IL QUARTO n. 1 2013/14

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Dicembre 2013

“IL QUARTO” E ’ PRODOTTO DALLA REDAZIONE

CROSSMEDIAL

DEL LICEO BERTOLUCCI DI PARMA COORDINAMENTO SILVIA FONTANA DIRETTORE RESPONSABILE

ALUISI TOSOLINI

SPECIALE ORIENTAMENTO I ragazzi di prima ci raccontano perché hanno scelto il Bertolucci.

Ho scelto il Bertolucci perché: “Una scuola per imparare un liceo per crescere il Bertolucci per il futuro” Nicole

è lucci perché mi Ho scelto il Berto e una scuola seria sembrata subito un sistema di accogliente con zza ernativo che utili insegnamento alt ici e moderni. supporti tecnolog Maria Laura

Ho scelto il liceo Bertolucci perché questa scuola mi è sembrata diversa da tutte le altre, rispetta le diversità. Davide

La compagn ia è importan te e in questa scuo la ci si cono sc e tutti! Piacevole, p iccola e con fortevole: una scuola fa ntastica. Davide

Ho scelto il Bertolucci p erché mi ha colpito l' ambiente e i professori mi son o sembrati si m patici e validi. Ben edetta

pernanzitutto scuola in ta s tifie u q ie ceo sc n Ho scelto fare un li i d i a li g o lu ov Berto cc ché avev gioco. Il in i rm e gran o mett avo: una co, volev che cerc o ll e u q o corpo do aveva tutt logica, un o n c te à a it ibil ssion Avevo voglia di studiare bene, sono de dispon una profe uardia e g n a v 'a ll stato accontentato. cente a . tà e ri e s Marcello le ro Alessand

questa ivato in r r a o n So sono rché mi e p la o u ure, in sc mani sic in o it t n se rio dove iente se b rm a n u rmi e fo abilizza s n o o p li s ig e r m el modo n i m r a m re. co Frances

Perché ho scelto il “B erto”: perché è nuova perché è tecnologica e moderna perché è accogliente perché è organizza ta bene perché è piccola e tu tti si conoscono perché è stato prese ntato molto bene e mi ha fatto una buona impressione fin da subito. Nicola

potevo o che qui it p a c o h ...perché scita e di orso di cre rc e p n u avere he in altre migliore c e n io z ra o matu ide è molt .S. Il Pres P . le o u c s iano . Massimil simpatico

e to un'idea di casa ... perché mi ha da dall'inizio mi ha di tranquillità. Fin i me persona e po accolto prima co na. Sono proprio co come studentess elta, la rifarei! tenta della mia sc Giulia

... mi è sembrata da subito una scuola diversa,in grado di darti nuove possibilità, farti crescere e soprattutto perché ognuno in questa comunità, e posso dirlo dopo solo un mese, si sente protagonista. Giacomo

Sono venuto a l Bertolucci p erché ne ho sempre sen tito parlare b ene, la presentazione mi ha convinto e penso che possa esse re la mia crescita la scuola giusta per culturale. Bernardo

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SPECIALE CLASSI PRIME UN’ACCOGLIENZA … A TUTTO SPORT! Giovedì 3 ottobre, al Campus universitario, i ragazzi di tutte le prime classi del liceo Bertolucci hanno partecipato alla “Giornata sportiva”, momento conclusivo del progetto di accoglienza dei nuovi studenti. All’inizio della mattinata siamo stati accolti dai nostri insegnanti, ma anche da alcuni ragazzi delle classi più grandi che ci hanno seguito come tutor durante le nostre partite oppure hanno arbitrato gli incontri. Ogni classe è stata divisa in quattro squadre e a rotazione: tutte hanno potuto giocare quattro sport di squadra, calcetto, pallavolo, pallamano e basket, incontrandosi con tutte le altre classi. Durante le partite abbiamo avuto la possibilità di conoscerci, di chiacchierare, di fare il tifo e anche di fare amicizia, sentendoci davvero parte della nuova scuola: alla fine infatti abbiamo lasciato un po’ da parte la competizione e abbiamo fatto spazio al divertimento. Dopo aver praticato tutti gli sport, dopo vittorie e sconfitte, un po’ affaticati e sudati, ma soddisfatti dei nostri risultati, ci siamo salutati un po’ più amici! La giornata per noi è stata molto educativa e produttiva. Anche dal punto di vista fisico e ci siamo davvero divertiti molto. Sarebbe bello ripetere questa esperienza tutti gli anni perché lo sport è il modo più bello per conoscersi! Un grazie a tutti gli organizzatori e ai nostri supporter di quinta! Arianna M. e Sara S. 1E

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NOI E GLI ALTRI IL VOLONTARIATO: UNA BOCCATA DI OSSIGENO

RACCOLTA DI ZAINI ASTUCCI E

PER IL NOSTRO PAESE

QUADERNI PER...

