LEADERS 2007

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Modelli e Performance di uomini e aziende italiane



Ma sopra tutte le invenzioni stupende, qual eminenza di mente fu quella di colui che s’immaginò di trovar modo di comunicare i suoi più reconditi pensieri a qualsivoglia persona, benché distante per lunghissimo intervallo di luogo e di tempo? Galileo Galilei, Opere VII, 130

Una sola esperienza O concludente dimostrazione ... basta a battere in terra questi e altri ... centomila argomenti probabili. Galileo Galilei, Opere VII, 148

Quali cose rischiarino ... la facoltà discorsiva e speculativa dell’intelletto nostro, troveremo come le tenebre, la quiete, il digiuno, il silenzio, e la solitudine mirabilmente la eccitano... Galileo Galilei, Opere XI, 111



Parlare oscuramente Lo sa fare ognuno, ma chiaro pochissimi Galileo Galilei, Opere IX, 73

Vorrai tu dir d’immaginarti cose maggiori di quelle che Dio possa operare? Ma se non le comprendi, perchè vuoi apportar giudizio delle cose da te non capite? Galileo Galilei, Opere VII, 394

Nè io credo che si trovi nel mondo odio maggiore che quello dell’ignoranza contro il sapere, l’ignoranza madre della malignità dell’invidia della rabbia, e di tutti gli altri vizii scellerati e brutti Galileo Galilei, Opere XVI, 59


Progetto Editoriale Edvin Editrice Editor Anna Bonaugurio Autori Anna Bonaugurio Gianfranco Imbeni Adolfo Lugli Redazione e coordinamento del progetto Caterina Imbeni Andrea Mazzotta Energia Liquida Luminosa a cura di Adolfo Lugli testi di Luca Panaro Ph. Pietro Parmiggiani Fondazione d’Arte Contemporanea Umberto Severi a cura di Anna Bonaugurio Carpi Museo all’Aperto Adolfo Lugli Arch. Franco Rebecchi Prof. Nadia Raimondi Art Director Adolfo Lugli Edvin Editrice Servizi fotografici Enrico Mazzoni Traduzione Omnia, Sassuolo Ricerche Barbara Ducati Impaginazione grafica Adolfo Lugli Erika Giubertoni Stampa Nuovagrafica, Carpi (MO) Relazioni Esterne Edvin - Redazione Edvin - Marketing e P.R. Edvin - Amministrazione Edvin - Distribuzione Direzione Editoriale Anna Bonaugurio

I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, di riproduzione totale o parziale di testi e fotografie, di adattamento con qualsiasi mezzo sono risevate per tutti i paesi. Prima edizione Settembre 2007 Copyright © 2007 by Edvin Editrice edvineditrice@email.it


Indice ANNA BONAUGURIO

11 Genio e Passione nell’Impresa Italiana GIANFRANCO IMBENI L’uomo, le sue idealità e le sue spinte creative

12 ADOLFO LUGLI

13 Prodotto ad Arte ANNA BONAUGURIO Oltre il businnes cosa c’è?

14 HIGHFTECH ENGINEERING

16 Un’impresa senza competitori BLUMARINE Anna Molinari: fervore di estro e genio A ferment of flair and genius

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CPL CONCORDIA SOC. COOP Oltre cent’anni di cooperazione e di lotte

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A Company without Competitors ‘90 52 AMAZZONIA Un crocevia di vite e destini

