Lavori Pubblici 29

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lavori pubblici

n. 29 novembre - dicembre 2007

quota neve s.r.l. via Panizza 12 - 20144 Milano

Sped. in abb. postale - 45% art.2 comma 20b legge 662/96 - Milano




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Silos in legno massiccio da R.S.I. per lo stoccaggio di sale al Cantiere Comunale di Brunico Ga. Marchelli Antonio Carraro: i trattori per la neve Morselli e Maccaferri per pick-up Festa per il primo raduno dei trenini Dotto al mercatino di Natale di Arco Ga. Marchelli 82 autopompe BAI su Mitsubishi Canter per i Vigili del Fuoco Viatec 2008, informazioni a tutto tondo: la parola agli esperti Tre nuove trinciatrici presentate da Orsi alla fiera Agritechnica di Hannover Saie 2007 Padiglione 35 Gh. Marchelli Decoro urbano: sempre più numerose città investono in questo settore F. P. Vandoni Nuovo Rotogrip CS Rud, impianto di catene a rotazione ancora più compatto per la guida sicura in inverno 10 Bremach strada - rotaia per l’alta velocità Gh. Marchelli Cresce in Giletta il noleggio full service Gh. Marchelli Un Caron 998 per il Laboratorio Riabilitativo Colle Ga. Marchelli Pavimentazioni antishock Ecopark di Salvadori per i parchi gioco di Rovereto Ga. Marchelli Ammann-Yanmar: nuovamente un’annata da record Ciclovia Brembana con Natural Paviment Gh. Marchelli Un intervento geotecnico a Milano con argilla espansa Leca, la soluzione leggera Weissenfels, un’azienda moderna proiettata nel futuro Lituania, fornitura Assaloni di 16 veicoli per le strade nazionali Novità in casa Schmidt per il settore environmental CTR 50/07/A, la barriera paramassi oltre la frontiera dei 5.000 kJ Dott. Ing. Giorgio Cavallet Con Sno-N-Ice abbiamo già superato 15 inverni The dream toilet 15 lame Assaloni all’Autostrada del Brennero Una nuova motorizzazione a 6 cilindri per il BU 200 Molinari: allestimenti con gru idrauliche Porte aperte Giordano per presentare il nuovo marchio Rental Gh. Marchelli Sempre più comuni testano il biossido di titanio sulle strade Gh. Marchelli Nuovo impianto mobile Bertoli ZS1260 Gh. Marchelli Polaro sempre più apprezzato anche dai Paesi dell’Est Gh. Marchelli Relazione tecnica sul prodotto Fuxor Extra 30 JCB 403: una nuova pala compatta per tutti i lavori Automatic Waste System, il futuro dei rifiuti passa sottoterra Altri 8 spargitori Sirius Epoke in autrostrada Isole Lüft: veloci, resistenti, ecologiche Consorzio di Bonifica Grossetana si attrezza con tre Mercedes ed una centrale idroelettrica Gh. Marchelli Signalin M66: segnaletica bicomponente versatile ed economica Combinazione di attrezzature per il verde Hymach Gh. Marchelli Vito e Viano: motori CDI V6 e trazione integrale Muscoli d’acciaio Competenze tecniche e capacità gestionali premiano il Gruppo RGA anche in Liguria Nuovo spargiliquidi Schmidt Straliq Operativo il primo Gleider di Input del gruppo Doppelmayr Insta service apprezzata all’Autodromo dell’Umbria

Lavori Pubblici viene inviata in tutta Italia a:

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- Uffici Tecnici di tutti i Comuni, Province, Regioni e Comunità Montane - Società di gestione strade e autostrade - Aziende municipalizzate, di multiservizi e raccolta rifiuti - Aziende di trasporto urbano - Ditte appaltatrici di lavori pubblici - Parchi nazionali e regionali - Protezione Civile - Consorzi di bonifica - Aeroporti, Porti - Enti, Aziende e Comunità di grande dimensione (fiere, golf, parchi divertimento…) - Ditte produttrici e commerciali italiane ed estere nei settori di intervento della rivista - Personalità di settore italiane ed estere

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Silos in legno massiccio da R.S.I. per lo stoccaggio di sale al Cantiere Comunale di Brunico VIABILITA' INVERNALE

GIORGIA MARCHELLI

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Il Cantiere Comunale di Brunico è sicuramente fra i più belli, funzionali e meglio organizzati che la rivista Lavori Pubblici ha visitato nel tempo, in tanti articoli realizzati in tali ambienti. Brunico, incantevole ed evolutissima cittadina a 835 m s.l.m. in provincia di Bolzano, con circa 16.000 abitanti, come tutte le località dell’Alto Adige, ha inverni molto lunghi: le problematiche relative la gestione della viabilità nei mesi freddi sono quindi prese in seria considerazione ed affrontate con la massima cura, come del resto tutti gli aspetti della vita della città di cui il cantiere comunale si deve occupare: dal verde pubblico, alla gestione dei rifiuti, alle strutture sportive e di gioco, scolastiche, elettorali, fino all’arredo urbano e all’organizzazione di eventi, in primis il grande mercatino di Natale, comprendendo la manutenzione ordinaria e spesso anche straordinaria del territorio. Negli anni quindi il Comune di Brunico ha adottato le soluzioni e le attrezzature migliori e più moderne per gestire la viabilità invernale della città e delle 5 frazioni, Riscone, 6

Santa Caterina, Teodone, San Giorgio e Stegona: in tutto 99,51 km di rete stradale, 32,5 km di marciapiedi e 10 km di piste ciclabili, suddivise in strade comunali e secondarie, quasi totalmente di montagna, per l’accesso ai masi. Del vasto parco macchine, 54 mezzi in totale, ognuno dotato di sistema GPS per il controllo dei veicoli e del lavoro svolto in tempo reale, 5 sono dedicati appositamente all’inverno nel periodo idoneo, dei quali 3 per le strade vere e proprie e 2 più piccoli per i marciapiedi e le piste ciclabili. Il duro servizio comunale per neve e ghiaccio è supportato inoltre da 2 ditte appaltatrici. Fondamentale per lo svolgimento del lavoro è il rifornimento del sale da spargere sulle strade. Nella primavera di quest’anno il cantiere comunale di Brunico si è dotato di un nuovo silo in legno massiccio da 100 m3 per lo stoccaggio del sale, una struttura estremamente semplice, ma di basilare importanza per la gestione invernale della città, dell’azienda tedesca Holten, progettato e fornito da R.S.I. Road Service Inter-

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national di Egna (BZ). Non è il primo silo di cui il Comune di Brunico si è attrezzato: ne sostituisce uno di medesima concezione da 50 m3 acquistato nel 2002, della stessa marca e dalla stessa ditta, che aveva dato piena soddisfazione. Il motivo del cambiamento è stata una semplice questione di approvvigionamento, negli ultimi anni più difficoltoso, con tempi di consegna lunghi data la tendenza di frequenti e abbondanti nevicate anche in centro e sud Italia. Il normale rifornimento con 2 autotreni da 25 m3 di sale era sempre a rischio di sovrappieno se consegnato nel momento sbagliato, o poteva sussistere il pericolo di rimanere senza materiale nel momento del bisogno: 50 m3 sarebbero altrimenti stati sufficienti con un approvvigionamento regolare. Prima dei silos, il sale sfuso era stoccato in box in calcestruzzo che hanno subìto continui problemi di corrosione, compreso il deterioramento di pavimento, pareti, locali attigui, soffitto, giroscale sottostanti e ferro dei 1. 2. Silos in legno massiccio del Cantiere Comunale di Brunico

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loro componenti. La decisione di attrezzarsi con silos è stata quindi dettata principalmente dalla corrosione e da motivi di spazio, oltre che di razionalità e semplicità di gestione per avere sempre a disposizione sale in condizioni ottimali. Lo stoccaggio del sale nel silo, situato in posizione strategica, e che occupa pochissimo spazio, ha permesso di guadagnare parecchi metri quadrati importanti per l’organizzazione del cantiere comunale, senza più preoccupazione per possibili danni alle strutture. I box in calcestruzzo ristrutturati sono ora adibiti al ricovero di alcuni mezzi. Lo spazio di manovra intorno al silos è abbondante, e la sua altezza (4,08 m da terra nella parte inferiore) permette ad ogni genere di mezzo di usufruirne, oltre che fornire ulteriore suolo calpestabile coperto e in ombra per il parcheggio di veicoli durante l’estate, o per il posizionamento di materiali vari. Altro importante fattore di scelta dei silos sono l’impatto ambientale e l’arredo in generale, coerente con la grande presenza di legno in tutto il cantiere. Oltre che per la bellezza a livello di estetica, il legno massiccio dei silos ha il fondamentale vantaggio della conservazione del sale nelle condizioni migliori: grazie all’essere mas-

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siccio l’umidità (condensa) trasuda. Altro aspetto importante dell’utilizzo dei silos, è che le operazioni vengono svolte da un’unica persona senza fatica, anche di notte: lo stesso operatore del mezzo di spargimento, dopo aver posizionato il camion sotto la struttura, scende dal veicolo, sale sul podio del silo, dal quale vede il contenuto del cassone, e tramite una maniglia aziona e poi disattiva il caricamento. Dal podio di accesso inoltre si indirizza il carico attraverso la saracinesca. Rimane utile il sacco di riempimento per impedire la fuoriuscita di sale polveroso, soprattutto con mezzi piccoli, che hanno abbastanza distanza dalla saracinesca. Anche il discorso ecologico è rilevante: il silo, posizionato all’aperto, non dà origine a problemi di gas di scarico dei mezzi, facendo risparmiare su costosi sistemi di aerazione previsti per gli stoccaggi di sale all’interno. Rispetto al silo precedente, quello nuovo presenta due differenze sostanziali. Quest’ultimo è dotato di un apparecchio per la misurazione continua del volume: tenendo sotto controllo il contenuto residuo nel silos su un comodo display, i responsabili del cantiere sono sempre a conoscenza in tempo reale della quantità di mate-

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riale a disposizione, importante per le tempistiche di approvvigionamento e ordinativi. Il sistema di misurazione è di tipo a radar, fra i più avanzati che esistano sul mercato. Il nuovo silo di Brunico poi appoggia su sostegni in acciaio zincato, a differenza del primo che aveva supporti in legno: la scelta è stata motivata da un fattore ottico e dalla più lunga durata dell’acciaio. Il silo è stato fornito smontato; dopo la realizzazione delle fondazioni e della platea con 4 plinti dove poggiano le 4 putrelle che sorreggono la struttura, il montaggio definitivo è stato fatto da R.S.I., che ne aveva curato la progettazione. La piastra sulla quale è stato posizionato è stata inoltre asfaltata, quindi resa impermeabile a difesa dell’eventuale caduta di materiale, cosicché non possano sussistere danni. La capienza è appunto per 100 m3, per un diametro di 5,50 m (i silos sono disponibili in molte dimensioni, da 35 a 350 m3, con diverse proporzioni). Il vecchio silo è stato facilmente e velocemente smontato e poi rimontato nel Comune 3. Pedana, scala e basi in acciaio 4. Saracinesca e sacco di riempimento 5. Vano coperto dov’era il sale

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di Bressanone, sempre da R.S.I. Il sistema di caricamento è pneumatico: il bilico col proprio impianto automatico ad aria compressa, tramite un tubo esterno, riempie di sale il silo, che ovviamente è dotato di apposito sfiato. La struttura è estremamente semplice e richiede una manutenzione minima: praticamente è solo un contenitore, all’interno c’è solamente il sale; all’esterno ci sono la pedana ed una robu- 8 sta scaletta per il regolare controllo diato in maniera da non intralciare del silo. Nell’apertura di revisione sul alcuna operazione all’interno di un tetto è prevista la compensazione cantiere comunale esemplare, dalla della pressione. Il podio sul tetto è struttura a tutti i suoi organismi, che si interamente percorribile, circondato distingue per come è stato progettato, da una ringhiera. Il tetto, a 12 settori, al fine di razionalizzare la gestione di conico, ha un’inclinazione di 18°, ogni aspetto, e di come funziona. affinché acqua piovana e neve possa- La soluzione più rilevante adottata nel no scorrere via. La copertura del tetto cantiere comunale di Brunico è lo è a doppio strato, uno catramato ed "scantinato": l’intera area dedicata a uno bituminoso pesante. Tutte le parti questi servizi municipali è raddoppiata in legno del tetto e del silo sono tratta- nel sottosuolo, collegato al livello del te in autoclave. La copertura del pavi- terreno con una rampa d’accesso mento in legno del tetto è scanalata. Il interamente coperta, chiusa da un bordo del tetto è rivestito con lamiere portone ultraveloce. Con i 9 mesi d’indella grondaia in accaio inossidabile. verno della zona, fra pioggia e neve, La costruzione e i fissaggi della scala è eccezionale: senza dover spalare o e del tubo di caricamento sono estre- rischiare allagamenti, i mezzi vi accemamente robusti. Il podio per le ope- dono sempre senza problemi. razioni tra i sostegni è dotato di rin- Lo spazio e l’organizzazione permetghiera da ambedue le parti. La parte tono al cantiere comunale di essere superiore dei plinti è obliqua, tale da totalmente autonomo: tutta la superfinon permettere che l’acqua possa cie che gira intorno alla rampa è carrabile, ed è strutturata con officine e depositarsi. Per le operazioni di viabilità inverna- parte dei magazzini. Ogni lavoro le, comunque, il Comune di Brunico viene svolto in proprio, all’interno della non utilizza solo il sale: la ghiaia che struttura. Nell’area superiore ci sono viene mescolata successivamente quindi: le botteghe di elettricista, negli spargitori di moderna concezio- muratore/pittore, idraulico e carpentene si trova in un deposito vicino al ria/falegnameria; un deposito, magazsilo, ed è caricata con una pala mec- zini per mezzi e attrezzature da lavocanica. Anche questa manovra viene ro; centro di riciclaggio con container effettuata da una sola persona, lo per ogni genere di materiale aperto stesso operatore che carica il sale ed alla cittadinanza; materiale vario di esegue il lavoro sulle strade. Il nume- servizio, arredo urbano, stradale; una ro del personale è ovviamente ridot- giardineria con vivaio, per la cura del to, ed il sistema e i materiali sono a verde dell’intera città; garage e spazi coperti e scoperti per i mezzi; un’offidisposizione anche degli appaltatori. Il posizionamento dei silos è stato stu- cina meccanica; un punto di lavaggio; 8

l’edificio per l’amministrazione e il pubblico; l’appartamento del costude con il sistema di videosorveglianza 24 h/24; oltre naturalmente al silo e al deposito per la ghiaia. Il livello inferiore è invece dedicato a magazzini e posteggi, anche per i dipendenti (33 di personale, 8 per l’amministrativo e 5 al centro di riciclaggio). C’è quindi lo stoccaggio di materiali per manifestazioni, giardini, impiantistica natalizia, elettricità in genere, segnaletica stradale, falegnameria, per sezioni elettorali, strutture sportive, di gioco e scuole (8 asili, 7 elementari, 3 medie e 1 di musica); il tutto in depositi chiusi con porte, all’asciutto e al coperto, protetti dalla polvere e con un impianto di illuminazione che si accende al passaggio (nell’intero edificio non c’è un solo interruttore), in modo che non venga dimenticata nessuna luce accesa. Da sottolineare il parco macchine: il Comune di Brunico vuole essere d’esempio ai propri cittadini anche per la modernità dei mezzi, soprattutto riguardo le emissioni. I veicoli vengono costantemente rinnovati: gli ultimi camion acquistati sono Euro 5, e non c’è più niente a Euro 0 o 1. Nonostante lo spazio sia molto abbondante e ben organizzato, non basta mai: il cantiere comunale si trova vicino alla campagna, quindi ha la possibilità di allargarsi. L’anno prossimo saranno aggiunti altri 1.200 m2 accanto alla giardineria, a servizio di questa e per eliminare un magazzinio all’aperto vicino al centro della città, facendo così circolare i mezzi il meno possibile. Completamente all’avanguardia, esempio di come dovrebbe essere ogni cantiere comunale, quello di Brunico continua a volersi migliorare: per il futuro sta già pensando al fotovoltaico. 6. Rampa coperta d’accesso e Cantiere Comunale di Brunico 7. Giardineria 8. Centro di riciclaggio

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PORTATTREZZI

Antonio Carraro: i trattori per la neve

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L’esperienza, la passione, la continua ricerca, la costanza nel perseguire gli obiettivi prefissati hanno portato il know-how Antonio Carraro nel settore della manutenzione a standard qualitativi di altissimo livello. Chi produce macchine per l'utenza civile, d’altra parte, deve costantemente confrontarsi con operatori esigenti, che auspicano mezzi sempre più affidabili, pratici e confortevoli. Antonio Carraro, azienda specializzata nella produzione di trattori compatti a trazione integrale dal 1910, iniziò a

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progettare queste macchine dal 1970, in seguito all’applicazione della guida reversibile RGS Rev-Guide System a gran parte dei modelli della propria gamma. RGS, Rev-Guide System, è il sistema integrato di soluzioni tecniche che consente di invertire la direzione di guida in pochi secondi. Con le diverse attrezzature, trainate o frontali o anche dorsali, Rev-Guide System modifica, di volta in volta, assetto e filosofia di utilizzo del mezzo: come avere molte macchine in una. La versatilità d’uso è

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quindi alla base del successo dei trattori Antonio Carraro nella manutenzione civile. Ma non solo. Tutti i trattori Antonio Carraro montano il telaio ACTIO (Telaio Integrale Oscillante) a baricentro basso che assicura una perfetta ripartizione dei pesi tra l’assale anteriore e il posteriore. ACTIO garantisce aderenza perfetta, stabilità, minimo compattamento del suolo, massimo comfort poiché l’operatore è seduto al centro dell’oscillazione del mezzo dove sono minimi gli scuotimenti. La gamma Antonio Carraro di mezzi adatti alla manutenzione della viabilità stradale è composta di quattro mezzi multifunzionali, ognuno con caratteristiche strutturali distinte per operare con estrema professionalità in contesti diversi. TTR 4400 HST (38 HP), trattore a trasmissione idrostatica, è il classico bifrontale, multifunzione: una delle macchine più versatili in commercio. Dotato di quattro ruote motrici uguali, RGS, Rev-Guide System (il sistema di guida reversibile Antonio Carraro) e trasmissione idrostatica (che permette, con l’uso di un semplice pedale, di variare istantaneamente la velocità d’avanzamento nei due sensi di marcia), TTR può assumere molti assetti operativi diversi con un alto grado di specializzazione, assolvendo molte attività di manutenzione del territorio urbano: cura dei parchi, pulizia delle aree pedonali, degli argini autostradali, dei marciapiedi, dei

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campi sportivi, oltre a rendersi utile nella movimentazione di materiali in ambito civile ed in cantiere. La sua struttura compatta garantisce una grande maneggevolezza ed un facile disimpegno anche nei passaggi più impegnativi e in terreni in pendenza. La giusta ripartizione del peso macchina + attrezzo riduce al minimo il compattamento del terreno senza rinunciare a trazione e aderenza. In caso di neve TTR 4400 HST può montare numerose attrezzature specifiche: fresa o lama da neve, spandisabbia, rimorchio, retroescavatore... TRX Serie Ergit, reversibile, potente, veloce, monta quattro ruote isodiametriche di grandi dimensioni. Diversamente attrezzato, può esple- 4 tare una grande quantità di lavori marcia e massima praticità operativa soprattutto nella manutenzione di negli andirivieni in sequenza rapida, strade provinciali e aree urbane dove molto frequenti nelle operazioni di si debbano utilizzare turbina da neve, sgombero dalla neve di strade, piazlama o spazzola per la pulizia. Tre le zali e campi sportivi. TRH ha una motorizzazioni disponibili di questo grande versatilità d’uso potendo modello: 68, 85 e 95 HP. Tutti i essere allestito con moltissime attrezmodelli raggiungono la velocità di 40 zature diverse: dai grandi equipagkm/h. Tutti i motori, raffreddati ad giamenti per la viabilità invernale acqua, consentono consumi ridotti, (fresa da neve con turbina e lama da minima rumorosità e basse emissioni neve), allo spandisale con capacità nocive, a totale rispetto dell’ambien- fino a 1.000 l, al muletto, attrezzatura te. La cabina Super Confort (a richie- base per la movimentazione di matesta) con aria condizionata, offre il riale. La cabina StarLight (optional) massimo comfort per l’operatore. dotata d’aria condizionata, offre uno TRH Serie Ergit, il grande trattore spazio vivibile arioso e confortevole idrostatico reversibile Antonio Carraro con visibilità a 360°, nonché un (85 HP) è un mezzo dalle grandi pre- comfort acustico di prim’ordine. La stazioni: pratico e molto versatile. La vasta la gamma di pneumatici intertrasmissione idrostatica è dotata di cambiabili amplifica la rosa d’applicafunzione "automotive", dispositivo zioni di TRH in ambito civile. Dagli che consente la modulazione dei impianti sportivi, alle aree attrezzate, giri/motore in base alla velocità d’a- dai parchi pubblici e privati, alla viabivanzamento. Questa funzione, inseri- lità stradale, TRH, con i suoi 85 HP, ta a discrezione dell’operatore, si rappresenta il trattore compatto, idrorivela utile soprattutto nei lavori di statico e reversibile, più completo pura movimentazione di materiale della gamma civile Antonio Carraro. con lama da neve o pala caricatrice. Rondò, k.327 e k.333 (22 e 30 HP), il Quattro le gamme di rapporti: 0/10, rider AC, è un mezzo concettualmen0/20, 0/30, 0/40. TRH offre infinite te diverso e unico poiché, oltre ad gamme di velocità nei due sensi di essere un trattore idrostatico a ruote

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isodiametriche molto compatto, ha una configurazione singolare: trazione integrale, telaio flessibile articolato ACTIF, larghezza di 1 m, velocità di trasferimento su strada di 25 km/h (contro la media dei 16 km/h delle macchine della stessa categoria). Rondò ha tutte le carte in regola quindi per garantire grande redditività, straordinarie performance anche in terreni in pendenza. E' eccezionale per maneggevolezza e comfort di guida. Allestito con lama da neve, spazzola e spargisale, è in grado di risolvere brillantemente una lunga serie di lavori di manutenzione: dalla pulizia delle isole pedonali e dei marciapiedi, alla viabilità stradale in genere, alla cura di argini, parchi e giardini pubblici. Anche Rondò può essere allestito con cabina con aria condizionata con visibilità a 360°. Per ogni modello sono previste varie possibilità di set di pneumatici a profili diversi. Per ognuno di essi, vi sono, a richiesta, i corrispondenti set di catene. 1. 2. Rondò 3. TRX 4. 6. TRH 5. TTR 4400

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Morselli e Maccaferri per pick-up PORTATTREZZI

Nel mese di novembre la ditta Morselli e Maccaferri S.r.l. ha allestito un nuovo pick-up Mahindra per il servizio neve con lama e spargisale. La lama è il modello YL4/L da 2 m con centralina elettroidraulica, mentre lo spargisale, posto sul cassone ribaltabile, è un SPR 400 da 750 l di capacità, completamente in acciaio inox e con motore ausiliario diesel. Viste le particolari caratteristiche dimensionali e di peso del pick-up indiano, è stato realizzato inoltre uno specifico modulo antincendio scarrabile, completamente autonomo, con 1.500 l di portata. Il modulo è costituito da una cisterna in acciaio inox con paratie frangiflutti trasversali e longitudinali, passo d’uomo, bocchettone UNI 45 per riempimento e svuotamento, motore a scoppio benzina, avvolginaspo a riavvolgimento automatico da 40 m, ed una pompa a membrana da 40 bar e 50 l/min. Continua così la proposta dell’azienda emiliana verso la costruzione di macchine per la Protezione Civile.


Festa per il primo raduno dei trenini Dotto al mercatino di Natale di Arco TRASPORTI

GIORGIA MARCHELLI

Un trenino è un’emozione per ogni bambino… ma quando i trenini sono 12 non è più solo un’emozione, è una festa, e non solo per i bambini. Si è svolto ad Arco, in occasione del mercatino di Natale Asburgico, il 24 e 25 novembre appena passati, il primo raduno nazionale dei Trenini Dotto, più che un raduno, una grande festa con giochi e trenini da colorare in una cornice di allegria e magia natalizia, e una scommessa. Scommessa per il

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numero dei partecipanti, proprietari che tra loro sono in concorrenza; scommessa per le questioni burocratiche: questi mezzi, che per tutti si chiamano trenini, per il codice della strada sono mezzi atipici e come tali vanno trattati; scommessa nel far arrivare questi veicoli lunghi dai 10 ai 15 metri, che sulle lunghe distanze non è il caso che si spostino da soli e devono essere trasportati con bisarche (gli autotreni più lunghi).

Ma quando c’è la passione per qualcosa non ci sono ne’ se ne’ ma, e allora non sarà subito, non sarà facile, ma alla fine dopo quasi un anno di lavoro, quando ognuna delle scommesse è stata vinta, ecco la festa, e, con la festa, i numeri. Dodici, come già detto, i proprietari intervenuti in rappresentanza di quasi la metà dei trenini circolanti in Italia, 846 bambini solo nella giornata di domenica, e più di 1.300 le cartoline compilate con cui le persone potevano votare il trenino più bello. Alla fine grandi e piccoli hanno dato le loro preferenze soprattutto a due trenini, quello bianco e quello nero, il "buono" e il "cattivo" come succede in tutti i cartoni animati che si rispettino, e i proprietari Stobbia e Sortino, a reggere la parte. Preso d’assalto anche il primo trenino immatricolato in Italia più di 25 anni fa dalla famiglia Curzi, e poi i trenini che hanno fatto la storia della riviera romagnola e che hanno fatto divertire tante generazioni. Così anche ad Arco, tra una casetta dei mercatini e l’altra, con questo gioco del trenino, comune denominatore di tanti sogni, non si respirava solo l’aria del Natale ma anche l’impressione che questi mezzi, con il loro fascino, fossero riusciti per qualche ora a riunire tante famiglie: dai più piccoli ai genitori, agli zii fino ai nonni. Al termine della giornata non solo negli organizzatori traspariva la soddisfazione per l’ottima riuscita di una grande festa, ma anche nella direzione della ditta Dotto: la presidente Bruna Dotto, le figlie, Sabrina e Ottorina Carraro, intervenute con tutti i dipendenti, riassumevano quanto accaduto nel week end rileggendo una frase lasciata sul libro delle presenze: "Oggi mi sono divertito tanto e voglio chiedere a Babbo Natale un trenino invece della play station, perché così posso stare con la mamma e il papà e ridere tanto!"

