Soluzioni per lavori pubblici 84

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Mercedes-Benz Trucks you can trust




6 GPP e Criteri Comuni Europei per la progettazione, costruzione e manutenzione delle strade Silvano Falocco 8 Turbine Schmidt Supra per l'emergenza neve in Centro Italia 10 John Deere presenta i nuovi modelli di punta della serie 6R 12 Il Comune di Livo sceglie il marchio Caron Ga. Marchelli 14 La versione recente della frantumasassi e fresa forestale Supersoil con rotore ad alta densità 16 Serie Hako Citymaster: compattezza, polifunzionalità, efficienza! 19 Iterchimica, partner per la progettazione e realizzazione di pavimentazioni stradali economiche e di pregio 20 Veicoli speciali Fresia: esperienza secolare, spinta innovativa e sicurezza totale con Brigade Elettronica 21 Il nuovo 5R va in tournée 22 Pellenc gamma Rasion: una nuova prospettiva per i giardinieri 23 Herby dalla A alla Z Gh. Marchelli 24 La microfiltrazione dell'olio come investimento: una pratica utile e conveniente 25 Al Museo Unimog di Gaggenau un nuovo U4023 con cabina doppia per alto fuoristrada 26 70 anni di Unimog: buon compleanno! 28 Unimog, un amico per l'inverno in tutta Europa 29 Il Comune di Gosaldo si attrezza con un nuovo Unimog U218 Ga. Marchelli 30 MultiOne: la soluzione più completa per il verde comunale 32 Un sicuro stop alle buche, le soluzioni di Elia Peroni 34 Progettazione delle opere pubbliche e gestione faunistica Marco Dinetti 36 I piloti della Dakar elogiano le trasmissioni Allison dopo una durissima gara off-road 37 Piastra rullante VPR 700 38 Aldo Annovi, la turbofresa per ogni utilizzo 40 Sci3000 propone un programma per il calcolo della capacità delle rotatorie Lucia Simoncin 42 Asili in legno per i comuni: Containex offre la soluzione! Ga. Marchelli

n. 84 gennaio - febbraio 2017

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GPP e Criteri Comuni Europei per la progettazione, costruzione e manutenzione delle strade SILVANO FALOCCO - Fondazione Ecosistemi

Sono stati da poco pubblicati i Criteri Comuni Europei per gli appalti pubblici verdi in materia di progettazione, costruzione e manutenzione stradale. I criteri contengono raccomandazioni che si applicano sia alla costruzione di nuove strade, sia alla manutenzione e al ripristino di quelle già esistenti e riguardano gli impatti ambientali individuati nelle principali fasi di tali lavori: definizione preliminare del campo di applicazione e fattibilità; requisiti dettagliati di progettazione e prestazione; costruzione o importanti opere di ampliamento; uso della strada; manutenzione ed esercizio; fine vita, ad esempio smantellamento della strada... Ma quali sono gli impatti ambientali individuati da questo documento? I principali impatti ambientali derivano dal traffico giornaliero (consumo di carburante di autovetture e autocarri pesanti) durante la fase di utilizzo della strada. La resistenza al rotolamento, associata alla struttura della pavimentazione, ha in genere il massimo impatto potenziale, in quanto è direttamente correlata al consumo di carburante degli autoveicoli. Una riduzione del 10% della resistenza al rotolamento potrebbe favorire un miglioramento del risparmio di carburante pari all'1 - 2%. 6

La congestione può essere invece attribuita a fattori che esulano dall'ambito dei lavori pubblici o direttamente correlati ad essi. La fase che si colloca al secondo posto in termini d'impatti ambientali nel ciclo di vita di una strada è quella della costruzione, in cui i punti critici riguardano le risorse impiegate, nonché le emissioni e gli impatti sull'ecosistema legati alla produzione di materiali, compresi l'estrazione e il trasporto. Sull'impiego delle risorse incide la quantità di rifiuti generati durante i processi di fabbricazione dei prodotti, costruzione in cantiere e manutenzione, che può essere di entità significativa rispetto ai flussi complessivi di materiali all'interno di un cantiere. Ciò evidenzia l'importanza di progettare un uso efficiente delle risorse, dove tra i componenti stradali più significativi da tenere in considerazione figurano il sottofondo, inclusi lo sterro e i lavori preparatori, lo strato di fondazione, la base, lo strato di collegamento e superficiale o il piano stradale in cemento armato. A tale proposito, il riciclaggio e il riutilizzo di materiali e prodotti da costruzione possono contribuire alla riduzione degli impatti ambientali e allo sviluppo di un'economia circolare. In presenza di materiali

da costruzione pesanti e di grande volume è opportuno considerare gli impatti associati al trasporto degli aggregati (naturali, riciclati o secondari) verso i siti di produzione. Il trasporto di tali materiali avviene generalmente su autocarri, il che si traduce in emissioni legate ai combustibili di norma superiori o pari a quelle per la produzione di questi materiali. Se questi ultimi sono trasportati a distanze superiori a 25 km, le emissioni risultanti possono incidere significativamente sugli impatti ambientali della fase produttiva dei principali elementi della strada. Ridurre al minimo tali emissioni può servire a promuovere l'uso di modalità di trasporto di minore impatto per questi materiali, come ad esempio il trasporto ferroviario o marittimo. Infine, l'utilizzo di materiali riciclati come gli aggregati da rifiuti da costruzione e demolizione può contribuire allo sviluppo di un mercato per tali materiali, in linea con gli obiettivi dell'UE in materia di economia circolare, oltre a procurare vantaggi correlati in termini di efficienza delle risorse. In condizioni orografiche complesse, gli impatti relativi allo sterro e ai lavori preparatori, compresi la stabilizzazione del suolo, possono rappresentare la parte principale delle emissioni totali e fino al 30% del costo del progetto. La manutenzione e il ripristino stanno attualmente assumendo un ruolo sempre più di rilievo, visti i cali nel settore della costruzione di nuove strade. La manutenzione non deve essere considerata come una semplice ripetizione delle attività di ripristino e riparazione, bensì come una rete complessa di strategie di pianificazione, compresa la valutazione sulla resistenza al rotolamento, la congestione e la durata dei materiali per il manto stradale. Questa fase è carat-

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terizzata dalla produzione del materiale e dalla congestione, in modo simile alla fase di costruzione. Secondo diversi studi esiste un chiaro legame tra gli aspetti di durevolezza e sostenibilità. Pertanto, in caso di utilizzo di materiali resistenti, si riduce la necessità di manutenzione. Un fattore importante è l'influenza del flusso di traffico sull'importanza relativa dei punti critici identificati: nelle strade fortemente trafficate (ad es. autostrade, superstrade e strade principali nazionali), la resistenza al rotolamento e la congestione hanno gli impatti più elevati sul consumo di energia e sulle emissioni. La produzione dei materiali e il trasporto costituiscono il terzo aspetto da prendere in considerazione per ordine di importanza. Nelle strade con poco traffico (ad esempio strade secondarie e altre strade): i maggiori impatti sul consumo di energia e sulle emissioni derivano dalla produzione dei materiali e dal trasporto, piuttosto che dalla resistenza al rotolamento e dalla congestione. L'importanza relativa della produzione dei materiali e del trasporto aumenta con la diminuzione del flusso di traffico. Tra gli altri impatti che in genere non sono compresi negli studi basati sulla valutazione del ciclo di vita (LCA) delle strade, ma che sono tuttavia di particolare importanza, figurano: le emissioni acustiche ambientali e il drenaggio delle acque piovane. Per quanto riguarda il rumore ambientale, il traffico stradale è forse la fonte principale più importante nella maggior parte dell'UE. Esistono due approcci possibili per ridurre il rumo-

re derivante dal traffico stradale: specificare superfici stradali con un basso livello di rumorosità o installare barriere acustiche. Con il drenaggio delle acque piovane si trasmette una serie di inquinanti dalle strade ai corsi d'acqua. La chiave per trattare l'acqua piovana e rimuovere gli inquinanti dalle strade è quella di eliminare il materiale galleggiante (rifiuti e oli) e le particelle solide (sedimento). Vi è la grandissima opportunità che i sistemi di drenaggio delle strade possano fornire la portata di piena tanto necessaria nelle aree a rischio di inondazione. Esistono attualmente due categorie principali di sistemi ingegneristici di drenaggio che si possono distinguere in "ingegneria pesante" (basata maggiormente sul calcestruzzo) o "ingegneria leggera" (basata in misura minore sul calcestruzzo). In termini di contenimento delle inondazioni, entrambi i sistemi possono essere adattati per ridurre in modo considerevole il rischio di allagamento a valle. Per quel che riguarda le tipologie di criteri che devono essere adottati per ridurre gli impatti ambientali lungo il ciclo di vita, questi riguardano: Progettazione e costruzione per conseguire una bassa resistenza al rotolamento (nei limiti dei parametri di sicurezza tecnicamente accettabili) e un corrispondente basso consumo di carburante ed emissioni nelle autostrade e superstrade ottimizzando la macro-tessitura (espressa in profondità media del profilo) e monitorandola durante la fase di utilizzo della strada; Progettazione e specifiche per ridurre gli impatti e l'impiego delle risorse afferenti ai materiali da costruzione;

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Progettazione, specifiche e gestione del sito per massimizzare il riutilizzo in loco dei materiali di scavo e del terreno (compreso lo strato superiore del terreno), massimizzare il riutilizzo/riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione e dei rifiuti derivanti da altri processi industriali e utilizzare materiali da costruzione con un elevato contenuto riciclato o riutilizzato, compresi i sottoprodotti; Specifiche dei metodi per ridurre le emissioni sonore (incluse le soluzioni basate sulla natura) durante la fase di costruzione, utilizzo e manutenzione; Aumento della durata dei materiali e riduzione delle esigenze di manutenzione; Strategie di manutenzione e ripristino, compresi un piano di monitoraggio e un piano di manutenzione; Un piano per mitigare la congestione del traffico, comprese soluzioni quali percorsi alternativi, corsie a senso di marcia reversibile e corsie di emergenza valutati mediante un'analisi LCC; Introduzione di componenti di controllo dell'inquinamento idrico e di componenti con capacità di ritenzione dell'acqua piovana, incluse soluzioni "leggere" d'ingegneria (ad es. soluzioni basate sulla natura) nel sistema di drenaggio, compresa la potenziale creazione dell'habitat al fine di ridurre le acque di scorrimento nelle fognature per l'acqua piovana e la quantità complessiva di acqua che viene immessa nelle fognature per le acque meteoriche a livello locale o le acque superficiali, riducendo in maniera significativa i danni derivanti dalle inondazioni.

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VIABILITA' INVERNALE

Turbine Schmidt Supra per l'emergenza neve in Centro Italia

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E' proprio vero: quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare‌ A seguito delle abbondanti precipitazioni nevose dello scorso mese di gennaio che si sono concentrate sulle zone già martoriate dal sisma, le amministrazioni locali ed i gestori autostradali si sono resi immediatamente conto di aver bisogno dell'intervento di mezzi sgombraneve dalle prestazioni eccezionali. Le richieste di aiuto hanno raggiunto diversi operatori professionali del Nord Italia che, fortunatamente, non era stato interessato da eventi nevosi nello stesso periodo. Le macchine richie-

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ste sono state essenzialmente le turbofrese semoventi Schmidt Supra: le uniche in grado di operare in condizioni che, col passare delle ore, erano diventate gravosissime. Interi paesi e frazioni erano letteralmente sommersi dalla neve e si trattava quindi di lottare contro il tempo e le avverse condizioni meteo per raggiungere le persone e portare viveri e cure mediche dove necessario. In totale sono arrivate sul posto ben 5 turbofrese Supra: la 5001 della ditta Global Service di Livigno, le 4001 delle ditte Levi Trascav e Ghelfi di Campodolcino, la 2001 della ditta

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Conf Costruzioni di Bormio ed una delle Supra 4001 della Veneto Strade di Belluno. Queste macchine incredibili, capaci di lanciare ad oltre 50 metri fino a 5.000 tonnellate di neve all'ora, si sono rivelate ben presto di grande aiuto per fronteggiare la situazione ed hanno lavorato senza sosta per diversi giorni. Come si è rilevato nel corso degli ultimi anni, gli eventi nevosi che interessano il nostro Paese si sono fatti sempre piÚ sporadici, concentrati su aree relativamente circoscritte, ma eccezionalmente abbondanti. Questa

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nuova situazione climatica ha spinto più di un appaltatore e, recentemente, anche importanti amministrazioni pubbliche, a dotarsi di macchine che solo pochi anni fa si ritenevano adatte solo all'apertura dei passi alpini a fine stagione. La nuova turbofresa semovente Schmidt Supra è disponibile in due modelli, che differiscono per la motorizzazione e le dimensioni della testata fresante: Supra 4002 da 450 CV e Supra 5002 da 600 CV. Con la seconda destinata quasi esclusivamente alle operazioni aeroportuali, è la 4002 a fare da padrone in campo civile. Estremamente manovrabile (meno di 9 m il diametro di volta) e compatta (6.500 mm fuori tutto), Supra dispone di una cabina panoramica rialzabile da ben 700 mm con vetratura cielo terra che permette all'operatore una visuale a 360° sull'area di lavoro. Tutti i cristalli sono riscaldati ed i comandi sono estremamente intuitivi. Grazie al sistema computerizzato load sensing, che gestisce la potenza alla testata e l'avanzamento della macchina, l'utilizzo di Supra è così facilitato che anche operatori non dotati di grande esperienza possono ottenere eccezionali prestazioni in brevissimo tempo. Un volante, un joystick multifunzione ed un monitor a colori che fornisce all'operatore tutte le informazioni necessarie: la semplicità e la razionalità del posto di comando sono la chiave del successo delle turbofrese Schmidt Supra. Semplicità di utilizzo che viene però supportata da una tecnologia senza eguali sul mercato: Can-Bus, Load Sensing, autodiagnosi in tempo reale, impianto idraulico di primo livello sono solo alcuni degli ingredienti che rendono le Supra macchine performanti ed affidabili. Ultimamente è stato sviluppato addirittura un dispositivo di guida autonoma che facilita enormemente le operazioni di apertura passi a fine stagio-

