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numero #75
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ITW Alberto Della Beffa Down For Life BorisLleoni Itw Frame Reordering News A Time To Chill: Jacopo Carozzi Iphone Treasures: Iuri Furdui
From The Crypt Check Out: Alessandro Mari Check Out: Franco Simeoni Scene Support Id Skateboarding Worldwide Connection Portland L’ispirazione Non c’è nè nessun bisogno Lakai PictureMe EURolinn ITW Alvin Francescato ITW Jeremie Daclin Cliché Gypsy Lif Ottone Diy Bowl Focal Plane Display 4skateboard ĒĆČĆğĎēĊ
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WAITING ROOM Peppe Romeo è un expat. Originario della Sicilia, Peppe vive ora a Londra, dove dedica la maggior parte del suo tempo a skateare. In tanti provano a vivere all’ estero per un periodo, Barcellona, Londra, Berlino, Melbourne. In tanti tornano a casa dopo un periodo più o meno lungo. Per i motivi più disparati. Perchè forse, sotto sotto, siamo italiani, e per quanto ci lamentiamo di tutto e tutti alla fine ci mancano gli amici di sempre, gli spot di sempre, le risate di sempre. Ci manca casa. Io stesso sono uno di questi.
Ho viaggiato parecchio, anche per mesi l’anno, ma sono sempre tornato a casa. Ho sempre detto che la prossima volta sarebbe stata quella definitiva, l’avrei fatto davvero, mi sarei trasferito in California o in Giappone, o almeno ci avrei provato. Ed invece eccomi quì. Con un biglietto aereo in mano che non è mai di sola andata. Non ho il coraggio di tagliare i ponti con la mia vecchia vita. Ok, l’ho detto. Invidio chi trova quel coraggio. Cosa
spinge gente come Peppe a non tornare più indietro? Me lo chiedo spesso, ma non credo ci sia una risposta univoca. Forse non ce la saprebbero dare neanche loro che ce l’hanno fatta, una risposta. Forse dentro di noi dovrebbe scattare la stessa molla che scatta quando dobbiamo provare un trick molto più peso del solito, la stessa molla che scatta in chi skatea solo robe grosse. O ce l’hai, o non ce l’hai. Forse un giorno ti svegli, e sai che è il giorno perfetto per andare a provare quel gap che guardi spesso e non hai mai il coraggio di flippare.
Ti svegli, e sai che è arrivato il momento di andare da un’altra parte del mondo e ripartire. Poggiare le ruote su asfalto nuovo, e non poggiarle più su quello vecchio su cui hai imparato a skateare. Ho sempre ammirato chi skatea robe grosse. Ci vogliono le palle, oltre al controllo. Ho sempre ammirato chi parte per non ritornare. Ci vogliono le palle, anche più grosse che per skateare.
E allora uscite e buttatevi. Provatelo, quel gap. Compratelo, quel biglietto di sola andata. E se proprio non lo fate, chi se ne frega. A volte basta solo coltivarlo, quel sogno. Federico Romanello
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AlbertoDellaBeffaInterview Ciao Alberto come va? Ciao Simone, tutto abbastanza bene direi, a parte un paio di acciacchi che mi tormentano da 1 mese e mezzo. Che combini, sei a Torino? Si, son a Torino che studio, cazzeggio e faccio le mie solite cose. Fino a poco tempo fa ci sentivamo principalmente per le tue foto, poi ho iniziato a vedere qualche lavoro che hai fatto con le tavole da skate e mi è sembrato molto interessante. Com’è nata questa passione? Mah, st’idea mi è venuta la scorsa estate quando ho visto il documentario “Second Nature” che parla di Janne Saario e di ciò che fa e tra le varie cose mostra delle opere che ha fatto per una mostra, fatte con delle tavole tagliate a striscioline che vanno a creare disegni astratti. Lì ho pensato che fosse un ottima idea, facile da realizzare, che non era quasi mai utilizzata se non da lui per quella
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mostra. E dato che io avevo la sega circolare per tagliare le tavole e un notevole numero di amici con cui skaetavo e consumavo tavole, ho deciso di provare a fare qualcosa di simile. Così ho fatto il primo albero di tavole e, visto che veniva apprezzato, ho continuato. Come ti procuri le tavole da tagliare? Tutte le tavole che ho usato e sto usando tutt’ora vengono dalla scena torinese. Ultimamente siamo davvero parecchi a skaetare a Torino e tutti sono a conoscenza che se non sanno cosa farsene delle tavole vecchie, rotte e non, le possono dare a me che le prendo moooolto volentieri. Generalmente qual’è il processo che ti porta a realizzare un tuo lavoro? Quali stadi passano dall’idea iniziale al lavoro finito? Il più delle volte penso prima, in grandi linee, a ciò che vorrei fare, per esempio un qualche tipo di albero, una scritta o una cosa astratta; poi con le tavole tagliate mi metto a casa mia in soffitta , dove
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Lavori solo con tavole usate o fai sculture/ installazioni anche di altro tipo? Per ora sto facendo solo cose con tavole usate, cercando di volta in volta di migliorare il processo di costruzione e cercando di inventarmi qualcosa di nuovo.
in gestione da Marco Olent, skater dei “vecchi” Problematic e mio carissimo amico. Così, per la prima volta a Torino dopo non so quanto tempo, c’è uno skateshop gestito da uno skater. Chiaramente la cosa è da paura! Facciamo premiere di qualsiasi video esca, facciamo apertivo in negozio tipo 3 volte a settimana, andiamo a filmare tutti assieme in pausa pranzo e Marco (aka Tappo) mi propone continuamente mille cose da fare con le tavole vecchie per il negozio. Per ora gli ho fatto: un albero enorme che abbraccia le tavole in vendita sulla parete principale, uno sgabello, una specie di mosaico come copertura della porta del magazzino e ora gli sto facendo un espositore per occhiali. Insomma, mi tiene occupato!
Uno dei lavori che ho visto è un pannello per l’interno del negozio Skateboarding’s Finest, che rapporto hai con loro? Skateboarding’s Finest è stato recentemente preso
In giro ci sono un sacco di artisti che sfruttano le vecchie tavole per realizzare opere del genere più svariato... secondo te come mai la nostra tavoletta di legno risulta così
ho un bel po’ di spazio libero, e cerco di assemblare per terra qualcosa che mi piaccia e che rispecchi al meglio l’idea che avevo avuto; e quando il risultato mi gasa incollo le varie parti. Infine ,quando la colla ,che tiene unite le varie striscioline di tavole, ha fatto presa, prendo la composizione e la appendo alla parete desiderata, appoggiandola su dei chiodini messi nei punti più cruciali.
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affascinante anche dopo la sua naturale vita? Per me un po’ è dovuto al fatto che quasi sempre ci affezioniamo ad ogni tavola che skaetiamo, un po’ è legato al fatto che comunque dietro ad una semplice tavola c’è parecchio lavoro tra illustratori, costruttori, distributori e ci spiace buttare via il frutto di tutto sto lavoro e poi perché son proprio belle le tavole con tutti gli stratini di legno colorati, le grafiche, i nostri sticker-job e grip-art! Tra i tanti lavori che avrai visto in giro fatti con le tavole ce n’è uno che ti è piaciuto particolarmente? Il capo assoluto per me è Haroshi e tutte le sue opere son da paura, non dovrei neanche stare a dirlo. Però oltre a lui su pinterest mi capita continuamente di trovare idee geniali per riciclare tavole in elementi di arredo di ogni tipo: da semplici tavole ridipinte a librerie, cornici, mensole, tavolini e chi ne ha più ne metta. Parlando un po’ di skateboarding, come vedi la scena torinese in questo periodo?
