Doraetos Manga
Numero 0 - Anno I Agosto 2012
F u m et t i
M e d i ta z i o n i s u : One Piece Sono
Manhua: fra noi?
Focus On: Quezal I n t e r v i s ta a : G i o r g i o B at t i s t i Cominciamo da zero
Cominciamo da zero Q
uando Davide mi propose la realizzazione di questa rivista on-line, si è avverato il sogno di una vita; ho sempre desiderato collaborare con una rivista di questo tipo, ma mai avevo osato sperare che mi sarebbe capitata questa opportunità. Per non parlare poi del fatto che sono stato uno dei suoi fondatori! Nonostante il caldo di questi giorni e i nostri impegni, abbiamo continuato a lavorare per voi imperterriti. Questo numero d’anteprima è il primo frutto dei nostri sforzi congiunti e spero che vi piaccia. Considero questo progetto il più serio a cui ho partecipato finora. Stiamo cercando di essere il più professionali possibile e cercheremo di confermare le aspettative, le nostre e quelle dei lettori, e di raggiungere i nostri obbiettivi, sperando che non siano soltanto delle chimere. Insomma, per il futuro mi aspetto molte cose da questo progetto e dai miei soci, ma il mio più grande desiderio per il futuro è di riuscire a pubblicare i miei fumetti su questa stessa rivista e trovare degli autori non italiani con i quali collaborare. Infine mi farebbe piacere se lo staff di Doraetos si ampliasse, magari arruolando un altro grafico impaginatore, poiché il carico di lavoro non è indifferente da gestire per una sola persona. Sperando di non essermi dilungato troppo, costringendovi a saltare questo mio breve editoriale, vi saluto e vi lascio alla lettura di questo numero 0.
Massimiliano Cerruti
S
iamo ormai nel 2012, il terzo millennio è avviato, ma nel nostro Paese il Fumetto “Manga” non ha ancora lo spazio che meriterebbe. Ci sono fumettisti italiani bravi anzi, bravissimi che combattono contro ingiustificati pregiudizi. Doraetos Manga nasce proprio con il proposito di dare rilievo al lavoro di queste fantastiche persone. Uno spazio dove possano sentirsi a loro agio, confrontarsi, sperimentare e migliorare. Sono autori che, con il loro talento, sapranno intrattenervi, divertirvi e magari anche commuovere con i loro fumetti e le loro storie. Loro hanno bisogno dell’aiuto, del sostegno e dell’entusiasmo d i tutti noi appassionatidi questo genere; la situazione nel cosiddetto “Bel Paese” deve assolutamente cambiare. Doraetos Manga è il lavoro di tre persone, ma si sta sviluppando in tempi rapidissimi grazie anche alla collaborazione entusiasta di tanti altri: professionisti del settore, i nostri autori e i nostri affiliati. Il nostro impegno ora sarà quello di migliorare il nostro prodotto attraverso la partecipazione attiva di voi lettori. Questo numero 0 è solo un’anteprima, i contenuti sono tagliati e la grafica non è quella definitiva. Speriamo però che possa incuriosirvi e portarvi a leggere il numero 1 in uscita a Settembre. Vi ringrazio dell’attenzione e vi auguro Buona Lettura.
Davide Strano
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o i r a m Som Fumetti • Neve e il castello nel cuore del drago
Pagina 4
• Kumo-chan, la ragazza delle nuvole
Pagina 16
• Il collezionista di stelle
Pagina 24
• Il patto della volpe
Pagina 32
• Stone of Fate
Pagina 41
Articoli • Meditazioni sui Fumetti: One Piece parte 1
Pagina 13
• Focus On: Quezal
Pagina 20
• Manhua: Introduzione ai Fumetti Cinesi
Pagina 30
• Le interviste di Quezal: Giorgio “Jojo” Battisti
Pagina 37
• Gemellaggi e Forum
Pagina 44
• Contest Doraetos Manga: Vincitori
Pagina 58
• Note finali
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Meditazioni sui Fumetti
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Parte 1
Meditazioni su:
L
a meditazione che mi accingo a fare è veramente complessa. È complessa perché sto per toccare qualcosa di assimilabile al sacro e alcune delle mie opinioni potrebbero essere lette come bestemmie. È complessa anche perché mi è impossibile dare un parere definitivo sull’opera in questione in quanto ancora in corso in Giappone. È complessa perché bisogna valutare il fumet-
One Piece è il Fumetto Giapponese più venduto e sopravvalutato degli ultimi anni
to per quello che è, cioè un seriale, non autoconclusivo e non destinato a “voler insegnare o mostrare qualcosa”. Infine è complessa perché lo stile fumettistico di Oda è unico al mondo e ci vuole una buona disposizione
mentale oltre a una minima conoscenza delle logiche del fumetto giapponese per poterlo giudicare correttamente. O meglio, più che giudicare, vorrei dare un parere accorto dal quale magari far nascere dei confronti costruttivi. È per questo motivo che ho deciso di dividere la mia meditazione su One Piece in più parti. Verranno considerati i volumi dall’1 al 23 in quanto ho notato una certa linea di continuità nell’impostazione grafica, nello stile e nella regia, nonostante l’evoluzione. Tali riflessioni saranno valide finché non arriveranno cambiamenti sostanziali. Il vessillo della Nave di Rufi. Certi individui l’hanno appeso in cameretta o lo sventolano quando vanno in pedalò.
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Meditazioni sui Fumetti
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Alcune vignette dei primi capitoli in cui compare Nami. A Oda non piace disegnare le orecchie. Ripete errori che si porterà per molto tempo.
[…] Posso però riassumere così: One Piece è il Fumetto Giapponese più venduto e sopravvalutato degli ultimi anni in Giappone (e con tutta probabilità nel Mondo). Si tratta anche del Fumetto Giappo-
nese più famoso al mondo dopo Dragon Ball e può vantare un giro d’affari colossale come i giganti che di tanto in tanto Rufi & Co. incontrano sulla Rotta Maggiore. […] Ho iniziato a leggere One Piece solo
di recente. Inizialmente quasi lo snobbavo; quando ho provato a vedere l’Anime in TV mi dava estremamente fastidio che spesso i personaggi urlassero a squarciagola quasi senza una ragione apparente. Sfogliando gli ultimi volumi del Fumetto, invece, non apprezzavo la composizione delle tavole che generava oltre ad una certa confusione anche una lieve difficoltà di lettura sia dei dialoghi sia dell’azione stessa. [...] One Piece d’altro canto aveva anche un fattore grafico che mi attirava non poco: uno stile di inchiostrazione piuttosto simile a quello di Dragon Ball, che apprezzo molto. […] La mia sorpresa cresceva di volume in volume. Mi stavo ricredendo su molti aspetti: la composizione dei primi volumi è semplice, regolare, i dialoghi hanno la giusta misura e così via. Ho scoperto inoltre che One Piece è davvero molto divertente e lo humor abbonda. Probabilmente sono stati proprio la comicità dei personaggi e lo stile di disegno che
Copertina del capitolo 5. Fregare la Coca-cola al tuo amico delfino sotto un ombrellone? Solo Oda poteva pensarlo!
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Meditazioni sui Fumetti mi hanno permesso quasi di “divorare” i volumi. Tuttavia a poco a poco le impressioni negative che avevo all’inizio sono riaffiorate, e sono state confermate già prima degli eventi di Water Seven, seppure sotto una nuova luce e con la consapevolezza di come si sia arrivati a queste soluzioni. […] Iniziamo ora l’analisi vera e propria. Partiamo dal fattore che, secondo me, più ci attira alla lettura di un’opera: il disegno. Sin dai primi volumi le illustrazioni di One Piece risultano “tutte inchiostro”, non a caso Oda ha deciso di diventare Fumettista proprio guardando le opere del Maestro Toriyama. È chiaro che Toriyama è il suo punto di riferimento e, come lui, anche Oda prende dal celebre Saiyuki la struttura base dell’opera, tanto che il suo lavoro si può considerare un “Saiyuki sull’Acqua”. Come Xuanzang, insieme con Sun Wukong & Co. vanno verso Ovest alla ricerca di un Sutra, così Rufi e la sua ciurma vanno verso Occidente per ottenere l’ambito One Piece, che dopo tanti volumi ancora non è chiaro cosa sia effettivamente. Tutto è disegnato, Oda non usa nessun tipo di artifizio come certi tipi di retini, di cui non si serve se non dove
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strettamente necessario, o modelli in 3D. […] “Odacchi” si trascina, almeno fino alla parte da me analizzata, degli errori legati al corretto posizionamento delle orecchie. Prendete ad esempio l’immagine in alto, già di per sé piuttosto eloquente. In un viso regolare (visto frontalmente) le orecchie partono all’altezza delle palpebre e finiscono sulla linea delle narici. Le orecchie di Rufi & Co., invece, non tengono conto dei canoni e si trovano in una posizione errata, evidenziata dalle inquadrature di profilo, dall’alto e dal basso. Articolo di Davide “Dragoon88” Strano
Leggi l’ Articolo Completo sul Numero 1! Kaizoku-ō ni naru!
