Bergamo SOStenibile 18 > Dicembre 2012

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Numero 18 > Anno III° / Dicembre 2012 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/BG

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Dicembre

Resteremo a pancia vuota?

PERIODICO D’INFORMAZIONE CULTURALE SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI

Mangiare bene fa bene all’ambiente

.com

Il rapporto tra scelte alimentari e salute nostra e del pianeta. All’interno lo Speciale Alimentazione

di Mario Salomone Quando prendiamo una confezione di cibo dallo scaffale del supermercato o infilziamo la forchetta in un boccone nel piatto interagiamo con l’intero pianeta. Esagerato? No, se pensiamo che attraverso il tema del cibo si toccano trasversalmente moltissime questioni fondamentali: gli equilibri del pianeta, il cambiamento climatico, il ciclo dell’acqua, il modello economico, gli stili di vita, l’uso del suolo, i diritti dei popoli, la biodiversità e tanti altri. Per produrre cibo in quantità sufficiente e, aggiungiamo noi, di qualità adeguata, perché

da Pagina 22

segue a pagina 2 Comuni Virtuosi

Ecologia & Imprese

Eco dal Mondo

Società

Valle Seriana

Ecomafia

«Insieme sul Serio» e «Suoli Condivisi» più valore al territorio

Lombardia terza La francese Nantes Due candeline per per reati ambientali capitale green 2013 il nostro mensile

Pagina 10 Efficienza Energetica

Pagina 21 Web

Green Economy tra edilizia energia e creatività Riuso dei bancali in pallet la creatività si fa design Seriate: le iniziative verdi di Leroy Merlin Energe srl, efficienza energetica chiavi in mano 5° conto energia agevolazioni ancora possibili da Pagina 14

La sede di Londra nove piani di sostenibilità Pagina 51

Europa

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Compleanno

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Editoriale

Segue dalla prima pagina c’è anche il cosiddetto “cibo spazzatura”, ci vogliono, apparentemente, solo poche cose banali: spazio, acqua, suolo fertile. Semplice? Non tanto: agli esseri umani sono occorsi una paio di milioni di anni per capire come fare e solo da diecimila anni si è affermata un’agricoltura stanziale, frutto di millenni di vera ricerca scientifica con gli strumenti disponibili nell’età della pietra e tramandata oralmente. Scienza esperienziale, locale (ogni luogo ha avuto la “sua” agricoltura, oggi molto omologata), ma scienza. Da allora sono nate civiltà, Stati, il pensiero, l’arte, gerarchie e classi sociali.

Il cibo al centro della cultura Cibo, inoltre, non è solo riempire la pancia purché sia: è cultura oltre che “coltura”, è piacere dei sensi (gusto, olfatto, vista, tatto), è stare insieme (dove? In famiglia? Al ristorante? Altrove?), è economia, è paesaggio, è tecniche, è ricerca e innovazione intrecciate con la tradizione. Quel cibo, inoltre, deve essere raccolto, lavorato, trasportato, distribuito. Dunque ci vogliono anche energia, infrastrutture, mezzi di trasporto, industrie, artigiani, commercianti, cuochi e came-

“Per produrre cibo in quantità sufficiente ci vogliono, apparentemente, solo poche cose banali: spazio, acqua, suolo fertile. Semplice? Non tanto”

rieri. Lungo tutta la catena del sistema alimentare, c’è chi ha poco e chi ha tanto, chi è senza diritti e chi fa fortuna. A questo oggi si aggiunge un altro elemento: gli abitanti del pianeta aumentano, il suolo fertile diminuisce, l’acqua è a rischio, l’energia scarseggia e quella fossile manda a fuoco il pianeta. Si parla molto di “picco del petrolio” (che prima o poi finirà) ma bisogna parlare anche di “picco dell’acqua”: non finirà, come il petrolio, ma il suo ciclo è turbato e l’acqua può venire a mancare nei fiumi, nelle falde, nelle sorgenti. Su quel suolo, degradato dal supersfruttamento, competono molte funzioni: urbanizzazione, antropizzazione, coltivazioni per materie prime delle “plastiche” e dei carburanti a base vegetale o per farne mangime per animali, piantumazione di alberi a scopi industriali, discariche.

Volersi bene a tavola è voler bene al mondo Insomma, resteremo a pancia vuota? No, o perlomeno non tutti. Ma per il cibo dovremo “competere” di più e questo sarà un danno per tutti, ricchi e poveri. Sì, continua e continuerà a esserci un mondo di sovra-consumatori che possono permettersi cibo sano e in quantità sufficiente e grandi masse minacciate dalla fame. Ma aumenteranno carestie, prezzi dei generi alimentari, emergenze umanitarie e conflitti, anche violenti e sanguinosi, migrazioni forzate, rivolte. Come e dove si produce cibo, quale cibo, quanto sano e sicuro, è dunque una domanda che tutti devono porsi. Prevenire il collasso del sistema alimentare è interesse di tutti. Volersi bene

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili Registrazione: Tribunale di Bergamo N. 25/10 del 04/10/2010 Registro stampa periodici Chiuso in redazione 26 Novembre 2012

© Copyright 2012. Tutti i diritti non espressamente concessi sono riservati.

a tavola è voler bene al pianeta e agli altri esseri viventi (compresi i non umani, non dimentichiamo la biodiversità).

Decalogo delle buone pratiche Il decalogo di quanto possiamo fare non è difficile da seguire e nemmeno troppo gravoso. Il WWF, ad esempio, consiglia: 1) Acquista prodotti locali; 2) Mangia prodotti di stagione; 3) Diminuisci i consumi di carne; 4) Scegli i pesci giusti; 5) Privilegia i prodotti biologici; 6) Riduci gli sprechi: se l’hai acquistato, mangialo; 7) Cerca di non acquistare prodotti con troppi imballaggi; 8) Cerca di evitare cibi eccessivamente elaborati; 9) Bevi l’acqua del rubinetto; 10) Evita gli sprechi, anche ai fornelli.

Prof. Mario Salomone Sociologo dell’ambiente, si è laureato a Torino con una tesi in Filosofia Teoretica su “Uomo e natura nella società tecnologica”. È professore aggregato di Politiche territoriali e sostenibilità all’Università di Bergamo e membro del Collegio didattico della Scuola di Dottorato in Antropologia ed epistemologia della complessità. Dirige il mensile “.ECO, l’educazione sostenibile” ed è direttore responsabile del semestrale scientifico internazionale “Culture della sostenibilità”. È membro, tra l’altro, del Comitato scientifico nazionale italiano UNESCO del Decennio delle Nazioni Unite per l’educazione allo sviluppo sostenibile (2005-2014) e Segretario Generale della rete internazionale WEEC (World Environmental Education Congress). È autore di numerosi articoli, saggi, romanzi e racconti. Con il romanzo Messaggio dal futuro (Giunti, 1998) ha ottenuto la segnalazione al Premio Legambiente “Un libro per l’ambiente”.

> Editore Studio Green Solution S.r.l. > Direttore Editoriale Marco Rossi direzione@bergamosostenibile.com > Direttore Responsabile Diego Moratti direttore@bergamosostenibile.com > Segreteria organizzativa Francesca Togni - Roberta Spinelli redazione@bergamosostenibile.com > Progetto Grafico ed impaginazione Nello Ruggiero - Layout Studio Service Srl www.layoutstudio.it Stampa > CSQ Spa - Erbusco (BS) - www.csqspa.it Pubblicità > Studio Green Solution S.r.l. - info@greensolution.it Tel 335.362358 - Via Privata Legler, 14 - Brembate Sopra

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Hanno collaborato a questo numero: Alice Motti - Giornalista Valeria Annovazzi - Giurista ambientale Alessandra Loche - Giornalista Giorgio Moratti - Scienze della Comunicazione Patrizia Mantoessi - CFL Livia Salvi - Moda e Storia dell’Arte Alessandro Sonzogni - Scienze della Comunicazione Marta Morarelli - Scienze della Comunicazione Alessandro Fortis - Scienze dell’Educazione Maria Imparato - Giornalista Gabriele Palamara - Giornalista Clara Gandolfi - Lingue e Letterature Straniere Andrea Sem Castelli - Scienze della Comunicazione Lara Abrati - Food Writer Rossana Madaschi - Nutrizionista Claudia Proserpio - Educazione e Formazione CEA Giuseppe Piantoni - CEA Apa Caterina - Scienze dell’Educazione


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Sommario Attualità Eco dalla Provincia 4. L’aeroporto il Caravaggio di Orio al Serio. Prima questione: come si misura l’impatto acustico? Eco dal comunE 6. Il Natale di Bergamo si illumina a Led 7. Ecosistema Urbano 2012. Bergamo migliora: 21° posto in classifica 8. Obiettivo sulla Piazza Verde. Premiati gli scatti più belli 9. Upper Lab. Fare rete per creare sinergie creative comuni virtuosi 10. «Suoli condivisi» contro lo sfruttamento indiscriminato dei terreni 11. Partita sul Serio la fidelity card del Distretto

Green Economy EnErgia 12. Dal Green allo Smart: ieri, oggi, domani. Le facce dell’architettura Edilizia 14. Creatività, altro che pallet! Impazza il riuso dei bancali tra design e arredamento 16. Progettare una casa verde? Ci pensa Leroy Merlin di Seriate 18. Riusindustriali 2012. I vincitori del concorso 19. Energe Srl. Efficienza energetica chiavi in mano Ecologia & imPrEsE 20. Con il 5° conto energia agevolazioni finanziarie ancora possibili 21. Ecomafia Lombardia 2012. Il rapporto di Legambiente

Stili di vita e d’impresa sPEcialE alimEntazionE 22. Mangiare bene fa bene all’ambiente 23. Terra Madre day. Festa mondiale del cibo locale 24. Impressioni Slow… di ritorno dal Salone del Gusto di Torino 25. Pianeta GourMarte. Un universo di sapori tra le eccellenze lombarde 26. Nutrire il pianeta. Energia per la vita 27. A Bergamo approda la Maratona delle imprenditrici verso Expo 2015 28. L’educazione alimentare inizia dalle scuole 29. Mangio locale penso universale 30. L’ingrediente segreto tra i fornelli? Un’ottima acqua 32. L’arte del «senza glutine». Non rinunciare al gusto! 33. Pata.Ma, la patata bianca di Martinengo ora anche in forma di gnocchi lisci e rigati 34. La pizza si fa in otto… fette 35. Il gusto della qualità nei formaggi di Villa Delizia 36. Mangiare vegano sì ma con gusto 37. «Ecocucina» Un libro di gustose ricette… con gli scarti 38. Le marmellate fatte in casa 40. Pompelmi. Ibridi di successo / Carote. Proprietà medicinali 41. Le ricette salutE & BEnEssErE 42. L’universo delle essenze amBiEntE 44. C’era una volta il lupo 45. Natale con il WWF Eco dal mondo 46. Nantes regina verde 47. Le «Machine» e la riqualificazione dell’Ile de Nantes sociEtà 48. Processo alla noce amazzonica 49. Cesvi: fermare l’Aids in Africa con un sms di solidarietà 50. 100 di questi giorni! 51. Google, a Londra. Il miglior posto di lavoro al mondo storia & PErsonaggi 52. Il cantico delle creature 53. Il CEA apre a Treviglio. Etica, valori e percorsi per lo sviluppo del territorio calEndario aPPuntamEnti

w w w. en erg y 20. i t

ENERGY MANAGEMENT L’obiettivo è di ottimizzare i costi energetici, presentati tramite un dettagliato business plan, partendo da un’analisi preliminare dello stato di fatto. In seguito sono individuate soluzioni impiantistiche e di riqualificazione dell’edificio. L’attività di Energy Management deve tenere conto degli aspetti tecnici, energetici, normativi, autorizzativi sfruttando al meglio gli incentivi e le agevolazioni.

IMPIANTI CHIAVI IN MANO Il cliente non si deve preoccupare di nulla perché tutte le attività tecniche, burocratiche, autorizzative, di istallazione sono curate da noi. Energy20 fornisce fotovoltaico, solare termico, cogenerazione a gas, a biogas e ad olio vegetale, micro-cogenerazione a gas, impianti geotermici con particolare riferimento alle pompe di calore geotermiche, caldaie a biomasse e tradizionali a condensazione, ventilazione meccanica, impianti di raffrescamento e, quando possibile, mini-eolico, micro e mini-idroelettrico.

RISPARMIO ENERGETICO Dalla Certificazione Energica obbligatoria, alla più approfondita diagnosi energetica, base per la stesura di proposte di riqualificazione energetiche degli edifici. Fornitura chiavi in mano comprensiva della pratica per la detrazione del “55%.” Per industria e terziario, invece, impianti di monitoraggio dei consumi con conseguenti correttivi nella gestione degli impianti ed eventuale sostituzione di apparecchiature, come per esempio impianti di illuminazione LED o vecchi motori.

FORMAZIONE La formazione è strutturata su più livelli di approfondimento: corsi gratuiti per scuole e Comuni; corsi e seminari per operatori di settore per specifiche tecnologie dal fotovoltaico, alla geotermia, alla cogenerazione; corsi specialistici di Energy Management e Certificatori energetici.

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Eco dalla Provincia

L’aeroporto il Caravaggio di Orio al Se Prima questione: come si misura l’imp

BergamoSOStenibile avvia una serie di approfondimenti sulle complesse que a cominciare dall’inquinamento acustico. Una cronistoria per comprendere i Nato nel 1937 per scopi militari, l’aeroporto di Bergamo ha una lunga storia. In realtà già dal 1911 nella provincia di Bergamo esistevano campi di volo e ne vennero costruiti altri durante la Prima Guerra mondiale. Nel 1949 si costituì un comitato per dotare Bergamo di un aeroporto civile. Ma solo il 16 Luglio 1970, a conclusione di un lungo iter, si costituì la Sacbo, Società per l’Aeroporto Civile di Bergamo – Orio al Serio. Il 21 marzo 1972 partì da Orio il primo volo civile, diretto a Roma Ciampino e operato dalla compagnia aerea Itavia, inaugurato da varie autorità politiche. Verso la fine degli anni ‘90 Orio al Serio conobbe un notevole sviluppo, dovuto principalmente alla sua posizione baricentrica. Lo scalo, infatti, si trova nel mezzo di una regione con oltre 9 milioni di abitanti, di cui una buona parte gravita attorno al bacino d’utenza e al centro esatto di tutta la pianura padana. Nell’Agosto 2002, l’Aeroporto di Linate chiude temporaneamente a causa del rifacimento della pista e parte del traffico viene dirottato su Bergamo. Lo scalo di Orio dimostra, all’opinione pubblica e all’aviazione civile, di essere pronto e attrezzato per supportare volumi di traffico di gran lunga superiori al milione di passeggeri l’anno, cifra raggiunta nel 1999.

L’arrivo dei voli Low cost Nel 2003, con lo scoppio della bolla low cost e con l’arrivo, prima di Ryanair e poi di altri vettori a basso costo, Orio al Serio inizia a crescere in modo esponenziale e, nel giro di poco tempo, diventa il più importante scalo

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italiano dei voli low cost. Basti pensare che nel 2002 il numero di passeggeri transitati da Orio era poco più di un milione; un anno dopo, nel 2003, il dato schizza a poco meno di 3 milioni di persone, per arrivare nel 2011 con un numero totale di viaggiatori pari a 8 milioni e 420 mila unità, diventando così il 4° scalo italiano. La crescita così marcata dei passeggeri ha portato con sé l’aumento dei voli e di conseguenza un maggiore impatto ambientale dell’attività aeroportuale sul territorio bergamasco, sia in termini di inquinamento acustico e atmosferico, nonché della qualità di vita di chi vive nei pressi dell’aeroporto.

La misurazione dell’impatto acustico Il Decreto Ministeriale del 31 ottobre 1997, al fine di contenere l’inquinamento acustico negli aeroporti civili, disciplina i criteri di misura del rumore degli aeromobili, le procedure per la

riduzione del rumore aeroportuale e “i criteri di individuazione delle zone di rispetto per le aree e le attività aeroportuali nonché quelli che regolano l’attività urbanistica nelle zone di rispetto”. La commissione aeroportuale di Orio al Serio viene istituita nel 2000 e un anno più tardi viene presentato il piano di sviluppo aeroportuale (programmato fino al 2015), ma viene approvato solo nel 2003 quando ormai lo scalo orobico aveva già iniziato la sua crescita. Lo sviluppo dell’aeroporto si sposta quindi verso il turismo sulla scia dei nuovi voli low cost e non più solo nell’ottica dei voli cargo, come inizialmente prospettato. La Sacbo infatti aveva già predisposto un piano di sviluppo aeroportuale nel ’97 con il relativo studio di impatto ambientale, che ad oggi risulta essenzialmente modificato, in quanto si riferiva a previsioni di traffico fortemente inferiori a quelle attuali. Successivamente venne presentato un nuovo piano, denominato “Master plan

1999”, modificato, migliorato e approvato nel 2001, che presenta ipotesi di sviluppo fino al 2015.

Curve isofoniche L’approvazione nel 2010 La misurazione del rumore, prevista dalla norma già dal ’97, si basa su un modello che mappa il territorio in base al rumore. Riproducendo il rumore sulla cartografia si ottengono delle curve, dette “curve isofoniche”, che determinano 3 zone: A, B, C (zonizzazione acustica), più o meno distanti dalla zona aeroportuale e all’interno delle quali valgono precisi limiti per la rumorosità prodotta dalle attività aeroportuali. Le zone A, B e C devono essere approvate all’unanimità dalla commissione aeroportuale tenendo conto sia del piano regolatore aeroportuale, che degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica vigenti, nonché delle procedure antirumore previste e adottate. Per l’aeroporto di Orio al Serio la zonizza-


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erio patto acustico?

estioni relative allo scalo aeroportuale il problema ti annuali in tre quadrimestri. Per ogni quadrimestre si individua la settimana con i rilevamenti maggiori e si comparano con le zonizzazioni acustiche. I rilevamenti dovranno essere coerenti e rispettosi con il piano di zonizzazione acustica, altrimenti scatta l’obbligo di provvedimenti.

Comprendere il problema

“Nel 2003, con lo scoppio dei voli Low cost e l’arrivo prima di Ryanair e poi di altri vettori a basso costo, lo scalo inizia a crescere in modo esponenziale” zione acustica è stata approvata nel novembre 2010. L’osservazione e la conseguente misurazione del rumore è effettuata da una rete di monitoraggio distribuita sul territorio di Bergamo. Questa rete consta di un totale di 8 cabine (3 nel comune di Bergamo e le rimanenti nei comuni di Orio al Serio, Bagnatica, Seriate, Grassobbio e Azzano San Paolo) capaci di offrire dati aggiornati tutto l’anno. La verifica del rispetto dei limiti di rumore si basa sul cosiddetto calcolo del “Busy Day” (il giorno di traffico maggiore), ottenuto dalla suddivisione dei rilevamen-

Fin qui la storia e alcuni elementi base per capire come e perché si è arrivati alla situazione attuale e quali sono i veri termini del problema. Come si può evincere dalla cronistoria, sono due gli elementi fondamentali da considerare per quanto riguarda la problematica dello sviluppo aeroportuale in connessione al suo impatto acustico: per prima cosa il fulcro della vicenda si gioca tutto attorno alla modalità di misurazione del rumore, che per legge si deve basare sul rispetto o meno delle curve isofoniche. Il secondo cruciale fatto è che le curve isofoniche sono state approvate dalla commissione aeroportuale di Orio al Serio solo nel novembre 2010. Si deduce che fino al 2010 non esisteva uno strumento in grado di stabilire se lo sviluppo dello scalo fosse o meno conforme alla normativa sull’impatto acustico. A monte sta il fatto che l’approvazione delle curve isofoniche è così difficile da ottenere perché richiede l’unanimità di tutti i membri della commissione aeroportuale. L’unanimità è d’altronde necessaria perché tutela gli interessi delle diverse parti in causa, in quanto in tale commissione siedono sia i rappresentanti dell’azienda, favorevoli allo sviluppo economico dello scalo, sia le istituzioni pubbliche e territoriali, sia infine i comuni limitrofi che invece si contrappongono ad una sua espansione, essendo portavoce delle proteste dei residenti. Nel momento in cui scoppiava il boom dei voli low cost, la crescita esponenziale dell’aeroporto è

“fino al 2010 non esisteva uno strumento in grado di stabilire se lo sviluppo dello scalo fosse o meno conforme alla normativa sull’impatto acustico” avvenuta senza “redini”, senza l’aver saputo mettersi d’accordo per fissare quantomeno un punto fermo, criticabile ma misurabile, entro il quale lo sviluppo aeroportuale avrebbe dovuto muoversi. Quando nel 2010 il punto fermo è stato messo, si sono aperte due visioni contrastanti che vedono per alcuni l’approvazione delle curve isofoniche come un passo verso la regolamentazione di uno sviluppo finora incontrollato, per altri invece questo punto fermo rappresenta un fatto negativo in quanto al momento dell’approvazione l’aeroporto si sarebbe già spinto oltre uno sviluppo considerato ammissibile, disconoscendo quindi il valore delle misurazioni. Ci sono ovviamente molte posizioni intermedie e molte proposte o controproposte, dovute al diverso (opposto) punto di vista dal quale si guarda alla questione “sviluppo aeroportuale e impatto ambientale”. A questo si aggiungo dibattiti su questioni più tecniche (la rotta degli aerei, il numero di voli, le modalità di rilevamento acustico, le compensazioni richieste). Nei vari numeri di BergamoSOStenibile cercheremo di affrontarli, isolando per quanto possibile i numerosi e complessi fattori in gioco e intervistando di volta in volta i diversi attori in campo. Sicuramente quello dell’impatto acustico e della sua misurazione è uno dei nodi cruciali: lungi dall’essere risolto, proviamo almeno a iniziare a comprenderlo. Diego Moratti Marta Morarelli

Come è composta la società Sacbo S.E.A. ..................................................................30,98 % U.B.I. Banca S.p.A. .............................................. 17,89 % Comune di Bergamo ...........................................13,84 % Camera di Commercio di Bergamo ......................13,25 % Provincia di Bergamo ........................................... 13,19 % Credito Bergamasco S.p.A .....................................6,96 % Altri soci privati con quota inferiore al 5%

I membri della Commissione aeroportuale Ministero dell’Ambiente Regione Lombardia Provincia di Bergamo ARPA Lombardia Comune di Bergamo Comune di Orio al Serio Comune di Grassobbio Comune di Seriate Comune di Azzano San Paolo Comune di Bagnatica Comune di Brusaporto Comune di Costa di Mezzate ENAV-CAAV Soc. gestione SACBO Comitato Utenti In forma di uditori: Prefettura di Bergamo, Comune di Dalmine, Comune di Stezzano, comune di Treviolo, Comune di Lallio


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Eco dal Comune

Il Natale di Bergamo si illumina a Led Avviata in città una vasta azione di risparmio dei consumi energetici Luminarie compensate grazie alla collaborazione con ABenergie

Giornata nazionale dell’albero Con il Lions Club nuovi alberi nel parco di via Lochis Il 21 novembre scorso è stata celebrata la Giornata nazionale dell’Albero e Bergamo per la ricorrenza ha completato la piantumazione del parco di via Lochis, con l’aggiunta di ben 90 alberi ad alto fusto (querce, aceri, carpini ecc.) di cui 50 donati dai Lions Club di Bergamo in ricordo del notaio Carlo Leidi, a cui è intitolato il parco. Negli ultimi tre anni sono stati piantumati più di 25 mila alberi di cui 5 mila ad alto fusto e 20 mila forestali. L’obiettivo inserito nel progetto comunale di forestazione urbana si prefigge, entro il 2014, di raggiungere la quota di 40 mila alberi. Con l’intento di festeggiare un Natale più sobrio e attento all’ambiente, le luminarie della città saranno rigorosamente a led. Non solo: la CO2 prodotta dalla loro accensione, ma anche dall’accensione di tutte le luminarie private, sarà interamente compensata grazie alla collaborazione di Abenergie. Non è un vero regalo di Natale ma, in tempi di spending review ogni boccata d’ossigeno alle casse comunali è gradita, tanto più se rivolta a politiche di risparmio energetico. Grazie alle nuove tecnologie si riesce infatti a ridurre il consumo energetico fino al 90%. E’ il caso dell’illuminazione a Led che negli ultimi anni ha visto crescere enormemente le proprie potenzialità applicative: non soltanto semplici spie luminose o di standby, ma soluzioni adatte a tutti i settori. Per questo il Comune di Bergamo ha deciso di investire in questa nuova forma di illuminazione candidandosi a diventare una vera e propria città a Led. La prima azione avviata è stata la sostituzione integrale di

tutte le 5 mila lampade semaforiche con quelle a Led: un intervento recentemente terminato e realizzato direttamente da Atb Mobilità con un investimento di quasi 400 mila euro che si ripagherà in pochi anni. La seconda azione avviata riguarda l’illuminazione pubblica: partita in via sperimentale nel parco Suardi e nella grande rotatoria di ingresso del nuovo ospedale in via Martin Luther King, nei prossimi mesi si

estenderà in altri parchi, lungo le piste ciclabili e in altre strade e piazze cittadine. Altro intervento importante in corso di realizzazione riguarda la sostituzione, nel Cimitero monumentale, di ben 17 mila vecchie lampade votive a incandescenza dalla potenza di 3 watt l’una, con altrettante lampade a Led ma dalla potenza di soli 0,2 watt l’una, con un netto risparmio immediato e un investimento recuperabile in

appena un anno. Oltre all’illuminazione esterna, le applicazioni si stanno diffondendo sempre più anche per gli spazi chiusi: per dare il buon esempio tutti gli uffici del Servizio ambiente sono stati interamente illuminati a led, mentre la stessa azione è in fase di attuazione per l’intero edificio delle piscine Italcementi. “Nella consapevolezza che l’era dello sfruttamento delle fonti fossili sta terminando, diventa

indispensabile ricercare anche a livello locale nuove forme di approvvigionamento energetico – afferma l’assessore all’Ambiente ed energia Massimo Bandera-. Abbiamo scoperto un enorme giacimento in città: è una fonte di energia pulita, facilmente reperibile ma soprattutto sostenibile, si chiama efficienza energetica e a Bergamo, soprattutto nel campo dell’edilizia, ne abbiamo in abbondanza”.


