Sport People 20-2012

Page 1

Anno 10

Numero 20

16 Giugno 2012

In questo numero troverete: • Crescere, evolversi e poi?, Pag. 2 • Lettere, fanzine, comunicati, Pag. 5 • Recensione “Football rivalries”, Pag. 8

• Scafati-Pistoia basket playoff, Pag. 26 • Vigor Lamezia-Paganese playoff, Pag. 29 • Vibonese-Mantova playout, Pag. 32

• Modena-Reggina, Pag. 11 • Pro Vercelli-Carpi playoff, Pag. 14 • Prato-Piacenza playout, Pag. 18

• Rimini-Giacomense, Pag. 34 • Eagles Bologna-Sangiorgese, Pag. 37

“Sport People”, Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Lecco, autorizzazione nº11/2003. Editore “Ragazzi di Stadio”, Via Adda 22, 23898, Imbersago (LC). Info: relazioni@sportpeople.net.


Editoriale: Crescere, evolversi e poi? Morire? Crescere, evolversi e poi? Morire? Una riflessione che avevamo posto sul nostro sito e che riproponiamo qui sulla rivista. Una riflessione che si badi bene dal far passare come una apologia della tesserata o dei tesserati, perché invece è qualcosa di più, è il tentativo di aprire un dibattito e riuscire ad andare oltre alle posizioni che rischiano di diventare delle pose senza sostanza, degli inutili slogan in rima senza nulla di ideologicamente concreto dietro.

Crescere E’ finita un’altra stagione calcistica, ma non è stata affatto una stagione come le altre, almeno per i Gruppi ultras. La maggior parte dei Gruppi, non avendo sottoscritto la Tessera del Tifoso / Fidelity Card, non ha fatto trasferte. Certo, c’è stata qualche eccezione, e qualcuno è riuscito ad entrare nonostante gli fosse proibito, sfruttando le falle di un sistema non ancora a regime e utilizzando dinamiche molto diverse da quelle tradizionali, ma sono state piccole e insignificanti eccezioni alla regola. Una regola, il Protocollo d’Intesa del 21 giugno 2011, molto chiara fin da subito, ma che il mondo ultras non ha visto o non ha voluto vedere, per evitare di porsi domande a cui, probabilmente, non vuole rispondere. Anche senza trasferte la repressione ha colpito in grande stile, dando una particolare dimostrazione di forza in occasione di Genoa-Siena, dove una semplice contestazione (mica scontri, per carità) è finita con più di cento diffide; un presidente pregiudicato (già condannato per frode sportiva e bancarotta fraudolenta, che ha evitato il carcere grazie all’indulto) in tv a chiedere la galera per gli ultras; e i media (con la complicità di opinionisti, giocatori e dirigenti di oggi e di ieri) a costruirvi sopra una notizia, capace per giorni di far passare in secondo piano, addirittura, la terribile ed inesorabile agonia di questa penisola. Poi, il nuovo scandalo pallonaro tipico delle nostre estati. Ma questa volta non ha visto come attori principali i dirigenti, ma i giocatori, quelli che indossano la maglia, i beniamini dei tifosi, ultras e non. Niente combine per far arrivare la squadra in alto o per evitarle la retrocessione; nessuna

disonestà a fini “sociali”: i giovani miliardari hanno scommesso esclusivamente per sé, anche contro la propria squadra, alterando partite e perdendo derby. Probabilmente era già successo, ma adesso ne abbiamo la certezza. Anche per questo è una stagione diversa. La cosa più sorprendente è l’apatia del mondo ultras. Dopo avergli già tolto praticamente tutto: gli vietano le trasferte, gli impediscono di avere rivali con cui confrontarsi, e gli vendono anche i derby. E loro che fanno? Niente. Tutto viene accettato, come se non ci fosse un limite per dire basta. Le uniche “proteste” sono scritte: articoli e striscioni. Niente altro. Nessuna azione. Dopo le mille iniziative nel periodo preTessera, il mondo ultras sembra essersi paralizzato, incapace di reagire o anche solo di ragionare, in merito a ciò che lo circonda e che continua a mutare. Dopo una stagione del genere era logico attendersi almeno dibattiti e riflessioni, e non feste di vario tipo. Di certo gli ultras italiani non hanno niente da festeggiare. Nel corso di quaranta anni il mondo ultras italiano si è evoluto, e la cosa è normale. Basti pensare che agli inizi non c’erano adulti, mentre oggi sono la quasi totalità del movimento. Negli ultimi anni però, a partire soprattutto dal dopo-Raciti, è cambiato radicalmente il modo di “vivere ultras”. Oggi siamo a zero trasferte, zero striscioni, zero torce e fumogeni. Avere di fronte un gruppo ultras avversario è diventata una rarità, e talvolta si cantano cori offensivi non per stuzzicare l’opposizione, che non c’è, ma come amarcord. Come già detto ci sono state delle piccole eccezioni, ma molte di queste cose sono ormai la regola, specie per i Gruppi no-TdT. Le eccezioni poi, al di là dei rischi e dei sacrifici compiuti da chi è riuscito a metterle in atto, evidenziano ancor di più la crisi di questo mondo, con immagini che sono di tifo, ma esprimono desolazione, e ricordano la vecchia serie tv “I sopravvissuti”. Effettivamente questo microcosmo ultras appare come un mondo al suo crepuscolo, il cui unico scopo è rimandare l’inevitabile. Di certo ha perso ogni attrattiva e di conseguenza i ricambi

Sport People n°20/2012

Pag. 2


Editoriale: Crescere, evolversi e poi? Morire? generazionali (tra l’altro in una nazione senza figli) sono un’utopia. Tesserarsi o non tesserasi? Negli ultimi anni i Gruppi ultras hanno dovuto fare delle scelte, anche molto difficili. Due di queste hanno cambiato volto al mondo ultras italiano: dichiarare o non dichiarare i propri striscioni; fare o non fare la Tessera del Tifoso. Quando entrarono in vigore le cosiddette “norme anti-tifo” dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, subito dopo la morte dell’ispettore Raciti, il 14 marzo 2007 con la determinazione n. 14, gli striscioni dei Gruppi iniziarono ad aver bisogno di un’autorizzazione per potere essere esposti allo stadio. Molti Gruppi rifiutarono questa procedura, ma non tanto o non solo per motivi di principio, quanto per motivi pratici: l’iter burocratico era estremamente complesso (per certi aspetti quasi impraticabile); la richiesta doveva essere presentata partita per partita (almeno in trasferta); non vi era la certezza che la richiesta sarebbe stata sempre accolta; l’autorizzazione poteva essere anche ritirata, quando membri “ufficiali” del Gruppo fossero stati colpiti da Daspo. Dinnanzi all’incertezza di questa strada, molti Gruppi ultras decisero di non richiedere autorizzazioni, e smisero di esporre il proprio striscione aderendo, chi più e chi meno convintamente, al principio secondo cui “Non si chiede permesso per entrare”. In quel periodo chi accedeva allo stadio, infatti, non era controllato preventivamente. Doveva fornire le proprie generalità, presentando un documento d’identità necessario alla stampa del biglietto nominale, ma i controlli non erano anteriori all’emissione ma solo (eventualmente) posteriori. La lotta degli ultras alla Tessera del Tifoso, poi introdotta da tutte le società nella stagione 2010-11, iniziò praticamente nel 2008 e raggiunse il suo apice nel periodo primavera-estate del 2010. Il “no” dei Gruppi, durante questa fase, si basava essenzialmente sul tener fede al principio a cui vari Gruppi ultras avevano aderito

