STAGIONE CONCERTISTICA 2016
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L’
elezione di Mantova a Capitale Italiana della Cultura 2016 è certamente uno degli eventi collettivi più significativi che la nostra città è chiamata a vivere in questo decennio. Un elezione ottenuta grazie ad un complesso di strategie e progetti mirati al recupero del patrimonio inestimabile che Mantova accoglie, ispirato ad un’idea di rigenerazione urbana, peraltro alla base di molti progetti di respiro europeo, e connesso intimamente con la valorizzazione e il sostegno delle imprese culturali che negli ultimi vent’anni hanno reso Mantova un polo culturale attrattivo di alto profilo. In questo fertile humus nasce il progetto di Mantova Musica 2016, una iniziativa che vede convergere, sotto l’egida dell’attuale amministrazione e per la prima volta nella nostra città, verso un unico progetto tre associazioni come Società della Musica, Arti.co e Diabolus in musica, espressione non solo di un eloquente cambiamento delle sensibilità collaborative, ma anche di attenzione verso le nuove esigenze dell’industria e delle politiche culturali. Mantova Musica è un cartellone musicale unico in cui Società della Musica, Concerti della Domenica ed Eterotopie Piano Festival, significative iniziative culturali del territorio degli ultimi due decenni, si riuniscono per dare vita ad una nuova stagione concertistica. Il programma è ricchissimo: da gennaio fino a dicembre, 45 concerti nei luoghi più belli della nostra città, declinati nei generi della musica classica, jazz, contemporanea ed affidati non solo ad interpreti di caratura internazionale provenienti da tutto il mondo, ma anche alle nuove generazioni di musicisti che, in un mondo globalizzato e spesso indifferente a messaggi culturali complessi, sono chiamati ad incarnare il futuro della musica. Il palinsesto di eventi di una Capitale della Cultura non poteva che presentarsi con una nuova stagione creativa in cui la musica non è solo colonna sonora, ma, se mi è concessa la metafora, una delle prime parti di una concertazione culturale di ampio respiro e di vocazione internazionale e dunque, ci auguriamo, di grande attrazione per l’Italia e per il mondo. _
Mattia Palazzi, Sindaco di Mantova
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Società della Musica mantovamusica
47 concerti 13 luoghi 113 interpreti
“S
ocietà della Musica” nasce ufficialmente a Mantova nel 1995 con l’intento di promuovere l’ascolto di musica classica, con attenzione particolare al repertorio cameristico. L’attività concertistica ha sempre accolto alcuni degli artisti internazionali più noti ed affermati, dedicando altresì significativi spazi ai giovani musicisti di talento, nel segno della musica solistica e da camera, quella musica destinata a piccoli teatri, a sale raccolte e ad un pubblico motivato, desideroso di appropriarsi (o riappropriarsi) dei tesori che in questi generi si raccolgono.
Dopo oltre un decennio di programmazione nel 2007 Società della Musica ha aperto una fase di riflessione con l’obiettivo di ridefinire il complesso equilibrio degli apporti economici all’iniziativa e di consolidare le relazioni istituzionali con i propri partner. Abbiamo anche approfittato di questa temporanea sosta per rifocalizzare la nostra attenzione sugli strumenti, sulle modalità operative e sugli obiettivi che caratterizzano il nostro investimento culturale. Le funzioni direttive si sono ampliate e ridistribuite e nuove competenze si sono affiancate all’originario nucleo dei soci fondatori.
Sono stati ospiti in questi anni musicisti di prim’ordine (Uto Ughi, Louis Lortie, Lilya Zilberstein, Murray Perraya, J. Francois Thiollier, Franco Gulli, Enrica Cavallo, Richard Galliano, Luis Bacalov, Gino Paoli, Viktoria Mullova) al fianco di giovani talenti emergenti (Anna Tifu, Trio di Parma, Cristiano Burato, Shana Downes, Quartetto di Cremona, ecc.).
Con questo nuovo progetto Società della Musica nel 2010 ha voluto rimettersi in gioco con grande entusiasmo: il campo d’azione resta il medesimo e gli intenti non cambiano, perché la nostra Associazione vuole continuare a credere che l’investimento nella musica e nell’arte sia un aspetto cruciale della crescita sociale e personale; che l’arte e la musica rappresenti-
no un patrimonio di valore eccezionale, di formazione e di riflessione, sia nella pratica che nell’ascolto, sia per le generazioni adulte che per le nuove. Oltre alla qualità delle proposte e allo spazio ai giovani talenti emergenti, Società della Musica da sempre persegue l’obiettivo di abitare la musica in luoghi differenti, dai teatri storici, ai chiostri, agli auditorium, proponendo sempre un pluralismo di luoghi e di allestimenti; è da qualche anno inoltre che è stato inserito nelle manifestazioni un piccolo ma significativo ciclo di incontri per le scuole, per rimarcare l’importanza di innescare un percorso che coinvolga anche il tessuto scolastico della città. _ (Stefano Giavazzi)
www.societadellamusica.it
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a musica scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni e per diciotto anni I Concerti della Domenica hanno allietato gli animi di un pubblico sempre più numeroso e affezionato alla manifestazione che illumina i pomeriggi delle domeniche invernali con concerti di altissimo livello e programmi ricercati. La Stagione 2016 giunta alla sua maggiore età, sarà inaugurata dalla musica dell’apprezzatissimo compositore e pianista mantovano Stefano Gueresi che con il suo trio ripercorrerà sia brani classici che inediti della sua lunga e prolifica carriera. La stagione continuerà con concerti per orchestra dei compositori più amati: F. Chopin il concerto n.2 per pianoforte (Antonio Di Cristofano) e orchestra, il doppio concerto di F. Mendelsshon per violino (Davide Alogna), pianoforte (Bruno Canino) e orchestra, infine le celebri quattro stagioni di A. Vivaldi (violino, Sebastiano Maria Vianello) e quelle di A. Piazzolla (pianoforte, Valter Favero).
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Concerti della Domenica
Eterotopie Piano Festival
Nello stile dei Concerti della Domenica avremo programmi molto vari: dai quartetti di W.A. Mozart (flauto, Tommaso Benciolini e La Phoenix String Trio) alla musica Zigana (Quartetto K), dalle Danze Ungheresi di J. Brahms (Duo SchiavoMarchegiani) all’immancabile Gran Galà Lirico, dalle trio sonate con strumenti d’epoca di J.S. Bach (Collegium Pro Musica) alle più belle colonne sonore con il Magnasco Movie Quartet. Recitals di grandi virtuosi del pianoforte come Alberto Nosè vincitore del prestigioso Montecarlo Piano Master e giovani promesse come il cinese Chen Guang cederanno il passo ai concerti di musica da camera col Primo Premio del Concorso Internazionale di Ginevra, il virtuoso clarinettista svizzero Fabio Di Casola assieme al Duo Des Alpes e per la Festa delle Donne, dedicato alla Maria Callas, un programma lirico con un soprano d’eccezione: Paola Sanguinetti. Inoltre quest’anno vi sarà un attesissimo concerto sinfonico in collaborazione con i Conservatori della Lombardia e l’Orchestra dei Pomeriggi
Musicali di Milano, sul podio il celebre direttore d’orchestra M. Aldo Ceccato. Immancabile il 29 maggio, con il giovane e talentuoso pianista Antonino Fiumara vincitore del Premio Claudio Abbado 2015, il Terzo Concerto alla Memoria del fondatore dei Concerti della Domenica il Cav. Uff. M° Sergio Maffizzoni che prodigandosi affinchè la musica potesse essere una materia sempre più amata e praticata dalle nuove generazioni ha incrementato la quantità e qualità degli spettacoli proposti, consentendo a molti di approcciarsi alla classica con disinvoltura, in un contesto amichevole e facilmente accessibile. “Se volete conoscere un popolo, dovete ascoltare la sua musica” così scriveva Platone e oggi in un mondo sempre più piccolo si può ripercorrere epoche lontane e immaginare luoghi distanti stando comodamente seduti nella meravigliosa cornice del Teatro Bibiena. _ (Stefano Maffizzoni) www.concertidelladomenica.it
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l programma di Eterotopie Piano Festival si snoda quest’anno attorno al 150° anniversario della nascita di Erik Satie. Compositore per molti aspetti estremo, Satie si pose con ferrea volontà in una dimensione quasi esclusivamente intellettuale, depurando la materia musicale da ogni aspetto virtuosistico, teso com’era verso la ricerca di un linguaggio drammaticamente autentico e personale. In questo itinerario di concerti vorremmo veicolare la popolarità che gode oggi la musica di Satie verso un ascolto più attento; una popolarità talvolta superficiale che riteniamo travisi il significato più nascosto delle sue opere. Musiche che Alberto Savinio, puntuale e geniale osservatore della scena musicale parigina, definiva “amarissime” e “cariche di destino”. Se, dall’ambiente accademico, la musica di Satie fu spesso crudelmente accusata di “povertà di stile”, vorremmo affermare, seguendo uno dei suoi più autorevoli studiosi ed interpreti, il pianista francese Jean-Pierre Armengaud, che quella povertà stilistica (pendant con la povertà reale e vo-
lontaria vissuta da Satie ai margini di Parigi) non fu (e non è) impoverimento della musica ma ricerca di un archetipo d’essenzialità, di disincarnazione della musica dai sui giochi scritturali e strutturali che ancora oggi sono parte del dibattito musicale. La musica di Satie richiede al pianista non certo uno sfoggio delle proprie abilità tecniche, ma una sorta di “dolce e trasparente violenza”, di una cura interpretativa paradossale e inedita, che porta a forzare al limite l’ambito delle convenzioni/convizioni dell’interprete e dell’ascoltatore; per dirla con il grande musicologo Vladimir Jankélévich, richiede “dita di arcangelo”. Anarchico e genuino anti-conformista, Satie apre il sipario su un mondo sonoro di una purezza sconcertante, seguito poi da John Cage, per molta parte operando umoristicamente sulla sostanza (e sul mondo) della musica stessa, in un inflessibile lavorio di smascheramento dei suoi aspetti più formali e conformisti che lo pongono vicino al movimenti dadaista e surrealista. Brani in forma di pera, poemi marini in cui protagonista non è il
mare, come in La mer di Debussy ed in tanta musica francese, bensì un suo abitante invertebrato, il cetriolo marino; preludi dedicati ad un cane, pezzi freddi, cinguettii di usignoli che “hanno il mal di denti”. Non mancano inedite diapositive musicali – Man Ray diceva che Satie era “l’unico musicista ad aver degli occhi” – dedicate agli sport e agli svaghi disseminate di descrizioni esilaranti. Senza dimenticare gli scritti che rivelano un talento letterario e umoristico straordinario, in cui l’understatement è sempre presente e declinato nelle maniere più bizzarre e fantasiose. In questo tentativo quasi alchemico di ridare alla musica una sua originale purezza, Satie “accompagna” una delle stagioni più straordinarie della storia dell’arte occidentale, nella quale Picasso, Man Ray, Tristan Tzara, Marcel Duchamp, Renè Clair, Fernand Legèr, Jean Cocteau furono, nella Parigi degli anni Venti, instancabili creatori e innovatori. _ (Leonardo Zunica) www.eterotopiepianofestival.com
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calendario G E NNA IO Concerti della Domenica Domenica 10 gennaio Teatro Bibiena | ore 17.00 I giorni impossibili concerto D’INAUGURAZIONE Stefano Gueresi Trio
legenda Abbonamento MantovaMusica Abbonamento Concerti della Domenica Abbonamento Società della Musica Abbonamento Eterotopie Fuori abbonamento Ingresso gratuito
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Concerti della Domenica Domenica 17 gennaio Teatro Bibiena | ore 17.00 F. Chopin: il Romanticismo Orchestra d’archi Asolana Veneta “Malipiero” Valter Favero, direttore Antonio di Cristofano, pianoforte Concerti della Domenica Domenica 31 gennaio Teatro Bibiena | ore 17.00 Omaggio a W.A. Mozart Tommaso Benciolini, flauto Phoenix String Trio (Estonia)
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FE BBRA IO Società della Musica Giovedì 4 febbraio Teatro Bibiena | ore 20.45 I Grandi interpreti Grigory Sokolov, pianoforte Concerti della Domenica Domenica 7 febbraio Teatro Bibiena | ore 17.00 Gitani e Magiari: la Musica Zigana Quartetto K Società della Musica Martedì 9 febbraio Madonna della Vittoria | ore 20.45 Integrale dei quartetti PER archi di Beethoven Quartetto di Venezia
Concerti della Domenica Domenica 14 febbraio Teatro Bibiena | ore 17.00 Johannes Brahms: le danze ungheresi Duo pianistico Schiavo - Marchegiani Concerti della Domenica Domenica 21 febbraio Teatro Bibiena | ore 17.00 Il clarinetto virtuoso Primo Premio Concorso Internazionale di Ginevra Fabio Di Casola, clarinetto Claude Hauri, violoncello Corrado Greco, pianoforte Società della Musica Sabato 27 febbraio Auditorium Monteverdi | ore 20.45 TRA VECCHIO E NUOVO MONDO Massimo Quarta, violino Luigi Puxeddu, violoncello Giampaolo Stuani, pianoforte
Concerti della Domenica Domenica 28 febbraio Teatro Bibiena | ore 17.00 Montecarlo Piano Master Alberto Nosé, pianoforte
Società della Musica Lunedì 21 marzo Auditorium Monteverdi | ore 11.00 Ribalta Giovani Concerto per le scuole Duo Essentia clarinetto e fisarmonica
M ARZO Società della Musica Giovedì 3 marzo Madonna della Vittoria | ore 20.45 Integrale dei quartetti PER archi di Beethoven Quartetto di Venezia
Società della Musica Lunedì 21 marzo Show Room Lubiam | ore 20.45 Musica Fuori Duo Essentia clarinetto e fisarmonica
Concerti della Domenica Domenica 6 marzo Teatro Bibiena | ore 17.00 Festa dellA DonnA: Omaggio a Maria Callas Paola Sanguinetti, soprano Matteo Ferrari, flauto Andrea Candeli, chitarra 11
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APRI LE Società della Musica Sabato 2 aprile Spazio Studio Sant’Orsola | ore 20.45 Domenica 3 aprile Spazio Studio Sant’Orsola | ore 17.00 Lo Scrigno e l’Anima - vita di Giovanni Battista Viotti con Giovanni Mongiano, Anna Mastino e il Quartetto Viotti Società della Musica Domenica 10 aprile LaCucina | ore 11.00 Ribalta Giovani Alessandra Aitini, flauto Domenico Ermirio, violoncello
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Società della Musica Lunedì 11 aprile Auditorium Cavazzoni | ore 10.30 Ribalta Giovani Concerto per le Case di riposo Alessandra Aitini, flauto Domenico Ermirio, violoncello Società della Musica Giovedì 14 aprile Auditorium Cavazzoni | ore 11.00 Ribalta Giovani Concerto per le scuole Linda Sarcuni, oboe Sebastiano Bernocchi, organo Società della Musica Giovedì 14 aprile Auditorium Cavazzoni | ore 20.45 Concerto in memoria di Don Ulisse Bresciani Linda Sarcuni, oboe Sebastiano Bernocchi, organo
Società della Musica Giovedì 21 aprile Auditorium Monteverdi | ore 20.45 Leopardi incontra Chopin Anna Lisa Bellini, pianoforte Paola Pitagora, voce recitante
Eterotopie Piano Festival Domenica 8 maggio Palazzo della Ragione | ore 18.30 Musica al futuro Orchestra giovanile “Archetti Sinfonici” di Pirkanmaa (Tampere)
Società della Musica Domenica 24 aprile LaCucina | ore 11.00 Ribalta Giovani Riccardo Giovine, violoncello
Società della Musica Lunedì 9 maggio Auditorium Cavazzoni | ore 10.30 Ribalta Giovani Concerto per le Case di riposo Federico Parolini, violino Caterina Chiozzi, arpa
G I U GN O Società della Musica Sabato 11 giugno Viaggio musicale Milano, Teatro alla Scala Orchestra Filarmonica della Scala Riccardo Chailly, direttore Radu Lupu, pianoforte Eterotopie Piano Festival Giovedì 16 giugno Palazzo Te, Sala dei cavalli | ore 21.15 Collage Satie Giancarlo Cardini, pianoforte
MAGG IO Società della Musica Domenica 8 maggio LaCucina | ore 11.00 Ribalta Giovani Federico Parolini, violino Caterina Chiozzi, arpa
Società della Musica Giovedì 12 maggio Teatro Bibiena | ore 20.45 Souvenir d’Italie I Virtuosi Italiani Stefan Milenkovich, violino
Eterotopie Piano Festival Venerdì 17 giugno Madonna della Vittoria | ore 21.15 Dog breath variations omaggio a Frank Zappa Marco Dal Pane, pianoforte
Eterotopie Piano Festival Sabato 18 giugno Auditorium Monteverdi | ore 21.15 Gershwin Night Joaquin Palomares, violino Andrea Rucli, pianoforte Eterotopie Piano Festival Domenica 19 giugno Madonna della Vittoria/Biblioteca Teresiana | dalle ore 11.00 Satie’sFactory Maratona Satie Madonna della Vittoria | ore 18.30 Seppo Varho, pianoforte Eterotopie Piano Festival Lunedì 20 giugno Cinema del Carbone | ore 21.15 Proiezione del lungometraggio: Piano Liszt | Un secolo di cinema con Franz Liszt (Italia, 2011-12)
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Eterotopie Piano Festival Martedì 21 giugno Madonna della Vittoria | ore 21.15 Musica al futuro I LISZTOMANIA Accademia pianistica mantovana Eterotopie Piano Festival Giovedì 23 giugno Palazzo Te, Sala dei cavalli | ore 21.15 Mi chiamo Erik Satie Andrè Gallo, pianoforte Eterotopie Piano Festival Venerdì 24 giugno Madonna della Vittoria | ore 21.15 Mi chiamo Erik Satie Bertrand Giraud, pianoforte Eterotopie Piano Festival Sabato 25 giugno Madonna della Vittoria | ore 21.15 FINAL FANTASY Aki Kuroda, pianoforte 14 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Eterotopie Piano Festival Domenica 26 giugno Madonna della Vittoria | ore 21.15 Dark waves omaggio a John Luther Adams Ebony Piano Duo
LU GL IO Società della Musica Venerdì 8 luglio Palazzo Te, Loggia di Davide | ore 21.15 CHAMBER OPERA Ensemble Variabile Società della Musica Venerdì 15 luglio Palazzo Te, Loggia di Davide | ore 21.15 “Più che un tricolore”: varia musica italiana di ieri e di oggi Trio del Garda
Società della Musica Sabato 23 luglio Parco delle Bertone | ore 21.15 Viaggio musicale nell’Est Europa Caffè Concerto Strauss Società della Musica Sabato 30 luglio Parco delle Bertone | ore 21.15 Omaggio a Chet Baker & Stan Getz Igor Palmieri Quintet
AG O STO Società della Musica Sabato 13 agosto Viaggio musicale Lucerna Festival Mahler Sinfonia dei Mille Riccardo Chailly, direttore
OTTOBR E Concerti della Domenica Domenica 30 ottobre Teatro Bibiena | ore 17.00 Progetto pomeriggi musicali Concerto Sinfonico
N OV E M BR E Concerti della Domenica Domenica 6 novembre Teatro Bibiena | ore 17.00 Gran Galà lirico Vincitori dell’XVIII Edizione del Concorso Internazionale di canto “Alfredo Giacomotti” Concerti della Domenica Domenica 13 novembre Teatro Bibiena | ore 17.00 Around the World Premio Roma Chen Guang, pianoforte
Concerti della Domenica Domenica 27 novembre Teatro Bibiena | ore 17.00 Il lirismo romantico di Mendelssohn Orchestra del Festival Internazionale Omaggio a Maria Callas Valter Favero, direttore Davide Alogna, violino Bruno Canino, pianoforte
D I C E M BR E Concerti della Domenica Domenica 4 dicembre Teatro Bibiena | ore 17.00 Le più belle colonne sonore Magnasco Movie Quartet
Concerti della Domenica Domenica 11 dicembre Teatro Bibiena | ore 17.00 J.S. Bach: le Trio Sonate Collegium Pro Musica Concerti della Domenica Domenica 18 dicembre Teatro Bibiena | ore 17.00 Le otto stagioni: VIVALDI & PIAZZOLLA Orchestra d’archi Asolana Veneta “Malipiero” Valter Favero, direttore Sebastiano Maria Vianello, violino
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Domenica 10 gennaio 2016 Teatro Bibiena | ore 17.00
I GIORNI IMPOSSIBILI. CONCERTO D’INAUGURAZIONE
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Concerti della Domenica MantovaMusica
Grazie al sostegno di:
il viaggio sulla linea dell’orizzonte oggi sarà bello oltre l’inverno il ritorno fiori nella nebbia la luce e il tempo il mare e i pomeriggi inglesi la locanda di Steskal le nuvole azzurre di Ramsgate l’attesa il mercato di Tatabánya niente lacrime ad est alteritas storie di parole e tramonti noi sotto un cielo infinito
Stefano Gueresi, pianoforte Carlo Cantini, violino Massimo Reppellini, violoncello
Trasformare il dolore in bellezza. Lo hanno già fatto in molti e tra questi anche il musicista mantovano Stefano Gueresi che, a seguito di una esperienza di grave malattia, ha composto in pochi mesi il nuovo cd “I giorni impossibili”. Anche questo nuovo lavoro abbonda di atmosfere diverse, si ritrovano orientalismi, folclore e anche memorie classiche, ma tutte con un forte richiamo di immagini. Quella di Gueresi è una storia lunga ed internazionale, punteg-
giata da molti riconoscimenti della sua capacità evocatrice, dopo prove con il pianoforte solo, dopo quella con l’orchestra, è arrivata a una partitura per tre strumenti. Il trio di violino, violoncello e pianoforte che ha fatto la storia della musica classica. Gli altri due membri del trio sono anch’essi mantovani e sono Il violinista Carlo Cantini che vanta collaborazioni con artisti di fama mondiale quali: Rostropovic, Magalov, Andrea Bocelli, Stevie Wonder, Astor
Piazzola, Antonella Ruggiero e il violoncellista Massimo Reppellini che nel corso della sua lunga carriera ha collaborato con importanti orchestre sinfoniche quali l’Orchestra Filarmonica Della Scala e l’Orchestra della Svizzera Italiana sotto la guida di valenti direttori (Muti, Sinopoli, Sawallish, Gergiev, Rostropovic, Temirkanov, Oren e molti altri). Il trio Gueresi ha al proprio attivo tre cd: I racconti del lago, Il destino dei sogni e ora I giorni impossibili. _
© Nicola Malaguti
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PROGRAMMA
Stefano Gueresi Trio
Domenica 17 gennaio 2016 Teatro Bibiena | ore 17.00
FRYDERYK CHOPIN: IL ROMANTICISMO
Orchestra d’Archi Asolana Veneta “Malipiero” Valter Favero, direttore Antonio di Cristofano, pianoforte
Abbonamento
Concerti della Domenica MantovaMusica
F. Mendelssohn Bartholdy Sinfonia n. 10 in Si minore per archi Adagio, Allegro
F. Chopin Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra Maestoso, Larghetto, Allegro vivace
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F. Chopin è il più amato compositore romantico per pianoforte di tutti i tempi. Sarà eseguito il concerto in Fa minore per pianoforte e orchestra, pubblicato come n. 2 opus 21 nel 1833, è in effetti il primo composto da Chopin; scritto nel 1829 e dedicato alla contessa Delphine Potocka, venne eseguito per la prima volta a Varsavia nel 1830 dallo stesso Chopin e ottenne un immediato, enorme successo. Eseguito poi da Liszt e prediletto da Clara Schumann, rimane uno dei concerti romantici più apprezzati dal pubblico.
