Vita in campagna -Piante officinali

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SUPPLEMENTO N. 1 AL N. 10 DI VITA IN CAMPAGNA - CASELLA POSTALE 467 - 37100 VERONA - OTTOBRE 2004 - ANNO XXII - ISSN 1120-3005 - MENSILE - UNA COPIA € 3,00


macchine, strumenti ed attrezzi §r l'azienda agricola

0V1TA 2004 Alambicco per distillare erbe e piante officinali, vinacce, frutta, ecc.

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Guida illustrata alla coltivazione e utilizzazione delle piante aromatiche-officinah

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a cura di Lorenzo Roccabruna

D Una bella coltivazione di lavanda sulle colline tra il Piemonte e la Liguria. L'impiego delle piante aromaticheofficinali per l'alimentazione e la salute è noto fin dall'antichità; oggi la loro coltivazione può essere un'opportunità per molte piccole aziende.

a sempre l'uomo ha rivolto la sua attenzione al mondo vegetale. Dalle piante ha tratto cibo e nutrimento, fibre per tessere e legno per gli utensili; grazie alle piante ha gioito per i meravigliosi colori dei fiori e si è inebriato del loro profumo; ma soprattutto attraverso le piante ha imparato a conoscere meglio se stesso, a capire i suoi problemi, a curare molte sue malattie. È una saggezza antica, una sorta di istinto primordiale, una conoscenza innata, quella che lo ha spinto ad usare i fiori della camomilla come tranquillante, la corteccia della betulla come cicatrizzante, le foglie dell'uva ursina come diuretico o la radice della valeriana come sedativo; e le moderne ricerche danno oggi molte conferme scientifiche. Ai nostri giorni il rinnovato interesse alla qualità della vita, il desiderio di equilibrio intcriore, il bisogno di sentirsi un tutt'uno con la natura avvicinano moltissime persone al mondo dei rimedi più semplici e naturali. Questa Guida cerca perciò di orientare tutti coloro che si vogliono interessare maggiormente al mondo delle piante aromatiche ed officinali iniziando a vario titolo la loro coltivazione, non importa se in un campo, in un orto o semplicemente in un vaso sul balcone: è in ogni caso una porta aperta verso un orizzonte senza confini.

Foto: Cascina Blengio - Ponti (Alessandria) VITA IN CAMPAGNA Mensile di agricoltura part-time con la maggior diffusione pagata in Italia (certificazione ADS) Direttore Responsabile: Alberto Rizzotti Vice Direttore: Giorgio Vincenzi Redattori: Giuseppe Cipriani, Silvio Caltran Redazione: Via Bencivenga/Biondani, 16 37133 Verona Tei. 045 8057511 - Fax 045 8009240 E-mail: vitaincampagna@vitaincampagna.it Internet: www.vitaincampagna.it Editore: Edizioni L'Informatore Agrario spa Via Bencivenga/Biondani, 16 - 37133 Verona Presidente: Alberto Rizzotti Vice Presidente: Elena Rizzotti Amministratori delegati: Elena Rizzotti Pier Giorgio Ruggiero Direttore editoriale: Giovanni Rizzotti Direttore commerciale: Luciano Grilli Abbonamenti: C. R 467 - 37100 Verona -

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FEDERAZIONE ITALIANA

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Progettiamo una piccola azienda per la coltivazione delle aromatiche-officinali

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La coltivazione delle piante aromatiche-officinali Le piante aromatiche-officinali che consigliamo di coltivare nel campo Le piante aromatiche e ad impiego culinario da coltivare nell'orto familiare La lavorazione delle piante e la preparazione dei prodotti erboristici

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La vendita dei prodotti erboristici

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Indirizzi utili

EDITORI GIORNALI

Accertamento Diffusione Stampa Certificato n. 5071 del 25/11/2003 Vita in Campagna non è in vendita nelle edicole, viene inviata solo su abbonamento

Questa Guida esce come supplemento del mensile «Vita in Campagna» n. 10/2004


Progettiamo una piccola azienda per la coltivazione delle aromatiche-officinali

S

e consultiamo uno qualunque dei numerosi libri che trattano di piante aromatiche e medicinali noteremo, forse con sorpresa, che vengono attribuite proprietà terapeutiche a moltissime specie che normalmente consideriamo poco importanti e significative. D'altro canto la saggezza popolare ha sempre considerato degne di nota tutte le specie vegetali tanto che ci viene tramandato un proverbio che dice: «ogni erba che guarda in su ha la sua virtù». Alle piante si sono attribuite proprietà alimentari, proprietà purifìcatrici e curative, proprietà magiche e soprannaturali; si può certamente affermare che la storia dell'uomo è sempre stata, ed è ancora, legata in un rapporto profondo, quasi simbiotico, con il mondo vegetale.

Un po' di storia Nel passato l'impiego delle piante officinali costituiva l'unica possibilità di cura delle malattie. Le conoscenze maturate nei secoli, tramandate di generazione in generazione, sono giunte fino ai nostri giorni Un tempo, ai conoscitori delle proprietà delle erbe, conoscenze negate ai più, veniva portato rispetto e dato potere e l'alone di mistero che circondava gli «uomini della medicina» si colorava talvolta di sospetto e paura. Carlo Magno (sec. IX) nei suoi famosi Capitolari, leggi che regolavano tutte le attività della vita dei sudditi, indicava le piante che non dovevano mai mancare nei giardini del regno, ed in ogni mo-

nastero era presente l'«orto dei semplici», mentre alla fine del Cinquecento il chimico Crollio, allievo di Paracelso, proponeva la teoria delle «segnature» secondo la quale la forma, il colore ed il sapore di una pianta sarebbero segni analogici che la natura pone al fine di far capire il potere terapeutico della pianta stessa nei confronti dell'organo del corpo umano che più le rassomiglia. Alla polmonaria {Pulmonarìa officinalis) data la sua foglia chiazzata di bianco si attribuivano proprietà curative dei polmoni, alla fegatella (Hepatica triloba), per alle sue foglie trilobate e brune sulla pagina inferiore, proprietà relative al fegato, mentre la forma e la rugosità delle foglie della salvia {Salvia officinalis) indicavano il suo utilizzo per tutti i problemi legati alle patologie del cavo oro-faringeo.

Il nostro progetto di una piccola azienda per la coltivazione di piante aromatiche-officinali, la produzione e la vendita di prodotti erboristici, l'utilizzazione anche come fattoria didattica

Legenda. A-Campo (1.000 metri quadrati) per la coltivazione delle piante aromatiche-officinali. Yl-Vivaio per la produzione delle piantine costituito da una serra fissa (a), due tunnel (b) e una serie di cassoni di propagazione (e). C-Orto per la coltivazione di piante aromatiche per uso prevalentemente culinario. D-Percorso espositivo-didattico. ^-Laboratorio per la preparazione delle erbe. F-Locale per la vendita dei prodotti erboristici

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Anche se oggi molte di queste considerazioni paiono a dir poco fantasiose, in alcuni casi, e la salvia è l'esempio più eclatante, la recente ricerca scientifica ha dimostrato la fondatezza di alcune attribuzioni terapeutiche fatte nei secoli scorsi. Ora, all'inizio del terzo millennio, la nostra cultura occidentale che si basa sulla «dimostrazione scientifica» tende a svelare tutti i misteri, e così si conoscono le formule chimiche dei composti vegetali, i loro meccanismi di interazione con il corpo umano, ogni possibile indicazione o controindicazione all'uso. Una cosa sola non consideriamo abbastanza: il «nostro atteggiamento» nei confronti delle piante medicinali, che spesso è il valore aggiunto della terapia con le erbe ed influisce sulla riuscita del trattamento; la nostra predisposizione mentale, il tempo e l'attenzione che dedichiamo alla preparazione di una tisana diventano un rito che, aiutandoci a rientrare in noi stessi, migliora la qualità della nostra vita. Imparare a conoscere, a coltivare ed ad utilizzare le piante medicinali diven-

Le zone collinari e di montagna si prestano in modo particolare per la produzione delle erbe officinali; in questo modo è possibile, tra l'altro, valorizzare aree e terreni altrimenti destinati ali 'abbandono

ta così un ponte tra passato e futuro, tra tradizione e nuove scoperte.

Il nostro esempio di azienda produttrice di piante officinali Nel nostro progetto consideriamo un 'azienda a ciclo completo, con un vivaio, un campo di coltivazione e le strutture necessarie alla lavorazione e alla vendita dei prodotti erboristici. Inoltre ipotizziamo che si tratti di un 'azienda didattica La scelta di dedicare l'intera superficie aziendale, o parte di essa, alla coltivazione delle piante officinali ci inserisce automaticamente in un ambito produttivo molto particolare, forse non remunerativo come altri, ma certamente dai grandi valori etici ed ambientali. Iniziare la coltivazione di prodotti che entrano nella filiera alimentare significa assumersi una importante responsabilità, e questo ogni coltivatore lo sa bene, ma produrre piante che vengono utilizzate per la cura della persona e per la salute è certamente un impegno ulteriore, che deve unire una conduzione aziendale attenta, tecniche agronomiche semplici ma efficaci, salvaguardia ambientale e divulgazione di informazioni corrette. La nostra azienda deve diventare un libro aperto nel quale il consumatore può vedere come crescono le piante che usa per la cura della sua persona ed imparare a conoscere sempre meglio e sempre di più le immense risorse che la natura mette a disposizione. E quindi indispensabile ottenere la certificazione da parte degli enti preposti al controllo dell'agricoltura biologica (vedi «Guida illustrata alla conversione all'agricoltura biologica» supplemento a Vita in Campagna n. 2/2003) in modo da poter garantire al consumatore la massima trasparenza ed affidabilità dei processi produttivi.

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Dopo un periodo di conversione che dura due anni per le colture erbacee e tre anni per le colture arboree, l'azienda ottiene un codice che la identifica e che accompagnerà alla vendita ogni prodotto, ma già dall'inizio del periodo di conversione tutte le tecniche agronomiche adottate dovranno essere quelle ammesse in agricoltura biologica. Le visite di controllo da parte dei tecnici degli enti diventano inoltre l'occasione per un dialogo approfondito sui problemi incontrati nelle coltivazioni e l'opportunità di apprendere nuove soluzioni e strategie. In ogni realtà si possono individuare tipologie diverse a seconda della diversa vocazione aziendale, sia che si tratti di un agriturismo o di una fattoria didattica, sia che si tratti di un vivaio o di un orto familiare. Per semplicità descrittiva immaginiamo di dedicare ad ogni particolare attività un diverso spazio aziendale; avremo quindi: dei campi per la coltivazione; uno spazio per il vivaio; un luogo dove collocare l'orto; un percorso espositivo-didattico; un locale per il laboratorio; un locale per la vendita. Di ognuno presenteremo un progetto in modo che ne risultino evidenti e chiare tutte le caratteristiche.

Campo di coltivazione La superficie da mettere a coltura è direttamente proporzionale alle richieste di mercato ed agli obiettivi di espansione aziendale. Noi qui considereremo delle superfici minime ma comunque sufficienti a rendere l'idea delle potenzialità produttive. Ad ogni coltura dedicheremo circa 150 metri quadrati; le specie considerate saranno sei tra le più significative, scelte perché ci permettono di sperimentare cicli colturali diversi (essendo annuali, biennali e perenni), con la possibilità di affinare le nostre conoscenze tecniche ed agronomiche; il loro diffuso utilizzo erboristico ed alimentare unito alla semplicità d'uso ne fanno piante di primaria im-


portanza nel panorama delle aromatiche e delle officinali. La superficie totale utilizzata sarà di circa 1.000 metri quadrati (compresi i percorsi di servizio). 1) Melissa. Distanze di impianto: 60 cm tra le fila, 20 cm sulla fila; resa in prodotto fresco per 100 metri quadrati: 200-250 kg (nei due tagli). 2) Calendula. Distanze di impianto: 60 cm tra le file, 35 cm sulla fila; resa in prodotto fresco per 100 metri quadrati: 60-90 kg (capolini). 3) Menta piperita. Distanze di impianto: 45 cm tra le file, 20 cm sulla fi-

Vivaio

la; resa in prodotto fresco per 100 metri quadrati: 250-300 kg (nei due tagli). 4) Camomilla. Distanze di impianto: 50 cm tra le file, 20 cm sullafila;resa in prodotto fresco per 100 metri quadrati: 70-80 kg (fiori). 5) Dragoncello. Distanze di impianto: 60 cm tra le file, 20 cm sullafila;resa in prodotto fresco per 100 metri quadrati: 30-40 kg (parte aerea). 6) Malva. Distanze di impianto: 60 cm tra le file, 20 cm sulla fila; resa in prodotto fresco per 100 metri quadrati: 100-150 kg (foglie e fiori).

Essendo il luogo dove si procede alla propagazione delle varie specie, questo è un po' il cuore della nostra azienda. Se possibile dovrebbe essere dotato di una serra fìssa (8 x 20 metri), alcuni tunnel mobili (del tipo di quelli impiegati per le fragole), dei cassoni di propagazione ed una piccola superficie per il ripicchettamento in campo. La serra fissa, se opportunamente riscaldata, offre la possibilità di allestire i semenzai e di anticipare le coltivazioni in campo; di-

Pianta dell'azienda e percorso espositivo-didattico

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Legenda. A-Campo di coltivazione delle piante officinali: melissa (1), calendula (2), menta piperita (3), camomilla (4), dragoncello (5), malva(6). B-Vivaio per la produzione delle piantine costituito da una serra fissa (a), due tunnel (b), unaserie di cassoni di propagazione (e) e una superficie per il ripicchettamento in campo (d). C-Orto familiare per la coltivazione di piante aromatiche per uso culinario (nel particolare in alto a destra): erba cipollina (1); finocchio selvatico (2); issopo (3); levistico (sedano di montagna) (4); melissa (5); menta acquatica (6); menta spìcata (7); origano (8); rabarbaro (9); rafano (10); rosmarino (11); ruta (12); salvia (13); timo (14). D-Percorso espositivo-didattico: è un «sentiero» che si sviluppa lungo tutta la superficie aziendale e consente agli ospiti di osservare le piante nel loro ambiente: rosmarino © ; lavanda 0 , achillea 0 , angelica ©, altea 0 , valeriana ©, visita al campo di coltivazione ©, iperico ©, partenio 0 , rabarbaro ©, salvia sclarea O , salvia ©, visita alle coltivazioni in vivaio ©, visita alle coltivazioni dell 'orto ©, visita ai locali di laboratorio e vendita dei prodotti ©. ^-Laboratorio per la preparazione delle erbe. F-Locale per la vendita dei prodotti erboristici

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venta inoltre, in caso di visite di gruppi o di scolaresche, il laboratorio dove far sperimentare agli ospiti tutte le tecniche di propagazione delle piante officinali. L'allestimento di alcuni cassoni di propagazione è utilissimo per il radicamento delle talee di tutte quelle specie che non necessitano di un ambiente riscaldato; possono inoltre essere ripicchettati in cassone tutti i semenzali in attesa di trapianto definitivo. I cassoni sono contenitori in legno trattato, di metri 4-5x1,5 e dell'altezza di circa un metro, riempiti di terriccio; all'interno, a circa 25 dal suolo, viene collocata una rete metallica che impedisca l'ingresso a talpe ed altri roditori; sul margine del piano di lavoro sono predisposti degli archi metallici che permettono una copertura con film plastico in caso di bisogno. Altro sistema interessante e di facile realizzazione prevede piccoli spazi delimitati da assicelle di legno trattato per le semine non protette di specie rustiche o di difficile e lunga germinazione. 1 tunnel altro non sono che dei comuni archi metallici che sostengono un film di polietilene (del tipo di quelli usati per la coltivazione delle fragole); hanno il vantaggio di riparare efficacemente le colture se l'andamento climatico è sfavorevole, di anticipare le produzioni primaverili e di poter essere facilmente spostati o rimossi in caso di necessità.

Orto familiare In questo spazio vanno collocate tutte le piante aromatiche di uso culinario consueto, le piante che possono essere utilizzate per tisane, le piante che la tradizione popolare locale ci ha tramandato come utili alla nostra vita. Si mettono a dimora le piante a file parallele, dedicando almeno due file alla stessa specie; se sistemato con cura l'orto può diventare un piccolo «campo catalogo» dove presentare ad amici e visiStruttura interna della serra. 1-Armadietto attrezzi- I-Deposito terriccio. 3-Tavoli da lavoro. 4-Bancale per la semina in seminiere. 5-Bancale per il rìpicchettamento in contenitori alveolati. 6-Bancali per il trapianto delle piantine in vasetti. I-Porte con apertura verso l'esterno

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Nel campo vengono coltivate le specie destinate alla trasformazione e alla vendita; il prodotto trasformato può essere venduto direttamente in azienda o indirizzato all'industria, ai mercati all'ingrosso, alla grande distribuzione, ecc.