NEWTON SERIGRAFICA - OLDING MA.VI.SA

86 Una realtà oltre il presente SINCRETECH Soluzioni in movimento

110 ENERGIA LIQUIDA LUMINOSA 120 Una ricerca parallela VILLANI Un primato di tradizione dal 1886 156 MALETTI 164 Il gruppo e la stella danzante ACETAIA BELLEI Un balsamico con il cuore 172 EVL TORNERIA AUTOMATICA 184 Un’azienda famiglia che si fa squadra CENTRUM - SISTEMI DI SICUREZZA Al servizio della tranquillità dei cittadini 198 EUROTRANSPORT 206 CONSORZIO Esperienza e specializzazione per un’idea innovativa LAGNAMELAGNA I Signori del Cachemire 214 CONSORZIO ECO ABBIGLIAMENTO 222 Un Consorzio per lo sviluppo BLACK DIAMONDS La ricerca di armonia attraverso lo stile Italiano 230 GARC 238 Un’impresa aperta agli scenari futuri NUOVAGRAFICA Crescita e rinnovamento in tecnologia, sede e servizi 250 FONDAZIONE D’ARTE CONTEMPORANEA 260 UMBERTO SEVERI I grandi non ci lasciano mai 285 AUTORI 287 SOMMARIO



Genio e Passione nell’Impresa Italiana di Anna Bonaugurio ... Non sapevano che fosse impossibile allora l’hanno fatto. (M. Twain)

Il significato della parola “Qualità” nel linguaggio speciale che serve per esprime i valori dell’impresa, necessita qui, di una più approfondita ricerca semantica che esponga l’accezione che questo termine assume quando si parla di aziende, persone e prodotti (siano essi materiali o immateriali). Se la Qualità è l’elemento o l’insieme di elementi concreti che costituiscono la natura di qualcuno o di qualcosa, permettendone la valutazione in base ad una determinata scala di valori, le peculiarità che i Leaders d’impresa ci hanno lasciato cogliere ascoltandone le storie, sono davvero fuori dagli schemi. Possiamo definirle straordinarie, nel senso di qualcosa che va oltre la consuetudine stabilita o seguita. Nella ricerca che qui presentiamo di Uomini e Imprese, “Genio e Passione” sono tra gli elementi che compongono le caratteristiche dei Leaders di queste aziende italiane che abbiamo avuto il piacere di conoscere e apprezzare. È quello che abbiamo percepito in primis, e che abbiamo desiderato cogliere più intimamente, per poterlo ricomporre come modello delle caratteristiche che hanno portato questi uomini ad esprime una leaderschip di significativo spessore. Genio e passione possono essere manifeste (agite) anche inconsapevolmente, perchè la mente e le facoltà psicologiche attendono d’essere scoperte, conosciute e rivelate prima di tutto a noi stessi, in un frastagliato percorso di consapevolezze. Quando ciò avviene, succede che quella forza rigeneratrice che fa operare la mente, ci riqualifica su un piano migliore, sprigiona energie ed elementi a noi sconosciuti; istanze, idee, bisogni, aspirazioni che ci permettono di avanzare su un piano superiore rispetto a ciò che di noi era espresso sino a quel momento. È il lungo cammino verso l’armonia! Verso l’espressione di tutte le note che compongono lo spartito unico della nostra essenza personale: un viaggio tanto lungo e laborioso, quanto stupefacente e gioioso. Meglio un piccolo passo, ma completo e autentico. Questo viaggio, capiamo bene, non tollera sottoprodotti dell’essere e tante zone grigie. L’essere nè quello nè questo è nella cultura corrente, una categoria riconosciuta. Ecco, a chi possiede un po’, anche solo un po’ di genio e passione, il grigio non s’addice, sono altri i cromatismi espressi. Ciò che qualifica e contraddistingue questo viaggio dell’anima sono “le qualità” delle persone, piuttosto che le sole “capacità”. Le abilità si apprendono, è solo questione di tempo, obiettivi e insegnamento, per le qualità invece ci sono implicazioni più ampie e profonde. Nell’applicazione di genio e passione in questo caso, riversate nell’impresa, i risultati sono davvero interessanti. Ma, in quale tipo di genialità ci siamo imbattuti? Per “genio” pensiamo a quella tendenza naturale, quel talento inventivo o creativo nelle sue diverse manifestazioni: pratiche, speculative o artistiche tutte, in diversi gradi e livelli, quell’inclinazione dell’animo all’ingegno e alla potenza delle idee. E quella “passione” che i protagonisti dell’opera che qui presentiamo hanno avvertito è stata vissuta come vivo desiderio, grande interesse, profondo sentimento. Se la comunicazione è come si dice oggi, il collante dell’impresa, comunicare se stessi e il proprio operato è un’opera difficile e complessa, per questo ringraziamo i protagonisti di questa ricerca per averci comunicato con profondo coinvolgimento le loro motivazioni, esperienze, sentimenti, e modelli d’impresa: la sana e prospera impresa Italiana su cui oggi poggia l’economia di un paese e il suo futuro. Forniamo modelli aziendali, biografie, idee, profili di personalità, storie vere di intraprendenza imprenditoriale che qualificano il patrimonio culturale dell’Italia che produce qualità ed eccellenze. In controtendenza alla massificazione e alla omologazione globale proponiamo un’osservazione distinta e soggettiva di uomini e imprese in un narrato verace e spontaneo del fare e dell’essere di uomini e donne che hanno scelto di intraprendere la difficile carriera dell’imprenditore. 11