“La più grande ricchezza del nostro Paese è il volontariato, generoso e disponibile com'è. E' una rete di solidarietà che costituisce una boccata d' ossigeno. Dacia Maraini pone in una frase tanti significati. Infatti, come scrive, il volontariato è una risorsa chiave del nostro Paese, una ricchezza che non si misura col PIL, un elemento chiave della nostra coesione sociale. Fare volontariato non significa solo aiutare i più deboli e indigenti, ma è anche un modo di conoscere nuove realtà e fare esperienze. Grazie alla conferenza tenuta al liceo Bertolucci dall'antropologa Vincenza Pellegrino, gli studenti delle classi 2^C e 3^E hanno avuto la possibilità di approfondire l'argomento. Con la docente si è parlato dei principi fondamentali del volontariato quali “gratitudine”, “pazienza”, “tempo”e soprattutto “volontà”. Proprio la volontà spinge infatti una persona a impegnarsi in maniera costante, continua e senza ricompense concrete. Un importante spazio è stato riservato anche alla storia del volontariato, partendo dal Medioevo. Da lì un lungo percorso, segnato da cambiamenti e rivoluzioni, ha portato alla nascita di enti statali quali la protezione civile e i servizi sociali. Al fianco di questi i volontari aiutano lo stato nel raggiungimento dello scopo. La professoressa ha parlato anche delle associazioni che rappresentano i poli del volontariato a Parma, ossia la “Rete dormire fuori”, dedicata agli homeless e ai richiedenti asilo e i “Gas”, cioè gruppi che acquistano prodotti biologici direttamente dai produttori (scelti in base ai criteri con cui operano). Vi sono anche “Futura”, per le donne e le madri in difficoltà e “Il Portico”, che coinvolge i carcerati in attività ricreative. Grazie alla conferenza si è compresa perciò la rete di solidarietà a cui fa riferimento la scrittrice, formata non solo da singoli elementi ma da associazioni. Queste, a differenza di un tempo, non muovono grandi quantità di persone con un solo ideale, ma sono meno ideologicizzate e si basano su azioni concrete in cui ognuno può vedere i risultati del proprio impegno. Un esempio presente sul territorio di Parma è “La Bula”, ossia una cooperativa che si rivolge in particolare ai ragazzi diversamente abili attraverso la quale gli operatori, assieme ai volontari si adoperano per insegnare loro il mestiere di falegname e artigiano. Grazie all' incontro quindi gli studenti hanno compreso l' importanza del volontariato e dei volontari, elementi fondamentali della nostra società, il cui fabbisogno, come dice la Maraini con l' espressione “Il volontariato costituisce una boccata d' ossigeno”, è in continuo aumento.

Anche quest’anno il nostro liceo aderisce al progetto Emporio, un progetto di “solidarietà” che si occupa di fornire viveri a coloro che, a causa della crisi che sta colpendo il nostro Paese, non hanno abbastanza denaro per acquistare cibo. La grave situazione economica che si aggrava giorno per giorno non è un dato che può essere trascurato da noi studenti solidali, poiché diverse famiglie si trovano in difficoltà. 70 zaini, 40 astucci, 146 quaderni Con l’inizio dell’anno scolastico sono emerse nuove richieste dalle famiglie povere, ovvero il materiale scolastico che sembra avere ancora prezzi molto elevati. Quindi dal 5 Settembre al 10 Ottobre il Bertolucci ha aderito alla campagna di Emporio “Tutti a scuola con lo zaino”, che proponeva la raccolta di materiale scolastico nuovo o usato. Il nostro liceo è diventato uno dei punti di raccolta della città: da studenti e professori sono arrivati circa 70 zaini usati, 40 astucci, 146 quaderni e tanti pennarelli e matite colorate.

Andrea Quarantelli 2C

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OLTRE LA SCUOLA

31 ottobre, Parma - Il coraggio non urla ma sorride. Perché, per urlare, serve un respiro breve ma intenso che si brucia immediatamente e di cui non rimane altro che un’ eco lontano. Per sorridere, invece, bisogna averlo dentro, l'urlo. Aung San Suu Kyi, nel salire sul palco, sembra galleggiare. Si gira verso i presenti e sorride: Aung San Suu Kyi l'urlo, dentro, ce l'ha eccome. Nessuno potrebbe restarle indifferente. Ed è proprio l'indifferenza che va abbattuta, col canto, con la musica che è universale, con la parola e la comunicazione, con la positività e con l'impegno nel presente. All'Auditorium Paganini la formalità dell'incontro con il premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi passa in secondo piano. "All we're saying is give peace a chance" cantano in coro tutti i giovani di Parma per accoglierla e fra questi anche io, che ammetto, dopo le titubanze iniziali dovute alla mia voce non proprio intonata, mi sono trovata a riflettere sulle parole di John Lennon. Dare alla pace un'opportunità. Sembra quasi una parola dell'altro mondo, quella della pace, abituati come siamo a correre sempre e continuamente tutti i giorni e a ritrovarci la sera con la testa gonfia di stanchezza e di poca voglia di alzarsi. Ignoriamo noi stessi così spesso che quasi siamo una presenza ingombrante. Si accende la televisione sperando che sia successo qualcosa di bello e di utile, che qualcosa si sia smosso finalmente nella palude che ci circonda. Ma tutto ciò che questa ci sa dire è che non soltanto dovremmo essere stanchi per la nostra giornata, ma anche per quella di tutti gli altri. Stanchi delle infinite guerre e degli infiniti conflitti per mantenere un chi lo sa cosa petrol-denaro, delle spese infinite per armi e cacciabombardieri, del futuro che per noi giovani assume ogni giorno di più la forma di un punto interrogativo, delle rinunce, dell'impossibilità, dei sacrifici, della schiavitù invisibile. Pagina 4

