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n. 10 settembre - ottobre 2004
quota neve s.r.l. via Panizza 12 - 20144 Milano Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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ANGELO BOMBELLI COSTRUZIONI METALLICHE S.r.L. 20134 MILANO - VIA G.VENTURA 14TEL.022157858-820 - FAX 0226410069E-mail:bombelli@bombelli.it - Internet:www.bombelli.it
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n. 10 settembre - ottobre 2004
L'applicazione su autocompattatori side loader del cambio automatico. Analisi dei risultati sperimentali G. Romanello Faun alla carica Gh. Marchelli Veicoli industriali Scam, versatilità in movimento F. P. Vandoni Idraulica Doa La Provincia di Ascoli Piceno si attrezza con Fendt allestiti con decespugliatrici Orsi Gh. Marchelli Quba, il nuovo sistema per costruire muri a secco F. P. Vandoni Vivai Ivano Guagno Ga. Marchelli Dimostrazioni Grandi Trapianti F. P. Vandoni Principali contenuti della nuova Norma Europea per la sicurezza delle attrezzature per la viabilità invernale EN 13021 E. Giletta Sistemi modulari galleggianti Jetfloat International F. P. Vandoni 2 Unimog U4000 con modulo antincendio Giletta per la Provincia di Livorno Gh. Marchelli Bibione: studio preliminare al risanamento di alcuni tronchi di fognatura Conglomerato a freddo Rephalt per chiusura buche e risanamenti stradali Gh. Marchelli Lame Schmidt Cirron Lama per trattori MM CS 68/6 Morselli e Maccaferri Milano pulisce i graffiti F. P. Vandoni Colori decisi per una rotatoria difficile Gh. Marchelli Snoline presenta Walt®, un nuovo attenuatore d'urto F. P. Vandoni Asfalt Gum per la riparazione delle strade in tutte le condizioni atmosferiche Gh. Marchelli Mano d'attacco spruzzata direttamente dalla vibrofinitrice Gh. Marchelli Le argille espanse nella costruzione di rilevati artificiali CEN/TC 337 - Comitato Europeo sulle attrezzature e sui materiali per la manutenzione stradale A. Musso Novità tecniche Assaloni F. P. Vandoni 37 BU 4x4 per l'Ente Foreste della Sardegna Ga. Marchelli Routinform@2003 M. Mattio Ferri, una gamma di 29 decespugliatrici professionali Il prodottoche rivoluziona il settore del disgelo stradale: Fuxor Extra 30
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Giletta S.p.A. Via De Gasperi, 1 12036 Revello (CN) Tel. +39 0175 258800 r.a. Fax +39 0175 258825 www.giletta.com e-mail: com@giletta.com
Direttore responsabile: dott. Giorgio Marchelli Direttore esecutivo: dott. ing. Gherardo Marchelli Redazione: dott. Giorgia Marchelli dott. arch. Viviana Patscheider Francesco Piero Vandoni Segreteria di redazione: Domenica Stefani Editore: quota neve s.r.l. Direzione, amministrazione, pubblicità: Via Panizza 12 - 20144 Milano Tel. +39 02 4983120 Fax +39 02 4985157 E-mail: lavoripubblici@quotaneve.it Stampa: Ottavio Capriolo Via Arc. Calabiana 6 - 20139 Milano Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 577 in data 14-10-2002 Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano Abbonamenti annui: Italia euro 30,00 Estero euro 40,00 i versamenti possono essere effettuati a mezzo assegno o c/c postale n. 26647206 intestato a: quota neve s.r.l.: - via Panizza 12 - 20144 Milano Una copia euro 5,00
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AMBIENTE E TRASPORTI
L'applicazione su autocompattatori side loader del cambio automatico. Analisi dei risultati sperimentali ING. GIUSEPPE ROMANELLO
1 Introduzione Vesta S.p.A. è l'azienda multiutility che eroga i ser vizi territoriali e ambientali alla città di Venezia e ad altre realtà territoriali nel Veneto. Opera nei settori dell'igiene urbana, degli smaltimenti e delle bonifiche ambientali, del verde pubblico, del ciclo cimiteriale, del cleaning, del ciclo integrato delle acque, acquedotti, fognature e depurazione. Sistemi e Risorse Tecnologiche è la struttura dei Ser vizi Ambientali Terraferma di Vesta S.p.A. che si occupa della gestione tecnica dei mezzi e delle attrezzature per l'igiene urbana. La struttura è divisa in due ambiti, un ufficio tecnico che opera nella ricerca e sviluppo e la manutenzione che gestisce le attività operative. Suoi ambiti d'azione sono quindi sia lo studio delle migliori tecnologie, con una forte tradizione rivolta all'innovazione, e la gestione dei progetti di acquisizione delle nuove attrezzature, dalla redazione della documentazione tecnica necessaria alla direzione lavori di fornitura, sia la gestione dell'intero ciclo della manutenzione con punte di eccellenza nell'oleodinamica, nella meccanica e nell'elettronica, grazie alla presenza di una officina propria altamente specializzata nell'igiene urbana. Sistemi e Risorse Tecnologiche fornisce inoltre servizi tecnici anche a terzi, sia nell'ambito della manutenzione di mezzi ed attrezzature, sia nella consulenza tecnica per la progettazione e la realizzazione di siste6
mi tecnologici di igiene urbana. Nel suo curriculum ci sono collaborazioni per la progettazione di ser vizi e mezzi per la raccolta, la movimentazione e il trasporto rifiuti, lo spazzamento, servizi accessori sul verde pubblico e sulle attività sgombraneve... con realtà aziendali del Veneto, di altre regioni italiane e all'estero. Sistemi e Risorse Tecnologiche opera secondo un sistema integrato Qualità e Ambiente certificato ISO 9000 e 14000. La struttura è affidata al Responsabile, ing. Giuseppe Romanello e ai suoi collaboratori, Assistente di Manutenzione p.i. Valter Bisello e Assistente Tecnico p.i. Mirco Mazzon. 2 Il servizio raccolta rifiuti Il servizio di raccolta rifiuti gestito da Vesta copre il territorio generalmente denominato "Terraferma", circostante la città di Venezia e comprendente Mestre, Marghera, fino ai Comuni limitrofi di Marcon, Quarto d'Altino, Cavallino, per una popolazione di circa 300.000 abitanti. Il territorio servito, come noto, è inserito in un contesto di città metropolitana, densamente popolato, con presenza di aree industriali (Por to Marghera) e di interscambio (Porto di Venezia), e caratterizzato da evidenti problematiche legate al traffico (tangenziale di Mestre). Il servizio è modulato attraverso l'intera offerta di servizi dedicati alla raccolta differenziata dei rifiuti. In particolare, con la completa attivazione della raccolta differenziata anche della frazione
organica, il rifiuto già detto indifferenziato è catalogato quale frazione secca non riciclabile della produzione complessiva e come tale avviato al trattamento per la produzione di CDR, combustibile da rifiuti, per il suo completo recupero energetico. La modalità di conferimento della frazione secca non riciclabile è organizzata totalmente con il dislocamento sul territorio di cassonetti stradali, stazionari bilaterali simmetrici da 2.400 e 3.200 litri. Il servizio di raccolta utilizza una flotta di 30 autocompattatori monoperatore "side loader" di capacità varia, dai 14 ai 28 metri cubi nominali. La scelta del servizio con mezzi monoperatore, ormai lontana nel tempo ad oltre un decennio fa, coniuga la necessità di ottimizzazione logistica, abbattimento dei costi di esercizio e migliore standard di qualità del servizio. La filosofia tecnica di concentrare su una sola persona l'onere di tutte le attività di raccolta rifiuti ha comportato la necessità di richiedere alle attrezzature impiegate elevata automazione e sistemi di controllo efficaci, proponendo crescenti livelli di innovazione tecnologica. Lo scopo è infatti quello di poter concentrare l'attenzione dell'o Sequenza delle operazioni di carico del mezzo Iveco con cambio automatico Allison e attrezzatura Farid. Un carico laterale in fila che risulta particolarmente dolce in quanto si inclina la rotaia
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peratore sull' attività centrale, il vuotamento del contenitore. 3 L'adozione del cambio automatico sugli autocompattatori side loader Nel 2001 il progetto di acquisizione di nuovi autocompattatori side loader prevede l'adozione del cambio automatico di serie WT Allison Trasmission modello MD 3060PR sui telai Iveco Cursor 300. La scelta della tecnologia Allison risulta favorita dalla presenza a catalogo Iveco del prodotto, cui sono da tempo note le caratteristiche tecniche e si sono seguite le evoluzioni e le migliori applicazioni. L'adozione di cambi automatici nasce dall'ulteriore spinta a migliorare i parametri di potenzialità operativa della flotta aziendale, secondo la filosofia di massimo ausilio al conducente, che è chiamato ad essere sempre meno autista e sempre più tecnico della macchina di raccolta rifiuti allestita a bordo del mezzo. Accorgimenti di sicurezza, ergonomia, ausilio tecnologico alla guida sono integrate dal cambio automatico che propone soluzioni complete. Messi in ser vizio tra un anno e mezzo ed un anno fa, si è ritenuto interessante valutare l'impatto prodotto dalla scelta di adozione di tale tecnologia sul servizio espletato, confrontandolo con le prestazioni delle macchine precedenti. I risultati sono incoraggianti e danno ragione ad una scelta ponderata anche se non sperimentata. 4 Il confronto tra prima e seconda serie di autocompattatori Farid FM028 I mezzi della prima serie sono autocompattatori side loader con allestimento della Farid Industrie S.p.A. modello FMO28. I mezzi della seconda serie sono 8
Il cambio automatico WT Allison autocompattatori con allestimento sostanzialmente identico (naturale evoluzione di prodotto). I telai della prima serie sono IVECO Eurotech 190E30, 26 tons di PTT, con motorizzazione 8460 41C, di 221 kW, 9500 di cilindrata. I telai della seconda serie sono IVECO Cursor 300, 26 tons di PTT, con motorizzazione E068EA, di 218 kW, 7790 di cilindrata. Si tratta dell'evoluzione di prodotto, conforme anche ai nuovi standard di inquinamento atmosferico da gas di scarico Euro 3. I cambi della prima serie sono meccanici ZF modello 16S - 109 ECOMID. I cambi della seconda serie sono automatici WT Allison Transmission MD 3060PR. 5 I risultati operativi 5.1 L'apprezzamento di guida Il dato più importante di confronto operativo tra autocompattatori con diverse soluzioni tecniche al cambio riguarda l'apprezzamento che il personale autista ha manifestato subito per i nuovi mezzi. Invece della tradizionale diffidenza per nuove tecnologie e la normale difficoltà ad affrontare cambiamenti nella gestione dell'automezzo assegnato, il personale ha dimostrato apprezzamento e i nuovi mezzi sono stati subito utilizzati in doppio turno secco (sei giorni su sette, con utilizzo antimeridiano anche domenicale). 5.2 L'incidentalità L'incidentalità su strada è sempre stata elevata, dovuta a fattori diversi, ma sostanzialmente riconducibili alla difficoltà di operare in contesti di trafffico congestionato, con la necessità di raggiungere i cassonetti in condizioni di parcheggio "selvaggio", attivando la movimentazione dei cassonetti, sem-
pre tenendo in massima considerazione la sicurezza per i passanti. Gli eventi di microincidentalità, limitati a danni alla carrozzeria dei mezzi (aziendali o terzi) o a strutture urbane (cordoli, paletti, muretti, recinzioni,...) pesano sempre molto. L'adozione di alcune soluzioni tecniche convergenti, come il cambio automatico, la telecamera posteriore, il cicalino di retromarcia... ha notevolmente diminuito la quantità di eventi per i mezzi interessati. 5.3 L'efficienza di trasferimento 5.3.1 I risultati storici I dati storici della prima serie confrontati con i dati storici più recenti della seconda serie di macchine portano a interessanti considerazioni non solo tecniche, ma anche operative. L'utilizzo delle macchine è infatti il medesimo nella stessa area (la terraferma veneziana) e pertanto sono possibili confronti di percorso e di percorrenza. In particolare si sono potuti analizzare i seguenti parametri: - Route media, ovvero la lunghezza del percorso medio di una route, che è fissa e programmata nel tempo, in funzione della possibilità di concludere il servizio nel normale turno di lavoro; - Velocità commerciale media, ovvero la velocità media di percorrenza del percorso medio, al lordo delle fermate per vuotamento cassonetti, che rientrano nel conteggio; - Velocità di crociera media, ovvero la velocità media di percorrenza del percorso medio, al netto delle fermate per vuotamento cassonetti, che non rientrano nel conteggio; - Tempo di crociera medio, ovvero tempo necessario allo svolgimento della route, al netto delle fermate per vuotamento cassonetti. In tabella 1 si riportano i risultati storici ottenuti.
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DATI STORICI lunghezza route (km) velocità commerciale (km/h) velocità di crociera (km/h) tempo di crociera (h) 1
prima serie seconda serie ∆ ∆ cambio meccanico cambio automatico assoluto percentuale 67,02
74,29
7,27
10,8%
9,92
13,14
3,23
32,5%
17,61
21,61
4,01
22,8%
4,15
3,43
-0,73
-17,5%
La route media è leggermente superiore per le macchine seconda serie, frutto probabilmente della ristrutturazione di alcuni percorsi operata tra fine 2001 e inizio 2002. La velocità commerciale è molto superiore, frutto congiunto della ottimizzazione logistica sopradetta e dell'azione di migliori prestazioni delle nuove macchine. In particolare la velocità di crociera, che dipende esclusivamente dalle performance dell'autotelaio e dall'azione del suo cambio, sono migliori del 22,8%. In definitiva il dato storico riporta ad una maggiore efficienza operativa delle macchine della seconda serie, che coprono il ser vizio in minor tempo di crociera, con un risparmio quantificabile in circa mezz'ora per ciascun turno di lavoro. Questo significa che per lo stesso percorso, le macchine seconda serie lascerebbero da mezz'ora a quasi tre quarti d'ora liberi dal trasferimento di crociera per ulteriori servizi, pari al 17,5%. Del resto questo dato storico non è più riscontrabile nell'attualità, perchè la prassi operativa ha già portato delle variazioni di utilizzo tra le macchine prima serie e seconda serie che por tano da una par te a non poterne più confrontare le performance in modo automatico, dall'altra a mantenere un alto rendimento operativo della flotta nel suo complesso.
comuni limitrofi serviti (Comune di Marcon, Comune di Quarto d'Altino, Comune di Cavallino e Comune di Meolo), raggiunti con percorrenze di trasferimento variabili ma comunque sempre significative, su viabilità maggiore a percorrenza veloce. Una par te del ser vizio è rimasta anche sulla città, relegata comunque ad ambiti periferici (Malcontenta, Ca' Sabbioni, Aeroporto) e solo occasionalmente a percorsi strettamente urbani su Mestre o Marghera centro. Le macchine di seconda serie invece sono state sempre adibite a servizi centrali, ad alta concentrazione di traffico veicolare, di dislocazione cassonetti ravvicinata e, spesso, in batteria di due o tre in sequenza. Pertanto si è dovuta analizzare una condizione che, necessariamente, visti i pochi turni elaborati, scendesse nel merito dei dati riscontrati (tab A). In particolare si è ritenuto di dover scendere nel dettaglio della quantità di cassonetti vuotati per turno, calcolando l'interessante media di spazio tra cassonetti conseguenti, che indica con un parametro chiaro quale sia l'interasse teorico tra due fermate obbligate. Maggiore è l'interasse infatti, maggiore è la possibilità per l'automezzo di guadagnare velocità, pesando infatti meno l'effetto di decelerazione dello "stop" e di accelerazione del "go". La velocità di crociera infatti è calcolata aritmeticamente al lordo degli
effetti di partenza e ripartenza tipici del servizio di raccolta rifiuti; tanto maggiori sono le fermate, tanto minore deve risultare la velocità di crociera media, ma non per effetto di minori prestazioni dell'automezzo, che nel tragitto possono anche essere identiche. Così si è potuto constatare che l'AU43 ha svolto servizio assimilabile alla media delle macchine seconda serie, con par ticolari similitudini soprattutto con AU46 e AU52. Di contro la media delle macchine prima serie, scluso l'AU43 è abbastanza distante dalla media del servizio delle macchine seconda serie, ed invece molto vicina al servizio svolto dall'AU50. In definitiva quindi si è ritenuto interessante valutare le velocità espresse da servizi seppur diversi, che comunque avessero almeno lo stesso intercassonetto, piuttosto che la stessa percorrenza assoluta, così come confrontare solo percorsi uguali sia per lunghezza che per numero di cassonetti. In par ticolare si sono analizzati i seguenti parametri: - Route media, ovvero la lunghezza del percorso medio di una route, che è fissa e programmata nel tempo, in funzione della possibilità di concludere il servizio nel normale turno di lavoro; - Numero di cassonetti vuotati, ovvero quantità di stop effettuati per l'espletamento del servizio, esclusi gli stop operativi di circolazione stradale; - Intercassonetto medio, ovvero spazio medio tra due cassonetti, calcolato dividendo la route per il numero di cassonetti vuotati. - Velocità di crociera media, ovvero la velocità media di percorrenza del percorso medio, al netto delle fer-
5.3.2 La situazione attuale Innanzi tutto il confronto dati è avvenuto in un periodo limitato di tempo (2 settimane) senza particolarità stagionali (a cavallo tra febbraio e marzo), caratterizzato da condizioni atmosferiche favorevoli, e senza eventi operativi di nota. La rilevazione dati è stata effettuata per giornata di lavoro, assommando il doppio turno effettuato nella giornata. I risultati sono stati analizzati in considerazione del fatto che le macchine prima serie sono adibite d'istituto a percorsi extraurbani, per servizi a A Lavori Pubblici n. 10 settembre - ottobre 2004
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DATI MEDI lunghezza route (km) numero cassonetti (n) intercassonetto (km) velocità di crociera (km/h) 2
prima serie seconda serie ∆ ∆ cambio meccanico cambio automatico assoluto percentuale 79,44
72,32
-7,12
-9,0%
98,84
120,51
21,68
21,9%
0,80
0,60
-0,20
-24,8%
25,81
22,68
-3,13
-12,1%
mate per vuotamento cassonetti, che non rientrano nel conteggio. I risultati attuali ottenuti per le medie complessive delle serie di automezzi hanno dato i seguenti risultati, che appaiono difficilmente interpretabili (tab. 2). Infatti risulterebbe che la media tra serie di mezzi copre percorsi diversi, con diminuzione della velocità di crociera a fronte dell'aumento del numero di cassonetti e diminuzione dell'intercassonetto. Qualsiasi considerazione sul rendimento resterebbe pertanto impedita. Suddividendo invece i risultati con i criteri di omogeneità operativa, si determina la possibilità di confrontare gruppi di macchine: - Mezzi prima serie con cambio meccanico, confrontabili con mezzi seconda serie con cambio automatico, utilizzati in servizi predominanti a carattere extraurbano; - Mezzi seconda serie con cambio automatico, confrontabili con mezzi prima serie con cambio meccanico, utilizzati in servizi predominanti a
carattere urbano. Si sono ottenuti così i seguenti risultati (tab. 3 e 4). Come si può constatare il risultato operativo in termini di velocità di crociera è assai contenuto e quindi abbastanza trascurabile (anche se comunque positivo). Il dato interessante è quello relativo all'estrema maggior produttività del servizio espletato, all'interno dello stesso tempo complessivo di turno di lavoro, che rende merito delle maggiori prestazioni ottenute dall'automezzo nelle attività di percorrenza. Aumentano sensibilmente i cassonetti serviti, mentre nella stessa durata del turno di lavoro si percorrono più km e l'intercassonetto è comunque minore, a intralcio della velocità di crociera, che comunque è superiore.
6 I risultati tecnici 6.1 I consumi I consumi nell'utilizzo di un autocompattatore sono di assai difficile valuta-
UTILIZZO PRED. EXTRAURBANO lunghezza route (km) numero cassonetti (n) intercassonetto (km) velocità di crociera (km/h) 3 UTILIZZO PRED. URBANO lunghezza route (km) numero cassonetti (nr) intercassonetto (km) velocità di crociera (km/h) 4
prima serie seconda serie ∆ ∆ cambio meccanico cambio automatico assoluto percentuale
CONSUMI DATI MEDI percorrenza (km/litro)
prima serie seconda serie ∆ ∆ cambio meccanico cambio automatico assoluto percentuale
5 10
84,92
94,46
9,54
11,2%
98,10
112,38
14,28
14,6%
0,87
0,84
-0,03
-3,0%
27,93
28,23
0,30
1,1%
prima serie seconda serie ∆ ∆ cambio meccanico cambio automatico assoluto percentuale 68,48
69,16
0,68
1,0%
100,30
121,68
21,37
21,3%
0,68
0,57
-0,11
-16,4%
21,58
21,89
0,31
1,4%
1,17
1,12
-0,05
-4,6%
zione, per effetto della sovrapposizione di richieste energetiche di ausilio al trasferimento, al vuotamento cassonetti, alla compattazione e infine allo scarico. Nel periodo di osservazione sono stati rilevati i dati di consumo alla colonnina del distributore interno del Centro Direzionale ed Operativo della Terraferma, realizzato ed automatizzato da Agip. I risultati ottenuti sono evidenziati in tab. 5. Sembrerebbe quindi ad una prima superficiale analisi che i mezzi della nuova serie consumino di più. In realtà se teniamo conto delle conclusioni di maggior rendimento operativo dimostrate nel paragrafo precedente, sorge il dubbio che il consumo maggiore sia riferito piuttosto al maggior lavoro sia di raccolta che di trasferimento. Per coerenza metodologica si è voluto approfondire il tema dei consumi considerando le diversità operative di utilizzo, con particolare riferimento al numero di fermate e di cassonetti vuotati, che per i consumi sono un parametro non indifferente, dato che impegnano l'erogazione di potenza del motore alla PTO. In particolare si è studiato un parametro composto, per tenere conto sia dei kilometri percorsi che dei cassonetti vuotati; tale parametro che è stato chiamato rendimento composto, è il prodotto dei kilometri percorsi e dei cassonetti vuotati per unità di carburante consumato. In maniera del tutto analoga all'analisi effettuata sul rendimento operativo, si è ottenuta la sequenza di risultati illustrata in tab. 6 e 7. Da questi dati si deduce che i consumi di carburante dovuti alla gestione automatica del trasferimento risulta particolarmente vantaggiosa: - nel caso di percorsi URBANI (con incidenza maggiore dei cicli di vuotamento cassonetti), sia in termini assoluti (diminuzione del consumo tout court) sia in termini di forte miglioramento del rendimento composto; - nel caso di servizi EXTRAURBANI laddove il tragitto di trasferimento diviene preponderante, pesa comunque in termini aumento del rendimento composto (anche se con aumenti di consumo assoluto). 6.2 La manutenzione Gli effetti più consistenti e più tangibili della scelta di adottare lo standard
Lavori Pubblici n. 10 settembre - ottobre 2004
Mercedes-Benz è un marchio DaimlerChrysler
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UTILIZZO PRED. prima serie seconda serie EXTRAURBANO cambio meccanico cambio automatico percorrenza (km/litro) 1,28 1,22 lunghezza route (km) 84,92 94,46 numero cassonetti (n) 98,10 112,38 rendimento composto 3010,82 3553,69 6 (kmxcassonetti/litro)
∆ ∆ assoluto percentuale -0,06
-5,0%
9,54
11,2%
14,28
14,6%
542,87
18,0%
UTILIZZO PRED. prima serie seconda serie ∆ ∆ URBANO cambio meccanico cambio automatico assoluto percentuale percorrenza (km/litro) 0,95 1,09 0,14 14,9% lunghezza route (km) 68,48 69,16 0,68 1,0% numero cassonetti (n) 100,30 121,68 21,37 21,3% rendimento composto 2190,39 2894,86 704,47 32,2% 7 (kmxcassonetti/litro) del cambio automatico si sono riscontrati nella gestione manutentiva dei mezzi. In particolare i dati più evidenti sono quelli relativi al gruppo frizione e all'impianto frenante, anche se si possono comunque considerare segnali di maggior affidabilità anche dello stesso gruppo cambio, così come della PTO. Del resto la condizione operativa molto gravosa dei mezzi prima serie aveva già evidenziato par ticolare esposizione sulle due componenti: - Impianto frenante - Gruppo frizione Entrambi i componenti erano stati individuati come punti sensibili di miglioramento gestionale e tecnico. Appositi progetti avevano portato ad organizzare eventi formativi/informativi e di sensibilizzazione per ottenere il coinvolgimento del personale autista nella segnalazione precoce di sintomi di malfunzionamento o usura dei componenti. L'organizzazione manutentiva aveva coinvolto fornitori qualificati per tutte le componenti dell'autotelaio, identificando officine specializzate (ad esempio solo sulla manutenzione agli impianti frenanti). L'occasione delle nuove acquisizioni ha consentito all'Ufficio Tecnico di trasformare l'imponente mole di informazioni raccolte dalla Manutenzione (Data Base di Manutenzione), proponendo l'adozione dei cambi automatici per la valenza tecnica oltre che operativa. 6.2.1 Gruppo cambio Il cambio denotava spesso problematiche legate all'asta di innesto marce, 12
scorporando tutti gli interventi di rettifica volano, che si configurano per la loro consistenza. Per quanto riguarda la rettifica volano, che diviene una costante di lavorazione a scadenza media prevedibile, si è provveduto a valorizzare l'intervento a prezzo di listino IVECO. A fronte di un costo di 2371€, è possibile calcolare il costo kilometrico della manutenzione della frizione. I risultati sono riportati in tab. 8 DATI prima serie 2000 - 2003 cambio meccanico interventi totali annui (n/anno) 2,17 frequenza interventi totali (km) 15819 interventi rettifica annui (n/anno) 0,75 frequenza interventi rettifica (km) 45667 costo kilometrico rettifica (€/km) 54,40
al selettore, alla sua bielletta di rinvio al cambio, ai leveraggi, al carter di 8 protezione, al pomello.... In un solo caso (AU42, novembre Ovviamente il cambio automatico ha 2002) le problematiche relative al eliminato qualsiasi problematica. cambio sono degenerate al punto di Il risparmio dunque è stato riparamecostringere alla sostituzione comple- trato sul minor costo per la percorrenza media annua dei mezzi seconda ta, con una spesa assai significativa. Sicuramente il cambio meccanico serie, che è di circa 40.150 km/anno, risulta più esposto alle sollecitazione concludendo che il cambio automaesterne dell'autista, alle sue possibili tico opera un contenimento dei azioni incongrue in fase di guida, costi manutentivi per il gruppo frimentre il cambio automatico manleva zione mediamente di 2.168 /anno. l'operatore da qualsiasi azione manuale preservandolo da malfunzio- 6.2.3 Impianto frenante L'impianto frenante è il componente namenti. Non è tuttavia possibile identificare che maggiormente risente dell'usura parametri predeterminati di confronto per utilizzo gravoso cui sono sottoposti gli autocompattatori side loader per l'iautomatico. giene urbana in aree metropolitane. Nel nostro caso l'usura dei freni risul6.2.2 Gruppo frizione Le frizioni del cambio meccanico ta già molto migliorata dopo appositi subiscono un forte processo di usura inter venti per favorire il corretto derivante dalla quantità di "stop & go" rodaggio delle pastiglie appena somma di quelli programmati del ser- installate, in modo da evitare che vizio (le fermate per vuotamento cas- improvvisi surriscaldamenti delle sonetti) e di quelli tipici della circola- prime ore di lavoro potessero portare a cristallizzazioni del materiale e zione stradale in area urbana. Una politica di sensibilizzazione del generale scadimento delle prestaziopersonale aveva già portato dal 1999 ni frenanti da una parte e della durata ad eliminare quasi completamente il complessiva dall'altra. fermo mezzo su strada per completo I dati consolidati avevano portato a cedimento del gruppo frizione, causa- considerare una frequenza di revisioto dal persistente utilizzo anche in ne freni anteriori ogni 22.000 km circa e posteriori ogni 26.000 km circa. presenza di disco usurato. Tuttavia la durata delle frizioni è stata L'attenta analisi di tali dati aveva già calcolata a fronte dell'archivio di portato ad avviare un progetto migliomanutenzione dal 2000 in poi. Il risul- rativo, con l'adozione di retarder elettato è stato raffrontato in assoluto, tromagnetico su un primo mezzo a conteggiando tutti gli interventi manu- titolo sperimentale. tentivi del gruppo, ad esempio anche L'AU41 ha riscontrato il passaggio relativi alle componenti pneumatiche della frequenza di revisione freni da quali la servofrizione, e poi invece 20.000 a 40.000 km circa, raddop-
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per favorire la riprogettazione del servizio in modo da trasfor mare le migliori performance operative in maggior produttività del sistema di gestione dei servizi di raccolta. D'altronde il sistema manutentivo, che già annovera significative economie gestionali, potrà trarre interessanti stimoli di riflessione sul diverso grado di utilizzo dei mezzi della prima e della seconda serie, per modificare le aspettative di usura componenti e adeguare la manutenzione programmata, con variazione della frequenza degli interventi di manutenzione preventiva.