L’uomo, le sue idealità e le sue spinte creative di Gianfranco Imbeni In più di un’occasione, nei colloqui con le imprenditrici e gli imprenditori protagonisti della presente edizione di “Leaders”, mi è tornata alla mente una interessante e abbastanza recente lettura, un “Viaggio nell’economia italiana” (Donzelli Editore, Roma, 2004) condotto materialmente, cioè recandosi di persona suoi luoghi dell’indagine, da Pierluigi Bersani ed Enrico Letta. I due autori, economisti di diversa provenienza ideologica, sono noti ai più per appartenere a quella “nuova generazione” di politici (definiti “giovani” rispetto alla gerontocrazia imperante) sui quali si confida per un rinnovamento della vita pubblica nazionale. E nel libro citato non smentiscono questa fiducia riportando, senza sovrapposizioni soggettive, i problemi di fondo, il lucido entusiasmo nel lavoro nonché i bisogni reali di consolidamento e di crescita che riguardano gli operatori dei distretti industriali della nostra regione. Una impressione simile, credo, abbiamo riportato anche noi visitando imprese tra le più diverse nei più vari settori della produzione e dei servizi, e intervistandone i responsabili. Chiarezza e semplicità nel racconto del cammino affrontato, talvolta duro e irto di ostacoli. Concretezza nell’esposizione dei problemi, spesso intrecciati a quelli dell’economia generale, al centro di attività che soltanto viste dall’esterno si sciolgono nella linearità armoniosa dei risultati raggiunti. Soprattutto freschezza di energie e determinazione di propositi nel raggiungere i traguardi prefissati. È una imprenditoria “giovane” (anche a prescindere in qualche caso dai dati anagrafici) quella che ci siamo trovati di fronte, e come tale attenta e preparata al nuovo dello scenario internazionale di competizioni e di sfide che è sotto gli occhi di tutti. Non a caso il tema più ricorrente, tra quelli presentatici dagli interlocutori, è stato quello dell’innovazione. Nelle tecnologie sempre più raffinate e d’avanguardia, nell’attenzione puntuale e tempestiva ai movimenti del mercato, nell’organizzazione scrupolosamente razionale dell’azienda, nelle competenze specifiche e nella crescita culturale dei collaboratori: nel loro porsi quotidianamente come squadra, come équipe coesa ma flessibile e finalizzata allo scopo. I confini di una visione artigianale del lavoro (“piccolo è bello”) con quanto ha in sé di sano, di tradizionale, nella nostra storia, non vengono smentiti nella loro essenza umanistica. L’uomo, le sue esigenze, le sue idealità, le sue spinte creative, sono ancora il motore interno di chi dedica se stesso all’imprenditoria, e non potrebbe essere diversamente (per fare un esempio, sono circa mille e cinquecento le ditte del settore tessile e dell’abbigliamento che agiscono nel distretto intorno a Carpi). La questione non tocca solo le dimensioni dell’azienda (semmai il suo consorziarsi con altre) ma la qualità del prodotto e, soprattutto, la sua capacità di relazionarsi sul mercato, di imporvisi, di rendersi “visibile”. E riguarda ogni comparto, dal tessile a quello glorioso della meccanica, o all’informatica, e alle arti grafiche ed editoriali; dal biomedicale alle piastrelle, dai prodotti per l’edilizia alle invenzioni architettoniche (delle quali ultime risulta assai spoglio il nostro panorama urbano). È un problema di coraggio negli investimenti: per essere meglio ciò che potenzialmente già adesso si è. Lo testimonia questo stesso numero di “Leaders”. Nel quale si susseguono, l’una accanto all’altra, ditte e imprese e consociazioni, come le immagini di una grande costa, aguzza e frastagliata, il profilo di un tutto che somiglia ad ogni sua singola unità. 12


