodinamico alimentato dalle prese d’olio del trattore completo di scambiatore di calore elettroventilato e distributore, piedi meccanici per lo scarramento dell’unità. Il grader viene montato sul telaio anteriore con le seguenti caratteristiche operative: lunghezza della lama 3.000 mm, angolazione idraulica destra o sinistra 35°, larghezza utile operativa con lama inclinata di 35° 2.500 mm, altezza lama 600 mm, inclinazione idraulica sul piano orizzontale 18° a destra e sinistra, due pneumatici anteriori montati sul telaio oscillante. Tutte le funzioni idrauliche avvengono tramite comando elettrico in cabina. Il modulo antincendio si monta sul telaio anteriore con una capacità del

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serbatoio di 1.700 o 3.000 litri. La pompa del motore idraulico è alimentata dal sistema della macchina (portata massima 160 l/min. a 175 bar) ed ha una portata massima di 1.600 l/min con una massima prevalenza della pompa di 16 bar (160 m). L’attacco mandata per la lancia antincendio è UNI 45 come l’attacco per rifornimento acqua, che possono essere variati a richiesta. La lancia antincendio manovrata da operatore a terra ha la lunghezza standard di 20 m. RAM ha progettato appositamente per Ambiente un puliscispiaggia, il Multiram 2500, che è in grado di operare in qualsiasi condizione, con sabbia asciutta, bagnata, mista a pietra, ma soprattutto in presenza di alghe. Essendo il trattore portattrezzi Ambiente una macchina bidirezionale, la puliscispiaggia Multiram può lavorare in opposte direzioni, cioè la macchina lavora sia a spinta che a traino, ottenendo in entrambi i casi

ottime performance operative, consentendo all’operatore sempre ottima visibilità. Il maggior pregio di Multiram 2500 in versione standard per lavoro frontale, è che il trattore Ambiente non calpesta mai i rifiuti spingendoli in profondità sotto la sabbia, in quanto, essendo l’accessorio in posizione frontale, il rifiuto viene raccolto molto più facilmente con ottimi risultati. Multiram 2500 è munita di due contenitori di raccolta per una capacità totale di 3,8 m 3. Il contenitore più grande è sollevabile idraulicamente, e può scaricare la spazzatura a 2,85 m da terra, direttamente nei camion, o su appositi contenitori scarrabili. Il metodo di pulizia della sabbia è molto semplice ed efficace: il sistema frontale a ruota dentata penetra nella sabbia ad una profondità di 15 cm. La parte anteriore della macchina è equipaggiata con un tappeto vibrante costituito da una maglia metallica; tale vibrazione consente di far cadere la sabbia a terra e trasferire la sporcizia nella vasca più piccola, la quale quando risulta essere piena viene svuotata automaticamente mediante un sistema idraulico dentro la vasca più grande. Un altro modello di puliscispiaggia è offerto dalla RAM per Ambiente: il Roto Beach. Questo è stato progettato per eseguire lavori di pre pulizia e finitura della spiaggia, che non pos-

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sono essere eseguiti efficacemente con altri tipi di macchina. Roto Beach è munita di un sistema a spazzola rotante che pulisce l’area contaminata e raccoglie qualsiasi tipo di rifiuto anche di piccole dimensioni, come per esempio, foglie secche, siringhe, mozziconi di sigarette, fiammiferi, carta, bottiglie... Roto Beach è trainata e viene azionata tramite la presa di forza meccanica F80/E. Naturalmente il portattrezzi Ambiente si delinea estremamente adatto al lavoro sia di sfalcio erba che di viabilità invernale. RAM Italia ha un rapporto consolidato con Hymach, che oramai ha allestito molti Ambiente con i suoi bracci decespugliatori montati sia frontalmente che retroportati con differenti lunghezze di lavoro. Per le operazioni di viabilità invernale Ambiente ha visto i più disparati allestimenti di lame, vomeri, spargisale e frese, riscontrando successi tali da esserne ordinate persino versioni dedicate per l’apertura passi (Lavori Pubblici n. 21 luglio - agosto 2006).