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DATI prima serie-AU41 AU47 ∆ ∆ 2000-2003 cambio meccanico cambio automatico assoluto percentuale interventi freni anteriori (n/anno) 1,11 0,67 -0,44 -40,0% frequenza interv.ant. (km) 22000 61000 39000 177,3% interventi freni posteriori (n/anno) 0,89 0,00 -0,89 -100,0% frequenza interv.post. (km) 22000 0,00 -22000 -100,0% costo int. freni (€/km) 0,10 0,03 -0,07 -70,3% 9 piando quindi la durata della neces- tecniche delle macchine impiegate. saria revisione. Lo studio condotto costituisce pertanA seguito degli incoraggianti risultati to un primo contributo alla migliore di questa sperimentazione, sono stati conoscenza della tecnologia adottato avviati all'installazione di analoghi retarder elettromagnetici anche gli altri mezzi della prima serie. L'installazione si è conclusa nel mese di aprile 2003. I dati attuali sono comunque largamente a favore della soluzione proposta in combinazione con il cambio automatico, ovvero l'adozione di un retarder idraulico accoppiato al cambio automatico. La percorrenza media dei mezzi della seconda serie immatricolati nell'estate 2001 confermano che uno solo ha richiesto la revisione freni a più di 61.000 km, mentre gli altri sono leggermente sotto o pari a tale kilometraggio. Nessuno dei mezzi immatricolati poco più di un anno fa ha richiesto interventi all'impianto frenante, con percorrenze finora di più di 43.000 km (tab. 9). In definitiva, considerata la percorrenza media annua, si può stimare in almeno 2.600 /anno il contributo della tecnologia con cambio automatico sui costi di manutenzione per l'impianto frenante. Il contributo della tecnologia con retarder elettromagnetico (da attivare in assenza del cambio automatico) porta a stimare in almeno 1.700 €/anno la diminuzione dei costi di manutenzione sul sistema frenante e quindi comunque 900 €/anno più elevato del contributo della tecnologia idraulica. 7 Prospettive e potenzialità L'adozione del cambio automatico ha por tato quindi ad alcuni vantaggi gestionali in parte misurati e comunque misurabili, lasciando peraltro a migliori analisi nel futuro la possibilità di verificare nel tempo l'andamento dei parametri significativi. D'altronde le maggiori potenzialità inespresse sono quelle relative all'utilizzo operativo, che si confronta con la necessità di riorganizzare il servizio sulla base delle caratteristiche
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IGIENE URBANA
Faun alla carica GHERARDO MARCHELLI
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Il 23 e 24 settembre 2004 il Castello di Felino (Parma) è stato teatro della presentazione di Faun della gamma di mezzi per la raccolta rifiuti e per lo spazzamento stradale. Questa manifestazione ha dato modo di far conoscere la volontà di Faun di essere presente in Italia con una maggiore forza ed in maniera diretta, con l’ufficializzazione della sua rappresentanza da parte di Roberto Walter Braghieri, presidente di Braghieri S.r.l. di Parma. Il "ritorno" di Faun in Italia ha lo scopo di: partecipare alle trattative con enti pubblici e privati; far conoscere l’ampia varietà della produzione del gruppo Faun e particolarmente i sistemi di logistica/raccolta/stoccaggio/trasporto (MSTS e presa diamond, cassone scarrabile, presa laterale ecc.); organizzare e sviluppare i servizi post vendita e di assistenza tecnica sul territorio italiano con appoggio delle officine omologate già esistenti in Italia.
Il Gruppo Faun, fondato nel 1845, forte di circa 1.850 compattatori e circa 150 spazzatrici prodotti e venduti ogni anno, rappresenta il numero uno sul mercato europeo per la fabbricazione e la vendita dei mezzi di raccolta e lo spazzamento dei rifiuti solidi, con la più ampia gamma di prodotti: caricamento posteriore classici a pala di compattazione Variopress e Powerpress, con cassone bicamera Selectapress, con cassone rotondo Rotopress, caricamento laterale per cassonetti da 60 a 3.200 litri Sidepress e con cassone scarrabile Sidepress X, caricamento frontale Frontpress e con cabina ribassata Toppress, sistema di raccolta di grande velocità includendo la logistica di traspor to MSTS e Easypress, la gamma delle spazzatrici su telaio, sia normale sia idrostatico sia Unimog, Viajet di 5, 6, 7 m3 di volume cassone, spazzatrici aeroportuali e natural-
mente l’offerta di sistemi di logistica, pesatura e riconoscimento. L’occasione ha permesso di ammirare alcune delle attrezzature proposte, con particolare attenzione al sistema di lavaggio cassonetti Onestop, che lo rendono "autosufficente" per la raccolta dei rifiuti e contemporaneo lavaggio dei cassonetti, con una prova pratica sulle strade di Parma nella raccolta dell’organico. Questo sistema, abbinato ad un compattatore Variopress, risulta ideale soprattutto nella raccolta dell’organico, dove la pulizia dei cassonetti deve essere fatta frequentemente per ovviare ai problemi d’igiene e d’olfatto causati ai cittadini. Onestop è una soluzione 1. Variopress con sistema di lavaggio cassonetti in prova a Parma 2. Viajet 6 in prova 3. 4. Rotopress su Econic
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pratica e semplice, difatti combina un normale compattatore con un sistema di bracci di lavaggio con spruzzatori ad alta pressione, che consentono di lavare il cassonetto appena svuotato e quindi di riposizionarlo pulito ogni volta che lo si svuota con durata dell’operazione aumentata di pochi secondi. Il sistema consente quindi: semplicità di operazione notevole, non dovendo combinare i due mezzi (di raccolta e di lavaggio) in movimento contemporaneo; risparmio di un mezzo e di un equipaggio; minor ingombro nel traffico; servizio più efficiente ed ecologico, infatti
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pulendo ogni volta i cassonetti si può intervenire con sola acqua a pressione senza l’ausilio di detersivi o agenti chimici aggressivi. Altro mezzo che ha potuto mostrare la sua efficacia di lavoro è stata la spazzatrice Viajet 6, la più conosciuta della gamma, con sistema di riciclo dell’aria. Questo sistema, senza scarico diretto dell’aria, la fa fuoriuscire alla bocca di spazzamento, riutilizzandola e rimettendola in circolo, per riumidificarsi e consentire di abbattere in maniera considerevole le polveri altrimenti rilasciate nell’aria. Questo sistema presenta inoltre altri vantaggi: meno rumorosità, essendo un sistema chiuso; utilizzo meccanico dell’aria soffiata per una migliore azione di pulizia; inoltre la stessa aria si scalda per azione meccanica del
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ricircolo permettendo di spazzare, naturalmente senza l’umidificazione alle spazzole ma con la sola umidificazione per l’abbattimento interno, anche a - 9° C. Altro mezzo in esposizione era la Rotopress, su telaio Econic, con lo storico principio del tamburo rotante. Questo sistema molto apprezzato, soprattutto per la raccolta dell’organico, in molte città europee, consente notevoli vantaggi d’economia, di manutenzione e di rumorosità, viste le poche parti meccaniche in movimento (3 rispetto alle 35 di un normale compattatore). 1. Svuotamento e lavaggio in una unica operazione con Faun, in dimostrazione a Parma 2. Ugello per il lavaggio 3. Cassonetto scaricato e lavato
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Braghieri Srl Viale Solferino, 15 43100 Parma tel./fax +39 0521 970667 e-mail: rwb@braghieriweb.com internet: www.braghieriweb.com Lavori Pubblici n. 10 settembre - ottobre 2004
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PORTATTREZZI
Veicoli industriali Scam, versatilità in movimento FRANCESCO VANDONI
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La società Scam S.r.l., di Oltrona al Lago (VA), nasce nel 1995 ed inizia la produzione dei veicoli 4x4, nel giugno 2000, ed è certificata UNI EN ISO 9001:2000. L'impresa è composta da due diverse divisioni, la Scam Engineering che ha per missione l'analisi, la progettazione, lo sviluppo e l'industrializzazione di nuovi veicoli e la Scam Industriale alla quale sono affidati tutti gli aspetti della realizzazione in serie. La soluzione Scam di utilizzare il terzo differenziale di serie e quindi la trazione integrale permanente, è una scelta progettuale che ha l'obiettivo di garantire più sicurezza, una migliore mobilità che permetta di raggiungere luoghi impervi ed una qualità di guida che solo le 4 ruote motrici sanno offrire. Nelle varie versioni la gamma Scam rappresenta un'ottima base per realizzare allestimenti e trasformazioni.
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La struttura sovradimensionata, i grandi vantaggi della meccanica "tutto avanti", le particolari doti del veicolo speciale tutto terreno, rendono Scam un versatile strumento per la creatività degli allestitori. La gamma di veicoli Scam si articola su due modelli di base: Scam SM 35 e Scam SM 55, rispettivamente da 35 e da 55 quintali. Il telaio, realizzato con due longheroni a doppia C, è capace di sopportare le gravose sollecitazioni a cui sarà sottoposto in fuoristrada. Nel telaio a doppia C si crea una struttura chiusa e rinforzata con traverse e tubi, con modulo di inerzia molto elevato, specialmente nelle torsioni, ideale quindi per percorsi in fuoristrada in virtù della sua maggiore elasticità. La cabina ha 3 comodi posti a sedere, guida a sinistra ed è collegata al telaio tramite tasselli antivibranti in
gomma. Pur essendo di tipo arretrato, che consente una maggior protezione dei passeggeri in generale, e in particolare in caso di urto frontale, il veicolo mantiene un'ottima visibilità per l'autista. Esiste anche una versione a cabina doppia, con 4 posti supplementari dietro, per un totale di 7 posti. La grande vetratura anteriore consente all'operatore un'ottima visibilità anteriore pari ad un angolo di 90° (e ciò permette di vedere il terreno a soli due metri dal veicolo), e laterale, grazie anche ai retrovisori esterni che incorporano uno specchio grandangolo così da avere due tipi di 1. Scam con lama neve Assaloni 2. Scam con lama e spargitore Assaloni 3. Scam con decespugliatrice anteriore Assaloni 4. Scam con piattaforma aerea
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Inverno o estate sulle strade con tutta la forza di Scam. V E I C O L I
S P E C I A L I
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Scam è un vero specialista dei terreni estremi dove la trazione integrale permanente sfrutta i 125 CV del motore (146 CV a richiesta), abbinati ad un cambio-riduttore a 24 rapporti per superare anche gli ostacoli più difficili. Con un veicolo così potente e compatto potete utilizzare tutte le attrezzature: lama e vomere sgombraneve, spargisale, spazzolone a rullo, attrezzo per lavaggio barriere, braccio falciante.
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Richiedete al concessionario a voi più vicino, o direttamente a Scam, le caratteristiche tecniche e prestazionali dei veicoli. SCAM s.r.l. • Via Alioli e Sassi 19bis • 21026 Gavirate • Fraz. Oltrona al Lago (VA) Tel. +39 0332 745776 • Fax +39 0332 746251 • e-mail: info@scamtrucks.it • www.scamtrucks.it
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visualizzazione, normale e grandangolare. La prima è adatta all'impiego in condizioni ordinarie, mentre la seconda consente di tenere sotto controllo il punto d'appoggio della ruota posteriore, permettendo una guida in tutta sicurezza in quanto l'autista non è costretto a sporgersi per verificare l'assetto corretto del mezzo, quando questo opera in terreni scoscesi già pericolosi per loro natura, o anche solamente in caso di pioggia. La cabina al suo interno è dotata di uno speciale roll-bar a sezione tubolare, posizionato dietro i sedili, che assicura un'adeguata protezione in caso di ribaltamento Il complesso volante - sterzo è servoassistito da idroguida e non interferisce visivamente con la plancia degli strumenti, che è protetta da una palpebra antiriflesso. In cabina sono presenti solo 3 leve: una per il comando delle marce normali posizionata sulla plancia, l'altra per il comando delle mezze marce sincronizzate e la terza per il riduttore 1:3 nell'uso in fuoristrada. Tutti gli altri
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comandi, attivabili con pulsanti ad azionamento elettro-idraulico (bloccaggio differenziale centrale, bloccaggio assale posteriore; bloccaggio assale anteriore, innesto presa di forza al riduttore) sono divisi per gruppi funzionali posizionati in una ergonomica consolle. Le sospensioni anteriori e posteriori sono con balestre paraboliche ad elevata flessibilità: la flessibilità delle balestre, grazie alla laminazione parabolica, assicura, con il telaio a doppia C, un'elevata torsione tra l'assale anteriore e quello posteriore, con una grande aderenza al terreno, stabilità e sicurezza. L'impianto frenante è costituito da un sistema a doppio circuito idraulico con servofreno a depressione agente sulle quattro ruote con circuiti indipendenti, freni anteriori a disco autoventilati, posteriori a tamburo con correttore di frenata sull'asse posteriore e freno di stazionamento meccanico agente sul treno posteriore. I veicoli sono inoltre equipaggiati con impianto disinserbile ABS Bosch, che può essere disinserito tramite pulsante elettrico durante le percorrenze in fuoristrada. Grazie al controllo della centralina elettronica Scam, nel caso l'autista dimenticasse di reinserire l'ABS, questo verrà abilitato automaticamente non appena il veicolo raggiunga i 40/45 km/h. Il motore è Euro 3 di nuova generazione, Iveco Aifo, a quattro cilindri
con alimentazione a gasolio, iniezione diretta, sovralimentato con intercooler e raffreddato a liquido; cilindrata 2.800 cm3, 125 cavalli (92 kW) a 3.600 giri/minuto e coppia massima di 290 Nm (29.5 kgm) a 1.800 giri. La frizione è monodisco a secco con comando idraulico. Il cambio è di tipo ZF sincronizzato a 6 marce più retromarcia. Il riduttore ripartitore è stato studiato da Scam per ottenere: - trazione integrale permanente e terzo differenziale di serie (bloccabile) per migliorare la distribuzione della coppia motrice su tutte e quattro le ruote; - 24 rapporti, 12 per percorso misto e 12 per fuoristrada. La prima riduzione sincronizzata può essere inserita con macchina in movimento per ottenere delle mezze marce. La seconda riduzione deve essere inserita a veicolo fermo e serve per il fuoristrada. Lo Scam dispone di tre prese di forza, una al cambio, una al motore ed una al riduttore ripartitore. La presa di forza al motore è indipendente dal movimento del veicolo e garantisce la continuità operativa dell'attrezzo. Con l'innesto idraulico e 1. 2. Scam con gru e cassone ribaltabile 3. Scam cabina doppia per servizio provinciale a Rieti 4. Scam con spargitore Giletta 5. Scam con gru idraulica retrocabina
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con l'avanzamento minimo a 2 km/h a regime di coppia massima, la presa di forza può gestire applicazioni specialissime, come decespugliatori a braccio, spargisale e turbine da neve. In cabina con un semplice pulsante si attiva l'innesto della presa di forza al riduttore. E' sufficiente, quindi, scegliere la pompa idraulica più adatta per comandare: verricelli, argani funi, retroescavatori o utensili idraulici come mar telli demolitori, pompe, avvitatori, troncatori e perforatori. Le caratteristiche fin qui elencate conferiscono ai veicoli Scam una grande versatilità e li rendono una base appetibile per allestitori di vari settori. Il settore della viabilità può sfruttare con profitto le doti degli Scam. In inverno con lame da neve, vomeri, frese da neve e spargisale possono essere azionati dalle prese di forza del veicolo e utilizzati in condizioni e luoghi difficili, anche in quelle strade strette grazie ai ridotti ingombri del mezzo. In estate le stesse prese di forza permettono di azionare decespugliatrici a braccio, innaffiatrici, spazzatrici. Molteplici sono gli allestimenti già eseguiti ed utilizzati ed allestitori, come ad esempio Assaloni che, riconoscendo nei veicoli 1. Scam con antincendio Amatori 2. Scam doppia cabina per i Vigili del Fuoco 3. Scam per trasporto liquidi 4. Scam ambulanza per l’esercito polacco 5. Scam camper 6. Scam Parigi - Dakar
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Scam prerogative di innovazione e di grandi prestazioni, ha in produzione un ampio programma di attrezzature adatto a rendere i veicoli Scam multifunzionali e utilizzabili in tutte le stagioni nella manutenzione di strade e marciapiedi. Per la stagione invernale Assaloni propone per gli Scam: tre modelli di lama sgombraneve, la SL26, la Tecna 25 e la Tecna 27, con lunghezze di aleroni rispettivamente di 2,61; 2,55 e 2,72 m; due modelli di vomeri sgombraneve articolati, il VL20 e l'Y3; uno spandisale a tramoggia SPES da 1,5 m3. Per i lavori estivi Assaloni offre la spazzatrice aspirante Eolo con larghezza di lavoro di 2 m e capacità del cassone di 1,9 m3, la spazzatrice frontale a rullo SF220 - I di 2,4 m di larghezza e il decespugliatore a braccio frontale FFA400 con uno sbraccio di 3,5 m e larghezza della testata falciante di 1 m. Altri allestitori hanno montato attrezzi per la manutenzione stradale di altre marche come Omer, Morselli e Maccaferri, Bombelli, Zaugg... Il settore dell'edilizia può trovare nei veicoli Scam opportunamente allestiti valide soluzioni per il trasporto personale e materiali in zone montuose, come anche in cantieri di grandi opere e nei lavori nelle cave. Anche con la cabina a 7 posti rimane a disposizione un ampio cassone ribaltabile. Naturalmente le prese di forza possono essere utilizzate per la movimentazione di un cassone ribaltabile, una gru retrocabina e attrezzi idraulici 3 del tipo Doa o Stanley.
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Anche nell'ambito della difesa del territorio gli Scam possono apportare un valido contributo. Vigili del Fuoco, Protezione Civile ed Esercito necessitano spesso di veicoli polivalenti, leggeri ma potenti, che possano arrivare praticamente ovunque in maniera rapida e sicura per essere utilizzati nei modi più svariati per pompare acqua, scavare, tagliare, trasportare. Anche in questo ambito molteplici sono gli allestimenti eseguiti ed utilizzati, come la versione allestita con modulo antincendio da Amatori (Lavori Pubblici n. 9 luglio - agosto 2004). Il modulo in questione ha un serbatoio di 1.800 l e tre pompe: una ad alta pressione, una a bassa pressione ed una terza per il rifornimento rapido del serbatoio. I veicoli Scam sono stati inoltre allestiti come ambulanze fuoristrada per l’sercito polacco in numerose unità e come veicoli per la Protezione Civile. Infine anche il settore del tempo libero trova applicazioni per i veicoli Scam, con la versione a cabina doppia da 7 posti con cassone fisso ad uso pickup, oppure allestito a camper con esigenze di fuoristrada per viaggiare in autonomia in qualsiasi paese.
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ATTREZZI
Idraulica Doa Doa (Dinamica Olio Acciaio) è una giovane azienda con sede a Noverate (CO), specializzata nella produzione di utensili idraulici portatili per tutti i lavori professionali dove è imperativo disporre di attrezzature potenti, trasportabili e sicure, già apprezzate soprattutto nei settori dell'edilizia, della manutenzione stradale, da aziende di distribuzione di acqua, gas ed energia, da aziende edili, di telefonia, nei lavori ferroviari, per lavori sottomarini, dai militari, dalla protezione civile e da molti comuni. L'obiettivo di Doa è di costruire utensili dalle caratteristiche superiori che garantiscano il massimo di sicurezza, produttività e migliorino le condizioni lavorative degli operatori. Il personale Doa è composto da tecnici specialisti animati da passione per l'idraulica e provenienti da consolidate esperienze nell'utensileria di potenza. I prodotti sono frutto di una progettazione recente e sono dotati delle soluzioni più moderne, alcune delle quali brevettate. Gli utensili idraulici sono la risposta a molti problemi di società che operano nei lavori di manutenzione esterni di reti urbane o stradali in genere, migliorando le condizioni lavorative e assicurando una lunga serie di vantaggi, alcuni esclusivi, non ottenibili insieme dagli utensili elettrici o pneumatici.
