Milan
FASHION WEEK Fashion Parades
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LIFE & PEOPLE INTERNATIONAL EDITING: QUATTROESSE DIRETTORE RESPONSABILE direttore@lifeandpeople.it DIRETTORE COMMERCIALE E MARKETING: STEFANO MARANGONI commerciale@lifeandpeople.it info@lifeandpeople.it 348 8552098 GRAPHIC DESIGNER: EMANUELE FEDELI grafica@lifeandpeople.it PHOTOGRAPHERS IN THIS ISSUE: PINO LEONE- ENRICO RICCIARDI - SERGIO FORTINA - EROS VENEZIANO WILSON SANTINELLI - SILVIA ROMIO - CAROLINA AMORETTI - ROBERTO MASI REDAZIONE MILANO: VIA ENNIO 6/A MILANO MI PRINTING: GRAFICHE MDM FORLI www.grafichemdm.it CREDITI FOTO COVER ELISABETTA PELLINI Photographer Pino Leone FACEBOOK: LIFEANDPEOPLE
registrazione Tribunale Pesaro 08/2012 Del 27.09.2012
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MODA Altaroma Milan Fashion Week Carlo Pignatelli Pitti Immagine Uomo 91 Antonio Grimaldi Alessandro Angelozzi Giuseppe Zanotti Immagine Italia 2017 FASHION & PEOPLE Valentina Vezzali Richard Garriott Claudio Calestani Daniele Basso Werther Vincenzi Anna Mazzamauro LIFESTYLE AND BEAUTY Dr. Giovanni Gara La Villa Dubai Notte in moda Ritratti di stile Lifeclass Portorose Beautiful Curvy Pesavento Gioielli DESIGN: S28 Design Minimale FOOD: Stefano Ciotti MUSIC: Pink Floyd Merk & Kremont Dj Ross Ada Reina MOTORS: Giulia Alfa Romeo TRAVEL: Vietnam Corsica
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Contributors Enrico Sanchi Eclettico personaggio riminese è cosmopolita d'azione. Milano, St.Tropez, Cortina, Porto Cervo, Ibiza, Madonna di Campiglio le località mondane che ama frequentare ed analizzare con spiccato senso critico, con una passione per la glamour night life sempre foriera di spunti sociologici. Giornalista, direttore responsabile, vanta un’esperienza decennale sulla carta stampata e mixa abilmente la passione per il giornalismo con le capacità commerciali di Marketing Manager e di pubbliche relazioni sviluppate negli anni.
Agnese Testadiferro Giornalista, moderatrice, presentatrice, attrice, trasformista. Ama la moda intesa come cultura dell’essere e del comunicare. Apprezza lo stile Audrey Hepburn con cui si sente a suo agio condividendo la filosofia “less is more”. Diligente e determinata ama le regole e persegue con passione gli scopi. Ha scelto di scrivere per raccontare e condividere le emozioni che i suoi sensi le fanno avere. info@agnesetestadiferro.it
Dan Mc Sword Classe 1967, giornalista pubblicista dal 1989, laureato a pieni voti con una tesi in latino giuridico nel 1991, press agent dal 1996. Da quasi vent’anni segue i più importanti eventi musicali dance, sia in Italia che all’ estero. Miami, San Paolo, Ibiza, Londra, Parigi, Berlino, Amsterdam sono alcune delle località da lui visitate per recensire festival ed intervistare DJs, le rockstar del terzo millennio.
Elena Parmegiani Nasce ad Ancona ma poi si trasferisce a Roma dove prosegue gli studi conseguendo la maturità classica e la laurea magistrale in Comunicazione Istituzionale e d’Impresa presso la Sapienza di Roma. Da più di dieci anni è il Direttore Eventi della Coffee House di Palazzo Colonna a Roma. E’ inoltre consulente di eventi aziendali e wedding planner. Scrive su varie riviste riguardo tematiche che la appassionano quali l’arte, la moda, lo spettacolo e gli eventi.
Valentino Odorico Friulano, vive e lavora a Lugano. Titolare della Welcoming, agenzia di comunicazione internazionale. Scrive di moda, lifestyle per i principali quotidiani, settimanali e magazine della Svizzera.Ha pubblicato due romanzi, speaker radiofonico, ha collaborato anche con la Rai ed Rcs. In Svizzera è volto noto della tv: cura diverse rubriche oltre a condurre vari programmi. E’ docente presso Accademia Galli, Istituto Europeo di Design di Como e la Haute Future Fashion Academy di Milano.
Emanuela Rossi Giornalista pesarese, speaker e presentatrice vanta un' esperienza decennale in radio e TV locali e nazionali. Conduce un proprio programma su Radio San Marino riguardante Life style, viaggi, libri, teatro, cinema, cultura ed eventi. Ha intervistato tanti personaggi del jet set nazionale e condotto in TV programmi di cinema e viaggi.
Laura Bruscia Laureata in Lingue e web writer, traduce testi in inglese e francese. Da sempre ama la lettura, il teatro e i viaggi. Frequenta gli ambienti multiculturali nel mondo artistico contemporaneo. Pittrice astratta e creatrice di bijoux, ha elaborato una teoria personale di art-counselling.
Marcello Tosi Laureato in Giuriprudenza e in Conservazione Beni Culturali iscritto dal 1996 all'Ordine Nazionale dei Giornalisti, è collaboratore del "Corriere di Romagna" e di riviste e periodici culturali. Da ottobre 2001 a giugno 2002 è stato direttore responsabile dei mensili di marketing aziendale e cultura del territorio "Romagna Forum" e“Città Shop”.
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DEVIS PALAZZI L’ATELIER ORAFO
A PESARO LA GIOIELLERIA DIVENTA UN LUOGO DI INCONTRO PER SCOPRIRE L’ARTE ORAFA
Devis Palazzi è nome noto nel mondo dell’artigianato orafo e dell’alta gioielleria. Devis Palazzi, orafo rinomato e creatore per maison importanti, mantiene la sua mission di ‘trattare ogni singolo pezzo come una piccola opera d’arte’, trovando grandi soddisfazioni nell’interpretare i desideri e sogni, spesso inespressi, della sua clientela più esigente. Frutto della geniale creatività dell'orafo DEVIS PALAZZI tutte le creazioni sono caratterizzate dalla passione nella ricerca di pietre e perle rare da cui prende vita un gioiello unico ed affascinante. Le creazioni personalizzate che esprimono la cura,
l’attenzione artigianale, la creatività e la passione, diventano gioielli unici, dedicati a quell‘unica persona che li ha ispirati e per cui sono stati pensati. Sarà una creazione che prenderà vita dal disegno eseguito a mano poi trasformato nel progetto 3D che permette di ammirarne la lavorazione esclusiva e i colori delle gemme accostate tra loro in modo armonioso. Ad inizio 2016, Devis e la moglie Manuela, che condivide la passione del marito occupandosi dell’azienda, hanno aperto uno showroom in centro storico a Pesaro, perché la creatività è contagiosa.
Portoverde di Misano Adriatico Atelier-laboratorio Via lungo Darsena, 22 Tel 0541 640571 Pesaro Gioielleria via della Maternità, 5 Tel 0721 67698 www.palazzidevisgioielli.it - info@palazzidevisgioielli.it
Editoriale
di Enrico Sanchi
Avanguardismo, ricerca, novità. Nasce così questo nuovo numero che anticipa l’estate: Life&People magazine vi propone sulle sue pagine anticipazioni moda, tendenze, lifestyle, design e personaggi in una visione editoriale che è esplorazione di nuove forme di comunicazione dove grande importanza ricoprono come sempre le fotografie, gli ambienti, la selezione dei dettagli per una visione d’impatto del contenuto che è stupore e bellezza. Anche in questo numero una ricerca globale sul lifestyle attraverso pagine intense di contenuti dove avrete il piacere di essere guidati alle diverse novità. La cover di questo numero è un omaggio all’attrice Elisabetta Pellini che indossa una bellissima mise frutto dell’ultima collezione dello stilista Nino Lettieri. Immortalata negli scatti del fotografo Pino Leone è reduce dall’ultimo film “La mia famiglia a soqquadro” appena uscito nelle sale cinematografiche. In primis la rubrica di moda, propone le nuove tendenze per lui e per lei della prossima stagione, con la donna mutante e i nuovi must della vanità maschile. Altaroma rimane sempre un imperdibile appuntamento per la Capitale che torna a brillare e la kermesse propone le nuove tendenze di stagione. Carlo Pignatelli presenta la nuova collezione wedding Florinda ispirata ad una donna dallo stile dinamico e ricercato dall’allure rinnovato e contemporaneo, mentre con Lost Paradise il couturier Alessandro Angelozzi uno dei nomi più gettonati quando si parla di nozze si conferma un punto di riferimento per le spose che cercano un confronto personale con l’artefice degli abiti più importanti per ogni donna prossima al “SI”. Un’altra interessante intervista viene proposta nelle pagine dedicate allo stilista marchigiano Vittorio Camaiani che ha saputo portare con successo la sua moda anche all’estero persino a Montreal. La manifestazione fiorentina di Immagine Italia ci propone le novità di questa stagione in tema di lingerie e costumi, la prima edizione della fiera internazionale del beauty a Lugano si conferma evento di interesse per far conoscere al pubblico le grandi aziende del settore estetico. La donna delle medaglie da record Valentina Vezzali racconta il suo addio allo scherma e il debutto in politica, mentre lo stravagante astronauta americano Richard Garriott sulle nostre pagine ricorda l’incontro con il noto fotografo milanese Enrico Ricciardi, le sue avventure spaziali e l’ultima creazione di videogiochi “Shroud of the Avatar”. Singolare è il tratto distintivo delle creazioni dello scultore Claudio Calestani che crea gioielli, accessori, monili; allettanti le emozioni riflesse di Daniele Basso che rende i fruitori delle sue opere protagonisti dei propri sogni e del proprio futuro. Il design viene esaltato dalle visioni di grandi professionisti, gli architetti Marco Testa, Cristina Binello e Manuela Smedile dello studio romano S28 . La rubrica food propone un’intervista allo chef stellato Stefano Ciotti che ha da poco inaugurato il suo nuovo ristorante “Nostrano”. Uno dei gruppi più popolari del rock, ovvero i Pink Floyd sono entrati nella storia negli anni 60 a “Cavallo di una mucca”, l’estro del duo Merk & Kremont, la nightlife dei dj Ross e Ada Reina completano una ricca rubrica music. Davide Papa presenta e ci parla della nuova Giulia Alfa Romeo. Dal suo libro “Vietnam Suggestioni D’Oriente” Silvia Romio racconta il passato coloniale del Vietnam con Hoi An la città più incantevole di tutta la costa, gli antichi edifici in legno ancora esistenti testimoniano il passaggio di culture e, rievocano l’atmosfera dei secoli passati, un vero e proprio salto indietro nel tempo che affonda le radici nel Medioevo. Poi il fascino della quarta isola del Mediterraneo: la Corsica. Questa è una meta ideale per le vacanze estive, un’isola delle montagne sul mare vista la conformazione morfologica e il meraviglioso scenario montuoso. La redazione di Life&People magazine, format vincente e consolidato, dai contenuti avvincenti e stimolanti ringrazia come sempre i suoi lettori sempre più affezionati e numerosi che potranno seguirci in versione cartacea, on line sui profili social dedicati e sul nostro sito web. Buona lettura !!!
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Moda
ALTAROMA 2017
LA MODA TORNA AD ILLUMINARE LA CAPITALE di Elena Parmegiani
Quando la moda chiama la città di Roma risponde prontamente.
Fra gli imperdibili appuntamenti di fine gennaio si è svolta la kermesse di AltaRoma che ha scelto per la prima volta come headquarter della manifestazione il centrale Guido Reni Discrict. Non sono mancati i grandi nomi storici quali Gattinoni e Renato Balestra affiancati però dai giovani talenti, linfa vitale dell’entusiasmante progetto fashion. L’evento rimane sempre diviso in tre sezioni: Fashion Hub per i giovani, Atelier ed In Town (eventi in città). Greta Boldini apre la kermesse presentandoci una donna energica e determinata a conquistare il mondo attraverso la sua bellezza emozionale. Ci propone gonne plissè ed abiti ispirati agli anni 40, capispalla rubati al guardaroba di lui dal colore antracite. Marianna Cimini prende spunto invece dal bambù, pianta delicata ma dalle radici forti, e la sua donna fa della fragilità la sua forza. È una sognatrice che non perde di vista la realtà e veste abiti di colore rosso bordeaux addolciti da nastri e fiocchi. Continua il progetto Artisanal Intelligence, curato da Clara Rosi Pamphili e Alessio De Navasques, in cui idee, accessori ed opere dialogano senza interferenze e si uniscono agli stessi segni e cromie in un processo che lega l’architettura, il design, la storia della moda e dell’alto artigianato. The Secret of Couture, ideato da Silvia Venturini Fendi, affronta la trasmissione dei saperi come tutela del Made In Italy, i segreti del mestiere vengono messi a disposizione delle nuove generazioni attraverso nuovi codici espressivi, promuovendo il lusso artigianale e sartoriale. Jeff Bark, famoso fotografo americano, racconta quattro interpreti della couture internazionale: Krikor Jabotian, Aqua di Paris, Antonio Grimaldi e Hussein Bazaza. La nuova collezione di Nicola Brognano scorre al ritmo di una street couture romantica e dalla spontanea sensualità, con vestiti in technicolor dai contrasti rosso, viola, azzurro e bordeaux, glicine e fucsia ricchi di stampe floreali. Lo stilista libanese Rani Zakhem incanta ancora una volta il pubblico romano con degli abiti ispirati agli anni 70/80 e al clima dello Studio 54. La sua musa è la celebre Dalida che oggi, al trentesimo anniversario della sua morte, viene celebrata con un guardaroba ricco di pailette e stelle luccicanti, abiti con scollature all’americana che lasciano la schiena scoperta ma con un raffinato gioco seduttivo, cocktail dress impreziositi dalla ricchezza delle lavorazioni. Torna anche Portugal Fashion, la sfilata collettiva dei tre designer portoghesi Pé de Chumbo, Estelita Mendonça, Susana Bettencourt. Una presenza in calendario che dimostra come la creatività portoghese si stia evolvendo verso nuove frontiere geografiche ed espressive, e che Altaroma, sempre attenta e pronta a captare gli stimoli di innovative abilità creative, supporta con
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entusiasmo. Giada Curti ci presenta una donna romantica immersa in un giardino incantato, eterea, femminile, che veste abiti floreali in mikado di seta, pailettes sfumate e luminose. Preziose sono le scarpe della sfilate ideate da Valentina Gallo, designer dell’omonimo luxury brand veneziano. Presso Coin Excelsior si celebra invece una performance del brand di action couture NO KA ‘OI che insieme a Giannico, talentuso designer di calzature, raccontano attraverso una divertente coreografia, il connubio vincente tra moda e sport. L’abbigliamento sportivo si dimostra sempre attuale, veloce ed al tempo stesso glamour. L’Accademia di Costume e Moda presenta le collezioni dei talents 2017 in passerella di fronte ad una giuria composta dalle più autorevoli figure del panorama della moda italiano. Sabrina Persechino si ispira alla pietra Jaali perforata a mò di grata con motivi ornamentali realizzati attraverso l’uso della calligrafia e della geometria. La pietra, interpretata dalla designer, viene utilizzata nella creazione del macramè geometrico che diventa elemento di forza e trasparenza negli abiti bianchi dalle forme lineari e pulite. Una trama nodosa a base quadrata che serve a disegnare una griglia ornamentale che lascia spiare la siluette esaltandone la femminilità. Vittorio Camaiani prende spunto dai baffi seicenteschi del pittore Diego Velazquez e li riporta fedelmente nei vestiti attraverso un sottile gioco seduttivo di grande stile ed eleganza, un piccolo omaggio alla vanità del nostro tempo, proponendoci dei modelli dalle linee a trapezio e pantaloni in seta morbida di lino e cotone, con colori che vanno dal bianco, al rosso, al nero, al grigio ed all’azzurro. Non manca il momento mondano rappresentato dall’apertura del monomarca di Chiara Boni La Petite Robe che in via del Babuino apre il suo retail romano alla presenza delle attrici Francesca Valtorta e Nancy Brilli. Camillo Bona getta il suo sguardo su Roma rappresentandoci l’eleganza dello stile italiano attraverso il certosino lavoro che vuole solo il fatto a mano: un’esecuzione che prevede numerose ore di lavorazione e complesse applicazioni tessili che sono il segno distintivo dell’alta moda italiana e dello stilista stesso. Nino Lettieri ci presenta una bellissima collezione geometrica, molto raffinata in cui il bianco ed il nero divengono i colori primari e predominano i tessuti in tulle, organza, macramé e tulle plissè. Gli outfit sono composti da pantaloni, tute stampate con geometrie su tessuti come lo chiffon, l’organza e il satin; abiti lunghi, giubbotti e soprabiti con ricami di paillettes dalle linee essenziali realizzati in broccato di seta e cotone con pantaloni lunghi e shorts. La bottega artigianale di cappelli Patrizia Fabbri in via dell’Oca mostra al pubblico le sue esclusive lavorazioni frutto del pregio e della ricerca che solo il vero Made in Italy riescono a dare.
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GIADA CURTI 18
Moda
I MILLE VOLTI DI
UNA DONNA Uno stile variegato, ricco di rimandi al passato, ma che proietta
la femminilità in un futuro e in una contemporaneità ben evidente. Dallo sporty-chic, ai tagli romantici, le tendenze sono diverse, si mixano e rendono ogni look assolutamente unico e mai scontato. Ecco costruzioni tipicamente giapponesi, per tagli e forme che raccontano un sofisticato minimalismo. La spalla delle giacche è molto evidente, disegnata e accentuata: un omaggio forte agli anni ’80, oltre alla celebrazione di una grande stilista da poco scomparsa, la grandissima “Krizia”. La camicia da uomo anche è un elemento irrinunciabile: in vacanza come in città, un must della stagione d è proposta rigorosamente extra-long. Via libera alle frange: sottili e romantiche come quelle degli anni ’20, oppure sexy e decise come quelle proposte da Cavalli. La donna continua ad
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amare i colori accesi, le stampe forti e disegni molto evidenti. Una contaminazione molto forte deriva anche dalla moda di strada: tute e felpe, tipicamente anni ’90, primeggiano in molte passerelle. In fatto di accessori, per la nuova stagione le borse sono femminili e raffinate, un completamento naturale e lussuoso dello stile. Anche la donna oggi si muove e viaggia molto, complici anche i mille ruoli della vita: ecco quindi proposte abbinabili a diversi outfit. Il tacco alto si alterna a calzature basse e ricca è anche la varietà di modelli metropolitani, perfetti sia con un abito elegante, sia con proposte più casual come un jeans. Grandi protagoniste le tracolle, secchielli, pochette e anche le tanto amate borse a mano: pratiche e perfette per la stagione calda. Infine spille, anelli, bracciali, orecchini: una primavera assolutamente ricca di ornamenti!
