PERIODICO SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI
Numero 39 | Anno VI° | Gennaio/Febbraio 2015 | www.infosostenibile.com
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ESCLUSIVA: INTERVISTA AL MINISTRO MARTINA
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Je suis infoSOStenibile di Diego Moratti Bergamo, Brescia e ora infoSOStenibile. Cresce ancora la famiglia dell’informazione sostenibile: quello che avete in mano è il primo numero di infoSOStenibile, la nuova testata stampata in 50 mila copie che raccoglie e amplia l’esperienza del mensile BergamoSOStenibile, nato nel 2010, e di BresciaSOStenibile, attivo da un anno. La diffusione della nuova rivista sarà di carattere più regionale, considerando l’interesse che lega le nostre tematiche a quelle di Expo Milano 2015, in cui lo slogan “Nutrire il pianeta, energia per la vita” non è altro che una rappresentazione del concetto stesso di sostenibisegue a pagina 2
Expo: contesto sorprendente per contenuti e bellezza architettonica Alimentazione
Società
Green Economy
Speciale
Una risata vi seppellirà
Le vie del gusto
Agevolazioni Sposarsi fiscali 2015 con stile
Ai confini della satira
A lezione da Raspelli
Incentivi prorogati
Pagina 36 Attualità
Pagina 46 Rubriche
Arte in mostra
Italia: in viaggio tra i capolavori
Salute e benessere
Consigli per prevenire i tumori a tavola Pagina 8
Pagina 48
Pagina 26
Matrimoni e non solo Pagina 18
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Editoriale
Segue dalla prima pagina lità. Lo sguardo editoriale invece continuerà a spaziare dal locale all’internazionale: vogliamo rimanere con i piedi ben radicati nei singoli territori dove andremo, come sempre, a scoprire e raccontare le buone pratiche di associazioni, enti e imprese legate ai nuovi stili di vita e a un’economia più sostenibile. Ma non ci fermeremo a Bergamo, Brescia e alla Lombardia, bensì continueremo a esplorare un mondo di fatti, curiosità, esperienze che mettono in luce quanto la sostenibilità sia un “fil rouge” che unisce il locale al globale: l’attualità e le novità dall’Italia e dal mondo, una crescente green economy che sta guadagnando terreno sia tra aziende che tra i consumatori sempre più attenti ed esigenti, rubriche sull’alimentazione, salute e benessere, turismo, cultura e società, saranno il nostro modo di promuovere l’informazione SOStenibile a tutto campo. Ci saranno al momento due edizioni principali, infoSOStenibile Bergamo e infoSOStenibile Brescia, cui si affiancherà un’edizione infoSOStenibile generale che coprirà le molte richieste che provengono da altre province e -orgogliosamente- anche da altre regioni d’Italia. Sarà interessante poter vedere come nelle province vicine o in altre realtà locali si possano ritrovare esperienze e spunti interessanti e allo stesso tempo sarà possibile per ciascun territorio mostrare e dare valore alle proprie realtà di successo o iniziative lodevoli, spesso poco valorizzate dal circuito dei mass media che vivono di titoli di cronaca a effetto, di sterili polemiche appositamente enfatizzate, di gossip e di artificiosi battibecchi politici che riempiono le pagine dei giornali.
je suis infoSOStenibile
“Il pluralismo delle fonti di informazione e delle linee editoriali, siano esse piccole testate locali o network internazionali, sono il cuore pulsante e forse l’unica condizione per una società veramente libera” Ed è proprio l’informazione uno dei pilastri chiave con cui si può scalfire una società e un’economia ancora lungi dall’essere quella desiderata: la nostra “mis-
Free Press > 50.000 copie
PERIODICO SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI Registrazione: Tribunale di Bergamo N. 25/10 del 04/10/2010 Registro stampa periodici Chiuso in redazione 29 Gennaio 2015
© Copyright 2015. Tutti i diritti non espressamente concessi sono riservati.
sion” è proprio quella di divulgare una cultura positiva, costruttiva e contagiosa della sostenibilità a livello amministrativo e politico, come a livello privato, nel mondo dell’associazionismo, delle imprese e delle famiglie. L’anno dell’esposizione universale di Milano 2015 si è aperto con l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi: per nutrire il pianeta in modo sostenibile occorre molto più dell’energia rinnovabile in senso stretto. Occorre un’energia culturale positiva e aperta all’evoluzione, al cambiamento e all’integrazione, che abbia però, come baluardo inflessibile, il pluralismo e la libertà di espressione quale base
accogliente per una democrazia sostanziale, che eviti il ricorso alla violenza per esplorare fino in fondo il potere della parola e del dialogo. Locale e internazionale sono elementi comunicanti di un unico villaggio globale ed è ormai risaputo che l’azione di un qualsiasi cittadino o lettore in ogni angolo del mondo ha ripercussioni su tutto il resto: come la scelta di andare a fare la spesa al negozio sotto casa ha il potere di influenzare l’intero pianeta e il suo sistema economico e produttivo, così il pluralismo delle fonti di informazione e delle linee editoriali, siano esse piccole testate locali o network internazionali, sono il cuore pulsante e
> Editore Studio Green Solution Srl > Direttore Responsabile Diego Moratti > Responsabile di Redazione Alice Motti > Redazione Mara d’Arcangelo > Bergamo Angela Garbelli > Brescia redazione@infosostenibile.it > Segreteria Francesca Togni e Roberta Spinelli > Progetto Grafico e impaginazione Nello Ruggiero - grafica@infosostenibile.it > Stampa CSQ Spa - Erbusco (BS) - www.csqspa.it > Pubblicità Marco Rossi - Tel. +39 335 362358 pubblicita@infosostenibile.it Gianluigi Cirelli - Tel. +39 336 414193 gianluigi.cirelli@infosostenibile.it
forse l’unica condizione per una società veramente libera. Lottare nel quotidiano per avere la possibilità di scrivere su Charlie Hebdo o su un BergamoSOStenibile qualunque, significa garantire un pluralismo culturale e vera libertà di pensiero. Pluralismo aggredito sì da episodi di violenza, ma anche da un’insostenibile approssimazione di una società spesso omologata al pensiero comune e impulsivo dei mass media. Una società della comunicazione globale, eppure distratta localmente e nel quotidiano, attratta solo dagli abbagli dei grandi eventi universali o dal clamore dei grandi attentati. Diego Moratti
Hanno collaborato a questo numero: Mara d’Arcangelo, Angela Garbelli, Silvia Cesana, Arianna Corti, Elisa Troiani, Chiara Migliori, Maddalena Palo, Elena Pagani, Clarissa Nigris, Daniela Picciolo, Laura Landi, Alessandro Micozzi, Giuseppe Cadeddu, Maria Imparato, Alessandro Fortis, Vera Zanchi, Livia Salvi, Giorgio Moratti, Giuseppe Martelli, Rossana Madaschi.
Recapiti Redazione: Via Broseta, 121 24128 Bergamo (zona Loreto) Tel. +39 035 258559 redazione@infosostenibile.it
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Sommario Attualità In primo piano 4. Intervista a Maurizio Martina Ministro delle Politiche Agricole con delega a Expo Expo 6. Expo: inizia il conto alla rovescia 7. Il Padiglione Italia sarà un vivaio 8. L’Italia si mette in mostra: i grandi dell’arte invadono le città italiane 9. Italy on show: the greats of art invade Italian cities BergamoSOStenibile 11. Intervista a Giorgio Gori sui primi sei mesi. Per il 2015 priorità Expo 12. Vivere slow per assaporare al meglio ogni momento 14. Galletto d’Oro. Onore al gusto e alla tradizione 16. La Porta del Parco. Seminare in nome collettivo 17. Sorella Terra punta alla valorizzazione del paesaggio per produrre benessere economico Speciale SPOSI 18. Mi vuoi sposare? A Berg(AMO) Spo(SI) tante idee per il giorno più romantico 20. Partecipazioni con Stile, per eventi ricamati nella carta BresciaSOStenibile 22. Brescia per Expo 2015 24. Quale futuro attende il Parco delle Colline? 25. “Salvare l’Italia dall’asfalto e dal cemento”, si può!
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Green Economy Ecologia & Imprese 26. Le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico 28. Per trovare lavoro servono rinnovate capacità professionali e attitudine positiva 29. La coltivazione del Bambù Gigante OnlyMoso è realtà anche in Lombardia 30. A Dalmine l’incubatore d’impresa che sostiene le idee 31. Auto elettriche per l’Associazione dei comuni di Agenda21 32. Le città cambiano e i giardini diventano verticali 33. “Ooho”, la bottiglia d’acqua diventa commestibile 33. Buste di plastica come nuovo combustibile 34. In vacanza con il baratto 34. L’Italia e Europa contro l’abbandono dei rifiuti
Stili di vita e d’impresa Società 36. Una risata vi seppellirà. Uno, nessuno, centomila Charlie 38. Di immortale c’è solo la satira 40. Primo presidio Slow Food in Albania 41. Diversità, tolleranza, rispetto in una nazione multireligiosa 42. La psicologia al servizio della sostenibilità 42. Sensi di colpa insostenibili 43. Ecopelli ed ecopellicce conquistano anche i più scettici 43. Come inventarsi un lavoro andando in vacanza 44. Le piante mangia-veleni: Clorofito, Sansevieria, Spatifillo, Areca Alimentazione & Benessere 46. Le vie del Gusto con Edoardo Raspelli 47. Frutta e verdura di stagione > Corbezzolo e Topinambur 47. Le ricette > Marmellata di Corbezzolo / Insalata di Topinambur 48. Prevenire i tumori a tavola Appuntamenti dal territorio..................... 52 I Punti di distribuzione di infoSOS............... 54
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In primo piano
Intervista a Maurizio Martina Ministro delle Politiche Agricole con d
A Milano 140 Paesi per un dialogo internazionale sulle sfide alimentari del p Obiettivo: sottoscrivere la “Carta di Milano 2015” il protocollo di Kyoto dell’a L’Esposizione: “Momento unico, in un contesto sorprendente per contenuti e Il giovane Ministro Maurizio Martina, classe 1978, responsabile del dicastero delle Politiche Agricole e in particolare della delega su Expo Milano 2015, fa il punto dei programmi, delle aspettative e delle sfide aperte dalla grande Esposizione Universale, manifestazione che sta entrando nel vivo e nel merito dei contenuti e del coinvolgimento di cittadini e associazioni. Buongiorno Ministro Martina. Ci sono diverse idee e interpretazioni su Expo, cosa veramente sia e a cosa serva. Ora che siamo quasi alla vigilia, qual è la sua definizione di Expo? Expo Milano 2015 è un’occasione straordinaria per discutere della sfida alimentare globale dei prossimi anni. Sarà una grande piattaforma di dialogo internazionale, un incontro fra popoli, associazioni, governi. Nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi e gli oltre 140 Paesi partecipanti sono chiamati a confrontarsi su come garantire cibo sano, sufficiente e sicuro per tutti. “Nutrire il Pianeta, energia per la vita”, tema di questa Esposizione, è molto più di uno slogan: è un impegno che ci prendiamo per offrire un futuro più sostenibile alle nuove gene-
razioni. Vogliamo che ogni visitatore esca da Expo più informato e più consapevole. Ci sono opportunità economiche, politiche, culturali e turistiche legate a questo evento. Quali sono i veri destinatari di Expo 2015? Quali sono gli attori protagonisti di una simile manifestazione? Questo evento è di tutti, perché il tema dell’alimentazione ci riguarda da vicino. Imprese, cittadini, associazioni, mondo accademico e ovviamente istituzioni: ciascuno deve fare la sua parte. A cominciare dalla sottoscrizione della ‘Carta di Milano’, vera e propria eredità di Expo Milano 2015 che, per la prima volta nella storia delle esposizioni, tutti potranno firmare. Non sottovalutiamo poi l'importanza dei giovani, anche loro chiamati a un ruolo attivo dentro e fuori l’Esposizione, attraverso percorsi mirati e un programma di educazione alimentare già avviato nelle scuole. Ma penso anche ai ricercatori, in particolare a quelli italiani, alle imprese che sapranno presentare soluzioni innovative e tecnologie moderne legate a una produzione del cibo sempre più sostenibile.
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“Expo rappresenta già oggi un’opportunità di crescita, con 1 miliardo di euro di investimenti stranieri e l’80% dei lavori del cantiere assegnati ad aziende italiane”
Il nostro periodico si chiama da questo mese “InfoSOStenibile” e intende diffondere ai lettori un’informazione propositiva su stili di vita e d’impresa più sostenibili. Lei trova ci sia una giusta proporzione tra l’aspetto economico-commerciale (e turistico) e l’aspetto “culturale” della tematica di Expo, così legata al concetto di sostenibilità? Nelle prossime settimane si scoprirà l'anima di Expo e il tema della sostenibilità sarà centrale. Si è parlato molto in questi mesi
“Gli oltre 140 Paesi partecipanti sono chiamati a confrontarsi su come garantire cibo sano, sufficiente e sicuro per tutti”
dei contenuti, al di là degli aspetti più materiali. Il nostro impegno è massimo in tal senso. L’Italia può dire la sua, portando esperienze concrete e i risultati che già oggi caratterizzano il nostro modello agricolo. Qualche esempio? L’agricoltura italiana usa sempre meno fertilizzanti, produce il 35% in meno di emissioni di gas serra rispetto alla media europea e un ettaro su 10 da noi è biologico. Sostenibilità e biodiversità sono due parole che fanno parte del nostro Dna, sono il nostro tratto distintivo.
“L’agricoltura italiana usa sempre meno fertilizzanti, produce il 35% in meno di emissioni di gas serra rispetto alla media europea e un ettaro su 10 da noi è biologico”
Quali sono gli elementi di forza dell’agricoltura italiana? Cosa pensa riguardo alle dimensioni delle nostre aziende agroalimentari e all’efficacia della filiera italiana produzione-trasformazione-distribuzione? Il sistema agroalimentare italiano vale 260 miliardi di euro, oltre il 17% del Pil nazionale, e trova il suo cuore pulsante proprio nell’esperienza agricola. Siamo leader in Europa per numero di prodotti di qualità, ma abbiamo ancora un enorme potenziale. Per essere più
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delega a Expo
pianeta alimentazione e per bellezza architettonica” “Il sistema agroalimentare italiano vale 260 miliardi di euro, oltre il 17% del Pil nazionale, siamo leader in Europa per numero di prodotti di qualità, ma abbiamo ancora un enorme potenziale”
competitivi, affrontare il tema dell’organizzazione della filiera è cruciale, perché le nostre aziende hanno tendenzialmente piccole dimensioni, ma sviluppano grande valore aggiunto. Vogliamo trasformare questo limite in un punto di forza, ad esempio favorendo l’aggregazione delle aziende. Il lavoro che stiamo portando avanti come Ministero va proprio in questa direzione. Il nostro obiettivo è mettere in campo il maggior numero di strumenti utili, come ad esempio i contratti di filiera e le reti d’impresa, per far crescere i rapporti tra i vari soggetti coinvolti.
Expo delle idee Il 7 febbraio a Milano, presso l’Hangar Bicocca si riuniscono tutti i soggetti, gli enti, le istituzioni, i comitati scientifici e le organizzazioni coinvolti nell’Esposizione Universale. Oltre 500 partecipanti interverranno nella sessione plenaria e nei tavoli tematici sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’alimentazione, la lotta allo spreco, l’educazione alimentare, le possibilità che derivano dalla ricerca e dall’impiego di tecnologie innovative. Atteso il presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi.
“Unico, innovativo e dinamico. Narrare il nostro saper fare, l’unicità del made in Italy abbiamo scelto il concept del «Vivaio»”
C’è molta aspettativa per il settore turistico. È fondata? Expo sarà un evento di portata mondiale che attirerà turisti da ogni parte del globo. Fino a ora sono oltre 8 milioni i biglietti venduti, oltre un milione di questi in Cina. Il nostro obiettivo è attirare circa 20 milioni di persone. Si stimano circa 5 miliardi di euro di indotto solo per il turismo e già oggi ci sono degli operatori che hanno prenotato 1 milione di notti in Italia. Saremo pronti ad accoglierli e a mostrare loro la potenza delle nostre eccellenze. Fondamentale, dal punto di vista ricettivo, sarà il ruolo giocato dal progetto “Expo e territori”, grazie al quale collegheremo Milano, centro dell’evento, con le altre regioni italiane. L'obiettivo è quello di presentare e valorizzare il patrimonio produttivo e scientifico delle diverse filiere agroalimentari insieme a quello culturale e artistico, ai siti Unesco, ai beni paesaggistici e naturalistici, alle strutture di accoglienza e ricettività presenti nel territorio italiano. Sarà una grande occasione per sperimentare circuiti di attrazione turistica che rimarranno come patrimonio per il nostro Paese anche dopo Expo. Quali sono i programmi pre-Expo per le prossime settimane? Su cosa state lavorando? Il 7 febbraio daremo vita a “Expo delle idee”, un evento che coinvolgerà oltre 500 esperti, in 40 tavoli di lavoro su 4 aree tematiche: le dimensioni dello sviluppo
tra equità e sostenibilità; cultura del cibo; agricoltura, alimenti e salute per un futuro sostenibile; rapporto tra smart e slow city. Entro la fine di febbraio avremo una prima versione della “Carta di Milano”, la prima eredità dell'Esposizione universale. Il documento rappresenterà un atto di impegno che vedrà protagonisti, per la prima volta, istituzioni, imprese, associazioni e l'intero sistema delle organizzazioni internazionali, come l'Onu, dove alla fine il documento approderà. Soprattutto coinvolgerà i semplici visitatori che avranno la possibilità di firmare la carta: una nuova mentalità sulla lotta agli sprechi alimentari deve partire dal basso, dalle famiglie, dai cittadini. Il padiglione Italia: ci descriva le caratteristiche con tre aggettivi. Unico, innovativo e dinamico. Il Padiglione Italia sarà infatti un punto di riferimento per tutta l’Esposizione. Vogliamo che diventi uno strumento fondamentale per mettere in luce la straordinarietà dell’Italia con una capacità reale di narrare il nostro saper fare, l’unicità del “made in Italy” e l’incredibile potenziale che abbiamo ancora da esprimere. Anche per questo abbiamo scelto il concept del “Vivaio”, con uno slogan chiaro: “Orgoglio Italia”.
Sarà il luogo dove verranno rappresentate al meglio le nostre potenze. Proprio in questi giorni abbiamo presentato il “Vivaio Ricerca”, che vedrà gli scienziati italiani del Cnr impegnati in un fitto calendario di appuntamenti che dimostrano come l’Italia anche in questo campo voglia giocare un ruolo da protagonista. L’1 maggio è dietro l’angolo. Il sistema italiano arriva “preparato” a cogliere le varie sfumature di questa occasione? Arriveremo pronti per cogliere questa sfida e per far sì che Expo sia davvero la vetrina dell’Italia migliore. Abbiamo recuperato molti dei ritardi accumulati negli anni scorsi. Ricordiamoci che per l'Italia Expo rappresenta già oggi un’opportunità di crescita, con 1 miliardo di euro di investimenti stranieri e l’80% dei lavori del cantiere assegnati ad aziende italiane. E girando per i territori si percepisce l’attesa per l’evento, la consapevolezza della sua importanza. Si sente l’orgoglio di essere protagonisti. Ci lasci con un invito e una motivazione a visitare Expo: “Partecipate a Expo perché…” ? Perché sarà un momento unico in un contesto sorprendente per contenuti e per bellezza architet-
La Carta di Milano 2015 Sarà un documento che proporrà impegni e responsabilità precise su tutti i principali temi della questione alimentare globale e sarà il principale strumento di partecipazione consapevole al dibattito espositivo che interesserà tutti i paesi aderenti. La Carta di Milano è in pratica il Protocollo di Kyoto dell’alimentazione, richiamando nella stesura e nelle modalità il trattato internazionale sul riscaldamento globale firmato nel 1997 da più di 180 Paesi del mondo. tonica. E soprattutto per essere protagonisti della grande sfida sul futuro dell’alimentazione, che parte dai comportamenti di ognuno di noi. Penso ad esempio allo spreco alimentare: ogni anno in Europa ogni cittadino getta nella spazzatura 190 kg di cibo, con un impatto ambientale terrificante. Con Expo ogni visitatore potrà assumere un impegno preciso. Il futuro del Pianeta passa anche da Milano. Diego Moratti
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Expo
Expo: inizia il conto alla rovescia A tre mesi dall’inaugurazione gli occhi del mondo sono puntati su Milano Finalmente ci siamo: è arrivato il 2015, l’anno di Expo, l’Esposizione Universale che Milano sta aspettando e, almeno teoricamente, preparando dal 2008. Il 2014 non è stato un anno semplice. È stato l’anno degli scandali, delle inchieste che hanno portato alla luce appalti e tangenti, degli arresti che sono arrivati ai vertici della società di gestione dell’Evento e dell’accumularsi dei ritardi nei lavori sul sito espositivo. Arrivare in tempo all’appuntamento di maggio 2015 e preparati è la parola d’ordine. A che punto siamo?
L’Expo prende forma L'Esposizione Universale di Milano sta finalmente prendendo forma dopo gli stop, i ritardi, le polemiche: nei cantieri gli operai sono passati dai 2.800 di dicembre ai 3.500 di gennaio e il padiglione Zero, la struttura che accoglierà i visitatori all'ingresso Ovest è quasi ultimata. Cominciano a essere pronti anche i primi padiglioni nazionali. Il primato spetta al
La struttura di Expo a forma di croce
“Il primo padiglione nazionale completato è quello del Bahrein: mancano solo le palme che verranno piantate in primavera” Regno del Bahrein, un piccolo Stato di un arcipelago del Golfo Persico: mancano solo le palme di 17 metri che verranno piantate in primavera. Intanto la ditta brianzola che ha eseguito i lavori sta già studiando il modo per disfare il padiglio-
ne a fine Expo per rimontarlo in un museo del sultanato. Tra i primi Paesi ad aver terminato il padiglione ci sono anche la Repubblica Ceca con il suo 'Laboratorio della vita' e l’Angola e, dei 53 Paesi che avranno un padiglione esclusivo, sono almeno una quindicina quelli che termineranno il loro padiglione entro fine gennaio: Azerbaigian, Israele, Qatar, Principato di Monaco, Germania, Kuwait, Giappone, Svizzera, Oman, Belgio, Kazakistan, Regno Unito, Cile, Vietnam. Anche i nove Cluster, la grande novità di questa Esposizione
Universale, ovvero i padiglioni collettivi che raccoglieranno intorno a nove temi comuni (Riso, Cacao, Caffè, Frutta e legumi, Spezie, Cereali e tuberi, Bio Mediterraneo, Isole, mare e cibo e Zone aride) i Paesi che non hanno un loro padiglione cominciano a prendere forma. Davanti al Cluster del Riso si sta preparando lo spazio per una piccola risaia che, specchiandosi sul rivestimento riflettente già montato sul padiglione darà l'idea di un’enorme area coltivata. Anche i lavori lungo il Cardo, la strada che attraverserà il si-
“La struttura del Cardo richiamerà l’idea dei classici borghi storici italiani, dove composizioni geometriche differenti si susseguiranno incastrandosi tra loro e creando diverse piazzette” to espositivo da Nord a Sud, e che ospiterà gli spazi italiani, sta finalmente progredendo; la piantumazione degli alberi sulla collina mediterranea procede a passo spedito e il canale di 6,5 km che circonda il sito espositivo è concluso. Nella Lake Arena, il bacino d’acqua alimentato dal canale Villoresi sono già state montate le pompe che permetteranno i giochi d'acqua e presto inizierà anche la costruzione e il montaggio dell'Albero della vita, che sorgerà proprio al centro del lago. A.C.
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Il Padiglione Italia sarà un vivaio Una struttura classica per un Padiglione che guarda a un futuro sostenibile
Il Padiglione Italia occuperà tutti i 235 metri del Cardo, ovvero la via che collega il sito espositivo da nord a sud secondo la tradizionale impostazione romana e che, insieme al Decumano, costituirà l’ossatura dell’Esposizione Universale. La struttura del Cardo richiamerà l’idea dei classici borghi storici italiani, dove composizioni geometriche differenti si susseguiranno incastrandosi tra loro e creando diverse piazzette. All’interno del Padiglione Italia troveranno spazio, oltre a Palazzo Italia, gli spazi espositivi di rappresentanza, di intrattenimento, di ristorazione e di ricreazione del nostro Paese, in edifici temporanei progettati per essere smontati e ricollocati altrove al termine dell’evento. L’idea guida nella progettazione del Padiglione è quella di un vivaio, per rappresentare uno spazio sicuro dove i nuovi progetti e i giovani talenti che operano nel
Paese possano “germogliare”. All’interno del Padiglione Italia, per posizione e architettura, l’elemento simbolo sarà Palazzo Italia che nella forma si ispira a una vera e propria foresta urbana. L’edificio, progettato in un’ottica di sostenibilità ambientale è a consumo quasi zero e in classe A. L’intera superficie esterna del Palazzo sarà costituita da pannelli in cemento brevettato da Italcementi, che consentirà di catturare alcuni inquinanti atmosferici trasformandoli in sali inerti, contribuendo così a pulire l’aria. Anche la malta è stata realizzata con l’80% di aggregati riciclati provenienti in gran parte dagli scarti di lavorazione del marmo di Carrara.
Expo 2015 sarà un evento sostenibile Quella di Milano sarà la prima Esposizione Universale della storia “sostenibile”: lo scorso 6 gennaio la società Expo 2015 ha ottenuto dall’ente di certificazione internazionale Dnv Gl la certificazione di conformità allo standard internazionale ISO
“Uno spazio sicuro dove i nuovi progetti e i giovani talenti che operano nel Paese possano germogliare è l’idea guida del Padiglione Italia” 20121:2012 del sistema di gestione per la sostenibilità dell'evento, che comprende tutte le attività di pianificazione e di organizzazione dell’Esposizione milanese. Expo è il secondo evento internazionale, dopo le Olimpiadi di Londra 2012, ad aver sviluppato un sistema formalizzato e riconoscibile di analisi e gestione dei temi legati alla sostenibilità. Quello della sostenibilità è infatti uno dei fili conduttori dell’evento, a partire dal tema: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, nella prospettiva di un futuro sostenibile del Pianeta e della società. A sottolineare l’impegno di Expo Milano 2015 per l’ambiente è anche la pubblicazione della seconda edizione del Rapporto di Sostenibilità,
relativo alle attività condotte tra giugno 2013 e giugno 2014. Il prossimo Rapporto verrà pubblicato a fine evento e racconterà quanto fatto nel semestre.
