Doraetos Manga

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In questo numero Meditazioni su I n t e r v i s t a a O n e P i e c e Giorgio Battsti Manhua V i a gg i S o n o f r a n o i ? Japanlandia Focus On Quezal

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Kalevala Saga Neve e il castello nel cuore del drago

Una ragione per combattere

La Linea 6 Il patto della volpe

A Matter of Rabbits

Kumo-chan

Oltre i limiti d ella

Doraetos Manga - Numero 1 - Anno I - Dicembre 2012

Il bacio dell’angelo

Fantasia!


Che cos’è Doraetos Manga Doraetos Manga è un progetto ambizioso e sofisticato. è un gruppo di ricerca creativo sui fumetti e sulla letteratura. I nostri obiettivi sono: • Dare spazio ai cosiddetti “mangaka” italiani - cioè autori che hanno avuto influenze metodologiche e stilistiche da fumettisti giapponesi e/o orientali, siano essi fumettisti, illustratori o scrittori. Inoltre ci impegneremo a cercar di far convergere su di loro l’attenzione di un pubblico quanto più vasto possibile e di realtà più grandi di DM. • Indagare il fenomeno del fumetto giapponese (e/o orientale) in tutti i suoi aspetti e le ripercussioni che può avere al di fuori del territorio nipponico passando per il filtro di altre realtà e culture. • Contribuire a diffondere una maggiore sensibilità in Italia verso il fumetto tramite l’utilizzo del web o l’organizzazione di iniziative come concorsi, workshop e seminari. • Creare una rete di idee ed esperienze fra autori, aspiranti autori e lettori.

Oltre i limiti della Fantasia U

n buon salve a tutti! Quello che state per leggere è il frutto di un notevole lavoro che ha visto finalmente la luce sia grazie allo staff di Dm sia grazie agli autori che pubblichiamo. Aspettare l’uscita di questo numero 1 di DM è stato a tratti frustante, poiché non vedevo l’ora che venisse pubblicato! Nonostante non sia pratico di programmi di grafica, ho dato comunque supporto al resto dello staff occupandomi di altre faccende. In questo numero potete leggere il capitolo 1 del mio secondo “manga” che si intitola “Il Bacio dell’Angelo”, sceneggiato da me e disegnato da Ginevra Autino. Ho deciso di pubblicare solo il primo capitolo de “il BDA” su questo numero per non togliere spazio agli altri autori. Il resto dei capitoli verrà pubblicato sul prossimo numero di DM. Spero tanto che possiate giudicare il “BDA” migliore rispetto al “Il segreto del Cremlino” (il mio primo “manga”) e inoltre mi piacerebbe ricevere commenti e critiche costruttive da voi lettori. Un ringraziamento e un saluto speciale va ai miei parenti e compaesani, e anche a tutti i miei amici russi, ucrani e macedoni e ovviamente italiani per il supporto morale che mi stanno dando leggendo questa rivista. Auguro a tutti voi una buona lettura! Massimiliano Cerruti

Non siamo professionisti, è evidente, eppure ci siamo imbarcati in quest’impresa. “Un gesto sconsiderato!”, penserei in altre situazioni, ma ci sono momenti in cui un obiettivo può valere molti sacrifici. Per noi Doraetos Manga vale tutta la fatica fatta in questi mesi, tutto il lavoro che vedete e anche quello che abbiamo, a malincuore, dovuto scartare. Sembra quasi retorico ormai dire che una rivista è il frutto del lavoro di molte persone, ma è vero, perciò vi prego di sfogliare le pagine di DM pensando al mondo che c’è dietro e a tutto l’amore che vi abbiamo riversato per assicurare a voi lettori un prodotto che, si spera, possiate definire “di qualità”. Mi auguro che DM possa almeno farvi passare qualche ora di divertimento e vi allontani, per poco, dallo stress quotidiano. Orsetta Berni

Doraetos Manga si esprime, per il momento, in due forme principali: 1. Una rivista online che ospiterà fumetti e mostrerà, sulla falsariga delle riviste accademiche, le nostre ricerche, i nostri articoli analitici, interviste e le nostre esperienze. 2. Il canale Youtube, su cui caricheremo contenuti di varia natura, come ad esempio recensioni, reportage, video di approfondimento, pubblicità, tutorials, videofumetti e tanto altro ancora. I social network saranno gli spazi su cui autori, redazione e lettori potranno interagire fra di loro. I nostri principi sono quelli che stanno alla base di ogni persona corretta, in particolare: serietà, sincerità, trasparenza e indipendenza di pensiero. Per ulteriori informazioni sul progetto, vi rimandiamo alla sezione DOCS del nostro sito, in cui potrete trovare anche una guida tecnica con l’elenco dei generi che pubblicheremo.

La redazione di Doraetos Manga

Davide Strano: Aspirante fumettista, studente di Massimiliano Cerruti: Libero professionista, co- OrsettaBerni:StudentessadiIngegneriaInforma-

linguacinese,direttorediDoraetosManga,colorista, disegnatoreufficialediQuezalformaragazza.

fondatore di DM, moderatore, addetto a mansioni divarianaturaerevisoredellesceneggiature.

Barbara Miele: Studentessa, fumettista e

illustratrice amatoriale. Ha collaborato alla rivista come coloristadiartworks.

tica, co-fondatrice di Doraetos Manga, grafica della rivista,realizzatricedelsito.

Gabriele Bagnoli: Fumettista e illustratore

professionista, disegnatore ufficiale di Quezal Drago, characterdesigner,collaboradaanniconCyranoComics.


o i r a Somm

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Neve e il castello nel cuore del drago - Mirella Menciassi Kumo-chan, la ragazza delle nuvole - Giulia Zucca A matter of rabbit - Paolo Zeccardo Meditazioni su: One Piece - Parte 1 La Linea 6 - Marino Mele & Marco Piccinini Una ragione per combattere - Gaetano Longo Focus on: Quezal - la genesi di Quezal Trailer Contents Il patto della volpe - Giorgio Battisti Le interviste di Quezal: Giorgio “Jojo” Battisti Manhua: sono tra noi? Stone of Fate - Mirco Cabbia Kalevala Saga - Francesco Simioni Viaggi: benvenuto in Japanlandia Il bacio dell’angelo - Ginevra Autino & Massimiliano Cerruti Gemellaggi Bacheca illustrazioni Step by Step Gli autori Note finali

Pagina 5 Pagina 33 Pagina 56 Pagina 78 Pagina 84 Pagina 89 Pagina 100 Pagina 108 Pagina 139 Pagina 167 Pagina 174 Pagina 176 Pagina 183 Pagina 201 Pagina 204 Pagina 218 Pagina 231 Pagina 235 Pagina 240 Pagina 244






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Meditazioni sui Fumetti

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Meditazioni su:

Meditazioni sui Fumetti

Alcune vignette dei primi capitoli in cui compare Nami. A Oda non piace disegnare le orecchie. Ripete errori che si porterà per molto tempo.

a una minima conoscenza delle logiche del fumetto giapponese per poterlo valutare al meglio. Ho deciso di dividere le mie meditazioni su One Piece in almeno due parti. Questa analisi va dal vol-

Parte 1

Q

uesta è la mia rubrica personale. Come si fa in certe tecniche di meditazione, analizzerò dei fumetti vagliandoli più o meno sotto ogni aspetto. Cercherò di non essere né prolisso né troppo sintetico e le mie “meditazioni” non saranno mai denigratorie. Nei limiti della mia soggettività

One Piece è il Fumetto Giapponese più venduto e sopravvalutato degli ultimi anni 78

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Introduzione cercherò di essere quanto più oggettivo è possibile. L’analisi che mi accingo a fare è Spero inoltre che possano essere spunto di riflessione e gettare le basi veramente complessa, poiché “tocdi un fruttuoso scambio di opinioni. cherò” qualcosa di quasi sacro e Auguro a tutti voi una buona lettura. alcune delle mie opinioni potrebbero essere lette come bestemmie. È complessa anche perché mi è impossibile dare un parere definitivo sull’opera in questione in quanto ancora in corso in Giappone. ; inoltre bisogna valutarlo per quello che è, cioè un fumetto seriale. Infine poiché lo stile fumettistico di Oda è unico al mondo, ci vuole una buona apertura mentale oltre Il vessillo della Nave di Rufi. Certi individui l’hanno appeso in cameretta o lo sventolano quando vanno in pedalò.

ume 1 al volume 25 in quanto ho na questi volumi, tra i quali non vi notato, nonostante la progressiva sono grandi cambiamenti. evoluzione del fumetto di volumetto in volumetto, una certa linea La gallina dalle uova di continuità di soluzioni grafiche/ d’oro di Shueisha stilistiche (e di regia) che accomuProbabilmente One Piece è il fumetto giapponese più famoso al mondo dopo Dragon Ball e il giro d’affari legato ad esso è colossale, un po’ come i giganti che di tanto in tanto Rufi & Co. incontrano sulla Rotta Maggiore. Da molti è considerato l’erede del celebre fumetto di Toriyama e forse hanno ragione. Però, secondo me, è osannato più di quel che probabilmente merita. Il mio pensiero su questo fumetto si può riassumere così: One Piece è contemporaneamente il fumetto giapponese per ragazzi più venduto e sopravvalutato degli ultimi anni in Giappone. Ho iniziato a leggere One Piece solo “di recente”. Copertina del capitolo 5. Fregare la Coca-cola al tuo amico delfino sotto un ombrellone? Solo Oda poteva pensarlo!

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Meditazioni sui Fumetti Pensate che inizialmente quasi lo snobbavo. Sì, perché quando ho provato a vedere qualche episodio dell’ “Anime” in TV mi dava estremamente fastidio che spesso e volentieri i personaggi urlassero a squarciagola quasi senza una ragione apparente. Sfogliando gli ultimi volumi del fumetto invece non apprezzavo la formattazione delle tavole che generava oltre ad una certa confusione anche una difficoltà di lettura sia dei dialoghi sia dell’azione stessa. D’altro canto aveva anche un fattore grafico che mi attirava non poco: uno stile di inchiostrazione piuttosto simile a quello di Dragon Ball che tanto mi piace. Per una questione di onestà intellettuale decisi di dargli una ulteriore possibilità e così cominciai a leggerlo dall’inizio. Di volume in volume la mia sorpresa cresceva. Mi stavo ricredendo su molti aspetti. La composizione delle tavole dei primi volumi è semplice, più regolare, i dialoghi nella misura giusta e così via; inoltre ho scoperto che One Piece è davvero molto divertente. Probabilmente è stata proprio la comicità intrinseca ai personaggi e lo stile di disegno che mi ha permesso di andare voracemente avanti nella lettura. Gradualmente però, già prima degli eventi di Water 7, le impressioni negative che avevo su One Piece sono riaffiorate e in buona parte rimangono per me confermate.

Sin dai primi volumi il disegno di One Piece è caratterizzato dall’essere “tutto Inchiostro”. È chiaro come il sole che Toriyama docet. Non a caso Oda ha deciso di diventare fumettista proprio ammirando le opere del Maestro Akira Toriyama. Forse anche Wu Cheng’en “docet” nella struttura basilare dell’opera: One Piece potrebbe essere etichettato come una sorta di “Saiyuki sull’Acqua”. Probabilmente così come Xuanzang, insieme a Sun Wukong & Co. vanno verso Ovest alla ricerca di un Sutra, così Rufi e la sua cirma vanno verso Occidente per ottenere Analisi grafica l’ambito One Piece (che dopo tanti volumi ancora non è chiaro cosa sia Iniziamo ora l’analisi vera e pro- effettivamente). pria e partiamo da quel fattore che Tutto è disegnato, Oda non usa primariamente, secondo me, ci at- nessun tipo di artifizio come i retini tira verso la lettura di un fumetto: (a volte la loro applicazione sul disil disegno. egno la trovo un po’ superflua) o 80

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l’uso di modelli in 3D. A proposito di retini, Oda ne usa davvero pochissimi e solo dove strettamente necessario. Per quanto concerne i tratteggi l’autore ne fa un certo uso anche se in alcuni casi li ho trovati piuttosto fuori luogo. Il panneggio è elementare, ma non disprezzabile. Per quanto riguarda l’applicazione delle ombre spesso non sono stato molto d’accordo su come le ha stese sui disegni, soprattutto nei primi volumi. Gli sfondi di One Piece sono fatti per lo più dai suoi assistenti e risultano di un buon livello. Le prospettive non mi dispiacciono. Lo stile di disegno di Oda, nell’arco dei volumi trattati, è semplice e alquanto rotondeggiante. Gli occhi sono abbastanza grandi e anche mani e piedi li disegna più grandi rispetto alle normali propor-

Meditazioni sui Fumetti zioni. In seguito si accentuerà progressivamente l’ enfasi delle caratteristiche anatomiche maschili e femminili. L’autore dà molta enfasi anche alle espressioni dei personaggi. Le pupille dei personaggi maschili, come nel caso di Rufi e Zoro, sono due semplici pallini, mentre nelle donne sono due cerchi (in genere neri) con un piccolo riflesso di luce. “Odacchi” si porta dietro (almeno fino alla parte che riguarda questa meditazione) degli errori legati al corretto posizionamento delle orecchie. Prendete come riferimento l’immagine che segue che già di per sé è piuttosto eloquente. In un viso “normale” visto di fronte o di lato le orecchie si trovano grosso modo proprio tra la linea immaginaria che passa orizzontalmente all’altezza degli occhi e la linea che passa sotto al naso. Le orecchie di Rufi & Co. non tengono conto di questa caratteristica e si trovano in una posizione errata. Posizione errata che viene evidenziata quando la testa viene inquadrata di profilo o quando i personaggi guardano verso l’alto o verso il basso. Dal volume 11-12 circa inizia ad emergere un cambiamento piuttosto significativo nello stile di disegno: le narici vengono messe più in evidenza, i nasi diventano meno

Doraetos Manga Dicembre 2012 tondeggianti, più a punta e con radici più lunghe (soprattutto nei tre quarti e nei profili), e gli occhi sono leggermente più distanti fra loro. Anche la mole di testo aumenta, senza però sfociare nel livello di Bakuman ad esempio. Tutti questi cambiamenti si concretizzano bene dal volume 18 circa. Passiamo ora alla composizione delle tavole. Nei primi volumi sono semplici, chiare e caratterizzate da un maggior numero di vignette chiuse rispetto agli ultimi. In seguito Oda utilizzerà sempre con maggiore frequenza le vignette aperte, che danno un maggior senso di dinamicità alla tavola oltre che capaci di attirare l’attenzione del lettore dove desidera il fumettista. Le tavole ad un certo punto cominciano a diventare più ostiche da seguire e durante la lettura mi lasciavano un certo senso di disorientamento e fatica. Inoltre ho avuto l’impressione che l’autore componga la struttura delle tavole un po’ a caso (probabilmente per via del ritmo di lavoro che deve sostenere un fumettista giapponese).