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Moda
LO SPIRITO LIBERO DI UN UOMO VIAGGIATORE Giovani
globetrotter, in eterno movimento, proiettati alla scoperta di nuovi luoghi, visioni e culture: questo è l’uomo che gli stilisti hanno disegnato per la nuova stagione. Capi comodi, immediati, capaci di diventare i compagni ideali di un viaggio: parka leggeri, pantaloni da jogging in tela, stivali, divise, polo e tessuti tecno. Il verde è il colore protagonista per la primavera, presentato sia in chiave accesa e fluo, sia nel mood tenue e opaco. La camicia è sostituita spesso dalla polo in maglia, tipicamente anni ’70 e abbinata in modo perfetto al pantalone formale. Le righe sono un must che rimane ben presente anche nella stagione calda: all over o verticali, sono presentate anche in contrasti innovativi e assolutamente inaspettati. Per un uomo che ama viaggiare, immancabile il demin: mixato in diverse tonalità è reso glamour e ulteriormente sdoganato anche dalle grandi griffe. Abiti pensati per essere una seconda pelle, dal taglio comodo,
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piacevoli da indossare e pratici. Lo zaino, dopo il successo delle ultime stagioni, si riconferma l’accessorio per eccellenza del look maschile; presentato in diverse declinazioni è pensato per essere usato sia in ufficio, sia in una serata più formale. Versioni super pregiate quelle proposte da alcuni brand come Marni, Bertoni o Armani, in lussuosa pelle e canvas. Ai piedi immancabili le versioni contemporanee di sandali, ciabatte e stringate semplici: una calzatura che ricorda quella da spiaggia. Curiosa la proposta di Prada di indossare questo tipo di calzatura con calzettoni sportivi e, per i più eclettici, sono stati presentati anche con collant in pizzo come quelli fatti sfilare da Gucci. L’attenzione al dettaglio passa anche attraverso altri accessori: bottoni sostituiti da perle e dettagli floreali. Piccoli cenni che non servono ad ostentare uno status sociale, ma semplicemente sono il pretesto per dare una nota eccentrica alla quotidianità.
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Moda
VITTORIO CAMAIANI
TRA MODA, ARTE E LETTARATURA di Elena Parmegiani
Vittorio Camaiani, stilista sambenedettese,
è l’ideatore di una pret-a couture originale e da sempre è affascinato dal legame tra l’arte e la letteratura che riporta fedelmente nelle sue collezioni. Ha reinventato la formula “Atelier per un giorno”, eventi in cui mostra i propri abiti alle clienti ed ospiti presenti al defilè dando loro la possibilità di toccare con mano i tessuti e di misurare dal vivo le creazioni. Incontro Camaiani appena reduce della sua ultima fatica: la sfilata dedicata al pittore Velàzquez che ha organizzato in occasione della kermesse di AltaRoma dove da anni è presente in calendario. Ci racconti come nasce questo “incontro” con il pittore Velàzquez. In questa collezione ho rivolto il mio sguardo al Seicento del grande Diego Velàzquez. Ma ciò che ha colpito la mia attenzione è stata la figura del pittore stesso, in particolare il suo baffo, quasi un riccio barocco che evoca la vanità e che è diventato motivo decorativo e fil rouge della collezione. Non si tratta infatti di una rivisitazione della moda seicentesca delle grandi corti europee, quanto piuttosto di una collezione che evoca sì alcuni elementi degli abiti del tempo ma attraverso una rivisitazione in chiave moderna e che gioca ironicamente con il tema del baffo di Velàzquez, ricamato a mano sull’organza delle camicie o dipinto sulla seta degli abiti da sera. L’omaggio invece più esplicito al talento pittorico del grande artista spagnolo viene con l’abito dedicato al suo Cristo crocifisso del 1631, un completo essenziale che vuole richiamare la forza artistica di Velàzquez. Una collezione da guardare e indossare con l’attenzione che appartiene meno al nostro tempo, stavolta il mio sguardo vede oltre l’opera e viaggia reinterpretando il riccio barocco del baffo di Velàzquez che diviene il protagonista della collezione. Vittorio partendo dall’inizio della sua carriera ci descriva come ha iniziato la sua avventura nel mondo della moda. Fin da ragazzino sono sempre stato affascinato dal bello, dalla bellezza nel suo significato più profondo, il bello che traspare dagli occhi. In realtà, ad essere sinceri, ho iniziato a fare l’indossatore a 18 anni. Durante gli anni 80 conobbi lo stilista marchigiano Massimo Fioravanti che cercava per il suo atelier nella capitale un addetto alle vendite. Fui subito elettrizzato dall’idea di poter andare a Roma, una città così affascinante e ricca d’arte. Grazie a questa esperienza lavorativa ho potuto vivere Roma negli anni in cui si è definito uno stile imposto da maison molto importanti quali: Armani, FerrÈ, Valentino. Io apprezzo molto il nuovo ma rispetto ed ammiro chi ci ha preceduto. La moda è ciò che tu fai guardando con i tuoi occhi. Se vieni catturato da un’opera d’arte esprimi ciò che stai ammirando, non dimenticando che il tuo pensiero, e cioè l’abito che vogliamo realizzare, finirà sul corpo di una donna. Le
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mie collezioni toccano mattina e sera, mi piace il discorso che una donna possa avere un armadio per tutte le 24 ore della giornata. Da quanti anni disegni abiti? Dai primi anni 90, la mia prima collezione nasce proprio in quegli anni in cui decisi di fondare la mia etichetta mescolando i jeans alla couture, potremmo definirla una ‘ jeans couturÈ. Io nasco nella sartoria del mio Maestro Massimo Fioravanti che faceva 120 abiti da sposa e da cerimonia l’anno. Sono partito stando in sartoria anche ad arrotolare i tessuti e credo che la moda non siano solo le luci della passerella, bisogna avere umiltà per poter crescere. Io non cucio i miei abiti ma li disegno e ne seguo la progettazione e la realizzazione. Ho adottato la filosofia di Coco Chanel, che affermava: una donna deve poter scegliere i suoi abiti dall’armadio. Mi piace una donna libera nelle sue scelte. Quando creo lo sento nello stomaco, se non sento mio l’abito non lo metto in produzione. Il suo è uno stile sobrio, rigoroso, molto elegante, attento ai volumi ed alle proporzioni, perchè questa scelta? Ritengo che un capo debba avere una vitalità, debba attraversare le stagioni a parte il momento creativo di noi designer. Il pantalone, ad esempio, deve poter essere riutilizzato e pertanto deve avere un’eleganza al di là del tempo. Quando una mia cliente mi dice che usa molto un capo di anni fa sono felice. Ho ammirato molto lo stile del grande Pino Lancetti, uno stilista che è riuscito a toccare l’arte in una maniera che riescono a toccare solo i grandi pittori e come spesso faccio anche io nelle mie collezioni. Lancetti ha espresso l’arte con una narrativa profonda, questa sua caratteristica lo avvicina al pensiero di un altro grande designer: Yves Saint Laurent. C’è una donna a cui si ispira per le sue creazioni? Molte appartengono al passato, sono attrici americane che avevano uno charme che oggi si è un po’ perso. Nel nostro cinema del passato amo la particolarità di Silvana Mangano e la bellezza senza tempo di Virna Lisi, mentre oggi ammiro Margherita Buy e Isabella Ferrari. L’eleganza per lei cosa rappresenta? L’eleganza È togliere, se tu riesci ad eliminare quel pezzo in più che indosseresti lasci trasparire te stessa. Ad esempio la tuta racchiude tutto ciò che è necessario per una donna. È velocità, chic, eleganza È la chiave di lettura della donna moderna. Che rapporto ha con la città di San Benedetto del Tronto? Nasco ad Acquasanta Terme e mi trasferisco fin da bambino a San Benedetto. I recenti fatti del terremoto infatti mi hanno colpito molto poiché hanno riguardato i miei luoghi d’infanzia. Amo San
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Benedetto, nascono qui le mie creazioni. È una città dove si fa fatica a decollare, ho pochissima clientela del posto ma molta di fuori. Adoro le palme e le porto nel mio cuore. Recentemente ho portato a Montreal l’eccellenza della mia splendida regione esponendo in America una serie di abiti delle mie collezioni. Mi è stato conferito proprio nella mia città lo scorso anno il premio Gran Pavese Rosso e Blu che viene dato ai cittadini sambenedettesi che si distinguono nel mondo. La moda non è un gioco ma è un lavoro che non ti abbandona mai, ti segue sempre, È quasi una condanna, te la porti sempre dentro di te. Mia moglie Daniela dirige l’atelier seguendo le fasi di realizzazione della collezione.
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Che sensazioni ha provato portando la moda italiana a Montreal? A Montreal ho sentito il calore e l’affetto del pubblico locale e degli organizzatori. C’è una grande comunità italiana che tiene vive le tradizioni. Ho portato l’artigianalità delle mie collezioni all’estero, ciò che poi rende le Marche note in tutto il mondo. Ho esposto i miei abiti presso il Museo “Mc Cord” in occasione di una mostra dal nome “Eleganza” che racchiude i maggiori stilisti italiani dal 1954 ad oggi quali: Fontana, Capucci, Valentino. Il console Marco Riccardo Rusconi ha paragonato il mio atelier agli atelier del passato, come quello di Leonardo Da Vinci, luoghi in cui si creano manufatti così come allora si creavano delle tele.
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Moda
CARLO PIGNATELLI COLLEZIONE FLORINDA 2018
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Ispirata ad una donna dallo stile dinamico e ricercato, la Collezione Fiorinda 2018 di Carlo Pignatelli si presenta con un allure rinnovato e contemporaneo. La leggerezza è il fil rouge che caratterizza la scelta dei materiali e l’interpretazione delle forme. I ricami, prevalentemente in filo serico, ricordano lievi lavorazioni filet. I pizzi chantilly, proposti sia con disegni classici sia in varianti inusuali talvolta movimentati da giochi di luce, si amalgamano a duchesse, mikado, cady e tulle organzato. La sensualità è il dettaglio di stile imprescindibile: nelle linee, nelle trasparenze, nelle proporzioni. E le silhouette assecondano il mood, svelandosi sinuose nelle linee a sirena, accattivanti nelle linee romantiche, drappeggiate nelle linee più essenziali. La schiena è la protagonista assoluta della collezione: incorniciata da motivi luminescenti e vintage, velata da tulle impalpabile, impreziosita da decori ornamentali. L’accento candido e delicato sottolinea la palette cromatica: bianco puro con contaminazioni crema e peau d’ange.
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Moda
PITTI IMMAGINE UOMO LA CONTEMPORANEITA GLAMOUR a cura di Enrico Sanchi
Per la collezione primavera estate, Pitti Uomo presenta
un guardaroba dedicato al moderno traveller, impeccabile in un pool party o al carnevale di Rio. Tre tendenze dal mondo di Pitti Uomo per tre diversi tipi di viaggiatore: il gentleman di Riviera, l’urban traveller e il dandy in città. Tre stili accomunati dalla voglia di leggerezza, freschezza e fantasia all’insegna di un’estate eclettica e trasversale. L’eleganza della Costa Azzurra entra nel guardaroba del gentleman. Check e jacquard confluiscono in un gioco di texture; falsi uniti, armature e filati mossi danno vita a effetti 3D. Ritorna il denim, in versione ultralight, su giacche vicine al mondo camiceria. Rever più ampio, la giacca sartoriale si alleggerisce e decostruisce, trasformandosi in capo iperlight, sempre più “peso camicia”. Nuance pastello o polverose introducono atmosfere provenzali invadendo l’outfit formale di blu, bianco e grigi ghiaccio. Lardini rappresenta questa tendenza presentando uno dei capi simbolo dello stile per la collezione SS17: una giacca sopra giacca intelata secondo le regole della sartoria. Il capo è realizzato in telone nattè dal francese “cesto”, perché intrecciato come i canestri ma in cotone e seta. Anche PT01 Pantaloni Torino si lascia ispirare dalle spiagge californiane, dagli atolli caraibici e dalla Contea di Suffolk. Il sole delle isole caraibiche si rispecchia nei pantaloni tinto in capo, con colori molto estivi ed effetto vintage, mentre il surf, lo sport da spiaggia più in voga in California, viene raffigurato sulle fodere interne del pantalone. È una valigia piena di capi beach dallo stile sartoriale naturalmente décontracté. Thorsun, sofisticato swimwear brand presenta una linea caratterizzata da stampe geometriche, fit sartoriale, generoso e una cura maniacale del dettaglio. Con un mood più ironico e con stampe sofisticate la collezione di Robinson Les Bains strizza l’occhio al mondo del fumetto e allo stile Riviera. Il nuovo urban traveller si orienta invece sullo sportswear che diventa sempre più sartoriale. Tra moderna aspirazione al comfort ed eleganza decontratta, le influenze del registro sportswear guadagnano terreno in un outfit sempre più connotato in senso leisure. Giacche, parka e pantaloni monocolor blu navy esibiscono interni e dettagli colorati a contrasto. Matsumoto, il brand giapponese presenta una collezione assolutamente in linea con questa tendenza. Il suo è uno stile che trae suggestione dall’heritage outdoor e workwear, mixando questi registri con uno sguardo alla cultura moderna. Il pantalone urban
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si trasforma in tuta, nobilitata da tessuti in jersey e fresco lana è in perfetto pendant con la giacca-camicia in cotone, jersey e tessuti giapponesi. Polo e t-shirt basiche rieditano elementi caratteristici del capo spalla. In un’ottica sporty si rafforza anche lo sviluppo di luxury sneakers, in pellami sontuosi o nel fresco binomio pelle e canvas, con dettagli personalizzati. Ne è un esempio la sneaker di Giuseppe Zanotti Design, lavorata interamente a mano. Con questa scarpa l’unisex diventa traguardo accettato e consapevole. E ancora, l’accessorio per il daywear smussa le linee delle classiche valigette da lavoro con un approccio più casual e rifiniture handmade. Jeff, dalla Corea del Sud direttamente a Pitti Uomo, porta avanti un progetto artigianale di borse che rappresentano il punto d’incontro tra design, materiali autentici ed essenzialità di funzione. Il mood di stagione è military: borse in pelle, canvas e denim dallo stile unisex e vissuto. Lo stile del dandy in città si ispira ai grandi spazi, a paesaggi mozzafiato e riserve naturali da attraversare. Il guardaroba targato SS17 è una simbiosi tra il mondo delle divise d’antan con la sua allure sartoriale, i cromatismi di una palette coloniale e un tocco di esotismo. La sahariana di nuova concezione abbina felpa e dettagli termosaldati; la field jacket in nylon esibisce trattamenti cerati e venature vintage; la pelle può osare stampe camo nei pezzi più informali, mentre la camicia in suède diventa giacca light da indossare sulla t-shirt. Si sposa alla perfezione con questa tendenza la collezione presentata al Pitti Uomo da Solovière: ricerca di evasione, sobrietà e armonia sono le parole d’ordine. Slippers, derby, sandali da città, babbucce da interni ed esterni esibiscono una silhouette allungata, punte arrotondate, con blocchi di colore saturo contrapposti in accostamenti vibranti. Al braccio, non stonano accessori sofisticati come messenger e tote in canvas ritorto tinto con pigmenti della terra e pellami conciati al vegetale. Oppure capienti duffle bag che accostano denim e pelle in un look unisex e vissuto, come quelle presentate alla fiera fiorentina da Troubadour Goods, una linea luxury di borse maschili in cui estetica, linearità e funzionalità si coniugano a un’attenta cura dei dettagli e dei materiali, pregiati e lavorati da maestri pellettieri italiani. La SS2017 è simbolo di un’estetica ripensata all’insegna del lusso e di una visione crossover. Eclettico mix, elementi che si accostano con sofisticatezza e stili indossabili in ogni città del mondo.
LARDINI
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MATSUMOTO
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Moda
ANTONIO GRIMALDI
SFILA A PARIGI L’amore croce e delizia, ossessione, la passione che rende schiave
le persone di un sogno o di un ideale. L’amore narrato fin dall’epoca degli antichi greci con la dea Afrodite, divinità di bellezza, di sentimenti e di fertilità che i romani identificavano con Venere e che secondo Omero era figlia di Zeus e della ninfa Dione. Ed è proprio dalla letteratura che Antonio Grimaldi esplora sensualità e passione, emotività e psiche, dipingendo attraverso la tela della moda una dea laica, mescolando la sacralità ellenica al profano. Antonio Grimaldi per la collezione couture primavera estate 2017, che ha presentato nel Salon Imperial del Westin Paris Vendôme, porta in passerella un sofisticato concetto di “moda per la moda”, esaltando la bellezza intrinseca e al contempo artigianale delle creazioni. Per il suo ritorno a Parigi in qualità di membre invité nel calendario ufficiale dell’Haute Couture, grazie al parrainage di Riccardo Tisci, direttore creativo di Givenchy, il designer costruisce ad arte un’attenta sceneggiatura, ermetica e ricca di significati, tra cui il logo cuore ricamato, simbolo della maison. Perché non si deve avere paura di amare, come suggerisce nella mostra “Not Afraid of Love” Maurizio Cattelan, piuttosto bisogna combattere con l’arma della bellezza tradotta nella moda, per conquistare il sogno. E sono contemporanee combattenti quelle che sfilano sul
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catwalk parigino, amazzoni, guerriere che non hanno paura di sfidare il tempo e la ragione per amare. Traendo ispirazione dalle architetture greco-romane, l’ossessione per la ricerca, le costruzioni geometriche e la modellistica del couturier si riflette nelle jumpsuit couture, con effetti di trasparenze velate, volumi e cuciture in metallo. Nella collezione primavera estate Antonio Grimaldi spiega la sua maniacale attenzione verso l’evoluzione estetica di nuove forme, che fanno tesoro del know how sartoriale e del suo background stilistico. Tagli e corpetti asimmetrici, abiti in microreti ricamate e drappeggiate o plissé con coulotte in pelle cucite con borchie. Il designer gioca sulla dialettica degli over abbinati ai pantaloni, cuciti da piercing in metallo 3D. Alternando al fitted gli oversize. Abiti come corazze e armature che grazie al gioco dei ricami metallici e in cristallo si esprimono in texture architettoniche lamÈ, platino e argento. Chiffon, georgette metalliche, triplo crepe in seta, jacquard e fil coupé per raccontare una storia in passerella attraverso una palette di colori che dal bianco assoluto abbinato al metallo si infuoca passando dai toni del rosa fino ad arrivare al rosso. Il make-up essenziale si sposa con l’hair styling che ricorda gli elmi delle amazzoni con intrecci e dettagli punk. Anelli tirapugni come fedi nuziali e sandali in velluto color rosa cipria completano gli outfit.