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ANTINCENDIO

Ancora 20 Scamdrake 1700 alla Protezione Civile sarda

Nel novembre 2006 Scam S.r.l. di Induno Olona (VA) ha consegnato al Servizio di Protezione Civile della Regione Autonoma della Sardegna altre 20 autobotti fuoristrada Scam SMT 55 4x4 attrezzate con allestimento antincendio Drake 1700 ABC della ditta Amatori S.r.l. di Nuoro, rinominati Scamdrake 1700, per interventi boschivi e di Protezione Civile. I veicoli, come i 14 consegnati lo scorso anno (Lavori Pubblici n.17 novembre - dicembre 2005), sono destinati alle varie associazioni di volontariato dislocate sull’intero territorio dell’isola. Questi Scam in abbinamento con l’allestimento della società sarda Amatori, da anni altamente specializzata in questo settore, hanno soddisfatto le aspettative degli utilizzatori risultando un validissimo mezzo per l'impiego nella lotta agli incendi boschivi. Veloci, potenti e maneggevoli allo stesso tempo, sono risultati particolarmente adatti in tutte le situazioni, ma soprattutto dove si richiede l’impiego di veicoli antin74

cendio di dimensioni contenute. Progettati per il fuoristrada più impegnativo, sono dotati di trazione integrale permanente per garantire prestazioni e qualità di lavoro. Le caratteristiche peculiari di questi prodotti possono essere così riepilogate: · prestazioni meccaniche del veicolo eccezionali; · velocità del veicolo superiore a 100 km/h; · capacità del serbatoio dell’acqua pari a 1.700 l; · baricentri particolarmente bassi, solo 1.100 mm; · pompa A.P. con portata di 180 l/min a 60 bar; · gittata manichette superiore a 30 m; · rifornimento serbatoio d’acqua in meno di 2 minuti; · profondità di pescaggio per rifornimento fino a 35 m; · ampio raggio d’azione delle tubazioni da 120 m; · operatività sia da fermo che in movimento; · qualità ed ergonomia dei componenti impiegati;

· motore Turbo diesel intercooler Iveco, Euro 3, 2.800 cc, 125 cavalli; · cambio 6 rapporti + retromarcia; · pneumatici 255/100 R 16 per percorsi fuoristrada; · lampeggiatori strobo e sirena bitonale omologati, montati su basi ribaltanti in caso d’urto; · dispositivo amplivoce per dare comunicazioni di emergenza; · faro di lavoro dotato di radiocomando; · scarico dei gas al di sopra della cabina; · adeguata illuminazione notturna dell’allestimento antincendio. I mezzi sono dotati di trazione integrale permanente con tre differenziali autobloccanti. Le balestre ad alta flessibilità assicurano un’elevata torsione tra l’assale anteriore e quello posteriore con grande aderenza al terreno, stabilità e sicurezza. Gli allestimenti Drake 1700 ABC sono frutto di una ricerca progettuale per offrire, uniti agli Scam, da cui il nome di Scamdrake 1700, le prestazioni migliori nel comportamento dei veicoli sia su strada che in fuoristrada. I veicoli dispongono di una presa di forza che fornisce oltre 40 HP di potenza, ed è operativa sia con veicolo fermo che in movimento. Grazie al particolare impianto oleodinamico di cui dispone, si possono azionare più utilizzi simultaneamente. La pompa A.P. è di tipo a pistoni in ceramica, rinforzati, ad altissima resistenza all’usura. Ha una portata d’acqua di circa 180 l/min a 60 bar di pressione. E' operativa anche in condizioni di veicolo in movimento. Il rifornimento è assicurato dalla pompa di rifornimento rapido, che realizza l’operazione in meno di due minuti, potendo inoltre effettuare il carico da oltre 35 metri di profondità. Gli allestimenti sono infine dotati di vani porta attrezzature dotati di serrandine in alluminio anodizzato.