Un’Expo dalla struttura romana In molte città italiane ed europee è ancora oggi evidente l’antica struttura a forma di croce, eredità del castro, ovvero dell'originario accampamento dell'esercito romano. Le città di fondazione romana sono infatti accomunate dallo schema urbanistico ortogonale strutturato su due strade perpendicolari tra di loro: il Cardo e il Decumano. Proprio a questa struttura si è ispirata la realizzazione del sito espositivo. Il Decumano, la via principale dell’Esposizione, attraverserà l’intero sito da est a ovest per un chilometro e mezzo, ospitando su entrambi i lati i padiglioni nazionali dei Paesi Partecipanti. Lungo 350 metri, l’asse del Cardo metterà in relazione il nord e il sud del Sito Espositivo ed è interamente dedicato all’Italia. Nel punto in cui Cardo e Decumano
“Davanti al Cluster del Riso si sta preparando una piccola risaia che, specchiandosi sul rivestimento riflettente del Padiglione darà l'idea di un’enorme area coltivata” si incontrano sorgerà Piazza Italia, il luogo in cui simbolicamente l’Italia incontra il mondo, mentre ai quattro estremi dei due assi, in corrispondenza dei quattro punti cardinali, sorgeranno la Collina Mediterranea, dove saranno messe a dimora le vegetazioni e le colture tipiche dell’ecosistema mediterraneo e da dove si potrà godere del panorama su tutto il sito espositivo, l’Expo Center, un grande spazio per eventi al coperto, l’Open Air Theatre, un grande spazio destinato agli eventi all’aperto e la Lake Arena, un bacino d’acqua circondato da gradinate ed alberi al cui centro sorgerà l’Albero della vita. Arianna Corti
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Expo
L’Italia si mette in mostra: i grandi dell’
Leonardo, Giotto, Matisse, Picasso, Morandi e Palma il Vecchio sono tra i grandi protag Milano, Ferrara, Genova, Brescia e Bergamo, ma anche Forlì, Roma, Firenze: il 2015 si annuncia ricco di appuntamenti culturali che interesseranno gran parte della penisola. Merito anche di Expo che, in previsione dei suoi 20 milioni di visitatori, ha fatto da volano a molte iniziative che si annunciano estremamente interessanti. Come la grandiosa mostra itinerante “Il Principe dei Sogni. Giuseppe negli arazzi di Pontormo e Bronzino”, che riunirà per la prima volta dopo 150 anni i venti arazzi tessuti su cartoni del Bronzino e di Pontormo per Cosimo I de’ Medici. La mostra esordirà a Roma nella sala dei Corazzieri del Quirinale da metà febbraio, per proseguire durante l’Expo a Milano nella sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a fine aprile e finire a Firenze nel salone de’ Dugento a Palazzo Vecchio da metà settembre. Milano Il genio di Leonardo e Giotto La città meneghina sede di Expo non può che essere protagonista indiscussa degli eventi che parlano d’arte. Grandi aspettative per l’omaggio a Leonardo Da Vinci che dal 15 aprile, giorno del compleanno del grande genio, al 19 luglio riunirà a Palazzo Reale un numero di capolavori dell’artista e scienziato davvero stupefacente. “Leonardo 14521519” sarà la più grande esposizione a lui dedicata mai ideata in Italia. Dal 2 settembre al 10 gennaio 2016 Palazzo Reale si fregia della presenza di un’altra grande esposizione: “Giotto. L’Italia” nel suo titolo laconico cela un universo di genialità senza precedenti. È infatti al pittore fiorentino che si deve il superamento della bidimensionalità e della ieraticità bizantina. All’interno del percorso artistico sarà possibile ammirare alcuni dei capolavori del padre della pittura moderna, tra cui il “Polittico Stefaneschi”, il “Polittico di Bologna” e il “Polittico di Badia”. Bergamo Le forme della bellezza In occasione di Expo, Bergamo propone la prima grande retrospettiva dedicata al famoso compaesano Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio. Alla Ga-
mec dal 13 marzo al 21 giugno, i massimi capolavori di uno dei geni indiscussi del Rinascimento italiano metteranno in luce le languide figure femminili che ne hanno fatto il grande interprete della bellezza. Imperdibile inoltre la riapertura dell’Accademia Carrara, uno dei musei più importanti d'Italia, situata di fronte alla Gamec. Il 23 aprile il luogo simbolo del collezionismo italiano permetterà di ammirare nuovamente capolavori assoluti dell'arte italiana, realizzati soprattutto tra il XV e il XIX secolo da artisti quali Mantegna, Bellini, Botticelli, Raffaello, Tiepolo e Canaletto. Tra le meraviglie, la pinacoteca vanta inoltre importanti nuclei di opere di Lotto e di Moroni. Brescia Viaggio artistico nel gusto Dal 24 gennaio al 14 giugno, Palazzo Martinengo ospiterà la mostra “Il cibo nell’arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol”. Perfettamente allineato alle tematiche Expo, il percorso espositivo indagherà il rapporto tra arte e cibo in oltre 100 opere, attraverso un dialogo costante tra i maestri dell’arte antica e gli autori moderni e contemporanei quali Magritte, De Chirico, Manzoni, Fontana, Lichtenstein e Andy Warhol. Dal Barocco al Rococò, dal Romanticismo ottocentesco alle avanguardie del Novecento, il lungo viaggio permetterà di apprezzare le iconografie correlate alla rappresentazione del cibo nel corso dei secoli. Tra piatti e tavole imbandite, potrete scoprire alimenti oggi totalmente scomparsi e attingere preziose informazioni sulla storia dell’alimentazione grazie all’ausilio di tavole elaborate dai più rinomati dipartimenti di Scienze Alimentari delle Università italiane. Venezia Il futuro secondo la Biennale d’Arte “All the World's Futures”, ovvero “Tutti i possibili futuri del mondo”, racchiude nel nome il tema della 56a Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia curata da Okwui Enwezor, uno dei più importanti curatori d'arte contemporanea dall’approccio storico, interdisciplinare e
internazionale. Quest’anno la Biennale si svolgerà dal 9 maggio al 22 novembre, anticipando l’apertura per connettersi a Expo. Tra i Giardini della Biennale, l’Arsenale e l’intera città di Venezia, i padiglioni dei 53 paesi partecipanti proporranno la propria idea di futuro invitando a ritrovare nell’arte la capacità di anticipare il tempo e essere interprete del futuro. Ferrara La ribella rosa di fuoco Riflessione artistica trasversale in tema Expo a Ferrara dove, dal 19 aprile al 19 luglio, Palazzo dei Diamanti accoglie l’esposizione “La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudí”. In mostra opere di artisti spagnoli testimoni dell’espansione e del fermento che circondarono l’Expo del 1888. La “rosa di fuoco” era infatti il nome in codice con cui gli anarchici all’inizio del Novecento indicavano Barcellona, la capitale catalana che a cavallo del XX secolo infiammava gli animi di artisti, politici e intellettuali. La grande Esposizione universale del 1888 aveva introdotto dirompenti idee di modernità e nuovi modelli di vita. La mostra rende omaggio, da prospettive inedite, a questi anni inquieti e colorati, fucina di talenti, anche attraverso artisti straordinari ma poco frequentati tra cui Reynolds, Chardin, Zurbarán. Roma Scoprire Morandi e Matisse A Roma mostre ed esposizioni di grande valore artistico. Gli appassionati di Giorgio Morandi potranno ammirare un centinaio di dipinti dell’artista dal 27 febbraio al 21 giugno, esposti al Complesso del Vittoriano. La mostra “Giorgio Morandi 18901964” documenterà la vicenda artistica del pittore bolognese attraverso un numero cospicuo di opere, provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private, inclusi alcuni capolavori meno noti. Alcuni capolavori assoluti di Henri Matisse, provenienti dai maggiori musei del mondo come dalla londinese Tate Modern, dal MoMa di New York, dall’Ermitage di San Pietroburgo, e dal francese Centre Pompidou, saranno visibili per la prima volta in Italia grazie all’esposizione “Ara-
besque”, alle Scuderie del Quirinale dal 4 marzo al 21 giugno. Genova e Torino Espressionismo e sensualità Percorrete questo viaggio in Italia sulle orme dell’arte con un approfondimento sull’espressionismo tedesco, che a partire dal 6 marzo impreziosirà le sale del Palazzo Ducale di Genova: sono i colori a caratterizzare le opere del gruppo di artisti Die Brücke, affiancate da quelle dei Fauves francesi, del Futurismo italiano e di Der Blaue Reiter di Monaco di Baviera. Potreste infine decidere di concludere il vostro viaggio nell’arte con un itinerario all’insegna dell’erotismo delle opere di Tamara de Lempicka, pittrice polacca protagonista indiscussa dell’art déco, in mostra al Palazzo Chiablese di Torino dal 19 marzo. Alice Motti
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’arte invadono le città italiane
gonisti del 2015 in tutto lo stivale
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Italy on show: the greats of art invade Italian cities Milan, Ferrara, Genoa, Brescia and Bergamo, but also Forlì, Rome and Florence: 2015 promises to be a year full of cultural initiatives that will concern a large part of the peninsula. This is also thanks to Expo which, in view of the expected 20 million visitors, has been a real boost to many initiatives that promise to be extremely interesting. One such event will be the spectacular itinerant exhibition “Il Principe dei Sogni. Giuseppe negli arazzi di Pontormo e Bronzino” (Prince of Dreams: Joseph in the Tapestries of Pontormo and Bronzino), which, for the first time in 150 years, will reunite the twenty tapestry cartoons by Bronzino and Pontormo commissioned by Cosimo I de’ Medici. The exhibition will make its debut in Rome in the Sala dei Corazzieri in the Quirinale (16th February - 12th April); it will then move to Milan during Expo to the Sala delle Cariatidi in Palazzo Reale (28th April - 6th September), and end its journey in Florence in the Salone de’ Dugento in Palazzo Vecchio (16th September - 15th February 2016).
; La Bella, Palma il Vecchio
; Donna a teatro, Picasso
Milan: The genius of Leonardo and Giotto The city of Milan, the site of the Expo, will of course be the undisputed protagonist of events involving art. There are high expectations for the tribute to Leonardo Da Vinci, which from 15th April - day of the birthday of the great genius - to 19th July will bring together, in Palazzo Reale, a number of truly stunning masterpieces by the artist and scientist. “Leonardo 1452-1519” will be the largest exhibition devoted to him ever conceived in Italy. From 2nd September to 10th January 2016, Palazzo Reale will enjoy the presence of another great exhibition: “Giotto. L’Italia”, which in its concise title conceals a universe of unprecedented brilliance. We can, in fact, give credit to the Florentine painter for surpassing bi-dimensionality and Byzantine solemnity. Within the art tour it will be possible to admire some of the masterpieces of the father of modern painting, including the “Polittico Stefaneschi” (Stefanschi Polyptych), the “Polittico di Bologna” (Bologno Polyptych) and the “Polittico di Badia” (Badia Polyptych) Bergamo: The forms of beauty During Expo, Bergamo will be proposing the first great retrospective dedicated to its famous compatriot Jacopo Negretti known as Palma il Vecchio. At GAMEC, from 13th March to 21st June, the greatest masterpieces of one of the undisputed geniuses of the Renaissance in Italy will be displayed, with an emphasis on the languid female fig-
ures that made him the world’s greatest exponent of beauty. Not to be missed is the re-opening of the Accademia Carrara, one of the most important museums in Italy, situated opposite the GAMEC. On 23rd April, the symbolic location of Italian collecting will be open for visitors to once again enjoy the exquisite masterpieces of Italian art created above all between the sixteenth and twentieth centuries by artist such as Mantegna, Bellini, Botticelli, Raphael, Tiepolo and Canaletto. Among the many wonders, the art gallery also boasts important works by Lotto and Moroni. Brescia: Artistic voyage through taste From 24th January to 14th June, Palazzo Martinengo will host the exhibition “Il cibo nell’arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol” (Food in Art. From the great masters of the seventeenth century to Warhol). Perfectly in line with the theme of Expo Milano 2015, the exhibition will investigate, with over 100 works, the relationship between art and food by means of a continuous dialogue between the masters of ancient art and modern and contemporary painters such as Magritte, De Chirico, Manzoni, Fontana, Lichtenstein and Andy Warhol, From the Baroque to the Rococo, nineteenth-century Romanticism and the Avant-garde of the twentieth century, the long tour will allow visitors to appreciate the iconography associated with the representation of food over the centuries. Among dishes and laid tables, you can discover foods that have now totally disappeared and acquire valuable information on the history of food thanks to panels realised by the renowned departments of Food Science of Italian Universities. Venice: The future according to the Art Biennale “All the World's Futures”, is the title chosen for the 56th International Art Exhibition of the Venice Biennale curated by Okwui Enwezor, one of the most important contemporary art curators with a historic, interdisciplinary and international approach. This year the Biennale takes place from 9th May to 22nd November, bringing its opening forward to coincide with Expo. Between the Biennale Gardens, the Arsenale and the entire city of Venice, the pavilions of the 53 participating countries will propose their idea of the future, inviting visitors to find in art the ability to anticipate time and be an interpreter of the future.
Ferrara: The rebel rose of fire A new artistic reflection in line with the theme of Expo, “La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudí” (The Rose of Fire: The Barcelona of Picasso and Gaudi) is being held in the Palazzo dei Diamante in Ferrara from 19th April to 19th July. On display are the works of Spanish artists who witnessed the expansion and turmoil that surrounded the Expo of 1888. “Rosa di fuoco” was, in fact, the code used by anarchists during the years straddling the twentieth century for Barcelona, the Catalan capital which, at the beginning of the twentieth century inflamed the hearts of artists, politicians and intellectuals. The great Universal Exposition of 1888 introduced devastating ideas on modernity and new life models. The exhibition pays homage, in a unique way, to these uneasy and colourful years, a hothouse for talent, through extraordinary, but less known artists such as Reynolds, Chardin and Zurbarán. Rome: Discovering Morandi and Matisse In Rome shows and exhibitions of great artistic value. Enthusiasts of Giorgio Morandi can admire almost one hundred paintings by the artist from 27th February to 21st June displayed in the Complesso del Vittoriano. The exhibition “Giorgio Morandi 18901964” will document the artistic career of the painter from Bologna through a considerable number of works coming from public institutions and private collections, including some less well known masterpieces. Some important masterpieces by Henri Matisse, from major museums throughout the world, such as the Tate Modern, MoMa of New York, Hermitage of St. Petersburg and the French Centre Pompidou, will be on show for the first time in Italy at the exhibition “Arabesque”, in the Scuderie del Quirinale from 4th March to 21st June. Genoa and Turin: Expressionism and sensuality A journey through Italy on the trail of art with an analysis of German Expressionism will grace the halls of Palazzo Ducale in Genoa from 6th March: colour will characterise the works of the Die Brücke group of artists, as well as those of the French Fauves, Italian Futurism and Der Blaue Reiter of Munich. Another exhibition, which is characterised by the eroticism of the works of Tamara de Lempicka, the Polish painter and undisputed exponent of Art Deco, will be held in the Palazzo Chiablese of Turin from 19th March.
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Intervista a Giorgio Gori sui primi sei
«Bergamo risponde positivamente se proiettata all’interno di una visione stra Giorgio Gori, il sindaco in bicicletta; è questa la prima immagine che il “cambio passo” portato avanti dalla sua campagna elettorale suggerisce. Dopo sei mesi alla guida della città è ormai risaputa la sua instancabile assiduità e voglia di fare, cambiare, comunicare interagire: il primo sms di lavoro arriva alle 6.45, con i commenti della rassegna dei quotidiani, rituale irrinunciabile per chiunque abbia navigato nel mare dei media per lungo tempo. Dalle 8 alle 20 la sua agenda è un susseguirsi di impegni, riunioni, incontri e interviste. Diretto e spigliato parla dei suoi primi mesi da sindaco con entusiasmo impaziente senza mai cedere alla retorica. Trascorso un semestre dall’insediamento, qual è il rapporto con la sua squadra e con la macchina amministrativa? L’incontro con la macchina comunale è stato in generale positivo. Certo, a volte ci si scontra con lentezze ed eccessive prudenze, la paura di sbagliare trattiene le scelte individuali anche per questioni minori. Io preferisco il contatto personale, cerco di stringere le distanze, anche perché la mia esperienza lavorativa mi spinge a essere diretto. La mia squadra è molto motivata, nella maggior parte dei casi si dedicano alla città a tempo pieno. La lunghezza della campagna elettorale ha fatto sedimentare una visione comune che è ormai condivisa e radicata. Sono soddisfatto anche dal grado di interazione tra gli assessorati, c’è molta trasversalità e collaborazione. Ora che ne è alla guida, ci dia una definizione di Bergamo Da sindaco, sono sempre più convinto delle potenzialità di Bergamo sia come capitale umano, sia a livello istituzionale e associativo. È una città che se motivata e proiettata all’interno di una visione strategica, risponde positivamente. Ho recentemente concluso il giro dei quartieri iniziato a novembre e ho visto anche nei singoli cittadini voglia di partecipare e sentirsi coinvolti attivamente. C’è la volontà di mettersi in gioco anche da parte
punto di riferimento per tutti al di là della connotazione politica; essere il sindaco di tutti e sentirsi riconosciuto come tale: ecco la più grande soddisfazione. Il rapporto con soggetti esterni e società partecipate è altrettanto buono? Sicuramente il rapporto con alcune di queste realtà è essenziale; A.t.b. per esempio è al centro di tutte le politiche sulla mobilità. Anche Bergamo Infrastrutture è strategica per snellire e semplificare alcuni processi dell’amministrazione. Poi abbiamo le fondazioni come la MIA, di cui sono stati rinnovati i vertici, per costruire un disegno comune che riguardi tutto il sistema welfare. Quando ci siamo insediati c’era un vuoto che riguardava il legame tra le reti sociali, l’amministrazione e le diverse realtà territoriali; stiamo cercando di creare un ravvicinamento, incontrando tutte le reti sociali e scegliendo i delegati con cui interfacciarsi direttamente. Un’altra importante realtà con cui manteniamo una collaborazione costante è Aler (Azienda lombarda per l’edilizia residenziale); tra gli obiettivi che ci siamo posti, di grande importanza è il recupero di tutti gli immobili inutilizzati entro il 2017, garantendo il mantenimento di un quarto del patrimonio edile del comune.
di molte associazioni di volontari, tant’è che uno dei punti chiave del nostro programma è tentare di snellire la burocrazia e creare un rapporto più diretto tra associazioni radicate nel territorio e l’amministrazione, in modo che i servizi per la città siano il meno possibile delegati a terzi. Questa vitalità è un punto di forza della nostra città che va a integrare la ricchezza del nostro patrimonio paesaggistico e culturale e ad ampliare l’attrattività turistica della città nel suo insieme. Che cosa manca quindi a Bergamo per diventare di respiro europeo? Serve una cornice, una visione che permetta a Bergamo di qualificarsi come città europea,
senza alcun complesso di inferiorità; una città che faccia dell’economia della conoscenza, della rigenerazione delle risorse e della sostenibilità il proprio mantra. Per raggiungere questa prospettiva occorre fare sistema ed è questa la parte complicata: creare relazioni virtuose tra associazioni, commercianti, cooperative è un lavoro complesso, occorre pazienza e capacità di coordinamento. In tutto questo, una relazione molto stretta con l’Università di Bergamo è assolutamente strategica e fondamentale. Come le sembra sia cambiata la percezione dei cittadini dal giorno delle elezioni a oggi?
Mi sembra di riscontrare in generale un’impressione positiva; rispetto al periodo delle elezioni, abbiamo ricevuto una buona accoglienza anche dai cittadini inizialmente più diffidenti. In questo io metto tutta la dedizione e la disponibilità possibile. Mi basta uscire per strada per accorgermi di un cambiamento positivo, il grado di affidamento dei cittadini nei nostri confronti è molto alto, a volte troppo. Da novembre ho aperto una finestra di ricevimento ogni settimana: circa due ore dedicate al colloquio con i cittadini. A volti mi sento quasi sopraffatto dalle aspettative, specialmente per quanto riguarda la soluzione di problemi economici. È bello però sentirsi adottato dalla città, essere un
In questa direzione vanno il recupero dell’ex ospedale e dell’ex caserma di Montelungo Sì, abbiamo avviato sia il progetto per il vecchio ospedale in collaborazione con la Guardia di Finanza e la Cassa Depositi Prestiti, sia quello che riguarda Montelungo. Per quest’ultima pensiamo di aver trovato una soluzione coerente con la visione dell’amministrazione. È stata poi proposta all’Inps la bonifica dell’area attorno all’ex Gasometro e la riconversione di quest’ultimo in un parcheggio. Questo progetto comporterebbe anche l’ampliamento del parco della Malpensata, quindi ha una portata strategica per la ridefinizione dell’intero quartiere. Che cosa ci può dire invece del collegamento con
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mesi. Per il 2015 priorità Expo
ategica» l’aeroporto di Orio al Serio e con Milano, anche in vista di Expo? Occorre innanzitutto recuperare uno standard di livello decente per il collegamento ferroviario Bergamo-Milano; per fare questo il nostro interlocutore è la Regione e il Ministero dei Trasporti. Sempre a loro ci rivolgiamo anche per le risorse necessarie a un progetto ad alto budget come il collegamento Orio-Bergamo, operazione strategica di cui beneficerebbe tutto il territorio bergamasco. Il piazzale della stazione di Bergamo invece è un progetto a breve termine: la sua riqualificazione verrà portata a compimento prima che Expo cominci. Ci siamo affidati a un architetto donna portoghese, Ines Lobo, vincitrice dell’arcVision Prize assegnato da Italcementi; il rendering è visibile sul sito del comune. Piazza Marconi tornerà a essere un luogo di incontro e condivisione, non più il non-luogo che è ora. Avrà un assetto circolare, la piazza che si vede nelle foto storiche in bianco e nero è stata rivisitata in chiave moderna. Sarà un luogo avvolgente, in cui vien voglia di stare e non mancherà un sistema di tecnologie all’avanguardia: un dispositivo di infomobilità permetterà di visualizzare in ogni momento i transiti e i flussi, oltre agli orari e ai collegamenti da un luogo all’altro. E sulla mobilità urbana ed extraurbana? Occorre ripensare insieme all’Agenzia della Mobilità l’intero piano regionale attraverso una razionalizzazione delle attività che riguardano il trasporto pubblico, utilizzando come riferimento un Piano di bacino comune per tutta la provincia. Una visione complessiva ed esaustiva è l’unico modo per vedere dove si può tagliare. Anche la competitività nel trasporto pubblico è un tema su cui lavorare per poter avere un servizio più efficiente. Per quanto riguarda la città di Bergamo, stiamo lavorando a dei corridoi di qualità che abbiano come presupposto la domanda: quanto mi conviene andare da A a B con il trasporto pubblico? Il raccordo delle piste ciclabili è un’altra delle priorità portate avanti dal Bici plan.
cademia Carrara. Finalmente tornano a Bergamo le grandi mostre che daranno una ventata di cultura di qualità alla città. Per quanto riguarda la musica, il nuovo direttore artistico del Bergamo Musica Festival, Francesco Micheli, sta dando il meglio per assicurare una proposta musicale che conquisterà tutti e che permetterà di riscoprire la figura del grande Donizetti. In questa direzione verranno coinvolti il Teatro Sociale, il Conservatorio e la casa natale del compositore. Ad Astino si installerà la fondazione Veronelli, inaugurando la mostra dedicata al patrimonio enologico raccolto da Veronelli tra il 1956 e il 2004, un’iniziativa di richiamo internazionale abbinata a un programma di degustazioni di prodotti tipici del territorio.
Mi piacerebbe che scattasse il “meccanismo-bici” tra i cittadini di Bergamo; è vero che abbiamo a che fare con una città piena di pendenze, ma usare la bici conviene ed è salutare. Sarebbe bello se diventasse uno stile di vita per tutti. Milano è invece il punto di riferimento per quanto riguarda il carsharing, puntiamo a diventare la prima città di medie dimensioni a sperimentare questo progetto. Un punto su cui l’amministrazione sembra determinata è la progressiva pedonalizzazione del centro città Sì questo è un tema che ci sta molto a cuore. Anziché assecondare il traffico veicolare privato, cerchiamo di porre dei paletti, cosicché usare la macchina diventi meno facile e meno economico. Questo permetterà di valorizzare il centro di Bergamo e proteggere il passeggio nelle vie, non è cosa da poco. Certo una volta reso pedonale, occorrerà aumentarne l’attrattività, così smetteremo di lamentarci che il centro è vuoto e che non c’è nulla da fare. La stessa cosa
però va fatta anche nei quartieri periferici e nelle zone 30 o Ztl, più di nome che di fatto. È l’anno di Expo: a che punto è Bergamo? Expo si è rivelata una leva importante che spinge le persone a muoversi e a mobilitare risorse. In città avremo un calendario di eventi che sarà coerente con il tema di Expo: tra tutti, il progetto di riqualificazione del Monastero di Astino in connessione con l’Orto botanico, Bergamo Wine e la Domus Bergamo. Verrà proposto un palinsesto paesaggistico-culturale attrattivo per i turisti che decideranno di visitare la città durante questi sei mesi. Bergamo gioca la sua partita a partire da ciò che la città è in sé: non inventeremo nulla, ma valorizzeremo il nostro patrimonio storico e artistico oltre che il nostro paesaggio unico, nel miglior modo possibile. Cosa accadrà in città nei prossimi mesi? Si parte il 13 marzo con la mostra di Palma il Vecchio alla Gamec, proseguendo poi il 23 aprile con la tanto attesa riapertura dell’Ac-
Che ruolo avrà Domus Bergamo? Domus Bergamo in piazza Dante sarà un po’ lo snodo di tutte queste attività e proposte culturali e non solo. Oltre a essere la vetrina di Bergamo Wine, diventerà il luogo in cui proveremo a raccordare tutte le manifestazioni della bergamasca che ruotano attorno a Expo. Non si tratterà però di un ufficio informazioni, sarà un riferimento e un polo centrale in cui si concentreranno diverse iniziative che cavalcheranno il tema dell’esposizione universale. Come gestire la critica che viene da alcune associazione ambientaliste rispetto all’insostenibilità di Expo? Ci sono state riserve sia sull’a-
spetto commerciale sia su quello contenutistico della manifestazione. Io penso sia possibile valorizzare il prodotto tipico di qualità, andando nella direzione che suggerisce Slow Food del buono, pulito e giusto. Vedo anche gli aspetti divulgativi e didattici che Expo presenta come opportunità; basti pensare al lavoro che sta portando avanti l’Orto botanico con i suoi percorsi studiati ad hoc per scuole e famiglie alla scoperta del nostro territorio, delle sue colture e dei suoi prodotti. Vedo, quindi, una certa consapevolezza dell’importanza dei contenuti della manifestazione, almeno per quanto riguarda Bergamo. Poi certo, Expo è anche un’occasione imperdibile di rilancio commerciale ed economico, senza per forza voler a tutti i costi demonizzare questi aspetti, che comunque contribuiscono al benessere della città. Un’ultima battuta: da giornalista e uomo dei media, ci dia un commento sull’attacco terroristico che ha colpito la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi La libertà d’espressione è un tutt’uno con la natura dell’Occidente, per cui non possiamo fare passi indietro. Vedo la sensibilità e la delicatezza necessarie per affrontare certi temi, in particolare la religione, ma nello scontro tra fucile e matita, non ho dubbi da che parte stare. Diego Moratti Mara d’Arcangelo
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Vivere slow per assaporare al meglio ogni momento Slow Food è un’associazione internazionale che si occupa di promuovere la sostenibilità partendo dal cibo, dal produttore al consumatore Il Natale è passato, l’anno iniziato e le vacanze sono ormai un ricordo. Quello che solitamente lasciano queste festività, oltre alla voglia di altre vacanze, sono i buoni propositi e uno su tutti è senza dubbio quello di mettersi a dieta e mangiare sano. Un’alimentazione sana non può prescindere dalla qualità e da una conoscenza approfondita del prodotto, delle sue origini e del ciclo che l’ha portato sulle nostre tavole, compito non facile visti i ritmi frenetici della società contemporanea. Ma scegliere comporta necessariamente darsi del tempo per valutare e soprattutto rallentare. Il tempo delle scelte è uno dei principi cardine di una delle associazioni simbolo per la ricerca di un settore alimentare buono pulito e giusto: Slow Food. Slow Food è un’associazione internazionale impegnata a ridare valore al cibo, nel rispetto di chi produce in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali. Fondata in Piemonte nel 1986 da Carlo Petrini, Slow Food diventa internazionale nel 1989 come “Movimento per la tutela e il diritto al piacere”. Un manifesto d’intenti pone l’associazione come antidoto alla “Follia universale della
Slow Food Lombardia e le sue (buone) Condotte
“fast life” e contro coloro che confondono l’efficienza con la frenesia”. Tutto a partire dalla tavola e dal piacere garantito dalla convivialità, per arrivare a una nuova gastronomia che presuppone anche una nuova agricoltura sostenibile. Nella sua storia Slow Food è riuscita a svilupparsi a più livelli, contribuendo a diffondere in ogni modo i suoi lavori: pubblica, educa, condivide e soprattutto difende il cibo, i produttori e i sapori. Alcuni dei progetti più importanti sono sicuramente “Terra Madre” e “Fondazione Slow Food per la Biodiversità” con i suoi presidi e mercati. Terra Madre nasce nel 2004 (anno in cui la Fao riconosce ufficialmente Slow Food come organizzazione no profit con cui instaurare un rapporto di collaborazione) e per la prima volta a Torino si incontrano cinquemila delegati da 130 Paesi:
contadini, pescatori, artigiani, nomadi, giovani, vecchi, musicisti, cuoche e cuochi, accademici di tutto il mondo riniti in una tre giorni di laboratori, incontri, scambi, esperienze e festa. La Fondazione Slow Food invece difende la biodiversità del cibo, promuove un'agricoltura sostenibile e sostiene i piccoli produttori realizzando nel mondo progetti a supporto delle comunità di Terra Madre come l'Arca del Gusto, i Presìdi, i Mercati della Terra e 10 mila orti in Africa.