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Focus On
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Approfondimenti
Focus On: “E
che è ‘sto Quetzalcoatl dal nome impronunciabile?” fu il mio primo pensiero. Era la magica sera di Natale quando mi arrivò la mail di Davide in cui diceva che c’era da disegnare questa bestia mitologica: “una fusione tra un drago e un’aquila, con qualche trama mayanizzante e/o orientaleggiante”. Si prospettava una cosa divertente, il genere di mascotte che ogni mascottista sogna di realizzare da una vita (o almeno è quello che sognerei se fossi, appunto, un mascottista). 1) Faccio qualche bozza, e la fortuna vuole che il PRIMO tentativo sia quello buono. “Mai avuta così tanta fortuna” penso io, “sicuramente adesso mi capiterà qualcosa di brutto.” Dopo qualche settimana mi hanno
Quezal prosciugato tutti i soldi dalla Postepay, sul serio. 2) Dopo interminabili dubbi amletici sulla presenza di piume sulla fronte giungiamo ad avere le matite definitive, che ricalco con il tavolo luminoso su un
foglio abbastanza spesso per sostenere la china. 3) Inchiostro tutto usando un paio di pennini. Era un periodo in cui andavo più d’accordo coi pennini che col pennello.
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4) Inizio a fare un pò di prove per il colore: mi sbizzarrisco in piena libertà ma inutilmente, perché alla fine è direttamente Davide che mi dà i colori giusti. Peccato, mi ero già un pò affezionato alla versione verde-acqua. Per colorarlo prima scontorno il disegno (togliendo il bianco e tenendo solo la linea) e poi faccio su un altro livello le tinte piatte usando la Matita. La Matita, a differenza del Pennello, permette di selezionare al meglio la campitura di colore con la Bacchetta magica senza perdere pixel. Il livello con la linea rimarrà sopra tutti gli altri in modalità Normale. E 3.
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visto che ci sono lo blocco col lucchetto per evitare di imprecare in seguito, va là. 5) Utilizzando il Pennello e lo strumento Gradiente aggiungo delle leggere ombreggiature e vario in alcuni punti la tonalità del piumaggio. Ma proprio dei tocchi leggeri, eh. Ad esempio ho fatto più scura la fine delle zampe e del muso, è una cosa che mi piace fare anche nelle persone: aggiungere un lieve rossore al naso, alle mani o sulle spalle è un buon trucco per rendere i personaggi più “vivi”. 6) Ora è arrivato il momento di fare luci e ombre nette. OMBRE: in questo caso uso un blu scuro, le faccio con un normale Pennel-
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lo con opacità e durezza al massimo, e le metto in un livello Moltiplica a opacità 40%.
LUCI: su un nuovo livello prendo il bianco e scelgo un Pennello particolare che varia l’opacità col variare della pressione della penna (è nei Pennelli predefiniti di Photoshop), in questo modo posso ottenere dei colpi di luce più morbidi. Dopo aver fatto tutte le pennellate sulle parti più esposte alla luce metto il livello in Sovrapponi al 70% di opacità sopra gli altri livelli di colore. 7) Con lo stesso pennello con cui ho dato i colpi di luce, metto dei leggeri
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riflessi nelle parti in ombra. Li faccio su un livello in Colore scherma e modifico anche qui l’opacità per non farli troppo forti, dopotutto non c’è niente di particolare che rifletta la luce sulla parte in ombra, ma così mi sembra più equilibrato. Aggiungo altre cosine come il riflesso sull’occhio, una texture sulle decorazioni di pietra/creta/qualsiasicosasia, un’ombra più scura sull’ala dietro. E infine coloro la linea che divide il colore sul ventre per rendere più armonioso il cambio cromatico del piumaggio (è la prima volta in vita mia che uso le parole “armonioso”, “cromatico” e “piumaggio”, e le ho usate addirittura nella stessa frase!). Articolo di Gabriele Bagnoli
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Manhua
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Introduzione ai Fumetti Cinesi
Manhua: Sono fra noi? L
a Cina è un “Dragone in ascesa”. È l’unica nazione al mondo che ha mantenuto intatta una propria identità culturale per millenni. Dopo un secolo “buio” torna a far parlare di sé, oggi viene rispettata e da taluni addirittura temuta. La Cina (中国 Zhongguo, Regno di Mezzo come la chiamano i cinesi) probabilmente è l’altra faccia del mondo, l’unico modello culturale che per molti aspetti si può contrapporre al modello occidentale. Giorno dopo giorno abbiamo sempre più a che fare con la sua cultura. Questo incontro, progressivamente interattivo, porterà sicuramente a una evoluzione e/o a cambiamenti significativi. La Cina, ormai fabbrica del mondo, da tempo produce anche i suoi fumetti. Come qualcuno dice ironicamente “I
cinesi sono fra noi”; pure noi possiamo affermare che piano piano e silenziosamente i fumetti cinesi vengono pubblicati anche qui in Italia. I fumetti cinesi, questi ufo di carta e inchiostro, sono fra noi. Sono ancora pochi e non sempre di buon livello, ma esistono e sono in crescita. Daremo qui di seguito dei cenni sul Fumetto Cinese spiegandone le sue caratteristiche peculiari. In cinese fumetto si dice MANHUA e si scrive con questi caratteri 漫画 (Pronuncia Mànhuà). Non è facile identificare l’esatta origine del termine, ma probabilmente esso deriva dalla parola “Manga” (da notare che i caratteri usati in entrambe le lingue sono gli stessi).
Ci si potrebbe chiedere: i fumetti cinesi derivano quindi da quelli giapponesi? Non possiamo dare una risposta, poiché è una questione davvero complessa. Consigliamo però di provare a fare qualche ricerca personale sugli Emakimono e sui Lianhuantu (di cui parleremo prossimamente). Quello che possiamo affermare è che entrambi devono sicuramente la nascita delle loro forme di fumetto anche a lavori occidentali importati dagli stranieri. La parola “Manhua” indica generalmente tutte le forme di vignette, fumetti e lianhuantu. Il lianhuantu (o lianhuanhua) sono libri illustrati con scene sequenziali prive di nuvolette accompagnate da didascalie e sono prodotti tutt’oggi. Oggi Il mercato cinese del fumetto è diviso principalmente in due settori: “Manhua” locali e versioni cinesi di fu-
Un esempio di Lianhuanhua.
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Manhua
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Da sinistra a destra: la rivista Longman; copertina di 玄皓战记 [Xuán hào zhàn jì], un fumetto pubblicato su Longman; un esempio di Fumetto Realistico Cinese,龙虎门 [ Lóng hǔmén ].
metti giapponesi o occidentali. Il Fumetto Cinese ha delle peculiarità strettamente collegate al contesto sociale, politico e culturale in cui si trova e ha subito negli anni un’ evoluzione. Oggi i Fumetti Cinesi sono di vario genere e vengono pubblicati talvolta direttamente in volumetti o all’inizio di una rivista contenitore (come 龙 漫少年星期天 lóngmàn shàonián xīngqītiān, Pechino). Fino agli anni del dopo Mao e, in forma più ridotta anche oggi, il fumetto è considerato altresì un prodotto di penetrazione ideologica per le masse o utilizzato come strumento di educazione a “lungo raggio”. L’ideologia viene infusa a tutto, che sia comunista, moraleggiante o che si rifaccia agli insegnamenti dei grandi filosofi cinesi del passato. Attraverso i fumetti per bambini, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, veniva persino insegnato lo spirito unitario, la lotta all’invasore, l’avversione verso l’estraneo, il rispetto gerarchico e il rigetto della superstizione a favore della scien-
za moderna. In Cina il Fumetto non viene considerato come un sottoprodotto culturale come spesso avviene in Italia. Il Fumetto è “MEISHU ZUOPIN” (美术 作品 [měi shù zuò pǐn]), cioè “opera d’arte”, anche grazie al suo valore didattico; voce di questo settore è la rivista “Lianhuan huabao” a diffusione nazionale. Probabilmente il fumetto in Cina gode di questa valutazione anche per
un’importante analogia con i caratteri cinesi. Infatti un carattere non viene “letto”, ma “inteso e/o riconosciuto” anche senza conoscerne la pronuncia, quasi come i segnali stradali per noi; il fumetto, per mezzo dei disegni, riesce a comunicare qualcosa in maniera più veloce e intuitiva. Caratteristiche Generali del Fumetto Cinese: l Esistono sia “Manhua” con nuvolette sia senza nuvolette. l Maggiore presenza di didascalie. l Stili di disegno realistici o di derivazione “giapponese e straniera”. l Sia in bianco e nero sia a colori l Onomatopee autoctone. Articolo di Davide “Dragoon88” Strano
Anche i Fumetti Cinesi sono molto vari: si va da quelli più semplici a quelli più realistici.