Il concerto, strutturato in tre movimenti secondo la forma classica, si basa sulla distinzione tra espressione e virtuosimo in aderenza allo stile Biedermeier che tende a valorizzare la sobrietà e l’armonia; il Larghetto centrale, una pagina di incantevole vena melodica, è, senza dubbio, il momento pù avvincente di tutta la partitura. Il concerto sarà eseguito da Antonio di Cristofano sensibile e raffinato pianista regolarmente ospite dei teatri e istituzioni concertistiche più prestigiose quali il Festival dei Due Mondi di Spo-
leto, sala del conservatorio Ciaikovsky di Mosca, Smetana Hall e Dvorak Hall a Praga, Società Chopin di Varsavia, Glenn Gould Studio in Toronto, Malta International Piano Festival, Washington International Piano Festival, Shanghay Piano Festival, Yamaha Concert Hall in Tokyo. All’Orchestra d’Archi Asolana Malipiero diretta dal valente Direttore Valter Favero, oltre il concerto per pianoforte, sarà affidata l’esecuzione della brillante Sinfonia n.10 del giovane F. Mendelsshon. _
Domenica 31 gennaio 2016 Teatro Bibiena | ore 17.00
OMAGGIO A W.A. MOZART
Johanna Marie Ainomäe, violino Sandra Hiie, viola Silvia Ilves, violoncello
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Concerti della Domenica MantovaMusica
Tommaso Benciolini, flauto Phoenix String Trio (Estonia)
W.A. Mozart Quartetto in Do maggiore KV 285b Allegro Thema: Andantino Variazioni I, II, III, IV, V, VI Quartetto in La maggiore KV 298 Thema: Andante - Variazioni I, II, III, IV - Thema Minuetto - Trio Rondeau * * * Quartetto in Sol maggiore KV 285a Andante Tempo di menuetto
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Quartetto in Re maggiore KV 285 Allegro Adagio Rondeau
Furono tre i quartetti composti da Mozart tra il 1777 e il 1778 dedicati al trio d’archi e flauto. Frutto della commissione dell’olandese monsieur de Jean, i due lavori KV285 e 285b appartengono senza dubbio ad una idea di musica da camera lontana da quella del consueto quartetto d’archi. Il quartetto in re maggiore si distingue per l’Adagio in si minore, “dolcemente malinconico, è forse il più bel solo accompagnato che sia mai stato scritto per flauto” (Alfred Einstein). Il quartetto in do maggiore – così come quello in Sol maggiore – riecheggia lo stile tenero di J. Christian Bach e propone, nel Finale, la versione originale del “Tema con variazioni” che sarà poi utilizzata per la Serenata per strumenti a fiato KV 361. “Rondeaux - Allegretto grazioso, ma non troppo presto, però non troppo adagio - Così - così - molto garbo ed espressione” è ciò che scrive scherzosamente Mozart sul frontespizio dell’ultimo quartetto con flauto, il KV 298 in La maggiore: composto a Parigi prendendo a prestito la melodia di Paisiello “Chi mi mostra, chi m’addita, dove sta il mio dolce amore”. A cimentarsi nell’esecuzione integrale dei quattro quartetti sarà il flautista Tommaso Benciolini, accompagnato dal trio d’archi estone La Phoenix String Trio composto da Johanna Marie Ainomäe al violino, Sandra Hiie alla viola e Aike Randmann al violoncello. Benciolini, formatosi sotto la guida del maestro Stefano Maffizzoni,
è uno dei più promettenti talenti del panorama italiano: a soli 24 anni si è già esibito in tutta Europa collaborando stabilmente con l’Orchestra Antonio Vivaldi di Como, con l’Orchestra Filarmonica del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo e con la Hulencour Soloists
Chamber Orchestra di Bruxelles. Regolarmente ospite presso il Festival di Musica Contemporanea di L’Avana (Cuba), ha recentemente debuttato come solista al Teatro La Fenice di Venezia e alla Sala Verdi di Milano (per la storica stagione delle “Serate Musicali”). _
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Giovedì 4 febbraio 2016
I GRANDI INTERPRETI
Teatro Bibiena | ore 20.45
Abbonamento
Società della Musica
F. Chopin 2 Notturni op. 32 Notturno in Si Maggiore Andante sostenuto Notturno in La Maggiore Lento Sonata No. 2 in Si bemolle minore, Op. 35 Grave. Doppio movimento Scherzo Marche funèbre Finale. Presto
Grazie al sostegno di:
L’illustre tradizione della scuola pianistica russa è certamente incarnata, al giorno d’oggi, da pochissimi artisti; tra questi pochissimi occupa un posto d’onore Grigory Sokolov, 65 anni, una lunghissima carriera alle spalle avviata clamorosamente dalla vittoria, nel 1966 a soli sedici anni, al Concorso Čajkovskij di Mosca. Da quel momento la carriera di Sokolov ha trovato uno sviluppo internazionale che ne ha consacrato le doti tecniche eccezionali e la singolare ecletticità interpretativa, su un percorso tuttora aperto, mai scaduto nella routine, che lo ha reso fino ad oggi sempre interessante ed originale e non giudicabile secondo i criteri più usuali. “E semplicemente un dato di fatto – ha scritto di lui Geoffrey Norris sul Telegraph – che l’ascolto di Sokolov sveli in modo inequivocabile che si è in presenza di un qualcuno straordinario, e di un qualcuno che possiede una speciale conoscenza ed un modo del tutto personale di articolare, chiarire, trovando comunione con la musica che esegue e svelandone il cuore autentico”. Con tali premesse si può dire che qualunque programma egli affronti è assicurata una messe di emozioni e di scoperte per il pubblico. Per questa serata che inaugura la stagione di Società della Musica, i due Notturni op. 32 (1837) e la celebre Sonata n. 2 in si bemolle minore op. 35 (1839) di Chopin, uniche musiche annunciate del suo attesissimo recital, bastano ed avanzano per rendere possibile un incontro memorabile con lo stupefacente genio dell’artista di San Pietroburgo. _
© Mary Slepkova / DG
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Grigory Sokolov, pianoforte
Domenica 7 febbraio 2016 Teatro Bibiena | ore 17.00
GITANI E MAGIARI: LA MUSICA ZIGANA
Quartetto K
Fantasia Ungherese Brano tradizionale ungherese
Jeno Hubay (1858 - 1937) Serenade
Johannes Brahms (1833 - 1897) Danza Ungherese n. 5
Jerry Bock (1928) To Life dal musical Il Violinista sul Tetto
Chanson Tzigane Djelem Djelem
Franz Lehar (1870 - 1948) Frasquita
Vittorio Monti (1868 - 1922) Czarda
Friedrich Kreisler (1875 - 1962) Marcia Viennese
Dimitri Shostakovich (1906 - 1975) Romance
Isaak Dunayevsky (1900 - 1955) Tsvetyot Kalina, dal film Cossack the Cuban
Brani Popolari Russi Ja Vstretil Vas, Mama
Antonin Dvorak (1841 - 1904) Umoresque
Alfred Schnittke (1934 - 1998) Polka
Brano tradizionale russo Dve Gitari
Abbonamento
Concerti della Domenica MantovaMusica
Stefano Martini, violino Matteo Salerno, flauto Egidio Collini, chitarra Fabio Gaddoni, contrabbasso
Grazie al sostegno di:
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I paesi dell’Europa centrale, quell’area che un tempo costituiva il grande impero austro ungarico, hanno nella loro tradizione popolare un patrimonio musicale di grande fascino e straordinaria bellezza a cui si sono ispirati da sempre i più grandi compositori del passato tra cui Brahms, Dvorak, Kodaly e Bartok. Molti di loro trassero nuova linfa da questo immenso repertorio ed alcuni crearono un punto di incontro tra il repertorio popolare e la musica classica. Questo programma celebra proprio questo incontro tra classico e tradizione, tra oriente ed occidente, un ponte tra due linguaggi che dialogano e si fondono dando vita ad un nuovo genere musicale. Si tratta di un viaggio attraverso la tradizione musicale magiara della mitteleuropa passando per la Russia zarista di inizio secolo scorso per arrivare fino ai piccoli villaggi della Transilvania e del sud dell’Ungheria dove i musicisti girovaghi accompagnavano la danza, la preghiera e ogni altro momento importante. Anche il mondo del cinema ha ispirato il gruppo a dar vita a progetti dedicati a pellicole dalle splendide colonne sonore tra cui spiccano quelle del regista Emir Kousturica a cui se ne aggiungono tante altre come Il Violinista sul Tetto, Train de Vie, Yentel ecc... Tutto questo verrà rivisitato nello stile personale del quartetto in un costante equilibrio tra tradizione e innovazione. Il Quartetto K riscuote immancabilmente i favori del pubblico che da sempre apprezza il
tono informale con cui i musicisti si propongono unito alla grande capacità tecnica e strumentale e alla cura degli arrangiamenti. In oltre dieci anni di attività il quartetto si è esibito in festival e rassegne in tutta Italia e in occasione del con-
certo presso il Teatro Alighieri il Quartetto K ha recentemente ricevuto anche gli apprezzamenti della Sig.ra Maria Cristina Muti, Presidente del Ravenna Festival e moglie del celebre direttore d’orchestra. _
sentito l’ammortamento della spesa di costruzione attraverso i proventi che sarebbero derivati dalla concessione dell’uso dei palchetti. E, certo allo scopo di stimolare le richieste in tale senso, fu prospettato dagli accademici un programma d’impiego della sala non limitato ad adunanze scientifiche, ma aperto anche a recite e a concerti.
TEATRO BIBIENA i luoghi storici
A
Mantova dopo il crollo del regime gonzaghesco avvenuto nel 1707, cui successe il governo della casa d’Austria, l’eredità spirituale fu raccolta dai Timidi, il cui sodalizio sopravvisse, oscillando per qualche tempo fra tendenze di gusto arcadico e sempre più vigorose suggestioni razionalistiche… …Nel 1766 il rettore dell’Accademia dei Timidi, conte Carlo Ottavio di Colloredo, inviò a Milano al plenipotenziario per la Lombardia austriaca, Carlo di Firmian, un ambizioso piano di trasformazione del vetusto ente letterario in un istituto di altro tipo, dotato di un’articolazione appoggiata a una molteplicità di competenze e largamente aperto a istanze di ordine scientifico, in piena aderenza, ormai, agli entusiasmi intellettuali del momento. Il Firmian, esaminato il progetto, lo trasmise con parere favorevole a Vienna per l’approvazione da parte dell’imperatrice Maria Teresa... …In attesa della deliberazione imperiale i Timidi decisero di demolire, nell’interno del palazzo, il
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teatrino cinquecentesco, nonché un assieme di vani contigui, e di creare nello spazio così ottenuto una sala solenne e capace da impiegare per sessioni pubbliche, cioè aperte alla cittadinanza. Animava nel contempo gli accademici mantovani la speranza di essere presto in grado di ricostruire l’intero palazzo per adeguare la sede alle esigenze nuove e pressanti che erano venute maturando. Nel marzo del 1767, mentre si provvedeva a demolire il vecchio teatrino, i Timidi stabilirono che anche la nuova sala dovesse presentarsi a guisa di teatro: un teatro non più a gradinata come quelli rinascimentali, ma a palchetti cingenti la platea in due ordini sovrapposti, secondo il genere di struttura inventato nel Seicento e che ormai imperava. D’altronde, una sala così formata avrebbe con-
Così fissati gli intendimenti, è logico che per i disegni dell’ambiente desiderato e per la realizzazione di esso i Timidi si rivolgessero a un esperto di creazioni teatrali. Presero accordi, infatti, con un architetto che in quel campo godeva della massima rinomanza: un Galli Bibiena, Antonio, membro tra i più geniali della famosa casata emiliana che, nell’arco dell’età barocca, aveva generato un folto gruppo di artisti consacratisi ad ogni settore dell’architettura, ma soprattutto specializzati nell’ideare con stupefacente e inesauribile fantasia interni di teatri, scene per spettacoli, apparati per fastose pompe. Con vivacità prodigiosa, pari alle risorse dell’estro, i Galli Bibiena, detti anche i Bibiena senz’altro, avevano percorso quasi tutta l’Europa, dall’Italia all’Austria e alla Francia, dalla Spagna alla Boemia, dalla Germania all’Olanda e all’Inghilterra, dal Portogallo alla Russia e alla Svezia, servendo preminentemente le Corti e destando ovunque, con le proprie opere, la più entusiastica ammirazione.
Nell’anno anzidetto 1767 erano ancora viventi e operosi, oltre ad Antonio, altri due dei Bibiena architetti: il fratello Giovan Maria e il nipote Carlo Ignazio, dimoranti entrambi oltr’Alpe. Unico Antonio, dunque, rappresentava in Italia la gloriosa stirpe. Quando gli accademici mantovani gli affidarono l’incombenza di progettare e di eseguire la loro sala, egli era già settantenne, essendo nato a Parma nel 1697, ma l’età avanzata non aveva diminuito la vigorosa capacità inventiva, cui era unita un’energia fisica sorprendente. Circa la detta sala è da dire che essa, ancor prima di venire concretata, ricevette la qualificazione di teatro “scientifico”, in rapporto con la finalità precipua che i Timidi si proponevano di assegnarle... …La sala voluta dagli accademici doveva essere sì un teatro, però sui generis, destinato quale era a manifestazioni da godere più con l’udito e con l’intelletto, che non attraverso la visione di allestimenti spettacolari. Si trattava addirittura di rinunciare al palcoscenico, inteso secondo la spaziosa accezione divenuta consueta nell’età barocca, e di collocare invece in fondo all’ambiente una tribuna. Antonio recepì il senso della committenza mantovana e concepì il concludersi dello spazio con un ritorno alla scena fissa: però una scena fissa configurata, con insolita formula, come una sorta di loggiato praticabile, teso frontalmente a due piani, cioè come due corridoi costruiti uno sull’altro, il che venne a donare all’ambiente una
singolare nota di circolarità, appena accennata nella mossa e sapiente sintassi della composizione architettonica generale. Il Bibiena adempì in soli due anni all’obbligo che nel 1767 aveva contratto coi Timidi: vi adempì anzitutto ideando lo speciale teatro che da lui si desiderava, poi dirigendone i lavori di fabbrica e infine, con abilità di pittore oltre che di architetto, affrescando personalmente gli interni de i numerosi palchetti con figurazioni monocrome, che sono pure esse documento prezioso dell’attività artistica dell’insigne maestro. Il 3 dicembre 1769 lo “scientifico”, finito di tutto punto, poteva essere inaugurato. La brillante soluzione data da Antonio al problema creativo postogli dagli accademici mantovani aveva generato non soltanto un gioiello squisito per gli equilibri fra movimento ed eleganza, ma anche un’opera da valutare come notevolissima nell’ampio quadro delle suddette sperimentazioni bibienesche e come una delle formulazioni architettoniche più significative del tardo Settecento europeo. Poco più di un mese dopo l’inaugurazione, il 16 gennaio 1770 il giovinetto Wolfgang Amadeus Mozart, appena quattordicenne, giunto a Mantova nel giro della sua prima tournée italiana, consacrava, per così dire, l’incipiente vita del leggiadro teatro “scientifico” dandovi insieme
col padre, Leopold, un memorabile concerto. Il 26 gennaio Leopold Mozart in una lettera inviata alla moglie parlava di quella serata e nel contempo descriveva lo “scientifico” con acuta percezione della realtà di esso: “Nella mia vita non ho mai visto nulla, nel suo genere, di più bello... Non si tratta propriamente di un teatro, bensì di una sala a palchetti, costruita sul tipo dei teatri d’opera. Ove dovrebbe trovarsi il palcoscenico sta una tribuna per chi suona; dietro di essa corre una galleria che somiglia a una serie di Palchetti ed è fruibile da parte degli spettatori”. Non poteva essere formulata una definizione più precisa. In Mantova il teatro accademico fu tra gli ultimi trionfi della fantasia barocca, prima del vittorioso sopraggiungere degli orientamenti neoclassici. _
Testo tratto da: Ercolano Marani, Il palazzo accademico di Mantova e teatro “scientifico” di Antonio Bibiena, in: Il teatro di Antonio Bibiena in Mantova e il Palazzo accademico, Mantova, E.M.M., 1979 27
Martedì 9 febbraio 2016 Madonna della Vittoria | ore 20.45
INTEGRALE DEI QUARTETTI PER ARCHI DI BEETHOVEN
Abbonamento
Società della Musica MantovaMusica
PROGRAMMA N. 1
L. van Beethoven Quartetto in Re maggiore op. 18 n. 3 Allegro Andante con moto Allegro Presto Quartetto in Fa maggiore op. 18 n. 1 Allegro con brio Adagio affettuoso ed appassionato Scherzo. Allegro molto Allegro Grazie al sostegno di:
* * * Quartetto in La minore op. 132 Assai sostenuto - Allegro Allegro ma non tanto Molto adagio - Andante - Molto adagio Alla marcia - Assai vivace Allegro appassionato
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Quartetto di Venezia Andrea Vio e Alberto Battiston, violini Giancarlo di Vacri, viola Angelo Zanin, violoncello
“La perfetta padronanza tecnica e la forza delle interpretazioni (…) pongono il Quartetto di Venezia ai vertici della categoria e fra i pochissimi degni di coprire il ruolo dei grandi Quartetti del passato”. Parole di Bruno Giuranna, camerista fra i più prestigiosi del panorama nazionale e internazionale; parole che bastano per presentare le credenziali dell’insieme veneto che ha oltre-
passato qualche tempo fa i trent’anni di attività artistica e che in questa stagione mantovana dà corso all’esecuzione integrale dei quartetti di Beethoven in 6 appuntamenti, con la cadenza di due concerti l’anno. Si comincia con due dei 6 numeri dell’op. 18 pubblicata nel 1801, che fu l’opera d’esordio per il maestro di Bonn e che ne svelò il talento, il senso delle proporzioni, la
chiarezza, l’assenza di banalità. E poi si prosegue con uno dei lavori più avanzati, l’op. 132 del 1825, che dà conto dei progressi linguistici compiuti da Beethoven, quanto del suo senso visionario nell’ultimo scorcio della sua vita. Un itinerario appassionante, per conoscere un capitolo essenziale della musica ottocentesca e del genere più intellettuale del camerismo strumentale. _
MADONNA DELLA VITTORIA i luoghi storici
L
a chiesa fu edificata nel 1495 per volontà del marchese Francesco Gonzaga, che volle legare la costruzione dell’edificio alla vittoria da lui ottenuta sui francesi di Carlo VIII, al comando della Lega Veneziana, nella battaglia di Fornovo. Fu consacrata l’anno successivo. La responsabilità del progetto è da assegnare a Bernardino Ghisolfo, in quel periodo responsabile delle fabbriche gonzaghesche. La semplice facciata della chiesa, in stile tardo gotico, si affaccia sulla piazzetta di san Simone; presenta un fregio in terracotta che corre sotto il cornicione, sui lati visibili dell’edificio. L’apparato decorativo interno è rinascimentale, di ambito sicuramente mantegnesco: infatti una stretta relazione con le idee di Andrea Mantegna, con il suo gusto per l’antichità classica e per i marmi romani, è riscontrabile nell’effetto illusionistico della pittura che caratterizza l’intera navata della chiesa. La parete di fronte alla porta d’ingresso presenta ancora parti di una raffinata tappezzeria a finto cuoio cordovano ed è contro di essa che s’innalzava la pala mantegnesca della 30 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Madonna della Vittoria. La pala, commissionata da Francesco II ad Andrea Mantegna, fu iniziata nel 1495 e terminata nel 1496, proprio come la chiesa che l’avrebbe poi ospitata e con la stessa motivazione. La trionfale composizione è inserita in un pergolato lussureggiante di fiori, frutta, uccelli, pietre preziose, dal brillante effetto cromatico. La Madonna in trono col Bambino è raffigurata mentre benedice Francesco II, guerriero inginocchiato a chiedere protezione. Attorno personaggi sacri: San Michele, San Giorgio, Sant’Andrea, San Longino e, ai piedi della Vergine, Santa Elisabetta e San Giovannino. Sulla base marmorea del trono si legge l’intera sequenza raffigurante la creazione dell’uomo, il peccato originale e la cacciata dal Paradiso terrestre. Questa splendida pala, tempera su tela, di grandi dimensioni (cm. 280x166), requisita dai francesi nel 1797, è oggi conservata al museo del Louvre. Recentemente, su una felice intuizione del direttore del Museo Civico di Palazzo Te, Ugo Bazzotti, sono stati scoperti, intatti, nelle dodici vele delle volte della chiesa, affreschi raffiguranti immagini di santi e beati.
