Lavori Pubblici 8

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lavori pubblici

n. 8 maggio - giugno 2004

quota neve s.r.l. via Panizza 12 - 20144 Milano Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano



Mercedes-Benz è un marchio DaimlerChrysler.

Con Unimog tutto è possibile.

Antincendio boschivo

Viabilità invernale

Spazzatrice scarrabile

Falciaerba

Modelli

U 300

U 400

U 500

Motore Euro 3 Potenze in Cv

150 - 177

177 - 230

230 - 280

Passi mm

3080 - 3600

3350 - 3900 Guida sinistra o destra spostabile in 30 sec.

Trazione integrale Freni a disco con ABS Freno motore a due stadi Assi a portale Sistemi idraulici di potenza Prese di forza integrali Cassone ribaltabile

Aria condizionata di serie Cabina esente da corrosione Cambio a gestione elettronica Sedili regolabili in tutte le posizioni Comandi con joystick Ampia visibilità in tutte le direzioni Attrezzi intercambiabili approvati

DaimlerChrysler Italia S.p.A. Via G. V. Bona, 110 - 00156 Roma Settore Unimog Tel. 06/41442043 - Fax 06/41442819 www.unimog.it


lavori pubblici 6 8 12 15 16 18 21 22 24 26 28 30 34 36 37 38 39 40 41 42 44 46 48 51 54 56 58

AMIAT sempre attenta alle innovazioni per un servizio efficiente Gh. Marchelli Grandi Trapianti Olimpici a Torino Ga. Marchelli Anche a Siena Unimog versatile protagonista Gh. Marchelli La nuova "Serie 7" Atlas Copco Unimog e Schmidt a Forni di Sopra Ga. Marchelli La Provincia di Teramo si riorganizza per gestire direttamente tutti i lavori Gh. Marchelli Attila 180 di Etesia in dimostrazione F. P. Vandoni Società Mastra: Nocorsal e Antiverglas G. Caposio Soil Sement per la stabilizzazione delle strade bianche Gh. Marchelli Nuove spazzatrici anteriori Morselli e Maccaferri Ga. Marchelli Orsi Group sempre più attrezzato sia in Italia che all'estero Gh. Marchelli Dimostrazioni estive Assaloni F. P. Vandoni Kurpark a Villabassa Ga. Marchelli Polisoccorso City Angel Molinari Dissipatori d'urto in argilla espansa Lecashock Gh. Marchelli Nuove transenne Sebach Gh. Marchelli Il mini escavatore… questo camaleonte A. Faccini Attenuatori d'urto EURO-ET Biglietti contactless per Firenze F. P. Vandoni Argilla espansa Leca per strade sicure e silenziose Gh. Marchelli Sineco sviluppa la tecnologia di rigenerazione a freddo di conglomerati bituminosi F. P. Vandoni Livellamento di un chiusino a Carrara F. P. Vandoni Verifica della resistenza di una barriera paramassi metallica V. Fenti, L. Fenti, E. Chiesurin Appuntamenti Iveco Tifway 419: un rimedio sicuro per i tappeti erbosi dei campi sportivi P. Mossa Frantumapietre Midipierre e Midipierre-Way Ga. Marchelli Sistema di illuminazione stradale LED Millennio: high-tech

Lavori Pubblici viene inviata a: - Uffici Tecnici di Comuni, Province, Regioni e Comunità Montane - Società di gestione strade e autostrade - Aziende municipalizzate, di multiservizi e raccolta rifiuti - Ditte appaltatrici di lavori pubblici - Parchi nazionali e regionali - Protezione Civile - Consorzi di bonifica - Aeroporti, Porti - Enti, Aziende e Comunità di grande dimensione (fiere, golf…) - Ditte produttrici e commerciali italiane ed estere nei settori di intervento della rivista - Personalità di settore italiane ed estere 4

n. 8 maggio - giugno 2004

In copertina:

ECONIC DaimlerChrysler Italia S.p.A. Settore Unimog-Econic Via G. V. Bona, 110 00156 Roma Tel. +39 06 41442043 Fax +39 06 41442819

Direttore responsabile: dott. Giorgio Marchelli Direttore esecutivo: dott. ing. Gherardo Marchelli Redazione: dott. Giorgia Marchelli dott. arch. Viviana Patscheider Francesco Piero Vandoni Segreteria di redazione: Domenica Stefani Editore: quota neve s.r.l. Direzione, amministrazione, pubblicità: via Panizza 12 - 20144 Milano tel. 02 4983120 fax 02 4985157 e-mail: lavoripubblici@quotaneve.it Stampa: Ottavio Capriolo Via Arc. Calabiana 6 - 20139 Milano Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 577 in data 14-10-2002 Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano Abbonamenti annui: Italia euro 30,00 Estero euro 40,00 i versamenti possono essere effettuati a mezzo assegno o c/c postale n. 26647206 intestato a: quota neve s.r.l.: - via Panizza 12 - 20144 Milano Una copia

euro 5,00

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Per tradizione sempre un passo avanti... UNA GAMMA COMPLETA DI OLTRE 200 MODELLI PER OGNI ESIGENZA

OMOLOGAZIONI STRADALI MACCHINE OPERATRICI


IGIENE URBANA

AMIAT sempre attenta alle innovazioni per un servizio efficiente GHERARDO MARCHELLI

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L’Azienda Multiser vizi Igiene Ambientale Torino S.p.A. si occupa esclusivamente della città di Torino per quanto riguarda il servizio di igiene del suolo, raccolta rifiuti indifferenziati e differenziati, servizio di viabilità invernale ed il servizio dei mercati rionali. Questa azienda si dimostra particolarmente attenta, nello svolgimento delle sue mansioni, sia all’aspetto ecologico, con l’adozione di veicoli elettrici ed uso di gasolio ecologico, sia alla sicurezza e comodità degli addetti con mezzi all’avanguardia. In tutti i settori affrontati l’AMIAT si contraddistingue per le innovazioni, adottando mezzi ed attrezzature adatte allo svolgimento di tutti i suoi compiti istituzionali. Nel campo della raccolta rifiuti, negli ultimi anni, si è attrezzata con diversi modelli di veicoli, per il ritiro dei cas-

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sonetti e per la loro pulizia, con un piano di calpestio molto basso ed una cabina alta per consentire una confortevole salita e discesa degli operatori, con la possibilità di scendere sia a destra che a sinistra anche per il guidatore. Per questa tipologia di veicoli spiccano i sei Econic della Mercedes, quattro attrezzati per la pulizia dei cassonetti da 120, 240 e 340 litri e due con compattatore a caricamento posteriore per cassonetti da 120, 240, 340 e 1.100 litri. Questi autocarri hanno sospensioni pneumatiche integrali, cambio automatico, e soprattutto una cabina a tre posti, grazie al telaio ribassato (alto da terra solo 874 mm), con il pavimento piatto, altezza interna di 1,85 m e porta destra pneumatica scorrevole. Queste caratteristiche lo rendono un mezzo maneggevole e facile da guidare con la

prerogativa, particolarmente importante per chi, come nel ritiro dei cassonetti, deve salire e scendere tante volte al giorno, di poterlo fare in maniera agevole e veloce. Difatti la bassa ed ampia cabina permette agli operatori di farlo, anche dal posto di guida, in maniera agevole, sicura e rapida. La distanza tra il piano stradale e il primo gradino è ridotta a 45 cm; sono sufficienti altri 35 cm per raggiungere il pavimento che è privo di dislivelli, con un notevole risparmio di tempo e fatica, con un aumento di produttività, oltre all’evi1. 2. Econic Mercedes attrezzato con compattatore a carico posteriore 3. 4. Veicolo elettrico commercializzato dalla Green Company

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dente vantaggio in sicurezza, con una diminuzione di infortuni, che sui grandi numeri, come in quest’attività, si evidenzia. La linea di cintura bassa ed i montanti di ridotte dimensioni permettono inoltre una visuale pressoché priva di angoli ciechi. Nello spazzamento manuale delle strade e svuotamento dei cestini, l’AMIAT ha un parco veicoli di 350 ciclomotori Ape di cui 21 elettrici della Piaggio/Micro-Vett, e 30, che la stessa AMIAT aveva fatto elettrificare su suo brevetto già nel 1992 (ne avevano fatti 100). Ora stanno integrando questo parco macchine con altri 50 veicoli elettrici a quattro ruote della Green Company, oltre ad aver avviato la gara per la fornitura di ulteriori 50 veicoli elettrici. Questi piccoli mezzi elettrici, commercializzati dalla Green Company, con un’autonomia di circa 40 km, si prestano molto bene all’allestimento per questo servizio, offrendo un mezzo sicuro, grazie alle quattro ruote, e con una cabina comoda a due posti, che consente di utilizzarli anche per il servizio dello spazzamento delle foglie con due operatori, unendo quindi due zone di intervento con un solo mezzo. Torino è la Città che ha più piante e viali alberati in Italia: l’AMIAT ha quindi da sempre dovuto combattere con le foglie, arrivando ad un’organizzazione che vede all’opera le squadre di raccolta di spazzamento manuale per poi passare con raccoglitori meccanici. Proprio per i

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raccoglitori meccanici, oltre a 5 trattori Fendt con raccoglitore aspirante, Full Service su loro commessa ha studiato e sviluppato, con una loro attiva collaborazione, un raccoglitore aspirante scarrabile su veicolo Reform, di cui ora AMIAT ha 7 unità. Queste ultime sono scarrabili per l’utilizzo dei Reform nella viabilità invernale. Sempre per lo spazzamento meccanizzato delle strade spiccano i tre Unimog, acquisiti per il servizio di viabilità invernale (Lavori Pubblici n. 2 maggio - giugno 2003) attrezzati con spargitori Giletta, lame Assaloni e per un loro utilizzo su tutto l’arco dell’anno con spazzatrici Bucher. Questi hanno dimostrato una particolare agilità nel lavoro di spazzamento nella zona collinare di Superga, vista la presenza di strade pendenti e tortuose. Un’altra soluzione innovativa nata su richiesta dell’AMIAT è la lama per spingere ed ammucchiare i rifiuti dei mercati. Questa lama, studiata e prodotta da Assaloni, è particolarmente robusta: per permetterle di assorbire i notevoli urti che deve affrontare, l’alerone centrale è affiancato su entrambi i lati da due settori che permettono di variare la geometria della lama, per consentire la spinta e la raccolta dei rifiuti. Il raschiante è in gomma per non rovinare il fondo dei mercati. Al centro dell’alerone si è voluto applicare un gancio per un possibile traino del mezzo senza dover smontare l’attrezzatura. Queste lame sono applicate alla piastra anteriore di trat-

tori Same Silver 85. Sempre innovativa l’AMIAT già da anni utilizza con successo un sistema monoperatore della Meccanidraulica per lo svuotamento delle campane, che consente lo sgancio e aggancio del contenitore in maniera automatica dal posto di comando. Inoltre nel giugno di quest’anno partirà un progetto pilota su due zone di Torino, Borgo Campidoglio e Falchera (12.500 abitanti), per passare ad un sistema di raccolta porta a porta dei rifiuti urbani. Il sistema prevede la consegna di contenitori da 25, 50, 120, 240 e 340 litri con esposizione a cura del cittadino, con l’intenzione di avviare un discorso di tariffazione sulla base del numero di operazioni di svuotamento dei contenitori dell’indifferenziato, certificandone in maniera precisa l’avvenuto svuotamento. A questo scopo stanno dotando alcuni veicoli con sistema di rilevazione a transponder, sistema satellitare G.P.S., trasmissione dei dati via G.S.M. e sistema di acquisizione dati affidandosi alla ditta milanese Multicom. 1. Unimog U400 con spazzatrice Unifant 50 Bucher Schörling 2. Reform con aspirafoglie scarrabile Full Service 3. Sistema monoperatore per lo svuotamento delle campane Meccanidraulica 4. Lama Assaloni per la movimentazione dei rifiuti nei mercati su trattore Same Silver 85

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VERDE

Grandi Trapianti Olimpici a Torino GIORGIA MARCHELLI In vista degli ormai imminenti XX Giochi Olimpici Invernali 2006, la Città di Torino si sta preparando ad ospitare l’evento nel migliore dei modi, e sfrutta questa grande occasione per riorganizzare e risistemare alcuni luoghi di particolare importanza del centro urbano, utili tanto per l’avvenimento, quanto per una miglior vivibilità globale successiva. Come già accaduto per altri lavori (vedi Lavori Pubblici n. 3 luglio - agosto 2003), anche molti dei progetti in corso, attualmente cantieri, hanno a che vedere con il verde pubblico. Anziché abbattere diversi alberi presenti nelle zone da trattare, gli Enti/Uffici preposti alle direzioni dei lavori hanno deciso ancora una volta di salvare le piante trapiantandole. Essendo Torino la Città con più piante e viali alberati in Italia, più di altri centri urbani si è sempre dimostrata particolarmente sensibile alla salvaguardia del verde cittadino, e già a partire dagli anni '90 ha maturato una significativa esperienza nel trapianto meccanizzato di grandi essenze vegetali, utilizzando di frequente la tecnologia Opitz Optimal di cui Floricoltura S. Donato Milanese, col marchio Grandi Trapianti, è esclusivista per l’Italia. Fra l’autunno 2003 e questa primavera 2004, le principali opere in cui è stato sfruttato nuovamente l’ormai collaudato sistema per movimentare e salvare alberi, sono il sottopasso veicolare in Piazza Rivoli ed il riordino ambientale del Parco di Piazza d’Armi. Il nuovo sottopasso veicolare in corrispondenza di Piazza Rivoli rappresenta uno dei punti cardine del Piano Urbano del Traffico (P.U.T.) approvato dal Consiglio Comunale il 19 giugno 2002, e si pone come obbiettivo la fluidificazione del traffico in uno dei nodi stradali più congestionati del territorio cittadino. Piazza Rivoli presen-

ta infatti un flusso di circa 105.000 veicoli/giorno nella fascia compresa tra le ore 7:00 e le ore 20:00, ed il suo intorno costituisce uno degli ambiti con i maggiori livelli di inquinamento atmosferico ed acustico. Il progetto, predisposto dalla Divisio-

ne Infrastrutture e Mobilità, Settore Ponti e Vie d’Acqua, posiziona il sottopasso secondo la direttrice nordsud individuata dai Corsi Lecce e Trapani, coprendo un tratto della lunghezza complessiva di 517,70 m, di cui 191,50 m per la rampa su Corso Lecce, 142,50 m per il tratto in galleria e 183,70 m per la rampa su Corso Trapani. La sezione trasversale è costituita da due carreggiate della larghezza di 6 m, composte ciascuna da due corsie per senso di marcia, separate da spartitraffico centrale della larghezza di 1,50 m ed affiancate da un marciapiede di servizio, anch’esso della larghezza di 1,50 m. All’interno dello spartitraffico centrale, in corrispondenza delle due rampe, vengono posizionate delle fioriere con pareti in calcestruzzo, incastrate

Opitz Optimal 2500 e 3000/l 4 assi all'opera in Piazza d'Armi 8

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nella pavimentazione sottostante e sagomate in modo da riprodurre un motivo ad onda. Tale sezione presenta una larghezza netta di 17,50 m, mentre l’altezza libera nel tratto in galleria è pari a 5,30 m. Le opere di sostegno sono costituite da diaframmi dello spessore di 80 cm e di altezza variabile da 5 a 15 m, mentre in corrispondenza della galleria della costruenda Linea Metropolitana 1 è prevista una struttura di fondazione speciale, costituita da un solettone in cemento armato, fondato su pali aventi diametro di 80 - 100 cm e della lunghezza di 25 m, da micropali con diametro 193,7 mm, di lunghezza 12,20 m, e da tiranti da 30 t della lunghezza di 15 m a sostegno delle pareti di scavo. All’esterno delle due rampe, a raso, si realizza una corsia riservata al passaggio dei mezzi pubblici (autobus, taxi, mezzi di soccorso) della larghezza di 3,50 m, mentre lungo il perimetro delle rampe e lungo i due frontoni sono previste ulteriori fioriere costituite da vasche in cemento armato al cui interno saranno messi a dimora circa 2.650 cespugli, così da creare una consistente evidenziazione dei cromatismi stagionali. Al fine di completare dal punto di vista funzionale la nuova struttura sono inserite tra le opere in progetto le seguenti realizzazioni: - oltre ad un nuovo impianto di illuminazione pubblica interno al sottopasso, l’adeguamento di quello esistente lungo la corsia riservata al transito dei mezzi pubblici sui Corsi Lecce e Trapani; - il posizionamento di idonee barriere fonoassorbenti in policarbonato trasparente lungo le rampe ed i due frontoni, l’utilizzazo di asfalto fonoassorbente e la predisposizione di uno studio acustico con rilevazioni effettuate ante e post-opera; - un impianto di aerazione del tunnel, 10

Rendering del progetto Piazza Rivoli corredato di griglie carrabili disposte sulla piazza, in modo da garantire lo smaltimento dei gas di scarico dei veicoli e dei fumi derivanti dallo sviluppo di eventuali incendi; - un impianto di smaltimento delle acque meteoriche, comprensivo di vasca di accumulo in cemento armato, al di sotto del tratto in trincea e di stazione di pompaggio da attivare in caso di allagamento delle carreggiate stradali; - lo spostamento e la riorganizzazione della rete di sottoservizi quali fognature, acquedotto, impianti di distribuzione dell’energia elettrica e del gas e reti telefoniche; - l’esecuzione di una bonifica bellica superficiale e profonda mediante perforazioni verticali spinte sino ad una profondità di 7 m dall’attuale p.c.. Durante l’esecuzione dei lavori si prevede di chiudere al traffico le carreggiate centrali dei Corsi Lecce e Trapani, trasferendo il relativo flusso veicolare sui due controviali, e di realizzare una rotonda provvisoria regolata da apposito impianto semaforico su Piazza Rivoli. La durata totale dei lavori è stimata in 540 giorni consecutivi (18 mesi), al termine dei quali interverrà il progetto di riqualificazione di piazza Rivoli attualmente in fase di elaborazione. Per il complesso di queste opere sono stati spostati da Corso Lecce al Parco della Pellerina (Parco Carrara distanza dal cantiere all’impianto ca. 1 km) 57 tigli piantati nel 1950. Per effettuare i trapianti è stata utilizzata la Optimal 3000/l 5 assi, la macchina più grossa della serie Opitz: unica in Europa, è un consolidato prototipo che interviene in tutto il continente per i lavori più importanti. Del peso di 38.000 kg, il mezzo è posteriormente dotato di un attrezzo zollatore con l’a-

spetto di una grossa palla, retrattile e girevole, costituito da due vanghe semisferiche apribili, azionato da un sistema idraulico. Facendo penetrare le vanghe nel terreno fino alla profondità di 1,50 m, per un diametro di 3 m, crea una zolla da 6,5 m3, la quale viene presa a cucchiaio, circondando l’albero, che esce verticalmente al centro: il tutto viene sollevato per poi essere coricato sul mezzo in posizione orizzontale, pronto al trasferimento ed al successivo inserimento in un identico buco precedentemente creato dalla stessa zollatrice. Potendo creare una zolla di dimensioni così ampia, gli alberi non hanno minimamente sofferto: i tigli, trapiantati con gran parte del loro apparato radicale, in buche preparate con torba e stimolanti radicali specifici, sono al momento fissati con tutori e fasciati con teli di juta a protezione della corteccia scura dal sole, e saranno soggetti ad una manutenzione triennale curata dalla Geoverde System di Torino, ottimo partner di Floricoltura San Donato Milanese. Per problemi relativi alla viabilità, l’intervento è stato effettuato esclusivamente nelle ore notturne (dalle 21:30 alle 6:30), in 9 giorni lavorativi, di cui 5 con pioggia continua, che ha condizionato non poco le operazioni e gli operatori, permettendo di movimentare soltanto 6 - 7 piante per notte, e si è concluso con un’ottima immagine per la Città. La riqualificazione di Piazza d’Armi è inserita nel progetto di trasformazione di uno dei siti nevralgici di Torino in funzione dei Giochi Olimpici Invernali del 2006, ma anche in previsione del futuro utilizzo al termine dell’evento olimpico. Accanto alla torre Maratona ed al vecchio Stadio Comunale ristrutturato (ad uso della Società Torino Calcio e utilizzato dopo l’evento olimpico), che ospiterà le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi, sorgerà il nuovo Lavori Pubblici n. 8 maggio - giugno 2004


Palaspor t Olimpico - Hockey su Ghiaccio, ed il complesso sportivo si aprirà sul nuovo disegno del parco che prevede nell’area antistante, corrispondente all’attuale Corso Sebastopoli, una vasta piazza pedonale completamente ripavimentata con un disegno unitario atto ad identificare la Piazza delle Olimpiadi. Di fronte alla piazza pedonale, si estenderà il Giardino delle Olimpiadi, un parco monumentale con un grande prato ed ampi spazi verdi scanditi da vialetti pavimentati e da un canale d’acqua. Intorno al giardino formale sarà realizzato il parco naturale attrezzato, costituito da tre ampie fasce disposte a corte, in cui le alberature ed i percorsi saranno trattati in modo naturalistico. Il progetto è stato affidato all’Associazione Temporanea di Progettazione formata da: Arch. Arata Isozaki (capogruppo), Arata Isozaki & Associates Co. Ltd, Arch. A S.p.A., Arup S.r.l., Ing. Giuseppe Gaspare Amaro e Ing. Marco Brizio, che ha svolto la progettazione in stretta collaborazione con l’Ufficio Tecnico Comunale Settore Grandi Opere del Verde Pubblico, il quale comunque effettuerà la direzione lavori. Sequenza di trapianto da Corso Lecce al Parco della Pellerina con Opitz Optimal 3000/l 5 assi: 1. L'attrezzo si distende 2. Si attacca il terreno 3. La pianta viene sollevata 4. Inizia il trasporto 5. La buca di destinazione 6. La pianta è a dimora 7. La pianta trasferita, controventata e fasciata Lavori Pubblici n. 8 maggio - giugno 2004

Il disegno finale di Piazza d’Armi è il risultato di un confronto continuo tra l’Amministrazione Comunale ed i cittadini, che, nell’iter di elaborazione del progetto, hanno avanzato suggerimenti e richieste di modifiche al disegno originale in gran parte accolte. Per il riordino ambientale del Parco di Piazza d’Armi sono state spostate fino ad ora 208 piante in varietà (Platanus, Cedrus, Tiia, Taxus, Prunus, Pinus Nigra, Liriodendron, Pinus Strobus, Pinus Wallichiana, Taxodium, Gleditsia). Un lavoro così imponente ha coinvolto contemporaneamente 3 mezzi di tecnologia Opitz Optimal: entrambe le 3000/l, 5 e 4 assi, ed una 2500. A differenza della 5 assi, la 4 assi, pur avendo potenza maggiore, penetra le pale dell’attrezzo zollatore nel terreno fino a 1,10 m, sempre per un diametro di 3 m, costituendo una zolla di 4,5 m3; inoltre, mentre la 5 assi, con baricentro molto alto - l’asse in più è necessario per il peso maggiore del volume sollevato - può operare esclusivamente sul retro, la 4 assi può lavorare anche parcheggiata, lateralmente, a 180°. L’attrezzatura retrattile e girevole, azionata idraulicamente, permette al mezzo di raggiungere piante mal posizionate. Il modello Opitz Optimal 2500, ideale per piante di dimensioni inferiori, è invece concettualmente diverso dalle 3000: l’attrezzatura è sempre retrattile, girevole ed azionata idraulicamente, ma è costituita da vanghe differenti. Anzichè 2 semisferiche, ne ha 5 piatte indipendenti, che vengono posate nel terreno separatamente, col vantaggio, di fronte a possibili problemi sotterranei, di poter affrontare

gli ostacoli in modo più elastico. La macchina, più legggera (20.300 kg) e maneggevole, realizza zolle larghe 2,5 m per 1,60 m di profondità, e movimenta 3,5 m3 di terreno. Grazie alla tecnologia Opitz Optimal di tutti i mezzi utilizzati, l’intero patrimonio arboreo trapiantato gode di ottima salute, e costituisce una perfetta base per le nuove aree verdi, impossibili altrimenti da realizzare in tempi brevi. Oltre a salvare piante, evitando il loro abbattimento e non impoverendo il verde delle città e nazionale, i vantaggi dei Grandi Trapianti sono innumerevoli: velocità di intervento e di preparazione, economicità del sistema (un solo mezzo ed un solo operatore), salvaguardia delle radici per una sicura vita delle essenze arboree... Comprendendo le molte prerogative del sistema, l’Amministazione Comunale della Città di Torino, totalmente soddisfatta dei lavori eseguiti negli anni, continua ad affidarsi a Floricoltura San Donato Milanese per i numerosissimi progetti in atto, dando un ottimo esempio di rispetto della natura in ambito cittadino.