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Le interviste di Quezal
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Le interviste di Quezal Spazio in cui Quezal si fa gli affari degli altri
Giorgio “Jojo”
Battisti I
Biografia
nizialmente influenzato dai classici Disney, è cresciuto in compagnia degli anime, nel 1996 capisce che la sua strada sarà il fumetto dopo aver ricevuto in regalo una copia del manga di Sailor Moon. Nel 2005 si diploma presso il liceo artistico della sua città, nello stesso anno crea la sua prima opera, Super Bunny Chu-Chu!, per partecipare al concorso per nuovi autori indetto dalla rivista Yatta!. Dal 2007 Super Bunny viene serializzato sulla web-magazine Mangaijin per poi essere pubblicato in versione cartacea nel 2009 dalla Cagliostro Editore. Sempre nel 2009 vede la luce il manga per bambini I viaggi di Marta e Ryuji pubblicato da Caludiana Editrice, sceneggiato da Raffaele Lamorte, anche autore dei testi di Eiga Love, edito da Tozai Manga, e del capitolo pilota di Agente Speciale Lucky sulla rivista Mangaka, della Coniglio Editore. A febbraio 2010, insieme con Raffaele Lamorte, tiene un corso a Bergamo di 3 giorni sulle forme, il mercato e la realizzazione dei manga. A maggio 2010 inizia l’esperienza da insegnate di tecnica manga durante il Manga Day per la Venezia Comix. Dal 2 al 23 settembre 2010 partecipa ad un viaggio studio presso la Yoyogi Animation Gakuin di Tokyo, per approfondire e migliorare le tecniche fumettistiche. Dal 1 al 31 ottobre 2010 torna ancora a Tokyo per mostrare i suoi lavori agli editor delle riviste Shonen JUMP, RIBON, GX Fantasy, Afternoon e molte altre. Da novembre 2010 cura ancora una volta il corso di tecnica manga per la Venezia Comix. Nel maggio 2011 partecipa con il suo manga Yukata LOVE alla creazione della fanzine Asakusa. Da novembre a marzo 2012 tiene il corso base e avanzato alla Manga School di Venezia Comix, a marzo ha tenuto inoltre un workshop alla Facoltà di Lingue Orientali Ca’ Foscari di Venezia. Nel 2012 inoltre collabora con Doraetos Manga con il suo lavoro Il Patto della Volpe e ricomincia i suoi corsi alla Manga School di Venezia. 37
Le interviste di Quezal
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Quezal Cosa ne pensi di chi, come te, ha uno stile di disegno molto orientaleggiante? Inoltre secondo te la situazione generale italiana come vi vede e/o come vi ha accolto? E i lettori cosa ne pensano di quello che avete già pubblicato?
Jojo Non posso che pensare bene di chi sceglie l’infuenza nipponica per creare le proprie opere, io sono uno dei tanti cresciuti durante la seconda grande invasione di anime e manga avvenuta in Italia durante i primi anni Novanta. In Italia negli ultimi venti anni il fenomeno “manga” è cresciuto davvero parecchio, nonostante le case editrici siano ancora molto, o quasi totalmente, restiee a pubblicare opere di chiara influenza giapponese, ma disegnate da noi italiani, penso che prima o poi dovranno arrendersi anche perché in altri Paesi d’Europa sono già molti gli autori attivi che mostrano uno stile totalmente nipponinspired.
Quezal [...] Che ne pensi dei fumetti realizzati da più autori? Ti piacerebbe farne uno così?
Jojo Se lo sforzo di più persone che lavorano insieme porta a qualcosa di buono... ben venga! Per quello che mi riguarda preferisco applicare il detto “chi fa da sé fa per tre!”.
Quezal Che fai rubi le battute?
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Le interviste di Quezal
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Quezal Dai ti perdono...
Quezal [...] Se un ragazzo/una ragazza volesse diventare fumettista in Italia, che consigli gli/le daresti?
Jojo Ahaha! ...hmmm, come dico anche durante i miei corsi di fumetto, la strada non è unica, ognuno deve trovare la sua, non esiste un metodo preciso, dipende tutto dalla convinzione e dall’impegno personali. Una cosa che non deve mancare è la disponibilità al dialogo e l’apertura mentale, il “manga“ è sì arte, ma anche un lavoro e come tale ha i suoi limiti, ha le sue divisioni di ruoli, editor e autore, per esempio, e tali ruoli vanno rispettati; spesso molti non vogliono accettare, non si deve mai, e dico MAI! pensare “io sono un artista e faccio quello che voglio”, questa è la strada che porta al fallimento sicuro.
Quezal Come ti piace lavorare? Dove lavori? E soprattutto La mamma ti nasconde i disegni quando mette in ordine?
Jojo Ahahah! No no mamma non tocca nulla sulla mia scrivania, lavoro in casa, più precisamente in camera mia, e non ho preferenze, mi va bene sia la notte che il giorno, la cosa fondamentale è che mentre disegno deve esserci della musica o un film di sottofondo, mi aiuta a concentrarmi.
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Le interviste di Quezal
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Quezal Il Fumettista in genere è un essere alquanto bizzarro: ha pochi, ma buoni rapporti sociali, sta spesso a casa e limita le uscite allo stretto necessario... Ti rispecchi in questo luogo comune?
Jojo Sì e no! Sono d’accordo per il discorso “pochi ma buoni” riguardo agli amici, non mi piace molto uscire e girare senza meta, perchè sono pigro! Ma quando lo faccio amo la gente e amo chiaccherare, faccio amicizia molto facilmente e sono molto estroverso e anche un po’ esibizionista, colpa della mia seconda natura artistica, ahah!
Quezal Poi dicono che noi ragazze siamo complicate..!
Jojo Ahahahaa!
Da sinistra a destra: “Super Bunny” pubblicata in monografico da Cagliostro Editore nel 2010; “Agente Speciale Lucky” versione chibi pubblicato sulla rivista Mangaka della Coniglio Editore; “La Memoria Della Spada”, manga
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ancora inedito.
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Leggilo sul numero 1!
Gemellaggi e Forum
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Gemellaggi e Forum La prima parte di questa rubrica è dedicata ai nostri affiliati. Daremo loro spazio per pubblicizzare le loro idee, i loro progetti, le loro iniziative e tutto ciò che è in linea con la nostra rivista. La seconda parte è dedicata invece agli articoli del nostro Forum (www. doraetosmanga.blogfree.net) e riguardano principalmente i nostri progetti e le nostre idee. Potete dirci la vostra opinione sul Forum, sul canale Facebook (www.facebook.com/pages/Doraetos-Manga/289439677759202) o mandandoci una mail a doraetosmanga@email.it.
La notte di una dura giornata Concorso letterario indetto da ArteScritta (artescritta.deviantart.com)
Pubblichiamo di seguito i vincitori del concorso “A hard day’s night” (La notte di una dura giornata) indetto da ArteScritta. Per maggiori dettagli: http://artescritta.deviantart.com/journal/Contest-Aprile-Maggio-A-hard-day-s-night-296391215.
3° posto Da grandi poteri derivano grandi responsabilità
B
rancolo nella nebbia che la notte mi dona, al volante della mia nera Camaro che non ne vuol sentir parlare di andare in pensione. Ne accendo un’altra, l’ennesima della serata, giusto per coprire il sapore dell’alcool che riveste il palato, sempre meglio di quello del sangue per i colpi subiti. So quello che pensa la gente di me, ecco un ragazzaccio dall’aria maledetta e dal fascino irresistibile. Un miserabile fallito dalle ossa doloranti che non conosce il limite della stupidità, dico io. Rimbalzo per le strade in cerca di una chimera, che veste le spoglie di un parcheggio libero, illudendomi che
Illustrazione di Stefano Fortis del Christian Ragazzoni Studio (http://serj-o.deviantart.com)
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Gemellaggi e Forum
Doraetos Manga Agosto 2012 nissimo che non è così. Mi racconto molte storie, ma so che tutto quello che posso fare è svuotare il mare con un cucchiaino da caffè, allora la sensazione d’impotenza si riflette nel vetro che ho di fronte agli occhi e mostra le ferite che ho collezionato oggi sul viso.
questo faccia di me una persona “normale”, o almeno sia questa l’immagine che ne risulta. Attiro più attenzione del sole durante un’ eclissi.