Slow Food sul territorio: Bergamo e Brescia Gli obiettivi di Slow Food sono tanto condivisi da registrare in pochi anni una notevole adesione territoriale: Bergamo e Brescia ne sono due esempi virtuosi. La Condotta di Bergamo, una delle prime in Italia, è stata accolta da subito con grande entusiasmo, dando poi vita alla Condotta Valli Orobiche (con territorio di competenza i comuni delle Comunità Montane) e più recentemente alla condotta Bassa Bergamasca. La sezione bergamasca opera grazie a un ricchissimo calendario di eventi che agiscono su più fronti, ad esempio il “Mercato Agricolo e non solo” che, oltre a rendere possibile l’incontro diretto tra produttore e consumatore, organizza per i ragazzi delle scuole i laboratori del gusto e il pranzo “eccellenze culinarie da eccedenze di produzione”. Slow Food Bergamo può contare og-
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L’Italia è senza dubbio la patria del gusto, la cucina italiana è sinonimo di ottimi piatti in tutto il mondo e la sua ricchezza sta nella varietà che offre: ogni regione ha i suoi prodotti e ogni provincia le sue tradizionali ricette, paese che vai eccellenza che trovi. Slow Food, che da sempre si batte per difendere la biodiversità del cibo, ha ritenuto doveroso fondare tante condotte quante sono le specialità di ogni territorio. Ogni Condotta lavora a stretto contatto con il territorio, ne ha un’accurata conoscenza ed è grazie a questa vicinanza che può tutelare ogni realtà e promuoverla su vasta scala. Solo in Lombardia si contano oltre trenta condotte, vediamole nel dettaglio: / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / /
Abbiategrasso e Magenta - www.slowfoodmilano.it Bassa Bergamasca - www.slowfoodbassabg.it Bassa Bresciana - www.slowfoodbassabresciana.it Basso Mantovano - www.slowfoodbassomantovano.it Bergamo - www.slowfoodbergamo.it Brescia - www.slowfoodbrescia.it Como - www.slowfoodcomo.it Corsichese - www.slowfoodmilano.it Cremona - www.slowfoodcremonese.it Garda – FB SlowFood Garda Gorgonzola e Martesana - slowfoodgorgonzola.it Lecco - www.slowfoodmonzabrianza.it Legnano - www.slowfoodlegnano.net Lodigiano - www.slowfoodmilano.it Mantova - www.slowfoodmantova.it Melegnano - www.slowfoodmilano.it Milano - www.slowfoodmilano.it Monza-brianza - www.slowfoodmonzabrianza.it Nord Milano - www.slowfoodmilano.it Oglio Franciacorta Lago d’Iseo https://slowfoodogliofranciacortaiseo.wordpress.com Oltrepo’ Pavese - www.slowfoodoltrepo.it Origgio e Saronnese - www.slowfoodvarese.it Parco del Roccolo - FB slowfoodroccolo Pavia - www.slowfoodoltrepo.it Provincia di Varese - www.slowfoodvarese.it Vallecamonica - www.slowfoodbrescia.it Valli Orobiche - www.slowfoodbergamo.it Vigevano E Lomellina - www.slowfoodoltrepo.it
gi su due presidi: Agrì di Valtorta e Stracchino all’antica delle valli Orobiche. Anche la Condotta Bresciana è uno dei grandi nodi della rete Slow Food e ha generato altre tre Condotte: Bassa Bresciana Garda, Oglio-FranciacortaLago d'Iseo e Vallecamonica. Si occupa principalmente di organizzare corsi, degustazioni, eventi e di promuovere a livello locale le campagne lanciate
dall’associazione a livello internazionale. Si contano cinque presìdi nel bresciano: Bagòss di Bagolino, Fatulì della Val Saviore, Carpione del Lago di Garda, Sardina essicata tradizionale del lago d'Iseo e Mieli di Alta Montagna. Tutte queste eccellenze sono promosse e tutelate da Slow Food nel rispetto della natura e del lavoro dei produttori. Elisa Troiani
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Galletto d’Oro Onore al gusto e alla tradizione Nuova sede a Curno per il gusto unico della pizza napoletana “Un fondamentalista della pizza”, così Sergio Nazzaro ama ricordare lo zio Luigi Iorio Esposito, da cui ha appreso negli anni due competenze essenziali: l'importanza della tradizione e l'insieme di poche, semplici ma importanti regole per creare una pizza di altissima qualità. Quando rilevò la gestione del ristorante Galletto d'Oro, alla Dorotina di Mozzo, Esposito decise di liberare il suo nuovo locale da qualsiasi piatto che non consistesse in una distesa di pasta condita con ottime materie prime. Mantenendo il nome tradizionale per scaramanzia, Esposito diede vita a un nuovo Galletto d'Oro, che nel corso di questi ventisei anni è diventato una delle pizzerie più famose della bergamasca, con una clientela che arriva da ben oltre i confini della provincia. Alla fine di novembre del 2014 lo storico Galletto d'Oro si è trasferito in una nuova sede: via Enrico Fermi, Curno, presso il Centro Zebra. La distanza che separa questa nuova sede da quella precedente non è molta, ma la scelta di trasferirsi ha avuto motivi ben precisi. Primo fra tutti, quello di avere più visibilità, così che alla folta schiera di clienti affezionati si possano aggiungere altrettanti nuovi amanti della pizza, attirati dalla notorietà del ristorante e conquistati dal gusto unico della pizza napoletana fatta secondo la tradizione. Nazzaro, titolare del Galletto d'Oro e già pizzaiolo presso la sede di Mozzo, tiene a precisare che è la tradizione a distinguere la loro pizza da qualsiasi altra, la tradizione come valore irrinunciabile. La loro pizza è originale, unica, creata ad arte e con passione ed esperienza. «È come la differenza tra un farmacista e un pizzaiolo -spiega Nazzaro- al Galletto d'Oro le pizze non vengono create con il bilancino: un giorno ci sarà più mozzarella, un giorno un po' più di pomodoro». Il risultato non sarà una pizza artificialmente perfetta, ma una pizza genuina nel gusto e nella preparazione. «Chi sa apprezzare l'imperfetta bontà della tradizione viene al Galletto d'Oro e la
“Chi sa apprezzare la bontà della tradizione viene al Galletto d'Oro e la clientela dimostra che non sono in pochi a farlo”
clientela di questi anni dimostra che non sono in pochi a farlo» chiosa il proprietario. Per fare questo servono naturalmente gli ingredienti giusti. Partendo dalla farina, Nazzaro precisa che mangiando la sua pizza non si correrà il rischio di attaccarsi alla bottiglia d'acqua per una notte intera. Questo perché i loro impasti sono fatti lievitare per 48 ore prima di essere usati, procedimento che
richiede l'uso di farine di qualità elevata adatte a una lievitazione prolungata. Sono di prima categoria anche gli ingredienti che vengono usati per condire la pasta per la pizza, come pomodoro, mozzarella, carciofi e molti altri. Per quanto riguarda ingredienti come salumi e formaggi si può essere certi della loro bontà in quanto provengono direttamente da produttori locali. Altro elemento di fondamentale
importanza è la temperatura del forno. Nazzaro e i suoi colleghi lavorano ogni giorno con un forno a legna a 400-450 gradi. È un lavoro faticoso, come spiega il titolare, perché «non basta infilare la pizza nel forno e lasciarla cuocere tranquillamente come si fa a 300 gradi. Se il forno ha una temperatura così alta bisogna avere una cura costante durante la cottura e continuare a spostare la pizza, o perché troppo
al caldo o perché troppo al freddo. Solo così però si otterrà una pizza cotta in maniera perfetta e soprattutto la pizza con un cornicione alto e friabile». Un'esperienza così ampia Nazzaro l'ha acquisita lavorando a stretto contatto con suo zio, che anni fa ha partecipato al Campionato italiano di pizza con la mozzarella di bufala di Battipaglia arrivando secondo nella classifica generale ma conquistando il primo posto per la cottura della pizza. Tra l’altro, il pizzaiolo che si conquistò il primo posto per il gusto della sua margherita lo fece grazie a un panetto di pasta prestatogli da Esposito. Fu con la Pizza Bergamasca che Esposito vinse invece il campionato di Capocaccia. Un'esplosione di sapori composta da polenta, funghi, taleggio e cotechino. Quando il Comune di Bergamo e Ascom gli chiesero di creare delle pizze in onore di Donizetti, nacquero la Lucia di Lammermoor con salsa di funghi al tartufo, taleggio, Branzi, pomodorini, grana e basilico per celebrare il lato “nordico” del compositore, e la Elisir d'Amore con pomodoro, pomodorini e alici fresche senza lische e marinate in olio e aceto, una ricetta tradizionale di Napoli per ricordare l'amore di Donizetti per la città partenopea. Nella nuova sede del Galletto d'Oro Sergio Nazzaro ha trasferito tutto, dallo staff all'arte del creare la pizza, così come tramandata da suo zio, pronto per una nuova avventura decennale all'insegna dell'eccellenza e della tradizione. Chiara Migliori
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La Porta del Parco Seminare in nome collettivo A Mozzo ritorna il mercato agricolo dei produttori locali con servizio ristoro grazie al progetto della cooperativa Alchimia e Oikos Valorizzare l'area agricola di Mozzo e attivare pratiche di sostenibilità che coinvolgano la cittadinanza: ecco il principale obiettivo di “La Porta del Parco s.n.c. – seminare in nome collettivo”. Presentato dalla Cooperativa Sociale Alchimia in collaborazione con Cooperava sociale Oikos e Comune di Mozzo, il progetto è l’unico della provincia di Bergamo ad aver ricevuto il prestigioso contributo di Fondazione Cariplo per le “comunità resilienti”. La forza del progetto sta nella volontà di sviluppare azioni di riqualificazione delle aree agricole, autoproduzione, sostegno delle filiere corte e delle produzioni stagionali, riduzione dello spreco alimentare in connessione con le tematiche di Expo 2015 e lotta alla crisi economica.
Il progetto Il complesso agricolo è situato nel territorio di Mozzo alle porte del Parco Regionale dei Colli ed è composto da un vigneto, un’area verde che ora ospita 24 orti sociali e collettivi, un’area aggregativa in fase di allestimento e da una struttura adibita a punto di ristoro e punto vendita di prodotti locali e biologici. La Porta del Parco diventerà un nuovo punto di riferimento in grado di coinvolgere gruppi e associazioni del territorio per favorire la creazione di una rete sociale attorno alla struttura e alla zona agricola che, attraverso il fare e la condivisione, sviluppi la partecipazione e divenga punto di incontro per l'esperienza e la sperimentazione di stili di vita più sostenibili. Avvicinare persone diverse, associare al valore ambientale la possibilità di acquistare prodotti agricoli e caseari di qualità a pochi metri da casa o fare un pranzo veloce in pausa dall'ufficio. Il nome del progetto dice già molto sull’idea di cambiamento che intende perseguire: la
“Un polo attrattivo non solo per le persone già sensibili ai temi ambientali e sociali, ma un’esperienza di fruizione speciale in cui chi lo frequenta “assume” (mangia, beve, vede, sente, tocca) l’ecosistema e la sua ricchezza” tutela di un’area a partire dal suo riconoscimento collettivo. Sarà quindi importante rendere la Porta del Parco un luogo rilevante per il territorio, per chi lo abita stabilmente e per chi lo visita anche una sola volta nella vita. Un polo attrattivo non solo per le persone già sensibili ai temi ambientali e sociali che hanno ispirato il progetto ma “un’esperienza di fruizione speciale” e di consumo in loco di quanto viene prodotto nell’area, un’occasione di “educazione ambientale naturale” in chi lo frequenta “assume” (mangia, beve, vede, sente, tocca) l’ecosistema e la sua ricchezza.
Dal 14 febbraio eventi e mercato agricolo Il progetto finanziato da Cariplo avrà la durata di due anni e, con gradualità, sarà in grado di proporre offerte per tutti. Agli abitanti della zona saranno proposte iniziative settimanali, in grado di creare nuovi "servizi di prossimità", quali il mercato, e legati al bar ristoro. Il 13 febbraio alle 20.30 si terrà un incontro pubblico per presentare le aziende e i produttori che parteciperanno al mercato agricolo settimanale di prodotti biologici e locali. Tra questi: l’az. agricola “I fienili” di Sorisole (formaggio d’alpeggio), il panificio “Casa Locatelli” di Bonate Sopra (pane, brioches, pizze con lievito
madre) l’az. agricola Pizzagalli di Sant’Omobono (formaggi di latte vaccino), l’az. agricola Fustinoni di Sedrina (salumi), l’az. agricola “Emilio Stroppa” di Pumenengo (confetture, mostarde, verdure in agrodolce), la Coop. Sociale “Oikos” di Villa d’Almè (vino biologico), la Coop. “Il seme” di Longuelo (prodotti equo-solidali) e l'az. agricola Le Trubine di Locatello (marmellate, succhi, miele). Il 14 febbraio, invece, riapre ufficialmente il mercato di produttori locali con una giornata speciale: si apre alle 9 con la colazione a base di brioche artigianali con lievito madre, seguono dalle 10 alle 11 letture per bambini dai 3 ai 6 anni, si prosegue con il gustoso pranzo a base di polenta, formaggi della Valle Imagna e bicchiere di vino della Porta del Parco e alle 14.30 laboratorio per tutti di Painting e trucco a cura dell’associazione “Piccoli passi per”. Anche per il visitatore che non abita nel territorio circostante, la dimensione enogastronomica e turistica sarà l’elemento attrattivo del pro-
getto, specialmente in occasione di Expo 2015. Saranno, infatti, organizzate cene, serate culturali e intrattenimento
anche in collegamento con iniziative sovra locali. M.D.
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Sorella Terra punta alla valorizzazione del paesaggio per produrre benessere economico La sesta edizione indaga i rapporti tra economia e territorio coinvolgendo il mondo della scuola, dell’imprenditoria e delle istituzioni Al via la sesta edizione di Sorella Terra “Un nuovo progetto per il paesaggio Italia”, che quest’anno intende affrontare le tematiche legate al rapporto tra economia, territorio e paesaggio. Il CEA cercherà di far riflettere su come sia possibile coniugare la tutela e la valorizzazione del paesaggio con il benessere economico, evitando che l’affannosa ricerca del profitto offuschi i valori e la memoria storica custoditi all’interno del paesaggio e del territorio. Il percorso iniziato martedì 25 novembre ha contato una nutrita partecipazione di docenti di ogni ordine e grado, suscitando grande interesse e stimolando un dibattito costruttivo e positivo. Sono intervenuti Luciano Valle, ecosofo e Direttore Scientifico del Centro di Etica Ambientale e di seguito Renato Ferlinghetti, geografo, docente all’Università degli Studi di Ber-
gamo che ha portato il proprio contributo come profondo conoscitore del territorio bergamasco. Il momento di formazione è stato particolarmente apprezzato, perché ha permesso di fare una panoramica acuta e approfondita sia sulle evoluzioni del territorio, sia sulle azioni spesso sconsiderate e poco lungimiranti dell’uomo che l’hanno profondamente alterato. È stato approfondito quindi il rapporto che lega economia, società e territorio, cercando di comprendere come possa essere possibile un uso etico e rispettoso delle risorse a disposizione. L’attenzione si è poi spostata sul significato che può oggi essere attribuito a termini quali “bellezza” e “paesaggio”, cercando di recuperarne il significato originario e profondo, senza tuttavia tralasciare una prospettiva e uno sguardo verso il futuro. Conclusa questa prima fase, a
breve inizieranno gli incontri nelle classi che, anche quest’anno a partire da gennaio, saranno rivolti agli studenti degli istituti superiori della Provincia. Diversi saranno i percorsi proposti per quest’anno scolastico: tutela del paesaggio, valorizzazione delle risorse, relazione tra paesaggio e contesto socio-economico, nuovo Progetto Italia.
Quest’anno, considerata la trasversalità e la valenza dell’argomento trattato, verrà coinvolto non solo il mondo della scuola, ma anche quello dell’imprenditoria e delle istituzioni; è stato infatti ideato un appuntamento ad hoc: il seminario “Le risorse naturali, culturali per lo sviluppo dell’Italia”, che venerdì 27 marzo 2015 cercherà di attivare un
laboratorio volto a un proficuo scambio di idee e riflessioni sul ruolo e l’influenza che l’industria e il commercio hanno sul paesaggio, al fine di elaborare strategie di sviluppo culturale, etico ed economicamente vantaggioso e sostenibile per l’Italia. La giornata-evento di mercoledì 22 aprile 2015 non solo sarà occasione per celebrare insieme la Giornata Mondiale della Terra, ma costituirà anche l’appuntamento conclusivo del percorso. Il programma prevede un convegno in mattinata, dove gli studenti e i loro docenti potranno dibattere e approfondire i temi che sono stati oggetto di trattazione durante tutto l’anno. Suggellerà la conclusione di questo percorso, un momento di intrattenimento con il consueto e atteso evento musicale dove protagonisti sono artisti impegnati e sensibili alle tematiche trattate.
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Mi vuoi sposare? A Berg(AMO) Spo(SI) tante idee per il giorno più romantico Dal 6 all’8 febbraio torna Bergamo Sposi, il salone dedicato agli sposi Coppie esigenti, coppie tradizionaliste o coppie stravaganti… Siete prossimi alle nozze e avete bisogno di idee per organizzare al meglio il giorno più atteso dell’anno? L’appuntamento è a Bergamo Sposi! La diciassettesima edizione della fiera dedicata interamente agli sposi e alla cerimonia, torna anche quest’anno dal 6 all’8 febbraio. Organizzata da Ecspo srl, la manifestazione, forte del successo dello scorso anno con più 16.000 visitatori, offrirà tre giorni ricchi di eventi confermandosi
come punto di riferimento sia per le future coppie di sposi che per il vasto pubblico. L’area espositiva, divisa in settori, si arricchisce con un ampio ventaglio di proposte per rendere il giorno del “sì” una favola indimenticabile: abiti da sposa uomo e donna, abiti da cerimonia, acconciature e make-up, bomboniere e partecipazioni, fiori e allestimento, foto e video, gioielli e preziosi, liste nozze, articoli regalo, musica e intrattenimento, ricevimento e ristorazione, servizi per gli sposi e
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viaggi di nozze. Percorsi emozionali e spazi dedicati a nuove tematiche per restare al passo con i tempi: una kids area, zona espositiva con le migliori proposte dedicate ai più piccoli che sempre più spesso si trovano ad accompagnare i genitori all’altare; una wellness area dedicata al benessere e, novità di quest’anno, l’angolo dedicato al matrimonio in stile shabby chic. Di gran moda, lo stile shabby chic è caratterizzato da atmosfera vintage, cura nei dettagli, romanticismo e soprattutto ecologia. Nato come stile di arredamento incentrato sul recupero di vecchi oggetti in tempo di crisi, il riciclo e il low cost permettono di curare eleganza e raffinatezza con un occhio di riguardo all’ambiente e al portafoglio. Non mancheranno i concorsi pensati per rendere le coppie protagoniste della manifestazione, partecipando attivamente ad alcuni eventi: sfilare in passerella con l’abito da sposa dei sogni potrebbe diventare realtà! Le future coppie di sposi, scelte dopo vari casting, potranno concorrere per il titolo di Miss Bergamo Sposi 2015, Miss coppia Bergamo Sposi 2015, Miss Orogioiello e Miss Lerouge, titoli che unisco-
no in sé il concetto di eleganza e stile. Il premio andrà alla coppia o alla sposa che incarna meglio il concetto romantico di matrimonio. La passerella, con le sue prove d’abito, il trucco e le fotografie, rappresenta l’opportunità per i futuri sposi di vivere una vera e propria anticipazione del fatidico momento del “si”. “Fortunati in amore” è il concorso dedicato ai visitatori: 4 fortunati partecipanti avranno la possibilità di vincere fantastici premi: una luna di miele, una coppia di fedi, un week end di totale relax alle terme e un gioiello. Si alterneranno a questi momenti altri in cui si potranno ammirare
“Non mancheranno i concorsi pensati per rendere le coppie protagoniste della manifestazione” sfilate con modelle professioniste che indosseranno abiti di numerosi atelier e stilisti, esibizioni acrobatiche di bartender, show cooking, consigli floreali per il matrimonio, esempi di acconciature e consigli per la bellezza e cura di sé. Maddalena Palo
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Speciale SPOSI
Partecipazioni con Stile per eventi ricamati nella carta Raffinatezza e personalità vanno a nozze Da dove cominciare a progettare l’evento principe nella vita di una coppia, tanto desiderato e preparato con la cura che si addice ai momenti che contano? Cosa desiderate comunicare in un’occasione così importante? In fondo il matrimonio non è né una semplice festa né solamente una cerimonia, ma una gioiosa condivisione di una vera e propria scelta di vita con le persone a voi più care. La data, la chiesa o il comune, la location prescelta sono le prime tappe, ma il vero messaggio che darete ai vostri invitati saranno il vostro stile e la vostra personalità. Le partecipazioni rappresentano il vostro biglietto da visita, sono l’espressione dello stile che vorrete dare al matrimonio e va scelto con la giusta attenzione: non solo
“Motivi floreali che diventano dei veri e propri pizzi fatti di carta, farfalle tridimensionali, cuori, romantici intrecci in stile Liberty” forniranno le indicazioni base ai vostri invitati, ma possono rappresentare il trait d’union del vostro evento. Se rientrate in quella categoria di persone che amano progettare il loro giorno speciale partendo da un sogno, avrete bisogno di progettarlo con attenzione, cura e soprattutto con lo stile che caratterizza la vostra storia e quella del vostro amore. “Partecipazioni con Stile” è un brand nato a Treviglio che propone un’ampia selezione di partecipazioni esclusivamente “made in Italy”. «Non ci sono regole esatte da seguire nel progettare una cerimonia, - afferma la coordinatrice-. Oggi chi decide di convolare a nozze lo fa con un occhio di riguardo su tutto e noi amiamo stupire gli altri con ciò che facciamo, ma soprattutto ci piace stupire noi stessi».
Ricercatezza, qualità, eleganza, romanticismo e personalizzazione sono le peculiarità di questo brand che vi permetterà di raccontare la vostra storia. La passione, l’entusiasmo e il rigore con cui le partecipazioni nuziali sono realizzate, vanno di pari passo con un’accurata ricerca e una lunga sperimentazione. Pioniere nell’ambito della lavorazione laser su carta 100% italiana, il sito di “Partecipazioni con Stile”, permette di visionare e acquistare i propri prodotti, elaborati con elevati standard di qualità ma accessibili a tutti, con l’opportunità di confrontarsi e personalizzare il proprio stile, attraverso un impeccabile coworking, una collaborazione tra i desideri e le aspettative dei futuri sposi. Insieme è possibile decidere il proprio motivo, l’ideazione grafica, il colore della carta e ogni dettaglio come l’eventuale nastro da inserire. Molte le fantasie disponibili, dai nomi poetici e floreali, delicate come le decorazioni: Almira, Anastasia, Begonia, Diana, Penelope, Sissi, Tecla rappresentano motivi che diventano dei veri e propri pizzi fatti di carta, farfalle tridimensionali, cuori, romantici intrecci in stile Liberty. “Partecipazioni con Stile” realizza inoltre i libretti messa, i menù, i segnaposto, i porta confetti e la copertina per l’album fotografico, tutti progettati e personalizzati insieme ai futuri sposi. Che abbiate scelto un matrimonio in un castello o in un pregiato ristorante, in una villa o in un’ambientazione agreste, la partecipazione deve comunicare il vostro stile nel giorno in cui pronuncerete il fatidico “si”. L’abito da sposa potrebbe
essere un ottimo spunto per la scelta del motivo, sia esso di pizzo, lineare, clas-
sico oppure moderno, ma è vero anche il contrario, cioè che potrete improntare la scelta di quest’ultimo coordinandolo con lo stile delle partecipazioni. Un occhio alla sostenibilità è sempre doveroso: oltre alla garanzia di una vera eccellenza del made in Italy, è da sottolineare che il metodo di lavorazione laser, oltre a permettere delle creazioni minuziose, impeccabili e fantasiose, è anche un tipo di lavorazione più green, poiché richiede un dispendio di energia decisamente ridotto. Che abbiate deciso di sposar-
vi o siate prossimi a un evento, a una cerimonia, o a un’inaugurazione, vale la pena visitare il sito www.partecipazioniconstile.it e iniziare a progettare il sogno, sulla scia delle parole delle creatrici di questa linea: «Le nostre risorse sono la fantasia, la voglia di fare. Siamo sognatori, siamo affascinati dall’arte, dal teatro, dalla mu-
sica. Siamo stimolati a dare sempre il meglio in ogni situazione. Per noi l’arte è emozione, illumina la nostra mente, ci invita a cercare sempre nuove idee per la tua partecipazione, per rendere il giorno più bello della tua vita indimenticabile fin dal primo momento».