La stupefacente scoperta delle volte non è visibile dalla navata della chiesa: un soffitto ottocentesco divide infatti l’aula inferiore dalla parte alta. In proposito resta acceso il dibattito tra sovrintendenti e studiosi sull’opportunità di rimuovere tale soffitto che, attualmente fa da pavimento agli spazi occupati dal soprastante asilo Strozzi Valenti Gonzaga. L’asilo trovò collocazione al piano superiore della chiesa dal 1899. Il piano inferiore, dopo varie utilizzazioni, fu sede, dal 1942 al 1986, prima di un’officina meccanica, poi del laboratorio di cromatura e nichelatura con bagni galvanici della ditta Staboli. Dal 2001 la Chiesa è stata affidata in concessione dal Comune di Mantova all’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, che si è assunta l’onere del risanamento e del recupero dell’edificio e che, grazie anche ai contributi di numerosi sponsor e del Ministero dei Beni culturali (attraverso la Direzione Regionale per i Beni Ambientali e il Paesaggio della Lombardia e la Soprintendenza per i Beni Ambientali e il Paesaggistici di Brescia, Cremona, Mantova), hanno restituito alla città, dopo anni di lavori, lo straordinario monumento, inaugurato il 5 settembre 2006. Da questa data la chiesa, diventata museo di se stessa, è aperta al pubblico e, utilizzata per conferenze, convegni, concerti e mostre temporanee, svolge una funzione di riferimento artistico e di aggregazione per la città e il territorio. _
Domenica 14 febbraio 2016 Teatro Bibiena | ore 17.00
JOHANNES BRAHMS: LE DANZE UNGHERESI
Duo pianistico Schiavo - Marchegiani
Abbonamento
Concerti della Domenica MantovaMusica
Johannes Brahms (1833 - 1897) Danze Ungheresi 1-21
Grazie al sostegno di:
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n. 1 in Sol minore: Allegro molto n. 2 in Re minore: Allegro non assai n. 3 in Fa maggiore: Allegretto n. 4 in Fa minore: Poco sostenuto n. 5 in Fa diesis minore: Allegro n. 6 in Re bemolle maggiore: Vivace n. 7 in La maggiore: Allegretto n. 8 in La minore: Presto n. 9 in Mi minore: Allegro non troppo n. 10 in Mi maggiore: Presto n. 11 in Re minore: Poco andante n. 12 in Re minore: Presto n. 13 in Re maggiore: Andantino grazioso n. 14 in Re minore: Un poco andante
n. 15 in Si bemolle maggiore: Allegretto grazioso n. 16 in Fa minore: Con moto n. 17 in Fa diesis minore: Andantino n. 18 in Re maggiore: Molto vivace n. 19 in Si minore: Allegretto n. 20 in Mi minore: Poco allegretto n. 21 in Mi minore: Vivace
Le 21 Danze Ungheresi, scritte originariamente per pianoforte a quattro mani, furono composte da Brahms tra il 1852 e il 1869, in un periodo che perciò abbraccia ben 17 anni. In seguito all’enorme successo che ottennero, furono immediato oggetto delle più svariate trascrizioni. Celebri soprattutto le versioni per orchestra, tre delle quali (Danze n. 1, 3 e 10) furono realizzate dallo stesso Brahms; le altre trasposizioni orchestrali furono curate da diversi compositori tra cui Dvorak. Sono opere di straordinaria brillantezza e vivacità inventiva che sotto la loro fresca imme-
diatezza nascondono un raffinatissimo studio armonico e timbrico. Al pari di molti musicisti dell’epoca romantica, in particolare tedeschi, Brahms nutrì sempre un interesse per la musica popolare ungherese. Ma, come per le Rapsodie di Liszt, venne a crearsi un equivoco: le Danze di Brahms dovrebbero infatti intitolarsi “zigane” piuttosto che “ungheresi”. Fino all’inizio del ‘900, infatti, l’autentica musica magiara, di estrazione contadina, era completamente sconosciuta: saranno Bartòk e Kodàly a esplorarne l’immenso patrimonio
e a diffonderne la conoscenza. All’epoca di Brahms, invece, la musica popolare ungherese era confusa con quella zigana. Sergio Marchegiani e Marco Schiavo, parallelamente all’intensa attività solistica, formano un duo stabile con il quale hanno tenuto centinaia di concerti in tutto il mondo nelle sale più prestigiose: dalla sala grande della Carnegie Hall a New York alla sala grande della Philharmonie e del Konzerthaus di Berlino dalla celeberrima sala d’oro del Musikverein e sala grande del Konzerthaus di Vienna al Teatro alla Scala di Milano. _
Domenica 21 febbraio 2016 Teatro Bibiena | ore 17.00
IL CLARINETTO VIRTUOSO Primo Premio Concorso Internazionale di Ginevra
Fabio Di Casola, clarinetto Claude Hauri, violoncello Corrado Greco, pianoforte
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Concerti della Domenica MantovaMusica
Johannes Brahms (1833 - 1897)
Sonata op. 120 n. 1 per clarinetto e pianoforte Allegro appassionato. Sostenuto ed espressivo Andante un poco Adagio Allegretto grazioso Vivace
Grazie al sostegno di:
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Sonata op. 99 per violoncello e pianoforte Allegro vivace Adagio affettuoso Allegro passionato Allegro molto Trio op. 114 per clarinetto, violoncello e pianoforte Allegro Adagio Andantino grazioso Allegro
Per il clarinetto sono state originariamente concepite le due Sonate op. 120; come le altre composizioni di Brahms che vedono il clarinetto in un ruolo solistico (il Trio op. 114, il Quintetto op. 115) esse appartengono all’estrema stagione creativa dell’autore, e devono la loro origine all’incontro con uno straordinario strumentista, Richard von Muhlfeld. Nel 1891 Brahms, incurante della celebrità e addolorato dalla perdita di persone a lui care, aveva appena confessato al suo amico ed editore Simrock di aver apposto la parola “fine” alla sua attività creativa quando, a Meiningen,
fece la conoscenza di Muhlfeld, che ricopriva la carica di primo clarinetto presso la locale orchestra di corte. Le doti somme dello strumentista vinsero tutti i propositi di inattività del compositore e gli dettarono nell’estate seguente il Trio segnato da un’atmosfera elegiaca, piuttosto contemplativa e le due Sonate op. 120 sarebbero seguite nel 1894, nate di getto nel corso di una vacanza a Ischl, dopo un nuovo incontro, avvenuto a Vienna, con il clarinettista. Mentre si chiamava Robert Hausmann il violoncellista che indusse Brahms a comporre la superba Sonata
in fa maggiore n. 2 op. 99. Al violoncellista berlinese e all’autore si deve la prima esecuzione pubblica della sonata a Vienna. Il flusso impetuoso del primo movimento, l’intensità espressiva del secondo, l’energia imperiosa del terzo, l’intonazione quasi lirica del quarto, in forte contrasto con lo stile grandioso dei movimenti precedenti. Raffinati interpreti di questo intenso programma il vincitore del Concorso Internazionale di Ginevra il clarinettista Fabio Di Casola, il violoncellista svizzero Claude Hauri e il pianista Corrado Greco componenti del celebre Trio Des Alpes. _
Sabato 27 febbraio 2016 Auditorium Monteverdi | ore 20.45
TRA VECCHIO E NUOVO MONDO
Massimo Quarta, violino Luigi Puxeddu, violoncello Giampaolo Stuani, pianoforte
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Società della Musica MantovaMusica
Zoltán Kodály Duo per violino e violoncello op. 7 in Re minore Allegro serioso, non troppo Adagio Maestoso e largamente, ma non troppo lento
Un programma a due facce, quello reso possibile da una formazione strumentale che si scompone e che affronta così due momenti molto diversi della musica cameristica. Da un lato l’ardito Duo per violino e violoncello dell’ungherese Zoltán Kodály, presentato nel 1918, nel quale si fondono memorie folcloristiche, eredità barocche ed una potente e declamata inventiva carica di ispirazione; dall’altro uno dei capolavori più amati del boemo Dvořák, che con il
Trio con pianoforte op.90 del 1891, l’ultimo dei quattro che compaiono nel suo denso catalogo, traduce il carattere della dumka, canto popolare di origine russa (e di qui il titolo di “Dumky”) in un andamento rapsodico e ricchissimo di contrasti, di coinvolgente vivacità. Gli interpreti di questa serata appartengono tutti all’élite del concertismo nazionale: Massimo Quarta (violino) che nel 1991 trionfò al prestigioso Concorso “Paganini” di Genova – primo vin-
citore italiano dopo Accardo – è nel pieno di una carriera che oggi lo vede anche cimentarsi con successo anche come direttore; il violoncellista Luigi Puxeddu, per quasi due decenni protagonista fra i Solisti Veneti, ha all’attivo esperienze con i più rinomati musicisti italiani; mentre il mantovano Giampaolo Stuani, dopo le tante affermazioni giovanili su scala internazionale, oggi porta a profitto la vastità dei suoi interessi e la duttilità del suo maturo stile pianistico. _
Antonín Dvořák Trio No. 4 in Mi minore Op. 90, B 166 “Dumky” per pianoforte, violino e violoncello (1891) Lento maestoso - Allegro quasi doppio movimento - Lento maestoso - Allegro Poco Adagio - Vivace non troppo - Poco Adagio - Vivace Andante - Vivace non troppo - Andante Andante moderato - Allegretto scherzando - Meno mosso Allegro - Meno mosso, quasi tempo primo Lento maestoso - Vivace - Lento - Vivace Grazie al sostegno di:
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AUDITORIUM MONTEVERDI AUDITORIUM CAVAZZONI i luoghi storici
I
l convento di Santa Maria della Misericordia era uno spazio, alquanto malandato, destinato a sede temporanea per vari istituti scolastici oppure una sede momentanea quando situazioni d’emergenza lo imponevano. Per i più, l’edificio era conosciuto come la vecchia caserma Palestro e quasi nessuno rammentava la precedente intitolazione a Ferdinando di Savoia immediatamente assegnata dopo il 1866 con l’ingresso di Mantova nel regno d’Italia. Gli austriaci, prima, la chiamavano semplicemente caserma di San Barnaba: caserme Sankt Barnaba. La nuova destinazione d’uso dell’antico convento era però stata decretata, nel 1797, durante l’occupazione francese. Oltre due secoli dopo, grazie all’intervento della Provincia, l’antico spazio virginale delle Servite è ritornato a fasti antichi per trasformarsi in «cittadella della Musica», per ospitare lo storico Conservatorio Campiani, la sua ricchissima biblioteca della musica, il museo degli strumenti musicali e un moderno e funzionale «auditorium». E il tutto è avvenuto con un intervento di recupero che ha restituito, con misura filologica, l’antico 38 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
spazio cinquecentesco, uno spazio che nonostante le multiformi utilizzazioni non aveva subito alterazioni drastiche. Dei tempi della caserma sono ora riemerse durante recenti saggi, nascoste da numerosi scialbi, le tracce di scritte che riferiscono del più recente stanziamento dei militari italiani. Negli ambienti che si affacciano sul chiostro si può così leggere: prigionia di rigore caporali e soldati, prigionia semplice caporali, spaccio, e una interessante mappa dell’Italia dipinta ad olio direttamente sull’intonaco. Nello spazio del grande refettorio, ripartito oggi in più ambienti, sopravvive sulle volte una dimessa decorazione floreale di primo novecento. Sulle lunette che chiudono il salone ricavato nel refettorio due allegorie militari, di modesta fattura, rimandano ancora alla stagione della vecchia destinazione militare. È proprio in questa sala, ancora da restaurare, che i saggi tecnici hanno portato
in luce lacerti della decorazione cinquecentesca realizzata da Gianfrancesco Tura. Le superfici esterne che si affacciano sul chiostro principale sono state già oggetto di un paziente restauro che ha fatto emergere testine di angeli, fasce decorative con girali vegetali, cornici rosse e gialle intorno alle finestre e alle ghiere degli archi, tondi con santi aureolati, sfingi dal volto di donna e il corpo di leone, delfini e amorini, papere e uccelli e, su fondo blu, il busto di un misterioso giovane dalla chioma bionda e fluente. Certamente poco per immaginare una impegnativa campagna decorativa che, probabilmente, aveva visto anche il coinvolgimento di Lorenzo Leonbruno. Ma ciò che più conta è che la realizzazione della Cittadella della Musica ha creato una esperienza di rigenerazione urbana che ha ridato dignità a un esempio tipico dell’architettura conventuale cinquecentesca. Il complesso delle Servite esprime
infatti, tuttora, la dimensione aggiornata introdotta dagli ordini mendicanti nella tradizione degli antichi monasteri. La disposizione generale segue comunque una tradizione che prevede l’opportunità di porre la chiesa vicino al chiostro, quest’ultimo circondato dagli altri edifici strategici del convento, con al piano terreno la sala del capitolo, la cucina, il refettorio e, al piano superiore, le celle. La restituzione del convento fa emergere pure antiche storie che rimandano alla sua fondazione. Nessun documento, purtroppo, ci fornisce informazioni esatte sui tempi del cantiere di Santa Maria della Misericordia o sull’architetto che ne diresse i lavori. Si può tuttavia presumere che possa aver usufruito dell’iniziale consulenza del prefetto delle fabbriche allora in carica: Bernardino Ghisolfo. Ma non fu solo l’iniziativa marchionale a promuoverne la costruzione quanto una serie di vicende legate alla religiosità popolare in auge nella città dei Gonzaga. A Mantova – così si narra – Benvenuta, sorella del terzo ordine dei Serviti, per intercessione della beata Elisabetta de Picenardi era uscita da un’inguaribile malattia e aveva dedicato ogni cura perché molte donne si riunissero in un luogo comune, per condurre una vita religiosa: era il giorno della festività della purificazione di Maria Vergine, il 2 febbraio 1482. È questa la data che si può assumere simbolicamente come momento di aggregazione del primo nucleo delle Servite. La data simbolica di fondazione della struttura dell’attuale via Conciliazione va posta invece al 2 febbraio del 1497, vale a dire al quindicesimo anno di costituzione della
piccola comunità di religiose. Allora solo otto suore avevano vestito ufficialmente gli abiti impegnativi del secondo ordine dei servi di Maria, un abito che prevedeva la clausura. Gradualmente, il monastero si dotò di una struttura funzionale, con un ampio refettorio, una camera del fuoco comune, un chiostro, opportuni parlatoi, camere di ricevimento, ghiacciaia, passetti, bugadera e altri servizi appropriati. Le maestranze dei cantieri ducali offrirono i loro servizi per l’abbellimento delle sale di rappresentanza, a cominciare dal refettorio. Anzi, sotto la centenaria coltre di colori, dovrebbe ancora sopravvivere parte di quei decori che Gianfrancesco Tura (Tura mantovano) vi realizzò. L’artista, come attestano i documenti, ricevette una mercede di “ducati vinti, a soldi 93 per ducato, per depinzere alle sore de Santo Barnaba, quali sono stà sborsati per il spectabile messer Iulio suprascripto, de comissione del prefato signor nostro”. Dunque anche Giulio Romano dovette dedicare al complesso religioso una non proprio fugace attenzione. La buona organizzazione del cenobio e la qualità abitativa degli spazi furono premiate con la vestizione nel monastero di molte donne di casa Gonzaga. Un grande intervento di rinnovamento architettonico che investe soprattutto la chiesa esterna avviene nel 1757: “incominciossi a rifabbricare la detta chiesa e si terminò come ella è al presente l’anno 1759”. Il corpo di fabbrica della chiesa, ortogonale alla strada, coperto da un tetto a due spioventi, affiancato da un campanile oggi scomparso, fu rinnova-
to anche nella facciata, grazie anche alla consulenza di Giovanni Maria Borsotto. Gli interventi modificarono radicalmente l’aspetto della chiesa esterna, delineando una navata unica con paraste e capitelli corinzi in stucco e ripartendo con fasce rilevate l’originaria volta a botte in mattoni. La chiesa interna conservò, invece, l’assetto originario, senza alcun adeguamento al gusto settecentesco. L’intervento realizzato in questi ultimi anni ha ridato dignità proprio a tale ambiente, trasformato in un auditorium che rifunzionalizza lo spazio senza intaccare le linee del luogo sacro. L’architetto Carmine Mastromarino ha anche lasciato in essere l’antica divisione tra le due chiese. Gli spazi della chiesa esterna, ravvivati dagli stucchi di Stanislao Sommazzi, hanno così riconsegnato un ambiente utilizzato, fino a pochi anni fa, come palestra scolastica. La chiesa restituita, sebbene spoglia delle preziose tele che la ornavano, diventa quindi oggi un ideale foyer che guida all’auditorium vero e proprio. I 40 metri di lunghezza delle due distinte navate emergono in tutta la loro autorevole dignità, frutto di una rivitalizzazione architettonica fino a pochi anni fa impensabile. Quello che sembrò, a metà settecento, il canto del cigno della “picciol compagnia” religiosa, quando si era alla vigilia di eventi che avrebbero cambiato per sempre l’organizzazione della comunità mantovana, riemerge ora limpido dalla polvere della storia. _ Gianfranco Ferlisi 39
Domenica 28 febbraio 2016 Teatro Bibiena | ore 17.00
MONTECARLO PIANO MASTER
Abbonamento
Concerti della Domenica MantovaMusica
F. Chopin Variations brillantes op. 12 Sonata n° 2 in Si bemolle minore, op. 35 Grave. Doppio movimento Scherzo Marche funèbre Finale. Presto * * * F. Liszt Consolation n° 3 Funerailles Mephisto Waltz n° 1, from Lenau’s Faust Waltz, from Gounod’s Faust
Grazie al sostegno di:
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Alberto Nosé, pianoforte
Un programma di trascendentale virtuosimo passando dalle struggenti sonorità di F. Chopin alla vigorosa potenza sonora di F. Liszt, il recital in cui si cimenterà il pluripremiato pianista Alberto Nosé considerato uno dei migliori e apprezzati musicisti della sua generazione. Ha ottenuto il suo primo riconoscimento all’età di undici anni, vincendo il Primo Premio al concorso internazionale Jugend für Mozart di Salisburgo, grazie al quale ha effettuato la sua prima tournèe in Italia, Austria e Francia. Successivamente ha vinto numerosi premi nei concorsi internazionali più importanti: World Piano Masters di Montecarlo, Top of the World International Piano Competition di Tromsø, Paloma O’Shea di Santander, F. Chopin di Varsavia, F. Busoni di Bolzano, Maj Lind di Helsinki, Long-Thibaud di Parigi, Vendôme Prize di Parigi, World Piano Competition di Londra, Premio Venezia, iniziando una strepitosa carriera che lo ha portato ad esibirsi in Europa e in tutto il mondo nelle più importanti sale da concerto e festival (Carnegie Hall di New York, Royal Festival Hall, Queen Elisabeth Hall e Wigmore Hall di Londra, Konzerthaus di Berlino, Théâtre du Châtelet e Salle Pleyel di Parigi, Mozarteum di Salisburgo, Beethoven Fest di Bonn, Liederhalle di Stoccarda, Chopin Festival di Ginevra, Auditorium Parco della Musica di Roma, Summer Festival di Lucerna). _
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Giovedì 3 marzo 2016 Madonna della Vittoria | ore 20.45
INTEGRALE DEI QUARTETTI PER ARCHI DI BEETHOVEN
Abbonamento
Società della Musica MantovaMusica
PROGRAMMA N. 2
L. van Beethoven Quartetto in Mi minore op. 59 n. 2 “Rasumovsky” Allegro Molto adagio Allegretto Presto * * *
Con la collaborazione di:
Quartetto in La maggiore op. 18 n. 5 Allegro Minuetto Andante cantabile con variazioni Allegro Grande Fuga op. 133
Club San Giorgio
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Quartetto di Venezia Andrea Vio e Alberto Battiston, violini Giancarlo di Vacri, viola Angelo Zanin, violoncello
Secondo appuntamento con il titolato Quartetto di Venezia e con i quartetti di Beethoven: un’altra serie di tre partiture per evocare tre momenti diversi dell’evoluzione stilistica: un numero dell’opera 18 di lieta semplicità, uno dell’op.59, che appartiene alla fase “eroica” del maestro tedesco, ed infine la difficilissima “Grande Fuga” che è un lavoro enigmatico e di gran complessità, e che Stravinskij a suo tem-
