Anno 10
Numero 17
26 Maggio 2012
In questo numero troverete: • Qui chi non terrorizza, Pag. 2
• Fondi-Catanzaro, Pag. 30
• Lettere, fanzine, comunicati, Pag. 4
• San Marino-Rimini, Pag. 32
• Genoa-Palermo, Pag. 10
• Ancona-Civitanovese p.off, Pag. 35
• Livorno-Torino, Pag. 12
• Battipagliese-Messina p.off, Pag. 40
• Bari-Padova, Pag. 20
• Olginatese-Pizzighettone p.off, Pag. 44
• Pisa-Spezia C. Italia, Pag. 22
• Biarritz-Tolone rugby, Pag. 46
“Sport People”, Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Lecco, autorizzazione nº11/2003. Editore “Ragazzi di Stadio”, Via Adda 22, 23898, Imbersago (LC). Info: relazioni@sportpeople.net.
Editoriale: Qui chi non terrorizza... Qui chi non terrorizza s’ammala di terrore Succedono cose davvero strane in questo paese, ultimamente. Il primo campanello d’allarme, per noi che viviamo ancora di socialità vera, per strada, allo stadio, che ancora non ci siamo arresi all’idea di surrogarla con la fiction virtuale e men che meno crediamo alle mezze verità delle televisioni, è suonato il giorno della strana gambizzazione all’AD dell’Ansaldo a Genova. Strana come la rivendicazione tardiva contenente certi macrospici errori che in una popolazione informata, in una coscienza civile solida, dovrebbero far tirare su la guardia contro il ritorno degli antichi spettri degli anni della strategia della tensione. Anni in cui dall’alto e occultamente si creava tensione sociale per giustificare repressione, per costringere la popolazione a cedere diritti in cambio di illusoria sicurezza. Illusoria perché il nemico non esisteva se non nella mente di chi lo
creava, illusoria perché la sicurezza non si genera certo diminuendo libertà individuali ed aumentando la militarizzazione, ma espandendo diritti e benefici sociali. Qualcuno invece ha ristretto poteri, diritti, benefici e libertà tutti in poche mani. Per noi un cazzo in culo e la vana speranza di pensare di cambiare le cose delegando il poco potere residuo rimastoci con una croce su un foglio di carta, a beneficio poi dei soliti noti. Passano poi i giorni e i pensieri plumbei diventano una cappa che ti opprime, pronta da un momento all’altro a deflagrare come la bomba artigianale dell’attentato di Brindisi. Il secondo indizio della strategia della tensione è proprio Brindisi e due indizi, sostengono in molti, costituiscono una prova. Nelle ore immediatamente successive, sull’onda dell’emotività, è stata una corsa alle ipotesi più fantasiose ed assurde, su tutte la più accreditata era quella che voleva colpevole la Mafia, mossasi in un improbabile simbolico attacco allo Stato in
Sport People n°17/2012
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Editoriale: Qui chi non terrorizza... cui il luogo, una scuola intitolata al giudice Falcone e sua moglie, è diventato l’assioma di un teorema davvero balzana. Così il motivo di fondo è diventato dapprima l’anniversario dell’attentato di Capaci che però ricorreva solo 4 giorni dopo, oppure l’arrivo della Carovana Antimafia dell’associazione “Libera” di Don Ciotti che però passava solo ai margini della provincia di Brindisi. Idee sgangherate ma mai come quella che un’organizzazione con una potenza di fuoco senza limiti, passi da mezza tonnellata di tritolo a tre bombole del gas. Ci mancava solo che Istituzioni e giornalisti motivassero tutto ciò con la crisi economica, e la barzelletta sarebbe stata completa. Attenzione, anche la stessa teoria dello stragismo di Stato richiede estrema cautela, ma compito di inquirenti scrupolosi (che lo facciano per la Legge o per l’Informazione) è quello di non escludere niente, eppure, in tale direzione, ci sono piccole grandi analogie con gli Anni di Piombo che mettono i brividi lungo la schiena. Quando poi salta
fuori che uno degli indiziati è un ex militare, ognuno scelga da sé se credere più al folle isolato o a parti deviate dello stesso Stato pronte ad alimentare terrore, in questo delicato periodo storico in cui la situazione sociale diventa ogni giorno più pesante ed ogni mezzo per controllarla diventa lecito. Al di là di eventi singoli e spinosi che andrebbero sviscerati ulteriormente per essere compresi a fondo, quello che è chiaro e preoccupante è la smania di quest’Italia di voler per forza trovare un nemico a cui addossare tutte le colpe e di strumentalizzare qualsiasi evento come arma di distrazione di massa, da una più banale contestazione durante una partita di calcio fino ad arrivare alle bombe o ai terremoti. Nulla però è più terrificante di chi invece si lascia terrorizzare, niente è più desolante di essere allo stesso tempo vittime e carnefici di sé. Massì, continuiamo a preoccuparci degli ultras e degli anarco-insurrezionalisti...
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Matteo Falcone.
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Lettere, fanzine e comunicati: Forever Ultras e Freak Boys Bologna
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Lettere, fanzine e comunicati: Curva Furlan Trieste e Ultras Carpi VIENI A TIFARE CURVA FURLAN LA NOSTRA PRESENZA NON E' VINCOLATA A NIENTE E A NESSUNO... RISULTATI, CATEGORIA, REPRESSIONE, PERMESSI... SIAMO QUI PER LIBERA SCELTA! NON SIAMO IL DODICESIMO MA DALL'UNO ALL'UNDICI... CHI SCENDE IN CAMPO! NOI RAPPRESENTIAMO UNA BANDIERA CHE NON VIENE MAI AMMAINATA, SEMPRE ALTA NEL CELO DI TRIESTE! LA PASSIONE NON NASCE DA UN RAGIONAMENTO, NON HA UN PERCHE', CRESCE SPONTANEA, ED ESPLODE OGNI VOLTA CHE L'ALABARDA GIOCA A PALLONE, BENE O MALE, CHI SE NE FREGA! NOI PREMIAMO L'INDOLE CHE DA RAGAZZINI CI HA PORTATO SU QUESTI SPALTI E ANCORA OGGI CI VEDE QUI... DA PROTAGONISTI! ABBANDONARE LA PROPRIA BANDIERA E' IMPERDONABILE! E' CADUTA? L'HANNO CALPESTATA? RACCOGLIAMOLA DA TERRA E ALZIAMOLA AL VENTO! DOMENICA TROVIAMOCI TUTTI ALLE 13.00 AL BAR LUMIERE, STORICO RITROVO, DI MILLE PARTITE, E RAGGIUNGIAMO LA CURVA IN GRUPPO MEZZ'ORA PRIMA DEL FISCHIO D'INIZIO. POPOLIAMO IL NOSTRO SPAZIO, ENTRANDO TRIONFALMENTE DA VINCITORI, IN UN'ANNATA DI VINTI! LASCIAMO TUTTI IL NOSTRO ABITUALE POSTO IN CURVA E STRINGIAMOCI NELLA PARTE BASSA, FACCIAMO VEDERE LA NOSTRA COMPATTEZZA. UNA GIORNATA PER NOI STESSI E AL FISCHIO FINALE, COMUNQUE VADA, CI APPLAUDIREMO, PER UNA STAGIONE CHE TUTTI VORRANNO DIMENTICARE, E NOI CELEBREREMO COME LA VITTORIA DEGLI ULTRAS, DI CHI TIENE ANCORA IN PUGNO, CON FIEREZZA, QUESTA BANDIERA! Curva Furlan
Carpi, solidarietà alle popolazioni terremotate Gli ultras Carpi – Guidati dal Lambrusco ed i tifosi biancorossi delle tribune si mobilitano per raccogliere fondi per i terremotati dopo il sisma del 20 maggio. In occasione della partita di play off Carpi – Sorrento del 27 maggio, in cui finalmente dopo un anno di esilio riapriranno i battenti dello stadio Cabassi, gli ultras Carpi - Guidati dal Lambrusco in curva ed il resto dei sostenitori biancorossi in tribuna organizzano una raccolta di fondi a seguito del terremoto, purtroppo ciò non avverrà anche nel settore distinti, chiuso senza spiegazione per i tifosi di casa. I ragazzi della curva anziché raccogliere un contributo per la coreografia della giornata chiederanno a tutti di offire quanto possibile per aiutare chi è stato maggiormente colpito dal terremoto. Tutti i fondi raccolti verranno infatti destinati alle popolazioni della Bassa, così duramente danneggiate. Sarà possibile donare sia nei punti mobili che presso il bar dello stadio: siate generosi, solidarietà anche nel divertimento!!!! Ultras Carpi - Guidati dal Lambrusco.