nel 2007: “Non si chiede permesso per entrare”. La Tessera del Tifoso infatti, si sapeva che avrebbe differito dagli altri titoli di accesso di quel tempo, soprattutto per il fatto che per il suo rilascio sarebbero stati effettuati controlli preventivi sul richiedente. Una differenza sostanziale, che tra l’altro avrebbe permesso, se voluto, di applicare alla lettera l’art. 9 della Legge Amato, ovvero: la Tessera avrebbe potuto essere negata a tutti i soggetti destinatari di Daspo, anche se già scontato. Un’ipotesi che, di fatto, avrebbe decimato tutti i Gruppi, azzerandone i vertici, e impedendo a migliaia di persone, comunque molto appassionate, di poter andare allo stadio. Per questo il “pericolo” venne inizialmente avvertito da tutti. Fino ad allora l’art. 9 non era stato operativo, giacché i controlli non erano preventivi. Proprio per questo l’art. 9 venne quasi ignorato dal mondo ultras al momento della sua introduzione, nel marzo del 2007, ma iniziò ad essere oggetto di analisi e critiche a partire dagli inizi del 2009 (due anni dopo), con l’introduzione delle prime tessere (in particolare “Cuore rossonero” del Milan). Oggi però siamo a metà 2012 ed è cambiato tutto. Continuare a far finta che non sia successo niente, e che non sia cambiato nulla, è fuori da ogni logica. Già dalla fine del 2010 (quasi due anni fa!), nella maggior parte degli stadi italiani l’emissione dei biglietti nominali iniziò ad adottare (com’era previsto e risaputo da molto tempo) le stesse verifiche preventive della Tessera del Tifoso. Per cui per ogni titolo di accesso (TdT o biglietto) si verifica, in tempo reale, la presenza del richiedente in una cosiddetta “lista nera”, compilata dagli organi preposti. Da allora tutti coloro che entrano alla stadio, con la Tessera o con qualsiasi altro titolo d’accesso: chiedono il permesso per entrare, che gli può essere concesso o negato. L’unica differenza con l’emissione delle prime Tessere del Tifoso è nella tempistica. Mentre per le prime Tessere i controlli richiedevano più tempo, ormai per TdT e biglietti avvengono in tempo reale giacché il sistema è stato completamente informatizzato.

Sport People n°20/2012

Pag. 3


Editoriale: Crescere, evolversi e poi? Morire? Per quanto riguarda l’art. 9 della Legge Amato non è stato, e non è applicato, nella stragrande maggioranza di casi, e gli ultras ex-diffidati possono generalmente fare il biglietto e/o ottenere la TdT/FC. Con la determinazione n. 26/2012 dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, emessa il 30 maggio 2012, l’autorizzazione per l’esposizione degli striscioni è stata nettamente semplificata, mentre per quanto riguarda le trasferte è tutto come la stagione scorsa, così come stabilito dal Protocollo d’Intesa del 21 giugno 2011, frutto dell’accordo tra Ministero dell’Interno, Coni, Figc, Lega Serie A, Lega Serie B e Lega Pro. A questo punto le strade sono due: rimanere fedeli al principio “Non si chiede permesso per entrare”, per cui non si sarebbe dovuto fare la Tessera e non si sarebbe dovuto fare alcun biglietto dalla fine del 2010; o andare avanti, adeguandosi alla nuova realtà. Chi ha scelto la prima strada ha già lasciato lo stadio. Chi continua ad andarci e vuole continuare ad andarci dovrebbe evitare inutili ipocrisie. La differenziazione tra Gruppi ultras tesserati o non-tesserati, tra chi autorizza o non autorizza lo/gli striscioni, non è sostanziale e comunque è, da anni, del tutto superata. E’ giusto continuare a lamentarsi dell’art. 9 della Legge Amato (Decreto-legge 8 febbraio 2007, n. 8) ma senza dimenticare che esso si applica a tutti (vedi comma 1) i “titoli di accesso” e non solo alla TdT/ FC. Se non si vuole rientrare nel campo di applicazione dell’articolo 9 della Legge Amato, almeno finché questa sarà in vigore, c’è solo un modo: non andare allo stadio. Forse l’ultras si è preso un po’ troppo sul serio. Certo, agli inizi i Gruppi erano fatti di ragazzini, e adesso i ragazzini sono diventati adulti (e tra questi c’è anche gente di mezz’età), per cui è cambiata la visione delle cose, ma il mondo ultras è sempre il mondo ultras. Niente di meno, ma anche niente di più. Dopotutto essere ultras è “tifo” nel senso di parteggiare per una squadra, ancor prima che incitarla; è seguire la propria

squadra; ed è anche scontrarsi con le altre tifoserie. Tutto il resto, giusto o sbagliato, bello o brutto, ammirevole o deplorevole, coraggioso o vile, non ha a che vedere con l’appartenenza generale alla categoria. Dopodiché, come in ogni categoria, anche tra gli ultras vi sono eccellenze e negatività. Se ci si è stancati di questo mondo, della sua congenita infantilità, delle sue tante contraddizioni, delle ingiustizie che lo affliggono e degli scandali del calcio professionistico, lo si abbandoni, altrimenti si eviti di continuare battaglie senza senso. Se si vuole impegnarsi esclusivamente nel sociale o nel volontariato, o in altre cose, come ormai fanno molti Gruppi, si può continuare a farlo anche al di fuori del mondo ultras. L’età media di molti Gruppi si è innalzata così tanto che per motivi fisiologici molti stimoli sono venuti meno e le priorità sono cambiate, com’è giusto che sia. Le politiche miopi di “no” alla TdT, portate avanti ostinatamente da alcuni Gruppi, hanno allontanato vari ultras dalle trasferte, cambiando abitudini di vita che in molti casi non verranno più riprese. Bisogna crescere. Crescere è anche cambiare, facendo delle scelte e assumendosene le responsabilità. Forse tutti i Gruppi ultras italiani dovrebbero sciogliersi, per poi rinascere in un’altra forma, con una nuova e diversa identità (nome, simbolo, ecc.). Potrebbero così nascere nuovi Gruppi (non necessariamente “ultras” in senso stretto o tradizionale), composti prevalentemente da giovani (se ci sono), riscoprendo la voglia di divertirsi delle origini, senza troppe ipocrisie su tessere, biglietti e striscioni. Oppure potrebbe non nascere nulla, il che significherebbe semplicemente che ciò che era vecchio è morto, secondo natura. Alcuni Gruppi (se ci sono, o parti d’essi), dove le persone nel corso degli anni hanno cementato rapporti che vanno molto al di là dello stadio, potrebbero anche scegliere di rimanere uniti, assumendo una nuova identità, con nuove finalità. Se si è veramente “Gruppo” si può sopravvivere anche al mondo ultras.