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Ecosistema Urbano 2012 Bergamo migliora 21° posto in classifica Legambiente, AmbienteItalia e Il Sole 24 Ore stilano la classifica Rimangono le note dolenti: consumi idrici, energetici e qualità dell’aria Premio speciale “Migliore ecoazione” per il fotovoltaico sugli edifici pubblici Sono stati presentati a Venezia il 29 ottobre scorso i risultati del rapporto “Ecosistema Urbano 2012”, un’iniziativa giunta alla 19° edizione, promossa da Legambiente, AmbienteItalia e il Sole 24 Ore, con l’obiettivo di analizzare le performance ambientali e di sostenibilità di tutte le città capoluogo di provincia. E la città di Bergamo migliora le sue performance, passando dal 25° posto dello scorso anno al 21° di quest’anno, nella categoria delle città di media dimensione, ossia con popolazione compresa tra 80 mila e 200 mila abitanti. Una tendenza al miglioramento che si differenzia in positivo rispetto alle 104 città analizzate, con un sorpasso in classifica della città “cugina” Brescia. Il risultato rappresenta la somma di diversi indicatori che analizzano la qualità ambientale delle Città ma soprattutto valutano le azioni messe in campo dalle ammini-

strazioni comunali per migliorarla. Da un’analisi più nel dettaglio del rapporto, si evidenzia che in quasi la metà degli indicatori, Bergamo si posiziona nei primi 10 posti, entrando nelle prime 5 posizioni per 6 indicatori. Tra i migliori risultati emergono il 3° posto nella classifica “Aree verdi totali”, il 3° posto nella classifica dedicata alle “Minori perdite della rete idrica”, il 4° posto nella classifica “Teleriscaldamento” e il 5° posto nella classifica “Eco-management”, “Politiche Energetiche”, “Pianificazione e Partecipazione Ambientale” e 6° posto nella classifica “Ciclabilità”. Inoltre, considerando solo il territorio lombardo, Bergamo risulta la 2° città nella classifica dedicata alla “Raccolta differenziata”. Note dolenti invece per quanto riguarda i consumi idrici ed energetici delle utenze civili e l’annosa questione della qualità

dell’aria: “complessivamente sono molto soddisfatto di questo progressivo miglioramento della nostra città che significa che ci stiamo muovendo nella giusta direzione -commenta l’assessore all’ambiente ed energia del comune di Bergamo Massimo Bandera-. Per quando riguarda

la criticità dei consumi idrici ed energetici l’Amministrazione comunale sarà presto impegnata per una campagna di sensibilizzazione verso i cittadini, mentre per la qualità dell’aria molto dipende dalla conformazione geomorfologica del territorio della pianura padana: un indicatore

che tra l’altro nella classifica nazionale pesa per il 20% e quindi penalizza molto la nostra città”. Bergamo ha anche ottenuto un premio speciale per la “Migliore ecoazione nei centri urbani” a seguito dell’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici in particolare quelli scolastici. “Soltanto 5 città su 104 hanno ricevuto tale riconoscimento, a dimostrazione dell’impegno profuso dall’Amministrazione comunale nel promuovere buone pratiche ambientali -sottolinea ancora Bandera, giunto in laguna per ritirare il riconoscimento-. Quest’ultimo premio è il quarto di quest’anno per la città di Bergamo, che arriva dopo il premio “Città Amica della Terra”, il premio “Città per il Verde” e il premio per la raccolta differenziata di indumenti usati, oltre al recente riconoscimento di “Città Ideale” per la qualità della vita.


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Eco dal Comune

Obiettivo sulla Piazza Verde premiati gli scatti più belli Gli esiti del concorso fotografico de “I Maestri del paesaggio” Assegnati i premi per il concorso fotografico realizzato in occasione della seconda edizione dell’evento “I maestri del Paesaggio - International Meeting of the Landscape and garden”, svolto in Città Alta dal 30 agosto al 16 settembre e capace di attrarre a Bergamo i migliori paesaggisti del mondo. Con l’immagine di Piazza verde in notturna, Carlo Buliani conquista il primo posto tra un centinaio di “aspiranti” vincitori del concorso. Secondo gradino del podio per Clara Mangili, con la foto della Basilica di Santa Maria Maggiore, seguita da Alberto Iacono con l’immagine di Fontana Contarini vestita di verde. I primi tre classificati hanno ricevuto come premio le macchine fotografiche Nikon (la Nital Nikon è stata tra gli sponsor dell’iniziativa). La qualità delle immagini presentate per il concorso era particolarmente alta. Tanto che ha sorpreso anche Philip Smith, direttore del prestigioso concorso “International Garden Photographer of the Year”, che ha affermato che

I° posto. Piazza verde in notturna

II° posto. Santa Maria Maggiore

molti scatti potrebbero degnamente partecipare al concorso inglese, nella categoria Greening the City (rendere verdi le

III° posto. Fontana Contarini

nostre città). Anche l’assessore all’Ambiente Massimo Bandera ha lodato l’iniziativa conclusiva del meeting: “Da un lato valo-

rizza ancora più la suggestione di Piazza Vecchia, dall’altro permette di poter disporre di testimonianze fotografiche della

Piazza in una veste rara”. Queste immagini, ha assicurato, “troveranno presto una collocazione fruibile da tutti i cittadini”.


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Upper Lab Fare rete per creare sinergie creative Da novembre è attivo lo spazio costruito dalla cooperativa «Laboratorio HG80» a disposizione per idee imprenditoriali e non profit Un’ex falegnameria si trasforma in uno spazio dove “fare rete” creando sinergie per far nascere nuovi progetti e idee. Il “riciclo” dell’area di Valtesse, in via Pescaria 1, è stato voluto e costruito dalla cooperativa “Laboratorio HG80”: un gruppo di giovani tra i 28 e i 33 anni che, dal primo novembre, ha dato vita a Upper Lab, lo “spazio condiviso tra diverse realtà dedicato al lavoro e alla produzione culturale e artistica”. Uno spazio dove possono operare associazioni, società srl e

dea che soggetti con natura giuridica diversa possano costruire progetti condivisi e, quindi, valore sociale”. Inclusione e partecipazione sono quindi le parole d’ordine. Inoltre, una delle principali caratteristiche di Upper Lab è che l’area viene gestita proprio da un’associazione, un “soggetto indipendente, aperto e democratico, pronto ad accogliere nuove progettualità”. I servizi e l’accesso agli spazi sono riservati ai soci. Ma alcune zone, come l’area espositiva, possono essere affittate anche

da realtà esterne per realizzare mostre, incontri, laboratori e seminari serali. “Un criterio-guida del progetto è la fornitura agli associati di servizi accessibili e la possibilità del coworking, ossia di lavorare in rete”, precisano i promotori. Per avere un proprio spazio all’interno dell’Upper Lab sono previste tre possibilità: la scrivania nell’open space (100 euro al mese), il laboratorio delimitato (200 euro) e l’ufficio (a partire da 300 euro). Delia Natali

“L’obiettivo è il superamento della rigida demarcazione tra settori non-profit e profit, con l’idea che soggetti con natura giuridica diversa possano costruire progetti condivisi e, quindi, valore sociale” cooperative, nel quale una forte attenzione è rivolta alle realtà più giovani: per gli under 30 è prevista una riduzione dei costi di affitto del 50% nel primo anno di attività. E, nonostante la recentissima inaugurazione, restano libere solo due postazioni desk e un ufficio. I 300 metri quadri dell’ex falegnameria sono così il terreno fertile per i professionisti, le associazioni, le cooperative e le società che vogliono trovare nelle reciproche differenze non un motivo di separazione bensì un’opportunità di crescita. Perché con lo scambio e la contaminazione possano nascere dei progetti condivisi, dando vita ad appuntamenti e momenti culturali e sociali. “L’obiettivo -spiegano i promotori- è il superamento della rigida demarcazione tra settori non-profit e profit, con l’i-

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Il Laboratorio HG80 Sono quattro i soci fondatori del Laboratorio HG80, la cooperativa fondata formalmente nel 2011: Paolo Baraldi, Sergio Capitanio, Fabiana Gerosa e Maurizio Tarallo. La realizzazione dello spazio “delle idee condivise” è solo una delle iniziative concretizzate dal gruppo. Infatti quello che viene offerto è “un servizio complesso che fornisce competenze e capacità, coadiuvando il cliente senza sostituirlo. Un servizio che si esplica in un processo di sviluppo dei progetti e dei prodotti, una cooperativa del “sapere” inteso nella sua dimensione fattuale, una sorta di studio associato che va oltre la sommatoria dei contributi personali, dando vita a un organismo collettivo”. I lavori messi in campo spaziano dalla progettazione sociale, ai percorsi artistici. E ancora, comunicazione e territorio, sviluppo d’impresa, eventi e manifestazioni. “HG80 opera con la finalità di fornire soluzioni integrate, costruite nella costante interazione con il cliente”. Tutte le informazioni si possono trovare sul sito www.laboratoriohg80.it.

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«Suoli condivisi» contro lo sfruttamento indiscriminato dei terreni Albino, Nembro, Ponte San Pietro e Pradalunga: 4 paesi impegnati nella creazione di un nuovo modello di sviluppo per il paesaggio Ogni anno in Italia ben 400 kmq di terreno, pari a 3 volte l’area urbanizzata di Milano, diventano suolo edificabile. Lo rivela un recente rapporto pubblicato da Inu (Istituto Nazionale Urbanistica) e Ambiente Italia 2011. La Lombardia è in testa con il 14% della sua estensione occupata da superfici artificiali.

“Al suolo edificabile si attribuisce oggi un valore economicamente maggiore rispetto a quello agricolo, un valore che non tiene conto delle disastrose conseguenze dovute a una riduzione delle risorse ecosistemiche” La cementificazione inarrestabile e indiscriminata è una realtà sempre più preoccupante. Per questo motivo è nato il progetto “Suoli condivisi”. Il suo scopo primario è quello di sensibilizza-

re le persone su questa realtà e stimolare l’attenzione verso quei paesaggi ancora “liberi” e naturali per poter avviare un nuovo modello di sviluppo. Il piano di lavoro è stato definito nei minimi dettagli per ottenere delle azioni concrete che costituiscano degli esempi di quello che si può fare davvero e per dare il via a un’inversione di tendenza. A capo di tutto questo c’è la cooperativa sociale Linus di Almenno San Bartolomeo che collabora con un team di consulenti ambientali dell’associazione milanese Venti Sostenibili. Il progetto, finanziato dalla Fondazione Cariplo, coinvolge le amministrazioni e la popolazione di quattro Comuni: Albino, Nembro, Pradalunga e Ponte San Pietro. Racconta Stefania Fontana, consulente di Venti Sostenibili: “Al suolo edificabile si attribuisce oggi un valore economicamente maggiore rispetto a quello agricolo, valore che non tiene conto però delle disastrose conseguenze dovute a una riduzione delle risorse ecosistemiche. Di tale riduzione spesso fanno le spese le comunità locali, divenendo vittime di sempre più frequenti catastrofi naturali, dovute all’assenza di una pianificazione urbanistica e territoriale attenta al suolo come risorsa ambientale”. Aggiunge Giulia Detomati di Venti Sostenibili: “Il progetto “Suoli condivisi” nasce per stimolare la popolazione ver-

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so un nuovo modello di sviluppo che riconosca il valore del suolo libero attraverso interventi di educazione ambientale, di formazione dei tecnici comunali e realizzazione di azioni concrete che permettano ai cittadini di

“Ogni anno in Italia ben 400 kmq di terreno, pari a 3 volte l’area urbanizzata di Milano, diventano suolo edificabile” sviluppare attivamente il senso di appartenenza al proprio territorio e al paesaggio che li circonda”. Il progetto, che ha preso il via già da un anno e che terminerà nel marzo 2013, preve-

Cemento e l’eroica vendetta del letame “Martino è stato accusato di aver distrutto escavatori, ruspe e trivelle di una società impegnata nella costruzione di un laghetto artificiale. Dovrà esporre le sue ragioni in tribunale. Con le armi del paradosso e della comicità riuscirà a districare il groviglio di interessi e pubbliche connivenze che hanno prodotto il saccheggio del paesaggio e che solo un nuovo modello di sviluppo e l’amore per la propria terra possono fermare”. Questa è la storia rappresentata da Giorgio Ganzerli in “Cemento e l’eroica vendetta del letame”, scritto e diretto da Massimo Donati ed Alessandra Nocilla con la collaborazione di Giulia Detomati. Giorgio Ganzerli è un attore comico e drammatico, capace di trascinare lo spettatore in una storia dal ritmo serrato, tra l’altro ispirata a fatti realmente accaduti. Lo spettacolo è andato in scena già diverse volte riscuotendo sempre molto successo tra il pubblico. A gennaio probabilmente sarà replicato a Bergamo: consultate il sito www.suolicondivisi.it per tenervi aggiornati.

Nembro: panoramica dell’Oasi Saletti

de attività e interventi diversi per ciascun Comune. Ad Albino l’obiettivo è la redazione delle linee guida per la manutenzione e la gestione del patrimonio forestale e ambientale. A Nembro invece le azioni del progetto hanno lo scopo di rivalutare un’area naturalistica che si chiama Oasi Saletti. A Ponte San Pietro l’attenzione è posta su un’area comunale che diventerà un orto

sociale con tanto di attrezzature, allacciamento dei servizi idrici e lezioni sull’orticoltura. Infine a Pradalunga si sta lavorando su un’emergenza ambientale: il dissesto idrogeologico. Il progetto si concluderà con la redazione delle linee guida per la gestione del reticolo idrico secondario. E non è finita qui: “Il progetto propone anche uno spettacolo teatrale dal titolo “Cemento e l’e-

roica vendetta del letame”, con Giorgio Ganzerli -spiega Claudia Veenstra della cooperativa Linus- È già stato portato in scena varie volte in diversi paesi e a gennaio sbarcherà a Bergamo. Per informazioni e per seguire l’andamento dei cantieri del progetto si può consultare il sito www.suolicondivisi.it. Clara Gandolfi


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Partita sul Serio la fidelity card del Distretto Già 63 esercenti del territorio hanno aderito all’iniziativa In 10mila portafogli il nuovo strumento di promozione del commercio Distretto che vai, iniziativa che trovi. Punta sulla fidelizzazione del cliente attraverso una carta sconti, il distretto del commercio “Insieme sul Serio” che, composto inizialmente dai comuni di Alzano Lombardo, Nembro e Albino, ha successivamente trovato l’adesione anche di Ranica e Pradalunga e allargherà a breve i propri confini con l’ingresso di Torre Boldone. La card, entrata ormai completamente nella sua fase operativa, vede già l’adesione di 63 esercenti del territorio distrettuale (per dicembre si stima possano arrivare a 100) che con grande soddisfazione stanno già trovando successo in questo importante strumento di fidelizzazione. La Serio Card infatti risponde perfettamente alle funzioni del distretto nato proprio per valorizzare i negozi del vicinato e rivitalizzare il centro storico dei comuni. Ancora una vittoria e un segno volto a far restare la gente sul territorio rimarcando profon-

damente la bellezza dei centri storici e l’importanza del commercio urbano. Insieme sul Serio si propone, con un’iniziativa unica all’interno dei distretti del commercio bergamaschi, come modello per altre realtà. Sono già

diecimila infatti le card distribuite ai consumatori che, compilando il modulo di richiesta presso qualunque degli esercizi coinvolti nel progetto (riconoscibili da una vetrofania che indica l’adesione al circuito), possono immediatamente iniziare a beneficiare dell’iniziativa. La carta sfrutta un meccanismo

di sconti calcolati in modo proporzionale alla spesa effettuata. Gli sconti, che vanno dal 2 al 5% relativamente alla tipologia di esercizio, sono applicati su spese del valore minimo di due euro, venendo automaticamente registrati ed accumulati sulla carta. Una volta raggiunta la quota minima di 5 euro il titolare della fidelity card potrà utilizzare il credito (interamente o solo in parte) in qualsiasi negozio del circuito utilizzandolo come se fosse denaro contante. Per visualizzare il credito accumulato, da fruire entro il 31 marzo di ogni anno, il titolare della carta potrà guardare le informazioni riportate su ogni scontrino ricevuto in seguito ad un ac-

quisto effettuato con la card o, in alternativa, controllare il suo status attraverso il portale www. insiemesulserio.it nello spazio riservato ai titolari della carta. Non la solita carta fedeltà che sfrutta l’accumulo di punti con cataloghi a premi, ma denaro da spen-

“Una volta raggiunta la quota minima di 5 euro, il titolare della fidelity card potrà utilizzare il credito in qualsiasi negozio del circuito, utilizzandolo come se fosse denaro contante” dere negli stessi esercizi del distretto. Una differente politica che sembrerebbe più allineata a un periodo di crisi dove i portafogli delle persone sembrano alleggerirsi ogni giorno che passa. Dai bar ai ristoranti, dagli alimentari all’abbigliamento, dalle farmacie ai tabaccai, passando per i negozi di articoli sportivi e dalle

attività di servizio o artigianato, spingendosi poi sino a strutture ricettive o librerie: le possibilità di usufruire dei vantaggi risultano molteplici e all’ordine del giorno. Anche per le spese più piccole, caffè pranzo o aperitivo, i cittadini si stanno abituando ad accumulare piccole somme quotidiane di cui possono far immediatamente tesoro o da utilizzare in vista di particolari periodi come quello natalizio. La card potrà a breve essere integrata anche con nuovi servizi come i circuiti museali e i trasporti, questo per sottolineare l’intento di una forte promozione non solo commerciale ma anche culturale del territorio. Il progetto risulta strategico non solo per l’ipotetico bacino di esercizi commerciali (800 con artigianato e servizi) e l’importante numero di residenti (più di 54 mila con Torre Boldone) ma anche per la zona territoriale in cui è inserito, importante luogo di transito da e verso l’alta valle. Alessandro Fortis


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Energia

Dal Green allo Smart: ieri, oggi, domani Nella Settimana per l’Energia di Bergamo convegni e workshop per migliorare i meccanismi decisionali e di governance Si è tenuta dal 5 all’11 novembre a Bergamo e in diverse location in provincia e a Brescia, Como e Varese la Settimana per l’Energia, sette giorni di eventi e workshop organizzati dall’Associazione Artigiani di Bergamo, in collaborazione con Confindustria Bergamo e con gli Ordini bergamaschi degli Architetti e degli Ingegneri, l’Università, l’Ufficio scolastico e Bergamo Sviluppo.

Angelo Carrara presidente Associazione Artigiani

Tema di quest’edizione la smart city, che ha dato il nome all’intera manifestazione “Dal Green allo Smart: ieri, oggi, domani” e ha trovato la sua conclusione nel convegno di sabato 10 novembre alla Fiera Nuova centrato su: “La Governance: cambiare e migliorare i meccanismi decisionali che governano un paese, dalla quotidianità alla gestione dei grandi progetti”. Introdotta dal saluto del presidente dell’Associazione Artigiani di Bergamo Angelo Carrara, la mattinata di lavori ha toccato le criticità e i numerosi aspetti relativi alla politica energetica del nostro paese quali gli alti costi energetici dovuti alle occasioni mancate delle liberalizzazioni. Il presidente di Confindustria Bergamo Carlo Mazzoleni ha sottolineato che solo oggi, per la prima volta dopo 25 anni di attesa, abbiamo una Strategia Energetica Nazionale che porta in Italia un ragionamento ad ampio raggio. E ad illustrare la nuova Strategia Energetica Nazionale è intervenuto Leonardo Senni, Capo Dipartimento Energia del Ministero dello Sviluppo Economico, che ha ribadito che se oggi siamo in una situazione in cui l’energia costa cara è perché in passato non è stata tracciata una direzione verso la quale muoversi, a causa di una mancata pianificazione. Gli

obiettivi della nuova strategia sono: riportare il costo dell’energia a livelli allineati almeno agli altri Paesi europei; tutelare l’ambiente nel rispetto dei limiti europei del 20-20-20; migliorare la sicurezza energetica per non essere a rischio di distacchi di energia e ridurre la dipendenza dall’estero; dare un contributo attivo all’economia attraverso il settore dell’energia come fattore di crescita. A concludere i lavori Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Lombardia che ha esordito “Non è vero che ciò che è grande è buono. È vero il contrario: ciò che è buono è veramente grande. Per le piccole imprese non è un problema di dimensioni, bensì di rete”. Infine, sulla Smart City, ha tenuto alta l’attenzione delle imprese per tre motivi. Il primo è strutturale: oltre la metà della popolazione vive in città e oltre i 4/5 dell’energia viene consumata in città; il secondo contingente: il governo ha

Le facce dell’architettura In due documentari la complessità di un’arte a contatto con la storia e la società In occasione della Settimana per l’Energia, l’Ordine degli architetti di Bergamo ha organizzato una serie di proiezioni in collaborazione con Lab80. Abbiamo seguito il documentario “Julius Shulman: l’architetto nello sguardo” ed “entroterra Giambellino” rispettivamente di martedì 6 e giovedì 8 novembre. In entrambe le serate la sala dell’Auditorium di Piazza della Libertà era piuttosto affollata e i documentari proposti si sono rivelati molto interessanti.

grande fotografo di architettura mai esistito e attraverso i suoi scatti è stato possibile seguire l’evoluzione della disciplina a partire dal 1930 fino ai giorni nostri. Sostenitore di modelli architettonici allo stesso tempo utili e non soltanto esteticamente apprezzabili, è stato il fotografo di fiducia di molti fra i più importanti architetti moderni e progressisti del 1900, tra cui Frank Lloyd Wright, Richard Neutra, John Lautner e Frank Gehry. Le sue immagini riassumono la singolare bellezza del movimento modernista del Southern California.

Periferia metropolitana Da un mondo celebre e lontano si è passati a un quartiere della periferia di Milano: Il Giambellino. Il documentario “Entroterra Giambellino” è stato prodotto proprio da Lab80 ed è un’opera del collettivo immaginariesplorazioni, un progetto di ricerca interdisciplinare sulle metropoli contemporanee e, insieme, un collettivo di circa 30 giovani che, oltre ad essere la regia di ”Entroterra Giambellino” (Lab80 film),

messo sul piatto oltre 400 milioni di euro per progetti di ricerca; il terzo è sociale: il mondo della piccola impresa è fortemente legato al territorio e alla città ed è per questo -ha concluso Merletti- che abbiamo l’obbligo di accompagnare le imprese in un percorso di riqualificazione capace di intercettare questa linea di sviluppo.

L’architetto dello sguardo È stato un piacere scoprire Julius Shulman, un personaggio molto simpatico, un vecchietto arzillo e lucido scomparso nel 2009, l’anno successivo alla realizzazione del documentario a lui dedicato e narrato da Dustin Hoffman. Shulman è stato il più

si è reso autore del libro “Nella tana del drago. Anomalie narrative dal Giambellino”. Il Giambellino è un quartiere storicamente riconosciuto come laboratorio politico a cielo aperto e il collettivo ha voluto confezionare un “percorso visuale attraverso alcuni immaginari di una periferia metropolitana del mondo”. Un montaggio che ha dovuto sacrificare minuti e minuti di filmato per racchiudere il tutto in un’ora e catturare ciò che funge da specchio delle variegate culture che compongono il quartiere. Una serie di spaccati di vita, di piccole storie o lampi di vissuto, che si intrecciano fra di loro innalzando la semplicità di un quartiere al concetto di piccolo mondo. Due documentari che rappresentano due facce dell’architettura: la lontana e celebre architettura catturata nelle fotografie di Julius Shulman e l’architettura sociale di un quartiere non distante da noi nel quale si può riconoscere in modo definito la storia di chi lo abita. Giorgio Sappilo



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Edilizia

Creatività, altro che pallet! Impazza il riuso dei bancali tra design e arredamento Amanti del fai da te, designer e architetti riutilizzano le pedane in legno per la realizzazione di eco design funzionali e creativi Tra le idee per arredare casa in maniera ecologica, il legno è un materiale che si presta per essere riciclato e far nascere nuovi complementi d’arredo. Uno degli elementi più trascurati è il pallet, comunemente detto anche bancale, una pedana in legno utilizzata per il trasporto di materiali, che consente lo stoccaggio ed il posizionamento durante la distribuzione dei vari prodotti. Una volta che gli articoli sono stati trasportati, questi pallets vengono di solito scartati per finire in discarica o nell’angolo di un garage. Sarà per le dimensioni standardizzate (800x1200m), o per la leggerezza, per la composizione in legno naturale, o per la facilità di montaggio, che questo manufatto ispira profondamente il design del riuso contemporaneo, con effetti estetici notevoli e soluzioni proposte sia da semplici appassionati del fai da te, sia da designer ed architetti che lo utilizzano per la realizzazione di singoli elementi, o per la ristrutturazione o la realizzazione di interi edifici.

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pallet può essere utilizzato per rivestire completamente una parete, che in questo modo assume particolare risalto. Un originale modo di reinterpretare il pallet nell’arredamento è quello proposto dalla designer Flavia Dalla Pellegrina, che propone

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una libreria componibile, costituita da un sistema a parete di doghe in legno, nella quale possono essere aggiunti più moduli. Può essere utilizzata come elemento modulare o come vera e propria parete divisoria, con un effetto di notevole impatto visi-

matrimoniale, oltre a numerosi e fantasiosi mobili. Una cucina, denominata “Paletina”, realizzata interamente in pallet, è stata progettata da Alessandra Sansone e Paco Serinelli per il Concorso Eco Kitchen 2012. Si tratta di una cucina ad isola composta da due moduli: nel primo sono presenti tutte le attrezzature e gli impianti elettrici, di acqua e del gas; nel secondo modulo, su una base in pallet, è posato un piano in vetro da cui è stato ottenuto il tavolo.

