Criptomagazine 09

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Parere dalla Bitcoin Foundation Italia su quanto espresso dalla Banca D'Italia sul Bitcoin e crittovalute RUSSIA INVESTE NELLA PRODUZIONE DI BITCOIN

Bankitalia: Bitcoin sconsigliato perché mancano regole INVESTIRE IN PENSIONI IN

BITCOIN

EDIZIONE N°9

CRIPTO MAGAZINE BLOCKCHAIN - CRYPTOCURRENCY- BITCOIN - ETHEREUM - HARDWARE - SOFTWARE

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In Russia avanza energia, ci mineranno Bitcoin? In Russia avanzano 20 Gigawatt , e così il governo sta pensando di farli fruttare minando criptovalute, vale a dire Bitcoin, Ethereum e simili. Lo avrebbe suggerito il Vice Primo Ministro Igor Shuvalov, che all'interno del governo di Dmitry Medvedev è responsabile anche del bilancio della Federazione e delle politiche economiche. "Abbiamo parlato del futuro di questo settore in Russia", ha commentato Shuvalov in un'intervista, riferendosi alle criptovalute, "considerata la loro rapida evoluzione nel mondo. L'idea esiste, così come esiste il surplus energetico in Russia, ma prima di procedere "è necessario preparare leggi e regolamentazioni adeguate", aggiunge il politico con cautela. Per la Russia non sarebbe una semplice operazione nanziaria ma forse anche un'azione politica . Ad oggi infatti il 60% della potenza di calcolo disponibile nel mining è localizzata in Cina.

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In Russia avanza energia, ci mineranno Bitcoin?

Igor Shuvalov Un primato che forse non può cambiare le sorti del mondo, ma per le altre superpotenze potrebbe essere ragione di una moderata preoccupazione. Al secondo posto ci sono USA e Canada, che insieme fanno il 16%, poi Georgia (6%) ed Europa (5%); i dati sono quelli forniti da Bitfury Group. Leggi anche Cos'è Blockchain, oltre le criptovalute

Poco prima che Shuvalov rilasciasse l'intervista un'altra voce si era levata dal territorio Russo. RMC (Russian Miner Coin, una società specializzata) aveva annunciato un piano da 100 milioni di dollari per aumentare la potenza di calcolo e avviare la competizione con le aziende cinesi. Un'operazione abbinata a una ICO per raccogliere i fondi necessari. "La Russia ha il potenziale per raggiungere il 30% del mining globale", ha commentato a riguardo Dmitry Marinichev, uno dei proprietari di RMC nonché consulente personale di Vladimir Putin.

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In Russia avanza energia, ci mineranno Bitcoin? Proprio nella presentazione di RMC si legge che in Russia ci sono 20 gigawatt di energia in eccesso . In questo paese l'energia costa pochissimo, circa 11 centesimi al kilowatt/hora. La situazione sarebbe dunque favorevole al mining, se e quanto le autorità politiche volessero intraprenderne la strada.

Olga Skorobogatova Finora il governo russo non si è mostrato particolarmente favorevole a Bitcoin e alle crypto in generale, che e ettivamente potrebbero essere di ostacolo alle strette politiche di controllo. Finora però non si era mai parlato di usare le crypto in favore dello Stato, e tale ipotesi comprensibilmente può suggerire interpretazioni diverse. Tant'è che in parlamento si sta discutendo una legge per regolamentare le ICO; secondo Elina Sidorenko, coordinatrice del gruppo parlamentare che se ne occupa, i lavori sono quasi al termine. La Banca Centrale Russa, inoltre, sta lavorando a una "criptomoneta nazionale", come ha fatto sapere di recente la ex vice presidentessa Olga Skorobogatova.