Sport People n°20/2012

Pag. 4


Fanzine, lettere e comunicati: Curva Nord Pisa, Ultras Savona

“IL MINUTO DI SILENZIO NON È UGUALE PER TUTTI: VICINI AI TIFOSI DORIANI!”. È possibile in una società cosiddetta civile multare e punire l’introduzione e l’esibizione di questo striscione di solidarietà verso una tifoseria colpita dalla tragica scomparsa di due ragazzi, a cui è stato perfino negato dalla Lega Calcio il minuto di silenzio? A PISA SÌ. Quattro ragazzi della Curva Nord Maurizio Alberti si sono visti recapitare nelle proprie case dalle volanti della polizia le convocazioni in Questura. Qui sono state notificate multe da 167 Euro a testa (668 totali) per punire il “reato”(!?) di aver introdotto ed esibito questo striscione in Pisa-Reggiana. Non ci sono più parole per descrivere quello che sta succedendo, la tolleranza zero che sta soffocando il tifo a Pisa non si ferma neanche davanti a uno striscione che ricorda due ragazzi tragicamente scomparsi. Altro che il “buonsenso” tanto sbandierato… Siamo alla follia. Come tutti sanno alle decine e decine di multe che abbiamo subito in questi anni, che già di per sé colpiscono economicamente in un momento già difficile per tutti, è quasi sempre seguita la diffida (da 1 a 3 anni). Ci auguriamo che ciò non avvenga anche in questo caso. I Gruppi della Curva Nord “Maurizio Alberti”

Comunicato ufficiale: nascono i Fedelissimi 1972 Sono ormai passati 40 anni da quel lontano 1972, quando un manipolo di ragazzini creò i gloriosi Ultras Savona 1972.

D’allora molte cose sono cambiate, ma solo una non ha risentito del passare del tempo, il nostro incondizionato e intramontabile amore per il Savona. Ed è per questo che il nostro gruppo ha deciso di riprendere ufficialmente l’attività e di farlo con una nuova veste e una nuova postazione. Il vecchio glorioso striscione sarà sostituito da uno riportante il nuovo nome “Fedelissimi-­‐ vecchi ultras 1972” , il settore scelto è quello della tribuna superiore, ritenuto oramai il più idoneo alle nostre caratteristiche di maturi supertifosi bianco blu. Pronti a ripartire con rinnovato entusiasmo attendiamo tutti quelli che amano i nostri colori e in particolare ai vecchi appartenenti al gruppo di unirsi a noi per trasformare il settore della tribuna superiore in una succursale altrettanto bollente della mitica gradinata. Fedelissimi Vecchi Ultras 72.

Sport People n°20/2012

Pag. 5


Fanzine, lettere e comunicati: Ultras Nocera

Sport People n째20/2012

Pag. 6


Fanzine, lettere e comunicati: Curva Nord Pisa, Ultras Savona

I RED BLUE EAGLES L’AQUILA 1978 A SOSTEGNO DEI BAMBINI COLPITI DAL TERREMOTO IN EMILIA

Rendiamo noto che nel week end del 23-24 Giugno 2012 ci recheremo nelle zone colpite dal terremoto, dove saremo ospiti degli Ultras Carpi Guidati dal Lambrusco con i quali consegneremo i giocattoli ai bambini emiliani, sperando di regalare loro un sorriso! La raccolta avrà termine Venerdi 22 Giugno, giorno in cui ritireremo tutti i giochi dalle attività commerciali che hanno aderito alla nostra iniziativa. Ringraziamo tutti gli aquilani che hanno offerto il proprio contributo e invitiamo chi ancora non lo avesse fatto ad adoperarsi in tal senso. L’Aquila Venerdi 15 Giugno 2011

Sport People n°20/2012

Pag. 7


Culture Club: Football Rivalries, derby e rivalità calcistiche in Europa Recensioni di

Football Rivalries Titolo: Football rivalries, Derby e rivalità calcistiche in Europa; Autore: Vincenzo Paliotto; Prezzo: 15 €; Isbn: 978-80-87514-78-88; Editore: Urbone Publishing;

Ambizioso il progetto di fondo di “Football rivalries” di Vincenzo Paliotto che, per chi non conosce l’inglese, si esplica meglio nel sottotitolo “Derby e rivalità calcistiche in Europa”. Questo viaggio letterario non poteva cominciare che dalla città di Derby, in Inghilterra, dove ci fu la prima sfida stracittadina della storia da cui deriva appunto la definizione. Da Derby la prospettiva si allarga a Manchester, Liverpool, alle tante sfide londinesi ma anche a quei confronti tra corregionali o persino tra squadre territorialmente distanti, diventate acerrime rivali per questioni agonistiche, per essersi spesso contese la supremazia nelle varie competizioni nazionali. Dall’Inghilterra si passa poi al resto dell’Isola, Scozia e Galles, quindi Irlanda, poi il Nord Europa, il Centro Europa. Si segue insomma il filo logico della contiguità geografica fino a concludere questo lungo percorso ai margini dell’Est europeo, in quella Russia per parecchi anni considerata aliena al calcio occidentale ma che, grazie ai magnati russi del petrolio e del gas, sta colmando le distanze con il cuore calcistico del vecchio continente. Dal primo contatto tattile e visivo, il libro non si presenta benissimo: la copertina e la carta non sono certo pregiatissime, così come poco attraente è l’impaginazione e l’impostazione grafica; l’immagine di copertina è composta da una serie di scudetti di squadre europee la cui risoluzione non è però ottimale e dà uno sgradevole effetto “sgranato”. A parte questi dettagli da feticisti o

maniaci del collezionismo, cominciando ad immergersi nella lettura si ha chiara la sensazione di non trovarsi al cospetto del solito “pennivendolo” con 1/3 di conoscenza calcistica, 2/3 di presunzione e tanta ignoranza pronta a venir fuori ogni qualvolta l’argomento calcio va a collidere con l’argomento ultras o tifo. Vincenzo Paliotto spicca invece per scrupolosità, il lavoro di ricerca che è alla base del suo libro è sicuramente notevole ed encomiabile, ancor più apprezzabile quando si ritrova a parlare di tifo e lo fa esulando dai classici luoghi comuni del giornalista medio, ignorante in materia ma che si ostina a dispensare perle di qualunquismo. Paliotto dimostra una conoscenza dell’argomento tifo senza dubbio superiore alla media e non di certo superficiale, cosa che lo rende attraente in lettura proprio perché capace di inquadrare le rivalità calcistiche a tutto tondo, senza trascurare gli aspetti ambientali e l’incidenza del pubblico sulle rivalità stesse. Non di rado Paliotto cita episodi collaterali ai derby che hanno

Sport People n°20/2012

Pag. 8


Culture Club: Football Rivalries, derby e rivalità calcistiche in Europa avuto per protagonisti i tifosi, con il non indifferente pregio di non scadere mai nel moralismo o nel giudizio ma limitandosi alla mera cronaca, come ogni buon giornalista dovrebbe fare (e che in realtà in pochissimi fanno). Qualche stecca, però, l’autore la prende, come quando parla a pagina 136 della “forte amicizia” una volta esistente tra Foggia e Napoli e che invece fu solo un misero teatrino messo in piedi dal presidente Casillo alla prima assoluta dopo il ritorno in Serie A dei satanelli, senza tener minimamente in conto gli umori della gente. Una sorta di “gemellaggio istituzionale” di cui però ai tifosi fregava meno di niente, tanto che alla fine della stessa partita si verificarono scontri e furto di striscioni. Non basta certo un’ora e mezza di malcelata sopportazione per parlare di una “forte amicizia” che in realtà non è mai esistita. Qualche pagina indietro, alla 120, si parla di un patto di non belligeranza tra Genoa e Samp vigente dal 1989: è pur vero che per un periodo fece presa questa sorta di pace armata tra le parti ma, al di là del recentissimo caso di cronaca degli accoltelatti di Molassana, le ostilità tra genoani e doriani sono ripresi in maniera piuttosto pesante già da parecchi anni,