Partecipazioni con Stile Cell. 328 4461725 - info@partecipazioniconstile.it www.partecipazioniconstile.it
Elena Pagani
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Brescia per Expo 2015
Energie bresciane in fermento tra cultura, eccellenze ed educazione aliment Mancano ormai pochi mesi all’avvio di Expo Milano 2015 e nella vicina Brescia sono diverse le iniziative pronte ai blocchi di partenza. L’evento di portata mondiale infatti sarà anche per Brescia una grande occasione di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale di città e provincia e delle sue eccellenze, quanto a produzioni, eventi e manifestazioni. Per questo, dal maggio 2013, le Istituzioni pubbliche, le Università, vari enti, fondazioni, associazioni e organizzazioni del territorio bresciano si sono mobilitate, investendo tempo ed energie nella creazione di “Sistema Brescia x Expo 2015”, un’Associazione temporanea di scopo. Da allora, vi hanno aderito una sessantina di soggetti che hanno sottoscritto un protocollo d’intesa e costituito un tavolo di coordinamento, che si occupa di censire le iniziative e i progetti avviati o in fase di ideazione, definire il programma di attività del Sistema, monitorarne lo stato di attuazione e garantirne un’ampia diffusione. Diversi i settori coinvolti nei progetti: certamente cultura, turismo, commercio, attività economiche e produttive, ma anche formazione scolastica, ricerca scientifica e innovazione tecnologica. Progetti sul territorio bresciano ma anche presso il Padiglione Italia; progetti per chi arriverà in occasione di Expo, ma anche per chi abita questi territori. Le sei giornate Nell’arco dell’intera durata dell’Esposizione Universale, all'interno del programma di eventi organizzati da Padiglione Italia, “Sistema Brescia x Expo 2015” si è riservato sei giornate per raccontare la provincia di Brescia e le sue eccellenze, di volta in volta attraverso la lente delle tematiche a cui Padiglione Italia ha scelto di dedicare ognuno dei sei mesi dell’Esposizione: sicurezza alimentare, riqualificazione urbana e rurale, sostenibilità e biodiversità, cooperazione, conservazione e creatività, innovazioni tecnologiche. Sei percorsi narrativi per raccontare la bellezza del territorio bresciano, le sue tradizioni, i suoi punti di forza. L’arduo compito di catturare l’essenza della storia dei no-
stri territori spetta a Paolo Dalla Sega, che sarà il direttore artistico di queste giornate bresciane all’Expo. L’Albero della Vita L’Albero della Vita invece sarà in qualche modo la presenza bresciana permanente presso il Padiglione Italia, per il quale è stata scelta la metafora di "Vivaio". Trasparenza, energia, natura e tecnologia vi dialogheranno, dando vita a uno spazio di crescita, sviluppo e formazione. Un vivaio dove a germogliare sono progetti e talenti. L’Albero della Vita ne sarà il simbolo centrale, icona di vita generatrice, madre di tutte le cose viventi; albero che è anche nutrimento. Un’istallazione che rappresenta la Natura Primigenia dalle molteplici radici, come molteplici sono le tradizioni e il sapere dei territori italiani. L’Albero della Vita sarà un’icona interattiva, ispirata al disegno stellare di Michelangelo Buonarroti per la piazza del Campidoglio a Roma. Sarà un albero dall’anima in acciaio rivestita in legno lamellare, alto circa 35 metri. Natura e tecnologia vi saranno intrecciate; l’albero infatti sarà costantemente illuminato, produrrà suoni, giochi
di luce, colori e acqua. L’idea è del direttore artistico del Padiglione Italia di Expo 2015, Marco Balich. L’Albero della Vita svetterà al centro del Lake Arena dal quale avranno emanazione tutti gli eventi in programma del Padiglione Italia. A occuparsi della sua realizzazione saranno le industrie bresciane riunite nel consorzio “Orgoglio Brescia”, appositamente costituito in seno all’Associazione Industriale Bresciana (Aib). L’impresa rappresenterà senza dubbio una grande opportunità di visibilità e promozione delle competenze e delle capacità imprenditoriali bresciane, con un notevole potenziale ritorno in termini di immagine di portata mondiale per le aziende coinvolte. Alimentarsi-Impariamo mangiando “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita” questo, prima di tutto, il tema centrale dell’Expo, che si fa quindi anche occasione di educazione e sensibilizzazione sulle tematiche legate al cibo. A Brescia il progetto “Alimentarsi Impariamo mangiando” traduce questo aspetto dell’Esposizione in opportunità educative. Oltre al Comune di Brescia, capofila
dell’iniziativa, numerosi sono i soggetti che contribuiscono con le proprie risorse alla sua realizzazione. Numerose anche le iniziative che il progetto propone, alcune delle quali già avviate con
l’inizio dell’anno scolastico in corso. “Alimentarsi – Impariamo mangiando” non si estinguerà con la chiusura di Expo. Le attività di educazione alimentare proseguiranno fino a fine dicembre
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tare “Iniziative, eventi, progetti sul territorio di Brescia e Provincia e presso il Padiglione Italia pronti ai blocchi di partenza” se iniziative realizzate dalla rete culmineranno nella definizione di aggiornati schemi alimentari scientificamente supportati che costituiranno l'archetipo della nuova e aggiornata carta dei servizi e dei menù della ristorazione scolastica e sociale cittadina.
2015 e chissà, forse sarà solo il primo di tanti altri simili progetti futuri. L’iniziativa si rivolge principalmente alle scuole primarie: malattie e disturbi legati a una scorretta alimentazione e a stili di vita sedentari sono all’ordine
del giorno nelle scuole. Le iniziative di “Alimentarsi” mirano a mettere in tavola la prevenzione, insegnando ai bambini quanto è importante scegliere gli alimenti, conoscerne la provenienza e la storia che li lega
alla nostra terra, ricostruirne la filiera produttiva e imparare a non sprecare, in modo che l'alimentazione corretta diventi un piccolo bagaglio di conoscenze che i bambini possono portarsi a casa. Le diverse e numero-
Il cibo nell’arte a Palazzo Martinengo Dal 24 gennaio al 14 giugno le sale di Palazzo Martinengo sono lo scenario di un viaggio alla scoperta di come l’arte ha rappresentato il cibo nel tempo. Oltre 100 opere in esposizione tra tele e sculture, dalle grandi nature morte del ‘600, fino all’arte contemporanea di Andy Warhol, passando attraverso Barocco e Rococò, Romanticismo ottocentesco e Avanguardie del ‘900. La mostra è promossa dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo con il pa-
FINITURA VERO LEGNO
A Expo il Bollicine Franciacorta Il Consorzio Franciacorta si è aggiudicato la vittoria della gara d’appalto come Official Sparkling Wine dell’Esposizione Universale. Così da maggio a ottobre 2015 il Bollicine Franciacorta sarà il protagonista dei brindisi degli eventi ufficiali dell’Expo, ma non solo a Milano. Attività ed eventi infatti verranno organizzati anche sul territorio della Franciacorta per far conoscere i luoghi di origine di questo rinomato vino, la loro storia, le loro tradizioni e le eccellenze enogastronomiche che ospitano. Una grande occasione per promuovere un’eccellenza che già fa il giro del mondo. Angela Garbelli
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trocinio di Provincia, Regione Lombardia ed Expo 2015. Il cibo è il fulcro del percorso espositivo che si snoda attraverso dieci sezioni tematiche: l’allegoria dei cinque sensi, mercati dispense e cucine, la frutta, la verdura, pesci e crostacei, selvaggina da pelo e da penna, carne salumi e formaggi, dolci vino e liquori, tavole imbandite, il cibo nell’arte del XX secolo. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.
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Quale futuro attende il Parco delle Colline? Sabato 17 gennaio presso l’Auditorium del Museo di Scienze Naturali di Brescia convegno ampiamente partecipato Plis sta per Parco Locale di Interesse Sovracomunale ed è proprio questa la tipologia che definisce il Parco delle Colline. Si tratta infatti di un’area naturalistica di 4.000 ettari che interessa sei diversi Comuni della Provincia di Brescia: Bovezzo, Brescia, Cellatica, Collebeato, Rodengo Saiano e Rezzato, l’ultimo ad avervi aderito (nel 2008). La sua storia comincia una ventina d’anni fa, per iniziativa di un primo Comune promotore, Collebeato, che nel 1995 ne definisce una prima perimetrazione all’interno dei suoi confini. Prende così avvio il processo di costituzione del Parco, durato qualche anno, che culmina nel 2002 con la firma di una convenzione da parte dei primi cinque comuni aderenti e con il riconoscimento dell’istituzione Plis del Parco delle Colline da parte della Provincia di Brescia. Un importante traguardo che ha decretato la salvaguardia dell’insieme di ambienti naturali che costituiscono il Parco, allontanando da queste aree lo spettro delle speculazioni edilizie. Si tratta di una risorsa di verde collinare e pedecollinare, con un’altitudine che oscilla tra i 190 e i 960 metri, in stretto dialogo con l’area urbanizzata di Brescia e dei comuni limitrofi e che porta chiare tracce dell’in-
“Un’area naturalistica di 4.000 ettari che interessa sei diversi Comuni della Provincia di Brescia: Bovezzo, Brescia, Cellatica, Collebeato, Rodengo Saiano e Rezzato” tervento storico dell’uomo su questi territori. Basti pensare ai terrazzamenti con muri a secco che hanno reso possibile la coltivazione di vigne e piante da frutto, ai vari santuari e chiesette sparsi sulle sommità dei colli – la Stella di Cellatica, S. Onofrio a Bovezzo – alle residenze nobiliari, alle strutture difensive e di avvistamento che sono incluse nell’area del Parco. Si tratta di un patrimonio vasto e che, sia nella componente naturalistica, che in quella antropologica, richiede un continuo lavoro di manutenzione e di cura, oltre a una frequentazione più diffusa da parte degli abitanti. Ecco perché la consulta per l’ambiente del comune di Brescia ha deciso di organizzare un convegno sul futuro del Parco delle Colline. L’avvicinarsi della scadenza della convenzione che ne ha sancito la nascita si è presentata come occasione
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ideale per fare il punto della situazione e avviare una riflessione sui futuri sviluppi possibili del Parco. Numerosi gli interventi e gli spunti nell’arco della mattinata di sabato 17 gennaio da parte di istituzioni e associazioni interessate. L’assessore all’Ambiente del comune di Brescia Gianluigi Fondra, presidente del Parco delle Colline, ha sottolineato come sia necessario avviare una fase di ripartenza di questo importante parco periurbano su nuove basi, proponendo una forma di gestione più partecipata degli spazi, quale potrebbe essere la costituzione di una Fondazione di partecipazione dell’ambiente. Prendendo a prestito le sue parole, «la tutela migliore di uno spazio resta ancora la coscienza delle persone che lo frequentano». Occorre dunque che i cittadini comprendano che «tutto ciò che circonda il costruito, non è ciò che avanza delle città» ma ha un suo preciso valore. L’assessore all’Urbanistica Michela Tiboni ha poi rimarcato l’importanza di mantenere riserve di naturalità come questa e che esse siano collegate tra loro da raccordi naturali che evitino la saldatura delle zone edificate. Dai vari interventi emerge in generale la necessità di proporre un rego-
“La tutela migliore di uno spazio resta ancora la coscienza delle persone che lo frequentano” lamento di gestione che venga condiviso dai comuni aderenti, la possibilità di ampliare i confini del Parco includendovi altre municipalità, ma soprattutto la ricerca di strategie e di forze che lavorino in sinergia alla tutela e alla valorizzazione della biodiversità che caratterizza quei territori. Per far questo occorre spendersi perché i cittadini siano a conoscenza del patrimonio che dimora a pochi passi da casa loro, lo frequentino e lo senta-
no proprio e non subiscano il parco come fattore limitante, ma lo accolgano come risorsa. Presenti all’incontro anche Oscar Locatelli, presidente del Parco dei Colli di Bergamo, e il professore universitario Renato Ferlinghetti, membro del Consiglio di gestione del parco. Istituito nel 1977, il Parco dei Colli è una realtà simile a quella bresciana ma con le sue peculiarità e un’esperienza maggiore maturata nel tempo. Ad accomunarle, certamente, le intenzioni: istituire, curare e mantenere un’area che torni a valorizzare e a far rivivere un patrimonio, e farlo con tenacia perché «fa molto più rumore un albero che cade di mille che crescono». A.G.
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“Salvare l’Italia dall’asfalto e dal cemento”, si può! Con Domenico Finiguerra a Spigolandia per il secondo appuntamento di “Facciamo girare la cultura” Pratiche di consumo e stili di vita più sostenibili sono alla portata di ognuno di noi. Scegliere consapevolmente di farli propri significa assumersi personalmente e come collettività la responsabilità di un possibile cambiamento di rotta. Così, dare una seconda vita a oggetti e abiti usati, scegliere la bicicletta per i propri spostamenti, chiedere e spendersi perché il proprio paese o città adotti un piano di governo del territorio a consumo di suolo zero sono alcune delle idee suggerite da Spigolandia, il negozio dell’usato al numero 36 di via Mantova, a due passi dal centro storico di Brescia. Suggerimenti che passano in primo luogo attraverso l’attività stessa del negozio, gestito dalla cooperativa sociale onlus Cauto, ma anche dagli incontri di “Facciamo girare la cultura”. L’iniziativa, che già da qualche anno è tra le attività proposte da Spigolandia come giornate di scambio di libri usati, dal settembre scorso ha assunto una nuova veste. Si è pensato infatti di arricchire questi momenti, con la presentazione di un libro che fosse in linea con il messaggio che Spigolandia intende veicolare: adottare buone pratiche che facciano bene all’ambiente fa star meglio anche noi e le persone che ci circondano. Così il 27 settembre scorso è stata la volta dell’autore Paolo Pinzuti e del suo libro “Salva i ciclisti. La bicicletta è politica”, mentre il 24 gennaio, una delle salette colorate del negozio gremita di persone ha accolto Domenico Finiguerra, con il suo saggio “8 mq al secondo. Salvare l’Italia dall’asfalto e dal cemento”. I due autori sono accomunati dall’essere narratori e allo stesso tempo attivi fautori e promotori di quanto raccontano. Domenico Finiguerra è stato sindaco (candidato da una lista civica) dal 2002 al 2012 di Cassinetta di Lugagnano, un piccolo Comune di poco meno di 2.000 abitanti della Provincia di Milano. In quegli anni le linee programmatiche della sua lista
lizzante del cemento è di così vitale importanza? Se l’agricoltura è la risposta che a tutti viene in mente per prima - un’agricoltura che torni a essere rispettosa della terra e della biodiversità locale - le ragioni sono anche altre. Curare la terra riduce i rischi legati al dissesto idrogeologico che i recenti fatti di cronaca presentano con sempre più all’ordine del giorno: sono infatti l’abusivismo edilizio e la cementificazione i principali responsabili di questi disastri. La terra inoltre mitiga le temperature, regola il clima, assorbe CO2. Inoltre, ci fa stare bene anche psicologicamente: l’omologazione dei paesaggi, la perdita del rapporto tra campagna e città porta infatti a un diffuso “malessere urbano”.
Difesa del territorio e lavoro
“Spigolandia e il nostro periodico danno appuntamento al terzo incontro di “Facciamo girare la cultura”: il 18 aprile alle 16.30 Giuseppe De Marzo presenterà «Anatomia di una rivoluzione. Giustizia, ambiente e lavoro per invertire la rotta e battere la crisi»” hanno assunto forma concreta. Cassinetta è stato il primo paese italiano ad adottare un piano di governo del territorio che ne blocca il consumo, lanciando un forte segnale di speranza: esiste un modello alternativo, c’è una via praticabile e già sperimentata per salvaguardare il nostro territorio dalla deturpazione. Da lì prendono avvio alcune iniziative di “resistenza al cemento”, come il movimento nazionale “Stop al Consumo di Territorio” (www.
Domenico Finiguerra
stopalconsumoditerritorio.it) nato nel 2009 di cui uno dei primi firmatari è stato Luca Mercalli. Il “Forum nazionale Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori” (www.salviamoilpaesaggio. it), fondato nel 2011, ha esteso il discorso all’intero territorio nazionale, mettendo in rete gruppi di cittadini (comunità ambientaliste, comitati, forum etc.) e amministrazioni che si spendono per salvaguardare ciò che resta di bello del nostro Paese. “La bel-
lezza dell’Italia è il frutto di tre baci: della storia, della geografia e del genio tutto italiano”, si legge nel libro di Domenico, “otto metri quadrati al secondo è il ritmo con cui vengono asfaltate e cementificate la bellezza, la biodiversità, l’agricoltura e la cultura del nostro paese. (…) un vero e proprio suicidio nazionale, perché la bellezza potrebbe essere il vero motore del progresso italiano”. Ma perché proteggere la terra dall’azione impermeabi-
Meno costruzioni non significa meno lavoro per tutti coloro che sono impiegati nel settore edile. A questa provocazione Domenico Finiguerra infatti risponde che di cose da fare ce ne sono, a partire dal recupero e dal restauro dei centri storici, dalla realizzazione di piani di intervento nazionali di messa in sicurezza del territorio, di abbattimento delle barriere architettoniche e di realizzazione di marciapiedi e piste ciclabili. Insomma, una riconversione ecologica dell’edilizia è possibile e necessaria, ma dovrà certamente passare anche attraverso una riconversione professionale. Urge valorizzare l’agricoltura, il turismo, la cultura e quindi formare persone che lo sappiano fare. E se anche “l’iniziativa economica privata è libera” (art. 41 Cost.) ciò non la legittima a essere anteposta al bene collettivo. Essa infatti “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”, quindi l’ambiente va legittimamente tutelato, come afferma la Costituzione. Angela Garbelli
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contributi e finanziamenti Le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico Prorogate per tutto il 2015 le detrazioni del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica ed estese le agevolazioni ad altre tipologie di interventi La legge di stabilità 2015 (legge 23 dicembre 2014, n. 190) ha prorogato al 31 dicembre 2015, nella misura del 65%, la detrazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Nella stessa misura è prevista anche la detrazione per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali e per quelli che riguardano tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio. Dal 1° gennaio 2016 l’agevolazione sarà invece sostituita con la detrazione fiscale (del 36%) prevista per le spese relative alle ristrutturazioni edilizie. La legge di stabilità 2015 ha inoltre aumentato dal 4 all’8% la percentuale della ritenuta d’acconto sui bonifici che banche e Poste hanno l’obbligo di operare all’impresa che effettua i lavori ed esteso l’agevolazione ad altre tipologie di interventi. In particolare, dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2015 si può usufruire della detrazione anche per l’acquisto e la posa in opera di schermature solari, nel limite di 60.000 euro, e impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, nel limite di 30.000 euro. Un’altra novità è stata introdotta dall’art. 12 del decreto sulle semplificazioni fiscali (decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175), che ha eliminato l’obbligo di inviare la comunicazione all’A-
genzia delle Entrate per i lavori che proseguono per più periodi d’imposta. Infine, altre importanti disposizioni intervenute negli ultimi anni sono: la modifica del numero di rate annuali in cui deve essere ripartita la detrazione (dal 2011 è obbligatorio, infatti, ripartire la detrazione in dieci rate annuali di pari importo); l’esonero dall’obbligo di presentazione dell’attestato di certificazione (o qualificazione) energetica per la sostituzione di finestre, per l’installazione dei pannelli solari e per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale; l’eliminazione dell’obbligo di indicare separatamente il costo della manodopera nella fattura emessa dall’impresa che esegue i lavori. In collaborazione con
SAEF è una società di servizi, costituita nel 1996 a Brescia, che si occupa di consulenza aziendale e di coadiuvare le imprese per quanto riguarda finanza agevolata, formazione e sicurezza. In questa rubrica fornirà informazioni su agevolazioni, incentivi e finanziamenti per le aziende. Accreditata
; dalla Regione Lombardia come soggetto erogante formazione e orientamento (ai sensi del D.G.R. n.6251 dell’1/10/01), SAEF rivolge i propri servizi a imprese, enti pubblici e professionisti (commercialisti, consulenti del lavoro, etc.), offrendo il vantaggio della sinergia virtuosa fra tre ambiti di attività: finanza,
formazione, sicurezza. Le diversificate esigenze dei propri interlocutori hanno portato SAEF a strutturare un’organizzazione che consente di rispondere al meglio ai bisogni di ciascuna categoria, in un’ottica rivolta alla flessibilità e alla personalizzazione del servizio.
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Per trovare lavoro servono rinnovate capacità professionali e attitudine positiva L'offerta formativa dei corsi di Enaip Lombardia aiuta a riaggiornare le competenze e ad acquisire consapevolezza delle proprie capacità I dati Istat relativi ad agosto non perdonano: il numero globale di senza lavoro supera i 3 milioni, ma cala del 2,6% rispetto a luglio. Tra gli under 25, però, sono in 710 mila in cerca di occupazione senza successo. Oggi più che mai Enaip Lombardia (Ente Acli Istruzione Professionale), nata nel 1951 e dall'inizio degli anni Settanta attiva nel campo della formazione in collaborazione con la Regione e il Ministero del Lavoro, appare un’oasi di risorse in mezzo a un deserto di rifiuti. Nei tanti corsi offerti da Enaip Lombardia, vi sono i ragazzi iscritti al programma nazionale di inserimento nel mondo del lavoro Garanzia Giovani; c'è chi appartiene alla categoria definita dalla Legge 8, minori sottoposti a restrizione di libertà, e Legge 13, le cosiddette categorie protette. L'offerta formativa del corso è rivolta anche a persone in cassa integrazione, in mobilità e disoccupazione che, grazie alla Dote Unica Lavoro, un programma che fa parte delle politiche attive del lavoro della Regione, hanno la possibilità di frequentare corsi per il riavvicinamento al mercato del lavoro. Enaip infatti non si limita
a fare formazione, ma accompagna i corsisti nel loro percorso di reinserimento, attraverso scouting aziendale e proposte di tirocini, sia per persone disoccupate, sia per i giovani che hanno difficoltà a entrare per la prima volta nel mondo lavorativo. «Il corso - spiega la direttrice dell'istituto di formazione Gi-
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gliola Pezzotta - non serve solo a riaggiornare e sviluppare competenze lavorative per riuscire a essere nuovamente impiegati. Vedere la propria vita e i rapporti lavorativi interrompersi da un giorno con l'altro, dopo anni di esperienza, ha un effetto negativo sulla propria autostima e sulla percezione che una persona ha di se stessa in rapporto al mondo del lavoro. Enaip punta alla ricostruzione della fiducia dei corsisti, per permettergli di affrontare la ricerca di un nuovo lavoro con un'attitudine positiva, oltre che con rinnovate capacità professionali». Uno dei corsi offerti dal catalogo Enaip Lombardia è “Comunicazione e tecniche di vendita”, tenuto dalla psicologa del lavoro Erika Frezzato, consulente aziendale nell'ambito delle risorse umane, con una lunga esperienza nell'ambito dell'insegnamento nello “sviluppo ed empowerment” delle persone. Il suo corso dura 40 ore e si basa sulla co-
“Non solo formazione, ma un percorso di reinserimento, attraverso scouting aziendale e proposte di tirocini, sia per persone disoccupate, sia per i giovani che riescono a entrare nel mondo lavorativo” municazione, declinata nella forma del marketing aziendale e in quella relazionale tra lavoratori, con conseguente lavoro sulle proprie emozioni e sul proprio carattere. Questa indispensabile consapevolezza appare sempre più necessaria per fare in modo che la persona ritorni nel mercato del lavoro sapendo affrontare le dinamiche interpersonali che lo circonderanno. Il lavoro dell'Enaip ha avuto ottimi risultati sia sui giovani, sia su persone adulte, anche
inserite in processi di riconversione professionale, tema caro alla direttrice Pezzotta. Nei corsi Enaip si fa un lavoro approfondito, mirato e specifico su ogni corsista, così che questo possa ottenere gli strumenti più adatti al lavoro che ha intenzione di svolgere e, fattore ugualmente importante, ritorni a essere forte, autonomo e con un senso di ritrovata fiducia in sé e nelle prospettive future. Il corso “Comunicazione e tecniche di vendita” è utile anche per l'insegnamento di un atteggiamento indispensabile per ricominciare nel mondo del lavoro: la voglia di rimettersi in gioco, senza rimanere fossilizzati nel passato e nelle posizioni che si ricoprivano in precedenza. In una situazione economica come questa è fondamentale riadattarsi e rimotivarsi e tante volte bastano pochi consigli per rimettersi in pista con lo spirito e la riqualificazione giusta. Chiara Migliori
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l’azienda informa Messaggio Pubbliredazionale
La coltivazione del Bambù Gigante OnlyMoso è realtà anche in Lombardia Messi a dimora i primi bambuseti nelle province di Bergamo, Brescia e Cremona La perdurante situazione economica negativa tocca anche l’agricoltura italiana in quasi tutti i suoi comparti e impone una riflessione: le colture agricole “tradizionali” assolvono al loro ruolo di dare la giusta redditività economica alle nostre aziende agricole? Gli scenari economici attuali e futuri non sono, infatti, confortanti. Anzi! Un esempio su tutti è il prezzo in caduta libera del latte alla stalla. Perché non pensare allora di iniziare un processo di diversificazione aziendale? Non è arrivato il momento di non continuare a rimandare delle scelte, andando ad esplorare delle coltivazioni “nuove”? Molti imprenditori agricoli locali e privati investitori hanno già iniziato a diversificare le proprie colture agricole con sucesso. Una delle più promettenti colture “alternative” è costituita dalla coltivazione del Bambù Gigante OnlyMoso, proposta dalla Società Consorzio Bambù Italia di Cattolica. Coltivato in tutto il mondo e presente da anni anche in Italia, è una specie rustica che ben si adatta al clima temperato della nostra Penisola e può raggiungere 15-20 metri
d’altezza con un diametro di 15 cm, sopportando temperature fino a 25° C sotto lo zero. La proposta rivoluzionaria e innovativa di Onlymoso consiste nel fatto di “trasformare“ il concetto di coltivazione hobbystica presente in qualche piccola realtà agricola italiana e in diversi Giardini Botanici, in un progetto su larga scala. Il Consorzio Bambù Italia, sta organizzando
la Filiera Agroindustriale, totalmente Made in Italy, del Bambù Gigante OnlyMoso. Le prospettive di mercato sono molto interessanti, se pensiamo che le applicazioni industriali e alimentari del Bambù sono circa 1.500. Con la coltivazione del Bambù OnlyMoso si può essere, contemporaneamente, nelle filiere dell’agroalimentare, della carta, del tessile, dell’edilizia, del-
le biomasse, dell’artigianato. Il Consorzio Bambù Italia, che attualmente si sta occupando della gestione e consulenza sui nuovi Bambuseti, si occuperà anche e soprattutto del ritiro di tutti i prodotti e della loro allocazione presso le più remunerative filiere italiane ed estere. La coltivazione di un ettaro di Bambù (che è la superficie minima richiesta per avviare un impian-
to) può generare, a Bambuseto maturo, ricavi stimabili in circa 40-50 mila euro per ettaro all’anno. Dal punto di vista tecnico, la coltivazione del Bambù Gigante Moso non richiede né diserbanti né trattamenti antiparassitari. È infatti una specie vegetale molto rustica e che auto produce sostanze antimicotiche naturali. La sua coltivazione presenta altri vantaggi: richiede apporti idrici limitati, costituisce un polmone sempreverde in grado di catturare nitrati nel suolo e tantissima CO2 dall’aria, contribuisce alla biodiversità, al turismo rurale e crea nuova occupazione. Grazie a tutti questi vantaggi, ecco allora che anche tra i nostri imprenditori agricoli locali e privati investitori, si è concretizzato il progetto della coltivazione del Bambù Gigante. I primi impianti a Bergamo, Brescia e Cremona sono ormai una realtà, a cui se ne aggiungeranno altre a marzo di quest’anno. In tutta Italia, al momento, sono stati impiantati circa 700 ettari, con ottime previsioni di soddisfare le numerose richieste di agricoltori che quotidianamente chiedono di avviare il proprio bambuseto.
