PAROLE D’AMICA
La parola fiorita
QUALCOSA DI BUONO
Ho carta e penna, ma non so cosa scrivere, con i miei occhi guardo il
DAMMI MILLE BACI
foglio e vedo solo una massa di bianco e con gli stessi occhi vedo la terra: una
Viviamo, Lesbia mia, e amiamo e non badiamo alle chiacchiere dei soliti vecchi troppo severi. Il sole tramonta e poi risorge, ma noi, una volta che il nostro breve giorno si è spento, dobbiamo dormire una lunga notte senza fine. Dammi mille baci, poi cento poi altri mille, poi ancora cento poi altri mille, poi cento ancora. Quindi, quando saremo stanchi di contarli, continueremo a baciarci senza pensarci, per non spaventarci e perché nessuno, nessuno dei tanti che ci invidiano, possa farci del male sapendo che si può, coi baci, essere tanto felici.
distesa piena di meraviglie, solo che guardando più in là non c'è niente e il mio cuore non si riempie di emozioni. Quando alzo la testa c'è qualcosa di blu con dei puntini oro e una di quelle stelle sei tu la mia migliore amica che al contrario della terra quando ti guardo mi fai sentire bene, al sicuro, protetta da qualsiasi cosa, ma qualche volta quando quella massa blu diventa azzurra e si riempie o di luce gialla che è il nostro sorriso messo insieme o di nuvoloni grigi che sono le nostre litigate mi piace ancora di più, ma come sempre io preferisco la prima. A quel punto prendo in mano la penna e scrivo le mie prime idee sull’importanza della nostra amicizia e
Gaio Valerio Catullo
PER RIDERE UN ATTIMO
quando metto giù le prime parole, non mi interessa se sbaglio l’ortografia perché mi importano solo tre parole IO E TE che siamo una cosa sola. Ti voglio bene.
Patrioli Chiara La moglie al marito: "Amore, dimmi parole di fuoco!". E il marito: "Che Dio te bruci!!!"
Parole curiose Mettere le corna: avere una relazione con un’altra persona che non sia il tuo partner. Pacchiano: persona che esagera comportamento affettuoso con un’altra.
nel
suo
RISOTTO ALLA MILANESE
Ingredienti per 4 porzioni: 400 g di riso semifino vialone nano 1,5 litri di brodo di carne 200 g di vino bianco secco 40 g di burro 40 g di midollo di bue 40 g di grana padano stagionato 24 mesi 30 g di cipolla 0,5 g di zafferano in pistilli Preparazione: Soffriggere la cipolla in 20 g di burro insieme al midollo sminuzzato, aggiungere il riso e cuocerlo a fuoco medio-alto per 2-3 minuti, girando delicatamente ma spesso, poi aggiungere il vino bianco e farlo evaporare. Aggiungere quindi 3 mestoli di brodo bollente, mescolare dolcemente e non toccare fino alla successiva aggiunta di brodo. A metà cottura aggiungere i pistilli di zafferano sciolti in un mestolo di brodo bollente. Spegnere la fiamma quando il riso è ancora al dente e la consistenza ancora piuttosto liquida ("all'onda"), aggiungere 20 g di burro e il parmigiano e mescolare energicamente (mantecare) per 20-30 secondi, quindi far riposare il risotto per 1 minuto e solo allora servire.
Promemoria grammaticale
DI TUTTO UN PO’
La parola fiorita
3 coniugazione –isc Alcuni verbi italiani che finiscono in –ire, inseriscono –isc- nella 1°, 2° e 3a persona singolare e 3° plurale del presente indicativo e congiuntivo , seguito della coniugazione regolare. Non c’e una regola che possa indicare i verbi che si coniguano cosí. Esempio: Presente indicativo io finisco tu finisci lui finisce noi finiamo voi finite loro finiscono
Presente congiuntivo che io finisca che tu finisca che lui finisca che noi finiamo che voi finiate che loro finiscano
Le maschere di carnevale
Il Carnevale è la festa che precede la Quaresima, e pertanto un momento in cui si può dare sfogo alla propria fantasia e alla propria voglia di divertirsi, prima del periodo di riflessione che precede la Pasqua. A Carnevale è quindi tradizione travestirsi e usare maschere. È risaputo che molte delle maschere di Carnevale tradizionali sono state mutuate dalla commedia dell’arte che ha dato vita a personaggi poi entrati a far parte della cultura italiana. Le maschere di Carnevale nascono quindi da un teatro buffonesco nel quale si cerca di sottolineare e di mettere in evidenza le debolezze e i difetti degli uomini.
Nell’imperativo si inserisce nella seconda persona
io — tu finisci lui finisca noi finiamo voi finite loro finiscano
I verbi piú comune regulari (che non usano questa regola) sono: mentire, offrire, soffrire, coprire, scoprire, vestire, bollire, sentire, dormire, partire, riempire, investire e servire.
La festa puo derivare da una festività pagana dell'antica Roma, chiamata "Lupercalia", che aveva luogo alla metà di febbraio. Venivano celebrati i riti della fertilità, tale giorno, essendo vicino al giorno dedicato al santo, potrebbe essere stato trasformato in seguito in una festa cristiana, da celebrarsi il giorno di San Valentino. San Valentino, nacque a Terni nell’anno 175 d.C., patrono della città dell’amore e prottetore degli innamorati di tutto il mondo, è tuttora considerato così
perche la leggenda
narra che egli fu il primo religioso che celebrò l’unione fra un legionario pagano e una giovane cristiana. Quando
singolare e terza plurale. Presente
Il giorno degli innamorati
Raccomandazioni
l’imperatore Aureliano ordinò persecuzioni contro i cristiani, San Valentino fu imprigionato e flagellato lungo la Via Flaminia lontano dalla città per evitare tumulti e rappresaglie dei fedeli e quindi fu martirizzato.
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: La parola fiorita
No. 05 11/02/13