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In Russia avanza energia, ci mineranno Bitcoin? mining farm (Wikimedia) Avrò la pensione? A che età? Quando potrò smettere di lavorare? Quanto prenderò? Potrò vivere dignitosamente? Queste domande ce le facciamo quasi tutti, e le risposte purtroppo o non ci sono o sono scoraggianti. Il sistema economico nora ha trovato tamponamenti più o meno credibili, ma più passa il tempo e più sembra che il welfare come lo conosciamo abbia ben poco futuro . Nemmeno i più accaniti difensori della previdenza pubblica sarebbero disposti a scommettere sul futuro della Pensione. E allora che si fa? Beh, molti hanno deciso di ricorrere a strumenti integrativi o erti in genere da banche e assicurazioni. Si paga un po' di più per avere un reddito migliore quando sarà il momento . Nemmeno in questo caso ci sono garanzie assolute, sono pur sempre prodotti nanziari. Sono tutelati da alcune garanzie legali, ma non bisogna pensare che siano una protezione assoluta.

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Farsi la pensione con Bitcoin e simili, perché no?

Oggi esiste un'altra possibilità, le criptovalute . Solo a vedere la parola a qualcuno viene la pelle d'oca, e c'è chi starà già scrivendo "bolla bolla bolla" nei commenti. Ma a ben guardare, forse non è più rischioso costruirsi una pensione su Bitcoin che farlo tramite un'assicurazione. Perché anche assicurazioni e banche possono fallire e lasciarti in braghe di tela; anche un intero Stato, se è per quello. Leggi anche Cos'è Blockchain, oltre le criptovalute

Stabilito che niente è assoluto e che nessun investimento è garantito al 100%, le criptomonete rappresentano una via possibile per garantirsi una pensione dignitosa. O anche più che dignitosa, se le cose vanno bene. Ne sono convinti alcuni esperti, la cui opinione è stata raccolta da Teddy Wayne per il New York Times.

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Farsi la pensione con Bitcoin e simili, perché no? Una possibilità che ha i suoi pro e i suoi contro, naturalmente.

Perché è una buona idea

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Farsi la pensione con Bitcoin e simili, perché no? Costa poco . Si può partire anche con solo qualche decina di euro, se non si ha di più. E aumentare il capitale un po' alla volta se e quando è possibile. Rispetto a un piano pensionistico è un bel vantaggio per chi è molto giovane e non ha un reddito stabile - dunque non potrebbe pagare una rata mensile ssa. Ci sono delle commissioni da pagare per ogni transazione, ma in genere sono contenute. Si risolve il problema della s ducia verso banche, Stati e dirigenti politici . Le criptomonete si basano si sistemi matematici quasi impossibili da manipolare. Un soggetto unico che avesse interesse a far fallire un certo progetto non sarebbe in grado di farlo, o solo in condizioni quasi proibitive. Vasta scelta . Esistono valute più a dabili di altre: Bitcoin, Ethereum, Bitcoin Cash, Ripple, ZCash e alcune altre valute hanno raggiunto una notevole solidità. Investire in queste dovrebbe garantire una buona resa almeno a medio termine. È come un conto risparmio vecchio stile . Non serve fare transazioni ogni giorno, con ritmi forsennati tipo Di Caprio in The Wolf of Wall Street. Si può tranquillamente comprare una valuta e aspettare, controllando di tanto in tanto come va. Resa maggiore . Rispetto al normale mercato azionario, un investitore può realizzare pro tti maggiori in meno tempo. Lo stesso vale per il risparmiatore che vuole farsi il classico materasso. È sempre più semplice. Registrarsi a un exchange e cominciare a fare trading richiede pochi minuti e pochissime competenze. Motore di cambiamento sociale . Come abbiamo avuto modo di a ermare in altri articoli, la tecnologia Blockchain e il concetto di denaro senza banche e senza stati ha un potenziale rivoluzionario. Si può decidere di sposare un'idea, insieme all'investimento

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Farsi la pensione con Bitcoin e simili, perchĂŠ no?