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A Dalmine l’incubatore d’impresa che sostiene le idee Il Point ha fatto il punto sull’attività annuale e lanciato il nuovo bando di selezione 2015 Il 12 dicembre 2014, presso il Point, Polo per l'Innovazione Tecnologica di Dalmine, si è tenuta la conferenza stampa che ha presentato i risultati dell'attività annuale dell'Incubatore d'Impresa e il bando di selezione per il 2015. Incubatore d'Impresa è un progetto finanziato dalla Camera di Commercio e attuato grazie a Bergamo Sviluppo, che ogni anno dal 2001 seleziona progetti di impresa che ritiene abbiano del potenziale. Ai loro ideatori è fornita una serie di servizi formativi e informativi, seminari, consulenza e spazi attrezzati per il loro lavoro, per fare sì che le start up possano iniziare un percorso autonomo e diventare vere e proprie imprese. In particolare, i temi della consulenza riservata ai nuovi imprenditori sono di natura giuridica ed economico-finanziaria, marketing, contrattualistica, ricerche di mercato e certificazione di prodotto. Anche l'ambiente del Point è funzionale all'avvio di nuove imprese, in quanto ci
“In 13 anni l'Incubatore ha aiutato e permesso l'avvio di 91 imprese. Nel 2014 sono state 19 le imprese che hanno fatto parte dell'incubatore”
si trova a collaborare sia con realtà già affermate del mondo imprenditoriale, sia con le altre persone che hanno un progetto nell'Incubatore. In 13 anni l'Incubatore ha aiutato
e permesso l'avvio di 91 imprese, soprattutto negli ambiti di informatica, grafica e web, servizi alle imprese, consulenza e ricerca, turismo e green economy. Nel 2014 sono state 19 le impre-
se che hanno fatto parte dell'Incubatore; tra queste “Fermo! Point”, vincitore del Premio Nazionale per l'Innovazione categoria ICT 2014, “Groen Akkedis”, che propone soluzioni tecnolo-
giche per il risparmio energetico, “Irotee”, per lo sviluppo di nuovi prodotti di design, “Laboratori SI!”, e tutta una serie di nuove imprese altamente innovative in molti ambiti diversi, dalle decorazioni per feste all'uso dei droni. Come sottolineato dai proprietari di due imprese che hanno usufruito dei servizi messi a disposizione dal Point, l'Incubatore ha costituito la differenza tra l'avviamento e la cancellazione dei loro progetti d'impresa. Nel 2015, accanto al terziario, troverà spazio nell'Incubatore il settore manifatturiero, per cui sono stati creati nuovi spazi produttivi all'interno della struttura. Chiara Migliori
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Auto elettriche per l’Associazione dei comuni di Agenda21 Consegnato un Porter elettrico ai comuni di Bottanuco e Suisio
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L’Associazione dei comuni per l’Agenda21 comprendente Isola bergamasca, Dalmine e Zingonia, sabato 20 dicembre, ha consegnato ai comuni di Bottanuco e Suisio un Porter elettrico che va a sostituire un mezzo endotermico per ogni comune, attualmente utilizzato dai dipendenti comunali. Partita nel 2014, l’iniziativa si protrarrà per un paio d’anni, con lo scopo di consegnare a ogni comune socio interessato un automezzo elettrico, in cambio della dismissione di un analogo mezzo a benzina o gasolio oggi in uso. I mezzi consegnati ai comuni sono vetture ricondizionate e la loro sostituzione offre la possibilità in futuro di riconvertire in elettrico lo stesso mezzo individuato dal comune per la sostituzione. Tutto questo con lo scopo di ridurre il peso ambientale dell’ente pubblico (meno emissioni in atmosfera, meno rumore nei paesi) e ammortizzare i costi di gestione della mobilità pubblica, azzerando quasi completamente i costi del carburante e delle manutenzioni. Un progetto che si pone
“L’Associazione si è posta l’obiettivo di stimolare una riflessione rivolta ai cittadini sulla possibilità di scegliere mezzi di trasporto elettrici, sia per il lavoro sia per il tempo libero” come modello virtuoso anche per la cittadinanza: l’Associazione dei comuni si è posta l’obiettivo di stimolare una riflessione rivolta ai cittadini sulla possibilità di scegliere mezzi di trasporto elettrici, sia per il lavoro sia per il tempo libero. In questo da alcuni mesi i comuni hanno avuto nuovi “alleati”, come ad esempio gli operai comunali che useranno il furgone elettrico e che potranno testimoniare le ottime performance del veicolo. Partner dell’iniziativa è il gruppo Exide, con sede a Romano di Lombardia, produttore primario di sistemi di accumulo dell’energia. L’azienda garantisce all’Associazione la verifica e la ri-equilibratura delle
batterie di prima dotazione, oltre a offrire ai comuni la possibilità di riscattare le vetture a prezzi vantaggiosi. Operatore selezionato dal Point21 per la fornitura dei mezzi elettrici è GBcars di Paderno d’Adda, che affianca l’Associazione anche in attività di promozione della mobilità elettrica. Riconosciuta come pratica virtuosa anche da Legambiente Lombardia, l’iniziativa porta avanti il progetto “mobilità a ridotte emissioni” curato da Point21, che ha visto prima l’avvio di una rete di punti di noleggio delle bici elettriche, in collaborazione con Tecnosystem, poi il posizionamento su suolo pubblico delle prime colonnine di ricarica per auto e moto elettriche, con l’operatore Evbility selezionato dal Point21. Questa prima rete di punti di ricarica su suolo pubblico della provincia di Bergamo, entro i primi mesi del 2015 andranno a crescere, un ulteriore motivo per scegliere di muoversi “green”. Clarissa Nigris
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Le città cambiano e i giardini diventano verticali A Madrid uno dei più incantevoli orti botanici del mondo Madrid, Paseo del Prado n 26. Lungo il boulevard più famoso della capitale spagnola, si trova la sede del Caixa Forum, uno dei musei più visitati della città e centro culturale di arte moderna e non. Impossibile non notarlo, essendo ricoperto da uno dei più meravigliosi e maestosi giardini verticali del mondo: 460 metri quadrati di superficie rivestita da piante, fiori ed erbe di 250 specie diverse. Questa realizzazione artisticanaturale si basa su un nuovo modo di far crescere le piante senza terreno. Le loro radici affondano in una struttura modulare composta da tre elementi: pannello di PVC, strato di feltro e cornice metallica; acqua e fertilizzanti vengono forniti capillarmente. Potendo raggiungere altezze elevate, è possibile installare il giardino su qualsiasi parete.
“Questi nuovi giardini vengono concepiti sia come vere opere d'arte sia per creare l’isolamento termico” Può essere impiantato sia internamente sia esternamente con qualsiasi condizione climatica: per le localizzazioni interne è però necessaria la creazione di un'illuminazione artificiale. Questi nuovi giardini vengono concepiti sia come vere opere d'arte per la loro bellezza, per la
loro cura e per la scelta del colore della vegetazione usata, sia per creare l’isolamento termico, come una “seconda pelle” dell'edificio. Questi nuovi “Murs Vegetals” sono il frutto dell’ingegno di architetti e designer di fama internazionale. Il papà del primo giardino sospeso è stato
Patrick Blanc, botanico parigino classe 1953, laureato in Scienze all'Università Pierre et Marie Curie di Parigi che sfoggia meches color verde vegetale tra i suoi capelli biondi. La sua attività è iniziata nel lontano 1994, anno in cui presentò la sua invenzione al Festival International des jardins di Chaumont-sur-Loire. Fu subito chiamato a realizzare il muro vegetale del Parc Floral del Bois de Vincennes, ancora oggi un simbolo di Parigi. Da allora le sue creazioni verticali ricoprono non solo i muri dei parchi ma anche di edifici, non solo a Parigi ma in tutto il mondo. Numerose le realizzazioni di muri verticali che portano la sua firma: oltre al Caixa di Madrid, anche il Museo Quai Branly, il Parc Floreal e la Pershing Hall di Parigi, L'Emporio Armani e il Byblos Hotel a Saint Tropez. Il suo verde impreziosisce anche gli interni di alberghi, ristoranti ed eleganti negozi da Shangai a Los Angeles. Un segno tangibile di come le città
Patrick Blanc
stiano cambiando volto e con esse il loro sguardo sul mondo. Un giardino sospeso con botanici che lavorano a 20 metri di altezza, impegnati a tagliuzzare erbe e fiori, era qualcosa di inim-
maginabile fino a qualche decennio fa. Un segno intangibile di quanto la bellezza possa far fiorire il mondo. Clarissa Nigris
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“Ooho”, la bottiglia d’acqua diventa commestibile Gli ingredienti? Una miscela di alghe brune e cloruro di calcio L’ultima invenzione? Una bottiglia di plastica non solo biodegradabile, ma il cui packaging è addirittura commestibile. La bottiglia è il risultato di una miscela di alghe brune e cloruro di calcio, che può facilmente sostituire le bottiglie d’acqua di
“L’invenzione è dovuta a un team di giovani designer e ricercatori londinesi che hanno creato una membrana gelatinosa denominata «Ooho», commestibile e biodegradabile” plastica che sono in commercio. L’obiettivo di questa invenzione è quello di eliminare uno dei materiali più inquinanti e più utilizzato al mondo, cioè la plastica. Diversi sono stati nel corso degli anni i tentativi di eliminare questa sostanza dannosa ma assai utilizzata nella nostra vita quotidiana, come il riciclo delle bottiglie di plastica o l’utilizzo dell’acqua corrente invece di quella confezionata, in modo tale da conservare l’acqua in bottiglie di vetro che possono essere tranquillamente riutilizzate numerose volte. Diffondere questa buona pratica sostenibile, purtroppo, non è una cosa semplice. La pubblicità e la società dei consumi di massa, infatti, in-
vogliano le persone ad acquistare acqua e prodotti già imbottigliati e confezionati. Con la bottiglia biodegradabile, invece, si potrebbe liberare l’intero pianeta da questo materiale inquinante. L’invenzione è dovuta a un team di giovani designer e ricercatori londinesi che hanno creato una membrana gelatinosa denominata “Ooho”, commestibile e biodegradabile oltre al fatto di essere in grado di contenere liquidi. Dispone infatti di una struttura molecolare capace di contenere ed evitare fuoriuscite d’acqua. Rodrigo Garcia Gonzales, Pierre Paslier e Guillaume Couche sono i tre giovani autori dell’invenzione. Anche se la bottiglia biodegradabile è ancora in fase di miglioramento, Ooho ha vinto il premio
“L’obiettivo di questa invenzione è quello di eliminare uno dei materiali più inquinanti e più utilizzato al mondo, la plastica” Lexus Design Award 2014, la manifestazione che offre la possibilità ai giovani inventori di esibire le proprie invenzioni, le quali vengono sottoposte a un attento esame da parte di professionisti nel settore del design di fama mondiale. D.P.
Buste di plastica come nuovo combustibile Con un processo chimico è possibile ottenere carburante dai sacchetti di plastica Un’innovativa scoperta potrebbe ridurre drasticamente i danni ambientali causati dall’invasione della plastica: recenti studi condotti dall’Illinios Sustainable Technology Center comunicano che le buste di plastica possono essere riutilizzate e trasformate in diesel. La tecnica per ottenere il combustibile messa a punto dagli americani avviene grazie al
“Ben l’80% del petrolio di cui sono composti i sacchetti di plastica può essere recuperato per riutilizzarlo come carburante mediante la procedura della distillazione” processo chimico della pirolisi. In pratica si assiste a un processo di decomposizione termochimica di materiali organici, ottenuta mediante l’applicazione di calore e in assenza di ossigeno. In questo modo ben l’80% del petrolio di cui sono composti i sacchetti di plastica può essere recuperato e riutilizzato come carburante mediante la procedura della distillazione. Oltre al diesel, tramite questo processo, si possono ottenere anche gas naturale, nafta, benzina, cere e lubrificanti. Questa modalità di riutilizzare i sacchetti di plastica comporterebbe numerosi altri vantaggi: innanzitutto si diminuirebbe l’inquinamento nel mare e nei fiumi, visto che molti sacchetti spesso finiscono nelle discariche o nei corsi d’acqua, causando danni oltre che all’ambiente anche agli animali. Si stima inoltre che più di
“Si stima che più di 500 milioni di sacchetti di plastica vengano utilizzati ogni anno in tutto il mondo e che solo il 13 % di questi venga poi effettivamente riciclato” 500 milioni di sacchetti di plastica vengano utilizzati ogni anno in tutto il mondo e che solo il 13 % di questi venga poi effettivamen-
te riciclato, mentre il resto finisce in discarica. Il riutilizzo delle buste di plastica potrebbe essere una valida soluzione per ridurre il numero di quelle presenti sul nostro pianeta: infatti, anche se in alcune grandi città ne è stato vietato l’utilizzo, non si è ancora riusciti a gestirne la diffusione a livello mondiale. Dagli studi condotti fino a ora è inoltre emerso che il carburante ottenuto dal riciclaggio dei sacchetti funzione egregiamente. Daniela Picciolo
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In vacanza con il baratto Il nuovo sito barattobb.it promuove ferie a costo zero per tutto l’anno
L’Italia e Europa contro l’abbandono dei rifiuti Giornate tematiche di prevenzione “Let’s clean up Europe!” e azioni comuni per prendersi cura dell’ambiente
Sulla scia del successo della “Settimana del Baratto”, che si svolge ogni novembre, andare in vacanza a costo zero è oggi possibile tutto l’anno. Il sito barattobb.it aggrega infatti oltre ottocento B&B d’Italia disposti a barattare soggiorni durante tutto l’anno, al di fuori dell’iniziativa organizzata dal portale bed-and-breakfast.it che da anni permette a migliaia di persone di viaggiare in tutta Italia pernottando in Bed&Breakfast gratis. Aderirvi è molto semplice: basta andare sul sito barattobb.it e proporre ciò che si vuole barattare ai B&B di una destinazione prescelta, oppure si può inserire un annuncio nella sezione del sito “proposte dei viaggiatori” e attendere la risposta di qualche struttura interessata, o ancora inserire un annuncio nella bacheca della pagina facebook dedicata all’evento. È sempre consigliabile, prima di proporre un baratto, dare un’occhiata alla “Lista dei desideri” dei B&B, ovvero a ciò che i proprietari delle strutture chiedono ai loro ospiti. I desideri sono numerosi e molto
vari: c’è chi chiede ai suoi ospiti abilità artistiche per abbellire la propria struttura con quadri o fotografie; c’è chi necessita di abilità manuali per dipingere per esempio il cancello di casa; c’è chi chiede beni per passioni personali come fumetti o libri antichi e chi per offrire servizi in più nel B&B, come ad esempio delle bici per il “bike sharing”. Alla settimana del baratto possono partecipare tutti, basta accordarsi con la struttura scelta in merito al baratto e al numero di notti in cui pernottare. Nei momenti di difficoltà economica è molto diffusa la tendenza a tagliare ciò che si crede superfluo, come una vacanza. Ma se al benessere psicofisico che questa porta non si vuole rinunciare, ecco che l’iniziativa di barattare un soggiorno con la propria professionalità può essere la soluzione giusta. La vacanza diventa così una condivisione di conoscenze e uno scambio di esperienze. Un ritorno alle origini dell’ospitalità. L.L.
La Comunità Europea co-finanzia dal 2009 la settimana europea per la riduzione dei rifiuti (SERR), un’iniziativa che coinvolge enti pubblici, imprese e privati. In 7 giorni (nel 2014 si è svolta dal 22 al 30 novembre) i partecipanti al progetto si impegnano a svolgere azioni ecosostenibili, in linea con la tematica prescelta; la scorsa edizione ad esempio, anche in previsione dei temi cari a Expo 2015, si è focalizzata contro lo spreco alimentare. La SERR negli anni si è sviluppata e perfezionata e a oggi si articola in diverse iniziative, quali le giornate tematiche di prevenzione, il progetto “Let’s clean up Europe!”, un nuovo metodo di comunicazione e le azioni comuni che un singolo cittadino decide di organizzare con più persone come flashmob, conferenze, workshop. Di impatto internazionale il progetto “Let’s clean up Europe!”, una giornata dedicata alla pulizia dell’ambiente condivisa a livello europeo. L’appuntamento per il 2015 è previsto dall’8 al 10 maggio. Organizzati in gruppi di
“La settimana europea per la riduzione dei rifiuti, anche nel 2014 ha riscosso molto successo con le sue 12.000 azioni attuate in 28 Paesi” lavoro, i cittadini prendono parte a una iniziativa che sensibilizza sul problema dell’abbandono dei rifiuti ma permette anche di trascorrere una giornata conoscendo persone, confrontandosi e lavorando per un unico obiettivo. Tutte le azioni hanno lo scopo, una volta concluse, di misurare il risparmio sui rifiuti. Il metodo di comunicazione usato dalla SERR per promuoversi, oltre ai classici poster, brochure e striscioni, sfrutta il web e punta sull’innovazione: campagne facebook, twitter, giochi online e persino fumetti elettronici. Altro aspetto fondamentale della SERR sono le giornate tematiche di prevenzione. Nel 2014
si è trattato di dire “no allo spreco alimentare”; il 2013 invece è stato l’anno del “riutilizzo”. Le tematiche del 2015 e 2016 non sono ancora certe, ma si pensa possano essere rispettivamente “Dematerializzazione, un giorno senza acquisti” e “Prevenzione dei rifiuti pericolosi”. Le giornate di prevenzione seguono i principi delle 3R: Riduci, Riusa, Ricicla. Sulla scia dello slogan “il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto”, la riduzione dei rifiuti rappresenta una priorità. A seguire è importante il riutilizzo, quindi per esempio aggiustare un prodotto che si è rotto anziché gettarlo. Infine il riciclo per far sì che i rifiuti divengano nuovi prodotti, materiali o sostanze. La settimana europea per la riduzione dei rifiuti, anche nel 2014 ha riscosso molto successo con le sue 12.000 azioni attuate in 28 Paesi. L’Italia ha aderito all’iniziativa con 5.643 azioni, circa 250 in più rispetto al 2013, dimostrando una crescente sensibilità alla tematica ambientale. Laura Landi
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Cicloturismo e ciclismo urbano Informazioni, suggerimenti e curiosità Fare della bicicletta uno stile di vita con News da Bikeitalia.it
I fondi europei per la ciclabilità Sul finire del 2014 l’ECF (European Cyclists’ Federation) ha pubblicato un documento con una stima dei fondi che saranno destinati dall’Unione Europea alla ciclabilità per gli anni 20152020. Il primo vertice sul tema si è tenuto a Bruxelles nel novembre del 2012 e l’obiettivo dichiarato dell’ECF è sempre stato quello di ottenere 6 miliardi di euro, il 10% del totale destinato ai trasporti, anche se stime più realistiche parlavano da subito di 1,025 miliardi. Il 10% non è una soglia buttata a caso, ma segue il principio di assegnare fondi a ciascuna modalità di trasporto proporzionalmente al numero abituale di utilizzatori. Nei sei anni scorsi l’ECF ha calcolato che il 7% dei cittadini europei usa la bici abitualmente, ponendo l’obiettivo di portare questa soglia al 15% nel prossimo quinquennio. A dispetto di questa logica, nel periodo 20072013 i fondi per la ciclabilità sbloccati dall’UE sono ammontati a 600 milioni di euro, solo lo 0,7% dei 993 miliardi complessivi stanziati. Va detto che nella maggior parte dei casi i fondi assegnati a progetti legati alla ciclabilità coprono solo una parte delle spese, in pratica sono addizionali ad altri soldi già stanziati da governi e amministrazioni lo-
cali: ecco perché si dice che l’Italia non li sfrutti abbastanza. Le stime ufficializzate dall’ECF per il 2015-2020 parlano di 1,3 miliardi di euro di fondi “espliciti” da sbloccare, a cui si aggiungerebbero circa 700 milioni tra “impliciti” e “indiretti”, per un totale di 2 miliardi di euro, il doppio del miliardo stimato, ma ancora lontano dai 6 auspicati e, soprattutto, ancora meno del periodo 20072013 in rapporto al budget totale. Per fondi espliciti si intendono quelli destinati alla realizzazione di piste e infrastrutture ciclabili e al settore bici e accessori, mentre gli impliciti comprendono interventi più generali in favore di forme di mobilità sostenibile e alternativa a quella motorizzata. Quasi il 90% di questa somma dovrebbe confluire nelle casse dei singoli stati per finanziare progetti regionali e nazionali, mentre il restante 10% sarà destinato a programmi “European-level” (si veda Eurovelo), a programmi transnazionali e ai cosiddetti piani di cooperazione transfrontaliera (come la pista ciclabile Emilia RomagnaSlovenia). In Italia la FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) è l’organizzazione affiliata a ECF che dovrebbe giocare un ruolo importante nella gestione di questi soldi, affian-
cando associazioni, movimenti e amministrazioni locali per indicare le priorità per la mobilità ciclistica italiana. I fondi in ballo per la Federazione riguardano soprattutto la realizzazione del progetto di rete cicloturistica nazionale Bicitalia, mentre per interventi che incidono direttamente sulla ciclabilità, l’ultima parola spetterà alle amministrazioni; nel frattempo, associazioni e movimenti hanno già suggerito, durante gli Stati Generali della Bici, un prontuario di azioni minime a costi contenuti, tra cui la diffusione delle zone 30 nei centri urbani. I prossimi obiettivi dell’ECF sono di controllare che i fondi destinati ai singoli paesi siano effettivamente spesi e che portino i risultati attesi, integrando progetti ciclistici e non, in particolare quelli strategici per l’intermodalità. Le priorità dell’ECF sono la conclusione del progetto di rete cicloturistica europea Eurovelo e un riassetto dell’industria del settore bici e accessori. Inoltre l’ECF ha ricordato che lo sviluppo previsto per la ciclabilità in Europa potrebbe generare migliaia di nuovi posti di lavoro e un ritorno economico pari a 5 volte l’investimento iniziale. Alessandro Micozzi
Vincere la battaglia contro il Generale Inverno In Russia persino Napoleone ebbe la peggio contro le truppe gelate del Generale Inverno. Ora, anche se le temperature non sono state molto basse, l’inverno è arrivato anche da noi ed è una delle ragioni che ogni anno fanno appendere la bicicletta al classico chiodo o attaccarla ai rulli per l’allenamento in casa. Eppure, alibi a parte, qui da noi non è affatto impossibile uscire con l’amata due ruote anche nei mesi più freddi. Basti pensare che in Austria come in Germania, in Belgio e nella rigida New York si continua a pedalare con ogni tempo. Quindi in Italia, dove il clima è favorevole e mite praticamente tutto l’anno, si può fare. Non con le infradito e la canotta ovviamente. Basta qualche considerazione e qualche accorgimento nell’abbigliamento. Da dire subito che in bicicletta non si ha freddo se non lungo i primi metri del proprio percorso. È l’esercizio stesso del pedalare che, generando energia, riscalda tutto il corpo; è quindi praticamente impossibile registrare casi di congelamento tra ciclisti. Ovviamente bisogna vestirsi in modo adeguato. Anni fa si seguiva la regola, sempre valida, di vestirsi, specie se si pedala
Referenze indirette Referenze implicite Referenze esplicite
“Quanti soldi stanzierà l’Unione Europea per la ciclabilità negli anni 2015-2020? Quali paesi otterranno più finanziamenti?”
“Andare in bicicletta in inverno? Qualche trucco per non smettere di pedalare nemmeno durante le giornate più fredde” in città, “a cipolla”, senza dover ricorrere a un abbigliamento tecnico per la bici. Basta mettere più strati uno sopra l’altro da poter aggiungere o togliere a seconda della necessità. Un paio di guanti e una cuffia più o meno spessi proteggeranno le parti più esposte e meno in movimento e il gioco è fatto. Piove? Si trovano in commercio delle ottime mantelline, giubbini e pantaloni impermeabili per tutti i portafogli. Chi usa la bicicletta fuoriporta e magari si arrampica per irti colli invece sa, o dovrebbe sapere, che il vestirsi a strati in questo caso lascia spazio a materiali più sofisticati, leggeri, caldi ma traspiranti che consentono performances di assoluto rispetto. Anzi, per molti pedalare con temperature basse rende persino più reattivi. Semmai, se esiste un limite nei mesi invernali, questo è rappresentato da un numero di ore di luce inferiore rispetto al resto dell’anno. Per ovviare a questo problema, il mercato offre un’ampia scelta, tra bande riflettenti da indossare o da mettere alle caviglie (il movimento ritmico della pedalata aumenta la visibilità) e luci LED leggere ed efficaci, che consentono di vedere, ma soprattutto di farsi vedere. Il Generale Inverno sarà anche temibile ma oggi non giriamo più con le scarpe di cartone e può essere tenuto a bada. Può intimidire, sì, ma per questo si devono fare i conti con la propria forza di volontà; e i ciclisti, in genere, l’hanno ferrea. Giuseppe Cadeddu
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Una risata vi seppellirà Uno, nessuno, centomila Charlie Libertà di dissacrazione e guerra delle civiltà, retorica mediatica e integrazione: l’attentato di Parigi e le implicazioni nella vita di tutti Sulla strage di Charlie Hebdo e gli eventi dei giorni successivi al 7 gennaio è già stato detto molto, quindi il rischio di impantanarsi nella retorica dello slogan è alto. Il tema complesso e sfaccettato, ha implicazioni che trascendono i fatti e sollevano problemi per cui è difficile trovare una soluzione. Riflettere e discuterne, però, è il primo passo per una comprensione più ampia. L’attacco terroristico alla redazione del settimanale satirico francese non è stato un gesto di folle violenza, ma un attentato meditato ai diritti e ai valori di libertà delle democrazie occidentali. Il terrorismo islamico, come qualsiasi fanatismo integralista, colpisce proprio lì, al cuore, volendo sradicare ciò che la nostra civiltà ha lottato per avere e contro cui i fondamentalisti scatenano tutta la propria rabbia indignata. La libertà di critica, il
“La libertà di critica, il ridicolo, il dissacrante vanificano il terrore imposto dal dispotismo più di qualsiasi arma” ridicolo, il dissacrante vanificano il terrore imposto dal dispotismo più di qualsiasi arma; la risata è insopportabile a chi predica l’obbedienza assoluta e la censura inappellabile, facendosi martire della volontà intransigente di estirpare tutto ciò che non è dogmatico, non è imposto. Il Financial Times e in parte anche il New York Times hanno criticato le vignette apparse su Charlie Hebdo, accusando il giornale di spregiudicatezza; bisogna stare attenti a giocare col fuoco. Ora, è vero, le vignette di Charlie Hebdo sono spesso dissacranti e crudeli, al limite del rispetto e del buon gusto; possono offendere e far arrabbiare, ma è giusto che ci siano. Nei giorni successivi ai fatti di Parigi, tra la retorica mediatica dei vari “je suis Charlie” una vignetta recitava le parole di Voltaire: “Non condivido ciò che dici, ma lot-
terò sempre affinché tu possa continuare a dirlo”. La libertà d’espressione non è negoziabile. È un valore imprescindibile per noi figli inconsapevoli dell’Illuminismo, è parte integrante di ciò che siamo; il venir meno di questo principio apre la porta ai regimi del terrore, la nostra storia recente non deve smettere di ricordarcelo. Il terrorismo però è una tecnica
di guerra, non la causa di tutti i mali. Non si tratta di un’idea, ma di un’arma che fa leva sul panico per produrre isterismo di massa e reazioni intolleranti nel tollerante Occidente. Ma allora qual è la causa, l’ideologia che sta dietro? Facile avere la risposta pronta: l’islam. Ecco che si staglia imponente il nemico numero uno, quello che tutti odiano e temono perché vuole conquistarci,
vuole sottometterci tutti come fa con le sue donne. “Loro” sono già tra noi, dovevamo pensarci prima di lasciar approdare quei barconi sulle nostre sponde, ora non ci resta che diffidare, chiuderci nelle nostre piccole case e guardare il vicino dall’occhiello del sospetto. “Guerra delle civiltà” è il grande slogan tornato in voga tra penne note e meno note sulle pagine
dei giornali di queste settimane. Sì, perché tutto è bianco o nero; c’è l’Occidente tollerante, e un po’ avventato come sembrano suggerire le testate del politically correct, e l’islam fanatico e integralista. Poi qualche benpensante suggerisce anche una nuova specie: gli islamici moderati, che fanno tanto pensare a una rivisitazione contemporanea del “buon selvaggio”
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rousseauiano, quelli insomma con cui si può parlare con un po’ di timore, ma almeno non si corre il rischio di essere sgozzati. Occorre fare un po’ di chiarezza: l’islam non promuove la violenza né promuove la pace. È una fede, un credo che assume connotati a seconda delle interpretazioni e dell’uso che se ne fa. I musulmani nel mondo sono circa 1,6 miliardi, cioè il 23 per cento della popolazione mondiale; sono presenti in Indonesia (il paese musulmano più popoloso), in Asia meridionale, nel vicino e medio Oriente, nell’Africa subsahariana e sì, anche in Europa. Come si può pensare all’Islam come blocco unico? Come si può pensare che una donna musulmana che abita a Londra viva la propria religione nello stesso modo in cui la vive una donna musulmana nel sanguinoso Pakistan? L’islam non fa riferimento a una “Chiesa”, a una struttura che dia indicazioni precise su come agire; esiste un libro sacro a cui vengono date diverse in-
terpretazioni. Esistono minoranze agguerrite e politicizzate che manipolano la religione e ne fanno uno strumento di violenza. Questa però non è una novità: sono esistiti ed esistono cristiani violenti, hindu violenti, ebrei violenti e buddisti violenti che utilizzano la religione come espediente per giustificare il terrore. Alcuni ne fanno una questione di modernità. La fine del Medioevo per noi ha significato la separazione del potere politico da quello religioso e l’affermazione dello Stato Moderno; l’avvento dell’Illuminismo ha poi consacrato la libertà di espressione come stendardo e principio irrinunciabile della democrazia. In Medioriente, dove ha origine l’islamismo integralista, sono fermi al Medioevo, dicono alcuni; quindi l’arretratezza rende impossibile il dialogo, le nostre culture sono inconciliabili. È vero, l’islam è una religione che ¬– come altre – nutre il sistema politico-sociale di alcuni Paesi dalle radici, per cui la vita
“Non condivido ciò che dici, ma lotterò sempre affinché tu possa continuare a dirlo” (Voltaire) del singolo è impregnata e condizionata dal suo credo. Si tratta spesso di teocrazie, ma non significa che le civiltà mediorientali siano rimaste al Medioevo: questo è l’errore di chi parte da una prospettiva che pone al centro l’Occidente e la sua particolare storia. La nostra storia non può essere modello né metro di paragone per lo sviluppo politico, culturale e sociale di altri popoli. Parlare di guerra delle civiltà, quindi, è avventato; il confronto con l’islam non può essere ridotto al manicheismo del buono e del cattivo, del giusto e dello sbagliato. Non possiamo più permetterci di cadere nella banalità di un riduzionismo che non prende in considerazione il nostro tempo, il tempo delle
migrazioni globali e dell’interconnessione digitale. Reagire al terrore con lo spavento e il sospetto diffuso, ridurre l’islam all’islamismo fanatico è la soluzione più facile perché fa leva sull’odio, sul rancore, sulla vendetta e, soprattutto, incontra l’immediato consenso delle masse. Più complesso, invece, lavorare sul tema dell’integrazione; un termine abusato da tanti programmi elettorali di sinistra che spesso si è tradotto in una tolleranza perbenista di facciata. La verità è che siamo impreparati e, quel che è peggio, fingiamo di non esserlo. Il confronto con persone e culture diverse, che fino a una decina di anni fa era solo il tema di qualche saggio, oggi lo viviamo tutti i giorni nel profumo di curry che arriva dall’appartamento vicino, nei passi delicati di corpi coperti, nelle classi in cui le tonalità dell’italiano sono sfumate dai diversi colori della pelle degli alunni. Noi osserviamo, ma fondamentalmente non capiamo e abbiamo paura.
