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Rotta Solidarietà 2022
Kiki: spazio per bambini e orfani vittime di violenza
La forbice sempre più ampia fra i pochi che guadagnano moltissimo e il sempre più grande esercito di diseredati e le persone che faticano ad arrivare a fine mese è un’ingiustizia che è diventata assolutamente intollerabile e sulla quale sarebbe doveroso intervenire sia da una parte, per esempio con un regime fiscale più efficace, sia dall’altra, con delle politiche di welfare, che non possiamo più stare ad attendere.
L’editoriale di Davide Federici
Solidarietà militante contro le ingiustizie Come recentemente ci ha informato Milena Gabanelli in Data Room: “Nel 1980 gli amministratori delegati più pagati ricevevano 45 volte la paga media impiegati, oggi siamo arrivati a 649 volte. E in Italia le retribuzioni medie sono scese negli ultimi 30 anni.” La Gabanelli è una brava giornalista che riesce a farti capire in modo chiaro come stanno le cose. E le cose di fronte ad una disparità così scandalosa vanno male. La percezione di vivere in un Mondo in cui va tutto per il verso storto è poi molto più diretta perché non è solo riportata dai giornali e trattata per macroaree geografiche (Nord del Mondo più ricco e Sud più povero, Nord Italia dove c’è benessere e Sud Italia con un alto tasso di disoccupazione). Per quanto riguarda il nostro Paese, la povertà assoluta nel 2021 conferma i massimi storici toccati nel 2020, anno d’inizio della pandemia. Per 1,9 milioni di famiglie (7,5% del totale dal 7,7% del 2020) e circa 5,6 milioni di persone (9,4%, come l’anno precedente) non è cambiato nulla. Ma attenzione, avverte l’Istat: nel 2021 i maggiori consumi (+1,7%) non hanno compensato l’inflazione (+1,9%). E poiché la povertà assoluta si misura sulla capacità della famiglia di sostenere le spese essenziali e incomprimibili per vivere, dal cibo all’affitto, dalle cure al riscaldamento, quest’anno con un’inflazione oltre il 6% potremmo avere un milione di poveri assoluti in più. La forbice sempre più ampia fra i pochi che guadagnano moltissimo e il sempre più grande esercito di diseredati e le persone che faticano ad arrivare a fine mese è un’ingiustizia che è diventata assolutamente intollerabile e sulla quale sarebbe doveroso intervenire sia da una parte, per esempio con un regime fiscale più efficace, sia dall’altra, con delle politiche di welfare, che non possiamo più stare ad attendere. Questo malessere divenuto strutturale è peggiorato a causa della guerra Russo-Ucraina che influenza pesantemente anche l’Europa. Di fronte alla non opportuna caduta del Governo in una situazione così drammatica con la pandemia ancora in corso, l’ANPI deve trovare le iniziative e le opportunità contro il pericolo che il Governo cada in mano alla destra.
Questo è il primo e più vicino obiettivo di ANPI che si mobilita coinvolgendo prevalentemente gruppi di giovani sui temi della solidarietà. L’impegno di Anpi 7 Martiri Venezia si è concentrato sul Progetto Rotta solidarietà 2022 e la Mostra Il Vuoto, che si è svolta dal 1 luglio al 10 agosto al Sale Docks, e che, dopo l’esperienza della scorsa edizione con Mediterranea Saving Humans, quest’anno sostiene la Cooperativa Iside che ha avviato KIKI un progetto innovativo per affrontare il problema dei bambini vittime di violenza e orfani da femminicidio a fronte di un’incredibile assenza su questo tema da parte della “narrazione ufficiale” e soprattutto nella ricerca di soluzioni più giuste ed efficaci, nell’ambito della già complessa emergenza della violenza sulle donne. Contemporaneamente si è svolta la mostra rEsistenti che ha presentato lavori di artiste e un artista liberamente ispirati a donne che – dall’Afghanistan alla Siria all’Ucraina e ad altri contesti di guerra - rispondono resistendo con coraggio e creatività alla cancellazione delle libertà, alla sottrazione di diritti e alla violenza. L’associazione rEsistenze-memoria e storia delle donne, con l’Anpi 7 Martiri di Venezia, ha promosso questa iniziativa con il duplice scopo di scambiare pensieri e parole di pace in tempi di guerre e sostenere le azioni di pace di Emergency.
La solidarietà è dunque una maniera per schierarsi, per affermare dei principi di convivenza e civiltà intangibili e per dire di no a tutte le ingiustizie. Il tema della solidarietà è immediatamente comprensibile leggendo l’articolo 2 della nostra Costituzione: “La Repubblica riconosce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
“La convivenza sociale deve essere costruita sulla base del principio di solidarietà”, perché la Costituzione «pone come fine ultimo dell’organizzazione sociale lo sviluppo di ogni singola persona umana». La solidarietà è, inoltre, una maniera politica, concreta e condivisibile per “mettersi dalla parte” delle fasce più fragili della popolazione, per combattere le ingiustizie e, aspetto fondamentale nelle strategie di ANPI, per costruire reti fra Associazioni e cittadinanza attiva nel territorio.
La solidarietà è dunque una maniera per schierarsi, per affermare dei principi di convivenza e civiltà intangibili e per dire di no a tutte le ingiustizie. Il tema della solidarietà è immediatamente comprensibile leggendo l’articolo 2 della nostra Costituzione.
agosto 2022 Agorà XXVII Congresso Nazionale ANPI Riccione 24-27 Marzo 2022
Prof. soffocati tra carte e paure: così ci si dimentica degli studenti
Enrica Berti
Filippomaria Pontani
Marx, ecosocialismo e decrescita Paolo Cacciari Fin dalla “grande accelerazione”
Care compagne e cari compagni ho ascoltato con attenzione la relazione del nostro presidente Pagliarulo - che condivido [...]
10 25 aprile Enrica Berti Care e cari siamo in questo luogo - finalmente di nuovo insieme - a ricordare ciò che 77 anni fa era molto atteso: il giorno della liberazione dal nazifascismo. [...]
12 Intervento al XVII Congresso Nazionale dell’ANPI – Riccione 24 – 27 marzo 2022 Maria Cristina Paoletti La maggior parte degli iscritti
17
dell’economia avvenuta nel se-
Ricordando Berlinguer
28
condo dopoguerra [...}
Lia Finzi “Siamo la gioventù, la balda schiera di Eugenio Curiel, [...]
19
La necessità di un nuovo equilibrio
Lo tsunami della pandemia e l’incapacità di gestione dei servizi sociosanitari. Venezia caso emblematico
Resistenza di ieri, resistenza di oggi
Salvatore Lihard
preoccupante destabilizzazione
Gian Luigi Placella Mentre stavamo faticosamente prendendo le misure di quanto provocato dalla pandemia, siamo precipitati nella profonda e dell’Europa [...]
In Italia due anni di pandemia hanno indebolito la salute degli italiani [...]
22 Il Digital Divide Antonio Infante
34 Oltre l’Ucraina, le segrete cause materiali della guerra Emiliano Brancaccio
all’ANPI, per ragioni anagrafiche, non è più oggi costituita da
Il Digital divide è il divario tec-
partigiani o patrioti protagonisti
La narrazione della guerra è or-
nologico, sociale e culturale tra
della gloriosa lotta di liberazione
mai polarizzata su due opposte
chi può interagire e utilizzare gli
ma da cittadini e cittadine anti-
retoriche. Putin e i suoi giustifi-
strumenti [...]
cano l’aggressione [...]
24
37
fascisti [...]
14
Rotta Solidarietà Guerra in Ucraina, una riflessione
La guerra, l’Europa, il lavoro
Giulio Bobbo
Giorgio Molin
Quando la mattina del 24 feb-
Fin dall’inizio del conflitto rus-
braio l’esercito russo ha forzato
so-ucraino il pensiero dominante
i confini ucraini,[...]
ha cercato di imporre nel dibatti-
41 La storia, il potere, la propaganda Tomaso Montanari
44 Le memorie condivise permettono di scrivere la storia Cristiano Gasparetto L’ANPI, dapprima separatamente nel solo centro Italia, [...]
46 L’Ucraina non c’entra nulla con la nostra Resistenza Giorgio Cremaschi Il partito unico guerrafondaio si è impadronito del 25 aprile [...]
48
to politico una narrazione [...]
50 La propaganda, il nemico e noi Giancarlo Ghigi
56 Zeitenwende?? Susanna Böhme-Kuby
58 Appello per un disarmo nucleare
Il progetto “KIKI”: spazio per bambini e orfani vittime di violenza
72
Ma niente e nessuno sarà escluso se guardiamo il mondo con i nostri occhi
74
Shame
78
Non distogliere lo sguardo, non rimanere in silenzio
80
rEsistenti
84
Bruno Tonolo
Rubriche
62
Un abbraccio resistente (Ricordo di Carlo Smuraglia)
Nuclear Ban Week Vienna Luciana Mion
64 Appello promosso da ANPI, ARCI, [...]
68
90
Iveser, trent’anni e tre generazioni
92
Le stanze di Rossana
93
Agorà
8
9
Fabrizio Cirfiera, LIBERTY, 2012/2022
XXVII Congresso Nazionale anpi Riccione 24-27 Marzo 2022 — Enrica Berti Presidente ANPI Sette Martiri Venezia Care compagne e cari compagni ho ascoltato
frontare situazioni in cui il fascismo cerca di
con attenzione la relazione del nostro presidente
riprendere quota, addirittura attraverso quelle
Pagliarulo - che con-
istituzioni della Repubblica che è fondata sul-
Dovremo sempre parteggiare
divido - e tutti gli in-
la Costituzione ANTI-fascista! Poco distante da
con coerenza, stare al fianco
terventi che mi hanno
qui, lo ricordava il presidente Anpi di Riccione, c’è
dei più deboli e della Giustizia
dato l’opportunità di
la villa Mussolini! E purtroppo troppi e tanti sono
Sociale, per essere quelle
crescere in conoscenza
gli eventi fascisti che noi dobbiamo contrastare
“sentinelle del domani dei
e riflessioni e che non
con forza.
nostri ragazzi” come ci disse
mancherò di riportare
Tutte e tutti, anche nelle piccole cose che però
David Sassoli
alla mia Sezione di Ve-
non dobbiamo trascurare proprio perché rischia-
nezia. Quindi intanto
no di prendere il sopravvento.
grazie, a tutte e a tutti.
Un piccolo esempio: a Venezia abbiamo scoperto
10
Il 24 marzo, lo ha ri-
da poco che in alcuni - pochi per fortuna - Risto-
cordato il cardinale Zuppi e molti altri, ricorreva
ranti, nel menu gli “spaghetti al nero di seppia”
l’anniversario della tragedia delle Fosse Ardeati-
(un piatto tipico della cucina veneziana) sono
ne: 335 morti.
stati riproposti con la denominazione di “spa-
Quando andai a visitare il museo di via Tasso a
ghetti in Camicia Nera” piccola questione che non
Roma, con mia figlia dodicenne, tra le molte fra-
lasceremo certo perdere perché indice di quello
si incise con le unghie dai Martiri che entrarono
stato d’animo fascista che dobbiamo combatte-
nella cella di isolamento, ce ne fu una che mi si
re. Perché in una scuola che fu teatro del primo
scolpì nel cuore: SIATE DEGNI DELLE NOSTRE
luogo di raccolta degli ebrei veneziani dopo il ra-
SOFFERENZE E DELLE NOSTRE MORTI.
strellamento dal ghetto, 3 ragazzini delle medie
Ecco, questa frase, questo testamento con la fra-
si sono fatti fotografare mentre alzavano il brac-
se già citata di Antonio Gramsci ODIO GLI INDIF-
cio teso. In quella scuola l’Anpi c’è andata spesso:
FERENTI ODIO CHI NON PARTEGGIA.
lo dimostra il fatto che alcuni compagni non sono
Devono diventare le nostre guide i nostri bina-
rimasti indifferenti, ma hanno segnalato l’acca-
ri per acquisire quella autorevolezza che giu-
duto, a dimostrazione che per noi, andare nelle
stamente la compagna Sara di Vercelli ieri sera
scuole è davvero importante.
sollecitava per poter essere all’altezza del nostro
Gramsci diceva: “Odio gli indifferenti anche per
ruolo di soci di una associazione che per motivi
questo: perché mi dà noia il loro piagnisteo di
anagrafici presto non avrà più i testimoni diret-
eterni innocenti”. Ecco, vorrei qui ricordare il
ti della Lotta di Liberazione. Dovremo sempre
coraggio e l’aver parteggiato dalla parte della
parteggiare con coerenza, stare al fianco dei più
verità, dei più deboli e della tutela della salute
deboli e della Giustizia Sociale, per essere quelle
pubblica: un partigiano di oggi il dottor France-
“sentinelle del domani dei nostri ragazzi” come ci
sco Zambon. Il compagno presidente dell’Anpi di
disse David Sassoli. E per continuare a combatte-
Bergamo sa bene di chi sto parlando ...
re quel fascismo che è un crimine - come ribadì
Lo ricorderete, essendo l’Italia il primo Paese
il nostro Presidente Pertini - e oggi è uno stato
europeo colpito dalla pandemia venne incarica-
d’animo come David Maria Turoldo ci ricordò.
to dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, di
E noi - l’abbiamo sentito dai compagni e dal-
cui era funzionario ricercatore, di stilare urgen-
le compagne - ogni giorno ci ritroviamo ad af-
temente una relazione che illustrasse ciò che si
XXVII Congresso Nazionale ANPI Riccione 24-27 Marzo 2022
doveva e ciò che non si doveva fare nel momento
hanno diritto! Così il dottor Zambon ha voluto di-
in cui la pandemia e il virus avesse colpito gli al-
mettersi, ha fatto una scelta (come ci ha ribadito
tri Stati, uno strumento di lavoro per ridurre al
il professor De Luna) ha quindi voluto dimettersi
minimo e al possibile i morti negli altri Paesi. Uno
rinunciando a €7000 al mese per essere libero di
strumento di vita.
stare dalla parte dei più deboli, medici, infermieri
Il piano pandemico dell’Italia era fermo al 2006.
e infermiere, malati e malate ... tutte le persone
Per tale ragione, senza ospedali pronti e dedicati
che per il covid hanno pagato un alto prezzo.
ad un’eventualità del genere (peraltro attesa da
Oggi, dopo un anno, è ancora disoccupato. Gli
qualche anno), senza dispositivi di protezione
hanno fatto terra bruciata.
individuale, senza preparazione adeguata dei sanitari, l’Italia ha contato tanti, troppi morti. Il
Ecco l’Anpi deve stare al fianco di questi Parti-
piano doveva essere aggiornato ma non lo fu!!!
giani di oggi. Ce ne sono molti e molte anche nel-
Al dottor Zambon chiesero di cambiare la data
le amministrazioni a vari livelli. Nostro compito
della relazione di falsificarla. Insomma... dal 2006
è quello di stare dalla parte giusta, di chi non
al 2016! Mettere un 1 al posto di uno 0! Lui non lo
scende a compromessi per convenienza ma agi-
fece, decise da che parte stare. La relazione - pur
sce per il bene comune. Proprio come i giornalisti
già approvata dai vertici dell’OMS, venne (dopo
di inchiesta e onesti come ci ricordava l’onore-
tre ore) ritirata dal sito OMS, nonostante fosse
vole Vincenzo Vita di Art. 21, nel suo intervento
indispensabile agli altri Paesi per salvare vite
poco fa.
umane! Chi ha chiesto di ritirarla?! Noi abbiamo
Se noi lo faremo e continueremo a farlo (come re-
avuto il saluto del ministro Speranza ... e sarà la
lativamente alla guerra in Ucraina) avremo quel-
magistratura a dirci le responsabilità. Il dottor
la autorevolezza che ci consentirà di poter anda-
Zambon, per poter andare a testimoniare davan-
re nelle scuole per parlare con i giovani - come
ti ai giudici di Bergamo, poiché l’OMS glielo im-
ci ha raccomandato il giovane Lorenzo Cervi ieri
pediva con la prerogativa della immunità che lui
sera - e trasmettere loro il giusto sentimento che
non voleva, cosa ha fatto? Il dottor Zambon chie-
deve portare L’UMANITÀ AL POTERE.
deva di essere libero di testimoniare per la verità e la giustizia cui i morti di Bergamo e i loro cari
Ecco l’Anpi deve stare al fianco di questi Partigiani di Oggi. Ce ne sono molti e molte anche nelle amministrazioni a vari livelli. Nostro compito è quello di stare dalla parte giusta, di chi non scende a compromessi per convenienza ma agisce per il bene comune. 11
25 aprile — Enrica Berti Presidente ANPI Sette Martiri Venezia
12
Care e cari siamo in questo luogo - finalmente
Teresa NOCE
di nuovo insieme - a ricordare ciò che 77 anni fa
Ottavia PENNA Buscemi
era molto atteso: il giorno della liberazione dal
Elettra POLLASTRINI
nazifascismo. E siamo davanti a un monumento
Maria Maddalena ROSSI
che più di ogni altro (non me ne vogliano gli Imi o
Vittoria TITOMANLIO
i Partigiani) rappresenta la sofferenza, le atroci-
Ciascuno di questi nomi cela una vita ricca di
tà, il sacrificio delle donne che contribuirono alla
umanità e forza morale che ogni cittadino ita-
Liberazione. Donne di ogni classe sociale. Donne
liano dovrebbe conoscere così come dovrebbe
che fecero la loro parte in base alle proprie pos-
conoscere la Costituzione Italiana che queste 21
sibilità, ma con uguale coraggio: chi segnalava
donne contribuirono a scrivere per tutte e tutti
la presenza dei nazifascisti ponendo fiori alle fi-
noi. Qui a Venezia abbiamo ancora il piacere di
nestre o annodando le tende ... chi nascondeva
conversare e apprendere la nostra storia dalla
i Partigiani o gli alleati... chi trasporta va i mes-
viva voce di Lia Finzi che salutiamo con affetto.
saggini tra i capelli o le bombe nel cestino della
Lia fu una punta di diamante nel nostro territo-
bici, chi - approfittando delle debolezze maschili
rio, nel senso che riuscì a tagliare diffidenze dif-
- riusciva a farsi dare persino un passaggio dai
fuse ed imporre (per esempio) quei consultori
tedeschi trasportando una radio al comando
familiari che oggi - purtroppo - per una miope
partigiano ... E terminata la guerra, nonostante
visione della politica lontana dalla realtà sociale
la cultura del tempo, venne riconosciuto questo
hanno perso la loro importante funzione.
prezioso contributo tanto da far votare le donne
Le donne, lo vediamo ogni giorno in tutto il mon-
per la prima volta in una scelta fondamentale per
do, spesso sono portavoci instancabili lottando
il futuro di questo nostro Paese: la scelta tra Re-
per i diritti umani che in quanto tali non dovreb-
pubblica e Monarchia.
bero nemmeno essere difesi, ma solo esistere.
E poi 21 le donne costituenti.
E così vediamo ancor oggi che sono sempre più
Permettetemi di ricordare i loro nomi:
trascurati i servizi alle famiglie, gli affidi fa-
Anna Maria AGAMBEN Federici
migliari, gli asili nido, le scuole di ogni ordine e
Adele BEI
grado, le strutture per gli anziani. L’accudimento
Bianca BIANCHI
sempre e solo a carico delle donne che - l’abbia-
Laura BIANCHINI
mo constatato ancora una volta durante la pan-
Elisabetta CONCI
demia - hanno dovuto lasciare il loro lavoro o
Maria DE UNTERRICHTER Jervolino
sono state messe a riposo per esigenze familiari.
Filomena DELLI CASTELLI
In Scandinavia stanno integrando le strutture
Nadia GALLICO Spanio
per anziani con quelle infantili: ciò porta grande
Angela GOTELLI
beneficio ai nonni e ai bimbi. Un po’ come acca-
Angela GUIDI Cingolani
deva nei primi anni del 900 in cui le generazioni
Nilde IOTTI
delle famiglie convivevano nel senso più umano
Teresa MATTEI
e tenero del termine.
Angelina MERLIN
Le nonne e i nonni accanto al fuoco facevano i
Angola MINELLA Molinari
Filò e i bambini grandi e piccoli imparavano a
Rita MONTAGNANA
vivere, apprendevano conoscenze che oggi si
Maria NICOTRA Fiorini Verzotto
stanno perdendo e che invece sono preziose per
Le donne, lo vediamo ogni giorno in tutto il mondo, spesso sono portavoci instancabili lottando per i diritti umani che in quanto tali non dovrebbero nemmeno essere difesi, ma solo esistere. E così vediamo ancor oggi che sono sempre più trascurati i servizi alle famiglie, gli affidi famigliari, gli asili nido, le scuole di ogni ordine e grado, le strutture per gli anziani.
quella inversione verso l’ecologia che potrebbe
loro alcune parti delle testimonianze raccolte in
salvare l’ambiente, una delle esigenze più pres-
tribunale a Marzabotto, nel libro MARZABOTTO
santi per evitare la distruzione del nostro Piane-
PARLA. Vi assicuro che poi è difficile dormire
ta. Un tempo infatti i nostri avi usavano pesticidi
senza un peso nel cuore. Ed è per questo che non
naturali, che la natura stessa forniva e che veni-
dovrebbe assolutamente far notizia e scalpore il
vano quindi utilizzati senza violentarla. Vi faccio
gesto di mamme ucraine che offrono il loro te-
un piccolo esempio alla portata di tutti noi: vicino
lefonino per permettere ad un giovane soldato
all’ortica cresce la piantaggine. Se si viene a con-
russo di chiamare sua madre. Ed è per questo che
tatto con l’ortica, la pelle brucia e la piantaggine,
non dovrebbe far notizia e scalpore la Via Crucis
sminuzzata e messa sulla pelle dolorante, toglie
con due donne fianco a fianco, una ucraina e l’al-
la sofferenza. Piccoli segreti che si stanno per-
tra russa. No, questa è semplicemente UMANI-
dendo. La natura è completa, e noi non ce lo ri-
TÀ, e come diceva la nostra cara Carla Nespolo:
cordiamo più. Per difendere il pianeta terra dob-
vogliamo l’umanità al potere. L’umanità che con
biamo lavorare con i giovani! Dobbiamo lottare
le mani offre il pane, stringe e abbraccia, mani
con la stessa forza e convinzione che le donne
nude per amare e non per uccidere. Non per im-
dimostrarono sempre di possedere in ogni oc-
bracciare armi! No alla guerra! No al riarmo! No
casione. Ecco, qui davanti alla partigiana morta
all’invio di armi! No alla morte! Questo voglia-
di Murer ricordiamoci che solo nel 1981, con la
mo gridare davanti alla partigiana morta!! Per-
legge 442, il “delitto d’onore” divenne finalmente
ché questo fu il messaggio dei partigiani e delle
reato a tutti gli effetti! Ma questo purtroppo non
partigiane trasmessoci nel prezioso art. 11 della
ci risparmia le notizie di femminicidi che si com-
nostra Costituzione: l’Italia ripudia la guerra! E il
piono nel nostro Paese quasi quotidianamente.
quel verbo “ripudiare” c’è tutta la forza che im-
La cultura è molto lenta nelle sue evoluzioni ed è
piegarono, perché oggi noi potessimo trovarci
per questo che bisogna entrare nella scuola con
qui, dopo 77 anni, a festeggiare ancora una volta
più vigore, ai giovani e alle giovani dobbiamo noi
il giorno di LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO! E
fornire gli strumenti per capire l’orrore di deter-
in quel verbo “ripudiare” c’è tutto il desiderio di
minati pregiudizi. La sensibilità e la potenzialità
un mondo di PACE, come ha ribadito con fermez-
per farli propri ce l’hanno. Eccome! È questione
za e dall’alto dei suoi 97 anni, la partigiana Mi-
di UMANITÀ. Così come hanno la sensibilità e la
rella Alloisio al Congresso Nazionale un mese fa.
capacità innata di comprendere l’orrore di ciò
Grazie buona festa di liberazione a tutte e a tutti
che fu il nazifascismo. Basterebbe far leggere 13
Intervento al XVII Congresso Nazionale dell’ANPI – Riccione 24 – 27 marzo 2022 — Maria Cristina Paoletti Presidente ANPI provinciale Venezia
La maggior parte degli iscritti all’ANPI, per ragio-
L’antifascismo è il cuore della nostra Associazio-
ni anagrafiche, non è più oggi costituita da par-
ne come memoria ma esso va anche declinato
tigiani o patrioti protagonisti della gloriosa lotta
nell’attualità come progetto permanente, come
di liberazione ma da cittadini e cittadine antifa-
bussola per l’oggi. Un antifascismo finalizzato alla
scisti. L’articolo 23 del nostro Statuto definisce gli
tutela e all’attuazione dei valori costituzionali di
antifascisti coloro che “ intendono contribuire, in
pace, libertà, democrazia, giustizia sociale.
qualità di antifascisti con il proprio impegno con-
Ha ragione il nostro Presidente emerito Carlo
creto alla realizzazione e alla continuità nel tem-
Smuraglia quando afferma, nel volume “Antifa-
po degli scopi associativi, con il fine di conservare,
scismo Quotidiano”, che è estremamente ridut-
tutelare e diffondere la conoscenza delle vicende
tivo ritenere che la sola disposizione antifascista
e dei valori che la Resistenza, con la lotta e con
della Costituzione sia l’articolo XII delle dispo-
l’impegno civile e democratico, ha consegnato
sizioni finali che vieta sotto qualsiasi forma la
alle nuove generazioni,
riorganizzazione del disciolto partito fascista,
Il riemergere di una
come elemento fon-
disposizione che ha trovato attuazione nella leg-
simbologia fascista,
dante della Repubbli-
ge Scelba del 1952 . In realtà antifascista è tutta
in gran parte impunita,
ca, della Costituzione
la Costituzione poiché, come afferma Smuraglia,
è fonte di grande
e della Unione Europea
“la proclamazione di diritti inviolabili, l’attribu-
preoccupazione per l’ANPI
e come patrimonio es-
zione al popolo della sovranità, la definizione
senziale della memoria
della Repubblica come democratica e infine l’in-
del Paese”.
tero contesto della Carta, sono tutto il contrario
14
Il cuore della nostra associazione è quindi l’anti-
di ciò che significa la parola “fascismo”.
fascismo, un antifascismo non assunto però fino
Eppure, molti interventi lo hanno ribadito in que-
in fondo dalle istituzioni, eroso nel senso comune
sti giorni, assistiamo sempre più a pubbliche
dei cittadini dal berlusconismo, dalla denigrazio-
manifestazioni di chiara e rivendicata ideologia
ne della Resistenza e dei suoi valori, dalla riabili-
fascista come il saluto romano o la chiamata del
tazione prima strisciante ora sempre più ardita
presente con tutto il corredo di sfoggio di ban-
e diretta del regime fascista. Riabilitazione che
diere e stendardi con fasci littori, aquile romane,
si realizza attraverso l’offensiva sul piano della
svastiche. Il tutto in stadi, cimiteri, sagrati, chie-
toponomastica e tramite il revisionismo stori-
se, scuole, consigli comunali.
co. Noi del Veneto ne sappiamo qualcosa data
Qualcuno ha menzionato la notizia che il Comu-
l’approvazione da parte del Consiglio Regionale
ne di Orbetello avrebbe voluto dedicare un par-
della mozione n. 29 del 2021 sul negazionismo e
co pubblico al gerarca fascista Italo Balbo. Così
revisionismo sul tema dei confini orientali, del-
come il comune di Affile, anni fa, ha dedicato un
le foibe e dell’esodo. Una mozione che attacca la
mausoleo, sempre ubicato in un parco pubblico,
nostra Associazione e la libertà di ricerca storica.
al generale fascista Rodolfo Graziani, sopran-
Intervento di Maria Cristina Paoletti
Superfluo ribadire come disse
nominato
“macellaio
Regione Veneto da cui provengo, il Tribunale di
l’onorevole Giacomo Matteotti
d’Etiopia”,
ministro
Vicenza, anche grazie alla costituzione di parte
nel suo ultimo discorso alla
della guerra nella Re-
civile dell’ANPI, ha condannato in base alla legge
Camera prima di essere
pubblica Sociale Ita-
Mancino del 1993, che colpisce i comportamenti
assassinato da sicari fascisti,
liana e condannato per
volti a discriminare su base razziale etnica e reli-
che “il fascismo non è una
collaborazionismo con
giosa, gli imputati che avevano in pubblico fatto
opinione, è un crimine”.
i nazisti.
il saluto romano e la chiamata del presente.
Va constatato che i
Ma, sempre per restare nel Veneto, a Chioggia,
promotori di tali ini-
anni fa, nello stabilimento balneare di Punta
ziative, di chiaro valo-
Canna, il gestore ha impunemente diffuso per
re apologetico, dichiarano di voler esaltare non
settimane ad alta voce dagli altoparlanti slogan,
il fascista ma il “soldato” Graziani, non il gerar-
pensieri e frasi di esaltazione del Duce e del fa-
ca ma “l’aviatore” Balbo, ma è di tutta evidenza
scismo.
l’intento truffaldino che fingendo di minimizzare
Tutti, penso, ricordiamo il disegno di legge Fiano,
in realtà esalta e mira a riabilitare esponenti di
presentato nel corso della passata legislatura,
spicco del fascismo e con essi il regime fascista.
che proprio sul presupposto delle difficoltà in-
Il riemergere di una simbologia fascista, in gran
contrate dalla giurisprudenza nel condannare le
parte impunita, è fonte di grande preoccupazio-
manifestazioni usuali del fascismo introduceva
ne per l’ANPI perché se è vero che la battaglia
l’articolo 293-bis del codice penale, concernente
contro i rigurgiti neo fascisti va prioritariamente
il reato di propaganda del regime fascista e na-
condotta sul piano culturale e politico - lavoran-
zifascista. Il disegno di legge venne approvato
do innanzitutto nelle scuole con docenti e stu-
dalla Camera ma non dal Senato stante l’interru-
denti facendo ricorso al Protocollo Anpi-Miur ma
zione della legislatura. Ora quel progetto di leg-
anche all’art. 9 della legge Scelba che impegna lo
ge è stato di fatto ripreso dalla proposta di legge
stato attraverso le scuole a diffondere la cono-
di iniziativa popolare promossa dal Comune di
scenza del tragico ventennio e la natura violenta,
Stazzema, il comune in provincia di Lucca dove,
razzista e bellicista del regime fascista - è tutta-
come tutti sanno, nell’agosto del 1944 una divi-
via vero che occorre dare una risposta ai segnali
sione di soldati nazisti trucidò 560 persone come
contraddittori che provengono da una oscillante
ci è stato ricordato dal sindaco ieri l’altro.
giurisprudenza. Quest’ultima dinanzi ai medesi-
Vorrei evidenziare due aspetti. Il primo è il titolo
mi fatti talvolta assolve e talvolta condanna, ge-
del progetto di legge di iniziativa popolare C3074
nerando attorno a tale funesta simbologia un’a-
che significativamente è “Norme contro la pro-
lea di impunità ed anche di legittimità, il tutto
paganda e la diffusione di messaggi inneggianti
contrabbandato per manifestazione del pensiero
a fascismo e nazismo e la vendita e produzione di
garantito dall’articolo 21 della Costituzione. Su-
oggetti con simboli fascisti e nazisti”. Il secondo,
perfluo ribadire come disse l’onorevole Giacomo
ricordando che il progetto è stato presentato il
Matteotti nel suo ultimo discorso alla Camera
29 aprile 2021, il carattere quasi profetico delle
prima di essere assassinato da sicari fascisti, che
prime parole della relazione: “ Da anni assistiamo
“il fascismo non è una opinione, è un crimine”.
impassibili al proliferare dell’esposizione ovun-
Certo, vi sono state diverse condanne per apo-
que di simboli che si richiamano al fascismo e
logia o per le manifestazioni usuali del fascismo.
al nazismo, frutto di anni di sottovalutazione del
Ad esempio le condanne comminate per il mau-
fenomeno del ritorno di queste ideologie che mai
soleo dedicato a Graziani dal tribunale di Tivoli
come oggi sono pericolose”.
e dalla Corte di Appello di Roma che però sono
Ebbene, come è noto, sei mesi dopo, il 9 otto-
state inaspettatamente riformate dalla Cassa-
bre 2021, durante una manifestazione no vax in
zione. Così come di recente, per restare nella
Roma esponenti e dirigenti di Forza Nuova han15
Intervento di Maria Cristina Paoletti
no assaltato e devastato la sede della CGIL. Un
ora (o meglio allora, visto che sono passati sei
fatto gravissimo che ha fortemente turbato l’o-
mesi) quando? Cosa ci si deve aspettare di più
pinione pubblica democratica e che ha indotto
grave e allarmante perché le istituzioni demo-
il Parlamento, sia alla camera che al senato, ad
cratiche assumano la responsabilità di una deci-
approvare zione
che
una
mo-
“impegna
sione grave ma giusta, politicamente, giuridicamente e costituzionalmente .
Ma si vorrà convenire che di
il Governo a valutare
Di recente l’onorevole Fiano ed altri hanno pre-
una gravità inaudita è stato
le modalità per dare
sentato un nuovo disegno di legge N. 3443 del 13
l’assalto al sindacato più
seguito al dettato co-
gennaio 2022 che pur perseguendo sostanzial-
rappresentativo dei lavoratori.
stituzionale in materia
mente le stesse finalità del precedente apporta
Mi chiedo: se non ora ( o meglio
di divieto di riorganiz-
delle modifiche non alla legge Scelba ma alla leg-
allora, visto che sono passati
zazione del disciolto
ge Mancino, soluzione questa che potrebbe in-
sei mesi) quando?
partito fascista e alla
durre Il Parlamento ad avere meno remore nella
conseguente normati-
sua approvazione - anche se l’onorevole Letta ha
va vigente, adottando
tenuto a sottolineare che il PD rappresenta solo il
i provvedimenti di sua competenza per proce-
12% delle forze parlamentari.
dere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i
Nella relazione che accompagna la proposta di
movimenti politici di chiara ispirazione fascista,
legge si menziona proprio l’assalto e la deva-
artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi at-
stazione alla sede della CGIL quale episodio di
tuative della XII disposizione transitoria e finale
recrudescenza della violenza di matrice aper-
della Costituzione repubblicana”.
tamente fascista o nazifascista conseguente ad
Purtroppo, come ha ricordato la sindaca di Mar-
una capillare attività di propaganda di idee fon-
zabotto, sono passati sei mesi ma Forza Nuova
date sull’esaltazione dei metodi eversivi dell’or-
ancora non è stata sciolta.
dinamento democratico propri dell’ideologia fa-
Certamente sciogliere un partito con un decreto
scista o nazifascista.
legge è una decisione grave che va attentamen-
La proposta di legge ha l’obiettivo di integrare le
te ponderata. Ma si vorrà convenire che di una
leggi speciali già esistenti con una nuova fatti-
gravità inaudita è stato l’assalto al sindacato più
specie penale che consenta di punire la propa-
rappresentativo dei lavoratori. Mi chiedo: se non
ganda di idee fondate sull’esaltazione dei metodi eversivi, anche, ed è questo l’elemento significativo, laddove non realizzi un pericolo concreto e attuale di immediata riorganizzazione del partito fascista, requisito questo, per consolidata giurisprudenza richiesto dalla legge Scelba ma di difficile accertamento e quindi di applicazione. Io credo, come ho detto prima, che l’antifascismo dell’ANPI debba declinarsi su più versanti ed uno di questi è comunque l’attenzione alla via legislativa e giudiziaria che può contribuire a contrastare le derive neo fasciste.