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ne: a fronte di una mappatura estiva del percorso, grazie alla tecnologia GPS più sofisticata, la macchina segue la rotta precedentemente memorizzata con scarti inferiori ai 3 cm, anche galleggiando su diversi metri di neve. Si eliminano quindi i rischi di errori umani e la necessità di un operatore a piedi davanti alla macchina per "saggiare" il percorso. Vedere queste macchine al lavoro è uno spettacolo mozzafiato: oltre una tonnellata di neve esce ogni secondo dalla bocca di espulsione, per essere lanciata a 50 metri di distanza... prestazioni che consentono di liberare più velocemente una strada, raggiungere in minore tempo persone in difficoltà, in totale sicurezza. In questi giorni sono in consegna 3 Supra 4002 ad Anas, a seguito di una

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gara di appalto che ha tenuto conto soprattutto dell'aspetto tecnico, prevalente su quello economico quando si tratta di acquistare macchine da utilizzare in emergenza. Abbiamo purtroppo visto che il problema neve esiste: le turbofrese semoventi Schmidt Supra sono un'eccellente arma in più per fronteggiarlo. 1. Supra 4002 - Anas 2. Supra 4001 - Veneto Strade Belluno 3. Supra 4001 - Ditta Ghelfi Campodolcino 4. Supra 5001 - Ditta Global Livigno 5. Supra 2001 - Ditta Conf Costruzioni Bormio 6. Supra 4001 - Ditta Levi Trascav Campodolcino

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PORTATTREZZI

John Deere presenta i nuovi modelli di punta della serie 6R

John Deere ha presentato ufficialmente lo scorso 30 novembre due nuovi trattori 6 cilindri top di gamma con potenza nominale 230 e 250 CV (97/68/CE), concepiti appositamente per soddisfare le necessità di contoterzisti e agricoltori. A partire dal 2017, la linea di trattori 6R John Deere verrà quindi completata da questi nuovi modelli, denominati rispettivamente 6230R e 6250R. I nuovi trattori ridefiniscono gli standard della gamma per quanto riguarda capacità di trasporto, comfort dell'operatore e accelerazione su strada. Grazie a un incremento della potenza del motore di 50 CV con gestione intelligente della potenza (IPM), il modello di punta 6250R fornisce all'occorrenza fino a 300 CV. Con un peso del veicolo estremamente contenuto - sole 9,3 t - il 6250R offre molta più potenza di qualsiasi altro trattore di questa classe di peso, con una densità di potenza ineguagliabile: 31 kg/CV. L'eccellente peso massimo consentito di 15 tonnellate permette una capacità di carico utile di 5,7 t, idonea quindi al trasporto di carichi importanti. Entrambi i nuovi modelli sono equipaggiati con un motore PowerTech PSS da 6,8 litri con turbocompressori 10

doppi e tecnologia DPF e SCR avanzata in grado di rispondere con immediatezza alle variazioni di carico, consumando così meno carburante e soddisfacendo gli standard sulle emissioni Stage IV. La trasmissione AutoPowr migliorata è estremamente efficiente, con il 100% di potenza meccanica disponibile a 3,5 km/h per le operazioni di traino gravose, 11 km/h - Specifiche - Tipo di motore

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Post-trattamento Regime nominale Riserva di coppia Potenza nominale (97/68 CE) Potenza massima (97/68/CE) con IPM Trasmissione regime a 50/40 km/h Sospensione dell'assale anteriore Sistema idraulico Pompa Distributori idraulici (max.) Capacità di sollevamento max. posteriore Capacità di sollevamento max. anteriore PTO posteriore

per quelle leggere, 22,5 km/h per i trasporti pesanti e 47,2 km/h per quelli leggeri. Quando viene raggiunta la velocità massima su strada, il regime scende automaticamente e vengono mantenuti i 50 km/h a 1.630 giri/min e i 40 km/h a 1.300 giri/min, con conseguenti minori consumi di carburante durante la guida. I nuovi trattori John Deere presentano anche l'innovativo joystick CommandPRO, che offre una nuova dimensione di ergonomia e versatilità. Premendo semplicemente un pulsante è possibile raggiungere la velocità massima. Inoltre sono disponibili ben 11 pulsanti programmabili per il controllo di sollevatore, PTO, distributori idraulici, AutoTrac... Grazie al CommandPRO è possibile far rallentare il trattore dalla velocità massima fino al completo arresto, mentre con il comando del super riduttore è possibile guidare il trattore a velocità ridotte tra 0 e 2 km/h. Joystick e pedali possono essere azionati contemporaneamente, senza necessità di un joystick Isobus esterno in quanto il conducente può utiliz-

6230R JD PowerTech PSS, turbocompressore doppio DPF, DOC, SCR con DEF* 6/6,8 litri 2.100 giri/min 40% 230 CV

6250R JD PowerTech PSS, turbocompressore doppio DPF, DOC, SCR con DEF* 6/6,8 litri 2.100 giri/min 40% 250 CV

280 CV

300 CV

AutoPowr 1.630/1.300 giri/min TLS Plus PFC con rilevamento carico 160 l/min a 1.500 giri/min 6 (+ 3 centrali)

AutoPowr 1.630/1.300 giri/min TLS Plus PFC con rilevamento carico 160 l/min a 1.500 giri/min 6 (+ 3 centrali)

10.400 kg

10.400 kg

5.000 kg 5.000 kg 540/540E/1.000 540/540E/1.000 540E/1.000/1.000E 540E/1.000/1.000E - PTO anteriore 1.000 1.000 - Peso 9.300 kg 9.300 kg *DPF – filtro antiparticolato diesel; DOC – catalizzatore di ossidazione diesel; SCR – riduzione catalitica selettiva; DEF – additivo per emissioni diesel -

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zare contemporaneamente trattore e funzioni Isobus. I nuovi trattori Serie 6R sono equipaggiati con un sistema idraulico a pressione e flusso compensati per offrire una portata massima di ben 160 l/min a 1.500 giri/min. Ciò si traduce in un notevole risparmio di combustibile, anche con le applicazioni idrauliche più impegnative. Nei nuovi modelli sono stati raggruppati fino a sei distributori idraulici con valvole di scarico della pressione individuali maggiormente accessibili. Inoltre i modelli presentano una maggiore capacità di sollevamento: ben 10,4 t sull'attacco posteriore e 5 t su quello anteriore. I trattori 6230R e 6250R presentano anche un elevato livello di conforto per l'operatore. L'intelligente sospensione idropneumatica della cabina (HCS Plus) offre ancora più comfort di guida e isolamento da rumore e vibrazioni. La nuova sospensione autolivellante sull'assale anteriore TLS Plus offre una migliore trazione e fino al 10% in più di potenza a terra. Questo sistema di sospensioni regola automaticamente la sensibilità e il rapporto di sospensione e si sincronizza con il sistema di rilevamento del sollevatore per compensare gli sbalzi di potenza in condizioni di traino particolarmente impegnative. Lo sterzo a rapporto variabile (VRS) garantisce minori movimenti delle braccia e minori sforzi in fase di sterzata. Questo sistema può essere attivato e disattivato dal CommandCenter, la console centrale del trattore. Tra le altre opzioni del trattore, un nuovo pacchetto connettività con le app MyJobsConnect e MyJobsManager, che consentono agli operatori di visualizzare ed eseguire varie operazioni in tempo reale tramite dispositivo mobile. John Deere è il primo produttore di macchine agricole a introdurre un sistema di navigazione e ottimizzazione logistica concepito appositamente per le applicazioni agricole. Il sistema intelligente di navigazione e logistica del parco macchine visualizza tutte le vie di transito utilizzate dall'azienda agricola e una panoramica del parco macchine, e indica al conducente il modo più rapido e sicuro per accedere al campo. E' inoltre in grado di indicare all'operatore il percorso da una stazione di scarico a una macchina in movimento sul campo, come una mietitrebbia o una trincia. Nei nuovi trattori della Serie 6R i punti di manutenzione principali sono facili da raggiungere. Entrambi i modelli presentano intervalli di manutenzione di 750 ore per filtro dell'olio motore, filtro del combustibile e olio motore. In questo modo si riducono i costi legati ai ricambi e alla manutenzione. Il filtro antiparticolato diesel (DPF) che non richiede sostituzione e il ridotto consumo di additivo per emissioni diesel (2-3%) costituiscono ulteriori fattori di risparmio. Lavori Pubblici n. 84 gennaio - febbraio 2017

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PORTATTREZZI

Il Comune di Livo sceglie il marchio Caron GIORGIA MARCHELLI

Dopo un'attenta osservazione dei mezzi Caron in uso presso altre municipalità limitrofe, nel 2016 l'Amministrazione Comunale di Livo, in provincia di Trento, ha deciso di acquistare, presso il rivenditore di zona, la ditta F.lli Tiefenthaler, un transporter Caron modello CTK 75. La scelta è stata dettata, oltre che dalla serietà e affidabilità del marchio dell'azienda vicentina, anche e soprattutto dall'alta versatilità e dalla notevole capacità di carico del

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mezzo, che, con un eccellente rapporto qualità/prezzo, assicura una massa a pieno carico di 7.500 kg, masse rimorchiabili fino a 10.000 kg e una potenza di 75 CV (motore VM 4 cilindri, 3.000 cc). Il CTK 75, già predisposto per il montaggio di lama sgombraneve e spandisale, viene utilizzato giornalmente per effettuare tutti i lavori di manutenzione e di trasporto all'interno della comunità montana che conta 900 abitanti, distribuiti in 4 frazioni. Il portattrezzi si è

rivelato un mezzo estremamente maneggevole sia durante i lavori di manutenzione in parchi e giardini pubblici, scuole e cimiteri, che per il trasporto di materiale sfuso e di qualsiasi altro mezzo in dotazione al deposito comunale, come miniescavatori o attrezzi manuali in genere. La serie CTK del marchio Caron è infatti in grado di spostare carichi elevati o di eseguire lavori in piena manovrabilità anche negli spazi più stretti, in quanto, pur mantenendo la stessa struttura meccanica dei grandi transporter Caron, presenta ingombri ridotti e al contempo un eccellente comfort di guida. La cabina a due posti con una larghezza di soli 170 cm, grazie al sistema di sospensioni e silent-block idraulici su cui poggia, risulta estremante confortevole, sia per il conduttore che per il passeggero, anche sui terreni più sconnessi. La disposizione degli interruttori e delle leve garantisce inoltre massima rapidità e comodità nell'uso dei comandi, velocizzando e facilitando il lavoro dell'operatore comunale. Il sistema frenante a doppio circuito idraulico e masse flottanti e il cambio a 6 marce (disponibile in due versioni a 24 e a 36 velocità con Hi-Low) garantiscono l'arresto del veicolo in uno spazio ridotto e il giusto rapporto di velocità e di potenza in ogni situazione di lavoro. La vasta gamma di versioni e varianti disponibili permette l'applicazione di diverse attrezzature portate e a sbalzo, intercambiabili in base al tipo di lavoro e alla stagione. La disponibilità

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di prese di forza, attacchi portattrezzi e diverse varianti idrauliche, garantisce infatti molteplici allestimenti, e la distribuzione dei pesi e il baricentro basso, uniti all'alta portata, consentono di operare in luoghi inaccessibili ai mezzi agricoli tradizionali con rimorchio, senza rinunciare a sicurezza e maneggevolezza. Con un unico mezzo, l'operatore può eseguire una serie di servizi durante tutto l'anno anche per usi speciali. Il telaio universale, l'impianto idraulico con comando a leve o joystick e la piastra portattrezzi consentono infatti di applicare, in modo rapido ed efficiente, una vasta tipologia di attrezzature per il settore comunale ed industriale.

