Numero 08 Anno II - Dicembre 2011 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/BG
efficienza energetica
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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili
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Editoriale
Green Christmas & Happy New Year Mario Monti e l'economia SOStenibile Il recente cambio di guardia che ha portato l’insigne prof. Mario Monti al governo del nostro Paese ha destato, tanto per cambiare, contrapposte prese di posizione a favore o contro la scelta effettuata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Le critiche sono state mosse sia per la modalità delle “forzate” dimissioni del precedente governo che per il preannunciato nuovo incarico, sia infine per le mancate elezioni anticipate. Critiche respinte da chi sostiene che la situazione economica impone la massima urgenza, non ulteriormente prorogabile. Dalle pagine di un giornale come Bergamo SOStenible non intendiamo entrare nel merito di possibili disquisizioni politiche. Tuttavia, dal momento che il tema cardine che trattiamo è
Luminarie a impatto zero Stappa e ricicla Idee regalo sostenibili Barbie al naturale e mattoncini più leggeri Stili di vita
Attualità
Anno internazionale delle Foreste
Nonna Quercia
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Edilizia
Settimana per l'Energia
Elettroimpianti Italia SpA
Da Bergamo decolla l'astronave Terra direzione sostenibilità
Sistema Elios la gestione intelligente dell'energia
Ascensori sostenibili
PapàSeparati Onlus ed Eco-network i risultati del concorso
Legambiente e Il Sole 24 ore Elevare danno il risparmio i voti energetico del 70% alle città a Pagina 54
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Attualità
Progettare una Casa divisibile
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Green Story
All'età di 300 anni simbolo della tutela ambientale
segue a pagina 2
Stili di vita
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Ecosistema urbano: Bergamo 25a
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Soluzioni per il risparmio della spesa energetica
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Segue dalla prima pagina la SOStenibilità, intesa in tutti i suoi aspetti, la soluzione “Monti” rappresenta l’occasione per evidenziare quanto nella politica, come in qualsiasi progetto, sia fondamentale l’aspetto della SOStenibilità economica. Perché uno sviluppo sia sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale, si deve considerare necessariamente anche un terzo aspetto, quello economico. Questo vale per la politica, come per ogni ambito di attività umana. In poche parole –ed è la filosofia che sta alla base di questo giornale- non si può parlare seriamente di nulla, nemmeno di promozione ambientale né di impegno verso stili di vita più sostenibili, se non si considera la disponibilità di mezzi e risorse, anche economiche, necessarie per dare seguito alle buone intenzioni. Il concetto di SOStenibilità non può rimanere solo un obiettivo, una missione, bensì deve essere realistico e concretamente realizzabile: altrimenti si pronunciano tante belle parole, si fanno tanti proclami di buoni propositi, senza mai assicurare che gli obiettivi vengano conseguiti e mantenuti nel tempo. Il nostro periodico è nato con la precisa intenzione di auto-sostenersi economicamente. Solo guadagnando una certa autonomia dal punto di vista economico-finanziario si possono poi dedicare sempre più risorse, più pagine e più collaboratori per l’obiettivo di divulgare cultura e pratiche più sostenibili. Diversamente, se questo progetto non si reggerà sulle proprie gambe, non potrà nemmeno esistere, né dirigersi verso mete più o meno ambiziose. Tornando all’analo-
“Perché uno sviluppo sia SOStenibile, dal punto di vista ambientale e sociale, si deve considerare necessariamente anche un terzo aspetto, quello economico” gia con la situazione politica, lo stesso concetto vale per il governo di un Paese (ma anche per un’impresa o un’associazione): è possibile raggiungere la propria “mission” se di volta in volta vengono garantiti i mezzi economico-finanziari per dare corpo ai progetti futuri e orientare così il proprio sviluppo. È necessario per chiunque desideri parlare di “SOStenibilità” ricercare una solidità anche economica, tale da consentire di proiettare nel lungo periodo la propria azione, senza correre il rischio di rimanere in balia delle alterne fortune dei mercati. Uno Stato deve pertanto essere in grado -prima di tutto- di disporre di proprie risorse, deve essere in grado di gestire i costi di attuazione delle politiche desiderate. In una parola deve saper fare la prima cosa da cui dipendono tutte le altre: far “quadrare” i conti, le entrate con le uscite. L’enorme debito pubblico accumulato nei decenni passati non è stato nè ridimensionato, né scalfito: tutti i governi che si sono succeduti non hanno saputo mettere in atto una cura efficace per risanare i nostri fondamentali economici. Facile dare la colpa ai “mercati”, alla speculazione internazionale. In realtà i mercati e la speculazione, che pure in-
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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili
Registrazione: Tribunale di Bergamo N. 25/10 del 04/10/2010 Registro stampa periodici Chiuso in redazione 28 Novembre 2011
Mario Monti, Presidente del Consiglio dei Ministri
fluenzano abbondantemente lo sviluppo economico, non fanno altro che amplificare un problema che già c’è. Ed è tutto nostro, interno al sistema Italia: abbiamo troppo debito. Il nostro Stato costa troppo. Le continue buone intenzioni di alleggerire i costi dello Stato e liberare risorse da destinare alla crescita hanno oltrepassato il limite della nostra credibilità. I mercati internazionali si stanno accanendo sull’Italia perché ritengono di aver trovato l’anello debole da poter attaccare. Con l’incarico a Mario Monti si è provveduto allo scatto necessario per dare un segnale forte e chiaro di svolta, nell’estremo tentativo di provvedere ad una drastica e autorevole cura ai nostri conti pubblici.
“Ristabilire nei nostri conti pubblici la SOSstenibilità economica rappresenta l’unica vera base per far ripartire un’economia SOStenibile” Ciò che ci si aspetta da tecnici esperti, in particolare da personalità dall’indiscusso valore come il professor Monti, è di prendere decisioni e attuare quelle politiche (non illudiamoci: tagli, tasse e riforme) considerate indispensabili per arginare la crescita del debito e ridare un po’ di sostenibilità finanziaria al nostro Stato.
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L’auspicio è che il nuovo governo (fatto sì di tecnici ma che devono assumere decisioni politiche) riesca a portare avanti il più possibile le riforme urgenti, senza dover sottostare alle mille logiche partitiche spesso sinonimo di “piccoli” veti, di tanti “piccoli” politici, o di battibecchi infiniti tra maggioranza e opposizione, che alla fine non portano mai a risultati concreti. Il problema sembra essere proprio la classe politica, che anziché governare il Paese e condurlo verso un sano sviluppo, rappresenta un peso, una “palla al piede” per l’Italia. Abbiamo una società civile e imprenditoriale che non teme confronti, sveglia, intraprendente, preparata, ricca di tradizione e conoscenza ma anche ricca di risorse
Hanno collaborato a questo numero: Mario Salomone - Docente Università di Bergamo Maria Imparato - Giornalista Alice Motti - Giornalista Michela Offredi - Giornalista Luciano Valle - Fisolofo ambientalista Patrizia Mantoessi - CFL Raffaele Avagliano - Giornalista Lorena Mora - Scienze della Comunicazione Clara Gandolfi - Lingue e letteratura straniera Duccio Colombo - Biofarm Lisa Casali - Ecocucina Erica Bettinelli - Villino d’Erica Livia Salvi - Moda e Storia dell'arte Giorgio Sappilo - Scienze della Comunicazione Emma Baldin - Responsabilità Sociale d'Impresa Cecilia Bergamasco - Comunicazione energetica e ambientale Alessandro Sonzogni - Scienze della Comunicazione
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propriamente economiche (non dimentichiamoci che siamo comunque una nazione benestante). Ma è come se tutto fosse “ingessato”, ingolfato. Non mancano le ricette, ma non riusciamo più a produrre nemmeno un risultato concreto, un minimo passo avanti. Troppi enti, sia locali che nazionali, troppi politici, troppe istituzioni, troppi dibattiti che rallentano e bloccano qualsiasi decisione. Le uniche vere decisioni negli ultimi anni le abbiamo prese perché obbligati da direttive europee. E per fortuna che c’è l’Unione Europea, altrimenti adesso saremmo sprofondati ancora più in basso. Senza il cappello dell’euro, che si avvale della forza dei conti pubblici, in ordine, dei tedeschi e di altri Stati soprattutto nordici, l’Italia avrebbe già perso la battaglia contro gli speculatori. Una drastica cura dimagrante, per tutti, sarà ora purtroppo inevitabile. Monti ha parlato di riforme all’insegna dell’equità, ha sottolineato la necessità di valorizzare le risorse sottoutilizzate del nostro Paese, in particolare le donne e i giovani, perché la sostenibilità economica impone un uso intelligente di tutte le energie presenti in uno Stato. Ma anche per lui vale la stessa regola della SOStenibilità: le buone intenzioni rimangono tali se non si mettono prima i conti in ordine. Dobbiamo augurarci che, costretti dall’urgenza e dalle istituzioni europee, forse stavolta riusciamo a ristabilire nei nostri conti pubblici quella SOSstenibilità economica che rappresenta l’unica vera base per far ripartire un’economia SOStenibile. Diego Moratti
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Attualità
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Settimana per l'Energia
L’astronave Terra Alla ricerca di energia pulita e sana A bordo oltre 7 miliardi di persone Necessario imboccare la via della sostenibilità Carrara: occorre coinvolgere le scuole e la società civile Vivere significa consumare energia. In un mondo che vede crescere di 75 milioni all’anno la popolazione mondiale, con prospettive di raggiungere 8 miliardi di persone nel 2025, la riflessione si impone: quali sono le capacità della nostra astronave Terra di soddisfare le esigenze dei suoi passeggeri? C’è energia sufficiente per tutti? Una risposta è stata data dalla Settimana per l’Energia, organizzata dall’associazione Artigiani in collaborazione con Confindustria Bergamo. Durante la Settimana di incontri e approfondimenti a tutto campo tra scienza, risparmio energetico, fonti rinnovabili, etica e sviluppo sostenibile, si è ripetuta una parola chiave: educare le imprese, gli artigiani, ma anche i cittadini, all’importanza della questione ambientale, per promuovere risparmio ed efficienza energetica. Solo così si potranno garantire alle generazioni future le risorse indispensabili al viaggio sull’astronave Terra. E proprio dalle generazioni future si è voluto ripartire, con il coinvolgimento delle scuole per l’ideazione della mascotte della manifestazione. Il presidente Angelo Carrara ha però fin da subito indicato la via per la prossima edizione 2012, con l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero di non addetti ai lavori: “Occorre fare informazione e formazione nelle scuole e tra il vasto pubblico della società civile, perché solo con il loro coinvolgimento riusciremo ad affrontare e vincere le sfide aperte davanti a noi”.
Il convegno inaugurale L’energia per l’astronave Terra Il primo Convegno della Settimana per l’Energia, lunedì 7 novembre 2011, è stato aperto con l’inno di Mameli in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Dopo i saluti delle numerose autorità, ad aprire il dibattito la magistrale
esposizione del prof. Vincenzo Balzani dell’Università di Bologna che ha posto una serie di brillanti interrogativi e illuminanti analisi: “Se vuoi capire bene una cosa o un problema, prima di tutto devi guardarli da lontano” ha esordito citando Italo Calvino, per poi continuare: Senza energia non si può fare nulla: la produzione di cibo, la realizzazione delle case, i trasporti, l’industria, le comunicazioni hanno e avranno sempre più bisogno di energia. Nei secoli il consumo di energia è rimasto pressoché stabile, ma dalla rivoluzione industriale e soprattutto negli ultimi decenni la crescita dei consumi ha subìto un’accelerazione che rischia di divenire insostenibile: viviamo in un’epoca storica caratterizzata da profonde “impronte” lasciate dall’uomo sulla Terra e iniziata con l’uso dei combustibili fossili”. Ad oggi le fonti primarie di energia sono rappresentate dal petrolio (38%) seguita da carbone (27%) e gas naturale (26%) e ciò significa che circa il 90% dell’energia proviene da combustibili fossili, mentre solo una minima parte proviene da nucleare o da fonti rinnovabili. Ma in un mondo con risorse limitate, i consumi non possono crescere all’infinito: “Il modello di sviluppo della società del consumismo, dell’usa e getta, della produzione esponenziale di rifiuti, non è un modello sostenibile. Occorre invece riacquistare il senso del limite, passare dal “di più” alla logica della sufficienza, vivere secondo l’etica della sobrietà, della solidarietà e della responsabilità nei confronti della Terra e di tutti i suoi abitanti, presenti e futuri” sostiene il prof. Vincenzo Balzani che, dati alla mano, lega la questione energetica anche alla diseguaglianza sociale: “Il reddito dei tre uomini più ricchi del mondo vale quello dei 43 Paesi dell’Africa!”. E ancora: “In Italia il 10% della popolazione possiede il 45% della ricchezza (ma solo il 2 per
mille dichiara più di 200 mila euro all’anno)”. Dalla sapiente analisi della gravità della situazione energetica alle indicazioni delle soluzioni possibili la strada è obbligata, secondo Balzani: “A seconda delle decisioni che prenderemo riguardo le nostre risorse, dipenderà il futuro dell’astronave terra e dei suoi abitanti. L’era dei combustibili fossili sta per finire e per ridurre la necessità di energia le uniche azioni possibili sono gli investimenti in direzione di efficienza e risparmio energetico”. Dal lato opposto, riguardo le soluzioni possibili per produrre più energia con meno consumo di risorse, Balzani passa in rassegna le due alternative: il nucleare e le fonti rinnovabili. Dopo un’attenta analisi delle molteplici controindicazioni
dell’energia nucleare (scorie radioattive, costi di costruzione e di smantellamento, pericolosità, rischi di proliferazione e utilizzo di una risorsa comunque limitata come l’uranio) il professore dell’università di Bologna indica come unica soluzione la via delle rinnovabili ed in particolare dell’energia solare: “l’energia solare è abbondante, inesauribile, non pericolosa né per l’uomo né per la terra e inoltre ben distribuita su tutto il pianeta, il che contribuirebbe ad uno sviluppo più equilibrato e diffuso”. E per dare un’idea della potenza dell’energia solare: “Basterebbe coprire lo 0,8% del territorio italiano di pannelli fotovoltaici per soddisfare tutti consumi nazionali di elettricità, senza utilizzare nemmeno i terreni agricoli”. Non si nasconde le difficoltà
relative alle energie rinnovabili: sicuramente occorre dirigere la ricerca verso le problematiche dell’intermittenza giorno-notte, sole-nuvole e verso la necessità di sistemi di accumulo di energia, oltre alla problematica della bassa potenza e conseguente necessità di concentrazione. Infine da approfondire anche la necessità di aumentare l’efficienza di conversione in forme utili di energia. Ma Balzani è convinto che la rotta da seguire sia proprio la stella solare: “La Terra riceve dal Sole, in 1 ora, una quantità di energia pari a quella che l’umanità consuma in 1 anno! Ed il Sole, siamo sicuri, brillerà ancora per circa 4,5 miliardi di anni!” Diego Moratti
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“Recuperare l’energia del lavoro” Il presidente nazionale di Confartigianato Giorgio Guerrini “La Settimana per l’Energia di Bergamo una felice intuizione”
Angelo Carrara, Presidente Associazione Artigiani Bergamo
È stato un intervento carico di sentita preoccupazione quello del presidente nazionale di Confartigianato Giorgio Guerrini, certamente influenzato da quello che stava succedendo in quelle stesse ore, sabato 12 novembre, giorno delle dimissioni del precedente governo, con l’Italia in balia degli attacchi della speculazione finanziaria internazionale. Chiamato a chiudere la sette giorni bergamasca di approfondimenti, Guerrini è intervenuto alla conclusione del convegno “Politiche energetiche dell’Ue e la situazione in Italia”, moderato da Maurizio Melis, conduttore della trasmissione “Mr. Kilowatt” per Radio 24 – Il Sole24ore. Il giornalista ha incalzato i vari relatori, tra cui Alessandro Clerici di Confindustria e Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea, obbligandoli a confrontarsi sulla concretezza delle necessarie ma lacunose politiche di incentivo all’efficienza energetica. A tutto campo invece la conclusione del presidente Guerrini: “Faccio innanzitutto i complimenti a Carrara per la felice intuizione che la sezione di Bergamo ha avuto nell’ideare la Settimana per l’Energia, un modello valido, che ora si sta esportando anche in altre realtà. Noi artigiani spesso siamo concentrati sul nostro lavoro: oggi invece dobbiamo alzare lo sguardo dalla nostra attività perché rischiamo di rimanere schiacciati da un mondo che viaggia sopra di noi e che passa dalla Cina agli Usa in una frazione di secondo. È necessario tornare a fare leva su quel patrimonio di energia viva e sa-
na che è il mondo delle imprese, degli artigiani, del lavoro, occorre ripartire dalla rappresentanza economica e sociale e non ripetere l’errore di delegare alla politica ciò che la politica non è stata in grado di fare in tutti questi anni. Tante parole ma non è cambiato nulla. Paghiamo scelte sbagliate nella selezione della classe politica. Paghiamo scelte sbagliate e non chiare in campo energetico. Ci siamo illusi di poter vivere di finanza, rendite, incentivi, dimenticando che ciò che in passato ha fatto crescere l’Italia, che, priva di mezzi e di risorse, è divenuta una potenza economica basandosi proprio
sulla forza del lavoro e dell’ingegno, basandosi su quell’energia concreta della nostra operosità e vivacità economica e imprenditoriale. Questo patrimonio è l’energia che dobbiamo preservare e che dobbiamo mettere in campo, insieme a tutte le forze che fino a poco fa consideravamo dall’altra parte. Ora non c’è più “l’altra parte”, perché per uscire da questa crisi occorre un inedito senso di responsabilità per unire e catalizzare tutte le energie positive di chi, nonostante tutto, lavora, si impegna, produce e rappresenta una parte ancora maggioritaria della nostra società.
Giorgio Guerrini, Presidente Nazionale di Confartigianato
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Attualità
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Settimana per l'Energia
Al cinema con Lab80 e la Settimana per l’ “Quanto pesa il suo edificio Mr Foster?” Dall’edificio più grande del mondo (l’aeroporto di Pechino) alla città del futuro ad Abu Dhabi. Presentato il film/documentario sulla vita e i progetti di Norman Foster In Auditorium anche la mostra “Needs”: architetture nei paesi in via di sviluppo Auditorium di Piazza della Libertà. Ore 20.58. Percorro la piazza allestita con alberi e piante in occasione della Settimana per l’Energia. A passo veloce mi avvicino all’auditorium temendo che l’abituale precisione degli architetti non si limiti soltanto al lavoro di progettazione. Fortunatamente mi sbaglio: quando entro c’è ancora la gente in coda, incuriosita dal materiale esposto sul tavolo all’ingresso, fra cui non poteva mancare Bergamo SOStenibile. Approfitto dei minuti che ho ancora a disposizione per dare un’occhiata ad alcuni pannelli informativi situati di fronte alla sala di proiezione: si trattava della mostra “Needs”: illustrazioni e descrizioni di opere architettoniche costruite in paesi in via di sviluppo mediante metodi e tecniche locali. Erano edifici semplici, adibiti a scuole o biblioteche. Trovando la mostra interessante mi riprometto che per saperne di più mi fermerò a guardare meglio dopo la visione del film, dato che ormai erano le 21.10 e qualcuno stava già chiudendo le tende all’entrata della sala, segno che il film sarebbe cominciato a breve. La sala è abbastanza affollata ma riesco a trovare un buon posto. Il breve discorso iniziale di un portavoce dell’ordine degli architetti, Gianpaolo Gritti, precede l’inizio del film che comincia destando la rumorosa curiosità dei miei casuali vicini di poltroncina.
Norman Foster: viadotto Millau
Norman Foster: chesa futura (casa futura) S. Moritz
Dalla mostra Needs: TYIN tegnestue, struttura di servizi e lavanderia in Bambù. Thailandia.
Il film Il Signor Norman Foster, il protagonista del documentario, è uno degli architetti di maggior successo al mondo. Ha progettato alcune fra le opere più importanti costruite negli ultimi 50 anni fra cui il ponte più alto sulla terra (il viadotto di Millau in Francia) e l’edificio più grande che sia mai stato costruito (l’aeroporto di Pechino). Il film, prodotto da Antonio Sanz ed Elena Ochoa, seconda moglie di Foster, si apre con una ripresa dall’alto di una pista da sci: fra i moltissimi sciatori c’è anche Norman Foster, ul-
Norman Foster: aeroporto di pechino
tra settantenne che non rinuncia a praticare lo sci di fondo. La sua espressione è serena, affaticata ma sicura di sé: l’atteggiamento di Foster è quello di qualcuno esperto nell’affrontare le sfide, anche le più difficili. Si scopre facilmente il perché di questa sua forza nel corso del documentario che ripercorre la storia di quest’uomo, fra successi ed ostacoli: l’infanzia passata
a Manchester in una casa umile nella quale il piccolo Norman passava le giornate a sognare e disegnare aeroplani; i genitori, semplici lavoratori, dai quali ha imparato soprattutto il senso del dovere; i tempi dell’università di Yale alla quale è potuto accedere solo grazie ad una borsa di studio; il viaggio attraverso gli Stati Uniti con i compagni di università e futuri soci dello studio
di architettura; i primi passi nel mondo del lavoro, i primi successi ed anche i problemi fra cui la morte della prima moglie ammalata di cancro. La storia dell’infanzia con la voce narrante di Deyan Sudic (direttore del museo del design di Londra), alcune immagini di repertorio in bianco e nero, la bellezza degli edifici e alcune ottime riprese a volo di uccello, rendono piacevole e scorrevole il documentario. Si evince l’iniziale spiccata propensione dell’architetto per la bellezza estetica delle opere. La grandezza degli edifici si fon-
de saggiamente nel corso degli anni con una sempre maggiore attenzione all’efficienza delle opere, non soltanto belle e imponenti ma anche utili ed innovatrici.
La svolta La svolta nella carriera del signor Foster è segnata da una domanda: “Quanto pesa il suo edificio Mr Foster?”. La domanda provocatoria che dà il titolo al film è stata posta dall’architettoinventore-ingegnere-designer Richard Buckmister Fuller, uno
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l’Energia dei maestri di Norman Foster, il quale, al momento, non seppe rispondere. Foster una settimana più tardi diede la risposta fornendo il dato richiesto, addirittura con i decimali: nonostante l'eccesso di zelo, l'architetto colse l'intelligenza della domanda nella sua connotazione provocatoria. Da quel momento il già rinomato architetto pose la massima attenzione nel progettare i suoi imponenti edifici anche in chiave sostenibile, considerando con cura l’impatto sull’ambiente e sul consumo energetico. L’esempio calzante è l’aeroporto di Pechino che, nonostante le maestose dimensioni, è caratterizzato da efficienza e funzionalità: le pareti in vetro che compongono l’edificio permettono un basso consumo di energia utilizzata per l’illuminazione e inoltre, la trasparenza della costruzione consente alle zone fondamentali dell’aeroporto di essere sempre visibili a chi si trova al suo interno, facilitando l’orientamento di chi si trovi nel più grande edificio del mondo. In riferimento ad un’altra imponente costruzione, il viadotto di Millau (il ponte più alto del mondo), Foster dice: “ci siamo dimenticati di quanto le costruzioni utili possano essere belle”.
Masdar: la città del futuro L’attuale progetto sul quale lo studio di architettura Foster & Partners sta lavorando è la città di Masdar ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi. Masdar, letteralmente “la città sorgente”, funzionerà interamente grazie ad energie rinnovabili senza impatto sull’ambiente. In questa città le normali auto non potranno percorrere le strade ma la viabilità sarà resa possibile grazie a navette ecologiche senza emissioni e senza conducenti che viaggiano grazie a dei sensori di posizione e di distanza. Il funzionamento di questa città-scommessa sarà garantita da impianti fotovoltaici, eolici e termali che, secondo le previsioni, faranno risparmiare nei prossimi 25 anni oltre 2 miliardi di dollari di petrolio. Il progetto decisamente innovatore non rappresenta per Norman Foster un punto di arrivo o il coronamento di una carriera in ascesa durante la quale ha saputo conciliare estetica ed efficienza, grandezza ed ecologia, bensì rappresenta un esempio di città del futuro. Foster sostiene che una Masdar non basta a cambiare il preoccupante desti-
no del pianeta, ma si augura che questo progetto innovatore ponga le basi per un futuro fatto di città concepite in questo modo.