clamoroso il faccia a faccia in Via Monticelli del 2007 che vide affrontarsi un numero impressionante di persone lungo tale via cittadina prima di un derby. Pure sotto il profilo prettamente calcistico qualche svirgolata c’è, come per l’Athletic Bilbao e la sua “camiseta” senza sponsor presa come baluardo della vecchia concezione calcistica, peccato solo che la compagnia petrolifera “Petronor” ha espugnato anche questo ultimo fronte di resistenza al calcio moderno già dal 2008. Ci sono poi molti, forse anche troppi errori che denotano un poco efficace lavoro di revisione dei testi, dalla ICF (Inter City Firm) del West Ham che diventa IFC, “una bibliografia” che diventa “un bibliografia”, i “binacoverdi, le WSB del Cesena che diventano “SB”, i timori “riverinziali”, ecc., ecc. Errori di poco conto che non intaccano il contenuto e la validità del libro, però, se un certo numero di piccole sviste può essere tollerato, diventa invece fastidioso per chi legge quando questi piccoli errori si ripetono così spesso. Cronologicamente, il lavoro è molto aggiornato ed arriva fino alla fine della passata stagione agonistica (anche per questo certi errori nel versante tifo, datati 2007 o 2008 sono poco comprensibili).

Sport People n°20/2012

Pag. 9


Culture Club: Football Rivalries, derby e rivalità calcistiche in Europa Per tutte le varie sfide stracittadine, vengono riportati con minuzia i numeri di trofei vinti da ognuno, in campo nazionale ed internazionale, il computo delle sfide con vittorie, pareggi e sconfitte, l’anno di fondazione, lo stadio in cui giocano e tutti quei particolari di cui sinceramente, dopo qualche giorno dall’aver voltato l’ultima pagina, si dimenticano in blocco o finiscono per essere superati in attualità dal tempo che passa e da nuove sfide giocate. Quello che rende senza dubbio più avvincente il libro è la raccolta di aneddoti e curiosità come l’estrazione operaia del West Ham, la rivalità con il Millwall dopo lo sciopero dei dockers del 1926, l’invasione del tifoso del Fenerbahce “Rambo” Okan, coltello alla mano, per piantare una bandiera della squadra a centrocampo dell’Ali Sami Yen e lavare così l’offesa dell’allora allenatore del Galatasaray, Graeme Souness, che piantò provocatoriamente una bandiera giallorossa al centro del campo avversario dopo averlo espugnato. I derby e le rivalità si tramandano di generazione in generazione soprattutto in queste note di “colore” ed anche se persino la più bruciante sconfitta

può essere lavata con una vittoria nella stagione successiva, nulla può cancellare i retaggi socio-politici che scavano il solco tra le parti ed alimentano visceralmente la rivalità sportiva. Il libro mi è piaciuto molto in queste parti, mi ha invece - detto con molta sincerità annoiato terribilmente quando snocciolava numeri in serie ed in maniera didascalica. In definitiva è un libro che offre una visione d’insieme molto vasta e completa, da leggere soprattutto per quanti mancano di una cultura del calcio e del tifo al di là dei confini nazionali. Per i collezionisti di testi calcistici e i maniaci di questo sport, forse meglio aspettare una ristampa che corregga gli errori e magari ne valorizzi i contenuti con una copertina materialmente e graficamente più curata. La carenza più pesante in assoluto, in un’opera dal valore storico-documentaristico, è l’assoluta assenza di materiale fotografico. Sono questi i piccoli nei che “da critico” non posso esimermi dal rilevare, per il resto la lettura la vale davvero tutta.

Sport People n°20/2012

Testo di Matteo Falcone.

Pag. 10


Foto & News: Serie B, Modena-Reggina 3-3 Vecchie ruggini Pomeriggio all’insegna del freddo, allo stadio Braglia di Modena, per una partita che conta solo ai fini della classifica. Sul fronte ultras, invece, c’è il ricordo di vecchie ruggini tra le due tifoserie che si trascinano fin dai primi anni ‘90 e che hanno avuto ulteriori strascichi con il ritorno del Modena in B, a partire dal 2001. Malgrado gli ultras reggini non abbiano aderito alla TdT e la loro presenza in trasferta nel campionato in corso ne risenta di conseguenza, così come avviene per la maggior parte dei gruppi ultras che hanno scelto di non piegarsi alle imposizioni dei “padroni del pallone”, i ragazzi di Modena tengono comunque gli occhi bene aperti e presidiano la zona intorno allo stadio già da diverse ore prima dell’inizio della partita, come del

resto avviene ormai da diversi anni. Alla fine, nulla da segnalare, anche se all’interno del settore ospiti vi è una presenza ospite che mostra una certa attitudine ultras, presumibilmente riconducibile ai tanti fuorisede (studenti e lavoratori) che risiedono nel Nord Italia e che hanno trascorsi di militanza tra le fila degli ultras amaranto. Intendiamoci, nulla di trascendentale il tifo dei reggini, penalizzati come sono

Sport People n°20/2012

Pag. 11


Foto & News: Serie B, Modena-Reggina 3-3 anche dal numero esiguo dei presenti, però si fanno sentire spesso e tutti i loro cori e battimani sono di chiara matrice ultras. Da parte mia, rispetto per chi, pur essendo così lontano da casa, non si lascia sfuggire la possibilità di aggirare i regolamenti balordi travestiti da leggi del nostro ”bel Paese”, per continuare a sostenere la propria squadra e i colori della propria terra di origine. Sul fronte casalingo, solita encomiabile prestazione dei ragazzi di CS# che quest’oggi si compattano nella parte alta della Curva Montagnani e cercano così di coinvolgere nel loro tifo anche coloro che di solito si posizionano in quella fetta di gradinata. Sventolio di bandieroni e battimani come da loro repertorio, per accompagnare il Modena F.C. alla conquista di un pareggio rocambolesco che, se non altro, serve a

smuovere un po’ la classifica. Negli altri settori del Braglia, questo pomeriggio, sono particolarmente attivi nel tifo sia i ragazzi della Tribuna Laterale Scoperta, sia quelli posizionati nella Gradinata Scoperta. Tra di loro, molti hanno alle spalle precedenti “movimentati” proprio contro i reggini, che risalgono agli anni passati. Testo e foto di Giangiuseppe Gassi.

Sport People n°20/2012

Pag. 12


Foto & News: Serie B, Modena-Reggina 3-3

Sport People n째20/2012

Pag. 13


Foto & News: Finale playoff Serie C1/A, Pro Vercelli-Carpi 0-0 All’assalto dei cadetti La Pro Vercelli vuole tornare agli onori della cronaca calcistica ed essere ricordata non solo come la squadra di Silvio Piola e dei 7 scudetti ante guerra. L’occasione si presenta in questa doppia sfida contro il Carpi. L’andata si gioca al Silvio Piola di Vercelli e la Pro vuole assicurarsi una vittoria per poi affrontare la trasferta in Emilia con più sicurezza. Nella città piemontese, di solito quasi apatica, già nelle ore prima della partita si respira un’atmosfera elettrizzante, quasi che tutti avessero riscoperto l’adrenalina da partita importante. Ad un’ora dal fischio d’inizio la curva di casa, il West Side, è già colma ed inizia a cantare molto prima dell’entrata in campo dei giocatori. A questo quadro di frenetica attesa, fa da contraltare l’esigua presenza dei tifosi della squadra emiliana, 27 di numero,

da rispettare, in quanto in un periodo tragico, in cui la popolazione emiliana è alle prese con la ricostruzione del postterremoto, i tifosi hanno trovato la voglia per passare una giornata diversa, al fianco della propria squadra. Anche se non ci sono sigle di tifoserie organizzate a Vercelli, la trentina di persone presenti ha dimostrato un attaccamento al territorio e alla squadra degno di veri Ultras e per questo merita una citazione particolare.