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Trenino da colorare

Dotto S.r.l. è sicuramente la realtà italiana maggiore per quanto riguarda i trenini turistici. Una festa così non poteva che incentrarsi sui mezzi dell’azienda di Castelfranco Veneto (TV), e l’ideazione e gran parte dell’organizzazione sono provenute dai loro affezionati clienti: Fausto Stefani e Federica Martini della società In Trenino e Animaz1 di Tione di Trento (TN), in collaborazione con Assocentro di Arco (TN) e naturalmente con la stessa Dotto, che ringraziano della disponibilità il Comune di Arco, Ingarda Trentino, Cassa Rurale Alto Garda e U.C.T.S. Garda e Ledro. Dotto Trains può vantare più di 2 migliaia di treni in circolazione dal 1962 ad oggi, una media di 30 dipendenti che lavorano in uno stabilimento produttivo che occupa un’area di 10.280 m 2, con un fatturato annuo maggiore di 6 milioni di euro, ripartiti diversamente ogni anno fra Italia, Europa ed Extra Cee (fra cui ad esempio Messico, Cina, Porto Rico, Bulgaria…). Le normative cui l’azienda deve fare riferimento sono numerose e severe, a comiciare dall’immatricolazione dei veicoli secondo la quale i trenini turistici sono classificati veicoli atipici e possono trainare fino a 3 rimorchi, passando per il Nuovo Codice della Strada per esempio sui dispositivi di equipaggiamento dei veicoli a motore e loro rimorchi, fino a decreti sulle norme relative

all’individuazione dei criteri di assimilazione ai fini della circolazione e della guida ed all’accertamento dei requisiti tecnici di idoneità dei trenini turistici. Dotto produce molti diversi modelli di trenini, che qui riassumiamo. Locomotive: Sirius Diesel, introdotta sul mercato nell’ottobre 2005, che ha visto il cambio della motorizzazione nella primavera del 2007; P90 Diesel; Zeus Diesel; Muson River, disponibile con diverse motorizzazioni Diesel (VM 4x4, Iveco 2x4 e 4x4) e versione Elettrica. La maggior parte dei modelli ha motori Euro 4 con filtro antiparticolato di serie. Carrozze aperte: A86 (in Italia attual-

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mente concesse solo in aree chiuse al traffico) per 18 adulti seduti; A91 o A94, che si differenziano l’una dall’altra solo per la larghezza - la A94 è più stretta per adattarsi meglio a percorsi più stretti ed intricati, da 20 adulti; A91S o A94S, diverse solo per la larghezza - la A94S è più stretta per adattarsi meglio a percorsi più stretti ed intricati, sempre da 20 adulti; A98 e A98S da 28 adulti. Le carrozze versione "S" hanno un design differente e sono state introdotte nel 2006. Carrozze chiuse completamente: C93 o C94, che differiscono solo per la larghezza - la C94 è più stretta per adattarsi meglio a percorsi più stretti

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ed intricati, da 20 adulti; C98 per 28 adulti. Treno Moderno TM970 - Trenino dalla Linea Futuristica, classificato da Dotto anche come metropolitana leggera: a seconda si agganciano 1, 2 o 3 vagoni, e l’ultimo può essere dotato di pedana pneumatica per l’accesso di persone non abili. La linea su binario ha 3 modelli disponibili: 507 Old Time, 60 e Mississippi. La nuova linea "Fun Train" di trenini, sempre su pneumatici, con motorizzazioni diesel: grazie al loro design

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più "simpatico" sono perfetti nei parchi divertimento, e sono disponibili in 3 modelli: Big Coast To Coast, Circus e Coast To Coast. Le ditte partecipanti al raduno coi propri trenini sono state: Dotto S.r.l. di Castelfranco Veneto (TV), trenino turistico composto da motrice Muson River e carrozza A98, grigio, verde e blu; In Trenino di Fausto Stefani e Federica Martini di Tione di Trento (TN), organizzatori della manifestazione, treno composto da locomotiva Sirius con 2 carrozze A91S, rosso scuro, marrone e sabbia; Brenta Viaggi di Alberto Donini di Andalo (TN), "3nino", composto da locomotiva Muson River con 2 carrozze A91, rosso e grigio; Il Puffetto di Luca Sartore di Montegrotto Terme (PD), composto da locomotiva P90 con carrozza A98, bianco-azzurro;

Tartaruga Express di Sergio Sortino di Finale Ligure (SV), composto da locomotiva P90 con 2 carrozze A86, nero, rosso e oro; Tut di Giacomo Pizzagalli e Maurizio Martucci di Cattolica (RN), composto da locomotiva Muson River e 2 carrozze C93, bianco-argento; Tempo Libero Folgaria di Folgaria (TN), composto da locomotiva Muson River con una carrozza A98 e una carrozza C98; Consorzio Predazzo Iniziative di Italo Craffonara di Predazzo (TN), Ski Train composto da locomotiva Muson River, una carrozza A98 e una carrozza C98, blu-giallo; Ditta Stobbia di Sergio Stabbia (BI), composto da locomotiva Volk e 2 carrozze A72, avorio, turchese e oro; Trenini di Paolo e Silvio Curzi di Gabicce (PU), Gabicce Express, composto da locomotiva F87 e 2 carrozze A86, bianco-azzurro; Lilliput di Bepast Tourist di Giancarlo Frisoni di Riccione (RN), con 2 trenini composti da locomotive F87 e due carrozze ognuno A86, uno biancooro, l’altro bianco-azzurro. Altri proprietari di trenini erano presenti alla manifestazione senza portare i propri mezzi: TIP Trenino Interparco di Graziella Montagna di Moncalieri (TO), e Trenino S.A. di Flavio Dolina di Locarno (Svizzera).

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82 autopompe BAI su Mitsubishi Canter per i Vigili del Fuoco ANTINCENDIO

Sono stati recentemente consegnati al Ministero dell’Interno 82 Mitsubishi Canter attrezzati per gli interventi antincendio dei Vigili del Fuoco dalla BAI Brescia Antincendi International S.r.l. di Bagnolo Mella (BS). Più tecnicamente si tratta di autopompe a serbatoio di ridotte dimensioni modello BAI VSAC 1300 L installate su Mitsubishi Canter 7C15 con passo 2.750 mm. Mitsubishi Canter è stato presentato su Lavori Pubblici n. 24 gennaio febbraio 2007: da notare che in questo caso è dotato di navigatore satellitare Tom Tom One. Per quanto riguarda l’attrezzatura specialistica si tratta di un Veicolo Soccorso Antincendio Civile VSAC 1300 L più dettagliatamente descritta di seguito. La furgonatura è in alluminio con impiego di pannelli a nido d’ape in alluminio, normalmente utilizzati dall’industria aeronautica; conferiscono alla nuova carrozzeria straordinarie doti di leggerezza, resistenza, rigidità e inattaccabilità dalla corrosione. I pannelli sono assemblati con l’utilizzo di adesivi bicomponenti. Lateralmente sono inseriti dei profili in alluminio estruso di rinforzo per tutta l’altezza della carrozzeria. La struttura è stata quindi fissata al falso telaio mediante l’interposizione di 10 silent block a tazza. Il serbatoio idrico in polipropilene è alloggiato in apposita culla in alluminio facente parte integrante della furgonatura. La furgonatura prevede dei particolari in vetroresina e due vani per lato più un vano pompa. Il pavimento dei vani è rivestito con lastre di alluminio anodizzato; sono protetti da acqua e polvere e dotati di scarichi per il drenaggio. Il vano pompa è posto posteriormente al veicolo in punto tale da consentire un agibile accesso al pannello di controllo, con illuminazione mediante apposito faretto. I vani sono chiusi con serrandine in lega leggera anodizzata del tipo auto18

avvolgente, con dispositivo di apertura - chiusura manuale. L’illuminazione per tutti i vani è mediante plafoniere che si accendono automaticamente all’apertura delle serrandine e manualmente, con interruttore centrale in cabina di guida. Il tetto è del tipo ad imperiale con rivestimento in alluminio anodizzato antiscivolamento, atto a sostenere, oltre al peso del materiale, un peso minimo di 180 kg e pressioni localizzate di 2.5 kg/cm 2, completamente privo di gradini. Nella parte laterale vi è un parapiede perimetrale. Nella parte posteriore centrale dietro la rotante è previsto un corrimano. Sul tetto della furgonatura vi sono dei fissaggi per scala all’italiana e scala a ganci pieghevole. La scaletta ribaltabile con la superficie dei gradini rivestita in materiale antisdrucciolo, dotata di ribaltina, posizionata sul lato destro posteriormente al veicolo incassata nella furgonatura, consente l’accesso al tetto della furgonatura. Supporti, cassettature e fissaggi risultano idonei per il contenimento del materiale di caricamento. I materiali

più pesanti vengono posizionati su apposite slitte estraibili. La funzione paraciclo tra i due assi viene svolta dalla carrozzeria stessa. I ganci posteriore e anteriore sono dimensionati in maniera da consentire il traino su strada del veicolo, pari alla massa limite di omologazione. Il serbatoio idrico in polipropilene ha una capacità di 1.300 litri ed è dotato di 3 paratie interne trasversali di spessore 15 mm comunicanti tra loro mediante apertura al fondo ed alla sommità. Internamente anche una tubazione di troppo pieno e sovrapressione, bocca di scarico rivolta verso il basso e tubazione a scaricare dietro l’asse posteriore del veicolo, evitando in questo modo riduzioni di aderenza posteriore. Come accessori esterni si hanno: - passo d’uomo per ispezione interna, chiuso da coperchio in acciaio inox, diametro 500 mm; - indicatore di livello visivo a vasi comunicanti, dotato di un rubinetto inferiore e uno superiore di isolamento, oltre un rubinetto di spurgo; - tubazione di collegamento serbatoio, valvola d’intercettazione a far-

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falla e filtro metallico smontabile; - tubazione di riempimento serbatoio a mezzo pompa di diametro esterno 50 mm, realizzata in gomma telata A.P. provvista di valvola di intercettazione a sfera; - tubazione di riempimento serbatoio da fonte esterna (idrante stradale), completa di attacco UNI 70 mm, valvola a sfera, calotta cieca, catenella e valvola di non ritorno, manometro e filtro smontabile; - tubazione di svuotamento rapido a gravità munito di valvola di chiusura e raccordo UNI 70 mm. Il serbatoio dell’acqua è alloggiato all’interno della furgonatura in apposita culla realizzata in alluminio, facente parte integrante della furgonatura stessa. Il serbatoio schiumogeno in polipropilene ha una capacità di 1.300 litri. Un apposito setto è ricavato all’interno del serbatoio idrico per impedire che il liquido schiumogeno fuoriesca accidentalmente dal passamano ed entri a contatto con la furgonatura; il tetto del serbatoio presenta una bordatura perimetrale con una tubazione che scarica direttamente a terra, dietro l’asse posteriore del veicolo, evitando in questo modo riduzioni di aderenza. Equipaggiamento: - passamano diametro 200 mm; - indicatore di livello visivo a vasi comunicanti; - tronchetto filettato per tubazione di aspirazione e drenaggio; - rubinetto di scarico. La pompa antincendio di marca Godiva, modello WTA 3010 è del tipo autoadescante in grado di erogare in media ed alta pressione. La pompa prende il moto dal motore dell’autoveicolo attraverso presa di forza e linea di trasmissione; l’innesto avviene attraverso un comando in cabina. L’alimentazione idrica della pompa da fonte esterna avviene attraverso una bocca con raccordo a vite maschio 20

UNI 100, posta posteriormente. Due sono le bocche di mandata per media pressione, con raccordo a vite maschio UNI diam. 45 mm poste posteriormente; ogni bocca di mandata è provvista anche di valvola di intercettazione a comando manuale e calotta cieca con catenella; due sono le bocche di mandata per alta pressione, di cui una collegata al naspo con valvole di intercettazione a comando manuale a sfera con calotta cieca e catenella e la seconda libera. In aggiunta alle bocche di aspirazione e mandata sopra descritte, la pompa è collegata al serbatoio acqua tramite: una tubazione di aspirazione da serbatoio acqua, collegata alla parte inferiore del serbatoio e provvista di valvola di intercettazione a comando manuale; una tubazione di riempimento serbatoio a mezzo pompa, collegata all’apposita flangia sul serbatoio e provvista di valvola di intercettazione a comando manuale. Il collegamento tra pompa e serbatoio è realizzato in modo elastico allo scopo di evitare torsioni pericolose per le tubazioni. La pompa è dotata di drenaggio, ed è posizionata in apposito vano posteriore, facilmente accessibile dagli operatori. Il premescolatore laterale consente

di miscelare acqua con liquido schiumogeno mediante una valvola dosatrice che permette di ottenere un rapporto di miscelazione tra 0 e 6%. Montato lateralmente al gruppo pompa, il premescolatore agisce con prelievo di liquido dalle bocche prementi della pompa ed è in grado di aspirare liquido schiumogeno da fonte esterna attraverso un dispositivo del tipo "Tubo Venturi". Il naspo rotante, ad alimentazione assiale per alta pressione, con riavvolgimento elettrico, è posizionato nel vano posteriore al di sopra della pompa, in modo da poter operare da entrambi i lati del veicolo, ad un’altezza facilmente accessibile dagli operatori; dotato di tubazione da 60 m in gomma semirigida diametro 19x31 mm; pressione di esercizio 40 bar; dotato di pistola ad alta pressione bilanciata completa di tromboncino per la formazione schiuma. Il pannello comandi e controlli è posizionato nel vano pompa, facilmente accessibile all’operatore, provvisto di illuminazione a comando manuale per operatività nelle ore notturne, comprendente, raggruppata, la strumentazione necessaria. La colonna fari arriva ad un’altezza da terra di 5 metri, tramite una pompa manuale per innalzamento e sfilamento della colonna. I fari di illuminazione sono due con corpo in lega leggera estrusa opportunamente trattata. Le lampade dei proiettori sono due da 500 W per una potenza complessiva da 1.000 W. Il gruppo elettrogeno, marca WFM, modello HN 23 MH codice 09465 ha una potenza monofase 2,3 kVA - 230 V ca., frequenza 50 HZ, motore Honda GC 160, carburante benzina, avviamento a strappo, autoavvolgente. Il kit di avviamento rapido è costituito da: - caricabatterie automatico completo di dispositivo di mantenimento della carica;

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- resistenza corazzata regolata da apposito termostato per preriscaldamento dell’acqua motore, aventi la funzione di mantenere la temperatura di esercizio del motore al fine di garantire partenze rapide a bassa temperatura; - il kit di avviamento rapido è alimentato da rete a 220 V, tramite trasformatore/raddrizzatore, con spina posizionato nella parte posteriore del veicolo. Il verricello modello M8000 WARN ha una trazione di esercizio di 3.630 kg a cavo unico, con controllo a distanza tramite pulsantiera. La posizione del verricello e l’uscita del cavo sono nella parte posteriore del veicolo. L’impianto elettrico prevede: - una sirena AS-320 a due tonalità; - 3 luci rotanti di colore blu (due nella parte anteriore ed uno in quella posteriore) con sistema rotativo indipendente; - 4 luci di ingombro e fasce riflettenti sulla cabina, sulla furgonatura e laterali sul veicolo; - 4 luci stroboscopiche (LED) di colore azzurro, due posizionate nella parte anteriore del veicolo e due posteriormente. L’autoveicolo nel suo complesso è verniciato in colore rosso RAL 3000 (RAL 3001, RAL 3002) con paraurti e parafanghi in colore originale Mitsubishi. Il telaio, nel colore di serie, è dotato di verniciatura di protezione. Il materiale di caricamento previsto nella fornitura prevede: - 3 torce ricaricabili antideflagranti complete di kit di ricarica automatica al posizionamento su basi fissate sul veicolo; - 4 manichette A.P. diam. 38 mm lunghezza 20 metri complete di raccordi STORZ 38 in ottone; - 2 chiavi per serraggio raccordi; - 2 lance idriche a 3 effetti UNI 45 in alluminio con raccordo; - 2 lance schiuma bassa espansione UNI 45 AWG portata 200 litri/min con raccordo UNI 45 F.G.;

- 3 tubazioni per aspirazione di lunghezza totale 6 metri con cestello; - 2 catene da neve per le ruote trattrici. E' previsto l’alloggiamento di materiale di caricamento non contemplato nella fornitura: - 6 tubazioni da 45 mm UNI 9487 complete di raccordi UNI 804; - 4 tubazioni da 38 mm con attacchi, 1 pistola e chiavi di serraggio; - 2 lance idriche a saracinesca da 45 mm, con accessori schiuma per le lance, accessorio schiuma per la pistola naspo, 2 divisori 45 mm con valvole di intercettazione, 2 taniche in PVC per schiumogeno da 20 litri, 2 funi da 60 m diametro 16 mm, una colonnina idrante da 45 mm, chiavi per idranti e per chiusini; - 3 autorespiratori monobombola di capacità circa 7 litri e pressione di 300 bar, con bardatura e supporto anatomico dorsale, con maschera a pieno facciale lavorante in sovrapressione. Gli autoprotettori sono montati su girello che li presenti pronti per l’indossamento ad un’altezza compatibile con la persona in piedi. Sono previsti: fissaggi per 3 bombole di riserva; un faro di lavoro da 500 W, con treppiede estensibile fino a 1,50 m di altezza e 30 m di cavo di alimen-

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tazione, suddiviso in più rocchetti, su arrotolatore; un kit completo di attrezzature idrauliche da soccorso comprendente: - centralina con motore a scoppio per uso alternato di due utensili, con 2 tubi idraulici binati da 20 m; - attrezzo combinato divaricatore cesoia; - tagliapiantone; - pistone idraulico; - set di accessori e catene per il divaricatore; - pompa manuale di emergenza. Un kit completo di attrezzature pneumatiche da soccorso, comprendente: - bombola per aria compressa 300 bar di volume 10 litri; - centralina per uso alternato di due utensili, con due tubazioni di alimentazione binate da 20 m con raccordi rapidi; - 2 cuscini di sollevamento ad aria. Inoltre: - sega azionata da motore a scoppio, con lunghezza della lama 400 mm; - troncatrice a disco, azionata da motore scoppio, con diametro del disco 300 mm, con disco di ricambio; - estintore a polvere da 9 kg; - estintore CO2 da 5 kg; - scala all’italiana in quattro sezioni in legno o alluminio, con altezza 10,3 m quando completamente montata; - scala a ganci pieghevole; - motoventilatore; - elettropompa sommersa a motore elettrico. Materiale vario: ascia, rampone, piccone, badile, mazza da sfondamento, fioretto dielettrico, cesoia isolante, pedana isolante, coni e nastro segnaletico; due taniche carburanti da 5 litri; cassetta porta attrezzi per lavoro da muratore, da idraulico, da meccanico; kit di pronto soccorso per addetti antincendio, coperta antiustione; telo portaferiti/sacco salma; guanti da lavoro antitaglio, guanti dielettrici, guanti u s a e g e t t a ; c u ff i a a n t i r u m o r e , occhiali antidetriti. 21


Viatec 2008, informazione a tutto tondo: la parola agli esperti FIERE

Viatec avrà luogo dal 20 al 22 febbraio 2008 nel quartiere fieristico di Bolzano e sarà accompagnata da un congresso che confermerà una volta ancora il suo ruolo di unica fiera specializzata internazionale dedicata alla costruzione ed alla manutenzione di infrastrutture stradali in zone di montagna. Per il congresso, in collaborazione con i partner del settore, le autorità provinciali e gli atenei, gli organizzatori di Fiera Bolzano hanno garantito la presenza di relatori che cercheranno di rispondere a tutti i più importanti quesiti relativi alla costruzione di infrastrutture stradali in zone montane. Nel contempo Viatec informerà gli addetti ai lavori sulle novità nelle procedure di costruzione e manutenzione delle strade, sulla conduzione dei cantieri stradali, nonché sulle prestazioni altamente specializzate nel settore dell'ingegneria. Anche nel 2008 il congresso internazionale organizzato nell'ambito di Viatec resterà fedele al concetto sviluppato nelle passate edizioni che ha ottenuto ampi consensi da parte degli operatori. Un programma ben strutturato e svolto su tre giornate di fiera cercherà di fornire informazioni dettagliate su argomenti ben definiti. Il congresso si rivolgerà non solo ad imprese e tecnici del settore specifico, ma anche agli operatori amministrativi, ai quali fornirà utili informazioni sulla gestione e sulla pianificazione 22

dei cantieri. I relatori saranno ancora una volta responsabili pubblici e privati del settore, ingegneri che operano in istituti di ricerca ed autorità tecniche di controllo. La Società Autostrada del Brennero, la Società galleria di base del Brennero, l'ASFINAG, ente austriaco per la gestione del sistema stradale ed autostradale, gli uffici strade delle Province di Bolzano, Trento e Firenze, sostenitori di Viatec, parteciperanno ai lavori insieme a numerosi esperti di Università ed Istituti di Ricerca italiani, austriaci e germanici. Nella giornata di mercoledì 20 febbraio 2008 il primo modulo del congresso sarà dedicato alle pavimentazioni ed ai materiali: sono in programma interventi di relatori che operano presso la SITEB, Associazione Italiana Bitume Asfalto Strade, nonché presso la S.I.I.V., Società Italiana di Infrastrutture Viarie. Nel corso delle relazioni che si terranno nell'ambito del secondo modulo saranno illustrati, invece, temi relativi alla sicurezza nella costruzione delle infrastrutture stradali. Nella mattinata di giovedì 21 febbraio, Giornata dei Comuni, relatori che operano nelle amministrazioni comunali e provinciali italiane e tirolesi affonteranno varie problematiche tra cui i servizi invernali in Provincia di Bolzano, le procedure per la gestione della neve sulla A22, le normative per le progettazioni in ambien-

te montano, la realizzazione di parcheggi sotterranei in aree pubbliche. Nel pomeriggio i riflettori del congresso saranno puntati su un argomento di grande attualità: il problema delle polveri sottili. Sono in programma interventi nel corso dei quali i relatori illustreranno possibili soluzioni e misure da adottare. Venerdì 22 febbraio, ultimo giorno di svolgimento di Viatec 2008, i lavori verteranno su costruzione ed innovazione. Progetti e ricerche verranno commentati da vari relatori che operano tra l’altro presso la Società Autostrada del Brennero, l'ASFINAG, l‘amministrazione della Provincia di Bolzano, l'Anas e la TÜV Rheinland. La quarta edizione di Viatec ruoterà attorno ai procedimenti nel settore della costruzione di infrastrutture stradali in zone di montagna, con una vasta gamma di prodotti e servizi altamente specializzati. Inoltre saranno in mostra attrezzature e macchinari per la costruzione e la manutenzione stradale, sistemi di sicurezza per i cantieri e la viabilità, macchinari per la costruzione di strade in alta quota, soluzioni per realizzare gallerie ad accessori, attrezzature per la manutenzione delle infrastrutture durante l'intero arco dell‘anno. Nell'elenco degli espositori internazionali figurano nuovamente imprese provenienti da tutti i Paesi europei dell'arco alpino, suddivise in settori merceologici ben definiti.

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Tre nuove trinciatrici presentate da Orsi alla fiera Agritechnica di Hannover VERDE

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Orsi ha presentato alla Fiera Agritechnica 2007 di Hannover il completamento della sua già eccellente gamma. Tre le novità: con la presentazione nell’ambito delle trinciatrici di quella che sarà la macchina di punta della sua produzione, la Super W-Forrest, e di due macchine che mirano ad agevolare il recupero delle biomasse e dei trinciati delle potature, le Wpkm e Wpkl. La Super W-Forrest è una trincia forestale nata dall’evoluzione maggiore di quel sentiero della deforestazione che l’azienda bolognese ha già intrapreso lo scorso anno con la creazione della fortunatissima W-Forrest che sta mietendo un successo strepitoso per le sue caratteristiche di robustezza e flessibilità lavorativa. La particolarità della Super W-Forrest sono i denti fissi con un supporto in tungsteno a placche intercambiabili. La macchina è dotata di una larghezza di lavoro di 240 cm, con un rotore di 400

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mm di diametro che raggiunge i 600 mm con i denti. Il peso è di 30 quintali ed il moto viene trasmesso da una doppia trasmissione a sei cinghie. La Super W-Forrest è ideale per deforestare con una progettazione e costruzione curatissima nei particolari, come l’inclinazione e la chiusura del portellone che sono mosse entrambi da dei pistoni idraulici. Nell’ambito del recupero delle biomasse e dei trinciati delle potature, l’azienda bolognese Orsi, nota per la sua completezza assoluta di gamma e per l’innovazione tecnologica, ha proposto al Salone Internazionale di Hannover la nascita di due trinciatrici simili ma diverse per peso e misure che potranno essere dotate di un serbatoio di raccolta del prodotto trinciato. Raccoglitore che consente uno scarico alto del prodotto, in modo da rendere agevole il carico del materiale in ogni situazione. Le linee delle due macchine si diffe-

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renziano nelle misure: una più pesante caratterizzata da una macchina che potrà avere due misure di lavoro, 1,60 e 2 metri, le Wpkm, dedicate alla trinciatura e raccolta dei residui di potatura di uliveto e frutteto, poi ci saranno le Wpkl più leggere e di dimensioni più ridotte, 1,30 e 1,60 m di lavoro, dedicate alla trinciatura e raccolta dei residui di potatura dei vigneti. Le macchine saranno simili nella forma e nella cura dei particolari. Entrambe sono dotate di un pick-up di raccolta idraulico con i denti in hardox ed un deviatore di flusso con il quale si potrà decidere a che velocità far girare il rotore, in posizione elevata rispetto al terreno per evitare di raccogliere i sassi ed un serbatoio di raccolta con cui raccogliere il trinciato e poterlo scaricare anche su un pianale elevato dal terreno. 1. 2. Orsi Super W-Forrest 3. 4. Orsi Wpkm

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PORTATTREZZI

Saie 2007 Padiglione 35 GHERARDO MARCHELLI

Stiamo parlando naturalmente del padiglione dei minitruck 4x4 dove da moltissime edizioni la ditta Bonetti rappresenta la continuità del Made in Italy . Il nuovo veicolo F100X ha delle caratteristiche d'eccellenza e la prima cosa che balza all'occhio è l'invariata compattezza del veicolo anche con il nuovo motore Iveco da 3 l. Ed è proprio grazie alla performance del motopropulsore e della trasmissione finale che si evidenzia la differenza con il passato, dove con l'aggiunta del 3° differenziale centrale la

coppia viene trasmessa correttamente su entrambi gli assi in ogni situazione. Anche se non abbiamo ancora potuto provare il veicolo, da quello che abbiamo potuto "carpire" è che, grazie alla nuova catena cinematica, il grosso neo "della trazione a veicolo scarico" è stato risolto. Scarico della trazione su passaggi stretti, telaistica rigida, baricentro basso... potrebbero sembrare argomentazione da bordo pista, invece è semplicemente la spiegazione che ci è stata data a bordo stand.

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Probabilmente i ricordi delle macchine da corsa Formula Monza non sono mai svaniti, visto che già nel 1965 la famiglia Bonetti ricercava compromessi e innovazione nella meccanica. Oltre alla versione a passo corto (2.220 mm) era esposto il modello a passo lungo (2.550 mm) con gru retrocabina, con piastra anteriore lama neve e portata utile di 650 kg nella versione da 3,5 t di P.T.T. e 2.200 kg nella versione da 5 t. Su entrambe le versioni, la meccanica è la medesima. Solo la differenza obbligata dei pneumatici 215/75 R 17,5, le sospensioni più rinforzate e l'introduzione di accessori obbligatori rendono il veicolo di base in categoria N2. Aspetteremo sicuramente il prossimo servizio in azione per relazionare più dettagliatamente la meccanica. Per quanto riguarda lo stile d'accoglienza non cambia e, se al Bauma di Monaco il nuovo F100X è stato presentato con spaghetti e buon vino italiano, a Bologna non è stato di meno...

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Decoro urbano: sempre più numerose città investono in questo settore IGIENE URBANA

FRANCESCO VANDONI

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Anche in seguito ai recenti interventi sulla sicurezza delle città e alla ricerca di sistemi volti a porre termine al degrado urbano, numerose amministrazioni pubbliche hanno messo in atto la sperimentazione per individuare sistemi idonei alla rimozione delle scritte vandaliche e alla pulizia delle pavimentazioni. I sistemi proposti presentano disparate tecnologie che possono essere raggruppate in tre filoni principali: rimozione con prodotti chimici, con azione meccanica e, infine, con apparecchiature a bassa pressione che eiettano miscele di inerti non significativamente abrasivi e assolutamente non tossici. L’esperienza pluriennale di alcune

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città, come ad esempio Milano, ha consentito di stilare una classifica dei fattori cui devono corrispondere i sistemi proposti: in primo luogo la non pericolosità dei prodotti utilizzati per gli operatori, i passanti e l’ambiente. Particolare attenzione viene rivolta all’azione abrasiva esercitata sul manufatto, alla velocità di esecuzione ed alla protezione finale. Recentemente prove applicative sono state valutate da parte di città come Rho, San Giuliano Milanese e Treviso, dove notevole interesse ha suscitato il sistema Dekos basato su apparecchiature che eiettano, a bassa pressione, soluzione di bicarbonato di sodio o miscela di carbonati. Le prove effettuate su diversi

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supporti, come mattoni, marmo e calcestruzzo, hanno evidenziato l’assenza di significativa abrasione, una stupefacente rapidità di esecuzione ed un ridotto impatto ambientale. Tra i generali apprezzamenti dei presenti è interessante segnalare il caloroso assenso dato dal signor Van den Borre, organizzatore del test nel comune di Treviso, che, a prova avvenuta, ha sottolineato la convenienza del sistema, la sua sicurezza e facilità di utilizzo.