Lavorare sull’integrazione significa sapere innanzitutto chi siamo e in cosa crediamo, essere portatori convinti di un’identità culturale; fondamentale però è anche imparare a conoscere il diverso per rispettarlo nella sua alterità e non sentirlo più come qualcosa di estraneo e sospetto. Deve venir meno la paura del contagio, bisogna iniziare ad accogliere con curiosità la contaminazione, o meglio, la creolizzazione di culture e gruppi etnici, supportandola con consapevolezza. Questo lavoro deve coinvolgere la società intera, la politica, i media e soprattutto le scuole. Il fallimento dell’integrazione è innanzitutto un fallimento dell’educazione ed è proprio da qui che occorre ripartire. La realtà è che potremo veramente parlare di coesione sociale e integrazione quando alle nostre perplessità sulla diversità dell’altro, i nostri figli risponderanno con un’irriverente risata. Mara d’Arcangelo
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Di immortale c’è solo la satira Il genere letterario nato per rappresentare il mondo a testa in giù
Etimologia della parola satira
La prima forma di satira, in età arcaica a Roma, è costituita dalla “satura” drammatica (ossia, concepita come rappresentazione teatrale): una forma rozza e primitiva di teatro comico, caratterizzata da uno scambio di battute salaci e volgari fra attori improvvisati, all’insegna del riso sguaiato e della licenziosità del linguaggio. Nel passaggio dal genere teatrale a quello letterario, la satira latina si distingue in tre tipologie, tutte appartenenti al modo “serio-comico”, ma diverse sotto molti aspetti: la satira di tipo enniano, che presentava una notevole varietà di argomenti e di metri, alcuni dei quali popolari; la satira in versi di Lucilio, Orazio e Persio, legata alla dimensione dei “sermones” (ossia, “conversazioni”); la satira menippea, introdotta a Roma da Marco Terenzio Varrone, nel 90 a.C. circa, ma inventata in Grecia dal filosofo cinico Menippo di Gadara, nel III secolo a.C. Di questi tre tipi, il più curioso è forse quello della satira menippea, caratterizzata da una grande varietà metrica e contenutistica, dalla continua e libera alternanza di prosa e di versi, da uno straordinario realismo, legato ai temi della vita quotidiana di gusto popolare, come cibo e sesso, e dallo stile comico-serio. Si tratta di una prospettiva eccentrica da cui criticare e guardare con
“La satira è un momento di rifiuto di certe regole, di certi atteggiamenti: un momento liberatorio, in quanto distrugge la possibilità di certi canoni che intruppano la gente” (Dario Fo) distacco il mondo con il frequente inserimento di parole straniere. Rientrano, almeno in parte, nel genere della “satira menippea” opere celebri della letteratura latina, come per
esempio l’”Apokolokyntosis” di Seneca (un titolo bizzarro, che in italiano suona pressappoco “Apoteosi di quella zucca di Claudio”), una parodia e caricatura dell’imperatore Claudio. Altro esempio è il “Satyricon” di Petronio, una sorta di romanzo d’avventure, giunto fino a noi in forma frammentaria, in cui il protagonista, il giovane Encolpio, è coinvolto in una serie di viaggi e peripezie per sfuggire all’ira del dio del sesso, Priàpo, da cui è perseguitato. Attraverso il tema del riso, gli Antichi potevano quindi affrontare con distacco e ironia alcuni temi
“Castigare ridendo mores”, ossia “Colpire i vizi sorridendo”, questo lo scopo dichiarato della satira di Orazio (poeta latino di età augustea), con riferimento al genere della “satura” letteraria, una forma d’arte che nasce nella cultura antica all’insegna del realismo, della varietà dei temi e dei linguaggi, per la rappresentazione della realtà quotidiana e per la critica, spesso feroce e spregiudicata, dei vizi degli uomini e della società. I Romani distinguevano due tipi di satira latina: la satira in versi di Lucilio, Orazio, Persio e la satira menippea, introdotta a Roma da Marco Terenzio Varrone, ma inventata in Grecia dal filosofo cinico Menippo di Gadara, nel III secolo a.C. Se Quintiliano (maestro di retorica in età flavia, nato nel 35 d.C. e morto nel 96 d.C,) afferma l’autoctonia del genere satirico a Roma, la critica moderna ha indagato se mai esistessero modelli greci della satira latina. Si è pensato all’epos satirico, alla commedia, al mimo, all’antico giambo, alla diatriba cinica e all’epigramma, ma non si è riusciti a far derivare la satira latina da un preciso genere letterario greco. Il termine “satura” ha certamente un’origine latina, ma presenta una curiosa etimologia, ancora oggi controversa. Diomede, grammatico nel IV sec.d.C., offre diverse possibili spiegazioni in senso etimologico del termine “satura”: “a saturis”, perché in questo genere di poesia vengono dette cose buffe ed oscene, come fanno i satiri greci. Questa è certamente una falsa etimologia, ma interesscottanti, ribaltandoli in chiave parodistica e caricaturale. Si proponeva così ai lettori, in un linguaggio divertente, fantastico, ricco di sorprese e dissacrante, una seria e critica consapevolezza della generale vanità delle cose, del carattere effimero del potere e dei
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sante per il collegamento con il carattere licenzioso e comico dei satiri greci, esseri mitologici metà umani e metà caprini, in riferimento al tema del riso, come momento catartico e liberatorio; satura si può far derivare da “lanx satura”, ossia il “piatto misto” di primizie di campo e di orto, che veniva offerto nel tempio agli dei a scopo rituale; satura può provenire dall’espressione “a quodam genere faciminis”, ossia un ripieno gastronomico farcito di molti ingredienti, chiamato “satura”, secondo quanto scrive Varrone: si pensa a un pasticcio o ad un ripieno fatto di vari ingredienti, per esempio di selvaggina; satura può derivare da “lex per saturam”, ossia un provvedimento giuridico che comprendeva molte disposizioni di legge, con riferimento alla varietà dei temi trattati. Oggi non sappiamo ancora quale di queste possa essere l’etimologia vera, anche se la più attendibile sembra essere quella di derivazione dal linguaggio gastronomico, ma possiamo con certezza affermare che l’origine del termine “satura” sia all’insegna della varietà ed eterogeneità delle forme (prosa e versi, metri di vario tipo) e dei temi trattati (sfoghi personali, scene di vita quotidiana, riflessioni morali e politiche, considerazioni letterarie, attacchi feroci agli avversari). Insomma, una forma d’arte antichissima, ispirata alla libertà dei motivi e dei linguaggi, espressione fra le più alte della nostra libertà di pensiero e di parola, come tratto caratteristico della nostra civiltà letteraria e della nostra cultura occidentale. potenti, insomma una rappresentazione del mondo “a testa in giù”, capace di scatenare attraverso il riso una visione critica del reale e dei valori dominanti nella società del proprio tempo. Maria Imparato
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Primo presidio Slow Food in Albania Dove i bunker diventano coccinelle
Abbandonata la strada principale, quella che collega Scutari, città a nord dell’Albania, con la capitale Tirana, s’imbocca una via che conduce nel villaggio di Fishte, nel distretto della città di Lezha. Percorrendo pochi chilometri di curve non proprio dolci, si possono ammirare terre rosse, ulivi secolari e un piccolo laghetto immerso nel verde. Un paesaggio bucolico e bellissimo, dove non è raro imbattersi in greggi di pecore, capre o mucche che attraversano la carreggiata, padrone indiscusse di questo angolo di paradiso. Lungo la strada incrociamo di tanto in tanto auto straniere o targate Tirana, tutte dirette verso l’agriturismo di Altin Prenga, che è
anche la nostra meta. Cittadino albanese, ma con un marcato accento trentino, Altin, dopo aver trascorso un periodo in Italia svolgendo diverse mansioni quali lavapiatti in un ristorante stellato, collaboratore in aziende gastronomiche e infine gestore di un agriturismo, è rientrato nel suo Paese, ottenendo in poco tempo soddisfazioni e successo. L’agriturismo “Mrizi i Zanave”, che in italiano si potrebbe tradurre in “L’ombra delle Fate”, è stato il primo in tutta l’Albania a ottenere il presidio Slow Food: un fenomeno nuovo, al quale sono stati dedicati diversi articoli pubblicati su giornali e riviste, albanesi e non solo. Altin, nel ruolo di portatore della rivo-
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“La struttura è semplice ma unica nel suo genere in tutto il Paese, come la bontà e la genuinità dei piatti” luzione nel campo della cucina e del panorama gastronomico del territorio, è stato protagonista di documentari e programmi televisivi, tra cui la puntata di Linea Verde “Albania: l’alba di un nuovo giorno”, andata in onda domenica 09 novembre 2014. La scelta del luogo suggestivo e immerso nella natura è stata determinante per decretarne il successo. La struttura è semplice ma unica nel suo genere in tutto il Paese, come la bontà e la genuinità dei piatti, preparati dal fratello di Altin. L’avvio dell’agriturismo “Mrizi i Zanave” ha permesso inoltre lo sviluppo della zona circostante, offrendo opportunità lavorative ai suoi abitanti. Legati alla tradizione, Altin e il fratello cuoco hanno scelto di proporre piatti tradizionali realizzati con prodotti tipici del territorio: una cucina povera ma ricca di gusto, riscoperta dagli stessi albanesi che qui vengono a soggiornare. Il menù è molto vario e viene aggiornato frequentemente in base ai prodotti della terra: le materie prime sono biologiche al 100%.
Anche la carta dei vini è ricca di proposte interessanti: oltre alle etichette italiane, Altin promuove il Kallmet, vino autoctono albanese, sbarcato nel 2013 anche al Vinitaly, il Salone internazionale del vino di Verona. Frequentato da ambasciatori, politici e personaggi del mondo dello spettacolo, questo agriturismo rappresenta quello che molti migranti sono in grado di fare: rientrare nel proprio Paese come soggetti attivamente capaci di promuovere iniziative di sviluppo e sfruttare il turismo come volano per una crescita economica attenta all’ambiente e al proprio
territorio, come mostrato nel video presentato dal progetto CELIM “Shqiperia Nesër” (Albania domani) al quale Altin ha partecipato. “Mrizi i Zanave” è un luogo dove i bunker si trasformano in coccinelle, per divertire i bambini, ma anche i grandi; è l’immagine di un’Albania nuova, in grado di coniugare tradizione e modernità, di affascinare residenti e stranieri, ma soprattutto di produrre, in maniera sostenibile e nel totale rispetto del territorio circostante. Per informazioni maggiori informazioni, consultate il sito www.mrizizanave.com
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Diversità, tolleranza, rispetto in una nazione multireligiosa cifico e di comune identità. Da questo punto di vista l’Albania ha molto da insegnare: i luoghi in cui le religioni si intersecano sono svariati, ma il più emblematico rimane Piazza Skanderbeg a Tirana, al centro della quale si staglia la statua dell’eroe nazionale, il difensore della cristianità, con la splendida moschea Ethem
Bey alle sue spalle. Tolleranza, rispetto e diversità hanno un comune denominatore: l’orgoglio di appartenenza nazionale e la consapevolezza che, a dispetto del credo religioso, la convivenza non solo è auspicabile, ma concretamente possibile. Elena Pagani
Alle origini dell’albanismo
; Papa Francesco in Albania con il primo ministro Edi Rama
“Je suis Charlie” è lo slogan che dal 7 gennaio, giorno dell’attentato alla sede del periodico satirico francese Charlie Hedbo, supporta la libertà di pensiero, espressione e stampa. L’Europa è stata scossa da questo tragico evento che, oltre ad aver causato la morte di persone innocenti, ha diffuso e incrementato ovunque un forte senso di paura e pressione. Eppure la convivenza tra religioni che professano fedi differenti è possibile: l’Albania ne è un esempio. Il Paese è caratterizzato infatti da una forte tripartizione religiosa che nel corso degli anni non è mai stata superata. Oltre il 70% della popolazione appartiene alla religione musulmana, seguita
“La convivenza tra religioni che professano fedi differenti è possibile: l’Albania ne è un esempio” dalla minoranza cattolica, che si concentra prevalentemente nel nord del Paese, e da quella ortodossa. Tuttavia in Albania la fede assume una connotazione del tutto particolare e non è certo motivo di suddivisioni interne. La spiegazione di questo fenomeno è legata al concetto di “albanismo”, termine con il quale si identifica il nazionalismo albanese, che rappresenta il vero cre-
do di questo popolo, unito da un antico legame. Ovunque si trovino nel mondo, gli albanesi non dimenticano questo forte senso di appartenenza e la comune fratellanza. La visita a Tirana di Papa Francesco del 21 settembre 2014 ha messo in luce i valori di tolleranza e rispetto con i quali in Albania sono accolte e vissute le diverse religioni. D’altro canto il motivo principale che ha spinto il pontefice a compiere questo viaggio è che il Paese, riuscendo a formare un governo di unità nazionale, con un consiglio interreligioso equilibrato, ha mostrato come sia possibile per un popolo lavorare insieme, rendendosi un modello di libertà religiosa, vissuta in un clima pa-
Il territorio che corrisponde all’odierna Albania, o Shqipëria nella lingua ufficiale, ha vissuto il passaggio di diversi popoli, a causa della posizione geografica. Si tratta, infatti, di una sorta di “porta” che permette un facile ingresso dall’Adriatico verso tutta la penisola balcanica. Culla del popolo illirico, è stata invasa dai Romani e dagli Slavi, fino all’ascesa dell’Impero Ottomano che, per oltre quattro secoli, ha esercitato una forte influenza, della quale permangono numerosi echi in ambito religioso (la popolazione albanese è a maggioranza musulmana), linguistico, sociale e culturale. La componente turca rappresenta però solo una parte del patrimonio culturale e storico albanese, caratterizzato anche dalla presenza di influenze della civiltà mediterranea, italica e balcanica. Per secoli al centro di interessi contrastanti, la storia di questo Paese inizia con l’indipendenza, il 28 novembre 1912. Il Novecento è un secolo travagliato: il periodo monarchico e fascista, la rigida dittatura comunista del leader Enver Hoxha, e, infine, la flebile svolta democratica, inaugurata con un periodo definito “anarchia albanese” a causa del crollo delle piramidi finanziarie, ha fatto sì che l’Albania entrasse nel XXI secolo in punta di piedi.
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La situazione oggi è totalmente mutata rispetto alla fine del secolo scorso, quando moltissimi cittadini albanesi sono emigrati per far fronte alle difficoltà economiche. Ancora molti passi devono compiersi, ma le tappe già realizzate sono molte. L’Italia è il primo Paese sostenitore della crescita albanese, grazie all’intensa cooperazione e ai legami che riguardano un’ampia gamma di settori, frutto di una lunga collaborazione e incontri bilaterali. Lo sviluppo del Paese si basa sulla tutela del patrimonio culturale, artistico e ambientale, sulle riforme e l’educazione dei giovani, protagonisti indiscussi del cambiamento e al centro di nuove e importanti opportunità. Con oltre 3 milioni di abitanti, l’Albania è uno degli Stati più giovani d’Europa ed è anche il Paese del rientro, dell’inversione dei flussi, delle opportunità per molti cittadini stranieri che decidono di investire e di altrettanti albanesi residenti all’estero che ritornano in patria, facendosi “cittadini ponte” e protagonisti del cambiamento. Oggi l’Albania è un luogo di pace, convivenza religiosa e di spirito d’iniziativa, dove si sta realizzando un progetto comune: costruire una Shqiperia Nesër, un’Albania del domani, le cui fondamenta sono indubbiamente già state gettate.
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Sostenibil-mente
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Al via la rubrica curata dall’equipe The Clew
La psicologia al servizio della sostenibilità Una delle maggiori sfide che la contemporaneità ci consegna risponde all’esigenza di includere la filosofia e l’azione della sostenibilità nelle nostre vite. Pensare di congiungere la parola sostenibilità alla psicologia, significa offrire alle persone tutti quegli
lui. Il sistema-ambiente interno e quello esterno si co-costruiscono reciprocamente offrendoci un quadro di complementarietà anziché separazione. La sfida è quindi quella di pensare alla sostenibilità non solo come azione rivolta fuori da noi ma come
strumenti informativi per far sì che la loro dimensione psichica, mentale ed emotiva sia sostenibile nel tempo, divenendo così azione creativa e intelligente. La rubrica è pensata dall’equipe “The Clew”, composta da professionisti le cui attività spaziano dalla formazione alla psicoterapia. L’intento è proporre spunti di riflessione su tematiche psicologiche connesse alla filosofia della sostenibilità, offrendo la possibilità di aumentare i propri punti di vista. Pensare all’ecologia come azione rivolta alla salvaguardia dell’ambiente esterno è a nostro avviso impensabile senza una correlata sostenibilità della mente. Riprendendo infatti il concetto di “Ecologia della mente”, introdotto da Gregory Bateson, si evidenzia come la mente, sistema che interconnette, non sia incluso nelle stanze del cervello ma esprima una relazione fra ciò che è interno all’essere umano e ciò che è esterno a
qualcosa che richiede anche un percorso introspettivo orientato all’Essere Umano. Questa rubrica cercherà non tanto di offrire delle risposte definitive rispetto a differenti domande di ordine psicologico quanto piuttosto quello di proporre spunti di riflessioni in grado di generare dibattiti ed eventuali approfondimenti su situazioni che ogni giorno ci vedono coinvolti. La linea che seguiremo argomenterà alcune delle tematiche psicologiche maggiormente discusse con particolare attenzione alla loro relazione con le categorie della sostenibilità e dell’insostenibilità, ricordandoci che le nostre dinamiche interne non sono semplicemente giuste o sbagliate ma molto spesso costruttive o distruttive in funzione dell’impiego e della gestione che riusciamo a riporgli. Riusciremo a rispondere anche a questa sfida? Alessandro Fortis
Sensi di colpa insostenibili Cosa mi porta a sentirmi sbagliato?
Ci fermiamo mai a pensare quali tra i nostri atteggiamenti siano legittimi e sostenibili e quali invece auto-distruttivi? Sapremmo riconoscere se un copione di comportamenti e interpretazioni, si rivelasse un fardello, più che una risorsa per il nostro benessere? Sulla base di questi interrogativi proviamo a riflettere sull'emozione del senso di colpa, generalmente sperimentata da chi si sente responsabile di un comportamento che ritiene moralmente inaccettabile o che ha causato sofferenza a qualcuno. Sebbene sia fondamentale analizzare i propri errori, il senso di colpa sembra essere un abito mentale che porta ad addossarsi un eccessivo senso di responsabilità, ingigantendo la propria parte e minimizzando quella altrui. Nasce dall'interiorizzazione di norme culturali e morali trasmesse dall'ambiente
esterno che acuiscono l'incongruenza tra l'immagine ideale di sè (ciò che devo essere) e quella reale (ciò che sono). Il senso di colpa trova terreno fertile in un atteggiamento mentale rigido e controllante, che pretende di agire sempre per il meglio e non si concede mai di sbagliare. La colpa impedisce di valutare obiettivamente la situazione, agendo come un filtro che distorce la realtà, in qualsiasi direzione la si usi: sia per osservare il proprio comportamento che per osservare quello altrui. E chi osserva se stesso dietro un filtro di colpa, facilmente userà lo stesso filtro anche per gli altri. Si tratta di sensazioni vaghe, indefinite, pervasive, delle quali spesso non si distinguono le cause e che scaturiscono dall’interpretazione acritica dell’errore come prova indiscussa della propria colpevolezza. Scatta così intorno alla colpa un
terribile circolo vizioso, che acuisce stati d’animo negativi, senso di fallibilità personale e, di conseguenza, timore nel mettersi in gioco. Al contrario, un atteggiamento mentale più flessibile e meno intransigente verso noi stessi, basato quindi sull'autoaccettazione e connesso all'idea che nessun essere umano è infallibile, ci permetterebbe di sperimentare di fronte all'errore una sensazione di rimorso costruttivo che favorisce un'interpretazione della situazione più matura e aderente alla realtà. Una maggiore obiettività ci permetterà sì, di considerare il nostro grado di responsabilità, ma di riconoscere anche le condizioni e le modalità di pensiero che ci hanno portato ad agire in quel determinato modo, ipotizzando un cambiamento in senso evolutivo. Vera Zanchi
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Ecopelli ed ecopellicce conquistano anche i più scettici La grande tendenza di questa stagione invernale Fin dall’antichità gli oggetti in pelli e le vesti di pelliccia erano considerati beni di lusso e nei secoli non sono mai passati di moda. Nella seconda metà del ’900 le pellicce e le pelli di origine animale sono state affiancate da imitazioni sintetiche, similinell’aspetto a quelle originali ma più economiche. Se fino a qualche anno fa queste ultime erano mal viste da chi desiderava vestirsi elegantemente, quest’anno “fake fur” e “fake leather” sono diventate la materia prima per le creazioni di stilisti che dettano legge in materia di moda. Tra i pionieri di questa tendenza un posto di rilievo è occupato da Stella McCartney che da tempo professa la fede vegan applicandola anche alle sue linee di abbigliamento e accessori: la sua Falabella bag in ecopelle e catene metalliche è ormai un cult. La designer britannica è oggi in buona compagnia: grandi marchi come Emporio Armani, Karl Lagerfeld, Kenzo, Moschino (per citarne alcuni) hanno sancito che per l’Autunno Inverno 2014/15 ecopelli ed ecopellicce abbiano dignità pari a quella dei materiali notoriamente pregiati. La simil pelle viene utilizzata principalmente per capi che si ispirano all’abbigliamento di biker e rocker, e dunque giacche (come il classico chiodo) e pantaloni attillati in stile punk; l’eco pelliccia, invece, oltre che per realizzare
Come inventarsi un lavoro andando in vacanza Dall’intuizione di due ragazzi californiani Pura Vida è business etico e in crescita
cappotti e giacche, è utilizzata per borse, sciarpe e, must della stagione, gilet. Il dibattito su materiali veri e finti non riguarda soltanto i trend della stagione, ma tocca anche aspetti legati all’eticità del prodotto. Il trionfo dei materiali sintetici interpreta una più diffusa sensibilità verso gli animali, promossa dalle associazioni animaliste che da anni si battono per questa causa. Negli ultimi mesi la LAV ha rilevato un abbassamento dei prezzi delle pellicce vere che dipende dalla riduzione della richiesta da parte del mercato; una recente inchiesta conferma che la maggior parte dei cittadini europei è contraria all’uccisione di animali per produrre capi di abbigliamento e in Italia è contrario l’85% della popolazione (fonte: sondaggio Eurispes 2014). L.S.
Quando Griffin Thall e Paul Goodman sono partiti per una vacanza post laurea in Costa Rica, pensavano a una pausa di relax prima dell’impatto con il mondo del lavoro: cinque settimane per ricaricare le batterie e godersi il meritato riposo. Probabilmente non immaginavano che la Costa Rica avrebbe offerto loro l’opportunità di crearsi un lavoro etico e durevole. Il momento decisivo è stata una gita in una piccola comunità nella quale i due ragazzi si sono imbattuti in due artigiani, Jorge e Joaquin, che intrecciavano coloratissimi braccialetti sul ciglio di una strada. Entrambi i ragazzi rimasero affascinati da questi bracciali che, nella loro semplicità, trasmettevano esattamente ciò che la Costa Rica stava rappresentando per loro, cogliendo l’essenza del loro viaggio: “Pura Vida”. Parlando con gli artigiani, Griffin e Paul vennero a conoscenza della condizione di povertà nella quale vivevano e, per aiutarli, decisero di acquistare 400 braccialetti e di portarli con sé negli Stati Uniti. Tornati a casa, i ragazzi misero i bracciali in una grande vaso e lo portarono a un negozio vicino a casa; nel giro di pochissimo tempo vennero venduti tutti. Griffin e Paul si resero subito conto del potenziale di questi articoli e si rivolsero a Jorge e Joaquin perché ne producessero altri. Dal 2010, anno in cui è partita questa avventura, il giro di affari ha continuato a crescere. Oggi ogni settimana vengono venduti 20.000 pezzi e i due artigiani che lavoravano per strada hanno aperto una vera e propria azienda con una settantina di dipendenti, tutti loro compatrioti. Oltre che negli
Stati Uniti, i braccialetti “Pura Vida” si possono trovare anche in Europa e i punti di distribuzione sono a oggi 2.500. Ciò che è ammirevole è che nonostante ora il business sia su larga scala, i propositi iniziali sono stati mantenuti e l’eticità è rimasta uno dei pilastri di questa attività. Oltre ad avere tolto dalla strada numerose persone che sono state assunte a tempo pieno nella produzione, una parte del ricavato viene destinato a organizzazioni di beneficenza. Alcune linee di braccialetti, infatti, hanno come preciso scopo quello di finanziare associazioni specifiche. Le possibilità sono numerose, per citarne alcune: Enviro-Cause è per la salvaguardia dell’ambiente e degli animali, Education + Children per associazioni che si occupano di bambini in diffi-
“Il momento decisivo è stata una gita in una piccola comunità nella quale i due ragazzi si sono imbattuti in due artigiani, Jorge e Joaquin, che intrecciavano coloratissimi braccialetti sul ciglio di una strada” coltà e delle loro famiglie, Cancer Awareness per la ricerca sul cancro e per il sostegno dei malati, Memorial Causes a favore di popolazioni del mondo colpite da tragedie e disastri naturali. Livia Salvi
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Le piante mangia-veleni Un rimedio green per combattere l’inquinamento di casa e ufficio Si stima che mediamente trascorriamo fra l'80 e il 90% del nostro tempo in locali chiusi: è fondamentale quindi mantenere questi ambienti quanto più salubri possibile. Le piante possono aiutarci a rendere più salutare l'aria delle nostre camere, cucine, soggiorni, bagni, uffici ma anche quella di ospedali, scuole e luoghi pubblici. Ognuna di esse è in grado di assorbire e metabolizzare diverse sostanze tra cui anidride carbonica e composti organici volatili (VOC) potenzialmente pericolosi per la salute. Negli ambienti chiusi infatti si possono accumulare ammoniaca, benzene, xilene, formaldeide, toluene, monossido di carbonio e altri composti velenosi. Diversi studi evidenziano come l'aria nei luoghi chiusi possa essere da 6 fino a 100 volte meno salubre che all'esterno per la presenza di colle, pitture, finiture, isolamenti, rivestimenti e molti altri materiali, tra cui le sostanze gassose emesse dall'uomo stesso come l'anidride carbonica. Per mantenere più pulita l'aria che respiriamo, ecco alcune piante di facile reperibilità con cui arredare gli ambienti che frequentiamo.