Analisi narrativa Diciamoci la verità, il soggetto base di One Piece non brilla certo per originalità: un ragazzo ha un obiettivo, lo grida ai quattro venti e navigherà per il globo insieme a un

gruppo di persone per realizzarlo. L’obiettivo in questione è diventare il re dei pirati, un titolo che non ha un valore concreto e che cambia a seconda dei personaggi. In estrema sintesi Rufi vuole semplicemente vivere delle avventure che avranno come conseguenza l’ottenimento di questo titolo. Avventure che nel fumetto essenzialmente non sono molto presenti. One Piece è fondamentalmente un “Battle Shonen”, cioè un fumetto giapponese per ragazzi in cui azione e combattimento sono i capisaldi principali. Volendo fornire una ulteriore descrizione sintetica, One Piece è un fumetto di “mazzate fra pirati con poteri sovrumani. Quindi la componente avventuristica c’è in misura minore rispetto a quella, ad esempio, dei combattimenti, . e man mano diventerà sempre più esigua. Ad Oda è stata riconosciuta anche la qualità di essere un autore dalla fantasia geniale. Questo autore ha grande carattere, trasuda stile , ha una buona fantasia e sa creare degli interessanti intrecci narrativi. Ma nulla di più e nulla di meno. Lo trovo più che altro un abile “rielaboratore” (e lo conferma lui stesso nei suoi free talks). Lo stesso protagonista, Rufi, non è altro che la rielaborazione e fusione del ragazzo medio giapponese, Mr. Fantastic e Son Goku di Dragon Ball. Il mondo stesso di One Piece è frutto di una grande rielaborazione di oggetti e culture del nostro mondo (a volte accostate fra loro creando uno strambo mix). Ecco che, ad esempio, il regno di Alabasta è un misto di elementi 81


Meditazioni sui Fumetti egizi e/o mediorientalleggianti, e la Merry, la prima nave della ciurma dei protagonisti basata in buona parte sulle navi dei pirati occidentali, abbia un’anima, in accordo con le credenze scintoiste. Ma in questa rielaborazione c’è l’essenza dell’autore. Sì, perché la vera “originalità” di Oda, e la sua qualità più grande, sta nell’essere se stesso. In altre parole, come spesso succede, non è il “cosa” a rendere un opera un successo, ma il “come”. Infatti il suo stile, cioè il suo modo generale di creare e intendere un fumetto, è unico al mondo. Certe soluzioni estetiche che lo caratterizzano e le sue trovate si

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Doraetos Manga Dicembre 2012 fondono con una comicità e demenzialità che sono all’ordine delle pagine che si sfogliano” (chi ha detto Zoro dalle tre spade? Cosa? lumacofono?). Da notare inoltre come One Piece, fumetto per ragazzi, abbia come protagonisti dei pirati, cioè “criminali”. I protagonisti, per Usare una lumaca come telefono... Oda ma cosa mangi di strano a cololazione? quanto simpatici, non sono per ni- hanno saputo accattivarsi la simente delle macchiette: ad esempio patia dei lettori e dimostreranno Zoro è abituato ad uccidere, Nami a di potersi migliorare da un certo punto di vista oltre che suggerire rubare e Usop a dire bugie. Nonostante ciò i protagonisti al lettore che forse non sono loro a

Meditazioni sui Fumetti ricoprire il ruolo dei “cattivi”. Infatti One Piece non è un fumetto in “bianco e nero”, idealisticamente parlando Non c’è una parte buona e una parte cattiva, ma piuttosto due grandi macrofazioni che si fronteggiano i cui componenti hanno personalità diversissime fra loro: il Governo Mondiale e chi è contro di esso (per lo più pirati e rivoluzionari).

Doraetos Manga Dicembre 2012 dimenticarsi, dopo tanti volumetti, chi sia un determinato personaggio.

Concludo dicendo che One Piece , nonostante sia un fumetto per ragazzi e che sia volto essenzialmente all’azione, è capace di attirare l’attenzione su tematiche piuttosto serie come il razzismo, la sete di potere e l’abuso di esso o l’uso di sostanze dopanti. Personalmente però ritengo che I personaggi principali, così per l’autore non sia mai stata income i nemici, li trovo tutti ab- tenzione primaria trattare questi bastanza ben caratterizzati. Oda fa problemi, ma piuttosto mostrare un buon uso dei personaggi sec- come si relaziona Rufi, protagoniondari, anche se probabilmente ne sta e probabilmente suo alter ego, crea troppi. ; infatti è molto facile con essi.

Anche se in parte Rufi è l’ombra di Goku, o se preferite etichettarlo “figlio di Goku”, ha saputo attirarsi la simpatia dei lettori e continua a farlo. Nonostante sia un pirata, uno stupidone e un sempliciotto, tutti lo ammirano per la sua schiettezza, la sua stoicità, l’importanza che dà al valore dell’amicizia e la sua determinazione assoluta nel realizzare l’obiettivo che si è proposto di raggiungere... anche se questo si trova in capo al mondo. Articolo di Davide “Dragoon88” Strano

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Focus On

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Focus On

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Approfondimenti

Focus On: “E

che è ‘sto Quetzalcoatl dal nome impronunciabile?” fu il mio primo pensiero. Era la magica sera di Natale quando mi arrivò la mail di Davide in cui diceva che c’era da disegnare questa bestia mitologica: “una fusione tra un drago e un’aquila, con qualche trama mayanizzante e/o orientaleggiante”. Si prospettava una cosa divertente, il genere di mascotte che ogni mascottista sogna di realizzare da una vita (o almeno è quello che sognerei se fossi, appunto, un mascottista). 1) Faccio qualche bozza, e la fortuna vuole che il PRIMO tentativo sia quello buono. “Mai avuta così tanta fortuna” penso io, “sicuramente adesso mi capiterà qualcosa di brutto.” Dopo qualche settimana mi hanno

Quezal prosciugato tutti i soldi dalla Postepay, sul serio. 2) Dopo interminabili dubbi amletici sulla presenza di piume sulla fronte giungiamo ad avere le matite definitive, che ricalco con il tavolo luminoso su un

foglio abbastanza spesso per sostenere la china. 3) Inchiostro tutto usando un paio di pennini. Era un periodo in cui andavo più d’accordo coi pennini che col pennello.

2.

4) Inizio a fare un pò di prove per il colore: mi sbizzarrisco in piena libertà ma inutilmente, perché alla fine è direttamente Davide che mi dà i colori giusti. Peccato, mi ero già un pò affezionato alla versione verde-acqua. Per colorarlo prima scontorno il disegno (togliendo il bianco e tenendo solo la linea) e poi faccio su un altro livello le tinte piatte usando la Matita. La Matita, a differenza del Pennello, permette di selezionare al meglio la campitura di colore con la Bacchetta magica senza perdere pixel. Il livello con la linea rimarrà sopra tutti gli altri in modalità Normale. E

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Focus On

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Focus On

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riflessi nelle parti in ombra. Li faccio su un livello in Colore scherma e modifico anche qui l’opacità per non farli troppo forti, dopotutto non c’è niente di particolare che rifletta la luce sulla parte in ombra, ma così mi sembra più equilibrato. Aggiungo altre cosine come il riflesso sull’occhio, una texture sulle decorazioni di pietra/creta/qualsiasicosasia, un’ombra più scura sull’ala dietro. E infine coloro la linea che divide il colore sul ventre per rendere più armonioso il cambio cromatico del piumaggio (è la prima volta in vita mia che uso le parole “armonioso”, “cromatico” e “piumaggio”, e le ho usate addirittura nella stessa frase!). 4.

Articolo di Gabriele Bagnoli

visto che ci sono lo blocco col lucchetto per evitare di imprecare in seguito, va là. 5) Utilizzando il Pennello e lo strumento Gradiente aggiungo delle leggere ombreggiature e vario in alcuni punti la tonalità del piumaggio. Ma proprio dei tocchi leggeri, eh. Ad esempio ho fatto più scura la fine delle zampe e del muso, è una cosa che mi piace fare anche nelle persone: aggiungere un lieve rossore al naso, alle mani o sulle spalle è un buon trucco per rendere i personaggi più “vivi”. 6) Ora è arrivato il momento di fare luci e ombre nette. OMBRE: in questo caso uso un blu scuro, le faccio con un normale Pennel-

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lo con opacità e durezza al massimo, e le metto in un livello Moltiplica a opacità 40%.

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LUCI: su un nuovo livello prendo il bianco e scelgo un Pennello particolare che varia l’opacità col variare della pressione della penna (è nei Pennelli predefiniti di Photoshop), in questo modo posso ottenere dei colpi di luce più morbidi. Dopo aver fatto tutte le pennellate sulle parti più esposte alla luce metto il livello in Sovrapponi al 70% di opacità sopra gli altri livelli di colore. 7) Con lo stesso pennello con cui ho dato i colpi di luce, metto dei leggeri

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Focus On

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La genesi di

Quezal D

i tanto in tanto succedono delle cose particolari. Ad esempio, a volte le persone creano qualcosa e non razionalizzano il perché quella cosa doveva avere proprio quelle determinate caratteristiche. Quasi come se fosse la creazione a dire al creatore che doveva essere così. Anche Quezal, la nostra mascotte, è nata in una maniera simile. Il primo passo mosso verso il suo concepimento è stato fatto ragionando sul nome da dare alla nostra rivista. Doveva essere un nome di fantasia e simbolico ed era necessario trovare qualcosa che simboleggiasse tutti quegli autori occidentali che hanno avuto influenze da autori orientali, in particolare giapponesi. Subito concordammo, io e Massimiliano, che gli animali potevano essere degli ottimi simboli e che dovevamo trovarne uno adatto per rappresentare l’Occidente e uno per l’Oriente. Per quest’ultimo fu facilissimo: il drago. Per l’Occidente pensammo al lupo e all’aquila. Tra le varie proposte che ci scambiammo, cioè unioni di nomi di animali in varie lingue, una attirò la nostra attenzione: DORAETOS. 104

La parola “Doraetos” è l’unione della traslitterazione della parola “dragon” in giapponese (doragon – ドラゴン) con la parola greca “aetos” (ἀετός, pronuncia: etòs) che vuol dire aquila. La pronuncia ufficiale è DORAETOS e non DORETOS, poiché è comunque un nome di fantasia. Anche linguisticamente il nome “Doraetos” riflette lo status di questi autori: l’Aquila è determinata dal Drago. Un altro particolare da sottolineare è che la rivista vuole ospitare sia opere di fantasia che realistiche, inoltre è aperta a disegnatori che hanno stili sia caricaturali sia realistici. Anche in questo caso i due animali sono simboli perfetti: il drago è un essere di fantasia, mentre l’aquila esiste realmente. Altro punto a favore della nostra decisione è che “i mangaka italiani” stentano ad emergere come si

Bozze della testa di Quezal fatte da Gabriele: volevo accettarmi della gradevolezza estetica della piuma ribelle vedendola da varie angolazioni.

Focus On

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prototipo di Quezal che mandai in seguito a Gabriele. Man mano che Quezal prendeva forma, grazie alla “matita di Gabriele”, d’un tratto mi balenò in mente che il drago in realtà era una “lei”, cioè una dragonessa e che poteva trasformarsi in una ragazza. «Mondo Papero!» esclamai fra me e me. Così cominciai subito a buttare giù altri schizzi. La ragazza, così come la sua forma drago e la rivista dovevano avere uno spirito frizzante, allegro, dinamico, insomma tutto ciò è correlato al conLa coca cola quella sera mi aveva fatto uno stra- cetto di energia, voglia di sfondare e no effetto... cambiare le carte in tavola. Tutto ciò ha avuto ripercussioni deve per tutta una serie di motivi. anche sul suo design: soprattutto A sostegno di questi talenti ci i capelli ben riflettono questo lato voleva una creatura forte, energica della sua personalità! (Qualcuno e ben decisa a cambiare la situazio- mi ha chiesto se ho preso spunto ne in cui viviamo: drago e aquila dai Super Saiyan: lo giuro... no.) ancora una volta risultavano per- Inoltre la ragazza simbolicamente è fetti. colei che ha il potere di “attrarre”, caMa del resto, scusate, a chi non ratteristica perfetta per una mascotte. piacciono gli animali? Definito più o meno il design Fusi insieme questi due animali ecco che un’altra stramba idea mi mi resi conto che nella mitologia passa per la testa: quando Quezal Maya già esisteva un essere simile: si trasforma può subire un cambiail Quetzacoatl [Kezacoatl], il Ser- mento nello stile di disegno. pente Piumato – ci tengo a preciIn un primo momento pensai sare, tra l’altro, che anche il drago di far disegnacinese ricorda molto un serpente. re Quezal forma Pensai: «Uao! Quando la rivi- ragazza a Measta uscirà saremo nel 2012 ! E caso go (www.meago. vuole che sarà l’anno del Drago deviantart.com), nell’Oroscopo Cinese! La mascotte ma caso volle che deve essere per forza “un drago”!». per quel periodo Presi carta e matita e incomin- chiuse le comciai a buttare giù qualche schizzo. I missioni. primi tentativi furono davvero orAlla fine optai ribili, poiché provai a inserire ele- per questa scelta menti come pennini e curvilinee “davvero strana” sul corpo del drago. dettata anche dalle mie risorse econoAllora provai a documentarmi miche: disegnarla un po’ su Internet e alla fine uscì il da me.

Ne parlai con Gabriele e mi diede alcuni consigli su come migliorarla. Alla fine è venuta fuori Quezal più o meno così come la conoscete oggi. I disegnatori ufficiali di Quezal siamo Gabriele ed io, ma nulla vieta che sui nostri spazi o sulla rivista stessa possano apparire lavori di altri autori. In fondo Quezal “si trasforma”. Vi potreste ancora chiedere: ma da dove è venuto fuori il nome Quezal? Semplice. Nelle varie mail che scambiavo con Gabriele spesso abbreviavamo Quetzacoatl con QueTzal , da lì Quezal. C’è anche da dire che spesso mi piace dare nomi strani o divertenti ai miei personaggi. In questo caso specifico il nome Quezal, nella mia mente, è contemporaneamente comico e serio: il suono “Que” mi ricorda il verso delle galline o dei Chocobo di Final Fantasy (Kuè), mentre “Zal” è un suono che ha una certa potenza. Inoltre scoprii, cercando per puro caso la parola Quetzal, che esiste un uccellino sudamericano che deve il suo nome al mitologico

Primissimo abbozzo (mio) di colorazione di Quezal

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Focus On serpente piumato. Beh ragazzi, se Caratteristiche questi non son segni… Aver scoperto l’uccellino fu andi Quezal che utile, poiché prendemmo spunLa forma drago di Quezal è to proprio da questo per fissare i colori definitivi di Quezal, eccezion piuttosto longilinea, possiede zampe simili a quelle del leone o del fatta per il colore verde di base. lupo, artigli e denti retrattili e varie I colori di Quezal caratteristiche riconducibili a uccelli e rettili. C’è una stretta connessione tra Sulla testa ha una piuma sbarazcolore e cose. zina e delle corna simili a quelle del Anche i colori possono essere drago cinese. eccellenti simboli. Sul suo corpo sono presenti liDopo aver steso i colori finali nee colorate, spirali ed elementi mi resi conto che ognuno di essi che rimandano allo stile Maya. era correlato alle qualità che il proLa forma ragazza riprende molte getto voleva avere sin dal principio. caratteristiche della sua forma drago. Il verde è il colore associato alla La caratteristica più importancreatività, il giallo alla simpatia, all’al- te, ma meno evidente, è che la sua legria, alla voglia di vivere e di fare. coda non è attaccata al corpo, anzi, Il rosso è correlato alla determina- in un certo senso, fluttua in aria. zione e all’attrazione mentre il blu Inoltre Quezal può far comparire a alla profondità di pensiero. Infine piacimento le sue ali. il bianco è connesso alla sincerità, alla purezza e inoltre è il colore che Quezal ha vari poteri: sa volare, contiene in sé tutti gli altri. Infine il cambiare forma e abito, controllamarrone chiaro può essere associa- re fuoco, aria e acqua, inoltre nella to alla “ponderazione”. sua forma drago è capace di parlaLe piume della coda di Quezal re telepaticamente e usare la precosono rosse, bianche e verdi per gnizione. simboleggiare che il progetto è Quezal appartiene ad una spenato in Italia. cie mutaforma di un certo “Mondo Questi sono i colori ufficiali di Magico”. Ogni essere nasce da eleQuezal: lime, giallo limone, amaranto, blu pavone e camoscio.

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Doraetos Manga Dicembre 2012 menti dorati che di tanto in tanto spuntano dal corpo di altri esseri della stessa specie. Lei, per esempio, può generare una piuma d’oro. La piuma si stacca e viene portata via dal vento: se cadrà sulla terra nascerà un essere “maschile”, mentre se cadrà nell’acqua darà vita a un essere “femminile”. In entrambi i casi la piuma d’oro si comporterà come una sorta di seme e col tempo formerà intorno a sé una specie di bulbo-bozzolo profumato e fosforescente. Al suo interno subirà un processo di metamorfosi che trasformerà la piuma d’oro in un essere vivente. La loro fase di crescita si divide in quattro stadi, ognuno con una forma diversa e preceduta al momento opportuno da altre tre fasi in cui la creatura verrà di nuovo avvolta nel bulbo-bozzolo per subire la metamorfosi. Gli elementi-seme non dorati che si disperdono subiscono un pro-

Focus On cesso analogo, ma generano altro. Se provengono da esseri femminili generano strutture aventi elementi organici, quali piante, e non, come, ad esempio, delle rocce. Quelli degli esseri maschili generano utensili speciali di varia natura che possono assumere forme sempre più complesse e potenti a seconda di chi li maneggia. Nel caso specifico di Quezal, le piume della sua coda generano strutture rocciose volanti su cui crescono piante e capaci di ospitare anche grandi strutture architettoniche. Queste hanno inizialmen-

Doraetos Manga Dicembre 2012 te una forma a metà tra un bulbo e del Mondo Magico. Chissà che non un polipetto, poi assumeranno, nel possano essere arruolati nel procorso del tempo, la forma di gigan- getto Doraetos Manga! teschi fiori volanti. Articolo di Credo di aver detto tutto, o quaDavide “Dragoon88” Strano si, su Quezal. Il resto ve lo racconterà lei stessa sulle pagine di Doraetos Manga. Concludo questo articolo dando una notizia ufficiale: è in progettazione una sua controparte maschile, più settoriale, che sarà basata probabilmente su un cervo. Nel frattempo potreste proporci disegni dei vostri amici mutaforma

Da sinistra a destra, le varie fasi di metamorfosi di Quezal: le ultime tre sono state disegnate da Jojo in pkmn style! Queste hanno anche un “nome pokémon”: Childraken, Doraptor e Quezalgon! Informazioni aggiuntive saranno date sulla nostra pagina FB!