“Per gli arredi da interni, i pallet possono essere utilizzati nei modi più svariati: per ricavare tavoli o Progetti architettonici tavolini, sedute singole o Un intervento più massiccio, che multiple, originali e ha consentito di dare una nuovariegate culle per va immagine degli spazi interbimbi” ni attraverso la ristrutturazione vo. Per gli arredi da interni, i pallet possono essere utilizzati nei modi più svariati: per ricavare tavoli o tavolini, sedute singole o multiple, originali e variegate culle per bimbi o spaziose basi per il letto

dell’esistente, è quello realizzato da Most Architecture che ad Amsterdam ha utilizzato i bancali per dare un nuovo aspetto dinamico e creativo all’agenzia pubblicitaria Brandbase, con un costo dell’intervento pari a 50 mila eu-

ro. Viene così conformato un ambiente in cui si articolano più piani orizzontali che a seconda dell’altezza in cui sono riposti, possono diventare tavoli, sedute, mensole, spazi comuni, fino a conformare poi la scala che consente l’accesso al piano superiore. I pallet ricoprono tutta la superficie dell’ambiente, dando luogo ad uno spazio originale, innovativo e naturale. Altra struttura originalissima, ottenuta utilizzando pallet di riciclo, è il Pupa Pavilon: progetto di Liam Hopkins, ispiratosi a forme e tessiture del mondo vegetale ed animale, quali ragnatele, alveari e nidi di volatili. La struttura intende favorire il riutilizzo dei rifiuti, trasformandoli in opere d’arte: pallet e residui di cartone, unitamente ad altri rifiuti, ridotti in poltiglia e utilizzati per conformare 3.972 moduli triangolari, tra loro assemblati per dar vita all’originalissima struttura. Alessandro Sonzogni


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Edilizia

Progettare una casa verde? Ci pensa Leroy Merlin di Seriate Un appartamento a impatto zero a prezzi accessibili per tutti verrà allestito nel 2013 in esposizione per tutti i visitatori Ultimamente si sente spesso parlare di case green o a impatto zero e quasi sempre a questi discorsi se ne aggiungono altri che alludono a grandi opere di ristrutturazione come l’implementazione di pannelli fotovol-

Leroy Merlin e Legambiente: connubio vincente 10 e 17 dicembre: Corso gratuito «Mini orti urbani»

“Leroy Merlin, azienda leader nel settore del fai-da-te aiuta non solo a ripensare, ma anche a creare la propria “casa del futuro”, più ecocompatibile e meno impattante sull’ambiente” taici sui tetti, l’installazione di pompe di calore, la conversione al geotermico e via dicendo. Senza dubbio questi interventi rappresentano il meglio degli ultimi ritrovati dell’ingegneria edile volta a costruire case che nulla abbiano da eccepire in termini di risparmio energetico e di impatto con il territorio. Ma tutta l’edilizia vecchia, dai palazzoni popolari degli anni ’70 ai grandi complessi residenziali degli anni ’80? Cosa fare se si è acquistato una casa che sfugge a tutti gli standard di classificazione energetica? Si può ristrutturare, ma attenzione a scegliere i migliori materiali disponibili sul mercato. Leroy Merlin, azienda leader nel settore del fai-da-te aiuta non solo a ripensare, ma anche a creare la propria “casa del futuro”, più eco-compatibile e meno impattante sull’ambiente. “Creiamo la casa del domani” è lo slogan che identifica una serie di prodotti eco che permettono di risparmiare e avere una casa che rispetti i suoi abitanti e l’ambiente. Il negozio di Seriate partecipa at-

Leroy Merlin in occasione della Green Week, la settimana “eco” ideata dall’azienda per sensibilizzare e diffondere la cultura di uno stile di vita più sostenibile, ha avviato una serie di iniziative in collaborazione con Legambiente, per promuovere una serie di corsi che hanno riscosso molto successo. I prossimi appuntamenti prevedono due mini corsi della durata di due ore ciascuno a partecipazione gratuita previa iscrizione. Insieme a un agronomo sarà infatti possibile scoprire tutti i segreti del compostaggio domestico e le modalità per farsi un piccolo orto urbano anche sul terrazzo di casa. Entrambi i corsi prevedono l’articolazione delle lezioni in tre fasce orarie, dalle 10:00 alle 12:00, dalle 13:00 alle 15:00, dalle 15:00 alle 17:00. L’appuntamento per il corso “mini orti urbani” è previsto per il 10 dicembre, mentre il 17 dicembre si terrà quello sul compostaggio domestico. Per partecipare al corso (gratuito), prenotarsi allo 035/2928500.

tivamente al progetto lanciato dalla casa madre, tanto che in occasione della scorsa Green Week è stato premiato per aver proposto la migliore iniziativa green in sinergia con Legambiente e con il nostro mensile BergamoSOStenibile, che durante quella settimana è stato distribuito a tutti i clienti al fine di promuovere una cultura e stili di vita più sostenibili. Nei primi mesi del 2013 vi accoglierà nella sua nuova “casa verde”: la creazione all’interno del negozio di un bilocale campione che utilizza i migliori materiali, in termini di minor impatto ambientale, dimo-

strando come sia possibile con pochi accorgimenti far diventare la propria casa un po’ più green. Il prossimo anno, all’interno di Leroy Merlin Seriate, a occupare parte delle vetrine del negozio ci sarà un piccolo appartamento di 45 mq, che verrà realizzato utilizzando tutti i prodotti a impatto zero presenti sul mercato e disponibili nello store. La casa, sarà composta da un soggiorno con cucina a vista, camera da letto e bagno, monterà infissi in classe A per evitare la dispersione di calore. I pavimenti sono stati studiati per essere ipoallergenici e verran-

no realizzati attraverso processi produttivi che non impattano sull’ambiente. Tutti i rivestimenti saranno in pietra naturale e i mobili in legno certificati PEFC e FSC, il cui scopo è quello di individuare una conduzione forestale economicamente valida nel rispetto dell’ambiente. Anche le vernici che verranno utilizzate prevedono l’assenza di solventi e sono non inquinanti. I segnapassi saranno invece realizzati con pannelli solari che producono energia sfruttando la luce naturale, e i pannelli divisori delle stanze saranno in cartongesso. Lo scopo di Leroy Merlin è quello di sensibilizzare i propri clienti a un utilizzo consapevole delle materie prime e mostrare come con pochi sforzi ognuno di noi, anche attraverso il semplice fai-da-te, possa contribuire in modo significativo a salvaguardare l’ambiente e il portafoglio. Non dimentichiamo infatti che la maggior parte delle bollette salate di luce e riscaldamento derivano da una gestione superficiale dell’ambiente domestico. L’importanza di scegliere infissi in classe A consiste nella capacità delle finestre di tratte-

“in occasione della scorsa Green Week è stato premiato per aver proposto la migliore iniziativa green in sinergia con Legambiente e con il nostro mensile BergamoSOStenibile, che durante quella settimana è stato distribuito a tutti i clienti” nere il calore all’interno dell’abitazione ed evitare che spifferi di aria fredda abbassino la temperatura. In questo modo non occorrerà aumentare il termostato del riscaldamento consumando di più, ma solamente tenere ben chiuse le finestre d’inverno. Piccole pratiche quotidiane che possono fare molto: per noi, a migliorare la qualità della vita e della gestione domestica, per l’ambiente a salvaguardare le risorse che ci ha regalato. Alice Motti



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Edilizia

Riusindustriali 2012 I vincitori del concorso Italcementi ad Albino, Legler a Ponte San Pietro e VideoPlastic a Gorlago Che fare con gli insediamenti dismessi? Il concorso di idee “Riusindustriali” bandito da Confindustria Bergamo in collaborazione con Ance, Ordine degli Architetti e Ordine degli Ingegneri, ha avuto come oggetto la riconversione di tre siti industriali della provincia: Italcementi nel comune di Albino, Legler nel comune di Ponte San Pietro e VideoPlastic nel comune di Gorlago.

I siti interessati I tre siti sono accomunati dalla posizione strategica nell’ambito del sistema urbano di appartenenza (come quasi tutti i siti industriali dismessi) e quindi dall’elevata accessibilità, ma presentano caratteristiche specifiche che ne hanno determinato la candidatura al concorso. Italcementi e Legler sono siti con superfici e volumi importanti, rispettivamente 47 mila e 169 mila mq, e presentano elementi di valore storico. Sono entrambi collocati in ambiti con valenza paesaggistica (il fiume e il verde), ma si caratterizzano per una conformazione degli spazi decisamente differente: Italcementi è un sito estremamente compatto che sfrutta molto le altezze, mentre Legler è una sorta di città

re gli elementi progettuali, il 15 giugno, è stata effettuata una visita guidata ai 3 siti industriali alla quale hanno partecipato più di 100 persone. Oltre alla visita agli spazi, è stato possibile ricostruire le modalità d’uso degli ambienti e apprendere come sono cambiati durante la vita dell’azienda.

“Elevata la Il successo partecipazione locale: 42 del concorso iscritti dalla provincia Oggetto del concorso, la definidi Bergamo, 51 zione di proposte progettuali sul rappresentati di 25 riuso. Tra i punti fermi, il fatto che province italiane, 2 la funzione produttiva dovesse conservare un ruolo caratterizprovenienti dalla zante ma non per forza escluFrancia e 1 dal sivo, potendo affiancare altre Portogallo” destinazioni d’uso come il comfabbrica o di fabbrica giardino con sviluppo orizzontale. Videoplastic occupa una superficie più modesta, pari a 18 mila mq e non possiede alcuna valenza di carattere storico, ma rappresenta un caso molto più comune di insediamento industriale sorto nella seconda metà del 1900 nella campagna e oggi circondato dalla città che gli è cresciuta intorno. Al fine di meglio focalizza-

mercio, la residenza, i servizi, la ricettività turistica, ecc. La vera sfida riguardava infatti la ricerca di modalità che consentissero di rendere compatibili e quindi insediare, in un unico luogo, funzioni diverse. Pubblicato il 31 maggio, il bando del concorso, ha usufruito di modalità telematiche, attraverso la consegna della documentazione amministrativa e del progetto esclusivamente attraverso il web, per rispondere

Riusindustriali 2012: I vincitori 1° PREMIO 2° CLASSIFICATO EX AEQUO

Architetto Alberto Ulisse con Marino La Torre, Fabio Rizzo e Vincenzo Moretti Alessandro Alì (Ubistudio) con Mariasilvia Agresta (Ubistudio), Maddalena Leanza (Ubistudio), Flavia Rizzini (Ubistudio), Lara Valtorta (Ubistudio), Antonio Longo (Politecnico di Milano), Arturo Lanzani (Politecnico di Milano), Simonetta Armondi (Politecnico di Milano), Alessandro Giacomel, Christian Novak

Sito: VideoPlastic Sito: VideoPlastic

2° CLASSIFICATO EX AEQUO 2° CLASSIFICATO EX AEQUO MENZIONE

Emanuele Colombo, Paolo Molteni, Gabriele Rivolta Giorgio Davide Manzoni, Stefano Pugni, Antonio Giuseppe Pennacchio, Rialto s.r.l. Luciano Motta, Ivano Bonetti, Carolin Christin Stapenhorst, Daniel Mondiali

Sito: Legler Sito: Legler Sito: VideoPlastic

a una logica di contenimento dei costi e favorire la partecipazione dei giovani. In tutto sono stati presentati 51 progetti, di cui 23 per l’area Italcementi, 16 per la Legler e 12 per Video Plastic e in totale sono stati assegnati premi per 10 mila euro. L’iniziativa, rivolta agli architetti e agli ingegneri dell’Ue in forma singola o associata, con un incentivo alla presenza di giovani professionisti, ha riscosso un notevole interesse con più di 5 mila visite in pochi giorni al sito attivato appositamente (www.riusindustriali2012. com). Sono state registrate 86 adesioni: 31 professionisti singoli, 49 raggruppamenti temporanei di professionisti e 6 tra società e raggruppamenti temporanei di società o società e professionisti,

per un totale di quasi 250 persone coinvolte. La partecipazione locale è stata molto elevata con 42 iscritti della provincia di Bergamo, 51 iscritti in rappresentanza di 25 province italiane, 2 provenienti dalla Francia e 1 dal Portogallo. L’età degli iscritti va dai 25 ai 73 anni con una media che si attesta a 37 e sale a 39 nel caso dei capo-gruppo di raggruppamenti temporanei di professionisti e a 43 anni nel caso di professionisti iscritti singolarmente. Il primo premio è andato all’architetto Alberto Ulisse (Unoauno studio) con Marino La Torre (Unoauno studio), Fabio Rizzo e Vincenzo Moretti con un progetto sul sito VideoPlastic: “Per la capacità dimostrata di spingersi oltre una consueta visione

di riuso e di promuovere nuovi concetti di rifunzionalizzazione. Capace di creare un’occasione energetico-ambientale, rispondendo alle diverse declinazioni di sostenibilità attraverso un articolato masterplan. Il linguaggio utilizzato nell’esposizione degli elaborati dimostra una forte consapevolezza del tema rendendo ben comprensibile il concetto alla base del progetto”. Ex aequo di 3 gruppi per il secondo premio (in tabella) mentre una menzione d’onore è stata assegnata al gruppo dell’architetto Luciano Motta, con gli ingegneri Bonetti, Mondiali e Stapenhorst per un progetto sul sito VideoPlastic di Gorlago. Marta Morarelli


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Edilizia

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l’azienda informa

Messaggio Pubbliredazionale

Energe Srl Efficienza energetica chiavi in mano Diagnosi e soluzioni complete per privati e pubbliche amministrazioni Ricerca e sviluppo: dalla progettazione all’assistenza finanziaria La storia inizia nel 2008 in Valseriana, nel territorio di Cene, dove cinque anni fa nasce la giovane e dinamica società Energe srl, specializzata in efficienza, ingegneria e ricerca legata al risparmio energetico. Energe Srl nasce da un mix di competenze ed esperienze diverse, ben dosate e frullate nelle giuste proporzioni. I soci che l’hanno costituita sono Enrico Pezzoli, ingegnere dell’industria energetica e Eros Gotti, da oltre 30 anni nel campo dell’elettronica e nelle telecomunicazioni. Un mix di successo visto che, avviata con sole 4 persone, l’attività coinvolge attualmente una quindicina di dipendenti, con un fatturato di oltre 2 milioni di euro. L’obiettivo di Energe è fare efficienza energetica in particolare per le Pubbliche Amministrazioni attraverso la diagnosi degli immobili e degli impianti. Il che è ben diverso da un semplice audit energetico: “La diagnosi energetica di dettaglio con servizio di monitoraggio, oltre che rilevare lo stato dell’arte, permette di fare delle precise valutazioni tecnico-economiche sulle soluzioni che si possono individuare” tiene a precisare l’ingegner Enrico Pezzoli. Grazie a ricerca e innovazione la società è in grado di sviluppare e produrre autonomamente hardware e sistema informatico, che permettono di monitorare e rilevare i consumi e, con lo stesso applicativo, di telegestire e telecontrollare tutti gli impianti tecnologici.

Soluzioni per Pubbliche Amministrazioni La crisi economica nazionale e mondiale in atto già da qualche anno ha obbligato le Pubbliche amministrazioni a stringere i cordoni della borsa per via del “patto di stabilità”: non solo sono diminuiti i fondi a disposizione per fare investimenti, ma è ormai necessario trovare il modo per risparmiare su tutti i consumi e le spese correnti: anche sulla scia di questa necessità e venendo incontro anzitempo a

Impianto fotovoltaico della scuola primaria a Barzana

Impianto termico Casa della Serenità Cene

queste esigenze, Energe Srl è stata una delle prime società a divenire una Esco, con la possibilità di proporre direttamente soluzioni finanziarie. In pratica è la stessa Esco che finanzia gli interventi di efficienza energetica nelle pubbliche amministrazioni, assumendosi in proprio il rischio d’impresa. A fine 2009 le operazioni finanziate da Energe ammontavano già a 3 milioni di euro e nel 2011 a 6 milioni di euro. Dal 2009 la società si rivolge anche al mercato industriale. L’offerta si articola su 4 aree specifiche, ma complementari. Il reparto termico si occupa degli aspetti relativi all’isolamento termico fino alla cogenerazione; il reparto elettrico spazia dagli impianti elettrici a quelli fotovoltaici; il reparto monitoraggio e controllo consente di videocontrollare e gestire gli impianti. Infine il reparto di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni di sistema: soluzioni di sistema che,

Progetto in elaborazione

proprio grazie alla continua ricerca si sono evolute sul fronte dell’automazione attraverso cui è ora possibile impartire comandi e funzionalità da remoto, con il risultato di migliorare ulteriormente l’efficienza energetica. In modo particolare oggi la società mira al mondo della Smart City con un prodotto innovativo chiamato “Streetlight network” in grado di dare illuminazione a risparmio energetico, videosorveglianza, connettività, rilevamento condizioni ambientali, controllo accessi, telelettura contatori di energia.

Tecnologia,innovazione e futuro La società ha conseguito nel 2011 la certificazione 11352:2010 (la norma internazionale che definisce i requisiti organizzativi, diagnostici, progettuali, gestionali e finanziari minimi). Questa certificazione è una garanzia ul-

teriore per le aziende alla ricerca di fornitori di servizi di efficienza energetica che vogliono selezionare interlocutori qualificati, e sottoposti a periodici audit da valutatori qualificati appositamente per tale servizio. Una garanzia di affidabilità che trova riscontro nella costante crescita: il fatturato dell’azienda è suddiviso per il 50% tra Bergamo e Provincia, il 20% in Lombardia e il 30 % nel Nord Italia. “L’obiettivo per il 2013 è puntare sul mercato estero e la costante ricerca e sviluppo di nuovi prodotti -dichiara l’ingegner Pezzoli- grazie a nuovi prodotti e soluzioni stiamo rice-

vendo molte richieste di contatto dall’estero e ci stiamo muovendo per concretizzare queste opportunità e allargare il business oltre confine. L’innovazione ci ha permesso di distinguerci sino a oggi dalla massa di aziende che si improvvisano nel settore del risparmio energetico, permettendo quindi di superare e resistere alla crisi. Ritengo che l’innovazione sia il motore della crescita per le imprese, generando effetti positivi sulla produttività e sull’occupazione”. Il modello bergamasco partito da Cene è pronto a essere esportato nel resto dell’Europa.

Energe Srl Via Caduti 56 - 24040 Cene (BG) Tel. 035 719287 - Fax. 035719390 info@energe.it - www.energe.it


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Ecologia & Imprese

Con il 5° conto energia agevolazioni finanziarie ancora possibili Approvata la cumulabilità della detassazione anche per gli impianti fotovoltaici Leggero per l’ambiente e più leggero per le tasche: è arrivata la conferma della cumulabilità della detassazione anche per gli impianti fotovoltaici. Dopo anni di incertezza la normativa ha fatto chiarezza. E per guidare al meglio le imprese sul terreno fertile della green economy sono sorte diverse società che si occupano dei servizi di supporto finanziario fiscale e di investimento. Perché capita che non si approfitti degli

“Capita che non si approfitti degli incentivi a disposizione solo perché non se ne viene a conoscenza” incentivi a disposizione solo perché non se ne viene a conoscenza. Per illuminare -con energie rinnovabili- queste ombre, le società specializzate vengono incontro alle aziende proponendo un ventaglio di diverse soluzioni finanziarie, che possono comprendere anche partner-

ship con agenzie assicurative, in particolare nel settore del fotovoltaico. Un servizio di supporto per conoscere il meccanismo di promozione dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili negli usi finali, il cosiddetto Tee (Titoli di efficienza energetica).

Le opportunità Rimangono aperte una serie di possibilità: in primis per i proprietari di immobili che vogliono cedere il diritto di superficie per la realizzazione di impianti fotovoltaici o per soluzioni di efficientamento energetico. Inoltre è stata confermata l’applicazione della detassazione ambientale per le imprese che hanno già investito in energie rinnovabili e in impianti a cogenerazione, in macchinari a basso impatto ambientale o per lo smaltimento dell’amianto. L’agevolazione per la detassazione ambientale consiste nell’esclusione dall’imposizione dal reddito imponibile del valore ambientale degli investimenti ammissibili, necessari a preveni-

re, ridurre e riparare i danni causati all’ambiente. Esistono inoltre prodotti assicurativi con soluzioni destinate a coprire i rischi a cui gli impianti a energie rinnovabili sono esposti durante il loro esercizio. Il punto è riuscire a mettere in contatto realizzatori e investitori, sia italiani sia esteri, che intendono vendere o acquisire progetti in sviluppo, progetti autorizzati o impianti già realizzati. C’è infine il meccanismo Tee, che sono titoli che certificano i risparmi energetici conseguiti attraverso la realizzazione di

ESEMPIO APPLICATIVO DI DETASSAZIONE FISCALE IMPIANTO AMBIENTALE

€ 200.000,00

COMPONENTE AMBIENTALE 60% (FORBICE DAL 10% AL 60%)

REDDITO IMPONIBILE

€ 120.000,00

BENEFICIO DATO DAL RISPARMIO DI IMPOSTA

SOCIETÀ DI CAPITALE IRES 27,5%

€ 33.000,00

specifici interventi finalizzati alla riduzione dei consumi energetici dell’utenza finale, come ad esempio l’isolamento delle pareti e delle coperture, l’impiego di collettori solari per la produ-

zione di acqua calda sanitaria, applicazione di sistemi di cogenerazione per la climatizzazione e la produzione di acqua calda, o la sostituzione dei vetri semplici con quelli doppi e l’installazione degli impianti fotovoltaici.


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Ecomafia Lombardia 2012 Il rapporto di Legambiente Alcune domande all’avvocato Sergio Cannavò, di passaggio a Bergamo. Lombardia al terzo posto nella classifica della corruzione ambientale Mercoledì 7 novembre 2012 - A colloquio con l’Avvocato Sergio Cannavò, presidente dei Centri di Azione Giuridica di Legambiente, presso la Fondazione Serughetti La Porta, in collaborazione con Libera Bergamo, in occasione del 4° appuntamento dedicato a Le Mafie. Ecco di seguito alcune domande a Sergio Cannavò, al termine dell’incontro in cui l’avvocato ha presentato la piattaforma libera Lombardia 2.0, un luogo di confronto e di elaborazione di contenuti sul futuro della nostra Regione e “una richiesta di intervento sul fronte legislativo per cercare di fare argine al fenomeno della criminalità ambientale”. Dal sito lombardia.legambiente. it è possibile scaricare liberamente il formato PDF del dossier “Ecomafia Lombardia 2012 - Le storie, i numeri e le inchieste della criminalità ambientale”. Cos’è il rapporto Ecomafia Lombardia 2012? “È un dossier contenente le storie, i numeri e le inchieste della criminalità ambientale nella nostra Regione, a cura del sottoscritto e di Agostino Cullati. Si tratta di un estratto del rapporto nazionale Ecomafia 2012, edito da Edizioni Ambiente. E’ l’unico

“Stanno acquistando sempre maggiore peso anche i traffici clandestini di opere d’arte rubate e di animali esotici. New entry è l’agromafia che interessa la filiera agroalimentare”

documento che si occupa su scala nazionale di quella che è la criminalità ambientale in Italia, ovverosia l’attività illegale nel settore ambientale; è un’opera collettiva curata dall’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente, capitanato da Enrico Fontana, l’inventore del termine Ecomafia in Italia, con il contributo di giornalisti, magistrati e forze dell’ordine”. Dagli anni ’90 ad oggi, cos’è cambiato? “Non molto. Negli ultimi dieci anni il fenomeno, che si pensava confinato al sud, coinvolge tutte le regioni del nostro Paese, con una nuova tendenza: non vi è storia che riguardi la criminalità ambientale in Lombardia che non veda la presenza di politici, di pubblici funzionari o comunque di colletti bianchi; che non veda la realizzazione anche di reati contro la pubblica amministrazione (corruzione, falsificazione di documenti, falsificazione delle analisi per le inchieste, abuso d’ufficio). Siamo ai primi posti della classifica nazionale della corruzione ambientale (terzi dopo Calabria e Piemonte). Un’analisi sconfortante, ma come se ne può uscire? “Quello che manca veramente è l’attenzione e l’interesse della nostra classe dirigente a risolvere il problema. Le nostre

“Ecomafia è un neologismo coniato da Legambiente che indica quei settori della criminalità organizzata che hanno scelto il traffico e lo smaltimento illecito dei rifiuti, l’abusivismo edilizio e le attività di escavazione come nuovo grande business” forze dell’ordine e la magistratura dovrebbero essere dotati di maggiori risorse e mezzi per contrastare la criminalità ambientale”. E Legambiente? “L’illegalità ambientale contempla reati di serie “B” che nel nostro ordinamento sono contravvenzioni, puniti con arresto e/o ammenda. Da tempo chiediamo l’introduzione di delitti ambientali nel Codice Penale che prevedano la pena dell’ergastolo, reclusione, multa, com’è stato per il traffico illecito di rifiuti. Il nostro Paese è un fanalino di coda nella legislazione antiecomafia”. Per info: www.legambiente.it, www.minambiente.it Valeria Annovazzi v.annovazzi@legalfirm.it


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Speciale Alimentazione

Mangiare bene fa bene all’ambiente

Dalle parole ai piatti: come le nostre scelte influiscono sull’intero sistema alimentare Le scelte alimentari sono, tra le decisioni che si prendono quotidianamente, quelle più frequenti e anche più abitudinarie. Nonostante la tendenza più recente sia orientata in maniera diversa, sono ancora poche le persone che hanno gli strumenti per comprendere quanto è importante stare attenti a “quello che

si mette sotto i denti”, lasciando spesso al “caso”-un “caso” in realtà mediato da tutta una serie di variabili e circostanze- queste decisioni. Non intendiamo in questa sede fare un bilancio riguardo all’impatto ambientale causato dalla produzione di un alimento piuttosto che un altro ed è sem-

Fai parte di un GAS o di un’associazione e vuoi distribuire Bergamo SOStenibile?