1. 2. Due fasi del test svolto in un parco a Treviso (TV) 3. 4. Intervento realizzato a San Giuliano Milanese (MI)

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Nuovo Rotogrip CS Rud, impianto di catene a rotazione ancora più compatto per la guida sicura in inverno VIABILITA' INVERNALE

Rud, storico leader tedesco nella produzione di catene da neve, importate e distribuite in Italia da Dadò Ricambi di Laives (BZ), ha presentato un ulteriore sviluppo della provata e testata catena compatta a rotazione Rotogrip. Il nuovo Rotogrip CS è stato progettato specialmente per i veicoli commerciali e gli autobus con poco spazio sotto l’assale. La sigla CS (Compact Solution) corrisponde alla "soluzione compatta" ed enfatizza che il nuovo Rotogrip può essere montato anche con gomme a sezione bassa ed assali con componenti pneumatici della sospensione ingombranti. Questa nuova versione è uno sviluppo ulteriore dei collaudati sistemi Rotogrip di Rud che si sono affermati non soltanto nel trasporto su strada e dello sgombero neve, ma anche per i lavori di trasporto e consegna in applicazione delle Regolamentazioni della Strada per le Merci Pericolose. Tali catene a rotazione possono essere messe in azione tramite un pulsante direttamente dal posto di guida mentre il veicolo è in movimento. Lo spazio sempre più ristretto disponibile intorno agli assali posteriori dei nuovi modelli di veicoli ha generato una domanda delle catene a rotazione che abbiano minimi ingombri. Con Rotogrip CS Rud risponde alle esigenze dei clienti e del mercato dei veicoli commerciali. Questa nuova versione richiede sostanzialmente meno spazio per montaggio del classico Rotogrip, che continuerà comunque a rimanere disponibile. Il disegno brevettato del piatto portacatena è identico in entrambi i modelli; ha molle pretensionate, che garantiscono un andamento fluido. Soltanto Rud offre queste caratteristiche, che si dimostrano realmente efficaci sulle strade con le condizioni più difficili. Le molle assicurano anche che i grandi sforzi sugli spezzoni di catena a sezione quadra non possano danneggiare i componenti del Rotogrip. In ogni caso, è di per se stesso molto robusto, in quanto costruito in resistente acciaio duro e forgiato. Gli elementi di consumo possono essere rapidamente e facilmente sostituiti. In tutto e per tutto, Rotogrip CS non richiede un grande lavoro nel montaggio dell’impianto o nella manutenzione. I kit fatti su misura per i singoli veicoli riducono sostanzialmente il tempo di montaggio. Rud produce tre modelli di catene a rotazione. Rotogrip 1 è la versione di base, lungamente provata e testata, usata Lavori Pubblici n. 29 novembre - dicembre 2007

soprattutto su camion pesanti e per lo sgombero neve. Rotogrip 3 è la giusta soluzione per i veicoli senza un sistema ad aria compressa. E' azionato da un motorino elettrico a 12 o 24 Volt. Ciò permette ai conducenti di furgoni per consegne e delle ambulanze, per esempio della categoria dello Sprinter, di inserire le catene dal sedile del guidatore nel momento in cui servono. La gamma dei prodotti è completata ora dal nuovo Rotogrip CS.

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MEZZI SPECIALI

10 Bremach strada - rotaia per l'alta velocità GHERARDO MARCHELLI

La società Pro.de (Products research & development), proprietaria dello storico marchio Bremach dal 2002 2003, e di Darmak, società di progettazione cambi, motori, ponti e assali per il gruppo Fiat auto, ha rilevato lo stabilimento Valsella, tristemente noto per la produzione di mine, riconvertendolo integralmente per la produzione di veicoli 4x4. Pro.de ha infatti spostato la produzione degli storici veicoli 4x4 Bremach di Varese a Castenedolo, nel rinnovato ed ampliato stabilimento Valsella, riconvertendo una fabbrica da produzione bellica in civile. Una vita nuova sia per lo stabilimento che per il marchio Bremach, con un management estremamente giovane e con molta voglia di affrontare attivamente nuove sfide. Proprio in quest’ottica, recentemente Bremach ha fornito a CAVET, Consorzio per l’Alta Velocità Emilia Toscana, 10 veicoli bimodali stradarotaia: 7 ambulanze per soccorsi dentro le gallerie, 1 cabina singola con piattaforma d’accesso (cestello aereo) e 2 cabine singole con cassone per trasporto operai e movimentazione materiale direttamente su rotaia. Un progetto estremamente innovativo che ha visto la progettazione e l’allestimento strada - rotaia dei Bremach Job x4/Xtrene con moto-

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rizzazione Iveco F1C 3000 cc Turbodiesel 146 CV. Il veicolo Bremach, grazie alla sua ridotta carreggiata, si è prestato in questa applicazione adattandosi a qualsiasi tipo di binario, sia della rete ferrovia, sia della rete metropolitana e tranviaria. Questo specifico allestimento è stato studiato per permettere al mezzo di raggiungere su rotaia il sito di intervento o di lavoro in tempi eccezionalmente brevi, e di ritornare operativo sulla strada in modo autonomo ed in tempo reale. Al tempo stesso il veicolo si presta ad effettuare qualsiasi intervento di manutenzione su rotaia. Il mezzo, inoltre, può ruotare di 180° mediante una piattaforma rotante azionata da quattro pistoni idraulici per invertirne il senso di marcia. E' particolarmente indicato per portare un primo intervento nelle metropolitane e nelle gallerie, oltre a garantire un ottimo supporto, sia logistico, sia di manutenzione, delle reti ferroviarie e tranviarie. Per garantire la circolazione su ferrovia, il veicolo è dotato di due assali ferroviari, posizionati in prossimità rispettivamente degli assali stradali anteriore e posteriore. Ogni assale ferroviario è azionato da due cilindri idraulici a doppio effetto tramite un opportuno circuito idraulico.

Nel pannello di comando installato in cabina, come sistema di sicurezza che, in caso di avaria del sistema di guida rappresentato dai carrelli ferroviari, avverta l’operatore al fine di evitare la circolazione del mezzo in condizioni pericolose, è presente una spia, di colore rosso, che segnala una condizione di bassa pressione relativa all’olio dell’impianto idraulico dei carrelli ferroviari stessi. Per garantire la stabilità della circolazione su ferrovia, inoltre, è installato, per ognuno dei quattro cilindri oleodinamici dei due assali ferroviari, un accumulatore che garantisce, in ogni condizione, la perfetta aderenza della ruota ferroviaria al binario. La ripartizione del carico sui due assali ferroviari è pari al 25% del peso complessivo del veicolo; tale valore è frutto del compromesso tra due esigenze: garantire un adeguato attrito tra pneumatici e binari per consentire non solo la trasmissione della potenza proveniente dal motore relativamente alla trazione del veicolo, ma anche adeguate prestazioni in termini di spazi di frenata; garantire una sufficiente ripartizione del peso sugli assali ferroviari al fine di consentire una adeguata azione di guida sui binari da parte delle ruote ferroviarie fissate ai corrispondenti assali.

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Cresce in Giletta il noleggio full service VIABILITA' INVERNALE

GHERARDO MARCHELLI

Anche il settore della viabilità invernale, come già quello dei lavori pubblici, vede crescere la richiesta di noleggio Full Service di attrezzature, per far fronte a necessità improvvise o per esigenze gestionali. Il noleggio infatti sta diventando una pratica sempre più diffusa in quanto consente di diluire l'impegno finanziario nell'intero periodo di utilizzo del bene o, soprattutto per quegli enti o società che non dispongono di personale addetto alla manutenzione, di disporre di macchinari sempre efficienti a costi di gestione definiti. Quest'ultimo è un indubbio vantaggio del servizio full service che consente all'ente che prende in noleggio le attrezzature di mettere in budget costi certi a fronte di un programma di manutenzione ed assistenza programmata. Giletta, sempre attenta alle esigenze del mercato, da anni ormai offre il servizio di noleggio operativo alla sua clientela, ed oggi dispone di una flotta di spargitori a noleggio superiore alle 100 unità. Il noleggio minimo è di una stagione invernale ma può arrivare fino ai dieci anni. La società cuneese dal 2005 ha potenziato questo settore grazie all'incremento della rete di officine di assistenza sull'intero territorio, permesso dall'acquisizione della distribuzione per il mercato nazionale delle spazzatrici stradali Bucher-Schörling. Queste officine, dislocate in modo capillare in ogni regione, dispongono dei ricambi necessari e periodicamente partecipano ai corsi di aggiornamento tenuti

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nella sede di Revello. Il servizio di assistenza Giletta Service garantisce la reperibilità 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 nel periodo invernale, elemento fondamentale per attrezzature con questo tipo di applicazione che, in caso di guasti, richiedono interventi immediati per non lasciare tratti stradali scoperti in caso di neve o ghiaccio. In questa stagione invernale Giletta ha vinto una gara d'appalto per la fornitura di una flotta di 52 spargisale a noleggio dall'Anas avente durata di 5 anni con servizio full service garantito per tutta la durata del noleggio, con criteri di tempestività notevoli richiesti dalla tipologia di lavoro svolta in condizioni di emergenze climatiche. Un altro importante contratto di noleggio full service di spargitori della serie HF, per la durata di sette anni, è stato firmato con la società Ativa (tangenziali di Torino ed autostrada Torino Aosta). Nei due casi si tratta di spargitori la cui capacità di materiale solido varia da 3 a 9 m3, a seconda del modello, tutti dotati di dispositivo di preumidificazione, motore ausiliario diesel e con sistema di trascinamento del materiale a catena con traversini, da sempre punto di forza degli spargitori Giletta. E' importante notare come le prestazioni richieste dai clienti finali in caso di noleggio full service possano essere garantite solo con macchinari di qualità, che si mantengano efficienti negli anni e che non richiedano frequenti interventi di ripristino. E' quindi

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particolarmente importante, per attrezzature che operano con cloruri, il trattamento anticorrosione, altro punto di forza della Giletta. Tutti gli spargisale, compresi i particolari idraulici e meccanici, subiscono un trattamento di granigliatura metallica e di verniciatura a polvere doppio strato, con un fondo epossidico-zincante (zn 60%) per garantire l'anticorrosione, e smalto di finitura epossidico resistente ai raggi UV. Il processo di verniciatura è svolto dall'azienda Rever s.r.l. facente parte del gruppo Giletta. E' inoltre da segnalare un'importante fornitura Giletta del nuovo spargitore UniQa alla società Autostrade per l'Italia, nello scorso mese di ottobre. Tutti gli spargitori sono dotati dell'innovativo gruppo di spargimento brevettato e dell' elaboratore di bordo Navicon, il quale è munito di un sistema integrato per la conversione e trasmissione alla centrale dei parametri d'interesse utilizzando il sistema di trasmissione GPRS con switch automatico a SMS in caso di mancata copertura. Il sistema è completamente personalizzabile per quanto riguarda la frequenza di trasmissione dei messaggi e l'informazione contenuta in essi, si possono così avere frequenze di trasmissione elevate se l'obiettivo è quello di monitorare con estrema accuratezza gli spostamenti dei veicoli, o messaggi con struttura estremamente articolata quando i parametri che possono essere associati ai vari veicoli sono numerosi o complessi. Una volta che i messaggi arrivano al server centrale, questi vengono immagazzinati tramite un apposito modulo software chiamato DAM (Data Acquisition Module) in un database al quale si potrà accedere dallo stesso server o da postazioni remote via Web. 1. Spargitori KA3000 a noleggio Anas 2. Spargitori UniQa UP4000 forniti a Autostrade per l’Italia

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PORTATTREZZI

Un Caron 998 per il Laboratorio Riabilitativo Colle GIORGIA MARCHELLI

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Fra gli altipiani che sovrastano Bolzano, in Alto Adige, ce n’è uno ancora piuttosto selvaggio e poco conosciuto, il Colle, servito da una piccola funivia, la più antica d'Italia per il trasporto di persone (1908 - il prossimo anno festeggerà gloriosamente il secolo di vita), con la stazione a valle in ombra per tutto l’inverno, e quella a monte, come l’intera località, praticamente sempre al sole. Quasi soltanto i bolzanini più esperti e solitari sfruttano, soprattutto in estate, le bellezze di questo luogo, per relax e passeggiate, fra boschi, prati, vecchi masi e antichi affascinanti edifici in legno. L’Azienda Servizi Sociali di Bolzano

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ha trovato in quest’angolo remoto e bellissimo il posto per creare un Laboratorio Riabilitativo, chiamato appunto "Colle". Fra i pochi in Italia di questo genere, è un’esemplare struttura di servizio a persone in situazione di handicap e disagio psichico, educativa, che si propone di potenziare quelle competenze socio-relazionali ed operative richieste per favorire un inserimento lavorativo. L’obiettivo principale è quindi quello di avviare al lavoro, soggetti considerati "deboli", utilizzando lo strumento della convenzione e con ipotesi di successivi percorsi evolutivi (assunzione). Il laboratorio Colle si colloca

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come una struttura riabilitativa d’intermediazione fra i servizi sociosanitari, i laboratori protetti, i laboratori sociopsichiatrici, i servizi sociopsichiatrici, cooperative sociali ed il servizio d’inserimento al lavoro. Il laboratorio del Colle fa riferimento, per la sua organizzazione e denominazione, al modello culturale - operativo della riabilitazione, termine che identifica una cultura, una prassi, uno scenario concreto in cui questa viene a collocarsi con i suoi obiettivi generali e specifici, i propri strumenti strategici fatti d’attività, metodi, tecniche. Questo significa che tutto il suo operare è teso alla ri-acquisizione o acquisizione d’abilità socio-relazionali e autonomie orientate al lavoro. La riabilitazione, in questo caso psicosociale, è intesa come processo attraverso il quale un individuo è aiutato ad adattarsi ai limiti imposti dalla sua disabilità, in modo che possa raggiungere il grado migliore di funzionamento e conduca una vita il più possibile normale nella società. In sintesi la riabilitazione implica l’applicazione di tecniche compensatorie ed educative, lavorando sulle risorse personali dell’individuo, realizzando interventi strategici dove queste risorse sono

1. Caron 998 del Laboratorio Riabilitativo Colle al maso Thaler 2. Caron al lavoro nel bosco 3. 4. Panorama del Colle

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carenti, insegnando le abilità necessarie per affrontare la propria vita, gli affetti, il lavoro, le frustrazioni, le crisi. Gli aspetti operativi, culturali, terapeutici cui ci si riferisce per attivare l’intero impianto riabilitativo della struttura, sono: partecipazione attiva alla progettazione delle attività e alla formulazione dei singoli progetti riabilitativi; la vita di gruppo, com’elemento con cui confrontarsi, apprendere, per adattarsi ai diversi punti di vista, per essere più flessibili e tolleranti; esperienze, le attività lavorative e le relazioni sono scelte in base alla loro capacità di far sorgere emozioni, aspettative positive, soddisfazioni, riconoscenza, gratificazioni; interessi, favorire e agevolare la comunicazione delle proprie aspettative da realizzare al laboratorio e nel futuro; motivazione, attraverso le esperienze, far emergere gli interessi per alimentare sempre la motivazione, elemento determinante per la partecipazione ad un progetto riabilitativo; responsabilità, promuovere l’assunzione delle responsabilità nei riguardi delle proprie attività, compiti, accordi ed impegni concordati per permettere all’utente una graduale conduzione via via meno direttiva; ambiente, molte energie sono investite per collegare il laboratorio con il contesto ambientale in cui è inserito. Tale centrale obiettivo è uno degli strumenti principali sia perché impedisce al gruppo di isolarsi, di essere autoreferenziale, sia perché costituisce la più efficace verifica "della realtà" della vita di gruppo e delle sue iniziative. La partecipazione, impegnata e creativa dell’utente al lavoro all’interno della struttura, nel gruppo, pur non essendo l’obiettivo del suo percorso riabilitativo, né è però il terreno concreto su cui attivare quelle esperienze in grado di generare un cambiamento. Operativo dal 1990, il laboratorio riabilitativo Colle ha trovato la sua sede nel maso Thaler, un tempo adibito a faleganameria, con quattro locali disposti su 160 m2, e parecchio terreno all’aperto con spazi dedicati all’or-

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to, al ricovero per gli animali e all’alloggiamento di materiali. La struttura è inserita in un territorio di montagna a 1.100 metri, ed è raggiungibile utilizzando la funivia del Colle, oppure percorrendo una tortuosissima ripida strada di montagna da 11 km, sempre all’ombra, quindi con neve e ghiaccio che non si sciolgono mai nel corso della stagione invernale. Accoglie 12 ospiti (5 con disagio psichico, 6 con handicap cognitivo

5 Lavori Pubblici n. 29 novembre - dicembre 2007

medio ed 1 con diagnosi di dipendenza), ed è gestito da un educatore e 3 assistenti, costantemente coadiuvati da un’équipe psichiatrica: tutti si recano lì per lavorare dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 15.30. Le attività lavorative svolte dagli ospiti del laboratorio sono in total modo legate alle caratteristiche montane del territorio. Queste sono strutturate in modo da permettere un "ritmo empatico", un atteggiamento che permette "l’entrare in comunicazione" con le persone, per poter attivare quelle relazioni che producono effetti di cambiamento: sono intese come esperienze e occasioni per sperimentare ed attivare le proprie capacità e conoscenze, nel rispetto del proprio stato psico-fisico. Non hanno finalità produttive, ma ria-

5. Funivia del Colle

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bilitative, aventi come scopo finale l’inserimento degli utenti nel mondo del lavoro. Le attività svolte sono numerose e di varia natura. Attività quotidiane per la gestione della struttura: pulizie e manutenzioni dei locali e delle attrezzature; taglio e preparazione del legname da ardere per il riscaldamento dei locali; preparazione dei pasti ed allestimento del necessario per il loro consumo. Attività artigianali: costruzione di strutture di legno necessarie agli interventi sul territorio; costruzione di tavoli, panche, raccoglitori di rifiuti, mobilio vario, casette per il ricovero d’animali, ed altri oggetti; costruzione di strutture di ferro, telai, cancelli…; interventi di manutenzione e carpenteria. Attività lavorative sul territorio circostante il laboratorio: pulizie dei passaggi pedonali (neve, foglie); manutenzione e costruzione di steccati; coltivazione del vasto orto. Taglio e accatastamento legname: interventi lungo i bordi dei prati comunali, per il loro mantenimento e pulizia; taglio e accatastamento di ramaglie dal sottobosco come interventi di ripristino in seguito ad opere di disboscamento; taglio e rifinitura di alberi utilizzati per la costruzione di nuovi steccati e loro manutenzione presenti sul territorio. Interventi di pulizia e di manutenzione sugli spazi e attrezzature situati nella zona di ricreazione sportiva. Attività lavorative eseguite sugli spazi e strutture di proprietà comunale, che riguardano la manutenzione del verde e di arredo pubblico situate in un territorio di ben 40 ettari. Attività di lavorazione della lana: presso gli allevatori della provincia viene acquistata la lana di pecora, che viene successivamente lavata, asciugata, fioccata e cardata; attraverso la lavorazione secondo il meto32

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do Filzen, si producono cappelli, pantofole, borse, vestiario e oggetti. Per quanto riguarda il rapporto con il territorio, il laboratorio riabilitativo, collabora costantemente con alcuni uffici. Assessorato Tutela Ambiente del Comune di Bolzano: attraverso un protocollo d’intesa sono regolati gli accordi per tutti gli interventi di pulizia e di manutenzione del territorio, eseguiti dal laboratorio. Centro d’Educazione Ambientale UHL: attraverso un protocollo d’intesa, è regolamentata la collaborazione con il Centro d’Educazione in concomitanza di mostre, convegni e collaborazione nella gestione degli spazi esterni adibiti a zone didattiche. Stazione Forestale 1 di Bolzano: frequenti contatti inerenti le particolari modalità d’interventi di taglio e di manutenzione del territorio boschivo. Date le numerosissime attività svolte dal laboratorio riabilitativo Colle, e la loro natura, legata al territorio montano, la struttura necessita di numerose attrezzature, delle quali la più importante è sicuramente un mezzo fuoristrada, potente, che permetta di raggiungere luoghi impervi e di caricare in abbondanza legname, residui boschivi, fieno e materiali vari. In sostituzione di un vecchio Land Rover con rimorchio comprato usato nel '90, ben sfruttato nel tempo ma che ormai ha svolto il suo dovere, durante quest’estate 2007 è finalmente arrivato al Colle, per la felicità di tutti gli ospiti e responsabili della struttura, un nuovo e più adeguato mezzo: un Caron 998. Si tratta del modello di punta, più importante e potente dell’azienda di Pianezze (VI), produttrice di transporter, veicoli ideali per lavori fuoristrada in qualsiasi condizione di terreno, che, grazie allo snodo centrale nel telaio, permettono all’aderenza delle 4 ruote di

essere costante. E' una macchina operatrice, quindi guidabile con patente B ad una velocità da 0,8 fino a 40 km/h, con una cabina a due posti, completamente insonorizzata e montata su sospensioni, che garantisce il massimo comfort e l’annullamento del rollio sulle pendenze: è quindi l’ideale per essere utilizzata durante l’intero arco dell’anno nei più svariati settori, dall’edilizia alla manutenzione stradale, dal forestale alla protezione civile, e soprattutto nel caso delle molteplici attività montane del laboratorio Colle. Fondamentale per i lavori da svolgere è il grande cassone ribaltabile trilaterale, sul quale è stata subito costruita artigianalmente un'importante cassa portattrezzi. Il motore è turbo a 4 cilindri per una potenza di 95 CV. L’elevata potenza del motore viene abbinata ad una frenatura integrale con sistema miniservo, trazione integrale con disinnesto elettroidraulico della stessa, e cambio sincronizzato con un totale di 36 velocità (24 avanti e 12 retro con riduttore ed Hi-Low). Le elevate potenzialità e l’ottima versatilità sono date da un peso complessivo omologato di 8.040 kg e peso trainabile non frenato di 2.000 kg, dallo sterzo idraulico agente sulle ruote anteriori con angolo di sterzata di 45°, e dal telaio con attacchi universali a 4 punti che permette il montaggio di diverse attrezzature con peso fino a 6 tonnellate tramite prese di forza indipendenti a due velocità. Il Caron 998 del Colle è dotato di pneumatici estivi ed invernali, per i quali sono state recentemente acquistate catene da neve. Nel prossimo futuro sarà dotato di un verricello, importantissimo per i grossi lavori boschivi da svolgere.

6. 7. Torre in legno per l’avvistamento di incendi, col portattrezzi Caron

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Pavimentazioni antishock Ecopark di Salvadori per i parchi gioco di Rovereto PARCHI GIOCO

GIORGIA MARCHELLI

In Italia continuano a rimanere fra i sistemi più usati, pratici, comodi ed economici per risolvere i problemi legati alle normative riguardanti la conformità delle pavimentazioni per parchi gioco, le piastre antishock Ecopark prodotte da Salvadori S.r.l. a Toldo di Trambileno (TN). Fra gli ultimi esempi di volontà di messa a norma delle pavimentazioni di alcuni parchi gioco, sono ad esempio quelli di Rovereto, nell’ottica di ripristino dei giardini comunali in cui si trovano. Le aree adibite al divertimento dei bambini di San Giorgio, parco rionale, e di Marco, frazione della città, entrambe di non grandi dimensioni, già da anni attrezzate con giochi e pavimentazioni antitrauma, erano state ultimamente un po’ trascurate, e non erano più conformi ai tipici ordine e cura regnanti nel comune, oltre a non garantire più la sicurezza nel caso di caduta di chi gioca sulle strutture. Per volontà del geom. Dal Ri del Comune di Rovereto, in collaborazione con la Cooperativa Il Gabbiano di Trento, sono stati quindi acquistati dei giochi nuovi e ripristinati quelli già esistenti, fra castelli con scivoli, ponti mobili e salite in arrampicata con corde, altalene e giochi a molla, quasi tutti in legno della TLF. Particolare rilevanza nelle operazioni di ripristino è stata data alle pavimentazioni sottostanti, completamente sostituite, per la messa in sicurezza dei giochi nel rispetto della normativa UNI EN 1177 "Rivestimenti di superfici di aree da gioco ad assorbimento di impatto – Requisiti di sicurezza e metodi di prova".

La soluzione migliore è stata trovata nelle piastre antishock Ecopark di Salvadori. L’offerta dell’azienda trentina è molto varia, per colori, misure e spessori delle pavimentazioni a mattonelle, facili e veloci da posare su ogni genere di superficie sottostante, che permettono il drenaggio dell’acqua piovana, di lunga durata nel tempo e verificabili per la sicurezza negli anni dalla ditta stessa, dotata di un macchinario di precisione per la misurazione del coefficiente HIC (altezza critica di caduta). I tappeti impiegati a Rovereto sono di spessore 80 mm, tali da rispettare ampiamente la normativa UNI EN 1177, anche se tale spessore rico-

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pre altezze di caduta notevolmente superiori ai giochi presenti, e sarebbero state sufficienti mattonelle da 50 mm, scelta dettata da una volontà di sicurezza massima. La posa è stata effettuata a regola d’arte e molto velocemente dalla Cooperativa Sociale Il Gabbiano di Trento, che vanta una decennale esperienza nel settore della produzione di arredo urbano per parchi e giardini. Tale cooperativa si occupa di inserimenti lavorativi di persone svantaggiate, la maggioranza delle quali per problemi di natura giudiziaria (detenzione e misure alternative alla detenzione), o con problemi sociali non risolti, con forme di disagio come la tossicodipendenza, l’alcolismo o il disagio sociale legato a problemi di natura economica e famigliare e il disagio psichico, ed è formata da soci lavoratori e volontari. Ha quindi l’obiettivo di aiutare le persone in difficoltà ad acquisire le competenze comportamentali necessarie per affrontare il mondo del lavoro nella prospettiva del loro reinserimento.

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Ammann-Yanmar: nuovamente un'annata da record MOVIMENTO TERRA

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In un mercato europeo caratterizzato da una forte crescita, AmmannYanmar si distingue ancora realizzando un anno da primato. Già nel 2006 annunciava un incremento del 22% nelle vendite; per il 2007 la crescita dovrebbe raggiungere il 25%. Questi ottimi risultati sono principalmente dovuti alla costante miglioria della qualità dei prodotti AmmannYanmar ed allo sviluppo incessante di nuove tecnologie che rispondano alle richieste del mercato. Senza dubbio la gamma ViO contribuisce a questo successo. ViO rappresenta la gamma più completa per il mercato dei miniescavatori ad ingombro posteriore nullo. Per ogni categoria di peso

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Ammann-Yanmar dispone di un prodotto adatto. Il biennio 2006 - 2007 ha visto il lancio di una nuova serie di macchine compatte: la serie SV nella categoria da 1 a 2 tonnellate con 3 modelli SV15, SV17 e SV17 EX (con carro allargabile). Nel novembre di quest’anno, un nuovo miniescavatore ad ingombro posteriore nullo, il ViO17 (Lavori Pubblici n. 28 settembre - ottobre 2007), ha completato la gamma ViO, già composta da 8 modelli. Quattro nuove torri faro da cantiere sia con generatore a bassa frequenza che senza, arricchiscono il ventaglio dell’offerta Ammann-Yanmar, che annovera ormai 29 macchine.