Sport People n°20/2012

Pag. 14


Foto & News: Finale playoff Serie C1/A, Pro Vercelli-Carpi 0-0 Prima del fischio d’inizio viene osservato un minuto di raccoglimento per ricordare le vittime del terremoto. Durante questo lungo minuto, in cui si è sentito solo silenzio e niente applausi, vengono esposti uno striscione da parte dei tifosi emiliani (“L’Emilia trema ma non molla’’) e due striscioni da parte dei vercellesi: uno per le popolazioni colpite dal terremoto, l’altro per un ragazzo che se n’è andato dopo una lunga malattia. Dopo questo momento di profonda e vera commozione, il West Side srotola la coreografia che ha preparato per l’importante occasione. Lo spettacolo proposto dalla curva è costituito da un disegno centrale, raffigurante tutte le tappe (le squadre del girone) affrontante per arrivare al traguardo della B, e di due striscioni, posti uno sopra (“Una strada indica il tuo cammino’’), e uno sotto (“Avanti Pro… conquistarla è il tuo destino”). Al fischio d’inizio i ragazzi del West iniziano un incitamento costante alla squadra,

coinvolgendo anche il tifo presente sulle tribune. Da rilevare il colpo d’occhio offerto dallo stadio, con ogni persona presente che ha indosso qualcosa di bianconero. Spinti da un tifo caloroso, come poche volte si è visto a Vercelli, i ragazzi di Braghin attaccano sin dall’inizio alla ricerca della rete. Mentre in campo la gara è bloccata, la curva vercellese fa sentire il proprio sostegno. Partono all’indirizzo dei propri beniamini numerosi cori di incitamento, quali: “alè Vercelli alè forza lotta vincerai non ti lasceremo mai”, “Siamo sempre qua che cantiam per te alè Vercelli alè”, “Pro Vercelli lotta e vinci insieme a noi”, “Sono sempre al tuo fianco io di te non mi stanco sei la cosa più bella che c’è”, “Alè alè Vercelli, La Pro Vercelli è la squadra che amiamo di tutto il resto ce ne freghiamo’’. Il tutto è accompagnato da un ottimo sventolio di bandiere, quando il vento, che a tratti si fa impetuoso, lo concede.

Sport People n°20/2012

Pag. 15


Foto & News: Finale playoff Serie C1/A, Pro Vercelli-Carpi 0-0 I cori si alzano più forti quando al 33° del primo tempo, la squadra piemontese rimane in dieci e continua ad attaccare. Prima della fine della prima frazione di gioco non mancano i cori per le tifoserie gemellate: “Sesto San Giovanni alè” e “Sesto e Vercelli sempre fratelli” oltre che un omaggio ai beneventani, venuti con la pezza da trasferta, “un saluto a Benevento”. Al fischio finale del primo tempo si fanno sentire, per quello che possono, i tifosi emiliani: “Forza Carpi” e “Dai ragazzi non ci crediamo”. Vengono subito imitati dai tifosi vercellesi, che rincuorano la squadra con l’uomo in meno: “Non mollare perché, questo è un canto d’amor che ci viene dal cuor’’. Il secondo tempo si apre sullo stesso spartito del primo, i bianconeri in avanti alla ricerca del gol sospinti dai cori incessanti dei propri sostenitori. Da evidenziare anche l’ottimo e continuo

battimani proposto dal West Side. Oltre a quelli segnalati nel primo tempo, si alza un bel coro, in dialetto, condito da una sciarpata corale per augurarsi il ritorno in Serie B. Non mancano riferimenti ai nemici novaresi, con la speranza di incontrarli l’anno prossimo nella serie cadetta. Nella ripresa, il Carpi ha preso le redini del gioco, e ha costruito qualche occasione da gol. Tuttavia negli ultimi dieci minuti,

Sport People n°20/2012

Pag. 16


Foto & News: Finale playoff Serie C1/A, Pro Vercelli-Carpi 0-0 con l’uomo in meno, la Pro va alla ricerca del vantaggio accompagnata e spinta da uno stadio intero, gradinate, tribune, distinti uniti in un solo coro: “Forza Pro”. Nonostante i ragazzi del West Side fossero concentrati sull’andamento della partita, non si sono dimenticati, in una fase concitata del gioco, di far partire un coro per i ragazzi che a causa di restrizioni e provvedimenti non ci possono essere: “Diffidati con noi”. Nonostante i ragazzi della Pro, sia in campo e sia in tribuna, ci abbiano creduto fino alla fine, il Carpi riesce a strappare, con merito, lo 0-0, che lo avvantaggia in vista del ritorno (con due pareggi vengono promossi gli emiliani, in virtù di un migliore piazzamento stagionale in classifica). In fondo un giusto regalo a quei 27 tifosi, che in questi giorni hanno altro,di più importante a cui pensare. Testo e foto di Riccardo Casali.

Sport People n°20/2012

Pag. 17


Foto & News: Playout Serie C1/B, Prato-Piacenza 1-0 Siamo alla resa dei conti Se playout e playoff hanno dato un senso ai finali di campionato, rendendo alle ultime partite un minimo d’interesse, hanno altresì reso necessaria un’appendice per decidere promozioni e retrocessioni. Così, dopo un’infinità di partite, ecco quegli spareggi che fanno sicuramente male, ancor più quando si parla di playout: una retrocessione, con questi chiari di luna, spesso equivale ad un fallimento societario. La Prima Divisione girone B vede di fronte Prato e Piacenza. All’andata la squadra emiliana allenata da Monaco si è imposta per una rete a zero ma il Prato, oltre al fattore campo, ha dalla sua la miglior posizione in classifica in regular season che, in caso di parità, vale il superamente del turno. L’incontro è attesissimo dalle due tifoserie. Quella piacentina, dopo la crociata contro la tessera del tifoso, registra qualche tesserato dell’ultim’ora, irretito da questa partita che vale letteralmente una stagione.