PER INFORMAZIONI Cell. 335 362.358 info@greensolution.it

pre sbagliato condannare un singolo prodotto alimentare in maniera categorica. Occorre al contrario avere la consapevolezza e la conoscenza del “sistema” alimentare, perché appunto di sistema bisogna parlare, ed è un sistema fatto di equilibri che lo regolano, di mezzi e tecniche produttive, di aspetti economici, di ristorazione e distribuzione, di caratteristiche organolettiche degli alimenti (attraverso l’uso dei sensi e la loro educazione), e infine di aspetti legali e igienici. Tutti aspetti che portano l’individuo a essere in grado di scegliere in maniera consapevole e, seppur a livello individuale, corretta. Diviene così importante non badare solo agli aspetti legati al piacere, piuttosto che al prezzo, al nostro stile di vita o alla sostenibilità, intesa in senso estremamente puritano, perché ogni singolo fattore può portare in sé incoerenza e controsenso. E’ necessario invece conoscere e considerare l’insieme delle questioni di un sistema

“Molte delle nostre scelte quotidiane ci obbligano, direttamente o indirettamente, a interagire con l’ambiente esterno, “naturale” e “relazionale”. Avere coscienza di questa influenza reciproca può essere utile per mediare gli effetti negativi, creando un equilibrio tra il soddisfacimento dei nostri bisogni, il rispetto degli altri e dell’ambiente” alimentare, al fine di imparare a prendere decisioni equilibrate e razionali, in modo da garantire e garantirsi benessere fisico, psichico e ambientale. Cercare di capire cosa sta dietro un prodotto alimentare, cogliere le problematiche della produzio-

ne, comprendere le caratteristiche e il contesto, aiuta molto a conoscere quale sia l’impatto ambientale, individuale o complessivo, delle scelte alimentari. La consapevolezza non può che portare a scegliere prodotti meno impattanti, buoni e sicuri per la salute. Questo percorso si intraprende creando interessamento, confronto e dibattito al fine di sensibilizzare e promuovere ogni passo, anche piccolo, intrapreso nella direzione di stili di vita più sostenibili. Nonostante cibarsi sia uno dei bisogni vitali, sono spesso disconosciute molte delle conseguenze sulla salute e sull’ambiente di questa azione così quotidiana; conseguenze che, se fossero conosciute, orienterebbero a fare scelte più equilibrate e sostenibili. Per questo la mission di BergamoSOStenibile, in queste pagine di Speciale Alimentazione come in ogni edizione mensile, è stuzzicare e incuriosire i lettori e indurli a passare… dalle parole ai piatti.


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Terra Madre day Festa mondiale del cibo locale Il 10 dicembre anche le tre Condotte di Slow Food operanti nella bergamasca organizzano eventi per festeggiare le comunità locali del cibo A partire dal 2009, il 10 dicembre di ogni anno Slow Food organizza il “Terra madre day” con l’obiettivo di festeggiare con le comunità di tutto il mondo il cibo locale. Ogni anno si registrano più di mille eventi organizzati e distribuiti in ogni angolo del pianeta per promuovere produzioni e metodi di consumo sostenibili. Terra madre è una rete mondiale lanciata nel 2004 da Slow Food per creare un modello alternativo di produzione e consumo del cibo. Su scala globale, unisce la comunità del cibo di 160 Paesi che condividono una visione di produzione alimentare radicata nelle economie locali, rispettosa dell’ambiente, delle conoscenze tradizionali, della biodiversità e del gusto. La manifestazione,

nata in realtà per festeggiare il ventennale di Slow Food, è ormai divenuta un appuntamento fisso. I primi due anni tra le parole d’ordine che hanno caratterizzato l’evento si è puntato molto su immaginazione e fantasia; su questi input nel mondo sono state organizzate manifestazioni di ogni tipo che sono andate a caratterizzare sempre più questa speciale giornata.

Bergamo ricca di iniziative Le tre condotte della bergamasca si sono organizzate in modo diverso, cercando di ideare diversi eventi su tutto il territorio, dalla pianura alle valli. A Bergamo, si festeggerà domenica 9 dicembre presso il Chiostro di San Francesco in Città Alta, dalle 10 alle 18. In particolare, verranno proiettati alcuni interessanti video del Congresso Internazionale di Torino e ci sarà una visita guidata, per grandi e piccoli, all’orto botanico Lorenzo Rota. Dalle ore 13, organizzato dalla Rete Giovane della Condotta del bergamasco, si svolgerà l’Eat In, un pranzo speciale nonché momento di importante condivisione del cibo. Il pomeriggio proseguirà con la tavola rotonda alle 15.30 dal tema: “Dialogo su Astino”. Alle 16 verranno presentate la “Guida delle Osterie d’Italia 2013”, la “Guida Locande d’Italia” e la collana Scuola di Cucina (a cui collaborano tutte e tre le Condotte). A seguire, merenda con i prodotti preparati dalle Osterie presenti sulla guida: Visconti di Ambivere, Dentella di Bracca, Collina di Almenno San Bartolomeo, Burligo di Palazzago, Taverna di Arlecchino di San Giovanni Bianco, La Conca Verde di Trescore Balneario e Zù di Riva di Solto. Nelle Valli berga-

masche invece l’appuntamento è all’agriturismo Prati Parini dei fratelli Fustinoni con la polenta taragna antica, fatta cioè con il siero del latte, e i “Giganti della montagna” (Stracchino all’antica delle Valli Orobiche - Presidio Slow Food, Agrì di Valtorta - Presidio Slow Food, Strachitunt di Vedeseta DOP, Formai de mut DOP e Branzi). Per lunedì 10 dicembre invece, alle 18 a San Tomè (Almenno San Salvatore) è in programma la presentazione del volume “Centodue Ricette di mamma Maria, la dimensione del gusto nella tradizione gastronomica della Valle Imagna”, a cura di Velio Moioli, della Collana Gente e terra d’Imagna. Edito dal Centro Studi Valle Imagna e dalla stessa condotta Slow Food Valli Orobiche. A seguire, al Ristorante Collina di Almenno San Bartolomeo, verranno reinterpretate alcune ricette dallo chef Mario Cornali. Infine, ma non meno importante, l’appuntamento nella Bassa bergamasca, dove la ricorrenza verrà celebrata a Calvenzano, “terra di cooperative”, in collaborazione con le tre realtà storiche locali del cooperativismo bergamasco (la Cooperativa agricola, con i suoi 125 anni), la Cassa Rurale e Artigiana (110 anni) e la Latteria sociale (90 anni), oltre che con la Cfl di Treviglio di cui ricorre il 40° anniversario dalla fondazione. L’appuntamento è per lunedì 10 dicembre alle ore 21 presso l’Auditorium comunale, dove verrà proiettato il film documentario “Terra Madre” di Ermanno Olmi. A seguire, un rinfresco con i prodotti della Latteria sociale. Nel corso della serata verrà presentato il progetto di registrazione del marchio “Presidio Slow Food” per il Melone retato di Calvenzano. Lara Abrati


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ci scrivono Impressioni Slow… di ritorno dal Salone del Gusto di Torino La lettera della Condotta Slow Food Bassa bergamasca in visita al Salone del Gusto e Terra Madre E’ calato il sipario sul Salone del Gusto e Terra Madre al Lingotto di Torino, senza dubbio l’edizione più bella di sempre, con la conferma di Torino capitale dell’enogastronomia. Tra le decine di migliaia di visitatori italiani e stranieri c’erano anche alcuni di noi, soci della Condotta Slow Food Bassa bergamasca, una partecipazione arricchita dall’evento organizzato la mattina

“Mani che si stringono, contatti che si scambiano, idee che si confrontano. Africa, dunque, ma non solo. Si è parlato molto anche di legalità, di lotta alle mafie e alla criminalità organizzata, di rinascita e cooperazione tra le realtà colpite da disastri naturali, dalla Liguria all’Emilia, dall’Abruzzo al Giappone” di venerdì 26 ottobre presso lo stand Slow Food di Lombardia quando, insieme ai dirigenti della Cooperativa agricola di Calvenzano, abbiamo presentato il Melone di Calvenzano, offrendo in degustazione alcuni prodotti di trasformazione (liquore e marmellate di melone). Anche il “retato di Calvenzano”, quindi, è stato tra i protagonisti del Salone, un melone molto particolare

dalla forma allungata, dal peso considerevole (dai 2 ai 5 kg e oltre) e dalla tipica scorza rugosa detta appunto rete o ricamo, un prodotto di nicchia candidato a divenire Presidio Slow Food nel 2013. Ricordiamo che storicamente il melone è stato importantissimo per Calvenzano e la Bassa e ha avuto il suo massimo splendore negli anni ‘20 e ‘30; vi fu un periodo in cui veniva consumato nei più importanti ristoranti di Parigi e servito alla famiglia reale d’Inghilterra. Il recupero della sua coltivazione e della sua valorizzazione è stato frutto di un gruppo di cittadini calvenzanesi coadiuvati e coordinati dalla Cooperativa Agricola di Calvenzano, la più antica d’Italia, con i suoi 125 anni, tra quelle ancora in attività. I numeri del Salone Tornando al bilancio del Salone, i dati confermano un grande successo: 220.000 visitatoti, con un incremento del 10% rispetto al 2010, tra cui moltissimi stranieri, 16.000 partecipanti alle 56 conferenze, 8000 studenti e 3700 bambini che hanno preso parte alle attività educative, affrontando temi molto attuali, quali acqua, salute e ambiente, con il tutto esaurito ai Master of Food, ai Laboratori e ai Teatri del Gusto, 15.000 download dell’applicazione dell’evento e una notevole affluenza all’Enoteca, in cui sono stati i grandi vini i “primi attori”, accompagnati dai piatti delle vicine Cucine di Strada. Con il suo orto di 400 mq situato proprio al centro dell’enorme padiglio-

ne Oval, l’Africa è sicuramente stata la protagonista dell’evento, con i suoi prodotti, le storie delle comunità e soprattutto le testimonianze dei tantissimi giovani che intendono riprendere in mano il futuro del continente, ritornando nei loro villaggi con gli occhi pieni di testimonianze,

“220 mila visitatoti, con un incremento del 10% rispetto al 2010, tra cui moltissimi stranieri” idee e progetti. Africa, dunque, ma non solo. Si è parlato molto anche di legalità, di lotta alle mafie e alla criminalità organizzata, di rinascita e cooperazione tra le realtà colpite da disastri naturali, dalla Liguria all’Emilia, dall’Abruzzo al Giappone. Mani che si stringono, contatti che si scambiano, idee che si confron-

tano. In mille lingue diverse. Tra colori, profumi e aromi indimenticabili. Parallelamente all’evento, i 650 delegati provenienti da 95 Paesi hanno partecipato al VI° Congresso Internazionale di Slow Food, discutendo di clima, difesa del suolo agricolo, lotta alla fame, sicurezza alimentare e biodiversità. “Con 90 interventi da 51 Paesi, Slow Food ha parlato al mondo e il mondo ha parlato a Slow Food” - così Carlo Petrini, rieletto presidente dell’associazione all’unanimità, ha definito gli obiettivi per i prossimi quattro anni: “Il nostro impegno non deve fermarsi

e gli obiettivi sono ambiziosi: nei prossimi quattro anni dobbiamo continuare il nostro lavoro in Africa con sempre maggiore convinzione, e dobbiamo alimentare l’Arca del Gusto con nuovi prodotti tradizionali e varietà autoctone a rischio di scomparsa. E l’educazione continuerà a essere il cuore pulsante della nostra iniziativa in Italia e nel mondo”. Noi siamo tornati da Torino entusiasti e ancora più motivati all’impegno nell’associazione. E già si avvicina la data del 10 dicembre, il giorno rituale in cui il respiro di Terra Madre si fa sentire nella sua dimensione planetaria.


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Pianeta GourMarte. Un universo di sapori tra le eccellenze lombarde Dall’1 al 3 dicembre in Fiera la nuova manifestazione dedicata ai prodotti enogastronomici di qualità. BergamoSOStenibile presente! Le eccellenze lombarde dell’arte alimentare sono pronte ad atterrare sul Pianeta GourMarte. L’evento organizzato da Promoberg, assoluta novità nel panorama delle manifestazioni del settore, sarà di scena alla Fiera di Bergamo dall’1 al 3 dicembre. Il polo fieristico della Città dei Mille è la location ideale per garantire tutti i servizi e le tecnologie necessarie per un evento di tale portata. Tra piatti cucinati dai migliori cuochi e degustazioni di prodotti selezionati, in grado di rappresentare il meglio di quanto la Lombardia esprime in fatto di produzione e cultura enogastronomica, Pianeta GourMarte ospiterà anche le assegnazioni della quarta edizione del prestigioso Premio Luigi Veronelli.

Eccellenze del territorio Pianeta GourMarte è un format totalmente nuovo perché darà al visitatore la possibilità di alternare la degustazione delle specialità enogastronomiche lombarde a quelle provenienti da altri territori, ma che sono divenute patrimonio goloso grazie all’intraprendenza di aziende lombarde. Il che significa poter assaggiare i migliori vini della regione e gustarsi i piatti realizzati da cuochi che hanno fortemente inciso sull’evoluzione della ristorazione lombarda, dentro e fuori i confini regionali. La manifestazione si basa su un menù molto nutrito e appositamente ideato per consentire a tutti i cultori della buona tavola di poter degustare il meglio della proposta enogastronomica a prezzi accessibili e fissi. Gli appassionati potranno, infatti, scegliere tra due diverse opzioni nell’area espositiva. Una consentirà ai visitatori di degustare tutte le eccellenze enogastronomiche: in questo caso è previsto il ticket d’ingresso Gold da 30 euro. Per l’opzione “ridotto”, che permette comunque numerosi assaggi, è previsto il ticket Silver da 18 euro. Un educational tour tra le cose buone che, volendo, si potrà conclu-

“La manifestazione si basa su un menù molto nutrito e appositamente ideato per consentire a tutti i cultori della buona tavola di poter degustare il meglio della proposta enogastronomica a prezzi per una volta davvero accessibili” dere con l’acquisto dei prodotti degustati, tramite un comodo sistema di asporto dal magazzino predisposto all’uscita.

In campo gli interpreti del gusto Ciascun operatore è stato selezionato da una commissione di esperti perché ritenuto esemplare per un prodotto specifico (lo stesso che arriverà sul banco di degustazione). Coordinata dal giornalista Elio Ghisalberti, idea-

tore con Ente Fiera Promoberg di Pianeta GourMarte, la commissione è composta da: Fausto Arrighi (direttore Guida Michelin), Alberto Schieppati (direttore di Artù), e Enzo Vizzari (direttore Guida de L’Espresso). Per chi poi volesse gustare alcuni piatti che hanno fatto la storia in cucina standosene comodamente seduto a tavola, ecco entrare in scena gli “Interpreti del gusto”, cuochi e ristoratori che hanno contribuito a elevare e divulgare il buon nome della ristorazione lombarda. Questi cuochi prepareranno al meglio e in diretta nelle otto cucine a vista (in stile show cooking) i piatti che li hanno resi famosi, caratterizzando la loro carriera e l’evoluzione della cucina in Lombardia. I visitatori potranno gustarli nel ristorante appositamente allestito, dotato di accurata mise en place e servizio di livello, a un prezzo di assoluta convenienza rispetto al costo normalmente praticato nei ristoranti: 10 euro a piatto, comprensivo di vino in

abbinamento. Preiscrivendosi sul sito della manifestazione (www.pianetagourmarte.it), i visitatori hanno la possibilità di ottenere biglietti e abbonamenti a prezzi speciali.

Eventi satellite Pianeta GourMarte comprende anche diversi eventi satellite, curati dall’Accademia del Gusto: incontri legati ai temi della cucina e della cultura enogastronomica. Sempre in tema di eccellenze, Pianeta GourMarte ospiterà la quarta edizione del Premio Luigi Veronelli. Il riconoscimento ha il proposito di celebrare la figura del padre della cultura materiale italiana, attraverso i temi terra, cibo e vini. Curato da Casa Veronelli e alcune istituzioni bergamasche, tra le quali spicca Ente Fiera Promoberg, il Premio Luigi

Veronelli sarà consegnato ai tre rappresentanti delle categorie contadini, letterati e Comuni che si sono distinti nel rapporto con la terra, occupandosi meritoriamente di enogastronomia, promuovendo prodotti che fanno parte, per storia e tradizione, del proprio territorio. La cerimonia di premiazione, che comprende anche la presentazione del primo libro dedicato al grande Gino, con la partecipazione di Paolo Mieli, è in programma lunedì 3 dicembre, a partire dalle ore 11.15. Benvenuti sul Pianeta GourMarte: un’occasione imperdibile per tutti gli amanti della cucina d’eccellenza. orari manifestazione: Sabato 1 dicembre dalle 10 alle 22. Domenica 2 e lunedì 3 dicembre dalle 10 alle 20 Info: www.pianetagourmarte.it


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Speciale Alimentazione

Nutrire il pianeta Energia per la vita In Lombardia la riflessione sull’alimentazione traina l’Expo 2015

C’è gran fermento nell’aria del capoluogo lombardo, che ha contagiato un po’ tutta Italia. Milano sarà la protagonista mondiale per l’esposizione universale del 2015 imponendo all’attenzione internazionale una concetto fondamentale: “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”. Scopo principale è la riflessione sulle problematiche legate all’a-

“Sarà uno straordinario evento universale che darà visibilità alla tradizione, alla creatività e all’innovazione nel settore dell’alimentazione” limentazione quali l’approvvigionamento di cibo, l’educazione alimentare, gli OGM e la sostenibilità nella sua tripartizione -sociale, economica e ambientale. Expo 2015 sarà uno straordinario evento universale che darà visibilità alla tradizione, alla creatività e all’innovazione nel settore dell’alimentazione. È ormai noto a tutti che l’alimentazione rappresenta l’energia vitale del Pianeta necessaria per uno sviluppo sostenibile basato su un corretto e

costante nutrimento del corpo e sul rispetto delle pratiche fondamentali di vita di ogni essere umano. La genuinità e la diffusione di prodotti agro-alimentari è una necessità sociale ancora prima che economica: il territorio deve riacquisire un ruolo di primo piano nella vita di tutti noi. La Lombardia e la provincia di Bergamo sono avvantaggiate da questo punto di vista: le pianure lombarde vantano un’esperienza millenaria di coltivazione e oggi devono sapersi aprire alle innovazioni senza perdere la qualità dei prodotti e il rispetto della terra, sempre più sfruttata e relegata a un ruolo secondario rispetto agli investimenti in altri settori produttivi. Le istituzioni pubbliche, le imprese private, le associazioni umanitarie, le organizzazioni non governative, le rappresentanze dei consumatori e dei produttori in occasione dell’esposizione universale

Expo: idee innovative al servizio del progresso

avranno la possibilità di creare una solida rete e una piattaforma di dialogo per discutere e trovare soluzioni a lungo termine per le generazioni future. Parole d’ordine di Expo 2015 saranno dunque: preservazione della biodiversità, il rispetto dell’ambiente in quanto ecosistema per il benessere della persona e dell’agricoltura, la ricerca di strumenti di controllo, di innovazione per garantire le tecnologie che non minacciano la salute, disponibilità di cibo e acqua e l’impegno ad assicurare nuove fonti alimentari nelle aree

L’idea di un’esposizione universale è nata in Francia ma si realizzò per la prima volta a Londra nel 1851. Da allora, a cadenza regolare, si sono succedute altre esposizioni in numerose città del mondo. La Tour Eiffel fu ad esempio uno dei prodotti dell’Exposition universelle del 1889. Le esposizioni sono regolate da un organismo internazionale a partire dal 1918, denominato BIE (Bureau International des Expositions) a cui aderiscono 156 paesi. La finalità delle esposizioni fin dal principio è la promozione del progresso industriale e tecnologico, per offrire al mondo una vetrina di innovazioni tecniche e scientifiche portatrici di trasformazioni positive delle condizioni di vita sociali ed economiche del Pianeta. È risaputo anche come la partecipazione, le tematiche proposte, il grande numero degli attori coinvolti e le ricadute economiche di questo tipo di evento siano fonte di benefici per la città e i territori limitrofi.

“Scopo di Expo 2015 è la riflessione sul tema dell’alimentazione: l’approvvigionamento di cibo, l’educazione alimentare, gli OGM” povere del mondo o in condizioni ambientali sfavorevoli, create anche dall’uomo, come la desertificazione e l’impoverimen-

to ittico e del suolo. Expo 2015 si configura quindi come una grande opportunità capace di valorizzare allo stesso tempo dimensione locale e globale, ricerca accademica e mercato del lavoro, educazione e attività ludiche, innovazione e tradizione, riflessione e ideazione di nuove prassi per vivere in sintonia con la madre Terra e con il prossimo. Andrea Sem Castelli


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A Bergamo approda la Maratona delle imprenditrici verso Expo 2015 All’agriturismo Polisena si è svolta la terza tappa della maratona delle imprenditrici agricole organizzata da Confagricoltura Lombardia Donna Uno dei progetti dell’associazione Confagricoltura Donna Lombardia, volto a valorizzare l’imprenditoria femminile ed a favorire le iniziative rivolte al sostegno delle pari opportunità, sostenendone l’affermazione negli ambiti istituzionali e sociali, è quello della “Maratona delle imprenditrici”. Lanciato lo scorso luglio, il progetto consiste in un circuito di visite nelle aziende agricole lombarde condotte da imprenditrici che si distinguono per aver adottato sistemi innovativi o all’avanguardia. E’ il caso della bergamasca azienda agrituristica Polisena, ubicata nel territorio comunale di Pontida (Bg), gestita da Tosca Comi e dal marito Marco Locatelli. L’azienda ha sede in una struttura monastica del ‘700 immersa nel verde, tra vigneti e boschi. Negli anni ’60 il complesso è stato adibito a colonia e poi a comunità di recupero. Negli anni 2000 l’acquisto da parte della famiglia Locatelli e, tra il 2010 e il 2011, l’avvio e la conclusione dei lavori di restauro nella struttura, che ora ospi-

ta il ristorante, le camere per gli ospiti, la Spa e una sala meeting. L’aspetto innovativo riguarda la realizzazione, durante i lavori di restauro, di una struttura ecocompatibile (per questo è chiamato “L’altro agriturismo”) che ha permesso di ridurre i consumi a ben un decimo rispetto a una struttura convenzionale: sono stati introdotti i pannelli solari, i pannelli fotovoltaici e un sistema di riscaldamento geotermico. Nel ristorante, gestito dallo chef Francesco, figlio di Tosca e Marco, vengono utilizzate materie prime prevalentemente prodotte in azienda o da realtà vicine, per abbracciare la filosofia “a km zero” e abbassare ulteriormente l’impatto ambientale. Nell’azienda agricola vengono prodotti vini biologici, attraverso anche la consulenza dell’enologo Paolo Zadra. Una precisazione in merito: i vini possono essere dichiarati “biologici” in etichetta grazie al nuovo regolamento europeo n. 203/2012 dell’8 marzo 2012 e i vini Tosca rappresentano uno dei primissimi casi che possono

“Nata nell’ottobre 2010, l’associazione Confagricoltura Donna Lombardia si propone di promuovere e valorizzare l’imprenditoria femminile, favorendo le iniziative rivolte al sostegno delle pari opportunità e sostenendone l’affermazione negli ambiti istituzionali e sociali” vantare tale certificazione. Prima era permesso scrivere solo “prodotto da uve biologiche”. La struttura edilizia dell’azienda gode invece della prestigiosa certificazione Climahotel, rilasciata dall’agenzia CasaClima dell’ente autonomo della provincia di Bolzano. La maratona proseguirà, fino a coinvolgere

una ventina di aziende. “Questo itinerario di visite nelle realtà aziendali all’avanguardia condotte da imprenditrici -spiega la presidente di Confagricoltura Donna, Gabriella Poli- è stato progettato con l’intento di creare contatti e rapporti di interscambio e di reciproco vantaggio tra le imprenditrici stesse. Inoltre il

progetto della maratona si prefigge di far conoscere queste eccellenze imprenditoriali anche al largo pubblico di Expo 2015, estendendo la possibilità di partecipare alle visite anche ai non addetti ai lavori, comunque interessati alla realtà agricola”. Lara Abrati


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Speciale Alimentazione

L’educazione alimentare inizia dalle scuole L’ASL di Bergamo al lavoro per sensibilizzare sull’importanza di una corretta alimentazione, soprattutto in età evolutiva Autoregolamentazione, autoeducazione alimentare, alimentazione sostenibile: tematiche all’ordine del giorno di un sistema sociale in crescita esponenziale che necessita, a sua volta, di esaminare e definire il corretto modo di vivere. Essere in salute e in perfetta forma fisica più che un privilegio deve essere un modus vivendi del cittadino, un presente destinato, almeno potenzialmente, a un miglioramento qualitativo dell’aspettativa di vita. Oggi i massimi esperti del settore parlano di alimenti protettivi, ovvero tutti quei nutrimenti che potenziano la salute dell’individuo, migliorando le condizioni di vita della collettività. “Le azioni dell’ASL di Bergamo –sottolinea Lucia Antonioli, Responsabile del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizionesono rivolte principalmente all’età evolutiva. Esperti del settore operano a stretto contatto con Istituzioni Pubbliche e operatori della ristorazione e associazioni presenti sul territorio per definire e costruire un percorso alimentare che sia non solo corretto dal punto di vista nutrizionale ma anche chiaro, semplice, ottimale e capace di garantire un continuo rafforzamento dello stato di salute dei cittadini”. Fondamentale garantire a tutti i giovani l’acquisizione di strumenti e di notizie basilari che permettano di seguire in piena

autonomia decisionale il corretto percorso nutrizionale. Partendo dai più piccoli fino ad arrivare ad abbracciare i ragazzi delle scuole superiori, l’educazione alimentare nel tempo è divenuta parte di un percorso di prevenzione e promozione alla salute allargato che abbraccia tema-

Siamo arrivati alla comunicazione visiva, molto più esplicita e diretta: «porzioni per immagini» “Abbiamo voluto avvicinare gli alimenti a oggetti di uso comune dei ragazzi come il cellulare, l’MP3, l’evidenziatore, la gomma” tiche quali la lotta al tabacco, alla sedentarietà e all’alcolismo. I ragazzi vengono avviati a percorsi di formazione continua, volti ad ampliare le proprie Life Skills (competenze che portano a comportamenti positivi e di adattamento che rendono l’individuo capace di far fronte efficacemente alle richieste e alle sfide della vita di tutti i giorni) favorendo un miglioramento ed un potenziamento (empower-

ment) della propria qualità di vita. Per mezzo di questi sistemi integrati l’educazione alimentare è divenuta un percorso scolastico curriculare, volta a sviluppare abilità, nozioni e conoscenze in modo continuo influenzando costantemente la popolazione adulta a contatto con i ragazzi, siano essi familiari, genitori o docenti.

