lavori pubblici
n. 27 luglio - agosto 2007
quota neve s.r.l. via Panizza 12 - 20144 Milano
Sped. in abb. postale - 45% art.2 comma 20b legge 662/96 - Milano
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Torino raggiunge il 58% di raccolta differenziata con il porta a porta Gh. Marchelli Containex anche per Aiuti Umanitari e Protezione Civile Al Bauma Bonetti F100X per il futuro... Ga. Marchelli Da Option non un semplice spargitore elettrico Gh. Marchelli Truxor al lavoro nella riserva naturale del Mincio Gh. Marchelli Antonio Carraro con Bucher Landtechnik in Svizzera Unimog U 20: compatto, potente, economico Iterchimica: un sistema per ridurre smog e costi Gh. Marchelli Per Bucher Schörling la nuova spazzatrice CityFant 60 su telaio Iveco Euro 5 Insta Service propone Instabsorb Gh. Marchelli Due nuove attrezzature Assaloni su Mercedes-Benz al Comune dell’Abetone Gh. Marchelli Ahlmann AS90 télé in cantieri con spazi limitati senza ostacolare la circolazione Levanto pulisce il suo mare con Arhab Gh. Marchelli Due nuove gru Fassi dedicate al montaggio di parchi gioco F. P. Vandoni Un Caron 998 per perforare pozzi d’acqua F. P. Vandoni Trimmer, rimozione della segnaletica orizzontale B. Gaboardi Giletta UniQa fa il suo debutto sul mercato Groundhog JCB, una macchina molto versatile La Comunità Montana Po Bronda e Infernotto riconfermano Giordano Servizi Piano neve: perché non a noleggio? Spagna: tecnologia italiana per la pulizia delle facciate F. P. Vandoni Un Treno Moderno Dotto per il Parco di San Giuliano a Mestre Ga. Marchelli Nuova Maxima da Hymach Gh. Marchelli RopeCon Doppelmayr da 3,5 km in Giamaica Nuovi prodotti da Molinari Convegno GoRent a Scandicci Gh. Marchelli All’Aeroporto di Sofia un nuovo spargitore Morselli e Maccaferri Ga. Marchelli Mercedes-Benz Atego e Axor: combinazione ideale di potenza, capacità di carico e flessibilità di utilizzo Nuovo braccio lavagallerie Mulag MFK 500 - T Procomas e Intermac insieme a Expogreen Progetti innovativi e tecnologie d’avanguardia alla base di un successo New Holland nel cuore di Londra Il noleggio Rent-Up sceglie le gru Effer 20 per la flotta di patente B FaresINside: convention aziendale del gruppo Faresin F. P. Vandoni Artigiana Costruzioni, sistemi collaudati per la difesa da caduta massi e valanghe Falcon Waterfree Technologies F. P. Vandoni Cemento e sicurezza stradale. Pregiudizi, Tecnologie e Soluzioni
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- Uffici Tecnici di tutti i Comuni, Province, Regioni e Comunità Montane - Società di gestione strade e autostrade - Aziende municipalizzate, di multiservizi, raccolta rifiuti e spurghi - Aziende di trasporto urbano - Ditte appaltatrici di lavori pubblici - Parchi nazionali e regionali - Protezione Civile - Consorzi di bonifica - Aeroporti, Porti - Enti, Aziende e Comunità (fiere, golf, parchi divertimento, campeggi…) - Ditte produttrici e commerciali italiane ed estere nei settori di intervento della rivista - Personalità di settore italiane ed estere
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Torino raggiunge il 58% di raccolta differenziata nei quartieri con il porta a porta IGIENE URBANA
GHERARDO MARCHELLI
La scelta della Provincia e del Comune di raggiungere livelli molto spinti di raccolta differenziata ha riportato la città di Torino ad un servizio di raccolta rifiuti con sistema porta a porta, con l’obbiettivo di raggiungere nel 2011 il livello 50% di raccolta differenziata. Quindi cassonetti all’interno delle case e dei palazzi, esposizione a carico dell’utenza dei quattro cassonetti (organico, vetro/lattine, carta, non recuperabili) ed un sacco per la plastica. Con i cassonetti su strada, per quanto siano vicini, comodi o capienti, anche con le migliori campagne di comunicazione e di informazione, ci sono livelli fisiologici di raccolta differenziata che non superano comunque il 25 - 28%, e tale limite rappresenta già un ottimo risultato. Il porta a porta ha il vantaggio della "riappropriazione" da parte del cittadino del proprio rifiuto, cosa che lo responsabilizza maggiormente verso 6
lo stesso. Avendoli all’interno del cortile il cittadino ha volumetrie precise a disposizione e sa che vi può buttare quei materiali. Si crea così una necessaria forma di maggiore attenzione e rispetto di quello che è il bene comune. Il primo intervento sperimentale avviato nella città di Torino ha visto nel 2002 la trasformazione del servizio nella zona Mirafiori Nord, nato da un finanziamento Europeo relativo ad un progetto molto più complesso, legato ad una riqualificazione di tutta un’area segnata dalla deindustrializzazione e di decadimento della zona. La raccolta in questo quartiere è stata sperimentata ed è attualmente attiva con tre frazioni, quelle secche, all’interno, e due frazioni di rifiuto umide, il non recuperabile e l’organico, su strada, visto che sono quelle meno accettabili dal punto di vista di materiale dal cittadino. Questa sperimentazione vede un risultato, che, seppur soddisfacente
ed importante del 40%, non raggiunge quello voluto del 50%. A fronte di questa esperienza e per rispondere al piano comunale che chiede uno sforzo per arrivare entro il 2011 ad una raccolta differenziata del 50%, nel 2004 Torino ha iniziato in due parti di città una raccolta all'interno degli stabili per tutti i tipi di spazzatura. Dalle prime esperienze effettuate su quelle due zone è stato riscontrato che il 50% veniva superato anche abbondantemente. A dicembre 2006 erano attivi circa 150.000 abitanti su 900.000, con una percentuale media in quelle zone del 58%, con punte di eccellenza del 64% nella zona collinare. Nel 2007 verranno attivati altri 100.000 abitanti ed inoltre verrà modificato il servizio anche a Mirafiori Nord, arrivando quindi a 250.000 abitanti raggiunti dal servizio porta a porta. Nel 2008 è previsto di attivare il servizi per altri 100.000 cittadini. Questo modo di procedere ha fatto sì che sull’intera popolazione di Torino a dicembre 2006 la raccolta differenziata fosse al 36,9%, ma già a maggio 2007 si è vicini al 39%, considerando quindi che questo tipo di attivazione porta benefici abbastanza rapidi. Naturalmente non è il semplice cambiamento della metodologia del servizio che permette tali risultati, ma questa deve essere eseguita con accorgimenti attenti per non creare notevoli disagi, come è avvenuto in altre realtà. Su Torino il metodo ha funzionato principalmente per tre importanti accorgimenti, due messi in campo dall’Amiat ed uno dall’amministrazione cittadina. Il primo: prima ancora di cominciare è stata effettuata un’integrazione tra la progettazione e la comunicazione,
Econic: cabina ribassata per la raccolta porta a porta con monoperatore
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non facendo niente da un punto di vista tecnico prima di comunicarlo: si è cominciato a lavorare insieme proprio dal punto di vista di progettazione, cosa che ha tolto parecchie problematiche nel momento stesso in cui si cominciava a progettare, concedendo una messa in atto di attività propedeutiche preventive collaterali e di contatto in itinere. Il colloquio in fase di progetto con il cittadino ha permesso di capire subito le problematiche invece che affrontarle a posteriori. Il cittadino si altera comunque, infatti il metodo è necessariamente invasivo, ma questo accorgimento ha fatto in modo che il problema fosse legato non tanto alla non volontà della nuova metodologia di raccolta, spostando l’attenzione al problema legato alla propria abitazione. Cambiando il livello di problematiche cambia anche il livello di soluzione: se è legato alla tua abitazione ne possiamo parlare fin quanto vuoi, trovando comunque una soluzione, anche condivisa. Il secondo di questi accorgimenti è stata la creazione di un sistema di consegna che curava anche la postattivazione. L’Amiat ha scelto di utilizzare le squadre per la consegna dei nuovi cassonetti ed il ritiro dei vecchi in più passaggi. Il primo per consegnare i nuovi e poi con calma, anche dopo un mese, a togliere i vecchi. In questo modo per un mese ha funzionato il doppio servizio, sicuramente un costo, che però ha permesso un'entrata graduale della nuova abitudine. Questa stessa strada, formata da tecnici, alla fine della consegna è rimasta a disposizione di chiunque, per qualsiasi dubbio riguardante la fornitura in dotazione, la posizione conferita ai cassonetti... Da tener presente che la decisione di dove posizionare i cassonetti all'interno degli stabili è un problema privato: il problema di Amiat è che essi siano esposti nell’orario prestabilito e che non siano più all'esterno dopo effettuato il servizio. Orario molto ampio: due ore prima del servizio e due ore dopo il servizio, fino per alcune zone mattutine 8-14 e zone pomeridiane 14-20. Amiat è andata incontro alle esigenze particolari: dove non esistono grandi vincoli architettonici o barriere e quindi il mezzo Amiat può accedere, il servizio può essere svolto all’interno, 8
come ad esempio nei grossi plessi di case popolari, con centinaia di abitanti. Il terzo accorgimento adottato dalla città di Torino ha visto la non applicazione immediata del cambiamento della tariffazione per la tassa di raccolta rifiuti, procedendo con gradualità, evitando di legare gli aumenti considerevoli che ci sono stati con il cambiamento del servizio. La mentalità di Amiat è quella del contatto diretto, quindi anche le eventuali multe vengono evitate con un primo avviso estremamente morbido, seguito da un secondo avviso più duro: è stato notato che a questo livello il 92 - 95% dei casi si risolve. Anche dove scattano le sanzioni, molto forti visto che per ogni cassonetto c’è occupazione del suolo pubblico, mancata osservanza dell’ordinanza comunale e mancata osservanza della raccolta differenziata, i vigili prima di multare avvisano. Inoltre per i commerciali risulta estremamente pericoloso visto che le licenze sono legate anche al requisito della raccolta differenziata. Si è osservato anche un fatto inaspettato: anche quelle utenze che per motivi legittimi hanno avuto i cassonetti su strada, dopo un breve lasso di tempo hanno voluto trovare un modo di portarli all’interno, visto che divenivano ricettacolo di terzi, con conseguenti antiestetismi e disagi vicino a casa. Nelle zone dove il porta a porta è attivo, dopo le molte difficoltà, gli interessi tra le parti sono collimate e l’estetica della zona senza i cassonetti su strada è sicuramente migliore, con il risultato di avere una raccolta differenziata spinta ed una città decorosa. Per la raccolta degli ingombranti nulla è cambiato ed Amiat mantiene un servizio di raccolta a domicilio, gratuito per il cittadino, con numero verde ed isole ecologiche dove l’utente può conferire qualsiasi materiale. Per i "piccoli" ingombranti, come ad esempio un forno a microonde, che prima veniva gettato ingiustamente nei cassonetti, ora ci si crea il problema, rendendosi più consapevoli e ponendosi maggiormente il dubbio, abituandosi maggiormente ai centri multiraccolta. Nel momento di cambio del servizio è stato comunque messo un motocarro che è restato a disposizione per evitare sul nascere eventuali accumuli nella posizione del vecchio cassonetto, notando che in un lasso di tempo
la problematica si risolve. La fase progettuale è la prima per la trasformazione del servizio, ed è quella più delicata, perchè dopo una presa di conoscenza in itinere delle situazioni urbanistiche e dei cortili, vede un contatto con gli amministratori degli stabili. Con costoro si cerca di coinvolgere e definire quale sia il numero di cassonetti, quali sono i vincoli, le servitù di passaggio, la proprietà esclusiva di alcune aree e tutto ciò che è la normale amministrazione di un condominio. Stabilito questo viene creata una scheda che indica la dotazione di ogni palazzo, in ogni caso segue il contatto con gli utenti per risolvere le problematiche singole e particolari. Da qui nasce una necessità di dotazione di un numero esatto di cassonetti per ciascuna utenza, di conseguenza il numero adatto per chiudere una zona e quindi un percorso. La zonizzazione chiude in piccole celle le zone e viene affidata ad uno o più operatori, i giri comunque sono del tutto provvisori. Dal momento in cui consegnano i cassonetti, cominciano a svuotarli, mantenendo anche quelli su strada, raddoppiando come detto per un mese il servizio. Il servizio di pulizia dei cassonetti è mantenuto in carico all’Amiat. Per la raccolta porta a porta Amiat ha scelto di intervenire con un monoperatore, optando per camion con cabina ribassata in modo da agevolare l’operatore nel continuo saliscendi dal mezzo. I cassonetti sono tutti carrellati con capienza massima di 360 litri. Lo svuotamento avviene una volta a settimana per tutte le frazioni, tranne che per l’organico per il quale viene raddoppiato il servizio. Inoltre, nei casi di condomini a forte sviluppo verticale, per ridurre gli inconvenienti di una necessità di un gran numero di cassonetti, si aumentano i passaggi a settimana, arrivando in alcuni casi anche a quattro. Comunque nelle zone interessate dal cambio di servizio, Amiat ha scelto una politica di forte presenza, per continuare il colloquio con i cittadini, ad esempio consegna i sacchi per la plastica ogni 6 mesi anche se la dotazione è annua, in modo da raccogliere ogni perplessità e risolvere i problemi sul nascere, notando che molte volte basta ascoltare per trovare soluzioni semplici ed in comune accordo, rendendo inoltre partecipe e consapevole l’utenza.
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Containex anche per Aiuti Umanitari e Protezione Civile PREFABBRICATI
Containex, un’azienda del gruppo LKW Walter, fornisce "spazio pronto" a numerosissimi clienti nei settori dell’industria e del commercio, come pure ad enti pubblici in tutta Europa. Così si possono trovare prefabbricati come uffici e sanitari su cantieri, presso manifestazioni, come locali aggiuntivi per aule scolastiche, asili nidi, centri associativi o come filiali provvisorie di istituti bancari. I molteplici sistemi di spazio Container, facilmente trasportabili e velocemente posizionabili, vengono utilizzati regolarmente come pronto soccorso in
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caso di calamità e catastrofi naturali. I prefabbricati si adattano inoltre anche come spazi di immagazzinaggio per imprese o su cantieri, così come di imballaggio per il trasporto di merce. La gamma di prodotti Containex comprende i prefabbricati modulari uso ufficio, sanitari, da magazzino, così come container marittimi, nuovi ed usati. I sistemi di spazio flessibili possono essere acquistati, ma anche noleggiati a breve o lungo termine, come pure acquistati tramite leasing. Un sistema modulare flessibile, con pannelli componibili facilmente inter-
1. 2. Ospedale con container CTX Containex in Afghanistan 3. Container CTX Containex per la Protezione Civile della Toscana 4. 5. Spedizione di prefabbricati Transpack in Asia per Medici senza frontiere dopo lo tsunami
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cambiabili, risponde a qualsiasi esigenza. Per la catastrofe dello tsumami in Asia sono stati spediti molti container come aiuti umanitari. I diversi moduli sono stati forniti alle Associazioni Umanitarie come Transpack (Prefabbricati Modulari Smontati). I prefabbricati modello Transpack sono disponibili a prezzi particolarmente convenienti grazie ad un notevole risparmio sui costi di trasporto e ad un montaggio fai-da-te semplice e veloce. In Afghanistan, a causa di un terremoto, l’ospedale è stato completamente distrutto. I Medici Senza Frontiere hanno potuto costruire, grazie a 80 container da 20 piedi, un ospedale d’emergenza per i primi aiuti alla popolazione. Grazie ai prefabbricti CTX sono state create sale d’aspetto, sanitari, così come anche sale operatorie. Anche in Italia i container vengono utilizzati di frequente dalla Protezione Civile in varie occasioni. Nella foto di questa pagina si possono vedere i prefabbricati noleggiati alla Protezione Civile della Toscana per una recente manifestazione a Firenze di presentazione delle complesse attività di volontariato al pubblico e alla regione. Pure in questo caso i container Containex hanno soddisfatto tutte le esigenze dei partecipanti all’evento.