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VERDE

Osma all’Eima annuncia novità per il 2007

Osma a Bologna ha presentato diverse macchine della propria gamma. · La testata forestale TF 100 per escavatori da 130 a 250 quintali. La serie TF è costruita interamente in acciaio ad alto indice di snervamento. I modelli che la compongono possono supportare carichi oltre gli standard (fattore di sicurezza 1:1,8). Sono macchine adatte alla decespugliazione e all’abbattimento di rami fino a 30 cm di diametro. Sono dotate di serie di rotore con martelli a scomparsa, motore idraulico a pistoni, valvola anticavitazione, cofano apribile idraulicamente, tubazioni in R9R, slitte di appoggio regolabili in altezza con possibilità di triturare fino a 2 cm di profondità nel terreno. · Le testate trincianti per miniescavatori da 0,8 fino a 50 quintali, modelli TE/DL e TE/DP. · La motobarca falciante per manutenzioni di canali atta allo sfalcio di

erbe fino ad una profondità di m 1,50, a trasmissione idrostatica, completamente a norme di sicurezza per l’operatore, con una rumorosità massima di 82 dBA. · La trinciatrice idraulica laterale per uso esclusivamente professionale DHLI sta riscontrando un enorme successo presso addetti ai lavori, che hanno registrato una produzione di taglio di quasi il doppio rispetto alla tradizionale macchina a cardano. Ottimi risultati sta avendo anche la trinciatrice DHLI con l’applicazione del nastro deviatore (Lavori Pubblici n. 20 maggio - giugno 2006), risolvendo problemi a molti manutentori che fino ad oggi dovevano accollarsi costi di gestione altissimi per ripulire alcune sponde dal materiale trinciato, oppure, lasciato quest’ultimo sul fondo del canale, di dovere poi andare con mezzi d’opera a raccoglierlo. Il fatto di asportare subito l’erba trincia-

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ta, oltre che far risparmiare tempo e denaro, fa sì che essa non si impianti nuovamente, rinvigorendo la vegetazione esistente. · Il braccio professionale - industriale DHIS 1000 Super da 10 m (Lavori Pubblici n. 19 marzo - aprile 2006), presentato a Fieragricola a Verona è di nuovo esposto all’Eima. Questo braccio, grazie alla sua nuova configurazione, benché fissato posteriormente, permette di arrivare a profondità di lavoro uguali a quelle con bracci ventrali da 12,5 - 13 m. · La benna falciante serie HKL, novità Osma presente a Bologna, attrezzatura applicabile a miniescavatori a partire da 40 quintali fino ad escavatori da 200 quintali, anche nelle versioni Long Reach. Può anche essere applicata a bracci decespugliatori professionali di almeno 6 m. La benna HKL permette lo sfalcio direttamente in acqua di canne o vegetazione fitta fino ad un diametro di 2 cm, raccogliendo contemporaneamente il materiale sfalciato. Con l’introduzione di questa benna falciante Osma ha completato la sua già ampia gamma di attrezzature professionali per la manutenzione e la bonifica del verde, di canali, argini, bacini d’acqua... La ditta Osma tiene ad informare tutti i consorzi di bonifica dell’imminente uscita di una nuovissima motobarca per la pulizia e la manutenzione di corsi d’acqua, canali e bacini. Novità prevista per l’inizio del 2007.

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IMPIANTI SPORTIVI

Giochisport e Nike per i campi sportivi di Muggiò GIORGIA MARCHELLI In accordo con le direttive politiche nazionali, il Comune di Muggiò (MI) ha avviato da qualche anno opere per la riqualificazione e ristrutturazione degli edifici scolastici presenti sul suo territorio. I lavori di rinnovamento hanno coinvolto anche l’istituto di via Allende, che in passato era stato, grazie ai suoi spazi attrezzati per lo sport, un punto di riferimento per le attività agonistiche della città. Lo stato di abbandono e degrado subito negli anni hanno costretto ad un intervento radicale anche degli spazi esterni alla scuola. Sia per la pista di atletica che per il campo polisportivo (basket, pallavolo, pallamano, calcetto...) è stato progettualmente deciso di orientarsi verso la copertura dello stato di fatto attraverso i nuovi materiali sintetici provenienti dal riciclo, decisione ha permesso di contenere i costi realizzativi, oltre che di soddisfare le normative vigenti riguardo l’utilizzo di materiali riciclati a tutela dell’ambiente e del territorio. Il Comune di Muggiò ha trovato un’ottima possibilità di collaborazione con Giochisport Group Progress S.a.s., società leader in Italia nel settore ludico e dell’arredo urbano, con esperienza trentennale e sede nella stessa cittadina, per i quali enti locali ha nel tempo già sovente prestato le proprie opere con esiti molto positivi. Oltre ad utilizzare prodotti garantiti e conformi agli standard di sicurezza e di accessibilità, certificati secondo le norme internazionali, che permettono di rendere sicuri, piacevoli ed intelligenti i parchi gioco, la società di Muggiò rivolge grande attenzione alle pavimentazioni ammortizzanti per questi, concepite per minimizzare i rischi di lesioni ai bambini che cadono dalle attrezzature: superfici antishok con le quali è possibile creare superfici colorate di forme a piacere, realizzate con granuli di gomma provenienti dal riciclo di pneumatici, gettate in opera dai tecnici delle proprie squadre di installazione. 76

