lavori pubblici
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n. 1 marzo - aprile 2003
quota neve s.r.l. via Panizza 12 - 20144 Milano Sped. in abb. postale - 45% art.2 comma 20b legge 662/96 - Milano
lavori pubblici
Questo primo numero di Lavori Pubblici nasce dalla mia esperienza, maturata seguendo il settore della viabilità invernale per la rivista quota neve. Mi sono accorto della molteplicità dei lavori che vengono svolti dalle società che operano in quest’ambito, cercando di sfruttare al meglio i mezzi e le persone per differenti tipologie di lavoro. Un caso particolarmente evidente si è riscontrato nelle aziende municipalizzate che, impegnate nella raccolta dei rifiuti urbani, con la privatizzazione, hanno cercato di ottimizzare l’impiego dei propri uomini e mezzi per vendersi in altri servizi, come la gestione della viabilità invernale ed estiva, quella del verde ed altri lavori correlati. Un’altra categoria in particolar modo polivalente è quella degli uffici tecnici dei piccoli comuni: questi devono garantire quotidianamente l’organizzazione e l’esecuzione di lavori e servizi per la sicurezza, l’igiene, la qualità e la praticità delle infrastrutture dell’ambiente urbano, occupandosi così di una molteplicità di competenze anche molto differenti fra loro. Lavori Pubblici nasce per offrire uno strumento di informazione per gli uffici tecnici di comuni, province, regioni e comunità montane, società di gestione strade e autostrade, aziende municipalizzate, di multiservizi e raccolta rifiuti, ditte appaltatrici di lavori pubblici, gestori di parchi, aeroporti, enti, aziende e comunità di grande dimensione, che devono compiere scelte in molteplici direzioni. La linea editoriale che si vuole proporre è quella di offrire articoli sui diversi argomenti, in chiave prevalentemente di presentazione di soluzioni applicate o applicabili, nuovi prodotti e tenendo conto delle più importanti fiere, in modo da offrire un mezzo di aggiornamento adeguato a chi deve compiere scelte tecniche di organizzazione e di gestione per garantire i servizi di: viabilità invernale ed estiva, pulizia strade ed aree urbane, igiene ambientale, raccolta rifiuti, sicurezza stradale, organizzazione del traffico, lavori stradali, consolidamento del terreno, mantenimento del verde, organizzazione di aree pubbliche. Riteniamo indispensabile la collaborazione dei lettori per permetterci di offrire un mezzo per Voi sempre più interessante e che si proponga anche come veicolo di scambio di esperienze. La redazione è quindi sempre a disposizione per segnalazioni di soluzioni innovative, per riportare Vostri interventi tecnici e per ascoltare suggerimenti per sviluppare ulteriori argomenti di Vostro interesse. Gherardo Marchelli
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L'Amiu di Alessandria con Giletta per l'utilizzo dei satelliti in tutti i lavori Gh. Marchelli
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Assaloni propone Eolo, potente spazzatrice aspirante Gh. Marchelli
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Tecniche di sigillatura delle pavimentazioni stradali: la sigillatura a freddo S. Tattolo
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Sfalcio con raccolta Mulag Schmidt Gh. Marchelli
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11 Unimog per Avellino e 2 per Firenze attrezzati Assaloni, Giletta e Bucher Gh. Marchelli
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Orsi Group S.r.l.
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Meeting Kässbohrer per gli esperti di fuoristrada
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Bucher Schörling presenta la nuova serie di veicoli portattrezzi Gh. Marchelli
Direttore responsabile: dott. Giorgio Marchelli Direttore esecutivo: dott. ing. Gherardo Marchelli
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Nuove attrezzature invernali per l'Amsa Gh. Marchelli
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Self-service del sale Gh. Marchelli
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Aebi Terratrac per le Valli Unite del Canavese Gh. Marchelli
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Novità tecniche Assaloni
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Le barriere stradali T. Buontempo
Segreteria di redazione: Domenica Stefani
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La provincia di Milano si attrezza per lo sfalcio sempre in direzione di marcia Gh. Marchelli
Editore: quota neve s.r.l.
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Aggancio a fungo per le campane di Trento Ga. Marchelli
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Il Villaggio del Bambino all’Idroscalo di Milano Ga. Marchelli
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Test filtraggio polveri per la Ronda della RCM
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Interventi di bonifica acustica: i piani di risanamento acustico S. Tattolo
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Ricicla 2002 Gh. e Ga. Marchelli
Lavori Pubblici viene inviato a: - Uffici Tecnici di Comuni, Province, Regioni e Comunità Montane - Società di gestione strade e autostrade - Aziende municipalizzate, di multiservizi e raccolta rifiuti - Ditte appaltatrici di lavori pubblici - Parchi nazionali e regionali - Aeroporti - Enti, Aziende e Comunità di grande dimensione (fiere, golf…) - Ditte produttrici e commerciali italiane ed estere nei settori di intervento della rivista - Personalità di settore italiane ed estere
Redazione: dott. Giorgia Marchelli dott. arch. Viviana Patscheider
Direzione, amministrazione, pubblicità: via Panizza 12 20144 Milano tel. 02 4983120 fax 02 4985157 e-mail: lavoripubblici@quotaneve.it Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 577 in data 14-10-2002 Spedizione in abbonamento postale comma 26 art. 2 legge 549/95 Milano Abbonamenti annui (6 numeri) Italia euro 30,00 Estero euro 40,00 i versamenti possono essere effettuati a mezzo assegno o c/c postale n. 26647206 intestato a: quota neve s.r.l.: - via Panizza 12 - 20144 Milano Una copia
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IGIENE URBANA E VIABILITA' INVERNALE
L’Amiu di Alessandria con Giletta per l’utilizzo dei satelliti in tutti i lavori GHERARDO MARCHELLI L’Azienda Municipale di Igiene Urbana di Alessandria ha iniziato nel 2000 una collaborazione con la Giletta S.p.A. per la gestione satellitare del servizio di viabilità invernale. L’ottimo rapporto tra le due società ha portato ad allargare la sperimentazione nell’ambito dei rifiuti, un campo differente dalla viabilità invernale e antincendio in cui la Giletta è solita lavorare. Il sistema di spargimento di sale controllato dal satellite in ambiente urbano, sperimentato con successo in questi anni, ha aperto una nuova prospettiva per la gestione razionale della spazzatura nell’ambiente cittadino e dei comuni limitrofi. Per quanto riguarda la gestione della viabilità invernale, l’Azienda Municipale di Igiene Urbana di Alessandria ne ha ereditato dal comune nel 1996 il servizio. Il servizio copre i 100 - 130 km di strade urbane e le strade comunali con una ampiezza globale di circa 300 - 320 km, dei quali 40 - 50 km di bassa collina. L’eredità si basava su un’organizzazione di una trentina di lame gestite mediante appalti a ditte private con trattrici agricole. La prima azione è stata quella di aumentarne il numero per diminuire i
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tempi di intervento nelle zone prioritarie e mettere in servizio un Bobcat per le emergenze. Dal 1998 sono intervenuti 6 spargisale, utilizzando come tali spargiconcime carrellati da 30 - 50 quintali e trattrici agricole, per poter coprire una superficie maggiore, per dare un appoggio in emergenza e fare salatura preventiva in alcuni punti noti che possono creare problemi. L’esperienza maturata ha portato a notare che la zona non risente di frequenti nevicate, ma che la richiesta dell’utenza rende necessario mantenere la strada nera e che il ghiaccio è un problema non più tollerato. Rendendosi subito conto dell’impossibilità di effettuare un servizio preventivo con questa tipologia di organizzazione e avendo deciso di compiere un salto di qualità nel servizio invernale, in vista anche dei riconoscimenti normativi ormai necessari a livello europeo, si è deciso di passare subito a macchine e attrezzature opportune e dell’ultima generazione, ponendo come interesse primario l’intervento in preventivo e mantenendo la vecchia struttura in emergenza con compito facilitato dall’azione di prevenzione. Il servizio in preventivo vuole essere un servizio regolare nel periodo invernale, che copra anche le preemer-
genze per evitare gran parte delle chiamate e interventi in emergenza, coperte comunque dal vecchio sistema mantenuto in attività. L’organizzazione ha visto l’acquisizione di: 2 spargitori Giletta, un HF 80/50 montato su Iveco 190 E30K con attrezzatura Multilift Italev, uno spargitore KP 100 ID montato su Gasolone 35 allestito scarrabile Iride; una stazione Giletta per la preparazione della soluzione montata su slitta Multilift con capacità di produzione di 3000 l/h e con capienza di stoccaggio di 4000 l con agitatore ad aria per non far precipitare la soluzione e attrezzata per il carico/scarico della soluzione di entrambi gli spargitori; con comando Navicom (sistema GPS, SMS) per entrambe le macchine. La macchina abbinata allo spargitore HF, utilizzata prevalentemente per strade a grossa viabilità, ha montato il sensore di temperatura ad infrarossi, come anche su veicoli di servizio per le uscite di controllo, mentre sullo 1. Spargitori Giletta: HF 80/50 montato su Iveco 190 E30K con attrezzatura Multilift Italev e KP 100 ID montato su Gasolone 35 allestito scarrabile Iride 2. Preparatore di soluzione Giletta, montato su slitta Multilift
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spargitore KP, prevalentemente utilizzato in ambito urbano, è stato montato il sensore di mancanza sale. La scelta di montare gli spargitori su slitte Multilif Italev e scarrabile Iride per Gasolone è stata dettata dalla volontà di avere una perfetta e comoda intercambiabilità tra le macchine già presenti in ditta. Anche per la stazione di preparazione della soluzione è stata scelta la possibilità di carratura per poterla spostare con estrema facilità tanto da poter diventare addirittura mobile. Per risultare meno intrusivi verso la cittadinanza, lo spargitore KP 100 ID, adatto alle strade urbane, funziona con l’oleodinamica del Gasolone per risultare silenzioso, cosa che potrebbe portare ad un’usura prematura della pompa ausiliaria ad ingranaggi del mezzo, problema comunque facilmente risolvibile con la sostituzione di questa con una pompa a pistoni con parzializzatore di flusso. Questo mezzo scelto per l’ambito urbano ha dato prova di essere adatto anche per l’intervento in sobborghi extraurbani, vista la sua discreta capacità di carico di 0,8 m3. Per offrire un servizio veramente efficace e senza sprechi di materiale si è
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scelto di dotarsi del nuovo sistema di controllo basato sulla tecnologia satellitare e termometro ad infrarossi, che consente di attuare le innumerevoli regolazioni richieste in un ambito urbano, difficilmente attuabili dal conducente anche con una tabella a riferimenti precisi in funzione della temperatura e del luogo, per regolare larghezza, direzione, grammatura di spargimento. In automatico la macchina esegue il lavoro regolandosi col sensore di temperatura esterno e col satellitare, avendo così gli elementi per riconoscere il luogo dove si trova e attuare il programma scelto. In questo modo l’operatore deve solo guidare ed ha la possibilità, in condizioni particolari o di mal funzionamento, di tornare in manuale per risolverle. Questa precisione naturalmente deve essere programmata e corretta in base all’esperienza che si maturerà in alcuni anni di servizio. Il comando Navicom, grazie al GPS, oltre a portare notevoli vantaggi nella regolazione programmata delle macchine, permette la trasmissione via SMS dei dati in tempo reale, gestibili su database grazie al software Routinform 2000 con la completa registrazione dei dati di tutti gli interventi, che consente di elaborarli per maturare un’esperienza che porterà ad una programmazione delle macchine e del servizio ottimale, inoltre da’ la possibilità di dimostrare il lavoro svolto, permettendo così di offrire un servizio concordabile preventivamente e dimostrabile a lavoro svolto. Il sistema di programmazione a step risulta semplice e può essere fatto mentre si esegue un giro di servizio, impostando i parametri passo passo; inoltre il sistema Navicom, di facile trasbordabilità, può essere trasferito su un veicolo di servizio in modo da poter fare la programmazione andando in giro con un mezzo più maneggevole e senza tener impegnata l’at-
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trezzatura. La macchina ha la possibilità di avere diversi tipi di programmi (fino a 12 anche implementabili) che tengono sotto controllo i parametri di larghezza, direzione e quantità di spargimento, che possono essere scelti in base al luogo, temperatura e tipologia di intervento. Questi possono essere pilotati a mano oppure in automatico tramite GPS e termometro a infrarossi. Il sistema viene gestito da uno schermo e una tastiera in cabina, sia per controllare e comandare i parametri manualmente, sia per programmare il servizio in automatico; l’accesso alle varie parti del programma è gestito mediante una scheda a chip di riconoscimento, tipo scheda dei telefoni GSM, che serve per attivare la macchina e presenta 5 livelli di utilizzo della macchina: dal semplice impiego alla programmazione passando per la diagnosi. Questa sicurezza consente ad ognuno di intervenire solo sulle parti di programma a lui utili e non poter agire su parti a lui non note. Già dai primi mesi di servizio si sono avute ricadute positive: le chiamate di lamentela da parte dell’utenza si sono ridotte praticamente a zero; sono stati riscontrati un minor disturbo per l’utenza che non si accorge quasi di questi veicoli, un risparmio considerevole di sale con conseguente beneficio per l’ambiente (stima di consumo ridotto tra un ottavo e un decimo) ed inoltre una maggiore tranquillità d’intervento in emergenza. L’ottimo successo ottenuto da questa sperimentazione ha velocemente sug1. Comando nella cabina del Gasolone 2. Schermo di controllo delle funzioni di spargimento 3. Termometro ad infrarossi montato sulla Panda di servizio 4. Indicatore della temperatura dell’asfalto e dell’aria, del termometro ad infrarossi
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gerito l’applicazione del metodo in altri settori primari dell’azienda, come la raccolta rifiuti e la pulizia delle strade. Il controllo della posizione dei veicoli è ormai un dato di fatto dopo una sperimentazione di due anni, adesso lo scopo è la sua applicazione pratica. Quindi è stato implementato per la raccolta dei rifiuti con i dati del peso raccolto da ogni cassonetto, e per la pulizia delle strade, naturalmente con lo stato di operatività del mezzo in modo da conoscere la superficie spazzata. Il rilevamento della posizione permette di vedere il reale percorso del veicolo ed il modo d’azione dell’operatore nella percorrenza, da utilizzare sia per ottimizzare i tempi e metodi di lavoro sia per certificare al committente la veridicità del lavoro svolto, quest’ultimo obiettivo fondamentale in una moderna garanzia di operatività. Un ulteriore passo avanti di questa sperimentazione è l’applicazione in tutti i cassonetti di un transponder, fornito dalla Euro-link di Vicenza: un chip dotato di un’antenna che, sollecitata dal veicolo di raccolta, viene riconosciuta attraverso il suo codice e letta dallo stesso. Il contenuto delle informazioni permette il riconoscimento storico del cassonetto: quante volte è stato svuotato, quando è stato lavato, se è stato riparato, quanto si riempie nel tempo. I dati ottenuti dal veicolo di raccolta vengono trasmessi
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e registrati su computer, in modo da conoscere la posizione del cassonetto ed il peso del suo contenuto. Lo studio di questi dati permette una gestione logistica dei cassonetti, in modo da individuare le posizioni ed il numero più adeguato per un loro utilizzo più agevole e funzionale da parte dell’utenza. Il Routinform 2000 è stato implementato, in modo da poter gestire agevolmente i dati delle nuove applicazioni sulla medesima cartografia e l’utilizzo degli stessi, per la lettura e l’analisi da parte dell’ufficio competente (CED - Centro Elaborazione Dati). Come per ogni sperimentazione, si parte da una campionatura per ampliare il campo di azione successivamente. In quest’ottica Giletta ha attrezzato per l’AMIU 9 dei 130 mezzi, uno o poco più per tipologia di vetture utili al rilevamento dei dati interessanti: 2 spazzatrici, un monoperatore, un minicompattatore, due minilift, due multilift ed un multilift con attrezzatura ragno per la raccolta delle campane del vetro. Per ora si sta sperimentando il sistema facendo girare ciclicamente le attrezzature dotate del Navicom in tutte le zone per i differenti tipi di lavoro, in modo da avere una base di dati di ogni singola zona per poterla studiare ed ottimizzarne l’azione d’intervento. La difficoltà naturalmente sta poi nel
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riuscire a leggere ed analizzare i dati interessanti, che porta via un po’ di tempo, ma sempre meno di quello impiegato dalla rilevazione manuale, con una persona che segue il mezzo e segna sulla cartografia i cassonetti svuotati. Se per posizionare i cassonetti e organizzare i giri prima occorrevano un paio di mesi, ora una settimana è sufficiente. Un’altra sperimentazione in collaborazione con la Computer Solution di Mestre è stata fatta nel prelievo dei carburanti, con un sistema che vede il posizionamento di un’antenna, sotto il suolo prima della colonnina del carburante, ed un transponder su ogni mezzo (una sorta di telepass), che riconosce il veicolo al rifornimento; l’autista attiva con un badge personale l’erogatore. Il risultato permette di arrivare alla conoscenza esatta del consumo di carburante. Senza bisogno di un magazziniere si riescono a registrare i rifornimenti in modo preciso, senza arrotondamenti, dato importante per il calcolo esatto del costo delle operazioni di ogni machina e di ogni lavoro. Il tutto naturalmente viene registrato dal computer, in modo da poter studiare comodamente i dati. Un sistema simile, sempre fornito dalla Computer Solution, è stato installato per le operazioni di pesatura dei carichi dei camion: una volta aperti i cancelli per mezzo dello stesso transponder, letto anche qui da un’antenna, i veicoli andranno a posizionarsi su una pesa a pressione ed i dati del peso e del veicolo verranno registrati automaticamente nel computer. 1. Schermata del Routinform 2000, con la posizione dei cassonetti 2. Monoperatore 3. Transponder per il riconoscimento dei veicoli 4. Spazzatrice Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
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Assaloni propone Eolo, potente spazzatrice aspirante GHERARDO MARCHELLI direttamente dall'impianto del veicolo ed è possibile registrare l'inclinazione frontale, quella laterale, l'altezza da terra e la larghezza di lavoro (che può raggiungere il max. di 2000 mm). La bocca di aspirazione, rivestita internamente con para antiabrasiva, ha la possibilità di ricevere anche oggetti di grandi dimensioni per mezzo di una saracinesca mobile. Il sistema di abbattimento delle polveri ad acqua vede l'impianto composto da un'elettropompa con vari ugelli nebulizzatori collocati in prossimità delle spazzole e sui condotti di aspirazione, la cui apertura avviene elettricamente dalla cabina tramite elettrovalvole. Inoltre è possibile il collegamento di un tubo munito di spruzzatore per il lavaggio della macchina o altri utilizzi. L'attrezzatura è fornita completa di piedi di appoggio registrabili, colore RAL 2011, barra paraincastro posteriore con portatarga e fanaleria integrata. A richiesta è possibile dotare la spazzatrice "Eolo" con una spazzola ausiliaria (diametro mm 900) da montare anteriormente sulla piastra portaattrezzi Unilift, estraibile idraulicamente, per consentire di raggiungere una larghezza max. di spazzatura di 2500 mm, con possibilità di lavorare sui due lati del veicolo (destra e sinistra), completa di ugelli per umidificazione e di pistoni idraulici per sollevamento e inclinazione laterale. Un ulteriore optional offerto è il tubo ausiliario posteriore (diametro mm 150 e lunghezza mm 3000), adatto per l'aspirazione delle foglie e la pulizia dei pozzetti o tombini, completo di ugelli per l'umidificazione e di braccio di supporto oscillante con pistoni a gas di sostegno.
