lavori pubblici soluzioni per
n. 33 luglio - agosto 2008
quota neve s.r.l. via Panizza 12 - 20144 Milano
Sped. in abb. postale - 45% art.2 comma 20b legge 662/96 - Milano
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Un Bonetti F100X per la perla del Lago d’Iseo Gh. Marchelli Impianto di teleriscaldamento ad Obereggen Nuovo Hymach Gryphon in versione centro trattore Gh. Marchelli AGESP propone la raccolta differenziata nelle scuole ed una metanizzazione del parco mezzi Gh. Marchelli Tecnoroad Duespeed 2 per una segnaletica verticale sicura ed amovibile Gh. Marchelli Faro presenta una nuova metodologia d’intervento Gh. Marchelli Assaloni.com e Unimog in dimostrazione a Perugia Gh. Marchelli Pale gommate Kramer maneggevoli, stabili e potenti con lo sterzo integrale Giletta e UniQa in tour per l’Europa Gh. Marchelli Una gru marina Fassi sulle rive del Lambro F. P. Vandoni Ecopuzzle: pavimentazione componibile in materiale riciclato Gh. Marchelli La sicurezza sul lavoro si ottiene anche grazie a macchine specifiche Macchine per la pulizia dei manti erbosi Giordano Rental Gh. Marchelli Il Naviglio Grande? Con l’anfibio lo VEDO da vicino G. M. Bianchi Nuovi spargisale Schmidt Stratos F e Stratos D Belos TransPro 54 eTransGiant a Dobbiaco Ga. Marchelli Haulotte Italia: un anno da grandi numeri Energreen... ne ha fatta di strada Allestimenti per Unimog U20 Morselli e Maccaferri Ga. Marchelli Un Caron 870 al Parco Nazionale dello Stelvio Ga. Marchelli Mercedes-Benz Unimog all’opera nei tunnel di Parigi L’Impresa Bacchi inaugura un nuovo impianto a basso impatto ambientale Debris-flow del rio Grametto L. Turconi, D. Tropeano, G. Savio Avanti tutta! Case rinnova la gamma compatta e incorpora i nuovi motori Tier 3 Intercooler e Fase 3A: nuovo primato Antonio Carraro Tribunale di Bologna I nuovi escavatori cingolati della serie B La Banca del Verde compensa il CO2 emesso dal Festival Internazionale dell’Ambiente Tyrolit Cutting Pro Competition: sfida all’ultimo taglio Pircher: tecnologia per l’ambiente
Soluzioni per Lavori Pubblici viene inviata in tutta Italia a:
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- Uffici Tecnici di tutti i Comuni, Province, Regioni e Comunità Montane - Società di gestione strade e autostrade - Aziende municipalizzate, di multiservizi e raccolta rifiuti - Aziende di trasporto urbano - Ditte appaltatrici di lavori pubblici - Parchi nazionali e regionali - Protezione Civile - Consorzi di bonifica - Aeroporti, Porti - Enti, Aziende e Comunità di grande dimensione (fiere, golf, parchi divertimento…) - Ditte produttrici e commerciali italiane ed estere nei settori di intervento della rivista - Personalità di settore italiane ed estere
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Direttore responsabile: dott. Giorgio Marchelli
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Redazione: dott. Giorgia Marchelli dott. arch. Viviana Patscheider Francesco Piero Vandoni Segreteria di redazione: Domenica Stefani Editore: quota neve s.r.l.
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PORTATTREZZI
Un Bonetti F100X per la perla del Lago d'Iseo GHERARDO MARCHELLI
Monte Isola (o Montisola) è, come dice il nome, una montagna su un'isola che divide in due il Lago d'Iseo: di qui la sponda bresciana, di là la bergamasca. Perla del Lago d'Iseo è la più grande isola lacustre d'Europa ed uno dei luoghi più ambiti e frequentati del lago durante i mesi estivi, uno dei borghi più belli d'Italia. Appena sbarcati si ha subito la sensazione di
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essere approdati in un'altra dimensione, più stabile, più tranquilla, più umana, più surreale: vecchie barche che sonnecchiano all'ormeggio, antichi portici e loggiati decorati da biancheria stesa e da vecchi arnesi da pesca, chiacchiere di donne e pescatori in dialetto senza fretta. Nel XI secolo Monte Isola era parte dei possedimenti del Monastero di S.ta Giulia di Brescia, condotta secon-
do i canoni dell'economia curtense; nei secoli successivi si crearono i due comuni di Siviano e di Peschiera. L'attuale comune si formò nel 1928 con l'inserimento degli antichi paesi di Peschiera Maraglio e Siviano, per decisione del governo fascista, con il nome di Comune di Silvano. L'attuale nome del comune è stato deciso negli anni '50. Il comune di Monte Isola fa parte della Comunità Montana del Sebino Bresciano. La moderna strada in asfalto, lunga circa 25 km, è stata eseguita in varie riprese dall'anno 1966 al 1990; collega tutti i centri storici, un anello di 9 km, con partenza e arrivo a Peschiera Maraglio. Percorribile soltanto a piedi o in bicicletta, si sviluppa sull'intero perimetro dell'isola in riva al lago. La principale strada collega Siviano (la capitale) con i due porti di unione alla terra ferma (Carzano e Peschiera Maraglio), qui vi giunge dopo il passaggio di Senzano, dove si trova il bivio per Sinchignano. Una diramazione porta a Menzino, conducendo poi attraverso le pendici ripide e boscose alla punta di Sensole, dove poi diventa litoranea sull'antico viale degli Ulivi, percorrendo la spon-
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da meridionale sino a Peschiera Maraglio. Nel suo interno una diramazione porta a Senzano sulla costa settentrionale in località Paradiso e giunge poi a Cure, dove una breve passeggiata di un quarto d'ora porta alla vetta di Monte Isola a 600 metri di quota. Qui é ancora agibile l'antica rete stradale eseguita con pavimentazione in ciottoli bianchi e numerosi sentieri di congiunzione tra tutti i centri storici dell'isola. Su questa strada la circolazione è permessa solo a: pulmini del servizio comunale, ambulanza, auto dei parroci, motocicli e biciclette dei residenti, mentre tutti i turisti possono circolare solo con le biciclette. I porti in attività sull'isola sono quelli di: Peschiera Maraglio, con un cantiere comprensivo d'assistenza e Carzano, i due porti pescherecci tradizionali collegati alla terraferma da traghetti, Paradiso, che è il porto di Siviano e
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Sensole, tutti raggiunti dai traghetti della Regione Lombardia, che assicurano il collegamento tra tutti i porti della sponda bresciana a quella bergamasca. Già in attività dagli anni '80 un autocarro Bonetti permette al comune di intervenire sulle strette strade dell'isola per eseguire tutti i lavori e garantire un efficace servizio per la salatura delle strade e la pulizia della neve, con estrema agilità. E' ancora in perfetta efficienza, ma il comune ha voluto dotarsi di un nuovo autocarro per poter eseguire i lavori con un mezzo adeguato. Soddisfatti dell'antica scelta Bonetti l'hanno riconfermata acquistando, dal rivenditore di macchine agricole ed industriali Miclini di Darfo Boario Terme, un nuovo F100X allestito con gru retrocabina, verricello e predisposto per lama neve e spargitore. Le dimensioni del mezzo sono estremamente importanti per poter circo-
lare in tutte le strette strade dell'isola, quindi la reale larghezza d'ingombro di 1.650 mm del Bonetti, con specchi a scomparsa, che in caso di necessità rientrano all'interno dell'abitacolo abbassando i vetri, risultano una caratteristica necessaria. Sempre per esaltare le caratteristiche d'ingombro, la gru retrocabina è una Palfinger PK2700 in versione compact che rimane in sagoma del veicolo con una larghezza totale reale di 1.650 mm; il verricello è integrato tra la piastra neve ed il
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telaio per restare in sagoma, ed i rulli anteriori sono amovibili, da applicare solamente nel momento del bisogno del verricello. L'F100X è un veicolo a 4 ruote motrici con terzo differenziale bloccabile e l'ultimo tipo di motorizzazione, un Iveco F1C da 146 CV, 16 valvole e trasmissione a catena, Euro 4 con filtro antiparticolato, che permette basse rumorosità ed emissioni nel completo rispetto della tranquillità del luogo. Abbinato al motore troviamo un cambio 6 marce conglobato con un riduttore Bonetti a due gamme di velocità che consente un'ampia scelta di andature: da poco meno di 3 km/h con motore in coppia a 1.400 giri per arrivare ad una velocità mas-
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sima di 115 km/h. Il freno di stazionamento a comando idraulico agisce sulle pinze posteriori dei 4 freni a disco. Le sospensioni sono a balestre paraboliche senza ingrassatori, con balestrine inferiori anche anteriormente, già predisposte per l'applicazione di attrezzature frontali. La cabina in fibra composita è ribaltabile elettricamente con tre posti omologati. L'impianto elettrico è molto ricco di predisposizioni: dagli specchi e parabrezza riscaldati al riscaldatore autonomo supplementare per l'utilizzo dei veicoli nei paesi molto freddi. Il telaio scatolato a sezione variabile è una delle caratteristiche chiave da sempre del Bonetti, un telaio predisposto per
l'applicazione delle più svariate attrezzature. Un joystick comanda le attrezzature che utilizzano l'idraulica anteriore del mezzo, che può essere abbinata ad un secondo circuito idraulico per azionare uno spargitore posteriore senza motore ausiliario, grazie ad una doppia pompa applicata direttamente al motore dalla stessa Bonetti. Queste caratteristiche fanno del Bonetti F100X un portattrezzi agile dalle dimensioni contenute con apprezzate collaborazioni con costruttori d'allestimenti di fama internazionale come Assaloni.Com di Lizzano in Belvedere per le lame, Giletta di Revello per gli spargitori e Palfinger per le gru retroportate.
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ENERGIA
Impianto di teleriscaldamento ad Obereggen Nel 2007 Obereggen si è dotata di un impianto di teleriscaldamento tramite la società cooperativa Energia & Teleriscaldamento, i cui soci ed utenti sono 10 hotel e pensioni di Obereggen nonché la società di gestione degli impianti di risalita Obereggen S.p.A. Interessante il ruolo svolto dalla società di gestione degli impianti di risalita, Obereggen S.p.A., diretta di Siegfried Pichler, della stazione invernale del Dolomiti Superski (valle Fiemme/Obereggen) spesso un passo avanti agli altri con iniziative particolarmente valide non solo nel settore degli impianti a fune e in quello dell'inneva- 1 mento e delle piste, ma anche nei mol- l'impianto di riscaldamento (a funzionamento quasi automatico) con il teplici aspetti della stazione invernale. L'iniziativa teleriscaldamento vede proprio personale, che normalmente Obereggen S.p.A. in posizione deter- opera su impianti e piste. minante. Dal 1995 la società impianti- Le motivazioni di base, oltre alla parte stica esaminava la sua fattibilità e economica, riguardano numerosi proponeva soluzioni che non hanno aspetti. Rispettare e preservare il subito trovato buona accoglienza patrimonio paesaggistico e la natura negli altri interessati, cioè gli alberghi di Obereggen sono diventati negli ultidi Obereggen. Quando ha deciso di mi anni una vera e propria necessità. avanzare anche da sola, la situazio- Con l'adesione e la promessa di quane si è risolta, con la fondazione della lità nei confronti di "Alpine Pearls", società cooperativa Energia & Tele- l'associazione che garantisce vacanriscaldamento, presieduta da Erich ze sostenibili a tutela del clima e delThaler, cui partecipano tutti gli alber- l'ambiente, che ha come obiettivo prigatori di Obereggen. La società mario un'alta qualità del turismo nelle impiantistica ha curato con i propri Alpi, le tematiche sul traffico e sull'amtecnici, coordinati da Egon Obkircher, biente saranno d'ora in avanti affronla costruzione dell'impianto e della tate sempre con maggiore attenzione rete; ad impianto finito e funzionante e rispetto verso i siti alpini e la salute ha anche stabilito con la società coo- del cittadino. perativa un contratto di gestione del- L'impianto ha drasticamente ridotto le
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emissioni di CO2 e, oltre a contribuire efficacemente a salvaguardare l'ambiente in termini di emissioni, riduce notevolmente anche il traffico su gomma, in quanto non sono più necessari i trasporti da lontano per il rifornimento di gasolio: il nuovo combustibile, scarti di legname industriali, sono forniti direttamente dalle vicine 'industrie del legno e vi è anche l'invito ad apporti da parte delle economie agricolo-forestali locali. Importante è stata l'installazione di impianti speciali di depurazione, con un filtro multiciclonico, un filtro elettrostatico ed un impianto di condensazione in grado di ridurre l'emissione dei gas di combustione fino ad un massimo di 20 mg di polveri sottili per m 3 d'aria. Questi valori sono oggi molto al di sotto dei limiti consentiti dalla legge, fissati in 50 mg/m3 d'aria. 1. L'impianto di teleriscaldamento in inverno, ossia nel momento di massima attività ed il suo inserimento ambientale 2. L'impianto di teleriscaldamento in estate e più ravvicinato: a sinistra, dalla struttura principale sporge il contenitore per le polveri, al centro le grandi vetrate chiudono la zona delle caldaie
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Dal 2004 Obereggen S.p.A. è certificata secondo le norme ISO 14001. Queste regole internazionali garantiscono l'applicazione ed il successivo sviluppo di un efficace sistema di gestione e salvaguardia dell'ambiente. Assieme al nuovo impianto di teleriscaldamento, tali norme contribuiranno notevolmente a preservare l'ambiente e a tenere pulita l'aria. Per questi motivi Obereggen può essere dichiarata oggi una località turistica a ridottissimo impatto ambientale, membro di "Alpine Pearls", parte del patrimonio mondiale delle "Dolomiti" e che contribuisce attivamente al mantenimento e salvaguardia della natura e dell'ambiente. La progettazione generale e della parte tecnica si deve all'ing. Robert Carminati della società EUT di Bressanone che ha proposto per la parte architettonica l'architetto Stefan Gamper. Per l'impianto di teleriscaldamento è stata scelta una posizione ideale al fine di ridurre al minimo la lunghezza complessiva della rete di distribuzione, diminuendo così al massimo la dispersione lungo le condutture. E' stata data inoltre grande importanza alla progettazione del fabbricato contenente l'impianto per ottenere un efficace inserimento della struttura all'interno del contesto ambientale circostante: nella scelta dei materiali per la costruzione dell'edificio si sono usati materiali elementari costituiti essenzialmente da legno proveniente dai boschi circostanti. Il risultato è tale che, tra i cinquanta impianti simili realizzati in Sudtirolo, quello di Obereggen viene portato ad esempio per quanto riguarda l'aspetto estetico e di inserimento nel contesto. Il risparmio economico annuale per gli utenti varia tra il 20% ed il 40%, a seconda delle condizioni della caldaia precedente. La centrale è stata posizionata sul versante del crinale su cui sorgono gli alberghi, opposto a quello degli impianti di risalita di base, sulla strada che scende ad Eggen. I lavori hanno consentito di ricavare un altro centinaio di posteggi 1. Il retro della parte principale, in primo piano la zona ufficio e controllo dell'impianto, in fondo la tramoggia di alimentazione con cippato 2. Il retro con i depositi per automezzi e cippato che man mano viene versato nella tramoggia di alimentazione che si trova sulla destra
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serviti dallo shuttle Obereggen, che già opera lungo la strada che sale da Bolzano. Il complesso si articola sostanzialmente su due corpi, la centrale termica con i relativi uffici, e la zona coperta per il deposito aperto del cippato, più spazi coperti ma aperti per il rimessaggio di veicoli che servono al processo del teleriscaldamento ed alla gestione dell'abitato di Obereggen. La rete di teleriscaldamento si estende complessivamente per 1,8 km (da DN 25 a DN 125) con acqua a 90°C in partenza e mediamente 50°C al ritorno, con valori sotto 30°C nei momenti di punta; l'isolamento della rete è un aspetto essenziale in quanto permette di non sprecare energia. In tale ambito il progresso tecnico è stato particolarmente rilevante in questi ultimi anni. Presso le varie utenze è stato installato uno scambiatore di calore che, oltre a riscaldare l'acqua del singolo impianto, calcola i singoli consumi. Il fabbisogno termico annuo è calcolato in 4.000.000 kWh; per i fruitori del servizio si hanno 3.120 kW installati; 800 kW presso l'utente mag-
giore e 45 kW presso l'utente minore. L'allacciamento alle utenze non ha posto particolari problemi se non nel caso di precedenti impianti di riscaldamento particolarmente datati. La posa delle tubazionii è stata interrata di circa 1,20/1,50 m, ed ha in prevalenza seguito le strade della frazione. La biomassa che viene bruciata è costituita da cippato di legno (abete) particolarmente essicato. La massima parte della biomassa viene fornita da Holz Pichler di Eggen che è non solo segheria (quindi scarti di taglio) ma opera anche come realizzazione di profilati (porte cornici, finestre...) e semilavorati in legno (mobili, scale, bioedilizia, arredamento...) con relativi scarti di lavorazioni che avvengono su materiale particolarmente secco (presente in ditta anche un importante reparto di essicazione tecnica). La vicinanza tra il massimo fornitore e l'impianto di teleriscaldamento, oltre a ridurre i costi di trasporto, minimizza le emissioni inquinanti collegate a tale trasporto e determina un apporto quasi continuo di materiale con minori problemi di stoccaggio. Il fabbisogno annuo di combu-
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stibile ammonta in 5.000 mst (metri "steri", in cui lo stero equivale a un metro cubo) di cippato; ciò sostituisce circa 500.000 litri di gasolio. L'impianto potrebbe bruciare anche segatura, corteccia ed altro, ma ad Obereggen hanno preferito, dopo accurate prove, limitarsi alla parte più nobile e redditizia del legno. Il cippato viene stoccato in un deposito da 1.200 mst, coperto superiormente ed aperto lateralmente; da questo deposito, con un trattore e benna, vengono riforniti una tramoggia ed un sistema automatico ed idraulico di rifornimento delle caldaie. Il consumo massimo giornaliero di cippato è calcolato in 60 mst. Il cuore dell'impianto è rappresentato da una caldaia a biomassa da 2.100 kW, affiancata da un'altra caldaia a biomassa da 550 kW. La caldaia maggiore è prevista per il periodo invernale, quella minore per il servizio estivo
1. Le caldaie, rosse quelle a cippato, quella grande per il periodo invernale e quella piccola per l'estate; in secondo piano a sinistra la caldaia a gasolio per le emergenze e le punte 2. Il grande contenitore dell'acqua calda, a sinistra la caldaia piccola 3. Il cippato 4. Pompe ed invio dell'acqua in linea verso le utenze
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(acqua calda presso le utenze), entrambe per i momenti di punta nel periodo invernale. In funzione di emergenza, manutenzioni e per la copertura di fabbisogni di punta, vi è anche una caldaia a olio biologico da 3.200 kW. A valle delle caldaie in sequenza: un filtro multiciclonico, un filtro elettrostatico ed un impianto di condensazione. Il risultato: oltre ad emissioni particolarmente ridotte, dai camini non si nota la fuoriuscita di fumi. I filtri riforniscono dei depositi di ceneri (filtro multiciclonico) e di polveri sottili (filtro elettrostatico) mentre l'impianto di condensazione cede al sistema una quota di energia residua. Le ceneri 1 vengono avviate in discarica. E' stato lasciato spazio per eventualmente inserire anche un sistema di generazione di energia (per il momento preferiscono non farlo data la forte stagionalità del processo): in questo caso viene scaldato a temperature più alte (vicine a 300°C) dell'olio apposito che aziona una turbina, a valle della turbina viene scaldato un altro olio che scalda l'acqua dell'impianto di teleriscaldamento. 2 L'impianto è stato dotato di un proprio 1. Zona filtri e condensa circuito d'acqua per l'intervento in 2. Tramoggia ceneri sotto al filtro caso di incendio interno. principale
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L'impianto è stato sovradimensionato (di circa il 20%, pari ad altri 500 letti) per tener conto di eventuali ampliamenti alberghieri e nuovi alberghi. L'investimento complessivo è stato di circa 3,3 milioni di euro, con un finanziamento della Provincia Autonoma di Bolzano del 30%. Vengono organizzati, tramite l'azienda turistica, visite per turisti con spiegazioni; sono azioni che da tempo vengono fatte anche per l'impianto d'innevamento; in entrambi i casi i clienti apprezzano queste iniziative e rimangono positivamente sorpresi.
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VERDE
Nuovo Hymach Gryphon in versione centro trattore GHERARDO MARCHELLI
Da Hymach presentata una nuova Gryphon con disco per lo sfalcio lato strada al centro anziché davanti al trattore. Anche in questa versione Gryphon mantiene le due attrezzature distinte e indipendenti per falciare l'erba senza interruzioni per superare i sostegni del guardrail, paletti segnalimiti, segnaletica stradale, alberi..., in
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simultanea con l'avanzamento del trattore: la prima atta allo sfalcio del bordo lato strada dotata di sistema automatico di scarto, che consente al gruppo falciante di aggirare l'ostacolo incontrato senza mai staccarsi da esso; la seconda, dotata di braccio scavallatore ribaltabile, predisposta per falciare al di là del guardrail, anch'essa dotata di scarto automati-
co dei paletti di sostegno, è in grado di poter essere ritirata in assetto di riposo quando si incontrano ostacoli alti da superare. Questo nuovo modello presenta due notevoli vantaggi rispetto a quello di partenza. Innanzitutto i due dischi falcianti sono vicini e pertanto si semplifica il controllo durante il lavoro e in più sono ridotti gli ingombri così da limitare l'occupazione della sede stradale durante le operazioni di sfalcio. Le due attrezzature sono separate, pertanto qualsiasi movimento che interessa quella più arretrata non va ad interferire con la prima attrezzatura che continua il proprio lavoro linearmente e senza interruzioni mentre l'impianto è strutturato in modo da lasciar libera la scelta all'operatore, secondo le proprie esigenze operative, di utilizzare solo l'attrezzatura anteriore, solo l'attrezzatura posteriore o entrambe, semplicemente attivando un comando in cabina. Particolarmente interessante è poi la possibilità di lavorare su due piani con diversa inclinazione che permette di ottenere un risultato ottimale indipendentemente dalla conformazione del bordo strada.