I I I I HI tatori le varie piante nel loro sviluppo. Ecco le quattordici specie da collocare nella zona dedicata all'orto, scelte per poter venire incontro alle più comuni esigenze aromatiche e culinarie: erba cipollina, finocchio selvatico, issopo, levistico (sedano di montagna), melissa, menta acquatica, menta spicata, origano, rabarbaro, rafano, rosmarino, ruta, salvia, timo.

Percorso espositivo-didattico Non necessita di uno spazio particolare, ma può essere un «sentiero» che si sviluppa lungo tutta la superficie aziendale in cui i bambini o gli ospiti possano vedere le piante nel loro ambiente ed

Una serra fissa riscaldata consente di allestire i semenzai, di anticipare le coltivazioni e di far sperimentare le tecniche di propagazione agli ospiti in visita

eventualmente coglierle. Il numero di specie da inserire in questo percorso può essere enorme: occorre scegliere quelle che più caratterizzano la zona in cui ci si trova, o quelle che per motivi legati alla tradizione popolare ed alla storia del luogo meritano particolare attenzione. Per ogni specie occorre predisporre uno spazio di 1-2 metri quadrati che dovrà essere mantenuto curato ed efficiente, in cui sarà posto un cartellino che individui la pianta indicando la famiglia ed il nome latino e popolare; in posizioni particolari vanno poi collocati dei tabelloni che spieghino in modo semplice e chiaro le caratteristiche ecologiche (vegetazione, terreno, clima, storia) del percorso stesso.


Cassone di propagazione. I-Contenitore in legno trattato. I-Terriccio. 'i-Rete metallica antitalpa. 4-Archi metallici per la copertura con film plastico

A sinistra. Un cassone di propagazione con talee di timo poste a radicare. A destra. Un altro sistema di semina prevede la realizzazione di piccoli spazi delimitati da assicelle di legno trattato per le semine non protette dì specie rustiche o di difficile e lunga germinazione Nell 'orto familiare vanno collocate tutte le piante aromatiche di uso culinario consueto, le piante che possono essere utilizzate per tisane, le piante che la tradizione popolare locale ci ha tramandato come utili alla nostra vita

Di seguito indichiamo le possibili specie da collocare nelle postazioni del percorso botanico-officinale (vedi pianta dell'azienda a pag. 6): © rosmarino; © lavanda; © achillea; © angelica; © altea; 0 valeriana; © visita al campo di coltivazione; © iperico; © partenio; © rabarbaro; © salvia sclarea; © salvia; © visita alle coltivazioni in vivaio; ® visita alle coltivazioni dell'orto; © visita ai locali di laboratorio e vendita dei prodotti. La scelta delle specie è indicativa e

va determinata in base alle caratteristiche del territorio aziendale.

D laboratorio È il luogo dove si svolgono tutte quelle operazioni di trasformazione delle erbe raccolte che portano al prodotto finito e confezionato (vedi pag. 27). Gli spazi adibiti a laboratorio devono essere in regola con le disposizioni delle Asl (Azienda sanitaria locale) per tut-

to ciò che riguarda i luoghi di preparazione dei prodotti alimentari; mentre per quanto riguarda le operazioni che vi si eseguono è necessaria la supervisione e/o la consulenza di un tecnico (erborista, farmacista, chimico). Anche per tutte le operazioni di trasformazione è indispensabile una nuova certificazione da parte degli enti preposti al controllo dell'agricoltura biologica; questa certificazione, benché sia concessa dagli stessi enti che controllano la produzione agricola, viene concessa in modo indipendente dalla prima.

Il locale per la vendita In modo semplice e sobrio, il locale di vendita (vedi pag. 33) deve far trasparire tutta la filosofia aziendale; gli arredi oltre che esporre i prodotti dovrebbero ricordare la storia dell'azienda e del suo territorio richiamandone le caratteristiche salienti. Deve, necessariamente, essere distinto e separato dal laboratorio, mentre, se possibile, sarebbe importante una comunicazione diretta con la sala polivalente. •

Settore essiccazione, laboratorio, locale di vendita e sala polivalente per gli ospiti. I-Porticato per l'essiccazione delle erbe da destinare al laboratorio. 2-Reparto essiccazione con deposito temporaneo del prodotto, graticci per l'essiccazione naturale, essiccatoio, tavolo di lavorazione. 3-Laboratorìo con tavolo di lavoro, molinetto per il taglio delle erbe, pressa, torchio, maceratore, percolatore, estrattore, armadio per bottiglie in vetro e contenitori vari. 4-Deposito prodotti finiti con deumidificatore. 5-Bagno con antibagno. ^-Reparto vendita con tavolo, scaffali, mobili ed espositori per i prodotti in vendita. I-Sala di accoglienza e area didattica con pannelli illustrativi dell 'attività aziendale e materiale informativo

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La coltivazione delle piante aromatiche-offìcinali Semina. Poiché la reperibilità della semente sul mercato non è assolutamente semplice, i costi di acquisto sono generalmente elevati e la germinabilità del seme oscilla intorno al 65-75%, invece della semina diretta in campo si preferisce, almeno per le piccole superfici, allestire dei semenzai in serra o in ambienti protetti già dai mesi di gennaiofebbraio ed effettuare il successivo ripicchettamento dei semenzali in vasetti da 5 centimetri di diametro o in contenida 60-80 fori. La propagazione delle toriSualveolari procede così: si riempiono per 2/3 aromatiche-offìcinali delle seminiere, meglio se di polistirolo, con un buon miscuglio di terriccio a strutturafine(in alternativa si può prepaLe piante annuali e biennali si riproducono per seme, mentre le piante rare un terriccio aziendale mescolando perenni possono essere propagate per 1/3 di torba, 1/3 di terra, 1/3 di sabbia), seme, per talea, per divisione dei cespi si livella e si pressa leggermente; quindi si distribuisce il seme sul terriccio nel Per quanto concerne i metodi di pro- modo più uniforme possibile e, aiutanpagazione, le piante annuali e biennali dosi con un setaccio, lo siricoprecon un si riproducono esclusivamente per mez- velo di terriccio di spessore analogo alla zo della semente, mentre le piante pe- grossezza del seme; si pressa nuovamenrenni possono, di norma, essere propa- te e si irriga con attenzione. gate indifferentemente sia per seme che Un sistema semplice ed efficace per per talea, che per divisione dei cespi. Le uniche eccezioni riguardano specie come la menta piperita o il dragoncello che, considerate sterili, esigono sistemi di propagazione agamica (cioè mediante l'utilizzo di porzioni della pianta «madre» e non del seme). Deve essere considerato comunque attentamente il fatto che per la maggior parte delle piante officinali non sono state fatte fino ad ora delle selezioni clonali che permettano di ottenere dalla semina una popolazione di individui con caratteristiche omogenee: la riproduzione per seme sviluppa cioè piante con caratteristiche a volte anche molto diverse quali il portamento e lo sviluppo, l'epoca difioritura,il contenuto in olio essenziale ed altri principi attivi. Una volta in possesso di piante perenni con le caratteristiche desiderate conviene quindi propagarle per talea, divisione del cespo, divisione delle gemme al colletto, margotta per rincalzo, moltiplicazione per stolone alfinedi mantenere intatte tutte le caratteristiche morfologiche e qualitative della pianta madre.

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o stimolo alla coltivazione delle piante aromatiche-offìcinali anche aifini«salutistici», in alternativa alla raccolta delle specie spontanee, ci è dato dalla necessità di preservare l'ambiente naturale da raccolte dissennate di piante spesso diventate rare ed in via di estinzione e dal bisogno di poterci garantire degli approvvigionamenti costanti sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.

irrigare le seminiere consiste nel posizionare la pagina di un quotidiano sulla superficie seminata e versarvi sopra una abbondante quantità d'acqua: quest'ultima percolando lentamente bagna il terriccio senza dilavare il seme; alla nascita dei semenzali si toglierà il foglio. Le cassette seminate vanno poi poste in un luogo riparato, ricoperte con un foglio di polietilene o una lastra di vetro e mantenute costantemente umide. Dopo la comparsa delle prime due vere foglie, che generalmente si verifica circa 10-15 giorni dopo la nascita, aiutandosi con un bastoncino di legno, occorreripicchettarele pianticelle in contenitori alveolari dove resteranno fino al trapianto in campo. In queste prime fasi di sviluppo, bisogna evitare di somministrare concime in quanto l'eccessiva disponibilità di sostanze nutritive limita lo sviluppo radicale e rende più morbidi i tessuti vegetali così che al momento della messa a dimora le piantine sono più soggette ad appassimento e ripartono con maggiore difficoltà.

I metodi di propagazione Vediamo ora le operazioni da compiere per propagare con successo le piante officinali. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004

Semina. I-Si riempie per due terzi una cassetta di polistirolo con terriccio da semina. 2-Si livella e si pressa il terriccio. 3-Si semina nel modo più regolare possibile. 4-Si copre il seme con un sottile strato di terriccio, si pressa di nuovo leggermente e infine si innaffia


Ripicchettamento. I-Si prelevano i semenzali dalla seminiera. 1-Con l'aiuto di un bastoncino si collocano nei contenitori alveolari. i-Contenitore a ripicchettamento completato

Taleaggio (nelle foto: salvia). I-Talee appena prelevate (a sinistra) e pronte per l'impianto (a destra) dopo l'asportazione delle foglie inferiori (per ridurre la traspirazione ed evitare Vappassimento). 2-Preparazione dei vasetti con le talee da far radicare

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Divisione del cespo (nella sequenza: dragoncello). I-Divisione del cespo. 2Riduzione della parte aerea. 3-Accorciamento delle radici. 4-Cespi pronti per il trapianto. 5-Trapianto in vasetto. 6-Vasetti pronti

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Taleaggio. Il più efficace sistema di propagazione agamica (cioè senza l'utilizzo del seme) è senza dubbio quello che ricorre all'utilizzo delle talee. Le talee altro non sono che delle porzioni di germogli, di fusto o di radice, cioè delle parti di organi vegetativi, che asportate dalla pianta madre permettono di formare nuovi individui del tutto simili a quelli di partenza. A seconda della parte utilizzata si suddividono in talee erbacee (si staccano i germogli in primavera), talee semilegnose (si raccolgono ad inizio estate dai rami dell'anno), talee legnose (si effettuano in autunno utilizzando porzioni lignificate) e talee radicali (si utilizzano porzioni di radice durante il periodo di riposo vegetativo della pianta). La preparazione delle talee non richiede altro che un coltello ben affilato, o buone cesoie; il taglio deve essere netto e va effettuato subito sotto un nodo del fusto; la lunghezza ideale della talea si dovrebbe aggirare intorno ai 10-15 centimetri e, se il materiale prelevato è composto prevalentemente da foghe, è necessario asportare quelle inferiori (e tagliare a metà quelle superiori, se sono di grandi dimensioni) in modo da diminuire notevolmente la superficie traspirante. Le talee si pongono a radicare in cassette o vasetti riempiti con lo stesso tipo di terriccio utilizzato per la semina interrandole per almeno due terzi della loro lunghezza; in ogni caso bisogna fare attenzione che almeno due o tre nodi del fusto siano ricoperti dal terriccio in quanto è proprio in corrispondenza dei nodi che avviene l'emissione delle radici. Durante tutto il periodo di radicazione, che può variare da qualche settimana ad alcuni mesi, si devono mantenere le talee in condizioni di umidità costanti evitando che appassiscano anche per pochi attimi, si devono proteggere dai raggi solari con un adeguato ombreggiamento e si devono evitare nel modo più assoluto i ristagni d'acqua nel terreno in cui avviene la radicazione. Una volta avvenuta la radicazione le SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA IQ/2004


talee vanno, se possibile, rinvasate in vasi del diametro di 10 centimetri e quindi collocate a dimora già nella tarda estate o nella primavera successiva. Altri metodi di propagazione agamica sono: - divisione del cespo: verso la fine del riposo vegetativo con una vanga o un forcone si scalza il cespo dal terreno e lo si divide in porzioni di circa 8-10 centimetri di diametro (da ogni cespo si ottengono in media 8-12 porzioni); dopo aver accorciato le radici e potato la parte aerea, il materiale ottenuto si mette direttamente a dimora: l'imminenza della primavera garantirà una pronta ripresa ed un efficace attecchimento. In taluni casi si ricorre alla divisione delle gemme presenti al colletto delle grosse radici carnose come quelle del cren, dell'altea o della consolida maggiore. Dopo aver recuperato la radice per usi erboristici o alimentari tagliandola 2-3 cm al di sotto del colletto, si dividono in due o tre porzioni i colletti stessi avendo l'avvertenza di lasciare almeno due gemme per porzione: ogni pezzo opportunamente invasato darà origine ad una nuova pianta; - margotta per rincalzo: quasi tutte le piante officinali arbustive, se rincalzate alla base, tendono ad emettere radici dalle porzioni di fusto interrate; una volta emesse le radici i singoli rami vengono staccati e posti a dimora; - moltiplicazione per stolone: alcune specie (ad esempio la menta e l'achillea) hanno la caratteristica di emettere dalla base del cespo dei fusticini sottili e striscianti (stoloni) i quali, a loro volta, a contatto con il terreno, emettono radici dai nodi dando origine a nuove piantine. Queste vengono preparate prelevando i giovani germogli e ponendoli in vasetto o direttamente a dimora.

Divisione delle gemme al colletto (nella sequenza: rafano). I-Taglio del cespo e recupero delle gemme. 2-Gemme pronte per il rinvaso. 3-Rinvaso. 4-Vasetti pronti

Margotta per rincalzo (nei disegni: timo). I-Pianta «madre». I-Rincalzo dei fusti con terra. 3-Durante l'autunno i rami a contatto con il terreno emettono radici. 4-In primavera si scalza la base della pianta e si prelevano le porzioni di fusto radicate. 5-Trapianto delle margotte in pieno campo

s><

La preparazione del terreno per l'impianto Queste colture non richiedono lavorazioni particolari: sono sufficienti un'aratura, eseguita in autunno previa distribuzione di letame, e una fresatura effettuata poco prima del trapianto o della semina Nell'iniziare una esperienza di coltivazione risulta essenziale una attenta osservazione delle condizioni ambientali quali la struttura fisica e granulometrica del terreno, la sua fertilità, il suo grado di umidità ed il suo pH, l'altitudine, l'esposizione, l'andamento climatico e non ultima la possibilità di consociazioSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004

Moltiplicazione per stolone (nella sequenza: menta). 1-Afine estate si prelevano, da piante vigorose, degli stoloni lunghi circa 10-12 cm con radici e gemme. 2-Con un paio di forbici ben affilate si taglia la vegetazione già sviluppata lasciando solo i giovani germogli in via di sviluppo (indicati dalle frecce). 3-Si preparano dei vasetti di 14-16 cm di diametro e li si riempie parzialmente con del buon terriccio per rinvasi; vi si pone poi lo stolone precedentemente preparato. 4-Si aggiunge dell 'altro terriccio (5 cm di spessore), si preme leggermente con le dita e infine si innaffia

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ne con specie che rendono ottimali lo sviluppo e la crescita delle piante che ci interessa coltivare. Alcune piante mal sopportano la competizione con le infestanti ed è quindi necessario intervenire spesso con diserbi e sarchiature, altre invece, come l'arnica, l'achillea o la genziana, si avvantaggiano se coltivate su terreno ricoperto da un prato stabile. Individuate le piante che meglio si adattano alle condizioni della nostra azienda, il primo lavoro da eseguire è una attenta lavorazione del terreno. A tale scopo risulta indispensabile una aratura profonda 30-40 centimetri da eseguirsi in autunno previa distribuzione di una buona dose di letame bovino ben maturo (20-30 quintali per 1.000 metri quadrati); queste due operazioni migliorano la fertilità e la struttura del terreno, permettendo una perfetta aerazione e un rapido sgrondo delle acque meteoriche ed eliminando quindi i ristagni. Una fresatura da eseguirsi immediatamente prima dell'impianto per sminuzzare in modo uniforme le zolle ed eliminare i primi germogli delle infestanti ci garantisce un efficiente attecchimento ed

Piantine di aromatiche-officinali pronte per il trapianto in pieno campo un rapido sviluppo delle colture. Terminati i lavori di sistemazione del terreno devono essere decisi la modalità ed i tempi di impianto: semina diretta o trapianto delle piantine? Impianto autunnale o primaverile? Per risolvere questi quesiti ci vengono in aiuto le normali avvertenze agronomiche: se mettiamo a dimora specie biennali quali ad esempio l'angelica, la

viola o il cumino, dobbiamo necessariamente dopo l'impianto lasciare trascorrere un inverno e provvedere alla raccolta nella primavera o nell'estate successiva; se coltiviamo specie annuali quali l'aneto, il coriandolo od il fiordaliso, l'impianto deve essere primaverile e la raccolta si effettua durante lo stesso anno; per tutte le specie perenni quali la salvia, la melissa o la lavanda, l'epoca di impianto si sceglie in base all'andamento climatico della zona privilegiando il momento in cui la piovosità è sufficiente ed in ogni caso lasciando alla pianta il tempo utile per prepararsi ad affrontare l'inverno con successo. In ambienti con andamento climatico favorevole sono possibili semine o trapianti autunnali di specie considerate annuali come la camomilla o la calendula (queste piante esauriscono il loro ciclo biologico all'interno della stessa annata, ma essendo in grado di superare efficacemente l'inverno possono essere più utilmente seminate a fine estate-inizio autunno per una fioritura precoce nella primavera successiva): si ottenengono in tal modo raccolte primaverili precoci ed abbondanti.