Proprio la pavimentazione antitrauma in gomma riciclata gettata in opera Playtop, superficie ad alto assorbimento d’impatto particolarmente adatta a ricoprire aree da gioco per bambini, è risultata l’ideale per la ristrutturazione degli spazi sportivi in questione. Per la prima volta nel caso di Muggiò è stata adoperata l’innovativa soluzione di Playtop con superficie Nike Grind, nata dal rapporto con la rinomata azienda americana di materiali sportivi, che mantiene inalterate tutte le caratteristiche peculiari del prodotto originale. La diversità è data dall’uso di materiale di recupero per la composizione del granulo usato per lo strato di finitura. La colorazione è unica e standard: grigio/nero, ed ha l’inserimento del logo Nike Grind opzionale. La percentuale di granulo diverso dal nero è ricavata dalla raccolta e lavorazione delle scarpe sportive dimesse. Dopo essere state compiute opere di consolidamento del terreno ed adeguati sistemi di drenaggio e defluvio delle acque piovane, la posa della pavimentazione antitrauma è stata effettuata in cinque fasi: - preparazione dell’impasto di sottofondo (gomma "grezza", collante resiliente), tramite macchina miscelatrice Mix Master; - getto del primo strato di gomma "grez-

za" direttamente sullo strato di ghiaia; - preparazione del secondo impasto di finitura (gomma "finitura", collante resiliente), tramite macchina miscelatrice Mix Master; - getto del secondo strato di gomma "finitura" per uno spessore nominale pari a 20 mm; - rullatura e spianamento finale. La gomma utilizzata per i due strati della superficie antitrauma ha i seguenti valori granulometrici: - gomma grezza 20/50 mm - gomma finitura 1/3 mm. Charles Lawrence Group è stato il primo a scoprire che la gomma utilizzata per i pneumatici possedeva le proprietà elastiche ideali per creare delle superfici per i giochi e che poteva essere riciclata a basso costo usando pneumatici vecchi. Lo stabilimento di riciclaggio del gruppo ne garantisce la reperibilità, la pulizia ed il taglio nelle dimensioni, quantità e qualità desiderate. Con questo materiale grezzo a costi contenuti le superfici possono essere costruite in base a standard elevati senza risparmiare sullo spessore. Per la superficie antitrauma vengono utilizzati granuli di gomma provenienti da pneumatici perfettamente ripuliti: questa contiene oltre il 90% di materiale riciclato, ed è a sua volta riciclabile al 100%. Le opere di manutenzione della pavimentazione antitrauma sono di facile adempimento, ed in particolare si limitano a rimozione dei detriti e bagno della superficie con acqua calda per mantenere la porosità dei materiali. Qualora si dovesse presentare la necessità di fare riparazioni per danni casuali o derivanti da vandalismo, è possibile tagliare e ripristinare le zone danneggiate. Per l’imbrattamento è facilmente ripulibile tramite l’uso di solventi specifici. L’opera conclusa restituisce uno spazio vitale all’istituto scolastico ed al Comune che può finalmente tornare ad ospitare manifestazioni locali sportive.

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AZIENDE

Trimmer, sistemi per il trattamento delle superfici FRANCESCO VANDONI

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Trimmer S.r.l., fondata nel 1979, è specializzata nella preparazione delle superfici per: irruvidimento, trattamento antiscivolo, rimozione segnaletica, sgommatura piste aeroportuali, successivi rivestimenti, nonché nel risanamento e nella manutenzione navale. Attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate, frutto di costante ricerca, Trimmer produce e commercializza in Italia e nel mondo un’ampia gamma di macchine e attrezzature che trovano largo impiego nei settori dell’edilizia stradale, aeroportuale, navale, industriale e civile. A volte, per motivi di maggiore visibi-