“L’architettura per una migliore qualità della vita” Il filo conduttore di tutto il pensiero di Norman Foster sta nella ricerca del miglioramento della qualità della vita attraverso l’architettura e il design. Fra contrastanti riprese di contesti metropolitani e paesaggi naturali, testimonianze e vertiginose immagini dall’alto di grandi opere architettoniche, si giunge alla fine del film. Aspetto che la maggior parte della gente esca dalla sala in modo da evitare ingorghi, poi mi dirigo verso l’uscita dove trovo i pannelli sui quali ci sono le immagini delle opere architettoniche nei paesi in via di sviluppo, che prima del film mi avevano incuriosito. Il passaggio dalle imponenti immagini che avevo appena visto sullo schermo a queste semplici strutture mi fa riflettere su quante diverse facce possa mostrare l’architettura: da un lato gli ambiziosi progetti illustrati durante il documentario che portano con sé svolte ecologiche per
Il Cineforum di Bergamo festeggia il mezzo secolo Il Cineforum di Bergamo, ora “Lab 80”, dal 1961 mantiene la propria vocazione: proporre film che non si vedono spesso nelle sale cinematografiche, dando particolare rilievo alle pellicole più innovatrici nel panorama nazionale ed internazionale. Il Cineforum mosse i primi passi in un piccolo locale in via Pignolo grazie all’idea e all’impegno dei fondatori fra i quali ricordiamo soprattutto Piercarlo Nolli, venuto a mancare proprio nel gennaio di quest’anno. Fra le proiezioni di quest’anno all’Auditorium di Piazza della Libertà segnaliamo tra gli altri la rassegna (P)Assaggi di cinema, in collaborazione con Slow Food, il 29 novembre e l'1 e 2 dicembre. La festa per i 50 anni è il 16 dicembre con 50 torte di compleanno e la proiezione di "The cameraman" di Edward Sedigiwick e Buster Keaton. L’intera programmazione è disponibile sul sito www.lab80.it l’architettura e per la vita, in grado di dare un futuro sostenibile all’ambiente e all’intero pianeta e dal lato opposto la semplice scuola in mattoni per la quale la parola innovazione assume un significato ben diverso, accostandosi alla mera necessità. “L’architettura per una migliore qualità della vita”: reinterpreto allora il senso delle parole di Foster, relative alle nuove frontiere dell’architettura, guardando le
semplici immagini di scuole e biblioteche costruite in Africa e in Asia da semplici architetti, che probabilmente non hanno mai vinto premi e che non potranno mai finanziare un documentario auto celebrativo, ma per i quali, a ben ragione, la propria scuola costruita in Africa resterà sempre più grande dell’aeroporto di Pechino. Giorgio Sappilo
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Attualità
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Legambiente
A Bergamo il IX Congresso di Legambiente Lombardia Riconfermati Damiano Di Simine, presidente regionale e Barbara Meggetto, direttrice di Legambiente Lombardia Parole d’ordine: Green economy e stop al consumo del suolo Quasi profetici, rispetto ai tragici (e annunciati) disastri ambientali prodotti dalle recenti alluvioni che hanno flagellato le Cinque Terre, Genova e l’Isola d’Elba, sono stati i contenuti emersi dai lavori del IX Congresso di Legambiente Lombardia, che si è svolto tra sabato 22 e domenica 23 ottobre 2011 a Bergamo, nella splendida cornice del Palazzo della Ragione in Piazza Vecchia (Sala dei Giuristi) e presso il CineTeatro Qoelet. Nei due giorni di lavori, il Congresso ha visto la partecipazione di quasi 400 persone, tra delegati, soci e invitati al meeting regionale, tutti provenienti dai Circoli di Legambiente radicati sul territorio lombardo. Al termine della maratona ambientalista, l’assemblea dei delegati dell’Associazione ha eletto democraticamente i propri rappresentanti per la Lombardia. All'unanimità, si sono riconfermati alla guida di Legambiente: Damiano Di Simine, che per il secondo mandato consecutivo ha assunto la carica di Presidente regionale, e Barbara Meggetto, riconfermata Direttrice generale di Legambiente Lombardia. “I lavori congressuali di Legambiente impongono inevitabilmente un difficile confronto
con il quadro di crisi economica e finanziaria, che costituisce un banco di prova per tutti, anche per l'associazionismo e per l’impegno volontario che chiediamo alle migliaia di soci e attivisti – ha dichiarato il neo-eletto Damiano Di Simine - ma non spostano di un millimetro le nostre sfide: la Green economy resta al centro di qualsiasi scenario di ripresa economica, mentre l'approvazione della nostra proposta di legge contro il consumo di suolo è la richiesta più urgente che rivolgiamo alla politica. Non usciremo dalla crisi spalmando cemento in campagna, ma puntando su una rinnovata e più qualificata imprenditorialità del settore delle costruzioni, settore che deve essere capace di misurarsi concretamente con la riqualificazione urbana”. Ad aprire i lavori congressuali sono stati gli interventi di Don Alberto Carrara e dell’assessore all’Ambiente del Comune di Bergamo Massimo Bandera, che hanno voluto sottolineare – pur con linguaggi diversi - il dialogo corretto e leale con Legambiente, esprimendo la necessità di dare massima visibilità e centralità ai temi ambientali, trasversali e senza colore politico, all’inse-
Palazzo della Ragione in Città Alta
gna del concetto di sostenibilità e di etica dell’ambiente. Quindi, la relazione introduttiva del presidente Damiano Di Simine ha dominato la prima Giornata, fornendo le linee-guida che hanno ispirato i lavori congressuali. “Legambiente non è un discorso sul futuro, Legambiente è un progetto” ha detto Di Simine, evidenziando il forte radicamento sul territorio lombardo dell’associazione: “Questo è il Congresso dei circoli Legambiente della Lombardia; la Lombardia è la nostra radice nello spazio e nella comunità del nostro Paese. Siamo consapevoli di vivere, insieme ad altri dieci milioni di persone, in una parte d'Italia a cui il resto del Paese guarda talvolta con speranza, talvolta con apprensione: la Lombardia può essere locomotiva dell’Italia, e quasi sempre lo è stata, specialmente dal punto di vista economico. Oppure zavorra. perchè la Lombardia è anche una zavorra, sotto il profilo della pressione sulle risorse ambientali e territoriali”. I temi trattati dai delegati lombardi di Legambiente sono stati moltissimi: dal problema dell’inquinamento acustico ed ambientale presentato dal Comitato Aeroporto di Bergamo alla que-
Un momento del IX Congresso di Legambiente Lombardia
stione dell’Ecomafia; dall’urgenza di una rinnovata qualità della politica al tema della sostenibilità ambientale e della Green Economy; dalla lotta contro il Nucleare e contro il consumo di suolo al dibattito sulle risorse energetiche alternative (ma senza impatto ambientale violento); dall’Expo 2015 alla discussione sulla riduzione delle spese militari; dal dibattito sulla qualità dell’aria al tema dell’acqua e della mobilità sostenibile in ambiente urbano; dalla lotta contro i cambiamenti climatici alla nascita di nuove attività produttive capaci di garantire ai giovani e ai meno giovani nuove opportunità occupazionali. Insomma, un’occasione per capire quali siano i processi sociali e culturali in corso e come un’associazione am-
bientalista, costruita da persone coraggiose ed appassionate, fortemente legate al proprio territorio, possa cambiare il corso della politica, recuperando valori forti e universalmente condivisi. Perché il compito di Legambiente è dimostrare che la cultura ambientalista è davvero in grado di proporre soluzioni nuove ed alternative per uscire oggi dalla crisi economica globale, con un Paese più equo, pulito e moderno. E il cambiamento passa proprio dalle mille iniziative ed esperienze che ciascun circolo di Legambiente ha saputo mettere in campo in questo nostro tempo, così flagellato dall’incertezza economica e dalla crisi valoriale. Maria Imparato
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Dossier
Legambiente e “Il Sole 24 Ore” danno i voti alle città “Ecosistema urbano 2011”: capoluoghi italiani senza lode Bergamo 25°, primeggiano Venezia e Bologna, Bolzano e Trento Città immobili, amministrazioni con paura di innovare. È questa l'analisi sulla qualità ambientale delle città italiane secondo il rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente. Per dirla come il presidente della storica associazione ambientalista, Vittorio Cogliati Dezza:«Non c'è innova-
“Quello che si nota in generale è un aumento della raccolta differenziata, sia al nord che al sud, ma allo stesso tempo le città sono ancora in piena emergenza smog, la mobilità è congestionata, la depurazione delle acque è inadeguata e il trasporto pubblico pieno di difetti” zione, le amministrazioni locali hanno avuto paura di cambiare passo e di imboccare con determinazione la strada del cambiamento nelle politiche per le risorse idriche, nel governo della mobilità, nelle politiche per abbattere le emissioni di CO2 e perfino di sviluppare la riqualificazione energetica in edilizia, nonostante i regolamenti edilizi siano spesso ben fatti». Insomma la diciottesima edizione annuale di «Ecosistema Urbano – rapporto sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia», realizzato da Legambiente in collaborazione con l'Istituto di ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, non si discosta troppo da quella precedente del 2010. Il rapporto è articolato in 25 indici che vanno dalla qualità dell'aria (Pm10, NO2, ozono) alla rete idrica (consumi, dispersione, capacità di depurazione), passando per i rifiuti (produzione, differenziata), la mobilità sostenibile (trasporto pubblico, pedonalizzazione, motorizzazione
auto/motocicli, ztl, ciclabilità, piste ciclabili), il verde pubblico, i consumi elettrici, le politiche energetiche, certificazioni ambientali, eco-management e pianificazione e partecipazione ambientale. Sostanzialmente nessuna città capoluogo è promossa a pieni voti, ma nel rapporto si possono trovare delle buone politiche di attenzione all'ambiente, in uno o più indicatori. Quello che si nota in generale è un aumento della raccolta differenziata, sia al nord che al sud, ma allo stesso tempo le città sono ancora in piena emergenza smog, la mobilità è congestionata, la depurazione delle acque è inadeguata e il trasporto pubblico pieno di difetti. Per il rapporto, infatti, in Italia ci sono solo delle città “meno insostenibili”. Tra le grandi città (sopra i 200 mila abitanti) spicca Venezia, seguita a ruota da Bologna. Tra le medie (80-200 mila abitanti) la migliore è Bolzano, segue Trento, La Spezia, Reggio Emilia e Perugia. Bergamo si ferma a metà classifica, al 25° posto. Tra i piccoli capoluoghi (sotto gli 80 mila abitanti) sono Belluno, Verbania e Aosta, le città “meno insostenibili”.
Classifica grandi città 1 Venezia 2 Bologna 3 Genova 4 Verona 5 Padova
Classifica medie città 1 Bolzano 2 Trento 3 Parma 4 La Spezia 5 Reggio Emilia
…
25 Bergamo
Bergamo tra alti e bassi Negativa la qualità dell’aria e i consumi energetici Promossi in efficienza della rete idrica, fotovoltaico e teleriscaldamento E Bergamo? Affermare che, nel rapporto «Ecosistema Urbano» di Legambiente, il capoluogo orobico si piazza al 25° posto nella classifica delle città medie (tra gli 80 mila e i 200 mila abitanti), dà solo un’idea generale. Qualcosa di più intuiamo se aggiungiamo che la differenza con la prima in classifica, Bolzano, è di quasi 20 punti percentuali (rispettivamente 65 e 48), e se notiamo che Bergamo è preceduta dai cugini bresciani, oltreché da Salerno e Cagliari. Più produttivo invece, per coglierne le indicazioni del rapporto, è vedere in dettaglio, indice per indice, le classifiche formulate dal dossier, in modo da capire che cosa va bene e cosa è da
rivedere. Cominciamo dalle note negative. Il problema maggiore di Bergamo, rispetto agli altri 43 capoluoghi di provincia di media dimensione, è la qualità dell'aria: la città dei Mille è la peggiore per la concentrazione di biossido d'azoto (59 microgrammi al metro cubo), 34a per le Pm10 (37 microgrammi al metro cubo) e penultima per numero di giorni di superamento della media mobile di ozono. Bergamo è anche una città energivora, attestandosi al 40° posto della classifica, e con pochi impianti di solare termico (26a). Male anche per le isole pedonali (solo 0,01 metro quadro ad abitante), i consumi d'acqua con 213,7 litri pro capite giornalieri
(42a), non tanto meglio il verde urbano fruibile (26a). Il capoluogo orobico, invece, è da prendere come esempio per quanto riguarda la dispersione della rete idrica (19% dell'acqua, 4a), per la depurazione delle acque (97%), per il numero di impianti fotovoltaici (7a), per il teleriscaldamento (5a), per le aree verdi totali (3a). Non si può definire virtuosa, ma sicuramente con un discreto livello di qualità ambientale nei rifiuti annui pro capite prodotti (527 kg, 12a), per la differenziata (51,7%, 7a), per l'uso di mezzi pubblici (8a), offerta di trasporto pubblico (16a), zone a traffico limitato (10a) e piste ciclabili (20a). Raffaele Avagliano
BERGAMO Dispersione della rete idrica Depurazione delle acque Numero di impianti fotovoltaici Teleriscaldamento Aree verdi totali Qualità dell’aria Città energivora Pochi impianti di solare termico Isole pedonali Consumi d’acqua Verde urbano fruibile
12 Attualità
Numero 08 - Dicembre 2011
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Eventi
Piantati duemila alberi in un giorno In città nasce un nuovo bosco
Timberland, Legambiente e Comune insieme a 100 volontari hanno piantumato due ettari di terreno all’interno del Parco Ovest di Bergamo Come da tradizione per il noto marchio Timberland, giovedì 20 ottobre 2011, il brand statunitense ha ribadito la propria filosofia eco-friendly fornendo ben 2000 alberi e contribuendo con i propri dipendenti e responsabili commerciali a piantarli in un’area del Parco Ovest, in un’area oggetto di riqualificazione in versione “green”, compresa tra la ferrovia e l’ex Gres di via San Bernardino. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con Legambiente Bergamo e con il Comune, che ha messo a disposizione i due ettari di terreno e i propri tecnici, mentre l’associazione Legambiente ha messo “in campo” –è proprio il caso di dirlo- i propri volontari per la piantumazione, oltre ad aver promosso l’intesa tra Comune e Timberland. L’unione fa la forza, si sa, e grazie a un centinaio di persone coinvolte, in una sola giornata sono stati piantati qualcosa come 2000 alberi: un vero record! Ma soprattutto un vero polmone verde in un’area residenziale, che con l’occasione è stata ripulita da rovi e rimessa a nuovo. Tutti gli alberi piantati sono autoctoni: querce, platani,
tigli, ontani, carpini, biancospini, cornioli e sanguinella abbelliranno il quartiere rendendolo ancora più vivibile e salubre. Insieme al sindaco e assessore dell’ambiente di Bergamo e ai responsabili di Legambiente, era presente anche la responsabile europea per il settore socioambientale di Timberland che ha
“Tutti gli alberi piantati sono autoctoni: querce, platani, tigli, ontani, carpini, biancospini, cornioli e sanguinella”
spiegato l’iniziativa bergamasca rientri in una grande iniziativa mondiale: fin dal 1997 la società statunitense ha stabilito che per una giornata all’anno i dipendenti Timberland si sarebbero dedicati all’impegno sociale, proponendosi concretamente e in prima persona nei progetti a favore dell’ambiente. Una conferma che rafforza l’identità del brand americano quale marchio che fa dell’ecologia un valore guida a cui ha dedicato numerosi sforzi e diverse iniziative e che gli permettono di essere inserito a pieno titolo nel panorama delle aziende eco-friendly.
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In hotel la raccolta di rifiuti elettrici ed elettronici
Alla giornata eco-sostenibile promossa dall’Holiday Inn di Mozzo Raccolti 500 cellulari, 300 alimentatori e 30 computer avviati ad un riciclo intelligente Proprio una idea originale ed utile, quella proposta dagli amministratori dell’hotel Holiday Inn di Mozzo: una giornata eco-sostenibile che al suo debutto ha riscosso vivo apprezzamento e –come confermano i numeri- un concreto riscontro. Il 22 ottobre infatti presso l’hotel Holiday Inn sono stati raccolti ben 1.200 kg di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) che sono stati riciclati recuperando oltre 1.100 kg di materiali (ferro, plastica, alluminio, rame), risparmiando 11.440 kWh di energia ed evitando l’emissione di 2.520 kg di CO2. Per tutta la giornata eco-sostenibile era possibile portare presso le sale dell’hotel di Mozzo, il primo in Italia a meritare la classe energetica A, vecchi oggetti e apparecchi di rifiuto elettronici e domestici come cellulari, pc, toner, carica batterie, etc. Questi rifiuti, che spesso vengono buttati indistintamente senza criteri di riciclo o raccolta differenziata, sono invece stai ritirati e avviati al riciclo dalle aziende partner dell’iniziativa, specializzate nel settore dello smaltimento intelligente dei rifiuti. Tra queste,
presenti nelle sale dell’hotel e a disposizione del pubblico per dare chiarimenti e promuovere una coscienza ecologica, la Robur, leader nell’innovazione ecosostenibile e produttrice di sistemi di riscaldamento ad alta efficienza e basso impatto ambientale; B-life, impegnata nel recupero di toner esauriti; Remedia, consorzio nazionale per la gestione ecosostenibile di rifiuti elettrici ed elettronici che ha offerto a tutti i partecipanti la guida per il riciclo intelligente; Lookatfashion, produttrice di oggetti e abbigliamento realizzati con materiali naturali, e Prenditempo, organizzazione che promuove percorsi verdi sul territorio lombardo. Le tematiche ambientali non sono nuove dalle parti dell’Holiday Inn Express Bergamo West, la cui sensibilità ecologica è già stata comprovata più volte: l’albergo di Mozzo infatti è stato il primo in Italia in classe energetica A, dimostrando sin dal momento della costruzione il suo spirito ecologico: la grande attenzione ai materiali usati e alla tipologia impiantistica (5 gruppi ad assorbimento preassemblati Robur,
costituiti da pompe di calore ad aria reversibili, refrigeratori per raffreddamento e con recupero di calore) sono valsi all’Holiday Inn la nomination all’European Design Award 2008. La giornata, patrocinata dal comune di Mozzo, ha visto una numerosa partecipazione di pubblico grazie anche alla promozione messa in campo: ad ogni partecipante è stato rilasciato un ticket per un’estrazione con premi offerti dalle stesse aziende
partner, come stampanti ecologiche, t-shirt e shopping bags in cotone organico, chiavetta usb, torce a dinamo, week-end Holiday Inn ed altri ancora, oltreché ad un rinfresco offerto dal ristorante Basilico. “Abbiamo raccolto esattamente 1.500 pezzi, tra cui 500 cellulari scartati, 300 alimentatori e 30 computer. Il tutto è stato poi depositato dall'azienda Remedia presso la piattaforma ecologica del paese, a cui seguirà
lo smaltimento ed il recupero delle componenti ancora buone -commenta soddisfatto il direttore Roberto Falcioni–. Le potenzialità del riciclo sono in costante aumento e le nuove procedure di smaltimento e recupero stanno creando importanti sbocchi commerciali e lavorativi che, se opportunamente sfruttati, possono diventare un'ulteriore risorsa per il domani».
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Diego Moratti
14 Eco dal comune
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Settimana per l'Energia
Strategie comunali per l'energia sostenibile Alla Settimana per l’Energia presentati alcuni interventi in atto: riqualificazione, teleriscaldamento e mobilità sostenibile In arrivo anche uno Sportello energia per informazioni alla cittadinanza e imprese Buone pratiche. Due parole spesso fatte brillare come "specchietti per le allodole", ma che poi a conti fatti si rivelano paccottiglia o gioielli di bigiotteria. Invece, dati alla mano e orecchie tese al convegno "Strategie comunali per l'energia sostenibile. Le buone pratiche del Comune di Bergamo" (promosso in occasione della "Settimana per l'Energia"), pare proprio che, in questo caso, aggettivi e complimenti siano ben riposti. Pareri positivi e un motivato interesse a collaborare: questi i contenuti degli interventi sostenuti, fra gli altri, da Paolo Malvestiti, presidente della Camera di Commercio, Angelo Carrara, presidente dell'associazione Artigiani Confartigianato, Stefano Paleari, rettore dell'Università di Bergamo, dal sindaco Franco Tentorio e naturalmente dall'assessore all’ambiente ed energia Massimo Bandera. "Il piano energetico messo in campo dal Comune è assolutamente impegnativo. Ne sottolineo un piccolo ma significativo esempio: l'Amministrazione ha deciso di concedere i parcheggi a pagamento in modo gratuito ai possessori di auto elettriche o ibride elettriche. Credo sia un segnale forte verso la direzione giusta" ha esordito Angelo Carrara, il quale però non ha disdegnato neppure qualche nota
critica, in particolare verso il settore mobilità, seppure espressa in modo costruttivo: “D’altra parte Bergamo ha da sempre un problema legato al traffico: perché non fare allora un “Seap del traffico” ossia un Piano d’azione organico, strutturato, condiviso e possibilmente efficace come quello già predisposto per l’energia sostenibile?”. Alla voce del Presidente degli artigiani si è unita quella del rettore Stefano Paleari che ha sottolineato l'impegno concreto degli amministratori cittadini rispetto alle tematiche ambientali e si è detto soddisfatto perché "in un paese in cui si è abituati a fare l'elenco delle cose che non funzionano, questo tavolo è un esempio di concreta collaborazione fra istituzioni". Una presenza attiva e importante, dunque, quella dell’assessorato all’ambiente ed energia del Comune di Bergamo, come confermano le parole dal primo cittadino Tentorio: "Riteniamo fondamentale dedicare energie e uomini alle buone pratiche sostenibili. Ecco il motivo per cui, per la prima volta, è stata data una delega specifica all'Energia, associata all’Ambiente. È stato inoltre approvato il Piano energetico comunale che racchiude tutte le strategie messe in campo a livello energetico". E per avvicinare i singoli cittadi-
ni, i Comuni limitrofi e le imprese a questi temi, nei primi mesi del 2012 sarà aperto uno “Sportello energia”: un ufficio al quale rivolgersi per chiedere informazioni su buone pratiche e risparmio energico. All'interno dell'Amministrazione comunale opererà inoltre un "Energy Manager" (figura ancora poco conosciuta nel panorama delle professioni italiane), specializzato nell'analisi e nell'ottimizzazione delle risorse energetiche. "Bergamo ha voluto promuovere la sostenibilità attraverso tre progetti: l'Agenda 21, il Piano Energetico Comunale (Pec) e il Patto dei Sindaci. Abbiamo anticipato la Commissione europea con l'ambizione di ridurre del 30%, anziché del 20%, le immissioni inquinanti -ha spiegato l'assessore Massimo Bandera– Non avendo grandi fonti di energia sul territorio, abbiamo l'obbligo di promuovere l'efficienza. Il Comune deve essere il primo a realizzare le azioni che chiede ai cittadini. Bisogna dunque procedere alla razionalizzazione del parco auto, valorizzare la mobilità sostenibile, riqualificare la rete di illuminazione pubblica e gli edifici comuna-
li" ha proseguito Bandera. Propositi significativi, tanto più perché hanno un riscontro reale nella riduzione delle emissioni nocive. "In 17 mila punti luce della città è in corso la sostituzione di lampade ad alto consumo con altre a impatto più modesto; sono state poi cambiate le lampade semaforiche con lampade ad illuminazione led, le stesse posizionate nello storico parco comunale Suardi -ha spiegato Diego Finazzi, dirigente Servizi a Rete e Patrimonio del Comune-. Inoltre è in corso l'istallazione di impianti fotovoltaici sui tetti di venti edifici comunali, per una potenza totale di 1,3 Mwh. L’efficientamento energetico è proseguito sul patrimonio esistente degli edifici comunali. Si è riscontrato che di 200 edifici 80 sono adeguati, mentre gli altri 120 necessitano di modifiche sostanziali nell'impiantistica. Dalla scorsa primavera si è intervenuti su una quarantina di edifici. Altri lavori sono in programma da qui al 2013. Gli edifici comunali saranno inoltre collegati alla rete di teleriscaldamento man mano che essa sarà ampliata". Per questa
si ipotizza di arrivare a 80 km di tubazioni entro il 2018, traguardo che consentirà di servire un terzo degli edifici cittadini (al 31 dicembre 2010 erano stati posati 32 km). E nel pallottoliere delle buone pratiche c'è posto anche per il verde in città. "La sua presenza negli spazi cittadini è fondamentale. Va ricordato il ruolo delle piante quali climatizzatori urbani. Contribuiscono a compensare le emissioni di anidride carbonica e rendono la città meno calda d’estate" ha spiegato l'assessore Bandera. Ben vengano, quindi, iniziative come il giardino verde allestito in piazza Vecchia lo scorso settembre o "Alberi in città", evento realizzato collocando (sempre in occasione della "Settimana per l'Energia") alberature in vaso in piazza della Libertà. Aceri e querce si apprezzano allora non solo per i colori che donano al grigio panorama di cemento, ma perché si sentono compagni nelle strategie attivate per rendere la città più bella e sostenibile. Michela Offredi
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Al quadriportico il gioco dell’oca solare! Dopo l'«Ecobus» arriva un nuovo gioco per imparare la sostenibilità, divertendosi "Fra quanti anni si spegnerà il sole"? "Cosa provoca l'effetto serra"? E ancora: "Qual è l'unità di misura dell'energia elettrica"? Sembrano le domande di un'interrogazione o di una verifica di scienze, invece in palio non ci sono né sufficienza né dieci e lode, ma un salto alla casella successiva. Perché come vuole la tradizione, le regole del gioco dell'oca sono sempre quelle: due dadi, un po’ di fortuna e una gran voglia di arrivare al traguardo. Se poi si tratta del "gioco dell'oca solare" allora bisogna conoscere qualche nozione di sostenibilità, avere un po’ di dimestichezza con parole come geotermia e risparmio energetico, e ovviamente avere qualche valido compagno, grande o piccolo che sia. Bisogna poi fare at-
“I temi per raggiungere il traguardo: risparmio energetico, rinnovabili e mobilità sostenibile”
tenzione alle emergenze rifiuti o all'inquinamento (perché in quel caso si sta fermi un giro) e girare alla larga dal disastro nucleare (mai finire su quella casella… si torna alla partenza!). Infine ci si organizza a squadre (uno fa la cosiddetta "pedina", uno il caposquadra e tutti gli altri a suggerire) e invece di giocare in salotto ci si mette in piazza o all'aperto, perché questo gioco dell'oca è grande ben 40 mq. (5 x 8 metri). Non è un caso allora che, il "gioco dell'oca solare", realizzato dalle cooperative sociali "Alchimia" e "Linus" in collaborazione con "Sotto il Monte Solare", in occasione della "Settimana per l'Energia" abbia trovato spazio presso il quadriportico del Sentierone, proprio nel centro della città. E per la gioia dei tanti passanti il nuovo gioco non era solo, bensì accompagnato dal "fratello maggiore", il già noto "Ecobus", un vero e proprio museo-laboratorio itinerante su energia e fonti rinnovabili.
"Per vincere al gioco dell'oca solare bisogna rispondere a domande sulle diverse fonti di energia rinnovabile, superare emergenze ambientali e mettersi alla prova in prima persona -spiega Elena Malgrati della cooperativa "Alchimia"- L'obiettivo di ogni grande gioco è far sì che gli sforzi siano condivisi e visibili. Le squadre sono miste, con grandi e piccoli, persone diverse, per aiutare a comprendere la trasversalità della questione ambientale. Il risparmio energetico riguarda veramente tutti e dipende anche da noi". L'idea del gioco nasce all'interno di "Energia: capacità di agire", progetto di educazione alla sostenibilità, realizzato dalle cooperative "Alchimia" e "Linus" con il finanziamento della fondazione "Cariplo" e il patrocinio di Legambiente. Tante le azioni previste nel progetto che prova a coinvolgere Amministrazioni comunali, istituti comprensivi e singoli cittadini, perché, come ricorda Malgrati, "ognuno si senta protagonista di un cambiamento. La sostenibilità passa anche attraverso azioni semplici". Un concetto che tutti possono scoprire sottoponendosi all'"Energy-Test", un questionario per valutare i comportamenti energetici e capire se si è ecosostenibili o energivori. E prima di riconsegnarlo bisogna pensare a tre buoni propositi per migliorare. Staccare sempre il caricabatterie dalle prese e bere l'acqua dal rubinetto sono due delle tante idee per diventare una famiglia più "efficiente", energeticamente parlando.