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Moda
ALESSANDRO ANGELOZZI UN EDEN DI SOGNI CON LOST PARADISE 2017 di Agnese Testadiferro
Eccellente è la parola d’ordine. «Il mio impegno quotidiano è
la ricerca dell’eccellenza», parola del bridal designer Alessandro Angelozzi. «L’eccellenza è una qualità che si conquista con passione e strenuità, step by step. La mia collezione deve essere eccellente, il mio staff deve essere eccellente, le boutique che sono mie esclusiviste debbono essere eccellenti. E la location per i miei trunk show deve essere eccellente». Per il couturier Angelozzi, uno dei nomi più gettonati quando si parla di nozze, le mezze risposte non esistono. Le idee sono chiare e il tempo da dedicare ad ogni sposa prossima al Sì è sacro. Con presenza, temperamento e savoir faire Angelozzi si conferma un punto di riferimento per le spose che cercano un confronto personale con l’artefice degli abiti più importanti della propria vita non rinunciando ad una location principesca come sfondo per la prova. Venti future consorti hanno avuto il privilegio di essere accolte personalmente da Angelozzi al Salone delle Feste della Villa Relais Marchese del Grillo, a Fabriano. Il Relais è stata la cornice della presentazione della collezione bridal Lost Paradise 2017 Angelozzi Couture per un’esclusivo Trunk Show dedicato a Marche, Umbria ed Emilia Romagna grazie alla Boutique Bouganville di Fabriano. Il trunk show nella originale villa del Marchese Onofrio del Grillo, personaggio portato alla ribalta grazie all’interpretazione cinematografica di Alberto Sordi, ha saputo regalare emozioni e strappare confessioni. Che collezione è Lost Paradise 2017? Lost Paradise è ispirata ad un Eden di struggente poesia. È un viaggio straordinario e meraviglioso nell’affascinante mondo dell’universo femminile. Una collezione dedicata all’assoluta bellezza, declinata in una pluralità di sfumature stilistiche. Sirene dal grande impatto scenografico, abiti romantici dai bellissimi corpini e dalle ampie gonne di grande eleganza, abiti che accarezzano lievi il corpo come un caldo abbraccio, long dress che possono essere valorizzati da spettacolari sopragonne, abiti estremamente raffinati di grande linearità stilistica con pregiati ed unici tagli sartoriali, abiti che interpretano in un modo originale e coinvolgente il mondo bohémien. Ad interpretare questa Collezione è stata scelta la top model Ana Beatriz Barros, la magica ambientazione dello shooting sono stati i Giardini della Mortella di Ischia ed il mood che caratterizza la collezione si può esprimere con una frase: Il mistero, la bellezza, la femminile sensualità, la raffinata eleganza, l’incontro, la passione, emozioni che ti abbracciano e ti accarezzano come i miei abiti: a wonderful, romantic fairy tale. Di cosa “parlano” i suoi abiti? La Lost Paradise parla di straordinaria bellezza, un romanticismo da favola. Il linguaggio è meraviglioso ed affascinante: vitalità, sete leggere e sensuali, leggiadre sovrapposizioni, eleganza assoluta,
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ricami ispirati alla perfezione della natura, allure sofisticata, avvincente contemporaneità, incantevole raffinatezza. Cosa vuole offrire alle sue spose? Desidero offrire loro emozionanti e differenti storie d’amore nelle quali incontrare e riconoscere l’abito che le interpreti e le valorizzi perfettamente e che, indossato nel giorno del Sì, le renda orgogliose, fiere, straordinariamente belle e felici. Quale è il suo impegno quotidiano? La ricerca dell’eccellenza, che è una qualità che si conquista con passione e strenuità, passo dopo passo. Il dovere di un bridal designer quale sarebbe? Vi è il dovere morale di essere pienamente partecipi alle esigenze e ai desideri della futura sposa, di cercare e creare quell’armonia che è vera bellezza nella quale lei possa sentirsi libera, pienamente accolta, totalmente serena. Tutto deve essere in profonda sintonia e offrire magia. Elisabetta Canalis e Martina Stella, due spose d’eccezione che hanno scelto i suoi abiti. Come è stato vestire le due star italiane? Elisabetta è una donna affascinante, elegante nei modi, seducente e molto spontanea. Direi che la sua semplicità e naturalezza a volte sono quasi disarmanti, è la bella ragazza della porta accanto! Ely è inoltre una donna molto intelligente e pratica e la sua decisione sulla scelta dell’abito è stata presa in pochissimo tempo, lei è molto sicura di sé e del suo gusto. Nel 2014, per le nozze con Brian Perri, le ho realizzato un abito importante e femminile, ma al tempo stesso giovane e frizzante, come è lei. Il tutto con un tocco di romanticismo in più; chi la conosce bene sa che è una gran sognatrice! Rigorosamente bianco, anche per accogliere i desideri della mamma alla quale è particolarmente legata. Un abito bellissimo con un velo straordinario in pizzo. Martina Stella aveva le idee chiare? Martina, sposata nel 2016 con Andrea Manfredonia, aveva l’idea precisa di voler un abito tradizionale, classico. Fisicamente è una donna molto carina, mediterranea: per questo mi sono sentito di spingerla verso una scelta classica ed importante, ma anche molto femminile. E lei ha accettato. L’abito che ha indossato è in un bellissimo pizzo realizzato a mano da bravissime artigiane italiane; una lavorazione che ha richiesto molto tempo ma ne è valsa la pena. Con una coda molto lunga, che evidenzia la fisicità di Martina. Per lei un importante velo principesco, tagli particolari per sottolineare la schiena e la parte posteriore dell’abito. E poi la manica lunga, un dettaglio di tendenza dato che vi è un ritorno al bon ton.
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Moda
GIUSEPPE ZANOTTI
INNOVATIVA FUSIONE a cura di Enrico Sanchi
“L’uomo Giuseppe Zanotti per la f. w. 2017 è impressive bon
ton, una linea ricca di riferimenti e sfumature. Con tono garbato ed elegante, lo stilista plasma nuove idee, must e tendenze, mantenendo sempre viva e costante l’impronta creativa del marchio. Nascono così calzature ispirate, che parlano sottovoce, ma di grande personalità. Come “Formal Dandy”. Ha una forte ispirazione inglese la loafer in vitello nero con punta sfilata. Calzata diventa leggera e morbidissima. Il taglio basso la rende perfetta da abbinare a coloratissimi crazy socks. La nappina in seta e la forma leggermente androgina ne fanno un vero e proprio must have di stagione. Proporzioni raffinate, forme affusolate e struttura a sacchetto per l’elegante polacchino dai tagli laterali in puro stile Beatles. L’iconico puntalino in metallo diviene qui tratto distintivo, mentre la tomaia in camoscio nero stretch rende questo modello adatto ad ogni calzata. Comfort e flessibilità contraddistinguono anche il più classico dei mocassini con suola in cuoio e accessorio passalaccio in metallo. Un must anni ’60, reinterpretato facendo
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particolare attenzione alla scelta dei materiali. Come l’innovativo “Coccodrillo print”, inciso e abrasivato a mano per dare maggiore profondità al colore. “Let’s party!”, pantofole divenute timeless. Sulle tomaie affiorano disegni grafici e preziosi ricami. Come piccoli frammenti di luce, cristalli dalle forme e dimensioni diverse, si adagiano con passo ritmato sulle loafers in soffice velluto nero. Perfette per il tuxedo style, o da indossare a contrasto con jeans destroyed. Comb-bike Un’innovativa fusione, la combinazione perfetta tra stile biker e combat shoes. Pratico e sportivo, il tronchetto in caldo shearling crackle ha fondo in gomma massiccio e zip estreme laterali in ottone brunito. Nella versione più classica, il ricamo rondine si accosta ai fondi in gomma e a zip centrali in metallo dorato. Il risultato è innovativo e prorompente. Con la F.W. 2017 si amplia la proposta sneakers world firmata Giuseppe Zanotti. Il fondo runner incontra ora vitelli ispirati a materiali tecnici, caratterizzati da dettagli e incisioni tridimensionali. Come in un’opera contemporanea, sulle tomaie tessuti high-tech creano effetti texture morbidi al tatto.”
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Moda
LA MODA UNDERWEAR DI
IMMAGINE ITALIA di Enrico Sanchi
Immagine Italia & Co. 2017,
la fiera dedicata alle anteprime di collezioni intimo lingerie, conferma il suo appeal e dimostra, con gli oltre seimila visitatori presenti nell’ultima edizione, di essere ancora una volta l’appuntamento annuale imperdibile per tutti gli operatori underwear intimo e lingerie. Tra questi: boutique di lusso, negozi al dettaglio, negozi on-line, catene di negozi, agenti, distributori e importatori. Il decimo anniversario di Immagine Italia & Co. ha segnato infatti, un importante traguardo dando lungimiranza ad un progetto che si proietta verso un futuro sempre più certo. L’unico appuntamento in Italia per il settore biancheria intima e lingerie. “Sembra ieri dice Stefano Morandi, Presidente della Camera di Commercio di Pistoia quando abbiamo deciso di intraprendere questa ambiziosa sfida a favore delle imprese di settore. L’obiettivo era quello di mettere a disposizione del sistema imprenditoriale un format che partisse dal know how del “fare impresa” per arrivare al business. Noi siamo una Pubblica Amministrazione, è stato coraggioso scegliere di mettersi in gioco con le proprie risorse e dimostrare di essere competitivi, per capacità, tempi e risultati nell’organizzazione di grandi eventi”. 249 i brands presenti, tra i più prestigiosi sul mercato. Protagonista, come sempre, l’appuntamento “fashion” quotidiano con le sfilate moda collettive ed individuali. Sulle passerelle hanno sfilato capi ed accessori intimo-lingerie in perfetta sintonia con le più attuali tendenze moda, la tipologia dei prodotti esposti appartiene alla fascia alta e medio-alta. Essenzialità, autenticità e ricerca sono le parole d’ordine anche nella biancheria intima di ogni donna che continua ad investire su se stessa indossando quel fascino che libera il suo corpo lasciandolo esprimere anche attraverso le incompletezze. Diverse le scelte di acquisto della donna di adesso che spaziano tra i gusti millenials ,athleisure, eco-fashion e curvy.
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Massima libertà di tagli e visioni, con una prevalenza di scelte di tipo grafico e minimale, audaci e fresche per esaltare al massimo una bellezza giovane capace di farsi apprezzare dai cosiddetti millenials. Il gusto athleisure privilegia comfort e praticità attraverso l’impiego di tessuti tecnici e traspiranti da indossare nella vita quotidiana. Irrinunciabile nella lingerie femminile la ricerca del tessuto, della vestibilità e l’originalità delle applicazioni, da qui l’orientamento delle aziende a ricercare filati bio based, sulla rigenerazione di materiali che stimolano creatività dal gusto ecofashion. Spazio anche al trionfo della femmina piena e generosa consacrata ad esaltare le forme femminili più che a contenerle senza nessuna rinuncia alla sensualità e alla fantasia. Altro trend del momento presentato in diverse varianti anche dalle aziende è il “bralette”, senza alcun tipo di sostegno a differenza del push-up è ideale per donne con piccola taglia. La tendenza è appena partita, celebrities e riviste patinate hanno già consacrato il prodotto che mostra forme reali, può essere declinato e arricchito in diversi modi con nastri, fiocchi, incroci, lacci. Ennesima novità di un accessorio che può fare la differenza nel look di una donna: ”Tattoo legwear” ovvero calze tatuaggio dai svariati colori, fantasie e pesantezze dei materiali. Rievocano le dive del grande cinema le camice da notte le sottovesti e vestaglie da camera, uno stile apprezzato da quei mercati che cercano lusso estremo e prodotto di gamma.Il pigiama da donna amato da Coco Chanel e Greta Garbo è ufficializzato da alcuni dei maggiori stilisti come Stella Mc Cartney e Paul Smith, ormai un protagonista assoluto reso ancor più glam e trend da morbida seta preziosi broccati e raso. Razionale, elegante e spaziosa nel suo consolidato concept, Immagine Italia mantiene la definizione di “salotto delle fiere”, ideale per incontrare le migliori proposte ottimizzando tempi ed occasioni di business.
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Fashion & People
VALENTINA VEZZALI LA DONNA DELLE MEDAGLIE DA RECORD di Agnese Testadiferro
Come lei, non c’è nessuno. Valentina Vezzali. All’anagrafe Maria
Valentina, ha reso grande l’Italia della scherma con la sua tenacia e freddezza, dimostrate fino all’ultima stoccata in cui ha dato l’addio alla pedana. Un addio dato dal podio. Si è ritirata alla 56esima medaglia conquistata a Rio de Janeiro ai Mondiali di fioretto femminile a squadre il 26 aprile 2016 con un argento che vale più dell’oro. Osservandola, scrutandola e sentendola parlare sembra che il detto “chi si accontenta gode” non faccia per lei. Quando a sei anni ha scoperto il proprio talento ha inesorabilmente iniziato ad alzare l’asticella anno dopo anno dimostrando, che piaccia o no, costanza e testardaggine. Il suo maestro è stato Ezio Triccoli, il precursore della scherma a Jesi che la portò in città in sordina proponendo gli allenamenti a due passi dalla piazza dove nacque l’Imperatore Federico II. E proprio a Jesi, nelle Marche, è nata Valentina Vezzali che all’età di ventidue anni ha esordito alle Olimpiadi, ad Atlanta. Era il 1996 e da lì in poi il palmares ha iniziato ad essere ancora più prezioso fino a vantare sei medaglie d’oro olimpiche e, di riflesso, lo scettro della donna d’oro d’Italia. Oggi, la Vezzali è mamma di Pietro e Andrea e insegna a volare alto agli atleti che si affidano a lei. È impegnata per la Res publica, come la chiamavano i romani, e il suo impegno in politica nel parlamento italiano va a consolidare una carriera in cui l’impegno in prima persona, come nello sport, deve essere il valore numero uno. Ma, lo sport insegna, anche il lavoro di squadra gioca la sua parte. Valentina Vezzali, se si guarda indietro cosa pensa di se stessa? Sono stata una bimba, una ragazza e poi una donna che ha seguito una passione, affrontato sacrifici, accettato rinunce ed inseguito i propri sogni, riuscendo a realizzarne alcuni. È orgogliosa e consapevole di ciò che ha fatto in trentotto anni di carriera? Più orgogliosa che consapevole. Non sono mai stata una che si è guardata indietro. Adesso che ho scelto di appendere il fioretto al chiodo, in realtà ho puntato nuovi obiettivi. L’orgoglio scaturisce dalle parole di chi a volte mi ferma per strada e mi dice “ho ammirato il tuo non mollare mai e il non arrenderti di fronte alle difficoltà”. Ci sono stati dei pregiudizi, o giudizi, che le hanno fatto male? Ce ne sono stati tanti che però, anziché ferirmi, mi hanno stimolato. Un esempio su tutti: quando pensavano che un’atleta, dopo una gravidanza, avesse concluso la sua carriera. Nel 2005, cinque mesi dopo la nascita di mio figlio Pietro, non solo ero tornata in pedana, ma ero sul gradino più alto del podio dei Campionati del Mondo. Cosa pensa l’abbia fortificata e resa più guerriera? La sfida. Ho sempre voluto sfidare i miei limiti per superarli.
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Ho sempre puntato a dei traguardi ed ho lavorato ogni giorno per raggiungerli, affrontando gli avversari e gli ostacoli che si frapponevano tra me ed i miei obiettivi. Questo mi ha modellato il carattere e se a volte sono apparsa troppo “dura”, è stato solo agli occhi di chi si è fermato ad una corazza che ho dovuto indossare per affrontare le sfide della vita di donna e di atleta. Come definirebbe il termine “superfluo”, nella vita e nello sport. Sono molto risoluta. Il termine superfluo indica a mio avviso tutto ciò che non è utile al raggiungimento di uno scopo. Ciò non vuol dire privarsi di distrazioni, ma ciò per non essere considerate “superflue”, devono essere d’ausilio al percorso verso il traguardo prefissato. Nella vita di tutti i giorni così come nello sport. Immagini di avere vent’anni oggi: avrebbe ugualmente avuto, secondo lei, le stesse possibilità e gli stessi strumenti per crescere, formarsi e vincere? Probabilmente no sul piano della tecnologia al servizio della preparazione sportiva, ma ritengo che alla base di un successo ci siano degli elementi senza tempo: passione, tenacia, voglia di vincere, spirito di sacrificio e tanto lavoro. On. Vezzali in che direzione sta andando il suo impegno in politica? Sin dal primo giorno in Parlamento, ho vissuto questo impegno come servizio e rappresentanza. Ho infatti provato a portare in Aula le richieste, le esigenze, i problemi e la realtà che vivo ogni giorno in una realtà piccola come quella di Jesi, che però a mio avviso, è paradigma di quel cuore pulsante della società italiana che sono le famiglie ed i più “piccoli”. In più sto lavorando in favore dello sport e della pratica sportiva da diffondere ancora di più nel nostro Paese. Da qui a vent’anni che contributo vorrebbe aver dato all’Italia? Mi piacerebbe incidere ancora di più sulla percezione dello sport nella società. L’attività sportiva è fondamentale per il benessere di tutti ed anche per diminuire la spesa sanitaria, ad esempio. Oggi però lo sport viene considerato un interesse di serie “B”. Tra vent’anni vorrei ritrovarmi in mano una Costituzione che, ad esempio, contenga la parola “sport”! L’Italia, oltre allo sport, ha anche un alto livello di cucina. Come se la cava in cucina? E qual è il suo piatto preferito? Sono una buona forchetta, ma la cuoca in casa è sempre stata mia mamma ed a lei quello scettro non lo toglierà mai nessuno. Ho mangiato in tutto il Mondo, assaggiando le cucine di tutti i Paesi, ma quella italiana è imbattibile. E lo sono ancor di più le lasagne di mia mamma Enrica!
Photos: Augusto Bizzi
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Fashion & People
RICHARD GARRIOTT:
SHROUD OF THE AVATAR Una carriera caratterizzata da tanti successi, un uomo che è più
di quanto molti immaginano: game designer e programmatore, imprenditore, collezionista, mago e astronauta, questo curioso e stravagante americano in arte “Lord British” è davvero un personaggio unico nel suo genere. Ripercorrendo i traguardi più importanti della sua carriera ha rilasciato questa intervista per i lettori di Life&People magazine. Richard, sei considerato un avventuriero e un esploratore. Hai visitato la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) nel 2008. Hai avuto altre avventure spaziali ultimamente o ne hai altre in programma? Ricordiamo anche che tuo padre è stato un famoso astronauta ai tempi dell’APOLLO. Nonostante non abbia pianificato nessun ritorno nello spazio nei prossimi anni, rimane comunque tra gli interessi principali della mia famiglia, partendo proprio dagli investimenti nel progetto Space X. Ho speso gran parte del mio patrimonio per la visita del 2008 alla ISS, ma prevedo che il costo si abbatterà di almeno cento volte nei prossimi dieci anni quindi conto di ritornarci.
In quanto creatore della serie Ultima, sei considerato come il padre dei giochi di ruolo per PC. Esistono fan club dedicati ancora adesso che ricordano con affetto questi classici giochi. Tu o altri creatori della serie siete in contatto con questi appassionati? Pensiamo che l’interazione con la comunità dei fan sia un tassello essenziale per il successo dei giochi. Nel nostro nuovo titolo “Shroud of the Avatar”, una sorta di seguito spirituale di Ultima, abbiamo proprio voluto enfatizzare la nostra interazione con i fan, sia virtuale che nel mondo reale. Proprio per questo mettiamo a disposizione bonus in-game per i gruppi che si incontrano di persona, perché pensiamo che queste amicizie siano da valorizzare. Tante persone collezionano videogiochi per tanti sistemi diversi, ma la passione per i giochi è cresciuta negli ultimi anni, sia i giochi Ultima che gli Origin sono sempre molto popolari tra gli appassionati. Hai una collezione di giochi? Quali sono gli oggetti più preziosi che hai? A proposito di collezionismo, sappiamo che ti sei incontrato l’anno scorso a Venezia con il nostro fotografo Enrico Ricciardi, orgoglioso possessore di una delle collezioni di Ultima al mondo. Ci descrivi quell’incontro? Abbiamo una foto di te e lui mentre tenete in mano il “Sacro Graal” della serie Ultima, il primo Akalabeth, e il calendario di Enrico, ispirato alla serie. Ho iniziato nell’industria videoludica proprio agli albori. Il mio primo gioco pubblicato fu Akalabeth, che originariamente pubblicai io
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stesso in un’edizione superlusso: una busta di plastica chiusa con una zip e un manuale di istruzioni rilegato a mano. Ne ho vendute una dozzina, poi fui contattato da un distributore nazionale che ha realizzato un’edizione in una scatola più grande, alzato il prezzo e venduto migliaia di copie. E così iniziò la mia carriera, quelle prime copie fatte a mano di Akalabeth sono davvero tra i pezzi più rari. L’amico Enrico Ricciardi ha trovato una di quelle poche collezioni vendute e mi ha fatto molto piacere vederla di persona l’anno scorso. Sono così rare che neanche io ne vedo più. Della mia collezione, ho preso diversi coin op in passato e ho ancora tutti i sistemi di sviluppo originali Apple, gli hardware e i giochi che hanno ispirato il mio lavoro. Sei riconosciuto come tra i più grandi designer dell’industria videoludica, al momento sappiamo che stai lavorando sul tuo nuovo titolo, Shroud of the Avatar. Quali sono le abilità e le esperienze che hai raccolto in 37 anni di lavoro e che si sono dimostrate utili nella creazione di SOTA? I miei primi giochi li ho fatti praticamente da solo. Ero designer, programmatore e artista. Adesso sui videogiochi ci lavorano team enormi, ci si investono milioni di dollari e anni di lavoro. Con l’espansione dei team, ho notato come qualunque artista con cui abbia lavorato sia più abile di me, io non sono mai stato granché. Nonostante fossi un bravo programmatore, quelli con cui lavoro oggi sono migliori di quanto lo sia io ora. Eppure, proprio per la poliedricità della mia esperienza, pochi di questi giovanotti possono vantare la mia esperienza, ho delle abilità uniche che pochi riescono a comprendere o hanno la possibilità di sviluppare. La mia capacità di ricercare soluzioni rimane la base essenziale per le scelte strategiche di design. Hai scritto un libro di recente, puoi dirci qualcosa di più? Il mio nuovo libro si chiama “Explore Create”, un racconto delle esplorazioni e creazioni che ho fatto dimostrando come, se si vuole creare qualcosa di originale sia necessario tenere una mente aperta all’esplorazione e alla scoperta. Tento di dimostrare come, la curiosità su ogni aspetto della realtà, dalla scienza alla matematica dalla storia alla filosofia, possa generare influenze utili nella creazione delle realtà virtuali. Avere successo nel gestire diverse società del gaming e nell’esplorazione spaziale richiede attenzione alla qualità, non accontentarsi né arrendersi mai nonostante le sconfitte. Nel libro, invito i lettori a mettere in pratica ciò che scrivo nelle loro vite, con l’ausilio di alcuni consigli e giochi. Spero che tutti possano trovarne ispirazione.
