INCLUsive universities leading to inclusive SocietIES
REPORT NAZIONALE – ITALIA
By Laura Bugatti (UNIBS), Elena Togni (UNIBS) and Carmine Urciuoli (RL) 1
PARTE A – Desk Research
1. La situazione delle persone LGBTQI+ nell'ambiente accademico nazionale
Il sondaggio europeo condotto dall’Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali (FRA, A long way to go for LGBTI equality, 2020), ha messo in luce la presenza di forme di discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale, dell'identità di genere e delle caratteristiche sessuali (SOGISC) anche nell'ambiente accademico italiano: in particolare, il 10% delle persone LGBTI italiane, con un livello di istruzione terziaria, che hanno partecipato al sondaggio ha riferito di essersi sentito/a discriminato/a, nei 12 mesi precedenti il sondaggio, da parte del personale scolastico/universitario a causa della propria identità LGBTI.
Tra le indagini condotte in Italia non esistono statistiche esaustive riguardanti l'inclusione delle persone LGBTI+ nell'ambiente accademico italiano. In alcuni studi, principalmente volti ad approfondire il grado di discriminazione delle persone LGBT+ nell’ambiente di lavoro, sono state incluse alcune domande relative alla fase di formazione, ma i dati riguardanti gli studi universitari sono aggregati a quelli inerenti alla scuola.
Nel 2023, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) e l'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) hanno pubblicato i risultati di un'indagine sulle discriminazioni lavorative contro le persone LGB condotta nel 2022 e rivolta specificamente alle persone lesbiche, gay e bisessuali, maggiorenni, che al momento della rilevazione vivevano abitualmente in Italia e che non erano in
1 The report is the product of a shared reflection and elaboration. However section A -1 and A-3 was drafted by Laura Bugatti (UNIBS); section A-2 was drafted by Elena Togni (UNIBS); section B was drafted by Carmine Urciuoli (RL)
unione civile o non erano state unite in passato2. Lo scopo di tale progetto era quello di fornire un quadro informativo in merito alla diffusione e alla percezione delle diverse forme di discriminazione, minacce e aggressioni che, in Italia, le persone LGB possono aver subito, sia sul luogo di lavoro che in altri contesti di vita, compresa la scuola e l’università.
Riguardo al grado di discriminazione riscontrata in questi ultimi ambienti (i dati riguardanti scuole e università sono aggregati nel rapporto), circa sette partecipanti LGB su dieci (71,9%) hanno dichiarato di aver subito almeno un evento di discriminazione a scuola o all’università (tra cui essere svantaggiati negli esami o nelle interrogazioni, essere marginalizzati, isolati, tenuti a distanza, essere offesi, presi in giro, trattati male, ridicolizzati). Il fenomeno è più evidente tra la popolazione maschile (77,1% vs. 63,6%), tra le persone omosessuali rispetto a quelle bisessuali (72,8% vs. 68,2%), tra i più giovani (76,4% tra i 18 e 34 anni). Riguardo all'ultimo atto di discriminazione subito, che per più della metà è avvenuto nelle scuole superiori, tra le motivazioni della discriminazione l'orientamento sessuale è indicato dal 62,2% dei partecipanti e l'aspetto esteriore dal 47,2%. In generale, circa nove persone su dieci hanno indicato i compagni di scuola o altri studenti come gli autori di tali comportamenti discriminatori.
Un alto livello di discriminazione è stato registrato anche in un precedente sondaggio condotto da ISTAT e UNAR nel 2020-2021 rivolto a persone LGB in unione civile o precedentemente in unione (rapporto pubblicato nel 2022): quasi la metà dei partecipanti (46,9%) ha dichiarato di aver subito almeno un evento discriminatorio a scuola o all’università (come essere svantaggiati negli esami o nelle interrogazioni, essere marginalizzati, isolati, tenuti a distanza, essere offesi, presi in giro, trattati male, ridicolizzati)3. Considerando l'ultimo evento (per più del 50% avvenuto alle scuole superiori), tra le motivazioni della discriminazione subita, l'orientamento sessuale è indicato come causa dal 64,5% dei partecipanti e l'aspetto esteriore dal 30,7%. La presenza di discriminazione contro le persone LGBT+ durante il percorso di istruzione e formazione è stata evidenziata anche nello studio quantitativo “La popolazione omosessuale nella società italiana”, condotto dall’ISTAT nel 2011 (ISTAT, 2012). Il 24% delle persone LGB partecipanti ha riferito di aver subito discriminazioni a scuola o all'università (la percentuale scende al 14,2% per i partecipanti eterosessuali).
Come anticipato, a livello nazionale, gli studi volti ad analizzare il livello di discriminazione e inclusione delle persone LGBT+ nell’ambiente accademico italiano rimangono limitati; tra questi si
2 ISTAT-UNAR (2023). indagine ISTAT-UNAR sulle discriminazioni lavorative nei confronti delle persone LGBT+ (non in unione civile o già in unione) – anno 2022, 2023, https://www.istat.it/it/files//2023/05/reportdiscriminazioni-15maggio.pdf
3 ISTAT-UNAR. L’Indagine ISTAT-UNAR sulle discriminazioni lavorative nei confronti delle persone LGBT+ (in unione civile o già in unione) – anni 2020-2021, 2022, https://www.istat.it/it/files//2022/03/REPORTDISCRIMINAZIONILGBT_2022_rev.pdf
si segnalano il progetto Europeo “UNIDIVERSITY - Universities Towards Diversity” (2020-2022), il progetto nazionale “UNIVERSITRANS” (2017-2018) e l’Indicatore di inclusione universitario LGBT+ (2018-2019).