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Eco dalla Provincia
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Rifiuti
Incenerimento rifiuti Braccio di ferro sulla tariffa Accordo raggiunto fra Provincia e Rea: 113 euro a tonnellata contro i 142 proposti inizialmente. I Comuni in scadenza potranno scegliere se accettare o cercare soluzioni più vantaggiose fuori provincia Si è chiusa con un accordo, "il più vantaggioso possibile" stando a via Tasso, la partita sulla questione rifiuti, protagonista negli ultimi mesi della scena bergamasca. A fronteggiarsi, da un lato, l’Amministrazione provinciale di Bergamo e, dall'altro, Rea Dalmine Spa, la società dell'inceneritore che riceve dal territorio 110 milioni di chili di rifiuti all'anno. A mettere sul piede di guerra via Tasso era stato l'annuncio di Rea di voler aumentare la tariffa di conferimento dagli attuali 86,58 euro a 142 euro a tonnellata, con un incremento del 67%; una cifra difficile da digerire per i Comuni, già lacerati da bilanci risicati e continui tagli. E così i circa duecento Comuni (molti dei quali hanno affidato lo smaltimento a società di servizio) e la stessa Provincia sono scesi in campo, facendo squadra, per trovare risposte alla difficile situazione; è proseguito il confronto con Rea e, parallelamente, si sono attivati dei tavoli di incontro fra i vari amministratori. Ad ampliare gli orizzonti anche la possibilità (stando ai nuovi indirizzi del Piano regionale dei rifiuti) di conferire, salvaguardando i principi di vicinanza territoriale ma scegliendo soluzioni più economiche, anche oltre i confini provinciali. Gli obiettivi di un unico bacino regionale sono piuttosto intuibili: facilitare la concorrenza fra
gli impianti, abbassare il monopolio territoriale e lasciare liberi i Comuni di scegliere la via più vantaggiosa. Alla fine la Provincia di Bergamo e Rea hanno trovato un'intesa e siglato la nuova convenzione con la tariffa ferma a 113 euro a tonnellata; quota applicata
dal 1° gennaio 2012 e valida sino al 2026. "Per il 2011, invece, resterà in vigore l'attuale tariffa di 86,58 euro a tonnellata - dicono da via Tasso - E' l'accordo più vantaggioso possibile. Sulla carta c'è un aumento del 30% rispetto al 67% preteso da Rea, ma è falso dire che la tarif-
fa rifiuti aumenterà per i Comuni del 30%. A crescere del 30% è solo l'incenerimento che rappresenta una parte del processo di gestione dei rifiuti composto da varie voci che restano invariate. In un Comune di media grandezza con standard medi di raccolta differenziata il costo dell'incene-
rimento passerà dal 14% al 18% facendo aumentare, mediamente, la tariffa rifiuti del 4%”. Ma non è tutto. "Il risultato azzera il passato, evita azioni di rivalsa sui Comuni e chiude una stagione di monopolio permettendo ai Comuni di aprirsi al mercato, andare a gara in un
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Sindaci, amministratori e imprese bergamasche in gita a Vedelago a lezione di riciclo Una visita guidata all'impianto del Trevigiano, modello in tutta Italia, dove ogni rifiuto è riciclato Comitato Meetup 195: "Fare del rifiuto una risorsa produttiva"
bacino regionale, incenerendo dove i costi sono più vantaggiosi - prosegue il presidente Ettore Pirovano - Con il 2011 quindici Comuni e altrettante società di gestione vedranno scadere la convenzione con Rea e potranno decidere se rinnovarla con la nuova tariffa o se andare a gara, scegliendo di conferire le loro 65 mila tonnellate di rifiuti al miglior offerente". In queste settimane si sta preparando un bando che potrebbe poi essere adattato alle singole realtà. Dalla tribuna politica si levano però voci contrarie. Valerio Bettoni, consigliere regionale ed ex presidente di via Tasso, accusa la Provincia di non aver affrontato la questione per tempo e definisce la nuova tariffa "non accettabile né giustificabile sia sotto il profilo tecnico che quello economico". Il Pd la ritiene una "cifra spropositata" e chiede a Pirovano di esplicitare, nero su bianco, la sua contrarietà all'ampliamento di Dalmine, la terza linea di incenerimento
sollecitata da Rea. Si teme che le nuove tariffe possano gravare sulle spalle di singoli cittadini e famiglie, che restano comunque i soggetti che possono fare più di tutti: sprecare meno e riciclare di più sono due atteggiamenti che, lontano da numeri e percentuali, restano sempre le soluzioni più economiche. Michela Offredi
Sabato mattina, ritrovo alle 7 e poi via con il pullman. Vista da fuori potrebbe essere una gita scolastica, oppure quella di gruppo di amici in partenza per una località turistica. La meta, però, non è né un castello né una bella mostra, bensì il Centro Riciclo di Vedelago, in provincia di Treviso. E i partecipanti alla giornata, promossa dal comitato Meetup 195 di Bergamo (che si rifà al Movimento Cinque Stelle), non sono studenti o anziani, ma amministratori comunali e membri delle società di servizio. L'obiettivo della proposta, che risale allo scorso ottobre, è chiaro: affrontare il tema dello smaltimento dei rifiuti urbani che da costoso impiccio diventano una risorsa produttiva. E come tale una fonte di reddito anziché un onere, ambientale ed economico. Questione più che mai attuale in bergamasca dove, da mesi, si discute sul costo e il conferimento dell'immondizia. La filosofia della società Centro di Vedelago srl, che dal 1999 gestisce l'impianto di stoccaggio e selezione meccanica di rifiuti ai fini del recupero di materiali, appare semplice e chiara: ci sono ampie opportunità tecniche e giuridiche per valorizzare i rifiuti, e queste vanno sfruttate. "La nostra attività consiste nel ricevere le frazioni secche riciclabili dei rifiuti urbani e assimilati, selezionare i materiali in base alla composizione merceologica, compiere le operazioni neces-
Un momento della visita della delegazione bergamasca a Vedelago
I comuni partecipanti Gandino - Sorisole - Almè Villa d'Almè - Filago - Scanzo Pontirolo Nuovo - Gorno - Paladina
Società partecipanti Zanetti Arturo - Val Cavallina Servizi Dedalo Ambiente Energia - Sabb
“affrontare il tema dello smaltimento dei rifiuti urbani come fonte di reddito anziché un onere, ambientale ed economico” sarie per la riduzione volumetrica. Si gestisce quindi la fase di destinazione in uscita delle singole tipologie di materiali che, in relazione alla possibilità di riutilizzo, vengono consegnati a impianti di seconda lavorazione o a specifiche aziende. Queste impiegano i materiali nei loro cicli produttivi" si legge nel sito dell'azienda di Treviso, nota e attiva in tutta la Penisola. Detto diversamente: i rifiuti riciclati diventano materie prime per produrre altro; si abbassano così costi e preoccupazioni per lo smaltimento, si
premia la raccolta differenziata e c'è pure un ritorno economico. "La giornata a Vedelago si colloca all’interno di un percorso di approfondimento sul tema, intrapreso dal nostro gruppo già da mesi. L’obiettivo è di non lasciarsi sfuggire quella che riteniamo essere un'opportunità destinata a rivoluzionare il concetto stesso di rifiuto, con ricadute decisive sulle tasche dei cittadini e sull’ambiente -spiega Agostino Quarenghi del comitato promotore-. Si è trattato di un primo e proficuo passo per un lavoro che dovrà proseguire entrando sempre più nel dettaglio. Il dibattito avviatosi ha evidenziato le differenze a livello di raccolta tra una realtà come la nostra, segnata culturalmente dal conferimento agli inceneritori, e l'approccio del recupero totale, effettuato da Vedelago in rete con aziende specializzate. Il modello potrebbe essere replicato anche in bergamasca". Tematiche che hanno notevolmente interessato gli amministratori dei Comuni e delle società di servizi presenti: Gandino, Sorisole, Almè,Villa d'Almè, Filago, Scanzo, Pontirolo Nuovo, Gorno, Paladina per i Comuni, mentre per le società Zanetti Arturo, Val Cavallina Servizi, Dedalo Ambiente Energia e Sabb. Tutti affascinati dall’insolita meta che, non sarà una delle sette meraviglie, ma incuriosisce almeno quanto un borgo storico o una mostra osannata dalla critica. M. O.
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Londra
Van Gogh, dalla tela alla realtà A Londra il “Campo di grano con cipressi” diventa “living wall” (muro vivente) Il quadro ricreato con fiori e piante sulle pareti della National Gallery in occasione del programma di riduzione dell’impatto ambientale della Galleria d’arte Solitamente il passaggio è inverso: un pittore, incantato da un paesaggio naturale in una certa ora del giorno, decide di fermare per sempre quell’immagine sfuggente mettendola su tela. L’installazione della National Gallery di Londra ha sovvertito l’ordine delle cose e così uno dei quadri di Vincent Van Gogh, che la galleria conserva nelle sue sale, è divenuto il modello per la costruzione di un “muro vivente” composto da piante e fiori, visibile in Trafalgar Square dallo scorso giugno fino ad ottobre. Il quadro in questione, Campo di grano con cipressi, fu dipinto dal pittore olandese nel 1889 mentre si trovava in cura per disagi psichici presso il monastero di Saint-Rémy, in Francia. Van Gogh dipinse lo stesso soggetto per tre volte: una versione
raffigura il campo a giugno ed è ora conservata a New York, al Metropolitan Museum of Art; una seconda versione è parte di una collezione privata; l’ultima, conservata a Londra, raffigura lo stesso campo nel mese di Settembre, durante il passaggio tra l’estate e l’autunno. Durante la permanenza a Saint-Rémy la natura diviene il soggetto preferito di Van Gogh: il pittore osserva con attenzione il paesaggio che lo circonda e ne è affascinato, lo ritrae nelle diverse stagioni utilizzando pennellate sinuose e colori stupefacenti. Per poter mimare le macchie di colore che caratterizzano il dipinto anche nel “living wall” sono state utilizzate oltre 8000 specie di piante appartenenti a 25 diverse varietà. Durante i mesi estivi e fino all’autunno, le piante
e i fiori che componevano il quadro si sono modificati nel colore e nell’aspetto secondo la legge della natura, cosa che invece non avviene sulla tela di Van Gogh, rimasta (quasi) identica da quando è stata dipinta. Il “living wall” è stato realizzato dalla National Gallery insieme alla società americana GE (General Eletric) per celebrare il programma di riduzione dell’impatto ambientale intrapreso dalla galleria: l’obiettivo è divenire un simbolo creativo della strategia di “ecomagination”, ovvero eco-immaginazione, proposta dalla General Eletric. La National Gallery utilizzerà inoltre un cogeneratore “eco-friendly” che contribuirà in modo significativo a soddisfare la richiesta di elettricità del museo. Livia Salvi
Vincent Van Gogh A Wheatfield, with Cypresses, 1889 © The National Gallery, London
La National Gallery di Londra La National Gallery di Londra è uno dei musei più importanti al mondo e raccoglie oltre 2300 opere d’arte appartenenti ad un arco cronologico che va dal XIII al XX secolo; al suo interno si possono ammirare opere di grandi maestri tra cui Botticelli, Leonardo, Caravaggio, Rembrandt, Van Gogh... e non solo: la galleria si pone anche come punto di riferimento per numerose attività culturali e propone workshop su tematiche artistiche, concerti, proiezioni di film inerenti all’arte, incontri “talk and draw” che includono una breve lezione su un quadro ed esercitazioni pratiche di disegno, e molto altro ancora. E se non è tempo per un viaggio oltre-manica, tramite il sito web del museo si può fare una visita virtuale all’interno di molte sale e scaricare podcast con approfondimenti su opere ed autori. www.nationalgallery.org.uk Photo © The National Gallery, London
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La vita tormentata di un grande pittore La sua ispirazione artistica durò solo 5 anni ma bastò a consegnarlo alla storia Van Gogh, 1853-1890 Vincent Van Gogh è oggi considerato uno dei più importanti pittori della fine dell’Ottocento, sebbene durante la sua vita fu poco conosciuto ed apprezzato; nonostante l’estrema brevità della sua attività, concentrata in soli cinque anni, dal 1885 al 1890, creò uno stile personale ed innovativo che influenzò profondamente le generazioni successive. La sua fama fu postuma: egli visse in miseria e morì suicida il 29 luglio del 1890. Van Gogh iniziò a dipingere ritraendo la realtà in cui viveva, ovvero il mondo contadino olandese della seconda metà dell’Ottocento. La pittura della prima fase è molto diversa dallo stile che ha reso noto il pittore: è caratterizzata da colori cupi ed ombrosi e dalla ricerca di una rappresentazione verosimile, distante da ogni abbellimento, vicina ai francesi Millet e Daumier; il suo intento era quello di rappresentare temi sociali evidenziando stati d’animo di cupo pessimismo. Questa scelta stilistica dipendeva anche dal fatto che Van Gogh non conosceva ancora il plein air, ovvero la pittura all’aria aperta caratteristica dell’Impressionismo. La svolta artistica avvenne nel 1886, quando l’artista raggiunse a Parigi il fratello Theo, mercante d’arte: grazie al contatto con un ambiente caratterizzato da vivacità artistica e sperimentazioni, il pittore fu stimolato a nuove ricerche cromatiche e formali. L’interesse di Van Gogh si rivolse in particolare verso impressionismo e divisionismo; fu proprio in questa città ricca di stimoli artistici che il pittore elaborò quella pennellata di colore vivace, denso e corposo che divenne il suo
tratto distintivo. All’inizio del 1888 Vincent si trasferì in Camargue dove progettava di radunare un gruppo di artisti che lavorassero insieme in piena armonia. L’unico che lo raggiunse nella “casa gialla” di Arles fu Paul Gauguin e dopo soli due mesi i rapporti tra i due pittori si incrinarono; in seguito ad un violento litigio con l’amico, Vincent si tagliò parte dell’orecchio sinistro per punirsi. Questo fatto segnò l’inizio di un alternarsi di tormenti e ricoveri in seguito al quale il pittore si fece internare nell’ospedale psichiatrico di Saint-Rémy; durante questo periodo l’artista dipinse intensamente e realizzò alcune tra le sue opere più note, come il dipinto che ritrae la sua camera di Arles e la notte stellata. Lasciata la clinica il pittore si trasferì ad Auvers-sur-Oise e dopo breve tempo si suicidò sparandosi un colpo di pistola
nel petto. La pittura di Van Gogh si può collocare all’interno della corrente simbolista: nelle tele successive al periodo parigino egli utilizza colori accesi e brillanti che rendono le immagini dense di emozione e tormento; il tratto è dinamico, interrotto, teso. La volontà di caricare i suoi quadri di simbologia espressiva era dichiarata dal pittore stesso che in una lettera del 1890 al fratello Theo scrisse: “Non cerco più niente attraverso la rassomiglianza fotografica, ma attraverso la nostra capacità di esprimere sentimenti usando come mezzo di espressione e di esaltazione del carattere la tecnica e il gusto moderno del colore”. Van Gogh ebbe un forte impatto sugli esponenti di stagioni successive, in particolare sugli artisti della fascia fauveespressionista.
“…E tutte queste informazioni di Vincent” L’arte di Van Gogh e la sua vita tormentata, sono state fonte di ispirazione per opere cinematografiche e brani musicali. Per citarne alcune: Nel film “Sogni” (1990), il regista giapponese Akira Kurosawa dedicò l’episodio “I corvi” al surreale incontro tra l’artista olandese, interpretato da Martin Scorsese, e un pittore suo ammiratore che, come d’incanto, mentre sta osservando alcune opere del maestro conservate in un museo, si ritrova all’interno di una di esse. Il “principe” dei cantautori, Francesco De Gregori, nel 1974 dedicò a Van Gogh una sua canzone: il brano è contenuto nell’album “Francesco De Gregori” ed è intitolato “Informazioni di Vincent”. L’anno precedente il cantautore americano Don Mc Lean ispirandosi al quadro “Notte stellata” aveva scritto “Vincent”, brano ripreso nel 2000 da Roberto Vecchioni che ne fece una versione italiana inserita nell’ album “Canzoni e cicogne”.
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Anno internazionale foreste
Salviamo la grande Nonna Quercia A 300 anni è diventa il simbolo della tutela ambientale Non si è mai troppo vecchi… All’età di 300 anni (e forse molti di più) si sta battendo contro una minaccia ambientale. Vive a Castelvetro Piacentino e da lì non intende muoversi. E’ la Grande Nonna Quercia, un bellissimo esemplare di farnia che è diventata il simbolo della lotta contro il “Terzo Ponte”, un raccordo autostradale che dovrebbe collegare la sponda piacentina a quella cremonese per una lunghezza di 12 chilometri e un’altezza che raggiungerebbe anche i 10 metri. La zona su cui dovrebbe sorgere comprende tre zone tutelate dalla Comunità Europea, tra cui l’Isola del Deserto sul Po, un’area molto importante dal punto di vista naturalistico e faunistico. E’ un ecosistema che si è formato nei secoli dall’alternanza di momenti di piena e di secca del fiume Po. Comprende zone sabbiose e altre boschive e accoglie una gran varietà di vita, tra cui specie rare di uccelli. La costruzione del Terzo Ponte comprometterebbe il delicato equilibrio di queste preziose aree naturali. Un gruppo di esperti e docenti universitari ha voluto dimostrare, attraverso uno studio interdisciplinare, l’inutilità dell’opera e ha proposto alternative meno impattanti (per info: www. terzoponte.com/controprogetto-dossier-docenti.pdf). Anche il FAI ha messo un bollino rosso sul progetto del nuovo raccordo. “Grave danno paesaggistico, sottrazione di ampie aree agricole, perdita di habitat naturali per specie tutelate”, queste solo alcune delle motivazioni della bocciatura dell’ente che ha inserito il progetto nella lista “SOS emergenza paesaggio” che periodicamente elenca i progetti valutati devastanti (www.fondoambiente.it). Molte altre persone si stanno spendendo contro il progetto. Tra di loro vi sono personaggi famosi come Licia Colò, Luca Mercalli, Linus e tanti altri. Alcuni musicisti hanno organizzato degli eventi musicali all’ombra della Grande Quercia: gli Inti-Illimani, i Modena City Ramblers e Omar Pedrini, solo per citarne alcuni. Ma in prima linea c’è lei, la Grande Quercia: ora che la sua stes-
Omar Pedrini e Franco D'Aniello
Licia Colò, Luca Mercalli, Linus, gli Inti-Illimani, Modena City Ramblers, Omar Pedrini L’abbraccio di personaggi e artisti a difesa dello splendido esemplare minacciato dal raccordo autostradale di Castelvetro Piacentino sa esistenza è minacciata dal progetto dell’autostrada, la nonna Quercia è diventata il simbolo della tutela ambientale di quel territorio ancora incontaminato ed è la rappresentante della ricchezza naturale della Pianura Padana. Sotto la sua enorme chioma si svolgono continui presidi. Lì si ritrova anche il Comitato “La Grande Nonna Quercia Mina il Terzo Ponte” presieduto da Franco d’Aniello, il leader dei Modena City Ramblers. E’ un comitato senza scopo di lucro che ha il fine di raccogliere fondi per un’azione legale presso il TAR contro il Terzo Ponte e per organizzare eventi di sensibilizzazione. All’indirizzo web www.salviamononnaquercia.com ci sono le indicazioni per effettuare le donazioni a favore del Comitato. E’ possibile anche firmare la petizione a favore della salvaguardia del territorio in questione. Per ulteriori info sul progetto del Terzo Ponte si può invece consultare il sito www.terzoponte.com. Clara Gandolfi
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Le foreste minacciate dalle bioenergie Nel “Living Forest Report” il WWF mette in correlazione la deforestazione con la crescente produzione di bioenergia da legno, mais e canna da zucchero, a scapito dei consumi alimentari L’Anno Internazionale delle Foreste volge al termine e il WWF lancia un ulteriore allarme. Lo scorso settembre ha pubblicato il secondo capitolo “Foreste ed Energia” del “Living Forests Report”, un rapporto sullo stato di conservazione delle foreste mondiali (il primo capitolo era stato pubblicato lo scorso aprile e analizza le cause della deforestazione. Entrambi i capitoli -in lingua inglese- si possono scaricare dal sito internet del WWF Italia). Secondo lo studio del WWF, una nuova minaccia per le foreste è costituita dallo sviluppo crescente delle coltivazioni avviate per la produzione di bioenergia che si ottiene da materiali come il legno, il mais, la canna da zucchero, l’olio di palma e le alghe. La bioenergia può essere un’alternativa ecologica ai combustibili fossili, ma rischia di diventare una minaccia ai polmoni verdi se non è gestita in maniera responsabile. Il rischio è che la crescente domanda di bioenergie possa portare ad uno sviluppo incontrollato con prelievi insostenibili di legno e con vaste colture bioenergetiche al posto di coltivazioni alimentari o di foreste e praterie naturali. Per questo il WWF ha lanciato un monito ai governi che vogliono promuovere le bioenergie: bisogna adottare delle normative e delle certificazioni che evitino pesanti impatti sull’ambiente. E’ fondamentale poi ridurre la deforestazione “quasi a zero” entro il 2020 e produrre il 100% di energia con fonti rinnovabili entro il 2050, naturalmen-
te cercando anche di ridurre il consumo mondiale di energia, investendo per esempio sull’efficienza energetica degli edifici e dei trasporti. Sempre nell’ottica della salvaguardia delle foreste (specialmente i grandi polmoni come Amazzonia, Congo, Sumatra) il WWF sta promuovendo uno strumento web che è la piattaforma “Imprese per le foreste” (http://impreseperleforeste.wwf. it/) destinata alle aziende legate in qualche modo alle risorse delle foreste che vogliono saperne di più sulla gestione sostenibile e responsabile. Vengono affronta-
ti temi come il mercato del legname e della carta, le normative di riferimento e alcune pratiche ambientali. E’ possibile inoltre trovare approfondimenti sulle minacce che stanno distruggendo le foreste, come l'Asia Pulp & Paper/ Sinar Mas Group (APP/SMG), una delle principali aziende di produzione di carta nel mondo, che continua a radere al suolo la foresta pluviale dell'Isola di Sumatra, in Indonesia, un habitat di importanza cruciale per la sopravvivenza delle ultime tigri di Sumatra.
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Attualità
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Anno internazionale foreste
A rischio estinzione il 60% delle specie del Parco delle Orobie La più grande area naturale della Lombardia sotto la lente degli esperti
Franco Grassi e Sergio Chiesa a convegno al Palamonti
Anche a Bergamo si chiude l’anno che l’Onu ha dedicato alle Foreste. E lo si fa pensando alle nostre montagne. Nell’ambito dell’ultima edizione di Bergamoscienza, il Parco delle Orobie Bergamasche ha organizzato un convegno sul futuro dell’ecosistema delle Orobie. Il tutto in collaborazione con il Cai di Bergamo e il Cai Alta Valle Brembana. Alcuni esperti italiani
che studiano gli ecosistemi alpini e i referenti del progetto GLORIA hanno affrontato il delicato tema sulle conseguenze del cambiamento climatico sull’ecosistema alpino. “Il 60% delle specie della flora delle Orobie è a rischio estinzione nei prossimi 80 anni” ha detto Franco Grassi, presidente del Parco delle Orobie. “Questa previsione emerge da una prima analisi fatta sui cam-
biamenti climatici in atto. Le Orobie sono montagne che non raggiungono quote elevatissime e, essendo collocate nella parte esterna delle Alpi, risentono maggiormente dell’innalzamento delle temperature. Le rocce calcaree contribuiscono a peggiorare le condizioni perché sono altamente permeabili e rendono le Orobie aride”. Nelle Alpi il tasso di incremento della temperatura a partire dall’ultima glaciazione (il Global Change) è stato doppio rispetto alle restanti zone dell’emisfero settentrionale. I cambiamenti climatici causano mutamenti radicali sul paesaggio alpino, con conseguenze su ghiacciai e vegetazione. Ha aggiunto Juri Belotti, esperto del Parco: “Le temperature più alte si hanno nel mese di luglio, le più basse corrispondono al periodo pre e post invernale in assenza di copertura nevosa (ottobre e marzo), mentre nei mesi invernali le temperature sono attorno agli 0°C a causa della coltre nevosa”. Clara Gandolfi
Il parco delle Orobie Il Parco delle Orobie Bergamasche è un parco montano forestale che si estende su una superficie di 70.000 ettari. E’ la più grande area naturale della Lombardia. Dal punto di vista amministrativo comprende 44 comuni tra Val Brembana, Val Seriana e Valle di Scalve.
“Gloria” La “Global Obsaervation Research Initiative in Alpine enviroments” è un progetto di monitoraggio dei cambiamenti climatici negli ambienti montani. Attualmente coinvolge 62 stazioni in zone montuose di tutto il pianeta. Nel 2009 il Parco delle Orobie Bergamasche, in collaborazione con WWF Italia, Università degli Studi di Pavia e Centro Meteo Lombardo, ha istituito dei monitoraggi di GLORIA su 4 cime: Menna, Arera, Cimetto e Ferrantino.
La certificazione fsc rispettosa delle foreste La foresta amazzonica è uno dei luoghi della Terra che accoglie una vastissima biodiversità. Tra il 1999 e il 2009 sono state identificate 1200 nuove specie animali e vegetali, in pratica una ogni tre giorni. I consumatori che hanno a cuore la conservazione delle foreste possono fare la loro parte acquistando solo prodotti a base di legno o cellulosa certificati FSC (Forest Stewardiship Council) che garantiscono la gestione sostenibile di foreste e boschi.
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Natale
In città si accende un Natale più Verde Con ABenergie le luminarie comunali a impatto ambientale zero. Previsto il ritiro degli abeti, il riuso delle statuette natalizie e… auguri! (on line) Si avvicina il periodo natalizio e Bergamo non si fa trovare impreparata per rendere più verdi le festività della nostra città. Quest’anno, infatti, sono numerosi e innovativi i progetti messi in campo da Palafrizzoni e partner, come ad esempio l’idea di mettere a disposizione dei cittadini una pagina online sul sito del comune dove è possibile scaricare biglietti d’auguri in formato digitale per risparmiare carta vergine e conseguentemente limitare l’abbattimento di alberi. A proposito di piante, è importante segnalare che gli alberi illuminati lungo le principali vie cittadine, al termine delle festività verranno messi a dimora nei parchi cittadini con l’intento di rendere più colorata la città.
Un’altra simile iniziativa, in collaborazione con Aprica Spa, è rappresentata dalla possibilità di portare in tutte le Piattaforme Ecologiche gli abeti di Natale per tutti coloro che non hanno la possibilità di ripiantarli. Gli alberi ritirati, infatti, verranno riutilizzati per essere collocati nelle aree verdi comunali. Altra meritoria operazione di recupero intrapresa dal Comune, con l’appoggio della cooperativa Ruah e Triciclo, sarà il riutilizzo delle statuette mandate in pensione dai presepi delle famiglie, con l’intento di reimpiegarle successivamente nelle scuole cittadine di ogni livello. Ma l’iniziativa clou per un Natale nell’era della “green economy” risulta tuttavia quella delle lumi-
narie natalizie a L.E.D., accese in città da venerdì 25 novembre all’insegna del risparmio energetico. Il progetto, attuato dal Distretto del Commercio Bergamo centro e sostenuto dall’associazione Bergamo Vive, Comune e Camera di Commercio, avrà l’importante novità di illuminare le festività, azzerando le emissioni di CO2: lo sponsor ABenergie compenserà infatti la quantità di anidride carbonica prodotta immettendo gratuitamente sul mercato energia rinnovabile. Una quantità che è stata calcolata pari a circa 448,24 tonnellate di CO2, rilasciata nell’aria da tutte le luminarie e da tutti gli alberi natalizi, compresi quelli delle case private.
Per Natale internet gratis e per i partner il gioco Kontesa Da BIG TLC wi-fi gratuito in 8 comuni e in regalo il gioco in scatola presentato su Bergamo SOStenebile per scoprire cultura, tradizioni e curiosità sulla nostra provincia “A Natale si sa, siamo tutti più buoni” e poi ancora “la pubblicità è l’anima del commercio”… quante volte abbiamo sentito citare questi modi di dire? Tante, tante volte immagino sia la risposta di tutti voi, ma questa volta alle parole segue la concretezza e l’evidenza dei fatti. A confermarlo è infatti un’azienda bergamasca attiva nel campo delle telecomunicazioni, la BIG TLC. L’operatore orobico anticipa il Natale e da novembre ha attivato in otto aree (Lurano, Telagte, Martinengo, Romano di Lombardia, Bottanuco, Colzate, Cenate Sotto e Almè) la rete Wi-Fì che consente la navigazione
internet gratuita. Gli hot-spot sono situati in vari luoghi pubblici all’aperto nei quali si può accedere alla rete wi-fi con un PC portatile o con i moderni telefonini smart phone dotati di dispositivo di interfaccia WiFi. Basta trovarsi nel raggio di copertura dell’hot spot e effettuare la registrazione per navigare gratuitamente per un’ora al giorno, anche frazionabile. A testimoniare il fatto che “la pubblicità è l’anima del commercio”, è sempre la stessa BIG TLC che, dopo aver letto sul precedente numero di Bergamo SOStenibile la presentazione del nuovo eco gioco in scatola “Kontesa” realizzato dalla Grafital di Torre Boldone,
ne ha subito ordinati 150 pezzi. Il gioco in scatola che verrà personalizzato con un messaggio ad hoc sarà –immaginiamo- il gradito dono di Natale riservato ai partner/clienti di BIG TLC. Queste due iniziative testimoniano l’attenzione che l’operatore orobico dimostra nei confronti del territorio bergamasco, da un lato mettendo a disposizione dei cittadini un servizio gratuito, dall’altro regalando un gioco che promuove e valorizza la nostra città e provincia oltre che promuovere un’economia locale e sostenibile. Il gioco “Kontesa” è infatti realizzato a Bergamo con materiali ecologici reperiti a kilometro zero.
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Il Villino d'Erica
Agriturismo Polisena
Azienda Agricola Tosca
Bergamo SOStenibile
Grafital
Grafinvest
Bergamo SOStenibile
Foto Aeree Ghilardi
Agriturismo Polisena
Cena “organic chic” per due persone a partire da € 50,00 Valbrembo - Tel 035.527736
Abbonamento al giornale per un anno (10 numeri) a € 25,00 Bergamo - Tel 035.4158818 - Cell. 335.362358
Borracce in alluminio “IO BergAmo” a € 10,00 Bergamo - Tel 035.4158818 - Cell. 335.362358
Cena “biologica” (4 portate) per due persone a partire da € 76,00 Pontida - Tel 035.796224 - Cell. 342.0218724
Gioco in scatola Kontesa a basso impatto ambientale € 35,00 (Personalizzabile) Torre Boldone, Grafital - Tel 035.340460
Stampe artistiche di città alta su tela, varie misure, a partire da € 35 Osio Sopra - Cell. 335.6632415
Cesti natalizi con prodotti naturali e biologici a partire da € 16,00 Pontida - Tel 035.796224 - Cell. 342.0218724
Calendari profumati ecologici da tavolo personalizzati a partire da € 2,56 Bergamo - Tel 035.259185
Notte in Suite panoramica con ingresso nella Bio Wellness Spa per due persone € 120,00 Pontida - Tel 035.796224 - Cell. 342.0218724
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Natale
Packaging per giocattoli amici delle foreste
SCEGLIE L’AMBIENTE CON LA CERTIFICAZIONE FSC ®
Ken ci ripensa e non “molla” Barbie, è cambiata!