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Assaloni ha preparato una nuova serie di spazzatrici aspiranti scarrabili per veicoli da 5 tonnellate dotati di impianto idraulico di potenza. Questa serie di spazzatrici aspiranti di elevata potenza denominata "Eolo" è stata concepita per il montaggio sui quattro snodi sferici del ribaltabile del veicolo (al posto del pianale del cassone) con una conseguente facilità di carramento/scarramento dell'attrezzatura. La struttura della spazzatrice è composta da un telaio portante sul quale sono integrati il contenitore per il
materiale aspirato in acciaio con capacità di 1,9 m3 ed il serbatoio dell'acqua, in acciaio inox, con capacità di 390 l, completo di foro di ispezione per il controllo del livello. Il contenitore del materiale aspirato è completamente a tenuta stagna ed è ribaltabile idraulicamente per lo scarico del materiale. Il portellone posteriore è dotato di pistoni a gas per una facile apertura e di un bloccaggio elettrico di sicurezza comandato direttamente dalla cabina. Sullo stesso contenitore sono inoltre previste due finestre d'ispezione laterali. Il gruppo aspirante, dalle elevate prestazioni, è composto da una ventola di aspirazione di grandi dimensioni collegata ad un motore idraulico a pistoni assiali azionato dalla presa di forza idraulica del veicolo, posizionata all'interno della struttura. L'unità di raccolta della spazzatura, posizionata posteriormente al veicolo, è composta da un gruppo di due spazzole a tazza e da una bocca aspirante, supportate da un carrello completo di ruote di appoggio pivottanti oscillante lateralmente con sollevamento da terra idraulico e bloccaggio in posizione di trasferimento. Le spazzole, con diametro di 900 mm, sono azionate idraulicamente 1. Spazzatrice Assaloni Eolo carrata su Scam 2. Gruppo spazzante posteriore 3. Spazzola anteriore
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MANUTENZIONE STRADE
Tecniche di sigillatura delle pavimentazioni stradali: la sigillatura a freddo Ing. STEFANO TATTOLO L'articolo presenta una breve schematizzazione delle fasi di intervento relative ad operazioni di sigillatura e riempimento delle fessure presenti sulla sovrastruttura stradale, nonché un cenno alle novità tecnologiche nell'ambito dei sigillanti stradali. Introduzione La manutenzione di una infrastruttura stradale rappresenta quel complesso di operazioni e attività tese a conservare le caratteristiche funzionali e strutturali. Le infrastrutture viarie in genere, all'atto della progettazione e realizzazione, non possono essere concepite con vita plurisecolare o con problemi manutentori di minimo rilievo. Infatti, così come qualsiasi opera di ingegneria civile modernamente realizzata, dovranno essere caratterizzate da una cosiddetta "vita utile" definita in fase di progetto o in fase finale di collaudo dell'opera. Il raggiungimento effettivo della fine della vita utile è ottenibile soltanto tramite opportune attività da espletare per: 1. il controllo del suo stato; 2. la sua conservazione (con interventi preventivi); 3. il suo ripristino (con riparazione dei degradi); 4. il suo adeguamento alle nuove conoscenze senza influenzare la vita utile di progetto se non marginalmente. Tutto ciò significa che progettazione, realizzazione, esercizio e manutenzione sono solo tappe successive di uno stesso disegno generale che non può essere scisso concettualmente e praticamente né dai progettisti, né dagli esecutori, né dai gestori dell'infrastruttura. La vita utile di un'opera stradale può mutarsi a causa di un improvviso cambiamento delle situazioni esterne all'infrastruttura ma strettamente collegate ad essa: per esempio improvvisi incrementi delle azioni del traffico, variazioni delle caratteristiche geometriche della struttura, fenomeni accidentali causa di un progredire rapido dei processi di ammaloramento, variazioni in 12
corso d'opera delle caratteristiche di omogeneità strutturale dovuti a vincoli in fase di realizzazione di opere di manutenzione ordinaria. Il progetto di manutenzione di una pavimentazione, si pone come obiettivo principale quello di verificare che le caratteristiche, fornite da una determinata sovrastruttura in esercizio, siano rispondenti a quanto richiesto per un corretto e sicuro utilizzo della stessa, in modo che vi sia la possibilità di intervenire rapidamente evitando un peggioramento ulteriore della situazione, che potrebbe estendersi fino a compromettere anche le caratteristiche strutturali della pavimentazione. È opportuno ricordare che è più vantaggioso, in termini economici ed operativi, intervenire per sanare degradi superficiali piuttosto che strutturali. Interventi di manutenzione Sono eseguiti direttamente sulla pavimentazione e contribuiscono a ripristinare le proprietà della pavimentazione, specialmente quelle funzionali. Gli obiettivi che si vogliono raggiungere: 1. mantenere le caratteristiche geometriche della pavimentazione previste in fase di progetto, eliminando così ogni anomalia derivante da una cattiva esecuzione o dall'esercizio; 2. prevenire con piccole riparazioni, danneggiamenti più gravi che porterebbero ad una diminuzione di portanza della pavimentazione; è da ricordare che tali opere in genere non eliminano le cause che hanno portato al deterioramento della pavimentazione, ma ne rallentano il processo di sviluppo. Di fondamentale importanza è impedire, attraverso la sigillatura, che l'acqua penetri entro fessure o giunti: oltre a degradare gli strati legati e a ridurre la capacità portante di quelli non legati, con conseguente accelerazione del fenomeno di fatica in atto, accentua gli effetti del gelo e disgelo; 3. prevenire la perdita di aderenza o
ripristinare le caratteristiche di rugosità superficiale; 4. ripristinare le caratteristiche portanti perdute. Pavimentazioni fessurate: determinazione del tipo di intervento manutentivo Il tipo di intervento manutentivo più appropriato dipende principalmente dalle condizioni della pavimentazione e quindi dalla densità e dalle condizioni generali delle fessure: * Una densità elevata necessita di trattamenti superficiali o simili; * una densità moderata, con un livello di deterioramento elevato delle superfici laterali, necessita di operazioni di rappezzo; * una densità limitata, con un livello di deterioramento delle superfici moderato, necessita di operazioni di sigillatura o riempimento. Quest'ultima sarebbe la tecnica preferibile in quanto è buona norma intervenire proprio quando la densità delle fessure non è elevata e le condizioni di deterioramento delle superfici laterali delle stesse non sono ancora critiche; poiché questo non sempre avviene, è bene ricordare che la sigillatura o il riempimento di fessure molto dense e deteriorate, oltre ad essere antieconomico e tecnicamente inadatto, produce un'azione lenitiva il cui effetto risulterà molto breve. Si ricorda che, in funzione del loro orientamento rispetto all'asse longitudinale della pavimentazione, due sono in genere i tipi di fessure che possono nascere in una pavimentazione: quelle trasversali e quelle longitudinali. Le prime sono in genere dovute al ritiro naturale della pavimentazione alle basse temperature o all'azione del gelo, le seconde invece dipendono principalmente dalle ripetute azioni di carico (fenomeni di fatica), ma anche da una non corretta tecnica costruttiva, dall'uso di macchinari inadatti e da condizioni climatiche ed ambientali severe; molto rare sono invece le fessure oblique, le quali risultano anche più difficili da trattare mediante sigillatura o riempimento. Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
Il problema della fessurazione Il fenomeno della fessurazione è legato prevalentemente a meccanismi di fatica e ad azioni termiche che inducono elevate tensioni di trazione all'interno della pavimentazione provocando, nelle zone di minor resistenza, prime fra tutte i giunti di costruzione, la formazione di fessure. Per questo motivo la fessurazione rappresenta spesso il primo tipo di ammaloramento che è possibile riscontrare su una superficie pavimentata in conglomerato bituminoso; inoltre tale processo qualora non venga affrontato in tempi brevi, è soggetto a rapidi sviluppi fino a rendere inutilizzabile l'infrastruttura viaria. Per evitare di giungere a questo stato limite ultimo, è necessario intervenire in modo tempestivo. Oggigiorno le tecniche più utilizzate per la manutenzione delle pavimentazioni fessurate, ottimale in assenza di concreti problemi di portanza e di rottura avanzata per, sono essenzialmente due: 1. la sigillatura; 2. il riempimento. E' infine utile ricordare che con interventi appropriati e tempestivi volti ad impedire l'intrusione d'acqua negli strati più profondi della pavimentazione, è possibile estenderne la vita utile fino a 3-5 anni oltre il limite previsto in sede di progettazione. Sigillatura e riempimento Per sigillatura di una fessura si intende il posizionamento di materiale bituminoso, quasi sempre modificato, intorno e dentro la zona lesionata in modo da prevenire infiltrazioni di acqua e realizzare una miscela che aderisca completamente ai bordi della lesione così da essere in grado di chiuderla completamente. In genere sono preferibili materiali bituminosi modificati perché creano un composto elastico in grado di seguire i movimenti continui di apertura e chiusura della fessura, soprattutto alle basse temperature. Per riempimento di una fessura si
Figura 1: pavimentazione altamente fessurata Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
intende il posizionamento di materiale bituminoso solo dentro la zona lesionata, allo scopo di ridurre l'infiltrazione d'acqua e rinforzare la pavimentazione adiacente; in questo caso essendo consentiti piccoli movimenti della pavimentazione, si ha la possibilità di usare materiali meno specializzati e quindi più economici. Si evince subito che la sigillatura oltre a essere di più difficile esecuzione, richiede maggiori precauzioni, costi più elevati, tecniche più sofisticate, ma è anche più efficace del riempimento ed aumenta la vita utile della pavimentazione. Scelta dei materiali La scelta dei materiali più idonei e delle tecniche di posizionamento dipende sia dalle prestazioni che la miscela dovrà fornire, sia da condizioni contingenti quali il clima, il traffico e le caratteristiche delle fessure. In luoghi caldi è bene usare bitumi con alte prestazioni viscometriche, mentre in luoghi freddi sono più idonei i bitumi aventi buona resistenza alla fessurazione termica. Conoscere i volumi di traffico è importante per poter confezionare delle miscele performanti a fatica. Infine le caratteristiche geometriche delle fessure, la larghezza, i movimenti relativi che queste consentono, il livello di deterioramento delle loro superfici laterali, influenzeranno sia le tecniche di esecuzione che i dosaggi necessari. Per quanto riguarda i materiali, oggigiorno il mercato offre un vastissima scelta, riassunta in quattro categorie: 1. materiali bituminosi termoplastici applicati a freddo (emulsione normale o modificata); 2. materiali bituminosi termoplastici applicati a caldo (bitumi normali o modificati con fibre o gomme (elastomeri); 3. materiali bicomponenti, resine (silicone autolivellante); 4. nastri autoadesivi elastoplastici bituminosi, estrusi e prefabbricati industrialmente, posati a freddo. Realizzazione dell'intervento Le operazioni da seguire nel trattamento delle fessure sono le seguenti: 1. incisione della fessura; 2. pulitura ed asciugatura della fessura; 3. preparazione ed applicazione del materiale; 4. finitura/modellamento del materiale utilizzato; 5. protezione del trattamento. Le operazioni 1, 4 e 5 possono essere considerate opzionali. L'incisione della fessura viene eseguita quando si opera in regioni con significative variazioni di temperatura
annuali, tipiche quindi delle regioni del nord, in modo da ottenere un fattore di forma che possa fornire una adeguata flessibilità e quindi una maggiore resistenza ai movimenti relativi della fessura. L'obiettivo di questa operazione è quello di creare un serbatoio di forma rettangolare e più uniforme possibile per tutta la lunghezza della fessura, aspetto fondamentale per la realizzazione backer rod (figura 2). La presenza di fessure aventi andamento molto irregolare può compromettere sensibilmente la riuscita dell'operazione, per cui occorre valutare con attenzione se convenga sigillare oppure eseguire trattamenti superficiali sull'intera area ammalorata. La pulitura e asciugatura della fessura è probabilmente il passaggio più importante nelle operazioni di sigillatura o riempimento, infatti la più alta percentuale di insuccesso in questi trattamenti è rappresentata dalla perdita di adesione, fenomeno dovuto in genere alla presenza di polvere o umidità all'interno delle pareti delle fessure. Le procedure utilizzate per effettuare tale trattamento sono essenzialmente quattro: la pulitura a getto d'aria fredda, calda, la sabbiatura, la spazzolatura. La preparazione ed applicazione del materiale riguarda le indicazioni sulla minima temperatura di applicazione, la massima temperatura alla quale può essere scaldato il materiale senza che questo perda le sue caratteristiche (cosiddetta temperatura di sicurezza che in genere è maggiore di 11-17°C rispetto alla precedente), il tempo per il quale il riscaldamento può essere prolungato, nonché la temperatura e l'umidità della pavimentazione necessarie per poter effettuare correttamente il trattamento. La finitura/modellamento del materiale utilizzato può essere eseguita in due modi: il primo consiste nell'attaccare un apposito disco modellatore alla parte terminale della lancia di distribuzione del materiale, mentre il secondo consiste nell'utilizzare, in serie con l'ugello applicatore del sigillante, un raschiatoio per modellare il
Figura 2: incisione della fessura 13
prodotto colato mediante un apposito elemento a forma di "U" o "V". La protezione del trattamento , effettuato mediante una sua temporanea copertura per mezzo di carta assorbente, sabbia o polvere calcarea, risulta necessaria per prevenire fenomeni di fluage. La sigillatura a freddo Le operazioni descritte risultano evidentemente semplificate nelle applicazioni a freddo. In modo particolare l'utilizzo di nastri autoadesivi elastoplastici bituminosi, estrusi e prefabbricati industrialmente, permette di effettuare l'intervento di manutenzione con un elevato controllo dei dosaggi, mediante l'ausilio di semplici attrezzature, minimizzando le operazioni di preparazione e applicazione del sigillante, eliminando le fasi di finitura e modellamento affidate all'azione costipante del traffico. Le migliori performance in opera sono ottenibili con nastri in mastice bituminoso opportunamente modificato e additivato con cariche minerali e non, tali da garantire le seguenti caratteristiche: Punto di rammollimento (CNR 35/73): > 200°C Penetrazione a 25°C(CNR 24/71): 20-30 dmm Adesività sul CLS (DIN 1996 p.19 mod): 7080 N/cm2 Scorrimento verticale a 60°C/5 ore (SNV671916): 0 mm Plasticità/Resilienza (DIN1996 p.19 mod): >70% Viscosità Brookfield (EN 13072-2): > 150000 cPs Durezza (Shore A) (ASTM D 2240): 70 Resistenza Attrito Radente (CNR 15/85): >65
in tal caso, si dovrà riscaldare leggermente la superficie di posa. Il profilo idoneo va scelto considerando che per effetto della rullatura del traffico veicolare, nei mesi successivi all'applicazione, la superficie del nastro si allarga in funzione del clima e dei carichi applicati. Il nastro va montato orizzontalmente lungo la fessura in modo che sia equamente diviso tra i lembi della lesione. Per agevolare le operazioni di posa è disponibile un trolley applicatore manuale che consente di semplificare maggiormente l'applicazione. Terminata l'applicazione si consiglia di cospargere la superficie del nastro con sabbia o polvere (ardesia, calce, cemento o gesso) poi lasciare scorrere il traffico. Ne consegue la presenza sulla superficie carrabile di materiale di sigillo (vedi figura 4) che dovrà comunque garantire le caratteristiche di aderenza necessarie e proprie di una superficie stradale. La resistenza di attrito radente offerta dal nastro deve essere valutata con prove di aderenza secondo quanto prescritto dal ASTM E303 - BS 812 Part 3:1975 - AMD 4225 - CNR A. XIX n°105. La resistenza offerta dal nastro può essere testata subito dopo la posa (breve termine) su apposito supporto di laboratorio, secondo le prescrizioni del citato B.U., previo spolvero con filler (cemento), e in sito dopo circa 60 gg dalla posa su strada soggetta a traffico leggero (lungo termine). Premesso che: - la valutazione del BPN offerto dal nastro rappresenta una condizione parziale dell'aderenza a disposizione
La posa non richiede particolari accorgimenti. Le superfici interessate devono essere asciutte, sgrassate e libere da polvere o impurità. In presenza di lesioni di larghezza superiore a 10 mm e non superiore a 20 mm, occorre riempire la fessura con mastice o emulsione bituminosa prima dell'applicazione. Il nastro deve essere semplicemente appoggiato sulla lesione o in corrispondenza del giunto e si fissa in maniera definitiva con l'azione costipante del traffico. Non deve essere posato a temperature inferiori a 10° C,
Figura 3: finitura del materiale di utilizzo 14
Figura 4: posa e azione sigillante del traffico
di un pneumatico visto che, in condizioni di ordinaria circolazione e per le caratteristiche geometriche del nastro, un pneumatico di dimensioni medie avrà una superficie di impronta superiore, potendo contare anche sul contributo attritivo della pavimentazione esistente; - si prevede una classificazione delle superfici pavimentate in termini di aderenza come segue: 1. BPN 2. BPN 3. BPN 4. BPN
( 65 55 (65 45 (55 ( 45
aderenza ottima aderenza soddisfacente aderenza sufficiente pavimentazione scivolosa
risulta evidente che valori misurati superiori a BPN 65 siano indice di ottima aderenza, nel breve termine. E' da sottolineare che la valutazione dell'attrito radente nel lungo termine dopo la posa è fortemente influenzata dalle caratteristiche superficiali della pavimentazione sigillata, essendo il nastro costituito da materiale termoplastico che, a causa dell'azione costipante del traffico, tende a modellare la sua superficie assecondando plasticamente la macrorugosità della superficie di posa. In prima analisi non si ritiene di poter registrare grosse variazioni delle resistenza di attrito radente in funzione del tempo. Infatti gli ipotetici fenomeni abrasivi maturati nel lungo periodo risultano improbabili vista la natura plastica del nastro. Bibliografia 1. Chong G.J., Phang W.A. and Wrong G.A. (1989) Manual for Condition Rating of Surface-Treated Pavemnts - Distress Manifestations. Ministry of Transportation of Ontario. Research and Development Branch. Tecnical Report SP-021.ISBN 07729-5428-3. 2. C.N.R. (1986) Istruzioni sulla pianificazione della manutenzione stradale. Relazione pubblicata dall'AISCAT, 1986. 3. CNR (1988) Istruzioni sulla pianificazione della manutenzione stradale. BU CNR N. 125 del 20-4-1988. 4. Smith K.L. and Romine A.R. (1999) Materials and Procedures for Sealing and Filling Cracks in Asphalt-surfaced Pavements - Manual of Practice. FHWARD-99147. Federal Highway Administration - Pavement Performance Division-October 1993 - June 1999.
Figura 5: Misuratore portatile della resistenza di attrito radente Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
della stessa con innesto e disinnesto, oscillazione manuale con relativo bloccaggio, dispositivo di alleggerimento ed avviamento elettrico del rullo taglia erba. Il controllo di compensazione del braccio, con regolazione automatica computerizzata della pressione d’appoggio della testata tramite sensore, esegue un adattamento automatico al terreno, con pressione di appoggio costante regolabile con innesto e disinnesto. Il raggio d’azione del braccio permette di lavorare su entrambi i lati della macchina, con uno sbraccio di 7 metri dal centro veicolo con una rotazione d’estensione di 200°. Sull’attacco rapido anteriore dello Xylon era montato un braccio falciante Mulag Schmidt MRS 300, con presa di moto dalla presa di forza del portattrezzi. Quest’attrezzatura, con uno sbraccio di 3 m da centro veicolo, dotato di una testata falcia erba che permette il lavoro sotto il guard-rail ed il ritorno automatico per il superamento del montante dello stesso, consente il lavoro del ciglio stradale. A fianco allo svincolo dove è stato provato il binomio Schmidt - Fendt, si è potuta anche ammirare all’opera una particolare macchina, prodotta dalla Mulag, per il ripristino dei fossi e del ciglio stradale, mentre eseguiva la pulizia del fosso a lato della superstrada.