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ATTREZZATURE

La versione recente della frantumasassi e fresa forestale Supersoil con rotore ad alta densità

Da una decina di anni Seppi M. ha cominciato la produzione della linea di frese universali per lavori di bonifica con l'intento di poter eseguire molteplici lavori con un solo macchinario. Questa molteplicità di funzioni permette di fresare boscaglie, ceppi e radici e di frantumare sassi anche non in superficie. Finora la gamma comprende 5 modelli di frese forestali per trattori con una potenza fra 100 e 500 CV. Il secondo modello più grande appartiene alla categoria delle frese pesanti ed è stato costruito per trattori della

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classe di potenza tra i 250 e 390 CV. Tale esemplare di fresa forestale e frantumasassi è già conosciuto dai clienti dell'azienda altoatesina da qualche anno, ma le modifiche e i miglioramenti non si fermano mai. Grazie alla robustezza ed al knowhow evoluto (dopo 50 anni di Seppi M. nel settore delle trinciatrici), Supersoil è diventata una macchina davvero resistente, sicura ed affidabile con grande efficienza di lavoro. Supersoil può trinciare legna fino a 50 cm di diametro, dissoda il terreno, fresa

radici e tronconi fino a una profondità di 30 cm ed è in grado di frantumare pietre fino a 40 cm di diametro. I pattini laterali opzionali con punte perforatrici facilitano la penetrazione nel terreno e consentono di raggiungere la massima profondità di lavoro anche in terreni particolarmente duri. Questo potente macchinario incorpora il materiale pacciamato nel suolo, dove si decompone in terreno ricco di sostanze nutritive. Il sistema Adam™ ottimizza l'allineamento del cardano e la trasmissione per la lavorazione del terreno irregolare con grande variazione del livello. Supersoil è adatta per trattori con classe di potenza compresa tra 250 e 390 CV e viene prodotta nelle larghezze di lavoro 225 o 250 cm. Il rotore, il cui sistema è brevettato, è dotato di una combinazione ottimizzata di utensili nuovi Super-Mono Protect™ e Super-Mono Extrem™ con inserti abbondanti in carburo di tungsteno nei punti maggiormente esposti all'usura. L'ultima novità è il rotore ad alta densità con maggiore quantità degli utensili (quasi raddoppiata) disponibile a richiesta. Questo rotore è stato sviluppato per le esigenze di sminuzzamento del materiale extrafine. Al maggior

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numero di utensili equivale anche la loro usura ridotta. Nella versione base Supersoil è già equipaggiata di: telaio in acciaio antiusura completamente protetto con piastre intercambiabili in Hardox®, doppia trasmissione a cinghie con limitatore di coppia integrato, cofano compattatore regolabile idraulicamente, barra e griglia di frantumazione regolabili per ottenere il grado di frantumazione desiderato. Le controlame temperate ottimizzano la qualità di sminuzzamento. Il moltiplicatore a 1.000 giri/min consente una coppia più elevata e quindi una lavorazione migliore durante la trinciatura del legno. Un'ulteriore misura di sicurezza sono il limitatore di coppia integrato nel sistema di trasmissione e il sistema di allineamento del cardano Adam™ per migliorare l'adattamento della macchina al suolo. Questa caratteristica di "compensazione angolare" serve per proteggere l'albero cardanico e la presa di forza del trattore e della Supersoil da inutili sollecitazioni provocate dalle difformità del terreno. Su richiesta la macchina può essere dotata di rullo compattatore idraulico. Per fresare terreni incolti e strade sterrate, per rinnovare strade forestali e piste da sci, per la preparazione di terreni agricoli e altre superfici verdi, per l'eliminazione di resti forestali dopo la raccolta del legno, per la cura delle condotte del gas e della corrente, per la preparazione di terreni edificabili e per tanti altri impieghi, Supersoil insieme al giusto trattore può essere una macchina davvero efficiente. L'ultima versione della Supersoil, insieme al resto della gamma Seppi M., sarà presente sia al Samoter di Verona (Pad. 4, stand F7), dal 22 al 25 febbraio, sia al Sima di Parigi (Pad. 5, stand 7), dal 26 febbraio al 2 marzo 2017.

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PORTATTREZZI

Serie Hako Citymaster: compattezza, polifunzionalità, efficienza!

MI&P S.r.l. è distributrice per l'Italia dei prodotti Hako, azienda leader nella produzione di veicoli e soluzioni complete per la manutenzione di città, paesi e spazi pubblici in generale. Oltre alla gamma di veicoli Multicar (M31 e M29 con larghezze rispettivamente di 1,65 m e 1,30 m), la multinazionale di Bad Oldesloe - nelle vicinanze di Amburgo - realizza una gamma di mezzi compatti che sta riscuotendo un enorme successo a livello europeo e che viene oggi proposto da MI&P agli enti pubblici italiani e alle aziende che eseguono servizi per le amministrazioni. Il concetto di compattezza, polivalenza e qualità, risulta essere il principale filo conduttore con i veicoli Multicar: un unico mezzo che durante le

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varie stagioni viene destinato a svariate attività, richieste per la gestione e la manutenzione dei centri abitati, delle strade, delle piste ciclabili, dei parcheggi... Ovunque, ma in Italia forse più che in altre zone, sono molto diffuse le situazioni in cui la meccanizzazione delle attività di manutenzione impone l'uso di veicoli compatti che permettano l'accesso in luoghi preclusi a veicoli di dimensioni maggiori; questo è sicuramente vero nei piccoli borghi delle Alpi o dislocati lunga la dorsale appenninica, e lo stesso problema è comune nei tantissimi centri delle città italiane, ricchi di storia e architetture uniche, ma anche di difficile accesso ai mezzi da lavoro con dimensioni standard. Questa imposizione è vera per qua-

lunque attività si debba svolgere, che sia lo spazzamento o il lavaggio ad alta pressione della strada, il falcio e la raccolta di erba negli spazi verdi, lo sgombero della neve, lo spargimento del sale durante l'inverno e le innumerevoli ulteriori attività richieste dalla gestione della territorio. Ecco allora che disporre di un veicolo portattrezzi che può variare le applicazioni abbinate, risulta una soluzione ideale per ottimizzare il parco macchine e i costi da sostenere. Ed è proprio su questo che si basa la filosofia costruttiva dell'intera linea Citymaster: sviluppando fin dalla progettazione i veicoli con queste prerogative, risultano obiettivi primari da raggiungere l'efficienza della macchina in tutti gli ambiti di utilizzo, la velocità e semplicità di allestire il mezzo con diverse attrezzature, l'affidabilità del veicolo per evitare lunghi o frequenti fermi macchina. Il tutto sempre pensando di operare in spazi ristretti dove la visibilità e l'agilità del mezzo sono indispensabili. La gamma Citymaster si divide in 4modelli: CM600, CM1250, CM 1600 e CM2000. I primi 3 modelli prevedono un sistema di sterzatura articolata centrale, ideale per transitare agevolmente nei più stretti vicoli e anche nelle condizioni operative dove risulta indispensabile che la parte anteriore del mezzo transiti nella stessa direttrice

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della parte posteriore; tutti i motori sono a ciclo diesel con basse emissioni di gas inquinanti e le potenze passano dai 37 CV della CM600 ai 75 CV della potente CM1600. La trasmissione è sempre idrostatica, permettendo di adeguare perfettamente la velocità di avanzamento alle necessità operative. Come masse a pieno carico, si passa dai 2.200 kg della CM600 per arrivare ai 3.500 kg della potente CM1600. L'accesso in spazi angusti impone soprattutto una larghezza contenuta: nei vari modelli CM tale dimensione varia da 1.090 mm a 1.210 mm (1.300 mm per la CM2200, ma di questa parleremo in seguito). La trazione può essere 4x2 e 4x4 (in alcuni modelli è sempre integrale): chiaramente l'utilizzo in attività invernali o per manutenzione del verde su superfici irregolari, rende preferibile la trazione su entrambi gli assi. Altra caratteristica distintiva della gamma Citymaster è la stabilità: un particolare sistema di contrappeso a "pendolo" permette ai mezzi di operare anche nelle condizioni più impegnative, potendo superare pendenze accentuate o ostacoli come marciapiedi, muretti divisori... Un veicolo polifunzionale deve obbligatoriamente disporre di impianti idraulici ad alte prestazioni, funzionali

e di facile gestione; i veicoli City master dispongono di tutto ciò che occorre per alimentare innumerevoli allestimenti, garantendo prestazioni assimilabili a quelle delle macchine dedicate ad un'unica attività. Anche la facilità e la velocità con cui possono essere sostituite le varie

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attrezzature è cosa importante per un mezzo polivalente: ecco perciò che nella parte anteriore, utilizzando il sistema di aggancio rapido, si può agganciare il gruppo spazzole per la configurazione spazzatrice aspirante, ma in pochi minuti è possibile applicare uno spazzolone a rullo, una

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lama sgombraneve, la testata aspirafoglie, una barra lavastrade, una testata per la pulizia di superfici particolari e molto altro. Allo stesso modo, nella parte posteriore si potrà scollegare il contenitore dei rifiuti e inserire uno spargisale a silos, una cisterna per acqua, un cassoncino porta materiali e via dicendo. Il tutto in pochi minuti, senza attrezzature o macchinari particolari e con l'intervento di un solo operatore. Altra caratteristica indispensabile per un veicolo polifunzionale è lo spazio destinato all'operatore. Anche in questo Hako ha dedicato particolare attenzione: la superfice vetrata ampia e omogenea su tutta la cabina di guida dona una visibilità unica traducendosi in efficienza di lavoro e sicurezza. I comandi ergonomici e posizionati in maniera funzionale rendono semplice ed intuitivo l'utilizzo della macchina; il sedile confortevole, la refrigerazione e il riscaldamento dell'abitacolo, l'isolamento acustico e termico, i pulsanti retroilluminati e l'apertura ampia delle portiere sono soltanto alcune delle caratteristiche costruttive della gamma Citymaster che la rendono un ideale posto di lavoro per gli operatori. Vale la pena dedicare una parentesi a parte alla CM2200: a differenza dei modelli di dimensioni minori, questa versione prevede la realizzazione su telaio Multicar M29 che, con larghez-

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za di 1.300 mm, motore VM da 3000 cc, potenza di 110 CV e un peso a terra complessivo che arriva fino alle 6 tonnellate, la rendono un prodotto unico ed eccezionale. In questo caso la manovrabilità in spazi ristretti non è data da uno sterzo articolato centrale ma da 4 ruote sterzanti: l'operatore potrà decidere se operare con solo l'asse anteriore sterzante oppure con entrambi, ottenendo il raggio di volta minore possibile; ma potrà anche selezionare l'avanzamento "a granchio" potendo così spostarsi lateralmente se l'area di lavoro lo dovesse imporre. Con i 2 m3 di capacità di carico, risulta in assoluto la più capiente in

gamma e l'enorme capacità di aspirazione sviluppata da Hako la pone come tra i migliori prodotti della propria categoria. Anche in questo caso è possibile all'occorrenza alternare numerose attrezzature, qualora il cliente utilizzatore non abbia necessità di destinare in maniera continuativa il veicolo all'attività di spazzamento. Dopo aver conosciuto e apprezzato i veicoli Multicar e vedendo come sono concepiti i modelli Citymaster, è evidente che per Hako e MI&P la frase One for All non è solo uno slogan, ma una concreta e reale filosofia con cui vengono pensate e sviluppate tutte le macchine della gamma municipale.

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STRADE

Iterchimica, partner per la progettazione e realizzazione di pavimentazioni stradali ecologiche e di pregio

Iterchimica è un'azienda italiana attiva da 50 anni nella formulazione e produzione di una gamma di additivi per asfalto, utilizzati per ottenere pressoché tutte le prestazioni, anche le più speciali, che si possono richiedere alle pavimentazioni stradali. L'esperienza accumulata da Iterchimica nel corso degli anni viene da una significativa presenza sui mercati di tutto il mondo: sono state effettuate forniture e lavori stradali con i prodotti dell'azienda in oltre 70 paesi del mondo, in tutti i continenti. Ogni fornitura ha una storia a sé, perché, se i prodotti sono standard (nel catalogo di Iterchimica ci sono oltre 50 additivi suddivisi per varie tipologie), il loro utilizzo, singolo o congiunto, deve essere attentamente studiato per rispondere ai requisiti dello specifico progetto e alle esigenze dettate dalle condizioni climatiche, e dal contesto locale. Per rispondere alle esigenze di clienti e progetti così diversi tra loro, Iterchimica si è dotata negli anni di un dipartimento di ingegneria, nel quale lavorano una decina tra ingegneri e geologi, in grado di analizzare le condizioni di un progetto e di suggerire ai clienti le soluzioni tecnicamente ed economicamente più vantaggiose. Negli anni sono state accumulate esperienze su tutte le normative più diffuse al mondo, come quelle americane, francesi, tedesche, russe, italiane, nelle loro declinazioni naziona-

li, per esempio nei paesi arabi oppure in Europa orientale. A supporto del lavoro di progettazione ingegneristica ci sono tre laboratori specializzati: uno per i conglomerati bituminosi, uno per i bitumi ed uno chimico per la ricerca e sviluppo degli additivi e per il controllo di qualità degli impianti produttivi dell'azienda. Iterchimica è sempre alla ricerca di nuove sfide, ed è a disposizione di chiunque, nel settore delle infrastrutture stradali (dalle amministrazioni alle imprese esecutrici passando per studi di progettazione e general contractor) voglia confrontarsi su pavimentazioni con requisiti tra i più sfidanti, in termini di resistenza meccanica e a fatica, di condizioni di posa difficili, di inserimento in contesti di pregio, di ecosostenibilità e minimo impatto ambientale. Un esempio di questa professionalità è stata la pista ciclabile sul Lun gotevere Oberdan di Roma, realizzata da Iterchimica con AMA Roma S.p.A. e l'impresa AS Appalti Stradali, nella quale sono state utilizzate congiuntamente tecnologie di produzione a freddo con 100% di materiale fresato (cioè proveniente da demolizione di altre strade) e asfalti colorati, che hanno la doppia funzione di rendere più gradevole l'inserimento urbanistico dell'infrastruttura aumentando contestualmente la sicurezza di chi la

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percorre perché segnala vistosamente agli altri utenti eventualmente presenti (pedoni o piccoli veicoli a motore) che si trovano su una struttura dedicata alle biciclette e che devono prestare la massima attenzione. Il successo dell'iniziativa è stato riportato su tutta la stampa nazionale, e l'inaugurazione ha visto il passaggio di diverse migliaia di ciclisti durante la Settimana della Bici 2016 di Roma: un tratto di Lungotevere che prima era noto per essere particolarmente dissestato è diventato così un esempio di sicurezza, pregio architettonico e sostenibilità ambientale. Iterchimica è inoltre attiva nell'organizzazione di eventi tecnico - scientifici divulgativi, unitamente alle principali associazioni tecniche ed ordini professionali, per diffondere le buone pratiche nel campo delle pavimentazioni stradali: lasciando il proprio indirizzo email sul sito dell'azienda tutti possono essere informati di queste opportunità di formazione ed approfondimento.