Mattoncini sostenibili per LEGO La multinazionale LEGO produttrice degli storici mattoncini da costruzione per bambini ha da poco annunciato la nuova politica per la produzione del proprio packaging interrompendo
Greenpeace canta vittoria su Mattel. L’associazione ambientalista aveva diffuso nei mesi scorsi una campagna virale su Ken, storico fidanzato di Barbie, deciso a “lasciare” la sua compagna perché colpevole della distruzione della foresta pluviale indonesiana. Il packaging delle confezioni è infatti realizzato con cellulosa indonesiana. Mattel
ha annunciato di aver sospeso i rapporti con le aziende responsabili di una deforestazione senza scrupoli in favore di fornitori che adottano una corretta gestione forestale sia da un punto di vista ambientale, che sociale ed economico. Grazie a questo cambiamento Ken e Barbie sono tornati a fare copia fissa.
da subito i rapporti commerciali con APP (Asian pulp and Paper), la multinazionale asiatica produttrice di carta e cartone. APP è considerata da Greenpeace una delle maggiori responsabili della deforestazione indiscriminata delle foreste indonesiane. LEGO Non prenderà in considerazione di riallacciare i rapporti commerciali con APP fino a quando quest'ultima non si impegnerà seriamente a pro-
teggere le foreste indonesiane. Lo stesso impegno viene richiesto all'azienda in termini di protezione della biodiversità e rispetto dei diritti delle popolazioni locali. Ma non finisce qui. Lego si è impegnata ad assumere un ruolo di leadership nella sostenibilità del packaging riducendo drasticamente la quantità di carta per le proprie confezioni, massimizzando le percentuali di fibre riciclate e certificate FSC.
moma comunicazione
Una stampa di qualità si distingue anche per la scelta delle sue materie prime. LITOSTAMPA istituto grafico utilizza prodotti marchiati FSC ® che provengono da foreste gestite in modo responsabile perché rispettano rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
NATO PER LA STAMPA
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Natale
Tappi di sughero in via d’estinzione? Tra Natale e Capodanno ne salteranno Dopo il brindisi salvate il tappo e le foreste di quercia da sughero Certificazione Fsc e riciclo del sughero: alcuni suggerimenti Si avvicina sempre più il Natale e Capodanno e, come tutti gli anni, ci ritroveremo con i nostri cari a stappare bottiglie di spumante per brindare alle feste natalizie e all’imminente anno nuovo. A quanti di voi sarà capitato in passato, sorseggiando del buon vino, di gettare nei rifiuti un accessorio importante della bottiglia che contribuisce a rendere ancor più prezioso il suo contenuto?
“Scegliere una bottiglia con il tappo in sughero significa contrastare la speculazione edilizia in aree naturali come la Gallura in Sardegna” Stiamo parlando dei tappi da sughero, una materia prima, quest’ultima, estremamente versatile tanto da poterla impiegare in oltre 350 modi. Infatti, oltre all’impiego più comune e rinomato, quello del tappo in sughero naturale che costituisce il 60-70% della produzione dell’intero comparto, sono molteplici i prodotti che si possono realizzare grazie a questa preziosa materia, spaziando dai settori dell’artigianato e dell’edilizia fino a giungere a quelli riguardanti il mondo dell’abbigliamento, delle calzature e persino dello sport. Le foreste di quercia da sughero esistono solo in sette Paesi nel mondo. E le abbiamo anche in Italia: per ammirarle in tutta la loro bellezza bisogna andare in Sardegna, in particolare in Gallura, la regione più ricca di sugherete. Questi alberi imponenti, maestosi e secolari con una chioma folta e sempreverde danno all’uomo la possibilità di sfruttarne la corteccia: il sughero, appunto. Quest’ultimo è un tessuto vegetale di rivestimento di origine secondaria, che riveste il fusto e le radici delle piante legnose nelle quali sostituisce l’epidermide, che viene lacerata dall’accrescimento secondario
dell’organo. Il sughero possiede caratteristiche fisico-chimiche uniche e anche chi ha vissuto prima di noi aveva già riconosciuto le sue peculiarità e i suoi molteplici impieghi, fin dai tempi dei fenici e degli Egiziani.
Le qualità del sughero Questa preziosa materia prima, infatti, grazie alla sua particolare struttura cellulare, possiede importanti proprietà: è leggero, elastico, comprimibile, resistente e impermeabile ai liquidi e ai gas, è un correttore acustico in grado di assorbire le vibrazioni, possiede un elevato coefficiente di attrito e di conseguenza elevato potere di adesione, è resistente all’usura, chimicamente inerte, e infine difficilmente infiammabile ed estremamente durevole. Infatti, tipica delle regioni del Mediterraneo centro occidentale, la quercia da sughero non teme la siccità ed è resistente al fuoco. Se malauguratamente viene colpita da un incendio, riprende comunque vita dopo un’operazione di pulizia. Eppure le sugherete hanno bisogno dell’uomo e l’uomo di queste splendide querce. Paradossalmente, se non venissero più sfruttate, si perderebbero centinaia di posti di lavoro in Italia e diverse migliaia negli altri Paesi del Mediterraneo e, in ogni caso, un patrimonio naturale inestimabile. Infatti, una cosa che molte persone non sanno è che le sugherete sono dei veri polmoni verdi che assorbono e riducono l’anidride carbonica nell’aria e inoltre, con l’estrazione della corteccia (di cui la pianta si libererebbe anche senza l’intervento dell’uomo), ci forniscono ancora più ossigeno, oltre a rappresentare, uno scrigno di biodiversità, rifugio naturale di flora e fauna. Le sugherete sono una fabbrica millenaria di materia prima e motore di uno dei più importanti settori dell’economia sarda: la produzione di tappi in sughero naturale.
L’appello del WWF Buono per il vino, buono per l’ambiente Eppure, nonostante le caratteristiche del sughero lo rendano ideale per la chiusura delle bottiglie di vino, negli ultimi anni si assiste alla diffusione dei tappi non naturali, sintetici, che emettono biossido di carbonio in numero ventiquattro volte superiore a quelle provocate dall’utilizzo di un turacciolo in sughero, ma estremamente vantaggiosi per la loro economicità. Questo fenomeno rischia di compromettere la produzione derivante dalla lavorazione del sughero naturale e, di conseguenza, l’abbandono del mantenimento in efficienza delle foreste di quercia. Il grido di allarme arriva direttamente dal WWF che sottolinea la stretta interdipendenza tra la tutela delle sugherete e la promozione di filiere produttive basate sulla gestione sostenibile delle stesse per la conservazione della biodiversità nell’Eco-regione Mediterraneo. Infatti, secondo il rapporto Cork Oak Landscapes del WWF, si
prevede che a seguito della crisi dell’uso del tappo in sughero e al conseguente abbandono dello sfruttamento economico dei boschi, nei prossimi anni potrebbe andare perduto circa il 75% delle sugherete nel Mediterraneo occidentale, per una superficie pari a 2/3 dell'intera Svizzera. E’ proprio per questi motivi, ad esempio, che, al fine di promuovere l’immagine e la qualità del prodotto e sostenere il mercato del tappo in sughero di pregio, è stata introdotta la Certificazione di Qualità FSC (Forest Stewardship Council) anche sulle sugherete. E non tutti lo sanno, ma negli ultimi anni, sono nate in tutta Europa esperienze di raccolta e di riciclo dei tappi di sughero. Il sughero è una materia naturale sempre viva, durevole nel tempo e riciclabile infinite volte, ecosostenibile ed ecologica. Ad esempio, i tappi, principale prodotto del sughero, sono biodegradabili e per la loro qualità si prestano al riciclo per produrre pannelli fonoassorbenti e termoisolanti, componenti per calzature, tovaglie, sottobicchieri, e tanto altro.
Come e dove riciclarlo In Italia sono diverse le organizzazioni che si occupano di campagne di sensibilizzazione al riciclo di sughero, come Rilegno, il Consorzio naturale per la raccolta, riciclo e recupero degli imballaggi di legno e di sughero, impegnato ad attivare una catena ecologica per il riutilizzo dei tappi, la cooperativa sociale Arti&Mestieri, specializzata in bio-arredamento e bio-edilizia, che, rimacinando il sughero, realizza pannelli che aumentano l’isolamento termico delle costruzioni e ne migliorano l’efficienza energetica, contribuendo così ad una diminuzione generale dei consumi di energia e di emissione di anidride carbonica. Una importante attività di sensibilizzazione e di raccolta viene svolta anche dall’associazione di volontariato Onlus “A braccia Aperte", la cui piccola idea di riciclare tappi di sughero si è trasformata in vero e proprio progetto basato sui fatti e radicato sul territorio di Milano e provincia. Dal novembre 2008, l’associazione è impegnata nella
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o 90 milioni “Il tappo di sughero è correlato alla qualità del vino e ne protegge le caratteristiche”
raccolta dei tappi che, una volta avviati al riciclo nel campo della bio-edilizia, permetteranno di realizzare il Parco Della Vita che
sta nascendo a Cesano Boscone. A questo proposito, è nato anche un gruppo Facebook (“Raccolta tappi di sughero per il Parco Della Vita (MI)”) che promuove l’iniziativa di raccolta e che permette a tutte le persone interessate di godere di preziose informazioni per aiutare tutti i volontari in questa importante iniziativa, promossa anche sul sito www.abracciaaperte.it che consente di individuare i principali punti di raccolta (oltre quaranta) sul territorio milanese. Rimanendo in tema social network, è nato anche il gruppo “Io sto col sughero”, un’unione di 16.400 persone che hanno fortemente a cuore la salvaguardia di questa materia prima. Un numero importante, che pare destinato a crescere nel tempo, confermato anche da una re-
cente rilevazione Demoskopea che rivela, nonostante la difficile situazione economica attuale, che il 57% degli italiani intervistati sarebbe disposto a spendere di più per una bottiglia di vino tappata con il sughero. Questo dato conferma come, nella percezione comune, il vino tappato con il sughero acquisti in immagine e in valore e come la tappatura realizzata con questo materiale sia strettamente collegata alla qualità del vino e ne protegga le caratteristiche. Anche la ritualità carica di charme ed eleganza che lo stappare una bottiglia chiusa con il sughero evoca nell’immaginario collettivo è un gesto molto gradito. Circa il 90%, infatti, ritiene che stappare ed annusare il turacciolo renda più piacevole il consumo del vino, oltre ad essere un importante richiamo alla tradizione. Sul territorio bergamasco, invece, sembrano scarseggiare le possibilità di raccolta e riciclo del sughero. Caso raro, il Comune di Bergamo ha avviato lo scorso anno in occasione
I numeri del sughero Nel mondo sono coltivati 2,2 milioni di ettari a sughero.
In Italia la superficie corrisponde a 225mila ettari, in gran parte in Sardegna. Ogni anno si estraggono circa 300mila tonnellate di sughero, 15 mila in Italia, di cui 12mila in Sardegna. L’85% della produzione italiana si concentra in Sardegna e il 95% in Gallura. Sono 120.000 i quintali raccolti ogni anno nelle sugherete della Sardegna Il principale produttore mondiale è il Portogallo (52%), seguito da Spagna (32%), Italia (6%), Marocco (4%), Tunisia (3%), Algeria (2%), Francia (1%). Oltre 100 mila gli occupati nel settore in tutto il mondo. L’industria dei tappi in sughero costituisce il 60-70% del mercato mondiale per una produzione di 20 miliardi di tappi all’anno. Oltre un miliardo di euro il fatturato annuo mondiale.
dell’edizione 2010 della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, la raccolta del sughero presso la piattaforma ecologica sita in via Goltara, aperta dal lunedì al sabato dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle ore 19. Invitiamo,
inoltre, se ci fosse qualche Comune, associazione o impresa attiva nel recupero del sughero, di segnalarcelo: saremo, infatti, lieti di pubblicizzarne le forma di raccolta. Alessandro Sonzogni
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Casa divisibile
Progettare una casa divisibile per famiglie allargate o figli condivisi Eco Network e l’associazione PapàSeparatiLombardia Onlus insieme alla mostra convegno “Habitat Clima” in Brianza Per coniugare la rigidità della casa con l’evoluzione della famiglia nel tempo Se state considerando l’idea di metter su casa con la vostra dolce metà scordatevi il vecchio detto “Due cuori e una capanna”. Perchè, forse, visto l’evolversi delle dinamiche sociali contemporanee vi converrebbe pensare ad uno spazio abitativo concepito con caratteristiche di flessibilità tali da adattarsi agli eventuali mutamenti che potrebbero interessare il vostro nucleo familiare. Perlomeno questo è quanto hanno pensato gli ideatori del concorso “Progetta la casa divisibile”, indetto da Eco Network nell’ambito della sesta edizione di Habitat Clima, mostra-convegno interamente centrata su tematiche come risparmio energetico, bioarchitettura e sostenibilità ambientale, tenutasi a Monza dal 17 al 19 settembre 2011. Ai partecipanti al concorso, giovani architetti ed ingegneri under 30, è stato infatti chiesto di presentare un progetto architettonico di casa divisibile, vale a dire caratterizzato da spazi interni modificabili -sia nelle metrature che negli usi- in base alle specifiche esigenze e alla particolare composizione che la struttura familiare può assumere in un determinato periodo. La necessità di una nuova concezione dello spazio abitativo nasce dall’odierno contesto sociale, contraddistinto da una sempre maggior “liquidità” e flessibilità delle relazioni di coppia e di famiglia, come conseguenza dell’aumento delle separazioni e dei divorzi (non è un caso, infatti, che il concorso di Eco Network nasca in collaborazione con l'associazione PapàSeparatiLombardia Onlus), ma anche come esito della tendenza dell’uscita da casa dei figli ormai in età adulta oppure, spesso, con il rientro di uno o più genitori anziani. Questa esigenza di flessibilità va tuttavia a
scontrarsi con la rigida e tradizionale concezione della casa e del valore fondamentale che essa assume in società fortemente familistiche quali quella italiana, nel cui ambito si è sempre pensato alla “casa” come luogo e spazio dove il nucleo familiare, inscindibile e duraturo, vive ed organizza la propria vita lungo tutto la sua esistenza, quindi per almeno 40/50 anni. “Casa divisibile non vuol dire unirsi in matrimonio/convivenza con la prospettiva di una separazione certa”, ci spiega Diego Alloni, presidente di PapàSeparatiLombardia Onlus, “semplicemente vuole evitare che un eventuale divorzio – che comunque oggi coinvolge la metà delle coppie del Nord Italia – diventi per un genitore ‘divorzio dai figli’, con effetti di impoverimento affettivo per entrambi”. “La casa divisibile è quindi una delle tante risposte utili a tenere insieme le persone, invece che dividerle”, continua Alloni, “senza contare che essa comporta anche una notevole fonte di risparmio monetario – a tutto vantaggio dei figli – e di salvaguardia dell’ambiente, poiché evita la necessità di un ulteriore alloggio e gli spostamenti tra due case, oltre al vantaggio delle economie di scala energetiche possibili in un’unica abitazione”. Vincitrici del concorso sono risultate essere l’arch. Federica Risoluti, prima classificata, “per la capacità del progetto di unire il tema della flessibilità abitativa e della modularità architettonica con tecniche contemporanee dal disegno di notevole qualità formale”, l’arch. Francesca Nocca con l’ing. Margherita Nappi (seconde classificate), e l’arch. Roberta Tambasco (terza classificata). Partendo da una configurazione iniziale, i tre progetti vincitori (vi-
sionabili all’indirizzo http://www. eco-network.it) hanno fornito risposte concrete e pratiche per affrontare i problemi di variazione del gruppo familiare, grazie a soluzioni economiche, semplici e reversibili. Possono così essere soddisfatte esigenze di flessibilità abitativa e di ampliabilità della metratura con l’ausilio, ad esempio, di pannelli mobili e con la chiusura di spazi esterni, fino ad arrivare ad una più netta divisione dell’alloggio in due nuclei distinti grazie ad un piccolo muro di separazione e all’installazione di una nuova cucina nel secondo appartamento che si viene a creare. Necessità quest’ultima che può presentarsi non solo nel caso di un divorzio o di una separazione, ma anche per l’uscita da casa dei figli: il secondo appartamento può essere infatti sub-affittato e diventare una importante risorsa economica per una coppia di pensionati. “Si tratta di un’idea rivoluzionaria”, conclude il presidente di
PapàSeparatiLombardia Onlus, “verosimilmente poco apprezzata da un mercato miope, che vorrebbe approfittare di vantaggi immediati – più spese per l’abitazione, l’automobile,
Il progetto vincente dell’arch. Federica Risoluti
le utenze, ecc – a discapito del benessere a lungo termine non solo delle ‘famiglie separate’, ma dell’economia globale stessa”. Lorena Mora
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Trasformazione, Armonia, Origine La casa TAO: nuovo paradigma abitativo Come l’abitazione dovrebbe accompagnare le naturali evoluzioni della famiglia, influenzare le dinamiche emotive e relazionali della coppia ed esserne influenzata a sua volta In concomitanza con il concorso “Progetta la casa divisibile”, la sesta edizione di Habitat Clima è stata l’occasione per presentare al pubblico “La casa Tao”, una proposta di abitazione flessibile progettata dall’architetto Carlo Zanella per l'armonia della coppia, adattando per lo scopo antichi strumenti di progetta-
“La coppia dovrebbe «vivere» la casa già a livello progettuale, investendola delle proprie aspirazioni e caratteristiche emotive, senza subire imposizioni esterne”
La scheda PapàSeparatiLombardia Onlus L’associazione PapàSeparatiLombardia Onlus nasce nel 2005 con lo scopo di tutelare il diritto alla bigenitorialità dei minori, i quali trovandosi coinvolti in procedimenti di separazione vengono molto spesso privati di una delle due figure genitoriali (generalmente quella paterna). Obiettivo dell’associazione è quello di promuovere la cultura di una genitorialità responsabile nelle separazioni tra i coniugi ed offrire un aiuto ed un sostegno sociale ed assistenziale ai genitori separati, ai loro familiari ed in particolare ai figli di genitori separati attraverso azioni sociali e culturali. In riferimento al territorio bergamasco, l’Associazione PapàSeparatiLombardia si riunisce mensilmente con le seguenti scadenze: per la Bassa, secondo mercoledì di ogni mese a Caravaggio; per le Valli, ultimo lunedì di ogni mese ad Albino; per la Valcamonica, secondo lunedì di ogni mese a Lovere. Per qualsiasi informazione è possibile scrivere una mail all’indirizzo info@papaseparatilombardia.org, oppure consultare il sito www.papaseparatilombardia.org. Referenti dell’Associazione per Bergamo e Provincia sono i sigg. Diego Alloni (cell. 3331603881) e Marco Bressi (cell. 3396419575).
zione feng-shui. La casa Tao è concepita per accompagnare le naturali evoluzioni della famiglia durante un ciclo di possesso abitativo, stimabile in circa un trentennio. A queste evoluzioni per così dire “fisiologiche” possono affiancarsi anche eventi traumatici e destabilizzanti per tutti gli appartenenti alla famiglia stessa quali divorzi e separazioni, che molto spesso si traducono in problematiche sia di carattere emotivo che di carattere eminentemente economico e pratico. Per questo motivo, basandosi anche sulla propria esperienza di vita personale, l’architetto Zanella ha ideato una casa che presenta al centro la stanza dei bambini e attorno i locali autonomi dei genitori con bagno, punto cottura e camera da letto di mamma e papà. Oppure, nelle abitazioni più ristrette si possono prevedere accanto alla cameretta del figlio degli spazi comuni, una zona giorno con sala e cucina, utilizzabile da entrambi gli ex coniugi, e degli spazi privati per il bagno e la camera da letto dei singoli genitori. In entrambi i casi, si
tratta di soluzioni che possono essere più facilmente attuate con spese ridotte su nuove costruzioni, predisponendo all’origine nell’appartamento tutti gli impianti e gli allacciamenti necessari in vista dell’eventuale separazione, ma che possono essere praticati anche durante una ristrutturazione, studiando con la coppia al momento dell’acquisto le successive suddivisioni. A questa lettura pratica ed utilitaristica della casa flessibile, da intendersi come strumento di sostegno alla vita quotidiana, la casa Tao ne associa anche una seconda che vede la casa stessa capace di influenzare le dinamiche emotive e relazionali della coppia, ed esserne influenzata a sua volta. In tal senso, la coppia dovrebbe “vivere” la casa già a livello progettuale, investendola delle proprie aspirazioni e caratteristiche emotive, senza subire imposizioni esterne (impresa, mobiliere, architetto, ecc). La casa, elemento collegato all’ORIGINE stessa della famiglia, diventa quindi strumento e oggetto di ARMONIA, in virtù della sua capacità di
TRASFORMAZIONE a seconda dei cambiamenti del nucleo familiare. Grazie al feng-shui, vera e propria arte finalizzata ad armonizzare l'ambiente che ci circonda con il nostro campo vitale e che proprio sull’armonia degli elementi fonda la propria ricerca, vengono rinnovati quei principi di ricerca di equilibrio fra le diverse polarità (come quella maschile e quella femminile) che si sposano nel simbolo orientale del TAO, capace di fondere in se stesso lo Yang (maschile) con lo Ying (femminile). Senza dimenticare, infine, che la Casa TAO presenta delle caratteristiche intrinsecamente ecologiche, dal momento che si pone come obiettivo il mantenimento del bene materiale che viene trasformato ed adattato, riducendo quindi il consumo di materiale-energia-risorse, indipendentemente dalle sue caratteristiche di base. Aspetto quest’ultimo che potrebbe essere ulteriormente ampliato estendendo alle caratteristiche iniziali, relativamente ai materiali delle abitazioni e all’arredo, tematiche bioecologiche.
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Mondo Gas
“Vestiti che fanno male” La fiera del tessile pulito fa il bis Ponte San Pietro: torna “Per filo e per sogno”, collezione autunno-inverno Le modalità di produzione dei capi d’abbigliamento alla base di dermatiti e irritazioni della pelle Dopo il successo riscosso dall’edizione svoltasi a maggio, Gas Ponte S. Pietro, Gas Mozzo, Altrogas Fontana e Gas BvS Bassa Val Seriana hanno organizzato la versione autunno-inverno di “Per Filo e per sogno”, fiera del tessile ecologico, equo
molti casi l’insorgere di queste patologie può essere collegato al vestiario. Nei tessuti infatti rimane traccia delle migliaia di sostanze chimiche utilizzate durante la produzione dei capi e molte di queste sono dannose per la nostra salute; tra i mag-
Gli stand della fiera
La giornalista Rita dalla Rosa e Alessandra Mastrangelo di Slow Food Valli Orobiche
e trasparente. Lo scorso 14 ottobre il centro comunale “La proposta” di Ponte San Pietro ha così ospitato numerosi espositori che hanno presentato i prodotti autunnali ed invernali ad un pubblico incuriosito e interessato. Come in primavera, oltre all’occasione di shopping etico ed ecologico, la fiera ha offerto momenti di approfondimento su tematiche inerenti alla filiera del tessile e all’abbigliamento.
Il libro inchiesta di Rita dalla Rosa Prendendo spunto dal suo libro-inchiesta “Vestiti che fanno male - a chi li indossa e a chi li produce” la giornalista Rita dalla Rosa, introdotta da Alessandra Mastrangelo di Slow Food Valli Orobiche, ha fatto il punto sulle conseguenze che gli abiti possono avere sia sulla pelle di chi li indossa, sull’ambiente e, non da ultimo, sugli stessi lavoratori. Di anno in anno il numero delle persone che soffrono di dermatiti da contatto ed irritazioni alla pelle sta aumentando; i dermatologi stanno verificando che in
giori imputati vi sono i coloranti, specialmente quando abbinati a sostanze fissanti che aiutano le fibre a trattenere il colore. Come mai questi problemi stanno emergendo solo di recente? Negli ultimi anni la produzione dei capi di abbigliamento è aumentata vertiginosamente e la rapidità va spesso a discapito della qualità. Inoltre, in seguito alla globalizzazione, la maggior parte delle produzioni è stata spostata al di fuori dell’Europa, dove le norme relative ai prodotti chimici da utilizzare in filiera sono meno restrittive: un esempio sono i coloranti azoici, vietati in Europa ma non altrove. Al contrario, quando la qualità dell’abito è buona, e il processo di produzione è seguito in maniera corretta, i residui chimici vengono lavati via dalle fibre: come ricorda Rita dalla Rosa “paradossalmente, in molti casi, meno un vestito costa, più impatta su chi lo produce e su chi li indossa. Anche se –precisa la giornalista- non è solo la moda a basso costo da incriminare: spesso pure le griffe si comportano male”. Anche l’ambiente e i lavora-
tori pagano un caro prezzo per l’industria dell’abbigliamento, in particolare per la produzione del vestiario low-cost, che si avvale della globalizzazione della filiera per ottenere una produzione a basso costo in regioni del mondo dove i lavoratori non sono tutelati e dove l’ambiente viene pesantemente inquinato. Dalla Rosa ha citato come esempio la storia di una t-shirt di cotone: il filato proviene da Cina, India o Uzbekistan, dove viene coltivato con l’utilizzo di pesticidi dannosi per la salute dei lavoratori; dopo essere stato raccolto, viene spostato in Africa o America Latina per essere tessuto,
Gli stand della fiera
e in Bangladesh dove la maglietta viene confezionata. Anche quando è biologico, la sua produzione richiede un’enorme quantità di acqua; inoltre si tratta di un tipo di coltivazione che impoverisce molto il terreno. Altre fibre meno comuni, come ad esempio canapa, lino ed ortica, hanno invece un ciclo produttivo meno impattante, nel quale viene utilizzata meno chimica.
Cinque consigli pratici per una moda più “eco” La giornalista ha fornito alcuni consigli pratici per i consumatori:
1. La moda usa e getta danneggia il mondo, e per questo l’invito è quello di consumare meno e meglio evitando l’acquisto d’impulso. 2. Occorre leggere con attenzione le etichette attaccate al capo d’abbigliamento ed informarsi sul materiale, sulla provenienza, sul produttore. I produttori seri ci sono, e nel suo libro Rita dalla Rosa fornisce un indirizzario di realtà che lavorano in modo affidabile, spesso utilizzando metodi antichi. 3. Comprare abiti vintage, di seconda mano, è un’ottima forma di shopping sostenibile; infatti così facendo si allunga la vita di capi prodotti in passato. 4. Quando si acquistano indumenti che vanno a contatto con la pelle, è opportuno lavarli prima di indossarli. Alcune sostanze tossiche residue sui capi si dissolvono al lavaggio. 5. Si consiglia di utilizzare detersivi di qualità (meglio se biologici, almeno per i bambini), usando metà della dose di detersivo consigliata e senza ammorbidente; poi sciacquare bene. Livia Salvi
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Clienti A2A: protagonisti della sicurezza. -1
FUMI SEMPRE ALL’ESTERNO I fumi prodotti dagli impianti a gas devono sfociare nelle canne fumarie che scaricano a loro volta sul tetto.
Tu e A2A: insieme per la sicurezza. Consiglio
Regola
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LO SCARICO DEI FUMI NON IN FACCIATA MA SUL TETTO!
Lo scarico dei fumi in facciata è consentito nel rispetto delle norme tecniche e solo se ammesso dai regolamenti regionali e comunali.
Regola
3
CAMINO O CANNA FUMARIA SEMPRE PULITI E CONTROLLATI Mantieni efficiente la canna fumaria: controlla periodicamente la funzionalità!
Regola
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IL RICAMBIO D’ARIA È INDISPENSABILE Grazie all’apertura permanente, c’è un apporto continuo di aria dall’esterno, assolutamente necessario quando un apparecchio a gas è in funzione.
Regola
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NESSUN APPARECCHIO A GAS IN BAGNO O NELLE CAMERE DA LETTO Installa un apparecchio a “camera stagna”, ovvero con il bruciatore isolato dall’ambiente e che preleva l’aria direttamente dall’esterno. È l’unico consentito dalla Legge!
Regola
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TUBO FLESSIBILE IN GOMMA SEMPRE CONTROLLATO
Controlla sempre la data di scadenza e che non sia né screpolato, né strozzato! Nel caso sostituiscilo entro la data indicata.
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RUBINETTI CHIUSI
Quando ti assenti da casa chiudi la valvola del contatore.
Consiglio
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BRUCIATORI DELLA CUCINA PULITI
Tieni puliti i bruciatori della tua cucina, così consumano meno gas e sono più sicuri, perché in questo modo non producono gas nocivi!
Consiglio
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ATTENZIONE ALLA COTTURA Per evitare lo spegnimento della fiamma e la dispersione di gas, non abbandonare mai i cibi che cuociono sui fornelli!
Consiglio
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SOSTITUIRE LA VECCHIA CUCINA Acquista una nuova cucina a gas con il dispositivo di sicurezza che interrompe il gas se la fiamma si spegne per caso.