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AUTOTELAI
Al Bauma Bonetti F100X per il futuro... GIORGIA MARCHELLI
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Nonostante siano passati alcuni mesi dall’euromanifestazione edile più importante, non possiamo dimenticare un altro costruttore italiano d’élite. In una cornice folcloristica, tra spaghetti e buon vino Italiano, la ditta Bonetti ancora una volta ha fatto centro. La parola d’ordine è sempre F100X, ma ora in una veste super
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ecologica grazie alla nuova motorizzazione che lo distingue in modo evidente dal mercato "compact" dei 4x4. La gamma dei veicoli rimane sostanzialmente la stessa, basata principalmente sui modelli di punta più venduti, più precisamente il 3,5 t ed il 5 t di PTT in versione ribaltabile, e solo con doppia trazione, come ormai avviene
da qualche anno. Si parla sempre di 4x4, ma scoprire e raccontare tutto quello che c’è sotto questo vestito è un po' faticoso, perché c’è di tutto e di più... La motorizzazione è sicuramente quella che "fa da padrone" perchè grazie ai suoi 107 kW (146 HP) a 3.500 giri ed una coppia di ben 350 Nm a soli 1.400 giri, garantisce sicuramente delle ottime prestazioni, in particolare per il rapporto peso/potenza con un contenuto consumo di carburante. Ed anche in questa occasione la determinazione della scelta del tipo e della marca di motore rappresenta la filosofia Bonetti. Stiamo parlando del motore common rail Unijet di 2a generazione, marca Iveco a 16 v da 3 l di cilindrata corredato di serie del filtro antiparticolato, per poter rispondere da subito alla normativa vigente Euro 4, ma anche a quelle più restrittive come la direttiva europea CE 2006/51/C. Grazie alla performance del motore, i valori misurati del NOx superano di 1. Bonetti F100X in anteprima al Bauma
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poco i 3 g/kWh con un valore minimo di CO di 0,04 g/kWh. Grazie all’applicazione della catena di distribuzione al posto della cinghia e all’introduzione dei nuovi lubrificanti sintetici tipo SAE 5 W 30, gli interventi di manutenzione vengono ridotti drasticamente. Con una motorizzazione di questo calibro non poteva che essere rivista tutta la catena cinematica, dall’aumento della dimensione della frizione passata a 11" e comandata idraulicamente, all’introduzione del cambio ZF a 6 rapporti + rm, arrivando così al nuovo ripartitore Bonetti. L’applicazione del riduttore direttamente nella parte posteriore del cambio permette di mantenere, anche in questa nuova gamma di veicoli, una delle caratteristiche chiave dei Minitruck Bonetti, ovvero un passo molto contenuto di soli 2.220 mm. Entrando maggiormente nel dettaglio, troviamo una novità nel comando di innesto che avviene tramite un sistema sequenziale comandato da un motore reversibile monitorato da una 2. Filtro antiparticolato 3. Nuovo motore e trasmissione 4. Piastra ed innesti rapidi 5. F100X Euro 4
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centralina elettronica. Grazie al 3° differenziale centrale, la coppia viene trasmessa correttamente su entrambi gli assi, con la possibilità di bloccarlo per poter superare eventuali situazioni critiche da fuoristrada. Con l’innesto delle marce ridotte si riduce notevolmente la velocità e, grazie alle caratteristiche del motore, si ottiene una velocità minima con il motore in coppia sotto i 3 km/h avendo già a quei numeri di rotazione motore 70 HP. Per l’applicazione di pompe supplementari, il gruppo cambio/riduttore ha una predisposizione laterale con un prelievo massimo di 120 Nm a 1.000 giri motore, ed una posteriore con un prelievo di potenza pari al 50% di tutta quella disponibile del motore. Anche il telaio ha mantenuto le caratteristiche classiche strutturali: i longheroni principali e le traverse di collegamento a sezione variabile in acciaio legato sono saldati tra loro per creare un’alta rigidità torsionale. Nella parte posteriore è predisposto per l’applicazione di un gancio traino singolo (ad uncino oppure a campana) o eventuale gancio di traino a sfera in aggiunta tramite il suo prolungamento. Nella parte anteriore del veicolo l’idroguida è applicata in modo un po’
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anomalo ma decisamente molto funzionale, considerando la destinazione di utilizzo di questo genere di veicolo. Stiamo parlando di idroguida marca ZF a rapporto variabile, che con l’ausilio dell’ammortizzatore e della sua posizione per il collegamento trasversale garantisce sicuramente un ottimo comfort di guida all’autista anche in situazioni estreme di fuoristrada. Anche le sospensioni sono sostanzialmente le stesse, caratterizzate da balestre paraboliche su entrambi gli assi, ma con dei nuovi ammortizzatori. Tra gli accessori di serie troviamo balestrini supplementari anteriori e posteriori. Solo pochi millimetri differenziano le foglie balestra e le barre di torsione tra il 3,5 t e il 5 t. Proseguendo sempre in tema meccanica, troviamo i soliti assali portanti Bonetti in ghisa sferoidale e con nuovi accorgimenti nei materiali sviluppati nelle competizioni, e l’introduzione di lubrificanti sintetici ad alte prestazioni. La scelta delle ruote singole sull’asse posteriore rimane un punto saldo, così come le tipologie e le dimensioni degli pneumatici: più precisamente per Il 3,5 t 700/16 o 750/16 o 215/75 R17,5, mentre per il 5 t 215/75 R17,5. L’impianto idraulico di serie, anche
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sulle versioni normali, è equipaggiato da una pompa idraulica centralizzata che permette l’utilizzo di vari servizi tra i quali il ribaltabile ed il freno di stazionamento, oltre ad essere già predisposto per attrezzature di svariato genere. Nella versione Neve, si può richiedere la pompa a doppio stadio, utile per l’utilizzo di spargisale con tachimetrica in abbinamento alla lama anteriore neve per una portata olio di circa 30/40 l. Sempre nella versione Neve, troviamo un pacchetto di accessori, tra i quali la piastra anteriore attacco lama e gli attacchi idraulici frontali a faccia piana comandati dal joystick in cabina. L’impianto frenante a due circuiti indipendenti viene servoassistito dal servofreno Bosch a depressione, che con l’ausilio di un accumulatore supplementare del vuoto garantisce quell’autonomia di vacum necessaria nelle situazioni più estreme. Su entrambi gli assi sono montati i freni a disco da 310 mm di diametro con un totale di 8 cilindretti da 44 mm per le due pinze dell’asse anteriore. Il correttore di frenata sull’asse posteriore controlla la pressione delle rimanenti 2 pinze anche nella versione da 5 t corredata di ABS. Il freno di stazionamento meccanico a comando idraulico agisce direttamente sulle pinze posteriori tramite 2 cilindri a molla servoassistiti per lo sblocco con impianto idraulico sempre inserito. L’ABS, nelle versioni da 5 t, si disinserisce automaticamente con l’inserimento blocco centrale del 3° differenziale, per rendere il veicolo più sicuro nelle condizioni di lavoro estremo soprattutto con manto sdrucciolevole a carico in discesa. A parte la piccola differenza estetica per i nuovi specchi, la cabina esternamente non cambia e mantiene sempre le sue caratteristiche di larghezza a soli 1.650 mm. Solo nella parte interna balza all’occhio il colore azzurro dei sedili Isringhausen e la nuova strumentazione corredata di una serie di comandi ben delineati e a portata dell’operatore per tutte le funzioni, compresa quella di inserimento o di disinserimento della trasmissione. A completamento del veicolo tanti altri accessori, tra i quali, vetri elettrici, chiusura centralizzata, parabrezza colorato, volante regolabile in altezza, spruzzini lavavetri integrati, predisposizione autoradio (antenna e altoparlanti), avvisatore luci accese, tasto blocco porte e contaore lavoro che, collegato direttamente alla centralina motore, memorizza le ore di funzionamento indispensabili per i tagliandi programmati. Nella versione Neve, oltre alla comodità del lampeggiante sfilabile dal posto di guida, la cabina è predisposta per eventuali fari supplementari posizionabili sotto al parabrezza in modo da alleviare gli occhi dell’operatore durante l’utilizzo con forti nevicate. Altri accessori particolari, come il parabrezza o gli specchi riscaldati, sono disponibili su tutta la gamma di veicoli Bonetti. Il pianale del cassone ribaltabile trilaterale (unico pezzo) è fatto con lamiera di alta qualità (S355), trattato in cataforesi e finito con verniciatura in doppio strato Dupont. L’abbinamento più comune sono le sponde da 400 mm in lega TR5 che hanno il vantaggio di essere meno delicate rispetto a quelle in ferro e la parte interna liscia idonea allo scarico di materiali. Presentare il veicolo in una fiera di tale calibro non poteva che essere un’occasione migliore per Bonetti, soprattutto per ascoltare il parere dei diretti interessati locali, visto che da circa un decennio è presente anche sul mercato tedesco. Non è stato semplice estrapolare tutte queste informazioni, ma sicuramente con l’appuntamento al Saie di Bologna, qualcosa in più si scoprirà... Lavori Pubblici n. 27 luglio - agosto 2007
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VIABILITA'
Da Option non un semplice spargitore elettrico GHERARDO MARCHELLI
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Option di Codroipo (UD), sempre alla ricerca di attrezzature semplici ed efficaci, amplia la sua offerta di attrezzature ad azionamento elettrico per agevolare l’allestimento di veicoli di piccole dimensioni, permettendo a privati ed amministrazioni pubbliche di utilizzare
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mezzi leggeri in differenti lavori. In questo caso Option offre in Italia il nuovo Buzzbox della Rockit, un’attrezzatura che racchiude in sé tre differenti possibilità di lavoro. Partendo dalla base di un cassone dotato di nastro movimentatore il Buzzbox può essere utilizzato per il trasporto di qualsiasi materiale, con la possibilità di scaricarne il contenuto in maniera totalmente automatica. Il Buzzbox permette di preservare il cassone del veicolo, inoltre la sponda a profilo piano agevola la fuoriuscita di qualunque materiale preservando anche la parte posteriore del veicolo consentendo di scaricare sia
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in movimento con una velocità costante per distribuire il materiale, oppure a veicolo fermo per scaricare lo stesso a mucchio. Sostituendo la sponda posteriore, il Buzzbox si trasforma in uno spargisale ad azionamento elettrico. La particolarità di questo spargisale è che può essere caricato indifferentemente con sale sfuso oppure direttamente con sale in sacchi senza doverli aprire. Infatti il nastro di movimentazione permette l’alimentazione dello spargitore del sale sfuso, oppure consente ai sacchi di essere spinti ordinatamente contro lo spargitore a sponda che, dotato di una serie di lame in acciaio inossidabile, apre gli involucri consentendo al contenuto di scendere nella tramoggia, dove una coclea verticale convoglia il materiale al disco di spargimento. I sacchetti vuoti vengono raccolti sul fondo del cassone, essendo infilzati saldamente sui puntali appositi, sempre in acciaio inossidabile. La capacità dello spargitore è di 42 sacchi da 20 - 25 kg. I comandi per la regolazione dei parametri di spargimento sono tutti in cabina ed un segnalatore automatico comanda l’avanzamento del nastro 1. Buzzbox in versione spargitore 2. 3. Buzzbox cippatore ed aspirafoglie 4. Buzzbox per il trasporto materiali
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l’operatore durante le operazioni di carico e manutenzione. Lo spargitore, oltre ad avere un profilo basso, che non ostruisce la visuale e mantiene il baricentro basso, può essere dotato di una copertura per proteggere il materiale. Inoltre, essendo chiuso e completamente separato dal cassone, Buzzbox evita la corrosione del cassone del veicolo dovuta al sale. Con materiale sfuso la capacità è di 1,7 m3 ed il nastro provvede automaticamente al carico della tramoggia provvista di frantumatore per rompere eventuali grumi di materiale. Per aumentare ulteriormente le funzioni del Buzzbox lo si può dotare con il sistema per la raccolta delle foglie e dei rami. Questo apparato 8 consente di avere un pratico aspira- tore per le foglie ed un trituratore di rami con un diametro fino a 5 - 6 cm. Il materiale viene naturalmente raccolto nel cassone del Buzzbox che, dotato di una parte superiore, consente di immagazzinare notevoli quantità di materiale.
per approvvigionare la tramoggia. Naturalmente le lame di taglio per l’apertura dei sacchi ed i puntali per l’accumulo degli stessi sono protette da un nastro in gomma quando lo spargitore è aperto per proteggere 5. 6. 7. Due metodologie di carico per lo spargitore Buzzbox 8. Scarico dei sacchetti vuoti 9. Lame di apertura dei sacchetti 10. Autoscaricante 11. Buzzbox scarrato
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PORTATTREZZI
Truxor al lavoro nella riserva naturale del Mincio GHERARDO MARCHELLI
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La Provincia di Mantova area ambientale, che gestisce la riserva naturale per conto dell’ente Parco del Mincio, si è dotata di un Truxor a completamento del suo parco mezzi. Il Truxor, proposto in Italia dalla Option di Codroipo (UD), ha subito attirato l’attenzione dei tecnici della provincia per fornirsi di un portattrezzi anfibio polivalente. Questo consente agli operatori di intervenire nei canneti dove una profondità dell’acqua estremamente variabile non consente alle barche di passare, come anche nei molti canali che in questi ultimi anni spesso non hanno sufficiente livello d’acqua per lavorare. Qui il Truxor opera con differenti barre di taglio, sia laterali che centrali. Grazie ai suoi cingoli e ad una bassa pressione specifica a terra si può intervenire su qualsiasi area del parco, sia in acqua alta sia su terreni a bassa portanza senza rovinarli. Per questa sua polivalenza la provincia ha acquistato svariate attrezzature: oltre alle barre di taglio laterali e a quella centrale, ha voluto il rastrello per la raccol-
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ta che, potendo essere montato posteriormente, consente di ottimizzare gli interventi di taglio nei canali. Infatti si rende possibile tagliare con un unico mezzo, per poi eseguire la raccolta del materiale in una seconda passata, trasportandolo nei luoghi dove si fa essiccare il materiale. La raccolta dei residui verdi risulta molto importante per non intasare lo scorrimento delle acque; inoltre la provincia, in collaborazione con l’Università di Parma, sta valutando l’economia per la valorizzazione del materiale verde di risulta dei lavori per avere un costo reale ed arrivare a vedere se vale la pena di conferirlo in impianti a biomasse di aziende vicine che potrebbero recepirlo. Sempre con l’Università di Parma hanno studiato gli interventi più giusti sui fiori di loto e le castagne d’acqua, isole che nascono in uno specchio libero ed essendo infestanti si allargano e coprono la superficie d'acqua. Queste piante sono dei fitodepuranti, ma lo sono fino ad un certo livello di accrescimento, quindi risulta estremamente importante contenere il loro sviluppo fino al livello giusto. Anche qui il Truxor e le barche per lo sfalcio intervengono per il taglio e la raccolta del 1. Intervento di apertura di canali con fondale estremamente variabile 2. In navigazione 3. Truxor con escavatore 4. Benna per taglio e raccolta
materiale per poi girarlo a biomasse. Tra l'altro dopo tre anni di interventi contenitivi l’espandersi di queste piante si riduce diminuendo quindi il lavoro. Sempre per poter intervenire in taglio e raccolta, oltre che in sola raccolta dei rifiuti e sporcizie galleggianti in acqua, la provincia ha acquistato la benna apposita per il Truxor, intervento che prima veniva affrontato manualmente con forconi dalle barche. A completamento del mezzo anfibio è stato acquistato anche l’escavatore, sia per poter intervenire in luoghi dove è impossibile arrivare con altri mezzi, sia per la creazione di canalette sulle sponde. Infatti durante il periodo invernale viene scavato il fondo e buttato il fango a lato creando un argine. Naturalmente è limo, materiale tenero che si dilava, ma ricco, che vede la crescita di materiale arboreo che lo consolida. Dopo anni di intervento si creano le sponde: è necessario allora intervenire con lo scavo di canalette, circa ogni 50 m, per far arrivare l'acqua nei terreni limitrofi quando il livello lo consente.
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Antonio Carraro con Bucher Landtechnik in Svizzera TRATTORI
Antonio Carraro S.p.A., leader nella produzione di trattori multifunzionali per l’agricoltura specializzata e la manutenzione civile, e Bucher Landtechnik AG, leader nella distribuzione di trattori agricoli nel mercato svizzero e produttore di macchinari ed attrezzature per la viabilità invernale, hanno firmato un accordo commerciale: dal 1° settembre 2007, Bucher Landtechnik AG si prenderà cura della distribuzione e dell’assistenza post vendita in Svizzera dell’ampia gamma di prodotti Antonio Carraro. I prodotti Antonio Carraro sono noti in Svizzera ai frutticoltori e agli agricoltori delle zone di montagna, che da circa quarant’anni dimostrano di apprezzare le innovazioni e le prestazioni di questi trattori; inoltre il mercato svizzero delle macchine per la
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manutenzione civile e urbana è diventato molto importante per la casa italiana. Bucher Landtechnik, da parte sua, quale leader nella distribuzione di trattori agricoli in Svizzera, possiede una forte organizzazione commerciale grazie ad una consolidata rete di concessionari specializzati e dotati di grande competenza tecnica. Per la vendita e l’assistenza dei prodotti Antonio Carraro, Bucher Landtechnik istituirà un reparto dedicato e indipendente all’interno dell’organizzazione, diretto da Mr. Ulrich Strauss, che beneficerà di tutte le sinergie del gruppo. I preesistenti distributori regionali svizzeri Antonio Carraro saranno integrati nella nuova rete di vendita. Marcello Carraro e Giorgio Ceccato, rispettivamente Amministratore Dele-
gato e Direttore Commerciale della Antonio Carraro S.p.A., hanno espresso la loro piena soddisfazione per l’accordo raggiunto con Bucher Landtechnik che garantirà una distribuzione completa e capillare di tutta la gamma Antonio Carraro in un paese così importante e strategico come la Svizzera. Da parte di Bucher Landtechnik AG, Mr. Jürg Minger e Mr. Ulrich Strass, responsabili dell’accordo, hanno così commentato: "Siamo convinti che grazie ai ben noti prodotti Antonio Carraro e alla forza commerciale della rete di concessionari Bucher Landtechnik AG, potremo sviluppare ulteriormente in Svizzera il brand Antonio Carraro e vincere la sfida commerciale anche per quanto riguarda la domanda di mezzi per la manutenzione civile".
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PORTATTREZZI
Unimog U 20: compatto, potente, economico
Con l’U 20, Mercedes-Benz apre un nuovo capitolo nella storia del leggendario Unimog DaimlerChrysler: il leggero portattrezzi Unimog amplia l’attuale gamma di un nuovo modello. L’Unimog U 20 con peso totale a terra da 7,5 a 8,5 t dispone di una cabina di concezione inedita. L’enorme maneggevolezza, la trazione integrale permanente e numerosi punti d’attacco per attrezzi di lavoro ne garantiscono un’elevata efficienza. Il nuovo Unimog U 20 offre ad un prezzo conveniente l’eccellente meccanica Unimog unitamente ad un peso contenuto e ad una spiccata maneggevolezza. Il nuovo modello si avvale dell’autotelaio e dello schema
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di trazione dell’Unimog classico, ma con un passo corto di 2.700 mm. Grazie a questo accorgimento, il diametro di volta si riduce a meno di 12,8 m, rendendo l’Unimog U 20 un veicolo maneggevole e compatto. Anche l’altezza è stata ridotta a 2.700 mm circa, una caratteristica particolarmente importante quando si tratta di attraversare passi carrabili bassi. La tara ammonta a 5,1 t compreso un cassone ribaltabile lungo 2,25 m (Unimog omologato Euro 4 adibito al servizio di viabilità invernale). Con un peso totale a terra di 8,5 t restano quindi 3,4 t di portata utile per gli attrezzi di lavoro e per il carico. L’U 20 dispone inoltre di enormi
potenzialità. I carichi assiali ammessi di 4,8 t sull’asse anteriore e 4,8 t su quello posteriore consentono di montare anteriormente degli attrezzi di lavoro. Ne risultano una grande flessibilità operativa e la possibilità di impiegare il portattrezzi economicamente durante tutto l’anno: l’Unimog U 20 può montare senza problemi un braccio falciante frontale o una lama sgombraneve larga 3,4 m, unitamente ad uno spargisale automatico con tramoggia da 1,5 m3. Il nuovo portaattrezzi leggero Unimog U 20 è dotato di punti d’attacco identici a quelli dei suoi "fratelli maggiori". L’Unimog U 20 dispone inoltre di un impianto idraulico per cassone ribaltabile, a richiesta anche di un impianto idraulico unificato a due circuiti per il servizio invernale, di una presa di forza meccanica anteriore, di una presa di forza dal cambio e di una piastra portattrezzi frontale che consentono di operare con le più svariate attrezzature. Il nuovo Unimog U 20 è stato concepito come vera macchina professionale. Vanta un sistema di trazione integrale permanente con tre differenziali bloccabili oltre ad assi a portale con ampia luce libera da terra e pneumatici singoli 315/60 R 22,5 o, in alternativa, 335/80 R 20 MPT. L’Unimog U 20 adotta un turbodiesel a quattro cilindri Mercedes-Benz OM 904 LA, in grado di sviluppare 110
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kW (150 CV) da 4,25 l di cilindrata. Il motore con tecnologia diesel BlueTec è conforme alla normativa antinquinamento Euro 4. La trasmissione è affidata al cambio meccanico UG 100/8 a otto marce cui si possono aggiungere otto marce di lavoro. L’Unimog U 20 vanta anche doti d’avanzamento a velocità ridotta, essendo in grado di procedere nella marcia più bassa ad una velocità di 1,5 km/h circa al regime nominale. Inoltre il rapporto di trasmissione della marcia più alta è sufficiente per raggiungere ben 90 km/h di punta. A differenza delle altre macchine operatrici, l’U 20 vanta eccellenti prestazioni velocistiche e può pertanto percorrere senza difficoltà anche i tragitti autostradali. Il nuovo Unimog U 20 dispone di una nuova cabina a guida avanzata completamente in acciaio. La calandra con la stella disposta al centro mostra l’affinità estetica con la gamma Unimog superiore così come i proiettori principali nello scudo paraurti. La cabina a guida avanzata permette una buona visibilità in tutte le direzioni. È ben accessibile grazie alle portiere ad ampio angolo d’apertura e può ospitare tre persone. Il conducente si accomoda dietro un cruscotto elegantemente arcuato e funzionale. Analogamente alla gamma UGN, è prevista sulla consolle centrale una leva a joystick per controllare le funzioni dell’impianto idraulico opzionale. Per gli interventi di manutenzione sui gruppi meccanici la cabina è ribaltabile già nella versione di serie senza l’uso di attrezzi, una novità nella storia dell’Unimog. Tra la cabina e il cassone vi è spazio sufficiente per allestimenti e attrezzi, ad esempio per una gru retrocabina o per gavoni per lo stivaggio di utensili e materiali di lavoro in un posto ben accessibile all’esterno del cassone ribaltabile. Oltre che per i suoi più svariati compiti presso ammini-
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strazioni comunali e provinciali, aziende municipalizzate o aziende di servizi, il nuovo Unimog U 20 si presta anche per impieghi nell’edilizia, nell’antincendio boschivo e nel settore energetico. Le prime consegne del nuovo Unimog sono previste all’inizio 2008. Il prezzo è decisamente competitivo e costituisce quindi un argomento valido a favore dell’Unimog U 20, specie in tempi in cui le amministrazioni pubbliche devono risparmiare e la loro disponibilità è ridotta. L’Unimog U20 Mercedes-Benz viene presentato al Transpotec di Milano per la prima volta in Italia nella classica versione "polivalente" dotato di impianto idraulico con due pompe e tre distributori, cassone ribaltabile trilaterale, piastra anteriore portattrezzi, cambio con 16 ma + 14 rm, box multifunzione dietro la cabina di guida, ideale per riporre catene da neve ed utensili per utilizzo nell’ambito del lavoro quotidiano, fari di lavoro e lampeggiatore a luce gialla, presa di forza anteriore per attrezzi rotativi.