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Osservandola dall’esterno sembra decisamente in fermento, varie crew attive, tanti skaters che spaccano sia in street che in transizione... Sì, son contento di vivere e skaetare a Torino, siamo una bella compagnia e tutti in rapporti abbastanza buoni. Ci son molti ragazzini davvero forti che progrediscono a vista d’occhio, ci sono i vari studenti universitari come Raffo, Ariel, Biagio, Gamu, Efrem e altri che si son trasferiti qua e che ormai fan parte della famiglia, ci sono i “vecchietti” come Tappo e Pivot che gasano i più giovani (e ci proteggono dalle invasioni hateando tutti gli altri ahahahah, no scherzo) e poi ci sono io, che ho una curva di apprendimento praticamente inesistente e allora filmo e mi faccio male continuamente. ahahah Restando sulla scena torinese, cos’è la Pigeons Family? La Pigeons family è la famiglia di skater che si è andata a formare in questi ultimi 5-6 anni di skate a Torino a cui abbiamo voluto semplicemente dare un nome.
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Qual’è il tuo home spot per skateare? Beh, Valdo Fusi! Però con i Piccioni mi muovo molto volentieri in giro per spot e park per non stare a far la muffa sempre nello stesso posto. Prossimi progetti che ti vedono impegnato su qualsiasi fronte? Nuovi video, tours, mostre etc all’orizzonte? Appena mi passa il mal di schiena voglio riprendere a filmare per il futuro video Pigeons e rimettermi a fare qualche bella foto, cosa che ultimamente è stata un po’ messa da parte. Poi mi piacerebbe a breve fare una piccola mostra con i miei lavori di tavole e infine, adesso che arriva la bella stagione, cercherò anche di organizzare un
tour da qualche parte, ma non so ancora bene né dove né quando. Ok è tutto, grazie per il tuo tempo e puoi usare questo spazio per ringraziare a tua volta chi vuoi. Prima di tutto, grazie a voi di 4skateboard per l’intervista, poi vorrei salutare Tappo di Skateboarding’s Finest, Pivot, quel rompiballe di Pepe, Efrem, Pallone, Guido, Luca, quel bonci di Marco, Ubi, Robi e tutti gli altri perché sennò non finisco più. Grazie di tutto. Peace. p.s. ǯ Dz dz Ǩ
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DOWN FOR LIFE
BORISLEONIITW QUANDO DA PICCOLO DECISI CHE APPENA NE AVREI AVUTO L’OCCASIONE MI SAREI TATUATO, IL TATUAGGIO ERA ANCORA QUALCOSA IN QUALCHE MODO DA OUTSIDER ED A ME PIACEVA PER QUELLO CHE ERA: UN BEL VAFFANCULO ALL’OMOLOGAZIONE. CON IL TEMPO IL TATUAGGIO È STATO SEMPRE PIÙ ACCETTATO SOCIALMENTE E CIÒ HA PERMESSO IL PROLIFERARE DI TATUATORI O PRESUNTI TALI CHE HANNO PORTATO IL TATUAGGIO AD UNA DIMENSIONE PIÙ POP: DA SEGNO SULLA PELLE INTRINSECAMENTE CARICO DI SIGNIFICATO A MERO ORNAMENTO. ECCO, QUESTA CATEGORIA DI TATUATOTI È ESATTAMENTE L’OPPOSTO DI BORIS, ALL’ANAGRAFE BORIS LEONI, TATUATORE LOMBARDO CON COVO AD ERBA. BORIS È UNO CHE SE TI DEVE MANDARE A FANCULO, TI CI MANDA SENZA TROPPI PROBLEMI. SE TI DEVE DIRE CHE STAI FACENDO UNA CAZZATA TE LO DICE E MAGARI RIFIUTA IL LAVORO PERDENDOCI DEI SOLDI. INSOMMA È UNA PERSONA SINCERA, FORSE FIN TROPPO TRASPARENTE. MA È ANCHE UNA PERSONA CHE SA CAPIRE CHI HA DAVANTI. SE IN PIÙ CI SOMMI QUASI VENTICINQUE ANNI DI ESPERIENZA CON AGHI ED INCHIOSTRI… BEH HAI APPENA TROVATO IL TATUATORE PERFETTO! ęĊĘęĔǣ ĎĔ Dz ĔĔĉđĊĘdz ĚĒĆČĆđđĎ Ǧ ĕĔėęėĆĎęĘǣ ĎĈĔđŗ ĆēğĊėĎ ĜĊćĘĎęĊǣ ćĔėĎĘęĆęęĔĔǤĎę Ciao Boris, come va? Ciao ragazzi, va tutto molto bene sopratutto dopo l’arrivo della mia piccolina, la vita prende un sapore diverso. Sei diventato papá da poco e la tua compagna tatua assieme a te nel tuo stesso studio. Benché avere entrambi i genitori tatuatori possa essere il sogno di molti, la vostra situazione é quasi unica nel suo genere... Come si cognuga la vita del tatuatore con quella del genitore? Come per ogni situazione lavorativa parentale non è facile, le gioie e le rotture di scatole le porti a casa e non riesci a lasciarle in studio, ma lavorare con la mia compagna è abbastanza facile: siamo molto simili sia a livello caratteriale che nel modo di approcciarci al lavoro. Ci capiamo con un solo sguardo, ci consigliamo e discutiamo sul da farsi per qualsiasi lavoro, lei, che è anche laureata a Brera, ha moltissimo da darmi, tecniche pittoriche, nozioni di anatomia ecc… insomma io non smetto mai di imparare anche dopo quasi venticinque anni di carriera mentre nel mio piccolo le do la mia esperienza sul campo. E’ una bella situazione tutto sommato. Sei stato uno dei primi in italia ad accorgersi di un particolare stile di tatuaggio che alcuni chiamano trash ink, nonostante i due punti forti della tua carriera siano i realistici e gli orientali. Com’è che hai pensato di iniziare a lavorare su soggetti piú grafici e meno figurativi? E’ uno stile reso famoso nell’ambiente da uno studio
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tedesco già da qualche anno, io e la mia compagna ne siamo stati incuriositi fin da subito e da subito abbiamo tentato di crearne una versione nostra. Facciamo dei colloqui con i clienti per capirne le motivazioni ed i significati più profondi. Diamo molto peso a questo aspetto ed una volta che abbiamo un quadro chiaro del significato che il cliente vuole dare al proprio tatuaggio realizziamo con lui il suo trash ink. Un connubio di realismo e grafica che a me piace molto, soprattutto per tutte queste pennellate che danno un senso di movimento molto forte… guerra alla staticità insomma. Cosa ti ha colpito di questo stile e come mai hai subito pensato di iniziare a proporlo ai tuoi clienti? Non è così semplice da dire: ha una versatilità incredibile, entra in armonia con le forme del copro umano in una maniera naturalissima ma allo stesso tempo nuova, ed in più conferisce un sacco di dinamicità al tattoo. Mi piace anche il mix di bianco, nero e colore, un cocktail di inchiostro che mi da soddisfazioni come pochi altri stili. E poi è uno stile iper moderno ed attuale, in continuo sviluppo. In un periodo pieno di cliché del passato stampati sulla pelle a chiunque come quello che viviamo noi, questo particolare stile mi permette ancora di aggiungere qualcosa di mio, e di non essere un mero esecutore di consegne che realizza l’ennesima copia della copia della copia della copia della copia. Spesso il tatuaggio racconta una storia. Sia il realistico che l’orientale sono entrambi stili