che quella luce, che va a proteggere le anime delle persone, nasca una volta ancora per merito mio, anche se so be-
Raccolgo la rabbia che spurga dalle viscere ed arriva ad avvelenare la mente, sfrutto il boato di un tuono per scattare ed abbattere la vetrata che insinua verità nascoste, dal terrazzo osservo il cielo che piange una volta ancora e lontano dagli occhi ne individuo un altro… questa notte non sarà solo il cielo a riversare le sue lacrime… mi alzo in volo e lo raggiungo furioso come non mai. Christian Ragazzoni www.komixfantasy.deviantart.com
Fingo che la giornata appena trascorsa rientri nella normalità, come le altre che l’hanno preceduta. Mi sforzo di convincermi che ogni entità incontrata per la via valga la pena d’essere vista, vissuta, capita. Anche ora che mi sfianco i polmoni nel correre verso il rifugio che chiamo casa, mi arrampico sui gradini delle scale, a due a due, soltanto per sentirmi un semplice uomo, con il cuore che vuole scoppiare nel petto. Ricordo a stento l’ultima volta che ho dormito, resto immobile a scrutare le vetrate della finestra, ripensando all’agitazione delle scorse ore. Fisso l’orizzonte della mia città, la luna che solca i tetti delle case, mi piace pensare
In alto: illustrazione di Dario Negro del Christian Ragazzoni Studio. A destra: illustrazione di Sarah Floris del Christian Ragazzoni Studio (http://skulker87.deviantart.com)
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Gemellaggi e Forum
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Biografia Christian Ragazzoni: Nasco l’1-12-1973, cresco e vivo a Sanremo. Scrivo per l’irrefrenabile pulsione che sento e per la smodata voglia di leggere qualcosa che non esiste, per cui la scrivo… per leggerla. A 4 anni, non sapendo leggere, ricostruivo le storie dei fumetti attraverso le immagini. Oggi a 38 anni, sono un vero collezionista. Ho creato (dal nulla e da solo) una fanzine amatoriale (F&M) dedicata al mondo degli anime e dei manga (autoprodotta dal ‘90 al ‘93, presente a Lucca Comics ‘92), una palestra incredibile per fare esperienza nel settore. Da quel format è nata SkizzoPazzo (autoprodotta dal 2004 al 2006), fanzine amatoriale creata, gestita e realizzata da Manuela “Jun” Penna (http://heledwen.deviantart.com) e da me, finestra sul mondo del fumetto professionale, dedicata anche agli esordienti con articoli, rubriche e fumetti brevi. Abbiamo avuto un certo successo anche in rete. Poi ho iniziato a scrivere più seriamente dedicandomi al Progetto MalaMente, che potete trovare qui: http://komixefantasy.deviantart.com/art/Progetto-MalaMente-Stralcio1-166633451 ...e ad altri progetti. Nel 2008, con la collaborazione di Manuela Penna nasce il personaggio umoristico di Mimmob, le cui strisce vengono pubblicate sul settimanale Sanremese Eco della Riviera, all’interno della rubrica sul mondo del fumetto “Arte d’estate”. Dopo aver conosciuto DeviantArt nel 2010, l’anno seguente, insieme con Alba e Andrea, abbiamo creato #ArteScritta che ha saputo imporsi tra gli scrittori italiani su DA per i contest di riconosciuta qualità. Sono sempre alla ricerca di nuovi collaboratori per creare qualcosa che possa stuzzicare la mia/vostra fantasia. Lo scorso giugno ho fondato il CRS - Christian Ragazzoni Studio, al momento composto da dieci disegnatori che realizzano concept d’illustrazioni, partecipazione a vari contest, fumetti e progetti vari. Lo staff è composto da: Antonio Russo, Dario Negro, Elena Ferroli, Manuela “Jun” Penna, MetaMolecola, Mirco Cabbia, Sarah Floris, Sonia Viganò, Stefano Carnicelli, Stefano Fortis e ovviamente il sottoscritto. Contatti: komixefantasy.deviantart.com komixefantasy@yahoo.it artescritta.deviantart.com artescritta@yahoo.it In alto: illustrazione di Stefano Carnicelli del Christian Ragazzoni Studio (http://cagnaccio87.deviantart.com) A sinistra: illustrazione di Elena Ferroli del Christian Ragazzoni Studio (http://aprho.deviantart.com)
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Gemellaggi e Forum
Doraetos Manga Agosto 2012
2° posto La notte di X
A
lle nove di sera X era già stata mandata a letto.
Stringeva il suo orsacchiotto e stava cominciando a succhiarsi il pollice nel dormiveglia, quando sentì il rumore del cancello che si apriva e la macchina di suo padre entrare nel vicolo di casa. Quando i suoi genitori cominciarono a parlare tra loro X era già sgattaiolata fuori dalla sua camera e si era appostata sulla cima delle scale. Con il pollice in bocca e i capelli scompigliati, rabbrividì posando i suoi piedi nudi sul marmo freddo. “Oggi è stata davvero una dura giornata”, sentì provenire dalla voce baritonale del padre. “E guarda, sono arrivate le bollette di luce e gas. Dovremmo rientrarci questo mese, con tutti gli straordinari che ho fatto.” X, dall’alto delle scale, nascosta dall’ombra, annuiva. Gli straordinari dovevano essere quando tornava tardi la notte. Eccola la voce acuta e squillante della madre, “C’era così tanto caos oggi al tribunale, ho anche dovuto parlare con una televisione inglese e lo sai quanto me la cavo male con le lingue, ero così tesa.” X, empaticamente, fece una faccia contrita, pronta a vivere sulla sua pelle gli spasmi emotivi e tesi di sua madre. Qualche secondo dopo eccola schizzare di nuovo a letto, intimorita dai passi del padre che stava salendo al piano di sopra. Fece in tempo ad assumere un viso angelico da bambina che dorme serenamente già da ore quando suo padre entrò nella stanza e prese a rimboccarle le coperte, infilando il lenzuolo sotto il materasso e rin-
Illustrazione di Elena Ferroli del Christian Ragazzoni Studio (http://aprho.deviantart.com)
chiudendola in un bozzolo di coperte e lenzuola profumate, da cui sarebbe riuscita a uscire con difficoltà solamente la mattina successiva. Quando il padre scese disse alla moglie quanto X fosse fortunata, quanto sarebbe stato bello tornare all’età in cui le massime preoccupazioni erano giocare con gli amici dell’asilo, passare le
ore a colorare facendo un disegno -e oh, guardate che carino quello che ha fatto oggi, è una foresta? Passami quella calamita, lo attacco sul frigorifero assieme agli altri- e addormentarsi prima ancora che i genitori tornassero a casa per cenare. Intanto X, stretta stretta nel suo bozzolo di seta, sollevò l’indice di una
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Gemellaggi e Forum
Doraetos Manga Agosto 2012 Illustrazione di Sonia Viganò del Christian Ragazzoni Studio (http://aynos.deviantart.com)
mano e lo fece scontrare con quello dell’altra mano, in una lotta serrata all’ultimo sangue. Le guance paffute diventarono color porpora mentre assistevano al tafferuglio tra i polpastrelli. Non aveva nessuno con cui giocare. Le sue giornate trascorrevano identiche le une alle altre; iniziavano tutte con il latte caldo, troppo caldo, bollente, da ingurgitare in fretta e furia per non arrivare all’asilo in ritardo. “Se lo getto adesso che nessuno mi vede, allora nessuno mi avrà visto”, pensava sempre prima di sporcarsi di latte solo il contorno della bocca riu-
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scendo così ad eludere gli attenti controlli della sua sorvegliante (una donna tozza, con i baffi, baffi ispidi, quasi una barba pungente, una persona a metà tra la sua mamma e il suo papà e che bello doveva essere trovarsi a metà tra una cosa e un’altra). Quella mattina la donna con i baffi le si era avvicinata e, infilando di prepotenza nel suo pugno chiuso cinque euro, la spinse a tastare un po’ d’indipendenza, di sana indipendenza, andando a comprarsi il panino da sola. “Non so se ce la farò. Mi ripeti cosa devo dire?”