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STRADE
Iterchimica: un sistema per ridurre smog e costi GHERARDO MARCHELLI
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Iterchimica ha progettato e fatto realizzare un mezzo per la posa del suo rivestimento fotocatalitico Antismog TiO2-System. L’ Antismog TiO2-System è un sistema innovativo che sfrutta l’energia solare ed una serie di cristalli di biossido di titanio aventi proprietà fotocatalitiche per ossidare gli inquinanti organici a forme non più pericolose per la salute, in particolare nitriti e nitrati che vengono dilavati con le piogge. Il materiale si presenta in forma liquida trasparente in misura di nanoparticelle (un milionesimo di millimetro). Il rivestimento fotocatalitico, applicato sopra la pavimentazione ed attivato
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dai raggi UV della luce naturale o artificiale speciale, conferisce le seguenti capacità: ossidare i gas di scarico all’uscita dalla marmitta, eliminandoli in grossa parte; purificare l’aria con un’ottima riduzione dell’inquinamento atmosferico prodotto, oltre che dai mezzi, da fabbriche e riscaldamento domestico; azione deodorante, igienizzante, antibatterica (decomponendo batteri, funghi, organici); lascia la pavimentazione pulita dallo smog ed aiuta a tenere netti gli esterni degli edifici a lato della strada, aiutando la pioggia ad eliminare i residui. Grazie a questa nuova attrezzatura il costo per far diventare fotocatalitica
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una superficie promette di ridursi sensibilmente, automatizzando l’applicazione del preparato fotocatalitico, semplificando la modalità di posa e aumentando la velocità dell’intervento. Un'azione antismog gestita con un macchinario di questo genere consente a Iterchimica di affrontare lavorazioni su larga scala permettendo alle amministrazioni di coprire aree superiori. 12 ugelli in ceramica su tre barre consentono di spruzzare omogeneamente la soluzione fotocatalitica su di una larghezza di 6 metri, per cui con un avanzamento del trattore di 4 km/h si potrebbe teoricamente andare ad intervenire su 24.000 m2 in un'ora su di una strada rettilinea. Naturalmente i lavori non sono mai continui e lineari, e già 1.000 o 2.000 m2 l’ora sono più che sufficienti, pensando anche alla possibilità di ripiegare le sbarre spruzzatrici per intervenire in strettoie. L’omogeneità del materiale applicato è garantita da un computer di bordo che, una volta tarata la pressione del compressore che regola la pompa a membrane, e regolata la velocità ed il numero di giri del motore, consente di 1. Trattore per il trattamento antismog Iterchimica al lavoro su sei metri 2. Al lavoro su tre metri 3. Particolare degli ugelli in fase di spruzzatura
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ottenere la percentuale di prodotto per m2 desiderata in maniera estremamente precisa con un errore dell’ordine dell'1 - 2%. Naturalmente è possibile impostare la quantità di materiale al m2 più adatta al materiale da trattare. Due sbarre ad ugelli laterali sono posizionate lateralmente in maniera telescopica con ugelli nebulizzatori specifici per il trattamento di superfici verticali, quali new jersey, barriere foniche e gallerie. L’Antismog TiO 2 -System è costituito da una miscela micronizzata di particolari cristalli di biossido di titanio ed altre sostanze fotocatalitiche, scelte opportunamente e nelle proporzioni atte a garantire un’efficace azione ossido-fotocatalitica sia al sole che nelle zone d’ombra, disperse in specifiche resine inorganiche siliconiche capaci di mantenere in sospensione le particelle attive durante il periodo di nebulizzazione su strada e di svolgere su di esse un’azione ancorante al bitume, ed al tempo stesso di impedire l’ossidazione di quest'ultimo e della resina stessa. La particolare resina utilizzata permette una penetrazione nelle microporosità dei manti stradali in modo da durare nel tempo ed affiorare in continuo durante l’usura del manto stradale, senza modificarne le caratteristiche, inoltre proprio per queste peculiarità il preparato può essere applicato praticamente su qualsiasi superficie, addirittura promette di durare anche su pavimentazioni lapidee se opportunamente lavate prima dell’applicazione. Questo e la maneggevolezza del trattore di posa consentono di rendere fotocatalitiche, con interventi semplici e rapidi, anche aree pedonali, piste ciclabili, marciapiedi... Il blocco della strada risulta assai ridotto, con tempi di asciugatura del materiale estremamente rapidi. Il primo intervento con questa attrezzatura è stato eseguito da Iterchimica a Cesano Maderno, dove l’amministrazione ed i progettisti hanno voluto inserire nella riqualificazione di una piazza il discorso ambientale con una particolare attenzione al fotocatalitico, scegliendo per i marciapiedi i massetti autobloccanti Renosa ad azione fotocatalitica sempre al biossido di titanio della Magnetti ed applicando il prodotto di Iterchimica sul manto stradale nuovo, in questo caso un tappeto Splittmastix. Con carotaggi a lavoro finito, dopo sei mesi, dopo un anno e dopo due anni si controllerà la durata del trattamento, tempi ed efficacia che Iterchimica ha già testato con risultati favorevoli sia in laboratori che sul campo con applicazioni passate. 4. Trattore per la posa del rivestimento fotocatalitico Antismog TiO2-System
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Per Bucher Schörling la nuova spazzatrice CityFant 60 su telaio Iveco Euro 5 IGIENE URBANA
Giletta presenta sul mercato italiano la nuova spazzatrice CityFant 60 montata su telaio Iveco modello Eurocargo 150 E 22 K conforme alle direttive Euro 5. La nuova CityFant 60 è stata progettata specificatamente per questo tipo di veicolo. Nel progetto vengono esaltati alcuni aspetti molto importanti che rendono questa spazzatrice un punto di riferimento nel settore dell’igiene urbana; in particolare per questo modello è stata studiata un’apposita consolle ergonomica, perfettamente integrata nei comandi del veicolo, che permette di lasciare intatti i tre posti in cabina. La compattezza del veicolo è consentita dalla specifica progettazione del gruppo spazzante che permette di mantenere il tubo di scarico ed il serbatoio dell’AdBlue dove montati all’origine da Iveco e non comporta quindi uno spazio aggiuntivo tra la cabina e la cassa per la loro sistemazione. Il nuovo telaio Iveco Euro 5 ha la possibilità di essere alimentato oltre al comune carburante Diesel, anche con il Biodiesel (25% biodiesel - 75% gasolio). La trasmissione è meccanica con cambio a nove marce o idrostatica con cambio a sei marce e l’azionamento può essere effettuato a richiesta da motore ausiliario Iveco, da impianto idraulico azionato dalla trasmissione o da presa di forza al motore. La strumentazione è molto ricca, comprendendo tutti i rubinetti per l’umidificazio22
ne che possono essere azionati dall’operatore in fase di lavoro, senza dover scendere ogni volta dalla cabina. L'impianto aspirante è caratterizzato da un ventilatore radiale ad alte prestazioni montato in posizione centrale rispetto al contenitore rifiuti fissato ad elementi antivibranti per ridurne la rumorosità. L’azionamento avviene con una pompa idraulica calettata direttamente sulla turbina. Il contenitore rifiuti, di tipo monoscocca in lamiera di acciaio con fondo inox AISI 304, ha una capacità di 6 m3 circa. All’interno, in corrispondenza del condotto di aspirazione, un’apposita paratia in acciaio inox vulcanizzata ed intercambiabile protegge il contenitore evitando che il materiale aspirato possa arrecare danni. La griglia interna in alluminio di grande superficie assicura che materiali volatili, tipo carta, fogliame... non fuoriescano dallo scarico dell’aria. L’abbassamento e il riposizionamento della griglia sono a comando pneumatico cosicché le operazioni di pulizia possono avvenire nella massima velocità, comfort e sicurezza. Una bocchetta collocata sul portellone consente di scaricare solo l’acqua dal contenitore rifiuti. Una griglia zincata posizionata nella parte interna del portellone consente di separare il materiale aspirato dai liquidi. Tale dispositivo risulta utilissimo, soprattutto nelle giornate piovose, in cui si aspira più acqua che materiali solidi. Scaricando solo
liquidi si può continuare a lavorare senza necessità di recarsi allo scarico. Il capiente serbatoio dell’acqua da 2.000 l è realizzato interamente in acciaio inox AISI 304. La bocca di aspirazione viene mantenuta ad altezza costante rispetto al terreno da due ruote libere pivottanti di grandi dimensioni. In questo modo si riduce al minimo il logorio del profilo in gomma della bocca di aspirazione garantendo un prelievo ottimale dei rifiuti consentendo alla bocca di aspirazione di seguire l’andamento del suolo. Per la raccolta di grandi quantità di sporco la bocca di aspirazione può essere inclinata pneumaticamente dalla cabina di guida. Tale bocca è vulcanizzata internamente in modo da proteggerla dall’usura e per favorire lo scivolamento del materiale aspirato. La spazzatrice Bucher Schörling CityFant 60 si distingue per il "Sistema Modulare" di utilizzo di ogni singola unità. Questa caratteristica consente di operare con sistemi programmati di preselezione a seconda delle realtà oggettive di spazzamento con favorevoli riscontri economici sui materiali di usura senza penalizzare la qualità di servizio. Le varie unità operative, grazie ai diversi accorgimenti tecnici ad esse dedicati, non sono soggette ad eccessive sollecitazioni determinando condizioni di affidabilità e riscontri economici notevoli sui costi di esercizio. L’eccellente sistema di abbattimento polvere, con il percorso obbligato dell’aria all’interno del contenitore stesso, la particolare conformazione ed i vari ugelli d’acqua regolabili e collocati in posizione ottimale lungo tutto il percorso, rendono l’aria in uscita perfettamente pulita e senza alcun residuo di sporco. Tutte queste caratteristiche fanno sì che la spazzatrice Bucher Schörling CityFant 60 sia un punto di riferimento fondamentale sia nel settore dell’igiene urbana che in quello della manutenzione e rifacimento stradale.
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MATERIALI
Insta Service propone Instabsorb GHERARDO MARCHELLI
Nell’ottica di Insta Service di proporre materiali innovativi, semplici ma efficaci, ora, alla offerta Black Top, conglomerato a freddo per la riparazione istantanea e duratura dell’asfalto in qualunque condizione climatica, è stato affiancato il nuovo Instabsorb, assorbente naturale per un corretto e rapido ripristino di ogni tipo di superficie dalla presenza di sversamenti accidentali. Instabsorb deriva dalla lavorazione di materiale legnoso opportunamente trattato, da cui si ottiene un prodotto non infiammabile perfettamente adatto all’assorbimento di qualsiasi tipo di sostanza oleosa e non, su qualsiasi superficie (terra, pavimenti, strade, piazzali...), permettendo il recupero e la messa in sicurezza delle superfici interessate dallo sversamento di liquidi e soluzioni inquinanti, sia speciali che tossico nocive. Ha buone proprietà antiscivolo facilmente riscontrabili se utilizzato per assorbire sostanze sia oleose che scivolose e si asporta oppure si raccoglie agevolmente con gli attrezzi in uso per le normali pulizie. Instabsorb è confezionato in pratici sacchi da 10 kg e si rende utile in tutti i casi di sversamenti accidentali o dolosi: pavimenti di officine, locali caldaia, incidenti stradali, perdite da impianti, raffinerie, depositi, lavorazioni di oli e grassi, aeroporti, percolato. Instabsorb è un prodotto assimilabile a R.S.U., può essere smaltito dopo l’utilizzo sia in discarica che in forno
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inceneritore a seconda del prodotto inquinante assorbito, rispettando le
leggi vigenti in materia (D.lgs 152/06 Testo unico sull’ambiente).
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Due nuove attrezzature Assaloni su Mercedes-Benz al Comune dell’Abetone ATTREZZATURE
GHERARDO MARCHELLI
Il Comune dell'Abetone si è recentemente fornito di due nuovi mezzi con relative attrezzature per offrire ai cittadini e ai turisti un sempre più efficace servizio. Il comune si occupa in maniera diretta del servizio di viabilità con sei Unimog a disposizione. La scelta di questi mezzi storicamente è fatta per poter garantire un pronto ed efficace intervento di viabilità invernale, essendo una delle più importanti stazioni sciistiche del centro Italia. Il comune, con una popolazione di circa 700 anime, vede la presenza di oltre 25.000 visitatori nel fine settimana. Le ultime forniture hanno messo Assaloni in primo piano con una piattaforma aerea scarrabile da 15 metri PAS 15 da carrare su un nuovo Unimog U400, e di una nuova spazzatrice stradale Assaloni K70 su telaio Mercedes-Benz Atego 1324 LKO. La piattaforma si renderà utile in tutti i lavori di manutenzione aerea, ad esempio per l'impianto di illuminazione, oltre che per i lavori di potatura, per cui è stata correlata con una sega a catena idraulica che prende il moto dall'impianto idraulico dell'Unimog, con attacchi rapidi riportati
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sulla navicella della piattaforma, in modo da poter lavorare con attrezzature sicure, maneggevoli e silenziose. Naturalmente il nuovo U400 si affiancherà agli altri per tutti i lavori e verrà dotato in seguito di attrezzature neve. L'amministrazione sta inoltre valutando il modo di valorizzare gli scarti delle potature pensando ad un possibile impianto a biomasse per la palestra, magari coadiuvato da un impianto tradizionale se la quantità prodotta di materiale verde non si rilevasse sufficiente. La piattaforma carrabile/scarrabile dall'Unimog in pochi minuti con operazioni semplici ha la peculiare caratteristica di non necessitare di piedi di appoggio, grazie allo speciale sistema di blocco dell'assale posteriore. Questo brevetto Assaloni evita il possibile errato posizionamento dei piedi di appoggio causa della maggior parte degli incidenti con queste attrezzature. PAS 15 può essre azionata da qualsiasi sistema idraulico del mezzo, anche in configurazione minima. Tutto il sistema di gestione dei dispositivi di sicurezza durante le fasi di lavoro è gestito da un sistema di controllo elettrico ridondante, con sensori di inclinazione, angolo sfilo, fine corsa elettronici, sensori sulle sospensioni e sul freno a mano dell'autocarro. Una scheda programmata gestisce tutte le velocità ed i movi-
menti di lavoro. L'impianto di sicurezza sul freno a mano dell'Unimog è stato studiato in stretta collaborazione con l'ufficio tecnico Unimog. Meccanicamente il sistema è a due bracci a pantografo interamente costruito in acciaio Domex 700, che consente un'altezza di lavoro di 15 metri ed uno sbraccio massimo di 8 metri. Un nuovo sistema di inclinazione della torretta consente al braccio un movimento di brandeggio di +/- 6°, particolare estremamente importante, che permette di lavorare in totale sicurezza e nel rispetto delle norme, con l'Unimog in posizione inclinata di +/- 9°, che vuole dire su una pendenza intorno al 10%. Dalla navicella, costruita in vetroresina ed isolata per il lavoro su linee elettriche da 380 V, con capienza per due operatori, oltre a comandare le movimentazioni, si può accendere e spegnere il motore dell'Unimog. Naturalmente la postazione di lavoro prevede un faro di servizio, una presa di forza idraulica e l'inserimento di una presa elettrica (220 V) per tutti gli eventuali attrezzi necessari. La PAS 15 amplia le applicazioni dell'Unimog: eseguire lavori ad altezze di 15 metri con uno sbraccio che può arrivare fino ad 8 metri senza l'ausilio di piedi di appoggio, posizionando il mezzo in tutta sicurezza in maniera rapida ed agevole con la sola immis-
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sione di due spinotti per il bloccaggio dell'assale posteriore. Poter operare con il mezzo fermo anche in pendenza consente il lavoro anche in posizioni poco agevoli e sfrutta le doti di eccezionale fuoristrada con la disponibilità di una piattaforma aerea anche in luoghi prima inaccessibili. Nel campo dell'igiene urbana l'Abetone ha fatto una convenzione con il Comune di Bitelio e Cosea Ambiente: hanno così a disposizione nei periodi di bassa stagione un monocompattatore che presiede tutti e due i comuni, mentre nei periodi estivi da metà luglio a tutto agosto e durante il periodo invernale hanno un monocompattatore dedicato, vista la forte presenza turistica. Per la pulizia delle strade si sono invece dotati di una nuova spazzatrice stradale Assaloni K70 su telaio Mercedes-Benz Atego 1324 LKO. La spazzatrice Assaloni ha un contenitore dei rifiuti in scocca monolitica di acciaio, con fondo in acciaio inox ad elevato spessore. La portata utile di 6.000 kg ha un volume netto del contenitore di 6,2 m3, una capacità di acqua
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di 2.000 l ed un serbatoio aria ausiliario di 30 l. La dotazione vede una bocchetta posteriore da 4" che permette lo scarico dell'acqua e 2 sportelli di ispezione e carico rifiuti ingombranti. Il gruppo spazzante comporta un rullo centrale e spazzola laterale a tazza, nella versione doppio gruppo il rullo è oscillante ed è presente una seconda spazzola laterale sul lato sinistro. L'azionamento dei gruppi è idraulico con possibilità di regolazione della velocità di rotazione (80 e 120 giri/ min) e sollevamento pneumatico. Sono presenti la protezione della spazzola da possibili urti, il sollevamento dei gruppi spazzanti e aspiranti in fase di retromarcia e ricollocamento in posizione di lavoro con marcia anteriore inserita. La regolazione di pressione delle spazzole e del rullo avviene dal posto di guida. Il rullo ha un diametro di 400 mm per una lunghezza di 1.500 mm mentre le spazzole laterali sono a tazza con diametro 400/700 mm e h 200. La velocità di spazzamento è di 2 - 7 km/h con una larghezza di 750 3.100 mm.
L'impianto di aspirazione avviene mediante turbina ad elevato rendimento, realizzato in materiali antiusura, garantisce prestazioni elevate a basso numero di giri. La trasmissione è meccanica con possibilità di variazione della velocità di rotazione (1.600 - 3.000 giri/min). Il particolare concetto del sistema di guida della bocca assicura un contatto costante con la superficie del suolo ed un valore ottimale di potenza aspirante. La portata massima di aria della turbina è di 21.000 m3/h per una depressione massima di 12.000 Pa con una bocca aspirante di 200 x 550 mm. L'impianto abbattimento polveri ha una pompa centrifuga ad azionamento meccanico dal motore ausiliario, serbatoio acqua in acciaio inox posizionato ottimamente sotto il contenitore rifiuti, speciali ugelli spruzzatori ubicati in prossimità dei gruppi spazzanti e aspiranti. Il flusso dell'acqua può essere regolato in continuo per garantire una notevole autonomia di lavoro. Il motore ausiliario è un Iveco Nef 45 da 4.485 cm3 da 100 CV a 2.300 giri/min.
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MOVIMENTO TERRA
Ahlmann AS90 télé in cantieri con spazi limitati senza ostacolare la circolazione
Specializzata nella costruzione di barriere acustiche, la società Lucas IDF ha scelto una Ahlmann AS90 télé per lavorare nel più grosso cantiere di questi ultimi 20 anni sulla tangenziale parigina. La sua missione: installare dei pannelli schermanti antirumore sotto due nuovi tunnel costruiti alla Porta des Lilas per assorbire le nocive emissioni acustiche e migliorare la qualità dell’aria. Per realizzare questo duplice obiettivo, Lucas IDF ha ricoperto le pareti dei tunnel con pannelli fonoassorbenti antinquinamento in calcestruzzo e legno. Le esigenze erano molteplici, come sottolinea il sig. Blanchet, incaricato d’affari presso Lucas: "I nostri lavori richiedevano una macchina compatta, agile, ma anche capace di movimentare dei carichi in spazi ristretti". Infatti nel cantiere Lucas disponeva di una sola corsia per muoversi e posare le lastre di calcestruzzo e legno, mentre le altre due corsie restavano aperte alla circolazione. L’AS90 télé si adatta alle limitazioni di spazio ed il cantiere progredisce senza ostacolare la circolazione 26
Dopo una visita allo stand Mecalac Ahlmann ad Intermat nell’aprile 2006, la scelta del sig. Blanchet si è rapidamente orientata sull’AS90 télé, una macchina apprezzata per la sua maneggevolezza (veicolo a 4 ruote direttrici), il suo ingombro minimo, la rotazione dell’equipaggiamento ed il suo braccio telescopico. Acquistata presso Sofemat e subito messa all’opera nel cantiere parigino, la sua ridotta larghezza ed il suo equipaggiamento "swing" si sono rivelati par-
ticolarmente efficaci. In otto mesi sono stati posati circa 2.000 pannelli, ossia una superficie di più di 4.200 m 2, per un peso delle lastre tra 280 e 320 kg. Sono state adottate due pinze speciali per permettere all’AS90 télé di sollevare le lastre dal suolo ed applicarle al muro dove venivano in seguito fissate. Efficace sì, ma la macchina può anche diventare polivalente grazie alle sue forche utilizzate per alimentare il cantiere con pallet di materiali, che possono essere depositati a distanza evitando gli ostacoli per merito del braccio telescopico. Se i tempi di consegna sono stati rispettati, è anche grazie alla facilità di guida della macchina. "Imparare a manovrarla è stato estremamente semplice e rapido", dichiara uno degli operatori. "Inoltre la macchina è veramente molto confortevole e silenziosa, e questo facilita il lavoro, soprattutto nelle gallerie. Infine, il mezzo è sufficientemente veloce (30 km/h) per permetterci di spostarci da un capo all’altro del cantiere senza perdere tempo". Il prossimo cantiere dell’AS90 télé vedrà la posa di uno schermo acustico di 550 m sul viadotto del Maine ad Angers.
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IGIENE AMBIENTALE
Levanto pulisce il suo mare con Arhab GHERARDO MARCHELLI
Già da dieci anni l’Azienda Speciale di Levanto (SP), che gestisce il demanio comunale del litorale marittimo levantese, opera con una barca per la pulizia delle acque dei rifiuti galleggianti. La scelta di dotarsi di un’attrezzatura di questo tipo è nata dalla volontà di dare una risposta ai turisti che lamentavano la presenza di rifiuti in acqua. Per le sue caratteristiche il golfo di Levanto vede un arrivo di rifiuti dal
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largo tipicamente in tarda mattinata e nel pomeriggio. La tramontana notturna allontana i rifiuti durante la notte, mentre di giorno il vento di scirocco li trasporta verso la riva. Con questa barca si interviene quindi dalla tarda mattinata per raccogliere i rifiuti galleggianti ed evitare che arrivino sulla riva. Il Parco delle 5 Terre opera inoltre con due imbarcazioni più potenti per un lavoro simile al largo delle 5 terre limitrofe ed a sud di Levanto, racco-
gliendo rifiuti che si addensano lungo le correnti. Durante le giornate normali naturalmente non è molto il materiale da raccogliere, ma basta poco per avere un brutto ritorno di immagine a livello turistico. Dopo forti piogge però i fiumi portano in mare di tutto, e non solo i corsi d'acqua della zona: infatti dopo forti alluvioni in Versilia si raccolgono molti rifiuti che le correnti trasportano rapidamente più a nord. L'imbarcazione utilizzata a Levanto è una Arhab costruita dalla Costruzioni Navali CMC di Vada (LI). Questa barca dalle dimensioni contenute a 4,5 m di lunghezza, grazie ad una benna a cesta anteriore ribaltabile, consente di raccogliere agevolmente tutto ciò che galleggia in acqua. Un verricello elettrico consente di scaricare il contenuto della benna in un contenitore per poi depositarli a riva in sacchi. Per l’azionamento del verricello l’Arhab è dotato di batteria elettrica ricaricabile grazie ad un generatore diesel. Il motore è un fuoribordo montato su una ralla girevole a 360° che consente di manovrare l’imbarcazione in ogni direzione. L’elica del motore è intubata e l’Azienda Speciale in specifiche occasioni ha ottenuto un permesso che consente di operare anche vicino a riva, naturalmente in questo caso con due operatori a bordo e nessuna presenza di persone in acqua. Arhab è stato progettato per il lavoro su qualsiasi superficie d’acqua, porti, canali, laghi..., inoltre può essere attrezzato con appositi kit sia per il taglio e raccolta delle canne che per la raccolta e l’assorbimento di idrocarburi ed olii dispersi in superficie.