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VIABILITA' INVERNALE

Veicoli speciali Fresia: esperienza secolare, spinta innovativa e sicurezza totale con Brigade Elettronica

A pochi chilometri dalla Riviera delle Palme, nell'entroterra savonese, sorgono caratteristici e tranquilli borghi ma anche importanti realtà industriali, come Fresia S.p.A., fondata quasi un secolo fa da Giovanbattista Fresia a Millesimo (SV). Fresia, ancor oggi diretta dall'omonima famiglia, ormai giunta alla terza generazione, è una delle aziende italiane più rinomate per la produzione di veicoli speciali, in particolare per lo sgombero della neve (frese, spazzatrici, lame…). Negli anni ha pure sviluppato

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mezzi destinati all'ambito aeroportuale, differenziando, a seconda del tipo di applicazione, la produzione. Ed è proprio la produzione il segreto della longevità e del successo di Fresia: è interamente interna. Fresia, cioè, non si occupa dell'assemblaggio di componenti commissionati a terzi ma produce direttamente nelle proprie officine tutte le parti (telaio, gruppi meccanici, ponti...). Da tale scelta derivano due enormi vantaggi: innanzitutto, una grande flessibilità, con la possibilità di scegliere tra sva-

riate configurazioni ed opzioni per rispondere al meglio alle diverse richieste; in secondo luogo, la disponibilità dei ricambi per oltre 10 anni, un aspetto non da poco, se si considera che sono ancora in servizio degli sgombraneve del 1975. Affidabilità, dunque, e versatilità, che si traduce in diversificazione e ricerca continua di soluzioni innovative. Tra le ultime novità, il team Fresia, altamente specializzato ed attento alle esigenze dei clienti, ha messo a punto un nuovo modello di sgombraneve, studiato appositamente per il mercato americano. La società savonese, infatti, in passato si rivolgeva ad una clientela italiana, mentre negli ultimi tempi si è concentrata sui mercati internazionali, spaziando dalla Terra del Fuoco alla Russia, fino, appunto, agli Stati Uniti, dove sta prendendo accordi per avviare la produzione. Il primo test americano ha ottenuto consensi: la demo unit F902ST è stata apprezzata, sia per la qualità del mezzo sia per la cura dei dettagli e dei particolari, con dei plus unici, volti ad aumentare il comfort e, soprattutto, la sicurezza dell'operatore. Tra tutti spicca Backeye®360 Select di Brigade Elettronica, un sofisticato sistema di telecamere che fornisce al manovratore una panoramica completa del mezzo con vista a 360° dall'alto. Sebbene F902ST abbia una cabina più ampia e panoramica rispetto ad altri sgombraneve, Fresia ha voluto installare il dispositivo Brigade Elettronica per azzerare completamente gli angoli ciechi, garantendo in particolare una maggior visuale posteriore e laterale, anche in condizioni meteo difficili. Backeye®360 Select, grazie ad un software intelligente elaborato da Brigade Elettronica che appiattisce le immagini grandangolari (le telecamere sono ad angolo molto ampio con lenti

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a 187°), elimina istantaneamente le distorsioni fisheye e, in contemporanea, bilancia le differenti luminosità delle varie inquadrature, riunendole in tempo reale e riproducendole sul monitor in cabina, senza soluzione di continuità, in una sola immagine. Backeye®360 Select risponde perfettamente agli elevati standard ingegneristici di Fresia e completa l'equipaggiamento di un mezzo all'avanguardia e di alta gamma: F902ST è uno sgombraneve aeroportuale dall'elevata capacità di sgombero a 2 stadi (primo stadio a forma elicoidale, per frantumare la neve, in comunicazione con il secondo stadio, costituito

da una turbina con cinque pale, per gettare la neve a bordo pista, a notevoli distanze) dal layout originale e con dotazioni esclusive. F902ST riunisce in sé le caratteristiche del veicolo fuoristrada e della macchina

operatrice, dimostrandosi efficace tanto su superfici asfaltate quanto su terreni sconnessi, grazie all'ottima elasticità torsionale del telaio, alla trazione totale con trazione posteriore inseribile o non, in base alle necessità, ed alle quattro ruote sterzanti (in fase oppure in controfase), con sterzatura servoassistita e possibilità della sola sterzatura anteriore. Fresia conferma, pertanto, la propria vocazione alla qualità, con una particolare attenzione all'innovazione ed alla sicurezza, avendo cura di scegliere i partner migliori, come Brigade Elettronica, leader mondiale in sistemi per la sicurezza veicolare.

PORTATTREZZI

Il nuovo 5R va in tournée Sono nuovi di zecca ma hanno già fatto molto parlare di sé, conquistando il centro della scena e l'attenzione degli operatori. E ora, come ogni star che si rispetti, partono in tour. Sono i nuovi trattori della serie 5R John Deere, che, dopo successi riscossi durante la loro première italiana all'Eima di Bologna, saranno nei prossimi mesi protagonisti di una serie di eventi distribuiti su tutto il territorio nazionale. Ad ospitarli la rete dei concessionari John Deere ed alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche a livello locale, dove utilizzatori e appassionati potranno vedere da vicino e toccare con mano le qualità dell'ultimo nato di casa John Deere nel segmento dei trattori compatti. Da gennaio a giugno 2017, ogni mese un folto calendario di appuntamenti con un unico protagonista, la nuova serie 5R John Deere. Lavori Pubblici n. 84 gennaio - febbraio 2017

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VERDE

Pellenc gamma Rasion: una nuova prospettiva per i giardinieri

Pellenc Italia con la gamma di tosaerba professionali a batteria Rasion, va a rivoluzionare le metodologie di lavoro di giardinieri, manutentori e professionisti degli spazi verdi, che da oggi potranno contare su un attrezzo assolutamente innovativo e redditizio. Pellenc ha investito molto nello sviluppo della gamma Rasion, facendo sì di presentarsi oggi sul mercato con un tosaerba unico, che può vantare tra i suoi componenti numerosi parti studiate, progettate e realizzate esclusivamente da Pellenc. Disponibile per il momento in due varianti, Basic e Smart, la gamma Rasion andrà presto ad allargare la propria offerta con un'ulteriore terza alternativa che prenderà il nome di Easy, già presentato al pubblico durante Eima 2016. Pesi estremamente ridotti (25 kg per la variante Basic e 29 kg per Smart), una maneggevolezza assolutamente impareggiabile e la possibilità di regolare tutte le impostazioni a seconda delle varie tipologie di lavoro, sono solamente una minima parte di quello che risulta come un vero e proprio concentrato di innovazioni applicate al campo del giardinaggio. La gamma Rasion è stata sviluppata appositamente per migliorare esponenzialmente le condizioni di lavoro degli utenti senza compromettere in alcun modo il risultato. Il tosaerba Pellenc infatti riesce a lavorare effica22

cemente anche nelle situazioni più critiche, dove le tradizionali macchine dotate di motore a scoppio incontrerebbero problematiche difficilmente affrontabili. Pendenze importanti, spazi ristretti e manti erbosi non omogenei non saranno in alcun modo un problema per Rasion. Pellenc Italia da oggi offre la possibilità a tutti quanti di conoscere Rasion Smart a fondo, provandolo direttamente in campo nel suo habitat naturale. E' possibile infatti richiedere prove gratuite del tosaerba in modo da toccare con mano l'esclusività della gamma Rasion andando a

conoscere nello specifico tutte le peculiarità che lo contraddistinguono. Un sensore ottico della vegetazione sviluppato appositamente da Pellenc, uno schermo LCD posto direttamente sul manubrio monobraccio regolabile, la funzione Zero Turn e tutta una lunga serie di caratteristiche esclusive, saranno disponibili per prove pratiche gratuite a tutti gli utenti che vorranno testare il tosaerba professionale Rasion. Come tutti i motori Pellenc, anche quello montato sulla gamma Rasion utilizza la tecnologia Brushless che, data l'assenza di attrito e scintille, riduce drasticamente la manutenzione del tosaerba aumentandone la durata della vita. Tutto questo sempre senza alcun costo di carburante, a garanzia di un risparmio continuo durante l'utilizzo. Come nella migliore tradizione Pellenc, particolare attenzione è stata posta sull'aspetto della sostenibilità ambientale. Il tosaerba Rasion infatti azzera le emissioni dirette di CO 2 nell'ambiente e riduce ai minimi termini inquinamento acustico e vibrazioni. Per questo è possibile lavorare con la gamma Rasion anche in zone particolarmente sensibili al rumore come strutture ricettive, ospedali, scuole e aree urbane. Innovativo, professionale, ecologico e redditizio, Pellenc Rasion ha tutte le carte in regola per eccellere nel campo dei professionisti del verde.

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VERDE

Herbhy dalla A alla Z GHERARDO MARCHELLI

Sempre orientata verso la soddisfazione delle articolate esigenze dei consumatori, Hymach ha presentato Herbhy 40Z. Il semovente radiocomandato portattrezzi in questione è stato appositamente progettato per operare, oltre su terreni in pendenza come gli altri modelli della linea Herbhy, anche su terreni terrazzati e che presentano scalini molto stretti, tipici dei vigneti di Prosecco, vanto della marca trevigiana. Tali vigneti posizionati appunto in angusti terrazzamenti sono normalmente gestiti con mezzi perlopiù inadeguati e frequentemente a mano. Oggi, tramite il sistema di innalzamento o abbassamento dei cingoli

indipendentemente uno dall'altro, si può disporre di un mezzo adeguato e in grado di transitare in sicurezza agevolando le lavorazioni a macchina. Grazie alla portata del mezzo e ai punti di attacco è possibile infatti dotare Herbhy 40Z di attrezzature quali l'atomizzatore, l'irroratore, attrezzatura per la raccolta, impianto pneumatico per la potatura... Attrezzi che il cliente già possiede o che può scegliere tra quelli già presenti sul mercato. Ovviamente può essere allestito anche con tutte le attrezzature per la manutenzione del terreno sottostante il vigneto, che Hymach già produce. La particolarità quindi del mezzo è di poter

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"camminare" con un cingolo in posizione rialzata rispetto all'altro ma anche di potersi alzare rispetto al suolo per oltrepassare nel caso ostacoli sul terreno, quali ceppi di alberi tagliati, cassette di raccolto, balle di fieno, o ancora coltivazioni per non rovinarle. I comandi dei movimenti delle articolazioni dei cingoli sono semplici e immediati pertanto si è in grado di modificare l'assetto di Herbhy Z velocemente secondo il profilo del terreno. Una nuova soluzione Hymach, studiata ad hoc per una situazione specifica, impresa che l'azienda ormai ha dimostrato in molteplici occasioni di saper fare bene.

