SONOGRAFIE | Le Immagini della musica

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MANTOVA, PALAZZO TE 20 GIUGNO/ 9 SETTEMBRE 2018 Le immagini della musica

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PRODOTTO E REALIZZATO DA

IN COLLABORAZIONE CON

IN SINERGIA CON

Assicurazioni Assicurazioni Gestione Enti srl, Bologna Grafica Wanda Granata

FONDAZIONE PALAZZO TE Presidente Enrico Voceri DIRETTORE Stefano Baia Curioni STAFF Assistente del presidente e relazioni istituzionali Micaela Rossi Responsabile mostre e progetti di ricerca Daniela Sogliani Amministrazione Stefano Ongari Ufficio stampa e comunicazione Federica Leoni Assistente di progetto e didattica Francesca Vischi Responsabile tecnico addetto alla sicurezza Pierpaolo Consoli Collaboratore al progetto Mattia Solimano MUSEO CIVICO DI PALAZZO TE Direttore Stefano Benetti Conservatore Roberta Piccinelli Amministrazione Catia Bianchi, Giulia Bianchi, Stefano d’Aprile Centro studi collezioni civiche e biblioteca Monica Benini Ufficio mostre Carlo Micheli

L’evento Sonografie. Le immagini della musica è il primo passo di una stimolante collaborazione con il Maestro Leonardo Zunica, che con Eterotopie piano festival 2018 ha legato la Fondazione Palazzo Te alla rassegna Mantovamusica, celebrando nelle sale monumentali giuliesche Claude Debussy nel centenario della sua scomparsa. Con Sonografie si segna quindi l’avvio di un cantiere per il futuro che prevede la partecipazione anche di altre importanti istituzioni, come quella dell’Archivio Storico Ricordi che in questo caso ha portato ulteriore prestigio all’impresa. Questa iniziativa, che si auspica possa rivivere anche nelle seguenti programmazioni, va letta come un omaggio alla musica, declinata in prima istanza nel suo stretto e originale rapporto con l’immagine, quindi con l’immensità artistica e architettonica ospitante l’evento.  Mattia Palazzi Sindaco di Mantova  Enrico Voceri Presidente Fondazione Palazzo Te  Stefano Benetti Direttore Musei Civici di Mantova

Si desidera ringraziare Pierluigi Ledda e Leonardo Zunica

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Il rapporto tra Musica, Immagine pittorica e temporalità costituisce un motivo di fondo dell’interrogazione estetica occidentale e una delle frontiere su cui si sono esplorati i limiti delle sperimentazioni sinestetiche. La musica (in modo analogo alla parola e alla poesia) si dispiega in un tempo fatto di sequenze, di ritmi, di successioni lineari; l’immagine al contrario restituisce il tempo e le narrazioni in una simultaneità. Come dice Didi Huberman, «l’immagine è un cristallo di tempo… nel quale il “già stato” si unisce fulmineamente all’ “ora” in una costellazione, mettendo in discussione i fondamenti della conoscenza». Questo evento, nella sua piccola dimensione, intende avviare l’esplorazione di un grande spazio problematico, concentrandosi sul tema specifico del rapporto che intercorre tra “scrittura musicale” e immagine. Le partiture musicali non sono solo la traccia scritta di una musica da suonare nel tempo, esse rappresentano per la loro stessa forma anche un tessuto di immagini che si offrono come un complemento all’ascolto e una affermazione di simultaneità e polifonia. Questa evidenza è riscontrabile con relativa immediatezza nella scrittura musicale contemporanea, come quella di Salvatore Sciarrino, che si presenta esplicitamente come un esercizio grafico più che come una sequenza di note. Ma il rapporto tra scrittura musicale e immagine resta vivo anche

nelle partiture del passato, in quelle di Puccini, di Verdi, di Paganini, come anche e in modo altrettanto chiaro, nelle opere di scrittura musicale premoderne e illuminate. Musica e immagine, pur nelle loro incolmabili differenze, sono rette assieme dalla forma delle partiture. Per questo motivo l’esposizione che presentiamo in questa occasione deve essere intesa come un primo laboratorio di ricerca, un passo, compiuto con il Maestro Leonardo Zunica e con l’Archivio Storico Ricordi, di una riflessione che si svilupperà anche negli anni futuri. Per questo in occasione di un festival di musica contemporanea dedicato a Debussy, si confronta esplicitamente la forza iconica delle partiture di un grande compositore quale è Salvatore Sciarrino, che possiede Debussy tra le sue ascendenze culturali, e le grafiche dell’artista Fiona Robinson che ha lavorato proprio nella direzione inversa, ovvero concentrare in immagini le musiche di Debussy. Un modo per ribadire l’importanza di una meditazione capace di cogliere le connessioni e le reciproche influenze delle diverse forme di arte e di poesia.  Stefano Baia Curioni Direttore Fondazione Palazzo Te