Enrico Ricciardi (sx) e Richard Garriott (dx)
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Fashion & People
L’ARTIGIANALITA DI CLAUDIO CALESTANI
TRA MUSICA, MOTO E TRADIZIONE di Elena Galbusera
La storia di Claudio Calestani inizia a Casalmaggiore, dove una
forte tradizione familiare lo lega all’arte orafa in particolare e all’accessorio in generale, tanto è vero che il nonno Lucedio, fu uno dei fondatori, nei primi anni del ‘900 della Società Federale Orefici e delle Fabbriche Riunite placcata oro mentre il padre Giugurta, nel 1937 diede vita ad una grande realtà imprenditoriale nell’ambito della bigiotteria di fama internazionale. Lo incontro nel suo laboratorio meneghino in Via Genova Thaon de Revel a Milano, centro dinamico degli appassionati delle moto stile Easy Rider, Custom e d’Epoca e sinonimo di storia, artigianalità e creatività. Lo si capisce appena varcata la soglia che ci troviamo nel cuore pulsante di un’attività fatta di passione, forza di volontà e perseveranza. Il sorriso di Claudio Calestani e la luce che si accende nei suoi occhi appena iniziamo la nostra chiacchierata sono autentici: “l’amore per l’arte orafa, la creatività e la manualità sono convinto, siano parte della mia genetica. Posso tranquillamente dire che sono cresciuto a pane e passione per quest’arte, prima con il nonno poi con mio padre che hanno saputo trasmettermi il loro amore per questo mestiere. Poche parole dalle quali traspare su tutto un grande rispetto per la tradizione e per il lavoro, quest’ultimo inteso da Claudio Calestani come privilegio di poter fare quello che ama”. Dopo il diploma di ragioneria, Claudio si differenzia con riconoscimenti e apprezzamenti sia come fotografo, stilista e scultore, ma nel 1984 le sua passioni, unite alla cultura di famiglia lo portano a riconoscere e incanalare i propri estri artistici, e ad
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aprire a Milano la prima attività di creatore di gioielli e accessori in argento con la tecnica della cera persa. Crea così fibbie in argento massiccio, bracciali, monili. Ma qual’è il tratto distintivo delle creazioni di Claudio Calestani? “Le miei creazioni nascono prima dal cuore per prendere poi forma nelle mie mani e sono indirizzate principalmente a coloro che come me sono appassionati di musica, di moto, di arti marziali, del bello. La maggior parte dei gioielli sono realizzati appositamente per il cliente, nascono dal sentimento e dalla passione che scaturisce dall’incontro stesso e dalla richiesta di chi si rivolge a me per regalarsi un sogno, un’emozione da indossare”. Una sorta di psicologo/artista quindi. “Mi piace definirmi più un artigiano di sogni. Oggi il termine artigiano è sottovalutato, io lo trovo invece molto affascinante. Racchiude in sé tantissimi significati in primis la passione”. E cosa esiste di più bello del poter fare della propria passione il proprio mestiere? ”Per il tuo logo hai scelto due simboli: un cuore e un serpente. Un cuore strozzato che soffre d’amore per la prima persona di cui ci siamo innamorati nella vita. Il Serpente non è quello che sembra ma uno scarabocchio che appartiene alla mia mano, i due simboli erano sullo stesso foglio e casualmente si sono uniti”. La sua creatività oggi, sconfina oltre l’ornamento e sono numerose le richieste che riceve sia dal mondo della musica, come la realizzazione di un microfono speciale per Laura Pausini, o esclusivi monili creati per Francesco Renga e al mondo del biker. Un universo quindi, quello di Claudio Calestani, dinamico, in continuo divenire mosso da una virtù intrinseca che gli permette di modellare il metallo a lui più caro, l’argento in mille forme, ognuna delle quali riporta in modo irripetibile una storia.
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Fashion & People
LE EMOZIONI RIFLESSI DI
DANIELE BASSO di Elena Galbusera
“Con l’arte lavoro attraverso le emozioni: cerco di stimolare
coscienza ed identità personale e collettiva, lavoro sui simboli per stimolare le persone alla bellezza come esigenza per vivere meglio. L’intento è di farle riflettere. Ecco perché sono appassionato di superfici specchianti perché attraverso queste voglio rendere i fruitori delle mie opere protagonisti dei propri sogni e del proprio futuro”!!! Siamo di fronte a Daniele Basso, artista biellese che ha fatto delle superfici specchianti in acciaio lucidato l’estensione naturale delle proprie mani, del proprio cuore e dei propri occhi. Oggi le sue opere sono esposte in tutto il mondo. Portatore sano di creatività, l’arte da che ne ha memoria fa parte della sua vita. “Sono sempre stato appassionato d’arte e molto creativo, ma il percorso di avvicinamento professionale a questo mondo parte da lontano; la mia, si può dire, sia stata una ricerca di significato in quello che stavo facendo. Un viaggio di ricerca strepitoso attraverso mondi professionali e creativi differenti, ma nemmeno troppo: moda, automotive, design, comunicazione, tutti incentrarti attorno alla persona. Daniele Basso ha iniziato a produrre i suo primi pezzi sin da bambino e nel suo percorso artistico ha raggiunto quella giusta consapevolezza che oggi ha portato il suo lavoro ad essere conosciuto oltre i confini. Materiale principe delle opere l’acciaio che viene lucidato a mano al fine di ottenere una superficie specchiante. La scelta ovviamente non è un caso. “Specchiarsi è un gesto innato, ancestrale, primitivo. A cavallo tra privato e pubblico, specchiandomi costruisco l’immagine che voglio dare di me in società. È il primo passo dell’uomo che, riconoscendosi come individuo, dà senso al suo aggregarsi in comunità: è l’incipit alla società come la conosciamo. Riflettersi nelle superfici specchianti ha un potentissimo potere comunicativo a livello conscio ed inconscio, sono affascinato da questo. Nel mio lavoro cerco di sfruttare questo potere per coinvolgere le persone e portarle a vivere il messaggio dell’opera da protagonisti. Come frasi non finite, i miei lavori sono accenni di riflessione che vorrei ognuno potesse completare con il proprio significato. L’occasione di fermarsi e pensare un attimo alla propria esistenza attraverso un messaggio che da individuale diventa esperienza collettiva e condivisa. Ho scelto l’acciaio per molte ragioni: sia per un senso etico nell’immaginare il mondo di domani, (oggi le tecnologie garantiscono una specchiatura perfetta con la lucidatura dell’acciaio senza l’inquinamento che necessariamente comporta il processo industriale della specchiatura del vetro); sia per un
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senso di recupero della funzione storica specchiante dei metalli, i primi usati dopo l’acqua per specchiarsi; per le potenzialità virtualmente eterne del metallo stesso, che praticamente non ossida e si conserva fedele a se stesso nel tempo e nello spazio, eterno come l’arte ed i suoi significati. Ogni creazione per Daniele Basso è un percorso di vita. “L’opera nasce dall’esigenza di comunicare, di rendere universale una riflessione individuale. È una spinta a condividere con la materia alcune emozioni. Marcare il momento alla ricerca di un nuovo significato non solo della propria esistenza, come affermazione di se, ma del senso stesso della vita. Siamo circondati e confusi dalla comunicazione incalzante che è sempre alla ricerca di un nuovo e più grande shock da imporci, e noi stiamo diventando refrattari alle emozioni, ai sogni, ai voli, ed alla ricerca in noi stessi della felicità. Le mie opere non vogliono scioccare, piuttosto sedurre, alla ricerca di un nuovo significato estetico contemporaneo. Sono alla ricerca della bellezza, delle emozioni positive della vita, di una felicità che nasce nella coscienza della propria identità e dei limiti del bene e del male. Un benessere dello spirito che invita a vivere una quotidianità piena e vigile, mai passiva, perché la felicità che tutti cerchiamo è un diritto ma anche un percorso difficile che si affronta passo passo nelle piccole e grandi scelte quotidiane. Siamo protagonisti della nostra e vita abbiamo il nostro futuro nelle nostre mani, ma attenti a quello che desideriamo perché potremmo ottenerlo!!! Il mondo dell’arte, come ogni cosa fa parte di un sistema che Daniele Basso oggi conosce molto bene. “Penso che sia un sistema di business consolidato. Una macchina da guerra autonoma e solidissima. Forse troppo autoreferenziale...Io però mi limito a parlare di arte, che vivo come comunicazione universale”. L’opportunità per riflettere e immaginare il domani. Arte che, oggi come sempre, rappresenta l’apice dell’espressione dell’uomo libero, non estetica ma essenza dell’Umanità stessa. Oggi i limiti tra le espressioni creative sono davvero labili. I confini cadono per crearne subito dei nuovi. Allora tutti ci rifugiamo nelle definizioni che conosciamo.È il nuovo che avanza e che travolge chi non ha il coraggio di evolversi. Vorrei che potessimo abbandonare i pregiudizi delle performances per conquistare la libertà autentica dell’opinione personale. Ecco il vero nuovo confine dell’arte oggi, tornare a “parlare” a tutti. Tornare all’arte della bellezza per emozioni individuali ma anche collettive, che ci ricordino il senso e il significato di essere una comunità. Un’arte che non isola e allontana ognuno nel proprio insindacabile
“io” ma che diventi dialogo, confronto, apertura, progetto per un domani non solo dei nostri figli, ma dei nostri nipoti. Non so cosa resterà dell’arte contemporanea. Ma so che vorrei un’arte che emoziona e che ispira le persone perché la condivisione batte l’isolamento, sempre. Sui progetti futuri Daniele Basso non si sbilancia ma una cosa è certa, continuerà senza sosta il suo percorso di ricerca per stimolare nuove emozioni.
Daniele Basso Casa Sanremo Awards 2017
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VERDEMENTA - Lungomare Alighieri 9, Senigallia (AN) Riviera Adriatica , Spiaggia di Velluto Info e prenotazioni: Phone 335 6662294
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Fashion & People
WERTHER VINCENZI E I PITTORI DELLA PESCHERIA VECCHIA di Marcello Tosi
Volti di donna, paesaggi e soprattutto i suoi tipici soggetti floreali
(Fior di tela), costituiscono i temi principali del brillante universo pittorico e poetico di Werther Vincenzi. Particolare l’utilizzo di pezzi di iuta sovrapposti alla tela o cartone. “L’inserimento della iuta spiega l’artista romagnolo è un omaggio ad un’amica che mi donò diversi sacchi di iuta. Purtroppo scomparve a soli 38 anni e l’utilizzo della iuta ha assunto per me anche la valenza di donarle un pensiero e un omaggio”. Scaturisce in Vincenzi, dalla passione per la fotografia e per una visione figurativa dai toni accesi, che l’artista definisce impressionistica, rivolta alla scoperta della natura delle cose, dei volti, del paesaggio, nei suoi papaveri, nei girasoli, nelle visioni notturne, un’atmosfera impregnata di luce e colore. Incanto che avvolge materialmente la tela coinvolgendoci nella visione, mentre le floride corolle di una natura più che mai viva e splendente, si aprono carnali, come sulfurei incantesimi di luce che vincano il buio. Un percorso pittorico fatto di richiami all’arte di varie epoche, dal mondo ellenistico a Giotto, fino a Van Gogh e al Novecento di Sironi e Casorati, che scaturisce dal confronto continuamente esercitato con il colore, con la forma. Studio ed esercizio di riflessione sulle pittura, che diventa emozione vissuta e portata sulla tela. Nato a Gatteo nel 1951 ove risiede, Vincenzi ha iniziato a dipingere negli anni intorno al 1970 partecipando a diversi concorsi di pittura (Valdazze, Cesena, Carpineta, Bagnolo di Sogliano, Forlì) ottenendo vari premi e riconoscimenti. I suoi quadri fanno parte di varie collezioni private. Negli anni recenti,
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dopo aver esposto nel 2003 con il titolo “L’Assenza” presso il centro culturale Federico Fellini di Gambettola, ho presentato la personale “Fior di tela” a Cesenatico nel 2011 e al foyer del Teatro Bonci d Cesena nel 2012. La partecipazione ad una collettiva a Longiano nel 2016, ricorda, fu l’occasione in cui si concretizzò l’idea di unire la poesia alla pittura. ‹‹Infatti in quella mostra eravamo 10 pittori coi nostri quadri e 10 poeti, sia dialettali che in lingua con una loro poesia, che hanno declamato in pubblico con successo la sera dell’inaugurazione›. Vincenzi ha recentemente pubblicato il volume “La mi téra” che raccoglie 8 poesie di vari apprezzati autori. Il volume, stampato in 500 copie, è in vendita con incasso devoluto all’Irst di Meldola. L’idea di accostare poesia e fotografia ha trovato successivo inserimento nel 2014 tra le attività dell’Associazione “I Pittori della Pescheria Vecchia” di Savignano sul Rubicone, con la modifica dello statuto che ha dato anche ai poeti la possibilità di entrare a farvi parte, protagonisti di una nuova serie di iniziative. Vincenzi è anima e guida insieme al pittore Nereo Castellani dell’attiva Associazione artistica savignanese, il cui intento statutario è quello di “diffondere l’amore per le arti figurative, contribuire alla diffusione di ogni pratica artistica in tutte le sue forme ed espressioni”. Dopo i riconoscimenti assegnati ad artisti di vaglia come Giacomo Baccini e Giancarlo Balzani, tra i fondatori dell’Associazione, e nel 2011 al grande scultore Ilario Fioravanti, nel settembre 2016 è giunta la qualità di socio onorario per Dario Fo, cosa che lui accettò con estremo piacere e soddisfazione.
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Fashion & People
ANNA MAZZAMAURO E...
DIVINA di Emanuela Amy Rossi
Il teatro di Anna Mazzamauro, la signorina Silvani di fantozziana
memoria, è un teatro che oscilla tra la tragedia e la comicità. Dopo il grande successo di “Nuda e Cruda”, portato in scena per 4 anni, la famosa attrice sta vivendo una nuova avventura teatrale: “Divina” di Jean Robert Charrier con la regia di Livio Galassi. Ho avuto il piacere di incontrare questa meravigliosa donna di teatro al Corte di Coriano subito dopo il suo spettacolo e, con cuore aperto e sincero, ha rilasciato questa intervista per i lettori di Life&People magazine. Anna, hai portato in scena lo spettacolo “Nuda e Cruda” per tantissimo tempo, uno spettacolo con momenti di grande comicità che si alternano a forti emozioni. È stata un’opera teatrale fatta di monologhi scritti e ideati da me basandomi sulle notizie di cronaca, quella cronaca agghiacciante che vede donne uccise, violentate, massacrate. Uno dei monologhi l’ho scritto alle 4 del mattino, in un lampo, con grande emozione, pensando a Melania Rea e al dolore dei suoi cari. Sono state affrontate tante altre tematiche. Nei vari monologhi ho parlato di vecchiaia, di amore, l’amore puro e vero in contraddizione con quell’amore malato e negativo che purtroppo esiste oggi, più che mai. Senza tralasciare, chiaramente, i momenti di comicità. In questo spettacolo, oltre ai monologhi, hai cantato le canzoni scritte appositamente da Amedeo Minghi. Sì, diciamo che più che all’emissione canora, in queste canzoni, ho dato importanza all’emozione. L’emozione nasce anche dalla comicità. Nuda e Cruda non è un dramma teatrale, è un momento di teatro che mescola comico e tragedia, ho condotto il pubblico in questo mio modo di fare teatro: dai sorrisi alle lacrime, perchè il teatro deve essere emozione, senza emozione non va fatto.
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Parliamo ora del nuovo spettacolo. “Divina” è il titolo ma anche il nome della protagonista Claire Bartoli, una star della televisione. Per prima cosa voglio dire che non sarò sola in scena ma con me ci saranno anche Massimo Cimaglia, Giorgia Guerra, Michele Savoia e Lorenzo Venturini. Porterò in scena questo nuovo spettacolo fino al mese di aprile. Sto interpretando questo ruolo con grande passione. Divina, è una star televisiva e il suo show è il più popolare della tv fino a quando una mattina il suo assistente, il devoto JeanLuis, scopre dai giornali che il programma verrà chiuso per dare spazio ad una conduttrice più giovane. Tragedia! Quindi cosa accade? Che la grande star Divina, non vuole assolutamente lasciare il mondo della televisione, si trova a dover condurre una folle trasmissione di cucina tra pentole, casseruole e frullatori. Mi viene da ridere solo a pensarci! Lo spietato mondo della tv e dello show business? Sì, un mondo di ruoli, facciate, forme, ritratti di chi vive in televisione.Divina si nutre delle sue finzioni, dei suoi primi piani dove ammicca, piange, graffia la corteccia dei personaggi che le ronzano intorno. Un mondo pieno di finzione che diventa parte di noi stessi, un meccanismo quasi surreale ma che è in realtà molto reale per le “prime donne”. Lo spettacolo è di un autore francese e lei lo ha riadattato. Esatto, lo spettacolo è stato rappresentato in Francia da Amanda Lear diversi anni fa. Jean Robert Charrier è un giovane autore francese che dirige anche diversi teatri. Quando Stefano Mascagni mi ha proposto questo testo, dopo averne letti tantissimi altri, l’ho sin da subito amato ed ho cercato quindi di adattarlo per la scena italiana. Sono davvero entusiasta di portalo in scena.