Nel contesto del progetto “Unidiversity - Universities Towards Diversity”4, è stata condotta una ricerca quantitativa ed empirica, sia tramite sondaggio online (n=506) sia attraverso interviste semistrutturate (n=18), al fine di valutare, con riferimento all'ambiente accademico italiano: 1) Intensità, caratteristiche e manifestazioni degli episodi di omo/trans/bifobia; 2) livelli di visibilità delle persone LGBTI+ e dei loro diritti; 3) caratteristiche degli episodi di discriminazione; 4) bisogni formativi. I risultati del sondaggio hanno confermato l'esistenza di alcuni episodi di discriminazione e violenza nell'ambiente accademico, principalmente sotto forma di commenti negativi, utilizzo di una terminologia dispregiativa, disparità di trattamento. I luoghi in cui si verificano solitamente gli episodi discriminatori sono le aule universitarie (17%) o più generalmente le aree comuni del campus - in particolare, i corridoi e i cortili universitari (66%) e la mensa universitaria (17%). I partecipanti sono per lo più studenti (58%), mentre la percentuale del personale docente che ha preso parte al sondaggio è del 27%. Il 38% e il 39% dei partecipanti al sondaggio online ha ritenuto, rispettivamente, che i diritti delle persone LGBTI+ non siano o siano scarsamente considerati negli ambienti accademici e che le tematiche LGBTI+ non siano o siano raramente discusse all'interno delle università. Il sondaggio ha rilevato anche la scarsa presenza di una formazione sui temi LGBTI+, e questo nonostante un interesse elevato. I partecipanti, in particolare, hanno sottolineato un interesse nell’approfondimento delle seguenti tematiche: terminologia e informazioni generali sull’orientamento sessuale e l’identità di genere (64%), situazione nazionale dei diritti delle persone LGBTI (58%), strategie didattiche per sviluppare un approccio più inclusivo (56%), modi per integrare pratiche inclusive nella quotidianità (56%); quadro giuridico di riferimento (53%). Lo studio condotto nell'ambito del progetto “Universitrans”5 – con l’obiettivo di mappare le misure di protezione per gli studenti e il personale trans nelle università italiane - ha rilevato uno scarso grado di inclusione: su 68 atenei pubblici presi in considerazione solo 32 università offrivano la possibilità agli e alle studenti di iscriversi avvalendosi la c.d. Carriera Alias (la quale permette di ottenere il rilascio di una mail e un badge con il nome di elezione); 6 atenei offrivano altri strumenti di tutela come, ad esempio, il doppio libretto. Tra questi atenei, inoltre, solo 5 Università avevano istituito la
4 Il Progetto è stato finanzialto dall’Unione Europea (Rights, Equality and Citizenship Program 2014-2020, Grant Agreement number: 963181, www.unidiversity-project.eu). Si rinvia a, Unidiversity – Universities Towards Diversity, National Report, Italy; Stamile, N. and Viggiani G. (2022). Essere LGBT in accademia: note da una ricerca sul campo, in Rinaldi C. (eds), Quaderni del Laboratorio Interdisciplinare di ricerca su Corpi, Diritti, Conflitti, PM Edizioni.
5 Universitrans è un progetto finanziato dall’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere (ONIG) e dal Movimento di Identità Trans (MIT): per maggiori informazioni si rimanda a www. universitrans.it
Carriera Alias per le/i docenti ed unicamente 2 prevedevano la medesima possibilità per il personale amministrativo e ATA6
Infine, nel 2019, un team di ricerca appartenente all'Università di Modena e Reggio Emilia ha sviluppato il c.d. “indicatore di inclusione universitario LGBT+”, al fine di misurare, adottando la tecnica Fuzzy Logic, il grado di inclusione delle persone LGBT+ in 58 università pubbliche italiane considerando l'anno accademico 2018/20197. Tale valutazione è stata svolta sulla base di un insieme di indicatori volti a descrivere l'inclusione delle persone LGBT+; con particolare riferimento al c.d
Indice relativo al “Contesto” – determinato dalla valutazione dei servizi offerti dall’Ateneo (ad es. la presenza di servizi igienici all-gender, di servizi di consulenza per le persone LGBT+, di procedure per segnalare crimini di matrice omotransfobica), dell’educazione e della formazione (come la presenza di seminari, corsi di formazione e altre attività su tematiche LGBT+), del coinvolgimento dell’Ateneo e dei CUG in attività e progetti anti-sessisti (coinvolgimento dell'Università nell'inclusione LGBT+ e collaborazione tra Università e sindacati studenteschi LGBT+ e alleati) e al c.d. Indice “Carriera Alias” – basato sull’analisi della Carriera Alias degli studenti Trans e Carriera Alias dei dipendenti Trans (membri del personale docente e non), incluse informazioni sulla Carriera Alias. Attraverso tale analisi è stato stilato il primo ranking delle università nazionali in funzione del livello di inclusione LGBT+ nei loro ambienti accademici: cinque università del Sud Italia hanno ottenuto, su una scala da 0 a 100, un punteggio pari a zero, il che significa che non fornivano alcuna misura di protezione per l'inclusione delle persone LGBT+ (Catanzaro, Cassino, Reggio Calabria, Teramo, Molise). L'Università di Verona, in cima alla classifica, ha ottenuto un punteggio di 66,67/100. Solo 11 università hanno ottenuto un punteggio pari o superiore a 50/100. Per quanto riguarda le misure di inclusione per gli studenti e il personale trans, è rilevante sottolineare come un
6 Russo, T. e Valerio, P. (2019). Transgenderism and gender identity: from nosographic manuals to contexts. A focus on Italian universities. Rivista Sperimentale di Freniatria, VOL. CXLIII, 2.
7 Russo, T. (2018). La tutela delle soggettività in transizione di genere nelle università italiane. In Rapporto biennale sullo stato del Sistema Universitario e della Ricerca. ANVUR; 258-259. Russo, T. e Valerio, P. (2019). Transgenderism and gender identity: from nosographic manuals to contexts. A focus on Italian universities. Rivista Sperimentale di Freniatria, VOL. CXLIII, 2; Russo, T. (2020). L'inclusione LGBT+ nelle università italiane nel biennio 2018-2020: politiche e misurazione, in Galgano F. e Papillo M.S., Diversity Management: nuove frontiere dell’inclusione e sfide per i C.U.G. universitari, FedOA – Federico II University Press, p. 183; Russo T., Addabbo T., Muzzioli S. e De Baets B. (2021). Tools and practices for LGBT+ inclusion in tertiary education: the development of the LGBT+ University Inclusion Index and its application to Italian universities, Working paper, DEMB WORKING PAPER SERIES, Dipartimento di Economia Marco Biagi - Università di Modena e Reggio Emilia, https://doi.org/10.25431/11380_1235337; Russo T., Addabbo T., Muzzioli S. e De Baets B. (2020). The development of the LGBT+ University Inclusion Index and its application to Italian universities, CEUR Workshop Proceedings, https://ceur-ws.org/Vol-3074/paper10.pdf; Russo T., Addabbo T., Muzzioli S. e De Baets B. (2023). The LGBT plus University Inclusion Index and its application to Italian universities. Soft Computing
numero crescente di università abbia introdotto la Carriera Alias8. Tuttavia, la maggior parte di queste università offre accesso alla Carriera Alias solo agli studenti e alle studentesse e non ai dipendenti e alle dipendenti, incluso il personale docente.