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Bankitalia: Bitcoin sconsigliato perché mancano regole Bankitalia sconsiglia di integrare Bitcoin nei prodotti d'investimento, perché l'assenza di regole certe e tutele potrebbe mettere a rischio il patrimonio. Il messaggio della Banca d'Italia è dedicato alle valute elettroniche in generale, tra le quali Bitcoin è la più famosa. L'istituzione si accoda così all'opinione della European Banking Authority (EBA), che lo scorso dicembre aveva pubblicato una nota del tutto simile al documento di Bankitalia. "In assenza di adeguati presidi e di un quadro legale certo circa la natura giuridica delle valute virtuali, quei rischi possono esporre a perdite e in ciare, di conseguenza, la consistenza del patrimonio di vigilanza e la stabilità stessa degli intermediari", a erma Bankitalia, per poi aggiungere che "le concrete modalità di funzionamento degli schemi di valuta virtuale possono integrare, nell'ordinamento nazionale, la violazione di disposizioni normative, penalmente sanzionate".

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Bankitalia: Bitcoin sconsigliato perché mancano regole

L'autorità bancaria evidenzia come punti critici, oltre all'assenza di regole, il fatto che le criptomonete non sono emesse né controllate da entità bancarie o autorità pubbliche , che non sono legate a una valuta riconosciuta, e che in generale non sono moneta legale. Si cita anche il fatto che i BTC si potrebbero usare per riciclare denaro. A ermazioni del tutto corrette, come riconosce anche la Bitcoin Foundation nel documento pubblicato in risposta alla nota di Bankitalia. Gli esperti di criptomonete rilevano che le autorità bancarie puntano "ad avere un quadro normativo omogeneo , cioè che sia comune fra tutti gli istituti bancari e le varie nazioni appartenenti all’eurozona".

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Bankitalia: Bitcoin sconsigliato perchÊ mancano regole Non si tratta però di un anatema contro Bitcoin e simili, ma piuttosto di un consiglio indirizzato agli intermediari nanziari, quei soggetti che (come le banche appunto) gestiscono il denaro di investitori grandi e piccoli. A loro Bankitalia sconsiglia di usare valute virtuali, appunto per i rischi citati. Doveroso, se si decide di procedere comunque, informare adeguatamente i clienti cosÏ come previsto dalle attuali norme.

"Le banche e gli altri intermediari vigilati dalla Banca d'Italia devono rendere edotti di tale orientamento i clienti , persone siche o giuridiche, operanti nel settore delle VV, prima di intraprendere operazioni della specie con essi".

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Bankitalia: Bitcoin sconsigliato perché mancano regole Nessun divieto quindi, ma un consiglio diretto agli operatori nanziari tutto sommato ragionevole, che si potrebbe sintetizzare in "è una scelta rischiosa, sarebbe meglio evitarla". Detto questo però a nessuno viene proibito di operare in valute virtuali, sempre che si forniscano informazioni chiare e trasparenti. "Visto che prima di queste comunicazioni, banche che fornissero servizi con le crittovalute non ve ne erano, su questo aspetto non ci saranno cambiamenti. Per quanto riguarda invece chi aveva intenzione di aprire servizi legati alle crittovalute, e avesse timore ad aprire conti in Italia, o si fosse già trovato porte chiuse, è probabile che le cose cambieranno in meglio. Per un ipotetico comune servizio di exchange questa sarà probabilmente una buona notizia ".

Da sempre infatti le persone che investono e usano Bitcoin e altre valute alternative sperano che nasca un sistema di regole che renda più solida questa novità nanziaria, rispettandone comunque la natura libera e decentralizzata . La regolamentazione "dovrebbe puntare principalmente a de nire il comportamento degli intermediari fra il mondo delle monete at (euro, dollari ecc …) e le crittovalute. Lasciando quindi libero il mercato delle crittovalute di definirsi, auto-regolamentarsi ed evolversi". "Il nostro principale timore è che una regolamentazione troppo stringente potrebbe portare a una grossa limitazione delle o erte di servizi e prodotti , aumentandone i prezzi, calandone la qualità e creando possibili situazioni di cartello", conclude infatti la risposta di Bitcoin Foundation.

