Manuale agricoltura. “Scegli con stile e vivi nel giusto”, pronta la guida per i cittadini

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Scegli con stile e vivi nel giusto...


Segui le buone pratiche su www.ixorto.it/coltiviamolarete coltiviamo la rete #buonepraticheincircolo fondsud@legambiente.it

Il progetto è finanziato da Fondazione con il Sud a valere sul Bando Sostegno a Programmi e Reti del volontariato 2011. 2


Indice Introduzione ...................................................................................... 4 Il voto col portafoglio salverà il mondo: come? ................................ 6 Consumo critico: acquistare con la propria testa ........................... 10 Buona pratica qualità ...................................................................... 13 L’agricoltura biologica una scelta naturale ................................... 13 La stagionalità degli alimenti: mangia sano, spendi meno! .......... 15 Sicurezza alimentare per una vita sana ......................................... 18 I marchi di qualità per tutelare la salubrità dei prodotti ............... 20 Buona pratica impatto zero............................................................. 23 Cos’ è un Gas ................................................................................. 23 Come aderire ad un Gas? .............................................................. 27 Cos’è il commercio equo e solidale? ............................................. 27 Buona pratica rifiuti zero................................................................. 29 Lotta allo spreco verso un cambiamento radicale ........................ 29 Che cosa si sta facendo e cosa si può fare per cambiare rotta? ... 31 Quale può essere il ruolo dei cittadini? ......................................... 32 La normativa di riferimento .......................................................... 33 Buona pratica autoproduzione ....................................................... 34 Cos’è un orto urbano e didattico?................................................. 34 Come si realizza un orto familiare biologico .............................. ...34 Quali sono le condizioni creare un orto nel migliore dei modi ? .. 35 Perché fare un orto? ..................................................................... 43 Perché fare un orto didattico? ...................................................... 43 Progettazione di un orto didattico ................................................ 44 Buona pratica turismo sostenibile .................................................. 46 Cos’è un campo di volontariato? .................................................. 47 Perché partecipare a un campo di volontariato?.......................... 47 Quale tipologia di campo? ............................................................ 48

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Introduzione Ripensare i consumi per nuovi stili di vita responsabili verso un’economia locale, solidale e del buon senso.

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empre più spesso viene messo in evidenza come le nostre scelte di acquisto e consumo possano avere effetti negativi sulla nostra salute individuale e sull’ambiente Gli ultimi decenni sono stati segnati da importanti trasformazioni negli stili di vita e di consumo delle famiglie. L’affermazione di un modello di organizzazione dei tempi e della vita tipico della società dell’accelerazione – il fast food e la fast life – sono spesso indicati come l’origine di molti dei problemi che l’individuo si trova oggi ad affrontare. L’adozione di uno stile di vita più attento alla salute e all’ambiente è spesso determinata dal grado di informazione e consapevolezza degli individui rispetto ai rischi associati a certe scelte e abitudini di consumo. Diventa, pertanto, fondamentale attivare percorsi volti all’orientamento dei cittadini verso un approccio a stili di vita consapevoli, attenti alle conseguenze economiche, ambientali e sociali legate agli acquisti ed ai consumi, con l’intento di promuovere scelte “sostenibili”. Sostenibilità intesa come rispetto ambientale, coesione ed integrazione sociale e benefici economici dei singoli produttori e dei cittadini consumatori. Una visione, dunque, che coniughi la tutela dell’ambiente, la salvaguardia dei suoli, la valorizzazione della biodiversità, sia essa naturale sia agronomica e zootecnica, con l’idea che il settore di produzione primaria di creare “lavoro buono” e un’opportunità di inserimento e riscossa sociale anche per quei soggetti che sono ai margini della società. “Coltiviamo la rete-buone pratiche in circolo” è, il progetto messo in campo dalla rete formata da Federazione Nazionale Legambiente Volontariato, Legambiente Calabria Onlus, e i Circoli Legambiente “Ken Saro Wiwa” di Potenza, “Silaris” di Eboli, “A. Cederna” di Gallipoli, “Il Grillo” di Cagliari, e “Il Carrubo” di Ragusa, con il sostegno di Fondazione con il Sud, che intende perseguire una strategia di azioni che integri, estenda e diffonda i principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, intorno al tema della produzione del cibo e dei consumi. La rete è attiva nel promuovere e sostenere un “ripensamento dei consumi individuali e familiari” che non viene però proposto dell’alto, ma che coinvolge diretta4


mente i cittadini al fine di diffondere e ad adottare stili di vita e consumo sostenibile. In questo senso sono già numerose le iniziative avviate dai singoli partner:  Il Circolo “Ken Saro Wiwa” di Potenza con il progetto di filiera corta, unico nel suo genere, in una regione a forte vocazione agricola ma con una bassissima densità di popolazione;  Il Circolo “Il Carrubo” di Ragusa con l’esperienza di “NonScado” e l’accordo con la GDO per il contrasto allo spreco di cibo;  Il Circolo “Silaris” di Eboli con la quasi decennale realtà degli orti di città in una regione, la Campania, fortemente toccata dal problema del consumo di suolo;  Le esperienze in tema di agricoltura sociale e di reinserimento dei soggetti “svantaggiati” dei Circoli “Il Grillo” di Cagliari e di “A. Cederna” di Gallipoli;  l’attività di contrasto alle mafie sostenuta da Legambiente Calabria Onlus anche attraverso lo strumento dell’agricoltura sociale. Si tratta di esperienze pregresse che hanno come sfondo il tema dell’economia sociale e trovano nella rete la loro complementarietà. Questo pratico opuscolo rappresenta, pertanto, un valido strumento per scoprire quant’è semplice e facile adottare delle buone pratiche e ripensare i propri consumi, adottando come criterio guida la sostenibilità, intesa sia dal punto di vista ambientale che sociale.

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Il voto col portafoglio salverà il mondo: come? “C'è un voto che esercitiamo quotidianamente e che può cambiare l'economia e ricondurla al suo compito naturale che è quello di assicurare benessere a tutti gli abitanti del pianeta. È un voto che si nasconde nel nostro portafoglio. “Il voto nel portafoglio” è un enorme potere in mano a ciascuno che può trasformare davvero il sistema economico” Leonardo Becchetti

Dimmi che acquisiti fai e ti dirò che consumatore sei l consumo critico è un atteggiamento quotidiano che consiste nella scelta meticolosa di tutto ciò che compriamo, non solo in base alla qualità e al prezzo, ma anche in base alla valutazione di altri elementi, oggi sullo sfondo, come l’eticità dei produttori, il rispetto dei diritti sindacali e sociali, il legittimo diritto ad una giusta remunerazione dell’impresa agricola. Per questo, prima di comprare qualsiasi prodotto, è indispensabile conoscere anche il comportamento generale delle imprese produttrici e, di conseguenza, porsi alcune domande rispetto ai singoli prodotti. Consumando in maniera critica è come se andassimo a votare ogni volta che facciamo la spesa. Votiamo sul comportamento delle imprese, premiando quelle che si comportano bene e punendo le altre. Alla lunga le imprese capiscono quali sono i comportamenti graditi ai consumatori e sono costrette ad adeguarsi instaurando fra loro una nuova forma di concorrenza, non più basata sulle caratteristiche estetiche ed economiche dei prodotti, ma sulle scelte sociali e ambientali.

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Ti sei mai interrogato sulle conseguenze sociali, economiche, politiche e ambientali delle tue scelte quotidiane? Mettiti alla prova con questo test e segui i consigli che ti proponiamo con le nostre buone pratiche. Nella scelta di un prodotto, in particolare di quelli alimentari: Ti basi solamente su prezzo e gusto o prendi in considerazione anche altri elementi? Si

No

A volte/non sempre

Prendi visione dell’etichetta informativa e ritieni rilevante la presenza di eventuali marchi di certificazione? Si

No

A volte/non sempre

Presti attenzione alla provenienza del prodotto finito, delle materie prime utilizzate e all’eventuale presenza di OGM? Si

No

A volte/non sempre

Scegli prodotti di stagione e presti attenzione alle tecniche di coltivazione e di produzione utilizzate? Si

No

A volte/non sempre

Prima di acquistare un prodotto: Ti domandi chi sono le persone intervenute nel processo di lavorazione e in che modo? Si

No

A volte/non sempre

Sei curioso di sapere quanti km ha percorso quel prodotto prima di arrivare a casa tua? Si

No

A volte/non sempre

Ti sei mai chiesto i passaggi che quel prodotto ha fatto e chi sono i soggetti intervenuti? Si

No

A volte/non sempre 7


Fai attenzione al tipo di confezionamento utilizzato (scatole, cartoni, imballaggi, plastica ecc..)? Si

No

A volte/non sempre

Nel consumo di un prodotto: Sei attento ad acquistare una quantitĂ di prodotto proporzionale alle esigenze familiari? Si

No

A volte/non sempre

Disponi i prodotti in ordine di scadenza in modo da avere la situazione della tua “dispensa� sempre sotto controllo? Si

No

A volte/non sempre

Utilizzi gli avanzi di un pranzo o di una cena per preparare altre pietanze? Si

No

A volte/non sempre

Doni ad associazioni umanitarie o caritatevoli i prodotti in scadenza che sai di non poter consumare? Si

No

A volte/non sempre

Conoscenza e autoproduzione: Sei interessato a sapere come la natura produce il cibo che consumi o le materie prime presenti in un prodotto finito? Si

No

A volte/non sempre

Produci mai da solo una parte del cibo che consumi? Si

No

A volte/non sempre

Sei a conoscenza e/o hai partecipato ad esperienze di orti urbani/sociali/didattici nel tuo comune Si

No

A volte/non sempre 8


Educhi i tuoi figli alla conoscenza del cibo e della sua provenienza? Si

No

A volte/non sempre

Turismo sostenibile: Hai mai pensato di applicare il concetto di sostenibilità anche alle tue vacanze? Si

No

A volte/non sempre

Pensi di aver “vissuto” veramente i luoghi che hai visitato? Si

No

A volte/non sempre

Vorresti dedicare una parte delle tue vacanze a fare del volontariato? Si

No

A volte/non sempre

E ora… scopri che consumatore sei:

PREVALENZA

PREVALENZA

PREVALENZA

RISPOSTE SI

RISPOSTE NO

RISPOSTE A VOLTE/ NON SEMPRE

Sei un consumatore consapevole e attento alle conseguenze sociali ed ambientali delle tue scelte quotidiane.