Salvatore Sciarrino, Come vengono prodotti gli incantesimi, 1985 4

Su gentile concessione di Fondazione Paul Sacher (Basilea)

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Palazzo Te

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È possibile godere della musica con i soli occhi? Sonografie. Le immagini della musica indaga il segno grafico come ponte tra musica e arte contemporanea. Il dialogo tra i due artisti presentati si basa sul percorso speculare che essi intraprendono muovendosi tra suono e immagine. Fiona Robinson, artista britannica, si ispira alla musica di Claude Debussy trasponendo graficamente il suono e la sua inattingibilità concettuale. Il suo tratto coglie ciò che, in un certo senso, trascende l’ascolto di un brano musicale per collocarsi in un ambito che forse solo l’immagine, con la sua simultaneità, può restituire. Salvatore Sciarrino, compositore palermitano, realizza diagrammi grafici prima di passare alla notazione tradizionale. Muovendosi lungo un percorso speculare rispetto alla Robinson, Sciarrino passa per l’immagine in modo da restituire la visione di insieme, la coloritura e la struttura della partitura, semplificandola da elementi tipicamente musicali e arricchendola di altre informazioni, che permettono di avere in poco spazio il dominio della forma, del tempo e della relazione tra gli eventi dell’opera. I due diversi linguaggi — disegno e scrittura musicale — si confrontano così sia nel rapporto fecondo, costante e sempre nuovo, che intercorre tra musica e arte visiva, che nella tensione creativa che si genera dall’una all’altra in entrambe le direzioni.

Fiona Robinson, L’Après-midi d’un Faune Debussy, 2017 Proprietà dell’artista

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PROJECT ROOM


Il lavoro di composizione di Salvatore Sciarrino si suddivide in più fasi: al momento dell’ispirazione i primi appunti vengono presi su un foglio pentagrammato in cui vari tipi di intervento sonoro sono segnati con il sistema della notazione tradizionale. In questa fase gli appunti sono generici, ma contengono già l’idea precisa dell’opera, la quale viene in seguito trascritta in tutte le sue articolazioni: la melodia presenta qui le indicazioni di tempo, di andamento, di metrica e di esecuzione sullo strumento. Il secondo passo è quello della trascrizione grafica, che risponde alla necessità di un’ulteriore organizzazione dell’idea musicale. Nel diagramma che ne scaturisce le note scompaiono, i blocchi di articolazione musicale diventano più complessi da decifrare ma allo stesso tempo sono portatori di informazioni importanti, se non cruciali, per lo sviluppo del pezzo e per il successivo passo della trascrizione grafica. Dal punto di vista musicale si aggiungono le indicazioni dinamiche (piano, forte, crescendo, diminuendo, etc.), mentre da quello grafico i gruppi di note vengono tradotti in tratti che seguono la direzione della linea melodica spostandosi dall’alto SALVATORE SCIARRINO

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verso il basso a seconda dagli intervalli tra note consecutive. Compaiono anche dei numeri, che stanno ad indicare le reciproche proporzioni tra i vari blocchi di articolazione musicale. Si applica successivamente un’ulteriore stesura al pezzo, che si esplicita in un’elaborazione più dettagliata del tratto grafico che indica la melodia, al quale si aggiungono le note per poter avere così sotto controllo sia la composizione nel suo complesso che gli aspetti particolari. Viene a questo punto impiegato anche il colore, se necessario, per differenziare idee diverse o, nei pezzi orchestrali, strumenti diversi. La disuguaglianza nell’impaginazione della scrittura rispetto al passaggio precedente prevede la presenza, per ogni riga, di un pentagramma di supporto, che serve per ovviare a problemi prettamente contingenti, come la presenza di un unisono (due suoni alla stessa altezza) eseguito da strumenti diversi o con differenti suoni sullo stesso strumento, non rappresentabili graficamente per l’impossibilità di apporre sul foglio due segni distinti nel medesimo punto. Salvatore Sciarrino, III Sonata, 1988 Milano, Archivio Storico Ricordi

