Neonato e dintorni

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NEONATO E DINTORNI LA COMUNICAZIONE CON IL BAMBINO SIN DAI PRIMI GIORNI DI VITA A cura di Diana Fabri

“Ogni bambino deve ricreare il mondo, ma ciò è possibile solo se, pezzo per pezzo, il mondo lo raggiunge nei momenti della sua attività creativa. Egli si protende e la mammella è lì, e la mammella è creata”. (Winnicott 1965)

Lo sviluppo emotivo comincia fin dal primo momento in cui il bambino inizia a vivere. La madre è particolarmente adatta a proteggere il neonato nello stato di vulnerabilità in cui egli si trova, ma per rispondere ai suoi bisogni concreti deve sentirsi amata sia dal padre del bambino sia dalla propria famiglia. Tale atteggiamento è istintivo, non deve essere appreso e prende vita man mano che la gravidanza avanza. Durante quest’ultima, infatti, la donna, in condizione di stabilità emotiva, subisce una regressione psichica fondamentale e fisiologica che le permette di sintonizzarsi con il figlio, recepire i suoi messaggi ed interpretare i suoi bisogni molto tempo prima che egli inizi ad esprimersi tramite il linguaggio verbale. Data l’estrema dipendenza emotiva del bambino, il suo sviluppo non può essere trattato separatamente dall’assistenza dovutagli durante il primo anno di vita, che diventa il fondamento della salute mentale dell’individuo. Psicologicamente, infatti, anche se vi è una tendenza allo sviluppo che è innata e che corrisponde alla crescita del corpo e a l’evoluzione delle sue funzioni, la maturazione psichica, emotiva, avviene solo se vi sono condizioni ambientali “sufficientemente buone”. All’inizio c’è quindi una dipendenza assoluta dall’ambiente fisico ed emotivo ma, gradualmente, il bambino acquista la capacità di comunicare i suoi bisogni e comincia a progredire verso l’indipendenza. Va rilevato che tali passaggi non avvengono in modo nettamente determinabile e prevedibile per ogni bambino poiché vi sono differenze soggettive e soprattutto vi possono essere regressioni a fasi di maggiore dipendenza che sembravano abbandonate. Può sembrare molto difficile sintonizzarsi con questi cambiamenti, ma la madre sufficientemente buona (Winnicott), e solamente lei, riesce ad adattarvisi e lo fa in modo naturale e spontaneo perché fa parte del suo essere madre. Inizialmente il neonato è un complesso di fasi di motilità e di percezioni sensoriali, ma in seguito le esperienze emotive connesse soprattutto alla nutrizione, gli consentono di sbocciare come individuo integrato in un’unità. Ciò avviene verso la fine del primo anno di vita ed è connesso all’esperienza della personalizzazione in base alla quale il bambino vive

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