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L'attrezzatura esterna ha un sistema di regolazione che lascia variare la distanza della stessa dal mezzo portante secondo le esigenze operative. Il sistema di articolazione del braccio scavallatore permette di ribaltare l'attrezzatura per superare ostacoli quali segnali stradali, che restano al di sotto del braccio portante, e, se necessario, richiamare il braccio così da superare anche alberi a chioma larga senza impigliarsi tra le fronde. Quando le condizioni operative sono opportune è inoltre possibile superare gli ostacoli utilizzando la rotazione
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del braccio in modo molto semplice ed efficace. Il sistema di livellamento al terreno e il mantenimento costante dell'altezza di taglio completamente automatico, applicabile ad entrambe le attrezzature che compongono Gryphon, arricchiscono ulteriormente questa macchina e consentono di: mantenere il gruppo falciante effettivamente parallelo al terreno in fase di taglio dell'erba, adeguandosi automaticamente al profilo dello stesso; garantire un ciclo di taglio particolarmente rapido ed uniforme per qualsiasi configurazione dei bordi
della sede stradale oggetto di manutenzione; assicurare elevati standard di affidabilità ed operatività in ogni condizione di funzionamento, indipendentemente dal profilo e/o dalla pendenza del terreno da trattare. L'attrezzatura arretrata ha inoltre la possibilità, una volta in posizione di riposo, di essere abbassata o alzata secondo necessità dell'operatore. Anche questa nuova versione di Gryphon si presta ad essere allestita in combinata con attrezzatura a braccio posteriore, anche in versione Visual, così da ottimizzare i tempi di lavoro.
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AGESP propone la raccolta differenziata nelle scuole ed una metanizzazione del parco mezzi IGIENE URBANA
GHERARDO MARCHELLI
L'estensione del servizio di raccolta differenziata presso le scuole di Busto Arsizio costituisce un'importante azione, promossa dall'Amministrazione Comunale e da AGESP nel corso dell'anno scoastico appena concluso, finalizzata ad una concreta sensibilizzazione nei riguardi dell'ambiente e al costante miglioramento della differenziazione dei rifiuti. E' utile ricordare che a Busto Arsizio (VA) il primo programma di raccolta differenziata nasce negli anni '80, con il posizionamento delle campane per la raccolta del vetro/alluminio e della carta; dal 1995, il servizio viene affidato ad AGESP, che, in netto anticipo rispetto ai comuni limitrofi, si attiva per assicurare alla città i programmi di raccolta differenziata "porta a porta", grazie ai quali le percentuali di raccolta differenziata passeranno dal 9% ad oltre il 52% nel 2003, attestandosi poi su tale valore (si pensi che il Comune di Busto Arsizio ricevette il premio di "Comune riciclone" già nel 2000!). Attualmente, infatti, presso il Comune 14
di Busto Arsizio, la percentuale di raccolta differenziata è pari a circa il 53%, valore da considerarsi buono per una città delle dimensioni di Busto Arsizio, in raffronto alle percentuali raggiunte da città di popolazione comparabile nel nord Italia. La raccolta differenziata nelle scuole è un progetto fortemente voluto sia da AGESP che dell'Amministrazione Comunale, che ritengono particolarmente importante coinvolgere i bambini e i ragazzi, cioè le future generazioni di cittadini, nella promozione delle iniziative legate al rispetto e alla tutela dell'ambiente, per educarli e sensibilizzarli circa questa attuale tematica: non occorre ricordare, infatti, l'alto valore ecologico della raccolta differenziata, il cui scopo consiste nell'avvio al riciclaggio del maggior quantitativo possibile di rifiuti, con la finalità del riutilizzo degli stessi nella realizzazione di materie prime ed oggetti, e la conseguente sensibile riduzione dello spreco di nuove sostanze. Ai fini del perfezionamento del servi-
zio di raccolta differenziata porta a porta anche per gli istituti scolastici, è stata effettuata l'analisi delle singole esigenze di ciascuna scuola, finalizzata all'organizzazione di un servizio efficiente ed effettivamente utile; tale analisi è stata realizzata da AGESP e dell'Assessorato all'Ambiente del Comune di Busto Arsizio in maniera congiunta con i dirigenti scolastici dei plessi cittadini, che, avendo accolto con entusiasmo il progetto, hanno fornito puntualmente le specifiche e i dati richiesti per la predisposizione del piano operativo. Nei mesi scorsi, quindi, tutte le scuole medie, elementari e gli asili comunali della città sono stati dotati del materiale necessario (appositi contenitori per la raccolta della carta e contenitori e sacchi per la raccolta della plastica) per effettuare la separazione della carta e della plastica dagli altri rifiuti, in ogni aula e in ogni ufficio dei singoli istituti. Sono stati distribuiti: circa 450 contenitori in cartone riciclabile per raccolta della carta, con stampato un simpatico messaggio che suggerisce agli alunni di utilizzarli per gettare via la carta inutilizzata, in modo che possa poi essere riciclata per produrre altra carta; oltre 200 bidoni da posizionare nei cortili delle scuole per raccogliere la carta proveniente dalle aule e circa 250 trespoli (con relativa fornitura di sacchi) per la raccolta della plastica. Si rammenta che, già nel 2002/2003 era stata effettuata dalla società una campagna di sensibilizzazione circa il tema del riciclo dei rifiuti presso le scuole elementari di Busto Arsizio, con l'organizzazione di appositi incontri con alunni e insegnanti e con la diffusione di apposito materiale informativo (videocassette, brochure e gadget), da utilizzarsi per lo svolgimento
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di lezioni o l'organizzazione di momenti ricreativi a tema. L'anno scorso, sempre con la ferma volontà di promuovere la raccolta differenziata dei rifiuti ed il corretto svolgimento della stessa, è stato distribuito ai cittadini un opuscolo contenente tutte le informazioni relative a questo argomento e, ultima cronologicamente, ma non per importanza, si ricorda la campagna "Busto si rifiuta!", realizzata la scorsa primavera per sensibilizzare i cittadini circa il problema degli abbandoni abusivi dei rifiuti. Per il prossimo futuro, si stanno valutando, congiuntamente con l'Amministrazione Comunale, altre azioni finalizzate alla promozione, presso la cittadinanza, di iniziative che possano contribuire ad ulteriori incrementi dei valori di raccolta differenziata. Le società del Gruppo AGESP, anche nello svolgimento delle proprie attività, pongono, già da tempo, una particolare attenzione alla tutela dell'ambiente e a tutte le problematiche che riguardano questa attuale ed articolata tematica, e, proprio in quest'ottica, AGESP S.p.A. ha predisposto un impegnativo piano, finalizzato alla riqualificazione del parco degli automezzi aziendali. Il piano prevede la progressiva sostituzione dei mezzi attualmente alimentati a gasolio e a benzina con veicoli caratterizzati da un sistema di alimentazione Bi-fuel o a solo metano e, nello specifico, si precisa che l'azienda ha pianificato di poter annoverare tra i propri veicoli, entro il 2008, 20 mezzi con alimentazione Bi-fuel o a gas metano, di cui 13 sono già stati acquisiti. Tenuto conto della limitatezza di disponibilità, sul territorio, di stazioni di servizio per il rifornimento del gas metano, fino al 2006, AGESP ha dovuto propendere per l'acquisto di mezzi alimentati a gasolio, seppure, nel rispetto dei principi di salvaguardia dell'ambiente, dotandosi, ove tecnicamente possibile, di veicoli caratterizzati da propulsori che già soddisfano le più severe norme europee. E' significativo evidenziare, a tal proposito, che, anche per contribuire attivamente alla risoluzione del problema della scarsa presenza, sul territorio, di distributori di gas metano per autotrazione, la società sta predisponendo due significative iniziative, la prima delle quali, già in fase di attuazione, vede AGESP come promotrice del progetto di realizzazione e gestione di un impianto di distribuzione di gas metano, ubicato nell'ambito territoriale
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di Olgiate Olona. Un'analoga iniziativa, in collaborazione con un soggetto privato, è in fase di predisposizione anche sul territorio di Busto Arsizio. Attualmente, potendo contare sulla recente introduzione sul mercato della commercializzazione di mezzi pesanti alimentati solo a gas metano, AGESP sta addirittura pianificando gli acquisti dei nuovi veicoli orientandosi esclusivamente verso tali tipologie. Un nuovo mezzo, da poco acquisito dalla società può, a tutti gli effetti, per dimensioni, utilizzo e costo, essere considerato tra i maggiormente rappresentativi di tutto l'autoparco aziendale. Si tratta di un autocompattatore Farid T 1SM 23 su motrice Mercedes Econic 2628 GT alimentato esclusivamente a metano. Questo mezzo risulta essere tra i migliori disponibili sul mercato, sia per quanto riguarda il lavoro e la sicurezza degli operatori che per la notevole riduzione dell'inquinamento atmosferico e ambientale che permette di ottenere. Per quanto concerne il primo aspetto, si specifica che, essendo il mezzo dotato di cabina con piano di lavoro posizionato a livello quasi coincidente con quello del piano stradale, consente l'effettuazione delle operazioni di salita e discesa degli operatori in condizioni di estrema sicurezza; a questo contribuiscono anche le caratteristiche della porta, posizionata solo sul lato destro del mezzo (lato dell'operatore), dotata di apertura idropneumatica automatica. Le moderne dotazioni interne alla cabina (es.: sedile autoregolamentato
e dispositivi elettrici ed elettronici) permettono, altresì, un perfetto e puntuale controllo di tutte le fasi lavorative del mezzo in tempo reale. Relativamente all'abbattimento delle emissioni inquinanti in atmosfera, è utile ricordare che le proprietà fisicochimiche del gas metano ne fanno uno dei combustibili più rispettosi dell'ambiente. Il suo utilizzo nei veicoli porta, infatti, alla riduzione delle principali emissioni inquinanti nocive, che maggiormente affliggono le aree urbane ad alta densità di traffico. Poiché è un combustibile a bassa densità di carbonio, all'utilizzo produce minore anidride carbonica (gas ad effetto serra) rispetto agli altri combustibili fossili. Il gas metano non contiene zolfo, né benzene, e le emissioni di particolato sono molto ridotte rispetto agli altri combustibili. Il metano, inoltre, non necessita di trasporto su gomma, perché viene distribuito attraverso la rete esistente per i normali utilizzi domestici e industriali, e quindi evita ulteriori emissioni inquinanti. Per maggior chiarezza, si indica in tabella un prospetto che riporta un'eloquente comparazione tra le emissioni inquinanti derivanti dalle varie tipologie di carburanti. E' rilevante evidenziare, inoltre, che l'utilizzo del metano quale carburante per autotrazione consente, oltre alla consistente riduzione delle emissioni inquinanti, come sopra illustrato, un significativo contenimento dei costi (nell'ordine di valori corrispondenti a meno della metà del costo della benzina e a poco più della metà del costo del diesel).
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Tecnoroad Duespeed 2 per una segnaletica verticale sicura ed amovibile SEGNALETICA
GHERARDO MARCHELLI
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Tecnoroad s.n.c. ha brevettato e propone il supporto scomponibile per pali verticali metallici, denominato Duespeed 2. Come il Duespeed (Lavori Pubblici n. 32 maggio - giugno 2008), Duespeed 2 rappresenta una rivoluzionaria e funzionale soluzione per il posizionamento di segnaletica verticale a lato carreggiata stradale. Duespeed 2 si affianca al Duespeed (destinato ai delineatori in materiale plastico) e propone una soluzione innovativa per pali verticali metallici, destinato, dopo un investimento iniziale, in virtù della sua polifunzionalità, a portare in futuro un sicuro risparmio economico e gestionale ed a risolvere alcune problematiche presenti quotidianamente sia
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sulle strade urbane che extraurbane. Questo meccanismo innovativo per il fissaggio di pali verticali è stato studiato proprio per la sicurezza stradale e l'economia di lavorazione, per evitare a lato strada ostacoli fissi ed inamovibili quali i pali metallici. La caratteristica principale di Duespeed 2 è quella della sua scomponibilità e versatilità d'uso, grazie alla sua composizione che vede una base fissa da applicare al suolo in tre versioni, due idonee al posizionamento su terreno ed una al posizionamento su solette in calcestruzzo; una ghiera superiore mobile permette il facile fissaggio al supporto collegabile ai pali metallici ed un sistema di sicurezza. La base fissa da bloccare al suolo è
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realizzata tramite un disco in acciaio FE 360, con diametro di 150 mm, con fori M10, per il bloccaggio della ghiera superiore e tre per il fissaggio a terra. Per il fissaggio su solette in calcestruzzo la base è disponibile in due versioni, una corredata di 3 fori svasati di ancoraggio, la cui installazione avviene a mezzo di tasselli a pressione (compresi nella fornitura) direttamente sulla soletta stessa; la seconda versione vede tre barre saldate nella parte inferiore con diametro 12 mm e lunghe 200 mm. Per il fissaggio al terreno la parte inferiore della base è corredata di un piede saldato tipo profilato a C, sezione 80 x 40 x 40 mm che, a seconda della durezza del terreno in cui dovrà essere posizionato, avrà una lunghezza oscillante da 800 a 1.000 mm. Tale posizionamento è stato concepito per essere fissato attraverso macchine semoventi opportunamente attrezzate senza alcun bisogno dell'utilizzo di cemento, altrimenti attraverso gettate in calcestruzzo. La ghiera superiore mobile è realizzata attraverso una piastra opportunamente sagomata provvista di foro interno centrale idoneo al fissaggio del supporto in acciaio Domes 380. Con l'ausilio di tre bulloni la ghiera viene fissata sulla base e tra le due parti si ottiene un'intercapedine dove trova 1. Elementi di Duespeed 2 2. 3. Fissaggio della base di Duespeed 2 su terreno
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alloggiamento il supporto collassabile in alluminio pressofuso riciclabile. Il supporto collassabile per pali metallici è composto da tre parti: nella parte bassa è ricavata una piattaforma che si alloggia nell'intercapedine ottenuta tra le due parti sopradescritte; nella zona intermedia e comunque in corrispondenza della base del palo metallico, è realizzato il punto di rottura in caso di urto. Questo è stato determinato grazie allo studio dello spessore del materiale utilizzato a mezzo di test di tenuta alla flessione; nella zona superiore è presente il supporto dove trova alloggiamento il palo metallico verticale che, essendo completamente indipendente dalla base di ancoraggio, permette qualsiasi operazione sul palo stesso senza dover compiere opera-
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zioni sulla base di fissaggio (rotazione, sostituzione...). La struttura del supporto nella zona di inserimento è stata infatti realizzata con un meccanismo mille righe grazie al quale è possibile adattare tutti i tipi di pali esistenti sul mercato con le loro piccole diversità di produzione pur mantenendo la loro sezione originale. In caso di urto e di conseguente rottura del supporto, quest'ultimo può essere sostituito semplicemente allentando i bulloni di serraggio tra la base e la ghiera superiore. Una catena di sicurezza alla base del palo metallico è fissata ad una delle tre viti di serraggio della base con la ghiera superiore da un lato e ad un bullone passante inserito nel palo metallico dall'altro.
Questo tipo di sicurezza garantisce in caso di urto con conseguente rottura del supporto collassabile la tenuta del palo che in quel caso potrebbe essere altrimenti lanciato a diversi metri di distanza con evidente pericolo per persone o cose. La catena permette di trattenere il palo stesso che cadrà subito accanto al punto di rottura. La base e la ghiera superiore sono in acciaio zincato mentre il supporto collassabile è realizzato in alluminio. Essendo l'alluminio materiale riciclabile, Tecnoroad offre ai propri clienti un servizio di ritiro del materiale in caso di sostituzione di supporti rotti a seguito di un urto con rimborso del costo al prezzo di mercato del materiale stesso.
4. 5. Prova di rottura di Duespeed 2
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VIABILITA' INVERNALE
Faro presenta una nuova metodologia d'intervento GHERARDO MARCHELLI
Faro S.r.l. si propone agli addetti ai lavori con un nuovo concetto di intervento per combattere il ghiaccio e la neve sulle strade, con la presentazione della nuovissima attrezzatura denominata White Black. Faro nasce nel 2001 come azienda atta a garantire il servizio di viabilità invernale sull'autostrada A13 e le sue aree di sosta, arrivando oggi ad offrire il servizio su altre tratte autostradali importanti con annesse le aree di servizio per un totale di 190 unità operative. I fondatori dell'azienda hanno una forte cultura tecnica derivata da anni di progettazione e
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messa a punto di attrezzature e macchinari per i lavori stradali. Questi fattori hanno portato subito Faro a pensare ad una metodologia di intervento sulle autostrade completamente diversa. Il primo passo è stato quello di intervenire sulle attrezzature date loro in dotazione modificandole sempre più in maniera radicale, trasformando spargitori portati in spargitori su semirimorchio, arrivando a produrre lo spargitore su semirimorchio MSSV.01 presentato al XII congresso AIPCR della viabilità invernale di Torino nel 2006. Il concetto base è quello di svolgere il
servizio neve su autostrade, aeroporti e strade ad alta percorrenza con trattori stradali, ponendosi il duplice obiettivo della razionalizzazione dei costi ed, in particolar modo, un miglioramento delle tecniche di trattamento della pavimentazione stradale, specialmente quella drenante. Il sistema Faro parte proprio dall'utilizzo dei trattori stradali per l'esecuzione delle operazioni invernali, per il traino di spargisale ed oggi anche per le lame sgombraneve. Per la versatilità e la predisposizione tecnica del trattore stradale al rapido aggancio, era ipotizzabile un suo utilizzo generalizzato con modalità a chiamata, anche in virtù di previsioni meteorologiche sempre più precise ed affidabili. Questo sistema, soprattutto in un contesto meteorologico anomalo, garantisce la disponibilità delle attrezzature invernali anche al di fuori dei normali periodi contrattuali individuati dalle società di gestione autostradale e aeroportuale. Per la realizzazione di questo sistema è necessario in primo luogo avere le appropriate attrezzature invernali, ma soprattutto rendere il trattore stradale altamente performante in condizione climatiche critiche, neve e Faro White Black
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ghiaccio, ove normalmente risulta penalizzato. Per rendere operativo il sistema Faro sono stati progettati, costruiti e brevettati i seguenti mezzi: spargitore denominato MSSV.01 e l'attrezzatura invernale White-Black, che trasforma il bianco della neve nel nero della pavimentazione stradale. L'MSSV-01 è uno spargitore polifunzionale che si contrappone alle attrezzature per il trasporto e la distribuzione dei prodotti solventi integrate nel veicolo portatore, il quale risulta essere un veicolo rimorchiato e pertanto dotato di tutti i dispositivi per la circolazione stradale. L'attrezzatura MSSV.01 si aggancia al trattore stradale mediante il normale perno ralla e, tramite predisposizione ancorata al telaio trattore stradale, viene fissato anche l'elemento di trazione componente il trasferitore di carico. Il trasferitore di carico è un elemento funzionale che automaticamente o manualmente consente all'utilizzatore di trasferire sul perno ralla parte del
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carico presente sull'asse posteriore dell'MSSV.01 e parte del carico presente sull'asse anteriore del trattore stradale. Mediante questo sistema di trasferimento il rapporto a veicolo carico e scarico espresso dal rapporto fra il peso complessivo del veicolo combinato ed il carico presente sull'asse motore del trattore risulta il più basso fra tutte le tipologie di veicoli ai quali si applicano le attrezzature per la spargitura di prodotti solventi. Considerando che le attrezzature invernali, in particolare gli spargisolventi hanno un utilizzo temporale molto ridotto, l'affidabilità risulta l'elemento essenziale per eventi meteorologici che non ammettono rinvii o ritardi. La punta di forza del polifunzionale MSSV.01 è proprio l'affidabilità, in quanto è stata trasferita integralmente sull'azione idraulica la gestione della proporzionalità nonché delle quantità di prodotti distribuibili. L'azione idraulica nasce dalle ruote posteriori del veicolo MSSV.01 attra-
verso l'azionamento di un nucleo proporzionale, il quale, escludendo sensori elettronici, gestisce la quantità dei prodotti da distribuire come la loro proporzionalità alla velocità del veicolo. Il veicolo polifunzionale è dotato di contenitori diversificati e specifici per il contenimento del sale nonché della soluzione di cloruro di calcio e del cloruro di calcio in pagliette. I prodotti distribuibili singolarmente oppure in combinazione fra i diversi prodotti sono: sale secco quantità da 5 a 40 g/m2, larghezza da 3 a 12 m, sale umidificato quantità da 5 a 40 g/m2, larghezza da 3 a 12 m, soluzione di cloruro di calcio da 5 a 40 g/m2, larghezza da 4 a 12 m, cloruro di calcio solido distribuibile con sale secco o umidificato in quantità del 15% rispetto alla quantità di sale distribuito. L'attrezzatura MSSV.01 nasce dalla necessità di effettuare distribuzioni mirate in funzione delle particolari esigenze della pavimentazione stradale. Con l'avvento della pavimentazione drenante, l'equilibrio termico, in caso
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di precipitazione nevosa, della pavimentazione è molto precario, al punto da risentire di variazioni termiche locali. Pertanto la distribuzione mirata consente ad un solo veicolo la distribuzione del prodotto più consono alle condizioni reali della pavimentazione. La velocità operativa è elemento essenziale sia per l'individuazione del numero di veicoli da utilizzare, ma soprattutto per velocizzare i ripetuti trattamenti indispensabili sulla pavimentazione drenante. La velocità operativa dell'MSSV.01 è di 80 km/h, sufficiente all'integrazione nel flusso veicolare autostradale. Il nome della nuovissima attrezzatura proposta da Faro è White-Black che ne identifica l'operatività in quanto trasforma il bianco della neve in nero della pavimentazione. Il concetto base è quello della metodologia di intervento proposta ed utilizzata da Faro. Anche questa attrezzatura difatti si aggancia al trattore stradale mediante il normale perno ralla. Ulteriormente su stessa predisposizione ancorata al trattore stradale come indicato sull'MSSV-01, viene ancorata la parte anteriore dell'attrezzatura White-Black. Oltre ad essere ancorata sul trattore stradale, l'attrezzatura, nell'estrema parte posteriore, è in appoggio su due ruote sensorizzate. Queste ruote sono sensibili al carico
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e continuamente, attraverso il parallelogramma denominato trasferitore di carico, trasferiscono sul perno ralla del trattore stradale il carico in eccesso al valore di default individuato dal costruttore e comunque modificabile da centralina. Questo processo è sempre attivo e si esplica quando il convogliatore si riempie di neve sollevata dalle lame, tale per cui si incrementa il carico sulle ruote sensorizzate. La regola è che aumentando la neve da spostare aumenta automaticamente l'aderenza e quindi la forza traente del veicolo. L'apparato sollevatore della neve dalla pavimentazione è costituito da 7 coltelli ed altrettanti telai e attuatori idraulici. I telai portacoltelli con i propri attuatori possono ruotare verticalmente sul loro perno mentre il coltello può ruotare trasversalmente al fine di adattarsi perfettamente alla pavimentazione stradale. La spinta sul coltello è particolarmente modesta al punto da poter utilizzare anche materiale plastico. Pertanto, utilizzando il perfetto adeguamento trasversale dei coltelli pulitori alla pavimentazione nonché alla spinta, denominata effetto rasatura, che questi assumono sulla pavimentazione stradale, si creano le condizioni per una pulizia perfetta e assoluto rispetto per la pavimentazione.