Dare alla pace un'opportunità, non è proprio cosa da poco. Qui e in Birmania, dove la pace è guerra. Significa uscire dalla mediocrità di un'esistenza abbandonata a se stessa. Significa avere l'urlo dentro e mantenersi lucidi in un mondo drogato dalle migliaia di informazioni che viaggiano velocissime e prive di senso. Significa imparare, conoscere, studiare. Dare alla pace un'opportunità. Sì, magari alla fine qualcosa di nuovo potremmo ricavarne davvero. Un Premio Nobel non significa niente. Considerando che è stato dato a personaggi discutibili e non è stato dato ad altri per altre discutibili ragioni, un premio Nobel è un oggetto, un simbolo. Ciò che ha fatto lei, Aung San Suu Kyi, è qualcosa che va ben aldilà di qualsiasi simbolo. L'Auditorium Paganini lo sa, lo sa che in realtà un Premio Nobel è soltanto un premio ma che lei è qualcosa di più, lo sanno gli studenti che battono le mani e cantano, vedono la forza di quella donnina pur essendone tanto distanti, per età e per cultura, lo sanno gli insegnanti e lo sanno le istituzioni presenti tra cui il sindaco Federico Pizzarotti, Vincenzo Bernazzoli e la Senatrice Albertina Soliani. Parla ai giovani Aung San Suu Kyi, oggi, 31 ottobre. Parla a noi. Parla a me. Parla a te. E parla anche a quelli più piccoli che di tempo davanti ne hanno forse di più. Che significa stare meglio? Ci chiede. Che significa comunicare? Che significa pace? Che significa democrazia? Democrazia. Che cosa sei disposto a fare tu? Dare alla pace un'opportunità. Non è proprio cosa da poco. Ma un passo alla volta. Non praticare per essere un leone. Ruggisci! Giulia Di Rienzo 5E


FIERA ABCD DI GENOVA: BERTOLUCCI SCUOLA 2.0 Il liceo Attilio Bertolucci è una delle sei scuole dell’Emilia Romagna riconosciute come scuole 2.0. Ma cosa significa 2.0 nel contesto della pubblica istruzione? Il primo pensiero va alla dotazione tecnologica: rete wifi, Lim, tablet, notebook, smartphone, e-book. E fin qui ci siamo. Ma se dal pensiero si passa alla riflessione, ci rendiamo conto che 2.0 è qualcosa che va oltre il mero strumento: 2.0 è strategia, linguaggio, comunicazione, relazione. Il cambiamento non è nell’acquistare l’ultimo modello di tablet, ma nell'acquisire la vision di un nuovo modello di scuola. Una scuola che inventa nuovi stili didattici, che riconfigura i suoi tempi e spazi di apprendimento, che si allinea con il mondo che fuori evolve a velocità vertiginose. E’ superata l’idea di una tecnologia relegata al laboratorio informatico: l’innovazione digitale dovrà essere diffusa in

Maria Letizia Melina, direttore generale direzione studi, statistica e sistemi formativi del Miur.

Giovanni Biondi, Indire

tutte le classi, nei dipartimenti disciplinari e nei diversi comparti dell’istituto, dalla dirigenza all'amministrazione, dalle famiglie alle istituzioni del territorio. La scuola 2.0 va pensata come un insieme sistemico di vasi comunicanti in digitale. Su questo e su altro il liceo Bertolucci, rappresentato dalle prof. Fontana, Silvia Monica e dal dirigente Aluisi Tosolini, si è confrontato a Genova con i dirigenti e i docenti delle scuole 2.0 del nostro Paese. A introdurre e seguire i lavori la dott.ssa Melina, dirigente dei sistemi formativi del Miur e il dott. Biondi, direttore dell’Indire.

Silvia Fontana presenta il progetto SCUOLA 2.0 con cui il liceo Bertolucci ha vinto il bando nazionale indetto dal MIUR

PER UN FUTURO A RIFIUTI ZERO . INTERVISTA ALL’ASSOCIAZIONE GCR DI PARMA Giovedì 5 dicembre gli studenti sito posto dai ragazzi ha riguardato il ruolo dell’ associazioMattia Cavalli, Umberto Maggio- ne, in particolare ora che la costruzione dell’inceneritore è relli e Andrea Quarantelli, in occa- stato conclusa. Il consigliere ha dunque parlato degli eventi sione del progetto EDUC, hanno in programma e del tentativo di sensibilizzare i cittadini ad intervistato il vicepresidente Aldo una tematica importante come quella ambientale. Il viceCaffagnini e il consigliere Ema- presidente ha parlato invece della possibilità a Parma di nuela Baistrocchi dell’associazione raggiungere il 90% di rifiuti riciclati immediatamente e con GCR Parma (Gestione Corretta la sola volontà dei cittadini, lasciando al termovalorizzatore Rifiuti). L’incontro si è svolto pres- un esiguo 10% che non ne soddisferebbe la richiesta. Un so l’hotel Savoy di Parma e ha ri- altro esempio fatto è stato quello della città californiana di guardato essenzialmente il contro- San Francisco, dove il riciclo di rifiuti ha raggiunto l’80% e L’impianto di Ugozzolo PR verso tema dello smaltimento dei punta al riutilizzo totale entro il 2020, situazione da cui la rifiuti e dell’inceneritore di Parma. Si è parlato nostra città dovrebbe prendere spunto. In conclusione si dell’organizzazione, del compito dei volontari che ne fanno può affermare che l’ incontro sia stato un’ esperienza positiparte e delle proposte alternative allo smaltimento tramite va per gli studenti e che ha contribuito ad accrescere la inceneritore. Il colloquio è durato circa 1.30h e gli intervi- loro conoscenza circa le tematiche affrontate e ad entrare stati hanno risposto in nel vivo di un dibatmaniera chiara a quasi tito “scottante” cotutte le domande, in me quello del proparticolar modo hanno getto del termovalosottolineato l’inefficacia rizzatore che agita e l’inutilità dell’impianto la nostra città da di Uguzzolo, promuovenanni.. do invece la raccolta difMattia Cavalli ferenziata e confidando Andrea Quarantelli Dal 28 novembre all’8 dicembre l’aria di Parma supera i limiti delle polvere in un futuro a “rifiuti sottili. Fonte: sito del GCR di Parma 2C zero”. Il principale quePagina 5