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TECNICA

La microfiltrazione dell'olio come investimento: una pratica utile e conveniente

In una qualsiasi applicazione industriale il funzionamento dei macchinari è cruciale: sia che si tratti di piccole realtà con un parco macchine contenuto, sia di grandi realtà industriali altamente meccanizzate e tecnologicizzate, l'efficienza e l'affidabilità dei macchinari deve essere assoluto. L'investimento economico è infatti importante e giustifica delle aspettative altrettanto importanti; ma la scelta di una macchina efficace, moderna, affidabile non basta per mettersi al riparo da imprevisti e problemi: analogamente a quanto accade con le automobili, il mezzo richiede controlli periodici e costante manutenzione. Naturalmente è importante dotarsi della macchina giusta per le proprie specifiche esigenze: deve essere in grado di fare quello di cui abbiamo bisogno nel modo migliore. Ciò detto, è compito dell'operatore effettuare tutta la manutenzione necessaria affinché i livelli di performance siano sempre alti: la scelta del lubrificante giusto, ad esempio, e intervenire con gli accorgimenti necessari per mantenerlo pulito affinché rimangano invariate le sue caratteristiche tecniche e per prolungarne la vita operativa attraverso la microfiltrazione. Questi due aspetti sono cruciali, benché sottovalutati se non addirittura sconosciuti a molti. Investire in un lubrificante di nuova generazione è una scelta strategica e

lungimirante, che, abbinata ad un sistema di microfiltrazione dell'olio, dà la certezza di proteggere i circuiti idraulici ed i componenti da fermi macchina, perdita delle caratteristiche tecniche tipiche del fluido lubrificante (alterazione della viscosità, diminuzioni delle prestazioni o delle azioni specifiche...). Panolin, leader nella produzione di lubrificanti sintetici e biodegradabili, suggerisce ai propri clienti di effettuare periodicamente la filtrazione dell'olio per mantenerlo in condizioni ottimali prolungandone così la durata in uso: il tutto in un'ottica di ottimizzazione dei costi, di contenimento delle spese e di riduzione degli inconvenienti che generalmente si verificano a causa dei contaminanti presenti nell'olio. Ciò premesso, vediamo come concretamente è stata effettuata la filtrazione dell'olio in una centralina oleodinamica di una macchina movimento terra mediante l'impiego di un impianto di microfiltrazione Kleenoil Panolin 2S-500B. Specifichiamo che l'operazione è stata effettuata da personale specializzato e dotato di idonea attrezzatura. Il procedimento si è svolto in 3 step. 1) Una fase preliminare in cui è stato prelevato con un apposito strumento, il contatore di particelle IOS -Icount Oil Sampler, un campione del prodotto integro, non ancora usato, da una confezione nuova, per verificare e prendere nota dei valori di partenza, in particolare la viscosità (in questa esperienza si è trattato di ISO VG46) e del livello di contaminazione del 1. Filtro carrellato Kleenoil 2. Contaparticelle 3. Centralina idraulica

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prodotto all'origine (prendendo come riferimento la scala NAS di contaminazione), la contaminazione dovrebbe essere entro i valori tollerati dal costruttore: nel caso specifico, si è trattato di un NAS 8, nel range di valori tollerati. 2) Successivamente si è proceduto a prelevare un campione del lubrificante in uso nella centralina oleodinamica prima di effettuare la microfiltrazione: dal tappo della centralina è stato analizzato un campione che ha evidenziato la presenza di una modesta quantità di acqua, una perdita di viscosità pari all'8 - 10% dovuta probabilmente all'utilizzo di un ulteriore prodotto con diversa viscosità ed un valore NAS 10, che indica la presenza di molti contaminanti, in altre parole significa che l'olio è sporco. 3) Constatati questi valori, l'ultimo passaggio è stata l'effettuazione della filtrazione vera e propria: in tale caso specifico è stato usato un filtro carrellato Kleenoil 2S-500B e sono stati fatti 3 cicli completi di filtrazione. Al termine dell'analisi del campione, il prodotto è risultato pulito, con un valore NAS di circa 5 - 6, quindi ampiamente inferiore a quello iniziale. L'operazione di filtrazione sopra descritta si è svolta nell'arco di qualche ora (2 - 3 ore): naturalmente il tempo necessario per effettuarla dipende dal tipo di macchina/impianto, dalla condizione dell'olio da filtrare e dal tipo di filtro impiegato. Panolin consiglia vivamente di dotarsi di un filtro Kleenoil o comunque di effettuare periodicamente questi interventi per salvaguardare la qualità dei suoi lubrificanti, ma anche per permettere ai clienti di evitare spese e danni ingenti dovuti a rotture e fermi macchina.

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AUTOTELAI

Al Museo Unimog di Gaggenau un nuovo U4023 con cabina doppia per alto fuoristrada

Il reparto veicoli speciali MercedesBenz ha fornito un nuovo veicolo per il Museo Unimog: un Unimog U4023 per fuoristrada estremo con una cabina doppia che permette il trasporto di sei passeggeri oltre al pilota. Maniglie inserite nel soffitto e una robusta imbottitura della barra di acciaio di protezione alle sedute posteriori per-

mettono un solido appiglio per i passeggeri. L'Unimog per alto fuoristrada è alimentato da un motore a quattro cilindri in linea in grado di erogare 170 kW (230 CV) e una coppia di 900 Nm a 1.400 giri. Il veicolo a trazione integrale permanente ha un peso complessivo di 10,3 t.

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Superando pendenze del 100 per cento (o 1 a 1) questo Unimog si arrampica offrendo agli occupanti una visuale del cielo attraverso il parabrezza e nient'altro; le inclinazioni laterali di 30 gradi possono lasciare a molti passeggeri una parvenza di nausea: sono solo alcune delle sensazioni che i fortunati visitatori sono in grado di provare sulla strabiliante pista off-road al Museo Unimog di Gaggenau. Ogni anno circa 20.000 appassionati visitano il museo e hanno l’opportunità di fare un giro lungo la pista all'aperto. I visitatori coraggiosi possono superare ostacoli, per qualche decina di minuti, con tronchi e massi, sperimentare il superamento di pendenze del 100 per cento e ritrovarsi con il mezzo inclinato lateralmente di 30 gradi. Già da molti anni, il tour su questo mezzo rappresenta l'evento culminante per molti visitatori del museo. In aggiunta a questo giro (a pagamento), è possibile partecipare a un corso di formazione driver certificato. Ciò comporta la guida - insieme ad un allenatore Unimog - lungo un corso speciale ricco di sfide che mettono alla prova l'abilità del conducente. Al termine, i partecipanti al corso hanno l’ambito certificato "Unimog Driver Training".

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PORTATTREZZI

70 anni di Unimog: buon compleanno! Già nell'ottobre 1944, l'ingegnere Daimler Albert Friedrich è al lavoro su un veicolo agricolo a motore che avrebbe aperto nuove prospettive sotto il profilo costruttivo. Partendo dalle idee di Friedrich, 70 anni fa il responsabile della produzione Heinrich Rößler crea un concept che ha rivoluzionato anche lo sviluppo dei trattori agricoli (e dei relativi attrezzi), dei veicoli ad uso municipale e di quelli adibiti al servizio di manutenzione stradale. Questo tipo di mezzo presenta attualmente una molteplicità di versioni in funzione degli specifici settori di impiego: portattrezzi per l'impiego nel corso di tutto l'anno, portattrezzi per uso in fuoristrada, nell'industria energetica, nel servizio antincendio boschivo e in applicazioni non civili. Il 9 ottobre 1946, il prototipo 1 di Unimog completa il suo primo giro di prova. E' il responsabile della produzione Heinrich Rößler in persona a sedersi al volante e provare i prototipi, ancora senza cabina ma completamente carichi di legna, su impervie strade in mezzo ai boschi nei pressi di Schwäbisch Gmünd. La nascita di Unimog è strettamente legata alla difficile situazione del periodo post bellico, durante il quale la popolazione tedesca deve affrontare gravi problemi di approvvigionamento. Il 1945 ed il 1946 sono infatti segnati da un'assoluta precarietà di mezzi di sostentamento. E' proprio questa la

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cornice in cui Albert Friedrich, per molti anni responsabile dello sviluppo dei motori aeronautici in Daimler-Benz AG, idea un veicolo agricolo a motore in grado di accrescere la produttività in campo agricolo. 1945 l'anno della svolta Il 1945 è fondamentale per l'ideazione dell'Unimog e la sua realizzazione. Nel giugno 1945 Albert Friedrich fa ritorno a Stoccarda - Untertürkheim. L'uomo intende dare il proprio contributo alla ricostruzione di DaimlerBenz AG ed allo stesso tempo tradurre in realtà la propria idea di veicolo agricolo a motore. Il 4 agosto di quell'anno, un costruttore di Daimler-Benz AG fa il primo schizzo di questo veicolo sotto la guida di Friedrich. Questo primo progetto viene poi rielaborato ed il 7 settembre 1945 è presentato al Board, senza tuttavia suscitare particolare interesse. Gennaio 1946: da concept a realtà Nel frattempo, però, Friedrich ha consolidato i rapporti con Erhard & Söhne, azienda di Schwäbisch Gmünd che si occupava della lavorazione del metallo. A dicembre 1945 il reparto "L" (da Landwirtschaft, agricoltura) riesce a tradurre in realtà il progetto. Friedrich passa il testimone al suo ex collaboratore, il costruttore Heinrich Rößler, che subentra il 2 gennaio 1946. Nel giro di poche settimane viene sviluppato un nuovo progetto complessivo, in cui il blocco motore/cambio è disposto leggermente a destra, rispetto alla mezzeria del veicolo. In questo modo, i tubi di spinta (a protezione degli alberi di trasmissione) possono occupare una posizione perpendicolare rispetto agli assi. Di conseguenza bastano solo quattro giunti sull'intera trasmissione del veicolo. Si tratta di una soluzione geniale, ancora oggi in uso, a 70 anni di distanza, per gli Unimog ad alta mobilità della serie U 4023/U 5023. Da gennaio a marzo 1946 viene fissata anche la definizione di "veicolo multifunzione a motore". Rispetto alle tecnologie adottate per i trattori dell'epoca, il nuovo mezzo può contare su numerosi highlight innovativi. - Velocità massima: 50 km/h (il doppio rispetto ad un trattore) - Assi dotati di sospensioni a molle elicoidali - Trazione integrale e bloccaggio del differenziale anteriore e posteriore - Freni su asse anteriore e posteriore (solo posteriore per trattori) - Cabina a due posti con copertura

chiusa e sedili imbottiti - Superficie di carico ausiliaria sopra l'asse posteriore (portata: 1 t) - Ripartizione statica del carico: 2/3 sull'asse anteriore, 1/3 su quello posteriore - Possibilità di montare attrezzi sulla parte anteriore e posteriore, nonché al centro - Prese di forza anteriore, centrale e posteriore - Presa di forza per attrezzi La nascita di un mito A marzo 1946, Hans Zabel di Gaggenau, che aveva preso parte al progetto fin dall'inizio, inventa il termine Unimog (Universal Motor Gerät,

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veicolo universale a motore). Il "veicolo universale a motore per uso agricolo" già nel 1954 è un mezzo che poteva essere dotato di 66 diversi attrezzi. La storia dell'Unimog, la cui produzione viene trasferita nel 1951 nel centro dedicato ai veicoli industriali di Gaggenau da DaimlerBenz AG, è da sempre all'insegna del cambiamento e dell'evoluzione tecnica. Ad oggi 30 sono le serie ad aver lasciato le linee per un totale di circa 340.000 esemplari. Nessun altro veicolo industriale al mondo può essere impiegato come macchina agricola, portattrezzi, truck, veicolo antincendio, autobus e macchina operatrice.

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VIABILITA' INVERNALE

Unimog, un amico per l'inverno in tutta Europa

Nelle stagioni invernali con temperature estremamente rigide come quelle di quest'anno, l'Unimog è un mezzo indispensabile per combattere neve e ghiaccio. Come accade a Leogang nella regione del Sali sburghese. Nel comprensorio sciistico della zona nelle ore notturne le temperature toccano anche i -20°C e non è raro che si verifichino precipitazioni a carattere nevoso anche di 50 cm nel giro di poche ore. In questi casi è necessario che i mezzi spazzaneve siano su strada fin dalle cinque del mattino per garantire che le strade più trafficate siano sgombre da neve prima che inizino le ore di punta

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mattutine. Verso mezzogiorno vi è un nuovo turno di lavoro, per fare in modo che tutte le strade siano libere dalla neve nelle ore serali. In queste condizioni è indispensabile disporre di tecnologie affidabili e sofisticate, come quelle di cui si avvale la municipalità di Leogang, che nel 2016 ha acquistato un U430 forte di dotazioni quali quattro ruote sterzanti, Elec tronic Quick Reverse e alleggerimento della lama sgombraneve. Grazie alle quattro ruote sterzanti, sia le ruote anteriori che quelle posteriori possono percorrere esattamente la stessa carreggiata, caratteristica importante, ad esempio, nei casi in cui l'Unimog

effettui lo sgombero su un tratto in curva con neve alta e debba poi successivamente ripercorrere tale tratto. Electronic Quick Reverse garantisce invece rapidità nel passaggio tra marce avanti e retromarce, queste ultime ben 3 anziché una. Nel caso dello sgombero neve dalle aree di parcheggio, è infatti spesso necessario che il mezzo si sposti avanti e indietro e la rapidità dello shift marcia avanti/retromarcia e viceversa è garanzia di maggiore tempestività ed efficienza del servizio. Un ulteriore importante highlight del mezzo è dato dall'alleggerimento della lama sgombraneve, che Uni mog effettua grazie all'impianto idraulico facendo in modo che una parte del peso della lama sgombraneve venga trasferita all'asse anteriore. L'alleggerimento può essere regolato in modo continuo agendo sulla strumentazione. In questo modo aumenta la trazione sull'asse anteriore, si riduce l'usura della lama sgombraneve, oltre a prevenire eventuali danni al manto stradale e ridurre le emissioni sonore. Proprio come a Leogang nel Sali sburghese, centinaia di Unimog vengono utilizzati ogni giorno per sgomberare la neve dalle strade di tutta Europa, soprattutto nelle regioni alpine dove abbondanti nevicate sono all'ordine del giorno.