Clorofito
Sansevieria
Purifica dal monossido di carbonio, formaldeide e toluene. Ideale in città con molto traffico
Purifica da formaldeide, tricloroetilene, toluene, onde elettromagnetiche, benzene. Ideale in camera da letto
Nome scientifico Chlorophytum spp. Famiglia Asparagaceae Origine Sud Africa
Nome scientifico Sansevieria trifasciata Famiglia Asparagaceae Origine Africa occidentale tropicale
Coltivazione
Coltivazione
Il genere comprende circa 200 specie di piante erbacee, sempreverdi e perenni. La temperatura minima invernale deve essere compresa tra i 7° e i 12° C (preferibili ambienti non riscaldati). Luce buona e diffusa, innaffiature ridotte in autunno-inverno senza lasciare seccare il terreno e abbondanti in primavera e in estate, per mantenere il terreno costantemente umido, attenzione però ai ristagni che farebbero marcire le radici. Come substrato è utile un miscuglio a base di torba con aggiunta di sabbia per aumentare la permeabilità e per evitare l'ingiallimento delle punte delle foglie, rinvasare la pianta ogni anno in marzoaprile; da giugno a settembre è utile somministrare concime liquido una volta a settimana.
Pianta perenne sempreverde, necessita di posizioni luminose ma non tollera la luce diretta del sole; può stare all'esterno in primavera-estate mentre per il resto dell'anno va tenuta in casa. Pianta poco esigente, cresce anche all'ombra e non ha bisogno di molta acqua, soprattutto nei mesi freddi: importante lasciare asciugare completamente il terreno tra un'annaffiatura e l'altra. Per il terriccio basta una normale composta da vaso mescolata con sabbia e argilla espansa. Necessita di concimazione, con fertilizzanti liquidi somministrati con cadenza mensile. Bisogna rinvasare ogni 2-3 anni o comunque quando i rizomi hanno completamente riempito il vaso, scegliendo un contenitore poco più grande del precedente.
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A cura dell'Orto Botanico di Bergamo Scaletta di Colle Aperto Bergamo Alta
Areca
Spatifillo
Purifica da ammoniaca, formaldeide, Purifica da formaldeide, xilene, toluene. xilene, toluene, benzene, tricloroetilene. Ideale per ambienti secchi con parquet Ideale per locali con molte persone e moquette elimina polveri e spore
Nome scientifico Spathiphyllum spp. Famiglia Araceae Origine Aree tropicali dell'America Coltivazione Il genere comprende 36 specie sempreverdi e perenni. La temperatura minima invernale non deve essere inferiore a 1012° C e ha bisogno di una buona quantità di luce diffusa; nel periodo estivo bisogna innaffiare e spruzzare le foglie frequentemente. In autunno-inverno si dovranno ridurre le annaffiature, senza mai permettere però al terreno di asciugare del
Nome scientifico Areca spp. Famiglia Arecaceae Origine Asia meridionale e sud-orientale Coltivazione
tutto. Come substrato è utile un miscuglio a base di terra, foglie e torba, con aggiunta di sabbia e tritumi di carbone, per contrastare le eventuali putrefazioni derivanti dall’umidità. Si rinvasa annualmente in aprile aumentando il diametro dei contenitori. Utile somministrare concime liquido ogni 10-15 giorni, dall’inizio della primavera ad autunno inoltrato.
Coltivazione: comprende circa 50 specie di palme, diffuse nelle foreste tropicali dalla Cina all'India, comprese le Filippine e la Malesia. In vaso generalmente non supera il metro e mezzo di altezza. La temperatura ideale di crescita è intorno ai 20-25 gradi e in inverno la pianta deve essere riparata all'interno. Ideale un'esposizione mol-
22 febbraio: una data terra terra
to luminosa, ma non diretta. Necessita di un terreno costantemente umido; è consigliabile vaporizzare con acqua sia nei periodi più caldi dell'anno sia in inverno se la pianta è posta in luoghi caldi e asciutti. Come substrato risulta ideale un terriccio bilanciato e ben drenato, con materiale grossolano per evitare i ristagni di acqua.
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L’Orto Botanico di Astino prenderà vita e siete tutti invitati a sporcarvi le mani Per fare l'albero ci vuole il seme, per fare il seme ci vuole il frutto, per fare il frutto ci vuole un fiore, per fare un orto botanico ci vogliono tante mani e partecipazione della gente: questo accadrà domenica 22 febbraio. La Valle d’Astino è un posto magico, nel contesto del Parco dei Colli, ai piedi di Città Alta, dove il verde incontra la storia per creare un presente pieno di ottime aspettative e dove prenderà vita la Sezione Agricola dell’Orto Botanico di Bergamo. Domenica 22 febbraio ci sarà la prima chiamata alle vanghe, ma non si cercano volontari. Si propone partecipazione attiva
nei diversi step che per i prossimi mesi vedranno l’Orto Botanico di Astino prendere vita e crescere, con l’obiettivo che diventi di volta in volta un progetto sempre più condiviso dalla cittadinanza, dove la sostenibilità ambientale incontra quella sociale. Nessuna grande inaugurazione con nastri rossi, dichiarazioni e champagne ma terra, semi e mani per vivere un’esperienza di contatto con una terra ricca di tradizione e fertile di ottimi propositi. Potremmo arrivare quest’estate ad ammirare l’Orto Botanico di Astino con la paura di calpestare punti proibiti, con le staccio-
nate già montate e con le specie già fiorite, ma possiamo anche vivere l’orto nella sua evoluzione e proprio come per una pianta sul proprio davanzale, prendersene cura, annaffiarla, accarezzarla, riflettendo col passare dei giorni sulla straordinaria magia della vita e sentendoci parte della sua bellezza una volta fiorita. Domenica 22 febbraio è una data terra terra, ma grazie alla partecipazione di tutti può nascere e crescere una vera e propria magia. Partecipazione sconsigliata a chi ha paura di sporcarsi le mani.
“9.000 mq di biodiversità, con 300 specie e 2.000 varietà provenienti da tutto il mondo a formare un contesto museale vivente, campo di educazione, sperimentazione e immaginazione”
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Alimentazione & Benessere La rubrica che vi invita a conoscere le eccellenze enogastronomiche d'Italia
L’angolo del gusto
Le vie del Gusto con Edoardo Raspelli
Un format scoppiettante tra enogastronomia e spettacolo Da quarant’anni lo pagano per mangiare. Ebbene sì, il suo lavoro è assaggiare, degustare ed esprimere il suo giudizio. Quando Edoardo Raspelli visita un nuovo ristorante, il momento clou è la richiesta del menù, cui segue lo sguardo atterrito del cameriere, il quale si domanda cosa dovrà fare per non incorrere in qualche rimbrotto del gastronomo che ordina un po’ di tutto. Spilucca, assaggia, beve, osserva come si muove il locale e poi come un falco pellegrino si tuffa nella recensione per stroncare o elevare il malcapitato ristoratore. Nonostante questo, il celebre conduttore di Canale 5 (Mela Verde) è richiestissimo tra i ristoratori e locali in genere, che accettano di buon grado il rischio di essere possibili vittime o eroi nella classificazione dell’arte gastronomica, secondo le volontà e voluttà del predator Raspelli. Nel 2012 nasce, con non poca fatica, una collaborazione tra il famoso gastronomo Edoardo Raspelli e il circuito “Le vie del gusto” già protagonista di numerosi eventi in scena in tanti comuni sparsi per l’Italia che ospitano una vera e propria carovana di sapori provenienti da tutta Europa. Figure caratteristiche come gli stand del greco con i suoi “ghiros” (involtini di carne succulenta), il mega chiosco dei sapori brasiliani e la bancarella degli spagnoli con padelloni smisurati di Paella, il tutto condito da eventi collaterali di musica, spettacoli di artisti di strada, concerti, cabaret e attrazioni per grandi e piccini. Sono ormai innumerevoli i comuni che richiedono questa manifestazione vincente che solitamente dura tre giorni, una volta in una piazza, l’altra in un centro antico e un'altra in riva a una spiaggia di qualche lago alpino. Raspel-
“Nel 2012 nasce una collaborazione tra il famoso gastronomo Edoardo Raspelli e il circuito “Le vie del gusto” già protagonista di numerosi eventi in scena in tanti comuni sparsi per l’Italia”
Edoardo Raspelli
La prima sagra dello scalogno
li gira furtivamente fra i banchi della carovana dei sapori italiani ed europei e, tra un assaggio e l’altro, cattura la curiosità dell’av-
ventore che chiede l’autografo e qualche consiglio di cucina da portare a casa. Il prode gastronomo spesso sta al gioco e non
rinuncia neppure a travestirsi da Babbo Natale per i mercatini omonimi e da Clown durante le feste patronali, per tornare di
tanto in tanto nelle vesti del rinomato intenditore. Insomma una modalità originale e simpatica spesso usata anche in chiave di promozione territoriale e turistica per tutti i comuni che intendono ospitare tale manifestazione e coinvolgere così i propri cittadini in una nuvola di sapori che per tre o quattro giorni permea le mura e i nasi di chi, o per volontà o per caso, si avventura tra le fila ordinate dei banchi alimentari e artigianali, confermando il successo del pubblico a favore di manifestazioni di Street Food adatte per tutte le tasche. Con l’imminente arrivo di Expo tutti gli standisti cercano nuove risorse e nuove idee per essere più accattivanti, ergo: nuove tecnologie per la cottura, alimenti più naturali possibili e ricerca orientata verso le nuove frontiere della cucina vegana e macrobiotica per coloro che abbracciano le nuove filosofie alimentari. Venite, dunque, e seguite la rubrica per sapere dove andrà e che mai farà il gustoso Edoardo e dove i banchi delle Vie del Gusto approderanno in questo variegato mare di sapori, tra tortellini fritti, Lampredotto e bistecche alla fiorentina. Avete già fame? Info su Facebook: sapori italiani europei. Giuseppe Martelli
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Il Corbezzolo
Il Topinambur
La pianta dell’ospitalità produce frutti dalle proprietà benefiche
Il “tartufo di canna” che aiuta a perder peso
Il corbezzolo, frutto dell’omonima pianta, conosciuta anche come “pianta dell’ospitalità” per la bellezza dei suoi fiori e frutti, è una bacca tonda simile a una ciliegia, dalla superficie granulosa e dalla polpa giallastra. Fa parte della categoria dei cosiddetti “frutti dimenticati”, nonostante le sue proprietà benefiche e gli svariati usi in cucina. La pianta, tipica della macchia mediterranea e protagonista degli splendidi giardini all’italiana, è molto diffusa e facile da coltivare grazie alla sua ottima resistenza alle fredde temperature. Il frutto è un alimento terapeutico, utile come astringente e antinfiammatorio delle vie biliari, del fegato e di tutto l'apparato circolatorio, ma anche diuretico, antisettico e antinfiammatorio delle vie urinarie. Il suo sapore è in un certo senso suggerito già dal suo nome scientifico, “arbutus”, che significa acerbo e astringente e “unendo”, dal latino “unum tantum edo”, ovvero ne mangio soltanto uno, un invi-
to a non lasciarsi tentare troppo dal suo aspetto invitante e quindi a non abusarne. I Latini attribuivano, infatti, ai frutti del corbezzolo dei poteri magici e tendevano a eccederne nell’uso. Mangiarlo da solo non è il migliore modo di gustarlo, meglio utilizzarlo in cucina. Realizzare l’aceto di corbezzolo è facile: in un litro d’aceto unite una manciata di corbezzoli non ancora maturi e sei foglie d’alloro. Lasciate riposare in un luogo fresco, asciutto e al buio per tre settimane, fino alla completa maturazione dei corbezzoli. L’aceto è ottimo come condimento per dare nuovo gusto alla solita insalata. Passando al dolce, una vera delizia è la marmellata di corbezzoli, utilizzata anche dai grandi chef per piatti sfiziosi e originali; facile da preparare, ma difficilmente reperibile sugli scaffali dei supermercati, può essere anche un pensiero gradito da omaggiare in occasione di una cena tra amici.
Marmellata di Corbezzolo
Preparazione Dopo aver lavato i corbezzoli, metteteli a cuocere in una padella a fuoco lento per circa 15 minuti. Una volta cotti setacciateli, eliminando i semi, in modo da ottenere una purea alla quale aggiungere l’acqua, la buccia del limone (facendo attenzione a eliminare la parte bianca) e lo zucchero. Ottenuto il composto, rimettetelo sul fuoco a fiamma bassa, mescolando fino a raggiungere la densità desiderata. In se-
Frutta di stagione
Gennaio/Febbraio
guito invasate la marmellata ancora calda, in barattoli precedentemente sterilizzati. Chiudeteli con il coperchio solo quando il composto si sarà raffreddato. Ingredienti • 1 kg di polpa di corbezzoli maturi • 700 gr di zucchero • buccia di 1 limone • 1 bicchiere d’acqua
Arance, mandarini, mele, pere, pompelmi, cedri, kiwi, datteri
Il topinambur, tubero originario del Nord America, simile a una patata deforme, più bitorzoluta e dura, e per questo decisamente meno popolare, viene chiamato anche “tartufo di canna”, patata del Canada, carciofo di Gerusalemme o rapa tedesca, sebbene non abbia nulla a che fare né con i carciofi, né con le rape. Si tende però ad associarlo alla verdura maggiormente conosciuta, sebbene il suo nome scientifico Helianthus tuberosus sia molto più poetico. Il termine helianthus, infatti, accosta le parole sole-fiore, proprio in riferimento alla tendenza dei fiorellini del tobinambur a protendersi verso il sole. Appartenente alla categoria dei tuberi dimenticati, in realtà le proprietà del topinambur sono davvero interessanti soprattutto per chi desidera mettersi a dieta in previsione della prova costume: questo alimento infatti contiene pochissime calorie (30 Kcal per 100 gr di prodotto). Indicato per i diabetici, è stato
dimostrato che a seguito di un pasto di soli topinambur, la glicemia rimane pressoché invariata. Inoltre il tubero è ricco vitamina A, sali minerali, aminoacidi ed è una fonte di vitamina H, utile contro la stanchezza fisica, i dolori muscolari e l’inappetenza. Le proprietà benefiche nascoste del topinambur non si fermano qui: le sue radici, tipicamente tuberizzate, sono reputate galattogene, quindi in grado di aumentare e promuovere la secrezione di latte nelle donne che allattano il loro piccolo al seno. Inoltre, il consumo di topinambur non solo facilita la digestione, ma favorisce anche la sensazione di sazietà, frenando gli attacchi incontrollati di fame. La sua somiglianza con la patata è riscontrabile anche nel modo di consumarlo: può essere semplicemente bollito o cotto a vapore, ma anche cucinato in padella, al forno o fritto. Il sapore è delicato e dolciastro, tanto che può essere consumato anche crudo, grattugiato sull’insalata.
Insalata di Topinambur
Preparazione Sbucciate i topinambur, lavateli con acqua fredda e affettateli a bastoncini o a rondelle sottili. Seguite lo stesso procedimento per le carote. Gli ortaggi devono essere conditi immediatamente per evitare che si anneriscano; aggiungete quindi le salse e la panna mescolate, l’aceto di vino bianco, i capperi e il sale e prezzemolo a piacere. Ecco una fresca insalata a base di topinambur che potrete arricchire anche con farro, pollo, pomodori e feta.
Verdura di stagione
Gennaio/Febbraio
Ingredienti • 450 gr di topinambur • 1 carota • 1 cucchiaino di salsa di senape • 2 cucchiai di panna vegetale • 2 cucchiai di maionese • 1 cucchiaio di capperi • 1 cucchiaio di aceto di vino bianco • un pizzico di sale • prezzemolo fresco tritato • (farro, pollo, pomodori e feta)
Cime di rapa, cardi, broccoli, porri, songino, cavolo verza
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Prevenire i tumori a tavola
È possibile ridurre l’incidenza dei tumori con una corretta alimentazione
Nel libro L’Alimentazione anticancro con prefazione del Dott. Umberto Veronesi, Direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, si legge: “Purtroppo i tumori sono sempre più frequenti e molti di essi sono strettamente legati ad una scorretta alimentazione e quindi ad abitudini alimentari sbagliate. Non solo alcuni alimenti possiedono infatti la capacità di influenzarne e sopprimerne lo sviluppo, ma addirittura contribuiscono a curarlo. Grazie quindi ad una alimenta-
zione più consapevole sarebbe dunque possibile ridurre l’incidenza media dei tumori nel modo più semplice e naturale, cioè integrando nella propria dieta preziosi cibi ed adattando le combinazioni alle esigenze di ogni singolo individuo.” Asserzioni completamente condivisibili e, oltre a una sana e corretta alimentazione, se davvero crediamo nella prevenzione dei tumori, dobbiamo anche adottare sani stili di vita, non fumare, ridurre il consumo di alcolici e fare attività fisica
Quali sono le principali cause dei tumori più diffusi? Le cause dell'insorgenza del cancro, si possono differenziare a seconda del tipo di tumore. Tuttavia, sembra che ad innescare queste circostanze siano soprattutto alcuni fattori comuni tra i quali: scorrette abitudini alimentari; sostanze tossiche presenti nei cibi; fumo; inquinamento ambientale; eccessiva esposizione ai raggi solari (o lampade abbronzanti); particolari attività lavorative a contatto
con sostanze cancerogene; eccessiva assunzione di ormoni; anomalie genetiche e somatiche; età biologica; sedentarietà. Quali sono i tumori più frequenti in Italia? I tumori che colpiscono maggiormente la popolazione italiana sono quelli al colon retto, al polmone, al seno, alla prostata: tuttavia questo non significa che le altre forme tumorali non incidano in modo rilevante sulla salute e sulla qualità della vita
dei cittadini. Per approfondire ulteriormente i fattori di rischio, le strategie di prevenzione, sintomi, diagnosi e trattamenti terapeutici consultare il sito www. legatumori.it. Ci sono alimenti e bevande con proprietà antitumorali? “Che il cibo sia la tua medicina e la tua medicina il tuo cibo”. Questa antica ma sapiente frase, pronunciata dal medico greco Ippocrate nel 400 a.C., conferma che la prevenzione inizia pro-
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e? Dieci consigli per ridurre il rischio del cancro 1Mangiare in modo equilibrato, scegliendo cibi genuini preferibilmente da agricoltura biologica;
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Mantenere il peso ideale;
3Effettuare screening; 4Limitare l'assunzione di alcol; 5Non fumare; 6Svolgere regolarmente attività fisica; 7Proteggere la pelle dai raggi solari (o lampade abbronzanti);
8Favorire l’allattamento al seno; 9Evitare sostanze e ambienti
potenzialmente cancerogeni;
10 Attenzione alla familiarità,
molti tipi di cancro sono genetici.
prio a tavola. Saper scegliere in modo corretto e consapevole, è quindi sinonimo di prevenire. L’American Institute for Cancer Research ha dichiarato come l´insorgenza di un elevato numero di tumori sia imputabile proprio a comportamenti alimentari scorretti, ad esempio a causa di eccessive quantità di grassi e di proteine di origine animale, carenza di fibre alimentari, presenza in alcuni cibi di sostanze tossiche (nitriti, nitrati, aflatossine), ecc. Tuttavia per prevenire i tumori a tavola la natura ci offre delle sostanze eccezionali chiamate composti fitochimici che sono presenti in particolari alimenti e bevande e hanno cioè una
funzione benefica sulla salute umana (in questo caso anti-tumorale). Fonti alimentari ricche di sostenze fitochimiche / Aglio e cipolla: sono entrambi bulbi molto potenti per prevenire e combattere i tumori. Questi vegetali rafforzano le difese immunitarie del nostro organismo e contengono alcuni polifenoli, come la quercitina, una molecola che impedisce il proliferare di numerose cellule tumorali, oltre all’allicina alla quale vengono attribuite proprietà anticancro. Questi principi attivi sono liberati in seguito
alla frantumazione di questi cibi (ad esempio non avviene se lo spicchio d’aglio viene aggiunto per insaporire le preparazioni e poi rimosso) e in particolare proprio l’aglio è annoverato tra i più antichi medicamenti. Anche la cipolla vanta numerose proprietà: è ricca di sali minerali, vitamina C e contiene elevate quantità di fibra alimentare con funzione prebiotica, cioè in grado di promuovere la crescita di alcuni batteri presenti nell’intestino umano. L’azione preventiva di questi bulbi è riservata soprattutto all’apparato digerente (cancro all’esofago, stomaco ed intestino) e studi recenti stanno dimostrando la loro efficacia anche per prevenire i tumori alla prostata. / Agrumi: la principale proprietà dell'arancia è l'alto contenuto di vitamina C che, oltre ad aumentare le difese del sistema immunitario, aiuta a favorire l'assorbimento del ferro e a combattere i radicali liberi, causa dell'invecchiamento delle cellule. L'arancia inoltre svolge anche una potente azione antinfiammatoria che migliora la salute dei vasi capillari e dei tessuti connettivi, mentre i pigmenti naturali che danno alle arance il loro bel colore, svolgono funzioni antiossidanti e prevengono i tumori. / Alghe: alcuni studi di laboratorio hanno dimostrato che le alghe sono in grado di rallentare la crescita delle cellule cancerose. Questi vegetali forniscono quantità minime di calorie, contengono pochissimi grassi e sono un’ottima fonte di proteine, sali minerali, vitamine e fibre. Alle alghe sono inoltre riconosciute anche altre proprietà: ad esempio liberano l’organismo dalle impurità e dalle tossine, abbassano i livelli pressori, hanno effetti dimagranti, rigeneranti, riducono l’assorbimento di zuccheri e trigliceridi e attivano il metabolismo. / Avocado: questo alimento tropicale contiene molti fitonutrienti, elementi antiossidanti che aiutano a liberare la cellula
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Alimentazione & Benessere
Segue dalle pagine 48-49 dai radicali liberi. Presenta inoltre un ottimo apporto di acido grasso linolenico e omega 3, è ricco di vitamina A, vitamina E, contiene un'elevata quantità di potassio, discrete quantità di fosforo, zinco, magnesio e calcio, combatte la depressione e ha poteri antinfiammatori. Attenzione però alle calorie dell’avocado: ben 230 ogni 100 grammi di prodotto.
fegato, seno e ovaie. Possiede inoltre attività antimicrobiche, ipocolesterolemizzanti e antiossidanti, oltre a combattere l’Alzheimer.
/ Cacao e cioccolato fondente: il cacao ha proprietà antiossidanti, antimicrobiche ed antitumorali grazie alla presenza dei polifenoli. Vi si trovano inoltre alcuni importanti sali minerali tra cui ferro, magnesio, fosforo, potassio, calcio, una bassa presenza di sodio e, in particolare il cioccolato, è indicato per coloro che svolgono attività fisica o sottoposti a stress psicofisico.
/ Legumi: esistono in commercio numerose varietà di legumi tra cui lenticchie verdi o rosse, ceci, piselli, fagioli, soia, fave, carrube, arachidi. Tutti i nutrizionisti consigliano il consumo di legumi o derivati almeno 2-3 volte alla settimana in alternativa ad alimenti proteici di origine animale. Questi alimenti sono infatti ricchi di fibra, rallentano la velocità di assorbimento degli zuccheri e tengono pulito l’intestino, la prima barriera del corpo esposta alle sostanze cancerogene. Per le sue proprietà antitumorali tra i legumi spicca la soia. Si raccomanda di acquistare la soia e tutti i suoi derivati da agricoltura biologica o senza OGM, essendo questo legume uno tra gli alimenti più geneticamente modificato.
/ Cannella: originaria dello Sri Lanka, vanta una storia millenaria, tanto da essere già utilizzata dagli antichi Egizi. Ancora oggi questa spezia ha proprietà riconosciute scientificamente, tra cui quella antitumorale. / Cereali integrali: moltissime le varietà disponibili in commercio e tra quelle più diffuse ci sono il frumento, il riso, il mais, l’orzo, il farro, l’avena, il kamut, la segale, il miglio, la quinoa, l’amaranto. I cereali si possono consumare in chicchi, sotto forma di sfarinati, in fiocchi, soffiati, germogliati e, soprattutto se integrali, si consiglia di acquistarli da agricoltura biologica. / Crucifere: appartengono a questa famiglia tutte le varietà di cavolo, come ad esempio il cavolfiore, i broccoletti, i cavolini di Bruxelles, il cavolo verza, il cavolo cappuccio, il crescione. Questi vegetali contengono una notevole quantità di sostanze fitochimiche che prevengono la formazione dei tumori combattendo i radicali liberi (sostanze particolarmente concentrate nei cavolini di Bruxelles) e impediscono alle sostanze cancerogene di provocare danni alle altre cellule. Per attivare le proprietà di questi oltraggi si consiglia una buona masticazione e una rapida cottura. / Curcuma: chiamata “zafferano delle Indie” e previene i tumori dello stomaco, intestino,
/ Frutti di bosco: essendo frutti stagionali il loro consumo è limitato, tuttavia contengono diverse sostanze fitochimiche e altri composti in grado di inibire lo sviluppo delle cellule tumorali.
/ Olio di semi di lino: molte le caratteristiche di questo olio vegetale. Rafforza il sistema immunitario essendo costituito prevalentemente da omega 3 ed omega 6. L’olio di semi di lino protegge l’organismo da malattie cardiovascolari e da alcune malattie infiammatorie-neurodegenerative, svolge un’eccellente azione antiossidante grazie all’elevato contenuto di vitamina E, possiede proprietà antiemorroidali, anticolitiche e regolatrici della funzione intestinale, neutralizza le tossine, le cellule cancerogene e svolge anche un’azione preventiva. / Olio extra-vergine d’oliva: è l’olio per eccellenza della tradizione mediterranea. Eccellente il suo contenuto di vitamina E che svolge funzioni protettive sull’organismo e di vitamina A. Diversi studi hanno indicato che il consumo regolare di olio d’oliva è inversamente correlato a diversi tipi di tumore. L'olio extravergine d’oliva come tutti gli oli vegetali, fornisce 900 kcal. (per 100 grammi): quindi va consumato con moderazione.
“Che il cibo sia la tua medicina e la tua medicina il tuo cibo”
/ Pesce azzurro: è costituito da una tipologia di carne più digeribile rispetto ad altri pesci e le caratteristiche organolettiche o l’apporto calorico, si differenziano a seconda della varietà consumata. Spesso il pesce è introdotto nell’alimentazione anche per l’alto contenuto di grassi di ottima qualità (ad esempio omega-3). / Omega 3 a confronto. Risulta interessante notare che piccole quantità di cibi vegetali, ad esempio 2-3 cucchiai di noci fresche sgusciate o 2 cucchiaini di oli vegetali abbiano un contenuto molto superiore rispetto ad alcuni pesci ricchi di omega 3. Inoltre la porzione di pesce da assumere per ottenere la stessa quantità di acidi grassi essenziali, contenuti nelle grammature di
questi alimenti vegetali citati, deve corrispondere a ben 100 grammi di prodotto. Altre importanti sostanze presenti in questi cibi prevengono le malattie cardiovascolari, riducono i tumori al seno, al pancreas, al colon, alla prostata e aumentano l’efficacia dei trattamenti chemioterapici. / Pomodoro: questo ortaggio rappresenta la maggior fonte di licopene, uno tra i più potenti antiossidanti naturali e responsabile inoltre del colore rosso. Questo vegetale è inoltre ricco di vitamine idrosolubili, sali minerali, oligoelementi, contiene fibre, acqua e possiede diverse proprietà antitumorali, utili soprattutto nella prevenzione dei tumori alla prostata. / Semi oleosi (noci): sono alimenti altamente energetici e
contengono elevate quantità di lipidi, molti dei quali polinsaturi. Ricchi di sostanze antiossidanti, possono aiutare a ridurre lo stress ossidativo e contrastare l'invecchiamento cutaneo e cellulare. Anche le proteine contenute in questi semi oleaginosi hanno proprietà terapeutiche: infatti in grado di prevenire e contrastare i fenomeni dell'arteriosclerosi, oltre ad essere proteine di ottima qualità. Bevande ricche di sostanze fitochimiche / Centrifughe vegetali: sono bevande ricche di sostanze nutritive molto concentrate, di facile assimilazione e preparazione tramite l’utilizzo di una centrifuga. Gli ingredienti base sono solitamente frutta e verdura fre-
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di sale, esaltatori di sapidità e grassi idrogenati, sostanze che, se introdotte in eccesso, sono potenzialmente cancerogene.
questi vegetali a quello del loro consumo, più aumenta la concentrazione di queste sostanze nocive.