COMENIUS Londra IN MOZART FOOTSTEPS An unforgettable experience: students from all over Europe singing together on the same stage the same Mozart’s song, Ave Verum! How exciting it was to attend an English class together with our English partners! We liked the feeling of sharing one day in an English school. I will never forget this Comenius experience ‌ ...because I had the chance to sing with such a wonderful group of European boys and girls. Name: Giorgia Orlandini ...because I extremely enjoyed the music workshop at school. Name: Sebastiano Ferrarini ...because I was envious of those students who could play an instrument very well. Name: Guido Spaggiari

...because I realized that music is a wonderful school subject: I would like to learn music in my Italian school, too. Name: Annalisa Ferrari ...because I met the most adorable English girl in the world... Name: Tommaso Zanichelli We have learned so many impressive facts about Mozart. 1) It was in London that Mozart composed his first two symphonies. 2) Wolfgang dedicated various compositions to members of the royal family. 3) Mozart arrived in London on 23rd April 1764 and spent over one year there. 4) Wolfgang and his sister gave several concerts for the King and Queen. 5) Mozart meet his contemporary Johann Christian Bach.

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Poeti di PRIMA CLASSE (as 2012-2013) La città di Dante, gli studenti del liceo Attilio Bertolucci e un presidente di giuria di nome Quasimodo. Di sicuro stiamo parlando di poesia. Più precisamente della premiazione della III edizione del concorso letterario “Lorenzo Cresti”. Dedicato all’omonimo ragazzo, tragicamente scomparso nel 2008, il concorso era diviso in tre sezioni: due a tema libero (una per adulti e una per ragazzi) e una riguardante il tema “inquietudini e speranze nella vita degli adolescenti”. Molti sono gli studenti del liceo Bertolucci che hanno partecipato, nella terza categoria, grazie soprattutto all’intervento della professoressa Pelosi. Fra loro, ben undici ragazzi hanno ottenuto una segnalazione di merito: Nicholas Piola, Leonardo Altilia, Federico Mori, Gabriele Tarussio, Giulia Riccò, Francesca Cazzulani, Davide Gherardi, Andrea Zammarchi, Maria Chiara Guggia, Riccardo Monaco e Nicole Sterlini. Gli ultimi tre citati sono andati personalmente a ritirare il premio, anche a nome di tutti i compagni, rappresentando così l’intera scuola. La cerimonia di premiazione si è tenuta a Firenze, nella Sala dei 500 dello storico Palazzo Vecchio, sede del Comune e simbolo della città, ambiente che ha molto contribuito a creare l’atmosfera adeguata. Insieme ai riconoscimenti, i ragazzi premiati hanno ricevuto un’antologia contenente tutte le poesie dei vincitori, una medaglia e una targa per la scuola. Intanto è già stato pubblicato il bando per l’edizione del 2014: c’è da scommettere che gli studenti del Bertolucci sapranno farsi onore ancora una volta. Riccardo Monaco, Maria Chiara Guggia 2C

MORTE STAVOLTA MI HA TOCCATO, HO PERCEPITO IL NULLA CHE PORTA CON SÉ. LA SUA SCIA DI DOLORE, IL SENSO DI IMPOTENZA CHE DIPINGE SUI VOLTI DEI FAMILIARI. E ORA LA VEDO LÌ, IMMOBILE, CERULEA. PERCHÉ ORA? PERCHÉ LEI? SEMBRA TUTTO FINITO. PER SEMPRE. IL DOLORE É CONTAGIOSO, SI PROPAGA COME UN FIUME IMPETUOSO CHE TRAVOLGE GLI ARGINI. NON VOGLIO ACCETTARE QUESTA VISIONE, NON MI PIACE, NON MI RENDE GIUSTIZIA, I CONTI NON MI TORNANO. TANTE CULTURE LA VIVONO DIVERSAMENTE, POSITIVAMENTE. NON ACCETTAZIONE MA GIOIA VERA. CREDENZE PIÙ ANTICHE CI PARLANO DI REINCARNAZIONE. UN PASSAGGIO, UNA TRASMIGRAZIONE, UN ACCESSO AD UN LIVELLO SUPERIORE. COME UN ESAME SUPERATO. E CON GIOIA FESTEGGIANO, ACCOMPAGNANO IL PRESCELTO. QUESTO È COGLIERE L’IMMENSITÀ DELLA VITA, VIVERNE LE BELLEZZE E CAPIRE A FONDO LA SUA ESSENZA, SUPERARE LA PAURA. VOGLIO PRENDERE SPUNTO DA QUESTO PER PROVARCI. E LA NONNA NE SARÀ FELICE.