2. Sessioni di sensibilizzazione LGBTQI+ e buone pratiche
Come evidenziato nei progetti di ricerca citati nel paragrafo precedente, in Italia non esistono buone pratiche diffuse e consolidate per l'inclusione delle persone LGBTQI+ nell'istruzione a livello accademico, né sessioni di sensibilizzazione condotte su base regolare ed estesa. Tuttavia, un numero crescente di università italiane ha sottoscritto protocolli per l'attivazione della cosiddetta "Carriera Alias". Quest'ultima si riferisce alla possibilità per gli studenti, e in alcuni casi anche per il personale docente e amministrativo, di essere identificati in un genere alternativo a quello assegnato alla nascita, e di vedersi riconosciuto questo diritto a livello istituzionale, indipendentemente dalla sentenza del tribunale di rettifica anagrafica del nome assegnato alla nascita. Un altro modello adottato per favorire l'inclusività è il "Protocollo operativo per il contrasto all'omotransnegatività e l'inclusione LGBTQI+" del 19 aprile 2019, sottoscritto, tra le altre istituzioni, anche dall'Università di Modena e Reggio Emilia. Con questo accordo, l'Ateneo si pone l'obiettivo di contrastare le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere attraverso una serie di azioni di intervento quali: 1) l'utilizzo di un linguaggio inclusivo e rispettoso delle diversità in entrambe le forme di comunicazione, scritta e verbale; 2) l'introduzione di bagni neutri rispetto al genere; 3) l'adozione della carriera alias e la pubblicizzazione dell'esistenza di questa possibilità, sia in forma cartacea che attraverso il sito web, nonché l'adozione di un accordo di riservatezza tra l'Università e gli studenti che vogliono avvalersi della carriera alias; 4) l'inserimento nel pacchetto di benvenuto agli studenti di informazioni su quanto promosso dall'Università in tema di tutela dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere; 5) la promozione di iniziative di formazione e divulgazione sul tema.
Inoltre, il CUG (Comitato unico di Garanzia) dell'Università della Calabria, in collaborazione con l'Università di Bologna e altri cinque atenei italiani, ha progettato e realizzato il modello formativo "Azioni di contrasto al sessismo e all'omofobia" (ACSO), un modello di formazione alla diversità rivolto al personale tecnico amministrativo delle università per promuovere il benessere organizzativo contrastando gli effetti del sessismo e dell'omofobia nel contesto universitario. Il modello si caratterizza come un percorso formativo che mira, tra l'altro, a offrire al personale universitario una
8 Si v. altresì le Linee guida per gli Atenei Italiani sull’implementazione della Carriera Alias della Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università Italiane. http://www.cpouniversita.it/
formazione aggiornata e puntuale sulle caratteristiche dell'identità sessuale, con riferimento alle sfide che le identità LGBT si trovano ad affrontare, nonché ad aumentare l'attenzione e la consapevolezza della presenza e degli effetti delle microaggressioni sul luogo di lavoro.
Il modello è stato sperimentato presso l'Università della Calabria (nel 2018), l'Università di Pisa (2019) e l'Università di Trento (2020) per volontà dei rispettivi CUG che hanno inserito nei loro Piani di Azioni Positive un percorso formativo rivolto al personale tecnico amministrativo - e presso la Provincia di Pisa, che ha coinvolto il personale del Comune di Pisa, dell'Azienda OspedalieroUniversitaria di Pisa, gli insegnanti e il personale tecnico-amministrativo delle scuole primarie e secondarie di Pisa, della Scuola Normale Superiore e della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa (2019). In totale sono state formate più di 300 persone9
Tra le iniziative meritorie volte a migliorare l'inclusione in ambito universitario, come riportato anche dal LGBTI+ Inclusive University Index (2018-2019), si segnalano: seminari, conferenze e workshop su tematiche LGBT+ che si tengono regolarmente, spesso con la collaborazione di Associazioni LGBT+, presso l'Università di Verona dove è presente anche un servizio di counselling per persone LGBT+; il dottorato di ricerca in Studi di Genere, una rilevante lista di seminari e progetti su tematiche LGBT+ e un corso di formazione obbligatorio per tutto il personale tecnico e amministrativo sulla promozione della cultura della diversità presso l'Università Federico II di Napoli.
Infine, vale la pena notare il numero crescente di associazioni studentesche che promuovono l'uguaglianza e si concentrano anche sull'identità di genere e sull'orientamento sessuale.
3. Contatti Utili
Associazioni LGBTI
Arcigay Nazionale info@arcigay.it
ArciLesbica segreteria@arcilesbica.it
ARCO Associazione Ricreativa Circoli omosessuali info@arco.lgbt
Associazioned.e.l.o.s. info@delosvicenza.it
Associazione Genitori di Omosessuali AGEDO info@agedonazionale.org
Associazione Quoresegreteria@quore.org
Associazione Radicale Certi Diritti info@certidiritti.it
Avvocatura per i diritti LGBTI+ - Rete Lenford sos@retelenford.it
9 Elena Luppi, Vincenzo Bochicchio, Cristiano Scandurra, Azioni di Contrasto al Sessismo e all’Omofobia (ACSO): un modello innovativo di diversity training per favorire il benessere organizzativo nelle università, in Genere e re-esistenze in movimento. Soggettività, azioni, prospettive. 2020. Available at the following link: https://hdl.handle.net/11585/779952
Centro Risorse LGBT centro@risorselgbti.eu
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli servizi@mariomieli.org
Coordinamento Torino Pride LGBT segreteria@torinopride.it
Di Gay Project digayproject@gmail.com
Excellence & Diversity by GLBT Executives info@edge-glbt.it
Famiglie Arcobaleno info@famigliearcobaleno.it
Fondazione FUORI fuoriartisti@gmail.com
Ireos - Centro Servizi Autogestito Comunità Queer info@ireos.org
MIT Movimento Identità Trans mit.segreteria@gmail.com
Rete Genitori Rainbow info@genitorirainbow.it
ConsultorioTransgenere segreteria@consultoriotransgenere.it
ALFI info@associazionelesbica.it
Polis Aperta OdV, Associazione LGBT forze armate e polizia segreteria.polisaperta@gmail.com
ONIG – Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere segreteria@onig.it; info@onig.it
Associazioni studentesche LGBTI
B.E.St Association (Bocconi University) as.best@unibocconi.it
GayStatale (University of Milan) gaystatale@gmail.com
B.Rain Bicocca Rainbow (University of Milan-Bicocca) b.rain.lgbtqi@gmail.com
Poliedro Association (Polytechnic University of Milan) info@poliedro-polimi.it
MoReGay (University of Modena and Reggio Emilia) moregay.unimore@gmail.com
Iris (University of Udine) irisudine@gmail.com
Collettivo Universitario LGBT Pavese (University of Pavia) info.universigay@gmail.com
UNICA LGBT (University of Cagliari)unicalgbt@gmail.com
UNI LGBT (University of Bologna)unilgbt@gmail.com
LUISS Arcobaleno (LUISS University of Rome)luissarcobaleno@hotmail.it
Queers as UNICT (University of Catania)queersct@gmail.com
Organismi per la parità e altre organizzazioni
Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziali (UNAR) unar@unar.it
Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD) oscad@dcpc.interno.it
Rete antidiscriminazione del Comune di Brescia
Rete RE.A.DY (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere) ready@comune.torino.it
PARTE B – Risultati della ricerca INCLUSIES
Metodi
La "photo-elicitation" (in italiano “fotoelicitazione”)10 è una tecnica di intervista utilizzata in ambito di ricerca che integra l'uso di fotografie durante le interviste (Kyololo, Stevens, & Songok, 2023). Questo metodo, orientato alla partecipazione, trova applicazione in diverse aree, tra cui la sociologia visiva, la ricerca di marketing e la sanità pubblica. L'obiettivo principale è registrare le reazioni dei soggetti alle immagini, attribuendo loro significati e valori sociali e personali. Le immagini utilizzate possono variare da fotografie a video, dipinti e altri media visivi (Elisa Bignante, s.d.). Questa tecnica offre una comprensione empatica di come le persone percepiscono e vivono il loro mondo, risultando particolarmente efficace nella ricerca partecipativa con comunità emarginate e bambini (ClarkIbánez, 2004; Harper, 2002). Le foto selezionate sono 6, che fungono da stimolo per tre temi principali: Tema 1 (Abuso psicologico): Immagine 1 (Graffiti omonegativi), Immagine 2 (Servizi igienici non binari); Tema 2 (Abuso fisico): Figura 3 (Molestie sessuali), Figura 4 (Attacco a una coppia lesbica); Tema 3 (Proteste contro e pratiche a favore delle persone LGBTQI+): Immagine 5 (Protesta contro i diritti LGBTQI+), Immagine 6 (Sessioni di formazione sulla sensibilizzazione LGBTQI+ all'università).