Sei un consumatore distratto e disinteressato. Per poter cambiare il mondo abbiamo bisogno anche del tuo contributo. Prima di acquistare e consumare un prodotto o un servizio qualsiasi dovresti porti alcune domande.

Sei ben consapevole che le tue scelte quotidiane hanno delle ripercussioni importanti, ma non sempre ti comporti di conseguenza.

Continua su questa strada e aiutaci a diffondere le buone pratiche

Il nostro opuscolo può venirti in soccorso.

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A te chiediamo di abbracciare una volta e per sempre la filosofia del consumo consapevole.


Consumo critico: acquistare con la propria testa Cos’è il consumo critico? Si consuma in modo critico o consapevole quando si acquistano o consumano prodotti che posseggono determinati requisiti di qualità, differenti da quelli comunemente utilizzati oggi dai consumatori, in genere legati alla pubblicità, al marketing, al costo, alla pura estetica o al gusto. Da dove nasce l'idea del consumo critico? Nasce dalla consapevolezza che un “semplice” gesto come quello di fare la spesa ha anche una valenza sociale, economica e politica. Infatti ogni volta che acquistiamo un prodotto stiamo incidendo sul mercato, orientandolo: questo dà un grande potere al consumatore, soprattutto se questo potere viene esercitato consapevolmente ed in massa critica. La capacità di fare profitto delle imprese, infatti, si basa sul comportamento del consumatore all'atto dell'acquisto. Quali sono gli obiettivi del consumo critico? Gli obiettivi sono fondamentalmente etici ed ambientali: la riduzione o eliminazione degli sprechi, l'eliminazione dello sfruttamento dei lavoratori o di aree geografiche o di nazioni, l'eliminazione dell’inquinamento legato alla produzione di beni, la riduzione dell'impatto sull'ambiente dal punto di vista energetico, del consumo dei materiali, della biodiversità, il mantenimento di produzioni o di prodotti in via di estinzione e quindi delle culture o dei popoli che le hanno sviluppate e che le mantengono. In pratica opporsi a questo modello di sviluppo legato al puro e semplice profitto. Allora quali sono i fattori da tenere in considerazione quando si acquista un prodotto e si valuta un'impresa produttrice? Il percorso di produzione è complesso e articolato, come anche le attività delle imprese sono spesso estremamente variegate (in particolare se ad esempio si pensa alle multinazionali), per cui i fattori a cui bisogna fare attenzione sono innumerevoli: 10


• trasparenza delle informazioni; • iniziative per condizionare l'opinione pubblica e il potere politico; • un rapporto virtuoso con il cosiddetto Terzo Mondo (diritti dei lavoratori, equità negli scambi, rispetto ambientale); • rispetto dell'ambiente affinché produzioni e prodotti rispettino i più alti standard ambientali o siano innovativi in questa direzione (risparmio energetico, riduzione degli imballaggi, depurazione degli scarichi, ecc.); • che l’impresa non abbia interessi nel settore della produzione delle armi e della fornitura di prodotti alle forze armate; • vendite irresponsabili di prodotti potenzialmente dannosi (farmaci con pesanti effetti collaterali, prodotti che presentano pericoli nel loro uso, ecc.); • utilizzo di organismi geneticamente modificati (OGM); • rispetto dei migliori standard di sicurezza e diritti dei lavoratori; • sostegno finanziario a regimi che non rispettano i diritti umani, o organizzazione di attività economiche in quegli stessi paesi; • illeciti e frodi, nei confronti della clientela e della concorrenza, ma anche corruzione e finanziamenti illeciti; • pubblicità scorretta, etichette poco chiare nelle informazioni o nella leggibilità; • registrazione della società (o di parte importante di essa) in paesi che garantiscono segretezza e regimi fiscali convenienti, con danno finanziario per tutta la collettività. Ma come possiamo fare a considerare tutte queste cose quando andiamo a fare la spesa? E' evidente come un atto apparentemente semplice come fare un acquisto sia in realtà un atto estremamente complesso, 11


che richiede conoscenze molto vaste. Centrale è quindi la necessità di disporre di informazioni adeguate, per qualità e completezza. Insomma si tratta di fare la spesa in modo informato. Fortunatamente, a disposizione del consumatore c'è adesso una notevole quantità di pubblicazioni, riviste, siti totalmente o parzialmente dedicate al consumo critico, visto che negli anni questo nuovo atteggiamento si sta sempre più diffondendo nella popolazione. Quali le alternative fuori dai comuni sistemi di distribuzione? In generale, si può dire che è preferibile acquistare beni prodotti localmente per il minore inquinamento prodotto per il loro trasporto su strada e per favorire i piccoli produttori locali e sostenere i prodotti tipici. Questo non è che garantisca sempre sull’affidabilità del produttore o del prodotto, ma sicuramente c'è la possibilità di un maggiore potere di controllo da parte del consumatore. Partecipare, ad esempio ad un Gruppo di Acquisto, che garantisce la selezione dei produttori e al verifica periodica dei prodotti. E' comunque evidente che un passo centrale è quello non solo di consumare il giusto, ma anche il necessario assumendo uno stile di vita più sobrio per ridurre la propria Impronta Ecologica sul pianeta. Grazie alle buone pratiche, che ti proponiamo qui di seguito, potrai diventare anche tu un consumatore consapevole, ma cosa più importante, un cittadino attivo e partecipe ad azioni di volontariato. Alcune risorse online: www.cnms.it www.altroconsumo.it oppure consulta Guida al consumo critico 2012

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Buona pratica qualità L’agricoltura biologica: una scelta naturale Che cos’è l’agricoltura biologica? È un sistema di produzione agricola che cerca di offrire al consumatore prodotti freschi, gustosi e genuini, rispettando il ciclo della natura. Ammette solo l’impiego di sostanze naturali, escludendo l'utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi ecc.). L’agricoltura biologica è anche un modello di sviluppo sostenibile che valorizza la qualità delle risorse delle comunità locali, aiutandole a far fronte alla concorrenza globale. Qual è lo scopo dell’agricoltura biologica? Sviluppare un modello di produzione che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell'acqua e dell'aria, utilizzando invece tali risorse all’interno di un modello di sviluppo che possa durare nel tempo. Per salvaguardare la fertilità naturale di un terreno gli agricoltori biologici utilizzano materiale organico e, ricorrendo ad appropriate tecniche agricole, non lo sfruttano in modo intensivo. Quali sono i principi dell’agricoltura biologica? Essa si basa su alcuni semplici princìpi che, sostanzialmente, erano quelli usati in passato, prima dell'avvento dell'agricoltura chimica e industrializzata. 

La rotazione delle colture per un uso efficiente delle risorse locali.

Limiti molto ristretti nell'uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici.

Il divieto dell'uso di organismi geneticamente modificati (OGM).

L'uso efficace delle risorse del luogo.

La scelta di piante che resistono alle malattie e che si adattano alle condizioni del luogo.

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Chi regolamenta l’agricoltura biologica? Regolamento CE 834/07 e CE 889/08

Regolamenti attualmente in vigore per l’Agricoltura biologica

Regolamento CE 271/10

Regolamento che definisce l’uso del nuovo logo europeo e modifica alcune norme di etichettatura

Come riconosciamo un prodotto biologico? La garanzia che ci troviamo davanti ad un prodotto proveniente da agricoltura biologica è data dall’etichettatura. In Italia i prodotti biologici riconosciuti devono riportare il marchio di identificazione rilasciato da un ente autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole, con : 

il codice di iscrizione

il decreto ministeriale

il codice del produttore

il codice del prodotto

la dicitura "da Agricoltura biologica - Regime di controllo CEE".

Il nuovo logo europeo sulle etichette dei prodotti biologici è una foglia stilizzata disegnata con le stelline dell’unione europea. 14


La stagionalità degli alimenti: mangia sano, spendi meno! Seguire nell'acquisto la stagionalità dei prodotti garantisce, oltre alla sicurezza e alla genuinità, anche un notevole risparmio. Quali sono i vantaggi del mangiare prodotti di stagione? Risparmio: comprare prodotti di stagione costa meno che comprarli fuori stagione, in quanto si abbattono i costi di trasporto e di conservazione possesso di attività economiche in paesi. Salute: i prodotti di stagione subiscono meno trattamenti per la conservazione, vengono coltivati in modo naturale inoltre mantengono tutte le proprietà nutritive. Ambiente: acquistare prodotti di stagione significa abbattere le necessità di trasporto, eliminando gran parte della CO2 e di altre sostanze inquinanti rilasciate in atmosfera dai processi agricoli. Territorio: i prodotti di stagione sono fortemente legati al territorio d’origine, rafforzando il concetto di acquisto a KM Zero, che favorisce le piccole produzioni locali, riduce gli sprechi alimentari e limita enormemente i danni all’ambiente. Made in: i prodotti di stagione sono tutti rigorosamente “Made in”, con una garanzia di qualità e di sicurezza.