Photo: Stefano Mascagni
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Lifestyle & Beauty
IL TEATRO DELL’ESSENZIALE LA COMPAGNIA TEATRALE CHE REGALA GRANDI EMOZIONI Teatro contemporaneo, impegnato, simbolico e minimalista con forte valenza psicologica di Laura Bruscia
Silenzio. Si apre il sipario, si spengono i riflettori e va in scena il
Teatro dell’Essenziale. Un solo uomo e un gruppo eterogeneo di donne con età diverse danno vita ai numerosi protagonisti, creati e concepiti dalla regista Lucilla Monaco. Il Teatro dell’Essenziale è una compagnia teatrale che nasce a Montemaggiore al Metauro, nel cuore della provincia di Pesaro Urbino, con l’intento di sensibilizzare il pubblico su argomenti di attualità rilevanti, adottando un linguaggio artistico altamente simbolico, poliedrico e trasversale. Un simbolo è un elemento o un concetto che si trova fuori di noi, ma ciò che esso rappresenta vive dentro di noi, anche se percepito in modo diverso a seconda del proprio vissuto. Tuttavia il simbolo è universale, perché viene riconosciuto da tutti, anche se esso può avere più significati Ecco cosa si intende per linguaggio artistico del Teatro dell’Essenziale. Come le opere teatrali di Molière, che intendono riprodurre l’ipocrisia e l’intolleranza della società parigina del seicento, il Teatro dell’Essenziale mette in luce i numerosi vizi, egoismi e ingiustizie del nostro tempo, attraverso il teatro danza, l’espressione corporea e il linguaggio verbale e non verbale. La corruzione politica e civile, l’illegalità e le ingiustizie quotidiane sono soltanto alcuni degli argomenti trattati nella prima opera teatrale della compagnia, intitolata “La madre”. Di fatto “La madre”rappresenta metaforicamente la coscienza di ognuno che mette a nudo la vanità, la prepotenza e il malaffare della società odierna, priva di qualsiasi freno inibitorio. Il Teatro dell’Essenziale, pur essendo un teatro civile di denuncia delle iniquità sociali, non intende comunque avere la pretesa di dare soluzioni ex catedra, ma di lasciare libero spazio alle considerazioni personali, coinvolgendo la sensibilità e la coscienza di ogni spettatore. La volontà di suggerire interessanti spunti riflessivi è uno dei principi fondanti di LiberaMente, l’Associazione Culturale no profit di Montemaggiore al Metauro, che organizza il corso del Teatro dell’Essenziale e che crede nella libera aggregazione di persone per discutere, confrontarsi e per partecipare alla propria vita sociale e politica. Informazioni riguardo la rassegna teatrale sono
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presenti on line nel sito https://liberamente2009.wordpress.com/. “Storiedamare”, la seconda opera della compagnia teatrale, riguarda la tragedia degli immigrati ed è dedicata a tutti coloro che nella vita hanno perso qualcosa o qualcuno, un amore, un lavoro, un legame, una propria dignità per ritrovarne un’altra, gettando alle spalle la sfiducia e l’insofferenza. Il Teatro dell’Essenziale ha la peculiarità di essere breve; l’azione scenica dura meno di un’ora e la trama presenta dialoghi corti, diretti e mai invasivi. Tutte le basi musicali risultano essere magiche, particolari e coinvolgenti. La sequenza logica-narrativa degli eventi, non deve necessariamente rispettare un ordine cronologico preciso. Già all’inizio del XX secolo Beckett e Pinter con il teatro dell’assurdo, avevano già soppresso per sempre il costrutto drammaturgico razionale, rifiutando il linguaggio logico-consequenziale messo in discussione anche da Joyce dal punto di vista letterario. Ogni artista della compagnia scava la psicologia del proprio personaggio. Lo incarna esternando le emozioni interiori, attraverso un’attenta interpretazione e rielaborazione del testo. Ricordiamo che, per gli attori, il maestro Stanislavskij “creò esercizi che stimolassero le emozioni da provare sulla scena, dopo aver analizzato in modo profondo gli atteggiamenti non verbali”. I costumi, il corredo scenico e le ambientazioni del Teatro dell’Essenziale risultano essere semplici, minimalisti e spesso funzionali, in quanto possono evidenziare alcune metafore, che esprimono i concetti chiave della trama, sia alcuni elementi degni di nota per la comprensione dell’opera stessa. In “storiedamare”, le due tonalità di blu degli eleganti abiti femminili, rievocano le sfumature cromatiche del mare, intonando il ritmo delle onde. Ad un livello connotativo ancora più profondo, l’acqua rimanda alla creazione della vita sulla terra, al liquido amniotico e al mare dell’inconscio. La ricerca della linearità assoluta insieme alla purezza dei movimenti e alla presenza di metafore concettuali rendono questa compagnia teatrale davvero unica e speciale. Il Teatro dell’Essenziale diventa così un mezzo comunicativo ed espressivo magico, che regala emozioni indimenticabili.
Foto archivio: Club fotografico 80ASA, Montemaggiore al Metauro
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Lifestyle & Beauty
PER LA PRIMA VOLTA NELLE MARCHE
LA “POZZA DEI MAT” Sbarca a bolognola grazie alla collaborazione di Bormioski di L.I.T.
L’evento di domenica 12 marzo 2017 sulle piste da sci nelle
immediate vicinanze del rifugio Z Chalet ha visto una grande partecipazione con un importante evento unico nel suo genere. la prima edizione marchigiana della” Pozza dei Mat”. Si tratta di un evento molto ricco e particolare nato dalla fusione di un contest con una manifestazione goliardica originale nata a Bormio nel 2006, dove i concorrenti dotati di sci, snowboard o a bordo di carri allegorici devono percorrere una lunga discesa innevata per centinaia di metri e riuscire ad attraversare una vasca d’acqua gelata rimanendo asciutti. Il divertimento è garantito dai concorrenti e dalle loro creazioni strampalate per non parlare dei piccoli incidenti di percorso e dei buffi andamenti delle loro pittoresche slitte , delle accidentali capriole e dei tuffi nell’acqua. La versione marchigiana della competizione si divideva in due categorie: Categoria Challenge: i concorrenti si cimentano nell’attraversamento della pozza con sci e snowboard. Categoria Mat: utilizzo di mezzi alternativi per l’attraversamento della pozza. Nelle precedenti edizioni a Bormio abbiamo visto di tutto: gommoni, padelle, bare, missili, automobili, trattori, navi…!!! Il risultato è uno spettacolo esilarante e fenomenale. Superare indenni la pozza non è per niente cosa semplice: la vasca di acqua gelata è lunga, non molto larga e poco profonda . Una vera e propria impresa , dunque, installata per chi non teme un bagno fuori stagione in una location un po’ insolita. Pozza dei Mat è una grande festa sulla neve: ogni anno, migliaia di persone si ritrovano a Bormio, quest’ anno quindi gli organizzatori della Società Funivie Bolognolaski srl in collaborazione con Z Chalet hanno reclutato la divisione eventi di LIFE AND PEOPLE MAGAZINE per la produzione di questo grande party montano con lo scopo di sensibilizzare ,ma soprattutto intrattenere il pubblico in una zona così duramente colpita dalla tragedia del terremoto. La stazione di Bolognolaski si è trasformata quindi attorno alla specchio d’acqua in una grande
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spiaggia sulla neve con tanta musica e festa... Al ritmo e alla musica ha provveduto un piccolo esercito di professionisti capitanati dalla voce squillante del presentatore della manifestazione Luca Iron Taglioni con al seguito un dj set di tutto rispetto composto dai dj Flip Filippini, Andrew Bato e e gli special guests from Virus House Project: Greeko e Tommaso Cicconi. Nella nutrita giuria di esperti oltre al Sindaco e Vice sindaco di Bolognola e a Stefano Marangoni e Francesco Fusco editori di Life and people magazine anche l’affascinante Marco Angeloni il tronista di “Uomini e Donne” e protagonista del nuovo film “Italian Business”in uscita in questi giorni sugli schermi dei cinema di tutt’ Italia. Lo show è stato immortalato da una ripresa professionale aerea resa possibile da un drone altamente specializzato guidato da” SIMON Riprese” e teatro di un servizio fotografico scattato dall’ artista Eros Veneziano con protagonista una splendida modella della scuderia DANCE FASHION. Il dj set è cominciato alle ore 11:00 in diretta digitale in onda su Multi Radio e Radio Blu mentre le esibizioni ed il contest Pozza dei Mat alle ore 14:00 e terminato alle ore 18:00.con la premiazione non solo dei più abili ed acrobatici concorrenti per la categoria” challenge”, ma anche del divertentissimo ed originale primo classificato della categoria “Mat”che ha completato la gara su di un vero e proprio water modificato per l’occasione e reso adatto alla discesa. La prima edizione della “Pozza dei Mat” è riuscita alla grande e naturalmente vi aspettiamo nuovamente il prossimo anno con la seconda edizione che vedrà una piscina decisamente più grande e altre novità sulle piste di Bolognola, un bellissimo comprensorio che conta quasi 10 Km di piste, spaziando da tracciati impegnativi e tecnici a larghe piste azzurre ideali per i principianti. La skiarea è servita da 4 veloci e moderne sciovie e una manovia e tapiroulant di prossima installazione a servizio dei campi scuola. www.bolognolaski.it
Credits: Drive & Co Multiradio Radio Blu Simon Video Dance Fashion Eros Veneziano Ph.
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Lifestyle & Beauty
50 SFUMATURE DI MIU UNA SERATA MEMORABILE
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Info format per eventi: 348 8552098 / 366 3409834
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Lifestyle & Beauty
OSSIGENO-OZONO VECCHIA E NUOVA TERAPIA L’
ozono è il gas che protegge la terra dai raggi ultravioletti. È il più potente ossidante in natura ed è il più efficace nel distruggere virus, batteri, funghi, pesticidi e metalli pesanti. Studi presentati anche in recenti congressi hanno ribadito che l’ozono è utile per diverse patologie ortopediche e vascolari ed alcune ricerche lo avrebbero confermato utile anche nella demenza senile. Il trattamento con ossigeno-ozono, eseguito da medici esperti migliora in maniera evidente il microcircolo e l’ossigenazione cerebrale a parità di consumo di ossigeno. Questo fenomeno si verifica perché l’O3 (ozono) favorisce una migliore captazione dell’O2 presente. (Franzini-Congresso Roma 2013) I tedeschi sperimentarono l’ozono per la prima volta, nel 1915, come antisettico sulle ferite dei soldati al fronte e da allora grazie agli studi effettuati sono aumentati i campi di applicazione di tale metodica. Infatti in questi ultimi anni l’ossigeno-ozono terapia trova impiego sia in patologie importanti presso numerose strutture private, pubbliche ed anche a livello Universitario, ma l’impiego più comune è come cura complementare utile nelle artropatie, nelle vasculopatie e più ancora nel campo estetico e nel fitness. Ci sono lavori scientifici fatti su cavalli da corsa che dimostrano come l’ossigeno-ozono terapia possa migliorare la performance sia dei campioni che dei brocchi, pur restando ognuno entro i propri limiti. L’Ozono viene anche usato nella potabilizzazione delle acque Il campione di ciclismo Francesco Moser lo usò nel 1985 quando migliorò il record del mondo superando per la prima volta la velocità di 50 Km/orari. . L’ossigeno-ozono terapia può essere considerata una terapia di supporto in tutte le situazioni da carente apporto di ossigeno ed in tutti i problemi circolatori e vascolari. Per questo motivo è utile nel fitness per migliorare la performance e la propria sensazione di benessere e così pure è usata anche in molti settori della Medicina Estetica. Questa terapia infatti interviene favorevolmente nella cura delle varici, (insufficienza venosa cronica) nelle teleangectasie e nella cellulite (adiposità localizzata e lipo-distrofie). Intervenendo favorevolmente nei problemi circolatori e vascolari, l’ossigeno-ozonoterapia risulta utile anche nei disturbi della
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senilità e nelle coronaropatie. L’ossigeno-ozono terapia trova utile applicazione come terapia complementare anche nella cura dell’acne, delle foruncolosi, ed altre infezioni batteriche e micotiche della pelle L’ossigeno-ozonoterapia è una Terapia Medica che in mano a Medici esperti sfrutta un elemento naturale come l’Ozono in soluzione con l’Ossigeno ed è PRIVA DI EFFETTI COLLATERALI. Dott. Giovanni Gara Via xx settembre 13 Jesi Cell. 3355433635 giovanni.gara@gmail.com
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LA VILLA DUBAI LUSSO E MODA MADE IN ITALY di Enrico Sanchi
Pur lontana dai
confini nazionali, La Villa, situata a Dubai, nell’affascinante e discreta area di Jumeirah , permette ai suoi ospiti di incontrare e di apprezzare l’eccellenza italiana: stile, eleganza, bellezza, tradizione. Difficile poterne dare una definizione che la comprenda: elegante showroom e sociale/business hub, club appartato, luogo di ritrovo esclusivo per signore e signori dal gusto raffinato, destinazione sofisticata per eventi e meeting, contesto prestigioso per l’esposizione e la vendita di interior design, fashion, accessori di lusso, gioielli e gourmet, viaggio nel patrimonio italiano attraverso i cinque sensi. La Villa è tutto questo ma è anche molto di più, perché nel suo genere unica, come avvertono i suoi ospiti non appena entrano in un edificio dove il moderno e l’antico, l’innovazione e la tradizione artistica italiana si fondono dando vita ad un interior design unitario, dove ogni elemento, posizionato con gusto, rappresenta il meglio nel suo campo. La Villa organizza riunioni d’affari, con cena esclusiva, e grandi eventi per l’esposizione di marchi di moda, per le mostre di artisti e accoglie i suoi ospiti in una zona discreta e affascinante, poco lontana dal Burj al Arab. “ Se un cliente è ispirato da ciò che vede, dalle opere dei brand esclusivi ultra-lusso e da questa “experience” – dice Stefano Giuliani, CEO fondatore de La Villa, Best dressed man 2016 - La Villa può lavorare con lui per realizzare e dare vita ai suoi sogni: un interno raffinato, un vestito su misura, un abito da sposa creato da uno dei designer preminenti nel mondo, un’ opera pittorica esclusiva …”. Obiettivi primari del team La Villa – sottolinea Stefano Giuliani - sono cambiare il modo in cui il “Made in Italy” è percepito fuori dall’Italia, accreditarsi come destinazione d’élite per clienti e investitori, assistere i brand italiani che vogliono approcciare il mercato del Medio Oriente.” Per questo La Villa è un nuovo concept che include fashion, interior design, arte e gourmet e i suoi ospiti la possono visitare solo su appuntamento o su invito diretto. La Villa offre un importante valore aggiunto rispetto ad altre soluzioni disponibili per la conoscenza pluriennale maturata nella Regione, per l’interesse, condiviso con i brand, al successo di ogni iniziativa . “Se un partner decide di organizzare un evento esclusivo, i nostri professionisti si occupano di tutti i dettagli e garantiscono
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una perfetta esecuzione dell’evento con un adeguato follow-up.” “ Una partnership con La Villa - precisa Stefano Giuliani- consente, tramite il suo brand team ed i professionisti che lavorano per La Villa, il contatto diretto e costante con i principali Buyer negli UAE e nella Regione, come le Catene internazionali Gallery Lafayette, BloomingdalÈs, Harvey Nichols, Saks Fifth Avenue o con buyers o retail privati, organizzati in aree e competenze ( catene alberghiere, temporary shop nei più conosciuti hotel della Regione, Private Commercial Villas in Jumeirah Beach Road, City Walk, Downtown, JLT, JBR.)”. Se si aggiunge la visibilità, offerta dall’organizzazione di eventi mondani ed esclusivi realizzati da La Villa anche per conto di terzi, come “Luxurius”( dicembre 2016), è evidente come tutto questo permetta ai brand di entrare in un nuovo mercato risparmiando tempo e risorse finanziarie (licenze, approvazioni, ricerca di sponsor locali, ecc…).Ultimi nostri fiori all’occhiello sono l’accordo di partnership siglato con Rolls Royce DUBAI e la realizzazione della Falcon lounge per jet privati nel nuovissimo aereoporto Al Maktoum. La partnership tra la Villa e Rolls Royce rappresenta un’unione inevitabile tra due brand dediti sin dalle origini al bespoke di lusso. Rolls Royce ha da poco aperto a Dubai una boutique con l’obiettivo di offrire esperienze personalizzate ai propri clienti. In questo contesto, La Villa È stata identificata come partner ideale, in grado di supportare la Boutique nella realizzazione di prodotti personalizzati e nell’organizzazione di esperienze uniche con artigiani e artisti Italiani che possono trasformare i desideri e le visioni dei clienti in realta’. Al momento La Villa ha un corner espositivo presso la Boutique e sta pianificando numerosi e affascinanti eventi da realizzare in partnership con Rolls Royce. La Falcon Lounge rappresenta invece uno dei principali successi de La Villa nell’ambito dell’interior design, che, insieme al fashion costituisce il principale focus del business aziendale. Tutto l’arredo é stato realizzato da aziende Italiane seguendo con attenzione e dedizione le richieste del cliente. I personaggi piu’ influenti in viaggio negli Emirati Arabi potranno fare esperienza di prodotti fregiati dal marchio La Villa e apprezzare la qualita’ del made in Italy.
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LOUNGE AEROPORTUALI E SCALI AVVENIRISTICI Da 17 Anni
Frequent Traveller Hostess di terra, Tour Leader Supervisor per conto di compagnie e jet privati, Cinzia Lisi ci svela tutto sul mondo aeroportuale e i suoi servizi. Nata a Bologna nel segno del Toro, dinamica, estroversa, solare, dice di avere un solo un difetto. Ama il proprio lavoro. Grazie a questa esperienza, alla mia professionalità e alla passione per il mio lavoro collaboro con broker di voli privati, jet e clienti che hanno bisogno di supporto al momento della partenza e degli arrivi. In aeroporto c’è sempre una figura professionale che vi attende. “Nella mia attività di supervisor e hostess di terra in Aeroporti e Lounge, ho il compito di attendere i passeggeri accogliendoli come ospiti. Un servizio che può interessare non solo vip e manager, ma anche un gruppo di persone, ad esempio di giovani che possono prenotare un jet per andare a Ibiza. Dividendosi la spesa non è un costo oneroso”. In cosa consiste il servizio svolto in collaborazione con “Open Sky World” di Bologna? ‹‹Assisto coloro che vogliono noleggiare un jet privato per viaggi di lavoro e piacere, in qualità di supervisor departure, arrival, service. Open Sky World offre un servizio di noleggio aeromobili Business Jets e commerciali, ed è in grado di supportare le esigenze sia dei passeggeri che delle Compagnie aeree, offrendo disponibilità in full charter e in a.c.m.i. con contratti a lungo termine››. Quali sono i servizi che è utile far conoscere ai viaggiatori? ‹‹La personal hostess di terra è una hostess aeroportuale dedicata che vi accoglie all arrivo per darvi una mano a sbrigare le procedure di check in, vi accompagna alla Lounge se prevista e al Gate, e senza alcun pensiero vi trovate a bordo senza stress e dover pensare a cosa fare e dove andare. Non sembra ma molte persone staccano la spina quando viaggiano e una volta dentro un aeroporto si perdono e si fanno prendere dal panico al primo
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problema. All’interno degli aeroporti ci sono servizi che magari non tutti conoscono e quindi non usufruiscono. Tra i miei compiti anche quello di dare informazioni che le hostess del check in non forniscono››. Come funzionano i servizi delle “Lounge”? ‹‹L’aeroporto non è solo un posto per prendere un aereo ma anche per un luogo dove pranzare, fare shopping, godersi gli spazi dellel ounge in relax facendo due chiacchiere. In talune Lounge mondiali si possono trovare cinema, sauna, postazioni pc fax e servizi stampa. Ai servizi si accede con “Priority Pass” e la carta apposita per chi viaggia per business, la “Frequent Traveller Card”››. In cosa consistono i servizi di “Coaching”? ‹‹Per manager e per quanti sono in partenza per affrontare un meeting di lavoro, abbiamo inserito nei principali scali aeroportuali di Bologna, Roma Fiumicino, Milano Malpensa, in collaborazione con il network ICTF Coaching, abbiamo inserito il Fast Executive Coaching Session. Si tratta di una vera e propria lezione di coaching per partire poi positivi e motivati››. Quindi le lunghe ore in aeroporto si possono vivere non solo come uno stress… ‹‹Certamente no, sono luoghi dove fare colazione, pranzare, fare shopping. Ci si può regalare sempre una piccola coccola in aereoporto. Vi consiglio a questo proposito, all’aeroporto Marconi di Bologna il ristorante “Vecchia Malga” della famiglia Chiari. Un eccellente servizio di ristorazione, con pizzeria e bar. Qui potete fare la colazione dalle 4.00 del mattino con uova strapazzate e cornetto, il lunch alle 12.00 e se partite per l’ora di cena potete cenare con vista pista, riservando il tavolo. Nel negozio food potete acquistare le meraviglie che i Chiari producono da anni, tra cui Sua maestà il Nero. Non sapete cos’è? É il parmigiano più pregiato che c’è in commercio con la crosta nera, l’unico che ha vinto il premio a Parigi››.