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Anche il 2008 sarà ricco di novità con il lancio all’inizio dell’anno di nuovi miniescavatori nella categoria 4 - 5 tonnellate, e verso la fine dell’anno di 2 nuovi modelli nella categoria 8 - 10 tonnellate. Per raggiungere il proprio obiettivo, ovvero ottenere il 15% del mercato entro il 2012, Ammann-Yanmar sta intensificando i propri investimenti per accrescere la produzione giornaliera. L’estensione di 8.500 m2 degli edifici coperti realizzata quest’anno permette di aumentare la capacità produttiva. Da 16 miniescavatori nel 2005, gli stabilimenti sono oggi in grado di produrre 28 miniescavatori al giorno: l’obiettivo è di arrivare a 40 macchine/giorno nei prossimi 3 anni. A questi numeri vanno aggiunti i prodotti direttamente importati dal Giappone (1/3 delle vendite totali). Oltre l’estensione degli stabilimenti, l’acquisizione di nuovi macchinari produttivi all’avanguardia della tecnologia (centri di lavoro, robot di saldatura, torri di stoccaggio automatizzate) è prevista per quest’anno e per l'intero 2008. Tutti questi sviluppi hanno indubbiamente un obiettivo in comune: mettersi al servizio del cliente. 1. Stabilimenti di Saint-Dizier 2. Parco macchine AmmannYanmar 3. Modello ViO17

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STRADE

Ciclovia Brembana con Natural Paviment GHERARDO MARCHELLI

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La Provincia di Bergamo, in particolare l'Area III Settore Progettazione Viabilità e Trasporti, ha realizzato una nuova pista ciclabile in ottemperanza all’art. 8 della Legge 366/1998, che dichiara: "l’area di sedime delle ferrovie dismesse o in disuso è utilizzata prioritariamente per la realizzazione di piste ciclabili; alle regioni è demandato il compito di individuare i tracciati ferroviari utilizzabili a tal fine e di programmare la realizzazione di itinerari ciclabili ad uso turistico seguendo i tracciati medesimi; gli argini dei fiumi e dei torrenti possono essere utilizzati, fatto salvo il rispetto della normativa vigente". Il nuovo tracciato della ciclovia della Valle Brembana, progettato dall'arch. Daniele Sari, dall'ing. Massimiliano Rizzi e dal geom. Federico Brignoli, è stato realizzato a partire da San Pellegrino

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Terme a Piazza Brembana: ha uno sviluppo complessivo di circa 18 km e percorre il Comune di San Pellegrino Terme, a partire dal Grand Hotel, attraversa da sud verso nord i territori dei Comuni di San Giovanni Bianco, Camerata Cornello, Lenna e Piazza Brembana, dove termina presso il vivaio forestale della Regione Lombardia, vicino alla piazza dell’ex stazione ferroviaria della Val Brembana. La ciclovia ha potuto fruire del sedime dell'ex ferrovia, in disuso dal 1962, che percorre la Valle Brembana dal capoluogo fino a Piazza Brembana, tranne che per un tratto già utilizzato come sede viaria, deviando quindi sulla sponda opposta per circa 1,6 km. La bicicletta non solo come mezzo da passeggio ma reale alternativa per gli spostamenti quotidiani, è la filosofia

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che da alcuni anni ispira la Provincia di Bergamo nella elaborazione del "Piano di rete dei percorsi ciclabili della Provincia di Bergamo". Una rete di oltre 500 chilometri, che si articola in una gerarchia di tracciati che nelle valli tendono a discostarsi dalle strade principali per percorrere gli argini dei fiumi o comunque percorsi campestri, divenendo anche un'attrazione turistica con una forte valorizzazione ambientale. Proprio nell'ottica di un'estrema cura nella progettazione a voler rendere particolarmente piacevole il percorso, i responsabili hanno valorizzato i manufatti storici della vecchia ferrovia con interventi di ripristino, attenti a non cancellare la storia, ma a cercare di

1. 3. Prima 2. 4. Dopo

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sottolinearla. Una sapiente illuminazione delle 13 gallerie con luci a terra ed azionamento in presenza di passaggi, valorizza le volte naturali. Gli interventi sui ponti preesistenti sono stati fatti in modo da preservarne le caratteristiche storiche, come ad esempio sul ponte nei pressi del Comune di San Giovanni Bianco che attraversa con una delle sue volte la strada statale, demolita in occasione dell'alluvione del 1987, per permettere l’agevole passaggio dei mezzi eccezionali. Questa volta è stata ricostruita con travi senza toccare i parapetti vecchi, inserendo all’interno i nuovi con un intervento che permette l’agevole passaggio dei mezzi eccezionali. Nell'ottica di un'estrema valorizzazione paesaggistica, oltre a ripristinare al meglio i versanti con pulizia e disgag-

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gio, demolizioni e rimozioni manufatti, posa di barriere in legno, metalliche e zincate a seconda delle tratte, è stata scelta la pavimentazione con tecnologia Natural Paviment proposta da Homar Nava della AZ Tech in collaborazione con T.D.S. Trattamenti di Superficie di Caselle Landi (LO). Natural Paviment, che permette un intervento visivamente piacevole, è anche economicamente interessante, sia in fase di posa che di gestione: essendo un manto bituminoso, ha la resistenza e durata dell’asfalto tradizionale. Questo consente inoltre ad eventuali riparazioni o interventi secondari di risultare economici e di semplice esecuzione. La colorazione naturale è data dallo studio della curva degli inerti scelti: in questo caso è un colore rosato del

porfido della cava di Cuasso al Monte della Provincia di Varese, scelto e studiato appositamente. L'inerte è l’elemento che determina la colorazione finale, grazie a lavorazioni superficiali che consentono allo stesso di essere spogliato dal bitume e quindi di apparire in superficie. Queste lavorazioni sono state studiate proprio da T.D.S. che collabora con AZ Tech per le realizzazioni in

5. 6. Arrivo ed area di sosta a Piazza Brembana 7. Contrasto di colore tra pavimentazione Natural Paviment e superficie non trattata in galleria 8. Segnaletica verticale 9. 10. Ripristino dell’arcata del ponte

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Natural Paviment, mettendo a disposizione la sua esperienza, le sue macchine e le sue tecnologie per il trattamento di superfici, e proponendo attivamente la miglior soluzione per l'intervento da eseguire. La differente colorazione della pista ciclabile rispetto alle sedi viarie tradizionali dà alla pista ciclabile una particolare evidenza, e nei tratti in cui affianca o incrocia le strade di viabilità ordinaria crea un elemento in più per la sicurezza di chi le percorre. Sempre per l’aspetto della sicurezza la pista è ben delimitata dalla strada statale nei tratti in cui la affianca, con barriere in legno ed attraversamenti estremamente visibili e segnalati. L’impatto ambientale è molto piace-

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vole grazie ai materiali scelti: legno per tutte le opere accessorie, piazzole di sosta e barriere di delimitazione, steli di porfido per l’apposizione della pianta del tracciato con la segnalazione di dove ci si trova e cippi indicatori tagliati a fetta di salame, come erano quelli della ferrovia, con incisi i chilometri delle distanze del punto di arrivo e di partenza. Il tracciato diviene così un percorso di riferimento, un'occasione per ricucire in un unico sistema le aree di rilevanza naturalistico ambientale con le aree pedonali centrali degli abitati, le piazze ed i parchi urbani, offrendo nel contempo la possibilità ai turisti di accedere alle località ubicate lungo la Val Brembana. Lungo il

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percorso, sono state realizzate aree di sosta, aree di interscambio prossime alle strade principali, dove gli utenti possono arrivare in auto e ripartire in bicicletta. E' nata quindi un'opera che non deturpa il paesaggio, ma lo valorizza; dove non regna prepotente il rumore dei motori, ma si sentono solo le voci della natura, ammirando così i meravigliosi ed unici scorci di paesaggi bergamaschi.

11. Galleria con pavimentazione non trattata per aumentare l’effetto scenico 12. La colorazione naturale evidenzia visivamente la presenza della pista nei pressi delle strade

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Un intervento geotecnico a Milano con argilla espansa Leca, la soluzione leggera STRADE

A Milano, nel cuore del progetto di trasformazione urbana che interessa l’area Porta Garibaldi - Repubblica, la costruzione della rampa carrabile temporanea di collegamento fra la stazione ferroviaria e via Sturzo è stata effettuata utilizzando l’argilla espansa Leca: grazie alla sua leggerezza, questo materiale ha permesso di costruire l’infrastruttura su un sito difficile, posto sopra il tracciato della metropolitana. L’obiettivo: costruire una rampa carrabile di approdo a piazzale Freud, di fronte alla stazione ferroviaria milanese di Porta Garibaldi, dalla vicina via Sturzo. Il problema da risolvere: rea-

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lizzare un intervento rapido e dal peso contenuto su un sedime al di sotto del quale corre la linea metropolitana. La soluzione: l’utilizzo in cantiere dell’argilla espansa Leca di produzione Laterlite. L’intervento in oggetto si colloca nell’ambito del prestigioso progetto di trasformazione urbana che vedrà sorgere a Milano, sull’area Porta Garibaldi - Repubblica, le realizzazioni nate dalla creatività di alcuni fra i più importanti architetti contemporanei, dalla Città della Moda di Cesar Pelli alla seconda

sede della Regione Lombardia di Pei Cobb Freed & Partners (in collaborazione con Paolo Caputo Partnership). Il progetto dell’opera è della società Alpina S.p.A. di Milano, mentre l’esecuzione è affidata all’impresa Lucchini Artoni S.p.A. di Segrate (MI). Nata come infrastruttura temporanea di servizio alle grandi trasformazioni in corso, la rampa potrebbe però entrare a far parte in modo permanente della rete di percorsi e collegamenti dell’area. Le indicazioni di progetto erano chia-

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re: il peso della nuova costruzione non avrebbe potuto eccedere gli stretti limiti progettuali, ma garantire nel contempo resistenza adeguata e omogenea. A questo scopo, per la realizzazione del rilevato, circa 4,5 m di altezza ed un peso di circa 650 kg/m3, al posto degli inerti tradizionali è stata utilizzata argilla espansa Leca mista a boiacca come legante (la miscela era composta da 150 kg di cemento per ogni m 3 di argilla). Complessivamente il lavoro ha richiesto la fornitura di circa 900 m3 di argilla espansa, consegnata giornalmente per una quantità intorno a 150 m3. Il primo passo è stata la posa, fra terreno e rilevato di argilla, di un tessuto non tessuto anticontaminante. La fase successiva è stata il pompaggio dell’impasto: il materiale secco giunto in cantiere in autocisterne veniva pompato verso il sito di costruzione del rilevato; nell’ultimo tratto del tubo di pompaggio si inseriva il condotto proveniente dall’impianto di produzione della boiacca, la quale veniva quindi mescolata all’argilla producendo il conglomerato finale. L’ultimo passaggio di lavorazione, prima della realizzazione dello strato di finitura superficiale con binder e tappeto di

usura come una normale arteria stradale, ha visto l’impasto steso, costipato dall’operatore ogni 50 cm di spessore raggiunto con piastra vibrante. La realizzazione ha sfruttato in pieno le caratteristiche dell’argilla espansa Leca, che ne fanno un materiale sempre più utilizzato per le applicazioni geotecniche, dall’edilizia alle infrastrutture. La costruzione di rilevati stradali leggeri o l’allargamento di rilevati esistenti, posti su terreni con scadenti proprietà meccaniche o, come in questo caso, con la presenza di infrastrutture ipogee, è non a caso uno degli interventi più diffusi basati sull’uso di argilla espansa. L’argilla espansa Leca permette, infatti, di evitare gli oneri di stabilizzazione del terreno di fondazione, soprattutto grazie al peso estremamente ridotto rispetto ai materiali tradizionali. I vantaggi principali si riassumono nella riduzione dei rischi di cedimento assoluto e differenziale con il mantenimento dello stato di sforzo originale, l’incremento del coefficiente di sicurezza valutato con riferimento allo stato limite ultimo del rilevato, la possibilità di evitare l’utilizzo di precarichi e dunque scongiurare soluzioni tecniche

più lunghe e costose. L’argilla espansa Leca è un prodotto versatile che in ambito geotecnico può essere impiegato per differenti tipologie di intervento: può essere utilizzata, infatti, per la realizzazione di rilevati su pendio, fondazioni compensate, muri di sostegno, paratie, rampe di allineamento ad altri manufatti edili, strutture di protezione dalla caduta massi, trincee drenanti e allettamento di tubature, ritombamenti su strutture e riprofilatura dei pendii, riempimenti di grotte e cavità sotterranee, riempimenti leggeri in campo civile e ambientale, tappeti bituminosi (a elevata aderenza e fonoassorbenti) e altre applicazioni stradali. Per approfondire le potenzialità dell’argilla espansa in questo ambito, Laterlite ha pubblicato il volume: "Applicazioni geotecniche e caratterizzazione meccanica dell’argilla espansa Leca", curato dal professor Claudio di Prisco del Politecnico di Milano. Il libro, che contiene in allegato un programma di calcolo di supporto alla progettazione, può essere richiesto inviando la richiesta direttamente a Laterite, cui si può anche richiedere informazioni relative a questo particolare ambito applicativo dell’argilla espansa Leca.


VIABILITA' INVERNALE

Weissenfels, un'azienda moderna proiettata nel futuro

Weissenfels, situata tra le montagne friulane nel cuore delle Alpi Giulie, è un’azienda che in oltre 500 anni di storia si è affermata sui mercati mondiali, come attore all’avanguardia nella produzione di catene e nella loro distribuzione. Weissenfels è specializzata nella produzione di catene da neve per autovetture, per autotrasporto e per mezzi ed applicazioni speciali; vanta la sua fondazione storica nel lontano 1462. Weissenfels è anche uno dei più importanti produttori del panorama mondiale nel settore delle catene per il sollevamento, soddisfacendo le esigenze di sofisticati mercati di sbocco quali l’industria pesante, la cantieristica e l’edilizia; dispone inoltre di una gamma completa di antifurto a catena e lucchetti, come di accessori e catene in acciaio per la pesca e la nautica da diporto. L’alto grado di preparazione dello staff e una mentalità dinamica sono le carte vincenti del suo crescente successo. L’eccellente livello qualitativo dei prodotti, dei materiali, del design, della tecnologia costruttiva e del servizio contraddistingue e premia quest’azienda con affermazioni sempre più brillanti, sui mercati nazionali ed internazionali. L’obiettivo di Weissenfels è concretizzare e promuovere uno sviluppo industriale rivolto ad una copertura 40

totale delle esigenze del cliente. Weissenfels ha realizzato una linea completa di catene da neve, utilizzando acciai speciali ad alta resistenza, per tutti i tipi di mezzi di trasporto: auto di tutte le cilindrate, furgoni, SUV fino ad arrivare ai mezzi pesanti e mezzi speciali da trasporto su strada e fuoristrada o da lavoro per il settore della deforestazione professionale. Dopo una ventennale esperienza maturata fornendo con successo applicazioni per il settore della deforestazione professionale in Canada, negli Stati Uniti ed in tutta l’Europa del Nord, Weissenfels ha deciso di allargare la propria offerta anche al mercato italiano e centro-europeo mettendo a punto prodotti appositamente studiati tenendo conto della crescente domanda di tecnologie al servizio della meccanizzazione forestale. La gamma comprende 11 modelli di catene per applicazioni forestali, 6 modelli di catene utilizzabili sia per applicazioni forestali che per l’attività di sgombraneve e 4 modelli di catene per il trasporto forestale, stradale e per 4 x 4. Tutte le catene sono costruite con acciaio speciale ad alta resistenza e cementate in impianti ad altissima tecnologia per ottenere performance ottimali anche nelle applicazioni che richiedono un’eccellente capacità di

presa su terreni molto impegnativi. La gamma comprende catene ad anelli centrali fissi, ad anelli flottanti nonché catene a rete con ramponi di presa antiusura. Tutte le catene sono studiate per avere una continua autopulizia in esercizio ed una elevata durata nel tempo. Weissenfels ha costruito la propria tradizione grazie agli elevatissimi standard di qualità che contraddistinguono i prodotti offerti alla clientela. Dal 1996 le aziende Weissenfels sono certificate secondo le norme ISO 9001 e UNI EN ISO 9001:2000 da parte del Det Norske Veritas, uno dei più severi e prestigiosi istituti di certificazione al mondo, e basano la propria filosofia gestionale su un radicato Quality Management System. Le catene da neve Weissenfels, dopo aver superato test severissimi, hanno ottenuto il marchio tedesco TÜV, che garantisce il monitoraggio del sistema di produzione, l’affidabilità, la qualità e la sicurezza all’utilizzatore, ed hanno conseguito anche la certificazione austriaca ÖNORM V 5117 per le catene del settore professionale. Il sistema di gestione di Weissenfels è in continuo e costante miglioramento e l’obiettivo con cui opera il management è quello di offrire al cliente un prodotto contraddistinto da elevata qualità e servizio.

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Lituania, fornitura Assaloni di 16 veicoli per le strade nazionali VIABILITA' INVERNALE

Assaloni rappresenta ormai da oltre un decennio una realtà importante nel panorama europeo dei costruttori di sgombero neve, ed in questo periodo ha consolidato una presenza sui mercati di esportazione che rappresenta costantemente una percentuale, ovviamente variabile di anno in anno, dal 40 al 60% del proprio "turn over". I mercati tradizionali di esportazione sono rappresentati dall'Europa di lingua latina, in particolare Spagna e Francia, alle quali si sono accompagnati nel tempo diversi paesi dell'Est Europa nonché quelli dell'Europa Centrale, tradizionalmente più legati sia per tradizione che per metodologia di utilizzo a produttori locali, per arrivare infine agli Stati Uniti, dove un'esperienza legata alla storica partnership con l'organizzazione Unimog della Mercedes-Benz è sfociata, nell'ottobre 2007, nella nascita di Assaloni America. Anche per questa ragione assume particolare rilevanza la fornitura appena completata di 16 veicoli Iveco Traker 4x4 attrezzati per sgombero neve al Lietuvos Automobiliu Keliu Direkcija, vale a dire l'ente che in Lituania corrisponde ad Anas S.p.A. in Italia. Questa fornitura, che è stata resa possibile da un rapporto ormai consolidato nel tempo, in particolare per le forniture di esportazione, con la Iveco S.p.A. di Torino: è stata realizzata gra-

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zie all'operato del locale importatore Iveco, la società Transmitto, che è risultata aggiudicataria di una gara d'appalto che comprendeva la fornitura dei veicoli completi di impianto oleodinamico centralizzato per l'alimentazione di lama frontale, lama laterale e spargisale, nonché la realizzazione del cassone ribaltabile trilaterale realizzata dalla Società Cantoni di Boffalora Ticino (MI). La soluzione tecnica dell'accoppiamento lama frontale - lama laterale permette di aumentare in maniera significativa il fronte di lavoro del veicolo, e risulta particolarmente interessante per paesi come le Repubbliche Baltiche che non presentano rilievi montuosi, ma per latitudine hanno necessità operative continuative di sgombero neve per 4/6 mesi all'anno. Va rilevato che la suddetta soluzione non è permessa dal codice della strada del nostro paese, mentre è assai diffusa nel resto d'Europa e nel Nord America. L'acquisizione dell'ordine ha permesso ad Assaloni di fornire il nuovo impianto centralizzato per la movimentazione della attrezzature gestita da una carta elettronica che, opportunamente configurata, è in grado di azionare differenti tipi di attrezzature che necessitano di diverse portate e pressioni. I vantaggi di questa nuova tipologia di impianto si possono riassumere in

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questi termini: grande flessibilità, con la possibilità di tarare l'impianto in funzione delle attrezzature che debbono essere montate e con la possibilità di modificare la suddetta taratura nel tempo; riduzione significativa degli ingombri, sia per gli organi esterni quali il gruppo elettrodistributore, sia soprattutto per la scatola comandi per la movimentazione delle attrezzature posizionata nella cabina del veicolo; riduzione significativa dei tempi dei assemblaggio e di conseguenza dei costi dell'impianto stesso. Questa nuova metodologia di allestimento dei veicoli è parte integrante di un importante programma di engineering improntato sull'innovazione tecnologica che Assaloni ha attivato in maniera ancora più convinta nell'ultimo quinquennio, seguendo il solco di una tradizione già esistente, e che ha portato alla presentazione di nuovi prodotti dotati di brevetti esclusivi nell'ambito della manutenzione stradale quali, a puro titolo di esempio, le piattaforme aeree scarrabili prive di stabilizzatori della serie PAS e le lame telescopiche estensibili della serie E, che rappresentano a tutt’oggi senz'altro uno dei prodotti più innovativi nell'ambito dello sgombero neve sulle strade di grande percorrenza.

1. Iveco attrezzato con lame frontale e laterale Assaloni 2. Pompa ausiliaria tandem

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IGIENE URBANA

Novità in casa Schmidt per il settore environmental

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La gamma delle spazzatrici Schmidt si è ampliata con l’inserimento di un nuovo modello da 1,5 m3 denominata Swingo 150. L’inserimento di questo prodotto nella fascia di spazzatrici aspiranti medio piccole nasce da una specifica richiesta del mercato, che chiede macchine dalle dimensioni contenute, alte prestazioni, ma con costi di acquisto e gestione sempre più contenuti. La Swingo 150, nata dalla pluriennale esperienza maturata da Schmidt nel settore delle macchine operatrici compatte, possiede infatti le caratteristiche performanti della sorella maggiore Swingo 200 già operativa in

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migliaia di unità presso le più importanti aziende municipalizzate e comuni in Italia e in tutta Europa. Le caratteristiche principali di questa macchina sono una motorizzazione Euro 4, la possibilità di averla a richiesta con 2 o 4 ruote sterzanti in fase operativa, una perfetta visibilità da parte dell’operatore grazie all’ampia vetratura panoramica, il solo utilizzo di un joystick per gestire l’utilizzo delle due grandi spazzole anteriori che garantiscono una fascia spazzante di 2.900 mm, e le comode sospensioni ad ammortizzatori idraulici che pure su terreni sconnessi offrono il massimo comfort all’operatore anche alla velo-

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cità massima di 40 km/h. La spazzatrice può inoltre essere equipaggiata con un "pacchetto neve" consistente in una lama montata frontalmente ed un piccolo spargisale alloggiato nella parte posteriore. Con questa nuova macchina, in consegna già dai primi mesi del prossimo anno, la gamma di spazzatrici Schmidt si completa in modo unico sul mercato mondiale, offrendo: Swingo 100, spazzatrice idrostatica da 1 m3 Swingo 150, spazzatrice idrostatica da 1,5 m3 Swingo 200, spazzatrice idrostatica da 2 m3

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Cleango 400, spazzatrice idrostatica da 4 m3 SK 500, spazzatrice autocarrata da 5 m3 (monomotore, idrostatica in fase operativa) SK 600, spazzatrice autocarrata da 6 m3 (con motore ausiliario) SK 600 Multipower, spazzatrice autocarrata da 6 m3 (monomotore con presa di forza al motore) SK 600 HS, spazzatrice autocarrata da 6 m3 (monomotore, idrostatica in fase operativa). Altra novità che riteniamo potrà 7 avere successo come già in altri paesi europei è la City Jet Lavastrade da 6.450 litri allestita su telaio Schmidt con motorizzazione Euro 4, trasmissione idrostatica, guida con con patente B, una larghezza di soli 1.800 mm, una barra anteriore di lavaggio telescopica che può garantire una fascia di lavaggio di 3.100 mm mediante un impianto ad alta pressione con una portata di 165 litri/min a 60 bar. Non possiamo concludere senza spendere due parole sui compattatori Faun, che da quest’anno sono commercializzati dalla potenziata rete commerciale Schmidt Automotive Italia S.r.l., la quale, avvalendosi di una gamma di prodotti assolutamente interessanti e di una qualità storicamente eccellente, comincia a dare i primi risultati con vendite ad una clientela alla ricerca di alta affidabilità ad un prezzo talvolta inaspettato. 1. Schmidt City Jet 2. Schmidt Cleango 400 3. Schmidt SK 500 4. Schmidt SK 600 5. Schmidt Swingo 200 6. Schmidt Swingo 100 7. Schmidt Swingo 150

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BARRIERE PARAMASSI

CTR 50/07/A, la barriera paramassi oltre la frontiera dei 5.000 kJ DOTT. ING. GIORGIO CAVALLET Premessa Solo fino a qualche anno fa sembrava impensabile riuscire a costruire barriere paramassi in grado di assorbire energie di impatto di oltre 5.000 kJ. Eppure sono trascorsi pochi anni e grazie allo sviluppo ed all’evoluzione della ricerca tecnica e scientifica su tali speciali opere strutturali, al perfezionamento delle conoscenze in merito alla scelta della qualità dei materiali, e soprattutto della migliore comprensione del loro comportamento, si è passati in un breve volgere di tempo dalla produzione di barriere paramassi dall’energia di dissipazione di pochi kJ fino ad oltrepassare la significativa frontiera dei 5.000 kJ. Ricordo, a chi magari non fosse particolarmente avvezzo a queste grandezze caratteristiche, che l’energia d’impatto di 5.000 kJ può essere raffigurata, pur in modo evidentemente indicativo, ma molto significativo, come l’energia cinetica posseduta da un autotreno del peso di circa 160 kN che viaggia a circa 90 km/h (25 m/s) impattante contro un ostacolo presente lungo la sua marcia. Il superamento della frontiera dei 5.000 kJ rappresenta oggi in Italia, ma non solo nel nostro paese, una pietra miliare nella produzione delle barriere paramassi. L’aver superato questa soglia significa aver quasi doppiato le caratteristiche prestazionali delle barriere abitualmente disponibili nel mercato degli elementi di ritenuta paramassi e, contemporaneamente, aver aperto, forse, la strada a barriere a rete metallica dalla capacità dissipativa impressionante e paragonabile, per certi versi, a quella degli odierni rilevati paramassi in terra (armata o non), e poi, chissà, magari un giorno non molto lontano, 44

vista la velocità di sviluppo di queste strutture, riuscire anche a superarla. Faccio presente che, fino ad ora, le barriere maggiormente performanti comunemente disponibili raggiungono energie di dissipazione attorno a 3.000 kJ. Ciò costringe i progettisti a studiare i più svariati accorgimenti (quali il rinforzo più o meno empirico delle barriere esistenti oppure l’inserimento di doppi o tripli filari in successione con ovvie difficoltà di posa e, comprensibilmente, di costi) quando le laboriose e complicate analisi, eseguite attraverso sofisticati codici di calcolo e con verifiche in situ, dimostrano la necessità di installare barriere paramassi aventi energia di dissipazione ben oltre quelle disponibili. Per far fronte a queste esigenze, e non solo, è nata la barriera CTR 50/07/A, frutto della elaborazione progettuale e della realizzazione tecnica della ditta Consorzio Triveneto Rocciatori di Fonzaso (Belluno). La barriera CTR 50/07/A è stata, infatti, ripetutamente sottoposta a prove, migliorata e raffinata nel corso

degli anni 2006 e 2007, fino al raggiungimento degli standard prestazionali previsti dal progetto e testati formalmente l'11-09-2007, giorno nel corso del quale hanno avuto luogo le prove di crash test in scala reale sul kit di prova presso il campo a caduta verticale di Agana - Fonzaso (BL). Le prove sono state effettuate secondo le indicazioni e la supervisione scientifica del prof. ing. Guido Gottardi e della sua collaboratrice dott. ing. Laura Govoni del Dipartimento DISTART dell’Università degli Studi di Bologna, ai quali, peraltro, vista la loro pluriennale esperienza e professionalità, spetta la certificazione dei risultati delle prove. In mancanza della definizione di una prova standardizzata a livello nazionale che sia in grado di stabilire delle classi di resistenza a cui le singole barriere devono appartenere, si è deciso di condurre le prove in base a quanto indicato nelle linee guida dell’EOTA (European Organisation for Techinical Approval) rappresentate nella bozza delle “ETAG - Linee guida per il benestare tecnico europeo di kit di protezione contro la caduta massi" (Guideline for European Technical Approval of Falling Rock Protection Kits) attualmente in corso di approvazione e secondo la "Direttiva per l’omologazione delle reti paramassi UFAFP - Istituto Federale di ricerca WSL 2001 (CH)". L’esigenza nel seguire queste indicazioni, benché non cogenti, nasce dalla necessità di perseguire l’obiettivo di catalogare una barriera paramassi come un qualsiasi altro prodotto da costruzione in riferimento alla Direttiva CEE/89/106 del 21.12.1988 (Direttiva Prodotti da Costruzione) visto che tale definizione appare in

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tutta la sua evidenza soprattutto nelle ultime linee guida emanate (pur in bozza e sperando che vengano approvate prima o poi) che classificano il kit paramassi come una forma particolare di prodotto da costruzione e in quanto tale soggetto alle norme dettate dalla Direttiva Prodotti da Costruzione.