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lità, e di conseguenza maggiore sicurezza, è necessario rendere un fondo stradale in asfalto più chiaro e più luminoso. In questi casi, è consigliabile un intervento meccanico di raschiatura. Un'azione simile è stata eseguita nella località di Valstagna, in provincia di Vicenza, dalla ditta Zanghellini Asfalti S.p.A., con attrezzature noleggiate, assieme ad un operatore specializzato, dalla società Trimmer. La miscela degli inerti a base di porfido necessitava la rimozione dello strato superficiale per renderlo più chiaro. L’area di intervento è stata di

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circa 2.300 m2. Questa superficie è stata trattata principalmente con la raschiatrice TR 900 a tamburi multipli snodati e per le finiture con la raschiatrice TR 250. Dopo una successiva pulizia con adeguata spazzatrice il lavoro è terminato ed è stato eseguito senza interruzione del traffico. 1. Superficie asfaltata trattata da Trimmer 2. Lavori a Valstagna: raschiatrice Trimmer TR 900 3. Valstagna: finiture con la raschiatrice Trimmer TR 250

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IGIENE URBANA

Eco Service presente a Ecomondo FRANCESCO VANDONI

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La società Eco Service di Minturno, in provincia di Latina, si è specializzata nel corso degli ultimi 15 anni nella risoluzione pratica dei problemi derivanti dalla raccolta, lo stoccaggio, lo smaltimento e la riduzione volumetrica dei rifiuti. In occasione della fiera Ecomondo a Rimini, Eco Service presentava diverse delle sue numerose attrezzature e sistemi destinati al settore RSU. Tra le novità sullo stand Eco Service, la cisterna scarrabile Ecocist, un’attrezzatura concepita per il carico, il trasporto e lo scarico di acqua pulita, fanghi, liquami di pozzi neri e di fogne. L’attrezzatura permette di aspirare prodotti viscosi, fibrosi, fanghi, paste contenenti materiali abra-

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sivi o solidi in sospensione (fino a 30 mm di diametro), grazie all’impianto di aspirazione composto da una pompa volumetrica a lobi rotanti. L’impianto acqua ad alta pressione permette inoltre la pulizia idrodinamica di canalizzazioni e reti fognarie; questo impianto è composto da una pompa ad alta pressione a tre pistoni tuffanti orizzontali in acciaio inox ceramico al plasma capaci di sviluppare una portata di 60 l/min ed una pressione massima di 160 bar; valvola di regolazione della pressione e riciclo a comando meccanico, filtro dell’acqua, tubazioni, valvole e saracinesche di alta qualità. Nella zona posteriore, sul lato destro si trova il naspo avvolgi-

tore a funzionamento manuale (idraulico su richiesta), completo di giunto girevole in acciaio inox e di 80 m di tubo di gomma alta pressione di diametro di mezzo pollice; il sistema è dotato di un dispositivo guida tubo e di lancia a mitra. Ecocist è composta da una cisterna a sezione cilindrica in acciaio S235JR di 5 mm di spessore e di capacità di 10.000 litri, i due fondi del cilindro sono paraellitici bombati imbutiti a freddo, quello posteriore è apribile grazie a due cilindri oleodinamici a doppio effetto. La chiusura del portellone posteriore è garantita da volantini manuali. Lo scarico dei liquidi dalla cisterna può avvenire in maniera non forzata (scarico libero) attraverso una doppia saracinesca manuale a sfera da 4 pollici posta sulla parte posteriore o attraverso una pompa a lobi. La cisterna è realizzata con un dispositivo frangiflutti al suo interno ed è dotata per le ispezioni di un passo d’uomo di 50 cm di diametro, oltre ad un oblò sul fondo posteriore per la verifica del livello del liquido. Due scomparti laterali realizzati in acciaio inox AISI 304 2B per l’acqua pulita sono dota1. Parte dello stand Eco Service a Ecomondo a Rimini 2. 3. Cisterna scarrabile Ecocist

