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IL‘COMPLESSO DELFOROITALICO’ TRATUTELA EVALORIZZAZIONE: PROBLEMATICHE CONSERVATIVE E USO COMPATIBILE DEGLI SPAZIPUBBLICI MONUMENTALI

LUCIADEVINCENTI

Tra il 1953 e il 1989 il territorio compreso tra via della Camilluccia a nord e il quartiere Flaminio a sud è stato progressivamente sottoposto a tutela da parte degli enti preposti, l’allora Ministero dell’Istruzione (poi Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, oggi Ministero della Cultura) e la Regione Lazio. Oggi l’area del Foro Italico insieme al suo territorio circostante è sottoposta sia a tutela storico artistica, ai sensi della Seconda Parte del D.lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004, che a tutela paesaggistica ai sensi della Terza Parte del medesimo decreto legislativo, noto come Codice dei beni culturali e del paesaggio (d’ora in avanti Codice)1 .

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Per ‘complesso del Foro Italico’ si intendendo le aree e gli immobili del Foro italico così come descritte e individuate catastalmente daldecreto di vincolo storico artistico, il D.M. del 31 gennaio 1989 (emesso ai sensi della L. 1089 del 1939, oggi art. 10, comma 1, del D.lgs. 42/20042) le cui motivazioni riportatenel testo del decretorecitano:

«Il complesso del Foro Italico, realizzato nelle forme attuali nell’arco di circa un trentennio, dagli anni 1928/30 agli anni cinquanta […] èatutt’oggi un valido esempio di assetto urbanistico attuato in stretta connessione con la morfologia dei luoghi nell’ampia zona pianeggiante tra le pendici del Monte Mario e l’ansa del Tevere. In esso gli spazi destinati ad impianti, ad architetture e a verde pubblico sono studiati in una spazialità ampia e calibrata da giusti rapporti tra elementi naturali e architettonici e da eque alternanze di volumetrie architettoniche emergenti e di stereometrie in negativo, scavatenel terreno a ridosso degli elementi naturalistici che ne costituiscono un ricco fondale scenico»3

È importante notare come la motivazione della tutela storico artistica trovi fondamento nell’inscindibile compenetrazione tra architettura e paesaggio, carattere fondante dell’identità del complesso stesso.

L’area del Foro Italico, così come individuata nel perimetro del vincolo storico artistico, è infatti a sua volta parte di un sistema paesaggistico tutelato più ampio, corrispondente alla Valle del Tevere e alla Collina di Monte Mario con la Macchia Madama.

Talesistemaèindividuato:dalla Dichiarazionedinotevoleinteressepubbliconelterritorio delle provincie di Roma,ViterboeRieti interessate dallalocalità “Valle del Tevere” con D.G.R. n. 10591 del 5 dicembre 19894 (emessa ai sensi della L. 1497/1939, oggi art. 136 lettere c e d del D.lgs. 42/2004); dalla Dichiarazionedinotevole interesse pubblico della zona comprendente Macchia Madamaeville circostanti,sitanell’ambitodel Comune diRoma con D.M. del 18dicembre 19535 (emessa ai sensi della L. 1497/1939, oggi art. 136 lettere c e d del D.lgs. 42/2004); dalla Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona circostante l’Osservatorio astronomico di Monte Mario sita nell’ambitodel Comune di Roma con D.M. del 03 febbraio 19596 (emessa ai sensi della L. 1497/1939, oggi art. 136 lettere c e d del D.lgs. 42/2004). Inoltre, l’intera area, è oggi tutelata anchecome area naturaleprotetta regionale grazie all’istituzione della Riserva Naturale di Monte Mario con la L.R. n. 29 del 6 ottobre 1997. Nell’ideadiEnricoDelDebbio7 il Foro Mussolini prende originedall’antico gymnasium del mondo classico8 e assume la valenza di parco pubblico sportivo alle pendici di

(1) Il Codiceè strutturatoincinqueparti. Nella II parteillegislatoredisciplina latutela,lafruizionee la valorizzazione dei beni culturali (storicoartistici, archeologici, etnoantropologici, archivistici, ecc.), nellaIII parte la tutela e la valorizzazione dei beni paesaggistici.

(2) LaL.1089/1939avevacome oggetto ‘la tutela delle cose d’interesse artistico e storico’(oggiper il Codice le cose di interesseartistico estoricorientrano nella categoriadei ‘beni culturali’). Quelli che oggiilCodice invece definiscebeni paesaggistici erano disciplinati dalla L.1497/1939ilcuioggettoconsistevanella protezionedellebellezzenaturali. Le due disciplinesonostate integrate dal Codice (D.lgs. 42/2004) con l’introduzione delladefinizionedi ‘patrimonioculturale’ all’art.2, il quale al comma 1 recita: «Il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici».

(3) Cfr. la relazione storico artistica allegata al decreto del Ministro per i Beni Culturali e Ambientali emesso il 31 gennaio 1989, p. 1.

(4) Pubblicato sul B.U.R.L. n. 14 del 19maggio 1990.

(5) Pubblicato sulla G.U.n.7 dell’11 gennaio 1954.

(6) Pubblicato sulla G.U.n. 39 del16 febbraio 1959.

(7) Enrico Del Debbio redige trail 1928 e il 1933 tre versioni del Piano regolatore delForo Mussolini (oggi Italico). Con il Piano del 1933 il Foro Mussolini viene collegato con il quartiere Flaminio e con le sue attrezzature. Si veda il saggio di Prestinenza Puglisi alla p. 73.

(8) Così scrive Del Debbio difendendo la sceltadell’ansa del Tevere con la collina diMonteMariocomefondaleper il Foro Mussolini:«sipoteva creare più agevolmente al modo classico gli invasi dei campidagioco senzaalcuna costruzioneinelevazione,che avrebbe turbatolasuggestiva bellezza ambientale ivi esistente», cfr. G. DelDebbio, IlForo Italico di Enrico Del Debbio. Le vicende del pianoe lesue architetture (1928-1960),in«MdiR Monumentidiroma quaderni della Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Roma»,n. 1-2, 2004, p. 29.

Un momento dell’inchiesta investigativaambientato inun’immaginarialavanderia delForo Italico,daMarioBava, Laragazzachesapevatroppo, 1963.

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