Nicholas Piola I B VITA E' come una partita di calcio Va vissuta ogni secondo, ogni minuto. Una gara di atletica saltare gli ostacoli senza farli cadere. La vita è come un libro, va vissuta passo per passo. Una grossa sfera che prima o poi esplode. Non è difficile raccontarla, il difficile è viverla sognando. C’è una sola opportunità Che ti permette di fare il salto di qualità, come quando un compagno ti offre una palla su un piatto d’argento e tu non la sfrutti. Leonardo Altilia 1B

COME UN’ALTALENA C’è sempre un momento in cui tutto finisce, quando non hai più carte in mano e non ti rimane altro che guardare gli altri giocare le proprie mosse. Capita a volte di svegliarsi la mattina e non vedere l’ora che ritorni la sera perché finisca il prima possibile la giornata. È un'altalena appesa ad un sottile ramo dell’albero. Quel ramo di salute. Quel ramo formato da tutti coloro che ci sono a fianco e che ci sostengono. La persona a cui è rivolto ogni nostro gesto più sincero, è la corda che ci lega direttamente alla vita e che ci sorregge nella tempesta spinti dalle emozioni nel vento, a volte cullati silenziosamente altre strattonati dolorosamente, ci muoviamo tra coloro che amiamo di più. Non è la vita ad essere immensa, sono le emozioni che si provano ad esserle. I rami di quell’albero infiniti. Il vento che ci sospinge infinito. Un giorno le corde che ci sorreggono si spezzeranno, il peso dell’esperienza segnerà la fine. Quel vento che soffiava ci ha fatto conoscere volti amati, tutto ciò che abbiamo lasciato apparterrà a loro, la nostra storia diventerà parte della loro storia e noi vivremo per sempre nei gesti di chi verrà dopo di noi. Nicole Sterlini, I E


LA VITA è IMMENSA La vita è immensa, lo capii girando il mondo, vedendo altri luoghi, altre persone, altre vite. Come nel cuore della Francia, a Parigi la capitale dei romantici e dei raffinati, oppure a Barcellona luogo per persone dall'animo colorato. Non scordiamoci dell'America, che sicuramente ospita i più vari colori della tavolozza della vita. Ma a volte non serve allontanarsi tanto da casa, a volte basta guardarsi attorno e saper osservare con gli occhi del cuore per comprendere la maestosa immensità della vita. La vita è come il mondo nel quale vi sono molti luoghi ogni luogo corrisponde a un determinato carattere, ad una passione e solo tu puoi scegliere quale sia il tuo posto. Tu sei responsabile della tua vita tu puoi scegliere quale strada imboccare cerca solo di non spaventarti, perché il mondo è immenso e così lo è anche l'immenso viaggio della vita. L'immensità non ti deve spaventare, l'immensità è il biglietto per una vita piena, l'immensità è la possibilità di variare e di conoscere, l'immensità deve essere il tuo asso nella manica. Ricorda però che la tua vita non è infinita ma infiniti sono i modi di viverla. Gabriele Tarussio I B

OCEANO

LA PIGRIZIA

L’ARROGANZA

La Pigrizia, lenta e indolente, riposa sdraiata sul morbido letto. La pancia grossa, le membra dormienti, sogna fantasmi immaginari, neri uccelli alleggiare d’intorno. Silenziosa cammina, nessuna traccia rimane del suo passaggio, trascina la lunga veste alla ricerca del tempo invano trascorso, tra noia e veglia. La notte non porta riposo, il lavoro non stanca la molle Pigrizia che guarda, annoiata, il venire del giorno, pensando ai mille motivi che anche domani porranno un ostacolo al suo operare. Guarda il giardino, scarno di fiori e di frutti, solo le erbacce, cresciute in solitaria autonomia, riempion le aiuole di mono colore . Compagni fedeli, il caldo o il freddo, il sole o la pioggia le porgon la scusa per declinare l’invito dell’Opera o del Lavoro. I lunghi capelli, fili d’erba un po’ troppo cresciuti, accarezzano le spalle, lentamente ondeggianti al suo camminare, un poco arruffati dallo sbiadito ricordo del pettine. Ma ecco, improvviso, quel trillo alla porta: l’amico Lavoro, ben sveglio e vestito, diretto in città. “Orsù vieni con me, ho bisogno d’aiuto” Ma la Pigrizia, volgendo lo sguardo all’interno risponde: “Verrei volentieri, ma ora il tempo non ho…, magari domani” Tempo perduto, tempo sprecato, un tempo un amico, ma mai apprezzato. Giulia Riccò, I B

Tra le tante figlie dell’Ignoranza da sempre la prediletta è l’Arroganza. Mille occasioni trova per essere presente in discussioni o in momenti di confronto tra la gente. Si presenta ad alta voce col mento alto e il sopracciglio alzato per non rischiare di essere confusa con sua cugina Timidezza camuffata. Come il gatto alza la schiena e arruffa il pelo per apparir più grosso e minaccioso ma forse il baffo gli trema di paura, così lei si gonfia in largo e in lungo per guardare dall’alto il suo vicino e farlo sentire piccolo e meschino. Non è mai stanca di rubare per se stessa diritti, ragioni, meriti che son degli altri e questo aspro arraffar, visto a distanza, mette in mostra una coda giallo paglia. La grande bocca, avvezza all’urlo e all’improperio, ma gli occhi miopi che mentre si rimira non vedon dei sui modi la ridicolezza anzi, si piace e più si ammira e strilla più si gonfia e la sua ruvida pelle si assottiglia rendendola di fatto vulnerabile ad un aguzzo sassolino di sagacia. Il mostro stesso gli rotola addosso e quello, con un piccolo fendente, lo fa esplodere in volatili brandelli che lascian solo un vuoto e una codina gialla. Davide Gherardi I B