Photos: prioritypass.com LOUNGE SEOUL
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LOUNGE LONDRA HEATROW
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LOUNGE JOHANNESBURG
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NOTTE IN MODA Atmosfere retrò e sapore gitano per il servizio fotografico che
ritrae alcuni degli abiti presentati durante la scorsa edizione di “Notte in Moda”, evento nel quale le allieve dell’Associazione Culturale ArteModa mettono in mostra il loro talento. “Notte in Moda” è la sfilata conclusiva dei corsi annuali tenuti da ArteModa e che ogni anno allieta le serate del litorale fanese. L’eleganza degli abiti di sartoria si sposa alla perfezione con l’arte circense del Petit Cabaret 1924.Dal modellismo alla confezione, dalla storia della moda alla scienza tessile, Michela Ricci, fondatrice
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di ArteModa, introduce allieve ed allievi al meraviglioso mondo della moda. Il successo ottenuto dalla scuola ArteModa negli anni ha portato all’attivazione di nuovi corsi e al coinvolgimento di nuovi insegnanti, capaci di coprire le diverse esigenze formative nel settore della moda. Sono stati introdotti corsi di stilismo e fashion design, borse e accessori, cucito creativo e macramè, fino allo sviluppo di tecniche di moulage che ha permesso alle allieve di cimentarsi in nuove sfide creative. www.artemodascuola.it
Photos: Wilson Santinelli Hair Style: Francia Adriano Parrucchieri Lounge Make up: Les Dames Models: Federica Frioli, Marica Caldari, Camilla Barduagni, Chiara Battistelli, Selbe Faye Sciarrini
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RITRATTI DI STILE Donne del Tempo presente, raccontate attraverso gestualità, scelte di moda e lifestyle di Marianna Redaelli
Nouvelle Nouveau. Scrive Flaubert nel romanzo Salammbo: “I
suoi orecchini erano due zaffiri che sostenevano delle perle cave con dentro fumi di profumo liquido. Le gocce, che cadevano di tanto in tanto attraverso i fori nelle perle, tracciavano dei disegni sulle sue spalle nude, calde”. Sono gioielli “Arts and Crafts” quelli sognati e amati dalla romantica contemporanea. Ornamenti in cui sembra spirare “le frisson de la vie”, in cui la bio-logica della natura esorcizza le brutture della massificazione e ripara in un mondo preraffaellita. Neo-Art Nouveau, una precisa grammatica del Decoro che è necessità: si concretizza nella linea “a frusta”, dinamica, serpentina, dal tratto netto che determina volumi complementari, spazi implosivi e autonomi. Linea vigorosa su abiti e accessori come un nastro che si ripiega a fiocco, ( Alexis Mabille, Valentino couture) una ruche che si stratifica (Anteprima, Lanvin), una balza che si fa gorgiera (Chloè) polsino (Chanel) e cintura (Borba Margò) un orlo che si dilata esasperato ( Nina Ricci), una girospalla che è accenno d’ala (Ysl). Linea simbolica ed evocativa sia nelle stampe (micro Liberty per i brevi vestiti a corolla di Balenciaga, “fiammeggi” per le robes di Erdem ) sia nei gioielli in cui la bellezza “clinica” del dettaglio eguaglia l’armonia dell’insieme: pistilli emergono da stami fecondi, boccioli e petali di glicine, mimosa, anemone, begonia, margherita, lillà e carnose orchidee. Oppure linea che si sdoppia, si moltiplica e propaga in fasci ondivaghi, in strutture linfatiche fitomorfiche, in chiome fluttuanti, in drappeggi e pepli setosi (Vionnet) che sembrano membrane reticolate di vene, in sandali che rampicano e fioriscono lungo la gamba. È una novella “Serpentintanzerin”, una Loie Fuller danzatrice di veli, che fa turbinare attorno a sé metri e metri di tessuto leggero e opalescente, fino a trasformarsi con vertigini sempre più ardite in un’enorme crisalide, la cui metamorfosi, da uno slancio luminoso ad un improvviso abbandono, ricorda il ritmo creativo dell’energia insito nelle forme della natura, nelle piante, negli organi di volo degli uccelli. Di farfalle, libellule, coleotteri, api e scarabei vorrebbe le ali. Di pavoni, cigni, rondini e colibrì vorrebbe il piumaggio. Di serpenti, rettili e anfibi l’ambigua sensualità. Di chimere, dragoni, sirene e creature mitologiche, il mistero ancestrale. Indossa gioielli che sono microcosmi metafisici, bestiari e giardini in cui tecniche virtuose di lavorazione e padronanza sui materiali ne enfatizzano l’emozionalità. Metalli e gemme notoriamente “duri” si trasformano il liquida murmure. Opale, pietra di luna, perla, peridoto, cristallo lavorato a “pate de verre”, gocciolano dal metallo, dal corno e dell’avorio come muco organico lattiginoso, primeggiando sulla
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Troy Brooks @ New York Gallery freddezza del diamante. Gli smalti blu, verdi, rossi, gialli, magenta sono lavorati e incastonati su fragili esoscheletri di metallo: cloisonnè, pliquè à jour, cabochonnè e champlevè. Queste le tecniche di smaltatura che conferiscono al cristallo la profondità del mare e la consistenza della rugiada. È una romantica flamboyant, una “Princesse lointaine” idealizzata da Alfhonse Mucha nei suoi disegni, a tratti drammatica, curiosa ed esotica. Si cinge il capo e la fronte di grovigli di steli, foglie d’edera e gigli; rivoli di linfa dorata e polline le ricadono lungo il viso (Valentino Couture) e le spalle; libellule antropomorfe, scarabei, calabroni e creature tentacolari marine le si poggiano sul decolletè, in totale simbiosi. È una Salomè emancipata, annoiata, capricciosa che con noncuranza da vegetale, rimira serpenti, ragni e tritoni contorcersi in spirali smaltate sui polsi e avambracci, aggrovigliarsi alle dita, al collo, alle orecchie, spingersi fino alle caviglie.
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LIFECLASS PORTOROSE: VACANZE AL FEMMINILE di Enrico Sanchi
C‘è sempre una buona ragione per concedersi una vacanza
in Spa con le amiche. La complicità di un’amica, gli spensierati momenti che scorrono in serenità fra chiacchiere, risate e ore di autentico relax sono gli ingredienti per rendere una vacanza indimenticabile. Tra le donne le esigenze sono all’unisono e non ci sono problemi di orari o ritardi nei preparativi da dover giustificare a un compagno o un marito insofferente, se poi la vacanza è firmata LifeClass Portorose allora si sfiora la perfezione perché dopo un massaggio, un tuffo in piscina, un pomeriggio trascorso a fare shopping si arriva a degustare la cena di carattere mediterraneo preparata con cura in maniera genuina ed ecologica. Alle Terme Portorož, si può scegliere uno dei tanti trattamenti dedicati a donne che vogliono respirare aria pura e scelgono uno stile di vita sano. La festa della donna, può essere un’occasione per sperimentare questa vacanza al femminile e scoprire che un rituale di bellezza condiviso può nutrire un’amicizia consolidata o arricchire il rapporto mammafiglia. L’ultimo nato degli alberghi del gruppo LifeClass è una meta ideale: il 5 stelle Mind Hotel Slovenija. Un ambiente progettato alla ricerca dell’equilibrio perfetto, dove colori e design si uniscono alla ricerca di un significato profondo e un profondo stato di relax. Il verde rilassante, il blu dell’introspezione danzano nelle ampie stanze che si illuminano con la lucentezza dei bianchi cristalli di sale. Sale che è il protagonista di trattamenti depurativi e rilassanti nel Centro Thalasso, uno dei 7 centri che fanno parte delle Terme Portorož che utilizza tutti prodotti derivati dal mare come il fango, il sale e la preziosa Acqua Madre, per il benessere di ciascun individuo
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e in particolare della donna. Il centro SeaSPA è una vera oasi di relax, offre un ambiente dai colori rilassanti e tenui che richiama quello delle vicine saline, piscine con acqua di mare riscaldata per potersi concedersi un corroborante e salutare tuffo in mare tutto l’anno. Non manca anche una zona dedicata a sauna e bagno turco. Prima di entrare nel bagno turco aromatizzato o nella Sauna Finlandese si può scegliere uno dei tanti prodotti a disposizione nello speciale “Angolo Spa” a seconda che si voglia effettuare un rinvigorente peeling alle gambe oppure una maschera nutriente al viso. Nella sauna finlandese un esperto più volte al giorno vi farà sperimentare diversi mondi aromatici. Al termine del rituale potrete rafforzare le vostre difese sottoponendo il corpo ad un shock termico, raffreddando rapidamente il corpo grazie all’angolo del ghiaccio per dare una sferzata di energia e risvegliare la circolazione sanguigna. Infine nella stanza dedicata al relax grazie all’antica terapia del suono con il gong si potranno raggiungere con facilità stati di profondo rilassamento e di meditazione. L’aria fresca marina è ideale per tutti coloro che hanno problemi di asma e allo stesso tempo contiene molti ioni negativi e antiossidanti che rafforzano le difese immunitarie, migliorano la concentrazione, diminuiscono l’insonnia, la depressione, il mal di testa e la stanchezza. Al LifeClass Portorose vi aspetta una vacanza sana con un attenzione particolare al cibo e alla sua preparazione. I saporiti piatti della dieta mediterranea si uniscono alla più tradizionale cucina Istriana grazie ad ingredienti locali, frutta, verdura a chilometro zero e pescato del giorno inventano una dieta salubre, genuina: una sana abitudine da imparare e continuare anche una volta rientrati a casa.
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BEAUTIFUL CURVY IL CALENDARIO DELLE BELLE CURVE di Giovanni Bruscia
Troppo spesso ciò che non rientra nei canoni della “ normalità” o
meglio dell’”ordinarietà” viene concepito come privo di interesse e come qualcosa che deve essere escluso. Oggigiorno ciò che conta maggiormente è l’apparenza ed è necessario essere affascinanti e di bella presenza. Questo è tanto più vero se si prende in considerazione l’ambito della moda, settore in cui le modelle rappresentano un ideale di bellezza quale punto di riferimento per tutti gli altri. Si tratta però di una visione miope poiché essa rappresenta soltanto un aspetto marginale. Perché discriminare e non considerare degne di attenzione anche tutte quelle persone specialmente donne, non di bellissimo aspetto? Soltanto per motivi puramente estetici? È questa una lettura superficiale dal momento che bisogna saper andare oltre, analizzando anche la personalità e gli aspetti interiori di queste persone. Queste convinzioni sono alla base dell’idea progettata ed elaborata da Barbara Christmann, giunta alla sua quinta edizione. Stiamo parlando del calendario “Beautiful curvy 2017”, il cui messaggio principale è proprio quello di veicolare un messaggio più interiore e profondo grazie all’uso magistrale della fotocamera di Stefano Bidini, fotografo di moda che collabora al progetto fin dal primo anno. Non solo dunque un calendario di semplici fotografie e date, ma molto di più. E non solo donne tra i soggetti fotografati. Uomini e donne di età , origine e stili diversi tra loro ma che hanno invece in comune un passato doloroso, fatto di esclusioni sociali, scherni e derisioni per avere come unica colpa quella di non voler aderire a dei modelli di perfezione propri di un sistema che tende a far passare in secondo piano anche le sofferenze psicologiche e fisiche che esso è in grado di causare. Purtroppo l’amara verità è questa: il sistema vuole renderci e creare soggetti sempre più simili tra loro, in un’ottica di vera e propria omologazione. È da queste ragioni che invece emerge la necessità e la volontà di rivalsa a partire da una ferita personale. Ed è ciò che si ritrova in ciascuna fotografia del calendario, in grado di esaltare la vitalità, la bellezza e la forza interiore in ciascuna
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delle sue forme. 29 le protagoniste del calendario 2017 , tra cui un volto noto al pubblico, quello di Paola Torrente, 22 anni e seconda classificata all’edizione 2016 di Miss Italia. 1 metro e 80 centimetri e taglia 46 per la giovane salernitana. Diversità e importanza di avere e mantenere una propria identità. Questo l’obiettivo del calendario che presenta anche due uomini. I protagonisti , di età compresa tra i 20 ed i 50 anni vengono da Paesi molto diversi tra loro, a dimostrare come nonostante le differenze culturali ciò che conta maggiormente è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica attraverso un volto, un corpo e il proprio spirito, con particolare attenzione al target giovanile , come dimostrato anche dalla presenza di giovani mamme. Un’idea di successo che si basa sulla costanza e perseveranza della sua ideatrice Barbara Christmann, redattrice e corrispondente moda anche per testate internazionali e grazie al sostegno economico di aziende della moda che hanno apportato un contributo significativo all’iniziativa. Tra le più conosciute troviamo “Big and Tall”, “Bonprix”, “Parah” per l’intimo donna e “Liberti” per i costumi da bagno e “Curvissime” per gli abiti da sposa “Plus Size”. L’ideatrice del progetto si definisce una “ donna in carne” ed è da questo aspetto che le è venuta ormai cinque anni fa l’idea di un calendario con protagonisti curvy. Protagonisti sapientemente valorizzati di fronte all’obiettivo della macchina fotografica di Bedini anche grazie agli accorgimenti della makeup artist Valeria Orlando , in aggiunta agli hair stylists dei Saloni Framesi e dalle stiliste Pia Johansson e Cecilia Cristoforetti. Ecco dunque il prestigio del calendario Beautiful Curvy 2017, in grado di trasmettere un messaggio positivo che consiste nel comprendere come il vero amore , quello autentico , risiede all’interno di ciascuno di noi e che al tempo stesso è fondamentale il rispetto della diversità e stare bene dentro di sé. Gli ultimi dati parlano di 100.000 download per il calendario Beautiful Curvy 2016 ed un trend in continua crescita, come ricordato da Barbara Christmann. Quindi, ricordate, l’importante non è apparire, ma essere sempre se stessi e belli non solo fuori ma anche dentro di sé!
Photo: StefanoBidini Bidini photos: Stefano
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IL GIOIELLO DI FORMA:
PESAVENTO Luminosità forma design e leggerezza sono gli aggettivi che
descrivono al meglio questo gioiello realizzato in argento, capace di trasmettere emozionare e realizzare desideri. Gioielli affascinanti che incantano e seducono al primo sguardo, sono luminosi non passano inosservati. Una firma con stile italiano, il quale ha una clientela internazionale che apprezza e ama il prodotto Made in Italy. L’argento 925 è la materia che Pesavento ha deciso di lavorare per realizzare questi strepitosi gioielli, seguendo una coerenza e una costanza dal 1992 ad oggi, dando forma a collezioni di successo mantenendo una identità e una riconoscibilità a pari passo con le tendenze e le mode che si sono susseguite e che continuano a correre. Questo prodotto è il risultato di una serie di ricerche che unisce la lavorazione orafa italiana, con l ‘innovazione stilistica e la sperimentazione tecnologica. Chiara Carli e Marino
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Pesavento sono gli artefici del Brand, ideatori di collezioni splendide, i quali insieme al loro Team affiatato, con tanta passione e impegno realizzano gioielli Made in Italy , che si differenziano per design, stile, innovazione e gusto. I loro gioielli non hanno orario, si possono indossare dal mattino alla sera, non sono mai fuori luogo, sono luminosi ma allo stesso tempo discreti. Dna Spring e Polvere di Sogni, sono le collezioni più apprezzate e desiderate dalle donne, amate per il loro riflesso luminoso, per le forme morbide, moderne e minimal con un design nitido e forte accanto al fascino del Bestseller che ha segnato il suo esordio con eleganza. Gli anelli con volumi precisi e forme futuristiche che hanno esteso la fantasia a un parterre di collezioni scintillanti e luminose, non mettono freni alla creatività. La donna Pesavento ama l’accessorio, è consapevole che con esso può cambiare in maniera esosa il suo outfit.
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GRANDE SUCCESSO PER LA PRIMA EDIZIONE DI
SWISS BEAUTY EXPO LA FIERA INTERNAZIONALE DEL BEAUTY A LUGANO Grandissimo successo per la prima edizione di Swiss Beauty
Expo, tenutasi a Gennaio al Centro Espositivo di Lugano. La fiera internazionale, già dal suo debutto, si è proposta per essere la più importate manifestazione del settore presente in Svizzera; le tre giornate sono state l’occasione per far conoscere al pubblico le grandi aziende del settore estetico. Molte le aree che hanno animato le giornate: gare, workshop, esposizioni, conferenze, sfilate e numerosi spettacoli. Due i segmenti che sono stati protagonisti principali: “Campionato Svizzero Make-up”, presentato dall’organizzazione e inserito in una specifica e bellissima cornice espositiva, e il “Campionato Svizzero Nail Design” in collaborazione con INJA (International Nail Judges Association), presente per la prima volta sul territorio elvetico. Non è mancata neppure la presenza di aziende e momenti legati al settore del trucco, la presentazione di nuove tecniche e di nuovi protocolli professionali, oltre alla presenza di numerosi artisti di fama mondiale come
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Pablo Art Director Gil Cagnè e Olaf Tabaczynski.La manifestazione investe sulla formazione e ha visto la presenza di alcuni dei nomi più referenziati nel settore dell’estetica come Simona Casadei, Ennio Orsini e Emanuela Lanni. La direzione artistica è stata affiata all’ hair stylist internazionale Carmelo Spina, che nell’occasione ha anche festeggiato con un grande show i suoi 25 anni di carriera. Spina ha condotto la manifestazione insieme a Valentino Odorico, uno dei giornalisti noti in Svizzera per ciò che riguarda moda e lifestyle. Le varie gare, divise per diverse categorie, sono state premiate con importanti premi: da premi in denaro, alle opere scultoree dell’artista internazionale Manuela Mollwitz. Importante la copertura mediatica, garantita da tutti i media-partner presenti all’evento: giornali, radio, televisioni, agenzie di pr e stampa, oltre a servizi dedicati come quella della RSI Svizzera. Già annunciata la seconda edizione, prevista per il prossimo anno che promette novità nel settore della bellezza. Per altri informazioni: www.swissbeautyexpo.ch
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Design
DESIGN
MINIMALE
S28 è uno studio di architettura che nasce dalla collaborazione tra
gli architetti Marco Testa, Cristina Binello e Manuela Smedile, con preparazione e competenze professionali diverse. Le molteplici specializzazioni dei soci si sono consolidate in oltre 20 anni di esperienza professionale nel campo della progettazione urbana e architettonica, dell’interior design e dell’architettura dei giardini per committenti pubblici e privati sia in Italia che all’estero. Le competenze spaziano dalla ristrutturazione alla nuova costruzione di edifici residenziali, scolastici, uffici e spazi commerciali. Uno degli ultimi progetti eseguiti dallo Studio S28 ha previsto la ristrutturazione di una residenza privata di oltre 230 mq a Roma in Vigna Stelluti, uno dei quartieri più eleganti e residenziali della capitale. L’appartamento si trova in un edificio degli anni 50/60. L’esigenza dei proprietari, una coppia giovane e dinamica, è stata quella di avere una rappresentanza con boiserie in legno, una zona notte, composta da tre camere da letto di cui una padronale con
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cabina armadio sia per lui che per lei, quattro bagni, di cui uno di servizio, altri due composti da vasca, doccia e doppio lavandino e l’ultimo invece di utilizzo per gli ospiti. È presente inoltre una grande cucina. La caratteristica dell’abitazione è quella di avere una pianta regolare con tre lati interamente vetrati con finestre cielo terra. È una casa molto luminosa che ha permesso la scelta di utilizzare il colore grigio per la tinta delle pareti. Lo Studio per la ristrutturazione si è ispirato allo stile moderno e minimalista che richiama l’atmosfera dei loft newyorchesi, grazie all’utilizzo delle pareti scorrevoli che permettono di variare e vivere diversamente gli spazi nei diversi momenti della giornata e nelle differenti occasioni conviviali. I materiali utilizzati per la ristrutturazione dell’immobile sono il vetro, il legno di rovere con finitura a cera opaca, il marmo bianco assoluto, la pietra naturale grigia d’avola con colori neutri che vanno dal bianco e il grigio. Gli arredi su misura sono stai realizzati da artigiani ad esclusione della cucina realizzata da Meson’s cucine.