in cui la componente simbolica ha un ruolo fondamentale. Credi che sia cosi anche con i trash ink? Si, ma direi che in questo caso la componente simbolica non fa più riferimento a schemi di simbologie socialmente condivise e riconosciute. Quando ti tatui una rondine, una carpa o un simbolo qualsiasi, puoi metterci dietro qualsiasi significato tu voglia, ma quel disegno che ti porti sulla pelle ha comunque un significato già socialmente riconosciuto. Nel caso del trash ink invece, il particolare mix di realismo e grafica vera e propria ti permette di aggirare gli argini che i modelli simbolici di cui parlavamo prima ti impongono. Insomma la componente simbolica è molto meno oggettiva e più soggettiva rispetto al punto di vista del cliente. Una passione, un sentimento, un avvenimento, un ricordo o uno stato d’animo, viene proposto in chiave moderna con immagini realistiche che hanno un proprio significato che per ogni persona potrebbe essere differente. Sempre in tema di significato attribuito al soggetto, quanto e come si articola il tuo lavoro in rapporto alle esigenze del cliente? Nel nostro piccolo, stiamo tentando di portare lo studio del soggetto ad un nuovo livello. Realizziamo pezzi articolati in base alle esigenze del cliente, che in questo specifico caso arriva con un’idea ben definita a livello di significato ma con confini più labili a livello di realizzazione grafica: sta a noi realizzare con lui il disegno, capendo le sue esigenze a livello di centimetri di pelle da tatuare, di immaginario e di schema di
riferimento emotivo. Una volta realizzato il soggetto Ǧ Ǧ dobbiamo poi sfruttare al massimo la nostra esperienza per posizionare al meglio il futuro lavoro sul suo corpo. Insomma ok: è uno stile molto moderno, ma come ogni tatuaggio che si rispetti deve colpire comunque sia l’occhio che il cuore. Se le linee spesse dell’Old School e le sue campiture molto semplici sono tecniche alla portata di chiunque abbia una minima esperienza nel tatuare, questo particolare misto di grafica e realismo richiede competenze tecniche e stilistiche un po’ piú profonde. Avere una carriera ventennale alle spalle aiuta? Cosa sfrutti e riutilizzi dell’esperienza degli anni passati in questo tipo di tatuaggi? Questo stile raccoglie un po tutti gli stili: realismo, astratto pittorico ed il classico geometrico. l’unione di questi tre elementi permette di realizzare questo stile moderno, metterli insieme non è facile, la banalità è sempre dietro l’angolo, ma diciamo che aver marchiato indelebilmente la gente per ventiquattro anni aiuta. Hai tatuatori di riferimento? Sono i tatuatori da cui è nato il tutto, che mi hanno ispirato molto soprattutto quando iniziavo ad approcciarmi a questo stile: lo studio si chiama Buena Vista Tattoo club e loro sono Volko Merschky e Simone Ǥ Ǩ î ǡ di trash ink nello specifico, mi piacciono molto Jason ǡ ǡ ǥ
giorno d’oggi è inevitabile andare a curiosare fra i lavori artisti magari per prendere spunti, idee, osservarne le tecniche di realizzazione e così via. C’é un tatuaggio che vorresti ma che, anche dopo oltre vent’anni in questo ambiente, non hai il coraggio di farti? Adoro le mani tatuate. Sono fighissime. Ma sono anche quelle che io ho sotto gli occhi tutto il giorno. In più ho una sorta di deformazione professionale che m’impone di lavare e tenerle costantemente pulite… e tatuate non sarebbero più pulite come le voglio io. Cosa ne pensi delle offerte per tatuaggi su groupon e piû in generale dei tatuaggi di dubbia realizzazione ed a basso costo? Guarda, secondo me gli studi che si avvalgono di questo veicolo promozionale ed in generale della guerra al Dz dz Ǥ Dz dz ± da te per il prezzo, non per la tua qualità, domani tu non sarai più a buon mercato e loro andranno da altri ancora più economici. Io preferisco instaurare un altro tipo di rapporto con i miei clienti. A mio avviso qui è importante anche educare la clientela: non puoi scegliere chi ti tatuerà semplicemente in base ad un’offerta o ad una promozione. Bisogna mettersi in testa che un tatuaggio è una cosa che ti rimarrà per sempre: quando decidi di tatuarti stai in un certo senso acquistando un’opera d’arte permanente, non un paio di scarpe che tra un anno andranno nel cestino della spazzatura. Ed i primi a farne le spese sono i
clienti stessi perché, senza rendersene conto, oltre ad Ǧ creano arte ma lucrano sulla poca cultura della propria clientela, si ritrovano anche a dover spendere ancora più soldi per sistemare il proprio pezzo o addirittura coprirlo. Non hai la minima idea di quanta gente mi entra nello studio con dei veri e propri mostri sulla pelle chiedendomi di sistemarli. Ti capita spesso di rifiutare delle richieste? Ci sono tantissime richieste che tendenzialmente tendo a rifiutare: in primis le iniziali o nomi di fidanzati/e, poi i nei finti stile Marilyn Monroe, anelli o scritte sul fianco delle dita che tendono a esplodere o andarsene in fase di guarigione… sarebbero soldi facili ma preferisco evitare che il mio nome sia accostato a lavoretti che poi non reggono alla prova del tempo. E preferisco anche evitare che i clienti si rendano conto di essersi tatuati una cazzata presi dall’impulso e si ricordino di me come quello che li ha marchiati per sempre con qualcosa îǤ elencare tutte le richieste che declino… Che ricordo hai di Hoffman? ǡ del tatuaggio in Europa è stato soprattutto un esempio. Ha vissuto quest’arte fino in fondo ed in un modo completamente genuino. Il ricordo più bello che ho legato a lui è ambientato in una convention in Svizzera. Era li come ospite, ma c’era così tanta gente che chiedeva un suo tatuaggio che ad una certa mi ha chiesto se poteva tatuare nel mio stand. Gli ho fatto da garzone per una giornata, ma non stavo più nella pelle ed è stato un onore.
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skater: Simone Sacchetti trick: front board to lipslide photo: Daniele Marzocchi
NEWS
NAMELESS LAB Il Nameless Lab è un nuovo progetto nato a Pontedera (PI) che racchiude sotto lo stesso tetto skateshop, spazio espositivo e serigrafia artigianale. Nameless è però una realtà presente in Toscana già da un po’ di tempo, prima come crew poi come skate company. I boys sono sempre stati belli attivi nel filming e proprio dopo l’apertura del loro head quarter è uscito il primo full lenght video “Per un Pugno di Tricks”. Ovviamente potete trovarlo sul nostro website! Go Check it and support your local skate company and shop!
EVENTS: BLAST THE BIG ONE & ELEMENT MAKE IT COUNT Con l’arrivo della bella stagione sono arrivate anche le conferme per due importanti eventi del panorama italiano. Blast! Conferma anche quest’anno il Big One per l’ultimo weekend di Giugno. Per l’esattezza il giorno in cui i migliori gap skaters italiani si daranno battaglia dal gappone del park di Seregno sarà domenica 28 giugno. Ancora non si sa cosa i boys ci riserveranno per il sabato ma siamo sicuri che stanno mettendo su un ottimo programma per l’intero weekend! L’altra ottima notizia arriva da un altro classico di inizio stagione, l’Element Make it Count. Quest’anno oltre alla tappa nazionale che come da tradizione si svolgerà al Railway Skatepark il buon vecchio stivale ospiterà per la prima volta la finale europea! Quindi stampatevi in testa queste date, il 17 maggio appuntamento a Brescia per la tappa di qualificazione italiana ed il 21 giugno (yes, proprio per il Go Skateboarding Day!) finale europea al concrete skatepark di Bolzano!