“Un panino con la mortadella. Vuoi la mortadella, vero?” Cenni frettolosi con il capo, “Sì, allora entro e dico che voglio il panino con la mortadella. Devo dire altro?” L’espressione paffuta era un po’ tesa e allora la signora dei baffi la buttò nella mischia e, senza darle modo di ripensarci, la spinse dentro la bottega chiudendosi la porta alle spalle, con un flebile: “Rispetta la fila!” X, ancora sulla porta, fece risuonare la sua voce bianca sopra il frastuono delle massaie: “Ciao, mi chiamo X, un panino con la mortadella.” Una signora accanto a lei la ammonì, “Bambina, devi aspettare il tuo turno. Vedi? C’è la nonnina in fila prima di te.” X prontamente andò accanto alla nonnina e infilò la sua mano sudaticcia in quella rugosa dell’anziana che, stupita, la fissò con aria tra il divertito e l’incuriosito. “Quando noi siamo in fila all’asilo, dobbiamo tenerci per mano. Non avevo capito che questa fosse una fila, altrimenti sarei venuta subito.” Ah, quante regole esistevano! E come poteva impararle tutte? Potevano esserci così tanti imprevisti. Era tanto stanca, quell’avventura l’aveva così debilitata che si concesse un morso al panino prima di riporlo nello zaino. Tra le sue coperte X ripensava a quel panino, con la pancia che borbottava un po’. Fece per girarsi quando con il piedino le sembrò di toccare qualcosa sotto le coperte. Si immobilizzò. Attese qualche istante e, con cautela, ripassò il piede dove le era parso di sentire una presenza estranea; se mai questa ci fosse stata, era sparita. Ma no, non era sparita, si era sicuramente spostata. Potevano essere un sacco di cose,
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Doraetos Manga Agosto 2012 Illustrazione di Elena Ferroli del Christian Ragazzoni Studio (http://aprho.deviantart.com)
ma più di tutte uno scorpione. Magari adesso stava risalendo tutto il materasso sino ad arrivare al suo viso e cos’era questa cosa che aveva appena sentito muoversi tra i capelli? Che lo scorpione fosse già arrivato sino lì? Proteggiti la gola, pensò, proteggiti la gola, come hai visto fare in quel film. Rimase così, rannicchiata e tremante con le mani attorno alla gola per sbarrare la strada al temibile animale. Aveva disegnato una foresta piena zeppa di animali proprio quel pomeriggio, all’asilo. Aveva impugnato il pastello nero, spuntato, e aveva disegnato dei cani, degli elefanti, delle tigri e tutti erano neri e grigi e avevano sei zampe. Poi aveva preso il marrone e il verde e aveva fatto degli alberi alti tanto quanto le margheritine gialle; per ultimo, con il pastello blu, aveva inciso sul foglio delle righe orizzontali e trasversali, per fare prima e colorare più in fretta. La maestra le prese il foglio e con la penna appuntò qualcosa su una cartella. X non sapeva leggere, ma dalla faccia della maestra si vedeva come non fosse soddisfatta del suo lavoro. Chissà perché. “X, perché gli animali hanno sei zampe? Non hai mai visto un cane o un gatto? Quante zampe hanno?” “Ne hanno di meno, però così è me-
glio, no? Se io avessi una gamba in più, non cadrei così spesso.” “Ma questi animali non esistono, non è la Natura.” “Io li ho visti, sìsì.” “Dove?” “Disegnati, quando il mio papà va a mettere la benzina alla macchina. L’animale di quel posto ha sei zampe. E a me piace.” La maestra finì la sua valutazione scuotendo la testa, le diede il suo succo e poi passò oltre, sorridendo ad una
bambina mingherlina che aveva disegnato una casa grande con il comignolo e gli adulti più piccoli della casa e i bambini più piccoli degli adulti. Come si sentiva inadeguata, all’asilo. Ed ora eccola, ad attendere l’arrivo di uno scorpione fornito di almeno sei pungiglioni. Da quante ore era sveglia? Aveva sentito i suoi genitori coricarsi e ora il loro russare arrivava sino alla sua camera. Quanto doveva essere bello diventare adulti e coraggiosi senza paura di niente durante la notte. Di notte loro si preoccupavano solamente di dormire e riposare. Sembrava così semplice. Loro chiudevano semplicemente gli occhi, senza indugi, e allora anche X ci provò. Chiuse gli occhi. Ma dopo qualche secondo sentì uno scricchiolìo, spalancò gli occhi e vide come un’ombra accanto alla finestra. Eccolo, il mostro era arrivato. Claudia Puddu www.evavseva.deviantart.com
Biografia Claudia Puddu: Nasce nel 1989 a Cagliari. Dopo il diploma al liceo scientifico decide di coltivare la sua passione per l’inglese, iscrivendosi alla facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Cagliari, dove alimenterà anche il suo interesse per l’Oriente con lo studio della lingua araba. Ha all’attivo un corso di giornalismo con il giornalista Giacomo Mameli e un laboratorio di scrittura creativa con il saggista, giornalista e critico letterario, Filippo La Porta. Dall’estate 2011 ha iniziato a pubblicare sul web i suoi racconti brevi sotto lo pseudonimo di EvaVsEva. Il primo contest a cui ha partecipato, indetto da Arte Scritta e intitolato “A hard day’s night”, è stato quello che l’ha vista arrivare al secondo posto. Parallelamente è nata una collaborazione volta alla sperimentazione e allo scontro produttivo di vari mezzi espressivi, con l’artista Nicole Cerrone. Il progetto ha partecipato con un’anteprima all’ultima edizione della Biennale di Viterbo.
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1° posto La notte di una dura giornata
«I
l tuo cane ha una predilezione per la tua gamba, non fa che pisciarci addosso» «Dimmi qualcosa che non so...» «Viene pagato dal capo ben dieci bottoni per ogni pisciata che ti fa addosso» mi voltai con una faccia sconcertata, a metà tra un bufalo senza bufala e un corvo che gracchiando riesce solo a nitrire. Albuquerque non sapeva una mazza di quello che voleva il capo. «Stai scherzando?» «No... – disse con la serietà di un macaco che si gratta il sedere – ho visto il capo che gli faceva i complimenti per la qualità della sua piscia». Abbassai lo sguardo sui miei pantaloni bianchi. Effettivamente dovevo ammettere che il piscio del mio cane era di una qualità straordinaria; avevo sempre sospettato che non fosse, come si dice, un bastardo normale, ma la sua piscia aveva un odore tanto penetrante che a momenti avrei pensato ad un’unica conclusione. «Quello è il figlio di una gatta sgualdrina e di un cane superdotato...» «Puoi scommetterci Wuqi» si mise le mani in tasca a proseguì il suo cammino. Albuquerque ha sempre camminato come un malato di mente storpio, ma non gliene ho mai fatto un dramma, in fondo io avevo il disperato bisogno di bottoni e nessuno me ne aveva mai fatto un dramma. Non ho mai compreso perché si dicesse così. «Tu lo sai Albuq?» gli chiesi, voltandomi verso di lui. «Che cosa? Perché le persone usano
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fare drammi di qualcosa che non lo è?» «Certo che no, pezzo di idiota! – lo fissai accigliato – a che razza di tramonto siamo arrivati oggi?» Albuquerque alzò lo sguardo verso il cielo e notò la colorazione erculea di questo. «Credo che a breve si vedranno le colonne...» sbuffai pesantemente. Era quasi ora delle colonne. Una scervellata in quel momento ci fermò per strada, mezza andata già a quell’ora ormai della sera. «Agenti, agenti!» avrei voluto strangolarla. «Innanzitutto “a gente” semmai... che cosa vuole dalla gente?» quella si mise a cinguettare manco fosse stata rinchiusa in una cassa a riposare. «Grazie al cielo! Il mio bambino s’è mangiato i l mio o cchio ed è sparito» Albuq scrollò le spalle, sgranando gli occhi. «Perdinci Bacco!» «Puoi dirlo forte Albuq... soprattutto Bacco! Quanto ha bevuto signora? Si sente la puzza dolciastra fino all’altro distretto!» la fissai scocciato. «Lei è vestito di bianco... per piacere, mi aiuti a trovare il mio bambino, non ho occhi di riserva!» «Signora... non ha bisogno di occhi per sentire la cornacchia cantare la sua ora – intervenni, prima che Albuquerque potesse di nuovo imitare la mia voce e rispondere al mio posto con i suoi grandi interventi alla Marylin Monroe, sollevando la gonna di pizzo e mostrando il ciondolame a tutti – si sentono ovunque quelle cose striscianti che le saltano addosso come se fossero vermi in piena festa... oh... ma forse sono vermi? Dico male signora? – la vecchia impallidì di colpo – Su... su... non faccia così... in fondo io sono l’unico qui che veste di bianco e non mi sembra mica corretto che lei si metta a sbiadire per farmi