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PORTATTREZZI

Il Comune di Gosaldo si attrezza con un nuovo Unimog U218 GIORGIA MARCHELLI

La concessionaria Carraro S.p.A. con mandato Mercedes-Benz Veicoli Speciali nelle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, ha fornito al Comune di Gosaldo, in provincia di Belluno, un nuovo Unimog U218, acquistato grazie ai Fondi di Confine. La consegna delle chiavi è stata fatta il 5 dicembre 2016 da Jader Fiabane, venditore Veicoli Speciali agli Enti Pubblici per la concessionaria triveneta, al sindaco della Municipalità di Gosaldo, sig. Giocondo Dalle Feste, con la presenza degli operatori che utilizzeranno il mezzo. Il nuovo Unimog U218 andrà a sostituire un glorioso U406 ed un U1400. Il portattrezzi di ultima generazione da 177 CV ha passo 2.800 mm, larghezza 2.200 mm, 3 posti in cabina, trazione 4x4 permanente con bloccaggio ripartitore centrale e bloccaggi differenziali anteriori e posteriori, riduttore al cambio per complessive 16 marce avanti e 14 retromarce, inversore, piastra portaattrezzi universale, presa di forza meccanica con uscita anteriore

(indispensabile per movimentare una turbofresa o un braccio falciante), impianto idraulico a 2 circuiti e 3 distributori, dispositivo di alleggerimento della lama e casso-

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ne ribaltabile. Il veicolo è stato fornito completo di zavorra, 2 coppie di catene Konig Impact 320 ed una lama sgombraneve Schmidt Tarron MS 27.1.

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PORTATTREZZI

MultiOne: la soluzione più completa per il verde comunale

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Per non farsi trovare impreparati all'arrivo della primavera, MultiOne offre la più completa gamma di minipale multifunzione e accessori pro-

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gettati per la cura del verde e la manutenzione di aree pubbliche. Ogni esigenza, dallo sfalcio di piccole aiuole, alla manutenzione di impianti

sportivi, passando per la pulizia di strade e marciapiedi, può venire soddisfatta da uno fra i 24 modelli di minipala MultiOne e dalla trentina di accessori dedicati. Grazie al know-how della controllata Zappator, azienda produttrice di accessori con 70 anni di esperienza, MultiOne mette a disposizione dei propri clienti soluzioni efficienti, collaudate e al contempo innovative per garantire il miglior risultato con semplicità di utilizzo e di gestione. Ad esempio, per un'operazione apparentemente semplice come lo sfalcio dell'erba, MultiOne offre diverse attrezzature che garantiscono una resa professionale contenendo tempo e costi. Si parte dalla falciatrice frontale, semplice ma funzionale, si passa al classico rasaerba, dotato di flottante e kit mulching, per arrivare al Tornado, brevetto esclusivo Multi-

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One, che unisce l'efficienza di un rasaerba con la capacità di raccogliere l'erba tagliata e scaricarla direttamente su camion o rimorchi, ideale per ridurre i tempi di lavoro, in piccole e grandi aree verdi. Per lo sfalcio di terreni incolti, banchine, argini di canali e in generale laddove sia necessario tagliare rovi e arbusti, MultiOne propone diversi tipi 8 di trinciaerba: frontale (dotato del nuovo sistema Multifloat®), con braccio articolato e con traslatore. Questi sono in grado di offrire una soluzione efficiente ma economica per aree dove i pesanti mezzi tradizionali hanno difficoltà a lavorare. Inoltre, per altre attività di manutenzione, non necessariamente stagionali, come ad esempio la pulizia di strade, marciapiedi e piazzali, avvalersi di MultiOne vuol dire affidarsi ad un mezzo che può diventare, in pochi secondi, una spazzatrice, un'idropulitrice, un escavatore, una catenaria, un caricatore telescopico compatto o una classica pala gommata. MultiOne è davvero la minipala articola- 10 ta multifunzione che, con un'unica macchina, fronteggia infinite applicazioni. 1. MultiOne serie 6 con rasaerba 2. MultiOne serie 6 con rasaerba Tornado 3. MultiOne serie 8 con trinciaerba con traslatore 4. MultiOne serie 7 con spazzatrice con raccolta 5. MultiOne serie 6 con cimatrice a doppia lama 6. MultiOne serie 10 con trinciaerba 7. MultiOne serie 7 con fresaceppi 8. MultiOne serie 6 posteriore con trinciaerba 9. MultiOne 7.3 SD con trinciaerba con sistema Multifloat 10. MultiOne serie 10 con pinza taglia tronchi 11. MultiOne serie 7 con lama da neve 11

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MANUTENZIONE STRADE

Un sicuro stop alle buche, le soluzioni di Elia Peroni

Rattoppare una buca stradale piuttosto che rifare da capo l'intero nastro di asfalto è la soluzione più veloce, economica e indolore adottata un po' ovunque, in Italia e anche all'estero. Il problema di fondo è come rattoppare la buca stradale, potendo scegliere se farlo in modo veloce, spruzzando temporaneamente del materiale emulsionato, oppure in modo definitivo e duraturo, riparando il manto stradale con asfalto caldo, lo stesso utilizzato per la sua asfaltatura, potendo così riparare definitivamente

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e per lungo tempo le voragini che si aprono sull'asfalto. Oggi più che mai la chiusura delle buche stradali è un problema di estrema attualità, da affrontare soprattutto con mezzi adeguati e pensati, progettati e costruiti per la soluzione ideale del problema, come quelle proposte da Elia Peroni: macchine specifiche studiate per prevenire il problema, come le sigillatrici delle crepe stradali manuali o automatiche, oppure per effettuarne la cura, come i Thermocontainer EPTC

per asfalto a caldo. Elia Peroni da tempo propone alla clientela la miglior macchina adatta alla seconda soluzione, quella della riparazione definitiva, il Thermo container EPTC, un'attrezzatura estremamente efficace per chiudere in modo definitivo le buche stradali, riempire gli scavi, ripristinare aree degradate del manto stradale, asfaltare e ripristinare marciapiedi e piste ciclabili, la soluzione ideale per consentire interventi di manutenzione con asfalto caldo sempre alla corretta temperatura, fino a 170°C per 48 ore! Disponibile in una gamma di modelli da 1 a 9 m3 di capacità, consente di poter soddisfare le esigenze sia del piccolo ente comunale che della grande impresa stradale. Viene costruito in due versioni, la HE, standard, azionata dall'impianto idraulico dell'autocarro che lo trasporta, e la HED, su richiesta, con impianto idraulico autonomo motorizzato con un potente motore diesel. Il Thermo container EPTC è completamente coibentato e riscaldato, dotato di una coclea idraulica in hardox per lo scarico del materiale e di ampi portelloni superiori per un facile carico agli impianti, e, soprattutto, è completo, di serie, di una spruzzatrice di emulsione con serbatoio riscaldato che consente di avere una macchina completa ed efficace per qualsiasi cantiere stradale, urbano ed extraurbano. Tutti i modelli di Thermocontainer EPTC sono dotati di: - impianto di riscaldamento automatico a gas GPL/propano con controllo elettronico di sicurezza e termostato digitale per impostazione e controllo temperatura asfalto; - coibentazione totale con telaio Dual Frame; - ampi portelloni di carico a comando idraulico o elettrico; - coclea di scarico in acciaio hardox a comando idraulico con velocità regolabile, che permette di scaricare l'asfalto in piena sicurezza, evita il for-

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marsi di cumuli o blocchi in uscita e pericolose operazioni di ribaltamento per lo scarico a terra anche lavorando in contropendenza; - spruzzatrice di emulsione idraulica, riscaldata a gas GPL/propano; - quadro comandi erogonomico per controllo temperature e funzioni macchina. Caratteristica peculiare del Thermocontainer EPTC è lo speciale design Dual Frame per assicurare una distribuzione uniforme del calore ed un forte risparmio di energia, mantenendo l'asfalto sempre alla temperatura richiesta. L'impianto di riscaldamento a gas GPL/propano con controllo elettronico della temperatura è sicuro, semplice, economico ed ecologico; con accensione automatica dei 2 bruciatori a barra, adiacenti e lunghi quanto tutto il vano della coclea, assicura un regolare e corretto riscaldamento del materiale trasportato. La coclea di scarico, in speciale acciaio antiusura hardox, viene azionata idraulicamente da un potente motoriduttore epicicloidale, con velocità regolabile fino a 300 kg/min, per scaricare tutto l'asfalto trasportato, senza problemi di bloccaggi, utilizzando per la sua distribuzione a terra la canala montata su di una ralla rotante, per una posa precisa sul posto della sola quantità di asfalto necessaria. Un ergonomico quadro comandi consente ad un solo operatore di gestire tutte le fun-

zioni della macchina. Ogni componente della macchina viene azionato con singoli comandi elettrici dotati di spie di controllo, senza azionare più comandi in contemporanea. Il pannello digitale di comando dell'impianto di riscaldamento automatico a gas GPL/propano, consente di impostare la temperatura desiderata del materiale per un riscaldamento regolare dello stesso, evitandone il raffreddamento, e mantenendolo sempre alla temperatura impostata dall'operatore ad inizio lavoro. Con il Thermocontainer EPTC si può lavorare sempre senza fatica e con miglior produttività, evitando contestazioni ed anche con temperature ambientali molto basse, oppure quando la distanza fra impianto di produzione e cantiere di lavoro diventa un fattore di criticità per un buon

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risultato operativo, potendo caricare il materiale la sera, mantenendolo in temperatura la notte, per essere operativi il mattino. L'affidabilità e la facilità d'uso del Thermocontainer EPTC vengono garantite dalla più che trentennale collaborazione di Elia Peroni con gli inventori di tale specifica attrezzatura, ulteriormente sviluppata dall'azienda milanese in particolari versioni e con accessori studiati espressamente per il mercato italiano ed europeo. Per il 2017, la grossa novità è la possibilità di poter allestire il Thermo container EPTC con un fusore di bitume Minimelter TM4 con il quale poter fondere un'adeguata quantità di bitume elastomerizzato Crafco, azienda statunitense della quale Elia Peroni è distributore esclusivo sul mercato italiano, e poter così effettuare la sigillatura dei rappezzi, delle tombinature, e delle buche appena riparate con l'asfalto caldo. Con questo ulteriore metodo si blocca sul nascere ogni eventuale formazione di future rotture del manto, creando un nuovo approccio al problema della manutenzione della strada, una sorta di prevenzione dell'approccio tappabuche, attraverso l'approccio tappacrepe.

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EDILIZIA

Progettazione delle opere pubbliche e gestione faunistica MARCO DINETTI - Responsabile Ecologia Urbana Lipu

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La progettazione consapevole e integrata assume una rilevanza fondamentale nella realizzazione e manutenzione delle opere pubbliche. Nelle pratiche correnti di architetti, ingegneri e geometri occorre valutare una serie di aspetti, e per quelli meno noti è necessario sviluppare idonei percorsi di aggiornamento e formazione professionale. Se non altro per evitare che ci si accorga troppo tardi di alcune criticità del progetto, ed a quel punto non si può fare altro che cercare di introdurre dei correttivi, che inevitabilmente risulteranno più complessi e costosi, meno funzionali ed esteticamente poco gradevoli. Ponti, viadotti e dighe, complessi monumentali quali cattedrali e fortezze, ma anche edifici pubblici tra cui mercati, stazioni e palazzi di enti territoriali, vengono abitati da una serie di animali selvatici (il discorso riguarda peraltro anche i fabbricati ad uso privato). Molte di queste specie sono utili per la qualità dell'ambiente urbano, e quindi da tutelare perché predano ratti e topi, oppure catturano grandi quantità di insetti, comprese zanzare e mosche. Tra essi possiamo citare alcuni rapaci diurni (falco pellegrino, gheppio, grillaio), rapaci notturni quali barbagianni e civetta, e poi rondoni, rondini e balestrucci, codirossi, pigliamosche e passeri, tra gli uccelli. C'è anche il numeroso gruppo dei pipistrelli tra i mammiferi, e lucertole e 34

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gechi per quanto riguarda i rettili. Vi è poi la categoria delle cosiddette specie problematiche quali i piccioni ed i gabbiani reali, che possono interferire in vario modo con la vita urbana. Il problema principale è causato dal guano che si deposita sulle facciate, sulle statue, sui marciapiedi, intasando anche le grondaie ed i sottotetti. Strettamente connessi vi sono aspetti igienico - sanitari, su cui occorrono le dovute precauzioni, senza per questo cadere su posizioni esasperate e allarmistiche, che non trovano nessun riscontro oggettivo e scientifico nella letteratura medica e nell'epidemiologia delle popolazioni umane. Ulteriori problematiche riguardano le interazioni dirette con i cittadini, e vi è inoltre l'aspetto particolare del rischio di birdstrike (collisione tra un velivolo ed un uccello) che si può verificare presso gli aeroporti. Per contenere e gestire opportunamente questi disagi si rende necessaria una progettazione consapevole; ciò riguarda sia le nuove costruzioni che gli interventi di ristrutturazione e restauro, senza dimenticare le opportunità che si possono avere in fase di adeguamento funzionale o di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi quali terremoti e frane. Progettazione sostenibile per la biodiversità Da un lato il progetto dovrebbe realizzare opportunità di insediamento per le specie utili e ciò si concretizza alle-

stendo nicchie idonee nelle pareti e nei tetti dei manufatti, potendo anche inserire nidi artificiali adatti per gli uccelli ed i pipistrelli. Allo stesso tempo occorre evitare di mettere a disposizione strutture che attirano la presenza e la nidificazione dei piccioni e dei gabbiani reali: cornicioni, sottotetti, marcapiani, travature, mensole, lampioni e molti altri manufatti e dettagli architettonici sono a rischio, soprattutto se le dimensioni sono sufficientemente ampie, la conformazione orizzontale ed il contesto poco disturbato. Il progettista che è cosciente di questi aspetti e conosce quali sono le caratteristiche da evitare e le dimensioni critiche di appoggio per le specie problematiche sarà in grado di implementare un'ottima azione preventiva nel design della struttura. Interventi gestionali su edifici esistenti La gestione degli uccelli problematici nell'ambito di monumenti e edifici già esistenti riguarda ancora una volta l'interdizione all'accesso ed alla nidificazione di determinate specie, quali piccioni e gabbiani reali. Per ragioni tecniche, normative (Legge nazionale 157/92 che tutela la fauna selvatica e relativi nidi) ma anche afferenti alla sfera etica, questi interventi si devono configurare quali "difese passive preventive" e pertanto l'installazione ed i lavori vanno eseguiti quando non