Il campo prove di Agana - Fonzaso Il campo prove a caduta verticale di proprietà del Consorzio Triveneto Rocciatori di Fonzaso (BL), già probabilmente noto agli attenti lettori della rivista "Lavori Pubblici" essendo stato descritto in precedenti edizioni, è allestito in località Agana in Comune di Fonzaso (BL) a circa 2 km dall’abitato e dalla ex S.S. 50 del Grappa. Il sito, posto all’interno di un’ampia area pianeggiante è coronato, verso nord, da una parete rocciosa pressoché verticale. In corrispondenza della parete rocciosa è installato un braccio di sollevamento, a struttura in profilati d’acciaio, adeguatamente collegato a terra mediante plinti in c.a. e barre di ancoraggio. Il braccio è dotato di dispositivi meccanici che permettono il movimento di brandeggio, per consentire il corretto posizionamento del masso di lancio e raggiungere, con estrema precisione, il punto d’impatto prestabilito sui pannelli di rete della barriera da testare. Il collegamento tra il braccio e il blocco di prova avviene attraverso un bozzello in acciaio di forma e dimensione tale da consentire un’adeguata stabilità rototraslazionale soprattutto in fase di sgancio, ed evitare così l’instaurarsi di movimenti parassiti del blocco in caduta che potrebbero causare conseguenze imprevedibili (errori di target) che potrebbero invalidare la bontà dei risultati dell’intera prova. Si evidenzia che il sistema di sgancio è dotato di un sofisticato, quanto sicuro, dispositivo di rilascio automatico, attivabile elettricamente a distanza, studiato in modo tale da non pro-

Sezione schematica del nuovo campo prove di Fonzaso

vocare alcuna interazione con il moto del masso fin dal suo inizio. Proprio per poter raggiungere e superare la prevista soglia dell’energia d’impatto dei 5.000 kJ, la capacità di sollevamento del braccio è stato incrementata fino a 200 kN, rispetto ai 130 kN della configurazione tipica finora utilizzata nei test sulle barriere di classe inferiore. La barriera CTR 50/07/A sottoposta al crash test in scala reale, è stata posizionata in parete verticale, ad una quota di circa 12 m dal piano campagna. Il kit della barriera da testare, in particolare, è costituita da un modulo funzionale formato da tre campate con interasse tra i montanti pari a circa 10 m. La barriera è trattenuta in posizione suborizzontale (circa 10° verso monte) da controventi di monte e laterali. In corrispondenza dell’area di caduta, è stato eseguito uno scavo di profondità di 4 m, al fine di consentire la massima possibilità di deformazione della barriera evitando, nel contempo, qualsiasi tipo di contatto ed interazione del masso con il terreno. Tutti i controventi della barriera sono collegati al terreno mediante ancoraggi doppi dotati ciascuno di una propria cella di carico (carico nominale 500 kN, classe di precisione 0,10%) per il rilievo in continuo degli sforzi agenti durante la prova. Tali

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dispositivi, in particolare, consentono la registrazione dei dati con frequenza fino a 1.000 letture al secondo. Nella nuova evoluzione 2007 del campo prove, anche i montanti sono stati dotati di dispositivi per la misurazione delle forze trasmesse in fase d’impatto alla piastra di base. In particolare, ciascun montante è dotato di un sistema di tre celle di carico, di cui una dedicata alla misurazione della forza di compressione, una per la misurazione della forza di taglio orizzontale (con giacitura nel piano della barriera) ed, infine, una per la misurazione del taglio in direzione verticale (giacitura nel piano ortogonale al piano della barriera). Le celle di carico applicate alla base del montante sono dotate di carico nominale di 1.000 kN e classe di precisione 0,10%, mentre la frequenza di lettura ed acquisizione dei dati è di 1.000 letture al secondo. Si evidenzia che, con l’applicazione delle celle di carico anche sui montanti oltre che sui controventi, di fatto, tutti gli sforzi agenti sulla struttura sono completamente e continuamente monitorati nel corso dell’intera durata del test. La registrazione ed immagazzinamento dei dati, infatti, avviene, come detto, in continuo con l’invio degli stessi ad un computer, posizionato all’interno del box ufficio costruito adiacente all’a-

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rea di caduta, da cui è possibile leggere subito tutti i valori raccolti. La possibilità della rapida lettura dei risultati consente, peraltro, di capire immediatamente se la prova è da considerarsi correttamente eseguita oppure se qualche particolare ha la necessità di maggior approfondimento progettuale, oppure ancora consente di capire piuttosto rapidamente le ragioni di eventuali fallimenti della prova. I dati, successivamente, vengono rielaborati ed utilizzati per creare grafici e tabelle, ed analizzati, oltre che per leggere la necessaria indicazione del tiro massimo registrato ad ogni ancoraggio, anche per la valutazione generale del comportamento della barriera e di ogni suo componente in fase d’urto e procedere, se del caso, a ulteriori step progettuali di raffinamento degli elementi costruttivi. All’interno del campo è stata individuata una postazione dalla quale viene rilevata, mediante strumentazione topografica di precisione, la posizione del blocco di prova e dei componenti della barriera prima e dopo lo sgancio in modo tale da poter avere l’inserimento geometrico spaziale completo ed accurato della barriera e della deformazione subita dal sistema. Ogni singolo evento viene poi integralmente registrato da quattro telecamere (tre frontali ed una laterale) ad altissima precisione posizionate con diversa angolazione. I filmati risultano di estrema utilità quale termine di confronto e di verifica della velocità di caduta e sono utilizzati anche per la verifica del punto di impatto, per il rilievo della massima deformazione (prima del ritorno elastico), del tempo di frenata e della velocità di impatto. Per la rilevazione esatta della velocità d’impatto (dato essenziale per il calcolo dell’energia assieme alla massa del blocco) l’impianto è stato dotato di un misuratore di velocità a sensori laser, che rileva le interruzioni di tre raggi laser e calcola il tempo trascorso fra le interruzioni. Il sistema di rilevazione della velocità abbinato alla materiale

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pesata del masso di prova, consente così di determinare agevolmente l’effettiva energia cinetica al momento dell’impatto, valore da confrontare, poi, con quello corrispondente valutato per via teorica. I dati relativi alle velocità, rilevati durante l’evento, vengono trasmessi immediatamente, via radio, ad un altro computer situato nel box ufficio per la registrazione ed il confronto con quanto rilevato dalle riprese delle telecamere. In altre la parole, nel campo prove di Agana la determinazione della velocità (elemento fondamentale nello stabilire le energie in gioco) subisce almeno tre verifiche (teorica, video, rilevatore laser). In tal modo la conseguente determinazione dell’energia di impatto può essere considerata effettiva.

La prova sulla barriera CTR 50/07/A Come accennato in premessa, il programma delle prove è stato condotto secondo le indicazioni fornite dalle linee guida dell’EOTA (European Organisation for Techinical Approval) rappresentate nella bozza delle "ETAG - Linee guida per il benestare tecnico europeo di kit di protezione contro la caduta massi" (Guideline for European Technical Approval of Falling Rock Protection Kits) attualmente in corso di approvazione e secondo la "Direttiva per l’omologazione delle reti paramassi

- UFAFP - Istituto Federale di ricerca WSL 2001 (CH)". In particolare, secondo le indicazioni sopra elencate, si è scelto di effettuare due prove consecutive: una prova M.E.L. (Maximum Energy Level massimo livello di energia) relativa ad una energia di dissipazione prestabilita superiore a 5.000 kJ e, successivamente, ad una prova al 50% dell’energia della prova M.E.L. In generale, l’obiettivo che comunque le norme tecniche elencate vogliono perseguire consiste nella valutazione della risposta fornita dalla barriera sottoposta a prova di crash test in scala reale, mediante l’osservazione e il rilievo del suo comportamento sotto l’azione dell’impatto di un blocco dotato di energia cinetica prestabilita. Nel caso della prova sulla CTR 50/07/A il kit paramassi di prova è stato assemblato nella configurazione tipo di 3 moduli funzionali. E' stato successivamente eseguito il rilievo topografico completo della posizione geometrica di tutti i componenti (montanti, controventi, ancoraggi...). Il blocco di prova, del peso di 158,92 kN misurato con un dinamometro, è stato alzato con il braccio di sollevamento fino a raggiungere l’altezza di caduta prestabilita (33,85 m) in relazione all’energia che si è inteso raggiungere. Dopo l’attivazione del dispositivo elettrico di sgancio rapido, il blocco di prova è stato lasciato libero in caduta verticale fino ad impattare sulla campata centrale della barriera paramassi. Al momento dell’impatto il blocco era svincolato dal mezzo di sollevamento e non era possibile alcuna interazione con il terreno. L’energia cinetica Ek al momento dell’impatto può essere ricavata in via teorica con la semplice relazione Ek = 1/2 mv2 una volta nota la massa del blocco e misurata la sua velocità di impatto con i dispositivi di misura illustrati in precedenza. Al termine della prova, senza rimuovere il blocco sono state registrate le misure relative alla deformazione finale (allungamento finale della rete rispetto

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alla configurazione iniziale), all’altezza residua (distanza minima tra le due funi portanti, inferiore e superiore), alle deformazioni degli elementi dissipatori applicati alla barriera (deformazioni plastiche dei freni). Successivamente sono stati scaricati i dati dagli elaboratori, dalle riprese televisive e sono stati interpretati, pur con analisi speditive, tutti i risultati ottenuti prima di dichiarare la prova positiva. Successivamente, dopo aver rimosso il masso di prova, senza eseguire alcun intervento di sistemazione, riparazione o sostituzione di alcun elemento, la barriera è stata sottoposta ad un ulteriore impatto ad un livello di energia superiore al 50% dell’impatto al massimo livello di energia. Anche dopo il secondo impatto sono state rilevate le caratteristiche geometriche della deformazione finale, dell’altezza residua e delle deformazioni degli elementi dissipatori applicati alla barriera secondo le modalità riferite in precedenza. Risultati della prova sulla barriera CTR 50/07/A I risultati delle prove dell'11.09.2007 sono riportati nelle seguenti tabelle:

Prova d’urto 1 - M.E.L. energia cinetica d’impatto oltre i 5.000 kJ: Massa del blocco m 16.200 kg Peso del blocco P 158.92 kN Altezza di caduta H 33.85 m Velocità all’impatto vf 25.45 m/s misurata Energia cinetica misurata Ek 5.246 kJ Tempo di frenata ts 0.39 s Deformazione max Dm 5.60 m Deformazione finale Df 5.05 m Altezza nominale barrieraHn 6.00 m Altezza residua rete Hr 3.91 m Tiro ancoraggio laterale TL 255.90 kN Tiro ancoraggio monte TM 250.60 kN Compressione Montante Np 475.60 kN Taglio orizzontale montante Top 163.60 kN Taglio verticale montante Tvp 265.50 kN * i valori di tiro sugli ancoraggi, taglio e compressione sui montanti sono valori di picco registrati durante la prova Per quanto riguarda gli altri elementi della barriera, durante la prova MEL è stato registrato che: - montanti: nessuna rottura o deformazione plastica; - piastra di base: nessuna rottura o deformazione plastica;

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- pannelli di rete: nessuna rottura di maglia; - funi metalliche: nessuna rottura; - dissipatori di energia: accorciamento massimo inferiore della corsa, nessuna rottura. Prova d’urto 2 - ad energia oltre 50% M.E.L.: Massa del blocco m 9.560 kg Peso del blocco P 93.78 kN Altezza di caduta H 34.23 m Velocità all’impatto misurata vf 25.68 m/s Energia cinetica misurata Ek 3.152 kJ Tempo di frenata ts 0.18 s Deformazione max Dm 6.40 m Deformazione finale Df 5.90 m Altezza nominale barriera Hn 6.00 m Altezza residua rete Hr 3.55 m Tiro ancoraggio laterale TL 173.10 kN Tiro ancoraggio monte TM176.90 kN Compressione Montante Np 336.90 kN Taglio orizzontale montante Top106.90 kN Taglio verticale montante Tvp161.40 kN * i valori di tiro sugli ancoraggi, taglio e compressione sui montanti sono valori di picco registrati durante la prova. Per quanto riguarda gli altri elementi

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della barriera, durante la prova 50% MEL è stato registrato che: - montanti: nessuna rottura o deformazione plastica; - piastra di base nessuna rottura o deformazione plastica; - pannelli di rete: nessuna rottura di maglia; - funi metalliche: nessuna rottura; - dissipatori di energia: accorciamento massimo inferiore della corsa, nessuna rottura.

Considerando che durante le prove il blocco si arresta in posizione di allungamento finale della barriera Df non trascurabile, è interessante notare che vi è un ulteriore contributo di energia, che chiameremo potenziale ∆Ep, che viene comunque dissipato dalla barriera paramassi. Nel corso della prova MEL il contributo energetico potenziale ∆Ep può essere valutato in funzione della coincidenza dell’allungamento finale della barriera (5,05 m), mentre nel secondo lancio al 50% MEL viene determinato in funzione dell’incremento di allungamento dalla posizione della barriera dopo il primo impatto (4,81 m), così come rilevata topograficamente dopo aver rimosso il masso della prima prova, e la posizione finale dopo il secondo impatto (5,90 m). Fermo restando che le caratteristiche prestazionali della barriera sono valutate esclusivamente con riferimento all’energia cinetica misurata Ek può tornare interessante raffigurare nella seguente tabella la determinazione quantitativa dell’energia potenziale ∆Ep: Prova Massa ∆s ∆Ep [kJ] [m] [kg] 802.0 5.05 MEL 16.200 50% MEL 9.560 1.09 102 A seguito delle prove d’urto in vera grandezza effettuate sulla barriera paramassi CTR 50/07/A, si possono effettuare le seguenti considerazioni conclusive: 1. In data 11-09-2007 è stata realiz48

zata una prova d’urto al massimo livello di energia (Prova MEL). L’energia cinetica teorica all’impatto, valutata a partire dall’altezza di caduta, è risultata pari a 5.379 kJ. 2. Sempre in data 11-09-2007, senza eseguire alcun intervento di sistemazione e ripristino, la barriera CTR 50/07/A è stata sottoposta all’urto successivo di un blocco, avente energia cinetica teorica all’impatto, valutata a partire dall’altezza di caduta, pari a 3.209 kJ. 3. Poiché le prove sono state effettuate a caduta verticale, senza contatto del blocco con il terreno, le perdite di energia dovute al lavoro delle forze di attrito risultano minori del 3% dell’energia cinetica teorica. 4. Grazie all’utilizzo dell’apparecchiatura a sensori laser per la misura dell’effettiva velocità del blocco di prova poco prima del suo impatto con la barriera, l’energia cinetica misurata all’impatto del blocco è risultata, per la prova MEL pari a 5.246 kJ, mentre per il lancio successivo è risultata pari a 3.152 kJ. 5. Le prove non hanno riguardato gli elementi di fondazione, ma sono state comunque rilevate nel tempo le forze di trazione raggiunte nei singoli punti d’ancoraggio. Inoltre, grazie all’impiego di specifiche celle di carico posizionate in corrispondenza della base dei montanti, è stato rilevato l’andamento nel tempo di tutte le componenti della forza trasmessa alle fondazioni del montante stesso. 6. I dissipatori di energia sono entrati correttamente in funzione e i relativi accorciamenti opportunamente rilevati. Nessun dissipatore di energia è arrivato a rottura in nessuna delle due prove. 7. Tutte le prove effettuate hanno registrato l’arresto del blocco di prova con esito positivo e non si sono registrate rotture nei pannelli di rete, nelle funi portanti e di controvento, né in alcun altro compo-

nente del sistema. 8. Sotto l’effetto degli urti, la barriera si è sempre deformata in maniera sostanzialmente simmetrica. La particolare modalità di collegamento del giunto interposto fra le piastre di base e i montanti ha consentito che lo spostamento di questi ultimi avvenisse senza provocare danni o rotture al giunto stesso e alle ali di supporto. I dispositivi di sgancio parziale delle funi longitudinali portanti sono entrati in funzione solo durante il secondo lancio. 9. La barriera CTR 50/07/A è risultata pertanto in grado di resistere all’impatto di un blocco dotato di energia superiore a 5.000 kJ. I danni complessivamente subiti dalla barriera sono tali da consentire il ripristino della sua funzionalità mediante la sola sostituzione di singoli componenti, quali gli elementi dissipatori. 10. La barriera è risultata inoltre in grado di resistere ad un successivo impatto avente energia superiore al 50% della classe di resistenza, senza eseguire interventi di sistemazione, riparazione o sostituzione di elementi.

Conclusioni Alla luce di quanto finora descritto, è possibile affermare che si è avuta, ancora una volta, la dimostrazione della eccellente qualità dei prodotti del Consorzio Triveneto Rocciatori grazie alla ottima capacità di sintesi progettuale e realizzativa. La nuova barriera CTR 50/07/A rappresenta quindi il fiore all’occhiello di una produzione di barriere paramassi della serie CTR che ormai può dirsi quasi completa... fino alla prossima sfida ed alla prossima frontiera. L’emozione che nasce quando si raggiungono obiettivi importanti è grande, ma quando si raggiungono obiettivi che fino a poco tempo prima si ritenevano impossibili è indescrivibile e quindi è il caso di lasciare parlare i risultati.

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FONDENTI

Con Sno-N-Ice abbiamo già superato 15 inverni Le forti raffiche di Bise fanno scendere rapidamente il termometro al di sotto dello zero. Affinché le strade, le scale e le strutture possano essere percorse in sicurezza da passanti e pedoni, da molti anni Wolfgang Henggeler (58), responsabile del deposito comunale di Oberägeri, utilizza Sno-N-Ice. Il centro cittadino d’Oberägeri si trova a 730 metri sul livello del mare e il paese si sviluppa fino a un’altitudine di 1.000 metri. Là in alto sorge la graziosa chiesa con l’annesso complesso cimiteriale. Non lontano è situato l’impianto polivalente di Meienmatt. Diverse strade attraversano il ruscello della cittadina e conducono a Ochsen, Hirschen o Rössli. Alcune lunghe scalinate consentono ai pedoni di salire rapidamente alla parte alta della cittadina. Wolfgang Henggeler, responsabile di lunga data del deposito comunale di Oberägeri e, in questa veste, responsabile anche della manutenzione invernale delle strade, sta facendo il suo giro abituale. Nella mano sinistra tiene un recipiente, mentre con la mano destra afferra qui e là una manciata e ne sparge il contenuto con vigorose bracciate su strade, ingressi e ponti. La Bise è arrivata. Il termometro crolla sotto lo zero. Le strade hanno bisogno di manutenzione invernale. Cosa sta spargendo Wolfgang Henggeler su strade, ponti e piazze? Sono granuli rosa che si sparpagliano sulle superfici già quasi ghiacciate. "Quando abbiamo iniziato ad utilizzare Sno-NIce, la gente ha subito pensato che si trattasse di uno scherzo", ricorda Henggeler sorridendo. "Ma poi hanno subito capito che invece si trattava di un intervento efficace". Per Wolfgang Henggeler e l’ufficio tecnico d’Oberägeri, Sno-N-Ice è già una vecchia conoscenza. "Ritengo che il nostro sia stato uno

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dei primi comuni ad utilizzare Sno-NIce", afferma Henggeler, che continua: "Sono di sicuro già 15 inverni". Come si è arrivati a questo mezzo di disgelo innovativo? Henggeler non ricorda più esattamente. "Forse l’abbiamo scoperto alla fiera comunale a Berna, in ogni caso il prodotto ha suscitato il nostro interesse e l’abbiamo provato". Questo mezzo di disgelo, che presenta una maggiore compatibilità ambientale rispetto al nor-

male sale per disgelo, che protegge gli alberi e gli arbusti dai danni provocati dal sale e che non danneggia il calcestruzzo, è arrivato al momento opportuno per i responsabili di Oberägeri. "Vede, abbiamo anche molti elementi in calcestruzzo: passerelle pedonali, gradini monoblocco, pavimentazioni autobloccanti, scalinate...", afferma Henggeler indicando l’ambiente circostante. Qual è l’esperienza pluriennale con Sno-N-Ice? Come riferisce il responsabile della manutenzione invernale delle strade, dall’introduzione di Sno-N-Ice non sono stati riscontrati danni né alle piante né alle costruzioni in calcestruzzo che potessero essere ricondotti al mezzo di disgelo. "Finora possiamo dirci assolutamente soddisfatti. Quando le nostre strade sono ghiacciate, SnoN-Ice agisce più in fretta del normale sale e il suo effetto dura più a lungo", afferma. Henggeler ha notato una cosa in particolare: "Spargendo Sno-N-Ice quando nevica, la neve non gela e può successivamente essere spalata

senza problemi". In caso di grandi gelate, in particolare dei marciapiedi della cittadina (in presenza di poltiglia di neve), talvolta Sno-N-Ice viene applicato anche con lo spargitore automatico. "L’effetto è molto rapido e persistente", afferma Henggeler parlando per esperienza. Tuttavia, per il responsabile un aspetto molto importante è anche il fatto che SnoN-Ice può essere impiegato in modo mirato. D’altronde, si tratta anche di una questione di prezzo. In passato, il comune acquistava Sno-N-Ice in sacchi da 25 kg. Forse, guardando allo spargisale, si potrebbe anche considerare la possibilità di acquistare una big bag (500 kg). In ogni caso, Wolfgang Henggeler, la sua squadra e i suoi superiori sono della stessa idea: Sno-N-Ice fa ormai parte dell’attrezzatura di base per la manutenzione invernale delle strade d’Oberägeri. "Lo abbiamo consigliato anche ad altri comuni", riferisce infine Wolfgang Henggeler, prima di sparire in direzione del deposito comunale

"Un paese si può giudicare dalla qualità dei propri servizi igienici. Questo concorso, i suoi vincitori, hanno dimostrato come si possa fare del design di qualità al servizio della città. Le toilette sono, infatti, una cartina di tornasole dell’umanità, perchè rappresentano un bisogno importante, essenziale di ognuno di noi, di ogni città." Oliviero Toscani Abituati a incontrare cabine Sebach nelle nostre città, ai concerti, durante le manifestazioni o nei cantieri, e, dopo la pacifica invasione tra le strade di una divertente serie dedicata agli artisti e ai grandi maestri della Storia dell’Arte, si è giunti a The Dream Toilet, Concorso Internazionale di Idee, riservato agli studenti delle Facoltà e Scuole di Architettura, Ingegneria, Arte e Design. Il concorso è nato con l’intento di ridisegnare e dare una forma attuale e contemporanea a un oggetto antico e

di uso quotidiano, coinvolgendo i giovani studenti delle scuole, i soggetti più idonei a trovare espressioni innovative e di grande impatto estetico per la realizzazione della cabina dei bagni Sebach. Il concorso è stato un successo. Giovani studenti hanno partecipato con entusiasmo. Il primo premio se lo sono aggiudicato due studenti di Scienze dell’Architettura alla Facoltà di Architettura di Trieste. Una grande serata quella della premiazione presso la Triennale di Milano con grandi ospiti tra i quali Oliviero Toscani, che era anche presidente della giuria, Vittorio Sgarbi, Elio Fiorucci e Michele De Lucchi. Tra chi aveva votato ma non era presente alla serata anche Fiorello, Edoardo Bennato e Philippe Daverio. Ha consegnato i premi Andrea Barbetti, Responsabile Comunicazione e Marketing di Sebach.

In questa occasione, come in numerose altre, Sebach si è dimostrata una realtà attenta alle molteplici esigenze dei suoi clienti, anche in fatto di estetica e di arredo urbano. Sebach vuole migliorare sempre ed oltre ad offrire un servizio completo certificato ISO9001, unico in Italia s’impegnerà sempre a migliorare anche la qualità espressiva dei propri prodotti. Il lancio dei bagni d’autore è solo un primo passo per raggiungere questo obiettivo.

SERVIZI

The dream toilet

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VIABILITA' INVERNALE

15 lame Assaloni all’Autostrada del Brennero

L'Autostrada del Brennero rappresenta notoriamente un'arteria di fondamentale importanza per il collegamento fra Italia e Mitteleuropa, con particolare riferimento ai paesi di lingua e cultura tedesca. I grandi cambiamenti storici e geografici dalla caduta del muro di Berlino in poi ne hanno senz'altro ancora più accentuato il carattere di via di comunicazione di vitale importanza, anche e soprattutto perché permette di attraversare l'Europa da Sud a Nord rimanendo nell'ambito dell'Unione Europea. Autostrade del Brennero S.p.A. è, come molti altri, cliente storico di Assaloni, anche se nel passato le forniture di lame sgombraneve realizzate dall'azienda bolognese erano limitate alla tratta Modena - Trento, mentre la tratta Trento - Brennero veniva attrezzata da prodotti d'oltralpe. Risulta pertanto particolarmente significativa la fornitura appena realizzata,

e che ha avuto il suo suggello nel corso d'istruzione realizzato presso il Centro di Manutenzione di Mezzocorona (TN), di 15 lame sgombraneve, delle quali 8 a 5 settori mobili modello 5GS.40, destinate proprio alla tratta nord sino al confine con l'Austria e costruite secondo i canoni utilizzati nell'Europa Centrale di lingua tedesca, 4 monolitiche da 4 m (e quindi secondo lo standard vigente nei mercati dell'Europa del Sud, quali Italia, Francia e Spagna) modello A90-40 e destinate alla tratta Modena - Verona, ed infine 3 lame a settori da 3,3 m destinate allo sgombero neve in corrispondenza degli svincoli. Va sottolineato peraltro come le lame siano state dotate di coltello di raschiamento Gummi Kuper S36, prodotto tedesco distribuito in Italia da Assaloni, che garantisce una resistenza all'usura da 5 a 10 volte superiore rispetto ai materiali normalmente utilizzati a questo scopo.