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Trailer contents

I trailer contents sono anteprime promozionali di fumetti o roTrailer contents manzi. Hanno I trailer contents sono an- lo scopo di dare teprime promozionali di un assaggio del prodotto per infumetti o romanzi. Hanno lo scopo di dare un assagvitare il lettore gio del prodotto per invi- a comprarlo. tare il lettore a comprarlo. Pubblicheremo solo trailer conPubblicheremo solo trailer contents di fumetti o rotents diperfumetti manzi che uno o più o romanzi che per elementi hanno a che fare uno o più elementi hanno a che con i fumetti o l’animazione giapponese/orientale. O fare i fumetti o l’animazione ancoracon trailer contents di opere che hanno connesgiapponese/orientale. O ancora sioni con la cultura orientale in generale. Per trailer contents maggiori informazioni vi di opere che hanconsigliamo di leggere la no connessioni con la cultura orinostra guida tecnica. entale in generale. Per maggiori Doraetos Manga Dicembre 2012

guarda il trailer all’indirizzo

www.youtube.com/ watch?v=LKbMZnGA7P0 e visita il forum

argo.forumcommunity.net



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Questo fumetto si legge da destra a sinistra!














Le interviste di Quezal

Doraetos Manga Dicembre 2012

Le interviste di Quezal Spazio in cui Quezal si fa gli affari degli altri

Giorgio “Jojo”

Battisti I

Biografia

nizialmente influenzato dai classici Disney, è cresciuto in compagnia degli anime, nel 1996 capisce che la sua strada sarà il fumetto dopo aver ricevuto in regalo una copia del manga di Sailor Moon. Nel 2005 si diploma presso il liceo artistico della sua città, nello stesso anno crea la sua prima opera, Super Bunny Chu-Chu!, per partecipare al concorso per nuovi autori indetto dalla rivista Yatta!. Dal 2007 Super Bunny viene serializzato sulla web-magazine Mangaijin per poi essere pubblicato in versione cartacea nel 2009 dalla Cagliostro Editore. Sempre nel 2009 vede la luce il manga per bambini I viaggi di Marta e Ryuji pubblicato da Caludiana Editrice, sceneggiato da Raffaele Lamorte, anche autore dei testi di Eiga Love, edito da Tozai Manga, e del capitolo pilota di Agente Speciale Lucky sulla rivista Mangaka, della Coniglio Editore. A febbraio 2010, insieme con Raffaele Lamorte, tiene un corso a Bergamo di 3 giorni sulle forme, il mercato e la realizzazione dei manga. A maggio 2010 inizia l’esperienza da insegnate di tecnica manga durante il Manga Day per la Venezia Comix. Dal 2 al 23 settembre 2010 partecipa ad un viaggio studio presso la Yoyogi Animation Gakuin di Tokyo, per approfondire e migliorare le tecniche fumettistiche. Dal 1 al 31 ottobre 2010 torna ancora a Tokyo per mostrare i suoi lavori agli editor delle riviste Shonen JUMP, RIBON, GX Fantasy, Afternoon e molte altre. Da novembre 2010 cura ancora una volta il corso di tecnica manga per la Venezia Comix. Nel maggio 2011 partecipa con il suo manga Yukata LOVE alla creazione della fanzine Asakusa. Da novembre a marzo 2012 tiene il corso base e avanzato alla Manga School di Venezia Comix, a marzo ha tenuto inoltre un workshop alla Facoltà di Lingue Orientali Ca’ Foscari di Venezia. Nel 2012 inoltre collabora con Doraetos Manga con il suo lavoro Il Patto della Volpe e ricomincia i suoi corsi alla Manga School di Venezia. Blog: http://jojomanga.blogspot.it/ Indirizzo Paypal di JOJO: giorgiobattisti86@yahoo.it


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Cosa ne pensi di chi, come te, ha uno stile di disegno molto orientaleggiante ? Inoltre secondo te la situazione generale italiana come vi vede e/o come vi ha accolto? E i lettori cosa ne pensano di quello che avete già pubblicato? Non posso che pensare bene di chi sceglie l’infuenza nipponica per creare le proprie opere, io sono uno dei tanti cresciuti durante la seconda grande invasione di anime e manga avvenuta in Italia durante i primi anni Novanta. In italia negli ultimi venti anni il fenomeno “manga” è cresciuto davvero parecchio, nonostante le case editrici siano ancora molto, o quasi totalemnte, restiee a pubblicare oprere di chiara influenza giapponese, ma disegnate da noi italiani, penso che prima o poi dovranno arrendersi anche perchè in altri paesi d’Europa sono già molti gli autori attivi che mostrano uno stile totalmente nippon-inspired. Che tipo di percorso formativo hai seguito? Hai frequentato una scuola di Fumetto e/o Disegno? Ho sempre avuto la matita in mano da quando sono nato, ispirato nei primi anni dalla Disney e poi dal ‘93, con l’arrivo di Sailor Moon, da anime e manga. Ho frequentato il liceo artistico e per quanto riguarda la tecnicha fumettistica giapponese l’ho appresa da autodidatta fino al settembre 2010, quando ho partecipato ad uno stage presso la Yoyogi Animation Gakuin, in cui ho avuto la conferma da parte dei professori giapponesi del mio coretto sviluppo artistico. Ho avuto anche modeste pubblicazioni qui in Italia e per anni ho collaborato con una fanzine online. Beh, nel tuo caso possiamo proprio dire che “chi fa da sé fa per tre!” Scherzi a parte, dalla tua esperienza emerge un elemento che spesso viene criticato o sottovalutato: l’autoriflessione e la ricerca personale sono tanto importanti quanto avere consigli da chi ha più esperienza. Troppo spesso però l’autodidatta viene snobbato. Sì...sfortunatamente non sempre si viene capiti, e spesso anche grazie alla facilità del web si viene tanto apprezzati, toccando spesso eccessi, quanto attaccati e disprezzati, vittime di un’ idea distorta dovuta alla mancanza di contatto diretto fra l ‘autore e i lettori. Per quanto mi riguarda il mio percorso è ancora nel pieno della suo sviluppo, durante gli incontri con i professori o gli editor giapponesi, ho sempre appuntato e conservato nero su bianco tutto quello che avevano da dirmi, essendo grato del tempo e dell’ esperienza che condividevano con me. Ecco autori in erba prendete esempio!

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Se un ragazzo/una ragazza volesse diventare fumettista in Italia, che consigli gli/le daresti? Ahahah! ...Hmmm, come dico anche durante i miei corsi di fumetto, la strada non è unica, ognuno deve trovare la sua, non esiste un metodo preciso, dipende tutto dalla convinzione e dall’ impegno personali. Una cosa che non deve mancare è la disponibilità al dialogo e l’apertura mentale, il “ manga “ è sì arte , ma anche un lavoro e come tale ha i suoi limiti, ha le sue divisioni di ruoli, editor e autore, per esempio, e tali ruoli vanno rispettati; spesso molti non vogliono accettare, non si deve mai, e dico MAI! pensare “ io sono un artista e faccio quello che voglio”, questa è la strada che porta al sicuro fallimento. E dichiarazione del tipo “Diventerò Mangaka! XD” (in Giappone) cosa rispondi? Al di là della serietà nel voler diventare fumettista in Giappone, noto una certa “moda” riguardo a frasi del genere... Assolutamente sì! Molti ragazzi e ragazze giovani hanno un’idea troppo semplicistica e ottimista riguardo questo obbiettivo, non che l’ottimistmo sia un male, ma si deve sempre avere un piano B nella vita e tenere i piedi ben saldi a terra. Credo che l’origine di quetsa “moda” si possa nuovamente attribuire al web, e a fenomeni recenti (Bakuman ad esempio), che fanno sembrare tutto più facile e accessibile, cosa non realistica. Come ti piace lavorare? Dove lavori? E soprattutto La mamma ti nasconde i disegni quando mette in ordine? Ahahah! No no mamma non tocca nulla sulla mia scrivania, lavoro in casa, più precisamente in camera mia, e non ho preferenze, mi va bene sia la notte che il giorno, la cosa fondamentale è che mentre disegno deve esserci della musica o un film di sottofondo, mi aiuta a concentrarmi. Il Fumettista in genere è un essere alquanto bizzarro: ha pochi, ma buoni rapporti sociali, sta spesso a casa e limita le uscite allo stretto necessario... Ti rispecchi in questo luogo comune? Sì e no! Sono d’accordo per il discorso “pochi ma buoni” riguardo agli amici, non mi piace molto uscire e girare senza meta, perchè sono pigro! Ma quando lo faccio amo la gente e amo chiaccherare, faccio amicizia molto facilmente e sono molto estroverso e anche un po’ esibizionista, colpa della mia seconda natura artistica, ahah! Poi dicono che noi ragazze siamo complicate..!


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Che ne pensi dei fumetti realizzati da più autori? Ti piacerebbe farne uno così? Se lo sforzo di più persone che lavorano insieme porta a qualcosa di buono... ben venga! per quello che mi riguarda preferisco applicare il detto “ chi fa da sé fa per tre!” Che fai rubi le battute? Dai ti perdono... Cosa ne pensi del Fumetto “Classico” Italiano? E di quello Francese? E di quello Americano? Ho grande rispetto per tutte le forme d’espressione alle quali ti riferisci, quindi non giudico l’aspetto grafico ma piuttosto il contenuto; a mio parere quello italiano è davvero troppo limitato, o si rivolge ai bambini (topolino, monster allergy, angels friends ecc) o agli adulti (tex e compagnia bella), se penso invece al fumetto americano, mi vengono in mente solo supereroi (ormai troppo numerosi), anche se ho letto i novel di Tomb Raider e Fanthom, i francesi mi sembrano i più aperti, disposti a sperimentare, è proprio diverso il modo di percepire culturalmente il “fumetto”. Spesso nel fumetto italiano o americano esiste l’equazione storia per adulti = tratto realistico o iperrealistico... Credi che l’equazione sia corretta? O pensi che una storia più matura possa essere raccontata e disegnata anche con tratti più semplici e/o caricaturali? Leggendo i “manga” spesso ho visto storie rivolte ad un pubblico adulto disegnate in maniera essenziale o molto morbida pur avendo trame e temi molto intensi e psicologicamente forti, cosa che non mi è capitato di riscontrare nel comics o nel fumetto in cui si tende effettivamente a render e tutto il più “reale” possibile anche in contesti più fantasy. Sei insegnante da tempo presso Venezia Comicx. Parlami un po’ di questa esperienza: come è iniziata? Quali sono state le difficoltà? E quali le soddisfazioni? Ti è piaciuto insegnare? Sono stato contattato dalla Venezia Comix perché avremmo dovuto organizzare un corso in collaborazione con un sito di anime e manga. Il corso saltò, ma l’organizzatore mi propose comuque un corso presso di loro. Mi piace insegnare, ma è una grandissima responsabilità; il mio obiettivo è far sviluppare ai ragazzi la propensione all’ ascolto e alla collaborazione e cerco di indirizzarli a seconda delle loro inclinazioni e capacità. Vorrei inoltre citarti altre belle esperienze di questo tipo: i workshop che ho tenuto a Lucca e alla facoltà di lingue orientali Ca’foscari di Venzia.

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Qual’è il tuo strumento da disegno preferito? Tutti i vari tipi di pennini, in particolare il “maru”, le varie tipologie di carta e i retini! I pennelli un po’ meno, li uso per le colorazioni a radiant. Qual’è il tuo/a fumettista preferito/a? Sono tre: Naoko Takeuchi è stata il mio primo riferimento; dal 2000 imparai molto studiando Ken Akamatsu e in questi ultimi anni sono impazzito per Arina Tanemura! Qual’è il tuo fumetto preferito in assoluto? Come mai? E quello che detesti di più? Non ho un fumetto preferito, ma un posto speciale lo occupa sicuramente Sailor Moon! Non c’è nemmeno un fumetto che detesto, però non mi piacciono molto le Clamp degli ultimi anni. Secondo te cosa deve studiare un fumettista per diventare “completo”? Credo che si debba essere curiosi, avere una buona cultura e non smettere mai di studiare e perfezionarsi. “I tre requisiti del mangaka: Arroganza, Sforzo e Fortuna”. Questa è una citazione da Bakuman. Sei d’accordo? Togli o aggiungi qualcosa? Non sono d’accordo e credo sarebbe più giusto dire : intelligenza , costanza, sforzo, umiltà, e fiducia in se stessi! Perché il tuo nome d’arte è Jojo? C’è qualche collegamento col fumetto “ Le bizzarre avventure di Jojo”? Jojo è la storpiatura di Giorgio e in famiglia mi chiamano proprio così; l’ho sempre trovato molto carino. Un ragazzo che disegna per lo più “Shojo Manga”: come mai? È una cosa atipica e curiosa allo stesso tempo. Già, me lo dicono tutti! Anche l’editor di Ribon si sorprese! Non saprei dirti... è lo stile che mi è sempre piaciuto di più e che mi viene più naturale... forse perché sono un grande lettore di “shojo” da quando avevo 9 anni! La Bonelli o la Marvel ti vuole ingaggiare come loro fumettista pagandoti oro. Che fai... accetti?


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Certo! Ahahah! Io amo i “manga”, ma volendo posso disegnare anche con uno stile “ realistico “ senza problemi! L’ho già fatto per molti lavori grafici che mi hanno commissionato. Questo si rifà proprio a quello di cui parlavo prima: il lavoro è lavoro, anche se si tratta di disegno, se capita una buona occasione si deve essere in grado di adattarsi!

Inizialmente si sorprendono dicendo: “Se non ti avessi visto non avrei mai pensato che non fossi giapponese!”, poi ti danno tantissimi consigli e ti aiutano a migliorare. In generale non si fanno molti problemi aldilà dello stupore iniziale, quindi vorrei sfatare il mito del razzismo nipponico, uno di loro mi disse che per lui non era importante la nazionalità ma la qualità del lavoro!

Un corvo dispettoso ti becca la mano e ne compromette l’uso... Che pensi? Che fai?

Quanto è importante per un fumettista per documentarsi? (Ad esempio fotograficamente)

Hmmm... cercherei di capire se la cosa è temporanea o permanente e poi agirei di conseguenza riorganizzando la mia vita.

Fondamentale!!!! Non si può inventare nulla da zero! Anche nel caso di un fantasy ci devono essere delle basi di riferimento da cui partire!

Con tutto rispetto per gli animalisti, io mi sarei trasformata nella mia versione Drago e me lo sarei mangiato in un boccone!

Fumettisticamente parlando, cosa pensi sul tuo futuro? Del passato cambieresti qualcosa?

Ahahahah, ti dirò la verità l’idea più o meno è quella anche per me!

No, mai! Nella vita come nel lavoro rifarei tutto! Il passato ci rende ciò che siamo e nonostante le brutte esperienze. Per il futuro non so, mi piacerebbe molto pubblicare su Ribon quindi ora il mio impegno è concentrato là.

In passato hai ricevuto delle critiche. Ora come ti sentiresti di rispondere se te le proponessero di nuovo?

E da piccolo cosa ti proponevi di diventare da grande?

È normalissimo ricevere critiche! Però bisogna anche tener conto di chi te le muove... se a farle è una persona talentuosa da cui poso imparare ben venga, anzi è un grande aiuto. Se arrivano da chi, pur provandoci, non sa nemmeno tenere la matita in mano, non rispondo nemeno. Spesso le persone che ti criticano con il solo scopo di denigrarti non valgono l’offesa e lo fanno forse perché insicure e frustrate... Ti dirò, a volte se ne escono con discorsi anche molto comici!