piacere, cara la mia Signora... ora mi dica... quanti anni ha il vostro piccolo?» domandai, cercando d’essere gentile, sebbene le mie braccia fossero un po’ costrette in quel momento. Se non avessi avuto il mio autocontrollo prodigiosamente bianco, di certo le sarei balzato addosso in me che non si dica. «Sette anni...» «Sette anni... come Folk» Folk era mio figlio e l’avevo chiamato così perché quand’era nato avevo appena finito di ascoltare Comfortably Numb dei Pink Floyd. Un nome azzeccatissimo. Provai un attimo di pena per quella donna, in fondo suo figlio era sparito... e il suo occhio pure. «Lasciate la vostra deposizione al mio collega...» Albuq mi fissò sconcertato. «Ma... Wuqi!» lo guardai con la decisione di un porcospino pelato pronto a darsi al circo. «Niente ma... Albuq... io lascio, mollo tutto... ho bisogno di passare un po’ più di tempo con la mia famiglia e questa graziosa scervellata di quartiere me lo ha fatto appena capire» Albuquerque aveva uno sguardo sempre più sconcertato e palesemente scioccato. «Ma... ma... ma... Wiqu... noi ci siamo tanto divertiti in questi anni, come farò senza la puzza di piscio del tuo cane?» scossi il capo, guardando prima lui, poi la signora senza un occhio. «Fatti uno shampoo in una latrina Albuq... non dimenticarmi...» detto ciò mi voltai e cominciai a camminare verso casa. Non mi andava di vedere il mio vecchio amico in lacrime, me lo sentivo stretto stretto nella mia divisa, e non volevo che uscisse fuori tanto facilmente. Mi dispiacevo per lui, ma non avevo proprio più tempo. Sentivo di dovermi occupare di più di Folk, dei suoi occhi, prima che anche lui
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Illustrazione di Mirco Cabbia del Christian Ragazzoni Studio (http://sciamano240.deviantart.com)
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Gemellaggi e Forum cercasse di mangiare il mio, come atto di ribellione adolescenziale. Sulla strada di casa venni affiancato dai miei due agenti in incognito, alla perenne ricerca dei miei bottoni, non quelli del mio cane, quelli poteva tenerseli quel piscione cosmico. Per la prima volta durante tutto il giorno... sorrisi, fissando prima l’uno e poi l’altro, senza aver alcun timore. In fondo erano pur sempre i miei agenti, per quanto mastodontici che fossero. «Allora... avete trovato i miei bottoni?» chiesi loro, fissandoli con aria speranzosa. «Certo... li abbiamo trovati...» disse il primo con un sorriso soddisfatto. «Non è stato facile, ma alla fine avrai i tuoi bottoni... sei contento?» beh... contento sarebbe stato una parola fin troppo piccola per definire il mio stato d’animo in quel momento. Contento non avrebbe potuto mai essere davvero felice. Contento si sarebbe limitato ad un sorrisone, a qualche effusione, ad una piccola pacca sulla spalla dei due. No... Contento non potevo essere io. Io ero Straordinario. E come Straordinario avrei voluto abbracciare, baciare e insinuarmi dentro le mie guardie del corpo per il dono da loro fatto a me. Li avrei fatti godere a tal punto che avrebbero capito la differenza tra Contento e me... lo Straordinario. Avete presente... quando potete riabbracciare vostro figlio dopo tanto tempo? I bottoni... mi servivano solo quei bottoni e finalmente avrei potuto dire a Folk quanto l’avevo amato per tutto quel tempo, quanto ero stato davvero troppo, troppo comfortably numb nei suoi confronti e quanto invece ora non avevo più nulla di quel comfortably numb. Finalmente l’avrei stretto fra le mie braccia, l’avrei cullato con dolcezza e gli avrei detto il
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perché si chiamava Folk. Avrei potuto farlo... tutto grazie a quei bottoni. Ma mi trattenni... trattenni i miei istinti perché sapevo che le mie guardie del corpo non avrebbero gradito. Gente seria loro... mica come me... Straordinario. Mi avvicinai alla porta di casa e lasciai che le mie guardie del corpo aprissero per me, sempre efficienti e poco rumorosi, perfetti insomma. Mi scortarono nell’anticamera, fino al bel salottino dalle pareti semplici, ma dal gusto molto raffinato, avrei detto quasi minimalista. Mi guardai in giro e non notai Folk nei dintorni. Gli avrei dato più tardi la splendida notizia, intanto mi sarei goduto della buona televisione. Il mio sedere si sedette finalmente sulla comoda seduta del mio salottino e d’improvviso la mia televisione, dal gigantesco schermo, si accese, mostrandomi i volti delle persone che avevo sempre amato: mia moglie, mia madre e mio padre e sotto di loro... beh... sotto di loro mio figlio. «FOLK!» urlai verso di lui, e questo ebbe un fremito, guardandomi come si guarda un alieno tuffatosi in un vulcano, credendolo una sorgente termale per extraterrestri. «Folk! Sei in televisione! – gli sorrisi con tenerezza, mentre le due guardie del corpo si accostavano a me come loro solito, vigilando sulla mia salute e sulla mia persona – come... come hai fatto ad andare in televisione? Hai vinto qualche concorso vero? Di’ la verità! Mentre il babbo non guardava, il mio ometto si è messo all’opera e ha realizzato qualcosa di straordinario come... mmmmh... un’anatra a razzo! Dimmi Folk... hai realizzato un’anatra a razzo, non è vero? La fai vedere a papà? Dai... fagli vedere la tua bellissima anatra a razzo!» ma Folk non mi rispose e conti-
nuò a guardarmi dallo schermo della televisione, con gli occhietti verdi di papà e lo sguardo triste. «Folk... – mi ero accorto solo allora di quella tristezza che veleggiava negli occhi di tutti i presenti nell’enorme televisione, tutta quella tristezza con cui mi fissavano – Folk... tesoro... perché mi guardi così? Sei arrabbiato con papà? Sei arrabbiato con papà perché non ha potuto passare del tempo con te? Piccolo... papà ti promette che ora avrà davvero tanto tempo per te... Folk...» lo fissai, ma di nuovo non mi rispose e anzi, i suoi occhi si riempirono di lacrime. «No... piccolo non piangere! Papà te lo promette, papà ti promette che giocherà per sempre con te, con la tua papera a razzo, va bene? Non piangere Folk, parlami... ti prego parlami...» e di nuovo non ottenni risposta, tanto che la mia immutabile pazienza, ebbe un colpo decisamente madornale al quale non riuscii a resistere. «CAZZO PARLAMI!» urlai, cercando di alzarmi dalla sedia, ma le mie due guardie del corpo me lo impedirono, piazzandosi davanti a me e prendendomi per le braccia. «Che cazzo state facendo?! Lasciatemi! Voglio parlare con mio figlio! Voglio vederlo! Dov’è?! Dov’è mio figlio?! Perché è in televisione? Folk! Folk! Mi senti?! MI SENTI?! PARLAMI!» cercai di divincolarmi inutilmente dalla presa delle mie due guardie del corpo, che mi riportarono a sedere e in qualche modo bloccarono le mie mani ai braccioli della poltrona, impedendomi di muoverle. «No! Perché?! Perché?! – gridai, accorgendomi di avere anche i piedi bloccati e fissando in alternanza le due mie guardie del corpo, che sembravano insensibili ad ogni mio urlo – Che cosa vuol dire questo? FOLK!» tornai a fissare mio figlio e i miei famigliari.
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Biografia Massimo Gandola: L’idea di scrivere qualcosa su di me mi ha creato qualche difficoltà. Scrivo racconti di decine di pagine e mi blocco davanti a una semplice biografia. Sono nato ormai vent’anni fa, ma mi sento ancora un bambino. Tra le mie tante passioni la scrittura è quella che più delle altre si è sviluppata fin dalla prima infanzia. Imparavo a leggere e scrivere e a poco a poco venivo affascinato dalla forza di quei semplici segnetti sulla carta, ero come ipnotizzato dalla concretezza che potessero avere nel mondo reale. Nonostante il mio grande interesse non avevo considerato la scrittura come una valida opportunità nella vita. Da piccolo volevo fare il paleontologo, mi piacevano i dinosauri... a quale bimbetto iperattivo non piacciono i dinosauri, specialmente se sua madre gli compra tutte le settimane la collezione completa de “La Preistoria”? Alla scuola media ho capito che la scienza non faceva per me, ma che ero piuttosto appassionato alla musica, all’arte e alla scrittura. Desideravo fare il fumettista, ma non avevo nessuna attitudine, il liceo artistico mi insegnò soltanto che avevo sbagliato la scelta delle superiori. Durante un viaggio in Lettonia capii finalmente cosa sapevo fare piuttosto bene: fantasticare e sognare. Ripresi tutti i miei scritti infantili, le mie idee poetiche da fanciullino e cominciai a scrivere con l’intento di realizzare un sogno: pubblicare il mio primo libro fantasy. Ora penso già al secondo. La mia vita continua tra arte, musica e scrittura; i miei studi proseguono, spero di entrare alla Facoltà di Psicologia. Per mia fortuna ho molti amici che sostengono le mie passioni e i miei sogni. Se sono riuscito a scrivere questa breve biografia, devo ammettere che è anche merito di DeviantArt. Non so cosa mi riserverà il futuro, ma fin quando avrò i miei sogni da fanciullo e il supporto delle persone che ho vicino, credo tutto sia possibile, diventare uno scrittore e perché no... diventare il paleontologo dei miei sogni.