Consiglio
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COSA FARE IN CASO DI ODORE DI GAS Il gas naturale viene odorizzato per legge: se c’è una fuga si sente! Se la fuga non dipende da un rubinetto lasciato aperto, chiama immediatamente il Pronto Intervento Gas! E poi segui esattamente questi 6 punti: 1. non manovrare interruttori della luce; 2. non usare apparecchi elettrici; 3. non usare fiammiferi ed accendini; 4. chiudi il rubinetto generale del gas; 5. fai areare l’ambiente aprendo le finestre; 6. disattiva il contatore elettrico se è esterno all’ambiente. apebmilano.it
Regola
EGLIO. M È E IR N E V PRE SICURO. O IC M A N GAS, U
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Storia & personaggi
Alle origini dell’etica e dell’episteme ambientale Nella cultura americana del 1800, il laboratorio generativo (Emerson, Thoreau, Marsh, Muir) Se la costituzione organica e lo sviluppo della cultura ambientale nella seconda metà del secolo scorso - la stessa nascita di quella che è stata definita l’ “era dell’ecologia” attraverso le figure della Carson, di Suzuki, di Merton - vedono nella tradizione americana il luogo ospitale più solido e organico, è, a questo punto, necessario un lavoro di scavo più approfondito che fornisca le ragioni per comprendere i motivi della durata più ampia all’origine del fenomeno stesso. A tal proposito si intende qui portare allo scoperto e valorizzare percorsi di ricerca e di testimonianza di altissimo profilo, in un certo senso, quasi irripetibili se confrontati con il resto della cultura mondiale. Le figure di Emerson, di Thoreau, di Marsh, di Muir, sono, appunto, riferimento essenziale per il discorso che si intende svolgere.
Ralph Waldo Emerson (1803-1882) Il percorso culturale di Emerson può essere considerato, col filosofo afro-americano C. West, una delle maggiori risorse a disposizione degli americani delle epoche successive “per affrontare” la “crisi” della società americana. Ralph Waldo Emerson fu il fondatore di quel movimento di idee e valori che gli storici della cultura chiamano “trascendentalismo”, capace di tradurre nella cultura americana suggestioni e motivi presenti in varie tradizioni (platonismo, neoplatonismo, cristianesimo, oriente, romanticismo). Emerson mantiene vivissimo il senso già orientale, egiziano, greco, ebraico, cristiano-moderno (Copernico, Galileo, Keplero, Newton) e romantico della Natura, intesa come purissimo Luogo teofanico: perciò essa, la Natura che i greci chiamavano Kosmos, è messaggera di Dio e della bellezza. C’è un senso di relazione tra tutti gli elementi naturali che “interagiscono l’uno con l’altro”, raccogliendo la “circolazione infinita della divina carità”.
Il problema di restaurare l’originaria ed eterna bellezza del mondo, di cui riferisce Emerson, si dà “attraverso la redenzione dell’anima”. L’ “uomo nuovo”, l’uomo del “risveglio”, che sa ritrovare nel suo spirito e nella natura i segni simbolici, arriva ad esprimere un progetto che è definito da una nuova architettura sapienziale della ragione/cuore in cui entrano: il “risveglio” l’epistemologia dell’infanzia (“la sapienza dei Bambini”). Solo “pochi adulti” possono vedere la natura. La maggior parte non vede o “ha una visione molto superficiale”. La Natura “risplende dentro l’occhio e il cuore del bambino”. Si apre al suo “stupore” perché nel bambino si è mantenuta una
duplice proporzione: tra i sensi interni ed esterni e tra sensi e natura. Così “l’idiota, l’Indiano, il fanciullo e il figlio dell’agricoltore che non è andato a scuola sono più vicino alla luce secondo la quale la natura deve essere letta: più di quanto non lo sia l’anatomista o l’antiquario” la purificazione che viene dal contatto con la natura. In natura “non sono niente”, ma “vedo tutto”. “Nei boschi un uomo elimina i suoi anni come un serpente la sua pelle e in qualunque periodo della vita è sempre un bambino”. Ogni stagione porta “beatitudine” all’uomo; la “semplificazione percezione delle forme naturali è fonte di gioia” l’umiltà e la semplicità l’estetica: come percezione e godimento della bellezza spiri-
Rubrica
Storia & personaggi: la rubrica che intende ripercorrere -attraverso fatti salienti e personalità illustrila nascita e l’evoluzione del “pensiero ecologico”, dal suo avvio negli Stati Uniti degli anni ’60, fino ai giorni nostri. La rubrica è curata dal prof. Luciano Valle Docente di Etica, Università di Pavia e Direttore del Tavolo Tecnico Scientifico del Centro di Etica Ambientale di Bergamo. www.centroeticaambientale.com tuale e della bellezza della natura; e poi come visione unitaria delle relazioni, di quella che G. Bateson chiamerà cento anni più tardi “la struttura che con-
nette”: “la relazione delle forme dei fiori, delle conchiglie, degli animali, dell’architettura, con la mente”. Luciano Valle
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CEA
Centro di Etica Ambientale di Bergamo Un nuovo anno di sfide Si amplia il ventaglio di attività per le scuole, famiglie, imprese e associazioni Temi 2012 in linea con “l’Anno internazionale dell’Energia sostenibile” Sono ormai numerosissimi i progetti e le partnership attivati del Centro di Etica Ambientale (CEA) fondato da Diocesi, Comune e Provincia di Bergamo. Fra pochi giorni si chiuderanno le iscrizioni per il progetto Sorella Terra 2012.Il presidente don Francesco Poli: “L’idea di un Centro per l’etica ambientale è nata con il progetto pilota di Bergamo ed ora si sta diffondendo in tutta Italia: è il segno che la sensibilità per questi temi sta crescendo e non dobbiamo stancarci di mettere attorno al tavolo un numero crescente di interlocutori”. Attivo ormai dal dicembre 2008 e primo in Italia nel suo genere, il CEA di Bergamo, un laboratorio di idee e di progetti volti a creare una cultura della salvaguardia dell’ambiente e a promuovere
stili di vita più sobri e sostenibili, è attivo da quest’anno su più fronti e aggancia ormai numerosissime realtà che vanno dal mondo della scuola all’imprenditoria, dall’università al sindacato, senza dimenticare la politica, le realtà ecclesiastiche, il mondo dell’arte e l’associazionismo. “In questi anni ci siamo resi conto –ha affermato il presidente don Francesco Poli– che per creare attorno al tema dell’ecologia un’alta soglia di attenzione non basta coinvolgere le singole realtà e sensibilizzarle. Occorre metterle in rete: fare in modo ad esempio che la scuola dialoghi con il mondo dell’imprenditoria o che quest’ultimo abbia occasioni di confronto con l’Università o con la società civile o con i cantautori e via dicendo. Solo in questo modo ciascuno
Momento di formazione con docenti
Il Direttore del CEA, Ettore Gasparini, con il Presidente Don Francesco Poli
riesce a comprendere le ricadute che i propri comportamenti hanno sulla società e il fatto che abitiamo tutti nella stessa casa”. In tal senso il C.E.A. ha contaminato con l’esperienza di Bergamo altre diocesi e provincie, tra cui quelle di Mantova, Como, Sondrio, Parma, dove è già in atto, o si stanno facendo, i primi passi per la realizzazione dei C.E.A. locali.
Il forum “Abitare la terra tra bisogni e risorse” Nel mese di ottobre 2011, presso l’Istituto Sacra Famiglia di Comonte, a Seriate, alla presenza di oltre 100 docenti, si è svolto il Forum “Abitare la Terra tra bisogni e risorse” un’iniziativa riconosciuta dalla Regione Lombardia per Delega della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, come attività che s’inquadra nel Decennio ONU dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile. Il tema chiave della giornata di studio e approfondimento è stato quello dell’impronta ecologica, quale indicatore e strumento per passare dall’approssimazione alla scientificità dell’azioni dell’uomo sul pianeta terra. L’indagine dei consumi (alimentazione, abitazione, energia, trasporto, rifiuti), con il calcolo dell’impronta ecologica effet-
tuata su classi campione dalla scuola primaria a quella superiore (220 alunni), ha permesso di confrontare i comportamenti di un gruppo di allievi e famiglie bergamasche sia con la media nazionale che con quelle di molti altri Paesi. La riflessione e l’approfondimento di queste tematiche sono stati affidati al professor Walter Fornasa, docente di Psicopedagogia ed Ecologia dello sviluppo presso l’Università di Bergamo.
Energia SOStenibile per salvare “Sorella Terra 2012” Il progetto “Sorella Terra 2012”, giunto alla sua terza edizione, si presenta come una preziosa opportunità di arricchimento culturale all’interno del percorso di studi degli allievi delle scuole superiori di Bergamo e offre una maggiore conoscenza e consapevolezza del mondo in cui noi tutti viviamo. Allo stesso tempo è un’ottima occasione di aggiornamento per i docenti, i quali attraverso un percorso di forma-
zione gratuito avranno la possibilità di confrontarsi con temi di grande importanza e attualità. Il tema scelto per l’anno 2012 dal C.E.A. di Bergamo è quello dell’Energia Sostenibile, in linea con il progetto dell’Anno Internazionale dell’Energia Sostenibile che l’ONU ha proclamato per il 2012. Il percorso prevede momenti di formazione per allievi e docenti tra ottobre 2011 e febbraio 2012 per concludersi con un evento pubblico legato anche ad un concerto (nelle passate edizioni erano stati coinvolti Branduardi e Van de Sfroos) previsto per martedì 17 aprile 2012. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito web www. centroeticaambientale.com oppure contattare direttamente il C.E.A. A breve sarà lanciato anche il concorso “Un Logo per Sorella Terra”, aperto a tutte le scuole secondarie superiori di Bergamo e provincia. Claudia Proserpio Responsabile Eco Educazione e Formazione per il Centro di Etica Ambientale
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Mafie
Seconda puntata: la mafia a Bergamo Tutti i fatti sono di pubblico dominio, compresi nomi di inchieste e di persone
Profondo Nord, anche a Bergamo L’assalto silenzioso della mafia nella bergamasca: un sistema dalle radici profonde contrastato da una comunità sociale votata alla legalità
Le organizzazioni criminali di stampo mafioso hanno messo radici a Bergamo da molti anni. Lo dimostra una lunga serie di episodi che risalgono ai primissimi anni Novanta, quando in un casolare di Rota Imagna fu scoperta la prima raffineria di eroina del Nord Italia gestita dalla camorra e un’altra di cocaina a Olda di Taleggio. I dati diffusi a marzo 2011 dell’ex-governatore Bankitalia Mario Draghi, oggi Presidente della Banca centrale europea, indicano Bergamo come la città lombarda più colpita dalla mafia dopo Milano: fra il 2004 e il 2009 le denunce per associazione a delinquere di stampo mafioso si sono concentrate per quattro quinti nelle province di Milano, Bergamo e Brescia. Dagli appalti truccati nella costruzione della quarta corsia dell’autostrada A4 Milano-Bergamo agli omicidi di stampo mafioso, la lista dei crimini legati alle organizzazioni malavitose è lunga e arriva a confondersi con l’attualità. La maggior parte riporta la firma della ‘ndrangheta, come nel caso del regolamento di conti del pregiudicato Leone Signorelli, freddato nell’aprile del 2007 da ignoti in sella ad una moto davanti alla sua abitazione di Tagliuno, una frazione di Castelli Calepio. Stava rientrando in carcere come prevedeva il regime di semilibertà accordatogli quando aveva iniziato a collaborare con la giustizia. L’amico che lo scortava, Giuseppe Realini, scomodo testimone del delitto, fu ucciso qualche mese
dopo a Chiuduno. Le indagini del marzo 2009 svolte dai carabinieri di Cologno Monzese e confluite nell’inchiesta del p.m. Mario Venditti spiegano come i legami tra una ditta di movimento terra e il clan calabrese dei Paparo abbiano consentito di aggirare la normativa antimafia per aggiudicarsi i subappalti nella costruzione della quarta corsia dell’autostrada A4 Milano-Bergamo e nei cantieri lombardi dell’Alta velocità ferroviaria. A procurare il lavoro ai calabresi sarebbe stata una ditta di
“I dati diffusi a marzo 2011 dell’ex-governatore Bankitalia Mario Draghi, oggi Presidente della Banca centrale europea, indicano Bergamo come la città lombarda più colpita dalla mafia dopo Milano” Grumello del Monte, dove alcuni dipendenti si erano mostrati disponibili a truccare le carte per favorire l’azienda dei Paparo. Più recenti le indagini del giugno 2010 condotte dalla squadra mobile di Reggio Calabria e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia sui presunti affiliati a potenti cosche della 'ndrangheta che operano nella zona di Palmi che erano riusciti a infiltrarsi negli appalti per i lavori di ammodernamento dell'autostrada A3, portando all’arresto per estorsione di un calabrese residente a Caravaggio. Arrestato nel dicembre 2009 il rifugiato d’eccezione Gaetano Fidanzati, a Parre in Val Seriana, fu accusato come il mafioso che portò fiumi e fiumi di cocaina sulla piazza milanese. Conosciuto negli ambienti mafiosi come don Tanino, era il boss del narcotraffico del quartiere Arenella. Con-
La mappa dei beni confiscati
6 Valbondione
FOPPOLO
Tutti i sigilli nei comuni della Bergamasca
Clusone
2 BERBENNO
Pontida
SUISIO
A4
7
CORNALBA
LOVERE
1
3 BREMBATE SOPRA
9
4
Albino
BERGAMO ALZANO LOMBARDO
5 DALMINE
8 A4
SERIATE
Brembate
A4
Treviglio
Romano di Lombardia
Fonte: Associazione Libera - Coordinamento provinciale di Bergamo
dannato a 12 anni nel primo maxi processo a Cosa Nostra, il suo nome riempie i dossier di diverse procure italiane e della Dea americana per i traffici di droga. Risale al settembre di quest’anno l’omicidio di Santo Barcella, artigiano edile di Clusone ritrovato abbandonato in un sacco nei boschi di Gandino con un taglio alla gola. Un atto di intimidazione invece sembrerebbe quello che pochi giorni dopo ha colpito un imprenditore edile a Foresto Sparso. Coinvolto nel 2003 nella maxi inchiesta "'Nduja" sulle
infiltrazioni 'ndranghetiste tra la bergamasca e il bresciano, per lui la vicenda si era conclusa con un'assoluzione, ma il lancio di un ordigno esplosivo rudimentale nella sua abitazione ha tutto il sapore di un avvertimento. Soprattutto perché a giugno la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado che aveva emesso 14 condanne, riconoscendo in sei casi l’associazione a delinquere di stampo mafioso e confermando la tesi degli inquirenti secondo cui presunti gruppi legati alla
‘ndrangheta si sarebbero spartiti tra il 2000 e il 2003 per il traffico di stupefacenti le zone della Bassa Bergamasca (Romano, Isso, Torre Pallavicina, Cividate, Martinengo, Palosco, Ghisalba) e per il recupero crediti nel mondo dell’edilizia quelle della Valle Calepio (Grumello e Carobbio). A febbraio 2011, la Guardia di Finanza ha arrestato due presunti mafiosi che risiedevano ed operavano a Romano e Calvenzano. Secondo l'inchiesta “Tenacia” del Ros di Milano le paure maturate fin dal 2008 di possi-
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ALZANO LOMBARDO
1 BERBENNO
2 BREMBATE SOPRA
3 CORNALBA
4 DALMINE
5 FOPPOLO
6 LOVERE
7 SERIATE
8 SUISIO
9 TIPOLOGIA APPARTAMENTO VILLA BOX AUTORIMESSA CAPANNONE
CONFISCA SPACCIO
USURA ASSOCIAZIONE MAFIOSA e SPACCIO
bili ingerenze dei clan nell'opera pubblica Pedemontana, un appalto da oltre 5 miliardi di euro, si sono rivelate fondate: pochi mesi prima che i cantieri decollassero, la ‘ndrangheta si stava già spartendo i lavori di movimento terra in tutta la regione. Bergamo per il ciclo del cemento -movimento terra, abusivismo edilizio, appalti pubblici truccati, escavazioni illegali nei fiumi- svetta al secondo posto nell’annuale Rapporto Ecomafie redatto da Legambiente, con un reato accertato a settimana.
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L’associazione “Libera” di Bergamo Alla mafia confiscati 18 beni tra ville, box e capannoni Inaugurato un presidio ad Almenno San Salvatore Il coordinamento provinciale di Libera con sede a Bergamo ha deciso di puntare i riflettori sui beni confiscati alla mafia nella bergamasca. Il primo passo per contrastare la connivenza mafiosa è coltivare il principio di visibilità e trasparenza delle azioni per denunciare la tendenza ad operare nel segreto dell’omertà. Come denuncia Vanni Cassis, referente per il Coordinamento provinciale di Bergamo per “Libera Associazione, nomi e numeri contro le mafie”, negli ultimi anni quasi una ventina di immobili sono stati sequestrati alla criminalità organizzata.
“Il primo passo per contrastare la connivenza mafiosa è coltivare il principio di visibilità e trasparenza delle azioni per denunciare la tendenza ad operare nel segreto dell’omertà.” Per questo Libera ha deciso di aprire un presidio ad Almenno San Salvatore, inaugurato il 12 novembre in Valle Imagna, quella zona che un anno fa ha visto la confisca di un’abitazione dove secondo gli inquirenti veniva raffinata droga destinata alla Lombardia, Emilia Romagna, Liguria. La finalità del coordinamento provinciale, costituito da quattro donne coordinate dalla referente Giovanna Baccari, è di lavorare alla mappatura dei beni confiscati per mostrare che tipo di criminalità organizzata è presente a Bergamo e monitorare la destinazione sociale del bene, secondo la legge n. 109/96 che stabilisce che i beni della mafia
devono tornare alla cittadinanza ed essere riconvertiti per uso sociale. Nella bergamasca ammontano a 18 i beni confiscati, tra appartamenti, ville, box, capannoni, che sono stati divisi da Libera per ubicazione, tipologia dello stato attuale della destinazione d’uso e motivo della confisca. A Dalmine un bene su cui gravava un’ipoteca di quattordici mila euro è stato riutilizzato come alloggio per indigenti. A Berbenno in via Milano, è stato inaugurato in ottobre il progetto sperimentale “Comunità familiare” in collaborazione con la cooperativa Il Varco. La comunità di minori ha sede in una villetta confiscata alla mafia nel 2008 dopo l’arresto del proprietario per usura e riciclaggio di denaro. Alcuni beni, come quelli di Suisio o Cornalba, sono destinati ad alloggio di servizio per la stazione dei carabinieri, ma necessitano prima di una ristrutturazione.
Ancora non è stato possibile riconvertirne altri su cui gravano delle pendenze, come mutui da estinguere o contenziosi giudiziari. Grazie alla collaborazione con la Prefettura e il Tribunale di Bergamo e i singoli Comuni
interessati dal progetto, è stato possibile stilare una vera e propria mappa dei beni confiscati, pubblicata sul sito di Libera Bergamo (www.liberabg.it). Alice Motti
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Finanza etica
Chi finanzia gli armamenti? Beretta: “l’Europa è il principale esportatore di armi al mondo” L’Italia è terza dopo Francia e Germania «Nel bunker di Gheddafi sono state ritrovate migliaia di pistole e fucili, tutti rigorosamente di marca Beretta». Comincia con questa provocatoria citazione tratta da un articolo del Corriere della Sera, la relazione di Giorgio Beretta, ricercatore della Rete Italiana per il Disarmo (www. disarmo.org), omonimo ma non parente, proprio dell'azienda bresciana produttrice d'armi. Ed è stato proprio il ricercatore a portare, dati alla mano, alcune contraddizioni e legami tra le aziende produttrici di armi e gli istituti di credito al seminario «Finanza e armamenti, la responsabilità sociale degli istituti di credito nel commercio delle armi», organizzato all'Università degli Studi di Bergamo nel no-
“Tutte le transazioni bancarie che hanno come fine lo scambio di armamenti devono essere autorizzate dal ministero del Tesoro” vembre scorso dalla Tavola della Pace di Bergamo, in collaborazione con Cittadinanza Sostenibile, Enti locali per la Pace e Osservatorio Cores, con il patrocinio del comune di Bergamo. «Non era illegale che Gheddafi avesse le armi italiane, nemmeno era illecito vendergliele. Tutta-
via era responsabile farlo? Come sono arrivate le armi fin lì?». Domande scottanti che aprono a scenari differenti. Soprattutto se si considera che dal 2002 i paesi dell'Unione Europea (Ue) hanno continuato ad esportare armi sia all'interno dell'Europa, sia all'esterno. Nel 2009, per intenderci, la somma delle esportazioni dei paesi Ue ammonta a 40 miliardi di euro di autorizzazioni. «Ovvero, l'Ue è il principale esportatore nel mondo di armi, più di Russia e Stati Uniti – ha affermato Beretta – e l'Italia è la terza, dopo Francia e Germania con un trend in continua crescita». Tutto ciò nonostante dal 1990 sia entrata in vigore in Italia la legge 185 che afferma che la produzione e l'esportazione di armi deve rispondere all'articolo 11 della Costituzione e alla politica estera e di difesa. Per tanto tutte le transazioni bancarie che hanno come fine lo scambio di armamenti devono essere autorizzate dal Tesoro ed essere trasparenti con una pubblicazione annuale sull'import/export di armi made in Italy, da cui è possibile ricavare informazioni preziose. Ma a quanto ammontano le operazioni autorizzate agli istituti di credito per le esportazioni italiane di armamenti? Il ricercatore Giorgio Beretta, sulla base della relazione annuale della Presidenza del Consiglio, ha elaborato un dossier per MissioneOggi. Scorrendo la colonna
riguardante il 2009, ultimo dato disponibile, ci si accorge che la banca Bnp Paribas ha fatto operazioni per 804,6 milioni di euro, Bnl per 99,4, Unicredit per 146,6 milioni, IntesaSanPaolo per 186,1, Deutsche Bank per 900,5. La Ubi-Banca Popolare di Bergamo nessuna, ma nello
stesso anno, altre banche del gruppo Ubi Banca, come il Banco di Brescia ne ha totalizzate 1.228,3 milioni, la Popolare del Commercio e dell'Industria 15,3, San Giorgio-Regionale Europea 2,5. «Non è vero che la società civile non possa fare nulla contro il
Un momento del Convegno all'Università di Bergamo
commercio di armi – ha concluso Beretta -. Grazie all'impegno della Rete Italiana per il Disarmo e di tante realtà abbiamo vietato le cluster bomb e le mine antiuomo. Quello che è importante e che chiediamo alle banche è chiarezza, trasparenza e responsabilità».
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Banche in ordine sparso Al tavolo del convegno organizzato dal Cores attivisti per il disarmo, banche e ricercatori
E le banche cosa dicono in merito? Il pregio del seminario «Finanza e armamenti, la responsabilità sociale degli istituti di credito nel commercio delle
armi» è che, per una volta, si è visto discutere attorno allo stesso tavolo gli attivisti per il disarmo, esperti universitari e gli esponenti del mondo bancario. Ha aperto i lavori Silvana Signori del Dipartimento di Economia aziendale dell'Università di Bergamo:«Il tema dei finanziamenti militari sono stati i primi ad essere presi in considerazione dagli investitori etici, insieme al tabacco, scommesse e alcol. Già negli anni '20, gli investitori metodisti e quaccheri applicavano il filtro degli armamenti per i loro fondi comuni d'investimento o i fondi pensione. In una ricerca del 2006 si notava come il 90% dei fondi etici applicavano filtri d'investimento sulle armi. Tuttavia oggi c'è chi mette in dubbio questa metodologia perché l'arma è anche un oggetto di difesa, per esempio per le forze di polizia». La parola
è poi passata alle banche. Damiano Carrara di Ubi Banca ha detto:«Nel 2007, con la costituzione del gruppo Ubi, abbiamo elaborato una policy su questo tema perché tra le diverse banche (Popolare di Bergamo, Banco di Brescia e altre, ndr) del gruppo c'erano forti differenze. Ubi così ha deciso di non seguire la strada del disimpegno, ma quella della regolamentazione. Cioè non tutte le armi sono uguali e quindi non finanziamo mine o armi di distruzione di massa. E lo stesso lo facciamo per i paesi partner». Roberto Perico del Credito Bergamasco ha affermato:«Onde evitare scivoloni, applichiamo criteri molto restrittivi e non finanziamo armi di alcun tipo. Abbiamo perfino rifiutato un'azienda che produce munizioni per il tiro a segno». Valter Serrentino di Intesa Sanpaolo:«Abbiamo una policy e una rendicontazione molta attenta su questi temi. In questo periodo il popolo della pace non è molto attivo come lo era nel 2001, quando le ban-
che finirono tra gli imputati. Dopo quelle mobilitazioni in molte banche si è applicata una policy chiara sul tema». Infine, Sabina Siniscalchi di Banca popolare Etica ha aggiunto:«Banca Etica promuove progetti di natura sociale e ambientale, tuttavia deve comunque stare attenta perché non è estranea alla questione. Infatti non basta scegliere di non finanziare le armi, occorre anche chiedere trasparenza e fare attività di moral suasion verso le banche socie affinché escano dal settore. Continuiamo ad interloquire con altre banche per sensibilizzare sul tema, finanziare ricerche, campagne e fare pressione politica». Al seminario, inoltre, hanno partecipato Rosaria Onida, portavoce della Tavola della Pace di Bergamo, Laura Viganò, preside della facoltà di Economia e Gianfranco Rusconi, direttore del Dipartimento di Economia aziendale dell'Università di Bergamo. Raffaele Avagliano
La scheda Cosa è il CORES Tra i promotori del seminario c'è anche il Cores, il gruppo di ricerca sui consumi, reti e pratiche di economie sostenibili dell'Università degli Studi di Bergamo. Costituito da tre ricercatrici di ambiti differenti (la sociologa Francesca Forno, l'antropologa Cristina Grasseni e l'economista Silvana Signori), è un gruppo di ricerca permanente e multidisciplinare che studia da diversi punti di vista rappresentati dalle specializzazioni delle docenti universitarie, le possibili nuove economie sostenibili. Tra le attività in corso c'è una ricerca nazionale sui gruppi di acquisto solidale (gas) e il progetto «Non solo cibo». Quest'ultimo ha vinto un bando della Fondazione Cariplo e ha come obiettivi quello di attivare processi e costruire reti per la sostenibilità diffondendo nuovi stili di vita e di consumo, attraverso tre azioni: un mercato agroalimentare a km zero, mappatura partecipata dei soggetti ecosostenibili in provincia di Bergamo e la formazione del personale del mercato. Il progetto è in collaborazione con Mercato&Cittadinanza e la rete di Cittadinanza Sostenibile.