Ho sempre voluto fare il fumettista sin da quando ho 9 anni! In alternativa il cantante! Ahahahah! Cos’è che ti affascina dei “manga” e quali sono i loro difetti? Il fumetto giapponese di base non ha limiti né di storie né di genere. Il loro difetto è che pur avendo tantissimi generi e stili, tutti hanno delle regole entro le quali vengono identificati come tali e se ne esci fuori probabilmente non puoi essere pubblicato su riviste.

Cartaceo o Digitale? Entrambi! Cane o gatto? Entrambi! Entrambi! Amo gli animali, ho un coniglio che tratto come fosse mio figlio! E amo anche i draghi naturalmente!

Mi fai un ritratto?

Ecco stavo per sentirmi esclusa... Charmender, Squirtle o Bulbasaur? Oddio! Una delle scelte più difficili della vita, ma sarò onesto: Squirtle! Come vedono i Giapponesi un fumettista del tuo genere, cioè uno straniero che disegna “manga”?

Ma certo!


Manhua

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Manhua

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Introduzione ai Fumetti Cinesi

Manhua: Sono fra noi? L

a Cina è un “Dragone in ascesa”. È l’unica Nazione al mondo che ha mantenuto intatta una propria identità culturale per millenni. Dopo un secolo “buio” torna a far parlare di sé e oggi viene rispettata, da taluni addirittura temuta. La Cina (中国 Zhongguo, Regno di mezzo, come la chiamano i Cinesi, in

un certo senso, è l’altra faccia del mondo, l’unico grande modello culturale che per molti aspetti si può contrapporre al modello occidentale. Giorno dopo giorno abbiamo sempre più a che fare con la sua cultura. Questo incontro porterà sicuramente a una evoluzione e/o cambiamenti significativi. La Cina, ormai “fabbrica del mondo“, da tempo produce anche i suoi fumetti. Qualcuno dice ironicamente “i Cinesi sono fra noi” e anche noi possiamo affermare che piano piano e silenziosamente i fumetti cinesi vengono pubblicati anche qui in Italia. Quindi anche i fumetti cinesi, questi ufo di carta e inchiostro, sono fra noi. Sono ancora pochi, non sempre di un buon livello, ma esistono e sono in crescita. Daremo qui di seguito qualche informazione sul fumetto cinese, spie-

gandone le caratteristiche fondamentali. In cines e fumetto si dice “manhua“ e si scrive con questi caratteri: 漫 画 (pronuncia: mànhuà). Non è facile identificare l’esatta origine del termine, ma probabilmente esso deriva dalla parola “manga” (da notare come i caratteri usati in entrambe le lingue sono gli stessi). Ci si potrebbe chiedere: i fumetti cinesi derivano quindi da quelli giapponesi? Non possiamo dare una risposta, poiché è una questione davvero complessa, consigliamo però di fare qualche ricerca personale sui “emakimono” e/o sui “lianhuantu”. Quello che possiamo affermare è che entrambi i generi appena citati devono sicuramente la nascita delle loro rispettive forme di fumetto anche ai fumetti occidentali importati dagli stranieri. La parola “manhua” indica generalmente tutte le forme di vignette, fumetti e “lianhuantu”. I “lianhuantu” (o “lianhuanhua”) sono libri illustrati con scene sequenziali, prive di nuvolette, accompagnate da didascalie e sono prodotti tutt’oggi.

Sopra: versione cinese di Doraemon. Accanto: Un esempio di Lianhuanhua.

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Da sinistra a destra: la rivista Longman; copertina di 玄皓战记 [Xuán hào zhàn jì], un fumetto pubblicato su Longman; un esempio di Fumetto Realistico Cinese,龙虎门 [ Lóng hǔmén ].

Il mercato cinese del fumetto è diviso principalmente in due settori: “manhua” originali e versioni cinesi di fumetti giapponesi o occidentali. Il fumetto cinese ha delle peculiarità strettamente collegate al contesto sociale, politico e culturale in cui si trova e ha subito negli anni una evoluzione. Oggi i fumetti cinesi sono di vario genere e vengono pubblicati talvolta direttamente in volumetti o in una rivista contenitore, come 龙漫少年星 期天 (lóngmàn shàonián xīngqītiān, Pechino). Fino agli anni del dopo Mao e, in forma più ridotta, anche oggi, il fumetto è considerato altresì un prodotto di penetrazione ideologica per le masse ed è utilizzato come strumento di educazione a “lungo raggio”. Non esiste nulla a cui non venga applicata una certa ideologia, che sia comunista, moraleggiante o che si rifaccia agli insegnamenti dei grandi filosofi cinesi del passato. Attraverso i fumetti per bambini, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, veniva insegnato lo spirito unitario, la lotta all’invasore,

l’avversione per l’estraneo, il rispetto gerarchico e il rigetto della superstizione a favore della scienza moderna. Il fumetto in Cina non viene considerato come un sottoprodotto culturale come succede in alcuni casi in Italia. Il fumetto è “MEISHU ZUOPIN” (美 术作品[měi shù zuò pǐn]), cioè opera d’arte, anche grazie al suo valore didattico; voce di questo settore è la rivista “Lianhuan huabao” a diffusione nazionale. Probabilmente il fumetto in Cina

gode di questa valutazione anche per una importante analogia con i caratteri cinesi. Infatti un carattere non viene “letto”, ma inteso e/o riconosciuto anche senza conoscerne la pronuncia quasi come i segnali stradali per noi; il fumetto per mezzo dei disegni riesce a comunicare qualcosa in maniera più veloce e intuitiva. Queste sono le caratteristiche generali del fumetto cinese che ho riconosciuto: • Esistono “manhua” sia con nuvolette sia senza • Maggiore presenza di didascalie • Stili di disegno realistici o di derivazione “giapponese e/o straniera” • Fumetti sia in bianco e nero sia a colori • Onomatopee autoctone Articolo di Davide “Dragoon88” Strano Fonti: Hong Kong Comics, Wendy Siuyi Wong, Princeton Architectural Press http://www.tuttocina.it

Anche i Fumetti Cinesi sono molto vari: si va da quelli più semplici a quelli più realistici.

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Viaggi

Doraetos Manga Dicembre 2012

Benvenuto in

Japanlandia Visitare un posto così lontano da casa è una esperienza che tutti dovrebbero fare almeno un volta nella vita.

V

i racconterò a grosse linee di questo mio viaggio in Giappone. Stavo organizzando il viaggio da più di un anno. Avevo fatto i piani e raccolto i soldi. Inizialmente desideravo andare in Giappone per studiare “Manga”. Poi ci ripensai. Mi accorsi che quella strada non mi avrebbe portato a ottenere nessun

miglioramento significativo. Presa coscienza di ciò cambiai il mio intento in quello di studiare da vicino la società giapponese e di viverla in maniera diretta e non stop per dodici giorni. Inoltre volevo studiare il fenomeno dei fumetti giapponesi da vicino. Ho visitato Kyoto, Osaka, Hiroshima,

Miyajima, Kanazawa e Tokyo. Posti diversi fra loro, ma accomunati da: • Verde, verde dappertutto. Tokyo in particolare sembra quasi una città i cui grattacieli emergono da boschi sottostanti. • Strade immacolate. Venivano pulite repentinamente anche dalle foglie che cadevano dagli alberi. • Biciclette. Erano ovunque! Sì, perché in Giappone il problema del traffico è stato, per quanto ho potuto constatare, praticamente risolto. Le persone si spostano usando bus o metropolitane oppure vanno a lavoro in bicicletta, pieghevole e non. Tutti i Giapponesi sono generalmente cortesi, non volgari e con un alto senso civico. Accanto, grande: grattacieli che spuntano da ninfee alla zoo di Ueno! Accanto, sinistra: dalla stazione di Kyoto puoi raggiungere ogni città del Giappone o prendere la metropolitana. Accanto, destra: il Kinkaguchi!

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Viaggi

Doraetos Manga Dicembre 2012 I Giapponesi sono un po’ strani, ma questo gatto li batte tutti!

Eiichiro Oda! Loro sono persone normalissime, ma con una predisposizione maggiore verso certi particolari tipi di forme di intrattenimento come i fumetti o i cartoni animati.

Quelli di Kyoto e Hiroshima li ho trovati più socievoli e amichevoli di quelli di Tokyo. Ho trovato inoltre il modo di vestirsi delle persone di Kyoto più sobrio, elegante e di buon gusto rispetto a quello della gente di Tokyo, dove la situazione è molto più variegata (consiglio di visitare i quartieri di Harajuku e Shibuya). Però sono troppo dediti al lavoro. Troppo. Quando li guardavo mentre andavano diligentemente al lavoro in camicia (era estate) e cravatta, o a scuola, ironicamente pensavo: «Nascono bambini e crescono macchine».

Il fenomeno fumetti in Giappone

La stessa Akihabara, “Mecca” degli “anime e dei manga”, non è per niente il paradiso dei lettori di fumetti. Akihabara è solo un posto di Tokyo in cui ci sono molti negozi di elettronica e un notevole numero di negozi dedicati ai fumetti e all’animazione. Niente di più, niente di meno. Il Giappone non è il Paese in cui puoi trovare di tutto e di più sul tuo fumetto preferito. Questo discorso lo si può fare al massimo per i prodotti di maggiore successo in quel periodo. Adesso vanno forte One Piece, Fairy Tail, K-ON, Evangelion e i Pokémon. Continuano ad andare mol-

to bene anche i prodotti legati alle serie mecha come Gundam o Mazinga. Anche Dragon Ball è immortale, così come Dragon Quest, ma niente che surclassi il gigante economico del momento: One Piece. Stranamente ho notato che i prodotti legati a Naruto o Bleach, ad esempio, sono meno presenti nei negozi o sui cartelloni pubblicitari rispetto a quelli più in voga. Eppure sono il secondo e il terzo fumetto di Shonen Jump! A proposito di Shonen Jump: ho avuto modo di visitare un po’ anche la sede della Shueisha. La sede è un palazzo ai cui piani superiori ci sono gli uffici della redazione, mentre il piano terra ospita un piccolo museo e la segreteria. Ero andato lì, oltre che per curiosità, anche per chiedere se era possibile intervistare un loro editor. Purtroppo mi sono accorto, con un po’ di rammarico, che la segretaria che stava lavorando lì parlava un inglese moooolto elementare. Alla fine usando anche un po’ di giapponese, il mio gruppo ed io siamo riusciti a farci capire e mi

Ho avuto modo di constatare quello che pensavo da sempre. Il Giappone non è assolutamente il Paese dei balocchi (Japanlandia). Se ti rechi in Giappone non entri nel mondo del tuo fumetto o anime preferito. Il Giappone è una nazione “normale”, dove i fumetti sono semplicemente tenuti in alta considerazione.

Cartelloni pubblicitari ad Akihabara. In realtà sono meno di quelli che vi immaginate.

Doraetos Manga Dicembre 2012 Da sinistra a destra: Statua di Gundam sull’isola di Odaiba; dite la verità... Vorreste poterne pilotare uno anche voi! Se andrete a Tokyo, prendete la metro e scendete a Jimbocho. Troverete la sede della Shueisha! Bus che ci ha portato al Museo Ghibli, simpatico vero?

ha riferito che era necessario prendere un appuntamento. Peccato, visto che il giorno dopo non sarei potuto essere presente. Inoltre ho trovato divertente il fatto che la commessa del Combini (catena di piccoli supermercati) sotto il loro ufficio sapesse parlare un ottimo inglese. Le fumetterie non esistono in Giappone. Sono presenti catene di negozi, spesso a più piani, che vendono fumetti e spesso tutto ciò che è strettamente collegato ad essi. Ecco, questo è qualcosa che in Italia ci sogniamo; analogamente ci sogniamo i musei a tema come quello dello Studio Ghibli o i parchi di divertimento con giostre di One Piece. Le catene più famose sono Mandarake e Animate. Esistono anche negozi dove si possono comprare fumetti usati, in buone condizioni e a un ottimo prezzo. I personaggi dei fumetti spesso e volentieri vengono utilizzati in campagne pubblicitarie o nelle illustrazioni per avvisi vari, come ad esempio quelli che si possono trovare sui treni delle linee metropolitane. Ad alcuni fumetti vengono dedica-

Il fenomeno dei fumetti in Giappone, da noi viene ingigantito oltre ogni misura. Inoltre non è detto che i Giapponesi leggano fumetti, giochino ai videogiochi o che conoscano il nome di

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Viaggi

ti negozi di varia natura (cito l’Evangelion Store, il Gundam Café o il Jump Store), parchi a tema o addirittura statue in scala reale come quella del Gundam sull’isola artificiale di Odaiba! Concludo con una domanda che mi è stata fatta un po’ di volte e la mia risposta: «Ti offrono un viaggio gratis in Giappone. Ci ritorni?» No. Mi sono reso conto che casa mia, l’Italia, è a mio avviso (e soprattutto potenzialmente) il Paese più bello del mondo. Ne ho sentito la mancanza già dopo quattro/cinque giorni. L’Italia ha i suoi difetti, ma abbiamo qualità che tutto il resto del mondo ci invidia. E spesso non ce ne rendiamo conto. Certo il Giappone in alcune cose ci è superiore. Ad esempio ammiro il senso civico dei Giapponesi e la “spiritualità” delle loro foreste, ma secondo me la loro società è vittima di se stessa, delle sue regole e dei suoi ritmi. Il Giappone non è una nazione, è una macchina, o lo sta diventando. Questo grigiore di fondo che avvertivo tra gli

alberi a ridosso dei grattacieli o nelle persone che ogni giorno andavano a lavoro e tornavano la sera tardi mi ha fatto rendere conto che non è questa la giusta strada da seguire, secondo me. Non so se ci ritornerò. C’è anche da dire che 12 ore di viaggio sono snervanti. Magari, chissà, tra qualche anno potrei ritornarci con i miei amici. Me lo dirà il tempo. Ora come ora preferisco di gran lunga rimanere qui e contribuire a cambiare il volto di un Paese che non è ancora quello che dovrebbe essere. Ah! Per ritornarci eventualmente…ci vogliono i soldi! Tanti, tanti soldi! Mi fermo qui a scrivere anche se potrei continuare a scrivere per un altro po’. Tenete però d’occhio il nostro canale Youtube, perché questo articolo verrà probabilmente trasposto in una versione video più approfondita. Articolo di Davide “Dragoon88” Strano

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Gemellaggi

Doraetos Manga Dicembre 2012

Gemellaggi Questa rubrica è dedicata ai nostri affiliati. Daremo loro spazio per pubblicizzare le loro idee, i loro progetti, le loro iniziative e tutto ciò che è in linea con la nostra rivista. Questo mese ospitiamo i vincitori del contest letterario di ArteScritta. Il tema proposto è “Quando il sole sarà alto”, per maggiori informazioni visitate la pagina web www.artescritta.deviantart.com

Quando il sole sarà alto I racconti sono stati pubblicati in originale, senza correzioni di alcun tipo.

3° posto Ero seduto su quella maledetta poltrona stile Luigi XV, cercando di focalizzare la mia attenzione su qualcosa che non fosse il dolore che provavo a stare seduto lì sopra. Quella dannata poltrona era scomoda al limite del sadismo, potevo sentirne l’intelaiatura di legno dura sulla mia schiena come se mi stesse colpendo, continuamente. Senza parlare del fatto che era stata infilata, con tutto il corredo relativo, in un contesto che avrebbe fatto rabbrividire tutta la famiglia reale francese, non fermandosi al solo Luigi XV.

sicuramente la logorrea: stava parlando come minimo da un quarto d’ora, ma non ne ero certo... l’argomento mi entusiasmava a tal punto, che quando ho cominciato ad ascoltarlo per distrarmi dalla sedia delle torture era a metà. In effetti credo che le domeniche allo stadio gli abbiano rovinato l’udito, altrimenti avrebbe dovuto capire che non sono in alcun modo interessato di calcio dopo la quattrocentesima volta che gliel’ho detto... è che mi sembrava scortese non partecipare alle discussioni, poi mi sono accorto che andava bene anche così, che per i suoi discorsi l’arteriosclerosi era un interlocutore più che sufficiente. Three is a crowd, come dicono gli americani.