Photos: Giulio Speranza
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Food
A PESARO TORNA A BRILLARE UNA STELLA: QUELLA MICHELIN DI
STEFANO CIOTTI di Emanuela Amy Rossi
Lo scorso 15 Novembre 2016 al Teatro Regio di Parma, Stefano
Ciotti ha ritirato l’ambito riconoscimento della gastronomia nazionale ed internazionale: la stella Michelin alla cerimonia della Guida 2017. Nella Marche quindi, oltre ai già noti Uliassi di Senigallia, Madonnina del Pescatore a Marzocca di Senigallia, Andreina di Loreto ed Emilio a Fermo, si aggiunge il pesarese Nostrano. Un ristorante, vicinissimo al mare, essenziale e moderno nell’aspetto, curato nei minimi dettagli grazie anche all’estro di Marco Morosini Brandina. Ad un anno di apertura già diversi riconoscimenti: il “cappello” de L’Espresso e le due “forchette” della Guida Gambero Rosso. È un grande onore per la città di Rossini avere uno chef come Stefano Ciotti. Stefano, davvero complimenti! Come ci si sente ad avere questo importante riconoscimento? Felicissimo! Per prima cosa per me e per il lavoro che in questi anni ho svolto ma contento anche per la città di Pesaro che merita di avere un ristorante stellato. È una città meravigliosa e deve essere conosciuta e scoperta anche attraverso l’enogastronomia ed il circuito della ristorazione.
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Inoltre, in questo caso l’attività è mia quindi la soddisfazione è maggiore, nel 2009, invece lavoravo in un ristorante di altri. Quali erano i sogni di chef Ciotti da bambino? Da bambino volevo fare prima il calciatore, poi il musicista perchè ho sempre amato la musica ed il ritmo. Tutti dicono che ho una bella voce e, lo dico solo a voi.... imito Al Bano! Spesso in cucina, mentre cucino, canto a squarciagola! Accetteresti di condurre Master Chef? Non penso faccia al caso mio. Mi piacerebbe condurre un programma in cui si veda bene e con calma il procedimento, la preparazione del piatto e la scelta delle materie prime. Per me questo è di primaria importanza. Il piatto che più ti rappresenta? Indubbiamente i Calamari arrostiti con le polveri di Sicilia e una crema di pera con vaniglia. Sta avendo molto successo! Cucino questo piatto da tanti anni proprio perchè racchiude il mio pensiero.
Tu sei Riminese. Cosa spinge un romagnolo ad aprire un ristorante a Pesaro? Si, sono nato a Rimini ma ho sempre vissuto a Montefiore Conca che si trova vicinissima alle Marche. Sono venuto a vivere a Pesaro dopo aver conosciuto Giorgia, la mia compagna, che è di Urbania. Entrambi amavamo Pesaro ed è stato naturale aprire un ristorante in questa città.
Raccontaci, allora, il pensiero, la filosofia di Nostrano. Il nome Nostrano mi è venuto in mente diversi anni fa, mentre cucinavo. Un lampo, un’ illuminazione che descriveva esattamente il mio modo di cucinare. Piatti nostri, della tradizione, con nostri prodotti ma rivisitati in chiave moderna. Segnai su un foglio questo nome e mi dissi: “ Se un giorno aprirò un ristorante lo chiamerò Nostrano”. Ci ho creduto talmente tanto che quella semplice parola poi è diventata il nome di un ristorante, il mio.
Anche nel 2009 avevi avuto una stella Michelin in qualità di executive chef al Carducci 76 - Vicolo Santa Lucia di Cattolica . Che differenza c’è con quella ricevuta oggi? Nel 2009 ero davvero molto giovane, poco consapevole e non in grado di gestire un premio così grande. Certo, ero felicissimo come oggi, chiaramente, ma ora ho maggiore consapevolezza e maturità.
Come hai conosciuto Giorgia, tua compagna e attuale manager del ristorante? In un viaggio con amici. È stata fondamentale e lo è tuttora. Io sono uno chef e non mi intendo di amministrazione. Lei sì, ha studiato ed ha spiccate doti amministrative e gestionali. Senza di lei non avrei mai aperto un ristorante.
Photos: Roberto Masi
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Delizioso. Veloce. Genuino. Una cosa è la pausa pranzo. Un’altra è la pausa pranzo QP Lunch. Dal lunedì al venerdì, dalle 12:30 alle 14:00 pranzo a buffet Via Chiabrera, 34c 47924 - Rimini T. 0541 393238 info@qplunch.com
Foto: Alessandro Giovanelli
qplunch.com
Food
MI CHIAMO PAOLO E SONO UN GOLOSO di L.I.T.
“Mi chiamo Paolo e sono un goloso”
Questo l’incipit che accoglie gli avventori in uno dei più caratteristici locali di Marotta. Un po’ ristorante, un po’ taverna, un po’ wine bar con la possibilità di acquistare prodotti eno-gastronomici di prima qualità, magari dopo aver passato qualche momento piacevole a scambiare chiacchiere e consigli su cosa degustare con lui, Paolo Magno in persona, al secolo Paolo Valentini. Da 28 anni nelle Marche, originario di Milano. Apre il ristorante 2 anni fa. È sempre aperto da allora ad eccezione del mercoledì e della domenica a pranzo. Non solo mescita,ma anche possibilità di asporto e ampia scelta di piatti da consumare espressi. Menù sempre fresco che cambia ogni giorno. Non manca mai una selezione di formaggi e il vino prodotto in tutta la penisola persino da una comune anarchica. In Manduria scoperta da Paolo nella sua personale esplorazione e formazione filosofico - gastronomica che è quella tradizionale del colto e mangiato! Ricerca e viaggi di consegna ,alla scoperta di prodotti e materie prime, lo portano all’interno di quelli Italia che lui stesso definisce “un microcosmo di piccole realtà di agricoltori, allevatori, casari e norcini, conoscere i quali è un privilegio!“. Paolo è ovunque nel locale: al bancone che ha costruito lui stesso, ma anche agli acquisti e all’ideazione dei
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messaggi e degli accessori che costellano un ristorante ricco e multiforme, un puzzle che ancora non riescono a terminare. Gli si affiancano Anna (la sua signora), Matteo ai fornelli ed Eleonora, in sala, quando la numerosa clientela lo richiede. Un team variegato con tante influenze da amicizie eterogenee compensato dalla mentalità aperta e creativa. Si prestano ad esperimenti gastronomici e a viaggi nella cucina e nelle materie prime anche di altre parti del mondo. Tante le etichette per una selezione di vini ricercata e per una ancor più personale scelta di birre. Tra i vini spicca il “Rosso Magno” etichettato e dedicato all’ attività, frutto d’ispirazione e lavoro di squadra con viticoltori e sommelier. La clientela (dai 25 anni in su) reagisce bene alla proposta che punta sulla qualità e si basa sul pilastro ideologico della fiducia e sulla personalità di Paolo. La gestione familiare con le idee classiche della sana tradizione, lascia comunque spazio alle collaborazioni con altre realtà del territorio come la Magnalonga solo per citarne una e a versioni nostrane di sfide degne delle migliori kermesse culinarie. Occhio al territorio dunque e ben accette le iniziative della zona. Da Paolo Magno si privilegia il come quanto il cosa e l’ospitalità di Paolo è magna come il latinismo del marchio che concilia, con un gioco di parole, la storia con il personaggio di questo oste dei nostri giorni così carismatico!
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Music
PINK FLOYD LA MUCCA PIU FAMOSA DEL MONDO di Teresio Troll
Nell’estate del 1967 esce l’album di debutto di una band inglese
destinata a diventare uno dei gruppi più popolari del rock: i Pink Floyd. La loro musica è nuova. Una sorta di navigazione musicale interstellare bizzarra e poetica il cui leader, il diamante pazzo Syd Barrett abbandonerà le scene l’anno seguente sostituito da David Gilmour, suo amico. Proprio lui insieme agli altri membri del gruppo soddisfatti del successo del primo lp, ma poco contenti della copertina realizzata dalla EMI e desiderosi di avere, come i Beatles una cover idealmente connessa alla loro musica. Chiese a due amici studenti di arte e cinema alla Royal Colle of Art di realizzare la loro copertina. I due amici Storm Thorgerson ed Aubrey Powell accettarono e, fecero un lavoro aggiuntivo per la EMI, includendo fotografie e idee di copertine per altri gruppi. Ebbero la possibilità di utilizzare la camera oscura del Royal College of Art, e quando finirono la scuola, negli anni sessanta in Inghilterra, si dotarono di attrezzature proprie. Prima una piccola camera oscura nel bagno di casa di Powell, e di lì a poco, nei primi anni settanta, affittarono uno spazio e costruirono uno studio. Quando iniziarono, Powell e Thorgerson scelsero per il loro studio, anche qui vige l’insegnamento dei Fab Four, un nome composto come Beatles era
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beat unito a beetle, come Pink Floyd, richiamando vagamente il fluido rosa, era composto dai cognomi di due bluesmen american. Così fu per loro. Scelsero ‘Hipgnosis’ ovvero l’affinità sonora con “ipnosi”, ma anche la combinazione di due termini contradditori, “hip” cioè nuovo e trendy, e “gnosis”, termine greco significante conoscenza, la conoscenza consapevole. Nel 1973, con la copertina per The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, di cui continuarono a firmare tutte le copertine, entrarono per sempre nel mito dell’iconografia non solo musicale. Il disco in se stesso ebbe ampio successo e l’immagine del prisma portò lo studio Hipgnosis ad essere il più richiesto: Led Zeppelin, Yes, Genesis, Nice, Peter Gabriel, Emerson Lake & Palmer, The Alan Parsons Project, Paul McCartney. Ancora oggi quella mucca che ti guarda e che aveva lasciati esterrefatti i dirigenti Emi ti chiede: “Pensi che la mia figura sia adatta alla tua musica? È veramente necessario che ci siano titoli per stupire la gente? Vuoi sapere se ci crediamo? Pagami quanto credi che valga... Quell’idea prodigiosa costò trenta sterline. Anni sessanta: non siamo diventati miliardari ma siamo entrati nella storia, a cavallo di una mucca.
First Premiere FRIDAY 12 & SATURDAY 13 MAY 2017
Music
MERK & KREMONT:
MUSICA NEL DNA di Enrico Sanchi
Hanno prodotto il vero tormentone del momento “Andiamo a
Comandare” di Fabio Rovazzi e “Bomber” dei Il Pagante. Giovani di talento che hanno fatto tanto ma in mente hanno altri obiettivi chiari da centrare. Federico Mercuri e Giordano Cremona in arte “Merk & Kremont” hanno già vinto dischi oro e platino, a poco più di vent’anni sono già dj e producer di musica dance o meglio un groove ritmato, via di mezzo tra l’underground e la musica da festival. Prodotti creativi musicali esportati all’estero nelle principali discoteche di Ibiza, Miami, Londra che hanno fatto ballare migliaia di giovani. Il duo elettronico conferma che il segreto del successo sta nell’avere idee vincenti che valgono più delle doti e del saper cantare. Li abbiamo incontrati a Milano e ci hanno rilasciato questa intervista per i lettori di Life&People magazine. Dagli oltre 18 milioni di visualizzazioni con il video di “Get Get Down” alla doppia collaborazione con Fabio Rovazzi da più di 100 milioni di clic. Qual è il vostro segreto? Il segreto per fare tante views in realtà non lo sappiamo, non è neppure il nostro obbiettivo. Ci piace produrre musica per noi e per altri con la speranza che le tracce funzionino e gli altri le prendano come modello o ispirazione per creare le loro. Un segreto, che è poi una caratteristica che ci contraddistingue da altri produttori è che non ci poniamo mai freni o “paletti estetici” all’interno dei quali produciamo un solo genere di musica. Se un genere funziona e piace noi cerchiamo di dare la nostra visione, in qualche modo. Nel corso degli ultimi anni è cambiato qualche aspetto nel vostro approccio alla musica? Sì, decisamente. Ora siamo più metodici, cerchiamo di lavorare esclusivamente ai progetti e ci diamo delle scadenze ben precise che cerchiamo di rispettare. Tuttavia, non è cambiata la passione con la quale apriamo un nuovo progetto su Ableton e iniziamo a “scolpirlo”.
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Il vostro ultimo singolo si chiama “Invisible”. Cosa vi ha ispirato per produrre questa traccia? Ci eravamo ripromessi che per il 2017 avremmo provato a rinnovare il nostro stile ed “Invisible” è stata la traccia con la quale abbiamo iniziato questa sfida! La nostra musica ha l’obbiettivo di stupire cercando di rimanere sempre molto funzionale per “la pista”. Questo singolo ne è l’esempio. Siete giovani ma vi esibite già all’estero. Come vi sembra viaggiare per andare a suonare magari dall’altra parte del mondo? Molto stancante! A parte gli scherzi, amiamo viaggiare e portare la nostra musica in tutto il mondo, torniamo proprio oggi dal nostro tour in Giappone: a volte non riusciamo a credere che ci siano delle persone dall’altra parte del mondo che conoscano a memoria la musica che produciamo. Siete molto attivi e presenti sul web, ormai pieno di storie e dirette sui social. Qual è il vostro rapporto con la tecnologia e con i fan? Utilizziamo le piattaforme social principalmente per tenere i nostri fans informati sulla data di uscita delle releases e dei tour. Però in realtà, non ci prendiamo mai troppo sul serio: a volte è capitato che partissero delle sfide interne su fb che ci hanno portato a fare esperienze divertenti e assurde, per esempio Fede si è tinto i capelli di grigio e Gio ha rilasciato una sua canzone rap. Ci dite ognuno tre aggettivi per descrivere l’altro? Fede: Creativo, appassionato, dispersivo Gio: strategico, appassionato, ritardatario. Qualche hobby oltre la musica? Federico è appassionato di tennis mentre Giordano gioca a scacchi.
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ELISA FESTEGGIA 20 ANNI DI CARRIERA CON L’ALBUM E IL TOUR “ON” Ha già raggiunto i 20 anni di carriera la cantautrice friuliana Elisa,
che di recente si è esibita in giro per l’Italia durante le tappe del suo tour “On”. Ma in realtà l’artista di Monfalcone (Gorizia) si è avvicinata alla musica già all’età di 11 anni, cominciando a scrivere testi e a comporre melodie. La celebrità, però, arriva grazie all’intuito della cantante e talent scout Caterina Caselli, che a un provino si accorge subito del suo potenziale e le fa firmare il suo primo contratto discografico con la Sugar. Ma da poco Elisa ha annunciato il divorzio da questa etichetta per passare alla Universal: una decisione che lei stessa ha definito sofferta e ponderata, dal momento che prova un’immensa gratitudine per chi l’ha lanciata e le ha fatto realizzare un sogno. La maggior parte del pubblico apprezza la cantautrice per la capacità di cantare in un inglese perfetto: le sue prime hit e i suoi primi album infatti erano interamente in lingua anglofona. La svolta è avvenuta nel 2001, quando presenta al Festival di Sanremo il brano “Luce (Tramonti a Nord Est)”, vincendo grazie ad esso la gara canora. Da allora alterna quindi al proprio repertorio canzoni italiane e inglesi: ora, con l’album “On”, ella è tornata a prediligere l’inglese, sebbene nella scaletta dei concerti abbia inserito singoli indimenticabili in lingua nazionale, come per esempio “Gli ostacoli del cuore”, “A modo tuo”, “Eppure sentire”, “Sorridi già” (cantata insieme a Emma e a Giuliano Sangiorgi durante la tappa romana al Palalottomatica), o l’ultimo successo “Bruciare per te”. Sul palco, insomma, è stato possibile ammirare una Elisa energica, allegra e più ballerina del solito. Con “On”, non a caso, ha voluto sperimentare nuove sonorità elettroniche (dal trip hop alla drum and bass, fino alla musica dance), dando una svolta più “pop” alla sua carriera. Un cambiamento di stile e di vita si è voluto rappresentare simbolicamente anche sul palco all’inizio dei concerti: in un primo momento, infatti, l’artista appare dietro a un grande velo che
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copre tutta la scena, alzato proprio dopo l’inizio del primo brano in scaletta “Bad habits”, durante il quale non a caso lei canta “gotta break bad habits” (ovvero “devo rompere con le cattive abitudini”). Nel corso delle serate, Elisa ha voluto cimentarsi anche nell’esecuzione di alcune cover: nella tappa di Firenze che ha inaugurato il tour ha duettato addirittura con il collega Renato Zero riproponendo la sua“Cercami”. Non poteva poi mancare “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini, che Elisa aveva già registrato nel 2003 per la colonna sonora del film “Ricordati di me” di Gabriele Muccino, mentre più inaspettato è stato l’omaggio a Leonard Cohen con “Hallelujah”. Come ha spiegato la cantautrice in persona, essa “è una canzone senza tempo, posso esprimere una vocalità diversa che magari non posso esprimere in altri brani. Ha una caratteristica che poche canzoni hanno: ha una profondità che le permette di essere giusta in situazioni particolarmente profonde”. Virando verso un genere più leggero di tipo pop-dance, Elisa ha dovuto adattare anche il look, rendendolo più colorato e sbarazzino in stile anni Novanta, con un taglio di capelli a caschetto che la fanno apparire più giovane dei suoi 39 anni. Secondo lei, l’icona di questo genere musicale rimane tuttora Madonna, di cui era una fan già ai tempi del disco “True Blue”. Dopo aver raccolto consensi da parte di critica e pubblico a febbraio 2017 anche in Inghilterra e in Irlanda, attualmente Elisa si sta preparando a festeggiare il ventennale di carriera all’Arena di Verona il 12, 13 e 15 settembre. Ogni serata sarà diversa dall’altra: la prima “Pop-Rock”, la seconda “Acustica” dalle atmosfere più intime, la terza in stile “Orchestra” con un esemble di oltre 40 elementi. Pur basandosi su scalette differenti, però, ci sarà una parte di canzoni in comune che verrà riproposta ogni sera. A intervallare le varie esecuzioni, poi, si preannunciano ospiti speciali, sorprese, incursioni dal mondo dello spettacolo, della danza, della moda e della letteratura. E si vocifera per di più la presenza del maestro Ennio Morricone come direttore d’orchestra.