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ATTREZZATURE
Due nuove gru Fassi dedicate al montaggio di parchi gioco FRANCESCO VANDONI
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L’azienda Holzhof, di Mezzolombardo in provincia di Trento, ha recentemente acquisito due gru Fassi, allestite su due Mercedes-Benz Atego. Si tratta di una gru F65A.24 su Atego 10.22 e di una F95A.24 montata su un Atego 15.24. Holzhof è da quasi trent’anni uno dei produttori leader in Italia nella realizzazione di elementi per l’organizzazione degli spazi all’aperto e di strutture per parchi gioco. Questa nuova dotazione, completata da accessori terminali da montare sulle gru, permette a Holzhof di ottimizzare le fasi di consegna e di installazione dei propri prodotti. Infatti d’ora in avanti le squadre di montaggio interne di Holzhof potranno muoversi con maggiore autonomia e flessibilità, offrendo nel contempo la professionalità, in tutte le fasi di allestimento, di persone che da anni conoscono i propri
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prodotti e ne rispettano le caratteristiche. I due nuovi mezzi, inoltre, sono stati selezionati anche per le loro caratteristiche di massimo rispetto dell’ambiente, in linea con la filosofia aziendale di Holzhof, che da anni ormai si prefigge lo scopo di tutelare il più possibile i beni naturali del nostro pianeta. I due mezzi sono molto leggeri e per questo particolarmente adatti al trasporto dei prodotti Holzhof, trattandosi nella fattispecie di strutture piuttosto voluminose ma molto leggere. Il connubio tra questa caratteristica e la tecnologia Diesel BlueTec di cui sono dotati entrambi gli autocarri corrisponde da una parte ad un rilevante risparmio economico per l’azienda, e di conseguenza per il cliente finale, e dall’altra, non meno importante, ad un impatto ambientale decisamente contenuto. Dopo una lunga ed attenta ricerca, le gru Fassi
sono state scelte non soltanto per la loro indiscutibile qualità, riconosciuta a livello internazionale, ma anche grazie all’affidabilità riscontrata e garantita dal centro vendita e assistenza Gerax al quale Holzhof si è rivolta con fiducia. Gerax S.r.l. di Cortaccia (BZ), allestisce autocarri, vende e monta gru e piattaforme aeree ed è concessionaria del marchio Fassi per le provincie di Bolzano e di Trento. Nell’officina di 1.000 m2 presso la sua nuova sede, Gerax effettua allestimenti, riparazioni, manutenzioni e collaudi. Sul veicolo Atego 10.22, dotato di motore Diesel Blue Tec da 218 CV e con peso totale a terra di 10.500 kg, è montata una gru Fassi F65A.24. Questa gru ha una capacità di sollevamento di 5,70 tm, uno sbraccio di 10,30 m e pesa 980 kg. Provvista dell’innovativo sistema HO (Hydraulic overload control), che permette in modo completamente automatico di controllare le condizioni di carico della gru e di gestire il momento di sollevamento in relazione alle condi1. Atego 10.22 con gru Fassi F65A.24 al lavoro 2. 3. Atego 15.24 con gru Fassi F95A.24 sul piazzale interno della ditta Holzof 4. Centro vendita e assistenza Gerax, concessionario Fassi per le provincie di Trento e Bolzano
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zioni di stabilità dell’unità camion/gru, presenta basamento e parte inferiore della colonna in fusione di ghisa per un’ideale distribuzione delle sollecitazioni e una resistenza superiore. L’assenza di saldature conferisce alla gru eccezionali caratteristiche di durata alla fatica. La rotazione della gru è a cremagliera, con pattini in ghisa autocentranti: garantiscono un corretto e costante accoppiamento tra il pignone e la cremagliera, evitandone l’usura dei denti. Il distributore idraulico proporzionale garantisce massima risposta ai comandi dell’operatore, straordinaria fluidità, rapidità d’azione e completa affidabilità in ogni condizione d’impiego. Particolare cura è stata posta nella
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protezione delle tubazioni flessibili, posizionate all’interno della colonna in modo da prevenirne lo sfregamento ed assicurarne la funzionalità nel tempo. Le tubazioni supplementari per l’utilizzo di accessori idraulici sono protette da un esclusivo sistema Fassi Salvaflex realizzato con canaline in metallo. La gru monta l’originale sistema MPES (Multi-Power Extension System), costituito da una serie di martinetti indipendenti di uguale potenza, collegati tra loro in parallelo ed azionati da un unico comando. Esso assicura una eccezionale velocità di uscita e rientro dei bracci telescopici. Gli speciali pattini di guida dei bracci sfilabili, a montaggio forzato, eliminano il gioco dovuto alle tolleranze negli scatolati. Il serbatoio è in materiale plastico particolarmente resistente ai colpi e all’azione corrosiva degli elementi esterni. Sul secondo Atego, modello 15.24 con motore Diesel Blue Tec di 238 CV e un ptt di 14.950 kg, è montata una gru Fassi F95A.24. Questa gru ha una capacità di sollevamento di 8,20 tm, uno sbraccio di 12,25 m e pesa 1.400 kg. Le altre caratteristiche tecniche sono uguali a quelle del modello F65A.24 (sistema MPES,
distributore idraulico proporzionale, rotazione a cremagliera...), tranne la presenza del limitatore di momento FX. Il sistema FX (Fassi Electronic Control System) garantisce la massima sicurezza in ogni condizione operativa. L’interfaccia costante fra elettronica ed idraulica consente infatti di tenere sotto controllo le pressioni indotte dal carico su tutte le articolazioni (principale, secondario ed eventuale Jib - non presente sul modello F95A.24) con una gestione sempre vigile e completa del lavoro della gru anche dal punto di vista della sicurezza. Il sistema FX rileva le condizioni di carico e di movimento, prolunghe comprese, attivando in condizione di sovraccarico il blocco di tutte le funzioni gru che, se attivate, aumenterebbero il sovraccarico; mantenendo invece attive tutte le funzioni che riducono la distanza del carico dalla colonna e di conseguenza riportano la condizione dell’utilizzo della gru entro i carichi previsti. Rispetto ai normali dispositivi di limitazione di momento, il sistema FX assicura una maggiore versatilità operativa e precisione di intervento, tramite la copertura centralizzata di tutte le operazioni connesse alle funzioni di sollevamento.
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PORTATTREZZI
Un Caron 998 per perforare pozzi d’acqua FRANCESCO VANDONI
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L’azienda Scudellari Alfredo Meccanica Idraulica di Cingia De’ Botti in provincia di Cremona si è recentemente dotata di un Caron 998 sul quale è stata montata un'attrezzatura per la perforazione di pozzi. La tecnica adottata è quella a circolazione diretta che consiste nello sfruttare fluidi quali acqua o acqua e fango che, iniettati in pressione attraverso le aste di perforazione tornino in superficie asportando i sedimenti e creando il foro del pozzo. L’attrezzatura è composta da due pompe che immettono acqua attra-
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verso le aste, la prima delle quali è munita di un utensile che scava girando e che varia a seconda del materiale da scavare. La profondità può arrivare fino a 160 - 180 metri ed il diametro può variare da 2 pollici a 40 centimetri. Questo allestimento si basa su una "testa", la parte che spinge e fa ruotare le aste, di marca Fraste di Bogara (VR), munita di una pompa. La trentennale esperienza del sig. Alfredo Scudellari ha portato ad aggiungere una seconda pompa ed anche un compressore d’aria per attivare il pozzo. Si arriva così a
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disporre di un mezzo semovente, indipendente, che non necessita di altre attrezzature. Il transporter Caron 998 è dotato di un motore DaimlerChrysler VM a
1. 2. Il nuovo Caron 998 allestito dall’azienda Scudellari con un’attrezzatura per perforare pozzi d’acqua 3. Pozzo attivato con arrivo d’acqua dal sottosuolo 4. 5. Altre fasi della perforazione per l’allevamento di suini in costruzione
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quattro cilindri, 3 litri di cilindrata raffreddato ad acqua e omologato secondo le più recenti normative europee ed americane sulle emissioni inquinanti. Il cambio è a 6marce sincronizzato con riduttore e Hi-Low per un totale di 36 velocità (24 avanti + 12 retromarce) varianti tra 0,8 e 40 chilometri orari. La trazione è integrale con disinnesto elettroidraulico della trazione anteriore, assali con riduttori finali epicicloidali, bloccaggi elettroidraulici dei differenziali anteriore e posteriore. Lo sterzo è idraulico agente sulle ruote anteriori con angolo di sterzata di 45°. Il telaio dispone di uno snodo lineare che permette alla macchina di avere sempre tutte e quattro le ruote aderenti al terreno. La presa di forza posteriore è a 540 giri/minuto con comando elettroidraulico. A richiesta è disponibile una presa di forza con frizione idraulica indipendente a due velocità con uscita sopra il cambio e/o il ponte posteriore. La frenatura è integrale con sistema miniservo. I freni di servizio sono a doppio circuito idraulico sulle quattro ruote con masse flottanti. Il freno di stazionamento è a molla con comando idraulico e modulatore progressivo idraulico. La cabina è spaziosa e completamente insonorizzata, mont a t a s u u n r a ff i n a t o s i s t e m a d i sospensioni che garantisce il massimo comfort in qualsiasi condizione di marcia ed annulla il rollio sulle pendenze. La sua posizione avanzata permette inoltre un ottimo bilanciamento dei pesi a pieno carico ed un grande spazio utile per il
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trasporto di carichi ed attrezzature. L’azienda Scudellari effettua, oltre la perforazione di pozzi d’acqua, l’installazione di pompe per questi ultimi, la manutenzione di impianti di irrigazione e la realizzazione di impianti di irrigazione sotterranea. Il suo raggio d’azione si estende praticamente a tutta la Pianura Padana, concentrandosi nel basso milanese, il lodigiano, tutto il cremonese, parte del basso bresciano, l’alto parmense, il mantovano e parte del reggiano. L’azienda si compone di quattro operai, un’impiegata ed un socio coadiuvante, oltre al titolare, signor Alfredo Scudellari. In media il ritmo di perforrazione è di un pozzo al giorno. In questo periodo la richiesta è particolarmente alta per pozzi ad uso irriguo, specialmente da parte di privati
per il proprio orto o giardino. Gli altri usi più correnti sono quelli zootecnico, industriale o antincendio. Il lavoro illustrato dalle immagini del presente articolo si è svolto in Località Olmeneta in provincia di Cremona. Il pozzo, destinato ad un allevamento di suini, per un totale di 2.000 capi, ha una profondità di circa 100 metri, un diametro di 125 millimetri ed una portata di 400 litri al minuto, con una pompa elettrica sommersa da circa 7 CV. La scelta si è orientata sul transporter Caron 998 per via delle dimensioni adatte sia a ricevere l’attrezzatura che ad arrivare laddove il cliente desidera il pozzo, alle doti fuoristradistiche del mezzo praticamente sempre impegnato in lavori nel fango e, non per ultimo, grazie all’ottimo rapporto qualità - prezzo. 31
MANUTENZIONE STRADALE
Trimmer, rimozione della segnaletica orizzontale GEOM. BERENGARIO GABOARDI
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Il primo punto da valutare è il tipo di segnaletica, ne esistono di diversi tipi: vernici a freddo, vernici a caldo e vernici a nastro. Le vernici a freddo si suddividono a loro volta in tre categorie: ad acqua, a solvente con polimero (vernici acriliche e alchidiche), oppure bicomponenti. Queste ultime hanno uno spessore di stesura massimo di 3 mm ed un tempo di essiccazione di circa 30 minuti, riducibile grazie all’uso di catalizzatori specifici. Le vernici a caldo o termoplastiche
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possono essere spruzzate, colate o estruse. Lo spessore di stesa può variare tra 800 micron e 2 mm. Il tempo di essiccazione va dai 20 secondi ai 3 minuti in funzione della temperatura esterna (almeno +5°C) e dello spessore applicato. La temperatura del prodotto durante l’applicazione è compresa tra 180°C e 220°C. La miscela contiene dal 15 al 25% di perline. Le strisce sono di varie larghezze (da 12 a 40 cm) continue, alternate, scritte, frecce, numeri... Generalmente sono additivate con
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perline in vetro da 60/220 micron nelle vernici a freddo e da 800 micron nelle termoplastiche; in quantità variabile in relazione allo spessore delle strisce. Le perline sono premiscelate nella vernice e/o spruzzate in un secondo tempo; per ottenere un effetto di retro-riflessibilità duraturo nel tempo. Le vernici a nastro sono costituite da nastri prefabbricati, colorati o bianchi, di varie larghezze che vengono stesi con un rullo per realizzare segnaletica sia provvisoria che permanente. Un altro aspetto da valutare è quello del supporto costituito da calcestruzzo oppure da conglomerato bituminoso; quest’ultimo può essere chiuso e compatto o aperto, come nel caso di conglomerato drenante. Varie possono essere le ragioni che rendono necessario il cambio della segnaletica: cambio di corsia; segnaletica usurata e non più leggibile; rifa-
1. Pallinatrice stradale Trimmblast T 140 D 2. Scarificatrice manuale Trimmer TR 200 3. Scarificatrice al lavoro sull’autostrada A 26 Genova Gravellona 4. Raschiatrice multiteste Trimmer al lavoro sull’autostrada A 26
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cimento del manto stradale. Due sono i sistemi che si possono adottare: la cancellazione, ricoprendo con materiale nero la segnaletica da modificare, o la rimozione, asportando con attrezzature meccaniche la pellicola di vernice mettendo a nudo il supporto. Il sistema della cancellazione comporta diversi inconvenienti. La vecchia vernice viene solitamente coperta con "tack coat" di colore nero: se di giorno il film è efficacemente nascosto, di notte, invece, le perline, colpite dai fari dei veicoli, riflettono e creano confusione, in particolare in presenza di nebbia. Il materiale è molto liscio e con un minimo di umidità rende la striscia scivolosissima e molto pericolosa, inoltre essendo tenero, dopo pochissimo tempo viene consumato dalle gomme dei veicoli, lasciando riapparire la vecchia segnaletica. In caso di rifacimento del manto stradale il materiale a terra reagisce con l’alta temperatura del conglomerato e crea una pellicola disciolta tra la vecchia e la nuova. Ciò è causa di distacco fra gli strati bituminosi. Il sistema della rimozione meccanica è quello più affidabile per la messa in sicurezza della strada, in quanto le apparecchiature più adatte di abrasione permettono di asportare sia la vernice che le perline diffuse nel materiale. La rimozione si effettua tramite due tecniche: la pallinatura a riciclo o la raschiatura, detta anche scarificatura. La pallinatura a riciclo consiste nel proiettare meccanicamente microsfere (ø da 1 a 2 mm) di acciaio sulla superficie da abradere. Le microsfere e le parti asportate della pavimentazione, per rimbalzo tornano nella macchina e quindi vengono separate, pulite e riciclate; le polveri prodotte vengono invece immagazzinate in un apposito contenitore stagno onde evitare ogni tipo di inquinamento. Questa tecnica è molto efficace
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quando il supporto è chiuso e solido e la segnaletica è di basso spessore. (300/800 micron), oppure quando il supporto è calcestruzzo (aeroporti in particolare). La caratteristica principale del risultato ottenibile è che non si creano "canaletti" e la pulizia degli inerti dalle vernici è pressoché totale, senza creare microfessurazioni sugli inerti. La raschiatura è il sistema di cancellazione della segnaletica che utilizza utensili in acciaio, con punte al carburo di tungsteno di varie conformazioni e pesi, montati "folli" su barre di trascinamento, a loro volta fissate ad un tamburo rotante. Gli utensili scalfiscono le superfici permettendo di regolare la profondità con un apposito registro sulla macchina. Si possono così raschiare a "zero" le superfici e togliere gli esatti spessori che si decide di rimuovere. Nel caso della segnaletica, tali spessori, oltre a tacchette, striscie rumorose e bolle, possono essere anche notevoli (da 1 a 3 mm). La raschiatura è importante quando, dato lo spessore della riga, oppure il sottofondo molto ammalorato, (conglomerato bituminoso), la pallinatura diventa difficoltosa a causa della presenza di canalette a fianco della segnaletica e dunque assenza di rimbalzo della graniglia. In questo caso è necessario asportare in primo luogo lo spessore della traccia, con scarificatura e successivamente passare alla pallinatura. Questa fase integrativa, è richiesta allorché, per specifica o per sicurezza, è obbligatorio ridurre al minimo la creazione di canaletti. Una situazione particolare si verifica quando il supporto di conglomerato bituminoso è il cosiddetto asfalto drenante. In questo caso il trattamento con pallinatura risulta inadatto, in quanto la graniglia si adagia nelle porosità della bitumatura (normalmente di 4 cm di spessore) e non si riesce a farla risalire, creando alcuni inconvenienti. Un’altra situazione ideale per l’utilizzo della maschiatrice è quella del rifacimento di una pavimentazione con l’utilizzo di materiali a basso spessore (5/6 mm), tipo "slurry seal". In questo caso la raschiatura, oltre a rimuovere la vernice, asporta un sottile film del vecchio bitumato, mettendo così a nudo l’inerte sottostante. Si viene pertanto a creare una superficie ruvida e pulita, situazione ideale per l’aggrappo successivo del materiale da applicare.
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VIABILITA' INVERNALE
Giletta UniQa fa il suo debutto sul mercato Durante il XII Congresso Mondiale di Viabilità Invernale di Torino nel marzo 2006, Giletta aveva presentato i primi prototipi del nuovo rivoluzionario spargitore, che nella stessa macchina unisce i tre sistemi di alimentazione maggiormente utilizzati: catena, nastro in gomma e coclea. Nella scorsa stagione invernale è stata prodotta una pre-serie, e vari esemplari di UniQa a nastro in gomma e a coclea sono stati consegnati in diversi mercati sia nazionali che esteri ai clienti più rappresentativi, in modo da poter verificare le prestazioni di questa nuova macchina. Tali verifiche sono state effettuate con diversi programmi di lavoro e con più tipologie di materiali da spargere: a partire da materiali fondenti, sali fini e asciutti, sali marini con un più alto tasso di umidità. Durante queste prove è stato messo a punto il nuovo gruppo di spargimento brevettato, grazie al quale si 1. Isola robotizzata ad alta tecnologia per la produzione Giletta 2. Nuovo gruppo di spargimento UniQa
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sono raggiunti ottimi risultati sia per quanto riguarda la larghezza e l’omogeneità della distribuzione, sia per quanto riguarda la miscelazione tra materiali fondenti e soluzione salina. A fine stagione, grazie ai dati raccolti da queste diverse esperienze, l’ufficio tecnico ha realizzato una revisione generale del progetto e ha proceduto all’industrializzazione della nuova gamma ed alla realizzazione degli stampi per la produzione in serie di tutti quegli elementi in materiali plastici quali i serbatoi per la soluzione, lo scivolo che convoglia il materiale da spargere al gruppo di spandimento, i carter e le cofanature di protezione. Grazie a questi materiali, insensibili alla corrosione ed alle basse temperature, è possibile ridurre al minimo la manutenzione e garantire la stessa qualità di distribuzione anche a basse temperature e con sale di non buona qualità. Con UniQa Giletta ha lavorato non solo sull’aspetto prestazionale, ma anche sulla qualità dei materiali utilizzati al fine di ridurre notevolmente tempi e costi di manutenzione, in considerazione delle tendenze più recenti del mercato per quel che riguarda acquisti e noleggi in regime di Full
Service, nel quale i costi di manutenzione hanno una grande rilevanza. Il tutto naturalmente conferma la scelta di Qualità di questo nuovo prodotto come garantisce la Q presente nel nome UniQa, in quanto Giletta, da sempre innovatrice nel settore, ha percepito, dopo anni in cui tutti i costruttori hanno operato soprattutto sul contenimento dei costi sulla spinta delle gare pubbliche al massimo ribasso e della concorrenza internazionale sempre più agguerrita, la necessità da parte dei clienti di prodotti di maggiore qualità, affidabilità, costi di esercizio minori e soprattutto di attrezzature che garantiscano una distribuzione omogenea ad ogni dosatura, per evitare punti non trattati sulla superficie stradale. Il progetto UniQa con il suo elevato grado di standardizzazione consente inoltre a Giletta di impostare un’automatizzazione ed un miglior flusso produttivo per poter aumentare le quantità prodotte mantenendo la struttura produttiva attuale. Dal mese di ottobre
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entrerà quindi in funzione un’isola robotizzata ad alta tecnologia a tre postazioni di lavoro prodotta da Panasonic per la realizzazione dei principali componenti di carpenteria, che continueranno così ad essere prodotti in Italia, in quanto Giletta, per garantire qualità e flessibilità, non ha mai seguito la tendenza corrente di delocalizzare all’Est la produzione. Questo progetto di automatizzazione, iniziato nel 2002 con i sistemi di immagazzinamento automatici e proseguito nel 2005 con il moderno impianto di granigliatura completamente automati-
co e di verniciatura a polvere, si concluderà nel 2008 con il turn-around della linea di assemblaggio finale che passerà dalle odierne isole di montaggio, dove ogni operatore effettua l’assemblaggio totale della macchina, alla produzione a flusso per step successivi, dove ogni operatore assemblerà un gruppo specifico della macchina e la attrezzatura si sposterà di stazione in stazione. Questo sistemaè stato implementato nei mesi scorsi con successo da un'azienda australiana della Divisione Bucher Municipal, i cui tecnici nei prossimi mesi assisteranno
Giletta nella trasformazione. Il progetto UniQa si concluderà nel 2008 con l’introduzione sul mercato dell’ultimo modello, con alimentazione a catena, vero cavallo di battaglia di Giletta. Nel 2009 infine arriverà sul mercato la nuova KA realizzata con il concetto di UniQa. E' evidente come l’azienda cuneese, dopo anni di intensa crescita commerciale, sia tornata ad essere innovativa dal punto di vista progettuale, fiutando le nuove tendenze di mercato e mettendo a frutto l’esperienza internazionale acquisita negli anni.
Hanson Aggregates, fornitore inglese di materiali edili, ha iniziato a ricevere 37 JCB Groundhog appositamente adattati per l’uso nelle proprie cave nel Regno Unito. Hanson è rimasto favorevolmente impressionato dalla potenza e dalle prestazioni del veicolo utilitario Groundhog. Grazie al design compatto ed allo straordinario rapporto peso/potenza, Hanson utilizzerà il Groundhog come mezzo in sostituzione degli autocarri leggeri e degli altri veicoli 4x4 ottenendo così un migliore rapporto qualità/prezzo. Le macchine ordinate montano un motore diesel da 15,6 kW (20,9 CV) ed una configurazione 6x4 con trazione integrale permanente. Le macchine dispongono inoltre di una cabina
completamente vetrata con struttura ROPS integrata per un ambiente di lavoro estremamente confortevole ed una maggiore sicurezza dell’operatore durante i lavori nelle cave. Un’ulteriore novità è rappresentata dall’uso di pneumatici con elevata resistenza all’usura per trasferimenti in sicurezza all’interno delle cave. Il contratto fa seguito all’ordine effettuato da Hanson di 10 pale gommate JCB modello 416 e 2 modello 436 da utilizzare nei propri impianti di dosatura del cemento nel Regno Unito, unitamente a 6 miniescavatori JCB 801, quattro terne JCB 3CX ed una minipala JCB Robot 160. Il responsabile acquisti di Hanson, Meir Rofe, ha dichiarato: "Siamo clienti abituali JCB e non vediamo l’ora di vedere
cosa è in grado di fare il Groundhog. Durante i nostri test ha dimostrato di sapersela cavare al meglio anche negli ambienti più difficili. Con le opportune modifiche apportate per garantire la sicurezza e il comfort dell’operatore, è esattamente quello di cui abbiamo bisogno per la nostra attività." Jo Bamford, Direttore JCB Groundcare, ha dichiarato: "Il JCB Groundhog è una macchina incredibilmente versatile, impiegata in vari settori e in luoghi che vanno dai campi ai cantieri edili. Questo accordo ha dimostrato che la gamma di applicazioni per le quali può essere utilizzato il Groundhog può essere ulteriormente ampliata." "Le macchine utilizzate nelle cave richiedono una robustezza superiore a quella di molte altre applicazioni. Il Groundhog ha dimostrato di essere il veicolo utilitario ideale anche in ambienti così gravosi." Il Groundhog viene prodotto presso lo stabilimento JCB di Cecilly Mills, in Inghilterra, e monta un cambio CVT per garantire un’accelerazione e decelerazione ininterrotte. Il differenziale a bloccaggio manuale consente inoltre di disporre di ottima trazione anche nei terreni più difficili quali quelli fangosi. Gli pneumatici ad elevato galleggiamento montati di serie assicurano una bassa pressione sul terreno ed un’eccellente trazione. Il Groundhog dispone anche di un cassone di carico ribaltabile estremamente capiente, con un carico utile di 500 kg.