La questione andrebbe analizzata fino in fondo: c’è chi si è tesserato, magari controvoglia, chi “duro e puro” è andato avanti per la sua strada, resta inconfutabile che l’incremento di tesserati è avvenuto proprio in tale concomitanza, segno che l’attesa e la voglia di esserci ha superato tutte le perplessità. L’alta posta in palio mobilita entrambe le tifoserie. I primi piacentini arrivano già in tarda mattinata e trovano la tifoseria locale intenta a pattugliare il territorio. Tra le due tifoserie non corre buon sangue e se la rivalità non può essere paragonata ad un Prato–Pistoiese o Piacenza–Cremonese, è pur vero che l’alta posta fa salire la tensione, creando quel pathos e quell’atmosfera che solo certe partite sanno offrire. Il prepartita non scorre proprio tranquillo e qualche episodio sopra le righe si verifica, anche perché la maggior parte del pubblico ospite arriva con mezzi propri e le forze dell’ordine, pur presenti in buon numero, faticano a coordinarsi e ad evitarli. Il Lungobisenzio comincia ad animarsi con

Sport People n°20/2012

Pag. 18


Foto & News: Playout Serie C1/B, Prato-Piacenza 1-0 un bell’anticipo, i piacentini fanno il loro ingresso compatti e facendo sentire la propria voce, soprattutto contro i padroni di casa: la miccia viene innescata, sull’altro versante le risposte sono a tono e già da questi primi istanti si capisce che l’acredine tra i due schieramenti non conoscerà cali. Man mano che passano i minuti sale ulteriormente l’adrenalina. Le squadre entrano per il riscaldamento tra gli applausi ed i primi cori di incitamento dei due schieramenti. In entrambi i settori sembra ci sia un ottimismo diffuso, la salvezza è più che mai incerta e la partita può essere decisa da semplici episodi. Si arriva ben presto alla discesa in campo delle due squadre, la Curva Ferrovia presenta una coreografia semplice ma comunque d’impatto, con le bandiere bianco e blu agitate nella parte bassa e qualche coriandolo lanciato in aria per completare l’opera. I piacentini non offrono niente di che se escludiamo, anche in questo caso, una decina

di bandiere di piccola-media taglia sventolate nella parte bassa. Numericamente gli ospiti sono circa 400, numero non disprezzabile visti i tempi. I pratesi occupano la parte bassa della curva e, come già ho potuto notare in passato, la quasi totalità dei presenti non resta certo passiva al proprio posto durante la partita. Di ben altra fattura i presenti negli altri settori, dove si segue diligentemente la partita ma non si partecipa minimamente al tifo, anche

Sport People n°20/2012

Pag. 19


Foto & News: Playout Serie C1/B, Prato-Piacenza 1-0 quando dalla Ferrovia viene richiesta, la risposta non è certamente delle migliori. A livello estetico i pratesi non offrono sorprese, in balaustra fa bella mostra di sé lo storico “Wild Kaos” mentre ai lati c’è “Prato 1908” ed il sempre presente “Settore Alcolico”, che più che un gruppo è una sezione dei Wild Kaos stessi. La sorpresa, almeno per il sottoscritto, è tra le pezze degli ospiti: una, “Official Supporters”, era qualche stagione che non la si vedeva negli stadi italiani. Un ritorno al passato certamente gradito e totalmente inaspettato, indipendentemente dal giudizio che uno può avere sui piacentini, gli Official Supporters hanno lasciato la loro firma nel tifo del Piace. Se nel prepartita i cori offensivi non sono mancati, con l’inizio delle ostilità sia i pratesi che i piacentini devono necessariamente sostenere la propria squadra. I piacentini non sono tutti ultras, perciò chi si sbatte continuamente a produrre cori su cori si ritrova dietro il grosso bandierone “Curva Nord”. La partecipazione non può

essere ai massimi livelli comunque, ad occhio, circa metà settore partecipa più o meno attivamente al tifo, e se dal punto di vista del colore viene offerto poco o niente, l’incitamento risulta abbastanza continuo, con poche pause. I cori sono spesso accompagnati da battimani e tra un coro per la squadra ed un altro per la città, vengono spesso menzionati i rivali cremonesi mentre c’è da segnalare qualche versaccio verso l’estremo difensore pratese Layeni che, come si può intuire dal nome, non è proprio un esempio di italiano puro. Da parte pratese, dopo un ottimo inizio di partita, si segnala un leggero calo dal punto di vista del tifo: le pause non sono mai troppo prolungate ma non c’è quel coinvolgimento che occorrerebbe in queste partite, probabilmente l’alta posta in palio gioca un brutto scherzo anche a chi normalmente partecipa al tifo. A parziale giustificazione c’è da rimarcare che il Prato ha una tradizione piuttosto sfavorevole in questo tipo di partite, quando c’è da giocare un playout o uno spareggio la squadra

Sport People n°20/2012

Pag. 20


Foto & News: Playout Serie C1/B, Prato-Piacenza 1-0 laniera non ha mai impressionato, lasciando spesso e volentieri l’amaro in bocca ai propri sostenitori. Sul terreno di gioco questa tradizione sembra confermarsi, le due squadre appaiono quasi svogliate ed il Prato, che ha da segnare almeno un gol, non arriva quasi mai alla conclusione, mentre il Piacenza fa fatica ad inanellare 4-5 passaggi consecutivi in maniera corretta. Se la partita è davvero poca cosa, qualcosa di più la offrono gli spalti dove i cori offensivi si sprecano e dove le due tifoserie, pur senza eccellere, riescono a ravvivare un pomeriggio altrimenti veramente piatto. Le squadre rientrano negli spogliatoi ma le due tifoserie vivacizzano pure l’intervallo, continuando a provocarsi. L’aspetto più importante di questa fase è però l’ingresso nel settore di un gruppo di persone con al seguito la pezza “Piacentini non tesserati”. Evidentemente il buonsenso ha prevalso sulla rigida legge: questo gruppo non mi è sembrato

numerosissimo perciò, anche per evitare spiacevoli conseguenze, meglio far entrare anche i non tesserati che non lasciarli in giro per la città. Riprende la partita ed al primo affondo il Prato passa in vantaggio con un gol dell’attaccante Napoli. Il gol mette le ali alla Curva Ferrovia che in questo secondo tempo cambia radicalmente marcia e alza i decibel: tanti cori accompagnati da battimani, altri più prolungati ma ugualmente potenti, il tifo dei pratesi

Sport People n°20/2012

Pag. 21


Foto & News: Playout Serie C1/B, Prato-Piacenza 1-0

Sport People n째20/2012

Pag. 22


Foto & News: Playout Serie C1/B, Prato-Piacenza 1-0 sembra proprio avere pochi nei visto che anche dal punto di vista del colore le bandire continuano a fare tutto il loro dovere. Se la rete del vantaggio mette le ali alla tifoseria di casa, i piacentini non si abbattono ed in questo inizio ripresa si fanno sentire notevolmente con cori per la squadra e per la città, continuando la guerra a distanza con il portiere del Prato. L’incitamento dei biancorossi è continuo ma man mano che passano i minuti scema leggermente, del resto la squadra mette tanto impegno ed anche un pizzico d’orgoglio ma i limiti tecnici vengono a galla nonostante il Prato non sia una superserie, e le occasioni da gol si contano con il contagocce. Se la lancetta dell’orologio gioca a sfavore dei piacentini, lo stesso non possono dire i pratesi che man mano che si avvicina il novantesimo hanno la sensazione di poter conquistare la salvezza. Oltre i normali cori d’incitamento vengono ricordati i diffidati, viene contestato il presidente Toccafondi ed il gruppo “Prato 1908” ha da dire la propria sulla tessera del tifoso.