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NEWS NEW SKATEPARKS Per quanto riguarda gli skateparks nuovi in arrivo iniziamo parlando di nuovo dell’ormai famoso Piano Skateboard Milano che prevedeva nuovo parks e la riqualificazione di quelli già esistenti per arrivare a dotare ogni quartiere di una struttura valida... i ragazzi di Milano Skateboarding sono ancora a lavoro nella difficile operazione di mediare con il comune ma nel frattempo sono partiti i lavori per il primo skatepark. Si tratta di una nuova bowl che sorgerà al posto dello storico park del Gratosoglio che è stato salutato a dovere dagli skaters con una bella session di addio. Beh, il progetto per il nuovo park sembra interessante, una specie di trifoglione con una deep bella massiccia... tempo qualche mese e se tutto va bene lo andremo a droppare e vi sapremo dire! Un’altra interessante news sempre sul fronte skatepark arriva dall’Aquila dove sembra stiano per partire i lavori per un nuovo skatepark! I locals si stanno sbattendo per definire gli ultimi dettagli del progetto e noi speriamo vivamente che tutto vada per il meglio perché anche uno skatepark, nel suo piccolo, può rappresentare un incentivo per la ripresa della città che come tutti sapete nel 2009 è stata duramente colpita dal terremoto. Infine anche questa volta abbiamo due novità da segnalarvi per quanto riguarda le skateate con un tetto sopra la testa. A Cesena ha infatti aperto il Drop Indoor Skatepark con un area street con diverse strutture (facebook.com/dropskatepark), mentre a Tavagnacco (Udine) è nato il The Jump, un park indoor con una microbowl ed una piccola area street realizzate da Nelzi Ramps. (www.thejump.it)
FABIO BOTTELLI X OSIRIS Il team Osiris Italia si accaparra un altro buon elemento con l’ingresso di Fabio Bottelli. Per chi non lo sapesse Fabio viene da Carmignano del Brenta, è uno OG Zucka Boy ed è in giro a spaccare ormai da parecchio. Ultimamente si becca anche le tavolette Bacon Skateboards tramite Watto’s Supply e nell’ultimo full lenght della company ha una piccola videopart con un po’ di bombe! Non male come inizio con la nuova company! Beh, insomma, Fabio è un tipo che spacca ed era senza sponsor di scarpette già da troppo tempo, il buon Gio Grazzani, team manager Osiris per il belpaese ha saputo rimediare! Complimenti! Infine anche questa volta abbiamo due novità da segnalarvi per quanto riguarda le skateate con un tetto sopra la testa. A Cesena ha infatti aperto il Drop Indoor Skatepark con un area street con diverse strutture (facebook.com/dropskatepark), mentre a Tavagnacco (Udine) è nato il The Jump, un park indoor con una microbowl ed una piccola area street realizzate da Nelzi Ramps. (www.thejump.it)
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ATimeToChill
JACOPO CAROZZI
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CIBO
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PhoneTreasures Quali preziose immagini si nascondono nello smartphone di uno skateboarder? Iuri Furdui ci mostra un po’ di chicche! Chiave inglese - in Colonne di San Lorenzo, ho convinto una mia amica di farsi una foto al culo con una chiave inglese tra le chiappe, dicendogli che era una foto artistica! E che io sono un artista!
Birra alla grata - mentre Federico Casella filmava Ale Benedetti io intanto mi stavo riscaldando.
Con la birra Tuma - per la premiere del video di Matteo Carmagnini, dopo 5 anni di riprese con una media di 4 giorni all’anno... con una videocamerina sketchy e il pc ancora peggio! il giorno della vittoria, finalmente ci s’è fatta.
Full camo - completamente full camo in metro dopo 2 bocce di vino! cappello, cappellino, giacca, pantaloni, scarpe, cintura, portafoglio! Il re del vagone.
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Spaccata - la mia coinquilina Giulia che a freddo riesce a tirarsi la gamba dietro il collo da in piedi in mezzo secondo! Qui gli avevo chiesto di mostrare le sue doti ai miei amici skater che parlavano di stretching.
Martino Cattaneo - con il mio samsung galaxy marcio come le mie caviglie, che scatta le foto 2 secondi dopo aver schiacciato il bottone... sono riuscito a prendere il nose pick potente di Martino Cattaneo, quello chiuso!
PRIMA DI 4SKATEBOARD C’ERA 6:00AM, 12 ANNI DI STORIA DELLO SKATEBOARDING ITALIANO. CON QUESTA RUBRICA CHIEDIAMO AD UNO SKATER DELLO STIVALE DI RIPESCARE DALLE PAGINE DEI VECCHI NUMERI UNA FOTO PER LUI PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVA E QUESTA VOLTA CI SIAMO RIVOLTI A STEFANO PEDRO SEDIOLI. ǧ ͜͞͝͝ ͜͜͡͡ FOTOGRAFATO DA FEDERICO ROMANELLO.
“Ho scelto questa foto perchè mi ricorda un bel pò di cose belle, prima su tutte il viaggio fatto negli usa con fede romanello e company, aver conosciuto lerri che è un super figo, poi la location assolutamente assurda e inusuale, riserva navajo all’interno della monument valley.... chi di voi ha mai skateato li?? Spot improvvisato con la rincorsa di pochi metri su assi girate nel verso sbagliato, atterraggio su un paio di pannelli di fortuna trovati dietro casa, poi lo sfondo delle mesas della monument fanno di questa foto una delle mie foto preferite di sempre, ah contribuisce anche il fatto che il tripod x il flash fossi io (thanks fede x avermi fatto partecipare). Guardando questa foto non esiste dire: uff qui non c’è niente da skateare uno spot c’è sempre basta saperlo creare!!!” 4skateboard ĒĆČĆğĎēĊ
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ALESSANDRO MARI Ciao, cominciamo con le classiche presentazioni, di dove sei, quanti anni hai e da quanto skatei? Bene mi presento, sono Alessandro Mari, vivo a Pesaro, classe 88, ho iniziato a sk8tare piuttosto tardi all’età di 17 anni ed è divenuta subito una grande passione, ora vado quasi per i 10 anni di sk8ting. Cosa fai nella vita a parte skateare? Grafico e fotografo indipendente, al momento sto cercando un posto fisso in uno studio mentre cerco di arrangiarmi con lavori qua e là. Dove skatei solitamente? Solitamente quando riesco e quando il tempo permette nell’infrasettimanale nel nostro storico spot pesarese, “il cimi”, niente di meno che il “cimitero dei bambini” provate ad immaginarvi il perchè :). Nel weekend tendo a spostarmi verso la Romagna solitamente o zone limitrofe per filmare qualche trick, ci tengo a salutare i filmer di fiducia “Van Khoklov e Mattia Tommasoli” Quale vorresti fosse il tuo home spot se potessi scegliere uno spot o skatepark in giro per il mondo? Beh non potrebbe essere che il Macba, ho avuto la fortuna di sk8tarci più e più volte, sono 4 o 5 anni credo che a settembre insieme alla crew ci spostiamo verso Barca per fare del buon filming! Preferisci skateare street o transizioni? Street stile di vita! Qual’è il primo trick che provi quando arrivi al tuo home spot? Ma penso flip dai, è sempre il trick del riscaldamento, insieme a treflip.
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Prossimo trick che vorresti imparare? Prossimo trick.. sto cercando di imparare flip backward nosegrind, l’ho anche chiuso due volte ma vorrei averlo alla perfezione! Il primo video di skateboard che hai visto e quello che hai visto più di recente? Il primo video credo forse sia Chocolate!! Erano bei tempi e una tipologia di sk8ting completamente diverso, l’ultimo film serio penso True! Progetti per l’estate che sta finalmente arrivando?