Nell'adattamento della metodologia della "photo elicitation" al contesto universitario italiano, è stata opportuna la calibrazione culturale degli strumenti di raccolta dati. Le immagini 2,4,5, originariamente previste come evocative di sentimenti ed emozioni universali sono state sostituite con altre con soggetti simili più calzanti alla cultura e al contesto italiani (le immagini utilizzate nella ricerca italiana sono riportate nell’Appendice 2). Questa modifica metodologica non ha costituito una mera concessione all'eterogeneità culturale, ma ha rappresentato un requisito indispensabile per garantire la validità e la rilevanza dei dati raccolti. La scelta di immagini che risuonassero con l'esperienza culturale e sociale dei partecipanti ha incrementato la probabilità di ottenere risposte autentiche e profonde, rendendo di conseguenza l'indagine più incisiva nel delineare le dinamiche di inclusione e discriminazione nel contesto accademico italiano. L’altra tecnica utilizzata, la "autophotography" (in italiano “autofotografia”), rappresenta un metodo di ricerca che coinvolge i partecipanti nel processo di cattura e presentazioni di immagini, personali o prelevate da internet, che ritengono rappresentative della loro identità o delle loro esperienze. L'obiettivo principale della autophotography è di esaminare come i soggetti percepiscono se stessi e il loro posto nel mondo attraverso le immagini che scelgono di catturare o selezionare. In un celebre studio di Hawkes (2004), l'autophotography è stata utilizzata per esplorare il benessere emotivo e
10 Per la presenza dei termini in lingua inglese in letteratura, si è scelto di non tradurre i nomi dei metodi usati.
relazionale nelle donne anziane ed ha offerto una prospettiva unica sulla ricchezza delle esperienze e delle percezioni degli adulti più anziani, mostrando come vedono se stessi e come percepiscono il loro contributo e il loro impatto sul mondo che li circonda.
L’autophotography offre una lente attraverso la quale possiamo vedere come gli individui vedono se stessi e il loro posto nel mondo, fornendo una prospettiva profonda e personale sulle loro esperienze e percezioni.
L'autophotography e la photoelicitation sono tecniche di ricerca visiva che offrono una rappresentazione autentica delle vite della comunità LGBT+, contrastando gli stereotipi mediatici. Questi metodi promuovono l'empowerment, permettendo una rappresentazione autodeterminata dell'identità. La photoelicitation stimola l'empatia, sensibilizzando sulle sfide della comunità LGBT+.
Le immagini documentano discriminazioni, sostenendo campagne di sensibilizzazione e attivismo. Condividere storie rafforza la solidarietà comunitaria. Queste tecniche educano, combattono pregiudizi e influenzano le politiche pubbliche, sostenendo i diritti umani e promuovendo l'uguaglianza.
Per l'analisi dei testi, è stato adottato un approccio metodologico che combina tecniche moderne e tradizionali. È stato utilizzato il software T-Lab, uno strumento avanzato di analisi automatica, che ha permesso una disamina dettagliata e approfondita dei contenuti. Questo approccio tecnologico è stato integrato con metodi tradizionali di analisi testuale, garantendo così un'analisi robusta e multidimensionale. Si espongono di seguito i risultati divisi per tecnica utilizzata.
Descrizione del campione
Nell'ambito del progetto "Inclusies", è stata condotta sul territorio italiano un'analisi su un campione di convenienza che ha abbracciato diverse variabili demografiche e educative. Sono state adottate due metodologie principali: la photoelicitation e l'autophotography. L'analisi dei dati svela un frastagliato panorama sociodemografico dei partecipanti.
Tab. 1 - statistiche campione relative all'età
Il campione è composto da 35 individui che hanno risposto all’invito a partecipare all’indagine inviato ai collettivi studenteschi, canali istituzionali e associazioni.. La modalità di somministrazione dei questionari è stata CAWI. In due casi (photoelicitation) l’intervista è stata svolta di persona. L'età media dei rispondenti è di 24,7 anni, con una mediana a 23 anni. Benché la maggior parte dei rispondenti sia giovane, la gamma di età è ampia, variando da un minimo di 19 anni a un massimo di 49 anni, e ciò testimonia una buona varietà generazionale tra i partecipanti. In termini di sesso anagrafico, dei 35 rispondenti, 19 individui hanno indicato come sesso alla nascita maschile, ma quando si esplora la categoria "genere", troviamo maggiore assortimento. Il genere "Uomo" è il più comune, con 17 occorrenze, ma ci sono sei diverse identificazioni di genere indicate nel campione. In riferimento all'orientamento affettivo/erotico, i dati rivelano che l'orientamento "omosessuale" è il più comune tra i rispondenti, con 12 persone che si identificano in tal modo. Tuttavia, l'insieme dei dati mostra sei distinti orientamenti rappresentati.
Tab. 2 - Sexual orientation and gender of the sample
Orientamento
Sessuale ⇒
(Or. Sess.))
* Dei due rispondenti che hanno indicato di essere transgender uno è MtF, una è FtM.
Per quanto riguarda l’ateneo di afferenza, l'Università degli Studi "La Sapienza" di Roma, tra le più grandi d’Europa, emerge come l'istituzione accademica più frequentata tra i partecipanti, con 23 persone che la indicano come loro ateneo. In totale, vi sono nove atenei diversi rappresentati nel campione. Il ruolo di "Studentə di triennale" è il più comune tra i rispondenti (in particolare per photoelicitation), con 23 individui che si identificano in tale categoria, tra sette ruoli unici (Altro personale, Dottorandə, Ricercatorə non strutturatə (o a contratto), Studente di magistrale, Studentə di triennale).