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Bitcoin: mining e complotti, tutto sulla moneta digitale Introduzione Considerata l'accesa discussione che ne è scaturita, e le molte domande a cui non avevamo risposto, torniamo oggi sull'argomento nel tentativo di chiarire qualche ulteriore dettaglio. Come avevamo anticipato allora, tuttavia, l'argomento è molto vasto e chi vuole trasformarsi in un esperto dovrà armarsi di pazienza e buona volontà, perché il materiale da studiare è molto - e per la maggior parte in inglese. Con le prossime pagine comunque speriamo che la maggior parte dei lettori riuscirà a liberare la mente dai dubbi, e a farsi un'opinione sull'argomento.

Valore di Bitcoin nel primo trimestre 2013 secondo MTGox

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Bitcoin: mining e complotti, tutto sulla moneta digitale La nascita di Bitcoin si può far risalire al 2008, quando Satoshi Nakamoto pubblicò il documento che ne sanciva la nascita e lo descriveva per la prima volta (PDF). Nakamoto tuttavia non è che uno pseudonimo, e non è nota l'identità dello sviluppatore - o più probabilmente del gruppo di persone che ha creato la moneta digitale più famosa del mondo. L'anno successivo comparve il relativo software, e si avviò un fenomeno destinato a raggiungere una portata mondiale in brevissimo tempo . Pochi anni quindi, durante i quali qualcuno si è ovviamente arricchito . Ma soprattutto migliaia di persone in tutto il mondo hanno deciso di "credere" in una moneta libera dalle banche e dagli stati, che basa il proprio valore prima di tutto sulla ducia delle persone che la usano, verso il sistema e tra sé stesse.

Il Mining Come abbiamo accennato nel primo articolo, uno dei concetti più interessanti di Bitcoin è il fatto che chi vuole può prendere parte al conio di nuove monete digitali . Per farlo è su ciente il software adeguato, come per esempio il client u ciale; ma soprattutto è una questione di hardware. Minare e "trovare" nuovi Bitcoin signi ca sostanzialmente aggiungere un nuovo blocco alla blockchain . Quest'ultima nacque il 2 gennaio 2009 (Wikipedia), presumibilmente a opera dello stesso Nakamoto, con il primo blocco - denominato "Genesis Block".

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Bitcoin: mining e complotti, tutto sulla moneta digitale

Bitcoin, il picco di valore dello scorso aprile

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Putin vuole investire $100 milioni nel mining

Un’azienda di co-proprietà di uno dei consiglieri internet del Presidente Vladimir Putin vuole aumentare l’equivalente del valore della criptovaluta di ben 100 milioni di dollari col ne di aiutare gli imprenditori russi a sfidare la Cina nel settore del mining di bitcoin . O meglio, sarà minato l’equivalente di 100 milioni di dollari di criptovalute in modo da fare concorrenza alla più forte Cina. La Russian Miner Coin sta organizzando una ICO (Initial Coin O ering) dove gli investitori useranno unità di ethereum o di bitcoin per comprare token RMC. Questi token avranno il 18% di revenue guadagnato dall’attrezzatura di mining dell’azienda, secondo una presentazione pubblicata sul sito dell’azienda. RMC vuole usare chip semiconduttori creati in Russia per l’uso nei satelliti col ne di minimizzare il consumo di energia dei computer per il mining di criptovalute. Ciò è stato spiegato dall’adviser Internet di Putin, Dmitry Marinichev durante una conferenza che si è tenuta a Mosca.