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I vantaggi principali di questi attrezzi sono: leggerezza, facile trasportabilità, versatilità (grazie alla possibilità di azionamento da centraline oppure da tutte le macchine dotate di circuiti idraulici), massima sicurezza degli operatori e migliorate condizioni lavorative, potenza e produttività superiori, bassa rumorosità, minori vibrazioni, grande robustezza, affidabilità, minor manutenzione, longevità operativa (grazie all'autolubrificazione ed alla totale sigillatura); nessuno scarico aperto, né sollevamento di polvere, nessun fastidioso soffio sugli operatori o inalazione di fumi di scarico; la maggior parte degli utensili assicura operazioni antiscintilla/antiesplosione, niente elettricità (nessuna possibilità di shock elettrico), immergibilità in acqua senza problemi e nessuna complicazione di condensa gelata nel lavoro in climi invernali. - CENTRALINE IDRAULICHE. Uno dei punti di forza del catalogo Doa è la serie di centraline idrauliche autonome, composta da sei modelli con motorizzazioni a benzina, diesel ed anche elettrico. Queste macchine stanno conseguendo una sempre maggiore quota di mercato grazie alle loro superiori caratteristiche di leggerezza, silenziosità e robustezza. A cominciare dalla micro centralina Scorpion dal peso di soli 42 Kg alla potentissima Super Raptor che assi-
cura una fornitura idraulica di 40 l/min, le centraline Doa rappresentano lo "stato dell'arte" nel loro tipo; il modello Manta con motore da 13,5 HP è l'unica centralina sul mercato che integra un generatore elettrico da 2,2 KVA ed assicura una doppia fornitura di potenza: idraulica ed elettrica per garantire la massima versatilita' di impiego ed una fruizione totale. E' previsto tra pochi mesi il lancio della prima centralina Doa ad alta pressione che sarà denominata Kolubra. Questa nuova particolare macchina avrà una fornitura idraulica da 700 bar regolabili e sarà adatta ad azionare utensili ad alta pressione come cesoie salvavita per i vigili del fuoco e per il soccorso, oppure attrezzature per la manutenzione della rotaia, o per l'azionamento di attrezzature da sollevamento come cilindri, estrattori ed attrezzature varie per la demolizione controllata. La gamma degli attrezzi idraulici Doa è ampia ed articolata. Elenchiamo le principali famiglie di prodotti partendo dai demolitori manuali. - MARTELLI IDRAULICI. I martelli idraulici sono tre da 12, 16 e 19 kg, rispettivamente nominati KD 12, KV 16 e KV 19, disponibili anche per lavori sottomarini, progettati per la 1. Centralina idraulica Raptor 2. Martello idraulico KD 12
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demolizione di cemento, roccia e per il taglio di asfalto. Le impugnature antivibrazione, con configurazione a D per il modello leggero da 12 kg e a T per gli altri due, sono ricoperte con speciale resina poliuretanica a garanzia del massimo comfort e sicurezza degli operatori. KD 12 è un potente martello idraulico di classe leggera: per la sua ergonomia e maneggevolezza è ideale in tutti i lavori professionali di demolizione, sia in posizione verticale che nell'impiego orizzontale a parete. Le sue dimensioni sono di 56 cm di lunghezza per 18 cm di larghezza, con un attacco punta di 22 x 82 mm (7/8 x 3"1/4) STD ed un'energia di battuta di 5,5 kgm. Il KV 16 e il KV 19 sono di classe media, ideali in tutti i lavori professionali di demolizione, con impugnatura antivibrazione di configurazione a T, con sospensione elastica antireattiva e doppio comando di avviamento di sicurezza. - PERFORATORE IDRAULICO. HD 12 da 12 kg di peso è di classe media, per cemento e laterizi. Leggero e maneggevole grazie al funzionamento idraulico, riduce i problemi di rumorosità, manutenzione e sicurezza, potendo lavorare anche in completa immersione in acqua. Inoltre, la completa assenza di scintillìo lo rende estremamente adatto nei lavori di manutenzione di reti del gas. - POMPE PER ACQUA. Le pompe ad immersione Doa sono certamente una valida e moderna soluzione a molti problemi di aziende che devono pompare acqua sia in situazioni di emergenza, come alluvioni ed allagamenti, o per normale routine come svuotare scavi o pompaggio generico. La gamma Doa è composta da 1. Martello idraulico Doa 2. Saldatrice con motore idraulico 3. 4. Pompe Doa
quattro potentissimi modelli per acque chiare, luride o molto fangose, adatte ad ogni esigenza e capaci di portate fino a 3.000 litri al minuto o sollevare acqua a 45 metri di altezza. Le pompe ad immersione, se azionate dal circuito di autocarri o furgoni o miniescavatori si trasformano in potenti unità di pompaggio capaci di prestazioni talmente alte che richiederebbero motopompe tradizionali ed elettriche di pesi, ingombri, e soprattutto costi molto superiori. Le pompe Doa oltre al grande vantaggio di sfruttare la potenza del circuito idraulico delle macchine operatrici ed aumentarne la versatilità forniscono anche altri importanti vantaggi non ottenibili da pompe tradizionali: possibilità di girare a secco a tempo indeterminato senza danni, facile pulizia ed ispezione: la camera di 1 pompaggio si apre in pochi istanti. Sono costruiti in materiali di alta qualità caratteristiche esclusive ed interescome acciaio inox e poliuretano e santi. Questi utensili possono essere poliestere, che assicurano una grande facilmente azionati o montati a bordo resistenza alla abrasione e all'uso con di autocarri, mezzi di pronto intervenliquidi aggressivi. I modelli grandi to, veicoli fuoristrada, piattaforme hanno il motore idraulico auto regolato aeree, autogru, macchine movimento da sovra alimentazioni oleodinamiche, terra, officine mobili, miniescavatori, quindi, nel caso di collegamento errato macchine di perforazione, trattori, a macchine con grande portata di olio, imbarcazioni, mezzi d'opera vari. le pompe si auto difendono da eccessi Funzionano sfruttando il circuito di giri e pressione olio o rotazione idraulico delle macchine cui vengono inversa. Pratiche, sicure e potenti con collegati semplicemente con due tubi lunghissima vita operativa le pompe oleodinamici, sono molto compatti e Doa sono sicuramente un ottimo inve- possono anche essere montati come stimento che garantisce migliaia di ore fossero delle semplici cassette dei di funzionamento di potenza ed auto- ferri nel punto più opportuno. I vantaggi derivanti dal loro utilizzo sono nomia. - GENERATORI DI CORRENTE E SALDATRICI CON MOTORE IDRAULICO. Può essere sicuramente utile poter utilizzare gli autocarri anche per ottenere da essi energia elettrica ed aria compressa. Nella gamma Doa sono inclusi i generatori di corrente, le saldatrici ed anche i compressori con motore idraulico (serie HG - HW - CH) che sono anch'essi prodotti dalle 2
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concreti ed evidenti: sono pratici ed economici, permettono di disporre ovunque sia necessario di corrente elettrica ed aria compressa a basso costo, in modo silenzioso e con limitatissima necessità di manutenzione. Come per le pompe acqua, il motore idraulico di questi utensili integra delle valvole di difesa contro errori di azionamento idraulico, eccesso di giri e velocità, blocco improvviso della rotazione, rotazione inversa.. I motori idraulici non emettono fumi o rumori o vibrazioni, sono estremamente compatti, leggeri, necessitano di poca manutenzione, hanno una insuperabile durata operativa ed economia di esercizio. Aumentano la versatilità e l'autonomia delle macchine azionatrici e sono fornibili anche in versioni speciali di potenza e caratteristiche elettriche secondo necessità del cliente. I modelli standard hanno potenze elettriche di 3 e 5 KVA, il compressore CH 75 fornisce una portata di 600 l/min a 7 bar di aria resa. - HYDROBOX. Il gruppo idraulico Hydrobox è un nuovo ed interessante accessorio per autocarri, furgoni e mezzi d'opera vari che può essere installato a bordo nel punto più opportuno, come fosse una comune cassetta dei ferri. Il gruppo trasforma queste macchine in potenti azionatori di utensili ed attrezzature idrauliche. Spesso gli autocarri o i furgoni non 1. Hydrobox 2. Mini trasportarore Nomad 3. Sega a catena Doa
hanno alcuna parte idraulica, oppure il circuito idraulico presente ha caratteristiche e potenza limitate e non sarebbe quindi in grado di azionare in maniera soddisfacente delle attrezzature idrauliche. Con l'installazione del gruppo Hydrobox sarà quindi possibile far diventare questi mezzi delle "centraline idrauliche professionali" che assicurano una lunga serie di vantaggi evidenti e concreti. L'autocarro non sarà più solo un semplice mezzo di traspor to, ma potrà diventare una macchina da lavoro molto versatile impiegabile anche da ferma per svolgere numerosi lavori di manutenzione stradali ed anche generare corrente e saldare, il tutto in modo silenzioso, ecologico, potente, sicuro. Tutto ciò garantisce un ideale sfruttamento del veicolo lasciando completamente libero il piano di carico e limitando drasticamente il peso a bordo. Hydrobox puo' controllare delle portate fino a 38 l/min e pressioni fino a 180 bar. - NOMAD è una moto carriola cingolata che, oltre alla sua naturale funzione di mezzo di trasporto, diventa da ferma una potente e pratica sorgente di energia per l'alimentazione di utensili idraulici ed anche elettrici. Grazie alla sua praticità e versatilità assicura molti esclusivi vantaggi: il suo uso è ideale in tutti i lavori in località impervie e di difficile accesso. Una volta sul luogo delle operazioni e dopo aver trasportato fino a 600 kg di materiali ed attrezzature può azionare con incredibile potenza tutta la gamma Doa di martelli demolitori, perforatori, pompe per acqua, troncatrici, smerigliatori, compressori pneumatici idraulici, potatori, carotatrici, utensili per salvataggio... La macchina incorpora un generatore da 3 KVA che permette l'azionamento anche dei più grossi elettro utensili e può quindi anche illuminare e perfino saldare. Elimina la necessità di disporre di
generatori di corrente autonomi e compressori, e di tutti i loro associati problemi di trasporto, spazio occupato, carburante, fumosità, manutenzione... Se dotata dell'intensificatore di pressione da 700 bar HPI800 prodotto da Doa, Nomad può anche generare energia idraulica ad alta pressione per azionare cesoie salva vita, pinze da demolizione e martinetti di sollevamento idraulici ad alta pressione. Il circuito idraulico ausiliario di tipo professionale con componenti di alta qualità assicura la massima efficienza anche in operazioni prolungate ed in climi tropicali. Il piano di carico può essere modificato per ospitare fari di illuminazione per lavori notturni, supporti per applicazioni speciali o altri accessori come colonne di perforazione, bracci di brandeggio, piccoli sollevatori, verricelli idraulici... - METROPOLIS è un gruppo di lavaggio professionale progettato per impieghi urbani mobili all'esterno, da usare montato a bordo e come accessorio di autocarri, furgoni, e mezzi d'opera vari. Il gruppo si installa ed è scarrabile in pochi minuti: viene assicurato sul pianale per mezzo di cinghie o di perni filettati e viene azionato collegandolo con una doppia tubazione flessibile al circuito oleodinamico dell'autocarro (o altra macchina operatrice). Se l'autocarro non è dotato di circuito idraulico è possibile impiegare il gruppo Hydrobox precedentemente descritto. Il gruppo Metropolis è un accessorio "jolly" che può essere montato su svariati autocarri o altri mezzi per un uso sia in affiancamento sia in modo autonomo. Il gruppo è composto da: un robusto telaio base tubolare di contenimento in acciaio e dotato di anello di sollevamento ed inforcabile con muletti; una cisterna d'acqua che può avere diverse capacità secondo la portata del mezzo: una pompa idro-
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pulitrice professionale con motore oleodinamico mod. HWB250; un naspo avvolgitubo con tubo ad alta pressione lungo 15 metri, dotato di sistema di riavvolgimento automatico; filtro per acqua e tubazioni varie di collegamento dell'acqua e dell'olio; lancia di lavaggio. La pompa idropulitrice ad alta pressione Doa HWB 250 è il componente principale ed è anche la parte che rende esclusivo il gruppo Metropolis. Le caratteristiche principali della pompa di lavaggio sono: pressione acqua 220 bar, e portata acqua 17 l/min, caratteristiche che permettono di lavare con potenza molto alta ogni tipo di sporco ed incrostazione. Oltre alla grande efficienza di lavaggio i vantaggi sono i seguenti: velocità d'intervento, bassissima rumorosità ideale per lavori notturni e nei centri storici, velocemente installabile e scarrabile, facile da usare; non richiede addestramento né cautele particolari. Di uso molto sicuro, non impiega corrente elettrica, non ha parti in movimento, garantisce ottimizzazione delle attrezzature, aumento della versatilità dei mezzi e dell'efficienza del personale. Se usato in combinazione con piccoli autocarri, permette di operare anche in strade strette e vicoli, aree ad
accesso limitato, su marciapiedi, isole pedonali, spazi angusti... Estremamente efficiente nella rimozione di graffiti murali, nella sanitarizzazione urbana e nel lavaggio di selciati, panchine, strade, giochi nei parchi, bagni pubblici, con gli appositi accessori può pulire pozzetti, tombini, fogne e scarichi aspirando con incredibile potenza detriti, fango, foglie, ghiaia... Può effettuare decappaggi pesanti o idrosabbiatura; può essere usato per disingorgare tubature e scarichi, per trasportare acqua o per innaffiare aiuole; può nebulizzare e spruzzare ad alta pressione anche insetticidi, anticrittogamici, neutralizzatori chimici, diserbanti... - COMPRESSORE CON MOTORE IDRAULICO. Il CH 75 è un compressore con motore idraulico progettato per essere azionato dal circuito di autocarri, centraline, miniescavatori e da tutte le macchine dotate di un circuito idraulico idoneo. Il CH 75 fornisce aria compressa con portata massima di 600 l/min di aria resa ad una pressione di 7 bar, per una pressione massima di 10,5 bar. L'esclusivo motore idraulico a ingranaggi integra delle valvole per l'autoregolazione della velocità e dei giri, ed è difeso contro possibili abusi
La Aebi è leader nel risolvere i problemi della cura di terreni topograficamente difficilissimi. Sia su pendio estremo che su superfici piane di terreni delicati, i trattori speciali multifunzionali Terratrac e i porta-attrezzi, i Transporter della Aebi e i monoasse polivalenti come pure le spazzatrici sono adatti sia in estate che in inverno a tutti i tipi di lavoro per la cura di areali, superfici verdi e prati in comuni, per l’architettura del giardino e del paesaggio, per cantieri edili e lavori pubblici e per stazioni di montagna / sciistiche. Inoltre sono sinonimi di sicurezza e comfort, economicità, qualità svizzera e lunga durata.
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idraulici: ciò garantisce sicurezza anche quando l'utensile viene collegato a macchine che hanno valori di portata e pressione idraulica superiori a quelli richiesti. Il serbatoio aria è dotato di disgiuntore automatico che scarica all'esterno l'aria pompata quando la massima pressione nel serbatoio (25 litri) è raggiunta. - UTENSILI VARI. Quelli precedentemente descritti sono solo una parte del catalogo: la gamma si estende anche ad utensili idraulici ed elettrici come trivelle manuali, ventilatori, aspiratori, potatori, tagliarami idraulici, seghe a catena per legno con impugnatura a pistola e ad asta, seghe a disco idrauliche per metalli e cemento/asfalto... Grazie alla dinamicità ed alla oramai riconosciuta qualità dei suoi prodotti, l'azienda comasca si propone come "prima scelta del cliente", grazie anche ad un rapporto prezzo/qualità/servizio difficilmente battibile. Personale qualificato e due furgoni dimostrativi sono sempre disponibili per assistenza e dimostrazioni fatte senza impegno in tutta Italia. Doa può proporre molte soluzioni ideali a tutte le aziende che sono alla ricerca di attrezzature moderne, sicure ed economicamente vantaggiose.
VERDE
La Provincia di Ascoli Piceno si attrezza con Fendt allestiti con decespugliatrici Orsi GHERARDO MARCHELLI
Fendt Farmer 409 Vario con decespugliatrice Orsi Acrobat 5.0 Telescopic La Provincia di Ascoli Piceno con 1.950 km di strade da gestire ha voluto incrementere le sue potenzialità con nuovi mezzi dedicati allo sfalcio erba ed al lavoro di manutenzione dei cigli stradali. Il rinnovo delle attrezzature dedicate a questi lavori ha visto l’acquisto di cinque trattori Fendt con pale caricatrici e bracci decespugliatori Orsi. La fornitura è stata eseguita dalla R.A.T.A. di Ascoli Piceno, concessionaria di questi marchi e molti altri per la Provincia e per parte delle province limitrofe. La R.A.T.A. è presente dal 1972 ed ha acquisito sempre più 24
impor tanza nella zona, par tendo dalla commercializzazione ed assistenza nel campo delle macchine, attrezzature e prodotti petroliferi per l’agricoltura, mercato che ancora oggi copre il 90% del loro fatturato. Dall’esperienza maturata, questa concessionaria ha potuto valutare molti dei più importanti marchi del mercato, arrivando a rappresentare i più interessanti ed allargarsi ad offerte industriali e di forniture per le pubbliche amministrazioni, grazie anche allo sviluppo attento del magazzino ricambi interno, officina con 7 dipendenti e quattro veicoli
allestiti ad officina mobile, per un’attenzione curata del servizio post vendita. Nel servizio di assistenza alla vendita, grazie ad accordi sia con le case produttrici sia con istituti di credito locali, possono offrire servizi finanziari, gestiti direttamente da loro, adeguati alle differenti esigenze dei clienti. La Provincia di Ascoli Piceno, per garantire il servizio della manutenzione stradale direttamente con i suoi operai e sempre meno con l’ausilio di appaltatori privati, ha voluto rinnovare alcuni dei suoi mezzi. L’organizzazione vede la suddivisione del territorio in 7 zone con due gruppi, composti ognuno da due squadre, per ogni zona: per questo la soluzione ideale sarebbe di riuscire a dotare ogni squadra di un trattore adeguato alle esigenze, per arrivare alla gestione diretta della totalità di questi lavori. Per ora, con queste nuove attrezzature e le vecchie, sono riusciti ad assegnare almeno un trattore adeguato per ogni zona e, comprendendo anche i più vecchi, oramai poco efficienti, quindi solo di supporto nei periodi più gravosi, uno per ogni gruppo. La fornitura effettuata dalla R.A.T.A. alla Provincia ha visto una prima consegna di due Fendt Vario 409 con pala caricatrice anteriore e braccio Orsi già operativi nel 2002; dopo due stagioni di utilizzo di queste attrezzature la scelta è stata riconfermata con l’acquisto di altri tre Fendt uguali anche nell’allestimento, a dimostrazione di una completa soddisfazione della soluzione e del servizio post vendita proposti. La fornitura completa vede quindi 5 Fendt Farmer 409 Vario, tutti allestiti con pala caricatrice anteriore Fendt e braccio posteriore Orsi con comando a joy-stick ben integrato in posizione
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ergonomica in cabina, inoltre la R.A.T.A. ha provveduto ad allestire tutti i trattori con l’importante griglia di protezione del finestrino laterale, facilmente smontabile. I bracci decespugliatori, nella vasta gamma professionale Orsi, sono stati di due modelli, differenti tra loro per le diverse esigenze di lavoro delle zone in cui si va ad inter venire: due Acrobat 5.0 Telescopic con testata da 105 cm e tre Visual 500 con testata da 125 cm. Le Acrobat 5.0 Telescopic sono state assegnate alle zone con esigenze di lavoro in aree ristrette, poiché il parallelogramma di questi bracci professionali è stato progettato proprio per consentire di lavorare con ingombri assai ridotti. Con le Acrobat si può lavorare con la testata a filo ruota e soprattutto è possi- 1 bile lavorare in verticale, per lo sfal- di eseguire l’operazione in pochi attrezzature, riconfermate entrambe cio di pareti e la potatura di piante a minuti. Questa soluzione risulta assai dopo due anni di esercizio, risiedor idosso di strade strette, con le importante per poter scaricare tutta la no sicuramente nell’alta produttività ruote del trattore attaccate al ciglio pala prima di andare ad eseguire i che la Provincia ha raggiunto con lavori con la decespugliatrice, in questi, con la piena efficienza nel della strada. Per le zone con minor problemi di modo da potersi muovere con il minor lavoro, nei costi di esercizio e nell’assistenza che R.A.T.A. garantisce ingombri la scelta ha voluto predilige- ingombro per un’agilità estrema. re il comfort dell’operatore scegliendo I trattori Fendt Farmer 409 Vario da anche grazie all’appoggio di costrutil modello, sempre della gamma pro- 92 CV evidenziano la volontà della tori come Orsi e Fendt. fessionale Orsi, Visual 500, che con- provincia di attrezzarsi con mezzi affisente un avanzamento della testata dabili, con particolare attenzione alla tinciante di 30°, in modo da consenti- sicurezza e al comfort degli operatori, re una visuale eccellente della testata come anche ai costi di esercizio. all’operatore mantenendo una posi- La tecnologia Vario permette all’ozione comoda, senza dover continua- peratore di concentrarsi sul lavoro, mente girare la testa e le spalle per senza dover prestare attenzione al cambio, avendo la possibilità di controllare l’area di lavoro. Le pale caricatrici sono Fendt con il variare la velocità, con continuità sistema di smontaggio/montaggio senza "strappi", da 0,02 a 40 km/h, che permette ad un unico operatore che per questi lavori risulta di fondamentale importanza, potendo garantire un adattamento ottimale della 1. 3. Fendt Farmer 409 Vario con velocità in tutte le condizioni di lavodecespugliatrice Orsi Visual 500 ro. Il controllo è a unico comando 2. Orsi Acrobat 5.0 Telescopic in con leva joy-stick con cui vengono posizione di trasporto azionate tutte le funzioni di marcia, 4. Fendt Farmer 409 Vario con compresa l’inversione della stessa. decespugliatrice Orsi Acrobat La soddisfazione dei mezzi e delle 2 5.0 Telescopic
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EDILIZIA
Quba, il nuovo sistema per costruire muri a secco FRANCESCO VANDONI
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Bellamoli Granulati S.p.A., di Stallavena (VR), escava e produce granulati di marmo, ciottoli e pietre da circa 70 anni; possiede quattro cantieri di trasformazione e cave di proprietà, a garanzia dell'uniformità cromatica dei materiali proposti. Ad Asphaltica 2003 (Lavori Pubblici n. 6 gennaio - febbraio 2004) ha presentato un nuovo sistema per la realizzazione di muri a secco fino ad un'altezza di 5 m: i Quba Stones. Il sistema si basa su gabbie rigide composte da tondini di acciaio del diametro di 6 mm. I componenti di queste gabbie vengono prima tagliati e piegati, e solo in seguito subiscono una zincatura a caldo ad alto grado (500 g/m2) in modo da non lasciare alcun punto scoperto. Le gabbie sono brevettate e garantite dalla ditta tedesca Rawe. Inoltre hanno subito delle prove all'erosione rispettando le vigenti normative europee ed interna-
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zionali e sono garantite per 70 anni. A rinforzare ulteriormente la gabbia sono posti all'interno dei tiranti, che impediscono qualsiasi tipo di deformazione. Esistono vari formati standard: si va da 50 x 50 x 50 cm fino ad arrivare a quella più grande da due metri cubi. Le gabbie vengono riempite nei cantieri Bellamoli con pietre della dimensione di 60 - 150 mm che sono vibrate e compattate in modo da evitare cedimenti inter ni. I Quba Stones dispongono di un gancio solidale con la gabbia per il sollevamento, sia per il trasporto che per il montaggio del muro. La posa in opera è estremamente semplice, praticamente come giocare con il Lego. Un camion trasporta le gabbie pronte sul luogo, con un braccio meccanico si sovrappongono le gabbie e, dopo aver unito le gabbie tra loro con punti metallici, si ottiene, molto rapidamente, un muro a secco di grande soli-
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dità. Questo sistema, inoltre, è completamente ecologico in quanto non prevede l'utilizzo di cemento, e permette un facile drenaggio naturale grazie agli interstizi tra le pietre. Il sistema Quba Stones è utilizzato anche sul cantiere per la realizzazione dell'Allianz Arena, il nuovo stadio nei pressi di Monaco in costruzione in vista dei prossimi campionati mondiali FIFA 2006 in Germania. I Quba sono utilizzati, inoltre, per opere d'arredo urbano grazie alla possibilità di riempimento con pietre pregiate di diversi colori, e per la realizzazione di barriere antirumore grazie alla loro proprietà di fonoassorbenza. 1. Posa in opera dei Quba Stones 2. Arredo urbano 3. Cantiere dell'Allianz Arena 4. Gamma di colori e dimensioni 5. Muro fonoassorbente
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VERDE
Vivai Ivano Guagno GIORGIA MARCHELLI
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A Santa Giustina in Colle, poco a nord di Padova, nel cuore della campagna veneta, hanno sede i Vivai Ivano Guagno, giovane ed innovativa azienda florovivaistica di recente impostasi sul mercato italiano. Nata 25 anni fa dalla passione per il verde e l’orticoltura di Ivano, ora direttore generale e responsabile della coltivazione e della qualità, esperto nella cura dei giardini con notevole dote artistica, l’azienda è rapidamente cresciuta grazie a persone con solidi valori per il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente. Affiancato dal fratello Alessandro, dalla moglie Donatella e da uno staff di professionisti appassionati, Ivano con i propri vivai sta riscontrando in tutta Italia ottimo successo, garantito dalla serietà e dalla qualità proposte dall’azienda, con la convinzione che con obiettivi sani, senza cadere nell’eccesso e nell’impossibile, si possa ottenere un ambiente naturale idoneo per tutti. La particolarità dei Vivai Ivano Guagno sta nella vastissima produzione, interamente curata a partire dal seme: sono più di 300 le specie di piante coltivate della serie autoctona, anche un po’ allargata, che possano vivere nel nostro clima, e proposte in moltissime tipologie, a partire dalla giovane pianta
a radice nuda, a quelle in vaso e in zolla, fra astoni, cespugli e alberi. L’azienda può quindi attualmente vantare una produzione di qualche milione di esemplari di piante valide per ogni tipo di utilizzo, adatte a ripristinare qualsiasi area verde che si voglia sistemare, quali alberature per viali stradali, parchi, giardini pubblici e arredo urbano, come pure per campeggi o aree verdi private. Per la coltivazione di una gamma di verde così variata e soddisfacente, i Vivai Ivano Guagno possono contare su una superficie produttiva di 120 ettari ripartita in 90 ettari a produzione di piante in zolla, di arbusti, astoni e alberi, fino all’esemplare nelle essenze ornamentali e forestali, 10 ettari destinati alla coltivazione di piante in vaso, 10 per la produzione di piante a radice nuda ed il rimanente ad utilizzo della sede aziendale
con uffici, capannoni, deposito attrezzature, stoccaggio ordini e spedizione materiale, occupando circa 60 persone. La crescita dell’azienda ha man mano reso necessaria l’acquisizione di nuovi terreni, per cui alla sede direzionale-amministrativa di Padova, 5 anni fa si è aggiunta una nuova grande area produttiva a Comacchio, in provincia di Ferrara. La scelta della zona ha il suo significato nel non essere troppo distante dalla sede madre e nell’avere costi fondiari contenuti, quindi consentire un investimento interamente mirato ai nuovi impianti con materiale di base di ottima qualità per ottenere un prodotto di prima scelta, inserendo anche moltissime varietà, il tutto per soddisfare le domande anche dei clienti più esigenti, ed al contempo, di avere un certo vantaggio competitivo in relazione ai costi generali, per-
1. I vivai di Santa Giustina in Colle 2. I vivai di Comacchio 3. La sede aziendale
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mettendo per tanto di mantenere prezzi contenuti. Oltre alla grande varietà, i prezzi adeguati alla qualità sono un altro motivo del successo di questi vivai, che vantano una vastissima gamma di clienti soddisfatti di poter comprare direttamente dal produttore, con notevole rispar mio e verificando direttamente la fornitura. Proprio ai clienti è rivolta la maggior attenzione di quest’azienda totalmente certificata secondo le norme UNI EN ISO 9001:2000: la loro soddisfazione è uno dei principali obiettivi, ed il loro rispetto è una garanzia di
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serietà tramite la qualità dei prodotti ed il continuo rinnovamento dettato dall’ascolto delle esigenze. Sono sempre questi che, acquistando verde di prima scelta direttamente presso i vivai, che con grande esperienza sono in grado di suggerire le soluzioni più adatte, possono godere di un prezzo dal produttore al consumatore e, avvalendosi di manovalanza interna o terzista per gli impianti, hanno il costo reale dell’opera senza dispersioni, potendo utilizzare ciò che hanno risparmiato per la successiva manutenzione delle piante, quali la parte idrica, le protezioni invernali... Il successo dei Vivai Ivano Guagno, che hanno saputo mantenere le tradizioni colturali, cercando di garantire una qualità artigianale ai propri prodotti pur avvalendosi delle tecniche più innovative, è riscontrabile dalle numerose importanti forniture, in particolare per gli enti pubblici.
Oltre a queste grandi opere, le piante provenienti dai vivai di Santa Giustina in Colle sono state impiegate nelle situazioni più diverse in tutte le zone climatiche d’Italia per: arredo urbano, pubblico, privato, ripristino ambientale, interventi di forestazione per l’ingegneria naturalistica, piani di sviluppo rurale, ecobarriere e spazi ad uso pubblico ove ricavarne angoli a carattere naturale. Nell’ottica della salvaguardia ambientale, l’azienda pone particolare riguardo ad uno degli aspetti più comuni della realtà in cui viviamo: le strade. Per ridurre l'impatto di opere necessarie, ma che sempre più spesso soffocano centri abitati e deturpano i siti, propone ecobarriere che affianchino l’asfalto sui cigli stradali, rendendoli più belli, sani e sicuri, tramite soluzioni di impostazione nordica per le quali è in grado di offrire validi suggerimenti.