«È per quello vero?! E’ perché ho dato fuoco a quella casa vero? Tesoro è per quello che non mi parli? E’ per quello?» le lacrime cominciarono a scorrere anche sul mio viso, perché l’indifferenza del mio figlioletto faceva più male delle prese che sentivo ai miei polsi e alle mie caviglie, prese di ferro, ferro vero che stringeva il mio cuore. «Ti prego... parlami...» piagnucolai, mentre una delle mie guardie del corpo mi passava una pezza bagnata sul volto, togliendomi le lacrime e rinfrescandomi il volto. «Ti prego... Folk... avevo trovato i bottoni... avevo trovato i bottoni per togliermi la camicia... ti ricordi? La camicia che teneva intrappolato le braccia di papà...» scossi il capo con violenza. «Papà aveva trovato i bottoni per togliersela... per abbracciarti, piccolo mio... perché... perché non parli a papà?» guardai mia moglie con un’espressione disperata e deglutii con
forza. La vidi sussurrare qualcosa nelle orecchie del nostro bambino piangente e poi... assieme a lui... Si voltò, dandomi le spalle. Tutti si voltarono e mi diedero le spalle, e allora capii. Capii che quella mia giornata di duro lavoro, quella serata folle, il mio licenziamento... beh... erano valsi... erano valsi quella scena. La scena di veder mio figlio mettere le mani sullo schermo della tv, guardandomi piangente, ignorando il fare di mia moglie e degli altri miei parenti. No... mio figlio mi voleva guardare, Folk voleva abbracciarmi, come io volevo abbracciare lui. Sorrisi e capii che quella notte avrei dormito sogni tranquilli, in attesa del mattino dopo, quando avrei potuto abbracciare il mio caro bambino. «Papà... ti vuole bene...» Poi la scossa partì e in pochi se-
condi fu il buio più totale. Loro non avevano capito, non avevano compreso quanto fosse importante essere felici. Solo io e il mio bambino lo sapevamo, solo io e il mio bambino ne eravamo consapevoli. Non c’era nulla che ci potesse impedire di essere felici, non la sedia elettrica, non la follia, non i crimini che avevo commesso. Noi eravamo entrambi felici, perché io sono Straordinario e il mio cane viene pagato per pisciarmi addosso. Massimo Gandola www.raphaelangel.deviantart.com
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Articoli del Forum Proposte e idee di Doraetos Manga
Light Novel
I
l Light Novel (ライトノベル raito noberu) è un tipo di romanzo illustrato giapponese. Il criterio di stesura del testo è del tutto simile a quella di un romanzo, tuttavia sono presenti numerose illustrazioni create dagli scrittori stessi o, più spesso, da un character designer, talvolta anche da un mecha designer. Il termine Light Novel è una wasei-eigo, ossia un’ espressione giapponese che segue la costruzione della lingua inglese. Light novel viene spesso abbreviato come ranobe (ラノベ ranobe) o rainobe (ライノベ rainobe). Questi romanzi illustrati sono da considerarsi opere in prosa, pensate soprattutto per adolescenti o per un
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pubblico giovanile. Ultimamente molti di questi lavori hanno ispirato diversi fumetti giapponesi o serie animate Nei Light Novel è possibile ritrovare qualunque genere letterario, dalla fantascienza al fantasy, dal poliziesco al romanzo rosa. Come spesso accade in Giappone, queste opere vengono inizialmente pubblicate su riviste specializzate in romanzi e letteratura, come Gekkan Dragon Magazine,The Sneaker, Dengeki hp, Comptiq e Dengeki G’s Magazine. Un esempio di Light Novel è “The Slayers”. Negli ultimi anni si è assistito a un incredibile aumento delle vendite e della popolarità dei Light Novel, i quali sono riusciti persino ad essere pubblicati fuori dal territorio nazionale, riscuotendo successo anche in Corea del Sud, Taiwan, Stati Uniti. Recentemente, grazie all’editore Jpop, anche in Italia sono stati pubblicati i primi Light Novel: “La Malinconia di Haruhi Suzumiya” e “Welcome to NHK”. Avevo in mente di pubblicare dei
Light Novel già ai tempi di Mangaijin (2006-2007 circa). Come ho accennato sul video di presentazione del nostro canale YouTube (www.youtube.com/user/DoraetosMangaChannel), il problema di molti “mangaka” italiani è non riuscire a stare al passo con le scadenze, siano essere settimanali o mensili. Secondo me per risolvere questo problema quei disegnatori, che non reggono il ritmo di pubblicazione di opere totalmente illustrate, potrebbero dedicarsi alle poche illustrazioni dei Light Novel. Un altro problema è quello della qualità delle storie di alcuni fumettisti: sconclusionate, a volte poco originali, con qualche stereotipo, e spesso troppo influenzate da altri fumetti, ecc. Certi autori, secondo me, dovrebbero dedicarsi al disegno e non alla scrittura. Vorrei inoltre evidenziare la scarsa collaborazione tra disegnatori e sceneggiatori. Aggiungendo ai progetti di Doraetos Manga la pubblicazione di Light Novel ho voluto invitare gli autori italiani a sperimentare questa nuova
Gemellaggi e Forum forma di letteratura, direttamente importata dal Giappone, e i disegnatori a cimentarsi in lavori più consoni ai loro ritmi. L’intenzione non è quella di emulare in tutto e per tutto le modalità di pubblicazione giapponese, ma piuttosto di adattarla; tenendo comunque presente che i Light Novel in Giappone sono rivolti prevalentemente ad un pubblico giovane, non è da escludersi un altro tipo di target. Inoltre vorrei proporre di non limitarsi a racconti in prosa e di provare anche poesie illustrate. Infine suggerisco di sperimentare incroci più arditi, sui quali mi sto già cimentando da un anno a questa parte, come ad esempio quello tra racconto e fumetto, già presente sul mercato, ma ancora troppo semplice e poco ricercato.
Videofumetti
I
l Videofumetto o, in inglese, Motion Comic è un prodotto multimediale che unisce il fumetto all’animazione. Il primo esempio di Videofumetto uscì nel 2001 col titolo “Broken Saint”; lo potete trovare al seguente indirizzo: http://www.youtube.com/ watch?v=ymRtTcBXFyM Da allora le sperimentazioni sono state numerose. Vi rimando ad un notevole esempio presentein Metal Gear Peace Walker: http://www.youtube.com/ watch?v=gFM4x4o359o Altri esperimenti sono andati oltre, tuttavia alcuni sono sfociati nell’animazione, perdendo il loro carattere originario. I Videofumetti che intendiamo pubblicare sul nostro canale YouTube (www.youtube.com/user/DoraetosMangaChannel) dovranno essere, appunto, ibridi. La produzione di Videofumetti, oltre a permettere nuove sperimen-
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tazioni, di fatto potrà dare luogo nel prossimo futuro a sinergie molto interessanti tra disegnatori, sceneggiatori, animatori, fandubber, rumoristi e altre figure.
Catalogo Fujap / ”Mangaka” Italiani
“F
ujap” è un nostro neologismo, un’abbreviazione per intendere i fumettisti italiani che hanno avuto influenze dai “manga”. Quello che Doraetos Manga vuole creare è un “catalogo” online (sulla nostra pagina Facebook; www. facebook.com/pages/Doraetos-Manga/289439677759202 ) di tutti questi illustratori, professionisti e non. Per partecipare inviate un’email a doraetosmanga@email.it I criteri da seguire sono i seguenti: è permessa una sola illustrazione per artista, essa deve rappresentarvi al meglio sotto ogni punto di vista; consigliamo di creare un’immagine completa con uno sfondo e almeno un personaggio; le immagini dovranno essere in formato jpg, png o tiff (risoluzione consigliata: 300 dpi), in bianco e nero o a colori e di dimensioni non superiori a 1000 x 1000 pixel. Sono accettare FanArt, ma preferiamo personaggi originali da voi inventati.
prendendo spunto dal recente fenomeno del Graphic Journalism, unione di fumetto e giornalismo, proponiamo gli schizzi d’ informazione, una versione meno “professionale” (per creare graphic journals è necessaria una certa competenza sia nel disegno che nel giornalismo) e più veloce per trasmettere notizie visive.
Trasposizione di opere letterarie italiane: trasformare in fumetto alcune opere che la nostra letteratura ci offre sarebbe divertente e interessante; si potrebbero anche creare storie originali con personaggi già esistenti.
Sogni ed incubi: sarebbe intrigante provare a disegnare un fumetto basato sui sogni che abbiamo avuto... chissà cosa ne uscirebbe fuori!
Strisce umoristiche: …perché no? Articoli di Davide “Dragoo88” Strano
Altre idee Audiofumetti: gli audiofumetti, genere di cui possiamo considerarci i creatori, letture di fumetti per non vedenti.
Fumetti co-creati: una possibile sinergia tra gli autori di Doraetos Manga e i lettori per creare una storia “di tutti”.
Schizzi d’informazione:
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Contest
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Il primo contest di Doraetos Manga I vincitori
A
pochi giorni dall’uscita del numero 0, il 7 agosto, si è concluso il primo concorso indetto da Doraetos Manga. Il concorso è stato suddiviso in due categorie: Disegno e Scrittura. La prima categoria prevedeva la realizzazione di un’illustrazione della nostra mascotte, Quezal, in forma ragazza, drago o entrambe. La seconda, invece, invitava a comporre uno scritto su cosa sono e cosa rappresentano i “manga”. La votazione della categoria Disegno è avvenuta tramite Giuria Popolare e Giuria Doraetos, decretetando in totale sei vincitori. Di seguito troverete i lavori dei partecipanti:
Mirco Cabbia
Daniela Macchiarulo
Contest
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Barbara Miele
Rebecca De Cuia
Monica Rongione
Lucia Paulis
Contest
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Daniela Arenas
Monica Di Leva
Categoria Disegno
Vincitore Dea della Fortuna
Vincitori Giuria Doraetos
Questo premio ad estrazione se lo è aggiudicato Monica Rongione! Complimenti, anzi ci sarebbe proprio da dire: “Che fortuna!”