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Putin vuole investire $100 milioni nel mining L’adviser Internet di Putin, Dmitry Marinichev ha spiegato durante una conferenza che si è tenuta a Mosca che “la Russia ha il potenziale di raggiungere oltre il 30% di share del mining di criptovalute mondiale.” Inoltre, Marinichev ha spiegato che $10 milioni del ricavato delle ICO saranno spesi per lo sviluppo dei processori.

Putin ed Ethereum Il governo Putin non è nuovo al mondo delle criptovalute. Qualche mese fa, infatti, abbiamo parlato proprio su questo blog del fatto che il Presidente russo avesse incontrato Vitalik Buterin, creatore di Ethereum, e avesse deciso di investire in Ethereum.

ICO e IPO a confronto Sempre più startup stanno vendendo token digitali come metodo per raccogliere fondi. Al contrario delle tradizionali IPO in cui gli investitori acquisiscono quote dell’azienda, le ICO offrono token virtuali . Di recente, il SEC ha avvisato che le ICO potrebbero essere considerate come titoli e quindi essere soggette agli stessi controlli. Oggi il mining di bitcoin richiede computer speciali basati su chip che minimizzano il consumo di energia. L’azienda cinese Bitmain Technologies Ltd . è una delle produttrici leader di questo tipo di attrezzatura ed usa anche Antpool, una pool che riunisce miner individuali dalla Cina e altri Paesi.

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Putin vuole investire $100 milioni nel mining Il rivale Bitfury Group , fondato da Valery Vavilov , un nativo russo di Latvia, produce attrezzatura per minare valute virtuali e gestisce molti centri di larga scala che si trovano in Georgia e Islanda. La Russia ha 20 gigawatt in eccesso di capacità elettrica, e i prezzi dell’elettricità arrivano ad un minimo di 80 kopeks (1.3 centesimi) per kilowatt ora, ovvero meno che in Cina. L’azienda ha in programma di collogare i computer per il mining basati sui chip di Bitfury in case di privati cittadini in Russia per s dare Bitmain usando i prezzi bassi della corrente russa. Se vuoi sapere come comprare, vendere, trasferire e conservare in sicurezza gli Ether, clicca qui per accedere alla guida gratuita (la prima e più completa in lingua italiana).

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Putin è entusiasta di Ethereum: l’incontro con Vitalik Buterin Ethereum , la più importante criptovalute dopo bitcoin, ha attirato l’attenzione di Vladimir Putin come strumento potenziale per aiutare la Russia a diversificare la sua economia nel settore petrolifero. Putin ha incontrato il creatore di Ethereum Vitalik Buterin sul margine del St. Petersburg Economic Forum organizzato la scorsa settimana e ha supportato il suo piano di costruire una rete di contatti con partner locali c o n il ne di implementare la tecnologia blockchain in Russia , secondo quanto rivelato dal sito web del Cremlino.

“L’economia digitale non è un’industria a parte, è essenzialmente il fondamento per creare nuovi modelli di business,” ha detto Putin durante l’evento, discutendo sui mezzi con cui far crescere la Russia a lungo termine dopo la peggiore recessione delle ultime due decadi. Le criptovalute potrebbero aiutare l’economia facendo transazioni più velocemente e in maniera più sicura online. Oltre ad essere un mezzo di scambio, Ethereum può anche servire come database per qualsiasi cosa: dai contratti ai diritti di proprietà, rendendo più veloce la conclusione di affari grazie al fatto che verrebbero tagliati fuori intermediari come i notai. La banca centrale russa ha già sviluppato una blockchain basata su Ethereum come progetto pilota per processare pagamenti online e veri care i dati dei clienti con istituti di credito quali Sberbank PJSC, ha dichiarato il Deputato Olga Skorobogatova durante l’evento a St. Petersburg. Lei stess non esclude che la Russia potrebbe utilizzare la tecnologia Ethereum per sviluppare una valuta virtuale nazionale in un prossimo futuro.