Prodotto ad Arte di Adolfo Lugli

Mai come oggi, il nostro paesaggio sociale si è arricchito costantemente di infinite sfavillanti icone di prodotti commerciali, industriali, giornali, televisioni, manifesti, cataloghi, tesi ad enfatizzare con i loro messaggi, la suadente certezza di soddisfare i nostri bi-sogni. Ma difficilmente abbiamo l’opportunità di guardare dietro la superficie di questa società dello spettacolo, oltre le quinte, dove si pensa, progetta, costruisce e vende. Sondare queste dimensioni e tradurle in forme autentiche, originali e tangibili è l’intento di questo libro, attraverso le sue interviste, documenti fotografici, e una creativa e dinamica composizione grafica, finalizzata a stimolare inediti dialoghi tra questi mondi paralleli. Entrando in questo percorso che porta alla scoperta dei soggetti protagonisti, ogni immagine si presenta prospetticamente tagliata per accentuare l’idea di accedere ad una porta privilegiata alla scoperta di riservate competenze che si svelano per l’occasione. Accompagnano questo viaggio interno, linee composite direzionali astratte, che caratterizzano e conformano creativamente i testi scritti con gli spazi vuoti, (pause) delle pagine bianche, modalità formale cara agli artisti della poesia visiva italiana, che rende ognuna di esse originale, divenendo così, metafore delle esperienze uniche raccontate dalle parole dei Leaders, e delle immagini, che svelano con ordine sistematico, ma mai ripetitivo, gli uomini, le architetture, i centri ricerche e produzione, i prodotti. Emergono così evidenti, le forze delle reti di relazioni e conocenze dei sistemi costituenti queste realtà determinanti. Un quadro razionalmente complesso in continua trasformazione, che questa pubblicazione passando dalla comunicazione all’arte, fotografa con le dovute attenzioni, calandoci nella partita in corso tutta culturale, consapevoli di doverla giocare in fretta e bene per garantirci un ruolo da protagonisti all’interno della corsa inarrestabile del mercato globale.