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Lettere, fanzine e comunicati: Curva Est Teramo VOI VORRESTE ABBATTERE E SPECULARE SULLA STORIA CHE NOI ABBIAMO L’ONORE DI DIFENDERE E TRAMANDARE… RIDATECI IL VERO COMUNALE! Si susseguono ormai da mesi notizie e indiscrezioni circa le sorti del nostro glorioso Comunale che hanno portato ad una situazione che potrebbe definirsi tragicomica. Noi ci sentiamo in dovere, oggi con questo comunicato e domani con le azioni della giusta portata, di ribadire che non permetteremo a nessuno di abbattere il nostro stadio, soprattutto dopo aver assistito alla vergognosa situazione venutasi a creare intorno a questo progetto inutile e speculativo. Questi penosi amministratori, infatti, chiamati a governare per il bene della collettività, dopo aver fatto orecchie da mercante alle nostre sacrosante rivendicazioni di salvaguardia di un patrimonio di tutti, dopo essersi coperti di ridicolo con la loro colpevole assenza alle manifestazioni da noi organizzate in passato, sottraendosi consapevolmente a qualsiasi dibattito pubblico, dopo aver illuso il comitato promotore circa la fattibilità di indire un referendum, dopo aver vidimato i moduli pieni di firme che noi raccoglievamo con pazienza ed entusiasmo, dopo aver sperato che l'obiettivo di raccogliere le 5000 firme non sarebbe mai stato raggiunto, dopo aver preso coscienza, loro malgrado, della voglia di democrazia di un'intera città, dapprima hanno cambiato, in corsa e vigliaccamente, il regolamento comunale con norme costituite ad hoc per non concedere il referendum e poi propinato ai teramani la subdola favoletta circa l'imminente inizio dei lavori per realizzare il nuovo teatro con capienza pari a quello esistente, palazzine e una cementificazione selvaggia. Solo questo oscuro modo di agire sarebbe bastato per capire che qualcosa sotto non andava, ma il nostro solerte sindaco rassicurava tutti i cittadini dichiarando che, per far partire i lavori, c'erano solo “alcuni documenti da firmare”. L'”incombente” inizio dei lavori veniva però meno, sbugiardando così il primo cittadino e successivamente la prefettura di Ascoli, libera da legami e interessi con i palazzinari di turno, scoperchiava il vaso di pandora dichiarando nullo l'appalto, asserendo nelle motivazioni della clamorosa decisione presa che la ditta vincitrice del Project Financing, la Straferro, sia addirittura in odore di mafia. I dubbi diventano quindi certezze. Se a tutto ciò si aggiunge l’imbarazzante situazione a causa della quale il Teramo Calcio 1913, è costretto a pagare un gestore PRIVATO per poter giocare nella propria città, questa assume le sembianze di una farsa vergognosa, della goccia che fa inevitabilmente traboccare il vaso. Tale situazione è da imputare all’immobilismo ipocrita di questi politicanti incapaci da sempre di dare risposte concrete a problematiche inerenti un patrimonio della città intera, ma subito pronti a salire sul carro dei vincitori in occasione di facile visibilità mediatica e, allo stesso tempo, di sterili promesse volte esclusivamente all’autocelebrazione. Una città capoluogo di provincia, che dispone di un impianto pubblico da 80 anni, che oggi non è più in grado di offrire uno stadio alla squadra che la rappresenta, è la dimostrazione del disfacimento totale nel quale questa classe politica sta trascinando Teramo, sacrificandola agli interessi ad al profitto del privato di turno da tutelare a discapito del bene pubblico. Chiediamo pertanto a questi signori di mettere immediatamente fine a queste manfrine intorno al destino del vecchio Stadio Comunale e darlo in gestione alla Teramo Calcio, riconsegnando alla stessa un luogo dove poter svolgere le proprie attività, un luogo che per 80 anni è stato la casa naturale del calcio cittadino. Aggiungiamo che Noi non tollereremo più l’arroganza e l’incompetenza di questi faccendieri, che non accetteremo ulteriori siparietti e non permetteremo in nessun modo a questi signori di continuare a prendere in giro una città intera e sopratutto di fare affari sulla nostra pelle, calpestando la passione popolare ed il vero ed unico orgoglio della nostra città. A tutto c’è un limite!
Gli Ultras Della Est.
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Lettere, fanzine e comunicati: Curva Duomo Fermana Comunicato Curva Duomo Fermana Preso atto dell'assoluta fedeltà e del profondo attaccamento alla maglia dimostrato da parte di tutta la squadra che, nonostante non abbia percepito diverse mensilità da parte dell'attuale società canarina, scenderà ugualmente in campo a Tolentino, Domenica 27 Maggio, per giocare la finale dei play- off del campionato di Eccellenza Marche, pur sapendo che i rimborsi promessi dalla società (dimissionaria) non arriveranno mai. Invitiamo i tifosi canarini, la città e i fermani tutti a seguirci nell'organizzazione di un "premio fedeltà" da donare a questi ragazzi che hanno dimostrato di essere uomini e non semplici giocatori di calcio. Esortiamo la cittadinanza ad un moto di orgoglio nei confronti della maglia e di quello che la Fermana rappresenta per la città di Fermo. Questa raccolta fondi, che ci teniamo a ribadirlo, pretendiamo non sia chiamata con termini irrispettosi quali "colletta" o "beneficenza", deve essere un vero e proprio tributo. Un tributo a questi ragazzi che nonostante tutto hanno deciso di andare avanti solo per la città e i tifosi. Ora sta a tutti noi smentire le parole del Sig. Marco Barghigiani. Dimostriamo che ha torto, dimostriamogli che Fermo e i Fermani ci sono e che questa è una città che ha ancora tanta fame di calcio e vuole ritornare nelle categorie che più gli sono consone. Nei prossimi giorni, comunicheremo i punti (bar) dove sarà possibile effettuare le donazioni. Un gruppo di ragazzi si organizzerà per coprire i vari esercizi commerciali della città. Il tutto verrà catalogato e sarà riconoscibile da un apposito timbro distintivo. Ci teniamo a far sì che il tutto avvenga nella massima precisione e limpidezza, senza lasciare nulla al caso. Curva Duomo.
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Lettere, fanzine e comunicati: Cherokee Isernia
Comunicato Ufficiale Cherokee 1994 E’ arrivato il momento di dire basta alle speculazioni sul nome dell’Isernia. In relazione a quanto dichiarato dal sig. Mimmo Cicchetti nel corso di interviste rilasciate agli organi di informazione, intendiamo precisare alcuni punti. Come stampa e cittadini ben sapranno, già 4 anni fa, il sig. Cicchetti propose la sua collaborazione ad un progetto calcistico serio ed a lungo termine, ponendo come uniche condizioni serietà e categoria superiore (serie D). La promessa è diventata realtà. Da allora il suo nome è stato legatissimo all’ambiente calcistico. Sempre presente allo stadio, in trasferta, in ogni sede pronto a tutelare il calcio investendo cifre economicamente rilevanti… Tutto questo nel mondo ideale fatto di coerenza rispetto a promesse e parole! La realtà è, ovviamente, un’altra. A parte le comparsate pre-elettorali novembrine, del signor Cicchetti abbiamo perso ogni traccia. Di conseguenza ci chiediamo a quale titolo, e in base a quale ruolo all’interno dell’Isernia Fc, rilasci interviste parlando di trasferimenti a Cassino, di voglia di vendere la società che lui mai ha rappresentato. A tal proposito, sia chiara un’altra cosa: nessuno, presidente compreso, ha il diritto di privare la città della propria squadra di calcio, che solo ad essa e ai suoi tifosi appartiene. Da mesi ci stiamo interessando ad ogni eventuale sviluppo politico ed imprenditoriale che serva a sostenere economicamente la nostra squadra. Con l’avvento della nuova giunta comunale attendiamo la messa in pratica delle ampie rassicurazioni e dei numerosi impegni assunti con noi in campagna elettorale. Perciò Cicchetti stia tranquillo. Dell’Isernia si occuperà chi lo ha sempre fatto, si interessi al volley che legittimamente ama e di cui, forse, tramite queste sortite sul calcio, vuole indirettamente tutelare gli interessi. O si occupi della sua azienda: può tranquillamente venderla a Cassino o a chi più gli aggrada, trasferendosi anche nel centro ciociaro. Altrimenti faccia come ogni imprenditore farebbe: sponsor tecnico, vicepresidenza, contributo economico. Gli stringeremo la mano ringraziandolo. Allora sì che potrà parlare dell’Isernia Fc. Ma l’intervento del sig. Cicchetti è simbolo, e insieme sintomo, del cortocircuito che si sta creando attorno all’Isernia. Tanti, infatti, sono stati gli imprenditori che hanno giocato con la passione, non solo nostra. Gente che ha sistematicamente ‘promesso’ a cavallo degli appuntamenti elettorali, salvo scomparire subito dopo. Tanti i personaggi, più o meno di primo piano, che hanno sfruttato il ‘marchio’ a inizio stagione, per poi abbandonarlo. E’ ora di dire basta a questa prassi. Per questo, concludiamo ricordando che né ora, né mai, permetteremo alcuna svendita del nostro nome e del titolo sportivo onorato in 20 anni da generazioni e generazioni di ultras, tifosi, sportivi. L’ISERNIA NON SI VENDE!