La messa a dimora Occorre preparare un piccolo progetto tenendo vicine le piante che hanno esigenze simili tra loro. Per il resto la messa a dimora è un 'operazione molto semplice

Messa a dimora delle piante. A sinistra. Aiutandosi con una cordella, si traccia un piccolo solco con la zappa. A destra. Si praticano, alla distanza stabilita, dei fori al cui interno vanno inserite le pianticelle e si pressa il terreno in modo che aderisca alle radici, garantendo così una pronta ripartenza; infine si innaffia

A sinistra. Messa a dimora di giovani piantine di melissa. A destra. Un appezzamento con impianto in fase di ultimazione

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La disposizione sul terreno delle piantine, detta sesto di impianto, è molto importante poiché se da un lato la densità per metro quadrato influisce sullo sviluppo delle piante (più gli esemplari sono vicini e più crescono in altezza, più sono distanti e più la crescita è compatta), dall'altro lato una distanza ben calcolata tra le file permette di meccanizzare e rendere più semplici ed efficaci gli interventi agronomici come le sarchiature, i diserbi e le raccolte. E bene prepararsi, perciò, un piccolo progetto considerando le caratteristiche delle singole specie in modo da disporre vicine le piante che presentano esigenze simili come sviluppo, esposizione, necessità idriche, epoca di raccolta e tempi di coltivazione. Dopo aver scelto il sesto di impianto, aiutandosi con una cordella, si traccia un piccolo solco con la zappa e al suo interno, con un piantatoio, si praticano dei fori alla distanza stabilita in cui vanno inserite le pianticelle; si pressa il terreno in modo che aderisca alle radici e si irriga con cautela e regolarità per alcuni giorni, trascorsi i quali si dovrà provvedere con la zappa al rincalzo delle file. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004


Gli interventi di coltivazione e la raccolta Gli interventi necessari sono pochi: alcune sarchiature, qualche diserbo manuale e irrigazioni di soccorso nel caso di andamenti stagionali particolarmente siccitosi Le piante officinali possiedono, di norma, un elevato grado di rusticità e quindi ben si adattano a condizioni ambientali siccitose e difficili. Anche se, evidentemente, in queste situazioni la resa in quantità di prodotto diminuisce, paradossalmente la qualità tende ad essere esaltata; è cosa risaputa ad esempio che la quantità di olio essenziale contenuta nelle foglie della menta diminuisce in modo significativo dopo una pioggia o una innaffiatura eseguita bagnando l'intera pianta o che le condizioni migliori per esaltare il profumo dell'origano sono quelle calde e secche delle regioni meridionali. Gli interventi agronomici necessari alla buona riuscita delle coltivazioni sono perciò pochi e si limitano ad alcune sarchiature, alcuni diserbi manuali, delle irrigazioni di soccorso nel caso di condizioni climatiche particolarmente avverse e alle operazioni di raccolta che generalmente sostituiscono le potature. Mentre le sarchiature possono essere eseguite tra le file con l'aiuto di una motozappa o di un motocoltivatore grazie allo spazio lasciato appositamente libero, il diserbo sulla fila deve necessariamente essere eseguito a mano, ma, essendo le aree limitate e circoscritte, non necessita di tempi particolarmente lunghi. Un sistema efficace per le irrigazioni è quello che utilizza la manichetta fo-

In piccole superfìci la pulizia dalle infestanti può essere eseguita a mano o mediante una sarchiatura con la zappa; negli appezzamenti più grandi si ricorre all'impiego di un motocoltivatore rata da porre lungo le file al piede delle piante; con alcune decine di metri di manichetta, qualche raccordo ed un po' di pazienza si può realizzare un ottimo impianto che, portando l'acqua solo là dove serve, permette uno sviluppo rigoglioso delle piante officinali ma non delle infestanti, consente di irrigare nelle ore più fresche della giornata evitando inutile evaporazione dell'acqua e quindi riducendo i consumi, non obbliga a seguire costantemente le operazioni lasciando al coltivatore il tempo di dedicarsi ad altri lavori. Le piante officinali non necessitano in genere di protezioni, ma in caso di andamento stagionale particolarmente sfavorevole per le piante si può ovviare alle alte temperature installando un telo ombreggiante (una riduzione dell'intensità luminosa del 50% è sufficiente) fissato ad archi metallici, con l'avvertenza

di lasciarlo sempre sollevato almeno 1 metro dal suolo per una migliore circolazione dell'aria. Nella stagione fredda una protezione con tessuto non tessuto o una pacciamatura con paglia aiutano le colture a meglio superare le basse temperature. Per le piante officinali non sono in genere necessarie le operazioni di potatura in quanto le raccolte le sostituiscono egregiamente; talvolta possono essere necessari interventi di cimatura subito dopo il trapianto, per favorire l'accestimento, o di pulizia dei cespi e dei cespugli a fine inverno. Per tutta la durata delle colture, che spesso sono poliennali, occorre intervenire con le concimazioni, apportando sostanza organica onde evitare che il progressivo esaurirsi delle scorte del terreno influisca in modo negativo sulla produzione. Dopo la concimazione di base fatta al momento dell'impianto (vedi pag. 11) è opportuno intervenire, nei momenti di riposo delle colture (autunnoinverno), con apporti di letame ben maturo a dosi di circa 1 -2 kg al metro quadrato; interventi fertilizzanti sulla coltura in corso sono in genere da evitarsi in quanto aumentano la produzione di massa vegetale ma diminuiscono enormemente le caratteristiche aromatiche ed officinali delle colture stesse. Per quanto riguarda gli interventi fìtosanitari, trattandosi di piante destinate all'uso erboristico ed alimentare se possibile si dovrebbero evitare i trattamenti antiparassitari, agendo invece sia sul fabbisogno idrico (aumentandolo o diminuendolo), sia sulle epoche di raccolta (anticipandole o posticipandole), sia eliminando prontamente le piante infette. Se comunque gli attacchi dei pa-

Realizzazione di un impianto di irrigazione a goccia. I-Manichetta e raccordi. 2-Esecuzione del nodo nella parte terminale della manichetta. 3-Inserimento del raccordo. 4-Allacciamento alla rete idrica. 5-Particolare di un gomito. 6-Aspetto generale dell'impianto. 7-Impianto in funzione

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004

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Per la protezione delle piante dal caldo si può ricorrere all'impiego di un telo ombreggiante

Per la protezione dal gelo si può stendere sulle colture un velo di tessuto non tessuto (a sinistra) o ricorrere alla loro copertura con paglia (a destra) rassiti fossero difficili da contenere, si possono reperire prodotti ammessi in agricoltura biologica presso i consorzi agrari ed i centri specializzati. Per un approfondimento dell'argo-

mento rimandiamo alla «Guida illustrata alla conversione all'agricoltura biologica», supplemento al n. 2/2003 di Vita in Campagna. La raccolta va fatta nel momento

A sinistra. La raccolta va fatta nel momento balsamico della pianta, cioè quando è massima la concentrazione dei principi attivi. Sopra. // prodotto deve essere sistemato in cassette e portato nel locale di essiccazione

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balsamico della pianta, cioè quello in cui è massima la concentrazione dei principi attivi nei tessuti vegetali, momento che varia da specie a specie e da organo ad organo: se ad esempio ci interessano i fiori, questi vanno colti all'inizio della fioritura, se ci interessano le foglie ed i fusti la raccolta va eseguita nel momento del massimo rigoglio, se ci interessano le radici e gli altri organi sotterranei questi si raccoglieranno nel momento in cui la pianta è in riposo vegetativo. La raccolta deve essere effettuata in condizioni di bel tempo, preferibilmente al mattino dopo che la rugiada della notte si è asciugata, ed il materiale raccolto va prontamente avviato alla trasformazione (essiccazione, distillazione o macerazione). Nel caso si desideri procedere alla raccolta del seme per la riproduzione delle piante occorre avere l'avvertenza di iniziare la raccolta quando il colore dei frutti passa dal verde al bruno e successivamente porre il materiale raccolto a completare l'essiccazione in un luogo secco e ventilato. Il seme così raccolto va posto in sacchetti di carta o di stoffa e conservato in un ambiente fresco ed asciutto. Dopo la raccolta le piante vanno seguite con attenzione affinchè ripartano prontamente. Bisogna intervenire se necessario con una irrigazione abbondante ed evitare in ogni caso le raccolte tardive che possono compromettere la sopravvivenza stessa delle colture: le piante si devono infatti preparare alla stagione invernale per tempo, devono immagazzinare sostanze di riserva e crearsi quella copertura di foglie necessaria allo svernamento. •

La raccolta del seme per la propagazione delle piante si effettua quando il colore dei frutti passa dal verde al bruno SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004


Le piante aromatiche-officinali che consigliamo di coltivare nel campo

E

cco ora la presentazione di alcune specie di piante officinali che per caratteristiche aromatiche, medicinali o legate alla tradizione popolare meritano di essere considerate e coltivate nella nostra azienda. Di ciascuna vengono indicate le principali caratteristiche botaniche, l'ambiente in cui vive, le tecniche di propagazione, le distanze di impianto, le principali cure colturali con le più frequenti avversità, le parti utilizzate, il tempo balsamico (momento in cui il contenuto e la concentrazione dei principi attivi contenuti nella pianta è massimo) e di raccolta, i principi attivi, le proprietà e le modalità d'impiego. Ogni coltivatore avrà certamente os- Nella scelta delle specie occorre tener conto dell'altitudine, dell'esposizione, del servato, spesso a proprie spese, come si terreno, della sua struttura e della capacità di ritenzione dell'acqua possa verificare una grande differenza di sviluppo e di resa di una qualsiasi pianta allorché cambia l'ambiente in cui Piccolo dizionario di botanica essa cresce o viene coltivata. Per una migliore comprensione delle spessore (ad esempio frumento). Le piante aromatiche ed officinali notizie riportate nelle pagine seguenti Fittone: radice principale, in genere non sfuggono certo a questa regola; abbiamo preparato un breve glossario ingrossata, che cresce verticalmente. anzi, trattandosi di specie generalmendei termini botanici utilizzati nella de- Glauco: colore di foglie e frutti tente rustiche e spontanee, bisogna colloscrizione delle diverse specie. dente all'azzurro per la presenza di carle in modo da offrire loro le condiuno strato pruinoso o ceroso. zioni di terreno, acqua, luce e temperatura il più possibile simili a quelle naAchenio: frutto che non si apre spon- Lacinia: stretta e profonda incisione turali, così che possano sintetizzare sotaneamente, con un solo seme ricoper- della foglia a formare sottili porzioni stanze utili adeguate per quantità e per to da un pericarpo, o guscio sottile filiformi. qualità. esterno che racchiude il seme. Otrìcolo: ghiandola a forma di piccolo Bipennatosetta: si dice di foglia con otre contenente essenze che si trovano, La stessa epoca di raccolta non si definisce in base alla quantità di prodotto profonde divisioni che raggiungono la di preferenza, nella lamina fogliare. nervatura centrale e successive nuove Pannocchia: infiorescenza composta recuperabile dalla coltura ma piuttosto divisioni che raggiungono le nervature di forma conica. in base al contenuto in principi attivi e periferiche. alla qualità degli stessi. Pennatosetta: si dice di foglia con diCapolino: infiorescenza costituita da visioni profonde che raggiungono la Ad esempio la lavanda verrà quindi un gruppo di fiori sessili (privi di pe- nervatura centrale. raccolta nel momento in cui inizia la duncolo). formazione del seme, quando è massiPoliachenio: frutto composto da più ma la concentrazione in olio essenziale, Cespitoso: si dice del portamento di acheni saldati tra dì loro. piuttosto che alla fioritura; del timo si una pianta caratterizzato da rami che Pubescente: si dice di una pianta o di raccoglieranno preferibilmente le foglie partono dalla radice a formare un ce- parti di essa ricoperte dafittapeluria. basali più ricche in essenza delle altre e spo. Rizoma: fusto trasformato che si trova dell'origano le sommità nel momento Colletto: la parte più bassa delfusto al spesso sotto terra e che può contenere della piena fioritura perché più profudi sotto della quale inizia l'apparato sostanze di riserva (ad esempio gramimate ed aromatiche. gna, iris). radicale. Ecco quindi la necessità di indiviCorimbo: infiorescenza a forma di Spicastro: infiorescenza a forma di duare per ciascuna pianta il «suo» temgrappolo con ì fiori portati tutti alla spiga. po balsamico, trascorso il quale non sostessa altezza, ma con peduncoli fiora- Stolone: fusto sottile e strisciante in lo la quantità e la qualità, ma anche la li di lunghezza diversa. cui all'altezza dei nodi si sviluppano stessa composizione chimica dei princiDiachenio : frutto formato da due radici, foglie e poi fiori e frutti (ad pi attivi possono variare in modo signiacheni. esempio fragola). ficativo. Dormienza: periodo di tempo, più o Suffruttice: pianta perenne con fusti Le tecniche agronomiche dovranno meno lungo, durante il quale non si ha legnosi e rami erbacei. essere semplici ed efficaci, dovranno germinazione del seme. Suffrutticoso: si dice di pianta dal porstimolare lo sviluppo della pianta ma Fascicolato: si dice di un apparato ra- tamento del tutto simile al suffrutice. mai forzarlo, mitigare gli effetti dei fatdicale formato da radici che hanno più Verticillio: foglie ofiorìriuniti insieme tori ambientali senza esagerazioni ed o meno la stessa lunghezza e lo stesso a gruppi di tre. eccessi. • SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004


Caratteristiche botaniche. Pianta erbacea perenne con un rizoma lignificato da cui si producono stoloni; i fusti sono rigidi e resistenti, altifinoa 50-60 cm, e portano alla sommità ifioririuniti in capolini, raggnippati in corimbi terminali ramificati; i capolini sono di colore bianco o rosati ed appaiono dal mese di giugno a tutto settembre; le foglie alterne hanno forma lanceolata e sonofinementefrastagliate; i frutti sono acheni di colore bruno lunghi 2-3 mm.

dal primo anno, ma è abbastanza laboriosa da eseguirsi).

Achillea Achillea millefolium Famiglia: Compositae

Distanze d'impianto. Le distanze di impianto consigliate sono di 50-60 centi metri tra lefilee di 15-20 centimetri sulla fila. Cure colturali. Le cure prevedono alcune sarchiature per il controllo delle infestanti. La coltura può durare per 5-7 anni e non presenta significative avversità.

Ambiente. Comune dal mare alle zone montane, l'achillea cresce nei campi, negli incolti e lungo le strade, assumendo spesso carattere infestante. Preferisce terreni ben drenati, tendenzialmente aridi, con buone condizioni di luminosità.

Parti utilizzate. Le sommità fiorite.

le reperibilità, quindi occorre recuperarlo personalmente da esemplari spontanei), o la divisione dei cespi, da praticarsi in primavera con impianto direttamente a dimora (da ottimi risultati, con raccolta già

Propagazione. Le tecniche di propagazione possono essere la semina, da eseguirsi preferibilmente ad inizio primavera in semenzaio o direttamente a dimora in marzo-aprile (il seme sul mercato è di difficiOperazione

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giù.

Semina in semenzaio

Lug. Ago.

Set

Ott

Nov. Die.

wmm

Semina in campo Divisione dei cespi Raccolta

— -

Caratteristiche botaniche. Pianta erbacea perenne vigorosa, con fusti eretti altifinoa 120-150 cm; le foglie di colore verde cinerino presentano un corto picciòlo e una lamina di forma ovale appuntita irregolarmente dentata o lobata; i fiori compaiono da giugno a settembre all'ascella delle foglie superiori, sono grandi fino a 3 cm e presentano 5 petali di colore variabile dal bianco al rosa; il frutto è formato da numerosi semi reniformi riuniti circolarmente uno vicino all'altro; la radice, grossa e carnosa, è di colore bianco-giallastro.

Operazione

Gen.

Feb.

Mar.

Apr.

Althea officinalis Famiglia: Malvaceae

Distanze d'impianto. La disposizione in campo è a file distanti 60-70 cm, mentre sulla fila la distanza ideale è di 30-40 cm. Cure colturali. Le operazioni colturali sono costituite dalle sarchiature e da alcune irrigazioni, da aumentare in caso di tempo siccitoso (l'altea preferisce terreni umidi, ma teme i ristagni). Le foglie possono essere attaccate dalla ruggine mentre tra gli insetti dannosi troviamo gli afidi. Parti utilizzate. Le radici, le foglie e i fiori.

to della raccolta si recidono le radici circa un centimetro al di sotto del colletto; il materiale ottenuto, che può essere sezioMog.