VIABILITÀ
Sfalcio con raccolta Mulag Schmidt GHERARDO MARCHELLI La Schmidt Italia ha attrezzato uno Xylon della Fendt della provincia di Bolzano con un braccio falciante Schmidt Mulag SB 600, per proporre e consentire di provare questo abbinamento di attrezzature. La dimostrazione si è svolta per offrire una soluzione ad una particolare esigenza sulla superstrada che congiunge Bolzano a Merano: raccogliere l’erba appena tagliata. In quest’ottica la Schmidt ha presentato un’attrezzatura per lo sfalcio dell’erba con aspirazione. Il braccio falciante era montato, grazie al telaio complementare, sul pianale posteriore dello Xylon, in corrispondenza del cassone, ed il condotto
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convogliatore aspirante scaricava l’erba in un apposito rimorchio di ampia capacità, collocato posteriormente. L’azionamento dell’attrezzatura era affidato al generoso impianto idraulico del veicolo, con un serbatoio per l’olio indipendente dal portattrezzi. Il comando di questo braccio è proporzionale, con modulo di controllo e posizioni flottanti degli utensili con comando per l’innesto e il disinnesto. Per l’avviamento è presente un sistema di sicurezza idraulico. Il quadro di comando elettro - proporzionale presenta una monoleva di comando, pannello di controllo e relativo supporto, per il controllo elettroidraulico delle funzioni del braccio, tramite l’impianto idraulico ed elettrico dello Xylon. Per la prova era montata una testata falciante universale per taglio erba completa di copertura protettiva, con una larghezza di lavoro di 1200 mm; il dispositivo rapido d’intercambiabilità della testata consente a quest’attrezzatura un suo impegno in altre tipologie d’intervento, con posizione flottante
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1. Comandi in cabina 2. 3. 4. Xylon con braccio falciante aspirante e braccio frontale Mulag Schmidt 5. Attrezzatura Mulag in opera di ripristino del fosso
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VIABILITÀ
11 Unimog per Avellino e 2 per Firenze attrezzati Assaloni, Giletta e Bucher GHERARDO MARCHELLI
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Il patrimonio stradale della Provincia di Avellino si estende per circa 1530 chilometri, suddivisi in 1079 chilometri di proprietà e 451 chilometri (strade ANAS) trasferiti in gestione dalla regione Campania nell’ottobre 2001. La verifica complessiva delle strade, in particolar modo quelle di trasferimento Anas, ha evidenziato che, oltre ad essere distribuite su tutto il territorio, ad ognuna di loro corrisponde una caratteristica ben precisa. Alcune, infatti, sono ad alta densità di traffico, altre riguardano zone di flusso turistico, altre di collegamento con e tra realtà economiche e lavorative, altre di collegamento con e tra realtà di carat-
tere sacro ed altre ancora sono di collegamento a realtà sanitarie. A questo si deve aggiungere il fatto che sono strade tutte di facile innevabilità (circa l’80% dei Comuni serviti sorgono a quote superiori ai 500 metri sul livello medio mare) e particolarmente sensibili rispetto ad eventi metereologici che ormai si ripetono, interessando la maggior parte del territorio provinciale, con scadenza pressoché periodica. L’esperienza acquisita dalla provincia, conseguentemente agli eventi metereologici nevosi e piovosi verificatisi, ha convinto che per poter affrontare momenti anche di emer-
genza basta individuare e distribuire sul territorio postazioni capaci di realizzare in tempi brevi gli spostamenti necessari per assicurare i vari interventi che il caso richiede. Il piano di emergenza tiene conto di quattro aspetti di priorità, con azioni che evitano l’isolamento dei comuni, assicurano i collegamenti con realtà sanitarie, assicurano transitabilità in 1. Unimog in consegna alla provincia di Avellino 2. U400 con spargitore Giletta HF e fresa Assaloni FF248 3. U400 con lame a settori Assaloni 3GS e fresa Assaloni FF248
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sicurezza dei tratti di strade interessati da flusso turistico religioso e di altro tipo e garantiscano i collegamenti con realtà lavorative. Quanto detto si traduce nella individuazione di 11 sedi, definiti Centri Strategici, scelti in funzione della posizione sul territorio provinciale (rispetto alla quota sul livello medio del mare e al tipo di collegamento che può garantire) in modo tale che il criterio generale guida di ogni tipo di intervento sia quello della celerità e della continuità, condizioni, queste, garantite dalla presenza contemporanea, dove possibile e dove necessario, di due mezzi sulla zona assegnata che percorrano gli assi viari uno in andata ed uno in ritorno. Come detto in premessa le strade in patrimonio all’Ente e quelle ex ANAS trasferite in gestione dalla Regione nell’ottobre del 2001 assommano complessivamente a 1530 km. Considerato che quelle gestibili con risorse interne dell’Ente concretizzano una estensione pari a km 846,225, resta la necessità di affidare all’esterno la gestione dell’emergenza per gli ulteriori km 683,908 e quelli risultanti dall’eventuale potenziamento di presenza di operatori su alcuni tratti.
Considerato, inoltre, che l’esperienza e il numero di operatori dipendenti dell’Ente Provincia non è tale da garantire una turnazione degli stessi, si rende necessario prevedere l’assunzione a tempo determinato di 3 mesi di 6 unità lavorative con qualifica di conduttore di mezzi meccanici speciali. Per poter assicurare il raggiungimento del risultato del piano di emergenza 2002-2003, la Provincia di Avellino ha ampliato il suo parco mezzi con 11 Unimog U400 con motore da 231 cv, tutti dotati del sistema Vario Pilot, che consente di spostare la posizione di guida da destra a sinistra in pochi istanti. Le attrezzature per la gestione della neve scelte sono 11 lame Assaloni a settori 3 GS, 4 frese Assaloni FF248, 11 spargitori Giletta HF 25-25 a catenaria con rullo frantumatore. Inoltre, per ottimizzare l’acquisto dei nuovi portattrezzi ed utilizzarli anche per altri lavori, la fornitura ha visto anche la presenza di tre falciaerba a braccio anteriore Assaloni BFA ed una spazzatrice Bucher Schörling Unifant 40. Grazie ai due potenti circuiti idraulici dei nuovi Unimog, tutte le attrezzature prendono potenza e vengono comandate direttamente da questi.
Anche la Provincia di Firenze che dopo l’acquisizione di circa 500 km di strade dell’ANAS arriva a gestire circa 1400 km di strade con zone collinari e la presenza di passi montani, con precipitazioni nevose anche importanti, ha incrementato il suo parco mezzi con due nuovi Unimog U400 con attrezzature sia invernali che estive. Come attrezzature antineve i nuovi portattrezzi sono stati allestiti con 2 lame Assaloni G90 per alto innevamento e 2 spargitori Giletta HF a catenaria con rullo frantumatore. Anche questi due Unimog U400 sono dotati del sistema Vario Pilot, che si dimostra utile, se non indispensabile, nelle operazioni di sfalcio erba, per le quali ha attrezzato entrambi i mezzi di falciaerba laterale a braccio Assaloni BFC3-60 e falciaerba anteriore a disco Assaloni PAU+FED (per lo sfalcio del ciglio stradale anche sotto il guard-rail). 1. U400 con lama Assaloni G90 e spargitore Giletta HF 2. Spazzatrice Bucher Schörling Unifant 3. U400 con falciaerba laterale a braccio Assaloni BFC3-60 4. Falciaerba anteriori a disco Assaloni PAU+FED
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AZIENDE
Orsi Group S.r.l.
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La Orsi Group S.r.l., con sede a Mascarino di Castello d’Argile, in provincia di Bologna, produce un’ampia gamma di decespugliatori e trinciatrici per le esigenze che possono presentarsi nel settore agricolo, come in quelli ad esso prossimi della manutenzione ambientale, stradale e del verde, sia pubblico che privato. Questa gamma molto diversificata permette al concessionario di offrirsi non solo come venditore, ma anche come consulente e partner del cliente, ossia quando offre la giusta soluzione tecnologica: efficace, economica ed affidabile, davvero tarata sulle
esigenze del cliente. Unendo poi al prodotto tutto il servizio e la collaborazione necessaria, perché il cliente avverta come stabilmente risolto il suo problema e così creare un continuo rapporto di collaborazione e scambio in entrambi i sensi, un elemento essenziale per molte ragioni, e soprattutto perché permette di concepire prodotti puntualmente capaci di soddisfare quelle nuove esigenze che proprio il concessionario monitorizza sul campo. Altro fattore tenuto in grande considerazione dalla Orsi, per questo rapporto biunivoco, è quello dell’organiz-
zazione di assistenza e ricambi, con la precisa e ferma volontà di risolvere il problema il più velocemente possibile. Elemento esaltato dal nuovo servizio di assistenza via internet, con la creazione dell’area di e-commerce e dei relativi ordini che, oltre al tempo risparmiato, non dovendo più aspettare che la linea dell’ufficio commerciale/vendite sia finalmente libera, permette una precisione degli ordini e quindi l’impossibilità di fraintesi ed errori, oltre alla rapidità di esecuzione. La rete interna all’azienda, infatti, connessa al programma di e-commerce del sito, invia in tempo reale la richiesta a tutti i settori interessati, compreso il magazzino, che può 1. Braccio ventrale Orsi 2. Braccio Visual Ventral 3. Schermata di colloquio per l’ordine di ricambi via internet
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provvedere immediatamente alla spedizione del pezzo, senza inutili ed in questo caso anche dannosi passaggi di mano. Il concessionario o il tecnico che possano fruire di questo sistema di reperimento ricambi, offrono quindi tempi decisamente più efficaci. Nella gamma Orsi delle decespugliatrici professionali, tra le apparecchiature che hanno reso più agevole tale impegno, meritano particolare rilievo la nuova Visual Ventral, una decespugliatrice retroportata applicabile a qualsiasi trattore, il cui braccio a geometria variabile può assumere la stessa configurazione operativa di una decespugliatrice ventrale, garantendo in tal modo all’operatore visibilità e controllo totali. Grazie a questa efficace soluzione si possono, in pratica, avere le più precise performance di un ventrale, restando insieme liberi di impiegare lo stesso trattore per qualsiasi altro uso e con qualsiasi altro utensile, come pale
spazzaneve, spargisale, ecc., quindi con una consistente ottimizzazione dell’investimento sul mezzo. Si conciliano così le differenze tra le due soluzioni tecniche: le ventrali offrono all’operatore un diretto ed ottimale controllo visivo del braccio e dell’utensile, ma purtroppo richiedono un mezzo completamente dedicato, che va quindi totalmente ammortizzato col solo utilizzo come decespugliatore; le retropor- 3 tate, viceversa, offrono purtroppo scar- re delle tranciatrici e decespugliatrici. sa visibilità ma sono applicabili al trat- Questi hanno consentito la realizzatore come un qualsiasi altro accesso- zione di bracci meccanici sempre più rio, non alterando quindi la versatilità potenti, precisi e facili da usare. del mezzo che in pochi minuti può Un’evoluzione che oggi permette di essere corredato di altre attrezzature e meccanizzare altre operazioni di svolgere lavori differenti. manutenzione ambientale e stradale, Sempre in tema di sfruttare un attrez- rendendo più agevole ed economico zo per esigenze varie, la Orsi propo- ciò che prima si faceva manualmenne applicazioni speciali per la manu- te, o addirittura rendendo possibili tenzione della segnaletica stradale, quegli interventi che fino ad oggi sfruttando gli sviluppi tecnologici che erano così onerosi da essere svolti da alcuni anni caratterizzano il setto- raramente, o addirittura mai. È que1. Athletic 655 VT 2. Trattore con Power 10500 Telescopic retroportata e GSRO 2300 3. Royal 550 montata su locomotiva FS 4. 5. 6. 7. Attrezzature Orsi per l’utilizzo dei bracci in lavori diversi
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sto il caso, ad esempio, della manutenzione della segnaletica stradale, uno tra i più importanti fattori di sicurezza stradale. Di notte ed al crepuscolo in particolare, ma anche di giorno, quando piogge, nebbie o nevicate riducono la visibilità, è particolarmente importante poter contare su cartelli segnaletici, paracarri e catarinfrangenti puliti, in grado di garantire sicurezza. Per questo la Orsi ha studiato e produce accessori come la spazzola piatta rotante per la pulizia del bordo stradale e della segnaletica orizzontale (operazione che riduce o previene anche l’otturazione degli scarichi) ed una delicata spazzola, composta da due speciali rulli di tela, che consente la pulizia di guard-rail e catarinfrangenti, paracarri plastici flessibili e perfino cartelli segnaletici. Due accessori meccanici efficaci e facili da installare ed usare, in grado di rendere veloci ed economici tali lavori, per un maggior decoro del territorio ed una sempre maggiore tranquillità degli automobilisti. 1. Cut 030 al lavoro 2. Jolly 105
Per la gestione del verde urbano, come il taglio di siepi e prati, attività che non richiedono particolari capacità e che le nuove tecnologie permettono di realizzare con estrema efficienza, velocità e precisione anche impiegando operatori meno esperti, Orsi propone una gamma estremamente articolata di trinciatrici, tra cui molti modelli che possono rendere estremamente rapide e precise alcune di queste operazioni. Il Cut 030 revers, ad esempio, può essere montato sia in posizione anteriore che posteriore su micro trattori, rendendo quindi possibile montarne due per regolare una siepe sul lato, con una barra siepi in verticale, e contemporaneamente tagliarne, in orizzontale, la
sommità. Altro esempio è il Golf 155, un modello di trinciaerba leggero che, grazie al coltello a spatola consente un taglio molto regolare, ideale per parchi, giardini e perfino campi sportivi. Adatto a tutti i tipi di piccoli trattori, il Golf 155 è dotato di un contenitore posteriore per l’erba tranciata che, per le notevoli dimensioni e l’apertura oleodinamica, consente una ragguardevole velocità operativa. Un altro attrezzo Orsi di grandi dimensioni è il tranciaspira, dotato di una grande fresa aspirante in grado di rimuovere, insieme al taglio di erba, canne e rami, anche ogni possibile rifiuto. Ideale quindi per trattamenti intensivi, rapidi e definitivi, che non richiedono ulteriori passaggi di rifinitura.
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MEZZI SPECIALI
Meeting Kässbohrer per gli esperti di fuoristrada Sul terreno di esercitazioni militari di Münsingen nel Giura Svevo, la Kässbohrer Geländefahrzeug AG ha organizzato il 15 novembre 2002 il Meeting degli Esperti. Prima del lancio su larga scala dei nuovi Utility Vehicles, il leader mondiale del mercato dei battipista ha offerto agli specialisti e alla stampa internazionale la possibilità di verificare l'efficienza dei cingolati e constatare di persona il piacere di guida che offrono. A Münsingen l'area di esercitazioni militari offre i più bei fossati fangosi, le pendenze più estreme, le configurazioni più varie con prati e boschi: le condizioni ideali per un test dei veicoli fuoristrada. E la Kässbohrer Geländefahrzeug AG, da qualche tempo, le sfrutta con grande soddisfazione. In questo aspro paesaggio sono stati invitati una cinquantina di specialisti internazionali e rappresentanti della stampa dei settori sport motoristi20
co/fuoristrada e vigili del fuoco. Gli ospiti hanno avuto la possibilità di provare personalmente i cingolati, constatando lo straordinario piacere di guida trasmesso da veicoli che appaiono bizzarri agli occhi di certi osservatori. Il Meeting degli Esperti, naturalmente, è stato convocato in una giornata... senza spari, e il campo base delle prove è stato montato in una zona adatta, al di fuori degli impianti di tiro. A Münsingen gli invitati hanno potuto provare le seguenti macchine. PistenBully Canyon, il piccolo ed
agile specialista "off road" per i trasporti su terreni impervi; il suo piano di carico offre spazio ad attrezzi e materiali fino a 500 kg. Equipaggiato con cabina passeggeri consente inoltre di trasportare fino a 3 persone. PistenBully 100 Flexmobil, il grande e versatile professionista del fuoristrada con capacità di marcia pressoché illimitata, utilizzabile su sabbia, detriti o fango. Consente di trasportare fino a 1,6 t di materiale e la cabina passeggeri può accogliere fino ad 8 persone. È stata inoltre data una dimostrazione del nuovo PistenBully Fireflex: con una speciale attrezzatura antincendio il PistenBully 100 Flexmobil si è trasformato in un professionista prezioso per i vigili del fuoco nonché per la protezione civile. Con il Meeting degli Esperti la Kässbohrer Geländefahrzeug AG, intensifica il proprio impegno nel settore degli "Utility Vehicles". Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
PORTATTREZZI
Bucher Schörling presenta la nuova serie di veicoli portattrezzi GHERARDO MARCHELLI
La Bucher Schörling ha presentato presso lo stabilimento di Arielli (Chieti) la nuova serie di veicoli portattrezzi BU100 - BU150 - BU200 alla rete di vendita italiana. La presentazione, oltre ad un'ampia descrizione tecnica dei veicoli, ha consentito di provare i mezzi su un duro campo prove allestito in una vicina cava. Questa occasione ha permesso di apprezzare le doti fuoristradistiche del mezzo, con una semplicità di guida che ha sorpreso tutti i partecipanti. I modelli disponibili sono di 35 - 50 60 quintali, con passo rispettivamente di 2,3 - 2,75 - 3,1 metri, tutti con larghezza di 1,70 m, trazione sia 4x2, sia 4x4, monotraccia oppure con ruote gemellate posteriori. La motorizzazione è un Iveco-Euro3 turbodiesel di 2800 cc, sistema d'iniezione Common-Rail, turbocompressore a gas di scarico e raffreddatore dell'aria di sovralimentazione. La potenza è di 78kW (105 CV) a 3600 giri/min, con coppia di 250 Nm a 1800 giri/min. Il cambio a 6 marce + 1 rm sincronizzato (ZF 6S300), per le versioni a quattro ruote motrici presenta un gruppo ripartitore staccato che porta a 12 marce +2 rm. Il cambio è flangiato sul motore, la frizione è monodisco a secco di 10 1/2" (267 mm) e molla a diaframma. Il comando è a pedale con trasmissione Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
meccanica a recupero automatico del gioco. Sul lato esterno sinistro il carter è predisposto per una presa di forza meccanica. Il comando idraulico della frizione è di serie su tutte le versioni.
Il gruppo di rinvio nella versione 4x4 è posizionato a valle del cambio, con ingranaggi elicoidali sbarbati, disposti in cascata su tre alberi, innesto semisincronizzato dei rapporti mediante
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comando meccanico (rapporto lento: 1: 3,937, rapporto normale: 1: 1,142). La presa di forza meccanica, coassiale con l'albero di entrata, è dipendente dai rapporti del cambio, la coppia massima prelevabile è di 400 Nm. A richiesta è possibile avere la trazione integrale permanente con differenziale bloccabile. L'autotelaio è composto da due robusti longheroni in acciaio con sezione a C, collegati mediante traverse imbullonate, soluzione che permette un'elevata flessibilità torsionale, garantendo un'aderenza ottimale anche nelle situazioni più difficili, combinata con le sospensioni a molle a balestra a semplice flessibilità progressiva sull'asse anteriore ed a doppia flessibilità sull'asse posteriore e ammortizzatori idraulici telescopici anteriori e posteriori. Gli assali sono tutti forniti dalla Carraro. L'assale anteriore, per le versioni 4x2, è realizzato in acciaio stampato a profilo tubolare, i mozzi sono montati su cuscinetti a rulli conici con lubrificazione a grasso; per le versioni 4x4 è un motoassale rigido a semplice riduzione centrale con coppia Gleason e differenziale a 4 satelliti, semialberi delle ruote direttrici con giunti cardanici longlife. L'assale posteriore è di tipo portante a semplice riduzione centrale e differenziale. Il rapporto al ponte di serie nel
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B100/B150 è 1:4,55 e nel B200 è 1:5,125. Il blocco meccanico totale del differenziale, optional nella versione 4x4, è una realizzazione standard per le versioni 4x2 di B100 e B150. La cabina ribaltabile in acciaio, con trattamento anticorrosivo della superficie mediante elettroforesi ad immersione, è la nota e collaudata cabina Bucher, insonorizzata e termoisolata, rinnovata in alcuni accorgimenti estetici. Questa permette una visibilità ottimale in tutte le direzioni grazie a una posizione di guida avanzata, parabrezza panoramico, stratificato di sicurezza, parete posteriore finestrata, portiere con cristalli discendenti (azionamento elettrico optional) ed ulteriori superfici vetrate nella zona inferiore delle portiere. Il comfort è garantito dalla sospensione della cabina con elementi elastici in gomma e ammortizzatori idraulici. Il sedile di guida, di forma ergonomica, è scorrevole assialmente con rivestimento in stoffa (optional: molleggiato con regolazione dell'altezza, dell'inclinazione e dello schienale). La panchetta passeggeri può essere a scelta: fissa con 2 posti, oppure monoposto con sedile comfort. All'occorrenza un impianto di climatizzazione può essere montato sulla cabina. Lo specchietto retrovisore ed il parabrezza possono essere forniti con riscaldamento elettrico.