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PORTATTREZZI

Anche a Siena Unimog versatile protagonista GHERARDO MARCHELLI

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Le concessionarie Unimog del Centro Italia hanno organizzato, nella splendida cornice della campagna senese, una mostra - dimostrazione dei mezzi e dei loro possibili utilizzi. Quest’occasione ha permesso di evidenziare e provare su strada l’ultimo optional proposto per il più famoso veicolo polivalente al mondo: il cambio automatizzato. Il cambio meccanico dell’Unimog, robusto e affidabile, può essere dotato, con una spesa contenuta di 2.800 euro, del sistema d’innesto automatico della frizione, che permette, quando si vuole, di escludere l’uso della stessa per aumentare al massimo il comfort e la concentrazione dell’operatore al lavoro. Molta enfasi è stata data all’utilizzo dell’intera gamma Unimog nel lavoro

per la lotta agli incendi, convinti che solo con un’opera di prevenzione, pattugliando in modo capillare il territorio ed intervenendo sul posto si possono evitare i grandi incendi. Con l’Unimog si può fare sia lavoro di prevenzione, con un’infinità di attrezzature per lo sfalcio e la cura del sottobosco, pattugliamento e lotta all’incendio grazie alle sue eccezionali doti di fuoristrada che consentono anche di intervenire direttamente sul posto, portando in zone impervie fino a 4.000 litri d’acqua. La dimostrazione ha permesso di ammirare la simulazione di spegnimento di un incendio con l’utilizzo di tre Unimog e un elicottero. Due Unimog nei pressi dell’incendio hanno svolto il lavoro di spegnimento,

assistiti dall’elicottero che poteva rifornirsi d’acqua in una vasca traspor tata in zona adatta dal terzo Unimog, che provvedeva inoltre a riempirla, sia con l’acqua da lui trasportata, sia con una pompa idrovora comandata dal circuito idraulico dello stesso, che consente di rifornirsi da una qualunque fonte. Oltre alla oramai nota gamma UGN è stato portato, per la prima volta in questo tipo di manifestazioni, un rappresentante della gamma UHN, particolarmente apprezzata per l’impiego militare da molti eserciti di tutto il mondo. L’UHN in tre versioni (3000 4000 - 5000) con motorizzazioni da 150 a 218 CV, estremizza le leggendarie doti fuoristradistiche dell’Unimog, con alberi di trasmissione inseriti dentro i tubi di spinta, protetti così da imbrattamento e urti, assi divaricabili, angoli di rampa di 38°, di attacco di 46° ed uscita di 51°, pendenza superabile del 100% e capacità di guado di 1,20 m, utilissimo per interventi in grandi alluvioni, grandi calamità e antincendio boschivo in zone estreme. L’UHN, che può essere anche equipaggiato con doppia cabina a sei posti, mantenendo una residua capacità di carico elevata, ha una velocità limitata a 85 km/h con la possibilità dei 120 per gli enti che hanno la delega. La parata dei mezzi è iniziata con i veicoli allestiti per l’antincendio boschivo. 1. Tanti gli Unimog presenti 2. 3. 4. Simulazione di intervento antincendio 5. Unimog serie UHN

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Un U400L passo lungo da 230 CV, un U400 da 167 CV ed un U300 da 150 CV erano allestiti con moduli antincendio scarrabili Giletta, carrati direttamente agli attacchi a sfera del telaio dell’Unimog per sfruttarne al massimo le capacità di portata, con serbatoi modulari con frangiflutti (da 1.500 a 5.000 litri) posizionati in modo da ottimizzare la distribuzione dei carichi. Queste attrezzature sono dotate di pompa di mandata ad alta pressione (240 l/min a 60 bar) per poter lavorare a lungo con una limitata quantità d’acqua. La pompa è azionata direttamente dalla presa di forza meccanica dell’Unimog che, per permettere un lavoro di molte ore ed evitare problemi di surriscaldamento del motore, limita automaticamente i giri del motore a 1.750 all’inserimento della presa di forza. La pompa di aspirazione è autoadescante centrifuga con aspirazione fino ad un dislivello di 7,5 m, azionata idraulicamente. Gli ampi gavoni, chiusi da tapparelle in alluminio, permettono il trasporto di materiale ed attrezzature. I tre naspi posteriori sono collegabili in serie, per raggiungere una maggiore distanza dal veicolo, oppure utilizzabili contemporaneamente con una regolazione di pressione che permet-

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La serie SK si può avere anche per l’U300 con capienza di 3,5 m3 e per l’U400 da 4,5 a 5 m3, in dipendenza della capacità del serbatoio d’acqua. Questo Unimog era inoltre dotato del sistema tirecontrol per la regolazione della pressione degli pneumatici dall’interno della cabina. Un U400 da 230 CV carrava posteriormente un cestello aereo con stabilizzatori della Tecchio ed anteriormente il nuovo gruppo spazzante della Morselli e Maccaferri. Comandata dalla presa di forza anteriore la spazzola rotante è regolabile in altezza in base alla conformità del terreno: in questo caso dotato di umidificatore e spazzola a tazza laterale e la possibilità di avere un serbatoio per la raccolta dei rifiuti. Un U400L da 230 CV attrezzato con braccio posteriore falciante BFC della Assaloni, è inoltre utilizzato con un

te di lavorare a 55 bar. L’U400 da 167 CV era inoltre dotato del cannoncino ad alta pressione con rotazione idraulica comandata dalla cabina. Un’antenna fari con sollevamento pneumatico può completare l’allestimento. Due Unimog erano presentati senza evidenti allestimenti: un U400 dotato del cambio automatizzato che gli ospiti hanno potuto provare, aveva anche l’ormai famoso VarioPilot che ha dimostrato di spostare, in non più di 15 secondi, tutto il posto di guida da destra sinistra, optional che rende l’Unimog l’unico veicolo al mondo omologato a poterlo fare; un U300L passo lungo pronto all’utilizzo dell’antincendio, qui con cassone ribaltabile sui tre lati scarrabile, aveva tutte le predisposizioni per qualsiasi attrezzatura per la protezione civile. Un U500 era dotato di impianto spazzatrice da 5 m3 scarrabile, in maniera estremamente rapida, della serie SK della Schmidt. Gli SK sono costruiti completamente in acciaio inox, possono essere dotati di doppio gruppo spazzante destro e sinistro e hanno un serbatoio d’acqua per l’umidificazione, per questo modello da 1.360 l di capacità. Possono essere dotati inoltre del tubo posteriore aspirante e di tutti gli accessori consoni all’attività di pulizia delle strade.

1. 2. Unimog con sistema antincendio scarrabile Giletta 3. U300L 4. 5. 6. Dimostrazione VarioPilot 7. U500 con spazzatrice Schmidt SK 500 8. U400 con cestello aereo Tecchio e gruppo spazzante Morselli e Maccaferri 9. U400 con braccio falciante Assaloni BFC

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braccio anteriore, sempre Assaloni, che però non hanno potuto portare alla manifestazione per problemi logistici. Entrambi di facile carramento/ scarramento, prendono il moto e la movimentazione dalla presa di forza e dall’impianto idraulico dell’UGN. Un U500L da 230 CV era allestito come veicolo da cantiere con una gru compatta retrocabina e cassone ribaltabile sui tre lati, predisposto per un suo utilizzo per lavori di viabilità invernale con lama e spargisale. Un U400L era dotato del cestello posteriore Assaloni, sistema omologato e collaudato per lo sbraccio senza i piedi stabilizzatori, caratteristica che lo rende molto versatile di veloce e facile impiego. Questo mezzo presentava anche il particolare sportello laterale sporgente, che permette una visibilità estrema nel lavoro di sfalcio con due operatori, questo, non ancora omologabile in Italia, è molto apprezzato nei paesi dove lo è. Un U400 era allestito per lo sfalcio con due bracci Mulag Schmidt, anche qui con il portello sporgente. Il braccio anteriore era l’FME 600, che anche grazie al sistema traslante consente uno sbraccio sia destro che sinistro di 7,20 m. Posteriormente il braccio Mulag Schmidt con sistema di controllo della pressione di appoggio della testata falciante totalmente automatica Mähtronic, uno sbraccio che grazie allo sfilo può arrivare fino a 9,20 m sia a destra che a sinistra. Questo allestimento consente di lavorare, anche con un solo operatore, con entrambe le attrezzature anche sui due lati contemporaneamente. Naturalmente questo allestimento è di facile carramento/scarramento e le testate sono intercambiabili, con sistema d’attacco rapido, con le molte testate offerte dalla

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Mulag per i più disparati lavori. Un U400 230 CV era allestito per il ser vizio neve con attrezzature Morselli e Maccaferri. Lo spargitore posteriore ha la particolarità di essere tutto in acciaio inossidabile e completamente imbullonato, interamente smontabile/rimontabile, puó essere sostituito in ogni sua parte. Il sistema di distribuzione del materiale è con catenaria a nido d’ape che scorre in un tunnel completamente chiuso per non perdere sale sul piano cassone; la sua capacità è di 3 m 3, potendo arrivare fino a 5 per gli Unimog. Anteriormente era montato un vomere, sempre Morselli e Maccaferri, a geometria variabile e aleroni molto alti. Entrambe le attrezzature sono comandate dal circuito idraulico dell’Unimog che ne consente un lavoro simultaneo. Un U500L da 230 CV presentava la nuova lama Giletta con struttura in acciaio e alerone in materiale plastico che consente un migliore scorrimento della neve alleggerendo il carico di lavoro, soluzione molto utilizzata in Francia. Questa lama Giletta presentava il doppio coltello, azionabile dalla cabina, che consente il lavoro sia con coltello in acciaio e, quando serve, con coltello in vulkolan; inoltre era dotata di convogliatore, comandato idraulicamente dalla cabina, per regolare il getto di uscita della neve dalla lama in modo da schiacciarla, quando serve, per non farla tornare su sede stradale. Direttamente sul cassone montava uno spargitore Giletta da 4m 3 con impianto di umidificazione. Il sistema di trascinamento di questo modello è a catenaria con rullo di frantumazione. Giletta offre una gamma completa di spargitori per tutte le portate, con

umidificazione o senza, sistemi di distribuzione del materiale a catenaria, nastro e coclea, oltre a spargitori anche di sola soluzione. La dimostrazione era riservata alle concessionarie toscane e del centro Italia: Bernini con sede a Livorno, Pisa e Grosseto; GMG con sede a Empoli e Scandicci; Rossi per l’Umbria; Barbuscia per le provincie di Chieti, Teramo, Pescara e l’Aquila; Mercedes-Benz di Roma. Molti dei veicoli erano di proprietà di loro clienti, che li hanno messi a disposizione per questa manifestazione. Sempre interessante la presenza di uno spazio espositivo della ditta Doa, che offre una gamma completa di attrezzi idraulici, leggeri e silenziosi, per i più disparati utilizzi: pompe ad immersione, anche per acque luride, martelli demolitori, ventilatori/aspiratori, barra trinciarami, seghe a catena o circolari, saldatori, generatori di corrente elettrica, trivelle. Il circuito idraulico dei veicoli Unimog costituisce l’azionamento ideale per gli utensili Doa: basta parcheggiare il mezzo con il motore al minimo, collegare due tubi idraulici e si può iniziare a lavorare. Naturalmente la Doa propone anche centraline idrauliche compatte con motore a scoppio per l’utilizzo indipendente degli attrezzi. 1. U500L in versione da cantiere 2. U400L con cestello senza piedi stabilizzatori Assaloni 3. U400 allestito per lo sfalcio Mulag Schmidt 4. U400 allestito neve da Morselli e Maccaferri 5. Spargitore Giletta con impianto di umidificazione su U500L 6. La nuova lama Giletta con alerone in materiale plastico

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ATTREZZATURE

La nuova "Serie 7" Atlas Copco La nuova generazione di motocompressori Atlas Copco, denominata “Serie 7”, fissa nuovi e più severi standard di qualità: è a norma con le più recenti disposizioni europee e americane relative all’inquinamento acustico e alle emissioni dei gas di scarico ed è progettata e costruita secondo la logica Atlas Copco dell’alta affidabilità, lunga durata e bassi costi di gestione. La continua ricerca, sviluppo e stretta collaborazione con i clienti, ha por tato alla nascita della nuova gamma di motocompressori Atlas Copco "Serie 7". Questa comprende sette nuovi modelli con pressioni di esercizio da 7 a 12 bar ed aria effettivamente resa (f.a.d.) da 1,9 m3/min a 5,3 m3/min. La nuova "Serie 7" è stata progettata per offrire elevate prestazioni, affidabilità, lunga durata, bassi costi di gestione ed un minor impatto sull’ambiente. I modelli più piccoli, XAHS 37 - 47 57 e 67, sono caratterizzati dall’azionamento con cinghia dentata che garantisce un’ottimale trasmissione della potenza e nessuna manutenzione. I modelli XAS 77 e XAS 97 montano un nuovo, più efficiente elemento compressore, azionato direttamente tramite giunto elastico, in grado di erogare la portata d’aria richiesta dalla loro classe, ma con una ridotta velocità di funzionamento ed un minor consumo di carburante. La nuova serie introduce un modello con pressione a 12 bar e portata d’aria di 1,9 m3/min. Questa unità, chiamata XAHS 37, è ideale per le applicazioni più innovative, come la posa dei cavi a fibre ottiche. Un secondo modello, l’XATS 67, eroga una portata di 3,4 m3/min a 10,3 bar ed è stato progettato per applicazioni come la sabbiatura ed il collaudo di tubazioni. Sono disponibili tre modelli con generatore monofase o trifase, con potenze di 6,5 e 12 kVA per alimentare gru, Lavori Pubblici n. 8 maggio - giugno 2004

saldatrici, impianti di illuminazione ed utensili elettrici. I compressori XAS 47 DdG (6,5 kVA) e XAS 67 DdG possono produrre contemporaneamente energia elettrica ed aria compressa. L’XAS 97 DdG può produrre aria oppure energia elettrica. Tutti e tre i modelli possono essere forniti con sistema di controllo automatico del carico e sono stati progettati per essere utilizzati nelle flotte noleggio, nell’edilizia e dagli enti pubblici. I motocompressor i della nuova "Serie 7" sono azionati da motori diesel Deutz 2011 a due o tre cilindri, accoppiati all’elemento compressore rotativo a vite, monostadio ad iniezione d’olio. I motori sono in regola con le norme COM II in Europa e Tier II negli Stati Uniti, relative alle emissioni dei gas di scarico. La nuova "Serie 7" è conforme alla Direttiva CEE 2000/14 sul livello massimo di rumorosità ed alcuni modelli rientrano già nei limiti più ristretti previsti per il 2006. Tutta la "Serie 7" dispone di una cappotta di nuova progettazione, completamente zincata e verniciata con polveri epossidiche, che garantisce un’ampia e facile apertura grazie a due molle a gas. Su un robusto telaio dello spessore di 4 mm, sono montati i pannelli laterali ed i deflettori, facilmente rimovibili per permettere la totale accessibilità a tutti i componenti e la massima facilità di manutenzione. A completa tutela dell’ambiente, a

richiesta, è disponibile un telaio antinquinamento che mantiene i fluidi al suo interno, evitandone la dispersione sul terreno. I liquidi raccolti nel telaio possono essere facilmente versati negli appositi contenitori e smaltiti secondo quanto previsto dalle vigenti leggi. L’olio motore e compressore viene drenato, tramite tubi, all’esterno dell’unità. I pannelli insonorizzati posti su entrambi i lati e la cappotta interamente riprogettata riducono sensibilmente il livello di rumorosità. L’operatore può controllare lo stato di funzionamento dell’unità grazie agli strumento analogici posti sul pannello di controllo. La strumentazione è composta dal contaore, dal manometro pressione, dalle spie di segnalazione guasti al motore e compressore, e da un pulsante di avviamento e arresto (che può essere usato anche come interruttore di emergenza). Gli strumenti sono protetti da una rientranza della cappotta e da un pannello trasparente che facilita il monitoraggio dell’unità per un funzionamento in tutta sicurezza. Il serbatoio carburante, trasparente, permette un facile controllo del livello. I modelli azionati dal motore a due cilindri hanno il serbatoio da 40 litri, mentre quelli con motore a tre cilindri hanno un più ampio serbatoio da 80 litri; ambedue assicurano il funzionamento per un turno di lavoro senza necessità di rabbocchi. Il sottocarro, munito di serie di barre di torsione con bracci oscillanti indipendenti assicura la massima stabilità anche in caso di traino su terreno for temente accidentato. Può essere facilmente rimosso per il montaggio dell’unità su un robusto telaio per l’utilizzo stazionario. I modelli della nuova "Serie 7" sono disponibili con o senza freni e con barra di traino fissa o regolabile. E’ possibile richiedere anche un dispositivo anticongelamento, in grado di impedire la formazione di ghiaccio allo scarico degli utensili pneumatici.

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VIABILITÀ

Unimog e Schmidt a Forni di Sopra GIORGIA MARCHELLI Si è svolta questo 18 maggio 2004 a Forni di Sopra (UD) una dimostrazione estiva per la zona del Nord-Est organizzata dalle concessionarie Germacar di Udine e Nordauto di Trento con mezzi Unimog in collaborazione con Schmidt Italia. Il bel paese di montagna, situato a quota 900 m, al confine fra Veneto e Friuli, nel Parco delle Dolomiti Friulane, meta turistica sia invernale che estiva, ha ospitato con molto piacere questa fortunata manifestazione in una splendente giornata di sole: per la manutenzione dei propri 40 km di tortuose strade comunali utilizza da più di trent’anni mezzi Unimog con svariate attrezzature, fra cui molte Mulag Schmidt, con totale soddisfazione. Accanto ai portattrezzi di ultima generazione qui in dimostrazione, erano esposti anche due Unimog da sempre funzionanti nel Comune di Forni Sopra, uno di trent’anni fa con spazzatrice anteriore e botte per la sua umidificazione, ed un decennale 1250 attrezzato con barra falciante Schmidt. A dimostrazione della prerogativa principale dell’Unimog, cioè la versatilità del mezzo come portattrezzi, ideale soprattutto per l’utilizzo in zone di montagna, per le sue eccezionali doti di fuoristrada, che gli permettono di raggiungere pressoché qualsiasi luogo anche nelle condizioni più avverse, quali neve, fango..., i veicoli portati ad operare a Forni di Sopra erano allestiti con attrezzature molto diverse fra loro. Un U 300, dotato di VarioPilot, l’unico sistema omologato e brevettato per spostare la guida (sterzo, cruscotto e pedaliera) da sinistra a destra in pochi secondi ed avere sempre la visuale dal lato più favorevole, montava davanti una lama Schmidt nuovo modello, e dietro uno spargitore a

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sponda che sfrutta il cassone ribaltabile per il convogliamento del materiale, sempre Schmidt. La nuova lama sgombraneve era una Tarron MS 32.1 a settori multipli, concepita per far efficacemente fronte ad impieghi gravosi di sgombero neve dalle strade anche in montagna, grazie alla vantaggiosa forma dei settori e ad un sofisticato sistema per il superamento di ostacoli a molle con regolazione che consente di decidere l’aggressività piu adatta ad ogni situazione. Il sistema di sollevamento di questa lama a 4 settori, per il quale è stata ridotta la zavorra, è a 3 bracci, cosa che permette di diminuire la distanza del baricentro dal veicolo. Ciò consente una distanza della lama in fase di trasferimento di 20 cm circa, aggravando meno il primo asse, mentre in fase di lavoro la lama è più distante, in modo che l’operatore abbia un’ottima visuale della stessa sulla zona di lavoro. I coltelli d’usura, i quali aggrediscono il terreno con un’angolazione di 25°, possono essere sia in acciaio che in gomma, oppure in gomma ed acciaio con inserti in corindone, che assicurano un’ulteriore protezione nei confronti degli ostacoli. I pattini di sostegno sorreggono il telaio della lama sgombraneve durante il superamento degli ostacoli sulla carreggiata; in assetto di sgombero questi non sono a contatto del terreno; inoltre, la struttura modulare del telaio è predisposta per il montaggio di ruotini di sostegno ad altezza regolabile. Per questo modello, dotato di telone frangineve, le dimensioni massime sono: larghezza 3.200 mm, altezza 1.200 mm, e peso, completo di listelli di logorio in acciaio, 1.066 kg. Un U 400 era attrezzato contemporaneamente con 2 bracci falcianti

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Mulag Schmidt: MFK 500 quello anteriore, e MHU 800 il posteriore. L’MFK 500 presentava il sistema di traslazione che gli permette di lavorare su ambo i lati fino ad una distanza di 6,50 m, e comodamente a filo ruota con un’eccezionale visibilità sulla zona di lavoro. In fase di trasporto si raccoglie in maniera tale da lasciar libera la vista all’autista. L’MHU 800, carrato sui 4 punti a sfera del telaio dell’Unimog, consente, grazie alla sua struttura telescopica idraulica, uno sbraccio fino a 9 m: la geometria del braccio è studiata in modo da poter lavorare anche con cartelli di segnaletica stradale, potendovi passar sopra facilmente. Oltre al traslatore con spostamento idraulico della zavorra, questo braccio presentava il sistema Mähtronic per la regolazione della pressione d’appoggio della testata falciante in maniera totalmente automatica, grazie a dei sensori posizionati a sinistra e a destra del rullo, ed un controller che ne elabora i segnali, comandando autonomamente le funzioni del bracccio. Il comando di entrambi i bracci è proporzionale a joystick, ed erano attrezzati con testata anteriore da 1,20 m, con coltelli pesanti universali, che consentono anche di tagliare rami dello spessore di 5 - 6 cm, e posteriore da 1,60 m, con coltelli leggeri adatti ad un taglio pulito dell’erba, in rappresentanza di una gamma completa di coltelli per tutti i tagli. Ambedue i bracci hanno l’attacco rapido della testata in modo da poterle intercambiare con le molteplici possibili attrezzature offerte dalla Mulag Schmidt per i più disparati lavori, testate falcianti con larghezza da 1 a 1,7 m, svariati sistemi spazzolanti, attrezzature per il settore delle acque, attrezzature sgombranti e trivellanti, oltre a quelle per la manutenzione delle piante. Qui è stata dimostrata la facilità di sostituzione di una delle testate, montando il trinciarami 1. U300 con lama Tarron MS 32.1 e spargitore a sponda Schmidt 2. 3. U400 al lavoro di sfalcio e potatura con bracci Mulag Schmidt

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AWS 2200, con larghezza di lavoro da 2,2 m, che consente un taglio di rami fino ad un diametro di 8 cm. La gamma completa di bracci Mulag Schmidt è montabile su tutti gli Unimog, dal 300 al 500, con l’unico accorgimento di utilizzare diverse zavorre, in particolare per il braccio anteriore. L’Unimog più potente in dimostrazione era un U 500 da 280 CV col massimo degli impianti idraulici possibili, 4 tutti indipendenti uno dall’altro: l’impianto idraulico 1 con 8 innesti, 4 anteriori e 4 posteriori, il 2 con 2 innesti anteriori, ed il VarioPower, la presa di forza idraulica che lavora a 280 bar per quanto riguarda i 90 litri/min al circuito numero 3, ed il circuito 4 a 125 litri/min con 300 bar. Il mezzo era dotato di Tirecontrol, optional che agisce automaticamente sulla pressione degli pneumatici dall’interno del veicolo, per gonfiarli e sgonfiarli nel momento della necessità, come in zone impervie, con fango, sabbia..., luoghi in cui c’è bisogno di far meno attrito possibile sul terreno.

1. U500 con spazzatrice Schmidt SK 500 2. Unimog del Comune ospite 3. Utensili idraulici Doa

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mettere in mostra pratica molti dei propri attrezzi. Attiva da tre anni, è l’unica società dell’Europa mediterranea a produrre una linea completa di utensili idraulici, che funzionano con uno schitto di olio in pressione, e possono essere alimentati dal circuito idraulico dell’Unimog. L’impianto di tipo professionale di cui è dotato il portattrezzi è l’ideale per azionare, tramite i semplici collegamenti idraulici, questi utensili fondamentali per la piccola manutenzione urbana e stradale, che vengono usati soprattutto in attività mobili esterne e di emergenza anche in situazioni estreme, per cui completano tutta quella che è la vocazione dell’Unimog, cioè la polivalenza. I vantaggi dell’utensileria idraulica sono numerosi: ingombri e pesi ridotti, per cui facilmente trasportabili; manutenzione quasi nulla in quanto lo stesso liquido che li aziona è un lubrificante naturale; possibilità di lavorare ovunque, anche capovolte e in completa immersione in acqua o fango; completa sicurezza per gli operatori.... Della vastissima gamma di attrezzi idraulici Doa, sono stati messi in azione a Forni di Sopra una pompa ad immersione, un martello demolitore, un compressore, un ventilatore-aspiratore, un potatore, un saldatore, una trivella ed una sega circolare, oltre ad un piccolo e potente generatore di corrente elettrica.