La mia concentrazione venne interrotta dalla parlata bassa e trascinata mio suocero, che tutto imbronciato discuteva tra sé di come la sua squadra del cuore avesse perso contro una neopromossa, e che non sapeva perché ma non sentiva più l’amore per i colori e la passione di un tempo, quando andava tutte le domeniche allo stadio. La realtà era che aveva capito che sarebbe stato l’ennesimo anno senza trofei e si era rotto le palle di pagare la pay tv, doveva solo trovare una scusa abbastanza buona per potersi credere. Il punto di forza di mio suocero era

Mentre il vecchio continuava a ronzare come il motore di un frigo in estate, attraverso la porta della cucina vedevo quella cariatide di mia suocera, una signora dal peso oscillante tra i cento e i centotrenta chili e col fascino consumato di Charles Bronson, intenta a spadellare la sua maledettissima ricetta speciale. Non c’è persona che abbia avuto la malaugurata idea di varcare la soglia di quella casa che non abbia assaggiato la pasta in padella di mia suocera. Ricetta di famiglia, tramandata di madre in figlia da generazioni. Non c’è da stupirsi della lunga serie di suicidi

Boccone amaro

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Illustrazione di Dario Negro del Christian Ragazzoni Studio

che hanno colpito i vari mariti lungo gli anni. Mia suocera comunque andava oltre: non contenta di essere passabile di istigazione al suicidio, aveva deciso di aggiungere alla ricetta di famiglia una sana dose di incapacità ai fornelli. La cosa più bella di questa caratteristica era che ogni piatto cambiava il suo gusto ogni volta che lo cucinava. Non ho idea di come ci riuscisse, forse si dimenticava di fare la spesa ma non aveva voglia di cambiare ricetta e quindi usava quello che aveva al posto degli ingredienti giusti, forse aveva pentole e padelle incrostate di tutto quello che

Gemellaggi era venuto prima, sta di fatto che le cose cucinate da lei non avevano mai due volte lo stesso sapore e quasi mai si attenevano alla ricetta originale. Per concludere questo quadretto famigliare degno di “ai confini della realtà” non poteva mancare la mia lei. Uscita dal bagno coperta da una boccetta di profumo per nascondere l’odore di tabacco che si portava dietro fin dai tredici anni, vestita con l’abito regalato da sua madre a natale, una roba tanto kitsch che poteva essere perfettamente scambiata per le tendine della cucina o i cuscini del salotto, e la solita faccia allegra che poteva essere vista ai cimiteri. Se c’è una cosa che mi è sempre piaciuta di lei è la sfida che mi regala quotidianamente. Non passa giorno in cui mi sveglio, mi giro nel letto, la guardo e cerco di pensare come abbia fatto a mettermi l’anello al dito. Più ci penso, più sono convinto che mi abbia sedato e portato da un funzionario compiacente mentre ero privo di sensi, è la soluzione più plausibile che riesco a trovare. Ci riuniamo a tavola, e al baritonale sottofondo di mio suocero si aggiunge lo squillante contralto dell’annunciatrice del telegiornale. Intendiamoci, quello che veniva fuori dalla tv non era assolutamente comprensibile visto che mio suocero preferiva ammorbarci in prima persona coi danni che il presidente aveva portato alla sua squadra, ma non era un problema visto che delle disgrazie del mondo non fregava assolutamente niente a nessuno dei presenti. Voglio dire, già solo noi quattro avremmo potuto riempire il pezzo d’apertura del tg e un intero programma di approfondimento serale. Chissà che modellino inquietante avrebbero potuto tirare fuori. Mentre creavo la scena nella mia mente, la mia bocca mi stava riportando ricordi perduti nel tempo, fino

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Biografia Nabucodorozor: Si dice che il passato sia solo un rifugio per la mente e che il cuore voglia vivere nel presente... beh, il mio passato, tra la scuola di grafica e i soggetti che la popolavano, non è esattamente un posto dove mi rifugerei a cuor leggero. Nel mio presente c’è un lavoro un po’ così, una buona mole di articoli scritti più o meno quotidianamente per Outcast.it e i lavori del mio profilo Deviantart, che nascono quando ho il tempo di respirare un attimo. Ho sempre avuto un’attrazione per tutte le cose bizzarre, deviate e non propriamente legali, pur tenendomene alla giusta distanza. Di certo, se fossi nato qualche decennio prima, il mio supereroe preferito sarebbe Charlie Manson... invece da piccolo mi piaceva Batman. Qualche anno dopo cominciai a capire che anche lui non ci stava molto con la testa, questo dovrebbe spiegare molte cose. Mi piace il cinema, parecchio, per questo mi chiamano “vecchio”. Mi piacciono anche le citazioni, la musica, i videogiochi e apprezzo molto la metareferenzialità, anche accennata. Ultimamente mi sono dato alla scrittura ed è probabilmente questo il motivo che mi spinge a scrivere questa auto-descrizione... il che mi mette anche vagamente a disagio. È così che dev’essersi sentito Truman Burbank. Concludendo, sono un nerd sempre alla ricerca di uno stimolo audiovisivo per rimanere attivo e che dia la carica a quel che resta della mia creatività, costantemente messa a dura prova dal logorio della vita moderna. http://nabucodorozor.deviantart.com/ http://nabucodorozor.blogspot.it/

alle elementari. La pasta in padella quel giorno sapeva di Coccoina spalmabile. Stessa consistenza, stesso retrogusto alla mandorla. D’un tratto riapparve davanti ai miei occhi il mio compagno di banco che mi passava il candido stecco, senza dirmi che quella che stavo per mettermi in bocca era colla, per di più alla mandorla, che quel giorno scoprì essere la cosa più disgustosa del creato. Oggi come allora, quel sapore mi fa rizzare i peli sul collo, tantopiù se penso che in origine questa roba gommosa doveva essere pasta. Almeno quella volta a scuola arrivò la maestra a strapparmi di bocca quello schifo, urlandomi di tutto, ignara del fatto che il sapore rimastomi sulla lingua era una punizione che trovavo già abbastanza correttiva. In quel momento non c’era nessuna maestra, nessuno che potesse distrarmi da quell’abominio culinario. Mi sarei ingoiato la cera, grattato via le

papille gustative con la cartavetro, ma rimasi calmo, mandai giù il boccone e cercai di sciaquarmi la bocca con un bicchierone d’acqua. Mentre bevevo mi resi conto di essere arrivato al punto di rottura. Non trovavo giustificazione a quelle situazioni ripetitive, ai loro grotteschi protagonisti e al grigiore che avevano gettato sulla mia vita. Le mie giornate erano ormai limitate al lavoro e al passare il tempo guardando film, cercando di evitare quell’inquietante campioncino di profumeria ambulante che mi aveva costretto a passare le domeniche a casa di questi decerebrati ottuagenari. Pensai a come rimediare a tutti gli anni persi tra pietanze degne di “indovina chi?” e coppe perse ai rigori, quando tra tutte le scelte si stagliò davanti a me la soluzione che tra tutte mi avrebbe

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Gemellaggi soddisfatto di più... un’illuminazione, come se dopo quel buio fosse giunto finalmente il sole. Appoggiai il bicchiere sul tavolo, presi la bottiglia e lo riempì di nuovo, facendo lo stesso col bicchiere di mio suocero, sapendo che la sua prostata mi avrebbe retto il gioco. Buttai giù un altro bicchiere, ma quel saporaccio non voleva saperne di lasciarmi. In tavola c’era una grossa pagnotta, ancora intera, e niente con cui tagliarla. Nel farlo notare a mia suocera, con fare innocente questa mi rispose “Eh... sai, mi dispiace usare quei bei coltelli che mi avete regalato, li tengo per un’occasione speciale...” “Ma come, per me mangiare con voi è sempre un’occasione speciale...” La freddezza con cui dissi quelle parole mi stupì, non sapevo di saper mentire così bene. Le donne di casa si sciolsero a quelle parole, mentre sortirono esattamente l’effetto desiderato in mio suocero: lo stimolo per andare in bagno. Mi diressi in cucina a prendere il coltello da pane. Appena entrato in quella sala dell’orrore impregnata dal puzzo di mandorla e incrostata dal grasso bruciato sulle piastrelle ebbi quella visione paradisiaca. Il ceppo dei coltelli che avevo regalato a quell’elefante in vestaglia campeggiava candido, creando un contrasto tra il faggio e la cucina in ardesia che mi dava la stessa estasi di un chiaroscuro pittorico d’autore. Misi le mie mani sull’impugnatura del coltello da pane, gioendo di ogni seghettatura, di ogni dente perfetto, di quanto fosse ancora affilato nonostante l’inutilizzo. La differenza tra i regali di qualità e i vestitini kitsch... “Scusa ma non riesco a trovare il coltello” dissi, provando una strana eccitazione nel sentirmi così capace a mentire.

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Doraetos Manga Dicembre 2012 Sentivo i passi di quella mastodontica creatura attraverso il pavimento, mentre stavo ancora ammirando con una gioia ebete la bellezza di quei coltelli, quando sentì la mano calda di mia suocera sulla spalla, mentre mi diceva “Ah, eccolo, l’hai trovato!” con fare sollevato. Mi girai di scatto e, non vi nego, mi sentì sollevato anch’io nel piantarle il coltello esattamente al centro di quello che una volta, forse, è stato il suo petto. Lo shock fu talmente tanto forte per lei che non un fiato le uscì dalla bocca, poteva solo guardarmi con quegli occhi spalancati e l’espressione che deve aver avuto anche Cesare quando Bruto lo fece fuori. Spinsi in profondità il coltello per essere sicuro di perforare tutti gli strati di grasso, tagliai verso il basso per godermi quel filo ancora perfetto e poi lo tirai fuori, notando che il sangue sul coltello sarebbe potuto passare perfettamente per uno degli improbabili sughi che propinava alle sue vittime... le parti si erano capovolte. Tornai in sala, mia moglie non si era accorta del tonfo sordo che fece sua madre cadendo a terra, probabilmente a causa del volume da concerto con cui era stato lasciato il telegiornale, o forse perché era totalmente persa nel guardare le immagini sullo schermo come una bambina anestetizzata. “Passiamo alla cronaca” disse la giornalista. Ecco, brava, passiamo alla cronaca. Mi avvicinai alle spalle della mia consorte e le tagliai la gola di netto, assicurandomi anche questa volta di tagliare profondo abbastanza da non farle uscire un suono da quel suo esile corpicino rivestito di stracci del mercato. Curiosamente, una volta tinto del suo sangue, quell’orrendo tema che ricopriva il vestito scomparve annegato nel rosso... devo dire che a quel punto il vestito le donava molto. Peccato per quel segno sul collo. Ultimo, ma non meno importante, il vecchio trombone. Era ancora im-

pegnato in bagno, la sua voce bassa si sentiva da dietro la porta mentre continuava a disquisire di cazzate inutili quando l’armonioso rumore dello sciaquone preannunciava il suo arrivo verso di me come uno squillo di trombe prelude l’arrivo del vincitore. La porta si aprì, e finalmente quel vecchio rincoglionito smise di dare fiato alle sue farneticazioni per lasciare spazio ad uno sconvolto mutismo. Soddisfatto sorrisi mentre portavo in alto il mio coltello, finalmente riuscivo a sentire il silenzio in presenza di mio suocero. La lama calò dritta nel suo petto più e più volte. Quel battito ritmato del mio pugno che colpiva il suo petto sembrava quasi voler prendere il posto di quello del suo cuore, destinato a cessare presto. Il vecchio cadde in ginocchio, prima di appoggiarsi al montante della porta, lasciandomi sull’uscio a riflettermi nello specchio del bagno. Quel sorriso di soddisfazione mi era rimasto impresso, ero finalmente libero. Tornai in cucina, asciugai il coltello e lo riposi nel ceppo, che risplendeva ancora della sua aura purificatrice. Decisi di portarlo via da quel luogo, non tanto per paura che potesse far ricondurre a me, quanto per una sorta di legame affettivo che provavo per quell’oggetto, più di quanto ne avessi mai provato verso qualunque altro abitante di quella casa. Andai davanti alla tv per spegnerla, togliendo finalmente anche quel suono dalla mia mente, quando l’occhio mi cadde su una rivista da parrucchiera che la vecchia teneva vicino al telecomando. La pagina degli oroscopi era lì in bella mostra. Solitamente non perdo tempo in queste sciocchezze, ma quella volta, mi venisse un colpo, sembrava che qualcuno avesse scritto quel pezzo su di me: “Finalmente vi siete liberati dei vostri problemi! Avete superato gli ultimi giorni bui e ora il sole sarà alto nel cielo! Voto 9!”.

Gemellaggi

Doraetos Manga Dicembre 2012

Sì, forse non sono stati solo gli ultimi giorni ad essere stati bui, ma la frase calzava. Stavo per portare via anche quella rivista quando mi accorsi che la data di pubblicazione riportava “Maggio 2006”. Faccio bene a non credere negli oroscopi. Nabucodorozor

2° posto Reject Nell’anfiteatro fieristico era tutto silenzio. I lampioni sospesi lanciavano la loro fioca luminescenza azzurra sul fondo della piazza, senza metterla in piena luce così che la penombra notturna la faceva da padrona. Gli alberi nelle aiuole, erano immobili, come se anche loro stessero dormendo. I fiori chiusi con le corolle mollemente abbandonate sui propri steli, gli insetti e i piccoli animali muti, tutto immoto fermo e congelato in un istante criogenico. Ora, un debole bagliore verso est, disegna i profili del grande arco a cuspi-

Illustrazione di Iris Parchi del Christian Ragazzoni Studio

de, l’ingresso alla fiera. Nel centro della grande piazza, il pavimento di pavé si anima improvvisamente. Prima un sottile e perfetto cerchio di luce gialla, poi il cerchio si anima, le mattonelle iniziano a ruotare intorno al proprio centro che si solleva e rivela un perno. Come un’antica giostra, appare dal fondo un chiosco girevole, le cinque pareti di vetro, che lo chiudono come un grosso gazebo, mostrano riviste e giornali esposti per il pubblico. Si ode un lieve sibilo ed un uomo esce dal chiosco e si dirige all’arco d’ingresso, dove un piccolo aeromobile si è appena fermato. Il conducente scende dal veicolo e porge due pacchi a quello che è un edicolante, scambia due chiacchiere con lui, si salutano e poi riprende il suo giro di consegne, per la prossima piazza. L’edicolante torna al suo gabbiotto, sistema i quotidiani all’entrata dal chiosco e apre l’altro pacco. Sorride, sono arrivate finalmente le vertigo-ball serie bianca, quelle che sviluppano tutto l’iride di colori se fatte orbitare velocemente sulla spanna aperta della mano, è sicuro di venderle tutte. Quell’ultima

moda fa impazzire i bambini che ne vogliono l’intera collezione. Il guanto magnetico che contiene la prima pallina colorata costa tre crediti, mentre le palline separate mezzo credito l’una e si riesce a farne orbitare fino a sette su una sola mano… almeno ci riescono i professionisti. Il profilo dell’arco d’accesso diviene sempre più visibile e cominciano a vedersi anche le case che circondano il semicerchio. Più o meno silenziosamente dal pavé ai margini della piazza, sorgono come veri e propri funghi, altri chioschi di diverse dimensioni. Ci sono bar, caffetterie, panifici e pasticcerie, tutti in perfetto ordine. I diversi proprietari si conoscono, qualcuno sbadiglia mentre solleva le serrande, altri si lamentano per la partita persa la sera prima, altri ridono pieni di vigore per la nuova giornata lavorativa. Anche le finestre delle case si illuminano mentre i lampioni si spengono con un lieve fruscio e si riposizionano nelle sedi fissate ai muri. In lontananza un rintocco antico ricorda al mondo che sono le sette di mattina. Comincia così la processione fieristica.