L'idroguida, a circolazione di sfere servoassistita di serie, rende una guida facile e precisa. A richiesta è disponibile anche la versione con la guida a destra per tutti i modelli. I freni sono con ABS a 4 canali con dischi ventilati all'interno su tutte e quattro le ruote. Il freno di servizio ha il sistema idraulico a due circuiti, indicatore elettrico di usura pastiglie dischi, recupero automatico del gioco, spie luminose per guasto circuito frenante e livello liquido dei freni. E' inoltre possibile montare il freno di stazionamento a depressione, molto utile per l'utilizzo di compattatori che vanno in vibrazione. Molto interessanti ed importanti per questi veicoli sono gli impianti idraulici, integrati come moduli nel telaio di scarramento a sfera, con l'interessante possibilità di un loro inserimento successivo. La prestazione idraulica per il circuito idraulico uso comunale viene sottratta dalla presa di forza a dipendenza del motore trazione e trasmessa tramite cinghia a V. Gli impianti idraulici proposti sono di due tipi. Impianto idraulico ad un circuito, utile per azionare attrezzi montati operanti in modo stazionario, come ad esempio attrezzature scarrabili, piattaforme aeree, autocompattatore, gru, adatto anche per far operare cassoni ribaltabili trilaterali e a ribaltamento posteriore. Questo si basa su una pompa
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Pneumatici disponibili/velocità finale Pneumatici Assale BU100 BU150 Posteriore 3,5 t 5,0 t 185/75 R16 a coppie 100 km/h 195/75 R16 a coppie 102 km/h 205/75 R16 a coppie 105 km/h 105 km/h 7,50 R16 a coppie 115 km/h 115 km/h 215/75 R16 singolo 225/75 R17,5singolo 97 km/h 97 km/h 255/100 R16 singolo 116 km/h 116 km/h
ad ingranaggi 16 cm3/giro attraverso la presa di forza flangiata sul cambio di velocità, con inserimento e disinserimento della presa di forza soltanto allo stato disaccoppiato, una pressione nominale di 200 bar, portata massima 45 l/min, con numero di giri del motore medio (2.500 giri/min), portatata di 30 litri/minuto, pressione d'esercizio di 160 bar, attacco di mandata e di ritorno con innesti rapidi a tenuta conica dietro la cabina di guida, comando ventilatore mediante interruttore, serbatoio olio idraulico da 25 litri con filtro di ritorno, ventilazione e disareazione, indicatore di livello. Impianto idraulico a due circuiti con azionamento attraverso presa di forza collegabile elettroidraulicamente, dipendente dal motore, ha una pompa idraulica a distribuzione variabile del volume d'olio (50 l/min)
BU200 6,0 t 100 km/h 100 km/h 80 km/h 103 km/h
su 2 circuiti indipendenti, pressione d'esercizio max.180 bar, raffreddatore dell'olio con potenza 7,5 kW, serbatoio olio idraulico 50 l con filtro di ritorno, ventilazione e aerazione, indicatore livello. Numero delle funzioni idrauliche: Circuito 1 1 -> sollevare/abbassare a doppio effetto posizione flottante 2 -> orientare a doppio effetto con posizione flottante optional 3-> ribaltabile a doppio effetto senza posizione flottante/ optional con posizione flottante 4-> ulteriori applicazioni Circuito 2 Corrente permanente fino a 50 l/min (per uso spargisale ed altro) Per i veicoli con trazione integrale può essere richiesta una presa di
lavori pubblici
forza meccanica posteriore. La piastra portattrezzi anteriore ha gli attacchi previsti sul telaio del veicolo in testa ai longheroni del telaio, per una corretta distribuzione degli sforzi, ed è prevista e registrata nel DGM del veicolo. A novembre sono già state fatte le prime consegne a clienti in Germania, da gennaio inizierà la commercializzazione dei BU100 e 150, mentre per i BU200 inizierà ad aprile. Lo scopo di questi nuovi veicoli è quello di creare un mezzo portattrezzi maneggevole e di dimensioni compatte, offrendo in collaborazione con diversi allestitori tutte quelle attrezzature per un utilizzo in tutte le stagioni, magari già inserite nel DGM del veicolo. Molto interessante è la rete di distribuzione austriaca, che è la stessa dell'Unimog per quel paese.
lavori pubblici Edito da
si propone quale strumento di informazione per: - uffici tecnici di comuni, province, regioni e comunità montane - società di gestione strade e autostrade - aziende municipalizzate di multiservizi e raccolta rifiuti - ditte appaltatrici di lavori pubblici - parchi - aeroporti - enti, aziende e comunità di grande dimensione - ditte produttrici e commerciali nei settori di intervento della rivista Lavori Pubblici vuole avere un’impostazione editoriale attiva (non di mera attesa di comunicazioni aziendali) ed applicativa. Suggerimenti e segnalazioni di interessanti applicazioni da parte dei lettori e degli operatori interessati sono graditi e sollecitati. Per informazioni, contatti e suggerimenti rivolgersi alla redazione di quota neve via Panizza 12 - 20144 Milano tel. +39 02 4983120 fax +39 02 4985157 e-mail: lavoripubblici@quotaneve.it Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
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Nuove attrezzature invernali per l'Amsa GHERARDO MARCHELLI
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L'Azienda Milanese Servizi Ambientali ha indetto lo scorso anno una gara di appalto per fornirsi internamente con attrezzature antineve. Normalmente Amsa si avvale di terzi per il servizio neve: per sopperire ad eventuali carenze di questi, per coprire esigenze, soprattutto di salatura di percorsi particolari che devono essere eseguiti con una certa frequenza, si sono dotati internamente di alcune attrezzature. Questa gara per la fornitura di attrezzature neve puntava la sua attenzione primaria sulla fornitura di spargisale, sia di grosse che di piccole dimensioni, inoltre richiedeva delle lame neve nella versione da 3,20 m e la revisione e messa a norma di alcune vecchie lame di proprietà Amsa. Infatti lo scorso anno si erano dotati di veicoli che permettono di eseguire pluriservizi. Questi si prestano facilmente ad essere dotati con le lame neve, inoltre,
attrezzati per la movimentazione dei contenitori scarrabili, possono appunto essere carrati in un tempo molto contenuto con spargisale. Le attrezzature fornite, per un totale di 11 spargisale da 9m 3 , 8 lame nuove da 3,20 m, 2 lame nuove da 3 m e 15 lame vecchie da 3 m, revisionate ed aggiornate, saranno distribuite nei quattro angoli della città, in ogni dipartimento, in modo da essere operative in tempi brevi su tutto il territorio urbano. Da notare anche una consegna parallela di 12 Bobcat, forniti con la formula del noleggio, dotati anche di lama da 1,10 m, particolarmente adatta per lo sgombero neve dei marciapiedi e di aree strette. L'organizzazione del servizio è costituita da una Unità Centrale Neve, che controlla e coordina le 4 Unità Operative Neve, dove convergono gli appaltatori esterni. In caso di emergenza neve è garantita l'operatività
24 ore su 24; per le previsioni, Amsa è in collegamento continuo con le stazioni meteo di Brera e Linate. Il servizio copre tutte le strade del territorio del Comune di Milano, con priorità di 1° e 2° intervento; sono di 1° intervento tutte le strade di penetrazione, le circonvallazioni, le strade che portano in edifici di uso pubblico (ospedali, scuole ecc.), percorsi auto filo tramviari; sono di 2° intervento tutte le altre. L'intervento vede una frequenza continua, fino alla pulitura completa. Il sale utilizzato, sia in abbattimento che in preventivo, è il cloruro di sodio marino. La scelta delle attrezzature è avvenuta tramite appalto concorso, al quale hanno partecipato più aziende; Amsa ha definito le caratteristiche e le esigenze, ha fatto le analisi e le prove; parte importante del contratto riguardava l'assistenza, ossia il fornitore deve prestare assistenza per cinque anni su queste attrezzature; deve, due volte l'anno, ad inizio stagione, mettere a punto queste attrezzature, e, a fine stagione, prepararle per essere accantonate per il periodo estivo. Il contratto prevedeva poi una certa quota per le riparazioni che eventualmente si rendessero necessarie nel periodo. Su queste basi sono poi state date valutazioni alla 1. 2. 3. Spargitore Bombelli Mounty da 9 m3
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rumorosità, molto importante per operare in ambito urbano, alle emissioni dei motori ausiliari, ai materiali utilizzati ed al prezzo. L'appalto è stato aggiudicato alla ditta Angelo Bombelli - Costruzioni Metalliche Srl, di Milano, fondata nel 1889, storica ditta nel settore della viabilità invernale. Bombelli ha così fornito gli spandisale della serie Mounty da 9 m3 montati su multilift, Mounty da 1,5 m3 e le lame EFU da 3,20 m. Il Mounty è uno spargitore portato a nastro, che può lavorare con diversi tipi di materiale: sabbia, ghiaia e tutti i tipi di fondenti chimici. E' composto da una tramoggia in acciaio ad alta resistenza all'usura, supportata da un telaio e rinforzi laterali. Sopra il nastro trasportatore sono posizionati un
albero frantumatore e le griglie di vaglio, che evitano il formarsi di blocchi di materiale. La presa di moto dello spargitore avviene con un motore diesel con avviamento elettrico che aziona una pompa idraulica. L'olio in pressione viene smistato da un gruppo di valvole proporzionali che azionano il nastro trasportatore ed il disco di spandimento. La coda di spandimento in acciaio inox è regolabile in altezza ed è dotata di un dispositivo per lo spandimento simmetrico e asimmetrico. La scatola comandi, da posizionare in cabina di guida, consente una regolazione precisa della quantità da spargere. La struttura metallica per resistere all'attacco degli agenti atmosferici ed alla corrosione del sale viene sabbiata e
trattata con appositi smalti sintetici poliuretanici bicomponenti allo zinco. Il Mounty da 1,5 m3 ripete tecnicamente lo schema dello spargitore da 9 m3, con un motore termico da 9 HP e tramoggia interamente in acciaio inox. La lama EFU ha una larghezza di sgombero da 3,20 m. Questa è composta da due settori indipendenti irrobustiti da nervature e scatolature; i due settori consentono alla lama di lavorare su due differenti piani di appoggio. Il longherone centrale è in tubolare a forte spessore, che consente di reggere notevoli sollecitazioni. Il sistema antiurto è meccanico a molle verticali in acciaio speciale antisnervamento: ogni molla è dotata di un apposito tenditore per la regolazione della taratura dell'aggressività della lama e dell'assorbimento degli urti. Un bilancere di stabilizzazione da' una perfetta aderenza della lama sulla superficie stradale (oscillazione laterale). Un circuito idraulico con valvole antiurto comanda i cilindri idraulici snodati per la salita/discesa, destra/sinistra della lama, con un angolo di rotazione max di 35° con un fine corsa meccanico per evitare ai cilindri idraulici un eventuale colpo d'ariete in fase di lavoro. 1. 2. Spargitore Bombelli Mounty da 1,5 m3 3. Bobcat 4. Lama Bombelli EFU da 3,20 m 5. Piastra porta lama
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VIABILITÀ INVERNALE
Self-service del sale GHERARDO MARCHELLI Agristrade ha organizzato una visita a Casalecchio di Reno ad uno dei tre impianti di stoccaggio sali dell’ultima generazione costruiti in Italia per la Autostrade spa, gli altri due si trovano ai centri di manutenzione di San Lazzaro di Bologna e Forlì. Questi nuovi impianti sono stati progettati per consentire di sfruttare i vantaggi dello scarico del sale a gravità, riducendone l’altezza, pur mantenendo una capacità di materiale elevata, per ridurne l’impatto ambientale. Agristrade ha raggiunto questo traguardo con questi sili da 500 tonnellate con un’altezza di 15,50 m con un diametro di 8,57 m, prima per un silo di pari capacità si raggiungevano i 25 m di altezza. Inoltre il sistema di pesatura di alta precisione integrato da una informatizzazione evoluta, permette un utilizzo dell’impianto in modo semplice tanto, da poter essere usato in maniera autonoma da ogni operatore, facendone un vero e proprio selfservice del sale. Per permettersi di utilizzare un diametro di così ampie dimensioni, senza perdere un grande volume a causa del cono di deposito del sale, è stato adottato un sistema di caricamento rotante, all’interno del silo, che permette di distribuire il materiale in maniera uniforme. La struttura, tutta costruita in acciaio inox e lamiera vetrificata, poggia su sei celle di carico a doppia flessione, che permettono di pesare istantaneamente il carico e quindi di controllare ogni operazione. La struttura di sostegno, apparentemente sovradimensionata con controventature importanti, è stata progettata per darle una notevole rigidezza in modo da garantire un grado di precisione estremo del sistema di pesatura. Autostrade spa dopo prove pratiche di verifica del sistema di pesatura, caricando dei camion, pesandoli prima e dopo l’operazione, ha riscon26
trato un ottimo grado di precisione. Tutta questa precisione nel rilevare il peso è di fondamentale importanza per la gestione dell’impianto, visto che ogni operazione di carico e di scarico è comandata in maniera automatica dal computer, che gestisce le operazioni, basandosi ovviamente sulle differenze di peso registrate, che proprio per le possibilità che si hanno devono essere esatte. Il sistema, infatti, consente al gestore di registrare un codice di riconoscimento di ogni utente, che permette allo stesso di eseguire le operazioni di carico in modo estremamente semplice e di registrare l’operazione, dando al gestore la facoltà di conoscere tutte le operazioni avvenute, sia per una gestione storica dei dati, sia per un’eventuale fatturazione dei prelievi alle ditte esterne che utilizzano l’impianto. Il software di sistema consente due differenti livelli di accesso, una per l’utente ed una per il gestore. L’utente può comandare tutte e sole le operazioni di carico, con la possibilità di scegliere la quantità desiderata; un telecomando di sicurezza permette all’operatore di chiudere la saracinesca, utilizzabile anche per correggere la posizione del veicolo per una distribuzione ottimale del carico. Il gestore, oltre a poter impostare i codici utente, può controllare tutti i dati immagazzinati nel computer (memorizzati in formato Access per un loro studio su PC), controllare il buon funzionamento del sistema, impostare il funzionamento del sistema in maniera manuale ed anche in modo completamente meccanico, per un utilizzo del silo anche in completa assenza di corrente. La serranda di scarico ermetica è comandata da un pistone con sette interruttori di prossimità, si apre in funzione dello scarico richiesto con un tempo per l’operazione quasi indipendente dalla quantità: 2 minuti e 35 secondi per 8.000 kg e poco meno per 500 kg. Per garantire la chiusura istantanea della serranda in caso di emergenza,
anche in assenza di elettricità, vi è un accumulatore di pressione a precarica di azoto; una pompa a mano a doppio effetto ne permette una sua ricarica nell’eventualità di un suo utilizzo meccanico. Tre vibratori ad eccentrico a funzionamento automatico favoriscono il deflusso del sale, inoltre in caso di formazione di un grosso grumo di sale, in prossimità della bocca di uscita si trova la possibilità di intervenire con una punta per la sua rottura manuale, remoto caso, visto che per sili di così grosse dimensioni e situati in zone umide viene montato un filtro in gel di silice (rigenerabile), che trattiene l’umidità dell’aria in entrata. Il sistema per le operazioni di carico è anch’esso semplice ed intuitivo: aprendo un unico portello stagno si accede al bocchettone di carico, si apre lo sfiato e si da’ inizio alla registrazione dell’operazione sul terminale. Da notare come siano stati previsti tutti i possibili malfunzionamenti dell’impianto, compresa la remota possibilità di dover sostituire una delle sei celle di carico, con un sistema di staffatura e martinetti idraulici e la presenza di un modem che consente un controllo del computer in accesso remoto da parte di Agristrade per eventuali soluzioni di problemi con interventi possibili a distanza. Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
MANUTENZIONE DEL VERDE
Aebi Terratrac per le Valli Unite del Canavese GHERARDO MARCHELLI La società cooperativa Valli Unite del Canavese, che da sei anni opera prevalentemente in zona, con interventi anche in aree più distanti ed offre lavori agricoli e forestali, manutenzione di aree verdi, interventi di recupero ambientale con tecniche di ingegneria naturalistica a basso impatto ambientale, ha trovato nella Terratrac TT 70 S della Aebi, il mezzo adatto per lo sfalcio delle zone montane. Questo portaattrezzi a trazione integrale idrostatica, con motore Kubota Turbo - Diesel da 61 CV, trazione idrostatica e ruote a bassa pressione, attrezzata con una trincia anteriore permette di eseguire i lavori di pulizia dei terreni ormai abbandonati da anni dalla agricoltura montana, che richiedono uno sfalcio del sottobosco invaso da piante e da cespugli di rovi di
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uno strato a volte superiore a due metri, su un terreno che in piemontese chiamano "muias", molto umido, in quanto pieno di sorgenti, quindi particolarmente scivoloso e impervio. Proprio qui la Terratrac viene sfruttata al massimo delle sue capacità di stabilità, anche senza le ruote gemellate (scelta fatta per semplicità di trasporto), di maneggevolezza, grazie al sistema di sterzaggio che se applicato sulle quattro ruote riduce il raggio di volta a 2,9 m, e di buona visibilità della cabina di guida sugli attrezzi. La società Valli Unite del Canavese si è inoltre dotata di molteplici attrezzi, forniti dal rivenditore Aebi di Aosta Mafer, per sfruttare in molteplici lavori la facilità di guida, le notevoli doti di arrampicabilità e l'agilità del Terratrac: la trincia anteriore che permette di
alzarsi frontalmente, dando la possibilità di aggredire i cespugli più impegnativi dall'alto in maniera quasi frontale; sull'attacco a tre punti posteriore montano un braccio Orsi modello CUT 030, con uno sbraccio di 3,10 m ed una testa trinciante da 80 cm, per eseguire rifiniture nei lavori di sfalcio o lavori sui cigli stradali; una benna anteriore ed una piccola betoniera per portare materiali e preparare cemento in zone impervie, dove spesso si trovano ad eseguire lavori di ingegneria naturalistica e di ripristino di sentieri. Prima per questo generi di lavori avevano un altro mezzo, completamente meccanico, che però si era rilevato sottodimensionato per le loro esigenze, presentando problemi di ripetute rotture meccaniche, cosa che li ha portati a ponderare accuratamente la scelta verso questo mezzo molto robusto e a trazione idrostatica. Inoltre questa macchina, come anche tutte le attrezzature della società, viene affidata ad un unico operatore, sia per ottimizzare l'esperienza dello stesso, sia per responsabilizzarlo nei confronti dell'attrezzatura. Grazie ad un sistema di controllo di consumo dei carburanti di tutti i mezzi della società hanno potuto osservare un notevole risparmio, proprio nei consumi di carburante, affidando ad un unico operatore ogni mezzo.