Vita mare di emozioni, universo, dove ogni sentimento, ogni esperienza è una galassia, che cambia negli anni. La vita è tutto ciò che abbiamo. Un fiume che parte piccolo, inesperto dalla cima deserta di un monte. Ogni emozione, sentimento è un temporale che gonfia il fiume e aumenta la sua velocità verso il traguardo. E alla fine del percorso, quando non c'è più niente da scoprire, si arriva nel mare. Nella sua grandezza immutabile, non muta più nulla, quel che è fatto è fatto e non si cambia. La vita è tutto ciò che abbiamo. In essa vi è tutto, il dolore, il piacere. Noi siamo abituati a cose piccole e la vita al loro confronto è un oceano. Andrea Zammarchi I B


LA PIGRIZIA

UN FOGLIO BIANCO

Un piccolo esserino che compare dinanzi a tutti,

Un foglio bianco.

dall’aria convincente e sicuro di sé,

Si scelgono i colori,

che ti parla di continuo, come il conduttore

la tecnica con cui colorarlo,

di una vendita televisiva, che più lo ascolti,

i soggetti da disegnare, puoi scegliere cosa scrivere,

più ti persuade e ti convince.

ma non puoi sapere quale sarà il risultato finale.

Forse nacque da un uomo stanco e affaticato,

Mi sono fatta quest’idea dopo aver visto un quadro,

che di lavorar più non poteva.

la cosa strabiliante è che non mi ricordo nè come si intitolasse

Forse nacque da un volatile

nè dove potrei averlo visto; fra i miei ricordi c’è solo

che di sbatter le ali più voglia non aveva.

l’immagine di quel quadro spettacolare.

Nessuno conosce la sua vera origine,

Voglio che la mia vita sia come quel quadro.

la nascita di un mostriciattolo fastidioso

Voglio il verde, come la speranza di vivere ogni giorno al meglio;

come la sabbia che si infila nel costume da bagno.

voglio il giallo, per dare luce ed energia al mio quadro

Nessuno lo sa, perché con le sue mille bocche che parlano

e alle persone che mi stanno intorno;

di cercar la verità fa perdere il desiderio.

il blu, come il cielo stellato del quadro dei miei ricordi,

Perché con le sue mille mani ti trattiene

per la serenità e la sicurezza che spero di avere tutti i giorni;

dal fare ogni cosa. Ogni giorno lui cerca pian piano

ma voglio anche tanto rosso, come la veste dell’uomo

un essere umano debole di volontà. E una volta trovato

rappresentato nel quadro, per l’amore di una famiglia

lo manipola, come un bambino mentre gioca

quello che spero di incontrare.

con il pongo. Niente teme, perché niente lo può evitare:

Ho capito quanti colori e quante sfumature

tutti potendo, scelgono la via più facile.

si possano usare in un disegno come nella vita;

La Pigrizia offre ai fragili questa via,

di quanto sia importante tenere sempre tutte le matite

mentre costringe i forti ad ascoltarla, e li ammalia,

che abbiamo a disposizione ben temperate e i pennarelli

e così i forti diventano deboli. E così mai più li lascerà fuggire

sempre funzionanti per non tralasciare anche un solo

dalla sua trappola, come quando un pescatore che,

semplice dettaglio e per avere buoni rapporti con le persone,

dopo giorni di invani tentativi, finalmente

perchè è dai colori che usiamo, come dalle cose che facciamo, c

riesce a catturare un pesce, e lo tiene stretto stretto

he iniziamo a condizionare il risultato finale.

per non farlo scappare mai più.

Non voglio che la mia vita sia un quadro perfetto.

Monaco Riccardo 1c

Voglio essere libera di uscire dai margini quando coloro, voglio non avere paura che qualcuno mi guardi e giudichi il mio disegno, voglio che il mio dipinto piaccia a me,

Immensità Sollevarmi in aria e vedere il mondo dall’alto. Tutto aveva un’altra prospettiva, un’altra dimensione, un altro colore. In me tutto assumeva emozioni nuove, mai conosciute prima. Ricordo la mano di mia mamma che mi stringeva forte e mi infondeva coraggio. I miei occhi erano chiusi, impauriti e quasi terrorizzati ma la curiosità era più forte. Sotto di me uno spettacolo meraviglioso, un paesaggio irreale, quasi fiabesco, un’emozione indescrivibile. La natura era lì, di fronte a me, a urlarmi che la vita è davvero immensa. Avevo voglia di tuffarmi sulle nuvole che sembravano un enorme cuscino di piume, immortalare quella scena nella mia testa, e non ripartire più come se tutto quello che avevo da vedere l’avessi visto in quel momento.

perché in fondo la vita è mia ed è giusto che ognuno usi le sue matite come meglio crede. Non voglio che il mio disegno sia esposto in luoghi importanti, voglio lasciare il ricordo di me e del mio disegno alle persone che mi sono sempre state vicine e, perché no, magari mi hanno anche aiutato a colorare quella che, bella o no, sarà sempre la mia opera d’arte. Maria Chiara Guggia 1c

Le case erano lontane, sembravano puntini colorati senza alcuna importanza, un po’ come un’onda nell’immenso oceano. I raggi del sole rappresentavano l’inizio di una nuovo giornata mentre qua e là si scorgevano corsi d’acqua, laghi, monti. Quel panorama mi aveva letteralmente spiazzato ma anche fatto riflettere. Il mondo non smette mai di stupirci ma ci riserva sempre nuove esperienze. La vita è meravigliosa, Infinita e immensa. Mori Federico, 1°B Pagina 7


LICEO MUSICALE ON STAGE Il Liceo Musicale inizia l’anno scolastico con un carnet di eventi di tutto rispetto: dall’inaugurazione della nuova sede ai concerti presso il LIONS club di Reggio Emilia e la Casa della Musica di Parma. Senza dimenticare le trasferte internazionali previste dal progetto Comenius.