po giudicò “il pezzo di musica più contemporanea in assoluto che io conosca”, togliendolo dunque da un passato inerte per proiettarlo piuttosto in un presente carico di inquietudini. Tre opere diverse, inconfondibili e necessarie per la comprensione dell’eccezionalità di Beethoven e del suo messaggio proiettato nel futuro, per il quale il Quartetto di Venezia garantisce concretezza e affondo. _
Domenica 6 marzo 2016 Teatro Bibiena | ore 17.00
FESTA DELLA DONNA: OMAGGIO A MARIA CALLAS
Paola Sanguinetti, soprano Matteo Ferrari, flauto Andrea Candeli, chitarra
Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791) Marcia Turca
Giacomo Puccini (1858 - 1924) Quando m’en vo’
Ernesto De Curtis (1875 - 1937) Non ti scordar di me
Georges Bizet (1838 - 1875) Habanera
Gioachino Rossini (1792 - 1868) Danza Rossini
Vittorio Monti (1868 - 1922) Czarda Monti
Eduardo Di Capua (1865 - 1917) I’ te vurria vasà
Franz Lehar (1870 - 1948) La Vilja
Abbonamento
Concerti della Domenica MantovaMusica
Franz Peter Schubert (1797 - 1828) Die Nacht Grazie al sostegno di:
Giacomo Puccini (1858 - 1924) O mio babbino caro Johannes Brahms (1833 - 1897) Danza Ungherese n. 5
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Non occorre un abbonamento alla Scala per amare l’opera, è sufficiente una serata per riascoltare tutti i temi più amati del repertorio proposti dalla voce toccante e passionale del celebre soprano Paola Sanguinetti. Basta una serata per immergersi totalmente nelle pagine immortali di Verdi, Puccini, Bizet, basta una serata per riscoprire l’amore per l’opera o chi lo sa… per cominciare ad amarla. L’accompagnamento è affidato ad un duo di musicisti di grande esperienza, che ripropongono la pienezza e l’espressività del colore orchestrale attraverso le loro rivisitazioni arricchite dalla purezza di un approccio di tipo cameristico. Oltre ad accompagnare i brani cantati, il Duo Estense, formato dal flautista Matteo Ferrari e dal chitarrista Andrea Candeli, si esibirà in alcuni movimenti tratti da celebri titoli arricchendo così il concerto di una varietà di linguaggi secondo una formula di alternanza tra musica vocale e strumentale ampiamente collaudata dagli artisti e che riscuote sempre grande successo tra il pubblico. _
VOLTA MANTOVANA AGOSTO A CAVAION OMAGGIO A MARIA CALLAS
A
ppena conclusa l’apprezzatissima collana invernale dei Concerti della Domenica al Teatro Bibiena di Mantova, quella di Volta Mantovana ne rappresenta con l’avvento della primavera, la naturale continuazione, resa possibile grazie all’impegno organizzativo del professor Stefano Maffizzoni e al sostegno dell’ Amministrazione Comunale nella persona dell’attuale Assessore alla Cultura Dott.ssa Laura Parlato. La XVIII Edizione dei Concerti della Domenica vanta artisti di fama internazionale che avranno il piacere di esibirsi, per un mese intero, nella preziosa ed elegante cornice del Salone delle Feste di Palazzo Gonzaga, sede del Municipio. Durante i concerti, i visitatori possono godere della musica stando comodamente seduti all’interno della stupenda sala cinquecentesca totalmente affrescata dal pittore neoclassico mantovano Paolo Zandalocca (1741 - 1828), o passeggiando tra i giardini all’italiana della villa, dove le note, se il vento lo permette, vengono trasportate. _
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X V I°
20 16
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Lunedì 21 marzo 2016
Lunedì 21 marzo 2016
Duo Essentia
Auditorium Monteverdi | ore 11.00
Showroom Lubiam | ore 20.45
Alice Cortegiani, clarinetto Samuele Telari, fisarmonica
RIBALTA GIOVANI CONCERTO PER LE SCUOLE
MUSICA FUORI
Carlos Gardel Por una Cabeza
Abbonamento *FUORI ABBONAMENTO
Società della Musica
Società della Musica MantovaMusica
Nino Rota Amarcord Ennio Morricone Gabriel’s oboe Richard Galliano Tango Pour Claude George Gershwin Blues Pedro Iturralde Suite Hellénique
Grazie al sostegno di:
Astor Piazzolla Histoire du Tango Club Mantova
48 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Un’accoppiata strumentale inconsueta è questa del duo Essentia, destinata ad un itinerario fra generi diversi, ma circoscritto alla modernità: da Carlos Gardel, con il suo celeberrimo tango “Por una cabeza” legato ad una pellicola cinematografica del 1935 (ma poi riutilizzato in molte altre occasioni), a Nino Rota ed alla sua musica per il film “Amarcord” di Fellini; da Ennio Morricone con il suo penetrante tema per il film “Mission” al “Tango pour Claude” di uno dei più grandi fisarmonicisti del nostro tempo, Richard Galliano; dalla “Storia del tango” dell’argentino Piazzolla, che immagina un viaggio nel tempo in quattro tappe, alla “Suite Héllenique” dello spagnolo vivente Pedro Iturralde. Dunque un buon numero di pagine trascritte per valorizzare il curioso insieme di strumenti ed i suoi giovani interpreti, entrambi avviati ad una carriera promettente dopo i brillanti studi accademici e le numerose affermazioni in importanti concorsi d’esecuzione. _
Béla Kovacs Sholem-Alekhem, rov Feidman! 49
Sabato 2 aprile 2016
Domenica 3 aprile 2016
Spazio Studio Sant’Orsola | ore 20.45
Spazio Studio Sant’Orsola | ore 17.00
LO SCRIGNO E L’ANIMA VITA DI GIOVANNI BATTISTA VIOTTI Abbonamento
Società della Musica MantovaMusica
Con Giovanni Mongiano (Giovanni Battista Viotti) e Anna Mastino (cameriera di casa Chinnery)
Consulenza storica e musicologica Mariateresa Dellaborra Costumi Rosanna Franco Tecnico video Massimo Fonsatti Organizzazione generale Paola Vigna Produzione TeatroLieve
Grazie al sostegno di:
50 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Franco Mezzena, violino Nancy Barnaba, violino Luca Ranieri, viola Maria Cecilia Berioli, violoncello
Scritto e diretto da Giovanni Mongiano Musiche Giovanni Battista Viotti
e con Quartetto Viotti Con la collaborazione di:
Giovanni Mongiano Anna Mastino Quartetto Viotti
Giovanni Battista Viotti Quartetto in La maggiore N. 1 Op. 1 Allegro vivace Rondò (Allegretto un poco presto) Quartetto in Mi maggiore N. 6 Op. 1 Allegro Rondò (Allegretto) Quartetto concertante per due violini, viola e violoncello N. 1 in Fa maggiore Moderato Minuetto (Piuttosto presto) Andante-Andantino piuttosto con moto Allegretto
Nel luminoso e confortevole appartamento di casa Chinnery, Viotti è accudito da una vivace e indiscreta cameriera, che si convince che i racconti mirabolanti che viene ascoltando, giorno dopo giorno, siano solo frutto della malattia nervosa ma ne è così attratta da finire per assecondarli... Anche l’amabile Margaret cerca di alleviare le sue pene e invita a palazzo alcuni musicisti che sotto le finestre stanno suonando un quartetto di Viotti per omaggiare la sua meravigliosa arte...ritratto affettuoso del grande artista ma anche dell’uomo, delle sue fragilità, delle sue contraddizioni, dei suoi drammi e soprattutto della sua dirittura morale e del suo amore sconfinato per la musica e per il teatro...
Costruito intorno alla figura di Viotti, lo spettacolo si sviluppa secondo una efficace doppia partitura, in cui vicende biografiche e opere musicali si relazionano costantemente in un sapiente contrappunto dove una voce è ragione ed occasione espressiva per l’altra. Uno spettacolo teatrale, dunque, ma anche un concerto. O anche un concerto dentro una pièce teatrale. Uno spettacolo decisamente originale, che fa rivivere in modo inatteso e suggestivo le vicende appassionanti di un importante personaggio della storia della cultura italiana che aspetta ancora di essere adeguatamente studiato, compreso e valorizzato. Difficile racchiudere in una sola parola “Lo Scri-
gno e l’Anima”, esattamente come difficile è ri(con)durre Giovanni Battista Viotti a un solo ruolo: violinista, compositore, organizzatore, impresario teatrale, commerciante... etc. Viotti è tutte queste figure e molto di più. Un intreccio sapiente di parole e musica, memorie e desideri, passato e futuro, attraverso le capitali europee travolte dai brividi rivoluzionari. Un viaggio esemplificato dal repertorio musicale scelto che, partendo dalle prove giovanili dei primi quartetti arriva fino agli ultimi – concertanti, dedicati alla memoria del fratello Andrée – fulgidi esempi di un Classicismo in perfetto equilibrio tra tensione espressiva e armonia formale. _
L’opera, acquistata in un’asta Sotheby’s dalla famiglia Bianchi, è firmata Fra’ Semplice da Verona e risale al 1622. Di fatto, il quadro rientra nella sua città originaria: si tratta infatti di una delle opere della collezione dei Gonzaga vendute da Vincenzo II di Nevers a Carlo I d’Inghilterra intorno al 1627 e rimasto da allora nel castello di Holyrood, nella collezione del Duca di Hamilton. La grande tela viene quindi restaurata e posizionata al centro dello showroom, diventandone così il simbolo.
SHOWROOM LUBIAM
L
o showroom Lubiam, nella sede di viale Fiume 55 a Mantova, è un elemento chiave all’interno dell’azienda: è innanzitutto uno spazio espositivo, dedicato alla presentazione delle collezioni, agli eventi istituzionali e all’accoglienza degli ospiti ma, allo stesso tempo, è scenario quotidiano delle riunioni di lavoro e dei processi decisionali. Realizzato nel 1984 su progetto dell’Ingegner Mario Pavesi, celebre professionista mantovano noto per le numerose opere di edilizia sul territorio, lo showroom Lubiam è uno spazio polivalente nato per integrarsi perfettamente con l’ambiente di ingresso agli uffici. Ed è proprio allo scopo di favorire il dialogo fra questi spazi che nel 1986 la famiglia Bianchi affida a Ferruccio Bolognesi il compito di arricchire con le sue opere l’area di accoglienza dell’azienda, che porta agli uffici e allo showroom. Bolognesi, famoso pittore naïf, scultore e scenografo mantovano, firma con quadri, sculture, specchi e installazioni l’ingresso della Lubiam, 52 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
una delle prime aziende al mondo ad affidare un progetto di design d’interni ad uno scenografo. Da allora, l’area d’ingresso e lo showroom di viale Fiume 55 hanno ospitato svariate manifestazioni artistiche – fra cui, nei primi anni ‘90, le personali dei pittori Luca Bertasso, Massimo Crestini, Giuseppe Lucchini, dello stesso Ferruccio Bolognesi, del naïf contadino Bruno Rovesti e la retrospettiva dei dipinti del musicologo e giornalista Piero Dallamano – e sono ancora oggi utilizzate come location per mostre ed esposizioni culturali. Nel 1987, sulla scia dei festeggiamenti per i 75 anni di Lubiam, lo showroom mantovano viene definitivamente consacrato a luogo dell’arte con l’acquisizione della tela seicentesca “La cacciata dell’invitato indegno”.
SPAZIO STUDIO SANT’ORSOLA i luoghi storici
A
Pur rimanendo fedele alla sua struttura originaria, lo showroom di Lubiam ha subito nel tempo qualche variazione: il progetto più significativo è la creazione della parte centrale, definita per consuetudine “ombelico”. L’area, nata allo scopo di creare uno spazio più riservato destinato alle riunioni, una sorta di ufficio per incontrare i clienti e gli ospiti, è stata progettata e realizzata da Nilo Gioacchini, designer fiorentino specializzato in progetti legati al mondo della comunicazione, del marketing e del visual merchandising.
ll’origine della chiesa ci fu l’opera di Margherita Gonzaga, che nel 1597 rimasta vedova del duca Alfonso II d’Este, decise di tornare a Mantova. Non volendo rimanere inoperosa alla corte del fratello Vincenzo, istituì un convento in contrada Borre e nel sobborgo di Pradella. Non soddisfatta di un semplice oratorio dedicato a Santa Margherita, diede incarico al prefetto delle fabbriche ducali, Antonio Maria Viani, di costruire un edificio religioso più grande e degno di quello allora esistente. Era l’anno 1608, anno nel quale Margherita decise altresì di prendere definitiva dimora presso il convento da lei fondato e destinato ad essere una corte parallela a quella ducale.
Utilizzato quotidianamente per le molteplici attività aziendali, lo showroom è sicuramente ancora oggi uno degli spazi più rappresentativi dell’identità di Lubiam: non solo un’azienda storica e leader nel suo settore, ma anche e soprattutto una realtà legata al territorio mantovano e al mondo della cultura e dell’arte. _
La chiesa viene ultimata in quattro anni e dedicata a Sant’Orsola. Entrò, quindi, a far parte del complesso monastico omonimo composto da edifici alternati a chiostri, cortili, giardini, collegati attraverso portici e corsie. Vi erano ospitate cinquanta monache in ambienti e stanze al loro servizio, così come la duchessa Margherita
aveva a disposizione un proprio appartamento con stanze per le nobildonne che desideravano ritirarsi nel monastero per periodi limitati. Ad onore e merito di Margherita Gonzaga, si deve l’arricchimento iconografico dell’interno della chiesa. Ognuno degli altari sarà corredato da pale e quadri di pittori di grande valore: Domenico Fetti e sua sorella Lucrina, monaca essa stessa, Lodovico Carracci, Carlo Bononi, Antonio Maria Viani.
lio, gli antichi edifici monastici vennero demoliti. Dalla furia demolitrice si salvò sostanzialmente la sola chiesa di sant’Orsola che divenne edificio d’angolo tra l’antico corso Pradella e la nuova e moderna Via Bonomi, tracciata dopo le demolizioni degli anni trenta del XX secolo. La struttura ospita lo Spazio Studio S. Orsola, un ambiente di 500 metri quadrati con due sale di cui una attrezzata a teatro e attualmente luogo delle attività di Ars creazione e spettacolo. _
Tra il 1782 e il 1786 Giuseppe II soppresse, tra gli altri, il convento di Sant’Orsola. Il complesso di edifici, dopo esser stato caserma, venne adattato a ospitare l’ospedale civile cittadino. Quando quest’ultima funzione venne meno con la costruzione del nuovo ospedale in località Pompi53
Domenica 10 aprile 2016
Lunedì 11 aprile 2016
LaCucina | ore 11.00
Auditorium Cavazzoni | ore 10.30
RIBALTA GIOVANI
RIBALTA GIOVANI CONCERTO PER LE CASE DI RIPOSO
*FUORI ABBONAMENTO
*FUORI ABBONAMENTO
Società della Musica
Società della Musica
Alessandra Aitini, flauto Domenico Ermirio, violoncello
Giulio Caccini (1551 - 1618) Amarilli, mia bella per flauto e violoncello
Kaija Saariaho (*1952) Mirrors per flauto e violoncello
François Couperin (1668 - 1733) Les Baricades Mysterieuses trascrizione per flauto e violoncello (Aitini/Ermirio)
Alfredo Casella (1883 - 1947) Barcarola e scherzo trascrizione per flauto e violoncello (Aitini/Ermirio) Con la collaborazione di:
Hector Villa-Lobos (1887 - 1959) Assobio a Jato per flauto e violoncello Marin Marais (1656 - 1728) Les Folies d’Espagne elaborazione per flauto/ottavino e violoncello (Aitini/Ermirio)
54 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Dal tardo Rinascimento di Giulio Caccini alla modernità contemporanea della compositrice finlandese Kaija Saariaho, il programma di questi due giovani strumentisti tocca rapidamente tempi e aree geografiche diverse soffermandosi sulla Francia di Couperin e Marais, sull’italiano Alfredo Casella (che però, ai tempi della “Barcarola e Scherzo”, nel 1903, si trovava a Parigi per comple-
tare la sua formazione musicale ed intraprendere una carriera multiforme), passando per il Brasile del prolifico Hector Villa-Lobos e del suo “Assobio a Jato” (Il fischio di jet) scritto nel 1950, pagina breve dal profilo frastagliato e naturalmente sfiorata dall’intenzione onomatopeica. Gli interpreti della locandina che comprende qualche pagina originale ed altre trascritte appositamente per
questo duo strumentale, sono la flautista mantovana Alessandra Aitini, (all’attivo una formazione con Mario Ancillotti ed un Master of Arts in Music Performance conseguito a Lugano) ed il violoncellista ligure Domenico Ermirio (un diploma con il massimo dei voti ed un perfezionamento con Dario Destefano) già avviati con merito ad una densa attività concertistica e didattica. _
Giovedì 14 aprile 2016
Giovedì 14 aprile 2016
Auditorium Cavazzoni | ore 11.00
Auditorium Cavazzoni | ore 20.45
RIBALTA GIOVANI CONCERTO PER LE SCUOLE
CONCERTO IN MEMORIA DI DON ULISSE BRESCIANI
*FUORI ABBONAMENTO
Società della Musica MantovaMusica
Linda Sarcuni, oboe Sebastiano Bernocchi, organo
Nicolaus Bruhns (1665-1697) Praeludium in e moll (Organo)
Abbonamento
Società della Musica
Johann Ludwig Krebs (1713-1780) Fantasia in Fa minore (Oboe e Organo) Johann Philipp Kirnberger (1721-1783) Sonata in Si bemolle maggiore (Oboe e Organo) Adagio-Allegro-Minuetto con tre variazioni
Con la collaborazione di:
Club Nuvolari
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Johann Sebastian Bach (1685-1750) Preludio e fuga in Sol maggiore BWV 541 Wir glauben all an einen Gott, Vater BWV 740 Concerto in Re minore da A. Vivaldi BWV 596 Senza tempo-Grave-Fuga-Largo e spiccato-Allegro
Johann Wilhelm Hertel (1727-1789) Partita III in Re minore (Oboe e Organo) Allegro-Largo-Vivace Karl Mille (1878-1964) Andante religioso (Oboe e Organo) Cesar Franck (1822-1890) Troisième Choral en la mineur (Organo)
Don Ulisse Bresciani, al quale viene dedicato, alla memoria, questo appuntamento è stato un sacerdote mantovano di fine cultura e di salda passione per la musica, che coltivava costantemente. E Linda Sarcuni, oboista, e Sebastiano Bernocchi, organo, sono due giovani di valore che – in varia misura legati agli insegnamenti ed alle iniziative del Conservatorio di Mantova – si stanno distinguendo per la qualità alta della formazione presso istituzione italiane e straniere e per i riconoscimenti ricevuti. Dunque essi omaggiano il ricordo di Don Bresciani con tutti i requisiti necessari, inclusa la bellezza di un programma che in parte è dedicato all’organo solo ed in parte si apre all’associazione dei due strumenti. Il duo si produce in opere di maestri tedeschi come Ludwig Krebs e Johann Kirnberger, entrambi eccellenti discepoli di Sebastian Bach, e come Wilhelm Hertel, che lasciò profonda impronta di sé nel periodo pre-classico. Dopo un doveroso omaggio a Bach ed al suo quasi contemporaneo Nicolaus Bruhns l’organo solo poi dipinge il grande affresco del Terzo Corale di César Franck, capolavoro dell’ultimo Ottocento. _
Giovedì 21 aprile 2016 Auditorium Monteverdi | ore 20.45
LEOPARDI INCONTRA CHOPIN “POESIA E MUSICA DELLA NOTTE AL CHIARO DI LUNA”
Abbonamento
Società della Musica MantovaMusica
Leopardi A se stesso Cenni sulla famiglia e appunti dal diario giovanile Chopin Notturno in Re bemolle maggiore op. 27 n. 2
Grazie al sostegno di:
Appunti critici da Pietro Citati Leopardi A Silvia Chopin Valzer in Do diesis minore op. 64 n. 2 Leopardi La sera del dì di festa Chopin Preludio Re bemolle maggiore op. 28 n. 15 Con la collaborazione di:
Inner Wheel Mantova
Soroptimist International Club di Mantova
Anna Lisa Bellini, pianoforte Paola Pitagora, voce narrante
Appunti critici da Pietro Citati Leopardi Le ricordanze Chopin Preludio La maggiore op. 28 n. 7 Chopin Fantasia - Improvviso in Do diesis minore op. 66 Delegazione di Mantova
58 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Leopardi Canto di un pastore errante dell‘Asia Chopin Preludio Si minore op. 28 n. 6
Chopin Notturno in Si bemolle minore op. 9 n. 1 Lettere da Roma e da Pisa Leopardi L‘infinito Chopin Studio in La bemolle maggiore op. 25 n. 1 Appunti critici da Pietro Citati Leopardi Il passero solitario Chopin Studio in Fa minore op. 10 n. 9 Soggiorno a Napoli Chopin Studio in Do minore op. 10 n. 12 Appunti critici da Citati e Giordani Leopardi Ad Arimane Chopin Preludio in Do minore op. 28 n. 20 Morte di Giacomo Leopardi Chopin Studio in Do minore op. 25 n. 12 “Addio Totonno, non veggo più luce...”