L’U 500 era attrezzato con spazzatrice Schmidt SK 500, con portata del cassone da 5 m3. Lo stesso modello della serie SK è disponibile in 4 grandezze diverse, dai 3,5 m3 allestibile sull’U 300 (passo corto), fino ai 6,5 m3 per l’U 500 L (passo lungo). La spazzatrice è azionata dall’impianto idraulico di potenza dell’Unimog: non servendosi di un motore ausiliario, permette di risparmiare in manutenzione e in peso, sfruttando una maggior portata utile sul cassone, in acciaio inossidabile e parzialmente anche in alluminio, sempre per una questione di riduzione di peso e di miglior utilizzo della portata utile dell’Unimog. Scarrabile velocemente (ca.15 min), permette al mezzo di essere usato in poco tempo per i numerosi altri possibili lavori. Con serbatoio dell’acqua da 1.360 l, e rullo centrale di larghezza 1,50 m, per una larghezza di spazzamento di 2,20 m, può essere dotata di gruppo spazzante sia a destra che a sinistra, come pure del tubo posteriore aspirante e di altri accessori utili alla pulizia. La prerogativa di questa spazzatrice, che ha capacità come una grande autocarrata, è che, in condizioni molto gravose, come in montagna in primavera quando è da raccogliere la ghiaia invernale, è particolarmente idonea, in quanto, essendo montata sull’Unimog, con le ridotte può lavorare molto lentamente, cosa non possibile ad un normale autocarro, ottenendo un’elevata pulizia. Doa, presente anche a questa dimostrazione, ha avuto qui lo spazio per

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nuova sede

attrezzature per la viabilità SCHMIDT Italia s.r.l.: via dell'Adige 12 - 39040 Cortaccia (BZ) Tel. 0471 818906 Fax 0471 818680 e-mail: info@schmidt-italia.it Lavori Pubblici n. 8 maggio - giugno 2004

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VIABILITÀ

La Provincia di Teramo si riorganizza per gestire direttamente tutti i lavori GHERARDO MARCHELLI

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La Provincia di Teramo, grazie alla giunta Ruffini, ha posto molta attenzione alla manutenzione delle proprie strade, visto il costante aumento del traffico e la provincializzazione di impor tantissime strade nazionali, prima di competenza ANAS, assicurando considerevoli e fondamentali investimenti per il potenziamento ed il rinnovo dell'intera flotta provinciale. La giunta regionale, in considerazione della nuova riorganizzazione dell'Ente e per meglio utilizzare le risorse patrimoniali, finanziarie, umane e strumentali, ha permesso nel periodo 1999-2004, nuovi e più adeguati investimenti per l'acquisto di mezzi sicuri ed idonei al raggiungimento degli obbiettivi nel rispetto delle leggi vigenti, con particolare attenzione ai lavoratori addetti alla manuten-

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zione stradale invernale ed estiva. In questi ultimi anni la provincia ha voluto riorganizzarsi per far fronte in maniera sempre più diretta a tutti i compiti, ordinari e straordinari, chiamata ad assolvere. Questa scelta deriva dalla consapevolezza di disporre di personale sufficiente che ora, adeguatamente equipaggiato, riesce ad affrontare circa l'80% delle esigenze, con la certezza di una convenienza economica, sul lungo periodo, e di una maggior cura nell'esecuzione dei lavori. Sempre in quest'ottica a lungo termine, la Provincia di Teramo ha voluto puntare su attrezzature e mezzi che garantissero affidabilità, proponendo una gara d'appalto, non incentrata sul prezzo, ma che tenesse conto delle valenze tecniche, dell'assistenza e

delle doti di lavoro delle attrezzature. Un punto importante è anche quello di avere un parco mezzi ed allestimenti omogeneo, per un risparmio logistico dei pezzi di ricambio, semplicità nel colloquio con pochi fornitori e soprattutto una più profonda conoscenza delle macchine da parte degli addetti, che si ritrovano con la stessa tipologia 1. I nuovi mezzi e le nuove attrezzature in dotazione alla Provincia di Teramo 2. Decespugliatrici ventrali Ferri TKV su trattori 3. Terna Komatsu WB 98 A con braccio Ferri TST 50 al lavoro, seguita da due trattori Massey Ferguson 6270 con bracci ventrali Ferri TKV

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di attrezzature imparandone le possibili problematiche. Il comfort per gli operatori ha rappresentato un punto importante nella scelta delle attrezzature e dei mezzi, infatti la Provincia li vuole mettere in grado di lavorare in sicurezza e comfort, ritenendo che così l'operatore rende di più anche perché soddisfatto e incentivato. La rete viaria gestita dalla provincia si snoda su 2.200 km di strade di cui il 50% in territorio collinare, 30% montano e 20% di pianura adiacente al mare e a vallate lungo fiumi. Realtà molto diverse, dal mare che richiede un taglio dell'erba anticipato di 2 mesi rispetto alla montagna, che d'altro canto impegna per un periodo più lungo nel lavoro contro il gelo e la neve. Il territorio è soggetto a molte frane, quindi è di primaria importanza essere attrezzati anche per eventi del genere. In questo campo si sono attrezzati con 12 terne articolate e snodate, modello Komatsu WB 98 A (permettendo di assegnare almeno due terne ad ogni nucleo di manutenzione), dotate di benna anteriore e gruppo retroescavatore, necessari per i lavori di movimento terra, rimozione frane, sistemazione banchine e scarpate. Con queste hanno ridotto moltissimo il profitto del privato, perché il loro personale, reperibile tutto l'anno, è in grado di intervenire direttamente in qualsiasi momento. Le terne sono state tutte altresì dotate di decespugliatrice anteriore della Ferri modello TST 50 per il taglio dell'erba. Queste con comando proporzionale a joystick, 5 m di larghezza di sbraccio, consentono un lavoro redditizio ed agevole: il loro montaggio anteriore sulle terne consente un'ottima visuale sull'attrezzo e la zona di lavoro, inoltre la terna articolata permette di eseguire manovre in zone molto anguste, ideale per il lavoro nelle tante strade strette da sfalciare. Inoltre questa tipologia di bracci si presenta molto versatile e veloce da intercambiare, dote utilissima, perché può venire sfruttata anche più volte al giorno, soprattutto per interventi in caso di frana. Interessante è la scelta di dotare tutte le macchine di una testata di scorta, per garantire la continuità del lavoro e ridurre al minimo gli inter venti di manutenzione. Sostituendola appena si presenta un problema e non continuando a lavorare con un rotore sbilanciato, si evita di danneggiarla ulteriormente. Tutte le terne inoltre vengono utilizzate sia per la viabilità invernale che per lo spazzamento stradale, equipaggiate con coppie di catene da neve Rud ad alta resistenza, vomeri neve a geometria variabile per alto innevamento della Assaloni modello Y5, che possono assumere la posizione a cuspide, a lama o a cucchiaio e capienti spazzole umidificanti della Italclean modello Basic, per la pulizia delle strade e la raccolta delle foglie. Sempre per il taglio erba e potatura alberi, sono stati acquistati un trattore agricolo Goldoni 3070, dotato di trincia per il taglio dell'erba nei numerosi edifici scolastici e 6 trattori agricoli Massey Ferguson 6270 (a ogni nucleo di manutenzione stradale è stato assegnato un trattore), equipaggiati con decespugliatrici ventrali Ferri TKV con uno sbraccio da 6,50 m con comando a joystick, che permettono di eseguire il lavoro intensivo di taglio dell'erba con rendimenti veramente elevati. Queste attrezzature risolvono tante esigenze lavorative, come l'ottimo lavoro con la testata a filo ruota, con un'elevata visibilità sull'attrezzo, per eseguire in maniera comoda ed efficace lo sfalcio delle banchine. I bracci Ferri sono stati anche dotati di testate troncatrici Ferri TR 22 per la potatura degli alberi, permettendo di eseguire questo lavoro in maniera rapida, comoda ed effiLavori Pubblici n. 8 maggio - giugno 2004

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cace, che prima veniva svolto con cestelli aerei e motoseghe ad asta, con impiego di maggiore manodopera, tempo, ingombro della carreggiata e minore sicurezza. Per l'alto innevamento inoltre la provincia ha scelto 2 autocarri polivalenti Unimog U400L, da destinare ai nuclei di montagna, dotati di fresa frontale Assaloni FF 268/1, catene neve Rud ad alta resistenza e vomeri neve Assaloni Y5, da montare in caso di nevicate meno importanti. Le stesse macchine sono state equipaggiate di spazzole umidificanti Italclean Primitive, per utilizzarle anche nella pulizia delle strade. Sempre per lo sfalcio dell'erba la provincia ha fatto anche un'esperienza positiva di noleggio a freddo (solo la macchina con attrezzatura senza conducente), utilizzando trattori a noleggio perché avevano del personale a terra, trovando dei trattori con bracci TGA 58 Z sempre della Ferri, con cui hanno potuto tra l'altro addestrare i giovani. Questi bracci posteriori con sbraccio di 5,8 m, qui con comando a cavi flessibili, anche se più faticosi dei precedenti, hanno dato ottimi risultati. Inoltre lla prova del noleggio a freddo è risultata molto positiva; comuni limitrofi hanno raccolto l'esperienza tanto da rendere ora difficile reperire mezzi. Per il disgelo stradale 6 spargitori scarrabili Giletta HF 3030 D e 6040 D (uno

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per ogni nucleo di manutenzione), dotati di tramoggia da 4 e 6 m3, con sistema di alimentazione a catena, che garantisce sempre il movimento del sale o della sabbia sul disco, con motore ausiliario per attrezzare autocarri Iveco. Pensano presto di attrezzare anche gli Unimog con uguali spargitori, naturalmente qui alimentati dal circuito idraulico degli stessi. Sempre per lo sgombero neve l'investimento ha visto la messa a norma di tutte le attrezzature di proprietà dell'ente o trasferite dall'ANAS, sostituendole (vendita con asta pubblica) con l'acquisto di altri 5 vomeri Assaloni Y5, da applicare su tre autocarri Iveco 190 e sui due autocarri Unimog U400L, 5 lame a settori Assaloni 3 GS, che, grazie alle proprie caratteristiche di elasticità, permettono di operare anche ad "alta velocità" con la massima sicurezza, da applicare sui cinque autocarri Fiat 75 PC, Fiat 80.14 e Fiat 180.26, ereditati precedentemente dall'ANAS (equipaggiati con vomeri e lame neve obsoleti e non a norma di sicurezza). In secondo piano sull'investimento sono stati acquisiti anche per la manutenzione stradale e segnaletica 10 autocarri promiscui Mercedes-Benz 408 D e 410 D, dotati di cassone ribaltabile trilaterale per il trasporto delle attrezzature da lavoro e doppia cabina per il trasferimento nei luoghi di lavoro

del personale addetto alla manutenzione stradale; 3 furgoni Mercedes-Benz 310 D, di cui 2 attrezzati per le squadre di segnaletica stradale ed 1 per la manutenzione degli edifici scolastici. Nei mezzi per la sorveglianza stradale e per la polizia provinciale le Panda 4x4 e le Fiat Punto la fanno da padrona. La complessa gestione dell'autoparco provinciale (145 veicoli e più di 300 attrezzature) a Teramo è stata rivoluzionata negli ultimi otto anni accentrando le competenze in un unico ufficio, prima suddiviso in differenti competenze, in modo da avere sottocchio la situazione e di avere un maggior controllo. Monitorando le assicurazioni, le riparazioni, il consumo del carburante (con un sistema a tessere), si evidenziano subito le eventuali anomalie, attenzione che consente una gestione corretta senza sprechi. 1. Trattori Massey Ferguson 6270 con braccio ventrale Ferri TKV e testata Ferri TR 22 al lavoro di potatura 2. Trattore noleggiato a freddo dalla Provincia di Teramo con decespugliatrice posteriore Ferri TGA 58 Z 3. Terna Komatsu WB 98 A con spazzatrice Italclean Basic al lavoro 4. La squadra della Provincia di Teramo

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VERDE

Attila 180 di Etesia in dimostrazione FRANCESCO VANDONI essere commutato a manuale con macchina ferma per poter accedere sotto le due parti del piatto di taglio per effettuare operazioni di manutenzione alle lame. Attila A 180 è munita di tutte le sicurezze dettate dalle normative, come un microinterruttore di presenza che spegne il motore non appena l'operatore si alza dal sedile, il freno di parcheggio meccanico, un disgiuntore termico idraulico, un avvisatore acustico di massima pendenza, roll bar... Il peso del falciadecespugliatore Attila A 180 è di 1080 kg. Prossimamente la macchina verrà omologata per la circolazione su strada. A 180 si aggiunge alla gamma Attila della Etesia, che comprende altri tre modelli, AV 51, AK 85 e AV 95. Il primo è un falciadecespugliatore con operatore a seguito con motore Kawasaki da 6 CV e larghezza di taglio di 51 cm. Il secondo ed il terzo sono macchine con conduttore seduto e potenze di 15 e 18 CV, trasmissione idromeccanica con bloccaggio del differenziale ed una larghezza di taglio di 85 e 95 cm; grazie al loro baricentro ribassato e alle gomme con profilo agricolo possono superare pendenze del 30%.

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Durante l'ultima settimana di aprile, Etesia Italia ha presentato il falciadecespugliatore per scarpate Attila A 180. Cinque sono state le dimostrazioni: in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Toscana. La particolarità principale di questo veicolo, appositamente concepito per il taglio su terreni a forte pendenza (max. 50%), è rappresentata dal suo sistema di auto livellamento, che mantiene l'operatore, il motore ed i comandi perfettamente in verticale. Questo sistema si basa sulle due ruotine posteriori del piatto di taglio che leggono il terreno, tramite sensori al mercurio, e sfere di azoto; viene quindi regolata l'inclinazione della macchina (levelling) grazie a due martinetti idraulici. Il motore è un diesel a iniezione diretta, Yanmar da 1300 cm3, raffreddato ad acqua, che eroga 30 CV a 3000

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giri al minuto. Il motore termico alimenta una pompa idrostatica che aziona i due motori delle ruote, uno per quella posteriore ed uno per quella anteriore, che sono in serie; non vi è quindi la necessità di bloccaggio del differenziale. Lo sterzo agisce sulla ruota anteriore tramite un martinetto idraulico e servosterzo. Il piatto di taglio è composto da due parti articolate al centro su un asse longitudinale, la larghezza di taglio è di 180 cm. Ognuna delle due parti è munita di una lama a bilanciere di 91,5 cm azionata da un motore idraulico; le due lame hanno senso di rotazione contrapposto e si sovrappongono per 3 cm per evitare il cosiddetto "filo" quando si taglia. L'altezza di taglio è regolabile tra 5 e 25 cm, e si può registrare idraulicamente durante il lavoro. Il sistema di auto livellamento può

1. 2. Attila 180 in azione 3. Rialzo del piatto di taglio per accedere alle lame 4. Schemi di tagli possibili

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FONDENTI

Società Mastra: Nocorsal e Antiverglass PROF. ING. GUIDO CAPOSIO I principali prodotti ad uso stradale di cui la Società Mastra ha disponibilità e brevetti per l’esclusiva commerciale sono denominati Nocorsal e Antiverglass. Il Nocorsal è cloruro di sodio (salgemma o sale marino), con additivo solido o in soluzione 27%. L’additivo, brevetti Mastra, è inorganico, non pericoloso, totalmente biodegradabile, con funzione specifica di inibitore della corrosione (0.3787% contro il 2.70% del cloruro di sodio puro). In altre parole il cloruro di sodio è 7 volte più corrosivo del Nocorsal. L’impiego del prodotto è attivo per manutenzioni invernali contro ghiaccio e neve fino a temperature 5/6 °C sotto zero. L’Antiverglass è cloruro di calcio con additivo solido o in soluzione 27%. L’additivo, brevetti Mastra, non è tossico, inquinante, con funzione specifica di inibitore della corrosione (0.0378% contro l’ 1.97% del cloruro di calcio puro). In altre parole il cloruro di calcio puro è 52 volte più corrosivo dell’Antiverglass. L’impiego del prodotto è attivo per manutenzioni invernali contro ghiaccio e neve fino a temperature di 30 °C sotto zero. L’applicazione del prodotto Antiverglass e Cloruro di Calcio tal quale (produzione Cafaro S.p.A.) è stata fatta dalla Mastra per il Compartimento ANAS del Piemonte, per autostrada A.T.I.V.A. S.p.A. sotto la direzio-

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ne tecnica dell’Ing. Elio Boccato e sulla Torino-Savona S.p.A.; è stato inoltre commercializzato ad altre autostrade nell’area piemontese. In tale contesto non si è riscontrata alcuna formazione di verglas e nessun incidente dovuto al verglas. Il fenomeno della corrosione delle armature di acciaio nelle strutture esposte quali le opere d’arte stradali è classificabile come: - Corrosione da carbonatazione - Corrosione da cloruri Le armature in acciaio quando vengono a contatto, nella fase di getto, con il calcestruzzo (che si può considerare, per la formazione di idrossido di calcio, una soluzione alcalina con pH anche superiore a 13) si ricoprono di un sottilissimo film di ossido. Tale composto di ossido che si genera in concomitanza dell’inizio dell’idratazione del cemento, aderisce strettamente all’acciaio. In tale condizione di passività le armature risultano perfettamente protette. Il calcestruzzo però tende a perdere nel tempo le sue caratteristiche protettive in due casi : - Corrosione da carbonatazione l’alcalinità del calcestruzzo viene progressivamente neutralizzata dall’anidride carbonica presente nell’atmosfera con una riduzione del pH da 13 a circa 9. Nel momento in cui questo processo molto lento, con inizio dagli

strati esterni si sposta verso la parte interna, raggiungendo le armature, il film protettivo che le ricopre cessa la sua funzione. Il conseguente attacco corrosivo da parte dell’ossigeno dell’aria si presenta distribuito su tutta la superficie dell’armatura. Si precisa che l’attacco è significativo in presenza di calcestruzzi umidi in quanto l’acqua veicola sia l’anidride carbonica che l’ossigeno. Il tempo di innesco della corrosione è dato dal tempo necessario alla carbonatazione per raggiungere una profondità pari allo spessore del copriferro. La velocità di corrosione (velocità di penetrazione) da carbonatazione è molto lenta, pari mediamente a 1.5 ÷ 5 µm anno. - Corrosione da cloruri Il calcestruzzo a contatto con ambienti che contengono cloruri (come nel caso di strutture in ambiente marino o di opere d’arte ove nei mesi invernali si usano sali antigelo contenenti cloruri) può risultare inquinato da ioni cloro che penetrano al suo interno. Una volta che sulla superficie delle armature il contenuto di cloruri supera un valore critico (indicativamente dell’ordine di 0.4-1% rispetto al peso di cemento) il film di ossido protettivo viene localmente distrutto; ciò grazie alla formazione di cloruro ferrico solubile o di complessi ferroclorurici assorbiti dalla superficie dell’acciaio. In questa condizione può iniziare l’attacco corrosivo, in presenza di una quantità sufficiente di ossigeno (sempre in ambiente umido). La velocità di corrosione (velocità di penetrazione) da cloruri per elevata concentrazione di sali è molto alta, stimabile in 50 ÷ 100 µm anno. In conclusione l’incidenza della naturale aggressività dell’ambiente (ambiente marino) in rapporto alla corrosione da cloruri (con uso di sali) non è apprezzabile su scala nazionale, dati: - la ridotta concentrazione degli ioni cloro nell’atmosfera marina; - il contenuto sviluppo di opere d’arte Lavori Pubblici n. 8 maggio - giugno 2004


esposto all’ aggressione ambientale. Peraltro anche le acque solfatiche derivanti da piogge acide non sono apprezzabilmente incidenti sul fenomeno della corrosione degli acciai nelle opere d’arte della rete stradale nazionale. Semmai le acque solfatiche derivanti da piogge acide partecipano al degrado dei calcestruzzi esposti, ma anche questo fenomeno è di basso rilievo stante la moderata concentrazione e i limitati bacini di influenza delle piogge acide. La rete stradale, in Italia, si sviluppa per circa 500.000 km di cui oltre 6.500 km di autostrade, oltre 50.000 km di strade statali, oltre 120.000 km di strade provinciali, oltre 320.000 km di strade comunali extraurbane, oltre 350 km di raccordi autostradali. Le opere d’arte (opere d’arte principali e minori) sono presenti nella rete con una percentuale che si aggira sul 10%. Peraltro se si considera il rapporto di valore tra tratta di rete (valore 1) senza opere d’arte e tratta con opere d’arte (valore 6), l’incidenza dell’opera d’arte in termini economici rappresenta il 40% del valore della rete. L’utilizzo di cloruri tradizionali per i servizi invernali determina una notevole corrosione delle armature in acciaio delle strutture delle opere d’arte.

L’uso di questi sali è peraltro attivato, con temperature all’intorno di 0 °C (2,5 °C è la temperatura di inizio del cambiamento di stato acqua-ghiaccio nelle condizioni standard), per un periodo stagionale annuale di circa 4 mesi (novembre, dicembre, gennaio e febbraio). La quantità di cloruri, riversata sulla rete a fronte delle basse temperature che determinano la possibilità di formazione di ghiaccio sulla strada, è rilevante, se si pensa che almeno 15 regioni italiane su 20 sono interessate dal fenomeno. Pertanto è possibile asserire che nel 60 – 70% della rete stradale, per un complessivo di circa 325.000 km, sono utilizzati per 3 – 4 mesi/anno i sali controghiaccio; quindi almeno 32.500 sono i km di opere d’arte interessate dal fenomeno corrosivo. Inoltre a fronte della scarsa purezza dei sali utilizzati, ad esempio i sali di residuo da conceria, tutte le aree in prossimità della rete stradale (oltre 1.000.000 di ettari) sono costantemente investite da sostanze contenenti agenti inquinanti e metalli pesanti. Si ricorda che per molte nuove progettazioni di infrastrutture stradali è richiesta, nella verifica di impatto ambientale, la verifica degli inquinanti

spazzatrici aspiranti...

presenti nelle acque provenienti dalla superficie del manto stradale e quindi anche su quelle provenienti dallo scioglimento del ghiaccio e della neve. Ciò determina generalmente l’obbligo di canalizzazione e costruzione di vasche di contenimento con immissione delle acque raccolte nella rete a trattamento. Quindi il fatto di avere sali a deboli caratteristiche di corrosione e a basso impatto ambientale (non contenenti, sostanze inquinanti) riduce: - l’esigenza di intervento manutentivo; - lo sviluppo della rete di canalizzazioni e il numero delle vasche di contenimento per le acque di smaltimento del manto stradale. Senza contare la potenziale futura richiesta di danno a carico di chi ha generato l’inquinamento. Le percentuali degli additivi brevettati nell’Antiverglass è del 3%. Gli additivi utilizzati non sono inquinanti o tossici. Si confrontino a tal proposito i certificati del Politecnico di Torino Dipartimento di Scienza dei Materiali e Ingegneria Chimica. La percentuale degli additivi brevettati nel Nocorsal è 2%, riferito a 1 kg di cloruro di sodio. Gli additivi utilizzati non sono inquinanti o tossici.

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CONSOLIDAMENTO TERRENI

Soil Sement per la stabilizzazione delle strade bianche GHERARDO MARCHELLI

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Full Service S.r.l di Saletto (PD) propone sul mercato italiano un nuovo prodotto per la stabilizzazione del sottofondo di strade bianche (non asfaltate). Questo prodotto di impor tazione americana, denominato Soil Sement, produce una superficie stradale solida e coesiva, eliminando la creazione di polveri al passaggio di autoveicoli e mezzi d’opera. Le caratteristiche principali e ibenefici del trattamento con Soil Sement sono: - eliminare il contenuto di pariticolato delle polveri PM10 e PM 2.5 - sicurezza per l’ambiente - effetto cumulativo e creazione di una superficie stabilizzata che non si sposta, non si rompe, contiene gli effetti di cedimento - garantire un’ottima resistenza alle condizioni atmosferiche: al vento, alla pioggia, ai raggi ultravioletti

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- aumentare la resistenza al carico portante su tutti i tipi di terreno - impedire all’acqua di infiltrarsi nel suolo destabilizzando il terreno - assumere inizialmente un colore bianco necessario ad identificare la superficie trattata - evaporare rapidamente lasciando inalterato il colore naturale del terreno ed un aspetto generale esteticamente piacevole. Soil Sement è dimensionabile in funzione delle caratteristiche geotecniche, dell’intensità di traffico, della tipologia di carico e degli indici pluviometrici propri del sito. La Full Service garantisce il servizio di predimensionamento per determinare la quantità di Soil Sement necessaria e la durata dell’intervento pianificandone le successive manutenzioni (da 1 a 3 volte l’anno).

La chiave per comprendere le elevate prestazioni del Soil Sement, che è una potente emulsione consolidante costituita da un legante polimerico atossico che garantisce un efficiente controllo dell’erosione e delle polveri, risiede nella sua esclusiva capacità di penetrare, saturare e legare la matrice fine che compone i terreni, di aggregarla e "cementarla" fino a creare una superficie elastica, resistente, idrorepellente e priva di polveri. La sua efficacia deriva dalla lunghezza e dalla forza delle molecole polimeriche che lo costituiscono, e dalla loro abilità 1. Passaggio di un veicolo su strada bianca senza Soil Sement 2. Passaggio di un veicolo su strada bianca trattata con Soil Sement 3. 4. Applicazione di Soil Sement

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ad unirsi con i materiali che compongono lo strato suprficiale dei terreni. Ciò che lo rende unico è l’esclusiva struttura chimica, composta da molecole attaccate a catena collegate in modo relativamente diritto e poi collegate ad incrocio tra altre catene o grate, che possono avere una lunghezza di 1.000.000 di molecole. E’ un vero gigante, se confrontato con la struttura molecolare decisamente più ridotta di prodotti analoghi quali petrolio, clorato di calcio, resine derivate dal petrolio, e dei prodotti di emulsione dell’asfalto, che comprendono da 100 a 10.000 molecole. Di conseguenza risulta incredibilmente resistente e allo stesso tempo elastico, producendo una superficie stradale solida e coesiva, con ottima resistenza per il traffico di automezzi e carichi pesanti, anche a temperature estreme. Per le strade bianche riduce sicuramente il costo di gestione, minimizzando opere di ripristino delle stesse. Il suo impiego in luoghi di lavoro come cave e piste di cantiere permette di abbattere l’attrito degli pneumatici, riducendone l’usura, come anche i costi di manutenzione per i sistemi di sospensione, trasmissione e freni. Inoltre, crea una strada liscia e priva di asperità che consenLa Aebi è leader nel risolvere i problemi della cura di terreni topograficamente difficilissimi. Sia su pendio estremo che su superfici piane di terreni delicati, i trattori speciali multifunzionali Terratrac e i porta-attrezzi, i Transporter della Aebi e i monoasse polivalenti come pure le spazzatrici sono adatti sia in estate che in inverno a tutti i tipi di lavoro per la cura di areali, superfici verdi e prati in comuni, per l’architettura del giardino e del paesaggio, per cantieri edili e lavori pubblici e per stazioni di montagna / sciistiche. Inoltre sono sinonimi di sicurezza e comfort, economicità, qualità svizzera e lunga durata.

te di ridurre i consumi di carburante e garantire una più alta produttività dei mezzi e degli operatori. Test eseguiti presso i laboratori interni e certificati da enti di controllo del Governo degli U.S.A. garantiscono la completa atossicità del Soil Sement. Il prodotto è certificato dai principali Istituti degli U.S.A. indicandolo come: sicuro per l’ambiente, atossico, non corrosivo, non infiammabile, non inquina l’acqua e il suolo, non danneggia la vegetazione e non aumenta il grado di alcalinità o di acidità del terreno. Dopo l’essicazione, Soil Sement non genera nessuna sostanza inquinante, incluso il BOD (Richiesta Biologica di Ossigeno), per collettori di acque meteoriche. Grazie al trattamento con il prodotto si riducono inoltre gli inquinanti, diminuendo i TTS (Solidi Totali Sospesi) presenti nelle acque superficiali, aumenta la resistenza al carico del manto stradale, offre sicurezza e trazione ai mezzi grazie all'eliminazione di nuvole di polvere, e limita la produzione di fango durante i periodi piovosi. La zona trattata mantiene l’aspetto naturale, dove il controllo della polvere, la stabilizzazione del sottofondo e la conservazione della bellezza del-

l’ambiente sono essenziali. Un paese situato nel deser to del Mojave, in California, ha iniziato un progetto di controllo della polvere PM 10 per valutare l’efficacia di diversi stabilizzatori della polvere su strade non asfaltate. La valutazione è stata condotta sotto la direzione del Country Air Quality Management District’s Board e coordinato mediante il Waste Management Eng. Department. I prodotti testati includevano una resina di catrame, cloruro di magnesio, cloruro di calcio, solfato di lignina, resine di petrolio e Soil Sement. I siti dei test furono esaminati dopo 3, 6 e 12 mesi dall’applicazione. Lo studio dimostrò che Soil Sement è il prodotto che meglio resiste nel tempo, infatti ha continuato ad agire con un alto livello di efficacia come agente di controllo sia della polvere che dell’erosione.