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VERDE
Dimostrazioni Grandi Trapianti FRANCESCO VANDONI
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Durante la settimana dal 27 settembre al 2 ottobre, il marchio Grandi Trapianti della società Floricoltura San Donato Milanese ha organizzato un tour dimostrativo per presentare due macchine trapiantatrici prodotte dalla ditta tedesca Opitz Optimal. Quest'azienda tedesca realizzò circa trent'anni fa un prototipo di apparecchio per trapianti. Il signor Opitz, giardiniere di grande inventiva, con l'aiuto di suo fratello, meccanico, sviluppò il concetto di alcune macchine zollatrici viste negli Stati Uniti, rendendole autonome, una sola macchina estrae e trasporta la pianta, e migliorandole, introducendo la possibilità di sdraiare la pianta in fase di trasporto. Il successo riscontrato con queste prime macchine ha permesso all'azienda, grazie a continue prove e migliorie, di ampliare l'attività e di produrre, sempre internamente, altri mezzi con numeri e prestazioni sempre maggiori. Oggi gli stabilimenti di Thalmässing e di Heideck impiegano una trentina di persone, tra operai, impiegati e due ingegneri, e producono praticamente
in maniera artigianale tutta la gamma di trapiantatrici Opitz Optimal, in quantità che variano dalle 300 alle 600 unità a seconda delle annate. Da più di vent'anni Grandi Trapianti si occupa di spostare alberi per conto di enti e comuni italiani, essendo esclusivista per l'Italia della tecnologia Opitz Optimal. Oltre questo servizio, svolto con le macchine più grandi come la Optimal 3000 a 5 assi (Lavori Pubblici n. 3 luglio - agosto 2003), o la 3000 a 4 assi (Lavori Pubblici n. 6 gennaio - febbraio 2004) fino alla 1700, passando dalla 2500, il marchio Grandi Trapianti vende anche i modelli minori di trapiantatrici Optimal. I modelli compresi tra la P 650 e la 1400 sono disponibili sul mercato europeo: la sigla rappresenta, in millimetri, il diametro superiore della zolla estratta assieme alla pianta. Le macchine sono tutte ormai dotate del nuovo sistema di scorrimento a guida rafforzata delle vanghe. Per combattere l'attrito non si utilizza più, come una volta, il grasso, ma tutte le guide sono a consumo di teflon, garantendo un minimo attrito e un minor scuotimento radicale. Questi attrezzi possono essere utilizzati con terne, trattori agricoli o trattori da vigna. La Optimal produce e fornisce a richiesta i piatti d'aggancio per le 1. La Opitz Optimal 2500 davanti a Villa Borghese 2. La 1400 azionata da un Merlo Panoramic nei vivai Gilardelli
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varie marche e modelli di macchine operatrici che possono utilizzare le sue trapiantatrici. Le trapiantatrici più grandi non sono in vendita ma vengono noleggiate "a caldo", ovvero con operatori esperti in grado di effettuare i lavori più delicati. Questo permette agli uomini di Opitz Optimal di affermare che "i primi nostri clienti siamo noi". Si tratta dunque di macchine pensate per l'utilizzo e non solo per la vendita. Le trapiantatrici in dimostrazione durante il tour erano la 2500 e la 1400. La prima estrae una zolla con diametro superiore di 2,5 m, una profondità di 1,6 m, per un volume di circa 3,2 m3. La testata trapiantatrice è composta da 5 lame concave, quattro delle quali possono piegarsi verso l'esterno, il peso a vuoto è di 5.700 kg. La testata è collegata a due bracci articolati di sollevamento, da bullonare al telaio del veicolo; la sovrastruttura comprende anche due stabilizzatori posteriori controllati indipendentemente. La Optimal 1400 estrae una zolla di diametro superiore di 1,4 m, con profondità di 90 cm; è composta da 4 lame e il suo peso a vuoto è di 1.495 kg. E' disponibile una versione con movimento indipendente su ogni lama per le estrazioni da terreni difficili. Le dimostrazioni sono partite da Agrate Brianza, nei vivai Gilardelli, spostandosi a Como presso i vivai Peverelli; il martedì 28 settembre Lambo S.P. di Cremona ha ospitato le macchine Opitz Optimal, che il giorno dopo sono state usate a Grosseto presso i F.lli Barbini per poi ultimare questo giro da nord al centro venerdì e sabato a Roma nei giardini di Villa Borghese. Tra le numerose personalità presenti, l'assessore alle politiche ambientali ed agricole del Comune di Roma ha annunciato lo sradicamento degli storici filari di lecci (quercus ilex) del parco di Villa Borghese. Presente ugualmente Claudio Nisti, direttore commerciale per il Centro-Sud della ditta Merlo che ha fornito un suo mezzo (Panoramic P35 12) per la dimostrazione con la trapiantatrice 1400 a Roma.
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VIABILITA' INVERNALE
Principali contenuti della nuova Norma Europea per la sicurezza delle attrezzature per la viabilità invernale EN 13021 ING. ENZO GILETTA re protette per esempio con protezioni traforate o poste in posizioni non pericolose per l'operatore. Nel caso non fosse possibile proteggere adeguatamente queste parti, si deve evidenziare con pannelli il rischio derivante dalla temperatura. Gli impianti idraulici devono essere realizzati secondo le norme EN 982 1996.
Questa norma, presentata nel 2002, è stata redatta dal comitato tecnico CEN/TC151, "Construction equipement and building material machines safety", in accordo con "CEN/CENELEC International Regulation". Gli uffici per le standardizzazioni di ogni nazione, di seguito elencata, che la hanno attestata ed hanno partecipato alla sua stesura, sono tenuti ad armonizzare questa norma Europea: Austria, Belgio, Repubblica Ceka, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Norvegia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. Per gli spargitori viene riportato che deve essere necessario poter modificare i parametri di spargimento senza intervenire manualmente nella zona di lavoro, tipo utilizzando comandi a distanza. Allo stesso tempo deve essere inibito l'accesso alla tramoggia per gli spargitori durante il funzionamento: questo può essere fatto prevedendo carter o griglie che devono avere delle maglie di grandezza diverse a seconda della distanza dall'elemento trasportatore in movimento. Altresì deve essere impossibile accedere ai rulli, se non in caso di manutenzione a macchina ferma dove venga richiesto l'uso di 32
speciali utensili. Il disco spargitore deve essere protetto superiormente da un car ter in materiale rigido, il quale deve oltrepassare il diametro esterno del disco di almeno 25 mm. Deve poter essere possibile ribaltare il gruppo di spargimento per lo scarico del materiale rimasto nella tramoggia, ed in questo caso il disco deve arrestarsi automaticamente, e non deve essere possibile il riavvio automatico; il gruppo di spargimento deve essere dotato di sollevatori per l'aiuto all'operatore, in modo da non richiedere più di 25 kg di forza; in ogni modo devono essere previste tutte le sicurezze affinché l'operatore non venga mai in contatto con il disco spargitore. La scaletta per la verifica del carico della tramoggia deve essere realizzata in modo da rispettare l'altezza da terra del primo scalino, che deve essere inferiore a 650 mm, la larghezza minima e la distanza minima tra gli scalini. Nel caso si dovesse accedere al piano superiore della tramoggia, devono essere previste quelle sicurezze richieste nella norma EN ISO 2867, quali passaggi pedonali, mancorrenti... Tutte le parti che raggiungono temperature elevate devono essere conformi alla norma EN563, e devono esse-
Spazzaneve rotativi Le attrezzature rotative devono essere munite di carter protettivi ad esclusione della superficie di lavoro. Per le frese e le turbine le pareti laterali devono essere chiuse, oppure il tamburo deve essere chiuso alle sue estremità. Le sporgenze del tamburo rispetto ai carter devono rimanere entro certi limiti. I camini di scarico devono essere muniti di un sistema di protezione per l'operatore quando si effettua la pulizia di questi ultimi. Quindi devono essere realizzati secondo le norme EN 294 avendo una lunghezza di sicurezza dalla parte esterna del tamburo e la parte aperta del camino in modo che non sia possibile arrivare a toccare le par ti in movimento della fresa o turbina. Il tamburo della fresa oppure le turbine devono fermarsi entro il limite massimo di 10 secondi dall'arresto del comando. Per impedire che il tamburo proietti corpi estranei devono essere previsti dei deflettori. Le attrezzature rotative devono essere provviste di attrezzi di aiuto all'operatore per l'eliminazione dei bloccaggi causati dalla neve; questi attrezzi devono essere sistemati al di fuori della zona di lavoro in posizione sicura. Un cartello indicante la pericolosità dell'attrezzatura deve essere apposto
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con la scritta: "la pulizia del camino deve essere effettuata solamente a macchina ferma e con l'apposito utensile in legno (pala, picchetto)". Inoltre devono essere applicati dei cartelli informativi sui pericoli occorrenti, tipo "attenzione alla proiezione di oggetti". Lame sgombraneve Viene fatta la differenza tra lame sgombraneve e rompighiaccio: le prime devono essere munite di un sistema di assorbimento dell'urto in caso di ostacolo sulla carreggiata, mentre le seconde, dovendo raschiare, non possono esser ne dotate ma devono lavorare a velocità limitata. La sicurezza all'urto può essere fatta in diversi modi, sia meccanici che oleodinamici, l'importante è che sia possibile "saltare" un ostacolo di 50 mm di altezza ad una velocità di 40 km/h. Gli sgombraneve che operano con velocità superiori ai 40 km/h devono essere muniti di una protezione che impedisca alla neve di interferire con lo spazio visivo dell'autista. Le attrezzature devono essere corredate di cartelli secondo la specifica norma del codice della strada vigente.
Naturalmente tutte le attrezzature devono essere munite di manuale operatore e catalogo ricambi che impedisca all'operatore qualsiasi tipo di errore. Questa norma è di tipo "C" ed è gia considerata norma armonizzata, per chi lo desiderasse è possibile richiederne una copia direttamente all'UNI a Milano. La normativa non si occupa invece dei principali rischi legati al rumore o all'EMC per i quali vi sono altre norme CE. Lo Standard Europeo non riguarda le esigenze dei veicoli neppure quando vengono apportate variazioni specifiche per la realizzazione del servizio di viabilità invernale. Inoltre non si occupa neppure delle esigenze legate ai sistemi di scarramento carrozzerie (es. containers scarrabili), in quanto anche queste vengono trattate in modo specifico in altri standard. Non sono neanche trattate: le attrezzature o i componenti progettati solamente per la pulizia dei binari, come spazzatrici o turbine; le piccole attrezzature per la viabilità invernale portatili o portate manualmente da operatore; attrezzature per la manutenzione delle
spazzatrici aspiranti...
autostrade trattate nel pr EN 13524, quali spazzatrici montate frontalmente; attrezzature per la manutenzione di suoli sportivi; attrezzature per l'agricoltura, orticoltura e selvicoltura; attrezzature progettate per un utilizzo in potenziali atmosfere esplosive. Questa norma è un altro passo avanti verso la sicurezza per gli operatori, ma sicuramente anche verso un incremento della professionalità dei costruttori, che devono garantire uno standard minimo ai loro clienti. La futura norma che verrà redatta dal comitato TC 337 permetterà di elevare ancora questi standard, garantendo agli acquirenti una qualità prestazionale delle attrezzature. Questo spero che giustifichi i tecnici che prendono parte alle commissioni CE, che molte volte vengono additati quali burocrati (forse per colpa di chi standardizza la lunghezza dei fagiolini), ma che in effetti stanno lavorando per poter permettere a chiunque di essere protetto da acquisti incauti, ed in un periodo in cui nel settore pubblico, dove gli acquisti vengono effettuati tramite concorsi pubblici, ritengo che queste nor me siano di notevole importanza.
...non aspiranti spazzatrici!
BUCHER-SCHÖRLING ITALIA S.p.A. Sede e stabilimento: Zona Industriale - 66030 ARIELLI (CH) Tel.0871.93 82.1 Fax 0871.93 87 37 - 93 82 23 6 E-mail: info@bucher.it - www.bucher.it
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ATTREZZATURE
Sistemi modulari galleggianti Jetfloat International FRANCESCO VANDONI
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La ditta Otto di Este, in provincia di Padova, distribuisce i prodotti dell'austriaca Jetfloat International. Si tratta di elementi galleggianti modulari realizzati in Lupolen 5261 Z, un materiale plastico di elevata qualità, del gruppo chimico tedesco Basf. I sistemi modulari Jetfloat sono certificati EN ISO 9001 e sin dal 1973 sono coperti da brevetto internazionale. Da più di trent'anni sono state realizzate in tutto il mondo svariate soluzioni galleggianti utilizzando questo sistema. Moli, darsene, piattaforme ricreative, passerelle, ponti galleggianti, piattaforme di lavoro, zattere fisse o mobili, punti di atterraggio per elicotteri, impianti di itticultura, rappresentano soltanto alcune delle possibilità applicative del sistema Jetfloat. La gamma Jetfloat si basa su tre moduli principali: due elementi singoli (50 x 50 cm) con altezze diverse (40 e 25 cm), pesanti rispettivamente 6 e 5 kg, e un elemento doppio (100 x 50) alto 40 centimetri, pesan-
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te 11 kg; tutti gli elementi sono privi di spigoli vivi e dispongono di una valvola di riempimento che permette di regolarne il livello sull'acqua. I colori disponibili sono tre: nero, azzurro e grigio chiaro. La gamma è completata da numerosi accessori standard quali scalette, bitte di aggancio per le imbarcazioni, parabordi, ganci per l'ancoraggio della struttura sul fondo, sostegni per corrimani, gabbie per piloni, etc... Gli accessor i metallici sono tutti in acciaio inox o interamente zincati e gli elementi per la connessione tra i moduli sono in materiale plastico. Oltre agli accessori standard la ditta Jetfloat International è disponibile per lo sviluppo e la realizzazione di elementi su misura per rispondere a esigenze tecniche particolari dei clienti. Il Lupolen 5261 Z resiste alle temperature estreme, da - 60°C a + 80°C, come anche agli acidi, ai prodotti chimici, all'acqua salata ed ai raggi UV. Questo materiale è inoltre compatibi-
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le dal punto di vista ambientale ed è idoneo allo stoccaggio ed al trasporto di generi alimentari. Il Lupolen 5261 Z con più di sei anni di vita può essere incenerito senza produzione di residui, infatti si scompone in carbonio puro e idrogeno. L'assemblaggio degli elementi, oltre che orizzontalmente, per ottenere varie forme e larghezze, può effettuarsi anche ver ticalmente per aumentare la galleggiabilità: questa è di 350 kg/m2 con uno strato singolo, 700 kg/m 2 con strato doppio e di 1.050 kg/m2 con strato triplo. La modularità del sistema permette, oltre ad una grande libertà nella progettazione, un trasporto agevole e non eccessivamente costoso, e rende possibili ingrandimenti successivi e graduali. Il montaggio non 1. 2. 3. I tre elementi base della gamma Jetfloat International 4. 5. 6. Esempi di applicazioni "pesanti"
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richiede manodopera specializzata né attrezzi speciali e può svolgersi sia a terra che direttamente in acqua. La grande resistenza del materiale impiegato per la realizzazione degli elementi Jetfloat rende praticamente nulli i costi di manutenzione e di riparazione, consente lo stoccaggio di un impianto stagionale anche all'aria aperta e fa sì che il valore dei moduli rimanga elevato in caso di rivendita. Come accennato precedentemente i campi di applicazione sono numerosissimi. Dalle attività ricreative agli eventi sportivi il sistema Jetfloat rappresenta una soluzione ottimale per installazioni sia temporanee che definitive. Gli alberghi e i campeggi possono aumentare l'attrattività dei loro insediamenti aggiungendo strutture varie come piattaforme per i tuffi, passerelle galleggianti, barriere per separare diverse aree per varieattività acquatiche o realizzare piattaforme galleggianti per spettacoli, concerti. Le imprese di costruzione che operano sull'acqua (ponti, oleodotti, posa di cavi o tubazioni, costruzione di moli...) trovano vantaggio a usare i sistemi Jetfloat; così come i cantieri
navali o le imprese di dragaggio. Non meno importanti, Protezione Civile, Pompieri, Guardia Costiera e Marina possono allestire varie soluzioni economiche e di rapido montaggio, quali chiatte per il trasporto o il pompaggio, pontili di sbarco, ponti, punti di atterraggio per elicotteri e via dicendo. Quest'estate il comune di Muggia, in provincia di Trieste, ha acquistato un impianto Jetfloat International. Quest'ultima si è anche occupata del montaggio della piattaforma, effettuato a terra, e poi del traino sull'acqua e 3 dell'ancoraggio. Si tratta di una piattaforma di 18 x 10 m, con una piscina integrata di 5,5 x 4 m e di una passerella di accesso lunga 15 m e larga 2,5 m. Il fondo della piscina (profonda 90 cm) è costituito da elementi Jetfloat riempiti d'acqua e le pareti sono costituite da una rete. Sulla piattaforma si trovano uno scivolo che immette nel mare ed un trampolino per i tuffi, per risalire dall'acqua sono previste delle scalette, una per la piscina interna, ed una sul lato verso il 4 largo. L'impianto verrà presto smonta- 1. Una piattaforma in Spagna to e rimessato in una zona all'aperto 2. Un ponte sospeso in Germania ma coperta. Si prevede già un'amplia- 3. 4. Due vedute del nuovo mento per l'anno prossimo. impianto del comune di Muggia
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2 Unimog U4000 con modulo antincendio Giletta per la Provincia di Livorno GHERARDO MARCHELLI
La Provincia di Livorno è tra quelle toscane a maggior rischio d’incendio boschivo durante il periodo estivo, cosa confermata dalla classificazione di ben 14 comuni su 20 a rischio massimo, risultante dal nuovo regolamento forestale. Il suo territorio è costituito, nella parte continentale, dalla fascia compresa tra le Province di Pisa e Grosseto ed il mare, ove sono diffusi complessi collinari coperti da bosco, mentre solo ristretti lembi di territorio a sud delle colline livornesi e la bassa val di Cornia sono costituiti da pianura utilizzata per la maggior parte a fini agricoli. Senza dimenticare che la fascia costiera è caratterizzata da fortissimo rischio d’incendio per la prevalenza di formazioni quali le pinete litoranee e la macchia, sia nelle dune residue che sui versanti di costa rocciosa. La caratteristica di provincia marittima evidenzia un clima a carattere spiccatamente mediterraneo con lunghe estati calde ed aride con frequenti venti di forte intensità, che favoriscono il verificarsi d’incendi boschivi. A conferma di queste impegnative caratteristiche sono molti i disastrosi incendi avvenuti anche nel recentissimo passato, con gravi danni ambientali, dissesti idrogeologici ed in alcuni casi perdite di vite umane. Queste esperienze hanno fatto sì che, dagli anni '70 ad oggi, gli enti competenti si siano sempre meglio organizzati per fronteggiare gli incendi boschivi, migliorando l’efficienza del servizio di anno in anno con risultati che nel complesso paiono soddi36
sfacenti, anche se incendi di grosse dimensioni continuano a verificarsi, seppur con minor frequenza. La Provincia di Livorno sempre attenta alle sue esperienze, e pronta ad ascoltare anche quelle degli altri, con la partecipazione attiva a riunioni e progetti comunitari, ha voluto incrementare il suo parco mezzi con due nuovi Unimog U4000 allestiti con modulo antincendio scarrabile Giletta, per essere sempre più efficaci nella lotta attiva agli incendi. Già utilizzati con piena soddisfazione in questa stagione estiva appena trascorsa i due Unimog U4000 passo corto, sono stati scelti per le forti caratteristiche di fuoristrada estremo, per intervenire alla base dell’incendio con un modulo Giletta con capacità di 3.500 litri, 3 manichette con riavvolgimento idraulico, più una quarta manichetta di eventuale supporto, con una disponibilità di ben 400 metri di manichetta. Le tre manichette possono essere utilizzate in contemporanea a 55 bar di pressione costante, la quarta è una UNI U45 con attacco laterale. I moduli Giletta sono stati allestiti, dietro richiesta specifica dell’amministrazione provinciale di Livorno, con un gavone dove trova alloggiamento tutta l’attrezzatura ed una vasca montabile per il suo riempimento d’acqua per dare appoggio di rifornimento ad un eventuale elicottero. Naturalmente l’allestimento vede la presenza di una pompa di adescamento con prevalenza da 7,5 m con portata di 400 l/min a 3 bar, che consente di riempire la cisterna da una qualunque fonte
in pochi minuti. Sia la pompa di adescamento sia la pompa principale a doppia testata a pistoni, vengono naturalmente azionate dal potente circuito idraulico dell’Unimog, che alimenta anche un verricello idraulico con un tiro di 5 tonnellate e 50 m di cavo con doppia sicurezza (blocco - sblocco anteriore e blocco sblocco in cabina). I moduli antincendio sono scarrabili, e vengono sostituiti per il periodo invernale con un cassone ribaltabile, per poter utilizzare gli Unimog nei lavori di gestione del sottobosco e di interventi di protezione civile. Un gancio di traino da 180 quintali consente di spostare rimorchi per trattori ad uso forestazione, cippatrici, ed il circuito idraulico del mezzo consente di utilizzare, sempre per questi lavori, attrezzi idraulici come tagliarami, troncatrici, martelli pneumatici, pompe ad immersione ecc. Un gruppo di marce ridotte, con 8 marce avanti e 8 indietro, che consente una velocità tra 1-15 km/h e permette partenze da fermo con veicolo a pieno carico senza slittamento della frizione e scossoni, gli assi a portale, le sospensioni con molle elicoidali e tubi di spinta, i freni a disco con servoassistenza pneumatica e ABS a 4 canali disinseribile, il bloccaggio dei differenziali, con comando pneumatico disinseribile in marcia, la regolazione della pressione degli pneumatici dalla cabina, gli angoli di attacco (46°), di uscita (51°), di rampa (38°), la capacità di guado di 1,2 m, fanno di questi Unimog mezzi sicuri nei fuoristrada più impegnativi, consentendo di attaccare l’incendio alla base in qualunque condizione di terreno, rapidamente, con mezzi efficaci ed in totale sicurezza degli operatori già impegnati in condizioni di rischio, evitando molte volte il costoso, burocratico ed impegnativo intervento aereo. Questi mezzi hanno già dato dimostrazione della loro efficacia quest’estate con piena soddisfazione degli operatori; inoltre è da notare e da non sottovalutare il loro impatto visivo sul pubblico durante i normali pattugliamenti che conferiscono un’aria di severità disincentivando azioni di dolo o leggerezza.
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SOTTOSERVIZI
Bibione: studio preliminare al risanamento di alcuni tronchi di fognatura Nuova Con.Tec è un'azienda che da oltre 15 anni sviluppa e produce ugelli per la pulizia di tubi e condotte, e che propone inoltre, a completamento della sua offerta, i migliori prodotti del settore come tubi, palloni otturatori, localizzatori di tubazioni, videocamere per ispezioni di condotte, software gestionali per reti, attrezzature e prodotti per il "risanamento non distruttivo" (frese, malte, resine...) di condutture e articoli per la sicurezza nonché attrezzature per il collaudo di condotte in conformità alle normative EN 1610. Particolarmente dedicata ai gestori pubblici di reti di fognatura è poi una gamma completa di strumenti idonei a fornire un indispensabile supporto alla gestione della rete loro affidata. Nel tempo Nuova Con.Tec ha consolidato una rete di relazioni con importanti produttori, associazioni ed enti di ricerca internazionali che le permette di poter conoscere e presentare al pubblico in anteprima le principali novità a livello mondiale. Oltre questo ruolo di commercializzazione e distribuzione, Nuova Con.Tec è profondamente impegnata nella ricerca scientifica. L'utilizzo dei materiali e delle tecniche più all'avanguardia (Lavori Pubblici n. 8 maggio - giugno 2004) consente di ridurre in modo rilevante i tempi di realizzazione, i disagi per l'utenza e i costi dell'operazione. Riportiamo qui di seguito la relazione di lavoro intitolata "Studio preliminare al risanamento di alcuni tronchi di fognatura" riguardante un intervento di monitoraggio e mappatura di una parte dei sottoservizi di Bibione, frazione del comune di S. Michele al Tagliamento, in provincia di Venezia. La relazione è stata redatta dal Dott. Giovanni Gabelli, delegato UNI per l'Italia nonché amministratore della Nuova Con.Tec. Pratica e normativa Quando la necessità di intervento tecnico in una rete di fognatura riguarda il recupero della tubazione ammalorata, la valutazione primaria che spetta al tecnico è sempre relativa alla modalità di recupero. La UNI EN 752, parte 5, suggerisce, in un percorso a blocchi forse un po' troppo semplificato, ma efficace nella sua logica, di esplorare quale sia la soluzione globalmente più opportuna tra risanamento, riparazione o sostituzione del tubo. La normativa non dà consigli sull'uso delle macchine, naturalmente, poiché è sottinteso che chi opera sappia gestire i mezzi tecnici nel modo più appropriato; essa si sofferma piuttosto sulla necessità che l'équipe tecnica abbia a disposizione tutti i mezzi per poter decidere, cioè che sia in primis assolutamente certa della qualità
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del danno rilevato nel sottosuolo. Lo specifico richiamo che la EN 752, parte 5, fa alle analisi statica, idraulica e strutturale dei manufatti, nonché la conoscenza delle videoattrezzature, dei software di videoispezione, almeno dei codici ATV M143 (anche se è bene operare da subito già con i codici EN 13508), la professionalità da utilizzare per la pulizia della condotta, legittimano ampiamente l'intervento di un'équipe ed escludono che, per quanto spesso si cada in tentazione, ad operare possa essere una persona sola, seppur di provata esperienza. Affinché la squadra possa generare quel valore aggiunto che il committente domanda, essa deve essere perciò stata messa in condizione di operare bene (la norma EN 14654 è molto attenta a questa necessità). L'interpretazione di ciò che accade all'interno della condotta
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sulla base di dati empirici e/o approssimativi non costituisce presupposto di serietà professionale e determina spesso disagi e incomprensioni cui seguono risultati di scarsa qualità. E' frequente che il committente non possieda dati sufficientemente precisi riguardo allo stato di fatto da fornire alla squadra di lavoro, o non abbia la capacità di valutarne alla fine dei lavori la bontà dell'operare, ma ciò non lo esime dalla necessità di esperire tutte le soluzioni che possano accrescere la qualità dell'informazione iniziale. Riteniamo che debbano essere sempre soddisfatte almeno queste condizioni: - vada prestata particolare attenzione alla pulizia della rete: essa deve risultare sgombra da acqua e detriti, in maniera da non ostacolare il lavoro della telecamera e non trarre il videoispettore in inganno; - il lavoro di analisi della rete vada affidato agli stessi operatori in ogni punto della rete, poiché, in caso contrario, potrebbero sorgere differenze di valutazione tra punti di vista di persone diverse che operano su tratti diversi della stessa rete; - vada distinto il diverso livello di urgenza dei lavori da compiere, per1. 2. Immagini di tubature di fognatura indagate con scanner ottico Panoramo 37
ché ciò aiuta a formulare piani di attuazione economici dell'intervento globale. Nella definizione dell'urgenza particolare attenzione va, oltre che a quelle situazioni in cui ci sia interruzione di flusso, a tutte le situazioni in cui falda e fogna possano entrare in comunicazione tra loro. E' bene non restare abbagliati da crepe, per quanto larghe, se esse non risultano foriere di crolli o se non si realizza la commistione tra falda e fogna; 1 2 - l'intervento economico vada parametrato il più possibile: si semplifica Il Metodo di lavoro Grado 1: interventi urgenti da eseguiil lavoro e si aiuta il committente a - Acquisita la documentazione ine- re entro 1 - 2 anni. E' bene fare ricacapire la convenienza dell'intervento rente alla videoispezione, il gruppo di dere in questa classe la sistemazione conservativo (o la non convenienza lavoro ha classificato, in base a tre degli allacciamenti sporgenti, slabbrase il tubo è particolarmente danneg- codici, come da normativa europea ti con materiale o acqua visibili, in giato e merita la sostituzione). fatta propria da VSA-ASTEA-ASPEE, quanto potenzialmente forieri di posL'esperienza italiana è scarsa, ma i tratti ispezionati, attribuendo: sibili infiltrazioni di radici o di comuniquella degli stranieri è abbastanza codice 0: pulizia insufficiente con cazione sgradita tra acqua di fogna e consolidata da fornire aiuti significa- significativa presenza di acqua di falda, situazioni di deterioramento tivi sull'argomento. codice 1: pulizia insufficiente senza statico di non immediata gravità presenza di acqua (crepe per quanto estese e scostaLa squadra codice 2: pulizia sufficiente pur in pre- menti di posizione ). Dalla collaborazione pluriennale tra senza di acqua Grado 2: interventi necessari da eseNuova Contec di Montereale Successivamente ha operato la ver- guirsi tra 3 e 5 anni di tempo. E' bene Valcellina e Istituto per Geometri balizzazione dei danni, utilizzando fare ricadere in questa classe la Scarpa di S. Donà è nata una squa- codici ATV M143, e con essi i testi a sistemazione delle piccole crepe o le dra di lavoro. Le sue prerogative sono spiegazione del codice. lesioni strutturali in cui non ci siano riassumibili in: formazione tecnica - Sempre sulla base delle indicazioni distacchi di materiale, inondazioni o costantemente volta all'assimilazione fornite da VSA-ASTEA-ASPEE, ha esondazioni visibili. delle più avanzate esperienze euro- adottato i seguenti criteri di priorità: - Tutto ciò premesso, la squadra ha pee e continuo aggiornamento tecno- Grado 0: intervento molto urgente e definito, per ciascun danno, i possibili logico nel settore dell'idrofognaria. da eseguirsi il più rapidamente possi- rimedi, distinguendo tra: Il campo di battaglia scelto è stato bile. E' bene fare ricadere in questa 1. Inserimento di un tronchetto corto questa volta Bibione, cittadina del classe la rimozione delle radici e ripa- (max. lungh. 40 cm) in caso di riparalitorale veneto - friulano dalle vie razione dei punti di infiltrazione delle zione di giunti. squadrate e che portano tutte il nome stesse e, in genere, degli ostacoli al 2. Inserimento di un tronchetto lungo di qualche stella o costellazione. Il flusso, la sistemazione dei punti con (max lungh. 10 metri) suggerito in compito assegnato: condurre lo stu- mancanza di tenuta e le situazioni dio preliminare al risanamento, cioè statiche troppo deteriorate, cioè tutte 1. 2. Immagini di tubature di valutare il rimedio più opportuno per quelle situazioni che possono deterfognatura indagate con scanner ogni danno evidenziato in condotta in minare mescolanza di acque di falda ottico Panoramo sede di verbalizzazione. e fogna o pregiudizio allo scorrimento 3. Programma Ikis: schermata di Ciò si colloca nell'ambito di un più dei liquami. una planimetria vasto progetto di recupero funzionale e/o di ammodernamento della rete idrofognaria di Bibione e che è stato affidato dal C.A.I.B.T. (Consorzio Acquedotto Basso Tagliamento) allo Studio Altieri S.p.A. di Thiene. Il lavoro svolto ha riguardato le vie: Andromeda, Brenta, Corso del Sole, Costellazioni, Eolo, Maia, Maja, Meteore, Orsa Minore, Pleione, Satelliti, Toro. A seguito del preventivo lavoro di pulizia e di videoispezione condotto da Demo Costruzioni di Summaga di Portogruaro, filmato e reso disponibile su CD oppure su videocassetta, la squadra ha analizzato 2.596 m di fognatura, per diametri compresi tra 300 e 1000 mm. 3 38
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caso di riparazione di allacciamenti sporgenti e slabbrati purchè su condotte di diametro inferiore a 700 mm. In questa situazione è bene rilevare quali allacciamenti sporgenti necessitino di fresature preliminari e se per essi possa essere valutato il ricorso a sistemi alternativi al tronchetto. Si è ritenuto di adottare, a forfait, la misura di 1 metro di lunghezza di tronchetto ad intervento su ogni singolo allacciamento. 3. Intervento totale: quando la situazione statica è troppo compromessa per poter operare anche con singoli interventi di riparazione sul singolo punto della condotta. 4. In caso di semplici ostruzioni da radici il problema va riportato alla necessità di una adeguata pulizia preliminare della condotta. L'analisi ha evidenziato interventi com-
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plessivi per almeno 375.000 euro (*), cui vanno aggiunti i costi di via Andromeda e via Brenta (limitatamente al tratto con diametro 1.000 mm) non entrati in questo conteggio, più gli oneri accessori cui compete corretta valutazione solo di volta in volta in relazione all'effettivo stato di necessità. Con queste premesse, il costo parametrico dell'intervento risanativo è risultato essere almeno di 144 euro/ metro lineare di tubazione esistente. La tecnologia La realizzazione del progetto è stata possibile grazie all'utilizzo di telecamere robotizzate IBAK in grado di ispezionare tutte le tubazioni in ogni condizione e soprattutto di rielaborare i dati attraverso un software di supporto all'unità mobile IKAS il quale scaricava successivamente tutti i dati
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su una banca dati IKIS impostata su un GIS. Grazie a questa circolarità la cartografia vuota è stata implementata con i dati delle reti ispezionate. Questi dati sono stati caricati nell'archivio ed ora potranno essere facilmente rintracciati ed interrogati diventando un indispensabile strumento di lavoro per il gestore della rete. (*) La valutazione dei costi può spesso essere condotta solo su base parametrica, cioè limitata al puro costo di applicazione dell'intervento risanativo, e non riesce ad includere gli ulteriori costi che possono dipendere da altre necessità, ad esempio legate alla accessibilità del condotto o alla preparazione dell'intervento risanativo. Purtroppo le informazioni disponibili all'inizio dei lavori sono raramente dettagliate come servirebbe e questo apre margini di incertezza sul reale ammontare dell'onere da sostenere.