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Gemellaggi Giungono all’ingresso della piazza tutti i mercantili. Si fermano sotto l’arco, un meccanismo riconosce il veicolo e dall’arco una fune luminosa, ne aggancia i bordi inferiori. Il proprietario del veicolo scende e conduce con la fune il proprio mezzo al posto assegnato, come un grosso palloncino, lo àncora al terreno e spegne i motori. Il veicolo si posiziona a terra, solidi perni d’acciaio escono dalla base, inserendosi negli orifizi che si aprono nel terreno e come una crisalide il mezzo inizia a mutare rivelando per ogni veicolo un diverso mercante. Il sole sorge in questa giornata autunnale finalmente tocca la punta dell’arco e ne disegna a terra il nero profilo, l’ombra si allunga fino a toccare il muro, dove sulla parete di una casa sono disegnati con delle mattonelle di colore diverso una V e tre I, Illustrazione di Iris Parchi del Christian Ragazzoni Studio

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Doraetos Manga Dicembre 2012 simboli numerici di una civiltà più antica delle pietre all’esterno della città. La fila di veicoli commerciali si allunga, ma le operazioni di accesso si svolgono abbastanza velocemente, e dopo un’altra mezz’ora, l’intero anfiteatro è occupato dai mercantili più disparati. Quelli che vendono frutta e verdura e altri generi freschi, sono posizionati nella zona più in ombra e sono generalmente i primi ad arrivare e i primi ad andarsene. Subito dopo ci sono le rosticcerie e friggitorie. Quelli che vendono abbigliamento, calzature e tessuti si posizionano nella zona centrale, tutti gli altri a conclusione del semicerchio e nella zona più esterna. Mentre i veicoli compiono autonomamente le operazioni di apertura espositori, i vari proprietari si recano nei bar per fare colazione o nell’edicola per acquistare il quotidiano e discutere di politica. Quando l’ombra dell’arco d’accesso arriva sul simbolo costituito da una I e una X, il mercato inizia ufficialmente. I mercantili giungono da ogni parte del cosmo, del resto si sa, Meridian è l’anfiteatro più grande e conosciuto e chi riesce ad aggiudicarsi un posto in quella piazza è sicuro di arrivare ricco alla pensione. La folla che si riversa negli spazi tra un velivolo e l’altro è innumerevole, ci sono abitanti del pianeta e anche stranieri in visita. Gruppi di studenti, gitanti e studiosi, casalinghe del posto e commercianti che si accordano con i mercantili. Un vociare continuo e concitato anima l’intero mercato. Un bambino corre all’edicola chiedendo un pacchetto di vertigo-ball serie bianca e solleva la mano mostrando il tatuaggio sul dorso, l’edicolante consegna il pacchetto del gioco al bambino e gli stringe la mano. I micro cip installati sotto il tatuaggio di ri-

conoscimento della federazione, scala mezzo credito dalla banca personale del piccolo caricandolo su quello del mercante. L’uomo osserva il bambino che si allontana felice e poi fa vagare lo sguardo su chi popola il mercato. Molta gente stringe la mano ai mercanti, un sorriso ironico solleva l’angolo della sua bocca. Molto tempo prima, quel gesto era un segno di vera amicizia tra le persone poi aveva perso significato, fino a diventare solo il suggello di una contrattazione di compra/vendita. Ogni nato e con ogni s’intende tutto il cosmo, veniva tatuato con l’avatar di identificazione. Lì, mano a mano che si cresceva venivano inseriti tutti i dati riguardanti la persona, da quelli più semplici come i dati anagrafici, a quelli più complessi dati medici, proprietà mobili e immobili e fedina penale. Le contrattazioni commerciali erano diventata più semplici, come una stretta di mano, se il tatuaggio era verde, la persona poteva onorare il debito contratto, se era rosso, no. Se fosse stato giallo, la persona avrebbe avuto bisogno di un terzo individuo per concludere la transazione, ma nessuno aveva il tatuaggio giallo… o meglio… L’edicolante cambiò espressione, un brivido lo percorse da capo a piedi, come se i soli di quella splendida giornata si fosse improvvisamente spenti. Velocemente portò lo sguardo all’ombra dell’arco d’accesso. Il cartillo si ergeva imponente e nero davanti al sole maggiore mentre quello più piccolo spuntava dalla sua cima quasi fosse un cappello. L’ombra era piuttosto corta a quell’ora e si avvicinava lentamente al prossimo simbolo antico, simbolo però che era stato rimosso. I mercantili di cibi e spezie, si erano già messi in coda per lasciare la piazza, avevano fatto grossi affari. In poco tempo e velocemente, tutti i mercantili, come erano venuti, aveva-

Gemellaggi no lasciato la piazza, che non era rimasta vuota. A terra giaceva ogni genere di rifiuto, scarto e quant’altro non serviva più. Non ci si preoccupava di ripulire l’anfiteatro dopo il mercato, c’era lo Spazzino che lo faceva e lo faceva benissimo. Puliva da ogni genere di sporcizia, lavava la piazza in ogni angolo e anfratto, disinfettava e sterilizzava la pavimentazione, curava le piante e i fiori nelle aiuole e dava loro l’acqua per il fabbisogno giornaliero. Nulla sfuggiva ai suoi occhi, neppure il più piccolo granello di polvere… che respirasse o no. L’anfiteatro vuoto e sporco faceva un’impressione sbagliata. L’edicolante fu l’ultimo a chiudere bottega. Entrò nel suo chiosco, appoggiò il palmo della mano sul banco e lentamente l’edicola iniziò a ruotare sul proprio perno. Piano piano sprofondò dentro le mattonelle di pavé che gli danzavano intorno. Lo sguardo turbato dell’edicolante corse ai magrini della piazza, dove i vicoli tra una palazzina e l’altra erano così stretti da permettere a stento ad una persona di passarvi attraverso e li vide. I loro tatuaggi brillavano gialli sulle loro mani. C’era anche lei. Da tre giorni circa, si era aggiunta anche lei. Fissò gli occhi nei suoi e non riuscendo a trattenere le lacrime, nascose il viso tra le mani, dopo aver lanciato un pacchetto completo di vertigo-ball sul pavimento della piazza. Anche l’edicola scomparve, inghiottita dal pavé. Ogni mattonella tornò immobile e il tempo parve fermarsi. Dagli angoli sgusciarono fuori loro, i Dimenticati. Erano molti e si riversarono nella piazza come l’acqua che tracima dai fiumi in piena. Erano umani e non. Ognuno era a metà tra una macchina

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Illustrazione di Sonia Viganòdel Christian Ragazzoni Studio

e una razza vivente. Tutti coloro che avevano subito innesti biomeccanici e il fisico aveva rifiutato l’innesto, non potevano più recuperare le parti biologiche perse. A questo punto venivano impiantati degli arti artificiali che però creavano delle interferenze con le strutture biomeccaniche che comunemente venivano usate per lo svolgersi della normale vita quotidiana, causando danni di grosse entità e qualche volta, soprattutto negli ospedali dove erano stati ricoverati,

anche l’arresto o il mal funzionamento degli impianti di sostentamento degli altri ammalati. Questi disgraziati venivano allontanati e perseguiti per legge. Il loro tatuaggio veniva immediatamente mutato nel colore giallo e di conseguenza allontanati da tutti. Quelli che non venivano arrestati vivevano nascosti. Il mercato di Meridian era la zona maggiormente popolata dai Dimenticati. Uscivano al termine del mercato

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Gemellaggi

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per raccogliere tutti gli avanzi che si potessero utilizzare e dovevano farlo velocemente, prima che arrivasse lo Spazzino. Lui non guarda in faccia nessuno, tutto quello che c’era sulla piazza dopo il mercato, andava eliminato, che respirasse o no, era così tutti i giorni. I Dimenticati si sparpagliarono più velocemente possibile, per quanto glielo permettevano gli arti sproporzionati e mal funzionanti poiché non avevano alcuna assistenza. Raccolsero avanzi di cibo, frutta, carne e pesce, non avevano tempo di contr-

ollare cosa fosse, buttavano tutto in un bidone, poi avrebbero fatto la cernita. C’era sempre qualcuno che controllava l’ombra dell’arco perché non appena fosse giunta sopra il simbolo mancante, lo Spazzino sarebbe arrivato e loro sarebbero dovuti scappare. Da cinque giorni, per la precisione, era giunta una nuova. Era una bambina. Bellissima, dalla carnagione chiara se avesse avuto il viso pulito e i lunghi capelli neri che le scendevano fino alla vita, sarebbero stati morbidi inanellati se solo qualcuno si fosse preso la briga di lavarli.

Biografia Sonia Viganò: Il 22 novembre 1965, il Sole entrava nel segno del sagittario alle 12:20, essendo io nata a mezzo giorno in punto, con tanto di scampanamento della vicina chiesetta in quel di Vimercate, sì, direi di essere uno scorpione! Sono presuntuosa, arrogante, permalosa e soprattutto, non so perdere! Vivo in Brianza da quel giorno e spero di restarvi fino alla morte. Ho concluso la scuola dell’obbligo e ho frequentato un istituto tecnico, di ragioneria per la precisione, senza però concludere i cinque anni, perciò non sono neppure diplomata. Uno scorpione ignorante, Dio ce ne liberi! Ho sempre avuto la propensione per l’arte in tutte, o quasi, le sue forme: figurative, teatrali, musicali, scritte. Diciamo che mi diletto a rappresentare ciò che la mia mente partorisce ogni giorno o con racconti di genere fantastico, o con disegni a loro volta inverosimili, o con entrambe le cose, arrivando al fumetto piuttosto che al racconto illustrato. Il mio sogno? Fosse uno solo! Mi piacerebbe poter esporre i miei lavori, ma non disponendo né di un locale adatto alle mostre né dei soldi per pagare le tasse di esposizione, ho optato per il più pratico mondo di internet. Gestisco, quando mi ricordo, quattro blog; da tre anni ho un account su DeviantArt e da qualche mese sono parte attiva nel CRStudio. Tutto questo a che scopo? Mi piace l’idea di condividere i miei pensieri e i miei disegni, che il mio lavoro possa essere in qualche modo apprezzato da qualcuno e che quel qualcuno possa essere proprio tu! CRStudio di Christian Ragazzoni http://komixefantasy.deviantart.com/ Exmodux http://www.exmodus.blogspot.it/ Inchiostri http://sfumandoinchiostro.blogspot.it/ Bambole e... Tiffany http://bamboledipixel.blogspot.it/ Stille di paura http://stilledipaura.blogspot.it/ Aynos http://aynos.deviantart.com/

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Indossava abiti laceri e sporchi, come tutti i Dimenticati e aveva i piedini fasciati in spesse bende di cuoio tenute insieme da stringhe logore. Si dirigeva spedita verso il centro della piazza perché aveva visto l’edicolante buttare fuori qualcosa all’ultimo minuto e sapeva che qual qualcosa, era per lei. Era quasi arrivata, quando la sentinella diede l’allarme. L’ora era giunta, tutti smisero immediatamente di raccogliere da terra la sporcizia e corsero al riparo nei propri nascondigli. Qualcuno urtò la piccola gettandola a terra e qualcun altro la prese a calci nella fuga. La bambina gridò dal dolore, perché il suo corpo era ancora biologico, gli arti e il busto e il collo e la testa. Sentiva dolore se la si urtava, ma la paura aveva messo le ali agli altri reietti. Pochi secondi dopo la piazza era vuota, l’arco d’accesso si era illuminato con un forte bagliore e il rumore di alta tensione segnalava l’arrivo dello Spazzino. La piccola finalmente poté alzarsi, si massaggiò lo stomaco e la testa e poi si voltò verso il suo pacchetto. Felice come non mai, aveva visto di cosa si trattava e anche se un po’ malferma sulle gambe, corse a prendere il suo gioco. Lo aprì e dopo aver indossato lo speciale guanto magnetico, sistemò la pallina bianca fra il pollice e il mignolo e piano piano, iniziò a farla orbitare intorno alla mano fino a che la scia luminosa della pallina iniziò a riempirsi di tutti i coloro dell’iride. Si accorse che qualcosa non andava quando il suo tatuaggio da giallo mutò a nero e iniziò a bruciare sul dorso della mano come un fuoco acceso. Sollevò il viso per trovarsi faccia a faccia con l’occhio incandescente dello Spazzino.

Gemellaggi Dal corpo metallico grosso come una navicella, uscivano otto zampe altrettanto meccaniche, le zampe avevano la dimensione di pali della luce, articolate in tre falangi ed erano tutte avvolte da cavi di alta tensione, era quello che produceva il caratteristico suono che preannunciava lo Spazzino. Dalla cima del grosso corpo uscivano altrettanti tentacoli ricoperti di fibra ottica che scovavano ogni cosa, l’afferravano e la portavano alla bocca dello Spazzino La bocca della macchina era posta sopra la sua schiena ed era una vera e propria fornace, ogni volta che si apriva il rumore del fuoco che dentro stava bruciando era quasi assordante. Proprio sulla schiena poco sopra alla fornace, su un braccio mobile era montato un enorme obbiettivo rosso che poteva vedere sia alla luce che al buio e alla base dello stesso altri otto piccoli obbiettivi, davano allo Spazzino una visuale a 360 gradi. Nulla sfuggiva allo spazzino, tutto finiva nella sua pancia e veniva bruciato ed eliminato, il vapore sprigionato dal ventre della macchina, veniva poi impiegato per sterilizzare l’intera piazza. Tanti Dimenticati erano finiti la dentro perché non erano riusciti a fuggire in tempo. Lo Spazzino vede dappertutto e raggiunge ogni luogo, perfino quando entravano nei vicoli stretti e scuri i Dimenticati non erano al sicuro, dovevano spingersi nella profondità delle loro tante per sfuggire allo Spazzino. E adesso lei, gli stava davanti. I suoi capelli si sollevavano nell’aria elettrizzati dalla tensione sprigionata dalle zampe della macchina, grosse gocce di sudore le colavano dalla fronte per il calore che proveniva dal ventre della belva che la sovrastava. Il suo occhio rosso la stava scrutando da ogni angolazione a partire dal tatuaggio sul dorso della mano, fino ai

Doraetos Manga Dicembre 2012 piedi incredibilmente incollati al pavimento. La piccola vertigo-ball, cadde tintinnando per terra e l’occhio dello Spazzino, ne seguì impercettibilmente il movimento, mentre un suo tentacolo la fermava proprio nel centro della piazza. La bambina non emise fiato, ma se doveva morire, lo avrebbe fatto con dignità. Spalancò i suoi grandi occhi, fissandoli in quello dello Spazzino. Erano rossi e vitrei, proprio come quelli della belva, erano la sua unica parte meccanica. L’occhio dello Spazzino ricambiò lo sguardo. Sembrava perplesso se le avesse avute, avrebbe sbattuto le ciglia. Mosse piano l’obbiettivo verso destra, come se avesse intenzione di fare un’amichevole chiacchierata, poi lo abbassò ricordandosi che lui non aveva una bocca per parlare. Allungò il tentacolo e porse alla piccola la sua vertigo-ball. Lei la prese titubante e lo Spazzino le voltò le spalle riprendendo il suo lavoro, come se la bambina non esistesse. -Grazie.- mormorò lei scappando velocemente via e sparendo nei vicoli stretti. Lo Spazzino continuò la sua opera per altri venti minuti, con il grosso occhio che andava a cadenza regolare su e giù. Pareva che stesse fischiettando allegramente compiaciuto del proprio operato. Quando ebbe finito si voltò a controllare l’anfiteatro, era perfettamente pulito. Con il grosso occhio controllò tutti i vicoli tra i palazzi. Infine si diresse verso l’arco d’accesso e la sua porta dimensionale lo inghiottì, portandolo su un’altra piazza per fare altre pulizie. L’ombra del cartillo era giunta ad un nuovo simbolo. Sonia Viganò

1° posto Quando il sole sarà alto: Sun

Non vengo molto volentieri in città, il suo odore ti si attacca addosso e non va più via, nemmeno se ti lavi. Pian piano penetra nei pori della pelle e arriva a corroderti l’anima, facendoti diventare quello che non sei, per condurre una vita che non ti appartiene, di cui non sei felice o padrone. Me le ricordo ancora bene queste parole di mio padre, recitate a dovere ogni qualvolta era “obbligato” a mettere piede nella metropoli. Vecchi palazzi affiancano nuove e altissime costruzioni, forgiando un’urbanistica surreale per chi, come me, è solito percorrere a piedi i suoi tragitti. «Eccolo, questo deve essere il palazzo giusto. Quante rampe di scale da salire per un umile contadino che non c’è più». Nonostante il lusso che permea l’edificio, mi sorprendo nell’ascoltare lo scricchiolio della porta che apro. La segretaria nota il mio stupore, ma con un tono di voce imbarazzato chiede di accomodarmi nell’apposita sala d’aspetto, dove attendere l’orario per l’appuntamento prestabilito con il notaro. Solito arrivare anticipatamente ai miei incontri, di qualsiasi natura essi siano. Questo per una forma di rispetto verso le persone che mi dedicano del tempo della loro vita, quindi prezioso. Basta organizzarsi bene e non lasciare andare le cose per conto loro, in balia del tempo appunto. Mio padre era il mio esatto opposto, per lui il fattore temporale era secondario: un’assurda e inutile unità di misura fantascientifica inventata dall’uomo per correre più velocemente incontro