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ti di boccaporti superiori per il loro carico e di indicatore di livello a colonna posto sulla parte anteriore. La trasmissione di potenza necessaria al funzionamento della pompa volumetrica e di quella ad alta pressione deve essere garantita dal veicolo sul quale è carrata la cisterna. Attraverso innesti rapidi e comandi a leva che azionano i distributori oleodinamici, l’olio in pressione alimenta i motori preposti al funzionamento delle pompe. Un’altra novità Eco Service era montata su un Daily. Si tratta di una vasca scarrabile ribaltabile posteriore per la raccolta ed il trasporto di RSU, realiz-

zata per raccogliere rifiuti sia in sacchi che in cassonetti da 120, 240 o 360 litri. Lo scarico dei rifiuti può avvenire sia in discarica che in compattatori medio grandi. Il caricamento dei rifiuti si effettua manualmente per i sacchi, utilizzando gli sportelli laterali, oppure grazie al dispositivo voltabidoni e voltacassonetti. Lo scarico avviene per ribaltamento posteriore della vasca di 90° ad un’altezza minima da terra di 145 cm, riversando i rifiuti in scarrabili, press container o compattatori. Il ribaltamento è assicurato da due cilindri oleodinamici, azionati da un distributore a leva posto dietro la cabina.

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La vasca ha un design funzionale e la sua forma favorisce lo svuotamento durante il ribaltamento; è a tenuta stagna per evitare la fuoriuscita di liquidi e realizzata in materiale resistente agli agenti atmosferici e chimici. La capacità va da 2,5 a 7 m3. I punti di forza di questa attrezzatura sono la sua intercambiabilità, affidabilità, leggerezza, facilità d’uso e di manutenzione, sicurezza. 4. Daily con vasca scarrabile ribaltabile 6. Iveco Eurocargo con impianto scarrabile ESI da 10 tonnellate e gru MEC

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VERDE

Un nuovo comando ed una nuova metodologia di lavoro proposte da Ferri all’Eima GHERARDO MARCHELLI

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All’Eima di Bologna Ferri ha presentato due novità estremamente interessanti denominate Electra e Vision System. Queste innovative tecnologie nascono dall’attenzione che in casa Ferri viene posta verso gli utilizzatori delle loro attrezzature, cercando sempre di proporre soluzioni che possano economicizzare e rendere più confortevole il lavoro. Prendendo spunto da sistemi già efficacemente adottati in lavori differenti dalla gestione del verde, Ferri ha tradotto queste valide soluzioni nel suo settore, potendo così offrire due tecnologie innovative ma allo stesso tempo già collaudate. Electra è un comando monoleva elettrico progressivo, che ha la particolarità di dosare la velocità di innesto e disinnesto di ogni singola funzione. In pratica un comando on-off tradizio-

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nale attiva le funzioni selezionate immediate alla massima velocità di esecuzione. L’unico modo di limitare tale velocità di esecuzione è l’introduzione di strozzatori dell’olio, fissi oppure regolabili. Il nuovo comando con sistema progressivo permette tramite una valvola proporzionale posta all’ingresso del distributore di regolare il flusso dell’olio con opportune rampe di accelerazione e decelerazione. Il risultato è l’eliminazione di movimenti troppo repentini o di pendolament:per questo il comando viene denominato "proportional valve". L’impianto è stato studiato affinché l’operatore possa effettuare fino a tre funzioni contemporaneamente. Ad esempio: rotazione testata o bracci tramite pulsanti, movimento 1° braccio con leva, movimento 2° braccio con leva.

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L’inversore della rotazione del rotore è comandata tramite cavo e l’inserimento/disinserimento dell’accumulatore di azoto del 1° braccio sono ad innesto manuale. Tutte le funzioni del comando sono gestite da un software residente in un microprocessore della centralina elettronica, naturalmente protetta dagli agenti atmosferici, che permette di regolare la velocità di esecuzione dei movimenti, secondo le necessità del cliente. Per la fornitura della componentistica, come tipicamente avviene in casa Ferri, sono stati scelti fornitori italiani 1. Nuovo comando Electra 2. Ferri TP51 Proj Electra 3. Trattore allestito con Vision System Ferri 4. Telecamera 1 5. Telecamera 2