Groundhog JCB, una macchina molto versatile VEICOLI SPECIALI
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La Comunità Montana Valli Po Bronda e Infernotto riconfermano Giordano Servizi VIABILITA' INVERNALE
Il territorio della Comunità Montana Valli Po Bronda e Infernotto è parte integrante di un contesto alpino complesso ed articolato (le Alpi Cozie), che identifica nel massiccio del Monviso e nel fiume Po, che ai suoi piedi scaturisce, i propri elementi di caratterizzazione. Confine settentrionale della montagna cuneese, la Valle Po segue uno sviluppo lineare e allungato e scende dal versante del Viso verso la pianura saluzzese. L'aspetto morfologico del territorio è caratterizzato da ampie distese boschive di castagni, faggi e conifere nelle parti inferiori, e da tipici paesaggi alpini più aspri e ripidi in alta quota, con radi cespugli, licheni ed alghe. Dall'anno 2001, la Comunità Montana Valli Po Bronda e Infernotto ha attivato, specie a supporto dei piccoli comuni, una serie di servizi tra cui particolarmente rilevante è il Servizio Tecnico Associato.
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L'area tecnica servizi associati è responsabile, oltre che delle normali attività tecniche istituzionali dell'Ente, progettazione e direzione lavori Opere Pubbliche e di sistemazione idrogeologica e idraulico forestale, commissione locale valanghe, vigilanza impianti a fune, gestione trasporti in area a domanda debole, piano intercomunale di protezione civile, supporto tecnico progettuale ai Comuni, anche degli uffici tecnici comunali di Brondello, Castellar, Gambasca, Martiniana Po, Oncino, Ostana, occupandosi direttamente di lavori pubblici (progettazione, direzione lavori e procedimento tecnico amministrativo), gestione urbanistica ed edilizia privata, gestione manutenzioni e patrimonio, servizio idrico integrato, servizio informatico di valle. Nei Comuni di Ostana e Oncino in particolare per i quali sono destinati i mezzi acquistati dalla ditta Giordano Servizi, particolarmente rilevante è la necessità di dotare le maestranze comunali di attrezzature in grado di fronteggiare situazioni estreme in termini di precipitazioni, freddo e accessibilità, date anche le condizioni geometriche ridotte di buona parte della viabilità comunale. L'importanza di un'attrezzatura efficiente per lo sgombero neve riveste importanza al fine di garantire condizioni viarie in sicurezza a servizio di tutte le attività turi-
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stiche presenti e realizzande dalle due amministrazioni. Nel Comune di Oncino il mezzo assumerà, tra l'altro, particolare importanza al fine di garantire accessibilità alla nuova pista di fondo realizzata da Comune e Comunità Montana nella suggestiva località Bigorie (1.500 m slm), caratterizzata da una vista mozzafiato sul "re di Pietra" il Monviso. Il due mezzi acquisiti dal Comune di Ostana sono un Same Silver 130 con vomere neve a geometria variabile Giletta ed un Bremach Jobx4 con lama e spargisale Giletta azionati dall’impianto idraulico del mezzo; andranno ad integrare il parco macchine esistente permettendo lo sgombero neve nelle borgate, caratterizzate da ristrutturazioni e utilizzo di materiali tipici che fanno di Ostana un vero e proprio laboratorio a cielo aperto di architettura alpina, e nei tratti viari a geometria ridotta, nonché la sabbiatura del territorio comunale in tempi brevi anche grazie alla realizzazione di un moderno sistema di stoccaggio della sabbia e del sale in idonei silos in grado di garantire una perfetta conservazione del materiale e un corretto
1. 2. Bremach Jobx4 con lama e spargisale Giletta 3. Same Silver 130 con allestimento neve Giletta
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dosaggio dello stesso. ll Bremach si renderà particolarmente utile per lo sgombero neve della recentemente ristrutturata via centrale caratterizzata da pavimentazione in pietra (per questo si è optato per la particolare scelta della lama) e di tutte le pertinenze delle proprietà comunali tra cui vanno ricordati la nuova struttura turistico ricettiva in fase di completamento da
parte della Comunità Montana, i realizzandi palestra artificiale di arrampicata, centro benessere e centro multimediale. Gli amministratori della Comunità Montana Valli Po Bronda e Infernotto e più precisamente l'ing. Lavoretto ed il geom. Ellena hanno dimostrato di essere particolarmente attenti allo sviluppo di questi territori affidando alla
Giordano Servizi S.r.l. la fornitura dei mezzi e delle attrezzature per la gestione del piano neve e dell'ambiente. La scelta è stata effettuata tenendo conto delle innovative soluzioni tecniche proposte da Giordano Servizi e dall'affidabilità dell'assistenza postvendita che la stessa ha dimostrato con la precedente fornitura al Comune di Brondello.
Giordano Servizi ha appositamente studiato una nuova formula per il piano neve: questa offre la possibilità di una gestione molto flessibile e dinamica delle macchine atte allo sgombero neve ed alla salatura delle strade. In particolare con una minima quota di fermo macchina Giordano Servizi rende possibile avere la disponibilità presso il proprio garage
mezzi ed attrezzature pagando solamente le effettive ore di utilizzo. Questo servizio permette agli operatori del settore ed agli enti di evitare pesanti investimenti pagando effettivamente solo l'utilizzo delle macchine. Nella flotta noleggio di Giordano Servizi si possono trovare: trattori con lame, vomeri, frese neve, spargisale
autocaricanti al 3° punto, spargisale autoportati con motore autonomo, catene, macchine speciali cingolate con fresa neve, lama. Inoltre la Giordano a tutti coloro che prenoteranno la macchina o l'attrezzatura entro il 15/09/2007 darà la possibilità di bloccare le stesse condizioni contrattuali anche per la stagione 2008 - 2009.
VIABILITA' INVERNALE
Piano neve: perchè non a noleggio?
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IGIENE URBANA
Spagna: tecnologia italiana per la pulizia delle facciate FRANCESCO VANDONI
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Apparecchiature speciali sono utilizzate per la pulizia di facciate e piazze a Barcellona e a Murcia. Barcellona, capoluogo della Catalogna, è la seconda città della Spagna per numero di abitanti, con più di 5 milioni di persone che vivono nella sua area urbana; Murcia, situata più a sud, conta circa 400.000 abitanti. I problemi dei graffiti sulle facciate e delle gomme da masticare sui marciapiedi e piazze non sono soltanto italiani, tanto che due aziende spagnole, deputate alla pulizia di aree urbane, hanno voluto verificare come il fenomeno veniva gestito nel nostro paese. Dopo numerosi sopralluoghi effettuati in Italia hanno deciso la sperimentazione di un metodo già utilizzato in numerose città: il sistema
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Dekos, azienda con sede ad Arosio in provincia di Como, che si basa sull’utilizzo di bicarbonato in acqua a bassa pressione. In questi giorni sono stati avviati i primi lavori di prova a Barcellona e a Murcia dove le apparecchiature Dekos, utilizzate dal personale delle aziende municipalizzate spagnole, hanno iniziato la pulizia di marciapiedi e di facciate, pavimentazioni di piazze e monumenti. Il sistema ha riscosso notevole apprezzamento da parte degli operatori per l’elevata produttività e per la facilità di utilizzo, mentre i tecnici hanno verificato ed apprezzato da una parte la quasi totale assenza di abrasione sul manufatto, e dall’altra l’utilizzo di prodotti atossici e non pericolosi, come il bicar-
bonato e il carbonato. Il sistema Dekos si basa sull’utilizzo di soluzioni sovrassature di bicarbonato di sodio o carbonati di magnesio e di calcio, spruzzati, a bassa pressione (circa 2 bar), da un’apposita apparecchiatura funzionante solo con aria compressa, senza la necessità di energia elettrica ed utilizzando basse pressioni. Queste qualità specifiche offrono dunque semplicità di funzionamento, affidabilità e facilità di manutenzione; senza menzionare la grande versatilità visto che si possono pulire diversi supporti quali: marmi, graniti, lapidei in genere, calcestruzzi, refrattari e cotti, legni, vetri e metalli vari. Particolare attenzione ha suscitato la protezione del manufatto dopo averne eseguito la pulizia. I prodotti applicati, a base di derivati fluorurati e paraffinici, hanno infatti dimostrato quanto sia agevole rimuovere successive scritte o gomme da masticare mediante l’utilizzo di semplice acqua calda. Questi prodotti inoltre non alterano minimamente il colore del supporto, e permettono e garantiscono la traspirabilità al substrato. Queste caratteristiche rendono il sistema Dekos sicuro e non pericoloso sia per gli operatori che per i passanti, non richiedendo particolari opere di preparazione della zona di lavoro né di protezione. Dopo numerosi anni di esperienza, i diversi utilizzatori del sistema Dekos sono concordi nell’affermare che la rimozione reiterata dei graffiti costituisce un ottimo deterrente contro il ripetersi degli imbrattamenti.
1. 2. Muro imbrattato in un parco pubblico di Barcellona 3. 4. Pavimentazione di una piazza di Murcia prima e dopo l’intervento di pulizia con il sistema Dekos
Lavori Pubblici n. 27 luglio - agosto 2007
Un Treno Moderno Dotto per il Parco di San Giuliano a Mestre TRASPORTI
GIORGIA MARCHELLI
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La realizzazione del Parco di San Giuliano a Mestre rappresenta uno dei progetti più ambiziosi tra quelli inseriti nelle proposte italiane ammesse a contributo europeo. Per Venezia costituisce sicuramente uno degli interventi di riconversione urbana più significativi per consistenza, complessità ed articolazione, nonché per le difficoltà di attuazione dovute al forte degrado ambientale del sito. La decisione di creare il Parco di San Giuliano è stata, per il capoluogo veneto, molto importante perché ha segnalato un nuovo modo
Lavori Pubblici n. 27 luglio - agosto 2007
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di operare nella città, con lo scopo di invertire il processo di degrado dei suoi patrimoni naturali e culturali esistenti sul bordo lagunare. La proposta di bonifica dell’ambiente e di ripristino dell’ecologia marina, un settore oggi complesso e delicato, ma in rapido progresso, rappresenta l’inizio attuativo di una politica di conservazione e salvaguardia dell’habitat lagunare, in grado di invertire i processi di degrado dei patrimoni naturali esistenti sul bordo lagunare. Con l’attuazione del parco, l’area di Punta San Giuliano, utilizzata da anni come
discarica di rifiuti industriali e urbani, ha perso definitivamente la sua funzione negativa di barriera tra Mestre e la sua laguna e torna a costituirne l’affaccio naturale sulla città antica. La particolare posizione in cui si colloca il parco, sulle sponde della laguna, a metà strada tra i poli di Venezia e Mestre, gli conferisce un importante ruolo simbolico, che si estrinseca
1. Treno Moderno Dotto nella sede di Castelfranco Veneto 2. Treno del Parco di San Giuliano a Mestre
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nella duplice funzione di porta d’accesso alla città lagunare e baricentro dei flussi d’interesse sociale e culturale. Inoltre, per le sue preminenti caratteristiche dimensionali e territoriali, il parco può assumere il ruolo di elemento catalizzatore nella riorganizzazione della struttura regionale dei trasporti e nella ridefinizione dell’uso del centro urbano di Mestre e 5 delle aree limitrofe. Il progetto del parco, in estrema sintesi, ha previsto: la creazione di un’organizzazione comprensiva di una vasta gamma di attività ricreative nonché di un insieme, altrettanto diversificato, di strutture per attività culturali ed economiche; l’interconnessione di tali attività e strutture mediante un’adeguata rete di percorsi pedonali inserita nel sistema del verde, con contenimento del traffico veicolare in aree per parcheggi; l’eliminazione degli ostacoli fisici, visivi e psicologici che si frappongono tra i centri di Venezia e Mestre. Il Parco di San Giuliano a Mestre, un’area di 700 ettari di cui 475 ettari di terreno e 225 ettari di canali, barene e laguna, è stato quindi presentato alla cittadinanza nel novembre 2003 con attività di animazione e iniziative per la sua conoscenza, e successivamente terminato nel 2004. Data l’ampiezza della zona e la grande frequentazione da parte del pubblico, la società Parchi di Mestre, in collaborazione con ACTV, Azienda del Consorzio Trasporti Veneziano, ha stabilito di fornire un ulteriore ser-
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vizio: dal 2005, nei fine settimana e nei giorni festivi del periodo dalla primavera all’autunno, circola un trenino che permette ai visitatori di muoversi all’interno del parco in modo comodo e veloce. Per affrontare il percorso di 3,4 km con 12 fermate dalla porta Arancio alla darsena e ritorno, e con passaggio garantito ogni 20 minuti, l’ACTV ha scelto un treno della Dotto Trains di Castelfranco Veneto (TV), azienda leader nella produzione di mezzi di trasporto su pneumatici e binari, in particolar modo per parchi e località turistiche. Differenziandosi da altre realtà italiane che si servono più frequentemente di treni Dotto dal disegno classico, simili ai mezzi di altri tempi, già presentati nelle pagine di Lavori Pubblici, l’ACTV ha optato per un convoglio su pneumatici dal design moderno, più diffuso nel resto del mondo, in particolare in Germania e in Inghilterra. Il Treno Moderno che opera al Parco San Giuliano di Mestre è il modello City Roamer TM970.
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La locomotiva ha un motore Ford 4x4 endotermico a GPL, di cilindrata 4.900 cc, e trasmissione con sistema oleodinamico, attualmente sostituito nella produzione Dotto con un motore Iveco Aifo Nef F4AE0481C a 4 cilindri, turbo, common rail, wastegate, cilindrata 3.960 cc, potenza 170 HP (SAE), 2.600 giri/min, coppia massima 560 Nm da 1.200 a 2.100 giri/min. Il telaio è a struttura portante in profilato d’acciaio con sospensioni a balestra parabolica. Lo sterzo è munito di idroguida. I freni sono idraulici a disco sulle ruote anteriori e posteriori con servofreno. Un convertitore idraulico pneumatico garantisce il comando dei freni alle carrozze, e per la frenatura carrozze c’è un circuito pneumatico. Il freno di stazionamento è normalmente previsto. Il cambio è meccanico a 6 rapporti più retromarcia. La carrozzeria, con dimensioni 3.500
3. Progetto per il Parco di San Giuliano 4. Mappa dell'area del Parco di San Giuliano a Mestre 5. Treno Dotto per il Parco di San Giuliano con entrata posteriore per l'accesso di carrozzelle 6. 7. Treni Moderni Dotto in esercizio in varie località europee
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mm di lunghezza, 1.860 mm di larghezza e 2.450 mm di altezza, è in vetroresina rinforzata con tubi di acciaio. I colori sono incorporati a gelcoat. La cabina ha una porta di accesso scorrevole ed è dotata di riscaldamento e di un sedile imbottito, molleggiato e regolabile. Le carrozze trainate sono due, entrambe lunghe 3.915 mm, larghe 1.870 mm, per un’altezza di 2.450 mm, equipaggiate con porta di accesso scorrevole pneumatica, aspiratore per la ventilazione interna, pulsanti di stop, altoparlanti, finestrini laterali apribili, porta di emergenza e soffietto di congiunzione; a differenza di quella intermedia, l’ultima ha nella parte posteriore una pedana pneumatica per l’accesso facilitato alle carrozzine delle persone diversamente abili. Il telaio dei vagoni a struttura portante è costruito in profilato di acciaio rinforzato completamente zincato. Anche la carrozzeria, in vetroresina, è sostenuta da una struttura di acciaio. I freni sono idraulici a disco sulle 4 ruote; il freno di emergenza e quello di stazionamento sono omologati secondo le normative di ciascun paese. Altre caratteristiche sono: sospensioni pneumatiche autolivellanti per il comfort dei passeggeri; sistema di sterzatura sulle 4 ruote che consente a tutte le carrozze di seguire esattamente il percorso della motrice; sedili imbottiti disposti sul perimetro della carrozza per un totale di 16 passegge-
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ri seduti e 5 in piedi in ognuna. Questo modello di treno prevede che si possano mettere quante carrozze
si vogliono su area privata, e 1 + 1 di scorta immatricolate entrambe per circolare su strade pubbliche.
8. 9. Altri Treni Moderni Dotto in esercizio in varie località 10. Treno Dotto con entrata posteriore per l'accesso di carrozzelle
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VERDE
Nuova Maxima da Hymach GHERARDO MARCHELLI
Ancora più scelta nella gamma di retroportate offerta da Hymach con la nuova versione a tre articolazioni della serie Maxima. Costruita con lunghezza di sbraccio da 7 a 10 metri, è la retroportata più importante finora costruita ed è pensata ovviamente per gli operatori del settore che cerchino una soluzione altamente performante senza dover essere costretti a vincolare un trattore ad una attrezzatura. Maxima rispetta pienamente le caratteristiche qualitative con cui vengono costruiti i modelli di macchina con i bracci più lunghi per applicazioni centrali a trattore, aggiungendo il vantaggio di essere comunque una macchina che può venire facilmente staccata dal trattore per liberarlo in pochissi-
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mo tempo e lasciarlo disponibile per altri usi. Anche per questi modelli particolarmente degno di nota è il sistema di articolazione a tre snodi, che evidenzia la sua utilità quando il lavoro da svolgere rende necessario avere a disposizione una maggiore scelta di posizioni del braccio e quindi della testata di sfalcio e permettere all’operatore di affrontare le più disparate condizioni di lavoro. In particolare diventa più semplice agire in strade strette senza dover ingombrare la carreggiata, come anche viene facilitata l’operazione di sfalcio in rilievo avendo modo di mantenersi vicino al ciglio della strada stessa. La macchina inoltre, in posizione chiusa, rimane più com-
patta agevolando la circolazione e le manovre su strada. Il modello appena uscito dalla casa costruttrice di Stienta è allestito con testata trinciatrice a rotore con sistema di taglio elicoidale e chassis ad arco, di taglio utile da 120 cm e testata supplementare DTS 70 per lo sfalcio e scarto simultaneo di ostacoli incontrati sul percorso provvisto. Tra le altre dotazioni del nuovo braccio Maxima risulta particolarmente importante il sistema di autolivellamento che gli consente di autoposizionarsi alla giusta altezza di taglio e di mantenerla adeguandosi costantentemente alle difformità del suolo al fine di ottimizzare i tempi di produzione ed ottenere uno sfalcio effettivamente uniforme. Dopo il grande successo delle altre retroportate come Master, serie di fascia medio-alta, e Visual-Energy, anche nella versione Flexor con braccio a pantografo, di fascia alta, Hymach aspetta certo buoni risultati anche da questi nuovi modelli, unici nel loro genere, costruiti con l’attenzione e la cura che contraddistinguono il modo di operare di questa azienda per ottenere prodotti che incontrino effettivamente e soddisfino pienamente le esigenze degli utilizzatori.
Hymach Maxima
Lavori Pubblici n. 27 luglio - agosto 2007
RopeCon Doppelmayr da 3,5 km in Giamaica TRASPORTO MATERIALI
Doppelmayr Transport Technology, società del gruppo Doppelmayr, ha realizzato un nuovo impianto RopeCon in Giamaica per il maggiore produttore di alluminio al mondo, l’americana Alcoa. L’impianto, il quinto RopeCon Doppelmayr al mondo, entra in servizio ad agosto 2007. L’impianto, che si sviluppa a circa 60 km a sud ovest di Kingston, consente di trasportare circa 1.200 tonnellate di bauxite all’ora dal monte Olyphant allo stabilimento Alcoa, il quale dista circa 3,5 km dalla zona di estrazione. L’impianto consente di risparmiare moltissimi viaggi di camion e, effettuando il trasporto in discesa, genera 1.300 kW all’ora, che vengono immessi nella rete nazionale. Hermann Frühstück, amministratore della Doppelmayr Transport Techno-
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logy, spiega che attualmente 12 esperti formano il team dedicato ai sistemi RopeCon ma "... la domanda è enorme, contiamo di raddoppiare il personale entro il prossimo anno ...".