16
Prof. soffocati tra carte e paure: così ci si dimentica degli studenti — Filippomaria Pontani Dipartimento di Studi Umanistici Università di Ca’ Foscari Pubblicato da Il Fatto Quotidiano
C’è qualcosa di assai peggiore dello stipendio (og-
inconsapevoli e riottosi, costretti a lasciare che i
gettivamente) basso: la perdita di senso. La torsio-
ragazzi (per giorni) si assentino per volantinare
ne aziendalistica impressa alla scuola negli ultimi
in un Centro commerciale o per vendere gadget
15 anni ha mirato e mira scientemente alla “diffu-
dinanzi all’Euroflora; o costretti a inventare unità
sione di una cultura solipsistica e sempre più per-
didattiche improponibili e forzate per far entrare
formativa, la de-territorializzazione e, in definitiva,
l’articolo 9 in una lezione di scienze motorie, o la
la progressiva disumanizzazione degli operatori
parità di genere in una lezione di algebra (e il voto
dell’istruzione e dei loro stessi utenti finali” (Pietro
va in pagella). Che poi alcuni insegnanti si ingegni-
Li Causi). Che queste non siano vuote parole di po-
no, e trovino talora soluzioni accettabili, creative o
lemica lo sa chi nella scuola opera ogni giorno: si
addirittura geniali, nulla toglie all’assurdità della
tratta di una struttura sempre più dirigistica, nella
situazione, e soprattutto al sentimento che perda
quale i Collegi docenti, anziché discutere e delibe-
ormai di senso l’essenziale, che la trasmissione, la
rare, si limitano a recepire gli editti del Dirigente
condivisione e la verifica del sapere non siano più
scolastico alias Preside (nella versione della Zoo-
il core business di tutta la baracca, che le nozioni
mata online, con teleca-
siano liofilizzate in uno spezzatino tanto più gron-
C’è qualcosa di assai
mere spente, il dibattito
dante di ipocrisia quanto formalmente schema-
peggiore dello stipendio
è vieppiù compromes-
tizzato in rapporti dettagliatissimi (competenze,
(oggettivamente) basso:
so; esistono eccezioni,
conoscenze, applicazioni, unità, punti di forza, e
la perdita di senso.
beninteso).
Diri-
consimili deformazioni della neolingua pedagogi-
gente talora digiuno,
stica) non letti da nessuno ma redatti dai docenti in
o ormai dimentico, dei
interminabili pomeriggi su pomeriggi - qualcuno
Un
problemi reali dell’insegnamento; un Dirigente non
ha visto un “documento del 15 maggio”?
di rado responsabile di scuole assai diverse spal-
PTOF, PDP, CLIL, RAV, UdA...: sotto il proliferare di
mate su più plessi o addirittura su più comuni, e
queste incomprensibili sigle si celano la spersona-
dunque umanamente incapace di seguire tutto, di
lizzazione e la standardizzazione della funzione
conoscere le molte centinaia di allievi (ma financo
docente. E anche la sbandierata attenzione agli
i suoi docenti, talora ben più di 100); un Dirigente
studenti fragili è assai dubbia: si obbligano gli inse-
che, terrorizzato dai ricorsi e pronto a intervenire
gnanti a estenuanti corsi di “inclusione” (forse con
ad alzare i voti degli allievi per evitare bocciature,
la mira malcelata di eliminare pian piano i docenti
passa da un’emergenza a un’altra, tampona le falle,
di sostegno affidando i casi difficili ai docenti d’aula
ambisce - succubo egli stesso del moloch burocra-
così formati), ma non è certo coi PDP (talora redatti
tico che solo impera - alla perfezione formale di
sotto l’imperio di protocolli medici di dubbia fonda-
procedure atte a mostrare che “qui va tutto bene”.
tezza) o con la burocratizzazione a oltranza della
Prendete i famosi PCTO (ex Alternanza Scuola-La-
procedura che si stabilisce quel contatto umano
voro), o i percorsi di Educazione Civica Trasversale
con chi ha più bisogno d’attenzione. Così come non
(ex Cittadinanza e Costituzione): programmi spes-
è tramite la compulsiva verbalizzazione di ogni mi-
so stabiliti centralmente e rovesciati su docenti
nimo colloquio, o tramite asettici indicatori nume17
Prof. soffocati tra carte e paure: così ci si dimentica degli studenti
rici - spesso schiaffati lì a priori e accompagnati da
lavori di gruppo, di riflessione didattica non stan-
righe scopiazzate da appositi anonimi repertori -
dardizzata, di vera “cura” delle giovani menti, di
che si favorisce davvero la capacità di relazionarsi
condivisione genuina e non posticcia di esperienze
con gli studenti: anzi, spesso la si ostacola.
educative che per loro natura resistono all’impie-
È per questo, ben più che per le questioni mone-
tosa standardizzazione delle gabbie burocratiche.
tarie, che induce ora alla rivolta l’annuncio della
Anzi, si prevedono tagli cospicui di posti (9600 in
creazione di un’ulteriore e costosissima Spectre
5 anni, in omaggio alla denatalità del Paese), e il fi-
dal nome altisonante (“Scuola di Alta Formazione
nanziamento della premialità conseguente all’”Al-
dell’istruzione”), pronta a irradiare le proprie oc-
ta formazione” con risorse sottratte alla “carta del
chiute vigilanze in tutte le scuole imponendo de
docente”. È al limite del tragicomico il fatto che un
facto corsi di formazione che affrontano i conte-
sistema così prono ai più sofisticati sistemi di va-
nitori e non i contenuti (progettazione, mentoring,
lutazione finisca per selezionare i futuri docenti -
flipped classroom etc.): ulteriore colonizzazione a
lo si è visto nel recentissimo concorsone, estremo
gratis del tempo degli insegnanti, sottratto all’ag-
erede di un grottesco susseguirsi di architetture di
giornamento vero, alla lettura, allo scambio con i
assunzione in perpetuo mutamento - tramite un
colleghi e con l’Università che ormai è sempre più
test a crocette in cui si chiede l’autore del Vantone
un mondo distante e avulso; ulteriore produzione
(proviamo a farlo con gli ordinari di letteratura ita-
di carta inutile e di attestati validi quanto le ono-
liana nei nostri Atenei?) o la data (non il contenuto,
rificenze del Basso Impero; ulteriore mortificazio-
si badi!) della circolare ministeriale sull’informa-
ne di chi guarda alla sostanza più che alla forma,
tica a scuola. Se tutto ciò fosse stato disposto da
all’alunno troppo silenzioso o al valore formativo
un ministro diverso da Bianchi - uomo da sempre
di un’uscita a teatro, al piacere di discutere de-
permeato di cultura aziendalistica e pedagogia
gli asintoti o delle traduzioni di Virgilio, piuttosto
neoliberale, da buon seguace di Adam Smith, ma
che a inutilissimi percorsi di didattica innovativa
protetto dall’intangibilità dei “migliori” -, ci sarebbe
o a corsi che ingrassano il business dei formatori
stata la rivoluzione.
e non servono nemmeno a motivare o mettere in
O invece, alla fine, ci sarà davvero?
discussione i docenti neghittosi o rinunciatari (che pure, ovviamente, esistono). Ulteriore avvitamento in un sistema di quantificazione e ricerca dei “punti-mela” che finisce per contagiare pian piano gli stessi studenti, come accade del resto da anni anche all’Università con il sistema dei crediti. Che peraltro questa china burocratica e pedagogistica, già imboccata da parecchio tempo, non faccia che ingenerare frustrazioni e abbandoni, e soprattutto peggiorare la preparazione e le capacità dei ragazzi, non sembra un’evidenza sufficiente per decidere di invertire la rotta. Su questi altari, infine, si sacrificano risorse che si sarebbero dovute impegnare invece in una delle missioni più urgenti (la tanto vituperata Azzolina aveva iniziato a pensarci operativamente), ovvero la riduzione del numero di allievi per classe - i docenti più esperti ricordano quante cose si potevano fare con 18-20 alunni, quante più verifiche e quanti più scambi individuali, anche in termini di 18
Ricordando Berlinguer — Lia Finzi Presidente Onorario Anpi Sezione “Sette Martiri” Venezia “Siamo la gioventù, la balda schiera di Eugenio
per noi era “militanza politica”. Tutta Venezia e
Curiel, al mondo noi vogliam pace, lavoro e liber-
non solo furono solidali con questa esperienza,
tà. Siamo la gioventù, il nuovo sol della nuova Ita-
la sostennero e la difesero.
lia. Vogliam la pace, pace sarà”
“Oh! care mamme che tanto piangete e sospira-
Così cantavamo noi giovani della FGCI negli anni ’50.
te per i vostri figlioli, noi del Biancotto non sia-
Allora segretario nazionale era Enrico Berlinguer.
mo mai soli, v’è tutta Italia che al fianco ci sta.”
Ero attiva nella cellula universitaria comunista.
Così cantavano i nostri ragazzi. Però non tutta
Si rimaneva FGCI fin-
l’Italia “al fianco ci stava” nel periodo “scelbia-
Noi della cellula universitaria
ché si frequentavano le
no” degli anni ’50, l’opera nazionale del littorio
ci sentimmo coinvolti e
università (Ca’ Foscari
ex GIL, che aveva ereditato i beni del fascismo,
andavamo a dare una
o Architettura), anche
e decretò sfratti a enti democratici, sedi sinda-
mano nei pomeriggi per il
fino agli anni tardivi
cali e politiche, rivolendo la gestione di ciò che
doposcuola. Oggi si direbbe
dei fuoricorso. Qual-
il fascismo era stato obbligato a lasciare nel ‘45.
“volontariato”, per noi era
cuno aveva la doppia
Questa stessa sorte toccò al Biancotto che era
“militanza politica”.
tessera FGCI – PCI. Se-
stato aperto nell’ex casa del balilla, in fondamen-
gretario della sezione
ta dei Cereri a Dorsoduro. Il Comune, all’inizio
universitaria era Gian
col sindaco Ponti DC e poi con Gianquinto PCI,
Gramola di Schio, ex combattente partigiano nel
appoggiò e difese il convitto. Certamente i valori
vicentino, vicesegretario era Girolamo Federici,
laici, antifascisti e democratici, che erano essen-
patriota di Roverchiara nella bassa veronese. Fu-
ziali nel nostro sistema educativo, nelle forme
rono chiamati dal segretario della federazione
didattico-organizzative e in tutti gli aspetti della
PCI, Mario Lizzero, il valoroso comandante par-
vita quotidiana, non potevano essere apprezzati
tigiano “Andrea”, che chiese loro chi era tra i due
da tutti. Ma molti e importanti furono gli atti di
il migliore. Ne seguì un silenzio imbarazzante,
solidarietà, oltre a quelli di modesto valore ma-
poi Federici disse: “se Gramola è segretario e io
teriale, ma di grande valore morale e politico.
il suo vice, dev’essere più bravo lui”. Bene, disse
Durante il primo sfratto, fu inviato un telegram-
“Andrea”, Gramola sarà il preside del Convitto
ma al Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi,
“Francesco Biancotto” e tu Federici sarai il diret-
dopo un’assemblea: “Mamme et orfani Biancotto
tore didattico di quel posto, un convitto scuola
protestano assieme a operai e partigiani contro
della Rinascita ANPI.
continuazione persecuzione loro figli Stop Chie-
Non è che i nostri due dirigenti della cellula uni-
dono cessazione guerra contro orfani secondo
versitaria sapessero cosa li attendeva: una ses-
Risorgimento”.
santina di bambini e ragazzi, dai 6 ai 18 anni,
La vedova di Silvio Trentin, la signora Beppa, così
orfani di partigiani da seguire. Ma allora si ese-
intervenne: “Quello che si sta commettendo oggi
guivano gli ordini, così si trasferirono dalla casa
è un atto di sopruso senza nome. Protesto con
dello studente al convitto. Cominciò così una
tutte le mie forze… ai figli dei nostri morti man-
straordinaria avventura: la storia dei ragazzi del
do il mio pensiero serenissimo di mamma: di una
collettivo “Francesco Biancotto” 1947-1957.
mamma di partigiani che ha tanto sofferto.” E an-
Noi della cellula universitaria ci sentimmo coin-
cora artisti, pittori, insegnanti, tutte le commis-
volti e andavamo a dare una mano nei pomeriggi
sioni interne delle fabbriche di Porto Marghera, i
per il doposcuola. Oggi si direbbe “volontariato”,
portuali, i negozianti del mercato di Rialto, anche 19
Ricordando Berlinguer
il poeta Diego Valeri, dirimpettaio del convitto.
professore universitario e tutti i biancottini che
Tanti altri si imposero, scrissero e vennero al
spesso mi contattano ancora.
convitto durante gli sfratti più volte rinviati, an-
Ma nel 1957 anche l’esperienza del convitto do-
che Berlinguer.
vette cessare. Chiusero la Casa Bianca e la Casa
Scrisse poi Luciano Lessi, biancottino di Piombi-
Rossa in fondamenta dei Cereri, come furono
no (Livorno), in una sua testimonianza: “Mi ricor-
chiusi tutti i dieci convitti scuola ANPI della Ri-
do della voce grave e depressa di Pietro Secchia,
nascita d’Italia, fino all’ultimo, il “Livi” di Milano,
che era stato da poco estromesso dalla segrete-
negli anni ’60.
ria nazionale PCI, lo accompagnai per un tragitto
Noi continuavamo ad avere contatti con i diri-
sul vaporetto; della gentilezza di Umberto Terra-
genti cittadini della FGCI di allora: Primo Laz-
cini che contrastava con il forte temperamento
zari il segretario, Valentini, Ottico, Gobita e con
che manifestava parlando in pubblico; del parti-
Luigina Conte responsabile della commissione
giano prete Don Gaggero e della forte puzza di
ragazze (vedi foto commissione), ma non solo.
sigaro che emanava; di Dozza, glorioso sindaco
Fummo attivi anche nella politica del PCI quando
di Bologna per molti anni. Mi ricordo soprattutto
si richiese il nostro contributo e la nostra parte-
di Enrico Berlinguer, con le sue scarpe consuma-
cipazione, spesso esplicitamente critica, ma fe-
te, la cravatta sgualcita e l’aria schiva mentre at-
dele e coerente.
traversava la folla composta di noi ragazzi, delle
Berlinguer: 100 anni quest’anno. Noi ce lo ricor-
madri, del personale e dei cittadini intervenuti
diamo come ce lo descrive l’ex ragazzo del Bian-
numerosi; venne anche Giuseppe Di Vittorio che
cotto e come lo descrive Eugenio Manca: “la sua
scaldò gli animi con le sue parole”.
voce era bassa, il suo tono dimesso, il suo gestire
Questo ricorda il biancottino Luciano Lessi ancor
timido e quasi impacciato. Voleva convincere, ma
oggi, 2022, così come racconta e scrive anche
senza arroganza, spiegare, ma senza sicumera…”
Franco Malagutti, oggi collaboratore editoriale
Non soltanto nei grandi comizi si faceva ascolta-
della rivista “Triangolo Rosso” dell’ANED, e altri,
re. Lì era deciso dopo aver chiesto cosa avrebbe
Paolo Rusin ex sindacalista, Diego De Wachien ex
dovuto dire sul tema, come scrive Delia Murer
Il punto più alto del pensiero di Berlinguer fu nella relazione al Congresso del PCI del 1979, quando affermò che si trattava di superare il vecchio schema della sinistra, secondo cui le donne avrebbero progredito in conseguenza dei successi del movimento operaio, invece movimento operaio e movimento femminile debbono andare avanti di pari passo, giustamente affermò. 20
Ricordando Berlinguer
nel suo libro sulla politica degli anni ’70 in rife-
nato Rizzo (vedi fofo), rimase incantato di fron-
rimento alle lotte delle donne durante la grande
te ai lavori dei compagni, guidati da Marcello De
manifestazione delle donne nel comizio conclu-
Mattia, (vedi film di Serena Nono) che, tra l’altro,
sivo di quella Festa.
stavano costruendo una enorme falce e martel-
Nel maggio 1979, a Roma, Berlinguer disse: “Non
lo in legno piantata a terra, così grande da essere
può essere libero un popolo che opprime un altro
visibile da Piazza San Marco. I Pionieri alla Giudec-
popolo” scriveva Marx.” E potremmo parafrasare
ca avevano preparato uno spettacolo divertente,
così quella affermazione: non può essere libero
guidati dalle brave Nuria e Margot.
un uomo che opprime una donna. Leggiamo con
E chi dice che Berlinguer non rideva mai e appari-
amarezza e indignazione le cronache che ci par-
va sempre triste? Potemmo vedere Enrico diverti-
lano ogni giorno di episodi di offese violente e
to a ridere veramente volentieri di fronte alle bat-
cruenti alle donne. Era il 1979!
tute dei ragazzi “artisti” giudecchini nel grande
La memoria di Berlinguer non evoca soltanto
parco di Cannaregio, allestito per i bambini come
grandi esperienze vissute e in parte perdute, ma
un ambiente piratesco (barca, altalene, piste, cac-
anche idee anticipatrici come scrisse: “grandi oc-
cia al tesoro, etc.) dai compagni di Cannaregio.
casioni per rinnovare l’Italia”:
Avevano capito cosa fosse la partecipazione. Così,
“Il governo mondiale dello sviluppo; la centralità
in un modo altamente qualificato, ogni compagno
della questione morale; la decisività della politi-
aveva lavorato per la festa. Ogni Sezione realizzò
ca ambientale; la collocazione dalla parte delle
un programma deciso con la commissione cittadi-
donne”. Così Berlinguer elencò le priorità.
na. Berlinguer, anche in quella occasione, conclu-
Giglia Tedesco in una nota sulla questione fem-
se l’evento in un comizio memorabile a Sant’Elena.
minile considerò: “Così il pensiero della differen-
Il vento stava cambiando: nel ’75 eravamo al go-
za che aveva contraddistinto la ricerca del fem-
verno del Comune. E non solo a Venezia, in tutta
minismo ebbe, grazie a Berlinguer, una sponda
Italia il vento soffiava forte. Entrammo nella giun-
politica nel riconoscimento dell’autonomia e del
ta “di sinistra” con socialisti e repubblicani.
protagonismo”.
Mi fermo qui, altri potranno scrivere, raccontare
Il punto più alto del pensiero di Berlinguer fu nel-
cosa successe in quegli anni nel governare que-
la relazione al Congresso del PCI del 1979, quan-
sta città, i cambiamenti avvenuti dopo Berlinguer
do affermò che si trattava di superare il vecchio
nella sinistra e lascio ad altri il giudizio di come si
schema della sinistra, secondo cui le donne avreb-
governò allora e di cosa bisognerebbe fare oggi
bero progredito in conseguenza dei successi del
per Venezia.
movimento operaio, invece movimento operaio e
Molti compagni non ci sono più, anche Berlinguer
movimento femminile debbono andare avanti di
ci lasciò.
pari passo, giustamente affermò.
“Mi commuovo ad ogni sguardo commosso che
Mi si chiede di ricordare Berlinguer alla Giudecca,
incrocio. Sento freddo come se fossi sulla strada,
dove abito dal 1972.
insieme a tutti questi operai. Vorrei alzarlo an-
Lo vidi certamente qui durante la preparazione
ch’io il pugno per rispondere ai loro pugni alzati…”
della “mega” Festa dell’Unità Nazionale che ebbe
scrive il padovano Piero Ruzzante nel suo libro
luogo a Venezia nel 1974. In tutti i sestieri l’attivi-
“Eppure il vento soffia ancora. Gli ultimi giorni di
tà fu intensa, fruttuosa, qualificata. Così fu anche
Enrico Berlinguer” UTET 2020.
alla Giudecca, dove sarebbero venuti anche gli
Io non mi metterò a fare memoria: è dolore e ba-
Inti Illimani e il grande comandante partigiano Vi-
sta. Concludo con la poesia di un anonimo:
dali che da Trieste sarebbe venuto a concludere la
“Berlinguer, gabbiano delle nostre vite, sei stato il
Festa qui alla Giudecca, fu presentato al comizio
vento dei nostri pensieri. Sei stato la vela dei no-
da Momi Federici (vedi film di S. Nono).
stri entusiasmi. Oggi sei il rosso delle nostre ban-
Quella mattina Berlinguer, accompagnato da Re-
diere.” 21
Lo tsunami della pandemia e l’incapacità di gestione dei servizi socio-sanitari. Venezia caso emblematico — Salvatore Lihard Movimento per la difesa della Sanità Pubblica In Italia due anni di pandemia hanno indebolito la
lità di strutture post ricovero quali gli Ospedali di
salute degli italiani e, purtroppo, le previsioni per il
comunità e i Centri per la riabilitazione.
futuro non si prospettano tanto rosee.
Ci si augurava che il Piano Nazionale di Ripresa
La sua stabilità è stata compromessa dal calo delle
e Resilienza (PNRR) e una vera riforma sulle cure
visite di controllo (con un peso elevato soprattutto
primarie potessero salvaguardare e potenziare un
sulle cronicità) e specialistiche, dal peggioramento
servizio fondamentale soprattutto per Venezia,
per molti versi degli stili di vita degli italiani (per
città d’acqua.
esempio dal 2019 al 2020 si è assistito a un aumen-
Uno degli elementi più innovativi del PNRR Sanità
to dei consumi di alcolici pari al +6,5% per i maschi
(Missione 6) è rappresentato dalle Case della Comu-
e al +5,6% per le femmine.
nità (CdC) per le quali è previsto un finanziamento
Soprattutto è stata resa ancor più precaria dalla
di 2 miliardi. L’obiettivo è di dotare il territorio di “…
riduzione, nelle strutture sanitarie travolte dallo
uno strumento – come recita testualmente
tsunami pandemico, della presa in carico e della
il PNRR – attraverso cui coordinare tutti i servizi of-
continuità assistenziale per i pazienti con patolo-
ferti e di garantire alla popolazione un punto unico
gie acute e croniche. Una “ridotta” assistenza cau-
di accesso alle prestazioni sanitarie”. La CdC non
sata dal rinvio di attività chirurgiche programmate
rappresenta, ovviamente, l’unica realizzazione pre-
e ambulatoriali, dalla riorganizzazione delle strut-
vista nell’ambito della rete territoriale, ma si colloca
ture di assistenza e dalla riallocazione del perso-
all’interno di un sistema di servizi e di attività.
nale, nonché dall’assorbimento pressoché totale
Il Decreto Ministeriale 71 di aprile scorso detta gli
delle risorse territoriali.
standards per le strutture funzionali all’assistenza
Poi la pandemia ha messo a nudo tutte le criticità
territoriale (Distretto socio-sanitario, Ospedale di
del Servizio Socio-Sanitario nazionale, in partico-
Comunità, Casa della Comunità, Assistenza domi-
lar modo l’assistenza
ciliare, Infermiere di famiglia, ecc). La Casa della
Ed invece? La Regione Veneto,
territoriale: la carenza
Comunità (CdC) deve servire per una popolazione
già con la prima delibera di
di personale, in parti-
di 40.000-50.000 abitanti.
Giunta, individua la sede
colare
infermieristico;
La CdC struttura importante in rapporto alla spe-
della CdC all’interno dell’area
le poche risorse per
cificità del territorio insulare: alta presenza di over
dell’ospedale Civile. Una
strutture e tecnologie;
sessantacinquenni (32,5%), tasso di cronicità e di
scelta che il Movimento per la
la frammentazione dei
polipatologie, ecc.
difesa della sanità pubblica
processi
assistenzia-
Pertanto per la città insulare occorrono due CdC.
veneziana ha contestato
li e del rapporto fra la
Facile immaginare l’allocazione: una nella sede di-
proprio in relazione alla
sanità territoriale e la
strettuale del GB Giustinian e l’altra nel padiglione
necessità di tener separate
rete ospedaliera; la li-
Rossi (Monoblocco a Lido).
le attività di assistenza
mitata disponibilità di
Ed invece? La Regione Veneto, già con la prima de-
territoriale da quelle
assistenza domiciliare;
libera di Giunta, individua la sede della CdC all’in-
ospedaliere.
l’inadeguata disponibi-
terno dell’area dell’ospedale Civile. Una scelta che
22
Lo tsunami della pandemia e l’incapacità di gestione dei servizi socio-sanitari
il Movimento per la difesa della sanità pubblica
to costretti a lavorare con un bacino di 1.800-2000
veneziana ha contestato proprio in relazione alla
utenti anziché 1.500.
necessità di tener separate le attività di assistenza
Scelte contestate dal Movimento che ha avviato
territoriale da quelle ospedaliere.
una campagna di mobilitazione e informazione
Non solo la scelta sbagliata della sede, ma anche
grazie alla quale sono state raccolte circa 7.000 fir-
(fatto ancora più grave) quella di non far finanziare
me indirizzate all’Assessora regionale alle politiche
le due CdC dal PNRR ma da un “tal fondo regionale”
sanitarie e al Sindaco di Venezia con la richiesta di
e di trasferire alcuni servizi, “in maniera occulta”
mantenimento e potenziamento dei servizi terri-
dalla sede del Giustinian al Civile (nell’area Men-
toriali (compresa la CdC) all’interno del Giustinian.
dicanti). Pertanto si delinea un quadro di ulteriore
Una mobilitazione che, dopo la pausa estiva il Mo-
indebolimento della sanità a Venezia anche in pre-
vimento riprenderà a difesa del Giustinian e dei
senza di una carenza cronica di personale sanita-
servizi territoriali (Consultori, Dipendenze, Salute
rio. Medici ospedalieri in fuga (pensionamenti anti-
mentale, ecc.) per una sanità di prossimità e non
cipati o verso il privato) e il più delle volte sostituiti
di “lontananza” come sarebbe secondo le scelte
da operatori di cooperative o da specializzandi;
dell’Azienda Ulss3.
medici di medicina generale in numero inadegua-
23
Il Digital Divide — Antonio Infante Direttivo Lega SPI CGIL - Venezia Centro Storico e Isole su “Il Nostro Tempo” dello SPI CGIL Metropolitano Venezia (sett- ott 2021) Il Digital divide è il divario tecnologico, sociale e
tori e studenti costretti a proseguire le attività in
culturale tra chi può interagire e utilizzare gli stru-
smart working, hanno messo altresì in evidenza
menti tecnologici con
che la problematica del digital divide non investe
L’emergenza coronavirus, le
internet e chi non è in
solo le fasce deboli ma anche gli addetti nei pro-
restrizioni e le chiusure delle
grado o non può.
cessi produttivi, nel lavoro, nella scuola, nel welfa-
attività, assunte dal Governo,
Nel nostro paese alcu-
re e nei territori.
con milioni di lavoratori e
ne ricerche hanno da
Dopo 40 anni dalla realizzazione del primo “PC”
studenti costretti a proseguire
tempo evidenziato che
personal computer IBM (1981) e del World Wide
le attività in smart working,
l’uso delle tecnologie
Web (letteralmente “rete di grandezza mondiale”),
hanno messo altresì in
negli over 65 è influen-
lo scenario digitale del 2021 mette in luce la di-
evidenza che la problematica
zato dal basso livello di
mensione e la diffusione che le nuove tecnologie e
del digital divide
istruzione e dal basso
la rete hanno assunto a livello mondiale con lo svi-
reddito con l’impossibi-
luppo dell’internet mobile, dei social network, dei
lità di dotarsi di un com-
servizi di messagistica (WhatsApp e non solo), di
puter, di uno smartpho-
IoT (Internet degli oggetti) dei servizi di streaming
ne, di un tablet e di una stampante.
(Netflix, Spotify), dell’e-commerce, dei videogame,
I rapporti ISTAT e INPS, su redditi e povertà, con-
dei servizi di cloud e dei big data (analisi di grandi
fermano le cause del divario tecnologico attraver-
volumi di dati per le strategie d’impresa) e dell’In-
so le seguenti statistiche:
telligenza Artificiale.
• 16,4 milioni di italiani (27,3% della popolazione)
Sul fronte utenti la diffusione dei servizi digitali
sono a rischio povertà;
è confermata da alcuni dati: i siti web su internet
• in povertà assoluta sono 5,6 milioni ( 9,4% della
sono circa 1,83 miliardi; Google elabora ogni giorno
popolazione);
7 miliardi di interrogazioni per ricerche: l’utilizzo di
• 12,6 milioni di pensioni erogate (70% sul totale)
Internet avviene per il 53% con dispositivo mobi-
sono di importo inferiore a 1000 €;
le; Facebook ha 2,27 miliardi di utenti; Instagram 1
• 10,9 milioni di pensioni sono inferiori a 750 €;
miliardo; nella messaggistica mobile WhatsApp ha
• il Reddito di cittadinanza è stato percepito a
raggiunto 2,0 miliardi di utenti mensili nel mondo;
marzo 2021 da 1.343.624 nuclei familiari (perso-
Amazon ha il 49% di tutte le vendite online; le ven-
ne coinvolte 3.238.031)
dite previste di e-commerce per il 2021 raggiun-
importo medio 582 €,
geranno 4.9 miliardi di dollari; i dispositivi mobili
mentre i percettori della
rappresentano oltre la metà di tutto il tempo che
Pensione di Cittadinan-
trascorriamo online;
za sono stati 140.820
A livello di imprese dal report sulla digitalizzazione
(persone
coinvolte
delle BEI (Banca Europea degli investimenti) emer-
159.672) importo medio
ge che il 37% delle società nell’UE non ha ancora
di 269 €.
applicato nessun tipo di tecnologia digitale contro
L’emergenza
24
corona-
il 27 % negli USA.
virus, le restrizioni e le
In Italia l’ISTAT, con il censimento “digitalizza-
chiusure delle attività,
zione/ tecnologia/innovazione” del 2019, ha ac-
assunte dal Governo,
certato che gli investimenti significativi delle
con milioni di lavora-
imprese italiane sono su connessione a internet
Il Digital Divide
e cyber-security mentre per le tecnologie appli-
tenze digitali prodotto dall’Istat). Le cause sono
cative solo il 10% circa ha investito risorse.
dovute alle molteplici divisioni che lo caratte-
Sul lavoro, la crescita dell’economia digitale ha
rizzano: geografica (Nord. Centro, Sud), demo-
prodotto e produrrà una riorganizzazione del
grafica (invecchiamento popolazione), culturale
ruolo del lavoro nella società.
(rapporto con la modernità e l’innovazione), la-
L’ultimo rapporto dell’OIL (Organizzazione In-
vorativa (occupati, disoccupati, precari partite
ternazionale del lavoro) sulle “Prospettive occu-
iva ecc), produttiva (competizione, innovazione,
pazionali e sociali nel mondo 2021” rileva che:
dimensionamento, ricerca sviluppo).
1. le piattaforme di lavoro digitali nel mondo sono
Per questa complessità del paese è mancato, ne-
quintuplicate negli ultimi dieci anni;
gli ultimi 20 anni, un cambiamento culturale, una
2. le sfide per i lavoratori generate dalle piatta-
visione d’insieme su infrastrutture, competenze,
forme digitali, anche in ragione del covid-19, ri-
tecnologie, conoscenze e formazione, unica in
guardano le condizioni di lavoro, la regolarità del
grado di gestire i complessi processi economici
lavoro, la mancanza di accesso alla protezione
sociali produttivi della rivoluzione digitale.
sociale, la libertà di associazione e il diritto alla
La pandemia-covid 19 ha messo in evidenza i ri-
contrattazione collettiva; la regolazione dell’ora-
tardi e le fragilità del Sistema Sanitario metten-
rio di lavoro e della remunerazione (attualmente
do al tempo stesso in chiaro il ruolo di strumento
remunerato con 2 € l’ora); la maggiore penalizza-
primario che la digitalizzazione può avere per la
zione delle donne.
trasformazione della sanità e del paese.
L’esito della rivoluzione digitale, con il passaggio
Per recuperare il tempo perduto nel corso degli
da una tecnologia elettronica analogica a tec-
ultimi due anni sono stati approvati Decreti e
nologie elettroniche digitali, è una metamorfosi
Provvedimenti per accelerare il processo di digi-
epocale che in pochissimi anni ha trasformato e
talizzazione.
continuerà a trasformare il mondo non solo nella
Nel 2020 è stato approvato il Decreto-Legge
comunicazione ma anche nel modo di vivere e di
“Semplificazione e Innovazione digitale” (DL n.
lavorare.
76/2020) convertito nello scorso luglio con Legge
L’Italia è un paese poco digitalizzato rispetto ai
n. 120/ che ha modificato e integrato il D.Lgs. n.
paesi europei già rilevato dal DESI (indice digita-
82/2005 “Codice dell’Amministrazione Digitale”
le dell’economia e della società) della Commis-
inerente al rapporto tra cittadini e pubblica am-
sione Europea e dal BES (rapporto sulle compe-
ministrazione al fine di rendere effettivo il dirit-
Per questa complessità del paese è mancato, negli ultimi 20 anni, un cambiamento culturale, una visione d’insieme su infrastrutture, competenze, tecnologie, conoscenze e formazione, unica in grado di gestire i complessi processi economici sociali produttivi della rivoluzione digitale. 25
26
Il Digital Divide
J&PEG, BETTA, 2022
to di cittadinanza (identità, domicilio, accesso ai
litici, sociali ed economici per un patto che assu-
servizi online delle pubbliche amministrazioni e
ma e definisca una strategia responsabile e con-
pagamento online).
divisa di rinascita del paese.
Le identità digitali previste sono:
I mutamenti della rivoluzione digitale e delle
• SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale)
nuove tecnologie, che attraversano il nostro quo-
• CIE (Carta di Identità Elettronica)
tidiano e la nostra vita, non ancora colti nella loro
Il numero delle identità SPID attivate al 5 giugno
portata, continuano ad essere trattati in ambito
2022 è pari a 30.659.499
specialistico e degli addetti ai lavori. Nella realtà
Le Carte di Identità Elettroniche (CIE) attivate al
i nuovi meccanismi e processi regolativi di ordi-
20 giugno 2022 è pari a 29.063.000
ne economico tecnico sociale normativo prodotti
Nel 2021 altra novità è l’art 38 del Decreto Legge
dalle nuove tecnologie hanno indebolito le tradi-
31 maggio 2021, n. 77 modificativo del CAD (Co-
zionali forme di organizzazione sociale.
dice dell’Amministrazione Digitale) attraverso
La CGIL, in ragione della destabilizzazione e
l’introduzione dell’art. 64 ter “Sistema della De-
dello sconvolgimento prodotto dalla digitalizza-
lega (SGD)” che dà la possibilità a chiunque di de-
zione, è riuscita, per il suo radicamento organiz-
legare l’accesso a uno o più servizi a un soggetto
zativo ed essere nella storia del paese una forza
titolare dell’identità digitale di cui all’articolo 64,
del cambiamento, a mettersi in gioco per essere
comma 2-quater, con livello di sicurezza almeno
parte in causa della trasformazione con un’azio-
significativo.
ne contrattuale e sociale che le nuove sfide della
Anche l’INPS con Circolare n° 127 del 12-08-2021
quarta rivoluzione industriale pongono al sinda-
ha previsto l’utilizzo della delega per i cittadini
cato e all’intero paese.
impossibilitati ad utilizzare in autonomia i servizi
In concreto l’azione si è sviluppata su vari fron-
online. La richiesta può essere fatta direttamen-
ti quali: le categorie più interessate dalle nuove
te dal delegante presso le strutture territoriali
tecnologie, le ricadute negative prodotte dal-
dell’INPS esibendo la documentazione neces-
la globalizzazione e dalla rivoluzione digitale
saria (consultabile su https://www.inps.it/news/
sull’intero sistema produttivo la contrattazione
servizi-on-line-introdotta-la-delega-dell’iden-
sociale sul territorio a tutela della fasce deboli, a
tita’-digitale)
rischio povertà e anziani.