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StagionalitĂ del pesce Gennaio

Febbraio

Marzo

Aprile

Nasello, sardina, sogliola, spigola, triglia.

Nasello, sardinasgombro, sogliola, spigola.

Acciuga, nasello sogliola, triglia.

Acciuga, cefalo, muggine, dentice nasello, pesce spada, sardina, sgombro, sogliola, tonno, triglia.

Maggio

Giugno

Luglio

Agosto

Acciuga, cefalo muggine, dentice nasello, pesce spada, sardina sogliola, tonno, triglia.

Cefalo, muggine, dentice nasello orata, pesce spada, sardina, sogliola, spigola, tonno, triglia.

Acciuga, cefalo muggine, dentice nasello, orata, pesce spada, sardina, sgombro, sogliola spigola, triglia.

Acciuga, dentice nasello, orata, pesce spada, sardina, sgombro, sogliola, triglia.

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre

Acciuga, alalunga, cefalo muggine, dentice, orata, pesce spada, sardina, sogliola, triglia.

Alalunga, cefalo muggine, nasello, orata, pesce spada, sardina, sogliola, tonno, triglia.

Acciuga, cefalo muggine, dentice nasello, orata, sardina, sogliola, triglia.

Cefalo, muggine, nasello, sardina, sogliola, spigola, triglia.

StagionalitĂ della frutta gennaio

febbraio

Marzo

Aprile

Arance, banane, clementini, cachi, kiwi, limoni, mandarini, mele, pere.

Arance, banane, clementini, kiwi, limoni, mandarini, mele, pere.

Arance, kiwi, limoni, mele, pere.

Arance, kiwi, limoni, mele, pere.

maggio

giugno

luglio

agosto

Ciliegie, fragole, kiwi, lamponi, mele, pere.

Albicocche, ciliegie, fichi, fragole, lamponi, meloni, pesche, susine.

Albicocche, ciliegie, cocomeri, fichi, fragole, lamponi, meloni, mirtilli, more, pesche, prugne, susine.

Cocomeri, fichi, fragole, lamponi, mele, meloni, mirtilli, more, pere, pesche, prugne, susine, uva.

settembre

ottobre

novembre

dicembre

Fichi, lamponi, mele, meloni, pesche, mirtilli, pere, prugne, susine, uva.

Castagne, clementini, cachi, lamponi, limoni, mele, pere, uva.

Castagne, clementini, cachi, kiwi, limoni, mandarini, pere, mele, uva.

Arance, banane, castagne, clementini, kiwi, limoni, mandarini, mele, pere.

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StagionalitĂ della verdura gennaio

febbraio

Marzo

Aprile

Broccoli, carote, cavolfiore, cime di rapa, funghi, patate, radicchio, zucca.

Broccoli, carote, cime di rapa, finocchi, funghi, patate, radicchio, spinaci, zucca.

Asparagi, broccoli, carciofi, carote, cime di rapa, funghi, finocchi, lattuga, patate, radicchio, spinaci.

Asparagi, broccoli, carciofi, fave, finocchi, funghi, lattuga, patate, piselli, radicchio, spinaci.

maggio

giugno

luglio

agosto

Asparagi, bietola, broccoli, carciofi, cipolla, fagiolini, fave, finocchi, funghi, lattuga, patate, piselli, scarola.

Aglio, basilico, bietola, carciofi, cipolla, fagiolini, fagioli, fave, finocchi, funghi, melanzane, patate, peperoncini, piselli, pomodori, scarola, zucchine.

Aglio, basilico, bietola, cetrioli, cipolla, fagiolini, fagioli, finocchi, funghi, melanzane, patate, peperoncini, piselli, pomodori, scarola, zucchine.

bietola, cetrioli, cipolla, fagiolini, fagioli, finocchi, funghi, melanzane, patate, peperoncini, pomodori, scarola, spinaci, zucca, zucchine.

settembre

ottobre

novembre

dicembre

Bietola, carote, cetrioli, cipolla, fagiolini, fagioli, finocchi, funghi, lattuga, melanzane, patate, peperoncini, spinaci, verza, zucca, zucchine.

Bietola, broccoli, carote, cavolfiore, fagioli, funghi, lattuga, noci, olive, patate, peperoncini, radicchio, spinaci, verza, zucca,

Bietola, broccoli, carote, cavolfiore, cime di rapa, funghi, lattuga, noci, olive, patate, radicchio, verza, zucca.

broccoli, carote, cavolfiore, cime di rapa, funghi, noci, patate, radicchio, zucca.

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Sicurezza alimentare per una vita sana Cos’è la sicurezza alimentare? La sicurezza alimentare è il complesso dei fattori che assicura la salubrità igienica e nutrizionale degli alimenti. Si costruisce con la collaborazione di tanti soggetti diversi, che costituiscono la “filiera alimentare”, e cioè i produttori che allevano gli animali, coltivano i campi, trasformano le materie prime, i distributori che fanno arrivare il cibo nei punti vendita, o nelle mense e nei ristoranti, i cuochi e il personale delle cucine di mense e ristoranti ed infine noi stessi. Tutti i soggetti che ci forniscono il cibo sono sottoposti a severe leggi dello Stato e dell'Unione Europea che dettano regole utili per garantire il consumatore. E’ molto importante che noi, ultimo anello della catena alimentare, possiamo accedere ad informazioni chiare e trasparenti su come scegliere i cibi e come trattarli nella conservazione e nella cottura, perché anche le nostre scelte e i nostri comportamenti sono fondamentali per garantirci un'alimentazione il più possibile sicura. Due i principi fondamentali: Rintracciabilità-sistema che permette l'identificazione dei singoli ingredienti nelle fasi di lavorazione del prodotto (per esempio semola di grano duro + acqua =pasta), fino al confezionamento e alla vendita. E' applicato da tempo per i prodotti alimentari tipici e per quelli da agricoltura biologica dove sull'etichetta si trovano una serie di codici che identificano prodotto, produttore e consorzio (prodotti tipici), oppure Ente Certificatore (organismo che controlla tutti i passaggi di lavorazione). Sistema HACCP-analisi dei rischi e punti critici di controllo. Tutti i responsabili della filiera alimentare devono garantire la sicurezza dei prodotti mettendo in atto un Piano di Autocontrollo, specifico per la propria realtà o fase produttiva, così da prevenire ogni problema, che possa compromettere la salubrità degli alimenti. Utili accorgimenti: per prevenire rischi igienici 

lavarsi bene le mani prima di toccare i cibi;

scegliere alimenti freschi, e consumarli lontani dalla scadenza; 18


conservare i cibi al freddo, soprattutto se si tratta di carni o di preparati di uova crude: la maggior parte dei batteri patogeni si sviluppano meglio al caldo;

confezionare i cibi in contenitori, per isolarli dall'ambiente circostante;

lavare bene tutti gli strumenti (recipienti, coltelli, taglieri) soprattutto se utilizzati per alimenti crudi;

cambiare spesso (meglio ogni giorno) lo strofinaccio di cucina, e strizzare bene le spugnette dopo l’uso;

cuocere bene i cibi, e, quando vengono riscaldati, portarli ancora a temperature elevate.

per prevenire rischi chimici 

variare il più possibile l'alimentazione, ogni cibo ha pregi ma può nascondere qualche problema, mangiandolo alternato ad altri l'eventuale rischio si diluisce;

lavare sempre accuratamente frutta e verdura, anche con acqua e aceto alternata ad acqua e bicarbonato, per eliminare residui di trattamenti superficiali eventualmente rimasti sulle parti esterne;

dare la preferenza ai cibi di origine vegetale, perché tendono ad accumulare gli inquinanti in misura minore rispetto a quelli di origine animale;

preferire gli alimenti da agricoltura biologica dove sono bandite le sostanze di sintesi chimica;

effettuare cotture non eccessive e non far arrivare mai l'olio a produrre fumo grigio.

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I marchi di qualità per tutelare la salubrità dei prodotti La qualità dei prodotti agroalimentari è assoggettata ad un gran numero di leggi, nate soprattutto per tutelare la salubrità dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole non solo da parte di chi produce questi prodotti, ma di tutta la catena–filiera, dal produttore al consumatore finale. Spesso sentiamo parlare di prodotti tipici. Essi sono legati ad un determinato territorio e da esso ne sono fortemente influenzati. L’Unione Europea, per tutelare i consumatori ed i produttori, ha elaborato un sistema per riconoscere questi prodotti e tutelarli rispetto ad imitazioni e contraffazioni, attraverso l’utilizzo di marchi particolari che possiamo trovare sulle confezioni di questi prodotti di qualità. Quali sono le differenze fra i vari marchi di qualità? DOP - Denominazione d'Origine Protetta Marchio di Qualità Europeo La Denominazione d'Origine Protetta (DOP) identifica la denominazione di un prodotto la cui produzione, trasformazione ed elaborazione devono aver luogo in un'area geografica determinata e caratterizzata da una perizia riconosciuta e constatata.