La provincia di Roma è la più rappresentata in termini di residenza, indicata da 23 rispondenti, ma la diversità geografica è evidente con dieci province uniche indicate dai partecipanti. Oltre alle grandi città (ed ai rispettivi atenei) Torino, Napoli, Roma, sono indicate anche città minori come Brescia, Messina, Caserta, Salerno, Latina, Viterbo, Firenze, fornendo un buon assortimento rispetto anche alla collocazione geografica Nord/Centro/Sud.
Risultati della ricerca empirica
1. Discriminatory Attitudes, Beliefs, and Behaviors Based on SOGISC in the Academic Environment
Photo Elicitation
La prima immagine (Fig. 1) ha suscitato una reazione di sconcerto e tristezza tra gli studenti, poiché tali atti sono considerati manifestazioni di odio e intolleranza che «non dovrebbero trovare spazio in una società civile e in un ambiente accademico che si propone di essere inclusivo e rispettoso di ogni individuo». Le molestie (Fig.2), sia verbali che fisiche, sono un altro aspetto preoccupante che emerge dalle testimonianze studentesche, con particolare riferimento alle dinamiche di potere che possono sfociare in abusi, soprattutto nei confronti delle donne, e che richiedono un intervento deciso e misure preventive efficaci. L'introduzione di bagni no-gender (Fig.3) è accolta come un segnale positivo verso il riconoscimento e l'accettazione delle diverse identità di genere, benché per le/gli studentesse/i permanga in ambito accademico una certa resistenza e mancanza di comprensione verso le persone trans e non binarie, segno che il cammino verso la piena inclusione richiede ancora sforzi e impegno
costante. La violenza omofobica (Fig.4), sia essa verbale o fisica, viene giudicata come un problema serio e ancora troppo presente, che mina la sicurezza e il benessere degli studenti LGBTQ+ e che contrasta con i valori di uguaglianza e rispetto che l'università si impegna a promuovere. Manifestazioni contro i diritti delle persone LGBT (Fig.5), come marce o proteste che si oppongono all'estensione di tali diritti, sono state citate come esempi di come la discriminazione possa ancora radicarsi e manifestarsi apertamente, richiamando l'attenzione sulla necessità di un'azione collettiva che parta proprio dall’università come centro sociale di cultura, per contrastare tali fenomeni. Infine, la formazione all'inclusione (Fig.6) è stata riconosciuta come uno strumento fondamentale per educare e sensibilizzare la comunità accademica, non solo per prevenire atti discriminatori, ma anche per creare un ambiente in cui ogni studente possa sentirsi valorizzato e supportato nella propria individualità.
Autophotography
Le testimonianze fornite attraverso lo strumento della autophotography rivelano un quadro di atteggiamenti, credenze e comportamenti non esplicitamente ma indirettamente discriminatori nell'ambiente accademico, con particolare riferimento a questioni di SOGISC. I partecipanti esplicitano una serie di esperienze che illustrano la difficoltà di vivere autenticamente la propria identità in un contesto che dovrebbe essere invece inclusivo e protettivo.
«Al mio ingresso un gruppo di quattro ragazzi fisicamente più grandi di me mi ha squadrato da testa a piedi e hanno tenuto il loro sguardo puntato su di me finché non sono uscito. Ho temuto che potessero aggredirmi in quanto persona più minuta e dalle forme ancora femminili. In quel periodo ero studente pendolare e pur di non dover rischiare situazioni di disagio come questa, evitavo di andare ai servizi anche per 10 ore consecutive».
(uomo trans*, bisess., 21 anni, Brescia, studente di triennale)
L'episodio del rifiuto subito negli spazi condivisi, come il bagno universitario, illustra non solo un momento di discriminazione diretta, ma anche le conseguenze a lungo termine di tale atto, come il
Fig. 1 immagine di una toilet universitaria (leggi descrizione sopra)
cambiamento delle proprie abitudini quotidiane e la paura per la propria sicurezza personale. Questo evidenzia la mancanza di spazi sicuri e l'assenza di politiche di inclusione effettive nell'ambiente universitario.
I sentimenti di isolamento, malinconia e frustrazione espressi dai testimoni riflettono un clima generale di incomprensione e di pregiudizio che pervade, talvolta sottilmente, la vita accademica.
L'occultamento e la marginalizzazione delle identità LGBTQIA+ e la loro esclusione dai discorsi accademici e dalla ricerca sono rivelatori di un ambiente che non riconosce pienamente la diversità come valore e come fondamento di una società avanzata e consapevole.
Fig. SEQ Fig. \* ARABIC 2 - Immagine scelta da donna MtF,32 anni, Firenze, ricercatrice non strutturata
«Mi sono spesso sentita come quelle case (Fig. 2), assalite da un mare in tempesta, vulnerabile e isolata. La discriminazione ha alimentato dubbi sulla mia identità e sul mio valore come ricercatrice. Tuttavia, come gli edifici che resistono all'urto delle onde, ho cercato di rimanere salda, ricordandomi della mia passione per la ricerca e del mio diritto a un ambiente universitario rispettoso e inclusivo.».
La metafora dell'edificio assalito dalle onde mostra la violenza delle discriminazioni subite e la costante lotta per la resilienza e la conferma del proprio valore in un contesto che dovrebbe essere supportivo e incoraggiante verso ogni forma di diversità. Allo stesso tempo, questa immagine simbolizza la determinazione e la forza interiore di chi affronta e resiste a tale discriminazione. Infine, il paragone con il sentiero tortuoso di un’altra immagine inviata rispecchia il percorso difficile e solitario che le persone devono affrontare in un ambiente accademico ancora troppo spesso ostile, nonostante la presenza di una bellezza e di una dignità intrinseca nel cammino individuale. Queste narrazioni, cariche di emozioni e vissuti personali, mettono in luce la necessità di un cambiamento culturale e strutturale nelle università, affinché diventino luoghi veramente inclusivi e liberi da ogni forma di discriminazione.
2. The level of visibility of LGBTI+ individuals, issues, and representation in the academic environment
Photo Elicitation
La visibilità e la rappresentazione degli individui e delle tematiche LGBTI+ nell'ambiente accademico possono essere analizzate attraverso le esperienze degli studenti universitari. Le risposte fornite dagli studenti evidenziano una realtà sfaccettata. Da un lato, vi sono espressioni di inclusività e accettazione, come il riconoscimento della diversità di genere, e la presenza di bagni no-gender rappresenterebbe un passo avanti verso l'uguaglianza e il rispetto delle identità transgender. Dall'altro gli episodi di discriminazione e pregiudizio, come atti di vandalismo omofobico e aggressioni ancora frequenti benché non dentro le università, rivelano la necessità persistente lotta per l'uguaglianza e la sicurezza della comunità LGBTI+. Da una parte, si percepisce un senso di sicurezza e protezione all'interno dell'ambiente accademico, dall'altra, si avverte la necessità di una maggiore informazione e sensibilizzazione su questi temi di cui l’università potrebbe farsi carico. La formazione su questioni LGBTI+ viene vista come un'opportunità di crescita e comprensione, nonché un mezzo per promuovere una cultura di accettazione e ridurre i pregiudizi. Tuttavia, rilevare, nella società, la resistenza al riconoscimento dell'amore in tutte le sue forme e la lotta per l'uguaglianza e l'accettazione rimangono ostacoli significativi.