L’atto tuttavia rilevante e decisivo, assunto in
Va in questa direzione l’azione svolta durante
corso d’anno, per ricostruire un percorso di cre-
la pandemia per garantire sicurezza nei posti di
scita sostenibile e favorire la ripresa del nostro
lavoro, per gli ammortizzatori con la cassa inte-
paese a seguito della pandemia, è il programma
grazione e i ristori per gli assegni e bonus a pre-
(Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) elabo-
cari e partite iva.
rato dal Governo per investire i fondi messi a
Sul terreno del sociale a tutela delle fasce deboli,
disposizione dall’Unione Europea (che ammon-
dei non autosufficienti e degli anziani a Venezia
tano complessivamente a 235,12 miliardi di €)
lo SPI CGIL Metropolitano e le Leghe SPI hanno
nell’ambito del Next generation Eu.
avviato la contrattazione sociale nei territori
Per la “Digitalizzazione, Innovazione, Competiti-
pervenendo ad intese e accordi con le ammini-
vità, Cultura” (1^ missione), il Piano stanzia 49,86
strazioni locali.
miliardi assegnati per 11,15 miliardi alla digita-
Nell’anno in corso ha avviato, con l’erogazione
lizzazione innovazione e sicurezza della Pubblica
dei servizi online dei comuni, assistenza ai citta-
Amministrazione, 39,57 miliardi alla digitalizza-
dini e pensionati per l’accesso con SPID.
zione innovazione e sicurezza del sistema pro-
In definitiva per il sindacato e la CGIL stare nei
duttivo. Senza facili ottimismi si può affermare
contesti produttivi e sociali vuol dire riconqui-
che trattasi di occasione unica per il paese che
stare lo spazio di agente sociale e comprendere
deve coinvolgere tutti gli attori istituzionali, po-
la portata della sfida in atto. 27
Marx, ecosocialismo e decrescita — Paolo Cacciari giornalista
Fin dalla “grande accelerazione” dell’economia
per “non essere più la stessa”, perdendo le attuali
avvenuta nel secondo dopoguerra, è emersa in
odiose caratteristiche discriminatorie e di sfrut-
modo non più ignorabile la questione del rap-
tamento.
porto tra le dimensioni ecologica e sociale del si-
Per questa sua essenza prepolitica (“scientifica”)
stema economico capitalistico. Ciò che già Marx
non avrebbe senso etichettare l’ecologia come
chiamava “metabolismo sociale”. I delicati equi-
“di destra o di sinistra”, riguardanti una o un’altra
libri tra umanità e natura si sono stressati a tal
classe sociale, poiché saremmo “tutti (individui)
punto che non è più in discussione se i principali
sulla stessa barca”. In tal modo, però, le disparità
cicli vitali della biosfera (a cominciare da quelli
sociali e di potere tra le classi sociali e gli stati
climatici, idrici e biologici) possano collassare,
verrebbero occultate, traslate in un indistinto e
ma quali sono le conseguenze che già si abbatto-
generico “soggettone” [Maria Turchetto] chiama-
no sulla vita delle popolazioni.
to “umanità”.
Mentre l’approccio ambientalista tradizionale
L’incontro tra ecologia e marxismo - tra “rossi” e
(di tipo “conservazionista”) sembra spesso aver
“verdi”, come si sarebbe detto una volta - è an-
sottovalutato la configurazione delle struttu-
cora lontano [Roberto Musacchio]. Equivoci e dif-
re sociali di potere (modi di produzione, ragioni
fidenze impediscono un’azione comune, facendo
di scambio, rapporti di potere tra le classi, lotta
perdere di forza sia gli uni che gli altri.
per la supremazia tra
Nel pensiero marxiano si possono trovare le giu-
Nel pensiero marxiano si
gli stati e altro ancora)
ste chiavi di lettura della realtà, così come nella
possono trovare le giuste
che conducono ad una
radicalità della proposta di una società orientata
chiavi di lettura della realtà,
competizione perma-
alla decrescita - in primis, la riduzione dei flussi
così come nella radicalità
nente (tra imprese, sta-
di materia e di energia impegnati nei cicli pro-
della proposta di una società
ti, individui) che deva-
duttivi [Marino Ruzzenenti] - vi è l’indicazione
orientata alla decrescita -
sta progressivamente
di modificare nel profondo le logiche e i mecca-
in primis, la riduzione dei
lo spazio vitale natura-
nismi della mega-macchina termo-tecno-indu-
flussi di materia e di energia
le, dall’altro canto l’ap-
striale che ha ormai raggiunto una forza geofisi-
impegnati nei cicli produttivi
proccio squisitamente
ca capace di distruggere la vita sul pianeta.
“materialista-storico” del pensiero della si-
Certo pensiamo ad una decrescita che non com-
nistra politica tradizionale ha generalmente
porta alcun immiserimento delle condizioni di
sottovalutato gli aspetti ecosistemici, culturali,
vita delle popolazioni, né un “fantastico salto
antropologici ed etici che pervadono e plasmano
in avanti” [Giovanni Mazzetti], incapace di fare i
i comportamenti dell’homo oeconomicus. Da qui
conti con le condizioni reali di vita e con i desideri
le tesi contrapposte secondo cui, da un lato, una
socialmente e storicamente determinati delle po-
volta risolta la “contraddizione principale” tra
polazioni, ma, al contrario, come processo sociale
capitale e lavoro anche le altre numerose aporie
trasformativo graduale e situato, inserito nell’o-
(quelle di genere, di specie, di luogo, ecologiche)
rizzonte della liberazione del genere umano dal
si sistemerebbero automaticamente; dall’altro,
delirio prometeico di onnipotenza, dal mito salvi-
specularmente, gli ambientalisti ritengono che
fico della tecnoscienza, dall’idea di dominio.
se venisse imboccata la strada della sostenibilità ecologica anche l’economia capitalista finirebbe 28
Carlo Martini, Interferenze, 2022
Marx, ecosocialismo e decrescita
Cosa può dare Marx alla decrescita, e in
è ormai ben noto: il rapporto sociale capitalistico
generale ai movimenti ecologisti?
non può perdurare senza una continua espansio-
In sostanza, la teoria del Modo di Produzione
ne della sfera produttiva, una espansione, come
Capitalistico, per prima cosa, ci fa capire che il
talvolta si dice, “senza fine e senza fini”, che
divenire storico è una successione di modi di
inevitabilmente è portata a superare ogni limi-
produzione che sono determinanti [Mazzetti]
te, naturale o sociale. Questo superamento dei
nel disegnare le caratteristiche di fondo delle
limiti è la radice ultima delle devastazioni am-
società. Secondo, la nozione fondamentale per
bientali sempre più massicce e pericolose con le
capire le ragioni di base dell’insostenibilità del
quali oggi dobbiamo confrontarci. Terza lettura
sistema economico capitalistico è quella di ac-
marxiana dell’economia politica; l’espansione si
cumulazione del capitale. Il punto fondamentale
presenta anche come “mercificazione” sempre 29
Marx, ecosocialismo e decrescita
più spinta, come trasformazione continuamente
dei dividendi sociali”), allora la decrescita degli
perseguita di ogni tipo di “bene” in “merce”. Tut-
impatti antropici e dello stress psicofisico delle
te le ipotesi sin qui sperimentate di “disaccoppia-
persone (ridotte a produttori/consumatori alie-
mento” tra diminuzione dei prelievi di materiali
nati) diventerebbe desiderabile e perseguibile.
dalla natura (e dei rifiuti) e crescita del Pil si sono dimostrati fallaci. La cosa è presto spiegata: i
Qual è la situazione
redditi guadagnati con i lavori “immateriali” alla
Vi è una vasta letteratura internazionale che
fine verranno spesi anche per merci “materiali”
prende il nome di ecosocialismo: pensiamo in
[Marino Badiale].
particolare a Bellamy Foster, Burkett, Angus, Fred Magdoff, Andreas Malm, Daniel Tanuro, M.Löwy.
Cosa può dare la decrescita, e in generale
Il pensiero ecomarxista si sta dimostrando atti-
l’ecologismo, al pensiero marxista attuale?
vo, vitale, interessante.
L’ecologismo ha il merito di indicare quello che
Il problema è naturalmente quello di passare
è oggi il punto fondamentale: il fatto cioè che le
dalla teoria alla prassi: l’eterno problema del “che
contraddizioni del capitalismo si traducono in
fare?”.
una invasione distruttiva di ogni ambito della
Il cambiamento climatico è ovviamente il primo
natura, mettendo in crisi i fondamentali mecca-
riferimento che viene in mente, ma non è l’uni-
nismi omeostatici del sistema-Terra e quindi, in
co. La drammatica crisi ambientale, nei suoi vari
prospettiva, la stessa autoriproduzione dell’at-
aspetti, si intreccia con le crisi sociali e geopoliti-
tuale organizzazione sociale. Vengono assog-
che in modi che rendono impossibile sperare che
gettate alla logica del profitto realtà che funzio-
la prima possa essere efficacemente affrontata
navano secondo altre logiche (per cui la scuola
senza affrontare anche le seconda. Basti pensare
diventa un’azienda, l’ospedale diventa un’azien-
alla reazione dei governi europei in risposta alla
da, e così via). Si tratta di una dinamica distrut-
guerra in Ucraina: la riapertura delle centrali a
tiva del rapporto sociale, per la quale è stata co-
carbone! Il punto è che l’abbandono dell’energia
niata l’espressione “capitalismo assoluto”.
fossile (la fine del “capitalismo fossile”) implica un drastico cambiamento di ogni aspetto dell’at-
30
Marx e decrescita appaiono indispensabili e
tività produttiva di un paese.
complementari [Michele Cangiani]. Marx ci mo-
La sfida è uscire dalla società della crescita e
stra come funzionano i rapporti tra individui
costruire una “prosperità senza crescita” (Tim
mediati dalle merci nella modernità capitalistica
Jackson). Potremmo immaginare di poter sop-
contemporanea; la decrescita ci spinge a pensare
portare delle “perdite” sul quadrante del Pil/
che esistono altri valori (merito, prestigio, este-
redditi se venissero contestualmente “compen-
tica, tempo…) fuori e diversi da quello astratto
sate” da guadagni sugli indicatori di benessere
misurato dal denaro e che ci fanno entrare in una
(cibo sano, salute, educazione, abitazioni, ecc.).
dimensione della vita qualitativa [Maurizio Ruz-
Potremmo aumentare il tempo da dedicare alla
zene]. Per esempio, se al centro della cooperazio-
“presa in cura” delle persone e della natura (ac-
ne sociale non ponessimo l’obiettivo della massi-
cudimento domestico di bambini e anziani, ma-
mizzazione dei rendimenti monetari dei capitali
nutenzione dell’ambiente) se il tempo del “lavoro
investiti, la ricerca del maggior profitto e della
necessario” (alla produzione di reddito) venisse
massima produttività del lavoro, ma stabilissimo
ridotto. Potremmo fare più attività socialmente
che l’obiettivo è la rigenerazione dei cicli natu-
utili se il tempo ad esse dedicato potesse essere
rali, il pieno dispiegamento delle potenzialità
“detratto” dalle imposte (vedi la proposta ela-
lavorative umane (“piena occupazione”) e l’equo
borata dal Centro nuovo modello di sviluppo).
accesso alla ricchezza prodotta (“distribuzione
Potremmo comodamente sostituire la moneta
Marx, ecosocialismo e decrescita
corrente legale (valute) con sistemi di scambio
ne da parte di nessuno e di nessuna istituzione,
locali non monetari (“monete” complementari,
né pubblica , né privata, ma devono essere a di-
fiscali, alternative).
sposizione dell’intera comunità come base della
In definitiva si tratta di passare da una econo-
liberazione dei singoli e della realizzazione della
mia soggetta alla regola del “tasso di crescita
vita individuale” (Giacomo Marramao, intervista
composito”, necessario a garantire i rendimenti
su “Liberazione”, Caro Latouche, 29 settembre
finanziari dei capitali investiti, a qualche altra
2011).
forma di organizzazione economica pianificata democraticamente, cioè “socializzata” – se pro-
Nota. I nomi citati nell’articolo rinviano ad inter-
prio non vogliamo usare il termine socialista, o
venti svolti nel corso di una recente conferenza
“Quella cosa che Marx nell’Ottocento chiamava
via web: Decrescita e Marxismi - Verso Venezia
comunismo (…) Il complesso delle cose comuni
2022 ; www.https://venezia2022.it
che non possono essere oggetto di appropriazio-
La drammatica crisi ambientale, nei suoi vari aspetti, si intreccia con le crisi sociali e geopolitiche in modi che rendono impossibile sperare che la prima possa essere efficacemente affrontata senza affrontare anche le seconda. [...] La sfida è uscire dalla società della crescita e costruire una “prosperità senza crescita” 31
La necessità di un nuovo equilibrio
32
33
Veronica Botticelli, Sono qui, cage, 2022
Resistenza di ieri, resistenza di oggi — Gian Luigi Placella Già Presidente ANPI Sette Martiri Venezia Mentre stavamo faticosamente prendendo le mi-
e tanto meno come prima immediata (e imme-
sure di quanto provocato dalla pandemia, siamo
ditata) risposta, ma, anzi, chiedono di muoversi
precipitati nella profonda e preoccupante desta-
sulla strada che superi la logica binaria, aggres-
bilizzazione dell’Europa provocata dall’invasione
sore-aggredito, bene-male, per assumere la con-
dell’Ucraina da parte della Russia di Putin; desta-
vinzione che la pace non la si ottiene se non po-
bilizzazione degli Stati, ma anche delle coscienze
nendola come opzione primaria.
messe di fronte al riproporsi della contrapposi-
In questa crisi bellica, la posizione dell’Anpi, con-
zione interventismo-non interventismo.
traria all’invio di armi, è l’applicazione al caso
Come è doveroso nei momenti di decisioni diffi-
particolare delle tesi congressuali espresse nel
cili, complesse e controverse, da iscritti all’Anpi
documento nazionale approvato a larghissima
ci rivolgiamo alla Costituzione, una Carta dei di-
maggioranza.
ritti costruita intorno alla solidarietà; solidarietà
Peraltro, a fronte di questa posizione e coeren-
interna e tra i popoli che è praticabile solo a par-
temente con l’impostazione democratica della
tire dalla negazione dei nazionalismi, veleno del-
nostra associazione, tra gli iscritti all’Anpi, sono
la convivenza tra le genti e causa delle devasta-
state non poche le dissociazioni supportate an-
zioni provocate dalla seconda guerra mondiale e
che da riferimenti autorevoli, a cominciare dalle
che anche oggi si dimostrano incompatibili con
parole del nostro Presidente della Repubblica:
ogni attitudine alla conciliazione.
«Oggi c’è tra gli storici concordia nell’assegnare il
Quella solidarietà, nel contesto internaziona-
titolo di resistente a tutti coloro che, con le armi o
le, significa pace, un valore così necessario alla
senza, mettendo in gioco la propria vita, si oppon-
convivenza, al punto che, all’articolo 11 di quella
gono a una invasione straniera. […] Nelle prime
Carta, si prospetta addirittura la rinuncia alla so-
ore del mattino del 24 febbraio siamo stati tutti
vranità nazionale, se
raggiunti dalla notizia che le Forze armate della
In questa crisi bellica,
questa può favorirne la
Federazione Russa avevano invaso l’Ucraina. […]
la posizione dell’Anpi,
realizzazione:
“L’Italia
Pensando a loro, mi sono venute in mente […] le
contraria all’invio di armi,
ripudia la guerra come
parole: “Questa mattina mi sono svegliato e ho
è l’applicazione al caso
strumento
trovato l’invasor”».
particolare delle tesi
alla libertà degli altri
I distinguo sono stati argomentati sostanzial-
congressuali espresse
popoli e come mezzo
mente con l’assimilazione della resistenza ucrai-
nel documento nazionale
di risoluzione delle con-
na alla resistenza partigiana italiana, con richia-
approvato a larghissima
troversie internazionali;
mi alle brigate internazionali accorse in Spagna
maggioranza.
consente, in condizio-
nel 1936 e con riferimenti allo statuto dell’Anpi
ni di parità con gli altri
che, sull’esperienza della lotta partigiana, all’ar-
Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un
ticolo 2, punto “m” dispone: dare aiuto e appog-
ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra
gio a tutti coloro che si battono, singolarmente
le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni
o in associazioni, per quei valori di libertà e di
internazionali rivolte a tale scopo.” (le, oggi, tanto
democrazia.
vituperate organizzazioni pacifiste).
Su queste argomentazioni cerco di soffermarmi,
Indicazioni precise che impongono un ruolo pre-
non nascondendomi il fatto che, proprio la caute-
dominante alla politica e alla diplomazia e non
la necessaria alla contestualizzazione storica, al
prevedono la presa delle armi come prima scelta
rifiuto della risposta d’impulso, al dubbio, al pen-
34
di
offesa
siero complesso è stata considerata alla stregua
erano entrambe certe, in Ucraina sicuramente la
di una vigliaccheria da pacifismo imbelle e pol-
democrazia non esiste ora e non verrebbe intro-
tronaio e “tradimento” dello spirito della guerra
dotta dal nostro eventuale partecipare a brigate
partigiana; ed è apparsa inconcepibile e inconci-
internazionali).
liabile con l’orientamento a soccorrere con ogni
Aggiungerei che, obbedendo a questo teorico
mezzo, anche con l’intervento sul campo di “bri-
dovere di sostenere chi resiste, ci incanaliamo
gate internazionali”, chi stava “resistendo”.
verso una politica estera interventista e di conse-
La resistenza italiana è stata resistenza di par-
guenza militarista che impone necessariamente
tigiani, cioè volontari e non coscritti, entrati in
dotazioni, in armi e addetti, da grande potenza
azione in un teatro di guerra mondiale attivo
militare. Con indirizzi della pubblica spesa a fa-
da quattro anni con finalità che andavano oltre
vore degli investimenti per il riarmo, a scapito di
la lotta contro l’invasore e la rivolta contro i col-
quelli sociali. Cosa che, peraltro, sta già accaden-
laborazionisti della RSI, mirando soprattutto ad
do in Italia senza il consenso del parlamento e,
impedire il restaurarsi di regimi fascisti; obiettivi
in maniera ancor più preoccupante, in Germania
questi che non supportano somiglianze con la
che ha stanziato 100 miliardi per riproporsi come
lotta degli ucraini.
futuro gendarme d’Europa.
Quanto ai raffronti con le brigate internazionali
Venendo ai riflessi sulla nostra Associazione,
affluite in Spagna, anch’esse composte da volon-
questa dialettica anche interna, questo richia-
tari, è dirimente ricordare che queste si erano
mare il termine “resistenza” attraverso la equi-
mosse in seguito al colpo di stato che aveva mes-
parazione cui molti si sono anche inconsapevol-
so fuori legge il governo repubblicano legittimo
mente prestati, ha prodotto malumori, disagi,
per imporre una dittatura fascista.
incredulità, dissensi e anche abbandoni, a fronte,
Anche nelle citazioni del nostro statuto dovrem-
per contro, di molti nuovi iscritti.
mo prenderci il tempo per interrogarci, con-
Queste divergenze interne alla nostra associa-
frontandoci su ogni parola per evitare paragoni
zione, unitamente
accecanti: aiuto e appoggio citati nello statuto
comitato nazionale sulla guerra in Ucraina, sono
dell’Anpi implicano forse assumere il ruolo di
state immediatamente sfruttate all’esterno dal-
alleati o cobelligeranti? E a questo dettato sta-
le forze conservatrici che hanno denunciato lo
tutario così inteso consegue forse intervenire
“scandalo” di partigiani anti-resistenti, di parti-
dovunque ci si batta per i valori di libertà e di de-
giani sani e insani, di “traditori”, attraverso attac-
mocrazia? (in Spagna, ad esempio, le due finalità
chi contorti, scorretti, indecenti, come la sconcia
alla posizione assunta dal
35
Resistenza di ieri, resistenza di oggi
36
trasformazione dell’acronimo ANPI in: “Associa-
senti nella maggioranza frenano di fatto quella
zione Nazionale Putiniani d’Italia”; attacchi por-
applicazione, virando verso il sostegno della più
tati anche anche da parlamentari che si dichiara-
liberista Costituzione “materiale”.
no orgogliosi di possedere la tessera della nostra
In questa cornice, un fatto ancora più significa-
associazione e che nei fatti sostengono l’obietti-
tivo e, a mio parere, preoccupante è che forze
vo di dimostrare che l’Anpi di oggi non ha più ti-
politiche di radici fasciste sono state invitate a
tolo per rappresentare lo spirito della Resistenza
partecipare alla maggioranza attualmente al go-
e scardinarne la legittimità. Una strumentalità
verno; un invito respinto per mere convenienze
lampante nel richiamarsi, quelle forze conserva-
di consenso elettorale.
trici, alla Resistenza italiana che pure da tempo
Al riguardo, non posso, nello sconforto da antifa-
disconoscono e denigrano come storia fondante
scista che, come iscritto all’Anpi si attiva per con-
della nostra Repubblica; quella Resistenza che,
trastare il fascismo, non considerare che, proprio
paradossalmente, artificiosamente e ipocrita-
quelle aperture, sono la spiegazione dei ritardi
mente, viene proposta come modello di riferi-
e delle dilazioni riguardo allo scioglimento dei
mento delle convenienze politiche del momento.
partiti di estrema destra. Uno scioglimento che
Questi attacchi dimostrano non tanto che si è
doveva essere immediato dopo l’assalto alla Cgil
a corto di argomenti, ma che ogni strada deve
il cui significato, anche simbolico, però, non de-
essere battuta per accrescere il disinteresse e
stò preoccupazione ad alto livello, ma solo “tur-
le distanze tra gli italiani e l’ANPI, un’associa-
bamento”. Espressioni che non sono certo sferza-
zione che, per sua ragione di esistere, si ostina
te al contrasto deciso del fascismo.
a ricordare la collocazione agli antipodi del fa-
Teniamo presente che la lotta contro il fascismo
scismo della nostra Repubblica e della nostra
è la lotta contro un avversario trasformista di
Costituzione “obsoleta” e “bolscevica”, secondo
cui dobbiamo cogliere i travestimenti e le com-
le definizioni dei grandi capitali, uno per tutti,
plicità che, sappiamo, sono quelle di sempre con
J.P. Morgan che affermava che: “I sistemi politici
le forze più conservatrici del capitale, anche
dei paesi europei del Sud e in particolare le loro
sovranazionale, con la criminalità organizzata,
costituzioni, adottate in seguito alla caduta del
il clericalismo fondamentalista, i poteri opachi
fascismo, presentano caratteristiche inadatte a
di tanta massoneria deviata e di servizi segreti
favorire l’integrazione. C’è forte influenza delle
infedeli e subalterni a forze estranee, entità uni-
idee socialiste”.
te in un fronte interconnesso capace di indurre
Collegando il paragone tra resistenza Ucraina e
suggestioni, sviare con depistaggi, provocare
resistenza italiana a questi “avvertimenti”, si capi-
destabilizzazioni e divisioni; come dimostra la
sce come l’attacco all’Anpi sia l’attacco alla Costi-
storia di stragi caratteristica di un’Italia che, “in-
tuzione antifascista e all’antifascismo tout court.
disciplinatamente”, dopo il successo della lotta
In tale quadro, questo schierarsi contro l’Anpi si
partigiana, si era indirizzata su obiettivi sociali
spiega anche con il consenso che essa continua a
imprevisti e inaccettabili per il contropotere in
riscuotere tra i tanti cittadini che, senza più i rife-
cabina di regia.
rimenti tradizionali nei partiti della sinistra, ve-
Ecco quindi che la crisi bellica viene usata per
dono nell’associazione dei Partigiani la coerenza
destabilizzare la politica.
con i valori di solidarietà e uguaglianza.
Questa è la ragione per cui, per la responsabili-
Questo impegno, malauguratamente per noi,
tà che ha l’Anpi nei confronti dei diritti dei cit-
cozza contro le politiche di un governo che cer-
tadini tutelati dalla Costituzione italiana, pur nel
tamente non ha come bussola l’applicazione ri-
dissenso necessario alla dialettica democratica,
gorosa dei fondamenti di economia solidale ed
la nostra associazione deve ancor più convinta-
equa che connotano la nostra Carta costituzio-
mente mostrarsi unita di fronte a chi la vuole la-
nale. Forze oggettivamente conservatrici pre-
cerata e insignificante.
Oltre l’Ucraina, le segrete cause materiali della guerra — Emiliano Brancaccio Docente di politica economica, Università del Sannio tratto da Il Sole 24 Ore La narrazione della guerra è ormai polarizzata
involuto metodo di analisi è che nel dibattito pre-
su due opposte retoriche. Putin e i suoi giusti-
valente si avverte la pressoché totale assenza di
ficano l’aggressione all’Ucraina con l’urgenza di
indagini dedicate agli interessi materiali sottesi
denazificare il paese e salvaguardare il diritto di
ai movimenti di truppe e cannoni. Manca cioè un
autodeterminazione delle popolazioni filo-rus-
esame delle tendenze strutturali che alimentano
se. Il governo USA e gli alleati NATO, invece, so-
i venti di guerra di questo tempo. Colmare que-
stengono sia doveroso partecipare più o meno
sta lacuna è un’impresa colossale, che richiede-
direttamente alle operazioni belliche per tute-
rebbe un enorme sforzo collettivo. Qui proverò
lare la sovranità di un paese libero e democra-
solo a dare un contributo preliminare. A tale
tico aggredito. Queste
scopo, riprenderò un celebre esperimento tipico
Manca cioè un esame delle
due propagande, pur
dei cosiddetti “giochi di guerra”, per rielaborarlo
tendenze strutturali che
contrapposte, risulta-
alla luce di quella che definisco una nuova teoria
alimentano i venti di guerra di
no dunque uguali nel
della “centralizzazione imperialista”. John Nash e
questo tempo.Colmare questa
richiamarsi continua-
Karl Marx uniti nella comprensione dei fatti, po-
lacuna è un’impresa colossale,
mente ai diritti, alla
tremmo dire. Ai fini dell’esperimento adottiamo
che richiederebbe un enorme
lealtà,
all’ideologia,
alcune semplificazioni, che in seguito potranno
sforzo collettivo.
all’integrità delle na-
esser tranquillamente rimosse ma che ora pos-
zioni, alla protezione
sono aiutare il lettore a cogliere più agevolmente
dei popoli. Come se
il nocciolo del problema. Immaginiamo di torna-
nelle stanze del potere si discutesse solo di tali
re indietro nel tempo, alla vigilia della guerra in
nobili argomenti. Mai d’affari. Che in un tale ba-
Ucraina. [2] Esaminiamo le possibili strategie di
gno di idealismo affondino i rozzi propagandisti
due soli protagonisti chiave del conflitto, la Rus-
che vanno per la maggiore non suscita meravi-
sia da un lato e i paesi NATO dall’altro. Gli atto-
glia. Più sorprendente è il fatto che nel medesimo
ri in gioco hanno due opzioni: la pace oppure la
stagno si siano calati anche studiosi interpellati
guerra. Ipotizziamo che tali opzioni vengano de-
dai media: filosofi, storici, esperti di geopolitica
cise in base a una variabile cruciale del capitali-
e di relazioni internazionali, economisti main-
smo contemporaneo: le quote di controllo del ca-
stream. La ragione di fondo, a ben guardare, è
pitale [3], in particolare le stime sulle variazioni
di ordine epistemologico. I più sembrano infatti
di tali quote che potrebbero scaturire dalle con-
accontentarsi di una metodologia di tipo aned-
seguenze del conflitto militare e dall’annessione
dotico. Ossia, una serie di fatti giustapposti, una
dell’Ucraina nella sfera di influenza economica
concezione della storia come fosse banalmen-
propria o del nemico. Un caso chiave è descritto
te costituita dalle decisioni individuali dei suoi
dalla seguente tabella, dove in ciascuna casella i
protagonisti, una sopravvalutazione delle spie-
numeri di sinistra e di destra corrispondono ri-
gazioni ufficiali di quelle decisioni. E sopra ogni
spettivamente alla variazione attesa del control-
cosa, una espressa rinuncia: mai pretendere di
lo del capitale della Russia e dei paesi NATO a se-
ricercare “leggi di tendenza” alla base dei conflit-
conda della scelta delle parti di restare in pace o
ti militari. Da Allison Graham a Etienne Balibar,
di entrare in guerra. I numeri inseriti sono indica-
nessuno osa oggi parlare delle “tendenze” su cui
tivi, ma come vedremo gli esiti dell’esperimento
invece indagavano i loro grandi ispiratori, da Tu-
sono esattamente gli stessi in un insieme molto
cidide ad Althusser. [1]La conseguenza di questo
più ampio e plausibile di circostanze. 37
Oltre l’Ucraina, le segrete cause materiali della guerra
NATO in pace
NATO in guerra
penda dalla banalità dell’esercizio didattico pro-
Russia in pace
0;0
-10 ; +2
posto e dai particolari valori inseriti in tabella.
Russia in guerra
+3 ; -4
-5 ; -2
Purtroppo non è così. Il problema della tendenza verso la guerra si ripresenta anche in modelli di
38
Un “equilibrio di guerra” basato sulle variazioni
analisi molto più realistici, caratterizzati da atto-
attese del controllo del capitale. I valori di sinistra
ri multipli, obiettivi pluridimensionali, probabili-
e di destra in ciascuna casella si riferiscono rispet-
tà statistiche, sequenze temporali, ripetizioni, e
tivamente alla Russia e alla NATO.
così via. Quanto ai valori inseriti, non sono certo
Il lettore può verificare un fatto piuttosto incre-
gli unici che conducono al conflitto. La tendenza
scioso. In questo tipo di situazione la guerra è la
verso la guerra si impone sotto una combinazio-
strategia “dominante”, nel senso che entrambe le
ne di dati iniziali molto ampia, corrispondente a
parti sono indotte a confliggere. Il motivo è che
tutte le circostanze in cui i risultati delle seconde
la guerra è l’opzione che determina il risultato
righe e colonne siano potenzialmente superiori a
migliore, quale che sia la strategia decisa dal ne-
quelli delle prime righe e colonne. [4]Ebbene, vi è
mico. Nello specifico, se prevede che la NATO
motivo di ritenere che negli ultimi anni sia avve-
opti per la guerra, la Russia preferirà fare an-
nuto esattamente questo: si è formata una com-
ch’essa la guerra per ottenere -5 anziché –10. Ma
binazione di dati che ha innescato una generale
pure se assume che la NATO scelga la pace, alla
tendenza verso l’equilibrio di guerra, di cui il
Russia converrà optare per la guerra che assicu-
conflitto in Ucraina rischia di rappresentare solo
ra un risultato di +3 piuttosto che 0. Lo scenario è
un episodio preliminare. Molte sono le cause di
identico, si badi bene, se ci si pone dal punto di
questo terribile mutamento di scenario, ma sono
vista della NATO. Sulla base di una ferrea razio-
tutte essenzialmente legate al problema del con-
nalità capitalistica, dunque, entrambe le parti
trollo del capitale. Il punto da cui occorre partire
sono portate a scegliere la guerra. La conse-
è che la competizione capitalistica mondiale ge-
guenza di questa scelta, tuttavia, è paradossale:
nera continuamente vincitori e vinti, con i primi
le parti andranno infatti a situarsi nella casella in
che a lungo andare diventano creditori dei se-
basso a destra, che determina un esito peggiore
condi e tendono poi a liquidarli o a fagocitarli. È
rispetto al caso in cui avessero optato entrambe
la cosiddetta tendenza verso la “centralizzazione
per la pace situandosi nella casella in alto a sini-
del capitale” in sempre meno mani, che col tem-
stra. Perché allora non scelgono la pace? Un mo-
po sposta il controllo del capitale dei debitori li-
tivo cruciale è che l’equilibrio di pace in alto a
quidati verso i creditori che li acquisiscono. [5]Un
sinistra è precario. Basti notare, partendo dall’e-
problema chiave di questa fase storica è che gli
quilibrio di pace, che ciascun attore può essere
Stati Uniti e i loro più stretti alleati si illudevano
attratto dalla possibilità di ottenere un risultato
di poter dominare la centralizzazione capitalisti-
migliore spostandosi verso la guerra, e sa bene
ca e hanno invece scoperto di esserne soggioga-
che lo stesso vale per il nemico. Questo significa
ti. Questi paesi stanno infatti subendo gli effetti
che per scatenare il conflitto non è indispensabi-
di uno storico declino di competitività, che si tra-
le la volontà originaria di aprire il fuoco. È suffi-
duce in una posizione di pesante debito verso
ciente anche solo il timore che la controparte sia
l’estero e che li colloca nell’immane gorgo della
tentata dalla guerra. L’esito finale è sconcertan-
centralizzazione capitalistica nel ruolo di poten-
te: sebbene causi danni a tutti, la tendenza verso
ziali sconfitti. Questi grandi debitori occidentali
la guerra è inesorabile. Come in una nemesi di
hanno cercato per lungo tempo di restare a galla
Goya, non è il sonno della ragione che genera
nel grande gorgo globale adottando una strate-
mostri ma è la stessa ragione capitalistica che
gia di doppio espansionismo, del debito e dell’in-
genera i mostri della guerra. Il lettore potrebbe
fluenza militare nel mondo. In pratica, i debiti
sospettare che un tale angoscioso risultato di-
esteri finanziavano le milizie all’estero che a loro
Evita Andujar, Stolen selfie, 2019
volta dovevano creare nuovi accaparramenti
sofisticata politica trumpiana senza alcun biso-
proprietari capaci di mitigare i debiti stessi. Le
gno di Trump. Questa svolta protezionista, evi-
campagne di guerra in Iraq, tese anche a miglio-
dentemente, non è apprezzata dai grandi paesi
rare la bilancia energetica USA, sono solo l’esem-
creditori verso l’estero, in primis la Cina e guarda
pio più elementare di questo complesso circuito
caso in misura minore anche la Russia, che a cau-
militar-monetario. Come già avvenuto all’inizio
sa del “friend shoring” stanno incontrando cre-
del secolo scorso per l’impero britannico, tutta-
scenti ostacoli all’esportazione dei loro capitali
via, questa forma di imperialismo dei debitori ha
in occidente. Ostacoli, si badi bene, sorti ben pri-
incontrato ostacoli crescenti, fino a raggiungere
ma della guerra e delle famigerate “sanzioni”.
una crisi di risultati e un limite massimo di espan-
Proprio da queste difficoltà di esportazione dei
sione, comprovato anche da varie ritirate, dall’Af-
capitali nasce la tentazione dei grandi creditori
ghanistan e non solo. Ecco perché, da qualche
orientali di dare nuovi sbocchi ai loro flussi fi-
anno, la linea di condotta è cambiata. Oggi, gli
nanziari attraverso la forza, a mezzo di interventi
USA e gli altri debitori occidentali non tentano
militari. Ossia, sorgono i primi cenni di un impe-
più di governare la tendenza globale alla centra-
rialismo emergente da parte dei creditori orien-
lizzazione del capitale, ma mirano direttamente
tali, incoraggiati anche dai limiti di espansione
a bloccarla. Basti pensare alle cosiddette opera-
dell’imperialismo militare del grande debitore
zioni di “friend shoring”, una figura retorica sdo-
americano. Giungiamo così al cospetto di due
ganata nelle alte sfere da Janet Yellen e altri, per
forme, una conseguente all’altra, di quella che io
indicare la nuova politica di protezionismo finan-
definisco la nuova fase di “centralizzazione im-
ziario che l’occidente sta attuando nei confronti
perialista” del capitale. Non più decisa solo dalla
dei capitali provenienti dal resto del mondo. Una
competizione sui mercati, ma anche e soprattut39
Oltre l’Ucraina, le segrete cause materiali della guerra
to dagli scontri militari. In sintesi, potremmo af-
affetto da un enorme sbilanciamento tra posizio-
fermare che la svolta imperialista dei creditori
ni nette attive e passive. In questo intreccio sem-
russi – che non a caso gode delle simpatie dei
pre più fitto di lotta economica e militare tra ca-
creditori cinesi – ha trovato un suo cruciale fat-
pitali, chi si affanna a parteggiare per gli uni o
tore d’innesco nella crisi dell’imperialismo dei
per gli altri esercita solo una perniciosa forma di
debitori, americani e occidentali, e nella conse-
“codismo”. Piuttosto, sarebbe il caso di focalizza-
guente svolta di questi verso il protezionismo fi-
re che nell’economia di guerra prossima ventura
nanziario. È questa l’inedita combinazione di dati
la classe lavoratrice di tutti i paesi coinvolti sarà
che sta alimentando una tendenza generale ver-
inevitabilmente sottoposta a più intensi tassi di
so l’equilibrio di guerra, e che rischia di esondare
sfruttamento, tra ulteriori rischi di declino dei
ben al di là dei confini ucraini. La vera posta in
salari reali e delle quote salari, accentuata pre-
gioco, infatti, è enormemente più grande: la so-
carietà, nuove militarizzazioni dei luoghi di lavo-
pravvivenza o la cancellazione delle regole del
ro. Un destino da carne industriale e da cannone,
circuito militar-monetario internazionale, fino
a meno di ricostruire un autonomo punto di vista
ad oggi continuamente scritte e riscritte a piaci-
del lavoro nella contesa tra nazioni e tra classi:
mento dai soli Stati Uniti e dai loro alleati, e subi-
un “pacifismo conflittualista”, all’altezza dei du-
te da tutti gli altri. Se si accetta questo schema
rissimi tempi a venire. Di questo e di altro si do-
interpretativo, emergono implicazioni sconvol-
vrebbe iniziare a discutere. Ma dall’analisi dei
genti rispetto alle consuetudini della vulgata.
fatti c’è già una lezione preliminare da trarre.