IGP – Indicazione Geografica Protetta Marchio di Qualità Europeo Nell’Indicazione Geografica Protetta (IGP), il legame con il territorio è presente in almeno uno degli stadi della produzione, della trasformazione o dell'elaborazione del prodotto. Inoltre, il prodotto gode di una certa fama. STG – Specialità Tradizionale Garantita Marchio di Qualità Europeo Una Specialità Tradizionale Garantita (STG) non fa riferimento ad un'origine ma ha per oggetto quello di valorizzare una composizione tradizionale del prodotto o un metodo di produzione tradizionale. 20


BIO - Agricoltura Biologica Marchio di Qualità Europeo I consumatori che acquistano i prodotti che portano questo logo possono essere certi che: 

almeno il 95% degli ingredienti sono stati prodotti con metodo biologico;

il prodotto è conforme alle regole del piano ufficiale di ispezione;

il prodotto proviene direttamente dal produttore o è preparato in una confezione sigillata;

il prodotto porta il nome del produttore, l'addetto alla lavorazione o il venditore e il nome del codice dell'organismo di ispezione.

PAT - Prodotti Agroalimentari Tradizionali Marchio di Qualità Italiano Rappresentano un biglietto da visita dell'agricoltura italiana di qualità. Con questo termine si intendono quei prodotti agroalimentari le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultino consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni. Per i vini esiste una classificazione apposita. DOC - Denominazione di Origine Controllata Marchio di Qualità Italiano Questo sistema di certificazione della qualità, in seguito all'entrata in vigore europea nel 1992 dei marchi DOP, IGP e STG, è stato utilizzato esclusivamente per contraddistinguere i vini di qualità. Il marchio DOC viene attribuito ai vini prodotti in zone delimitate, di solito di piccole e medie dimensioni, con indicazione del loro nome geografico. Di norma il nome del vitigno segue quello della Doc e la disciplina di produzione è piuttosto rigida. I vini Doc sono immessi al consumo soltanto dopo approfondite analisi chimiche e sensoriali. 21


DOCG - Denominazione di Origine Controllata e Garantita Marchio di Qualità Italiano É un marchio che viene attribuito ai vini DOC, riconosciuti tali da almeno 5 anni, di "particolare pregio qualitativo" e di notorietà nazionale e internazionale. Questi vini vengono sottoposti a controlli più severi, debbono essere commercializzati in recipienti di capacità inferiore a 5 litri e portano un contrassegno dello Stato che dà la garanzia dell'origine, della qualità e che consente di numerare le bottiglie. IGT - Indicazione Geografica Tipica Marchio di Qualità Italiano Anche questo marchio, dopo il 1992, è riservato ai vini caratterizzati da un'indicazione geografica, che può essere accompagnata o meno da menzioni (ad esempio del vitigno). E' contraddistinta da zone di produzione normalmente ampie e da una disciplina di produzione meno restrittiva delle precedenti. Presidi Slow Food I Presidi sostengono le piccole produzioni eccellenti che rischiano di scomparire, valorizzano territori, recuperano mestieri e tecniche di lavorazione tradizionali, salvano dall'estinzione razze autoctone e antiche varietà di ortaggi e frutta. I Presidi coinvolgono direttamente i produttori, offrono l'assistenza per migliorare la qualità dei prodotti, facilitano scambi fra Paesi diversi e operano per individuare nuovi sbocchi di mercato (locali e internazionali).

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Buona pratica impatto zero Riappropriarsi del potere di scelta significa, in molti casi, cambiare abitudini consolidate, cosa che può generare confusione, disorientamento, bisogno di nuove informazione e di persone che sostengano e condividano il nostro sforzo. Non preoccuparti non sei solo! Vediamo, allora, altre buone pratiche che possono introdurci ancor più nel mondo del consumo critico: i gruppi d’acquisto solidali (GAS) e il commercio equo e solidale.

Cos’ è un Gas Un Gruppo d’acquisto solidale è definito, in termini legali, come “soggetto associativo senza scopo di lucro costituito al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e di distribuzioni dei medesimi, con finalità etiche, di solidarietà sociale e di sostenibilità ambientale”. Ciò vuol dire che quando un gruppo di persone decide di incontrarsi per riflettere sui propri consumi e per acquistare prodotti di uso comune, utilizzando come criterio guida il concetto di giustizia e solidarietà, dà vita a un GAS.

L'aggettivo "solidale" G come gruppo, A come acquisto ed S come solidale. Il principio di "solidarietà" è alla base delle caratteristiche distintive dei Gas. L'attuazione del principio di "solidarietà" si esplica sotto molteplici criteri di scelta dei prodotti e di gestione del gruppo stesso.

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Scopriamoli insieme. Acquistare solidale significa comprare prodotti - che rispettano la salute delle persone: nel caso di derrate alimentari o prodotti di allevamento e derivati, i Gas scelgono prodotti da agricoltura biologica in virtù della volontà di consumare prodotti realizzati con un limitato o assente impiego di sostanze derivanti da sintesi chimica.

- che rispettano le condizioni di lavoro delle persone: uno dei criteri principali per cui si sceglie un produttore è quello delle condizioni di lavoro applicate all’interno dell’azienda. Considerando che il rispetto dei diritti dei lavoratori sia un prerequisito, si valutano esperienze che prevedono anche l’inserimento professionale di categorie svantaggiate. -per i quali è stato pagato un prezzo equo al produttore: il mondo agricolo e della pesca italiano lamentano sempre più difficoltà a causa della contrazione dei redditi. Una delle cause principali è l’aumento della forbice tra i costi di produzione e i prezzi pagati ai produttori. Anche la filiera lunga fa la sua parte, visto che su 100 euro spesi dal consumatore per prodotti agricoli freschi solo il 20% arriva all’agricoltore. Nel caso dei pescatori c’è da considerare anche il problema legato alla sostenibilità dell’ecosistema marino, in quanto sempre più stock ittici sono sottoposti a un ipersfruttamento.

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Pertanto attraverso la filiera corta, ossia quella pratica di consumo che è quanto più vicino possibile alla produzione e che utilizza un Gruppo di Acquisto Solidale come strumento, ma anche mercati rionali o Farmer’s market, si riesce a dare una risposta a molteplici esigenze reali: Sostegno all’economia locale Il mondo agricolo e della piccola pesca sta attraversando un momento difficile. Le piccole realtà produttive sono sempre più spesso schiacciate dalla concorrenza della grande distribuzione, dai bassi prezzi pagati ai produttori e dalle difficoltà burocratiche e finanziarie. Inoltre, spesso, sono proprio le piccole realtà a impiegare metodi di coltivazione o di pesca più rispettosi dell'ambiente.

Sostenibilità Un consumo a “Km 0” riduce sensibilmente il trasporto dei generi alimentari e di conseguenza le emissioni di gas inquinanti. Acquistando merce sfusa e non imballata si contribuisce alla riduzione della produzione di rifiuti. L’agricoltura biologica e integrata rispetto a quella convenzionale, riduce il rilascio di sostanze chimiche di sintesi nel terreno, nell’aria e nell’acqua, conserva la naturale fertilità del suolo, salvaguarda la complessità dell’agro-ecosistema e la sua biodiversità e consuma meno energia. Sicurezza alimentare La filiera corta aumenta la possibilità per il cittadino-consumatore di esercitare un controllo diretto sull’origine e sulle modalità di produzione di ciò che acquista e consuma. Inoltre, per i prodotti da agricoltura biologica e integrata, proprio per le tecniche agronomiche adottate si ha un valore nutritivo superiore ai prodotti convenzionali.

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Contenimento dei prezzi In una condizione sempre più diffusa di indebolimento del potere d'acquisto e di necessità di contenimento della spesa familiare, spesso anche dei cosiddetti “generi di prima necessità”, l'acquisto in gruppo può rappresentare un valido strumento per contenere il costo della spesa. Il rapporto diretto tra produttore e consumatore, eliminando tutta una serie di passaggi, che inevitabilmente portano ad un innalzamento del prezzo della merce, garantisce un prezzo più equo per entrambi.

Una scelta etica... Sicuramente la creazione di un gruppo di acquisto genera una concezione più umana dell’economia, cioè più vicina alle esigenze reali dell’uomo e dell’ambiente, e contribuisce a far nascere un’etica del consumare in modo critico che unisce le persone. L'acquisto in gruppo oltre che favorire il risparmio delle famiglie, favorisce lo scambio di idee, la circolazione delle informazioni su prodotti e produttori, la definizione di criteri con lo scopo di ridurre e orientare i consumi e di rappresentare un'alternativa economica praticabile. Il paradosso è che, mentre la società dei consumi ha rivelato una capacità formidabile di danneggiare l’ambiente, non è riuscita a renderci soddisfatti di noi stessi. È come se il consumismo ci avesse fatto fare indigestione di beni materiali, accentuando così tutti i nostri problemi sociali, psicologici, spirituali. Un gruppo di acquisto usa il concetto di solidarietà come criterio guida nella scelta dei prodotti. Solidarietà verso noi stessi, verso l’ambiente e verso i lavoratori.

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I Gas in cifre Secondo una recente indagine di Coldiretti e Censis sono saliti a 7 milioni gli italiani che nel 2012 hanno fatto parte di un Gruppo di Acquisto, il 18,6 per cento della popolazione con quasi 2,7 milioni di italiano che acquistano da i Gas in modo regolare. Una ufficializzazione della realtà dei GAS si è avuta con la Legge Finanziaria 2008 Articolo 1 - Commi 266-268.