Photo: Carolina Amoretti
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DJ ROSS L’ALLEGRIA E IL MIO SEGRETO di Dan Mc Sword
Dj Ross è sempre più un artista di riferimento nel panorama
della musica dance italiana: merito della sua casa discografica Bang Record, creata nel 2006, e della sua collaborazione con m2o, la più importante radio dance italiana, dove riveste il ruolo di programmatore musicale e conduce il programma “The Bomb”. Tra i suoi remix più prestigiosi, spiccano quelli per Vasco Rossi, Ligabue, Get Far, Moony. A breve, sempre per m2o, firmerà la nuova compilation discografica. Quando e come nasce The Bomb, il tuo programma radiofonico? “The Bomb è nato il 4 agosto 2007. Inizialmente andava in onda soltanto al sabato sera; dopo la prima stagione ci è stato chiesto di trasmettere tutti i giorni. Mi piace descrivere ‘The Bomb’ come un’ora d’aria, durante la quale non si debba pensare a niente e nessuno, abolendo ogni negatività: il nostro slogan preferito recita ‘giù l’interruttore dei problemi, su quello dell’allegria’”. Come vi ponete con il pubblico che vi ascolta? “Interagire con gli ascoltatori è diventato un momento essenziale di ogni trasmissione radiofonica. Chi ci segue può scaricare la applicazione gratuita di m2o sia su Apple Store sia su Google Play, ascoltarci in radio, on line, su m2o TV, inviare messaggi audio, video e foto. Adesso se ne parla come se si trattasse della cosa più naturale al mondo, ma fino a poco tempo tutto questo significava una sola parola: fantascienza”. Come si riconosce un disco di successo? “Difficile da spiegare! Come andare in un negozio e notare qualcosa che rispetto ad altre ci incuriosisca. Vogliamo dare qualche regola? Un brano deve essere piacevole, catturare l’attenzione, coinvolgere la maggioranza delle persone. Anche se alla fine i gusti sono gusti, ognuno ha il suo genere, il suo gruppo, il suo artista e la sua musica preferiti”.
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In generale, quanto è cambiata la radio negli ultimi anni? “I cambiamenti sono stati radicali: alcuni programmi sono scomparsi, altri si sono evoluti, altri sono stati inventati dal nulla. Per m2o, dal 2010 sono diventato il loro programmatore musicale, e cerco di dare un senso uniforme a tutto il flusso giornaliero, mentre prima ogni fascia oraria era gestita in autonomia”. Rispondete a tutti i messaggi che vi arrivano? “Cerchiamo sempre di rispondere a tutti, anche se non è facile come si potrebbe pensare. Ci proviamo, questo è poco ma sicuro, l’interazione sia in radio che sulle pagine social per noi resta un momento fondamentale. E i messaggi più divertenti e più brillanti spesso sono diventati jingle della nostra trasmissione”. Differenze tra le emittenti italiane e quelle straniere? “In assoluto le radio italiane sono lontane e diverse da quelle straniere. m2o è la radio in linea con i format stranieri: ogni emittente ha il suo target, la sua politica e il suo posizionamento, ma non credo di raccontare niente di nuovo”. Tra gli eventi più recenti ai quali hai partecipato, spicca sicuramente Break In Bang. Un party su un tram itinerante non capita tutti i giorni… “Con il team della mia etichetta discografica Bang Record abbiamo pensato ad un party pre-natalizio del tutto particolare: una festa su un tram anni trenta che per una notte ha attraversato le vie principali di Milano. Alla musica hanno pensato i nostri dj, una festa itinerante diversa da tutte le altre”. Tra pochi giorni uscirà la nuova compilation di m2o. Quali le novità? “Le nostre compilation escono ogni stagione, e sono firmate dai principali dj della radio. Un mix di brani di successo e future hit, un giusto equilibrio tra brani italiani e stranieri, con un’unica caratteristica: non devo mai far smettere di ballare”.
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ADA REINA CIOCCOLATO E MIELE di Dan Mc Sword
Classe 1989, origini sudamericane, Ada Reina mostra da sempre
una spiccata attitudine per la musica dance. Nell’ottobre 2015 inizia la sua collaborazione con Jason Rooney, il produttore italiano di fama internazionale, con il quale nel maggio 2016 dà vita al brano “Voy Saltando”. Un autentico tormentone estivo, tutt’ora in rotazione radiofonica. E dopo il successo del tormentone estivo “Voy Saltando”, la cantante sudamericana è appena tornata con il suo nuovo singolo “Chocolate Y Miel”: un brano intenso, positivo ed energico, proprio come lei. Entrambi i brani sono usciti con l’etichetta italiana Bang Record. Quanto è cambiata la tua vita dopo “Voy Saltando”? “Sono la ragazza di sempre, che continua a vivere di sogni per realizzarli e sacrifici. Dopo ‘Voy Saltando’ qualcuno in più sa chi sono”. Quando hai capito che sarebbe diventata una hit? “Sono contenta che dopo tanti sacrifici e lavoro la mia musica inizi ad essere capita da più persone. Spero che questo sia soltanto l’inizio di un mio nuovo percorso artistico. Io e Jason Rooney abbiamo capito fin da subito di aver fatto qualcosa che a noi faceva impazzire. Poi le cose sono andate sempre meglio e i risultati ci hanno dato e ci stanno dando tante soddisfazioni”. Una traccia di successo si costruisce con un team di successo. Che cosa significa per te collaborare con Jason Rooney e la Bang Record? “Sono davvero contenta di lavorare con tutti loro. Si tratta di un team giovane e con tanta voglia di fare e di provare a mettersi in gioco ogni giorno. Sono persone delle quali mi posso fidare e che hanno voglia di rischiare. Valori che non tutti hanno”.
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Che musica ascolti adesso? Chi sono i tuoi miti? “In questo periodo sto ascoltando in particolare una cantante che mi piace molto, TAL. Adoro il suo timbro e la sua musicalità. Sono sempre alla ricerca di nuovi artisti che possano ispirarmi. Amo guardarmi intorno. Non perdo però mai di vista le mie preferite di sempre: Jennifer Lopez, Beyoncè e Madonna”. Il tuo rapporto con i social network? “I social sono il mio pane quotidiano. Mi piace rispondere a chi formula domande sulla mia musica e cerco di essere presente per tutti”. Quanto c’è di latino e di italiano in te? Abitudini, comportamenti… “Le origini non vanno mai dimenticate e messe da parte, sono il mio sangue, il mio stimolo e la mia famiglia. Non smetterò mai di scrivere in spagnolo, di andare a ballare latino e cucinare piatti tipici sudamericani… perché amo tutto questo, e amo mescolare le culture anche nella musica”. Pro e contro della partecipazione ad un Talent e ai programmi televisivi dedicati alla musica. “Anche io ho partecipato ad un talent tempo fa (X Factor nel 2009 – ndr). La televisione ti offre l’opportunità di farti vedere e far conoscere la tua musica, ma il format spesso ti costringe a fare passi non voluti da te; se al termine del tuo percorso televisivo non arrivi alla fine, devi avere la fortuna di avere un team alle spalle pronto a supportarti al meglio al momento dell’uscita dal talent”. In futuro come ti vedi? Interprete di brani più pop o più dance? EDM, trap, o che cosa? “Posso soltanto dire che le sorprese non mancheranno, senza negare la mia passione per la musica trap e electro-latin”.
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Motors
DAVIDE PAPA PRESENTA LA NUOVA GIULIA ALFA ROMEO di Elena Parmegiani
Davide
automatico che manuale. Giulia ha un nuovo avanzatissimo sistema di sicurezza attiva e assistenza alla guida, una nuova piattaforma di infotainment, semplice da usare e non invasiva. Si ritorna alla trazione posteriore per il più puro piacere di guida. L’autovettura ha una nuova architettura di sospensioni AlfaTM Link in alluminio per offrire tenuta di strada in ogni situazione e un comfort unico. Sono stati utilizzati materiali ultraleggeri: fibra di carbonio e alluminio per una migliore dinamica di guida e per un sensibile abbattimento di consumi ed emissioni. Lo stile di Giulia si rispecchia nella semplicità, nell’equilibrio delle forme e nell’armonia delle superfici in uno stile distintamente italiano. Interni realizzati su misura, che mettono il pilota al centro dell’azione.
Giulia è diventata ormai un’icona del gruppo Alfa Romeo. In che modo è riuscita a valorizzare il brand e che contributo in termine di vendite e di immagine ha apportato alla casa? Sembra che l’Alfa Romeo Giulia sia già diventata la berlina premium più amata dagli italiani. Dall’inizio della commercializzazione la sedan del biscione ha ampiamente superato nelle vendite la diretta concorrenza tedesca. La nuova Giulia, le cui vendite sono cominciate a metà 2016, ha superato di slancio, su tutti i canali di vendita, le tre premium storiche del segmento che finora erano rimaste sempre imbattute. L’effetto Alfa Romeo Giulia ha finito per galvanizzare un po’ tutti i brand di FCA.
Come possessore di quest’auto cosa ti affascina nel guidarla? Quando ed in quali momenti della giornata la utilizzi? Utilizzo la Giulia Quadrifoglio 510 CV quotidianamente. È un mix esemplare di precisione, leggerezza e comunicatività. La sensazione principale è quella di un’auto solida, dalle spalle larghe e ben piazzata per strada, con un ottimo mix tra eleganza ed aggressività, con quest’ultima che spicca specialmente all’anteriore. La Giulia dà sempre la stessa sensazione: quella di un mezzo che forma un tutt’uno con l’asfalto e che risponde fedelmente ai comandi del pilota. La verità è che lo sterzo e l’assetto di questa macchina sono talmente appaganti che è molto più divertente pennellare le curve in scioltezza, con pochi tocchi al volante e guidando con un filo di gas.
Papa è un imprenditore nel campo del settore automobilistico e nonostante la sua giovane età vanta un curriculum di tutto rispetto: è stato infatti Presidente di Unindustria Frosinone e Vice Presidente Unindustria Lazio, da pochi mesi è il Presidente del nuovo comprensorio di Cassino. La sua azienda, Eco Liri Spa, di cui è il Presidente, è un gruppo che da quarant’anni è attivo sul territorio laziale ed è diventato nel tempo uno dei più importanti operatori commerciali in Italia per i marchi FCA: FIAT, ALFA ROMEO, LANCIA, ABARTH, JEEP, FIAT PROFESSIONAL. In esclusiva per le pagine di Life&People racconta le caratteristiche della nuova Giulia Alfa Romeo.
Quali sono le caratteristiche di questa vettura? Giulia si propone con diverse motorizzazioni: benzina 2000 200CV con cambio automatico, benzina 2000 280CV con cambio automatico e quattro ruote motrici, diesel 2200 150 CV disponibile sia con cambio manuale che automatico, diesel 2200 160 CV sempre con cambio manuale e automatico e diesel 2200 210 CV con cambio automatico e quattro ruote motrici. E poi Giulia Quadrifoglio 2900 V6 510 CV disponibile sia con cambio
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Che tipo di personalizzazioni sono previste? Per chi vuole dare una personalizzazione decisa alla propria Alfa Romeo Giulia è disponibile un bodykit completo, sempre in materiale composito, che comprende il front lip, le minigonne laterali e un grintoso estrattore d’aria al posteriore. Il kit può essere
completato con cerchi in lega dal disegno esclusivo, proposti nelle misure 17, 18 e 19 pollici. Si può personalizzare Giulia anche con soluzioni funzionali che rendono ancor piÚ pratica e sfruttabile la vettura. Sono infatti disponibili barre porta tutto, indispensabili per fissare un box sul tetto o per trasportare oggetti ingombranti, il gancio traino, organizer per il bagagliaio, tappetini in plastica, bulloni antifurto per i cerchi, sensori di parcheggio aftermarket e seggiolini auto omologati per bambini. Cosa ti piace del marchio Alfa Romeo e che valori il brand cerca di trasmettere al pubblico? Fin dalla sua origine Alfa Romeo si è distinta in modo unico e assolutamente originale nella creazione delle sue automobili. Ha saputo unire il design italiano ed un innato istinto per il dinamismo, al fine di suscitare emozioni autentiche. Con Giulia la casa Alfa Romeo scrive un nuovo capitolo della sua storia. Il guidatore e le sue emozioni sono al centro del progetto.
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Travel
HOI AN IL PASSATO COLONIALE DEL VIETNAM di Silvia Romio
Di tutte le città del Vietnam, Hoi An è senza ombra di dubbio
la più romantica ed affascinante, un miscuglio di oriente ed occidente che affonda le radici nel Medioevo, quando la città era un fiorente porto a cui attraccavano navi da tutto il mondo. Cinesi, giapponesi, olandesi, portoghesi e commercianti da tanti altri angoli del mondo passavano per Hoi An e molti vi rimanevano per mesi, tanto da acquistare o costruire dimore in cui risiedere stabilmente durante i numerosi soggiorni. È in questo crogiolo di etnie che risiede la ricchezza di Hoi An, una ricchezza prima di tutto immateriale, fatta di una straordinaria varietà culturale a cui si associava un altrettanto fiorente industria del commercio. Di tutti i prodotti smerciati in città, la seta rappresentò da subito il tesoro più prezioso, così pregiata da diventare oggetto del desiderio di facoltose nobildonne orientali ed occidentali, tanto da creare un flusso continuo di navi che salpavano dal porto cittadino cariche del pregiato e variopinto tessuto. Tanta bellezza è un richiamo irresistibile per i turisti che affollano le vie del centro e per i quali hanno aperto negli anni infiniti negozi di souvenir dove si vende di tutto, da bigiotteria a statue in legno ma soprattutto tanta seta. I foulard del prezioso tessuto riempiono le strade aggiungendo infinite sfumature a vie che sono già di per se stesse un tripudio di colore. Molte sono anche le sartorie artigianali che confezionano vestiti su misura: basta scegliere la fantasia che si desidera, indicare il modello preferito da un catalogo e in meno di 24 ore l’opera di sartoria è pronta per essere portata a casa, indelebile ricordo di un mondo che ha il sapore dolce dell’Indocina medievale. E poi ci sono le lanterne di seta, il simbolo più romantico di Hoi An, tanto da averle fatto guadagnare l’appellativo di Città delle Lanterne. Appese lungo fili invisibili che attraversano le vie, sembrano palloncini multicolore che fluttuano nell’aria. Di sera si accendono creando un’atmosfera magica, come lucciole colorate che ballano sopra le teste dei passanti. In alcune botteghe storiche è ancora possibile assistere alla costruzione delle lanterne, un processo interamente artigianale in cui mani esperte distendono
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ed incollano i pezzi di seta su intelaiature di bambù, dando vita a questi graziosi manufatti che sintetizzano tutta la leggiadria e la delicata bellezza di Hoi An. Se andate ad Hoi An dovete assolutamente visitare il mercato locale che è senza dubbio il posto migliore per conoscere la città. Anche se i turisti che lo visitano sono tanti, vista l’estrema vicinanza alla Città Vecchia, la bellezza autentica del mercato riesce a sopravvivere, basta saper guardare, osservare i dettagli ed ignorare le insistenti domande di acquisto che si ricevono praticamente da ogni bancarella. Addentrandosi tra i banchi e tra le merci si può assistere a scene di vita quotidiana con commercianti intenti a sistemare le cassette stracolme di ortaggi e prodotti vari, altri che triturano il cocco per farne farina o mettono gli spaghetti di riso, tipici di Hoi An, ad asciugare al sole, ed altri invece appisolati con la testa penzolante, incuranti della baraonda tutt’intorno. Il mercato di Hoi An è un luogo vivo, allegro, decisamente meno sporco di altri mercati asiatici, un luogo dove si incrociano sguardi, risate e sorrisi. Molti sono i residenti che qui vengono a mangiare, una parte del mercato è infatti interamente dedicata alla gastronomia, con tanti banchi che servono piatti tradizionali cucinati al momento. Ecco alcuni accorgimenti per il vostro viaggio: l’aeroporto più vicino è quello di Danang, a circa 40 minuti di taxi. Da evitare la corsa in bus da Hué, un’odissea infinita per coprire gli appena 90 chilometri che separano le due città. Se arrivate da Hué, prevedete un trasporto con auto privata. La Città Vecchia è chiusa al traffico, ci si può girare solo a piedi o in bicicletta. Per visitare gli altri quartieri o le spiagge basta noleggiare una bicicletta (1$ al giorno).Per visitare le case e i templi della Città Vecchia è necessario acquistare un biglietto multiplo, in vendita presso gli uffici del turismo situati al limite del centro. Il costo è più alto rispetto alla media dei monumenti in Vietnam ma dà accesso a numerosi edifici e il ricavato viene interamente devoluto alla salvaguardia del centro storico. Arrivederci al prossimo viaggio! dal libro “Vietnam Suggestioni D’Oriente” (Goware 2016)
Photos: Silvia Romio www.viaggiolibera.it
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CORSICA L’ISOLA DELLA BELLEZZA di Pietro Spadoni e Isabella Corsini
La Corsica è la quarta isola per estensione del Mediterraneo,
sin dall’antichità terra di transito per popoli e imbarcazioni e da sempre conosciuta per il suo fascino tanto da essere definita dai greci Kallíst (la più bella) e ancora oggi chiamata l’Île de Beauté ovvero “l’isola della bellezza”. Lo splendore dell’isola non dipende solo dagli scenari mediterranei, da spiagge incontaminate e acque cristalline che la rendono una destinazione ideale per le vacanze estive, ma anche dal meraviglioso scenario montuoso che le fanno meritare il titolo di “isola delle montagne sul mare” col contrasto mare/monti che rende magico un territorio già così ricco di fascino. Un quarto del territorio dell’isola è interessato dal “Parco naturale della Corsica” che si estende per circa 2000 km quadrati e garantisce la conservazione del paesaggio e la preservazione di flora e fauna della zona. Simboli dell’isola sono il muflone, una “pecora selvatica” che popola le montagne dell’interno, ed i maiali allevati allo stato semibrado da cui deriva una vasta produzione di salumi, una delle tipicità più apprezzate del territorio. Il nostro viaggio in quest’isola dai colori travolgenti inizia da Nonza, paesino a strapiombo sul mare riconoscibile dall’imponente torre, utilizzata fino ad un paio di secoli fa per controllare l’arrivo dei temibili pirati dalle coste nordafricane. La vista dal borgo offre un panorama eccezionale sulla spiaggia di ghiaia nera, che genera un favoloso contrasto tra l’azzurro del mare e il colore dei ciottoli. Inutile resistere al richiamo della spiaggia, così decidiamo di raggiungerla per trascorrere qualche momento di tranquillità e ci concediamo un
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bagno inaugurale nelle acque cristalline. Ci addentriamo nei giorni successivi nel Deserto des Agriates, un’area costiera così chiamata a causa dello spopolamento avvenuto agli inizi del XX secolo. Qui ci attendono le splendide spiagge di Lodo e Salecchia raggiungibili solo a piedi (o in barca): panorami caraibici con tanto di mucche al pascolo sulla riva. La tappa del giorno seguente è la spiaggia di Ostriconi che raggiungiamo superando le alte dune, catturati dai profumi e dai colori della macchia mediterranea. Spostandoci ancora in direzione sud scopriamo la pittoresca cittadella di Calvì, segnata dalla dominazione genovese e ci addentriamo tra fortezza, piazzette e vicoli tanto simili ai carruggi dei dominatori liguri. Il nostro viaggio si colora di smeraldo alla Valle del fiume Fango per un immancabile bagno rinfrescante alle piscine naturali e per la gita in barca nella Riserva Naturale di Scandola, sito patrimonio dell’Unesco e raggiungibile solo in barca. Qui è facile ammirare i rari falchi pescatori, rapaci dalle singolari abitudini predatorie in quanto cacciano i tanti pesci che arrivano sulla costa tuffandosi direttamente in mare. Infine, dal Golfo di Porto ci regaliamo i Calanchi di Piana con le formazioni rocciose di granito rosso, un luogo incantevole che regala singolari forme e creature bizzarre. È impossibile rimanere indifferenti di fronte a queste creazioni della natura che dominano la costa e si affacciano sul mare. È arrivato il momento di riprendere il traghetto, porteremo nel cuore e negli occhi gli scorci di quest’isola e i ricordi di un viaggio emozionante a contatto con una terra autentica che ha conservato la sua anima più “selvatica”.
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SERATE A TEMA
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TROPICAL CAFE snack, cocktail e aperitivi, sala slot aperto fino a tarda notte in viale Cairoli a Fano
Un originale impianto luci che simula una conduttura idrica con scambi e manometri ideato da Lucia Tomassini
Ristorante con specialitĂ di carne e pesce, pizzeria, cantina con ricca selezione di vini. A disposizione per convenzioni aziendali e pranzi e/o cene organizzati. Prodotti di qualitĂ a km 0
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