Il finale di gara vede il Piacenza avanti tutta, qualche occasione viene creata ma il Prato è abile a mantenere il gol di vantaggio che significa salvezza. Sugli spalti i piacentini capiscono che minuto dopo minuto la sconfitta si fa sempre più vicina, mentre il pubblico di casa è veramente su di giri, ormai la curva è perennemente in festa e non c’è né un attimo di silenzio né un qualsiasi spettatore seduto. Il triplice fischio dell’arbitro Merlino decreta la vittoria della squadra di casa ma non la fine delle ostilità che invece si fanno più accese: il portiere pratese Layeni, esasperato dalle continue offese del pubblico piacentino, si dirige verso il settore con ampi gesti di sfida, subito i giocatori biancorossi capiscono le intenzioni dell’avversario e lo spintonano lontano, si accende così una mini rissa sedata dagli stessi giocatori. Se sul campo le cose sembrano calmarsi, sugli spalti la tensione è a mille: i piacentini non ci stanno proprio a subire la sconfitta, qualche parola non proprio elegante evidentemente arriva dalla tribuna centrale, così c’è chi

Sport People n°20/2012

Pag. 23


Foto & News: Playout Serie C1/B, Prato-Piacenza 1-0 scavalca i divisori e si dirige minaccioso verso la tribuna per farsi giustizia ma prima il timido intervento degli steward, poi quello della celere, fanno desistere anche i più battaglieri. La delusione e la rabbia dei biancorossi è palpabile, le grida e le offese verso il pubblico locale si sprecano, dalla Ferrovia si risponde per le rime ed il post partita diventa rovente. Probabilmente il deflusso degli ospiti non viene effettuato con le giuste precauzioni, qualche macchinata esce dalla colonna principale e si dirige verso il centro città. L’episodio più importante avviene nelle vicinanze dello stadio, nei pressi di un bar dove parte delle due tifoserie viene a contatto ed il risultato parla - nelle cronache del giorno dopo - di qualche ferito e degli immancabili danni provocati al locale. Sul banco degli imputati i tifosi pratesi, che sembra (sempre meglio usare il condizionale) abbiano aggredito i rivali. Indipendentemente da questo mi fa pensare il servizio d’ordine che, dopo gli incidenti del recente Prato–

Spezia, ha fallito anche in questa occasione. Eppure non si sta parlando di migliaia di spettatori da incolonnare e scortare ma qualche centinaio appena. Probabilmente qualcuna delle loro procedure andrebbe rivista, anziché sperare che sia un pezzo di plastica a risolvere i problemi di ordine pubblico. In definitiva il Prato resta in Prima Divisione mentre il Piacenza, dopo la sconfitta e la conseguente retrocessione, deve cercar di risolvere i guai societari per evitare danni più seri anche perché, come ogni stagione da qualche anno a questa parte, d’estate si gioca il campionato nelle aule dei tribunali che può stravolgere verdetti e classifiche. Maledetto calcio moderno, maledette scommesse, maledetti ultras… loro ci combinano sempre!!!

Sport People n°20/2012

Testo e foto di Valerio Poli.

Pag. 24


Foto & News: Playout Serie C1/B, Prato-Piacenza 1-0

Sport People n째20/2012

Pag. 25


Foto & News: Playoff Legadue, Scafati-Pistoia 92-83 Si decide tutto in gara 5 Non sono bastate quattro partite per decidere chi accompagnerà il Brindisi nella finale che deciderà chi sarà la seconda promossa in Lega1 dopo la promozione diretta di Reggio Emilia. Scafati, infatti, si impone facendo dimenticare la brutta sconfitta di gara 3 con una bella prestazione. Meno pubblico rispetto a gara 3, forse molti non ci credono, ma i presenti ci mettono tutto l’impegno possibile per farsi sentire ed aiutare i gialloblu a vincere. Per quanto concerne gli ospiti, presente lo stesso gruppetto di gara 3, che ogni tanto si fa sentire ma poi viene subito sovrastato dai fischi dei tifosi di casa. Gran tifo per il gruppo principale scafatese, gli “Inafferrabili”, che non si ferma un secondo nel cantare e sbandierare. Belli i battimani e potenti

Sport People n°20/2012

Pag. 26


Foto & News: Playoff Legadue, Scafati-Pistoia 92-83

Sport People n째20/2012

Pag. 27


Foto & News: Playoff Legadue, Scafati-Pistoia 92-83 i cori, potenza incrementata anche dal fatto che il palazzetto è totalmente chiuso quindi l’effetto sonoro è sicuramente maggiore rispetto a quel che si è abituati a sentire negli stadi e all’aperto. Momenti di tensione quando un giocatore del Pistoia, dopo aver commesso 3 falli consecutivi (a dir poco cattivi), genera un accenno di rissa che infuoca anche il pubblico, e gli animi si calmano solo quando l’arbitro minaccia di sospendere la partita. Solito finale di partita con gli ultras che si mettono dietro al canestro verso cui attaccano gli ospiti, con il chiaro scopo di infastidire gli avversari. Al fischio finale, festeggiamenti tra tifosi e giocatori, con il deluso pubblico ospite completamente ignorato dai propri atleti nonostante la chilometrica e non indifferente prova d’affetto sostenuta. Testo e foto di Emilio Celotto.

Sport People n°20/2012

Pag. 28


Foto & News: Playoff Serie C2/B, Vigor Lamezia-Paganese 0-1 La Paganese in finale Spettatori 3500 circa di cui 150 ospiti che espongono le loro pezze, tra cui una con scritto “No Tdt zone” da cui si evince la loro posizione in merito alla tessera. Sventolano bandierine per tutta la partita ma nel primo tempo si sentono poco. Sono infatti gli ultras locali quelli più in palla: cantano costantemente a buoni livelli, sfoggiano numerosi battimani e belle sbandierate. Nel secondo tempo, però, i lametini calano parecchio e vengono fuori i campani che, carichi di euforia, saltano, cantano, sventolano e fanno anche una bella sciarpata. A fine partita da segnalare l’intervento dell’ambulanza per soccorrere un tifoso nel settore ospite colpito da malore. In campo la gara è ad appannaggio degli azzurostellati: a contendersi la finale e l’accesso alla ex C1 sarà proprio la Paganese e il Chieti vincente. Testo e foto di Marco Crapella.

Sport People n°20/2012

Pag. 29


Foto & News: Playoff Serie C2/B, Vigor Lamezia-Paganese 0-1

Sport People n째20/2012

Pag. 30


Foto & News: Playoff Serie C2/B, Vigor Lamezia-Paganese 0-1

Sport People n째20/2012

Pag. 31


Foto & News: Finale playout Serie C2, Vibonese-Mantova 0-0 Non osate sui sentimenti... Al “Luigi Razza” di Vibo Valentia si gioca l’andata della finale playout di Seconda Divisione Lega Pro tra Vibonese e Mantova. Gli spettatori per l’occasione sono 1300 circa. In curva un centinaio i vibonesi che cantano per 90 minuti ma non fanno niente di speciale dal punto di vista coreografico. Nel settore ospiti una ventina di fedelissimi biancorossi giunti da Mantova che si limitano ad assistere alla partita. Palese l’assenza di ultras Durante il secondo tempo gli ultras locali alzano uno striscione con scritto “Sui sentimenti non si scommette” chiaramente rivolto ai recenti fatti di cronaca che hanno stravolto il calcio nostrano. A fine partita saluti e applausi tra le due tifoserie. Testo e foto di Marco Crapella.