Chopin e Leopardi: due personalità forti, malinconiche, inquiete, minate da una precaria salute fisica e pure grandemente creative. Lontane eppur vicine, e vissute più o meno negli stessi anni: il musicista fra il 1810 ed il 1849, presto obbligato ad abbandonare la patria, la Polonia, per approdare a Parigi e lì infine morirvi ancor giovane a soli
trentanove anni; il poeta invece sempre rimasto in Italia, nato a Recanati e scomparso a Napoli alla stessa età di Chopin, ma dodici anni prima di lui. Eccoli riuniti in questo programma originale che intreccia musica e parole, con una selezione di opere celeberrime in cui scorgere consonanze e riflessi: poesie indimenticate, struggenti, insieme
ad una scelta di preludi, studi, notturni e valzer che raccontano di una sensibilità affilatissima. Sul palcoscenico, a contrappuntare le due arti, l’attrice Paola Pitagora, notissima per la sua lunga presenza teatrale e televisiva, e la pianista Anna Lisa Bellini, che si è distinta in una selezionata attività di interprete e didatta in Italia ed all’estero. _
Domenica 24 aprile 2016
RIBALTA GIOVANI
Riccardo Giovine, violoncello
LaCucina | ore 11.00
*FUORI ABBONAMENTO
Società della Musica
Johann Sebastian Bach (1685 - 1750) Suite n. 3 in Do maggiore per violoncello solo, BWV 1009 Preludio Allemanda Corrente Sarabanda Bourrée I Bourrée II Giga
Gaspar Cassado (1897 - 1966) Con la collaborazione di:
60 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Suite per Violoncello Solo (1926) I - Preludio-Fantasia II - Sardana (Danza) III - Intermezzo e danza finale
Violoncello di spalla dell’Orchestra Nazionale Sinfonica dei Conservatori Italiani, Riccardo Giovine è un promettente giovane strumentista che ha già accumulato una serie di notevoli successi: è risultato vincitore di numerosi concorsi, ha già esordito su disco e con orchestra, ed ha goduto dei consigli di didatti di fama come Michael Flaksman, Enrico Dindo e Giovanni Sollima, del quale è stato anche partner artistico. Una personalità dunque interessante, che qui propone due fermate importanti sul repertorio per violoncello solo: la Terza Suite di Bach, imprescindibile cimento di ogni solista, e la coinvolgente Suite composta alla metà degli anni Venti del Novecento dal cellista e compositore iberico Gaspar Cassadó, intessuta di citazioni d’altri autori come Kodály e Ravel, ma grondante spirito spagnolo. _
Domenica 8 maggio 2016
Lunedì 9 maggio 2016
LaCucina | ore 11.00
Auditorium Cavazzoni | ore 10.30
RIBALTA GIOVANI
RIBALTA GIOVANI CONCERTO PER LE CASE DI RIPOSO
*FUORI ABBONAMENTO
*FUORI ABBONAMENTO
Società della Musica
Società della Musica
Federico Parolini, violino Caterina Chiozzi, arpa
F.A. Boieldieu Sonata in Mi bemolle maggiore L.M. Tedeschi Fantasia J. Massenet Meditation da Thais Tradizionale (arr, D. Watkins) Scarborough Fair
Con la collaborazione di:
J. Hisaishi Summer B. Howard Fly me to the moon N. Piovani La vita è bella
62 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Boieldieu, l’operista di maggior rinomanza del primo Ottocento francese, e Massenet; l’italiano Luigi Maurizio Tedeschi, arpista e compositore di pregio, e le musiche da film di Nicola Piovani, e altri esempi moderni d’intrattenimento. La locandina di Federico Parolini e Caterina Chiozzi disegna un panorama variegato, porta in luce cantabilità e fusione di timbri in giocosa libertà. Federico Parolini è un giovanissimo violinista dalle già numerose esperienze e sta completando la sua formazione strumentale al Conservatorio di Verona, mentre Caterina Chiozzi ha concluso i suoi studi con il massimo dei voti qualche anno fa nel medesimo istituto sotto la guida di Nazarena Recchia. Un avvicinamento alla musica nel segno della freschezza. _
Domenica 8 maggio 2016
MUSICA AL FUTURO
Palazzo della Ragione | ore 18.30
Orchestra giovanile “Archetti Sinfonici” di Pirkanmaa (Tampere) Tina Kaukinen, direttore
INGRESSO GRATUITO
Eterotopie Piano Festival
Con la collaborazione di:
O. Respighi Antiche Danze ed Arie, Suite n. 3 Italiana Arie di corte Siciliana A. Vivaldi Da Le quattro stagioni L’estate Johanna Mattila, violino U. Sisask The full Solar Eclipse for pianoforte e orchestra d’archi Tuomas Salokangas, pianoforte
64 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
T. Kuula Chanson sans Paroles op. 22/1 Tero Putkonen, violoncello J. Sibelius The Lover, op. 14 The Lover The Path of Beloved Goodnight - Farewell Andante Festivo
Gli Archetti Sinfonici è un’orchestra d’archi formata da trenta studenti di livello avanzato del Pirkanmaa Music College della città di Tampere, tra le città culturalmente e musicalmente più attive di Finlandia. L’orchestra è stata fondata da Tiina Kaukinen, docente di violino e viola presso lo stesso istituto ed ha in repertorio molti lavori di compositori finlandesi e scandinavi come Jean Sibelius, Edvard Grieg e Carl Nielsen. Nel 2014 gli Archetti sinfonici si sono esibiti con una tournée in Ungheria e hanno partecipato al Music Festival for Young Musicians a Porvoo, sempre in Finlandia. In questo concerto si esibiranno alcuni tra i più talentuosi solisti del Music College di Pirkanmaa. Il programma include due lavori per orchestra d’archi di Jean Sibelius. La suite The Lover (Rakastava) fu completata dal grande compositore finlandese nel 1912 ed è ispirata alla raccolta di poesie popolari nota con il nome di Kanteletar (il kantele è uno strumento tradizionale finlandese). L’Andante Festivo fu concepito da Sibelius per la radio americana, in occasione della Esposizione Universale di New York del 1939. Toivo Kuula, di cui viene eseguita per la prima volta in Italia una delle Chansons Sans Paroles, rappresenta sicuramente una delle voci più autentiche del tardo romanticismo nordico ed europeo. Completa il programma il suggestivo The Full Solar Eclipse (Eclissi di sole totale) per orchestra d’archi e pianoforte solista del compositore estone Urmas Sisask. Figura originale e prolifica, Sisask si ispira per molta della sua ampia produzione ai fenomeni cosmici, e rappresenta, come già il connazionale Arvo Pärt ed altri compositori baltici, una tra le voci più interessanti della musica contemporanea dell’Est-Europa. _ 65
LACUCINA
PALAZZO DELLA RAGIONE i luoghi storici
L
I
aCucina è stata inaugurata l’11 novembre 2011 a Mantova, in via Oberdan 17.
Il progetto è nato come espansione di un laboratorio gastronomico, anche per questo motivo LaCucina è sicuramente un ristorante non convenzionale. Il locale, in un palazzo storico del centro di Mantova, ha ospitato in passato prima una cartoleria e in seguito un negozio di abiti. Partire da un negozio di abiti per progettare un ristorante ha creato certamente moltissime difficoltà ma ha anche lasciato il massimo grado di libertà nel definire gli spazi, essendo obbligati a doverli costruire da zero. Nel concepirlo è stato considerato sia il momento storico che il panorama culinario attuale dove si sente forte il desiderio di tornare alle origini e dove cibi semplici ma preparati con estrema cura sono sempre più apprezzati. È stato applicato lo stesso concetto agli ambienti creando spazi semplici e lineari con l’o66 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
biettivo di tradurre in chiave moderna la vecchia dimensione domestica dello “stare a tavola” e accogliere l’ospite in un contesto informale, rilassato e famigliare. Anche sotto il profilo architetturale, il progetto si è proposto di mantenere insieme due mondi, quello del vecchio e quello del nuovo, in un equilibrio in grado di mantenere le identità di entrambi, in cui luce e ombra vengono mantenuti nella loro ambiguità e pluralità, senza sacrificare le ragioni dell’uno a scapito dell’altro. Contrasti e armonie che si manifestano nella precisione dell’elemento progettato con grande rigore (come ad esempio i tavoli e il banco di mescita), accostata all’elemento imperfetto (il pavimento e il soffitto) nel quale l’azione del tempo ha trasferito un’energia inconsueta.
La scelta è stata quella di proporre un ambiente in cui le persone a pranzo (e a volte anche a cena) possano condividere gli spazi sedendosi ad un unico tavolo, in tal modo la sensazione risulta essere quella di stare in una grande cucina più che in un ristorante. Allo stesso tempo c’è pochissima densità, cinquanta posti a sedere in centocinquanta metri quadrati, gli ospiti godono di molta libertà di movimento e non si sentono compressi in spazi ristretti. Gli spazi si sono rivelati inoltre estremamente flessibili e adattabili a diverse situazioni: dal ristorante “veloce” (a pranzo), al ristorante più raffinato e soft (la sera), da sala per eventi privati quali feste e convegni a “jazz club” due mercoledì al mese, fino a diventare teatro di concerti di musica classica. _
l palazzo fa parte di quel nucleo di edifici cittadini sorti in epoca medioevale. Citato più volte in documenti dell’epoca come Palatium Novum del Comune, il palazzo venne edificato intorno al XI-XII secolo per assolvere alle funzioni civili pubbliche e destinato ad accogliere le assemblee e le adunanze cittadine o, in caso di cattivo tempo, il mercato che si teneva nella piazza sottostante. L’edificio fu più volte oggetto di modifiche, fin dalla metà del tredicesimo secolo. Nel XV secolo vennero eretti i portici e nel 1472 fu innalzata la Torre dell’Orologio, realizzata su disegno di Luca Fancelli. L’anno dopo la Torre fu arricchita da un pubblico orologio ideato dal matematico ed astrologo Bartolomeo Manfredi. L’orologio dava conto delle ore del vulgo, delle posizioni dei pianeti, del crescere e del calare del giorno, dei segni zodiacali, delle fasi lunari, dei giorni favorevoli per far salassi, seminare, partire per viaggi e di altre cose “uteli in questo mondo”. L’orologio
funzionò sicuramente fino agli inizi del Settecento. In seguito fu trasformato in un normale meccanismo per il sole e per i minuti. Nel 1700, su progetto dell’architetto Doricilio Moscatelli, furono chiuse le trifore duecentesche ed aperte ampie e luminose finestre. Nella prima metà del ‘900, il palazzo fu riportato alla sua struttura originaria dall’architetto mantovano Aldo Andreani, eliminando le sovrapposizioni barocche.
sono visibili sulle pareti di testa i resti di notevoli affreschi che raffigurano episodi bellici databili intorno alla fine del XII secolo, oltre a personaggi di storia sacra firmati dal parmense Grisopolo e databili alla metà del duecento. Il Palazzo della Ragione è oggi al centro di una rinnovata attenzione da parte dell’Amministrazione neoinsediata, nella prospettiva che possa essere spazio ideale per ospitare un nuovo e funzionale auditorium. _
Adibito per secoli all’amministrazione della giustizia, dal 1997 è divenuto prestigiosa sede espositiva dei Musei Civici di Mantova, ospitando numerose ed importanti esposizioni d’arte organizzate dall’amministrazione comunale. Nell’ampio salone, di imponenti volumetrie, 67
Giovedì 12 maggio 2016
SOUVENIR D’ITALIE
Teatro Bibiena | ore 20.45
Alberto Martini, primo violino concertatore
Abbonamento
Stefan Milenkovich, violino solista
Società della Musica MantovaMusica
Con la collaborazione di:
Club Mantova Castelli
G. Rossini Terza Sonata in Do maggiore per archi Moderato Andantino Allegro N. Paganini Concerto n. 2 per violino e orchestra in Si minore op. 7 “La Campanella” Allegro maestoso Adagio Rondo à la clochette * * *
Lions Club Mantova Host
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I Virtuosi Italiani
N. Rota Concerto per archi Preludio (allegro ben moderato e cantabile) Scherzo (allegretto comodo) Aria (andante quasi adagio - un poco più animato - tempo I) Finale (allegrissimo) Ballabili dal film “Il Gattopardo” di L. Visconti Valzer Verdi Balletto (allegro sostenuto) Mazurka Galop (allegro molto) Quadriglia (allegro) Valzer del commiato
Il nome del violinista Stefan Milencovich è noto fin dagli anni Ottanta, allorché, bambino prodigio, fece parlare di sé suonando per personalità come Ronald Reagan, Mikhail Gorbaciov e Papa Giovanni Paolo II, ed acquisendo, anche con presenze televisive, una notorietà internazionale. Dopo alcuni prestigiosi premi in concorsi d’esecuzione come il “Paganini” di Genova, il “Tibor Varga”, il “Ludwig Spohr”, oggi all’età di 38 anni Milencovich è un virtuoso maturo ed assai stimato, insegna negli Stati Uniti, ha all’attivo svariate registrazioni discografiche e gode di una popolarità notevolissima. Qui è atteso nella realizzazione del celebre Concerto n. 2 “La Campanella” di Paganini, scritto nel 1826, lavoro bello e difficile, ispiratore del non meno famoso e virtuosistico “Studio” per pianoforte firmato da Franz Liszt. Completano il programma una delle giovanili e brillanti Sonate per archi di Rossini ed un omaggio a Nino Rota che, al di là dell’ammirato impegno per il cinema fu un maestro di gusto originale e ricercato, come dimostra anche il suo interessante e fantasioso Concerto per archi compiuto verso la metà degli anni Sessanta. Con il violinista di Belgrado qui compaiono gli affiatati archi dei rinomati Virtuosi Italiani guidati da Alberto Martini, 25 anni di esperienza, dischi e tournée in quantità alle spalle ed una qualità tecnica e musicale di grande valore. _ 69
Domenica 29 maggio 2016 Auditorium Monteverdi | ore 18.00
CONCERTO IN MEMORIA DEL CAV. UFF. M° SERGIO MAFFIZZONI
INGRESSO GRATUITO
Concerti della Domenica
Grazie al sostegno di:
J.S. Bach Preludio e fuga in Sol diesis minore BWV 863 - I volume L. van Beethoven Sonata op. 101 in La maggiore Etwas lebhaft, und mit der innigsten Empfindung Lebhaft. Marschmäßig Langsam und sehnsuchtsvoll Geschwinde, doch nicht zu sehr und mit Entschlossenheit * * * F. Liszt Harmonies du soir Rapsodia Ungherese n. 12 Wagner-Liszt Isoldens Liebestod
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Antonino Fiumara, pianoforte Premio Claudio Abbado 2015
I Concerti della Domenica sono orfani di un uomo di cultura, di un importante intellettuale e di un profondo conoscitore della musica. Il M° Sergio Maffizzoni si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano, sotto la guida del M° Giuseppe Piccioli ed è stato allievo prediletto del M° Giuseppe Benedetti Michelangeli prima e del M° Arturo Benedetti Michelangeli dopo, vivendo in questa famiglia d’artisti come un figlio per più di vent’anni. In seguito, ricoprendo la cattedra di pianoforte principale al Conservatorio Statale di Musica “L. Campiani” di Mantova ha diplomato decine di pianisti. Già Cavaliere per meriti artistici nel 2012 è stato decorato con l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana sia per la sua attività che per la sua costante attività di promozione e diffusione della musica nella collettività. Per il terzo anno dalla scomparsa del Maestro, il giovane e pluripremiato pianista Antonino Fiumara presenterà per il Concerto alla Memoria, un programma ricco di virtuosismo e di intima musicalità. Vincitore del prestigioso Premio Abbado 2015, suona regolarmente per importanti Istituzioni Musicali quali: “Fondazione Teatro La Fenice” di Venezia, “Maggio Musicale Fiorentino”, “Taormina Festival”, “Associazione G. Rossini” di Pesaro e collabora con importanti orchestre come la “Turkish Youth International Philarmonic Orchestra” diretta da Cem Mansur e l’“Orchestra Sinfonica Cherubini” di Firenze diretta dal grande Riccardo Muti. _
Milano | Teatro alla Scala
*FUORI ABBONAMENTO
Società della Musica
Informazioni e prenotazioni Telefono 0376 355566 Mail info@mantovamusica.com
72 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
VIAGGIO MUSICALE MILANO, TEATRO ALLA SCALA
Orchestra Filarmonica della Scala Riccardo Chailly, direttore Radu Lupu, pianoforte
© Marzio Bondavalli
Sabato 11 giugno 2016
Giovedì 16 giugno 2016
COLLAGE SATIE
Giancarlo Cardini, pianoforte
P. Sculthorpe (1929 - 2014) Night Pieces (1972) Snow Moon Flowers Night Stars
D. Smith (1949) da 10th Piano Concert (2012) I. Endgame II. Shrapnel mosaic III. Happy end IV. Starlit in Hanoi
Palazzo Te, Sala dei cavalli | ore 21.15
ABBONAMENTO
Eterotopie Piano Festival MantovaMusica
Sulla fonobilancia, un fa diesis qualsiasi, del tipo più comune, toccò i 93 chili. Era stato emesso da un tenore molto grasso, che pesai ugualmente. Erik Satie
M. Dalpane A la manière de Franz Liszt (piccolo Corale) (1983) A la manière de Erik Satie (Walking) (1979) A la manière de Howard Skempton (Landscape) (1985) A la manière de Brian Eno (1982) G. Cardini (1940) Collage Satie (2013)
da First Piano Concert (1985-86) Bossa nova La Campanella C. Venturelli Stalattiti (2006) Scia (2012) Vasto altopiano (2013) A. Grant Water Shadow (2007) G. Cardini Rituals for the Ryoanji Garden (2012)
74 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Primo in Italia ad avere eseguito l’integrale delle opere di Satie, Giancarlo Cardini, per gli eclettici interessi musicali che vanno da Satie a Cage, dalla Canzone Italiana d’autore a compositori di diverse provenienze culturali, è uno dei protagonisti dell’avanguardia italiana (e non solo) degli ultimi quarant’anni. A Eterotopie Piano Festival presenta un programma all’insegna di una varietà e novità assoluta per il pubblico mantovano. I brevi ed atmosferici brani pianistici che compongono la raccolta Night di Peter Sculthorpe, compositore australiano insieme a Carl Vine tra i più rappresentativi degli ultimi decenni, sono dominati da una sensibilità musicale e naturalistica che trae ispirazione dalle culture aborigene e da temi musicali indigeni. Dave Smith fa parte di quella schiera di compositori inglesi sviluppatasi sotto l’influsso di Cornelius Cardew, inventore delle partiture visive, e facenti parte un tempo della celebre Scratch Orchestra. Nel suo stile sono predominanti caratteri minimalisti, ma i suoi lavori inglobano influenze di molta musica colta occidentale. Smith ha composto ben 11 concerti per pianoforte solo, di alcuni dei quali Cardini ci offre una sorta di antologia. Compaiono nel programma anche giovani compositori che Cardini omaggia come tributo all’amicizia e alla condivisione di avventure musicali comuni. E in onore di Satie, in questo 150° anniversario, un collage composto dallo stesso Cardini, un montaggio di brani del Satie più noto, parodico e leggero, e quello eso-
terico del Socrate, tra i lavori che John Cage ammirò maggiormente. A John Cage, per chiudere il cerchio, Cardini dedica il suo brano Rituals for the Ryoanji Garden. Ci affidiamo per questo alle parole del pianista fiorentino: “Il titolo del brano evoca il famoso giardino del tempio Zen Ryoanji di Kyoto (già celebrato da Cage) eleggendolo come luogo immaginario di misteriosi rituali e azioni performative, musicali e coreografiche allo stesso tempo. Verso la fine del pezzo appare la citazione di una canzone popolare giapponese dedicata ai fiori di ciliegio”. _
John Cage e Giancarlo Cardini nel 1971 a Milano
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PALAZZO TE SALA DEI CAVALLI LOGGIA DI DAVIDE
plesse che si protraggono sino al XIX secolo. La ricca documentazione in proposito permette di sapere che inizialmente essa doveva ospitare busti di condottieri, tanto da essere citata anche come “loggia dei Capitani”.
i luoghi storici
Il nome attuale deriva invece dalla decorazione, fatta di stucchi e affreschi, che si svolge nelle due lunette di testa, nelle lunette del lato ovest e nei lacunari della volta a botte.