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Salute & Benessere
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Malanni di stagione
Non è solamente una questione di gola Piante officinali contro le insidie della stagione fredda Tosse, raffreddore, faringite e influenza: farmaci e rimedi naturali Il ”mal di gola” accompagna soprattutto in autunno e in inverno i malanni di stagione, raffreddore, sindromi influenzali e parainfluenzali. Bersaglio di virus e batteri in condizioni di basse temperature e brusche variazioni termiche è l’apparato respiratorio (naso, faringe, laringe, trachea, bronchi, polmoni). I sintomi variano a seconda del tratto respiratorio colpito: ostruzione nasale, dolore toracico, rinorrea, starnuti, afonia, tosse, espettorazione, febbre. Tutti questi sintomi sono indicativi di uno stato infiammatorio che si può riconoscere per la comune presenza di 5 segni caratteristici: rossore, dolore, edema, calore e compromissione della funzionalità. Conosciamo l’alterazione della qualità della vita cui vanno incontro individui con un’affezione virale acuta come un raffreddore, una faringite, un’influenza. Queste patologie sono trattabili con farmaci, antinfiammatori ed antipiretici, e rimedi naturali che controllano i sintomi attenuando il dolore. In un secondo momento e su parere del medico si può ricorrere alla terapia antibiotica. Il raffreddore è altamente contagioso, il virus si trasmette con uno starnuto, un colpo di tosse, un contatto fisico con chi ne è affetto. Sintomi caratteristici sono malessere, cefalea, perdita temporanea dell’olfatto e del gusto. L’esposizione al freddo riduce la capacità della mucosa del naso di condizionare l’aria che inspiriamo, riscaldandola e filtrandola. I virus possono così penetrare più facilmente irritando la mucosa e scatenando salve di starnuti. Il decorso è di circa una settimana. La faringite è l’infiammazione della mucosa della faringe causata da infezioni virali, agenti irritanti come il fumo di sigaretta, l’aria inquinata, le polveri. Per il 70% le malattie acute della faringe sono causate da virus del raffreddore, da virus influenzale
e parainfluenzali che non necessitano di trattamenti specifici e si autolimitano. Sintomo caratteristico sono i colpi di tosse: un’esplosione di aria verso l’esterno che può raggiungere i 120-160 km/h utile per espellere gli agenti irritanti inglobati nel muco prodotto dalla mucosa della faringe stessa. Le faringiti da streptococco richiedono invece terapie antibiotiche specifiche per evitare complicanze a distanza quali ascessi, reumatismi articolari, nefriti ed endocarditi. L’influenza molto frequente e contagiosa si trasmette con goccioline di saliva emesse proprio con un colpo di tosse o con uno starnuto. Si manifesta con dolori muscolari e articolari, prostrazione fi-
cazione, di patologie lievi come tosse e mal di gola. La prima strategia consiste nello stimolare il sistema immunitario. Quando ci vacciniamo viene introdotto nel nostro corpo un agente infettivo attenuato che non è in grado di provocare la malattia, ma è sufficiente a sti-
sica e febbre, nella maggior parte dei casi si risolve in 7-10 giorni utilizzando rimedi sintomaticiCosa fare per non stare troppo male? Possiamo ricorrere a terapie convenzionali e non convenzionali per prevenire e trattare i sintomi. Evidenze in campo scientifico e l’uso tradizionale fanno della fitoterapia una valida alternativa per la prevenzione e la cura di molte patologie. L’utilizzo incide per il 10-20% nella cura, in automedi-
molare e a preparare il sistema immunitario nel caso si verifichi un vero attacco. Con lo stesso scopo possiamo modulare il sistema immuni-
tario con rimedi naturali a base di echinacea, astragalo, uncaria e vitamina c presente nell’acerola e nella rosa canina. Il succo e l’estratto secco di bacche di sambuco hanno azione antinfiammatoria utile per migliorare i sintomi che affliggono le vie aeree superiori e ridurre il periodo
di malattia. La spirea ulmaria, i cui fiori sono utilizzati anche per aromatizzare birra e vino, presenta componenti (salicilati) ad azione antinfiammatoria ed antireumatica priva però degli effetti gastrolesivi tipici dell’acido acetilsalicilico (aspirina). Trova im-
“L’omeopatia richiede un approccio diverso. Nella scelta del rimedio, rilevante è anche l’esordio della malattia”
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Rubrica
Stile di vita e medicina integrata: un approccio olistico per la salute e il benessere Oggi salute significa cura, prevenzione e benessere psicofisico. Con questa rubrica vogliamo porre l’attenzione sui rimedi naturali, sul loro affiancamento all’allopatia (medicina classica) e sulle loro potenzialità nella prevenzione e benessere dell’individuo. Per olistico si intende un approccio alla cura dell’individuo che tiene conto della sua totalità. piego nel controllo della febbre. La grindelia dotata di azione balsamica, fluidificante, antitussiva ed antispasmodica è componete di sciroppi e compresse per la tosse. La propoli disponibile in compresse, gocce e spray viene impiegata per l’azione antibatterica ed antinfiammatoria. Proprietà batteriostatiche sono riconosciute anche ad alcuni
oli essenziali, timo e melaleuca, mentre eucalipto, menta e niaouli hanno attività antinfiammatoria ed espettorante. L’omeopatia richiede un approccio diverso. Nella scelta del rimedio, rilevante è anche l’esordio della malattia. La belladonna è il rimedio della febbre e delle manifestazioni infiammatorie acute accompa-
gnate da dolore, rossore, calore ed edema; l’aconitum napellus è indicato quando lo stato febbrile insorge bruscamente conseguente ad un colpo di freddo, mentre bryonia è rimedio idoneo per la febbre ad esordio progressivo che poi persiste e si associa a secchezza delle mucose del naso e della bocca; l’eupatorium perfoliatum è indicato nelle
sindromi di tipo influenzale con sensazione di indolenzimento muscolare e “sensazione di ossa rotte”. Non è sempre facile fare una diagnosi differenziale, per questo motivo è più sicuro, in termini di risultato, a meno di affidarsi ad un medico omeopata esperto, utilizzare prodotti in compresse e in gocce che contengono que-
sti ed altri rimedi in associazione. L’ampia gamma di rimedi che la natura offre ci consente di intervenire in modo specifico, con componenti adeguati per un trattamento mirato, dopo che siano state escluse situazioni più gravi per le quali è necessario ricorrere al medico. Patrizia Mantoessi
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Alimentazione
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Alimenti di stagione La rubrica che vi invita a conoscere e gustare i frutti che la natura offre ad ogni stagione: più qualità nutrizionali, più freschezza e minor impatto ambientale a cura di Duccio Colombo
Arance
Cardi
“Aranci, alberi che adoro, come mi è dolce il vostro profumo! Vi è forse nel reame della Flora qualcosa di voi più gradito?”
“I cardi si mangiano ordinariamente nell’autunno e nell’inverno, fatti teneri e bianchi sotto terra”
Madeleine de Scudéry
Due medici della corte sabauda (fine XVI sec.)
Tra tutti gli agrumi l’arancia è la più diffusa e conosciuta. La sua patria è la Cina e sembra che sia stata importata in Europa già nel XIV secolo dai marinai portoghesi, tanto che ancora oggi, in molte regioni d’Italia, l’arancia viene anche denominata portogallo. Un frutto che, anche in passato, è stato cantato da grandissimi scrittori stranieri, come Madeleine de Scudéry, e italiani, quali Ariosto e Torquato Tasso, il quale ci dice che “qui non fugaci mai vivono gli aranci, coi fiori eterni eterno il frutto dura e, mentre spunta l’un, l’altro matura.” L’arancio è un albero sempreverde alto fino a dodici metri ed è caratterizzato da foglie allungate e carnose e fiori candidi, i cui germogli sono sempre verdi e mai rossastri. L’albero, che viene coltivato in molte aree del Mediterraneo e specialmente in Sicilia, produce l’arancia, frutto invernale che si può raccogliere dal mese di novembre fino a maggio-giugno. Il frutto dell’arancio presenta esternamente una scorza caratterizzata da una leggera ruvidezza che può essere di svariati colori a seconda della sua maturazione, mentre la parte interna, polposa e com-
Frutta di stagione Novembre
mestibile, è divisa in spicchi che contengono il succo di colore giallo, arancione o rosso. Le varietà di arancia esistenti sono moltissime ed il colore della polpa li suddivide in due grandi gruppi: pigmentate o rosse (di forma tondeggiante e buccia liscia) e bionde (di forma quasi ovale con buccia più o meno spessa). Il frutto, che va scelto pesante, lucido, con la scorza sottile e tesa, aderente alla polpa, è ipocalorico ed essendo scarso di zuccheri può essere consumato anche da persone sofferenti di diabete. L’arancia, infatti, oltre ad essere gradevole, è anche un prezioso alimento in quanto contiene un insieme di sostanze nutrienti alla salute, come, ad esempio, la vitamina C, utile al sistema immunitario, e il magnesio che contribuisce a mantenere l’equilibrio del sistema nervoso e costituisce difesa contro alcune malattie come il cancro.
Mandaranci, Mandarini, Arance, Clementine, Mele, Pere, Ananas, Uva, Castagne, Kaki, Kiwi, Banane, Mango, Pompelmo, Avocado
Il cardo, dal punto di vista storico, è una pianta molto antica, le cui tracce sono state rinvenute nella civiltà Egizia, ma prima ancora in Etiopia. Quest’ortaggio rappresenta il simbolo che identifica maggiormente la Scozia. La leggenda, infatti, narra che un manipolo di guerrieri scozzesi, che stavano per essere sorpresi nel sonno da un gruppo di vichinghi, si salvarono solo perché uno degli invasori, calpestando col piede nudo un cardo selvatico, emise un urlo di dolore. L’antichità del cardo, inoltre, viene attestata anche da antiche leggende che associano questo fiore al pastore siciliano Dafne, alla cui morte la Terra, piena di dolore, fece nascere una pianta piena di spine. I cardi, infatti, hanno l’aspetto di erbacee in genere molto spinose e dai fiori e dal sapore simili al carciofo. Il cardo, pianta originaria del Mediterraneo e che giunge a maturazione in inverno, essendo piuttosto duro e di sapore amaro, viene sottoposto a imbiancamento, coltivando
Verdura di stagione Novembre
le piante in assenza di luce o addirittura venendo interrate. Ogni pianta può produrre migliaia di semi che vengono dispersi circa un mese dopo la fioritura. Sembra che un singolo seme rimanga attivo nel suolo fino a dieci anni, non facilitando, quindi, il controllo di queste piante che, crescendo in qualsiasi ambiente e nelle condizioni più disparate, in varie parti del mondo vengono considerate infestanti. Per la sua commestibilità, il gelo è fondamentale e, dopo una gelata, la consistenza del cardo diventa migliore e più tenera. Quando si acquistano bisogna verificare che i suoi gambi siano bianchi e compatti, privi di macchie e con costole croccanti e larghe che vanno cucinate e consumate subito dopo averle pulite. Il cardo, il cui consumo è sconsigliato nelle ore serali e che non è sempre ben tollerato da chi è affetto da malattie gastrointestinali, è ricco di calcio, potassio e sodio, contiene pochissime calorie e un indice di sazietà piuttosto elevato.
Radicchio, Sedano rapa, Cardo, Cime di Rapa, Spinaci, Indivia, Tartufi, Cavolfiore, Cavoli, Cavoli di Bruxelles, Broccoli, Catalogna, Funghi, Scorzonera, Sedano, Topinambur
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Le ricette
La ricetta biologica del Villino di Erica
La ricetta di Lisca (scarti, avanzi e gustose ricette)
Panna cotta allo yogurt con salsa all’arancia
Risotto con quel che resta della spremuta
Ricetta tratta dal libro La cucina a impatto (quasi) zero di Lisa Casali, Gribaudo Editore. www.ecocucina.org
Preparazione Ammollare la colla di pesce in acqua fredda per 15 minuti. Montare a neve la panna. In una ciotola miscelare lo yogurt con lo zucchero a velo. Strizzare la colla, riporla in un pentolino e farla sciogliere a fuoco lento. Versarla nello yogurt (che dovrebbe essere a temperatura ambiente, non da frigo), mischiare molto bene con la frusta. Unire poi pian piano la panna montata. Sistemare nelle formine e lasciar raffreddare in frigo. Per la salsa: 200ml spremuta d’arancia, 150g zucchero, 50g maraschi-
Ingredienti 250 gr. panna fresca 250 gr yogurt al naturale 10 gr. colla di pesce 60 gr. zucchero a velo
no. Unire gli ingredienti in un pentolino e far sobbollire a fuoco lento per circa 1 ora. Una volta raffreddata, versarla a piacere sulla panna cotta. Guarnire con scaglie di mandorla e pistacchi tostati.
Preparazione In una pentola a pressione fate rosolare il riso in 2 cucchiai di olio extravergine fino a tostatura. Aggiungete uno scalogno o una piccola cipolla bianca tritata finemente. Lasciate cuocere per qualche minuto, aggiungete il vino bianco e fate evaporare a fiamma alta. Quindi aggiungete lo scarto della spremuta (le mezze calotte d’arancia svuotate) tagliate a brunoise e mescolate. Versate il brodo, salate e dal fischio contate metà del tempo indicato sulla confezione del riso. Trascorso il tempo di cottura (di solito meno di 10 minuti)
Ingredienti 180 gr. di riso vialone nano biologico Lo scarto di una spremuta preparata con due arance 1 piccola cipolla o scalogno 1/2 bicchiere di vino bianco 50 gr. circa di formaggio Olio extravergine 500 ml. di brodo vegetale Sale e pepe lasciate sfiatare la pentola e mantecate con formaggio. A seconda dei vostri gusti e di quello che avete in casa potete utilizzare parmigiano, taleggio, gorgonzola, ecc. Impiattate il risotto e completate il piatto con un filo di olio extravergine d’oliva.
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Vini biodinamici da agricoltura biologica L’azienda agricola Tosca di Pontida riprende una secolare tradizione “plasmando le coste dominate dal sole, con vigneti capaci di dare vino potente e buonissimo” (Alvise Rizzi, 1614) L’agricoltura biologica sta prendendo sempre più piede anche nella nostra provincia: sarà per la crescente consapevolezza dei consumatori e delle loro richieste, sarà per la maggior attenzione dei produttori nel coltivare e lavorare la terra in sintonia con l’ambiente e le risorse naturali a disposizione, o infine sarà per la diffusione di stili di vita e cultura più sostenibili, tant’è che i clienti stanno diventando –fortunatamente- sempre più esigenti in fatto di garanzie di qualità dei prodotti della terra. Nella bergamasca sono ancora pochi, però, i casi di agricoltura biologica applicata alla produzione dei vini: se in altre regioni italiane i vini biodinamici hanno già una importante tradizione, da noi si cominciano a intravedere ora i risultati dei primi pionieri del settore: onore al merito all’azienda agricola Tosca che, dall’anno 2000 segue con passione e convinzione i dettami dell’agricoltura biologica nei cinque ettari di proprietà, dei quali quasi 3 coltivati a vite per la produzione di vino biologico e biodinamico. Oltre al recente inaugurazione dell’agriturismo Polisena, il primo in Lombardia certificato Clima Hotel, i coniugi Locatelli, più di un decennio fa, avevano già
provveduto al recupero di vecchi siti, riportando agli antichi e ordinati splendori vegetativi i versanti incolti ed inselvatichiti. Così gli angoli suggestivi, ma fino ad allora abbandonati, sono nuovamente tornati a donare all’uomo il simbolico frutto della vite. Quasi tutto l’impianto è terrazzato ed ottimamente esposto sulle dolci colline della neo titolata città della Val San Martino. La scelta di coltivazione a bassa resa con l’attenta collaborazione di tecnici professionisti e la particolare conformazione del territorio, consentono di ottenere vini caratteristici e di spiccata personalità.
I filari, perennemente inerbiti, sono concimati unicamente con sostanze organiche e difesi solamente con prodotti naturali escludendo l’impiego di preparati chimici di sintesi. I vigneti, di recente realizzazione, sono stati impiantati con la tecnica del cordone speronato. Le uve ricavate dai vitigni di Merlot, Cabernet sauvignon, Chardonnay e Pinot grigio confluiscono nella nuova cantina per ottenere vini della Denominazione d’Origine Valcalepio e di Indicazione geografica Bergamasca.
Non tutti sanno che…
Diego Moratti Pontida, piccolo paese a metà strada fra Bergamo e Lecco, rimanda la memoria al medioevo, all’età dei Comuni, a uno dei momenti più luminosi della storia d’Italia, quando i delegati delle venti Città giurarono nella storica badia. La lega Lombarda coronò vittoriosa e concorde, nella battaglia di Legnano il 29 maggio 1167, l’alleanza contro l’imperatore germanico Federico Barbarossa. Pochi sanno però che alle spalle del paese sulle colline volte a mezzogiorno, la riera (Riviera), è zona vocata per tradizione secolare alla viticoltura, producendo vino buono. La coltivazione della vite e la produzione del vino ricevettero un notevole impulso con in monaci benedettini della congregazione Cassinese che nel 1491 si insediarono nelle Abbazie di Pontida e San Paolo d’Argon. Alvise Rizzi, nel 1614, in visita al priorato di Pontida, stilò una relazione che rimarcava come “i monaci accorparono le proprietà frazionate e disperse plasmando le coste dominate dal sole con vigneti capaci di dare vino potente e buonissimo”.
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Ci scrivono:
Diritto di replica: la carne ricorre in appello In riferimento all’articolo pubblicato sul n. 7 di novembre 2011 “Processo alla Carne” Riteniamo che: il “Processo alla carne” nell’articolo pubblicato su questo giornale nel numero precedente di novembre è stato costruito in maniera MOLTO SOMMARIA, mancando di discernimento tra le varie realtà che sono coinvolte. Se parlassimo di auto negli stessi toni, dovremmo probabilmente concludere che viaggiare al giorno d’oggi è un reato e che da domani dovremmo tutti indistintamente andare a piedi. Sarebbe stato poi molto interessante in sede di istruttoria fornire informazioni al consumatore sulle vaste tematiche legate alla nutrizione. La carne è sotto accusa ormai da diversi anni, non come nutrimento in sé (se non nel suo abuso) ma come metodologia incontrollata di produzione e di consumo, ed è proprio questo il nostro focus: gli allevamenti intensivi di qualsiasi specie, così come l’agricoltura intensiva, sono comportamenti non sostenibili. I costi che l’umanità sta pagando per questa mancanza di etica sono incalcolabili. Ma come non vedere e soprattutto come non supportare piccole e medie realtà italiane con
Allevamento biologico di suini, razza mora romagnola a Manerbio (Bs)
numerose persone che si impegnano per una produzione sostenibile, maggiormente legata al territorio per valorizzarne le risorse e la salubrità? Queste aziende devono spesso lottare per non soccombere di fronte alla politica spregiudicata
dei grandi numeri sostenuti dai grandi importatori così come dalla grande distribuzione Un equo processo dovrebbe essere attento a non fare “di ogni erba un fascio” penalizzando ulteriormente chi si oppone con il proprio lavoro e impegno ad un
Volentieri pubblichiamo questo “Diritto di replica” che condividiamo in toto. Non era nostra intenzione fare processi sommari al consumo di carne, di cui siamo felici estimatori, ma al contrario l’intento degli articoli del nostro giornale è sempre quello di spronare il pubblico ad approfondire le tematiche e, nel caso della carne, a preferire la qualità al consumo e produzione di massa, come efficacemente illustrato nel testo che riportiamo. Comprendendo che il titolo “Processo alla carne” e alcune colorite frasi (folcloristiche) potevano fuorviare dal tono -tra il serio e il faceto- dell’articolo, prendiamo atto dell’attenta osservazione posta all’argomento da parte dei nostri lettori e correggiamo il tiro pubblicando questo apprezzabile “Diritto di replica”. La Redazione di Bergamo SOStenibile
mercato che premia sempre di più l’industrializzazione spregiudicata, ma al contrario dovrebbe far emergere quanto proprio questa politica cieca sia responsabile del depauperamento delle risorse ambientali del nostro paese. I nativi americani, che non erano affatto selvaggi, attribuivano grande rispetto al ruolo degli animali all’interno dell’intero ecosistema. Si cibavano del bisonte che rispettavano nella vita come nella morte e la sopravvivenza della loro tribù si basava anche sul consumo di carne. Questi «selvaggi» ci danno ancora oggi una grande lezione di sostenibilità e ci riportano ad una precisa scelta di consapevolezza: noi, in quanto consumatori, abbiamo un grande potere: quello di continuare a supportare e favorire le politiche spregiudicate dei grandi numeri, delle iper/mega/super strutture, dei fastfood, oppure quello di dare uno stop scegliendo di fare la spesa nelle botteghe ancora legate al territorio (le pochissime
ancora aperte!), di privilegiare il rapporto umano, di scegliere prodotti del nostro territorio invece che d’oltremare. Noi possiamo e dobbiamo informarci di più, scegliendo e continuando a scegliere con attenzione e con consapevolezza. Un esempio per tutti: quanti sanno che la carne (carne intesa anche come grasso, affettati, insaccati, ecc.) proveniente da allevamenti sostenibili (biologici, bradi, semibradi) sono più ricchi in vitamina E e OMEGA 3, in grado di proteggerci da molte malattie? È stato constatato che «120 gr di prosciutto iberico (nutrito a ghiande) sono in grado di aumentare le sostanze antiossidanti nel sangue, riducendo la perossidazione dei grassi e quindi i fattori di rischio aterogenico» (da “Mangia grasso e vivi bene” del Dott. F. Perugini Billi). Perché allora aver paura di un prodotto cosi buono? Claudia e Pierluigi Gamba
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Green economy
La rivincita dell’economia reale Le indicazioni dell’economia verde. Infrastrutture “intelligenti” e innovazione sociale per dare nuove basi al benessere collettivo Ricerca, innovazione, formazione, mercato del lavoro, finanziamento degli investimenti, politiche pubbliche, quadro europeo e internazionale: questi i temi trattati recentemente (il 3 novembre scorso) in un convegno internazionale svoltosi a Torino: “Eco&Eco. Verso Rio+20, scenari e prospettive della green economy”. Pochi giorni prima l’umanità aveva superato i 7 miliardi di persone e negli stessi giorni la tragedia delle alluvioni confermava (semmai ce ne fosse bisogno) la miopia di un modello basato sulla rapina delle risorse naturali e sulle emissioni che causano il cambiamento climatico. Parlare di economia verde, è stato detto, è il modo migliore per aiutare l’Italia e per dare una risposta alla grande crisi, economica ed ecologica. Sono ormai migliaia le imprese che si cimentano con nuove idee più eco-compatibili. Dopo i guai causati dalla finanziarizzazione crescente, che significa indebitamento per consumare sempre di più e illusione di guadagno facile, la green economy ci riporta alla vita reale, fatta di buone cose, di lavoro gratificante e utile, di reti e relazioni interpersonali, di soluzioni per migliorare insieme ambiente e sistema sociale.
Buone notizie: la risorsa principale è inesauribile La buona notizia è che le soluzioni ci sono già, perché la green economy non si basa tanto su miracolistiche scoperte della
tecno-scienza ancora da fare, ma sulla capacità di cominciare a usare meglio le conoscenze e le tecnologie esistenti. E, a differenza delle risorse di materie prime o di combustibili fossili, non ci sono limiti alla conoscenza e l’intelligenza umana è una risorsa… rinnovabile. Certo, ricerca e innovazione sono importanti: ci vogliono eco-efficienza e materiali bio-compatibili per sostituire quelli in via di esaurimento o pericolosi e inquinanti. Ma servono a poco se non fanno “sistema” e molti cambiamenti sono possibili anche usando tecnologie esistenti da tempo. Prendiamo ad esempio il “bike sharing”: la bicicletta esiste da 200 anni, in questo caso l’innovazione è stato creare una rete di punti di supporto alla mobilità sulle due ruote. Un altro esempio è il mercato di vestiti, giocattoli, oggetti di seconda mano: è sempre esistito, ma l’esigenza di coniugare risparmio e lotta allo spreco ha fatto sorgere in Italia quasi 3.500 negozi specializzati, con un giro d’affari annuo stimato in quasi 800 milioni di euro.
“Fare sistema” nella società della conoscenza Di fronte a un futuro che ci riserva (non è catastrofismo, è presa d’atto) meno acqua, meno suolo, meno petrolio, meno materie prime, non ci sono bacchette magiche. Serve passare da una sostenibilità predicata a una praticata. Come? I numerosi relatori del convegno torinese (studiosi,
CRIEN efficienza energetica in edilizia e industria
progettiamo secondo regole di antica sapienza
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imprenditori, politici, sindacalisti,…) si sono trovati d’accordo su un paio di concetti fondamentali: 1. il primo è che l’innovazione più importante è quella “di processo”, ovvero quella che coinvolge tutta la filiera, tutti gli attori economici e sociali, i produttori ma anche i consumatori (che diventano dei consum-attori: anche consumare richiede impegno e competenza, poichè sono i consumatori che spingono dal basso, stimolando i politici, sostenendo gli imprenditori più coraggiosi e costringendo quelli riluttanti); 2. il secondo è che l’innovazione sociale è altrettanto importante dell’innovazione tecnologica. Senza la prima non ci può essere la seconda. La morale? Si pensi, ha osservato qualcuno, a offrire al mondo economico delle infrastrutture leggere e intelligenti. Ovvero, rendere più economico il funzionamento delle reti di relazioni e collaborazioni, mettere in circolo i cervelli, cambiare radicalmente il modo di fare formazione, sviluppare la partecipazione. Nella società della conoscenza, di cui la green economy è figlia, la parola d’ordine è “fare sistema”, ma questo richiede la giusta cornice di politiche appropriate. Mario Salomone
Verso la conferenza internazionale di Rio sulla green economy Il convegno torinese “Eco&Eco”, ovvero sul rapporto tra economia e ecologia (www.ecoandeco.educazionesostenibile.it), è stato il primo importante evento pubblico in Italia che ha messo a confronto istituzioni e parti sociali con il percorso preparatorio della conferenza internazionale sulla green economy che si terrà nel 2012 a Rio de Janeiro (come già sanno i lettori di Bergamo SOStenibile, v. numero 7). Il convegno, che ha visto la collaborazione di un ampio arco di enti e di organizzazioni (tra cui Confartigianato), è stato promosso dall’Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholé Futuro, una Onlus nata trent’anni fa, e del mensile “.eco”, che da quasi 25 anni è la rivista non profit di riferimento per l’educazione ambientale (www.educazionesostenibile.it).
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Green economy
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Bandi
Carpe diem… Cogli l’imprenditore che c’è in te! Aperto fino al 9 dicembre il bando Incubatore d’impresa Un valido aiuto per l’avvio delle nuove attività In 10 anni 70 neo imprese… sempre più green! Avete da sempre un progetto nel cassetto, un’idea imprenditoriale, una particolare competenza che aspetta solo di trovare lo spunto giusto per divenire un’attività lavorativa autonoma? Beh, la prima regola di un buon imprenditore -o aspirante tale- è cogliere le opportunità. E la vostra potrebbe essere proprio il bando aperto dell’incubatore d’impresa: un bando che mette a disposizione per le nuove idee imprenditoriali un vero e proprio ufficio con spazi di lavoro arredati e attrezzati (a Brembate Sopra), tutoraggio, formazione, consulenza, supporto promozionale e networking. Il tutto per la durata di 12 mesi, prorogabili di anno in anno fino a un massi-
mo di 36 mesi, al costo di iscrizione di 1.200 € annui. In pratica si ha la possibilità di poter avviare la propria nuova attività senza dover far fronte agli elevati costi iniziali che possono bloccare una buona idea sul nascere. Ma non è solo una questione di struttura e spazi arredati con computer e stampanti: uno dei vantaggi maggiormente apprezzati è la possibilità di essere affiancati da tutor e professionisti che possono aiutare a sviluppare la propria attività, o ancora la possibilità di utilizzare spazi all’interno di fiere di settore. Non da ultimo il valore aggiunto dell’incubatore d’impresa è la possibilità di fare rete e riunire all’interno di una stessa
struttura una varietà di neo imprese che beneficiano così di un ambiente stimolante, condividendo problemi e opportunità, anche professionali. Ricordiamo che proprio in questo modo è nato questo giornale, un progetto iniziato dalla collaborazione di due neo imprenditori che l’anno precedente avevano aperto nell’incubatore le rispettive attività di consulenza ambientale e di giornalismo e, dopo essersi conosciuti, hanno dato vita a Bergamo SOStenibile. Ma le idee imprenditoriali possono essere le più diverse: in 10 anni l’incubatore ha avviato 70 nuove imprese, mentre qui a lato riportiamo le 17 attività presenti nel 2011. E nel 2012… ci potreb-
be essere la tua! Il bando 2012 è aperto fino al 9 dicembre 2011 ed è finanziato dalla Camera di Commercio e attuato da Bergamo Formazione. Per informazioni rivolgersi allo Sportello Punto Nuova Im-
presa di Bergamo Formazione (tel. 035/3888011; email: pni@ bg.camcom.it). Il bando e la modulistica necessaria su: www.bergamoformazione.it www.incubatore.bergamo.it
Iniziative presenti ll’incubatore nell’anno 2011 COACHING TO LIFE
ICENOVA ENGINEERING SRL
SPAQ SRL
Coaching to Life è una realtà operante nel campo della formazione e del coaching, che collabora con aziende, imprenditori e professionisti. www.coachingtolife.com
Icenova Engineering progetta e realizza impianti innovativi per il recupero del calore di scarto. www.icenova.eu
Spaq si occupa di consulenza e di formazione aziendale, nei settori della Sicurezza, Privacy, Ambiente e Qualità. www.spaqsrl.it
CRIEN SNC CRIEN opera nel settore delle costruzioni civili ed industriali ad alta efficienza energetica, promuovendo l'ottimale integrazione tra edifici e impianti. www.crien.it
Interno 49 è una realtà commerciale costituita con l’intento di attuare un’innovazione tipologica dei canali di distribuzione tradizionali generalmente utilizzati per la vendita di prodotti dei settori moda, cosmesi ed elettronica di consumo.