L'ambiente accademico, per i partecipanti alla photoelicitation, riflette la società più ampia con le sue contraddizioni: progressi e inclusività da una parte, discriminazione e intolleranza dall'altra. La visibilità e la rappresentazione delle questioni LGBTI+ nell'ambiente accademico vengono percepite quindi come qualcosa in evoluzione, con sfide continue che richiedono impegno costante per promuovere un cambiamento positivo.
Auto Photography
L’analisi dei commenti inviati con le immagini rivela un livello di visibilità e rappresentazione delle questioni e degli individui LGBTI+ nell'ambiente accademico che è misto e, per molti aspetti, problematico. Viene narrato un percorso di discriminazione, incomprensione e stereotipizzazione che gli studenti si trovano ad affrontare in un ambiente che dovrebbe essere d'istruzione e crescita personale e collettiva.
«Ero in università da poco più di un semestre ma quei pochi amici che mi ero fatto mi hanno subito cercato dopo l'esame e sono venuti a confortarmi, altri hanno fatto finta di non aver sentito il mio deadname, probabilmente nella speranza di darmi un pensiero in meno.
Altre persone - che mi conoscevano da un contesto scolastico precedente - hanno utilizzato il pretesto per farmi outing ad altri compagni di corso». (uomo trans*, bisessuale, 21 anni, Brescia, studente di triennale)
Gli studenti descrivono l'esperienza del "deadnaming", il doversi confrontare con pregiudizi e ignoranza, anche da parte di docenti e colleghi che dovrebbero agire come punti di riferimento e supporto. Queste situazioni indicano un ambiente accademico ancora non completamente sensibile e inclusivo verso le questioni di genere e orientamento sessuale.
«Ho scelto l'immagine di intervista col vampiro perché come comunità LGBT mi sento così...un gruppo di persone che non possono adattarsi e che vengono additate o temute... che devono farsi forza l'un l'altro ma poi vai a vedere e le cose peggiori te le fanno proprio quelli che ritenevi amici o amiche...o appartenenti al tuo gruppo... e in più ci si mettono quelli che minimizzano e dicono che ce la passiamo bene!! Ma dove? C'è così tanta ignoranza e falsità ancora...». (donna omosessuale, 22 anni, Messina, studentessa di triennale)
La metafora dell'"intervista col vampiro" illustra il senso di alienazione e il timore di essere ostracizzati o traditi persino all'interno della comunità LGBTI+. Allo stesso tempo, l'analogia del "faro" suggerisce il ruolo di guida che alcuni individui si trovano a svolgere, nonostante le difficoltà personali e le discriminazioni subite.
Alcuni studenti esprimono la sensazione di essere percepiti come "diversi" e trattati con pietà o compassione, sentimenti che non fanno che enfatizzare la distanza tra loro e gli altri, invece di promuovere un'autentica comprensione e accettazione.
La lotta per l'inclusività e l'affermazione è paragonata alla relatrice al centro di una presentazione: nonostante le competenze e l'impegno, l'attenzione si concentra spesso su pregiudizi e aspetti superficiali piuttosto che sul valore intrinseco della persona e del suo lavoro.
Fig. 3 - immagine scelta da donna omos., 22 anni, Messina, studentessa di triennale
Fig. 4 - immagine scelta da uomo omos., 23 anni, Napoli, studente magistrale
La descrizione di solidarietà e supporto da parte di alcuni colleghi funge da contrappeso alle esperienze negative, sottolineando che, nonostante le avversità, vi sono individui pronti a riconoscere il valore al di là di ogni pregiudizio.
In sintesi, i testi dei commenti dei rispondenti descrivono un ambiente accademico dove la visibilità e la rappresentazione delle persone LGBTI+ sono ancora ostacolate da numerosi blocchi, inclusi pregiudizi e ignoranza, ed evidenziano la necessità di una maggiore educazione e sensibilizzazione su questi temi per promuovere un ambiente più accogliente e inclusivo per tutti.
3. Caratteristiche degli episodi discriminatori e strategie impiegate per superare/attenuare tali episodi
Photo Elicitation
Le risposte fanno emergere una serie di tematiche legate alla discriminazione nei confronti della comunità LGBTQI+. Gli studenti hanno espresso sentimenti contrastanti riguardo alle immagini proposte, oscillando tra speranza e preoccupazione. All'interno dell'ambito accademico universitario, gli studenti non hanno riferito episodi significativi di discriminazione. Tuttavia, è emerso, in particolare tra le studentesse, l'accentuato bisogno di mantenere una costante vigilanza per prevenire e contrastare qualsiasi ambiente permeato da una cultura maschilista che possa tollerare o giustificare comportamenti molesti. Un caso particolare è stato segnalato da uno studente transgender in relazione a una lezione di filosofia. Durante tale lezione, il tema della transizione è stato trattato in modo inappropriato e insensibile dal docente, portando lo studente a percepirsi non solo come vittima, ma paradossalmente quasi come colpevole della situazione. Questo episodio ha ulteriormente evidenziato l'assenza, all'interno dell'istituzione universitaria, di canali adeguati e specifici attraverso i quali gli studenti possano segnalare tali situazioni o semplicemente trovare un luogo di ascolto e sostegno. È essenziale, pertanto, che le università si dotino di meccanismi e protocolli chiari per affrontare e prevenire tali situazioni, garantendo un ambiente di studio inclusivo e rispettoso per tutti. La formazione e la sensibilizzazione del corpo docente su temi legati alla diversità e all'inclusione rappresentano passi fondamentali in questa direzione. Gli studenti sottolineano l'importanza cruciale della formazione nell'abbattere pregiudizi e radicalizzazioni. Reagendo a immagini di proteste antiLGBT+, evidenziano che l'ignoranza alimenta l'intolleranza. Chiedono, pertanto, un'educazione universitaria che promuova comprensione e rispetto verso la diversità.
4. Percezioni riguardo alle azioni collettive per la difesa dei diritti LGBTQI+ e relative attività di sensibilizzazione/sensibilizzazione in ambito universitario
Photo Elicitation
Di fronte all'immagine di graffiti omofobi, molti esprimono sentimenti di sconcerto, dolore e preoccupazione per la persistente discriminazione nei confronti della comunità LGBTQI+. Questa reazione evidenzia però da parte degli studenti la necessità di combattere l'omofobia e di promuovere valori di accoglienza e rispetto.