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VIABILITÀ
Novità tecniche Assaloni Assaloni quest'anno presenta interessanti novità tecniche nelle sue attrezzature. Nel dettaglio le novità riguardano: una nuova lama autostradale a larghezza variabile modello E90 40-50 (brevettata), una nuova serie di lame aeroportuali M90-55 / M90-60, un ampliamento della gamma delle lame ad elementi serie GS con un modello aeroportuale 5GS-52, un completamento gamma delle lame a geometria variabile (Vomeri) con il nuovo modello Y3 adatto a piccoli veicoli, la ruota d'appoggio autoregolante (brevettato), un sistema d'attacco rapido dei coltelli di raschiamento montati su supporto elastico (brevettato). Infine è stata omologata una nuova versione della piattaforma aerea Pas 10 con un'altezza di lavoro di 10,85 metri, cestello portaoperatore isolato per lavori sotto tensione (fino a 500 volt) e comandi elettroidraulici proporzionali. Lama sgombraneve a larghezza variabile E90 40-50 (sistema brevettato) DATI TECNICI E90 40-50 Lunghezza alerone (variabile) mm Da 4000 a 5000 Altezza alerone al centro mm 1100 Altezza alerone lato destro mm 1190 Ingombro max in posizione retratta mm 4000 (senza bordi laterali) Ingombro minimo per passaggi stretti mm 3600 (senza bordi laterali) Apertura normale di sgombero a 32° (variabile) mm da 3400 a 4200 Massa totale lama sgombraneve completa di tutti gli accessori Kg 1300 Massa della sola centralina elettroidraulica (completa di cavi e pulsantiera) Kg 60
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Costituita da un corpo fisso a struttura monolitica dotato di orientamento idraulico, sollevamento e di un sistema di oscillazione per seguire l'inclinazione della superficie stradale, sul suo lato destro è posto un elemento mobile che ha la possibilità di scorrere rispetto all'elemento fisso tramite un martinetto idraulico, in modo da aumentare la larghezza operativa. Entrambi gli elementi sono dotati di un sistema per ammortizzare gli urti radenti (inserto in vulkollan) che è attivo per ogni larghezza operativa. Caratteristica importante di questa lama è di poter lavorare sia in posizione retratta (simmetrica rispetto al
centro), che allungata e in tutte le posizioni intermedie. Lama serie M90 55-60 Lama sgombraneve a struttura monolitica semplificata dotata di orientamento idraulico, il sollevamento è azionato da un martinetto idraulico a doppio effetto, l'angolo di incidenza sulla superficie stradale è costante. Le lame sgombraneve della serie M90 possono lavorare esclusivamente con coltelli di raschiamento in 1. 2. 3. Lama Assaloni E90 40-50 a larghezza variabile 4. 5. Lama aeroportuale Assaloni M90 55-60
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DATI TECNICI M90-55 M90-60 Lunghezza coltello mm 5000 6000 Apertura di sgombero a 35° mm 4500 4910 Ingombro minimo per passaggi stretti mm 4880 5160 Sbalzo massimo mm 3200 3304 Sbalzo con lama diritta mm 1570 1570 Altezza alerone mm 1100 1100 Altezza massima da terra mm 350 350 Baricentro mm 950 950 Massa Kg 1100 1165
poliuretano con i quali è possibile operare ad alta velocità in assenza di vibrazioni, consentono di assorbire eventuali urti radenti, senza danni all'asfalto o la pavimentazione sulla quale si opera. È dotata di un sistema di oscillazione per seguire l'inclinazione stradale. Queste attrezzature vengono collegate alla parte anteriore di una motrice predisposta a tale scopo. Le lame della serie M90 possono essere utilizzate per lo sgombero neve in velocità. Lama sgombraneve 5GS-52 Alla oramai conosciuta ed apprezzata serie di lame Assaloni ad elementi GS si aggiunge la 5GS-52, particolarmente indicata per un utilizzo aeroportuale. L'alerone è diviso in cinque elementi indipendenti che in caso di urto si sollevano verso l'alto, successivamente l'elemento ritorna nella posizione normale. L'attrezzatura è dotata di orientamento idraulico e di un dispositivo di sollevamento articolato a parallelogramma comandato da un martinetto a doppio effetto. Un doppio sistema di oscillazione segue l'inclinazione stradale. DATI TECNICI 5GS-52 Numero elementi Lunghezza coltello Apertura di sgombero a 30° Sbalzo con lama diritta Altezza alerone Altezza alerone Altezza alerone Altezza massima da terra Altezza ostacolo superabile Baricentro Massa
n° mm mm mm mm mm mm mm mm mm Kg
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Tali lame normalmente sono attrezzate di coltello in poliuretano e devono essere accessoriate di ruote d'appoggio. Si tratta sostanzialmente di una variante della lama GS, costruita fino ad ora con larghezza massima di 4000 mm. Vomere sgombraneve Y3 DATI TECNICI Y3 Lunghezza lato coltello sperone mm 585 Lunghezza coltello alerone mm 925 Apertura di sgombero lama mm 1780 Apertura di sgombero a cuneo mm 2100 Apertura di sgombero a cucchiaio mm 1350 Altezza ai lati mm 1150 Altezza al centro mm 800 Baricentro mm 310 Peso versione base Kg 370
Assaloni allarga la gamma di vomeri sgombraneve a geometria variabile serie Y con un nuovo modello Y3N, adatto per trattori medio/piccoli, autocarri medio/leggeri e pale gommate medio/piccole, mantenendo una struttura robusta. Può lavorare con diversi tipi di coltelli (selene, acciaio, tecnillan) e mantiene un profilo curvo anche nello sperone per consentire una maggiore penetrazione. L'Y3N è un vomere sgombraneve universale a geometria variabile costituito da due ali mobili incernierate allo sperone centrale in modo che ruotando (da +45° a - 45°) può assumere le posizioni a cuneo, a lama, a cucchiaio e tutte le posizioni intermedie tramite due pistoni idraulici a doppio effetto. Il sistema di sollevamento è articolato a parallelogramma e comandato da un martinetto a doppio effetto. Nelle versioni per autocarri dotati di piastra portattrezzi con siste-
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ma di sollevamento integrato (tipo M.B. UX100 o MULTICAR) il dispositivo a parallelogramma è costituito da un telaio fisso. L'attrezzo è dotato di un sistema di oscillazione laterale (circa15°) che permette di seguire le modulazioni del terreno. La regolazione laterale avviene tramite accumulatore d'azoto. E' idoneo per trattori medio/piccoli, autocarri medio/leggeri e pale gommate medio/piccole con caratteristiche di portata adeguate. La motrice può essere provvista di uno dei seguenti tipi di aggancio: tipo SETRA, tipo DIN 76060 GR.A/GR.B, piastra UNILIFT tipo UX100, piastra MULTICAR Inoltre le motrici complete di impianto oleodinamico devono essere provviste di un distributore avente i seguenti requisiti minimi: pompa che fornisca almeno 10 lt; pressione di lavoro 120 bar; 3 leve a doppio effetto, di cui almeno una con posizione flottante. Ruote d'appoggio autoregolanti Questi componenti devono essere fissati alle estremità dell'alerone della lama, hanno la funzione di diminuire il peso che agisce sul coltello di raschiamento per limitarne l'usura e aumentare la durata. Sono dotate di un sistema brevettato che consente un abbassamento automatico della lama a seguito dell'usura del coltello. In pratica regolando opportunamente le ruote, il coltello preme sul terreno con una pressione predeterminata. Il 1. 2. Lama ad elementi Assaloni 5GS-52 3. Vomere Y3 su Multicar 4. Schema ruote d'appoggio autoregolanti 5. Ruote d'appoggio autoregolanti
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sistema consente una ripresa automatica della progressiva usura del coltello che determina un abbassamento della lama. Quando è stata raggiunta la posizione di fine lavoro, e quindi la pulizia non è più ottimale, bisogna procedere ad una nuova regolazione. Questo accessorio è applicabile alle lame della serie M90 aeroportuale o sulla nuova E90 40-50. L'uso delle ruote per limitare il peso sul coltello, renderne uniforme il consumo o sostenere il telaio è una soluzione nota. Bisogna tener conto del fatto però che durante le fasi operative il coltello si consuma (soprattutto nel caso di coltelli in poliuretano o materiale plastico). Periodicamente è quindi necessario procedere ad una nuova regolazione posizionando opportunamente in altezza le ruote. Naturalmente tale operazione va eseguita a veicolo fermo e richiede un certo tempo. Scopo del nuovo dispositivo è quello di effettuare questa regolazione automaticamente, a partire da una posizione iniziale e in conseguenza dell'usura mantenere il coltello a contatto con il terreno. Con questo tipo di accessorio le regolazioni sono ridotte al minimo. Sistema bloccaggio rapido coltelli In alcuni modelli di lame sgombraneve prodotte dalla Assaloni (M90, A90, GS) il coltello di raschiamento è sostenuto da un inserto in materiale elastico (ad esempio vulkollan), tale sistema consente l'ammortizzazione degli urti radenti. L'elemento in vulkollan inserito tra l'alerone ed il coltello consente al coltello stesso una rotazione di 90° quando esso è sottoposto ad urti radenti, inoltre diminuisce le vibrazioni e la rumorosità consentendo una maggiore velocità di lavoro. Il fissaggio del coltello all'inserto, normalmente è ottenuto con una serie di viti passanti, tale sistema presenta i maggiori inconvenienti in fase di smontaggio del coltello quando deve essere sostituito, in quanto devono essere tolte tutte le viti passanti e relativo dado di fissaggio.
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Il nuovo sistema invece consente lo smontaggio in tempi brevi in quanto è sufficiente togliere un numero limitato di viti operando direttamente dalla parte anteriore della lama in condizioni di estrema sicurezza. Piattaforma di lavoro elevabile PAS10 (versione elettrica con cestello isolato) Questa piattaforma di lavoro elevabile da applicare sul cassone di veicoli portattrezzi tipo UNIMOG, ha la possibilità di essere scarrata in tempi brevi senza l'utilizzo di utensili speciali per poter applicare altre attrezzature. La macchina è composta da: telaio di base ampiamente dimensionato, collegato al telaio del veicolo in forma scarrabile provvisto di due stabilizzatori meccanici; torretta rotante installata su cuscinetto di base a doppio giro di sfere (ralla) con rotazione di 360°, comandata da un gruppo motoriduttore oleodinamico provvisto di valvole di sicurezza; braccio operatore a sezione rettangolare realizzato in acciaio ad alto limite di snervamento costituito da: elemento base fulcrato sulla torretta rotante e collegato ad un martinetto di sollevamento, un elemento, azionato da martinetto idraulico, scorrevole su pattini a basso coefficiente di attrito, cesto di lavoro in vetro-resina fulcrata sull'estremità dell'elemento terminale, collegata ad un dispositivo di livellamento idraulico, montata su una
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struttura in acciaio; circuiti oleodinamici di comando dei movimenti alimentati dall'impianto idraulico della motrice; comandi elettroidraulici proporzionali in duplice postazione: sulla torretta dotati di leve meccaniche e sul cesto dotato di una leva potenziometrica; impianto elettrico comprendente: quadro elettrico principale, ubicato sulla torretta, composto da: console principale, logica elettromeccanica a relè per la gestione dei blocchi di sicurezza, quadro comandi sulla cesta. Il cesto portaoperatori è realizzato in vetroresina, con apertura laterale per l'accesso degli operatori. L'apertura laterale è autobattente e costruita per evitare aperture accidentali. Sulla piattaforma sono presenti gli attacchi per le cinture di sicurezza. Il pavimento è antisdrucciolevole ed autodrenante. La navicella è isolata per tensioni di lavoro inferiori a 500 volt. I comandi dei bracci sono realizzati a mezzo di distributori elettro-idraulici proporzionali con due postazioni di comando sulla torretta, dotati di leve meccaniche e sul cesto fornito di una leva potenziometrica. La piattaforma può essere dotata di un impianto idraulico ausiliario che consente di avere una portata idraulica continua (portata max 20 lt/min. e pressione 160 bar) per poter azionare eventuali utensili idraulici. Inoltre la piattaforma può essere munita di presa elettrica sulla navicella a 220 Volt (potenza max 2 KW) per l'alimentazione di utensili elettrici. Il sistema è costituito da una spina fissa da parete stagna bassa tensione 2P+T (protezione IP 66), un interruttore magnetotermico - differenziale 10 A 0.03DI (protezione IP 66), un trasformatore d'isolamento conforme norma EN 60742 contenuto in una cassetta di lamiera (protezione IP 54) e presa da parete interbloccata 2P+T (protezione IP 55). Nell'allacciamento alla rete (220 volt) bisogna accertarsi che la presa sia dotata di collegamento a terra perfettamente funzionante e utilizzare una prolunga a tre fili con presa e spina stagna (minimo IP 55). Sulla navicella può essere inoltre montato un faro da lavoro a fissaggio con snodo regolabile con alimentazione a 24Volt, potenza 55W e protezione IP66. 1. Schema sistema bloccaggio rapido coltelli 2. 3. Piattaforma di lavoro elevabile PAS10 Assaloni Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
STRADE E SICUREZZA
Le barriere stradali Ing. TEODORO BUONTEMPO Le barriere stradali dei giorni nostri (D.M. 18.02.92 n. 223) Si definiscono barriere stradali di sicurezza i dispositivi aventi lo scopo di realizzare il contenimento dei veicoli nelle migliori condizioni di sicurezza possibili, nell'ipotesi di fuoriuscita dalla carreggiata stradale. Le barriere devono essere idonee, nei limiti del possibile, ad assorbire parte dell'energia cinetica di cui è dotato il veicolo in movimento, così da limitare gli effetti d'urto sui passeggeri. Lo studio delle barriere pertanto deve tendere al duplice scopo di redirezione del mezzo e di assorbimento dell'aliquota più alta possibile dell'energia d'urto. Si definisce, in via del tutto convenzionale, "l'indice di severità Is" come l'energia cinetica posseduta dal mezzo all'atto dell'impatto, calcolata con riferimento alla componente della velocità ortogonale alle barriere: Is=1/2*P/g*(v*senϑ)2 dove: Is = indice di severità (kNm); P = peso del veicolo (kN); g = accelerazione di gravità (m/s2); v = velocità di impatto (m/s); ϑ = angolo di impatto. Sulla base dell'indice di severità le barriere si classificano nel modo seguente: - classe A1: barriere di sicurezza cha ammettono un indice di severità compreso tra 5 e 15 kNm - classe A2: con 15 ≤ Is ≤ 50 kNm - classe A3: barriere con 50 ≤ Is ≤ 150 kNm - classe B1: con indice di severità 150 ≤ Is ≤ 300 kNm - classe B2: 300 ≤ Is ≤ 600 kNm - classe B3: con 600 ≤ Is ≤ 1000 kNm La scelta delle barriere avverrà tenendo conto delle caratteristiche geometriche e della destinazione della strada nonché di quelle del traffico cui la stessa sarà interessata. Ai fini applicativi il traffico sarà classificato in ragione della prevalenza dei Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
Barriere bordo ponte mezzi che lo compongono e distinto costituire rischio per gli occupanti nei seguenti tre tipi: dei veicoli o per terzi - traffico di tipo I: quando la presenza b) il contenimento totale del veicolo: dei veicoli di peso superiore a 30 la barriera deve esercitare, sul veikN non sia superiore del 5% del colo di prova, un effetto di contenitotale mento pieno, senza ribaltamento e - traffico di tipo II: quando la presenza senza attraversamento o scavalcadi veicoli del peso superiore a 30 mento della barriera kN sia tra il 5 ed il 10 % del totale c) la sicurezza relativa al rischio per - traffico di tipo III: se maggiore del gli occupanti del veicolo : deve 10% del totale. essere accertata la variazione del L'idoneità delle barriere è subordinata vettore di velocità ai fini di valutare al superamento di prove, su prototipi la probabilità che gli occupanti posin scala reale, eseguite presso campi sano subire traumi insostenibili prove attrezzati. d) la traiettoria di rinvio del veicolo: Ai fini del giudizio sull'esito delle deve essere accertata la traiettoria prove saranno valutati essenzialmendel veicolo dopo l'abbandono, da te i seguenti aspetti: parte di esso, del contatto con la - non superamento o sfondamento barriera. Si considera ottimale un della barriera angolo di rinvio non superiore ad - redirezione controllata dei veicoli 1/3 dell'angolo di impatto - capacità della barriera di assicurare, e) lo spostamento trasversale totale prima della sua rovina, una variasubito dalla barriera : bisogna zione di assetto e/o deformazione accertare lo spostamento ai fini del sistema, adeguata agli aspetti della valutazione delle compatibilità sopra richiamati in relazione alla destinazione della - non superamento dei limiti fissati barriera per le decelerazioni in relazione all'indice di severità dell'impatto. Barriere in acciaio o guard rail e Le prove devono consentire di deter- barriere in calcestruzzo: la storia minare le caratteristiche di prestazio- Esistono due grandi famiglie di barne delle barriere e in particolare si riere di protezione: i guard rail e i dovrà accertare: New Jersey. a) l'adeguatezza strutturale della bar- La barriera in acciaio, guard rail, deve riera: ogni tipo deve assicurare rot- la sua consolidata affermazione alle ture limitate e controllate senza alte resistenze, alle alte deformazioni distacco di elementi che possano plastiche dell'acciaio, alla presunta 31
facilità d'istallazione e alla diffusa tradizione europea che utilizza questa tipologia di sistema di protezione. Alla fine degli anni '80 questo modello di barriera stradale riusciva a dissipare l'energia cinetica fornita dai veicoli mediante particolari cinematismi, ottenendo buoni livelli di contenimento dei veicoli leggeri. Purtroppo le barriere in metallo soffrivano (e soffrono) di un grosso limite: lo scarso contenimento dei veicoli pesanti. Normalmente, per una barriera in acciaio i parametri di ottimizzazione sono: - l'interasse dei paletti e la loro deformabilità - la deformabilità del distanziatore - la quota del nastro rispetto al piano stradale - la rigidezza flessionale del nastro - la resistenza limite del collegamento distanziatore-paletto - i giochi nei collegamenti bullonati. Con l'aumento del traffico e della velocità media, soprattutto dei veicoli pesanti, sorse l'esigenza di installare sistemi fissi che potessero assicurare agli utenti valori elevati di sicurezza. Prese piede una teoria inversa a quella precedentemente sostenuta (cioè quella per la quale si preferiva la flessibilità, alla rigidezza della barriera); l'uso generalizzato delle barriere metalliche mise in risalto una serie di criticità più o meno importanti quali: gli elevati danni causati sulla carrozzeria dei veicoli e la possibilità di cedimenti da parte di alcuni sostegni in urti frontali e/o violenti (causa principale della fuoriuscita del veicolo dalla sede stradale). In risposta a questi limiti nacque nel 1955, in New Jersey, la prima barriera in calcestruzzo dell'altezza di 46 cm, portata poi all'altezza di 81 cm. Le proprietà che rendevano il calcestruzzo particolarmente idoneo per l'impiego nella barriera stradale di sicurezza erano note e si riassumevano in: 1. continuità superficiale, 2. buona scabrezza, 3. buone caratteristiche di resistenza a compressione e a trazione indispensabile garanzia per un buon comportamento rigido/plastico della barriera stessa. Queste barriere furono sottoposte, nel 1967 in California, a severe prove d'urto con automobili di 1800 kg, velocità d'impatto fino a 105 Km/h e angolo d'impatto di 25°. Si constatò che, se l'angolo di impatto 32
Barriere in New Jersey di tipo americano e di tipo modello autostrade S.p.a
Alcuni tipi di barriera New Jersey da ponte fosse stato <10°, il veicolo subiva un danno minimo e, nello stesso tempo, conservava la direzione di marcia. Se invece, l'angolo di impatto diveni-
va maggiore, la direzione di marcia veniva mantenuta ma si dovevano prevedere danni al veicolo molto gravi e decelerazioni pericolose per Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
5. N.J. tipo antirumore su piastra h = 145 cm Le barriere vengono sostituite dopo almeno 20 anni di esercizio o quando la corrosione ne ha ridotto l'efficacia anche nelle parti non visibili.
New Jersey con lame e fioriere gli occupanti. Oggi la moderna "Concrete barriers" (prodotto ottenuto dall'evoluzione del New Jersey conservandone, però, il nome originario) ottimizza il contenimento grazie al particolare profilo trasversale di tipo redirettivo, costituito da più piani diversamente inclinati. Per effetto della sua sagomatura, con angoli di impatto non elevati, si riesce a dare la correzione della direzione del veicolo fuori controllo, agendo sulle ruote del veicolo e non sulla carrozzeria. L'assorbimento di energia si ottiene con la compressione del sistema di sospensione e non con la deformazione della carrozzeria del veicolo. La barriera ideale deve poter reagire ottimamente a qualsiasi modalità d'urto e a qualsiasi tipo di veicolo collidente mitigando gli effetti sul conducente. Considerando l'estesa varietà dei tipi di veicoli in circolazione e le diversità dei luoghi e delle posizioni in cui le barriere si collocano, nasce il dubbio che possa veramente esistere un'unica tipologia di barriera ideale che da sola risponda alle numerose incognite variabili. Tra le incognite bisognerà considerare il comportamento degli utenti, le variabili ambientali e climatiche, il comportamento del veicolo e quelle riguardanti lo stato superficiale della pavimentazione carrabile. Tipi di barriere usate in Italia Spartitraffico Lo spartitraffico nasce al fine di evitare il salto di carreggiata; le prime barriere spartitraffico erano composte da doppio filare di guard rail metallico. Attualmente si dispone un doppio filare di muretti in cemento armato, di profilo esterno in New Jersey (N.J.), mobile sotto l'urto dei veicoli (per ridurre le decelerazioni), contenenti o meno riempimento in terra che ne incrementa le resistenze.