È
considerata l’unica sala della villa sia per le dimensioni che per la funzione di spazio pubblico per eccellenza. È qui, nella Sala dei cavalli, che si svolgevano feste e balli, come quello che vide protagonista l’imperatore Carlo V nella sua visita a Mantova nel 1530. La sala prende il nome dai protagonisti della decorazione pittorica: gli amati cavalli delle scuderie gonzaghesche. Sono raffigurati a grandezza naturale, su un fondo di paesaggi lontani. Le dimensioni, le posture, gli sguardi li rendono vivi e partecipi dell’ambiente, a testimonianza dell’amore che i Gonzaga nutrivano per questi animali. Le effigi sono veri ritratti, di quattro dei quali è persino tramandato il nome: Morel Favorito, Glorioso, Battaglia, Dario. Il primo e l’ultimo recano ancora traccia della scritta che li identifica. Federico, così come il padre e i suoi avi, li allevava nelle celebri scuderie di famiglia. Essi erano il dono più pregiato che si potesse fare ad 76 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
un amico, come Giulio Romano, o a un sovrano, come l’imperatore Carlo V. Non è un caso dunque che i cavalli siano protagonisti della stanza di rappresentanza della villa. L’ambiente è illuminato da cinque finestre e lo spazio è scandito da un’architettura classica dipinta, di ordine corinzio, impreziosita da coloratissimi finti marmi. Al centro della parete meridionale spicca l’imponente camino, pensato come una commistione tra elementi perfettamente rifiniti e conci di pietra rustica. La raffigurazione dei cavalli, ad esaltarne l’eleganza e la solennità, è intervallata da nicchie che fingono statue di divinità e busti di personaggi antichi. Al di sopra di queste sono dipinte, a mo’ di bassorilievi di bronzo, sei Fatiche di Ercole.
La decorazione si conclude fastosamente nel fregio a variopinti girali di acanto, popolato di putti e puttine che giocano sul capo di beffardi mascheroni, elementi briosi che spezzano la cadenzata solennità della finta architettura. La committenza è celebrata nelle aquile gonzaghesche dipinte agli angoli e nel pregevole soffitto ligneo, dove in oro su fondale blu sono intagliate le imprese del Monte Olimpo e della salamandra. La sala viene decorata tra il 1525 e il 1527. _
L
a Loggia di Davide è uno spazio di passaggio tra gli appartamenti signorili, il cortile d’onore e il giardino. È uno degli ambienti più ampi dell’intero palazzo, dove si poteva soggiornare ammirando il giardino, un tempo ricco di fiori e piante, e le peschiere: per questo motivo ben rappresneta l’idea rinascimentale della vita in villa, fatta di ozio e riposo dalla responsabilità di governo. La struttura architettonica colpisce per l’ariosità dello spazio, che si apre verso il giardino con tre ampie arcate, poggianti su gruppi di quattro colonne, e con un fornice su pilastri quadrati, affiancato da due arcate cieche, verso il cortile d’onore. Notevole la ricchezza degli ornati plastici, tratti dal repertorio classico. La decorazione della loggia segue vicende com-
La realizzazione delle scene dedicate alla storia di Davide si protrae tra il 1531 e il 1534. Il protagonista di questo spazio del palazzo è dunque un eroe biblico esaltato per le sue virtù di condottiero e guerriero (Davide e Golia, Davide lotta contro un orso, Davide lotta contro un leone, L’incoronazione di Davide) ma anche per le attitudini poetiche (Davide suona la cetra). I tre ottagoni della volta narrano la storia di Davide e Betsabea: il re vedendo Betsabea al bagno se ne innamora e, non potendo sopportare di dividerla con il marito, manda quest’ultimo a morire in battaglia.
lato di lì a pochi giorni, su probabile mandato di Federico. L’intero ciclo dunque può essere interpretato come una sorta di legittimazione, visto il precedente biblico, dell’adulterio e dell’omicidio commessi dal principe. La loggia rimane a lungo incompiuta, come testimoniano disegni con specchiature e nicchie vuote, e nei secoli successivi numerosi sono gli interventi volti a completarla. Nel XVII secolo viene realizzata la maggior parte delle statue di virtù poste nelle nicchie, opera poi completata nel 1805 con l’aggiunta di altre cinque statue la cui iconografia è tratta, come in precedenza, dall’Iconografia del Ripa. Tra il 1808 e il 1809 vengono realizzate, ad opera di Giovanni Bellavite, le specchiature sopra le nicchie e le porte. È qui arricchito, con bassorilievi a imitazione del bronzo, il tema principe delle Storie di Davide. _
Come già nella camera di Amore e Psiche, sono forti i riferimenti alla vicenda personale del committente. Federico II Gonzaga infatti, innamorato di Isabella Boschetti, già sposata, come Betsabea, accusa di complotto il marito di lei Francesco di Calvisano. Questi fugge, ma viene pugna77
Venerdì 17 giugno 2016 Madonna della Vittoria | ore 21.15
DOG BREATH VARIATIONS OMAGGIO A FRANK ZAPPA
Marco Dalpane, pianoforte
INGRESSO GRATUITO
Eterotopie Piano Festival
Erik Satie Pièces froides Airs à faire fuir I. II. III.
Frank Zappa (1940 - 1993)
Per scrivere le mie Pièces Froides, mi sono servito di un caleidofono - registratore. Mi ci sono voluti sette minuti. Ho chiamato il mio cameriere per fargliele sentire. Erik Satie 78 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Peaches en Regalia Let’s Make Water Turn Black Harry, You Are a Beast The Orange County Lumber Truck Oh No Theme from Lumpy Gravy Piano Introduction to Little House I Used To Live In Dog Breath Variations Uncle Meat Son of Mr. Green Genes The Black Page #2
The Idiot Bastard Son Cletus Awreetus Awrightus Eat That Question Blessed Relief Stick It Out Regyptian Strut Echidna’s Arf (of You)
trascrizioni per pianoforte solo di Marco Dalpane
Genio iconoclasta e Absolutely Free Frank Zappa è sicuramente uno dei protagonisti della musica del Novecento. Un eroe americano, come Ives, Gershwin, Monk e Cage. I suoi studi musicali dal punto di vista accademico si riducono a ben poca cosa, ma pur vivendo nella periferia americana fin da giovane è attratto dall’intensità che sprigiona dalle pagine di Igor Stravinsky ed Edgar Varèse. Naturalmente il giovane Frank è affascinato anche dal R&B, dal blues del Delta, dal Doo-Wop, dai City Slickers di Spike Jones. Non c’è spazio per distinguere tra alto e basso, popolare e colto. Arte e intrattenimento si riflettono in un gioco di specchi geniale e spiazzante in nome in una continuità concettuale che lo guida fin dagli esordi. Autentico self made man, solitario e orgoglioso delle infinite ore passate in studio, freak ed eccentrico per molti aspetti, metodico e scrupoloso per quanto riguarda la musica. Anche il suo rapporto con le istituzioni accademiche e le grandi orchestre classiche è segnato da difficoltà. Zubin Metha e Pierre Boulez, Kent Nagano e la London Symphony Orchestra si sono confrontati con la sua opera, ma solo l’Ensemble Modern, proprio alla fine della sua vita, arriverà a un risultato di valore assoluto nell’esecuzione delle sue partiture. Marco Dalpane pianista e compositore, si dedica principalmente alla musica delle avanguardie del ‘900 e del secondo dopoguerra, ha trascritto le sue musiche, can-
zoni e brani strumentali, per il più classico degli strumenti, il pianoforte. Ad Erik Satie il compito di aprire il concerto con le tre Arie a faire fuir (qui Satie gioca con il doppiosenso del termine fuir / fuggire e la forma musicale della fuga) tratte dalla raccolta degli Piéces Froides, pezzi freddi caratterizzati da una statica, ripetitiva quanto inedita, per lo meno in ambito musicale,
indolenza. Composti nel 1898 sono tra i primi testimoni di quel vocabolario di iconoclasti ed esilaranti “consigli all’interprete” (in una maniera molto particolare, modestamente, affaticato, fate il vostro gioco, aprite la testa...) che Satie inizia ad includere all’interno delle proprie partiture, “piccoli segreti” tra lui stesso e l’esecutore, come egli stesso li definiva. _
Sabato 18 giugno 2016
GERSHWIN NIGHT
Joaquin Palomares, violino Andrea Rucli, pianoforte
Anonimo Deep River (traditional negro)
George Gershwin (1898 - 1937) Tre preludi Cinque quadri da “Porgy and Bess” My Man’s Gone Now Picnics is alright; There’s a boat dat’s leavin’soon for New York Bess, you is my woman now It ain’t necessarily so Summertime - a woman is a sometime thing
Auditorium Monteverdi | ore 21.15
ABBONAMENTO
Eterotopie Piano Festival MantovaMusica
Manuel Ponce (1882 - 1948) Estrellita Fritz Kreisler (1875 - 1962) Syncopation Stephen Collins Foster (1826 - 1864) Old folks at Home Jeanie with the light brown hair Mario Castelnuovo Tedesco (1895 - 1968) Sea murmurs Tango Claude Debussy (1862 - 1918) Golliwogg’s Cake-Walk
80 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Il concerto del duo formato dal noto violinista iberico Joaquin Palomares e il versatile pianista Andrea Rucli, protagonisti nella scorsa stagione di un indimenticabile concerto dedicato alla musica spagnola, ci porta alla scoperta di un aspetto tra i meno conosciuti della attività di uno dei più grandi violinisti di tutti i tempi, Jasha Heifetz. Leggendario per il controllo dello strumento, “automa miracoloso”, Heifetz incarnò per mezzo secolo il simbolo dell’esecutore perfetto e sfuggente, coinvolgente e misterioso. Il violinista di origine lituana fu però anche prolifico trascrittore.
Ad Heifetz sono accreditabili circa un centinaio di gustose e raffinate trascrizioni: da spirituals, da canzoni tradizionali come quelle di Forster (l’autore della arcinota Oh Susanna!) o quelle da music hall; Heifetz include perfino Claude Debussy con il suo celebre cake-walk. Un caso a parte è costituito dalle trascrizioni dei tre Preludi pianistici e i songs tratti da Porgy and Bess di George Gershwin, che trovano in questa nuova veste uno slancio come nuovo, che valorizza gli originali. Completano il programma i brani di Manuel Maria Ponce (1886 - 1948) e di Mario Castelnuo-
vo Tedesco (1895 - 1968). Il primo, protagonista dell’affermazione di una sorta di “scuola nazionale” messicana, autore di canzoni come La cucaracha, con Estrellita (1914) creò un prototipo della canzone destinato a un successo planetario. Il fiorentino Castelnuovo Tedesco fu oggetto di particolare stima da parte di Heifetz. Le trascrizioni di due Shakespeare songs op. 24, composti dal compositore italiano tra il 1921 e il 1925, sono rese con due nuovi titoli carichi di appeal: Tango e Sea murmurs, quest’ultimo uno dei bis prediletti del grande violinista. _
Domenica 19 giugno 2016 Madonna della Vittoria e Biblioteca Teresiana
INGRESSO GRATUITO
Eterotopie Piano Festival
Madonna della Vittoria | ore 10.00
Biblioteca Teresiana | ore 11.00
Madonna della Vittoria | ore 15.00
Madonna della Vittoria | ore 19.00
SATIE BEAT Allievi del Liceo Musicale “Isabella d’Este” Horus Ensemble
Ksenia Milyawskaja, violino
SATIE FOR CHILDREN Piccoli pianisti di Piano District
Seppo Varho, pianoforte
trascrizioni a cura degli allievi della Classe di Composizione del Conservatorio “L. Campiani” di Mantova
Ma che ci sarò venuto a fare su questa Terra così terrestre e così terrosa? Credendo di far bene, poco dopo essere arrivato quaggiù, mi misi a suonare qualche motivo musicale che mi ero inventato da solo. Tutti i miei fastidi nascono di qui...
Le sonate per violino solo di Eugène Ysaÿe nº 1, “Joseph Szigeti” nº 2, “Jacques Thibaud” nº 3 “Georges Enesco” nº 4, “Fritz Kreisler” nº 5, “Mathieu Crickboom” nº 6, “Manuel Quiroga”
’SFACTORY
COSE VISTE A SINISTRA E DESTRA (SENZA OCCHIALI)
PIANO DISTRICT Trois Morceaux en forme de Poire Gnossiennes / Sarabandes Jack in the Box / Veritable Preludes Flasques Chose vue a gauche et a droite sans lunettes Proiezione del cortometraggio Entr’Acte di Renè Claire (Francia, 1924) musiche originali di Erik Satie (trascrizione di Gabrio Taglietti)
Ensemble Este
SATIE ON THE MOOG Allievi del Liceo Musicale “Isabella d’Este”
Erik Satie Nocturnes 1. Doux et calme 2. Simplement 3. Un peu mouvementè George Antheil (1900 - 1959) Woman Sonata I. Woman (Languor) II. Tree (Prestissimo) III. Flower (Moderato) Erik Satie Nocturnes 4. mystèrieux et tendre 5. à Madame Georges Cocteau 6. [ Décembre 1919 ] George Antheil Valentine Waltzes Sonata Sauvage I. À la nègre, allegro vivo II. Snakes III. Ivory, prestissimo
Una giornata dedicata alla musica di Erik Satie non poteva che partire dalla popolarità assoluta che essa ha goduto negli ultimi decenni, tale da essere protagonista in progetti cross-over come quello dei fortunati arrangiamenti degli anni settanta per moog, il celebre sintetizzatore inventato nel 1963 da Peter Moog o, più recentemente, quello jazzistico di Jacques Loussier del 1998. La musica di Satie, il suo spirito anti-accademico, il suo legame controverso con i maggiori compositori dell’epoca come Debussy e Ravel, ha costituito un punto di riferimento per molti artisti e compositori delle avanguardie parigine. Dal Gruppo dei Sei, del quale facevano parte Francis Poulenc, Darius Milhaud, Arthur Honegger, al “futurista terribile” George Antheil, compositore-inventore americano oggi ancora poco conosciuto. Nel 1924 Antheil fu a Parigi, tappa obbligata delle sue clamorose apparizioni europee, chiamato a gran voce dai Ballets Suédois (balletti svedesi) di cui Satie, Cocteau, Legèr e Picasso erano instancabili animatori. Qui Antheil ebbe l’occasione di eseguire alcuni dei suoi “meccanismi” pianistici, tra cui la Airplaine Sonata e la Sonata Savage. La performance di Antheil suscitò un vero e proprio pandemonio tra il pubblico, risoltosi, tra urla d’approvazione e insulti, con l’intervento della polizia. Il pianista finlandese Seppo Varho ci farà scoprire alcune di queste pagine, alternate con gli algidi Nocturnes satiani. Affidate invece all’esecuzione della giovane virtuosa Ksenia Milyawskaya sono le Sei Sonate per violino solo di Eugène Ysaÿe, pubblicate sempre nel 1924. Ysaÿe, leggendario violinista belga al quale molti compositori parigini dedicarono i propri lavori, scrisse queste Sei Sonate ispirandosi per ognuna ai più grandi violinisti dell’epoca. Summa novecentesca del repertorio violinistico, arricchiscono per contrasto un inesauribile affresco musicale dedicato a Satie e alla Parigi dei primi decenni del XX secolo. _ 83
BIBLIOTECA TERESIANA i luoghi storici
L
a Biblioteca comunale Teresiana è per vocazione una biblioteca storica e di conservazione: il suo patrimonio, infatti, vanta numerosi fondi antichi, rari e di pregio. Venne fondata nel 1779 per volontà di Maria Teresa d’Austria e ha sede in un’ala del Palazzo degli Studi, la cui facciata neoclassica, disegnata nel 1757 da Alfonso Torreggiani, è rivolta verso Piazza Dante. L’edificio è inserito nel vasto complesso architettonico del Collegio dei Gesuiti e si colloca in continuità urbanistica e storico-culturale con l’antistante Palazzo dell’Accademia, anch’esso espressione del riformismo illuminato austriaco. Le due grandi sale teresiane al primo piano, accessibili dallo scalone d’onore e unite da un ampio vestibolo, costituivano il nucleo centrale della biblioteca. Vennero inaugurate nel 1780 a seguito della ristrutturazione di Paolo Pozzo, che ne progettò le scaffalature lignee ispirandosi allo stile del viennese Fischer von Erlach. Il patrimonio iniziale della biblioteca era costituito dalle collezione degli ordini religiosi soppressi nel periodo austriaco e francese, dalle
84 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
donazioni di privati, intellettuali e ordini professionali e da acquisti e scambi di duplicati con altre biblioteche. La dotazione fu successivamente incrementata grazie a donazioni, lasciti e depositi, nonché dall’acquisizione di vari materiali bibliografici e informativi. Dopo l’annessione di Mantova al Regno d’Italia, la Biblioteca Teresiana fu classificata ‘governativa’ (in quanto bene demaniale), ma nel 1881 divenne ‘comunale’ in seguito alle sollecitazioni dei cittadini mantovani . Il patrimonio bibliografico e documentario antico e moderno ammonta, attualmente, a 350.000 unità, di cui 170.000 appartenenti al fondo antico (manoscritti, incunaboli, carteggi, stampe e disegni, globi geografici e fondi speciali - tra cui il fondo ebraico cabalistico più importante al mondo).