Sport People n°20/2012

Pag. 32


Foto & News: Finale playout Serie C2, Vibonese-Mantova 0-0

Sport People n째20/2012

Pag. 33


Foto & News: Serie C2/A, Rimini-Giacomense 0-0 30 anni di Falange, 100 anni di Rimini Siamo all’epilogo della stagione calcistica per l’anno 2011-12, il Rimini affronta la penultima di campionato (ed ultima interna) tra le mura amiche del “Romeo Neri” ospitando la compagine della Giacomense, rappresentativa di un piccolo paese in provincia di Ferrara. Anche quest’oggi, come era logico immaginarsi, il settore ospite è rimasto desolatamente vuoto come troppe volte si è verificato in questa stagione. In questo caso non ha influito sicuramente il fattore “tessera del tifoso”, vista l’assoluta mancanza di qualsiasi forma di tifo al seguito della squadra di Masi San Giacomo. Il finale di campionato sotto tono del Rimini, ha visto sfumare il sogno della promozione diretta, ed ora le ultime partite saranno determinanti solo per stabilire le posizioni nella griglia dei playoff.

Il pubblico si attesta sul solito migliaio abbondante di presenze. In questa ultima uscita casalinga, è dalla gradinata “1982” che si registra una coreografia molto particolare e suggestiva. Prima dell’inizio viene distribuito un ciclostilato in cui vengono spiegate le motivazioni di questo atto “celebrativo” in onore del gruppo ultras riminese più importante di sempre, quel gruppo che, se nel 2007 non avesse deciso di sciogliersi, propio quest’anno avrebbe festeggiato il

Sport People n°20/2012

Pag. 34


Foto & News: Serie C2/A, Rimini-Giacomense 0-0 trentennale. Tra le altre cose, così come viene specificato nello stesso ciclostilato, pur avendo tale gruppo adottato la sigla “1982” non pretende esserne la continuazione storica, anche perché la FAB era un gruppo nato in Curva e solo quella può esserne la sua collocazione naturale. Dopo questa coreografia, viene spiegato, anche la sigla “1982” non comparirà più allo stadio: si è voluto chiudere così in bellezza la propria attività, e poco dopo, infatti, dalla vetrata verranno staccate le pezze, pur continuando nel sostegno vocale per la maglia a scacchi biancorossi. In Curva Est, invece, fanno bella mostra le nuove bandierine per celebrare un altro anniversario importante: i 100 anni del Rimini Calcio. Seppur numericamente non tantissimi, i ragazzi della Est hanno comunque onorato l’impegno con un sostegno incondizionato alla squadra, al di là del risultato e di una prestazione davvero mediocre.

Al fischio finale, il pareggio viene festeggiato soprattutto dai giocatori ospiti, felici e contenti per la salvezza diretta conquistata con una giornata d’anticipo. Per il Rimini ultima trasferta a Chiavari contro la Virtus Entella, con il solo interesse ai risultati da cui dipenderanno gli accoppiamenti nei playoff.

Sport People n°20/2012

Testo e foto di Gilberto Poggi.

Pag. 35


Foto & News: Serie C2/A, Rimini-Giacomense 0-0

Sport People n째20/2012

Pag. 36


Foto & News: Divisione Nazionale B, Eagles Bologna-Sangiorgese 100-52 Quando la solidarietà non ha categorie Premessa: tanto per cominciare, ritengo opportuno fare una doverosa precisazione relativamente ad un precedente articolo in cui avevo erroneamente, ma in buona fede, scritto circa l’attuale situazione societaria in cui versa la società Fortitudo, detentrice del codice di affiliazione F.I.P. n. 103 (ossia la Fortitudo che ha militato per decenni in serie A1 e A2) che, a conti fatti, non è assolutamente fallita ma, bensì, è sottoposta a procedura fallimentare dalla quale, per come stanno andando le cose, potrebbe uscirne integra e perciò riprendere l’attività come e più di prima. Il sabato sera del PalaAzzarita, dove è bene ricordare che sono presenti circa 1.000 spettatori per assistere ad un incontro di basket di serie B2 (la quarta serie della pallacanestro italiana!), si

apre con uno striscione della Fossa che esprime tutta la propria solidarietà e il proprio affetto ad una ragazza che da diversi anni frequenta la curva e che ha subito da poco una gravissima e terribile perdita. Sempre a proposito di solidarietà, perchè l’essere uomini a queste latitudini va di pari passo con l’essere ultras, è bene segnalare anche lo striscione di incoraggiamento rivolto a Paolo Scaroni,

Sport People n°20/2012

Pag. 37


Foto & News: Divisione Nazionale B, Eagles Bologna-Sangiorgese 100-52 lo sfortunato ultras bresciano che dopo avere a lungo lottato per la propria vita, sta oggi combattendo una dura battaglia giudiziaria rivolta ad ottenere giustizia per ciò che ha subito da parte di coloro che si definiscono “servitori dello Stato” e che in nome della loro autorità hanno rischiato di togliergli la vita. Assieme a Paolo e alla sua compagna, come sempre, è presente una delegazione dei Brescia 1911, ormai divenuti i suoi “angeli custodi”. Sugli spalti, gran tifo della Fossa che come sempre fa un certo effetto, visto il contrasto che salta subito all’occhio tra la curva “Schull”, piena per buona parte della sua capienza, e il resto del palasport, che presenta sporadiche presenze sparse qua e là sulle gradinate. Come sempre, il sostegno dei biancoblu è incessante dal primo all’ultimo secondo di gioco, indipendentemente dal risultato sul campo, e riesce a condizionare l’andamento della gara trasmettendo ai propri giocatori una carica e una grinta

che sono davvero un valore aggiunto per questa categoria (ma non c’è dubbio che lo stesso varrebbe anche per le categorie superiori). L’uomo in più che la vera tifoseria fortitudina riesce a schierare in campo finisce per indispettire gli avversari che, trovatisi in difficoltà, tecnica e agonistica, danno vita ad un atteggiamento provocatorio, soprattutto da parte della panchina ospite che, ad un certo punto,

Sport People n°20/2012

Pag. 38


Foto & News: Divisione Nazionale B, Eagles Bologna-Sangiorgese 100-52 comincia a “beccarsi” direttamente e ripetutamente con la curva, portando così gli animi a surriscaldarsi. La Fossa, tuttavia, non perde la testa e non si lascia andare ad atti che potrebbero danneggiare la propria squadra e, anzi, chi coordina il tifo pensa bene di trasformare la rabbia dei presenti in decibel, che si riversano sul parquet come un’onda d’urto che finisce per travolgere e mettere a tacere giocatori e panchina avversari. Di conseguenza, la squadra lombarda finisce per tenere testa alla Fortitudo soltanto per il primo quarto di gioco, dopodichè i padroni di casa prendono il largo e sugli spalti si scatena la festa che, tra cori d’incitamento, cori goliardici e altri con cui si inneggia all’orgoglio fortitudino oltra, addirittura, a “pogate” in stile concerto heavy metal, l’incitamento della Fossa accompagna la propria squadra fino al traguardo dei 100 punti segnati e alla sirena che sancisce la fine

delle ostilità. Non c’è che dire, la categoria è quella che è; il livello di gioco, almeno sotto il profilo tecnico, non sarà di altissimo spessore; certo è che, anche stavolta, lo spettacolo sugli spalti non è mancato e di questi tempi, a mio modesto parere, vale da solo il prezzo del biglietto. Testo e foto di Giangiuseppe Gassi.

Sport People n°20/2012

Pag. 39


Foto & News: Divisione Nazionale B, Eagles Bologna-Sangiorgese 100-52

Sport People n째20/2012

Pag. 40


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.