Inanzitutto speriamo che arrivi appunto, sto tempo sembra giocare un po troppo!! Progetti prossimi chiudere un altra videopart e se tutto va bene facciamo l’ennesimo tour in direzione Barcellona, o forse si vociferava una nuova meta per questa estate! Ok è tutto ma hai ancora lo spazio per salutare o ringraziare chi vuoi. Colgo l’occasione per ringraziarvi e salutare tutti, la crew, amici, i miei sponsor “Donuts skateboarding e Mucri Clothing”
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Franco Simeoni
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Ciao, cominciamo con le classiche presentazioni, di dove sei, quanti anni hai e da quanto skatei? Mi chiamo Franco Simeoni, ho 23 anni e son italoargentino. Ora però vivo ad Innsbruck da 3 anni ormai e ho iniziato a skateare circa 10 anni fa. Cosa fai nella vita a parte skateare? Studio lingue e letteratura Dove skatei solitamente? Al Landhausplatz, è il punto di ritrovo per tutti qua. Quale vorresti fosse il tuo home spot se potessi scegliere uno spot o skatepark in giro per il mondo? Forse quello che skateo ogni giorno, è praticamente sotto casa mia ed è sempre pieno di possibilità e di skater. Gli skatepark mi interessano ben poco. Preferisci skateare street o transizioni? Mi piacerebbe saper skateare anche le transizioni ma sono troppo incapace. Qual’è il primo trick che provi quando arrivi al tuo home spot? La routine non mi piace. Cerco sempre di allontanarmi da questa triste logica del “riscaldamento”, lasciamola piuttosto ai campioni di skateboard della street league. Prossimo trick che vorresti imparare? Pupecki grind o switch benihana Il primo video di skateboard che hai visto e quello che hai visto più di recente? Transworld skateboarding Modus Operandi è stato il mio primo video e non so quante volte avrò visto la part di Carroll, mentre l’ultimo che ho visto è Bronze 56k - Trust. Progetti per l’estate che sta finalmente arrivando? Far uscire qualche clip, magari una part prossimamente...chissà Ok è tutto ma hai ancora lo spazio per salutare o ringraziare chi vuoi. Ringrazio i miei genitori, mio fratello, Eric di skatedeluxe, Skatenostro delle strade e i Paloma 69 boyz. Grazie anche a voi! 4skateboard ĒĆČĆğĎēĊ
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Ćđđ ĕčĔęĔ ćĞǣ ĊĉĊėĎĈĔ ĆĚ ID SKATEBOARDING, INIZIAMO CON IL DIRE IN GRANDI LINEE COS’È QUESTO PROGETTO. id è un progetto nato tra la collaborazione di varie persone, con la voglia di creare nella scena skateboard qualcosa che mancava, di cui secondo noi c’era l’esigenza; infatti il progetto è centrato sulla produzione di uno skateboard tool, più precisamente, dell’unico tool vestibile al mondo. Attualmente questi attrezzi sono di norma oggetti ingombranti, “id skatetag”al contrario, è una chiave vestibile; la puoi portare al collo, porla nel portafoglio o addirittura attaccarla al porta-chiavi. OVVIAMENTE NON POSSIAMO NON CHIEDERTI PER COSA STA “ID” - id sta per “identity”. Abbiamo deciso di chiamare il prodotto “skatetag” essendo il “tag” la piastrina di riconoscimento usata dalle forze armate americane, il concept è di esaltare la personalità di ogni skater! COME E QUANDO È NATO? E’ UN’IDEA CHE ERA IN BALLO DA PARECCHIO? id skatetag è nato a febbraio 2013, quasi per caso (o destino)! In quel
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periodo Thomas era infortunato a causa di una brutta caduta, un pomeriggio, passato in camera sua, abbiamo iniziato a progettare e sviluppare questo nuovo brand con l’intento di creare qualcosa di nostro, di lasciare il segno nel mondo dello skateboard; e questa idea è arrivata come un fulmine a ciel sereno! COME È ORGANIZZATO E COMPOSTO IL PROGETTO ID? ǯ ǣ ricopre i ruoli di team manager, filmer, editor, director e sviluppo ǡ ǡ ǡ filmer, editor, photo, marketing, produzione e problem solver, Stefano Oliva addetto alla logistica, contabilità, amministrazione, e spedizione, poi c’è Sandro Elia che si occupa di gestire la nostra casa vacanza in Salento, chiamata “id skatehome”. HO VISTO UN’IMMAGINE DI ID SKATEHOME E VOLEVO PROPRIO CHIEDERVI DI COSA SI TRATTA id skatehome è un posto in cui tutti gli skater dovrebbero passare, nel cuore
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del Salento, una casa provvista di tutto che propone spot stupendi in un ambiente paradisiaco, “id skatehome” è la ciliegina sulla torta! Conoscendo da diverso tempo Sandro, tramite la sua disponibilità, abbiamo deciso di adibire questa struttura avveniristica in una skatehome di lusso ma allo stesso tempo Ǥ ° ǡ ǡ uno splendido mare, ottimo cibo e incantevoli panorami pugliesi. IL TEAM DI ID È MOLTO AMPIO, CI SONO ALCUNI DEI NOMI PIÙ IMPORTANTI DELLA SCENA ITALIANA E QUALCHE STRANIERO CHE HA BAZZICATO LO STIVALE NEL CORSO DEGLI ANNI... QUAL’È IL CRITERIO CON CUI SCEGLIETE GLI SKATERS DA INSERIRE NEL TEAM? Gli skater vanno selezionati con vari criteri, ovviamente capacità e ǡ Ǩ E’ DIFFICILE GESTIRE UN TEAM COSÌ GRANDE? Abbastanza, non è mai facile gestire una ventina di skater, soprattutto 4skateboard ĒĆČĆğĎēĊ
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SCENE SUPPORT
se sparsi per tutta italia e dintorni, ma non sarà certo questa difficoltà a fermare il progetto id! STATE FILMANDO PARECCHIO, AVETE IN MENTE QUALCHE PROGETTO VIDEO BEN PRECISO? Ci stiamo spostando in lungo e in largo, raccogliendo sempre più materiale, a breve uscirà un mixtape comprendenti tutti gli skater del team, poi, perchè no, un full lenght firmato id! LA SCENA ITALIANA CONTINUA A CRESCERE E CI SONO UN PO’ DI NOMI DAVVERO DI LIVELLO MA IN GENERALE SIAMO ANCORA UN PO’ INDIETRO... PENSI LE VARIE REALTÀ ITALIANE COME ID POSSANO DARE UN BUON CONTRIBUTO PER FAR CRESCERE IL LIVELLO LUNGO DEL BELPAESE? IN QUALE MODO? Sicuramente può contribuire a far crescere il livello del nostro paese, ci sono tanti skater italiani che hanno un buon livello ma non hanno il supporto adeguato, la scena italiana sta aumentando ma siamo ancora indietro. C’è bisogno di più partecipazione e possibilità per questa gente, c’è bisogno di più marchi italiani che supportano la propria scena, il primo lavoro da fare è proprio qui, nel nostro “bel paese”!
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PORTLAND LO SPAZIO DEL WORLDWIDE CONNECTION È ORMAI MONOPOLIZZATO DAL BUON CARLO CASSAN CHE CONTINUA IL SUO GIRO DEL MONDO. QUESTA VOLTA CARLETTO CI RACCONTA VISITA AD UNA DELLE MECCHE DELLO SKATEBOARDING MONDIALE: PORTLAND, OREGON ĜĔėĉĘ ƭ ĕčĔęĔĘǣ ĆėđĔ ĆĘĘĆ
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Quando hai una ragazza di un altro continente può capitare una cosa del tipo….. Hey mio fratello si sposa vicino a Seattle tra Oregon e Washington e tu sei invitato….quindi non posso che rispondere si… ma anticiparla di un paio di settimane a Portland e se in più lei ti dice di sentire i suoi cugini che snowboardano e se vuoi stare da loro in Oregon tutto ciò ha una sola conseguenza cioè il biglietto prenotato e sete di cemento. Ho speso un po’ di tempo a Portland dove tra una rissa sotto il ponte qualche craccomane che prova a droppare a Burnside devo dire che non ci si può lamentare. A “portlandia” ( serie teleisiva parodia dell abitante di portland) il motto è stay weird…quindi la vita è
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abbastanza libera e bizzarra pur essendo negli states. La mia permanenza scorre veloce e grazie ai ragazzi di unheard dist che mi guidano in giro tra park e spot ho visitato i meglio park dove abbia mai skeitato. Se immaginate i park perfetti o facili scordatevelo…i park qui posso apparire perfetti e a volte lo sono…. ma sono degli incubi sotto forma di sogno al cemento. Quando lo vedi nella foto sembra tutto bellissimo e qualsiasi linea o transfer possibile, quando arrivi li è profondo e ti spaventa, al primo drop devi ripensare a tutte le linee che avevi in mente e ti sembra quasi di disimparare a skeitare. Dopo un po’ di tempo quel feeling di disagio da
primo drop svanisce e allora il feeling del cemento oregonese prende il sopravvento e non vuoi più tornare a casa. Nel mio viaggio fino oltre Seattle ho incontrato più skatepark che persone, ogni villaggio al suo che è mediamente una bomba. Una volta ricongiunto alla mia ragazza sulla via del matrimonio cerco qualche park con poche speranze sulle isole nel golfo di Seattle per scoprire essere il paradiso del cemento equindi se pensate che il matrimonio abbia significato non skeitare vi sbagliate…e di molto, il giorno prima anche lo sposo è venuto a farsi un giro in bowl e stappare una birra alla sua!!