Al contatto con ostacoli fissi sulla pavimentazione mediante rotazioni delle proprie parti, ogni singolo coltello, indipendentemente dagli altri, è in grado di sollevarsi e superare l'ostacolo. Sulle pavimentazioni ed in particolare sul drenante, la perfetta pulizia del deposito di neve non è elemento sufficiente, in quanto nelle cellule aperte del drenante sono stati compattati i residui nevosi che se rapidamente non trattati costituiscono l'inizio certo della formazione del ghiaccio. White-Black con la propria dotazione di serbatoio per contenimento prodotti solventi e attraverso pompa ad alta pressione è in grado subito a monte dei coltelli pulitori di spruzzare solvente sulla pavimentazione. Oltre l'azione chimica del solvente, l'azione idraulica della pressione libera le cellule aperte occluse dalla neve. Le spazzole agitatrici poste a monte degli spruzzatori di soluzione, avendo la possibilità meccanica di aderire perfettamente alla pavimentazione, attraverso il loro movimento rotatorio agitano meccanicamente gli eventuali residui nevosi con i prodotti solventi. Le spazzole prodotte da Dondi utilizzano il sistema brevettato che, oltre ad un movimento rotatorio, consente un movimento assiale amplificandone Faro MSSV.01
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l'effetto sulla superficie. In un'attrezzatura antineve dalle elevate dimensioni e dalle elevate velocità operative la condizione primaria è assunta dagli equilibri dinamici alle forze destabilizzatici. Le forze destabilizzatici perpendicolari al moto del veicolo operativo nascono dal braccio di leva costituente la distanza fra il centro asse motore veicolo e la perpendicolare mediana a lama inclinata. Per la particolare forma costruttiva dell'attrezzatura White-Black il braccio di leva e di conseguenza le forze destabilizzatici sono 2,5 volte inferiori ai normali autocarri a 3 assi con lama anteriore. Le spinte destabilizzatici laterali sono assorbite dall'attrezzatura WhiteBlack in parte dal veicolo trattore ed in parte dalle ruote sensorizzate che ad attrezzatura operativa generano un momento raddrizzante proporzionale al carico assunto dalle ruote sensorizzate. La maneggevolezza e la versatilità delle attrezzature, in generale, si confrontano per l'inscrivibilità nelle fascie d'ingombro. Su un raggio minimo di 5 m l'attrezzatura White-Black, in fase operativa, si inscrive in un raggio di 9,5 m, di molto inferiore ai 12 m assunto come
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massimo dai veicoli a motore in generale. L'attrezzatura White-Black è ulteriormente dotata di semilame che mediante bracci all'occorrenza possono essere posizionate anteriormente al veicolo trattore con lo scopo, per accumuli importanti di neve, di spostare lateralmente la neve dalla carreggiata. L'attrezzatura White-Black ha una larghezza operativa di 7 m, e con una rotazione di 50° assume una larghezza di 4,7 m. E' dotata alle due estremità di parti di attrezzatura mobili che assumono entrambe la funzione di riduzione di larghezza operativa; in particolare quella di sinistra in collegamento con un radar di posizione assolve il compito operativo e di sicurezza rispetto agli ostacoli fissi tipo new jersey e guard rail. L'attrezzatura mobile di destra assolve ulteriormente la funzione di arretrare il bordo di fuoriuscita della neve dal convogliatore. La larghezza trasversale dell'attrezzatura in posizione di chiusura è di 3,5 m. La velocità operativa nelle precipitazioni nevose assume un ruolo primario sia per l'identificazione del numero di attrezzature da utilizzare come per
l'impatto che tali eventi generano nei flussi autostradali ed aeroportuali normalmente esasperati. La pavimentazione drenante, per la sua composizione, necessita che i trattamenti sopra esposti siano ripetibili con continuità e con tempistica proporzionale all'evento nevoso ed alla temperatura. L'attrezzatura White-Black è stata progettata per una velocità operativa molto elevata. I criteri assunti e realizzati sono la bassa pressione di contatto lame pavimentazione, massa traente variabile in funzione del carico neve da spostare ed equilibri dinamici alle forze destabilizzatici. Le sopra esposte attrezzature MSSV.01 e White-Black rappresentano la nuova tecnologia per le operazioni invernali particolarmente in presenza di pavimentazioni drenanti. L'utilizzo per entrambe le attrezzature di un trattore stradale con attacchi unificati consente allo stesso trattore di poter utilizzare in tempi brevissimi ambedue. La versatilità di uso, con un unico veicolo "portatore" di entrambe le attrezzature, consente alle società di gestione di autostrade ed aeroporti l'ottimizzazione delle risorse dei terzisti.
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PORTATTREZZI
Assaloni.com e Unimog in dimostrazione a Perugia GHERARDO MARCHELLI
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Per il centro Italia è stato presentato a Perugia il nuovo Unimog U20 corredato dalle attrezzature di Assaloni.com S.p.A.. La scelta sottolinea gli ottimi rapporti tra le due case che si rendono particolarmente evidenti in queste regioni Italiane. La manifestazione naturalmente ha visto la presenza di un gran numero di veicoli U20 allestiti per i più diversi lavori che questo polivalente veicolo ha la possibilità di eseguire, oltre naturalmente a numerosi portattrezzi delle classi UHN ed UGN e ad un'esposizione completa dei veicoli industriali proposti da Mercedes-Benz. In questa occasione Assaloni.com ha dimostrato la sua storia aziendale che ha visto una crescita esponenziale negli anni '70, durante il forte sviluppo della rete viaria italiana, periodo in cui è anche nata la collaborazione tra Assaloni e Unimog. Questo incontro ha decretato sicuramente l'impronta della casa di
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Lizzano in Belvedere, che ha saputo cogliere la filosofia del portattrezzi Unimog come mezzo polivalente da utilizzare in ogni lavoro grazie alla capacità di sostituire rapidamente gli attrezzi e quindi essere utile per i più disparati lavori in tutti i periodi dell'anno. Una collaborazione che Assaloni.com ha saputo offrire in ogni occasione, anche le più faticose ed impegnative, come la richiesta da parte di Mercedes-Benz di una qualità elevata di tutte le parti che compongono il sistema Unimog, con selezioni e trattamenti esigenti da parte di questa grande marca, fattori che hanno decretato una crescita dell'azienda in qualità ed immagine e l'ha portata all'ambito riconoscimento di Qualified Partner Unimog. Assaloni.com si dimostra il produttore al mondo che propone il maggior numero di attrezzature per Unimog. Anche per il nuovo U20 Assaloni ha
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colto subito le potenzialità del nuovo nato in casa Mercedes, e, grazie al rapporto diretto tra i due uffici tecnici, ha potuto preparare le numerosissime attrezzature che esaltano le doti di maneggevolezza e polivalenza del nuovo Unimog U20. Un Unimog al 100%, che, rispettando appieno le caratteristiche tecniche dei suoi fratelli maggiori, fa tesoro del concept e dello sviluppo degli stessi. Trazione integrale, pneumatici singoli anche per le ruote posteriori, bloccaggi del differenziale inseribili, assali a portale, sospensioni a molle elicoidali, ampie riserve di potenza, prese di forza, potente impianto idraulico, il
1. Antincendio boschivo per U400 e U20 2. U20 con piattaforma aerea e lama raccolta rifiuti 3. U20 con vomere a geometria variabile 4. U20 allestito neve Assaloni.com
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tutto completato da quanto di meglio offra la tecnica dei veicoli industriali in termini di sicurezza, funzionamento e compatibilità ambientale, fanno dell'U20 un portattrezzi flessibile che non ha nulla da invidiare alle due serie superiori. Come per l'intera gamma di veicoli industriali Mercedes-Benz, anche il quattro cilindri della serie 904 LA (110 kW/150 CV) risponde a standard molto avanzati per quanto riguarda la tecnologia di scarico. Gli Unimog adottano la tecnologia Bluetec (eliminazione degli ossidi di azoto attraverso l'aggiunta di urea), sono conformi alla norma sui gas di scarico Euro 4 e assicurano emissioni di polveri fini estremamente ridotte. Rispetto ai portattrezzi professionali da U300 a U500, l'U20 si distingue per la straordinaria maneggevolezza (il diametro di volta di 12,80 m è paragonabile a quello di un'autovettura), per il peso ridotto, per il prezzo contenuto e, non da ultimo, per la sua vocazione alle più svariate condizioni di impiego. Il peso totale a terra dell'U20 è compreso tra 7,5 e 8,5 t. Gli assali anteriori e posteriori ampiamente dimensionati sono in grado di sopportare un carico di 4,8 t e quindi perfettamente idonei al montaggio di attrezzi. La spiccata maneggevolezza si deve al passo di 2.700 mm, ridotto di 380 mm rispetto ai modelli U300, U400 e U500. L'U20 è equipaggiato con una cabina completamente in acciaio proveniente dalla linea di serie di casa Mercedes. Si distingue per essere il primo modello Unimog con cabina avanzata, mentre tutti gli altri modelli finora prodotti ed i veicoli attuali di analoghe dimensioni rientrano nella categoria dei mezzi a cabina semiavanzata o con cabina con visuale 5. Spazzatrice su U400 6. UGN in vari allestimenti 7. UGN con battipalo frontale
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completa su tutti i lati. contenuti, pur mantenendo capacità Il concetto di un'ampia cabina avanza- di portata che consentono l'applicata permette di avere uno spazio car- zione di attrezzature adeguate ai rozzabile considerevole, tanto da per- molteplici servizi cui un Unimog è mettere il posizionamento del comodo richiesto di assolvere. box multifunzione, pur avendo un Proprio le doti di maneggevolezza e passo estremamente corto e lascian- di alto potenziale in fuoristrada con do comunque posto agli allestimenti. capacità di carico ne suggeriscono Il box multifunzione consente agli un forte utilizzo nella lotta agli incendi operatori di avere a disposizione un boschivi. ampissimo spazio per stivare ordina- Estremamente numerosi e variegati tamente tutte le più svariate attrezza- gli allestimenti presentati sia su U20 ture di cui quotidianamente hanno che su U300, U400 e U500 da Assabisogno, oltre a trovare un alloggia- loni.com S.p.A., che nella nuova mento per riporre catene, scarponi, denominazione sociale sottolinea la guanti senza doverli riporre in cabina. vocazione globale (presenti in 40 La cabina in acciaio è ammortizzata e paesi) che l'azienda vuole assolutastabilizzata con una progettazione che mente avere, pur rimanendo a conmette in primo piano le esigenze degli duzione familiare, cosa di cui sono operatori, con ampia visibilità sulle particolarmente orgogliosi, in un setattrezzature, piantone dello sterzo tore dove oramai dove molti fanno regolabile in altezza ed inclinazione e parte di grossi gruppi, offrendo inoltre accesso facilitato dall'ampio angolo di il vantaggio della flessibilità e dinamiapertura porte (90°), proprio perché un smo che dovrebbero distinguere le operatore Unimog sale e scende deci- aziende di medio taglio. ne di volte al giorno ed è importante Questa manifestazione ha voluto anche per la sicurezza che questa mettere in particolare evidenza gli operazione sia agevole. allestimenti per la protezione civile Naturalmente la cabina ha una prote- con antincendio boschivo, la nuova zione alla corrosione estrema, doven- piattaforma aerea per U20 che ha do l'U20 operare spesso in situazioni avuto un posto nello stand Mercedescon forte presenza di sale, grazie alla Benz all’Ifat a Monaco, oltre naturalzincatura totale. mente a tutte le attrezzature per le L'impianto idraulico, che può essere famiglie di impiego coperte dalla proa doppio circuito per i servizi comu- duzione Assaloni.com: sgombranve a nali, riduttore della presa di forza spinta e rotativi, spargitori, falciaerba, frontale, presa di forza del cambio e spazzatrici, lavagemme, lavatunnel, la piastra portattezzi frontale comple- pale, piattaforme aeree, antincendio tano, a richiesta, gli equipaggiamenti boschivi ed attrezzature per lavori e permettono l'impiego dei numerosi stradali come il battipalo per la riparaattrezzi presenti alla dimostrazione. zione dei guard rail prodotto in collaMotore, cambi, assali e pneumatici borazione con la società Orteco. singoli fanno parte della struttura modulare Unimog. Il cambio a otto rapporti (16 a richiesta) permette di raggiungere velocità comprese tra 1,1 e 90 km/h a bassi regimi. L'U20 accontenta le necessità di compattezza ed agilità richieste in molte situazioni dove si deve operare in spazi con passaggi estremamente 7 23
Pale gommate Kramer maneggevoli, stabili e potenti con lo sterzo integrale PORTATTREZZI
Nel settore delle pale gommate Kramer è uno dei pochi costruttori a fare affidamento sullo sterzo integrale e sul telaio rigido. Tuttavia proprio queste caratteristiche costruttive conferiscono alle macchine edili i considerevoli vantaggi commerciali che lo scorso anno hanno consentito alle pale gommate Kramer di attestarsi ai vertici delle vendite nel mercato tedesco. Lo sterzo integrale consente una maneggevolezza irraggiungibile con altri sistemi sterzanti. Entrambi gli assi presentano un angolo di sterzata massimo di 40° e sono pertanto predestinati ai cantieri stretti oppure
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ai capannoni industriali. Anche la stabilità delle pale gommate Kramer è eccellente grazie al telaio rigido. La pala gommata può affrontare anche le curve con il carico massimo senza diventare instabile. Il fatto che il baricentro della macchina sia sempre centrale costituisce un considerevole punto a suo favore in tema di sicurezza. Tutte le pale gommate Kramer hanno inoltre dimensioni molto compatte: le macchine paragonabili sono in genere più lunghe e soprattutto più pesanti. Ne risulta una considerevole riduzione del consumo di carburante. Grazie al telaio rigido, le pale gom-
mate Kramer possono trasportare carichi utili elevati pur avendo dimensioni compatte. I vantaggi dei sistemi tradizionali tipici della Kramer conferiscono alle macchine della casa tedesca una stabilità unica, premessa fondamentale per l'impiego di molti attrezzi. "Le nostre macchine possono essere dotate di tutte le opzioni necessarie per l'impiego con i più diversi attrezzi" dichiara Norbert Mingau, Product Manager della Kramer. Per utilizzare uno sgombraneve o una fresa per asfalto occorre, per esempio, un dispositivo di marcia lenta abbinato all'acceleratore a mano.
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L'idraulica supplementare è ovvia. Un ulteriore esempio di opzione intelligente è il cambio di marcia rapido continuo denominato Ecospeed. In combinazione con il gancio di traino amplia considerevolmente lo spettro applicativo delle pale gommate Kramer. Con i rimorchi più grandi si può utilizzare inoltre un impianto di frenatura pneumatico. "Il nostro obiettivo principale è quello di poter offrire ai nostri clienti soluzioni ottimali per le loro esigenze. Poiché la nostra attenzione è concentrata su questo punto e noi attribuiamo molto valore alla massima sintonia, molti attrezzi possono funzionare al 100% solo su una pala gommata Kramer" spiega Norbert Mingau. Kramer può offrire una vasta gamma di attrezzi per tutti i gruppi di destinazione. A cominciare dal classico settore dell'edilizia, con attrezzi quali una benna a scarico laterale, diverse frese per asfalto, una piastra vibrante o un compressore pneumatico. Per il settore del giardinaggio e dell'architettura del paesaggio Kramer offre, oltre a scarificatore anteriore, forca per pallet e benna multiuso, attrezzi specifici quali le ganasce per balle, lo sradicatore, le barre di livellamento ed una benna per calcestruzzo. Un altro importante gruppo di destinazione per le pale Kramer sono le amministrazioni comunali. Che si tratti di spazzatrici, spartineve o spargisale, tosaerba, cesoie per rami o falciatrici per scarpate, Kramer offre tutto ciò che semplifica il lavoro in città e attorno alla città. Inoltre le pale Kramer possono essere dotate di una protezione contro gli agenti corrosivi. Grazie alla loro stabilità le pale gommate Kramer possono essere utilizzate per gli impieghi più disparati. Lavori Pubblici n. 33 luglio - agosto 2008
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VIABILITA' INVERNALE
Giletta e UniQa in tour per l'Europa GHERARDO MARCHELLI
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Per confermare l'affermazione dello spargitore UniQa nel settore viabilità invernale europeo Giletta ha voluto far toccare con mano agli utilizzatori gli indubbi vantaggi e l'elevato livello qualitativo e prestazionale di questa attrezzatura. Per questo motivo ha organizzato l'"UniQa demo tour" europeo, con prove dimostrative in quelli che sono i paesi commercialmente più importanti, di fronte ai propri distributori ed ai principali enti e società operanti nel settore. In totale nei vari paesi sono stati utilizzati 10 spargitori UniQa nelle tre configurazioni con alimentazione a catena, nastro in gomma e coclea, con azionamento da impianto idraulico del
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veicolo, motore diesel raffreddato ad aria (Lombardini) e ad acqua (Kubota), ruota a terra e TWS con pompa flangiata sul mozzo dell'asse posteriore del veicolo. I veicoli Giletta erano Iveco Trakker ed Eurocargo entrambi 4x4 mentre di volta in volta si aggiungevano veicoli degli importatori o di clienti; in Francia un importante partner commerciale che noleggia esclusivamente attrezzature Giletta ha messo a disposizione un veicolo MercedesBenz Axor 1829 4x4 della sua flotta a noleggio, nel Regno Unito Johnston, importatore Giletta per quel paese, ha attrezzato due veicoli Iveco Eurocargo e Mercedes Atego.
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Il debutto del tour è avvenuto in febbraio in Spagna, in occasione della "Giornata sulla viabilità invernale" svoltasi a Vielha, nel nord est del paese, sponsorizzata da Giletta. La prima occasione invece di presentazione del modello definitivo di questo spargitore in Italia è stata la partecipazione alla fiera Samoter 2008 a Verona, svoltasi in marzo, dove si sono avuti ottimi risultati sia in termini di affluenza che di giudizi da parte degli operatori. Sempre in marzo è stata la volta della Romania, paese su cui l'azienda sta puntando molto in quanto fa parte di quei paesi emergenti in cui i ritmi di crescita sono molto elevati e gli investimenti in infrastrutture imponenti. Nel mese d'aprile, in collaborazione con Bucher Guyer, è stata la volta della Svizzera al passo del San Gottardo, dove le attrezzature Giletta hanno affiancato una dimostrazione delle entusiasmanti turbofrese sgombraneve Bucher Rolba durante l'apertura del valico. In questa occasione UniQa è stata impiegata nella fase di spargimento di 1. Trasferimento della flotta UniQa in territorio francese 2. Illustrazione delle peculiarità di UniQa ai clienti Cechi 3. Apertura del San Gottardo ad Andermatt (Svizzera)
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materiali fondenti, successiva al passaggio della fresa Rolba, in modo da ottenere un risultato ottimo per la circolazione stradale. Il mese di maggio è stato in assoluto il più ricco di eventi legati all'UniQa demo tour; è stato aperto con la fiera Ifat di Monaco di Baviera, vetrina internazionale triennale di risonanza mondiale. L'esposizione delle attrezzature Giletta, tra cui ovviamente quella di UniQa nelle tre versioni di alimentazione, ovvero catena, nastro in gomma e coclea (questa ultima esposta nello stand Gmeiner, azienda del gruppo Bucher che personalizza la piattaforma UniQa adattandola e distribuendola nei mercati di lingua tedesca). La settimana successiva l'evento dimostrativo è proseguito in Slovacchia e Repubblica Ceca dove, grazie all'ottimo supporto del distributore locale Hanes, sono state organizzate 5 giornate presso importanti realtà quali aeroporti e società autostradali, effettuando prove pratiche dello spargitore UniQa e dello spargitore di soluzioni liquide CL. Poi si è "giocato in casa" e l'azienda è stata ospite di Autovie Venete (società di gestione autostradale del Nord Est). L'evento è stato curato dal sig. Piermario Cairo, responsabile commerciale Italia settore viabilità invernale, il quale ha illustrato le peculiarità dello spargitore, senza ovviamente tralasciare il resto della gamma dei prodotti Giletta, ovvero lo spargisale gamma KA (per i veicoli di portata limitata) e le lame sgombraneve. Il tour a fine mese è poi sbarcato in Francia con la serie di dimostrazioni organizzate da Arvel (azienda francese del gruppo Giletta) iniziate con la presentazione al Demoroute di Clermont Ferrand, manifestazione curata da Cisma, associazione dei produttori di macchine per manuten-
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zione stradale, e proseguite su tutto il territorio d'oltralpe presso le sei più importanti società autostradali, clienti consolidati che in molti casi avevano già avuto l'occasione di testare la pre-serie. Anche Arvel ha dedicato molto impegno per organizzare al meglio questa iniziativa di promozione, cogliendo l'occasione per presentare un nuovo modello di lama sgombraneve, e precisamente la serie MR, caratterizzata dall'opzione di poter 4 essere ripiegabile sul lato sinistro, anno con Johnston, il distributore diminuendo quindi la larghezza di per la Gran Bretagna dei prodotti sgombero e permettendo così di Giletta. Va anche detto che Johnoperare su superfici molto ampie ston, per far conoscere questo quali autostrade, superstrade e nuovo prodotto innovativo, da mesi aeroporti, ma anche strade molto più ha preferito mettere a disposizione strette, avente larghezza massima di dei clienti più rappresentativi due 4 o 5 m, a seconda del modello, e veicoli con UniQa e lama spartineve con vari tipi di coltello (acciaio, neo- serie LC per prove pratiche della prene, poliuretano o doppio coltello durata di alcune settimane. acciaio + neoprene). In Francia il UniQa demo tour ha richiesto un sistema modulare di UniQa è molto notevole dispiego di energie sia apprezzato dalle società autostradali sotto il profilo finanziario che di risorche, avendo centralizzato gli acquisti se umane ed una programmazione a livello di gruppo con la scelta di un curata nei minimi dettagli che ha prodotto unico per tutta la rete, fino coinvolto tutte le funzioni aziendali, ad oggi dovevano scendere a com- ma ha permesso a Giletta di trapromessi tecnici, mentre con questa smettere ai clienti intervenuti il progamma possono avere i benefici prio entusiasmo per questo progetto economici e organizzativi dell'unifi- che non rappresenta solo un prodotcazione, lasciando la scelta del to innovativo, ma tutta una filosofia sistema di alimentazione agli utiliz- costruttiva che consente di avere le zatori finali in base alle loro esigen- stesse prestazioni eccezionali in fatto di precisione e di qualità della ze locali o alle abitudini consolidate. E' stata poi la volta del Belgio con distribuzione, offrendo però un produe giornate nella parte fiamminga dotto personalizzato per ogni cliente, ed una in quella vallone, dove l'im- per ogni paese e per ogni tipo di portatore locale ITM ha presentato materiale da spargere. anche il sistema Routinform e RouteReplay, il brevetto Giletta per 4. UniQa sulle autostrade d'oltralpe la memorizzazione e la ripetizione automatica dei percorsi di spargi- 5. L'innovativa lama sgombraneve serie MR mento. con coltello ripiegabile Dopo una pausa estiva il tour proselateralmente, presentata guirà in Inghilterra in settembre, in da Arvel in Francia occasione del congresso "Cold Comfort", manifestazione alla quale 6. UniQa in azione in Repubblica Ceca Giletta ha già partecipato lo scorso
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ATTREZZATURE
Una gru marina Fassi sulle rive del Lambro FRANCESCO VANDONI
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La società Hydracar, concessionaria Fassi, da circa un anno ha montato una gru Fassi F95A.24 sul canale di alimentazione della centrale idroelettrica di Melegnano. Questa installazione marina ha lo scopo di sgomberare dai detriti portati dalla corrente la diramazione che incanala l'acqua verso la centrale. Hydracar di Carpiano (MI) allestisce veicoli industriali con gru Fassi e sponde montacarichi Anteo. La concessionaria, situata nella zona industriale, dispone di un'area complessiva di 2.000 m2 di cui 600 coperti. Inoltre, per il sevizio di assistenza ai clienti e per i montaggi da effettuare all'esterno, Hydracar dispone di un carro officina. La F95A Fassi in questione è stata
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montata sul posto, in sostituzione di un caricatore con problemi di surriscaldamento dell'olio e con pericolosa posizione di comando dell'operatore su seggiolino a bordo. Ora l'operatore lavora da terra, a distanza ed in sicurezza, mentre i quattro sfili della gru permettono di raggiungere agevolmente i detriti da recuperare. Questi vengono tolti dall'acqua mediante un polipo con capacità di 110 litri e cinque pale. Si può far girare il carico tramite un rotatore idraulico a rotazione continua e portata di 3.500 kg. L'attrezzatura è alimentata da una centralina idraulica che fornisce, grazie ad un motore elettrico, la pressione d'olio standard per questo modello, ovvero 280 bar. I comandi
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vengono impartiti attraverso un radiocomando. L'esclusivo sistema FX (Fassi Electronic Control System) controlla e visualizza le condizioni di carico della gru, gestisce il momento di sollevamento in relazione alle condizioni di stabilità dell'unità camion/gru, trasmette e registra i dati operativi e segnala automaticamente la manutenzione periodica. Il basamento e la parte inferiore della colonna sono in fusione di ghisa per un'ideale distribuzione delle sollecita-
1. 2. 3. Alcune delle posizioni di lavoro che può assumere la gru Fassi F95A.24 4. Interno della centralina idraulica che fornisce pressione alla gru
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zioni e per una resistenza superiore. L'assenza di saldature conferisce alla gru eccezionali caratteristiche di durata alla fatica. Il distributore idraulico proporzionale permette la massima risposta ai comandi dell'operatore, straordinaria fluidità e rapidità d'azione ed una completa affidabilità in ogni condizione d'impiego. Da notare l'accurata protezione delle tubazioni flessibili, posizionate all'interno della colonna in modo da prevenirne lo sfregamento e di assicurarne la funzionalità nel tempo. Le tubazioni supplementari per l'utilizzo di accessori idraulici sono protette da un esclusivo sistema Fassi Salvaflex realizzato con canaline in metallo. La F95A.24 è dotata dell'originale sistema MPES (Multi-Power Extension System), per una eccezionale velocità di uscita e rientro dei bracci telescopici, costituita da una serie di martinetti indipendenti di uguale potenza, collegati tra loro in parallelo ed azionati da un unico comando. La rotazione è a cremagliera con pattini in ghisa autocentranti: garantiscono un corretto e costante accoppiamento tra il pignone e la cremagliera, evitandone l'usura dei denti.