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Lettere, fanzine e comunicati: Gruppi Organizzati Marcianise Comunicato congiunto della Stirpe Marcianisana, Fighters ’04 e Skorpions ’06 Per il secondo anno consecutivo come tifosi e appassionati di calcio marcianisani, abbiamo voluto dare fiducia all’attuale proprietà dell’Asd Progreditur Marcianise, con la speranza che essa mantenesse le promesse di inizio anno relativo alla volontà di portare avanti un progetto serio e professionale. Escludendo il primo anno di attività, durante il quale commettere errori organizzativi e gestionali era giustificabile a causa della poca conoscenza dell’ambiente calcistico da parte della proprietà, riteniamo ingiustificabile il permanere di una tale situazione anche l’anno seguente, cioè quello relativo al campionato appena terminato, nonostante il Presidente del “Progreditur” abbia avuto modo di documentarsi, fare esperienza ed essere “consigliato” su come programmare e portare avanti un progetto vincente o, quanto meno, che provocasse l’entusiasmo dei tifosi, senza ripetere gli stessi errori macroscopici dell’anno precedente. Ma, visto il permanere della totale incompetenza e la gestione a dir poco dilettantesca dell’attuale
proprietà,
a
prescindere
dai
risultati
calcistici,
peraltro
mediocri
e considerando che Marcianise ha sempre avuto squadre e società all’altezza della città fin dai tempi del Gs Marcianise passando dalla Rifo Sud fino ad arrivare al grandissimo Real Marcianise non siamo più disposti a tollerare un atteggiamento societario che, ai fatti, suona come una beffa per chi ha a cuore i colori della nostra città. Per tali motivi, la Stirpe Marcianisana i Fighters ’04 e gli Skorpions ’06 si dissociano da qualsiasi iniziativa assunta dall’Asd Progreditur Marcianise per il prossimo campionato. La Stirpe, così come gli altri gruppi, si asterranno quindi da qualsiasi forma di supporto mediatico e di tifo alla squadra di calcio finché resterà al timone l’attuale proprietà. La redazione Stirpe si limiterà a pubblicare articoli presi dalla rassegna stampa e renderà noto il proprio pensiero solo attraverso clip video/editoriali. Stirpe Marcianisana/Fighters ’04/Skorpions ’06
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Foto & News: Serie A, Genoa-Palermo 2-0 Genoa, salvezza a porte chiuse Fa freddo a Marassi, perchè Genova, come tutto il Nord Italia, è sferzata da un vento che ha abbattuto le già insopportabili temperature estive di questa prima quindicina di maggio. C’è vento, che viene dalle montagne, e si sente anche all’interno del “Ferraris”, nonostante il giudice sportivo abbia chiuso le porte... Già, perchè stasera il Genoa si gioca la salvezza e un pezzo di storia recente a casa sua, dopo l’esilio forzato di qualche giorno fa a Brescia, ma sconta la seconda giornata a porte chiuse; stadio aperto solo a giornalisti, fotografi e qualche vip (o presunto tale) che si accomoda in tribuna. Il resto dei tifosi, con la loro passione, resta fuori, come ospite sgradito di uno spettacolo che, visto così, ti trasmette emozioni come fare l’amore con una bambola gonfiabile. I ragazzi della Nord si sono dati appuntamento davanti all’ingresso della
Gradinata, per fare sentire attraverso le mura rosse del “Tempio” il sostegno e quel calore che, anche in questa disgraziata stagione, non è mai mancato. Il troppo amore per i colori ha spinto alla contestazione, con l’invasione dei distinti, la sospensione temporanea della gara contro il Siena e tutto il circo che si è scatenato, con la vergognosa caciara mediatica inscenata dalle tv e la patetica quanto scontata rappresaglia, con una caterva di diffide che hanno colpito il cuore del tifo organizzato della Nord. Del resto, di questi tempi, è normale gettare in pasto all’opinione pubblica qualche “mostro”, per distrarre l’attenzione dai reali problemi che affliggono il Paese. Poi, come sempre, qualcuno si lascia prendere la mano, e sul principale quotidiano sportivo nazionale, di rosa vestito, inizia ad associare quanto successo ad altri eventi ben più gravi capitati a Genova negli ultimi anni, e allora via a paragoni
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Foto & News: Serie A, Genoa-Palermo 2-0 con Italia-Serbia, via a paragoni col G8, cercando di danneggiare gratuitamente la reputazione delle persone colpite già duramente col Daspo. Purtroppo, lo sappiamo, funziona così. Comunque, un gol di Gilardino (nella sua stagione peggiore) su assist di Marco Rossi e dormita beata di tutta la difesa del Palermo, consente al Genoa di conquistare la salvezza. Sulla gara stendiamo un lungo velo pietoso, perché il Grifone, vittima di se stesso, ha inscenato una prestazione ben al di sotto della sufficienza, contro un Palermo già salvo e senza stimoli che ha, tutto sommato, onorato l’impegno e il campionato. Poi ci pensa Sculli al 69’ a chiudere definitivamente la gara, facendo esplodere la gioia dei tifosi all’esterno, che cominciano, a 25 minuti dal termine della stagione, a godersi la fine di questo incubo che, ad un certo punto, sembrava davvero potesse concretizzarsi, così
come accaduto al Doria lo scorso anno. Il Grifone resta in serie A, quindi; la speranza di tutti, da queste parti, è che fin da stasera si possano gettare le basi per una sorta di rifondazione, per fare in modo che questa maledetta stagione resti relegata nella storia come una (triste) parentesi. Testo e foto di Matteo Mangiarotti.
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Foto & News: Serie B, Livorno-Torino 0-1 Oggi più forte di ieri… No alla tessera del tifoso La bella cornice di pubblico di Livorno– Cittadella è solamente un ricordo, la chiamata alle armi per ricordare Morosini è servita a ricompattare il pubblico ma in questo pomeriggio le presenze in casa livornese calano vistosamente, anche se rispetto a qualche recente uscita non c’è da gridare allo scandalo. La Curva Nord non è piena come nella precedente casalinga, resta il fatto che oggi un bel gruppo di persone si trova a centro settore per incitare la squadra. Il momento della compagine amaranto è delicato, diversi passi falsi hanno peggiorato la classifica già deficitaria, la morte di Morosini ha influito psicologicamente ed ha tolto un giocatore che sembrava essersi calato alla perfezione nel centrocampo di mister Madonna. Il Livorno, rispetto alle dirette concorrenti, non ha neanche, sulla carta, un calendario troppo agevole
e già l’avversario odierno, il Torino, sta a dimostrare quanto ci sia da soffrire per agguantare la salvezza. Il Toro, finalmente dopo tanti, troppi anni di delusioni, sta vivendo un campionato di vertice, del resto la tifoseria se lo merita proprio, stagione dopo stagione la promozione sembrava una chimera ma quest’anno, grazie ad una squadra finalmente completa in ogni reparto e grazie anche ad un allenatore navigato per la categoria, il salto in serie A non sembra impossibile. Nella curva di casa lo striscione “Noi tifosi veri” viene appeso in balaustra e non alla vetrata come nelle precedenti esibizioni, questo pomeriggio nella parte bassa viene attaccato un lungo striscione che recita: “Noi vogliamo 11 leoni”. Restando in tema di striscioni, da menzionare nella curva di casa “Viva il 1°maggio” ed una bandierina degli Original dell’Aek di Atene, anche se suddetta bandierina non penso possa confermare la presenza dei greci in curva. Sull’altro versante i torinisti sono diverse centinaia, come al solito è presente il
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Foto & News: Serie B, Livorno-Torino 0-1 lungo striscione “M.C.Torino” che viene prima appeso alla balaustra, poi viene opportunamente spostato nella parte bassa del settore dove sicuramente fa un’altra figura. Accanto a quello che è lo striscione principale sono presenti i tanti granata che provengono da fuori Piemonte: l’onnipresente “Viterbo granata”, gli alcolici “mbriachi Narni”, “Parma granata”, “Adriatico granata”, “Osimo”, “Napoli”. I tifosi del Toro sono sicuramente numerosi e a vedere dalle prime battute particolarmente carichi. Il prepartita scorre via tranquillo, tra le due tifoserie c’è un tacito rispetto e malgrado la tessera del tifoso abbia di fatto estromesso i “duri e puri” dai settori ospiti, in questo pomeriggio tra i due schieramenti non c’è il minimo segno di offesa, anzi, il primo vero coro dei granata è per il giocatore Morosini e gli applausi di tutto lo stadio sono scroscianti e sinceri. I granata presenti rimarcano la vicinanza alla tifoseria amaranto e alla famiglia dello sfortunato giocatore esponendo
due striscioni, il primo viene attaccato nella parte alta del settore, ben visibile a tutto lo stadio e recita “Un saluto a un lottatore... ciao Moro” mentre l’altro è un semplice ma mastodontico “Ciao Moro” esposto pochi minuti prima del via e poi definitivamente attaccato alla vetrata. È il momento della discesa in campo delle due squadre, se nella curva di casa tutto tace, gli ospiti fanno sfoggio di bandierine granata unitamente a qualche due aste. Il bandierone “Viterbo granata” viene
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Foto & News: Serie B, Livorno-Torino 0-1 sventolato assiduamente ed addirittura un paio di “fumoni” vengono accesi all’unisono creando una bella coltre di fumo che ricorda un passato ormai più neanche tanto recente. Già da queste prime battute i granata ribadiscono tutto il loro magic moment ed i cori che accompagnano le prime azioni di gioco confermano quanto di buono hanno offerto fino ad oggi. Buona compattezza, un paio di lanciacori che sulla balaustra dettano tempi e ritmi, bandiere sempre al vento, i granata spingono sull’acceleratore consapevoli dei propri numeri e della propria passione. La Curva Nord non ci sta a fare la vittima sacrificale e tiene testa ai più navigati avversari: tanti battimani e cori che pur non essendo troppo continui, si alzano comunque con buona lena e con una discreta potenza. Le direttive partono da centro curva ma come ormai avviene da diverse partite, è l’intero settore che quando viene chiamato ad incitare la squadra, offre sempre una risposta
più che positiva. Nonostante la vera mancanza di un gruppo guida, la Curva Nord non è completamente allo sbando, almeno tra le mura amiche il tifo non è morto e sepolto, nonostante le ultime vicende che hanno minato la stabilità del tifo labronico. Entrambi gli schieramenti sostengono le rispettive squadre, di tanto in tanto i granata ricordano Morosini, poi virano sui cugini juventini anche se l’attenzione principale viene catalizzata sugli undici in
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Foto & News: Serie B, Livorno-Torino 0-1 campo. Verso il quindicesimo minuto la sorpresa che non ti aspetti, fanno il loro ingresso nel settore una cinquantina di persone e già dal portamento e dai primi movimenti si capisce che non sono semplici ritardatari ma rappresentano il cuore del tifo granata. Evidentemente, essendo non tesserati, hanno trovato il modo di aggirare l’ostacolo riuscendo ad entrare nel settore benché a partita iniziata, il fatto dimostra ancora una volta che alla lunga, con perseveranza e con un briciolo di fortuna, si riesce ancora a combattere questa card che vorrebbe di fatto eliminare ultras e tifosi dagli stadi di calcio. I granata non tesserati appendono un paio di pezze, si compattano decisamente bene facendo quadrato e partono decisi con il tifo: se il primo coro rimarca la loro contrarietà alla tessera del tifoso, le restanti energie vengono spese per sostenere la squadra, per ricordare come il Toro sia l’unica squadra di Torino e per esprimere ben poca simpatia verso il presidente Cairo.