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L’ispirazione NON C’È NÈ NESSUN BISOGNO ĜĔėĉĘ ƭ ĕčĔęĔĘǣ ĎęęĔėĎĔ ėĎĘĎČĔęęĎ
Immaginati aereo Oslo - Bologna Centrale in mezzo a Dicembre, lasciando -15c° alle spalle quando chiudono il portello dell’aereo. Due settimane a casa, famiglia amici pasta pizza piadina. Ma l’unica cosa che in realtà stai andando per fare nella tua testa è a scattare qualche foto. Insomma dormi una notte a Casa dopo più di un anno. Il primo giorno la sveglia suona non in quell’orario vacanziero, più vicino al tipico lavorativo. Le previsioni del meteo erano ovviamente futili, nel Riminese il tempo è sempre speciale, in quel tuo primo giorno di missione in street è nebbioso che manco sai dove sta il sole. Ore 9:00 ti becchi con Frank (Matteo Franceschin) in stazione, Schiro (Raffaele Schirinzi) ci passa a prendere. Spari due cazzate dopo tanto tempo mentre si checkano qualche spots. Trovi lo spot della vita, bump (minuscolo) over bar nuovo di pacca nel parcheggio. Frank butta qualche trick over tra cui sw ollie tranquillo e un combattuto bs flip chiuso due volte. Schiro lavora per un bel kickflip over con il calcio judo.
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Le foto non ti piacciono manco per idea, quel cielo grigio ti fa schifo. Ancora una volta ti trovi a pensare che magari questa storia della fotografia per rimanere innesso nello skating non funzionerà, fottute ginocchia. Un pò di giorni dopo riesci ad uscire di nuovo, Frank si è finalmente deciso e vuole fare wallride in Piazza Cavour, ne avevamo parlato un pò e io avevo in mente un angolo. Lo chiude in pochi tentativi e la foto esce proprio come la volevi. Accontentare Frank non è facile, lui è un tipo puntiglioso, e lui sorride contento si studia lo scatto nello schermino della tua Nikon. Qualche d’uno potrebbe dire che è un pò presto per emozionarsi, ma quel qualcuno ignora cosa skateboarding sia veramente: pura evoluzione e creatività. Skeitare non è uno sport, si dimentichino XGAMES e Olimpiadi, è pura arte . Da arte nasce nient’altro che inspirazione , quindi più arte, ancora più magnifica. Come da Mullen si arrivi a Tønnesen non lo sai esattamente, ma dalla scintilla nasce il fuoco.
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ĆęęĊĔ ėĆēĈĊĘĈčĎē Ȃ ĜĆđđėĎĉĊ
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Sto skateboarding ti fa fare troppe cose. Te ne rimbalza indietro altrettante , alcune improvvise e parecchio dolorose. Diciamo che ti può aprire la testa. Menti immerse nello skating dalla testa ai piedi possono imparare molto. Pensi a Pizza(Alessandro Mazzotti) , che studia arte a Bolo, dipinge e modella sculture. Ora ti disegna sulle tue foto con Photoshop e la sua matitina digitale. Può essere che sia una coincidenza, ma tu sai che è grazie allo skating. Lo stesso vale per il famigerato Frank che aveva
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iniziato a filmare ed editare per dare un nome alla crew (Riviera Hood) , skillato con Photoshop e Premiere, da autodidatta ha imparato come creare siti internet e inizia a capirne di shop onlines . Invece Schiro, essendo un pò più vecchiotto e molto in contatto con la sua anima e la nostra Terra, prosegue a stupirci con l’evoluzione della sua Tavola spostandola sulla dimensione dell’acqua. Da uno dei più massicci skater del paese, è entrato in un team di surf africano (Sick Rabbit)... Usa le onde come quarters, e se conosci Raffaele
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Sto skateboarding ti fa fare troppe cose. Te ne rimbalza indietro altrettante, alcune improvvise e parecchio dolorose. Diciamo che ti può aprire la testa. 4skateboard ĒĆČĆğĎēĊ
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sai che è uno che vola. Come nel primario skating, l’ispirazione non è tutto e stesso vale per il talento. Ci vuole tenacia e pazienza, coraggio e sudore, può far male certe volte ma la costanza è sempre ripagata. La prima conquista per te ha un sapore speciale, tipo schiaffo al fato, una lauta ricompensa. La prima foto uscita come volevi è quindi piccolo segno di appartenenza alla materia, nel tuo caso non tanto fotografia, ma skateboarding,
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l’ispirazione che nuovamente prosegue. Dopo due anni senza la tavola sotto i piedi per colpa della tua ritardataggine e del tuo corpo, con scarsi risultati nel periodo iniziale per la tua ignoranza in materia e quasi nessuno con cui esercitarti a scattare. Le speranze andavano e venivano a periodo, e il contante era principalemente in uscita. Se necessiti un nuovo corpo camera, flash e transmettitori radio , ti servono anche dei bei soldini. Dopo più di un anno ottieni abbastanza
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esperienza, l’attrezzatura necessaria e un buon amico per raggiungere quell’obbiettivo preposto tempo prima. E’ il tuo trick adesso, non esiste più il rumore delle ruotine sul flat, c’è lo scatto dello specchio, niente scavigliate oramai, ma le dite congelate e le spalle stanche per lo zaino. L’incazzatura quando manchi il momento giusto, è irritabilmente vicina a quella di quando manchi il trick tante volte. Ma , dopo sto viaggione mentale, il tuo vero viaggio prosegue. Orfeo (Ranieri) ha finalmente preso la patente e si avvicina a Rimini col suo pandino a metano. Il ragazzo è una bestia nelle piscine essendo cresciuto dentro Elbowl e fuori dai suoi coopings, quindi ci incontriamo al nuovo fagiolo dello skateparkino di Rimini. Senza scaldarsi butta fs feebles nel corner col vert, bs tailslida dalla parte più alta a quella più bassa nella hip , fs crooks to fakie nella deep. Scatti a baga e tutti sono contenti, bello stare con gli amici di sempre.
Ci spostiamo al palacongressi quando il sole sta proprio scendendo, il tramonto promette un bello sfondo per la foto, lo spot è sul ponte con due corsie di macchine nell’orario di punta, è questo muretto di cemento di un metrello e mezzo circa che divide la strada dal marciapiede. Il divisiorio ha una specie di cooping metallico che grinda come burro e il bankino incazzato largo come una 8.1”,non è facile da skeitare ma Orfeo riesce fin dal primo tentativo ad ollare sul bordo metallico del muretto, easy. Macchine autubus e Scarabei in continuazione rendono la riuscita della foto molto difficile, in più hai scelto la tua morosa per posizionare il flash per te, tu scatti da in mezzo alle corsie provando a non farti ammazzare mentre Frank controlla il flusso delle automobili , provando qualche trick a sua volta. Orfeo lo chiude in una decina di nervosi tentativi, la foto esce un pò bruciata per il posizionamento del flash, ma lo sfondo ti piace un sacco e tutto il resto
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oslo è a puntino. Viva Photoshop. Prima del tuo imminente volo per Barcellona per la seconda parte della “vacanza”, riesci ad andare ad uno spottino vicino al mare, dei bankini di marmo particolarmente grindabili e slidabili. Sei con Schiro, Frank e Orfeo. Mattia da Pesaro con il crusier e la videcamera con fisheye. Schiro prova una lunga line dalla strada fino allo spot, tu scatti l’ultimo trick della line, fs bluntslide a poppare fuori tenuto un metrello, scatti da lontano giocando con la profondità di campo e la flora palmosa dello spot. Orfeo chiude una line a sua volta, fakie ollie dal flat to sw fs crooks a rientrare fakie nel bankino e poi fakie pop shove it 5.o to switch nel banketto dopo. 7 tentativi massimo. I ragazzi sanno come spingere. La notte di capodanno arriva e rimane solo festa
per il resto della permanenza in Italia. Qualche giorno dopo metti il culo su un’altro aereo, tornando alla tua seconda casa dopo quasi due anni, Barcellona. In aereoporto ti incontri come programmato con Tobias , tuo amico Norvegese, un’altra settimana di pura arte ti aspetta, una settimana di skateboarding nella sua stessa Mecca. Il numero è già salvato, chiami Alfredo (Baccetti) come prima cosa. Già senti nell’orecchio il rumore tipo UZI silenziato dello specchio che cattura una delle sue combo da sballo. Sei appena atterrato, e già la senti, brucia dentro di te, l’ispirazione, la voglia di evolvere, essere felici. E’ tutto quello che hai sempre voluto e sempre vorrai, è lo skateboard anche se sulla tavola non ci riesci più a stare in piedi.