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I pattini di guida dei bracci sfilabili sono a montaggio forzato per eliminare il gioco dovuto alle tolleranze negli scatolati.
Il serbatoio è realizzato in materiale plastico particolarmente resistente ai colpi e all'azione corrosiva di qualsiasi elemento esterno.
Presentazione della gru F950AXP Sabato 7 giugno si è svolta presso la sede del gruppo Fassi la presentazione dedicata ai clienti della nuova gru F950AXP. Durante questa giornata l'azienda bergamasca ha accolto clienti da tutta Italia ai quali ha offerto molteplici situazioni d'interesse. Un centinaio le persone invitate e tutte al termine sono rimaste soddisfatte. Durante la giornata è stato possibile visitare i nuovi impianti di Comenduno dove vengono prodotti tutti i modelli di gru della gamma media e di Nembro sede dei processi automatizzati di lavorazione dell'acciaio. In tarda mattinata il direttore tecnico, Rossano Ceresoli, ha presentato la nuova F950AXP in versione 8 sfili abbinata ad una prolunga idraulica a 6 sfili. Nell'occasione, grazie alla movimentazione della gru, è stato possibile mostrare le caratteristiche salienti che contraddistinguono questo modello. I presenti sono rimasti soprattutto interessati dai risultati ottenuti grazie al nuovo dispositivo JDP (Jib Dual Power) applicato alla prolunga idraulica L426. Tale dispositivo gestisce una diversa taratura della pressione e dell'intervento del limitatore di momento della prolunga idraulica in base alla posizione degli sfili della gru. Ovvero, lavorando con tutti gli otto sfili gru estesi, la prolunga idraulica sviluppa le sue capacità standard mentre, se si lavora a sbracci inferiori la sua capacità aumenta. Nel primo pomeriggio i clienti intervenuti hanno apprezzato il vasto campo prove messo a disposizione con una decina di diversi allestimenti. All'incontro ha presenziato la direzione dell'azienda al gran completo. Per i clienti è stata quindi l'occasione per incontrare l'amministratore delegato del gruppo, Giovanni Fassi, il quale ha avuto il piacere in prima persona di parlare della qualità e dell'innovazione che contraddistinguono le scelte fatte dalla Fassi Gru S.p.A. e di quante risorse sono attualmente impiegate nello sviluppo di tecnologie a basso impatto ambientale.
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Ecopuzzle: pavimentazione componibile in materiale riciclato MATERIALI
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Ecoplus ha suscitato estremo interesse per la sua pavimentazione Ecopuzzle, che si è potuta ammirare in molti eventi ed ha sollecitato la fantasia di giovani designer i quali la hanno utilizzata in numerose installazioni del Fuori Salone del Mobile a Milano. Ecoplus, recente realtà produttiva, ha l'obiettivo aziendale di sviluppare prodotti di eccellenza in termini di caratteristiche tecniche, design ed applicazioni, nel rispetto totale dell'ambiente, partendo da materiale di riciclo. Ecopuzzle evidenzia appieno tale pensiero: il prodotto nasce dalla gomma riciclata e diviene un elemento di pavimentazione estremamente interessante per le numerose possibilità d'impiego, con un aspetto particolarmente accattivante e simpatico.
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Ecopuzzle è una pavimentazione componibile in elementi a tassello tipo puzzle, con dimensioni di 50x50 cm oppure 100x100 cm, in molteplici colorazioni che consentono di ricoprire i più svariati sottofondi con un elemento piacevole grazie alla possibilità di abbinamento di colori, tanto da poter creare macrodisegni schematizzati che possono essere visti bene da una certa distanza. Le caratteristiche di elasticità, antiscivolosità, drenaggio e carrabilità la rendono interessante per applicazioni sia temporanee che definitive. La facilità di montaggio e la praticamente assente necessità di preparazione di qualunque terreno su cui si può applicare hanno visto l'utilizzo di Ecopuzzle per ricoprire pavimenti e luoghi di manifestazioni dove non c'è la
necessità e l'obbligo di fare qualcosa di definitivo, avendo a disposizione una pavimentazione adeguata solo per il tempo necessario allo svolgimento dell'evento. La semplicità di montaggio consente inoltre di costruire e variare in ogni momento la pavimentazione, tanto da poter creare o spostare camminamenti durante lo svolgimento dell'evento, cambiando i sentieri di percorrenza in modo da poter modificare ingressi e inviti in funzione delle esigenze che si possono manifestare. La caratteristica di essere drenante rende Ecopuzzle molto adatta alla copertura estemporanea anche di manti erbosi con un rispetto del prato stesso. Inoltre la resistenza al carramento di veicoli la rende interessante per essere utilizzata come pavimen-
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tazione adeguata alla creazione di parcheggi su terra o erba, evitando impantanamenti alle autovetture, oltre naturalmente a creare un camminamento esente da fango. La caratteristica di antiscivolosità con in più la difficoltà di formazione di ghiaccio permanente sulla superficie, grazie all'elasticità della pavimentazione, ren-
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dono Ecopuzzle adatta alla creazione di camminamenti, accessi auto, copertura di terrazzi, ingressi... L'elasticità degli elementi permette alla pavimentazione di essere antischock, quindi particolarmente adatta a proteggere la caduta accidentale dei bambini in parchi gioco. Inoltre in molti eventi dove i bambini hanno incontrato Ecopuzzle, gli elementi a forma di puzzle hanno reso la stessa pavimentazione un gioco, smontando e rimontando la stessa più volte, creando disegni e forme differenti grazie all’ampia gamma di colori; in altre occasioni i tasselli di pavimentazione sono stati utilizzati addirittura per colorarci sopra. L’elemento ludico che riporta alla mente ricordi d’infanzia come il puzz-
le ed elementi modulari tipo le costruzioni Lego rendono questa pavimentazione accattivante sia come elemento di arredo urbano, sia come elemento di arredo vero e proprio, dove la parte visiva colpisce maggiormente l'immaginazione: con una struttura semplice, colorata e modulare si ottiene una grande visibilità.
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La sicurezza sul lavoro si ottiene anche grazie a macchine specifiche ATTREZZATURE SPECIALI
Gerotto Federico S.r.l. può vantare una decennale esperienza nel campo della progettazione, costruzione, manutenzione, ristrutturazione di opere stradali e complementari, acquedotti e opere di evacuazione, opere marittime e lavori di dragaggio, lavori in terra. La voglia di competere in un mercato vivo e difficile come quello degli
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scavi, porta l'azienda ad essere costantemente alla ricerca di nuove soluzioni tecnologicamente sempre più avanzate. Sviluppo e innovazione sono garantiti dalla grande esperienza maturata da Gerotto nel campo della progettazione e dell'applicazione degli escavatori a risucchio. Il desiderio dell'azienda di affrontare
nuove sfide e di soddisfare un mercato mutevole e sempre più esigente ha fatto sì che, dal 2000, Gerotto abbia inserito nel proprio parco macchine i primi escavatori a risucchio, occupandosi in seguito, per il mercato italiano, della commercializzazione e del noleggio con un servizio di assistenza 24 ore su 24 per essere sempre vicina ai suoi clienti. Oltre a tutto ciò, l'azienda ha da sempre operato ponendo una particolare attenzione alle tematiche della sicurezza sul lavoro e della tutela ambientale. Ed è proprio l'elevata tecnologia degli escavatori a risucchio che garantisce la sicurezza per gli operatori. Infatti, attraverso il potente flusso d'aria che viene aspirata, si crea una depressione nel punto di lavoro provocando un notevole ricambio d'aria; gli operatori possono così permanere in totale sicurezza su siti potenzialmente pericolosi. Il materiale è risuc-
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chiato in un contenitore ribaltabile dalla capacità di 8 m3. L'operazione di scarico è veloce e pratica, in discarica o in container scarrabili, senza nessun rischio per gli operatori. Una ventola radiale, posta all'interno dell'escavatore a risucchio, produce un flusso d'aria di 10 m3/sec che, convogliata in un tubo di 250 mm, ha la potenza di aspirare materiali di qualsiasi consistenza: liquida, solida, secca o melmosa. Un particolare sistema di filtraggio dell'aria garantisce un'aspirazione totale senza dispersione di polveri nell'ambiente circostante, in modo da garantire un luogo di lavoro adeguato e naturalmente non creare fastidiosi e pericolosi polveroni nelle zone limitrofe all'intervento. Un importantissimo vantaggio in termini di sicurezza derivante dall'utilizzo dell'escavatore a risucchio di Gerotto è quello di eliminare completamente l'intervento manuale, evitando così situazioni pericolose. Inoltre questa caratteristica d'intervento permette di abbattere i costi ed i tempi di esecuzione. Come in tutti i lavori, l'utilizzo di attrezzature adeguate, tecnologicamente avanzate ed affidabili, consente agli operatori di intervenire con
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procedure corrette evitando agli stessi operazioni di emergenza spesso inadeguate e rischiose. Sovente gli incidenti sono proprio dovuti ad imperizie che nascono dalla necessità di svolgere un lavoro prestabilito, e proprio l'inadeguatezza od il malfunzionamento delle macchine a disposizione porta gli operatori a dover intervenire con una metodologia completamente sbagliata, portando a risultati che recentemente hanno ampiamente coperto i fatti di cronaca. Come ad esempio in un ordinario intervento di manutenzione con
espurgo di una vasca. In questo caso gli operai avrebbero dovuto pompare i liquami e portarli via con una cisterna, governata da un addetto ai comandi; qualcosa non ha funzionato e gli operai hanno fatto quello che non avrebbero dovuto: scendere nella vasca con una scala, senza mascherine né respiratori. Considerando che i fanghi sprigionano gas metano, proprio i miasmi venefici della vasca potrebbero essere i responsabili della morte degli operai, rimasti intossicati uno dopo l'altro nel tentativo disperato di aiutarsi a vicenda.
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IGIENE URBANA
Macchine per la pulizia dei manti erbosi Giordano Rental GHERARDO MARCHELLI
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Per mettere a disposizione dei clienti una soluzione adeguata alla pulizia dei parchi sia dalle foglie che dai rifiuti dopo il bivaccamento di persone maleducate, Giordano ha studiato una macchina specifica, in collaborazione con Bosco, per la raccolta di foglie e di rifiuti come cartacce e bottiglie su prato. Amsadue, società del gruppo Amsa, ne ha subito capito le possibilità e,
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dopo una prova di un mese, ne ha noleggiate 4 per integrare i suoi mezzi dedicati a garantire il servizio di pulizia dei parchi cittadini di Milano. La formula del noleggio con cui Giordano Rental propone queste macchine è stata anche apprezzata dall'Amsa, che ha diversificato la modalità di noleggio delle medesime attrezzature: due sono state noleggiate a lungo termine per due
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anni e mezzo fino al 2010, data in cui scadrà il contratto con il Comune di Milano, per il lavoro di pulizia dei parchi, mentre altre due vengono noleggiate nei soli quattro mesi dell'anno in cui c'è una forte caduta delle foglie. Questo permette all'ente di non impegnare un investimento su attrezzature dedicate, non avendo la garanzia di un rinnovo del servizio, avendo allo stesso tempo a disposizione i mezzi idonei in numero adeguato per il periodo di reale utilizzo. In questo mometo Amsa usa la versione senza cabina che sta per essere sostituita dai modelli appena omologati con cabina. Questo è un altro aspetto dell'offerta a noleggio Giordano Rental, che consente al cliente di disporre dell'ultimo modello di macchina, non essendo questa acquistata, oltre naturalmente ad offrire un servizio di assistenza continuo in modo da ridurre al minimo i tempi di fermo macchina. Le macchine per la pulizia dei manti
1. 2. Macchina per la pulizia dei parchi omologata con cabina 3. Macchina per la pulizia dei manti erbosi al lavoro nei parchi di Milano
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erbosi sono state sviluppate dalla Bosco Vittrio s.n.c. di Garlasco (PV) su specifica richiesta di Giordano. L'esperienza della Bosco nella progettazione e costruzione di macchine agricole ha permesso subito di individuare una soluzione al servizio da svolgere, partendo da una trattrice di 35 CV a trazione integrale idrostatica ed un'attrezzatura per la raccolta delle olive, basi di lavoro con una consolidata e comprovata affidabilità ed efficienza, che con le giuste modifiche hanno dato i risultati sperati. La trattrice naturalmente si delinea come un mezzo polifunzionale che
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consente di operare tranquillamente su pendenze del 25% ed è in grado di montare e movimentare le più svariate attrezzature per poter essere anche utilizzata in servizi differenti, come ad esempio con barre falcianti, lame neve, turbine... La spazzola ed il cassone per la raccolta delle foglie e dei rifiuti anteriore sono movimentati dal circuito idraulico del mezzo; la spazzola è progettata per consentire di operare con la giusta pressione sul manto erboso in modo da raccogliere qualunque oggetto, ad esempio vetri rotti, bottiglie e cartacce, ed allo
stesso tempo naturalmente non rovinare il prato. Tutto il sistema è oscillante, per adeguarsi al terreno ed a tutti i vari dislivelli che si possono incontrare e consentire alla spazzola di toccare con una pressione stabilita. Il metodo di svuotamento del cassone di raccolta è progettato per poter conferire il raccolto direttamente nei cassoni o nei compattatori delle macchine normalmente in dotazione agli enti comunali.
4. Prato sporco 5. Scarico del cassone di raccolta
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TECNICA
Il Naviglio Grande? Con l'anfibio lo VEDO da vicino GIUSEPPE MARIA BIANCHI
L'area metropolitana milanese è caratterizzata da un sistema di relazioni che connette la metropoli al resto del suo territorio: una realtà policentrica in cui i Navigli rappresentano un'eccellenza paesaggistico-ambientale e insieme un'opera di infrastrutturazione del territorio lombardo ed un'opportunità di sviluppo per interconnettere i poli urbani. Dal rinnovato interesse per il destino di queste vie d'acqua, uniche in Europa, è nato un grande lavoro di studio e riflessione interdisciplinare finalizzato alla tutela, alla riqualificazione ed alla valorizzazione del sistema Navigli, per iniziativa di Navigli
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Lombardi S.c.a.r.l., la società consortile che esercita dal punto di vista tecnico, amministrativo, legale ed operativo tutte le competenze relative ai Navigli Grande, Martesana, Pavese, Bereguardo e Paderno. A tal scopo è stato redatto un Piano Strategico che, a partire da un'analisi dettagliata del territorio, individua le priorità d'intervento definendone costi effettivi, modalità d'attuazione e tempi necessari, in coerenza con la programmazione territoriale locale. Il Piano valuta inoltre gli effetti che gli interventi di progetto producono sulle condizioni di stabilità attuali sia a monte che a valle dell'intervento stes-
so, elaborando quindi le forme di azione più adeguate. Un abaco, redatto d'accordo con la sovrintendenza, contribuisce tra l'altro a semplificare la tempistica di realizzazione degli interventi in relazione alle diverse tipologie di manufatto, di degrado fisico e di applicazione di pericolo statico, in modo da ottenere degli standard di riferimento per i cantieri. Come piattaforma di base per il Piano, Navigli Lombardi S.c.a.r.l., in collaborazione con Star Service System, sta realizzando il progetto denominato V.E.D.O. (Virtual Environment Database Observer), tramite il quale sarà creato un software dedicato ed un vero e proprio sistema di navigazione virtuale con supporto video per l'analisi strutturale integrata e la valorizzazione del patrimonio culturale/architettonico di tutto il Sistema dei Navigli, che interessa 150 km di canali e 60 km di aree urbane. Utilizzando tecnologie aeree di ripresa per la creazione del database delle immagini, un sistema di radiolocalizzazione GPS ad elevata precisione per la mappatura ed un supporto cartografico ad alta definizione, si è ottenuto un sistema informativo territoriale integrato: con V.E.D.O. è così
Truxor in navigazione sui Navigli di Milano
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possibile navigare virtualmente lungo il Naviglio analizzando lo stato delle infrastrutture e costruendone anno dopo anno la storia, sia quantitativa che qualitativa. Nel corso di questa fase, in cui si è sfruttato il periodo di asciutta dei canali, la sezione tecnica di V.E.D.O. è stata integrata da ulteriori contenuti ottenuti attraverso filmati ad alta definizione (Full HD), ripresi direttamente dall'interno dei Navigli. La priorità è stata data al Naviglio Grande di Milano, che risulta il più complesso e problematico dal punto di vista della lunghezza e specialmente delle sponde. Per percorrerne il fondo cinquecentesco, caratterizzato da acqua di diversi pescaggi, Navigli Lombardi S.c.a.r.l. ha individuato il mezzo adatto nel Truxor DM 4700 B e ne ha preso a noleggio dalla Provincia di Mantova l'unico esemplare presente in Italia, acquistato per ripulire dai rifiuti il fondo dei laghi e garantire il regolare scorrimento delle acque. Il Truxor DM 4700 B è una macchina multifunzionale anfibia, realizzata dalla ditta svedese Dorotea Mekaniska AB e distribuita in Italia da Option S.r.l. di Codroipo (UD); grazie all'eccezionale versatilità che gli consente di operare
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su tipologie di aree molto differenti, si è rivelato ideale per la pulizia e la manutenzione di acque e terreni paludosi. Manovrato da una sola persona, il Truxor è estremamente agile e, ruotando facilmente intorno al proprio asse, è in grado di lavorare negli spazi stretti con grande precisione. Attraverso un sistema di pompe idrauliche il modello base può essere dotato di un'ampia gamma di attrezzi quali la falciatrice, il rastrello, l'escavatore, la pompa dragante..., con un cambio di accessori semplice e rapido. Per l'operazione prevista dal V.E.D.O., invece, è stata applicata sul mezzo una telecamera doppia ad altissima definizione, che ha arricchito i dati a disposizione con elementi sempre più dettagliati grazie all'oggettività visiva. Particolarmente utile si è rivelato il Truxor nel monitoraggio dei prelievi attraverso i quali il Naviglio concede una gran quantità di acqua per svariati usi, dal momento che la maggior parte di questi cannoni è sommersa. Al completamento di questa fase del V.E.D.O., Navigli Lombardi S.c.a.r.l. avrà quindi a disposizione un software che consentirà agli operatori di visualizzare direttamente il video acquisito e i dati relativi all'immagine, permettendo di attivare immediatamente le azio-
ni correttive più urgenti e di pianificare le strategie per gli interventi di bonifica della struttura. Seguirà la rilevazione con corsi d'acqua in regime idrico normale, che comprenderà riprese aeree di immagini panoramiche atte alla dimostrazione pratica dell'attività commerciale da svolgere su percorsi turistici predefiniti. Infine si avrà la pubblicazione diretta del materiale in rete, dove un portale web ed un applicativo di visione 3D offriranno al pubblico la "navigazione elettronica interattiva sui Navigli". E così, tra tecnologie d'avanguardia, eclettici anfibi ed un'attenta programmazione ad ampio raggio, procede l'opera intrapresa per restituire i Navigli Lombardi al loro splendore, recuperando l'intuizione sempre attuale del loro geniale ideatore Leonardo.