Come aderire ad un Gas? Rete GAS è la rete di incontro e di scambio di esperienze tra gli oltre 800 gruppi di acquisto solidale che si riconoscono nel manifesto di principi. L’avvio dell’archivio risale al 1994, quando si registrò il primo gruppo. Sul sito www.retegas.org è possibile trovare informazioni sui GAS, documenti utili per la costituzione in Associazione (Atto Costitutivo e Statuto), schede produttori e notizie aggiornate sul tema.

Cos’è il commercio equo e solidale? Il Commercio Equo e Solidale è una partnership commerciale basata sul dialogo, la trasparenza ed il rispetto, che contribuisce a realizzare uno sviluppo sostenibile offrendo migliori condizioni di scambio ed assicurando i diritti dei produttori e dei lavoratori nel Sud del mondo. Il movimento che ne ha dato origine, mosso dallo slogan “Trade not aid”, evidenzia come il modello dell’assistenza, della beneficenza non riesce a cambiare i fattori della povertà.

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Il commercio equo e solidale si fonda su alcuni principi: 

Pagamenti equi perché i produttori stabiliscono il prezzo secondo il costo delle materie prime, del lavoro, del salario regolare e dignitoso di ogni singolo lavoratore, più un margine da reinvestire nell’attività.

Prefinanziamento che al momento dell’ordine, fino ad un massimo del 50%, costituisce un modo per consentire ai produttori di lavorare con maggiore tranquillità, non contrarre debiti e non intaccare le risorse destinate al sostentamento familiare.

Relazioni dirette e durature per evitare speculazioni e garantire la programmazione.

Tutela della persona e piena dignità del lavoro con produzioni realizzate in un ambiente salubre, senza nessuna discriminazione e divieto di fare ricorso al lavoro minorile.

Sostenibilità ambientale grazie alle coltivazioni biologiche, prodotti a basso impatto ambientale, materiali riciclabili, metodi naturali.

Alcune risorse online: www.retegas.org www.altromercato.it www.ixorto.it/gas-gruppo-acquisto-solidale-circolo-legambiente-potenzabuonepraticheincircolo-basilicata

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Buona pratica rifiuti zero Lotta allo spreco: verso un cambiamento radicale Alcuni numeri dello spreco Uno degli elementi caratterizzanti dell'attuale economia è quello dell'inefficienza nell'uso delle risorse. Questo lo vediamo in diversi campi ed a vari livelli. Ma se c'è un elemento particolarmente fastidioso in quest'ambito è dato dall'uso inefficiente e dallo spreco dell'acqua e delle risorse alimentari, in quanto elementi essenziali della vita. Eppure questo accade, in particolare, in paesi che si ritengono leader nel mondo quali quelli cosiddetti sviluppati.

Ecco alcuni dati: 

Nel mondo si buttano ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di prodotti perfettamente commestibili (100 miliardi di euro).

In Europa in media si gettano alimenti per 179 kg/persona/anno.

In Italia in media si spreca il 17% dell'ortofrutta, il 15% del pesce, il 28% di pasta e pane, il 29% delle uova, il 30% della carne ed il 32% dei latticini. La perdita media è pari a 1.693 €/anno/famiglia.

Secondo Coldiretti il 20% del cibo sprecato è sufficiente per sfamare gli 8 milioni di italiani poveri.

Dove si annida lo spreco? Sono innumerevoli e distribuite in tutta la filiera le fonti di spreco. 

Nei campi dove il 3% della produzione agricola italiana rimane nei siti di produzione (dati 2009).

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Nella cooperative ed organizzazioni di produttori con il ritiro dal mercato per evitare il crollo dei prezzi (uso per alimentazione animale, distillazione, ecc.).

Nell'industria con prodotti trasformati, stagionati che restano invenduti per vari motivi.

Nella vendita al dettaglio dove l’1,2% dell’ortofrutta viene scartata (dati 2009).

In casa a causa di prodotti che scadono prima di essere consumati, per eccesso di acquisti in occasione di offerte speciali, l’acquisto di novità poi non gradite o l’acquisto di prodotti rivelatisi inutili.

Quali problemi crea lo spreco? Problemi di natura etica: è immorale che, particolarmente in un periodo di forte crisi economica e quando una fetta di popolazione significativa vede fortemente ridotta la sua capacità economica, ci sia un tale spreco di risorse alimentari.

Problemi di natura ecologica: con lo spreco di questi prodotti si spreca tutta la materia e l’energia utilizzata per produrli (fertilizzanti, acqua, carburanti ecc.). Inoltre questi prodotti scartati finiscono in gran parte in discarica aumentando il problema della gestione dei rifiuti. È evidente che tutto ciò ha anche forti ricadute economiche. Si pensi ad esempio al solo costo di conferimento in discarica di prodotti a volte ancora perfettamente utilizzabili ovvero resi inutilizzabili per problemi di sovrapproduzione, di carente attenzione alla conservazione, ad acquisti fatti con poca consapevolezza.

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Che cosa si sta facendo e cosa si può fare per cambiare rotta? In Italia stanno nascendo e sviluppandosi iniziative volte a cambiare la tendenza, ad aumentare la consapevolezza del consumatore, a recuperare ciò che è ancora utilizzabile ed a sviluppare politiche e gestioni al fine di ridurre lo spreco. In particolare sono attivi diversi progetti miranti a mettere in relazione produttori o strutture di distribuzione con associazioni caritatevoli, per consentire il consumo di prodotti ancora utilizzabili ma in scadenza e quindi perfettamente commestibili. Sono in genere iniziative: 

per il recupero dei prodotti alimentari in scadenza;

in cui ci sono associazioni, enti, strutture (associazioni ambientaliste, società, cooperative) che svolgono un ruolo di proponente e di intermediazione tra i vari attori coinvolti;

miranti in primis alla creazione di contatti tra associazioni Onlus, di stampo socio-umanitario, con il mondo della produzione e della distribuzione;

in cui le associazioni ricevono le derrate alimentari o altri prodotti per redistribuirli a persone bisognose;

che dai prodotti alimentari allargano il proprio interesse anche a beni materiali non più commerciabili o usati (mobili, elettrodomestici, ecc.).

Quali sono gli obiettivi di queste iniziative? 

riduzione della produzione rifiuti;

riduzione dei costi di smaltimento in discarica;

riduzione dello spreco di cibo;

aiuto agli indigenti;

sensibilizzazione dei cittadini al problema dei rifiuti ed al connesso problema ambientale;

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Quali sono i vantaggi di queste iniziative? I vantaggi sono molteplici e per tuti i soggetti coinvolti. Per le imprese, oltre ad un ritorno di immagine rispetto al territorio, ci possono essere riduzioni dei costi di smaltimento dei rifiuti, con possibili riduzioni della tassa/tariffa relativa. Per le istituzioni riduzione dei costi di smaltimento dei rifiuti nonché una riduzione dei costi per il sostegno agli indigenti. Il terzo settore, ricevendo prodotti gratuiti e di qualità può offrire i suoi servizi ad una platea più vasta riducendo i propri costi. Progetti e campagne di sensibilizzazione contro lo spreco verso i cittadini permettono, quindi, di modificare i comportamenti e quindi di avere un maggiore risparmio domestico.

Quale può essere il ruolo dei cittadini? Ognuno di noi può dare un proprio contributo nella riduzione degli sprechi, ed in vario modo: 

con un consumo critico più attento agli aspetti etici ed ambientali che alle sirene pubblicitarie e del marketing;

adottando stili di vita miranti ad una maggiore sobrietà;

attivandosi e collaborando ad iniziative di riduzione degli sprechi e di riutilizzo di beni e prodotti che siano presenti nel proprio territorio ovvero attivandosi perché tali iniziative vengano avviate;

collaborando con le associazione ambientaliste e con enti ed associazioni che lavorano in direzione di un cambiamento nei consumi.

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La normativa di riferimento Legge 25 giugno 2003 n.155 (legge del buon samaritano) Distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale art. 1: Le organizzazioni riconosciute come organizzazioni non lucrative di utilità sociale ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, e successive modificazioni, che effettuano, a fini di beneficenza, distribuzione gratuita agli indigenti di prodotti alimentari, sono equiparati, nei limiti del servizio prestato, ai consumatori finali, ai fini del corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli alimenti (…) Legge 24 dicembre 2007 n 244 (legge anti-sprechi) art. 130: I beni non di lusso alla cui produzione o al cui scambio è diretta l'attività dell'impresa, diversi da quelli di cui al comma 2, che presentino imperfezioni, alterazioni, danni o vizi che pur non modificandone l'idoneità di utilizzo non ne consentono la commercializzazione o la vendita, rendendone necessaria l'esclusione dal mercato o la distruzione, qualora siano ceduti gratuitamente alle ONLUS, per un importo corrispondente al costo specifico sostenuto per la produzione o l'acquisto complessivamente non superiore al 5 per cento del reddito d'impresa dichiarato, non si considerano destinati a finalità estranee all'esercizio dell'impresa ai sensi dell'articolo 85, comma 2, del testo unico delle imposte dei redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. I predetti beni si considerano distrutti agli effetti dell'imposta sul valore aggiunto".

Alcune risorse online: www.lastminutemarket.it www.ixorto.it/last-second-market-circolo-legambiente-il-carrubobuonepraticheincircolo-sicilia

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Buona pratica autoproduzione Cos’è un orto urbano e didattico? Sono spazi condivisi dove i cittadini praticano l’autoproduzione seguendo metodi di produzione sostenibili e sono anche dei laboratori didattici per gli alunni delle scuole. Sono spesso giardini e aree di alto pregio naturalistico e culturale, che sono stati strappati al degrado e all’abbandono attraverso la realizzazione di programmi di valorizzazione e tutela territoriale. Fare l’orto di città permette di avere a disposizione ortaggi freschi, di stagione e a km zero, riducendo i trasporti per diminuire le emissioni di C0 2, che è il principale gas serra. L’affidamento ai cittadini di aree comunali da destinare agli orti urbani, soprattutto lungo le fasce periurbane, permette di custodire la biodiversità e il paesaggio dal rischio di cementificazione, dal consumo di suolo e dall’abbandono, restituendo ai cittadini la fruibilità di uno spazio pubblico.