Liceo musicale: festa nella nuova sede. Cerimonia inaugurale nel polo scolastico di piazzale Barbieri per studenti e famiglie. Il presidente della Provincia Bernazzoli ha dichiarato: “Offriamo alla città un luogo rinnovato, di costruzione di nuovi talenti per il futuro in campo musicale. La scuola è stata una delle nostre priorità e i risultati si vedono”. Lions Club

Partecipazione alla serata di apertura dell’ anno sociale al Lions Club di Reggio Emilia. Il presidente di Reggio Emilia e il governatore dei Lions dell'Emilia Romagna hanno sottolineato l'importanza della formazione e della cultura per le giovani generazioni, il sostegno e la divulgazione della musica e dell'arte in genere, come forma alta di espressione anche a livello internazionale. Casa della musica Performance del laboratorio di improvvisazione degli studenti del Liceo Bertolucci guidato da maestro Roberto Bonati in cartellone nel Festival Parma Jazz Frontiere.

PIRANDELLO

AL

TEATRO

PRINCIPIO

DUE

DI INDETERMINAZIONE

Nel 1917 Luigi Pirandello scriveva la commedia “Così è (se vi pare)”, in cui una cerchia di conoscenti si arrovella per scoprire la verità sul comportamento del signor Ponza, della moglie e della suocera di lui, la signora Frola. Una verità che è inconoscibile, come sottolinea la risata sarcastica del vecchio Laudisi, che con la sua cecità riesce a vedere ben oltre le ristrette prospettive degli altri personaggi. Ecco lo spettacolo che alcune classi sono andate a vedere al Teatro Due martedì 29 ottobre: dentro ad un gigantesco televisore dallo schermo rotto andava in scena, in un ambiente da talk show, la commedia pirandelliana, “condotta” dal “presentatore” Laudisi. Emblematico il finale, con l’uscita dallo schermo, verso il pubblico, dei tre personaggi “inquisiti” e del vecchio cieco, come a sottolineare che l’uscita dalla finzione consiste nella sempliPagina 10

ce accettazione che la verità non è assoluta, ma esistono tante verità quanti sono i personaggi in scena, in teatro come nella vita, e che la realtà non è conoscibile in tutti i suoi aspetti. Dieci anni più tardi, il fisico Werner Karl Heisenberg apriva la strada della fisica moderna enunciando il principio di indeterminazione, per cui non è possibile conoscere (esattamente e nello stesso istante di tempo) il valore della posizione e della velocità (o quantità di moto) di una particella. Ancora una volta la letteratura anticipa la scienza. Anna Rapacchi 5D


ORIENTAMENTO IN USCITA PROGRAMMA ITALIA LAVORO FIXO IL PROGRAMMA FixO: ORIENTAMENTO & PLACEMENT

JOB&ORIENTA: UN MARE DI POSSIBILITA PENSANDO AL FUTURO Job&Orienta: la fiera dell’orientamento post-diploma. C’eravamo anche noi, ragazzi delle quinte del Bertolucci, accompagnati dalle professoresse Cacciani e Saponaro. Ci siamo persi per una giornata intera tra gli stand delle università, delle associazioni, dei corsi post-diploma, delle proposte di lavoro. Tantissimi studenti, tantissime proposte, seminari e workshop. E alla fine, le impressioni e i commenti. Alberto e Vittorio, reduci da un seminario intitolato “Educazione all’imprenditorialità”, spiegano quale deve essere l’atteggiamento di un imprenditore: la capacità di tradurre un’idea in azione, di pensare in modo creativo per risolvere con prontezza i problemi, senza trascurare il coraggio di assumersi i rischi e la motivazione. La conferenza si è conclusa con una frase, tratta dal film “La ricerca della felicità”, che ne riassume i punti essenziali: “Non permettere a nessuno di dirti cosa non sei capace di fare”. “Mi è piaciuto vedere che le proposte della fiera erano molto varie: non c’erano solo le università e le proposte di lavoro, ma anche i reparti militari.” commenta Giacomo, mentre Valentina, Chiara e Alice affermano di aver conosciuto ambiti universitari nuovi e corsi post-diploma di cui non avevano mai sentito parlare. Molti sono soddisfatti del contatto diretto e delle spiegazioni fornite dai referenti delle singole università, anche se qualcuno si aspettava descrizioni più specifiche delle singole facoltà e la presenza di più atenei. Parlando dell’ambito lavorativo, Valentina si dice molto contenta del fatto di aver potuto provare in prima persona le attività, senza rimanere semplicemente a guardare. Nonostante l’enorme folla di studenti a caccia di consigli e dèpliant e una qualche inefficienza nell’organizzazione della struttura, i nostri maturandi si sentono di consigliare quest’esperienza anche alle prossime quinte, corredata magari di un orientamento più personale (con Alpha test e colloqui singoli) come quello portato avanti dal progetto Italia Lavoro - “FIxO”, a cui partecipano una trentina di ragazzi della nostra scuola.