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IGIENE URBANA

Nuove spazzatrici anteriori Morselli e Maccaferri GIORGIA MARCHELLI

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Dopo oltre 15 anni di produzione delle spazzatrici anteriori modello SPC, con oltre 600 esemplari costruiti, la ditta Morselli e Maccaferri S.r.l. ha deciso di effettuare un’approfondita ricerca per verificare la possibilità di costruire una spazzatrice che possa ottimizzare i già lusinghieri risultati conseguiti fino ad ora, migliorandola, eliminando i piccoli problemi del vecchio modello, senza peraltro snaturare le fondamentali qualità di durata e robustezza fino ad ora consolidate. I tecnici della Morselli e Maccaferri S.r.l. hanno progettato la nuova spazzatrice SPC utilizzando strumenti di

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progettazione assistita in 3D, per mezzo dei quali si possono controllare a video tutte le movimentazioni e soluzioni da ottenere, i perfetti accoppiamenti delle parti che compongono la macchina, ed evidenziare gli eventuali punti di rottura. I risultati ottenuti sono stati di grande levatura e toccano i seguenti punti della spazzatrice: - design e forme più arrotondate e più attuali - alleggerimento della struttura di oltre 80 kg - montaggio di bavette in gomma su tutto il perimetro della spazzatrice,

in modo da contenere il più possibile la polvere - modifica del sistema di regolazione della spazzola in modo da eliminare la costante regolazione delle ruote e del contenitore di pietrisco in funzione dell’usura del rullo spazzola: sulla nuova spazzatrice, infatti, quando si consuma la spazzola, è sufficiente ruotare i due volantini che abbassano tutto il complesso del rullo spazzola, senza necessità di intervenire per il livellamento né sulle ruote né sul contenitore - alleggerimento ed allungamento corsa in verticale della spazzola

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laterale a tazza - spostamento all’interno delle ruote di appoggio, e utilizzo di nuovi tipi di ruote, in modo da ottenere una durata molto superiore delle ruote stesse. Questa serie di spazzatrici, modelli SPC 1600 - 1800 2000 - 2200, che si differenziano fra loro per la lunghezza del rullo, rispettivamente 1,6 - 1,8 - 2 e 2,2 m, sono adatte al rapido montaggio anteriore su autocarri, trattori agricoli, pale caricarici, carrelli elevatori e mezzi 4x4 con ptt superiore a 35 q, applicate su piastra DIN 76060/A-B o similari, al posto dello spartineve o di altre attrezzature, prendendo il moto dalla presa di forza meccanica e oleodinamica del veicolo. Conformemente alla solidità di tutte le attrezzature prodotte da Morselli e Maccaferri S.r.l., anche questa serie di spazzatrici è costruita in lamiera scatolata e nervata in acciaio. La trasmissione è idraulica, con portata da 25 - 30 l/min, con pressione di esercizio di 90 bar montata, come pure idraulici sono il sollevamento e l’orientamento, per un’inclinazione a destra e a sinistra di 25°. Il serbatoio dell’acqua può venir fornito in plastica da 300 l, oppure scarrabile in vetroresina da 1.000 l, con elettropompa per l’alimentazione degli ugelli; la pompa dell’acqua è a 12/24 volt. Gli ugelli della barra innaffiante sono in ceramica, intercambiabili e regolabili. Le spazzole sono ad anelli intercambiabili da 600 mm di diametro. L’intera gamma può essere fornita con e senza contenitore di pietrisco, da 250 litri con rovesciamento idraulico. In optional, vengono forniti l’orientamento idraulico del rullo spazzola, il kit innaffiante con pompa elettrica per l’acqua, e la spazzola laterale ammortizzata. L’eccellente risultato ottenuto ed il perfetto funzionamento già dimostrato dai primi modelli costruiti, fanno ben sperare per un ottimo sviluppo commerciale di queste spazzatrici. Ricordiamo inoltre la vasta gamma di spazzatrici per tutti i modelli di motocoltivatori e piccoli trattori agricoli prodotte dalla ditta di Piumazzo (MO).

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AZIENDE

Orsi Group sempre più apprezzato sia in Italia che all’estero GHERARDO MARCHELLI

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Orsi Group S.r.l. offre una gamma completa di bracci falcianti e di trinciatrici. Queste attrezzature sono particolarmente apprezzate da tutti coloro che operano nella cura e manutenzione del verde a bordo strada, siano essi enti pubblici o appaltatori privati. Proprio alle porte di una stagione che promette un lavoro particolarmente impegnativo nella cura del verde, dopo un inverno con abbondanti precipitazioni, Orsi sta raccogliendo un riscontro estremamente positivo proprio da questi utilizzatori con molte forniture interessanti sia in Italia che all’estero. I progettisti ed i tecnici di Orsi pongono da sempre una particolare atttenzione ad ascoltare e risolvere le necessità e le esigenze dell’utente finale, facendo nascere vere e proprie collaborazioni

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con clienti. Come con l’azienda Di Benedetto, operante da anni nella gestione del verde per il comune di Bologna ed altri comuni della zona, che testa sul campo le nuove macchine, consigliandone le eventuali modifiche da apportare per portarle alla massima efficienza e semplicità di utilizzo. Tra le forniture effettute in Italia ultimamente dalla Orsi Group spiccano: una River 550 V al Comune di Apiro (MC), diverse Acrobat 5.5 e Alpinist 460 all’Amministrazione provinciale di Viterbo (VT), diverse Visual 500 alla Provincia di Ascoli Piceno (AP), una River 550 V al Comune di Esperia (FR) ed altre attrezzature all’Ente Foreste della Sardegna (NU). Da notare che sono quasi tutti modelli di bracci professionali ventrali. Orsi però propone una vasta gamma

di bracci che sfruttano la presa di forza e l’attacco posteriore del trattore, in modo da essere facilmente montati e smontati dal portattrezzi permettendo così di utilizzarlo in altre stagioni per differenti lavori con diverse attrezzature. A questo scopo spicca la serie Orsi Visual Ventral, che grazie al braccio con particolare geometria, consente all’operatore di lavorare con la testata in posizione particolarmente avanzata, potendo operare con la comodità di un braccio ven1. Visual Ventral Orsi 2. Di Benedetto al lavoro con braccio Orsi Power 10500 Telescopic 3. Alpinist Orsi 4. Di Benedetto al lavoro con due Orsi Acrobat 7.6

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trale, mantenendo i vantaggi di un braccio posteriore. La Orsi Group già da diversi anni esporta una buona parte della sua produzione e sicuramente può essere collocata ai vertici mondiali per quanto riguarda la presenza in mercati internazionali; infatti, in tutti i Paesi ove c’è richiesta di prodotti tali come quelli costruiti dalla Orsi, essa opera tramite distributori ed importatori. Nei mercati mondiali più impor tanti, come ad esempio la Francia, il Regno Unito, la Spagna, il Nord America ed altri ancora, le macchine Orsi sono distribuite dalle principali organizzazioni specializzate in questo settore, garantendo tutti i servizi adeguati per una totale soddisfazione dell’utilizzatore finale. Molti enti pubblici e privati all’estero sono in possesso di macchine della Orsi Group tra cui si evidenziano: - D.D.E. (Direction Départementale de l’Equipement - Direzione dipartimentale dell’equipaggiamento): alcuni dipartimenti francesi utilizzano svariati modelli di decespugliatrici Orsi per la quotidiana manutenzione del verde pubblico; - REFER (Ente ferrovie portoghesi): un braccio decespugliatore Royal 650 T Orsi è stato oggetto di un’applicazione speciale su un carrello ferroviario ed è impiegato per la manutenzione del verde lungo la linea ferroviaria

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portoghese; - Hrvatske Autoc_Ste (Autostrade croate): anche quest’impor tante società si è attrezzata con prodotti Orsi per la gestione della manutenzione del verde lungo un tratto delle autostrade croate; inoltre, con l’impiego di attrezzi terminali appositi, vengono effettuati lavori di pulizia per la segnaletica e guard rail. - Società Tunnel Della Manica: la cura del verde, in territorio francese, è gestita da una società che possiede un braccio decespugliatore, della serie Power Orsi; - Euro Disney: anche in questo caso una società specializzata nella cura del verde impiega svariati modelli di decespugliatrici Orsi; - Società Acque Potabili Inglesi: apprezza ed utilizza i modelli Acrobat Orsi; - Municipo De La Coruña (Spagna): si è attrezzata con decespugliatrice Power; - Ente Stradale del Gobierno Federal De Mexico (Messico): apprezza le decespugliatrici River 770 LX e le trinciatrici Farmer 207. In Italia i prodotti Orsi Group sono distribuiti da più di 350 rivenditori sparsi in tutto il territorio, isole comprese, per una diffusione capillare ed una garanzia di assistenza sempre vicina al cliente ed all’utilizzatore finale.

All’estero Orsi Group è presente in oltre 45 paesi: nell’America del Nord, Centro e Sud, nell’Unione Europea, nell’Europa dell’Est, nel Medio ed Estremo Oriente ed in Oceania. I rivenditori seguiti, o direttamente dalla Orsi Group, oppure tramite importatori locali, sono più di 500. Le esportazioni nell’anno 2003 hanno raggiunto una percentuale superiore al 60% dell’intera produzione e le aree di principale distribuzione sono Unione Europea, America Settentrionale, Europa dell’Est, Centro e Sud America e poi, in eguale misura: Medio ed Estremo Oriente ed Oceania. Oltre a proporre una gamma di decespugliatrici tra le più vaste, se non la più completa a livello mondiale, la Orsi Group è in grado di offrire alla clientela una lunga serie di accessori che spaziano dalla barra per la potatura delle siepi alla barra taglia rami, all’estirpatrice, all’idrospazzolatrice ed altri ancora. 1. Braccio ventrale Professional Orsi 2. Braccio Visual Orsi della società ATIVA per la gestione del verde nelle strade intorno a Torino 3. Terna al lavoro con braccio Orsi Agile 4. Braccio Royal Orsi su carrello ferroviario

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VIABILITA'

Dimostrazioni estive Assaloni FRANCESCO VANDONI Il 5 e 6 maggio scorsi si sono svolte due giornate di dimostrazioni delle attrezzature Assaloni. La prima era dedicata specificatemente ai responsabili e addetti del settore autostradale e ha visto la presenza di circa 50 persone. La seconda giornata, alla quale hanno partecipato più di 150 persone, era rivolta a tutti gli altri operatori. In questa occasione Assaloni giocava in casa, a Lizzano in Belvedere (BO), e oltre alla presentazione delle attrezzature si sono potuti visitare anche gli stabilimenti di produzione. La produzione è organizzata in diversi capannoni dislocati a "macchia di leopardo"; la superficie coperta totale è di 7.000 m2. Anche se la zona di Lizzano in Belvedere non è particolarmente fortunata dal punto di vista delle vie di comunicazione, Assaloni e tutti i suoi dipendenti vi sono fortemente affezionati, sin dal 1920, data di fondazione della società. Proprio questa specie di isolamento ha invece spinto da sempre Assaloni a realizzare internamente la maggior parte possibile dei componenti delle sue attrezzature e a rivolgersi a contoterzisti della zona per quanto riguarda per esempio la meccanica di precisione, i pistoni idraulici, le trasmissioni. La produzione viene organizzata ad inizio dell'anno, durante i mesi di gennaio e febbraio, in funzione delle statistiche, delle previsioni di vendita e

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delle valutazioni studiate dai responsabili. La produzione delle attrezzature viene portata fino allo stadio denominato "finito da montare", quindi si stoccano i pezzi saldati e trattati con la vernice anticorrosiva e quando un'ordine si concretizza i pezzi vengono smaltati, montati e spediti all'acquirente. Il reparto di saldatura è automatizzato, da circa dieci anni per quanto riguarda i pezzi di grandi dimensioni, e recentemente sono stati acquisiti due robot di saldatura anche per i pezzi piccoli, questo al fine di ottenere una maggiore produttività e per uniformizzare la qualità del prodotto. La visita agli stabilimenti comprendeva anche un salto indietro nel tempo, con la sosta al maglio del XVI secolo, il più antico della regione, con il quale si lavorava il ferro grazie alla forza idraulica. Attivo sino a circa 30 anni fa, questa ingegnosa apparecchiatura rappresenta il simbolo e la storia di Assaloni. Dopo la visita agli impianti di produzione è iniziata la dimostrazione dei mezzi, purtroppo le condizioni metereologiche avverse non hanno permesso di mostrare all'opera le attrezzature. Il primo allestimento della serie dei veicoli leggeri era montato su un Gasolone 35, prodotto dalla Effedi con sede a Palermo. La Effedi si trova in posizione primaria in Italia per quanto riguarda la categoria dei vei-

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coli leggeri e comprende oltre al marchio Gasolone anche quello Scam. Il Gasolone 35 era allestito con una spazzatrice aspirante scarrabile Assaloni Eolo 2000. Si tratta di una spazzatrice scarrabile di grande potenza, concepita per il montaggio sui quattro nodi sferici del ribaltabile del veicolo. Il contenitore per il materiale aspirato, di 1,9 m3 di capacità, è interamente in acciaio legato V2A, come il serbatoio dell'acqua, di capienza di 390 l. Il contenitore del materiale aspirato è ribaltabile idraulicamente per lo scarico del materiale ed è a tenuta stagna. Il suo portellone posteriore è dotato di pistoni a gas per una facile apertura e di un bloccaggio elettrico di sicurezza comandato dalla cabina. Il gruppo aspirante è composto da una ventola di aspirazione di grandi dimensioni collegata ad un motore idraulico a pistoni assiali. L'unità di raccolta della spazzatura, posizionata posteriormente al veicolo, è composta da un gruppo di due spazzole a tazza e da una bocca aspirante, supportate da un carrello con ruote di appoggio pivottanti, oscillante lateralmente, con sollevamento da terra idraulico e bloccaggio automatico in posizione di trasferimento. Le spazzole hanno un diametro di 70 cm e la loro inclinazione, sia frontale che laterale sono registrabili, così come l'altezza da terra e la larghezza di lavoro (max. 180 cm). Nel caso del Gasolone l'attrezzatura è alimentata da un modulo con motore ausiliario e relativo impianto idraulico. La caratteristica più importante della spazzatrice Eolo è la sua scarrabilità, che permette di sfruttare al massimo il veicolo, su tutto l'arco dell'anno, grazie alla possibilità di sostituire facilmente e rapidamente un'attrezza1. Il Gasolone 35 con la spazzatrice aspirante Assaloni Eolo 2000 2. Lo Scam SM 35 con allestimento invernale Lavori Pubblici n. 8 maggio - giugno 2004


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tura con un'altra. Sempre nell'ambito dei veicoli leggeri è stato in seguito presentato lo Scam, prodotto a Varese, del gruppo Effedi, questo mezzo è più specificatamente concepito come portattrezzi. Si tratta di uno Scam SM 35, un 4x4 permanente da 35 quintali, disponibile anche in versione da 55 quintali. Questo allestimento era l'unico ancora invernale di questa giornata dimostrativa: montava infatti anteriormente una lama Assaloni Tecna 30 e posteriormente uno spargisale Assaloni, che funzionano simultaneamente grazie alla presa di forza idraulica del veicolo. Diventa possibile utilizzare lo Scam con altri utensili durante l'estate, poiché queste attrezzature sono facilmente scarrabili. Il veicolo successivo in dimostrazione era un Fumo 4x4, anch'esso concepito come portattrezzi, della tedesca Multicar Spezialfahrzeuge GmbH, allestita con una spazzatrice aspirante Assaloni Eolo 2000, interamente prodotta da Assaloni. Per concludere la serie dei veicoli leggeri è stato presentato un UX 100 della Mercedes-Benz ormai fuori produzione, messo a disposizione dalla Comunità Montana del Monte Velino, sul quale era montato un braccio decespugliatore Assaloni BFA 30, alimentato direttamente dall'impianto idraulico centralizzato del veicolo. Lo sbraccio massimo è di 3 m, la larghezza della testata falciante è di 1 m ed è dotato di due ruote di appoggio

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per evitare il ribaltamento. La testata può essere cambiata e una ricca gamma di accessori può sostituirla, come la testata trivellatrice TR 15, la scavafossi TS 45/55, la trinciarami TT 180 o ancora la fresaneve F 90. Assaloni era finora nota soprattutto per gli allestimenti destinati a veicoli di grandi dimensioni, tuttavia sta prestando ora una grande attenzione ad allestimenti rivolti a veicoli più piccoli. Questa novità è stata voluta per due ordini di motivi, il primo al fine di colmare questa lacuna nella gamma dei prodotti Assaloni ed il secondo, dettato dal mercato, per rispondere alla domanda crescente, soprattutto da parte delle amministrazioni comunali che sempre più si orientano verso questo tipo di veicolo. In questa logica si sta portando avanti una forte collaborazione tecnica con Scam e Gasolone, ovvero il gruppo Effedi. L'allestimento seguente era un falciaerba a braccio, montato sull'aggancio a tre punti posteriore di un trattore Lamborghini Premium 1300, alla cui estremità è stata montata una testata per la potatura delle siepi e dei rami. La novità è rappresentata dal fatto che questo braccio BFP270/T è telescopico: è costituito infatti da due elementi articolati, il secondo dei quali si allunga di 90 cm. Il braccio telescopico scorre su pattini in materiale antiusura ed il sistema è autolubrificante, con coefficiente d'attrito molto basso. Lo sbraccio massimo, con elemento telescopico estrat-

to arriva a 7 m. Il veicolo successivo ad essere presentato era una terna, Ambiente della Foredil, sostanzialmente una macchina per il movimento terra sulla quale è stato allestito, al posto della benna il braccio Assaloni BFP3 65. Questo braccio è costituito da 3 elementi, con due gomiti e quattro articolazioni: grazie a questa configurazione offre notevoli vantaggi di manovra e permette di lavorare molto vicino alla macchina. La testata montata era una TC 120, con una larghezza di lavoro di 1,2 m. In posizione di trasferimento, il braccio rientra completamente in sagoma, il che facilita l'omologazione per la circolazione su strada. Ancora nel settore del movimento terra, la macchina successiva era una terna della JCB, modello 4CX, con 4 ruote sterzanti. L'allestimento di questo veicolo era costituito da un falciaerba a braccio anteriore BFA 30. Anche con la JCB Italia è nato un importante rapporto di collaborazio1. Multicar Fumo allestito con la spazzatrice aspirante Eolo 2000 2. UX 100 Mercedes con braccio decespugliatore Assaloni BFA 30 3. Trattore Lamborghini con braccio BFP2 - 70/T telescopico 4. Ambiente della Foredil con braccio decespugliatore BFP3 65 5. 4CX della JCB con falciaerba a braccio BFA 30 6. Trattore New Holland con braccio Assaloni BFP3 75

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ne. L'allestimento presentato può risultare particolarmente interessante per i Comuni o le Amministrazioni Provinciali che spesso dispongono di questo tipo di macchine e con gli allestimenti Assaloni possono usarla per molti altri lavori. Questo stesso modello della JCB era stato presentato nel marzo scorso al Passo del Tonale con un vomere universale Assaloni (Lavori Pubblici n. 7 marzo aprile 2004). Ritornando al settore delle macchine agricole, l'allestimento seguente era montato su un trattore New Holland, messo a disposizione dalla ditta Paolini. Si tratta di un braccio BFP3 75, in questo caso tuttavia il montaggio è ventrale. Questa soluzione, da un punto di vista operativo e per i trattori agricoli risulta molto interessante, specie per quanto riguarda la visuale, ha tuttavia il limite di non essere smontabile rapidamente, il che trasforma il mezzo in una macchina dedicata. Si

può ancora utilizzare comunque la piastra anteriore per montare un altro attrezzo come una falciatrice a disco o una lama per l'inverno. Il trattore seguente era un John Deere, messo a disposizione dalla Provincia di Latina, per la quale Assaloni sta preparando tre allestimenti uguali. Anteriormente era montato un falciaerba a disco PAU+FED che rende possibile lo sfalcio dell'erba sotto ai guard rail. L'alimentazione idraulica è fornita dall'impianto idraulico montato sul braccio decespugliatore posteriore. Quest'ultimo è un braccio decespugliatore deportato, che unisce la facile e rapida scarrabilità a un'ottima visuale di lavoro. Infatti il secondo elemento del braccio ha un profilo spezzato il che permette di far avanzare la testata. Questo allestimento presenta un'altra novità: la possibilità di fornire tutta la gamma di bracci decespugliatori Assaloni con pompe e motori a pistoni, il che significa passare da una potenza di 35-40 CV a 60-75 CV. L'ultimo trattore in presentazione era della Same, di proprietà dell'Amministrazione Provinciale di Campobasso per la quale Assaloni sta preparando due allestimenti come quello presentato. Si tratta di un altro allestimento ventrale con un braccio Assaloni BFP2 55, con capacità di sbraccio di 5,5 m. Le dimensioni di questo trattore sono più ridotte: tale scelta è stata dettata dalle condizioni stradali dei luoghi dove saranno utilizzati questi due mezzi, si cercava infatti una grande manovrabilità. La presa di forza posteriore alimenta due pompe, una per la movimentazione della testata e l'altra dedi-

1. Trattore John Deere con anterioremente un disco falciante PAU+FED e posteriormente un braccio decespugliatore deportato 2. Trattore Same con braccio Assaloni BFP2 55 ventrale 3. EuroCargo con braccio decespugliatore BFA 30 4. Unimog U500 con lavabarriere Assaloni PGSO7 5. Unimog U400 con battipalo Orteco 6. Unimog U400 con piattaforma aerea Assaloni PAS 10 e anteriormente una spazzolatrice Assaloni SF220

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cata al braccio. Il mezzo successivo era un autocarro Iveco EuroCargo a trazione integrale, messo a disposizione dal compartimento di Firenze dell'ANAS: si tratta di un allestimento particolare, per cui Assaloni è intervenuta sulla trasmissione 4x4, aggiungendone una seconda ad avanzamento idrostatico al fine di sfruttare meglio gli attrezzi che richiedono un avanzamento a bassa velocità come ad esempio il falciaerba ma anche la fresaneve. Questo mezzo è inoltre dotato di una presa di forza meccanica. Anteriormente era montato un braccio decespugliatore BFA 30. Il prossimo mezzo apriva la consistente serie di allestimenti su Unimog. Un U500 delle Autovie Venete era allestito anteriormente con un lavabarriere e segnalimiti Assaloni PGS07. Attrezzo che risolve il problema del lavaggio dei guard rail, new jersey, come quello dei paletti segnalimiti. Semplice da usare, è composto da due spazzole a rullo, posizionabili sia con asse in verticale che in orizzontale. I movimenti sono effettuati dal distributore idraulico del veicolo e il funzionamento delle spazzole avviene tramite una trasmissione idraulica indipendente azionata dalla presa di forza idraulica a bassa potenza. L'attrezzo è dotato di dispositivi idraulici per sollevarsi o abbassarsi, traslare lateralmente e per ripiegare i bracci in fase di trasferimento. Delle barre a ugelli sono posizionate in modo da umidificare le spazzole per il lavaggio. Il secondo Unimog in dimostrazione era un U400 della Provincia di

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Firenze e il suo allestimento presentava una nuova proposta da parte di Assaloni, in collaborazione con la ditta Orteco. Si tratta del montaggio anteriore di un attrezzo battipalo, in pratica un martello idraulico per piantare i pali, i sostegni dei guard rail... Anche l'estrazione dei medesimi è possibile con questo attrezzo. Il montaggio sulla piastra anteriore del veicolo rende la posizione di lavoro più agevole e più sicura. Seguiva un Unimog U400 della concessionaria Idea 1 di Torino allestito con una piattaforma aerea telescopica scarrabile Assaloni PAS 10. La piattaforma arriva a 10,8 m di altezza, è facilmente e rapidamente scarrabile e la sua particolarità principale risiede nel fatto che non ha bisogno di piedi stabilizzatori esterni, grazie alla stabilità dell'Unimog e ad un sistema innovativo di bloccaggio composto da due stabilizzatori flangiati sulle ruote posteriori. Da notare che la PAS 10 di Assaloni è l'unica attrezzatura di piattaforma aerea che ha ottenuto l'autorizzazione direttamente da parte della Daimler-Chrysler. Sulla navicella, l'operatore, che può comandare il braccio, avviare e spegnere il motore del veicolo, ha dimostrato l'utilizzo di un tagliarami idraulico TR 60 della ditta Doa srl, specializzata nella produzione di utensili idraulici, dai potatori alle cesoie alle centraline idrauliche indipendenti. La Doa era presente con uno stand nel quale presentava diversi dei suoi attrezzi. L'allestimento di questo mezzo comprende anche una spazzolatrice a rullo Assaloni SF220, ideale per la rapida pulizia primaverile delle strade