Coloro che hanno vinto sia col voto della Giuria Doraetos che con quello della Giuria Popolare riceveranno solo i premi assegnati alla prima categoria (sull’attestato verranno comunque specificati entrambi i posti).
Categoria Scrittura
Giuria Doraetos:
Purtroppo abbiamo avuto un solo partecipante: Alessandro Sancilles che si aggiudica, ovviamente, il primo posto con il suo scritto.
Mirco Cabbia: Attestato di partecipazione, camicia con ricamo DM*, sacchetto DM, Quezal Card, poster formato A4 della copertina del Numero 1 di Doraetos Manga, cartolina di Dragon Ball, poster di Fairy Tail, copia di una magazine Giapponese, i seguenti fumetti: It’s Fantastic – Gabriele Bagnoli T-Short – Gabriele Bagnoli Hell’s Bell – Cyrano Comics Toriko n°1 Bakuman n°1-11 Samurai Champloo n°1 666 Satan n° 1 e 2 Saiyuki n° 6
I lavori sono stati giudicati da: Gabriele Bagnoli, Giorgio Battisti, Federica di Meo e Paolo Zeccardo, ai quali vanno i nostri più sentiti ringraziamenti per la collaborazione.
1° Mirco Cabbia 2° Daniela Macchiarulo 3° Barbara Miele Vincitori Giuria Popolare La votazione per questa categoria è avvenuta online, il punteggio è stato rappresentato dal numero di “Mi piace” raccolti sulla pagina FaceBook di Doraetos Manga.
1° Rebecca de Cuia 2° Barbara Miele 3° Mirco Cabbia 60
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Lista premi Ecco la lista dei premi per i vari vincitori. Ricordiamo che non sono pervenute donazioni tramite Paypal, perciò abbiamo aggiunto alcuni premi. Per i premi riguardanti DeviantArt contattate tramite nota un admin del gruppo.
*: I vincitori devono comunicarci via email la taglia della camicia (colore unico, bianco).
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Cosa è un “manga” Il manga è una forma d’arte, anche se spesso non riconosciuta dal pubblico più adulto. Insieme cercheremo di analizzare cosa è un manga e quali differenze ci sono dal punto di vista di un adulto e il punto di vista di un ragazzo. Intanto bisogna definire cosa è l’arte. Arte è l’espressione del pensiero di un autore nelle sue più svariate forme, riconosciute o meno. Quindi se parliamo di arte ci riferiamo a qualcosa che non ha bisogno del consenso collettivo per essere tale. L’espressione del proprio pensiero è il pane quotidiano di ogni mangaka quindi possiamo annullare ogni dubbio, il manga ha pieno diritto a rientrare nel mondo dell’arte riconosciuta. Cosa è un manga? Il manga non è altro che il fumetto giapponese. Un libretto di varie dimensioni che narra una storia con l’uso di disegni e dialoghi. In un fumetto non esistono descrizioni, al massimo possono essere presenti delle voci fuori campo. Il fumetto giapponese si contraddistingue da quello occidentale per vari motivi, in primis il senso della lettura. Quello che per noi è normalmente l’ultima pagina per loro è la prima, quella che per noi è la prima pagina per loro è l’ultima. Insomma, bisogna leggere al contrario. Lo stile grafico, in confronto a quello occidentale (pensiamo a Disney, Marvel, Warner Bros) è molto diverso e lo si riconosce subito. C’è un’altra cosa importante, i manga iniziano e finiscono. Hanno un certo numero di volumi. Possono avere dei sequel ma non durano in eterno, al massimo vengono ristampati. Al contrario di molti lavori occidentali che non trovano mai fine (pensiamo a Diabolik, Fantastici 4 ecc...) AlessandroSancilles
Monster Hunter di Hiro Mashima n° 1 e 2 Eureka Seven Serie Completa 6 Volumi La ragazza che saltava nel tempo Il Regno dei Draghi di Giulia Conrad EVE The Empyrean Age di Tony Gonzale Daniela Macchiarulo: Attestato di partecipazione, camicia con ricamo DM*, sacchetto DM, Quezal Card, cartolina della copertina del Numero 1, cartolina di Dragon Ball Saga Sayan, una copia di “It’s Fantastic” di Gabriele Bagnoli. Barbara Miele: Attestato di partecipazione, un sacchetto DM o una
camicia con ricamo DM*, Quezal Card, cartolina della copertina del Numero 1, cartolina di Dragon Ball Saga Sayan. Rebecca de Cuia: Attestato di Partecipazione, 1 sacchetto DM o una camicia con ricamo DM*, Quezal Card, cartolina della copertina del Numero 1. Monica Rongione: Attestato di partecipazione “Speciale”, Quezal Card. Alessandro Sancilles: Quezal Card
bene. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato! È stato veramente emozionante vedere Quezal disegnata in così tanti modi e stili diversi! In futuro terremo in considerazione ciò che abbiamo imparato con questa prima esperienza.
Grazie ancora a tutti! La redazione di Doraetos Manga
Possiamo dire con soddisfazione che il nostro primo concorso è andato
*: I vincitori devono comunicarci via email la taglia della camicia (colore unico, bianco).
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Note Finali
“A
nche un viaggio di mille miglia inizia con un passo.” [Laozi] È giusto citare questa frase per Doraetos Manga: il numero 0 è il primo passo verso la nostra avventura, ma non un primo passo vero e proprio, assomiglia più ad un’impronta, un’ombra del nostro prodotto futuro. La maggior parte degli articoli è in bianco e nero, i testi sono tagliati e la grafica non è quella definitiva. Il vero Doraetos Manga comincerà col numero 1. Abbiamo usato questo numero per mostrarvi qualche tavola dei nostri autori (che stanno lavorando per voi, tranquilli!) e qualche idea: le vignette di Quezal e Jojo usate nell’intervista (abbiamo preso spunto dalle skit di “Tales Of ”) e il titolo dato al numero, quasi fosse un capitolo di un “manga”. Tuttavia dietro a questo numero 0 c’è anche un’altra ragione. Ci siamo comportati come se la rivista fosse già pubblicata per via del nostro entusiasmo e la nostra voglia di fare, ma non è così. Ora, dopo questo numero di anteprima, ci prenderemo il tempo necessario per realizzare le nostre idee al meglio. La pubblicazione del numero 1, dunque, slitta a data da destinarsi, probabilmente fine settembre o inizio di ottobre; ciò darà anche ai nostri autori il tempo necessario per disegnare al meglio, senza troppa fretta e pressione. Concludo invitandovi a darci i vostri pareri sulla pagina di Facebook o tramite altri nostri canali (che potete trovare elencati di fianco, nei crediti); siamo ben lieti di ricevere critiche costruttive e consigli per tre motivi fondamentali: per migliorare, per offrire un prodotto di buona qualità e per rendere Doraetos Manga un progetto collettivo in cui ognuno può sentirsi parte attiva. Al prossimo numero!
Arrivederci - Goodbye - Zaijian – Sayonara Davide “Dragoon88” Strano
La Redazione di Doraetos Manga Davide Strano: Aspirante fumettista, laureando in Lingua Cinese, fondatore di Doraetos Manga, disegnatore ufficiale di Quezal in forma Ragazza.
Massimiliano Cerruti: Libero professionista, co-fondatore di Doraetos Manga, addetto alle pubbliche relazioni di Doraetos Manga e revisore delle sceneggiature.
Orsetta Berni: Aspirante programmatrice, co-fondatrice di Doraetos Manga, grafica della rivista, realizzatrice del sito, addetta alla revisione dei testi.
Gabriele Bagnoli: Fumettista e illustratore professionista, disegnatore ufficiale di Quezal Drago, character designer, collabora da anni con Cyrano Comics.
Crediti
Illustrazioni Quezal Drago: Gabriele Bagnoli Illustrazioni Quezal Ragazza: Davide Strano Impaginazione, grafica e revisione dei testi: Orsetta Berni Neve e il castello nel cuore del drago: Mirella Menciassi Kumo-chan, la ragazza delle nuvole: Giulia Zucca Il collezionista di stelle: Paolo Zeccardo Il patto della volpe: Giorgio Battisti Stone of Fate: Mirco Cabbia Fonti Immagini One Piece Volume 1 www.onepiecehq.com www.flash1710.deviantart.com “Hong Kong Comics” di Wendy Siuyi Wong www.tuttocina.it ls.longman.net.cn Canali Doraetos Manga: DeviantArt: www.doraetos-manga.deviantart.com Facebook: www.facebook.com/pages/DoraetosManga/289439677759202 YouTube: w w w. youtu b e. c om / u s e r / D or a e t o s MangaChannel Sito: www.doraetosmanga.altervista.org