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Putin è entusiasta di Ethereum: l’incontro con Vitalik Buterin La scorsa settimana, la banca russa VEB ha decido di iniziare ad usare Ethereum per alcune funzioni amministrative . Steelmaker Severstal PJSC ha testato la blockchain di Ethereum per effettuare trasferimenti sicuri di lettere di credito internazionali. “La Blockchain potrebbe avere lo stesso e etto sugli a ari che ha avuto internet in passato – potrebbe cambiare i modelli di business ed eliminare gli intermediari come agenti escrow e impiegati,” ha detto Vlad Martynov, un consigliere dell’Ethereum Foundation, un’organizzazione non-pro t che “gestisce” il network della criptovaluta.

“Se la Russia la implementerà per prima, otterrà vantaggi simili a quelli che ebbero i Paesi dell’Occidente quando iniziarono ad usare Internet.”

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Parere dalla Bitcoin Foundation Italia su quanto espresso dalla Banca D'Italia sul Bitcoin e crittovalute Negli ultimi giorni è uscita su diversi media (per lo più dell’ambiente Internet) la segnalazione del parere della Banca D’Italia rispetto alle crittovalute. Si sono trovati anche titoli abbastanza allarmistici, come di abitudine spesso fa questo settore. (es: “Bankitalia sconsiglia l’acquisto di Bitcoin” – Repubblica ) Qui i due documenti completi: http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bollettino-vigilanza/201501/20150130_II15.pdf http://uif.bancaditalia.it/normativa/norm-indicatorianomalia/Comunicazione_UIF_su_VV.pdf Tratteremo ora alcuni punti presenti in questi documenti (partendo in ordine dal primo) che possono essere di relativa importanza: Le c.d. valute virtuali (VV) sono rappresentazioni digitali di valore non emesse da una banca centrale o da un’autorità pubblica.

Quanto detto qui è corretto, se non che la maggior parte delle persone vicino all’ambiente non considera il Bitcoin e e le crittovalute “virtuali”, ma sorvoliamo ora su questo punto.

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Parere dalla Bitcoin Foundation Italia su quanto espresso dalla Banca D'Italia sul Bitcoin e crittovalute Esse non sono necessariamente collegate a una valuta avente corso legale, ma sono utilizzate come mezzo di scambio o detenute a scopo di investimento e possono essere trasferite, archiviate e negoziate elettronicamente. Le V V non sono moneta legale e non devono essere confuse con la moneta elettronica.

Quanto detto qui è anch’esso corretto. Punta a di erenziare ciò che viene de nito come moneta elettronica, che si tratta invece della normale moneta legale, che in italia è l’Euro, ma in formato elettronico (sui conti bancari, carte di credito/debito, paypal ecc …) Quando indica per le normali valute (tipo Euro) “avente corso legale”, o “moneta legale”, non intende dire che in contrapposizione le crittovalute sono “illegali”, ma che semplicemente i cittadini italiani non sono “costretti” ad accettarle per farsi pagare la vendita di beni/servizi, coprire debiti contratti in valuta Euro, pagarci le tasse. Il Bitcoin e le crittovalute in generale sono e rimangono un tipo di moneta di uso volontario.

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Parere dalla Bitcoin Foundation Italia su quanto espresso dalla Banca D'Italia sul Bitcoin e crittovalute In particolare, l’EBA ha individuato numerosi pro li di rischio derivanti dall’utilizzo o dalla detenzione delle VV. Essi sono rilevanti per gli utilizzatori (consumatori, investitori e merchant), per i partecipanti al mercato – piattaforme di scambio e depositari dei portafogli virtuali (wallet providers) – per gli intermediari e le autorità di regolamentazione, oltre che per l’integrità e la stabilità del sistema nanziario e del sistema dei pagamenti. Alcuni di tali rischi si sono già concretizzati in gravi perdite o furti di VV per la clientela, nel fallimento di piattaforme di scambio o in attività di riciclaggio e altre condotte criminali (3 ). Secondo l’Autorità Bancaria Europea, i rischi individuati superano i possibili bene ci che le VV potrebbero fornire ai loro utilizzatori, anche considerando i vantaggi in termini di costi e tempi di transazione e di inclusione finanziaria.