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Gemellaggi al nulla, ecco come la pensava. Lo ricordo perdersi per intere giornate su lavori trascurabili, sapientemente realizzati da quelle sue mani d’artista del lavoro, nonostante fosse un umile uomo di fatica. A quanto pare non molti hanno la mia concezione di puntualità, di fatti scorrono i minuti e ancora nessuno è venuto a chiamarmi. Che strano dover ufficializzare per mezzo della legge quello che la natura del mondo già ti ha concesso, eppure non tutte le famiglie sono in pace, specie quando alti interessi vanno a minare i rapporti tra i fratelli stessi. Il mio di fratello era un testone, ma gli volevo un gran bene e probabilmente devo a lui il raggiungimento di un sogno. Non è da tutti averne realizzato uno alla mia età e dopo di esso la vita stessa ha assunto un diverso significato e il ricordo dei giorni passati è dolce, avendo cancellato i troppi momenti di dolore. Segretaria: «Signore? Mi scusi signore, il notaro la sta aspettando per la sua udienza». «Sono desolato signorina, ero assorto nei pensieri, che sbadato sono, scusi ancora». Segretaria: «Non si preoccupi, si accomodi prego». «La ringrazio». Un misto d’imbarazzo e timore mi accompagna lungo il corridoio che porta allo studio del notaro, chissà perché queste luci devono essere così fioche, forse per mettere in soggezione i clienti? Vani pensieri, quando la porta si apre, mi ritrovo a stringere una fredda e viscida mano di una persona che non conosco, di cui dovrò ascoltare le parole, facendomi raccontare fatti e trascorsi della mia famiglia. Esiste poco altro di così indelicato e finto, ma la legge non si discute e da bravo citta-

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Doraetos Manga Dicembre 2012 dino quale sono, anche se in cuor mio sento di essere un paesanotto, mi siedo su di una poltrona, dove per poco non sprofondo. Non tutti i giorni capita di poggiare le proprie “nobili estremità” sul velluto – generalmente si può trovare nei rivestimenti delle carrozze dei signori – segno che questo mestiere rende più che lavorare il basso terreno. Notaro: «Allora mi dica signore, ha fatto buon viaggio per venire in città?». Glielo leggo negli occhi, quel sentore di superiorità dovuto al pregio dei suoi studi, alla posizione sociale conquistata, all’ostentato lusso che lo circonda e all’umiltà della mia persona, rivelata in anticipo su quelle carte scritte, che tiene ordinatamente davanti a lui, sicuro che le abbia attentamente analizzate, dapprima del mio ingresso. «Ottimo la ringrazio. Anche se devo confessarle che parto sempre poco volentieri. In città il caos e lo smog hanno raggiunto livelli inauditi, molto meglio la pace e l’aria buona della mia amata campagna». Notaro: «Sì, non vi è dubbio, anche se non dispone delle medesime comodità». Lo sguardo disinteressato deve parlare più di mille parole, sembra quasi scocciato nel consultare il plico sull’immensa scrivania e rivolgermi nuovamente la parola. Notaro: «Molto bene, se lei se la sente, inizierei la lettura dei documenti su cui dovrà apporre la sua firma. È d’accordo?». «Proceda come da prassi, prego». Notaro: «In ottemperanza alle leggi vigenti, con la facoltà dei poteri asseritemi, data l’alta carica che rappresento davanti a lei, ho precedentemente sciolto il sigillo della busta contenente le ultime volontà di suo padre, deceduto per una grave forma febbrile non più

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tardi dello scorso mese. Inizio dunque la lettura del suddetto documento testamentario, rilasciato verbalmente dal suo defunto padre: caro figliolo, immagino i tuoi occhi carichi di stupore nell’accogliere la notizia di un testamento verbale, depositato dal tuo vecchio, specie perché ti sarai dovuto recare nella grande città. So bene che non sarai impazzito di gioia nell’andarci, ma prendila come una piccola vacanza e lascia lo spazio che meritano i tuoi grandi e curiosi occhi, ammirando le bellezze che un tale posto può offrire loro e abbandonati ai ricordi lieti che ti legano alla memoria del tuo amato fratello». Le parole scorrono veloci dalle labbra di questo sconosciuto, che riporta le ultime espresse da mio padre, senza che l’abbia neanche mai visto. Ricordo i medici che ti hanno portato via da casa, il tuo ultimo viaggio verso qualcosa di più alto. Già, tu che eri un sognatore e rivolgevi lo sguardo al cielo, in compagnia dei tuoi figli, un po’ testoni, un po’ inventori. Te le ricordi le serate a fissare le stelle? Tu, il caro fratello ed io, a cercare gli occhi della mamma tra gli astri. Quante litigate ci siamo fatti nell’affermare di averli visti in stelle diametralmente opposte. Forse è anche per questo che abbiamo avuto l’idea di “costruire” un sogno per raggiungere la mamma. Notaro: «Mi sta ascoltando?» «Certo, prosegua pure». Non disponevamo di grossi capitali, vivevamo dignitosamente grazie ai frutti che la terra ci donava, ma il denaro era distante dai nostri pensieri di genuini contadini, un di più se così lo vogliamo chiamare. L’idea del “Sun” ci venne durante una delle nostre serate sdraiati nei campi. Mio fratello tirò fuori un concetto Pagina accanto: illustrazione di Dario Negro del Christian Ragazzoni Studio

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Gemellaggi tanto folle quanto geniale. Fratello: «Ehi, perché non costruiamo una specie di velivolo che possa raggiungere gli occhi della mamma?». «Come un velivolo». Fratello: «Sì, ho sentito dire che usando della polvere da sparo è possibile innescare una forza esplosiva, tanto potente da far volare qualsiasi cosa… in teoria». Padre: «Ma sei proprio sicuro? E poi la polvere da sparo si trova solo nelle grandi città, ed è molto costosa, a quanto dicono». Fratello: «Abbiamo qualche denaro da parte, potremmo tentare, in fondo sarebbe bello poterci avvicinare alla mamma, anche solo idealmente». «E sia, dobbiamo almeno provarci, non credi papà?». Padre: «Va bene, ma in città ci andrete voialtri». La città può essere forviante per dei giovani ragazzi che si affacciano alla vita e si ritrovano catapultati in una dimensione molto al di sopra della loro realtà quotidiana. Quell’anno, oltre ad esserci stata una grande siccità, che ha influito notevolmente su quantità e qualità finale del raccolto, in città la neve la faceva da padrona, mostrandosi quieta ai nostri occhi per la prima volta. Non eravamo molto coperti, da dove venivamo le temperature erano ben diverse. Ci siamo fatti una bella sudata nel lanciarci quelle che tutti i ragazzi del posto chiamavano “palle di neve”. Eravamo giovani e forti, al massimo ci saremmo presi un raffreddore, cosa sarà mai stato a quell’età. La polvere da sparo non fu facile da reperire, neanche in una grande città come quella. Dopo qualche tentativo andato a vuoto, trovammo un piccolo negozio dall’aria orientale, pregno di oggetti strani, dall’ignota natura e utilità. Chiedemmo intimoriti all’anziano signore al banco della pol-

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Doraetos Manga Dicembre 2012 vere da sparo, lui sorrise e ci mostrò una cassa di legno e ci disse che era necessaria molta cura nel trasporto di materiale così delicato ed esplosivo, specie con quella nevicata, si rischiava di inumidire e perdere le sue proprietà esplosive. Notaro: «…indi per cui lei rimane l’unico erede in vita, questo fa sì che…». L’euforia del momento ci fece spendere tutte le nostre risorse, tanto il biglietto per il ritorno era già stato pagato precedentemente alla partenza, non avremmo dunque incontrato ostacoli al nostro ritorno a casa, equipaggiati col materiale per costruire il Sun. Notaro: «…per questi motivi appena elencati, posso affermare con certezza che nessuno mai potrà rivalersi sui benefici e/o possedimenti che le saranno concessi in successione testamentaria…». Trasportare quella pesante cassa di legno non ebbe certamente generato dei benefici ai nostri fisici, già provati dalla precedente sudata nella “battaglia delle palle di neve”. Infatti, gli effetti non tardarono a manifestarsi, durante il viaggio di ritorno mio fratello mostrò chiari segni d’insofferenza e indisposizione. Sorrideva felice, con gli occhi e col cuore, oltre che con le labbra, dalle quali uscivano fantasticherie su come avremmo realizzato il suo assurdo progetto. Lo guardavo affascinato e un poco invidioso, per quella sua incantata visione della vita, rivolta alle emozioni e devota alla famiglia. Non che io fossi un ribelle o stessi male tra le mura domestiche, ma la sopraggiunta età mi portava ad altri interessi e la mancanza di una fanciulla al fianco si faceva pesantemente sentire, giorno dopo giorno, in quella vita che non mi avrebbe permesso straordinari viaggi o casuali incontri.

Notaro: «… non essendoci pendenze legali o fermi amministrativi, anche la dimora appartenente da generazioni alla sua famiglia rientra a pieno titolo tra le proprietà che le saranno concesse…» Il nostro ritorno a casa probabilmente fu il momento più felice dalla scomparsa di nostra madre. Gli occhi di nostro padre brillavano incessantemente durante i lunghi abbracci che prodigava felice per il rientro, oltre che per l’enorme quantità di polvere da sparo che portammo in dote. Anche se gli acciacchi dell’età si manifestavano da qualche tempo e le condizioni di mio fratello non sembravano ottimali, l’intento comune di costruire quell’oggetto era tale, da farci superare qualsiasi cosa, anche la fame e il sonno in certe lunghe giornate di sperimentazioni e noncuranti delusioni per non essere riusciti a trovare l’equilibrio perfetto tra dimensioni, peso e quantità di polvere da sparo. Notaro: «… a lei vanno dunque integralmente concessi anche i beni derivati dalla prematura scomparsa del suo giovane fratello, mantenuti pendenti per volontà del suo defunto padre…». Quando si manifestarono i primi segni della malattia di papà, mio fratello passava da giorni molte ore nel suo letto, nel tentativo di mantenere bassa la temperatura febbrile. Solo nelle ore mattutine riuscivamo a lavorare coralmente al nostro sogno, con le difficoltà del caso, oltre a quelle dovute alla salute dei miei famigliari, che mantenevano costantemente accesi i miei pensieri, per chissà quali ancestrali paure legate alla morte della mamma. Passavano i giorni e le settimane volavano via leggere, come il soffio dei ricordi di quelle sensazioni. Mio fratello ebbe a peggiorare notevolmente

Gemellaggi le sue condizioni fisiche, i brividi lo accompagnavano costantemente e quasi non riusciva più a mangiare. Il velivolo sembrava assumere parvenze degne di quel nome, ma la quantità ottimale di polvere da sparo era lontana dall’essere raggiunta. Avevo timori su molte cose, sulla possibilità che mio fratello non ce l’avrebbe fatta, che mio padre stesse indebolendosi oltremodo per recuperare la sua assenza dai lavori nei campi, infine che il Sun non si sarebbe mai staccato da terra, figurarsi raggiungere le stelle. Padre: «Figliolo (mi disse un giorno) siamo una famiglia unita, dai sani valori, spinti dall’amore che ci legava tutti alla figura di vostra madre. Questa passione però ci sta logorando, non tarderà la morte a visitare nuovamente le nostre mura, così come la mia debolezza. Da sempre sono un uomo forte, capace di superare la fatica e le difficoltà della vita, ma sento che questa forza sta lasciando il passo ai dispetti dell’età. Non lasciare che quelle lacrime che ora stai versando anneghino la tua voglia di vivere. Abbiamo un sogno da realizzare, tutti quanti noi e tu sei l’unico che lo possa portare avanti, qualsiasi cosa dovesse accadere, promettimelo». «Te lo prometto papà». Notaro: «… infine, il pregio del brevetto da lei registrato. Dopo tanto clamore, trovo ancora incredibile che abbiate compiuto l’impresa di costruire un velivolo in grado di alzarsi in volo, grazie all’utilizzo di semplice polvere da sparo…». Le notti scivolavano tra le mani, nell’assurdo tentativo di colmare le lacune che sembravano inchiodare il Sun al suolo, ma non mi davo per vinto e continuavo a lavorare sodo, spinto dai sorrisi degli uomini che vedevo spegnersi nei loro letti. Una sera feci l’ennesima prova, anche

Doraetos Manga Dicembre 2012 se non disponevo nelle vicinanze di una miccia abbastanza lunga, decisi di provare lo stesso, avrei solo corso più in fretta per allontanarmi dal Sun. La stanchezza e la smania di raggiungere un obiettivo, spesso sono nemiche della sorella lucidità, sperimentai quanto fosse stato imprudente il mio atto, oltre la pericolosità della polvere da sparo. Fortunatamente l’esplosione fece solo un grande botto e una nube di fuliggine che mi fece cambiare colore. Spinto dalla delusione, ma felice per esserne uscito illeso, corsi al capezzale di mio fratello per raccontare l’accaduto. Alle frenetiche parole che sussurravo con indosso ancora una forte dose di adrenalina, mi accorsi dell’immobilità del suo petto, priva di quel dolce moto perpetuo che accompagna il respiro. Avevo capito, anche le lacrime che stavano solcando due binari bianchi tra il nero dell’esplosione sapevano che quel sogno comune stava sgretolandosi pian piano, perdendo i suoi pezzi nel tempo, come granelli di polvere da sparo esplosi nella notte, brillavano incandescenti, per poi spegnersi improvvisamente. Padre: «Ricordi il discorso che ti feci? Non è cambiato nulla, sennonché adesso c’è un valido motivo in più per raggiungere le nostre stelle».

mi sarebbe servita solamente la dose giusta e finalmente avrei potuto concretizzare il nostro sogno. Decisi di annotare come al solito la quantità di polvere utilizzata e di provare lo stesso un ultimo lancio, prima di un eventuale nuovo viaggio verso la città, per recuperare altra polvere da sparo. Guardai mio padre, febbricitante nel letto, ma con il sorriso negli occhi per questo nuovo lancio. Con poca convinzione accesi la miccia e l’inimmaginabile si manifestò davanti ai nostri occhi increduli. Nessuna esplosione, nessuno scoppiettio, ma un velivolo cilindrico che spicca il volo da terra e raggiunge libero l’alto dei cieli, fino a essere catturato dalle nuvole, per poi iniziare la sua discesa veloce verso il campo. Dopo tanta fatica ci eravamo riusciti, non potevo contenere la gioia, piangevo e urlavo a squarcia gola verso quelle nuvole, verso un destino che sembrava segnato. Andai da mio padre e lo ritrovai con il sorriso sul volto, accompagnato dalle lacrime di gioia che avevamo condiviso in quei momenti. Si era abbandonato a un sonno eterno, nel momento in cui aveva capito che poteva raggiungere tranquillo i suoi cari, sarei comunque potuto stargli vicino, per sempre.

Presi coscienziosamente atto di non poter fallire, sentivo la vita di mio padre sopirsi con lo scorrere dei giorni, volevo regalargli l’ultimo sorriso, fargli capire che il Sun avrebbe raggiunto anche lui e che nelle sere sdraiato nei campi, avrei cercato anche i suoi occhi. Come per molti eventi importanti per l’uomo, alcune cose hanno bisogno del caso per verificarsi. Un giorno mi ritrovai spaesato perché non rimase molta polvere da sparo. Le ripetute esplosioni l’avevano consumata quasi tutta, ma credevo di essere giunto a un equilibrio tra dimensioni e peso,

Notaro: «… direi che abbiamo terminato con le formalità, manca solo una sua firma in calce al documento e potrà fare ritorno alla sua amata campagna. Le rinnovo i complimenti per la sua “scoperta”, sicuramente ha aperto nuovi orizzonti per la scienza moderna, sentirò molto parlare del suo velivolo». «La ringrazio, dopotutto non vedo l’ora di ritornare a casa, a osservare il Sun volare alto nel cielo». Christian Ragazzoni

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Bacheca illustrazioni Dal prossimo numero, in questa spazio, verranno pubblicate le più belle illustrazioni e fan art dei nostri fumetti che ci invierete! In ogni numero verrà fatta una classifica, per un massimo di 6 posizioni ciascuna. I primi posti riceveranno in premio una Quezal Card! Per maggiori informazioni consultate la guida tecnica presente sul nostro sito. In questo numero abbiamo deciso di non lasciare la sezione vuota inserendo dei lavori dei nostri autori.