NEW GAMES FOR SPORT SRL e EASYSKIBIKE
LISSEN AUDIOLIBRI
New Games For Sport e l’associazione sportiva dilettantistica Easyskibike progettano e realizzano attrezzature sportive innovative e brevettate per disabili e per normodotati. www.easyskibike.com
Il progetto “Lissen”, realizzato da KORE Event Designer, nasce con l’obiettivo di ampliare la richiesta del mercato degli audiolibri in Italia. www.lissen.it
F.S.G. FOTOVOLATIC SOLAR GARDEN SRL F.S.G. realizza impianti fotovoltaici e impianti solari termici. www.fsgfotovoltaico.it
Maply realizza progetti di promozione del territorio che sfruttano tutte le potenzialità dei dispositivi portatili di ultima generazione, come gli smartphone e i tablet. www.maply.it
HELP MUM - Made by mums
PIXSPEAK
Help Mum è un progetto rivolto alle mamme, che si articola in una serie di azioni che mirano ad agevolare le donne-mamme nella vita quotidiana, facilitandone anche l’integrazione nei luoghi di lavoro. helpmumcl@gmail.com
Pixspeak è una società di brokerage per prodotti e servizi ad alto contenuto creativo, operante nel mondo della stampa e del web. www.pixspeak.com
H24 Tecnologie Informatiche
Il progetto Riparotto nasce per risolvere la difficoltà di trovare personale affidabile per le riparazioni domestiche, portandolo sul web 2.0 www.riparotto.com
H24 Tecnologie Informatiche è una software house che progetta architetture e realizza piattaforme Web dedicate alla Business Intelligence. www.h24technology.com
INTERNO 49 SRL
MAPLY
RIPAROTTO
STUDIO GREEN SOLUTION Studio Green Solution offre servizi di consulenza per progetti di sviluppo sostenibile rivolti ad amministrazioni e imprese. Realizza progetti di marketing e comunicazione ambientale. E’ editore del mensile Bergamo SOStenibile. www.greensolution.it www.bergamosostenibile.com
PROMOEVENTI Promoeventi si occupa di comunicazione, giornalismo, marketing turistico e territoriale per aziende e pubbliche amministrazioni: dal notiziario alla brochure, dall’organizzazione eventi alla locandina pubblicitaria. promoeventi@email.it
W2W Solutions W2W Solutions propone soluzioni tecnologiche mirate alla gestione di tutti gli aspetti inerenti gli scambi energetici considerati nel loro intero ciclo di vita, dalla produzione al consumo. www.w2wsolutions.it
WINEAMORE WineAmore offre un nuovo strumento: la carta dei vini digitale su iPad per ristoranti. www.wineamore.com
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Bilancio sociale
Bilancio sociale Non di solo profitto vivono le imprese! Il Bilancio sociale testimonia ciò che l’impresa “preleva” dalla società e ciò che al contrario le “conferisce”. E non solo in termini economici La trasparenza nell’informazione e nella comunicazione è un requisito fondamentale dei sistemi economici moderni. Accanto all’esigenza di una rendicontazione economico-finanziaria e patrimoniale corretta e veritiera, è emersa, nel corso degli anni, la necessità di una comunicazione attendibile di tutte le performance aziendali e delle conseguenze complessive delle azioni dell’impresa nei riguardi dei diversi pubblici. Molte imprese hanno così iniziato a pubblicare bilanci sociali, documenti complementari ma autonomi rispetto ai bilanci di esercizio che, con cadenza annuale, comunicano i risultati non solo economici ma anche ambientali e sociali delle loro attività.
“In Italia, nel 2011, secondo il IV Rapporto sulla Responsabilità Sociale condotto da Swg per conto dell’Osservatorio Socialis, quasi il 70% delle aziende hanno investito in iniziative di responsabilità sociale” Il bilancio sociale è un documento redatto volontariamente dalle aziende per rendere conto della loro responsabilità sociale intesa come capacità di farsi carico degli effetti che il loro operato produce sulla collettività in generale e su alcuni gruppi sociali in particolare. La responsabilità sociale fa sì che le organizzazioni siano consapevoli dell’interdipendenza tra risultati economici e impatti sociali e ambientali delle loro attività oltre che dell’importanza di una corretta gestione delle relazioni con una pluralità di interlocutori interni ed esterni che hanno un interesse legittimo nell’operato dell’organizzazione (stakeholder). Attraverso il bilancio sociale
l’organizzazione dà conto delle proprie performance sociali, ambientali ed economiche e degli impatti delle performance in relazione alle aspettative, permettendo di formarsi un giudizio e prendere decisioni fondate nei confronti dell’operato dell’impresa. Per le aziende che lo adottano, è un fondamentale strumento di gestione e di comunicazione interna ed esterna, che favorisce il miglioramento delle relazioni con i propri stakeholder e consolida la reputazione dell’impresa. Frutto di un processo di rendicontazione sociale, il bilancio sociale, in sintesi, rende conto in una prospettiva consuntiva e programmatica della coerenza tra la missione, i valori, le strategie, gli obiettivi, le attività proprie di un’organizzazione e i risultati, gli effetti e gli impatti di diverso tipo (economici, ambientali, sociali) che queste generano rispetto alla pluralità dei portatori d’interesse dell’organizzazione.
Per realizzarlo è necessario che l’organizzazione si impegni nella: predisposizione di un sistema di misurazione e di raccolta sistematica, organizzazione e comunicazione dei dati rilevanti relativi all’impatto delle attività dell’im-
presa sul benessere dei vari stakeholder; valutazione della coerenza fra i risultati conseguiti e gli obiettivi derivanti dalla missione, dai valori e dagli impegni assunti; rilevazione, tramite il dialogo con
VALENZE DEL BILANCIO SOCIALE COME STRUMENTO DI GESTIONE Aiuta a prendere decisioni, controllarle e valutarle in modo da cogliere le opportunità e affrontare i rischi; Permette di conoscere le aspettative dei portatori di interesse e ne migliora le relazioni con l’impresa; Supporta i processi di pianificazione strategica, programmazione e controllo; Offre una visione d’insieme dell’andamento gestionale e permette di valutare il raggiungimento degli obiettivi.
COMUNICAZIONE Apre canali per l’ascolto dei portatori di interesse considerandoli risorse e non minacce; Risponde ad un’esigenza di maggiore trasparenza e di informazioni chiare, accessibili e comprensibili; Permette di rilevare, attraverso il dialogo sistematico con gli stakeholder, le loro aspettative verso l’impresa; Consente di misurare grandezze fondamentali per il successo aziendale quali la reputazione e il consenso.
i portatori di interesse realizzato nel processo di elaborazione, del grado di soddisfazione o insoddisfazione in merito alla corrispondenza tra le loro aspettative e gli obiettivi e i risultati dell’attività dell’impresa. Nella figura viene presentata, in sintesi, la logica sottostante al processo di rendicontazione sociale, alla cui base vi sono i concetti di: ACCOUNTABILITY: la capacità di illustrare e spiegare le azioni realizzate -e quelle non realizzate- delle quali l’impresa è responsabile verso quanti hanno un interesse legittimo nei suoi confronti e quindi l’impegno ad identificare e comprendere le proprie performance sociali, ambientali ed economiche e gli impatti delle performance in relazione alle aspettative e alle valutazioni delle parti interessate; INCLUSIVITÀ: il saper riflettere i punti di vista e gli interessi legittimi di tutti gli stakeholder, evitan-
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Missione, valori, principi, impegni, strategie, politiche
Individuazione degli stakeholder e delle loro aspettative
L’OPERATO DELL’IMPRESA E I RISULTATI ATTESI
do che l’opinione di un gruppo con più risorse o maggiore controllo sull’impresa possa prevalere su quella di tutti gli altri, o che il punto di vista di un gruppo minoritario venga trascurato; TRASPARENZA: l’impegno nel rendicontare in modo chiaro e completo, nei confronti di chi ha un legittimo interesse verso l’impresa, le decisioni, le azioni e gli impatti. Alla fine del processo di rendicontazione sociale, il bilancio sociale si presenta come un documento contenente informazioni articolato in tre parti: 1. L’identità aziendale con l’esplicitazione dell’assetto istituzionale, della missione, dei valori etici di riferimento e del disegno strategico; 2. La relazione sociale che espone, per mezzo di indicatori qualitativi e quantitativi, i risultati ottenuti in relazione agli impegni e ai programmi e agli effetti sui singoli stakeholder; 3. La produzione e distribuzione del valore aggiunto che, in Italia, rappresenta il principale tramite di relazione con il bilancio di esercizio e che rende evidente
ESPLICITAZIONE DELLE AREE DI RENDICONTAZIONE Per ogni tema ed aspetto rilevante, relativi ad ogni stakeholder e ad ogni dimensione oggetto della rendicontazione, è necessario evidenziare:
“il bilancio sociale rende conto in una prospettiva consuntiva e programmatica della coerenza tra la missione, i valori, le strategie, gli obiettivi, le attività proprie di un’organizzazione e i risultati, gli effetti e gli impatti economici, ambientali e sociali che queste generano.” l'effetto economico (o economicamente esprimibile) che le attività dell'azienda producono sulle principali categorie di stakeholder. A livello internazionale e nazionale esistono diversi modelli e standard per la rendicontazione sociale: le Linee guida della Global Reporting Initiative (GRI), i principi di AccountAbility (AA1000), il modello del London Benchmarking Group, i principi di redazione sviluppati dal Gruppo di studio sul Bilancio Sociale
Il legame con missione, valori, principi, impegni, strategie Le attività realizzate, risultati attesi e risorse utilizzate I risultati realizzati e gli effetti prodotti
INDICATORI QUANTITATIVI E QUALITATIVI DI NATURA ECONOMICA, SOCIALE, AMBIENTALE
(GBS), ecc.. Tali modelli mostrano approcci al bilancio sociale che si differenziano per interessi e motivazioni, prospettive teoriche e metodologiche; alcuni possono essere considerati un termine di riferimento per aspetti di processo, altri per questioni di contenuto, ed altri ancora in relazione alla misurazione della performance tramite indicatori qualitativi e quantitativi. In sintesi, è possibile comunque riconoscere alcuni requisiti indispensabili per l’elaborazione di un buon bilancio sociale, quali la presenza di informazioni concernenti tutte le aree di attività dell’organizzazione, la chiarezza
nella definizione e realizzazione del processo, la partecipazione degli stakeholder, la comprensibilità, chiarezza e intelligibilità delle informazioni contenute e la loro verificabilità. Concludendo, va sottolineato che il bilancio sociale viene adottato non solo dalle imprese profit, ma, seppur con finalità e valenze diverse, dalle organizzazioni non profit e dalle amministrazioni pubbliche ove si è rivelato uno strumento efficace e ha trovato largo e rapido impiego. Per info: info@greensolution.it Emma Baldin
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Bilancio sociale
RadiciGroup, sostenibilità e business vanno a braccetto Presentato il Bilancio di Sostenibilità 2010 Fatturato + 50% e riduzione delle emissioni in acqua e in atmosfera Le aziende chimiche si sa possono avere un forte impatto ambientale sui territori su cui insistono con le loro attività. Alla RadiciGroup lo sanno e per la chimica con sede a Gandino fare business in modo responsabile, combinando valori economici, sociali, etici ed ambientali è diventato uno degli obiettivi primari. E’ per questo motivo che dal 2003 viene redatto il Bilancio di Sostenibilità, un documento con cui il Gruppo rendiconta annualmente le attività e i risultati raggiunti nell’ambito della Corporate Social Responsibility. E’ di questi giorni la presentazione del Bilancio di Sostenibilità 2010 che evidenzia indicatori in netto miglioramento in tutte le sue aree, nonostante la difficile situazione economica/finanziaria degli ultimi anni. Con un fatturato consolidato pari a 1.162 milioni di euro, in crescita del 50% rispetto all’esercizio 2009, RadiciGroup si conferma una tra le realtà chimiche italiane più attive a livello internaziona-
le. Le materie plastiche e le fibre sintetiche realizzate sono utilizzate nei settori dell’abbigliamento, dello sport, dell’arredamento e vengono esportate in tutto il mondo. Nel corso del 2010 RadiciGroup ha investito circa 2,9 milioni di euro per sicurezza, salute e ambiente, contro i circa 2,5 investiti nel 2009. In aumento, in tutte le aziende operative del Gruppo, le ore di formazione interna erogate nell’ambito di questa specifica tematica. Stabile il numero degli infortuni. Gli indicatori ambientali evidenziano una riduzione del 50% delle emissioni in acqua di metalli pesanti, una riduzione del 18% delle emissioni in atmosfera di protossido di azoto (principale responsabile dell’effetto serra), mentre quelle di anidride carbonica da combustibili gassosi sono diminuite di circa il 7%. Per quanto concerne l’impegno nell’ambito sociale, culturale e sportivo -elemento che contraddistingue da sempre l’agire di Radici Group- anche il 2010
ha visto il Gruppo supportare diversi enti e associazioni presenti sui territori nei quali si trova ad operare con le proprie aziende. Da strutture educative e sociali a istituzioni benefiche, da gruppi sportivi ad associazioni che si occupano di salute, ambiente e prevenzione. Risultati di tutto rispetto, quelli di Radici Group, che testimoniano ancora una volta che perseguire lo sviluppo sostenibile del proprio business possa portare ad un miglioramento della redditività economica. Marco Rossi
Due cartoon, Lisa e Ettore presentano il Bilancio Originale e curiosa anche la scelta di grafica creativa di far raccontare il Bilancio di Sostenibilità 2010 da due personaggi vignettati. Coordinatrice Ricerca e Sviluppo lei, Ingegnere capo lui, sono i protagonisti che animano la creatività grafica del nuovo Sustainability Report di RadiciGroup. Protagonisti di un cartoon dedicato proprio al tema della Sostenibilità, grazie all’immediatezza del loro linguaggio, Lisa ed Ettore rappresentano un ottimo strumento comunicativo per parlare con competenza ad un vasto pubblico fatto non solo di addetti al settore.
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Energia
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l’azienda informa
Messaggio Pubbliredazionale
Il fotovoltaico Valtellina: vantaggi e certezze di una grande azienda La crescita del fotovoltaico in Italia si mantiene su ritmi elevati. Ma proprio questo sviluppo impone un’accurata selezione dei riferimenti con i quali collaborare Valtellina SpA, con la sua esperienza, la solidità e le potenzialità tecnico-organizzative di una grande azienda specializzata, si propone come soggetto ideale per assicurarsi i vantaggi delle energie rinnovabili
Alcuni degli interventi AlcUNI dEglI INtErvENtI chE che formano l'esperienza Valtellina fOrMANO l’ESpErIENzA vAltEllINA tipologia località impianto
Numero potenza impianti tot.(MW)
Ragusa (RA) A S. Paolo di Civitate (FG) inseguitori S. Severo (FG) fisso su pensiline/ Lucca (LU) parcheggi Calcio (BG) Piedimonte S. Germano (FR) fisso Piedimonte S. Germano (FR) su serre Villaperuccio (CA) Villaperuccio (CA) Altamura (BA) Apricena (FG) Aprilia (LT)
Nella costante crescita della green economy italiana il fotovoltaico sta facendo la parte del leone. Il fatturato di settore fotografa un andamento di crescita elevato, che ha ripreso ulteriore vigore dopo l’emanazione del nuovo IV Conto energia. Alla fine del 2011, secondo il Gse, la potenza complessiva in esercizio in Italia raggiungerà i 12.000 MW per un numero di impianti intorno ai 350.000. L’andamento delle installazioni ha portato l’Italia al primo posto nella graduatoria mondiale per potenza entrata in esercizio nel 2011 (circa 6.500 MW, oltre il triplo della Germania). In questo scenario di sviluppo è importante individuare chi può assicurare garanzie di professionalità, qualità del servizio e rigoroso rispetto degli accordi contrattuali. In tal senso spicca l’identità Valtellina, che oltre ad una grande esperienza a livello di impianti istallati, con una reference list che ha superato i 70 MW, mette in campo alcuni plus che rendono unico il proprio profilo di offerta. Valtellina ha iniziato ad occuparsi di fotovoltaico prima come installatore di alcune parti degli
impianti conto terzi, passando poi alla installazione di impianti chiavi in mano, dalla fattibilità di progetto alla costruzione di impianti completi, per giungere infine ad essere un “system integrator” capace di effettuare tutto quanto occorre per la realizzazione, la gestione il controllo e telecontrollo dell’impianto stesso. Valtellina ha seguito passo dopo passo lo sviluppo del settore, facendo tesoro delle esperienze maturate, che si sono rivelate molto utili per mettere a punto piani di intervento opportunamente mirati in base alle esigenze di produzione energetica ma anche e soprattutto allo scenario complessivo e specifico nel quale l’impianto va a collocarsi. Oggi Valtellina opera con un mix di fattori che spiccano nello specifico settore: il forte e collaudatissimo rapporto di collaborazione con ENEL e Terna, prima di tutto, che è diventato ancora più solido proprio sul terreno del fotovoltaico ed è attestato dall’apposita certificazione MT. Questo consente di offrire modalità di installazione e collegamento alla rete ottimizzati nei tempi e nelle caratteristiche del cantiere. Vi è poi da considerare
che Valtellina è specialista nell’IT relativo agli impianti con apposite tecnologie e infrastrutture, offrendo quindi soluzioni hardware e software per il telecontrollo e la gestione in remoto. Molto importanti sono poi le opportunità di servizio offerte da Valtellina per quanto concerne assistenza e manutenzione. Ulteriore aspetto da considerare l’autorevolezza e la solidità dell’azienda in campo economico-finanziario e nel rapporto con gli istituti di credito, che permette a Valtellina di proporre soluzioni di intervento che abbinano i vantaggi di ESCO e Project financing. Altrettanto si può dire per le compagnie di assicurazione e le loro polizze “all risk”, società con le quali Valtellina può ottenere condizioni di privilegio. A ciò si aggiunge la ben nota vocazione Valtellina a lavorare con serietà, con personale preparato, con un timing pianificato e nel massimo rispetto delle leggi in materia di sicurezza. Non a caso la reference list di Valtellina nel settore del fotovoltaico è in continuo ampliamento sia per entità degli interventi che per tipologia di impianti installati. www.valtellina.com
Barletta (BT) Campi Salentina (LE) Carugate (mI) Casarano (LE) Civitanova marche (mC) Foggia (FG) Istrana (TV) Lequile (LE) Lesina (FG) fisso a terra
macomer (NU) Novoli (LE) Occhieppo Superiore (BI) Osimo (AN) Palo del Colle (BA) Pontinia (LT) Recanati (mC) S.Giovanni Rotondo (FG) S.Severo (FG) San Giorgio Ionico (TA) Taranto (TA) Torchiarolo (BR) Torremaggiore (FG) Trinitapoli (BT) zollino (LE) Curno (BG)
Su tetto
Gaverina Terme (BG) Sesto S.Giovanni (mI) Torre Boldone (BG)
1 2 6
1 mW x 2
1
2,4
1 1 1 1 1
1 1,5 2,7 6 3,6
1 4 1 1 2 1 1 1 4 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 2 1 1 1 1 1 2 3 1 1 1 1 totale (MW)
1 1 mW x 6
1 1 mW x 4 3 1 1 mW x 2 0,7 1 1 1 mW x 4 1 1 1 1,5 1 1 0,6 1 mW x 2 4 1 1 mW x 2 1 1 1 1 1 1 mW x 2 1 mW x 3 0,1 0,04 0,09 0,35 71
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Green Story
Patto dei Sindaci? Più facile con Elios! “La prima energia rinnovabile è quella L’Elettroimpianti Italia SpA di Pedrengo ha sviluppato un sistema innovativo di controllo e monitoraggio degli impianti che consente la “gestione intelligente dell’energia” Più efficienza energetica e risparmio, ma anche maggior comfort e sicurezza “Con il sistema ELIOS un Comune, intervenendo semplicemente con regolazioni sugli sprechi e sulle inefficienze dei propri impianti, ripagherebbe l’investimento in brevissimo tempo, garantendo inoltre da subito superiori standard di comfort, di controllo e di sicurezza per i cittadini” Paolo Dullia Amministratore Delegato Elettroimpianti Italia Spa
La domanda di energia è in costante aumento nelle città. A livello europeo, oltre il 50% delle emissioni di gas serra sono prodotte, direttamente o indirettamente, dall’uso dell’energia da parte dell’uomo. Le Pubbliche Amministrazioni, come il settore terziario, sono quindi chiamate in causa per contribuire attiva-
Sede Elettroimpianti Italia SpA - Pedrengo
Alcune installazioni di Elettroimpianti in Italia
mente al raggiungimento delle politiche europee di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, dei consumi energetici e per incentivare l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili. Obiettivi certamente ambiziosi, ma raggiungibili grazie alla buona gestione della domanda energetica e all’inno-
vazione tecnologica. La prima energia rinnovabile è quella risparmiata e quindi quella non consumata e sprecata. E’ proprio da questo semplice ma basilare concetto che si è mossa l’Elettroimpianti Italia spa, storica azienda bergamasca, nata nel 1968 come impresa che realizzava impianti elettrici e che negli anni ha saputo evolversi e innovarsi cogliendo le sfide della green economy. Oggi Elettroimpianti Italia, anche grazie alle altre due aziende del gruppo – la GIS, Gestione Impianti Speciali e la S2G Essequadrogi Sistemi Superiori di Gestione – progetta e realizza impianti completi, dalla consegna dell'energia al loro controllo integrandoli con altri sistemi dall'alto contenuto tecnologico quali le reti di trasmissione dati e i sistemi di sicurezza. L’azienda, che opera in tutta Italia e ha ottenuto l'attestazione SOA,
Il pannello di controllo del sistema Elios
ha sviluppato il sistema ELIOS contraddistinguendosi così tra le realtà imprenditoriali locali che più spiccano per proposte innovative e capaci di rispondere alle esigenze di corretta gestione della domanda energetica.
Edifici intelligenti e automatizzati ELIOS, pensato per le Pubbliche amministrazioni, ma anche per le medio e le grandi realtà commerciali e industriali, è la risposta
tecnologica alla realizzazione di “edifici intelligenti” e sempre più automatizzati. Il sistema, infatti, è un ottimo strumento di facility management che consente la gestione globale e centralizzata di sistemi elettrici e di impianti anche complessi, attivando sinergie d'avanguardia. Con ELIOS si possono far dialogare tutti i sistemi di un edificio, dall’illuminazione alla climatizzazione, dalla strumentazione agli impianti di sicurezza; il tutto con una semplice interfaccia opera-
Uno dei grafici di monitoraggio di Elios relativo ai consumi gene
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! a risparmiata”
erali
Teatro il Verme - Milano
tiva che può essere facilmente utilizzata anche dagli addetti alla manutenzione o dal personale. ELIOS permette il controllo e il monitoraggio di ogni singolo impianto visualizzando con grafici semplici e intuitivi lo stato degli assorbimenti di energia in atto, ora per ora, giorno per giorno, rapportandoli anche con fattori esterni (quali per esempio la temperatura esterna) che potrebbero influenzarne il funzionamento. Grazie alla lettura di questi grafici, e raffrontandoli con quelli storici, si è in grado
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di fare valutazioni e analisi per l’individuazione degli sprechi di energia e delle inefficienze, in maniera da poterle modificare e correggere. Il risultato finale è evidente: maggior risparmio energetico, aumento del comfort, riduzione delle emissioni di gas serra, ottimizzazione nella gestione delle risorse umane e -non ultimoconsistente contenimento delle spese di esercizio. ELIOS si pone quindi sul mercato come un importante strumento al servizio delle Pubbliche Amministrazioni nell’ambito dell’iniziativa Patto dei Sindaci per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti. Con il sistema ELIOS le Amministrazioni Pubbliche possono infatti avviare politiche di efficientamento riducendo al meglio i consumi di energia, migliorando il comfort di tutti i propri stabili e ottimizzando i sistemi di illuminazione pubblica. Cecilia Bergamasco
Media World sceglie Elios Nel primo anno risparmiati 700.000 euro Il Gruppo Mediamarket, titolare dei brand Media World e Saturn, è oggi il più grande retail di elettronica a livello europeo. In Italia arriva nel 1991, quando apre a Curno il primo Media World. Oggi conta 90 punti Media World in 17 regioni, 16 punti Saturn in 8 regioni, 8.200 collaboratori e 2.513 milioni di euro di fatturato. Un’imponente struttura che dal punto di vista energetico consuma ogni anno 95,77 Gigawattora (GWh) di energia elettrica - pari al consumo di 30mila abitazioni domestiche - per un costo di oltre 13.900.000 euro. La politica ambientale di Mediamarket si è fissata l’obiettivo europeo di riduzione del consumo energetico del 20% entro il 2020, vale a dire un taglio del fabbisogno energetico specifico dei punti vendita da 280 kWh/ mq area vendita a 238 kWh/mq (oltre che incrementare del 20% la produzione di energia da fonti rinnovabili e tagliare del 20% le emissioni di CO2, il tutto entro il 2020). Per raggiungere tali risultati Mediamarket ha scelto di utilizzare il sistema ELIOS, che consente di leggere tutti i dati di consumo, immagazzinare e analizzare i da-
La sede direzionale Mediamarket di Curno
ti raccolti, identificare un modello ottimale di consumo per ogni punto vendita e in fine gestire in modo automatizzato tutte le utenze che nel punto vendita utilizzano energia elettrica. Con il sistema ELIOS, Mediamarket ha ridotto i consumi elettrici del 5% (4.788.900 kWh) già dal primo anno di implementazione riducendo i costi dell’energia di quasi 700.000 euro ed entro il 2014 arriverà a un taglio
dei consumi del 14% vale a dire 13.670.000 kWh risparmiati con una riduzione dei costi sulla bolletta elettrica di 1.982.150 euro/ annui e 5.600.000 kg CO2 evitati, il gas principale responsabile dell’effetto serra. Se si considera che l’investimento per implementare ELIOS in tutti i punti vendita in Italia è di 3,5 milioni di euro, una volta a regime il sistema in meno di due anni può dirsi ripagato.
Un semplice esempio di come funziona ELIOS Nei punti vendita Media World prima dell’installazione di ELIOS il responsabile del reparto televisori accendeva gli apparecchi (e sappiamo quanti ce ne sono nel negozio e quanto consumano) prima dell’apertura al pubblico del punto vendita. Questa operazione essendo svolta manualmente poteva avvenire 5 minuti come 20 minuti prima dell’apertura. Moltiplicate questi minuti per il numero di televisori, per 106 punti vendita per 340 giorni di apertura dei negozi in un anno, per 2 (se si considera anche alla sera lo spegnimento) e ottenete un numero spaventoso di inutile spreco ed inefficienza energetica. Il sistema ELIOS, una volta deciso con il Cliente l’ora ed il minuto (giorno per giorno, negozio per negozio) in cui devono essere accesi e spenti i televisori lo gestisce in automatico annullando di fatto l’inefficienze e gli sprechi e allo stesso tempo permettendo al personale di dedicarsi ad altre attività.