Come si realizza un orto familiare biologico La Terra La terra “organismo vivente” è il termine giusto per comprendere e cominciare la cura di un orto. La comprensione che la terra sia un organismo vivente è il primo passo verso un lavoro di crescita personale che ci porterà ad interpretare l'orto non solo come il luogo dove avviene la produzione di alimenti, ma ad avere una più ampia visione della vita stessa. Il terreno è un insieme di esseri collegati tra loro in equilibrio costante. Ciò che li lega profondamente è la moltitudine di varietà animale, vegetale e minerale, che rappresentano la ricchezza della terra, quindi la fertilità. Il nostro percorso prevede una visione sistemica della terra con risultati, comunque meravigliosi e di qualità superiore nel rispetto della nostra stessa evoluzione Per coltivare secondo le indicazioni di agricoltura biologica bisogna tenere presente alcune tecniche, tra queste prendiamo in considerazione le princi34


pali: la pratica del compostaggio, la consociazione, la pacciamatura, la preparazione e l'uso di macerati, le rotazioni, il rispetto delle stagioni, l'uso di semi e piantine provenienti da colture locali o biologiche

Quali sono le condizioni per allestire un orto nel migliore dei modi? Allestire un orto è sempre un'esperienza entusiasmante. È importante avere a disposizione un terreno che sia ben esposto al sole e con terreno abbastanza drenato. Farsi una piantina o disegno dell'orto è di aiuto, sia per progettare l’organizzazione del terreno, delle colture, la sistemazione di solchi e sentieri, ma anche per ricordarsi le piante che cureremo dove sono state posizionate nel corso del tempo (rotazione delle colture). La realizzazione dei sentieri è importante, la loro larghezza deve essere compresa almeno tra da 40 e 80 cm, per camminare nel nostro orto agevolmente e per muoversi senza troppa difficoltà ed avere la possibilità di eseguire comodamente i lavori necessari Attrezzi utili: di cosa si ha bisogno per realizzare un orto familiare? Gli attrezzi sono importanti ed è opportuno procurarsi ciò di cui si ha bisogno per le varie fasi di lavorazione dell’orto. Per cominciare è necessario avere la vanga forcone con il manico a T, che ci aiuta non poco nel dissodare la terra senza però affaticarsi troppo. Sono necessarie anche zappe di varie misure, dalla più piccola alla media, a seconda del terreno che abbiamo a disposizione, ricordandoci però che la nostra maestra prevalente sarà sempre l'esperienza! Altri attrezzi utili sono: innaffiatoio, piantatoio, guanti, forbici, bidoni per i macerati, sacchi di tela per conservare e immergere le erbe, pala da giardino, rastrello, forca, setaccio per vagliare il compost, paglia per le pacciamature.

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Le consociazioni L'osservazione dei prati spontanei rende bene l'idea di come la natura si esprima con una moltitudine di specie vegetali che vivono insieme, sviluppandosi in aiuto reciproco. Questa osservazione è il punto di partenza per ben comprendere la “consociazione” che, se ben applicata, favorirà la buona salute delle piante da noi coltivate. La sperimentazione e lo studio degli orti in consociazione, hanno dato risultati favorevoli in molti casi, giungendo a conclusioni positive. Le piante si aiutano sia nella crescita che nella protezione da attacchi parassitari e fungini, e questo si evidenzia anche al contrario, cioè piante non consociabili sono più soggette ad ammalarsi e in alcuni casi al deperimento vegetativo. Esistono quindi, schede molto utili per comprendere la buona pratica della consociazione, che permettono in modo facile l’organizzazione di un orto. Per rendere il nostro lavoro, oggetto di studio e condivisione di buone pratiche consigliamo un diario di bordo su cui annotare le lavorazioni e le nostre osservazioni personali. La pacciamatura Anche in questo caso l'osservazione è la nostra maestra. Nei terreni non coltivati il suolo non è mai scoperto, anzi è sempre coperto di vegetazione verde o secca.

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Questa copertura protegge la terra dal freddo e dalla forte evaporazione estiva che è il vero senso della pacciamatura. In agricoltura biologica si imita la natura utilizzando paglia o foglie secche così da inibire la crescita di erbe spontanee e proteggere le radici dal freddo e dal caldo, contribuendo così a mantenere il terreno sempre umido. La pacciamatura, con il passare delle stagioni si degrada, arricchendo e rendendo soffice la terra. Anche negli orti familiari si è rivelata molto favorevole e di facile attuazione.

La concimazione La fertilità della terra in un orto biologico è da tenere in considerazione dal primo momento, questa è data dalla quantità di esseri viventi che la compongono e dalla quantità di minerali presenti. La concimazione di un terreno da orto significa apportare sostanza organica e minerale. La pratica del compostaggio è un ottimo inizio per avere sempre a disposizione del compost da utilizzare nel nostro orto. Mettere in opera il compostaggio domestico è un'operazione facile, bisogna dedicare un angolo del proprio giardino o orto alla raccolta dei rifiuti umidi-organici e poi procurarsi del materiale secco e asciutto come foglie, paglia e rametti. Per allestire una compostiera o un sito di compostaggio si deve prima smuovere il terreno, preparare quindi un letto fatto di rametti e foglie per poi cominciare a riporre i rifiuti umidi, alternando l'umido con il secco, senza mai pressare cercando, anzi di favorire l'entrata di aria al suo interno, aiutandosi anche con un bastone. Il processo di compostaggio domestico è aerobico, cioè ha bisogno di aria, va evitato quindi che si ammassi, rivoltandolo di tanto in tanto. L'ossigeno serve a non far comparire le marcescenze, responsabili di cattivi odori e moscerini fastidiosi, e ol37


tretutto l'ossigeno è necessario alle miriadi di microrganismi decompositori, veri protagonisti della trasformazione. Il materiale che mettiamo nel nostro sito di compostaggio, deve essere preferibilmente sminuzzato, proprio per consentire più facilmente la possibilità di trasformazione. Il materiale che mettiamo nel nostro sito di compostaggio, deve essere preferibilmente sminuzzato, proprio per consentire più facilmente la possibilità di trasformazione. Si consiglia di avere due siti per far si che ci sia sempre la possibilità di mettere nuovi rifiuti organici. In commercio esistono inoltre acceleratori proprio per il compostaggio domestico, questi si aggiungono al materiale da compostare. Dopo un periodo di circa 6 – 12 mesi, avremo realizzato un terreno scuro profumato e fertile: il compost. La produzione di compost maturo avviene dopo circa un anno, mentre dopo sei mesi avremo un compost semi-maturo; quest'ultimo lo si può usare per concimare le aiuole non coltivate (riposo), il compost maturo va messo sul terreno ai piedi delle piante. Auto-prodursi il compost è una pratica eccellente, avere sempre a disposizione un terreno, fertile e profumato che nutre le nostre piante, rende il nostro orto più completo e soddisfacente. Esistono, in commercio, prodotti di buona qualità, sotto forma di cubettato, che sono consentiti in agricoltura biologica.

Il sovescio E' una pratica di concimazione conosciuta fin dai tempi più antichi. Consiste nel rivoltare nella terra piante leguminose, in piena fioritura, per rendere il terreno più fertile. Le leguminose preferite sono il trifoglio, l'erba medica, la sulla, e tante altre che 38


possiamo trovare in miscugli giĂ preparati positivamente per sovescio. Le leguminose, durante la crescita, cedono azoto al terreno con le loro radici e interrandole in piena fioritura, danno il loro apporto nutritivo durante il periodo di decomposizione; inoltre questa pratica, indicata per terreni pesanti o poco fertili, viene praticata anche per le piantagioni di olivi e vigneti. Ăˆ consigliata per orti di grande dimensioni, ma anche negli orti familiari possiamo seminare o proteggere le leguminose spontanee e interrarle nelle aiuole che teniamo a riposo durante l'inverno.

I macerati La buona pratica dell'auto produzione dell'orto familiare prevede tra le tante scelte, la preparazione di macerati auto prodotti utili come antiparassitari e fitostimolanti. Sono semplici da preparare e per la loro produzione, si usano materie prime a costo zero e di facile reperimento. Ciò di cui si ha bisogno sono contenitori - non di metallo - acqua piovana o di fonte, erbe spontanee e non (ortica, equiseto, tanaceto, consolida, aglio, pomodoro ecc.), sacchi di tela. Il contenitore di fermentazione non deve mai essere chiuso ermeticamente e bisogna mescolare il contenuto almeno una volta al giorno. Per le preparazioni è bene mettere le piante in sacchi di tela in immersione nel contenitore colmo d'acqua. Una volta terminato il tempo utile per estrarre i principi attivi, si estrae facilmente il sacco senza bisogno di filtrare il preparato. tantissimi sono i macerati possibili, eccone alcuni facilmente preparabili.