Illustrazione di Elena Ferroli del Christian Ragazzoni Studio

Biografia

Mi raccomando inviateci numerosi i vostri lavori e non perdete l’occasione di vincere la Quezal Card (Solo per gente Supermegastrafica!).

Fan Art di Melissa Ottonello de “Il patto della volpe”. Irvyne stava per mangiarsi un coniglio...fortuna che è intervenuta Rose!

Christian Ragazzoni: Nasco l’1-12-1973, cresco e vivo a Sanremo. Scrivo per l’irrefrenabile pulsione che sento e per la smodata voglia di leggere qualcosa che non esiste, per cui la scrivo… per leggerla. A 4 anni, non sapendo leggere, ricostruivo le storie dei fumetti attraverso le immagini. Oggi a 38 anni, sono un vero collezionista. Ho creato (dal nulla e da solo) una fanzine amatoriale (F&M) dedicata al mondo degli anime e dei manga (autoprodotta dal ‘90 al ‘93, presente a Lucca Comics ‘92), una palestra incredibile per fare esperienza nel settore. Da quel format è nata SkizzoPazzo (autoprodotta dal 2004 al 2006), fanzine amatoriale creata, gestita e realizzata da Manuela “Jun” Penna (http://heledwen.deviantart.com) e da me, finestra sul mondo del fumetto professionale, dedicata anche agli esordienti con articoli, rubriche e fumetti brevi. Abbiamo avuto un certo successo anche in rete. Poi ho iniziato a scrivere più seriamente dedicandomi al Progetto MalaMente, che potete trovare qui: http://komixefantasy.deviantart.com/art/Progetto-MalaMente-Stralcio1-166633451 ...e ad altri progetti. Nel 2008, con la collaborazione di Manuela Penna nasce il personaggio umoristico di Mimmob, le cui strisce vengono pubblicate sul settimanale Sanremese Eco della Riviera, all’interno della rubrica sul mondo del fumetto “Arte d’estate”. Dopo aver conosciuto DeviantArt nel 2010, l’anno seguente, insieme con Alba e Andrea, abbiamo creato #ArteScritta che ha saputo imporsi tra gli scrittori italiani su DA per i contest di riconosciuta qualità. Sono sempre alla ricerca di nuovi collaboratori per creare qualcosa che possa stuzzicare la mia/vostra fantasia. Lo scorso giugno ho fondato il CRS - Christian Ragazzoni Studio, al momento composto da dieci disegnatori che realizzano concept d’illustrazioni, partecipazione a vari contest, fumetti e progetti vari. Lo staff è composto da: Antonio Russo, Dario Negro, Elena Ferroli, Manuela “Jun” Penna, MetaMolecola, Mirco Cabbia, Sarah Floris, Sonia Viganò, Stefano Carnicelli, Stefano Fortis e ovviamente il sottoscritto. Contatti: komixefantasy.deviantart.com komixefantasy@yahoo.it artescritta.deviantart.com artescritta@yahoo.it

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Bacheca illustrazioni Illustrazione di Mirco Cabbia. Roberto, il protagonista di “Stone of Fate”.

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Illustrazione di Ginevra Autino. Tamariel, l’angelo ideato da Massimiliano Cerruti e disegnato da Ginevra Autino.

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Bacheca illustrazioni Illustrazione di Claudia Cocci. I protagonisti di Scroll Bound: Evey e Takumi!

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Bozza definitiva Matite definitive Lavoro inchiostrato e colorato


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Gli autori Qui di seguito le biografie degli autori che hanno partecipato a questo numero di DM!

Mirella Menciassi Diplomata in ragioneria, ma con il disegno nel cuore, frequenta i corsi di fumetto alle scuole Nemo di Stefano Casini e la scuola internazionale di Comics di Firenze, quest’ultima grazie a una borsa di studio vinta tramite il primo concorso Firenze a fumetti. Realizza nell’arco 2007/2012 i seguenti principali lavori: Disegna “Elyzabeth – Dark Visions of the Moon” (4 volumi) e “Runningwolf Mirari” per Cagliostro EPress (3 volumi). Lavora con Emanuele Tenderini realizzando una tavola a fumetti di Capitan Venezia su testi di Alessandro Mainardi, in seguito stampata su tovagliette pubblicitarie per il mercatini di Natale di Venezia. Collabora con Giuseppe Nieddu disegnando il numero 3 della miniserie “Vegis Auree” per EF Edizioni. Sempre per EF pubblica delle storie brevi per “Calavera-Apocripha”, “EF Erotic Factory”," Carmilla’s Guests”, “Kitty Girl”. Partecipa alla realizzazione dello storyboard di 4 TEENAGER E 1 TV insieme a Romano Garofalo. Per la rivista QuiMagazine disegna delle pubblicità a fumetti. Insieme ad Argia Di Donato partecipa alla realizzazione del libro “Anima Azzurra” disegnando le illustrazioni interne. Collabora con Jason Crawley alla realizzazione di storie horror per “Tomb of Bloke Annual” Lavora per conto di privati e riviste locali disegnando sia storie e illustrazioni erotiche, che acquerelli e vignette pubblicitarie. E’ illustratrice/fumettista/vignettista freelance. Paypal: mirella.menciassi@virgilio.it DeviantArt: runningwolf-mirari.deviantart.com

Giulia Zucca Ciao sono Giulia Zucca alias Nekucciola! (nick che nasce dalla prima iscrizione di msn messenger) Per quanto mi riguarda ricordo di aver sempre disegnato cominciando dalla classica casetta e sole annesso. Ho sempre avuto l’abitudine di guardarmi attorno ed osservare anche i più piccoli particolari di ciò che mi circonda, ancora oggi quando passeggio per la strada mi fermo a fissare le persone, soprattutto la muscolatura di ragazzi che magari fanno jogging (e che figure! ). A dieci anni scoprì il mio primo anime grazie a mia cugina: Sailor Moon! Come potevo non amare quelle pretty combattenti! Così cominciai a studiare quei magnifici disegni accumulando fogli su fogli. E ancora ricordo il primissimo manga che comprai in edicola, Dragon Ball n°8. Presto capì che i stili di manga non erano tutti uguali e la cosa mi esaltò non

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poco. Ma solo in primo Liceo coltivai la mia passione per il disegno. Incontrai molte coetanee appassionate che mi fecero scoprire il mondo delle fumetterie e lì cominciò l’inizio della fine…. Il mio portafogli era SEMPRE vuoto! Cominciai a comprare fumetti epici come Bastard!!, Berserk e Slayers e furono proprio questi la mia fonte d’ispirazione, amavo quelle espressioni e quei tratti unici! Andando avanti ci sono stati momenti di crisi in cui ho abbandonato la matita pensando che fosse solo un passatempo superfluo, le scuole di fumetto costavano un po’ troppo ma il mio pensiero è sempre stato “questi mangaka sono solo esseri umani, con un po’ di esercizio ed impegno forse anche io potrò essere una disegnatrice valida”. Con questo concetto mi decisi a pubblicare il mio primissimo fumetto “The Averngers” ma solo con “Kuroi Neko no Ai” ho raggiunto buoni risultati ed ora è giunta l’ora di un’altra sfida con “Kumo-Chan ,la ragazza delle nuvole”! Paypal: nekosorel@hotmail.it Siti Internet: neko.altervista.org/index.html nekucciola.deviantart.com - neko.altervista.org/blog

Paolo Zeccardo Paolo Zeccardo nato in un tempo imprecisato degli anni '80 a Roma. Si diploma al I° Liceo Artistico di Roma e frequenta corsi di fumetto sparsi qua e là. Nel 2006 esordisce con Gravetown, primo fumetto in stile manga ad essere ufficialmente pubblicato in Italia, raccolto in 4 volumi dalla casa editrice Cagliostro e-Press. Nel maggio 2011, a Tokyo, partecipa con 3 illustrazioni alla mostra collettiva “KappanArt: Art no Chikara”. E' membro del gruppo Studio Mejo, insieme a Raffaele Lamorte e Giorgio Battisti. In uscita per la casa editrice Blam!Editions, sono invece la sua seconda e terza opera, Madville e Summer Wine. Attualmente collabora con le riviste on-line Mangaijin e Doraetos Manga e con la casa editrice Renbooks. Il suo blog è http: paolozeccardo.blogspot.it Paypal: gravetown@hotmail.it

Gaetano Longo Gaetano Longo nasce in Puglia, a Grumo Appula in provincia di Bari nell'Agosto del 1988, fin dalla tenera età mostra uno spiccato interesse per il disegno e l'arte, nei primi anni della sua vita si diletta con acquerelli, oli, tempere e acrilici finché all'età di 14 anni scopre la sua vera vocazione: il fumetto, essendo cresciuto seguendo opere di maestri come Akira Toriyama e Masami Kurumada, il suo tratto nei primi anni era prevalentemente di stampo orientale, successivamente si avicinerà ad artisti occidentali come Alessandro Barbucci, Claudio Sciarrone e Donald Soffritti creando cosi una specie di stile ibrido tra le due culture ma in cui, grazie alla "non morta" passione per lo stile giapponese, presenterà ancora grandi analogie con lo stile di disegno Manga. Nel 2010 organizza nella sua città una mostra con altri artisti che ha molto successo, successivamente con gran parte degli artisti di quella mostra e nuovi arrivi crea il gruppo artistico "Artisticamente" che si impegna nell'ambito culturale, artistico e sociale. Nel 2011 continuano le mostre e le manifestazioni mentre disegna le 29 vignette che arricchiscono il libro di Francesco Saccente "Cassius Obstinatus, il capacchione, i segreti di Cesare" edito da Adda editore. Il 15 Aprile 2012 vince il premio Cometa nella sezione Fumetto durante la manifestazione Levante Comics&Games, successivamente esce, impreziosito da sue 31 illustrazioni, "Senza Paracadute" di Antonio Loconte sempre edito da Adda editore. gaetanolongocomics.blogspot.it


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Mirco Cabbia Nasce a Venezia il 3 Febbraio 1993 e fin da quando è in fasce scopre il grande universo del disegno. In tenera età si appassiona al fumetto, ma, essendo piuttosto pigro, lascia perdere per continuare a disegnare macchine e dinosauri. Al terzo anno di scuola al liceo artistico, quasi per svago, realizza un fumetto di 10 pagine intitolato “Roberto Spae” con il quale vince il concorso interno, cosa che fa riaffiorare la sua passione per questo genere. Ora prova sempre più interesse per il fumetto, in particolare il manga giapponese, con il quale tenta di affinare le sue tecniche nel disegno. Attualmente frequenta la facoltà di architettura allo IUAV, senza sapere perché l'ha scelta, dato che è noiosa come poche, e durante il tempo libero (quel poco che ne rimane) continua ad esercitarsi nel disegno in stile manga. DeviantArt: http://sciamano240.deviantart.com/ E-mail: Mko_2420@hotmail.it

Francesco Simioni Autodidatta, disegna e sceneggia i propri fumetti dal liceo. Gran bevitore, uomo di tenace fede politica, si guadagna da vivere con l’insegnamento di lingue morte e l’accattonaggio. Dal 2011 gestisce un portale online dove pubblica i propri webcomic: Capitan Padania ed Harmonica - Bassedanse de la Reinassance. Sito: www.tyrnanogindustries.it Capitan Padania Webcomic: www.tyrnanogindustries.it/cptpadania DeviantArt: tirnanogindustries.deviantart.com

Massimiliano Cerruti Ho cominciato a disegnare e a dipingere nel lontano 2007, frequentando lezioni private di Pittura e disegno. Prima di interessarmi all’argomento “manga” dipingevo esclusivamente paesaggi, ma dopo essermi appassionato ai “manga” ho cominciato anche a dipingere e disegnare personaggi di questi fumetti Giapponesi. Nel 2011 decisi di fare un salto di qualità, cominciai ad inventare personaggi e a scrivere sceneggiature che poi ho proposto a vari disegnatori, sin ora ne sono state realizzate due “Il segreto del cremlino” e “Il Bacio dell’angelo” in futuro vorrei realizzare altre sceneggiature,che per il momento per motivi economici ho messo da parte. Solo quest’ anno (2012) ho cominciato ad imparare ed utilizzare tecniche e materiali tipiche dei “manga”. DeviantArt: prince-thrakhath.deviantart.com Paypal: mailto:mclcx2002@yahoo.it


Note Finali

S

ono il fondatore di Doraetos Manga, ma non per questo voglio farmene un vanto. L’atipica scelta di spostare l’editoriale qui in fondo alla rivista, è ben precisa. Avrò messo su anche un bel progetto, ma se questo funziona e ha visto la luce è anche grazie ai miei soci, ai nostri collaboratori e agli autori che hanno partecipato a questo numero. Proprio per questo ho voluto dar risalto a loro sin dalle primissime pagine. A queste splendide persone, leali, corrette e dotate di ottime qualità, vanno i miei più sentiti ringraziamenti e auguri. Spero tanto che il primo numero di questa rivista, frutto del lavoro di diverse persone, sia stato di vostro gradimento. Però per poter mantenere e migliorare la qualità mostratavi su queste pagine abbiamo bisogno di tempo. Proprio per questo non possiamo assicurarvi una cadenza fissa, e per il momento possiamo limitarci a dire che il secondo numero di DM potrebbe essere pubblicato a Febbraio 2013. Non siamo professionisti e abbiamo bisogno di regolarci anche con altri aspetti della nostra vita, studio e lavoro in primis. Anche gli autori hanno bisogno di quanto più tempo è possibile per poter lavorare al meglio. Tutti noi, inoltre, abbiamo bisogno del vostro sostegno. Per sapere come sostenerci, in accordo con le vostre possibilità, vi rimando alla lettura del documento apposito nella sezione DOCS del nostro sito. Nonostante ciò, nel frattempo saremo attivi sui nostri spazi, in special modo sul canale Youtube. Detto questo, forse vi aspettereste una frase ad effetto per concludere: è ancora presto! Vi darò qualche anticipazione sul prossimo numero e ufficializzerò un paio di notizie. Sul prossimo numero, con tutta probabilità, verrà pubblicato il primo capitolo di un nuovo fumetto disegnato da Claudia Cocci: “Scroll Bound”. Vi racconteremo, in aggiunta, dell’esperienza in Giappone di una aspirante fumettista, cioè Melissa Ottonello, e vi mostreremo il fumetto che ha portato a varie case editrici giapponesi. È nostra intenzione pubblicare, o sulla rivista, o sul nostro sito, un elenco delle scuole di “Manga” in Italia e delle case editrici che potrebbero pubblicare i fumetti “nippon style inspired”. Poi, il frutto delle nostre ricerche sul fumetto giapponese un giorno, con molta probabilità, verrà trasposto sotto forma di documentario. Oltre a ciò è nostra intenzione pubblicare una rivista letteraria e una versione inglese della rivista principale. Infine, ecco una notizia che vi farà sicuramente piacere: con la collaborazione di Jojo, di Vincenza Maione e di Massimiliano Cerruti, abbiamo fatto tradurre i regolamenti di concorsi di queste case editrici giapponesi: Shonen Jump, Ribon, Margaret, Nakayoshi e Sho-comi! Potrete scaricare questi regolamenti nella sezione DOCS del sito. Detto questo, promettendovi che tutti noi punteremo sempre ad andare “Oltre i limite della Fantasia”, vi saluto. Ci vediamo sugli spazi di DM. PS: non è molto riuscita come frase ad effetto vero? Davide “Dragoon88” Strano

Crediti Il materiale pubblicato su questa rivista appartiene a Doraetos Manga e ai suoi autori. È vietata la copia, la stampa, la diffusione in pubblico, l’uso e qualsiasi altra attività senza il nostro esplicito consenso. Illustrazione di Copertina: Gabriele Bagnoli Contatti doraetosmanga@email.it Fonti Immagini One Piece Volume 1 www.onepiecehq.com www.flash1710.deviantart.com “Hong Kong Comics” di Wendy Siuyi Wong www.tuttocina.it ls.longman.net.cn Canali Doraetos Manga DeviantArt: www.doraetos-manga.deviantart.com Facebook: www.facebook.com/pages/DoraetosManga/289439677759202 YouTube: www.youtube.com/user/DoraetosMangaChannel Sito: www.doraetosmanga.altervista.org


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