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Il lavoro di Fiona Robinson nasce dall’ascolto della musica e in particolare dalle opere di Claude Debussy. Inizialmente l’artista si è concentrata solo sui pezzi per pianoforte, ma nell’estate del 2017 l’ascolto al preludio L’après-midi d’un Faune, in cui compaiono anche altri strumenti, è stato per lei fonte di nuova ispirazione. Fiona Robinson, per definire le forme delle sue opere, utilizza la tecnica del carboncino. Nel foglio L’après-midi d’un Faune c’è il segno di un’onda che si infrange sulla superficie del disegno, al centro, sopra e sotto di esso. Le aree circostanti sono molto chiare e realizzate usando la tecnica della cera, in modo da trattenere tutti i segni. Si vedono tocchi di giallo di Napoli, tocchi di blu, tocchi di una matita più spessa e tratti circolari di una linea che scende e torna su se stessa ripetutamente. Tutto ciò è in risposta al modo in cui la musica si muove da un registro più alto a un registro più basso e guida il tratto della mano dell’artista nei diversi punti dell’opera. L’inizio del preludio di Debussy, così toccante nella sua intensità, presenta un assolo di flauto che scandisce una frase musicale graziosa ed elegante, con una sorta di inclinazione verso il basso che poi risorge. Esso tocca quella dimensione tipica del sogno che sottende all’intangibilità e all’inafferrabilità, così com’è nell’ascolto della musica. Approcciandosi a questo brano si avverte infatti la sensazione di avvicinarsi a qualcosa che è fuori dalla propria portata, ma nello stesso tempo immediatamente scorgibile. L’arte di Fiona Robinson consiste in una risposta completa e biunivoca a questo tema: lo sviluppo del disegno avviene attraverso la musica e il suono stesso scaturisce dall’opera d’arte.

Fiona Robinson, L’Après-midi d’un Faune Debussy, 2017 Proprietà dell’artista

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FIONA ROBINSON


La ricezione della musica di Claude Debussy in Italia ha una storia lunga e complessa. Un momento particolarmente importante è quello attraversato dalla verve rivoluzionaria propugnata dai Futuristi italiani e francesi, di cui il mantovano Gino Cantarelli fu rappresentante con la fondazione del mensile d’arte Procellaria, rivista che si avvalse della collaborazione dei nomi più prestigiosi dell’avanguardia artistica internazionale. A una prima analisi, l’universo poetico di Debussy, così affine alle temperie estetiche che nascono con l’impressionismo pittorico ma che, dall’altra, trova radice ben più profonda nella poesia simbolista, potrebbe altresì rappresentare tutto ciò che i futuristi combattevano. Con la provocatoria ed emblematica uccisione del “chiaro di luna” operata da Filippo Tommaso Marinetti (Manifesto del Futurismo, 1909) non si voleva anche far riferimento a quell’atmosfera impressionista che la musica di Debussy aveva rappresentato e che esalava l’omonima e celebre composizione pianistica Claire de Lune della Suite Bergamasque? Tuttavia nello stesso Manifesto, nell’elenco pur sommario che il poeta e scrittore italiano redige nel tentativo di delineare una possibile fenomenologia di compositori che incarnino in nuce ideali futuristi, compare proprio la figura di Debussy. Marinetti nel 1922 dedicherà un lungo articolo al compositore francese, sul “Giornale del Popolo” di Torino, definendolo “il più puro dei musicisti puri”. Non stupisce dunque che Gino Cantarelli, nel primo numero di Procellaria rivista di capitale importanza nella storia della Mantova futurista, creazione editoriale dalle caratteristiche multi-mediali, o meglio multi-sensoriali, fondata insieme a Mino Somenzi - inserisca una personale lettura della musica di Debussy. Utilizzando una terminologia tipicamente futurista, Cantarelli propone una riduzione lirico-sintetica di uno dei preludi pianistici del francese, Le sons et les parfumes tournent dans l’air du soir, numero IV. Ciò che colpisce nell’opera di Cantarelli è quello che potremmo considerare un vero e proprio tentativo di “trascrizione” futurista di un brano musicale; operazione ancor più significativa se si considera quell’ambito sinestetico, ovvero la fusione tra vari registri percettivi, che il Futurismo andava propugnando in maniera estremamente personale. Il brano di Debussy, il cui titolo è preso da una lirica di Baudelaire, è il tentativo audace di porre sullo stesso piano l’ambito olfattivo, visivo ed auditivo. Cantarelli utilizzando il medium visivo, attraverso una riorganizzazione grafica di alcune parti del preludio, scomponendo il titolo e aggiungendovi, nella modalità tipicamente futurista, in una sorta di scrittura automatica (“parolibera”) estensioni di tipo visivo-olfattivo e cromatico, punta verso una intensificazione sensoriale. Leonardo Zunica

Rivista Procellaria. aprile 1917, n.1 Mantova, Biblioteca Teresiana

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GINO CANTARELLI


22 GIUGNO PALAZZO TE | dalle ore 21.30 Sala dei Cavalli, Loggia di Davide, Cortile d’onore

LI YXUAN (vincitrice del premio Risuonanze 2017), violino cinese musiche di Li Yxuan (nuova commissione per Eterotopie piano festival), Debussy

YUVAL AVITAL | PAOLO DE GASPERI Kanaf per clarinetto basso, live electronics e video

EVA PERFETTI arpa | STEFANO MAFFIZZONI flauto | LEONARDO ZUNICA pianoforte musiche di Salzedo, Varèse, Franck