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VIABILITA' INVERNALE
Nuovi spargisale Schmidt Stratos F e Stratos D
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In accordo con la filosofia del continuo miglioramento che da sempre contraddistingue i prodotti Schmidt (leader europeo della viabilità invernale con oltre 2.400 spargisale venduti ogni anno in tutto il mondo), la casa tedesca ha presentato alla recente esposizione di Monaco Ifat due nuove linee di spargisale: Stratos F e Stratos D. Diretti discendenti della serie Mitos, i nuovi spargitori possiedono caratteristiche di estrema precisione ed affidabilità. Lo Stratos F è uno spargitore a doppia coclea a profilo basso, specificamente costruito per i portattrezzi Unimog ma adottabile anche su auto-
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carri dotati di impianto idraulico. Grazie al baricentro estremamente basso è possibile affrontare tortuosi percorsi di montagna con una sicurezza ed una stabilità del mezzo sconosciute agli utilizzatori di spargisale convenzionali. Ulteriore vantaggio è la perfetta visibilità posteriore garantita all'operatore che, non ostacolato dalla struttura della tramoggia, può controllare in ogni momento le condizioni del traffico e rilevare tempestivamente eventuali ostacoli retrostanti il veicolo. Le due coclee, poste sul fondo della tramoggia ad opportuna distanza tra loro (elemento fondamentale per garantire elevate caratte-
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ristiche prestazionali e di affidabilità), trasportano il materiale verso lo scivolo posteriore. In seguito il sale raggiunge il disco di spargimento dal quale viene lanciato sulla superficie stradale. Caratteristica importante rispetto alla serie precedente Mitos è il metodo utilizzato per ottenere l'asimmetria di spargimento: la rotazione dell'intero piattello. Ciò consente di far cadere il sale sempre al centro del disco di spargimento, in modo da sfruttare pienamente le palette di lancio e far assumere ad ogni granello una traiettoria omogenea. Inoltre, in caso di umidificazione, il tempo a disposizione per la miscelazione tra parte solida e liquida aumenta notevolmente consentendo un'uniformità di spargimento eccezionale. Disponibile con capacità da 1,2 a 3,5 m 3 a raso (adatto quindi a tutta la gamma Unimog, compreso il nuovo U20), lo spargisale Schmidt Stratos F è realizzato in acciaio verniciato secondo il metodo High Solid che garantisce elevata resistenza alla corrosione. Su richiesta è possibile fornire la versione costruita completamente in acciaio inox. Il nuovo Stratos D è caratterizzato da un sistema a doppia coclea e 1. Spargitore Stratos F 2. Tramoggia Stratos D 3. Doppia coclea Stratos F
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doppia camera, che consente di spargere contemporaneamente due prodotti solidi diversi miscelandoli tra loro in percentuali variabili secondo le esigenze. Questa è una caratteristica molto apprezzata ad esempio quando si deve operare su un tratto di strada che tocca diverse altitudini: a bassa quota è opportuno trattare con sale per ottenere la strada "nera", mentre a quote alte, dove sarebbe impossibile o controproducente eliminare la crosta di neve pressata, si preferisce spargere un materiale antiderapante come ghiaia o simile, magari integrandolo con una piccola percentuale di sale. Lo Stratos D è disponibile in versione a profilo basso (identico allo Stratos F) fino alla capacità di 3,5 m3, mentre i modelli da 4, 5 e 6 m 3 hanno una struttura esterna della tramoggia simile agli spargisale tradizionali. Esattamente al pari dello Stratos F, viene adottato il sistema della regolazione dell'asimmetria attraverso la rotazione del piattello. Disponibile in versione ad azionamento idraulico e, a partire dal 4 m3, anche attraverso motore ausiliario diesel Kubota, lo
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Stratos D è costruito in acciaio verniciato secondo il metodo High Solid oppure, a richiesta, interamente in acciaio inox. Entrambi i modelli Stratos F e D possono essere equipaggiati con un efficace sistema di umidificazione modulare, quindi di facile installazione anche in un secondo momento, costituito da serbatoi laterali in materiale plastico che si integrano perfettamente nella struttura della carpenteria e da una potente pompa ad azionamento idraulico capace di ben 100 l/min. L'estrema precisione di aspersione degli agenti deghiaccianti sulla superficie stradale non solo accresce la sicurezza ma, specialmente utilizzando i nuovi e super efficaci prodotti
fondenti, contribuisce alla protezione dell'ambiente: solo l'esatta quantità necessaria viene depositata sulla strada. Questo significa che il sale non viene sparso nell'ambiente circostante e non viene sprecato inutilmente. Per controllare dalla cabina le funzioni degli Stratos F e D viene utilizzato il quadro comandi CX o CL. La semplicità di programmazione (su vari livelli) ed i tre potenziometri che intervengono sulle regolazioni principali contribuiscono alla sicurezza stradale, lasciando che l'operatore si concentri sulla guida. 4. Piattello degli spargitori Stratos 5. Spargitore Stratos F 6. Quadro comandi CL
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VERDE
Belos TransPro 54 e TransGiant a Dobbiaco GIORGIA MARCHELLI
R.S.I., Road Service International, società di Egna, in provincia di Bolzano, da anni validamente attiva nei settori della viabilità e dell'igiene urbana, rappresentante di numerosi marchi esteri ed italiani, è da sempre disponibile ad effettuare dimostrazioni pratiche personalizzate con le relative macchine ed attrezzature. Questa volta è stata scelta l'Alta Val Pusteria e specificamente Dobbiaco (BZ), in quanto centrale ed accessibile anche per gli interessati della Provincia di Belluno.
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Ovviamente le attrezzature erano di quelle estive e cioè necessarie per la cura del verde. Il 10 giugno R.S.I. ha quindi portato nelle vicinanze del Cantiere Comunale di Dobbiaco due diversi modelli di portattrezzi dell'azienda scandinava (facente parte del gruppo GGB, Global Garden Products, maggior produttore europeo di falciatrici e manufatti per il verde) disponibili in Italia, un TransPro 54 ed un TransGiant, riunendo assessori, tecnici comunali e operatori sia del
posto che di altre amministrazioni del territorio. I due Belos, che si differenziano per dimensioni, potenza e peso totale a terra, sono macchine operatrici compatte di enorme potenza, completamente idrostatiche, snodate e con 3 piani di carico, con caratteristiche tecniche modernissime, dotate di un innovativo sistema antislittamento anteriore e posteriore della trazione, che, automatico, sostituisce il blocco differenziale meccanico. Grazie alla loro innata versatilità e alle tante modalità di utilizzo in un vasto campo di applicazioni, sono macchine che soddisfano le esigenze dei professionisti dovunque durante tutto l'anno. La possibilità di cambiare rapidamente gli accessori e la velocità dei mezzi riducono al minimo i tempi di trasferimento. L'attenzione ai dettagli e l'efficiente economia operativa, permettono risultati altamente efficaci con il minimo dispendio di tempo, in tutte le stagioni, qualunque siano le condizioni meterologiche, sia di giorno che di notte, rivelandosi un investimento. I compatti motori diesel Kubota E-TVCS di entrambi i modelli sono stati sviluppati dall'azienda giapponese in conformità con le normative vigenti nell'Unione Europea e nello Stato della California. Hanno un impatto ambientale minimo grazie
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alle basse emissioni e alla ridotta rumorosità. Il TransPro 54 ha un peso complessivo di 2.500 kg ed un motore Kubota VI505T. Gli spazi di montaggio delle attrezzature sono anteriore, posteriore e sul pianale. Il sollevatore anteriore può essere a scelta a 3 punti, a triangolo cat. I/cat. 0, oppure a 4 punti, mentre quello posteriore è cat. I. Gli attacchi rapidi sono massimo 4 e le funzioni avvengono attraverso il joystick. Il sistema idraulico di lavoro è a 30 - 60 l/min. Lo sterzo è idraulico con sterzata di 50°, inclinazione di 12° e raggio d'azione di 2,02 m. I freni sono idrostatici su tutte le ruote, mentre quello di stazionamento è a tamburo. Attrezzato frontalmente con un braccio falciante Ferri di dimensioni ridotte (3,50 - 4,60 m) con una testata da 60 cm, il Belos più piccolo ha lavorato sulle banchine lungo le diverse strade. Potenza del motore e idraulica si sposano in modo ottimale per garantire una perfetta efficienza nelle più
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differenti situazioni: TransPro ha la possibilità di essere adattato a seconda delle molteplici esigenze. Se le richieste di lavoro cambiano o
aumentano, non ci sono problemi ad integrarlo con diversi accessori e attrezzature per fare fronte ai nuovi impegni; tutto ciò si traduce nella praticità di poter usare questa macchina polivalente. Cabina ampia e spaziosa, pavimento piano, sedile ergonomico e comodo molleggiato ad aria, volante regolabile, climatizzazione e riscaldamento dell'abitacolo, lettore CD: tutte caratteristiche indispensabili in una macchina che, usata molto spesso, deve permettere all'operatore di gestire lunghi turni di lavoro in un mezzo confortevole. Le vibrazioni e il rumore del motore sono ridotti grazie alla concezione articolata. Anche la distribuzione del peso è ottimizzata: la postazione di guida si trova sopra alle ruote anteriori mentre il motore è posto sopra a quelle posteriori. In questo modo chi guida ha sempre un'ottima visuale su tutto il campo d'attività e controlla con precisione ogni accessorio. L'abitacolo è a prova di collisione e testato per garantire la massima sicurezza, e il parabrezza monta un
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vetro di sicurezza. TransPro ha funzioni di incolumità aggiuntive nei pedali del freno, nel sedile e nella presa di corrente. E' inoltre previsto un interruttore generale per il sistema elettrico. La possibilità di sostituire tutti gli attrezzi e gli accessori attraverso semplici operazioni manuali è una delle principali caratteristiche, come anche l'eccezionale accessibilità a tutte le parti della macchina. Il TransPro è quindi comfort, potenza, design e, non meno importante, un ottimo rapporto qualità-prezzo. Altra caratteristica, molto apprezzata nel periodo invernale, è la funzione anti-rotazione che lo rende pratico e comodo, anche grazie alla confortevole cabina di guida. La macchina è stata costruita per essere affidabile anche con un uso costante durante tutti i periodi dell'anno: tutte le parti che possono necessitare di manutenzione sono facilmente accessibili in modo da agevolare l'assistenza. Grazie allo sterzo articolato il motore non viene nascosto nè coperto da altri componenti e tutto è a portata di mano. Il TransGiant ha invece un P.T.T. di 5.000 kg, e la trasmissione è idrostatica con regolazione elettronica; i motori idraulici delle ruote sono a due stadi con regolazione antislittamento.
La velocità massima è di 40 km/h a giri ridotti. I freni sono idrostatici su tutte le ruote, a tamburo anteriore, mentre quello di stazionamento è con accumulatore, regolabile elettricamente. Il motore è un Kubota V3300TE. Gli spazi per il montaggio delle attrezzature sono anteriore, posteriore, sul pianale, e con l'opzione anche per la benna. Il loro azionamento è con pompa a pistoni assiali - Load Sensing: sia quello anteriore che quello posteriore sono idraulici 0 120 l/min, con una pressione di lavoro di 250 bar. Il sistema idraulico di lavoro è per l'anteriore con 2 - 4 attacchi rapidi ad effetto, e per il posteriore con 0 - 2 attacchi rapidi ad effetto. I sollevatori, sia anteriori che posteriori, sono da 2.000 dN. La potenza idraulica massima è di 0 - 40 l/min, e la pressione di lavoro è di 250 bar. Per quanto riguarda lo sterzo: il servosterzo è idraulico, la massima sterzata è di 45°, la massima inclinazione di 12°, ed il raggio di sterzata di 3,1 m. Allestito frontalmente con un'unità tagliaerba Belos a 3 coltelli per una larghezza di lavoro di 1,80 m e predisposto per l'aspirazione posteriore, questo portattrezzi più grande ha operato sull'erba del campo sportivo, fra i marciapiedi e le aiuole del centro del
paese, e negli ampi prati adiacenti. Con una potenza eccezionale, misure compatte ed estrema flessibilità, il TransGiant ha tutto ciò che un professionista del settore possa desiderare: l'ampia gamma di attrezzature adatte ad ogni stagione, non pone limiti alla sua versatilità; inoltre, grazie alla distribuzione del PTO, direttamente regolabile dalla postazione di guida, l'offerta della varietà di accessori utilizzabili su questo tipo di macchina è ulteriormente estesa. Grazie ai nuovi standard di comfort e tecnologia, guidare il TransGiant è piacevole tutto l'anno: Belos ha creato una macchina comoda e con comandi ergonomici, un basso livello di rumorosità ed un'ampia visibilità dell'area di lavoro, per una straordinaria sensazione di spazio. La cabina è ribaltabile ed è dotata di aria condizionata, un concetto moderno nella strumentazione. La trazione a quattro ruote motrici e la funzione automatica anti-rotazione progettati dall'azienda scandinava consentono di avere la massima stabilità su tutti i tipi di terreno. Lo sterzo articolato, una straordinaria potenza di trazione e la velocità di trasferimento, rendono TransGiant una macchina perfetta ovunque ogni giorno dell'anno.
La nuova filiale a San Giuliano Milanese (MI) di Haulotte Italia compie un anno con un bilancio di successo, che conferma le strategie di sviluppo del Gruppo, leader europeo nella produzione di mezzi per l'elevazione di persone e carichi, per assicurare ovunque la presenza a fianco del cliente. La struttura operativa milanese, inaugurata a luglio 2007, ospita gli uffici amministrativi, commerciali, tecnici e di marketing per la gestione diretta dei controlli e delle consegne delle macchine sul territorio italiano, un'aula corsi per la formazione di operatori e tecnici e, soprattutto, è
dotata di un magazzino di oltre 3.000 m 2 per lo stoccaggio delle macchine. In questo modo ha saputo rispondere efficacemente alle esigenze dei clienti italiani che hanno trovato così, sul territorio, un'assistenza costante per qualsiasi problema e una gamma di modelli di ultima generazione frutto della ricerca tecnologica Haulotte. Una scelta premiata dai numeri e dal mercato: ne parliamo con Stefano Di Santo, Direttore Generale di Haulotte Italia, che non nasconde la soddisfazione per i risultati ottenuti in un anno di lavoro e traccia i possibili itinerari di sviluppo per il futuro.
A un anno dall'apertura della nuova sede, quali sono stati i risultati in termini di sviluppo dell'attività commerciale di Haulotte in Italia? Ottimi: incremento di oltre il 60% sul fatturato nel 2007 rispetto al 2006, ottime prospettive, service efficiente. Un successo che si sta confermando tale anche quest'anno. Quali modelli hanno sino ad oggi maggiormente incontrato il gradimento dei clienti? I nostri cavalli di battaglia sono da sempre gli scissor elettrici, le articolate da 16 e 18 metri e le grandi articolate da 26 e 32 metri. Haulotte ha recentemente proposto
ATTREZZATURE
Haulotte Italia: un anno da grandi numeri
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al mercato un innovativo modello di piattaforma con jib telescopico, la H28TJ+: quali sono stati i primi responsi da parte del mercato? Al di sopra delle aspettative. Il mercato è sempre avido di novità, non solo tecnologiche. La nostra H28TJ+, oltre ad essere una macchina con soluzioni avveniristiche (è dotata di un jib telescopico che consente di incrementare di ulteriori 6 metri la capacità di lavoro), è anche molto accattivante dal punto di vista estetico. Una felice combinazione di tecnologia e design che ha contribuito sicuramente a un boom di vendite davvero eccezionale. Piattaforme e sollevatori sono macchine che si prestano moltissimo al noleggio. Che importanza ha, oggi, questo mercato per voi? Resta il mercato di assoluto riferimento, verso il quale ci rivolgiamo con un'offerta di prodotti e servizi (anche finanziari) sempre più ampia e articolata. Dopo il forte incremento dello scorso anno, i dati 2008 sono oltremodo incoraggianti. Ci può anticipare i primi risultati a quasi metà percorso e le proiezioni per tutto il 2008? I primi risultati sono davvero incoraggianti, e fanno prevedere un 2008 in costante crescita rispetto all'anno precedente. A maggio, ad esempio, abbiamo raggiunto la quota di mille macchine vendute nel mercato italiano dall'inizio dell'anno. Le somme, come sempre, le tireremo a fine anno, ma si tratta evidentemente di un risultato importante, soprattutto se inserito in un mercato che seppure in lieve contrazione a livello europeo mostra un'altra importante caratteristica: la scelta
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oculata degli investimenti da parte degli operatori. Nuove macchine, nuovi clienti, una penetrazione maggiore all'interno del mercato significano anche un maggiore impegno nell'attività relativa ai servizi. Su cosa sta puntando Haulotte per avere sempre clienti soddisfatti? Sull'ascolto dei problemi, sulla prossimità, sulla reattività. Per i nostri clienti il tempo è davvero prezioso, quindi non è sufficiente portare soluzioni efficaci, serve farlo nel più breve tempo possibile. Per questo abbiamo introdotto una serie di indicatori interni molto severi per misurare il livello tecnico e la rapidità dei nostri interventi. Questo ci consente di monitorare costantemente, congiuntamente ai feedback dei nostri clienti, il livello di servizio offerto. Stiamo anche investendo molto nella formazione dei nostri clienti, con corsi specifici dedicati alle singole famiglie di macchine e che prevedono una certificazione tecnica per i partecipanti. Quali sono le maggiori richieste dei vostri concessionari come supporto alla vendita o al noleggio delle vostre macchine? Sicuramente la prossimità e la formazione, unitamente alle attività di marketing congiunto che da sempre ci vedono coinvolti. Recentemente, lei è stato nominato responsabile di Gruppo per l'area Sud Europa, Medio Oriente e Africa. Quanta esperienza del mercato italiano sta esportando e cosa è possibile importare dalle realtà estere di cui si sta occupando? Ogni mercato resta caratterizzato da
specificità importanti, che lo rendono unico. Resta però sempre utile confrontare i differenti mercati per trarre indicazioni sui trend e sui bisogni. Oltre a ciò, la sempre più fitta presenza di operatori multinazionali impone strategie ad ampio respiro. Volendo trovare tratti comuni o esperienze esportabili, sicuramente in Italia abbiamo un'attenzione maggiore verso l'immagine a 360°, per questo i format di comunicazione utilizzati con successo da noi stanno per apparire all'estero. D'altro canto, la maggiore esperienza per il service di altri Paesi, tra cui la Francia, ci ha consentito di importare modus operandi che si sono dimostrati vincenti anche in Italia. Quanto è differente oggi, rispetto anche a solo tre o quattro anni fa, la sua visione manageriale? Il mercato sta maturando rapidamente, pertanto la nostra visione è maggiormente focalizzata sulla qualità totale e sui servizi ad alto valore aggiunto resi a clienti sempre più specializzati, e per questo più esigenti. Il settore dell'edilizia inizia a mostrare segnali di rallentamento, l'economia nazionale, in generale, non sta vivendo un momento esaltante, eppure certe realtà industriali, e Haulotte ne è un esempio, sanno crescere. Qual è il segreto? Sicuramente beneficiamo di un mercato relativamente giovane che non ha ancora raggiunto una piena maturazione. Questo indubbiamente aiuta perché fa di noi una nicchia. Per restare comunque vincenti stiamo da sempre cercando di anticipare i tempi per comprendere il prima possibile i bisogni dei nostri clienti. 43
VERDE
Energreen... ne ha fatta di strada
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Nella continua evoluzione che sin dall'inizio della sua storia ha contraddistinto l'azienda Energreen dovuta, oltre che alla filosofia del gruppo, anche al paziente ascolto dei problemi che incontrano gli operatori del settore, si è sempre più perfezionato l'utilizzo dei mezzi per il settore strada. E' recente la consegna di una ILF S 1500 con braccio da 11 m in 3 pezzi equipaggiata con scavallatore model-
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lo Discovery e soffiatore sul retro che ben si prestano ad un'alta produttività su strade e autostrade. L'indipendenza delle pompe SauerDanfoss in circuito chiuso a cilindrata variabile consente l'avanzamento del mezzo con utilizzo in contemporanea di scavallatore, braccio con trincia da 120 cm di taglio utile e soffiatore che pulisce l'erba lanciata dallo scavallatore sulla strada, per produttività e recupero massimi di personale. Tra le novità sulla ILF S 1500 - 3P con braccio da 9,70 m la possibilità di applicare al posto della testata trinciante una fresa per la lavorazione del terreno con interrasassi applicata. Questo tipo di lavorazione permette poi l'esecuzione dell'idrosemina. In tale tipologia di lavoro viene utilizzata una qualità di erba che ben si aggrappa sul terreno consentendo la
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manutenzione delle sponde sulle rampe stradali ed autostradali. Tale novità nasce dalle richieste specifiche di alcuni enti ai quali Energreen ha dato ascolto per risolvere specifiche esigenze. Recentemente è stato perfezionato un modello con cingolo denominato ILF C 1200. Caratterizzato da un braccio di 13 m, ovviamente sempre con impianti indipendenti, con una larghezza di 2,30 m con cingoli larghi cm 60, per una lunghezza di 3,80 m, un peso complessivo macchina di 11 t, quindi con un rapporto peso/millimetro quadro particolarmente basso, può operare egregiamente in situazioni acquitrinose. Consolidato è ormai il modello al top della gamma ILF B 2000, mezzo anch'esso completamente idrostatico che monta un braccio di 17 m di lunghezza massima; come di consueto tutti gli impianti sono indipendenti e ad alto rendimento ed ogni componente è di ottima qualità, compromesso indispensabile per una macchina altamente professionale. Relativamente al modello più piccolo ILF S 1000, considerato un multi utensili, si è perfezionata una completa gamma di attrezzature anteriori
1. ILF S 1500 con braccio da 11 m in 3 pezzi equipaggiata con scavallatore modello Discovery e soffiatore sul retro 2. Particolare del soffiatore 3. ILF 1500 al lavoro con doppia testata 4. Raggio di sterzata ILF 1500
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e posteriori, da una pala meccanica caricatrice, lame da neve, turbo fresa da neve, sollevatore frontale, spargisale posteriore e un ulteriore braccio modello Fast che grazie ad uno sfilo consente di operare fino a 7 m con attacco anteriore. Tale sistema con aggancio anteriore automatico al mezzo permette la massima stabilità e visibilità all'operatore. Altro utilizzo di questo mezzo è l'ag5. ILF S 1000 con testata trinciante anteriore 6. 7. ILF S 1500 e visuale dal posto di comando
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gancio di un sollevatore con PTO che 173 CV Common Rail con turbina a consente di operare con una testata geometria variabile John Deere, che trinciante di 2,40 m. grazie a una pompa Sauer-Danfoss Su richieste di alcuni enti Energreen da 200 l a 420 bar consente l'utilizzo sta studiando la possibilità di applica- di una turbina da neve; tale sistema è re una macchina battipali per la posi- molto apprezzato nei territori con zionatura di guard rail. Tale mezzo è grandi precipitazioni nevose. utilizzato particolarmente dalle comunità montane, tipicamente attrezzato con un disco laterale che in modo meccanico automatico consente in contemporanea con l'utilizzo del braccio di sfalciare sotto i guard rail. L'ILF S 1000 può essere inoltre dotata, come già prodotto per la Germania e la Svizzera, di un motore da 7
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ANTINCENDIO
Allestimenti per Unimog U20 Morselli e Maccaferri GIORGIA MARCHELLI
Durante il mese di giugno la ditta Morselli e Maccaferri S.r.l. ha ricevuto un Unimog U20 da allestire come mezzo antincendio. Oltre all'allestimento speciale per la lotta alle fiamme, utilizzabile anche come modulo idrico e di lavaggio da poter sfruttare in ogni situazione nei luoghi più difficilmente raggiungibili, sono stati montati sul nuovo portattrezzi, il più piccolo e ultimo nato in casa MercedesBenz, una lama sgombraneve da 3 m modello A2S/06, un vomere a geometria variabile modello VMR 2 ed una spazzatrice frontale SPC 2200. Il modulo antincendio, totalmente in acciaio inox, è composto da una cisterna in acciaio inox da 2.000 l, dotata di paratie frangiflutti. All'interno del vano si trovano 2 avvolgitubo idraulici da 100 m l'uno con funzionamento idraulico, abbinati a 2 lance ad alta pressione. L'allestimento per lo spegnimento dei fuochi è completato
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da una pompa ad alta pressione da 50 bar e 245 l/min, un pannello di controllo con alloggiati tutti i comandi elettrici ed idraulici, fari di lavoro sia esterni che interni, 1 manichetta uni 45 per il riempimento della cisterna. La società di Piumazzo, in provincia di Modena, da oltre 25 anni attiva nella costruzione e revisione di spartineve, spazzaneve, spargisale, spazzatrici e spargitori, si è concentrata nell'ultimo biennio sull'accurato sviluppo di allestimenti antincendio e lavaggio per ogni genere di mezzo. Il nuovo modulo per l'U20 infatti è stata solo l'ultima delle tante creazioni di Morselli e Maccaferri in questo settore, ed è stato preceduto da molte altre attrezzature idriche per lo più realizzate ad hoc e studiate di volta in volta con personalizzazioni per autocarri diversi, consegnate a differenti generi di clienti in tutto il territorio nazionale. Come si vede dalle foto
pubblicate in queste pagine, ci sono esempi per varie dimensioni, funzioni e marchi di automezzi. Fra questi un Unimog U500 con cisterna da 3.000 l per antincendio e lavaggio (Lavori Pubblici n. 31 marzo - aprile 2008); un Man con cisterna da 4.000 l per il trasporto dell'acqua, utilizzabile anche per l'antincendio; un Iveco con modulo da 3.000 l attrezzato frontalmente con una barra lavastrade per la pulizia delle aree asfaltate, dotato comunque di pompa e lancia tanto di aiuto all'igiene urbana quanto alla lotta ai fuochi; due Durso Farmer entrambi con moduli da 1.500 l, uno per la manutenzione di aree verdi e piazzole, e l'altro, in dotazione ai Vigili del Fuoco, completo di barra lavastrade; un pick-up Mahindra con modulo A.I.B. (specifico per l'antincendio boschivo) da 600 l con 2 naspi da 50 m l'uno (Lavori Pubblici n. 30 gennaio - febbraio 2008).