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ci sono nidificazioni in atto (il periodo migliore sono i mesi autunnali ed invernali). Tali operazioni prevedono tre macrocategorie: - posa di "dissuasori di appoggio" sulle strutture strette e lineari, quali cornicioni, travature, fasci di cavi, filo di gronda. La gamma delle tipologie utilizzabili è piuttosto ampia, ed oltre al più noto dissuasore a puntali vi è il filo ballerino, la spirale, il cuneo, l'ombrello. Tutti questi dissuasori devono essere incruenti, dovendo portare all'interdizione del posatoio senza causare ferite al volatile; - installazione di reti antintrusione e/o di trame di fili sospesi, utile quando lo spazio in oggetto è ampio e pertanto gli uccelli vi entrano volando. Campanili, sottotetti, cortili interni, loggiati, magazzini, capannoni, balconi, sono alcuni esempi tipici; - restringimento selettivo delle cavità e delle buche pontaie nelle pareti di edifici, monumenti, mura storiche: l'interdizione alla nidificazione dei piccioni deve prevedere la riduzione delle dimensioni di accesso alla nicchia, sempre dopo un'accurata ispezione da effettuarsi con la collaborazione di esperti ornitologi, onde verificare che non vi siano nidificazioni in corso. L'intervento di chiusura parziale è altamente raccomandabile, in quanto agisce in maniera selettiva sui piccioni, senza interferire con le altre specie non-target che hanno dimensioni inferiori (rondoni, passeri, pipistrelli...) e pertanto possono continuare a nidificare nella cavità. Per tali ragioni è da evitare la chiusura completa delle nicchie. Convegno Nazionale "Architetture e fauna" La divulgazione delle buone pratiche

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nella progettazione ecologica a favore della biodiversità, con la presentazione di una serie di casi - studio che spaziano da Varese fino alla Puglia, è l'obiettivo del Convegno Nazionale "Architetture e fauna" che si svolgerà nella giornata di venerdì 10 marzo 2017 presso la Fortezza Vecchia a Livorno. L'organizzazione è curata da Lipu e Autorità Portuale di Livorno, e l'iniziativa ha già ricevuto il patrocinio della Provincia di Livorno, del Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, e della Federazione Architetti PPC Toscani. Il convegno si rivolge in particolare ai progettisti (architetti, ingegneri, geometri), alle imprese edili e di costruzione, agli enti pubblici, alle soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio, ma anche alle società di gestione stradale, autostradale e ferroviaria ed alle aziende produttrici del vetro e di pannelli fonoisolanti, senza peraltro trascurare gli amministratori di condominio, i tecnici di aree protette, gli ornitologi ed i ricercatori. Il convegno è strutturato in tre sessioni: - edilizia sostenibile per la biodiversità, riguardante gli interventi da effettuare negli edifici per valorizzarli come habitat per la fauna urbana (rapaci, rondini, pipistrelli); - mitigazione degli impatti sulla fauna selvatica, per prevenire gli schianti degli uccelli sulle vetrate dei palazzi o sui pannelli fonoisolanti trasparenti lungo le infrastrutture di trasporto, così come l'intrappolamento e la mortalità di ricci, rospi ed altri piccoli animali in vasche, canali, canne fumarie, strade; - specie problematiche e soluzioni per una migliore convivenza, per la gestione opportuna di piccioni e gabbiani reali.

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Si possono presentare contributi ed esperienze sotto forma di poster, mentre per gli architetti sono disponibili 6 CFP con iscrizione obbligatoria. Manuale di progettazione ecologica Nell'ambito del convegno di cui sopra, sarà disponibile il manuale di progettazione "Edilizia sostenibile per la biodiversità" che tratta le relazioni di edifici e manufatti con la fauna selvatica. Le tipologie di azione vengono illustrate con schede pratiche e operative, che riprendono la struttura del convegno: edifici come habitat, mitigazione degli impatti sulla fauna selvatica, gestione delle specie problematiche. I temi descritti coinvolgono la conservazione del patrimonio storico monumentale, così come le esigenze di una adeguata e sicura ricostruzione dei fabbricati a seguito di eventi calamitosi. Nell'ultima parte del manuale sono riportati gli esempi già realizzati di architetture a favore della biodiversità, e gli articolati che possono essere inseriti nei regolamenti edilizi comunali. 1. Coppia di gabbiano reale insediata in un complesso monumentale 2. Alcuni manufatti in area pubblica possono diventare involontariamente dei siti di nidificazione per i piccioni 3. La gestione delle cavità deve prevedere interventi selettivi di riduzione delle dimensioni 4. La Torre Vanga a Trento è uno degli esempi più riusciti di restauro di un monumento che ha tenuto presente la fauna ospitata 5. Edificio scolastico fortemente interessato dalla presenza di piccioni

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TECNICA

I piloti della Dakar elogiano le trasmissioni Allison dopo una durissima gara off-road

I quattro camion allestiti con trasmissioni Allison 4500 hanno completato la gara che ha attraversato il Paraguay, la Bolivia e l'Argentina. Quattro piloti hanno completato il Rally Dakar con camion allestiti con trasmissioni Allison 4500. A fine gara, alcuni di loro hanno spiegato il perché della scelta di una trasmissione completamente automatica Allison. "Sapevamo che Allison era l'opzione migliore in fatto di trasmissioni per gare off-road di resistenza. E sapevamo che per partecipare a una gara come la Dakar serve il meglio" ha detto Jos Smink, pilota del camion n° 521, un Ginaf X2222. "Questo è il terzo anno che partecipiamo con gli Allison e abbiamo avuto solo esperienze positive. L'unica cosa che dobbiamo fare è cambiare l'olio." La Dakar è iniziata nel 1978. In 39 edizioni, sono stati 29 i paesi visitati. Alla gara di quest'anno, svoltasi dal 2 al 14 gennaio, hanno partecipato 316 veicoli in quattro diverse categorie, tra cui 50 camion. Partenza in Paraguay e arrivo in Argentina, passando per la Bolivia. 36

"Grazie alle trasmissioni Allison, un pilota può concentrarsi solo sulla guida senza doversi preoccupare di altre questioni legate al funzionamento del cambio" ha detto Smink, "Siamo stati i primi a usare gli automatici Allison tre anni fa e ora anche altri hanno deciso di sceglierli."

Frank Tilburgs, pilota del camion n° 536, un Daf TE 85 XC, racconta: "Usare Allison alla Dakar è stata la scelta migliore. Sento che il camion ha sempre trazione e guidare è molto facile. Inoltre, siamo molto contenti del supporto di Allison in Europa. Tutto è andato benissimo." Ecco i risultati finali: 11° posto per il camion n° 509, un Man H51, guidato da Peter Versluis; 12° posto per il camion n° 521, il Ginaf X2222 di Jos Smink; 18° posto per il n° 536, il Daf TE 85 XC guidato da Frank Tilburgs che ha ottenuto quella posizione nonostante il suo fosse il veicolo con il minor numero di cavalli motore; e 26° posto per il n° 512, un Man TGA guidato da Artur Ardavichus. "Abbiamo scelto Allison perché abbiamo un motore piccolo, meno potente rispetto ai mezzi degli altri concorrenti, solo 700 HP" racconta Rob Royackers, il manager del team di Tilburgs. "Per questo ci serviva la moltiplicazione della coppia delle trasmissioni automatiche Allison. Inoltre, il nostro pilota preferisce le trasmissioni automatiche rispetto alle manuali perché così può concentrarsi solo sulla guida.

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ATTREZZATURE

Piastra rullante VPR 700

Pensata per la posa delle pavimentazioni esterne - in particolare di lastre, listoni e masselli in pietra naturale e calcestruzzo - la nuova attrezzatura Weber MT sta riscuotendo sempre maggior successo. E' disponibile per prove gratuite e sta entrando a far parte delle flotte noleggio. Presentata in anteprima allo scorso Bauma e rivista all'opera durante il recente Galabau di Norimberga, la piastra rullante VPR 700 è uno dei prodotti Weber MT con maggior carica innovativa e destinato a dare soluzioni concrete ed efficaci nell'opera di posatura di masselli e lastre in pietra naturale e calcestruzzo. Una soluzione intelligente che, oltre ad alleviare la fatica fisica, incrementa in modo esponenziale la produttività e l'efficacia. Semplice da utilizzare, sta anche entrando nelle flotte noleggio. In molteplici progetti architettonici, ma anche nelle opere di ristruttura-

zione, la pavimentazione esterna spesso vede l'utilizzo di lastre e masselli in pietra naturale e calcestruzzo. Soluzioni esteticamente gradevoli in grado di impreziosire i più diversi interventi edili, ma che, per essere veramente efficaci, necessitano di una compattazione professionale. Come ben sanno i professionisti che operano in questo campo, la posa di tali elementi comporta un notevole dispendio in termini di risorse umane e di tempo. Allo stesso tempo la delicatezza di alcune superfici impone un'estrema attenzione per non danneggiare i materiali utilizzati. Per risolvere tutte queste problematiche e fornire una compattazione professionale ai massimi livelli, Weber MT ha trovato la soluzione perfetta nella piastra rullante VPR 700. Ideale per la compattazione di lastre e masselli in pietra, la VPR 700 consente di agire in modo estremamente delicato e di distribuire il peso in

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modo uniforme lungo i quattro rulli in poliuretano che scorrono sulle lastre e sui masselli con sorprendente facilità e leggerezza. La compattazione è così omogenea e ogni elemento si incastra perfettamente prevenendo dislocamenti, scheggiamenti e crepature. I rulli consentono di spingere delicatamente anche lastre e piastrelle relativamente sottili all'interno del fondamento. Allo stesso tempo l'attrezzatura messa a punto da Weber MT è ugualmente efficiente quando si tratta di far vibrare la sabbia tra le giunture. La VPR 700 ha un peso di 175 kg e una larghezza di lavoro pari a 670 mm. E' alimentata da un motore Hon da GX 160 4 tempi a benzina che assicura potenza e massima affidabilità. Per stimolare e far comprendere l'efficacia di questa macchina, Weber MT ed A.L. Consulting, che rappresenta il braccio operativo del costruttore in Italia, mettono a disposizione del mercato la VPR 700 per prove e test gratuiti: il modo migliore per avvicinarsi a un'attrezzatura tanto semplice quanto efficace. In questi ultimi mesi, molti rivenditori Weber MT sul territorio nazionale hanno sfruttato questa occasione con eccellenti risultati, sia in termini di consenso da parte dei posatori che di procurate vendite. La facilità di utilizzo ha inoltre indotto molti distributori a inserire nelle proprie flotte noleggio la VPR700, una macchina che è risultata perfetta anche per questa tipologia di mercato. Durante questo prolungato test in giro per l'Italia, la VPR 700 sta convincendo molte imprese di posa che hanno toccato con mano l'efficienza di tale soluzione rispetto ad altri metodi di posa senza dubbio più onerosi e meno efficaci sotto tutti i punti di vista. Tra le imprese conquistate da Weber VPR 700, la Record Bagattini, produttrice di pavimentazioni per esterni, che ha potuto far provare ai posatori l'efficacia di questa macchina nell'allettamento e livellamento dei masselli.

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VIABILITA' INVERNALE

Aldo Annovi, la turbofresa per ogni utilizzo

Aldo Annovi S.r.l. è già da tempo un attore importante sul mercato dello sgombero neve, e sono sempre più numerosi i clienti che utilizzano lame, vomeri e spargitori, applicati, nella maggior parte dei casi, a trattrici agricole.