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trattate in inverno con sabbia o graniglia. L'azionamento è disponibile sia in versione meccanica che idraulica, il serbatoio dell'acqua ha una capacità di 200 l se è fissato sull'attrezzo, ma con un serbatoio montato sul cassone del veicolo si arriva a 1.500 2.000 l. Il rullo scopa è costituito da dischi con setole in acciaio e Perlom, inoltre l'attrezzo è dotato di un cassoncino raccogli pietrisco e di una barra ad ugelli utile per l'abbattimento delle polveri in fase di lavoro. L'ANAS di Milano ha messo a disposizione un suo Unimog, un 2150 di vecchia generazione, allestito da Assaloni con il braccio lavatunnel BFA 70. Il braccio è provvisto di un gomito e di tre articolazioni, realizzato in acciaio di alta qualità che permette di avere grande robustezza e peso contenuto. La testata lavatunnel consiste di un rullo spazzola di 2 m di lunghezza con setole in plastica ad alta aggressività ed è dotata di una barra ad ugelli per lo spruzzamneto di acqua a bassa pressione. Una seconda barra per acqua ad alta pressione, posizionata subito dietro la spazzola rende particolarmente efficace il lavoro di pulizia. La giusta distanza della spazzola rispetto alla parete e agli ostacoli che si possono incontrare è regolata da due sensori automatici, uno per la distanza e l'altro per l'inclinazione. Sul cassone del veicolo è montato il serbatoio dell'acqua con capacità di 4.000 l, mentre la pompa ad alta pressione è fissata alla presa di forza posteriore del veicolo. In conclusione delle dimostrazioni è stato mostrato l'Unimog U400, che rimane in pianta fissa presso gli stabi-

limenti Assaloni per effettuare le prove e gli sviluppi delle varie attrezzature. Questo mezzo era allestito con due attrezzature per lo sfalcio dell'erba, il BFA anteriormente già visto su altri allestimenti (terna JCB, EuroCargo) ma in questo caso l'alimentazione è data direttamente dall'impianto idraulico dell'Unimog. Posteriormente una novità per Assaloni: il braccio BCF 70 telescopico, si tratta di un attrezzo concettualmente uguale a quello già visto per i bracci dei trattori. Con due operatori in cabina è possibile lavorare simultaneamente con le due attrezzature grazie all'impianto idraulico potenziato con una pompa a pistoni di notevole potenza. Oltre a questi allestimenti mostrati in movimento erano esposti numerosi spargisale sui loro piedi di appoggio ed anche delle lame sgombraneve. Proprio nel settore delle lame era esposta una novità: una lama a tre settori ar ticolati non per la neve bensì per spingere e accumulare i rifiuti, per la pulizia degli spiazzi dopo i mercati. Questa lama è articolata in modo da potere facilmente accumulare la sporcizia. 1. Unimog 2150 con il lavatunnel Assaloni 2. Unimog U400 con il braccio BFA anteriormente e il nuovo BCF 70/T telescopico montato sul cassone 3. Erano esposti anche numerosi spargisale Assaloni 4. Doa esponeva i suoi utensili idraulici 5. La nuova lama Assaloni per lo sgombero dei rifiuti

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PARCHI GIOCO

Kurpark a Villabassa GIORGIA MARCHELLI Inserito nel contesto totalmente naturale della Val Pusteria, esiste a Villabassa (BZ) un bellissimo parco giochi costruito quasi esclusivamente in legno. Si chiama Kurpark, e si estende su circa 2.000 m2 di bosco di proprietà del Comune, all'interno di una piacevole zona molto più vasta lungo il torrente Rienza, completamente dedicata ad attività ricreative, sportive e di svago, sempre della Municipalità, che gestisce il tutto con le puntuali cure tipiche dell'Alto Adige. Sempre molto frequentato, il parco giochi è diventato un punto di riferimento fondamentale del paese per i bambini di tutte le età ed i loro genitori, non solo nei pomeriggi e nei giorni di festa, ma anche la mattina grazie alle scuole, che spesso decidono di portarvi gli alunni per lezioni naturalistiche o comunque all'aria aperta. I giochi in legno del Kurpark sono stati realizzati interamente da Pircher Oberland S.p.A., azienda di Dobbiaco (BZ) che da oltre 75 anni progetta e produce svariate linee di prodotti in legno, molte delle quali particolarmente adatte all'uso esterno. La tradizione di amore e rispetto per il legno come materia prima insostituibile per l'uomo, espressione di una cultura ricca di passato e di esperienza, ha permesso a questa società di trovare nel tempo terreni fertili per idee e tecniche sempre innovative da realizzare. Proprio nel rispetto alla tradizione ed all'ambiente montano circostante, la Giunta Comunale di Villabassa ha deciso di creare un parco giochi tutto naturale, per colori e materiali, che si inse-

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risse in modo appropriato nel bosco di un piccolo paese non contaminato. I giochi sui quali i bambini possono divertirsi sono molti, di generi differenti, adatti a diverse fasce d'età, e distribuiti in modo ben calibrato su tutta la superficie del parco. Le prime attrezzature che si incontrano entrando nel Kur park, sono 2 altalene: entrambe sono sostenute da semplici strutture in legno, ma la prima ha la paricolarità di avere un seggiolino doppio realizzato in corda (materiale naturale quanto il legno) di grosso spessore intrecciata, sul quale possono salire più bambini contemporaneamente, mentre la seconda è singola, con sedile dotato di protezioni, adatta ai più piccoli; ambedue, come pure tutte le altre altalene del parco, hanno coperture delle catene in plastica a salvaguardia degli anelli che la compongono, in modo che le dita non possano rimanere in alcun modo schiacciate. Abbastanza vicino a queste è posizionato un bilico per 2 bambini frenato da pneumatici. Una piramide da arrampicata, costituita da un palo centrale di oltre 3 m e corde messe a rete da scalare, è una

delle attrazioni più divertenti e sfruttate: la forma e la disposizione delle funi sono tali che la caduta libera sia impossibile. Sempre piuttosto vicino all'ingresso del parco, parte un piccolo ruscello circondato da sassi: creato per ravvivare ulteriormente il discorso della natura, nella stagione calda attrae moltissimo i bambini, sempre pronti a giocare con l'acqua, ed è attraversato da ponticelli in legno, alcuni di complemento alle stradine interne, altri veri e propri giochi, per esempio senza pavimentazione fissa, ma con tronchi che oscillano, sui quali bisogna tenersi in equilibrio. Uno dei giochi più contesi è la teleferica Kron, sulla quale i bambini si divertono a scendere in volata su un piattello da una pedana di partenza, per arrivare in corsa sul terreno dopo circa 27 metri ed un lieve dislivello. Su una piccola collina, a ridosso della quale si trova un laghetto contornato di panchine e munito di una piattaforma per spettacoli con di fronte un ampio spazio a sedere su una gradinata, scendono 2 scivoli con curve e salti; in mezzo a questi si trova una

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corda a nodi per arrimpicarsi sulla scarpata. Da tale posizione si ha la vista su quasi tutto il Kur park, e soprattutto sul gioco più imponente: il castello, una grande struttura con 5 torri, di cui una più grande in mezzo e quattro esterne, tutte collegate fra loro da ponti mobili, salite a ostacoli, cunicoli, a gradini o con corde da arrampicata, e discese con scivoli. Realizzata su misura espressamente per questo parco, la costruzione è interamente costituita da pali tondi, del diametro di 14 cm, per una maggior resistenza. Come per tutte le altre strutture del Kurpark, il legno utilizzato è pino silvestre nordico, importato da paesi dove si applica la riforestazione controllata, cer tificata dal marchio P.E.F.C. (Pan European Forest Certification), in modo da non mettere a rischio gli equilibri ambientali e quindi la riproduzione del legname stesso: si adatta particolarmente all'impregnazione, in autoclave con sali minerali, trattamento che permette al legno di resistere all'azione del tempo, e di essere completamente protetto da

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agenti atmosferici, muffe, parassiti ed insetti. Come gli altri prodotti per esterni Pircher Oberland, anche i giochi del parco sono garantiti 10 anni, coperti da un meticoloso contratto di manutenzione in accordo col Comune di Villabassa, e certificati per la sicurezza secondo la norma UNI EN 1176-1177 dal TUV Product Service di Monaco, che stabilisce rigidi criteri di valutazione per materiale, lavorazione, montaggio e funzionalità. Vicino al castello si trovano ancora numerosi giochi, fra cui altre altalene di struttura particolarmente resistente a reggere grossi carichi, per esempio, una tonda, chiamata cammino d'arrampicata, con corde e scalini a pioli, ed una a nido, sulle quali possono giocare più bambini insieme, l'ultima ideale anche per i piccolissimi, che possono stare dentro sdraiati. Molto utilizzata è anche la grande sabbiera, di forma irregolare e delimitata da tronchetti di legno, all'interno della quale è fissata anche una miniescavatrice. Disseminati per tutto il Kurpark ci

sono poi moltissimi altri giochi più piccoli, come quelli a molla con forme di animali, un tabellone con due giochi differenti sui due lati, uno con lettere e numeri spostabili per creare parole, l'altro con due percorsi e manopole per gareggiare, utili a ravvivare la fantasia e l'intelligenza dei bambini, e non solo la loro funzione motoria. Sempre sparsi in tutta l'area si trovano complementi d'arredo per esterno, come panchine, tavoli, cestini, pronti ad ospitare confortevolmente genitori, studenti, pic-nic..., come pure ci sono alcune componenti di un più ampio percorso fitness. Per attraversare il torrente Rienza e raggiungere un'altra parte di bosco, dove è in progetto un allargamento del parco giochi, è stato costruito un grande ponte mobile, in legno e corda, che oscilla al passaggio delle persone.

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MEZZI SPECIALI

Polisoccorso City Angel Molinari Coordinamento emergenze, incendi boschivi, alluvioni, incidenti stradali: queste sono solo alcune delle situazioni che i Gruppi di Volontariato sono chiamati a fronteggiare e gestire. È necessario quindi che questi possano disporre di automezzi polifunzionali efficaci, di semplice impiego e che siano in grado di svolgere in completa autonomia il maggior numero di servizi possibile. Una recente proposta in questa direzione arriva dalla Molinari Vincenzo S.n.c. - Divisione Allestimenti. Azienda Bresciana attiva fin dagli anni ‘70, ha iniziato in questi giorni la consegna del primo lotto di veicoli polisoccorso City Angel patente B. Il City Angel è un veicolo multifunzione pratico e maneggevole allestito su base Fiat Ducato 4x4 - passo 3.200 mm. Nella progettazione di questo allestimento l’Ufficio Tecnico della Molinari Vincenzo ha cercato per quanto possibile, su un autofurgone patente B, di organizzare i materiali di caricamento e la loro dislocazione interna, tenendo conto tanto delle diverse tipologie di intervento quanto dell’ergonomicità della sicurezza d’uso attiva e passiva. Esternamente il veicolo presenta quattro serrande scorrevoli (2 per lato) realizzate in lega d’alluminio anodizzato e munite di maniglie di apertura per il rapido accesso in sicurezza ai vani di caricamento durante gli interventi. Al tetto è stato invece applicato un portapacchi, cui si accede tramite

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una scaletta fissata alla porta posteriore destra (lato marciapiede); qui trova sistemazione su un lato la scala in alluminio di 10 m, e sull’altro una cassa portautensili ove sono alloggiati badili, scope, paletti, picconi, ecc. La parte interna è stata idealmente divisa in quattro zone, per tipologia di utilizzo come di seguito specificato. Immediatamente dietro la cabina è stata installata una colonna fari a tre sfili, per un’altezza di 5 m complessivi, munita di due luci da 500 watt ciascuna ed innalzata da un idoneo e compatto compressore d’aria, con possibilità di rotazione a 360°. La corrente di bordo è assicurata da un gruppo elettrogeno da 8 kVA provvisto di 4 prese CEE ed idonei dispositivi salvavita, come da normative vigenti. Il gruppo è fissato su una linea scorrevole in modo da poter essere estratto dal vano durante il funzionamento. Il vano adiacente è invece diviso in due ripiani: sul ripiano superiore si trovano 3 avvolgicavo (rispettivamente da 25 30 - 50 m) ed un treppiede con un faro da 500 watt che può essere utilizzato anche per operazioni di ricerca. Sul ripiano inferiore si trova uno scomparto porta manichette completo di tutti gli accessori per allacciarsi alla rete antincendio civica, comprendenti una leva per chiusini, adattatore UNI 70 UNI 45, e divisore UNI 70-2 x UNI 45 oltre a chiavi per idranti e per raccordi. Sul vano anteriore del lato sinistro alloggiano due slitte estraibili: su una

è installato un gruppo oleodinamico marca Weber completo di cesoia e divaricatore per la districazione da incidenti stradali, l’altra è munita di supporti in grado di ospitare 3 autorespiratori pronti all’uso e 3 bombole di scorta da 7 litri a 200 bar. Completano la dotazione del vano una piccola motopompa portatile per prosciugamento scantinati e sottopassi ed un contenitore di polvere assorbente, necessaria dopo gli incidenti stradali e in tutte le situazioni in cui vi sia l’aspersione di sostanze viscide e scivolose. Continuando troviamo un vano tecnico munito di cassetta attrezzi, cassettiere por taminuterie, imbragatura anticaduta e vari dispositivi di protezione individuale utili sia durante gli interventi in emergenza, sia durante le normali opere di manutenzione. Per sottolineare la duttilità dell’automezzo, all’interno è stato installato un modulo antincendio in vetroresina da 400 l d'acqua e 20 l di schiuma, equipaggiato con motopompa da 50 l/min a 40 bar con 50 m di tubo e specifica lancia, utilizzabile per lo spegnimento di piccoli incendi (cassonetti, rive, cigli stradali), per operazioni di igiene urbana (lavaggio pensiline, sottopassi) e irrigazione del verde pubblico. Completano l’allestimento: gancio traino, verricello e sirena bitonale con altoparlante. I materiali di equipaggiamento sono stati scelti dal catalogo della Ditta Fireco di Brescia, azienda leader europea nel commercio dei prodotti antincendio. La Molinari Vincenzo è in grado di approntare l’allestimento City Angel anche su altre marche e modelli di autofurgoni. L’ufficio tecnico è inoltre a disposizione della propria clientela per studiare in collaborazione con essa allestimenti speciali per ogni tipo di specifica esigenza.

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STRADE E SICUREZZA

a spigolo vivo, scorrono lungo la direzione del cavo e iniziano a frantumarsi progressivamente: grazie alle rigidezze differenziate ottenute con i vuoti interni, assorbono gran parte dell’energia dell’impatto. I sacchi di contenimento evitano che i granuli di argilla, durante e dopo l’urto, invadano la sede stradale. Il crash test effettuato su LecaShock ha simulato un impatto frontale con angolo nullo sulla sua testata, con un’autovettura Alfa Romeo 1.800 del peso di 1,39 t ad una velocità di 87,2 km/h, a protezione di una cuspide New Jersey. I quattro elementi si sono spostati lungo l’asse longitudinale contro il New Jersey. Durante l’impatto l’auto tende a sollevare il sistema verso l’alto, ma questo viene impedito dal cavo d’acciaio. I grani di argilla vengono contenuti e non si disperdono sulla carreggiata. Nell’auto si registra una modesta deformazione della parte anteriore e soprattutto l’analisi dei diagrammi accelerometrici evidenzia due valori di picco di accelerazione longitudinale: uno subito dopo l’urto di circa 17 G, ed uno dopo 0,05 secondi di minore intensità di circa 11 G. Dopo 0,15 secondi si registra una restituzione elastica di quasi 20 G, che dura circa 0,012 secondi, molto al di sotto dei 0,2 secondi indicati come limite superiore per la valutazione di pericolosità. La decelerazione trasversale rimane contenuta entro 3 G. LecaShock può essere impiegato in tutte le situazioni dove sono previsti punti a spigolo frontale che possono risultare pericolosi per le vetture, come: testate di barriere spartitraffico in c.a.v. e/o metallici monofilari e bifilari, innesto di gallerie, bumper in prossimità delle stazioni autostradali, svincoli di uscita o deviazione, pile di ponti o viadotti posizionate nello spartitraffico.

Dissipatori d’urto in argilla espansa LecaShock GHERARDO MARCHELLI L’impresa Crezza S.r.l. è produttrice, in collaborazione con Laterlite S.p.A., di dissipatori d’urto in argilla espansa LecaShock. LecaShock si propone, nel campo della sicurezza stradale, per risolvere il problema della protezione dei punti pericolosi, in quanto molto rigidi, come pile, parapetti, varchi di guard rail e cuspidi di svincolo. Il sistema di protezione, posto davanti a questi ostacoli, è in grado di assorbire l’energia dei veicoli incidenti, riducendo in questo modo le decelerazioni ad un livello con effetti innocui per gli occupanti. Il sistema si presenta economico nella sua realizzazione, nella posa in opera e nel ripristino dopo un urto. Particolarmente importante appare la semplicità di questo sistema nelle operazioni che si devono compiere durante il ripristino, grazie alla facilità di sostituzione delle parti danneggiate dall’urto, riducendo il disturbo causato dalla permanenza delle squadre di manutenzione sulla strada. Il dissipatore d’urto LecaShock è composto da tre elementi cubici e da un quar to con lato di superficie semicircolare. Ogni elemento del kit standard ha base 120 x 120 cm ed

altezza 100 cm. I cubi sono composti da grani di argilla espansa legati con malta di cemento in piccola quantità, che vengono gettati in un involucro di tessuto non tessuto che consente la movimentazione ed il contenimento dei granuli di argilla espansa cementata in caso d’urto. Durante il getto vengono creati dei vuoti cilindrici, il cui numero varia in funzione della loro posizione quando vengono messi in opera e sagomati con alleggerimenti rettangolari a tutta altezza sui lati. Gli elementi sono ricoperti da involucri di Hipalon aperti alla base, di colorazione resistente ai raggi UV e doppia cucitura rinforzata, completi di catarinfrangenti adesivi per la loro visibilità. Il sistema viene posizionato a terra spaziando i quattro elementi di 25 cm, e collegato con un cavo di acciaio ancorato a due piastre metalliche, una fissata all’ostacolo da proteggere e l’altra di fronte al sistema sulla pavimentazione di appoggio. Ogni elemento è predisposto con un tubo annegato nel calcestruzzo per l’infilaggio e lo scorrimento del cavo d’acciaio di ancoraggio del sistema. In fase d’urto i cubi, il primo dei quali sagomato per evitare punti di impatto

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1. LecaShock a Milano 2. LekaShock monofilare 3. 4. Crash test 5. LekaShock bifilare

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ATTREZZATURE

Nuove transenne Sebach GHERARDO MARCHELLI

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Sebach, azienda leader nel settore del noleggio bagni chimici, presente in tutta Italia dal 1986 con una rete di 90 concessionari ed oltre 800 punti vendita, è in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza con rapidità e professionalità, assicurando alla sua clientela velocità nei servizi ed una costante manutenzione a costi limitati. Azienda da sempre orientata alla tutela dell’ambiente ed alla soddisfazione del cliente, negli ultimi anni ha investito notevoli risorse nella ricerca e nello sviluppo di nuove soluzioni, raggiungendo elevati standard tecnologici e qualitativi, a beneficio della clientela. In quest'ultimo periodo ha studiato e presentato un nuovo sistema per

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transennare, utile per cantieri, manifestazioni ed eventi. Quest’innovativo sistema, denominato Border, costruito in polietilene ad alta densità con protezione anti U.V., risulta essere la transenna di queste dimensioni più leggera: altezza corpo transenna senza piedi 80 cm, altezza corpo transenna con piedi 110 cm, lunghezza transenna senza giunto 217 cm, lunghezza transenna con giunto 222 cm, larghezza pianta piede 65 cm, spessore transenna 5,5 cm, e peso di soli 12,5 kg. Il piede presenta la possibilità di ruotare di 360° con scatti di 22,5° o di essere rimosso semplicemente svitando la manopola sottostante; questa caratte-

ristica permette di posizionare la transenna nella maniera più stabile in maniera rapida e sicura, oltre a consentire un suo stoccaggio e trasporto semplice e poco ingombrante. L’aggancio tra un elemento ed un altro risulta solido e sicuro, grazie al giunto di collegamento a molla (modello industriale brevettato), che consente il rapido bloccaggio di una transenna all’altra garantendone una certa flessibilità per uno stabile posizionamento anche in situazioni di terreno sconnesso. La leggerezza e la semplicità delle operazioni di montaggio sono il punto di forza di questo nuovo sistema, permettendo di ridurre i tempi di installazione con un sicuro risparmio nel costo del personale addetto. Per la sicurezza da parte dell’utenza tutte le superfici sono lisce, in modo da evitare il rischio di escoriazioni, ed inoltre quattro cartelli rossi e cinque bianchi intercambiabili e montati a scatto sul telaio della transenna realizzano una segnaletica molto evidente sul corpo della stessa in modo da esaltarne la visibilità. 1. La nuova transenna Border della Sebach 2. Particolare del piede ruotabile a 360° 3. Sistema di aggancio elastico tra gli elementi

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ATTREZZATURE

Il mini escavatore... questo camaleonte ALBERTO FACCINI

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Com'è noto a molti, le macchine movi3 tenzione di parchi e siepi. I modelli mento terra, in particolare mini escapiù potenti demoliscono rami anche vatori, terne e mini pale, oltre a scavadi grosso calibro. re, hanno la possibilità di compiere Pompe sommerse per svuotare uno svariate mansioni. La presa di forza scavo allagato senza l'ausilio di coroleodinamica solitamente installata rente elettrica pericolosa, le pompe sulle macchine operatrici consente di 2 applicare una vasta gamma di acces- vo di queste macchine è il reinterro di collegate a una presa di forza oleodiscavi, ad esempio sul manto stradale, namica risucchiano acque luride e sori in luogo della benna di scavo. Il martello demolitore rappresenta o per compattare un piazzale. detriti, arrivando a lavorare anche a sicuramente uno degli accessori per Compatibili con qualsiasi tipo di mini grandi profondità. Sicurezza e velomacchine movimento terra più cono- escavatore, escavatore o terna, sono cità di svuotamento sono garantite. molto pratiche perché, applicate a Proprio allo scopo di rendere più veloce sciuti e apprezzati dal pubblico. Nel panorama italiano la Ghedini ing. bracci idraulici, riescono ad entrare l'operazione di "trasformazione" del mini Fabio & C., con sede in provincia di nello scavo con tutta la loro sagoma. escavatore, sono ormai diffusi anche in Ferrara, è specializzata nella costru- Utilissime anche per la vibroinfissione Italia vari tipi di agganci rapidi che conzione di accessori per mini escavatori di pali (per il rinforzo degli argini, in sentono di sostituire benne o accessori senza dover estrarre i perni benna. e, per l'occasione, ci ha fornito alcune agricoltura, o per recinzioni). novità del settore; vediamo qualche Decespugliatori adattabili a qualsiasi Alcuni modelli sono dotati di sgancio a tipo di mini escavatore, escavatore o comando oleodinamico che permette esempio nel particolare. Trivelle adattabili a qualsiasi tipo di mini terna. Sono macchine idonee alla all'operatore di cambiare l'attrezzatura escavatore, escavatore o terna. pulizia delle scarpate o del cantiere, posta sul braccio senza neppure scenApplicabili anche a mini pale, gru da riescono ad aggredire dalla semplice dere dalla macchina operatrice. camion, bracci agricoli ecc, sono utilis- erba a bordo strada fino ad arrivare a sime per eseguire qualsiasi tipo di foro, sterpaglie o rovi che siano. Montati su 1. Martello demolitore dalla semplice recinzione all'attraversa- mini escavatori possono lavorare in 2. Trivella mento stradale, dal sondaggio del ter- spazi ristretti ed aiutare nella manu- 3. Aggancio rapido 4. Piastra vibrante reno alla piantumazione. I modelli con 5. Decespugliatore picchi in widia sono in grado di forare 6. Pompa sommersa asfalto (necessari per la segnaletica stradale) e terreni rocciosi. Piastre vibranti compattatrici: l'obietti-

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STRADE E SICUREZZA

Attenuatori d’urto EURO-ET

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E’ dal 1990 che sulle strade ed autostrade del mondo vengono utilizzati terminali di barriere stradali con funzione di attenuatori d’urto. La serie EURO-ET è l’ultima versione degli attenuatori d’urto più avanzati fra quelli disponibili sul mercato. Prodotto negli Stati Uniti, ed importato in Italia dalla Metal Wood S.r.l. di Trento, è stato specificamente progettato e realizzato per incontrare e soddisfare i bisogni di sicurezza delle

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strade Europee. E’ stato infatti testato con successo al Centro Prove L.I.E.R. di Lione, autorizzato secondo la normativa Italiana e Comunitaria: tutti e quattro i crash test eseguiti (compresi i sistemi di attacco necessari per il collegamento dei vari elementi) previsti dalla norma EN-13174 per ottenere la classificazione P4, la più alta come risultato di sicurezza, hanno pienamente soddisfatto i requisiti della stessa normativa, qualificandosi per la severità di impatto nella Classe A (ASI =1). Il terminale di barriera si sviluppa per 12 m lineari, composti da 3 nastri e 6 pali infissi nel terreno posti ad interasse di 2 m. Alla sua estremità è posta la testa, fondamentale per attenuare l’impatto, particolarmente resistente, visibile e di forma rettangolare. La struttura nel suo complesso vanta un’estrema facilità di posa. E’ realizzata in acciaio, ed è disponibile anche in

acciaio Corten, a resistenza migliorata alla corrosione atmosferica. La specificità del sistema, brevettato, è che, in caso di urto frontale, non permette che il nastro entri nell’abitacolo dell’autovettura, ammortizzandone l’impatto e rallentando così senza traumi il percorso della stessa. La forma della testa, studiata appositamente rettangolare, è posizionata a pochi centimetri da terra in modo da incontrare il telaio dell’autovettura in caso di urti laterali, in linea di massima dovuti a sbandata. La famiglia degli attenuatori d’urto EURO-ET consiste praticamente in un unico prodotto da porre in punti singolari, con utilizzo riservato alla parte laterale della carreggiata, e posizionabile su entrambi i lati della strada. I componenti più costosi sono stati studiati in modo che possano essere riutilizzabili dopo ogni urto, con grande vantaggio per gli Enti proprietari delle barriere: per esempio, la testa è stata riutilizzata anche dopo 19 incidenti. Il nastro della barriera scorre infatti all’interno della testata, senza saldature che pregiudichino il riutilizzo della stessa. Crash Test eseguiti: Norma Livello Velocità Massa Angolo PrEN 1317-4 4 114 km/h 1427 kg 0 0 PrEN 1317-4 4 104 km/h 0905 kg PrEN 1317-4 4 101 km/h 0908 kg 165 PrEN 1317-4 4 112 km/h 1428 kg 15