Nel 1996 furono iniziati radicali lavori di restauro e messa a norma di tutti gli ambienti della Biblioteca che ne hanno ridotto gli spazi e la funzionalità per quasi vent’anni. In prossimità della completa riapertura, il terremoto del 2012 ha provocato danni alle strutture dell’edificio che hanno determinato la necessità di ulteriori interventi di consolidamento, al seguito dei quali la biblioteca ha riaperto al pubblico tutti i suoi spazi nell’aprile 2014. Nel corso dei lavori di restauro, a seguito dell’abbattimento di tramezze e controsoffittature nell’area adibita ad abitazione del custode, è ritornata alla luce una sala di m. 10 x 8 x 7 di altezza caratterizzata dalla presenza di una fascia di decorazioni parietali a tempera in stile Art Nouveau. Posta a cinque metri d’altezza la fascia è composta da dieci riquadri raffiguranti, sullo sfondo, altrettante vedute di Mantova. Quattro riquadri riportano in primo piano altrettante danzatrici, mentre altri due sono popolati da coppie di giovani fanciulle nell’atto di leggere libri su uno sfondo di foglie d’alloro. Si ritiene che tali decorazioni siano state eseguite nel corso di lavori, eseguiti tra il 1913 e il 1915, al tempo della direzione di Ada Sacchi, quando la sala fu sottoposta a lavori di ripristino e destinata a Sala di Lettura della sezione Biblioteca Popolare. Tale sezione era stata istituita nel 1912 proprio da Ada Sacchi “per il riscatto e la crescita culturale delle classi umili” e “in antagonismo all’osteria”. _
Giornata Europea della Musica
Lunedì 20 giugno 2016 Cinema del Carbone | ore 21.15
INGRESSO GRATUITO
Eterotopie Piano Festival
Proiezione del lungometraggio PIANOLISZT UN SECOLO DI CINEMA CON FRANZ LISZT
Luigi Verdi Giovanni Leprino
Madonna della Vittoria | ore 21.15
MUSICA AL FUTURO LISZTOMANIACS
Accademia pianistica mantovana
Antologia lisztiana eseguono Cecilia Bianchi, Ilaria Brognara, Enrico Caniato, Davide Ciruolo, Enzo Ciruolo, Debora Fontanella, Anna Modenini, Elena Padovani, Nicola Padovani, Marco Tariello
Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 (riduzione per due pianoforti) Marco Tariello, pianoforte
INGRESSO GRATUITO
(Italia 2011-12)
Eterotopie Piano Festival
La figura di Franz Liszt è ancor oggi tra le più emblematiche e rivoluzionarie della storia della musica. Ne sono prova i 300 film che utilizzano la musica di Liszt nella colonna sonora, nei contesti narrativi più disparati, che eleggono il compositore ungherese tra i “classici più saccheggiati dal grande schermo”. Ci raccontano questo romanzo musicale e visivo il montaggio cinematografico ideato da Francesco Leprino, autore di diversi documentari di carattere musicale, e il musicologo Luigi Verdi, già ospite di Eterotopie Piano Festival. Dalle Consolazioni al Mephisto Walzer, dal Concerto n. 1 alle Rapsodie Ungheresi, una carrellata di passaggi senza soluzione di continuità da sequenze tratte dei titoli più significativi del repertorio cinematografico. Un montaggio, come dicono gli autori, che tende a restituire, in una sorta di compressione spazio-temporale, l’atteggiamento di un secolo 86 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Martedì 21 giugno 2016
di cinema verso questo grande compositore e, in fondo, lo spirito rapsodico dello stesso Liszt. A completare questa avventura cinematografica il concerto degli allievi del progetto Accademia pianistica mantovana, tra grandi e piccoli, tutti a confrontarsi con le pagine lisztiane in un grande festa musicale. _
Concero per pianoforte e orchestra n. 2 (riduzione per due pianoforti) Claudia Schirripa, pianoforte
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CINEMA DEL CARBONE
PARCO DELLE BERTONE
I
I
l cinema Oberdan è in via Oberdan 11, a pochi passi da Corso Umberto I, nel centro storico di Mantova. L’Oberdan ha una lunga storia come centro culturale e di aggregazione: prima spazio ricreativo per ragazzi, poi sala conferenze, poi ancora cinema, infine scuola di danza. Il Cinema del Carbone ha preso in gestione l’Oberdan dal gennaio 2012, con l’obiettivo di farne un punto di incontro e di proposta culturale per tutta la comunità mantovana. Da qui è nato il progetto di un luogo a sale mobili, uno spazio modulare con sale che cambiano pelle a seconda dell’uso: una parete si sposta, alcuni elementi compaiono o si nascondono, a seconda di quello che si vuole fare. Come in un caleidoscopio, un semplice movimento basta a cambiare colori, geometrie, dimensioni. Eppure, lo spazio resta uno solo, pronto a catalizzare idee e attività diverse, offrendo a ciascuna la dimensione ideale. _
88 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
l Parco delle Bertone è un Parco Giardino, tipico del periodo romantico. Vi si possono ammirare alberi esotici ed autoctoni che possono avere fino a 150 anni di età. Il parco comprende una zona boscosa, un piccolo laghetto, vari corsi d’acqua e una rete di sentieri e vialetti. Include anche 3 edifici di epoca ottocentesca: una villa padronale, delle scuderie e un edificio un tempo adibito a foresteria (al centro del boschetto si trova anche una ghiacciaia interrata dove un tempo veniva stivato il ghiaccio portato per fiume dalle zone montane). Il bosco contava un migliaio di alberi ma nel 1994 durante un fortunale circa un quarto furono rasi al suolo. La disposizione di alberi, sentieri e zone acquose non è naturale ma risponde a criteri architettonici e di suggestione. La vegetazione arborea è composta da specie esotiche (caratteristiche dei giardini ottocenteschi) e da altre più comuni. Si possono contare: pini neri, magnolie, tassi, querce, carpini, ba-
golari, platani, farnie, noci neri. Piuttosto raro un esemplare di ginko biloba di 200 anni e 40 metri di altezza. Il parco è gestito dal Parco Regionale del Mincio e ospita il Centro reintroduzione cicogna bianca attivato dal Parco del Mincio. Si tratta di un nucleo stabile di cicogne nidificanti ospitate in voliere e liberate dopo alcuni anni. Alcuni esemplari si stabiliscono permanentemente nel parco (come è possibile vedere in grandi nidi sulle cime degli alberi) e talvolta inducono esemplari selvatici a stabilirsi nella zona, altre migrano durante l’inverno per poi fare ritorno. Le Bertone sono aperte al pubblico nelle giornate festive da marzo a inizio novembre. _ [fonte: wikipedia] 89
Giovedì 23 giugno 2016
MI CHIAMO ERIK SATIE
Andrè Gallo, pianoforte
F. Poulenc (1899 - 1963) Suite francaise d’après Claude Gervais Bransle de Bourgogne Pavane Petit Marche militare Lamento Bransle de Champagne Siciliana Carillon
E. Satie Croquis et agaceries d’un gore bonhomme en bois Tyrollienne turche Danse Maigre Espagñaña Embriyons desséchés Holothuria Edriophtalma Podophtalma
Palazzo Te, Sala dei cavalli | ore 21.15
ABBONAMENTO
Eterotopie Piano Festival MantovaMusica
Del resto, a me piace di più misurare un suono che ascoltarlo. Col fonometro in mano, opero allegramente, senza indugi. Erik Satie
90 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
E. Satie Sonatine Bureaucratique F. Poulenc Mélancolie Trois Improvisations
F. Poulenc Trois Nocturnes E. Satie Je te veux Poudre d’or F. Poulenc Presto Novellette n. 1 Toccata
Tra il 1915 e il 1917 Francis Poulenc, giovane compositore-pianista, entrò a far parte della classe di pianoforte di Ricardo Viñes, il grande virtuoso spagnolo residente a Parigi, che fu tra i primi interpreti delle musiche di Debussy e Ravel e Satie. Amico intimo di questi fu proprio Viñes che presentò Poulenc a Satie. Ispiratore e mentore del nascente Gruppo dei Sei, Satie non mostrò mai una particolare stima per quest’ultimo, accettando tuttavia di patrocinare il suo ingresso nel gruppo dopo aver ascoltato la Rhapsodie nègre, il primo lavoro importante che Poulenc non mancò di dedicare a Satie. Poulenc da parte sua non cessò mai di proclamare l’importanza del suo incontro con Satie il quale “aveva il genio di mostrare ciò che bisognava fare e di indurre a lasciare le cose usate, di sgrassare la musica”; Poulenc per tutta la vita interpreterà musiche di Satie da solo e a quattro mani con George Auric, eseguendole nelle sale di tutto il mondo. Dunque un intreccio musicale fertile che il recital di Andrè Gallo, pianista che ha
già all’attivo l’integrale delle opere di Debussy, Ravel, Poulenc e Satie, di recente ospite presso il Concertgebouw di Amsterdam, impagina con brani che evidenziano gli aspetti più caratteristici dei due compositori. La felice e copiosa inventiva di Poulenc la cui musica dietro una maschera spiritosa e sentimentale nasconde pagine d’indiscutibile bellezza e profondità; e l’irriverente ironia di Satie che si posa, con gesto satirico e violento, sulle “pagine celebri” del repertorio pianistico. Gesti come quello degli Embrioni Secchi, cetrioli marini che “si riuniscono”, come dice la didascalia nella partitura, al ritmo di una celebre Mazurka di Schubert (che in realtà è Chopin!); o una danza tirolese-turca, un geniale pastiche su “alla turca” di Mozart; oppure con una della più riuscite invenzioni satiane, la riscrittura sapiente della prima Sonatina di Muzio Clementi, banco di prova per generazioni di giovani pianisti e pianiste di tutto il mondo fin dal XIX secolo, il cui classico stile aristocratico viene stravolto in un postmoderno ed esilarante stile burocratico… _
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Venerdì 24 giugno 2016
MI CHIAMO ERIK SATIE
Bertrand Giraud, pianoforte
J. Françaix (1912 - 1997) Nocturne La promenade d’un musicologue eclectique I. Hommage à Handel II. Hommage à Frédéric Chopin III. Hommage à Domenico Scarlatti (“Couronné par Beethoven et par Mendelssohn, sous le regard complice de Debussy”) IV. Hommage à Maurice Ravel V. Petit hommage à la Musique Contemporaine VI. Hommage à Adolphe Adam (de l’Institut)
E. Satie (1866 - 1925)
Madonna della Vittoria | ore 21.15
ABBONAMENTO
Eterotopie Piano Festival MantovaMusica
Quand'ero giovane mi dicevano: "vedrà quando avrà 50 anni". Ho 50 anni. Ma non vedo niente. Erik Satie
92 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Gymnopedie n° 1 E. Chabrier (1841 - 1894) Feuillet d’album Caprice Scherzo - Valse F. Liszt (1811 - 1886) Tre sonetti del Petrarca Harmonies du soir
Il pianista transalpino Bertrand Giraud è riconosciuto tra gli scopritori e maggiori interpreti della musica del compositore francese Jean Françaix (Le Mans, 1912 - Parigi, 1997). Lontano dalle avanguardie radicali francesi e tedesche, anche se molto curioso nei loro confronti, Françaix fu autore assai prolifico, con circa 200 numeri d’opera nei quali toccò pressoché tutti i generi musicali. Tra gli allievi prediletti di Nadia Boulanger, Françaix dedicò al pianoforte una serie di lavori caratterizzati da una vena umoristica originale e di impianto neoclassico non lontano dall’estetica di un altro francese poco più anziano: Francis Poulenc. Giraud propone la godibilissima suite La promenade d’un musicologue eclectique (1987), che raccoglie con verve irresistibile una immaginaria galleria di ritratti musicali, da Scarlatti alla musica contemporanea… Il programma, come disegnato attorno a quel monumento di semplicità che è la Premier Gymnopédie composta da Satie nel 1888, ci porta inoltre al raro ascolto di alcune opere di un altro francese, Emmanuel Chabrier (Ambert, 1841 - Parigi, 1894), compositore assai ammirato da Debussy e Ravel. I Tre Sonetti del Petrarca di Franz Liszt originariamente composti per voce e pianoforte, furono inclusi, nella loro riscrittura per pianoforte solo, all’interno della celebre raccolta di brani dell’album di viaggio musicale Années de Pèlerinage - Italie. Le immagini sublimi del testo
petrarchesco vengono restitutite musicalmente grazie ad una straordinaria ricerca timbrica che anticipa, con le sue sonorità impalpabili, il pianoforte di Debussy e Ravel. Quella ricerca timbrica fu portata da Liszt, alla fine della sua vita, all’estremo, con gli impressionistici e rarefatti accordi di Nuages gris (Nuvole grigie) del 1881, non così lontani da quelli delle opere esoteriche e incantatorie del giovane Satie. _
Sabato 25 giugno 2016
FINAL FANTASY
Aki Kuroda, pianoforte
W.A. Mozart (1756 - 1791) Fantasie in Re minore K. 397 Andante - Adagio - Presto - Allegretto
J.S. Bach (1685 - 1750) Fantasia in Do minore BWV 906
Madonna della Vittoria | ore 21.15
ABBONAMENTO
Eterotopie Piano Festival MantovaMusica
E. Satie Fantaisie-Valse
Per combattere un’idea nuova in Politica e in Arte tutti i mezzi sono buoni, specie i mezzi più abbietti. Erik Satie
94 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Nobuo Uematzu (1959) Masashi Hamauzu (1971) Da Final Fantasy X Piano Collections To Zanarkand Via Purifico SutekiDa Ne Assault E. Satie Avant-dernières pensées Idylle Aubade Méditation
Masashi Hamauzu Da Final Fantasy FXIII Piano Collections Lightning’s Theme-Blinded By Light Fang’s Theme Prelude to FINAL FANTASY I. Stravinsky (1882 - 1971) Tre danze da L’Oiseau de Feu (trascrizione per pianoforte solo di Guido Agosti)
Danse infernale Berceuse Finale
La pianista giapponese Aki Kuroda, già ospite di Eterotopie Piano Festival con lo spettacolare concerto dedicato alla musica degli Emerson Lake and Palmer, propone un singolare percorso musicale attorno al termine fantasia, un topos che percorre la storia della creatività umana e che spesso si distilla, per così dire, in “casi” creativi. Non solo nel genere musicale della Fantasia, al quale molti compositori del passato hanno affidato spesso le loro invenzioni musicali più innovative e intime. In Final Fantasy, uno dei videogiochi di ruolo creazione giapponese più popolari della sto-
ria recente, le fantasiose vicende vissute dalla ridda di personaggi che animano l’azione, sono accompagnate dai raffinati brani musicali composti da Nobuo Uematzu e Masashi Hamauzu, successivamente raccolti in un’omonima Piano collection di cui la Kuroda ha curato l’incisione. Passando dallo schermo “virtuale” dei videogiochi al grande schermo il riferimento a Disney è d’obbligo. In Fantasia 2000 risuona la celeberrima suite – qui eseguita nella funambolica trascrizione per pianoforte solo di Guido Agosti – tratta dalle musiche del balletto L’uccello di Fuoco, composte da Igor
Stravinsky nel 1910 e che rivelarono improvvisamente il genio assoluto del compositore russo. Si alternano nel programma alcuni dei brani cosiddetti fantasisti di Erik Satie, certo tra i compositori che alla propria fantasia non ha posto fortunatamente alcun limite. I tre Penultimi Pensieri, composti da Satie nel 1915 (il titolo, suggeriamo, potrebbe ispirarsi, con il consueto sarcasmo satiano, a quegli ultimi pensieri degli artisti, ai quali spesso l’immaginario romantico ha voluto attribuire una sorta di luogo magico della creazione) furono dedicati a Claude Debussy, a Paul Dukas e Albert Roussel.._
Domenica 26 giugno 2016 Madonna della Vittoria | ore 21.15
DARK WAVES OMAGGIO A JOHN LUTHER ADAMS
Ebony Piano Duo
D. Milhaud (1892 - 1974) La Création du Monde op. 81b Ouverture Le chaos avant la création La naissance de la flore et de la faune La naissance de l’homme et de la femme Le désir Le printemps ou l’apaisement
A. Hohvaness (1911 - 2000) Ko-ola-u per due pianoforti
ABBONAMENTO
Eterotopie Piano Festival MantovaMusica
J.L. Adams (1953) Among red Mountains per pianoforte solo Dark Waves per due pianoforti ed elettronica G. Crumb (1929) Otherwordly resonance per due pianoforti amplificati
96 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
J.L. Adams Nunataks (Solitary Peaks) per pianoforte solo J. Adams (1947) Hallelujah Junction per due pianoforti
Definito da Alex Ross, eminente musicologo britannico autore del bestseller mondiale “Il resto è rumore”, come uno dei più originali pensatori musicali del nuovo secolo, John Luther Adams si impone nel panorama internazionale con la vincita, nel 2014, del prestigioso Premio Pulitzer, attribuitogli per la sua composizione orchestrale Become Oceans. Ispirato quasi totalmente dai lussureggianti paesaggi naturalistici americani, e soprattutto dell’Alaska, dove J.L. Adams ha soggiornato per lungo tempo, la sua musica ne richiama costantemente i grandiosi aspetti, impersonali e spirituali “al di là di ogni scala umana”, come la critica americana ha scritto, in un “tranquillo caos di colori”. Si intrecciano in questo tragitto tra alcuni lavori dell’americano, una serie di brani di autori che condividono la visione naturalistica e spirituale della musica. Come nel brano di Alan Hovhaness, nato in Armenia ma naturalizzato americano, che porta in esergo una poesia popolare hawaiana, ispirata alla montagna di Ko-ola-u. Vengono poi due figure importanti della musica americana, George Crumb, con un brano tratto dalla suite Otherworldly Resonances (che potremmo tradurre con suoni dell’altro mondo) e il celebre Hallelujah Junction di John Adams, uno dei padri del minimalismo americano, il cui titolo fu ispirato dal nome di un luogo situato vicino al confine tra California e Nevada, luogo presso
il quale Adams tutt’ora si ritira durante la sua attività compositiva. Il concerto è aperto con la trascrizione originale per pianoforte a quattro mani della musica che Darius Milhaud, esponente tra i più importanti del Gruppo dei Sei, scrisse per il balletto dal titolo omonimo, La
creation du monde. Rappresentato per la prima volta a Parigi nel 1923, viene raccontata, con una sintesi affascinante di ritmi tribali e jazzistici, l’origine del mondo, dal caos primordiale alla nascita degli dèi, dalle prime forme di vita alla comparsa dell’uomo.. _
Venerdì 8 luglio 2016
CHAMBER OPERA
Palazzo Te, Loggia di Davide | ore 21.15
Ensemble Variabile Annamaria Dell’Oste, soprano Claudio Mansutti, clarinetto Federica Repini, pianoforte
Abbonamento
Società della Musica MantovaMusica
F. Schubert Der Hirt auf dem Felsen op. 129 per soprano clarinetto e pianoforte Andantino, Allegretto
N. Rota Sonata in Re per clarinetto e pianoforte Allegretto scorrevole - Andante quasi adagio - Allegro scorrevole
L. Spohr 6 Deutsche Lieder op. 103 Sei still mein Herz, Zwiegesang, Sehnsucht, Wiegenlied in drei Tönen, Das heimliche Lied, Wach auf
Suite Opera Italiana per soprano clarinetto e pianoforte Dal Ballo in maschera di Verdi “saper vorreste” dalla Traviata di Verdi “è strano” dalla Bohème di Puccini Il valzer di Musetta “Quando men vò” dal Don Pasquale di Donizzetti “So anch’io la virtù magica”
* * *
Con la collaborazione di:
Arrangiamento Valter Sivilotti
Club Mantova
98 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Tre titolati strumentisti italiani del nord-est, provvisti di una vasta e qualificata esperienza internazionale si uniscono per dar vita ad un programma variegato che ruota attorno alla presenza della voce. Una voce, quella di Annamaria Dell’Oste, che qui si presta alla cantabile liederistica di Schubert e del suo contemporaneo Louis Spohr, ma anche ad una dilettevole rivisitazione di pagine operistiche italiane di indubbia popolarità: due aspetti dell’arte vocale, l’uno intimista e poetico, l’altro destinato alle suggestioni del teatro musicale. La locandina si completa con l’arte cameristica di un maestro italiano, Nino Rota, ammirato per i tanti lavori dedicati al cinema di Visconti, Zeffirelli e Fellini ma che ebbe in verità anche un denso impegno rivolto alla composizione classica. Da quel settore emerge la Sonata per clarinetto e pianoforte del 1945, composta per il clarinettista Attilio Scotese, docente al Liceo musicale di Bari a quel tempo guidato dal musicista milanese. _
Venerdì 15 luglio 2016 Palazzo Te, Loggia di Davide | ore 21.15
“PIù CHE UN TRICOLORE”: VARIA MUSICA ITALIANA DI IERI E DI OGGI
Trio del Garda
Gioacchino Rossini (1792 - 1868) Ouverture da “Il Barbiere di Siviglia”
Antonio Bazzini (1818 - 1897) La Ronde des Lutins
Gabrio Taglietti (1955) Pleni sunt coeli*
Paolo Ugoletti (1956) Mediterranea*
Lucio Battisti (1943 - 1998) Emozioni
Ennio Morricone (1928) Gabriel’s Oboe
Guido Boselli (1960) Quattro pezzi sillabanti percorrendo una dedica* (a ga – brio – taglie – tti)
Vittorio Monti (1868 - 1922) Czardas
Mauro Scappini, flauto Bruno Righetti, clarinetto Eros Roselli, chitarra
Abbonamento
Società della Musica MantovaMusica
Grazie al sostegno di:
100 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
* composizioni scritte per il Trio del Garda
Prossimo al primo decennale di attività, il Trio del Garda è una formazione che mantiene gli stessi componenti degli esordi, uniti da traguardi e progetti comuni e da personalità diverse ma felicemente integrate che qui agiscono per confezionare un programma tutto informato da musiche d’autori italiani. “Più che un tricolore” è appunto titolo che svela l’intenzione di non limitare lo sguardo al repertorio “classico”, ma di offrire una veduta più ampia e curiosa, alla ricerca di alcune pagine che han fatto – e stanno facendo – la storia musicale del nostro paese. E quindi così in rassegna, accanto a pagine d’oggi dedicate proprio al Trio del Garda (con firme di Gabrio Taglietti, Guido Boselli, Paolo Ugoletti), stanno anche musiche trascritte, come “Emozioni” di Battisti, grande “hit” degli anni Settanta, il tema di “Mission” di Ennio Morricone, l’ouverture rossiniana dal Barbiere di Siviglia e la scoppiettante “Ridda dei folletti” di Antonio Bazzini, originalmente destinata al violino. I tre interpreti, Mauro Scappini, Bruno Righetti ed Eros Roselli, vantano affermazioni, collaborazioni, dischi e premi in quantità e garantiscono un appuntamento generoso di sollecitazioni. _
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Sabato 23 luglio 2016 Parco delle Bertone | ore 21.15
VIAGGIO MUSICALE NELL’EST EUROPA
Caffè Concerto Strauss
V. D’Orio Da Budapest a Bucharest
G. Dinicu Hora tempesta
J. Vidak Sanda
C. Porumbescu Balada
A. Ferraris Due chitarre
A. Ferraris Occhi neri
E. Doga Vals
Theis Piroska
G. Dinicu La carrozza del postino
Knumann Rumanisch
Aa/Vv. CCS Le sere di Mosca
V. Monti Czardas
Aa/Vv. CCS Souvenire d’Ukraine
G. Enescu Rapsodia Rumena
Abbonamento
Società della Musica MantovaMusica
Con la collaborazione di:
Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani
102 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Cristian Pintilie, violino solista Paolo Lungu, pianoforte Ion Perepelicnii, fisarmonica Stefan Popescu, contrabbasso
Il viaggio musicale nell’Est Europa è un viaggio nel cuore di una creatività libera e contrastata e di una terra permeata di umori popolari, virtuosità coinvolgenti, malinconie istantanee. Questo è il tema attorno al quale si snoda la locandina del Caffè Concerto Strauss, un insieme dall’organico variabile che qui si presenta in quartetto: due archi, tastiera e fisarmonica, a portare il colore di una spontaneità penetrante e di un insieme votato all’intrattenimento, come del resto spiega con chiarezza il curriculum del complesso, usualmente attivo anche negli spazi aperti, dalla veneziana piazza San Marco al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Una collana di pagine celebri e di immediata comunicativa, per sognare lontananze, brevi felicità, con il sapore di un piacevole abbandono alla gioia del canto. _
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Sabato 30 luglio 2016 Parco delle Bertone | ore 21.15
OMAGGIO A CHET BAKER & STAN GETZ
Abbonamento
Società della Musica MantovaMusica
Con la collaborazione di:
Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani
104 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Il Quintetto di Igor Palmieri, presenta il Progetto ‘Five for Stan & Chet’: si tratta di un omaggio alla Musica straordinaria che ci hanno regalato Stan Getz e Chet Baker. In scaletta alcuni degli standard più famosi come Dear Old Stockholm, Just Friends, Look for the Silver Lining, passando per Stella by Starlight, So Easy e Misty.