A livello di colore si limitano a sventolare un paio di bandiere ma è l’incitamento alla squadra il loro fiore all’occhiello: ora a sostenere i granata, oltre ai tesserati che già erano in ottima forma, ci sono una cinquantina di non tesserati che ci danno dentro a più non posso. Le due anime del tifo, pur divise all’interno del settore, vanno di pari passo quando c’è da intonare i cori: generalmente le direttive sono dettate dai non tesserati e riprese subito dal resto del settore che vede con entusiasmo l’arrivo della nuova truppa. Da segnalare che alcuni tesserati si spostano verso gli ultras per poter seguire in modo migliore i cori, la conseguenza principale è che i granata offrono un tifo veramente all’altezza del proprio nome. Se i torinisti procedono a mille, anche i padroni di casa non demordono e tra un coro e l’altro riescono a farsi notare con uno striscione esposto per ricordare le recenti parole del presidente del Genoa Preziosi, che ha accusato senza mezzi termini la propria tifoseria dopo i noti fatti di
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Foto & News: Serie B, Livorno-Torino 0-1 Genoa-Siena. Lo striscione dei livornesi rammenta al buon Preziosi che qualche scheletro nell’armadio l’ha anche lui e non è di poco conto: “Gli ultras hai infamato… della valigetta ti sei dimenticato? Preziosi infame”. Inutile anche in questo caso dire che un po’ tutti gli ultras hanno offerto solidarietà ai grifoni: indipendentemente dall’azione intrapresa dagli ultras della Gradinata Nord, sono state giudicate quanto meno inopportune le parole di un presidente che nel passato non è apparso troppo trasparente nella gestione delle proprie società, incappando, come ci ricorda la Curva Nord, in qualche storiella che proprio non si addice a chi vuol fare del moralismo spicciolo. Insomma, chi è senza peccato scagli la prima pietra ed il presidente Preziosi non si può permettere di scagliare un bel nulla! Se la partita sugli spalti è più che accesa, lo stesso non si può dire per quella sul terreno di gioco: le due squadre non creano seri pericoli anche se il Torino riesce a chiudere la prima frazione
in vantaggio sfruttando al meglio con Meggiorini una “dormita” della difesa amaranto. Il primo tempo termina qui, non si può dire che le emozioni sugli spalti siano mancate, il tifo è stato su buoni livelli con la ciliegina sulla torta della presenza dei non tesserati granata. La ripresa si apre con un’altra presenza “scomoda” ma quanto mai gradita: a dar man forte ai granata arriva da Firenze un buon gruppo di ultras della Curva Fiesole,
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Foto & News: Serie B, Livorno-Torino 0-1
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Foto & News: Serie B, Livorno-Torino 0-1 una bandiera con il giglio e due pezze “1926” e “Noi non tesserati” confermano la presenza dei viola che rafforzano un gemellaggio che ormai è da annoverare tra quelli storici. Ovviamente i granata salutano con un paio di cori l’arrivo dei gemellati ed immancabilmente salgono nella hit i cori contro gli juventini, si va dai classici motivetti a quello sicuramente più originale che ha per soggetto il nuovo Juventus Stadium. Il tifo dei granata riparte come nella prima frazione di gioco: tanti battimani, tanti cori eseguiti alla perfezione, c’è una buona partecipazione e la diretta conseguenza è che i momenti di stanca si percepiscono con il lumicino. I granata tesserati provano una sciarpata, gli esiti sono tutto sommati sufficienti, i non tesserati non partecipano preferendo continuare a tifare e a sostenere la squadra. La partita sul terreno di gioco non decolla, il Torino pensa a congelare il risultato, il Livorno prova ad attaccare per raggiungere almeno il pareggio ma non riesce a portare
seri pericoli alla porta avversaria. Man mano che passano i minuti la curva di casa sembra spazientirsi, non tanto verso i giocatori ma quanto con la dirigenza ed in special modo con il presidente Spinelli, invitato senza mezzi termini a tornarsene a Genova. Sul banco degli imputati sale anche il direttore di gara, accusato di qualche decisione poco obiettiva, resta il fatto che in questo finale di gara il tifo dei padroni di casa cala notevolmente soprattutto a causa della partita che rapisce le attenzioni. Al triplice fischio dell’arbitro è palese la delusione del pubblico di casa mentre i giocatori granata, compreso mister Ventura, si dirigono sotto il settore ospite per scambiare i consueti applausi. Per il Livorno una battuta d’arresto che pesa, tra i maggiori imputati c’è sempre il presidente Spinelli; per il Toro una vittoria che avvicina il traguardo della serie A, la strada è ancora lunga ma l’euforia per un campionato giocato alla grande è palese in tutto l’ambiente.
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Testo e foto di Valerio Poli.
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Foto & News: Serie B, Livorno-Torino 0-1
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Foto & News: Serie B, Bari-Padova 3-1 Lezioni di calcio e lezioni di morale Si gioca in notturna. Un tempo la notturna assumeva un fascino tutto particolare, vista la sporadicità con cui avveniva. Oggi le televisioni comandano, insensibili a tutto ciò che sta succedendo nel calcio italiano. Dopo l’uragano Calciopoli, il mondiale vinto dalla Nazionale di Lippi era servito quantomeno a rialzare l’onore, riafferrare un po’ di dignità: impossibilitati a dare lezioni di cultura, civiltà e giustizia al resto del mondo, almeno provavamo a dare lezioni di calcio. Oggi invece, a quanto pare, viene difficile anche quello. Sì, perchè “scommessopoli” è sintomatico di un tracollo totale del calcio e del sistema italiano tutto. Se il Moggi di Calciopoli spiccava come il più spudorato a reggere le fila di quella gigantesca truffa, oggi a spiccare come marcio e corrotto è tutto il sistema, tutte le società. Tempo fa proprio il nostro caro amato ministro, si preparava a lanciare
una task-force immediata per opporsi a tali scandali… Ritornando alla partita, a causa della tessera il fascino è affievolito anche, o forse soprattutto, per la mancanza degli ultras ospiti. La Curva Nord appare ben colorata, con l’accensione di diverse torce. Ben decisa la posizione dei “Ludwig”, coerentemente e fortemente anti-societaria. Testo e foto di Massimo D’Innocenzi.