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“Da pubblicazioni come “Il segreto delle piramidi” –evidenzia la Dr.ssa Antonioli- siamo arrivati alla comunicazione visiva, molto più esplicita e diretta: “porzioni per immagini”, distribuita sul territorio ai pediatri, agli operatori della ristorazione scolastica e alle istituzioni comunali, permette la comprensione dei corretti quantitativi nutritivi. Abbiamo voluto avvicinare gli alimenti a oggetti di uso comune dei ragazzi come il cellulare, l’MP3, l’evidenziatore, la gomma, al fine di permettere l’identificazione e il rapido riconoscimento di quello che è necessario e corretto mangiare per vivere bene e in salute. Alcuni ristoratori hanno introdotto, a seconda della stagionalità, alimenti del territorio; questa gamma alimentare a km zero permette non solo la conoscenza dei prodotti e delle tipicità della zona, ma garantisce freschezza e qualità”. Varietà alimentare, corretto apporto calorico, presentazione equilibrata della pietanza, sono solo una parte degli aspetti e

“L’educazione alimentare nel tempo è divenuta parte di un percorso di prevenzione e promozione alla salute allargato che abbraccia tematiche quali la lotta al tabacco, alla sedentarietà e all’alcolismo” degli studi che vengono definiti dagli esperti del settore alimenti e nutrizione. Autoregolamentazione e autoeducazione alimentare devono divenire pilastri alla base di una società che garantisce sempre meno tempo ai fornelli: che ci si trovi in pausa pranzo o al ristorante, la corretta conoscenza del giusto apporto nutrizionale permetterà il miglioramento esponenziale degli stili di vita secondo ottiche sostenibili ancor prima che etiche. Gabriele Palamara


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Mangio locale penso universale Con il nuovo appalto della ristorazione scolastica del Comune di Bergamo un percorso verso Expo 2015 Portare un po’ di agricoltura a scuola, anzi, nel piatto dei ragazzi. Proprio così: quale miglior modo di educare e far conoscere agli studenti la realtà che sta dietro il settore agroalimentare, che quella di coinvolgerli direttamente attraverso un momento per loro così familiare come il pranzo? Non a caso lo slogan di questo progetto è “mangiare

Il progetto “Mangio Locale e Penso Universale” è frutto della collaborazione tra il Comune di Bergamo, Bergamo Servizi Pubblici s.r.l., Coldiretti Bergamo e SerCar Ristorazione Collettiva S.p.a, locale e pensare universale” e la scuola è la sede azzeccata per riflettere sull’insieme di ingredienti che entrano in gioco nella preparazione di un semplice menù: dalle approfondite suggestioni dell’Expo universale 2015 alla valorizzazione dei prodotti tipici e a km zero, dalle

visite nelle fattorie didattiche ad una dieta sana ed equilibrata, e ancora al turismo rurale, al paesaggio, all’impatto sull’ambiente e alla promozione di nuovi stili di vita. Il progetto “Mangio Locale e Penso Universale” è nato nell’anno scolastico 2010/2011 ed è frutto della collaborazione tra il Comune di Bergamo, Bergamo Servizi Pubblici s.r.l., Coldiretti Bergamo e SerCar Ristorazione Collettiva S.p.a, con lo scopo di favorire la diffusione di un corretto stile alimentare, secondo i principi di un’alimentazione equilibrata, della varietà e della stagionalità dei prodotti. E’ questo un modo per sensibilizzare le giovani generazioni sull’importanza del settore agricolo e sulla ricchezza del patrimonio enogastronomico locale nonché favorire una corretta conoscenza del territorio per poterlo tutelare e salvaguardare. Al progetto hanno aderito, nell’anno scolastico 2011/2012, sette Istituti Comprensivi cittadini, per un totale di 15 classi della scuola primaria: complessivamente circa 350 bambini coinvolti e per l’anno in corso si è raccolta una partecipazione altrettanto diffusa. Lo stesso dicasi per il

“15 classi coinvolte nel progetto-concorso per le scuole” concorso abbinato, che mette in palio premi utili e gustosi per tutti i partecipanti, e per la mostra aperta al pubblico con elaborati prodotti dagli alunni. All’iniziativa aderisce SerCar, che si è aggiudicata il nuovo appalto per la refezione scolastica del Comune di Bergamo per i prossimi cinque anni e ha da sempre mostrato attenzione alla poten-

zialità economica territoriale che uno sviluppo enogastronomico può avere sul futuro occupazionale dei giovani bergamaschi. Ma per fare questo occorre incidere sulle abitudini promuovendo consuetudini alimentari sane, mettendo in campo significative risorse nell’ambito dell’educazione alimentare. L’obiettivo è fare del pranzo un momento educativo, arricchendo e qualificando l’offerta della mensa scolastica; a fianco del progetto didattico continueranno anche gli appuntamenti “gastronomici”, attraverso la presentazio-

ne in mensa di menù composti interamente da prodotti a km 0, forniti dalle aziende agricole del territorio. Per gli insegnanti e gli alunni, il progetto prevede la realizzazione di una serie di laboratori didattici, la possibilità di effettuare visite guidate in “fattorie didattiche” e ai mercati di Coldiretti “Campagna Amica” che si svolgono in città. I prodotti agricoli locali quindi non solo entrano nelle mense scolastiche, ma entrano anche nei programmi didattici. Informazioni su: www.bergamo. comune.it - www.sercar.it


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L’ingrediente segreto tra i fornelli? Un’ottima acqua Depurare l’acqua per migliorare qualità e gusto dei cibi, oltre che la salute Quello che sembra il liquido più incolore e insapore è in realtà il migliore ingrediente per una buona cucina. Avete sentito molte volte parlare dell’acqua come prezioso e fondamentale elemento della vita. Per alcuni professionisti che ne fanno ampio uso, è proprio grazie alla cura di questo elemento che si

“L’acqua pura offre notevoli vantaggi in cucina, essendo capace di elevare all’ennesima potenza il sapore dei piatti” nobilita il risultato: questo è vero soprattutto tra i fornelli, di casa o dei ristoranti, dove si stanno diffondendo soluzioni offerte da aziende specializzate per il trattamento dell’acqua a uso commerciale e domestico. Un esempio concreto è presto fatto: a Curno, il centro sportivo Sportpiù si è convertito all’acqua trattata e, nel ristorante Fusillo (al suo interno) questa viene usata in cucina e servita ai tavoli. A

Roncola San Bernardo, in via Pradone 25, anche il ristorante La Brasera ha creduto e investito nell’acqua e nei suoi benefici in cucina. Lo chef Antonio Placido e il suo staff usano infatti acqua osmotizzata per nobilitare i propri piatti. Un addolcitore è installato all’ingresso delle tubazioni dell’acqua per eliminare calcare, ferro e manganese, mentre attraverso l’osmosi si fornisce acqua perfetta per cucinare. Il risultato? Promosso dallo chef: “Una bella differenza, che si apprezza al palato e addirittura al naso, alcuni aromi sono più marcati”.

La qualità scorre dal rubinetto Prendiamo una pentola, la riempiamo d’acqua e la poggiamo sui fornelli. Per cucinare pasta, riso, bollito e verdure. O la usiamo per preparare gli impasti di ogni tipo e le salse. Insomma,

quando si parla di cucina l’acqua “piove” ovunque. Ma l’indispensabile liquido che sostiene la vita umana -non dimentichiamo che siamo composti al 70% da acqua- non è tutto uguale. È lecito chiedersi se o quanto questa sostanza possa influire sulla qualità del piatto e sotto quale punto di vista. L’acqua pura, ci insegna la scuola americana, offre notevoli vantaggi in cucina, essendo capace di elevare all’ennesima potenza il gusto dei

cibi in essa preparati. E questa non è una semplice ipotesi: dagli Stati Uniti ricerche attestano che le verdure cucina-

te in acqua trattata hanno subito un incremento di gusto e piacevolezza al palato pari al 30%. Non è però una sola questione


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SCEGLIE L’AMBIENTE CON LA CERTIFICAZIONE FSC ®

trattare l’acqua che esce dal rubinetto si traduce anche in una scelta ambientale, liberandosi dalla schiavitù delle bottiglie di plastica e risparmiando.

Le diverse soluzioni

Una stampa di qualità si distingue anche per la scelta delle sue materie prime. LITOSTAMPA istituto grafico utilizza prodotti marchiati FSC ® che provengono da foreste gestite in modo responsabile perché rispettano rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

di gusto: le carni e i carboidrati risultano più teneri, gustosi e in generale la digeribilità dei piatti è molto migliorata, fattore che nella mente del consumatore si traduce in un giudizio positivo sulla qualità degli ingredienti. Ed entrando nei locali pubblici, si scopre che gli stessi panificatori o pizzaioli non sono nuovi a questa scoperta: è dimostrato che utilizzare acqua addolcita per preparare il pane permette di risparmiare circa 3 euro di lievito ogni 100 chili di pasta, migliorando nello stesso tempo la lievitazione e la fragranza del

pane. Nelle cucine dei grandi chef si scopre che questi non usano l’acqua trattata solo per preparare i piatti. Ma vanno oltre, usando l’addolcitore anche per trattare l’acqua nelle lavastoviglie, per la cottura a bagnomaria e per i piatti utilizzano l’acqua più pura che si possa ottenere con le tecnologie a disposizione: quella osmotizzata. Quest’ultima è infatti assolutamente pura e leggera, priva di ogni elemento inquinante e, se l’impianto che la produce è di buona qualità, non è privata dei sali minerali e oligoelementi. E,

Una differenza che potete vedere, odorare ed assaporare Ecco un semplice esempio esplicativo della differenza tra un thè preparato con acqua non trattata e uno con acqua trattata. Anche ad occhio nudo è facile osservarne la differenza, se poi si annusa ed assaggia l’infuso anche le aspettative degli altri sensi non verranno disattese, provare per credere!

“Assolutamente pura e leggera, priva di ogni elemento inquinante e, se l’impianto che la produce è di buona qualità, non è privata dei sali minerali e oligoelementi” Poiché il sodio non precipita nelle tubazioni e non reagisce malamente con il sapone, vengono eliminati i problemi con l’acqua dura. Quest’ultima è la causa dei depositi di calcare (quelli che si chiamano incrostazioni) che si depositano nei tubi e negli apparecchi causando anche un dispendio superiore di energia elettrica quando si deve riscaldare l’acqua. C’è poi il sistema dell’osmosi inversa: la separazione molecolare tra la parte buona e quella cattiva dell’acqua e, a differenza dei sistemi a filtro che poi vanno cambiati, in questo caso c’è un collegamento diretto con lo scarico dove vengono inviati tutti gli inquinanti. E ancora, si può scegliere la serie combinata e i filtri per l’acqua. Prodotti che possono essere usati sia nel settore privato che in quello commerciale e nelle strutture ospedaliere. Alessandra Loche

moma comunicazione

A uso commerciale o domestico, sono numerose le alternative per il trattamento dell’acqua: addolcitori, sistemi per l’acqua potabile e filtri che hanno un’ottima progettazione, un facile utilizzo e offrono un’elevata affidabilità. Tra le soluzioni proposte, l’addolcitore, che rimuove il calcare da tutta l’acqua, viene molto usato nei ristoranti degli Stati Uniti. Come funziona è presto detto: gli ioni di calcio e magnesio sono sostituiti con gli ioni di sodio.

NATO PER LA STAMPA


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L’arte del «senza glutine» Non rinunciare al gusto! E ora come farò senza la pizza? A Bagnatica la risposta della Pizzeria Al 18 L’intolleranza alimentare al glutine non è più un ostacolo per gli amanti della pizza: da anni alla “Pizzeria Al 18” di Bagnatica si serve il gustoso piatto anche per i celiaci. Una risposta concreta al problema che spesso si pone a chi scopre di avere questa intolleranza: e adesso come rimpiazzare la fragranza e la bontà dei cibi come il pane, le torte o la pizza? A Bagnatica non si deve rimpiazzare niente, perché nel locale di Antonio Iannotta e Simone Parimbelli, figli d’arte, l’attenzione è rivolta alla freschezza dei prodotti e alle esigenze di tutti i clienti. Tutto nasce dalla sensibilità dei ristoratori che sentendo tante volte la frase “avete prodotti senza glutine?” hanno deciso di puntare anche su questo aspetto. La celiachia è infatti un’intolleranza permanente al glutine, una sostanza proteica che si trova nel grano, nell’avena, nell’orzo e nella segale e in altri alimenti. Chi ne soffre, deve seguire quindi una dieta priva di questo componente. “Ho pensato: faccio un lavoro che mi appassiona -dice Antonio, pizzaiolo da trent’anni- perché non poterlo condividere con tutti? Ho quindi deciso di rendere disponibili quei gusti anche a chi ha un’intolleranza alimentare”. L’impegno e la passione che si “cucinano” alla “Pizzeria al 18” sono avvalorati dall’apparte-

nenza al network dell’AIC ONLUS (Associazione Italiana Celiachia). Alla pizzeria si affianca poi il “Laboratorio artigianale Al 18 Glutindiet®”, per offrire dolci, pane e pasta fresca adatti a tutti.

Solo prodotti freschi e alta digeribilità Tutti i prodotti che escono dal forno sono freschi e ad alta digeribilità. Ma soprattutto, sono cibi che soddisfano il palato

come (e forse più) di quelli dove si trova la sostanza lipoproteica. “Nell’ideare i nostri prodotti abbiamo deciso di affrontare la sfida: creare impasti senza glutine ancor più buoni di quelli che mangereste se non foste celiaci”. Una sfida vinta: “Dopo una lunga esperienza e una tradizione che si è tramandata di padre in figlio possiamo finalmente dire di esserci riusciti. Le nostre pizze, le torte, il pane e tutti i prodotti freschi che escono dal nostro forno racchiudono sapori, sensazioni, emozioni proprie della tradizione mediterranea”. Forti di questa esperienza e della propria ricetta, i gestori Antonio e Simone lanciano la sfida: “Fate provare una delle nostre pizze senza glutine a un amico non celiaco... Scommettiamo che penserà si tratti di una pizza normale? Solo molto, ma molto più digeribile e leggera. Davvero inimitabile!”. Per provarci basta andare a Bagnatica, in via Papa Giovanni XXIII, ovviamente “al 18” e accomodarsi in uno dei

cinquanta posti che si trovano nelle due salette del locale. È aperto tutti i giorni dalle 18 alle 23. È consigliata la prenotazione.

La pasticceria “fatta in casa” Un patto con la natura per offrire cibi senza conservanti, coloranti e additivi, per un gusto senza “effetti collaterali”. Si può quindi gustare della pasta fresca, come le tagliatelle, i ravioli, le lasagne, o assaggiare i prodotti della panetteria come il focaccione e il tostopane (morbido, ideale per i toast). Ampia scelta anche davanti al carrello dei dolci: dove si trova la mimosa, il tiramisù, la chantilly e diversi tipi di torte che

“La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, una sostanza proteica che si trova nel grano, nell’avena, nell’orzo e nella segale. Chi ne soffre, deve seguire quindi una dieta priva di questo componente” possono essere servite anche durante le feste di compleanno o semplicemente dopo una cena tra amici. Per tutte le informazioni sui prodotti per celiaci offerti a Bagnatica, si può visitare il sito www.pizzeriaal18.com


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Pata.Ma, la patata bianca di Martinengo ora anche in forma di gnocchi lisci e rigati Veronelli: “una produzione di nicchia tutta da riscoprire” Sono in molti ormai a conoscere le caratteristiche peculiarità del tubero martinenghese, riscoperto e rivalorizzato da parecchi anni in seguito all’appello “d’autore” di Luigi Veronelli che dalle colonne del Corriere della Sera, nel dicembre del 2000, indicava Martinengo come una terra prediletta per la coltivazione della patata: una patata a polpa bianca, dalle eccellenti qualità organolettiche che le derivano dal connubio tra il microclima e le tipologia dei terreni locali. “Una produzione di nicchia ancora tutta da riscoprire e da valorizzare” scriveva Veronelli, che suggeriva a tutti gli attori della comunità di preservare e tutelare questa produzione, sia per la sua qualità intrinseca, sia in omaggio alla ricchezza della varietà alimentare, caratteristica assai preziosa e fortunatamente ancora diffusa nei nostri territori. Azioni per promuovere la sua riscoperta e il suo consumo si sono sempre più moltiplicate e hanno incontrato un crescente favore di SOSTENIBI pubblico eE dia out appaspubb BG 1 06

Anche d’inverno Grest in fattoria didattica Dopo il successo delle edizioni estive del Grest in fattoria didattica (le cui iscrizioni verranno aperte nel mese di gennaio), l’azienda agricola Bio Farm Spineto organizza anche per queste vacanze natalizie il Grest invernale che si terrà nei giorni 27-28 dicembre 2012 e dal 2 al 4 gennaio 2013. Le iscrizioni al Grest invernale sono già aperte. Si anticipa inoltre che nel 2013 sarà previsto un periodo di apertura del Grest estivo anche durante le vacanze di Pasqua. Maggiori informazioni sul sito www.biofarmspineto.com

sionati. Con l’intento di fare apprezzare di più e con maggiore continuità durante tutto il corso dell’anno la bontà della patata bianca di Martinengo, l’azienda agricola Bio Farm Spineto ha 2 09 22 P gina

iniziato la produzione e commercializzazione degli gnocchi di patate ottenuti con il medesimo tubero mediante estrusione. Il metodo dell’estrusione garantisce che la materia prima

impiegata sia effettivamente costituita da patate, precedentemente lessate, schiacciate ed unite con quel poco di farina necessaria per dare la giusta consistenza all’impasto. Gli gnocchi potrebbero essere infatti ottenuti anche mediante farina di patate liofilizzate, ma in questo caso sarebbero qualitativamente un altro tipo di prodotto. Consapevole di questa differenza, l’azienda ha scelto il metodo

dell’estrusione che permette anche di aromatizzare gli impasti al fine di ottenere gnocchi al pomodoro, agli spinaci ed in altre varietà che ben si accompagnano all’impasto primario. Gli gnocchi saranno disponibili in confezioni da 500 g sottovuoto, il che permette di preservare le caratteristiche organolettiche del prodotto affinchè sia gustato in tutta la sua bontà dal consumatore finale.

La nostra produzione comprende:

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H F

• Il punto vendita aziendale

il martedì pomeriggio dalle 15 alle 17, il venerdì pomeriggio dalle 16.30 alle 19.30, il sabato mattina dalle 8.30 alle 12.

• Il mercato di Martinengo al martedì.

• Il mercato di Romano di Lombardia il giovedì.

Soc. Agr. BIO - FARM SPINETO s.s. Via Delle Seradine, 103 Loc. Cortenuova Sopra 24057 MARTINENGO (Bg) Tel. 0363.908864 - 329.21.94.437 posta@biofarmspineto.com Maggiori informazioni sul sito: www.biofarmspineto.com

• Ortaggi e frutta di stagione; • Miele di acacia, millefiori e castagno, polline; • Confetture di lamponi rossi e gialli, more, fragole, ribes nero e rosso, mirabolano, cachi, castagne, mirtilli, pere, ciliegie, albicocche, pesche; • Succhi di frutta, purea di frutta; • Mele a fette essiccate; • Pasta corta (maccheroni e fusilli) e lunga (tagliatelle) di semola, di farro e di kamut, estrusa in trafila in bronzo in confezione da 500 gr o superiore; • Ravioli freschi confezionati; • Pane anche senza sale • Torte, crostate e biscotti (di frumento, di farro e di kamut); • Gelato artigianale • Spumiglie; • Farine specifiche per crostate, per sfoglia, per pizza; • Detersivi bio alla spina ed in polvere con sistema riuso della confezione; • E molto altro... Vendita anche a mezzo corriere convenzionato.


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La pizza si fa in otto… fette Più gusti a prezzo fisso La formula di Sbafo conquista i ghiottoni e non solo Fetta dopo fetta il cliente ha la possibilità di degustare sapori diversi pur potendo saltare un gusto non gradito. La sequenza del servizio ai tavoli è continua e questo permette di assaporare il prodotto sempre caldo. Insomma, come capita tra amici quando si ordinano pizze di-

amanti della pizza ed è aperta per accogliere nella “grande famiglia” Sbafo altri imprenditori. La ricetta si scrive “franchising”, ma si legge affiliazione, con un rapporto paritario tra imprenditori che scelgono di collaborare per offrire il meglio ai propri clienti. La correttezza di chi opera sotto il marchio Sbafo è sia verso i clienti, grazie all’attenta selezione dei fornitori e dei prodotti sempre freschi, ma anche verso i dipendenti. E dietro il successo della innovativa formula “Sbafo” -far gustare ai clienti gusti diversi pagando un prezzo fisso- c’è l’intraprendenza del suo ideatore Massimo Bosio, che alcuni anni fa ha aperto anche una pizzeria a New York.

“Una soluzione più leggera economicamente, ma con un modello di lavoro sempre basato sulla correttezza, con un giusto rapporto lavorativo con i dipendenti e il rispetto per i clienti, che sono i Fare impresa nel modo primi giudici dei più semplice prodotti” verse per assaggiare più gusti, da Sbafo è il personale stesso ad offrire di continuo le gustose e diverse fette. Già presente in diversi ristoranti della bergamasca, la formula “Sbafo” piace agli

La grande famiglia Sbafo è aperta all’ingresso di nuovi imprenditori o di chi vuole “rigenerare” la propria attività. Marchio, competenza, esperienza e un solido modello di business è quello che viene offerto agli imprendi-

tori. “Proponiamo una modalità di fare impresa nel modo più semplice -ha spiegato Massimo Bosio- contenendo i costi, lavorando bene e restando “in piedi”: con prezzi competitivi riusciamo a fare bene il nostro mestiere”. Soprattutto in questo periodo di crisi, sono molti i ristoratori che fanno fatica ad andare avanti con il vecchio modello che si mostra molto oneroso, rileva Bosio. La formula Sbafo offre quindi “una soluzione più leggera economicamente, ma con un modello di lavoro sempre basato sulla correttezza, con un giusto rapporto lavorativo con i dipen-

denti e il rispetto per i clienti che sono i primi giudici dei prodotti”. Cosa offre Sbafo ai futuri affiliati? L’elenco è lungo: si parte dall’esclusiva di zona, passando per lo studio di mercato per selezionare la posizione migliore dove aprire il locale, e ancora avere la certezza dei costi per la sua realizzazione. E c’è anche l’assistenza dal punto di vista burocratico, la redazione del business plan, la formazione presso i locali della rete, l’assistenza per progettare l’apertura e la comunicazione e il supporto in fase di apertura per il primo mese di lavoro. Il locale avrà anche spazio sul sito

ufficiale www.sbafo.it e si potrà usare il marchio Sbafo per la comunicazione locale. E queste sono solo alcune delle offerte ai nuovi affiliati. La formula del franchising permette inoltre, anche a chi ha una bassa propensione verso il rischio, o pochi capitali da investire al momento dell’avvio, di intraprendere una nuova attività commerciale. Attualmente, i ristoranti Sbafo si trovano ad Albino, Clusone, Ponte San Pietro e Stezzano. A cui si aggiunge la pizzeria “Lievito” a New York. Tutte le informazioni si trovano sul sito www.sbafo.it.

CLUSONE - PONTE SAN PIETRO - STEZZANO - ALBINO

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Il gusto della qualità nei formaggi di Villa Delizia Vincitore del premio Cheese of the year 2011 All’agriturismo solo prodotti genuini a kilometro zero Formaggi di qualità, gustosi e genuini. Premiati sì, con prestigiosi riconoscimenti come l’ambito “Cheese of the year” vinto al campionato mondiale dei formaggi di qualità a Cremonafiere 2011. Ma l’unica vera prova che non teme smentita, si sa, è solo una: l’assaggio. Lo sanno bene all’agriturismo Villa Delizia di Mornico al Serio, l’agriturismo cinquecentesco affiancato all’attività agricola condotta dalla famiglia Dolci, che orgogliosamente propone i prodotti del proprio lavoro ai buongustai che si fermano a pranzo o cena nelle ampie e caratteristiche sale della villa o agli

affezionati visitatori che vengono appositamente per acquistare “dal produttore al consumatore”: formaggelle, bocconcini fior di latte, ricotta e tomini aromatizzati ed una varietà di formaggi

“L’unica vera prova che non teme smentita, si sa, è solo una: l’assaggio” di varia stagionatura e tipologia, garantiti dall’esperienza e dalla lavorazione tutta interna all’azienda. Tutti i formaggi vengono infatti realizzati con il latte

prodotto dall’azienda agricola: il latte appena munto viene subito lavorato perché solo con la lavorazione del latte crudo e non pastorizzato si riescono a mantenere intatte tutte le proprietà nutrizionali e olfattive, così tipiche dei migliori formaggi nostrani. Al termine della lavorazione la stagionatura avviene in una serie di celle differenziate a seconda della temperatura e dell’umidità necessaria, sempre nei locali aziendali. Si diceva poco sopra che la vera prova, per intenditori e semplici buongustai, è l’assaggio. Sicuramente l’esperienza di degustare i formaggi direttamente all’agriturismo non ha eguali: nelle caratteristiche sale della Villa cinquecentesca viene servito un incredibile antipasto già di per sé sufficiente a saziare i palati più raffinati, ma anche quelli più ghiotti. I prodotti caseari cucinati deliziosamente e nelle modalità più diverse, vengono accompagnati da affettati e salumi nostrani che ormai si incontrano raramente sulle tavole dei ristoranti, mentre il menù può proseguire con primi e secondi piatti tipici della tradizione gastronomica locale, senza tralasciare la varietà di dessert e, perché no, dello stesso gelato prodotto artigianalmente. I formaggi e i prodotti si possono trovare anche presso fiere di settore o mercati di prodotti locali e a kilometro zero, beneficiando del risparmio garantito dalla filiera corta. Un risparmio associato anche alla sostenibilità, che, oltre la genuinità dei prodotti naturali, fa leva sulla disponibilità di energia da fonte rinnovabile prodotta dagli impianti fotovoltaici presenti in azienda. L’azienda agricola Villa Delizia fa parte del circuito delle fattorie didattiche, mentre le spaziose sale e la corte interna rendono l’agriturismo indicato anche quale suggestivo e originale contesto per cerimonie e banchetti. Per informazioni su menù e i prodotti in vendita dal produttore al consumatore nello spaccio aziendale telefonare allo 035/844078 o si veda il sito: www.agriturismovilladelizia.com


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Mangiare vegano sì ma con gusto Al Teatro Civico di Dalmine il 3 dicembre presentazione del libro “Nobili scorpacciate Vegan - Le quattro stagioni” di Renata Balducci e Chicco Coria Cucina “cruelty free”: mangiare vegano sì, ma con gusto. E a ritmo con la natura. La “Biocontessa” e presidente di Asso Vegan-Associazione Vegani Italiani Renata Balducci, in un libro scritto a quattro mani con lo chef Chicco Coria, sfata l’idea che i piatti vegan siano pieni solo di verdurine cotte. In “Nobili scorpacciate Vegan - Le quattro stagioni” si trovano sfiziose ricette che si adattano al ritmo della terra, scegliendo i cibi che la natura offre nei diversi periodi dell’anno. Piatti coloratissimi come si vede nelle immagini del fotografo Gianluca Acca che ha curato lo shooting fotografico, abbinati ai vini etici vegan. L’autrice del libro, edito da Quantic Publishing

La scelta vegan Lo stile di vita vegano esclude l’utilizzo di prodotti animali o suoi derivati. Non solo nell’alimentazione, ma è in ogni aspetto della quotidianità che si manifesta il rispetto per la vita. Dalla mattina quando si usano i detergenti per lavarsi, all’abbigliamento, all’arredamento e alla cosmetica si usano solo prodotti etici. E con questo rispetto profondo per l’ambiente circostante Asso Vegan-Associazione Vegani Italiani ha stretto sodalizi con altre associazioni che lavorano per proteggere gli animali, l’ambiente, insomma la vita.