Ciu.

Lug.

Ago.

Sei.

Ott.

Nov.

Die.

Semina Divisione delle gemme al colletto

wmm

UHI

Trapianto

••

Raccolta fiori e foglie Raccolta radici

16

1

Principi attivi, proprietà ed impiego. 1 principi attivi contenuti nelle infiorescenze sono composti da un olio essenziale (contenente azulene e bomeolo), tannini ed un glucoside amaro (achilleina). Le si attribuiscono proprietà digestive, sedative, antinfiammatorie, vulnerarie ed emostatiche. Si impiega in decotti ed infusi sia per uso intemo che estemo, ma il maggior utilizzo si ha nell'industria liquoristica per preparare amari e vermouth.

nato in due o tre parti, va invasato, posto a vegetare in ambiente protetto e trapiantato all'inizio della primavera.

Altea

Ambiente. Diffusa nei luoghi umidi dalla pianura alla mezza montagna, è più frequente nell'Italia settentrionale. Propagazione. La propagazione, possibile a partire dal seme in primavera, si può effettuare anche utilizzando le gemme dormienti presenti al colletto. Al momen-

Tempo balsamico e raccolta. Il tempo balsamico è durante la fioritura e la raccolta delle sommità fiorite si esegue falciando la pianta 15 cm al di sotto delle infiorescenze; possono essere effettuati due sfalci, il primo a giugno ed il secondo a settembre.

in

Tempo balsamico e raccolta. La raccolta delle foglie e deifiorisi può effettuare, già il primo anno di impianto, tra luglio e settembre. La raccolta delle radici, la parte più interessante della pianta, tra novembre e marzo del secondo-lerzo anno. Principi attivi, proprietà ed impiego. Le sostanze contenute sono: mucillagini (dal 25 al 35% nella radice), amidi, vitamine A e C, olio essenziale. L'altea ha proprietà emollienti, decongestionanti delle mucose gastrointestinali e delle vie respiratorie. Si assumono in infuso le foglie ed i fiori, in decotto le radici.

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/201)4


Caratteristiche botaniche. Pianta erbacea biennale, alta fino a 200 cm, il cui fusto robusto, ramificato e cavo all'interno è percorso da striature rossastre; le foglie, glauche nella pagina inferiore, sono alterne, bipennatosette e dotate di un lungo picciòlo e di una guaina avvolgente all'inserzione con il fusto; i fiori, bianchi o verdastri, appaiono all'inizio dell'estate del secondo anno e sono raccolti in ombrelle terminali; i frutti, di colore bruno chiaro, sono dei diacheni; la radice è carnosa, fittonante, bianca all'interno.

70%. I semenzai si preparano in primavera e le piantine possono essere trapiantate dopo 90 giorni.

Angelica Angelica arcahangelica Famiglia: Umbrelliferae

Distanze d'impianto. La messa a dimora si effettua a file distanti tra loro 80 centimetri; la distanza sulla fila è di 50 centimetri. Cure colturali. Le cure necessarie si riducono ad alcune sarchiature e a qualche irrigazione. Se collocata in terreni freschi e ricchi di humus non si segnalano problemi di attacchi parassitari.

Ambiente. La pianta, originaria dell'Europa settentrionale, in Italia cresce spontaneamente nei terreni leggeri e ricchi di humus delle zone alpine e prealpine.

Parti utilizzate. Le radici e i frutti. Tempo balsamico e raccolta. La raccolta delle radici può essere fatta a partire dal primo anno in settembre-ottobre; i frutti si raccolgono nell'estate del secondo anno.

Propagazione. La propagazione avviene per semina; una volta raccolto, il seme presenta una accentuata dormienza ed occorre attendere 4-5 mesi affinchè la percentuale di germinabilità raggiunga il Operazione

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Gin.

Lug. Ago.

Set.

Ott.

Nov.

Die

Semina in semenzaio Trapianto Raccolta radici Raccolta seme (2° anno)

Caratteristiche botaniche. Pianta annuale, alta dai 20 ai 50 cm, con fusti ramificati ricoperti da peluria; le foglie sono spesse, lanceolate con il margine leggermente dentato; ifiorisono dei capolini di colore giallo-arancione; i semi sono degli acheni.

Cure colturali. Va effettuata una spuntatura per favorire la ramificazione del fusto; una volta iniziata la raccolta dei capolini, questa si protrae per alcune settimane. Sono necessari alcuni diserbi e qualche innaffiatura.Le avversità più comuni sono l'oidio e gli afidi.

Calendula Calendula officinalis Famiglia: Compositae

Ambiente. L'areale di origine non è identificabile ma viene ricondotto alla zona mediterranea; in Italia si trova un po' ovunque inselvatichita perché sfuggita alle coltivazioni.

Parti utilizzate. I fiori, le sommità fiorite e le foglie. Tempo balsamico e raccolta. Le foglie si raccolgono da marzo fino a novembre; i fiori e le sommità fiorite da aprile a giugno e da luglio ad ottobre a seconda dell'epoca di semina. Dopo la raccolta l'essiccazione dei fiori deve avvenire immediatamente per la conservazione dei principi attivi; il prodotto essiccato è molto igroscopico e va quindi conservato in sacchetti o barattoli al riparo dall'umidità.

Propagazione. Sono possibili due epoche di semina: in autunno per colture primaverili; in primavera per colture estivo-autunnali. In entrambe le epoche si può adottare la tecnica della semina diretta o la preparazione di semenzai. Distanze d'impianto. L'impianto va eseguito mantenendo le distanza di 60-70 cm tra le file e di 25- 35 cm sulla fila. Operazione

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giù. Lug. Ago.

Set

Ott.

autui naie

Semina prima venie

Raccolta fiori

con se nina auf Miniile con ser una pnn

Raccolta foglie

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004

Principi attivi, proprietà ed impiego. I principi attivi dell'angelica sono: olio essenziale, tannini, resine e derivati della cumarina. L'angelica ha proprietà toniche, digestive, stimolanti e diuretiche. Si utilizza in infuso. Attenzione: il succo della pianta fresca, in particolare quello della radice, può provocare irritazioni alla pelle e alle mucose; l'olio essenziale se assunto in dosi elevate può provocare intossicazioni.

Nov.

Die.

Prìncipi attivi, proprietà ed impiego. Tra i principi attivi della calendula si possono ricordare: olio essenziale, calendulina, acido salicilico, tannini, carotenoidi e flavonoidi. L'infuso di calendula aiuta negli stati influenzali ed in presenza di dolori mestruali; la crema alla calendula lenisce le irritazioni della pelle e riduce gli eritemi; i petali possono essere usati in cucina come lo zafferano.

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Caratteristiche botaniche. Pianta erbacea annua, con foglie bipennatosette, divise in lacinie sottili, di colore verde chiaro; i fusti alti fino a 50 cm sono sottili e ramificati; i fiori sono capolini, gialli al centro e con petali bianchi alla periferia, riuniti in corimbi; la fioritura avviene da maggio a luglio ed il frutto è un achenio molto piccolo e di colore giallastro.

Sono possibili semine primaverili ma con rese di solito più scadenti rispetto a quelle estive.

Camomilla Matricaria chamomilla Famiglia: Compositae

Distanze d'impianto. Per facilitare le operazioni di diserbo si sono sperimentati impianti a file distanti 35-50 cm; in questo modo si riduce anche l'impiego di seme. Cure colturali. Essendo specie a ciclo breve non necessita di particolari interventi se non alcune innaffiature, specialmente per le semine primaverili. Non destano particolare preoccupazione gli attacchi parassitari; sono però possibili attacchi da parte degli afidi.

Ambiente. Si incontra allo stato spontaneo in tutta Italia, prevalentemente su terreni forti e ricchi di scheletro, più di frequente nelle zone asciutte. Viene largamente coltivata. Propagazione. Anche se si tratta di una pianta annuale la coltura può essere prolungata dai 3 ai 5 anni, poiché i capolini sfuggiti alla raccolta si disseminano e perpetuano spontaneamente la specie. La semina, direttamente a dimora, si effettua in agosto-settembre distribuendo il seme a spaglio senza interrarlo: la nascita si avrà alle prime piogge autunnali. Operazione

Partì utilizzate. I capolini. Tempo balsamico e raccolta. I capolini si raccolgono in maggio-giugno.

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giù. Lug. Ago.

Ott.

Nov. Die.

estiva-a itunnale

Semina prima veri le

Raccolta

Set

1

Caratteristiche botaniche. Pianta erbacea perenne con fusti molto ramificati, alti 70-80 cm, che tendono a lignificare alla base; le foglie, di colore verde chiaro, sono lunghe e sottili; i fiori, di colore giallo-verde, sono riuniti in pannocchie ed appaiono da luglio a settembre.

Dragongello o estragone Artemisia dracunculus Famiglia: Compositae

Propagazione. La varietà detta «francese», molto aromatica e frequentemente coltivata, è considerata sterile e quindi deve essere propagata per via vegetativa. La coltura si impianta ad aprile-maggio mettendo a dimora rizomi o piantine ottenute per divisione dei cespi delle piante madri. Da una pianta madre si possono ottenere fino a 12-15 piantine.

Parti utilizzate. Le foglie e le sommità fiorite.

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giù. Lug. Ago.

Messa a dimora dei rizomi Divisione dei cespi Raccolta foglie Raccolta sommità fiorite

18

Distanze d'impianto. I rizomi o le piantine ottenute per divisione dei cespi si pongono in file distanti 60 cm, con una distanza tra le piantine sulla fila di 15-20 centimetri. Cure colturali. Nei climi freddi si proteggono le piante dai rigori invernali con una pacciamatura di paglia; la durata della coltura è di 4-5 anni e gli interventi agronomici necessari sono dei diserbi ed un rincalzo dei cespi a fine autunno. Normalmente in commercio si trova la varietà fertile, nota come «estragone russo», poco interessante perché non aromatica. Normalmente non si riscontrano problemi di attacchi parassitari.

Ambiente. Pianta originaria dell'area sud-orientale dell'ex Unione Sovietica, non si trova in Italia allo stato spontaneo, ma viene frequentemente coltivata per le sue proprietà aromatiche.

Operazione

Principi attivi, proprietà ed impiego. La camomilla contiene olio essenziale (di colore blu grazie alla presenza di camazulene), flavonoidi e cumarina. Ha proprietà antispasmodiche, antinevralgiche, lenitive, digestive, toniche ed emmenagoghe. Si assume sotto forma di infuso, decotto, oleolito. Il decotto di camomilla aiuta a schiarire i capelli biondi.

•••••

Set

Ott.

Nov.

Die.

Tempo balsamico e raccolta. Le foglie si raccolgono in primavera (maggio-giugno); le sommità fiorite si raccolgono in luglio-agosto. Principi attivi, proprietà ed impiego. L'uso alimentare prevale su quello erboristico; al dragoncello si attribuiscono proprietà stomachiche e digestive; per questo viene utilizzato dall'industria liquoristica.

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004


Caratteristiche botaniche. Pianta perenne suffruticosa, alta da 50 a 100 cm, con fusti quadrangolati legnosi alla base; le foglie sono lineari, di colore verde-grigiastro; ifiorisono raggnippati in spicastri di colore azzurro violastro. Lafioriturasi ha da giugno a settembre, e la pianta è attivamente bottinata dalle api; la concentrazione di olio essenziale negli spicastri è massima verso la fine della fioritura.

Lavanda

Distanze d'impianto. Le distanze di impianto consigliate sono di 150-200 cm tra le file e di 50-70 cm sulla fila.

Lavandaia officinalis Famiglia: Labiateae

Cure colturali. I lavori si limitano a sarchiature per controllare le infestanti specialmente nei primi 2-3 anni di impianto. Non è soggetta ad avversità particolari. Parti utilizzate. Le infiorescenze. Tempo balsamico e raccolta. La raccolta si esegue in fioritura (giugno-luglio) recidendo le infiorescenze alla base; nel caso in cui il prodotto sia destinato alla distillazione la raccolta va effettuata dopo la formazione del seme.

Ambiente. Rustica e resistente, è spontanea nelle regioni meridionali italiane; viene coltivata in ampie distese per l'estrazione dell'olio essenziale. Propagazione. La semina si può effettuare in marzo-aprile, ma in genere si moltiplica per talea radicata. Le talee vengono prelevate da piante sane di almeno due anni in autunno o a fine inverno ed il trapianto a dimora si esegue in primavera utilizzando piantine che hanno dimorato un anno in vivaio. Operazione

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giù. Lug. Ago.

Semina Propagazione per talea

Set.

Ott

Nov.

Die.

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Trapianto Raccolta

Caratteristiche botaniche. Pianta erbacea perenne con portamento cespitoso, raggiunge un'altezza di 40-60 cm; i fusti pubescenti sono fittamente ramificati; le foglie sono piccole, ovali, con corto picciolo e ricoperte da peluria; i piccolifiori,che compaiono in estate, hanno un colore bianco rosato. Tutta la pianta emana un intenso profumo fortemente aromatico.

rata della coltura è di circa 4-5 anni.

Maggiorana Origanum majorana Famiglia: Labiatae

Cure colturali. Le operazioni colturali consistono nel combattere le infestanti (diversi interventi nel primo anno di coltura) e nel far sì che i rami dei cespi siano il più possibile a contatto con il terreno; in tal modo si facilita l'emissione di radichette e si aumenta l'accestimento. Questa operazione si può eseguire rincalzando le piante o rullandole leggermente. Nei piccoli impianti non è soggetta a malattie.

Ambiente. Originaria dell'Asia sudoccidentale e del nord Africa è intensamente coltivata in tutta l'area mediterranea; in Italia si trova allo stato spontaneo soltanto nelle regioni meridionali.

Parti utilizzate. Le sommità fiorite. Tempo balsamico e raccolta. Le sommità fiorite si raccolgono da giugno a tutto settembre evitando le porzioni lignificate. La raccolta si effettua in prefioritura per ottenere un prodotto per usi erboristici, in piena fioritura per la distillazione di olio essenziale; dopo il primo anno si possono fare due raccolte, una a fine giugno e la seconda afineagosto.

Propagazione. Si effettua generalmente per semina diretta a fine marzo-metà aprile, o con semina in semenzaio a fine febbraio-metà marzo, con successivo trapianto 60 giorni dopo la nascita delle piantine. Distanze d'impianto. La maggiorana si mette a dimora in file distanti 30-40 cm con distanze sulla fila di 20-25 cm; la duOperazione

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giù. Lug. Ago. Mi MMM

Semina

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Trapianto

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Raccolta

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004

Principi attivi, proprietà ed impiego. Nella lavanda è presente un olio essenziale particolarmente attivo composto per il 50% da linalilacetato; la pianta ha proprietà profumanti, balsamiche, digestive, coleretiche, carminative, antisettiche ed analgesiche. Si utilizzano i preparati di lavanda sotto forma di tinture, infusi, acqua aromatica ed olio essenziale. Poiché le infiorescenze della lavanda mantengono a lungo il loro profumo intenso e gradevole, vengono riunite in mazzetti o raccolte in sacchetti utilizzati poi per profumare armadi, cassetti ed ambienti.

Set

Ott.

Nov.

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Principi attivi, proprietà e impiego. I principi attivi sono: olio essenziale, tannini, acido rosmarinico, resine e vitamina C in quantità importanti. La maggiorana ha proprietà digestive, carminative, antispasmodiche, analgesiche e diuretiche. Oltre che per i consueti usi alimentari, la maggiorana si utilizza per infusi ed olio essenziale.

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Caratteristiche botaniche. Pianta perenne con portamento cespuglioso; il fusto raggiunge l'altezza di 60-90 cm; le foglie sono lungamente picciolate, di forma circolare, ripartite in 3-5 lobi a margine dentato; i fiori peduncolati compaiono all'ascella delle foglie superiori del fusto, hanno cinque petali di colore rosa violaceo con nervature più scure e fioriscono scalarmente per tutta l'estate; il frutto è un poliachenio di forma discoidale.

le file e di circa 20 cm sulla fila.

Malva Malva silvestris Famiglia: Malvaceae

Cure colturali. Pochi diserbi sono necessari in quanto la malva è molto competitiva. Alcune irrigazioni di soccorso sono utili subito dopo il trapianto. Una attenzione particolare si deve porre nel controllo della ruggine, che attacca la pianta in condizioni di umidità e temperatura elevate; nel caso occorre asportare le parti malate. Parti utilizzate. Fiori e foglie.

Ambiente. Frequente negli incolti e nei prati, è pianta spontanea in tutta Europa e comunissima in Italia dalla zona mediterranea fino ai 1.200 metri di altitudine.

Tempo balsamico e raccolta. La raccolta di fiori e foglie si esegue due volte l'anno in maggio-giugno ed in agostosettembre.

Propagazione. La malva si propaga per semina diretta in aprile o con trapianto di piantine prodotte in cassone (semina in febbraio e messa a dimora in maggio). Distanze d'impianto. Le distanze di impianto consigliate sono di 50-60 cm tra Operazione Semina

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giù. Lug. Ago.