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Oltre il businnes cosa c’è? di Anna Bonaugurio I Leaders efficaci hanno il senso di qualcosa di più grande di loro stessi o della loro azienda: si sentono parte di una storia più ampia. Questa potrebbe essere una vision umanistica, come partecipare alla crescita delle persone e lavorare insieme per soddisfare il potenziale personale e del proprio gruppo, o una vision del contributo che si può apportare allo sviluppo della tecnologia o della società, o talvolta è il senso spirituale del fatto che vivere significhi anche prendersi cura dell’altro. Queste diverse identità sono ben rappresentate nelle storie di uomini e imprese che vogliamo presentare. Abbiamo avuto bisogno di scavare più a fondo per trovare ciò che davvero li governa, la loro vocazione nella vita, e quindi per comprendere come questa vocazione si traduca in qualche modo nel contesto lavorativo. Ciò che è emerso davvero chiaro è quella traccia per ognuno più o meno marcata che compone un’ampia consapevolezza di sè, delle circostanze in cui agiscono, su ciò che credono di saper fare, su ciò che vogliano fare con le loro determinate abilità, e che le ambizioni e le convinzioni derivano da un senso del “sé” quasi trascendente: la sensazione cioè di essere parte di qualcosa che si estende oltre le vie individuali. L’impegno profuso nella manifestazione della propria leaderschip fa la differenza, determina il successo e rende brillanti gli andamenti delle aziende: “Quando mi sono seduto, per motivi personali, ci ha detto un noto imprenditore, anche l’azienda si è seduta”. E si tratta di un’azienda ricca e ben organizzata con una parcellizzazione delle responsabilità suddivisa in tutti i settori. Si tratta quindi di uno spirito, quello che il leader esprime, che sorregge idee e materia: l’intera materia che governa e compone un’impresa. Dicevamo... quella traccia di consapevolezza, racchiude un allineamento di varie dimensioni: l’identità, il contesto, le convinzioni e le motivazioni, le capacità, le competenze e le ambizioni, il comportamento e l’ambiente inteso come contesto esterno. È questo allineamento chiaro e consapevole la fonte di quella “presenza” che si riflette nelle capacità e nella personalità del buon leader. Tuttavia i veri leaders sono motivati ad ottenere di più, a migliorare le loro capacità, sono orientati verso il futuro, possono prendere la delusione e trasformarla in speranza, gli errori e i fallimenti in una fonte di apprendimento. Allo stesso modo in cui un’organizzazione dovrebbe avere uno scopo chiaro, il singolo leader comprende quale potrebbe essere il suo contributo speciale e si impegna a massimizzarlo. Quando qualcuno punta ad essere il massimo a cui può aspirare, altre persone vogliono condividerne lo slancio. Proprio come una’azienda riceve grande energia da una vision potente, così la vita di un individuo viene migliorata dal fatto di avere una potente vision di ciò che vuole realizzare. Inoltre ciò che ispira profonda fiducia nelle persone che lavorano con noi è ciò che definirei “carisma” quella congruenza tra identità, convinzioni e comportamento. Sfruttare le energie che le persone offrono volontariamente presuppone per i leaders, fare ciò che predicano meglio che possono, tendendo ad essere più consapevoli dei propri valori e delle proprie convinzioni rispetto ad altri e riflettendo questi valori nel proprio comportamento, che sanno essere osservato attentamente perchè in grado di influenzare enormemente quello degli altri. Guidare attraverso la personificazione è impresa assai difficile, e il business è così complesso che nessun leader può essere eccezionale in ogni aspetto del suo ruolo. Le abilità fondamentali della leadership variano da situazione a situazione, ma ciò che emergere nel leader sono le abilità a sviluppare strategie e ad implementarle, influenzare e gestire le relazioni, produrre relazioni dirette eccellenti, istruire e delegare in modo appropriato e l’abilità a fissare priorità, oltre ad assumersi la responsabilità di assicurare che l’organizzazione mantenga un ampio repertorio di capacità necessarie. Il contributo di un leader deve significare qualcosa per le persone che lo seguono: deve dimostrare di avere un alto grado di competenza negli aspetti concreti dell’attività. In altre parole il trend e quello che condurrà il leader ad essere sufficientemente esperto per liberarsi con disinvoltura del ruolo stesso di “esperto” e riscoprire il ruolo del “curioso” di chi fa domande, osserva e impara. Anzi, di chi continua ad imparare. Va ritrovata quella che Bill Isaacs definisce una “seconda innocenza” una tensione all’apprendimento resa possibile da ciò che sappiamo, ma non intralciata da questo. L’allineamento personale riguarda l’essere chiari a proposito di chi si è, e dove si vuole andare. Afferma Robert Dilt nei suoi scritti su: “Il compito attraverso la relazione” da cui abbiamo tratto spunti di confronto, nella nostra ricerca. 14