«Le università, in particolare, dovrebbero essere luoghi di illuminazione e progresso, dove la diversità è celebrata e protetta. È essenziale che le istituzioni accademiche intraprendano iniziative per sensibilizzare gli studenti e il personale sui diritti LGBTQI+, attraverso seminari, workshop e campagne di sensibilizzazione» (uomo omosessuale, 20 anni).
La visibilità delle persone LGBTQI+ nei media ha certamente contribuito a sfidare gli stereotipi e a promuovere una maggiore accettazione. Tuttavia, la rappresentazione mediatica non è sufficiente.
«Le università hanno il dovere di andare oltre, incoraggiando la ricerca e gli studi che esplorano le sfide affrontate dalla comunità LGBTQI+. Inoltre, dovrebbero essere creati momenti o spazi dove gli studenti possono condividere le loro esperienze e promuovere un dialogo costruttivo» (Donna, 20 anni, bisessuale).
Mentre la società progredisce nella comprensione e nell'accettazione delle diverse identità di genere e orientamenti sessuali, le istituzioni educative devono riflettere e guidare questo cambiamento. La creazione di club e associazioni LGBTQI+ all'interno delle università può fornire un rifugio sicuro per gli studenti e un luogo per la discussione e l'attivismo. Questi gruppi possono anche collaborare con l'amministrazione universitaria per garantire che le politiche e le pratiche riflettano un ambiente inclusivo.
La discriminazione e l'alienazione possono avere gravi ripercussioni sulla salute mentale e sul benessere degli individui LGBTQI+. Le università devono riconoscere questa realtà e fornire risorse e supporto adeguati. Oltre ai servizi di consulenza, le istituzioni possono organizzare eventi e attività che facciano informazione sulle differenze e promuovono la solidarietà. «L'educazione è una potente arma contro l'ignoranza e la paura. Le università, come pilastri del sapere, hanno la responsabilità di educare le nostre e future generazioni sulla ricchezza e la complessità dell'esperienza umana» (Uomo, 24 anni, omosessuale). Corsi e programmi di studi
dedicati alle questioni LGBTQI+ possono non solo fornire una comprensione approfondita, ma anche sfidare e cambiare le percezioni errate.
Autophotography
Le dichiarazioni dei partecipanti (va ribadito, non solo studenti), delineano una serie di esperienze e percezioni che rivelano la complessità del tessuto sociale all'interno di un ambiente universitario. Queste testimonianze riflettono la diversità delle esperienze legate all'identità di genere e all'orientamento sessuale e indicano la necessità di un approccio empatico, educativo e inclusivo.
«Nell'atrio di ingegneria nel 2022 sono stati allestiti i banchetti per le elezioni. Il giorno in cui sono andato a votare, una delle collaboratrici alla didattica incaricata del riconoscimento degli studenti e della successiva consegna della scheda del CNSU non riusciva a trovare corrispondenza tra il mio badge e gli elenchi. Negli elenchi degli aventi diritto di voto figuravo come "deadname", per cui dopo una prima confusione, poi frustrazione, mi è stato chiesto di comunicare "il mio vero nome", di fronte anche ad altri colleghi» (uomo trans*, bisessuale, 21 anni, Brescia, studente di triennale)
L'esperienza dello studente trans* nell'atrio di ingegneria evidenzia l'importanza della sensibilità e della precisione nella gestione dei dati personali, soprattutto per quanto riguarda le identità LGBTQI+. L'episodio sottolinea l'urgenza di protocolli che rispettino la privacy e l'identità delle persone, oltre all'importanza di un ambiente universitario che prevenga situazioni simili attraverso una progettazione inclusiva delle procedure.
Gli studenti esprimono il desiderio di un sostegno che sia più intrinseco e meno dichiarativo, una forma di comprensione che non necessiti di proclami, ma che si manifesti attraverso un sostegno quotidiano e una normalizzazione delle reazioni di fronte alle diversità. La solidarietà e l'unità vengono enfatizzate come essenziali per combattere le discriminazioni e per promuovere l'inclusione all'interno del contesto universitario.
Inoltre, le testimonianze evidenziano l'importanza di spazi inclusivi, ascolto attivo, solidarietà, educazione e intervento attivo contro comportamenti discriminatori. L'immagine di mani di diverse
Fig. SEQ Fig. \* ARABIC 5 - Immagine scelta da uomo omos., 34 anni, Torino, ric. non strutt.
età e stili che sollevano libri simboleggia l'unità nella diversità e la forza della conoscenza come strumento contro la discriminazione.
Queste dichiarazioni riaffermano il principio secondo cui la vera forza di una comunità sta nella capacità di riconoscersi nella diversità, di sospendere il giudizio e di unirsi in supporto reciproco, promuovendo un ambiente accademico che accetti e valorizzi ogni individuo.
In sintesi, si evince l'essenziale bisogno di educare e sensibilizzare all'interno delle università per garantire che ognuno possa esprimere la propria identità in maniera libera e senza timore, all'interno di un contesto che abbracci la diversità come risorsa piuttosto che come barriera.
Matrice di co-occorrenza con clusterizzazione
Tab. 3 - Matrice di co-occorrenza con clustering (le aree colorate indicano i cluster identificati, il colore più intenso indica una maggiore frequenza di co-occorrenza). I dati si riferiscono ad un corpus che riporta il campione dei lemmi più significativi.
La matrice di co-occorrenza presenta in formato visivo l’analisi di dati qualitativi come risultato di un'analisi tematica effettuata sull’insieme di risposte fornite da studenti in seguito alla visione di immagini-stimolo concernenti le discriminazioni nei confronti della comunità LGBT11
11 Le aree colorate indicano i cluster identificati, il colore più intenso indica un valore di frequenza di cooccorrenza più elevato. I dati si riferiscono ad un corpus che riporta il campione dei lemmi più significativi. Di seguito la traduzione dei termini presenti nella matrice: Omosessuale, Rappresentare, Università, Persone, Sentire, Sesso, Lavoro, Situazione, Trovare, Genere, Identità, Verso, Comunità, LGBTQ, Minoranza, Roma, Spazi, Commenti, Contesto, Fotografia, Obbligatorio, Personale, Rispetto.
Ogni cella della matrice indica la frequenza con cui due termini appaiono congiuntamente nelle risposte degli studenti. Le tonalità più scure denotano un'alta frequenza di co-occorrenza, mentre quelle più chiare indicano una minore frequenza. È possibile identificare i maggiori "clusters" o gruppi di parole che emergono da questo set di dati, che ci rivelano le associazioni cognitive e i temi prevalenti percepiti dagli studenti.
Il primo cluster di rilievo appare nelle tonalità del rosa e concerne termini quali "omosessuale" e "rappresentare". Questa relazione indica che gli studenti hanno discusso o pensato molto sull'idea della rappresentazione dell'omosessualità. Potrebbe riflettere una discussione sulla visibilità delle minoranze sessuali in media, società, o contesti educativi.