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PORTATTREZZI
Un Caron 870 al Parco Nazionale dello Stelvio GIORGIA MARCHELLI
Il Parco Nazionale dello Stelvio, il più grande dei parchi storici italiani, con una superficie totale di 135.000 ettari, è costituito da tre settori: lombardo, trentino ed alto-atesino. Come tutti i parchi necessita di lavori di manutenzione del territorio durante l'intero arco dell'anno, fra lavori forestali, pascoli, verde, neve, strade e sentieri, per i quali servono mezzi ed attrezzature adeguate. Per far fronte alle operazioni di questo genere, l'area trentina del parco, che ne occupa la parte minore, 19.000 ettari suddivisi in 2 valli, di Pejo (11.000) e di Rabbi (8.000), curate da 2 squadre di operai compo-
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ste da 15 persone l'una, si è dotata dalla prima metà di maggio di un nuovo portattrezzi per integrare il proprio parco macchine. La scelta del portattrezzi è ricaduta su un Caron 870 macchina operatrice, mezzo ben conosciuto nella zona e accuratamente valutato dai responsabili trentini del Parco in occasione di Fieragricola a Verona. Il Caron 870 si è rivelato il mezzo ideale per sostituire un vecchio Reform un po' ingombrante: proprio per una questione di dimensioni ridotte la scelta del portattrezzi si è orientata sulla serie 800 dell'azienda di Pianezze (VI), anziché sui maggiori 900. La lunga durata
nel tempo di tali macchine è stato un ulteriore motivo determinante, oltre alla forza del motore, in questo caso un Lombardini Turbo LDW2204/T da 62 CV, 4 cilindri e 2.199 cc con raffreddamento ad acqua. La potenza del portattrezzi, la trazione a 4 ruote motrici con disinnesto della trazione anteriore e bloccaggio differenziale posteriore, e il cambio sincronizzato a 24 marce (16 avanti + 8 retromarce) per una velocità massima di 40 km/h, consentono agli operai di raggiungere pressoché ogni punto del parco attraverso le ripide strade sterrate montane ed i pascoli per tutti i tipi di lavori fuoristrada da
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svolgere, rendendolo un mezzo indispensabile ogni giorno dell'anno in tutte le condizioni. Il disegno unico di questa macchina 4x4 incorpora uno snodo centrale lineare nel telaio che mantiene costante l'aderenza delle 4 ruote al terreno e, con l'aggiunta di pneumatici a bassa pressione, minimizza i danni alle colture e ai prati. Essendo un vero e proprio Transporter, è completo di un grande cassone ribaltabile trilaterale con altezza giustamente bassa per caricare ogni genere di materiale, compresi quelli della falegnameria e della segheria ampiamente sfruttati in inverno. Il Caron 870 è stato fornito al Parco Nazionale dello Stelvio dalla ditta Miclini Macchine Agricole di Darfo Boario Terme (BS), concessionaria Caron che opera nelle province di Trento, Bergamo e Brescia, completo
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di gomme anche invernali, catene da neve e presa di forza posteriore a 540 - 1.000 giri/min e sollevatore a 3 punti, fondamentale per le attrezzature forestali. Il telaio con attacchi universali a 4 punti permette inoltre il montaggio di una grande varietà di attrezzature con peso fino a 3 tonnellate velocemente intercambiabili. Il mezzo è apprezzato dagli operatori anche per l'elevata comodità assicurato dalla cabina a 2 posti insonorizzata e montata su ammortizzatori idraulici e antivibranti, con sedili comfort registrabili dotati cinture di sicurezza. La massima sicurezza d'impiego è
sempre garantita dal telaio di protezione integrato nella cabina, dalla trazione integrale, dalla potente frenata a doppio circuito idraulico sulle 4 ruote con masse flottanti e dal freno di stazionamento anch'esso agente su tutte le ruote. La robustezza, l'elevata portata fuoristrada e l'illimitata varietà di attrezzature applicabili, permettono al Caron 870 di venire utilizzato ovunque per gli scopi più diversi, soddisfacendo pienamente le aspettative dei responsabili del Parco Nazionale dello Stelvio, in tal modo facilitati nei duri lavori di ottima manutenzione di posti bellissimi. 49
PORTATTREZZI
Mercedes-Benz Unimog all'opera nei tunnel di Parigi
Il reparto di manutenzione stradale della capitale francese, Propreté de Paris, ha scelto Unimog MercedesBenz per i servizi di pulizia delle gallerie. L'amministrazione municipale di Parigi ha acquistato nove veicoli Mercedes-Benz Unimog U400 con attrezzatura per il lavaggio di tunnel della ditta Mulag Fahrzeugwerke di Oppenau (D). Inoltre, i veicoli sono dotati di sovrastrutture intercambiabili con spargisale, spazzaneve e frese da neve della ditta Schmidt Winterdienst und Kommunaltechnik GmbH di St. Blasien (D), tutte attrezzature rivendute in Italia da Schmidt Automotive Italia S.r.l. L'investimento totale per veicoli e attrezzature è pari a circa 2,3 milioni di euro. Gli Unimog vengono prodotti nella fabbrica Mercedes-Benz di Wörth am Rhein. La maggior parte dei veicoli è stata consegnata ed è già in servizio presso la Propreté de Paris. L'enorme attività dell'azienda, con i suoi oltre 8.000 dipendenti, risulta evidente da tre cifre: ogni giorno vengono smaltite 3.000 tonnellate di immondizie nell'area urbana e complessivamente ci sono 1.400 km di strade e 2.800 km di marciapiedi da pulire. I Mercedes-Benz Unimog U400 dispongono di un impianto idraulico a doppio circuito con una presa di forza per l'azionamento degli attrezzi ed un 50
motore BlueTEC a quattro cilindri da 130 kW (177 CV), omologato Euro 4. La tecnologia BlueTEC riduce le emissioni di ossidi di azoto e di particolato, ottimizzando i consumi di carburante. Il braccio dell'attrezzo per il lavaggio di tunnel FME 600-T della ditta Mulag ha una portata di 5,5 m su entrambi i lati di lavoro, ed è stato progettato per la pulizia di pareti, soffitti e dispositivi di illuminazione continua nelle gallerie e nei sottopassaggi. Il suo sistema elettronico di scanning automatico, dotato di sensori ad ultrasuoni, adegua con la
massima precisione la spazzola di lavaggio alla conformazione delle superfici da pulire. Inoltre, l'estremità del braccio può essere corredata a scelta di spazzola o idropulitrice. Per risparmiare in futuro costosi lavori di trasformazione, la Propreté de Paris prevede di equipaggiare tre veicoli con spazzole e sei con idropulitrice, ciascuno dotato delle corrispondenti sovrastrutture a cisterna. Il Boulevard Périphérique che conta fino ad otto corsie, costruito dal 1954 al 1973 come un anello che circonda la metropoli sulla Senna, accoglie ogni
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giorno un immenso flusso di traffico intorno alla capitale e verso il centro urbano. Le "giornate di lavaggio dei tunnel" si svolgono tra il 15 aprile ed il 15 novembre. Per pulire in ogni direzione gli oltre 30 tunnel con una superficie di 720.000 m 2, il traffico deve essere deviato e il Boulevard Périphérique completamente chiuso alla circolazione. Proprio per questo motivo, i circa 100 addetti agli interventi di pulizia delle gallerie lavorano solo di notte. Nel periodo dal 15 novembre al 15 aprile, gli Unimog U400 vengono equipaggiati anche con attrezzi invernali. Nonostante le precipitazioni nevose siano effettivamente rare, è sufficiente un accenno d'inverno perché Parigi cada nel caos del traffico.
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L'Impresa Bacchi inaugura un nuovo impianto a basso impatto ambientale STRADE
L'Impresa Bacchi, nata nel 1979, fin dalla fondazione svolge la propria attività nel settore edile generale, spaziando dalle costruzioni civili ed industriali a quelle infrastrutturali viarie e di servizi, in ambito pubblico e privato. L'area geografica in cui principalmente opera è quella lombarda e più in particolare quella milanese, senza tuttavia escludere l'impianto di eventuali cantieri in regioni diverse e lontane dalla propria sede. Le attività svolte dall'Impresa Bacchi possono essere suddivise nei seguenti settori: produzione, trasporto e stesa di conglomerati bituminosi e cementati, stoccaggio e recupero dei rifiuti inerti non pericolosi, con riciclaggio nelle lavorazioni stradali, realizzazione di opere edili, infrastrutturali, civili, industriali e viarie, realizzazione di fognature e acquedotti, trattamenti fotocatalitici, topografia e progettazione. Il nuovo impianto di produzione Asphalt technologies FNT 280T, di tipo discontinuo, consente l'applicazione di nuove ed innovative tecnologie di produzione del conglomerato bituminoso (tiepido, schiumato) e del riciclaggio, che unitamente alla alimentazione a gas anziché in olio combustibile, determinano e confermano l'elevato grado tecnologico dell'impianto e concorrono ad una significativa riduzione di consumi energetici, emissioni in atmosfera, abbattimento rumori. L'impianto per la produzione di misti cementati IME MC 200 è costituito da 2 predosatori, un nastro di elevazione che trasporta il materiale dalla bocca di questi ultimi alla torre di mescola52
zione, un silos di stoccaggio, una coclea di alimentazione che trasporta il cemento dal silos al nastro di elevazione. L'impianto ha una produzione oraria pari a circa 200 m3. Il dosaggio a controllo volumetrico delle materie prime (cemento e aggregati) avviene attraverso la verifica delle velocità del nastro trasportatore che passa sotto le tramogge. Gli impianti di frantumazione per la riselezione degli inerti consentono la classificazione degli stessi per mezzo di vagli. Attraverso una camera di frantumazione gli inerti sono ripuliti da eventuale ferro, plastica e carta. L'ingresso alla camera di frantumazione è regolato da un vaglio vibrante: l'inerte passante è subito stoccato in cumulo; la parte trattenuta passa nelle mascelle di frantumazione per il ricircolo. La produzione è pari a circa 50 m3/h. Il processo è sottoposto a controllo delle polveri. L'Impresa Bacchi possiede un moderno ed attrezzato laboratorio nel quale personale altamente qualificato quotidianamente esegue i controlli previsti dalle vigenti normative su materiali quali terre, aggregati, filler, stabilizzati, bitumi, additivi, conglomerato bituminoso, misti cementati e calcestruzzi. Le prove sono eseguite su materie prime, durante il processo produttivo e sul prodotto finito. In laboratorio si eseguono anche prove sperimentali, con lo scopo di ampliare le conoscenze e verificare le caratteristiche fisico tecniche dei prodotti di nuova generazione. L'insieme di tutti questi
processi di analisi e controllo consentono all'Impresa Bacchi di assicurare la conformità dei materiali prodotti. In virtù delle attrezzature connesse al laboratorio ed alla possibilità di disporre di aree per i campi prova, l'Impresa Bacchi ha sottoscritto nel 2002 una convenzione con il Politecnico di Milano - D.I.I.A.R. Sezione Infrastrutture Viarie - Laboratorio Sperimentale Stradale (L.S.S.), rinnovata nell'anno 2007. Tale convenzione, stipulata in funzione della necessità sempre più rimarcata di effettuare sperimentazioni in vera grandezza, consente all'Impresa Bacchi di effettuare, oltre al controllo, anche la progettazione e lo studio di qualunque tipo di miscela richiesta. Da un lato, infatti, l'impresa si impegna a mettere a disposizione spazi del proprio laboratorio, aree attrezzate, personale, materiali e mezzi per le lavorazioni; dall'altro, il L.S.S. si impegna a controllare, verificare e certificare l'esecuzione delle lavorazioni e le relative prove. Ricerche congiunte in collaborazione con il Politecnico di Milano ed il dipartimento di Ingegneria Chimica dell'Università La Sapienza di Roma, hanno portato allo sviluppo di Coverlite, un prodotto a base di Biossido di Titanio, in grado di legare permanentemente con il conglomerato bituminoso e fornire un'elevata capacità per la riduzione dell'inquinamento atmosferico. Coverlite (Lavori Pubblici n. 32 maggio - giugno 2008) è un'emulsione a base di acqua e biossido di titanio. La sua applicazione sulla superficie stradale permette di: ridurre drasticamente gli agenti inquinanti del traffico, mantenere e valorizzare le caratteristiche tecniche del manto, superare i limiti dei trattamenti antismog sino ad oggi in uso, contare su una soluzione durevole ed efficace nel tempo.
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BARRIERE PARAMASSI
Debris-flow del rio Grametto
Analisi d'evento e tecniche per la mitigazione del rischio LAURA TURCONI(1), DOMENICO TROPEANO(1), GABRIELE SAVIO(2) Introduzione Il 5 giugno 2002 piogge temporalesche si abbatterono su una ristretta fascia di territorio alpino compresa tra la Val Soana e la Val Mastellone interessando in modo particolare la media Valle del Cervo, che ricevette oltre 300 mm di pioggia in poche ore; tra gli effetti al suolo, si annoverarono decine di soil slip e colate di fango e detrito per lo più lungo modesti impluvi che a loro volta diedero luogo a violente pulsazioni di piena lungo i tributari del torrente Cervo. Esso minacciò la sicurezza dei manufatti di attraversamento lungo il suo corso sino a valle della Città di Biella. Peculiare, come accennato, fu la fenomenologia di piena torrentizia improvvisa e violenta a scala spazialmente limitata: emblematico il caso del Rio Grametto, in territorio del Comune di Rosazza (versante destro della Val Cervo), con estensione area1. Andamento delle precipitazioni orarie e curva delle cumulate relative all'evento meteopluviometrico del 5 giugno 2002, registrate alla stazione di Piedicavallo (ARPA Piemonte) 2 a, b. Precipitazioni massime per durata di uno (a) e due giorni consecutivi (b) registrata alla stazione di Piedicavallo nel periodo 1921-2002
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le del bacino di circa 0,3 km2 e pendenza dell'88%, che, gonfiatosi anche per scaturigini improvvise, produsse trasporto in massa di detriti, minacciò gravemente un'abitazione, il cui occupante fortunatamente riuscì a mettersi in salvo, dopodiché invase con ghiaia e sabbia la sede stradale nello stesso abitato di Rosazza e ostruì parzialmente l'alveo del Rio Pragnetta.
Caratteri ambientali La Valle Cervo, che si incunea fra la valle del Lys e quelle dei torrenti Sorba e Sessera tributari della Valsesia, era un tempo denominata Valle di Andorno per il nucleo abitato di Andorno Micca che rappresentava quello più consistente dell'intera vallata; essa si distingue nettamente in due parti: la Bassa Valle, che da Biella si spinge per circa 10 km in direzione nord ovest per una superficie di circa 43 km2 fino a Passobreve,
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l'Alta Valle (considerata da tutti vera e propria Valle del Cervo, l'antica "Bursch"), che inizia a Passobreve e risale lungo il Cervo, sino alle sue sorgenti oltre Piedicavallo (estensione areale pari a circa 73 km2). L'alta Valle del Cervo è delimitata da un arco di vette rappresentate (procedendo in senso orario) a sud dal M. Camino (2.391 m s.l.m.) e dal M. Tovo (2.229 m); a ovest dalla Punta della Gragliasca (2.237 m), dal M. Pietra Bianca (2.490 m), dal M. Cresto (2.546 m), dal Bric Sella Vecchia (2.387 m), dalla Punta Caparelle (2.409 m); verso nord dalle Punte Serange (2.334 m) e Tre Vescovi (2.501 m), dal M. Rosso (2.345 m), dalla Punta Talamone (2.494 m) e, verso est, Cima di Bo (2.556 m) e Punta del Cravile (2.392 m). Il settore vallivo montano appare modellato dall'attività glaciale, che fu caratterizzata dalla presenza di diversi ghiacciai ospitati nei singoli valloni secondari equivalenti per importanza e per estensione a quello che occupava la valle principale. Dal punto di vista geologico nel settore più elevato delle valli biellesi affiorano, con rapporti spesso di natura tettonica, vari complessi cristallini con le relative coperture: la serie SesiaLanzo che nella zona in esame è rappresentata per lo più da micascisti
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2 Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI)-CNR, Torino (2) Collaboratore IRPI-CNR, Torino con la collaborazione di GIORGIO SCIOLDO (Ditta Geoandsoft, segretario ADiS Torino) e MAURIZIO DI LELLA (Regione Piemonte, Settore Decentrato Opere Pubbliche, Biella) 53 Lavori Pubblici n. 33 luglio - agosto 2008 (1)
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eclogitici; la serie Ivrea-Verbano, complesso molto eterogeneo, i cui affioramenti costituiscono una zona di forma lenticolare allungata dai dintorni di Ivrea all'estremità settentrionale del Lago Maggiore, costituita da rocce eruttive e metamorfiche. Tali litologie presentano vistosi effetti connessi alla tettogenesi, che qui si esplica con discontinuità di importanza extraregionale: la linea della Cremosina, che dalla frazione di Favaro (Biella) tagliando la valle del Cervo va poi a raggiungere il Lago d'Orta e la linea del Canavese, parte del più complesso allineamento tettonico che attraversa pressoché longitudinalmente l'intero arco alpino, separando le Alpi Meridionali e le Dinaridi dai ricoprimenti pennidici e austroalpini, nonché le zone IvreaVerbano e Sesia-Lanzo. Quest'ultima assume una morfologia tipica di un ambiente prealpino, con forme aspre nei rilievi e valli ampiamente modellate dall'effetto glaciale. Alcuni toponimi stessi, nel versante destra del T. Pragnetta, sono significativi di condizioni di scarsa consistenza della roccia, quali P.ta Mars, P.ta Pietraccia e Grametto. Si aggiunge che il bacino idrografico del Rio Grametto altro non è se non il prodotto d'accumulo di un fenomeno gravitativo di ampie proporzioni e ciò conferma l'attitudine ricorrente, a intervalli pluridecennali, nel bacino stesso, alla produzione di cospicue masse detritiche che raggiungono il fondovalle con dinamica di trasporto in massa. Precipitazioni critiche "Fin dall'epoca dei primi insediamenti stabili, in Alta Valle del Cervo l'uomo della montagna ha dovuto convivere
con un ambiente difficile, sovente imprevedibile... Equilibrati interventi antropici e costanti manutenzioni del territorio permettevano in qualche misura di contenere gli effetti devastanti delle improvvise avversità climatiche... Negli ultimi decenni, l'abbandono dell'attività rurale, l'imposizione e l'accoglimento acritico di modelli di vita cittadina nel consumo del territorio, la perdita di conoscenza dei fattori ambientali elementari... hanno portato questi consolidati rapporti di convivenza ad affievolirsi fin quasi a scomparire" (Valz Blin, 2004). Il primo evento conosciuto è datato 1666, 26 settembre: il Cervo "distrusse tutto un quartiere" attiguo a Piedicavallo (Casalis 1835-1854, vol. 14), ma due sono gli eventi estremi che negli ultimi 35 anni hanno interessato il bacino dell'Alto Cervo, quelli del 22 settembre 1981 e del 5 giugno 2002. In riferimento all'evento del 1981, di cui non si dispone di dati di stazioni pluviometriche di significativa ubicazione, a titolo di puro confronto indicativo si ritiene perciò di riportare i dati del bacino sperimentale CNR "Valle della Gallina", in Comune di Lozzolo, distante circa 25 km dal centro di scroscio che colpì l'Alto Biellese in tale occasione (vedi tabella). Tenuto conto della relativamente lunga distanza tra il sito in esame e tale gruppo di stazioni, che riflettono in una certa misura l'ambiente climatico del più vasto territorio e soprattutto ricadono, per ubicazione, nella configurazione sudovest/nordest che di norma assumono le celle perturbate che investono la regione prealpina e medio-valliva compresa tra la bassa Valle d'Aosta e la media Valsesia, è di rilevanza il fatto che piogge cumulate,
Data mm cum mm/1h Stazione 25 70,6 Frascheia1 21-22/9 72 22 Mazzucco 21-22/9 28 85 21-22/9 Centro
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Data 24/9 24/9 24/9
mm 24h mm/1h 84 (30 in 20') 137 150 96 (43 in 20') 156 105 (40 in 20')
a carattere temporalesco, di durate anche inferiori alle 24 ore e anzi concentrate in tempi brevi, possano produrre colmi di piena in piccoli bacini con contributi unitari anche superiori a 10 - 15 m3/s per km2.