1. 2. 3. Programma Ikis: schermate
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MANUTENZIONE STRADE
Conglomerato a freddo Rephalt per chiusura buche e risanamenti stradali GHERARDO MARCHELLI Newtech S.n.c., fornitore ufficiale di Autostrade per l’Italia S.p.A., propone un conglomerato a freddo composto da "Bitume liquido bicomponente a reazione" con punto di rammollimento di almeno 75°C, fornito in comodi fustini preconfezionati da 30 kg. L’assenza di acqua permette di lavorare con temperature molto basse e cioè fino a 5°C sotto zero. Per lavori profondi oltre 1 cm non serve la mano d’attacco che si rende necessaria per lavori di spessori attorno al cm, dove è eseguita con un bitume liquido speciale, che può essere utilizzato con temperature inferiori a 0°C. L’esecuzione del lavoro prevede un’accurata pulizia della zona d’intervento, quando necessario con idropulitrice; spruzzatura della mano d’attacco, per gli interventi di spessore inferiore al cm; posa in opera del conglomerato; bagnatura con acqua per la reazione; costipazione con pia-
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stra vibrante o rullo leggero; riapertura al traffico. Rephalt si presenta con un aspetto uniforme e pastoso, non contiene flussanti né solventi, garantisce una impermeabilità totale dopo la reazione, ha una compatibilità con tutti i materiali per un’applicabilità su qualunque superficie, ha una reazione con l’acqua e filler minerale positiva. I vantaggi di Rephalt risiedono nella possibilità di eseguire interventi definitivi e duraturi nel tempo; è idoneo inoltre per la preparazione del manto prima della normale asfaltatura in quanto compatibile con altri interventi; consente l’uso invernale in quanto per il suo confezionamento viene utilizzato un bitume liquido, inoltre l’impasto reagisce con acqua e quindi può essere steso anche in presenza di condizioni avverse; è di veloce impiego ed una volta costipato, pre-
via reazione con acqua, è immediatamente percorribile senza alcun pericolo di asportazione del materiale da parte del traffico. Si differenzia dai "tradizionali" materiali utilizzati, perché questi dovrebbero essere asportati per eseguire altre lavorazioni nella stagione primaverile; inoltre questi permettono solamente interventi di tamponamento temporaneo che al primo o secondo passaggio del traffico vedono un’asportazione di materiale, costringendo l’utilizzatore ad eseguire la ripetizione degli interventi. Inoltre il Rephalt è confezionato in fustini richiudibili da 30 kg, cosa che consente di utilizzare solo la quantità necessaria di materiale, non come quello in sacchi che risulta deperibile, poiché una volta aperti, la parte non utilizzata, a contatto con l’aria, perde elasticità e non può essere stesa, con conseguente spreco.
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VIABILITÀ INVERNALE
Lame Schmidt Cirron Le Cirron sono lame sgombraneve a settori multipli concepite per far fronte ad un impiego gravoso a mezza costa. A seconda della larghezza, sono composte da 3 a 5 settori. Ogni settore è montato su quattro braccetti elastici (sistema brevettato) che gli consentono di scansare automaticamente tutti gli ostacoli sul suo cammino. Il loro punto di forza è nella solidità del telaio; particolare attenzione è stata prestata alla parte bassa delle lame, quella esposta alle sollecitazioni risultanti dall’impatto con il terreno. L’energia liberata è scaricata per la via più diretta, attraverso il sistema di sollevamento a tre bracci e la piastra del veicolo, sul telaio dello stesso. Grazie ai braccetti elastici ed ai braccetti del parallelogramma rivestiti in materiale plastico le lame sgombraneve Cirron SL assolvono al loro compito in silenzio, nel rispetto dell’ambiente e con una manutenzione minima. Come detto il sistema di conduzione di ogni settore è condotto da 4 braccetti elastici, di nuova concezione. Questi sono inseriti ad incastro in supporti con appogSistema di conduzione dei settori
gi a labirinto. Il braccetto, assorbita la sollecitazione, può così tornare senza impedimenti nella posizione di partenza. Il sistema ovvia a priori lo schiacciamento dei braccetti che infatti sono trattenuti in posizione dal solo coperchietto avvitato. I settori, predisposti per il completamento con settori supplementari e per il montaggio del telone frangineve, sono caratterizzati da un’elevata resistenza alla torsione grazie alla struttura scatolare, rinforzata nei punti maggiormente soggetti alle sollecitazioni. Il telaio, costituito da una robusta struttura in profilati quadrangolari, è accoppiato al dispositivo di sollevamento tramite due robusti giunti snodati predisposti per l’ingrassaggio. I deviatori laterali, saldati per ragioni di sicurezza, proteggono il corpo lama dagli urti contro i cordoli dei marciapiedi. I pattini di scorrimento centrali, brevettati, oltremodo silenziosi, grazie alle bussole in materiale plastico, impediscono alla lama sgombraneve
di imbrigliarsi negli eventuali ostacoli. Due cilindri idraulici di orientamento permettono di orientare lateralmente la lama sgombraneve durante l’intervento. Un apposito automatismo idraulico ne impedisce il danneggiamento. Fino al modello Cirron 32 i cilindri sfruttano una nuova disposizione (brevettata) e sono protetti dal telaio. I piedini di smontaggio forniti di serie, inseriti nei fori quadrangolari del telaio della lama sgombraneve, consentono di parcheggiare la lama sollevata da terra, senza rischio di ribaltamento. Il frangineve flessibile non risente dell’impatto con eventuali ostacoli. Efficace anche il sistema brevettato che impedisce alla neve fradicia di penetrare tra i settori. All’altezza dei settori esterni il frangineve può essere rialzato. La dotazione di serie comprende il sistema di agganciamento rapido dei listelli di logorio nelle varianti in acciaio, in gomma, in gomma ed acciaio con inserti in corindone.
DATI TECNICI CIRRON Tipo SL 24 L27 SL30 SL32 Numero dei settori 3 3 4 4 Larghezza della lama misurata all’altezza del listello di logorio (mm) 2400 2700 3000 3200 Larghezza di lavoro della lama angolata a 32° 2035 2290 2540 2710 angolata a 36° 1940 2180 2430 2590 rispetto alla direzione di marcia (mm, circa) Altezza della lama 930 930 930 930 Peso della lama completa di listelli di logorio in acciaio (kg) 660 700 755 775
SL 34 4
SL36 4
SL40 5
3400
3600
4000
2880 2750
3050 2910
3390 3240
930
930
930
805
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nuova sede
attrezzature per la viabilità SCHMIDT Italia s.r.l.: via dell'Adige 12 - 39040 Cortaccia (BZ) Tel. 0471 818906 Fax 0471 818680 e-mail: info@schmidt-italia.it Lavori Pubblici n. 10 settembre - ottobre 2004
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VIABILITA' INVERNALE
Lama per trattori MM CS 68/6 Morselli e Maccaferri Fra le moltissime attrezzature per la viabilità inver nale prodotte da Morselli e Maccaferri S.r.l., da più di 35 anni, con oltre 3.000 esemplari consegnati, continua ad avere grande successo la lama spar tineve antiurto per trattori agricoli MM CS 68/6, par ticolarmente adatta per l’impiego nei centri abitati con presenza di infrastrutture stradali. L’esperienza e l’attenzione della ditta di Piumazzo (MO), operante nella costruzione e revisione di attrezzature per la viabilità e l’ambiente, hanno permesso, col passare del tempo, di migliorare sempre più i propri prodotti, compresa questa lama sgombraneve a lame sdoppiate in acciaio Fe 52 D, incernierate ad un braccio trasversale a cui è inoltre agganciato il braccio
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portante longitudinale, costituito da un grosso ferro ad U chiuso da piatto di eguale spessore. Per la movimentazione è dotata di tre cilindri idraulici, uno centrale per il sollevamento, e due laterali collegati tra loro, per l’orientamento, che forniscono un angolo di inclinazione rispetto all’asse trasversale di ± 37°. Gli steli dei cilindri idraulici sono in C40 con doppio strato di cromatura. I coltelli raschianti sono intercambiabili (180 x 18) e realizzati in acciaio antiusura 55 IS 8. Dote fondamentale di questo spartineve è che, avendo un punto di spinta molto vicino al suolo, permette di sfruttare al massimo la potenza del mezzo, ottenendo un buon risultato anche in condizioni di forte innevamento, sia su percorsi urbani che
extraurbani, anche a quote elevate. Fra le modifiche apportate per perfezionare questo modello di lama per trattori agricoli, la più rilevante riguarda un particolare attacco di spartineve al mezzo, costituito da un nuovo attacco centrale ad aggancio rapido, con puntale di rinforzo fino al tiro posteriore. Un braccio portante di spinta con guide anteriori, che assorbono gli urti laterali, permette di ottenere una componente di spinta di circa il 30% maggiore rispetto alle lame tradizionali con attacco a piastra anteriore. Questo modello di lama permette inoltre una migliore ripartizione dei pesi sugli assi, per una perfetta operatività del mezzo. Alleggerendo notevolmente il peso che viene a gravare sull’asse anteriore risulta molto meno problematico rientrare nei pesi ammessi dalle case costruttrici per il collaudo MCTC. Altro aspetto importante di questo particolare tipo di attacco è la totale sicurezza per l’integrità del trattore in caso di forti impatti con la lama su
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tombini o marciapiedi, in quanto gli urti frontali non vengono assorbiti dall’anteriore del trattore, ma sono supportati dal tiro posteriore; gli urti laterali vengono assorbiti dalle 2 guide laterali sostenute da un robusta staffatura di irrigidimento laterale fino all’altezza del cambio. Lo spartineve è completo di sistema antiurto con molle a tensione regolabile, con ritorno automatico in posizione di lavoro. Il sistema di sicurezza per quanto riguarda gli urti frontali è realizzato con molle di alta qualità, a taratura variabile con possibilità di esclusione; queste richiamano gli aleroni in posizione verticale in seguito al superamento dell’ostacolo. Per gli urti laterali, valvole di sopvrapressione sono collocate sui cilindri d’inclinazione. Il sistema meccanico è a molle con regolazione dell’angolo di beccheggio trasversale (± 6°). Per la stabilizzazione e per eliminare le vibrazioni, è provvisto di martelletti di ritenuta con molle a pressione regolabili. E’ inoltre provvisto di fermi di bloccaggio del rovesciamento per permettere di asportare neve gelata o ghiaccio, ghiaia, sabbia, terra... La lama è dotata di bilanciamento meccanico con richiamo in posizione centrale automatico con molle, per aderire al terreno in qualsiasi condizione di pendenza della strada. L’alerone viene fornito di serie in due settori indipendenti oppure a richiesta a settore unico, ed è completamente costruito con lamiera scatolata in acciaio ad alta resistenza allo snervamento, mentre il coltello raschiante è in acciaio ad alta resistenza all’abrasione, 55 SI 7 legato al silicio-manganese. Il sollevamento e l’orientamento idraulico della lama vengono effettuati con cilindri sovradimensionati con cromatura di riporto sugli steli di tipo pesante, al fine di preservarli dalla corrosione. Bandierine ai lati sulla parte alta dell’alerone, predisposizione slitte e luci d’ingombro sono gli accessori standard con cui vengono fornite le lame. Come optional invece è possibile avere slitte regolabili in altezza, coltelli raschianti in vulkollan e rialzi normali o interscalari. Le tubazioni sono in gomma in tubo R2 con innesti rapidi d’attacco all’impianto oleodinamico del mezzo. Il trattamento delle superfici metalliche è eseguito tramite lavaggio ad alta pressione con temperatura a 150°, fosfatizzazione, strato di antiruggine al cromato di zinco e doppio strato di smalto poliuretanico bicomponente RAL 2011 a finire. La lama spartineve è montabile su qualsiasi trattrice agricola che abbia due distributori a doppio effetto, di cui uno dotato di posizione flottante, con quattro prese idrauliche aventi innesti rapidi unificati. Per l’ancoraggio a questa, la realizzazione ed il montaggio avvengono tramite imbullonatura di staffatura in acciaio del tipo avvolgente a più supporti. Al supporto anteriore viene agganciato il cilindro idraulico di sollevamento, mentre il braccio portante viene agganciato (sistema occhione/ spina ad aggancio rapido) alla culla centrale posta, normalmente, nella parte sottostante la cabina di guida. Dalla culla centrale parte un puntone di rinforzo che va a scaricare gli urti direttamente sul tiro posteriore del trattore. Larghezza coltello (m) Altezza alerone (cm) Larghezza operativa con lama inclinata (m) Massa compreso braccio portante (kg)
2,60 2,83 3,06 3,26 3,56 80 80 ÷95 90 ÷105 95÷115 100÷120 2,10
2,31
2,48
2,63
2,91
560
620
730
820
940
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IGIENE URBANA
Milano pulisce i graffiti FRANCESCO VANDONI
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Il Comune di Milano ha affidato ad Amsa, azienda per i servizi ambientali della città di Milano, il servizio per la rimozione delle scritte vandaliche dalle facciate degli edifici di proprietà comunale. Contemporaneamente Amsa ha deciso di offrire ad un prezzo molto contenuto e con la garanzia di una manutenzione mensile per 5 anni, il medesimo servizio anche ai proprietari di stabili privati. Il successo dell'iniziativa viene dimostrato dai numeri. Dalla nascita del servizio ad oggi sono oltre centomila i metri quadrati di facciate ripulite da Amsa e, considerato l'apprezzamento dei proprietari, viene stimata in quattrocentomila metri quadrati la superficie che
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sarà trattata nel 2005. Al successo dell'iniziativa ha indubbiamente contribuito la tecnologia adottata, per nulla invasiva, né tossica, né pericolosa, messa a punto da una società milanese nel corso degli anni '90. Dekos S.r.l. di Milano, ha sviluppato e brevettato un sistema per la rimozione dei graffiti e per la pulizia delle superfici che evita l'abrasione del substrato delle parti trattate. Il sistema Dekos è adottato in molte altre città oltre Milano: Caser ta, Trieste, Macerata, Reggio Calabria, Roma... Il sistema Dekos è basato sull'utilizzo di aria, acqua e sali minerali di opportuna composizione chimica e granulometria
(bicarbonato di sodio e/o carbonato di calcio e magnesio), gestiti da un'apparecchiatura che è caratterizzata da assenza di parti in movimento. Il funzionamento delle macchine è totalmente pneumatico e utilizza basse pressioni, garantendo quindi, per quanto riguarda l'apparecchiatura, semplicità di funzionamento, sicurezza, affidabilità e facilità di manutenzione. La delicatezza del trattamento è testimoniata dal fatto che il sistema può anche essere utilizzato su superfici vetrate, senza alterarne la trasparenza. Il processo utilizzato garantisce inoltre sicurezza per l'operatore, per il quale non occorrono strumenti di protezione particolari, utilizzando apparecchiature e prodotti innocui sia per la salute che per l'ambiente. L'inter vento combinato di ar ia, acqua e sali svolge sulla superficie trattata un'azione sia meccanica che chimica. L'azione meccanica si espleta nell'urto contro la superficie da trattare di particelle sia di solido (sali minerali) che di liquido (acqua) in un flusso d'aria a bassa pressione (1-2 bar). Al medesimo tempo, l'acqua provvede a sciogliere parte dei sali con i quali viene a contatto, 1. Lo stato iniziale della facciata 2. 3. Fasi della rimozione
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formando soluzioni che svolgono una funzione chimica detergente sulla superficie trattata. Sono disponibili 4 modelli di apparecchiature che si differenziano a seconda dell'intensità e della modalità del trattamento richiesto. Dalla Sobijet 224 SE, macchina dalle elevate prestazioni per grandi superfici con macchie tenaci e sporco pluriennale, alla piccola Minijet per accurati interventi di pulizia su manufatti di pregio, anche non planari, come capitelli, modanature, decorazioni e altri particolari architettonici, passando dai due modelli di 250 (SE e A), più maneggevoli e che richiedono meno 4 aria compressa rispetto alla 224 SE. I ottenendo il doppio effetto di rendere due modelli 250 si differenziano tra notevolmente più agevole la nuova loro soltanto per la carrozzeria (quella operazione di pulitura e scoraggiare il della 250 S è in PVC), e per la pre- ripetersi dell'atto di vandalismo. I tratsenza, sulla 250 A di alcuni particola- tamenti di protezione variano a seconda della superficie da trattare e ri offerti di serie. Dopo la rimozione dei graffiti o la puli- della formulazione chimica del trattatura delle superfici sia verticali che mento stesso. orizzontali, è opportuno provvedere Dekos produce una gamma di protetalla protezione delle aree pulite, con tivi di nuova formulazione a base di trattamenti studiati per facilitare il cere e resine fluorurate. Esse si diffenuovo processo di pulitura in caso di renziano secondo la tipologia di supripetizione dell'atto vandalico, di fatto porto da trattare ed il rivestimento da
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proteggere. Questi prodotti non alterano il colore dei materiali sui quali vengono applicati e garantiscono la traspirabilità del substrato. I trattamenti protettivi sono duraturi nel tempo ma anche facilmente rimovibili in caso di necessità. 1. Parte di facciata già trattata 2. Caricamento dei sali minerali nel serbatoio della 224 SE 3. Pulizia della facciata 4. La macchina Sobijet 224 SE
dopo
Dekos sviluppa tecnologie per la rimozione di graffiti e la pulizia in generale di facciate e superfici orizzontali. La tecnologia Dekos consente: - Trattamento delicato delle superfici - Rispetto per l'ambiente - Efficienza - Sicurezza
Per rimuovere i graffiti da Milano ha scelto il sistema
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sistemi per la tutela del patrimonio immobiliare ed il decoro dell'arredo urbano
Dekos s.r.l.