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Già da qualche tempo tuttavia l'attenzione del costruttore, grazie anche agli stimoli di una clientela che è andata via via estendendosi, si è spostata anche ad altre tipologie di veicoli portanti, da quelli industriali alle macchine movimento terra, pas-

sando per i mezzi speciali per l'apertura dei passi, le trinciatrici radiocomandate per arrivare al portattrezzi per antonomasia, ovvero l'Unimog. In effetti ciò che contraddistingue Aldo Annovi dagli altri costruttori del settore è la completezza della gamma delle turbofrese, realizzate con diametro di rulli a partire da 400 mm sino a 1.100 mm, azionate sia da PTO meccanica che idrostatica. La prima applicazione che prendiamo in considerazione è il modello AA50/180, montato su una skid loader JCB di proprietà del l'Officina Visinoni, in Svizzera, nel Cantone dei Grigioni, che presta il suo servizio per mantenere agibile per i passeggeri la stazione intermedia sulla meravigliosa ferrovia panoramica del Bernina, fra Tirano e St. Moritz. Si tratta di una turbofresa con una larghezza di lavoro di 1.800 mm, rulli con diametro di 500 mm, turbina di diametro 450 mm. Di grande rilevanza anche l'applicazione su un Mercedes-Benz Unimog U430 di proprietà dell'Ammi ni strazione Provinciale di Bolzano, un ente che quanto ad attrezzature per sgombero neve e più in generale per la manutenzione delle strade non ha nulla da invidiare a nessuno. Si tratta di una turbofresa con una larghezza di lavoro di 2.500 mm, rulli con diametro di 900 mm, turbina di diametro 900 mm, alimentata dalla PTO anteriore dell'Unimog di cui sfrutta al

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meglio l'impianto idraulico per la movimentazione e soprattutto l'avanzamento idrostatico, che esalta il rendimento delle attrezzature rotative focalizzando l'attenzione dell'operatore. E' stata fornita fra l'altro con camino di lancio orientabile dotato di deflettore, oscillazione laterale idraulica di 25°. Dalle Alpi alla penisola iberica, la consegna dello straordinario Claas Xerion 4500 Trac VC corredato di turbofresa Annovi AA110/290 alla Diputacion Provincial De Leon, un ente che per esperienza e caratteristiche può essere tranquillamente parago nato alla sopra citata Pro vincia di Bolzano, potendo contare fra l'altro di un'importante flotta di mezzi per lo sgombero neve estremo. Si tratta di una macchina concepita per sgombero neve estremo, in grado di aprire anche i valichi che rimangono chiusi per tutto l'inverno con svariati metri di neve compattata. Questa combinazione ha una capacità di sgombero superiore a 3.500 t/h e può sfruttare le straordinarie doti di potenza (motore Mercedes da 479 cavalli) ed al tempo stesso di straordinario manovrabilità grazie alle 4 ruote sterzanti dello Xerion, che fra l'altro ha la ragguardevole peculiarità di poter essere utilizzato anche con altri utensili, dal momento che la turbofresa è montata sul sollevatore a 3 punti categoria 4. Inoltre la trasmissione a variazione continua CMATIC, la straordinaria autonomia per il serbatoio per 930 litri di gasolio e la

gestione elettronica di tutte le funzioni, ne fanno un portattrezzi ideale per questo tipo di applicazione. La turbofresa Annovi AA110/290 ha una larghezza di lavoro di 2.900 mm, rulli con diametro di 1.100 mm, turbina di diametro 1.050 mm, è alimentata dalla PTO anteriore, movimentazione idraulica delle diverse funzioni garantita dall'impianto oleodinamico centralizzato sul veicolo. E' stata fornita fra l'altro con camino di lancio orientabile dotato di deflettore, oscillazione laterale idraulica di 25°, regolazione

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idraulica dell'angolo di incidenza, rotazione idraulica a tamburo per scarico laterale da ventola diretto senza camino e soprattutto con un gruppo di trasmissione speciale in grado di sfruttare al meglio la potenza erogata dal portattrezzi. Nel futuro prossimo dell'impresa Aldo Annovi, si vedranno una turbofresa e altre attrezzature per i trattori radiocomandati, e soprattutto rapporti con il sol levante, i mercati dell'estremo oriente che stanno diventando sempre più importanti per l'azienda emiliana.

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STRADE

Sci3000 propone un programma per il calcolo della capacità delle rotatorie

DOTT. ING. LUCIA SIMONCINI Cultore della materia per l'insegnamento "Sistemi di Trasporto" del Corso di Laurea in Ingegneria Civile Ambientale Edile dell'Università di Pisa

Le rotatorie di seconda generazione sono distinte in tre tipologie in base al diametro del cerchio esterno; in particolare il DM "Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali" del 19.04.2006 riporta la seguente classificazione: 1. minirotatorie per diametro esterno compreso tra 14 e 25 m; 2. rotatorie compatte per diametro esterno compreso tra 25 e 40 m; 3. rotatorie convenzionali per diametro esterno compreso tra 40 e 50 m. Il DM del 2006 fissa i parametri geometrici (corsia nella corona rotatoria, larghezza bracci di ingresso, larghezza bracci di uscita) delle rotatorie con diametro esterno inferiore ai 50 metri, specificando che i bracci di uscita e la corsia nella corona rotatoria devono essere sempre organizzati su una sola corsia, mentre i bracci di ingresso al massimo su due corsie. Purtroppo oggi molti progettisti si fermano al solo dimensionamento geometrico, che però, insieme alle verifiche di visibilità e corretta illuminazione, non è l'unico aspetto da considerare, non solo per una corretta pro-

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gettazione, ma anche per il rispetto della normativa. Il DM del 2006 prevede infatti anche che un'intersezione debba essere dimensionata con riferimento alla domanda di traffico specializzata in relazione alle manovre consentite. Gli elementi e i parametri da determinare in funzione della domanda di traffico, riferita al periodo di punta di progetto, sono, per le intersezioni a rotatoria, la capacità della rotatoria ed il livello di servizio della soluzione adottata. Per il calcolo della capacità delle rotatorie sono disponibili vari metodi, sia empirici che teorici. I metodi empirici consistono nell'osservazione di rotatorie in esercizio e nella conseguente deduzione di correlazioni tra flussi di traffico, elementi geometrici e

quindi capacità delle rotatorie stesse, utilizzando tecniche di regressione. Tra i più utilizzati e conosciuti ricordiamo: • il metodo di Kimber, sviluppato in Gran Bretagna negli anni '70 da un gruppo di ricercatori del TRR Laboratory guidati appunto da Kimber, considera ogni ingresso in rotatoria come un'intersezione a T i cui rami sono percorsi a senso unico e calcola la capacità dell'entrata Ce utilizzando per il calcolo il solo flusso circolante Qc in corrispondenza dell'entrata stessa e varie caratteristiche geometriche; • il metodo proposto dalla Normativa Svizzera nella "Guide Suisse des Giratoires" del 1991 per le rotatorie compatte (diametro D tra i 25 e i 40 m) tiene conto invece dei seguenti parametri: γ in funzione del numero di corsie in ingresso, Qd flusso di disturbo per il calcolo del quale entra in gioco sia il flusso in uscita Qs che quello Qc circolante nell'anello, parametro di impedenza α per il flusso in uscita che dipende dalla distanza b tra i punti di conflitto C e C' delle traiettorie in uscita e in entrata (e quindi dalla dimensione dell'iso-

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la spartitraffico) e dalla velocità di transito nell'anello, β che tiene conto del numero di corsie nell'anello; • il metodo francese del SETRA (Service d'Etudes Techniques des Route et Autoroutes), messo a punto nel 1987 in base ad una campagna di indagine su 17 rotatorie extraurbane, che per il calcolo della capacità tiene conto non solo del flusso circolante Qc in corrispondenza dell'entrata e del flusso entrante Qe, ma anche del flusso Qu che esce dall'uscita immediatamente precedente, oltre ai seguenti parametri geometrici: SEP = larghezza dell'isola spartitraffico all'estremità del braccio, ANN = larghezza dell'anello in m, ENT = larghezza in m della corsia di ingresso, misurata dietro il primo veicolo fermo all'altezza della linea del "dare precedenza", cioè a circa 6 metri dalla linea stessa; • il metodo francese del CETUR, proposto a fine anni '90 dal Centre d'Etudes sur les Réseaux, les Transport, l'Urbanisme et les constructions publiques, è basato sullo studio di alcune rotatorie urbane compatte con diametri compresi tra i 30 e i 70 metri, tiene conto, nel calcolo della capacità, del flusso di disturbo Qd (funzione del flusso circolante Qc e del flusso uscente Qu) e dei seguenti parametri: γ che varia in funzione del numero di corsie in ingresso, b che varia in funzione del diametro della rotatoria D e della larghezza dell'anello ANN. I metodi teorici invece si basano sul cosiddetto intervallo critico; ogni guidatore infatti, prima di effettuare la manovra di immissione in rotatoria, attende di avere un GAP, ovvero un distanziamento temporale (intervallo critico) che considera sufficiente tra due successivi veicoli che circolano nell'anello. Analizzando il comportamento degli utenti e la distribuzione dei distanziamenti tra i veicoli circolanti sull'anello si calcola l'intervallo critico. Il più noto ed utilizzato è quello dell'HCM (Highway Capacity Manual) prima nella edizione del 2000 e ora 2010. HCM2010 fornisce le indicazioni per il calcolo sia della capacità della rotatoria che del Livello di Servizio (LoS) che della lunghezza della coda. Trattandosi però di un metodo basato sull'osservazione del gap minimo accettato dagli utenti, per utilizzarlo in aree geografiche diverse sarebbe neces-

sario rimodularlo sulle abitudini e sui comportamenti dei conducenti locali. Ricordiamo in tal senso il lavoro condotto in collaborazione tra Università di Pisa e Università del Kentucky "Gap acceptance parmeters for HCM 2010 roundabout capacity model applications in Italy" di A. Gazzarri, M.T. Martello, A. Pratelli, R.R. Souleyrette. Tale studio ha permesso di ricalibrare sulla Toscana del Nord il modello HCM per il calcolo della capacità della rotatoria. Per il calcolo della capacità delle rotatorie con i metodi empirici, ma a breve anche con il metodo HCM2010, viene in aiuto il software RotaCalc disponibile sul sito della sci3000 che permette di verificare il funzionamento della rotatoria in funzione dei flussi di traffico che la percorrono e di vari parametri geometrici, utilizzando, uno a scelta, a seconda della dimensione della rotatoria, tra 3 diversi noti metodi empirici: il Kimber, lo Svizzero e il CETUR. Saranno però presto disponibili 2 moduli aggiuntivi grazie ai quali sarà possibile effettuare le verifiche anche con il SETRA per rotatorie extraurbane e con il metodo HCM2010. RoataCalc già adesso utilizza comunque il metodo HCM, aggiornato alla versione 2010, per il calcolo del LoS e del 95° percentile della distribuzione della lunghezza delle coda. Attraverso una semplice interfaccia grafica si inseriscono la matrice origi-

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ne/destinazione dei flussi di traffico e altre caratteristiche della rotatoria utilizzate da tutti i metodi o comunque necessarie per una descrizione completa della rotatoria. Una volta selezionato il metodo da utilizzare, se necessario, sarà possibile aprire un'ulteriore maschera per l'inserimento di ulteriori parametri geometrici richiesti dal metodo scelto. Per ogni metodo è possibile caricare un esempio tipo. Il software fornisce sia un output rapido per la verifica a video dei risultati da parte del progettista, sia una vera e propria relazione tecnica in formato .odt (OpenOffice) completa di premesse normative e descrizione dei vari metodi disponibili. La relazione viene generata passando da una maschera per l'inserimento della descrizione dell'intersezione oggetto di studio, dei dati del tecnico, e del giorno e del periodo temporale di rilevazione dei flussi utilizzati per il calcolo della capacità. Infine in coda alla relazione, sempre in automatico, il software effettua una verifica sui risultati e fornisce una conclusione sullo stato della verifica funzionale della rotatoria (non soddisfatta, soddisfatta in parte, completamente soddisfatta). RotaCalc è disponibile in offerta lancio sul sito della società alla pagina sci3000, 1 licenza per 1 PC, compresi aggiornamenti e assistenza tecnica per 1 anno e gira regolarmente su Windows 10 - 8 - 7 - XP Professional - Vista.

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PREFABBRICATI

Asili in legno per i comuni: Containex offre la soluzione! GIORGIA MARCHELLI

In Austria c'è una crescente domanda di scuole materne in giardini e ancor più in boschi e foreste. La differenza rispetto agli asili convenzionali è che le lezioni si svolgono all'aperto. Sin da piccoli i bambini dovrebbero infatti imparare a relazionarsi con la natura. L'azienda d'oltralpe Containex offre le condizioni perfette per realizzare tali scuole materne forestali grazie alle proprie soluzioni di spazio mobile. A seconda delle richieste e del numero di gruppi di bambini, i moduli possono essere flessibilmente combinati ed uniti fra loro come si desidera. Un buon esempio è l'asilo forestale

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creato ad Aschau nella Zillertal. E' stato sviluppato in tempi molto brevi e si adatta perfettamente all'ambiente essendo dotato di un rivestimento in legno, realizzato da un partner dell'azienda austriaca in fase di montaggio. Il complesso è costituito da camere luminose e accoglienti con servizi per bambini (ad esempio finestre, luci e servizi igienici). I piccoli godono di un massimo fattore termico grazie all'ottimo isolamento, alle opzioni di risparmio energetico e alle ampie vetrature. La velocità dei tempi di realizzazione, la massima flessibilità e l'ottimo rap-

porto qualità/prezzo sono argomenti molto convincenti per un numero sempre crescente di comuni, come da decenni enti pubblici di Dani marca, Germania, Inghilterra, Italia, Austria e Ungheria che utilizzano le soluzioni di spazio pronto del marchio Containex per costruire scuole e asili. L'edificio modulare in questione è costituito da 3 unità congiunte dotate del miglior sistema isolante. Ha abbastanza spazio per far sì che i bambini possano giocare, far lezione e mangiare all'interno quando il tempo all'esterno non è favorevole. La struttura è inoltre provvista di speciali finestre apposite per bambini in modo che possano sempre guardare fuori. All'interno della struttura modulare si trovano anche i servizi sanitari. La pannellatura esterna in legno, completa di veranda e arredi, è stata effettuata da una società partner di Containex per adattarsi in modo perfetto all'ambiente.

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