Contro le fantasie dei pasdaran delle rispettive
Nella sua essenza, il moderno conflitto militare è
fazioni, secondo cui l’imperialismo sarebbe solo
pura “guerra capitalista”, che scoppia a causa
quello del nemico, gli imperialismi reali qui sono
non di sacri diritti negati ma di profani contratti
due, logicamente consequenziali: quello dei de-
mancati. Molto più dello sfregio di una libertà
bitori in declino e quello dei creditori in ascesa, e
violata, è l’onta di un affare perduto che oggi più
sono destinati a scontrarsi come gigantesche
che mai muove le truppe e i cannoni. [6]Essere
zolle tettoniche in movimento. Mentre il capitali-
concreti costruttori di pace significa allora, in
smo europeo, che pure ambisce a un proprio im-
primo luogo, abbandonare le ingannevoli scor-
perialismo unitario, di fatto resterà ancora a lun-
ciatoie dell’idealismo e disvelare le potenti forze
go sfracellato, anche a causa di un’identità
materiali che agitano i nuovi venti della guerra
finanziaria contraddittoria: all’estero né troppo
capitalista. Non lo si sta facendo, quasi per nulla.
creditore né troppo debitore, mentre all’interno
E il tempo stringe.
Note [1] Per un approfondimento in tema di “leggi di tendenza”, si veda: Emiliano Brancaccio, Fabiana De Cristofaro (2022), In Praise of ‘general laws’ of Capitalism: Notes from a Debate with Daron Acemoglu. Review of Political Economy, first published online: 2 March. Trad. it. in Emiliano Brancaccio, Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico, Piemme, Milano, 2022. [2] Anche ben prima della vigilia: cfr. “La guerra per procura”, intervista a Emiliano Brancaccio e Giulio Tremonti, RAI Radio Uno, 21 marzo 2022. [3] Per una misura delle quote di controllo del capitale paese per paese in termini di “network control”, cfr. Emiliano Brancaccio, Raffaele Giammetti, Milena Lopreite, Michelangelo Puliga (2022), Convergence in solvency and capital centralization: a B-VAR analysis for High-Income and Euro area countries, Metroeconomica, forthcoming.
40
[4] Su potenzialità e limiti della teoria dei “giochi di guerra” e sui possibili legami con le analisi strutturali del capitalismo, si rinvia a: Emiliano Brancaccio con Giacomo Bracci, Il discorso del potere, Il Saggiatore, Milano 2019 (in particolare i paragrafi dedicati a Schelling e Aumann). [5] Sulla teoria e sulle evidenze empiriche della centralizzazione del capitale, si veda: Emiliano Brancaccio, Raffaele Giammetti, Milena Lopreite, Michelangelo Puliga (2018), Centralization of capital and financial crisis: a global network analysis of corporate control, Structural Change and Economic Dynamics, Volume 45, June, Pages 94-104; Emiliano Brancaccio, Giuseppe Fontana (2016), ‘Solvency rule’ and capital centralisation in a monetary union, Cambridge Journal of Economics, 40 (4). Cfr anche: Emiliano Brancaccio, Marco Veronese Passarella (2022), Catastrophe or Revolution, Rethinking Marxism, first published online: 7 February. [6] Emiliano Brancaccio, Raffaele Giammetti, Stefano Lucarelli, La guerra capitalista, Mimesis (di prossima pubblicazione).
Guerra in Ucraina, una riflessione — Giulio Bobbo Storico dell’IVESER Direttivo Sezione ANPI 7 Martiri di Venezia Quando la mattina del 24 febbraio l’esercito rus-
settembre 1939, l’armata rossa aggredì in rapida
so ha forzato i confini ucraini, iniziando “l’opera-
successione Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania e
zione militare speciale” ordinata da Putin, abbia-
Finlandia, annichilendo i primi quattro stati e in-
mo assistito ad un evento che non si verificava
cassando un parziale insuccesso solo con il pic-
nel nostro continente da oltre 80 anni.
colo stato scandinavo che riuscì, combattendo, a
Mai, dopo lo scoppio della seconda guerra mon-
trattare una pace in grado di garantire la propria
diale una nazione europea aveva invaso uno sta-
sopravvivenza.
to vicino allo scopo di acquisirne il territorio e le
Durante la guerra fredda altre “operazioni mi-
risorse.
litari speciali” (per usare un termine caro al
In realtà i segnali premonitori non erano man-
presidente russo) furono scatenate contro pa-
cati: Putin, che ormai ha trasformato la Russia
esi satelliti che avevano tentato di discostarsi
in uno stato autoritario refrattario a qualsiasi
dall’ortodossia comunista, come l’Ungheria nel
forma di libertà di individuale o collettiva, aveva
1956 e la Cecoslovacchia nel 1968.
prima iniziato una campagna di minacce contro
Perfino l’invasione dell’Afghanistan nel 1979,
il proprio vicino e poi negato l’esistenza stessa
che segnò per certi aspetti l’inizio della fine
dell’Ucraina da un punto di vista storico ed isti-
dell’URSS, era tesa “solo” a favorire un cambio
tuzionale.
del regime locale. Non possiamo non citare, dopo
Non voglio in questa sede lanciarmi in una “re-
la caduta del muro, le guerre in Cecenia, Daghe-
ductio at hitlerum”, paragonando l’attuale ag-
stan e Georgia.
gressione all’invasione nazista della Polonia che
Possiamo dire quindi senza tema di smentita che,
scatenò la seconda guerra mondiale; si trattereb-
a parte la leggendaria resistenza delle truppe so-
be di una forzatura da
vietiche all’invasione nazista, l’armata rossa pri-
Ora, a XXI° secolo ormai
un punto di vista sto-
ma e quella russa poi sono state uno strumento
inoltrato, assistiamo quasi
rico, nonché di un atto
utilizzato per risolvere con la forza tensioni po-
impotenti ad un’escalation
dialettico che per defi-
litiche ai confini dell’“impero” russo senza solu-
che ha già destabilizzato
nizione segna la fine di
zione di continuità, indipendentemente dal tipo
gli equilibri mondiali e
un approccio costrut-
di governo presente al Cremlino.
intensificato la tensione tra
tivo al dialogo e tra-
Ora, a XXI° secolo ormai inoltrato, assistiamo
oriente ed occidente.
sforma la discussione
quasi impotenti ad un’escalation che ha già de-
in una rissa da bar. Pre-
stabilizzato gli equilibri mondiali e intensificato
ferisco quindi mantenere la nostra attenzione su
la tensione tra oriente ed occidente.
alcune scelte politico-militari compiute a Mosca
Ci sorprende anche la reazione del popolo ucrai-
nell’ultimo secolo, tra Unione Sovietica e Russia.
no, con cittadini di tutte le età che si affrettano
Sappiamo bene che l’avvento di Stalin alla guida
al fronte per respingere un popolo così cultural-
dell’URSS portò ad una riscoperta della parola
mente vicino, diventato improvvisamente nemi-
“Patria” così cara alla società russa, a cui seguì
co. Le scene degli emigrati che tornano in patria
un progetto di espansione teso a riappropriasi di
per combattere, così come le immagini dei mezzi
quei territori persi col collasso del regime impe-
corazzati russi abbandonati dai loro equipaggi
riale zarista.
e trascinati via dai trattori dei contadini locali
Forte dell’immunità garantita dal patto Molotov-
ci restituiscono l’idea di un popolo saldo nella
Ribbentrop, nell’arco di pochi mesi a partire dal
determinazione di difendersi e che ancora oggi, 41
Antonio Durante, Blue City Lights, 2022
Guerra in Ucraina, una riflessione
42
dopo più di tre mesi di guerra, non dà segni di
zione militare sovietica e avevano pensato che –
cedimento nel combattere una guerra che diffi-
forse – fosse una buona idea cercare aiuto per
cilmente potrà vincere.
evitare che succedesse di nuovo.
Questa situazione, epica e tragica allo stesso
Visti i fatti, non avevano tutti i torti.
tempo è stata valutata in maniera molto parti-
Altro cavallo di battaglia per sminuire la gravità
colare nel nostro paese, ed ancor di più in ampie
dell’invasione russa era il famoso “accordo ver-
frange della cultura politica di sinistra, alla quale
bale”, risalente ai primissimi anni 90, secondo il
appartengo.
quale la Nato si era impegnata a non espandersi
Un antiamericanismo trasversale, popolare tan-
ad est. Senza entrare nel merito di quanto valore
to nell’area progressista quanto in quella sovra-
possa avere un accordo di cui non esiste alcuna
nista ha tentato di confondere le carte sul vero
fonte certa (né scritta né sonora), nessuno sem-
responsabile della situazione.
bra ricordare un altro trattato, questo invece ben
Alla vigilia dell’attacco, sembrava quasi che la
scritto e codificato, firmato a Budapest nel 1994.
Russia non c’entrasse, gli appelli alla pace erano
Secondo tale patto Ucraina, Bielorussia e Ka-
rivolti quasi esclusivamente agli Stati Uniti, la
zakistan rinunciavano alle armi nucleari in loro
NATO, l’Unione Europea e alla fine, in fondo, an-
possesso in cambio del rispetto dei loro confini
che all’Ucraina accusata di essere ostaggio delle
territoriali da parte di Russia, Regno Unito, Cina
milizie neonaziste.
e Stati Uniti. Evidentemente molti compagni, che
A guerra iniziata, si continuò a puntare il dito
pure sono (giustamente) attenti al tema del di-
contro l’alleanza atlantica che aveva accolto al
sarmo nucleare, non hanno ritenuto grave che
suo interno quei paesi dell’Europa orientale e
uno dei pochi trattati firmati in questo senso
baltica che tutti, senza eccezione, nel corso del
sia stato clamorosamente tradito, con le con-
‘900 avevano conosciuto la durezza dell’occupa-
seguenze che possiamo immaginare per chi in
Guerra in Ucraina, una riflessione
futuro potesse pensare di rinunciare al proprio
militare per una nazione che sta subendo una
arsenale atomico.
brutale invasione da parte di un paese straniero
Forse, da questo punto di vista è stato più coe-
retto da una dittatura autoritaria e militarista.
rente quel compagno che, al congresso provin-
Opinionisti saltati agli onori della cronaca pro-
ciale di marzo, mi accusò di essere un “antisovie-
prio in occasione di questa guerra hanno usato
tico” (sic) insistendo che i paesi dell’ex patto di
fino alla nausea la parola “pace”, lasciandosi poi
Varsavia si erano meritati l’occupazione sovie-
andare a racconti di infanzie felici vissute sotto
tica in quanto “fascisti”, ricordandomi come l’U-
il fascismo, a dittatori nazisti che non volevano
craina sia un paese noto sopratutto per esporta-
far scoppiare guerre mondiali ed altre amenità
re (parole sue) “grano, badanti e t*oie”.
che non ho lo stomaco di ricordare qui. Gli han-
Già, il tema del neonazismo: è stato ed è tuttora
no fatto eco leader politici che fino all’altro ieri si
la motivazione principale usata da Putin per giu-
sono fatti fotografare imbracciando (goffamen-
stificare la sua “operazione militare speciale”. Ma
te) qualsiasi tipo di pistola o fucile, mentre ora
anche da noi molti si sono aggrappati allo spau-
- guarda il caso- si dichiarano contro “le armi” in
racchio del Battaglione Azov per stemperare una
generale.
guerra di aggressione, sottintendendo che, tutto
Davvero vogliamo condividere una battaglia di
sommato, “erano andati a cercarsela”.
“pace” con questi figuri?
Peccato che, a guardare i risultati elettorali delle
Ho un sincero rispetto per tutti i compagni ed
ultime elezioni in Ucraina, i partiti di estrema de-
amici che, in nome del pacifismo, pensano since-
stra hanno incassato preferenze minime, simili a
ramente che una pace debba essere raggiunta ad
quelle conquistate da Forza Nuova e Casa Pound
ogni costo (che poi sarebbe la resa dell’Ucraina
in Italia nelle ultime consultazioni. Difficile da
alle truppe russe, si dovrebbe avere il coraggio
spiegare anche come un paese neonazista pos-
di dirlo senza ambiguità), ma non sono d’accordo
sa eleggere un presidente ebreo, la cui famiglia è
con loro.
stata decimata durante l’Olocausto.
Ci è voluto il presidente emerito Carlo Smuraglia,
Nessun problema invece sul fatto che tra le file
che una guerra di Liberazione l’ha combattuta
dell’esercito russo ci sia un reparto mercenario in-
sul serio, per ricordarci che una nazione aggredi-
titolato a Wagner, senza parlare dei tagliagole ce-
ta non ha solo il diritto a combattere, ma anche di
ceni agli ordini di Kadirov, che ha sempre invocato
essere aiutata a difendersi.
la Sharia come forma di giustizia nel suo paese.
Perché se c’è qualcosa che la Resistenza ci ha in-
Insomma due pesi e due misure, con gli aggrediti
segnato, è che la Libertà è un bene prezioso che
che devono giustificare le proprie azioni, ed un’as-
va conquistato prima e difeso poi, e non può es-
sociazione dedicata alla memoria della Resisten-
serci una vera pace senza di essa.
za che si schiera contro qualsiasi forma di aiuto
Ci è voluto il presidente emerito Carlo Smuraglia, che una guerra di Liberazione l’ha combattuta sul serio, per ricordarci che una nazione aggredita non ha solo il diritto a combattere, ma anche di essere aiutata a difendersi. 43
La storia, il potere, la propaganda — Tomaso Montanari Rettore Università per stranieri di Siena
«Oggi c’è tra gli storici concordia nell’assegnare il
dallo Stato, musei, beni artistici, costruzioni a
titolo di resistente a tutti coloro che, con le armi o
tema, eccetera – si è moltiplicata. […] La possi-
senza, mettendo in gioco la propria vita, si oppon-
bilità di stabilire verità storiche a suon di decreti
gono a una invasione straniera. […] Nelle prime
o atti parlamentari ha tentato i politici, ma non
ore del mattino del 24 febbraio siamo stati tutti
può avvenire negli Stati costituzionali. Gli Stati
raggiunti dalla notizia che le Forze armate della
dovrebbero ricordarsi di quanto disse Ernest Re-
Federazione Russa avevano invaso l’Ucraina. […]
nan: “Dimenticare la storia, o anche comprender-
Pensando a loro, mi sono venute in mente […] le
la male è uno dei maggiori elementi nella costru-
parole: “Questa mattina mi sono svegliato e ho
zione di una nazione. Ragion per cui il progresso
trovato l’invasor”».
degli studi storici è spesso un pericolo per il nazionalismo”. Ritengo un simile pericolo il dove-
In questo passaggio del discorso che il presiden-
re principale degli storici». Questa maledetta
te della Repubblica ha pronunciato lo scorso 25
guerra ha invece resuscitato, insieme a tutti gli
aprile, il passato viene usato per legittimare una
altri fantasmi del nazionalismo, anche l’uso del-
lettura del presente, che a sua volta legittima
la storia da parte di presidenti e parlamenti. Fin
moralmente una scelta politica del governo –
dall’innesco: il mostruoso discorso neo-zarista e
quella di inviare armi all’Ucraina invasa da Putin.
pan-russista con cui Putin ha dichiarato la guer-
È un uso di Stato della storia, che non rinuncia a
ra, manipolando la storia al servizio di un’ideolo-
rivendicare per sé un consenso (addirittura una-
gia imperialista. La dichiarata volontà di de-na-
nime) della storiografia.
zificare l’Ucraina (esibita da un Putin che finanzia
Non è certo la prima volta: l’uso del calendario
neofascisti e neonazisti di tutti i paesi europei,
civile (con l’istituzione del Giorno del Ricordo e
Italia compresa) fa parte di questo abuso della
della recente Giornata nazionale della memoria
storia, così come le indegne parole del ministro
e del sacrificio degli Alpini) è l’esempio più cla-
Lavrov su Hitler e gli ebrei, o l’equiparazione da
moroso di questa appropriazione della storia da
parte di Zelensky tra il martirio della sua nazione
parte della politica. Ed è un processo pericoloso,
e la Shoah, o appunto il tentativo di dire che la
difficilmente conciliabile con la scelta dei costi-
resistenza ucraina è esattamente uguale alla re-
tuenti, che affidarono
sistenza italiana contro i nazifascisti. Sono tutti
la verità storica alla
casi in cui una lettura non scientifica del passato
Questa maledetta guerra ha
libertà
ricerca
serve a piegare la storia alle esigenze politiche
invece resuscitato, insieme
(articoli 9 e 33), non
del presente: la prima vittima della guerra è la
a tutti gli altri fantasmi del
alla manipolazione del
verità, intesa anche come verità storica.
nazionalismo, anche l’uso
potere. Eric Hobsbawm
Non è, del resto, solo la guerra: Hobsbawm cita i
della storia da parte di
ha spiegato perché: «Il
musei e i beni artistici, e i rischi del loro uso poli-
presidenti e parlamenti.
vero pericolo è cer-
tico. Per festeggiare il primo maggio, pochi giorni
care d’interferire con
fa il Quarto Stato è stato portato dal Museo del
la ricerca della ve-
Novecento di Milano a Palazzo Vecchio a Firen-
rità storica attraverso il potere o il diritto. Gli
ze, dove è servito da sfondo per la propaganda
esempi non mancano, specialmente negli ultimi
politica dei sindaci di Firenze e Milano e del mi-
trent’anni quando la storia – sotto forma di ce-
nistro del Lavoro. Così il centro-sinistra ha usato
rimonie e commemorazioni pubbliche finanziate
un’opera d’arte in proprietà pubblica per accre-
44
della
La storia, il potere, la propaganda
ditare l’idea di essere dalla parte dei lavoratori.
il Quarto Stato. Chiunque può giudicare quanto
Nel Quarto Stato, Pellizza da Volpedo reagisce
appartengano a questa storia di lotta gli atti po-
a ciò che aveva visto a Milano nel 1898. Allora il
litici di Nardella, Sala e Orlando. A me è venuto
generale Bava Beccaris aveva fatto sparare sui
in mente il verso in cui Salvator Rosa denuncia
dimostranti che manifestavano per il pane, e per
l’ipocrisia dei signori della Roma barocca, che si
la dignità del loro lavoro: ottanta morti rimasero
appendevano in casa quadri che rappresentava-
a terra, tra centinaia di feriti. Umberto I pensò
no i poveri mendicanti che nella realtà opprime-
bene di ricompensare il generale macellaio fa-
vano: «quel che aborriscon vivo, aman dipinto».
cendolo grande ufficiale, e senatore. Il quadro
Ma, comunque la si pensi, sarebbe ora di porre
mostra quei lavoratori risorti e in marcia, circon-
un limite all’uso politico della storia e del patri-
fusi dal sole dell’avvenire. E nel 1920 una raccol-
monio culturale: se non vogliamo assomigliare a
ta di fondi in cui si tassarono anche braccianti e
quel totalitarismo putiniano che diciamo di voler
poveri (gli stessi che avevano posato per Pelliz-
combattere in nome dei valori della democrazia.
Giovanni Allegri, SENZA TITOLO, 2022
za) permise al Comune di Milano di acquistare
45
Le memorie condivise permettono di scrivere la storia — Cristiano Gasparetto Architetto
46
L’ANPI, dapprima separatamente nel solo centro
guerra ma, certamente, noi non avremmo avuto
Italia, il 6 giugno 1944 e, alla fine della guerra,
questa nostra preziosa Costituzione.
il 5 aprile del’45, costituendosi in Ente Morale,
Tutti i tentativi, anche recenti e intensificatisi so-
formalizza l’unione di combattenti contro il fa-
prattutto col venir meno della tensione politica
scismo in Italia comprendendo in seguito anche
generale del nostro Paese, di delegittimare l’As-
formazioni jugoslave e greche.
sociazione, sono stati tentativi volti a vanifica-
Sono i testimoni diretti di chi ha resistito (e vin-
re la Memoria (tutte le memorie collettivamente
to) combattendo, che diventano coscienti di
condivise) e, con questa, la necessità e la forza di
come siano le memorie degli avvenimenti le basi
narrare la Storia.
essenziali per costituire la narrazione della sto-
La Memoria non può perdersi, deve sempre es-
ria. La storia si scrive e si può riscrivere, ma su
sere rafforzata. Questa è la garanzia da ottenere
accadimenti certi che la memoria degli attori
perché la Storia possa anche essere sempre nar-
meglio garantisce e, nel tempo più lungo, sulla
rata ma anche riscritta su memorie consolidate e
trasmissione ai giovani che ne conserveranno le
nuove memorie.
testimonianze.
Con questi convincimenti e con tale coscienza, è
Sulla Seconda guerra mondiale appena finita, col
possibile affrontare con il realismo di piedi ben
suo carico di distruzioni, morti ed orrori, testi-
radicati a terra e non come anime belle - come
moniati dai partigiani portatori di memoria, la
vengono spudoratamente chiamati i pacifisti
politica istituzionalizza il nuovo Stato Repubbli-
- l’ennesima prova nello schierarsi che questa
cano con la Costituzione, Carta perentoria che
guerra d’aggressione impone e, nel contempo,
ripudia la guerra come strumento per risolvere
contribuire alla sua fine.
i conflitti.
Questa nuova guerra non è diversa da tutte le al-
Strepitoso ossimoro che, proprio sulla forza di
tre, nel mondo più di 2.200 dal ’45 del ‘900 a oggi.
una guerra guerreggiata e vinta, impegna il nuo-
Ci indigniamo di più solo perché è tra uomini
vo Stato a costituire politiche e pratiche condi-
bianchi e all’interno dell’Europa.
vise al fine di risolvere qualsiasi conflitto senza
Nonostante le violenze perpetrate nel Donbass
uso d’armi.
dal 2014, l’Ucraina è stata aggredita e, ci piaccia
Si passa da una contestazione solo morale alla
o meno, non è possibile non schierarsi al suo fian-
violenza, a politiche, con pratiche conseguenti,
co.
che predispongano culture e strumenti operativi
Dipende come! Quali i modi, i valori e con quale
tanto più efficaci se previsionali.
realismo.
E’ un grandissimo investimento sulla politica e
Tre Imperi, uniti fino all’altro ieri in mega com-
per la politica.
merci, quello cinese che è ben memore del Cele-
La memoria della guerra è stata così potente, da
ste Impero che realizzava l’intero mondo; quello
impegnare la stessa politica con i suoi strumenti
russo pure ben memore della potenza zarista e
direttamente nella morale.
sovietica; quello occidentale che ancora pensa
L’ANPI è stato ed è necessario alla costituzio-
all’occidentalizzazione dell’intero pianeta con
ne di questo pacifismo perché i decisori padri
l’esportazione anche di valori, culture e modelli
costituenti sono la ricaduta politica della lotta
sociali. E che ha già comunque imposto il pro-
partigiana. Senza la Resistenza, i russi con gli an-
prio modello economico turbocapitalistico, con
gloamericani avrebbero potuto, forse, vincere la
l’interdipendenza delle diverse economie e la
Le memorie condivise permettono di scrivere la storia
liberalizzazione sfrenata dei mercati. Modelli e
struisce solo con una trattativa che costringa Pu-
pratiche ormai condivise e accettati dagli altri
tin al confronto assieme a Zelenski. Il momento
due imperi.
sembra essere maggiormente propizio perché la
Ma tutti e tre nuotano nello stesso mare e divie-
Russia avanza ma con grandi perdite soprattutto
ne, quindi, necessario garantirsi gli approdi mi-
di uomini. Nell’attuale stato delle cose, ma molto
gliori.
di più nel futuro per l’inarrestabile avanzata rus-
I vecchi ambiti di influenza stanno stretti!
sa, l’Ucraina dovrà purtroppo pagare un prezzo
Dal ‘45 in poi, la guerra fredda, sotto la minaccia
territoriale che si sarebbe potuto evitare prima
atomica, li aveva congelati.
con il rispetto degli accordi del 2014. La Russia,
Con la disfatta del socialismo reale questo equi-
se aveva - come alcuni sostengono - mire mag-
librio si è rotto.
giormente espansionistiche dovrà rinunciarvi.
Questa guerra, che di fatto è cominciata nel 2014
Ma ogni accordo che non sia effimero dovrà re-
nel sud dell’Ucraina, ha evidenziato il Donbass
alisticamente muoversi per garantire un nuovo
quale punto di faglia per Putin.
assetto generale, anche territoriale, che, coin-
Condizioni etnico-culturali-storiche dell’Ucrai-
volgendo gli stati vicini a partire dalla Svezia
na, accordi locali tra le parti disattesi e posizione
e Finlandia, garantisca a tutti sicurezza. Di fat-
strategica del territorio soprattutto rispetto al
to nuove sfere d’influenza garantite dall’ONU e
mare, unite a una politica espansiva della Nato e
dalle grandi potenze. Se così non sarà subito, la
una sottovalutazione della forza militare dell’U-
guerra continuerà, fino alla totale distruzione
craina, sono alla base dell’avventura aggressiva.
dell’Ucraina? Fino alla caduta di Putin?
La strategia delle sanzioni economiche dell’Oc-
O si dovrà, con armi fornita da noi, prolungare il
cidente per indebolire Putin e indurlo ad accet-
massacro per poi arrivare agli stessi accordi ma
tare trattative, nell’immediato non ha sortito gli
da garantire con minore sicurezza e maggiori
effetti sperati ma ha, invece, evidenziato e acuito
difficoltà?
le differenze all’interno dell’Europa stessa e so-
Noi non siamo fuori da questo quadro comples-
prattutto la diversità di interessi strategici con
sivo. Per evitare drammatiche difficoltà che già
l’America. Questa diversità è evidente in tutti
ora subiamo, va attivata da subito una alternati-
coloro, Inghilterra in primis, che pensano che con
va politica di autonomia rispetto a tutte le nostre
il perdurare della guerra (che per morti e distru-
dipendenze, a cominciare da quella energetica.
zioni pesa solo sull’Ucraina) si possa minare in
Ma autonomia non è e non sarà rifornirsi di gas
maniera sostanziosa l’impero russo. Con l’idea di
e petrolio dall’Egitto o Algeria (sostituzione dei
contribuire a riscrivere le sfere di influenza tra le
rifornitori), costruire rigassificatori, riaprire al
grandi potenze a proprio favore e nel contempo
nucleare. Sarà un’economia e un modo di vivere
sostituirlo quale grande fornitore energetico.
meno energivoro, rifornito da sole fonti rinno-
E’ una visione miope e criminale.
vabili, basato su una filiera agroalimentare cir-
Miope, perché, boicottando le esportazioni
colare a raggio corto, una cura del territorio, nel
energetiche per indebolire la Russia, si paga un
recupero di tutto il già costruito per evitare altre
prezzo economico altissimo per tutte le nostre
cementificazioni.
economie. Altre fonti di rifornimento alternative
E via di seguito. Nel reale solco di un pacifismo
o costruzione di rigassificatori non sono imme-
attivo garante di vite, di rapporti, di ambiente,
diate e non producono indipendenza energetica.
rispettoso degli impegni presi per il clima, per vi-
Criminale perché più armi o armamenti mag-
vere meglio e nelle corde dell’A.N.P.I. Ente Morale
giormente sofisticati, allungano la guerra con
che i nostri resistenti hanno fondato nel 1946.
nuovi morti e distruzioni terribili, il tutto pagato
Anche per noi.
dall’Ucraina. La pace o, per ora, un reale cessato il fuoco si co47
L’Ucraina non c’entra nulla con la nostra Resistenza — Giorgio Cremaschi sindacalista
Il partito unico guerrafondaio si è impadroni-
re e allo Stato sabaudo, la grande maggioranza
to del 25 aprile e dichiara ufficialmente fascista
dei Partigiani era repubblicana e voleva una rot-
o complice dei fascisti chiunque non si arruoli
tura e non la continuità con lo stato precedente.
nella guerra in Ucraina. Oggi, invece che sempli-
Essi non si battevano solo per la Patria invasa, ma
cemente scrollare le spalle con disprezzo verso
per UN’ALTRA Patria, diversa da quella che era
questa accusa falsa e ridicola, vorrei risponde-
stata l’Italia fino ad allora. Cioè la lotta partigia-
re seriamente a essa. Non tanto perché creda di
na era contro l’invasione, per una democrazia
convincere i fanatici della guerra, ma per rendere
antifascista, per la giustizia sociale, per il cam-
più chiara la loro malafede. L’Ucraina è stata si-
biamento rispetto al passato. La guerra ucraina
curamente aggredita dalla Russia, e ovviamente
è sì contro gli invasori, ma per difendere lo stato
ha il diritto di difendersi, non ci possono essere
ed il potere come si sono definiti dopo il colpo di
giustificazioni per Putin e il suo governo, non si
stato del 2014, senza alcuno degli obiettivi poli-
invade e bombarda nessun paese, per nessuna
tici e sociali della Resistenza, anzi con il rifiuto
causa. Questo è un punto fermo. Ma il diritto alla
di essi nel nome di un nazionalismo sempre più
difesa deve valere per tutti.
estremo.
Lo avevano l’Iraq di Saddam Hussein, la Serbia di
3) L’Ucraina NON è una democrazia. Dopo il col-
Milosevic, la Libia di Gheddafi, l’Afghanistan dei
po di stato del 2014 sono stati messi fuorilegge i
Talebani, e altri stati aggrediti dalla Nato. Il dirit-
comunisti e le sinistre e le carceri si sono riem-
to a difendersi, che non è certo quello di trasfor-
pite di prigionieri politici. Squadroni della mor-
mare questa difesa nella terza guerra mondiale,
te hanno ucciso giornalisti scomodi e dissidenti.
è naturale in uno stato invaso militarmente da un
Soprattutto si è imposta al paese una sola iden-
altro, ma questo non
tità etnica ed è stato cancellato ogni pluralismo:
implica che si sostenga
russi, ungheresi, slovacchi, rom sono stati priva-
Il diritto alla difesa deve valere
il regime e l’ideologia
ti delle loro autonomie e hanno visto soppresso
per tutti.
dello stato aggredito.
persino il diritto alla lingua madre. Sono state va-
Per questo il paragone
rate leggi etniche per definire l’identità dei veri
tra la guerra ucraina e
ucraini. Zelensky era stato eletto nella speranza
la Resistenza Partigiana italiana è un falso stori-
che cambiasse qualcosa, soprattutto rispetto
co e una mistificazione e politica, che aggrava la
alla estrema corruzione del regime del suo pre-
guerra e minaccia la NOSTRA democrazia. Alme-
decessore Poroshenko. Ma il potere degli oligar-
no per queste ragioni:
chi e delle milizie armate dalla Nato alla fine gli
1) I nostri Partigiani erano ribelli all’occupazio-
ha imposto di non cambiare nulla. Oggi il capo
ne nazista e al collaborazionismo fascista, erano
del principale partito di opposizione moderata,
cioè volontari che a rischio della vita rifiutava-
con molti parlamentari, è in carcere ed è vieta-
no la leva obbligatoria della Repubblica Sociale
ta l’attività politica di ogni partito tranne quel-
di Mussolini. In Ucraina contro la Russia c’è un
lo di Zelensky. I servizi segreti arrestano ogni
esercito regolare, potentemente armato e istrui-
persona sospettata di attività anti-patriottica,
to dalla Nato, che si fonda sulla leva obbligatoria
nessuno può esprimere opinioni diverse dal go-
e sulla legge marziale per tutti i maschi dai 18 ai
verno pena l’arresto o l’uccisione sommaria. Se
60 anni.
pensiamo alla vita democratica delle zone libe-
2) Anche se fra essi c’erano monarchici fedeli al
rate dai Partigiani durante la guerra, ad esempio
48
L’Ucraina non c’entra nulla con la nostra Resistenza
la Repubblica di Montefiorino, e la confrontiamo
oggi che faccia pensare che una vittoria contro i
con quella dell’Ucraina di oggi non c’è nulla, ma
russi porti ad un risultato simile.
proprio nulla in comune.