I dati tecnici principali del RopeCon di Mt. Olyphant sono: - lunghezza orizzontale m 3.377 - dislivello m -470 -13,9 - inclinazione media % - portata max. teorica t/h 1.200 - volume teorico m3/h 882-938 - materiale trasportato bauxite - dimensione max. dei grani mm 75 - potenza max. d’esercizio kW -1.320 - velocità del nastro m/sec 3,30 - larghezza nastro mm 800 - altezza pareti laterali mm 200 - funi portanti VVS mm 2 x 62 mm 2 x 52 mm 2 x 42
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AZIENDE
Nuovi prodotti da Molinari
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L'azienda bresciana conferma il proprio impegno ormai su due fronti distinti: il primo, quello tradizionale della manutenzione stradale, ed il secondo nel settore dei veicoli antincendio e da soccorso. Manutenzione stradale La prima realtà, che vede Molinari impegnata da diversi anni nella progettazione e costruzione di attrezzature sgombraneve e spargisale, resta quella di maggiore impegno, confermato dal miglioramento continuo dei propri prodotti, e nello sviluppo di nuovi modelli. Dalla prossima stagione invernale, lo sgombraneve a vomere leggero
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modello SV-16/70, lascerà il posto al nuovo modello denominato K1 che eredita dal vecchio modello le misure generali di lavoro e ingombro, ma che nella riprogettazione completa ha contenuto il peso complessivo, onde permettere l'applicazione su quei mezzi di spinta meno dotati in termini di portata sull'asse anteriore. Il vomere, realizzato interamente in acciaio ad alta resistenza e saldato con robot in arco pulsato, migliora ulteriormente la sua "freccia" (l'angolo degli aleroni nella posizione a cuspide) contenendo lo sbalzo anteriore e modificando sensibilmente l'angolo di attacco del raschiante sul fondo stradale, per un'azione più inci-
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siva in presenza di fondo ghiacciato. Sempre per una questione di peso, il nuovo modello K1 non disporrà più del sistema di sicurezza a lame mobili, sempre presente invece sui restanti modelli SV-22/70 e SV-28/130. Rimanendo nelle attrezzature sgombraneve, l'azienda Molinari Vincenzo intende ampliare la serie SL, ovvero la
1. Iveco 380 con lama Molinari SLM-3/3200 2. Spargitore Molinari SRC/S-4000 su Man 3. Immagine tridimensionale del nuovo vomere K1 Molinari 4. Veicolo polisoccorso City Angel in forza alla raffineria Tamoil
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gamma di sgombraneve a lama che, attraverso i vari modelli e versioni, copre le larghezze di lavoro da 1,80 m a 4,0 m, aggiungendo una versione con alerone in materiale plastico. In proposito sono stati messi a disposizione di alcuni clienti i primi esemplari e si attende il responso dei primi cicli operativi per conoscere la bontà del progetto. Per quanto riguarda gli spargitori, è stata colmata la lacuna riguardante la capacità, aggiungendo ai modelli da 1 e 2 metri cubi, il più piccolo da 600 litri ed i più grandi da 3, 4 e 5 metri cubi. Le prime attrezzature, disponibili in tutte le capacità esclusivamente in acciaio inox AISI-304, sono state consegnate durante la scorsa stagione invernale, a clienti nazionali ed esteri con positivi riscontri in termini di operatività e affidabilità. Le caratteristiche generali delle attrezzature pù capienti (da 3 a 5 metri cubi) vedono, come detto, la realizzazione delle scocche in acciaio inox AISI-304, interamente elettrosaldate, sistema di alimentazione con albero a coclea e secondo albero di mescolazione in prossimità di quello di distribuzione. Le motorizzazioni prevedono motori a gasolio sia monocilidrici che bicilindri-
ci, mentre il comando remoto per tutte le funzioni è disponibile sia nella versione analogica che digitale. Si sta completando la gamma degli accessori, per meglio rispondere alle singole esigenze della clientela, e disporre quindi di un prodotto maturo ed in grado di competere con le soluzioni concorrenti.
Attrezzature antincendio In questo settore Molinari continua l'ampliamento della gamma di moduli WM, che vede la disponibilità di attrezzature standard con capacità di 400, 600, 800 e 1.000 litri, con serbatoi sia in vetroresina che in acciaio inox (AISI-304 e AISI-316), che utilizzano gruppi moto-pompa e naspi, in diverse combinazioni. Su tale prodotto si è inoltre cercato di ottimizzare la fase di allestimento di una categoria di veicoli particolarmente impegnata nell'antincendio boschivo, quali i veicoli pick-up, realizzando la versione LW (Low Profile) che si contraddistingue per il particolare serbatoio "conformato" realizzato in acciaio inox e che sfrutta tutto il volume interno del vano di carico del pick-up; una soluzione che permette di massimizzare la capacità di carico, mantenedo un baricentro il più basso
possibile. La bontà delle soluzioni adottate èconfermata dalla fiducia accordata a Molinari da diversi enti impegnati nell'AIB (antincendio boschivo) che operano in Val D'Aosta, Lombardia, Veneto, Marche, Abruzzo, Sicilia... Oltre all'antincendio boschivo, l'azienda bresciana propone veicoli polisoccorso, che trovano impiego presso gruppi di volontariato, Vigili del Fuoco, aziende ad elevato rischio ambientale..., utilizzando veicoli commerciali delle primarie case costruttrici, solitamente con una M.T.T compresa tra 35 e 60 quintali. Il reparto carrozzeria provvede a tutte le operazione di lastratura, e montaggio serrande, oltre che alla compartimentazione e caricamento di tutti i materiali necessari e specifici concordati con i singoli operatori. Per tale prodotto l'ufficio commerciale di Molinari coniò per il primo esemplare fornito ad un gruppo di volontari di un grosso centro urbano, il nomignolo City Angel (Angelo della Città), ed oggi le diverse trasformazioni eseguite per un'ampia gamma di utenti si fregiano di questo simbolico nome, entrato ormai nel lessico comune del personale dell'azienda Molinari e, ancor più significativo, in quello dei clienti.
IGIENE URBANA
Convegno GoRent a Scandicci GHERARDO MARCHELLI
GoRent ha organizzato un convegno a Scandicci (FI) per far comprendere appieno le possibilità di noleggio nel campo dell'igiene ambientale: "... dal possesso all'uso, il nuovo accesso a beni e servizi". GoRent S.p.A. è nata nel 2002 per operare nel campo dei servizi ecologici ed industriali con attività certificata di supporto per la fornitura di automezzi specifici, speciali ed attrezzature necessarie all'espletamento dei servizi di igiene urbana, con soluzioni di noleggio personalizzate atte a soddisfare le richieste e le esigenze dei singoli clienti. Si è poi sviluppata in altri settori, come quello della ricerca e dell'applicazione di apparati per monitorare in continuo lo stato dell'automezzo e la posizione, in tempo reale, nel quale lo stesso si trova a svolgere il servizio cui è destinato. Anni di esperienza maturata nel settore ecologico e la disponibilità di automezzi ed attrezzature a tecnologia avanzata consentono oggi a GoRent di operare con successo nelle attività 46
di noleggio di flotte aziendali. GoRent si è prefissata di offrire una soluzione alle necessità di mercato che richiede maggiore flessibilità nell'utilizzo di beni e servizi e presenta minore propensione ad investire anche perché le tecnologie sono in continua evoluzione. Naturalmente lo scopo è quello di permettere il mantenimento della qualità del servizio, con offerte personalizzate alle esigenze del cliente di tutte le forme di noleggio adatte ad ogni esigenza: per periodi occasionali, per periodo a breve (da 1 a 12 mesi), a lungo termine, di disponibilità, di lunga durata con breve utilizzo. La flotta GoRent, composta da autocompattatori per la raccolta ed il trasporto di rifiuti solidi, spazzatrici stradali, semirimorchi con carico a piano mobile di elevata capacità di carico, lavacassonetti ad acqua calda e fredda per il lavaggio dei cassonetti di raccolta dei rifiuti solidi urbani e trattori stradali, ha già raggiunto quota 200, con la ferma intenzione di continuare crescere.
Di particolare interesse la presentazione della nuova società Rentarder che offre la possibilità di noleggiare i retarder elettrici per i mezzi della propria flotta ed il Frenel ad aria per i veicoli leggeri. Una relazione ha presentato l'offerta del nuovo strumento Ecoflot, che consente la gestione satellitare dei mezzi aziendali con i vantaggi dello sfruttamento ottimale dei propri mezzi, la possibilità di incrementare la certificazione del servizio, miglioramento dell'efficienza del servizio stesso con abbattimento dei costi. Ecoflot nasce dalla propria esigenza di gestione della flotta GoRent, quindi uno strumento configurato appositamente per le flotte atte all'igiene urbana. Con un'esaustiva relazione tecnica si sono spiegati i vantaggi dei retarder elettrici, seguita da una esposizione da parte dell'azienda di Viareggio che quattro anni addietro ha fatto la prova con il retarder elettrico risolvendo l'annoso problema della rapida usura dei freni e dello schiodamento delle ganasce, riscontrando subito la soluzione completa del secondo problema e la più che triplicata vita dei ferodi. Inoltre hanno anche confrontato, su due veicoli identici, il sistema di retarder elettrico ed idraulico riscontrando dopo 30.000 km e 1.800 ore di servizio paritetico usura competa delle pastiglie su entrambi gli assali con il retarder idraulico, mentre un'usura del 50% sull'anteriore e sul posteriore del 40% con quello elettrico. Per consentire alle aziende di poter attrezzare i veicoli già acquistati di rallentatori elettrici, oppure di freno ad aria per i veicoli di gamma leggera, senza scontrarsi con investimenti di notevole entità, è stata qui presentata la nuova azienda Rentarder che dà la possibilità di fare ciò con un agevole canone di noleggio.
Econic della flotta GoRent
Lavori Pubblici n. 27 luglio - agosto 2007
All’Aeroporto di Sofia un nuovo spargitore Morselli e Maccaferri AEROPORTI
GIORGIA MARCHELLI
Alla fine del mese di giugno Morselli e Maccaferri S.r.l. ha consegnato all’Aeroporto di Sofia un nuovo modello di spargisale. La macchina è stata ordinata da una ditta della città bulgara che ha lavorato all’interno dell’aviostazione. L’attrezzatura dovrà essere abbinata ad un autocarro MercedesBenz Actros a 3 assi della portata di 8,5 t, allestita su un telaio modificato da una società di Amburgo che lo sta predisponendo con cisterne per una portata complessiva di 8.000 l, e barre laterali apribili ad ali di gabbiano, per una larghezza complessiva di 24 m, per lo spargimento di soluzione salina antigelo (una sorta di barra da diserbo, come quelle che si usano
Lavori Pubblici n. 27 luglio - agosto 2007
nei campi in agricoltura). Nella parte posteriore dell’autocarro viene applicato lo spargisale dell’azienda italiana di Piumazzo (MO) da 9 m3 (Lavori Pubblici n. 18 gennaio - febbraio 2006), con doppia torretta, in grado di arrivare ad una larghezza di spargimento di 32 m, ed in grado di spargere 23/25 grammi di sale per metro quadro ad una velocità di 40 km/h. L’Areoporto di Sofia ha optato per l’acquisto di tale mezzo per risolvere il problema del ghiaccio sulla pista dell’aviosuperficie, riuscendo a spargere o sale o cloruro di sodio (soluzione salina), o entrambe le sostanze contemporaneamente. Si tratta quindi di una sorta di autotreno con, nella parte anteriore,
delle cisterne per il contenimento dell’acqua, e, nella parte posteriore, lo spargisale di grandi dimensioni, mentre lateralmente ci sono le due barre ripiegabili per lo spargimento della soluzione salina. Lo spargisale è interamente in acciaio inox AISI 304; la scocca è verniciata in colore RAL 2011; il sistema di spargimento tachimetrico elettronico è comandato tramite la pulsantiera ECO-SAL; la doppia torretta di spargimento è asservita da 7 serbatoi da 300 l cad per soluzione salina; l’asimmetria di spargimento avviene tramite attuatore. Il mezzo completamente allestito dovrebbe essere consegnato definitivamente all’Aeroporto di Sofia verso la fine di settembre.
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Mercedes-Benz Atego e Axor: combinazione ideale di potenza, capacità di carico e flessibilità di utilizzo AUTOTELAI
Mercedes-Benz Atego e Axor, strettamente affini dal punto di vista estetico e tecnico alla gamma Actros, rappresentano le soluzioni ideali per i trasporti a portata utile ottimizzata e con un’elevata percentuale di percorrenza stradale. Oltre ai trattori stradali a due assi con sospensioni pneumatiche (4x2), le gamme offrono veicoli singoli a due assi con un peso totale a terra fino a 18 tonnellate. L’autocarro da distribuzione Atego Mercedes-Benz è disponibile con una completa gamma di motori conformi alla normativa antinquinamento Euro 4 ed Euro 5. I propulsori dotati della tecnologia diesel BlueTec convincono non solo per le basse emissioni, ma anche per la loro grande economia d’esercizio. La gamma Atego comprende veicoli leggeri e medi da 6,5 a 15 t di peso totale a terra, con versioni omologabili anche fino a 16 t. Grazie alla sua affidabilità l’Atego si presta a servizi di distribuzione di ogni genere. I clienti apprezzano non solo il suo ottimale costo del ciclo di vita, per esempio il consumo di combustibile contenuto ed i servizi veloci e flessibili in occasione degli interventi di manutenzione e riparazione, ma anche la longevità e l’ottimo valore dell’usato al momento della rivendita. Al centro dell’attenzione vi sono i 48
motori conformi alla normativa antinquinamento Euro 4 e, quasi sull’intera gamma, già Euro 5. L’ampia gamma comprende quattro e sei cilindri in sette classi di potenza da 115 kW (156 CV) a 210 kW (286 CV). Nell’ambito della conversione a Euro 4 ed Euro 5 diversi propulsori hanno beneficiato di un netto incremento di potenza e coppia. Abbinando la tecnologia BlueTec ai motori evoluti si ottengono una riduzione del consumo di gasolio ed un aumento dell’efficienza. Non da ultimo BlueTec può aumentare il valore dell’autocarro al momento della rivendita. Con la tecnologia diesel BlueTec aumenta dunque la redditività per il cliente. La trasmissione è affidata a cambi manuali a sei e a nove marce. Il cambio automatizzato Telligent disponibile a richiesta (fino a 240 CV) garanti-
sce il massimo comfort d’innesto. L’Atego si propone come punto di riferimento della categoria anche in fatto di sicurezza. Il sistema frenante Telligent prevede freni a disco su tutte le ruote e funziona ad aria compressa con una pressione d’esercizio costante di 10 bar. Oltre all’antibloccaggio (ABS) sono disponibili a richiesta il sistema di regolazione antislittamento (ASR) e il Brake Assist (BA). Soltanto i ribaltabili con peso totale a terra oltre le 12 tonnellate e le versioni a trazione integrale adottano freni a tamburo sull’asse posteriore o su tutte le ruote. L’Atego è disponibile con la cabina standard (S), la cabina S con parete posteriore arretrata, la cabina lunga (L), nonchè con la cabina lunga a tetto alto. A richiesta è disponibile anche una cabina doppia. E' unica la possibilità di scegliere fra tre cruscotti differenti in funzione della specifica tipologia d’utilizzo del veicolo. Il nuovo specchio frontale aggiuntivo fissato al montante del parabrezza amplia il campo visivo dell’autista nella zona immediatamente antecedente al veicolo, un elemento di sicurezza importante proprio nel servizio di distribuzione. Uno dei particolari pregi dell’Atego è l’accesso con un solo gradino alla
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cabina delle versioni leggere. Su tale base è nato anche l’Atego 1222. Il suo vantaggio consiste nel telaio ad altezza da terra ridotta abbinato al motore a quattro cilindri OM 924 LA. Il propulsore è in grado di erogare 160 kW (218 CV) e unisce buone prestazioni a un peso contenuto. Grazie al suo peso totale a terra di 11,99 t, l’Atego 1222 non è soggetto all’obbligo di pagamento del pedaggio sulle autostrade tedesche. Al centro dell’attenzione al Sep 2007 l’Atego 1324 LKO, la versione appositamente studiata per gli allestimenti "spazzatrici", inserita a listino e caratterizzata da, ad esempio: guida a destra, 2 livelli di potenza (180 e 240 CV), omologazione in doppia classe di portata (12,5 e 15 t) e cambio specifico per attività spazzatrice con opportuna rapportatura. Gli Axor si inseriscono in una categoria di portata diversa rispetto ai modelli paragonabili della famiglia Actros. I nuovi Axor sono infatti concepiti per un impiego particolarmente sensibile al carico utile e con un’elevata percentuale di percorrenza su strada. Ad esempio, rispetto ad un Actros di tipo paragonabile, più dotato in termini di maggiore trazione, capacità di sovraccarico e doti fuoristradistiche, l’Axor offre un interessante vantaggio di portata. I ribaltabili leggeri rappresentano un notevole risparmio, in quanto il carico utile riveste un ruolo sempre più importante a causa della crescente pressione dei costi. Sotto la cabina dell’Axor si celano due motori Euro 4 a sei cilindri in due versioni di cilindrata, tutti equipaggiati con la tecnologia diesel BlueTec Mercedes-Benz. Il propulsore a sei cilindri OM 906 LA viene proposto nel livello di potenza
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da 210 kW (286 CV), che sviluppa una coppia massima di 1.120 Nm. La versione maggiorata del sei cilindri, l’OM 926 LA con una cilindrata di 7,2 litri, raggiunge una potenza di 240 kW (326 CV) e mette a disposizione una coppia massima di 1.300 Nm. Il motore OM 926 LA rappresenta invece un’evoluzione del collaudato turbodiesel OM 906 LA. Aumentando l’alesaggio dei cilindri da 102 a 106 millimetri e montando un nuovo albero motore con una corsa di 136 mm invece di 130, è stato possibile ottenere una cilindrata pari a 7,2 litri. Il propulsore raggiunge la sua potenza nominale a 2.200 giri/min e mantiene la sua coppia massima costante tra 1.200 e 1.600 giri/min, come il motore base più compatto. In funzione della taratura di potenza scelta, la trasmissione del nuovo Axor è affidata a cambi meccanici a 9 e 16 marce di produzione Mercedes-Benz. Per la gamma è stato sviluppato ex novo un cambio a nove marce con gruppo riduttore, destinato a sostituire la precedente versione a dodici rapporti con divisore integrato, più pesante di una trentina di chili. Nelle sue caratteristiche tecniche fondamentali (cambio di base a quattro marce + gruppo riduttore + Crawler, alloggiato in una scatola compatta in lega leggera), il gruppo di trasmissione, contrassegnato dalla sigla G 131-9, è basato sul collaudato cambio G 221-9 a presa diretta con gruppo riduttore ed è stato studiato come soluzione particolarmente economica per il traino di rimorchi o semirimorchi leggeri. Nel G 131 i cambi marcia sono manuali ma assistiti da un servocomando idropneumatico. Tale sistema, anch’esso lanciato in occasione dell’esordio dell’Axor, offre i pregi di un comando oleodinamico unitamente
ad una notevole riduzione dello sforzo necessario per innestare le marce. Con un gruppo Splitter, un cambio a otto/nove marce si trasforma in uno a 16 rapporti. Questo tipo di cambio, il G 211-16, è disponibile per il nuovo Axor nella versione cosiddetta a presa diretta (marcia più alta con rapporto di trasmissione 1:1). Nel nuovo Axor con motore OM 906 LA o OM 926 LA il cambio G 211-16 è disponibile sia in versione manuale che in quella semiautomatica Telligent, già nota e molto apprezzata sull’Actros. Grazie alla selezione computerizzata delle marce, chiunque è in grado di gestire in maniera appropriata e senza errori anche più di otto rapporti principali. L’ampia gamma di cambi, unitamente ai potenti e robusti ponti posteriori, permette di adattare al meglio la catena cinematica alle esigenze dello specifico profilo di utilizzo del veicolo. Il telaio derivato dall’Actros Mercedes-Benz soddisfa tutte le esigenze richieste al nuovo Axor negli impieghi di lieve e media entità. La struttura è stata progettata con l’ausilio di sistemi CAD e del calcolo a elementi finiti e studiata per offrire un’elevata capacità di carico. Nonostante il suo peso contenuto, il telaio soddisfa i massimi requisiti in termini di rigidezza flessionale e di flessibilità torsionale. Lo schema di foratura unificato per il fissaggio delle traverse e delle mensole per l’attacco dei componenti agevola considerevolmente la standardizzazione. Tutte le varianti dell’Axor MercedesBenz con sospensioni meccaniche sono equipaggiate con molle a balestra parabolica. Le barre stabilizzatrici e gli ammortizzatori di serie sono stati tarati specificamente per le balestre paraboliche. 49
VIABILITA'
Nuovo braccio lavagallerie Mulag MFK 500 - T Il nuovo braccio lavagallerie Mulag MFK 500 - T convince con accessori innovativi come il dosaggio di detergenti ed un impianto di lavaggio ad alta pressione molto potente. Sulla base del braccio falciante MFK 500, il lavagallerie è stato adattato alle esigenze di una manutenzione delle gallerie professionale. Questo consiste tra l’altro in un braccio telescopico per gallerie alte ed in un traslatore per un adeguamento a diversi profili della galleria. In fase di trasporto la spazzola è ripiegata davanti al veicolo e non fuoriesce dalla sagoma dell’autocarro. Con pistoni idraulici il braccio può essere portato velocemente in posizione di lavoro. Per quanto riguarda le possibilità d’utilizzo, il braccio MFK 500 - T si presta chiaramente alla pulizia dei tunnel, come pure delle barriere antirumore o delle facciate di capannoni industriali. L’alimentazione con acqua avviene dal serbatoio in vetroresina con paratie interne, montato sul cassone del veicolo portante. La capacità del serbatoio può essere scelta secondo la portata del veicolo. Le prestazioni di un lavagallerie dipendono anche dalla spazzola impiegata. Qui la spazzola TWB 2100 può convincere con una larghezza di lavoro di 2,1 m e con il motore idraulico integrato nell’albero d’azionamento. Grazie ad una ridotta sporgenza laterale dei supporti è possibile lavorare anche in angoli difficili. Il paraspruzzo è regolabile e molto compatto. Anteriormente alla spazzola è montata una barra con ugelli che permette l’umidificazione delle superfici a bassa pressione. Con sensori ad ultrasuoni integrati nella spazzola viene rilevata continuamente la distanza dalla parete, mentre il sistema di controllo CAN-BUS ottimizza continuamente, attraverso i pistoni idraulici e valvole proporzionali, la posizione della spazzola per avere prestazioni sempre ottimali ed un’usura della spazzola minima. 50
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Anche il miglior sistema di lavaggio non riesce ad entrare negli ultimi angoli e rimuovere tutte le incrostazioni. Qui può essere utilizzato il sistema di lavaggio ad alta pressione con naspo e pistola a mano. Questo si presta soprattutto anche per la pulizia delle installazioni di sicurezza per garantire la loro funzionalità. Particolari innovativi assicurano interventi professionali ad altissima qualità. Secondo il tipo di superficie si può aumentare l’efficienza di lavaggio con l’impiego di detergenti. Per la miscelazione dei detersivi con l’acqua può essere montato un sistema di dosaggio che permette all’operatore di regolare dalla cabina la necessaria quantità di detergenti. Il dosaggio è regolabile e può essere variato anche durante l’intervento per reagire a situazioni diverse. Inoltre il sistema permette all’operatore di controllare il consumo d’acqua e detergenti in ogni momento, vantaggio importante per il lavoro quotidiano. L’impianto di lavaggio ad alta pressione può essere utilizzato in combinazione con la spazzola lavagallerie oppure anche da solo con una barra a ugelli. Una pompa acqua ad alta pressione con una portata fino a 120 l/min e una pressione massima di 160 bar garantisce un lavaggio efficiente di zone problematiche. Il braccio lavagallerie MFK 500 – T può essere dotato di molteplici testate e, con uno sbraccio laterale massimo di 6,5 m, è idoneo anche per lavori di sfalcioerba su banchine e scarpate, pulizia delle cunette… L’importatore per l'Italia è la ditta Schmidt Automotive Italia, con sede a Cortaccia (BZ).