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Segue la descrizione di alcuni macerati. Ortica: pianta spontanea, molto comune. Si trova, facilmente, in luoghi umidi e freschi, spesso attorno alle abitazioni abbandonate e in terreni incolti. Usata in cucina è molto ricca di sostanze nutritive e stimolanti. Per preparare il macerato, l’ortica deve essere raccolta prima della formazione dei semi senza la parte radicale; si può usare sia fresca che essiccata. I quantitativi sono 1 kg di sostanza secca in 50 lt. di acqua, oppure 1 kg. di sostanza fresca in 10 lt. Una volta immersa nell’acqua, i tempi di macerazione variano sensibilmente in funzione dei successivi impieghi del derivato. Attività antiparassitaria (acaricida e aficida ): tempo breve, 12 – 24 ore. Attività biostimolante e concimante: 10-15 giorni. Mentre periodi maggiori (10- 15 giorni) comportano la liberazione di componenti minerali e proteiche, con proprietà biostimolanti. Il macerato di 12-24 ore va irrorato, non diluito, direttamente sulle foglie, preferibilmente al tramonto. E’ molto efficace alla prima comparsa degli insetti con un trattamento per tre giorni consecutivi, mentre il macerato di 10-15 giorni, va diluito con una proporzione di 1 lt. ogni 10 litri di acqua. Con il macerato maturo (10-15 gg) si può innaffiare il compost per accelerare la decomposizione dei rifiuti. Diluito si distribuisce ai piedi delle piante come concime liquido, ma bisogna fare attenzione a non bagnare le foglie. Il macerato di ortica è sconsigliato sui cavoli e tutte le crucifere dato che attira il parassita cavolaia (Pieris rapae).

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Equiseto: pianta spontanea che preferisce terreni umidi, conosciuta come coda cavallina è anche usata in medicina naturale per il suo alto contenuto di silicio e sali solforici. Per preparare il macerato si utilizza la pianta, senza radici, sia fresca che essiccata, le quantità sono 1 Kg. di pianta fresca o 150gr. di pianta secca per ogni 10 Lt. di acqua. Il macerato svolge una funzione di difesa contro le malattie anticrittogamiche e attacchi fungini delle piante. Si può utilizzare sia come decotto che sotto forma d'infuso. Indicazioni per preparare il decotto (le quantità sono le stesse del macerato: si lascia bollire per 20 minuti circa e si lascia raffreddare, la diluizione è di 1:3 di acqua, poi si irrora sulle piante come rafforzante fogliario e per la prevenzione delle malattie crittogamiche, con trattamenti consecutivi per tre giorni ogni 2 settimane. Miscelato al macerato di ortica di 24 ore, ha effetto anti-fungino, ma il trattamento deve essere consecutivo per tre giorni ogni settimana, più frequentemente in primavera e durante i periodi di forte umidità estiva. Da ricordare che i trattamenti fogliari si eseguono sempre al tramonto oppure, nel caso dell'equiseto, all'alba. Tanaceto: è una erbacea perenne che appartiene alla famiglia delle asteracee, si trova sul tutto il territorio italiano. Pianta considerata tossica per la presenza, nelle foglie e nei fiori, di un terpenoide chiamato tujone; questa sostanza neurotossica se assunta in forti dosi può essere letale. Oltre questa sostanza, il tanaceto, contiene molti oli essenziali che esercitano un'azione repellente nei confronti di acari, afidi e particolarmente risulta efficace per le nottue e cavolaie. Del Tanaceto si usano le parti aeree, ovvero i fiori, le foglie e anche gli steli, per ottenere un infuso: si sistemano 300 grammi di parti della pianta fresca (o 30 grammi se essiccata) sul fondo di un recipiente abbastanza capiente perché dovrà contenere 10 litri di acqua bollente; una volta versata, l’acqua bollente andrà lasciata in infusione per circa 20 minuti, l’infuso ottenuto dovrà essere fatto raffreddare molto bene e infine filtrato. Per utilizzarlo bisogna diluirlo di un terzo con l'acqua, e spruzzarlo sulle piante infestate e sul terreno; come prevenzione va spruzzato alla fine dell'inverno, non diluito. Può essere miscelato con il macerato di equiseto, in parti uguali, contro ruggine e iodio. 41


La siepe Per favorire uno sviluppo armonico del nostro orto possiamo scegliere, inoltre, di mettere a dimora alcune piante da siepe. Questa può essere sia aromatica che ornamentale, la sua funzione principale è di proteggere le colture dai forti venti e per accogliere insetti ed uccelli. Nel caso di siepe aromatica avremo anche i benefici delle le loro essenze, che stimolano la crescita delle ortive e possono essere utilizzate anche in cucina e in medicina naturale. Preferibilmente utilizziamo piante arbustive tipiche del nostro territorio. La serra In molti casi la costruzione di una serra, di piccole dimensioni, favorisce e agevola il lavoro di semina e crescita delle piantine ortive. Esistono varie soluzioni per realizzare una serra, sia in commercio che auto-costruita. Possiamo utilizzare delle assi di legno e un telo plastico trasparente per la copertura, ma la cosa più importante è il terreno, che deve essere costituito, prevalentemente, da compost maturo. Le semine saranno sicuramente più controllate e protette, sia in primavera che in autunno. La messa in opera di semenzai è una scelta di ottima qualità, la riproduzione fai-da-te è un atto di autonomia responsabile. La conservazione dei semi, oggi ha un forte impatto sociale, economico e politico. Scegliere di raccogliere e riprodurre i semi è parte integrante del nostro orto e non solo. La serra deve essere utilizzata nel rispetto del ciclo della stagionalità dei prodotti

*I disegni presenti in questo capitolo sono stati realizzati da Giulia Brigida Lepore 42


Perché fare un orto? Tante sono le motivazioni che ci spingono a realizzare un orto familiare, la prima è che la qualità degli alimenti è altissima non solo per come si coltivano ma per la freschezza con la quale vengono poi consumati. Inoltre bisogna ricordare che il risultato di un orto ha tante variabili, oltre il terreno, è necessario avere a disposizione piantine e semi che non siano di vivai intensivi, ma ricercare e riprodurre semi di origine autoctona è indispensabile alla buona riuscita. In molte esperienze si è verificata la tendenza a produrre grandi quantitativi e con continuità assidua, questo determina uno sfruttamento e impoverimento del terreno con le conseguenze che ben conosciamo, malattie e poca robustezza degli ortaggi. Il nostro obbiettivo prioritario non è la quantità ma la qualità. Ci piace ricordare una frase del padre della biodinamica, Rudolf Steiner, durante una sua conferenza, alla domanda sulle malattie delle piante, egli spiegò che non è la pianta ad ammalarsi, ma che l'ambiente e soprattutto il terreno può ammalarsi, e che si devono cercare le cause delle cosiddette malattie delle piante nelle condizioni del terreno e dell'ambiente circostante.

Perché fare un orto didattico? Partendo dall’idea che i bambini devono essere pensati come piccoli consumatori da educare al sano cibo, e che il modo migliore è di renderli partecipi del processo di produzione degli alimenti che consumano, l’orto didattico diventa il luogo privilegiato, dove i bambini sono sia coltivatori che consumatori. 43


L’esperienza degli orti didattici rappresenta, quindi un importante occasione per educare i bambini a mangiare sano e bene nel rispetto dell’ambiente che li circonda per favorire una maggiore conoscenza dei bisogni dei bambini e dare loro l’opportunità di incontro tra soggetti diversi Fondamentale risulta di conseguenza, sia la possibilità di favorire la fruizione degli spazi pubblici da parte dei bambini rendendoli anche a misura di bambino che riqualificare e valorizzare le aree degradate. Un prezioso aiuto nel raggiungimento degli obiettivi potrebbe arrivare dai nonni, che mostrano ai bambini le tecniche di lavorazione della terra, le distanze di piantumazione, la stagionalità dei diversi ortaggi, la tecnica dell’attesa favorendo momenti di scambio e confronto generazionale, consentendo la riscoperta di vecchie tradizioni e antichi sapori.

Progettazione di un orto didattico Come ripartire l’area disponibile alla realizzazione dell’orto tra le diverse classi della scuola ? A seconda della forma del terreno disponibile (circolare, rettangolare, quadrata) si possono stabilire due regole di assegnazione: dividere il terreno in un numero di parti (rettangoli, spicchi, filari) pari alle classi della scuola, oppure assegnare ad ogni bambino una piantina su filari condivisi con altri bambini di altre classi.