Naturalmente tutto questo non assolve il gover-
4) Essere antifascisti nel senso che questa parola
no russo dalla condanna per l’aggressione bellica
ha ancora oggi da noi,
in corso. Né tantomeno definisce la Russia come
nell’Ucraina attuale è
una democrazia antifascista. La sola soluzione
La nostra Costituzione
impossibile senza ri-
alla guerra non è la vittoria di uno dei due con-
considera il fascismo non una
schiare persecuzioni o
tendenti, ma un compromesso che apra la via al
opinione, ma un crimine.
peggio.
L’equivalente
disarmo e alla pace. Il punto però è che i guerra-
del nostro 25 aprile, il 9
fondai di casa nostra non vogliono trattative, ma
maggio, è stato abolito
vogliono vincere la guerra, anche a costo della
come festa e sostituito dal 14 ottobre, che ce-
terza guerra mondiale. Essi non accettano nes-
lebra il nazionalismo ucraino, compreso Stepan
suna condanna della Russia che non sia accom-
Bandera, fascista antisemita collaborazionista
pagnata dalla esaltazione della Nato e del regi-
dei nazisti e assassino di ebrei e polacchi. I nazi-
me ucraino. Chi non parla come loro è accusato
sti di Azov e bande armate simili sono parte in-
di essere filo Putin. Perché? Perché i guerrafondai
tegrante del sistema di potere ucraino. Sarebbe
vogliono difendere il potere della Nato di inter-
come se da noi diventasse festa nazionale al po-
venire in armi in altri paesi, senza che nessun al-
sto della Liberazione il 24 maggio, data dell’en-
tro compia imprese simili. Vogliono il monopolio
trata dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale,
della guerra, non la fine della guerra.
esaltando il nazionalismo dei Savoia, di D’Annun-
In secondo luogo esaltano il regime autoritario e
zio, di Mussolini. Oppure se il 2 giugno, nel nome
nazionalista ucraino perché per essi la democra-
della riconciliazione nazionale e dell’anticomu-
zia è solo una parola che copre il diritto dell’Oc-
nismo, si celebrasse anche la Repubblica di Salò.
cidente bianco di affermare il proprio potere ed i
La nostra Costituzione considera il fascismo non
propri interessi nei confronti del resto del mon-
una opinione, ma un crimine. L’esaltazione come
do. Non a caso tutti costoro reagiscono indignati
combattenti della libertà di autentici fascisti e
se si fa loro presente che il popolo arabo di Pale-
nazisti è dunque un colpo alla nostra Costituzio-
stina ha lo stesso identico diritto degli ucraini di
ne antifascista.
difendersi dall’occupazione. militare di un’altro.
5) Il governo ucraino rivendica giustamente il
Ma per i guerrafondai occidentali ciò che vale
principio dell’autodeterminazione dei popoli, ma
per la Russia non vale per Israele; e viceversa. Il
lo nega totalmente alle popolazioni della Crimea
25 aprile è festa della Liberazione, prima di tutto
e del Donbass, contro le quali è in una feroce
dalla guerra e dal fascismo. Ognuno può viverla
guerra dal 2014. Uno degli obiettivi dichiarati
come vuole, ma nessuno può imporre ad altri di
della guerra in corso è la riconquista di tutti quei
trasformare la festa dei Partigiani in quella del-
territori. Gran parte della Resistenza Italiana non
la Forze Armate, di stravolgere Bella Ciao nella
aveva nulla a che fare
Canzone del Piave. Il 25 aprile ci ha dato l’artico-
La sola soluzione alla guerra
con
nazionalismo
lo 11 della Costituzione, il ripudio della guerra, e
non è la vittoria di uno dei
sciovinista dei sacri
manifestare per quel ripudio contro i guerrafon-
due contendenti, ma un
confini.
dai mi pare la migliore coerenza partigiana.
compromesso che apra la via
6) Il principale risultato
al disarmo e alla pace.
della Resistenza ita-
il
liana è stato la Costituzione
repubblicana
antifascista. Non c’è nulla nell’Ucraina di 49
La guerra, l’Europa, il lavoro — Giorgio Molin già Segretario Generale FIOM del Veneto Fin dall’inizio del conflitto russo-ucraino il pen-
pensiero critico, verso quanti si oppongono alla
siero dominante ha cercato di imporre nel di-
guerra e all’invio delle armi e invocano con forza
battito politico e sui mass media una narrazione
iniziative politiche e diplomatiche per il cessate
che non andasse oltre il fatto, in sé inoppugna-
il fuoco, serva a mascherare la cattiva coscienza
bile: aggredito l’Ucraina, aggressore la Russia.
dell’Occidente e dei suoi governi che, con l’invio
Da qui il sostegno all’Ucraina con l’invio di armi
di armi e l’aumento delle spese militari, hanno
e le sanzioni contro l’aggressore, la Russia. Ogni
scelto l’escalation della guerra esponendo gli
tentativo di approfondire e ragionare sulle cau-
stati europei al rischio di un coinvolgimento di-
se della guerra viene bollato come sostegno
retto nel conflitto. D’altro canto, i paesi europei,
all’aggressore, tanto più se accompagnato dalla
dopo lo scioglimento dell’URSS, lungi dall’attivare
contrarietà all’invio di armi all’Ucraina. È il caso
processi di distensione internazionale, al seguito
dell’ANPI, insultata sulla stampa nazionale e del
degli USA e della Nato, hanno partecipato attiva-
movimento pacifista per il dissenso espresso sul-
mente ai bombardamenti e all’invasione della ex
le scelte del governo Draghi. Per aver espresso
Jugoslavia, dell’Afghanistan, dell’Irak, della Libia,
giudizi e valutazioni non in linea con il governo e
della Siria, cancellando stati e destabilizzando
la NATO, nomi e foto di opinionisti, intellettuali e
intere aree del pianeta, dal Medio Oriente, all’A-
giornalisti sono stati sbattuti sulla prima pagina
frica, all’America Latina. Né i paesi europei hanno
del principale quotidia-
battuto ciglio mentre la Nato si espandeva sem-
Temo quindi che l’ostilità
no nazionale, additati
pre più a est fino ai confini della Russia, smenten-
verso il pensiero critico, verso
come “disinformatori”
do gli impegni sulla neutralità dei paesi già ap-
quanti si oppongono alla
appartenenti alla “rete
partenenti al patto di Varsavia presi con Michail
guerra e all’invio delle armi e
putìniana” . Una tale
Gorbaciov (lo confermano anche documenti de-
invocano con forza iniziative
offensiva, per il modo
secretati provenienti dai British Nationals Archi-
politiche e diplomatiche
e l’intensità con cui si
ves di Londra pubblicati lo scorso febbraio da Der
per il cessate il fuoco, serva
dispiega, ci dice molto
Spiegel). E’ il pontefice, Papa Francesco, a dichia-
a mascherare la cattiva
sullo stato della demo-
rare, che tra le cause del conflitto non è estraneo
coscienza dell’Occidente
crazia e dell’informa-
“l’abbaiare della Nato alle porte di Mosca”. E se, da
e dei suoi governi
zione nel nostro paese,
un lato, i nodi irrisolti non possono essere ricerca-
una democrazia sem-
ti, come fa Vladimir Putin in polemica con Lenin
50
pre più insofferente al
e i bolscevichi, nella Costituzione dell’URSS di un
dissenso e un’informazione, salvo poche eccezio-
secolo fa che sanciva il diritto all’autodetermi-
ni, piegata a puro megafono delle élite al potere.
nazione delle Repubbliche (Lenin e i bolscevichi
Ma essa è in primo luogo un’offensiva contro la
erano più interessati alla pace e al socialismo che
ragione, la ratio, che vorrebbe, di fronte ad una
non a difendere i vecchi confini dell’impero zari-
guerra in Europa - che almeno a parole nessuno
sta), dall’altro, la narrazione occidentale non può
avrebbe voluto - provare a capirne le motivazio-
mistificare i fatti e fingere che tutto sia iniziato
ni, le circostanze in cui é maturata, le sue impli-
qualche mese fa. Fin dal 2014 il paese è scosso
cazioni e non già per giustificare l’aggressione,
da una guerra civile che ha prodotto migliaia di
ma perché senza comprenderne le cause diffi-
vittime. Quella che viene chiamata la rivolta di
cilmente si potrà imboccare la via del negoziato
Maidan Nezaleznosti fu un vero e proprio colpo di
e della pace. Temo quindi che l’ostilità verso il
Stato operato per destituire il legittimo governo
51
Anna Aldighieri, Buio, 2022
52
Anna Aldighieri, Sotto un velo_2, 2022
La guerra, l’Europa, il lavoro
in carica. E quel golpe ha un marchio di fabbri-
alcune linciate nel tentativo di sottrarsi alle fiam-
ca certificato anche da tutti gli eventi successi-
me. Quel golpe genera il conflitto tuttora aper-
vi. Quali le ragioni del golpe? Con il reddito più
to, è all’origine della proclamazione delle Repub-
basso dei paesi ex sovietici ed un impoverimen-
bliche autonome del Donbass e del referendum
to crescente, un debito pubblico fuori controllo,
popolare che ritorna la Crimea alla Russia. Tutti
una corruzione dilagante frutto di decenni di
i governi del dopo golpe accentuano lo scontro
privatizzazioni selvagge che hanno dato origi-
con gli ucraini russofoni che vengono privati del
ne ad oligarchie predatorie, il governo in carica
diritto alla lingua e alla rappresentanza politica
di Viktor Yanukovich si trovò ad affrontare una
con la soppressione dei loro partiti di riferimento.
crisi finanziaria ed economica di portata enorme.
In questo quadro l’Ucraina nel 2019 inserisce in
Il sostegno europeo all’Ucraina fu condizionato
due articoli della propria Costituzione il vinco-
sul modello già applicato per la Grecia: aiuti in
lo dell’adesione alla NATO. Gli accordi di Minsk
cambio di “riforme“ e tagli alla spesa sociale, in-
tra Francia, Germania, Russia e Ucraina, hanno
sostenibili per un paese già allo stremo (il testo di
cercato di porre fine al conflitto in un percorso
uno storico, Eugenio Di Rienzo, edito nel 2015 da
negoziale che non includeva altri attori interna-
Rubbettino è una fonte preziosa di informazioni
zionali. Tali accordi, debitamente implementati,
sia dal punto di vista delle dinamiche interne che
avrebbero consentito il mantenimento dell’inte-
degli interessi geostrategici che portano al gol-
grità territoriale dell’Ucraina e contemporane-
pe e agli avvenimenti che ne sono seguiti). Fu la
amente l’autonomia del Donbass, con il cessate
impraticabile proposta europea a spingere il go-
il fuoco garantito da una fascia smilitarizzata a
verno ucraino verso la Russia che offrì il proprio
ridosso delle regioni autonome. Nel contesto at-
sostegno a condizioni meno svantaggiose. All’av-
tuale può apparire persino retorico chiedersi per-
verarsi di questa circostanza le proteste a Kiev,
ché gli accordi di Minsk siano saltati, in ragione
fino ad allora pacifiche e popolari, si trasformano
di quali interessi e chi ne porti la responsabilità,
in atti di violenza e di devastazione, con vittime
ma la guerra in corso ci dice che sarà improba-
tra i manifestanti e le forze dell’ordine, l’assalto e
bile se non impossibile un ritorno alla situazione
l’occupazione dei palazzi delle istituzioni da par-
precedente. In questo drammatico conflitto che
te di gruppi neonazisti armati (i nazisti di Pravyj
miete ogni giorno centinaia di vittime. dall’una
Sektor, Svoboda, gli Azov e altri) che provocano il
e dall’altra parte, nel vuoto di iniziativa politica
rovesciamento e la fuga del governo. Siamo al re-
e diplomatica dell’Europa, con una propensione
gime change, visto altre volte nella storia recen-
all’escalation degli Stati Uniti, l’invio di armi al-
te, con l’apporto decisivo delle milizie neonaziste
lontana ogni ipotesi di negoziato ed equivale ad
e la regia e l’intervento degli Stati Uniti che realiz-
un investimento sulla guerra che fa aumentare il
zano l’obiettivo del totale controllo dell’Ucraina
rischio di conflitto nucleare. Tale scelta sciagura-
nel quadro di una strategia che puntava all’isola-
ta corrisponde in realtà alla prosecuzione della
mento ed indebolimento della Russia di Putin per
politica che ha contribuito al disastro attuale. E
aver messo fine alla svendita del proprio paese
se è indubbio che la Russia invadendo l’Ucraina,
inaugurata da Boris Eltzin dopo la fine dell’URSS.
uno stato sovrano, porta la responsabilità di una
Il golpe in chiave anti russa in un paese che ha
lesione ai diritto internazionale, gli USA, la NATO
storicamente una rilevante componente russofo-
e il governo ucraino sono tutt’altro che immuni
na (circa un quarto della popolazione) ha effetti
da responsabilità per averla provocata.
dirompenti : pochi mesi dopo in un crescendo di
Ma lo scontro tra USA e Russia giocato in Ucrai-
violenze i neonazisti incendiano la sede dei sin-
na ha implicazioni che vanno oltre la dimensione
dacati di Odessa, dove erano stati costretti a rifu-
del conflitto in corso. Esso assume il carattere di
giarsi i cittadini che manifestavano contro il gol-
uno scontro che mette in discussione i rapporti di
pe, provocando una strage con decine di vittime,
forza internazionali e cambia il ruolo delle grandi 53
La guerra, l’Europa, il lavoro
54
potenze nella divisione internazionale del lavoro.
strategica all’Alleanza militare, di aumentarne il
Le sanzioni, per gran parte decise oltre oceano
peso e la presenza in tutto il vecchio continente e
per colpire l’economia russa, stanno minando la
di formalizzarne il ruolo di gendarme globale so-
crescita e la tenuta delle economie della UE, men-
prattutto contro Russia e Cina. Siamo ad una nuo-
tre gli effetti che dovevano piegare la Russia non
va corsa al riarmo, ad una nuova cortina di ferro
si vedono. La decisione di ridurre la dipendenza
e non può non suscitare inquietudine una scelta
dalle fonti energetiche russe, di cui l’Europa e
che affida alla potenza militare la definizione de-
l’Italia hanno fin qui goduto a condizioni van-
gli equilibri internazionali tra l’occidente capi-
taggiose, apre scenari a dir poco inquietanti e ri-
talista che ha deciso di fare degli apparati mili-
schia di far saltare tutti i progetti di riconversione
tari-industriali-finanziari il cuore della propria
ecologica dell’economia e la stessa tenuta degli
strategia e il resto del mondo. Non è un mondo
apparati industriali. Se non risolto, il tema degli
multipolare, più giusto quello che la nuova NATO
approvvigionamenti energetici, elemento strate-
ha messo in cantiere, ma una nuova divisione del
gico per i paesi industriali, si rischiano ripercus-
mondo in due blocchi con una strategia più ag-
sioni pesanti su tutto il sistema produttivo. Senza
gressiva verso paesi e popoli che non si ricono-
piani energetici credibili, di diversificazione delle
scono nel dogma neoliberista e non accettano l’e-
fonti, e certezze negli approvvigionamenti, l’in-
gemonia occidentale e la presunta superiorità dei
calzare dell’emergenza può portare al ritorno al
suoi valori. In tal senso, la nuova strategia NATO
carbone o addirittura, in alcuni paesi europei, ad
rappresenta un duro colpo all’idea di Europa di
aumentare il ricorso al nucleare, in ogni caso a
pace, aperta e ponte tra i popoli che fu dei padri
restrizioni del consumo che potranno colpire le
fondatori e rischia di trascinare il vecchio conti-
famiglie già dal prossimo inverno. La guerra sta
nente nel gorgo del declino in cui si dibatte, e non
facendo arretrare tutto il quadro sociale ed eco-
da adesso, l’impero americano.
nomico europeo dentro una nuova crisi di portata
E come non cogliere, nell’aggravarsi della crisi,
globale che sta ridisegnando i rapporti economici
la contraddizione stridente tra la disponibilità
e politici tra gli stati mentre è alle porte lo spettro
di sempre maggiori risorse per gli armamenti e i
di una crisi alimentare. L’economista, Loretta Na-
tagli alla spesa sociale, particolarmente pesanti,
poleoni, in un suo recente articolo si chiede: “sa-
portati avanti anche nel nostro paese? Per ragioni
pevano gli americani che lanciare la campagna
di bilancio e scarsità di risorse finanziarie, in Ita-
di sanzioni contro la Russia avrebbe fiaccato noi
lia, i governi hanno manomesso la previdenza, la
europei e rafforzato la propria economia energe-
sanità, la scuola, tagliato il welfare locale con ef-
tica? È chiaro che la risposta è positiva. Washin-
fetti pesantissimi sui lavoratori e le loro famiglie.
gton non avrebbe mai preso una decisione tanto
Dopo la crisi del 2008, la pandemia e adesso con
negativa per la propria economia. Noi invece sì.“
la guerra la crisi sociale può esplodere e diven-
L’assenza di un ruolo europeo, in una guerra i
tare insostenibile: con quali esiti? L’arretramento
cui esiti e le cui conclusioni, come appare sem-
dei lavoratori sul piano occupazionale, del salario
pre più evidente, sono nelle mani di USA e Russia,
e dei diritti è il dato vistoso che ha accompagna-
sta portando alla marginalizzazione dell’Europa
to trent’anni di politiche neoliberiste assegnando
sempre più limitata nelle sue prerogative, a una
all’Italia il triste primato, in Europa, di una ridu-
perdita di ruolo e peso internazionale nella sua
zione dei salari di oltre due punti a fronte di una
capacità di muoversi in modo autonomo proprio
crescita di oltre il 30% nei paesi più industrializ-
nel momento in cui ciò sarebbe più necessario.
zati come Francia e Germania. I salari italiani si
Ed è con preoccupazione che va vista nel nuovo
collocano, quindi, decisamente in controtenden-
scenario determinato dalla guerra la decisione
za rispetto a quelli dei maggiori paesi europei.
dei paesi NATO, riuniti a Madrid, di dare, sotto im-
La precarietà che coinvolge milioni di giovani e
pulso degli Stati Uniti, una nuova configurazione
meno giovani lavoratori va assumendo sempre
La guerra, l’Europa, il lavoro
più un carattere strutturale fino a diventare pre-
preoccupa, per la tenuta della democrazia, che la
carietà di vita per le giovani generazioni. L’infla-
crisi sociale ed economica, utilizzata a fini eletto-
zione balzata all’8% in assenza di coperture per
rali dalla destra illiberale e conservatrice, non sia
salari e pensioni erode un potere d’acquisto già
percepita dal governo e dalle forze che siedono in
com-
parlamento nella sua dimensione concreta, mate-
Occorre dar vita alla più
pesantemente
promesso. Le morti e
riale, perché lo scarto tra il “palazzo” e il paese
ampia mobilitazione in difesa
la sicurezza sul lavoro
reale, nel precipitare della crisi, allarga sempre
del lavoro, della pace, della
sono una piaga total-
più il solco tra le istituzioni e i soggetti sociali che
democrazia, ricercando e
mente irrisolta. Non
la subiscono. Qualche settimana fa, di mattina,
promuovendo momenti di
c’è politica industriale
sotto il sole di giugno, un piccolo corteo di lavo-
coinvolgimento dei sindacati
e l’aumento del prezzo
ratori metalmeccanici attraversava calli e campi
europei.
delle materie prime,
di Venezia tra l’indifferenza dei turisti e la curio-
gas e petrolio, se non
sità di qualche residente. Scortati dalla polizia, si
compensato,
ricadrà
recavano in Prefettura a portare le ragioni della
interamente sulle famiglie con effetti pesanti sul
loro protesta. Il motivo? La sospensione di tutti
sistema industriale e dei servizi. La guerra alle
i dipendenti e dei salari causata dal blocco della
porte dell’Europa, la spaventosa crisi sociale ed
società Superjet International, presso cui lavora-
economica non vedono il governo assumere mi-
vano, a seguito delle sanzioni contro la Russia. La
sure all’altezza della gravità della situazione che
società partecipata da Leonardo e dalla Sukhoj
spinge verso una nuova recessione. Se la risposta
russa dava lavoro a 140 dipendenti tra tecnici ed
è il bonus di pochi euro per i lavoratori dipendenti
operai e commercializzava prodotti della Sukhoj.
e i pensionati, erogato a luglio, c’è davvero poco
Lavoratori sospesi e crediti della società blocca-
da attendersi dall’attuale quadro politico. Solo il
ti in tempi record, ma nessuna alternativa pre-
dispiegamento di un ampio conflitto sociale può
disposta altrettanto celermente per i lavoratori.
rimettere al centro della discussione nel paese i
Nessun lavoratore protestava contro le sanzioni
temi della crisi, della condizione dei lavoratori e
alla Russia, ma in questo caso era lampante che
dei soggetti sociali altrimenti destinati a soffrirne
esse colpivano loro, i lavoratori dello stabilimento
le conseguenze. Occorre dar vita alla più ampia
di Tessera. Discutendo con gli operai e i sindaca-
mobilitazione in difesa del lavoro, della pace, del-
listi che li accompagnavano, insieme all’arrabbia-
la democrazia, ricercando e promuovendo mo-
tura per la perdita dei posti di lavoro, emergeva
menti di coinvolgimento dei sindacati europei.
anche l’indignazione per le prime risposte ricevu-
La Cgil e la UIL con lo sciopero generale sul fisco
te dalle istituzioni, tra cui il governo, dichiaratesi
del dicembre scorso hanno provato ad incidere
impotenti rispetto alle sanzioni, quasi si trattasse
sull’agenda del governo senza riuscirvi. Più re-
di una calamità naturale. Certo, SuperJet Interna-
centemente la CGIL ha promosso una importante
tional è una piccola realtà, ma sono sempre po-
giornata di mobilitazione nazionale sui temi della
che le gocce di pioggia a precedere la tempesta.
pace e del lavoro denunciando lo sfasamento cre-
La drammatica fase storica che stiamo attraver-
scente tra il precipitare della crisi e la incapacità
sando, la guerra, la crisi economica, i rischi per la
del governo di farvi fronte con politiche e scelte
democrazia impongono di dare voce ai lavoratori
strategiche improntate all’equità come richiede-
e a quella parte rilevante del paese che si batte
rebbe la gravità della situazione. Chi ha creduto
per la pace e contro l’invio di armi, e occorre farlo
che il governo Draghi avesse la volontà di affron-
rivendicando l’attuazione della Costituzione, sul
tare con giustizia e lungimiranza i temi della crisi,
lavoro, sui diritti, sul ripudio alla guerra, il solo
è smentito dai fatti: lo confermano le dimissioni
faro contro il buio della crisi alle porte dell’Italia
di questi giorni che corrispondono ad una vera e
e dell’Europa.
propria fuga dalle responsabilità verso il Paese. E 55
La propaganda, il nemico e noi — Giancarlo Ghigi politologo attivista nella tutela dei beni comuni
Il quotidiano online Linkiesta alcuni giorni fa ha rac-
deformante e risulta senz’altro incapace di origina-
contato in un editoriale dall’emblematico titolo “Li-
re gli stessi effetti “integrativi” che invece produce
bro e moschetto, putiniano perfetto” come la propa-
presso i popoli a cui è diretta. La superiorità militare
ganda russa avrebbe preparato per anni l’invasione
di “Rambo” in terra d’Afghanistan appare oggi sen-
dell’Ucraina. Un florilegio di romanzi di bassa qualità
z’altro macchiettistica ad un europeo contempora-
pubblicati a celebrare la superiorità militare del pa-
neo, eppure ha indotto -in almeno due generazioni
ese, avventure ucroniche di mirabolanti eroi Zaristi
di statunitensi- la medesima idea d’un supremati-
che -in un tempo immaginifico- avrebbero sconfitto
smo militare che oggi Sunlenny ravvede nella mac-
l’occidente; intere collane di racconti, i “popadantsy”,
china retorica del Cremlino.
che secondo Sergej Sunlenny avrebbero riempito gli
Ma nel nostro sistema? Come agisce invece nel no-
scaffali delle librerie insieme ad una moltitudine di
stro sistema sociale la propaganda? Ne siamo at-
titoli editi al solo scopo di riabilitare tutti i protago-
traversati? Esiste in Europa oppure la proliferazione
nisti più discussi della “Grande Guerra Patriottica”
di fonti informative ha emendato le democrazie da
da Stalin a Berija. Propaganda diffusa ad arte che se-
questa piaga dell’informazione?
condo Linkiesta preparava culturalmente il terreno
È una questione spinosa. Riavvolgendo la nostra
alla successiva guerra
storia scopriamo ad esempio che il funzionario fa-
Come agisce invece nel
guerreggiata. Aggiun-
scista Polverelli, criticando l’uso pubblico del ter-
nostro sistema sociale la
ge Sunlenny. «Ebbene,
mine propaganda (il famigerato “Sottosegretariato
propaganda? Ne siamo
dopo tutti questi esempi
di Stato per la stampa e la propaganda” fondato da
attraversati? Esiste in Europa
di preparazione stata-
Galeazzo Ciano) ebbe a dire che “propaganda [...] è
oppure la proliferazione di
le russa per una guerra
una brutta parola, da abolire, perché nessun popolo
fonti informative ha emendato
globale, militarizzazione
vuole essere propagandato, bensì vuole essere in-
le democrazie da questa piaga
delle persone, diffusione
formato”. Nel 1935 la sua voce fu ascoltata e il se-
dell’informazione?
di tutte le possibili stra-
gretariato si trasformò in Ministero per la cultura
ne fantasie di violenza,
popolare, il celeberrimo Minculpop. La propaganda
56
ci si potrebbe chiedere:
di regime ovviamente non cambiò di una virgola
come diavolo hanno fatto le ambasciate occidentali
ma vestì senz’altro una casacca mimetica assai più
a ignorarlo?». È interessante osservare la nostra ca-
efficace. Non solo un popolo non vuole essere “pro-
pacità di leggere con relativa facilità la propaganda
pagandato”, ma il solo sospetto lo si voglia “propa-
del blocco avversario, decostruirne le narrazioni,
gandare” fa venir meno tutte le sue certezze.
talvolta persino sorridere d’una retorica (pensiamo
In questi ultimi mesi, col conflitto in Ucraina, siamo
a quella nordcoreana) che ci appare distante, arte-
entrati senza dubbio in quel clima geopolitico che
fatta fino all’irritazione. La distanza socio-cultura-
un tempo si chiamava di “mobilitazione generale”.
le sembra essere una premessa fondamentale alla
Quel limbo tra la pace e la guerra in cui si coagula
capacità di disvelamento della propaganda altrui.
quel famoso blocco storico ben descritto da Gram-
Riusciamo a capire la manipolazione sistematica
sci relativamente alle fasi più drammatiche di ogni
delle percezioni quanto più il nostro sistema di rap-
storia nazionale: “Lo Stato quando vuole iniziare
presentazione della realtà si distanzia dall’apparato
un’azione poco popolare, crea preventivamente l’o-
culturale che stiamo analizzando. La propaganda,
pinione pubblica adeguata, cioè organizza e centra-
anche nei sistemi sociali più vicini al nostro -pen-
lizza certi elementi della società civile […] in una lotta
siamo agli Stati Uniti ad esempio- ci appare a tratti
costante per il monopolio degli organi dell’opinione
La propaganda, il nemico e noi
pubblica [una lotta compiuta] in modo che una sola
purtroppo -come sappiamo- anche le grandi de-
forza modelli la opinione e quindi la volontà politica
mocrazie ricalcano i sentieri narrati da Gramsci ed
nazionale, disponendo i [restanti] discorsi in un pulvi-
operano quel disciplinamento dei canali informativi
scolo individuale e disorganico”.
che conosciamo. Le cancellerie devono infatti ope-
A partire dal Novecento una diffusione mediatica
rare una sorta di “rivoluzione per la conservazione”
senza precedenti e l’accresciuta necessità di una at-
passando da una ordinaria e conciliante propagan-
tivazione nazionale “totale” nelle faccende belliche
da di integrazione sociale ad una comunicazione
(Ernst Jünger nel 1930 arrivò a definire la guerra
di tipo nuovo, di rottura delle convenzioni, in cui
contemporanea un gigantesco processo lavorati-
ad esempio divenga socialmente accettabile (ed in
vo), ha determinato almeno tre enormi attivazioni
tempi molto rapidi) la violazione dei trattati di non
di questo complesso di predisposizioni belliche -le
proliferazione o l’invio di armamenti o di truppe al
due guerre mondiali e la guerra fredda- e ha impo-
fronte. Come scrisse efficacemente Albert Einstein
sto una crescente attenzione alla componente in-
nel 1934: “I giornali di un Paese possono, in due setti-
formativa della belligeranza, a quella che oggi viene
mane, portare la folla cieca ignorante a un tale stato
definita infowar ma che in letteratura viene chiama-
di esasperazione e di eccitazione da indurre gli uo-
ta più correttamente ora “propaganda di guerra” e
mini ad indossare l’abito militare per uccidere o farsi
ora “disinformazione”. Un inciso: la propaganda di
uccidere allo scopo di permettere a ignoti affaristi di
guerra non va confusa con la diffusione del falso,
realizzare i loro ignobili piani”.
la disinformazione; oggettivamente si tratta di due
Temi da innestare nell’opinione pubblica, manipo-
fenomeni radicalmente diversi. La disinformazione
lazione emotiva, riconnotazione di eventi passati,
ambisce ad incidere su uno scenario bellico in modo
focalizzazioni ossessive dell’informazione volte
esclusivamente tattico, sull’istante, mentre la pro-
all’accettazione sociale di un nuovo scenario sia nelle
paganda mira ad innestare permanentemente delle
relazioni internazionali che nel rapporto tra i popoli.
credenze, dei modi d’intendere, delle letture profon-
Senz’altro i tratti distintivi della propaganda di guer-
de dei vissuti, e a questo scopo manipola dei dati di
ra appaiono in questi mesi nella nostra informazione
realtà, ne altera le proporzioni, spesso agisce attra-
quotidiana. Papa Francesco ha colto bene nel segno
verso una forte connotazione emozionale ed evoca-
narrando di un occidente che descrive il suo operato
tiva della narrazione, utilizzata al solo fine di poter
all’interno di un frame narrativo che ricorda la fiaba
valicare con maggior facilità le nostre diffidenze
di “Cappuccetto rosso ed il lupo”. Uno scenario senza
cognitive. Lo scopo è evidente: rafforzare social-
sfumature, atto a suggerire una crociata tra un bene
mente il consenso rispetto ad una tesi controversa,
ed un male assoluti, in cui ogni parte sorvola ora
come ebbe a scrivere uno dei più grandi ricercatori
sulla corruzione, ora sul rispetto dei diritti dei pri-
nel campo della semiotica di propaganda, Harold
gionieri, ora sugli obiettivi strategici che le relative
Lasswell. La specificità della propaganda di guerra.
sfere d’influenza individuano nel ricco suolo minera-
Siamo naturalmente sempre immersi in un clima di
rio di una regione che veniva chiamata il granaio del
propaganda, fatalmente anche l’informazione or-
mondo. Emiliano Brancaccio ne ha parlato in modo
dinaria non ne è esente. Ma la propaganda assume
illuminante nelle colonne digitali del Sole 24 Ore. La
un carattere soverchiante laddove il “tema contro-
fase storica così ora ci richiede senz’altro uno sforzo
verso” metta in discussione una élite dominante, la
quotidiano, individuale e collettivo al tempo stesso.
tenuta statuale, l’economia, gli interessi geopolitici
Verificare le proprie fonti, diffondere solo informa-
del paese o di un blocco imperiale a cui appartiene.
zioni verificate, ristabilire i pesi e la misura di ogni
In questi contesti la frattura tra un rapido bisogno
evento, indagare senza sosta tutti i sentieri nuovi
governativo di unità nazionale e “attivazione so-
per l’avvio di una de-escalation, e, soprattutto, de-
ciale” del paese e la naturale ed opposta tendenza
potenziare l’evidente millenarismo dannunziano che
popolare alla conservazione dello status quo, en-
l’isteria bellica induce. Mantenere insomma la rotta
trano palesemente in conflitto. In queste occasioni,
dell’umanità in questo mare in tempesta. 57
Zeitenwende?? — Susanna Böhme-Kuby Germanista
L’attacco militare russo all’Ucraina del 24 febbraio
di combattimento MK180, gli aerei F35 ecc.) che
scorso costituirebbe – secondo il cancelliere te-
dovrebbero essere pronti per quando la Germa-
desco Scholz – una vera e propria “Zeitenwende”,
nia entrerà negli organi direttivi della NATO nel
ovvero un cambio di paradigma storico, al quale
2023. Per ora la Bundeswehr si deve preparare,
l’establishment tedesco ha risposto immediata-
a detta della ministra della difesa Lambrecht, a
mente – solo tre giorni dopo, il 27 febbraio – con
presidiare la NATO lungo la frontiera occidentale
l’annuncio del più massiccio riarmo della Bun-
della Russia. Proprio là dove la Wehrmacht ave-
deswehr, con un fondo speciale di 100 miliardi di
va prodotto milioni di morti ottant’anni fa. Oggi
euro, per metterla in grado di adempiere ai suoi
la potentissima industria militare può contare
compiti di grande potenza militare nel contesto
sull’appoggio di governi di coalizione che com-
NATO, compiti ai quali la Germania finora si sa-
prendono, oltre ai liberali, anche socialdemo-
rebbe sottratta. Affermazione discutibile, perché
cratici e verdi e non necessita più del sostegno
già nel 1995 il parlamento, con il consenso all’in-
dell’estrema destra, come successe invece cen-
vio di truppe tedesche anche in zone di guer-
to anni fa, con l’avvento dei nazionalsocialisti.
ra, aveva messo fine a un intermezzo pacifico di
Ma forse non è casuale che il nuovo presidente
cinquant’anni, che aveva modificato in positivo
della CDU, il multimilionario Friedrich Merz, che
l’immagine pubblica della società tedesca. L’at-
sarà con ogni probabilità il prossimo candidato
tuale presidente di Rheinmetall (uno dei maggiori
vincente alla cancelleria, sia un fidato rappre-
Konzerne militari, le cui azioni hanno subito più
sentante del capitale finanziario e delle industrie
che raddoppiato il loro valore, da 98 a 215 €) si
degli armamenti tedeschi e statunitensi, anche
rallegra per il fatto che
tramite la sua lunga attività per BlackRock.