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di primaria importanza. Tutti i modelli Electra sono dotati di una protezione che ripara il distributore da intemperie o possibili danneggiamenti. Electra viene applicato, per ora, ai modelli: TM46 Proj Electra, TM47 Proj Electra, TM51 Proj Electra e TM61 Proj Electra. Se si paragona il nuovo comando Electra con un comando monoleva a bassa pressione si evidenziano i principali vantaggi: meno caro e più leggero; avere solo un cavo elettrico in cabina e non olio in pressione con il consueto fascio di tubi che permette inoltre all’Electra di essere asportabile e non fisso nella macchina; ha un minor ingombro; la velocità dei movimenti è regolabile tramite software incorporato nella centralina e fornito dalla casa madre, invece di essere regolabile con strozzatori; le funzionalità del 1° e 2° braccio sono progressive invece che proporzionali, però sono anche progressivi i movimenti delle altre funzioni, che tipicamente sono on-off nei comadi a bassa pressione. Il comando della sospensione del 1° braccio è manuale anziché elettrico. Il Vision System è un sistema composto da una o in alternativa da due telecamere poste sulla macchina, e da uno schermo all’interno della cabina con cui è possibile monitorare il lavoro della testata trinciante o il lavoro dell’attrezzo anteriore. Lo schermo da 7” (17,8 cm), a colori, ad alta visibilità anche in presenza della luce del giorno è resistente alla polvere ed alle vibrazioni. Le telecamere hanno un angolo di immagine orizzontale di 90° e sono resistenti agli urti ed alle vibrazioni fino a 50 g nelle 3 direzioni, oltre a sopportare il lavaggio con lancia ad alta pressione e la polvere in conformità delle norme IP 69 K, come tutti i cavi ed i connettori di tutto l’impianto. Il vetro delle telecamere è inoltre preriscaldato antiappannamento. La regolazione della luminosità è automatica in modo da adattarsi al meglio in situazioni di luce ed ombra variabili. Il Vision System consente agli operatori, messi a dura prova da cantieri dove la visibilità è ridotta, di avere sempre sotto controllo l’area di lavoro senza dover assumere posizioni scomode. Il sistema inoltre semplifica notevolmente il lavoro specialmente in presenza della combinazione di due macchine (anteriore e posteriore) su di un’unica trattrice. La telecamera infatti rende ben visibile in primo piano l’area di lavoro, aiuta l’operatore ad utilizzare le attrezzature senza diminuire la propria sicurezza, salvaguardandolo dallo stress cui è sottoposto dovendo controllare due macchine. La grande visibilità dell’attrezzo in lavoro fornita dal sistema di telecamere salvaguarda la macchina stessa impedendo di urtare o colpire ostacoli non ben visibili dall’operatore in altro modo. 6. Vista su schermo di bordo telecamera 1 7. Vista su schermo di bordo telecamera 2

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AZIENDE

4 Technique: accessori tecnici e allestimenti speciali

Leader italiana nel mercato della distribuzione di prodotti ed accessori per l’off-road, 4 Technique propone prodotti adatti anche ai settori dei veicoli commerciali ed industriali. L’azienda si sviluppa su 1.500 m 2, con show room, magazzino, area vendite e officina, quest’ultima aperta al pubblico, alla sperimentazione di

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nuovi accessori e agli allestimenti speciali. L’aiuto di personale proprio qualificato e di esperti italiani ed europei ha aumentato l’indiscussa buona reputazione dell’azienda 4 Technique in Italia e all’estero, ed è anche per questo che prestigiosi marchi internazionali hanno scelto di stringere solidi rapporti con essa. 4 Technique noleggia, vende e allestisce i seguenti marchi: Warn, azienda americana leader mondiale nella produzione di verricelli per veicoli 4x4 ed ATV nonché verricelli e paranchi per uso industriale; ARB, azienda australiana produttrice di bumper, bloccaggi pneumatici al 100% e sospensioni col marchio Old Man Emu;

Outback che produce portapacchi in alluminio ad alta resistenza, tende e accessori da viaggio; Viair con i compressori e accessori fondamentali nei raid africani e nel fuoristrada avanzato; Bushranger, che fornisce ottimi prodotti dal costo contenuto come compressori d’aria, crick pneumatici ad aria ed altri piccoli accessori; in grande sviluppo la collaborazione con Sno-way, produttrice di accessori specifici per l’inverno, come pale da neve e spargisale di piccole e grandi capacità, adattabili ai veicoli e agli ATV. Completano la gamma tende da tetto, serbatoi supplementari, binde, pneumatici specifici, taniche...

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