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Foto & News: Serie B, Bari-Padova 3-1
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Foto & News: Finale Coppa Italia C, Pisa-Spezia 1-2 Una partita che è quasi un derby Come sempre succede, la Coppa Italia è snobbata dalle squadre fino ai turni finali, quando finalmente le viene concesso il giusto peso. Il risultato di andata complica un po’ le cose alla formazione spezzina: al Picco il Pisa si è imposto per una rete a zero, il risultato è comunque ampiamente ribaltabile da questo Spezia in ottima forma, capace di riaprire un campionato che un mesetto fa sembrava definitivamente chiuso dal Trapani che guidava solitario con diversi punti di vantaggio. Nell’ultimo periodo la squadra siciliana ha pericolosamente tirato il freno e lo Spezia ha saputo approfittare della debacle dell’avversario, tallonandolo con l’idea non troppo nascosta del sorpasso sul filo di lana. Per questo motivo, in questa partita, lo Spezia mette in campo diverse seconde linee: il campionato ormai apertissimo diventa il primo grande obiettivo
e mister Michele Serena non vuol lasciar nulla di intentato. Di contro il Pisa ha poco da chiedere al campionato, ormai la squadra si è stabilizzata su una posizione di centro–alta classifica ma lontano dai play off e a debita distanza dai play out. Questa finale di coppa capita al momento giusto e considerando il risultato di andata ed il vantaggio, magari minimo, di giocare in casa, è comprensibile un certo ottimismo tra il pubblico locale. Tra le due tifoserie l’odio è profondo, non è un derby ma comunque ci si avvicina molto per pathos e per rivalità. Diversi gruppi della Curva Ferrovia hanno optato per tesserarsi perciò il settore ospiti non resterà desolatamente vuoto, e già questa è una notizia visti i tempi che corrono. Purtroppo la partita originariamente doveva giocarsi il 25 aprile ma è stata rimandata a causa della morte del centrocampista Morosini a mercoledì 2 maggio, perciò visto il giorno lavorativo, soprattutto da parte ospite, non è lecito aspettarsi una vera e
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Foto & News: Finale Coppa Italia C, Pisa-Spezia 1-2 propria invasione. Lo stadio risponde bene all’evento, c’è molta euforia intorno alla partita ed anche le forze dell’ordine sono in fibrillazione per organizzare un servizio d’ordine che mancava da un po’ di tempo. Come succede in questi casi la zona intorno allo stadio viene battuta palmo a palmo, chiuse le vie limitrofe al settore ospite, non può mancare una corposa scorta sia agli spezzini giunti in treno, sia a quelli che hanno optato per bus ed auto private. Il prepartita scorre via abbastanza tranquillo, gli spalti iniziano ad animarsi con un buon anticipo ma l’ingresso del contingente ultras in Curva Nord avverrà solo pochi minuti prima del fischio d’inizio. Anche nel settore destinato agli spezzini ci sono parecchi vuoti, i primi ospiti a giungere all’Arena Garibaldi suppongo siano quelli arrivati con mezzi propri perciò è comprensibile la mancanza del “nocciolo” degli ultras bianconeri. Entrano le squadre in campo ed anche
la gradinata si anima: il Club Autonomo Nerazzurro fa calare un bandierone nerazzurro a centro settore ma è la Curva Nord, cuore pulsante del tifo, che si colora come l’evento merita. Gli ultras, entrati proprio sul filo di lana, distribuiscono qualche centinaio di bandiere nerazzurre e lo spettacolo è assicurato, semplice ma d’impatto anche grazie alle bandiere che qualche tifoso si è portato da casa e si vanno ad aggiungere a quelle del tifo
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Foto & News: Finale Coppa Italia C, Pisa-Spezia 1-2
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Foto & News: Finale Coppa Italia C, Pisa-Spezia 1-2 organizzato. Gli spezzini sono a ranghi ridotti ma, nonostante ciò, i presenti organizzano una bella sciarpata unitamente ad un paio di bandiere che vengono esposte in bella mostra. Inizia la partita sul terreno di gioco e parte forte e deciso il tifo dei padroni di casa: tanti cori accompagnati da battimani, qualche bandiera che viene alzata per offrire un bel po’ di colore, la Curva Nord parte a testa bassa e mette in mostra numeri e muscoli. I cori sono tutti per la squadra, c’è un’ottima partecipazione, le indicazioni provengono da centro curva ma anche ai lati della stessa le persone sono in piedi ed hanno una voglia matta di partecipare attivamente all’evento. Il tifo è di qualità e a dar manforte ai tifosi nerazzurri, arrivano i vicini gemellati di Carrara, si notano diverse bandiere gialloblu ed un paio di pezze vengono attaccate a centro curva. Superfluo ricordare l’astio che divide la tifoseria carrarina da quella spezzina, anche in questo caso non si può
parlare di derby ma comunque il limite è davvero sottile. Intanto anche gli spezzini cominciano ad infoltire le file, entrano gli ultras bianconeri e tempo una decina di minuti anche nel settore si può fare il conteggio di tifosi. Com’è facile immaginare, a schieramenti compatti, non mancano i cori offensivi che si scambiano le due tifoserie: i pisani partono a spron battuto, gli spezzini rispondono per le rime estendendo tutto il loro astio alle tifoserie toscane in genere, del resto gli spezzini in Toscana hanno ben poche simpatie e se escludiamo un certo feeling con i livornesi intorno agli anni ‘80-‘90, per il resto ci sono solo nemici. Quando i cori hanno già fatto la propria parte, ci pensano le parole scritte a colpire nel segno: i pisani, dopo le reciproche offese, espongono uno striscione che la dice lunga sul loro pensiero verso la tessera del tifoso: Spezzino “ultras” tesserato schiavo dello Stato. Aspettarsi un qualcosa di simile era più che lecito visto che la tifoseria
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Foto & News: Finale Coppa Italia C, Pisa-Spezia 1-2 nerazzurra ha fatto del no alla tessera un proprio cavallo di battaglia, intavolando diverse iniziative che a ben vedere hanno dato buoni frutti visto che a Pisa non sono numerosissimi i tifosi tesserati che seguono la squadra anche in trasferta e, bene ricordarlo, chi lo fa non appartiene alla galassia del tifo della Curva Nord. Sicuramente la scelta di parte della tifoseria spezzina di tesserarsi, cozza con i principi dei padroni di casa e, data la rivalità tra i due schieramenti, ipotizzare uno striscione avente come soggetto la tessera era quanto mai semplice. Gli spezzini, una volta compattatisi, riescono a produrre un buon tifo: niente di eccezionale ma comunque si fanno notare e non poco. Su di un terrazzino si posiziona un lanciacori, il gruppo resta sufficientemente quadrato e non si disperde nell’ampio settore. Alcuni cori sono cantati da un po’ tutti, altri hanno meno fortuna ma va precisato che i presenti non sono solo ed esclusivamente
ultras, ci sono tifosi che seguono la partita spalleggiando solo di rado il gruppo principale. Dal punto di vista del colore offrono ben poco, un paio di bandiere che ogni tanto sventolano è tutto quello che va ricordato, mentre battimani e cori sono frequenti ed accompagnano l’andamento dell’incontro. Alla mezz’ora l’incontro si mette bene per la formazione di casa che fino a questo punto non aveva offerto grandi
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Foto & News: Finale Coppa Italia C, Pisa-Spezia 1-2 giocate ma, su un calcio di punizione, il centrocampista Favasuli trova la via della rete ed il momentaneo vantaggio mette le ali ad un pubblico che tocca il cielo con un dito. Se l’esultanza è scomposta in curva, anche nella gradinata, settore generalmente più pacato, si nota diverso movimento; anche da qui non si manca di sbeffeggiare i rivali, c’è addirittura chi per raggiungere il proprio scopo si arrampica sulla recinzione per essere più visibile dagli spezzini. Quest’ultimi assorbiscono bene il colpo e ricordano ai dirimpettai come il loro principale obiettivo resta la promozione in serie cadetta. Il botta e risposta tra le due tifoserie è avvincente, sicuramente i padroni di casa possono contare sulla forza dei numeri, gli ospiti si fanno sentire in qualche momento di silenzio del pubblico di casa o comunque con quei cori secchi che hanno un potenziale maggiore. Per non farsi mancare nulla, gli spezzini organizzano pure una sciarpata, questa volta rispetto a quella di inizio partita
molto più fitta. Esteticamente il risultato è perfetto. Sul finale di tempo è lo Spezia a raggiungere il pareggio, il gol riscalda l’ambiente e carica i supporters bianconeri che a questo punto credono nell’impresa di ribaltare il risultato dell’andata, il pareggio non è sufficiente ma basta un’altra rete per alzare al cielo la coppa. Il risultato è più che mia in bilico e a giovarne è la partita nella partita, cioè quella che le due tifoserie giocano sugli spalti. La ripresa si apre sui medesimi ritmi dei primi quarantacinque minuti. La Curva Nord riprende con il proprio tifo continuo e caloroso. Gli ospiti, una volta serrate le fila, si fanno notare per i tanti battimani che producono e, forti di un risultato sempre in bilico, riescono a trovare anche un pizzico in più di compattezza, segno che ora si crede davvero ad un capovolgimento del risultato. Tra le due tifoserie non mancano i cori offensivi, l’ascia di guerra non viene assolutamente sotterrata e la tensione è sempre palpabile.