La scheda Elettroimpianti Italia SpA 24066 Pedrengo (BG) - Via G. Garibaldi, 37 Tel. 035.661504 - eleimpit@eleimpit.it www.eleimpit.it
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Ascensori
Ascensori in classe A Sale il risparmio, scende il consumo di energia I nuovi impianti garantiscono risparmi energetici per oltre il 70%, maggior sicurezza e comfort L’efficienza energetica nel settore delle costruzioni è un tema cruciale nell’ambito dello sviluppo sostenibile: come è noto, nell’area degli Stati membri dell’Unione Europea gli edifici sono responsabili di oltre il 40% del consumo globale di energia, destinata a soddisfare le imprescindibili esigenze degli utenti, legate alla qualità della vita e al comfort, alla sicurezza ed alla facilità d’uso degli spazi costruiti. La nuova direttiva europea 2010/31/UE sulle prestazioni energetiche nell’edilizia, introduce un processo di adozione di buone pratiche costruttive e di certificazione degli edifici e degli impianti, volto ad incoraggiare una buona gestione dell’energia per le nuove costruzioni e in occasione degli interventi di ristrutturazione. In tale contesto, il tema dell’efficienza energetica sta diventando importante anche per il settore degli impianti ascensore. Si stima infatti che il 4% dell’energia elettrica consumata negli edifici provenga dagli ascensori. Nella sola Unione Europea gli impianti in esercizio sono quasi 5 milioni ed assorbono 18 TWh di energia, una quantità pari a quella prodotta annualmente da due centrali nucleari da 1.000 MW di potenza nominale. Un dato questo previsto in costante crescita per i prossimi anni, sia per l’adeguamento alle disposizioni legislative sull’abbattimento delle barriere architettoniche, sia per lo sviluppo verticale delle città. La Commissione Europea, nell’ambito del programma “Intelligent Energy Europe” ha sostenuto studi mirati al miglioramento delle prestazioni energetiche di questi impianti, attraverso la valutazione delle migliori tecnologie disponibili, in grado di recuperare gli ampi margini di inefficienza delle installazioni attuali, migliorandone quindi l’impatto ambientale. Le case costruttrici hanno implementato soluzioni diverse per
produrre ascensori meno energivori realizzando impianti in grado di risparmiare oltre il 70% di energia rispetto a quelli attualmente in funzione. Alcune delle soluzioni adottate per diminuirne i consumi sono: migliori sistemi di controllo software, migliori impianti di ventilazione della cabina, soluzioni elettromeccaniche più efficienti, un sistema di rigenerazione che utilizza l’energia prodotta dal motore per illuminare le parti comuni dell’immobile, l’utilizzo dell’illuminazione a Led, un attento studio ed analisi delle dimensione, dei materiali e del peso dei componenti installati per ridurre al minimo la resistenza allo scorrimento. Un’altra soluzione adottata tanto banale quanto efficace è l’installazione di sensori che spengono la luce in cabina quando non è utilizzata, riaccendendola alla chiamata successiva. Una soluzione importante se si pensa che nei condomini il 70% del consumo di energia di un ascensore avviene a cabina ferma.
Come scegliere un ascensore
Come si può orientare il consumatore nella scelta di questi impianti? Ad aiutare tecnici, progettisti, ingegneri o amministratori condominiali ci sono le linee guida VDI 4707 pubblicate a cura dell’Unione degli Ingegneri Tedeschi. Queste linee guida, in attesa che la commissione normativa dell’ISO emani lo standard inerente alla classificazione energetica degli ascensori, sono oggi l’unico riferimento a disposizione del
mercato per la loro classificazione energetica e rappresentano uno strumento del tutto volontario a disposizione di costruttori e consumatori. La categoria energetica VDI 4707 degli ascensori viene indicata (così com’è per gli elettrodomestici) per mezzo dell’assegnazione di una lettera dalla A alla G. E’ importante sottolineare che la determinazione della classe energetica è riferita alla singola installazione verificata e che quindi non è consentito al costruttore etichettare direttamente in fabbrica gli ascensori.
“Nell’ U.E. gli impianti in esercizio sono quasi 5 milioni ed assorbono 18 TWh di energia, una quantità pari a quella prodotta annualmente da due centrali nucleari da 1.000 MW di potenza nominale.”
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I numeri degli ascensori
a Ogni installazione deve essere valutata e certificata caso per caso. Questa metodologia è importante perché il consumo di un ascensore dipende direttamente dal suo utilizzo e a tale scopo le linee guida VDI 4707 stabiliscono per questo fattore 5 categorie d’uso: molto basso, basso, medio, alto e molto alto. Un ascensore infatti è utilizzato in maniera estremamente differente a seconda che sia installato in un condominio, in un hotel o in un centro servizi/commerciale. Dalla tabella n. 1 si capisce per
esempio come sia importante in un hotel (dove l’ascensore viene utilizzato molto di frequente) avere un ascensore più efficiente nella fase di corsa (running) rispetto alla fase di fermo (standby) e come il paradigma si ribalti completamente in un edificio residenziale dove i maggiori consumi li hanno nella fase in stand-by. Uno stesso impianto, a seconda di dove lo si installi e quindi a secondo di come lo si utilizzi, potrebbe avere due classi energetiche differenti. Marco Rossi
GWh
IN MOVIMENTO
FERMO
700 600 500 400 300 200 100
0
RESIDENZIALE COMMERCIALE
UFFICIO
INDUSTRIA
HOTEL
OSPEDALE
Tabella n. 1 Consumi annuali di energia in GWh degli ascensori in Italia. Fonte ENEA nell’ambito del progetto “E4” della commissione Europea
Nell’ U.E. (27 stati membri) 4,8 milioni Gli impianti in funzione 125.000 Nuovi impianti ogni anno 18 Twh Consumo di energia annuo 4% L’energia consumata dagli ascensori in un edificio In Italia 850.000 Gli impianti in funzione 200 milioni Le corse effettuate ogni giorno 20% Impianti installati rispetto al totale U.E 14 Il numero di ascensori ogni 1.000 abitanti 71% E’ installato in edifici residenziali 0,58% Sul consumo totale di energia elettrica (1950 GWh) Fonte ENEA nell’ambito del progetto “E4” della commissione Europea
Curiosità Dal primo ascensore a vapore, al primo a “paracadute” a New York, al primo “elettrico” sulla Tour Eiffel fino al primo “idraulico” a Roma I primi prototipi di impianti ascensore esordirono agli inizi del XIX secolo con motori a vapore. Nel 1853 Elisha Otis brevettò il sistema di sicurezza detto “a paracadute” che ancora oggi, ovviamente aggiornato, garantisce l’incolumità dei passeggeri in caso di guasto, ed il primo impianto fu montato a New York solo quattro anni dopo, nel 1857; nel 1880 Werner Von Siemens perfeziona l’impianto ascensore con motore elettrico, così come oggi lo intendiamo, che nove anni più tardi trova la sua prima, grande applicazione, sulla Tour Eiffel di Parigi, dove ancora opera senza sosta per portare i visitatori ai vari piani. Il primo ascensore idraulico, invece, è realizzato ed installato nel 1870 dall’Ing. Augusto Stigler nell’albergo Costanzi di Roma. Un curioso tipo di impianto ascensore, utilizzato soprattutto nei grandi alberghi nella prima metà del 900, è quello continuo, anche detto “a paternoster”, composto da una cremagliera che trascinava in un circuito chiuso di sali-scendi, una serie di cabine, aperte e senza porte, poste una sotto l’altra, nelle quali si accedeva e vi si scendeva “al volo”, data la loro bassa velocità di movimento.
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l’azienda informa
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Messaggio Pubbliredazionale
L’ascensore a “impatto zero” da SMA Elevatori
L’azienda di Comun Nuovo propone la nuova generazione di elevatori “Tree” con un sistema di alimentazione ibrido. Ridotto drasticamente l’impatto economico e ambientale Ridurre i consumi energetici e aumentare l’efficienza è ormai un diktat che tocca trasversalmente tutti i settori, nessuno escluso. Il comparto edilizio è forse quello maggiormente chiamato in causa, sia perché rappresenta il 40% della domanda energetica a livello dell’Unione Europea sia perché ci sono ampi margini di riduzione. E’ proprio in questo contesto che si inserisce l’ultima proposta di SMA Elevatori l’azienda di Comun Nuovo specializzata nell’installazione e manutenzione di sistemi di sollevamento verticale. SMA Elevatori installa impianti di sollevamento della serie Tree che hanno ideato e brevettato un innovativo elevatore elettrico con consumi energetici molto bassi e una minore emissione di CO2, principale responsabile dell’effetto serra.
“La novità consiste in un sistema di controllo brevettato che permette agli ascensori di funzionare in un regime di ottimizzazione dei consumi e quindi con il semplice allacciamento 220 Volt monofase” La novità consiste in un sistema di controllo brevettato che permette agli ascensori di funzionare in un regime di ottimizzazione dei consumi e quindi con il semplice allacciamento 220 Volt monofase (quello che abitualmente si utilizza in casa) con contratto per le utenze condominiali e con l’eventuale ausilio di fonti energetiche rinnovabili come il fotovoltaico. La serie si compone di due ascensori elettrici monofase senza locale macchine -uno con motore geared ed uno gearlesse di una piattaforma elevatrice ad azionamento elettrico senza locale macchina. Tutti i prodotti della serie Tree si basano su una filosofia progettuale che punta a ridurre l’impatto economico e ambientale degli elevatori, sfruttando anche fonti energetiche
rinnovabili. Questo si traduce in prodotti in grado di ridurre gli ingombri, offrire alte prestazioni in termini di velocità, comfort di marcia e silenziosità, oltre alla riduzione di costi di installazione e di esercizio. Il funzionamento è semplice. Durante l’azionamento dell’impianto, un regolatore confronta in tempo reale la potenza richiesta per il suo funzionamento con quella realmente disponibile sulla rete e integra la parte eventualmente mancante con un sistema di accumulatori ricaricabili anche con l’energia elettrica prodotta con un impianto fotovoltaico. Si tratta di un sistema ibrido che
“Grazie alla ridotta spesa energetica si stima in circa 2/3 anni il tempo medio per ammortizzare completamente il dispositivo” sfrutta al meglio quanto è disponibile in rete, salvaguardando gli accumulatori, che vengono utilizzati solo quando è necessario. In questo modo vengono eliminati alcuni difetti tipici dei sistemi che funzionano esclusivamente a batterie, vale a dire la scarsa durata e il modesto rendimen-
to in termini energetici. Inoltre gli elevatori Tree hanno accumulatori dotati di caricabatterie singoli, in questo modo si ha garanzia di un continuo funzionamento dell’impianto anche in caso di malfunzionamento di una o più batteria o caricabatterie. Gli elevatori utilizzano motori gearless o argani con riduttore ad alto rendimento. Ciò consente di eliminare i difetti tipici dei motori a corrente continua, quali l’elevata rumorosità dovuta alle
spazzole del motore e l’usura precoce delle spazzole stesse. Infine la velocità degli ascensori Tree che utilizzano questi sistemi è la medesima sia in salita sia in discesa. I vantaggi sono evidenti e immediati. L’ascensore non necessita di contatore trifase di potenza elevata dedicato perché è in grado di funzionare con il solo contatore da 3 kW per utenze condominiali. Questo si traduce in un guadagno economico perché si eliminano i costi di allacciamento e di installazione del contatore trifase, oltre a quelli dovuti al canone annuale. Per potenziare i vantaggi, la serie Tree prevede anche altri accorgimenti quali illuminazione a led temporizzata e dispositivi elettronici con funzione di standby. Grazie alla ridotta spesa energetica si stima in circa 2/3 anni il tempo medio per ammortizzare completamente il dispositivo. La stima varia chiaramente in maniera proporzionale all’utilizzo dell'ascensore stesso. Gli ascensori e le piattaforme Tree possono essere utilizzati in caso di nuove installazioni, in edifici esistenti e nell’ammodernamento di ascensori preesistenti. Di particolare rilievo è questo ultimo aspetto, visto che si può stimare in 650/700 mila il numero di ascensori esistenti che nei prossimi anni necessiteranno di interventi. Se venissero applicati i sistemi Tree a tutti gli impianti citati, soggetti a rinnovamento, si avrebbe un elevato risparmio sia in termini di emissioni di gas serra, sia in termini di elettricità consumata e quindi di costi. SMA Elevatori è in grado di seguire passo per passo il cliente, dalla fase di preventivazione a quella di progettazione fino all’installazione. Particolare cura è posta poi alla manutenzione e all’assistenza garantita 24 ore su 24, sette giorni su sette. www.smaelevatori.it Cecilia Bergamasco
®
D’IMPRESA
La fortuna a portata di mano
Un aiuto concreto per trasformare le idee in impresa PER INFO E DOMANDE DI PARTECIPAZIONE: Bergamo Formazione – Azienda Speciale della CCIAA Tel. 035/3888011 – 035/4158895 www.incubatore.bergamo.it segreteria@incubatore.bergamo.it
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Selvino
A Selvino l’aria è ancora più pulita Costruito il primo villaggio ecocompatibile in classe A. Tetto verde e serra fanno da filtro naturale tra esterno e interno riducendo il fabbisogno di energia Con il Natale ormai alle porte invidiamo un po’ i turisti che trascorreranno le feste di fine anno in montagna, magari nelle nostre valli, a Selvino per esempio. Tra questi, i più fortunati, saranno quelli che potranno godere delle case del nuovo villaggio ecocompatibile, il primo in Italia, costruito in classe A secondo il protocollo Casa Clima, dalla Ing Srl di Grassobbio. Il villaggio è stato meta negli ultimi mesi di un pellegrinaggio di visitatori, non solo turisti e curiosi, ma anche tecnici ed ingegneri da tutta la penisola che hanno avuto modo di vedere e scoprire le innovative tecniche di costruzione utilizzate che hanno permesso la realizzazione di 16 diverse soluzione abitative, riducendo al minimo l’impatto ambientale. Proprio per il suo alto contenuto tecnologico/innovativo già in fase di realizzazione il progetto CasAselvino è stato premiato a livello nazionale ed è tutt’ora in fase di valutazione dall’Unione Europea per il “Sustainable Energy Europe Awards Competition 2012”, iniziativa che premia le migliori realtà europee nel settore dell’efficienza energetica. Le residenze sono nate dopo
una lunga ricerca nel campo delle rinnovabili e dell’ecocompatibile e sono state progettate per minimizzare le dispersioni termiche, massimizzando i guadagni solari. Per raggiungere questo scopo sono state utilizzate tecnologie costruttive e impiantistiche innovative, in grado di contenere
i consumi energetici garantendo condizioni ideali per vivere in armonia con la natura: involucro prefabbricato di legno, materiali ad alte prestazioni termiche, sistema radiante a pavimento, impianto fotovoltaico. Le case prevedono un involucro funzionante da filtro tra il clima interno e l’ambiente esterno a cui
si aggiunge un tetto verde di terriccio e piante, realizzato secondo le tecniche ormai consolidate nei Paesi scandinavi. Per garantire un maggior accumulo di calore anche durante i mesi invernali, la struttura termina con una serra addossata alla facciata sud: l’energia solare penetra al suo interno preriscal-
dando l’aria che viene immessa negli ambienti interni. Il sistema di ventilazione meccanica controllata garantisce la salubrità degli spazi interni attraverso il ricambio d'aria necessario per abbattere la circolazione della polvere. Marco Rossi
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Reti d'impresa
R.I.S.E.E. la rete d’impresa dedicata all’efficienza energetica Al convegno della Settimana dell’Energia lanciato un grido d’allarme: “non aspettiamo che finisca l’era del petrolio quando finirà l’ultimo barile!” “Per quanto tempo ancora possiamo andare avanti utilizzando fonti non rinnovabili per la generazione di energia? Troppo alti sono i costi per produrla e troppo pesante l’impatto sull’ambiente”. Se lo è chiesto Gianluigi Piccinini, presidente di R.I.S.E.E. (Rete Impresa Specialisti Efficienza Energetica) e del Gruppo Ressolar, al convegno «Efficienza energetica, nuove opportunità delle Reti d'impresa» organizzato presso FaSE di Alzano Lombardo nell’ambito della Settimana per l’Energia. “Indispensabile quindi –ha insistito Piccinini– migliorare l’efficienza a partire dagli edifici, elemento strategico necessario nella prospettiva futura, che può permettere un risparmio di energia fino al 50%”.
“Se dovessimo sostituire nelle nostre case l’energia necessaria a soddisfare i nostri bisogni quotidiani ci vorrebbe l’equivalente forza lavoro di 40 persone” E a Piccinini hanno fatto eco esperti e ospiti d’eccezione presenti al convegno, a cominciare dal moderatore Mario Tozzi, geologo e Primo Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche che ha lanciato un monito: l’uomo non può permettersi di aspettare che finisca l’era del petrolio quando sarà esaurito l’ultimo barile, perché allora potrebbe essere troppo tardi per il mondo intero. Tozzi ha invitato la numerosissima platea intervenuta a riscoprire il valore dell’energia, un valore troppo spesso sottostimato proprio a causa del suo basso costo. Un esempio illustrato dal ricercatore ha reso bene l’idea di questa sua -per certi versi paradossale- affermazione, visto che in Italia paghiamo un bolletta energetica mediamente più cara del 30% rispetto a quella dei nostri colleghi europei. “Se dovessimo sostituire nelle nostre case l’energia necessaria a sod-
disfare i nostri bisogni quotidiani (cucinare, riscaldare, illuminare, pulire, ecc.) ci vorrebbe l’equivalente forza lavoro di 40 persone, che diventano addirittura 100 in una famiglia americana. Capite bene quindi come possa essere insostenibile il costo di 40 persone rispetto a quello di qualche centinaio di euro della bolletta elettrica che paghiamo oggi”. Proprio da questa semplice, ma efficace riflessione l’invito a non sprecare energia, ripensando quindi ai nostri stili di vita e al modo di fare impresa, in un mondo dalle risorse comunque limitate. R.I.S.E.E. la prima rete d’impresa dedicata all’efficienza energetica si pone proprio all’interno di uno dei settori più energivori e meno efficienti, quello delle costruzioni. Il patrimonio immobiliare italiano è molto vecchio e quindi ha una classificazione energetica tra le più basse. In Lombardia il 45% dell’energia consumata viene assorbita dagli immobili. R.I.S.E.E. ha come obiettivo quello di efficientare gli edifici pubblici, privati e industriali a partire dal check-up energetico dell’immobile sino all’esecuzione degli interventi, per ridurre gli sprechi e il consumo di energia. Anche Pier Aldo Bauchiero, direttore regionale di Intesa Sanpaolo e partner di R.I.S.E.E., ha ribadito la promessa di sostegno a quegli imprenditori lungimiranti
fonti rinnovabili. Riccardo Blumer, architetto e docente universitario, ha sottolineato che una cosa è bella se è efficiente ed ha intrattenuto la platea attraverso una dimostrazione pratica: poche gocce d’acqua e altri elementi hanno fatto ben capire la presenza di campi magnetici attorno a noi, con la conseguente possibilità di ricavarne energia.
“R.I.S.E.E. ha come obiettivo quello di efficientare gli edifici pubblici, privati e industriali per ridurne gli sprechi e il consumo energetico”
Il moderatore Mario Tozzi, geologo e Primo Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche
che sviluppano progetti in chiave ecosostenibile: “Sono soprattutto le piccole e medie imprese, di cui il territorio lombardo è così ricco, a fare scelte coraggiose”, ha sottolineato Bauchiero. Efficienza ed innovazione sono state le parole chiave anche di Enrico Borgarello, direttore del settore Innovazione di Italcementi Group, che ha spiegato la scelta concreta dell’azienda
Marina Piccinini, Amministratore Delegato del Gruppo Ressolar
di dirigersi in modo sempre più marcato verso materiali innovativi e sostenibili. Borgarello ha parlato del caso pratico i.lab, il nuovo centro in costruzione presso il Kilometro Rosso che sarà in grado di ottenere un risparmio di energia del 60% rispetto a un edificio di pari dimensioni e destinazione d'uso, grazie alle modalità di costruzione, ai materiali e all’utilizzo di
In chiusura Mauro Brolis, dirigente della Business Unit Energia di CESTEC, ha esordito con un concetto espresso da Vittorio Feltri “se prima si produceva per consumare oggi bisogna consumare per produrre”. Ha parlato poi del progetto Trend, un percorso virtuoso ed innovativo di accompagnamento e supporto alle aziende, orientato alla sostenibilità energetico –ambientale. Trend rappresenta per Cestec uno strumento di conoscenza, valorizzazione di professionalità e promozione di una nuova cultura dell’efficienza energetica.
Gianluigi Piccinini, Presidente di R.I.S.E.E. e del Gruppo Ressolar
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Mobilità sostenibile
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Barche elettriche
Bergamaschi, un popolo di santi, poeti e…navigatori! Buona la prima. Vittoria del team bergamasco nella regata riservata alle barche elettriche
Specialisti del risparmio energetico
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FMS fa parte del consorzio di imprese
FMS è aderente alla rete di impresa
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Lo stereotipo del lavoratore bergamasco nel pensiero comune è sicuramente il muratore. Che gli italiani fossero un popolo di santi, poeti e navigatori è risaputo, ma che a Bergamo, una città ai piedi delle alpi immersa nella pianura padana, esistessero degli inventori e costruttori di imbarcazioni, nonchè navigatori provetti, beh questa è una bella sorpresa! Si chiamano Giuseppe Prestini e Marcelo Padin i protagonisti di questa insolita avventura nata da una conversazione informale tra due amici con interessi comuni nel settore dei veicoli ecologici sulle rive del fiume Adda, a Trezzo. Recuperata dalla fanghiglia una canoa dimenticata da 5,5 metri, Prestini ha rimesso in ordine la barca, a partire da una pulizia accurata e l‘ha equipaggiata con cinque batterie al piombo gel per una tensione massima di 60 Volt in modo da alimentare il vecchio motore elettrico entrobordo da 700 Watt di potenza. A Padin, esperto giornalista di mobilità sostenibile e direttore di Electric Motor News, il compito di gestire le pubbliche relazioni e l’organizzazione per la partecipazione alla gara nella regata di barche solari di Avigliana Una piccola sessione di prove nel Porto Turistico di Lovere è servita a «Lilia», così è stata battezzata la barca, per capire le modifiche da fare prima di partire per Torino, con l’obiettivo di partecipare per la prima volta ad una regata di barche solari, al debutto assoluto di barca, pilota e team. Scaramantico Padin che predicava prudenza e preferiva tenere un profilo basso, baldanzoso e sicuro di sè e della sua barca il pilota Prestini che partiva con l’obiettivo di vincere. Detto, fatto, per soli 4 decimi di secondo è arrivata la vittoria nella categoria Open della gara di Avigliana, che è valsa l’invito al team per gareggiare a Berlino nell’ultima competizione del campionato tedesco di barche elettriche. Dopo la gara la barca Lilia è stata completamente riverniciata ed è stata presentata a settembre in occasione della Fiera della Sostenibilità di Dalmi-
Giuseppe Prestini alla guida di "Lillia", l'imbarcazione vincitrice
ne. Ma superato il primo traguardo, ora aspettiamo il seguito: la squadra ha tutte le intenzioni di sviluppare nuovi progettie e
nuove iniziative facendo tesoro e valorizzando il know how maturato in questa prima esaltante, vincente esperienza.
LEXUS CT200h HA CONQUISTATO IL CUORE DELLA CITTÀ DI BERGAMO.
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Calendario appuntamenti
Appuntamenti sostenibili Fiere, convegni, incontri, mostre, mercati e molto, molto altro per comunicare, partecipare e condividere stili di vita sostenibili Data
Orario
Evento Slow Food: la settimana del castrato di pecora bergamasca
Incontri
Varie
Tel. 035.244612/335.336334 - condotta@slowfoodvalliorobiche.it
28 Nov
21,00 - 23,00
P/assaggi di cinema: rassegna del film legato al cibo. “Slow Food trailer”, “Bosnia, la transumanza della pace”
Film
Auditorium Piazza della Libertà - Bergamo
www.lab80.it
30 Nov
21,00 - 23,00
P/assaggi di cinema: rassegna del film legato al cibo. “Slow Food trailer”, “Rupi di vino” di Ermanno Olmi
Film
Teatro Filodrammatici di Treviglio
www.lab80.it
1 Dic
20,30
P/assaggi di cinema: rassegna del film legato al cibo. Anteprima di “Senza Trucco” e “Mozzarella Stories”
Film
Auditorium Piazza della Libertà - Bergamo
www.lab80.it
2 Dic
21,00 - 23,00
P/assaggi di cinema: rassegna del film legato al cibo. “Slow Food trailer”, “Sei Venezia”
Film
Auditorium Piazza della Libertà - Bergamo
www.lab80.it
2 Dic
15,00 - 17,00
Scuola We Care: “I valori ambientali del territorio bergamasco. Cosa è successo, quali dinamiche in corso”. Relazione di Renato Ferlinghetti, Università di Bergamo
Seminario
Centro La Porta Viale Papa Giovanni XXIII, 30 Bergamo
www.laportabergamo.it
Bio in Tavola - Menù con piatti biologici
Cene
Villino d'Erica, via Sombreno, 31 Valbrembo Al Km 0, loc. Burro ad Alzano Lombardo
www.biointavola.org - info@biointavola.org Cell. 346.7059548
24 Nov/2 Dic
2/4 Dic 3 Dic
8.30-12.00
Tipologia
Luogo svolgimento
Contatti
Mercato agricolo dei produttori locali
Mercato Agricolo
Osio Sopra (Bg)
www.a21isoladalminezingonia.bg.it
3/4 Dic
Cenate Equo e Solidale
Mercato equo-solidale
PalaIncontro di Cenate Sotto
www.amandla.it
4/24 Dic
Bottega di Natale equa e solidale
Bottega equo e solidale
Oratorio Nuovo di San Paolo d'Argon
www.amandla.it
5 Dic
21,00 - 23,00
P/assaggi di cinema: rassegna del film legato al cibo. “Slow Food trailer”, “A presidio del territorio: i formaggi d’alpeggio brembani il formai de mut”, “Di padre in figlia”
Film
Cinema Teatro Ideal di Cepino (S. Omobono Terme)
www.lab80.it
6 Dic
21,00 - 23,00
P/assaggi di cinema: rassegna del film legato al cibo. “Slow Food trailer”, “Langhe doc”
Film
Teatro Modernissimo di Nembro
www.lab80.it
8 Dic
12,30
Slow Food: polenta consa(da) ai prati parini
Incontro/Cena
Agriturismo Prati Parini - Cà Chinaglio - Sedrina (Bg)
Tel. 035.244612/335.336334 - condotta@slowfoodvalliorobiche.it
10 Dic
8.30 - 12.30
Mercato agricolo dei produttori locali
Mercato Agricolo
Albino (Bg)
mc@cittadinanzasostenibile.it - www.cittadinanzasostenibile.it
10 Dic
14.00 - 18.00
Mercato agricolo dei produttori locali
Mercato Agricolo
Solza (Bg)
www.a21isoladalminezingonia.bg.it
10 Dic
15,00 - 23,00
Terra Madre Day tra cultura, tradizioni, musica e sostenibilità
Incontro/laboratorio/ Cena
Al Vecchio Tagliere di Zanica Via Libertà, 87 Zanica
Tel. 035.257515/348.2896002 slowfoodbergamo@tiscali.it
Oratorio di Cenate Sotto (Bg)
Tel. 035.244612/335.336334 - condotta@slowfoodvalliorobiche.it
Sorsi & Bocconi, Via Mazzini, 176 Albino (Bg)
Tel. 035.244612/335.336334 - condotta@slowfoodvalliorobiche.it
10 Dic
19,30
Slow Food: Molte fedi sotto lo stesso cielo - Il cibo dello spirito
Incontro
10 Dic
20,00
Slow Food: I Giganti della montagna
Incontro
15 Dic
20,00
Slow Food - Il cibo quotidiano: 100 vigne per 1.000 orti in Africa
Incontro/Cena
Tel. 035.244612/335.336334 - condotta@slowfoodvalliorobiche.it
16 Dic
20,00
Cena di Natale Slow Food Bergamo
Cena
Al Papillon, Via Gaito, 36 Torre Boldone
Tel. 035.257515/348.2896002 - slowfoodbergamo@tiscali.it
17 Dic
8.30 - 12.00
Mercato agricolo dei produttori locali
Mercato Agricolo
Zanica (Bg)
www.a21isoladalminezingonia.bg.it
17 Gen
15,00 - 17,00
Scuola We Care: Il territorio bergamasco, sostenibilità sociale e ambientale. Le scelte
Seminario
Centro La Porta Viale Papa Giovanni XXIII, 30 Bergamo
www.laportabergamo.it
17/18 Dic
9,00 - 13,00
Mercato agricolo dei produttori locali
Mercato Agricolo
Corna Imagna (Bg)
mc@cittadinanzasostenibile.it www.cittadinanzasostenibile.it
24 Dic
8.30-12.00
Mercato agricolo dei produttori locali
Mercato Agricolo
Madone (Bg)
www.a21isoladalminezingonia.bg.it
Incontro/Cena
Trattoria Visconti, Via De Gasperi, 12 Ambivere (Bg)
tel. 035.244612/335.336334 condotta@slowfoodvalliorobiche.it
1 Gen 21 Gen
Anno Internazionale dell'energia sostenibile 20,00
Slow Food - Terra Madre Convivio: gemellaggio con "il pettirosso"
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