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MAURO CARUSO CONTINUA A MACINARE KILOMETRI E TAVOLE DURANTE GLI INNUMEREVOLI SKATEBOARD TOUR A CUI STA PARTECIPANDO, E COME TUTTI GLI SKATEBOARD TOUR ALCUNI SONO PIÙ FORTUNATI E PRODUTTIVI DI ALTRI... QUELLO IN GIRO PER L’ EUROPA COL TEAM LAKAI NON È STATO DEI MIGLIORI PER LUI COME SKATEBOARDING, A CAUSA DI UNA RECENTE SCAVIGLIATA, MA DALLE PAROLE DI MAURO SI CAPISCE CHE L’ESPERIENZA È STATA COMUNQUE MOLTO POSITIVA... ĜĔėĉĘǣ ĆĚėĔ ĆėĚĘĔ Ȃ ĕčĔęĔĘǣ ĊēĉėĎĐ ĊėğĒĆēē
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ALVIN
FRANCESCATO
ALVIN É UN RAGAZZO SILENZIOSO. SI SA COMPORTARE IN MEZZO ALLA GENTE ED É FORSE UNO DEGLI SKATERS PIÙ EDUCATI CHE POSSIATE TROVARE AL PARK. E’ TALMENTE RISERVATO CHE NON SAPEVAMO NEMMENO CHE DI SECONDO NOME SI CHIAMASSE CHIRIMA. PER ANNI HA SKATEATO CON LA TAVOLA AL CONTRARIO E QUANDO HA SCOPERTO IL VERO UTILIZZO DEL TAIL LO ABBIAMO SBEFFEGGIATO PER MESI. A DISTANZA DI ANNI SONO FELICE CHE LE NOSTRE STRADE SI SIANO INCROCIATE. UN VERO TALENTO SULLA TAVOLA E UN OTTIMO AMICO CON CUI PARLARE DEL FUTURO. WELL DESERVED ALVIN. Davide Martinazzo ĜĔėĉĘǣ ĆěĎĉĊ ĆėęĎēĆğğĔ Ǧ ĕčĔęĔĘǣ ĆćĎĔ ĔēęĆČēĊė
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O IN AT LV SC A CE N A FR
Ciao Alvin. Puoi presentarti al grande pubblico? Spiega bene chi sei, quanti anni hai e dove arrivi. ǡ ǡ ǡ ͟͞ ȋ ȌǤ Tanti pensano che gli skaters siano dei buon temponi. Ci racconti cosa fai tu durante il giorno? E la notte? ǡ Ǥ ǯ ǡ Dz ǯ dz Ǥ Ǥ î ͤ ȋ Ȍ Ǥ Nel promo Strange urli cose incomprensibili con una voce che nemmeno ti appartiene. Puoi raccontarmi il tuo rapporto con l’alcool e cosa ti succede? ° ǥ ǯ ǥ Ö ǡ
Ǥ Questa é la tua seconda intervista. Ti senti maturato sulla tavola? Ti senti diverso sulla tavola ora che hai degli sponsor? Senti pressione o skatei come sempre? ° î Ǥ ͟ ǯ Ǥ ǡ ° Ǥ ȋ Ȍ ǡ Ǥ Ho sempre pensato che avere scarpe e tavole nuove possa portare alla progressione di un rider. Ma soprattutto la vicinanza a skater più forti. Tu non solo sei cresciuto con Montagner e Netto ma sei stato pure a scattare questa intervista con Fabio. Sentivi pressione? Ǩ î Ǥ î
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ǡ ǡ î îǤ Ǥ ǯ Ǥ Chi ti influenza di più come skater straniero? A chi ti ispiri? ǡ ǡ ǡ ǡ Dz dz Ǥ ǯ
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Ǥ Che annedotti hai della tua skate community? La scena veneta é farcita di varie realtà e tu skatei un po con tutti. Chi promette bene e chi finirà male (per ridere) ͤ Ǥ ǯ ͟ ȋ ǡ ǡ Ȍ ͞ ǡ ǡ ° Ǥ
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Come vedi il tuo futuro? Vuoi tornare in Kenya e diventare un idolo locale o il sindaco di qualche villaggio o farai l’architetto in città? Ǥ Ö ǤǤ Ö ǡ Ȁ Ǥ Parlami del tuo rapporto con i tatuaggi. Non ne hai ma sembra che ti voglia mettere nel business come Netto…. ǡ ° ǤǤ ǡ Ǥ ͤ ǡ ͡ ͠
î Ǥ Credo che l’attenzione di chi legge stia calando per cui ti chiedo di dirmi i tuoi progetti per i prossimi 12 mesi. Foto, video, contest ecc. ° Ǥ Ö Chiudi pure con un pensierino, se vuoi un ringraziamento o una filastrocca keniota. ͜͞ Ǩ Ö Ǥ 4skateboard ĒĆČĆğĎēĊ
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CLICHÉ STA PER PUBBLICARE IL NUOVO LAVORO CHE DOCUMENTA L’ULTIMO GYPSY TOUR DELLA COMPANY FRANCESE ACCOMPAGNATO DALLE FULL PARTS DI PAUL HART, MAX GERONZI, KYRON DAVIS IN UNO SKATE VIDEO DI 45 MINUTI INTITOLATO GYPSY LIFE. PER SAPERE QUALCOSA DI PIÙ ABBIAMO DECISO DI FARE QUALCHE DOMANDA A JEREMIE DACLIN, BOSS DELLA COMPANY.
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Ciao Jeremie, commant ça va? Tutto molto bene Al momento se in Europa o California? Adesso che Cliché è con Dwindle Distribution ti sei trasferito a vivere negli States o continui a gestire la company dalla Francia? No, l’ufficio è ancora a Lione, in Francia. Qui abbiamo anche un furgone per fare i tours ed un piccolo appartamento dove i riders possono stare in tranquillità quando vengono a trovarci ed a skateare in città. Quilli di Dwindle conoscono le radici di Cliché e le rispettano. Ma è buono il fatto che adesso abbiamo una base anche California!
Come va con il delicato equilibrio skateboarding/ lavoro? Riesci sempre a trovare il tempo per skateare abbastanza? Più invecchio e meno skateo, credo sia una regola internazionale. Ma con un po’ di amici ho costruito una piccola bowl nella mia casa in campagna quindi posso skateare quando voglio. E’ così perfetta! Parliamo un po’ del nuovo video... hai partecipato di persona al gypsy Tour? Si. Cerco di essere sempre presente ad ogni tour così posso assicurarmi che tutto vada per il meglio. Ma sai com’è, in tour è difficile essere il Team Manage. Devi essere il primo a svegliarti e l’ultimo a lasciare lo spot ed accertarti che tutto sia ok, guidare etc... quindi è molto
impegnativo, specialmente se si tratta di un GypsyTour! Negli anni passati ci sono state altre edizioni dei Gypsy Tour. Questo è il terzo o il quarto? Da dove è nata l’idea di questi tour zingari? Ne abbiamo fatti 3 prima di questo. L’idea nasce dalle lamentele dei riders riguardo ai tour classici ad esempio per gli Hotel con solo due stelle, il cibo poco buono e tutto il resto. Io gli ho sempre detto: dovreste essere contenti, un giorno vi porterò in un tour come quelli che facevo io senza sponsors. Ma alla fine tutti hanno apprezzato i Gypsy Tour ed è stato figo. Spiegaci le semplici regole dei Gypsy Tour. Nessun programma, pochi soldi per sopravvivere e
dormire ovunque si trovi uno spot. La regola riassunta è divertirsi e trovare buoni spots. Cosa ci dici della collaborazione con Chet Childress? Com’è nata? Chet ed io skateavamo per Vans. Avevamo fatto un tour insieme molto tempo fa. Qualche anno dopo l’ho contattato per realizzare qualche grafica ed ho pensato anche a lui per il Gypsy Tour che stava arrivando. He is the perfect dude! Chet era anche presente all’ultimo tour giusto? Avrà qualche trick nel video? Si, è il guest skater del gypsy Tour e spacca troppo a skateare!