Set.

Ott.

Nov. Die.

in semenz; io diretta

Trapianto Raccolta fiori e foglie

Caratteristiche botaniche. Pianta cespugliosa con fusti a sezione quadrata, ramificati ed alti fino ad un metro; la radice presenta corti rizomi; le foglie, ovali, opposte, a margine dentato e ricche di peli secretori, se sfregate emanano un intenso profumo simile a quello di limone; i fiori, di colore dapprima giallastro, poi bianco ed infine rosato, sono posizionati all'ascella delle foglie ed appaiono da fine giugno ad agosto.

Distanze d'impianto. Le distanze di impianto sono di 60-70 cm tra le file e di 1520 cm sulla fila; una minore densità di impianto favorisce una migliore resa in olio essenziale poiché le foglie basali ne sono più ricche (anche del 50% in più).

Melissa Melissa officinalis Famiglia: Labiatae

Cure colturali. Servono sarchiature tra le file e diserbo manuale sulla fila; dopo la raccolta vanno eseguite una concimazione azotata per una pronta ripresa ed alcune irrigazioni. Con andamenti stagionali particolarmente caldo-umidi si evidenziano attacchi di oidio. Gli attacchi parassitari in genere non sono di particolare gravita e normalmente non richiedono interventi.

Ambiente. Originaria dell'area mediterranea, predilige terreni freschi, ben drenati e ricchi di sostanza organica; per germinare necessita di temperature tra i 18° ed i 30° C. In Italia si trova allo stato spontaneo fino ai 1.000-1.500 metri di altitudine. Propagazione. La riproduzione da seme prevede l'allestimento di semenzai riscaldati in febbraio-marzo, o semine in cassone in aprile-maggio; l'epoca di trapianto Operazione

Parti utilizzate. L'intera parte aerea nel momento della prefioritura. consigliata è lafinedell'estate. La divisione del cespo è possibile ma non conveniente se non per piccole superfici.

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Gin. Lug. Ago. Set

Semina in semenzaio Semina in cassoni Trapianto

Divisione dei cespi Raccolta

20

Principi attivi, proprietà e impiego. Ricca di mucillagini, la malva contiene anche olio essenziale, tannini, antociani, vitamine e pectine. Ha proprietà emollienti, bechiche, lassative e calmanti; si assume sotto forma di infuso o decotto. Le foglie possono essere consumate, preferibilmente cotte, come ortaggio. Le mucillagini della malva, che assorbono acqua per centinaia di volte il loro peso, vengono anche utilizzate per uso oftalmico, dato il loro potere emolliente, per lenire gli occhi arrossati e le congiuntiviti.

Ott

Nov.

Die.

Tempo balsamico e raccolta. Ogni anno sono possibili due tagli: in prefioritura (giugno) ed a fine estate. Principi attivi, proprietà ed impiego. I principi attivi sono: olio essenziale (ricco di citrale), tannini e sostanze amare. La melissa è la pianta rilassante per eccellenza; inoltre ha proprietà aromatizzanti, sedative, antispasmodiche, coleretiche, diuretiche, antinfiammatorie. Molto usata in liquoristica e profumeria, si utilizza sotto forma di infusi, decotti, tinture ed estratti.

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA I (OHM


Caratteristiche botaniche. Pianta erbacea perenne, con fusti quadrangolari, ramificati, alti fino a 50 cm; le foglie, opposte, sono di forma lanceolata con margine seghettato; i fiori, di colore rosa violaceo, a volte bianchi, sono raccolti in spicastri ed appaiono dalla fine della primavera fino a metà estate; l'apparato radicale produce numerosi stoloni, indispensabili per la propagazione della specie che viene considerata sterile.

Pur trattandosi di specie perenne, al fine di mantenere delle buone rese è necessario rinnovare l'impianto ogni due anni.

Menta piperita Mentha x piperita Famiglia: Labiatae

Distanze d'impianto. Le distanze di impianto consigliate sono di 40-45 cm tra le file e di 20 cm tra le piante sulla fila. Cure colturali. Le cure successive all'impianto sono costituite da frequenti sarchiature per combattere le infestanti e dalle irrigazioni, particolarmente dopo le raccolte. Nelle picccole colture i maggiori problemi sanitari sono dovuti alla presenza degli afidi al momento della raccolta.

Ambiente. La piperita è un ibrido tra la menta aquatica e la menta verde; è poco frequente in Italia allo stato spontaneo, si ritrova talvolta inselvatichita perché sfuggita alle coltivazioni.

Parti utilizzate. Le foglie (prima della fioritura) e la pianta intera fiorita.

Propagazione. La propagazione si fa a partire dagli stoloni, raccolti da colture a fine ciclo, con due sistemi altrettanto validi: l'impianto diretto in campo degli stoloni (in settembre-ottobre) o la preparazione di cassoni dove gli stoloni messi a germoOperazione

gliare producono delle giovani piantine che a loro volta saranno trapiantate all'aperto nella primavera successiva.

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giù. Lug. Ago.

Set

ott

Nov.

Die.

Impianto stoloni Trapianto piante da ricaccio

Caratteristiche botaniche. Pianta perenne cespitosa, alta fino a 50 centimetri, con fusti eretti, ramificati e legnosi nella porzione basale; le foglie, opposte e picciolate, sono di forma ovale; i fiori, di colore rosato o bianco, appaiono in estate raccolti in pannocchie terminali.

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Raccolta

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Origanum vulgare Famiglia: Labiatae

Cure colturali. I lavori successivi all'impianto si limitano a qualche diserbo. La pianta è rustica e in genere non pone problemi sanitari. Parti utilizzate. Le infiorescenze al momento della completa fioritura. Tempo balsamico e raccolta. La raccolta si esegue in piena fioritura, asportando le sommità fiorite che vengono poi essiccate all'ombra.

Propagazione. La propagazione avviene per semina diretta (aprile) o in semenzaio a fine inverno con trapianto a maggio; la tecnica della divisione del cespo, pur complicata se si devono investire grandi superfici, è da consigliarsi se si vogliono mantenere le caratteristiche aromatiche della pianta madre. Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giù. Lug. Ago.

Semina in semenzaio Semina in campo Trapianto Propagazione per divisione dei cespi Raccolta

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004

Principi attivi, proprietà ed impiego. La sostanza di principale interesse della menta piperita è l'olio essenziale ricco di mentolo e mentone, resine e sostanze amare. Questa pianta ha proprietà digestive, carminative, balsamiche, rinfrescanti, antisettiche. Si assume sotto forma di infusi, estratti, tinture, sciroppi e liquori.

Distanze d'impianto. Le distanze di impianto consigliate sono di 50-60 centimetri tra le file e di 25-30 cm sulla fila.

Origano

Ambiente. Comune nelle regioni mediterranee, l'origano è spontaneo in Italia dove colonizza i luoghi erbosi e le radure soleggiate e sassose dal mare fino alla montagna.

Operazione

Tempo balsamico e raccolta. Le raccolte delle foglie si eseguono in giugno-luglio, la prima, ed in agosto-settembre, la seconda; l'intera pianta fiorita si raccoglie in agosto

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Set.

Ott.

Nov.

Die.

Princìpi attivi, proprietà ed impiego. Oltre all'olio essenziale, particolarmente aromatico e simile a quello di timo, l'origano contiene tannini e una sostanza amara. Ha proprietà toniche, stomachiche, antisettiche ed espettoranti. Si assume prevalentemente sotto forma di tisana o tintura idroalcolica. Attenzione: l'olio essenziale dell'origano, molto volatile, può irritare gli occhi delle persone sensibili se usato per la preparazione di suffumigi. L'origano viene tradizionalmente impiegato in cucina per aromatizzare molte pietanze, quali pizze, carni arrostite, pesce e salse.

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Caratteristiche botaniche. Pianta suffruticosa, alta 50-60 cm, con fusti ramificati, legnosi alla base; le foglie, opposte, sono lanceolate, con la superfìcie rugosa e ricoperte da una fitta peluria; i fiori di colore bianco violaceo, talvolta rosei, sono raggnippati in verticilli in numero di 5-10, compaiono nella tarda primavera; il seme è un achenio di colore marrone scuro.

Salvia Salvia officinalis Famiglia: Labiatae

Propagazione. La propagazione si può effettuare a partire dal seme (deve essere selezionato) allestendo dei semenzai a fine inverno, a cui segue il trapianto dopo 1012 settimane; o a partire dalle talee, prelevate in marzo-aprile e poste a radicare in vasetto o cassone, che vengono poi trapiantate a fine estate. L'attitudine alla radicazione delle talee è molto alta: si pos-

Semina in semenzaio

Parti utilizzate. Le cimette immediatamente prima della fioritura; le foglie per uso culinario tutto l'anno.

Gen. Feb. | Mar. Apr. Mag. Giù. Lug. Ago.

Set

ott

Nov. Die.

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Propagazione per talea Trapianto talee

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Raccolta

Timo Thymus vulgaris Famiglia: Labiatae

Ambiente. Il timo cresce dai litorali alla montagna fino ai 1.500 metri di altitudine, su suoli sassosi ed aridi, preferisce i climi temperati e non tollera gli inverni freddi ed umidi.

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giù. Lug. Ago.

Trapianto

Raccolta

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Cure colturali. Vanno combattute le infestanti con frequenti sarchiature; un rincalzo dei cespi è consigliabile, come protezione, prima della stagione invernale. Non necessita in genere di particolari interventi contro malattie o parassiti.

Tempo balsamico e raccolta. La raccolta della pianta intera si esegue in piena fioritura nel periodo centrale dell'estate (luglio).

Propagazione per talea Propagazione per divisione dei cespi

Distanze d'impianto. Si mette a dimora a file distanti 50-60 cm, con distanze sulla fila di 25-35 cm.

Parti utilizzate. La pianta intera fiorita.

Propagazione. La semina è da sconsigliarsi a causa della difformità genetica delle nuove piante nate da seme. Si effettua la divisione del cespo o la margotta per rincalzo, prelevando porzioni di piante già provviste di radici o anche la moltiplicazione per talea; il trapianto va eseguito in primavera. Operazione

Tempo balsamico e raccolta. La raccolta delle cimette per usi erboristici si esegue in prefioritura, mentre per uso culinario si effettua scalarmente durante l'anno. Principi attivi, proprietà ed impiego. L'olio essenziale è molto ricco in tujone (50%), canfora, borneolo e cineolo. Ha proprietà aromatizzanti, digestive, colagoghe, antisettiche e cicatrizzanti. Si assume sotto forma di infusi, estratti, tinture, olio essenziale.

Trapianto

Caratteristiche botaniche. È un piccolo suffrutice, alto da 20 a 60 cm, con fusti eretti e ramificati tendenti a lignificare; le foglie, di piccole dimensioni, sono opposte, lanceolate e di colore grigio-verde; i fiori, di color rosso-violetto, raramente bianchi, riuniti in spicastri all'ascella delle foglie, compaiono da giugno a settembre.

Distanze d'impianto. Le distanze di impianto consigliate sono di 60-70 cm tra le file e di 40 cm sulla fila. Cure colturali. La coltura dura in media 5-7 anni e le cure devono prevedere sarchiature e irrigazioni solo in caso di stagione eccezionalmente asciutta; una concimazione azotata in primavera ed una in autunno sono vivamente consigliate. Tra le avversità della salvia sono da segnalare l'oidio e gli afidi che possono essere vettori di alcuni virus.

Ambiente. Pianta mediterranea, è spontanea nell'Italia centro-meridionale; è inoltre diffusamente coltivata per uso culinario.

Operazione

sono così mantenere le identiche caratteristiche della pianta madre.

• M B

Set

Ott

Nov. Die.

Principi attivi, proprietà ed impiego. I composti principali dell'olio essenziale sono timolo e carvacolo. Il timo ha proprietà aromatizzanti, digestive, carminative, diuretiche, stimolanti, balsamiche ed antisettiche. Le forme d'uso sono: olio essenziale, tintura, estratto e pianta fresca. Per le sue proprietà antisettiche viene utilizzato per combattere, o ancor meglio per prevenire, i primi sintomi delle influenze e dei raffreddori; a tale scopo dall'arrivo dei primi freddi è senza'altro consigliabile assumere abitualmente una tisana di timo almeno una volta al giorno.

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004


Caratteristiche botaniche. Pianta erbacea perenne, alta fino a 150 cm, con fusti scanalati portanti dei corimbi formati da fiori rosa o bianchi; le foglie sono pennatosette, con foglioline lanceolate a margine seghettato; l'apparato radicale fascicolato, provvisto di un breve e tozzo rizoma, emana un forte odore non sempre gradevole.

Distanze d'impianto. Le distanze di impianto consigliate sono di 60-80 cm tra le file e di 40-50 cm sulla fila.

Valeriana Valeriana officinalis Famiglia: Valerianaceae

Cure colturali. Dopo alcuni diserbi ed irrigazioni da eseguirsi all'occorrenza, serve provvedere alla cimatura delle punte fiorite in modo da favorire l'accumulo nella radice delle sostanze officinali. In genere non presenta particolari problemi sanitari.

Ambiente. Spontanea in Italia dal mare fino ai 2.000 metri di altezza, predilige terreni freschi, umidi, ombrosi; tollera poco i periodi siccitosi.

Parti utilizzate. Le radici quando la pianta è in riposo vegetativo. Tempo balsamico e raccolta. La raccolta delle radici che sono l'unico organo di interesse erboristico, si effettua nell'autunno successivo all'anno di impianto.

Propagazione. La propagazione può essere effettuata per semina diretta (in autunno) o in semenzaio a fine inverno con trapianto dopo 70-90 giorni. La divisione dei cespi e l'impiego di porzioni di rizoma sono un buon metodo solo per piccole superfici. Operazione Semina

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giù.

Lug. Ago.

Set

ott

Nov.

seme nzaio •Mi

diretta

Trapianto Propagazione per divisione dei cespi Raccolta radici (2° anno)

Die.

Principi attivi, proprietà ed impiego. I principi attivi della valeriana sono: olio essenziale, una resina ed un glucoside. La pianta ha proprietà principalmente rilassanti, tranquillanti e sonnifere. I preparati d'uso più comune sono l'estratto, l'infuso, il decotto, la tintura e Folio essenziale. Poiché i preparati a base di valeriana presentano ottime proprietà ansiolitiche, se assunti 30-45 minuti prima di coricarsi aiutano e facilitano il sonno. Per evitare l'insorgere di assuefazione è bene non prolungarne l'uso oltre i 10 giorni per poi riprenderlo, se necessario, dopo 20-25 giorni.

Altre specie interessanti per la coltivazione nel campo Altre piante aromatiche-offìcinali interessanti per la coltivazione in campo possono essere: I-rosmarino, vedi pag. 25; 2-salvia sclarea; 3-iperico; 4-issopo, vedi pag. 24; 5-partenio; 6-rabarbaro, vedi pag. 25.

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004

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Le piante aromatiche e ad impiego culinario da coltivare nell'orto familiare

L

e piante che consigliamo di coltivare nell'orto sono quelle più comuni e tradizionalmente conosciute. Per nessuna, ad esclusione della ruta, si sono evidenziate controindicazioni di sorta all'uso nelle dosi consuete, anche se è bene rilevare che alcune di esse possiedono tra i loro principi attivi sostanze potenzialmente pericolose. Oltre alla sopraccitata ruta, il cui uso alimentare si limita all'aromatizzazione di grappe, amari e di alcuni piatti a base di carni dal sapore molto deciso, la tanto utilizzata salvia contiene nel suo olio essenziale una notevole percentuale di tujone, composto tossico. Il rabarbaro, di cui gradiamo l'aroma del rizoma ed apprezziamo i piccioli delle foglie canditi o ridotti in confetture, concentra nelle sue enormi lamine fogliari importanti dosi di ossalati che complicano notevolmente la funzionalità del rene, ragion per cui devono essere accuratamente evitate in ogni preparazione alimentare. Seguite queste poche indicazioni, l'orto può diventare il «laboratorio» da

cui estrarre sapori ed aromi nuovi da sperimentare in cucina per pietanze inconsuete.