Igor Palmieri Quintet Igor Palmieri, sax tenore Fulvio Chiara, tromba Simone Daclon, pianoforte Raffaele Romano, contrabbasso Vittorio Sicbaldi, batteria
Si tratta di un Omaggio al Jazz Standard e in particolare a quello anni ’50 e ’60, proveniente dalla West Coast School, i cui maggiori rappresentanti sono Chet Baker e Stan Getz. In scaletta ci saranno i più famosi standards jazz, arrangiati in maniera originale e ispirati alla musica di questi due grandi musicisti americani. Ad interpretarlo l’Igor Palmieri Quintet, capitanato da Igor Palmieri al sax tenore e, con lui, Fulvio Chiara (tromba), Simone Daclon (piano), Raffaele Romano (contrabbasso), Vittorio Sicbaldi (batteria). L’Igor Palmieri Jazz Quintet, come detto, è un organico strumentale che ama e si ispira alle storiche formazioni della tradizione del jazz colto e raffinato che si sono sviluppate verso la metà del Novecento. Chet Baker e Stan Getz sono riconosciuti e riconoscibili anche grazie a quello stile jazz che si caratterizza per l’attenzione al suono, per lo swing e per una maggiore attenzione alle melodie. “Nell’era del jazz virtuosismo e accademico, la compostezza e lo stile caldo e lirico di Chet Baker e di Stan Getz sembrano davvero essere qualità perdute. Diffondere il loro repertorio, anche quello meno noto e omaggiarne il genio, è un progetto ambizioso ma essenziale per tutti i musicisti che fanno parte del progetto “Five for Stan & Chet”. _
Sabato 13 agosto 2016 Lucerna | Concert Hall
VIAGGIO MUSICALE LUCERNA FESTIVAL
Mahler Sinfonia dei Mille Riccardo Chailly, direttore
*FUORI ABBONAMENTO
Società della Musica
progetti che crescono con noi
La Fondazione Comunità Mantovana Onlus è nata in data 25 febbraio 2000 grazie all’entusiasmo di un gruppo di persone orientate verso il comune obiettivo di migliorare il livello della collettività mantovana. Appartiene a tutti i mantovani e costituisce uno strumento perenne per il rafforzamento dei legami di solidarietà e responsabilità sociale, il miglioramento della qualità della vita, la riduzione dei disagi e delle sofferenze di tutti coloro che vivono ed operano nel territorio provinciale.
106 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
© Priska Ketterer, LUCERNE FESTIVAL
Informazioni e prenotazioni Telefono 0376 355566 Mail info@mantovamusica.com
Gli ambiti di intervento sono: assistenza sociale e socio-sanitaria, tutela, promozione e valorizzazione della cultura e dell’arte, tutale e valorizzazione della natura e dell’ambiente. Fondazione Comunità Mantovana Onlus via Portazzolo, 9 - Mantova tel. e fax 0376 237249 www.fondazione.mantova.it info@fondazione.mantova.it
La Fondazione Comunità Mantovana si sta rivelando anche una potente modalità per dar vita ad iniziative di impatto collettivo in grado di coinvolgere una pluralità di soggetti provenienti da diversi settori per il conseguimento, pur nel rispetto della reciproca autonomia, di obiettivi comuni. 107
Domenica 30 ottobre 2016 Teatro Bibiena | ore 17.00
PROGETTO POMERIGGI MUSICALI
Abbonamento
Concerti della Domenica MantovaMusica
In collaborazione con i Conservatori di Musica di Mantova, Brescia, Como e la Civica Scuola di Musica di Milano
L. Cherubini Il Portatore d’acqua (“Les deux journées”) W.A. Mozart Sinfonia in Sol minore K550 (versione con i clarinetti) * * * L. van Beethoven Sinfonia n. 1 in Do maggiore
Grazie al sostegno di:
108 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Concerto Sinfonico Aldo Ceccato, direttore
Domenica 6 novembre 2016 Teatro Bibiena | ore 17.00
Abbonamento
Concerti della Domenica MantovaMusica
GRAN GALà LIRICO
Vincitori dell’VIII Edizione del Concorso Internazionale di Canto Lirico “Alfredo Giacomotti” Angiolina Sensale, maestro concertatore presenta Michele Nocera in collaborazione con Associazione Amici della Musica di Voghera
Grazie al sostegno di:
110 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Sempre nella stupenda cornice del Teatro Bibiena, Giovani Talenti si cimentano in un programma operistico di grande effetto, eseguendo brani lirici fra i più amati dagli appassionati, diretti sapientemente dalla pianista Angiolina Sensale. Presenta il Dott. Michele Nocera noto critico e biografo della “Divina” Maria Callas. _
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Domenica 13 novembre 2016 Teatro Bibiena | ore 17.00
AROUND THE WORLD Premio Roma
Chen Guang, pianoforte
D. Scarlatti Sonata K 1
S.V. Rachmaninov 2 preludes
F.J. Haydn Sonata E flat major Hob 52 Allegro Adagio Finale: Presto
Chu Wanghu A joyful day
F. Liszt Mephisto Waltz
I. Albeniz Triana
* * *
I. Stravinsky Tango
Abbonamento
Concerti della Domenica MantovaMusica
C. Debussy L’Isle Joyeuse
S. Joplin Maple Leaf ragtime Grazie al sostegno di:
112 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
“Un pianista di incredibile talento, con un raffinato senso di musicalità e una straordinaria capacità tecnica. È mia opinione che Chen Guang sarà in grado di continuare la tradizione della nostra grande musica” così il celebre pianista Paul Badura Skoda presenta Chen Guang giovane promessa del pianismo internazionale, allievo di Enrica Ciccarelli e di Vovka Ashkenazy all’Accademia Internazionale Pianistica di Imola. Pluripremiato nei concorsi internazionali tra i quali il Youg Artists Concerto Competition a Pechino, Skrijabin Piano Competition, Maria Canals di Barcellona, Alaska International Competition e lo Chopin di Roma. Chen Guang si cimenterà in un programma piacevolissimo e raffinato che abbraccerà i compositori di tutto il mondo e di tutte le epoche, un pot-pourri di elevata classe stilistica dei brani più famosi del repertorio pianistico di ogni tempo e luogo “Around the World”. _
Domenica 27 novembre 2016 Teatro Bibiena | ore 17.00
IL LIRISMO ROMANTICO DI MENDELSSOHN
Valter Favero, direttore Davide Alogna, violino Bruno Canino, pianoforte
Abbonamento
Concerti della Domenica MantovaMusica
Orchestra del Festival Internazionale “Omaggio a Maria Callas”
Felix Mendelssohn (1809-1847) Sinfonia n. 7 in Re minore per archi MWV N 7 Allegro, Andante Amorevole, Minuetto e Trio, Allegro Molto
Uno fra i più amati e geniali compositori è Felix Mendelsshon che malgrado la sua prematura morte lasciò al mondo in preziosa eredità un gran numero di lavori di elegantissima e levigata fattura; musica che rispecchia ed esprime a meraviglia il carattere affabile e la sensibilità raffinata del suo autore. Nel programma troviamo la settima sinfonia per archi tratta dalle dodici sinfonie scritte tra il 1821 e il 1823 in cui Mendelssohn poco più che dodicenne dimostrava già la sua genialità e il bellissimo doppio concerto per violino, pianoforte e orchestra di rara esecuzio-
ne. Come solisti troviamo il giovane pluripremiato violinista Davide Alogna regolarmente ospite delle più importanti istituzioni concertistiche quali la Berliner Philarmonie, Teatro Colon di Buenos Aires, Herkulersaal di Monaco e la Salle Cortot di Parigi, e il celeberrimo pianista Bruno Canino. I due eminenti solisti saranno diretti sapientemente dal M° Valter Favero e supportati dall’Orchestra del Festival Internazionale “Omaggio a Maria Callas” realtà consolidata nata all’interno dell’omonimo Festival di Sirmione dedicato alla grande cantante lirica. _
Doppio Concerto in Re minore per violino, pianoforte e archi MWV 04 Allegro, Adagio, Allegro molto
Grazie al sostegno di:
© Alessandro Matola
114 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Domenica 4 dicembre 2016 Teatro Bibiena | ore 17.00
LE PIù BELLE COLONNE SONORE
Magnasco Movie Quartet
E. Morricone Nuovo Cinema Paradiso
E. Morricone Giù la testa C’era una volta in America Il Buono, il brutto, il cattivo
Abbonamento
Concerti della Domenica MantovaMusica
Andrea Cardinale, violino Francesco Gardella, clarinetto Alessandro Magnasco, pianoforte Gianluca Campi, fisarmonica
Sting Tango di Roxanne (dal film Moulin Rouge) S. Joplin The Entertainer (dal film La Stangata) V. Youmans Tea for two N. Rota Amarcord La Dolce Vita Grazie al sostegno di:
E. Morricone C’era una volta il west La leggenda del Pianista sull’oceano C. Gardel Por una cabeza
116 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
M. Theodorakis La Danza di Zorba J. Williams Schindler’s List N.H. Brown Singin’ in the Rain J. Kander New York New York A. Piazzolla Oblivion (dal film Enrico IV) Libertango (dal film Frantic)
Concerto interamente dedicato all’esecuzione di alcune tra le più famose colonne sonore di film. La manifestazione un viaggio nella produzione musicale cinematografica: ogni colonna sonora sarà preceduta da una breve introduzione riguardante non solo il film per il quale è stata ideata ma anche alcuni aneddoti sui compositori. La parola compendia e completa la musica al fine di coinvolgere il pubblico rendendolo partecipe dell’evento. Il Magnasco Quartet, formazione cameristica esistente già da diversi anni, è costituito da artisti che hanno avuto modo di esibirsi in svariate parti d’Italia ed all’estero eseguendo musiche, originali o trascritte, composte dal Settecento ad oggi sempre con grande attenzione filologica e conseguente riscontro di critica e pubblico. Caratteristica peculiare di questo ensemble è che, partendo dall’assoluto valore solistico dei singoli componenti (tutti vincitori di Concorsi Internazionali relativi al proprio strumento), si sia riusciti a dare vita ad un gruppo in cui le individualità lascino il posto a un’unica identità interpretativa. Recentemente ospitati da alcune tra le più importanti associazioni musicali italiane si sono distinti soprattutto per affiatamento e ricercatezze dinamico-interpretative. Il gruppo ha effettuato prime esecuzioni di lavori di compositori contemporanei e ripresentazioni di opere meno note del Novecento. Il Magnasco Trio incide per la DRC - Dryno Record Company. _ 117
Domenica 11 dicembre 2016 Teatro Bibiena | ore 17.00
J.s. bach: le trio sonate
Abbonamento
Concerti della Domenica MantovaMusica
Collegium Pro Musica Stefano Bagliano, flauto Federico Guglielmo, violino Erich Oskar Huetter, violoncello Andrea Coen, clavicembalo
Johann Sebastian Bach (1685 - 1750) Triosonata in Re minore BWV 527 per flauto e clavicembalo obbligato (andante - adagio e dolce - vivace) Capriccio “sopra la lontananza del fratello dilettissimo” in Si bemolle maggioreBWV 992 per clavicembalo Sonata in Mi maggiore BWV 1035 per flauto e basso continuo (adagio ma non tanto - allegro - siciliana - allegro assai)
Grazie al sostegno di:
118 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
* * *
Suite n. 1 in Sol maggiore BWV 1007 per violoncello (prelude - allemande - courante sarabande - menuet I/II - gigue) Triosonata BWV 1032 per flauto e clavicembalo obbligato (vivace - largo e dolce - allegro)
L’ensemble Collegium Pro Musica, fondato nel 1990 e diretto dal flautista Stefano Bagliano, è una formazione specializzata nel repertorio musicale barocco, eseguito secondo lo stile dell’epoca e con l’uso di copie di strumenti originali, con un organico che varia dal Trio all’Orchestra da Camera. I componenti del gruppo hanno alle spalle un’intensa attività concertistica a livello internazionale, in collaborazione con famosi musicisti tra cui le cantanti Emma Kirkby, Roberta Invernizzi e Gemma Bertagnolli, la violinista Monica Huggett, il clavicembalista Bob Van Asperen, il violista Lorenz Duftschmid, che ne
hanno apprezzato le scelte musicali e la qualità del suono, in cui la brillantezza e l’espressività italiana si combinano con il rigore stilistico. Stefano Bagliano e il Collegium Pro Musica hanno suonato per i più prestigiosi festival e organizzazioni musicali in USA, Canada, Giappone, Cina, Israele, Turchia e tutta Europa, tra cui Carnegie Hall di New York, Gasteig di Monaco di Baviera, Conservatorio di Mosca, Società del Quartetto di Milano/Musica e Poesia a S. Maurizio, Ishibashi Memorial Hall di Tokio, Amici della Musica di Firenze, Festival Internazionale di Lubiana, Concerti di Radio Rai 3 a Palazzo Venezia
a Roma in diretta radiofonica nazionale, Sagra Musicale Malatestiana, Jerusalem Festival, Il Gonfalone a Roma. Il Collegium ha all’attivo una intensa attività discografica avendo registrato – per le etichette Brilliant, Stradivarius, Dynamic, Nuova Era e Tactus –, Suites orchestrali, Concerti, Cantate e Sonate di Telemann, Concerti e Sonate di Vivaldi, Concerti e Musica da Camera di J.S. Bach e di C.P.E. Bach, Concerti e Sonate di G. Sammartini, Concerti di N. Fiorenza, Sonate di B. Marcello, Cantate di A. Scarlatti, Concerti di Graupner e Graun, Sonate di Stradella, Bitti etc. _
Domenica 18 dicembre 2016 Teatro Bibiena | ore 17.00
LE OTTO STAGIONI: VIVALDI & PIAZZOLLA
Orchestra d’Archi Asolana Veneta “Malipiero” Valter Favero, direttore Sebastiano Maria Vianello, violino
Abbonamento
Concerti della Domenica MantovaMusica
Antonio Vivaldi Le quattro stagioni per violino, archi e cembalo La Primavera RV 269 Allegro - Largo - Allegro L’Estate RV 315 Allegro non molto - Largo - Allegro L’Autunno RV 293 Allegro - Largo - Allegro L’Inverno RV 297 Allegro - Largo - Allegro SOLISTA
Astor Piazzolla “Las cuatro estaciones” Primavera Porteña Allegro Verano Porteño Allegro non molto Otono Porteño Allegro Invierno Porteño Lento revisione di José Maria Bragato per archi e pianoforte
Sebastiano Maria Vianello, violino SOLISTI Grazie al sostegno di:
120 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Sebastiano Maria Vianello, violino Valter Favero, pianoforte
Cosa c’entra Antonio Vivaldi con Astor Piazzolla? Apparentemente nulla. In realtà, 250 anni di storia sono magicamente uniti dallo stesso «filo rosso» musicale che, nel nome delle Quattro Stagioni, ci regala un evento inusuale. Ecco dunque l’opportunità di ascoltare, in vicendevole e speculare alternanza, contiguità e continuità, le «Quattro Stagioni» di Vivaldi e «Las cuatro Estaciones» di Piazzolla, proposte dall’Orchestra d’Archi Asolana Veneta “Malipiero”, guidata dal maestro Valter Favero in veste anche di pianista e impreziosite dalla bravura del violinista Sebastiano Maria Vianello concertista fra i più richiesti in ambito internazionale. _
Valter Favero (Orchestra d’Archi Asolana Veneta “Malipiero”)
ARTISTI OSPITI mantovamusica
Matteo Ferrari Bruno Canino
Antonino Fiumara
Carlo Cantini (Stefano Gueresi Trio)
Debora Fontanella (Accademia pianistica mantovana)
Andrea Cardinale (Magnasco Movie Quartet)
Fabio Gaddoni (Quartettto K)
Johanna Marie Ainomäe (Phoenix String Trio)
Giancarlo Cardini
Allievi del Liceo Musicale “Isabella d’Este”
Fulvio Chiara (Igor Palmieri Quintet)
Andrè Gallo Francesco Gardella (Magnasco Movie Quartet)
Davide Alogna
Caterina Chiozzi
Riccardo Giovine
Alessandra Aitini
Davide Ciruolo (Accademia pianistica mantovana)
Bertrand Giraud
Enzo Ciruolo (Accademia pianistica mantovana)
Chen Guang
Stefano Bagliano (Collegium Pro Musica) Nancy Barnaba (Quartetto Viotti) Alberto Battiston (Quartetto di Venezia) Anna Lisa Bellini Tommaso Benciolini Maria Cecilia Berioli (Quartetto Viotti)
Andrea Coen (Collegium Pro Musica) Egidio Collini (Quartetto K) Alice Cortegiani (Duo Essentia) Simone Daclon (Igor Palmieri Quintet)
Corrado Greco Stefano Gueresi (Stefano Gueresi Trio) Federico Guglielmo (Collegium Pro Musica) Claude Hauri Sandra Hiie (Phoenix String Trio)
Claudio Mansutti (Ensemble Variabile)
Joaquin Palomares
Marco Schiavo (Duo Schiavo-Marchegiani)
Sergio Marchegiani (Duo Schiavo-Marchegiani)
Federico Parolini
Alberto Martini (I Virtuosi Italiani)
Ion Perepelicnii (Caffè Concerto Strauss)
Claudia Schirripa (Accademia pianistica mantovana)
Stefano Martini (Quartetto K)
Piccoli Pianisti di Piano District
Angiolina Sensale
Anna Mastino
Cristian Pintilie (Caffè Concerto Strauss)
Vittorio Sicbaldi (Igor Palmieri Quintet)
Johanna Mattila (Archetti Sinfonici di Pirkanmaa)
Paola Pitagora
Grigory Sokolov
Stefan Popescu (Caffè Concerto Strauss)
Giampaolo Stuani
Franco Mezzena (Quartetto Viotti)
Tero Putkonen (Archetti Sinfonici di Pirkanmaa)
Stefan Milenkovich
Luigi Puxeddu
Marco Tariello (Accademia pianistica mantovana)
Ksenia Milyawskaaja
Massimo Quarta
Samuele Telari (Duo Essentia)
Anna Modenini (Accademia pianistica mantovana)
Luca Ranieri (Quartetto Viotti)
Seppo Varho
Federica Repini (Ensemble Variabile)
Luigi Verdi
Massimo Reppellini (Stefano Gueresi Trio)
Sebastiano Maria Vianello
Giovanni Mongiano Michele Nocera
Bruno Righetti (Trio del Garda)
Andrea Vio (Quartetto di Venezia)
Alberto Nosé
Raffaele Romano (Igor Palmieri Quintet)
I Virtuosi Italiani
Orchestra d’Archi Asolana Veneta “Malipiero”
Eros Roselli (Trio del Garda)
Angelo Zanin (Quartetto di Venezia)
Orchestra del Festival Internazionale “Omaggio a Maria Callas”
Andrea Rucli
Marco Dalpane
Horus Ensemble (Conservatorio di Musica “Lucio Campiani” di Mantova)
Annamaria Dell’Oste (Ensemble Variabile)
Erich Oskar Huetter (Collegium Pro Musica)
Ilaria Brognara (Accademia pianistica mantovana)
Fabio Di Casola
Silvia Ilves (Phoenix String Trio)
Antonio di Cristofano
Aki Kuroda
Gianluca Campi (Magnasco Movie Quartet)
Giancarlo di Vacri (Quartetto di Venezia)
Giovanni Leprino
Andrea Candeli
Ebony Piano Duo
Paolo Lungu (Caffè Concerto Strauss)
Nicola Padovani (Accademia pianistica mantovana)
Enrico Caniato (Accademia pianistica mantovana)
Domenico Ermirio
Alessandro Magnasco (Magnasco Movie Quartet)
Igor Palmieri (Igor Palmieri Quintet)
Sebastiano Bernocchi Cecilia Bianchi (Accademia pianistica mantovana)
122 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Orchestra giovanile “Archetti Sinfonici” di Pirkannmaa (Tampere) Elena Padovani (Accademia pianistica mantovana)
Matteo Salerno (Quartetto K) Tuomas Salokangas (Archetti Sinfonici di Pirkanmaa) Paola Sanguinetti Linda Sarcuni Mauro Scappini (Trio del Garda)
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Direttore artistico Stefano Maffizzoni
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Web Laura Gradella
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Soroptimist International Club di Mantova
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124 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani
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Finito di stampare nel mese di gennaio duemilasedici da Leoprint, Bagnolo San Vito (Mn)
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