“Il libro sfata l’idea che i piatti vegan siano pieni solo di verdurine cotte” e che ha la certificazione etica VeganOk, sarà a Dalmine il 3 dicembre al Teatro Civico per parlare della vita vegan e presentare Sharon Gannon, famosissima insegnante di yoga, che presenterà il suo libro “Vivere lo yoga”. Antipasti, primi piatti, secondi e dessert. La tavola dei vegan è ricca e colorata, come indicano le ricette di Renata Balducci. Nel freddo inverno si può iniziare con gli involtini di zucca e cavo-

La copertina del libro: i cuochi Coria e Balducci.

La bio contessa Renata Balducci in cucina

Il musicista dei Pooh Red Canzian

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li, provare i ravioli ai carciofi, cimentarsi con il piatto unico dello sformatino di puntarelle e terminare il pasto con i bignè palla di neve. La Biocontessa, che ha abbracciato lo stile di vita vegan nel 1999 -anno in cui fonda anche la testata sull’informazione etica Promiseland- ha non solo sperimentato in prima persona i benefici di una vita sana, priva di alimenti animali o da questi derivanti, ma ha riscoperto la fantasia in cucina: ogni giorno si cimenta con nuovi abbinamenti. E nel libro, si trovano alcuni di questi nuovi piatti preparati con prodotti (escluso il latte di soia) rigorosamente italiani. Ricet-

te promosse dal musicista dei Pooh Red Canzian, vegan doc, che scrive nella prefazione: “È veramente un gran bel lavoro, appagante per gli occhi e, quando avrete modo di mettere in pratica le ricette, lo sarà sicuramente anche per il palato”. Non meno importante, la scelta di abbinare a ogni piatto un vino etico, scelto dal sommelier Giacomo Crocchini. “Essere vegan, quindi vivere e alimentarmi senza provocare la sofferenza e la morte di altri esseri viventi -spiega Renata Balducci- mi ha portato al raggiungimento di uno stato di benessere fisico e interiore molto profondo”. Nutrirsi dei doni della natura, rispettando anche il ritmo della terra selezionando i prodotti a seconda della stagione e, possibilmente, a chilometro

zero. Insomma, un rispetto per la vita che si manifesta in ogni singola azione quotidiana. Renata Balducci, per offrire diverse ricette agli amici vegani ma anche a chi vuole sperimentare questi piatti, ha coinvolto nella stesura del libro il famoso chef internazionale Chicco Coria (dell’Antico ristorante del Moro), conosciuto una sera mentre si trovava a cena nel suo ristorante nel centro di Bergamo. I piatti dello chef hanno conquistato la Biocontessa e da quel momento anche per lo chef bergamasco Coria è iniziato un nuovo percorso: nel suo ristorante viene proposta con entusiasmo anche la cucina vegan, seducendo così anche i clienti tradizionali. Delia Natali


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«Ecocucina» Un libro di gustose ricette… con gli scarti Lisa Casali presenta a Gourmarte il suo manuale per divertirsi in cucina riducendo l’impatto dei consumi sull’ambiente «Anche il cibo ha un lato B». Gustoso, inaspettato, tutto da valorizzare. Da due anni su BergamoSOStenibile potete leggere le originali ricette di Lisa Casali, ecologiche, economiche e rivolte a ridurre gli sprechi alimentari, ora anche in un libro che verrà presentato alla fiera GourMarte domenica 2 dicembre dalle 10 alle 12. “Ecocucina” è il nome del blog di Lisa Casali che l’ha resa celebre, ma è anche il nome del suo ultimo libro, un manuale controcorrente per azzerare gli sprechi in cucina, senza perdere il buon umore, e portando in tavola piatti buonissimi e super economici. Perché gambi, bucce, torsoli, foglie, lische, possono trasformarsi in piatti golosi e raffinati. Ma non chiamateli scarti: lo sapevate che le foglie di carciofo hanno un sapore delizioso? E che della zucca non si butta via niente, nemmeno la buccia? Non ci sono solo le “parti nobili”, da mettere in pentola (e in tavola) ma anche quello che può sem-

brare da buttare in realtà riserva grandi sorprese. “Si tratta solo di imparare le tecniche di base -afferma l’autrice- dopo, come me, non sarete più capaci di buttare via le foglie esterne dei carciofi o i gambi degli asparagi”. Anche perché, “non è necessario cambiare drasticamente il pro-

“Da 2 anni Lisa Casali collabora con il nostro mensile BergamoSOStenibile presentando ogni mese ricette con scarti di frutta e verdura di stagione” prio stile di vita, ma è sufficiente modificare qualche abitudine per ridurre la propria impronta ecologica”. Il tema degli sprechi alimentari è di grande attualità: la commissione Ambiente dell’Unione Europea ha avviato uno studio nel 2010 proprio in

vista di una possibile Direttiva volta a ridurre gli sprechi di cibo. Quello che stupisce è che in Europa il settore domestico è in media responsabile di almeno il 40% degli sprechi di cibo. Tra le principali ragioni degli sprechi domestici ci sono gli acquisti superiori al fabbisogno, cattiva conservazione dei prodotti, scorretta interpretazione delle date di scadenza e anche la tendenza a scartare tante parti del cibo che sono invece commestibili. Gran parte di frutta e ortaggi hanno uno scarto superiore al 50%, ad esempio cavoli, zucca, carciofi, finocchi, ecc. Questo vuol dire che per 20 euro di frutta e verdura acquistati, circa 10 Euro, li buttiamo via sotto forma di gambi, bucce, foglie, ecc. Il messaggio che Lisa trasmette tramite il suo blog e i suoi libri, è proprio questo: si possono cambiare abitudini, consumando il 100% dei prodotti in modo da dare più valore al cibo e a chi lo produce. A beneficiarne non è solo il portafoglio ma anche

Lisa Casali È un’eco-foodblogger con due grandi passioni: l’ambiente e la cucina. Il suo blog ecocucina.org, dove l’autrice -con il soprannome di “Lisca”- dispensa ricette e consigli per ridurre l’impatto ambientale in cucina e preparare ricette usando gli scarti, è un cult. Con Gribaudo ha già pubblicato La cucina a impatto (quasi) zero e Cucinare in lavastoviglie. Tiene la rubrica La Cucina Eco-nomica all’interno del programma Uno Mattina in famiglia di Rai 1 il sabato alle 7.30 ed è protagonista di una nuova serie di Gambero Rosso Channel, Zero Sprechi, in onda tutti i giorni alle 18.30. Oltre che con Bergamo Sostenibile collabora con il WWF per il progetto One Planet Food e con altre testate come Lifegate Magazine e Il Fatto Quotidiano. l’ambiente, per le minori emissioni legate a trasporto e smaltimento oltre che per il risparmio di risorse necessario per produrre nuovo cibo. Meno scontati sono invece i benefici per la salute perché molte parti di scarto

hanno un contenuto di vitamine e fibre pari o superiore alle parti nobili che di solito consumiamo. Tre benefici quindi a portata di mano e che non ci costano nulla, se non il superamento di qualche pregiudizio.


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Le marmellate fatte in casa

Come preparare ottime conserve di frutta da assaporare in compagnia o com Le motivazioni che ci spingono a preparare le marmellate in casa possono essere diverse, ma tutte valide. Ad esempio potremmo avere la necessità di utilizzare delle eccedenze di frutta senza doverle buttare oppure la voglia di assaporare tutto l’anno il sapore tipico dei frutti di stagione, ma anche semplicemente il desiderio di personalizzare il gusto, gli ingredienti o assecondare le richieste dei nostri cari e gioire del nostro “home-made” che letteralmente significa “fat-

“Le preparazioni a base di frutta possono fornire un apporto calorico diverso determinato da vari fattori come ad esempio il tipo di frutta utilizzata, la quantità e la tipologia di dolcificante presente, l’aggiunta di eventuali altri ingredienti” to in casa”. Magari utilizzando il tempo delle festività natalizie per dedicarsi alla preparazione o per un’idea regalo sicuramente gradita. Tuttavia, sia che siamo tra coloro che si mettono ai fornelli o tra chi predilige soprattutto la degustazione, per indicare la classica preparazione a base di frutta, utilizziamo senza accorgerci il termine errato di “marmellata”. Infatti dal punto di vista merceologico, le conserve di frutta non sono tutte uguali e vengono anche classificate con

nomi diversi. Ovviamente dalla frutta si possono ottenere anche altre preparazioni sotto forma di bevande, come ad esempio lo sciroppo o i succhi di frutta. Lo sciroppo si ottiene dalla concentrazione di zucchero in succo di frutta che, dopo essere stato di-

luito, è utilizzato soprattutto per la preparazione di bevande. Il succo di frutta invece è un prodotto derivato dalla trasformazione della frutta in bevanda e il migliore è quello ottenuto dalla frutta fresca centrifugata!

La scelta della frutta Per le varie preparazioni, non potendo probabilmente cogliere direttamente la frutta dagli alberi, cerchiamo almeno di acquistare frutta matura, profumata, di prima qualità, preferibilmente senza prodotti di sintesi (quindi proveniente da agricoltura biologica, biodinamica o da frutteti di nostra conoscenza) e soprattutto di stagione. Evitate perciò le primizie e le tardizie, che si distinguono in senso negativo per un prezzo maggiore, a volte con minor sapore e per il quantitativo inferiore di nutrienti rispetto al corrispondente prodotto stagionale. Ovviamente prima del suo

utilizzo la frutta dovrà essere lavata, mondata, eventualmente snocciolata ed impiegata nel più breve tempo possibile nelle varie preparazioni. La quantità di frutta segnalata nelle ricette è sempre riferita a ingredienti che hanno già subito le precedenti fasi di lavorazioni. Le preparazioni a base di frutta possono fornire un apporto calorico diverso determinato da vari fattori come ad esempio il tipo di frutta utilizzata, la quantità e la tipologia di dolcificante presente, l’aggiunta di eventuali altri ingredienti (noci, mandorle, ecc.). Indicativamente possiamo dire che 100 grammi di conserve dolci apportano circa 250-300 calorie.

Le pentole e gli utensili necessari A seconda della preparazione che vorremo realizzare, e del tipo di frutta utilizzata, potrebbe essere necessario avere dispo-

nibili alcune attrezzature tra queste elencate: una o più pentole (preferibilmente di rame o acciaio inossidabile), una bilancia, dei barattoli o vasi di vetro e rispettivi coperchi, dei canovacci da cucina, un tagliere, coltelli con diversa lunghezza di lama, cucchiai di legno, bacinelle (di vetro, acciaio o ceramica), un pelapatate, uno scavino, un leva torsoli, uno o più mestoli in acciaio (preferibilmente con beccuccio), setaccio di crine o in acciaio, un colapasta, un passaverdura, un misuratore di capacità graduato.

I vari dolcificanti Per realizzare gustose preparazioni e stabilire il giusto grado di dolcezza gradito, si possono utilizzare dolcificanti diversi quali lo zucchero (privilegiate quello integrale), il miele, la melassa, il malto (di riso, di mais, di orzo, di frumento o di farro), lo sciroppo d’acero o d’agave oppu-


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me gustosa idea regalo

Non solo marmellate…

re a volte, in sostituzione dello zucchero, dolcificanti sintetici (preferibilmente da evitare). Lo zucchero viene anche utilizzato per evitare lo sviluppo di un microrganismo chiamato Clostridium botulinum o Botulino che può provocare una serie di forme di avvelenamento e anche la morte. Lo zucchero è infatti letale per questo batterio anaerobio ma attenzione: la percentuale deve però essere superiore al 35%. In ogni caso le cellule batteriche del botulino hanno una termo-resistenza piuttosto labile e quindi la bollitura prolungata rende innocui gli alimenti sospetti; la tossina può essere distrutta se mantenuta a temperature superiori a 80°C per più di 10 minuti. Anche ambienti con ph inferiore a 4,5 (ambienti acidi) presentano condizioni sfavorevoli per lo sviluppo del botulino e questo è uno dei vari motivi per cui si aggiunge il succo di limone per la conservazione della frutta.

I tempi e le modalità di cottura È importante porre particolare attenzione alla cottura della vostra preparazione al fine di ovviare a diversi inconvenienti, come ad esempio il rischio che si attacchi sul fondo della pentola o si verifichi una cristallizzazione eccessiva dello zucchero. I tempi di cottura sono indicati nelle ricette (generalmente corrispondono a circa ½ ora-1 ora) e possono variare in base alla tipologia di frutta scelta, alla quantità di zuccheri aggiunti, alla consistenza desiderata o alla presenza di gelificanti come ad esempio la pectina, sostanza che si ricava dalla frutta. Per aumentare la consistenza della conserva, si consiglia di aggiungere il succo di uno o 2 limoni per ogni chilogrammo di frutta. Per verificare il giusto grado di cottura potete effettuare “la prova del piatto”: versate una goccia del-

la vostra preparazione su di un piattino asciutto e controllate che scorra lentamente aderendo alla superficie (in questo caso sarà pronta).

Conservazione Le varie preparazioni vanno mantenute in un luogo asciutto e, una volta aperte, si devono conservare in frigorifero e consumare entro 1-3 settimane (la conservazione dipende dalla quantità di zucchero presente). Si consiglia di etichettare ogni singola conserva scrivendo la data di preparazione ed il contenuto degli ingredienti. Scartate le preparazioni casalinghe che all’apertura rilasciano gas o presentano bollicine, formazioni di muffe, cattivi odori e alterazioni del colore. Inoltre se notate rigonfiamenti del tappo non consumatele! Rossana Madaschi

TIPOLOGIA

DESCRIZIONE

Marmellata

Si intende una miscela cotta realizzata con zucchero e agrumi in pezzi (limone, arancia, mandarino, ma anche pompelmo, clementina, cedro e bergamotto)

Confettura

Si indica la stessa preparazione descritta precedentemente, ma riferita a tutti gli altri tipi di frutta.

Gelatina di frutta

Viene prodotta cuocendo il succo di frutta con pari quantità di zucchero (senza polpa o buccia). È maggiormente usata in pasticceria per apricottare i dolci prima di glassarli.

Composta

Si distingue dalla marmellata per il maggior contenuto di frutta e, conseguentemente, il minor quantitativo di zucchero aggiunto. La percentuale di frutta presente deve essere per legge più del 65%.

Extra

Per la preparazione di una confettura extra, marmellata extra, gelatina extra ecc., è richiesta una percentuale di frutta più del 45%.

Rossana Madaschi È dietista e docente di Scienze dell’Alimentazione presso alcuni istituti alberghieri di Bergamo e provincia, tiene corsi di cucina naturale ed è ospite presso numerosi programmi televisivi e radiofonici.


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La rubrica che vi invita a conoscere e gustare i frutti che la natura offre ad ogni stagione: più qualità nutrizionali, più freschezza e minor impatto ambientale

Pompelmi ibridi di successo

Carote proprietà medicinali

Ottimi brucia-grassi e preziosi alleati per la concentrazione

Apprezzate già dai greci e ricche di vitamine, sali minerali e zuccheri

Con il termine pompelmo, oltre al frutto, la cui varietà più comune è il pompelmo rosa che può arrivare a pesare fino a 2 kg, si identifica anche l’albero, alto solitamente dai 5 ai 6 metri, appartenente al genere Citrus. Il pompelmo nasce come antico ibrido tra l’arancio dolce ed il pomelo, ma da se-

“Un pompelmo è un limone che ha avuto un’opportunità e ne ha approfittato” (Oscar Wilde) coli costituisce specie autonoma. Giunge dall’Estremo Oriente, dove veniva considerato un frutto benedetto (insieme alla pesca e al limone) ed era simbolo di prosperità e fecondità per Greci, Romani e per i popoli del vicino Oriente. Sulle nostre tavole, però, il pompelmo è arrivato tardi, intorno al XIX secolo, mentre a lungo è stato usato solo come pianta ornamentale. L’origine del suo nome è legata a due parole: il termine olandese “pompoen”, cioè

grosso, e la parola “limoes”, originaria della lingua di Giava, che vuol dire limone. Ma per quanto abbia tardato ad apparire nella nostra dieta, da subito si sono notate le diverse proprietà di questo frutto. Positive e negative. Le proprietà positive sono diverse, tra cui la più nota è sicuramente quella di bruciare i grassi. Il succo di pompelmo combatte inoltre la letargia e la secchezza di gola; qualche goccia di essenza nell’acqua del bagno contribuisce a far ritornare la fiducia, il suo profumo migliora la memoria, aiuta la concentrazione e stimola il lato destro del cervello. Anche i semi del pompelmo sono molto utili in quanto il loro estratto contiene qualità antisettiche e disinfettanti che vengono usate nel trattamento di patologie. Di negativo, invece, ha la capacità di inibire diversi farmaci, bloccando l’enzima predisposto al loro trasporto dall’intestino al circolo sanguigno. Sembra inoltre che sognare dei pompelmi indichi una situazione aspra e sgradevole da affrontare, di cui non ci si rende conto o che si rifiuta di vedere. Meglio quindi mangiarli che sognarli!

Se chiedete a un cavallo, vi dirà che la carota è sicuramente uno degli alimenti più buoni e non a torto. Sulla tavola italiana è arrivata nel 1700 ma era conosciuta già da greci e romani, che l’apprezzavano per le sue proprietà medicinali. La carota, dal greco Karotòn, è una pianta erbacea dal fusto verde e la parte più consumata è la radice, dal colore arancione e lunga 18-20 cm. Ma il caratteristico colore arancione non è certo il suo colore naturale, infatti le prime carote erano piccole e di colore rosso, giallo o viola e solo a partire dal XVII

“Pianta erbacea dal fusto verde e la parte più consumata è la radice, dal colore arancione e lunga 18-20 cm” secolo, ad opera di orticoltori olandesi in omaggio alla famiglia reale d’Olanda, le carote hanno assunto il colore che conosciamo. La carota oggi è conosciuta anche per le sue innumerevoli proprietà. È ricca di vitamine, sali minerali e zuccheri semplici e per questo motivo il suo consumo facilita un aumento delle difese dell’organismo contro le malattie infettive. Tra le sue vitamine troviamo il Betacarotene, che favorisce l’abbronzatura, previene la formazione di rughe e cura la pelle secca. Per questo motivo è molto usata in

Frutta di stagione

Dicembre

Arance, avocado, banane, cachi, kiwi, mandarini, mele, pere

Verdura di stagione

Dicembre

cosmesi. Infine, si conoscono anche le proprietà della carota in merito alla vista: portano infatti sollievo ad occhi stanchi, ma la voce secondo cui migliorerebbero la visione notturna sembra una leggenda nata durante la seconda guerra mondiale, quando i soldati inglesi, volendo nascondere la nuova tecnologia per il rilevamento di velivoli nemici, sostennero che i piloti stessero mangiando un sacco di carote, per vedere di notte come di giorno. Le leggende e la simbologia legate alla carota sono molto diverse a seconda dei popoli. Nella tradizione araba quest’ortaggio è diventato simbolo di bontà, in quanto favorisce l’alito fresco e la salute della bocca.

Bietole, broccoli, carciofi, porri, cavolfiori, cime di rapa, finocchi


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La ricetta biologica del Villino di Erica

La ricetta di Lisa Casali

Flan di carote su crema di formaggi e noci tostate

Involtini di parti verdi di porro e ortaggi

Ricetta tratta dal libro “La cucina a impatto (quasi) zero” di Lisa Casali, Gribaudo Editore.

PrEParazionE Lavare e mondare le verdure. Tagliare il porro sottile e cominciare e rosolarlo in una pentola con l’olio. Tagliare le carote a fette, unirle ai porri, salare, pepare, aggiungere un bicchiere d’acqua e cuocere a fuoco medio, col coperchio, per circa mezz’ora, o finché le carote diventeranno morbide. Durante la cottura, se necessario, aggiungere altra acqua. A cottura ultimata, versare le carote in un frullatore insieme a tutti gli altri ingredienti (uova, panna, formaggio grattugiato). Frullare bene, salare e pepare. Preparare 12 contenitori di alluminio per flan/panna cotta ed imburrarli molto bene. Versarvi il contenuto fino circa ¾ dello stampino, riporli sulla placca da forno nella quale avrete messo un dito d’acqua e cuocere a 140°C per circa 45 minuti. Nel frattempo preparare la crema di formaggio facendo sobbollire la panna ed il taleggio a fuoco molto lento fino al raggiungimento della

cremosità desiderata indicativamente per 20-30 minuti, rimestando spesso con una frusta. Servire il flan con uno specchio di crema di formaggio tiepida e qualche noce tostata.

ingrEdiEnti per 4 persone • 1,2 kg carote • 1 porro • 600 ml. panna fresca da cucina • 6 uova • 1 manciata parmigiano gratt. • sale, pepe • 3 Cucchiai olio oliva e.v. • burro q.b. • Per la crema di formaggio: • 100 gr. panna fresca da cucina • 50 gr. formaggio morbido tipo Taleggio • sale e pepe q.b.

PrEParazionE Quest’involtino, che si prepara con la parte verde dei porri, è perfetto per una cena in piedi, ideale come antipasto. Potete prepararli anche in anticipo. Lavate e asciugate le parti verdi del porro, le carote e le zucchine. Riempite d’acqua una piccola pentola e portate a ebollizione. Sbollentate per alcuni minuti le parti verdi dei porri sfogliati, quindi scolatele, immergetele in acqua fredda e stendetele su un panno ad asciugare. Preparate la salsa di yogurt mescolando allo yogurt una punta di curry, il succo di limone, un cucchiaio di olio extravergine d’oliva, l’erba cipollina tritata, il sale e il pepe. Riponete in frigo fino all’utilizzo. Tagliate le carote e le zucchine a piccoli bastoncini e conditeli leggermente con olio, sale e pepe. Prendete un mazzetto di bastoncini misti (carote e zucchine) e disponetelo sull’estremità di una foglia di porro. Arrotolate per almeno un giro completo quindi tagliate la parte verde avanzata (da

usare per il prossimo involtino). Ricavate da una foglia di porro tante strisce sottili. Usate una striscia per legare bene l’involtino. Procedete così fino a terminare gli ingredienti. Cercate di non fare involtini troppo grandi perché altrimenti sarà più complicato mangiarli. Al momento di servire suddividete la salsa in ciotoline: una per ogni commensale. Portate in tavola gli involtini che ognuno condirà a piacere con la salsa allo yogurt. ingrEdiEnti per 6 persone • La parte verde di 2 porri • 3 carote • 3 zucchine • 1 Limone • 1 yogurt bianco compatto • Erba cipollina • 1 punta di curry • Olio extravergine • Sale e pepe


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Salute & Benessere

L’universo delle essenze Un profumo, un gusto, ma anche il calore e la freschezza di un aroma evocano sempre sensazioni ed emozioni Le essenze ci guidano, anche se non sempre ce ne accorgiamo: dalle erbe aromatiche in cucina alle essenze acquistate in profumeria. Più o meno consapevolmente un profumo, un gusto, ma anche il calore e la freschezza di un aroma evocano sempre sensazioni ed emozioni. Sono un interruttore in grado di richiamare alla mente un ricordo. Ma che cos’è un’essenza? L’essenza costituisce l’insieme dei vari costituenti chimici presenti negli organuli della pianta, nei suoi organi di sintesi, di raccolta e di secrezione. Alla pianta

“L’Aromaterapia utilizza gli oli essenziali per prevenire e curare. Gli oli essenziali sono complementari ai trattamenti classici della medicina” possono servire per respingere attacchi da parte di insetti, animali o funghi, possono avere una funzione regolatoria nei processi di crescita della pianta stessa o essere dei messaggeri biologici. Per olio essenziale invece si intende lo stesso gruppo di sostanze una volta estratte dalla pianta ed è ottenuto con alcune tecniche specifiche. L’Aromaterapia è una branca della Fitoterapia che utilizza gli oli essenziali per prevenire e curare. L’efficacia è provata da tempo e vi sono numerosi studi scientifi-

ci pubblicati su riviste mediche, inoltre nella Farmacopea Ufficiale (F.U.) della Repubblica Italiana, emanata dal ministero della Salute, sono riportate le monografie di alcune essenze con i relativi parametri qualitativi per l’impiego a scopo farmaceutico. Gli oli essenziali servono a curare o più semplicemente a migliorare lo stato di salute e di benessere e sono complementari ai trattamenti classici della medicina. L’olio essenziale è l’estratto più concentrato, si ottiene generalmente da pianta fresca, la pianta secca viene invece utilizzata per le droghe di importazione. Prima del processo di estrazione, alcune parti (legno, corteccia, radice) vengono pulite e triturate, mentre altre più delicate (foglie, fiori) vengono sottoposte a macerazione. Le tecniche di estrazione sono numerose: pressione a spremitura, estrazione con solventi quando non si possa utilizzare il calore, distillazione in acqua

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sottoposta a calore diretto, distillazione a produzione di vapore indiretto, “enfleurage” per fiori e parti delicate che, appoggiate su uno strato di grasso animale depurato, viene nel tempo saturato di olio essenziale, estrazione in supercritica di anidride carbonica. Un olio essenziale è in realtà una miscela abbastanza complessa di numerose sostanze chimiche, sono biomolecole di piccolissime dimensioni capaci di attraversare le barriere fisiologiche (pelle, sistema respiratorio). La maggior parte degli oli essenziali contiene una media di 50 mole-

cole distinte che ne spiegano la polivalenza e la possibilità di impiego nel trattamento di diverse patologie. Un esempio è l’olio di Lavanda (composto da 200 molecole) che può essere utilizzato come analgesico locale (mal di testa, reumatismi), oppure per lo stress come rilassante. I componenti fondamentali (alcoli, aldeidi, idrocarburi, perossidi, derivati solforati) contemporaneamente presenti giustificano le differenti propriètà (antisettiche, purificanti, antivirali, battericide, antinfiammatorie, analgesiche, sedative, antispastiche). Assunti a scopi alimentari, applicati sulla cute o aggiunti all’acqua del bagno sono un concentrato di sostanze chimiche di grande efficacia e potenziale tossicità. Proprio perché

Stile di vita e medicina integrata: un approccio olistico per la salute e il benessere Oggi salute significa cura, prevenzione e benessere psicofisico. Con questa rubrica vogliamo porre l’attenzione sui rimedi naturali, sul loro affiancamento all’allopatia (medicina classica) e sulle loro potenzialità nella prevenzione e benessere dell’individuo. Per olistico si intende un approccio alla cura dell’individuo che tiene conto della sua totalità.