Finanziato dal Ministero del Lavoro con un bando di Italia Lavoro, il programma FixO vuole aiutare i diplomandi nella ricerca del proprio percorso universitario o dell’occupazione, attraverso l’organizzazione e l’erogazione di servizi di orientamento e intermediazione e di dispositivi e misure di politiche attive del lavoro. Per la nostra scuola , il servizio è offerto a 29 studenti delle classi quinte e consisterà in 15 ore di incontri, individuali e di gruppo, con esperti del mondo del lavoro. L'orientamento costituisce un elemento cruciale della stessa possibilità di inserirsi positivamente nella società. Esso non va tuttavia inteso solo come conoscenza delle diverse tipologie di studi universitari o post superiori ma anche come concreta conoscenza e diretta sperimentazione del mondo del lavoro. Per questo il Bertolucci, grazie al progetto FIxO, sperimenta un proprio modello di Orientamento & Placement che si compone di una pluralità di elementi che vengono definiti con precisione per ogni studente nel Piano di Intervento Personalizzato:  Alternanza scuola – lavoro  Stage estivi in studi professionali, aziende, istituzioni  Attività di testing e di conoscenza delle propri potenzialità (empowerment & ricerca attiva del lavoro)  Conoscenza del territorio e del contesto socio economico  Consueling orientativo. Referenti del percorso: Maria Saponaro e Silvia Cacciani

Anna Rapacchi e Maura Golah, 5^D Pagina 11


VERSO L’INFINITO E OLTRE SPECIALE

INTERCULTURA

LA MIA ESPERIENZA IN CANADA Esitante, Insicuro, Fragile: Io. Un aereo, destinazione Canada. L'inizio dell'avventura. Sentivo che sarebbe stata un successo totale oppure una disfatta umiliante. Bianco o nero. Arrivato a Maskinongé, la parte francese di questo stato enorme, la prima cosa che mi ha impressionato è stato il panorama: campi a perdita d'occhio da una parte e un numero indefinito di alberi dall'altra. Quando le giornate hanno iniziato ad accorciarsi, gli alberi con i loro colori le infiammavano: uno sfavillare di rossi, gialli e arancioni. Nel frattempo la mia vita era cambiata enormemente: avevo cominciato la scuola, iniziavo a fare amicizia con i Québecois. Sono persone eccezionali e accoglienti ma un po' fredde: se, per esempio, qui in Italia è consuetudine salutarsi con due baci sulle guance, là bastava solo un “bye” accennato con la mano. Avevo cambiato i miei modi di vivere (la cena era alle 17,30) e ho dovuto persino cambiare il modo di vestirmi: d'inverno si potevano raggiungere i -35° C! Tutto faceva parte dell'adattamento culturale, c'era sempre qualcosa di nuovo e “strano” da scoprire. Più i mesi passavano e più prendeva piede l'idea che quello era il mio posto stabile, la mia routine, la mia vita: gli amici si erano fatti numerosi e non avevo più difficoltà né di espressione, né di timidezza. Gli ultimi mesi “sono volati”, come si suol dire, e tra le uscite con gli amici, le feste ed il ballo di fine anno, sono riuscito a dare gli esami e a prendere il diploma. La fine è arrivata prima del previsto e nonostante l'inizio sia stato tutt'altro che promettente posso dire di avercela fatta.

Livio Frati 5E

STUDENTI DI IERI UNIVERSITARI DI OGGI Abbiamo chiesto ad alcuni ex studenti che cosa ricordano del loro liceo “Dei 5 anni passati al Bertolucci, lo dico con sincerità, mi è rimasto molto. Ciò che credo renda la nostra scuola diversa dalle altre è l'ambiente quasi familiare, l'atmosfera serena che si respira, il rapporto stretto tra alunni e professori, la possibilità di poter esprimere liberamente le proprie opinioni trovando sempre qualcuno disposto quantomeno ad ascoltarle ed a valutarle. Tutto questo crea un clima ideale per affrontare un percorso formativo ed impegnativo come quello del liceo” LORENO MUTTI - BOCCONI "Un lungo percorso denso di esperienze che porterò sempre con me. È stato per noi "pionieri" un esperimento ben riuscito, siamo cresciuti insieme, costruendo giorno per giorno forti legami e raccogliendo enormi soddisfazioni. Ora, anche distanti, rimane la consapevolezza che tra quelle mura ci sente sempre un po' a casa." CAMILLA MERCADANTI - BOCCONI

Il Bertolucci è stato per 5 anni la mia seconda casa, luogo che mi ha arricchito e fatto crescere dal punto di vista conoscitivo ma anche umano. Un’ esperienza difficile da dimenticare, ricca di soddisfazioni, in cui ho conosciuto compagni che sono diventati amici e professori punti di riferimento su cui si è sempre potuto fare affidamento. SARA CANTU’ - ARCHITETTURA PARMA

Il Bertolucci è stato un posto che mi ha visto crescere e mi ha sostenuto nei momenti difficili. Le cose non sono andate sempre bene ma in ogni momento sapevo di poter contare su qualcuno. Sono orgoglioso di essere stato uno dei fondatori della scuola e di aver avuto professori che stimerò per sempre e che per me saranno sempre qualcosa in più del ruolo che svolgono. Un sincero grazie a loro per avermi sostenuto e per avermi regalato tanti momenti felici. BRUNO PROFKA - BIOLOGIA PARMA

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