“Questa guerra è stata
“ora finisce il tempo in
Esattamente cento anni fa, il 30 luglio 1922, in
la naturale conseguenza
cui quasi due genera-
una delle più imponenti manifestazioni pacifiste
del sistema capitalistico
zioni di tedeschi hanno
che riunì oltre centomila persone a Berlino, in oc-
mondiale”.
disimparato ad essere
casione dell’ottavo anniversario dell’inizio della
wehrhaft, pronti a com-
guerra mondiale nel 1914, l’antifascista ante litte-
battere.” E la «Süddeut-
ram Kurt Tucholsky sottolineava l’esplicita natura
sche Zeitung» commenta: “Saranno anche tempi
economica del conflitto bellico: “Questa guerra è
terribili, ma per i produttori di materiale bellico e
stata la naturale conseguenza del sistema capita-
per gli azionisti sono tempi lucrativi”. (28.4.2022)
listico mondiale”. Poco più tardi egli individuava,
Per non far pesare questa somma ingente sul de-
all’orizzonte dei campi di battaglia di Verdun, an-
bito pubblico, che sarà di nuovo limitato dal 2023
che le ciminiere fumanti di quello “che era tanto
in poi (Fiscal compact) il Bundestag ha dovuto in-
mancato all’idealismo tedesco: il giacimento di
serire i nuovi crediti di guerra nella costituzione
minerali metalliferi di Briey”. Questa consapevo-
(Grundgesetz) e, per ottenere la necessaria mag-
lezza dell’intrinseca natura economica, e quindi
gioranza dei due terzi nel parlamento, Scholz ha
capitalistica, di ogni guerra moderna, allora dif-
fatto appello, all’inizio di giugno, allo spirito della
fusa non solo nella sinistra, oggi rimane lontana
“maggioranza patriottica” dei tedeschi. Ovvia-
dalla discussione pubblica sulla pesante guerra in
mente l’attuale guerra costituisce l’occasione
Ucraina, in Germania forse più che altrove. La pro-
per far passare progetti di riarmo di vecchia
paganda come strumento dell’industria culturale,
data (come la costruzione di costosissime navi
che in tempi di pace sostiene il potere delle élite
58
Zeitenwende??
economiche viene in tempi di guerra schierata
complessità della realtà soccombe di nuovo di
con le truppe: “La battaglia dell’opinione pubblica
fronte alla logica binaria dell’ideologia: libertà e
è altrettanto importante degli attacchi aerei”, ha
democrazia contro dittatura e autocrazia.
dichiarato il portavoce della NATO, Jamie Shea,
Eppure solo un’analisi approfondita della nuova
nel 1999 dopo la guerra nel Kosovo.
contrapposizione tra est e ovest permetterebbe
L’astio nella propaganda antirussa contro il Presi-
di individuare i termini di una possibile soluzione
dente Putin – cattivo, pazzo, vile assassino – può
del conflitto finora ancora circoscritto, ma gravi-
richiamare in mente quello della prima guerra
do di pericoli per l’Europa intera, ben oltre il pe-
mondiale contro la “perfida Albione”, che dove-
sante impatto economico e sociale delle sanzioni
va essere distrutta. Una vera psicosi antibritan-
antirusse per tutti, clima compreso. Bisognereb-
nica avrebbe colpito allora quasi tutto il popolo
be dire che questo conflitto non è né nuovo, né
tedesco, annientando la sua capacità di giudizio
incomprensibile, ma si è sviluppato durante gli
autonomo: così Hellmut von Gerlach, che dedicò
ultimi trent’anni dopo il crollo dell’ordine bipo-
allora un ampio studio al menzognero giornali-
lare della Guerra fredda. Da allora gli USA, come
smo di guerra (Die grosse Zeit der Lüge, Charlot-
potenza vincente, hanno cercato senza sosta e
tenburg 1926, ristampa Bremen 1994).
con ogni mezzo di estendere il proprio dominio
Oggi è una giovane e verde ministra degli esteri
sul resto del mondo. La cosiddetta globalizzazio-
tedesca a chiedere con insistenza: ‘la Russia deve
ne ha portato dagli anni Novanta in poi – anche
essere portata alla rovina’, quando non annienta-
con la distruzione della Jugoslavia e con la mes-
ta. E la conseguente mobilitazione dell’opinione
sa a soqquadro dell’intero Medioriente – a uno
pubblica sembra seguire di nuovo, come cento
smantellamento completo dello status quo del
anni fa, le direttive dei militari preposti all’infor-
mondo di Yalta. E la lotta per la spartizione delle
mazione bellica: “Signori miei, oggi è più impor-
rare materie prime e per le risorse energetiche
tante l’effetto di una notizia che la sua fondatez-
ha accentuato ovunque una spietata concorren-
za”. Fu Tucholsky a ricordare che, fino all’estate del
za economica tra nazioni ed imperi.
1914, nessuna notizia sull’imminente inizio di una
L’ implosione politica, poi economica, dell’URSS
guerra era trapelata sulla stampa, e che le mas-
nel 1990 ha portato allo smembramento della
se – pur preparate grazie alla propaganda contro
federazione di stati sovietici con grandi scon-
l’Inghilterra – erano poi entrate in campo, senza
volgimenti strutturali, ideologici e morali oltre
nulla sapere sulle cause del conflitto: “di quel che
all’impoverimento di milioni di persone. Imme-
le agenzie telegrafiche dei rispettivi governi han-
diatamente il capitale occidentale estese i suoi
no fatto sapere, oggi sappiamo che hanno mentito
tentacoli al potenziale economico dei nuovi stati
su tutti i fronti in modo vergognoso.”
nazionali in formazione con allettanti promesse
Ma ora che viviamo in tempi diversi e l’informa-
di autonomia e crescita economica. La conquista
zione ormai è digitale, diffusa, i telegiornali tede-
dei territori ad est della linea Oder-Neisse, che
schi sulle vicende belliche fanno spesso seguire
vide di nuovo i tedeschi in prima linea, avven-
l’avvertimento: “le notizie appena trasmesse non
ne con le armi della finanza globale. Stati come
hanno potuto essere verificate sul campo.” Il che
Polonia o Ungheria vennero accolti nella NATO e
non diminuisce la sensazione di smarrimento del
nella UE e a quelli nuovi dell’adiacente zona cu-
pubblico di fronte a tutto quello che viene tra-
scinetto verso la Russia si prospettò un analogo
smesso quasi senza soluzione di continuità. L’ in-
futuro, ignorando completamente ogni esigen-
formazione a senso unico non permette di analiz-
za di sicurezza territoriale della ridimensionata
zare in profondità le cause recondite dell’attacco
Russia. Il rispetto delle sue esigenze di sicurezza
russo all’Ucraina, che sono bandite come propa-
in una “casa Europa” di gorbacioviana memoria
ganda filo-Putin, e in questo contesto risorgo-
le era stata assicurato nel 1990 nelle “trattative
no addirittura nuove tentazioni maccartiste. La
2 + 4” con i vecchi alleati, che poi avrebbero por59
Zeitenwende??
60
tato dopo la “riunificazione” tedesca alla fine del
più ampio: una Russia con interessi autonomi o
mondo sovietico. Il successivo declino economi-
“imperiali”, temuti in occidente, non può essere
co degli anni Novanta venne arrestato dal nuovo
tollerata dagli USA. E questo nonostante il fatto
Presidente Putin che, dopo il 2000, mise fine alla
che la potenza economica russa è decaduta a li-
svendita self-service dell’era Eltsin, per conser-
velli assai bassi – il suo PIL ammonta a circa il 7
vare i rimanenti pezzi dell’economia russa nelle
% di quello statunitense, e le sue spese militari
mani dei propri oligarchi e ancora, in parte, sotto
sono solo in minima parte paragonabili a quel-
il controllo dello Stato. Da allora i conflitti si acu-
le degli USA. Ciò perché negli anni Novanta si è
irono, e l’Ucraina – ritenuta essenziale da parte
rivelato, per la prima volta nella storia, che non
russa per la sicurezza nazionale e proprio per
è possibile trasformare un’economia di stato in
questo ambita anche dall’occidente – divenne il
un capitalismo fiorente e “democratico” ma che,
principale oggetto del contendere. Nonostante le
al contrario, l’avvenuta deindustrializzazione ha
diverse iniziative diplomatiche di Putin nel primo
prodotto una decadenza economica a livelli da
decennio del 2000 per instaurare quella comune
terzo mondo, dove le economie emergenti vivo-
zona di sicurezza europea senza armamenti del
no principalmente dell’esportazione di materie
Patto atlantico nei territori confinanti con la Rus-
prime. E gli USA, che hanno preso piede nell’Eu-
sia, già prospettata nelle trattative del 1990, la
ropa orientale vestendo i panni della NATO, am-
NATO estese la sua zona di influenza proprio in
biscono dichiaratamente, da tempo, a un accesso
quei vasti territori. E chi ripercorre nei particola-
anche a quelle ampie risorse della vasta Russia,
ri le vicende degli ultimi anni si rende conto che
per non parlare della Siberia. Questa ambizione
l’attuale escalation bellica sarebbe stata evitabi-
potrebbe essere favorita da un auspicato gover-
le concedendo necessarie garanzie internazio-
no filo-occidentale che sostituisse l’autocrazia
nali alla neutralità dell’Ucraina, così come all’au-
nazionalista di Putin. Un diretto controllo su que-
tonomia del Donbass e al controllo russo sulla
ste risorse da parte statunitense potrebbe infatti
Crimea. Il che avrebbe permesso la prosecuzione
agevolare la rischiosa competizione con la con-
della secolare convivenza tra ucraini e russi, che
correnziale Cina.
ora viene avvelenata da una guerra spietata.
Nella prospettiva di voler proseguire la guerra
Ma evidentemente si tratta di un conflitto ben
per un necessario logoramento della Russia fino
Zeitenwende??
Stefano Grespi, Untitled
alla vittoria di Kiev, auspicata oggi da quasi tut-
fece infine prevalere il capitalismo occidentale
ti i politici, le previsioni per una rapida fine delle
sulla meno ricca economia pianificata del blocco
grandi sofferenze ucraine appaiono fosche e una
sovietico, ormai minata da anni dai compromessi
“vittoria” convenzionale contro una potenza ato-
con le economie capitaliste, per non parlare degli
mica non pare possibile.
effetti negativi delle strategie antisocialiste che
Vorrei infine ricordare che, pur con le dovute di-
gli USA hanno perseguito per quarant’anni, da
stanze, il tardo processo di nationbuilding a est –
quelle iniziali del roll back e del containment in
per lo più in vasti territori abitati da popoli diver-
avanti. (cfr. Sahra Wagenknecht, Strategie anti-
si – è accostabile alla nascita degli stati nazionali
socialiste all’epoca della contrapposizione dei si-
dopo il crollo dei vecchi imperi multinazionali
stemi, Gallarate 2009)
(austro-ungarico e ottomano) alla fine della Pri-
L’idea che, dopo l’eliminazione “pacifica” dell’al-
ma guerra mondiale. Già allora questi nuovi stati
ternativa socialista, l’estensione incontrastata
ebbero presto a soffrire delle loro problematiche
del capitalismo potesse portare verso una pre-
interne, non affatto risolte dal diritto all’autode-
sunta “fine della storia” e magari a un’epoca di
terminazione, proclamato dal presidente statu-
pace per tutti, si rivelò subito illusoria. La NATO,
nitense Wilson. E nemmeno la prima Lega delle
diversamente dal Patto di Varsavia, non venne
Nazioni, fondata nel 1920 nella speranza di po-
affatto sciolta o ridimensionata, ma ampliata e
ter fungere da organo pacificatore delle future
ora rafforzata per essere braccio armato di un’i-
controversie, poté evitare una Seconda guerra
nesistente politica estera europea. La stessa UE
mondiale, terminata con ulteriori, ampi sposta-
resta indecisa tra le sue tendenze federali e na-
menti di frontiere e con la creazione di nuove
zionaliste. E non a caso, nel remake nazional-na-
zone d’influenza dei vincenti imperi statuniten-
zionalistico a est, hanno trovato ampio spazio
se e sovietico. Nel 1945 i popoli, stanchi di morte
anche vecchie e nuove forze di destra. Nono-
e distruzioni, hanno ripetuto le parole d’ordine
stante il capitalismo non debba per forza portare
del 1918: Nie wieder Krieg/ Mai più guerra. Pre-
di nuovo al fascismo, si potrebbe dire, parafra-
sto fu chiaro che questo diffuso desiderio poté
sando Primo Levi: da noi è successo e potrebbe
essere garantito, dopo la nuova spartizione del
succedere di nuovo.
mondo di Yalta, paradossalmente solo dalla pa-
Finché la subordinazione degli interessi vitali
rità in campo nucleare che, dopo le prime bombe
dell’Europa a quelli geo-strategici degli USA non
lanciate dagli Usa sul Giappone nel 1945, fu rag-
lascerà spazio ad autonomia e neutralità, smet-
giunta dall’URSS nel 1949. Nonostante gli svariati
tendo di spingere verso un nuovo riarmo anche
conflitti militari nel mondo continuassero senza
atomico, rimarrà valido il giudizio di Kurt Tuchol-
tregua, almeno in Europa la guerra sembrò ban-
sky del 1926: “Questo ordine economico non può
dita proprio grazie a quell’equilibrio nucleare ma
mantenere la pace, perché necessita della guerra
solo finché, negli anni Ottanta, la folle corsa agli
per poter vivere, allo stesso modo delle antiche
armamenti, nei due sistemi contrapposti, non
dinastie.”
Ma evidentemente si tratta di un conflitto ben più ampio: una Russia con interessi autonomi o “imperiali”, temuti in occidente, non può essere tollerata dagli USA. 61
Appello per un disarmo nucleare — Bruno Tonolo Presidente ANPI Sezione Martiri Mirano
Sono passati 77 anni dal giorno della Liberazione
al Complesso militare-industriale e alle filiere po-
dal nazifascismo. Da quel momento, in Europa e nel
litico-speculative comunicative -, come fossero
mondo, si andava verso una ricostruzione morale
più competenti di noi, è una follia. Una follia, per-
politico-unitaria, corporea-mentale con l’obietti-
ché non sanno neppure loro quale sarà il nostro e il
vo di vivere in pace, una pace tra tutti i popoli del
loro futuro. Una cosa è certa: senza troppe parole,
mondo. La pace doveva essere consolidata dalla
le bombe atomiche creerebbero uno sterminio di
creazione di istituti internazionali come l’ONU e
massa e la soluzione nucleare non è la costruzio-
doveva essere protetta dalla nostra Carta costitu-
ne di un bunker in giardino, ma l’eliminazione delle
zionale, frutto della Resistenza e dell’unità del nuo-
armi atomiche e della deterrenza nucleare.
vo Parlamento della Repubblica italiana.
Gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sani-
Tuttavia si sono fatti avanti, di soppiatto inizialmen-
tà (OMS) hanno concluso, nel rapporto Effetti della
te, poi con sempre più vigore, gli effetti della presen-
Guerra nucleare sulla Salute e sui Servizi sanitari,
za delle armi atomiche
pubblicato nel 1984, che nessun servizio sanitario in
L’epoca delle astuzie e degli
posati sugli equilibri dei
nessuna parte del mondo sarebbe capace di affron-
stratagemmi deve finire: il
rapporti internazionali:
tare significativamente le terrificanti conseguenze
pericolo atomico non è un
Hiroshima e Nagasaki
della guerra nucleare sulla Salute, soprattutto dal
mezzo strategico e tattico, ma
dunque non avevano
momento che gli stessi servizi sanitari sarebbe-
è un pericolo concreto
insegnato niente ai de-
ro gravemente distrutti o resi inservibili. In queste
tentori del potere nu-
condizioni gli esperti scienziati sottolineano l’im-
cleare. Anzi, con strategia estrema, costoro hanno
portanza della prevenzione di un conflitto nucleare.
promosso la corsa al riarmo nucleare, inventando
Come ANPI ci facciamo portavoce di un Appel-
un’«equazione utile alla sicurezza internazionale e
lo alla Mobilitazione generale di tutta la Società
alla pace nucleare» (così la definivano): la deterren-
civile, pacificamente. Ci rivolgiamo al Presidente
za nucleare. Di forza siamo entrati nell’era atomica.
della Regione Veneto, Luca Zaia, affinché si faccia
Tutti gli avvenimenti politici, le parole, i pensieri,
promotore di una campagna volta a iscrivere tutti
le azioni e le decisioni sono intrapresi all’interno
i Comuni veneti a Majors for Peace, associazione
di questa situazione, di questa presenza mefisto-
presieduta dal Sindaco di Hiroshima, e a indurre i
felica. I tentativi di utilizzare la possibilità della
Sindaci a firmare simbolicamente, per quanto com-
fine del mondo come una pedina sullo scacchiere
pete al loro territorio, il Trattato sulla Proibizione
della politica internazionale - indipendentemente
delle Armi nucleari (TPNW). Ci rivolgiamo inoltre
o meno dalla loro astuzia - sono segni di acceca-
agli Ordini dei Medici e alla Croce Rossa italiana af-
mento in tutti i sensi.
finché si iscrivano alla Associazione Medicina per
L’epoca delle astuzie e degli stratagemmi deve fi-
la Prevenzione della Guerra nucleare (IPPNW), Pre-
nire: il pericolo atomico non è un mezzo strategico
mio Nobel per la Pace nel 1985. Sosteniamo inoltre,
e tattico, ma è un pericolo concreto e va affronta-
in tempi brevi, l’istituzione di un gemellaggio VE-
to sul punto essenziale: sulla minaccia che pesa
NEZIA-HIROSHIMA, essenza del paradosso della
sull’umanità, sull’apocalisse che ne deriverebbe.
Bellezza creativa assoluta e della Bruttezza subita
Questo dovrebbe essere il realismo politico.
assoluta.
Non affrontare le conseguenze delle bombe ato-
Infine, chiediamo il Cessate il fuoco immediato e
miche, affidarsi a coloro che si occupano della fab-
Trattative immediate Russia-Ucraina, con referen-
bricazione e dell’impiego dell’arma nucleare - cioè
te Papa Francesco.
62
63
Francesco Patriarca, VILLAGE, MOROCCO, 2022
Nuclear Ban Week Vienna — Luciana Mion ANPI Mirano – vicepresidente ANPI Provinciale.
La prima conferenza mondiale degli Stati Parti
non c’era l’Italia, nemmeno come osservatore)
del Trattato per la proibizione delle armi nucle-
eppure il 3 gennaio 2022, solo poco prima dello
ari (Tpnw) si è conclusa da un paio di settimane,
scoppio della guerra in Ucraina, Francia, Regno
preceduta dalla Humanitarian Conference sul-
Unito, Cina, Russia e USA, in una “Dichiarazione
le ricadute sulla popolazione dell’uso dell’arma
congiunta” confermavano il loro impegno di non
nucleare. Noi di Anpi Mirano abbiamo voluto
proliferazione nucleare perchè “...una guerra nu-
esserci di persona e là, nel grande auditorium
cleare non può essere vinta e non dovrà mai es-
dell’Austrian Center, a ridosso della sede ONU
sere combattuta”.
di Vienna, abbiamo potuto ascoltare dal vivo le
E invece solo qualche settimana dopo scoppia-
testimonianze di hibakusha di Hiroshima e Na-
va la guerra in Ucraina, solo qualche settimana
gasaki e di testimoni e discendenti di vittime di
dopo, da ambo le parti, Russia e USA, lo spettro
centinaia e centinaia di
dell’ordigno nucleare veniva rievocato quale mi-
Solo qualche settimana dopo
test nucleari: dalle iso-
naccia o risposta “possibile”. Non più un tabù, ma
scoppiava la guerra in Ucraina,
le Marshall alla Poline-
una realtà praticabile.
solo qualche settimana dopo,
sia, da Kiribati al Kaza-
A Vienna, nelle relazioni e nelle dichiarazioni dei
da ambo le parti, Russia e
kistan...
ministri, la tensione si respirava tutta. Le slides
USA, lo spettro dell’ordigno
Una coincidenza, forse
degli scienziati intervenuti, i grafici, i numeri del-
nucleare veniva rievocato
un legame: Anpi Mira-
le simulazioni delle conseguenze a breve e medio
quale minaccia o risposta
no desiderava che ci
termine di un conflitto nucleare... le tempeste, il
“possibile”. Non più un tabù,
fosse un giovane alla
fumo, il pianeta tappato ai raggi del sole, l’inver-
ma una realtà praticabile.
Nuclear Ban Week e
no nucleare... sei miliardi di persone senza cibo in
così è venuta Meri,
cinque anni, apparivano improvvisamente come
compagna di corso a
una maledizione avverabile.
64
Medicina d’Emergenza a Bologna e amica di Va-
Per dirla con le parole di Izumi Nakmitsu, Alto
nessa, presidente di Mediterranea, cui è’ stata
Rappresentante ONU per il Disarmo: “...le con-
dedicato lo scorso anno Resistenza e Futuro con
seguenze umanitarie delle armi nucleari sono
il titolo “Rotta di Solidarietà”.
catastrofiche e indiscriminate. Non possono es-
Ma tanti erano i visi giovani, con colori di pelle
sere contenute né nel tempo né nello spazio…le
e tratti somatici diversi, nella rappresentanza
armi nucleari hanno il potenziale di porre fine a
di società civile presente a Vienna: giovani im-
tutta la vita sulla Terra. L’uso anche di una sola
pegnati in varie associazioni e Ong, a rafforzare
di queste armi in un’area popolata scatenerebbe
quanto ha dichiarato Beatrice Fihn, direttrice di
una catastrofe umanitaria e ambientale inimma-
ICAN, premio Nobel per la pace 2017: “Nonostan-
ginabile. Gli effetti di un’esplosione nucleare, in
te i boicottaggi e l’ostruzionismo delle potenze
particolare il fallout radioattivo, si diffondereb-
nucleari, il percorso intrapreso dal Trattato è
bero lontano dal luogo della detonazione e non
tracciato: è una realtà della politica internazio-
si fermerebbero ai confini nazionali. Come hanno
nale che non si può ignorare”. Si, perchè, ratifi-
dimostrato le conseguenze dei bombardamenti
cato da 66 Paesi, un terzo degli Stati del mondo,
atomici di Hiroshima e Nagasaki, coloro che sono
ora il Trattato prosegue la sua strada con il Piano
esposti a un’esplosione nucleare, ma non vengo-
d’Azione deciso a Vienna.
no uccisi immediatamente, rischiano di subire
Non c’erano le cinque grandi potenze nucleari (e
gravi conseguenze a lungo termine...”
Nuclear Ban Week Vienna.
The explosive power of nuclear weapons
“Yield”, measured in 1000 tons conventional explosive-equivalent (kT)
1kT
1 ton of TNT
10 tons of TNT
(biggest conventional weapon)
21 kT Nagasaki
13 kT Hiroshima
100 kT Modern thermonuclear weapon
Effects of a 1 kT nuclear weapon
Vienna International Center for scale comparison Casualty estimates depend on population density, location of people and available medical care. Thousands of immediate casualties expected for cities. Additional health effects after weeks, months & years.
Invisible, causes radiation sickness, 50% of people will die within 30 days. (Radius for direct dose of 500 rem)
Ignites burnable material, initiates mass fires. People receive 3rd degree burns. (Radius for 7cal/cm² radiation)
Overpressure causes building damage, 98% of people will die immediately
(Radius for overpressure of 12psi/0.8 bar)
Burst height 210m, optimized for 12 psi overpressure, radii calculated with Alex Wellerstein’s Nukemap: https://nuclearsecrecy.com/nukemap/ Overpressure lethality from U.S. OTA, “The effects of nuclear war”, 1979. Austrian burn center capacity from FEUERwehrOBJEKTIV 6/2010 Lethal Dose LD 50/30 from U.S. Nuclear Regulatory Commission (upper bound 5 Sv = 500 rem)
65
Nuclear Ban Week Vienna.
Fallout
50% of people die within 30 days
Regional contamination for “ground bursts” Radioactive particle dispersal depends on wind and rain conditions.
(500 rem)
Increased cancer rates (10 rem)
m ~40k Outside of population centers, fallout affects agricultural production and water supplies.
Particle concentration calculated with www.nuclearwarsimulator.com, thanks to Ivan Stepanov and Sébastien Philippe Weather conditions randomly selected (not necessarily “typical”)
Arsenals for a Global Nuclear War Ordered by explosive power
Nagasaki yield or less ( <= 21 kT)
750
Yield up to 5 times larger
3700
Even bigger
4050
(<= 100 kT)
(150 kT - 5000 kT)
Unknown
950 Based on Sutyagin (2012) Atomic Accounting: A New Estimate of Russia’s Non-Strategic Nuclear Forces. Occasional Paper. Royal United Services Institute (RUSI). Kristensen and Korda (2022) ‘United States nuclear weapons, 2022’, Bulletin of the Atomic Scientists, 78(3), pp. 162–184. Kristensen and Korda (2022) ‘Russian nuclear weapons, 2022’, Bulletin of the Atomic Scientists, pp. 1–24. Kristensen and Korda (2021) ‘United Kingdom nuclear weapons, 2021’, Bulletin of the Atomic Scientists, 77(3), pp. 153–158. Kristensen and Korda (2021) ‘Pakistani nuclear weapons, 2021’, Bulletin of the Atomic Scientists, 77(5), pp. 265–278. Kristensen and Korda (2021) ‘Chinese nuclear weapons, 2021’, Bulletin of the Atomic Scientists, 77(6), pp. 318–336. Kristensen and Korda (2020) ‘Indian nuclear forces, 2020’, Bulletin of the Atomic Scientists, 76(4), pp. 217–225. Kristensen and Korda (2019) ‘French nuclear forces, 2019’, Bulletin of the Atomic Scientists, 75(1), pp. 51–55. https://missilethreat.csis.org/
66
Nuclear Ban Week Vienna.
L’aveva già detto il CICR, la Croce Rossa Inter-
un passo importante verso l’aspirazione comune
nazionale: “Nessuno Stato può essere adegua-
di un mondo senza armi nucleari.
tamente preparato ad affrontare l’emergenza
Il vostro incontro di questa settimana riunisce
umanitaria immediata e le conseguenze a lungo
governi, ma anche gruppi della società civile e
termine della detonazione di un’arma nucleare in
altri osservatori. Questa ampia partecipazione
un’area popolata, né a fornire un’assistenza ade-
riflette una verità fondamentale: il disarmo è un
guata alle persone colpite”.
affare di tutti.
Per questo, concludeva la sua esposizione Daryl
Il disarmo è affare di tutti, perché la vita stessa è
G. Kimball di ACA, Arms Control Association: “Le
affare di tutti.
dimensioni nucleari della guerra in Ucraina ci ri-
Le decisioni che prenderete in questo incontro
cordano che le politiche di deterrenza nucleare,
contribuiranno a consolidare la posizione del Trat-
ormai superate, creano rischi inaccettabili. Se
tato come elemento essenziale dell’architettura
vogliamo eliminare il pericolo, dobbiamo raffor-
globale del disarmo e della non proliferazione.
zare attivamente i divieti e le norme legali con-
Nella speranza di convincere altri Paesi ad unirsi.
tro lo sviluppo, la sperimentazione, il possesso, la
Solo unendoci solidali potremo eliminare questo
proliferazione e l’uso di armi nucleari e fare pres-
flagello e tornare a costruire un mondo
sione per una diplomazia del disarmo che porti
migliore, più pacifico e pieno di fiducia per tutti.
ad azioni concrete che ci mettano sulla strada
Eliminiamo queste armi prima che siano loro a
dell’eliminazione completa, irreversibile e verifi-
eliminare noi”
cabile di tutte le armi nucleari ...”. Forse il messaggio, video messaggio, più chiaro
Ora c’è un grande lavoro da fare: supportare il
e inequivocabile è arrivato nel silenzio quasi re-
percorso del Trattato non solo con l’impegno per
ligioso della sala la mattina del 21 giugno all’a-
la firma e la ratifica da parte di altri Stati, ma an-
pertura del First Meeting of States Parties dalla
che, dal basso, diffondendo appelli come quello
massima autorità, il Segretario ONU Guterres:
recente “LA DETERRENZA NUCLEARE: UN GE-
“Le armi nucleari sono un flagello globale.
NOCIDIO PROGRAMMATO DA DISINNESCARE,
Un promemoria funesto dell’incapacità dei Paesi
lanciato il 7 luglio scorso in occasione del quinto
di risolvere i problemi attraverso il dialogo e la
anniversario dell’adozione del Trattato di proi-
collaborazione.
bizione delle armi nucleari. Secondo la fattispe-
Queste armi offrono false promesse di sicurezza
cie definita nel 1948 dalla Assemblea generale
e di deterrenza, ma garantiscono solo distruzio-
dell’ONU, accolta nell’art. 6 dello Statuto della
ne, morte e conflitto senza fine.
Corte penale internazionale firmato a Roma il
Oggi, le terrificanti lezioni di Hiroshima e Naga-
17 luglio 1998, la deterrenza nucleare infatti è
saki stanno scomparendo dalla memoria.
identificabile quale crimine contro l’umanità in
La prospettiva, un tempo impensabile, di un con-
quanto Genocidio Programmato. Ma prima di
flitto nucleare è tornata ad essere possibile.
tutto è necessario unirsi al Sindaco di Hiroshima,
Più di 13.000 armi nucleari sono presenti negli
capofila, affinché sempre più sindaci di comunità
arsenali di tutto il mondo. In un mondo pieno di
locali, in Italia, in Europa e in tutto il pianeta, di-
tensioni geopolitiche e di sfiducia, questa è una
ventino Mayors for Peace.
ricetta per l’annientamento.
È l’impegno da anni assunto e portato avanti da
Non possiamo permettere che le armi nucleari
Anpi Mirano e dal suo presidente Bruno Tonolo,
brandite da una manciata di Stati mettano a
perchè, riecheggiando le sue stesse parole, ora ci
repentaglio tutta la vita sul nostro pianeta.
chiama un’altra lotta di Liberazione: la Liberazio-
Dobbiamo smettere di bussare alla porta del
ne dalla minaccia delle armi nucleari che tiene i
giorno del giudizio.
popoli in ostaggio.
Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari è 67
Appello promosso da anpi, arci, Movimento Europeo, Rete Italiana Pace e Disarmo Marco Tarquinio. “L’Italia ripudia la guerra come strumento di of-
Strasburgo, “un dialogo, non prove di forza tra
fesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
grandi
risoluzione delle controversie internazionali; con-
potenze che devono comprendere di essere sem-
sente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle
pre meno tali”.
limitazioni di sovranità necessarie ad un ordi-
Si aprano subito negoziati per un definitivo
namento che assicuri la pace e la giustizia fra le
accordo di pace!
Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni
La Russia deve immediatamente cessare le ope-
internazionali rivolte a tale scopo”.
razioni militari e a tutte le parti coinvolte chie-
(art.11 della Costituzione della Repubblica italiana)
diamo di avviare colloqui di pace e allo stesso tempo auspichiamo l’immediato ritiro delle truppe russe.
68
Siamo con la popolazione ucraina martoriata
Chiediamo a tutte le organizzazioni interna-
dalla guerra e vittima dell’aggressione russa.
zionali, in primo luogo alle Nazioni Unite, ma
L’Ucraina sta resistendo in molte forme, militari
soprattutto all’Unione Europea, di assumersi im-
e civili, ma la guerra è sempre una sconfitta, per
mediatamente la responsabilità di una interme-
tutte le parti coinvolte, per la diplomazia e per la
diazione che consenta al più presto il cessate il
politica. Negli ultimi giorni si sta facendo più net-
fuoco in Ucraina ed eviti a tutti i costi l’allarga-
ta la preoccupazione per la drammatica accele-
mento e l’aggravarsi del conflitto in altre regioni
razione di un conflitto atroce, che può portare a
d’Europa.
un tragico scontro bellico mondiale e che sta già
Chiediamo che l’Unione Europea ed il nostro
innescando una crisi alimentare pagata da tanti
governo agiscano nell’ambito dell’Assemblea
e soprattutto in alcune delle nazioni più povere
Generale delle Nazioni Unite con una decisa
del pianeta.
azione nei confronti del Consiglio di Sicurezza
Spetta all’Unione Europea la responsabilità di
per l’invio di forze di interposizione (“peace-ke-
promuovere una concreta iniziativa di pace. La
eping”) sotto la bandiera delle Nazioni Unite, per
guerra è scoppiata in Europa e saranno i pae-
garantire il rispetto del cessate il fuoco, facendo
si dell’UE a sopportarne le conseguenze sociali,
della protezione dei civili la loro priorità. Le ope-
economiche, energetiche e militari. Sarà l’UE re-
razioni umanitarie dovranno essere intensificate
sponsabile in buona parte del finanziamento e
in Ucraina e ai suoi confini. Alle Nazioni Unite va
della ricostruzione delle città e delle infrastrut-
garantito un accesso sicuro e senza ostacoli a
ture ucraine.
tutte le aree del conflitto.
L’Unione Europea deve immediatamente operare
Chiediamo che venga stabilito subito un corri-
con una sola voce, con la spinta concorde del
doio umanitario sicuro per i profughi e gli sfollati
Parlamento Europeo e della Commissione, di-
e per il transito di forniture mediche salvavita e
ventando un affidabile intermediatore e non de-
del personale sanitario.
legando
Chiediamo che l’Unione Europea agisca politica-
solo agli Stati Uniti d’America e alla NATO deci-
mente unita in sede di negoziato internaziona-
sioni che riguardano in primo luogo l’Europa.
le come soggetto mediatore con una posizione
Occorre operare affinché si stabilisca in Europa
condivisa e forte, diventando quell’importante
un nuovo clima di concordia e si avvii nel mondo,
attore autonomo ed indipendente necessario
come ha affermato il Presidente Mattarella a
nella fase di ridefinizione di nuovi equilibri geo-
politici. Bisogna allontanare il rischio che l’Euro-
glienza di profughi e immigrati e di tutti coloro
pa sia scavalcata e che siano altre le sedi in cui si
che fuggono dalle guerre, dalla violenza e dalla
prendono decisioni strategicamente fondamen-
miseria. L’accoglienza dei profughi ucraini ha di-
tali, anche per quanto riguarda un conflitto in
mostrato che l’Unione Europea può agire rapida-
uno dei Paesi ai confini dell’UE.
mente e in modo efficace, usando lo strumento
Chiediamo che venga applicato dall’Unione Eu-
della protezione temporanea, ma portando a con-
ropea l’art. 21 del Trattato dell’UE (tit.V) che san-
clusione la riforma del regolamento di Dublino.
cisce: “L’Unione promuove soluzioni multilaterali
Chiediamo che l’Unione Europea promuova nel
ai problemi comuni, in particolare nell’ambito
quadro dell’OSCE e delle Nazioni Unite e a partire
delle Nazioni Unite. (...) L’Unione opera per assi-
dagli accordi internazionali esistenti (Accordi di
curare un elevato livello di cooperazione in tutti i
Helsinki del 1975), un trattato fra tutti gli attori
settori delle relazioni internazionali al fine di: (...)
coinvolti nel conflitto, superando tutte le attività
preservare la pace, prevenire i conflitti e raffor-
fin qui portate avanti in ordine sparso da singoli
zare la sicurezza internazionale, conformemente
Paesi europei. Solo una Conferenza internazio-
agli obiettivi e ai princìpi della Carta delle Nazio-
nale potrà affrontare la questione del disarmo
ni Unite, …”
multilaterale, stabile e condiviso, priorità per la
Chiediamo che l’Unione Europea attivi un siste-
sopravvivenza dell’umanità nel tempo delle armi
ma europeo di sicurezza comune e interdipen-
di distruzione di massa sempre più governate da
dente, una vera e propria Unione della Difesa e
intelligenze artificiali e per il progresso sociale
della Sicurezza a due “braccia”, una militare non
ed economico globale.
aggressiva e l’altra civile nonviolenta, di cui sia-
L’Unione Europea, comunità di popoli e grande
no esplicitati e chiariti gli obiettivi, che dovran-
laboratorio di integrazione pacifica degli Stati,
no essere mirati alla esclusiva difesa interna del
può favorire la costruzione di un sistema di equi-
territorio dell’Unione e dei suoi Stati membri ed
librio geopolitico multilaterale, pur nel rispetto
esternamente al mantenimento della pace solo
di regimi politici ed economici diversi, e dare
e rigorosamente in quanto forze di interposizio-
impulso allo sviluppo di governance mondiale
ne (“peace-keeping”) e al tempo stesso strutturi
condivisa.
reti di difesa civile non armata e politiche comuni
Sarà per questo urgente affrontare le profonde
di cooperazione internazionale allo sviluppo so-
riforme necessarie alle istituzioni internazionali,
stenibile.
a partire dall’ONU, dalle sue strategie e dagli or-
Chiediamo che l’UE ridefinisca le regole di acco-
ganismi multilaterali a essa collegate.