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Questa fornitura, che ha consolidato ulteriormente il rapporto ultraventennale fra Assaloni ed una delle più importanti e strategiche società autostradali europee, dimostra una volta in più il forte appeal di questo costruttore nei confronti della fascia di clientela più esigente nell'ambito dello sgombero neve e avviene all'indomani di una importante fornitura di oltre 70 lame sgombraneve completata da Assaloni nei confronti di Autostrade per l'Italia, la più importante società autostradale a pedaggio d'Europa con i suoi oltre 3.000 km di strade. Ciò nondimeno, va ricordato come Assaloni può annoverare fra i suoi più importanti clienti anche la seconda più importante società autostradale d'Europa, la francese ASF, Autoroutes du Sud de la France, alla quale sono state fornite nel corso di quest'anno oltre 40 lame sgombraneve e pertanto, pensando alle forniture effettuate nel corso degli ultimi anni alle autostrade di Spagna, Belgio, Germania, Austria, Ungheria, Polonia, Cechia, Slovacchia, Slovenia, Grecia, Turchia, ma anche, buoni ultimi, Stati Uniti, si può affermare senza timore di smentita il ruolo di leadership a livello internazionale di Assaloni per quanto attiene le lame sgombraneve autostradali.

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AUTOTELAI

Una nuova motorizzazione a 6 cilindri per il BU 200 GHERARDO MARCHELLI

La BSI Veicoli S.p.A. ha ampliato la gamma dei veicoli BU proponendo ora il BU 200 con un'ulteriore motorizzazione a 6 cilindri. Il nuovo motore è un VM 4 tempi diesel 6 cilindri in linea da 4.700 cc, con iniezione diretta common rail e turbocompressore con intercooler, naturalmente Euro 4. La potenza erogata è di 163 CV al regime di potenza massima di 3.000 giri/minuto, con una coppia massima di 500 Nm a 1.350 giri/minuto. Un motore che si affianca al VM 4 cilindri in linea da 3.000 cc, da 101 CV. Entrambi i motori sono dotati di una erogazione tipicamente industriale, che li rende particolarmente idonei alle applicazioni plurifunzionali ed alla

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gestione di allestimenti ed impianti per la movimentazione di utenze idrauliche e/o pneumatiche. La nuova motorizzazione offerta rappresenta un'alternativa per consentire di gestire ulteriori potenze a bassi regimi, ove allestimenti particolarmente gravosi lo richiedano. Una più vasta scelta di gamma, che consente, in occasione di utilizzi con attrezzature estremamente pesanti, una guida più fluida con una coppia maggiorata a bassi regimi ed un minore stress del motore. I BU 200 sono dotati di una PTO ad ingranaggi, indipendente da frizione con un’interfaccia della PTO che consente l'applicazione di pompe ad

ingranaggi, singole o tandem. Il suo regime di rotazione è caratterizzato da una distribuzione uniforme di potenza utile, disponibile sin dai bassi e medi regimi, favorendo la gestione di PTO professionali con grandi assorbimenti, anche ai bassi giri. La limitazione di rotazione a 3.000 rpm, in combinazione alla ventilazione meccanica e continua della massa radiante, rendono il gruppo motore silenzioso e performante nello scambio termico. La nuova ubicazione del serbatoio olio, per tutti i BU, sul retro cabina e sopraelevata rispetto all'aspirazione pompa, elimina i rischi di cavitazione e di emulsione, soprattutto alle basse temperature di esercizio. In funzione della PTO ad ingranaggi disponibile sul motore è possibile gestire un’apprezzabile potenza utile in continuo ed indipendentemente da frizione, quindi con veicolo in trasferimento, da dedicare ai numerosi allestimenti applicabili al prodotto di base. E' possibile quindi calettare sulla

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PTO pompe ad ingranaggi, singole o in tandem. Su questa base sono stati sviluppati una serie di impianti idraulici ad elevate prestazioni, ad 1, 2 oppure 3 circuiti indipendenti. L’impianto idraulico standard con servizi ad 1 circuito ha una pompa a ingranaggi con coperchi in ghisa 14,1 cc, serbatoio 65 l, con filtro e sensore intasamento, 2 elettrodistributori doppio effetto per i servizi, 1 elettrodistributore doppioeffetto per il ribaltamento del cassone, 4 attacchi rapidi anteriori din 2353 ed un joystick 4 posizioni. L’impianto idraulico standard con servizi e potenza a 2 circuiti ha una pompa tandem a ingranaggi con coperchi in ghisa 21,1+14,1 cc, serbatoio 65 l, con filtro e sensore intasamento. Il circuito I è come il precedente, mentre il circuito II di potenza vede 1 elettrodistributore di potenza, 1 elettrocomando cabina (interruttore), 1 valvola regolatore di portata e 2 attacchi rapidi posteriori din 2353 (mandata e ritorno). L’impianto idraulico professional servizi e potenza proporzionale a 3 circuiti ha una pompa tandem a ingranaggi con coperchi in ghisa 21,1+16,1 cc, serbatoio 65 l, con filtro e sensore

intasamento, 1 scambiatore calore elettroventilato 12 V, con potenza termica di scambio max 10 kW. Il circuito I è uguale mentre il il circuito II è di potenza proporzionale con 1 elettrodistributore di potenza proporzionale, 1 interruttore cabina inserimento circuito, 2 elettroregolatori proporzionali in cabina, 2 attacchi rapidi anteriori din 2353 (mandata e ritorno) e 2 attacchi rapidi posteriori din 2353 (mandata e ritorno). La funzione ribaltamento cassone può essere in optional con elettrocomando a pulsante interno cabina con collegamento idraulico elettrodistributore - martinetto, inoltre sempre in optional si può montare il ribaltamento cassone rimorchio con attacco rapido posteriore, manettino deviazione veicolo/rimorchio ed 1 attacco posteriore. In optional i BU possono essere anche dotati di: un elemento servizi supplementare con 1 elettrodistributore doppio effetto, 2 attacchi rapidi anteriori ed 1 joystick 4 posizioni; utenza servizi posteriore con 2 attacchi rapidi posteriore; un elemento servizi supplementare con 1 elettrodistributore doppio effetto e 2 attacchi rapidi anteriori; utenza potenza anteriore con 2 attacchi rapidi anteriori

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(mandata e ritorno) ed 1 scambiatore calore elettroventilato 12 V, con potenza termica di scambio max 10 kW; impianto idraulico allestitori, servizi a un circuito con pompa a ingranaggi con coperchi in ghisa 14,1 cc. Serbatoio 65 l, con filtro e sensore intasamento e circuito servizi a 3 elettrodistributori doppio effetto servizi con 3 pulsanti cabina; impianto idraulico allestitori - servizi e potenza standard a 2 circuiti con pompa tandem a ingranaggi con coperchi in ghisa 21,1+14,1 cc, serbatoio 65 l, con filtro e sensore intasamento, con circuito I – servizi con 3 elettrodistributori doppio effetto servizi e circuito II – potenza con 1 elettrodistributore di potenza e 2 attacchi rapidi posteriori din 2353 (mandata e ritorno); impianto idraulico allestitori - servizi e potenza proporzionale a 2 circuiti, con pompa tandem a ingranaggi con coperchi in ghisa 21,1+16,1 cc, serbatoio 65 l, con filtro e sensore intasamento circuito I – servizi a 3 elettrodistributori doppio effetto servizi, circuito II – potenza proporzionale con 1 elettrodistributore di potenza proporzionale con 2 attacchi rapidi anteriori din 2353 (mandata e ritorno) e 2 attacchi rapidi posteriori din 2353 (mandata e ritorno).

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ATTREZZATURE

Molinari: allestimenti con gru idrauliche

Una realtà poco conosciuta della Molinari di Brescia, notoriamente impegnata nella progettazione e costruzione di attrezzature per la manutenzione stradale e nel settore antincendio, è l'allestimento di veicoli industriali con gru idrauliche. La Molinari, da anni legata al marchio Amco Veba, dal 2006 ha affiancato il marchio Effer facente parte del gruppo Solge; per tali marchi cura la fornitura, l'allestimento e l'assistenza postvendita. Le problematiche legate a questa tipologia di allestimenti riguardano l'esatta identificazione del prodotto più adatto alle esigenze del cliente, valutando attentamente la compatibilità tecnica con il veicolo oggetto dell'allestimento. L'utilizzatore della gru idraulica spa-

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zia dall'impresa edile al vivaista, dall'officina meccanica al manutentore idraulico, dalla protezione civile alla piccola amministrazione. La disponibilità di prodotti all'interno dei cataloghi dei costruttori è molto ampia e, alla Molinari, le competenze acquisite in vent'anni di allestimenti garantiscono attrezzature correttamente dimensionate e focalizzate sulle esigenze del cliente. Per capire quanti e quali attori sono coinvolti in questo tipo di trasformazioni, basta seguire le fasi che vanno dalla proposta commerciale alla consegna del veicolo finito. Infatti, molta attenzione dev'essere posta nella trattativa iniziale con il cliente per identificare il modello e la versione che risponde alle prestazioni richieste (es. portata e sbraccio

totale) anche in funzione dell'ambiente operativo. L'abbinamento con altri allestimenti (es. cassone, sgombraneve, spargitore sale/sabbia...) dev'essere coordinato tra l'ufficio commerciale e l'ufficio tecnico per verificarne la compatibilità in termini di masse e dimensioni, oltre che ulteriori aspetti legati alla stabilità del veicolo e disponibilità di prese di forza. Sempre da parte dell'ufficio commerciale, devono essere identificati eventuali accessori, come attivazioni oleodinamiche supplementari atti al funzionamento di alcuni accessori (es. argani, bilancini per soccorso stradale, forche...). Acquisito l'ordine, l'ufficio tecnico provvede a relazionare il calcolo del controtelaio che dovrà essere inter-

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posto tra gru e chassis del veicolo, onde fornire al reparto allestimenti le corrette dimensioni e sezioni; stesso modus operandi dev'essere seguito per l'impianto oleodinamico per approvvigionarsi di tutti i componenti necessari alla sua realizzazione. La fase operativa dell'allestimento con l'installazione della gru, vede l'individuazione dei punti d'ancoraggio al telaio con eventuale riposizionamento di quegli accessori del veicolo che non dovessero permettere il passaggio di tiranti o il posizionamento degli stabilizzatori. Va sottolineato che ogni intervento vede la preventiva consultazione di direttive emanate dal costruttore del veicolo, riguardanti il fissaggio di sovrastrutture, prelievi di potenza ed integrazioni con impianti elettrici... Le procedure, formalizzate alla fine

degli anni '80 e ulteriormente implementate con la Certificazione ISO 9001:2000 nel 2001, completano il quadro tecnico - amministrativo che garantisce alla trasformazione un livello qualitativo elevato. Inoltre le diverse attività nel reparto Allestimenti vedono la presenza di diverse figure professionali che si alternano sul veicolo secondo le specifiche competenze. Ad allestimento completato, vengono eseguite le prove dinamiche la cui procedura è documentata dalla scheda "ispezione pre-commercializzazione". Queste si riassumono brevemente in una serie di controlli di tutti i sistemi di sicurezza, da quelli meccanici a quelli idraulici ed elettrici. Di primaria importanza sono i test che verificano le prestazioni, che devono rispondere a quelle esposte nei diagrammi di portata, e a quelli di stabilità che devono garantire all'operatore di lavorare in sicurezza. A questo punto, se tutte le verifiche danno esito positivo, si ottempera agli obblighi cogenti, relativi al collaudo presso la Motorizzazione Civile, per il rilascio del Certificato d'Approvazione, oltre che predisporre la documentazione legata alla denuncia di messa in servizio pres-

so gli organi competenti. Si vuole qui sottolineare la sensibilità della Molinari alle norme che regolano tali aspetti, rimarcando che negli ultimi tre anni il "Fascicolo Tecnico" che accompagna ogni allestimento è stato revisionato due volte, per meglio conformarlo agli adempimenti legislativi. Alla consegna di ogni apparecchiatura si provvede inoltre alla formazione degli operatori, con livelli e approfondimenti secondo quanto stabilito contrattualmente.


Porte aperte Giordano per presentare il nuovo marchio Rental AZIENDE

GHERARDO MARCHELLI

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L’azienda Giordano, con 60 anni di attività ed arrivata oramai alla terza generazione, ha organizzato in ottobre un incontro presso la sede di Cortemilla volto a presentare tutta una serie di macchine e servizi messi in questa occasione a disposizione dei numerosi clienti intervenuti. Da sempre Giordano è andato alla ricerca di prodotti e servizi innovativi perché solo attraverso la qualità è possibile conquistare e mantenere nel tempo la fiducia dei propri clienti. Vorrebbero non solo soddisfare i bisogni, ma anche anticiparli, perchè le necessità come le persone cambiano nel tempo: bisogna essere sempre pronti ad anticipare le aspettative. Giordano ha quindi selezionato marchi leader sul mercato scegliendo di collaborare con coloro che credono come loro nell’innovazione e

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nella qualità. Per questo hanno e stanno tuttora stringendo rapporti sotto forma di veri e propri contratti di collaborazione con molti centri assistenza. All’attivo già oggi contano Milano, Torino, Fossano, Acqui, Cairo, Genova, oltre alle proprie sedi di Cortemilla, Albenga e Ceva che dispongono di un’officina propria, e Cortemilla anche di un'officina mobile; i prossimi accordi che stanno per attivarsi sono Alessandria, Savona ed Imperia. Prima di passare alla dimostrazione di prodotti nello specifico, è stata presentata la novità proposta dal gruppo Same, i motori di ultima generazione, che grazie al particolare impianto di iniezione del carburante garantiscono elevate prestazioni anche con carburante 100% biodiesel. Il biodiesel è una spremitura di semi

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di colza, girasole o soia che danno dei vantaggi per l’ambiente togliendo le emissioni di biossido di zolfo, di benzene, e non contribuiscono all’effetto serra, poiché questi carburanti restituiscono all’aria solo una parte di anidride carbonica: un kg di gasolio sostituito da biodisel restituisce 2,5 kg in meno di anidride carbonica. Giordano propone macchine attrezzate che fanno parte di una grande famiglia denominata manutenzione ambiente, dove si trovano soluzioni per la manutenzione estiva, invernale e parte della protezione civile. Molti i mezzi proposti da Giordano, con trattori nella versione boschiva, taglio erba nei guard-rail e bracci Ferri per taglio e trinciatura estiva, oppure nella versione viabilità invernale con allestimenti Giletta. Per la riduzione dei volumi legnosi e per creare chips che possono essere utili per la filiera del calore, Giordano propone i modelli di cippatrici della Pezzolato, che con la sua gamma completa soddisfa tutte le esigenze. In dimostrazione è stato possibile ammirare la cippatrice con un diametro di lavoro di 35 cm completamente gestita con un radiocomando, che consente all’operatore di gestire tutte

1. Energreen al lavoro 2. Cingo Merlo 3. Cippatrice Pezzolato alimentata da Bobcat 341

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le fasi di lavorazione della macchina dalla posizione migliore. Questa macchina è stata affiancata per la sua alimentazione dallo scavatore con allestimento forestale Bobcat 341. Giordano ha ricordato la sua presenza anche con attrezzature più piccole con un Merlo Cingo attrezzato con trincia. Da pochi mesi Giordano ha un accordo con Bremach, proponendo ai clienti mezzi con allestimenti speciali. Allestiti per la viabilità invernale con lame e spargitori Giletta, questi ultimi azionabili sia con motore ausiliario che dalla presa di forza del mezzo. Allestimenti per protezione civile e antincendio boschivo, allestimenti strada - rotaia, lavastrade e lavacassonetti, oltre a piattaforma aerea completamente idraulica che consente all’operatore sul cestello di utilizzare attrezzature da lavoro idrauliche con tutti i vantaggi che ne derivano. Senza mai abbandonare lo spirito dell’innovazione e della tecnologia che guida Giordano, in dimostrazione si sono potute ammirare le macchine professionali per la trinciatura dell’erba della Energreen. Macchine polifunzionali a quattro ruote sterzanti completamente idrostatiche con bracci da 6 a 12 m. Molti gli atout di queste macchine che si possono però riassumere con alta velocità di avanzamento, elevato comfort di guida, visibilità eccezionale grazie alle cabine rialzate girevoli. Nel loro parco

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noleggio propongono sia la 1000, con un braccio da 6 m frontale che permette di lavorare sia a destra che a sinistra, cui è stato applicato lateralmente un disco laterale per eseguire il taglio sotto guardrail in contemporanea al taglio col braccio; sia la 1500 con braccio laterale da 12 metri. Per la costruzione e manutenzione delle strade bianche Giordano propone un frantumasassi di Seppi, che permette di penetrare per 12 cm nel terreno triturando tutto quello che incontra e compattando il terreno con il suo peso di 12 quintali. Inoltre è in essere lo studio di una collaborazione con il gruppo Mapei per un prodotto nuovo, lo Stabilsoil 200, un legante che mischiato con la terra e rullato crea una pista bianca con una consistenza stradale, pur mantenendo lo stesso colore del terreno per un bassissimo impatto ambientale e visivo particolarmente adatto a piste ciclabili e percorsi naturalistici. Per mettere a disposizione dei clienti una soluzione adeguata per la pulizia dei parchi dopo il bivaccamento di persone maleducate, Giordano ha studiato una macchina specifica, in collaborazione con Bosco, per la raccolta di foglie e di rifiuti come cartacce e bottiglie su prato. In dimostrazione si è potuta ammirare la versione ancora senza cabina prevista sui prossimi esemplari. Interessantissimo il metodo di scarico

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progettato per svuotare direttamente nei cassoni delle macchine normalmente in dotazione agli enti comunali o nei compattatori. Questa macchina è in fase di omologazione come macchina operatrice e sarà un'esclusiva Giordano su tutto il territorio nazionale. Un altro tema mportante su cui Giordano è al lavoro è quello della disinfestazione di zanzare ed insetti, dove si stanno concentrando in particolare sulla tecnologia dell’atomizzatore e del motore che deve essere silenziato per poter essere usato in città per rimanere nella norma dei decibel. Giordano propone tutte queste atrezzature anche sotto il nuovo marchio Giordano Rental, per consentire ai privati, agli enti e alle municipalizzate di staccarsi da quello che è la proprietà del mezzo. Con il noleggio Giordano vuole proporre un servizio che, oltre a consentire di pagare solo quello che si usa, con costi calcolati e precisi, consente di non dover gestire i mezzi e le attrezzature, avere le macchine più adatte e più aggiornate per ogni tipo di lavoro e liberare ingenti somme altrimenti immobilizzate nella proprietà delle attrezzature.

4. Veicoli Bremach allestiti antincendio e cestello aereo 5. Trattore allestito neve Giletta 6. Trattore allestito Ferri 7. Macchina per la pulizia degli spazi verdi

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STRADE

Sempre più comuni testano il biossido di titanio sulle strade GHERARDO MARCHELLI

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Anche il Comune di Mori (TN) ha avviato la sperimentazione dell’utilizzo del biossido di titanio su manti stradali per la lotta all’inquinamento. L’amministrazione comunale di Mori ha voluto infatti applicare il trattamento su una strada centrale del comune appena riasfaltata dall’impresa Edilpavimentazioni (TN) con asfalto speciale tipo SMA (Split Mastik Asphalt) della lunghezza di circa 500 m, rendendo attivi all’abbattimento degli NO x e CO x circa 2.700 m 2 di manto stradale. Il trattamento, proposto qui da AZ Tech, risulta di particolare interesse per la sua metodologia di applicazione, che consente di lavorare a posteriori su strade bituminose con curve

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adeguate rendendole fotocatalitiche. Infatti il prodotto Katalica FPKAT 45, prodotto da B.C.S. Ecorivestimenti S.p.A. di Barnareggio (MI), viene applicato sul manto stradale esistente mediante spruzzatura con barra ad ugelli, essendo un impregnante neutro realizzato con resine microfini di ultima generazione. Queste hanno un altissimo potere penetrante nel supporto ricevente. Nonostante l’applicazione sia superficiale a spruzzo, in realtà il prodotto ha la proprietà di compenetrare tanto da garantirne una durata all’usura. Proprio per verificare la capacità di resistenza del trattamento all’usura sono state fatte prove di carotaggio su applicazioni precedentemente

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svolte: dopo sei mesi di traffico i carotaggi hanno dato gli stessi risultati. Per sottoporre i campioni a prove ancora più severe gli stessi campioni sono stati sottoposti ad una limatura di tre millimetri ed i risultati di abbattimento sono rimasti costanti. L’FPKAT 45 fa parte della linea di prodotti Katalica studiati dalla B.C.S. Photocatalytic Innovative Products, che propone un’ampia gamma di componenti per l’edilizia con proprietà fotocatalitiche, come pitture, intonaci, velature e stucchi. Il processo fotocatalitico riproduce ciò che avviene in natura durante la fotosintesi clorofilliana. I catalizzatori contenuti nei prodotti sviluppano questa attività ossidativa in presenza di qualsiasi fonte luminosa ed aria in brevissimo tempo, trasformando gli inquinanti organici ed inorganici in sostanze innocue con i vantaggi di purificazione dell’aria, azione antibatterica, decomposizione di micro-organismi, effetto deodorante e rendendo le superfici autopulenti. Non partecipando alle reazioni chimiche di ossidazione, i fotocatalizzatori sono inesauribili. I campi d’impiego sono i più disparati: all’interno della casa non avremo più le pareti annerite per i caloriferi o spor1. Spruzzatura del prodotto Katalica 2. 3. Parti di strada appena trattate

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chi di grasso di cottura dai fornelli; un’aria più salutare dove si pratica sport, con superfici pulite e asettiche, senza il timore di spore e funghi; respirare meglio negli spazi comuni, nelle scuole o nei parchi giochi, dove aumenta la circolazione di germi e microbi; riduzione di germi, microbi e batteri negli ospedali e in altri spazi a stretto controllo batterico; all’esterno, nelle città, dove le sostanze inquinanti raggiungono livelli insostenibili; facciate, parcheggi, metropolitane, gallerie... B.C.S ha oramai un’esperienza pluriennale in questo campo con applicazioni in interni ed esterni, con facciate anche di 24.000 m2 di nove palazzi a Bresso, e la prima applicazione su superficie interna, eseguita ormai da 8 anni, che hanno mantenuto le aspettative dei prodotti utilizzati risultando ad oggi ancora pulite senza il tipico annerimento dovuto allo smog. Naturalmente l’applicazione sui manti

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stradali ha lo scopo unico, ma estremamente importante, di abbassamento degli inquinanti contenuti nell’aria (NOx, COx, anidride solforosa, monossido di carbonio), consentendo una loro trasformazione in nitriti e nitrati che altro non sono che sali non nocivi alla salute che vengono dilavati dalle piogge. Questo impregnante ha anche delle caratteristiche di idrorepellenza che esaltano le qualità drenanti di un asfalto già drenante, non influendo

sulle proprietà della pavimentazione. L’applicazione è stata eseguita da S.C.A. di Parma, ed il Comune di Mori nei prossimi mesi provvederà ad effettuare, in tempi differenti, carotaggi per vedere la durata del trattamento. L’intenzione è quella di allargarne l’applicazione su altre strade il prossimo anno, in modo da combattere attivamente lo smog ed evitare in futuro azioni di riduzione del traffico, necessarie quando si superano le soglie d’inquinamento dell’aria previste dalla legge.

4. Posa del trattamento antismog 5. Capacità di assorbimento del prodotto su una pavimentazione SMA 6. Confezioni Katalica 6

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STRADE

Nuovo impianto mobile Bertoli ZS1260 GHERARDO MARCHELLI

Bertoli ha presentato in occasione del Saie di Bologna il suo nuovo impianto mobile ZS1260 per la preparazione di calcestruzzo e conglomerati in sito. Il nuovo impianto si affianca alla oramai nota Ecomix 40 che ha rivoluzionato il modo di operare nella preparazione di calcestruzzo in sito. Queste macchine, grazie alla loro concezione costruttiva, consentono di trasportare tutti gli elementi necessari per il confezionamento del calcestruzzo: inerte, cemento, acqua, additivi chimici, ed estrarre durante lo scarico gli elementi in modo proporzionale, in maniera continua, secondo i parametri scelti dall’utilizzatore attraverso un computer di bordo. Impianti che possono quindi integrarsi in una centrale di betonaggio stan-

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dard; possono essere impiegate nei getti di completamento, nella microdistribuzione, negli scarichi lenti, negli scarichi dove si richiede il frazionamento per diversità del tipo di calcestruzzo. L’impianto permette di produrre misti cementati e malte; è particolarmente idoneo nella distribuzione di inerti in sezione obbligata, nei getti distanti dal punto di carico, nei getti in zone dove l’inquinamento acustico e dei gas non è tollerato. Grazie al trasporto separato dei vari elementi e alla possibilità di variare, nel momento dello scarico, la miscela di calcestruzzo, utilizzando gli impianti Bertoli è possibile impastare calcestruzzi "magri" o "grassi" di cemento (da 0 a 500 kg/m3). È altrettanto possibile impastare calcestruzzi poveri o

ricchi di acqua (da 0 a 300 l/m3). Le variazioni sono rapide, precise, riscontrate da segnalatori visivi su quadro PLC e possono essere eseguite con l’impianto in funzione senza fermare la produzione. La produzione in sito consente una maggiore resistenza al calcestruzzo dovuta alla produzione di Fresh Concrete (calcestruzzo fresco). Presenta inoltre il grande vantaggio di produrre il calcestruzzo nel momento stesso dello scarico evitandone il deterioramento a seguito del trasporto tra centrale di betonaggio e cantiere, nonché all’influenza dei fattori climatici. L’innovativa concezione di questa macchina consente importanti risparmi economici nell’uso del cemento e degli additivi.

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Non avendo necessità dell’impianto di betonaggio per il carico, gli impianti mobili Bertoli consentono alle aziende ed imprese di avere il servizio di fornitura del calcestruzzo ed asfalto a freddo senza grossi investimenti, e di autogestire il proprio fabbisogno in zone dove vincoli ambientali o mancanza di spazi impediscono l’installazione di un impianto di betonaggio. Il nuovo impianto mobile Bertoli ZS1260 oltre a capacità nettamente aumentate, naturalmente apporta migliorie tecniche, nate dalle esperienze acquisite lavorando nel settore impianti mobili di miscelazione da oltre 10 anni. Il principio di miscelazione è stato significativamente migliorato con l’inserimento sia degli inerti sia del cemento che dell’acqua nella parte iniziale del mescolatore per avere una miscelazione più efficace e prolungata, in modo da garantire l’omogeneità del prodotto finito in uscita. La misurazione del cemento è effettuata in maniera esatta con la pesatura di tutto il silo del cemento, appoggiato su celle di carico: quindi per differenza di peso si conosce esattamente ad ogni ciclo, dalla pres-

sione del pulsante di start a quello di stop, quanto cemento è andato nell’impasto. Il nastro estrattore dell’inerte è su terna di rulli gommati, in modo da ridurre gli attriti e gli sforzi, oltre a presentare minor pericolo di rottura del nastro, non avendo la possibilità di incastro sassi tra piano di scorrimento e nastro. Lo scarico inoltre è alto, infatti il mescolatore scarica ad un’altezza tipo quella della betoniera classica e quindi consente di avere sia uno scarico o diretto in terra o in pala, essendo di circa 2 m di altezza, oppure una canala classica o telescopica tipo betoniera o altrimenti ancora scegliendo la dotazione di un nastro. La capacità della ZS1260 è stata portata ad un cubaggio di 12 m 3 con 3.000 l di acqua. L’acqua ha un proprio misuratore di portata con una pompa volumetrica che permette dal pannello operatore di impostare la portata dell’acqua esatta senza le leggere variazioni dovute alla prevalenza. I serbatoi sono tre separati sezionabili con delle valvole di intercettazione, cosa che può essere molto utile nell’uso di additivi, consentendo di utilizzarne uno con additivo e gli altri con

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la sola acqua. Aumentate la potenza del motore che ora è di 52 CV, che icrementa di circa il 50% la produttività. La produzione naturalmente rimane in continuo e permette di produrre in sito il quantitativo esatto di materiale che serve, consentendo inoltre di cambiare i parameri di miscelazione ad ogni scarico. L’impianto a vuoto pesa 5.500 kg ed ha ingombri adatti a restare in sagoma su un quattro assi. La ZS1260 può essere o direttamente montata al telaio del camion o su culla scarrabile o essere fissa a terra su proprio cavalletto. Naturalmente su camion 4 assi mezzo d’opera. Interessante la possibilità della stampante, per poter avere in cartaceo ogni ciclo materiale e fatturare così l’esatto quantitativo utilizzato. E' prevista anche per la nuova macchina la possibilità di eseguire la rigenerazione del fresato mettendo al posto della canala un nastrino, oppure con scarico diretto in terra o su benna, visto che il materiale rigenerato non può scendere dalla canala, poiché risulta abbastanza asciutto ed appiccicoso con bassa fluidità.