Via Ricciarelli, 29 - 20129 Milano Tel. 02 48 70 60 01 www.dekos.it E-mail : info@dekos.it
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ARREDO STRADALE
Colori decisi per una difficile rotatoria GHERARDO MARCHELLI
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A Lecco è stato scelto di realizzare camminamenti, pista ciclabile, attraversamenti pedonali e spartitraffico, di una zona particolarmente impegnativa, con tecniche di pavimentazioni e segnaletica orizzontale con colori decisi, messi in risalto dove necessario con una saggia illuminazione. Input principale per la realizzazione di questo progetto sono stati la situazione urbana del contesto, molto mista con presenza di centri commerciali, abitazioni non di particolare pregio, fabbricati adibiti ad artigianato, uffici pubblici, muri di recinzione con corporatura fino a tre metri ed un traffico elevato anche da parte di mezzi pesanti; una zona che non si presentava qualitativamente come contesto
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urbano di una città per il quale Lecco si è distinta, cercando di valorizzare il suo tessuto. Sulla base di queste considerazioni è stato scelto di giocare sulla forza dei colori, con la volontà di staccare effettivamente i camminamenti pedonali dalla sede stradale. La scelta di colori forti ha permesso un richiamo dell’attenzione ed una semplicità di interpretazione sia per gli automobilisti che per i pedoni, con una maggiore visibilità delle differenti zone, caratteristica che risulta molto importante soprattutto in quei siti in prossimità di case, dove è stato necessario mantenere il cordolo a raso, situazioni di facile invasione da parte dei veicoli. I colori inoltre creano un effetto sce-
nografico piacevole che viene esaltato durante le ore notturne da una ben studiata illuminazione che ha dovuto tener conto anche di problematiche legate all’inquinamento luminoso, vista la presenza nelle vicinanze di un osservatorio astronomico. L’illuminazione si rivela un elemento fondamentale per la sicurezza, difatti questa è stata realizzata con lampade a raso con una luce bianca, che, combinata con la caratteristica di forte rifrangenza del materiale utilizzato per gli attraversamenti, consente a questi ed ai salvagente di risaltare ulteriormente di notte. Al centro dell’intervento è la rotatoria di Corso Carlo Alberto angolo Via Mauri sullo svincolo e sotto la superstrada che collega Milano a Como; questa, grazie all’illuminazione combinata con ii colori ha ora un aspetto anche scenografico, ma soprattutto risalta molto con un effetto di sicura dissuasione ed attenzione agli automobilisti, dando un senso di cornice e di delimitazione. I camminamenti pedonali si trovavano a ridosso della rotatoria sulla circonferenza esterna, creando punti di minore distanza tra pedone e automezzo: per questo sono stati realizzati dei muri para pedonali nei punti di tangenza tra circonferenza e percorso pedonale 1. Rotatoria colorata con tecniche Tecno Pavimentazioni 2. 3. Visione notturna della stessa
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che danno un senso di protezione e di incanalamento, impor tanti come richiamo e attenzione del pedone. Questi muri inoltre, dato il loro ingombro, portano gli automobilisti a rallentare; di notte questi sono illuminati, dalla parte pedonale con un effetto luce che esalta all’esterno la caratteristica di dimensione degli stessi. Per realizzare le pavimentazioni colorate e gli attraversamenti sono stati utilizzati i materiali e le tecniche offerte in Italia dalla Tecno Pavimentazioni. Per la pavimentazione colorata su camminamenti, pista ciclabile e spartitaraffico è stato utilizzato il Colorsin, un rivestimento colorato a base di resine stiroloacriliche in emulsione acquosa per la protezione delle pavimentazioni realizzate in conglomerato bituminoso, resistente all’abrasione ed all’azione aggressiva dei carburanti in genere (Metodo di riferimento: AM-GEN-M-P. 0017 - PAR. 6.5). Tra la vasta gamma di colorazioni disponibili qui sono stati scelti il rosso per i camminamenti ed il verde per le
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zone spartitraffico. Questa tecnica offre anche protezione della pavimentazione dalle elevate e basse temperature e ne aumenta la vita utile, grazie alla sua resistenza all’abrasione ed all’azione dei raggi U.V. con un’elevata stabilità delle colorazioni. La posa in opera del prodotto è di semplice attuazione con applicazione a freddo e lo stesso prodotto è certificato A.N.A.S. Per gli attraversamenti pedonali è stata utilizzata la tecnica Bascoplast Grip, resina bicomponente metacrilica stesa a macchina con finitura strutturata. La struttura permette un notevole deflusso dell’acqua, con il risultato di un buon drenaggio della stessa, consentendo di avere una segnaletica antisdrucciolo anche in condizioni di forti precipitazioni, evitando problemi di aderenza a veicoli, moto, motorini, biciclette e pedoni. La par ticolare finitura conferisce anche una notevole rifrangenza, rendendo gli attraversamenti particolarmente luminosi, anche e soprattutto
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in condizioni notturne e piovose. Questo prodotto presenta anche una resistenza all’attrito ed all’usura assai elevata, risultando molto duratura anche in posti dove il traffico pesante si trova a dover compiere curve con raggi molto ridotti. Anche questo materiale si distingue per le molte colorazioni possibili, qui posato con la classica zebratura bianca su fondo rosso, che richiama il rosso del percorso pedonale e ciclabile, con il risultato di un’ottima visibilità in tutte le condizioni. 1. Marciapiede colorato con tecnica Colorsint Tecno Pavimentazioni 2. Attraversamento colorato con tecnica Bascoplast Tecno Pavimentazioni 3. Camminamento tangente alla rotatoria con muro para pedonale 4. Particolare della pavimentazione trattata con Colorsint 5. Particolare dell’attraversamento realizzato con Bascoplast
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Via San Giuseppe 22 60035 Jesi AN Tel. 0731.207468 Fax 0731.209176 Cell. 348.3205153 www.tecnopavimentazioni.it info@tecnopavimentazioni.it Lavori Pubblici n. 10 settembre - ottobre 2004
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STRADE E SICUREZZA
Snoline presenta Walt®, un nuovo attenuatore d'urto FRANCESCO VANDONI
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Snoline S.p.A., società lombarda con 50 anni di attività nel campo della sicurezza stradale, con prodotti sempre al vertice delle prestazioni sia per l'utente dell'infrastruttura che per il suo gestore, presenta un nuovo modello della famiglia degli attenuatori d'urto, diffusi in molti paesi europei ed extraeuropei. Si tratta del Walt®, un attenuatore che svolge il ruolo di proteggere il punto critico che si viene a creare all'inizio dei cantieri, quando l'area di lavoro è difesa da barriere temporanee in cemento o acciaio (tipo New Jersey o simili). L'inizio di una barriera rigida posizionata molto vicino al traffico è estremamente pericoloso, con possibilità di sfondamento del frontale dell'auto e rientro del motore nell'abitacolo o, se si utilizza il pezzo speciale digradante, con possibilità di decollo e
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di rovesciamento del veicolo. Il Walt ® risolve questi problemi con una lunghezza ridotta ed una larghezza che non eccede quella della barriera, inoltre, segnala chiaramente il pericolo per mezzo di un frontale sul quale si può applicare la segnaletica catarifrangente del caso, ben visibile anche di notte. Questo nuovo attenuatore sfrutta la tecnologia del sistema Tau® basata su cartucce in grado di assorbire gradualmente l'energia del veicolo tramite compressione di aria e deformazione, è composto da 4 barilotti, di diametro inferiore (ø 350 - 400 mm) rispetto alle cartucce del sistema Tau®, al fine di ridurre le dimensioni laterali. Il Walt® risponde alla norma europea in vigore, EN 1317-3, avendo effettuato con successo le prove d'urto nella classe 80 km/h, con i recenti
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test presso la pista Laboratorio L.I.E.R. di Lione (prova TC 1.2.80 a impatto centrale, macchina di 1.300 kg, velocità 80 km/h e prova TC 1.2.80 impatto frontale disassato, macchina di 900 kg, velocità 80 km/h). Si tratta, al momento, dell'unico attenuatore testato a questo scopo che può fornire una buona sicurezza per i cantieri. Il prodotto ha anche altri vantaggi, particolarmente interessanti per chi lo deve usare: è dotato di ruote, per cui può agevolmente essere spostato sul cantiere, si installa in meno di mezz'ora, utilizzando il sistema di ancoraggio alla barriera in cemento, che si completa con protezioni laterali rastremate, è molto robusto ma con un peso che non supera i 300 kg. Inoltre, a differenza di altri sistemi per urto frontale, è possibile ripararlo dopo l'urto, recuperando la maggior parte del valore. In definitiva, un attenuatore non-redirettivo specifico per le testate di protezione cantieri, con un'ottima pagella di prove d'urto e caratteristiche operative, che può salvare vite umane, come richiesto dall'obiettivo dell'Unione Europea in questo decennio. 1. Vista laterale dell'attenuatore d'urto Walt® 2. Il Walt® visto frontalmente 3. Walt® dopo il test d'urto 4. Attenuatore redirettivo Tau®
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MANUTENZIONE STRADE
Asfalt Gum per la riparazione delle strade in tutte le condizioni atmosferiche GHERARDO MARCHELLI La Val d’Orba S.a.s. propone un conglomerato bituminoso a freddo per manutenzioni stradali, denominato Asfalt Gum. Questo prodotto stoccabile in sacchi sfusi da 30 kg, come previsto dalla legge 626, garantisce, al momento di utilizzo, una perfetta plasticità e lavorabilità per il pronto intervento di riparazione delle lesioni stradali. Asfalt Gum risulta particolarmente adatto alle riparazioni urgenti ed istantanee di buche del manto stradale causate da avversità atmosferiche e per il ripristino di scavi eseguiti per la posa di condutture elettriche, telefoniche, idrauliche e altro. Il prodotto è un conglomerato bituminoso a freddo, prodotto con materiali atossici ed inodori: difatti il flussante utilizzato in Asfalt Gum è un olio di pura origine vegetale. Questo, oltre a garantire una buona plasticità, non rilascia odori sgradevoli e fastidiosi sia durante la lavorazione in impianto che in stoccaggio, oltre a non rientrare nella classe COV (composti organici volatili) preservando quindi l’ambiente. Asfalt Gum è di facile applicazione in tutte le stagioni mantenendo inalterate le sue caratteristiche plastiche. E’ applicabile manualmente anche in presenza di pioggia e steso nelle buche anche se colme d’acqua; inoltre il prodotto si presta ad operare anche a basse temperature. L’utilizzo del prodotto, grazie a queste sue caratteristiche, risulta non dannoso per l’ambiente, di facile e funzionale applicazione. Infattii si può intervenire praticamente con qualsiasi condizione atmosferica senza preoccuparsi degli statii di temperatura ed umidità, consentendo agli operatori un lavoro istantaneo. L’operatore che deve eseguire l’intervento di riparazione deve essere solo attrezzato di un sacco o più di Asfalt Gum e di un badile per poter riparare da solo una buca formatasi su una carreggiata stradale, il
successivo transito degli autoveicoli sull’area d’intervento permetterà una definitiva compattazione di Asfalt Gum senza che il prodotto fuoriesca dalla superficie ripristinata. Asfalt Gum è composto da: aggreganti, bitume, attivanti di adesione e specifici plastificanti; ha un aspetto granulare plastico con una densità approssimativa di 1.500 kg/m3. L’additivo plastificante utilizzato è un olio di origine vegetale. Con circa 15 kg di prodotto si esegue uno strato di un metro quadro con uno spessore di un centimetro. I sacchi, da 30 kg, sono da stoccare al riparo da agenti atmosferici, per consentire una maggiore durata del prodotto (circa un anno) e, se si vuole intervenire in condizioni di temperature molto basse, conviene stoccarli in ambienti leggermente riscaldati e trasportarli non al gelo, per poter eseguire la riparazione con il materiale con una buona plasticità. Tutte queste caratteristiche consento-
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no di allargare notevolmente i periodi dell’anno in cui poter intervenire per riparare la sede stradale, consentendo un rapido intervento anche in caso di basse temperature e condizioni di forte umidità e pioggia. Inoltre grazie al flussante di origine vegetale si interviene con un prodotto che indurisce per ossidazione e non per volatilità dei prodotti flussanti e per questo ecologico, non immettendo sostanze volatili o tossiche nell’atmosfera.
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MANUTENZIONE STRADE
Mano d’attacco spruzzata direttamente dalla vibrofinitrice GHERARDO MARCHELLI
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Newtech, azienda finalizzata alla continua ricerca, nei paesi più avanzati del settore, di nuove tecnologie nel campo della manutenzione stradale, opera a livello nazionale ed è specializzata nell’impiego di tecniche innovative ed esclusive, ad altissima qualità sia nei materiali applicati che nella velocità degli interventi. Tra le innovazioni che propone, distribuisce in esclusiva per l’Italia una nuova attrezzatura specifica per vibrofinitrici, che consente di spruzzare la mano d’attacco direttamente dalla stessa con notevoli vantaggi sia economici sia di qualità dei lavori. La soluzione è nata in Austria grazie alla
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collaborazione tra le due società Vialit, produttrice di bitumi, e la Strassmayr, produttrice di macchine stradali. In pratica la soluzione vede un allestimento applicabile a qualsiasi modello di vibrofinitrice. Questo vede l’applicazione di una barra spruzzatrice anteriore, una dove si allarga il banco, una posteriore e di una cisterna a doppia camera per il riscaldamento del bitume, che viene spruzzato a circa 95°C. Il bitume liquido spruzzato per la mano d’attacco è particolare, prodotto dalla Vialit, consentendo di poter asfaltare istantaneamente senza dover aspettare il tempo di rottura
dell’emulsione tipicamente utilizzata, inoltre consente di eseguire i lavori a basse temperature, anche intorno ai 4°C e non intasa ugelli e tubi, evitando le tipiche problematiche d’inizio lavori se gli operatori dimenticano di pulire l’attrezzatura. Con questa soluzione si possono eseguire lavori di posa con un cantiere estremamente ridotto in lunghezza, visto che la mano d’attacco viene eseguita dalla stessa vibrofinitrice, con conseguente minor ingombro sulla strada ed un risparmio diretto del camion e dell’autista addetti alla spruzzatura. Gli ugelli di spruzzatura sono posti tra le ruote anteriori della vibrofinitrice, uno all'allargamento del banco ed altri in concomitanza delle ruote posteriori che completano l’intera sezione da coprire. Questi spruzzano ad impulsi e sono comandati da un sistema automatico che ne regola la quantità in funzione dell’avanzamento; per terminare con precisione il punto di fine lavoro, quando la barra anteriore è in posizione, si schiaccia un pulsante che comanda alle barre posteriori di terminare automaticamente il loro lavoro in linea con il punto scelto. Risulta evidente che in questo modo la mano d’attacco è compresa nell’ingombro della vibrofinitrice, senza 1. 2. 3. Vibrofinitrice allestita con il nuovo sistema proposto da Newtech al lavoro
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sporcare di fronte alla stessa, cosa che, oltre a permettere una cantierizzazione radicalmente ridotta in lunghezza, consente di non avere il problema di non sporcare con le ruote del camion che alimenta la vibrofinitrice e che le stesse non portino via la mano d’attacco, particolare che garantisce al legante applicato di restare totalmente per lo strato di collegamento, aumentando la qualità dei lavori. Il lavoro ha quindi un’esecuzione particolarmente pulita, senza sporcare cordoli, macchine e nei centri abitati evita, come tipicamente succede, che 1. Particolare della barra anteriore 2. Particolare barra posteriore
qualche passante distrattamente passato sopra l’emulsione, la trascini anche all’interno dei negozi. Inoltre, sempre per lo stesso motivo, evita, soprattutto negli incroci, il tipico rischio di scivolate sopra l’emulsione da parte di motorini, biciclette e passanti che spesso accadono, con conseguenti richieste di risarcimenti. Il concetto risiede nello speciale legante, coperto da brevetto internazionale, privo d’acqua che consente di lavorare senza attesa, come nel caso di emulsioni bituminose; questo viene steso in quantità di 100 - 120 g/m2 e consente inoltre di aumentare notevolmente le giornate utili di lavoro, sia perché può lavorare a temperature più
basse, sia perché in giornate di tempo incerto consente di poter lavorare fino al momento del verificarsi delle condizioni avverse, senza per questo dover sprecare materiale, visto che con l’interrompersi del lavoro non si ha la mano d’attacco già posata. Newtech ha collaborato in maniera diretta alla creazione di questa soluzione apportando la sua esperienza pratica nei lavori, consigliando ad esempio di applicare un sistema con orologio che consente di impostare un'ora per l’avviamento automatico del mezzo e permettere così agli operatori di arrivare sul posto di lavoro con il materiale caldo e pronto per lavorare, in modo da ridurre tempi di attesa inutili.
newtech S.n.c. 40017 S. Giovanni in Persiceto (BO) Via Copernico N.8 Tel. 051/6871770 Fax. 051/6876432 http www.stradafix.com e-mail info@stradafix.com
Tecnologie innovative ed altamente ecologiche per una corretta manutenzione stradale nel massimo rispetto dell'ambiente
Realizzazione di asfalti colorati
Impianti mobili per la produzione di conglomerato a freddo in sito
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Stabilizzazione di strade in misto cementato
Sistema innovativo di impermeabilizzazione 51
MATERIALI
Le argille espanse nella costruzione di rilevati artificiali 1. Introduzione La costruzione di rilevati artificiali su terreni molli, quali argille tenere inorganiche, limi compressibili, argille organiche e torbe, è a tutt'oggi un problema di complessa soluzione. L'utilizzo dei georinforzi può agevolmente ed in modo economico risolvere il problema del collasso della struttura ma altrettanto non può essere sostenuto se vengono considerati i problemi legati alla funzionalità dell'opera e cioè si valutano i cedimenti. Grazie all'utilizzo di geogriglie o geotessili, questi possono essere ridotti, ma spesso non a tal punto da essere resi accettabili. A tal fine è pratica corrente far ricorso a tecniche economicamente onerose, quali quelle che consistono nell'applicazione di un precarico e nell'utilizzo di dreni verticali per accelerare la fase di consolidazione, oppure a quelle che prevedono bonifica o radicale consolidamento dei terreni molli di fondazione. L'utilizzo di argilla espansa Leca può permettere di evitare totalmente o in parte gli oneri di stabilizzazione del terreno di fondazione. Sfruttando infatti la notevole riduzione del peso del rilevato è possibile realizzare molteplici interventi con la tecnica della compensazione del carico. Da ormai più di 30 anni Leca è utilizzata in tutto il mondo per la realizzazione di rilevati stradali su terreni, gelivi o molli. I principali vantaggi di una soluzione a carico compensato sono:
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- Al termine della messa in opera e dell'addensamento il rilevato leggero in Leca riduce notevolmente i cedimenti assolti e differenziali. - L'utilizzo di Leca incrementa sensibilmente il coefficiente di sicurezza valutato con riferimento allo stato limite ultimo del rilevato. - La soluzione con carico compensato, per ragioni logistico-tecnologiche, spesso è l'unica realizzabile; non sono infatti, nella maggior parte dei casi, necessarie precariche. - L'impiego di argilla espansa Leca rende in molti casi inutile il ricorso a tecniche di realizzazione assai più lunghe e costose. 2. Caratterizzazione geotecnica dell'argilla espansa L'argilla espansa è un materiale artificiale e naturale allo stesso tempo; infatti viene ottenuto mediante un processo termico a partire da argille naturali. Il singolo grano è costituito da una "scorza" esterna più resistente e meno porosa e da una matrice interna caratterizzata da un elevato indice dei vuoti. Infatti all'interno dei grani stessi è presente una grande quantità di pori, alcuni dei quali non interconnessi. E' possibile allora individuare, all'interno di questo particolare mezzo poroso, due tipi differenti di vuoti che nel seguito saranno chiamati, rispettivamente, intergranulari e intragranulari (o endogranulari). Mentre i pori inter-
granulari sono interconnessi e vengono saturati facilmente quando il materiale è posto sotto falda, i pori intragranulari (o endogranulari) si riempiono d'acqua con molta più difficoltà ed alcuni di essi non si satureranno mai. Definendo: - γass = peso specifico assoluto il peso che avrebbe un metro cubo di Leca privato sia dei vuoti fra granulo e granulo, sia dei vuoti contenuti in ciascun granulo; - γapp = peso specifico apparente il peso che avrebbe un granulo di Leca delle dimensioni di un metro cubo; - γb = peso specifico in mucchio il peso di un metro cubo di Leca non vibrato né compattato in alcun modo. Vale quanto riportato in tabella Peso specifico (kg/m3) γ assoluto γ apparente γ in mucchio
Sabbia
Leca
2600 2600 1600
2500 850 450
Si può quindi sinteticamente riassumere che il peso specifico in mucchio, a secco, dell'argilla espansa è circa un quarto di quello di un tradizionale inerte di cava. Quando viene compattato, il materiale perde parte del volume occupato dai vuoti interstiziali ma non quello conte1. Granulo di argilla espansa Leca 2. Prova di imbibizione
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nuto all'interno dei grani. Quando il materiale viene saturato, i vuoti interstiziali si riempiono rapidamente mentre difficilmente si saturano i vuoti 3 intragranulari che spesso sono occlusi sarà importante raggiungere valori e non interconnessi. In figura 2 è ripor- elevati di addensamento. tato l'andamento del coefficiente di imbibizione (definito come peso del- 3. I rilevati leggeri compensati l'acqua assorbita su peso del materia- In figura 3 è riportato uno schema le secco) nel tempo: solo dopo circa semplificato di un rilevato alleggerito tre mesi sembra raggiunto almeno parzialmente o totalmente compensato: parte del terreno scadente di asintoticamente un valore costante. fondazione viene sostituito con Leca Grazie ai risultati sperimentali ottenuti così da ottenere, in parte un miglior su provini ricostruiti artificialmente in terreno di fondazione e da compenlaboratorio di argilla espansa, sare, in parte o completamente, il mediante l'utilizzo di apparecchiature sovraccarico. Il problema maggiore triassiali ed edometriche standard è consiste nella compattazione della inoltre possibile concludere quanto argilla espansa. Per ottenere buoni risultati e cioè una Dr media > 80% segue: 1. L'angolo d'attrito φ', così come risulta necessario interporre, all'interaccade per tutti i materiali granulari no del rilevato, degli strati di misto naturali quali sabbie e ghiaie, risulta granulare stabilizzato, e degli strati di fortemente influenzato dal valore di geosintetico che assolvano la funziodensità relativa Dr al quale i provini ne di elementi separatori, così da evisono stati preparati in laboratorio e tare la commistione di Leca e del dal valore di pressione di confina- misto granulare stabilizzato stesso. mento. Maggiore sarà la Dr, più ele- Lo strato di misto granulare stabilizvato sarà φ', minore sarà la pres- zato più superficiale, per problemi sione di confinamento, più elevato d'erosione o d'instabilità locale - consarà φ'. Il valore di angolo d'attrito centrati negli strati superficiali - assodi riferimento può essere conside- ciati al basso valore del peso dei grani di Leca e ai carichi ciclici/dinarato pari a 40°. 2. La coesione può essere considera- mici agenti in superficie (mezzi viaggianti), non deve mai essere di spesta nulla. 3. Valori rappresentativi del modulo di sore inferiore ai 300 mm. rigidezza edometrica M, pur forte- Nella prima fase è approfondito lo mente variabili in funzione della Dr, scavo di sbancamento dal piano della pressione di confinamento e campagna al piano di fondazione e del livello tensionale, sono compre- sul fondo scavo oppor tunamente livellato è collocato lo strato di geosi fra 2 e 30 MPa. 4. Il valore limite di pressione vertica- sintetico che funge da elemento le che il materiale può sopportare separatore. In questo caso il geosinin assenza di danneggiamento dei tetico serve a distribuire i carichi ma grani, durante una prova edometri- soprattutto ad evitare il fenomeno di ca di carico monotono risulta pari a pompaggio di materiale fine che altri0.3 MPa. Valori maggiori inducono menti tenderebbe a mischiarsi ai una progressiva diminuzione della materiali granulari che costituiscono il rigidezza verticale e l'abbandono rilevato stesso. del comportamento "locking". Leca sarà posto in più strati, con I valori di pressione alla quale il mate- interposizione di strati di spessore riale sarà preferibile lavori, dovrà pari a 200 mm di misto granulare necessariamente essere inferiore a che rendono possibile la compattaquelli di cui al punto 4 precedente, zione di Leca stesso; naturalmente mentre, per ciò che concerne il comportamento dello scheletro solido nel suo complesso e non il singolo grano, 3. Schema semplificato di rilevato alleggerito compensato 4. Sequenza di lavoro: posa del geotessile non tessuto, del primo strato di argilla e del primo strato di misto
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lo spessore di Leca varierà in relazione al tipo di sezione. La sequenza di lavoro prevederà lo scavo di sbancamento, la posa del geotessile non tessuto, la posa del primo strato di Leca, la posa di un ulteriore geotessile non tessuto, la posa dello strato di misto granulare stabilizzato d'interposizione, la compattazione, i controlli (esecuzione in sito di prove su piastra), la posa del secondo strato di Leca, la posa del geotessile non tessuto, la posa del secondo strato di misto granulare stabilizzato, la compattazione, ulteriori controlli, la posa dello strato finale di misto granulare stabilizzato (fig.4). La conseguenza progettuale più diretta delle modalità esecutive appena descritte consiste nell'aumento del sovraccarico indotto, a parità di geometria, dalla presenza del rilevato rispetto al caso di un utilizzo esclusivo di argilla espansa. In altre parole il peso specifico medio sarà maggiore proprio a causa della presenza degli strati di inerte di cava. 4. Osservazioni conclusive Da quanto appena mostrato possiamo quindi concludere che il problema della minimizzazione dei cedimenti è sicuramente quello più delicato ed esso può essere risolto grazie alla compensazione dei carichi, ottenuta mediante l'impiego di argille espanse. Infatti: - i cedimenti istantanei possono essere trascurati perché avvengono ancora in fase di costruzione e sono molto limitati rispetto a quelli successivi. Nel caso di una completa compensazione, essi sono, a lavoro ultimato, irrilevanti. - I cedimenti legati al fenomeno della consolidazione invece, dannosi per l'opera in quanto avvengono successivamente, vengono ridotti o addirittura annullati senza dover modificare le caratteristiche meccaniche del terreno molle di fondazione. Se al contrario si intervenisse mediante precarico, e dreni verticali così da rendere più rapida la fase di consolidazione, si potrebbe al massimo ridurre i cedimenti verticali di un ordine di grandezza, nel caso il precarico coincida con il carico definitivo, ma mai annullarli completamente. 53
VIABILITA’
CEN/TC 337 - Comitato Europeo sulle attrezzature e sui materiali per la manutenzione stradale DOTT. ALBERTO MUSSO CUNA (Commissione Tecnica di Unificazione dell’Autoveicolo) è un’associazione che si occupa di normativa tecnica, ed è un Ente Federato dell’UNI, organismo nazionale che ha la responsabilità di divulgare, in Italia, la normativa tecnica, quindi col compito, per il suo paese, di seguire gli ambiti in cui la normativa tecnica viene sviluppata, che sono principalmente l’ISO a livello internazionale, e il CEN a quello europeo. L’UNI ha responsabilità a tutto campo, anche se per alcuni settori specifici fa riferimento ad organismi normativi particolari: il CUNA è uno di questi, che ha per conto dell’UNI, la responsabilità ed il mandato di seguire tutta la normativa tecnica che riguarda il settore dei veicoli stradali, comprese tutte le attrezzature che vengono montate su questi. La normalizzazione delle attrezzature invernali stradali è quindi un’attività che per conto dell’UNI, viene portata avanti dal CUNA in ambito europeo. La storia del Comitato Tecnico CEN/TC 337 nasce nel 2000, quando, a livello europeo, dal CEN viene preso atto che c’è la necessità di lavorare nell’unificazione delle prestazioni delle attrezzature che vengono utilizzate per la manutenzione stradale. Il TC 337 dovrà lavorare sugli aspetti funzionali delle attrezzature con particolare attenzione alle prestazioni, visto che già era vivo da parecchi anni un altro comitato tecnico, il CEN/TC 151, che, con un campo di applicazione più ampio, si occupa della sicurezza delle attrezzature, quella per cui sugli attrezzi da applicare alle macchine viene apposta la marcatura CE. Nel settembre del 2001 si è svolta la prima riunione, con il compito di definire il suo scopo e creare una struttura sulla quale sviluppare una serie di 54
