Alexis Leandro Estrella Fenomenologia degli Stili Prof. Alberto Zanchetta
! ! ! Canis Clangor
A.A. 2014/2015
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Verso la fine dei suoi studi accademici, il polacco Konrad Smoleński ha creato una specie di violino partendo dal teschio di un cane. In seguito ha creato una serie di performance musicali dove, sotto lo pseudonimo di NiUNiUNi e con l'aiuto di un amplificatore con effetti distorti, cercava di far “parlare” il disgraziato cane divenuto nobile strumento.
Quale potrebbe essere il messaggio che NiUNiUNi vorrebbe trasmetterci attraverso l'animale? Probabilmente la perdita dell’innocenza come nell'Et in Arcadia Ego di Valerio Adami che ci racconta le reminiscenze dell'infanzia di un personaggio che diviene consapevole della morte, in questo caso, del suo animale domestico; o analogamente all’Abramović, nella sua performance Cleaning the Mirror Nr. I, Smoleński ci presenta un 1
personaggio pentito, che cerca di pulire il suo corpo di peccati instaurando un dialogo con il teschio della sua vittima; oppure semplicemente quello che cerca di fare l'artista è “orchestrare” una danza macabra, ricordandoci alla maniera della Still Life (Vanitas) di Jason Salavon che la morte è una sola e non discrimina tra il teschio di un essere umano o di qualsiasi altra specie animale.
Dal punto di vista tecnico l'oggetto ci ricorda l'opera Endoscope Vanitas dell’australiano Shaun Gladwell in cui il teschio viene collegato ad apparecchi elettronici che ne evidenziano in maniera potenziata le caratteristiche, e in questo caso permettono all'animale di esalare un ultimo “respiro” post-mortem.
La serie di performance intitolata NiUNiUNi gra na PSIE, ovvero NiUNiUNi suona Cane, è stata portata avanti da Smoleński dall'anno 2000 fino al 2011, chiudendo con la pubblicazione di un LP che documentava alcune delle composizioni create durante le presentazioni di NiUNiUNi.
! ! Circumfusa Mortis
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Oltre NiUNiUNi gra na PSIE, Konrad Smoleński ha creato l'installazione Fly nella quale presenta cinque teste di cavalli e mucche riunite attorno a una lampadina. Questa macabra scena è accompagnata dal rumore di una mosca che svolazza tra le teste degli animali grazie a dei piccoli altoparlanti che sono stati inseriti all’interno delle orbite oculari dei teschi.
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L'opera sembra introdurci nel luogo di un sacrificio, dove i teschi di cavalli e mucche ci ricordano i bucrani greci e romani che era abituale appendere sopra gli altari dei templi pagani dopo i sacrifici che la religione prevedeva regolarmente.
Grazie al rumore dell'insetto che accompagna questi quadrupedi persino dopo la morte, Fly, ci ricorda la corruttibilità della materia, prerogativa umana presentata anche nei quadri di Barthel Bruyn il Vecchio (Vanitas, 1524) e del Guercino (Et in Arcadia Ego, 1618/22).
Dal punto di vista espositivo l'installazione ci ricorda Conversation (2005) del norvegese Per Barclay, nel quale tre teschi umani stabiliscono una conversazione impossibile, mentre nella scena creata dal polacco, accentrandoci sotto gli sguardi dei teschi animali avvertiamo il timore dell'oltretomba che sentivano i fedeli sotto “gli occhi” del memento mori che ci ricordava: “Oggi a me; domani a te”.
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