Evento meteopluviometrico del 5 giugno 2002 Dalla sera del 4 giugno 2002 e per le 24 ore successive, precipitazioni di forte intensità hanno interessato, in particolar modo, i settori prealpini delle province di Biella, Novara, Torino, Verbano Cusio-Ossola e di Vercelli. Le precipitazioni cumulate in 24 ore (alle 00 UTC) del 6 giugno 2002, così come riportato in Regione Piemonte (2002), evidenziano che i valori più elevati si sono registrati tra il territorio biellese e quello ossolano (oltre 250 mm), definendo così un areale interessato dall'apice dell'evento a forma di ellissoide ad andamento NE-SW. L'evento meteorologico verificatosi tra martedì 4 e giovedì 6 giugno 2002 ha comportato conseguenze estremamente gravose nelle alte valli dei torrenti Cervo, Oropa ed Elvo. Numerose sono state le frane che hanno coinvolto le coltri detritico-eluviali sovrastanti la roccia in posto, determinando un forte apporto di materiali solidi lungo impluvi e rii minori, innescando talora la formazione di colate di materiale detritico-fangoso frammisto ad alberi (debrisflow); Fig. 4. 3. Ripresa da satellite (immagine GoogleEarth®, 2007) ove sono ancora evidenti gli effetti al suolo indotti dall'evento del 5-6 giugno 2002, soprattutto lungo le linee di deflusso alla testata del T. Cervo e dei tributari 4. Vista frontale del bacino del Rio Grametto (Rosazza), inciso in parte in un corpo frana di estese dimensioni
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I danni, ingenti in tutto il territorio biellese, in Comune di Rosazza hanno particolarmente riguardato: le opere di presa, gli acquedotti e la rete fognaria; la viabilità e gli attraversamenti; beni privati. Nel caso particolare, un'abitazione in sponda sinistra del Rio Grametto fu gravemente minacciata da una colata detritica originatasi alla testata dell'incisione (testimone locale, su citato, riporta di aver udito un fortissimo boato, simile a un'esplosione, tale da lasciar supporre, come conferma l'evidenza morfologica, lo sfondamento subitaneo di una "sacca d'acqua"), con mobilizzazione di alcune centinaia di metri cubi di detriti anche a blocchi plurimetrici che hanno totalmente occluso, per colmamento, l'alveo (Fig. 5 a, b) e pericolosamente sfiorato l'abitazione.
Interventi di ripristino, mitigazione e riduzione del rischio A seguito dei citati danni, il Comune di Rosazza è stato beneficiato di una serie di finanziamenti, atti alla ricostruzione delle opere danneggiate nonché alla sistemazione idraulica del torrente Cervo e affluenti minori. Nel corso dei lavori di elaborazione di tale progetto, affidato alla Regione Piemonte, Settore Decentrato OO. PP. di Biella dall'Amministrazione Comunale di Rosazza, sono stati effettuati diversi sopralluoghi nell'ambito della zona di intervento. In tali occasioni, si è potuta osservare lungo l'asta del rio Grametto, caratterizzato da un alveo a fortissima pendenza, una situazione di particolare pericolosità dovuta: - ad un'ingente quantità di materiale potenzialmente coinvolgibile in ulteriori fenomeni di piena torrentizia di tipo parossistico; materiale in parte già presente lungo l'asta del rio Grametto che in parte avrebbe 6 Lavori Pubblici n. 33 luglio - agosto 2008
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potuto, con alta probabilità, essere incrementato da apporti di una discarica di cava presente in fregio allo stesso corso d'acqua (Fig. 6) e dalla copertura detritica esistente lungo i versanti, nell'ambito della quale è inciso lo stesso rio. - alla possibilità, da parte dello stesso rio Grametto, di fuoriuscire dall'attuale alveo essendo questo, soprattutto nel suo tratto inferiore, pensile rispetto la zona circostante. Tale possibilità, già verificatasi durante l'evento del giugno 2002, risulta di esito particolarmente gravoso a causa della presenza di vari edifici in prossimità delle due sponde del corso d'acqua. Da tali pericoli è apparso minacciato parte dell'abitato di Rosazza presente in sponda destra del rio, mentre in sponda sinistra è apparso in situazione di particolare rischio un edificio privato (già citato). Secondo il parere dei progettisti, un intervento di totale "messa in sicurezza" dell'asta del rio Grametto e di difesa sia del centro abitato che delle proprietà in sponda sinistra risultava essere estremamente oneroso, di difficile realizzazione e di dubbia efficacia; per cui si è ritenuto più opportuno utilizzare le somme a disposizione per interventi che garantissero la riduzione del rischio idraulico per l'abitato di Rosazza e, contestualmente, proporre la delocalizzazione dell'edificio su citato, reputato ad elevato rischio residuo.
Nella possibilità/volontà di adozione di sistemi di mitigazione degli effetti di processi di colata detritica in aree urbanizzate spesso l'unica strada percorribile è la realizzazione di opere di difesa passiva che, interferendo con un eventuale flusso detritico, ne impediscano la propagazione; la tecnologia che sta riscuotendo maggior successo è quella basata sull'installazione di reti che hanno il compito di intercettare trasversalmente la massa in transito come le "briglie" classiche. Questo tipo di struttura deriva da quelle utilizzate per la protezione dalla caduta massi, ma è stato sviluppato per l'applicazione specifica. La diversità tra l'impatto di un masso in caduta e l'impatto di una colata detritica impone l'ottimizzazione della struttura e dei particolari costruttivi. A tal fine la possibilità di provare le strutture dal vero diviene un'esigenza irrinunciabile, se si vuole arrivare ad un prodotto che dia le necessarie caratteristiche di affidabilità. Strutture di questo tipo sono costituite da una rete ad anelli, collegata a funi in acciaio, sostenuta eventualmente (là dove la larghezza dell'alveo lo richiedesse) da montanti in acciaio. Sono presenti nella struttura dei dis-
5 a, b. Immagini successive al transito della colata detritica occorsa il 5 giugno 2002 lungo l'asta del Grametto. Lungo le sponde, la vegetazione arborea presenta evidenti tracce delle altezze raggiunte dalla massa detritica 6. Tratto intermedio del rio Grametto (sullo sfondo l'abitato di Rosazza). Dettaglio di un accumulo di materiale di smarino di cava, in fregio allo stesso corso d'acqua, potenzialmente coinvolgibile in ulteriori fenomeni di piena torrentizia
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sipatori, che consentono di attenuare l'impatto della colata. L'utilizzo di questo tipo di strutture presenta dei vantaggi sostanziali; primo tra tutti è la rapidità e semplicità di installazione, vi è poi l'economicità rispetto a briglie in calcestruzzo, infine vi è la possibilità di svuotamento dell'eventuale volume di detrito invasato, il che permette di avere sempre a disposizione un volume di invaso qualora sia necessario impedire la propagazione del materiale. Le prove dal vero hanno dimostrato che questo tipo di strutture è in grado di sopportare un'eventuale colata che le sopravanzi, e si dimostrano adatte all'utilizzo in alveo. 7 7 Essendosi reso necessario un interven- te dei generatori di corrente, cosa sia dal punto di vista elettrico, in quanto di ripristino dell'alveo torrentizio a che permette di tarare la sensibilità to risulta nettamente ridotto il rischio seguito della colata detritica, si è colta del rilevatore semplicemente varian- che la caduta di fulmini nei dintorni l'occasione per mettere in opera una do la resistenza di carico utilizzata. dell'impianto possa imprimere, per briglia protettiva, ed è stato scelto un Considerato che le deformazioni effetto antenna, elevate correnti parasmodello di barriera flessibile in acciaio delle reti possono essere di notevole site in grado di compromettere la funprodotta da Geobrugg e certificata con entità, si è escluso l'utilizzo di misura- zionalità dell'elettronica di controllo. prove dal vero. (Fig. 9 e 10). tori di deformazione tradizionali che, In caso di impatto o di superamento oltre ad avere una corsa insufficiente, della soglia prefissata per gli spostaOsservazione strumentale possono essere danneggiati nel caso menti del sistema così allestito, il senper la segnalazione d'impatto di impatti violenti. Si è scelto quindi di sore invia una segnalazione via radio su reti di protezione seguire una strada più semplice ed alla centralina. Quest'ultima, al riceviPoiché la distanza dell'installazione utilizzare un cavo che, superato un mento della segnalazione, invia fino a dalla sottostante sede stradale è tale certo livello di deformazione della quattro messaggi SMS di allarme ai da impedirne la visibilità diretta, il sito rete, interrompesse un circuito "nor- responsabili dell'impianto, e quindi, è stato selezionato per la realizzazio- malmente chiuso" segnalando l'even- passando alla modalità GPRS, scatta ne dell'impianto pilota di monitoraggio to in modo affidabile al sensore ARC- una foto della briglia e la invia per eautomatico. S. Tale sistema ha il vantaggio di mail fino a quattro indirizzi di posta Nel caso specifico del T. Grametto, si poter essere ripristinato senza diffi- elettronica. è realizzato un impianto in grado di coltà al termine delle operazioni di La centralina può essere "pilotata" via rilevare sia il superamento di una manutenzione e pulizia dell'opera. SMS, inviando a essa dei messaggi determinata soglia di deformazione Il rischio di danno dell'impianto così che permettono di configurare i destisia il verificarsi di urti di notevole predisposto lungo il Rio Grametto intensità (Fig. 7 a, b e 8); l'impianto è risulta estremamente ridotto, sia dal 7 a, b. Dispositivo (centralina ARCstato inoltre dotato di una fotocamera punto di vista meccanico, in quanto CF) predisposto nell'ambito del per consentire l'ispezione visiva della non vi sono lunghe tratte aeree o sistema di osservazione briglia e verificare quindi in tempo interrate esposte a smottamenti o ad strumentale allestito nel bacino reale l'eventuale necessità di un impatti con materiale litoide in caduta, del Rio Grametto (a) e dettaglio intervento di manutenzione . (b). Tale strumento, alimentato a Il sistema utilizzato per la rilevazione batteria e pannello solare, è degli impatti violenti contro la briglia è dotato di un modulo cellulare basato sull'utilizzo di shock sensor, GSM/GPRS, di una microcamera dispositivi piezo-ceramici in grado di integrata e di un ricetrasmettitore generare una corrente proporzionale radio per colloquiare con il all'accelerazione ad essi applicata. sensore, che non richiede quindi Questi dispositivi presentano diversi una cablatura diretta verso la vantaggi: a) sono di dimensioni concentralina tenute, e possono essere installati 8. Dettaglio del cavo utilizzato con facilità nei diversi punti della brinell'ambito del sistema di glia; b) sono permanentemente attivi, osservazione strumentale allestito e non richiedono di essere ripristinati nel bacino del T. Grametto; dopo un evento; c) sono insensibili superato un certo livello di all'umidità, e sono quindi adatti all'utideformazione della briglia, esso lizzo in ambienti "ostili"; d) hanno una permette di interrompere un impedenza virtualmente infinita, che circuito "normalmente chiuso" permette l'installazione di più elemensegnalando l'episodio in modo ti in parallelo; e) sono concettualmen- 8 affidabile al sensore ARC-S
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natari dei messaggi e delle e-mail, di attivare o disattivare la rilevazione degli urti e/o delle deformazioni, e di effettuare un ciclo di allarme simulato, forzando l'invio dei messaggi SMS e delle fotografie della briglia. Un apposito software permette inoltre di collegarsi alla centralina da una postazione remota e di effettuare da essa le operazioni di configurazione o richiedere l'invio di una immagine del sito in tempo reale. La connessione via radio dei sensori alla centralina permette di utilizzare quest'ultima per gestire sensori collocati in corrispondenza di diversi livelli di briglie, con una copertura massima di circa mezzo chilometro in condizioni ottimali. E' inoltre possibile dotare la centralina di sensori meteorologici quali termometri, igrometri, barometri 9 e pluviometri e realizzare così giugno 2002: esso si è dimostrato in impianti integrati che permettano non grado di incidere negativamente, per solo di fornire una rapida risposta la relativa entità degli apporti solidi, operativa in caso di eventi ecceziona- sul regime del corso d'acqua cui li, ma anche di conservare una afferisce, di estensione areale ben memoria storica delle condizioni che superiore. Le ragioni primarie vanno tali eventi hanno scatenato ed acqui- ricercate nella straordinaria quantità sire così informazioni preziose per la di detrito disponibile, unitamente previsione di eventi futuri. all'elevata acclività dell'asta di drenaggio, e ancora a monte, all'elevato Considerazioni finali grado di fratturazione della roccia Il Rio Grametto, ancorché di bacino soggiacente capace di esser diffusaidrografico esiguo, ha lasciato trac- mente permeata e di generare una cia nella memoria storica per le sorta di "effetto sifone" per ciò che imponenti colate di detrito cui ha concerne gli elevati volumi idrici dato luogo da 160 anni a questa temporaneamente invasati, cui può parte e ancor nell'ultimo evento del conseguire un effetto dirompente di
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scaturigine improvvisa al cedere della resistenza alle straordinarie sovrapressioni interstiziali che si vengono a generare. In termini di capacità di rilascio di detrito, la magnitudo valutabile risulta dell'ordine di 30.000 m3 (metodo Tropeano & Turconi, 1999), anche in relazione al fatto che gran parte del bacino si sviluppa all'interno di una più estesa massa instabile di versante, a fronte di un effettivo volume, per l'evento estremo del 2002, alquanto minore. Pertanto, la rete paramassi realizzata, come prima misura preventiva per mitigare il rischio connesso a future colate, può ritenersi soddisfacente al fabbisogno di imbrigliamento di alcune centinaia di metri cubi, ma è palese che non può risolvere in modo radicale il problema nelle sue basi fisiche. La struttura esistente, in un contesto dove può essere facile una ulteriore compromissione nell'assetto di equilibrio di masse rocciose disaggregate, è sembrata comunque la più logica da attuare in quanto la meno pervasiva e dunque la più idonea anche in termini di costo e di allestimento, nel contempo, di un sito di osservazione sperimentale dei fenomeni di instabilità in atto e potenziali. 9. Alcune fasi della messa in opera del sistema di mitigazione degli effetti di trasporto in massa producibili, contestuale al sistema di osservazione strumentale lungo il T. Grametto 10. Vista dell'opera trasversale a basso impatto visivo allestita lungo il tratto terminale del Rio Grametto
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PORTATTREZZI
Avanti tutta!
In occasione di Forexpo 2008, la fiera di Bordeaux dedicata alla silvicoltura ed alla forestazione, la società Tre Emme del Gruppo Merlo ha stupito il pubblico francese presentando in anteprima l'ultima novità della casa, il portattrezzi MM 350 B, un muscoloso trattore con 350 cavalli di potenza. La manifestazione è stata anche l'occasione per i responsabili dell'azienda di testimoniare con i fatti la volontà di avanzare lungo la linea dell'innovazione tecnologica, tante
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erano le nuove soluzioni tecniche presenti su questo modello. La presa di forza idraulica alimentata da pompa a cilindrata variabile con dispositivo Load-Sensing, la trasmissione idrostatica, la dovizia di attrezzature a disposizione e l'attenzione quasi maniacale dei progettisti a creare una macchina non solo prestante ma soprattutto indistruttibile, hanno affascinato il numeroso pubblico. Su un articolato percorso di tre chilometri in piena boscaglia, appassionati
e professionisti hanno potuto anche testare questo splendido trattore in prove pratiche che hanno messo in evidenza l'alto livello raggiunto dalla tecnologia Tre Emme. Velocità di lavoro e precisione operativa fanno del nuovo MM 350 B un concentrato di efficienza con una produttività senza rivali nella categoria dei mezzi fuoristrada per impieghi gravosi, a conferma che Tre Emme è uno dei costruttori più importanti del settore. Il nuovo portattrezzi è disponibile in
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tre differenti versioni: - MM 350 B, per chi necessita di una macchina polivalente con elevate prestazioni e semplice nell'utilizzo. L'impiego di elezione è nell'ambito forestale ed in silvicoltura. - MM 350 N, esuberante e potente, è capace di affrontare impegni gravosi durante tutto l'anno. È ideale nei contesti più diversi, dallo sgombero neve con turbine e vomeri alla pulizia forestale, nei quali agilità e velocità sono fattori chiave per un buon risultato. - MM 350 ND, specializzato nello sgombero di masse nevose imponenti, sia con vomeri che turbofrese, operazioni alle quali comunità montane ed amministrazioni locali guardano con interesse per assicurare il mantenimento della viabilità stradale anche nelle condizioni più avverse. La famiglia di trattori portattrezzi Tre Emme comprende anche ulteriori modelli sviluppati per la manutenzione forestale, stradale e ferroviaria,
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settori che hanno prospettive di crescita interessanti ma che trovano tuttavia parecchi ostacoli alla loro espansione, non ultimi quelli legati ad una limitata disponibilità di macchine specializzate. La proposta della società cuneese colma efficacemente proprio questa lacuna e si articola su tre modelli con motore da 180 cavalli (MM 180 B, MM 180 N e MM 180 ND) e su un mezzo multifunzione da oltre 150 cavalli (MM 150 VR). Quest'ultimo in particolare ha rivoluzionato la manutenzione stradale e
Modello
MM 350 B MM 350 N MM 350 ND MM 180 B MM 180 N MM 180 ND MM 150 VR
Peso
9.000 9.000 9.200 6.800 6.700 7.000 7.000
Motore
6 cilindri turbo 6 cilindri turbo 6 cilindri turbo 6 cilindri turbo 6 cilindri turbo 6 cilindri turbo 4 cilindri turbo
ferroviaria offrendo contemporaneamente i vantaggi di un trattore forestale, di una piattaforma portattrezzi e di una gru mobile leggera, tutto in una sola macchina sulla quale gli attacchi a tre punti anteriore e posteriore e le prese di forza meccaniche ed idrauliche per l'azionamento delle innumerevoli attrezzature ne esaltano le prestazioni. Tutti i progetti sviluppati da Tre Emme sono stati guidati da due fattori chiave: la sicurezza ed il comfort, temi che l'azienda ha sviluppato in termini di ampio respiro, affidando alle innumerevoli attrezzature a disposizione la trasformazione dei trattori portattrezzi in macchine polivalenti fruibili tutto l'anno, forti di una redditività a 360 gradi. Potenza (kW/CV) 260/350 260/350 260/350 132/180 132/180 132/180 113/153
Velocità 36 36 36 40 40 40 40
PDF (l/min-bar) 460-420 460-420 460-420 300-420 300-420 300-420 170-480
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Case rinnova la gamma compatta e incorpora i nuovi motori Tier 3 MOVIMENTO TERRA
Case ha portato a termine il completo rinnovamento dei suoi modelli della gamma compatta, che ha equipaggiato con i nuovi motori Tier 3. I miniscavatori, le minipale e le terne di Case hanno così visto migliorare sensibilmente le proprie prestazioni. Case, pioniera nell'utilizzo delle nuove tecnologie, afferma ancora una volta la propria posizione di leader nel settore delle macchine movimento terra. La filosofia di Case è di essere sempre un passo avanti, e anche questa volta non poteva essere altrimenti. L'incorporazione della rivoluzionaria tecnologia Tier 3 nella gamma compatta porta con sé una nuova generazione di macchine: più efficiente, più potente, più ecologica e più silenziosa. La Serie 3 di Case è in grado di rendere al massimo, avere maggiore facilità di utilizzo e fornire prestazioni senza pari. Le minipale compatte della gamma 400 Serie 3, così come la terna Case 590SR Serie 3, e la nuova gamma di miniescavatori, arricchita di due modelli, CX15B e CX18B, sono esempi tangibili della proposta innovativa di Case che sorprenderanno in quanto a design e forza. I nuovi modelli di minipale compatte della Serie 3 di Case sono arrivati con la gamma 400. Alcuni di essi, come i prototipi Case 430 e Case 440CT, sono stati presentati prima al Samoter 2008 di Verona, poi allo Smopyc 2008, in aprile nel quartiere fieristico di Saragozza. Per conoscere i nuovi modelli Case 60
410 e Case 420 bisognerà attendere fino a fine anno. La gamma 400 presenta consistenti miglioramenti sia al motore, sia alla cabina, che aumentano considerevolmente il rendimento della macchina e, di conseguenza, del lavoro. I modelli 420, 430, 435 e 445 della Serie 3 montano motori Case turbocompressi a 4 cilindri e da 3,2 litri fabbricati da Iveco; le minipale più grandi, le Case 440, 450 e 465, montano un motore da 4,5 litri. Tutta la gamma presenta prestazioni migliorate grazie ai motori emissionati Tier 3 e alla coppia più potente. Anche la potenza è stata incrementata e va da 57 a 83 CV. Allo stesso tempo, Case ha cercato di semplificare la manutenzione in tutti i modelli della sua gamma. Per questa ragione, la concezione della serie 400 offre un facile accesso ai filtri dell'olio e del carburante, oltre a un miglior raffreddamento, grazie alla collocazione ravvicinata dello scambiatore dell'olio e del radiatore ad alette maggiorate. Alcuni modelli, come le 420, 430, 435 e 445, presentano una ventola con cin-
ghia esente da manutenzione, mentre nelle 400, 450 e 465, il tensionatore automatico della cinghia è di serie e ne aumenta la longevità. Si è anche tenuto conto del lavoro in condizioni estreme, come ad esempio a temperature sotto lo zero, dotando la macchina degli elementi necessari per l'avviamento fino a -23ºC. Ma non è solo la meccanica ad essere stata rinnovata. La cabina della nuova serie ha un nuovo design, più comodo e pratico. Disponibile in due versioni, Standard e Deluxe, l'abitacolo della Serie 3 offre più spazio e fino a un 81% di superficie vetrata in più nelle minipale 410, 420, 430 e 440. Tra gli allestimenti di serie, il sedile a sospensione pneumatica, l'acceleratore a pedale, il rivestimento interno, l'avvisatore acustico di retromarcia e il tettuccio vetrato. La nuova struttura di protezione ROPS della cabina, e una miglior visibilità sulla benna alla massima altezza e sulla parte posteriore della macchina, contribuiscono a rendere più semplice e sicuro il lavoro dell'operatore. Da sottolineare anche la vasta scelta di optional, tra cui ricordiamo il nuovo quadro comandi deluxe con avviamento senza chiave, le luci laterali, la radio con lettore MP3, il sistema antifurto, il nuovo sedile rivestito in tessuto con riscaldamento e sostegno lombare e la nuova barra addominale imbottita. Nei modelli 440CT, 450CT plus, 420CT e 445CT i comandi pilotati sono di serie e a richiesta nelle 430, 440, 450, 465 PLUS, 410, 420, 435 e 445.