1. Attenuatore d'urto EURO-ET 2. 3. EURO-ET in acciaio Corten 4. EURO-ET in acciaio

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CONTROLLO ACCESSI

Biglietti contactless per Firenze FRANCESCO VANDONI

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Dopo un periodo di prova durante il mese di febbraio, dai primi giorni di marzo l'ATAF di Firenze ha messo in distribuzione la "Carta Agile", in concomittanza con l'inaugurazione della mostra di Botticelli a Palazzo Strozzi. Si tratta di una carta prepagata, usa e getta, contenente 12 o 25 biglietti di corsa semplice da 60 minuti. Le sue dimensioni sono quelle di un biglietto da visita (86 x 54 mm) e la sua particolarità principale è di funzionare in modalità "contactless" ossia senza contatto, per validare il biglietto basta accostare la Carta Agile alla validatrice e la corsa viene scalata. Il progetto Agile rappresenta la prima sperimentazione su larga scala in Italia della tecnologia carte contactless usa e getta nel trasporto pubblico in area urbana, e comprende la rete dei trasporti pubblici della città di Firenze e di nove comuni limitrofi. I vantaggi di questa tecnologia sono molteplici sia per gli utilizzatori che per l'ATAF, l'azienda che gestisce i trasporti pubblici dell'agglomerato urbano di Firenze, servendo un'area complessiva di 538 km 2 e una popolazione di 580.000 abitanti. Le validatrici, ad ogni

convalida registrano i dati e al rientro in deposito li trasmettono al sistema informativo centrale dove vengono elaborati e associati ai dati del sistema di localizzazione. Questa configurazione permette all'ATAF di monitorare le abitudini degli utenti - orari e giorni di transito, fermate più frequentate, numero di passeggeri sui mezzi... Di conseguenza la Carta Agile rappresenta un vero e proprio strumento di marketing che grazie ai dati forniti permette di elaborare strategie aziendali al fine di migliorare la gestione dell'intera rete di trasporti. Per gli utenti la carta è vantaggiosa, da circa 15 a 20% di riduzione rispetto al prezzo del singolo biglietto, è impersonale dunque può essere usata contemporaneamente da più persone o diventare il biglietto dell'ufficio o di tutta la famiglia. Per i turisti può costituire un biglietto utile per le piccole comitive, ma anche un ricordo del capoluogo toscano da collezionare. Il suo uso è semplicissimo, basta avvicinare la carta alla validatrice e una corsa viene automaticamente scalata, inoltre per sapere quante corse o quanto tempo della corsa validata rimangono, basta premere il tasto "info" e poi avvicinare la carta alla validatrice. La Carta Agile è prodotta dall'azienda francese ASK (Amplitude Shift Keying), fondata nel 1997, occupa una posizione di vertice nel settore della produzione di schede a microprocessore, biglietti cartacei ed etichette a 1. 2. I due lati della carta Agile da 10 Euro 3. Una validatrice AEP Classic

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radiofrequenza con tecnologia contactless. La ASK propone una gamma molto vasta di prodotti contactless, sia per il controllo degli accessi che per applicazioni finanziarie: carte a microprocessore, schede di memoria, biglietti ed etichette su carta contactless, lettori fissi o portatili e coupler. La Carta Agile è costituita da un supporto cartaceo con un'antenna serigrafata grazie ad uno speciale inchiostro conduttore, collegata al microchip che comunica con i terminali di convalida. Si tratta del modello CTS-256-B dei biglietti "C.ticket®" della ASK. La distanza di comunicazione, che dipende anche dal tipo di validatrice, è di circa 10 cm, la durata è di 100 ms. Un altro vantaggio dei C.ticket® è costituito dal loro alto grado di sicurezza in quanto non possono essere duplicati né contraffatti. La tecnologia contactless inoltre permette di abbattere considerevolmente i costi di manutenzione delle validatrici che non avendo componenti elettromeccanici risultano di gran lunga meno costose sotto questo aspetto. L'ATAF ha per ora ricevuto un primo lotto di 500.000 bilglietti, con stampati i vari logo da un lato e sul retro un'immagine tratta dal quadro "Pallade che doma il centauro" dipinto da Sandro Botticelli nel 1482. Le Carte Agile sono poi valorizzate dall'ATAF: il microchip viene caricato con il numero di corse relativo al suo prezzo di vendita. Questa valorizzazione è effettuata con l'ausilio di apparecchi realizzati dalla ditta AEP (Advanced Engineering project) di Signa. La AEP è un'azienda toscana in forte crescita che progetta e produce obliteratrici, validatrici, sistemi di emissione biglietti e di obliterazione. Anche le validatrici poste a bordo dei mezzi pubblici sono AEP. Si tratta di apparecchi Logitron Classic. Essi sono stati modificati dalla loro prima messa in funzione, nel 1999 per la "Fiorino Card", grazie ad un progetto interamente realizzato da AEP che ha consentito di aggiungere la funzionalità contactless in accordo allo standard Calypso. Sono stati così raggiunti simultaneamente due obiettivi: la conservazione della Fiorino Card e delle sue funzionalità assieme ad una significativa riduzione dei costi e dei tempi rispetto all'introduzione di un sistema completamente nuovo. Rinnovata anche esteticamente, la validatrice AEP Classic risulta una delle poche presenti sul mercato in grado di processare tanto biglietti cartacei che carte contact e contactless. 41


TECNICA STRADALE

Argilla espansa Leca per strade sicure e silenziose GHERARDO MARCHELLI

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L’argilla espansa Leca è un inerte artificiale che viene ottenuto cuocendo in forni rotanti a circa 1200° C, argilla con particolari caratteristiche chimiche che ne favoriscono l’espansione. Il prodotto si presenta in forma di granuli con nucleo alveolare e scorza ad elevata porosità e buona resistenza meccanica. E’ incombustibile, libero da sostanze organiche, con pH basico e di conseguenza ha buona affinità con i bitumi. Prodotto in varie classi di densità e resistenza, per quanto attiene all’uso in campo stradale, le tipologie più utilizzate sono: - Argilla espansa “normale”: dimensione 3-8 mm; densità 380 kg/m3; resistenza* > 15 kg/cm2, C.L.A. **> 0,65. - Argilla espansa “resistente”: dimensione 3-11 mm; densità < 550 kg/m3; resistenza * > 27 kg/cm2; C.L.A. ** > 0,65 - Argilla espansa “strutturale”: dimensio-

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ne 5-15 mm; densità < 700 kg/m3; resistenza * > 35 kg/cm2; C.L.A. ** > 0,65 (*Resistenza alla frantumazione secondo UNI EN 13055-1/4.10. ** Coefficiente di levigabilità accelerata secondo CNR BU n° 140 del 15-10-92) Da oltre un decennio l’argilla espansa è utilizzata in Italia in campo stradale per la realizzazione di miscele bituminose quali: - Tappeti di usura con elevate caratteristiche di aderenza superficiale e fonoassorbenza; - Conglomerati bituminosi alleggeriti (usure, binder, basi) dove esistono problemi legati alla scarsa portanza delle strutture; - Tappeti di usura drenanti; - Riciclaggio in sito con fresatura a freddo; - Riciclaggio in sito di pavimentazioni di usura drenanti mediante fresature

a caldo; - Tappeti di usura con riutilizzo di materiali da fresatura; - Tappeti di usura in asfalto colato; - Tappeti per zone pedonabili in asfalto colato. Nelle utilizzazioni sopra citate, l’argilla espansa usata in percentuali di peso variabili dall’8 al 15%, garantisce la produzione di tappeti con valori di C.A.T. (coefficiente attrito trasversale) superiori a 55. Particolarmente interessanti risultano quindi le applicazioni di argilla espan1. Tappeto a struttura chiusa fonoassorbente dopo 3 anni 2. Tappeto drenante dopo 16 mesi di esercizio 3. Rilevamento dei valori di fonoassorbenza 4. Prova di capacità drenante

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sa Leca nei conglomerati bituminosi per tappeti ad elevata aderenza, visto che questa è affidata alle caratteristiche di C.L.A. degli inerti utilizzati. Non sempre questa caratteristica resta costante nel tempo, a scapito della sicurezza. In pratica, dopo la spogliazione superficiale dal bitume, inizia in un tappeto il processo di lucidatura dell’inerte attraverso il contatto con lo pneumatico. Questo fenomeno, dopo qualche mese di esercizio della strada, tende a ridurne l’aderenza. Il 10% in peso di Leca inserito nella miscela di un tappeto, garantisce nel tempo valori di C.A.T. di circa 60 ed una riduzione dello spazio di frenata dal 10 al 25% in rapporto alla velocità dell’automezzo. La Società Autostrade, dopo studi e verifiche, utilizza Leca da circa dieci anni, avendo certificato (lo ha fatto anche l’ANAS) che questi valori si mantengono stabili nel tempo. Rilevamenti su tratti autostradali con alta percorrenza, dopo 10 anni di esercizio mantengono valori di C.A.T. superiori a 58. Il confezionamento di conglomerati con Leca può avvenire sia in impianti continui che discontinui, senza modifiche al ciclo produttivo. L’utilizzo di basse percentuali in una normale miscela garantisce elevate caratteristiche di aderenza al tappeto. Leca unifor memente distribuito nella miscela assicura valori di C.A.T.

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superiori ai minimi prescritti e per tutta la vita del tappeto. Le tecniche di posa in opera per i conglomerati con Leca non differiscono da quelle comunemente adottate. Per un addensamento ottimale è consigliata una temperatura fra 120 e 140° C. Inoltre, la particolare struttura di Leca attenua il rumore riducendo sensibilmente la riflessione dell’onda acustica. Questa caratteristica dell’inerte, unita ad una curva granulometrica ben studiata, conferisce al conglomerato buoni valori di assorbimento acustico. Tale peculiarità permette di creare tappeti fonoassorbenti con struttura di tipo chiuso che presentano, oltre alle caratteristiche sopra citate, una valida soluzione per combattere il rumore anche con questa struttura di manto stradale. Quest’applicazione risulta particolarmente vantaggiosa in ambito urbano, dove le caratteristiche negative di un tappeto fonoassorbente a struttura aperta si evidenziano, come le caratteristiche di minore resistenza ai carichi statici. Inoltre il manto a struttura chiusa presenta una più facile gestione non richiedendo interventi impegnativi in ambito cittadino: per la viabilità invernale di spargere fondenti in maniera differente, come bisogna fare su un manto a struttura aperta, ed una minore trasfor mazione nella funzionalità a causa dell’occlusione dei vuoti dovuti

all’infiltrazione al loro inter no di sostanze estranee (par ticelle di gomma, polveri, detriti, ecc.), che rendono quindi necessari interventi di pulizia e/o di rigenerazione. Questi tappeti fonoassorbenti a struttura chiusa negli ultimi anni stanno facendosi particolarmente apprezzare, con numerose applicazioni. Ad Arezzo, su una strada provinciale, i rilievi fonometrici prima e dopo l’applicazione sono stati eseguiti con il passaggio di un camion a 40, 50, 60 km/h, di una BMW a 50, 70, 90 km/h e di una Panda a 50, 60, 70 km/h. Questi hanno riportato una diminuzione della loro rumorosità: il livello continuo equivalente di pressione sonora è diminuito anche del 16%, e comunque sempre con una diminuzione al di sopra del 10%, tranne nell’unico caso del camion a 40 km/h con una riduzione del 4%; per il livello sonoro massimo la massima diminuzione è stata del 15% e sempre al di sopra del’8%, tranne che per il camion che ha avuto una riduzione del 4, 5 e 7% alle tre differenti velocità. 1. Skid test 2. Tappeto drenante con Leca sull’autostrada A1 3. 4. Tappeto fonoassorbente a struttura chiusa Leca in Corso regina Margherita a Torino e in provincia di Asti

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MANUTENZIONE STRADE

Sineco sviluppa la tecnologia di rigenerazione a freddo di conglomerati bituminosi FRANCESCO VANDONI Sineco è una società per azioni operante nel settore dell'ingegneria del controllo e della manutenzione delle grandi infrastrutture di trasporto. La società, costituita nel 1987 da SINA Società Iniziative Nazionali Autostradali - e da alcune importanti società concessionarie autostradali è oggi parte del gruppo SATAP S.p.A., leader nella gestione delle infrastrutture di trasporto cui fanno capo oltre 1.200 km di rete autostradale nazionale. Sineco ha particolare inclinazione ed esperienza nel settore delle tecnologie non distruttive applicate all'ingegneria civile. Sono ampiamente utilizzati sistemi di misura basati su laser, ultrasuoni, registrazioni di echi radar e di echi sismici, così come si effettuano rilevamenti visivi, termografici ad infrarosso, determinazioni e monitoraggi, anche remoti, di grandezze statiche e dinamiche. I campi di applicazione principali sono la diagnostica specializzata delle grandi opere, la verifica di funzionalità delle pavimentazioni stradali, i monitoraggi, i collaudi e le verifiche di comportamento di strutture e manufatti. La società, per favorire lo sviluppo e l'interscambio tecnologico, spesso stringe rapporti di partnership esclusivi con grandi realtà europee attive nello stesso settore di business. Sineco, con il proprio laboratorio 1.Situazione esistente

prove, ubicato presso il P.S.T. (Parco Scientifico Tecnologico) di Rivalta Scrivia, interviene nel settore dei controlli sui materiali da costruzione e nel controllo di qualità dei processi di realizzazione di grandi opere. Il laboratorio prove è attivo nei settori dei conglomerati bituminosi, della geotecnica stradale, dei calcestruzzi, degli acciai e delle rocce, ed è dotato delle migliori attrezzature e macchine presenti attualmente sul mercato. Nel campo della tutela dell'ambiente, così come nel settore della sicurezza passiva delle infrastrutture, Sineco è presente con tecnologie e capacità specifiche. La Società può vantare esperienze importanti nella determinazione degli inquinamenti prodotti dal traffico veicolare, sia nel settore dell'acustica che in quello della misura della qualità dell'aria e dell'acqua. Sineco è inoltre presente nella determinazione dei livelli di funzionalità e sevizio degli impianti e degli accessori stradali ed in particolare di quelli direttamente incidenti sulla sicurezza di percorribilità delle infrastrutture: tra le attività più significative vi sono le verifiche prestazionali degli impianti di illuminazione e di ventilazione e la misura della retroriflettenza della segnaletica stradale ver ticale ed orizzontale.

2. Demolizione

3.Lavori di manutenzione

usura 4 cm

usura 4 cm

binder 8 cm

binder 6 cm fresatura 25 cm base 10 cm

base 13 cm

sottofondo misto granulare

rimozione 15 cm

rigenerato a freddo 20 cm sottofondo misto granulare

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Recentemente al 3° Convegno Europeo Eurasphalt & Eurobitume, svoltosi a Vienna dal 12 al 14 maggio 2004, la Sineco in collaborazione con la Exxon Mobil, ha presentato lo stato di avanzamento della ricerca in corso ormai dal 1998 sulla rigenerazione a freddo di conglomerati bituminosi deteriorati. Attualmente in Italia il riciclaggio al 100% del materiale fresato per la realizzazione di nuove pavimentazioni stradali non è più allo stadio sperimentale. Un buon esempio di questo tipo di applicazione è rappresentato dal progetto in corso sull'autostrada Milano - Torino. Lo scopo tecnico di questo progetto è di ricostruire lo strato di sottobase di quest'autostrada sulla quale transita un volume di traffico tra i più importanti del nord Italia. Gli obiettivi principali di questo studio sono stati quelli di stabilire degli standard tecnici per le operazioni di rigenerazione, di comparare i risultati riguardanti le proprietà meccaniche della sovrastruttura stradale ottenuti in laboratorio con quelli rilevati direttamente in sito, e infine di valutare se nel tempo si verifichi un aumento della coesione dello strato rigenerato a freddo. La configurazione finale della sovrastruttura stradale (vedi figura 1) è costituita da uno strato di fondazione composto da materiale riciclato a freddo di uno spessore di 20 cm, coperto da uno strato tradizionale (base - binder - usura) a caldo di uno spessore totale di 20 cm. Il lavoro è stato eseguito secondo le seguenti fasi: fresatura di tutta la parte bituminosa precedente, su uno spessore di 25 cm; rimozione di uno spessore di 15 cm di sottofondo misto granulare. Il materiale recuperato, o RAP Figura 1 Lavori Pubblici n. 8 maggio - giugno 2004


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1. La macchina Georadar 2. Rappresentazione grafica del Georadar 3. Impianto di riciclaggio del materiale fresato 4. Fase di stesa della pavimentazione 5. Particolare del Curviametre 3

(Reclaimed Asphalt Pavement) è stato quindi rigenerato con emulsione bituminosa e cemento. Durante l'estate del 1998 sono iniziati i primi lavori, usando una macchina speciale Wirtgen Mixpaver WR 4500 che impasta e stende direttamente in sito, su tratto sperimentale di circa 2 km di lunghezza della corsia di marcia lenta. Questo tratto è stato suddiviso in vari lotti sui quali sono state provate diverse emulsioni, diversi tipi di mix design della miscela rigenerata e alcune varianti di posa in opera. A distanza di un anno, si è ripetuta l'esperienza su scala più ampia (12.000 m3 di materiale steso su 15 km di corsia). In questo caso l'obiettivo principale era di ottimizzare e verificare gli aspetti economici e di produzione, scegliendo quindi di utilizzare un impianto nelle vicinanze del cantiere, sostituendo l'uso della macchina adottata la prima volta. Il processo dei lavori che utilizzano il

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RAP include: fresatura, frantumazione, vagliatura e miscelazione nell'impianto di riciclaggio con emulsione, acqua e additivi come il cemento. L'ultima parte è costituita dal trasporto in sito per la stesa e la compattazione che si svolgono con attrezzature tradizionali. Negli anni le dimensioni delle applicazioni di questa tecnologia sono considerevolmente aumentate; attualmente circa 100 km di corsia lenta sono state posate e un mix design specifico è stato definito. Questo usa 100% di RAP con una formulazione particolare, che contiene emulsioni bituminose e cemento. Le performance della sovrastruttura stradale dipendono dalle caratteristiche di resistenza agli sforzi dello strato di fondazione, quantificabile dal suo modulo elastico. Alla fine dei lavori sono state effettuate delle misure in continuo della deflessione, ripetute nel tempo ad

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intervalli successivi, con la macchina Curviametre MT 15 del CRRB (Centre des Recherches Routières de Bruxelles). Queste misure, combinate con i dati sul traffico ed i dati relativi agli spessori dei diversi strati ottenuti grazie al rilievo stratigrafico con apparecchiatura Georadar, permettono di determinare, usando la teoria della "back-calculation", il modulo elastico dello strato di fondazione riciclato a freddo. Per quanto riguarda le prove in laboratorio, esse si sono svolte su campioni prelevati tramite carotaggio a secco, metodo che permette di recuperare il materiale senza alterarlo. I carotaggi sono stati effettuati nello stesso periodo delle misure con Georadar e Curviametre. I campioni hanno un diametro di 25 cm ed uno spessore di circa 40 cm, sono costituiti da due parti uguali: 20 cm di materiale riciclato a freddo e 20 cm di miscela stesa a caldo. La resistenza del materiale viene valutata in laborator io deter minando il suo modulo complesso. Le conclusioni della ricerca confermano che i risultati ottenuti con entrambi i metodi, back-calculation con dati rilevati in sito e determinazioni dirette di laboratorio, sono sostanzialmente equivalenti. Questo fatto risulta incoraggiante e permette di affer mare che le misure in laboratorio possono essere utilizzate come strumento di previsione. Inoltre si è riscontrato un progressivo processo di maturazione nel tempo dello strato di fondazione, il che rappresenta un beneficio per quanto riguarda la durata di vita della sovrastruttura autostradale. 45


MANUTENZIONE STRADE

Livellamento di un chiusino a Carrara FRANCESCO VANDONI

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Nuova Con.Tec è un'azienda che da oltre 15 anni sviluppa e produce ugelli per la pulizia di tubi e condotte, e che propone inoltre, a completamento della sua offerta, i migliori prodotti del settore, come tubi, palloni otturatori, localizzatori di tubazioni, videocamere per ispezioni di condotte, software gestionali per reti, attrezzature e prodotti per il "risanamento non distruttivo" (frese, malte, resine...) di condutture e articoli per la sicurezza. Particolarmente dedicata ai gestori pubblici di reti di fognatura è poi una gamma completa di strumenti idonei a fornire un indispensabile supporto alla gestione della rete loro affidata. L'utilizzo dei materiali e delle tecniche più all'avanguardia consente di ridur-

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re in modo rilevante i tempi di realizzazione, i disagi per l'utenza e i costi dell'operazione. Il 31 marzo 2004 a Carrara si sono svolti i lavori per la messa in quota di un chiusino da parte della Nuova Con.Tec mediante l'utilizzo della tecnologia Hermes. La Hermes Technologie è un'azienda tedesca, partner tecnologico della Nuova Con.Tec, specializzata nella produzione di malte e soluzioni per il risanamento di condotte, cisterne e pozzi. L'AMIA di Carrara (Azienda Multiservizi Igiene e Acqua) si è rivolta alla Nuova Con.Tec per risolvere il problema del cedimento dei chiusini dei pozzetti. Carrara subisce più di altre città questo problema in quanto vi transita-

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no numerosissimi mezzi pesanti che trasportano blocchi di marmo. Al fine di valutare l'efficacia della tecnologia Hermes è stato scelto un chiusino che si trova in una posizione critica: non solo le ruote dei veicoli vi passano sopra, ma è anche in curva il che genera sforzi di taglio oltre che di compressione sul telaio. Il flusso dei mezzi pesanti è stato quantificato in circa 80/100 camion l'ora per 8 ore tutti i giorni lavorativi; il carico medio di questi mezzi è di 30 tonnellate cadauno. Il chiusino in questione era stato livellato appena sei mesi prima e già presentava segni di cedimento. La prima operazione consiste nell'estrarre il telaio del chiusino: per questa, come per il lavoro nel suo complesso, sono sufficienti un minimo ingombro per il cantiere ed al massimo due operai. In questo caso il traffico non è neanche stato interrotto. Viene adoperato un estrattore idraulico con motore Honda, che ha una capacità di sollevamento fino a 50 tonnellate utili ed una corsa di 30 cm. Il telaio del chiusino non 1. Il chiusino prima dell'intervento 2. Estrazione meccanica del telaio 3. La bocca del pozzetto ripulita pronta per la posa del telaio 4. Posizionamento del chiusino tramite livellatore Lavori Pubblici n. 8 maggio - giugno 2004


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viene danneggiato dall'estrattore e può essere riutilizzato dopo essere stato pulito. Tuttavia il suo dimensionamento deve essere appropriato alle condizioni del traffico. La seconda operazione consiste nella pulizia del bordo del pozzetto: bisogna accuratamente rimuovere il mater iale mobile, quale asfalto, cemento danneggiato, mattoni, sassi, olio, sporcizia... Tutte le superfici che devono entrare in contatto con la speciale malta Ergelit Superfix 35 F devono essere bagnate in modo che la parte asciutta non assorba l'acqua della mescola. Pr ima di effettuare la colata, è necessario allontanare l'acqua presente sul sito e rendere la struttura del cemento più grezza possibile. La terza operazione consiste nel posizionamento del chiusino tramite livellatore. Una volta posizionato correttamente il chiusino, si deve armare il pozzetto per trattenere la colata. Si posiziona quindi un'armatura gonfiabile: ne esistono di tonde, quadrate e rettangolari. L'anello gonfiabile deve essere ben bloccato e a tenuta, con il mantenimento di uno spazio utile per eseguire la colata e permettere lo sfiato. Segue quindi la preparazione della malta Superfix 35 F. La miscelazione si può fare con betoniera, con frullino, o anche a mano con la cazzuola per le piccole quantità: si consiglia però un miscelatore a due fruste per garantire una mistura più omogenea. Il tempo di miscelatura è di un minuto, ed il fabbisogno d'acqua è del 14-15% (dai 2,8 ai 3,8 l per ogni sacco da 25 kg). Il prodotto deve essere mescolato sul cantiere nella quantità di un sacco alla volta per evitare un indurimento precoce. Il Superfix 35 F è lavorabile fino a -15°C. L'operazione successiva è la colata della malta che deve seguire rapidamente la miscelatura in modo da evitare l'incameramento di aria. La cola-

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ta deve essere versata solo da un lato: è autolivellante e dev’essere liquida al punto giusto al fine di riempire ogni buco ed interstizio. In caso di pendenza dev’essere fermata con legno o carta. Il tempo di indurimento è di 8 minuti. Bisogna lasciare liberi 10 - 12 mm per aggiungere l'ultimo strato, l'asfalto a freddo MSK 03. Si passa quindi alla finitura con asfalto MSK, il quale non necessita di compattazione, ma si stende facilmente a mano. L'asfalto a freddo MSK 03 si prepara in modo semplice direttamente sul posto con le stesse modalità della malta Superfix 35 F. Al termine della finitura si consiglia di spargere un leggero velo si sabbia per evitare che il passaggio degli automezzi porti via il materiale durante il suo indurimento. Dopo circa un'ora da quest'ultima operazione è possibile riaprire la strada al traffico. I lavori sono durati 2 ore (1 ora per il lavoro e 1 ora per lasciare asciugare): sono stati consumati 200 kg di Ergelit Superfix 35 F e 75 kg di asfalto MSK 03. Dopo solo un'ora dall'applicazione il prodotto Superfix 35 F può sopportare 90 tonnellate di peso (18 N/mm2), calcolo eseguito su un'area d'intervento di 0,5 m2.