Le cose più zingare che hai visto in tour? Lucas ne ha fatte di belle. Max Geronzi anche... ma tutta la crew ha spaccato. Come sarà distribuito il video? Itunes? Dvd? Itunes ma faremo anche un bellissimo Photo Book con dentro il DVD. Al giorno d’oggi internet offre tonnellate di nuovi video ogni giorno, quindi se dovessi convincere qualcuno a vedere il nuovo video Cliché cosa diresti? Non è un video, è il Gypsy Tour! Ok è tutto, grazie ed a presto. A presto, ciao a tutti. 4skateboard ĒĆČĆğĎēĊ
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ĜĔėĉĘǣ đĊ ĊĉĆĊđđĎ Ricordo ancora distintamente il giorno in cui aprendo facebook mi resi conto che Gio Grazzani stava partendo con i lavori di costruzione diy di Ottone bowl: secchezza delle fauci, mani sudate ed agitazione! Chiamo all’istante Gio e cerco di vendermi come grande esperto del cemento nella speranza di trovare risposte affermative alla mia richiesta di partecipare ai lavori… Gio non mi conosce e probabilmente vedendo solo le cazzate che scrivo su FB pensa che io sia un maniaco esaltato americanofilo. Ciò nonostante ci pensa un pochino e mi dice: ‘noi siamo qui, si inizia a gettare domani se hai voglia passa a trovarci.’ Un grande momento per me: finalmente si poteva costruire una bowl diy, finalmente si poteva riempire un buco di cemento, finalmente un mio piccolo grande sogno diventava realtà. Io non so se voi avete mai provato gratitudine verso qualcuno, parlo di gratitudine quella vera, quella che ti infonde rispetto e affetto verso la persona a cui siete grati. Ebbene io questo provo per Gio. Abbiamo passato anni di riunioni, discussioni, lotte con la polizia, strutture distrutte e frustrazione per costruire il diy. Finche un giorno un ometto lodigiano se ne esce fuori e dice: a me hanno dato il permesso, ho combattuto duramente per qualche anno ed oggi posso costruire una bowl diy nel mezzo di un parco pubblico. La più grande vittoria, la più bella sensazione della vita. finalmente liberi… Liberi di esprimere, liberi di far fatica per poi raggiungere un risultato,
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liberi di costruire e di farlo nella maniera più selvaggia, liberi tanto da sembrare anarchici ed al di sopra di tutto. Liberi tanto da far parte di un nuovo ordinamento : la GRAZZANARCHY. thanks Gio never forget! Come avrete capito Lodi (provincia di milano e non LODI California) e la prima città italiana ad aver concesso questa meraviglia! Quindi una bella fetta di gratitudine va alla città… La prima ad aver aiutato un gruppo di volenterosi cittadini a svincolarsi dalle ristrettezze della burocrazia ed a creare quello che solo un gruppo di volontari determinati può creare. Inutile sottolineare la speranza che Lodi funga da esempio per tutta l’Italia e che finalmente si possano evitare skatepark outdoor in legno, skatepark modulari oppure skatepark in cemento fatti male. Si perché, dovete sapere: che la via del diy nel nostro paese è ad oggi l’unica che abbia portato dei risultati veri… Creedence skatepark, Big Air Lab bowl Camerano, Bohème diy Cantu, Whidaw ramp, Marianna HC, Conkster Verona, Knodel bowl Brescia, Bastard bowl Milano sono tutti esempi di strutture fatte da skateboarder per skateboarder e se ci fate caso sono tutte tra le migliori strutture in italia. Ci auguriamo che le cose cambino e che finalmente gli enti pubblici capiscano cosa e come costruire in materia di skatepark…ma fino ad oggi, dati alla mano, il ‘FAI DA TE’ vince alla grande. Una cosa di cui non posso evitare di parlare sono le persone con le quali ho avuto al fortuna di lavorare a questo progetto: di Gio abbiamo già parlato quindi lascerei spazio agli altri fenomenali costruttori di Ottone bowl. Il Coppo (Paolo Coppini) è una delle menti dietro a
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tutto il lavoro di carpenteria e preparazione della bowl, lui era quello con più esperienza ed anche quello che ci ha guidato in tutta la parte tecnica. Dove la bolla ed il metro non arrivano ci vuole un uomo che prenda decisioni e si assuma responsabilità: questo è Paolo. Ogni sua visita è stata accompagnata dalla presenza di Lorenzo Frati e se non sapete chi è fatevi due domande…mini di Coltano è casa sua, leggende della Toscana. Daniel Cardone è stato presente per la gran parte dei lavori e direi che lui non ha bisogno di presentazioni da parte mia: sorriso in faccia, sempre, best dude! Il Verona ha portato un po’ di modalità mulo, un compagno di lavoro fidato ed un amico sempre sereno, una delle persone migliori con cui fare qualunque cosa. E poi i toscani Carmagnini e il Conte de Cicchi, Filippo degli stalla boys, Emanuele Menaspa, Daniele ‘Capitano’ La manna, Mine il local, e l’altro local che fa musica di cui non ricordo il nome e poi Giovanni Romano, Chicco di Hungover ed altre mille persone che sono comparse per un giorno o di più (scusate se non vi ho citato ma la mia memoria è una merda)... Un giorno è venuto a dare una mano persino quel fancazzista del Romanello! Tutte persone che porterò nel cuore sempre, persone con cui sento molto in comune dopo aver condiviso questa immane fatica. E si… perché per fare questa bowl abbiamo sputato sangue, l’abbiamo gettata a mano senza pompa con gettate fino a 2800 chili tutte in un giorno, lisciata con cazzuole fatte a mano, con l’acqua da andare a prendere a più di 100 metri di distanza. Il Grazzani è arrivato al punto di fare i flat della bowl completamente da solo: e sto parlando di mixare il cemento, gettarlo nella bowl
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e lisciarlo tutto da solo: da qui il suo nuovo soprannome: GIOVANNI SOLDINI il costruttore solitario. Insomma tutta questa fatica, tutte queste emozioni ed amicizia, tutte ripagate dall’entusiasmo e dall’affetto della gente che ogni giorno va a skatearla! Ripagate dalla consapevolezza che da oggi ogni italiano ha una ‘bowl backyard style’ da skateare, ripagate dal fatto che finalmente i giovani impareranno a skateare una transizione degna di questo nome e non avranno paura di un po’ di verticale, cosa che capita a tutti quelli che per ventanni sono stati costretti a skateare solo le minirampe, perché in italia si faceva solo quello. Per quanto mi riguarda, ho imparato parecchio, ora mi sento in grado di costruire qualunque cosa e ho l’anima piena di gioia perché finalmente mi sono costruito un’altra CASA, una di quelle dove passare il tempo, imparare a skateare e vivere momenti di gioia con la mia famiglia… la famiglia degli skateboarder. DIY ANARCHY FREEDOM ZIO
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Massimiliano Baratono - wallie - ph. Daniele Marzocchi
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FOCAL PLANE Daniel Cardone - kickflip - ph. Federico Casella
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FOCAL PLANE
Ale Ferreri - boneless into the ditch - ph. Alberto “Sket” Scattolin
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FOCAL PLANE Giovanni Lobbia - bs flip - ph. Fabio Montagner
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