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VERDE
Procomas e Intermac insieme a Expogreen
Procomas e Intermac, due società di Ficarolo (RO) facenti parte dello stesso gruppo, saranno presenti a Expogreen, manifestazione che si terrà presso la Fiera di Bologna dal 7 al 10 settembre per consigliare ai visitatori, nello stand B 13 del padiglione 35, i migliori prodotti per la manutenzione e la cura del verde pubblico e privato. Di recente la società cooperativa Copma con sede a Ferrara ha scelto Procomas per allestire il suo trattore Same Explorer 90, in modo da poter eseguire lavori di manutenzione del verde per conto terzi, quali taglio dell’erba su scarpate stradali ed autostradali anche in presenza di guard rail. Nello spazio sottostante sono riportate alcune immagini del mezzo durante le diverse fasi di lavoro.
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La macchina è composta da due attrezzature. La prima è il decespugliatore idraulico a braccio applicato posteriormente, modello BSK5P55, con uno sbraccio di 5,75 metri compreso sfilabile a comando idraulico, apparato finale a trincia da 120 cm di larghezza di lavoro con zappette tipo F3, idonee per lo sfalcio di erba e piccoli arbusti, comandi a mezzo cavi flessibili, scambiatore di calore aria - olio con termostato, fanaleria posteriore e tutti i dispositivi di sicurezza che rendono l’attrezzatura conforme alla normativa CE macchine. Applicato centralmente al trattore c’è il tagliaerba scavallatore Raiber modello TS530/R150 con due apparati di taglio da 65 e 55 cm, dispositivo brevettato
per la rotazione dell’arco esterno di 150°, il quale rende più semplice il superamento di ostacoli come guard rail, piante e segnaletica stradale, permettendo, con la sua sola rotazione alla lama interna di continuare a tagliare, aumentando così la produzione di circa il 50%. L’impianto idraulico è indipendente con pompa ad ingranaggi ad alto rendimento, il dispositivo di sollevamento dell’apparato di taglio è automatico in caso di contatto delle lame al terreno, il dispositivo di disinserimento delle lame è automatico durante le fasi di trasporto, i comandi sono elettroidraulici a velocità costante, ed il quadro è con 4 minimanipolatori; i sistemi di sicurezza a tutela dell’operatore sono conformi alla direttiva CE macchine.
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Bo E l X Pa ogn PO d. a 7 G 35 - 1 R - S 0 s EE ta ett N nd em B br 13 e
Intermac, consociata di Procomas e presente sul mercato dal gennaio 1985, è specializzata anch’essa nella progettazione e costruzione di attrezzature per la manutenzione del verde, in particolar modo per la raccolta e aspirazione dell’erba, foglie, aghi di pino e quant’altro si trovi nelle grandi aree verdi e non. Di seguito si presentano due attrezzature professionali per la manutenzione di campi sportivi, campi da golf… Queste due macchine Intermac usate in combinata assicurano un’ottima resa e professionalità di lavoro per un buon taglio con relativa raccolta.
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Il rasaerba a lame elicoidali modello ETF180 è applicato al sollevamento frontale di trattori con potenza 25 - 30 HP con attacco a 3 punti cat. 0: ha una larghezza di lavoro di 180 cm con 3 apparati di taglio indipendenti, con cilindri elicoidali forniti a 5 o 7 lame con diametro 165 mm; è possibile utilizzare ogni apparato singolarmente. Il circuito idraulico è indipendente, i comandi sono a mezzo cavo o elettrici, ed è dotato di dispositivo di inversione alla rotazione lame per eseguire la lappatura ai cilindri elicoidali. La macchina può essere fornita anche nella versione con 5 apparati
di taglio per una larghezza complessiva di lavoro di 300 cm. Applicata posteriormente c’è la spazzolatrice trainata per la raccolta modello ST180C con larghezza di lavoro 180 cm ed una capacità di raccolta di 0,9 m3, perfetta per la raccolta di foglie, erba, carotatura del terreno e simili. E' fornita completa di cardano; la spazzola sottostante è realizzata con 4 strip, 2 ruotini frontali e 2 posteriori; il rovesciamento del cassone è manuale, a richiesta può essere fornito a comando idraulico; può essere inoltre applicata una spazzola laterale a tazza da 55 cm di diametro. 53
Progetti innovativi e tecnologie d'avanguardia alla base di un successo IGIENE URBANA
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La società Tecno Industrie, baluardo tecnologico del Gruppo Merlo, ha sempre dimostrato di essere all'avanguardia nel mercato delle macchine per l'igiene urbana, ed in questi ultimi mesi ha confermato di avere la caratura di un leader, leader di crescita, leader tecnologico (tecnologie e brevetti che hanno fatto strada) e leader in innovazione. I nuovi compattatori della serie Zenit stanno trainando un successo di vendite senza precedenti, ben oltre le aspettative del costruttore tanto che, per soddisfare la domanda, sono in corso ulteriori e massicci investimenti per permettere un incremento della capacità produttiva come mai visto prima nel moderno stabilimento di S. Rocco di Bernezzo, alle porte di Cuneo. Scelte ardite ed a volte fuori dal coro quelle di continuare ad investire enormi risorse per accelerare la crescita ma sicuramente lungimiranti, dato che la società ha un tasso di sviluppo medio
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che supera il 10% l'anno e che subirà un ulteriore impulso nei prossimi mesi. Ogni mezzo per la raccolta ed il compattamento dei rifiuti urbani è pensato per adattarsi alle esigenze degli utilizzatori più diversi; dai piccoli comuni di montagna alle grandi città, per tutti c'è la soluzione a specifiche necessità di servizio. La società propone infatti un'articolata gamma di macchine tecnologicamente avanzate organizzate su sei linee di prodotto per soddisfare le richieste dei mercati più esigenti. Una risposta per ogni situazione I piccoli veicoli di raccolta "porta a porta" della serie Urbis sono i mezzi di elezione per i piccoli agglomerati urbani ed i centri storici. I cassoni sono del tipo a vasca ribaltabile con capacità da 2 a 9 metri cubi.
1. Azimut 8 specializzato nella raccolta differenziata di vetro e lattine 2. Sintesi 26, compattatore monooperatore a caricamento laterale con capacità utile 26 m3 3. Un momento della formazione del personale di assistenza al Centro Formazione e Ricerca Macchine del Gruppo Merlo 4. Il controllo finale di Qualità 5. Zenit 36, compattatore a caricamento posteriore con capacità utile 36 m3 6. Zenit 22 al lavoro nella città belga di Anversa 4
Il loro utilizzo primario è quello di "veicolo satellitare" per il conferimento dei rifiuti in mezzi di maggiori dimensioni. Ciò non impedisce tuttavia che, grazie alle loro ottime qualità stradali, possano anche effettuare il trasporto diretto in discarica. Per le città invece i modelli di riferimento si chiamano Azimut e Kuni, veri e propri mini-compattatori con cassoni di capacità variabile dai 5 agli 8 metri cubi. Questi mezzi permettono la raccolta dei rifiuti e la loro compattazione per ridurne il volume ed ottimizzarne il trasporto. Quando invece necessitano mezzi compatti con prestazioni superiori, la gamma Hornet è la soluzione ideale. Queste macchine si collocano nella fascia di volumetria intermedia tra i mini-compattatori ed i compattatori a caricamento posteriore di grandi dimensioni: dei primi hanno la maneggevolezza, dei secondi le prestazioni, con capacità fino a 10 metri
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cubi. Possono anche effettuare le operazioni di travaso in mezzi di maggiori dimensioni muniti di bocca universale, proponendosi così a tipologie diverse di servizio. Per la raccolta di grandi quantità di rifiuti è disponibile la serie Zenit che permette, nel suo modello di maggiori dimensioni, una volumetria di carico di 36 metri cubi. L'impiego di questi grandi compattatori consente di espletare il servizio di raccolta in aree urbane molto vaste, tanto da poter ricevere i rifiuti anche dai mezzi "satelliti". Completano la vasta gamma della società cuneese i sistemi di raccolta automatizzati a caricamento laterale, i Sintesi, quelli con i quali è nata Tecno. L'operatore gestisce, con l'ausilio di sistemi automatici e visori a circuito chiuso, tutte le fasi operative direttamente dal suo posto di guida. Volumetrie variabili da 16 a 27 m3 rendono particolarmente proficuo l'utilizzo dei Sintesi con i grossi contenitori stradali in postazione fissa. Le prestazioni di alto livello raggiunte dai sistemi Tecno sono rese possibili dalla continua ricerca e sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni innovative. Negli anni queste hanno permesso la nascita di sistemi rapidi e precisi per il sollevamento e lo scarico dei cassonetti ed un nuovo modo di realizzare la compattazione dei rifiuti. Per rendere più efficienti e sicure tutte le fasi operative infatti, sui modelli di punta, i parametri operativi e funzionali sono gestiti dal rivoluzionario sistema MERlin (Merlo Local Interactive Network), un vero e proprio computer di bordo che acquisisce e gestisce tutte le informazioni in entrata ed in uscita dai diversi gruppi funzionali. Il MERlin opera come sistema di gestione avanzata multifunzione delle fasi di movimentazione dei contenitori e di compattazione dei rifiuti, permettendo di pre-impostare il grado di compressione desiderato, visualizzare i piani di manutenzione programmata ed i dati di pesatura dei rifiuti. Tutte le informazioni vengono visualizzate su un esclusivo schermo LCD posizionato all'interno dell'abitacolo. Soluzioni per qualsiasi tipo di esigenza dunque, come si conviene ad un costruttore che vive la realtà a 360°. Non è un caso se lo slogan dell'azienda è "Urban Style", stile a misura di città.
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MOVIMENTO TERRA
New Holland nel cuore di Londra
Una volta completato, l’hotel Grange St. Paul, attualmente in costruzione a due passi dalla Cattedrale di Saint Paul, sarà il più nuovo hotel a cinque stelle di Londra. Come innumerevoli altri progetti attuati nel centro urbano londinese, i lavori di costruzione hanno incontrato diversi ostacoli. L’impresa cui sono stati affidati gli scavi e la costruzione delle murature in calcestruzzo è la J. Reddington Ltd., che intrattiene da tempo eccellenti rapporti di lavoro con lo studio di architettura Buchanan Associates Architects Ltd. Damian Horan, progettista dell’impresa di costruzioni, ha dichiarato che, a parte i consueti problemi legati all’esigenza di lavorare in un cantiere molto ristretto e chiuso su tutti i quattro lati da edifici adibiti ad uffici, la sfida più ardua è stata la programmazione della logistica delle consegne di materiali al cantiere. Quest’ultimo infatti è accessibile solo da un’angusta via a fondo cieco. Un altro problema è stato quello di ridurre al minimo le attrezzature sui 2.000 m2 del cantiere, tenendo però conto dell’esigenza di scavare fino a 14 m di profondità per poter costruire i tre piani interrati. Così si è deciso di portare sul cantiere un escavatore idraulico New Holland E215LC ME: 56
un escavatore standard facilmente trasformabile con l’aggiunta di un terzo braccio per garantire una capacità di scavo eccezionale fino ad una profondità di oltre 15 m. Grazie a questa caratteristica, lo scavo finale delle fondazioni è risultato relativamente semplice. Oltre a poter raggiungere agevolmente il fondo dello scavo, il braccio ha il vantaggio di essere richiudibile durante le operazioni di carico, permettendo quindi di parcheggiare gli autocarri da caricare vicino all’escavatore e lontano dagli edifici adiacenti. Il modello E215 LC ME è anche estremamente silenzioso, il che ha contribuito a ridurre al minimo la rumorosità dei lavori di costruzione. L’operatore ha dichiarato: "La visibi-
lità eccellente sulla benna, anche al massimo sbraccio, per tutta la corsa e all’interno dell’autocarro, rende il lavoro molto più semplice di quanto si possa pensare. Anche i comandi sono molto reattivi, velocizzando il caricamento, il sollevamento e la rotazione della benna". Per alimentare il cumulo da cui l’E215LC doveva prelevare il materiale, sul fondo dello scavo è stato utilizzato un escavatore New Holland E50.2SR da 4.870 kg. Prima di essere configurato per lo scavo finale, l’E215LC è stato impiegato sul cantiere come escavatore standard da 23 t, coadiuvato dall’E50.2SR, che, grazie al giro in sagoma, può lavorare agevolmente a ridosso delle pareti di scavo. Nelle prime fasi dello scavo del terreno, la configurazione a sbraccio lungo si è rivelata ideale ogni qual volta non era materialmente possibile portare l’escavatore a ridosso della zona di lavoro. I lavori di costruzione sono iniziati nel maggio 2006 e saranno ultimati nel luglio 2007. Attualmente sono già iniziati i lavori di costruzione dei piani interrati e degli otto piani fuori terra. Il progetto da 75 milioni di sterline è stato commissionato dalla Grange Hotels, una catena di alberghi di lusso nel centro di Londra. L’apertura dell’hotel, dotato di 435 camere, un centro congressi, ristoranti, bar e un centro benessere, è prevista per agosto 2008.
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Il noleggio Rent-Up sceglie le gru Effer 20 per la flotta di patente B ATTREZZATURE
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Sono terminati gli allestimenti delle prime dieci gru Modello Effer 20-2S che Rent-Up ha acquistato nel 2007. Le gru sono tutte installate dietro cabina su Iveco Daily 35 C10 2,3 HPI con pianale in alluminio "tutto in lega" realizzato da Onnicar di Corneliano (CN). Rent-Up è una delle realtà più dinamiche nel mondo del noleggio in Italia. Nata nel 2001 dalla sede principale di Alba, Rent-Up si è rapidamente sviluppata su tutto il territorio nazionale e conta oramai una rete di oltre 60 punti noleggio presenti nell’Italia settentrionale e centrale. Altri numeri significativi: la flotta di
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2.500 macchine, di cui oltre un quarto costituito da piattaforme autocarrate ed il 10% circa da sollevatori telescopici. Il parco di gru retrocabina conta circa 80 veicoli, in maggioranza patente B. Abbiamo incontrato il sig. Dario Giro, noleggiatore dal 1995 e responsabile del Punto Noleggio di Salute di Livenza (VE): "Il Patente B con gru è un veicolo che si noleggia con facilità, in maggioranza per periodi inferiori ai tre giorni. Si tratta di una macchina d’impiego universale, che può interessare tanto l’azienda di costruzioni che deve aggiungere un paio di
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squadre ad un cantiere in corso, quanto il vivaista che nei periodi di punta deve svolgere più consegne in breve tempo. Il segreto è trovare la giusta combinazione tra prestazioni della gru (potenza di sollevamento e sbraccio) e capacità di carico del camion. Anche se la gamma Effer offre un’ampia scelta di modelli e sbracci adattabili sui patente B, da 2 a 4 TxM e da 1 a 4 sfili idraulici, è nostra responsabilità assicurare che il cliente possa trovare da noi la macchina che gli occorre, garantendogli tuttavia una capacità di carico tale da poter circolare senza preoccuparsi di eventuali sovraccarichi." In tal senso la 20-2S che ha scelto Rent-Up costituisce un passo avanti. Uno sbraccio idraulico di 5,6 metri (per un’altezza max. di quasi 8 metri) con un carico massimo sollevabile di 475 kg. La larghezza totale inferiore ad 1,8 metri ed il peso di appena 360 kg consentono il montaggio anche su veicoli di larghezza molto compatta, sempre più richiesti da chi lavora in centro storico.