Barriera tripla onda e la deformabilità controllata. I principali sistemi sono con forma N.J. (in calcestruzzo e acciaio) dotati di uno o più collegamenti longitudinali, vincolati al ponte con ancoraggi duttili, deformabili, in modo da non trasmettere l'energia dell'urto alle strutture sottostanti (non si vuole trasmettere carichi alla soletta non previsti in progetto). Un mancorrente metallico impedisce il roll over (scavalcamento) di veicoli alti. Bordo laterale stradale Il miglioramento del contenimento è necessario anche sul bordo stradale per prevenire la fuori uscita dalla sede della carreggiata. L'utilizzo dei sistemi di contenimento passa nel setaccio di alcune condizioni: di altezza del rilevato, pendenza della scarpata e presenza o meno di ostacoli come alberi pali. Ancora oggi la protezione non è ancora estesa a tutti i punti potenzialmente pericolosi oppure, dove è stata effettuata, le barriere non hanno valori di resistenza sufficienti. Attualmente si preferisce sostituire con barriere di tipo metallico potenziato o con barriere di tipo N.J. montate su cordoli in cemento, in analogia con quelle da ponte. In sintesi si tratta di combinazioni di barriera: 1. Bilama contrapposta: h da75 a 100 cm 2. Doppia bilama contrapposta h = 120 cm 3. Lama tripla onda, h = 100 cm 4. Muretto N.J. senza mancorrente h = 100 cm
Assorbitori d'urto per punti singolari Si tratta di nuove protezioni, non presenti nei vecchi sistemi di barriera di sicurezza, e riguardano i punti cosiddetti singolari. Nel caso di barriere metalliche in passato si operava inclinando la barriera rispetto all'asse della strada o immergendola nel terreno. Con barriere in calcestruzzo la stessa tecnica dell'inclinazione è possibile se esiste sufficiente spazio laterale; il sistema d'immersione è sostituito da un inizio della barriera inclinato, potenzialmente pericoloso. L'inclinazione di un N.J. può causare infatti un salto del veicolo. In certi casi (come nel caso di spartitraffico stretti e cuspidi) è necessaria una soluzione diversa che preveda una struttura ad assorbimento di energia. Questi tipi di sistemi sono dei veri e propri assorbitori d'urto perché riescono ad opporsi ad energie di 700 kNm (urto frontale a 100 Km/h): 1. assorbitori a elementi in calcestruzzo leggero, che si sgretolano sotto l'urto, validi solo per urti frontali; 2. assorbitori a cuscini d'aria e piastre metalliche, che permettono anche un certo funzionamento per l'urto laterale; 3. assorbitori a contenitori in plastica collegati e riempiti di soluzioni saline (CaCl 2 ) per evitare slittamenti sul bagnato dopo urti nella stagione fredda (per urti frontali). In funzione delle zone di impiego e dello spazio disponibile il loro uso è riferito ai due principali punti singolari, soprattutto se si pensa alle autostrade: a) Le cuspidi all'uscita degli svincoli e agli scambi. b) L'ingresso nelle gallerie.
Parapetti di ponti e viadotti Il contenimento deve essere massimo. Le moderne barriere da ponte ottimizzano l'energia di contenimento Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
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VIABILITÀ
La provincia di Milano si attrezza per lo sfalcio sempre in direzione di marcia GHERARDO MARCHELLI
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La ditta Prato con il supporto tecnico della Hymach ha potuto offrire alla provincia di Milano sette tagliaerba decespugliatrici da applicare retroportate, con la possibilità di lavorare sia a destra che a sinistra del portattrezzi, nel senso di marcia del trattore, grazie all’ulteriore possibilità di movimento dato alla testata falciante, che tramite un motore idraulico può ruotare di 180°. Nella gara di appalto per la fornitura di queste nuove attrezzature era specificatamente chiesta questa possibilità, per garantire una maggiore sicurezza nel lavoro di sfalcio dei cigli stradali, sia per gli operatori sia per l’utenza, oltre ad un incremento della produttività del lavoro. La possibilità di lavorare sia a destra che a sinistra del braccio, sempre nel
senso di marcia del flusso, grazie alla rotazione della testa di 180°, consente di evitare molte manovre di approccio al ciglio stradale, un minore ingombro della sede stradale ed una minore cantierizzazione della stessa, con la sola necessità di una scorta (cantiere mobile), con la conseguenza di una maggiore scorrevolezza del traffico ed una riduzione dei tempi di lavoro. La rete stradale della provincia di Milano è di circa 1200 km, con una superficie stradale rilevante vista la presenza di grosse arterie anche a sei corsie. Lo sfalcio dell’erba viene completamente gestita internamente da 139 cantonieri, divisi in 21 zone con una media di sessanta chilometri. Attrezzarsi con mezzi che permettono una maggiore sicurezza nell’esecu-
zione dei lavori, sia per l’utenza che per gli operatori, ed una maggiore produttività, è una scelta comandata dalla volontà di gestire internamente questa tipologia di lavori. Decisione guidata dalla volontà della provincia di eseguire i lavori mettendo in primo piano il costo sociale rispetto al costo economico del singolo lavoro, che un’azienda privata invece deve tenere in prima considerazione. Inoltre risulta sempre più difficile trovare personale disponibile a fare il cantoniere, nel mondo del lavoro di oggi. La gara di appalto ha visto la fornitura di 4 trattori Lamborghini Grand Prix 874-90 LS DT con motore a 4 cilindri turbo 88 CV da 4000 cm3, 7 macchine tagliaerba decespugliatrici Hymach modello TDH M550 TR DS e 4 retroescavatori marca Moris 5.21 TM da applicare posteriormente ai trattori, estremamente pratici per la costruzione di fossi e cunette laterali, come per il rinvenimento di sottoservizi, installazione di guard-rail ed interventi di emergenza. La caratteristica fondamentale di questi bracci, voluta dal Comm. Prato 1. Consegna della fornitura della Prato alla provincia di Milano 2. Trattore Lamborghini Grand Prix con braccio Hymach in posizione di lavoro destra
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e realizzata con l’esperienza tecnica della Hymach, è quella di lavorare a destra e sinistra con la testa rotante idraulica di 180° in modo che l’operatore, senza scendere dal trattore, possa eseguire tutte le manovre e lavorare su entrambi i lati in direzione di marcia. I bracci composti da due segmenti articolati, costruiti interamente in acciaio speciale ad alta resistenza ed elasticità, hanno una lunghezza di lavoro di circa 5,50 m da centro trattore. L’attacco è rapido su terzi punti del trattore, con l’ausilio di tiranti supplementari per il fissaggio; il moto è comandato dalla presa di forza del trattore, collegata alla stessa mediante albero cardanico con pompe per tutti i servizi ad ingranaggi ad alto rendimento con rasamenti bilanciati che garantiscono una buona resa 1 volumetrica costante nel tempo; lo testata rotante idraulica per lavoro a su perno in acciaio, il rullo d’appoggio scambiatore di calore ha la massa destra e sinistra montata da questi è regolabile in altezza. radiante in lega di alluminio ad alta bracci è la TRL 100 I, con struttura ad Queste sette nuove attrezzature resistenza; il distributore idraulico è arco, conformazione che evita l’accu- saranno distribuite ai centri che posizionato sul telaio della macchina mularsi di materiale all’interno della hanno più esigenza di lavorare su e comandato mediante cavi telefles- testata. Questa è dotata di protezione entrambi i lati della carreggiata, in sibili, con leve di controllo situate in totale dal lancio pericoloso di sassi, direzione di marcia, soprattutto sulle cabina vicino al posto guida dell’ope- pietruzze e materiale vario sia ante- grosse arterie provinciali dove la ratore. Il braccio è incernierato al riormente (bandinelle parasassi) che minor invasività ed una maggiore centro, con due pistoni idraulici per la posteriormente (banda in gomma); ha rapidità del lavoro permetterà sicurasua rotazione, ed i due serbatoi d’olio una larghezza di taglio utile di 1 m ed mente un migliore deflusso del traffine aiutano la controbilanciatura in è completa di attacco centrale della co con conseguente aumento della posizione di lavoro. Un puntale di testata e sistema floating della stessa sicurezza sia degli automobilisti sia appoggio braccio a riposo evita il per auto-livellamento al terreno. degli operatori. ripercuotersi delle sollecitazioni sui L’ammortizzatore è idraulico con fulcri durante il trasferimento. La accumulatore. Il rotore di taglio RLTD 100/28 (intercambiabile con altre 1. Trattore Lamborghini Grand Prix soluzioni) è a doppio senso di rotazione, che permette un taglio sia in con retroescavatore Moris presenza d’erba (rotazione in senso 2. Testata in rotazione per posizionarsi correttamente per il orario) che in presenza di arbusti lavoro sul lato sinistro del mezzo (rotazione in senso antiorario) e di disincagliare il rotore senza strappi nel senso di marcia del trattore dannosi qualora, incontrando un 3. Braccio in posizionamento per notevole groviglio di vegetazione, si lavorare sul lato sinistro dovesse impigliare. Il sistema di 4. Comandi in cabina del braccio taglio è con coltelli a Y (024-G) fissi 2 posteriore Hymach
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RIFIUTI URBANI
Aggancio a fungo per le campane di Trento GIORGIA MARCHELLI Ad occuparsi dei rifiuti urbani della città di Trento è la SIT, Società Industriale Trentina di multiservizi, che gestisce anche gas, acqua, energia elettrica e fognature, da metà dicembre 2002 fusa nella holding Trentino Servizi, che dal 1° gennaio 2003 servirà anche la municipalità di Rovereto. La raccolta differenziata è cominciata nel 1995 con la carta e avanzata nel 1997 col multimateriale (insieme vetro, plastica, lattine di alluminio e acciaio, separati poi automaticamente in un impianto di selezione)e dopo alcuni anni di pratica si è verificata la volontà di migliorare il servizio. Il sistema tradizionale di svuotamento delle campane, 200 gialle per la carta ed altrettante 200 azzurre per le quattro tipologie di materiale, per mezzo di camion dotati di gru, che agganciavano il doppio gancio per il perno di sollevamento e per l’asta di apertura del fondo, risultava piuttosto lento per smaltire le circa 12.000 t di spazzatura differenziata (su un totale di 60.000 t di rifiuti) dei 105.000 abitanti di Trento. Per tutte le operazioni l'autista si avvicinava, scendeva, disponeva i piedi stabilizzatori uno alla volta, azionava il radiocomando per la gru, agganciava (in alcuni casi anche servendosi di una scaletta), effettuava lo svuotamento ed eseguiva a ritroso il tutto: si impiegavano 5 minuti, nel rispetto delle norme di sicurezza. Alla ricerca di una soluzione per otti-
mizzare il lavoro, nel 2000 hanno trovato nella Nord Engineering il partner ideale: proponeva un sistema totalmente nuovo, basato su una struttura automatizzata per la raccolta da parte di un monoperatore bilaterale, di contenitori dotati di un unico punto d’aggancio centralmente collocato sulla parte superiore, movimentati da una speciale gru estremamente semplificata che lavora su 2 assi perpendicolari. Il sistema era totalmente nuovo, e la SIT è stato uno dei primi acquirenti sperimentatori: dopo alcune prove effettuate in cantiere con un camion attrezzato dalla Nord Engineering, le due società hanno studiato insieme la messa a punto finale, per ottenere un prodotto pienamente soddisfacente. Senza dover effettuare investimenti esagerati per cambiare tutti i contenitori, e cautelati da un ottimo contratto di garanzia, la SIT ha potuto montare sulle campane preesistenti il sistema d’aggancio a fungo F 90, un semplice dispositivo di accoppiamento col braccio della gru, modificando soltanto i lmeccanismo interno che consente al fondo di aprirsi a più di 90°, per permettere anche ai rifiuti più ingombranti (per es. cartoni) di essere scaricati senza provocare ostruzioni. Si sono dotati inizialmente di una gru Easy - J-S, montandola su un loro camion Iveco Eurotech scarrabile con cassone a cielo aperto, poi, visto il perfetto funzionamento del sistema, hanno acquistato 1
un secondo mezzo, Mercedes Econic 1828 allestito con compattatore fisso a telaio (17 m3 utili), già attrezzato con gru Easy 17 FT. Al momento sono attivi due camion che lavorano a doppio turno e svuotano tutte le campane con percorsi standard almeno una volta alla settimana (alcune ogni 2 giorni), comunque prima ancora che siano piene, prevenendo le usuali lamentele relative a contenitori sempre stracolmi. Essendo il sistema molto semplice e automatizzato, non necessita di operatori particolarmente specializzati, oltre al fatto di sfruttarne meno le energie, favorendone una maggior produttività, senza aver problemi di sicurezza. Senza dover scendere dal mezzo, il conducente, dopo esser giunto in prossimità del contenitore e averne 1. Ganasce mobili 2. Braccio in avvicinamento alla campana 3. Aggancio
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identificato il centro attraverso i monitor posti sulla console di comando, arresta il veicolo e aziona il ciclo automatico agendo sul joystick. Un sensore elettronico ad ultrasuoni, posto sotto il braccio telescopico, rileva la distanza della campana rispetto al filo laterale del veicolo ed invia i suoi dati al programma, il quale avvia la struttura al ciclo di aggancio. L’attrezzatura, attraverso il suo impianto oleodinamico proporzionale controllato da un PLC, inizia a muoversi in direzione del contenitore, mettendo in moto il comando di sollevamento braccio e traslazione dell’organo di aggancio fino a raggiungere il centro del cassonetto; il braccio scende fino a raggiungere la posizione stabilita ed agganciare il contenitore per mezzo di ganasce mobili. La struttura prosegue le fasi del ciclo ordinando la salita della campana, abbinata alla manovra di rientro: inizia la rotazione della torretta in direzione della tramoggia, fino ad arrestarsi nella posizione centrale. Il ciclo prosegue ordinando al dispositivo di svuotare il contenitore: esso, agendo sul fungo, forato, con in mezzo un cilindro che si innesta sui leverismi a cui sono agganciati i due sportelli, azionato da un pistone, apre il fondo sopra il punto del cassone scarrabile a cielo aperto automaticamente stabilito per un razionale riempimento. I dati memorizzati in automatico dal
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sistema, relativi a distanza dal veico- bilità dei movimenti, permette una lo, altezza rispetto al piano stradale maggior eleganza durante la movied eventuali ostacoli, permettono di mentazione dei contenitori (assenza riposizionare la campana esattamen- di oscillazione, armonia e ripetitività te com’era prima. Il conducente, per delle operazioni), rumore molto contemezzo delle diverse telecamere colle- nuto, possibilità di lavorare anche in gate ai monitor in cabina, controlla caso di condizioni atmosferiche l’intero processo, di circa un solo avverse, per cui miglior servizio e minuto, senza dover eseguire alcuna maggiore affidabilità. Altro fondamenoperazione. tale punto di vantaggio è la perfetta In presenza di eventuali impedimenti verticalità della dinamica in fase di od ostacoli, è comunque possibile prelevamento e riposizionamento, passare ad operazioni manuali utiliz- oltre alla possibilità di scendere quasi zando lo stesso joystick, ma potendo fino al livello del piano stradale, che riavviare il ciclo automatico in qualsia- rende il sistema particolarmente adatsi momento. In particolare, questo to per contenitori interrati di isole ecopuò accadere nel caso in cui il dispo- logiche, di cui la città di Trento sta sitivo di aggancio non corrisponda programmando di dotarsi, soprattutto perfettamente al punto di aggancio pensando al centro storico. del cassonetto; rispetto al proprio asse di traslazione, l’operatore può 1. Compattatore in fase di scarico intervenire agendo sulla rotazione 2. Fungo F90 con meccanismo dell’asse verticale del robot fino a 20°. interno A differenza dei tradizionali sistemi 3. Console di comando monoperatori a carico laterale che 4. Camion allestito operano solo da un lato del veicolo, 5. Cassonetto sollevato questa struttura, avendo un raggio d’azione di 200° sull’asse verticale del robot, può effettuare la presa dei contenitori da ambedue le parti dell’automezzo, anche superando notevoli ostacoli (macchine, siepi, neve...), ed è stata questa caratteristica particolarmente utile a colpire gli addetti di Trento e a far sì che dessero totale fiducia alla Nord Engineering. Inoltre, il sistema, avendo una maggior sensi- 3
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PARCHI GIOCO
Il Villaggio del Bambino all'Idroscalo di Milano GIORGIA MARCHELLI Già da qualche anno la Provincia di Milano si è attivata per riorganizzare e rendere funzionale una delle aree più piacevoli della città, l’Idroscalo. Nato fra il 1927 e il 1930 come aeroporto per idrovolanti, è stato presto trasformato in campo di gara per sport nautici. Sviluppandosi su una superficie di un milione e 600 mila metri quadri, la metà dei quali occupati dal bacino lacustre alimentato sia da acque sorgive sia dal Naviglio Martesana, offre uno spazio enorme di verde sfruttato per le attività ricreative dei milanesi. Malutilizzato e in degrado nel dopoguerra, anche nei decenni successivi non è stato adeguatamente valorizzato. La difficoltà di trovare aree in cui star bene, svagarsi e praticare sport in una grande città ha aiutato a riscoprire il valore di questa zona. L’Amministrazione provinciale ha trovato nella Fila un ottimo collaboratore
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nella volontà di risistemazione del parco: nell’ultimo triennio l’IdroparkFila è diventato uno spazio sempre più indispensabile per Milano e la sua provincia, uno spazio pulito, moderno e sicuro in cui è possibile passeggiare, correre, pattinare, arrampicare, giocare a tennis, andare in bicicletta, fare un giro in pedalò, nuotare, fare vela, canottaggio e sci nautico, assistere a un concerto, ballare o semplicemente prendere il sole nel verde, opportunità da cogliere non solo d’estate, ma da sfruttare tutto l’anno poiché anche d’inverno molti degli impianti sono in funzione. L’Idroscalo è quindi un posto ideale soprattutto per i bambini, ed è in questo contesto che l’Assessore all’Idroscalo Cesare Cadeo ha fortemente voluto un ampio spazio specificamente per loro: il Villaggio del Bambino, un parco giochi esemplare per bellezza, sicurezza, intelligenza e modernità.