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Foto & News: Finale Coppa Italia C, Pisa-Spezia 1-2 Anche in questo secondo tempo, la Curva Nord ha un messaggio da mostrare e questa volta il soggetto non è la tifoseria spezzina ma il presidente del Genoa Preziosi che ha detto qualche parolina di troppo sulla propria tifoseria: “Preziosi, Lega e giocatori: chiedete la galera per una maglia fatta levare quando siete i primi a truccare, scommettere, rubare! Vergogna!”. Con questo striscione anche la tifoseria pisana vuol solidarizzare con quella genoana per le ultime note vicende, del resto molte tifoserie si sono apertamente schierate contro il presidente Preziosi che ovviamente ha trovato l’appoggio di quelle persone che non hanno capito fino in fondo il gesto di chi, in fondo, vuole il bene del Genoa. A dirla alla Delio Rossi, troppi moralisti, troppe persone che sparlano senza sapere, troppi concetti ovvi e perciò privi di senso. Insieme allo striscione, vengono accese 2-3 torce e non mancano i cori che
chiedono il rispetto per gli ultras, quelli contro la repressione e contro il calcio moderno. Ben presto si torna a focalizzare l’attenzione sulla partita, il risultato è in bilico e le due tifoserie si danno un bel daffare per cercare di portare a casa la coppa. Se i cori da entrambe le parti sono sempre continui, il colore prevale nella curva di casa che ripropone una bella sbandierata i cui esiti son decisamente
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Foto & News: Finale Coppa Italia C, Pisa-Spezia 1-2 buoni, mentre gli ospiti sono molto più “asciutti” e persistono nei battimani. Quando manca un quarto d’ora al termine delle ostilità, è nuovamente l’attaccante spezzino Guerra a segnare e a portare la propria squadra in vantaggio: entusiasmo a mille nel settore dei bianconeri, questa volta sono gli ospiti che sbeffeggiano i vicini della gradinata, il gol ha il potere di gelare il pubblico dell’Arena malgrado la Curva cerchi subito di rianimare una squadra che deve raggiungere obbligatoriamente il pareggio. La gara si fa avvincente, il Pisa attacca all’arma bianca, lo Spezia si difende ed in qualche occasione rischia grosso. Sugli spalti la tensione si taglia a fette ed il finale di partita incandescente non rabbonisce certo gli animi già di per sé calorosi. Lo Spezia alza il proprio fortino e riesce a portarsi a casa vittoria e coppa, la festa dei tifosi aquilotti continua ben dopo il triplice fischio con la squadra che si dirige sotto il settore per dare il via ai festeggiamenti.
La Curva Nord, nonostante la sconfitta, tributa un bell’applauso alla squadra. Non mancano i cori di ringraziamento per una stagione che deve essere archiviata come positiva per quanto riguarda il risultato sportivo. Durante la premiazione delle squadre, con gli ultras spezzini su di giri per l’inaspettata vittoria, la Curva di casa ormai parzialmente vuota, ripropone lo striscione “Spezzino ‘ultras’ tesserato schiavo dello Stato”. È il canto del cigno, lo Spezia vince la sua seconda Coppa Italia di categoria mentre al Pisa resta la consapevolezza di aver vissuto una stagione tutto sommato positiva. Fuori dello stadio un ingente spiegamento di forze dell’ordine scorta le auto private ed un pullman fino all’ingresso dell’autostrada, traffico paralizzato ed auto della polizia a sorvegliare gli incroci. Tutto sembra esser filato liscio ma usare il condizionale è un obbligo in questi casi.
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Testo e foto di Valerio Poli.
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Foto & News: Serie C2/B, Fondi-Catanzaro 1-1 La festa è solo rinviata Per questa partita importantissima che può regalare la promozione, partono senza tessera del tifoso due autobus organizzati dagli Ultras Catanzaro. Ritrovo alle 6.15 ai giardini di San Leonardo, ma parenza che avviene soltanto alle 7.30. L’autostrada è colorata di giallorosso, tra pullman, macchine e rinforzi dal centro e dal nord, Fondi alla fine sarà invasa da oltre 2.000 tifosi. Tra cori, birra e vino passa il tempo e a Fondi si arriva giusto in tempo per l’inizio della partita, con il settore già pieno e colorato di palloncini gialli e rossi. Presenti molti tifosi anche in Tribuna. Dopo aver appeso gli striscioni partenza con “Siamo la Massimo Capraro” che tutti cantano. Passa un minuto e le aquile passano in vantaggio con Quadri direttamente da calcio d’angolo. Cantano i catanzaresi ma cantano e non molla nemmeno la ventina di tifosi del Fondi nella Curva di casa.
Dal settore ospiti si alza lo striscione “Né tesserati... né accompagnati”, poi molti fumogeni e torce colorano l’aria, mentre molte bombe carta la riempiono di rumore. Al 25’ pareggia il Fondi con Ricciardo con un tiro dalla destra che sorprende Mengoni. Finisce praticamente qui il confronto tra Catanzaro e Fondi, con i calabresi che hanno dovuto fare i conti con le defezioni per infortunio di Papasidero ed Esposito, e con le cattive
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Foto & News: Serie C2/B, Fondi-Catanzaro 1-1 condizioni fisiche di molti degli effettivi. Il Fondi da parte sua accoglie questo pareggio come un risultato di prestigio, tanto da accontentarsi ed evitando di spingere in cerca del vantaggio. Il secondo tempo non si è praticamente giocato, con il solo Quadri che ha impegnato il portiere del Fondi. Prontagonisti veri di questa frazione sono i tifosi delle aquile. Alla fine, nonostante la promozione non sia ancora matematica, c’è l’invasione di campo prima del ritorno a Catanzaro che avviene all’una. Con questo pareggio il Catanzaro si porta a due punti dal Perugia e tiene a distanza di tre la diretta inseguitrice Vigor Lamezia. Il prossimo turno, il già promosso Perugia affronta tra le mura amiche la già retrocessa Isola Liri. Il Catanzaro, in cerca della matematica promozione in Prima Divisione, affronterà il già salvo Giulianova. La Vigor Lamezia farà visita alla già retrocessa Ebolitana. Testo e foto di West Side Catanzaro.
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Foto & News: Serie C2/A, San Marino-Rimini 1-0 Il San Marino ipoteca la C1 In un momento del campionato in cui i risultati del campo non gli arridono, il Rimini affronta il San Marino. Vista la distanza irrisoria che divide le due città, sui quotidiani locali quello odierno viene “pompato” come derby. Così come all’andata, la Lega impone il turno infrasettimanale, così il pubblico presente è costretto a ferie o permessi lavorativi per non mancare. La nota positiva di quest’oggi sul Titano, è che anche il pubblico di fede biancorossa ha potuto tranquillamente comprare il biglietto senza dover presentare la tessera del tifoso. Se sui quotidiani era data per imprescindibilmente necessaria, ai botteghini dello stadio si è voluto invece usare un po’ di buon senso, non come successo a Bellaria qualche domenica prima, dove hanno lasciato fuori tanti
tifosi riminesi. Considerando il periodo relativamente lungo da cui manco da San Marino, la differenza sostanziale è che al pubblico di casa viene concessa la tribuna, quella considerata più capiente e funzionale, mentre agli ospiti è destinata la tribunetta dove in passato si assiepavano i tifosi locali. Ritrovo sempre al loro posto i ragazzi del “Nucleo 2000”: anche se numericamente
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Foto & News: Serie C2/A, San Marino-Rimini 1-0
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Foto & News: Serie C2/A, San Marino-Rimini 1-0 non impressionanti, hanno comunque superato lo scoglio dei 10 anni di attività, presentandosi spesso anche in trasferta al seguito della squadra biancazzurra. Per una realtà come San Marino non mi sembra poco. Sul fronte biancorosso, la Curva Est versione trasferta si compatta con le sue circa 70/80 unità. I consueti drappi appesi alla vetrata rimarcano la presenza degli ultras, mentre a lato si sistemano altri riminesi dei vari clubs. Nessuna coreografia iniziale degna di nota. Nel settore del Nucleo vengono sventolate bandierine ed il caratteristico bandierone con l’indiano. I biancorossi invece partono subito con i cori a sostegno dei ragazzi diffidati e contro la tessera del tifoso. Trovandosi sul territorio del Titano, i cori contro le forze dell’Ordine lasciano il posto ad alcuni sui locali “gendarmi”. Sucessivamente altri cori vengoni indirizzati al presidente del San Marino che lo scorso anno, alla guida del
Real Rimini, aveva provato ad arruffianarsi la piazza senza successo. Nel primo tempo una sciarpata biancorossa sulle note di “Romagna mia” conferisce un bel tocco di colore, ben riuscite anche le manate, seguite da tutti i presenti. Sul campo è il San Marino che si porta in vantaggio e non concede al Rimini di riaprire la partita: è il solito Lapadula, bomber principe del girone, a raddoppiare e mettere una bella ipoteca sulla promozione diretta, lasciando al Rimini solo la speranza dei playoff. Al 90’ sugli spalti sono solo i tifosi del San Marino ad esultare per questa importante vittoria, mentre dal settore ospite la fanno da padrona i fischi all’indirizzo dei giocatori che, comunque, si portano ugualmente sotto il settore per ringraziare i propri tifosi per il loro sostegno.