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“La loro eccezionale capacità di penetrazione nell’epidermide li rende un ottimo veicolo per facilitare l’assorbimento di altre sostanze attive utilizzate in cosmetica” efficaci possono, nei soggetti sensibili, dare anche reazioni avverse come allergie, irritazione, causticazione. Non vanno mai ingeriti puri per via orale né usati in gravidanza e allattamento. L’olio essenziale estratto è generalmente un liquido limpido, trasparente, di colore variabile, aromatico e lipofilo. Allo stato puro si tratta di sostanze ad alta concentrazione di principi attivi. Un flaconcino di olio essenziale è al tempo stesso una bomba farmacologica e tossicologica. Data la loro elevata capacità di penetrazione attraverso l’epidermide bisogna tener conto del potenziale assorbimento a livello sistemico e soprattutto essere consapevoli che ci sono aree del corpo come il volto e i genitali in cui l’assorbimento è maggiore e quindi più rischioso. La loro

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eccezionale capacità di penetrazione nell’epidermide li rende un ottimo veicolo per facilitare la penetrazione di altre sostanze attive utilizzate in cosmetica. In misura estremamente contenuta sono aggiunti in alcune formulazioni in capsule e sciroppi assunti per via orale, in alternativa per inalazione con aerosol ma solo su prescrizione medica perché potenzialmente irritanti o in bagni durante i quali si assiste all’assorbimento per via aerea e cutanea. Gli oli essenziali rari (per ottenere 1 Kg di olio sono necessari minimo 10 Kg) ed efficaci sono polivalenti, possiedono differenti proprietà e hanno un largo spettro d’azione. Oggi grazie ai frutti della ricerca sappiamo come usarli nella cura di disturbi comuni come la tosse, l’acne o nell’utilizzo in cosmetica e gastronomia. Non bisogna però sottovalutare i potenziali rischi di un uso improprio, dovuto ad automedicazione. È bene invece consultare sempre uno specialista in grado di indicarci come beneficiare di un altro dono della natura per salvaguardare salute e benessere. Patrizia Mantoessi

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Ambiente

C’era una volta il lupo La popolazione del Canis lupus in Italia è in ripresa ma i pericoli non sono finiti, anzi! “Gli ululati sono parte del loro linguaggio: avvertono gli altri lupi che quello è il territorio del branco e non si ammettono intrusi”

Il lupo italico è, per dimensioni, simile a un grosso cane. In genere un adulto arriva a pesare fra i 25 ed i 35 kg. Il suo mantello è di colore variabile e va dal grigio al bruno rossiccio, crema chiaro sul ventre. Ha le orecchie corte e arrotondate, splendidi occhi gialli dal taglio obliquo e la punta della coda, molto folta d’inverno, nera. Le zampe, così come la muscolatura del collo, sono estremamente potenti.

Vita da lupi L’habitat preferito dal lupo è per lo più montagnoso e ricoperto da fitte foreste in grado di offrire cibo, tranquillità e un sicuro

“In Italia vivono circa 800-1.000 lupi sulle Alpi e sugli Appennini. Ogni anno oltre 100-200 finiscono nei lacci dei bracconieri, sono vittime dei bocconi avvelenati, vengono impallinati senza scrupoli o sono vittime di incidenti stradali” rifugio. Generalmente il lupo si riposa durante il giorno e dedica le ore notturne alla caccia, quando è meno probabile un

incontro con il suo peggior nemico: l’uomo. La ricerca del cibo in un ambiente degradato e impoverito come quello italiano porta il lupo a compiere lunghi spostamenti lontano dalla tana, andando incontro a non pochi pericoli. Il fiuto del lupo è particolarmente sviluppato e, grazie al suo grosso, tondo e umido “nasone”, avverte l’odore della preda anche a grande distanza. Per restare in forma il lupo dovrebbe mangiare circa 2 kg di carne al giorno, un’impresa

non sempre facile in un ambiente naturale reso sempre più povero dall’uomo e aggredito da cemento e asfalto. Per questo, in Italia, mangia un po’ di tutto, adattandosi alla disponibilità dell’ambiente. Nei boschi, dove le prede selvatiche sono abbondanti, si nutre di cinghiali, daini, caprioli, cervi e piccoli mammiferi, come lepri, conigli e talpe; può anche catturare fagiani e altre specie di uccelli, e al bisogno finiscono nella sua pancia anche bruchi, insetti e farfalle ol-

tre a mele, pomodori, zucchini, uva, bacche della rosa canina e diversi tipi di vegetali! Solo in rari casi, se la fame è tanta e le prede naturali scarseggiano, può ricorrere al bestiame domestico mal custodito come pecore, capre o galline.

L’ululato È un suono profondo, continuo, cupo e lamentoso che dura per diversi secondi. Lo si può ascoltare nei boschi al tramonto o nel


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Natale con il WWF Regalati o regala un’iscrizione per prenderti cura del pianeta Un dono prezioso per rendere il nostro pianeta un posto migliore Tigri, orsi, tartarughe e tante altre specie stanno scomparendo. Per proteggere gli animali, gli ambienti e promuovere uno sviluppo sostenibile, il WWF realizza numerosi progetti in tutto il Pianeta. Sono necessarie molte risorse per difendere e tutelare interi ecosistemi. Oltre 5 milioni di persone in tutto il mondo, con il loro aiuto, permettono al WWF di portare avanti le sue sfide, ma serve anche il tuo aiuto: dona per un progetto, potrai ricevere le bellissime stampe disegnate

“Più di 1300 progetti, dall’Italia all’Artico, dall’Africa alla Cina. Ma le minacce continuano: deforestazione, bracconaggio e commercio illegale di specie vegetali e animali, cambiamenti climatici”

cuore della notte, quando i lupi si preparano alla caccia e hanno bisogno di comunicare tra loro. Gli ululati sono parte del loro linguaggio: avvertono gli altri lupi che quello è il territorio del branco e non si ammettono intrusi, chiamano a raccolta i compagni prima di una battuta di caccia oppure servono nei “dialoghi” fra adulti e cuccioli. A volte diversi lupi ululano insieme, in una sorta di “ululato corale”, comunicando con altri gruppi vicini.

Il WWF per il lupo In Italia vivono circa 800-1.000 lupi sulle Alpi e sugli Appennini. Ogni anno oltre 100-200 finiscono nei lacci dei bracconieri, sono vittima dei bocconi avvelenati, vengono impallinati senza scrupoli o sono vittime di incidenti stradali. Il WWF per il lupo è impegnato contro la crudele pratica del bracconaggio. Nei Centri di Recupero per Animali Selvatici si prende cura di tutti quei lupi feriti

dai bracconieri, trovati in difficoltà o investiti sulle strade. Favorisce l’impiego di tecniche tradizionali di pastorizia per scoraggiare eventuali attacchi del predatore agli allevamenti dell’uomo e diminuire in questo modo il conflitto uomo-lupo. Sta creando corridoi verdi protetti, in modo che i lupi possano spostarsi da un tratto di bosco all’altro, al riparo da pericoli e minacce, con la volontà di aumentare la sorveglianza dei luoghi dove è più frequente la presenza del lupo.

e firmate dal Presidente Onorario del WWF Italia, Fulco Pratesi, dedicate alla tigre o al lanario, a sostegno del progetto contro la caccia. Oppure se preferisci i calendari, potrai scegliere tra quello “Adozioni”, con le immagini di alcune delle specie animali che sono più in pericolo, o quello dedicato ai “Cras”con le fotografie dei cuccioli che il WWF contribuisce a salvare nei Centri di Recupero per Animali Selvatici. Con questo contributo il WWF può intervenire per fermare fenomeni come bracconag-

gio, deforestazione, inquinamento, fino al vero e proprio soccorso degli esemplari feriti. Il tuo dono aiuterà a salvare le foreste di bambù, le tigri di Sumatra, gli orsi polari dei ghiacci dell’Artico, gli elefanti della savana africana e i lupi dei nostri monti appenninici. Per maggiori informazioni consulta il sito www.wwf.it.

Pagine a cura di WWF Lombardia e Bergamo SOStenibile


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Eco dal mondo

Nantes regina verde La città francese è la European Green Capital per il 2013 La metropoli francese, capoluogo della regione della Loira, è stata insignita dell’ambito titolo di capitale europea della sostenibilità e porterà la corona per tutto il 2013. Il concorso è nato quattro anni fa e fino ad oggi le città vincitrici sono state Stoccolma nel 2010, Amburgo nel 2011 e quest’anno la spagnola Vitoria-Gasteiz. Da gennaio lo scettro verde sarà in terra di Francia: Nantes ha trionfato sulle altre finaliste ovvero la spagnola Barcellona, la svedese Malmö, la tedesca Norimberga e l’islandese Reykjiavik. Il titolo premia la città che ha dimostrato maggior talento nel minimizzare l’impatto sull’ambiente migliorando la qualità della vita dei suoi cittadini. E’ assegnato in base all’esigente valutazione di più criteri: produzione e gestione dei rifiuti, presenza di aree verdi, consumo di

“Il titolo premia la città che ha dimostrato maggior talento nel minimizzare l’impatto sull’ambiente migliorando la qualità della vita dei suoi cittadini” acqua e trattamento delle acque di scarico, attenzione alla natura e promozione della biodiversità, trasporti locali, qualità dell’aria e livelli dell’inquinamento sonoro. Grande rilievo viene assegnato anche alla capacità di realizzare progetti che puntino ad uno sviluppo urbano rispettoso dell’ambiente. La sfida è ardua e non finisce qui. La “capitale green” deve anche dimostrare di essere un centro di irradiazione per la cultura dello sviluppo sostenibile, capace di porsi come fonte di ispirazione per altre città. La vittoria è stata frutto di buone pratiche iniziate circa due decenni fa. In seguito alla crisi industriale degli anni 90, l’amministrazione urbana ha compreso che Nantes doveva puntare su una rinascita all’insegna della sostenibilità: così facendo sarebbe potuta diventare un modello per la città europea del futuro. Così è stato. Certamente questo non

La chiesa St. Louis e gli anelli di Buren Autore: Annik Demolin

Les fonderies, giardino pubblico sull’Ile - Autore: Maximeo

Il progetto dell’Aeroflorale

sarebbe stato possibile senza il coinvolgimento dei cittadini, invitati a contribuire attivamente alla realizzazione degli ambiziosi obiettivi. Il primo passo è stato ripensare a una politica dei trasporti volta alla riduzione dell’utilizzo delle automobili: Nantes è stata la prima città francese a reintrodurre i tram elettrici, ha promosso pratiche ecologiche come bici-noleggio e car-sharing e ha favorito lo sviluppo pedonale del centro-città. Gli effetti di queste decisioni si

sono concretizzati nella netta riduzione del traffico urbano e nella discesa dei livelli di CO2 sotto i valori limite. Un’ulteriore vittoria sull’inquinamento atmosferico è stata possibile grazie ad un programma volto a preservare la biodiversità che ha reso necessaria una netta riduzione del consumo di pesticidi chimici (meno 85% in sei anni); l’aria di Nantes è oggi molto pulita e per verificare la sua qualità, oltre agli strumenti standard, è stato attivato lo spe-

rimentale “pollen watch garden”, che rileva gli allergeni e identifica i rischi per la salute dei cittadini. Un altro fiore all’occhiello della metropoli è la grande presenza di spazi verdi: parchi pubblici, giardini e campi coltivati arrivano a coprire il 60% del territorio, tanto che ognuno dei 590 mila abitanti può contare su un polmone verde a soli 300 metri dalla propria abitazione. Nantes si è dimostrata innovativa (e decisamente originale) anche nella modalità scelta per

trasmettere la cultura sostenibile al resto dell’Europa. Oltre alla partecipazione attiva a gruppi di lavoro e iniziative internazionali promosse dall’UE, la città manderà i suoi ambasciatori dell’ecologia nelle piazze di Madrid, Helsinki, Berlino... qui la gente vedrà apparire l’“aéroflorale”, una bizzarra serra mobile con a bordo scienziati, botanici e ricercatori attrezzati per prelevare in loco campioni di piante e pronti a fare lezioni estemporanee sulla biodiversità.


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Le «Machine» e la riqualificazione dell’Ile de Nantes Opere d’arte nell’isola della Loira ispirate a Jules Verne “La città di Nantes ha voluto rendere omaggio all’illustre concittadino realizzando le “Machine de l’île”, mostri meccanici in ferro e bulloni ispirati all’immaginario dei suoi romanzi”

Machine de l’Ile, l’elefante - Autore: Klefer

Come abbiamo visto, Nantes si è contraddistinta per la capacità di mettere in pratica politiche lungimiranti e per la volontà di orientarsi al futuro in modo innovativo. Tenendo in considerazione questi aspetti, non stupisce sapere che uno degli scrittori più visionari della storia della letteratura provenisse proprio da questa città. Si può affermare che si tratta di uno dei padri della fantascienza e che, con la sua fantasia intuitiva, ha ispirato numerose imprese scientifiche realizzate nei decenni successivi. Stiamo parlando di Jules Verne (1828-1902), autore di “Ventimila leghe sotto i mari”, “Viaggio al centro della terra”, “Dalla terra alla luna”, “Il giro del mondo in ottanta giorni”. La città di Nantes ha voluto rendere omaggio a questo cittadino illustre realizzando le “Machine de l’île”, mostri meccanici in ferro e bulloni ispirati all’immaginario dei suoi romanzi. Il più noto è un gigantesco elefante che ogni giorno raccoglie attorno a sé

Tratto del fiume Loira sull’Ile des Nantes - Autore: Pom’

una folla di curiosi; il pachiderma meccanico, alto ben 12 metri, passeggia sulle rive della Loira spruzzando acqua dalla proboscide. Quest’estate è venuta alla luce l’ultima creatura progettata dagli artisti-costruttori delle “Machine”: si tratta del “Carrousel”, un enorme mondo marino immaginario popolato da fantasiosi pesci, alto 25 metri e largo 20.

Queste incredibili opere d’arte sono simboli dell’Ile de Nantes, isola del fiume Loira, un tempo occupata da strutture portuali ed industriali. Il progetto di riqualificazione di questo quartiere è diventato un esempio di politiche di sviluppo sostenibile coordinate; è stato elaborato da una équipe guidata dall’architetto Joan-Louis Berthomieu e dal

paesaggista Alexandre Chemetoff. Gli obiettivi erano ambiziosi: fare dell’isola una zona urbana all’avanguardia rispettando l’ambiente naturale e valorizzando gli edifici di archeologia industriale pre-esistenti, contribuire allo sviluppo economico di Nantes, espandere il centro della città connettendolo con il fiume. Una mossa decisiva è stata il trasfe-

rimento sull’Ile della sede di importanti funzioni amministrative, economiche e di ricerca scientifica; in questo modo il quartiere è diventato un punto nevralgico per l’intera metropoli. La riqualificazione si è distinta come esempio di innovazione della pratica urbanistica, anche grazie al largo spazio dedicato all’arte urbana che ha reso il quartiere un distretto culturale d’eccezione. L’Ile è disseminata di opere artistiche integrate con lo scenario urbano e i vecchi cantieri navali sono oggi adibiti a contenitori culturali e spazi espositivi; edifici abbandonati sono stati ristrutturati o rinnovati con interventi di architettura contemporanea, e il materiale di scarto ricavato dai rifacimenti è stato utilizzato in altre costruzioni. L’isola, inoltre, è con il tempo diventata un modello di sostenibilità: i trasporti pubblici sono molto efficienti, e non mancano zone pedonali e piste ciclabili. Grande importanza è stata data alla biodiversità: lungo gli argini della Loira, nelle piazze, per le strade sono state piantate numerose specie botaniche, e per innaffiare questi spazi verdi viene utilizzato un sistema che raccoglie e purifica l’acqua piovana. Il punto di forza di questo imponente progetto di riqualificazione è stato il rispetto del contesto geografico e ambientale, e la trasformazione di ogni esigenza di intervento sul tessuto urbano in un’occasione per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Livia Salvi


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Processo alla noce amazzonica BergamoScienza con Cesvi e Slow Food nell’Aula di Corte d’Assise del Tribunale di Bergamo Lunedì 15 ottobre 2012, ore 17.00, Aula di Corte d’Assise del Tribunale Penale di Bergamo. Si apre solennemente il “Processo alla noce amazzonica”, organizzato da Cesvi e Slow Food nell’ambito della X Edizione di BergamoScienza e patrocinato da Comune di Bergamo, Provincia di Bergamo ed Expo 2015 con il contributo del Comune di Milano. Non è mancata neppure la degustazione finale a base di Noce e Moscato di Scanzo. Presidente del Tribunale è Carlo Casti, Governatore di Slow Food Italia. L’accusa è sostenuta dall’avvocato Daniela Rubino del Foro di Milano, mentre la difesa spetta all’avvocato Ettore Tacchini del Foro di Bergamo. Cancelliere, dal tono vivace e brillante, Margherita Antonelli (attrice). In gabbia, l’imputata: Bertholletia excelsa, comunemente nota come noce del Brasile o noce amazzonica, che cresce principalmente nell’Amazzonia meridionale, tra Perù, Brasile e Bolivia. Quattro i testimoni: Prof. ssa Cristiana Peano dell’Università di Torino, Facoltà di Agraria e Fondazione Slow Food per la Biodiversità; Prof. Carlo Modonesi dell’Università degli Studi di Parma - Dipartimento di biologia evolutiva e funzionale; dott.ssa Valeria Bigliazzi della Cooperativa Chico Mendes di Modena; il photoreporter Pino Ninfa, autore dello splendido reportage fotografico “L’energia del castaño” che è stato presentato in aula nel corso del dibattimento. La giuria popolare, a cui spetta emettere il verdetto finale, irrevocabile, è costituita da studenti del Liceo “Falcone” di Bergamo.

L’accusa Vengono letti i capi d’accusa, sostenuti dall’eccezionale dialettica dell’avvocato Daniela Rubino: la noce amazzonica -che vive solo allo stato di natura e viene raccolta manualmente dagli abitanti della foresta- rappresenta il simbolo di un’economia primitiva, legata ad una tradizione atavica che potrebbe impedire un reale sviluppo delle zone in cui cresce, ostacolare la diffusione dell’agricoltura e dell’allevamento e frenare la

modernizzazione; è responsabile di numerosi incidenti, anche mortali, durante la fase di raccolta, provocando infortuni gravi e malattie professionali; determina un forte impatto ambientale e un depauperamento delle risorse idriche e naturali; resiste alla deforestazione forzata; sfavorisce le donne e genera lavoro minorile.

La difesa A difesa della noce amazzonica intervengono, sotto solenne giuramento, alcuni dei testimoni e il brillante avvocato della difesa, Ettore Tacchini: il castagno, che nasce spontaneo e non si coltiva, sembra adattarsi a situazioni estreme, rimanendo a baluardo di una natura violentata e depauperata dalla selvaggia azione di deforestazione dell’uomo (come testimoniano le straordinarie immagini del photoreporter Pino Ninfa, proiettate nel corso del processo). Il castagno, attorno a cui si sviluppa un delicato ecosistema che può sopravvivere solo in un ambiente naturale intatto ed incontaminato, difende il sottobosco e consente la salvaguardia della foresta. La noce amazzonica costituisce la forma primaria di cibo per la popolazione locale, essendo dotata di alte potenzialità

“La noce amazzonica costituisce la forma primaria di cibo per la popolazione locale” organolettiche, gustative e salutistiche con un forte apporto proteico, nutritivo ed energetico; dato l’alto contenuto di grassi, la noce è utilizzata anche per la produzione di olio commestibile e contiene, tra gli altri minerali, buone quantità di selenio con proprietà antitumorali. Da tempi immemorabili, inoltre, gli abitanti della foresta, oggi organizzati in cooperative e perciò protagonisti del loro lavoro, vivono proprio grazie alla raccolta e alla commercializzazione di questo frutto.

Il verdetto La parola passa infine alla giuria popolare, che si ritira per il verdetto. E dopo una lunga e trepidante attesa, ecco la sentenza finale, come sempre all’insegna della salvaguardia del nostro pianeta vivente e della Terra Madre. “Nel nome del popolo goloso e sapiente, il tribunale ha valutato l’incapacità dell’imputata di intraprendere la scelta della sostenibilità ambientale, culturale ed economica. A motivo di

questa opzione, gravemente lesiva dei diritti delle comunità del cibo e delle popolazioni amazzoniche, la valutazione della corte è stata fortemente negativa. L’imputata ha mostrato un’assidua reiterazione di numerose condotte arrecanti danno a persone e cose con devastazione e abuso di ambienti e risorse naturali. Per questi motivi dichiara l’imputata colpevole quanto ai capi 2 (sottrazione di beni e terreni perpetrando un grande danno all’ambiente) e 3 (delitto di devastazione ambientale) e, concesse le attenuanti generiche, condanna l’uomo, “dominus” dell’ambiente, e affida la noce amazzonica ai servizi sociali per il suo recupero ad una vita sociale corretta con l’eliminazione delle sue predisposi-

zioni allo sfruttamento, in modo che possa imboccare la via della sostenibilità. Condanna altresì la suddetta a trascorre la vita nella colonia penale dell’area forestale di competenza, con obbligo per i poteri costituiti di creazione di aree agricole all’interno dei villaggi dei raccoglitori, che consentano l’autosussistenza della comunità e la possibilità di far conoscere a tutto il mondo le sue indubbie potenzialità organolettiche, gustative e salutistiche. Assolve l’imputata al capo 5bis relativo all’agropirateria, per la quale non è considerata imputata, ma parte lesa. Le buone pratiche imposte contribuiranno a salvare il nostro pianeta vivente e la Terra Madre”. Maria Imparato


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Claudio Bisio “Il mio legame con Cesvi è nato 10 anni fa, quando nel tour estivo di Zelig lanciammo l’sms solidale. Far sì che in Africa nascano bambini sani, senza Aids, è una sfida da vincere: fa bene non solo alla nostra anima, ma al futuro di tutti!”

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Alessio Boni “Sono stato in Zimbabwe a visitare i progetti del Cesvi contro l’Aids. Noi siamo fortunati, perché siamo nati nella parte ‘ricca’ del mondo. Credo sia nostro dovere tenere viva l’attenzione su questa enorme pandemia”

Lella Costa “È un privilegio per chi fa un lavoro come il mio essere utile alle cause in cui si crede, come quelle del Cesvi, che uniscono idealità e concretezza. Con questo progetto in Zimbabwe, per la prima volta, è stato capovolto il punto di vista sull’Aids in Africa. Una vera rivoluzione”

Cristina Parodi “Sono stata più volte sul campo a vedere il loro lavoro. Il ricordo più bello riguarda il viaggio con mio marito e i miei tre figli nel sud dell’India, dove Cesvi si occupa di bambini disagiati. È stato un viaggio molto istruttivo per i miei figli, che se lo ricorderanno per tutta la vita”

Trio Medusa “Cesvi non va in Africa a distribuire quello che ha comprato qui, ma a produrre, costruire cose che devono rimanere e funzionare nel tempo, coinvolgendo e formando lo staff locale. Se vuoi piantare un seme che poi germogli, devi portare la conoscenza”

Cesvi: fermare l’Aids in Africa con un sms di solidarietà “L’Energia del Castaño”: Foto di Pino Ninfa > Rufino Rodriguez e sua figlia. Rufino segue con la sua famiglia l’intero ciclo della castaña: dalla raccolta all’essiccazione, fino alla sbucciatura e alla preparazione dei sacchi per la fabbrica.

“L’Energia del Castaño”: Foto di Pino Ninfa > Disboscamento a trenta kilometri da Puerto Maldonado, in Perù.

“L’Energia del Castaño”: Foto di Pino Ninfa > Cooperativa di agricoltori “Coinacapa LTDA” a Porvenir, nella regione del Pando, in Bolivia. I sacchi contengono le castane selezionate, sullo sfondo quelle ancora in essicazione.