Erba cipollina

Finocchio selvatico

Issopo

Levistico (sedano di montagna)

Melissa

Menta acquatica

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I-Erba cipollina. Pianta erbacea perenne bulbosa e molto rustica; le foglie, alte circa 30-40 centimetri, sono di forma tubolare, cave all'interno; i fusti fiorali portano alla sommità un'ombrella composta da un gruppo di fiori di colore rosa carico. Presente in tutta Italia e frequentemente coltivata negli orti, l'erba cipollina si trova allo stato spontaneo nei campi e nei prati. Si utilizzano per scopi alimentari soprattutto le foglie e talvolta anche i bulbi. Ha proprietà analoghe a quelle dell'aglio e della cipolla, e quindi battericide, espettoranti ed antisettiche. 2-Finocchio selvatico. Pianta erbacea perenne con una grossa radice carnosa; le foglie si presentano molto divise (bi, tripennatosette) quasi filiformi; i fiori sono riuniti in ombrelle e provvisti di petali gialli di forma ovale. Cresce in tutta Italia preferendo le

zone aride costiere e submontane. Del finocchio selvatico si utilizzano le foglie in cucina come aromatizzanti delle pietanze, i frutti per tisane ed altre preparazioni erboristiche; della radice si fa un uso spiccatamente erboristico. Il finocchio selvatico ha proprietà aromatiche, aperitive, digestive, carminative e diuretiche. 3-Issopo. Pianta arbustiva con la porzione basale lignificata da cui si sviluppano numerosi fusti erbacei ed eretti (50-60 cm); le foglie, opposte, sono lanceolate con punta acuminata; i fiori, raggruppati in numero di 5-6 all'ascella delle foglie, sono di un bel colore blu-violetto. Tipica della zona mediterranea, è presente nelle zone submontane e colonizza molti luoghi dove, sfuggita alle coltivazioni, si è naturalizzata. Si raccolgono le sommità fiorite in giugno-luglio per le loro proprietà digestive, espettoranti e cicatrizzanti. In cucina si utilizza per la preparazione di piatti a base di carne dal sapore deciso o di pesce.

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2(X>4


4-Levistico (sedano di montagna). Pianta erbacea perenne provvista di grosso rizoma e di un fusto alto fino a 2 metri; le foglie sono molto grandi bi o tripennatosette con segmenti fogliari di forma romboidale; i fiori, di colore giallo verdastro, sono riuniti in grandi ombrelle. L'area di origine sembra essere quella asiatica; in Italia si trova qua e là inselvatichito nelle zone alpine. Le foglie si raccolgono da maggio a luglio, i frutti da agosto a settembre, la radice nel tardo autunno quando la pianta entra in riposo vegetativo. Ha proprietà diuretiche, depurative, digestive, carminative, espettoranti e sudorifere. Le foglie, utilizzate in cucina al posto del comune sedano, esaltano il sapore delle pietanze. 5-Melissa. Pianta erbacea perenne (vedi scheda a pag. 20) dalle foglie opposte con margine dentato; i fiori, di colore bianco, spuntano all'ascella delle foglie. Cresce dalla zona mediterranea a quella montana in ambienti freschi e ricchi di humus. Della melissa si utilizzano le foglie sia in erboristeria che in cucina date le proprietà aromatizzanti, digestive, antispasmodiche e sedative. 6-Menta acquatica. Pianta erbacea perenne rizomatosa, alta fino ad 80 centi-

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metri, con foglie opposte di forma rotondeggiante e fiori riuniti in capolini posti alla sommità del fusto di colore violaceo chiaro. Presente in tutta Italia, preferisce i terreni freschi ed umidi. Si raccolgono le foglie in maggio-luglio. Ha proprietà rinfrescanti, digestive, antifermentative ed antispasmodiche. 7-Menta spicata. Pianta erbacea perenne, rizomatosa, con fusti alti fino ad 80 cm, spesso ramificati; le foglie, variabili nella forma e nelle dimensioni, sono ovali o lanceolate; i fiori riuniti alla sommità del fusto in una spiga più o meno conica sono di colore rosa o lillà. Diffusa in tutta Italia, colonizza a seconda delle varietà sia i terreni umidi che quelli più asciutti. Le foglie, che si raccolgono in luglio-agosto, sono rinfrescanti, aromatizzanti, digestive ed antifermentative. 8-Origano. Pianta erbacea perenne (vedi scheda a pag. 21) con rizoma strisciante e lignificato, foglie ovali e fiori bianco-rosati riuniti in infiorescenze. Si trova dal mare ai monti in radure e luoghi soleggiati. Dell'origano si utilizzano le sommità fiorite che si raccolgono da giugno ad agosto per le loro proprietà aromatiz-

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9-Rabarbaro. Pianta erbacea perenne con un robusto rizoma sotterraneo; le foglie, tutte basali, sono provviste di un robusto picciolo e di una lamina fogliare molto ampia (70x80 cm); i fiori di colore bianco o giallastro sono poco appariscenti e sono riuniti in grandi infiorescenze a forma di pannocchia. Cresce preferibilmente nelle zone montane con terreno ricco di humus, fresco ed umido. Il rizoma, la parte utilizzata in erboristeria, si raccoglie in autunno, si monda e si taglia in grossi pezzi che vanno fatti essiccare; ha proprietà aromatizzanti, aperitive, digestive, lassative (ad alte dosi) o astringenti (a basse dosi) e depurative. I piccioli delle foglie vengono utilizzati per la preparazione di marmellate e conserve. Attenzione: non bisogna utilizzare mai le foglie per uso alimentare in quanto molto ricche di ossalati e potenzialmente pericolose. 10-Rafano. Pianta erbacea perenne provvista di una grossa radice carnosa; le foglie hanno forma lanceolata con margine spesso inciso; i fiori di colore

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zanti, aperitive, digestive, stimolanti ed antisettiche.

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SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004

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Alcune varietà di salvia di possibile coltivazione: Salvia alba (13a), Salvia lavandulifolia (13b), Salvia bicolor (13c), Salvia tricolor (13d), Salvia purpurescens (13e)

bianco sono riuniti in infiorescenze a forma di pannocchia. Originario dell'Europa orientale e dell'Asia, è stato largamente coltivato e poi si è inselvatichito in tutta la zona padana e prealpina. La radice si raccoglie da agosto ad ottobre quando la pianta entra in riposo vegetativo. Utilizzato in cucina per la preparazione di salse piccanti, possiede proprietà digestive, rubefacenti ed antireumatiche. li-Rosmarino. Comunissimo arbusto sempreverde alto fino a 2-3 metri; la porzione basale del tronco lignificata deve essere contenuta con interventi di potatura volti a impedirne un esagerato sviluppo e a favorire l'emissione dei giovani getti che sono la parte utilizzata sia in erboristeria che in cucina. Le foglie sono opposte, lanceolate e coriacee; i fiori di colore azzurro violaceo compaiono in primavera e talvolta anche in autunno. Per utilizzo erboristico le cimette si raccolgono in primavera, per uso culinario tutto l'anno. Il rosmarino ha proprietà aromatizzanti, aperitive, digestive, balsamiche, antisettiche e stimolanti. Dato il suo sviluppo, il rosmarino

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tende ad invadere le altre colture vicine fino ad inibirne lo sviluppo. In particolare ciò capita nei confronti delle piante di salvia. 12-Ruta. Pianta erbacea perenne con la porzione basale lignificata; le foglie sono di colore verde-azzurro, bi o tripennatosette; i fiori, di colore giallo, sono riuniti in corimbi alla sommità dei fusti. Cresce dal mare alle zone collinari in luoghi asciutti, aridi e sassosi. Le sommità fiorite si raccolgono da maggio ad agosto appena prima della completa fioritura. Le proprietà da considerare per l'uso

Timo

corrente sono unicamente quelle aromatizzanti e digestive; la tradizione popolare utilizza la ruta come aromatizzante della grappa. Attenzione: la ruta è velenosa e non deve essere somministrata alle donne incinte perché abortiva. 13-Salvia. Della salvia, che noi tutti conosciamo, rimandiamo alla scheda di pag. 22, ricordando che le varietà di possibile coltivazione sono numerose, tra cui: Salvia alba (13a), Salvia lavandulifolia (13b), Salvia bicolor (13c), Salvia tricolor (13d), Salvia purpurescens (13e), ecc. Attenzione: anche se viene utilizzata in cucina per moltissime pietanze, si deve considerare che la presenza di tujone la rende, a dosi molto alte, potenzialmente pericolosa, soprattutto per le donne incinte. Composizioni di salvie dalle diverse colorazioni sono interessanti anche per uso decorativo. 14-Timo. Piccolo arbusto molto utilizzato sia dal punto di vista erboristico che alimentare. Cresce in tutta Italia, dal mare ai monti, prediligendo i terreni sassosi, ben drenati e soleggiati. Per gli utilizzi e le proprietà rimandiamo alla scheda di pag. 22. • SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004


La lavorazione delle piante e la preparazione dei prodotti erboristici

U

na volta eseguita la raccolta le erbe devono essere avviate nel più breve tempo possibile alla lavorazione; infatti i processi biologici all'interno delle piante terminano anche molte ore dopo il taglio ed iniziano processi di degradazione più o meno rapidi, come ossidazioni e fermentazioni, che possono arrivare a comprometterne l'utilizzo. La figura del coltivatore assume a poco a poco i connotati di quella di tecnico di laboratorio le cui mansioni sono varie: dalle semplici operazioni di essiccazione a quelle ben più complesse di estrazione dei principi attivi. Il quadro normativo attuale presenta però numerose lacune; l'unica legge a tutt'oggi è il Regio Decreto n. 99 del 6 gennaio del 1931, mentre le numerose proposte di legge succedutesi non sono ancora riuscite ad ottenere l'approvazione dal Parlamento. Per il momento è chiaro che la lavorazione, la preparazione e la commercializzazione di tutti i prodotti a base di piante officinali sono di competenza esclusiva dei titolari di diplomi universitari in scienze erboristiche. Per la preparazione e vendita diretta in azienda di prodotti a base di piante officinali è quindi necessario essere in possesso di un diploma universitario (vedi a pagina 35, l'elenco delle facoltà universitarie che preparano gli erboristi professionisti) o potersi awalere della consulenza professionale di esperti diplomati.

I principi attivi Sono le sostanze contenute nelle piante che hanno proprietà medicinali e agiscono positivamente sull'organismo Si definiscono principi attivi quelle sostanze, molto diverse tra loro, che, pur non esplicando una funzione ben definita nella pianta, sono ugualmente estremamente importanti per la sopravvivenza della specie. Comprendono: alcaloidi, oli essenziali, acidi organici, glicosidi, mucillagini, gomme, resine, tannini ed altre sostanze ancora. Secondo l'ipotesi più accreditata, la loro tossicità, il loro sapore e il loro aroma ridurrebbero il numero di organismi in grado di utilizzare la pianta come alimento e quindi conseguentemente le piante che li contengono ne trarrebbero un «vantaggio ecologico» quale una SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004

maggiore possibilità di sopravvivenza e una maggiore diffusione. Gli oli essenziali avrebbero invece una funzione regolatrice della traspirazione, una azione protettiva o sarebbero sostanze di riserva.

Alcaloidi. Sono composti organici azotati, con struttura chimica complessa e molto diversa tra loro, tutti con reazione alcalina; nell'uomo svolgono una intensa azione eccitante o deprimente, quasi sempre potenzialmente pericolosa.

Per poter sfruttare le proprietà terapeutiche delle piante officinali è necessario conoscere le tecniche di lavorazione e di estrazione dei loro principi attivi

Glossario delle caratteristiche e delle proprietà medicinali delle piante Amara: attiva le funzioni gastriche, Depurativa: facilita l'eliminazione stimola l'appetito. delle impurità dell'organismo attraAnalgesica: allevia il dolore. verso i processi sudoriferi, diuretici e Antiflogistica: limita o risolve uno sta- lassativi. to infiammatorio. Digestiva: favorisce la digestione. Antinevralgica: calma i dolori provo- Diuretica: aumenta la produzione di cati da infiammazioni dei nervi. urina e la conseguente eliminazione Antisettica: uccide o impedisce lo svi- delle tossine presenti nel sangue. luppo dei microbi. Emmenagoga: favorisce e facilita le Antispasmodica: si oppone alle con- mestruazioni. trazioni involontarie dei muscoli. Emolliente: calma le infiammazioni Aperitivo: favorisce l'appetito, agisce della pelle e delle mucose. su ghiandole e organi digestivi. Espettorante: favorisce l'eliminazione Aromatica: molto profumata per la delle secrezioni bronchiali. grande presenza di oli essenziali. Lassativa: facilita l'espulsione delle Balsamica: svolge un'azione emol- feci. liente per le vie respiratorie. Lenitiva: attenua il dolore e le infiamBechica: calma la tosse. mazioni. Calmante: diminuisce l'eccessiva atti- Sedativa: calma gli stati nervosi o dovità del sistema nervoso, riduce l'irri- lorosi. tabilità e concilia il sonno. Sonnifera: induce al sonno. Carminativa: favorisce l'eliminazione Stimolante: aumenta la vitalità genedei gas intestinoli. rale dell 'organismo. Cicatrizzante: aiuta la guarigione di Stomachica: stimola le funzioni digepiaghe e ferite. stive. Colagoga: facilita la secrezione bilia- Sudorifera: stimola la secrezione del re ed il suo deflusso verso l'intestino. sudore. Coleratica: eccita la bile e ne aumen- Tonica: corrobora e rinvigorisce l'orta la secrezione. ganismo. Decongestionante: riduce l'afflusso san- Vulneraria: aiuta la guarigione di feguigno in una determinata zona del corpo. rite, piaghe e contusioni.

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Tra gli alcaloidi i più conosciuti sono: la caffeina, la nicotina, la morfina, la atropina, la cocaina, la chinina, ecc. La famiglia botanica più ricca in assoluto di alcaloidi è quella delle solanacee. Oli essenziali. Sono sostanze di tipo oleoso, non solubili in acqua ma solubili in etere, alcol o altri solventi organici, dotate di grande volatilità ed intenso profumo. Sono ricchi di proprietà: alcuni sono antisettici, altri agiscono sugli apparati cardiocircolatorio, respiratorio, nervoso, digerente, urinario ed endocrino. Acidi organici. Sono composti che contengono all'interno della loro molecola uno o più gruppi carbossilici e che si localizzano normalmente nei germogli e nei frutti acerbi; tra i più importanti e conosciuti si possono ricordare il citrico, l'ossalico, il malico, il succinico ed il tartarico. La loro azione è blandamente rinfrescante dell'apparato intestinale.

Infuso. 1-5/ pone nell'apposito filtro la quantità necessaria di erba essiccata e sminuzzata. 2-Si colloca il filtro all'interno della tazza. 3-5/ versa la quantità necessaria di acqua bollente fino a ricoprire il prodotto. 4-Si copre la tazza e si lascia riposare per 10-15 minuti

Glicosidi. Sono composti derivati dalla combinazione di una frazione zuccherina (glucidica) con altre molecole di diversa natura chimica provviste di una funzione alcolica. A causa dell'elevato potere che esercitano sull'organismo umano, vengono somministrati a dosi infinitesimali e possono risultare estremamente velenosi se usati in modo improprio. In questo gruppo rientrano anche le saponine, così chiamate per la loro proprietà schiumogena. Mucillaggini. Sono miscugli di polisaccaridi che a contatto con l'acqua producono delle sospensioni colloidali; possiedono la proprietà di trattenere l'acqua fino ad alcune centinaia di volte il loro peso. Gomme. Sono essudati che le piante emettono in seguito a lesioni; chimicamente si tratta di miscele di polisaccaridi. Resine. Sono miscele di sostanze (alcoli, acidi, tannini, ecc.) che si formano nei canali resiniferi di diverse piante e che possono essudare naturalmente per cause patologiche o traumatiche. Svolgono prevalentemente una azione a livello dell'apparato respiratorio. Tannini. Sono sostanze solubili in acqua ed alcol, presenti nei vegetali in quantità molto ampia; la loro principale funzione è astringente.

Decotto. 1-5/ pone in un contenitore la quantità necessaria di erba essiccata e sminuzzata. I-La si aggiunge a 100 millilitri di acqua bollente. 3-Si continua a far bollire per 10-15 minuti. 4- Infine, dopo averla lasciata riposare per 10 minuti, si filtra e si beve o si utilizza per fare sciacqui, lavaggi e impacchi secondo le indicazioni

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Diversi fattori influenzano il contenuto di principi attivi nelle piante; tra essi possiamo ricordare: i fattori genetici, le differenze dovute a fattori legati all'ambiente (disponibilità d'acqua, tipo SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004


di suolo, esposizione alla luce, latitudine e temperatura), differenze dovute alle tecniche agronomiche (epoca e densità di impianto, concimazioni e irrigazioni, trattamenti).

Le principali preparazioni e le tecniche di estrazione Ecco alcune tecniche di preparazione e di estrazione che si possono effettuare in un piccolo laboratorio aziendale con l'ausilio di semplici strumenti Tintura idroalcolica. I-Si sistema la droga (nelle foto, melissa) in un vaso di vetro. 2- Si versa la dose stabilita di alcol etilico fino a ricoprire completamente la droga

Con le erbe si possono ottenere moltissime preparazioni, alcune di facile realizzazione, altre che richiedono procedure complesse da eseguirsi in laboratori altamente specializzati. Vediamo ora di seguito le tecniche di realizzazione delle più semplici preparazioni. Infuso. Viene particolarmente indicato per tutte le piante ricche di composti volatili e di aromi delicati che possono essere estratti grazie all'azione combinata dell'acqua e del calore; le droghe utilizzate per gli infusi sono generalmente composte da fiori, gemme e foglie. Dopo aver fatto bollire la quantità d'acqua prevista la si versa sulla droga sminuzzata, si mescola e si lascia riposare per un tempo di circa 10 minuti, quindi si filtra. Gli infusi vanno consumati caldi e si possono aromatizzare a piacere; possono altresì essere utilizzati per bagni o impacchi. Decotto. Utilizzato per droghe che contengono principi attivi più resistenti al calore, come cortecce, radici, semi. La droga va posta nella quantità d'acqua prevista quando questa sta bollendo, quindi si continua a far bollire a fuoco moderato per 10-20 minuti, infine si filtra. Si utilizzano allo stesso modo degli infusi.