normative. Nel titolo che si è dato il Comitato Tecnico (Winter maintenance and road ser vice area maintenance equipment) si parla di attrezzature per la manutenzione invernale e in generale per le sedi stradali; nello scopo si è definito che il TC 337 si occupa di attrezzature che possono essere utilizzate sia su strade e autostrade, che di quelle più grosse, che vengono utilizzate negli aeroporti. Dopo la prima riunione viene confermato che non si tratta della sicurezza delle attrezzature, e viene definita una struttura su 4 gruppi di lavoro. Il gruppo WG1 affidato alla Germania, per le attrezzature per i servizi invernali; il gruppo WG2 affidato alla Francia per le attrezzature per le aree verdi; il gruppo WG3 affidato all’Italia si occupa dell’interfaccia tra veicolo e attrezzatura; il gruppo WG4 affidato alla Francia, inizialmente si pensava dovesse occuparsi di assorbenti per uso stradale, però, nella successiva riunione, si capisce che ci sono tutta una serie di attrezzature che è opportuno normalizzare a livello europeo, che sono in modo particolare le spazzatrici, per cui il gruppo 4 cambia titolo, e la segreteria viene affidata alla Svizzera. Nel 2002 vengono approvati ufficialmente i programmi dei primi tre gruppi di lavoro, i quali, già prima di questa seconda riunione, avevano tenuto alcune assemblee coinvolgendo tutte
le parti interessate a livello europeo. Nel TC 337 sono infatti rappresentati tutti i maggiori costruttori di attrezzature in Europa, alcune amministrazioni pubbliche e cominciano ad essere presenti anche alcuni utilizzatori. Sempre nella seconda riunione 2002 viene sancito il principio per cui i gruppi di lavoro verticali di prodotto, WG1 attrezzature invernali, WG2 attrezzature per il verde, WG4 attrezzature per la pulizia, sono responsabili e possono occuparsi anche dei materiali che vengono utilizzati all’interno delle operazioni per le loro aree di competenza. Quindi il WG1 per il sale e i fondenti, anche se ancora non è del tutto definito in quanto molto difficili da standardizzare, il WG2 per i diserbanti e il WG4 dei solventi per uso stradale. La terza riunione nel giugno del 2003 vede l’approvazione ufficiale del progetto di lavoro dell’ultimo gruppo, WG3, che ha cominciato a lavorare circa un anno dopo gli altri, e viene espressa l’esigenza da tutte le parti di prendere contatti più intensi con TC 151 che si occupa della normativa sulla sicurezza per la marchiatura CE sulle macchine. Questo per quanto riguarda gli orientamenti generali del comitato tecnico. Più in dettaglio il WG1 nelle prime riunioni, prima di cominciare a lavorare in modo specifico sulle normative, ha cercato di individuare l’area di competenza allargata del gruppo di lavoro, individuando: attrezzature per lo sgombero neve (lame, vomeri, frese, turbofrese, spazzole per neve), attrezzature per lo spargimento (spargitori di sale, irroratrici di soluzioni saline), equipaggiamento per la conservazione e la movimentazione dei materiali per lo spargimento, apparecchiature per il monitoraggio delle condizioni dell’atmosfera e della superficie stra-
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dale, dispositivi automatici su strada (impianti fissi di irrorazione, riscaldamento della superficie stradale ecc.), materiali (sali, soluzioni saline, sale umidificato, abrasivi). Ha affrontato a livello concettuale quali possono essere i vari gradi nello sviluppo della sua normativa, ed in particolar modo tenendo presente la norma sulle attrezzature, considerando che lo sviluppo normativo può avere diversi livelli. Il primo, di base, può essere definire una classificazione delle attrezzature ed una terminologia sia delle attrezzature sia dei loro componenti; un secondo livello, più approfondito, è quello che va a definire le funzioni e le prestazioni di queste attrezzature; un terzo riguarda i metodi di prova: una volta definite le prestazioni si determinano i metodi di prova a livello europeo, che consentano di fare prove e dichiarare prestazioni precise; un’ultimo livello, esigenza espressa da utilizzatori e amministrazioni pubbliche, vede, una volta stbiliti i metodi di prova, assegnare anche i livelli minimi di prestazioni delle macchine. In base ai 4 livelli di normalizzazione il WG1 ha deciso di affrontare i diversi argomenti, cominciando a sviluppare nel prossimo futuro 5 normative: la prima riguarda il gruppo frese dove si parlerà di terminologia e di funzioni ed eventualmente dei metodi di prova; la seconda, sempre nei primi tre livelli per le lame, vomeri e si tratta di definire una norma anche per le spazzole per neve; la terza sugli spargitori e irroratrici, dove è già stato identificato che c’è una necessità di andare più a fondo e quindi, oltre a definire terminologia, prestazioni e metodi di prova, ha già identificato la necessità dei requisiti minimi; per ultimo le attrezzature per il monitoraggio atmosferico, anche se non ci sono molti produttori rappresentati. Il WG2 ha steso il programma di lavoro dividendolo in due argomenti entrambi per i primi tre livelli di normalizzazione: attrezzature per lo sfalcio e attrezzature per il taglio e triturazione di siepi. Il WG4 ha definito le spazzatrici aspiranti per classificazione e terminologia e per gli assorbenti di idrocarburi per uso stradale. Per questi ultimi sono coinvolte amministrazioni pubbliche, soprattutto francesi e tedesche, le quali, per problemi di sicurezza, chiedono di definire i requisiti minimi. Le spazzatrici sono già divise in spazzatrici allestite su veicoli stradali,
semoventi ed attrezzature intercambiabili, sia anteriormente che posteriormente; inoltre sono divise per capacità, le semoventi in 4 categorie, le portate in 2; mentre le attrezzature intercambiabili sono divise in 2 categorie a seconda se hanno o no il sistema di raccolta. Per gli assorbenti granulari sono stati definiti i metodi di prova. Per l’efficacia nel ripristino dell’aderenza originaria è la prova secondo il metodo francese SRT (Skid Resistance Test), dove l’assorbente agisce su una superficie campione trattata con acqua e combustibile (diesel). Per l’emissione di polveri è la prova secondo il metodo francese (NF X 11-640) con pompa a vuoto ad effetto ciclonico con un flusso d’aria pari a 25 dm3/s. Per la capacità di assorbimento è la prova secondo metodo francese (NF T 90-361), con l’utilizzo di un setaccio conico tipo Westinghouse, che valuta l’assorbimento di acqua e combustibile (diesel). Il WG3, differente dagli altri, si occupa in orizzontale delle attrezzature, difatti si interessa più che altro di intercambiabilità. Si è visto che gli utilizzatori hanno l’esigenza di avere veicoli e attrezzature che siano mutuamente intercambiabili. Si è partiti col constatare, soprattutto con impianti di fissaggio frontali, che c’è in ambito europeo una miriade di piastre diverse, ed è quindi diffuso l’uso di contropiastre, con i conseguenti problemi di peso. Su base di necessità il WG3 ha identificato 3 aree di intervento: interfaccia tra veicolo e attrezzature montate frontalmente: requisiti per l’intercambiabilità; sistemi di potenza sul veicolo e relativi comandi: requisiti per l’intercambiabilità e l’acquisizione; trasmissione dati verso stazione fissa: protocollo e requisiti di sistema. Per le attrezzature frontali si parla di impianti di fissaggio, di connettori innesti rapidi idraulici con il loro posizionamento sul veicolo e di prese di potenza. Per le piastre di fissaggio al momento sono orientati su due classi per veicoli sopra le 6 tonnellate e per veicoli tra le 6,5 e 10 tonnellate, più altre due classi, una per il sistema di fissaggio rapido che consente all’operatore di agganciare l’attrezzatura dalla cabina, e l’altra per le applicazioni offroad, nata su osservazione Unimog della necessità di poter avere una piastra con dimensioni minori di quella universale per non limitare gli
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angoli di rampa dei mezzi fuoristrada. Per la prima categoria ci si sta orientando allo sviluppo di una piastra universale che dovrebbe avere tutti gli elementi per fissare le attrezzature conformi a molte norme esistenti. Diventa un lavoro molto politico in quanto ogni costruttore ed ogni paese cerca di avvantaggiare i suoi standard. Maggiori difficoltà si incontrano per la classe di veicoli tra le 6,5 e le 10 tonnellate, dove non si è ancora riusciti a definire uno studio e forse non si riuscirà ad avere una piastra universale, e si intende sviluppare una piastra totalmente nuova quindi con tempi lunghi. Per quanto riguarda i connetori elettrici e le prese di potenza questa normativa si limiterà ad indicare quali sono e la loro disposizione sul veicolo. Per i sistemi di potenza e relativi comandi sono definiti due circuiti (uno per i movimenti di lavoro dell’attrezzatura e l’altro per la potenza continua) e le specifiche di sistema (pompa, serbatoio, tubazioni), massima temperatura di lavoro, requisiti di portata e pressione, tipo di innesti rapidi per ogni funzione; per la presa di potenza PTO sono definiti due profili (profilo A (Pmax = 92 kW): ISO 500, profilo B (Pmax = 150 kW): SAE J 499 A); inoltre sono definiti i connettori elettrici a 12 e 24 V da montare frontalmente per i sistemi di illuminazione ed all’interno della cabina per il rilievo velocità. L’ultimo gruppo di lavoro vuole unificare i requisiti minimi, soprattutto per quel che riguarda il protocollo di trasmissione dei dati a stazione fissa. Anche in questo caso ci si focalizza in modo da assicurare che, montando differenti attrezzature, l’utilizzatore sia in grado di usufruire al meglio dell’attrezzatura, e che sia in grado di dialogare senza problemi con la stazone fissa. Quindi si tratta di definire il sistema che permetta un grado di flessibilità per non avvantaggiare nessun costruttore e con un protocollo che quando, definiti i dati, questi vengano trasmessi in modo funzionale. L’importanza di questa norma in fase di studio non sarà obbligatoria, ma indicativa. Questa si prefigge di essere uno strumento utile sia ai costruttori che agli utilizzatori che potranno contare su uno strumento che renderà sicuramente più agevole una standardizzazione futura agevolando la stesura di gare e anche la programmazione della produzione. 55
VIABILITA'
Novità tecniche Assaloni FRANCESCO VANDONI Assaloni ha messo a punto, seguendo la sua costante politica di ricerca e sviluppo volta al miglioramento dei prodotti e attenta alle esigenze della clientela, interessanti novità tecniche nelle sue attrezzature. Nel dettaglio le novità riguardano: il braccio falciante BFA 30, in due versioni una per Unimog e l'altra per terne; il braccio falciante BFC2-65T; il braccio falciante BFP sfilabile; la lama sgombraneve serie E90 con coltello in acciaio e apparecchiatura in Vulkollan; la lama sgombraneve G100; la lama sgombraneve TP; la lama sgombraneve SLP; la lama ECO32; lo spargisale SPES, il verricello idraulico ADPH serie 4700 e la centralina elettroidraulica di comando serie 2000. Braccio falciante BFA 30 per Unimog
Si tratta di un'attrezzatura per lo sfalcio dell'erba con l'impiego di un solo operatore, si applica anteriormente sulla piastra portattrezzi di tutti i veicoli Unimog U300/U400/U500 dotati di circuiti idraulici lavoro I+II con innesti idraulici anteriori. I movimenti del braccio sono dati dal circuito I del veicolo stesso mentre quello della testata dal circuito II. La compattezza dell'attrezzo ripiegato in fase di trasferimento consente una completa visibilità all'operatore, non eccedendo nel contempo i limiti di sagoma dell'autocarro. L'attrezzatura può essere dotata di attacco rapido unificato tipo DIN 76060 o attacco rapido tipo Assaloni. Il sistema dei bracci articolati è costituito da due elementi articolati in tubolare in 56
acciaio di qualità (FE 510) con un’estensione laterale massima dall'asse del veicolo di 4,2 metri. Il sistema a cilindri idraulici è formato da cinque cilindri idraulici che comandano le funzioni di: sollevamento, rotazione, articolazione, braccio telescopico e movimento testata. Il cilindro rotazione consente di posizionare i bracci sul lato di lavoro e le valvole antiurto anticavitazione assorbono urti ai bracci sia in avanzamento che in retromarcia. Il peso dell'attrezzo è di 950 kg. Braccio falciante BFA per terne
E' molto simile a quello precedentemente descritto ed è adatto a terne o pale articolate dotate di una presa di forza idraulica con una portata di almeno 80 l/min e di una pressione di almeno 180 bar. La rotazione del rullo falciante e la movimentazione dei bracci sono assicurate da un unico distributore di tipo elettroidraulico compensato (Danfoss PVG 32). La compattezza dell'attrezzo ripiegato in fase di trasferimento consente una completa visibilità all'operatore, non eccedendo nel contempo i limiti di sagoma dell'autocarro. L'attrezzatura è dotata di attacco rapido unificato tipo DIN 76060. Il peso dell'attrezzo è di 1.000 kg, lo sbraccio è di 4,2 m. Braccio falciante BFC2-65T
Si tratta di un braccio falciante laterale con ultimo elemento telescopico costruito in acciaio alto resistenziale (Domex 700), da montare sul cassone posteriore dei veicoli Mercedes della serie Unimog, può lavorare sia sul lato destro che sul lato sinistro della motrice. L'estensione dal centro del veicolo è di circa 6.400 mm (6.600 mm sul piano orizzontale). Normalmente l'attrezzatura è dotata di testata trinciatutto ed è predisposta per il montaggio di altri utensili con l'inserimento di innesti idraulici a faccia piana, questo consente anche di togliere la testata senza provocare fuoriuscite di olio. Possono essere montate altre testate: trivellatrice, scavafossi, trinciarami, fresaneve. La trasmissione idraulica per la funzione falciante è assicurata da un circuito chiuso costituito da pompa a pistoni assiali Sauer-Danfoss a portata variabile ad alto rendimento applicata ad un moltiplicatore di giri azionato dalla presa di forza della motrice (con controllo elettrico del sistema di avviamento) e da un motore a pistoni assiali Sauer-Danfoss ad alto rendimento con valvola di scambio e lavaggio incorporata. È dotata di inversione del senso di rotazione del rullo falciante e di un sistema di controllo dell'accelerazione/frenatura del rullo falciante. L'azionamento del sistema avviene dalla cabina di guida tramite un quadro comandi nel quale è inserito l'arresto di emergenza (pulsante a fungo). Il sistema comprende anche la valvola di massima pressione a protezione dell'impianto idraulico. L'alimentazione del circuito dei servizi è assicurata da una pompa a ingranaggi Sauer-Danfoss posta in tandem alla pompa della funzione falciante, la quale è dotata di presa di moto posteriore. In questo modo il circuito di alimentazione servizi e quello di alimentazione della funzione falciante sono completamente indipendenti.
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- Braccio falciante BFP sfilabile
Si tratta di un braccio falciante laterale con ultimo elemento telescopico costruito in acciai alto resistenziali (Domex 700) , da posizionare posteriormente sull'attacco a tre punti delle trattrici con impianto oleodinamico completamente autonomo mosso dalla presa di forza posteriore del veicolo stesso per la movimentazione dei bracci e del rullo portacoltelli. L'estensione massima dal centro del veicolo è di circa 7 metri. Il sistema dei cilindri idraulici è formato da cinque cilindri idraulici che comandano le funzioni di: sollevamento, rotazione, articolazione, braccio telescopico e movimento testata. Il quadro comandi è costituito da una pulsantiera volante a C fissata in cabina di guida alla destra dell'operatore. Questo comando ha la funzione di avviare e arrestare il rullo portacoltelli (per distributori a comando meccanico). L'attrezzatura può essere montata su tutti i trattori agricoli dotati di presa di forza posteriore (a 1000 giri/1') con caratteristiche di portata e di potenza adeguate. Inoltre deve essere dotata di super-riduttore per adeguarsi alle basse velocità di avanzamento. Lama sgombraneve serie E90 con coltello in acciaio e apparecchiatura in Vulkollan
Questa serie di lame è destinata ad un utilizzo per lo sgombero neve in autostrada e strade di grande percorrenza, quando si deve operare ad elevata velocità. Si tratta di una lama sgombraneve a struttura monolitica
semplificata con profilo curvo sagomato a freddo ed irrigidito con nervature di rinforzo. Questo tipo di profilo consente un buono scarico della neve, inoltre impedisce che gli spruzzi di neve raggiungano il parabrezza della motrice. È dotata di un sistema centrale di oscillazione costituito da due elementi che bloccano perfettamente la lama in posizione orizzontale quando è sollevata completamente da terra. Nel caso in cui sia in posizione di lavoro la rende perfettamente libera di seguire il piano stradale. Grazie a tale dispositivo si ottiene un consumo regolare del coltello in acciaio (dispositivo brevettato). È completa di coltello di raschiamento in acciaio speciale, imbullonato, facilmente intercambiabile, di un inserto in vulkollan che consente al coltello una rotazione di 90° quando esso è sottoposto ad urti radenti e ne diminuisce le vibrazioni, consentendo una maggiore velocità di lavoro, e dei piedi meccanici che danno alla lama il giusto posizionamento sul terreno in modo da rendere agevoli e sicure le operazioni di aggancio e distacco dalla motrice. L'apparecchiatura Vulkollan è un dispositivo che consente di inserire un coltello in tecnillan al posto di quello in acciaio. Il suo impiego è consigliabile in presenza di neve morbida o bagnata (ad esempio è ottimale l'impiego nel caso di neve che ha subito un trattamento preventivo). Consente di non danneggiare la pavimentazione stradale e specialmente i giunti, i chiusini e le botole, di aumentare la velocità di sgombero, per l'assenza di vibrazioni, di migliorare la pulizia del fondo stradale, di ridurre il danneggiamento per urti della lama. È dotata di accumulatore idromeccanico che consente il controllo visivo e la regolazione della pressione di contatto tra fondo stradale e coltello. Lama sgombraneve G100
Questa attrezzatura può essere utilizzata per lo sgombero neve dalla superficie stradale. Permette una forte penetrazione, un ottimo scarico
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ed elevati rendimenti. Grazie alle proprie caratteristiche di adattabilità e sicurezza risponde perfettamente alle esigenze di rapidità di intervento e di sgombero su strade ad alto innevamento con tornanti, incroci, piazzali, posizioni di emergenza ecc. È una lama con un'elevata resistenza adatta ad un sgombero in alta montagna. Si tratta di un'evoluzione del modello G90 su richiesta specifica dei clienti. Questa lama è dotata di orientamento idraulico, sollevamento comandato da un martinetto idraulico a doppio effetto, piedi meccanici, coltello di raschiamento in acciaio speciale antiusura. L'angolo di incidenza sulla superficie stradale (impalatura), variabile e regolato idraulicamente, consente di adattare le caratteristiche della lama alla qualità e quantità della neve e di ammortizzare eventuali urti radenti. Per l'attuazione di tutti i movimenti, l'attrezzatura può sfruttare sia l'impianto oleodinamico del veicolo, qualora esso ne sia sprovvisto, sia può essere dotata a richiesta di una propria centralina elettroidraulica con quadro comandi posto in cabina. Lama sgombraneve TP
E' una lama sgombraneve di moderna concezione studiata per quelle situazioni in cui si ha l'esigenza di salvaguardare il fondo stradale. Ad una intelaiatura portante monolitica in acciaio è imbullonato, nella parte superiore, il versoio in polietilene ad alta densità, che consente una elevata scorrevolezza della neve, evitando nel contempo il fenomeno dell'incollaggio alle basse temperature tipico delle strutture in acciaio. Nella 57
parte inferiore è invece fissato il coltello in gomma caucciù che, oltre che a preservare la pavimentazione stradale, consente un ottimo assorbimento di urti e vibrazioni ed una conseguente elevata velocità di esercizio. L'attrezzo è dotato di un sistema di ammortizzazione degli urti laterali per mezzo di valvola by-pass. L'innovativa concezione della lama la rende particolarmente adatta allo sgombero di aree urbane e comunque in tutte quelle strade a fondo discontinuo in cui è frequente la presenza di ostacoli di varia natura. Un punto innovativo di questa lama è rappresentato dal sistema di inserimento coltello in acciaio (sistema bi-raclage). Questo consente l'inserimento di un secondo coltello in acciaio in abbinamento al primo, in gomma caucciù montato direttamente sul telaio portante. Risulta particolarmente utile in presenza di tratti ghiacciati, dove è necessaria una più elevata capacità di raschiamento, non ottenibile con il coltello in gomma caucciù. Lama sgombraneve SLP Questa lama è molto simile a quella precedentemente descritta, leggermente più piccola e leggera e non dispone del sistema bi-raclage. Lama ECO32
Attrezzatura da utilizzare per sgomberare e ammassare rifiuti presenti su piazzali o strade con fondo asfaltato o comunque duro e compatto (esempio cemento). È costituita da un elemento centrale (alerone) con profilo curvo in acciaio con tubolari di rinforzo nella parte superiore ed inferiore; alle due estremità sono incernierati due alettoni mobili azionati da due martinetti idraulici che possono ruotare di circa 130°. Il sistema di sollevamento è articolato a parallelogramma; la regolazione dell'angolo di incidenza (impalatura meccanica) è ottenuta tramite vite registrabile manualmente. L'attrezzo può essere dotato di coltelli in gomma speciale (caucciù) o del tipo GK5 della Gummi 58
Kuper con inser to in corindone, imbullonati agli alettoni e all'alerone facilmente intercambiabili. Spargisale SPES
Si tratta di uno spargitore costruito integralmente in acciaio Inox AISI 304 L e costituito da una tramoggia di contenimento del prodotto antiderapante, da un sistema di alimentazione a coclea, e da un piatto di lancio per la distribuzione del prodotto sulla sede stradale. Il piatto è completamente reclinabile all'indietro per facilitare le operazioni di svuotamento della tramoggia. Un microinterruttore di sicurezza arresta il piatto qualora questo non si trovi nella posizione di lavoro. Agendo sulla posizione dello scivolo è inoltre possibile modificare la simmetria del lancio, privilegiando il centro, il lato destro o il lato sinistro della sede stradale. La coclea trae il moto da un riduttore meccanico che è azionato da un motore idraulico alimentato dall'impianto del veicolo. Verricello idraulico ADPH serie 4700
Si tratta di un verricello professionale da applicare a piastra DIN 76060 di
veicoli dotati di impianto idraulico indipendente per l'azionamento del motore idraulico del dispositivo. L'intera struttura è costruita in lega di alluminio e ghisa sferoidale per garantire ottime resistenze meccaniche. La trazione della fune è garantita da un gruppo di riduzione a corona e vite senza fine irreversibile: l'irreversibilità si ottiene esclusivamente se l'operatore aziona l'apposito comando e perciò con questo sistema si elimina la necessità di freni. Il tamburo viene dotato di messa in folle manuale con innesto e disinnesto dello stesso. Il motore idraulico è bidirezionale, perciò all'occorrenza anche lo svolgimento del cavo può essere effettuato idraulicamente. Il cavo è in acciaio di 12 mm di diametro, con lunghezza di 70 metri lineari. Centralina elettroidraulica di comando serie 2000
E' una centralina di comando elettroidraulica alimentata dalla batteria dell'autocarro, fissata sul telaio di attacco dell'attrezzatura e permette di effettuare tutti i movimenti dell'attrezzo senza impegnare l'impianto idraulico della motrice. Essa è composta da un motore elettrico, pompa oleodinamica, filtro ad immersione e dal gruppo elettrovalvole. Lo studio è stato rivolto a ridurre al massimo le dimensioni e a migliorare le prestazioni. È dotata di un sistema di controllo elettronico che consente di avere una diagnostica su possibili anomalie di funzionamento. Tutta la componentistica utilizzata è di qualità, l'impianto elettrico è stato predisposto per il montaggio di un radiocomando. Sono state migliorate le tenute e la stabilità del controllo elettronico del peso. Esiste la possibilità a richiesta di montare un gruppo di potenza che consente di triplicare il funzionamento continuo. L'impianto idraulico è protetto da una valvola di massima pressione che limita il valore della pressione a 120 bar.
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PORTATTREZZI
37 BU 4x4 per l'Ente Foreste della Sardegna GIORGIA MARCHELLI
Il 22 luglio 2004 presso il Vivaio Bagantinus, a Decimomannu (CA), sono stati ufficialmente consegnati all’Ente Foreste della Sardegna 37 mezzi fuoristrada Bucher-Schörling, dei quali 25 BU 200 4x4 allestiti con modulo antincendio scarrabile Giletta da 2.200 litri, 10 BU 150 4x4 e 2 BU 100 4x4 con cassone ribaltabile trilaterale. La giornata ha visto la presenza non tanto delle autorità, quanto del personale direttamente addetto allo spegnimento dell’Ente Foreste, ai quali gli ingegneri e i tecnici della BucherSchörling Italia e di Giletta hanno spiegato e praticamente dimostrato il funzionamento dei veicoli e dell’antincendio su un campo prove estremamente fuoristradistico creato appositamente. Al termine della dimostrazione gli stessi addetti sono ripartiti con i mezzi per le destinazioni finali a cui
erano destinati, cioè i diversi Servizi Territoriali dell’Ente Foreste della Sardegna, così ripartiti: 5 a Cagliari, 9 a Lanusei, 4 a Oristano, 8 a Nuoro, 6 a Sassari e 5 a Tempio. Nato nel 2001, l’Ente Foreste della Sardegna ha riunito tutto il personale degli Ispettorati Forestali e dell’Azienda Foreste Demaniali per meglio adempiere alla propria funzione specifica, cioè la lotta agli incendi. Avvalendosi di circa 6.500 persone, quest’Ente è strutturato con servizi territoriali, uffici e cantieri forestali: per la campagna antincendio, oltre che per il rimboschimento e per ogni tipo di lavoro concernente la forestazione, possiede circa 500 mezzi dislocati in tutta la Sardegna; i 37 nuovi veicoli acquisiti vanno ad integrare il fornitissimo parco macchine, sostituendone alcune da dismettere.
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La gara d’appalto, strutturata su caratteristiche tecniche minime inderogabili, ha lasciato ampia decisione alle ditte, e Bucher-Schörling e Giletta sono riusciti a soddisfare le richieste di un mezzo compatto con grandi doti di fuoristrada e potenza sufficiente per operare sulle difficili strade sarde, arrivando dappertutto senza temere ostacoli, e di un modulo antincendio con la massima capienza ed un veloce carico della botte. La scarrabilità dell’allestimento permetterà all’Ente Foreste di utilizzare i veicoli polivalenti Bucher per il loro utilizzo non estivo, principalmente per il trasporto, lo stesso per il quale sono state valutate necessarie le macchine col cassone. I mezzi consegnati sono fra loro identici per le dimensioni, il passo da 2.750 mm e le maggiori caratteristiche, quali la trazione integrale permanente con bloccaggi sul ponte anteriore, posteriore e centrale, mentre differiscono per la portata, gli assali ed il sistema frenante. Il BU 200 4x4, da 65 quintali di PTT ha un impianto frenante pneumoidraulico per supportare la frenata di un peso maggiore; il BU 100 4x4 ed il BU 150 4x4, rispettivamente da 35 e 50 q, possono contare su un impianto frenante idraulico. Tutti i mezzi forniti sono con motore turbodiesel Iveco - Euro 3, con potenza 78 KW/105 PS, con sistema d’iniezione Common Rail (Bosch), turbocompressore e raffreddatore dell’aria di sovralimentazione, comando ventilatore attraverso accoppiamento Visco e gestione elettronica del motore con regolazione del numero di giri di lavoro e limitatore della velocità, e misurano 1.700 mm di larghezza e 4.945 mm di lunghezza con l’allestimento AIB. La carrozzeria, verde, come necessita l’Ente Foreste, è composta dalla cabina singola col cassone, ed il telaio è profilato in acciaio trattato contro l’ossidazione.