69
Rotta Solidarietà
70
71
Eliseo Sonnino Di Laudadio Oceania, 2019
Il progetto “KIKI”: spazio per bambini e orfani vittime di violenza — Sara Pretalli cooperativa Iside
KIKI è un progetto che nasce dalla nostra
no rimanere esperienze frammentate e confuse,
esperienza professionale all’interno dei centri
non narrabili, nelle quali rimangono bloccati e
antiviolenza dove dal 2004 lavoriamo quo-
bloccate, in un groviglio di ricordi ed emozioni
tidianamente con la stessa dedizione e im-
sempre più dolorose. La violenza che i bambini
pegno per sostenere le donne nei percorsi di
e le bambine vivono all’interno della propria fa-
uscita dalla violenza e dove abbiamo appreso
miglia, la cosiddetta violenza assistita, genera
a identificare e intervenire sugli effetti che la
nei bambini e nelle bambine confusione, paura,
violenza assistita genera sui bambini e sulle
rabbia, tristezza, etc. Oggi è finalmente ricono-
bambine.
sciuta come una forma di maltrattamento che al pari dei maltrattamenti diretti determina effetti
72
“Ho avuto un infanzia infelice e ciò rende le per-
a breve, medio e lungo termine causando nella
sone irriverenti1” sono le parole pronunciate dal
maggioranza dei casi la trasmissione della vio-
signor Klopper, ormai diventato un adulto (felice),
lenza tra generazioni. Se questo riconoscimento
a un famoso scrittore olandese di libri per bambi-
rappresenta un importante passo in avanti molti
ni, Guss Kuijer, quando va da lui per presentargli
altri ci sembrano necessari per proseguire e mi-
il libro che aveva scritto all’età di 9 anni “Il libro
gliorare gli interventi a tutela delle piccole vit-
di tutte le cose”. Il libro racconta le vicende di un
time sia in ambito giuridico, sociale, psicologico
bambino e della sua famiglia, dove a governare è
ed educativo.
un padre, severo, rigido e violento, che a suo dire
Permangono le difficoltà di rilevazione del fe-
interpreta “la legge di Dio”.
nomeno e sugli interventi protettivi; spesso gli
I contenuti della storia hanno l’amaro sapore di
operatori dei sevizi di tutela dell’infanzia e dei
un tempo lontano eppure si ritrova anche in mol-
centri antiviolenza entrano in contatto con si-
te famiglie della nostra società ormai post-mo-
tuazioni poco chiare, incerte, in cui è necessario
derna. Solo il tempo è diverso, le situazioni sono
darsi un tempo per approfondire le situazioni
sempre più drammatiche ed i traumi relazionali
in quanto, da una parte non sempre le cose che
che ne derivano più difficili da riparare. Thomas
si conoscono per vie ufficiali sono le uniche o
ha scritto tutto ciò che non voleva dimenticare
quelle realmente accadute, dall’altra nemmeno
nel suo libro così da sapere esattamente cosa è
le donne pensano di poter riferire tutto e subito
successo nella sua vita. La storia di Thomas è la
perché troppo spaventate. È indispensabile un
storia di tanti bambini e tante bambine che cre-
buon lavoro di rete per costruire un progetto di
scono tra le violenze agite dal papà sulla mam-
intervento condiviso. E poi, anche quando si è ar-
ma: questo è il punto di vista dei bambini, questo
rivati a poter incontrare i bambini e le bambine
è ciò che hanno davanti ai loro occhi. Tuttavia
per una valutazione e poi il trattamento, diventa
per molti di loro le “cose” non sono così chiara-
necessario darsi del tempo per riuscire a creare
mente dicibili come lo sono per Thomas, posso-
un clima accogliente e di fiducia.
Il progetto “KIKI”: spazio per bambini e orfani vittime di violenza
Nel nostro lavoro, all’interno dei centri antivio-
to e nella possibilità futura di costruire relazioni
lenza, ormai quasi ventennale, abbiamo incon-
affettive positive.
trato centinaia di donne i cui racconti hanno
“KIKI” dal 2017 ha dedicato più di venti interven-
sempre incluso la storia dei propri figli e figlie; da
ti specialistici volti al contenimento di queste
qui abbiamo maturato la convinzione che il tema
sofferenze e offerto sostegno per il recupero del
della violenza assistita non può essere slegato
benessere e l’inclusione sociale dei minori. I ri-
dal tema della violenza maschile contro le donne.
sultati raggiunti fino ad oggi riguardano l’inter-
Guardare alla violenza assistita dalla prospetti-
ruzione di alcune dinamiche che hanno coinvolto
va dei centri antiviolenza permette di avere uno
i minori come spettatori e il cambiamento dei
sguardo posizionato e una metodologia di lavoro
vissuti ad essi collegati con un miglioramento
che mette al centro il riconoscimento della vio-
dello stato psico-fisico e relazionale (anche per
lenza. In altri termini, significa guardare alla re-
gli orfani speciali). KIKI, rappresenta un luogo di
lazione violenta intrisa di meccanismi di potere e
protezione per bambini, bambine e adolescenti
di controllo volutamente agiti per assoggettare
che hanno vissuto esperienze di maltrattamen-
l’altro fino alla negazione della sua stessa esi-
to e violenza e si trovano a convivere con una
stenza. Questa violenza intenzionale è esercita-
sofferenza confusiva, alimentata all’interno di
ta in maniera diretta da uomini sulle loro partner
esperienze di violenza assistita intra-familiare
e indirettamente è esercitata anche dai padri sui
condizione che se non interrotta provoca disagio
loro figli/e. Tenere presente questo consente di
e insicurezza emotiva che mette fortemente a ri-
mettere a fuoco un altro snodo fondamentale
schio la loro condizione di benessere e di cresci-
che riguarda le capacità genitoriali dei padri re-
ta. I percorsi condotti si sono offerti come spazio
sponsabili della violenza agita davanti ai propri
di “cura” dei bambini e delle bambine, ragazzi e
figli. Ci sembra che su questo aspetto ci sia anco-
ragazze, in cui essere liberi di portare il dolore
ra molto da riflettere e approfondire, soprattutto
generato dalla violenza: vista, udita, percepita e
perché assistiamo con maggior frequenza e a
talvolta anche subita direttamente nel tentativo
più livelli (giuridico, sociale, culturale) all’assolu-
di prendere posizione e difesa della propria ma-
zione degli uomini maltrattanti “però è un buon
dre e di iniziare, ciascuno/a con il proprio tempo
padre” e una più frequente condanna delle madri
e modo, a rielaborarlo accompagnati da una re-
per le loro capacità genitoriali ritenute non suf-
lazione terapeutica ed educativa fondata sull’a-
ficientemente adeguate e protettive verso i figli,
scolto, rispetto, riconoscimento,
in quanto incapaci di difendersi-li dalle violenze. Quanto appena descritto rappresenta un’impor-
KIKI è un luogo sicuro e protetto;
tante premessa per capire il progetto “KIKI” e i
KIKI uno spazio di accoglienza,
suoi principi fondanti.
ascolto in cui essere riconosciuti/e;
Il progetto KIKI è stato pensato come uno spazio
KIKI è un percorso che sostiene
per i bambini e le bambine, le e gli adolescenti
preziose esperienze di gioco;
che hanno vissuto esperienze di maltrattamen-
KIKI è espressione e dialogo;
to e violenza all’interno delle mura domestiche
KIKI è una relazione che aiuta a
nell’obiettivo di contribuire in modo significativo
ritrovare la fiducia in sé e nel mondo
all’emersione e alla comprensione del fenomeno
adulto;
della violenza assistita, anche con esiti fatali nel
KIKI aiuta la ripresa della crescita
caso degli orfani di femminicidio; per questi ul-
fisica e psicologica;
timi perdere la propria madre per mano di colui
KIKI è uno spazio di cura.
che quel genitore avrebbe dovuto amare, è un’esperienza devastante che genera un senso di profonda insicurezza e sfiducia nel mondo adul73
Ma niente e nessuno sarà escluso se guardiamo il mondo con i nostri occhi — Roberta Purisiol Maddalena Tiburzio
Il progetto Rotta Solidarietà intrapreso da Anpi
di usare come lente attraverso la quale guardare
Sette Martiri lo scorso anno prende il largo anche
il mondo per l’iniziativa Rotta di Solidarietà del
in questo 2022 sempre tenendo ben saldi due
2022: collaborando con il docente di fotografia
presupposti fondamentali, quello di avvicinare
artistica Alessandro Valeri del centro Pitigliani
in un dialogo concreto i cittadini alle realtà resi-
di Roma e con la cooperativa sociale Iside, attiva
stenti presenti in città e quello di sollecitare una
con tre Centri antiviolenza nel nostro territorio,
solidarietà necessariamente attiva, nella consa-
perché la nostra azione possa così contribuire
pevolezza che senza solidarietà non c’è futuro.
al finanziamento dell’apertura dello Spazio Kiki,
Sopra l’entrata della sede della CGIL di Roma, che
dedicato ai più piccoli.
abbiamo visto assaltata dai fascisti il 9 ottobre
Perché parlare di donne significa parlare del
scorso, ci ha colpito l’insegna che dice “la violen-
mondo e del futuro: delle donne che lavorano,
za sulle donne è una sconfitta per tutti”, una frase
in casa non salariate e fuori casa salariate infe-
perfetta e giusta quanto imperfetta e ingiusta.
riormente a parità di competenze e mansioni. Le
Da una parte è vero: una società che permette
donne che crescono la futura classe lavoratrice e
e perdona e in ogni caso non educa né previene
la futura classe dirigente. Le donne che combat-
la violenza contro le donne è una società che ha
tono e subiscono le guerre, la peggiore invenzio-
fallito. Dall’altra però è una frase che non mostra
ne umana, in Afghanistan, in Ucraina come nel
vie d’uscita, neanche a breve termine.
Rojava; che hanno combattuto nella Resistenza
Ma rimane una frase giusta, che abbiamo scelto
italiana ed europea, ma che hanno a che fare quotidianamente con una guerra strisciante e continua, spesso dentro le mura domestiche, una violenza che non smette di mietere vittime. Giovanni Mammone, Primo Presidente della Corte Suprema di cassazione, ci ha ricordato che i dati raccolti durante l’emergenza pandemia dimostrano un consistente calo dei crimini violenti, ma un forte aumento della violenza di genere all’interno delle famiglie. Di queste violenze sono spesso vittime dirette anche i bambini e le bambine, a partire dagli orfani di femminicidio, ma investe tutti coloro che subiscono nelle proprie case la “vio-
74
75
Paola Volpato , L’Ampiezza della Vita gli si stende Davanti, 2012
rizzo conibambini.openpolis.it Visti i numeri è importante intervenire sulle conseguenze psicologiche che i figli, sia maggiorenni che minorenni, potranno avere nel corso della vita. In Italia gli orfani di femminicidio sono ancora una questione sottovalutata: non esistono protocolli di intervento comuni e omogenei su tutto il territorio, e le stime su quanti siano gli orfani per quanto ancora parziali e incomplete stimano che risulti un numero che supera i 2000. All’interno della normativa italiana sono definiti orfani di crimini domestici, in quanto si ritrovano con una situazione familiare distrutta. Bambini e ragazzi che, nel caso in cui non abbiano parenti prossimi disponibili a prendersene cura, vengono affidati ad altre famiglie o a centri per il supporto familiare. Con il decreto ministeriale 71/2020 sono state regolamentate le misure di sostegno agli orfani di crimini domestici e di reati di genere e alle
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lenza assistita”, una forma silenziosa e costante
famiglie affidatarie, già stabiliti nella
di violenza che mina il loro equilibrio psico-fisico
legge 4/2018 che stabilisce quali tutele spettano
ed è in grado di produrre effetti gravissimi per
agli orfani a causa di crimini domestici. Tra le al-
tutta la vita.
tre cose è previsto il diritto alla liquidazione del
Dai dati Istat emerge che da marzo a giugno
danno, alla pensione di reversibilità e all’asse-
2020 le donne vittime di violenza con figli sono
gnazione di alloggi di edilizia pubblica, la facoltà
state 3.801, un numero che negli ultimi cinque
di cambiare il cognome e la possibilità di accede-
anni è considerevolmente aumentato: dai 1.930
re a un Fondo di solidarietà che finanzia percorsi
casi rilevati negli stessi 4 mesi del 2015 al dato
di studio, formazione e inserimento lavorativo.
paurosamente vicino ai 4000. I figli sono essi
Per le famiglie affidatarie c’è un sostegno econo-
stessi vittime, insieme alla madre, in quanto as-
mico di 300 euro al mese per ogni minore a carico
sistono e in alcuni casi subiscono la violenza.
ma, secondo le associazioni che seguono i fami-
Sempre nei mesi in analisi del 2020 si è registrato
liari, le sole sedute necessarie di psicoterapia ne
il secondo numero più alto di figli che hanno as-
richiedono mediamente quasi il triplo; e i fondi,
sistito a violenza domestica, pari a 1.923.
cui si accede con i tempi infiniti della burocrazia,
La stessa tendenza si riscontra relativamente ai
dai 12 ai 18 mesi dalla richiesta, comunque sono
figli che hanno subito violenza in prima persona:
previsti solo fino ai 18 anni e solo per chi orfano
sono stati registrati 354 casi di violenza sui figli,
lo è diventato dopo il 2010.
107 in più rispetto al 2016.
Sempre senza una rete, senza coordinamento
Le elaborazioni dei dati Istat si trovano all’indi-
tra i servizi, senza un’anagrafe e persino dei dati
Ma niente e nessuno sarà escluso se guardiamo il mondo con i nostri occhi
statistici affidabili che documentino quanti sono,
Io credo che dobbiamo farci carico di questi
effettivamente, gli orfani di femminicidio da so-
bambini, che non sono figli di nessuno, sono figli
stenere.
di tutti. Si dice “it takes a village”, ci vuole un vil-
La solidarietà è un percorso ed è ciò che la distin-
laggio per tirar su un bambino. Crescere un bim-
gue dalla beneficienza, che si risolve nell’attimo,
bo è un percorso di solidarietà, perché aver cura
nell’atto del dono e non c’è niente di male, anzi,
di una bimba non si risolve con un’offerta, pure
ma finisce lì.
utilissima ovviamente, ma con la cultura della
La solidarietà è un percorso, una specie di Enti-
cura e della responsabilità, del rispetto e del so-
cklungsroman di ognuno di noi coinvolto nel pro-
stegno collettivi nel tempo.
getto. E in questo percorso incontri e stabilisci relazioni con persone e realtà che non conosce-
La mostra che abbiamo inaugurato è un pun-
vi, ritrovi e consolidi vecchie amicizie, condividi,
to ma non di arrivo, un momento importante
scambi, ti scontri, ti confronti, a volte capisci e a
di questo percorso, ma non è la conclusione. Le
volte no. Ma necessariamente cambi.
relazioni si sono stabilite, delle cose le abbiamo
Oggi non sono la stessa persona che è salita a
apprese, ma una volta che consegneremo i fondi
bordo della Mare Ionio due anni fa. Perché ho
raccolti alla Cooperativa Iside, il lavoro di tutto
avuto l’opportunità di conoscere da vicino due
questo villaggio non finisce, perché dobbiamo
realtà – quella di Mediterranea Saving Humans
affermare con forza la centralità delle bambine e
lo scorso anno e quella di Iside quest’anno – che
dei bambini per il futuro di tutti. Perché dobbia-
mi hanno insegnato a capire tantissime cose del-
mo chiedere che la legge per la tutela dei minori
la complessità e della difficoltà delle situazioni
che hanno vissuto e subito violenza domestica
e delle realtà in cui operano, della fragilità e dei
venga applicata e che le varie tutele che noi per
bisogni dei soggetti che le abitano, i protagonisti
primi in Europa abbiamo messo nero su bianco,
di storie incredibili, dei veri racconti dell’orrore.
siano più accessibili, più facilmente fruibili, che il
C’è un filo rosso dunque che unisce la prima edi-
supporto di questi nuclei familiari sia maggiore.
zione di Rotta Solidarietà a quella di quest’anno.
L’anno scorso dicevamo “chi salva una vita, salva
Abbiamo dedicato il progetto di quest’anno ai
il mondo intero”, quest’anno diciamo tutti insie-
bambini e ai ragazzi che hanno assistito o subito
me “chi salva un bambino, salva il futuro”.
violenza domestica e che hanno perso la mamma.
77
Shame — Vera Mantengoli giornalista
La loro infanzia è stata una ferita che non si è
munità Simone Padovani. Ogni scatto in bianco e
mai rimarginata. Un buco nero che ha continuato
nero ritrae una persona che dell’infanzia ricorda
negli anni a consumare le loro vite, spingendoli
soltanto una vertiginosa sofferenza e che chie-
spesso a tentare il suicidio. Parliamo dei bambini
de allo spettatore di diventare attivo: il passato
vittime di abusi da parte di adulti che li hanno
non si può cambiare, ma il futuro sì e dipende da
usati per il loro piacere o per i loro affari, mani-
ognuno di noi. L’esposizione annuncia infatti l’i-
polandoli psicologicamente e addirittura ven-
nizio della campagna europea Justice Initiative
dendoli come merce nei gironi infernali dei traf-
per modificare in ogni Stato la legge sui minori
fici umani. Oggi quei bambini sono cresciuti e, a
abusati. Promosso dalla Fondazione Guido Fluri,
nome di tutti quelli che ancora stanno subendo,
il progetto è quello di avviare una raccolta firme
chiedono giustizia mettendoci letteralmente la
in ogni Paese per poi presentarla al Consiglio
faccia. I loro volti sono stati esposti per la pri-
d’Europa per avviare una revisione legislativa
ma volta a luglio nella sede di Emergency in Giu-
che tuteli completamente le vittime. Padovani
decca nella mostra itinerante Shame. European
ha girato l’Europa raccogliendo le testimonianze
Stories, a cura del fotografo e psicologo di co-
più disparate unite dallo stesso filo conduttore:
JUSTICE INITIATIVE EXHIBITION PROJECT
UNDER THE PATRONAGE OF
78
Shame
bambini che hanno subito violenza all’interno
al Consiglio d’Europa volta a una revisione legi-
della famiglia, del clero, degli istituti che dove-
slativa che tuteli maggiormente le vittime. Nella
vano proteggerli, dei traffici umani, della guerra.
mozione si chiede che vengano garantite inda-
Un elenco lunghissimo che vede i bambini vittime
gini indipendenti sulle violazioni dei diritti dei
inermi, privati di ogni diritto. Le leggi attuali non
bambini e che ci sia un riconoscimento ufficia-
danno infatti ancora ai minori la totale garanzia
le dello Stato di vittime. Lo chiedono oggi nelle
di avere un percorso psicologico e giuridico ade-
fotografie quegli adulti che da bambini hanno
guato. Spesso i bambini riescono a denunciare
conosciuto dei familiari che si sono rivelati degli
soltanto da adulti le violenze subite, ma non esi-
orchi, quegli adulti che da bambini sono stati in
ste una rete di sostegno che li protegga nell’iter
istituti dove hanno trovato dei tutori che si sono
di denuncia che diventa un altro calvario. Nelle
approfittati di loro, quegli adulti che da bambini
immagini esposte, a grandezza naturale, questi
hanno vissuto la guerra e gli orrori che ogni con-
adulti ci guardano in faccia e ci domandano che
flitto porta. Alla fine delle loro testimonianze la
cosa stiamo facendo, ci chiedono quanto ne sap-
richiesta di intervenire, di non essere passivi, di
piamo dei minori abusati e quanto siamo dispo-
fare qualcosa perché soltanto in questo modo si
sti a scendere in campo per loro. «Attualmente
può mantenere viva la speranza di salvare altri
in Italia mancano fondi dedicati ai minori abu-
bambini e bambine, oggi senza voce.
sati, un coordinamento a livello governativo che metta insieme le diverse realtà sparse sul territorio e una raccolta sistematica che documenti
JUSTI EURO
gli episodi di maltrattamento dei minori» spiega Padovani. «La campagna partirà a settem-
www.ju
bre e non ha un colore politico perché punta a coinvolgere tutti, dall’opinione pubblica a chi poi
Dopo av Consiglio Fluri lan europei progetti informaz in ogni P una mo europea Consiglio di sensib sul prob dell’abus con il fine la legisla dell’infan
operativamente può incidere sul governo». L’iniziativa punta al Referendum propositivo e a raccogliere 500 mila firme per poi presentare una proposta di legge in Parlamento per chiedere l’approvazione. Nel caso in cui entro 18 mesi la proposta non sia approvata, si prenderà la strada del Referendum nazionale. Sono già numerosi i partner che hanno aderito alla campagna, da Amnesty a Save the Children, senza dimenticare Emergency. A
La prima il Palazz Giudecca nella ma
livello europeo, coordinate dalla Fondazione Guido Fluri, sono una trentina le associazioni che hanno presentato una mozione 79
Non distogliere lo sguardo, non rimanere in silenzio — Maria Teresa Sega Presidente Associazione rEsistenze
«C’è un altro modo di lottare senza armi per la
fuga, ma risospinse le donne in una condizione
libertà. Possiamo lottare con la mente; fabbrica-
di privazione di diritti e di libertà personale che
re delle idee…» scrive Virginia Woolf in Pensieri
interrompeva i loro sogni di emancipazione: ve-
di pace durante un’incursione aerea. Fabbricare
niva di nuovo proibito studiare, lavorare, uscire
idee, rispondere al fragore della battaglia con “le
da sole, fare sport e arti. Ci giungevano appelli
armi del pensiero” è ciò che ci ha spinte, dopo
delle donne che chiedevano aiuto e di non esse-
l’invasione dell’Ucraina, a cercare un modo per
re dimenticate: «Per favore aiutateci a far sì che
esprime lo sconcerto, l’incredulità, il dolore per
questo mondo si preoccupi di quello che ci sta
questa nuova devastante guerra che ci aveva
succedendo…Siate le nostre voci fuori dall’Afgha-
ammutolite. Abbiamo pensato che fosse neces-
nistan», ha scritto Sahraa Karimi, regista afgha-
sario non distogliere lo sguardo – gli occhi sono
na che ha scelto di restare nel suo paese. Molte
il simbolo della mostra - provare a formulare
donne reagirono scendendo in piazza con cartelli
pensieri con i quali accompagnare le azioni di
a rivendicare il diritto allo studio e al lavoro. Af-
solidarietà, ad affermare ed opporre una cultu-
ghane della diaspora lanciarono varie campagne
ra della pace alla distruttività e disumanità del-
sui social, come Don’t touch my clothes: posta-
la guerra. La mostra rEsistenti, scrive Francesca
vano immagini nelle quali comparivano a volto
Brandes nel catalogo, «racconta le emergenze
scoperto indossando i loro coloratissimi vestiti
che ci circondano», ma anche «il desiderio di
tradizionali (simili a quelli che noi ragazze italiane
trasformare l’esistente».
indossavamo negli anni Settanta). Molte furono le
Un anno fa su «Resistenza e futuro» avevo scritto
manifestazioni di solidarietà. Con Anpi Mestre e
un testo - Antigone - o della disobbedienza civile
associazione Giuristi democratici organizzammo
- per presentare il progetto dell’associazione rE-
a Mestre un presidio, al quale hanno partecipato
sistenze che si prefiggeva di raccontare storie di
più di trenta organizzazioni e movimenti del terri-
salvezza e di cura dei disperati che partono alla
torio, e il convegno Quale futuro per l’Afghanistan
ricerca di una vita migliore, in fuga da dittature
e per i diritti delle donne.
e fame, con barconi attraverso il mare Mediterra-
Il 24 febbraio 2022 l’invasione russa dell’Ucrai-
neo o a piedi lungo la rotta balcanica. A metà ago-
na ci ha ancora una volta spiazzate e obbligate
sto 2021 un altro drammatico evento ci distolse
a volgere lì la nostra attenzione. Vedevamo don-
da questo proposito, spingendoci a dirigere altro-
ne in fuga per portare in salvo i bambini, men-
ve la nostra attenzione: l’abbandono dell’Af-
tre gli uomini in direzione opposta andavano
ghanistan da parte degli USA,
a combattere. Altre resistevano dentro i rifugi
dopo e → In margine alla mostra rEsistenti – pensieri e opere di pace Emergency 6-26 luglio 2022 promossa da rEsistenze-memoria e storia delle donne in Veneto e Anpi 7 Martiri di Venezia
80
vent’anni, il
sotto i bombardamenti cucinando il cibo, assi-
ritorno
stendo vecchi, malati e feriti. Le tante ucraine
al potere dei
che vivono e lavorano in Italia, che abbiamo vi-
talebabani
a
sto alle manifestazioni con le bandiere gialle e
Kabul,
fatto
blu, si sono subito attivate per accogliere, invia-
che non solo
re aiuti, mantenere i contatti. Dall’altra parte la
precipitò il pa-
resistenza delle donne russe è rischiare l’arresto
ese nel caos,
manifestando il loro dissenso in mille modi cre-
con
migliaia
ativi: scrivere «no alla guerra» sulla neve, can-
di persone in
cellare la lettera Z, scrivere messaggi su banco-
Non distogliere lo sguardo, non rimanere in silenzio
note, cantare canzoni ucraine. Non rimanere in silenzio. «Ho paura ma non taccio» ha scritto in un cartello Yulia. Ljudmila Annenkova è stata nuovamente arrestata per aver manifestato in abito bianco sul quale aveva sparso vernice rossa: «Non Antonia Trevisan, Vita
possiamo lavarci il sangue». Yelena Osipova, anziana artista e attivista sopravvissuta all’assedio di Leningrado del 1941-44, più volte arrestata durante le manifestazioni di dissenso contro Putin e per la liberazione dei dissidenti, è stata arrestata a S. Pietroburgo mentre manifestava con enormi disegni: uno di questi è
dimostra la storia, durante la guerra il rischio di
dedicato alla sofferenza delle madri ucraine. In
essere violentata aumenta per qualsiasi donna.
uno dei suoi manifesti è scritto: «Soldato, metti
Per questi e molti altri motivi le femministe russe e
via la tua arma e sarai un vero eroe! ». A San Pie-
coloro che condividono i valori femministi devono
troburgo il 9 maggio, sulla prospettiva Nevsky, si
prendere una posizione forte contro questa guer-
è svolta la manifestazione delle Donne in Nero:
ra scatenata dalla leadership del nostro Paese».
tenevano in mano una rosa bianca e una copia
(Comunicato della FAR-Resistenza Femminista
del libro di Svetlana Aleksievič, Ragazzi di zinco,
russa contro la Guerra, diffuso l’8 marzo 2022).
raccolta di testimonianze sulla guerra afghana dedicata ai quattordicimila giovani soldati rus-
Arte e poesia come resistenza
si che tornarono in patria chiusi nelle casse di
Volevamo dare voce e volto a forme seppur mi-
zinco e che furono sepolti di nascosto. Oggi loro
nime di dissenso, a resistenze quotidiane fatte
denunciano il fatto che il regime di Putin occul-
di fatiche, dolore trattenuto e gesti di cura, di
ta il numero dei soldati russi caduti e il numero
accoglienza e di riparazione. Abbiamo scelto il
di civili e bambini uccisi in Ucraina. Pretendono
linguaggio dell’arte e della poesia come ricerca
verità. Questo il loro manifesto: «Come cittadine
di un cambiamento dello sguardo, come possi-
russe e femministe, condanniamo questa guerra.
bilità di trasformazione della realtà esteriore ed
Il femminismo come forza politica non può essere
interiore. Tessere, ricucire, riparare, rammen-
dalla parte di una guerra di aggressione e occu-
dare, intrecciare sono gesti della manutenzione
pazione militare. Il movimento femminista in Rus-
della vita che nelle opere d’arte diventano segni
sia lotta per lo sviluppo di una società giusta con
e forme che consentono di rappresentare l’indi-
pari opportunità e prospettive, in cui non ci può
cibile, di elaborare simbolicamente la rottura, lo
essere spazio per la violenza e i conflitti militari.
strappo, lo sradicamento. Katia Margolis, russa
... Guerra significa violenza, povertà, sfollamenti
del dissenso che vive a Venezia da anni, per set-
forzati, vite spezzate, insicurezza e mancanza di
timane dopo l’invasione dell’Ucraina non riusciva
futuro. È inconciliabile con i valori e gli obiettivi
ad esprimere la propria angoscia, finché ha visto
essenziali del movimento femminista. La guerra
in un mattone buttato la possibile rappresenta-
esaspera la disuguaglianza di genere e ritarda di
zione del peso interiore che la paralizzava ed è
molti anni le conquiste per i diritti umani. La guer-
diventato oggetto iconico delle sue opere: peso
ra porta con sé non solo la violenza delle bombe e
da portare, peso da sollevare. Arsine Nazarian,
dei proiettili, ma anche la violenza sessuale: come
veneziana di origine armena, ha dedicato alle 81
Non distogliere lo sguardo, non rimanere in silenzio
tra le quattro mura, io continuo a pensare che ho fatto assolutamente il mio dovere. In questo paese, buio come la notte, dove tutti i nostri diritti Annamaria Redolfi De Zan, Burka
sono stati incrociati con sangue rosso, sapevo che stavo per essere imprigionata», ha scritto in una lettera dal carcere. Poiché le avevano sequestrato pennelli e colori, ha cominciato a farlo con le mani su fogli di giornale, o con pennelli fabbricati con piume d’uccello e capelli, usando materiali come succo di piante, concentrato di pomodoro, caffè, tè, cenere di sigaretta, curcuma e sangue mestruale. Ha scritto: «Questa, per me, è una forma di resistenza contro la cultura maschilista che maledice la donna da circa cinquemila anni. Penso di aver creato un buco nel muro della censura e della violenza che ha paura anche della pittura. Inoltre, le mie compagne di cella mi hanno aiutata Giulia Pitacco, Manifesto per Antigone
a procurarmi i materiali, a nascondere i dipinti e a farli uscire fuori dal carcere, cosa che era vietata. Quindi si può parlare di una resistenza femminile collettiva che abbiamo organizzato dentro la prigione». Nella mostra rEsistenti l’opera di Maria Letizia Gabriele e Marina Luzzoli «Sulla via della sposa» è dedicata a lei (vestito rosso) e a Pippa Bacca (vestito bianco), l’artista che voleva raggiungere Gerusalemme in autostop, vestita da sposa, attraversando paesi teatro di conflitti come messaggio di pace, violentata e uccisa in Turchia nel 2008. In mille modi le donne afghane,
82
diaspore del suo popolo – l’ultima nel 2020 in
dopo il ritorno dei talebani, sfidano le proibizioni
seguito al conflitto tra armeni e azeri nel Nagor-
che le condannano al silenzio e all’oscurità. Resi-
no Karabakh – un’istallazione in cui campeggia
stenza per loro è studiare, fare musica, scrivere
la rappresentazione in forma di vaso aperto ri-
poesie da far circolare in forma anonima e clan-
empito di sale di Hanuit, la dea-terra madre, cir-
destina, perché in Afghanistan si può morire di
condata da 107 ciotole con altrettante piantine
poesia. I landay sono poesie brevi, con radici an-
quanti sono gli anni trascorsi dal genocidio ar-
tiche, utilizzate dalle donne pashtun per denun-
meno ad opera dei turchi. I semi della terra, titolo
ciare le violenze e i soprusi subiti. Sono diventa-
dell’opera, germoglieranno altrove garantendo,
ti una voce clandestina di ribellione e un modo
pur nel dolore della perdita, la continuità della
universale di denuncia delle violenze subite dal-
vita: un messaggio di speranza. L’arte ha per-
le donne (i matrimoni imposti sono un bersaglio
messo a Zhera Doğan, artista e giornalista kur-
frequente). Il landay ripetuto nelle nostre comu-
da-turca, arrestata Il 21 luglio 2016 per aver pub-
nicazioni - Come un giardino fiorito in un villaggio
blicato sui social media un dipinto raffigurante la
devastato - ci è sembrato rappresentare il signi-
distruzione della città kurda di Nusaybin e con-
ficato della mostra rEsistenti: guardare oltre un
dannata a 2 anni, 9 mesi e 22 giorni di carcere, di
presente di violenza e devastazione, mantenere
sopravvivere. «Ora, anche se sono intrappolata
viva la speranza, desiderare un cambiamento.