Un altro cluster significativo è evidenziato in rosso, includendo termini come "trovare", "genere" e "identità". Qui possiamo interpretare un'accentuata riflessione sulla ricerca della propria identità di genere, un tema cruciale nelle conversazioni su diritti e discriminazioni delle persone LGBT. Gli studenti potrebbero aver espresso la complessità e la sfida nell'affermare e trovare accettazione per la propria identità di genere in diversi contesti sociali.
In verde, notiamo una cooccorrenza tra "comunità" e "LGBTQ", il che non sorprende, poiché denota il discorso attorno alla coesione, supporto e solidarietà all'interno della comunità LGBT. Questa connessione potrebbe anche toccare tematiche di appartenenza, inclusione e la lotta contro l'esclusione e la marginalizzazione.
Il punto 4 della nostra matrice di cooccorrenza si distingue per la sua viva tonalità arancione, indicando una forte associazione tra i concetti "personali" e "rispetto". L'intensa frequenza di questa cooccorrenza non è un dato da sottovalutare, in quanto svela un aspetto cardine del pensiero degli studenti in relazione alle immagini-stimolo presentate, contro le discriminazioni LGBT.
Il termine "personali" suggerisce un'enfasi sulle dimensioni individuali dell'esperienza umana, implicando una consapevolezza della soggettività intrinseca ad ogni persona, con le sue unicità e caratteristiche distintive. Questo aspetto tocca le corde dell'individualismo, del diritto all'autodeterminazione e della libertà di espressione di ciascuno. Gli studenti hanno probabilmente riconosciuto e sottolineato l'importanza di comprendere e rispettare le narrazioni individuali, le esperienze vissute, le scelte e le identità personali di ogni individuo, indipendentemente dal loro orientamento sessuale o identità di genere.
Il "rispetto", d'altra parte, è un principio fondamentale di convivenza civile e di etica interpersonale. Esso incarna la considerazione per l'altro che dovrebbe trascendere le differenze e pregiudizi. Nella sua essenza, il rispetto è il riconoscimento del valore intrinseco di ogni persona, la dignità che non deve mai essere calpestata o messa in discussione da atteggiamenti discriminatori o da pregiudizi.
L'intreccio di questi termini evidenzia una presa di posizione morale, uno spiccato senso etico tra gli studenti, che si riflette nella loro condanna univoca verso ogni forma di discriminazione. Il rispetto delle scelte personali si traduce in un appello alla tolleranza e all'accettazione dell'altro, qualità imprescindibili in una società che aspira ad essere equa e inclusiva. Questa associazione suggerisce che gli studenti abbiano discusso il valore intrinseco di ogni individuo e la necessità di tutelare gli spazi personali da intrusioni ingiustificate, discriminazioni e giudizi non sollecitati. Inoltre, il rispetto delle esperienze personali è intimamente legato al concetto di "ascolto". Ascoltare significa accogliere l'altro, cercare di comprendere le sue esperienze senza pregiudizi e senza la presunzione di sovrapporre la propria prospettiva. L'ascolto attivo, empatico, è una competenza comunicativa che viene valorizzata in questa relazione di termini, poiché è fondamentale per superare le barriere della discriminazione e costruire ponti di comprensione. Il dialogo che scaturisce da questa analisi suggerisce una maturità riflessiva degli studenti, un appello al dialogo come strumento di crescita personale e collettiva, e un riconoscimento che il cammino verso la tolleranza e l'inclusione passa attraverso la comprensione e il rispetto delle storie personali.
La loro discussione riflette un desiderio di oltrepassare le superfici e di toccare il nucleo dell'umanità condivisa, un invito a considerare ogni persona non come rappresentante di un gruppo, ma come individuo unico con la propria complessità e dignità.
La presenza di un tale cluster evidenzia una consapevolezza degli studenti sulle tematiche di rispetto e individualità all'interno del dibattito sui diritti LGBT, sottolineando che la lotta contro la discriminazione comincia dal riconoscimento e dalla celebrazione delle differenze individuali in un quadro di rispetto universale.
Conclusioni
Nell'ambito della presente indagine, le analisi testuali e del “sentiment” effettuate sul testo ha fornito dati che risultano di notevole interesse scientifico per il dibattito sull'inclusione delle persone LGBT+ nel contesto universitario italiano. Le osservazioni derivanti evidenziano una pluralità di sentimenti e atteggiamenti, che oscillano tra indignazione e ansia, tra preoccupazione e un ottimismo moderato.
La specificità del contesto universitario, che è sia formativo che lavorativo a seconda dell’attività che vi si svolge, emerge con chiarezza, configurandosi come un ambito nel quale le dinamiche di inclusione e discriminazione manifestano concretamente la loro complessità. In particolare, i dati analizzati sembrano corroborare l'ipotesi che, nonostante gli avanzamenti normativi e culturali, persistano significative barriere all'inclusione effettiva delle persone LGBT+.
Le ed i partecipanti si rivelano essere particolarmente informate/i riguardo alle problematiche sociali inerenti ai diritti delle minoranze. Tale consapevolezza si manifesta attraverso un linguaggio che
evoca una certa gravità e urgenza, suggerendo che la questione dell'inclusione non è un mero argomento di discussione teorica, ma una realtà tangibile che richiede un'azione immediata e ponderata.
I dati emersi da queste analisi mettono in rilievo la necessità di regolamenti e politiche universitarie ben ponderate che vadano oltre la mera retorica dell'inclusione, affrontando in modo sistematico e basato su dati empirici le sfide poste dalla discriminazione e dall'esclusione. La strada verso l'inclusione effettiva è ancora lunga e richiede un impegno costante da parte di tutte le istituzioni coinvolte. Il presente studio contribuisce a tracciare un quadro che, pur se non esaustivo, costituisce un punto di partenza imprescindibile per ulteriori ricerche e interventi in questo ambito.
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APPENDICE 1
Questo allegato presenta le foto inviate dai partecipanti alla ricerca utilizzando il metodo dell'autofotografia. Ai partecipanti è stato chiesto di inviare cinque foto corrispondenti a cinque domande. Di seguito è possibile visualizzare le foto che i partecipanti hanno autorizzato a includere nel rapporto di ricerca, tutte scattate in conformità con le linee guida della ricerca.
Domanda 1
Come ti vedi quando sperimenti diverse forme di discriminazione all'Università?
Domanda 2
Come ti vedono le altre pesone quando sperimenti diverse forme di discriminazione all'Università?
Domanda 3
Cosa ti rende difficile essere quello che sei? Quali sfide affronti quando cerchi di essere te stesso?
Domanda 4
Cosa ti aiuta a essere quello che sei? Cosa ti dà la forza di fronte alle sfide?
Domanda 5
In queste esperienze di discriminazione, che tipo di aiuto troveresti appropriato da parte degli altri?