1. 2. Effer 20-2S a Salute di Livenza nel parco macchine 3. Compatta, solo 41 centimetri tra cabina e cassone
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AZIENDE
FaresINside: convention aziendale del gruppo Faresin FRANCESCO VANDONI
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Il gruppo Faresin, nato nel 1973 a Breganze, per iniziativa di due fratelli, Guido e Sante Faresin, è oggi costituito da una serie di imprese interoperanti nei settori dell’agricoltura, dell’edilizia e della meccanica. Grazie a questa sinergia, il gruppo, che ha sempre investito nelle più recenti tecnologie, ricerca e sviluppo, ha assunto una posizione di rilievo in ambito europeo e internazionale. Una determinazione imprenditoriale ed una spinta innovativa che hanno contribuito a portare le aziende del gruppo Faresin ad imporsi a livello italiano come leader indiscusse nella progettazione e produzione di elementi tecnici per l’edilizia specializzata, dalle macchine agricole, agli elevatori telescopici, alle benne frantoio con
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movimento a mascelle, fino alle lamiere lavorate ed alle lavatrici industriali. Tutta l’area produttiva conta su più poli, dislocati in strutture autonome ma coordinate nelle strategie da Faresin Holding, capofila del gruppo: Faresin Agri Division S.p.A. realizza carri trinciamiscelatori orizzontali, verticali e semoventi che mantengono inalterata la qualità della fibra e della coltura tagliata. Nell’ultimo anno ha incrementato del 46% il fatturato, superando 20 milioni di euro. Faresin Handlers S.p.A. produce e commercializza sollevatori/elevatori telescopici per l’utilizzo industriale, edile, agricolo e zootecnico. La loro portata varia da 2,8 a 7 tonnellate ed hanno una estensione del braccio da 6 a 18 metri. La gamma si compone
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di 57 modelli. Circa un anno fa il gruppo Faresin ha ripreso il controllo totale di Faresin Haulotte, rilevando da Pinguely Haulotte il suo pacchetto azionario. Faresin Building S.p.A. progetta e produce elementi tecnici per l’edilizia specializzata come casseforme e ponteggi. La società conta 2 filiali in Italia (Roma e Milano), alcune consociate per la commercializzazione all’estero (in Russia, Bielorussia,
1. Villa Godi Malinverni 2. Montaggio dei caricatori telescopici Faresin Handlers 3. Taglio al plasma negli stabilimenti FAR Servizio Lamiere 4. Dimostrazione con l'FH 6.25
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Romania, Slovacchia, Ungheria e ad accordi di distribuzione e di part- servizi di post vendita, dove sarà posCroazia) e un ufficio di rappresentan- nership commerciale. In secondo sibile frequentare corsi di aggiornaza in Cina. luogo è confermato l’impegno nelle mento e corsi tecnici sulle macchine. MB Meccanica Breganzese S.r.l. si attività di ricerca di nuovi prodotti e di Dopo questa prima parte e un ottimo occupa della produzione di benne nuove tecnologie. pranzo nei giardini della villa, si è frantoio con movimento a mascelle, Sui numeri che caratterizzano le svolto un tour aziendale a Breganze, finalizzate alla preparazione di aggre- aziende del gruppo e sulle strategie dove gli ospiti hanno potuto visitare gli gato proveniente da cava o dal rici- di mondializzazione è incentrato il stabilimenti Agri Division, Handlers, claggio di materiali da demolizione. discorso di apertura del presidente. Building e FAR Servizio Lamiere. La FAR Servizio Lamiere S.r.l. è specia- In cinque anni è triplicato il fatturato, giornata si è poi conclusa con la prelizzata nella lavorazione di lamiere da 50,5 milioni di euro del 2004 a sentazione dinamica di alcuni mezzi per conto terzi, utilizzando tecnologie quasi 102 milioni del bilancio del su un largo spiazzo nei pressi della all’avanguardia come laser e plasma 2006. Il gruppo oggi opera a livello sede, dove erano allineati tutti i per il taglio sagomato di acciai su mondiale ed esporta l’80% della pro- modelli delle gamme Agri Division e disegno del cliente. pria produzione. Ogni anno vengono Faresin Handlers. Un posto d’onore Maino International S.p.A. costruisce investiti almeno 5 milioni di euro in era accordato allo Storm 18.45, un lavatrici industriali per lavorazioni su ricerca e sviluppo tecnologico. elevatore a piattaforma rotante che capo confezionato. La società si è Il presidente ha ribadito il suo impegno raggiunge 18 m di altezza e 4,5 tonspecializzata nel settore della tintoria, nella valorizzazione delle persone e nellate di portata utile. Altra novità del lavaggio, dell’asciugatura e tratta- del capitale umano, motore di crescita presente era il Wallaby 6.25, sigla che menti speciali. Produce inoltre mac- e di sviluppo per l’azienda, ed allo indica 6 m di altezza di sollevamento chine a risparmio energetico. stesso tempo ha rinnovato la sua idea e 2,5 tonnellate di portata, una macIl Centro di Ricerca & Sviluppo, con che per raggiungere importanti tra- china agile e compatta (larga 1,8 m, compiti di engineering, prototipazione, guardi e per essere sempre più com- alta 1,95 m e lunga 4 m) mossa da un sviluppo progetti e ricerca applicata petitivi bisogna progettare il futuro nel motore Deutz da 65 kW. Il veicolo conta 6 dipartimenti interaziendali. segno dell’efficienza e dei servizi. La dispone di 3 sistemi di sterzata, ponte Il 29 giugno scorso, a Lugo di chiave del successo sta nella risolu- anteriore rigido e posteriore oscillante, Vicenza, nella stupenda Villa Godi zione di ogni tipo di problema in modo trasmissione idrostatica con pompa a Malinverni, opera prima di Andrea veloce e flessibile. Per questo motivo, portata variabile, 4 ruote motrici, camPalladio, si è tenuta FaresINside. Una per essere sempre vicini ai propri part- bio elettroidraulico a 2 velocità e idrogiornata di incontro tra più di trecento ner e per migliorare ulteriormente il guida load sensing. persone, forza vendita, dealer, clienti e post vendita, Faresin ha messo a fornitori di tutte le reti commerciali e punto un innovativo servizio. Sarà 5. Spiazzo con le gamme dei veicoli Agri Division e Faresin distributive italiane ed internazionali. inaugurata prossimamente la sede del Handlers Lo scopo di FaresINside è di celebrare Faresin Service Ricambi, una nuova i traguardi raggiunti e fare il punto sui divisione proprio di fronte a Faresin 6. Trinciamiscelatore Leader progetti futuri della Faresin Agri Division Handlers e a Faresin Agri, con tutti i 7. Modello FH Storm 18.45 e la Faresin Handlers, marchi che all’interno del gruppo Faresin hanno una funzione di stimolo allo sviluppo. Affiancato dal fratello Guido, dalla figlia Silvia e dalla squadra dei dirigenti delle varie aree aziendali (commerciale, tecnico-produttiva, post vendita) il presidente Sante Faresin ha aperto la convention tracciando le linee guida dell’evoluzione in atto. In primis, il quadro di riferimento è quello mondiale: la scelta strategica è affiancare i clienti direttamente nei mercati in cui operano grazie anche 6 7 Lavori Pubblici n. 27 luglio - agosto 2007
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Artigiana Costruzioni, sistemi collaudati per la difesa da caduta massi e valanghe CONSOLIDAMENTO TERRENI
Artigiana Costruzioni, con sede produttiva e commerciale a Villa di Tirano (SO), opera nel settore della difesa del suolo dalla metà degli anni '80, impegnandosi nella continua ricerca di nuovi prodotti e soluzioni tecniche all’avanguardia per realizzare strutture innovative, affidabili e funzionali nel campo della protezione da caduta massi e valanghe. L’azienda, con certificazione del sistema di qualità ISO 9001:2000 rila- 1 2 sciato dal CSQ, si occupa della produzione ed installazione di sistemi collaudati per la difesa del suolo e delle opere civili in genere quali, ad esempio, le barriere paramassi, le barriere fermaneve, gli elementi stabilizzatori di versanti, i pannelli in fune, i pannelli ad anelli concatenati... I principali problemi legati alla difesa del suolo nei confronti dei quali, da diversi anni, Artigiana Costruzioni ha rivolto il suo impegno e le sue risorse umane ed economiche sono, principalmente: l’erosione superficiale dei versanti, la 3 caduta massi, il distacco di valanghe e coinvolto nel distacco, diminuendo, di distacco e crollo, al fine di proteggere l’instabilità profonda dei versanti - frane. conseguenza, la possibilità che esso le opere civili interessate dall’evento. Tali problematiche possono essere scorra e/o precipiti verso valle. Ad esempio, per il problema della affrontate mediante interventi attivi Ad esempio, per quanto concerne i caduta massi, è possibile impiegare e/o interventi passivi, a seconda fenomeni erosivi superficiali che coin- barriere paramassi a rete, ovvero delle necessità. volgono i versanti montani, Artigiana strutture metalliche atte a dissipare Gli interventi di difesa di tipo attivo Costruzioni propone e realizza un’am- l’energia d’impatto dei massi medianvengono attuati principalmente per pia gamma d’interventi a seconda te macro-deformazioni. impedire che un fenomeno di distac- della magnitudo del problema, impie- L’esperienza acquisita negli anni e co di materiale, di natura lapidea, gando pannelli di reti in trefoli d’acciaio maturata sul campo da Artigiana nevosa... possa portare lo stesso a intrecciati, borchiati, ad anelli concateprecipitare a valle per effetto della nati..., accoppiati a reti a maglia esaforza di gravità, una volta che esso gonale in filo d’acciaio e reticoli di funi ha perso l’equilibrio per cause natu- in trefolo d’acciaio fissati al terreno rali e/o antropiche; in questi casi si mediante ancoraggi profondi. procede alla realizzazione di opere di Gli interventi di difesa di tipo passivo consolidamento superficiali e sovra- si adottano per neutralizzare gli effetti strutture di contenimento atte ad derivanti da un fenomeno di crollo di incrementare le prestazioni e le carat- materiale sia esso lapideo, nevoso... teristiche meccaniche del materiale da monte una volta che esso si è manifestato, dissipando l’energia cinetica prodotta durante il moto di 1. Rivestimento caduta verso valle per effetto dell’a2. Ancoraggi zione di gravità. Le strutture di prote3. Rivestimento con rete armata e zione, in questo tipo di interventi, anelli concatenati sono disposte a valle dell’area di 4 4. Barriera paramassi a rete 60
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1. 2. Crash-test nel campo prove 3. Rete da neve 4. Ponti da neve
Costruzioni, ha portato l’azienda a migliorare continuamente la propria attività in tale ambito produttivo, portando a diversificare le proprie strutture in modo da innalzare il rapporto costi-benefici, proponendo soluzioni adeguate a problematiche differenti. Tra le strutture di punta dell’attività produttiva di Artigiana Costruzioni in 1 2 termini di barriere paramassi, rientrano quelle della serie ad anelli concatenati (barriere AC 250 AC-TR, AC 500 AC, AC 1000 AC, AC 1500 AC, AC 2000 AC). Si tratta di barriere multi-impatto costruite in regime di qualità UNI EN ISO 9002 atte a dissipare l’energia cinetica dei massi impattanti mediante macro-deformazioni ed il successi- 3 4 vo trasferimento degli sforzi alle strut- dismessa di Sasso del Cane in lidamenti, da anni ha spinto la sua ture di fondazione. Valmalenco (SO) attrezzato per sotto- azione di ricerca anche nei settori della Dopo aver effettuato il dimensiona- porre le strutture a prove di crash-test difesa dal distacco valanghe e dall’inmento analitico delle strutture attraver- in vera grandezza; sulla base delle stabilità dei versanti, progettando e so la modellazione agli elementi finiti risultanze sperimentali, le barriere realizzando una gamma di strutture impiegando uno specifico software di ottengono il rilascio della certificazione atte a contrastare efficacemente i procalcolo, per ottenere la certificazione di crash-test da parte di enti certifica- blemi che derivano da tali fenomeni. delle diverse barriere paramassi a tori abilitati e riconosciuti. Una valanga è costituita da una rete, Artigiana Costruzioni dispone di Artigiana Costruzioni, oltre che nel massa di neve che istantaneamente un campo prove verticale nella cava campo della caduta massi e dei conso- si mette in moto lungo pendii suffi-
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cientemente inclinati a seguito della perdita, per cause naturali od accidentali, delle condizioni di equilibrio del manto nevoso presente, precipitando verso valle per effetto della forza di gravità. L’instabilità dei versanti, parimenti, consiste nella perdita delle condizioni di equilibrio, a causa di fattori naturali o antropici, del materiale roccioso, detritico... che costituisce un pendio e del suo successivo scivolamento a valle sotto l’effetto della forza di gravità. Le opere di difesa attiva progettate e realizzate da Artigiana Costruzioni per contrastare tali fenomeni sono 4 svariate; per quanto concerne le pendio da proteggere, le strutture valanghe, ai tradizionali ponti da VELA-fermaneve sono prodotte in neve e reti da neve, negli ultimi anni quattro modelli: Dk 2,50 - 3,00 - 3,50 Artigiana Costruzioni ha affiancato - 4,00. Questa diversificazione conuna nuova struttura mono-ancorag- sente di poter posizionare le strutture gio, prefabbricata, modulare, tridi- direttamente a contatto col terreno senza l’impiego di supporti aggiuntivi mensionale: l’elemento VELA. L’elemento brevettato VELA trova (piedini) in modo da non lasciare varapplicazione sia come barriera ferma- chi da cui potrebbe filtrare la neve. neve sia, nella versione VELA-SV, I parametri d’utilizzo impiegati per la come elemento utile per contrastare progettazione delle strutture VELAl’instabilità dei versanti. Esso è realiz- fermaneve sono: zato mediante una struttura tridimen- • z - quota sul livello mare: 3.000 m sionale costruita con materiali di • ø - angolo d’inclinazione pendio: 40° prima qualità, prodotti secondo le • N - fattore di scivolamento: 2,4 Normative Internazionali UNI, DIN, Semplicità e celerità di posa in opera delle strutture VELA-fermaneve sono EN, protetti mediante forte zincatura. A seconda del valore assunto dal il risultato della versatilità degli eleparametro Dk, ovvero dello spessore menti, montabili anche singolarmendella coltre nevosa valutata ortogo- te, della presenza di un solo tirante di nalmente alla giacitura media del ancoraggio, dell’ottimo adattamento
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alla morfologia del terreno. La posa in opera degli elementi VELA-fermaneve risulta particolarmente semplificata dalla necessità di realizzare un solo ancoraggio profondo che riduce sensibilmente i tempi di installazione. Una volta assemblati, gli elementi VELA-fermaneve vengono trasportati in quota mediante elicottero e agganciati all’ancoraggio mediante un grillo in acciaio. I principali vantaggi ottenibili dall’impiego delle strutture VELA-fermaneve sono: i ridotti tempi di cantiere, la versatilità d’impiego, le perforazioni
1. Trasporto in elicottero 2. 3. VELA in posizione 4. VELA fermaneve 5. VELA unico ancoraggio 6. 7. Tipi di ancoraggio
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ridotte ad un solo ancoraggio, il montaggio facile e veloce, l’indipendenza dei singoli elementi, il peso contenuto (circa 300 kg) degli stessi. L’elemento VELA-SV è impiegato, invece, per la stabilizzazione di versanti e colate detritiche svolgendo efficacemente la duplice funzione di contenimento e riprofilatura. Esso è prodotto solitamente in due modelli: 4,00x2,50 e 3,10x3,10 (BxH). I parametri impiegati per il dimensionamento sono: • b - angolo d’inclinazione rispetto all’orizzontale del pendio riprofilato; • q - sovraccarico agente sul riempimento a tergo. Per quanto riguarda la struttura di fondazione, quando il piano di posa è costituito da materiale sciolto si utilizza normalmente una piastra in calcestruzzo; in presenza di substrato roccioso, invece, si privilegia l’ancoraggio profondo. Gli elementi VELA-SV vengono posizionati in piano, accoppiati e uniti fra loro fino a formare una struttura della lunghezza voluta; a tergo del paramento così costituito, si procede al successivo riempimento con materiale di scavo fino alla sommità, formando un ulteriore piano d’appoggio per gli eventuali altri elementi da disporre, e così in successione fino all’altezza desiderata. I principali vantaggi che derivano dall’impiego degli elementi VELA-SV sono, principalmente: i ridotti tempi di cantiere, la modularità illimitata, le perforazioni ridotte ad un solo ancoraggio o del tutto assenti, le mae1. VELA-SV prima del riempimento 2. VELA-SV durante il riempimento 3. VELA-SV risultato finale 4. Schema di posizionamento di VELA-SV
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stranze e macchinari ridotti, la velocità e facilità di assemblaggio, il peso contenuto (circa 300 kg). Negli ultimi anni, grazie agli anzidetti vantaggi realizzativi e prestazionali, gli elementi VELA si sono notevolmente diffusi sia in Italia che all’estero, trovando applicazione in numerose situazioni sia come barriera fermaneve sia come elemento stabilizzato-
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re versanti; merito della diffusione degli elementi ”VELA” anche all’estero (Spagna, Svizzera e Francia, principalmente) va sicuramente alla collaborazione tra Artigiana Costruzioni, Obiettivo Neve (distributore per le stazioni sciistiche italiane) ed il gruppo MND, che ha permesso a queste strutture di ottenere consensi anche al di fuori dei confini nazionali.
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SERVIZI
Falcon Waterfree Technologies FRANCESCO VANDONI
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Falcon Waterless Technologies, una società statunitense operante in tutti i continenti con uffici e filiali in 26 nazioni e impianti di produzione in nove paesi, approda anche in Italia con il suo sistema di orinatoi senz’acqua. Sono infatti in atto alcune prove su installazioni di orinatoi Falcon Waterless Technologies. La stazione ferroviaria di Bologna, quella di Roma Termini e l’Autogrill sulla piazzola autostradale di Villoresi Ovest (A8 Varese - Milano) hanno installato questo sistema più di un anno fa per dei test a lungo termine. Altri test sono ora in corso in altri tre locali Autogrill del centro Italia per monitorare questo sistema durante i picchi di affluenza del periodo delle ferie di agosto. Il principio su cui si basa il sistema di orinatoio senz’acqua è molto semplice: l’apparecchio è realizzato con un materiale innovativo, completamente liscio e non poroso, sul quale l’urina viene incanalata direttamente nel sifone, senza lasciare residui all’interno del sistema. Questo tipo di sifone, brevettato a livello mondiale, contiene un liquido d’arresto totalmente biologico e biodegradabile, con un peso specifico inferiore a quello dell’urina, grazie al quale essa viene completamente isolata e risulta totalmente inodore. La maggior parte dei componenti solidi dell’urina vengono successivamente filtrati dal sifone ed 64
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il resto del flusso viene convogliato nello scarico. A seconda della frequenza del suo utilizzo, il sifone viene cambiato da una a quattro volte all’anno; questo comporta delle spese d’esercizio che dipendono proprio dalla frequenza d’uso di un orinatoio senz’acqua. I vantaggi risiedono da una parte in consistenti riduzioni dei costi di montaggio e manutenzione, delle spese per la pulizia, e la totale eliminazione dei costi per l’acqua potabile e per l’acqua di scarico; ma anche nel notevole aumento di igiene. Meno batteri, meno odori: infatti l’intenso e ributtante fetore di certi bagni si crea proprio quando l’urina viene a contatto con l’acqua, a causa di reazioni biochimiche che producono ammoniaca e anidride carbonica. Utilizzando il sistema Falcon Waterfree non soltanto si guadagna in immagine e in costi, ma si dà altresì un notevole contributo alla salvaguardia dell’ambiente, in quanto l’acqua non è soltanto un bene prezioso ma anche una risorsa naturale esauribile del nostro pianeta. Il liquido d’arresto Sealant è un alcool grasso, riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente di classe 1 nella lista dei prodotti non dannosi, il che significa che può essere utilizzato senza alcun tipo di rischio di inquinamento. Anche il sifone è realizzato in mate- 3
riale completamente riciclabile e dunque lo smaltimento di quelli usati non comporta costi spropositati. I luoghi idonei all’installazione degli urinali Falcon Waterfree sono numerosi; si tratta di attività pubbliche o private dove ci sia una richiesta di un urinale economico ed ecologico, che evita sprechi inutili di acqua riducendo i cattivi odori e richiedendo meno manutenzione. Alcuni esempi: stazioni ferroviarie, aeroporti, caserme, stadi, porti, carceri, scuole, università, biblioteche, campeggi, fiere, centri commerciali, parchi di divertimento, alberghi...
1. 2. Orinatoi Falcon Waterfree nell’Autogrill di Villoresi Ovest sulla A8 3. Schema del sifone: A - liquido sigillante B - sedimenti C - scarico
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STRADE
Cemento e sicurezza stradale Pregiudizi, Tecnologie e Soluzioni
Perché il CD La sicurezza stradale dipende principalmente da tre fattori: l’uomo, il veicolo e la strada. Oggi si parla molto di sicurezza e di tutte le problematiche ad essa connesse, ma l’attenzione è spesso rivolta in modo preponderante alle prime due componenti, il comportamento umano e le condizioni dei veicoli, con la conseguenza di sottovalutare l’importanza del fattore strada. Molte volte sono le condizioni della strada a non esser sicure e ad avere un’incidenza importante sul comportamento e la salvaguardia degli utenti. Con la realizzazione del CD "Cemento e sicurezza stradale. Pregiudizi, Tecnologie e Soluzioni", AITEC, Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento, intende favorire la conoscenza e facilitare le soluzioni più appropriate a seconda della tipologia stradale e dell'esigenza della committenza, per elevare gli standard e le condizioni di sicurezza stradale. L'iniziativa di AITEC, sviluppata nell'ambito di Progetto Ulisse, ha l'obiettivo di riportare l'attenzione sulle problematiche relative all'infrastruttura stradale e si rivolge a tutti coloro che provvedono alla costruzione e alla manutenzione delle strade. Essa nasce dalla consapevolezza che il mondo dei dispositivi di sicurezza stradale è destinato a cambiare e
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che anche in Italia è possibile, oggi, migliorare la sicurezza attraverso le barriere in cemento. La ricca documentazione presente nel CD (testi, slide, filmati, documenti) si sofferma sia sui nuovi prodotti di cemento che sul loro possibile utilizzo nelle diverse condizioni ambientali e di traffico. Inoltre, il confronto con le possibili tecnologie alternative evidenzia gli indubbi vantaggi della soluzione in cemento sia per l'utente che per il gestore, favorendo una conoscenza critica delle diverse possibilità offerte dal mercato.
La sicurezza stradale e le cause di incidentalità in Italia La strada sicura è quella che non presenta insidie, ma anche quella che permette di sbagliare purché, se si eccede nella disattenzione o nel comportamento non corretto, ci sia qualcosa che aiuti. Sono i due concetti di sicurezza attiva e passiva della strada. Sicurezza Attiva è ciò che rende poco probabile l'incidente. Sicurezza Passiva è ciò che riduce le conseguenze di un incidente avvenuto. Le cause degli incidenti sono di diversa natura. Esse possono risiedere nel comportamento umano, nei difetti dei veicoli, o nei difetti della strada e sono in relazione alle condizioni climatiche o di traffico che intercorrono. In Italia negli ultimi anni, mediamente, si sono registrati circa 200.000 incidenti stradali con circa 6.000 morti e oltre 300.000 feriti. Il 75% degli incidenti avviene in ambito urbano, ma gli incidenti più pericolosi (con più conseguenze letali) sono quelli in strade extraurbane, dove si registra il 60% dei casi mortali. Il 92% degli incidenti dipende dal conducente (distrazione 15%, velocità 14%, mancata distanza sicurezza 12%); il 5% dallo stato delle infra-
strutture e un 3% per motivi diversi. Nonostante solo il 5% degli incidenti sia dovuto allo stato delle infrastrutture stradali, è necessario prestare attenzione a quanto i dispositivi di sicurezza stradale siano importanti e determinanti non solo per quel 5%, ma anche per il restante 95%. Le barriere hanno infatti l'indispensabile funzione di minimizzare le conseguenze dell'errore o dell'imprudenza dell'uomo (sicurezza passiva).
I dispositivi di sicurezza: le barriere Le barriere sono dunque strutture dedicate alla sicurezza passiva della strada e la loro finalità è quella di salvare la vita di chi, sbagliando, le urta, e di chi, innocente, si trova coinvolto nell'incidente causato da altri. Le barriere sono strutture a cedimento controllato per contenere i veicoli nella sede stradale: - con minimo danno per i trasportati - con minimo intralcio o danno per gli altri utenti - con minimo danno per l'ambiente esterno - con minimo danno per il veicolo urtante. Le barriere si differenziano per il luogo in cui vengono poste: bordo laterale della strada, spartitraffico e bordo ponte (compresi i bordi di tutte quelle opere dove al di là della struttura c'è il vuoto). Inoltre ci sono condizioni particolari della strada che richiedono protezioni specifiche, quali le protezioni di ostacoli "puntuali" (alberi, cartelli e simili) o continui. Spesso in questi luoghi vengono poste protezioni da bordo laterale pensate per altri scopi, non del tutto idonee alla funzione. Alla progettazione e alla costruzione delle barriere in Italia sono connesse due problematiche da non sottovalutare. La normativa di riferimento per la loro 65
regolamentazione, a causa delle molteplici variazioni succedutesi in modo non sempre razionale nel tempo, consente purtroppo la costruzione di strutture a volte poco efficaci. Non tutte le barriere danno la stessa sicurezza potenziale, poiché le norme, modificate più volte, impongono requisiti poco funzionali alla sicurezza stessa, basandosi su parametri non biomeccanici, quali ad esempio l'ASI - Acceleration Severity Index (i cui valori accettati sono troppo bassi) o potenzialmente pericolosi (altezze esagerate). Nonostante i vantaggi riscontrati nell'utilizzo del cemento (maggiore sicurezza e costi inferiori), la maggior parte delle barriere stradali utilizzate nel nostro paese è d'acciaio, ossia strutture metalliche a paletti e lame (guard rail). Ogni anno si stendono circa 1.200 km di barriere sulle nostre strade (tra nuove installazioni e sostituzioni di vecchie barriere) e solo circa il 20% di questi km è costituito da strutture di cemento. Perché scegliere il cemento Eppure le barriere di cemento (New Jersey) sono più sicure e costano meno. Le barriere di acciaio, benemerite per
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la messa a punto di soluzioni validissime nel passato, hanno i loro limiti nella necessità di forte spostamento del dispositivo al fine di un buon funzionamento specialmente con i carichi d'urto odierni. Le strutture a lame e paletti infatti, per essere "flessibili" come permette il materiale che le compone, hanno bisogno di spazi che spesso non esistono nella strada, e questo, il più delle volte, comporta l'invasione della corsia opposta da parte del veicolo coinvolto nell'incidente. Altro limite è la complessità e variabilità degli elementi che concorrono al loro funzionamento nelle condizioni di impiego reale, primi fra tutti il terreno in cui sono infisse, che, se non adatto, determina il rischio dello sradicamento dei paletti. La necessità di resistere a urti sempre più forti di veicoli "alti" le ha portate a crescere in altezza e questo ha provocato l'aumento della probabilità dell'urto della testa in caso di eiezione parziale. Infine, la loro discontinuità le rende vere e proprie trappole per l'urto "indifeso" dei motociclisti che, nella viabilità urbana, sono ormai quasi preponderanti. Le barriere di cemento invece, oltre
alla continuità della struttura che le rende più protettive (per i motociclisti in particolare), hanno, nella versione italiana, lo spostamento laterale controllato che svolge l'importante funzione di "ridirezionare" il veicolo, che si affianca alla barriera scorrendo su di essa, senza attraversare la corrente di traffico. Inoltre la loro sagoma e le loro ridotte dimensioni favoriscono anche una migliore visibilità in curva, per l'autista in fase di sorpasso, rispetto ai guard rail in acciaio, soprattutto quelli alti e larghi in sommità. Così che i dispositivi di sicurezza in cemento garantiscono la massima sicurezza per le persone trasportate, sono di minimo pericolo per il traffico e per la gestione stradale e hanno un costo globale molto più basso (costruzione e gestione). Accanto alle barriere vere e proprie è possibile ricorrere al cemento per altre modalità di sicurezza come la trasformazione del bordo laterale della strada integrato con le protezioni ambientali; l'utilizzo dei dispositivi sui ponti con parapetti anticaduta per veicoli merci; l'utilizzo di materiali e colori che consentono di conferire alle barriere le connotazioni tipiche dei luoghi in cui si inseriscono.
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