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VIABILITA' INVERNALE

Polaro sempre più apprezzato anche nei Paesi dell'Est GHERARDO MARCHELLI

Come molti comuni, aziende municipalizzate, associazioni di protezione civile e privati italiani ed esteri, anche i Paesi dell’Est stanno apprezzando i piccoli e versatili spargitori Polaro della tedesca Lehner, proposti in Italia da Option, con sede a Muscletto di Codroipo (UD). La Municipalizzata di Zagabria li ha adottati per il loro utilizzo nella lotta al gelo del centro storico e dei marciapiedi della città, montandoli su versatili trattorini, in modo da gestire le problematiche che il ghiaccio crea anche al di fuori delle strade di percorrenza automobilistica, dove altrimenti gli operatori sono spesso chiamati a lavorare senza poter transitare con i classici mezzi per lo spargimento del sale. Queste particolari zone spesso prima erano o trascurate, con frequenti incidenti a pedoni e ciclisti, oppure gestite con intervento manuale.

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Polaro è uno spargitore molto compatto che risolve i problemi relativi alla distribuzione di sale antigelo, sabbia e pietrisco in tutte quelle aree dove di solito si interviene a mano o non si interviene per mancanza di mezzi idonei e di uomini. Difatti questi spargitori si prestano ad essere applicati a mezzi anche con portate estremamente limitate, senza richiedere modifiche specifiche, dando la possibilità di attrezzare velocemente veicoli di ingombri ridotti già in dotazione a comuni, comunità montane, protezione civile, aziende municipalizzate e privati. Questo pone il notevole vantaggio di potersi attrezzare con costi ridotti per interventi di emergenza e soprattutto di operare in maniera capillare in tutte quelle situazioni di difficile accesso, come centri storici, aree pedonali, strade private, strade bianche, piste

ciclabili e marciapiedi. Di dimensioni molto contenute, può essere applicato su motocarro, fuoristrada, carrello, camion e piccoli mezzi comunali dotati di batteria 12 o 24 Volt, con una semplice staffatura ed il collegamento al circuito elettrico del mezzo. L’azionamento è affidato ad un motorino elettrico, risultando così di semplice manutenzione. La tramoggia, interamente in materiale plastico, presenta il duplice vantaggio della leggerezza e della totale assenza di corrosione. Il volume è contenuto a 105 litri, consente un’autonomia limitata, circa 80/100 kg di prodotto, sufficienti a salare un’area di 3.000 m2, problema risolto semplicemente da molti utilizzatori caricando alcuni sacchi di sale sul cassone del mezzo, potendo così rifornire lo spargitore direttamente sul luogo dell’intervento. Il peso del Polaro è contenuto in 30 kg, quindi risulta di semplice montaggio anche per un’operatore solo. La larghezza di spargimento può essere regolata in modo continuo: da 80 cm a 5 m, con spargimento centrale e/o destro e/o sinistro, ciò consente l’intervento della macchina in qualsiasi luogo, dall’intera carreggiata alle fermate degli autobus, dagli accessi di ospedali ai grandi parcheggi, marciapiedi, piste ciclabili ed aree pedonali. Tutte le funzioni ed i comandi vengono regolati direttamente dalla cabina del conduttore, con una comodissima consolle digitale. Il sistema di apertu-

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ra e chiusura e la regolazione della larghezza di spargimento è intuitivo ed utilizzabile anche da operatori non specializzati. Grazie alla regolazione continua del piatto di spargimento è possibile cambiare la quantità di materiale anche durante il lavoro, per intervenire al meglio in aree con variazioni di ampiezze. Oltre a mezzi leggeri convenzionalmente in dotazione ai comuni (Porter, Ape, Gasolone e pick-up), all’estero il Polaro ha trovato applicazioni anche particolari, come quella sulla piccola spazzatrice Hako Citymaster 300. Con poche e semplici operazioni è stato possibile sostituire il contenitore di raccolta con il Polaro, permettendo all’amministrazione di utilizzare questo mezzo durante l’inverno. La combinazione di una piccola spaz-

zatrice con uno spargisale consente di intervenire sia in zone estremamente ristrette, sia in aree pedonali, dove queste operano abitualmente per la pulizia, con uno spargitore. Un’altra attrezzatura proposta da Option è l’OilTiger, sempre della Lehner, con caratteristiche e concetto molto simili a quelli Polaro, ma utilizzabile per lo spargimento di adsorbenti per olio ed idrocarburi, prima da

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svolgere in maniera manuale. Consente un’esecuzione certamente più rapida, con una maggior sicurezza delle persone al lavoro, non più esposte al pericolo in operazioni su strade molto trafficate. La capienza della tramoggia è di 105 litri e l’ampiezza di spargimento ha una regolazione continua da 0,5 a 2 metri, con alimentazione a 12 o 24 Volt e comando in cabina.

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Relazione tecnica sul prodotto Fuxor Extra 30 FONDENTI

Il moderno sviluppo della viabilità impone sempre di più agli enti preposti di assicurare idonee condizioni di transitabilità nel periodo invernale; l’adeguamento degli interventi di manutenzione è indispensabile, oltre che per motivi di sicurezza, anche per le accresciute esigenze dei trasporti su strada. In questi ultimi anni si è assistito sempre più ad imprevedibili perturbazioni, passando da situazioni di bel tempo a condizioni di pieno inverno, con basse temperature e nevicate copiose anche in pianura. Queste premesse hanno portato alcuni anni fa a studiare prodotti sempre più tecnici e professionali, per utilizzi mirati e risolutivi del problema legato al disgelo stradale. I prodotti della linea Fuxor, in particolare l’Extra 30, permettono di gestire al meglio queste situazioni, riducendo così i problemi legati alla sicurezza stradale. Il cloruro di sodio ed il cloruro di calcio sono senza dubbio i fondenti salini più efficaci; la scelta dell’utilizzo dell’Extra 30 consente, a seconda delle condizioni climatiche e delle strutture da manutenzionare, di ridurre sia i costi d’impiego legati a spargimenti sproporzionati, che l’impatto sulle infrastrutture e sull’ambiente. L’estrema igroscopicità del Fuxor Extra 30 favorisce l’assorbimento spontaneo dell’umidità dell’atmosfera, anche con umidità relativa molto bassa (45/50%), permettendo la dissoluzione del ghiaccio soprattutto con temperature fredde e secche. L’elevata solubilità anche a basse temperature provoca un abbassamento della tensione di vapore al di sopra della soluzione fondente; la differenza di tensione di vapore fra ghiaccio e soluzione fondente è alla base di tutti i

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processi di fusione. La grande quantità di calore che si sviluppa utilizzando il Fuxor Extra 30 ha effetto immediato, creando un notevole vantaggio agli operatori; si raggiungono infatti punti di congelamento molto bassi, anche in presenza di ridotta umidità nell’ambiente (fig 1). Il cloruro di sodio raffinato presente nel Fuxor Extra 30 prolunga nel tempo l’azione di fusione e, sfruttando la durezza del suo cristallo, ottiene anche una buona azione meccanica evitando l’aggiunta di inerti; inoltre le granulometrie costanti ed uniformi, studiate appositamente per questi utilizzi, consentono una fluidità nello spargimento, per ottenere la massima resa. L’alta qualità e la tecnologia di produzione dei prodotti della linea Fuxor consentono di programmare sia la prevenzione che l’emergenza, con la certezza di ottenere risultati sicuri. Per agevolare la circolazione sulle strade è consigliabile procedere a spargimenti preventivi dei fondenti non appena si prevedono precipitazioni nevose o drastici abbassamenti della temperatura, che potrebbero portare alla formazione di stratificazioni ghiacciate sulla carreggiata. Il ghiaccio, praticamente invisibile, può sorprendere chi è alla guida di un veicolo; un trattamento preventivo permette di ridurre drasticamente i rischi di incidenti stradali. Dal grafico sotto riportato (fig 2) si possono notare le funzionalità del Fuxor Extra 30 sulle pavimentazioni stradali: i valori riportano le quantità utilizzate in grammi per metro quadro. Da questo grafico si evince come il Fuxor Extra 30 sia il prodotto ideale

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per l’utilizzo in tutte le situazioni ambientali che possano verificarsi nella stagione invernale. Soprattutto con stagioni molto fredde gli interventi devono essere tempestivi ed efficaci; è evidente che in questo caso la scelta di un fondente rapido sia una ulteriore garanzia di sicurezza. Per ottenere il massimo rendimento nel processo di fusione di neve e ghiaccio, ed allo stesso tempo evitare inutili ed eccessivi consumi, è necessario dosare attentamente il prodotto; seguendo i dosaggi consigliati (come riportato nella tabella successiva), frutto della lunga esperienza coadiuvata da quella dei clienti, si ottimizza il lavoro degli addetti, ottenendo economicità e rispetto ambientale. Secondo la tipologia di interventi da effettuare (preventivo ghiaccio, preventivo neve, curativo - manutentorio neve - ghiaccio), come riportato nella tabella, le quantità di prodotto da utilizzare sono notevolmente ridotte (1/4 rispetto ai prodotti tradizionali), con rese immediate. Nonostante il basso dosaggio, il punto di congelamento della pavimentazione stradale risulta essere - 30°C circa, si ottiene quindi una persistenza, legata al dilavamento, molto superiore rispetto ai prodotti tradizionali; ne consegue che la quantità di cloruri, solfati ed altri elementi (responsabile dell’ossidazione) è ridotta al minimo, così come l’aggressione alle pavimentazioni stradali, alle infrastrutture (ponti in metallo, giunti, protezioni laterali, segnaletica...) Si possono razionalizzare i tempi delle uscite dei mezzi di spargimento, in quanto con la stessa quantità di prodotto si allunga il tempo di lavoro, evitando i rientri presso i magazzini per caricare ulteriormente. I prodotti della linea Fuxor, ed in particolare il Fuxor Extra 30, grazie alla loro purezza ed al loro elevato potere fondente, permettono un ottimo rendimento con bassi dosaggi di spargimento, ottenendo allo stesso tempo, una ottima economicità e rispetto per l’ambiente (fig 3). I paragoni sono stati effettuati con test eseguiti sui prodotti della linea di fondenti invernali Fuxor.

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MOVIMENTO TERRA

JCB 403: una nuova pala compatta per tutti i lavori

Agritechnica 2007 ha rappresentato l'occasione per l'aggiunta di una nuova pala gommata compatta alla gamma di macchine JCB. La JCB 403 Agri offre facilità di impiego, affidabilità, durata e dimensioni compatte con ridotte esigenze di manutenzione. Alimentata da un motore da 27 kW, la macchina monta una benna con una capacità di 0,3 m3 ed una impressionante velocità di trasferimento di 15 km/h. Le pale gommate compatte, nate inizialmente per il settore agricolo, sono sempre state molto apprezzate nel Nord Europa in alternativa alle minipale. Le altezze limitate che caratterizzano ad esempio gli allevamenti di pollami e suini limitano le dimensioni delle macchine utilizzabili. Naturalmente le caratteristiche peculiari di una minipala dalle dimensioni contenute (altezza 2.499 mm al ROPS, larghezza 1.015 mm, peso operativo di 1.990 kg), maneggevolezza, grazie allo sterzo a snodo centrale e trasmis-

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sione idrostatica, ne decretano un forte interesse in tanti settori, come ad esempio quello edile per lo spostamento/caricamento di materiali in aree estremamente limitate. Con il lancio della 403 Agri, JCB ha ampliato la gamma di prodotti per la movimentazione di materiali, offrendo una macchina compatta in alternativa alle minipale. Con la struttura articolata della nuova JCB 403 Agri, il sedile dell'operatore è ubicato sul telaio posteriore. Da questa posizione, grazie alla minore larghezza dei montanti pala, la visibilità anteriore nella zona del caricatore e della benna è eccellente. I bracci pala sono disponibili nelle versioni standard e high-lift, rispettivamente per altezze di scarico di 2.180 mm e 2.428 mm, con un carico utile di 1.290 kg per un volume della benna standard da 0,3 m3. Questo consente il caricamento di tramogge o autocarri con sponde normali o alte. La macchina dispone di un innovativo sistema di trasmissione, dove un'unica pompa idraulica a portata variabile aziona quattro motori montati sulle singole ruote. Questa configurazione aumenta l'altezza libera da terra eliminando l'impiego degli assali tradizionali con albero di trasmissione esposto, sul quale rimangono spesso aggrovigliati materiali estranei, consentendo un lavoro sicuro anche in aree particolarmente ingombre di sacchetti o rifiuti leggeri. I motori sono collegati in modo che la trazione venga assicurata anche in caso di slittamento di tre ruote, in modo da garantire il movimento su qualsiasi terreno. La manutenzione periodica è estremamente semplice e per gli interventi di assistenza è previsto un eccellente accesso ai componenti di motore, cambio e circuito idraulico attraverso un pannello posteriore ed un pannello di supporto del sedile completamente apribili.

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Automatic Waste System, il futuro dei rifiuti passa sottoterra IGIENE URBANA

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In molte città del mondo i rifiuti non sono più un problema. Cassonetti, odori sgradevoli, traffico e smog (dovuti al passaggio di mezzi pesanti per il ritiro della spazzatura) sono ormai un vecchio ricordo, grazie all’introduzione di tecnologie automatizzate per la raccolta dei rifiuti. E in Italia? I cittadini sono ancora costretti a convivere con le criticità di un sistema di raccolta tradizionale, oppressi da condizioni igienico - estetiche scarse e da tariffe eccessive rispetto alla qualità del servizio. Dall’altra parte le pubbliche amministrazioni sono alla ricerca di soluzioni innovative che coniughino efficienza e sostenibilità ambientale. Oppent, azienda leader nei servizi di automazione, va incontro a queste nuove esigenze con Automatic Waste System, un sistema rivoluzionario di

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raccolta rifiuti che fa leva sul trasporto pneumatico e che porta letteralmente i rifiuti sottoterra. Un impianto all’avanguardia, in grado di contribuire alla riqualifica di centri storici e di vecchie aree residenziali, valorizzando i nuovi progetti insediativi nelle realtà urbane. Automatic Waste System è la soluzione semplice ed efficiente per ridurre al minimo i disagi legati alla tradizionale raccolta dei rifiuti. L’utente getta la spazzatura attraverso un apposito portello; i rifiuti si depositano sopra una valvola e, una volta raggiunta una determinata quantità, passano, attraverso un’apertura, in una rete di tubazioni, all’interno delle quali sono trasportati, mediante aspirazione, fino alla centrale di raccolta. Qui i rifiuti sono compressi e stoccati in un contenitore ermeticamente chiuso che, periodicamente, viene prelevato da un automezzo. L’intero processo è controllato da sistemi elettronici che regolano le operazioni. Il sistema deve il suo funzionamento ad alcune componenti fondamentali. Le stazioni di raccolta, poste all’interno o all’esterno di un edificio, permettono l’introduzione dei rifiuti nell’impianto. Le valvole di intercettazione favoriscono il passaggio dei rifiuti nelle tubazioni orizzontali sottostanti. Le tubazioni collegano le stazioni di raccolta al container terminale. La

centrale genera il flusso d’aria necessario al trasporto. Il container raccoglie i rifiuti al termine del ciclo di trasporto. I filtri depurano l’aria usata prima di immetterla nuovamente nell’atmosfera. Automatic Waste System risponde perfettamente a criteri di eco-compatibilità ambientale, ponendosi come valido strumento di sviluppo urbano sostenibile. Offre notevoli vantaggi rispetto ai sistemi di raccolta tradizionali: - eliminazione del lavoro manuale; - minimizzazione spazi di stoccaggio e ottimizzazione della logistica; - riduzione costi di raccolta; - semplicità d’uso; - diminuzione inquinamento; - riduzione odori sgradevoli; - miglioramento della qualità della vita. Automatic Waste System può essere installato in centri storici, nuovi centri urbani, parchi urbani e di divertimento, villaggi turistici, quartieri residenziali, poli d’interscambio, con un evidente guadagno in termini di igiene, efficienza ed estetica. Anche la raccolta differenziata viene garantita, attraverso l’installazione di più portelli, corrispondenti alle diverse tipologie di rifiuto, e allo svuotamento ad intervalli delle valvole. Da qui, la rete di tubazioni convoglia il materiale raccolto verso i container preposti. Attualmente più di 50 nuovi quartieri stanno nascendo in Spagna, Corea, Danimarca e Francia, con un sistema di raccolta rifiuti automatizzata, che permetterà di rendere "invisibile" la spazzatura, trasportandola nel sottosuolo. E con Oppent questa opportunità può concretizzarsi anche in Italia. I responsabili di Citylife, progetto edilizio per la riqualifica della vecchia zona fieristica milanese, hanno già manifestato il loro interesse e sembrano pronti ad investire su questa tecnologia innovativa.

1. Schema di percorso per raccolta tradizionale 2. Percorso di raccolta con sistema Oppent 3. Stazione di raccolta Oppent

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VIABILITA' INVERNALE

Altri 8 spargitori Sirius Epoke in autostrada

Ecofar, dopo aver riportato in autostrada i mezzi Epoke, assenti da alcuni anni, grazie ad un’interessante fornitura alla società Autostrade per l’Italia di 8 macchine, delle quali 3 spargitori di sale modello Sirius da 9 m3 e 5 spargitori di soluzione salina modello SLE, 2 da 14.000 l e 3 da 10.000 l, viene riconfermata, con l’acquisto di altri 8 spargisale Sirius, 6 dei quali destinati al tronco di Bologna e 2 al tronco di Udine. Gli spargitori di sale Sirius forniti sono alimentati tramite propria ruota ed hanno capacità pari a 9 m3; sono dotati di sistema di preumidificazione variabile fino al 30%, costituito da impianto liquido, da 2 serbatoi laterali da 1.100 l ed uno frontale da 1.000 l. Come noto l’utilizzo di sale umidificato riduce notevolmente il consumo dello stesso e di conseguenza minimizza l’impatto ambientale. Il sistema di spargimento con cui operano i Sirius si basa sul particolare "principio Epoke": a nastro in gomma, corredato da un agitatore che omogenizza il composto da spargere, prevenendo la formazione di ponti di materiale o di grossi granuli e da un cilindro di distribuzione con camme, dimensionate in base al tipo di soluzione da spargere. Questo genere di spargimento svuota la tramoggia uniformemente in tutta la lunghezza mantenendo il centro di gravità longitudinalmente costante, garantendo così la tenuta di strada e la stabilità di guida con qualsiasi livello di carico. Grazie al cilindro di distribuzione, che dosa esattamente il materiale, il nastro trasportatore lavora sempre in ottime condizioni, quindi mai appesantito da un carico eccessivo, e porta al tunnel di spargimento ed al disco solo l’esatto quantitativo da spargere. Le prestazioni dimostrate sono state di tutto rilievo e le macchine sono in grado di distribuire 400 kg/minuto alla velocità di 50 km/h, con ampiezza di spargimento pari a 12 m in tutta sicurezza e costanza di funzionamento. Lavori Pubblici n. 29 novembre - dicembre 2007

Queste macchine hanno ricche dotazioni di accessori, comprendenti la copertura pieghevole azionabile da terra, l’indicatore di livello liquido nei serbatoi, il sensore di tramoggia vuota, l’indicatore di spargimento Epotector, il sistema di controllo remoto Epomaster III più cavo per la trasmissione dati. Con questo sistema di controllo è possibile eseguire tutte le regolazioni necessarie per l’operatività, nonché acquisire e trasmettere dati tramite specifici sistemi, ed eventualmente può essere implementato per la guida automatica (Eposat). Le macchine Epoke sono inoltre caratterizzate da una struttura particolarmente robusta in grado di consentire il carramento/scarramento anche a pieno carico di sale. Questo sistema, con gambe pieghevoli all’anteriore, retrattili al posteriore e rullo frontale, consente un’agevole manovra ed un solo operatore per eseguire l’operazione di montaggio sul camion. Gli spargitori hanno gli impianti e la parte elettrica ed elettronica alloggiati in una camera chiusa di facile e comodo accesso che ne costituisce un’ulteriore protezione dagli agenti esterni.

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STRADE E SICUREZZA

Isole Lüft: veloci, resistenti, ecologiche

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Negli ultimi anni la combinazione tra sperimentare soluzioni alternative per migliorare la viabilità e la mancanza cronica di finanziamenti, ha spinto le amministrazioni comunali, provinciali e regionali ad adottare soluzioni transitorie prima di eseguire opere definitive. Purtroppo, come spesso accade in Italia, le soluzione temporanee rimangono spesso in essere per un periodo assai più elevato di quanto inizialmente preventivato, sino a rimanere talvolta provvisorie in maniera permanente. La ditta Lüft da più di vent’anni è leader mondale nel riciclo di materiale plastico per applicazioni stradali e nella produzione di arredo urbano composto da materiale riciclato. La grande esperienza maturata nel corso degli anni nel mercato europeo presenta oggi la Lüft come leader del settore con prodotti di elevata qualità. Nel mercato italiano, l’azienda Lüft ha selezionato come importatore e con-

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sulente tecnico per l’intera area nazionale la ditta Signal & Traffic Consult di Egna (Bolzano). Grazie all’esperienza di un ingegnere trasportista, la S.T.C. Signal & Traffic Consult, oltre alla fornitura e all’installazione dei prodotti, è in grado di effettuare progettazioni e disegni viabilistici, e di proporre le più vantaggiose ed innovative soluzioni a favore della sicurezza del traffico ed al miglioramento della viabilità. Tra le principali ragioni del successo nel mercato europeo dei prodotti Lüft sono da sottolineare le caratteristiche particolari del materiale, che conferiscono una lunga durata nel tempo, del trattamento esterno e della verniciatura, che ne esaltano la visibilità anche notturna e preservano il colore negli anni, la flessibilità nella progettazione grazie alle numerose tipologie di forme proposte, la grande velocità d’installazione e la gradevolezza estetica. Il materiale utilizzato consiste in

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gomma riciclata e rigenerata, proveniente da scarti industriali privi di impurità, conferendo un aspetto liscio e piacevole. I prodotti vengono trattati e protetti contro i danni causati dall’esposizione al sole ed a condizioni meteorologiche avverse. Il colore viene applicato a caldo con procedimenti particolari che ne assicurano la resistenza nel tempo ed agli urti e ai contatti con le autovetture. Inoltre i prodotti vengono sottoposti ad una postspruzzatura di microsfere di vetro, procedura che aumenta notevolmente la visibilità notturna delle isole. Le componenti delle isole vengono fornite in numerose forme e dimensioni, in modo da poter incontrare le esigenze di qualsiasi progettazione. L’installazione, e la eventuale rimozione o modifica, avviene tramite un sistema di fissaggio con viti, ed è estremamente rapida e veloce. Inoltre, pur presentandosi come sistema temporaneo, grazie alle doti

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di durata, velocità di installazione, qualità del prodotto, ed anche alla gradevole estetica che non fanno pensare ad una soluzione provvisoria, i prodotti Lüft risultano l’ideale anche per soluzioni a medio e lungo termine, sotto ogni punto di vista. Fra i molteplici motivi del grande successo che i prodotti Lüft stanno ultimamente riscontrando in Italia, uno dei più importanti consiste nella materia utilizzata, conforme alla norma per cui comuni, province e regioni devono dedicare diverse percentuali dei propri investimenti a prodotti in materiale riciclato. Degli ultimi numerosi cantieri che Signal & Traffic Consult ha realizzato,

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riportiamo due esempi significativi. A Brunico, in provincia di Bolzano, per la creazione di un’isola salvagente in prossimità di una scuola, il tempo di realizzazione, compresa l’installazione del cantiere con la relativa segnaletica, è stato di 1h e 10 min. Nel cantiere di Piombino Dese (PD), per la realizzazione di una rotatoria di circa 13 m di diametro, completa di isole spartitraffico nei rami d’accesso (una volta predisposto il fondo asfaltato), sono stati sufficienti 3 giorni per la posa della rotonda, compreso il riempimento con inerte e l’installazione di una innovativa illuminazione che aumenta la percezione notturna della geometria della strada.

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I prodotti Lüft si prestano ad ogni esigenza per rotatorie, isole verdi, isole spartitraffico e salvagente. Gradevoli, semplici e veloci da installare, rimuovere e modificare, efficaci anche durante il periodo notturno, di lunga durata nel tempo, ecologiche, utilizzabili sia per installazioni temporanee che permanenti, rappresentano indubbiamente una soluzione ideale per ogni genere di esigenza stradale.

1. Arcugnano (VI) 2. 5. Monte Berico (VI) 3. Tarmorino (Canton Ticino Svizzera) 4. Piombino Dese (PD) 6. Val Venosta (BZ)

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Consorzio di Bonifica Grossetana si attrezza con tre Mercedes ed una centrale idroelettrica AUTOTELAI

GHERARDO MARCHELLI

Il Consorzio di Bonifica Grossetana, che gestisce un’area di oltre 190.000 ettari, crede molto nella validità di attrezzarsi con macchine e mezzi sempre efficienti ed efficaci, per poter svolgere al meglio le proprie mansioni. Da qualche tempo ha ampliato il proprio parco mezzi e le attrezzature. E' stato acquistato un Atego 4x4 1018 con gru retrocabina e cassone ribaltabile che consentisse, oltre ai normali impieghi lavorativi, di andare agevolmente in fuoristrada per portare l'assistenza ai trattori ed agli escavatori che nel periodo estivo durante le trinciature si muovono molto. Il camion fa assistenza portando gasolio e montando vaporella e idropulitrice per lavare cofani e aspirazioni, oltre ad un compressore.

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L’Atego 1018 4x4 con marce ridotte e bloccaggi dei differenziali, grazie alla singola traccia posteriore, ha dato prova di essere il mezzo adatto allo scopo permettendo agli operatori di raggiungere ogni punto dell’area gestito dal Consorzio anche in inverno, districandosi su terreni fangosi e sassosi. Gli altri due Mercedes acquistati sono due tre assi sempre con gru retrocabina, un Actros 3341 e un Actros 3340. I due mezzi d’opera sono attrezzati con carrelli importanti per il dislocamento dei mezzi, evitando i percorsi di trattori e macchine operatrici lungo le stade, limitando il deterioramento ed i problemi tipici di questi spostamenti. Questi mezzi tornano particolarmente utili per il trasporto di breccia per la

gestione delle strade bianche, compito del consorzio nelle strade consortili ed in appoggio ai comuni convenzionati. Il Consorzio di Bonifica ha inoltre da tempo acquistato la centrale idroelettrica che sfrutta la corrente dell’Ombrone con una briglia fatta da Leopoldo di Lorena tuttora in essere. Questa acquisizione, voluta dall’attuale presidente del consorzio, si prefigge di dare una convenienza sia nei conti per l'energia elettrica sia per l'irrigazione. Il consorzio ha anche storicamente una concessione di acqua dall'Ombrone, che può prelevare da maggio a settembre per l’irrigazione. Si sono però creati cambiamenti nelle culture, con apparizione di agricolture invernali (come ad esempio lo spinacio) che pur non necessitando di grande irrigazione, in momenti particolari possono richiedere acqua anche in inverno. Prima dell'acquisizione della centrale dalla provincia non era possibile accontentare la richiesta di avere l'acqua tutto l'anno, visto che logicamente la centrale andava in sofferenza. Con l’acquisizione ora il consorzio può liberamente decidere le priorità. Per questo, altro compito dove i Mercedes risultano fondamentali è nelle opere di sterro dentro agli argini, permettendo di spostare la terra tolta dal canale, il cui volume d'acqua diminuisce quando viene posizionata nelle banche, obbligando perciò ad asportarne la maggior parte.