Il geometra Frola, tecnico dell'AMIA incaricato di seguire il cantiere, ha effettuato un controllo il 14 maggio, constatando che nessuna crepa è apparsa sulla malta e che il telaio non ha nessun gioco, pur continuando il flusso solito dei mezzi pesanti. L'AMIA è una società per azioni di proprietà del Comune di Carrara: si occupa della gestione dei servizi idrici (integrato ed industriale), del servizio di igiene urbana e di raccolta rifiuti, dell'arredo urbano, dell’illuminazione pubblica, oltre che della gestione delle fognature bianche comunali e del servizio di tecnostruttura. Oltre ai tradizionali organismi dedicati a questi servizi, l'AMIA di Carrara si è dotata di un Servizio Progetti volto a migliorare la qualità e l'efficienza dei servizi svolti e pianificare il loro sviluppo. 1. Colata di malta Ergelit Superfix 35 F, al centro si nota l'armatura gonfiabile gialla 2. Posa dell'asfalto a freddo MSK 03 3. Lavoro finito con un sottile strato di sabbia 4. Riapertura al traffico dopo circa due ore dall'inizio dei lavori

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BARRIERE

Verifica della resistenza di una barriera paramassi metallica DOTT. VITTORIO FENTI, DOTT. LAURA FENTI, DOTT. ENNIO CHIESURIN Verifica della resistenza di una barriera paramassi metallica, ad elevata dissipazione di energia, in occasione di un evento di caduta massi

una nuova caduta di massi dalla nicchia di distacco dell’ottobre 2000. Un masso del volume di ca. 4 m 3 (m 1,20 x 1,80 x 2,0) è caduto con moto di saltazione fino alla barriera, impattando sul pannello di rete metallica dopo una traiettoria tesa, in seguito ad un volo aereo lungo ca. 12 m. Aspetti geologici generali La sezione valliva in esame evidenzia un profilo ad “U”, caratteristico della morfogenesi glaciale, testimoniata anche dalla presenza di relitti morenici. Sul fianco destro della valle i depositi morenici sono ricoperti e mascherati da detriti di falda e da macereti di frana antica. La coltre detritica, derivante per lo più da processi di gelifrazione su rocce per loro natura gelive (Biancone), o rese tali da un’intensa tettonizzazione (Calcari Grigi), è estesa e continua, lungo tutto il versante in località I Boai. L’inclinazione media del versante è pari a 33 - 34°, angolo di naturale declivio del detrito di falda. Ad una quota di ca. 800 m, sopra I Boai, sulle forme regolari del versante, risalta una cornice rocciosa subverticale, alta fino a 70 - 80 m, con morfologia rupestre. La parete è modellata nelle tenaci bancate dei Calcari Grigi che spiccano sulla

Antefatti Il 6 ottobre del 2000, in seguito a piogge intense dei giorni precedenti, in località I Boai, sul versante destro della valle che da Arsiè por ta a Fastro, in provincia di Belluno, si verificò una frana in roccia, del volume di alcune centinaia di metri cubi, intorno a quota 800 m. Alcuni massi, del volume unitario di ca. 1 - 5 m3, rotolarono lungo il versante detritico, inclinato di 33 - 34°, raggiungendo e superando la strada comunale della Fornace e la sottostante SS 50 bis del Grappa e del Passo Rolle, tra i km 10+200 e 10+300, arrestandosi sul ripiano poco a sud (quota 350 m ca.). In seguito all’evento, su richiesta dell’ANAS di Belluno, fu realizzata, a cura del Consorzio Triveneto Rocciatori di Fonzaso (BL), una barriera paramassi metallica, ad elevata dissipazione di energia, denominata CTR/2100/1, con resistenza nominale di 2.100 kJ, a protezione del tratto di strada statale a rischio. Il 10 novembre 2003 si è verificata

morfologia più morbida e dolce, del Biancone, affiorante al contorno. Il substrato roccioso Le rocce oggetto della frana in esame sono costituite dalla formazione dei “Calcari Grigi” (Lias) che affiorano solo nella sua par te alta, su uno spessore di ca. 100 - 110 m. La formazione si presenta in grosse bancate, spesse 2 - 3 m, costituite da calcari oolitici di colore bianco-avorio. Le caratteristiche geologico-tecniche orientative sono le seguenti: • Evidenza morfologica: notevole. Costituisce una parete alta 70 - 80 m che attraversa l’intero versante • Stabilità: in genere stabile, ma soggetto a frane di scivolamento a causa della presenza di strati disposti a franapoggio (sul pendio sottostante vi sono tracce di scivolamenti antichi e recenti, con blocchi di dimensioni metriche e plurimetriche) • Erodibilità: molto scarsa. Si osservano tracce di carsismo, ma ad uno stato embrionale. • Grado di suddivisione: scarso. Nella parte alta della formazione il V.R.U. è di 4 - 5 m3; nella parte bassa: 0,5 - 1 m3 • Porosità: molto bassa • Permeabilità: secondaria, medioelevata per fessurazione e carsismo • Resistenza alla compressione: 120 150 MPa 1. Masso trattenuto dalla barriera 2. Inquadramento geologico località I Boai 3. Panoramica della zona di caduta

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Detrito di falda e frana Un’ampia e continua falda detritica occupa il versante in località I Boai, a partire dalla quota di ca. 400 m fino a 700 - 800 m ca., ed è composta in prevalenza da elementi di Calcari Grigi provenienti dalla parete soprastante, ma anche da frammenti di Biancone, che, rotolando, hanno superato la soglia costituita dalla parete rocciosa. Oltre al detrito di versante, derivante da gelifrazione e da piccoli distacchi, sono comuni in questa zona i macereti di vecchie frane, disseminati in vari punti del versante. La frana di scivolamento del 2000 ha lasciato una cicatrice bianca ben visibile sul versante, con blocchi rotolati fino alla sottostante sede stradale. Il Volume Roccioso Unitario di questi blocchi raggiunge a volte i 4 - 5 m3. Le caratteristiche tecniche sommarie del detrito di versante sono le seguenti: • Granulometria: variabile dalla ghiaia, ai blocchi, ai massi • Peso di volume: ca. 1,7 - 1,8 t/m3 • Peso specifico degli elementi: 2,65 t/m3 • Coesione: assente o molto scarsa • Angolo di attrito: ca. 33° - 34° • Permeabilità: elevatissima (K=10-1 10-2 cm/s) • Idrosensibilità: elevata • Erodibilità: sensibile • Stabilità: abbastanza favorevole nel caso in esame (la falda giace al limite di stabilità su una pendenza di ca. 33 - 34°) • Compressibilità: modesta • Propensione al dissesto: possibilità di rimobilizzazione gravitativa ed idrica L’evento di caduta massi del 10 - 11 - 2003 La caduta massi del 10 novembre 2003 presenta le seguenti caratteristiche:

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* Quota di distacco: m 800 ca. * Quota di arresto: m 356 ca. * Dislivello di caduta: m 444 ca. * Distanza orizzontale di caduta: m 780 ca. * Inclinazione media del pendio: 56,9 % (ca. 29,6°) * Inclinazione media della falda detritica: 61,5% (ca. 31,6°) * Inclinazione media della metà superiore della falda detritica: 66,6 % (ca. 33,7°) * Inclinazione media della metà inferiore della falda detritica: 58,3% (ca. 30,2°) * Volume del masso roccioso arrestato dalla barriera paramassi: ca. 4 m3 * Peso: 10,6 t * Forma: equidimensionale, tozza * Coefficiente di forma: 0,37 * Tipo di movimento: rotosaltazione secondo parabole tese. * Ultima parabola: L = 12 m ca., ∆H= 2 m ca. * Impatto sulla rete paramassi: all’estremità sinistra della campata (L = 8 m) ad un’altezza pari a ca. 2,50 m. Compor tamento della barriera paramassi Effetti sulla barriera paramassi: il montante prossimo all’impatto si è inclinato in testa di ca. 1 - 1,50 m per scorrimento delle funi del sistema frenante. Sono saltati alcuni grilli sulle maglie della rete in funi d’acciaio. Lo snodo al piede del montante ha lavorato correttamente. Gli ancoraggi dei controventi appaiono indisturbati. L’osservazione fondamentale è che la barriera paramassi ha “lavorato” correttamente, defor mandosi, in modo da arrestare il masso, senza subire danni sostanziali alle strutture portanti. In considerazione di ciò si è ritenuto particolarmente interessante risalire approssimativamente al valore di energia più probabile del masso al momento dell’impatto (verifica tipo “back analysis”). Ciò allo scopo di verificare se gli effetti osservati sulla barriera sono conseguenti ad energie paragonabili o superiori a quelle della sua resistenza nominale (2.100 kJ). Dati di campagna Per poter eseguire una verifica tipo “back analysis” il più verosimile possibile è stato necessario rilevare, con il dettaglio che il caso richiede, alcuni elementi fondamentali del moto del masso quali i punti di impatto e l’altezza di saltazione, con particolare riferimento al tratto finale, in prossimità della barriera paramassi. Il terreno su

cui si è sviluppato il moto di scendimento è costituito da detrito grossolano, caratterizzato da una copertura arborea matura, a media densità. La pendenza del versante è piuttosto regolare e dell’ordine di ca. 30 - 34°. Analisi dinamica Allo scopo di conseguire maggiori informazioni sul moto di caduta del masso che ha impattato sulla barriera, sono state eseguite numerose simulazioni tramite programma di calcolo tipo “lumped mass” (bidimensionale) lungo la sezione di caduta. La sezione è stata ricostruita dalla Carta Tecnica Regionale 1:5.000, non scevra di errori ed imprecisioni, ma comunque con variazioni morfologiche modeste vista l’uniformità e la regolarità del versante. Le simulazioni dei moti di scendimento dei massi sono state effettuate tramite programma di calcolo (“Rockfall” della Rockscience) che può simulare migliaia di cadute contemporaneamente, permettendo un’attendibile analisi statistica. In particolare per la taratura del modello, come sopra descritto, è stato effettuato il rilievo seguendo il percorso del masso, nelle parti significative, osservando i punti di impatto a terra e le altezze delle traiettorie in riferimento agli impatti sugli alberi colpiti. Taratura del modello di caduta massi Parametri del terreno I parametri principali del terreno che condizionano il moto del masso sono l’angolo d’attrito allo scorrimento del masso, la “rugosità” del versante ed il coefficiente di restituzione dell’energia. Per poter definire questi parametri del terreno è stato effettuato un rilievo di campagna durante il quale è stato possibile osservare il tipo di materiale presente (roccia, copertura sciolta), il grado di consistenza, lo spessore, la continuità, la presenza e densità della copertura boschiva ecc... Ad ogni tipo di terreno, in base alle caratteristiche sopra elencate, sono stati riferiti i valori dei parametri, indicativi, contemplati in bibliografia

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(Mazzalai, Vuillermin 1995; Broili 1979; Cocco 1991; Hoek 1987). In particolare, per il caso specifico, essendo necessario che il moto del masso si approssimi il più possibile alle osservazioni di campagna, sono stati variati i coefficienti di restituzione dell’energia e l’angolo d’attrito masso-terreno fino ad ottenere un andamento verosimile del moto. In considerazione di ciò i parametri assegnati al terreno detritico sono risultati anomali rispetto a quelli normalmente usati e riportati in bibliografia. Pur tuttavia, nell’impossibilità di conoscere e definire altre caratteristiche che certamente influenzano il moto di un masso, quali velocità angolare, inerzia della massa e forma, si ritiene che i valori assunti permettano di ottenere una rappresentazione statistica assai realistica di quanto accaduto. Inoltre, si sottolinea che le variabili che intervengono a modificare il moto di un masso sono numerose e difficilmente schematizzabili, ed estrapolabili all’intero versante; pertanto sono state effettuate numerose analisi simulando 1.000 cadute cadauna, ottenendo così valori statistici attendibili. Ogni parametro del terreno viene anche variato nelle simulazioni con una deviazione standard adeguata alla situazione locale. Per quanto riguarda l’effetto “paramassi” del bosco (intercettazione dei massi nei tratti in aria), nel caso specifico è assai modesto in quanto il masso è caduto lungo la radura provocata dalla frana dell’autunno 2000, ove la vegetazione è costituita solo da arbusti. Pertanto, è stato simulato l’effetto paramassi del

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bosco solo per quanto riguarda l’impatto a terra o il rotolamento, nonché considerando una velocità di arresto dei massi pari a 0,1 m/s. Parametri del blocco roccioso In considerazione della litologia di cui è costituito il blocco, nelle analisi è stato utilizzato un masso del peso di 10.600 kg, pari a 4 m3 per un peso di volume della roccia calcarea di 2,65 t/m3. Il punto di distacco del masso è stato considerato prudenzialmente in prossimità del ciglio della scarpata rocciosa. Al blocco è stata assegnata una velocità angolare di ca. 12 rad/s. Nelle simulazioni di moto il masso è considerato puntifor me, quindi il volume del blocco e di conseguenza la sua massa, rientrano solo nei calcoli dell’energia di caduta. Si sottolinea che la schematizzazione delle masse rocciose in movimento, approssimate a sfere indeformabili, ha comunque alcuni limiti che dipendono dal fatto che le masse reali non sono di solito simili a sfere e non si mantengono inalterate durante il moto, tendendo alla frammentazione già con velocità dell’ordine di 6 - 10 m/s. D’altro canto, nella modellazione è impossibile tenere conto di tutte le variabili, dato il carattere aleatorio dei processi; l’ipotesi cinematica del corpo rigido, pur con i suoi limiti, costituisce quindi un valido approccio al problema. Significato e limiti delle analisi I risultati delle verifiche di seguito ripor tati sono rappresentati dalle traiettorie e dalle energie più probabili di scendimento, nonché dalla probabilità che un deter minato evento si verifichi. I risultati sono comunque soggetti ad una cer ta discrezionalità e soggettività, dipendendo essenzialmente dalla taratura del modello e dal numero di simulazioni effettuate. Alla luce di quanto sopra, i risultati hanno un valore “statistico - probabilistico”, non assoluto e certo, e sono conseguenti ai parametri utilizzati nelle verifi-

che, che sono i più verosimili relativamente al caso in esame in quanto ricavati tramite analisi di taratura della sezione di scendimento. Risultati Dalle simulazioni è risultato che il masso è caduto con un moto di prevalente rotolamento fino alla strada comunale. In seguito al superamento della strada, a causa di un probabile aumento della velocità angolare, il masso ha assunto un moto di saltazione con traiettoria tesa (come evidenziato dai pochi impatti sul terreno). Per simulare il moto di saltazione del masso prima dell’impatto sulla barriera, è stato necessario aumentare in modo quasi anomalo il coefficiente di restituzione del detrito. Ciò a causa dell’impossibilità di simulare un più verosimile aumento locale della velocità angolare del masso. Pur tuttavia, visto che il detrito di falda, per sua natura, è spesso caratterizzato dalla presenza di grossi massi al piede, non si esclude che il blocco in esame possa avere impattato su un masso sepolto, il cui coefficiente di restituzione di energia è paragonabile a quello assegnato nelle verifiche. In considerazione di quanto sopra risulta che l’energia di impatto sulla barriera è stata sicuramente superiore a 2.000 kJ, con la probabilità del 50 % che sia stata prossima a 3.000 kJ, a cui corrisponde una velocità di 20 m/s. È quindi possibile affermare che la barriera paramassi nei confronti di un evento naturale di caduta di un masso del volume di ca. 4 m 3, ha sicuramente resistito ad energie superiori a quelle dichiarate.

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AZIENDE

Appuntamenti Iveco Iveco, con i suoi 160.000 mezzi venduti nel 2003, è uno dei principali costruttori di veicoli industriali in Europa ed il maggiore in Italia. Lavori Pubblici segue con particolare interesse questa società in ragione della sua politica aziendale riguardante il mercato delle municipalità, i rapporti di partnership con allestitori specializzati e soprattutto per la versatilità di utilizzo cui aspira ogni modello della gamma Iveco. Alla nona edizione della fiera Transpotec Logitec 2004, svoltasi a Verona dal 22 al 25 aprile di quest'anno, Iveco è stato presente, come assoluto protagonista, con l'intera gamma prodotto, su uno stand di 1.152 m2, a dimostrazione della completezza d'offerta per ogni tipo di lavoro della Casa di Torino. L'obiettivo dell'enorme spazio Iveco era chiaro nella definizione dello stesso: "lo stand che parla", a dimostrazione della volontà di comunicare in ogni modo con il cliente. Il concept architettonico dello stand Iveco è stato il mondo della tecnologia avanzata, evocato tramite l'utilizzo di linee e materiali avveniristici, colori metallizzati con la predominante del grigio. Ad enfatizzare l'atmosfera "high - tech" hanno concorso inoltre un tessuto in resina nera del pavimento ad imitazione dell'asfalto ed il grigio metallizzato dei mezzi. I veicoli esposti presso lo stand erano otto. Tre "nuove" versioni Daily appena lanciate sul mercato italiano: 35S10 FurgoCab, 29L12 Daily Combi Luxury e 29L12V Daily Up&Down. Due EuroCargo, più precisamente una versione ML120E21/P ed una Stand Iveco al Transpotec Logitec

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ML180E28/P. Tre veicoli stradali pesanti della gamma Stralis: AS440S48T/P, AT440S43T/P e AD260S35Y/PS, ovvero le ultime novità della gamma media e pesante stradale Iveco già molto apprezzate dalla clientela. Sullo stand erano inoltre esposti la sezione "spaccata" di una cabina Stralis, tre motori, uno per gamma prodotto, nonché una selezione di cambi. Nell'area dedicata alla Customer Global Service è stata messa in mostra un'esposizione di ricambi e accessori, di prodotti di merchandising e, soprattutto, la presentazione delle nuove attrezzature di diagnostica avanzata (esposte anche nell'area esterna) nonché uno spazio per il Client Center, per i servizi finanziari e, non ultimo, per il business dell'Iveco Usato Plus. Il Transpotec è stata inoltre un'occasione per dare risalto al TOROC, il Comitato per l'Organizzazione dei XX Giochi Olimpici Invernali - Torino 2006, di cui Iveco è sponsor principale insieme a Fiat S.p.A.: nell'area esterna è stato allestito un "corner" specifico su un mezzo apribile multifunzionale. L'area esterna, di 1.258 m2, ha ospitato una presentazione statica dell'intera gamma prodotto Iveco, a dimostrazione della completezza e flessibilità dell'offerta dell'azienda, leader del trasporto in Italia, nonché della sua capacità di dedicare a ciascun cliente il veicolo giusto per ogni missione. Spazio, dunque, ai pesanti offroad EuroTrakker, all'innovativo Daily CNG (Compressed Natural Gas) alimentato a metano, emblema dell'impegno ambientale di Iveco, ai dumper da cantiere Astra, agli allestimenti speciali dei mezzi EuroFire, con scale anti-incendio, per la protezione civile, ai Bus per il trasporto persone, fino ai veicoli per la difesa terrestre. Per quanto riguarda i veicoli dinamici, Iveco ha organizzato per questa edizione di Transpotec Logitec 2004 un Campo Prove nell'Interporto Quadrante Europa presso il Consorzio ZAI, col-

legato da un continuo servizio navetta, dove è stato possibile provare su strada, con i demodriver Iveco, i modelli di punta dell'intera gamma. Numerosi gli appuntamenti di contorno, con molte conferenze tra le quali di par ticolare interesse: "Iveco Allison: una partnership ad alto valore aggiunto". In un'ottica di miglioramento continuo della qualità e del valore offerto al cliente, Iveco pone al centro della sua politica aziendale la collaborazione con i suoi fornitori. In uno scenario sempre più dinamico e competitivo, la scelta dei fornitori diventa strategica e per questo la partnership deve iniziare dal processo di sviluppo del prodotto, che prevede, ad esempio, l'inserimento di tecnici esperti di aziende fornitrici all'interno delle piattaforme di progettazione e deve continuare fino alle attività di co-marketing, nella fase di promozione e vendita. All'interno di questa politica di partnership si va ad inserire la collaborazione con Allison Transmission. Tale collaborazione ha alla base la condivisione della stessa filosofia aziendale: sia Iveco, sia Allison Transmission, infatti, hanno come obiettivi l'orientamento verso il cliente, la rinnovazione e il miglioramento continuo. Per Iveco e Allison Transmission l'inaugurazione del Transpotec Logitec 2004 è stata l'occasione per sigillare in grande stile questa partnership ormai consolidata e per presentare in anteprima un road-show espressamente dedicato ai clienti delle municipalità e della distribuzione urbana. Allison Transmission, divisione della General Motors, è il leader mondiale nella progettazione, produzione e commercializzazione di cambi automatici per veicoli industriali e commerciali. Pur nella loro diversità, i clienti delle municipalità e della distribuzione urbana hanno esigenze simili in termini di compiti e di guida. Che si tratti di raccolta rifiuti o di trasporto surgelati, il contesto è soprattutto quello del traffico urbano, caratterizzato da frequenti alternanze tra parCentro prove Iveco

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tenze e soste, continue accelerazioni e decelerazioni, manovre in spazi angusti. È in queste circostanze che il cambio automatico Allison, abbinato ad un motore Iveco Tector o Cursor ultima generazione, mostra tutti i suoi vantaggi. Entrambe le famiglie di motori (i Tector per i medi EuroCargo e i Cursor 8 e 10 per i pesanti stradali Stralis), infatti, abbinano leggerezza, bassi consumi, minime emissioni gassose e acustiche ed elevate prestazioni. Per il cliente tutto ciò si traduce, in definitiva, in un più rapido ritorno del suo investimento. Per quanto riguarda i rapporti di partnership con allestitori specializzati e il mercato delle municipalità, negli ultimi anni Iveco ha fortemente investito, creando non solo una sor ta di "gamma nella gamma", che oggi annovera oltre 500 versioni di modelli dedicati, ma anche un ente ad hoc, denominato Tender, Body Builders & Regulations Support. Esso ha il compito di gestire le cosiddette "utility urbane", cioè le attività finalizzate a garantire una migliore qualità di vita di una comunità, dalla raccolta dei rifiuti solidi urbani a quella degli spurghi, dalle spazzatrici ai lavacassonetti, per finire con i veicoli per la manutenzione dei giardini e della rete gas, elettrica, idraulica e fognaria. Per incontrare le esigenze dei compiti della distribuzione urbana, invece, Iveco risponde con una gamma di medi e pesanti stradali sempre più ampia e competitiva. È il caso dei modelli della gamma EuroCargo, con cui Iveco risponde a tutte le necessità della distribuzione: spostamenti in aree urbane sempre più caotiche, consegne sempre più veloci e di piccole o medie quantità di merci anche su tratte medio-lunghe, autisti che lavorano in condizioni sempre più difficili e di maggiore responsabilità. Versatilità, produttività, sicurezza e tutela dell'ambiente sono anche i cardini intorno ai quali Iveco ha sviluppato Stralis, la nuova generazione di veicoli con ptt superiore alle 18 tonnellate. Iveco, Ferrari e Maserati del Russian & North European Tour

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Iveco e Allison Transmission presentano in anteprima un road-show in quattro tappe che vedrà i due marchi protagonisti sulle autostrade e sugli autodromi italiani. L'evento nasce con l'obiettivo di presentare ai clienti delle municipalità e della distribuzione urbana una tipologia di veicoli dedicati a questi specifici segmenti di mercato e particolarmente vantaggiosi in termini di redditività e prestazioni. Per quattro fine settimana, da fine maggio a inizio luglio, una carovana costituita da sei veicoli Iveco equipaggiati con cambio Allison Transmission, attraverserà l'Italia dal Sud al Nord per fare tappa presso gli autodromi di Pergusa, Vallelunga, Imola e Monza. Faranno parte della spedizione quattro veicoli della gamma media EuroCargo e due pesanti Stralis Active Day. Il programma del road-show prevede diversi momenti di incontro, per consentire loro una maggiore attenzione. I clienti saranno divisi in piccoli gruppi e parteciperanno, in successione, alla presentazione tecnica dei veicoli Iveco e dei cambi Allison Transmission, alla presentazione degli allestimenti e ad una prova su pista dei veicoli della carovana. Al termine è prevista un'entusiasmante prova sul circuito di gara a bordo di due Ferrari modello 360 Challenge in compagnia di tre piloti professionisti. In vista dell'imminente ingresso nel mercato russo, il Gruppo Ferrari Maserati ha organizzato, con la collaborazione di Iveco, il "Russian & Nor th European Tour", di oltre 10.000 chilometri su un impegnativo itinerario in Nord Europa. La partenza è avvenuta da Modena il giorno 5 marzo e l'arrivo il 12 aprile a Torino. Le auto par tecipanti erano una Ferrari 575M Maranello, una 360 Modena, una Maserati Quattroporte ed una Spyder Cambiocorsa. I mezzi di supporto erano due Iveco; un EuroCargo 75 E 17 con motore Tector adibito al trasporto gomme (Pirelli Winter SPN) e ricambi ed un Daily Combi HPI da 120 CV apripista alla carovana. L'Eurocargo disponeva oltre al posto guida, di due posti per i passeggeri, ed era fornito di un riscaldatore supplementare per i climi rigidi del Nord Europa e della Russia. Anche l'olio motore (Helix della Shell) è stato scelto particolarmente fluido per evitare problemi legati al freddo. Il Daily Combi HPI, anch'esso con riscaldatore supplementare, ha subito alcune modifiche legate all'uso dedicato ai fotografi e operatori TV.