Tintura vinosa. I-Si sistema la droga (nelle foto, foglie di rosmarino) in un vaso di vetro. 2-Si versa la quantità necessaria di vino bianco ad alta gradazione fino a ricoprire completamente la droga Tinture idroalcoliche. Per la preparazione delle tinture si utilizza alcol etilico a gradazioni tra i 50° ed i 70° (la gradazione voluta si ottiene mescolando all'alcol una certa quantità d'acqua). La droga, preferibilmente fresca, viene posta a macerare nell'alcol per il tempo stabilito in bottiglie di vetro poste al riparo dalla luce. Nella preparazione si adotta la regola che prescrive di impiegare una parte di

droga per ottenere cinque parti di tintura finale (ad esempio 20 grammi di droga per ottenere 100 millilitri di tintura); sono quindi preparazioni molto concentrate, delicate da eseguirsi e costose. Le tinture si utilizzano con il contagocce, su una zolletta di zucchero (uso interno) o su tamponi di garza (uso esterno). Attenzione: per tutte le preparazioni a base alcolica è necessaria l'autorizzazione Utif (Ufficio tecnico imposte e fabbri-

Oleolito (nella sequenza, iperico). I-Si tagliano le infiorescenze di iperico e si recuperano i fiori. 2-Si collocano i fiori all'interno di un vaso di vetro. 3-Si ricopre il tutto con olio d'oliva SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004

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cazioni). Le procedure che regolano la gestione dell'alcol etilico, dal suo acquisto alla sua conservazione, per arrivare infine al confezionamento del prodotto finito, sono così complesse da scoraggiare chiunque intenda sperimentarsi nel settore con obiettivi poco più che amatoriali. Una strada percorribile è quella di incaricare di tutte le operazioni necessarie dei laboratori seri e fidati: il coltivatore fornirà le erbe occorrenti ed il laboratorio esterno produrrà «per conto di...» il prodotto finito.

idroalcoliche; il solvente è in questo caso un vino bianco di buona qualità ad alta gradazione. Il rapporto droga/vino è generalmente nell'ordine di 1 a 20 (5 grammi per 100 millilitri). Si lasciano le droghe, preferibilmente fresche, in infusione per alcune settimane, poi si filtrano e si consumano a cucchiaini o bicchierini. Le tinture vinose hanno in genere un apprezzato gusto aromatico e spesso sono utilizzate come aperitivo o digestivo.

Tinture vinose o vini medicati. Sono preparazioni molto simili alle tinture

Oleoliti o oli medicinali. Sono soluzioni oleose dei principi attivi; gli oli nor-

malmente utilizzati allo scopo sono quello di oliva e quello di semi. Si preparano mettendo in infusione la pianta, generalmente fresca, nell'olio prescelto, lasciando riposare per il tempo stabilito e quindi, dopo aver filtrato, si conservano in boccette di vetro. L'utilizzo terapeutico prevalente è quello cosmetico; si usano infatti per massaggi, frizioni ed impacchi. Oli essenziali. Si ottengono per estrazione in corrente di vapore delle sostanze contenute in piccoli otricoli nelle diverse parti delle piante.

Olio essenziale e idrolato (acqua aromatica). Di seguito vi elenchiamo le fasi dell'estrazione degli oli essenziali contenuti nelle erbe e del recupero dell'acqua aromatica; l'esempio riportato riguarda il rosmarino. I-Si predispone nella caldaia dell'estrattore in corrente di vapore la griglia di fondo e si aggiunge acqua sino al livello della griglia stessa. 2-Si riempie completamente la caldaia con le cimette di rosmarino raccolte in precedenza. 3-Si sistemano e si pressano per bene le cimette di rosmarino. 4-Si colloca la griglia di copertura. 5-Si chiude con il coperchio e si collega al sistema di condensazione (serpentina). 6-Si aggancia l'apposita fiorentina in vetro a doppia camera: nella camera esterna passerà l'acqua di raffreddamento, in quella interna si raccoglieranno l'olio essenziale e l'acqua aromatica. 1-Ecco il distillatore pronto all'uso e posizionato su un fornello elettrico. ^-Particolare del termometro per il controllo della temperatura di distillazione che va mantenuta tra 85 e 95° C. 9-Olio essenziale raccolto nella camera interna della buretta (vedi freccia). \Q-Si recupera in un bicchierino l'acqua aromatica aprendo l'apposito rubinetto. 11-5/ raccoglie ora l'olio essenziale in un flaconcino di vetro scuro munito di contagocce. 12-Una volta raccolto l'olio essenziale, etichettate il flaconcino riportando la denominazione dell 'olio e la data di estrazione. Conservate al riparo dalla luce

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L'estrazione si effettua utilizzando particolari apparecchiature provviste di: una caldaia, in cui si pone l'acqua sul fondo e, separata da una griglia, l'erba da cui estrarre l'olio; un sistema di condensazione dei vapori (serpentina); un contenitore di decantazione (detto «fiorentina») in cui si separa l'olio dall'acqua aromatica. Dopo aver dato il via al processo portando l'acqua contenuta nella caldaia ad ebollizione, il vapore acqueo passando attraverso la massa vegetale rompe gli otricoli e fa evaporare l'olio essenziale facendolo salire fino al condensatore. Qui i vapori si ricondensano e passano nellafiorentinadove si separano per decantazione in olio (in alto) ed acqua aromatica (idrolato, in basso); l'intero processo una volta iniziato dura in media 60- 90 minuti. Con la distillazione si aprono vari campi di utilizzo delle sostanze vegetali; quantità relativamente piccole concentrano principi di molti chili di sostanze di partenza; le indicazioni di impiego sono molteplici: sia aromatiche che profumistiche, sia medicinali che industriali. Idrolati (acque aromatiche). Sono soluzioni acquose in cui si trovano diluite piccole percentuali di oli essenziali; si ottengono per decantazione del condensato dell'estrazione in corrente di vapore e separazione della fase acquosa dall'olio essenziale. Altre preparazioni ed utilizzazioni sono: gli sciroppi, le creme, le pomate e gli unguenti, le fumigazioni. Sciroppi. Sono dei liquidi densi a base di zucchero o di miele nei quali vengono disciolte dosi stabilite di preparati a base di erbe. Creme, pomate ed unguenti. Sono dei preparati semiliquidi nei quali le erbe vengono mescolate a sostanze grasse (ad esempio olio, burro, glicerina, ecc,); si stendono sulla parte da curare e si massaggiano fino ad assorbimento cutaneo. Fumigazioni. Si definiscono «secche» quelle in cui si bruciano su un braciere delle sostanze vegetali e se ne aspirano i fumi; si definiscono «umide» invece quelle in cui si pongono le sostanze vegetali in un catino di acqua bollente e se ne aspirano i vapori. Con le piante officinali possono inoltre essere confezionate conserve alimentari, confetture, gelatine, mieli aromatizzati ed elisir. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA ] 0/2004

I-Sciroppo. Gli sciroppi sono liquidi densi a base di zucchero o di miele nei quali vengono disciolte dosi stabilite di preparati a base di erbe. 2-Crema. Preparato semiliquido a prevalente uso cosmetico. 3-Pomata. Preparato farmaceutico o cosmetico per uso esterno. 4-Unguento. Medicamento molle preparato con sostanze grasse

II laboratorio di trasformazione

tamente organizzato e certificato (la certificazione biologica per quanto riguarda la produzione non si estende ai processi di trasformazione). Ecco alcune indicazioni di Il processo inizia normalmente con massima sulle attrezzature necessarie l'essiccazione; per questa operazione si per realizzare un laboratorio possono utilizzare sia vecchie tettoie o di lavorazione delle erbe solai arieggiati, dove disporre le piante aromatiche-officinali su graticci o stuoie, che moderni essiccatoi in acciaio inox con generatore Una volta eseguita la raccolta inizia d'aria calda. per le piante officinali un percorso che, Non esistono differenze di qualità come la coltivazione, deve essere atten- nei prodotti ottenuti con i due sistemi, se applicati correttamente, ma solamente diversi tempi di esercizio; una volta essiccata, la pianta dovrebbe presentarsi di colore verde, friabile al tatto e con un buon profumo di fieno. Il prodotto ottenuto va ridotto a «taglio tisana», cioè ad una dimensione di alcuni millimetri, e conservato in recipienti di vetro o in contenitori sotto vuoto in modo che non assorba nuovamente l'umidità ambientale: è infatti estremamente igroscopico, cioè va molto soggetto al riassorbimento dell'umidità dall'ambiente. Tutte queste operazioni non hanno bisogno di un vero e proprio laboratorio. Un ambiente «a norma» dovrà invece essere quello in cui si andranno a produrre oli essenziali, tinture, oleoliti, eccetera. // laboratorio per la trasformazione L'attrezzatura del laboratorio dodeve essere idoneo alla preparazione vrebbe prevedere, oltre all'arredamento dei prodotti nel rispetto delle normative in acciaio inox ed agli allacciamenti di vigenti acqua, gas, corrente e quant'altro neces-

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Attrezzature. I-Estrattore. 2-Percolato re. 3-Maceratore. 4-Torchietto. 5-Pressa idraulica. 6-Molinetto. I-Contenitore in acciaio inox e boccette in vetro di colore scuro per la preparazione e la successiva conservazione dei prodotti

sario, anche le seguenti attrezzature: - estrattore in corrente di vapore, per l'estrazione degli oli essenziali dalle piante aromatiche ed officinali; -percolatore, per l'estrazione con solventi come alcol, etere o altri solventi organici;

EH*

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- maceratore, per la preparazione delle tinture idroalcoliche; - torchietto, per la spremitura delle erbe poste in macerazione e per la preparazione di succhi; -pressa idraulica, che svolge le stesse funzioni del torchietto ma in modo più

Taglio tisana. I-Si introducono le erbe essiccate nel molinetto. 2-Con l'aiuto di un cilindro di legno si spingono verso la lama che provvede a sminuzzarle. 3-In seguito le erbe, ridotte a taglio tisana, vengono raccolte in un sacco di alluminio posizionato sotto il molinetto. 4-Per piccole quantità di prodotto si può eseguire anche un taglio manuale

efficiente e rapido; con questa attrezzatura risulta possibile ottenere succhi spremuti a freddo da ogni tipo di frutta e di verdura; - trancia o molinetto, per un corretto taglio tisana delle erbe essiccate; - contenitori in vetro o in acciaio, per la preparazione degli oleoliti e delle diverse infusioni. Sarebbe inoltre necessario un magazzino per le erbe secche e per i preparati con la presenza di un deumidificatore che mantenga costante e controllata l'umidità ambientale. Allestito il laboratorio nel rispetto della legislazione nazionale (art. 28 del DPR 327/80 e l'art. 9 del DL 155/97) e regionale vigente, servono poi le relative autorizzazioni igienico-sanitarie che vengono concesse dall'autorità sanitaria di base (Asl) su richiesta dell'interessato. L'autorizzazione sanitaria si ottiene presentando domanda al Sindaco (vedi anche a pag. 34), ai sensi dell'articolo 2 della Legge 283/62, e allegando una planimetria del laboratorio ed una relazione tecnica. Per ulteriori informazioni sulla normativa che regola la trasformazione dei prodotti agricoli si rimanda alla «Guida illustrata laboratorio di trasformazione dei prodotti agricoli», supplemento a Vita in Campagna n. 4/2002 • SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA ÌOCIXM


La vendita dei prodotti erboristici

L

a vendita diretta in azienda dei prodotti erboristici trasformati ed adeguatamente confezionati è il naturale completamento della filiera relativa alle officinali; almeno due importanti motivazioni spingono a realizzarla: la responsabilità verso il consumatore finale, che si raggiunge con la perfetta tracciabilità del prodotto e la garanzia dei processi produttivi, e le esigenze del coltivatore che incrementa il proprio reddito ottenendo così quelle gratificazioni, anche economiche, necessarie a giustificare l'impegno profuso. I prodotti erboristici possono anche essere venduti sul mercato; i settori a cui il produttore si può rivolgere per conferire il prodotto e dai quali proviene la domanda di piante aromatiche ed officinali sotto le diverse forme (pianta fresca, pianta secca, prodotto trasformato, ecc.) sono molteplici e variegati: si passa dall'industria alimentare al grossista d'erbe, che normalmente ritirano il prodotto essiccato (talvolta alcuni prodotti, quali ad esempio il basilico o il prezzemolo, vengono richiesti anche freschi!); dall'industria chimica e dell'aromatizzazione ai laboratori di estrazione quali quelli farmaceutici, chimici, galenici o cosmetici, che richiedono produzioni sia fresche che secche e talvolta prodotti già trasformati quali ad esempio gli oli essenziali. Un discorso a parte meritano i mercati ortofrutticoli all'ingrosso, la grande distribuzione, i negozi di ortofrutta, dietetica e prodotti biologici, e la ristorazione: in questi casi il prodotto necessita di un adeguato confezionamento indipendentemente dal suo stato, sia esso fresco che secco. Una ulteriore possibilità riguarda la vendita al settore vivaistico, agricolo ed hobbistico di giovani piantine in contenitore o in vasetto che vengono utilizzate per nuovi impianti in campo, coltivazioni su balconi e terrazze, e per arredo urbano.

Per la vendita di prodotti erboristici è importante che le confezioni siano presentate in modo adeguato e che il punto vendita rappresenti, nella sua semplicità, la tradizione e la vocazione aziendale

miliare. È fondamentale però che il produttore stabilisca fin dall'inizio ciò che si ripromette di ottenere dalla coltivazione e dall'eventuale trasformazione delle piante officinali, in relazione alle difficoltà che dovrà affrontare. Il lettore che prendesse in considerazione l'idea di coltivare officinali deve prima di tutto fare alcune valutazioni e porsi le seguenti domande. - A quali acquirenti mi posso rivolgere per vendere la materia prima erboristica prodotta ed eventualmente trasformata? - La mia azienda ha clima e terreno adatti alla coltivazione di quali piante officinali? - Le colture già presenti e gli avvicendamenti che attuo nella mìa azienda sono compatibili con le nuove coltivazioni? - L'attuale organizzazione aziendale e la dotazione di impianti, macchine ed attrezzature possono essere utilizzate

La commercializzazione // prodotto deve essere confezionato in contenitori adatti ed etichettato secondo le norme di legge

«

aÀssHWP-

Prima di iniziare... ...occorre valutare la convenienza a produrre piante officinali, vendicando le reali possibilità di collocazione del prodotto e i prezzi di mercato La coltivazione delle piante officinali stimola spesso l'interesse dei piccoli produttori agricoli ed agrituristici, e di coloro che si dedicano all'agricoltura in forma hobbystica o part-time, lavorando direttamente nella propria azienda talvolta con l'ausilio della manodopera faSUPPLEMENTO A VTTA IN CAMPAGNA 10/2004

anche per la produzione delle officinali? O, in alternativa, quali adeguamenti è necessario compiere, in rapporto alle scelte produttive e di mercato? La prima verifica da fare riguarda quindi le possibilità di collocare la materia prima officinale individuando i settori di mercato a cui accedere e gli operatori commerciali da contattare (grossisti, industrie, laboratori galenici e cosmetici, erboristerie, mercati locali, contatti diretti con i consumatori, ecc). È bene iniziare dalle opportunità presenti nella propria zona di coltivazione, per facilitare gli scambi, limitare i costi di trasporto e diminuire i danni al prodotto in modo che conservi maggiormente i pregi qualitativi. Un secondo fondamentale elemento da acquisire è il prezzo corrente del prodotto erboristico per poter fare una prima valutazione sulla convenienza o meno a produrlo.

L'arredamento del locale di vendita deve essere sobrio e all'interno del negozio si dovrebbero trovare notizie su tutto ciò che riguarda l'azienda ed i prodotti venduti

Una volta realizzato, il prodotto necessita di una «veste commerciale» che lo renda idoneo alla vendita. In primo luogo occorre applicare sulla confezione una etichetta che riporti in modo chiaro e comprensibile: la denominazione di vendita, l'elenco degli ingredienti, la quantità netta, il nome, la ragione sociale e l'indirizzo del produttore e/o confezionatore, il termine di conservazione, l'indicazione del lotto. Il prodotto deve inoltre essere confezionato in modo adeguato: se si tratta di erbe per tisane, è consigliabile prevedere un sacchetto con finestra in modo da permettere la visione del contenuto; se invece si tratta di tinture ed oli essenziali questi vanno presentati in boccette di vetro scuro provviste di contagocce.