E’ stata trovata adatta un’area nella zona ovest, di 100x100m, molto grande, che un tempo era un bosco, bellissima, ma con alberi piantati ai tempi in filari, ormai altissimi, fragili e quasi tutti ammalati: cercando di salvare il maggior numero di piante possibili, soprattutto nella parte sinistra (guardando dall’acqua), è stato comunque apportato un abbattimento consistente, per cui la zona si presenta adesso per la metà piuttosto spoglia, in attesa della realizzazione del progetto di alberatura e formazione di nuovo prato che riguarda l’intero Idroscalo. L’idea iniziale dell’Assessore era definita "parco di Yellowstone", nel senso che si inserisse nel parco col minor impatto possibile, nel rispetto delle regole della natura: la zona è stata chiusa, nella parte interna (frontelago), per mezzo di una recinzione bassa che non desse un effetto di segrega-
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zione, indispensabile per una questione di sicurezza. Il Villaggio del Bambino è infatti previsto come uno spazio dedicato esclusivamente a piccoli, genitori ed anziani, e la doppia possibilità di accesso dalla parte del lago, con due cancelletti custoditi permettono la selezione dei frequentatori, in modo da evitare persone pericolose, disturbatori e cani. Il lato della strada provinciale è invece chiuso da un’alta cancellata comune a tutto l’Idroscalo, che di notte è chiuso. Da questa parte esiste un edificio di ingresso che è stato ristrutturato e dotato di servizi igienici, tenendo conto del progetto di spostamento della strada provinciale, che sarà allontanata dal parco, lasciando la vecchia sede utile alla creazione di parcheggi. Il parco giochi vero e proprio è suddiviso secondo le attività specifiche che le tematiche dei giochi propongono, indicate da una professionista del settore bambini. Al centro si trova il gioco più grande e articolato, una sorta di castello che riguarda le attività motorie: una costruzione molto varia sulla quale ci si può arrampicare, tenersi in equilibrio, appendersi, nascondersi, scivolare, saltare, provare ed esercitare la propria forza, escogitare sistemi di interazione con gli altri bambini... Nell’angolo sud-ovest sono raggruppati gli elementi che servono per sviluppare le attività auditive-visive: tubo
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dell’eco, illusioni ottiche, specchi magici, caleidoscopio, una sorta di laboratorio all’aperto in cui si possano verificare effetti fisici stranamente comprensibili dai piccoli. A sud-est si trova una parte dedicata alla manipolazione, con sabbiere, giochi d’acqua, in cui i bambini sono a contatto con elementi naturali e si abituano a questi. Sparse per tutta l’area ci sono casette di legno di varie dimensioni, utili per attività di diversi generi, dalla creazione manuale a quelle musicali o teatrali, o, tenute come aule, di semplice didattica. Per esempio la struttura più grande si trova vicino ad un anfiteatro per rappresentazioni, anch’esso in legno, ed è venuto spontaneo l’utilizzo a laboratorio teatrale: nel capanno i bambini possono creare i travestimenti e inventare le storie da mettere in scena. Sempre collocati in ordine sparso su tutto il terreno esistono semplici giochi individuali: cavallini, macchine, piattaforme, pedane, a dondolo su molle, altalene... Inoltre, ogni parte del parco giochi è sfruttata al massimo nel senso ludico-motorio in modo che i bambini possano divertirsi in ogni angolo ed in ogni momento. Per esempio, anche per i pannelli di complemento è stato scelto di non mettere semplici ringhiere: la maggior parte dei pannelli che fungono da barriera sono dei veri e propri giochi. Lungo il lato nord c’è una piacevole zona di
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gazeebo, con tavoli e panche sotto teloni bianchi, in cui le famiglie possano stare tranquille e comodamente al riparo da pioggia e sole anche per fare un picnic. Interessanti e innovative sono la scelta dei giochi e i materiali utilizzati. L’idea del parco di Yellowstone ha un’immediatezza sulle casette, ma non è del tutto attuabile sui giochi: quelli in legno sono belli da vedere ma non hanno una praticità concreta, in quanto comportano problemi di manutenzione, si rovinano in fretta, si rigano e generano schegge, con conseguenti rischi di sicurezza. In seguito ad un’indagine di mercato, la Seregni Costruzioni, ditta appaltatrice, in collaborazione con l’Ing. Guglielmino e l’Arch. Garavaglia della Provincia di Milano, ha trovato la Giochisport di Muggiò, importatrice di giochi costruiti con un materiale nuovo, di plastica riciclata-riciclabile, esteticamente molto bella, di svariati colori, senza spigoli, che non subisce variazioni termiche, quasi indistruttibile, facilmente pulibile e che praticamente non ha bisogno di manutenzione. Per ogni parte di tutti i giochi esiste un progetto, niente è lasciato al caso, ed ogni attrezzo è ricoperto di questa plastica-gomma che garantisce una sicurezza totale, fino, per esempio, alle catene delle altalene, nelle quali è impossibile impigliarsi, farsi male, scottarsi ne’ sporcarsi, e tale che qualsiasi bambino, di ogni età e problematica possa frequentarlo. Tutto è stato pensato anche per i disabili: anche sul gioco più grande, di maggiore impatto, rampe, scalette per arrampicare, scivoli... permettono ai bambini con difficoltà di stare con i loro amici e di arrivare dappertutto. 1. Panoramica castello 2. Specchi magici e tubi parlanti 3. Altalena per piccoli 4. Pannello di complemento 39
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La stessa cura è stata posta nel pensare alla pavimentazione. Innanzitutto c’è un problema di sicurezza: i bambini possono cadere giù, per cui deve essere morbido, cercare di assorbire il più possibile l’urto; esiste anche una normativa per cui lo spessore della gomma sottostante dev’essere proporzionale all’altezza del gioco. Di solito le gomme di pavimentazione dei tradizionali parchi giochi sono fatte a quadrotti, non particolarmente belli da vedere: fra questi si insedia sporcizia difficilmente pulibile, oltre ad essere soggetti allo strappo, soprattutto per vandalismo, che dà un’immagine di deterioramento precoce. E’ stato trovato un ottimo prodotto (sempre Giochisport?), non economico ma perfettamente funzionale e positivamente estetico: viene fatto in opera, ha un sottofondo di gomma drenante, sempre in materiale riciclato-riciclabile, e la finitura, che nel sottosuolo varia a seconda dell’altezza del gioco, è uniforme alla vista mentre, camminandoci sopra, si sente addirittura la differenza di consistenza. L’ufficio tecnico della provincia ha dato molta importanza al fatto di chiedere garanzie per ciò che desiderava costruire: caratteristiche tecniche, di certificazione, sia per i giochi che per la pavimentazione, dei materiali e
delle metodologie di posa. Hanno ottenuto le maggiori certificazioni possibili (ISO 9001, 9002 del produttore, 14001, EN1176, nazionali e internazionali...) che garantissero la qualità di ogni singolo elemento e che rispondessero a esigenze dell’avvenire, di sicurezza, dei materiali, dalla riciclabilità ai tipi di verniciature, dalle finiture sui montanti alla bulloneria in sicurezza (che non sia smontabile o che ci si possa far male). In seguito a questo hanno anche chiesto una polizza assicurativa legata alle tipologie di gioco, che risulta essere un’ulteriore garanzia: se un’impresa costruttrice si impegna a tal punto si ha la certezza della serietà dei lavori svolti. Sono infine stati fatti tutti i test possibili: di sicurezza, per la pavimentazione, per i disabili, di riciclabilità, della polizza di assicurazione, test delle ISO... All’inizio si sono trovate alcune difficoltà nel far entrare questi fattori di qualità in un appalto pubblico, ma nella comprensione di un progetto che guarda al futuro, si è trovata una collaborazione globale, come pure per i tempi di realizzazione. Comprese le lunghezze burocratiche non abbattibili, il tutto è stato realizzato in una decina di mesi, riuscendo a rispettare i 110 giorni di appalto (dall’11/4/2002), non tantissimi consi-
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derando la quantità di fornitura. I materiali di questi giochi sono prodotti in America, ciò vuol dire: l’ordine, la costruzione negli USA, il viaggio e lo sdoganamento; la posa in opera, eseguita da squadre istruite, è poi più veloce, come pure è immediato l’assemblaggio delle casette prefabbricate della Legnoluce. Il disboscamento è stato fatto all’ultimo momento in quanto hanno continuato a sperare di poter salvare il maggior numero di alberi possibili, oltre al fatto di dover seguire un iter burocratico aggiuntivo legato al Parco Sud e al Comune oltre che alla Provincia. Il Villaggio del Bambino è quindi stato terminato durante la stagione estiva, la più importante per un parco giochi, per cui si è deciso lasciarlo utilizzare in modo informale e di posticiparne l’inaugurazione vera e propria all’anno prossimo, sfruttando gli ultimi tempi dell’estate come periodo di prova per un successivo miglioramento. La gestione è molto propensa a valorizzare le problematiche e le idee suggerite dalla pratica, dall’aggiunta di panchine per le mamme ai tipi di attività da svolgere nelle casette, alla valorizzazione dei giochi meno utilizzati dai bambini. Come pure si è visto che il terreno è poco drenante, per cui si è già stabilito di rifare il prato nella fase di risistemazione del verde; e che un anfiteatro più grande consentirebbe di concentrare in quest’area altre attività per piccoli che finora sono state dislocate in altre parti dell’Idroscalo, in modo da sfruttare appieno ciò che è stato creato: lo scopo di un parco giochi è che venga utilizzato il più possibile. 1. Tubo dell’eco 2. Giochi sparsi e pavimentazione 3. Bambino lanciato su maniglia scorrevole 4. Area gazeebo Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
PULIZIA STRADE
Test filtraggio polveri per la Ronda della RCM
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1. Ronda RCM allestita per i test di filtraggio polveri 2. Percorso spazzato durante i test
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Il test per controllare l’efficienza e la capacità dell’apparato filtrante delle polveri PM 10 di Ronda è stato eseguito a Modena dallo Studio Alfa di Reggio Emilia, durante la pulizia delle piste ciclabili e dei marciapiedi attorno al centro storico. Il tempo era soleggiato con temperatura di 16° centigradi e umidità 50%. La lunghezza complessiva durante il test, di circa 10,2 km, è stata coperta in 4 ore e 30 minuti, con la raccolta di 130 kg di polvere per un volume di 230 litri, con un residuo di materiale disperso dalla macchina di 13,16 grammi. Il risultato della prova evidenzia che il sistema di filtraggio in dotazione alla spazzatrice Ronda determina un abbattimento delle polveri PM10 superiore al 99,999%, garantendo quindi una significativa riduzione dell’impatto ambientale Relazione tecnica della prova La macchina La spazzatrice Ronda utilizzata è una macchina standard costruita nel dicembre 2001, matricola 144755. La macchina aveva già lavorato oltre 15 ore in condizioni di sporco diverse durante alcune dimostrazioni a potenziali clienti. Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
Il filtro polvere Ronda è dotata di un filtro polvere in tessuto di tipo industriale di 9 m2 di superficie. Le prove I test sono stati eseguiti dalla Studio Alfa di Reggio Emilia, società specializzata in prove per ambiente, sicurezza e qualità, riconosciuto dal Ministero dell’Università e della ricerca (DM 15/12/94 - DM13/5/96) e accreditato Sinal (al n°0231). Le analisi svolte sono state: * Misura della portata di emissione aria (UNICHIM n° 467) * Misura della concentrazione polveri (UNICHIM n° 494) * Misura delle polveri (granulometria) * Analisi chimica delle polveri I tecnici Ettore Morini, Perito Industriale, Studio Alfa Giorgio Caselli, operatore, RCM Relazione Studio Alfa In data 13/03/2002 sono stati effettuati a valle del sistema di emissione aria della Motoscopa modello Ronda, prodotta dalla ditta RCM, delle misure di portata di emissione aria e di concentrazione delle polveri emesse per valutare durante il normale funziona-
mento, la potenzialità emissiva della macchina e di conseguenza il possibile suo impatto ambientale. A tale scopo è stata preventivamente dotata la motoscopa stessa di una "proboscide" di collettazione dell’aria emessa per permettere di poter applicare correttamente le metodiche di campionamento UNICHIM N°467 e UNICHIM N°494, relative alla misura di Portata e di Polveri. I prelievi sono stati effettuati durante il normale funzionamento della motoscopa, che ha svolto la sue operazioni di pulizia su di un normale tratto stradale per complessive 4 h 30’, aspirando durante tale periodo una quantità di materiale particellare di 130 kg, valore questo derivante dalla differenza di pesi tra il filtro, in dotazione alla motoscopa, pesato al termine della prova e dopo la sua pulizia meccanica. Le risultanze analitiche derivanti dai campionamenti effettuati in condizioni ambientali di 16°C e di 50% Ur possono essere così sintetizzate: - portata oraria di aria emessa 650 Nm3 - concentrazione di polveri in emissione 45 µg/Nm3 41
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- flusso di massa in emissione di polveri 2.925 mg/h. Da tali dati emerge chiaramente come il sistema di filtrazione in dotazione sulla motoscopa determini un abbattimento del materiale particellare aspirato superiore al 99,999%, garantendo quindi una significativa riduzione dell’impatto ambientale. Al fine di meglio inquadrare l’impatto ambientale complessivo si è analiticamente proceduto a caratterizzare tanto fisicamente (granulometrie) quanto chimicamente (natura delle polveri e loro composizione) le polveri in emissione, paragonandole con quanto in letteratura riferito per le cosiddette PM10. La determinazione granulometrica (analisi SEM a 4000 x effettuata su n° 100 particelle) ha evidenziato come le polveri possano essere cosi ripartite: ø > 10 µm 5%; ø > 5-10 µm 25%; ø < 5 µm 70%. La caratterizzazione chimica (Residui a 180°C, a 600°C, Analisi FT-IR ed analisi EDAX) ha portato alle seguenti considerazioni: il materiale particellare campionato presenta una prevalente matrice inorganica (70%) con un conseguente 30% di matrice organica. In riferimento alla composizione chimica, la matrice organica risulta riferibile unicamente a legami C-C e quindi probabilmente a terra, fatto questo confermato dalla composizione della componente inorganica prevalentemente riconducibile ad elementi quali Si, Al, Mg in rapporto stechiometrico riferibile a quelli ordinariamente individuabili nei terreni agricoli. E’ da segnalare comunque che sempre nella componente inorganica acquisisce significato la presenza di particelle amorfe contenenti Ca e S, probabilmente riferibili a polveri di materiali quali il 42
Gesso, polveri anche queste, come riportato in letteratura ed in esperienze di precedenti campionamenti, fortemente ubiquitarie nelle polveri aereodisperse degli ambienti urbani. Da quanto riportato si può concludere come sicuramente il sistema di filtraggio in dotazione alla motoscopa garantisca un ottimo rendimento di abbattimento, che la concentrazione di polveri ed il relativo flusso di massa orario in emissione determina un ridottissimo impatto ambientale, dato che tali valori risultano essere inferiori, anche senza considerare i fattori diluttivi dell’aria ambiente e le basse velocità di emissione delle polveri (valore medio di 0,8 m/s), che determinano una rapida ricaduta delle polveri stesse, a quelli fissati come valori di riferimento per le PM10 in ambiente urbano. Inoltre la qualità delle polveri in emissione non determina nessun significativo cambiamento della quantità dell’aria, in quanto la composizione delle polveri stesse risulta perfettamente confrontabile con quanto ordinariamente monitorato in ambiente urbano.
Per la prima parte del lavoro ho mantenuto i giri motore a metà e solo dopo due ore, quando i filtri erano sporchi, ho tenuto il motore al massimo. Nel turno di lavoro ho vibrato i filtri due volte: per garantire una buona aspirazione è necessario vibrare i filtri a lungo (4-5 volte per 20 secondi) e aspettare che la polveri si depositi prima di ripartire. Ancora meglio sarebbe scaricare la polvere in un cassonetto per evitare che intasi nuovamente il filtro. A fine turno, anche con i filtri molto sporchi, la macchina era in grado di pulire piste ciclabili mediamente sporche. Lo sporco nel contenitore, che non è mai stato vuotato in 4 ore e mezza, ha raggiunto il livello oltre la base dello sportello per i rifiuti voluminosi per un volume di 230 litri e un peso di 130 kg. La pulizia è stata sempre molto buona, anche su superfici sconnesse (asfalto sollevato dalle radici degli alberi o sgretolato). Durante il lavoro ho utilizzato quasi sempre la terza spazzola e il comando entra/esci spazzola per spostarla lateralmente. La spazzola in PPL-fili di acciaio funziona bene, permettendole di spostarsi a destra e sinistra e non graffia pavimenti pregiati. L’uso dell’acqua è necessario per la terza spazzola e meno importante per le spazzole laterali. Ho utilizzato l’acqua nel 70% del lavoro e così facendo è durata un'ora. Il tempo di ricarico ad una normale fontanella è inferiore a 5 minuti."