/ Grassi idrogenati: abbassano il colesterolo buono e innalzano quello cattivo: si trovano in moltissimi prodotti industriali.
/ Dolci e bevande zuccherate: il loro abuso può provocare l’insorgenza di tumori, oltre ad alzare la glicemia con il rischio di diabete.
/ Grassi saturi: coloro che consumano molti grassi saturi di origine animale, presenti nella carne bovina, suina, latte, latticini, uova, salumi hanno più probabilità di ammalarsi di tumore. / Aflatossine: sono tossine prodotte principalmente da due tipi di muffe che possono provocare tumori al fegato e che si sviluppano in particolari condizioni come climi caldi o eccessiva umidità. I cibi più a rischio sono i cereali, legumi, semi oleaginosi, ma anche carne, latte e uova se gli animali sono alimentati con mangimi contaminati. / Vegetali a foglie verdi (bietole e spinaci): contengono molti nitrati che nel nostro corpo si legano alle ammine formando le nitrosammine (sostanze cancerogene). Più trascorre il tempo dal momento della raccolta di
sche preferibilmente di stagione e biologica: Il momento ideale del loro consumo è la mattina a digiuno, oppure a stomaco vuoto in qualsiasi momento della giornata, o prima dei pasti. / The verde: è conosciuto e decantato da anni per le sue numerose proprietà antitumorali. Il the previene i tumori alla mammella, polmoni, esofago, prostata e contrasta anche il melanoma. Per permettere un’efficace estrazione dei principi attivi si consiglia un tempo d’infusione di circa 5-8 minuti. / Vino rosso: tra le sostanze fitochimiche antitumorali contenute in questa bevanda è necessario citare il resveratrolo, composto polifenolico presente negli acini dell'uva, nel vino in alcune bacche e semi oleosi.
Un'unica raccomandazione… attenzione a non esagerare sia per gli effetti nocivi causati da un consumo eccessivo di questa bevanda, sia per l’apporto calorico elevato oltre a tutti i conosciuti divieti per coloro che non dovrebbero assolutamente assumere alcun tipo di alcolici. Inoltre l’alcol non è una bevanda indispensabile per il nostro organismo e non utilizzarlo non comporta alcun tipo di carenza. Cibi e bevande da evitare per prevenire i tumori Tutto ciò che ingeriamo diventa parte di noi stessi e si riflette inevitabilmente sul nostro stato di salute. Ecco quindi un breve elenco di tutto ciò che dovrebbe essere limitato, o addirittura evitato, per
non favorire l’insorgere dei vari tipi di cancro, ma anche per seguire una corretta alimentazione quotidiana. / Salumi: l’eccesso di questi alimenti è responsabile di diversi tumori al colon anche a causa di molti conservanti in essi contenuti. / Carni: un consumo eccessivo di carne, soprattutto se rossa, può essere molto pericoloso e favorire l’insorgenza di tumori. Sale: l’utilizzo eccessivo di sale favorirebbe alcuni tipi di tumori come pancreas e stomaco. / Latte e derivati: un consumo elevato di prodotti caseari può favorire l’insorgere di tumori (soprattutto al seno). / Dadi da cucina: sono ricchi
/ Alcol: l’abuso di questa sostanza è causa di molti tumori tra cui quelli al fegato, esofago e pancreas. / Calcio: introdurre eccessive quantità di calcio può provocare diversi tipi di tumori, tra cui il cancro della prostata. / Cottura alla brace: questo tipo di cottura libera sostanze cancerogene. La cottura alla brace, se utilizzata frequentemente, predispone alla formazione di diversi tumori. Attenzione inoltre a non annerire troppo gli alimenti. / Frittura: temperature molte elevate liberano l’acroleina, altra sostanza altamente cancerogena.
Rossana Madaschi Dietista e Docente di Scienza dell’Alimentazione Cell. +39 347 0332740 - info@nutrirsidisalute.it www.nutrirsidisalute.it
La rubrica è promossa da Punto Ristorazione srl
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Appuntamenti dal territorio
Calendario Febbraio 2015 Bergamo
padre del biologico; intervengono Massimo Orlandi, Maria Girolomoni, Giorgio Fornoni info@gherim.it ■■■ Fiera
6 > 8 febbraio Bergamo Sposi ■■■ Incontro
4 febbraio Master food: A lezione di Buono, Pulito e Giusto
Curno (BG) 20.30 > Coop Il Sole e la Terra A lezione per imparare a scegliere il cibo che acquistiamo e consumiamo tutti i giorni affinché sia buono, pulito e giusto www.slowfoodvalliorobiche.it
Bergamo Fiera Bergamo, via Lunga Si rinnova il tradizionale appuntamento con il Salone dedicato alle proposte per il giorno più bello. Tante proposte e la giusta ispirazione per rendere il giorno del matrimonio indimenticabile info@promoberg.it
5 febbraio Incontri con il colore
Almenno San Salvatore (BG) 17.15 - 18.15 > Coop Lumaca, via Pavoni 7 La pittura ad acquarello come momento di pausa e conoscenza di sé e del mondo; tecnica steineriana eventilumaca@gmail.com
6 febbraio Puoi guarire la tua vita
Seriate (BG) 20.30 > biblioteca di Seriate Una serata all'insegna della filosofia di Louise Hay, madrina del pensiero positivo info@ondavitale.it
■■■ Teatri
7 febbraio Sex-machine
Albano Sant'Alessandro (BG) 21.00 > Teatro Don Bosco All'interno del festival Albanoarte, Giuliana Musso e “Igi” Gianluigi Meggiorin saranno in scena con lo stupefacente “Sexmachine”, regia di Massimo Somaglino, spettacolo Premio Nazionale della Critica 2005 www.albanoarte.it ■■■ Teatro
7 febbraio Disadance – Spettacolo
■■■ Evento
6 febbraio Giornata del Mais 2015
Bergamo 9.30 > Palazzo dei Contratti, Via Petrarca, 10 La prima sessione della Giornata del mais affronta il tema del Mais verso EXPO 2015; Interventi legati a il mercato del mais, il mais come materia prima, qualità e nutrizione rosanna.dinoia@entecra.it ■■■ Teatro
6 febbraio 21 C° - Cosa accade alla temperatura in tempo di crisi
Ponteranica (BG) 21.00 > Auditorium, via Valbona 73 Appuntamento con la Rassegna "In the mood for" 2014-15 dedicata al teatro contemporaneo; spettacolo a cura della Compagnia di Teatro Ex Drogheria promo@erbamil.it ■■■ Incontro
6 febbraio La Terra è la mia preghiera
Nembro (BG) 20.45 > Auditorium Modernissimo, piazza della Libertà Intervento sulla vita di Gino Girolomoni,
■■■ Corso
12/25 febbraio Lezioni di cucina naturale: I Cereali Integrali
Bergamo 20.00 - 22.30 > Sede Nutrirsi di Salute Corso base di cucina naturale a cura di Rossana Madaschi dietista e docente di scienze dell'Alimentazione www.nutrirsidisalute.it ■■■ Corso
■■■ Corso
■■■ Incontro
Piuma, via Divisione Tridentina Percorso di formazione sull' agri-Cultura bio-Diversa; bellezza e benefici del connubio tra ortaggi, fiori e frutti www.laterzapiuma.it
Bergamo 20.45 > Cineteatro Colognola DisanDance è uno spettacolo di teatro e danza. Non è un progetto di arte-terapia. È uno spettacolo di 3 danzatori professionisti e 6 persone con disabilità che in scena raccontano una storia di contrasti. La stratificazione e l’intreccio fra essi facebook: disadance ■■■ Incontro
7 febbraio Cibo tra tradizione e innovazione
Bergamo 18.00 > Sede Coop La Terza Piuma, via Divisione Tridentina, 4/A La convivenza della tradizione con le esigenze di alimentarsi in modo leggero, sano e veloce. Relatori: Paolo Paganelli e Silvia Saltarelli www.laterzapiuma.it ■■■ Incontro
10/13 febbraio La gestione del frutteto dal primo impianto alla raccolta
Bergamo 20.30 - 22.30 > Sede Parco dei Colli Via Valmarina Ciclo di incontri formativi su ambiente, agricoltura e alimentazione organizzati dalla coop Biplano www.cooperativabiplano.it ■■■ Corso
11/25 febbraio Il frutteto biologico
Bergamo 20.30 - 22.30 > Sede Coop La Terza
live a lume di candela http://caterpillar.blog.rai.it/ milluminodimeno/ ■■■ Corso
19 febbraio Corso base di cucina naturale: i Legumi
Bergamo 20.00 - 22.30 > Sede Nutrirsi di Salute Lezione di cucina naturale a cura di Rossana Madaschi dietista e docente di scienze dell'Alimentazione www.nutrirsidisalute.it
Bergamo 20.30 > CSC, Borgo Palazzo, 25 Bontà senza crudeltà; introduzione alla cucina vegana http://www.bergamovegan.it/
Bergamo - Tutto il giorno Nessuna inaugurazione ma tante attività per vivere lo spazio che ospiterà l'Orto Botanico della Valle d'Astino. Ingredienti: partecipazione, mani, curiosità e immaginazione. www.ortobotanicodibergamo.it
■■■ Incontro
■■■ Incontro
13 febbraio Il mercato della Porta del Parco si presenta
23 febbraio Introduction to the concept of sustainable development
■■■ Convegno
13 > 14 febbraio 59° Convegno filatelico e Convegno Numismatico
Bergamo 15.00- 19.00 sab / 9.00 - 19.00 dom, Star Hotels Cristallo Palace In concomitanza con la Mostra filatelica e con il Convegno commerciale si terrà il 50° Convegno Numismatico Nazionale, al quale prenderanno parte numerosi tra i principali operatori nazionali del settore www.circolofilatelicobg.it ■■■ Inaugurazione
14 febbraio Riapertura mercato della Porta del Parco
Mozzo (BG) 9.00 > La Porta del Parco, via Masnada In occasione della riapertura del mercato di produttori locali, colazione con brioches artigianali, letture per bambini, pranzo con polenta, formaggi e vino e laboratori di painting e trucco http://www.coopalchimia.it ■■■ Corso
14 febbraio La Potatura – Corso Pratico
Bolgare (BG) 9.00 - 12.00 Il frutteto di Micheletti Romano Corso pratico di potatura presso l'azienda agricola Il Frutteto di Micheletti Romano all'interno del ciclo A.A.A. corso Piante da Frutto della coop Biplano www.cooperativabiplano.it ■■■ Evento
14 febbraio M'illumino di meno - 11° edizione
Nembro (BG) 16.00 > Gherim Gusto Solidale Gherim aderisce alla campagna di risparmio energetico di Caterpillar; dalle ore 16 fiabe per bambini e a seguire dalle ore 18,30 apericena con musica acustica
Brescia
■■■ Evento
22 febbraio Futuro Orto Botanico di Astino
12 febbraio Corso base di cucina vegan
Mozzo (BG) 20.30 > La Porta del Parco, via Masnada Tutti i sabati a Mozzo c’è un mercato agricolo di prodotti biologici e locali: chi sono i nostri produttori? Incontro pubblico per conoscere da vicino aziende e prodotti info: 328 7663545
del birrificio Valcavallina che ci guiderà in un percorso di degustazione di 4 delle loro birre vincitrici di premi nazionali ed internazionali Facebook: gherimnembro
Bergamo 10 - 13 > Università degli Studi di Bergamo In occasione dei seminari 2015 sulle economie solidali del Cores, interviene Giovanni Orlando in collaborazione con il dottorato Formazione della persona e mercato del lavoro cores@unibg.it
■■■ Mostra
fino al 14 giugno Il cibo nell'arte
Brescia 9.00-18.00 mercoledì, giovedì, venerdì; 10-20 sabato e domenica > Palazzo Martinengo, via Musei 3 In occasione di Expo 2015 mostra di 100 dipinti dal 600 a Wahrol, per compiere un viaggio alla scoperta della rappresentazione del cibo e degli alimenti nella varie epoche www.mostraciboarte.it ■■■ Mostra
1>10 febbraio Vorrei averci pensato prima
Brescia Centro commerciale Freccia Rossa Iniziativa sulla sostenibilità ambientale in collaborazione con la cooperativa sociale Cauto www.frecciarossa.it
■■■ Incontro
■■■ Incontro
25 febbraio Comunicare il sociale in modo efficace: strategie, linguaggi, strumenti
4 febbraio La Turchese
Bergamo 13 - 15 > Università degli Studi di Bergamo In occasione dei seminari 2015 sulle economie solidali del Cores, intervengono Rossella Sobrero in collaborazione con la laura magistrale in Comunicazione, Informazione e Editoria cores@unibg.it ■■■ Corso
26 febbraio Lezione di cucina naturale: frutta verdura e germogli
Bergamo 20.00 - 22.30 > Sede Nutrirsi di Salute Corso base di cucina naturale a cura di Rossana Madaschi dietista e docente di scienze dell'Alimentazione www.nutrirsidisalute.it ■■■ Incontro
27 febbraio E se mio figlio vuole la "marca"? Bergamo 21.00 > La Terza Piuma, via Divisione Tridentina 4/a Come conciliare i propri ideali e la propria etica con i bisogni di individuazione di cui i figli sono portatori? Serata di confronto e dibattito aperto sul rapporto tra gli stili di vita e le scelte di consumo dei genitori e quelli dei figli www.laterzapiuma.it ■■■ Incontro
28 febbraio Alla scoperta delle birre bergamasche
Nembro (BG) 20.00 > Gherim Gusto Solidale, P.za Libertà La serata sarà guidata da Edgardo Rossi
Brescia 20.45 > Museo di Scienze Naturali, via Ozanam 4 Conversazione a cura di Giovanni Corsetti, organizzata dall'associazione Asteria per la gemmologia e mineralogia www.astrofilibresciani.it ■■■ Teatro
7 febbraio Sul filo delle emozioni
Brescia 21.00 > Teatro San Carlino, corso Matteotti 6a Recital pianistico con Paolo Sarubbi e Sergio Isonni 030 47288 ■■■ Mercato
7/14/21/28 febbraio Armadio solidale
Castenedolo (BS) 9.00 - 12.00 > Ex istituto Riccardo Pisa, via della Rimembranza 2 Ritiro e vendita di abiti e accessori in buono stato www.comune.castenedolo.bs.it ■■■ Letture
8/22 febbraio Letture Letterali
Brescia 17.45 > Sala Minelli, via Borgondio 29 Letture Letterali, viaggio tra i libri . Un percorso nella profondità del linguaggio letterario ■■■ Corso
11 febbraio L'abc del naturalista
Brescia 20.30 > Museo di Scienze Naturali, via Ozanam Prima serata del corso di base sulle scienze naturali
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www.astrofilibresciani.it
teatrosocialepalazzolo.it
■■■ Inontro
■■■ Fiera
11 febbraio La creatività fa bene alla salute
21>24 febbraio Golositalia&Aliment 2015
Cologne (BS) 21.00 > Biblioteca, piazza Garibaldi 20 Approfondimento alla riscoperta della creatività, per valorizzarla e goderne degli effetti sul benessere psicofisico, a cura della dott.ssa Simona Volpi opac.provincia.brescia.it ■■■ Danza
13 febbraio Map Folding
Brescia 21.00 > Sala grande del Teatro Grande Map Folding, spettacolo della Shen Wei Dance Arts www.teatrogrande.it ■■■ Enogastronomia
14 febbbraio Ponte di Legno brinda
Ponte di Legno (BS) 14.30 > Cabinovia Degustazione e brindisi in cabinovia info@prolocopontedilegno.it
Montichiari (BS) Centro Fiera del Garda Fiera enogastronomica che valorizza le eccelenze italiane www.golositalia.it ■■■ Conferenza
22 febbraio Il Garda e la musica. Musiche e musicisti sul Garda fra passato e presente
Salò (BS) 16.00 > Sala Provveditori, lungolago Zanardelli 55 Incontro su "Il Garda e la musica. Musiche e musicisti sul Garda fra passato e presente" a cura di Enrico Raggi
14 febbraio Divanomachia
Breno (BS) 20.30 > Teatro delle Ali Alessandro Ducoli presenta il suo ultimo lavoro discografico Divanomachia- lezioni pratiche di sopravvivenza domestica www.teatrodelleali.it ■■■ Musica
14 febbraio Soul Valentino
Palazzolo Sull'Oglio (BS) 21.00 > Teatro sociale, piazza Zamara Serata speciale a suon di soul teatrosocialepalazzolo.it ■■■ Musica
15 febbraio Bande musicali in concerto
Brescia 16.00 > Auditorium san Barnaba, piazza Arturo Benedetti Michelangeli Per la rassegna Bande musicali in concerto organizzata dall'associazione bande musicali bresciane, concerto del gruppo bandistico Avis di Esine www.abmb.it ■■■ Teatro
15 febbraio Rivista… e corretta
Brescia 16.00 > Teatro Pavoni, via San Eustacchio 8 La picola compagnia Stabile di Brescia presenta lo spettacolo Rivista …e corretta, regia di Luciano Bertoli 030 318345 ■■■ Incontro
20 febbraio "Il gregge sulla neve"
Zone (BS) 21.00 > Biblioteca comunale Racconto di viaggio a cura di Nicola Naboni, in collaborazione con Marcello Vadori opac.provincia.brescia.it ■■■ Teatro
Palazzolo Sull'Oglio (BS) 21.00 > Teatro sociale, piazza Zamara Spettacolo a cura della compagnia Teatro delle Ali
Mercati Agricoli e Biologici Bergamo ■■■
Tutti i martedì Farmers market Campagna Amica Bergamo, piazza Santo Spirito 8.00-12.30 Coldiretti Tel. 035.4524125 ■■■
Milano
■■■ Musica
21 febbraio I due gentiluomini di Verona
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■■■ Evento
2 febbraio Festa per il 25° anniversario di “Osterie d’Italia” Sussidiario del mangiarbere all’italiana. Milano 20.00 > Osteria del Treno, Via San Gregorio 46-48 Cena con musica, canzoni e un menu proposto da alcune delle osterie, storiche e new entry, della Guida Slow Food, insieme a Carlo Petrini e testimoni d'eccezione www.osteriadeltreno.it ■■■ Fiera
6 > 8 febbraio Passatempi e passioni
Milano 1.00 - 18.30 > Malpensa Fiere, Busto Arsizio (Va) Il Salone degli Hobby Femminili per la terza volta in Lombardia www.passatempiepassioni.it ■■■ Evento
7 > 16 febbraio Senza atomica
Cassano d'Adda (MI) Luoghi vari Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari ■■■ Convegno
12 febbraio WiGreen
Milano Il Sole 24 ore, Via Monte Rosa 91 Open day della sostenibilità, occasione di confronto, aggiornamento e dibattito sul binomio sostenibilità e convenienza ■■■ Fiera
13 > 15 marzo Fa' la cosa giusta!
Milano 9.00 > Fieramilanocity, Viale Lodovico Scarampo, GATE 8 Prodotti, iniziative e nuove pratiche per rendere la vita quotidiana più leggera per noi stessi e per l'ambiente
Dom 8/22 Feb e 8 Mar Farmers market Campagna Amica Bergamo, piazza Sant'Anna 8.00-12.30 Coldiretti Tel. 035.4524125 ■■■
Tutti i giovedì Farmers market Campagna Amica Seriate, piazza Alebardi 8.00-12.30 Coldiretti Tel. 035.4524125 ■■■
Tutti i venerdì Farmers market Campagna Amica Bergamo, piazza Pontida 8.00-12.30 Coldiretti Tel. 035.4524125 ■■■
Tutti i sabati Mercato "bRiologico"
Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta 9.00-12.00 gasp.pontesanpietro@gmail.com ■■■
Tutti i sabati Mercato dei produttori locali Mozzo, La Porta del Parco 9.00-12.30 www.coopalchimia.it ■■■
Ogni 1° sabato del mese Mercato agricolo dei produttori locali Stezzano (Bg) 8.00-12.30 www.a21isoladalminezingonia.bg.it
■■■
Ogni 2° sabato del mese Mercato agricolo e non solo Albino (Bg) 8.30-12.30 www.cittadinanzasostenibile.it ■■■
Ogni 3°sabato del mese Mercato agricolo e non solo
Bergamo, piazza Pacati Monterosso 8.30-13.00 www.cittadinanzasostenibile.it ■■■
Ogni 3° domenica del mese Mercato agricolo e non solo Sant'Omobono Imagna (Bg) 9.00-13.00 www.cittadinanzasostenibile.it ■■■
Ogni 3° domenica del mese Mercato agricolo e non solo A. S. Bartolomeo - San Tomè (Bg) 9.00-13.00 www.cittadinanzasostenibile.it
Brescia
Mercatino Biologico Ecocompatibile
Desenzano del Garda (BS) Piazza Matteotti ■■■
Ogni sabato Mercato di Campagna Amica Brescia 8.00-12.30 > via San Zeno 69 www.campagnamica.it ■■■
Ogni sabato (fino a fine dicembre) Mercato agricolo dal produttore al consumatore km0 Sale Marasino (BS) 8.00-13.00 > Piazza Roma www.campagnamica.it ■■■
Ogni martedì Mercato di Campagna Amica Erbusco (BS) 8.00-12.30 > Piazza Divisione Acqui www.campagnamica.it ■■■
Ogni venerdì Mercato di Campagna Amica ■■■
Ogni sabato Mercato Meglio Bio - Cascina Maggia
Brescia 8.00-13.00 > Cascina Maggia, v. della Maggia 3 www.labuonaterra.it ■■■
Ogni lunedì Mercato meglio Bio - Toscolano Toscolano Maderno (BS) 8.00-13.00 > Piazza Nassirya www.labuonaterra.it ■■■
1° fine settimana di ogni mese Mercatino Biologico Ecocompatibile Desenzano del Garda (BS) - via Roma ■■■
3° fine settimana di ogni mese (escluso gennaio)
Palazzolo Sull'Oglio (BS) 8.00-13.00 > Piazza Zamara www.campagnamica.it ■■■
2^ domenica del mese Mercato di Campagna Amica Lonato (BS) 8.00-13.00 > Centro commerciale Il Leone www.lombardia.coldiretti.it ■■■
Ogni giovedì Mercato Contadino
Desenzano del Garda (BS) 8.00-13.00 > Piazza Garibaldi www.comune.desenzano.brescia.it ■■■
Ogni venerdì Mercato47
Brescia 16.00-20.00 > Via Industriale, 10 www.magazzino47.org/mercato47
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Numero 39 - Gennaio/Febbraio 2015
www.infosostenibile.it
I Punti di distribuzione di infoSOStenibile Ecco le attività che ogni mese vi offrono l´informazione green Una rete di oltre 600 punti per promuovere nuovi stili di vita e d´impresa La Cieca - Enoteca con mescita
Marlegno
Par.Co Denim
MILANO > Zona Bocconi
BOLGARE (BG)
BERGAMO
Un'enoteca dove il vino è il vero protagonista e ogni tanto si spoglia del suo nome e della sua etichetta per offrire degustazioni “alla cieca”. In un calice nero solo i sensi sapranno guidarvi alla scoperta delle tante cantine biologiche e biodinamiche. Ogni sera in mescita circa 25 etichette da abbinare a piccoli sfizi o taglieri di salumi e formaggi.
Marlegno - Prefabricated Wooden Buildings è specializzata nella progettazione e costruzione di abitazioni prefabbricate di legno e grazie alla propria esperienza e know-how garantisce ai propri Clienti elevati standard qualitativi di risparmio energetico, comfort abitativo e cura del dettaglio, nel pieno rispetto dell’ambiente.
Il primo green concept store di Par.Co Denim, l’atelier dove acquistare capi d’abbigliamento eco e alla moda. L’innovazione è la forza motrice di questo progetto nato nel 2012 con l’obiettivo di fare qualcosa di concreto per la natura. Tutti i capi vengono realizzati utilizzando tecniche di lavorazione ecologiche e nel totale rispetto dei lavoratori.
Milano – Via Vittadini, 6 q 02 58437901 E enoteca@lacieca.it e www.lacieca.it
Bolgare (BG) - Via delle Industrie, 14 q 035 4423768 E info@marlegno.it e www.marlegno.it
Bergamo - Via Borgo Santa Caterina, 11 A f www.facebook.com/parcofashion e www.parcofashion.eu/
Alchimia Coop Sociale
Happy salad
Cinema Teatro del Borgo
BERGAMO
BERGAMO
BERGAMO
La cooperativa sociale Alchimia è nata a Bergamo nel 1986 impiegando le sue energie nel campo della prevenzione primaria rivolta a preadolescenti e adolescenti. Negli anni, grazie all’impegno, passione e professionalità dei suoi soci e lavoratori, la cooperativa si è evoluta, sapendo offrire risposte nuove e concrete ai bisogni e alle problematiche sociali emergenti.
L'insalata è il nutrimento più vicino alla natura e la sua bontà è sinonimo di freschezza, sana ali-mentazione e fantasia. Happy salad è l’ideale per chi ha poco tempo ma non vuole rinunciare a una dieta equilibrata. Una combinazione di gusto, prodotti green e a kilometro zero da consumare di-rettamente in negozio, oppure tramite i servizi Take away o la consegna a domicilio.
Il cinema Teatro del Borgo situato nel centro di Bergamo nel quartiere di Borgo Palazzo, è un punto di riferimento per il cinema di qualità della città da più di vent'anni. La programmazione alterna prime visioni a rassegne ed eventi speciali che coinvolgono gli appassionati di cinema, come “pomeriggio al cinema”, “I capolavori del cinema su grande schermo”, “cinema e ambiente”e “cinecoaching”.
Bergamo - via Boccaleone, 17c q035 362 960 E segreteria@coopalchimia.it e www.coopalchimia.it/
Bergamo - via Masone, 3 q 035 237714 E posta@happysalad.menu e www.happysalad.menu
Bergamo - via Borgo Palazzo 51 q 035 270760 E 035 320843 e www.sas.bg.it
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Recapiti Redazione: Via Broseta, 121 24128 Bergamo (zona Loreto) Tel. +39 035 258559 Fax +39 035 209040 redazione@infosostenibile.it
Biblioteca “Il Giralibro” SAN PANCRAZIO (BS)
ti più i pun mpre di Sono se zione del nostro r u di distrib e decidono di fa ch mensile formazione à girare l´in e. Queste attivit i il in ib n rm te te S in SO premiate vengono e clientela dai ità e di visibil dini sensibili all ta li. molti cit tiche ambienta ra p e n o u b
a E tu cosa
spetti? La Biblioteca Scolastica “Il Giralibro” è collocata nel plesso scolastico di San Pancrazio a Palazzolo (Bs), in via XXV Aprile ed è un punto di distribuzione di InfoSOStenibile. Fa capo al 1° Istituto Comprensivo di Palazzolo S/O. Aderisce al Sistema Bibliotecario Ovest Bresciano e alla Rete Bibliotecaria Bresciana.
San Pancrazio, Palazzolo S/O (BS) - Via XXV Aprile, 6 q030 7480275 E bibliotecagiralibro@primoistitutocomprensivopalazzolo.gov.it e http://opac.provincia.brescia.it/library/
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PIER LUIGI , 12 - 24122 E. BASCHENIS BERGAMO, VIA