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riguarda l'azienda ed i prodotti venduti. Afiancodel punto vendita si potrebbe collocare una sala di degustazione dei prodotti aziendali e, nel tempo dedicato agli assaggi, dovrebbe essere presentata tutta la filiera aziendale con ogni informazione possibile circa i metodi di coltivazione, di trasformazione e di assunzione dei prodotti.

Occorrono le autorizzazioni sanitarie Per l'attività di lavorazione, trasformazione e vendita delle piante aromatiche-officinali e dei prodotti erboristici è necessario presentare domanda di autorizzazione sanitaria al Sindaco Alcuni esempi di confezioni a sacchetto con finestra (1) o trasparente (2), per permettere la visione del contenuto, e di etichette adesive (3-4-5-6)

II locale di vendita Ecco infine alcuni consigli per la realizzazione di un locale adatto alla vendita delle erbe e dei prodotti erboristici II luogo destinato alla vendita dei prodotti aziendali (l'attività di vendita diretta deve essere preceduta da una co-

municazione al Sindaco) dovrà essere collocato in una posizione facilmente riconoscibile rispetto a tutti gli altri edifìci aziendali, facilmente raggiungibile dal parcheggio e senza barriere architettoniche che ne impediscano l'accesso ai disabili. L'interno dovrebbe essere arredato in modo sobrio e tradizionale e vi si dovrebbero trovare notizie su tutto ciò che

II Giardino delle Erbe di Casola-Valsenio // Giardino delle Erbe dì Casola-Valsenio (Ravenna) è il primo e più importante giardino di piante officinali del nostro Paese ed uno fra i più importanti d'Europa. Fondato nel 1938 dal prof. Augusto Rinaldi Ceroni, il Giardino è oggi gestito dal Comune di Casola-Valsenio; una cooperativa del luogo si occupa del mantenimento e della coltivazione con il coordinamento scientìfico di un Comitato costituito da docenti delle Università di Modena e di Parma. Il Giardino delle Erbe si estende per 4 ettari di terrazze sulle colline romagnole, a 250 metri sul livello del mare, ed ospita piante coltivate, studiate ed analizzate per il loro utilizzo nei diversi campi applicativi: medico, biologico, cosmetico, alimentare e di sperimentazione genetica. Le specie e varietà dì erbe presenti sono oltre 400, ordinate nei gradoni tematici che si affacciano sulla Valle del Senio: l'orto botanico, il parco-collezione di lavandino e delle principali specie, le aromatiche, la serra, le aree di coltivazione, sperimentazione e per ricerche universitarìe, le collezioni di piante-madri, le piante di interesse mellifero. Il Giardino è dotato di un museo, un centro di documentazione con biblioteca, un laboratorio attrezzato per la didattica, locali di magazzino-essiccatoio-distillazione, un «tourist shop», una sala congressi.

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Oltre ad essere un importante punto di riferimento per la ricerca universitaria, grazie al collegamento con diversi atenei, il Giardino è sede di itinerari didattici destinati alle scuole superiori e dell'obbligo ed ospita corsi di aggiornamento per medici e farmacisti. Per quanti desiderano visitarlo forniamo l'indirizzo: Giardino delle Erbe - Strada provinciale per Prugno, km 2 - 480IO Casola-Valsenio (Ravenna) - Tei. e fax 0546 73158. L'ingresso è gratuito. Le visite guidate (euro 2.60 per persona) si svolgono tutto l'anno, da lunedì a venerdì, dalle ore 8 alle 16; da febbraio ad aprile ed in settembre anche la domenica, dalle ore 14,30 alle 17; da maggio ad agosto, anche il sabato, dalle ore 15,30 alle 18,30, la domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 15,30 alle 18,30.

L'agricoltore che coltiva piante officinali e/o aromatiche ad uso alimentare quando vende il prodotto non ha bisogno di particolari autorizzazioni (fatta salva l'autorizzazione alla commercializzazione), mentre l'agricoltore che coltiva piante officinali ad uso «salutistico» se vuole vendere il prodotto trasformato deve avere, oltre all'autorizzazione alla commercializzazione, tutta una serie di altre autorizzazioni e permessi, come ad esempio, il diploma in erboristeria, l'autorizzazione per la realizzazione del laboratorio, l'autorizzazione per l'esercizio dell'attività di vendita, ecc. Non è più richiesta invece l'autorizzazione dell'Utif (Ufficio tecnico imposte e fabbricazioni) per l'attività di distillazione: è il costruttore del distillatore che deve inviare all'Utif un'autocertificazione firmata dall'acquirente in cui dichiara che l'apparecchio è destinato esclusivamente all'impiego nell'ambito delle preparazioni officinali. Le autorizzazioni sanitarie necessarie allo svolgimento di tutte le attività di laboratorio-confezionamento e vendita delle preparazioni a base di erbe aromatiche ed officinali si ottengono presentando domanda al Sindaco, ai sensi dell'articolo 2 della Legge 283/62. I modelli sono reperibili presso l'Azienda sanitaria locale (Asl) competente per territorio. La richiesta alle autorità competenti di una visita preventiva ai locali da adibirsi a laboratorio e vendita è una prassi che si sta consolidando: permette agli addetti ai controlli di suggerire tutti gli accorgimenti necessari al favorevole accoglimento delle domande ed ai richiedenti di approntare con efficacia e tempestività tutte le variazioni dovute. • SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 10/2004


Indirizzi utili Attrezzature per la produzione e/o la vendita - Albrigi Luigi (essiccatoi, estrattori, percolatori, maceratori, torchi, ecc.) - Via Tessare, 1 - 37020 Stallavena (Verona) - Tei. 045 8650250 - Fax 045 907316 - Internet: vvww.albrigiluigi.com - Eurovetrocap (recipienti in vetro e plastica per laboratori) - Via M. Pagano, 59 20090 "Prezzano sul Naviglio (Milano) - Tei. 02 484431 - Fax 02 48401820 - Internet: www.eurovetrocap.com - Salut di Tegon Franco (molinetti per taglio tisana) - Via Vallada, 35 - 33080 Porcia (Pordenone) - Tei. e fax 0434 922222 - Internet: www.salut.it - TauRo (essiccatoi) - Via Chiesa, 36 Loc.tà Rampazzo - 36043 Camisano Vicentino (Vicenza) Tei. e fax 0444 719046 - Tei. 0444 412515 - Internet: www.tauro.biz - T.R. di Turoni & C. (estrattori) - Via Copernico, 26 - 47100 Forlì (Fori! Cesena) - Tei. 0543 724848 - Fax 0543 774670 - Internet: www.trsnc.com

Produzione di sementi e di piantine - Consorzio Comunalie Parmensi - Via Nazionale, 54 - 43043 Borgo Val di Taro (Parma) - Tei. 0525 90155 - Fax 0525 91154; - Cooperativa Sociale Centro di Lavoro Via San Marco, 121 - 37138 Verona - Tei. 045 8184711 - Fax 045 8184700; - Giardino delle Erbe - Strada provinciale per Prugno, km 2 - 48010 Casola-Valsenio (Ravenna) - Tei. e fax 0546 73158 (vedi articolo pubblicato su Vita in Campagna n. 7-8/ 2001apag.69).

Enti, associazioni, aziende - Associazione Erbecedario della Lessinia - Piazza Don Luigi Zocca, 2 - Loc.tà Sprea 37030 Badia Calavena (Verona) - Tei. 045 6510130 - Fax 045 8040871 - Internet: w w w. erbecedario.it - Cascina Blengio - Regione Rosi - 15010 Ponti (Alessandria) - Tei. e fax 0144 596108; - Co.ge.v. - Cooperativa Gestione Verde Lungadige Sammicheli, 9 - 37129 Verona Tei. 045 8001333 - Fax 045 8045686 - Internet: www.cogev.it - Ente Parco dei Colli Euganei - Via Rana Ca' Mori, 8 - 35042 Este (Padova) - Tei. 0429 612010 - Fax 0429 601368 - Internet: www.parcocollieuganei.it - Erba Madre - Azienda Agrituristica Biologica - Via Pian di Cotogna, 5 - 37039 Tregnago (Verona) - Tei. 045 6500283 - Fax 045 7808512; - Fippo - Federazione italiana produttori piante officinali - c/o Istituto Sperimentale per l'assestamento forestale e per l'alpicoltura - Piazza Monsignor Nicolini, 6 - 38050 Villazzano (Trento) - Tei. 0461 381111 - Fax 0461 381131; - Herbane Camune - Associazione - Via S. Martino, 4 - c/o Albergo San Martino - Loc.tà Darfo - 25041 Boario Terme (Brescia) - Tei. 349 7200298;

to di Scienze Farmaceutiche - Via Campi/183 - 41100 Modena - Tei. 059 2055144 - Internet: www.uniinore.it - Napoli - Corso di Laurea in «Erboristeria» Dipartimento di Chimica Farmaceutica e TossiAltri indirizzi utili cologica - Via D. Montesano, 49 - 80131 Napo- Erbario Toscano - Via Ghivizzani, 61 - li - Tei. 081 678649 - Internet: www.unina.it 55040 Capezzano Pianore (Lucca) - Tei. - Novara - Corso di Laurea in «Scienza e 0584 969660 - Fax 0584 969598 - Internet: Tecnologia dei Prodotti della Salute» - Facoltà di Farmacia - Largo Donegani, 2 www.erbariotoscano.it 28100 Novara - Tei. 0321 375610 - Internet: - F.E.I. Federazione Erboristi Italiani - www.pharm.unipmn.it P.zza G.G. Belli, 2-00153 Roma - Tei. 06 - Padova - Corso di Làurea in «Tecniche Er55280704 - Fax 06 5812750 - Internet: boristiche» - Dipartimento di Scienze Farmawww.feierboristi.org ceutiche - Via Marzolo, 5-35131 Padova - Tei. - Università degli Studi di Milano - Corso 049 8275370 - Internet: www.unipd.it di laurea in «Valorizzazione e tutela dell'am- - Palermo - Corso di Laurea in «Tecniche Erbiente e del territorio montano» - Via Marino, boristiche» - Dipartimento Farmacochimico, 8 - 25048 Edolo (Brescia) - Tei. 0364 71324; Tossicologico e Biologico - Via Archirafì, 32 - Voltolina dott. Giorgio (consulenze per la 90123 Palermo - Tei. 091 6161606 - Internet: coltivazione e la commercializzazione) - c/o www.unipa.it Prosa - Settore Piante Officinali - Via Rossi- - Parma - Corso di Laurea in «Scienze Erbognago, 32 - 30038 Spinea (Venezia) - E-mail: ristiche e Prodotti della Salute» - Dipartimento di Biologia Evolutiva e Funzionale - Parco giorgio@erbe.it Area delle Scienze, 1 I/A - 43100 Parma - Tei. 0521 905675 - Internet: www.unipr.it Facoltà universitarie - Pavia - Corso di Laurea in «Tecniche Erboristiche» - Dipartimento di Farmacologia Speche hanno istituito rimentale Applicata - Viale Tarameli], 14 corsi di laurea in erboristeria 27100 Pavia - Tei. 0382 507404 - Internet: - Bari - Corso di Laurea in «Tecniche Erbo- www.unipv.it ristiche» - Facoltà di Farmacia - Via Orabo- - Perugia - Corso di Laurea in «Tecniche Erna, 4 - 70125 Bari - Tei. 080 5442047 - Inter- boristiche» - Facoltà di Farmacia - Borgo XX Giugno, 74 - 06121 Perugia - Tei. 075 5856420 net: www.uniba.it - Internet: www.unipg.it - Bologna - Corso di Laurea in «Tecniche - Pisa - Corso di Laurea in «Tecniche ErboriErboristiche» - Dipartimento di Scienze Far- stiche» - Dipartimento di Chimica Bioorganimaceutiche - Via S. Donato, 19/2 - 40127 Bo- ca e Biofarmacia - Via Bonanno, 33 - 56126 logna - Tei. 051 2095615 - Internet: Pisa - Tei. 050 44074 - Internet: www.unipi.it www.unibo.it - Roma - Corso di Laurea in «Scienze e Tec- Cagliari - Corso di Laurea in «Scienze e Tec- nologie dei Prodotti Erboristici» - Dipartimennologie Erboristiche» - Dipartimento di Tossi- to di Biologia Vegetale - Piazzale Aldo Moro, cologia - Via Ospedale, 72 - 09124 Cagliari - 5-00185 Roma - Tei. 06 49912194 - Internet: Tei. 070 6758604 - Internet: www.unica.it www.imiromai .it - Catania - Corso di Laurea in «Scienze Er- - Salerno - Corso di Laurea in «Tecniche Erboristiche» - Dipartimento di Scienze Micro- boristiche» - Dipartimento di Scienze Farmaceutiche - Via Ponte Don Melillo - 84084 Pibiologiche e Ginecologiche - Via Androne, sciano (Salerno) - Tei. 089 962654 - Internet: 81 - 95100 Catania - Tei. 095 312386 - Inter- www.unisa.it net: www.unict.it - Sassari - Corso di Laurea in «Tecniche Er- Ferrara - Corso di Laurea in «Scienze e boristiche» - Facoltà di Farmacia - Via MuroTecnologie dei Prodotti erboristici, dietetici e ni, 23/A - 07100 Sassari - Tei. 079 228701 - Incosmetici» - Laboratorio di Chimica degli ternet: www.uniss.it Alimenti - Via Fossato di Mortara, 17/19 - - Siena - Corso di Laurea in «Scienza e Tecno44100 Ferrara - Tei. 0532 291279 - Internet: logia dei prodotti cosmetici ed erboristici» Dipartimento di Farmacologia - Via Aldo Mowww.unife.it - Firenze - Corso di Laurea in «Tecniche ro - Loc. San Miniato - 53100 Siena - Tei. 0577 Erboristiche» - Dipartimento di Scienze Far- 233226 - Internet: www.unisi.it maceutiche - Via Gino Capponi, 9 - 50121 -Torino - Corso di Laurea in «Tecniche ErboFirenze - Tei. 055 2757300 - Internet: ristiche» - Piazzetta Baralis, 4 - c/o Istituto Tecnico per Geometri EULA -12038 Savigliawww.unifi.it no (Cuneo) - Tei. 0172 713016 - Internet: - Genova - Corso di Laurea in «Tecniche www.pharm.unito.it Erboristiche» - Dipartimento di Chimica e - Trieste - Corso di Laurea in «Tecniche ErboTecnologie Farmaceutiche e Alimentari - Via ristiche» - Dipartimento di Economia e MerBrigata Salerno, ponte -16147 Genova - Tei. ceologia delle Risorse Naturali e della Produ010 3532647 - Internet: www.unige.it zione - Via Valerio, 6-34127 Trieste - Tei. 040 - Messina - Corso di Laurea in «Scienze e 5587910 - Internet: www.univ.trieste.it Tecnologie Erboristiche» - Facoltà di Farma- - Urbino - Corso di Laurea in «Tecniche Ercia Villaggio Annunziata - 98168 Contrada boristiche» - Facoltà di Farmacia - Via Aurelio Annunziata (Messina) - Tei. 090 3533114 - Saffi, 2 - 61029 Urbino (Pesaro e Urbino) - Tei. 0722 2671 - Internet: www.uniurb.it Internet: www.unime.it

- Ismea - Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare - Via C. Celso 6 - 00161 Roma - Tei. 06 855611 - Internet: www.ismea.it

- Milano - Corso di Laurea in «Tecniche Erboristiche» - Dipartimento di Scienze Farmacologiche - Via Balzaretti, 9-20133 Milano - Tei. 02 50318284 - Internet: www.unimi.il - Modena e Reggio Emilia - Corso di Laurea in «Tecniche Erboristiche» - Dipartimen-

Siti Internet da consultare www.aboca.it - www.colturenuove.it www.erbe.it — www.erbeofficinali.it — www.isafa.it 'www.natural.it www.specchiasol.it


aturally

staìntess steel

Estrattore di oli essenziali in corrente di vapore Composto da pentola in acciaio con finltura alimentare e buretta in vetro a doppia camera per accumulo e separazione olio. Disponibile in vari modelli da 12 a 500 litri di volume pentola.

Percolatore per estrazione tinture e tinture madri

Dotato di griglia di fondo e peso per pressatura erba. Disponibile in vari modelli con capacità

Pressa oleodinamica manuale

2,5 a 30 litri.

Completamente realizzata in acciaio inox, è principalmente rivolta ai professionisti del settore trattamento piante officinali. Tuttavia, grazie alla grande versatilità dell'apparecchio, è possibile ricavare succhi tramite spremitura a freddo di frutta e verdura.

Maceratore

Torchio per spremitura Ideale per ricavare essenza attraverso la pressione. Il processo può avvenire a freddo o su piante appena macerate. Disponibile in tre modelli da 3, lo e 20 litri.

Recipiente per macerazione in ambiente buio; dotato di chiusura ermetica per evitare il contatto del prodotto con l'aria. Disponibile In due modelli con capacità 70 e 120 litri.

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PRESSE!"

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