L'ultima fila di sedili è stata girata per consentire di realizzare le immagini in maniera ideale. I mezzi sono stati preparati dall'ente Technical and Customer Support di Iveco. Il tour ha attraversato Germania, Danimarca, Svezia, Finlandia, Russia, Repubbliche Baltiche, Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Italia. Il Gruppo Ferrari Maserati ha chiesto ad Iveco di essere supportato, durante tutto il raid, con la propria rete capillare di dealer e officine. In occasione delle soste tecniche lungo il percorso, Iveco ha quindi avuto la possibilità di organizzare, in alcune occasioni, degli eventi presso i propri dealer. Ha così coinvolto in sei paesi clienti, stampa e autorità locali, riscuotendo sempre un gran successo vista la fama ed il fascino delle auto impegnate nel Tour. L'arrivo del Tour nel Centro Polifunzionale Iveco ha fornito l'occasione per organizzare una visita per gli invitati all'Iveco Customer Support Center. È ormai una legge di mercato che la competitività si giochi sul campo della tecnologia e dei servizi connessi all'azione commerciale e alla vendita vera e propria. Iveco - che negli ultimi anni ha investito oltre due miliardi di euro per il rinnovo completo della sua gamma veicoli - ha ben compreso questa legge e l'ha fatta propria realizzando veri e propri poli di eccellenza a vantaggio dei clienti. Uno di questi è il Customer Support Center, un centro a livello internazionale da cui vengono sviluppate e gestite le attività di assistenza postvendita, formazione e aggiornamento, diagnostica e supporto tecnico a favore dei clienti ed a supporto della rete di vendita e assistenziale. L'accentramento di tutte le suddette attività determina notevoli vantaggi tanto per il mercato, che beneficia di un continuo interscambio di informazioni ed esperienze, quanto per Iveco stessa che può verificare in continuo la reazione dei clienti ai suoi prodotti, le problematiche che possono interClient Center Iveco

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venire e via dicendo. Il centro vede impegnate 150 persone circa e, annualmente, accoglie 7500 tecnici dall'Italia e dall'estero, per la formazione e l'aggiornamento. Del Customer Support Center fanno parte i seguenti ser vizi: Client Center, Product Academy, Serviceability, Documentation Abilities. * Client Center: è il servizio di Assistance Non Stop che impiega 80 persone, 24 ore su 24, 365 giorni l'anno, nelle 7 principali lingue comunitarie, che sono a disposizione dei possessori di veicoli Iveco, di qualunque modello, in garanzia o non, in qualsiasi punto dell'Europa si trovino. Il loro compito è quello di "farsi carico" dell'eventuale problema del veicolo, individuare non solo l'officina autorizzata più vicina ma anche quella più adatta allo specifico tipo di guasto, verificare l'andamento dell'intervento e supportare l'officina e l'autista fino ad avvenuta riparazione. Il servizio comprende le riparazioni sul veicolo e anche quelle sui vari allestimenti che il mezzo può avere. Qualora insorgessero problemi di reperimento dell'eventuale pezzo di ricambio, il Call Center attiva il servizio Windelivery, che si preoccupa di reperire il ricambio presso tutte le fonti di disponibilità (magazzini Iveco, stabilimenti, fornitori) e inviarlo, nel più breve tempo possibile, presso il Dealer o l'Officina specializzata che sta svolgendo l'intervento. Il Client Center gestisce circa 94.000 casi l'anno, con notevoli vantaggi per l'attività dei trasportatori, poiché il tempo di fermata degli autisti per oltre il 50% dei casi non supera le 3 ore. Questa antenna sensibile sul mercato consente, inoltre, di monitorare la tipologia e la frequenza delle problematiche emergenti sui veicoli durante il loro utilizzo, fornendo informazioni fondamentali a tutto il sistema Iveco: dalla progettazione fino alle fasi di diagnostica e di formazione. * Marketing Suppor t: le azioni di marketing si traducono in campagne telefoniche mirate, realizzate per conto di clienti, della rete, delle varie realtà aziendali. Tali azioni si articolano in Teleselling, Prospecting, Customer profiling, Traffic Building, Customer satisfaction e Sondaggi e ricerche di mercato * Additional Services: chiamando il Client Center Iveco, in pochi minuti, l'operatrice vi fornirà le ultime offerte di carico presenti nella borsa noli Transpobank, relative alla tratta di vostro interesse. Attraverso questo Lavori Pubblici n. 8 maggio - giugno 2004

servizio potrete essere messi in contatto, in tempo reale, con 12 nazioni europee e con oltre 35.000 utenti autotraspor tatori e spedizionieri, potendo contare su migliaia di offerte di carico al giorno. Il servizio che il Client Center offre ai clienti Iveco consente di: ridurre le percorrenze a vuoto, tempi e costi della ricerca telefonica dei carichi, ed aumentare il proprio numero di Clienti * Product Academy è un altro protagonista del Customer Suppor t Center. Si tratta di un centro per la formazione che assicura il presidio delle competenze riparative e diagnostiche delle reti assistenziali Iveco e dei grandi clienti. Professionisti altamente specializzati predispongono il materiale didattico necessario alla formazione dei tecnici di officina, utilizzando tanto le collaudate metodologie tradizionali (sessioni di aula e pratica su gruppi meccanici e veicoli completi), quanto realizzando suppor ti multimediali avanzati. Fiore all'occhiello della Product Academy è il Simulatore Virtuale che, attraverso l'uso di computer dedicati ed alla semplicità manuale del mouse, consente, appunto, di simulare tutte le fasi di intervento diagnostico e riparativo sui mezzi Iveco, facendo agire il tecnico di officina in formazione su ogni parte del veicolo come se stesse operando nella propria officina. Le più svariate tipologie di guasto possono essere impostate dalla "console" dell'istruttore che, sempre per via virtuale monitorizza e valuta le tecniche di diagnosi degli allievi. In questo modo l'allievo diventa il vero protagonista della formazione. La Product Academy di Torino eroga circa 17.000 giornate di formazione all'anno coinvolgendo non meno di 7.500 tecnici in training. Ma questo è solo il cuore di una Rete Internazionale di Training Center che dal Por togallo alla Danimarca, dalla Turchia all'Australia copre direttamente più di 30 Paesi, formando annualmente oltre 20.000 tecnici in tutto il mondo. * Nel Centro Diagnostico si effettua un'altra attività chiave di supporto alla rete dei dealer e alle officine autorizzate, che significa un decisivo passo avanti nell'assistenza alle officine: la telediagnosi, cioè il controllo remoto via modem del funzionamento e diagnosi dell'intero veicolo. Grazie a questa tecnologia, un esperto tecnico diagnostico situato all'interno del Customer Support Center è in grado di collaborare con i tecnici di officina sul campo (anche a

migliaia di km) per individuare i guasti e guidare l'intervento riparativo, compresa la riprogrammazione delle centraline presenti sui veicoli. * Serviceability: in una realtà come quella del Customer Support Center, a diretto contatto con il mercato e la rete, diventa logico far operare un gruppo di professionisti, appartenenti alla più ampia area del Technical Service Iveco, con il compito di fornire supporto e consulenze tecniche all'ingegneria Iveco nell'ottica del miglioramento dell'assistenza del prodotto finale. Le attività prevalenti riguardano la progettazione e la costruzione prototipale degli strumenti di riparazione e l'elaborazione e la diffusione delle informazioni necessarie alla riparazione. * Documentation Abilities: nell'ambito del Customer Support Center, un gruppo di addetti specializzati realizza infine i contenuti di tutta la documentazione di bordo di un veicolo e della manualistica tecnica per la rete assistenziale Iveco. Il 28 aprile scorso la Iveco ha consegnato un veicolo Daily 40.10WM 4x4 alla fondazione Exodus. Il veicolo, destinato al progetto umanitario "Ambalaki" in Madagascar. L'Iveco 40.10WM, della gamma Daily, è di derivazione militare e viene prodotto anche per usi civili per i mercati extra-europei. Il veicolo è a quattro ruote motrici, estremamente robusto ed è stato allestito dalla Mussa e Graziano con un particolare cassone dotato di panchette per il trasporto di dieci persone ma che all'ocorrenza possono essere ribaltate per caricare viveri o attrezzature mediche. Sempre nel cassone si trova un robusto box predisposto per contenere gli strumenti e le dotazioni mediche necessari per gli interventi di emergenza e le analisi basilari. L'allestimento è centinato e ricoperto con un telone di un tessuto che consente la traspirazione. Il motore è il 4 cilindri Sofim turbodiesel da 2.800 cm3 e 90 CV di potenza, il passo è di 3,2 m. Iveco Daily 40.10WM 4x4 per la fondazione Exodus

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VERDE

Tifway 419: un rimedio sicuro per i tappeti erbosi dei campi sportivi DOTT. AGRONOMO PINO MOSSA - Eco Green Service - Cagliari Le Bermude ibride migliorate oggigiorno sono tante; tra tutte, si distingue per l’estetica, per la tolleranza all’usura e al calpestio, la Tifway 419. Grazie alla sua struttura fine, crea un tappeto erboso denso, molto compatto, capace di resistere allo sforzo prodotto dallo sport professionistico, riuscendo anche a soddisfare le esigenze dei fairways e dei tees dei campi da golf. Tifway 419 è una Bermuda ibrida migliorata: si presenta con una fine tessitura, tappeto di Bermuda ibrido denso, che si distingue nelle alte zone di calpestio o nelle aeree più sfruttate del campo. È più aggressiva del Tifgreen e tiene relativamente più a lungo il proprio colore nei mesi invernali. Ha prestazioni notevoli con forte presenza di sole, con un’altezza di taglio di 1,3 - 1,8 cm. Una volta completamente insediato, ha tolleranza eccellente agli stress termici e, in situazioni di siccità, recupera rapidamente anche se lasciato in situazioni d’abbandono o negligenza di manutenzione. Queste essenze erbacee sono suggerite per le zone completamente soleggiate con pesante traffico (forte calpestio), in frequenti occasioni di uso. Vengono utilizzate molto bene nei campi di atletica, golf, calcio e rugby. Il tappeto erboso si sviluppa dagli stoloni di alta qualità che sono propagati in un ambiente di coltura controllato. Ciò per dar vita ad una crescita sana e virtualmente esente da erbacce, da insetti nocivi del verde e da

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malattie. Prima della raccolta, Tifway 419 è falciato uniformemente ad un’altezza di circa 1,8 cm. E’ sufficientemente asciutto per il trasporto ed il maneggiamento, tuttavia, spedito umido, se ne facilita l’installazione. Dovrebbe essere posato immediatamente dopo la consegna, al massimo entro tre giorni. Una volta sistemato correttamente, è tollerante sia al forte calore che alla siccità, potendo sostenere le temperature al di sopra di 100 gradi Farenheit, e preferisce una presenza completa del sole con poca o nessuna ombra. Fra le graminacee, questa è più resistente all’usura della maggior parte delle gramigne ibride, e si riprende rapidamente dai danni subiti, quali il forte calpestio derivante dal gioco agonistico o quelli provocati dalle macchine della manutenzione. Il manto erboso esibisce un colore verde scuro, maggiormente gradito per esigenze televisive: ha un verde più scuro che il Tifgreen e Tifsport 2, ed è più acceso del GN-1, di origine australiana. Con le pratiche di manutenzione adeguate, produce pochissime infiorescenze. È un ibrido tra Cynodon Dactylon e Cynodon Transvalensis. Con una corretta manutenzione il Tifway 419, esibirà un buon colore anche d’inverno, sebbene più tenue. La dormienza nelle zone interne durerà generalmente da fine novembre sino alla prima metà di marzo. Nei nostri ambienti meridionali la dormienza durerà non oltre due mesi, ed in alcune zone a microclima favorevole non andrà in riposo.

Questo tappeto in erba ha una tolleranza molto elevata alla salinità dell’acqua e del terreno, presenti sia nelle zone litoranee che in particolari aree oggetto di bonifica. Dopo un certo periodo di tempo tutti gli ibridi di Bermuda sviluppano il feltro. Tifway 419 è molto simile al Santana nel produrre il feltro e lo crea più velocemente del Tifgreen e del GN-1. Le procedure di manutenzione includono un programma di taglio normale durante il periodo della crescita, un livello moderatamente basso di fertilizzazione ma con un verticutting annuo per mantenere il feltro sotto controllo. Per evitare di asciugarsi e permettere alla nuova zolla di radicare, il manto erboso appena posato, dovrebbe essere innaffiato giornalmente in più tur ni per essere tenuto bagnato durante i primi 7-10 giorni. Una volta che la nuova zolla ha radicato, la frequenza d’innaffiamento dovrebbe essere ridotta. Tenendo presente le varie tipologie di terreno e le condizioni climatiche, è difficile da suggerire un programma d’innaffiamento preciso. Tuttavia, bagnare l’erba ogni 2-3 giorni è generalmente sufficiente durante il periodo d’insediamento. Il 1. Tappeto erboso in Tifway 419 idrostolonizzato - Golf El Cabo Bassa California. 2. Rifacimento tappeto erboso, Campo di Calcio di Pasadena Los Angeles, con rotoloni di Tifway 419

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Tifway 419 dovrebbe essere rasato almeno settimanalmente durante il periodo della crescita, preferibilmente con un tagliaerba elicoidale, e dovrebbe essere tagliato ad un’altezza di 1,5 - 1,8 cm per favorire la radicazione, evitando lo “scalping”. Per mantenere bellezza, colore e densità, il tappeto verde richiede un costante programma mensile di fertilizzazione: durante la primavera, l’estate ed i mesi seguenti, dovrebbe essere fertilizzato con 1.500 g d’azoto per ogni 1.000 m2 di prato, per 3 somministrazioni. Tifway 419 è virtualmente esente da erbacce, da insetti e da malattie prima della consegna. Tuttavia, in alcune installazioni, i problemi degli insetti e dell’erbaccia possono verificarsi per l’influenza dei prati vicini. Le varie cure di manutenzione possono essere utilizzate per eliminare questo tipo di problemi. Per quanto riguarda le infestanti, con la vigoria della gramigna, queste non riescono ad insediarsi, anche per via dell’altezza del taglio, che stressa qualsiasi tipo d’infestante. Sino ad oggi i campi di calcio sono stati realizzati con miscugli di graminacee da stagione fredda (microterme) Lolium Perenne, Festuca Arundinacea, Poa Pratensis, per via dei nostri climi eccessivamente caldo umidi, che creano condizioni ideali per l’attacco di malattie funginee, le quali possono distruggere il tappeto erboso in 2 - 3 giorni: è oggi sempre più importante pensare ad un cambio di strategia. Dal punto climatico l’Italia appartiene alla zona climatica n° 7 e n° 6. Una strada obbligata, che dev’esser percorsa in tali situazioni, è l’impianto di un ibrido di gramigna, preferibilmente Tifway 419, come d’altronde si registra negli Stati Uniti ed in tutti quegli stati con un’area climatica uguale alla nostra. Una prima realizzazione, a mio avviso fondamentale, seppure timidamente, è stata effettuata nel tappeto

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dello Stadio Olimpico con ottimi risultati, ed oggi, a distanza di alcuni mesi dall’impianto, si decantano i grossi vantaggi di tale svolta tecnica epocale. E sono certo che a breve non tarderanno a realizzarsi molti esempi analoghi. Tale adeguamento verrà certamente realizzato in pochi anni nella maggior parte dei campi di calcio del centro - sud Italia. Ne beneficerà senz’altro il gioco, in quanto più regolare, più veloce, con una superficie del manto più uniforme, e con minor rischio d’infortuni per i giocatori, che in termini economici pesano sui bilanci della società anche in fattori di risultati. A quest’innovazione molte società sono sorde più per cattiva informazione sulle caratteristiche positive del tappeto che per valide giustificazioni. Dal lato economico, non è sostenibile neanche la tesi che la costruzione del tappeto in gramigna sia più costoso di quello tradizionale: oggi, con la concorrenza tra i vari vivai che producono il Tifway 419, i costi della realizzazione si sono quasi equiparati con i tappeti di microterme. In contrapposizione, la manutenzione del tappeto con l’ibrido della gramigna è molto più semplice, più economico e con un risultato decisamente superiore. Molti club, in tale scelta sono condizionati negativamente dalle società di manutenzione, poiché mancano del tutto le nuove tecniche di mantenimento, sia perché non si vuol digerire il dover annualmente procedere ad una trasemina autunnale (metà - fine settembre) di una graminacea come il Lolium Perenne che sostituisce per alcuni mesi il tappeto in gramigna, che, seppure in dormienza, lavora positivamente, assicurando un sottofondo per il Loietto consistente e resistente al gioco pesante ed agli eccessivi carichi di gioco. A questo riguardo sarebbe auspicabile che gli Organi Tecnici preposti (Coni, Lega Calcio ed Enti proprietari

di campi sportivi), al pari di ciò che si è organizzato presso la Federazione Nazionale Golf, organizzi un centro tecnico per tappeti erbosi al fine di dare un supporto serio ed una consulenza tecnica alle varie squadre di calcio. In tale svolta è indispensabile che ci si adoperi al convincimento, perché, con il disinteresse finora mostrato, si sta assistendo al vecchio proverbio “tra i due litiganti il terzo gode”. In questo caso il terzo non è il tappeto in sintetico, che, per fortuna, a mio modesto parere, riveste un incomodo passeggero, al pari di ciò che si registrò negli USA alcune decine d’anni or sono, per via delle potenti lobby dei petrolieri. Oggi i tappeti in sintetico negli USA sono stati del tutto dimenticati. Per quanto riguarda le tecniche di realizzazione dei tappeti in ibridi di gramigna, i lavori di preparazione del sottofondo del campo, dei dreni dell’impianto d’irrigazione dei materiali terrosi, sono gli stessi per le due tipologie. Il tappeto in Tifway si realizza invece o con l’utilizzo del tappeto pronto (in rotoloni da 1 m di larghezza, o in quadri da 40 - 45 cm di larghezza), oppure usando gli stoloni, che vengono distribuiti con macchine meccaniche a dischi, o con il sistema d’idrostolonizzazione, che costituisce la tecnica più evoluta, sia per la velocità di realizzazione dell’intervento, sia per il costo dell’operazione, sia per la velocità d’insediamento del nuovo tappeto, che consente di aprire il campo al gioco in sei settimane circa, contro le 12 - 16 settimane dei tappeti di microter me da seme. Inoltre i costi di una stolonizzazione con un pregiato ibrido di gramigna non supera i 3 euro il m2. 3. Macchina idrostolonizzatrice stoloni di gramigna per interventi su golf, calcio, equitazione ecc. 4. Stendizolle in rotoloni di Tifway 419

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ATTREZZATURE

Frantumapietre Midipierre e Midipierre-Way GIORGIA MARCHELLI

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Nata 65 anni fa ad Appiano in Alto Adige, la Seppi M. è leader nella produzione di trinciatutto professionali e decespugliatori forestali che vengono commercializzati ormai da decenni a livello mondiale. Tutti i prodotti vengono progettati e costruiti a Caldaro, in provincia di Bolzano, seguendo i più severi controlli sulla qualità di costruzione e assemblaggio per mantenere quegli standard qualitativi che l’azienda dalla sua nascita ha sempre tenuto in primo piano. Le frantumapietre Seppi modello Midipierre e Midipierre-Way sono frutto della tecnologia, della competenza e dell’esperienza maturata dalla costante collaborazione con utilizza-

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tori di tutto il mondo. Da queste sinergie sono state congegnate delle frantumapietre molto versatili per l’utilizzo in strade forestali, ripristini stradali, livellamenti di strade bianche, bonifiche agrarie a tutto campo prima della semina o tra i filari in frutticoltura e viticoltura, piste da sci ed in qualunque situazione dove si abbia l’esigenza di macinare i sassi. L’Azienda Manincor di Caldaro utilizza regolarmente la Midipierre per la cura dei propri 40 ettari di vigneto e 16 di frutteto, in particolar modo a inizio stagione, per frantumare i sassi prima che cresca l’erba fra i filari, in modo che non sussistano problemi nel momento in cui il verde è da

tagliare: nè di sassi che danneggino i macchinari per lo sfalcio, nè di pietre che schizzino pericolosamente in giro. Il modello usato, da 150 cm di larghezza, è l’ideale per trattare il terreno fra filari di vigne posizionati a distanza di 2 m; inoltre, per lavori di questo genere, non necessita nè di compattare nè di spianare, e, senza macinare in profondità, ma soltanto in superficie, permette al materiale frantumato che fuoriesce per tutta la larghezza della macchina di allargarsi da solo, rimanendo soffice in mezzo 1. 2. 3. Midipierre-Way sulla strada forestale della Paganella 4. Midipierre nei vigneti di Caldaro

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alle piante. I terreni sottoposti a lavorazioni di questo genere risultano molto più facilmente coltivabili. Il sig. Werner Mazzonelli di Terlago (TN), terzista che lavora per l’ente pubblico e per privati nello sfalcio lungo le strade, lavori forestali, scavi e lavori di pulizia nelle aree incolte, adopera invece più di sovente la Midipierre-Way. Con la frantumapietre da 150 cm, con lama livellatrice e rullo compattatore, montata dietro un trattore New Holland 115, ha preparato circa 2,5 km di nuova strada forestale che porta alla Paganella dal versante di Andalo. Partendo da sassi di diametro 25-30 cm (precedentemente portati a queste dimensioni dal martellone di un escavatore), ha completamente macinato il materiale, creando uno stabilizzato, poi compresso con il rullo: il risultato è stato quello di una perfetta compattazione. Entrambe le macchine lavorano con attacco a 3 punti e presa di forza a 540 o 1.000 giri/minuto sull’albero cardano della macchina, e necessitano di un trattore che abbia il cambio con superriduttore: le operazioni di montaggio e smontaggio dell’attrezzatura comportano soltanto pochi minuti. Grazie ad un basso assorbi-

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mento di potenza possono essere utilizzate con trattori da 70 CV fino a 146 CV, con velocità di avanzamento da 600 fino a 1.200 metri/ora, in base alla larghezza di lavoro e del materiale da lavorare. La prerogativa di queste macchine, rispetto a quelle di altri produttori, è che non necessitano di grandi potenze, essendo quindi attrezzature ideali per trattori da 70 120 CV, facilmente presenti in ogni azienda, oltre alla compattezza ed alla semplicità di utilizzo. Le larghezze di lavoro variano dai 100 cm ai 225 cm per la Midipierre e dai 150 cm ai 200 cm per la Midipierre-Way. Possono essere dotate di utensili liberi a mazze o di utensili fissi in materiale duro e di slitte di appoggio regolabili in profondità con una speciale configurazione per convogliare il materiale da macinare verso il rotore. La versione Midipierre-Way è dotata di utensili fissi con posizione elicoidale sul rotore, doppia trasmissione laterale con 10 cinghie speciali, cofano apribile idraulico, lama posteriore livellatrice e rullo compattatore regolabile. La Midipierre-Way si differenzia quindi dalla Midipierre per due aspetti fondamentali: la doppia trasmissione, a cinghie speciali, sia sulla destra che

sulla sinistra; e per il fatto di avere il rotore con gli utensili fissi, non rientranti; è inoltre già dotata di serie sia della lama per livellare il terreno, che del rullo compattatore regolabile posteriore. Tutte e due le macchine sono ideali per il complesso dei lavori in cui è necessario frantumare pietre, sia in superficie che in profondità, arrivando a quella massima di 10 - 15 cm. Il diametro dei sassi da macinare, fino a 15 - 20 cm, a seconda della tipologia e durezza del materiale, è regolabile dall’operatore in due differenti modi: tramite il cofano idraulico regolabile, che permette anche di stabilire il diametro del macinato che si vuole ottenere, e con la velocità di avanzamento - con velocità minori si creano materiali macinati di dimensioni inferiori. I telai, costruiti in acciaio speciale ardox, che, con spessori ridotti, resiste agli urti e all’usura più dell’acciaio normale, con rinforzi antiusura, permettono di avere delle macchine leggere senza rinunciare alla robustezza ed affidabilità, dati che da sempre hanno contraddistinto il marchio Seppi M. 1. 4. Midipierre-Way 2. 3. Midipierre

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ARREDO URBANO

Sistema d’illuminazione stradale LED Millennio: high-tech Sono in questo momento in atto in Germania le prime installazioni del nuovissimo sistema d’illuminazione stradale LED Millennio: presentato in una conferenza stampa l’anno scorso in anteprima mondiale a Milano, e proposto come assoluta innovazione alla fiera Europolis di Bologna nel febbraio di quest’anno, è stato concepito e realizzato affinché rispetti le recenti normative italiane ed europee sull’inquinamento luminoso. Millennio è per eccellenza un prodotto d’ alta tecnologia. Hess, nel primo sistema d’illuminazione stradale prodotto a livello mondiale con tecnologia LED, riunisce i vantaggi della moderna tecnologia a diodi luminosi con il direzionamento ottimale della luce ed un design innovativo. Concepito per strade, piazze e zone pedonali, Millennio è completamente al servizio dell’uomo, dell’ambiente e della natura: ergonomico, economico ed ecologico. Lo spazio notturno si presenta immerso in una gradevole luce bianca. Questa percezione positiva viene creata grazie all’interazione di vari LED colorati (RGB) e ad una nuova lente di precisione che crea un ampio fascio di luce. La luce viene distribuita uniformemente da un’altezza di 4,50 m sullo spazio utile sottostante, e vengono evitati dispersione ed abbagliamento. I gestori possono inoltre usufruire del ridotto consumo energe-

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tico e della lunga durata (fino a 50.000 ore) dei LED. Per tanto Millennio non necessita in pratica di manutenzione. Il design della lampada si basa sul concetto minimalista della tecnologia LED. I ridotti requisiti statici consentono di creare strutture sottili e lineari, che rendono il sistema estremamente discreto durante il giorno. L’alluminio è il materiale maggiormente impiegato nella costruzione. Le superfici sono anodizzate, di elevata qualità e non necessitano di alcun trattamento supplementare. Forma e dimensioni degli apparecchi Millennio sono determinati fondamentalmente dalla tecnologia LED. Il corpo della lampada è costituito da due profili di alluminio paralleli, sottili ed eleganti, nei quali sono integrati i 450 LED e la lente speciale. Il palo riprende le linee essenziali della lampada, ed al suo interno è alloggiato il blocco elettrico. Su quattro lati esterni è presente una scanalatura verticale a T, in ciascuna delle quali può essere inserito il braccio della lampada che rappresenta un elemento funzionale ed estetico. Grazie alle scanalature a T il palo è molto più di un semplice supporto per gli apparecchi. Negli spazi pubblici può essere impiegato come strumento multifunzionale. Sui quattro lati è possibile applicare diversi oggetti di arredo, dal cestino dei rifiuti, ai cartel-

li stradali fino ai semafori. Anche in questo si rispecchia il concetto innovativo di un sistema all’insegna dell’essenzialità. La tecnica d’illuminazione applicata nel sistema Millennio, è stata sviluppata da Hess in collaborazione con il Bartenbach Lichtlabor. Il design è a opera di Karsten Winkels, bauwerkstadt, Dortmund.

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dal 1889

ANGELO BOMBELLI COSTRUZIONI METALLICHE S.r.L. 20134 MILANO - VIA G.VENTURA 14 TEL.022157858-820 - FAX 0226410069E-mail:bombelli@bombelli.it - Internet:www.bombelli.it



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