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Testo e foto di Gilberto Poggi.
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Foto & News: Serie D/F playoff, Ancona-Civitanovese 4-3 E pensare che siamo in piena primavera Il mese di Maggio è sempre stato sinonimo di bel tempo, fresca e pura aria primaverile. Il sole dovrebbe tornare a splendere con conseguente aumento della temperatura e l’estate dovrebbe arrivare... prima o poi. Eppure di bel tempo ed aria primaverile ad Ancona non c’è proprio niente. Prima grandi nuvoloni grigi che non lasciavano presagire niente di buono e poi la pioggia che è durata per la maggior parte dell’incontro. Nonostante tutto, il tempaccio non ha affatto rovinato lo spettacolo offerto in campo dalle due squadre, Ancona e Civitanovese, e sugli spalti dalle due tifoserie. Non sarà stato un derby vero e proprio, anche perché tra le due tifoserie non c’è alcuna rivalità, ma l’aria densa di
agonismo si percepiva anche al di fuori dello stadio “Del Conero”. E poi sono sempre due squadre marchigiane che in un girone di serie D nazionale si incontravano nella semifinale play-off. Già qualche ora prima della partita era presente un buon numero di tifosi che con il passare del tempo è aumentato sempre di più. Alla fine gli spettatori paganti non saranno complessivamente una cifra spropositata (2.000 circa con
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Foto & News: Serie D/F playoff, Ancona-Civitanovese 4-3 200-300 ospiti), ma comunque buona per la categoria. Dalla parte della curva nord, gli ultras anconetani attaccano alla vetrata le solite pezze, più due della curva ovest di Ferrara, nota tifoseria gemellata con gli anconetani. Dal lato opposto è importante sottolineare, o ricordare a chi già lo sapesse, che la tifoseria civitanovese è divisa da qualche anno ed anche nelle partite casalinghe si ritrova in settori diversi. Anche oggi si presenteranno da una parte le Brigate Rosso Blu e dall’altra gli Sconvolts della curva nord. Tuttavia in questa gara ho potuto notare che, come dice il vecchio adagio, “si fa di necessita virtù” ed il numero ristretto di ultras ha amalgamato le due componenti. Molti hanno osservato che nella gara di campionato c’erano più spettatori, soprattutto dorici, ma purtroppo il valore attuale dei play-off che è puramente simbolico, in quanto non garantisce la promozione ma solo una somma
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Foto & News: Serie D/F playoff, Ancona-Civitanovese 4-3
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Foto & News: Serie D/F playoff, Ancona-Civitanovese 4-3 in denaro al vincitore, ha frenato gli entusiasmi. Ciononostante lo spettacolo di tifo è stato più che buono da ambo le parti. Le due tifoserie hanno intonato cori costantemente per tutti i 90 minuti regolamentari, alternando momenti di estrema euforia ad altri di delusione in base a quello che succedeva in campo. Ma anche in momenti delicati della partita il sostegno dagli spalti non è mai mancato e ciò ha permesso alle squadre di rialzarsi continuamente. Il risultato finale è proprio l’emblema della precedente considerazione: 4-3 per l’Ancona che ha avuto la meglio su una Civitanovese mai doma. Ad aggiungere ulteriore pepe alla situazione ci ha pensato l’arbitro che ha commesso evidenti sbagli da una parte e dall’altra, provocando più volte le veementi reazioni dei tifosi per espulsioni e rigori concessi e non concessi. Chi ha avuto la fortuna di assistere a questa gara non si sarà certamente annoiato.
Vale la pena evidenziare i due momenti in cui le tifoserie hanno avuto qualche contatto verbale. A circa la metà del secondo tempo i civitanovesi hanno esposto una striscione con su scritto “Fuori gli ultras da Montacuto”, la nota prigione nella periferia di Ancona. A questo punto tutta la curva nord anconetana ha applaudito ed ha risposto con cori favorevoli. Il secondo momento riguarda invece la fine della partita. Quando lo
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Foto & News: Serie D/F playoff, Ancona-Civitanovese 4-3 speaker dello stadio ha annunciato che grazie alla vittoria l’Ancona avrebbe giocato il mercoledì successivo a San Benedetto contro la Samb, sono partiti cori offensivi dagli ultras dorici contro la Samb, con la quale c’è una rivalità forse inferiore solo a quella con gli ascolani. A questo punto i civitanovesi, gemellati con gli ultras della Samb, hanno risposto con cori che ricordavano l’amicizia tra queste due tifoserie, prontamente fischiati dal settore anconetano opposto. Questa lieve tensione è durata per qualche minuto al termine della gara e poi è finita li, senza conseguenze rilevanti. Le due squadre in campo sono state applaudite ciascuna dai propri sostenitori, per quella dimostrazione di carattere e attaccamento alla maglia richiesto più volte durante tutto l’arco della stagione. Testo di Francesco Fiordoliva. Foto per gentile concessione di Anconasiamonoi.forumcommunity.net.
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Foto & News: Serie D/I playoff, Battipagliese-Messina 1-3 Fine del sogno Il mio racconto di questa gara di playoff tra Battipagliese e Messina non può che iniziare nella tarda mattinata, con l’arrivo nella capitale della piana del Sele dei fratelli materani e angresi per supportare gli storici gemellati bianconeri di casa. Dopo gli abbracci e i saluti di rito, l’appuntamento è al ristorante dove le tre fazioni fraternizzano tra il buon bere e vecchie chiacchiere tra ultras. Il tempo passa e 30 minuti prima dell’inizio della partita si va allo stadio, dove subito si nota la sparuta presenza messinese. La gara inizia e il colpo d’occhio è niente male, con circa 2500 spettatori a gremire lo stadio “Pastena”. Dopo pochi minuti arriva qualche altro tifoso siculo, presenza complessivamente quantificabile in una ventina di unità, una delusione
considerando il blasone della tifoseria messinese. Qualche spiegazione la si potrebbe cercare nella formula dei playoff stessi, che forse non serviranno a niente visto il più volte annunciato blocco dei ripescaggi. I battipagliesi riempiono il loro settore facendo ottimamente quadrato e rendendosi autori di un tifo che risulta essere il migliore della loro stagione
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Foto & News: Serie D/I playoff, Battipagliese-Messina 1-3
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Foto & News: Serie D/I playoff, Battipagliese-Messina 1-3 casalinga. I siciliani cercano di accennare a qualche coro ma, dati i numeri, si sentono poco. Di grosso spessore i battimani dei locali con una buona torciata iniziale. Coralmente qualche scaramuccia tra le parti e continui cori dei battipagliesi per i fratelli materani e angresi. Da segnalare la presenza di striscioni che ricordano ai più l’autonomia battipagliese dalla provincia salernitana. Eloquente, in tal senso, la scritta “Battipaglia non sarà mai granata”. In campo bella gara, la spunta il Messina sulle zebrette per 3-1 in rimonta, ma alla fine comunque c’è soddisfazione tra i locali per la grande giornata di fratellanza ultras vissuta. Testo e foto di Mario Rosellini.
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Foto & News: Serie D/I playoff, Battipagliese-Messina 1-3
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Foto & News: Serie D/B playoff, Olginatese-Pizzighettone 4-2 Note negative e positive Dispiace sottolineare come il match Olginatese-Pizzighettone, primo turno dei playoff di serie D (Girone B), finito 4-2 per la squadra locale dopo i tempi supplementari, meritasse un tifo più adeguato all’importanza della partita. Davanti a un centinaio di persone, a deludere, soprattutto per la posta in palio, è la totale assenza dei tifosi ospiti, che non siano parenti stretti dei calciatori. Per ragioni geografiche (vicinanza con Cremona) e di categoria, la tifoseria del Pizzighettone ha avuto difficoltà a compattarsi e a crescere nel tempo. Tuttavia essere Ultras dovrebbe andare oltre la categoria della propria squadra, specialmente all’inizio dei playoff che potrebbero aprire le porte della categoria superiore. Insomma degli “Ultras Pice” gruppo della tifoseria della squadra cremasca, nato nel 2003 in seguito alla promozione in C2, e degli altri due
sottogruppi: “Onda d’urto” e “Sezione regola alcolica” formatisi nel 2004, nemmeno il lontano miraggio. Evidenziata la nota negativa, bisogna rendere merito ai tifosi locali. Pur essendo vicino a città come Lecco, Como, e a pochi chilometri da Bergamo, le quali possono contare su squadre e tifoserie importanti, e pur non avendo una storia prestigiosa alle spalle, da segnalare in gradinata la presenza di una quindicina di ragazzi, fin troppo giovani, che con
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Foto & News: Serie D/B playoff, Olginatese-Pizzighettone 4-2 cori, petardi, fumogeni, bandiere hanno sostenuto, nei limiti delle loro possibilità, la propria squadra. Ragazzi appartenenti alla “Banda Kaos”, nome che appare tramite iniziali su una bandiera e sullo striscione del gruppo, posto dietro la rete di recinzione. All’entrata dei giocatori viene mostrato uno striscione semplice ma chiaro: “Forza Ragazzi”. Per tutta la partita, bisogna dirlo, si leva costante nel cielo plumbeo il coro “fino alla fine forza Olginate”. I ragazzi della “Banda Kaos” partecipano attivamente anche alla partita. Data la vicinanza con il campo, il portiere ospite Bertani, figlio del mister, è continuamente oggetto di insulti e cori nei suoi confronti che lo portano a girarsi verso i tifosi con un espressione eloquente: “perché??”. A parte alcuni eccessi, dovuti alla giovane età dei componenti della “Banda Kaos”, c’è da augurarsi che questi segni incoraggianti di ragazzi che tifano e cantano per tutta la partita abbiano un seguito già mercoledì con il secondo turno dei playoff sul campo del Pontisola.