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La trasmissione è basata su un cambio manuale a 6 marce sincronizzate più retromarcia con ridotte (6 ridotte + 6 veloci + 2 RM), predisposto per presa di forza meccanica, lato esterno sinistro carter. La trazione è integrale permanente sulle 4 ruote con terzo differenziale centrale bloccabile al 100%; bloccaggio differenziale ponte anteriore e bloccaggio differenziale posteriore al 100%; i comandi dei bloccaggi sono attivati elettropneumaticamente. Un riduttore - ripartitore è posto a valle del cambio, con ingranaggi elicoidali sbarbati, disposti in cascata su tre alberi, innesto semisincronizzato dei rapporti mediante comando meccanico. La presa di forza è meccanica coassiale con l’albero di entrata e dipendente dai rapporti del cambio, con una coppia max prelevabile di 400 Nm. I comandi del riduttore sono interamente elettropneumatici e azionabili dalla consolle centrale della cabina. L’assale anteriore è rigido a semplice riduzione centrale con coppia Gleason e differenziale a 4 satelliti, semialberi delle ruote direttrici con giunti cardanici longlife. Il blocco meccanico totale del differenziale è azionato elettropneumaticamente tramite comando, avente sistema di sicurezza per l’inserimento, posto sulla consolle centrale del veicolo con indicatore luminoso di inserimento/disinserimento sul cruscotto. L’assale posteriore è di tipo portante a semplice riduzione con differenziale centrale. Il blocco meccanico totale del differenziale, azionato elettropneumaticamente tramite comando, ha un sistema di sicurezza per l’inserimento, ed è posto sulla consolle centrale del veicolo con indicatore luminoso di inserimento/disinserimento sul cruscotto. Il circuito frenante, di servizio e soccorso, è pneumoidraulico a due circuiti indipendenti, con freni a disco ventilati anteriori, posteriori e pinze flottanti. E’ composto da due sezioni
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indipendenti, una per l’attivazione degli elementi frenanti dell’asse anteriore, l’altra sezione per l’attivazione degli elementi frenanti dell’asse posteriore. Una terza sezione, asservita dalle due sezioni del distributore, è prevista come optional per la frenatura del veicolo rimorchiato. Il distributore duplex controlla le due sezioni indipendenti ed il servodistributore a triplo comando; quest’ultimo controlla a sua volta la predetta sezione asservita. Il sezionamento dell’impianto pneumatico, consente in caso di avaria di una sezione, l’efficienza delle altre. C’è inoltre l’ABS a 3 canali con controllo elettronico dell’aderenza, disinseribile a giudizio dell’operatore in condizioni di guida in fuoristrada. Il medesimo viene riattivato automaticamente in caso di spegnimento del motore o tramite comando sempre dall’operatore. Inoltre sono presenti indicatore elettrico di usura pastiglie dischi, recupero automatico del gioco e spie luminose per guasto al circuito frenante e livello liquido dei freni. Il freno di stazionamento è meccanico, attuato tramite distributore a mano posizionato a fine corsa, agente sulle ruote posteriori tramite scarico dell’aria dalla sezione a molla dei cilindri pneumatici e dalla sezione di comando del servodistributore provocando il bloccaggio delle ruote. Il telaio è costituito mediante robusti longheroni in acciaio ad alta resistenza con sezione a C, collegati mediante traverse e fazzoletti di rinforzo sempre in profilo aperto. Tutto l’insieme è collegato da bulloni in classe speciale con dadi antisvitamento, e possiede un’elevata flessibilità torsionale e rigidità longitudinale. La sospensione è costituita da molla a balestra, integrate da due ammortizzatori idraulici telescopici a doppio effetto; le balestre sono paraboliche a semplice flessibilità progressiva davanti e a doppia flessibilità progressiva dietro. Una barra stabilizzatrice posteriore
permette di mantenere il parallelismo tra l’asse delle ruote ed il telaio, annullando l’eventuale squilibrio di carico sulle ruote montate sullo stesso asse. Il sistema di sterzata è con idroguida, facilmente manovrabile e precisa. Gli pneumatici, anteriori e posteriori, da 255/100 R 16, sono idonei per percorsi misti, per la versione proposta, la velocità (103 km/h per il BU 200, e 116 km/h per il BU 100 e BU 150) e l’indice di carico. Sono state fornite 2 ruote di scorta, 1 montata sul serbatoio dell’acqua dell’allestimento AIB, dotata di un sistema per la sua movimentazione, e un’altra da montare sull’autotelaio durante l’utilizzo del veicolo senza allestimento antincendio. I punti di ancoraggio telaio sono 2 anteriori ed 1 posteriore; il vano accumulatori è chiuso e di facile accesso. La parte cassonata è un controtelaio costituito in profilato d’acciaio trattato contro l’ossidazione, imperniato alla struttura portante dell’autotelaio con idoneo sistema elastico di scarico delle tensioni meccaniche. Le sponde sono in metallo con trattamento anticorrosione, mentre il telaio paracabina è in profilato in acciaio sempre trattato contro l’ossidazione, come pure i portapali anteriori e posteriori amovibili. La cabina è da 3 posti, ed è dotata di impianto di climatizzazione. E’ di tipo avanzata in acciaio, con trattamento anticorrosivo della superficie mediante elettroforesi ad immersione, ribaltamento mediante barre di torsione, sospensione su tre punti, silent block anteriori e molle e ammortizzatori posteriori, padiglione in materiale plastico, sedile autista molleggiato con due gradi di libertà e panchetta passeggeri doppia. L’ottima visibilità è garantita dal parabrezza panoramico stratificato di sicurezza, e lateralmente ha ampie superfici vetrate, anche nella zona inferiore delle portiere; pure la parete posteriore è vetrata e l’interno della cabina è ottimizzato con possibilità di passaggio interno.
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La sospensione della cabina, insonorizzata e termoisolata, è con elementi elastici in gomma e ammortizzatori idraulici. La pedana di salita è comoda e sicura con maniglie aggiuntive. L’impianto idraulico è a due circuiti azionato attraverso presa di forza collegata elettroidraulicamente, dipendente dal riduttore con lubrificazione forzata. Il sitema pompante è a tandem ad ingranaggi, con portata di 55 l/min e pressione d’esercizio 180 bar. Lo scambiatore di calore ha potenza 7,5 kW, e il serbatoio dell’olio idraulico è da 75 l con filtro di ritorno, ventilazione e aerazione, indicatore livello. Sulle due mandate sono inserite delle valvole di massima come condizione di sicurezza. L’allestimento antincendio scarrabile Giletta per il BU 200 4x4 è realizzato da una robusta struttura in tubolari di Fe 360 UNI 7070 elettrosaldati, capace di sopportare il carico dell’acqua e delle dotazioni in percorsi di fuoristrada, anche ad elevata velocità, atta ad essere fissata sul pianale originale del veicolo. Nell’allestimento vengono ricavati due vani: uno trasversale con due aperture una per ogni lato, avente capacità totale di 900 l per il ricovero delle dotazioni ed attrezzature varie, ed uno posteriore per l’alloggiamento dei naspi e della consolle di comando. Tutte le aperture dei vani, sia laterale che posteriore, sono dotate di chiusure a scomparsa in modo che si possa viaggiare con gli stessi aperti senza presentare sporgenze oltre l’ingombro del veicolo. La portata utile residua per gli utensili contenuti nell’apposito vano è di 700 kg, nel caso si volesse aumentare questa portata è sufficiente abbassare il raccordo di troppo pieno nel serbatoio e quindi diminuire la capacità di acqua. All’interno del vano portaoggetti è presente un supporto amovibile in alluminio mandorlato per il contenimento delle manichette UNI 45, il fissaggio per l’estintore a polvere e per
le lance di erogazione. Particolare cura è stata data al trattamento di verniciatura, eseguito con vernici esenti da piombo e quindi non tossico-nocive, e tutti i componenti sono stati verniciati smontati così da ottenere la massima resistenza alla corrosione anche nei punti di contatto. Il serbatoio dell’acqua ha una capacità di 2.200 litri: è interamente realizzato con lamiere in acciaio inossidabile AISI 316L dello spessore di 2,5 mm, e tutte le saldature sono realizzate con lo stesso materiale. E’ provvisto di un passo d’uomo in acciaio inox con diametro di 500 mm dotato di guarnizione di tenuta e 4 volantini per la sua chiusura. E’ realizzato con nervature per rinforzare le pareti esterne e di un insieme di setti antisciacquio interni in grado di limitare e contenere nei limiti di sicurezza la traslazione del liquido: questi ultimi sono realizzati in modo da consentire la completa pulizia interna del serbatoio. I passaggi praticati nei setti sono naturalmente in grado di garantire un’alimentazione adeguata alla pompa anche in presenza di una quantità minima di acqua nel serbatoio. Il serbatoio è altresì dotato di un sistema di troppo pieno, che consente, oltre allo sfiato dell’aria, anche lo scarico dell’eccedenza a terra, dietro l’asse posteriore del veicolo per non ridurre l’aderenza del veicolo; di un attacco UNI 70 per il caricamento direttamente da idranti o da altri veicoli, con valvola di non ritorno, e di una valvola a sfera posta nel punto più basso (pozzetto di decantazione) per consentire lo svuotamento rapido per gravità del serbatoio; di un indicatore di livello visivo a vasi comunicanti con galleggiante di colore rosso e scala graduata ogni 200 litri, valvola di intercettazione e dei vari attacchi per il funzionamento delle pompe raccordati con giunti flessibili. L’allestimento è dotato di un tubo spiralato flessibile per l’aspirazione della pompa autoadescante, munito di uno speciale filtro galleggiante che permet-
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te di aspirare in superficie, raccordato con un attacco UNI 70: grazie a questo filtro non si arrecano danni alle pompe nel caso si aspirasse in pozze d’acqua con un fondo melmoso composto da sabbia finissima in grado di passare attraverso le maglie dei filtri. La pompa di mandata è del tipo a pistoni ceramici con erogazione massima di 100 l/m a 60 bar per uso continuativo. Sulla mandata della pompa è montata una valvola regolatrice di pressione, capace di rinviare l’acqua eccedente al serbatoio (se la richiesta fosse inferiore alla mandata della pompa) senza creare contropressioni pericolose e dannose all’impianto. La pressione viene regolata mediante una manopola situata sulla console di comando vicino al manometro di controllo. Questa valvola è provvista di una leva per l’esclusione rapida della pressione in caso di emergenza che ne permette anche il ripristino senza causare danni alla trasmissione (colpo d’ariete). La pompa di mandata è azionata da un motore oleodinamico alimentato da una pompa montata direttamente sul veicolo, con inserimento dalla cabina di guida, che ne permette l’utilizzo anche con il veicolo in movimento. La pompa può essere raggiunta facilmente per le normali operazioni di manutenzione ed è dotata di tappo di spurgo per lo svuotamento totale durante la stagione invernale per evitare i danni causati dal gelo. Il riempimento del serbatoio è effettuato da una pompa autoadescante in bronzo, che permette l’aspirazione fino ad una massima differenza in altezza di 7,5 metri e un’erogazione massima di 280 l/min, in modo tale da riempire il serbatoio in circa 8 minuti. Il tempo di adescamento con un dislivello di 3,5 m è inferiore ai 5 secondi. La pompa autoadescante è azionata oleodinamicamente dall’impianto del veicolo, ed è inseribile e disinseribile tramite un distributore con leva bloccata situato sulla consolle di comando. Può essere
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raggiunta facilmente per le normali operazioni di manutenzione, ed è dotata di tappo di spurgo per lo svuotamento totale durante la stagione invernale per evitare i danni causati dal gelo. Questa pompa autoadescante, essendo montata sull’allestimento ed aspirando attraverso un tubo da 8 m, con valvola di fondo e filtro galleggiante, consente di aspirare sempre acqua pulita, non creando turbolenze alla sorgente, come si verifica nel caso di pompe sommerse che aspirano sul fondo: ciò garantisce una lunga durata dei componenti della pompa di mandata a pistoni e dei giunti rotanti dei naspi. La pompa a pistoni è dotata di un filtro d’aspirazione con maglia in acciaio inox AISI 304 con grado di filtrazione di 32 mesh situato in modo da renderne agevole la pulizia. La filtrazione della pompa autoadescante è realizzata da uno speciale filtro galleggiante montato sul tubo d’aspirazione avente lunghezza pari a 10 m, che permette di aspirare solo acqua pulita posizionandosi sotto la superficie dell’acqua. La consolle, realizzata in lega di alluminio, è situata posteriormente ed è composta da: manometro con scala da 0 a 100 bar, manopola per la regolazione della pressione, comando rapida immissione od esclusione della pressione dell’acqua, interruttore generale impianto elettrico, interruttore luce vani, interruttore inserimento pompa di mandata (ripetizione dell’interruttore posto in cabina di guida), valvole per controllo erogazione naspi, valvola selettrice a tre vie per attacco UNI 45, leva di comando per riavvolgimento idraulico dei naspi, leva comando per pompa idraulica autoadescante. Il collettore della distribuzione dell’acqua è realizzato in lega di alluminio resistente alla corrosione, non presenta saldature ed è derivato da un blocco unico d’alluminio che viene sottoposto ad una serie di lavorazioni
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meccaniche. Mostra all’interno una conicità che permette di evitare perdite di carico considerevoli ed è collegato a 3 uscite per tubi di diametro 13, 1 uscita per UNI 45, 1 entrata dalla pompa a pistoni, 1 uscita per manometro e 1 scarico per valvola di massima pressione. Tutte le valvole utilizzate sono del tipo a sfera. Il gruppo naspi è situato posteriormente sul veicolo in apposito vano, con apertura posteriore. Il gruppo di erogazione è posizionato posteriormente ed è costituito da 2 naspi realizzati in acciaio, che possono essere facilmente smontati, e sono dotati di riavvolgimento idraulico, con possibilità di essere riavvolti singolarmente o in gruppo. Il sistema adottato permette lo svolgimento dei naspi in maniera rapida escludendo il collegamento con l’organo di riavvolgimento: è possibile allo stesso tempo svolgere rapidamente un naspo e riavvolgerne un secondo in funzione automatica. Un divisore di flusso idraulico permette la regolazione della velocità di riavvolgimento; una valvola di sicurezza preventivamente tarata disinserisce l’avvolgimento nel caso lo sforzo superi il valore programmato, mentre un comando del tipo a molla permette il suo inserimento, così che, in caso di incidente, il suo rilascio da parte dell’operatore ne causa l’arresto immediato. I due naspi che contengono 100 m ciascuno di tubo con diametro interno di 13 mm secondo le norme UNI EN9488, pressione di utilizzo di 60 bar e pressione di scoppio di 180 bar, sono raccordati con innesti rapidi alle due estremità, in modo da poter essere montati in serie e raggiungere una lunghezza unitaria di 200 m. L’allestimento è dotato di due mitragliette ad alta pressione, a getto pieno e nebulizzato, munite anch’esse di innesto rapido in grado quindi di essere montate velocemente all’estremità dei naspi, capaci di erogare 45 l/min ottenendo così un getto rettilineo di
circa 22 m in assenza di vento. L’equipaggiamento è dotato di un attacco ausiliario per innestare un tubo di emergenza della lunghezza di 15 m, in dotazione, per permettere la protezione del veicolo se il fuoco si avvicinasse a quest’ultimo. Sul lato posteriore dell’attrezzatura è montata un’uscita UNI 45 dotata di calotta cieca, che viene attivata da una valvola sulla consolle di comando. In dotazione all’allestimento vengono fornite 5 manichette UNI 45 rispondenti alle norme UNI EN9487 della lunghezza di 20 m, ed una lancia UNI 45 con regolazione del getto rettilineo o nebulizzato con una portata superiore alla portata della pompa di mandata (100 l/min) ed una gittata nella condizione massima di 25 m in assenza di vento. In tutti i vani è presente un faro per l’illuminazione interna, questi vengono accesi tramite un interruttore posto sulla consolle di comando, dove trovano posto anche l’interruttore generale ed i fusibili. Un faro di lavoro da 70 W è montato sull’allestimento con supporto regolabile; l’interruttore di comando è posizionato sulla consolle di comando. Tutti gli utilizzi elettrici sono protetti da fusibili, ed i collegamenti sono realizzati a “regola d’arte” facendo passare i cavi nelle apposite sedi per proteggerli da urti e dalle intemperie. L’azionamento delle pompe viene fatto tramite motori oleodinamici ad ingranaggi interni: il comando della pompa di mandata avviene tramite un’elettrovalvola con doppio comando, in cabina di guida e sulla consolle posteriore, mentre il comando della pompa autoadescante di carico avviene tramite un distributore manuale posizionato sulla consolle posteriore. L’avvolgimento dei naspi avviene tramite un motore oleodinamico sempre ad ingranaggi interni dotato di regolatore di flusso per regolare la velocità di riavvolgimento.
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Tutti i motori sono dotati di sicurezze contro le sovrappressioni tarate all’origine che consentono un corretto utilizzo senza apportare danneggiamenti alle pompe o alla struttura dei naspi e ai tubi di erogazione. Il collegamento al veicolo viene effettuato tramite innesti rapidi opportunamente dimensionati in modo da rendere veloce ed agevole lo scarramento. Tutte le tubazione sono del tipo R2 per pressioni di lavoro sino a 250 bar e scoppio a 750 bar, mentre la pressione massima tarata è di 200 bar. Lo scarramento dal pianale del veicolo viene effettuato mediante 4 supporti manuali aventi rapporto 1/2 per alleggerire il carico. Il tempo stimato per effettuare tale operazione è pari a 10/15 minuti. L’inserimento degli stabilizzatori posteriori, rispetto a quelli anteriori viene effettuato perpendicolarmente:
ciò consente una stabilità maggiore nella fase di sacramento e nella condizione statica dell’attrezzatura. Fra le dotazioni accessorie, oltre alla cassetta di pronto soccorso e all’estintore di soccorso (tipo polvere da 6 kg montato sul veicolo), è il verricello a comando elettrico, montato sulla parte anteriore del veicolo tramite piastra: dotato di un comando posto in cabina di guida e di un telecomando per la movimentazione dall’esterno dell’abitacolo, permette un forza di trazione massima di 3.600 kg, ed è alimentato da una doppia batteria a 12 V. Contiene una fune in acciaio del diametro di 8 mm e della lunghezza di 50 m più gancio di sicurezza, ed è dotato di un sistema guida-fune per ottenere sempre un riavvolgimento preciso. Completano il mezzo: un faro di lavoro supplementare orientabile, di potenza non infer iore a 70 W e
VIABILITA'
Routinform@2003 ING. MAURO MATTIO Continua l'evoluzione del software di controllo satellitare mezzi operativi Routinform@2003 ed il relativo utilizzo come strumento di controllo e gestione flotte; l'applicativo, sfruttando la nuova tecnologia di trasmissione GPRS, permette un controllo più accurato ed affidabile dei mezzi operativi che operano su strada. La trasmissione GPRS consente un dialogo bidirezionale tra veicolo e server di acquisizione dati che permette agevoli operazioni di programmazione e variazione dei parametri di invio dei mezzi.
Tra le novità legate alla tecnologia GPRS e la nuova architettura del software, spicca la possibilità di svincolare completamente le connessioni tra server di acquisizione dati ed applicativo utente Routinform@2003 client; a tale riguardo è in corso una sperimentazione finalizzata ad installare un unico server di acquisizione, comune a più clienti e la commercializzazione di licenze d'accesso per la visualizzazione dei dati direttamente mediante connessione ad Internet. La versione del Routinform@2003 attualmente commercializzata ha
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proiettore 200 mm; il sistema di allarme rimovibile uso antincendio, a luce lampeggiante blu e sirena bitonale debitamente omologato co 2 luci lampeggianti blu amovibili dotate di griglia protettiva paracolpi posizionate sul tetto del veicolo, con spinotti collegamento dell’impianto elettrico a tenuta stagna e debitamente fissati, e sistema acustico disinseribile con spinotti a tenuta stagna, omologato e posizionato all’interno, nella parte alta del vano motore, composto da due sirene bitonali a meccanismo elettronico, con frequenza acustica come previsto per i mezzi in dotazione al corpo dei VV. FF. Il quadro comandi, ergonomico, è posizionato sul cruscotto del veicolo, con sistema di inserimento - disinserimento indipendente sia per la par te acustica che per quella visiva. potenziato ulteriormente la gestione contabile inerente al servizio svolto dai veicoli mediante apposite routine che consentono l'emissione di fatture comprovanti il lavoro svolto. Il Routinform mette a disposizione procedure avanzate per la gestione di centri di costo configurabili in funzione del veicolo, il sistema permette l'introduzione di costi legati direttamente alla localizzazione geografica, allo stato di movimento ed allo stato operativo del mezzo. Il Routinform@2003 è operativo presso numerosi clienti quali l'Autostrada ATS (Torino - Savona), ANAS, Provincia di Torino, AMIU di Alessandria e presso la Bucher nelle sedi di Hannover e Niederweningen.
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VERDE
Ferri, una gamma di 29 decespugliatrici professionali
Ferri TKD Ferri, sin dai primi anni cinquanta, affronta il mercato internazionale puntando sulla qualità dei propri prodotti e servizi. Quest’impostazione ha portato all’azienda sempre maggiori successi; anno dopo anno la Ferri ha raggiunto le attuali dimensioni, collocandosi tra le aziende leader del settore in Europa. Ferri TSE Energy
Ferri BSV 64
Ferri TKZ Power Questa forte espansione su tutti i mercati è dovuta alla capacità di adattare il proprio prodotto alle esigenze del mercato ed ha contribuito a creare una gamma molto vasta e articolata. In particolare sono state le decespugliatrici professionali a godere dei maggiori benefici acquisiti grazie alla quotidiana competitività. La crescente sensibilità per il mantenimento e la conservazione dell’ambiente comporta la necessità di avere a disposizione attrezzature sempre più performanti e specifiche. Ferri ha risolto tutte queste problematiche con una gamma di prodotti molto variegata che vede 29 modelli di decespugliatrici per andare incontro a tutte le esigenze dei vari gradi di
utilizzatori (contoterzisti, municipalità ed enti) e ai vari livelli di utilizzo (banchine, fossati stradali, canali/argini, siepi/vegetazione e pulizia guardrail). L’intera gamma professionale è suddivisa in sottogruppi divisi in modelli: - gamma TSE composta da 4 modelli TSE 50 - 58 - 58Z - 60- 70Z ognuno in tre versioni Base - Energy Performance; - gamma TK composta da 5 modelli TKD 55 - TKP 50/68 - TKZ 70/80: queste possono tutte avere due versioni di impianto idraulico (ingranaggi e a pistoni circuito chiuso); - gamma TV (ventrale) composta da 2 modelli TV55 - TV62 ed ognuno in tre versioni Base - Energy - Power; - gamma BSV (ventrale) composta da
Ferri RKI Lavori Pubblici n. 10 settembre - ottobre 2004
tre modelli BSV 8 - 10 - 12, ognuno composto da due versioni Base - Power; - lo scavallatore per guard-rail frontale per trattori, camion e benne RKI con il suo particolare sistema di superamento degli ostacoli brevettato. I modelli TKD Energy, TKV Power e TSE Performance sono macchine particolarmente adatte ad un utilizzo "pro" con caratteristiche long life e di massimo confort per l’operatore che con esse lavora molte ore al giorno. Sul TKD, ad esempio, è stato brevettato il sistema B.M.S., un braccio idraulico mobile a parallelogramma in grado di far avanzare la testata in avanti consentendo all’operatore di tenere sotto controllo l’apparato trinciante senza dover continuamente girare la testa all’indietro. LA TKV Power completa la gamma di bracci ventrali da 5,5 a 12 m caratterizzate da un punto di attacco del braccio particolarmente indicato per superare ostacoli tipo guard-rail e da una specifica geometria che ne facilita l’uso, soprattutto per il riposizionamento della testata con l’ausilio di una sola leva del distributore. Molto interessante è anche la nuova serie TSE Performance con l’impianto idraulico a pistoni a circuito aperto; rivolta in particolare ai contoterzisti, è in grado di sviluppare una maggiore e costante potenza al rotore con una più bassa temperatura d’esercizio anche in caso di utilizzi gravosi e perduranti. Le strutture di queste macchine sono molto solide, idonee a garantire stabilità e maneggevolezza in ogni situazione. Un altro aspetto importante debitamente calcolato è la sicurezza sia per l’operatore che per le macchine: in caso di urto contro un ostacolo, un sistema ad accumulatore di azoto ammortizza e fa indietreggiare il braccio della decespugliatrice, consentendo un agevole superamento dell’ostacolo stesso ed un ritorno automatico nella posizione originale di lavoro. Su questi modelli "Pro" vengono montati i comandi a bassa pressione conformati per poter essere installati sul bracciolo del sedile del trattore in posizione ergonomica per l’operatore. Un praticissimo accessorio per una migliore rifinitura della pulizia delle banchine stradali, è il soffiatore idraulico SE 30 ad alto volume d’aria. Applicato posteriormente alla decespugliatrice, elimina i residui d’erba dal manto stradale. Altro fattore cui la Ferri da molta importanza è il servizio post-vendita: non è sufficiente progettare e costruire macchine adatte alle specifiche richieste, è altrettanto importante assicurare al cliente un servizio di assistenza e ricambi che gli permetta di utilizzare a pieno la macchina, specialmente nei momenti intensivi di lavoro, dove il fattore tempo è fondamentale. Tutte queste peculiarità sono caratteristiche basilari della Ferri, facendone un’azienda proiettata verso le esigenze dei clienti ed un futuro sempre più competitivo. Ferri TV
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FONDENTI
Il prodotto che rivoluziona il settore del disgelo stradale: Fuxor Extra 30 A due anni dalla presentazione (Lavori Pubblici n. 4 settembre – ottobre 2003), i prodotti della linea Fuxor, costruiti e distribuiti dalla MVGdi Faenza, hanno consolidato un mercato nel settore dei fondenti invernali che era alla ricerca di punti di riferimento per prodotti nuovi di alta qualità, che consentissero agli operatori di programmare e gestire le operazioni di prevenzione e di emergenza. Nella linea Fuxor quello che emerge è sicuramente il Fuxor Extra 30, un prodotto decisamente innovativo, studiato e creato sulla base delle esigenze specifiche degli operatori. Il Fuxor Extra 30 è una miscela tra cloruro di calcio e cloruro di sodio anidro in opportune percentuali, e sottoposto ad un particolare procedimento di fluidificazione. Questo prodotto, in sole due campagne inver nali, ha moltiplicato in maniere esponenziale le quantità vendute e soprattutto ha avuto conferme sui reali vantaggi direttamente
dagli operatori, i quali hanno confermato le quantità anche per il prossimo inverno. I punti di forza del Fuxor Extra 30 sono: la necessità di un dosaggio inferiore (1/4) rispetto al cloruro di sodio; permette un’autonomia delle attrezzature spargisale aumentata di 4 volte; è un prodotto sempre fluido con pezzatura costante che permette l’utilizzo dei classici spargisale; consente una riduzione della aggressione alle strutture in cemento, metalli e pavimentazioni; ha una persistenza sulle sedi stradali da 3 a 5 volte superiore al cloruro di sodio con conseguente riduzione degli interventi; ha un’efficacia fino a – 33°C al suolo che permette di fugare ogni dubbio dell’operatore sui punti critici; inoltre la sua particolare formulazione ha una rapidità di azione superiore ai tradizionali fondenti anche in presenza di ridotta umidità ambientale. Sempre più la sensibilità al rispetto ambientale rientra nelle priorità delle amministrazioni pubbliche: l’opportu-
nità di ridurre l’immissione di fondenti aggressivi nell’ambiente, mantenendo le caratteristiche di efficacia elevate, è oggi esclusivamente proposta da Fuxor Extra 30. Per questo motivo chi utilizza questo prodotto opera in assoluto rispetto dell’ambiente. Non da ultimo bisogna considerare che la riduzione dei dosaggi permette anche la riduzione delle scorte con conseguente abbattimento notevole dei costi. MVG, che opera già da molti anni nel campo della commercializzazione e produzione di fondenti invernali per il disgelo stradale, mette in particolare evidenza l’importanza della logistica proprio per questa tipologia di prodotti, che spesso si rendono necessari in grandi quantità e in ridotti lassi di tempo. Grazie alla posizione baricentrica dei loro capienti magazzini presso il porto di Ravenna, si presentano sul mercato nazionale con una prontezza di risposta di sicura soddisfazione anche e sopratutto nei periodi e condizioni più difficili.
MVG S.r.l. Via S.Andrea n. 4 48018 Faenza (RA) Tel. 0546 46202 Fax 0546 46204
www.fuxor.it e-mail mvg@mvg.it 66
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Mercedes-Benz è un marchio DaimlerChrysler.
Con Unimog tutto è possibile.
Antincendio boschivo
Viabilità invernale
Spazzatrice scarrabile
Falciaerba
Modelli
U 300
U 400
U 500
Motore Euro 3 Potenze in Cv
150 - 177
177 - 230
230 - 280
Passi mm
3080 - 3600
3350 - 3900 Guida sinistra o destra spostabile in 30 sec.
Trazione integrale Freni a disco con ABS Freno motore a due stadi Assi a portale Sistemi idraulici di potenza Prese di forza integrali Cassone ribaltabile
Aria condizionata di serie Cabina esente da corrosione Cambio a gestione elettronica Sedili regolabili in tutte le posizioni Comandi con joystick Ampia visibilità in tutte le direzioni Attrezzi intercambiabili approvati
DaimlerChrysler Italia S.p.A. Via G. V. Bona, 110 - 00156 Roma Settore Unimog Tel. 06/41442043 - Fax 06/41442819 www.unimog.it