È necessario che il leader abbia ben chiaro dentro di sé dove sta andando, e che cosa vuole. Forte di una personalità e di uno scopo ben definiti, il leader deve quindi lasciare andare il proprio punto di vista, per entrare temporaneamente nel mondo delle persone che vuole guidare. Judit Lowe, direttore della formazione al Pace Personal Development, definisce questo approccio “l’antidoto alla lettura del pensiero”. Noi crediamo sempre di sapere senza sforzo da dove vengono le persone, ed interpretiamo le loro azioni e parole secondo il nostro patrimonio di convinzioni e valori, in altre parole, proviamo a leggere nel pensiero. È facile credere che il modo in cui vediamo il mondo sia quello giusto, la verità, (esiste una sola Verità) e che chiunque la pensi diversamente sia semplicemente in errore; che qualsiasi interpretazione di una conversazione o di un comportamento diverso dal nostro, sia ovviamente sbagliato, perché l’altra persona ha una cattiva memoria, oppure un cattivo udito, oppure perché è terribilmente stupida o in cattiva fede. Ma come dice Murray Anderson-Wallace dell’azienda di consulenza Inter-Logics: “Possiamo cogliere soltanto il 50% del significato di una conversazione o di un comportamento”. Per vedere le cose dalla posizione di un’altra persona, dobbiamo fare un passo nel suo spazio, lasciando temporaneamente da parte il nostro. Esistono quattro posizioni percettive, che il leader non può non conoscere: la nostra, quindi la posizione personale, il nostro sistema di vedere, sentire e dirigerci nel mondo attraverso la nostra sensibilità, esperienza, intelligenza e livello di moralità. La posizione dell’altro, che dovremmo assumere nello sforzo volontario di vedere il mondo attraverso i suoi occhi e quindi le motivazioni profonde che lo riguardano: la posizione “tu”. Le osservazioni e il punto di vista al di fuori della relazione duale, la posizione “loro”. E l’ultima che è quella dell’intero sistema che ci comprende tutti, la posizione “noi”. Riuscire a non focalizzarci esclusivamente su noi stessi ed estendere l’osservazione in una prospettiva più ampia come questa, porta il leader volonteroso (ma anche le persone tutte) a interpretazioni e consapevolezze molto differenti degli eventi e dell’intero sistema. È indispensabile prestare molto più che la normale attenzione, tenere conto delle differenze in tutto ciò che dell’altro emerge quando si ritorna mentalmente nella posizione “io”, perché il modo di procedere nelle relazioni sarà inevitabilmente diverso. Questa operazione di dinamica mentale potrebbe sembrare cosa facile, ma non è così, perché la nostra abilità a decentrare, come sostenne già il famoso psicologo dell’infanzia Jean Piage, cioè vedere il mondo dal punto di vista dell’altro non è innata. L’impegno primario di un leader è quello di raffinare le capacità di decentrare durante la vita per essere veramente efficace. Ciò che conta è saper applicare, o meglio, “voler” applicare la conoscenza acquisita. Ci sono persone in continua formazione consapevoli delle proprie carenze, ma che si illudono circa i propri miglioramenti, perché la conoscenza, in loro, non diventa mai sapere, non passa alla fase più delicata: quella della messa in atto. E così scorre un’intera vita, senza vere rinascite in termini di sensibilità, coscienza, comprensione, integrità. I veri leader, sono persone complesse e dinamiche, usano il metodo del brainstorming con tutte le voci della loro coscienza, annotano in sè le risposte come se stessero scrivendo un diario personale della vita, in un flusso della coscienza che si arricchisce di elementi e potenza giorno per giorno. Questo significa, a mio modesto parere, essere veramente uomini in cammino. Essi sono persone che non temono di chiedersi di volta in volta: Cosa evito? Cosa digerisco male? Su cosa sto barando perché lo sento come una mia debolezza? Chi siamo nei termini del nostro background autoeducativo? Ai leaders che abbiamo conosciuto resta un augurio e un esercizio di Dinamica Mentale, uno stupendo esercizio immaginativo. “Immaginatevi nella vostra prospera vecchiaia, mentre guardate indietro nella vostra vita, chiedetevi chi siete stati, cos’è stato importante per voi in merito alla vita che avete vissuto. Se all’età di ottant’anni sentiste di aver utilizzato appieno il vostro potenziale, cosa avreste fatto, come sareste e che cosa stareste ora esplorando? Che cosa lascereste indietro di voi? Quale sarà il vostro contributo unico al mondo? In che cosa è speciale ciò che potete fare con la vostra vita? Credete in qualcosa di spirituale, o credete che la vita sia il prodotto di un incidente cosmico? Potreste credere nell’abilità dell’umanità illuminata di rendere il mondo un luogo migliore da vivere? Oppure potreste credere che ogni uomo lotti per se stesso con le unghie e con i denti? Qualunque sia il vostro modo di vedere, pensate ad esso e descrivetelo. Ciò che pensate della vita e del suo significato, o della sua mancanza di significato, guiderà il vostro comportamento e aiuterà a dare forma alle convinzioni degli altri, al vostro senso del sé, ai vostri valori, e in definitiva alle vostre abilità e comportamenti. Con i miei migliori auguri”. 15