Relazione dell’operatore "La prova di filtraggio è stata fatta lavorando per 4,5 ore su marciapiedi e piste ciclabili attorno alle “mura” di Modena. Le condizioni di lavoro sono molto diverse per tipo di sporco e quantità: lo sporco più comune è la polvere che si annida vicino ai muri e marciapiedi, i mozziconi di sigarette e pezzetti di carta. A seconda dei posti si trovane anche foglie secche, ghiaia, rametti, pezzi di carta di grandi dimensioni. Ho incontrato solo 3 lattine e nessuna bottiglia di plastica o vetro. 1. 2. Ronda RCM durante i test 3. Spazzola anteriore della Ronda RCM
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NORMATIVE
Interventi di bonifica acustica: i piani di risanamento acustico Ing. STEFANO TATTOLO (1a Parte ) 1. Premessa I piani di risanamento acustico rappresentano gli strumenti previsionali per la riduzione del rumore ambientale nelle diverse aree del territorio comunale. Tali piani, già previsti nel D.P.C.M. 01/03/1991, "Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno", sono stati recepiti e definiti nella Legge n. 447 del 26/10/1995, "Legge quadro sull'inquinamento acustico", che rappresenta lo strumento normativo fondamentale per la redazione dei piani di risanamento. Appare dunque utile richiamare alcuni punti fondamentali di tale legge. L'art.1 definisce le grandezze necessarie ai fini della corretta interpretazione ed applicazione della legge e che vengono largamente utilizzate nell'ambito della redazione dei piani di risanamento acustico: Inquinamento acustico: viene definito come l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno, tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle altre attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento di tali ambiente e interferenza con le legittime fruizioni di tali ambienti. Al fine di poter definire la presenza di situazioni di inquinamento da rumore, il territorio comunale viene suddiviso in aree omogenee sotto il profilo acustico secondo la classificazione indicata nella tabella A di cui all'art. 1 del D.P.C.M. 14 novembre 1997, "Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore". I valori limite sono riportati nella tabella B dell'art. 2, del D.P.C.M. 14 novembre 1997, "Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore" e si applicano a tutte le aree del territorio secondo la rispettiva classificazione in zone acusticamente omogenee. Valori limite di immissione: il valore massimo di rumore che può essere immesso dall'insieme delle sorgenti sonore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno misurato in prossimità dei ricettori. Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
I valori limite di immissione sono distinti in assoluti, determinati con riferimento al livello equivalente di rumore ambientale, e in differenziali, determinati con riferimento alla differenza tra il livello equivalente di rumore ambientale ed il rumore residuo. I valori limite assoluti di immissione sono riportati nella tabella C dell'art 3 del D.P.C.M. 14 novembre 1997, "Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore", anche in questo caso con riferimento alla zonizzazione acustica del territorio. I valori riportati nella suddetta tabella non si applicano alle infrastrutture stradali, ferroviarie, marittime, aeroportuali ed alle altre sorgenti sonore di cui all'art. 11 della Legge quadro n. 447 (autodromi, ecc.), all'interno delle rispettive fasce di pertinenza. All'esterno di tali fasce, dette sorgenti concorrono al raggiungimento dei limiti assoluti di immissione. All'interno di tali fasce, le sorgenti diverse da quelle sopra elencate devono rispettare singolarmente i valori limite di cui alla tabella B e nel loro insieme i valori limite di cui alla tabella C. I valori limite assoluti di immissione e di emissione relativi alle singole infrastrutture dei trasporti all'interno delle rispettive fasce di pertinenza devono essere fissati con decreti attuativi, allo stato attuale ancora non emanati. I valori limite differenziali di immissione, definiti come la differenza tra il livello equivalente di rumore ambientale ed il rumore residuo sono: 5 dB per il periodo diurno, 3 dB per il periodo notturno, all'interno degli ambienti abitativi. Tali valori non si applicano: * nelle aree classificate nella classe VI della Tabella A; nei seguenti casi in quanto ogni effetto del rumore è da ritenersi trascurabile: * se il rumore misurato a finestre aperte sia inferiore a 50 dB(A) durante il periodo diurno e 40 dB(A) durante il periodo notturno; * se il livello di rumore ambientale misurato a finestre chiuse sia inferiore a 35 dB(A) durante il periodo diurno e 25 dB(A) durante il periodo notturno; alla rumorosità prodotta da: * infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali e marittime;
* attività e comportamenti non connessi con esigenze produttive, commerciali e professionali; * servizi e impianti fissi dell'edificio adibiti ad uso comune, limitatamente al disturbo provocato al'interno dello stesso. Valori di attenzione: il valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana o per l'ambiente. Tali valori sono definiti dall'art. 6 del D.P.C.M. 14 novembre 1997, "Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore", nel modo seguente. I valori di attenzione, espressi come livelli equivalenti continui di pressione sonora ponderata "A", riferiti sono: * se riferiti ad un'ora, i valori della tabella C aumentati di 10 dB per il periodo diurno e di 5 dB per il periodo notturno; * se relativi ai tempi di riferimento, i valori di cui alla tabella C. Tali valori di attenzione non si applicano alle fasce territoriali di pertinenza delle infrastrutture stradali, ferroviarie, marittime ed aeroportuali. Valori di qualità: i valori di rumore da conseguire nel breve, medio e lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per realizzare le finalità previste dalla Legge quadro n°447. Tali valori sono riportati nella tabella D di cui all'art. 7 del D.P.C.M. 14 novembre 1997, "Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore". 2. I piani di risanamento acustico La legge quadro n. 447 individua una serie di provvedimenti di natura amministrativa, tecnica, costruttiva e gestionale per la limitazione delle emissioni sonore che possono causare situazioni di inquinamento acustico. Tra questi provvedimenti, che a seconda della tipologia possono essere di competenza dello Stato, delle regioni, delle provincie, dei comuni, di enti, aziende e privati, vanno ricordati: * le prescrizioni relative ai livelli sonori ammissibili, ai metodi di misurazione del rumore, alle regole applicabili alla fabbricazione; * le procedure di collaudo, di omolo43
Tabella A: classificazione del territorio comunale CLASSE I - aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed alo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. CLASSE II - aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali CLASSE III - aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali, aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici CLASSE IV - aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali, le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie, le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie CLASSE V - aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni. CLASSE VI - aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi
gazione e di certificazione che attestino la conformità dei prodotti alle prescrizioni relative ai livelli sonori ammissibili; la marcatura dei prodotti e dei dispositivi attestante l'avvenuta omologazione; * gli interventi di riduzione del rumore, distinti in interventi attivi di riduzione delle emissioni sonore dalle sorgenti e in interventi passivi, adottati nei luoghi di immissione o lungo la via di propagazione dalla sorgente al ricettore o sul ricettore stesso; * i piani dei trasporti urbani ed i piani urbani del traffico; i piani dei trasporti provinciali o regionali ed i piani del traffico per la mobilità extraurbana; la pianificazione e gestione del traffico stradale, ferroviario, aeroportuale e marittimo; * la pianificazione urbanistica, gli interventi di delocalizzazione di attività rumorose o di ricettori particolarmente sensibili. Va quindi sottolineato come l'obiettivo del risanamento acustico del territorio deve necessariamente essere attuato mediante una coralità di interventi che coinvolgono responsabilità e competenze molto diversificate fra di loro. In questo ambito vanno inquadrati i piani di risanamento acustico, che la legge articola su diversi livelli. L'art. 3 prevede fra le numerose competenze dello Stato anche l'adozione di piani pluriennali per il contenimento delle emissioni sonore prodotte per lo svolgimento di servizi pubblici essenziali quali lineee ferroviarie, metropolitane, autostrade e strade statali entro i limiti stabiliti per ogni sistema di trasporto, ferme restando 44
Tabella B: valori limite di emissione - Leq in dB(A) Classi di destinazione d'uso del territorio Tempi di riferimento Diurno Notturno I Aree particolarmente protette 45 35 II Aree prevalentemente residenziali 50 40 III Aree di tipo misto 55 45 IV Aree di intensa attività umana 60 50 V Aree prevalentemente industriali 65 55 VI Aree esclusivamente industriali 65 65 Tabella C: valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A) Classi di destinazione d'uso del territorio Tempi di riferimento Diurno Notturno I Aree particolarmente protette 50 40 II Aree prevalentemente residenziali 55 45 III Aree di tipo misto 60 50 IV Aree di intensa attività umana 65 55 V Aree prevalentemente industriali 70 60 VI Aree esclusivamente industriali 70 70 Tabella D: valori di qualità - Leq in dB(A) Classi di destinazione d'uso del territorio Tempi di riferimento Diurno Notturno I Aree particolarmente protette 47 37 II Aree prevalentemente residenziali 52 42 III Aree di tipo misto 57 47 IV Aree di intensa attività umana 62 52 V Aree prevalentemente industriali 67 57 VI Aree esclusivamente industriali 70 70 Tempi di riferimento: Diurno (06.00-22.00)
le competenze delle regioni, delle province e dei comuni. L'art 4 prevede che le regioni, in base alle proposte pervenute e alle disponibilità finanziarie assegnate dallo Stato, definiscano le priorità e predispongono un piano regionale triennale di intervento per la bonifica dell'inquinamento acustico.Ciò fatte salve le competenze statali relative ai piani sopra ricordati, per la redazione dei quali le regioni formulano proposte non vincolanti. I comuni sono tenuti ad adeguare i propri piani di risanamento acustico al piano regionale. L'art 10 prevede che le società e gli enti gestori di servizi pubblici di trasporto o delle relative infrastrutture, ivi comprese le autostrade, nel caso di superamento dei valori limite di emissione e di immissione hanno l'obbligo di predisporre e presentare al comune piani di contenimento ed abbattimento del rumore, secondo le direttive emanate dal Ministro dell'ambiente con apposito decreto attuativo. Essi devono indicare tempi di adeguamento, modalità e costi e sono obbligati ad impegnare, in via ordinaria, una quota fissa non inferiore al 5% dei fondi di bilancio previsti per le attività di manutenzione e di potenziamento delle infrastrutture stesse per l'adozione dei suddetti piani di contenimento ed abbattimento del rumore. Per quanto riguarda l'ANAS la suddetta quota è determinata nella misura dell'1,5% dei fondi di bilancio previsti per le attività di manutanzione. Nel caso di servizi pubblici essenziali
Notturno (22.00-06.00)
i suddetti piani coincidono con quelli di competenza statale. Gli art. 6 e 7 definiscono le competenze dei comuni, tra le quali è prevista l'adozione dei piani di risanamento acustico, nel caso di superamento dei valori di attenzione. Il D.P.C.M 14 novembre 1997, "Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore" specifica che per l'adozione di tali piani di risanamento è sufficiente il superamento di uno dei due valori di cui ai punti a) e b) dell'art. 6 sui "Valori di attenzione", ad eccezione delle aree esclusivamente industriali in cui i piani di risanamento devono essere adottati in caso di superamento dei valori di cui alla lettera b). I piani di risanamento acustico devono contenere: a) l'individuazione della tipologia ed entità dei rumori presenti, incluse le sorgenti mobili, nelle zone da risanare; b) l'individuazione dei soggetti a cui compete l'intervento; c) l'indicazione delle priorità, delle modalità e dei tempi di risanamento; d) la stima degli oneri finanziari e dei mezzi necessari; e) le eventuali misure cautelari a carattere d'urgenza per la tutela dell'ambiente e della salute pubblica. Tali piani devono essere adottati assicurando il coordinamento con il piano urbano del traffico con i piani previsti dalla vigente legislazione in materia ambientale e recependo i contenuti dei piani di risanamento acustico regionali e degli enti di cui all'art. 10 della legge quadro. Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
FIERE
Ricicla 2002 GHERARDO e GIORGIA MARCHELLI Si è svolta a Rimini dal 6 al 9 novembre 2002 la 6a edizione di Ricicla, fiera internazionale del recupero di materia ed energia e delle sostenibilità ambientale. Questa manifestazione ha visto 35.006 visitatori (+19,5% rispetto al 2001), con un forte e significativo incremento di quelli esteri (1.647), 150 giornalisti accreditati, 60 mila m2 espositivi, 700 aziende e, nella parte seminariale, 50 tra incontri, forum ed eventi, 190 comunicazioni tecnico scientifiche e dimostrative, 300 autori di relazioni, un catalogo contenente 338 sommari per opportunità tecnologiche.
Assaloni presenta nel suo stand la nuova spazzatrice Eolo, qui carrata su uno Scam del gruppo Effedi, che risulta particolarmente adatto a questa nuova applicazione. A fianco sono esposte un vomere a geometria variabile ed una lama per il suo allestimento invernale, oltre ad una spazzolatrice a rullo frontale.
Ricicla 2002 è stata riconosciuta ufficialmente da quest’anno come manifestazione internazionale, ed ha offerto una panoramica ampia su tecnologie, attrezzature, prodotti e servizi riguardanti l’intero ciclo del rifiuto: dalla raccolta, al trasporto, al trattamento e smaltimento, fino al riciclaggio e alla creazione di materiali rigenerati. Per le caratteristiche della nostra rivista abbiamo scelto gli espositori secondo noi più interessanti nel contesto degli argomenti che andremo a trattare con questa nuova testata, con una esposizione fotografica ed una breve descrizione delle ditte presenti con le loro proposte tecniche.
Bucher Schörling presenta qui per la prima volta la nuova CitySpider da 1m3, affianco alla più nota CityCat, in rappresentanza della loro gamma completa di spazzatrici. Sulla CitySpider la scritta "ci rifiutiamo di venderlo", sottolinea la proposta del noleggio dei mezzi a lungo termine, realizzata con la collaborazione di Newleaseecology, società esperta in questo tipo di noleggi.
Longo Veicoli Industriali, ventennale allestitore per lo sviluppo di mezzi per la pulizia e trasporto rifiuti, fanghi e liquami civili, industriali e tossiconocivi, propone qui i lava cassonetti, anche di piccola dimensione.
JCB dato il carattere della fiera espone due mezzi per la movimentazione dei materiali sui piazzali. Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
Faber propone sistemi per la gestione completamente automatica del conferimento dei rifiuti agli impianti di smaltimento, puntando su tecnologie per la raccolta differenziata intelligente.
Kässbohrer Geländefahrzeug AG propone la sua ultima macchina idrostatica Beach Tech Marina, dedicata alla pulizia delle spiagge, targabile in modo da potersi autonomamente spostare sulle strade dei litorali.
FAAM propone veicoli elettrici, dallo scooter ai mezzi a quattro ruote, allestiti per tutte le diverse esigenze delle pubbliche amministrazioni alle quali evidenzia i buoni finanziamenti a fondo perduto per questi. La Faam risulta anche in fase molto avanzata per quanto riguarda i veicoli ad idrogeno dei quali prevede la produzione di serie quest’anno della bicicletta, nel 2004 dello scooter e nel 2005 dei mezzi a quattro ruote. 45
Nello stand MAC sono esposte molteplici attrezzature e mezzi di diversi produttori per i lavori delle amministrazioni pubbliche: Scam presenta il suo veicolo portattrezzi 4x4; Effedi espone il Gasolone e l’Elettrone con diversi allestimenti; Iride propone appunto una gamma completa di allestimenti per questi veicoli, dal compattatore al lavacassonetti, cassoni ribaltabili e scarrabili, aspirafoglie e gruppi elettrogeni di pronto intervento; Ravo propone la nuova spazzatrice 560 con motore euro 3 a trazione idrostatica con una velocità di spostamento di 60 km/h; Acquazzurra con la particolarità delle sue spazzole flottanti azionate da singoli motori idraulici ed il sistema del ricircolo con filtraggio dell’acqua, che le consente di avere un consumo di 5 l/h; infine i motoaspiratori semoventi Mac per aiutare il lavoro del netturbino.
Sicas Euroclean in rappresentanza della sua ampia gamma di spazzatrici stradali espone Millenium, la grossa 4000/4.95 per i lavori più impegnativi, e l’articolata e maneggevole Road Sweepers.
P.F.G. espone i suoi mezzi per la pulizia delle spiagge, da quello a conduzione manuale al modello applicabile all’attacco a tre punti dei trattori. 46
RCM propone una gamma di macchine per la pulizia urbana ed industriale, che copre le esigenze dalla pulizia con motoscope con operatore a terra ed aspirapolveri industriali, fino ad arrivare alla pulizia urbana con la nuovissima Ronda con contenitore da 1m3 per la pulizia urbana di marciapiedi, centri storici e parcheggi. Multicom, società con esperienza trentennale sul mercato, rappresentante di molti marchi di mezzi e cassonetti, si propone come partner tecnologico completo per soluzioni integrate nella gestione dei rifiuti, con software di gestione dei cassonetti e dei mezzi.
Simmm Engineering con le loro pompe ad alta pressione ora propongono una nuova attrezzatura, carrabile su veicoli piccoli per il trasporto. Con il getto d’acqua calda a pressione e differenti equipaggiamenti consente, senza l’utilizzo di detergenti, la rimozione di cicche americane, macchie di catrame, la patina creata dagli escrementi e graffiti. Il funzionamento è a ricircolo con filtraggio d’acqua per la raccolta dello sporco ed un basso consumo, lasciando la pavimentazione praticamente asciutta. Computer Solutions propone consulenze e prodotti di informatica tagliati sulle specifiche esigenze del cliente, qui con l’apposito progetto WinSma.R.T., ha condotto approfondite e ripetute sperimentazioni su diversificate plurarità di casi, per mettere a punto un sistema di base adattabile a tutte le specifiche esigenze dei singoli utenti: produttori, trasportatori, smaltitori ed intermediari. Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
Emilcamion commercializza, in esclusiva per l’Italia, il programma completo di vendita della Meiller, azienda tedesca di produzione di impianti multibenna e ribaltabili.
Scopificio Muzzi punta lo stand sul loro cavallo di battaglia: la ventennale scopa Muzzi che consente di sostituire la parte spazzante.
Ecologica propone le sue macchine per la pulizia dei grandi spazi industriali e degli spazi urbani come centri storici, porticati, viottoli, parcheggi, marciapiedi e piste ciclabili.
Unieco, azienda che da oltre vent’anni è presente nel settore del trattamento delle acque , si occupa di ecologia a 360° e propone anche le sue macchine per l’igiene urbana, di cui espone il modello 20.4, affianco al sistema per il lavaggio e disinfezione delle ruote degli autocarri.
Fra tutti i sistemi elettronici di pesatura Baron, vengono qui presentati quelli omologati a bordo automezzo, oltre ai sistemi di identificazione cassonetti tramite transponder ed alla localizzazione contenitori e mezzi con tecnologia GPS.
Compattatore della Geesink Norba Group Autoequip propone, oltre al sistema di lavaggio e disinfezione delle ruote degli autocarri, un nuovo impianto per la pulizia dell’interno dei compattatori, mediante getti direzionati e comandati completamente da un unico operatore seduto in una cabina climatizzata.
La Società Cooperativa Bilanciai espone il suo impianto di pesatura dei prodotti destinati all’isola ecologica ed un modellino per presentare la pesa a ponte modulare.
Stand Scalvenzi
Green Power Systems presenta la sua vasta gamma di gruppi elettrogeni di tutti i tipi e di ogni dimensione per le più svariate esigenze. Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
Sistemi scarrabili Eco Service
Tassinari Bilance propone Compact Sirio, impianto di pesatura specifico per la raccolta differenziata dei rifiuti, collegabile a pese a ponte e bilici elettronici. 47
Italev è presente con i suoi caricatori e scarrabili di grosse dimensioni
Container carrabili di Costruzioni Meccaniche Lupini
Compattatore carrabile della BTE Tecnologie Ecologiche
Ziliani Carlo propone allestimenti per l’ecologia su veicoli di ogni genere, grandezza ed utilizzo, dai nastri trasportatori ai lavacassonetti.
Ecologia Soluzione Ambiente presenta Ecoisole, contenitori interrati fino a 20 m3 per la raccolta dei rifiuti, differenziati e non, a traslazione verticale, con possibilità anche di apertura a ribalta, proponendo numerose soluzioni di svuotamento e ancora più bocche di conferimento.
L'ultimo modello dei cestini del Gruppo Costruzioni Metalliche, completamente in acciaio e per rifiuti differenziati, è dotato di un coperchio bloccafuoco, inserito nel lato del contenitore e legato con un filo metallico scorrevole.
Ecogest propone sistemi interrati per la raccolta dei rifiuti compatibili con compattatori a caricamento sia posteriore che laterale, fino a 15 m 3 , lasciando al livello del terreno un semplice torrino di conferimento ed una torretta dotata di pulsantiera utile alla differenziazione ed ai sistemi di pesatura e di identificazione dell'utente.
Stand Guima Trag
Eco & Park ha brevettato un interessante sistema per creare punti ecologici urbani a scomparsa per la raccolta differenziata dei rifiuti: piattaforme telescopiche che permettono di nascondere nel sottosuolo normali contenitori, dai cassonetti fino a compattatori scarrabili da 20m 3, senza sconvolgere precedenti organizzazioni, e lasciando a vista alla quota stradale soltanto piacevoli "imbuti" per il conferimento. 48
Cramaro propone numerose soluzioni per la copertura dei cassoni aperti per il trasporto rifiuti, in PVC e brevettati a livello mondiale.
Trim Box pensa a disabili e bambini presentando un cassonetto con inserimento e maniglia laterale bassi, permettendone l’utilizzo a tutti coloro che non sono in grado di raggiungere altezze standard. Propone inoltre Ecobar, moto elettrica a tre ruote multiuso e allestibile.
Golden Car amplia la sua gamma di cassonetti per la raccolta RSU in acciaio satinato, con quelli in acciaio lucido.
Sinterplast arricchisce la propria serie di cassonetti con le campane per i centri storici e le pattumiere domestiche. Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
L’ampia gamma di contenitori SSI Schäfer si arricchisce col Compostainer, contenitore studiato appositamente per la raccolta di rifiuti organici, che garantisce un’efficace aerazione del materiale e aumenta l’alimentazione di ossigeno, nelle dimensioni 120, 140, 240 litri. Costantemente impegnata nel miglioramento dei propri sistemi, quest’azienda pone la massima attenzione ai dispositivi antirumore.
Recovered presenta linee di parchi giochi per bambini, elementi di arredo urbano e coperture per isole ecologiche interamente "RiProdotte con Neolite", materiale riciclato al 100% dagli imballaggi in plastica, che vuol sostituire tutte le possibili applicazioni del legno in strutture di questo genere.
Sineco importa dalla Danimarca un prodotto per la raccolta del rifiuto umido ormai consolidato nel nord Europa: EcoSack è un sistema che sfrutta sacchetti di pura cellulosa da tenere aperti in bidoni aerati, permettendo all’organico di decomporsi autocompattandosi e, facendo uscire l’umidità, di non marcire (senza così provocare odori); il processo può durare fino a 21 giorni, e serve a creare humus di qualità. Lavori Pubblici n. 1 marzo - aprile 2003
Fra i tanti contenitori Contenur si distingue il cassonetto da 2400 l a caricamento laterale per monoperatore realizzato col sistema della iniezione di polietilene ad alta densità, che quindi non necessita di strutture metalliche di sostegno.
Mattiussi Ecologia in questa manifestazione non espone ma spiega chiaramente nel proprio stand i Sistemi a Scomparsa, pensando a mettere sottoterra contenitori di grandi dimensioni, campane e cassonetti da 2400 l.
Errebi amplia la sua linea di bagni ecologici con quelli per disabili e lavandini.
Nord Engineering presenta un sistema per la raccolta dei rifiuti assolutamente innovativo, costituito da due strutture diverse: il mezzo di raccolta ed il contenitore. Un particolare sistema d'aggancio unito ad una macchina che lavora su assi permette un lavoro veloce, adatto inoltre anche per isole ecologiche interrate.
Otto Italiana, accanto alla sua nota linea di cassonetti in polietilene ad alta densità, propone una gamma completa di contenitori per tutti i tipi di rifiuti fino alla nuova linea di cestini.
Fra le tante proposte di arredo urbano di Athena spicca la nuova linea di cestini dotati di posacenere, di solito mancante su quelli piccoli tondi. Il loro svuotamento è particolarmente comodo, con una soluzione interessante: senza dover asportare nessun pezzo, il contenuto si riversa direttamente nel cestino azionando una leva posteriore che è parte integrante invisibile del contenitore stesso. 49
Jcoplast espone la sua vasta serie di contenitori, dai bidoni da 10 l fino ai cassonetti da 2400 l per la raccolta differenziata, in polietilene ad alta densità, autoportanti, in tutta la gamma RAL di colori.
Ambientalia propone il coperchio con filtro antiodore con aggancio universale per tutti i contenitori atti alla raccolta differenziata dell'organico, qui presentato sul loro nuovo 120 litri.
Insime al contenitore in polietilene ad alta densità per il Compostaggio Domestico, Preco System presenta il Sistema Antivespa, interessante prodotto innovativo non velenoso per impedire la presenza di vespe all'interno delle campane del vetro.
P.P.E. Plastic Project European è presente con un’ampia gamma di contenitori per rifiuti speciali di tutti i generi, dagli accumulatori esausti agli oli usati, compresi i sottofusti, in materiale plastico, per cui leggeri e resistenti agli agenti atmosferici.
Lady Plastik presenta Tiramisù, un sacchetto per le deiezioni canine dotato di 2 alette applicate ai lati utilizzabili come paletta; in matervil, può essere eliminato insieme al rifiuto organico, quindi di possibile compostaggio.
Fra i tanti prodotti della Cartoplastica Pubblicitaria (in particolare per rifiuti ospedalieri e per la microraccolta), sono disseminati in giro per la fiera contenitori in cartone disegnato per la raccolta differenziata.
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