Arsine Nazarien, I semi della vita
Nell’ambito della mostra si è tenuta una lettura per testimoniare che la poesia è coraggio - come scrivono nel catalogo della mostra Laura Guadagnin e Grazia Sterlocchi - «non rimozione dai luoghi del male, anche radicali come la guerra […] nell’intento di stare in presenza, di agire una parola che trasforma la realtà interiore, la cura e ricuce, oltre la ferita, per non soccombere ai mali
ministrazione autonoma del Rojava ha dichiara-
del mondo». Le poete hanno accostano la parola
to lo stato di emergenza per gli attacchi con gas,
all’arte visiva nell’agire gesti della cura, della ri-
bombardamenti e uccisioni di persone con droni.
cucitura di lacerazioni e strappi, violenze talvol-
Armi pesanti e convogli militari si stanno con-
ta taciute presenti anche in contesti quotidiani,
centrando al confine. L’associazione UDIK-donne
che la guerra porta in evidenza ed esaspera.
italiane e kurde ha diffuso l’appello al Presidente della Repubblica, al Governo, al Parlamento affin-
Altre guerre: donne senza pace
ché operino nel rispetto dell’art. 10 della Costitu-
Le donne afghane e le donne kurde ci chiedono di
zione dando solidarietà e accoglienza alle donne e
non essere dimenticate. Non possiamo rimanere
uomini curdi eventualmente estradati da Svezia e
indifferenti. A loro, che vivono in una condizione di
Finlandia ed assicurino sostegno al popolo kurdo.
privazioni di diritti e rischio della vita, abbiamo de-
Vien da chiederci: Noi Occidente, noi Europa, che
dicato un incontro per ascoltare testimonianze e
ci ergiamo a difensori di libertà e democrazia, ci
grida di aiuto. In Turchia – paese parte della NATO
indigniamo per questa muova guerra e reagiamo?
e nostro alleato – sono morte in carcere donne
O rimaniamo sordi e ciechi alle richieste di ascolto
come Ebru Timtik, avvocata e attivista impegnata
e attenzione? La mostra rEsistenti presenta lavori
nella difesa dei diritti umani, arrestata con l’accusa
di artiste e un artista liberamente ispirati a don-
di terrorismo per aver difeso dissidenti kurdi, mor-
ne che – dall’Afghanistan alla Siria all’Ucraina e
ta dopo 238 giorni di sciopero della fame per avere
ad altri contesti di guerra - rispondono resistendo
un processo equo. Hevrin Kalhaf, segretaria del
con coraggio e creatività alla cancellazione delle
Partito del futuro siriano, che si batteva per la con-
libertà, alla sottrazione di diritti e alla violenza.
vivenza pacifica tra Kurdi, cristiano-siriaci e arabi,
L’associazione rEsistenze-memoria e storia delle
fu uccisa per mano di milizie jihaidiste filo-turche.
donne, con l’Anpi 7 Martiri di Venezia, ha promos-
Le combattenti del YPJ - Unità di difesa delle don-
so questa iniziativa con il duplice scopo di scam-
ne che dal 2013 affianca l’YPG, l’Unità di protezione
biare pensieri e parole di pace in tempi di guerre
popolare della coalizione del Rojava - che hanno
e sostenere le azioni di pace di Emergency. Nella
contribuito alla liberazione di Kobane e lottano per
convinzione - come ha scritto Gino Strada - che
la libertà del Kurdistan ma anche per la liberazione
«la costruzione e la pratica dei diritti umani sono
della donna contro la cultura patriarcale, vedono i
il migliore antidoto, la migliore prevenzione della
loro villaggi devastati. Nel 2019, dopo che gli Usa
guerra».
se ne sono andati dalla Siria, Erdoğan ha lanciato contro il Rojava siriano l’operazione “fonte della pace”, bombardando i villaggi kurdi in Siria e Irak e provocando morti, distruzioni ed esodi. E oggi – dopo il Memorandum trilaterale del 28 giugno – Erdogan, il dittatore nostro “alleato”, ha barattato i rifugiati kurdi in Svezia e Finlandia con l’ingresso nella Nato di quei paesi ed è ripresa l’offensiva turca contro i kurdi nel nord-est della Siria. L’am-
Bibliografia Virginia Woolf, Le tre ghinee, Feltrinelli, 2014. Ead., Pensieri di pace durante un’incursione aerea, in “Guerre che ho visto, “Quaderni di via Dogana”, 1999. La guerra non ci dà pace. Donne e guerre contemporanee, Edizioni SEB, 2005. Maria Grazia Di Rienzo, Morire di poesia, 2012. Zhera Doğan, Avremo anche noi dei bei giorni, Fandango, 2022. Gulala Salih, Identità sospese. Donne immigrate tra sfide e battaglie, Edizioni Eurooffset, 2022. Bruna Bianchi, Ho paura ma non taccio, comune info 29-6-22.
83
rEsistenti — Francesca Brandes giornalista curatrice d’arte Come un giardino fiorito, in un villaggio devastato,
prima ancora che fiori.
sta la forza di un messaggio di pace: secondo i
Per questo, l’adesione a rEsistenti appare tanto
versi di un landay ormai celebre, i versi combat-
pregnante: tutte e tutti in ascolto di ogni voce
tivi della resistenza delle donne afghane, la forza
che abbia coraggio di farsi udire. Il racconto
di chi sa contrapporre all’assurdità di ogni guer-
corale, dallo spunto iniziale di dedica alla forza
ra il pensiero, la riflessione critica, la valenza del-
delle donne afghane, si è poi declinato in opere
la vita, nonostante tutto.
che abbracciano la vita tutta: ogni storia, ogni in-
In quest’ottica di opposizione costruttiva, le ar-
giustizia vissute con l’energia di chi si vesta, no-
tiste e l’artista riuniti nella collettiva rEsistenti, a
nostante tutto, dei propri panni migliori. Limpidi,
cura di Francesca Brandes e Maria Teresa Sega,
lustrali, autentici.
portano il loro messaggio nella sede veneziana
Una cascata di stelle nei deserti del nostro pre-
di Emergency.
sente, nei singhiozzi a chiome sciolte delle notti
Un luogo emblematico, per un’esposizione che
come scrive Osip Mandel’stam; una trama in-
si configura come espressione significativa di
finita di tocchi sensibili, per un’identità fluida,
dissenso. rEsistenti racconta le emergenze che ci
nomade, che sottostà solo al crisma dell’essere
circondano, le contraddizioni profonde, ma an-
umani e lo dichiara, a mani spiegate. Il risultato
che il desiderio fattivo di trasformare l’esistente
ci ha stupito via via che la mostra ha preso for-
attraverso le proprie opere.
ma, quasi un fiore sbucato a forza dall’asfalto:
C’è spazio per fotografe come Annalisa Ceolin,
per energia, per intensità e bellezza.
Marina Luzzoli e Maria Letizia Gabriele; videoar-
Più che mai, il termine biblico davar si concre-
tiste come Elisabetta Di Sopra e Marica Moro; pit-
tizza: essere parola, essere cosa al tempo stes-
trici come Serena Nono, Antonia Trevisan, Paola
so. Partire dalla parola, quella negata, sepolta,
Volpato; una decana della fiber art, Wanda Ca-
occultata. Quella che fiammeggia negli occhi
saril; la ceramista Arsine Nazarian. Altrettanto
che scrutano la realtà. L’essere cosa fattiva della
significativi, nella pluralità delle voci, l’apporto
parola, servirsene come arma potente, decisiva.
di un altro pittore, Nicola Golea; i lavori di Luana
Ogni artista di rEsistenti non ha taciuto, è la no-
Segato, Sarah Seidmann, Annamaria Redolfi de
stra vittoria.
Zan, Paola Signorelli, Katia Margolis, Graziella Da
84
Gioz, Giulia Pitacco. Su tutto, simbolo dell’intera
Annalisa Ceolin – fotografa, militante di lun-
iniziativa, gli occhi indagatori tessuti da Teodo-
go corso, intelligente interprete di mondi poetici
linda Caorlin.
– porta ad Emergency due foto retroilluminate.
Perché, bisogna ribadirlo con tutte le proprie for-
Sono donne intente alla lettura, ma una pioggia
ze, l’unica vera resa è il silenzio. C’è un tempo in
bruciante, di sangue, d’inchiostro, le inonda in
cui l’urgenza del rispondere è massima, anticipa
tragedia. Il titolo, Il Paradiso brucia, è ripreso da
addirittura la chiamata. Si è improvvisamente
una silloge della poeta lussemburghese Anise
già pronti.
Koltz, ma lo spirito con cui Annalisa le ha scelte
Passi talvolta impulsivi, o distillati anche incon-
per rEsistenti è un omaggio alle donne afghane a
sapevolmente nell’anima, ma sempre pieni d’in-
cui è stata tolta proprio la possibilità di leggere,
tegrità. Atti che espongono e, insieme, mettono
di scrivere, di conoscere.
radici. Così la libertà diventa obbedienza ad un
Anche il video Pietas della videoartista Elisa-
invito intimo, quasi un albero che faccia frutti,
betta di Sopra racconta una storia di privazio-
Maria Letizia Gabriele, Marina Luzzoli Sulla strada della sposa
ne: una donna non più giovane che, nell’aspetto, richiama la Medea pasoliniana, colta sulla riva del mare ad attendere i figli dispersi, a cercarne le tracce nei poveri oggetti che la risacca restituisce. Un epos struggente e domestico al tempo stesso, vicenda di sentimenti tradotti attraverso il corpo, com’è la cifra distintiva di Elisabetta, che da molti anni indaga senza alcuna retorica l’espressività del quotidiano. Completamente diverso, per ritmo e resa scenica, in una dimensione da cartoon, l’altro video presente in mostra: Sweet Dreams di Marica Moro, un inno di speranza contro la violenza sulle donne, la rappresentazione di un sogno in cui finalmente, tutte insieme, si sconfiggerà la violenza e si riemergerà, come le sue stilizzate bam-
tutti sentiamo, per questi giorni assurdi e diffici-
bole, da un vaso simbolico. Un turbine di energia
li; il peso che vorremmo alleviare. Decide, nelle
pop, che connota tutta la produzione dell’artista
opere esposte, di materializzare l’onere e portare
milanese, con collaborazioni fattive nel mondo
il resto sul piano bidimensionale: la serie utilizza
dell’impresa ed esperienze di arteterapia.
mattoni autentici, concettualmente e material-
Paola Signorelli, pittrice, affronta la tematica
mente irrinunciabili, a schiacciare figure sottili,
dell’esodo nei suoi oli su tela: figure femminili in
esili speranze, memorie. La storia parte da ciò
cammino verso un futuro non definito. Pare qua-
che non si può strutturalmente eliminare, per co-
si di scrutare destini, e storie che si ripetono, da
struire alternative d’infinita poesia. La moglie di
una generazione all’altra; pazienza e carico, sen-
Lot, ad esempio, pare quasi in grado di sollevare
za scoprire i volti; tanto coraggio nella precarietà
il macigno, nel dare speranza.
del transito, forse rassegnazione. Le donne di
Paola Volpato, pittrice e poeta, una lunga con-
Paola, Donne che vanno, resistono con dolcezza:
divisione di tematiche e di lotte contro i femmi-
nel moto delle anche, armonico; nella curva delle
nicidi e la violenza contro le donne, per il rico-
spalle gravate.
noscimento dei diritti, sceglie per rEsistenti un
Sarah Seidmann, pittrice, scultrice, performer,
approccio indiretto, ma ugualmente significa-
in perfetta sintonia, propone i suoi Fardelli: li no-
tivo: in Attesa, contrappone all’andare cupo e
tomizza, in bacheche, come esemplari da museo,
senza speranze, in un ambiente deteriorato, un
o li lascia semiaperti per farne scrutare i conte-
frammento di Paradiso. La Flora botticelliana, il
nuti, in fagotti di esistenza. Sono il peso dei no-
vivo verde dell’erba, il dettaglio del piede che la
stri giorni, tesori e frammenti residui, cocci di
sfiora: per differenza – netta, scandalosa – la de-
esistenze frantumate, discarica delle speranze
nuncia del degrado è chiarissima; una tematica,
più nascoste. Tracce di noi, povere cose impor-
quella ambientalista, sempre più cara all’impe-
tanti, briciole di memoria. I colori cari a Sarah,
gno dell’artista. In bilico tra rimpianto e indigna-
il blu e l’oro delle sue precedenti installazioni, si
zione, Paola osserva e, a suo modo, lotta.
sommano a risorse terrose, grumi di stoffa e fila-
C’è chi, come Antonia Trevisan, pittrice ele-
menti, quasi che il concetto di fuga s’inverasse,
gante e sensibile, porta in scena la Vita: è alfa-
materico, nell’ansia di non dimenticare nulla, di
beto vergato a ricomporre archi temporali, iscri-
lasciare un’orma del proprio passaggio.
zioni sincroniche che registrano ogni minima
Katia Margolis, d’origine russa, da molti anni
oscillazione emotiva, i colpi di scena, gli improv-
in Laguna, sceglie a sua volta il peso. Il peso che
visi spazi fantastici dell’esistenza. A percorrere 85
Wanda Casaril, Il giardino della pace
la voce, gli occhi, le mani. Soprattutto, guardando in alto. Marina Luzzoli e Maria Letizia Gabriele hanno lavorato insieme ad un progetto comune: Sulla strada della sposa. Un lavoro fotografico complesso ed articolato, in cui le immagini in bianco e nero sono stampate con una tecnica antica, la cosiddetta carta salata (carta cotone emulsionata con sali d’argento ed esposta alla luce del sole). Dupli-
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simili armonie, simili auspici di bene, in cui tutto
ce la suggestione: la carcerazione
ricorre e si trasforma al tempo stesso, secondo
dell’artista e giornalista curda Zehra Dogan e
diagrammi di un ottimismo pervicace e combat-
il viaggio in abito da sposa, finito in tragedia di
tente, Antonia ci rivela il codice fisico e morale
Pippa Bacca. Un percorso a ritroso e in avanti: il
dell’esistere. Un
vestito rosso di Zehra, simbolo della sua passio-
Dna amoroso, che regola ogni atto e riporta alle
ne per la libertà; l’abito da sposa di Pippa, un se-
origini, in felice circolarità. A nessuno deve esse-
gno concreto di pace nel suo itinerario tra Paesi
re impedito di vivere secondo le meraviglie della
in guerra. Tracce di un mondo antico, domestico,
propria età, sostiene l’artista, incontrando gioia
a cui si sovrappone il difficile processo di eman-
e dolore, praticando l’esperienza. Diversamente,
cipazione, l’affermazione identitaria. Le stampe
sarebbe uno scandalo.
sono cucite, poste in relazione tra loro da fili di
Graziella Da Gioz è artista arborea, di foreste e
cotone: ed è come ricucire le vite, trasformare i
misteri d’acqua. Nelle sue incisioni, negli oli pre-
ruoli, reincarnarsi in libertà.
ziosi, nei disegni sta la misura delle nostre terre,
Anche Luana Segato cuce e assembla mondi.
il fascino infinito e carnale dei paesaggi zanzot-
Libri d’artista come Tutte le guerre, realizzato
tiani. La sensibilità tattile di Graziella si esplica
per la mostra: la testimonianza di ogni male in
per rEsistenti in una forte, tragica assonanza: nei
carta, tele, filo; un mondo ingiustamente insan-
pastelli di Dopo la tempesta, lo schianto di Vaia –
guinato che è segno di dolore antico e presente,
subìto dalle fibre lignee dei boschi, ferita di linfa
come un breviario più e più volte aperto nella fol-
prosciugata, atroce nell’anima vitale della Terra,
le speranza di un riscatto. Con la medesima forza
viene assunto a simbolo di ogni violenza agita
materica, Luana cuce vie d’Africa, a raccontare
contro le donne, portatrici di futuro e speranza.
la siccità. Laddove non c’è acqua, e se c’è – poca,
C’è una possibilità di rinascita? Sembra chiedersi
fangosa, contaminata – non è buona da bere.
l’artista.
Laddove l’ingiustizia è violenza strisciante, per
Wanda Casaril, con la sua Mappa rossa, sospe-
quelle donne, per quei bimbi che vivono come,
sa a tutti i nostri cieli, madida di stelle, del color
da queste parti, non vorrebbe vivere nessuno. Le
del sangue, pare quasi risponderle. La tecnica
sue stoffe sono un pugno levato al cielo, alla no-
aerea, leggera, raffinata della grande fiber artist,
stra indifferenza.
è al servizio di una scelta concettuale ineludibi-
Giulia Pitacco, con il suo Manifesto per Antigone,
le: esiste una via, impalpabile, ma assoluta. Una
trascrive in lettere ritualmente pazienti tutta la
via di consapevolezza che ci eleva, tutte e tutti,
tragedia di Sofocle: performance di formidabile
oltre ogni malignità, oltre ogni offesa. L’itinera-
impegno ideale, simbolo di quella parola troppo
rio è tracciato, più che mai abbiamo già deciso
spesso violata. Azzurra come un mare cobalto,
come comportarci: in modo coraggioso, usando
rossa come il sangue, la vicenda della giovane
rEsistenti
tebana si compie, scolpita nell’acrilico e nella
ogni censura che ci umilia. Appartiene alla spe-
nostra carne di contemporanei; quante Antigo-
ranza di una possibilità, che è già ribellione.
ni ancora dovranno essere sacrificate all’autori-
Serena Nono, da molti anni, indaga il mondo
tarismo, alla sete di potere? Per quanto tempo,
nelle sue differenze, fisiche, culturali, sociologi-
ancora, si dovrà ribadire che siamo fatti, donne
che. Lo fa in ritratti suggestivi, che sono abbracci
e uomini, per condividere l’amore e non l’odio?
fisici alla bellezza dei volti; lo fa, da pittrice, da
Giulia continua a scrivere, e la sua opera ha tut-
regista, come antenna sensibile sull’oggi, denun-
to il respiro di una grande, fascinosa preghiera
ciando l’ingiustizia, l’incomprensione, il dramma
laica.
degli esodi, la morte per mare. Anche nel suo
I semi della Terra, così s’intitola la suggestiva in-
dipinto per rEsistenti c’è tutta la grazia tragica
stallazione della ceramista Arsine Nazarian: a
di una ribellione muta: Donna e figli, olio su tela,
terra, su un telo di altri tempi – consumato, do-
possiede l’energia di una posizione tangibile, di
mestico brandello di patria portatile – si appog-
un impegno che non viene meno. Conta lo sguar-
giano ciotoline di diverse fogge, che contengono
do, sofferente e determinato; conta l’innocenza
elementi (semi, germogli?) destinati a fiorire. Su
dei bimbi, che lo riflettono.
tutto, Anahit, statuetta in argilla rossa, cruda,
Anche Nicola Golea sceglie un ritratto, a sua
che nella tradizione armena, raffigura la Madre
volta iconico, pervaso da una sconfinata poesia:
Terra: fertilità nel suo ventre cavo (che, nell’uso
La guerriera è una ragazza velata, con un libro in
comune, è divenuto una saliera) e, allo stesso
mano, in piedi in un campo di papaveri. È una fi-
tempo, un tuffo in un mondo ctonio, dominato
gura sottile, elegante. A suo modo, assolutamen-
da forze occulte. Nelle intenzioni dell’artista, l’o-
te inamovibile. Come il simbolo di un processo
pera – a fine esposizione – prevede l’intervento
che non può essere fermato, così concreta contro
del pubblico per essere smontata, pezzo a pezzo:
il cielo scuro. Nicola la dipinge, a suo modo, vitto-
appropriazione e trasmissione del messaggio;
riosa; illuminata da un fuoco interiore. Parla, sen-
perdita ed elaborazione.
za parole, più di ogni proclama. Semplicemente
Maestoso, profondo il grande Burka di Anna-
resta, immortale sulla tela e nelle nostre vite.
maria Redolfi de Zan: c’è un mondo oscuro che – improvvisamente – s’illumina di bagliori;
Ciascuna delle opere di rEsistenti è arma, espe-
una sostanza densa, nera di catrame, di lavoro
rienza e meditazione sul nostro mondo. Un fan-
che spezza le dita, si annoda, indurisce la vita. E
tastico prendere la parola e trasformarla in cosa,
quello sguardo che balugina, sogna, un racconto
in bacio, in urlo. Perché non esiste nulla, forse, di
celato. Una storia di silenzi e accettazioni, nel ri-
tanto magico e duttile quanto la realtà. Se l’uto-
gore concettuale di Annamaria che nulla conce-
pia, come scrive Galeano, ci consente di avanza-
de alla facile retorica del gesto, alla descrizione
re, noi – l’abbiamo detto – avevamo già deciso.
d’ambiente. Così quello scintillio appartiene al
Ancor prima di segnare la tela, tagliare, cucire,
disagio della separazione, all’angoscia della gra-
scolpire. Perché preferiamo gli inizi benedetti, e
ta che divide, ma anche ad ogni frustrazione, ad
i giardini fioriti.
87
Rubriche
89
Annalisa Ceolin, Il paradiso brucia
Un abbraccio resistente (Ricordo di Carlo Smuraglia) — Ivano Taietti
“famiglia” ANPI, una relazione che sempre più si è solidificata, sempre più particolare, un regalo immenso per me, la sua famiglia, i suoi affetti, la Chicca; l’ho sempre detto, i Partigiani, le Partigiane, sono i miei Padri, le mie Madri… Carlo e anche Chicca lo sapevano, che spesso e sopratutto da quando mio Padre e mia Madre sono morti, le telefonate di consigli, di dubbi da dissipare, di angoli scuri da illuminare erano un po’ un cercare parole come un figlio… Ma Carlo per me è stato soprattutto un amico, in questi giorni dalla sua perdita, dal suo funerale, difficile, complicato, doloroso e nel contempo spero un poco come l’abbia voluto lui, senza retorica, e sopratutto senza grandi discorsi commemorativi, ho molto pensato a lui e forte mi arriva, come prima sensazione, il suo sorriso. Carlo
90
Non è ancora passato un
con me ha sempre usato un aspetto ironico, quasi
mese dalla sua morte e parlarne, scriverne,
ludico, pur tra i milioni d’impegni, (che v’assicuro
mi procura ancora dolore.
erano ancora nell’agenda di Carlo sino a quindici
So per certo che il tempo poi aiuterà e rimarran-
giorni prima della sua morte) che un po’ andava-
no impressi nella memoria solo i ricordi piacevoli,
no in vacanza, quando ci sentivamo, quando ci
i sorrisi, gli attimi sospesi di una bella amicizia.
telefonavamo. Di certo le battute e le riflessioni
Carlo Smuraglia, basta digitare il suo nome su
sul mondo ANPI che ambedue ben conoscevamo
un qualsiasi motore di ricerca della rete e si vie-
non mancavano, ma i ragionamenti erano su tut-
ne catapultati in miriadi d’informazioni: una vita
to lo scibile umano e come sempre, Carlo sapeva
piena, impegnata, ricca di relazioni, costruzioni,
di tutto e di tutti. Eterno studente, mi ricordo le
sogni che spesso grazie a lui diventavano real-
molte volte che mi rendevo disponibile per ac-
tà. Carlo il Partigiano, Carlo studente, Avvocato,
compagnarlo (in auto) nei suoi appuntamenti
Magistrato, Parlamentare, Politico, Presidente,
ANPI per tutta Italia, mi rispondeva “Grazie Iva-
Consigliere Regionale e Comunale, Assessore,
no, ma preferisco andare in treno, cosi leggo,
Professore, Carlo l’amico.
studio e lavoro e uso il tempo per imparare”.
Non ho avuto la fortuna d’averlo come docen-
Carlo che già aveva più di novant’anni, Carlo che
te, lo conobbi grazie ad ANPI circa una ventina
aveva studiato ed approfondito per tutta una
d’anni fa; sinceramente non ricordo i particolari,
vita, Carlo che voleva imparare.
ma sono certo, grazie alla sua facilità nel relazio-
I nostri whiskey di puro malto alla sera, durante,
narsi e soprattutto alla mia innata curiosità, poi
i Congressi, gli eventi, le feste, gli incontri; i no-
Carlo era stato (in realtà lo è stato sino alla sua
stri sorrisi e lo sguardo divertito (d’intesa) dopo
morte) Partigiano e dunque è stato naturale per
aver visto gli occhi belli (ma non solo) di qualche
me, specchiarmi nei suoi occhi, bere le sue pa-
Compagna, il suo cercare d’insegnarmi qualcosa
role, stringere le sua mani. Da allora, grazie alla
(io eterno somaro) sulla musica classica, la sua
Un abbraccio resistente (Ricordo di Carlo Smuraglia)
grande ironia, la sua grande autoironia, la sua
gioventù Partigiana, erano sempre una piacevole
immensa curiosità, la voglia di vivere, capire,
strada da percorrere.
confrontarsi, la sua insofferenza verso la pande-
Carlo mi manca, mi manca la sua disponibilità
mia, non per la malattia, (che poteva arrivare e
senza limiti, la sua voglia di relazionarsi, il suo
portare sciagure) ma per l’impossibilità di rela-
amare, ma, son certo, manca a tutti quelli che han
zionarsi con gli altri, di non poter incontrare, uno
avuto la fortuna di conoscerlo, nei suoi aspet-
stop alla sua vita sociale, al suo camminare in-
ti professionali, amicali, passionali; un grande
stancabile. Le ultime uscite ufficiali, al Congres-
Uomo, che ha lasciato un segno per tutta Italia.
so Provinciale ANPI Milano, e poi a Riccione al
Un segno di progresso, di profumo di pulito, di
Congresso Nazionale e lì, una piacevole passeg-
devozione verso valori ed ideali che troviamo
giata sotto braccio io lui e la Chicca, tra il mare
leggendo i suoi libri, conoscendo i regali che ci
e le nuvole, chiacchierando di noi, della guerra,
ha fatto nella sua lunga vita, nell’amare e cono-
dei problemi del mondo, ma sempre con la sua
scere la Costituzione Italiana, come l’ha amata e
consueta gentilezza, era fermo, deciso, inflessi-
conosciuta lui.
bile, ma le passioni erano sempre accompagnate
Io lo ringrazierò per sempre per la sua amicizia,
da un educazione e da un attitudine al confronto,
che considero un grande onore, continuerò ad ab-
che raramente ho trovato in altri. Un vero gen-
bracciare Chicca, continuerò a cercarlo nel vento,
tiluomo, forse sì, d’altri tempi, ma vi assicuro
nelle nuvole, tra il mare e le montagne, nella stra-
che nei ragionamenti, spesso, anzi togliamo lo
de, nelle piazze di Milano e di tutta Italia, nei cieli
spesso e scriviamo sempre, avanti anni luce in
stellati d’estati senza fine. “Schiena dritta, sguar-
confronto a tantissimi molto più giovani di lui.
do verso le stelle, con dignità e speranza”.
Le sue speranze, i suoi sogni formatisi nella sua
Carlo che già aveva più di novant’anni, Carlo che aveva studiato ed approfondito per tutta una vita, Carlo che voleva imparare. 91
Iveser, trent’anni e tre generazioni — Giovanni Sbordone Direttore Iveser
Il 1° aprile 1992, in ramo dei Fuseri a
problema del ricambio generaziona-
Negli anni Duemila l’Iveser – guidato
San Marco, dodici ex «partigiani com-
le, che è, inevitabilmente, anche pas-
per un ventennio da Mario Isnenghi nel
battenti» si riuniscono nello studio del
saggio di consegne dai testimoni agli
ruolo di presidente e da Marco Borghi
notaio Antonino Polizzi. Sono Anselmo
studiosi: se ne rendono bene conto gli
in quello di direttore – si afferma così
Boldrin, Ranieri Da Mosto, Ermegidio
esponenti meno ortodossi della “vec-
come una presenza unica nel panora-
(Ermes) Farina, Giuliano Lucchetta,
chia guardia” partigiana, come Franca
ma veneziano, per il suo archivio e la
Dino Moro, Eugenio Ottolenghi, Sergio
Trentin e Cesco Chinello, che premono
sua biblioteca specializzata, i progetti
Rizzetto, Luigi Sartori, Giuseppe Tur-
per allargare i confini dell’Istituto.
di ricerca, l’intensa attività didattica e
cato, Mario Zamengo, Agostino Zanon
Un ampliamento di orizzonti che è,
divulgativa, la sempre più significativa
Dal Bo e Antonio Zennari. Nasce quel
presto, anche tematico: nel 1998 il
collaborazione con le istituzioni citta-
giorno, con la registrazione dell’atto
nome si allunga in Istituto veneziano
dine per le celebrazioni del calendario
costitutivo e dello statuto, l’Istituto ve-
per la storia della Resistenza e del-
civile. E dal 2004, grazie all’ammini-
neziano per la storia della Resistenza.
la società contemporanea (e da lì si
strazione comunale, trova finalmente
Obbiettivi della nuova associazione
cominciano a pensare possibili ab-
una sede adatta alla sue esigenze, la
sono la salvaguardia dello «spirito del-
breviazioni: la spunterà col tempo un
sorprendente villa Hériot alla Giu-
la Resistenza» e la difesa degli «ideali
acronimo con qualche licenza poeti-
decca: l’Iveser e le altre associazioni
di indipendenza, di libertà, di demo-
ca, Iveser). Il 1943-45 resta la chiave
ospitate si impegnano a farne la “Casa
crazia, di giustizia e di rispetto per i
di volta per la rilettura del Novecento
della memoria e della storia” del Nove-
diritti umani propugnati nella Lotta di
veneziano, ma interessi e campi d’in-
cento veneziano.
Liberazione e recepiti dalla Costituzio-
dagine si moltiplicano, dalle Resisten-
Nel 2020, infine, un nuovo passaggio di
ne della Repubblica italiana».
ze ormai divenute plurali alla storia di
consegne: tocca ora agli storici avvi-
L’Istituto nasce dunque, con qualche
genere, dalla scuola al movimento dei
cinatisi all’Iveser da studenti universi-
ritardo rispetto ad altre province ita-
lavoratori, dalla Grande guerra all’i-
tari a cavallo tra i due secoli – la prima
liane e venete, per diretta filiazione
dea di Venezia. In anni più recenti ci si
generazione,
delle associazioni partigiane: i dodi-
spingerà indietro fino all’Ottocento (le
nell’Istituto – prenderne le redini. Sen-
ci fondatori sono infatti equamente
vicende risorgimentali) e avanti fino
za rinunciare, ovviamente, al fonda-
divisi tra le tre sigle presenti in città:
al secondo Novecento (il Sessantotto
mentale aiuto di chi li ha preceduti.
Anpi, Fiap e Fivl-Avl. E per quanto si
e oltre).
Il trentesimo compleanno dell’Iveser
definisca un istituto storico, gli stori-
Allargare l’inquadratura, insomma: è
è stato festeggiato con gli iscritti il 9
ci di professione – che siano affermati
una tendenza comune alla rete degli
aprile 2022, in occasione dell’annua-
accademici o giovani ricercatori – ver-
Istituti per la storia della Resistenza
le assemblea dei soci, e con tutta la
ranno all’inizio accolti con qualche so-
– una sessantina, ricordiamo, in tutta
cittadinanza il 2 giugno per la tradi-
spetto e dovranno faticare non poco
Italia – ma assume un significato par-
zionale Festa della Repubblica a Villa
per veder riconosciuto il loro ruolo e
ticolare in una città, Venezia, in cui la
Hériot: ospiti Gad Lerner e Filippo Fo-
la loro autonomia: gli ex protagonisti
storia locale è da sempre identificata
cardi, con la partecipazione di Gual-
vogliono evidentemente mantenere
con l’epopea della Serenissima e gli
tiero Bertelli e il pubblico delle grandi
una «gelosa custodia» sulla memoria
ultimi due secoli sono troppo spesso
occasioni.
della guerra di Liberazione.
considerati un trascurabile strascico.
Ma un’associazione fondata quando
Una città ricca di istituti culturali ma in
già mezzo secolo è trascorso da que-
cui ne mancava, di fatto, uno deputato
gli eventi non può ignorare a lungo il
alla storia contemporanea.
92
insomma,
“cresciuta”
Le stanze di Rossana — Giulia Albanese Presidente Iveser
Dalla scorsa estate l’Iveser ospi-
nonché – a partire
ta all’ultimo piano di villa Hériot,
dalla citata intervi-
alla Giudecca, la biblioteca e gli
sta del 2002 – con
arredi dello studio di Rossana
Giulia Albanese. Il 21
Rossanda. Doriana Ricci, sua ere-
maggio 2003 Ros-
de e interprete delle sue volontà,
sanda partecipa a
ha scelto Venezia perché Rossan-
Venezia alla presen-
da la definiva “l’unico luogo” di
tazione del volume
cui era “nostalgica”.
curato da Chinello
Rossana Rossanda (1924-2020)
Metalmeccanici. Vita,
ha infatti trascorso in laguna anni cruciali per
lavoro e sindacato in 126 interviste e due anni più
la sua formazione, dapprima tra il 1932 e il 1937
tardi recensisce uno dei libri nati dal progetto
e poi durante la guerra, tra il 1942 e il 1943. Di
dell’Iveser “Memoria resistente” (Il mosaico viven-
questa sua esperienza veneziana ha parlato sia
te della memoria, “Il Manifesto”, 12 gennaio 2005);
nell’autobiografia La ragazza del secolo scorso
scrive infine un articolo “postumo” sul volume
(Einaudi 2005) sia nell’intervista rilasciata a Giu-
autobiografico di Cesco Chinello, Un barbaro ve-
lia Albanese nel 2002 nell’ambito del progetto
neziano (Un barbaro comunista, “Il Manifesto”, 17
“Memoria resistente”, intervista rimasta allora
aprile 2010).
inedita per volontà della stessa Rossanda e solo
L’arrivo a Venezia della biblioteca di Rossanda
recentemente apparsa in versione integrale sulla
e K.S. Karol (1924-2014: giornalista franco-po-
rivista “Venetica” (n. 61 del 2021).
lacco, marito di Rossanda e firma storica di “Le
Anche in anni più recenti Rossanda ha avuto nu-
Nouvel Observateur” e “Il Manifesto”) sarà l’oc-
merose occasioni di rapporto con Venezia e con
casione per organizzare, sotto l’egida dell’Iveser
molti veneziani, amici del tempo della giovinez-
e con la collaborazione degli amici della coppia,
za, del partito o del “Manifesto”. Tra la fine degli
iniziative di riflessione, di discussione e di incon-
anni Novanta e i primi anni Duemila intrattiene
tro intorno alle loro idee e alla loro opera. Intanto
significativi rapporti con l’Iveser, complice so-
il 6 ottobre 2021, a un anno dalla scomparsa di
prattutto l’amicizia e il legame con Cesco Chi-
Rossanda, si è svolto alla Giudecca un dibattito
nello, Franca Trentin, Mario
con la partecipazione di Luciana Castellina, Mas-
Isnenghi
simo Cacciari e Mario Isnenghi. La biblioteca di Rossanda e Karol depositata all’Iveser conta circa 3500 volumi. Oltre alle pubblicazioni dei due, in diverse edizioni e lingue, comprende opere legate ai loro molteplici interessi: scritti di personalità e pensatori del mondo comunista, saggi di cronaca e riflessione politica, volumi di storia italiana e internazionale, un nucleo di narrativa, una sezione dedicata al pensiero delle donne e diversi volumi di storia dell’arte (un’altra delle passioni di Rossanda). L’inventariazione dei volumi è in corso a cura di Giorgio Cecchetti. 93
Iscritto al numero 4 del registro della stampa del Tribunale di Venezia il 26 febbraio 2011
In copertina Francesco Tullio Altan 2022 ©ALTAN/QUIPOS
Anno XXIII, n. 1 - 2022
La Sezione 7 Martiri di Venezia e IVESER vogliono ringraziare particolarmente Francesco Tullio Altan per il suo meraviglioso contributo che ci ha inorgoglito ed emozionato. Grazie a Kikka Altan per la collaborazione.
Periodico semestrale dell’Anpi 7 Martiri di Venezia San Marco, Calle Cavalli 4100 30122 Venezia tel. 041 4583304 | Resistenza e Futuro www.anpive.org anpi7martiri@libero.it Editore Anpi 7 Martiri - Venezia Fondatore Girolamo Federici Direttore responsabile Davide Federici Comitato di redazione Antonio Beninati Enrica Berti Giulio Bobbo Marco Borghi Lia Finzi Maria Teresa Sega Gianluigi Placella Marina Scalori Segreteria di redazione Paola Sega Per maggiori informazioni sui contenuti www.resistenzeveneto.com / e-mail resistenzeveneto@gmail.com www.iveser.it / e-mail info@iveser.it www.anpive.org / e-mail anpi7martiri@libero.it
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