Iddio poteva far volare gli uccelli con le ossa d’oro massiccio con le vene piene d’argento vivo con la carne grave più del piombo e con le ali piccolissime e gravi e così avrebbe maggiormente mostrato la sua potenza poteva far i pesci più gravi del piombo cioè dodici o più volte più gravi dell’acqua ma Egli ha voluto far quelli d’ossa di carne e di piume assai leggere e questi egualmente gravi come l’acqua, per insegnarci che Egli gusta della semplicità e facilità... Galileo Galilei, Opere VII, 566



Ringraziamenti

... Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare. (Seneca)

Questa pubblicazione è il frutto di tanta energia, impegno, perseveranza e ferrea volontà dell’intero gruppo di lavoro a cui rivolgo un riconoscimento particolare. Un lavoro editoriale di questo genere è possibile solo grazie all’esercizio di tanta professionalità oltre all’entusiasmo e al pensiero positivo che ci ha sempre sostenuto. Un grazie agli autori di collaudata esperienza e ai nuovi e futuri talenti che quest’anno si sono uniti al team: Caterina Imbeni e Andrea Mazzotta, sempre pronti a risolvere con il loro giovane sorriso e tanto ottimismo i mille problemi che in un anno di lavorazione dell’Opera hanno contribuito ad accrescere la nostra costanza. Un sentito ringraziamento agli Imprenditori protagonisti che hanno affrontato con noi il non semplice impegno di comunicarci la loro esperienza umana e professionale con spirito di partecipazione. Un grazie ai fotografi e all’intero staff esecutivo, e agli amici che hanno contribuito alla buona riuscita del progetto. L’Editore



HIGHFTECH ENGINEERING BLUMARINE AMAZZONIA ‘90 CPL CONCORDIA OLDING MA.VI.SA NEWTON GRES SATIN OLTRE TILES B.A.L. RISING SINCRETECH ADOLFO LUGLI VILLANI MALETTI ACETAIA BELLEI EVL TORNERIA AUTOMATICA CENTRUM - SISTEMI DI SICUREZZA CONSORZIO EUROTRANSPORT LAGNAMELAGNA CONSORZIO ECO ABBIGLIAMENTO BLACK DIAMONDS GARC NUOVAGRAFICA FONDAZIONE D’ARTE CONTEMPORANEA UMBERTO SEVERI


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