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Signalin M66: segnaletica bicomponente versatile ed economica SEGNALETICA

Tecnopavimentazioni s.a.s., già da qualche tempo ha ampliato la gamma di prodotti commercializzati con un nuovo prodotto: Signalin M66. Signalin M66 è una vernice bicomponente per segnaletica stradale specifica per superfici sia in calcestruzzo, sia per pavimentazioni lapidee, andando incontro alle esigenze dei molti centri storici che presentano pavimentazioni in porfido. Su queste superfici la segnaletica orizzontale comunemente eseguita con vernici tradizionali ha una durata molto limitata, creando come noto difficoltà per la sua visibilità nel tempo e quindi necessitando di continue manutenzioni. Signalin M66 è una vernice che può risolvere il problema evidenziato grazie alla sua ottima resistenza all’usura ed al suo altissimo potere di ancoraggio al supporto, dovuto alla particolare composizione di questo bicomponente, garantendo una durata negli anni. Tale prodotto, pur essendo un bicomponente, può essere applicato con macchine traccialinee tradizionali (misto aria o airless). Questo è possibile perché la lavorabilità del prodotto dopo la miscelazione dei due componenti è di 3/4 giorni, cosa che permette alla macchina di non subire eventuali problemi di essicazione. Dopo l’applicazione il tempo di essicazione è di circa 15/20 minuti. Per aumentare la rifrangenza e la visibilità della segnaletica

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eseguita con il Signalin M66 è anche possibile una post spruzzatura di adeguate miscele di microsfere di vetro. I risultati di rifrangenza, secondo la normativa UNI 1436, ottenuti dal Signalin M66 sono: RL=R5, RW=RW4, RR=RR2, SRT=S2, Qd=Q5 e P=P6. Tutte queste caratteristiche permettono al Signalin M66 di delinearsi quale prodotto estremamente versatile ed economico.

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VERDE

Combinazione di attrezzature per il verde Hymach GHERARDO MARCHELLI

Una combinazione di attrezzature per il verde davvero interessante offre una soluzione altamente professionale per effettuare lo sfalcio simultaneo in banchina e in scarpata o una doppia passata in piano. L’attrezzatura a braccio della serie Expanse, di cui fanno parte bracci con lunghezza a partire da 6 fino a 10 metri da centro trattore, seconda per estensioni solo alla serie Extreme, che prevede bracci da 11 fino a 15

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metri, in questa soluzione ha braccio a due segmenti articolati con terminale telescopico a due sezioni per raggiungere l’estensione di 9 metri da centro trattore. La testata applicata ha un taglio utile di 120 cm, scatolatura conformata ad arco che agevola lo scarico del materiale trinciato e rotore con disposizione dei coltelli ad elica che permettono la costante copertura della fascia di taglio. Davanti, su piastra portattrezzi è

applicata la trinciatrice serie Rodeo che attua lo sfalcio dell’erba frontalmente al trattore. Ha taglio utile di ben 2 metri ed è particolarmente interessante per le sue diverse funzioni: infatti è dotata di un dispositivo che le permette di posizionarsi rispetto al terreno autoadeguandosi costantemente alle difformità dello stesso, di un dispositivo che le consente di inclinarsi verso destra o verso sinistra per seguire diverse pendenze del suolo e ancora di un dispositivo mediante il quale la si può traslare verso destra o verso sinistra per meglio adeguarne la posizione secondo le esigenze di sfalcio. Tutte le funzioni sono controllate idraulicamente e l’impianto per entrambe le attrezzature è con pompe a pistoni, mentre i comandi sono con distributore elettroidraulico con controllo mediante joystick monoleva. Come questa, molteplici combinazioni di attrezzature sono possibili con i prodotti costruiti da Hymach che, fin dalla sua costituzione, si è applicata particolarmente nello studiare ed individuare le soluzioni più idonee a soddisfare le diverse esigenze operative dei professionisti della manutenzione del verde.

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VEICOLI

Vito e Viano: motori CDI V6 e trazione integrale Vito e Viano, piccoli veicoli commerciali e di lusso Mercedes-Benz, si sono presentati al pubblico della undicesima edizione del Transpotec con il nuovo motore turbodiesel common rail V6 da 2.987 cc di cilindrata, che ha già debuttato sulle autovetture con la Stella, in grado di erogare 150 kW/204 CV di potenza a 3.800 giri/min offrendo prestazioni molto interessanti in termini di valori di coppia, accelerazione, elasticità e fluidità di marcia, nonché emissioni inquinanti che rispettano la normativa Euro 4 grazie al filtro antiparticolato. Questo propulsore caratterizza Vito 120 CDI V6 e Viano 3.0 CDI V6, e sarà disponibile su tutti i modelli attualmente commercializzati ad esclusione delle versioni a trazione

integrale permanente, delle versioni Vito con il tetto alto. Importante vetrina anche per la trazione integrale, disponibile sull’intera gamma Vito e Viano che, con una ripartizione della coppia tra asse anteriore ed asse posteriore pari a 35:65 ed il nuovo sistema elettronico di controllo della trazione (4ETS), garantisce sempre le massime condizioni di aderenza e stabilità in ogni situazione, trasferendo a seconda delle esigenze di marcia e delle condizioni del manto stradale, coppia e potenza sulle ruote con maggior trazione. In termini di velocità ed accelerazione, le prestazioni generali delle versioni con la trazione integrale permanente non si differenziano in misura significativa da quelle con trazione posteriore.

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Inoltre, dal mese di ottobre, sono in produzione i primi Vito e Viano a trazione integrale, arricchiti del sistema ESP completo di funzione di stabilizzazione del rimorchio TSA. Nell’esercizio con rimorchio, se il veicolo è in sbandata, il sistema ESP con TSA riconosce la situazione di pericolo, frena le ruote anteriori della motrice e provvede a ridurre la coppia motrice.

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ATTREZZATURE

Muscoli d’acciaio

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A livello di design hanno pochi concorrenti, ancora meno in termini di prestazioni e sono unici a livello tecnologico. Disponibili in nove modelli in oltre ottanta versioni, i trasportatori cingolati Cingo offrono infinite possibilità di impiego.

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La società Merlo ha stupito molte volte con le sue tecnologie all'avanguardia: con Cingo, il nuovo sistema semovente di lavoro e trasporto, ha centrato ancora una volta l’obiettivo. Gli innovativi trasportatori cingolati polivalenti Cingo sono infatti dotati di un originale sistema brevettato per l’aggancio rapido delle molte attrez-

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1. Cingo M6 con dumper autocaricante 2. Cingo M6 con martello idraulico 3. Cingo M6 con betoniera 4. Cingo M8 con turbina da neve 5. Cingo M8.2 Plus con aspiratore di fogliame 6. Cingo M8.2 con dumper autocaricante 7. 8. Cingo M8.2 Top, cingoli con carreggiata variabile

zature intercambiabili; in tal modo la macchina può essere operativa in pochi secondi con qualsiasi equipaggiamento. Il robusto carro cingolato dispone infatti di base di due forti braccia meccaniche che permettono la rapida sostituzione degli equipaggiamenti, dal dumper cassonato all’escava-

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tore, dalla trivella alla trincia per arbusti, dalla betoniera per il calcestruzzo alla navicella porta-persona, dall’atomizzatore agricolo alla barra falciante, alla cippatrice a molto, molto altro ancora. Sono macchine versatili ed infaticabili: il loro impiego di elezione è nella manutenzione del verde pubblico (sfalcio dell’erba, trinciatura di ramaglie, potatura e sfrondamento delle piante), nella viabilità invernale (sgombero neve con lama o fresa a

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turbina), nella pulizia stradale (spazzamento e aspirazione) e nella gestione dei servizi operativi degli enti locali (scavo, trasporto, miscelazione calcestruzzo) ... La nuova gamma Cingo serie 2 è caratterizzata da telai di acciaio ad alta resistenza per fronteggiare efficacemente gli impieghi più gravosi e da una robusta cingolatura in gomma per esercitare una bassa pressione specifica al suolo, così da transitare senza danni anche sui tappeti erbosi più delicati. L’attenta progettazione e realizzazione del telaio ne esalta inoltre le caratteristiche esclusive di robustezza, leggerezza, compattezza ed accessibilità manutentiva. Un attento lavoro di affinatura stilistica ha anche permesso di valorizzare l’aspetto estetico e l’ergonomicità dei diversi sistemi. In ambito tecnologico/operativo i Cingo serie 2 sono valorizzati da scelte progettuali di alto profilo che ne migliorano le prestazioni e la efficienza d’impiego. - Innovativo è il dispositivo idraulico per l’allargamento della carreggiata 1. Cingo M10 con spazzatrice a rullo 2. Cingo M10 con catenaria 3. Cingo M10 con miniescavatore 4. Cingo M10 con braccio telescopico Handler 200 e cassone dumper 5. Cingo M10 con trincia

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dei cingoli della versione Top che, così unico il sistema Cingo. con un semplice comando a leva, Per quanto riguarda infine le prestapermette di aumentare la larghezza zioni (portata, velocità) e le caratteridella pianta al suolo della macchina stiche dimensionali vengono sostana tutto vantaggio della stabilità su zialmente confermate quelle della terreni fortemente scoscesi. serie precedente. - Nuovo è il treno di rotolamento dei cingoli che dispone di rulli oscillanti Nove modelli per migliorare sia l’aderenza sui a trasmissione idrostatica terreni accidentati che il comfort di I Cingo serie 2 sono proposti in nove modelli base, con portate da 600 a marcia. - Nuovi sono gli stessi cingoli, con 1.000 kg e motori diesel o benzina sistema di tensionamento ad con potenze che variano da cinque a ammortizzazione continua e nuova ventuno cavalli. L’azionamento dei cingoli avviene scolpitura del battistrada. - La silenziosità della machina è tramite una sofisticata trasmissione migliorata, grazie alle ricerche con- idrostatica basata su due motori dotte su nuovi sistemi e dispositivi idraulici, uno per ogni cingolo, che permette di concentrare lo sforzo di per l’abbattimento del rumore. - Nuova è l’architettura strutturale dei trazione dove è necessario senza le bracci porta-attrezzature, per sosti- limitazioni di innesto e la ruvidità tuire gli equipaggiamenti ancora più tipiche di una trasmissione meccanica tradizionale. Dolcezza dei movivelocemente. Quello che è stato mantenuto nella menti, progressività di controllo e nuova gamma è la completa inter- pieno sfruttamento della potenza cambiabilità delle innumerevoli attrez- sono solo alcuni dei molti vantaggi zature che rendono così versatile e offerti dalla trasmissione idrostatica. Modello Portata (kg) Motore benzina (CV) Motore diesel (CV) M 6.2 600 9 9 M 6.2 Transporter 600 M 8.2 800 12 M 8.2 Transporter 800 12 M 8.2 Plus 800 16 16 M 8.2 Top 800 M 10.2 1000 20 M 10.2 Top 1000 21 20 21 M 10.2 H200 200* * Il braccio telescopico offre una portata massima di 200 kg ed una altezza di sollevamento di 2,9 metri.

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Competenze tecniche e capacità gestionali premiano il Gruppo RGA anche in Liguria RESTAURI

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"L’aspetto commerciale non può pre- distanti dalla nostra sede, soprattutto scindere dalla formazione, non pos- in Lombardia, in Trentino Alto Adige e siamo offrire la qualità se non lavoria- recentemente anche in Liguria, dove mo costantemente per produrla e sono in corso o stanno per partire l’aggiornamento delle maestranze diversi cantieri, importanti dal punto rappresenta un passaggio indispen- di vista economico e culturalmente sabile di questo processo virtuoso" prestigiosi" afferma Alberto Rui. Alberto Rui, Amministratore Delegato Il Gruppo RGA nasce nel 1962 a del Gruppo RGA. Vittorio Veneto (TV) e si specializza Il Gruppo RGA, impresa veneta lea- nel restauro strutturale e monumentader nel settore del restauro architetto- le, e successivamente anche in nico e artistico, da alcuni anni è pre- restauro artistico. Dal settore della sente nelle principali regioni italiane e all’estero con cantieri importanti. "La padronanza della nostra impresa delle tecniche operative tradizionali e più innovative, la competenza nella gestione dei cantieri e la puntualità nella consegna dei lavori sono le caratteristiche che più ci fanno apprezzare dai professionisti del restauro, e da alcuni anni siamo chiamati a operare anche in località 3

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ristrutturazione edilizia, passa negli anni '70 a quello del restauro strutturale a cui si affianca, nel giro del successivo decennio, la specializzazione in quello artistico. Con quasi 100 dipendenti e una miriade di collaudate collaborazioni esterne, il Gruppo detiene le certificazioni SOA per il restauro architettonico e artistico OG2 e OS2, e dal 1999 ha certificato il proprio sistema di qualità aziendale secondo la norma europea ISO 9001/2000. I restauri ultimamente affidati al Gruppo RGA in Liguria riguardano il pronao ottocentesco della Cattedrale di Chiavari (recentemente concluso con un mese di anticipo sulle previsioni a contratto), le facciate del palazzo di via Cappuccini (1926) che ospita la Pinacoteca Rizzi a Sestri Levante, e

1. 2. Cattedrale di Chiavari 3. 4. 5. Villa Cannavaro a Zoagli

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quelle della Chiesa Nostra Signora Assunta a Nozarego (1724, arch. Ricca) nota per il sagrato ad acciottolato in tre colori (bianco, nero e rosso), coevo alla chiesa e di stile praticamente unico in Liguria. La chiesa si trova sulla strada panoramica che da Santa Margherita Ligure conduce al Monte di Portofino. Un altro intervento di grande prestigio che partirà a breve riguarda il recupero integrale della Villa Cannavaro a Zoagli, uno stupendo edificio liberty della seconda metà dell’Ottocento circondato da un parco a picco sul mare. Per quanto riguarda la Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto a Chiavari (progettista arch. Domingo Tonini), il restauro della copertura ha previsto la demolizione e lo smontaggio della piccola, media e grossa orditura del tetto a falde; la realizzazione di tagli, incastri, crene e appoggi atti alla posa delle nuove travi principali che hanno sostituito le preesistenti in grave stato di degrado e la demolizione e smontaggio del manto di copertura e dell’orditura secondaria con il recupero delle parti sane. I travetti e le tavole della piccola orditura ricostruita e a vista sono stati squadrati e bisellati in dimensioni identiche a quelle originali, e fissati agli elementi strutturali mediante chiodatura. I lavori hanno compreso anche la chiusura di alcune vecchie vasche di raccolta delle acque meteoriche presenti nel sottotetto, mediante l’applicazione di coperchi in lamiera zincata, grecata e collaborante con il massetto di copertura realizzato in calcestruzzo alleggerito. Il nuovo manto di copertura ha comportato il recupero parziale del precedente, in tegole marsigliesi, in buono stato di conservazione. Si è ripristinato lo sporto in ardesia del timpano posto a sud del pronao e realizzati nuovi canali di gronda in rame comprensivi di scossaline, converse lineari e curve, cappellotti per muretti, cordoli e doccioni opportunamente fissati e sigillati. Su entrambe le falde della copertura è stato realizzato un nuovo lucernario, mediante posa e ancoraggio di tegole marsigliesi in vetro. Nel grandioso pronao marmoreo classicheggiante, aggiunto nel 1841 da L. Poletti in seguito alla generale trasformazione ottocentesca dell’impianto originale (1613 - 33), sono stati restaurati gli intonaci tramite interventi di sigillatura delle fessurazioni e stuccatura delle mancanze minori con impasto a base di calce e inerti selezionati, di colore e granulometria simili agli originali. Le zone interessate da decoesione sono state consolidate con applicazioni di prodotto inorganico (silicato di etile); le aree decoesionate, cementizie o mancanti sono state risarcite mediante stesura di uno strato di corpo in malta grezza seguito da una finitura in calce idraulica e inerti selezionati di granulometria e rapporti volumetrici simili agli originali. La coloritura degli intonaci è stata realizzata con pittura minerale monocomponente a base di silicato di potassio, stesa in due mani con cromie simili all’originale, e finita a spugnatura per conferire un effetto antichizzato. Nell’estradosso del Pronao si è eseguita la rimozione meccanica degli agenti estranei seguita da generale idropulitura a pressione controllata. Cornici, cornicioni e modanature sono state recuperate rimuovendo le parti incoerenti e in fase di distacco, pulendo le superfici e trattandole in modo adeguato per facilitare l’ancoraggio della successiva finitura. Le porzioni mancanti, di rosoni e cornici, sono state ricostruite mediante applicazione di malte di calce idraulica o aerea e grassello di calce stagionato, anche ricorrendo a stampi in gesso, resina e canapa, e ancorate alla struttura con filo di ferro zincato e perni in vetroresina. La finitura è stata eseguita ad affresco, con due mani di latte di calce colorato con pigmenti minerali. Lavori Pubblici n. 29 novembre - dicembre 2007

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VIABILITA' INVERNALE

Nuovo spargiliquidi Schmidt Straliq

Dopo aver terminato con successo il periodo di test effettuato presso alcuni dei clienti più esigenti d’Europa (tra cui Autostrade per l’Italia 9° Tronco di Udine), è pronto per la commercializzazione il nuovo spargiliquidi Schmidt modello Straliq. Gli spargiliquidi, specialmente in ambito autostradale, vengono utilizzati sempre più spesso sia a scopo preventivo, sia in abbattimento in presenza di importanti eventi nevosi. Costruito in maniera modulare, in grado di adattarsi quindi alle diverse esigenze della clientela, lo spargiliquidi Straliq vanta un design pulito e regolare, con le apparecchiature idrauliche ed elettroniche situate (in comparti separati) nella parte posteriore della macchina, in posizione

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protetta ed accessibile. I serbatoi del liquido deghiacciante sono costruiti in robusto polietilene, in grado di resistere ad eventuali impatti a basse temperature. Ogni serbatoio ha una capacità di 2.400 litri e può essere collegato ad altri serbatoi attraverso una connessione centrale esente da trafilaggi. Sono inoltre presenti sfiati e paratie frangiflutti su ogni singolo serbatoio. L’azionamento della macchina può avvenire sia tramite l’impianto idraulico del veicolo portante, sia mediante un motore ausiliario Kubota, completo di insonorizzazione e cofanatura. Potenti ed estremamente affidabili, i motori ausiliari Kubota sono tra i maggiormente utilizzati a livello mondiale per le applicazioni industriali più gravose. La soluzione da spargere viene spinta attraverso una pompa centrifuga in acciaio inox Aisi 316 (portata max 700 l/min) ed indirizzata alla barra ad ugelli tramite divisori di flusso. Un sistema a ciclo chiuso, controllato da microprocessore, assicura che i valori impostati siano realmente raggiunti. Il tipo di soluzione da spargere è preprogrammato sul quadro comandi e può essere facilmente selezionato dall’operatore. Naturalmente, in caso di avaria al sistema di controllo, ogni funzione può essere comandata manualmente mediante appositi attuatori. La barra ad ugelli è composta da: 1 barra fissa con ugelli per la larghezza di spargimento di 3,5 m, 4 ugelli a proiezione per coprire la corsia di sinistra, 4 ugelli a proiezione per coprire la corsia di destra. Lo spargimento su ogni corsia è azionabile in modo indipendente. La larghezza di spargimento può raggiungere, nella configurazione di serie, i 12 m effettivi. E' importante sottolineare la partico-

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lare natura degli ugelli: il nuovo spargiliquidi Schmidt Straliq adotta infatti ugelli a pressione costante e portata variabile. Questi speciali ugelli sono espressamente concepiti per evitare, anche ai valori massimi di spargimento, la nebulizzazione del liquido deghiacciante che, sottoposto alla scia del veicolo portante, verrebbe in parte disperso al di fuori della carreggiata. Grazie a questa tecnologia tutto il liquido raggiunge con precisione la sede stradale, esattamente come impostato dall’operatore. Il quadro comandi è l’apprezzato Schmidt CL (adottato anche dagli spargisale Schmidt più professionali), dotato di un grande display grafico, pulsanti retroilluminati e di tre potenziometri. Molto ergonomico, facilmente utilizzabile anche con guanti da lavoro e con protezione dagli agenti atmosferici grado IP54, offre un’immediato colpo d’occhio su tutti i parametri di spargimento. Naturalmente il comando CL è costruito con tecnologia CAN-Bus ed è conforme ai test EMC di compatibilità elettromagnetica. Inoltre è compatibile con lo Standard Europeo CEN TC337 per i protocolli di comunicazione tra attrezzatura e software di gestione flotte (anche di produttori terzi).

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PARCHI DIVERTIMENTO

Operativo il primo Gleider di Input del gruppo Doppelmayr Da metà giugno 2007 è stato aperto al pubblico Vertigo, il primo Gleider realizzato dalla Input, una società interamente controllata dal gruppo Doppelmayr che si occupa di impianti per parchi giochi e proposte su 365 giorni per le zone montane. Il Gleider è stato inaugurato all’interno del parco di divertimenti Walibi in Belgio nei pressi di Bruxelles, uno tra i 21 parchi controllati dalla Compagnie des Alpes, il maggiore gestore mondiale di aree sciistiche, sparsi nel Centro - Nord Europa (12 in Francia, 3 in Belgio, 3 in Olanda, 2 in Germania e uno in Svizzera). Il Gleider è una proposta in linea con le tendenze dei parchi a tema, adatti alle famiglie ma con una forte risposta 1 alle richieste degli adolescenti. Si tratta inoltre di un'offerta unica per la presenza dell’ascensore e della torre, per le campate fino a 300 m di lunghezza, e rappresenta un’innovazione nell’industria dei parchi ad un costo moderato (ridotto numero di torri, semplicità e facilità di trasporto ed installazione); risulta anche una proposta particolarmente interessante per i parchi con problemi di espansione territoriale, in 2 quanto Gleider si può sviluppare quasi interamente sorvolando le strutture preesistenti. Gleider utilizza molti elementi direttamente derivati dalla produzione di 1. Passaggio di un veicolo in curva 2. La sensazione del volo 3. Gleider a Walibi 4. Pianta di Walibi con il Gleider inserito al centro in basso 5. Sviluppo del Gleider a Walibi

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impianti di risalita, come ad esempio le travi di lancio e rallentamento degli ammorsamenti automatici; altri elementi sono stati derivati da soluzioni di Lagertechnik, un’altra azienda del gruppo Doppelmayr specializzata negli immagazzinamenti automatici. Nella nuova proposta si combina l’eccitazione di un roller coaster con l’espe- 3 rienza unica di volare sopra grandi zone: propone "il volo", sopra o attraverso strutture esistenti, con ogni rider in prima fila contrariamente a quanto avviene sulle montagne russe. La torre di partenza inoltre rappresenta già una zona panoramica d’attrazione. L’imbarco/sbarco è veloce e comodo con un nastro trasportatore; mentre l’imbarco/sbarco di gente handicappata avviene con soluzioni supplementari. I veicoli alternativamente vengono sollevati sulla torre ad una velocità di 5 4 m/sec in 14 secondi e si può raggiun- sistema di compensazione e smorzagere la sensazione di gravità quasi mento. Ogni veicolo è dotato di batteria e circuito idraulico autonomo; il zero tramite un arresto improvviso. I veicoli sono seggiole quadriposto controllo (possibilità di frenata) avviecon barra avvolgente; la seggiola ne via radio, mentre il controllo della permette un’oscillazione laterale (fino velocità è dato da un freno magnetiall’orizzontale) ed un’oscillazione lon- co; il freno di sicurezza è per attrito; il freno di servizio è magnetico. gitudinale nei due sensi. L’avanzamento è regolare tramite il Altre caratteristiche importanti risiedono in facilità di manutenzione e portata regolabile. L’elemento più caratteristico del Gleider risiede nella via di corsa data dall’abbinamento della fune e dell’innovativa via di corsa cui si avvolge il carrello; questo abbinamento flessibile con movimenti graduali permette di ottenere una realistica sensazione di 1. La torre principale di partenza 2. Trave di lancio e panorama 3. La via di corsa e la fune portante 4. Zona di arrivo e partenza 5. Il veicolo 6. La parte sommitale della torre principale di partenza

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"volo" che è stata l’elemento maggiormente apprezzato nei primi giorni di esercizio. Il Gleider di Walibi presenta una torre di 55 m, una lunghezza totale di 720 m, una velocità massima di 74 km/h ed accelerazioni fino a 3 g; la portata oraria di dimensionamento è di 800 persone. Il sistema Gleider permette di arrivare a portate orarie di 1.200 persone e velocità di 28 m/sec (100,8 km/h).

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Insta service apprezzata all’Autodromo dell’Umbria MANUTENZIONE STRADE

L’Autodromo dell’Umbria ha testato con favorevoli riscontri i prodotti proposti da Insta service per la riparazione degli asfalti e per l'assorbimento di idrocarburi, rispettivamente Black Top e Instabsorb. Black Top per le piccole riparazioni ha

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dato ottimi risultati per tenuta, rapidità e facilità d’impiego. In una situazione estrema come quella di un autodromo, per poter dire che la riparazione è assolutamente stabile, è consigliato aspettare un paio di giorni dall'applicazione, pure se è transitabile dopo

solo mezza giornata, al contrario di una strada normale, che può venire riaperta al traffico subito dopo l’applicazione del materiale. Black Top ha dato prova di tenere anche su scalfitture di una profondità di 1 cm con una tenuta estrema. L’Autodromo dell’Umbria ha effettuato le prime prove in punti a bordo pista, dove si erano create delle piccole crepe dovute forse a minimi cedimenti del terreno al di fuori della carreggiata: il prodotto si è compattato veramente bene. E' stato poi provato in corsia box, dove la marcia dei veicoli e delle moto è molto rallentata, per non utilizzarlo in punti a rischio fino ad una conoscenza approfondita del prodotto, eseguendo strette pezzature di circa 10 - 15 cm per una certa lunghezza, con il risultato che in sei mesi non si è mosso niente. Ora viene usato per le riparazioni anche in pista con ottimi risultati; purtroppo o per fortuna non hanno ancora dovuto provare Black Top in punti di estrema traiettoria, dove c’è una presa totale, perché non si sono verificate rotture in tali posizioni, anche se oramai la fiducia per il prodotto è verificata. Il prodotto Instabsorb è stato provato in occasione di caduta di moto per l’assorbimento di olio e liquido radiatore con risultati estremamente favorevoli. Instabsorb ha dato prova di essere particolarmente adatto all’utilizzo in pista, non lasciando traccia di residui oleosi anche in situazione di bagnato. Prima venivano usati prodotti granulari di varie ditte, che seppur ottimi, non eguagliano il risultato assorbente di Instabsorb. Il nuovo prodotto prosciuga con più rapidità e più in profondità; inoltre i granulari persistono nei pori dell’asfalto della pista se non vengono ottimamente spazzolati subito. Naturalmente anche Instabsorb va spazzolato, ma se se ne lascia un poco non dà fastidio, anzi potrebbe avere la funzione, essendo di un colore chiaro diverso dall’asfalto, di segnalatore, al posto del filler bianco che solitamente si sparge per sicurezza per segnalare la macchia e che in pochi giri viene asportato dai mezzi.

Lavori Pubblici n. 29 novembre - dicembre 2007




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