FLORALEDA SACCHI arpa e live electronics Musiche di Glass, Harrison, Louie, Hisaishi, Frahm

23 GIUGNO PALAZZO TE | dalle ore 21.30 Sala dei Cavalli, Cortile d’onore

Debuss(cit)y Musica nello spirito di un’esposizione universale Mantova 22/23 giugno 2018

VICTOIRE BUNEL soprano | ANDREA RUCLI pianoforte musiche di Debussy, Chausson

In occasione dell’anniversario della scomparsa del compositore francese Claude Debussy, figura imprescindibile per lo sviluppo dei linguaggi musicali nel XX e nel XXI secolo, Mantovamusica | Eterotopie piano festival 2018 propongono una serie di performance di musica, video e danza, con la partecipazione di artisti di fama internazionale. Nel 15° anno di attività , l’Associazione Diabolus in musica, che dalla sua fondazione ha contribuito in maniera significativa alla diffusione e alla conoscenza della musica di oggi, torna a Palazzo Te - dopo aver ospitato tra le leggendarie mura della residenza gonzaghesca alcuni tra i nomi più interessanti della scena internazionale, come Peter Greenaway, Societas Raffaello Sanzio, Teatro Valdoca, Giancarlo Cardini, e una selezione di prime esecuzioni di compositori di oggi. Eterotopie piano festival offre un percorso - una sorta di esposizione di musiche e performances tra le sale del palazzo - che illustra il cammino della musica da Debussy a oggi, seguendo un immaginario fil rouge dall’Europa orientale ed occidentale agli Stati uniti, alla Cina. 16

CHIARA OLIVERI coreografia CARLOTTA GRAFFIGNA & MARCO BISSOLI danza FIONA ROBINSON & VIRGINIA MALAGUTI opere grafiche e video editing musiche di Dukas, Debussy - Henry

LEONARDO ZUNICA pianoforte musiche di Debussy

PROGRAMMA


FIONA ROBINSON Artista, scrittrice e curatrice inglese, si dedica principalmente alla pratica del disegno. Nel 1998 ha vinto il Cheltenham Jerwood Drawing Prize; nel 2005 e nel 2011 si è aggiudicata il Rabley Contemporary Sketch Prize; nel 2007 le è stato conferito il Premio alla pittura all’University of Bath e ha vinto il terzo premio alla 4a Biennale Internazionale di disegno a Sydney. Nel 2011 è stata insignita del Premio di disegno alla Royal Open Academy di Royal West of England (Bristol), si è classificata prima al Jerwood Drawing Prize 2012 ed è stata selezionata per il Derwent Drawing Prize 2016. È stata inoltre eletta Accademica all’Accademia del Royal West of England. Come autrice free-lance, è nota per i suoi scritti sull’arte contemporanea dal punto di vista dell’artista, scrive regolarmente per la rivista Evolver e ha firmato numerosi saggi per cataloghi di mostre. Ha vinto inoltre il Proof Writing Prize nel 2007. Recentemente si è occupata della cura della mostra Strange Worlds: The Vision, allestita alla Royal West of England Academy (Bristol), e del catalogo “Strange Worlds” (Sansom). Fiona Robinson vive e lavora a Dorset, in Inghilterra, e a La Vienne, in Francia. SALVATORE SCIARRINO Nato a Palermo nel 1947, ha cominciato a comporre dodicenne da autodidatta e ha proseguito lavorando per i maggiori Teatri e Accademie internazionali. Dopo gli esordi pubblici nei primi anni Sessanta, la musica di Sciarrino si è gradualmente imposta all’attenzione internazionale grazie a uno stile originale e a una scrittura sorprendente e del tutto innovativa. La sua produzione è vastissima e comprende un corposo repertorio solistico, cameristico, orchestrale e operistico. Ha pubblicato con Ricordi dal 1969 al 2004; dall’anno seguente l’esclusiva delle sue opere è passata a RAI Trade. Molte incisioni delle opere di Sciarrino, edite dalle maggiori etichette discografiche, hanno ricevuto premi e riconoscimenti internazionali. Autore della maggior parte dei libretti delle proprie opere teatrali, il compositore conduce un’intensa attività didattica, presso Conservatori e Accademie di Belle Arti italiani e europei. Ha pubblicato articoli, saggi e testi teorici di vario genere. La sua ultima opera scenica, Ti vedo, ti sento, mi perdo (2017) è stata commissionata dal Teatro alla Scala di Milano e dalla Staatsoper di Berlino.

BIOGRAFIE

NOTE


DATE 20 giugno – 9 settembre 2018

BIGLIETTERIA T +39 0376 323266

SEDE Palazzo Te, viale Te 13 Mantova

INFO www.palazzote.it www.fondazionepalazzote.it

ORARI lunedì 13.00 – 19.30 da martedì a domenica 9.00 – 19.30 (ultimo ingresso 18.30)


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