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Lewerentz e i suoi contemporanei

Aquesto punto, penso che, nonostante quanto scritto in quest’occasione e nei numerosi studi sulla figura di Lewerentz sviluppati in tempi recenti1, sarebbe un errore considerare la sua figura come isolata rispetto all’architettura svedese del Novecento. Il particolare interesse che la critica gli ha dedicato negli ultimi tempi può portare, infatti, a guardare a questo architetto come a un’eccezione all’interno dell’ambiente in cui ha operato. Eppure non è così, come si può vedere analizzando l’architettura svedese di quel periodo e anche gran parte dell’architettura scandinava.

Proverò, quindi, a formulare alcune considerazioni su questa questione, soprattutto prendendo in considerazione il lavoro di Asplund e le successive collaborazioni del nostro architetto con Peter Celsing e Klas Anshelm. In queste pagine abbiamo già cercato di riconoscere similitudini e differenze tra Asplund e Lewerentz nei loro diversi contributi al progetto del Cimitero di Stoccolma, ma vorrei qui approfondire ulteriormente il lavoro di Asplund, non solo per confermare tali differenze, ma anche per verificare le somiglianze che lo avvicinano al nostro architetto.

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Biografi e critici di entrambi gli architetti hanno insistito molto sulle differenze personali tra i due: creativo e perfino spensierato, ironico e con una tendenza alla

1. Si vedano a questo proposito: K. Long, J. Örn, M. Andersson, Sigurd Lewerentz. Architect of Death and Life, ArkDes, Stoccolma ‒ Park Books, Zurigo 2021; J. Foote, H. Göritz, M. Hall, N. Matteson, Lewerentz Fragments, Actar Publisher, New York ‒ Barcelona 2021.

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