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Intercooler e Fase 3A: nuovo primato Antonio Carraro TECNICA
Grandi novità per i trattori Antonio Carraro con sigla 8400, 9400 e 10400, rispettivamente a 66, 87 e 95 HP che, a partire da gennaio 2008, montano tutti propulsori dotati di Intercooler e a norma Fase 3A. L'intercooler è un dispositivo utilizzato nei motori a combustione interna turbocompressi. Si tratta di uno scambiatore termico del tipo aria/aria che raffredda l'aria compressa dal turbocompressore prima che entri nel motore. La logica è di immettere l'aria nel motore alle condizioni ideali per un rendimento di combustione ottimale. I motori dotati di intercooler offrono in generale migliori performance grazie ad una maggiore coppia ai bassi regimi che genera migliore elasticità del motore contestualmente ad una drastica riduzione delle emissioni. Le nuove norme CEE sulle emissioni nocive dei motori diesel Fase 3A hanno il fine di abbattere del 40% i livelli di ossido di azoto. Antonio Carraro S.p.A. è attualmente la prima azienda del comparto trattori compatti ad aver adottato, già nelle produzioni 2008, i nuovi propulsori in linea con le nuove norme CEE. Questi nuovi motori offrono una serie di vantaggi oltre al fatto di essere "a norma". Innanzitutto il raffreddamento con intercooler (aria-aria), non solo riduce le emissioni di NOx, ma prolunga la vita del motore. I motori intercooler offrono il sistema più efficiente di raffreddamento dell'aria in ingresso che
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riduce drasticamente le emanazioni nocive mantenendo inalterati la coppia ai bassi regimi, il tempo di risposta transitoria e la coppia massima. In sostanza con l'intercooler si aumenta sia la coppia a bassi regimi, sia la densità di potenza, pur migliorando i consumi. Il ricircolo dei gas di scarico raffreddato (EGR interno) si apre per modulare i gas in emissione nel collettore di aspirazione che si miscelano con l'aria fredda in ingresso. Poiché tale processo elimina dall'aria una certa quantità di ossigeno, durante il processo di combustione le temperature dei gas di scarico si abbassano, riducendo le emissioni di NOx. Il turbocompressore con valvola Wastegate dei motori con intercooler riduce le emissioni transitorie grazie all'elevata pressione di alimentazione. La valvola Wastegate, in particolare, aumenta la coppia ai bassi regimi e impedisce pressioni elevate agli alti regimi. Il nuovo turbocompressore, riducendo al minimo il volume del motore, garantisce prestazioni ottimali, anche in termini di risposta transitoria e di bassi consumi e in tutte le condizioni di funzionamento del motore. Contestualmente alla volontà di adeguare i propri motori alle nuove norme CEE, Antonio Carraro ha colto l'occasione per inserire nuove soluzioni tecniche utili a migliorare le prestazioni dei propri trattori. Innanzitutto è stato adottato un potente alternatore da 70
A che offre ottima resa e riesce a sviluppare un valore di corrente elevato anche ai bassi regimi di rotazione. Aumentate la coppia motore, la riserva di coppia, la potenza dell'alternatore, è stato adottato uno scambiatore di calore in alluminio che, oltre ad offrire una capacità di raffreddamento più elevata dei tradizionali scambiatori in rame, è dotato di una rete frontale anti-intrusione utile ad agevolare le operazioni di pulizia. Infine, è da sottolineare l'impiego di un nuovo tipo di lubrificante, garanzia di un'eccezionale durata del motore grazie ad una migliore lubrificazione ad alte e basse temperature. Grandi novità per i trattori Antonio Carraro TTR 4400 HST, TGF 7800, Rondò k333 e k327, Tigre 3200, Country 4400 erano già arrivate a partire da gennaio 2007, montando tutti propulsori a norma Fase 3A. In particolare il motore più innovativo è montato nel modello TGF 7800. La nuova forma della camera di combustione, dei segmenti, della parte alta dei pistoni e delle 4 valvole per cilindro di questo nuovo motore firmato Yanmar, contribuisce ad una sostanziale riduzione delle emissioni di particolati grazie anche all'aumento della pressione dell'iniezione all'interno della camera. Anche qui la valvola di controllo del ricircolo dei gas di scarico raffreddati (EGR) permette di ridurre le emissioni di NOx. Attraverso una serie di sensori una centralina elettronica regola varie funzioni, tra cui: la quantità di iniezione di carburante, il rapporto aria-carburante, la quantità di gas di scarico da miscelare con l'aria fredda. Il trattore TGF 7800 (motore Yanmar Fase 3A, 4 cilindri, 3.300 cc, 16 valvole) offre una potenza di 71 HP garantita anche in presenza di alte temperature atmosferiche. Sistema Intercooler e nuovo motore Yanmar a Fase 3A
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Tribunale di Bologna Sezione specializzata in materia di proprietà industriale ed intellettuale (D. Lgs. 27 giugno 2003 n. 168). Nel procedimento cautelare per contraffazione e concorrenza sleale r.g. 11307/07 promosso da: Assaloni S.p.A. con sede in Lizzano in Belvedere (BO) contro Assaloni 1920 s.r.l. con sede in Lizzano in Belvedere (BO). Il Giudice Designato, con ordinanza emessa in data 19-22 ottobre 2007, confermata dal Tribunale in composizione collegiale a seguito di reclamo, ha disposto la pubblicazione del seguente dispositivo. P.Q.M.Visti gli artt. 700 e 669 bis e ss. c.p.c., 126 e 131 C.P.I.; inibisce alla Assaloni 1920 s.r.l. l’utilizzazione, nella denominazione sociale ovvero in qualsiasi altro contesto quale elemento di segno distintivo, della indicazione "1920"; ordina la rimozione, senza ritardo, della suddetta indicazione "1920" dai siti internet di cui in narrativa; ordina il sequestro del materiale promozionale e pubblicitario recante segni con la summenzionata indicazione "1920" presso sedi, magazzini e depositi della Assaloni 1920 s.r.l.; dispone la pubblicazione della presente ordinanza cautelare, nella sua parte dispositiva, a cura della ricorrente ed a spese della resistente Assaloni 1920 s.r.l., sul primo numero utile della rivista Lavori Pubblici, con caratteri doppi rispetto a quelli ordinari; condanna la Assaloni 1920 s.r.l. alla rifusione delle spese processuali a favore della Assaloni s.p.a. liquidandole in € 350,00 per spese, € 1.800,00 per competenze ed € 4.500,00 per onorari oltre al 12,5% ex art. 14 T.P., IVA e CPA come per legge. Si comunichi. Bologna, 19 ottobre 2007 Il Giudice Designato Dr. Pietro Guidotti 62
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MOVIMENTO TERRA
I nuovi escavatori cingolati della serie B
Questi nuovi modelli proseguono l'opera di completamento della serie B. Oggi New Holland offre una linea completa di escavatori cingolati, dai più piccoli, da 0 a 1 t, fino all'escavatore da 80 t, in grado di soddisfare le esigenze dei clienti massimizzando i loro investimenti. Il processo di rinnovamento della gamma è iniziato nel 2007 con il lancio dell'escavatore E215B, primo della serie B, e sarà completato entro metà del 2008. I nuovi escavatori, sviluppati con il partner Kobelco, sono stati interamente ridisegnati, infatti essi adottano nuovi motori, nuova idraulica, nuova architettura della macchina e nuova cabina. Tutto questo si traduce in un incremento di efficienza, comfort e produttività. I modelli della gamma pesante della serie B lanciati all'inizio del 2008 sono: E265B (26/28 t), E305B (30/31,6 t), E385B (35,6/37,8 t). Di recente è stata lanciata l'"ammiraglia" della gamma pesante: E485B (49,6/50,2 t). Le nuove motorizzazioni Tier III con cui sono equipaggiati i nuovi escavatori assicurano una maggiore produttività delle macchine e consumi diminuiti del 15% rispetto ai modelli pre-
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cedenti, con la conseguente riduzione dell'impatto ambientale. Inoltre i livelli di emissioni sono più bassi, rispetto alle normative vigenti, dell'80% per il monossido di carbonio (CO) e del 25% per i particolati. Grazie al nuovo computer di bordo, oggi sugli escavatori New Holland la portata e la pressione del circuito idraulico ausiliario sono facilmente regolabili in totale sicurezza attraverso il monitor montato in cabina, infatti le nuove funzioni idrauliche permettono di impostare la portata e la pressione dell'olio idraulico con incrementi rispettivamente di 10 litri e di 10 bar. Anche nel comfort i nuovi escavatori sono stati rinnovati: tutta la serie è stata arricchita di un nuovo sedile con braccioli integrati nella console laterale, il che offre un appoggio ergonomico ideale, la nuova conformazione della pedaliera, con una distanza maggiore tra i pedali e la base del sedile migliora il comfort dell'operatore e agevola la guida della macchina. Particolare attenzione è stata dedicata da New Holland alla manutenzione. Gli intervalli di cura, sempre
più dilatati, portano ad una riduzione dei costi di esercizio e ad un minore inquinamento dovuto alla sostituzione degli olii motore e dell'impianto idraulico. Contribuiscono ulteriormente al contenimento dei costi di esercizio della nuova serie B anche le modifiche apportate per facilitare l'accessibilità ai punti soggetti a manutenzione, che facilitano e velocizzano al massimo il mantenimento dell'efficienza ordinaria e l'assistenza alla macchina. Le benne intercambiabili con quelle della serie esistente consentono al cliente di trarre vantaggio dall'investimento già sostenuto. Il monitor di nuova concezione, con un display retroilluminato più grande e leggibile, è più facile da usare e da visualizzare; dotato di un recente software, tale monitor offre nuove modalità di lavoro, che l'operatore potrà impostare facilmente, visualizzando sullo schermo le informazioni essenziali relative alla manutenzione della macchina, segnalando eventuali malfunzionamenti di sistema e memorizzando gli errori rilevati dal sistema di autodiagnosi. I nuovi modelli sono inoltre dotati di videocamera posteriore (a richiesta) per aumentare ulteriormente la sicurezza sui cantieri: le immagini, catturate dalla videocamera nel retro della macchina, vengono visualizzate su un monitor dedicato collocato sul montante anteriore destro in posizione ergonomica e facile da controllare. Con la nuova serie B New Holland ha dimostrato, ancora una volta, di porre al centro dello sviluppo le esigenze dei clienti e di essere in grado di soddisfarle a 360°, grazie alla sua pluriennale esperienza e capacità nel settore. Produttività, comfort, sicurezza e ambiente sono i punti di forza per ottimizzare la redditività dei clienti New Holland. 63
La Banca del Verde compensa il CO2 emesso dal Festival Internazionale dell'Ambiente AMBIENTE
Il Festival Internazionale dell'Ambiente, svoltosi da 5 all'11 giugno scorsi è la prima iniziativa patrocinata da Comune e Provincia di Milano, Regione Lombardia. Sulla via dell'Expo 2015 mira a promuovere una riflessione scientifica e politica sulle sfide più urgenti in materia di clima e ambiente, mobilità, energia ed edilizia, e a rendere più diffusa e consapevole la sensibilità individuale e collettiva. Tra i numerosi incontri, dibattiti, conferenze, feste e spettacoli dedicati ai grandi temi del Festival, martedì 10 giugno si è svolto il dibattito "Una grande Banca del Verde per l'Italia. 500mila alberi per Milano". Nuove modalità di gestione del verde urbano: sussidiarietà, ricerca scientifica, innovazione nel paesaggio, raggi verdi, biodiversità e compensazioni ambientali, locali e globali. Idee, esperienze e buone pratiche sono stati i temi affrontati dai numerosi relatori intervenuti. Il Festival Internazionale dell'Ambiente: nessun impatto sul clima. Ogni iniziativa che riunisce un certo numero di persone produce inevitabilmente l'emissione di gas a effetto serra. Anche adottando i migliori sistemi di riduzione e di ottimizzazione dell'uso dell'energia, dei trasporti e dei materiali, una quantità di gas viene comunque immessa in atmosfera: si tratta delle cosiddette emis64
sioni inevitabili. Adottare una politica climatica attenta significa considerare anche l'esistenza di queste emissioni inevitabili a fianco dell'attuazione di una strategia di riduzione. Coerentemente con gli obiettivi e lo spirito di Expo 2015, i promotori del Festival hanno deciso di ridurre l'impatto sul clima sin dal primo appuntamento: Banca del Verde onlus ha compensato tutte le emissioni del Festival Internazionale dell'Ambiente. Questa prima edizione del Festival si caratterizza per un intervento di compensazione delle emissioni di anidride carbonica prodotta dall'organizzazione e dallo svolgimento dell'evento stesso. In particolare: neutralizzare le emissioni di CO2 generate dagli spostamenti dei relatori e degli ospiti convenuti a Milano ed i consumi energetici delle diverse sedi dei meeting e delle conferenze. Questo è solo il primo atto concreto nell'ambito di una strategia di riduzione dell'impronta di carbonio più ampia in vista di Expo 2015. L'impronta di carbonio del Festival Internazionale dell'Ambiente è stimata in 1.200 tonnellate equivalenti di CO 2. Di queste l'88% è legato alla mobilità di ospiti, organizzazione e spettatori, mentre i consumi di energia per le sedi utilizzate per gli eventi ed i consumi per l'ospitalità dei pernottamenti incidono sul totale per il
6% ciascuno. Il bilanciamento delle emissioni con il metodo glocal. Per compiere quest'operazione Banca del Verde onlus ha deciso di utilizzare e fare proprio l'approccio glocal già sviluppato e sperimentato da ETM European Tree Management. Questo approccio si basa su due dimensioni di intervento: la dimensione globale e quella locale. Non ci si accontenta di neutralizzare gli effetti globali delle emissioni di gas a effetto serra con l'acquisto di crediti di emissione, ma si coglie l'occasione per effettuare anche un intervento di "forestazione urbana" in modo da contribuire attivamente al miglioramento della qualità ambientale locale. Per questa ragione nel prossimo autunno verranno messi a dimora 1.600 nuovi alberi adulti. Tigli, frassini, querce, bagolari e gleditsia nel giro dei prossimi sette anni immagazzineranno 120 tonnellate eq di CO2, pari al 10% delle emissioni complessive del Festival. 500 mila alberi per Milano. Una sfida di qualità per la città, un impegno concreto per la Banca del Verde. Il piano del verde della città di Milano prevede di realizzare entro il 2015 una delle più grandi operazioni di forestazione urbana che abbiano mai interessato una città italiana. Otto raggi verdi dal centro della città si irradieranno verso la periferia e andranno a interconnettersi con un grande anello che li raccorderà fra loro rendendo il tutto un unico sistema di verde. Per fare tutto questo servono risorse importanti, non solo finanziarie. Per questa ragione la Banca del Verde si candida a diventare un partner operativo della città di Milano per questa grande sfida. Agendo sia sul lato della raccolta fondi volontaria a sostegno del progetto, sia apportando competenze, sempre con spirito di servizio alla comunità e sussidiarietà orizzontale. Gli obiettivi sono chiari: far crescere il patrimonio arboreo e verde delle città.
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Tyrolit Cutting Pro Competition: sfida all'ultimo taglio DEMOLIZIONI
Si sono svolte lo scorso 29 maggio le selezioni del "Tyrolit Cutting Pro Competition" che ha visto la partecipazione di 21 professionisti del taglio e della demolizione provenienti da tutta Italia, preselezionati attraverso prove di carotaggio svoltesi in tutto il territorio italiano alle quali hanno partecipato 65 operatori, per definire i due professionisti che rappresenteranno il nostro Paese nelle finali del campionato europeo, che si svolgeranno in Austria nel gennaio del prossimo anno. E', quella di quest'anno, la prima edizione della gara internazionale nell'industria del carotaggio e del taglio del calcestruzzo, ideata da Tyrolit con la partnership tecnica di Stihl e di PDi (Professional Demolition International). Fra marzo e ottobre 2008 si svolgono infatti sette campionati nazionali in sette Paesi europei: Spagna, Svizzera, Gran Bretagna, Italia, Francia, Scandinavia e Germania. Il primo e il secondo classificato di ogni Tyrolit Cutting Pro Competition nazionale gareggerà per il titolo Europeo. Con la Cutting Pro Competition, Tyrolit porta un po' di spirito sportivo e di sana competizione nel mondo del carotaggio e del taglio del calcestruzzo. La gara consiste di tre discipline: taglio con seghe a muro, carotaggio e taglio con seghe manuali. Il regolamento e il materiale utilizzato
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per le varie selezioni sono ovviamente identici per ogni nazione partecipante, a garanzia della massima lealtà e trasparenza. Inoltre, è già possibile seguire l'evoluzione della competizione visitando il sito appositamente realizzato da Tyrolit per consentire a tutti di monitorare in tempo reale i risultati e conoscere in anteprima i nomi dei vincitori delle varie selezioni nazionali. Nella sede di Thiene è stato quindi installato un apposito tendone, all'interno del quale sono state posizionate le macchine e le attrezzature per le tre discipline previste della competizione: il taglio con sega a muro, il carotaggio ed il taglio con sega a mano. Per il taglio con la sega a muro sono state impiegate le macchine TyrolitHydrostress PPH25RR centralina idraulica, 25 kW con la testa di taglio WZ e il disco diamantato Tyrolit specifica WSL Premium, Ø 825 mm. Per il carotaggio, il motore TyrolitHydrostress DME32S (elettrico, 3,2 kW) montato sul supporto carotatrice HCCB-5 DG, con corona diamantata Tyrolit specifica CDL Premium, Ø 102 mm. Per il taglio con sega manuale, troncatrice Stihl TS 700 (motore a scoppio 5 kW); disco usato, Tyrolit specifica DCU Premium, Ø 350 mm. Al termine della giornata, che ha visto la presenza di numerosi spettatori e
sostenitori, dipendenti sia di Tyrolit che delle altre aziende rappresentate, dove non sono mancati il divertimento e un acceso spirito competitivo, Riccardo Garelli (Garelli Tagli) e Andrea Cecchet (Elettrotermoidraulica Cecchet) si sono classificati al primo e al secondo posto, distanziando di poco Giancarlo Marchetti (Demco), giunto terzo. Saranno quindi Garelli e Cecchet, che hanno anche ricevuto i complimenti di Roberto Lamperti, presidente di Aideco (Associazione Italiana Demolizione Controllata) a rappresentare l'Italia nella finale europea. La caratteristica fondamentale alla base dello sviluppo di Tyrolit, fondata da Daniel Swarovsky nel 1919, è la costante attenzione all'evoluzione tecnologica e all'applicazione delle nuove invenzioni per sviluppare prodotti nuovi e sempre più precisi. L'ufficio Ricerca e Sviluppo interno all'azienda conta infatti oltre 160 persone, mentre il gruppo dispone di 19 unità produttive in dieci Paesi del mondo, oltre a numerose filiali commerciali che coprono tutti i principali mercati. In Tyrolit la Divisione Trade è specializzata nella commercializzazione e fornitura di servizi per le migliori rivendite in edilizia e meccanica. La Divisione Construction è specializzata nella fornitura di sistemi macchine e utensili per la demolizione controllata.
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AMBIENTE
Pircher: tecnologia per l'ambiente
Da 40 anni Pircher sviluppa e produce sistemi tecnologici per ridurre o impedire l'inquinamento degli strati superficiali del sottosuolo e delle falde freatiche e preservare integro il nostro prezioso patrimonio idrico. Pircher si posiziona nel mercato per innovazione, che riguarda i materiali, i profili, le prestazioni, l'efficienza dei
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sistemi progettati per offrire soluzioni permanenti e durevoli. Pircher produce una gamma completa di canali in calcestruzzo, vasche ed impianti per la raccolta ed il trattamento delle acque sia in ambito civile che industriale ed offre un vasto assortimento di canali polimerici, in acciaio inox, bocche di lupo e finestre.
Gli esperti Pircher sono a disposizione dei clienti per individuare insieme le soluzioni più idonee ad un determinato progetto e per seguire la fase di attuazione, a garanzia di una continua funzionalità ed efficienza. Nella sua gamma di prodotti, Pircher presenta una vasta scelta di accessori e dettagli che offrono un ampio spazio alla personalizzazione e che diventano sistemi in grado di fornire una soluzione intelligente e completa a problemi specifici. Il canale 700, realizzato in calcestruzzo vibrato e armato, è concepito per convogliare e smaltire grandi volumi di acqua, o per contenere tubazioni, cavi elettrici e condotte di aria compressa. E' particolarmente semplice da movimentare in cantiere ed è disponibile nelle lunghezze da 1 metro e 2 metri. Un'ampia gamma di coperture è abbinabile al canale, dalle piastre chiuse o forate in calcestruzzo sino alle griglie zincate ed in ghisa avvitabili. E' stato proprio il canale 700 ad essere impiegato recentemente in un'opera che ha visto come protagonista il torrente Giona che sfocia in località Maccagno (VA). L'impianto idroelettrico preesistente, che alimentava l'acquedotto delle località a valle, era dotato di una griglia che, a causa dei detriti che si andavano a depositare, non lasciava filtrare il quantitativo di acqua sufficiente. E' stata dunque realizzata un'opera con presa d'acqua in alveo, una canalizzazione a cielo aperto che si interseca a 90° con il torrente. Il primo tratto della canalizzazione è stato realizzato con la posa del canale 700 sicurezza, con griglia in ghisa E600 avvitabile, con lo scopo di intercettare l'acqua e di convogliarla in una condotta forzata, ovvero all'interno del canale 700 normale ricoperto da piastre D400 in calcestruzzo. Dalla condotta l'acqua viene infine immessa nell'impianto idroelettrico e va ad integrare l'acquedotto esistente.
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