In campo anche Claudio Bisio, Alessio Boni, Lella Costa, Cristina Parodi e il Trio Medusa per bloccare il diffondersi del virus Bastano pochi euro donati con un semplice messaggio o una telefonata al numero 45508 (fino al 21 dicembre) per sostenere la campagna di lotta all’Aids del Cesvi. Con i fondi che verranno raccolti l’organizzazione umanitaria laica e indipendente potrà fornire le terapie farmacologiche per ridurre la trasmissione del virus dalle madri ai neonati. Inoltre, si potrà assicurare assistenza medica ai malati di Aids, attivare programmi di assistenza alimentare e psicologica, promuovere campagne di prevenzione e sensibilizzazione e supportare le strutture di accoglienza e di lotta all’esclusione sociale per gli orfani del virus in Zimbabwe, Congo e Sudafrica. Un dono di Natale che costa solo due euro se si invia un messaggio dal cellulare Tim, Wind, 3, CoopVoce, PosteMobile e Nòverca o chiamando da un telefono Twt. Oppure, chiamando da rete fissa Telecom Italia, Fastweb e Infostrada è possibile

contribuire alla campagna Cesvi con 5 oppure dieci euro. Nella sola Africa sub-sahariana si contano quasi 23milioni di persone con l’Hiv: il 67% dei sieropositivi di tutto il mondo. In questa Regione, il 60% delle donne ne sono affette e questo comporta un altissimo rischio

per i neonati. Solo nel 2010 ben 390 mila bambini sono stati contagiati, quasi sempre la trasmissione è avvenuta durante la gravidanza o l’allattamento. Per fermare il diffondersi del virus, cinque volti noti si sono uniti alla campagna di lotta all’Aids del Cesvi.

Chi è CESVI Cesvi è un’organizzazione umanitaria italiana laica e indipendente (Fondazione di partecipazione ONLUS), fondata nel 1985 a Bergamo. Opera in tutti i continenti per affrontare ogni tipo di emergenza e ricostruire la società civile dopo guerre e calamità. Ma soprattutto realizza progetti di lotta alla povertà e iniziative di sviluppo sostenibile, che fanno leva sulle risorse locali e sulla mobilitazione delle popolazioni beneficiarie. Nell’ultimo anno Cesvi ha aiutato oltre 3 milioni di persone avvalendosi di uno staff formato per l’88% da personale locale. Il 93% dei fondi raccolti è stato destinato direttamente ai progetti. In Italia è stata la prima associazione premiata con l’Oscar di Bilancio per la sua trasparenza nel 2000 e di nuovo nel 2011. www.cesvi.org


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100 di questi giorni! La cena del secondo compleanno del nostro mensile fra buona compagnia, buon cibo, buoni propositi e beneficenza. In una parola: Sostenibile! Venerdì 16 novembre. Ore 20. Al Vecchio Tagliere di Zanica. 90 persone. 1 evento: il secondo compleanno di Bergamo Sostenibile! L’atmosfera è quella tipica di un giorno di festa. Ci sono tutti: dalla direzione alla redazione, dagli sponsor ai lettori. Se ci fossimo immaginati una serata coi fiocchi sarebbe stata sicuramente così: una calorosa partecipazione in un contesto simpatico e conviviale, in un’azzeccata location. Dopo qualche esitazione nell’assegnazione dei posti (come in tutte le migliori feste), ognuno trova la sua sistemazione grazie all’assistenza delle

Da sinistra: Marco, Valeria, Clara, Livia, Alice, Lara, Giorgio, Alessandro F., Nello, Roberta, Alessandro V., Francesca, Diego

presenza fisica ad appuntamenti come questo, auspicando che lo stesso valga per ogni appuntamento da noi consigliato.

La redazione e il sito web

preziosissime Francesca e Roberta, le instancabili anime operative di Bergamo SOStenibile che anche in una serata di festa non si esimono dall’organizzare il tutto senza una pecca (quando si dice deformazione professionale). Gli antipasti promettono bene: ci sono salumi e formaggi a kilometro zero, polenta (graditissima dai non-bergamaschi presenti alla serata), il tutto accompagnato dal vino della casa che ovviamente ha dato una piccola mano a creare quella spensieratezza e allegria che ha caratterizzato l’intera serata. Fra una portata e l’altra anche giornalisti e collaboratori colgono l’occasione per scambiarsi due parole, d’altronde ritrovi come questo purtroppo non capitano molte volte durante all’anno. Il primo piatto è risotto con crema di scalogno e stracciatella di bufala e dopo il secondo (arrosto ripieno di salsiccia e castagne con puré di patate di Martinengo) è tempo di discorsi: Marco Rossi, l’editore, e Diego Moratti, il direttore, prendono la parola. La notizia dei discorsi allarma qualcuno dei presenti che si preoccupa immaginando i soliti discorsi di rito infiniti e noiosi.

Ovviamente non è così (mica ci chiamiamo Bergamo inSostenibile!) e tra poche parole e un po’ di emozione si svolgono i ringraziamenti necessari e doverosi.

Cresce la famiglia di BergamoSOStenibile Sono in tanti coloro che lavorano per la buona riuscita di questo mensile che già a due anni dalla sua nascita può vantare una serie di lettori affezionati e una crescente attenzione del pubblico, che può così venire a conoscenza di opportunità, iniziative volte a diffondere stili di vita socialmente e culturalmente sostenibili. Un grazie anche ai preziosissimi sponsor, senza i quali il nostro progetto “free press” non sarebbe “sostenibile”. Sono infatti 30.000 le copie sparse nei 500 punti di distribuzione presenti in tutta la bergamasca, in tutte le fiere e negli appuntamenti di settore più importanti. Infine il ringraziamento ai lettori, con i loro contributi, commenti e critiche, che rendono vivo e vissuto il nostro giornale. Fa davvero piacere inoltre vedere che l’attaccamento a questo mensile si concretizzi in

Il secondo anno è stato molto produttivo e, tra le principali novità e traguardi, ha visto la nascita del sito web BergamoSOStenibile.com che ci permette di essere sempre fruibili anche dove non arriviamo col giornale cartaceo. Le infinite potenzialità del web e dei social network Facebook e Twitter ci hanno avvicinato anche ad un pubblico più giovane al quale rivolgiamo con immenso piacere le nostre informazioni e le nostre proposte. A tal proposito è doveroso il ringraziamento e il saluto all’Incubatore d’Impresa di Bergamo Sviluppo che per 2 anni ha ospitato la nostra sede operativa, dispensando corsi e consulenze, dalla comunicazione al web, e soprattutto fornendo l’occasione di un piacevole e proficuo confronto con gli altri giovani imprenditori. Al momento del dolce tutti i collaboratori giornalisti presenti alla serata, entrati a far parte della giovane e dinamica redazione (siamo ormai oltre i 20 collaboratori!) sono chiamati al tavolo dei festeggiati dove Marco e Diego si dilettano in pose acrobatiche per procedere al taglio della torta (sono sicuramente meglio come editore e direttore… che come pasticceri o camerieri).

Beneficenza alla Associazione Angelman Ogni cena di compleanno che si rispetti ha anche il momento del regalo, ma stavolta il regalo lo hanno fatto tutti i presenti, devolvendo parte del costo della cena all’Associazione Angelman, un gruppo di volontari impegnato a raccogliere fondi a favore della ricerca per la lotta alla Sindrome di Angelman che affligge soprattutto i neonati. Con la cena e unendo altri contributi pervenuti, si sono raccolti 700 euro: un gran bel regalo e segno di solidarietà e BergamoSostenibile non poteva chiedere di meglio per il suo compleanno.

Grazie! Anche a nome di tutti i collaboratori scrivo ringraziando chi ci dà la possibilità di partecipare a questo progetto davvero in-

teressante, encomiabile e nato dal basso. L’atmosfera in cui si affronta l’uscita di ogni numero, la libertà di esprimere il proprio parere e proporre argomenti da trattare e gli obiettivi di fondo del giornale sono caratteristiche veramente apprezzabili e il tutto, unito alla giovane età dei collaboratori, partecipa a definire la coerenza fra metodo e mission di Bergamo Sostenibile. Non ci resta che augurarci un futuro roseo e 100 di questi giorni. Solo un rammarico… peccato che il compleanno si festeggi soltanto ogni 12 mesi! A poche settimane dal Natale approfittiamo per fare a tutti voi lettori i migliori auguri sperando che anche queste festività vengano vissute in linea con una filosofia di vita più sostenibile. Arrivederci all’anno prossimo! Giorgio Sappilo

Ci scrivono Noesis, associazione per la divulgazione delle discipline filosofiche, nel nome del suo presidente Giovanni Paninforni, ringrazia dell’invito: “Abbiamo partecipato con piacere alla bellissima serata per festeggiare il secondo compleanno del giornale BergamoSOStenibile. Durante la serata abbiamo avuto il piacere di conoscere nuove persone, ma soprattutto tanti giovani appassionati, volenterosi di utilizzare la scrittura come mezzo con il quale trasmettere il proprio pensiero, le esperienze e divulgare le possibilità di ecosostenibilità esistenti. Noesis è lieta di poter continuare una collaborazione con il giornale anche con l’intento di promuovere il tema della sostenibilità attraverso i suoi incontri.


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Google, a Londra il miglior posto di lavoro al mondo Arredo anti tossico, design informale e giardino coltivabile per i dipendenti Google È finalmente stato completato l’edificio di nove piani che a partire dal 4 Ottobre 2012 ospita la nuova sede di Google a Londra, situata nel palazzo St. Giles di Renzo Piano, all’interno del Central Saint Giles di Covent Garden, e che già durante la fase progettuale faceva parlare di sé. Sì perché la nuova sede londinese di Google è già stata definita il fiore all’occhiello fra i 70 uffici che la multinazionale possiede in oltre 40 sedi in tutto il globo: in termini di comfort dei propri dipendenti, di location e di at-

gle i dipendenti potranno anche coltivare il proprio orto urbano, grazie a diversi giardini e al tetto verde allestito sulla sommità dell’edificio. Tutti i materiali per la realizzazione sono ecologici e completamente privi di sostanze nocive o inquinanti, sia per l’ambiente che per i suoi fruitori. De-

finito dal quotidiano inglese The Indipendent come “il miglior posto di lavoro al mondo”, il nuovo ufficio londinese di Google è già diventato un esempio di come anche le sedi di lavoro possano essere accoglienti e confortevoli. Alessandro Sonzogni

“Tutti i materiali per la realizzazione sono ecologici e completamente privi di sostanze nocive o inquinanti sia per l’ambiente che per i suoi fruitori” tenzione ai consumi energetici. Il progetto, che porta la firma del team di architetti della Penson, si estende su una superficie fra i 15 mila ed i 16 mila mq: ambienti di lavoro informali, in totale continuità fra zone lavoro e spazi relax, che si rivelano un mix di benessere sul posto di lavoro, efficienza per quanto concerne le tecnologie per il funzionamento della struttura ed ecologia per le scelte progettuali e per i risultati raggiunti in fase esecutiva. La struttura comprende anche soluzioni innovative per quanto riguarda la possibilità di lavorare e impiegare i momenti liberi, attraverso l’utilizzo di una palestra e di una sala di danza. Il Google head quarter di Londra, oltre ad aver sottoscritto l’Healthy Material Program con cui si impegna a non utilizzare materiali da costruzione dei quali non sia stato verificato il reale impatto sulla salute, è in gara per la certificazione LEED Platinum, puntando a diventare un prototipo di sostenibilità. Nell’ecosostenibile sede di Goo-

Il risparmio energetico di Google Per Google la sostenibilità è ben più di una parola. I consumi, infatti, vengono monitorati costantemente per capire come intervenire per ridurre le emissioni inquinanti e abbattere i consumi. Le politiche di contenimento dell’impatto ambientale sono talmente radicate nelle pratiche aziendali da essere diventate, nel corso degli anni, una parte integrante del modo di fare business del gigante dell’informatica. Non è un caso che si stima che dal 2007 ad oggi Google abbia tagliato del 50 % i consumi di elettricità. L’impegno di Google non va solo nella direzione della riduzione dei consumi sul luogo di lavoro. Per rendersene conto, basta vedere cosa è stato fatto nella sede principale di Mountain View, dove gli sforzi per la sostenibilità sono stati notevoli. Gli impiegati, infatti, si muovono all’interno del campus in bici o con veicoli elettrici e si recano al lavoro con bus elettrici messi a disposizione dall’azienda, permettendo di togliere dalle strade almeno 3 mila auto. Sui tetti della sede centrale, inoltre, ci sono pannelli solari che producono 3 milioni di Megawatt/ora. E proprio le rinnovabili rappresentano un altro punto di forza di Google: negli ultimi anni sono stati investiti oltre 900 milioni di euro e ad oggi il 33 % del fabbisogno energetico del colosso californiano è caratterizzato da fonti di energia pulita.


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Storia & Personaggi

Il cantico delle creature Il ringraziamento di San Francesco a Dio per bellezza sparsa con infinita bontà e sapienza Le “Laudes creaturarum” o “Cantico delle creature” o “Cantico di frate sole”, composte da Francesco d’Assisi nel tempo estremo della sua vita, rappresentano la mistica comunione del frate orante con l’intero creato. In tutta umiltà il santo contempla e sacralizza, nel primo testo poetico della letteratura italiana, l’infinita possanza, la diffusa bellezza e la bontà di Dio

che ha fatto all’uomo doni d’amore leggibili nelle manifestazioni della creazione, inscritti nei fatti naturali, in un mondo armoniosamente destinato alla felicità degli uomini e discreti. La lode sale al Creatore come riconoscente omaggio per il sole che allieta la soave chiarità degli spazi; per la luce e il calore prodigati regolarmente; per la luna e le stelle che si offrono al nostro

stupore aperto sulle notti stellate e l’incanto dei pleniluni. E dai corpi celesti, la lode a Dio si estende al quotidiano mondo della nostra esperienza ambientale terrena. Non c’è immagine di tempesta nel vento e le nubi e l’alterno anda-

Storia & personaggi:

Letture dal «Cantico di Frate sole»

la rubrica che intende ripercorrere -attraverso fatti salienti e personalità illustri- la nascita e l’evoluzione del “pensiero ecologico”. A cura del Centro di Etica Ambientale www.centroeticaambientale.com

Altissimu, onnipotente bon Signore, Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi’ Signore cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione. Laudato si’, mi Siignore, per sora Luna e le stelle: il celu l’ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento. Laudato si’, mi Signore, per sor’Acqua. la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si’, mi Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si’, mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fior et herba. Laudato si’, mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore et sostengono infrmitate et tribulatione. Beati quelli ke ‘l sosterranno in pace, ka da Te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato s’ mi Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male. Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate.

mento delle stagioni che si avvicendano a garantire la vita e la sopravvivenza di tutte le creature. La terra, l’aria, l’acqua e il fuoco, i quattro elementi che secondo la concezione della fisica classica e medioevale formano il mondo, sono chiamati con semplicità e confidenza madre, sorella e fratello. Di ognuno Francesco loda e ringrazia Dio per i doni conferiti al sostegno e alla regolazione della nostra vita nel contesto di una bellezza sparsa con infinita bontà e sapienza: bello è il sole, bella la luna e le stelle, bello il fuoco... E chiamandoli madre, sorella, fratello, Francesco respinge l’idea di un uomo sovrano sul creato, in favore di un’idea

“la morte del corpo non è che l’ultima sorella della nostra condizione umana” di fratellanza con tutti gli esseri anche dei più umili e modesti. Negata ogni velleità di dominio, l’uomo del creato diventa il custode e l’ammiratore perché in esso si svela l’atto della potenza creatrice e l’amore della provvidenza perpetuate dall’Onnipotente. Infine è l’uomo l’ultima creatura esaltata dal “Cantico”; ma l’uomo che perdona perché è stato perdonato. L’uomo che soffre senza ribellione perché, francescanamente rivolto a Cri-

sto, accetta la sua croce nell’attesa dell’incoronazione finale. Così la morte del corpo non è che l’ultima sorella della nostra condizione umana. Probabilmente Francesco compone gli ultimi versi quando il suo stato di salute si è aggravato e si approssima all’abbandono di tutte le gioiose creature celebrate nella prima parte del “Cantico”. Ma qui, la morte dell’uomo, sinolo inscindibile di corpo e di anima, è sottratta alla cupa inesorabilità di un destino universale. C’è un criterio specifico per la creatura dotata di libero arbitrio. Se nel contesto dell’armonia universale l’uomo avrà seguito con umiltà la volontà di Dio nell’imitazione di Cristo, la sorella morte corporale non sarà che l’ultimo accompagnamento ad una vita eterna. Perciò, conclude Francesco, sia lodato e benedetto e ringraziato il Signore come in chiusura di un canto liturgico. Giuseppe Piantoni Centro di Etica Ambientale


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Il CEA apre a Treviglio Etica, valori e percorsi per lo sviluppo del territorio Si è svolto sabato 17 novembre il convegno che ha visto impegnati insieme il Centro di Etica Ambientale e la Cassa Rurale di Treviglio per lo sviluppo territoriale Il Centro di Etica Ambientale di Bergamo e la Cassa Rurale di Treviglio sono legate alle comunità locali da “un’alleanza per lo sviluppo”, ove “sviluppo” assume un significato ben più ampio di quello strettamente economico, avvicinandosi al concetto di “equità” e “bene comune”. Firmatarie di un Protocollo d’Intesa che ne suggella la collaborazione, CEA e BCC sono da tempo impegnate per la promozione dei valori dell’etica e della sostenibilità ambientale. Un impegno solido e concreto,

“Firmatarie di un Protocollo d’intesa, CEA e BCC da tempo impegnate per la promozione dei valori dell’etica e della sostenibilità ambientale” attraverso la promozione di un modello condiviso di sviluppo sostenibile, partendo dal rispetto e dalla tutela di tutto ciò che costituisce la Terra in cui viviamo, fonte di risorse naturali, di crescita sociale e di opportunità di sviluppo, anche economico. Il Convegno “Etica, Valori e Per-

corsi per lo sviluppo del Territorio” tenutosi lo scorso Sabato 17 Novembre presso l’Auditorium Cassa Rurale di Treviglio, ha fatto il pieno di presenze. Con oltre 250 iscrizioni ha voluto offrire all’attenzione e alla sensibilità della città di Treviglio, piattaforme e percorsi tra i più suggestivi della “sostenibilità Ambientale”: dall’ecologia all’equità, dal locale al globale, dalla

le interrogazioni dei relatori: il professore Luciano Valle, direttore scientifico del CEA, che ha approfondito i principi e dei valori ispiratori del nuovo progetto dell’Abitare con la sintesi inedita di etica, tecnica e mondo naturale. Molto apprezzato il dialogo con professore Giacomo Bonomi, da cui è emerso un interessante concetto di “Ambiente”, quale punto di connessione fra

Gianfranco Bonacina presidente BCC-Cassa Rurale Treviglio

Don Francesco Poli presidente Centro Etica Ambientale

crescita alla bellezza. Uno spazio di dialogo con la popolazione civile e le istituzioni di Treviglio, con la presenza del sindaco trevigliese Giuseppe Pezzoni, del presidente BCC-Cassa Rurale Gianfranco Bonacina e i saluti del presidente del CEA Don Francesco Poli, per condividere il cambiamento in atto e gli scenari futuri in un’ottica di EcoEquo-Sostenibilità. Suggestive

“Sviluppo Sostenibile” e difesa dei beni e del bene comune. A chiudere la toccante lettura del professore Giuseppe Piantoni, dal Cantico delle Creature di S. Francesco d’Assisi. Da segnalare, l’inaugurazione della nuova sede “Sportello permanente Centro di Etica Ambientale - Treviglio Lombardia” con la finalità di offrire, a cadenza settimanale (tutti i mercoledì del mese dalle

10 alle 12), momenti di dialogo, e approfondimento sui temi dell’etica e della sostenibilità ambientale presso lo Sportello Famiglia Giovani della Banca di Credito

Cooperativo (via S. Martino, 15 - Treviglio). Claudia Proserpio Resp. Eco Educazione e Formazione CEA di Bergamo


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Calendario appuntamenti

Appuntamenti sostenibili Fiere, convegni, incontri, mostre, mercati e molto, molto altro per comunicare, partecipare e condividere stili di vita sostenibili Data

Orario

27 Nov/6 Dic

21.00

Evento

Tipologia

Luogo svolgimento

Contatti

Orchestra di Via Padova Biglietto ridotto per chi si reca in bicicletta “tre atti unci da Anton Checov” Biglietto ridotto per chi si reca in bicicletta Approfondimento floristico: Campanulaceae

Concerto

Tieffe Teatro

www.tieffeteatro.it

Spettacolo teatrale

“Teatro i” Via Gaudenzio Ferrari, 11 Milano

www.teatroi.org

Incontro

www.floralpinabergamasca.net

Concerto

8.30 - 12.30 9.00 - 12.00 12,30

“Archi de Sono” - Helena Winkelman Biglietto ridotto per chi si reca in bicicletta “Gourmarte” Il piacere dell’arte alimentare in Lombardia Mercato agricolo dei produttori locali Mercato “Briologico” Presentazione Libro “Ecocucina” di Lisa Casali Oltre il rischio: la Fiducia - Strade che portano lontano Farmers market Campagna Amica Compra Verde Buy Green VI edizione Mercato agricolo dei produttori locali Mercato “Briologico” Terra Madre Day 2012: la taragna dei prati Parini

9 Dic

16,00

Terra Madre Day 2012: presentazione guida delle osterie (e non solo)

Presenatzione

10 Dic

21.00

Gruppo Flora Alpina Bergamasca Centro sociale Monterosso Sala Verdi del Conservatorio, Via Conservatorio 12, Milano Fiera Bergamo - Via Lunga Stezzano (Bg) Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta c/o Fiera Gourmarte - Fiera Bergamo - Via Lunga Bergamo, Centro Congressi Giovanni XXIII Ponte San Pietro, via Sant’Anna (Passerella) Palazzo delle Stelline VI Edizione Albino (Bg) Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Sedrina Cà Chinaglio (Bg) c/o Agriturismo Prati Parini Città Alta, Sala Capitolare ex Convento di San Francesco (Bg) Sala Verdi del Conservatorio, Via Conservatorio 12, Milano Seriate c/o Leroy Merlin Bergamo, Liceo scientifico L. Mascheroni Sotto il Monte XXIII (Bg), Piazza Giovanni Paolo II Ponte San Pietro, via Sant’Anna (Passerella) Bergamo, c/o Parco Scientifico Kilometro Rosso via Stezzano 87

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Corso gratuito Corso di filosofia Mercato Agricolo Incontro/Degustazione Mercato Agricolo Mercato Agricolo Mercato biologico a Km 0 Mercato biologico a Km 0 Mercato Agricolo Mercato biologico a Km 0 Corso di filosofia

Sala Verdi del Conservatorio, Via Conservatorio 12, Milano Teatro del Seminario di Bergamo Zanica (Bg) Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Corna Imagna (Bg) Sala Verdi del Conservatorio, Via Conservatorio 12, Milano Seriate c/o Leroy Merlin Bergamo, Liceo scientifico L. Mascheroni Ponte San Pietro, via Sant’Anna (Passerella) Zanica, Ristorante Al Vecchio Tagliere, Via libertà, 87 Madone (Bg) Città Alta Bergamo, Piazza della Cittadella Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Stezzano (Bg) Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Bergamo, Liceo scientifico L. Mascheroni

Mercato Agricolo Mercato biologico a Km 0 Corso di filosofia Mercato Agricolo Mercato biologico a Km 0 Mercato Agricolo Corso di filosofia

Albino (Bg) Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Bergamo, Liceo scientifico L. Mascheroni Zanica (Bg) Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Corna Imagna (Bg) Bergamo, Liceo scientifico L. Mascheroni

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29 Nov/10 Dic 21.00 30 Nov

20.45

3 Dic

21.00

1/3 Dic 1 Dic 1 Dic 2 Dic 4 Dic 5 Dic 5/6 Dic 8 Dic 8 Dic 9 Dic

10 Dic 11 Dic 11 DIc 12 Dic 13 Dic

14 Dic 15 Dic 15 Dic 15 Dic 16 Dic 17 Dic 17 Dic 18 Dic 19 Dic 20 Dic 22 Dic 22 Dic 22 Dic 29 Dic 5 Gen 5 Gen 8 Gen 12 Gen 12 Gen 15 Gen 19 Gen 19 Gen 20 Gen 22 Gen

8.30 - 12.00 9.00 - 12.00 20.00 8.00 - 12.00

“Trio di Torino”- Violino, violoncello, pianoforte Biglietto ridotto per chi si reca in bicicletta 10-12/13-15/15-17 Mini orti urbani 20.00 Porta più lontano la realtà o l’immaginazione? - Strade che portano lontano 20,30 Obbligo di rimozione dell’amianto 8.00 - 12.00 Farmers market Campagna Amica 14,00 - 18,00 Verso una società a bassa intensità di carbonio. Strumenti per dimostrare l’impegno delle aziende dalla norma ISO 14064 per gli inventari delle emissioni di gas serra alla carbon footprint di prodotto 21.00 Orchestra sinfonica del conservatorio “Debussy e dintorni” Biglietto ridotto per chi si reca in bicicletta 21.00 Concerto Gospel 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” 9,00 - 13,00 Mercato agricolo dei produttori locali 21.00 Pianista Louis Lorte “In attesa dell’anno di Wagner” Biglietto ridotto per chi si reca in bicicletta 10-12/13-15/15-17 Compostagio domestico 20.00 “Duc in altum” Prendi il largo - Strade che portano lontano 8.00 - 12.00 Farmers market Campagna Amica 20.00 Slow Food Rete Giovane “La Grigia, la Bruna, la Reggiana” 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali 10.00 - 18.00 Mercato agricolo e non solo 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” 20.00 Attraversamenti. Dall’animale all’uomo (e ritorno) - Strade che portano lontano 8.30 - 12.30 Mercato agricolo dei produttori locali 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” 20.00 La strada per Dio: parola o silenzio? - Strade che portano lontano 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” 9,00 - 13,00 Mercato agricolo dei produttori locali 20.00 La via del coraggio nell’epoca del capitale globale - Strade che portano lontano

Fiera Mercato Agricolo Mercato biologico a Km 0 Presenatzione libro Corso di filosofia Mercato Agricolo Mostra Convegno Mercato Agricolo Mercato biologico a Km 0 Incontro/Pranzo

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