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Gli spazi disponibili per la realizzazione dell’orto possono condizionare la scelta degli ortaggi? La scelta degli ortaggi è regolata dal fatto che ogni ortaggio richiede degli spazi di crescita tra piantine e tra filari ben diversi tra di loro, per cui gli spazi disponibili possono realmente condizionare le scelte. Quali sono le premesse da fare prima di scegliere gli ortaggi da coltivare in un orto didattico? Prima di tutto bisogna escludere dalla scelta tutti quegli ortaggi che possono creare allergie od effetti urticanti ai bambini. A seconda degli spazi disponibili, la scelta diventa esclusivamente didattica per cui può variare in funzione della soddisfazione visiva che l’ortaggio può procurare ai bambini durante la crescita (ad esempio il colore e la dimensione degli ortaggi tipo: pomodori, melanzane, peperoni, fagioli/lini, zucchine, zucche, insalate), cosa che avviene in modo decisamente minore per gli ortaggi che crescono sottoterra come sedani, carote, ravanelli e patate. Nel progettare l’impianto di irrigazione quali sono gli elementi che possono condizionare le scelte tecniche? Stabilita la posizione degli ortaggi nell’orto per poter procedere nella progettazione dell’impianto di irrigazione bisogna considerare le caratteristiche richieste dai singoli ortaggi quali la distanza tra le singole piantine poste sullo stesso filare e tra i vari filari. 10 Buoni motivi per gli orti di città: Perché amo la mia città Perché coltivare significa mangiar sano Perché l’autoproduzione è economica e divertente Perché chi coltiva non spreca (il cibo e le risorse della terra) Perché se la verdura è di stagione è più buona e più sana Perché condividere la terra è l’unico modo per abitarla davvero Perché ci coltiva conosce il valore del suolo e sa curarlo Perché coltivare è partecipare alla vita sociale Perché chi coltiva in città vive più a lungo Perché chi coltiva produce bellezza 45


Buona pratica turismo sostenibile Il principio di turismo sostenibile è stato definito nel 1988 dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT): “Le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche”. Il concetto si rifà alla definizione più generale di sviluppo sostenibile data dalla WCED (World Commission on Environment and Development) nel Rapporto Brundtland nel 1987: ”Lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri”. A fronte della storia e soprattutto della situazione attuale, che richiede un nuovo ruolo in risposta a bisogni e ad aspettative culturali e sociali molto precise, è importante affermare la conoscenza e la condivisione di un nuovo paradigma del turismo sostenibile, cioè un modello interpretativo che esprima elaborazioni ed azioni efficaci, sulla base di valori condivisi. Turismo sostenibile ma anche turismo Responsabile, come elemento fondamentale per lo sviluppo di una cultura di pace. Cioè una serie di idee di viaggio che permettano ai protagonisti delle realtà territoriali di incontrarsi, dialogare, agire insieme per un progetto comune che parta dal basso. Per molti fare turismo sostenibile e responsabile si traduce nel dedicare una o più settimane delle proprie ferie estive ai campi di volontariato. Al riguardo gli italiani sono quasi 5.000 a scegliere questa “nuova” forma di fare vacanza. Nei campi si condivide non solo il lavoro, ma anche gli spazi abitativi e la routine quotidiana: una immersione completa che ne fa un’esperienza peculiare. E dalla quale poi derivano spesso altre e più continuative attività di volontariato. “C'è più voglia di rimboccarsi le maniche, partecipare e migliorare questo angolo di mondo dove viviamo con la consapevolezza che per uscire dalla crisi bisogna puntare sulla green economy e valorizzare le potenzialità delle comunità locali". 46


Cos’è un campo di volontariato? Il Campo di lavoro è un'esperienza di volontariato di breve durata che si svolge in un arco di tempo minimo di una settimana ma che, generalmente, si protrae per 15-20 giorni.

Perché partecipare a un campo di volontariato? I campi permettono di vivere, nella quotidianità di una esperienza concreta, i valori del dialogo, della convivenza, della solidarietà sociale, della salvaguardia del territorio, senza fine di lucro. Il lavoro nei campi - oltre che a realizzare obiettivi concreti - ha un valore formativo ed educativo alla socialità, a relazioni collaborative e cooperative, alla responsabilità comune in uno spirito di solidarietà e impegno civile. Quindi: 

tutela e valorizzazione del territorio, secondo i più sani principi di sostenibilità ambientale;

occasione di conoscenza di luoghi che meritano di essere tutelati, non a semplici turisti mordi e fuggi, ma a chi intende vivere un territorio, conoscerne le peculiarità, i suoi abitanti e i loro bisogni;

momenti di scambio culturale, di coesione e di condivisione con gli altri;

conoscenza di sé e degli altri, luogo in cui nascono forti amicizie e nel quale si scoprono persone motivate;

un modo per diffondere alcune sane abitudini e stili di vita ecosostenibili (riciclaggio, raccolta differenziata, accortezza a non sporcare o inquinare, ottimizzazione delle energie e delle risorse, scelta di non consumare prodotti realizzati con lo sfruttamento indiscriminato delle risorse e delle persone). 47


Quale tipologia di campo? Campi di tutela e valorizzazione ambientale. Sono molteplici le finalità di questi campi: si va dalla tutela della biodiversità al favorire un turismo sostenibile in aree naturali. Più in particolare, azioni: 

di ripristino dei sentieri;

di sistemazione cartellonistica e segnaletica;

di riattivare strutture ricettive;

di monitoraggio ambientale;

lavori di tutela delle coste;

pulizia e manutenzione di alvei di torrenti;

pulizia di sottoboschi;

di piantumazione di specie vegetali.

Campi antincendio Sono i campi organizzati, talvolta, in collaborazione con il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile. La finalità di questi campi è innanzitutto quella di creare una conoscenza e una sensibilità diffusa sul problema incendi boschivi e in particolare sulla prevenzione. Il lavoro si orienta, principalmente, verso la prevenzione degli incendi attraverso la creazione e manutenzione di linee tagliafuoco, pulizia del sottobosco, turni di avvistamento, ecc. Durante questi campi vengono inoltre proposti momenti di informazione rivolti ai cittadini ed ai turisti.

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Campi di Piccola Grande Italia Sono collocati all’interno di piccoli comuni. Questi non avendo le risorse economiche sufficienti per valorizzare a pieno il proprio territorio riescono, attraverso i campi, a recuperare parte della rete sentieristica, a rimuovere micro-discariche, a rendere fruibili aree di particolare rilievo naturalistico o storico culturale, a proporre eventi dove i nostri volontari collaborano nell’allestimento. Questi campi possono inoltre essere un’occasione per riscoprire tradizioni, mestieri, valori che rischiano di scomparire, impoverendo tutta la nostra cultura. La proposta di questi campi potrà avvenire indipendentemente o, ancora meglio, come continuità delle attività svolte nell’ambito di “Voler bene all’Italia”, la festa dei piccoli comuni che rientra in questa campagna.

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Campi di studio e lavoro Le attività sono affiancate da momenti di formazione, indispensabili per eseguire correttamente le attività. Possono essere a carattere naturalistico (raccolta dati su specie animali e vegetali), archeologico (pulizia di siti, piccoli restauri, catalogazioni) o etnoantropologici (mirati alla conoscenza delle microculture locali e realizzati attraverso interviste, incontri, dibattiti, ma anche recupero di attività tradizionali). Il progetto deve essere concordato con le Soprintendenze competenti o con gli Enti Parco, che dovranno gestire il lavoro insieme ai responsabili. Rientrano in questa categoria sia i campi di ricerca naturalistica, organizzati insieme agli Enti Parco per raccogliere dati su flora e fauna presenti e tutelare la biodiversità, sia i campi di Salvalarte, insieme alle Sovrintendenze, per la tutela di monumenti da salvare, spesso poco conosciuti. In comune hanno la necessità di avere del personale competente che organizzi dei veri e propri corsi di formazione dei volontari, prima e durante le attività di lavoro, tenuti da personale specializzato (addetti delle Soprintendenze Archeologiche, docenti di archeologia e storia dell’arte, restauratori, dottori in scienze ambientali, esperti faunistici, etc.). Campi della legalità Sono i campi organizzati con Libera per testimoniare concretamente l’opposizione a tutte le mafie. Il loro contenuto principale è educativo, per cui richiede una partecipazione di persone che vanno per lavorare (lavori agricoli, maneggi, allevamento, gestione di centri sociali, ecc.), ma anche per imparare e per testimoniare tematiche legate alla legalità.

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Il manuale è stato realizzato grazie alla collaborazione di:

Federazione Nazionale Legambiente Volontariato Via G. Bertoni, 4 Verona Circolo Legambiente “Silaris” Via Cavone (Piazza Porta Dogana) Eboli, 333 3835857 - 349 5442410 legambiente.eboli@gmail.com Circolo Legambiente “A. Cederna” Piazza Matteotti, Gallipoli legambientegallipoli@tiscali.it Circolo Legambiente “Ken Saro Wiwa” Viale Firenze, 60/c Potenza 0971/441541 legambientepotenza@gmail.com Legambiente Calabria Onlus Via Demetrio Tripepi, 110 Reggio Calabria 0965/811142 info.legambientecalabria@gmail.com Circolo Legambiente “Il Carrubo” Via Umberto Giordano, 55 Ragusa legambienteragusa@gmail.com Circolo Legambiente “Il Grillo” Via Nuoro, 43 Cagliari 070/659740 salegambiente@tiscali.it

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Capire il futuro per cambiare il presente

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ensare globalmente e agire localmente: è così che ci battiamo per i beni comuni. Acqua, aria, suolo, energia sono una risorsa collettiva, patrimonio unico e insostituibile che la comunità deve gestire secondo criteri di solidarietà e di accessibilità per tutti, tenendo conto anche delle generazioni future. È così che abbiamo dato vita al volontariato ambientale, alla lotta contro le ecomafie, ai gruppi di protezione civile. Con oltre 30 anni di storia, 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi che partecipano a programmi di educazione ambientale, con le campagne di monitoraggio scientifico e informazione, abbiamo raccolto migliaia di dati sull’inquinamento del mare, delle città, delle acque, del sistema alpino e del patrimonio artistico, sviluppando un’idea innovativa delle aree protette, sostenendo le energie rinnovabili e un’agricoltura libera da OGM e di qualità. Con Italia - Bellezza - Futuro promuoviamo una legge dedicata a fare della bellezza il cardine di ogni trasformazione urbana e paesaggistica, la chiave per orientare priorità e investimenti, per guardare in modo nuovo alle politiche per il territorio. Perché nelle tante declinazioni culturali e sociali della bellezza si racchiude il meglio della nostra identità e della nostra storia… ma anche del nostro futuro!

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