Per la cronaca: partita avvincente con i tempi regolamentari che si sono conclusi sul risultato di 2-2 dopo una girandola di emozioni che ha sempre visto la squadra bianconera in vantaggio, ripresa dal Pizzighettone, che dopo il pareggio si butta in avanti alla ricerca del gol qualificazione. Nei tempi supplementari, dopo un netto rigore non dato al Pizzighettone, ne vengono fischiati due all’ Olginatese, che li realizza entrambi,vince, e passa il turno. A fine gara dichiarazioni di gioia del mister Falsettini che ringrazia i tifosi per l’appoggio e fa un auspicio: “Volevo ringraziare i tifosi per l’apporto e spero di sentirvi numerosi e calorosi già da mercoledì, per una sfida fondamentale”. Infine da rimarcare la presenza al campo dell’ ambulanza, di quattro sanitari oltre i due medici delle squadre, e di due defibrillatori, segno che la scomparsa prematura di Morosini ha lasciato degli insegnamenti.
Sport People n°17/2012
Testo e foto di Riccardo Casali.
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Foto & News: Amlin Challenge Cup, Biarritz-Tolone 21-18 Biarritz porta i Paesi Baschi sul tetto d’Europa Per chi è cresciuto a “pane e calcio”, utilizzando un’abusata metafora, i Paesi Baschi sono necessariamente parte dello stato chiamato Spagna, ad Ovest della nostra Penisola, loro malgrado inseriti in un’altra penisola e, ancor più forzosamente, in uno Stato che non sentono come patria. Il simbolo calcistico di questa “resistenza”, di questo irredento spirito indipendentista basco, è l’Athletic Club de Bilbao. Vi risparmio un trattato antropologico, soprattutto mi astengo da ogni commento politico. Stasera, però, in questa fresca e umida serata londinese nonostante sia maggio inoltrato, si gioca a rugby e come spesso accade, nel rugby funziona diversamente: i Paesi Baschi non sono collocati in Spagna, ma in Francia. E la squadra simbolo è il Biarritz Olympique Pays Basque, che contende con il
Bayonne l’onore di rappresentare in Europa questo lembo di terra che fa dell’orgoglio e del senso di appartenenza una ragione di vita. Nelle competizioni europee Biarritz abbandona i suoi colori sociali, il bianco e il rosso, per vestire una maglia che ricorda la bandiera basca, che sventolata in Gran Bretagna sembra una Union Jack rivista da Andy Warhol, con i suoi colori bianco-rosso-verde. Il simbolo di questa squadra è uno dei componenti
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Foto & News: Amlin Challenge Cup, Biarritz-Tolone 21-18 della mischia, gioca con il numero 8 sulle spalle e ha un nome quasi impronunciabile: Imanol Harinordoquy. Questo terza centro (che significa detto in parole povere che nella situazione di mischia ordinata - scrum - lui si trova in mezzo all’ultima linea, a dettare i tempi insieme al mediano e al tallonatore), un uomo di 1,92 metri per 105 chili, è il capitano della squadra, lui basco ma con 77 caps (leggasi presenze) nella nazionale francese, altra anomalia di questo grandissimo sport. In questo sport, dove tutti i tifosi si mischiano nel prepartita, dove per una gara tra due squadre francesi trovi sugli spalti gente di tutta Europa, con la maglia del loro club, il capitano non è un modello strapagato, ma un vero e proprio simbolo; non ti viene offerta la carica (qui, non c’è nessun segno identificativo che lo differenzia dai compagni) per tenerti in una squadra, o perchè sei “il più bravo”. Qui, se rivesti quel ruolo hai palle ovali, passione da vendere e sai sopportare una grande, grandissima fatica.
Ebbene, stasera Biarritz si gioca il trofeo contro un’altra squadra francese, il Rugby Club Toulonnais, che ha tutt’altra storia alle spalle; il club della Costa Azzurra (espressione della città di Tolone), infatti, viene da un retroterra molto più glamour, ma attende un successo da vent’anni. Per centrarlo, si è affidato ai soldi del magnate dell’editoria Mourad Boudjellal che non ha badato a spese, costruendo una squadra che ha in Wilkinson, simbolo vivente del rugby inglese, cresciuto dalle parti di Twickenham e vera e propria leggenda di questo sport, la punta di diamante. Sarebbe ingiusto, però, non citare Giteau, meravigliosa apertura/ primo centro australiana, così come il discusso Bastareaud, che qualche anno fa ha simulato un’aggressione in Nuova Zelanda per coprire le notti di bagordi mentre era in tour con la nazionale francese, e Armitage che stasera si gioca l’ultima chance di un cap con la nazionale inglese. Insomma, stasera si incontrano due mondi molto distanti, ed è quasi una beffa che
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Foto & News: Amlin Challenge Cup, Biarritz-Tolone 21-18 ad ospitare la finale tutta francese sia la capitale inglese... scherzi dello sport, con gli orgogliosi sovrani di Sua Maestà costretti addirittura a presentare le formazioni nella lingua di Napoleone! Da qualche anno la ERC ha fissato la finale di Amlin Challenge Cup nella stessa città che ospiterà la finale di Heineken Cup, la Champions League del rugby, ma in uno stadio diverso, per aumentare gli spettatori della finale “cenerentola”; lo scorso anno è toccato a Cardiff, e il prossimo anno sarà Dublino ad avere questo onore. Beffa ulteriore, nessuna squadra inglese s’è qualificata per le finali: stasera derby francese, domani derby irlandese. Sugli spalti, neanche a dirlo, uno spettacolo (9316 spettatori, dirà lo speaker a fine gara). Da Biarritz arrivano addirittura con tanto di orchestra, che si piazza nel South Stand e si mette a suonare, in versione festa paesana, alcune tra le canzoni pop più famose del momento, mentre
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Foto & News: Amlin Challenge Cup, Biarritz-Tolone 21-18 i supporters di Tolone, che dividono la tribuna (LV stand) con i tifosi di Biarritz, sono stranamente più compassati. Nota stonata: i fischi durante i calci di punizione, momento quasi “sacro” che merita il silenzio e il rispetto. La partita è bella e combattuta fin dalle prime fasi, e fin dall’avvio si capisce il tema tattico: entrambe le squadre si affideranno ai piedi dei loro calciatori (Wilkinson per Tolone, Yachvili per Biarritz), perchè il terreno è reso viscido da una leggera pioggerellina che scende, a tratti (shower, le chiamano da queste parti) giusto per dare fastidio e caratterizzare anche dal punto di vista climatico questa serata speciale. Tuttavia, Biarritz sembra avere qualcosa in più, scende in campo con più “fame”: vuole vincere; Tolone lo capisce subito, ma non riesce a contenere l’indisciplina dei suoi avanti, che rischiano più di una volta un cartellino per infrazioni professionali al regolamento (nel rugby
sono così chiamati i falli che tendono a spezzare deliberatamente il gioco). Nella ripresa Tolone si trova addirittura in 13, a causa di due falli stupidi quanto pericolosi di Hayman (che placa un avversario facendolo cadere con la testa sul campo) e Armitage (che dà una testata entrando lateralmente nella ruck); quello che il non proprio perfetto arbitro ha concesso nel primo tempo, viene pagato dai toloniani con gli interessi, anche perchè non sono stati in grado di modificare la
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Foto & News: Amlin Challenge Cup, Biarritz-Tolone 21-18 loro condotta. Biarritz non ne approfitta (stasera è mancato in pieno il sostegno alla linea d’attacco) e la gara resta in equilibrio fino alla fine; a deciderla, nemmeno a dirlo, un piazzato di Yachvili, che fissa il risultato sul 21-18. Biarritz soffre il ritorno di Tolone, che spinge alla ricerca almeno dei supplementari, ma un velo in maul sui 22 avversari regala la vittoria ai baschi. A fine gara, l’invasione di campo dei tifosi impedisce che venga portato a termine il cerimoniale, così come era stato studiato, e la coppa viene consegnata nelle mani di Harinordoquy all’ingresso del tunnel di accesso agli spogliatoi, con i tifosi baschi ubriachi di gioia contenuti a stento dal cerchio di steward. Se vogliamo, un’invasione di campo su un terreno inglese è la beffa finale di questo pazzo, grandissimo sport chiamato rugby. Testo e foto di Matteo Mangiarotti.
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