Qui viene riportato quanto indicato dall’EBA nel precedente documento da loro rilasciato. L’EBA scoraggia, ma non vieta , l’uso delle crittovalute anche alle normali utenze, e la Banca D’Italia si conferma di questa veduta. Auspicando un intervento delle istituzioni europee, l’EBA ha evidenziato la necessità di de nire, nel lungo periodo, un quadro normativo armonizzato, che riservi l’operatività in VV a soggetti autorizzati e de nisca, tra l’altro, requisiti in materia di capitale e governance dei partecipanti al mercato e segregazione dei conti della clientela.

Si punta ad avere un quadro normativo omogeneo, cioè che sia comune fra tutti gli istituti bancari e le varie nazioni appartenenti all’eurozona.

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Parere dalla Bitcoin Foundation Italia su quanto espresso dalla Banca D'Italia sul Bitcoin e crittovalute Nel breve termine, ha ravvisato l’urgenza di mitigare i rischi derivanti dall’interazione tra gli schemi di VV e i servizi nanziari regolamentati ed ha, pertanto, invitato le Autorità nazionali di vigilanza a scoraggiare gli intermediari dall’acquistare, detenere o vendere VV. In tale contesto, gli intermediari potrebbero invece continuare a o rire a soggetti operanti nel settore delle VV, le attività e i servizi finanziari alla cui prestazione sono autorizzati.

E’ indicato e riconfermato che si scoraggiano i servizi intermediari (che potremo individuare nei vari istituti bancari attivi in Italia) da fare uso diretto di crittovalute. Viene però lasciata libera la possibilità di fornire servizi a soggetti operanti nel settore, quali ad esempio “un exchange”. Quindi non troverete banche che forniscono servizi legati alle crittovalute (come è già attualmente), ma saprete che nel caso vogliate far uso dei loro servizi, il vostro essere a contatto e/o fare uso di crittovalute non pregiudicherà questa possibilità. (certo, questo dipenderà anche dalle scelte delle singole banche) Nella situazione di incertezza avutasi no ad ora, questa è sicuramente una buona notizia. La Banca d’Italia condivide l’opinione dell’EBA di scoraggiare le banche e gli altri intermediari vigilati dall’acquistare, detenere o vendere VV.

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Parere dalla Bitcoin Foundation Italia su quanto espresso dalla Banca D'Italia sul Bitcoin e crittovalute Sempre agli istituti bancari viene vivamente sconsigliato e si scoraggiano dall’offrire direttamente servizi legati alle crittovalute. Ancora viene vivamente scoraggiato l’uso diretto delle crittovalute e servizi allegate agli istituti bancari italiani . Banca d’Italia vanno quindi invitati a valutare con attenzione i rischi indicati dall’EBA e a considerare che: – in assenza di adeguati presidi e di un quadro legale certo circa la natura giuridica delle VV, quei rischi possono esporre a perdite e in ciare, di conseguenza, la consistenza del patrimonio di vigilanza e la stabilità stessa degli intermediari; – le concrete modalità di funzionamento degli schemi di VV possono integrare, nell’ordinamento nazionale, la violazione di disposizioni normative, penalmente sanzionate, che riservano l’esercizio della relativa attività ai soli soggetti legittimati (artt. 130, 131 TUB per l’attività bancaria e l’attività di raccolta del risparmio; art. 131 ter TUB per la prestazione di servizi di pagamento; art. 166 TUF, per la prestazione di servizi di investimento). Le banche e gli altri intermediari vigilati dalla Banca d’Italia devono rendere edotti di tale orientamento i clienti, persone siche o giuridiche, operanti nel settore delle VV, prima di intraprendere operazioni della specie con essi. Resta inteso che, nei confronti di tali soggetti potranno continuare a essere prestati i servizi nanziari autorizzati, nel rispetto degli obblighi previsti dalla vigente disciplina in materia di prevenzione del riciclaggio e del nanziamento al terrorismo e delle indicazioni fornite dalla UIF. La Banca d’Italia, in relazione al coinvolgimento delle banche e degli altri intermediari da essa vigilati nel comparto delle VV, si riserva di assumere o proporre misure specifiche di carattere prudenziale.

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Parere dalla Bitcoin Foundation Italia su quanto espresso dalla Banca D'Italia sul Bitcoin e crittovalute In sostanza, si riconferma ancora che chi farà uso delle crittovalute, dovrà rispettare le norme presenti per le normali valute legali. Gli intermediari / istituti bancari dovranno mettere al corrente i propri clienti dei rischi dell’uso delle crittovalute. Con questo passaggio equipara le crittovalute agli strumenti nanziari, per cui vige l’obbligo di informativa esaustiva al cliente. Viene lasciato comunque libero questo spazio per enti/soggetti attivi sul settore. Nel secondo documento viene trattato l’aspetto dell’uso delle crittovalute a fini di riciclaggio e finanziamento del terrorismo . In tal senso si invitano i servizi bancari e operatori attivi nel settore a segnalare operazioni sospette che possano ricadere in questi due aspetti.

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Parere dalla Bitcoin Foundation Italia su quanto espresso dalla Banca D'Italia sul Bitcoin e crittovalute Tali operatività devono essere esaminate in relazione al pro lo soggettivo del cliente, al coinvolgimento di Paesi o territori a rischio e alle eventuali ulteriori informazioni disponibili. Le operazioni sospette riconducibili al fenomeno descritto dovranno essere segnalate all’Unità di Informazione Finanziaria con la massima tempestività, speci cando il fenomeno stesso nell’apposita sezione della segnalazione, in conformità con quanto indicato nelle istruzioni per la compilazione delle segnalazioni di operazioni sospette. Sarà cura dei soggetti tenuti agli obblighi di segnalazione, nell’ambito della propria autonomia organizzativa e con le modalità ritenute più idonee, sensibilizzare il personale e i collaboratori incaricati della valutazione delle operazioni sospette, di ondendo opportune indicazioni operative.

Ripetendo, l’uso diretto delle crittovalute da parte di enti intermediari e istituti bancari viene sì scoraggiato, ma non viene vietato la fornitura di conti e servizi finanziari a soggetti di questo mercato/ambiente. Visto che prima di queste comunicazioni, banche che fornissero servizi con le crittovalute non ve ne erano, su questo aspetto non ci saranno cambiamenti. Per quanto riguarda invece chi aveva intenzione di aprire servizi legati alle crittovalute, e avesse timore ad aprire conti in Italia, o si fosse già trovato porte chiuse, è probabile che le cose cambieranno in meglio. Per un ipotetico comune servizio di exchange questa sarà probabilmente una buona notizia.

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Parere dalla Bitcoin Foundation Italia su quanto espresso dalla Banca D'Italia sul Bitcoin e crittovalute Questo comunque potremo dire che va ancora nella direzione auspicata dagli appartenenti all’associazione e in generale della comunità Bitcoin. Dove cioè un eventuale regolamentazione dovrebbe puntare principalmente a de nire il comportamento degli intermediari fra il mondo delle monete fiat (euro, dollari ecc …) e le crittovalute. Lasciando quindi libero il mercato delle crittovalute di de nirsi, autoregolamentarsi ed evolversi. Rimarrà comunque sempre attiva la nostra attenzione per individuare e segnalare eventuali paletti virtuali che possano limitare la concorrenza fra vari enti. Il nostro principale timore è che una regolamentazione troppo stringente potrebbe portare ad una grossa limitazione delle o erte di servizi e prodotti, aumentandone i prezzi, calandone la qualità e creando possibili situazioni di cartello.

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